L'alba del tempo

di Ayumu Ena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mio mondo ***
Capitolo 2: *** Un suono lontano ***
Capitolo 3: *** Sentimenti delicati ***
Capitolo 4: *** Un giorno di pausa ***
Capitolo 5: *** Come spine ***
Capitolo 6: *** Un tenue bagliore risplende nei tuoi occhi ***
Capitolo 7: *** Sabbia d'autunno ***
Capitolo 8: *** La bambina che giocava con l'inverno ***
Capitolo 9: *** Solo inutili bugie ricorderò di te ***



Capitolo 1
*** Il mio mondo ***


Autore: Helen Ward. | Fandom: Twin Princess
Titolo: Il mio mondo. | Prompt: ♯176. Cecità.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.


L'alba del tempo

A Himeko,

che ama la Shein quanto me,
se non di più


Il mio mondo


Buio.
Tutto ciò che Rein poteva vedere era il buio.

Ombre e sagome scure sfilavano dinnanzi i suoi occhi. L'oscurità che si celava sulle pupille, ogniqualvolta serrava le palpebre per riposare, non era così diversa dalla tenebre che offuscavano le sue giornate.
Tuttavia, dopo l'incidente, la cecità non le aveva impedito di essere se stessa.
Era sempre la solita Rein: quella che voleva fare tutto da sola, senza l'aiuto di nessuno. Ma le sue forse non bastavano e l'aiuto di qualcuno era necessario. La mattina usciva sempre accompagnata da Fine, o da Elsa, o da Touluse e passava il pomeriggio in compagnia di un ragazzo. Un ragazzo che conosceva bene e di cui si era innamorata.
Quel pomeriggio, Rein, aspettava l'arrivo del giovane seduta sotto il gazebo. Intorno a lei il profumo dei fiori si disperdeva, inebriando le sue narici e gli uccellini, che si libravano in aria a movimenti troppo bruschi, trillavano felici, portando il loro canto in giro per il mondo.
Quando finalmente udì i suoi passi, il resto scomparve e vecchie immagini la portarono a ricordare come il giovane era prima di quel giorno. I capelli scuri che ondeggiavano allo scuotersi del vento, l'atteggiamento provocatorio con il quale si divertiva a schernirla di tanto in tanto, e il suo sguardo magnetico che l'aveva incantata e affascinata inesorabilmente.
Eppure era fiduciosa, il dottore confermava che presto la vista sarebbe tornata. Avrebbe ritrovato le persone che la incoraggiavano senza fine: ogni ora, ogni minuto, ogni istante, ogni frammento di tempo che sarebbe servito per riportare quella luce nei suoi occhi che quell'uomo, investendola, aveva spento.
Odiava con tutta se stessa quella malattia che le impediva di ammirare i colori vivaci e cupi che si disperdevano in ogni dove, tuttavia cercava di sorridere, di non mostrare quella sofferenza che ad ogni risveglio la tormentava.
Avrebbe preferito rompersi una gamba, o un braccio, o un piede; sicura che avrebbe sopportato meglio il dolore. Scosse il capo, togliendosi con forza quei pensieri tristi e non degni di lei.
Si concentrò, nuovamente, sui passi del ragazzo e constatò che si era fermato.
«Rein.»
«Shade» sussurrò sorridendo.
«Porti ancora gli occhiali?» disse, e un incrinatura di delusione sovrastò la sua voce.
«Io non...» sì fermò qualche istante a pensare «voglio che tu o la mia famiglia veda i miei occhi.»
«Continuerai a non farli vedere a nessuno?» domandò leggermente irritato.
Rein si limitò ad annuire e abbassando il capo lasciò cadere una lacrima al suolo, che tuttavia non passò inosservata a Shade. Un moto di rabbia verso colui che l'aveva ridotta così irruppe nell'anima del giovane.
Le prese delicatamente il viso tra le mani. «Rein,» le disse, asciugando una lacrima che le solcava la liscia pelle «i tuoi occhi toneranno a mostrare la luce di un tempo.»





[Angolo Autrice]. Buonasera carissimi lettori/autori. Eccomi di nuovo qui e questa volta a proporvi una Raccolta di Flashfic. :)

Spero di aver rispettato il prompt e se così non fosse fatemelo sapere e provvederò a rimediare. Lo stesso discordo vale per gli errori, ovviamente.
Passando alla Flasfic. Con questa storia comincio “La sfida hai 200 prompt” e il prompt Cecità, scorrendo tra gli i vari che ho a disposizione, è stato il primo che mi ha colpito e così ho scritto.
Inizialmente avevo pensato di scrivere di Shade, ma poi stamattina la storia è diventata una Rein centric.
Comunque riguardo alla raccolte, le storie non saranno collegate tra loro ma sono tutte Flash a se stanti.
Come in ogni angolo autrice ringrazio tutti coloro che leggeranno/commenteranno. ;)
E infine, dedico questa storia a Himeko Kuroba che mi ha supportato, consigliato e aiutato a migliorarmi. Per cui grazie, grazie davvero. ♥
Un abbraccio
Helen Ward

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Capitolo 2
*** Un suono lontano ***


Autore: Helen Ward. | Fandom: Twin Princess.
Titolo: Un suono lontano. | Prompt bonus: #74. Pianoforte.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.


L'alba del tempo


Un suono lontano


Le mura del castello diffondevano fra le pareti, nell'aria e nella mente di chi sapeva ascoltare le note di una dolce melodia.
Il principe della luna, noto per la sua bravura nel suonare il piano, faceva scivolare le dita sui tasti bianchi e neri. La musica soave e cristallina continuava a disperdersi, senza sosta, senza un' apparente fine. Eppure Shade si fermava, pensava per qualche istante e sicuro, riprendeva a immergersi nelle note intense e profonde da lui create.
Le vibrazioni riecheggiavano in tutta la stanza, mentre i vetri delle finestre tremavano dolcemente sotto la pressione di quel suono.
La triste armonia di quella sonata, non la notò mai nessuno. Tuttavia il principe continuava a rimanere seduto sul quel vecchio sgabello, a tessere i suoi spartiti in quelle quattro mura, dove fin da piccolo suonava in compagnia di una bellissima fanciulla, dai capelli blu e morbidi, dagli occhi gioiosi e limpidi, di chi non conosce tristezza.
E finché componeva, le sue immagini gli scorrevano davanti, impedendogli di dimenticarla.
Continua a suonare Shade, ed io sarò sempre con te...
Erano le ultime parole che le aveva rivolto e così, con quei semplici vocaboli lui continuava ad attendere il suo ritorno. Lei glielo avevo promesso, presto sarebbe tornata.
Dalle camere vicine, dove la sorella e la madre del principe si accingevano a riposare, ascoltavano in silenzio, aspettando che il sonno le raggiunse. E così fu, le note accompagnarono la Regina Maria e la piccola Milky fra i sogni più lieti.
Nonostante la stanchezza dell'ora tarda, Shade, proseguiva imperterrito a muovere le dita in sintonia col suo cuore e proprio quando la pesantezza dei ricordi fu tale da non riuscire più a controllarla, una ragazza dai lunghi capelli bussò alla porta.
Il giovane neanche rispose; si girò solamente, in attesa.
«È permesso?»
Era questa la voce più bella che avesse mai sentito e che mai sarebbe riuscito a riprodurre senza di lei.
Attese ancora e senza proferire parola corse da Rein, la strinse a se così forte da farla sbattere contro il muro e da farle mancare il fiato.
Era tornata, come aveva promesso.





[Angolo Autrice]. Ok, ok, avevo promesso ad Aria che questa Flash non sarebbe stata triste eppure non ho potuto fare a meno di inserire un velo di nostalgia e amarezza anche in questa seconda storia. Scusateee! Cercherò di essere più allegra. Nonostante tutto spero davvero che sia piaciuto e spero continuate a seguirmi. Oh, il prompt: come sempre ho timore non averlo rispettato ma lascio a voi il giudizio.
La storia è un po' più corta della precedente, ma ho cercato di inserire al meglio i sentimenti dei ragazzi, ma sopratutto quelli del bel principe.♥
Come ogni volta, se volete naturalmente, fatemi sapere se ci sono errori, se vi è piaciuta o meno. Scappo a cena! Alla prossima Flash cari lettori/autori!
Un abbraccio
Helen Ward

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Capitolo 3
*** Sentimenti delicati ***


Autore: Helen Ward. | Fandom: Twin Princess.
Titolo: Sentimenti delicati. | Prompt bonus: #148. Discoteca.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.



L'alba del tempo


Sentimenti delicati


Una giovane ragazza, fasciata da un tubino nero, mono-spalla, e lungo appena sopra le ginocchia, posò i suoi occhi sul blu intenso della notte. Poi, sorrise e il sguardo scorse finalmente l' enorme locale dove la musica, trepidante, attendeva lei e le sue amiche.
Lione, Fine, Rein e Mirlo uscirono dalla macchina e impazienti di entrare, attesero in fila come gli ragazzi davanti a loro.
Un chioma blu continuava a guardarsi intorno, entusiasta di quell'attesa che non sembrava poi così fastidiosa. Le sue iridi, tuttavia, si fermarono un istante di girovagare senza meta e sostarono sui capelli viola di un giovane che conosceva bene.
Un fitta lieve all'altezza del cuore la sorprese e uno stato d'ansia, delicato e nuovo, s'insinuò con prepotenza fra i suoi sentimenti.
Perse ancora qualche istante ad osservarlo e fu proprio in quel momento che lui si girò. La vide e sorrise sghembo. Poi tornò a guardare la fila davanti a sé.
Un' altra fitta, dolce come la precedente, fece sussultare il cuore di Rein.
Non appena i suoi pensieri smisero di orientarsi verso Shade, tornò con i piedi per terra, e rivolse la parola alle sue amiche, cercando di distrarsi inutilmente.
Quando, finalmente, la coda di persona si smaltì, anche le quattro ragazzo poterono entrate e la musica cominciò a vibrare nei loro petti, e poi in tutto il corpo.
Rein ballò con le amiche e seppur cercasse Shade con gli occhi non lo trovò mai, fino a quando una mano sul braccio scoperto la sorprese. «Rein.»
«Bright?» disse con un velo di delusione, ciononostante sorrise all'amico.
«Balliamo?» chiese senza esitazione.
Posso concedere un ballo al mio migliore amico? Si chiese fra le sue riflessioni.
Annuì semplicemente.
Quando la canzone finì, Bright avvicinò lentamente le sua labbra a quelle della fancilla. Prontamente, la giovane evitò il bacio e lo strinse a sé.
«Mi dispiace, Bright.»
«Dovevo immaginarlo,» disse affranto ma consapevole «è un altro colui che ti piace.»
Un paio di occhi rossi e tristi si posarono sul ragazzo che, appoggiato al muro con le braccia incrociate, li osservava da diversi minuti.
Rein lo guardò per un' ultima volta e gli chiese scusa.
«Non importa, io ti vorrò sempre bene.»
Salutò Bright e si diresse da Shade che da tempo ormai la aspettava.
La scrutò e la studiò, non credendo ai proprio occhi. «Sei davvero affascinate con questo vestito.»
Piccoli pigmenti rossicci tinsero le gote della fanciulla e se possibile, agli occhi di Shade, diventò ancora più bella.
«G-Grazie.»
«Ti riporto a casa, ti va?»
«Eh? Sì, ecco.. io devo solo dirlo altre» disse col viso ancora accaldato per prima.
Lui sorrise sghembo, la prese per mano, l'accompagnò dalla sue amiche, che sorrisero sbarazzine davanti ai due, e successivamente la scortò fino a casa.
Rimasero sulla soglia della porta a guardarsi. Gli occhi di entrambi luccicavano, ricolmi di sentimento. Poi, Shade si avvicinò e disse: «Ci vediamo domani.»
«Domani?» chiese confusa.
«Facciamo un passeggiata insieme se sei libera.»
«Liberissima» disse impulsivamente Rein e non appena si accorse con quanta enfasi aveva risposto, abbassò lo sguardo.
Prima di lasciarla, Shade depositò un bacio quasi impercettibile sulle labbra di Rein, che imbarazzata lo salutò, aprì la porta e corse in camera sua, scombussolata da tutte quelle emozioni.





[Angolo Autrice]. Ciao popolo di Efp. Sono tornata. Sono tornata con un ' altra storia di 539 parole, può ancora essere considerata FlasFic o ho sgarrato di troppo? :( Ditemi voi. Comunque, avete visto, questa non è triste e nemmeno malinconica, come invece era la precedente. In ogni caso spero vi piaccia!

Scusa stasera no sono di molte parole, forse perché sono in ritardissimo e non posso dilungarmi oltre. Perdonatemi, scappo. Come sempre un grazie a chi leggerà e/o recensirà la storia.
Alla prossima Flash! ;)
Un abbraccio
Helen Ward

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Capitolo 4
*** Un giorno di pausa ***


Autore: Helen Ward. ̶Fandom: Twin Princess.
Titolo: Un giorno di pausa. ̶Prompt: #4. Letto.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.



L'alba del tempo


Un giorno di pausa


Quella mattina, la governante Camelot aveva concesso alle gemelle Fine e Rein un giorno di meritato riposo, poiché nell'arco della settimana entrambe si erano impegnate con devozione ai compiti che una principessa è obbligata a tenere.

Così, ognuna di loro aveva deciso come passare l'intera giornata. Fine era in giardino e praticava esercizi di riscaldamento prima di cominciare a correre lungo il perimetro del castello. Rein, invece, era ancora nel mondo dei sogni.
Il confortevole materasso che dolcemente la avvolgeva, era ricoperto da lenzuola azzurre che sfumavano verso il bianco di tanto in tanto, mentre il cuscino, che risaltava fra le lenzuola, era di un blu scuro. La testiera argentea, disegnava strani decori, simili a fiori.
Il profumo del lenzuolo, lavato di recente, accompagnava sempre Rein durante il sonno.
Sognava di ballare con il suo amato principe e proprio mentre lui le offriva la mano, invitandola a ballare, Rein si ritrovò ad appoggiare le sottili braccia intorno a qualcosa di caldo al suo fianco.
Quel sogno le sembrava così reale, eppure i suoni esterni cominciavano a infastidirla, riportandola alla realtà.
«Shade» mormorò inconsciamente. «Shade» disse nuovamente.
Poi sospirò e sentì qualcosa di caldo sul fianco sinistro che la ridestò definitivamente.
Aprì lentamente gli occhi e si scontrò con un altro paio di iridi color cobalto.
«Buongiorno principessa.»
Arrossì violentemente, non appena si rese conto di essere avvinghiata al Principe della Luna. Le pupille si dilatarono, incredule. Poi finalmente un momento di razionalità la fece calmare.
«Buongiorno? Cosa ci fai nel mio letto e... perché mi stai abbracciando?» domandò leggermente irritata.
«Sei stata tu ad abbracciarmi, e in più hai sussurrato il mio nome due volte» disse compiaciuto.
«Questo non è vero!» disse cercando di mostrarsi il meno imbarazzata possibile.
«Io so quello che ho sentito.»
Imbronciata, ordinò a Shade di uscire immediatamente dal suo letto, ma lui non ne volle sapere.
«È così morbido e poi non si sta meglio insieme?» L' attirò a sé facendo aderire il suo corpo con quello della ragazza.
Tuttavia, Rein non rispose, si limitò a ricambiare quell'abbraccio, leggermente accaldata dall'emozione.
Dev'essere sicuramente un sogno, si ritrovò a pensare mentre un sorriso sincero le si dipingeva sul volto. Quel letto non era mai stato meglio occupato.




[Angolo Autrice] Buon pomeriggio! Ho aggiornato prestissimo questa volta, vero? Non credevo nemmeno io di pubblicare la quarta Flash così velocemnte, ma l'ispirazione è arrivata improvvisamente ed io l'ho colta al volo. Mai lasciarsela sfuggire, no? ;) Questa volta ho rispettato il limite di parole e non ho sgarrato. ♡ Ah, ho deciso di inserire dieci Flash all'interno di questa raccolta, per cui mancheranno ancora sei storie prima che sia finita. Comunque per quanto riguarda la storia, Shade è stato piuttosto audace (?) ad entrare non solo in camera di Rein, ma anche nel suo letto. Mi sono divertita a scrivere questa Flash anche perché, io al posto della blu sarei sprofondata nell vergogna più totale se fossi stata al suo posto! :)

Come ogni volta, confido nel fatto che vi sia piaciuta e se notate qualche errore segnalatemelo pure. :)
Un abbraccio
Helen Ward


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Capitolo 5
*** Come spine ***


Autore: Helen Ward. | Fandom: Twin Princess.
Titolo: Come spine. | Prompt: #35. Morte.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.


L'alba del tempo


Come spine

Riesci a sentirmi?
Sarai sempre con me, vero Fine?

Era morta da anni ormai, eppure Rein non si era mai recata nel luogo in cui la sorella, parte di lei da quando era nata, riposava in pace. Tuttavia quello era un giorno speciale, per cui prima di avviarsi, prese due rose: una blu, una rossa.
Dopo esattamente cinque anni dalla sua scomparsa, una ragazza dai capelli blu, dal cuore lacerato dal dolore e dal volto provato era pronta a dire addio.
Poteva percepire chiaramente una parte di lei staccarsi ad ogni passo che la accompagnava. Voleva tornare a vedere quella parte di sé che ormai da tempo non c'era più, eppure lo sapeva bene: lei non sarebbe mai più tornata. Non avrebbe più abbracciato quel corpo gracile quanto il suo, non avrebbe più riso insieme a lei, nulla sarebbe cambiato. Solo i ricordi, tristi, felici, amari, gioiosi ed effimeri sarebbero riemersi. Tuttavia delle immagine destinate a durare pochi instanti della sua vita, non le servivano a ripagare tutto il dolore che si celava dietro a quel viso. Quello sguardo triste che, dopo tanti anni, non aveva ancora versato un lacrima poiché la sofferenza aveva consumato ogni sua forza, guardava ora davanti a sé. La tomba della sorella era due passi da lei, così con una calma struggente si avvicinò ed abbassò il capo con una tormentosa lentezza.
Fine. Gridò nella mente. Quel urlo fu così acuto che Rein cadde a terra. Le ginocchia sbucciate e le guance solcate da nuove lacrime ne di gioia ne di dolore, ma soltanto pieno d'odio verso chi gliela aveva portata via.
La vita non è giusta. Si ritrovò a pensare.
Strinse la presa ai gambi sottili delle rose che teneva fra le mani. Serrò, poi, con prepotenza i palmi sulle spine e la pelle si lacerò, lasciando gocciolare piccole quantità di sangue.
A pochi centimetri da lei un ragazzo la osservava.
Quando se ne accorse lasciò cadere le rose, mentre alcuni petali rossi si staccarono dal resto e rimasero inermi al fianco dei due fiori.
«Cosa ci fai qui?» mormorò quasi con rabbia.
«Mio padre» disse incrociando gli occhi vuoti della ragazza.
Poi non appena Rein sentì quelle parole si diede della stupida. Come ho potuto rivolgermi a lui con tanta freddezza? Aveva dimenticato che non era l'unica ad aver perso qualcuno.
«Mi dispiace. Non volevo.»
«Lo so» disse mostrandole un sorriso triste.
Lo guardò negli occhi ancora una volta e solo allora capì. Il tormento che leggeva in quelle iridi scure era lo stesso che si poteva cogliere nelle sue. Sorrise amaramente come lui pochi secondi prima, e poi l'urlo acuto dentro di lei prese nuovamente il sopravvento. Si portò le mani sporche di sangue fra i capelli, tappandosi le orecchie e poi cadde sulle ginocchia, immobile.
Il ragazzo si precipitò verso di lei e ricongiunse le sue mani a quelle di Rein.
Addio, Fine.





[Angolo Autrice]. Buonasera! Ehm, lo so, lo so una storia più triste non potevo inventarla. Ma con chi segue questa raccolta avevo accennato ad un tema un po' particolare. E spero di aver reso i sentimenti di Rein al meglio. Quanto sua sorella sia importante per lei e quanto il loro legame sia solido, nonostante tutto nonostante l'ostacolo forse più difficile da superare: la morte.
Qualche giorno fa ho ascoltato I'm with you di Avril Lavigne. Una volta terminata la storia ho riascoltato la canzone ed ho immaginato Rein mormorare le parole della canzone, la maggior parte destinate a sua sorella eccetto quando dice prendimi per mano – lì ho pensato a Shade, siccome nella scena finale lui sfiora le sue mani. Ovviamente ognuno può interpretarla come più gli piace, io ho solo detto la mia. ;)
Be', leggendo avete trovato errori? Il prompt l'ho rispettato secondo voi? Fatemi sapere la vostra opinione se ve la sentite. :)A presto, spero!
Un abbraccio
Helen Ward

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Capitolo 6
*** Un tenue bagliore risplende nei tuoi occhi ***


Autore: Ayumu Okazaki. | Fandom: Twin Princess.
Titolo: Un tenue bagliore risplende nei tuoi occhi. | Prompt: #121. Luna.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 promptindetta da msp17.



L'alba del tempo


Un tenue bagliore risplende nei tuoi occhi


La sottile lastra di pietra, su cui sedeva Rein, pareva un antico ponte abbandonato non percorribile interamente poiché distrutto dallo scorrere del tempo e dagli eventi atmosferici che avevano corroso la montagna, modellandola e creando quello strapiombo su cui la fanciulla attendeva il calare del buio. Aspettava mentre le sottili e longilinee gambe ripetevano un ritmo monotono e incessante; sollecitava gli arti inferiori muovendo prima uno, poi l'altro, muovendoli avanti e indietro nel vuoto sottostante.

Il soffio fresco e leggero del vento primaverile le solleticava la pelle nivea ed innocente, mentre il tiepido sole si spegneva celermente al confine fra il cielo e la terra, dove si plasmava un impercettibile segmento: la linea del tramonto. Quel nome denominato tale da Rein, le ricordava un preciso momento della giornata e quando l'enorme sfera dorata la infastidiva, correva verso il cielo, in alto, dove la montagna volgeva al termine in uno strapiombo sul lago astrale, che rispecchiava quel piccolo, quanto insignificante, ritaglio di universo.
La posizione del busto, dapprima eretta, ora calma e distesa schiacciava delicatamente i capelli glauchi sulla rozza pietra. E quando l'aria si fece più intensa e fredda, la luna occupò l'immensa cupola scura, portando le tenebre sotto di sé. Incantata, ammaliata e rapita dal voluminoso disco argenteo, rimase immobile per alcuni istanti, poi allungò la mano destra sopra di sé e le sembrò di toccarla. La luce della luna, circoscritta da una quantità infinita di stelle, risplendeva nelle iridi cristalline di Rein. La ammirò per lunghissimi attimi, ascoltando il silenzio a intorno a sé e successivamente si alzò in piedi, pulendosi dai ciottoli grigi che aderivano ai vestiti. E laddove la luna si rispecchiava sull'acqua cerulea, Rein sorrideva alla volta celeste, incamminandosi verso casa.




[Angolo Autrice].Finalmente questa Flash ha visto la luce e con questa siamo a sei. L'ho riscritta così tante volte che ormai ho perso il conto. Ed è per questo motivo che ho pubblicato più tardi del solito, ma adesso sono qui a proporvi questa nuova storia: una Rein Centric. E contrariamente alla prima Flash della Raccolta, qui Shade non compare ma il fatto che Rein sia affascinata dalla luna, potrebbe alludere ad un certo ragazzo, o almeno io l'ho intesa così mentre scrivevo.

Diversamente dal solito ho scritto il titolo prima di tutto la storia. Solitamente compongo la storia e poi dopo aver corretto un paio di volte – alle volte di più – il titolo viene da sé. Questa volta è stata una sorpresa per me e lo ammetto: mi piace ciò che ho creato – spero sia lo stesso per voi. Credo che ormai tutti abbiano capito quanto io sia fissata con i titoli – ma ognuno ha i suoi difetti, no? In più ci tenevo a precisare che il colore glauco, che ho usato al plurale (glauchi) nel testo, esiste davvero. Inizialmente non ci credevo poiché Glauco è usato, oltretutto, come nome proprio di persona. Come sempre sarei felice di sapere la vostra opinione, tuttavia sono grata ugualmente a chi ha avuto il coraggio di leggere quest'ennesima storia.
Ayumu.

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Capitolo 7
*** Sabbia d'autunno ***


Autore: Ayumu Okazaki. | Fandom: Twin Princess.
Titolo: Sabbia d'inverno. | Prompt: #185. Nascondiglio.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.



L'alba del tempo



Sabbia d'autunno



In quel pomeriggio d'autunno il mare freddo e grigio scivolava sulla sabbia, toccando appena i piedi di Rein che rabbrividivano al contatto. Suppur l'acqua gelida sembrava provocarle un inconsueto fastidio, lei non accennava alcun segno di disturbo. Le dita dei piedi, sprovviste delle solite ed opprimenti scarpe, si muovevano frenetiche, formando delle piccole buche sotto di esse. Al collo portava un catenina color oro opaco e la custodiva dentro la camicia che indossava. Ogni tanto estraeva il ciondolo appeso ad essa, un orologio, e controllava l'ora constatando che Shade era in ritardo. Annoiata, scrutò l'orizzonte e senza volerlo la sua mente rievocò lontani ricordi. Immagine nitide ed altre confuse le rimembravano le estati passate in compagnia di Bright, Fine e Shade, amici fin dall'infanzia. In particolar modo ricordò il luogo in cui lei e Shade si nascondevano: una grotta nell'insenatura sulla costa. Un luogo che nessuno conosceva, quello era il loro nascondiglio. Da piccoli rimanevano nell'antro diverse ore, tanto da far preoccupare le loro madri e i loro padri.
Rein sospirò e rimirò, per l'ennesima volta, l'orario, mentre la sua pazienza si affievoliva ad ogni minuto di ritardo. Solo quando fu stanca di aspettare, la giovane si diresse verso la rientranza della costa. La sabbia sottostante i suoi piedi era morbida e anche se risultava faticoso correre, a Rein sembrava d'essere tornata bambina, quando la stanchezza non era mai abbastanza da impedirle di raggiungere la grotta. La notte stava calando e la brezza attorniava il collo scoperto della ragazza, provocandole la pelle d'oca in tutto il corpo.
Con il respiro affannato e le gambe leggermente doloranti, riempì i polmoni d'aria e si avvicinò al nascondiglio. Le dite poggiarono sulla roccia smussata e grezza, seguendo i contorni appuntiti. I ricordi riaffiorarono allo stesso modo in cui i suoi occhi riflettevano, fino a qualche attimo prima, il confine fra cielo e terra.
«Oggi hai nostalgia dei vecchi tempi?» disse una voce affannata e sarcastica.
«Shade? Come hai fatto a sapere che ero qui?»
«Quando stavo venendo all'appuntamento, ho visto una ragazza dirigersi in questa direzione e ho pensato fossi tu.» Fece una pausa per riprendere fiato e si avvicinò a lei. «Ho provato a chiamarti, ma sembravi troppo indaffarata a correre.»
«S-Sei in ritardo, comunque.»
«Ti ho mando un messaggio per avvisarti che sarei arrivato più tardi, ma non hai risposto.»
Rein stava per controbattere e si meravigliò di non aver sentito il cellulare squillare, così controllò la borsa e rimase sorpresa nel constatare che se lo era dimenticata a casa. Imbarazzata spostò lo sguardo sul mare, sperando di passare inosservata. Tuttavia lo sguardo divertito di Shade, le lasciò intendere che aveva capito ogni cosa.




[Angolo Autrice]. Ehm, salve? Sono io... Ayumu. Sono sparita per ben più di tre mesi – anche se possiamo benissimo dire quattro. Comunque, mi dispiace veramente tanto e cercherò di fare in modo che questo non accada più. Aggiornerò in tempi più brevi e mi auguro davvero di poter mantenere questa promessa – anche perché non mi piace dire cose che poi non sono in grado di mantenere. Lo stesso discorso vale per “Aelf e la celata magia”. Il capitolo due è in fase di revisione per cui aspettatevi presto un mio aggiornamento e... ancora tante, ma tante, scuse da parte mia. E niente, parliamo un po' di questa Flash. Sono sicura di non aver dato il meglio di me in questa storia però mi sono comunque impegnata, ovvio. L'orologio di Rein è alquanto insolito, oserei dire, poiché non se ne vedono tanto in giro e ho voluto inserirlo per il semplice fatto che ne ho comprato uno proprio ieri e lo adoro. Ho solo un dubbio, il racconto che ho scritto mi è sembrato un po' banale, ma questa è solo la mia impressione. Se volete fatemi sapere se mi sono sbagliata o se invece ho ragione.

Ayumu.

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Capitolo 8
*** La bambina che giocava con l'inverno ***


Autore: Ayumu. | Fandom: Twin Princess.
Titolo: La bambina che giocava con l'inverno. | Prompt: #31. Infanzia.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 promptindetta da msp17.



L'alba del tempo



La bambina che giocava con l'inverno


Come in una giornata autunnale grigia e senza sole, il cielo ricordava un antico mantello grigio, che solcava indisturbato le mura di quell'inverno pungente. Ma Rein amava l'inverno, era accogliente e rasserenante, come le fiabe che sua madre le raccontava prima di addormentarsi nel torpore delle coperte. C'era un particolare, odiato e disprezzato dalla gente che la circondava, che era possibile ammirare solo in un determinato periodo dell'anno. Quel dettaglio effimero che quasi nessuno sapeva cogliere erano piccoli, quanto grandi, pezzetti di cielo bianco che cadevano sulla terra per dare luce al mondo. Solo Rein vedeva la neve sotto quell'aspetto e non aveva ancora trovato nessuno capace di comprenderla. In conseguenza alle poche volte in cui la neve concedeva a Rein l'opportunità di vederla e adorarla, la bambina coglieva i pochi giorni all'anno in cui poteva camminare nel bianco soffice che essa portava. A volte mentre i piccoli piedi affondavano nella neve, formando un solco, Rein inciampava e cadeva, avvolta da una strana sensazione, piacevole e calda, mentre il freddo lo sentiva appena quasi come una carezza.

In diverse occasioni dovette ringraziare la neve, in special modo quando incontrò un bambino. Quando lo vide per la prima volta, quest'ultimo la scrutava e i suoi occhi parevano invocare aiuto; aiuto perché nessuno era in grado di accettarlo e tutti lo disprezzavano come l'inverno. Quelle iridi colorate di un intenso color cobalto, somigliavano tanto al gelo e infondevano nell'animo di Rein un incantevole magia. Così quando i loro sguardi si incrociarono, parvero quasi sovrapporsi tanto erano simili e all'unisono.
Rein si avvicinò d'istinto al cancello di metallo che li divideva e quando cercò di afferrare la mano del bambino, stretta alle sbarre nere, lui si ritrasse un poco, indietreggiando di qualche passo. Il respiro di Shade si fece più inquieto e timoroso, mentre formava delle piccole bolle informi d'aria davanti a sé. Con una camminata più cauta la bambina raggiunse il cancello, allungò una mano oltre le sbarre e la protese verso quell'animo freddo quanto gentile.
«Giochiamo insieme?» Un sorriso caldo riscaldò il giovane cuore di Shade che sporse, quasi inconsapevolmente, la mano verso quella della fanciulla come segno d'assenso. E quando Rein fece aprire il cancello, tra lei e quel bambino non si disperse nell'aria alcuna parola; esse sarebbero risultate superflue, i gesti di Shade erano così limpidi che quando lui l'abbracciò capì il grazie muto che volle lasciarle. La bimba rimase inerte fra quelle braccia, tanto che per un attimo la scena parve immortale come una fotografia, e fu come essere avvolta dalla neve, il freddo lo sentiva appena, quasi come una carezza.



[Angolo Autrice]. Ieri mattina mi sono svegliata e ho ricevuto una delle più belle sorprese che il tempo potesse regalarmi. Forse leggendo questa Flash avete capito di cosa sto parlando. Ma se così non fosse allora vi dirò che sto parlando della neve. La mia amatissima neve. Cosa ci volete fare mi piace tanto e l'ho amata fin da quando ero bambina. Dovevo, quindi, scrivere qualcosa sull'infanzia di Rein, anche se forse il prompt più azzeccato sarebbe stato neve, ma siccome non c'era ho usato infanzia. E niente questa Flash non rappresenta il mio amore per l'inverno, la mia stagione preferita e che forse non è poi così male e sono convinta che nel mondo ci sarà qualcuno che lo ama almeno quanto me!

Quando Rein protende la mano verso Shade e viceversa mi ha ricordato tanto un altro anime che adora (Kyoukai no kanata), chissà forse la mia mente pensava incosciamente ad Akihito e Mirai mentre scrivevo.
Bene, direi che sono giunta alla conclusione di queste note e colgo l'occasione per dirvi che questa è la terzultima storia. Ancora non ci credo: solo altre due Flash e questa Raccolta sarà finita!!! Oddio, non ci credo – l'ho già detto, lo so, lo so. Va be', sarà meglio non pensarci ora, per cui vi saluto e vi ringrazio per essere passati di qua.
Ayumu.

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Capitolo 9
*** Solo inutili bugie ricorderò di te ***


Autore: Ayumu. | Fandom: Twin Princess.
Prompt: #11.Tristezza.
Note: partecipa alla challenge La sfida dei 200 promptindetta da msp17.



L'alba del tempo
Solo inutili bugie ricorderò di te


Era dolce il profumo che inebriava i sensi di Shade, così come la ragazza che contornava i suoi pensieri prima di addormentarsi. Pensieri che non erano dei più felici. Da tempo ormai sapeva che Rein era un androide, seppur il suo aspetto fosse uguale a quello delle altre ragazze umane. Nonostante ciò, dall'ultima rivelazione che la Giftia gli aveva fatto, soffriva. Come tutti sapeano in quella cittadina, o quasi, il ciclo vitale degli androidi prevedeva una durata di soli nove anni, ma Shade non avrebbe immaginato che a Rein mancassero solo cento ore prima che la sua memoria venisse cancellata. Fra pochi mesi avrebbe rivisto quegli occhi, osservando un tempo passato che gli era scivolato via dalla mani come un soffio di vento. Lei avrebbe fatto altrettanto e si sarebbe chiesta chi fosse quel giovane dai capelli cobalto.
Assorto nei suoi pensieri non si era accorto che la sua passeggiata notturna era accompagnata da un ticchettio frenetico, che cercava disperatamente di stare al suo passo.
«Shade.» La voce mite lo raggiunse come una carezza. Per un attimo credette di essere in un sogno, uno di quelli che non faceva da tempo, un sogno privo di morte. Perché era di questo che si stava parlando, Rein sarebbe morta, i suoi ricordi con lei. Anche se il suo corpo sarebbe stato riutilizzato, lei sarebbe stata un'altra persona, con dei sentimenti diversi. Ma voleva amarla per il poco tempo che le restava, se solo lei glielo avesse concesso.
«So che non vuoi stare con me perché sei una Giftia, so che non vuoi farmi soffrire, ma comportandoti in questa maniera non risolvi le cose.»
«Errore, riformulare la domanda.» Fu tutto quello che Rein riuscì a dire, consapevole che quelle parole erano solo bugie che presto lei non avrebbe più ricordato. Se dentro di lei la sua anima bruciava, fuori non lasciava trasparire nessuna emozione, solo un luccichio correva il rischio di precipitare al suolo, come le sue convinzioni, vacillanti, quasi effimere.
«Allora, non abbiamo più niente da dirci.»
Shade s'incamminò verso la luce fioca, tremolante, del lampione; non si girò, semplicemente si arrese al destino che lo aspettava.



NOTE DELL'AUTRICE
Il programma che avevo non era certo quello di usare il prompt tristezza, anzi tutt'altro. Avevo cominciato a scrivere con in testa il prompt sirena, ma alla fine sono arrivata a questo, perché io sono proprio il genere di persona che comincia col fare una cosa e si ritrova a farne un'altra completamente diversa. Questa flash ne è la prova. Comunque suppongo che vogliate una spiegazione, ad esempio cosa sono i Giftia, magari, e da dove è uscita quest'idea. Be' i Giftia sono degli androidi che provano delle emozioni, dei sentimenti, piangono e ridono proprio come gli esseri umani, tuttavia il tempo del loro ciclo vitale è di soli nove anni. Ora, l'anime che tratta di questi androidi si chiama Plastic Memories e parla appunto della storia d'amore tra umano e androide, la sola differenza è che nell'anime be' la vicenda non si svolge proprio in questo modo, ma diciamo che ha un riscontro più positivo. Quindi, questo è un finale alternativo, un finale che ho immaginato io. Ho anche cambiato grafica e cercherò – presto – di impostare allo stesso modo anche le flash precedenti. La frase che c'è all'interno del banner è mia, quindi non copiate, please. ^^
Ayumu

Il banner è stato creato da me. Le immagini sono dei rispettivi disegnatori.

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