La fonte dell'eterno Amore

di 50shadesofLOTS_Always
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Un patto ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - La taglia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Solo dieci anni..." le aveva ssussurrato in un orecchio,stesi sulla sabbia a fare l'amore prima di partire "Solo dieci anni... " aveva ripetuto soffiando sulle labbra calde di Will.

Elizabeth si svegliò di scatto,sedendosi su quel giaciglio improvvisato nella sua stessa cabina. Asciugò le lacrime che le avevano rigato il viso al ricordo del temporaneo addio di Will. Le mancavano terribilmente le sue mani di fabbro da sempre impacciate quando si trattava di farle una carezza. Ma quel pomeriggio sulla spiaggia passato insieme,si erano rivelate delicate sulla propria pelle. Bramava di poter sentire di nuovo le labbra di suo marito,labbra che sapevano di salsedine. Sapeva di non poterlo aspettare per dieci anni,per questo si era imbarcata con una nave ed una ciurma tutta sua. Nel giro di due giorni,aveva raggiunto Tortuga. Lí sperava di trovare Jack. Se c'era qualcuno in grado di aiutarla,quello era proprio lui. Aveva sentito che cercava l'irraggiungibile Aqua de Vida,la Fonte dell'Eterna Giovinezza. Quel prezioso liquido era il suo unico modo per stare con Will. Per sempre. Era pur sempre consapevole però che Jack non avrebbe ceduto facilmente e perciò avrebbe dovuto persuaderlo,con la riconquista della Perla Nera. 'Certo che la gente non sa' farsi proprio gli affari propri!',pensò Elizabeth indossando il grande capello da Capitano. Era anche vero,dovette ammettere,che senza quei pettegolezzi sarebbe ancora su una spiaggia ad aspettare il suo adorato marito.

****

Jack e Gibs erano seduti ad un tavolo,in uno dei tanti postriboli che si potevano trovare a Tortuga. Bevve un sorso della bevanda che aveva nel boccale,stringendo contro il petto la carta che aveva sottratto a Barbossa. Ghignò pensando alla faccia di Hector nel vedere l'enorme buco sulla mappa. Avrebbe venduto anche il braccio solo per vedere quell'espressione di rassegnato stupore sul volto di colui che lo aveva ammutinato,per ben due volte. Lo avrebbe costretto a farsi ridare la Perla e poi si sarebbe diretto verso Cuba,per cercare la Fonte. L'unico inconveniente era la mancanza di una nave. E di una ciurma abbastanza folle da seguirlo in un'impresa,che avrebbe portato a morte certa. Ma la vita di Jack era fatta cosí. Piena di rischi e quelle poche sicurezze,ti mandavano fra le braccia della Morte. Se Davy Jones gli avesse posto quella domanda,lui avrebbe risposto ''Tanto una modo per resuscitare si trova sempre,no?!". 'Oppure c'é chi lo fa' per te',si disse il Capitano. Dovette ammettere a sé stesso che voleva bene ad Elizabeth ed a quel fabbro Turner,ora a capo dell'Olandese Volante. Pensò che avrebbe dovuto ucciderlo lui Davy,ma quest'ultimo lo aveva battuto sul tempo,ferendo Will quasi a morte. Quasi. Era stata una terribile scelta da compiere,ma era l'unica via d'uscita per il giovane Turner. Sospirò bevendo un altro sorso,quando sobbalzò nel sentire l'improvviso tonfo della porta della locanda,cadere a terra. I presenti si voltarono quasi contemporaneamente e per poco,a Jack non venne un infarto. Elizabeth era lí in piedi sulla soglia con un forziere sotto braccio ed un paio di marinai alle spalle << Jack Sparrow! - lo puntò con un sorriso di sfida - Capitan Jack Sparrow... >> si corresse avvicinandosi a lui << Elizabeth? Che ci fai qui? >> domandò con la voce alzata di un'ottava << Ho un patto da proporti >> annunciò la donna sedendosi al suo tavolo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Un patto ***


Il luogo era pervaso da risate grasse e cariche di ebbrezza. La luce era fioca e pressocché assente,rendendo il locale ancor più lugubre e sporco di quello che già era. Elizabeth si appoggiò sul forziere,dal quale proveniva un battito cardiaco che sapeva di spettrale. Il suono però era nascosto dalle ovazioni di gioia nel postribolo. Jack la fissò negli occhi in attesa che la dama parlasse << Ho sentito che stai andando alla Fonte... >> esordí << Le voci girano ultimamente.. - osservò ironico - Non trovi Gibs?! >>. Quello annuí vigorosamente ed Elizabeth fu costretta a ricorrere a tutta la sua pazienza per non sbretare. Odiava quella parte di Jack che le faceva perdere solo del prezioso tempo. Tempo che poteva condividere con Will << Io posso fornirti una nave ed un'intera ciurma... >> lasciò quella frase in sospeso,catturando l'attenzione del Capitano che si sporse verso di lei << Perché dovrei accettare tale offerta? >> domandò fingendosi sospettoso << Come farai a riprenderti la Perla Nera,Jack?! >> lo provocò incurante del sarcasmo che la sua voce aveva assunto,sperando che il Capitano accettasse. Respinse le lacrime che tentarono di pizzicarle gli occhi,al solo pensiero di fallire nella sua missione << Un modo lo si trova sempre,tesoro >> ribadí Jack. Elizabeth lo afferrò per il bavero della giacca. Quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Era stanca della sua vanità << Se non mi porti alla Fonte,non solo non riavrai la tua amata bagnarola,ma ti spedirò dritto dritto fra le braccia di Calypso... >> sibilò a denti stretti,minacciandolo stupendosi perfino di sé stessa. Le nocche le si erano sbiancate per la stretta. Jack posò una mano su quella della donna e qualcosa si mosse in quel suo animo,indurito dagli anni di sudata solitudine e dal mare salato quanto le lacrime di Calypso. Vedere Elizabeth in quello stato,gli ricordò Angelica. L'aveva abbandonata,ma era vero che l'aveva amata un tempo. Veramente << Va bene... Ti ci porterò - Gibs lo guardò stizzito - Ma niente Perla, niente Fonte... >> la ammoní. Lei lasciò andare la presa,annuendo e riprendendo il controllo di sé e della sua ira. 

****

 

 

 

Il cielo era pallido e carico di nuvole che portavano tempesta. Sperarono che il tempo reggesse e non causasse loro problemi. Jack salí le scalette che portavano al timone,capitanato da Elizabeth i cui capelli biondi ricadevano sulle spalle. Era vestita con una lunga giacca nera,rifinita da disegni floreali,una camicetta bianca con dei riccioli di stoffa a coprirle il seno ed un paio di pantaloni stretti sulle gambe,infilati negli stivali in pelle nera. Il tutto completato da un grande cappello su cui risaltava una piuma bianca,che ondeggiava a contatto con la brezza marina. Il balteo di una spada,le passava sulla spalla sinistra,arrivandole al fianco destro da dove pendeva l'arma,custodita in un fodero pregiato. Al cinturone era appesa anche una rivoltella e nascosto nello stivale sinistro,vi era un pugnale. Jack le si avvicinò col suo fare spavaldo e le cedette la bussola. Lei gli rivolse uno sguardo confuso << Ti porterà da ciò che vuoi di più al mondo... >> le ricordò con un accenno di sorriso,nascosto sotto quell'espressione ironica,quanto irritante agli occhi di Elizabeth,che afferrò l'arnese attendendo che l'ago puntasse in una qualsiasi direzione. Nord-est. Chiuse la bussola,ponendola nella tasca della giacca ed osservò Jack,che camminava sul ponte con la sua solita andatura dondolante. Si chiese il motivo di tanta gentilezza e si ricordò di come spesso,li aveva raggirati. Anche Will l'aveva ammonita su Sparrow. Will. Le mancava terribilmente. Erano passati solo quattro giorni e già si era dimostrata una tortura. Un senso di nausea la fece vacillare ed affidò il timone al suo luogotenente per poi ritirarsi in cabina. Jack la tenne d'occhio fino a che non scomparve sotto coperta. Si accarezzò le treccine del pizzetto,rimuginando ancora sulle motivazioni che aveva mosso la donna ad intraprenderr un viaggio fatale. 

*****

Will se ne stava in cima all'albero maestro,in silenzio. La solitudine lo aveva colpito nel profondo e la notte non dormiva. Un pò per l'assenza di Elizabeth ed un pò per le apparizioni di Calypso,che lo tormentava costantemente. Una cosa lo sollevava. Aveva avuto modo di fare un patto con la dea: se passati i primi dieci anni,Elizabeth lo avesse ancora amato ed aspettato,la maledizione di sarebbe dissolta. Sospirò osservando i suoi uomini,che lavoravano sotto di lui. Camminava su e giú per il ponte e di tanto in tanto,controllavano le reti sperando di aver pescato la cena. Aveva preferito conservare le scorte in extremis per evitare un rifornimento all'ultimo minuto. Si era conquistato la fiducia di tutta la ciurma,anche grazie al sangue di suo padre,che sollevò lo sguardo in alto per incontrare il suo volto desolato. Gli sorrise bonariamente prima di allontanarsi di nuovo. Will si sentiva diviso a metà: per liberare suo padre,aveva perso Elizabeth. La cosa gli rodeva la psiche ed il cuore. Istintivamente,passò le dita sulla brutta cicatrice ancora ben visibile sul suo petto. Sorrise. Almeno il suo cuore era al sicuro.

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - La taglia ***


Due giorni dopo...

Mancavano poche ore all'alba quando Elizabeth aprí gli occhi. Avevano superato una lunga notte di burrasca e solo da poco,la tempesta aveva smesso di scuotere la nave. Avevano rischiato più volte di ribaltarsi a causa delle enormi onde,generate da un vento impetuoso e gelido,che avevano quasi trascinato via gli uomini della ciurma. Si accorse di essersi addormentata vicino al timone,dopo aver stabilizzato la rotta del vascello. Uno strano trambusto le arrivò alle orecchie,svegliandola e si mise in piedi,osservando gli uomini che correvano sul ponte per affacciarsi sulla balaustra di babordo. Prese il cannocchiale e lo allungò in direzione di un altra nave. Il suo cuore perse un battito << É l'Olandese Volante! Fermi! >> urlò in tono di comando. 

<< Nave a babordo! >> gridò la vedetta dalla cima dell'albero maestro dell'Olandese. Il Capitano Turner scese dalle scalette,afferrò una cima e si arrampicò sulle sartie per poter vedere meglio. I suoi occhi si sgranarono alla vista di Elizabeth al timone << Gettate le ancore! >> urlò Will scendendo dalle sartie,saltando sulle assi del ponte mentre gli uomini presero a smaniare attorno a lui. 

Le due navi si affiancarono mentre i primi raggi di sole illuminavano la distesa di un intenso color cobalto. Un uomo barbuto posò una lunga asse come passerella mentre i due Capitani si fissarono sui fronti opposti. Jack uscí da sottocoperta,svegliato dal trambusto con la sua solita andatura,facendo ondeggiare le treccine tintinnanti dei suoi capelli mentre si sistemava il tricorno,usurato dal tempo e dalla salsendine.  Sbarrò gli occhi alla vista di quella nave maestosa e Will sul ponte,con in testa una bandana e con indosso una camicia bianca,un paio di pantaloni marroni e degli stivali. Armato di una coppia di pistole,appese al cinturone,insieme ad una sciabola. Fissava Elizabeth,immobile anche lei sul ponte in attesa forse di una conferma a ciò che stava accadendo. Will mise un piede sulla passerella e cominciò a camminare verso di lei,allargando le braccia per equilibrarsi. La raggiunse saltando sul ponte,a pochi centimetri da lei. Si sorrisero,ancora increduli di essere cosí vicini. La attirò a sé,stringendole i fianchi prima che le loro labbra si incontrassero a metà strada. I marinai sollevarono ovazioni di gioia e fischi di congratulazioni. Will la guardò sorpreso,appoggiando la fronte contro quella della moglie << Che ci fai per mare? >> le chiese quasi confuso mentre riprendeva fiato << Sono venuta a cercarti... >> gli disse con un sorriso largo,stampato in faccia e carezzandogli le guance rese ispide per il principio di barba,che dava a Will un'aria un pò più invecchiata. Jack ballonzolò vicino a loro,dividendoli con un gesto delle mani << Mi spiace interrompere questa bella e commovente riunioncina amorosa,ma qui c'é qualcuno che vuole trovare la Fonte! >> disse rivolto soprattutto alla giovane capitana,che per tutta risposta lo fulminò con uno sguardo infuocato << Non sei tu che prendi decisioni... >> ringhiò. Fra sguardi rabbiosi,ovazioni per i capitani e comandi ferrei,Will invitò Elizabeth e Jack nella propria cabina privata sul millenario Olandese Volante. Mentre entravano,alcuni marinai squadrarono Jack in modo a dir poco amichevole. Si sedettero attorno ad un tavolo ligneo,modesto ma comunque di pregio mentre sul ponte,regnava il silenzio interrotto dal chiacchiericcio dei marinai << Allora é vero... - esordí rivolgo a Sparrow,che già si era scolato metà bottiglia di rum sequestrata ad un uomo dell'Olandese - Sei alla ricerca della Fonte dell'Eterna Giovinezza... >> << Se lo dicono in tanti,dev'essere vero - rispose con puntigliosa ed ironica non curanza,prima di sollevare l'indice della mano non occupata a tenere la bottiglia - Però sono costretto a condividere il bottino con la tua adorabile donzella,che ha mentito sul fatto di essere qui per te >> sbottò puntandole il dito anellato contro. Aveva compreso il motivo del loro incontro: la cosa he bramava di piú il Capitano Swann era il marito. E la bussola aveva svolto appieno il prorpio dovere. Will rivolse lo sguardo perplesso ad Elizabeth << Voglio arrivare alla Fonte per stare con te... - posò una mano su quella del marito - Non posso aspettare dieci anni. Io voglio vivere con te,per mare... >>. Il Capitano Turner non poté fare a meno di sorridere,adagiando la propria mano su quella della compagna << Ho fatto un patto con Calypso... - Jack lo fissò con gli occhi sgranati ed il sorso di liquore ancora in bocca - Se fra dieci anni,mi vorrai ancora lei scioglierà la maledizione e potremmo tornare a terra. Vivere una vita normale,come abbiamo sempre desiderato... >>. Lei abbassò lo sguardo << Non puoi... >> mormorò avvilita << Che vuol dire che non posso? >> << C'é una taglia su di te. Il nuovo Governatore ha perfino ucciso Mr Brown,il tuo vecchio capo fabbro. Chiunque abbia avuto un qualsiasi tipo di rapporto con te,subirà la pena di morte... Non possiamo più tornare a Porta Royal >>. Dei brividi inquietanti percorsero la spina dorsale di Will,che restò profondamente turbato da quelle parole. 

****

La luna piena era sorta da un pezzo ormai e le due navi,ancorate il mezzo al blu del mare,dondolavano leggermente,in un moto sopporifero,per le placide onde spinte dalla leggera brezza notturna. Jack tracannava rum,sorvegliato da Gibbs che deteneva il controllo della nave al posto di Elizabeth,che invece avrebbe soggiornato presso l'Olandese Volante. Si sentiva un pò a disagio mentre rientrava nella vecchia cabina di Davy Jones,con lo stesso forziere che gli era appartenuto e che adesso,nascondeva il cuore pulsante di Will << Credevo che ci avessi ripensato... >> esordí con un lieve sorriso,facendola quasi sobbalzare per la sorpresa << Certo che no >> finse un tono offeso,poggiando il forziere sulle travi del legno,appena sotto ad un mobile. Un posto nascosto e sicuro. Lui la osservò muoversi per la cabina fino dietro ad un separé,che aveva fatto predisporre precedentemente. Voleva farla sentire a casa,nonostante l'aspetto sempre trasandato della nave. Si chiese come fosse riuscita ad ambientarsi cosí facilmente ad un luogo umido,salmastro,con scarsa igiene e rado rispetto per le donne. Mentre la sua mente era invasa da tali pensieri,si slacciò il cinturone con le pistole e lo lasciò appeso ad un gancio sulla parete. Elizabeth intanto si preparava per la notte con un forte dubbio << Sicuro che non ti darò fastidio? >> gli chiese agganciandosi l'ultimo bottoncino della sottoveste. Will sorrise dando un veloce sguardo all'amaca << No,sta' tranquilla... >> rispose tranquillo pentendosi però di non averle preparato un giaciglio migliore. Si sfilò la camicia,un pó logora sulle maniche e la appoggiò sullo schienale di una sedia,ignaro della lunga occhiata che gli stava concedendo la compagna. Osservò le spalle,rese più forti dal duro lavoro,da sempre parte della sua vita. Il suo sguardo indugiò sulla schiena scoperta,dove ancora si intravedevano le cicatrici delle frustate a causa di Jones. Si riscosse quando Will si voltò a guardarla << Tutto bene? >>. Lei annuí prima di avvicinarsi con passo sicuro. Si perse in quegli occhi scuri come il cacao,profondi come pozzi,scrutando ogni minimo particolare di quel volto tanto caro che adesso,le distava a pochi centimetri. Will sorrise sornione mentre Elizabeth gli scostava la bandana,liberandogli i capelli riccioluti << Vedi qualcosa che ti piace? >> la stuzzicò giocosamente,posandole le mani sui fianchi << Sei un pirata davvero affascinante... >> sussurrò lei prima di stampargli un dolce bacio sulle labbra << Ne sono lusingato,Signora Turner ma sono ancora ben memore del vostro bisogno di riposo... >>. Si chinò,sollevandola come una sposa per poi adagiarla sull'amaca. Con estrema agilità,si sistemò nel lembo di stoffa facendo in modo che Elizabeth,dovesse stringersi a lui per non cadere << Siete un manigoldo... >> lo scherní,lasciandosi abbracciare dal marito. Erano cosí vicini che non c'era bisogno di parlare ad alta voce. << Dormi... >> le mormorò a bassa voce,facendole posare la testa sul proprio petto. Lei obbedí,accoccolandosi vicina a Will. Lo sguardo le cadde sul pettorale sinistro, dove ancora era ben visibile la cicatrice. D'istinto,la sfiorò con la punta delle dita << Ti fa' male? >> chiese con un fil di voce. Will abbassò lo sguardo sulla moglie,che teneva una guancia premuta sulla sua spalla << No... Ti infastidisce? >>. Elizabeth scosse la testa,posando una mano sul suo petto << Mi ricorda che sei mio,sotto ogni punto di vista... >>. Gli sorrise timidamente prima di chiudere le palpebre ormai pesanti ed addormentarsi,cullata dalle carezze di Will,che ancora faticava a prender sonno. La guardò scrupolosamente e assaporando il calore che riusciva a dargli,fino a che stremato non cadde anche lui in un sonno profondo.

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