Per il tuo futuro

di Dro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Infanzia perduta ***
Capitolo 2: *** L'ascesa ***
Capitolo 3: *** La discesa ***
Capitolo 4: *** Per te ***



Capitolo 1
*** Infanzia perduta ***


NOTE DELLA MATTA: Lo so, un'altra female, e con Amazzoni da finire... ma questa storia è breve e già completata!!! Vi prego ho degli esami da dare se mi tirate su di morale un commentino ve ne sarò eternamente grata...

-    Sai a cosa vai incontro?- chiede il grande sacerdote sedendosi davanti a me.
Ho la testa appoggiata alla mano, sono in quella stanza da quasi otto ore, non ho mangiato, ovviamente, ho sonno, ma il peggio è passato, ormai non mi importa più di nulla. Veramente, di una cosa ancora sì, ma è ciò che mi porterà fuori di qui, quindi...
Sbatte la mano sul tavolo.  Io non sobbalzo, non mi stupisco certo... lo guardo sorridendo.
-Sì, possiamo passare oltre? Sa,  a questo punto abbiamo poco da dirci...- poi respiro profondamente e vado verso lo specchio finto. Mi specchio, quell’immagine riflette la mia situazione attuale, quindi non mi dispiace affatto. Mi aggiusto una ciocca dietro l’orecchio e poi con entrambe le mani spalancate colpisco il vetro facendolo vibrare e gridando:- Ciao, Fratello! Spero di non averti deluso abbastanza! Il bello deve ancora venire!-
Ammicco e mi risiedo, non c’è bisogno di vederlo per sapere che ha avuto un sobbalzo. Una piccola soddisfazione,certo, ma è ora di levarmi un paio di sassolini dalla scarpa.
-    Arriviamo al sodo.- faccio risedendomi – Tu vuoi sapere il perché, giusto? O non ti importa? Mi giustizierai e basta?- sorrido.
-    Shun, le accuse su di te sono gravissime, sei considerato un traditore della cloth.-
-“Traditrice” e “considerata”, per la precisione, ma deve essere difficile ammettere di non essertene mai accorto, quindi te lo abbono.- dico divertita.
-    Questo atteggiamento...-
-Cosa? Non è da me? Perché? Perché sono “il più puro” mi sa che Hades aveva fumato roba che nemmeno i lotofagi quando mi ha scelto.- rido, di gusto stavolta, e so di avere una risata troppo cristallina per la situazione, fuori luogo, ma ormai sono in ballo
-Corpo perfetto, mi sa che doveva fare lezioni di anatomia...-
-    Shun, miseria, vuoi difenderti almeno un minimo dalle accuse che ti vengono fatte?-
Torno seria:- Mi si accusa di essere donna, è vero, fine...- faccio muovendo due dita come si fa per dire “liscio come l’olio”.
-    Ok, quando hai cominciato?
Abbasso la testa. Adesso sarà più difficile farmi vedere forte, ma comincio lo stesso.
-Il più vecchio ricordo che ho è di un giorno, non avrò avuto più di tre anni, in cui venne un signore a parlare con me e mio fratello. Ci disse che sarebbe andato tutto bene, che nessuno ci avrebbe più divisi, che saremmo potuti rimanere in una bella villa a vivere con altri bambini, ma solo ad una condizione, io dovevo dire di essere un maschio e comportarmi come  tale. Ricordo ancora il mio vestitino turchese e i mastri bianchi che mi chiudevano le trecce che indossavo, non mi piacevano, mi piacevano solo le scarpe, delle ballerine nere di vernice, ricordo distintamente d’aver pensato “Scarpe da grandi”. Che ingenua che ero, vestita a festa andavo a morire. Fissavo le punte delle scarpette quando Ikki, dall’alto dei suoi sette anni e mezzo, mi prese per le spalle e mi chiese, mi supplicò di farlo, per il bene di entrambi, ovviamente.- mi azzitto, so che se dirò un’altra parola la mia voce si incrinerà e no. Ho un personaggio da recitare.
-Perché ti volevano? Seika non l’avevano presa.-
-Seika era troppo grande per convincerla a fare una cosa tanto sciocca, senza contare il fatto che Seiya non sarebbe stato in grado di reggere il gioco, ma soprattutto lei non aveva una cosa molto importante.- mi concentro e il mio cosmo si alza quel tanto da far capire l’antifona.
Il grande sacerdote annuisce. 
-    E tu hai acconsentito?-
-Avevo tre anni, la scelta era tra un paio di scarpe pure scomode e mio fratello, cioè tutto il mio mondo fino a quel momento. Col senno di poi credo che a parte per un paio di cose, una in realtà,  avrei accettato comunque.  L’unico motivo è il fatto che Ikki è andato alla Death Queen Island al posto mio.
-    Come hai fatto a nasconderlo per così tanto? E chi altri lo sapeva? A parte Ikki, ovviamente.-
-Ricordo tanto le prese in giro al collegio Saint George, non ho mai capito cosa ci fosse di sbagliato ad essere una “Femminuccia” ed a questo punto non credo che lo capirò mai, fatto sta che per quanto mi picchiassero, mi prendessero in giro e mi trattassero male, boh! Nessuno ha mai realmente pensato di “controllare” non so se mi spiego... Jabu mi tirava i capelli, gli altri mi pestavano proprio a volte, tante volte ho dovuto simulare il dolore di un colpo all’inguine, veramente tante volte a dire la verità, forse un maschio sarebbe sterile adesso, e poi facevamo la doccia solo in camera, ed io la dividevo con mio fratello. Per quanto riguarda le visite mediche ce le facevano nelle stanze e poi a quel età potevo andare in giro senza maglietta, potevo fino all’anno scorso,, virtualmente...-
Il sacerdote mi guarda storto.
-    No, eh?-
Scuote la testa. Comincio a  coinvolgerlo nel racconto? Ho un sospetto, ma penso alle persone oltre il vetro, meglio se per ora lo tengo per me.    
Appoggia gli occhiali sul tavolo e si massaggia le tempie. - A questo punto raccontami tutto...-
-    Ho sete – dico e so di aver usato un tono troppo dolce ed infantile, ma ho ragione, insomma, non bevo da quasi sette ore.
Non faccio in tempo a dirlo che Shaka entra. Il suo incedere non sembra diverso dal solito, ma ha gli occhi aperti, posa sul tavolo una bottiglia d’acqua e due bicchieri di carta. Mi fissa mestamente per qualche minuto e poi mi passa una scatola da medicinali. La guardo: integratori di vitamine. 
-    Se sono drogate non mi pare che io abbia bisogno di un incentivo. Sto confessando...- faccio notare.
-    Sei stanca, meglio se prendi qualcosa che ti tiri su, devi essere viva fino alla fine.- 
La freddezza con cui sta accennando alla mia futura esecuzione mi fa passare un brivido dietro la schiena, ho sempre pensato che non mi volesse come allieva. Ora ho la conferma.
-    Potevi portare un caffè...-
Leggo gli ingredienti degli integratori. Forse non è vero che mi odia.
-    Non mi piace il caffè.- giustifico io – Grazie.-
-    Troppo lavoro per un traditore.- spiega invece Shaka uscendo dalla stanza.
Prendo una pillola e bevo l’acqua, mi asciugo col dorso della mano poso di nuovo il bicchiere e guardo interrogativa il mio carceriere.
-    Racconta...-
-    Cosa?-
-    Quel che ricordi...- mi risponde.
Sorrido al mio riflesso nello specchio:- Quando ho capito, cioè abbiamo capito che tutte le promesse fattemi erano false, che ci avrebbero diviso, che non saremmo più vissuti in quella grande villa, ma saremmo stati mandati in inferni di sabbia, fuoco e ghiaccio, che la maggior parte di noi sarebbe morta nel tentare di portare via uno stupido scrigno.- Prima che mi rimproveri lo blocco con un cenno della mano – All’epoca era uno stupido scrigno inutile! Scusami, tanto l’ oltraggio l’ho già fatto, cosa conta una parola in più o in meno...-
L’uomo alza gli occhi al cielo, sa che ho ragione, e gli dà fastidio. Sospiro anch’io. Tutta questa tensione non fa bene.
-Comunque Ikki tentò di scappare con me, ricordo che aveva nascosto due zaini logori, quelli che erano pieni delle nostre cose quando eravamo arrivati alla villa. Aveva preparato due kit di fuga, era così preso...- mi scappa un sorriso nel ricordare l’ingenuità di Ikki - poi, Tatsumi ci scoprì. Che urla quella notte. Tutto quel dolore, poi avrei provato di peggio, dolore fisico, mentale, ma quella era la prima volta. Io ero una brava bambina, coi voti alti ed i quaderni ordinati, mi ero anche rassegnata all’idea di morire, ma mio fratello no, lui era abituato alle punizioni corporali, al dolore, agli occhi gonfi, ai lividi che non ti fanno né sedere né stare in piedi... Posso ancora vedere la sua faccia, quando ci hanno portato in cantina, così che nessuno potesse sentire o svegliarsi, quando sputò in faccia a Tatsumi e lui sorridendo colpì me. Sono caduta terra come un birillo. Mi hanno rimesso in piedi, hanno bloccato Ikki ad una sedia e mi hanno picchiato tutta la notte. – Lo guardo negli occhi– Ma quella che gridava non ero io, no. Non emisi un fiato, me le presi tutte in silenzio, mentre quel vigliacco si accaniva su una bambina di sette anni e diceva a mio fratello che era colpa sua, io stavo in silenzio. Lui gridava, si dibatteva, mi aveva sempre detto che avrebbe potuto batterne cento di quegli scagnozzi, invece in due riuscivano a tenerlo a bada. Che avrebbero supplicato la sua pietà, ma secondo te alla fine lì dentro chi implorave che tutto finisse?  Io? Ah! L’unica cosa che dissi quella sera fu “Non mi arrendo”.- Istintivamente mi mordo le labbra, cavolo quanto è patetica questa sceneggiata, ma è l’unica cosa che mi sta lasciando un po’ di dignità, un po’ di coerenza, speranza... – E pensare che lui diceva che faceva tutto quello che faceva perché io ero debole. Ho diciassette anni, fingo da quattordici, combatto e sopravvivo da quando sono nata, non importa come, ciò che resta nella storia non è chi ha giocato meglio, no, quello non conta, non ha mai contato. Contano solo i risultati, e quale risultato è meglio di quello di essere viva, malgrado le bende, malgrado la differenza di forza fisica, di grinta? Non conta nemmeno se mi sento in colpa o no, per chi ha “perso”, non conta. Sono stata cresciuta bene.
Il mio interlocutore è teso, forse si aspettava una storia meno cruda, ma il ragazzo dall’altra parte del vetro può confermare, non ho mentito.
-    Come andò il giorno delle estrazioni?-
Mi dondolo sulla sedia, mi metto in piedi, tirò leggermente su la maglietta e mostro una cicatrice vicino all’ombelico, superficiale, ma molto antiestetica, è cresciuta con me:- Era passata solo una settimana, e questa era ancora aperta.- mi risiedo – Se prima a combattere ero un po’... scarsa, quei giorni era proprio un macello, non vincevo nulla. Ed Ikki se ne era accorto, era strano, di solito mi sgridava, mi trattava male, mi diceva che dovevo impegnarmi di più. Invece in quei giorni... in quei giorni mi consolava, nel suo modo un po’ guerriero, ma era dolce, doveva essere veramente scioccato. Ci chiamarono a metà dell’allenamento e ci portarono nella sala grande. Sento ancora la mano di mio fratello che stringe forte la mia, il suo fiato mentre con ansia conta i nomi delle destinazioni. Ingoiò a vuoto e mentre arrivava il mio turno mi prese per le spalle mentre Tatsumi mi chiamava sempre più arrabbiato “ Tranquillo, qualunque cosa accada non ti abbandonerò”. Non ci ho mai creduto, perché non aveva mai giurato a me, ma a Shun. Devo ammettere, però, che in quel momento fu consolante, era il rinnovo del patto: io resto con te se tu continui a fingere. Salii sul podio, chiesi gentilmente scusa per il ritardo e misi la mano nell’urna. Qualunque cosa fosse successo era comunque un inferno, in ogni caso, era un inferno. Non credi? Per me, cosa sarebbe cambiato? Non tolgo nulla al sacrificio di mio fratello, ma alla fine io, morirò comunque, non è così? O sull’isola o qui da traditrice cosa cambia?-
Mi guarda con una nota di tristezza. 
-Ikki non la pensò così. Nel momento in cui lesse in nome sul mio foglio lo vidi prima sollevato, e poi in colpa, sempre più in colpa. Non so se fosse solo la mia immaginazione, ma lo vidi  alzarsi e offrirsi di andare al posto mio, facendomi perdere quel poco di dignità che mi restava. Ci ho messo anni per recuperarla. Forse sarebbe meglio dire che non mi importa più. – scuoto la testa – Vado avanti oppure ti basta?-
- Continua, più sappiamo più potremo decidere cosa fare.-
- Tatsumi quella volta punì direttamente mio fratello per la sua insubordinazione, perché io dovetti subito prendere il pullman e poi la nave per il porto, avrei preferito riprendermi le botte, ma restare più tempo lì. –
- Non avevi detto che dovunque andava bene?- 
- Per me, Ikki cosa c’entra??? Lui una vita normale poteva averla! Dovevo impormi e lasciarlo andare, ma ho avuto paura, ok? Avevo sette anni, avevo visto solo orfanotrofi, il mondo esterno non sapevo neanche cosa fosse. Il viaggio in nave mi è piaciuto, ero continuamente in ansia, ma mi divertiva il dondolio delle onde, i rumori, l’odore del metallo, invece gli altri che erano venuti con me vomitavano e piangevano... se lo stai per chiedere lì non ho avuto problemi a nascondere che non ero un maschio, gli altri vomitavano! Non mi filavano proprio. Forse anche per questo il viaggio mi è piaciuto! Nessuno a tormentarmi!- esclamo, sono realmente sorpresa, non ci avevo mai pensato.
- Sorvoliamo, lo stesso Albione c’è venuto a prendere. Mi ricordo ancora che quando mi vide, ero l’ultima della fila, mi guardò come si può guardare un fantasma. 
Partendo con ordine, la giornata all’isola di Andromeda si basava su: allenamento con le catene, allenamento a combattimento ravvicinato, meditazione, pranzo, allenamento a corpo libero, di nuovo catene, lezioni di anatomia e strategia, meditazione, bagno, per fortuna intorno a mezzanotte. Già dopo due settimane eravamo in undici e troppo stanchi per rompere le scatole. - Poso le mani sul tavolo e mi sporgo per guardarlo meglio – Perché la verità è che i bulli sono rompiscatole che non hanno nulla da fare se non tormentare gli altri, pensavo che Jabu fosse pesante, ma poi sono apparsi Leda e Salzius. La soluzione? Colpirli in testa prima che si avvicinassero troppo. A differenza di quello che loro credevano, la cosa che mi turbava davvero era un’altra. –
-Cosa?-
Sorrido, potevo fare la show girl, vedendo come coinvolgo uno così distaccato come il grande sacerdote.
-June, la sacerdotessa guerriero del gruppo, era lì per un’altra cloth, ok, ma perché non potevo anche io mettere semplicemente una maschera invece di fare tutta quella recita? Cominciavo a dare di matto sull’argomento... ma poi, poi pensavo che ero in ballo, dovevo ballare ed Ikki voleva un fratello maschio, se lui non mi abbandonava non dovevo farlo nemmeno io, giusto? Arrivò la fine dell’addestramento, oramai combattevamo solo con le catene, facemmo una specie di torneo,  tutti combattevamo contro tutti e io, a discapito di tutti i pronostici, vinsi. Albion mi disse di tornarmene alla mia baracca mentre loro preparavano l’ordalia per l’indomani. June venne in camera mia, parlammo un po’, mi aiutò a medicarmi una spalla e poi mi rubò un bacio prima di andarsene. Ne trassi le mia conclusioni.-
Vedo il mio ascoltatore come ridestarsi e poi chiedermi interrogativo:- Cioè?-
Mi metto una mano sulla fronte, comincio davvero ad avere sonno. Sorrido:- Sono indubbiamente 
e strettamente... Etero.- vedo che non reagisce, quindi mi giustifico - Che devo dire? Ognuno ha i suoi gusti- mi accorgo che ha cominciato a ridere, e non la smette, ci mette qualche minuto per riprendersi, tanto che io perdo il filo del discorso.
-    Dicevamo?- faccio io, sta un po’ divagando.
-    Notte prima dell’ordalia...-
-Ah, già, dopo il mio primo bacio è arrivato il maestro. Ricordo che ero seduta sul letto e fissavo per terra il pavimento. Lui ha bussato alla porta ed io sono saltata in piedi. Mi ha detto che dovevo riposare, quindi, stare seduta. Si è seduto davanti a me, mi ha preso le mani  ed ha detto: “Mi parlarono della tua situazione quando ti spedirono qui, devo dire che non credevo che fossero esagerati. Invece, è vero, tu hai il potenziale per diventare molto più di un semplice bronze, cosa che da sacerdotessa guerriero non ti permetterebbero” così capii il perché. Il giorno dopo sostenni l’ordalia. Vuoi sapere altro?- sbadiglio – L’ordalia mi ha fatto sviluppare la paura di essere legata.-
Il saint guarda l’orologio e poi mi riguarda. 
-Ti faccio portare del cibo, poi cerca di dormire, ti faccio portare anche coperta e cuscino.- si alza e fa per uscire.
Mi stringo convulsamente la spalla, ma alla fine lo dico :- Ho diritto di chiederti un favore?- mormoro.
Si china su di me, la sua ombra mi oscura. 
-Dimmi.-
- Posso avere qualcosa di caldo... ho freddo ed odio i cliché.
- No sushi quindi? – mi guarda con severità poi annuisce, ma prima di uscire dice: -puoi cambiare maschera, ma alla fine non puoi cambiare quello che sei ...-

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Capitolo 2
*** L'ascesa ***


NOTE: pubblico in fretta perché è il conto alla rovescia prima dell'esame!!! Qui la storia la conosciamo un po' tutte, ma spero che questo punto di vista non la renda più scontata!!! ^^ ringrazio chi mi segue/legge/recensisce. E spero che la pioggia di pomodori non sia troppo fitta...

Mi risveglio che mi fa male la schiena. Ho dormito spalle all’angolo della stanza. Libero il braccio dalla coperta e mi strofino gli occhi. Lo stress mi ha fatto venire la nausea, e vorrei tanto andare in bagno. Avrei anche ragione. Capisco chi sta per entrare nella stanza ed impreco. Mi alzo, mi riallaccio il reggiseno e mi rassetto mentre entrano. Hyoga e Seiya. Ikki proprio non vuole farsi vedere. 
-Ti scortiamo in bagno.- mi dice il biondo, piatto, da lui non mi aspetto nessuna reazione. Seiya invece lo vedo fremere, è furioso.
Io gli sfilo davanti, non mi importa più quello che pensa. 
-Io mi fidavo di te.- dice a denti stretti.
- Questa è la differenza tra me e te, io distinguo la fiducia in una persona e la fiducia nelle sue capacità. Tu non sai tenerti un cece in bocca e sei l’essere più sessista che conosca.- dico atona. 
Lui mi fissa sconvolto. Hyoga mi apre la porta e mi porta nei bagni.
-Ci hanno detto di non perderti d’occhio.- mi informa.
Io guardo Seiya e poi di nuovo lui. Poteva venire mio fratello, questa è veramente una cattiveria, ma alla fine io loro li ho visti nudi, che si godano lo spettacolo.
Al lavandino mi lavo prima il viso, poi mi levo la maglietta e mi guardo. 
-Sei ingiusta a dire che non ti avremmo coperto.- dice Seiya.
- Lei ha fatto in modo che noi non venissimo coinvolti, ci ha fatto un favore.- gli risponde Hyoga lanciandomi un’asciugamano. Lo guardo da sotto di esso, una punta di rabbia, impercettibile per tutti, ma per me molto evidente.
Un conato di vomito non mi permette di rispondere. Mi chino  sul water e rigetto, è in un piccolo vano a parte,  diviso dal lavandino e dalla doccia da una porta.
Scarico e ritorno al lavandino, mi sciacquo la bocca.
-Stai male???- chiede Seiya.
- Ciclo. Non mi ucciderà, credo. Posso accostare la porta per...-
Hyoga annuisce. Finisco in bagno, mi rimetto la maglietta e faccio per uscire, ma lui mi prende per l’avambraccio.
-Mi dispiace.- mi dice.
Gli sorrido: - È andata meglio così, per te dico.- mi libero dalla presa e da sola torno nella stanza dell’interrogatorio.
Sul tavolo c’è del caffè latte e biscotti, il grande sacerdote è già seduto. Mi metto al mio posto afferrando un biscotto.
-Parlami della Galaxy War.-
- Il giorno in cui tornai era il mio compleanno, mi dissero che se volevo rivedere Ikki dovevo partecipare a quello stupido torneo, come se qualcuno non sapesse che possedere è diverso da poter indossare una gold, ma vabbè. Ho passato la giornata in camera mia alla villa. L’avevano preparata apposta per me.- comincio.
- Che hai fatto?- 
- Mi sono fatta bella per le telecamere, oddio  per quello che so fare io mi sono pettinata tantissimo, voi ragazzi non lo fate! Detesto questa cosa! Ci si riempie di nodi!!!- 
- Mai pensato di fregartene? Potevi pettinarti comunque...-
- Quando reciti da così tanto le paranoie ti tormentano, e farti chiamare ragazzina, beh... ti ci manda, in paranoia, meglio non aumentare le fonti di stress. Comunque io andai in battaglia dopo tre, quattro giorni, contro Jabu. Faccio una premessa, ancora oggi quello lo considero un regalo di compleanno, anche per come è andata dopo, quella comunque è una bellissima soddisfazione. E sì, se me lo chiedi mi sono sentita superiore, e soddisfatta, per poco perché il senso di colpa arriva sempre, ma non passo un brutto momento quando ci ripenso. Se penso alle ragazzine invece... sono ancora... inquietata. – accio un gesto di stizza con la mano - Sorvolando, la catena trovò il nemico ed Ikki si mostrò. Quando si tolse la maschera mi sentii così sollevata...Pensavo fosse finita, credevo che da quel momento tutto sarebbe andato bene. Invece mi colpì e mi disse che si vergognava di me. Lo sapevo, ma sentirselo dire non è stato carinissimo... –
- Shun- mi blocca il mio interlocutore – Se questa legge non esistesse io ti stimerei, sai.-
- Questa legge non ha senso!- tuono sbattendo le mani sul tavolo – Ho buttato 14 anni della mia vita, mi ucciderete a diciassette anni! E io ho affrontato tre fottutissime  guerre sacre!!! Tre!!! Come abbia combattuto neanche conta! Sono un ca**o di God saint, mi sono fatta possedere da Hades per voi! Per la terra e per Atena! Ed io ODIO combattere, ok? Lo ODIO, LO ODIO, LO ODIO!!!-  
Neanche mi accorgo di essermi alzata e non so come tutto è iniziato, mi calmo di colpo e mi risiedo. Il cuore mi batte all’impazzata. Devo stare calma.
- Comunque, qualunque cosa faccia non è abbastanza, né per mio fratello né per Atena, me ne sono fatta una ragione.- sospiro – Capii che, però, mio fratello non era del tutto fuori di senno, perché poteva dire che ero una ragazza e rovinarmi, cosa che non fece, forse perché era così preso dal male da volermi far soffrire, aveva capito quanto era pesante continuare quella sciarada. Lasciando perdere come mi sono sentita quando mi ha insultato appena mi ha rivisto, sorvolando sul fatto che questa- alzo la manica della maglietta mostrando la cicatrice sulla spalla – è la cicatrice più brutta che ho... La cosa peggiore è stata che lui mi ha tradito, non glielo ho fatto pesare, ma lo ha fatto!!! Io per la promessa ho fatto tutto quello che mi avevano chiesto! E lui no, mai! Quando poi è morto per la prima volta, mi sono sentita malissimo, perché alla fine ho avuto un momento in cui l’ho odiato.- mi metto le mani nei capelli e stringo le ciocche tra le dita stringendo gli occhi tanto forte da vedere le stelline blu – E nella mia testa il momento in cui quella frana lo travolge si è ripetuta miriadi di volte,- lo guardo negli occhi – Il paradosso? Se io non avessi avuto le bende che mi stringevano avrei fatto in tempo a tirarlo via di lì-
Il sacerdote trema:- Non lo puoi sapere...-
Alzo il mio cosmo, più di quando sono god, molto di più, ed ancora non ho bruciato vita. La porta si apre, con la coda dell’occhio riconosco Aiolia, Death e Camus allarmati, io abbasso la mia energia tornando al normale micro cosmo, poso la guancia sul gomito e con un sorriso a mezza bocca chiedo: - Ciao ragazzi, qualcosa non va?-
Vedo Aiolia distogliere lo sguardo rosso, Camus come il suo allievo resta freddo e distaccato, Death si lecca le labbra, mamma mia se non è inquietante!
-Tutto a posto ragazzi...- dice il mio  carceriere – Se voleva combattere non sarebbe qui ora. Complimenti, comunque, ma lo sapevo che era la punta dell’iceberg - allude al mio cosmo – Continua.-
- Mi credete tutti inconsapevole...- continuo io per un attimo mentre i tre se ne vanno – Comunque, dopo quella volta, avevo deciso di morire contro il primo avversario che mi fosse capitato, non si sapeva che Saori fosse Atene, non avevo ragioni per combattere seriamente.-
- E l’elmo?-
- Non si sapeva nemmeno se fosse vero od un falso!- mi lamento io – Quindi contro il cavaliere della fiamma neanche ci ho provato ad impegnarmi, ed era un bellissimo contrappasso, non ti pare? Morire nel fuoco, in molte culture era purificatorio, l’origine della vita,- piego la testa di lato - il “logos”, lo spirito del mondo, ed invece mio fratello è tornato in vita e mi ha salvato. Tanto per sentirmi nuovamente in colpa... Quando l’ho rivisto ero così felice. Era vivo, di nuovo, potevamo finirla, andarcene, fare qualcosa... Ne stavamo parlando. Mi stava dicendo che  avremmo trovato una soluzione per il mio tradimento. Poi Saori disse d’essere Atena e tutto cambiò.- mi mordo  le labbra cercando di trattenere un sorriso.
- Che c’è?-
- Quando si è scoperto ho riso per circa 40 minuti. Primo perché, beh... una che ti dice “Io sono una Dea greca!”- faccio tenendo il mento in su e la mano sul fianco bella ritta sulla schiena - fa già ridere... Ma poi il fatto che oramai ero fottuta, mi aveva reso un bel po’, isterica? Mi ricordo che dormii in camera con Ikki, lui non ci riusciva, era troppo simile alla morte. Io allora mi spostai nel suo di letto, provò a protestare dicendo che cominciava a diventare disdicevole, un modo carino per farmi capire che lo aveva fatto con una mia coetanea, ma io gli dissi che non c’è niente di strano in due ragazzi che dormivano nello stesso letto. – distolgo lo sguardo – Non ho pianto finché non si è addormentato, ma visto che feci  una tirata no-stop verso le cinque del mattino si svegliò e cercò di calmarmi, come se fosse possibile...- riguardo il mio interlocutore – Avevo appena realizzato che era finita nel momento in cui avevo varcato la porta dello studio del orfanotrofio dove stavo con le mie scarpette di vernice nera ed il mio vestitino azzurro. Quella notte me ne feci una ragione. Peccato che poi anche gli ormoni partirono...-
L’interrogatore si riscuote:- “Ormoni”?
Mi metto a ridere:- Ho già detto che mi piacciono i ragazzi, no? E poi parliamone... davanti a me diventano anche esibizionisti, vai a capire il perché... Comuuuuunque, con Perseus, per esempio, mi ricordo d’aver pensato qualcosa del tipo “Se sono tutti così, mi sa che passo al nemico...”- lui trattiene una risata – Peccato che poi fosse un ba****do, ed ha costretto Shiryu ad accecarsi...-
-Scusami, a questo punto una domanda te la devo fare per forza... ma tu e Hyoga?-
Alzo gli occhi al cielo :- Perché?-
-Beh...-
Lo guardo storto :- Frena, ammetto che dei Bronze è il più carino, non per altro, Seiya è normale e basso, a dire il vero, mi ha sempre dato l’idea d’essere un po’ maniaco, tanto per tornare al discorso dell’esibizionismo; Ikki è mio fratello; Shiryu era fidanzato e troppo, troppo serio, potrei scommettere che adesso che sa tutta questa storia mi avrà già disconosciuta... Quindi, o Hyoga o Tatsumi, meglio conosciuto come palla da bowling. Din! Din!!! Diiiiiin!!! Abbiamo un vincitore!!! – sta trattenendo un’altra risata, so di non avere tutti i torti – Mi ricordo la volta che finimmo da soli giù dal burrone. Che vergogna, mamma mia... poi però ho dovuto uccidere Agave, che bello...- distolgo lo sguardo per il tono sarcastico.
-Tuo fratello se ne era già riandato, giusto?-
- Già, ma non per i motivi che pensate voi...- dico – Credo che avesse capito che mi ero arresa, che avevo cominciato a seguire semplicemente la corrente che mi sbatteva di qua e di là, e non riusciva più a sopportarlo, credo... credo si senta in colpa...-
- Attualmente Dokho lo sta interrogando in un’altra stanza.- mi fa sapere.
- Lui non ha fatto nulla, sono io ad...-
- Il quadro che esce fuori per ora è quello di una ragazzina plagiata e disperata, niente a che vedere con...-
La rabbia monta, punto i palmi sul tavolo :- Potevo non essere consapevole di quello a cui stavo andando in contro, ma vuoi sostenere la tesi che alla fine di tutto questo qualcuno si fiderà ancora di me!!? Che in battaglia mi daranno retta? Che non si porranno davanti a me facendo i machi? No!-
Mi risiedo ed incrocio le gambe: -Le donne sono viste male qui... E quella cavolo di maschera non la metto.-
Mi risponde annuendo assorto.
Spalanco gli occhi, il sospetto di ieri sale, ma alla fine non lo potrei comunque confutare, quindi niente.
-Vai avanti...- mi esorta.
- Ho finito i silver? – è una domanda retorica – Cos’altro vuoi che ti dica?-
- Parlami dei gold...-
Tiro su la testa, un brivido mi percorre la schiena, ma comincio con calma.
-Mu lo conoscevo già, ed è stato gentile, mi ha aggiustato la cloth... E Kiki è un bambino... anche troppo sereno per la nostra realtà... Aldebaran, ehm, è un colosso. Simpatico... Gli piacciono i fiori... e per me il punto non sono le sopracciglia, dovrebbe tagliarsi i capelli... La casa dei gemini... ok, parlo solo di Saga perché Kanon lo facciamo rientrare nei Sea, giusto?- mi gratto la nuca – Bene, è stato più o meno il mio primo vero scontro... Hyoga ha detto sorridendo “ Shun, dài, noi andiamo di là, ti va?” ho pensato una cosa tipo “E se dico no che succede?”. Passiamo oltre, va’! Che le altre mie elucubrazioni  in quel momento non sono molto rilevanti...-
- Ormoni?- mi chiede.
- A cascata! Mi sono sempre domandata perché acclamassero me e non lui! Tornando a gemini. Ehm... Siamo entrati, io mi sono resa conto dell’illusione, ma Hyoga no! E visto che nessuno mi si fila quando dico le cose! Lui ha attaccato e quello ci ha travolto lanciandoci nell’altra dimensione, nulla di strano, per fortuna le catene hanno più o meno retto, per i loro standard, e Hyoga è stato risucchiato per testardaggine, che ansia, e che sensi di colpa, pure per quello...- sospiro – comunque, mi aiutò Ikki tanto per cambiare, ma alla fine da sola sono riuscita rompere l’illusione, ma non conta nulla, vero?-
- Credo che se tu non avessi dovuto nasconderti e ovviamente avessi un’altra indole... Saresti molto più quotata...-
- Non parlarmi di carattere!!! Davvero? Sono così anche adesso?- gli chiedo.
- Hai delle tendenze depressive, mangi poco.- allude al fatto che ho lasciato praticamente la colazione tutta sul tavolo – Sei repressa, in qualunque senso, i tuoi amici non ti capiscono, gli adulti non ti capiscono -
- Non parteggiare per il nemico, grande sacerdote!- gli consiglio sporgendomi dal tavolo – O ti ritroverai da questa parte del tavolo un giorno...-
- Non sai quello che dici...-
- Davvero?- scuoto la testa – Proseguiamo, è meglio! Alla quarta casa non ho trovato nessuno, ma se vuoi posso dirti che... Death mi mette i brividi!!! Sul serio, come fa ad essere un saint???- Mi giro e guardo verso il vetro con una faccia fintamente spaventata una risata si alza, quella del cancro – Sarà lui il boia??? –
- Shuuuun!-
- Aiola, di lui più che altro dico questo...- prendo un’aria quasi circospetta – Che gran fico! – comincio a gesticolare – No, sul serio! È fisicamente P E R F E T T O! Peccato che lo freghi che possiede lo stesso carattere di Seiya, meno pervertito, però!- un’altra risata di Cancer – Me ne andrò sapendo almeno di aver fatto ridere qualcuno!- 
La porta si apre e Death entra portando una bottiglia d’acqua ed una sedia. Mette con malagrazia l’acqua sul tavolo e si siede girando la sedia. Che bullo!
-Ti credevo completamente diversa, dolcezza, sono curioso, continua!- 
Io tiro fuori una pasticca di quelle che mi ha dato ieri Shaka e  la prendo con l’acqua. Gli sorrido.
-Sorvolo sul dolcezza solo perché sei inquietante.- 
- Bimbina. Io e te a saperlo prima saremmo stati una coppia perfetta! –esclamo.
- Non mi piace quel genere.- 
- Quale? –
- L’ S & M non mi attira... Tocca a Shaka?-
- AHAAHAHAH! Questa la voglio sentire. Vai.-
Il sacerdote lo guarda scandalizzato.
-Forte, deciso, voglio le sue ciglia ed il numero del suo parrucchiere... non perché mi importi qualcosa dei miei capelli, ma ha un riccio troppo innaturale! Ci ha steso subito in maniera davvero impietosa, e Ikki è morto.- mi fermo un attimo, ho remore a dirlo, ma a questo punto... – Di nuovo... E già cominciavo a disperarmi di meno a dir la verità. Shaka è  un ottimo insegnante, anche se non ho capito quanto paziente, in fondo mi dà dei compiti, mi spiega ed io li faccio.-
- Non fai mai domande?- mi chiede il sacerdote.
Storco il naso : - No, mi dice il perché, non mi serve...-
-Comprendi l’aramaico di quel santone???- mi chiede allibito Death -  Questa è pure intelligente! Sfido che...-
- Settima casa...-
- Hyoga era rimasto congelato e lo avevamo liberato dalla teca di ghiaccio, ma non si riprendeva...ho detto agli altri di andare...  ed ho tentato un’azione disperata, lo so, col senno di poi è apparsa...-
- Una molestia?! Ma sapendo che sei una ragazza, così carina poi! Non ne sarei stato contrariato al posto suo...- commenta il gold saint.
- Ti caccio, sappilo...-
Io ci penso, poi dico :-Non credo che lui abbia pensato male, mi ha trattato da principessa tutto il viaggio... Ottava casa! Milo, pure lì, io non ero cosciente, ed a dire la verità parla poco con me, è un tipoooo, scanzonato e simpatico, sì, pure lui non è male... saltiamo la nona casa, lì ho solo ripreso conoscenza. Decima, Shura sono io o lui è sempre sul piedistallo? Giudica la gente... pure lui starà bruciando le mie foto. Quando ho sentito il cosmo di Shiryu affievolirsi... È stato brutto, mi sono chiesta perché continuare, e sapete che motivo ho trovato? Che avevamo sacrificato troppo per fermarci lì. – mi rabbuio leggermente – Devo dire che Camus non lo amo troppo, è troppo freddo, e da quando Hyoga lo ha visto sembrava il ragazzino rapito dalla regina delle nevi... Però non sono affari miei...- alzo le mani- Vuoi davvero sentire la parte su Afrodite?- chiedo a Death.
-Non diresti nulla che non so già...-
- Quando Seiya ha detto “ Se è tanto forte quanto bello siamo messi male” mi è venuto da ridere, ma Afrodite di Pesci che mi dice che ho il viso da ragazza, quando si trucca... non ho riso solo per un discorso di rispetto. È stato brutto uccidere, era la mia seconda vittima, ma era la prima volta che usavo il mio potere, mi sentivo soffocare, ad ogni ansito mi veniva più voglia di morire, stavo soffocando. Quando la rosa mi  ha colpito, però, per un unico, magnifico istante mi sono sentita in grado di respirare, neanche ho controllato la potenza del colpo, mi sono lasciata travolgere. Ikki quando è risalito e mi ha sollevato per vedere se respiravo ancora ha detto “Hai lottato anche se sei un piagnone...”.- Sbatto il pugno sul tavolo – Non so se è peggio l’appellativo od il fatto che in quel momento mi sono accorta che non mi chiamava più al femminile nemmeno quando eravamo da soli.- mi mordo  le labbra – Perché state interrogando Ikki?-
- Tuo fratello è implicato quanto te.- mi risponde l’interrogatore  .
- Pensiamo che avrebbe potuto dirlo prima, e salvare il tuo bel...- lo blocco.
- Basta, finché interrogate lui io non parlo più, ok?- giuro.
- Non sei nella posizione...-
- IO NON HO PIÙ NULLA DA PERDERE.-
Il sacerdote si alza.- Falle portare il pranzo. E falle decidere il menu-
-Voglio delle caramelle alla fragola! – dico senza pensare.
- Come?- mi chiede Death.
- Sto per morire, posso almeno...- cerco di aggiustare il tiro.
- Concesso, ma tienila d’occhio.- 
Esce dalla stanza.

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Capitolo 3
*** La discesa ***


Siamo quasi agli sgoccioli!!! Volevo solo specificare che i loro aspetti sono quelli del manga... Ringrazio chi mi segue, legge, recensisce, preferisce, ricorda. Dedico a Averyn, Crystal eye, Giulia, Gaia e Chiara....
buona lettura! (si spera)


Ho finito un pacchetto di caramelle. Mi hanno portato altro, ma io ho mangiato solo quello. Hyoga è venuto a controllarmi, mi ha guardato malissimo, per quanto possa guardare male quel ghiacciolo.
Poi si siede davanti a me...
-Ti chiederanno cosa è successo tra le 12 case e Poseidone.- mi informa.
- Lo sai che qui ci sono le telecamere, vero?-
-Preferisco raccontare la mia versione...-
Io mi metto a ridere:- La tua versione? Era Natale, eravamo sotto al vischio, tu avevi bevuto più vov del dovuto e mi hai baciato, fine...-
-Avevi un cappello di babbo natale in testa...-
- Sei etero? Te lo volevo chiedere da sempre...- arrossisco.
- No, tu sei sempre stat..a speciale.-
- In un’altra vita, forse.- distolgo lo sguardo.
Il grande sacerdote entra di  nuovo. – Cavaliere del cigno, esci- ha una voce davvero alterata.
Io sobbalzo e lo guardo. Lui mi accarezza la mano un’istante ed esce. Sì, in un’altra vita, forse, sarebbe stato tutto diverso.
-Nessuno ci disturberà.- dice battendo sul tavolo una cartella – Tu hai un vero nome di battesimo.-
Alzo la testa:- Forse non lo ricordo...-
-Ikki stava per Richard e Shun... beh, stava per Shannah.- 
- Shannah?- chiedo un po’ sorpresa.
Apre la cartella e mostra delle immagini, sono io prima di cominciare a fingere. Avevo i capelli legati in un fiocco,ma era l’unica che mi avrebbe saputo distinguere da un ragazzo, sono sempre sporca di fango, gioco a calcio e mi arrampico sugli alberi.
-Quindi? Copiavo mio fratello a quell’età...-
- Non hai idea di cosa sia essere femminile, non lo hai mai saputo-
Mi alzo in piedi e mi allontano dal muro:- Non si è certo donna per i capelli lunghi o i vestiti rosa...Quelli li avevo soprattutto quando mi fingevo un maschio. Vuoi insinuare che il mio non è stato un sacrificio? Vuoi farmi credere che vivere nella paura di essere scoperta, di...- respiro profondamente. – Vuoi farmi arrabbiare per farmi confessare qualcosa? Ikki lo avete rilasciato?-
-Puoi percepire il suo cosmo nella stanza accanto...- dice con voce più calma.
Pongo il palmo sul vetro. Neanche mi accorgo che sto cominciando a piangere. Ingoio a vuoto un paio di volte e cerco di calmarmi. Addio alla maschera da dura. Le gambe mi cedono e mi accuccio vicino vicino al muro. 
-Perché non la finiamo qui e basta?- mi rigiro e lo guardo negli occhi – Voglio essere lasciata in pace...- mi stringo la maglietta vicino ai pantaloni.
Si inginocchia rimanendo alla mia altezza:- Continuiamo a parlarne?-
Tiro su col naso:- La battaglia contro Poseidone? Ok, ma poi...-
-Tu mi racconterai tutto...-
Lo scosto con rabbia e mi rialzo sedendomi composta. 
-Eravamo i soliti quattro ad esserci buttati, pensavo che Ikki fosse morto definitivamente, il primo avversario che affrontai fu Kira, forte, deciso... Capì che ero una ragazza. Chi pratica le illusioni se non capisce comunque di solito ci arriva vicino. – sospiro – Nessuna di quelle bestie ce la fece, l’uomo con un utensile batterà sempre l’animale, giusto? Cercai di risparmiarlo. Non avevo paura rivelasse il mio segreto. Conosci molto meglio una persona in battaglia che in dieci anni di vita tranquilla, ma lui mi costrinse ad ucciderlo. Sai cosa disse in punto di morte? Non quello che ha sentito anche Kiki, proprio quello che ha detto a me.-mi puntò il dito contro - sussurrò “Avrei potuto amarti!”. Una bella ultima frase, d’effetto. Eros e Thanatos... ed io per la prima volta sentii che oltre alla mia identità in quell’armatura si precludeva anche un’altra vita... tu guardi le foto di quella bambina tutta sporca che gioca a calcio e ci vedi un “maschiaccio”, qualcosa che stona... io ci vedo qualcuno che aveva tutte le strade aperte, che poteva decidere tra una gonna ed un pantalone, tra capelli lunghi e corti, tra maschi e femmine, e sceglieva senza pregiudizi. Non torniamo sull’argomento, ok?- ammicco – Poi fu il turno di Limnades, e lo so, lì sono stata un po’ tanto “tonna”, ma... come ho già detto, non avrei mai colpito qualcuno che assomigliasse a mio fratello...-
- Lui però lo ha fatto...- obietta il sacerdote.
- Già, ma Limnades si era finto me con un corpo maschile, non aveva incarnato come Ikki mi vedeva, ma come voleva vedermi, contava di saper usare bene le illusioni.- assottiglio le labbra – A volte rischi di illuderti, ma allo stesso tempo di sapere che lo stai facendo, e questo, unito al fatto che Ikki, ringraziando anche il cielo, non si innamorerebbe mai di sua sorella.- il mio interlocutore fa per dire qualcosa, ma io lo blocco – Dalle foto che ho visto anche io credo di assomigliare all’altra, ma Esmeralda era diversa da me, non l’ho conosciuta, e comunque, come minimo, fingersi maschio per tredici anni di sicuro ti cambia il carattere. Detto questo, per quel poco di psicologia da quattro soldi che conosco, si dice che i figli cercano le figure genitoriali del sesso opposto nei loro partner... secondo questa logica, essendo io l’unica figura femminile nella vita di Ikki, non è così difficile indovinare  perché mi somigliasse un po’...-
- Un po’? – sottolinea lui.
- Dettagli...- rispondo scocciata – Poi arrivò il turno di Syria, e... la verità è che non abbiamo finito il combattimento perché ci siamo guardate ed abbiamo fatto un’esame di coscienza, e sottolineo “guardate”...- 
- Cosa?!- esclama allibito.
Alzo gli occhi al cielo. – Davvero? Pensi davvero che io sia l’unica scema? L’unica su tutti gli ordini ed i vari eserciti, che finga? Siamo una su sette, e qui la percentuale è pure più alta!-
-Ne conosci?-
- Di vista, non so i nomi e non ne ho le prove...- mi giustifico, non tradirò di certo qualcun altro. 
Si rileva gli occhiali si massaggia le tempie, sa che la mia testimonianza verrebbe considerata infondata, che le mie parole potrebbero portare ad una caccia alle streghe ed una guerra interna. Respira profondamente, guarda lo specchio ed in fine mi dice, guardandomi dritto negli occhi:- Come si fa a fingere per così tanto?-
-Nascondi l’ovvio nell’evidenza e nessuno riconoscerà la differenza...- canticchio io.
Mi sorride, ed io impallidisco. Ha uno sguardo che non comprendo. Non fa nulla, però, gira il palmo facendomi cenno di continuare.
-Tralasciando l’arguzia di mio fratello che dice “io sono appena arrivato, maaaaa.... se tutti combattono per rompere le colonne così da rendere meno stabile la prima...mhhhhhn .... Rompiamo la prima!!!”- dico con aria falsamente entusiasta – E quasi si fa ammazzare... per la terza volta!!! Cioè ... amor proprio zero... Sorvolando quando alla fine è venuto ad aiutarci perché la scorciatoia aveva sette chilometri  in più della strada normale, non dirmi di no, io ne ho affrontati tre ed ero già lì. Si butta tra Poseidone e Hyoga e Shiryu, ed io che faccio? Ovviamente lo seguo... e per fortuna gli dei sono dei pervertiti!- esclamo.
- Aspetta, che intendi?-
- L’anima del vero dio del mare non va per il sottile, se qualcosa (maschio, femmina, cavallo o trota) è “carina”, quindi ha abbassato la potenza del colpo e ci siamo salvati, c**o, eh? Fai tanto per aumentare il tuo cosmo quando spesso ti basta un bel faccino ed il giusto atteggiamento per vincere...- rido – Tranne quando sono sadici, ovviamente.-
- Già il fatto che hai subito tanti traumi è una buona attenuante, sai?- 
- A Hyoga è morta la mamma, e Shiryù l’hanno accecato, a Seiya hanno portato via la sorella ed Ikki ha visto la sua ragazza morire, ed ho citato solo le cose più gravi... ma tu pensi me e ad una “quasi” molestia?-
- Metto in conto tutto quello che mi hai raccontato... e che mi stai per raccontare.-
Deglutisco. Faccio per versarmi dell’acqua, ma lui mi ferma. 
-Nessuno è colpevole fino a prova contraria, per ora sei tra amici, ricordatelo...-
- Ma raccontalo a qualcun altro! – gli rispondo divincolandomi. – Io sono colpevole, l’ho detto già ieri! È ridondante!-
- Potresti avere una pena ridotta, magari...-
Lo fermo. Più parla più mi sale il sangue alla testa:- Io sono un saint, preferirei morire che perdere l’armatura o il cosmo, soprattutto dopo quello che ho passato!!! E non voglio un trattamento speciale!!! Allora si cambia la regola!!! Che poi io sono la prova provata che sia ingiusta!!! La tua presenza qui né un’altra!!!!- devo fermarmi e respirare, stringo i pugni e chiudo gli occhi.
-Sono regole arcaiche...-
Sono di nuovo calma, è inutile arrabbiarsi: - Non vuol dire che siano giuste...- rispondo.
Non risponde, sa che ho ragione, ma Atena decide, e Saori mi odia da sempre. Quindi non ci spero...
-Parlami della guerra sacra contro gli inferi...-
- Dall’inizio?- vuole cambiare argomento, lasciamoglielo fare.
Annuisce.
-Stavo sulla terrazza della villa, quella della camera dove dormivo io, mi ero addormentata, sentivo freddo. Non so come definirlo, era quasi metallico. Mi sono addormentata ed ho sognato qualcosa di abbastanza simile ad un ricordo. Una cameretta bianca e viola, dei fiori che cominciavano ad appassire in un vaso di cristallo ed acqua, limpida e pura. Era per terra ed attorno alle mie gambe. Avrò avuto pochi mesi, guardai in alto ed Ikki mi sorrideva, riguardo in basso, un’altra paperella galleggiava nell’acqua, che era aumentata, riguardai in alto e al posto di Ikki c’era Pandora. Questo è a grandi linee il mio sogno premonitore.-
- Dell’acqua non avevi mai parlato...- 
Mi ravvio i capelli da un lato. – Davvero? – faccio una faccia non curante – Ho capito che qualcosa non andava, e dopo aver scavalcato Tatsumi. Che sul serio a dei problemi a credermi più debole di lui. Ho raggiunto il santuario e mi sono incontrata con Hyoga, che tanto per la cronaca,- tanto ormai la figura della sgallettata, l’ho fatta – quando portava la benda alla Byron era proprio un gran figo! Sorvolo, sorvolo, sorvolo! È che finalmente ho qualcuno con cui commentare queste cose. Abbiamo trovato Shiryu, io volevo fermarlo, mentre tornava indietro, ma poi ci ha ripensato e siamo andati a bloccare l’urlo d’Atena. Poi... C’eri anche tu, devo veramente ridirtelo?-
-Tecnicamente c’ero sempre, quindi...- prova a convincermi lui.
- Dì la verità, tu ami il suono della mia voce, vero? Perché io lo odio, sappilo.-
- Siamo quasi alla fine-
- Meno male che non sono Dohko, se no si andava avanti per altri cinquant’anni minimo.-
Soffoca una risata. Io credo proprio di star impazzendo, ma ero sulla buona strada da anni.
-Riassumendo...- recupero il filo del discorso.- “Atena è morta”, “No, non è vero!”, “Sì, che è vero”, “Ragazzi! Se andate negli inferi e portate ad Atena la sua armatura potrete sconfiggere  il male!”, “Da quando Hades è il “male”?”, insomma siamo arrivati in Germania per la porta degli inferi... Siamo sopravvissuti per miracolo per buttarci negli inferi. OTTIMO!- alzo le mani – E con chi finisco in coppia negli inferi? Hyoga, il figo che ha già ampiamente dimostrato d’essere in grado di prendermi in braccio? Shiryu, quello serio ed intelligente, che fa sempre quello che deve fare? No! Mi capita Seiya, quello che “basta l’impegno”... Non è vero, non basta!!! Dopo essermi subita quel fan del s&m di Lune... Pardon quella fan.- mi guarda ad occhi spalancati  - Abbiamo trovato Pharaon e Orfeo, e no, Pharaon era maschio. Mi è dispiaciuto tantissimo per loro. Vorrei provare prima o poi qualcosa di simile a quello che hanno provato loro.-spero di non aver fatto capire che invece l’ho provato già – Siamo arrivati al cospetto di Hades... E lì i ricordi diventano leggermente confusi... –  scuoto i capelli con forza – ho sentito come un sussurro nell’orecchio, e dopo tutto si è fatto buio.-
- Cosa ti ha detto?- mi chiede il grande sacerdote.
- “Finalmente” o qualcosa di simile... Sembrava tipo il serpentese di Harry Potter per capirsi... E poi mi sembrava di fluttuare nell’acqua, al buio e nel silenzio. Non andavo ne giù né su, era solo una deriva...- cerco di spiegarmi – Poi ho sentito il cosmo di Ikki. È vero che mi ero lasciata andare più o meno volontariamente in realtà, ma mi aveva preso abbastanza alla sprovvista.-
- Quando hai capito delle intenzioni di Hades?-
- Forse quando sono scesa giù... sono rimasta svenuta per un bel po’, ne ero consapevole già davanti Lune comunque.- gli rispondo.
- Ok, prosegui.-
- Ho cominciato a spingermi verso l’alto, sempre più, e ogni volta tornare giù era peggio, del tutto simile ad affogare, ma non mi arrendevo, e quando ha cercato di colpire Ikki, si è completamente scordato di tenermi a bada... Quindi  ho preso almeno in minima parte il controllo del mio corpo. Sai quando dormi su un braccio e poi quello resta intorpidito per un po’? Così, ma per tutto il corpo... Ho usato il cosmo al massimo, ed ho tentato di strangolarmi... È  stato davvero brutto, a dire la verità- Sospiro – Volevo Che finesse, non volevo abbandonare.... Volevo finire la guerra, la morte, l'insensatezza di tutta la mia esistenza... Ci sono voluti anni per capire che nemmeno gli dei hanno uno scopo, ognuno di noi ne sceglie uno, e forse è meglio così... È bello poter cambiarlo anche. Ikki però non mi uccise... Ed io tornai nel buio.-
Faccio una pausa.
-Ti prego... Ormai non c’è bisogno che continui...- ho la testa che mi scoppia e non ne posso più.
- Neanche vuoi commentare i fisici degli dei della morte e del sonno.-
- Non erano granché...- commento allo stremo.
- Ok.- guarda lo schermo ed annuisce. Poi si alza, mi scompiglia i capelli ed esce.
Poso la testa  sul tavolo. Non faccio in tempo a chiudere gli occhi che la porta si riapre. Mi sollevo di scatto e guardo mio fratello entrare. 
Mi si fionda addosso e mi abbraccia. Io non parlo, non mi abbraccia dalla battaglia contro Poseidone. 
-Mi dispiace...- mormorò dopo un po'. 
Lui mi accarezza la testa e mi bacia la fronte:- Di cosa? Che hai dato di matto alla cinquantesima volta in venti minuti in cui Jabu ti da della donnetta?  Certo, almeno potevi ucciderlo.-
-Quello è compito tuo, io mi  limito alle crisi isteriche e a sembrare piccola e carina...- dico.
Mi allontana un poco da lui, ma senza smettere di abbracciarmi e con la mano sinistra mi da una schicchera sul naso e fa con aria contrariata:- Perché sei grande e grossa, vero?-
Rido, una risatina isterica e da scema. Che probabilmente dà sui nervi. 
Mi accorgo solo ora che è pieno di lividi. Gli sfiorò quello sulla guancia:- Cosa...-
-Shiryu mi ha interrogato... Sai, ci hai azzeccato, stava staccando le nostre teste da tutte le foto per fare un voodoo, ma poi mi hanno fatto spostare perché  tu non volevi che mi interrogassero e non ha più fiatato, è rimasto in silenzio fino alla fine ed ha detto “Pensavo sarebbe stato facile odiarla, invece, ora credo di stimarla. Tu no, tu sei più stronzo!”. – ci viene ad entrambi da ridere.
-Sai, piccola, sono fiero di te.- ammette – ma devo chiedertelo... Ieri hai detto che c’era qualcosa che mi avrebbe deluso, ma andiamo, niente di tutto ciò che hai raccontato poteva farlo. Quindi, che altro c’è?- ha cercato di chiederlo usando le  parole più adatte, ma devo ammettere che in questo momento vorrei tanto essermi morsa la lingua invece di dirlo...- Una risposta, però, a questo punto gliela devo...
-Ho avuto una relazione sentimentale...- faccio staccandomi –più o meno.- gesticolo confusamente, vorrei spiegarmi meglio, ma questo è il genere di argomento che con lui non ho mai trattato, e mi vergogno tantissimo a parlarne ora. Di sentimenti non ne abbiamo mai parlato sul serio, non credo che entrambi ci tenessimo troppo.  Ci serviva ridurre un po’ questo senso  di solitudine che, beh... mi accompagna da tutta la vita...- dicendolo mi volto perso il riflesso nello specchio.
- Ok...-fa lui mettendosi in piedi come ho fatto io – E c’è stata anche una componente fisica?-
Mi mordo il labbro rigirandomi verso di lui, unendo le mani davanti alla bocca.
-Non subito... ma sì.-
- Glielo avevi detto?-
Scuoto la testa.
-C’è arrivato da solo?-
Annuisco.
-Era la prima volta per te?-
Annuisco di nuovo.
-Ti ha ricattato?-
Scuoto la testa di nuovo.
-È stato consensuale?- 
Mamma mia se sta facendo domande! Ma mi sento più nervosa io di quanto sembri lui. Anzi, lui è calmo.
-Certo, mi so difendere, cosa credi?- gli rispondo quasi piccata.
- È stato carino prima, durante e dopo?- 
- “Carino”?- ripeto un po’ stranita.
- Vuoi che sia più specifico?-
- No! Volevo dire... Sì, è stato carino, molto carino!-
Lui mi guarda, si passa le mani tra i capelli e dice:- Perché la cosa dovrebbe rendermi meno fiero di te? Hai gestito una relazione tra adulti, perché questa storia più che mai mi dimostra che infanzia ed adolescenza per te sono finite il giorno in cui Tatsumi ci ha beccato, nulla più. Posso dire che non sono proprio contento di sapere che sei cresciuta, e forse avrei voluto parlarti prima di cose importanti che dovevi sapere, ma alla fine, che importa? Hai rimpianti?-
Guardo la punta dei miei piedi, mi mordo di nuovo l’angolo della bocca ed infine lo guardo sostenendo il suo sguardo:- No. Va bene così...-
Un’ esplosione fa saltare la porta un attimo dopo che ho risposto.
Cavolo se ci avete messo del tempo, ragazze.

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Capitolo 4
*** Per te ***


Grazie a tutti per le recensioni, questa è la fine.... mi scuso con chi è fan della HyogaxShun, anche io li amo... ma amo anche i ‘Main Fack!’ ! Quindi si accettano scommesse!!! BUONA LETTURA, (vi prego non uccidetemi!!!) 
Ps Main Fack  scritto così è più burino, quindi rende meglio l'idea!!!

Sento la loro presenza in ospedale, dopo sei mesi ci hanno trovato, ma in questo momento non potrebbe importarmi di meno. Il medico mi dice che manca poco, che presto sarà tutto finito. Chiede a Shaka se è mia madre, ma lei risponde che è solo il mio tutore. Afrodite accanto a me mi stringe la mano. Mur è fuori e aspetta che arrivino.
Mi ritorna in mente come mi hanno portato fuori di qui... Te l’avevo detto che di donne ce n’erano tra i gold, oltre al supremo sacerdote Shion, ovviamente. Afro ha addormentato tutti nella stanza accanto a quella dove ci trovavamo, Shaka ha fatto letteralmente esplodere la porta della stanza dove eravamo io ed Ikki e lui mi ha praticamente affidato a lei. Sono uscita, Mu ci ha teletrasportato fuori, e siamo scappate.
Ci siamo fermate quando era notte ormai  ed avevamo trovato un albergo e preso una stanza  con dei nomi falsi.
Mi sono gettata sul letto, ho respirato profondamente ed ho pianto per un’ora mentre le altre ogni tanto controllavano se stavo bene, se ero  viva. Alla fine mi sono alzata del letto, mi sono messa in piedi ed ho parlato dopo quasi sette ore di mutismo.
-Devo ammettere che... dopo l’adrenalina della fuga ed il mio sfogo, ho ripreso abbastanza lucidità da chiedermi una cosa... Perché mi avete salvato?-
Tutte si guardano tra loro per poi sorridermi. Ha perlato Mu per tutte.
-È il  momento di lottare per il diritto di indossare una gold, o nel tuo caso una god. Che ne dici?- 
- Fa tanto “femminista lesbo inside” , ma quelle sono le sacerdotesse guerriere!!!- commentò Afrodite ridendo.
- Non possono giustiziarci tutti, pure il supremo sacerdote fa parte della categoria.- aveva aggiunto infine Shaka. 
Lo sapevo che Shion non me la raccontava giusta!
- Io però devo dirvi un’altra cosa...-
- Sì, chi ti sei portata a letto?- chiese il saint dei Piscis più eccitata che mai.
- Per la sua incolumità non svelerò questo nome... ma ecco. Ikki era meglio se me lo faceva il discorsetto sui contraccettivi...-
Ed ora...
Eccomi qui, con almeno tre medici tra le gambe che mi dicono che devo respirare ritmicamente. Fuori dalla porta ci sono i genitori adottivi del piccolo essere che sto partorendo. Geneticamente sarà perfetto, tra me, modestamente, e suo padre.
Pensavo che mi avrebbero scaricato quando l’ho detto alle altre, invece hanno esultato dicendo che era nostro diritto anche avere figli e potergli assicurare un futuro fuori dal santuario.
Finalmente sento dei vagiti, mi dicono che è finita. Guardo la bambina che con un gesto involontario  pare faccia “ciao ciao”. Mi tiro leggermente su e le sorrido, indicando fuori dalla porta.
-Ciao! Ciao Kalè!!! Sai? So che sarai un bellissimo essere umano, ma spero davvero di non doverti conoscere, vuol dire che avresti una vita...- sospiro – Complicata.-
- Vuole prenderla in braccio?-
Scuoto la testa:- E chi la lascia più dopo? La porti ai suoi genitori...- faccio sorridendo – Per favore...-  mormoro infine , sapevo che sarebbe stata dura, ma non mi aspettavo così tanto.
Il medico esce con la bambina. Abbiamo fatto tutto nel migliore dei modi, avrà una bella famiglia, una casa col giardino. Anche il padre è stato d’accordo, in realtà mi ha detto che non voleva che mi prendessi tutte le responsabilità da sola, che sì, avevamo fatto tutto in due, ma lui era quello esperto, che avrebbe dovuto evitare una cosa del genere.
-Lo so che sono irritante, ma... vi dispiace se piango?-
Shaka mi prendeper la nuca e mi attira contro di sé.
-Era bionda...- rimugina Afrodite.
- Tutti sono biondi nel  tempio di Atena- Non tutti, ma anche io avevo escluso un po’ di gente.- 
I saint arrivano davanti alla stanza.
- Aveva anche gli occhi verdi...- continua imperterrita Afrodite.
- Quelli sono di Shun, infatti!- continua Shaka.- E quasi tutti i saint hanno  gli occhi chiari.-
- Ma...-
I saint aprono la porta.
-Io lo avevo detto che quelli che affronto se ne accorgono!- grido esasperata.
Un attimo di silenzio, poi la voce accusatoria ed acuta del saint dei pesci esclama:- Saga! Ma questa è quasi pedofilia!!!-
Cavolo, dopo sei mesi a spararle... Ci ha azzeccato.


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