Uno Splendido Disastro

di Noe98_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Allarme Rosso ***
Capitolo 2: *** Maiale ***
Capitolo 3: *** Battute Velenose ***
Capitolo 4: *** La Scommessa ***
Capitolo 5: *** Zac Efron ***
Capitolo 6: *** La Svolta ***
Capitolo 7: *** Diciannove ***
Capitolo 8: *** Voci ***
Capitolo 9: *** La Promessa ***
Capitolo 10: *** Impassibile ***
Capitolo 11: *** Gelosia ***
Capitolo 12: *** Fatti Della Stessa Pasta ***
Capitolo 13: *** Full ***
Capitolo 14: *** La Città Del Peccato ***
Capitolo 15: *** Casa ***
Capitolo 16: *** No, Grazie ***
Capitolo 17: *** La Scatola ***
Capitolo 18: *** Hellerton ***
Capitolo 19: *** L'ultimo Ballo ***



Capitolo 1
*** Allarme Rosso ***




Allarme Rosso



Tutto in quel posto mi urlava che ero dove non dovevo essere. Le scale erano malandate, gli spettatori pigiati spalla a spalla scalmanati, e l'aria puzzava di sudore, sangue e muffa. L'atmosfera si fece del tutto confusa quando i presenti cominciarono a gridare nomi e numeri, ad agitare le braccia, a scambiarsi denaro in mezzo al baccano. Mi feci largo tra la folla tallonando il mio migliore amico. 
<< Tieni i soldi nel portafoglio Zayn! >> mi gridò Louis. Il suo sorriso brillava pure nella luce fioca. 
<< Stammi vicino! Quando inizierà, sarà anche peggio! >> gridò Harry per sovrastare il baccano. Guidandoci in quella marea di gente, Louis afferrò prima la sua mano e poi la mia. Il gemito acuto di un megafono squarciò l'aria fumosa. Quel suono mi spaventò e sussultai, cercandone la fonte. Un ragazzo in piedi su una sedia di legno teneva un rotolo di banconote in una mano e il megafono sull'altra. lo avvicinò di nuovo alle labbra. 
<< Benvenuti al bagno di sangue! Se state cercando economia 101... siete nel posto sbagliato! Ma se cercate il cerchio, questa è la Mecca! Io sono Adam, stabilisco le regole e do inizio all'incontro. Le scommesse si chiudono quando gli avversari scendono in campo. E' proibito toccare i lottatori, prestare soccorso, cambiare la posta in gioco e invadere il ring. Se infrangerete queste regole, vi faremo sputare l'anima, vi cacceremo a calci in culo e ci terremo i vostri soldi. Vale anche per voi, signore! Perciò, ragazzi, non usate le vostre troiette per imbrogliare!  >> Harry scosse la testa. << Gesù, Adam! >> gridò, disapprovando la scelta di parole dell'amico. 
Il cuore mi batteva forte nel petto. Con la mia felpa grigia mi sentivo come un educando su una spiaggia di nudisti. Avevo promesso a Louis che avrei affrontato qualsiasi cosa mi fossi trovato davanti, ma in quel momento provai l'impulso di aggrapparmi al suo braccio sottile come uno stecchino. Non mi avrebbe mai messo in pericolo, ma mi trovavo in un seminterrato con una cinquantina di studenti ubriachi, assetati di sangue e di soldi, e non ero del tutto certo che ne saremmo usciti illesi. 
Da quando Louis aveva conosciuto Harry all'orientamento matricole, lo accompagnava spesso agli incontri clandestini negli scantinati della Eastern University. Si tenevano sempre in luoghi diversi, che restavano segreti fino a un'ora prima dell'inizio. Di solito frequentavo ambienti più tranquilli, e l'esistenza del mondo sotterraneo della Eastern mi sorprese. Harry invece lo conosceva ancora prima di iscriversi: Liam, suo compagno di stanza e cugino, combatteva da sette mesi. Correva voce che da matricola fosse stato il pugile più temibile che Adam avesse visto in tre anni nonostante il suo orientamento sessuale, ma nonostante ciò molte ragazze della Eastern non ci badavano. 
Adam portò ancora il megafono alla bocca, mentre le urla crescevano a dismisura: << Stasera abbiamo un nuovo sfidante! L'astro della lotta Marek Young! >>. Segui un'ovazione e all'ingresso del ragazzo la folla si divise come il mar Rosso, creando un cerchio tra fischi e provocazioni. Marek saltellava, flettendo il collo con aria seria, concentrata. Il vociare del pubblico si placò fino a diventare un sordo boato, poi dalle grandi casse collocate all'altro capo dell'locale si riversò una musica assordante e io mi tappai le orecchie. 
<< Il prossimo contendente non ha bisogno di presentazioni ma, siccome mi fa una paura fottuta, lo presenterò lo stesso! Ragazzi, tremate, ragazze, attente alle mutandine! Ecco che arriva Liam " Mad Dog" Payne! >>
Il frastuono salì alle stelle non appena Liam comparve sulla soglia. Fece il suo ingresso a torso nudo, rilassato e impassibile. Avanzò con disinvoltura fino al centro del Cerchio, toccò con i pugni le nocche di Marek i sui muscoli sodi guizzarono sotto la pelle tatuata. Si protese in avanti e sussurrò qualcosa all'orecchio dell'avversario, che faticò a mantenere l'espressione severa, I due combattenti, vicinissimi, si guardarono negli occhi: lo sguardo di Marek era truce mentre Liam sembrava vagamente divertito. 
Arretrarono di qualche passo e Adam diede il segnale al megafono. Marek si mise in guardia e Liam attaccò. quando la folla mi bloccò la visuale, mi alzai in punta di piedi e mi spostai di lato per riuscire a vedere qualcosa. Pian piano, mi feci strada nella calca urlante. Tra spallate e gomitate nei fianchi, fui scagliato di qua e di là come la pallina di un flipper, ma scorsi le teste dei due avversari e continuai.
Raggiunta la prima fila vidi le braccia robuste di Marek afferrare Liam, cercando di gettarlo a terra. Nel momento in cui si chinò, Liam gli diede una ginocchiata in faccia e attaccò prima che potesse riprendersi, bersagliandogli di pugni il volto insanguinato.
In quell'istante, venni strattonato all'indietro.
<< Che diavolo combini Zayn? >> disse Harry, con le dita strette saldamente al mio braccio.
<< Là dietro non vedevo nulla! >> gridai. 
Mi girai mentre Marek tirava un pugno poderoso. Liam si voltò e per un attimo pensai  che lo avesse solo schivato, invece fece una rotazione completa su se stesso e colpì con il gomito il centro esatto del naso dell'avversario. Il sangue mi schizzò addosso e m'imbrattò il viso e la felpa. Marek crollò a terra con un tonfo e per un breve istante nella stanza calò un silenzio totale.
Adam gettò un panno scarlatto sul corpo inerte e la folla esplose in un boato. Il denaro passò di nuovo di mano in mano, e sui volti dei presenti comparvero espressioni diverse, alcune compiaciute, altre deluse.
Nel trambusto generale venni spintonato. Alle mie spalle Louis mi chiamò, ma ero ipnotizzato dalla striscia rossa sui miei vestiti, che andava dal petto alla vita.
All'improvviso la mia attenzione fu attirata da un paio di pesanti stivali neri. Alzai lo sguardo: jeans sporchi di sangue, addominali perfettamente scolpiti, un petto nudo tatuato madido di sudore e intensi occhi castani. La folla mi spinse in avanti e Liam mi afferrò appena prima che cadessi.
<< Ehi! state lontani da lui! >> gridò accigliato, allontanando a spallate chiunque mi si avvicinasse. Alla vista della mia felpa la sua espressione corrucciata si distese in un sorriso. << Mi dispiace per il sangue, Pigeon >>, esclamò, pulendomi il viso con un asciugamano.
Adam gli diede uno schiaffetto sulla nuca. << Forza, Mad Dog! La grana ti aspetta! >>
Liam non distolse lo sguardo da me. << E' un vero peccato per la maglia ti dona. >> Un attimo dopo fu inghiottito dai fan e scomparve.
<< Cosa credevi di fare, idiota? >> urlò Louis tirandomi per un braccio.
Sorrisi. << Sono venuto a vedere un incontro, no? >> << Non dovresti neanche essere qui Zayn >>, mi rimproverò Harry.
<< Neanche Louis. >> << Lui non ha cercato di entrare nel Cerchio! >> ribatté cupo.
<< Andiamo. >> 
Louis mi sorrise e mi tolse le ultime tracce di sangue dalla faccia. << Sei un vero rompi scatole Zayn. Dio, quanto ti voglio bene! >> Mi cinse le spalle e insieme risalimmo le scale, uscendo nella notte.


 
XXX
L'indomani Harry e Louis mi raggiunsero per pranzo. Avrei voluto mangiare da solo ma, man mano che gli studenti affluivano in mensa, le sedie attorno a me vennero occupate dai membri della confraternita di Harry o dai giocatori di football. << Haz >>, chiamò qualcuno.
Lui rispose con un cenno. Voltandoci, Louis e io vedemmo Liam che si sedeva in fondo al tavolo. Era accompagnato da due voluttuose bionde tinte con la maglietta della Sigma Kappa. Una gli si sedette in grembo, l'altra al suo fianco e cominciò a palpargli la T-shirt. 
<< Tanto a letto non ti ci porta, >> bofonchiò Louis. 
La bionda in braccio a Liam si girò. << Ti ho sentito, stronzo. >> Louis afferrò il suo panino e lo lanciò, mancando per un soffio il volto della ragazza. prima che questa potesse ribattere, Liam abbassò le ginocchia, facendola cadere a terra. << Ahia! >> stillò lei. 
<< Louis è mio amico. Trovati altre due ginocchia su cui sederti, Lex. >> 
<< Liam! >> frignò mentre si rimetteva in piedi.
Lui non rispose e si concentrò sul suo piatto. Lex allora guardò l'amica sbuffando, e un attimo dopo tutte e due si allontanarono tenendosi per mano.
Liam ammiccò a Louis. Poi, come se niente fosse accaduto, addentò un altro boccone, si scambiò un'occhiata con Harry e iniziò a parlare con un giocatore di football che gli sedeva di fronte. Fu allora che notai un piccolo taglio sul suo sopracciglio.
Anche se molti avevano già lasciato il tavolo, Louis, Harry e io ci attardammo a discutere dei progetti del fine settimana. Liam fece per andarsene, ma poi si fermò con noi. Lo ignorai il più a lungo possibile ma, quando alzai lo sguardo, notai che mi stava fissando.
<< Come dici? >> chiese Harry a voce alta portando la mano all'orecchio. 
<< Lo conosci, Liam. È il migliore amico di Louis. L'altra sera era con noi >>, aggiunse.
Liam mi rivolse quello che immagini fosse il sorriso più affascinante del suo repertorio. Con i capelli castani cortissimi e gli avambracci tatuati, emanava sesso e ribellione. Vedendo che tentava di sedurmi, alzai gli occhi al cielo. 
<< Da quando hai un migliore amico, Lou? >> chiese. 
<< Dal terzo anno delle superiori >>, rispose lui sorridendomi. << Non ricordi, Liam? Gli hai rovinato la felpa >> 
Lui ghignò. << Ho rovinato parecchie maglie. >>
<< Disgustoso >>, borbottai.
Liam girò la sedia vuota al mio fianco e si sedette appoggiandovi sopra le braccia. << Pigeon, giusto? >> 
<< No >>, ribattei secco. << Ho un nome. >> 
Il modo in cui lo guardavo sembrò divertirlo, il che servi solo a farmi infuriare di più. 
<<  Be'? Qual è? >> domandò. 
Addentai l'ultimo pezzo di mela nel piatto, in silenzio.
<< Ti chiamerò Pigeon, allora >>, osservò con una scrollata di spalle.
Guardai Louis, poi mi girai verso Liam. << Sto cercando di pranzare. >> 
Lui raccolse prontamente la sfida. << Sono Liam. Liam Payne. >> 
<< So chi sei >>, risposi con tono di sufficienza. 
Inarcò il sopracciglio ferito. << Lo sai, eh? >>
<< Non montarti la testa. È difficile non notarti quando cinquanta ubriachi urlano il tuo nome. >>
Si raddrizzò leggermente. << Lo fanno spesso. >> Alzai di nuovo gli occhi al cielo e lui ridacchiò. << Hai un tic? >>
<< Un che? >> 
<< Un tic. Continui a muovere gli occhi. >> Lo guardai furioso e lui esplose in un'altra risata. << Però sono occhi incredibili. Di che colore sono, caramello? >> domandò avvicinandosi al mio viso. 
Fissai il piatto. Il modo in cui mi faceva sentire quand'era così vicino mi infastidiva. Non volevo assolutamente lasciarmi condizionare.
<< Non pensarci neanche, Liam. È come se fosse mio fratello >>, lo ammonì Louis.
<< Tesoro >>, osservò Harry, << Gli ha appena detto di no. Adesso chi lo ferma più? >>
<< Non sei il suo tipo >>, ribatté lui cercando di prendere tempo.
Liam si finse offeso. << Io sono il tipo di tutti! >> 
Lo guardai di sottecchi e sorrisi. 
<< Ah! un sorriso. In fondo, non sono uno sporco bastardo! >>, esclamò ammiccando. << È stato bello conoscerti Pidge. >> Girò attorno al tavolo e sussurrò qualcosa all'orecchio di Louis. 
Harry gli tirò una patatina fritta. << Stai alla larga dall'orecchio del mio ragazzo, Liam! >>
<< Sono una persona socievole, lo sai! >> Liam indietreggiò, sollevando le mani con aria innocente.


 
XXX
Louis scoppiò a ridere. << Sei nei guai, Zayn. >>
<< Cosa ti ha detto? >> domandai sospettoso.
<< Vuole che lo porti da noi, vero? >> disse Harry. Louis annuì e lui scosse la testa. << Sei un ragazzo sveglio, Zayn. Ti avverto: se ci caschi e finisci per perdere la testa, non prendertela con me e Louis, d'accordo? >>
Sorrisi. << Non ci cascherò, Haz. >>
<< Non succederà >>, lo rincuorò Louis toccandogli il braccio. 
<< Non è la prima volta, Lou. Sai quante volte mi ha incasinato la vita? Seduce e abbandona, e d'un tratto frequentarmi diventa un conflitto d'interesse, perché significa fraternizzare con il nemico! Zayn, ti avverto >>, aggiunse rivolto a me. << Non ti azzardare a proibire a Lou di uscire con me solo perché ti sei lasciato abbindolare da Liam. Considerati avvisato. >>
<< Apprezzo il consiglio, ma è superfluo >>, risposi. Cercai di rassicurarlo con un sorriso, anche se sapevo che quel pessimismo nasceva da anni di scottature subite a causa di Liam. Louis mi salutò allontanandosi con Harry e io afferrai lo zaino, avviandomi in aula per la lezione pomeridiana. 
Posai lo zaino a terra e mi lasciai cadere sulla sedia, quindi mi piegai per prendere il laptop. Quando mi risollevai vidi Liam che si era infilato nel banco accanto.
<< Bene. Puoi prendere appunti per me >>, esordì. Masticò la penna che aveva in bocca e sfoderò di nuovo il suo sorriso più seducente.
Lo guardai indignato. << Tu non segui questo corso. >>
<< Certo che lo seguo. Di solito mi siedo lassù >>, rispose indicando con un cenno la fila più in alto.
<< Non prenderò appunti per te. >> 
Lui si chinò avvicinandosi tanto da farmi sentire il suo respiro sulla guancia. << Scusami, ti ho offeso in qualche modo? >> Sospirai e scossi la testa.
<< Allora qual'è il problema? >>
Tenni la voce bassa. << Non ho intenzione di venire a letto con te. Lascia perdere. >> 
Un sorriso si allargò sul suo volto. << Non ti ho chiesto di venire a letto con me. >> Spostò pensieroso lo sguardo sul soffitto. << Giusto? >> 
<< Non sono un tuo ammiratore >>, dissi osservando le ragazze alle nostre spalle. << I tatuaggi, il fascino infantile e la finta indifferenza non fanno colpo su di me, perciò puoi smetterla con le buffonate, okay? >>
<< Okay, Pigeon. >> << Perché stasera non vieni da noi con Louis? >> Sogghignai alla richiesta, ma lui si avvicinò di più << Non sto cercando di scoparti, voglio solo frequentarti. >> << Scoparmi? Ma come fai a portarteli a letto se parli così? >> Lui scoppiò a ridere e scosse la testa. << Vieni e basta. Non flirterò nemmeno, lo giuro. >>
<< Ci penserò. >> 
Lui sorrise e si rilassò. Mi sforzavo di ignorarlo, ma la sua vicinanza e i muscoli possenti del suo braccio mi crearono non poche difficoltà. Continuò a giocherellare con il bracciale di pelle nera che aveva al polso finché il professore non terminò la lezione. Al quel punto mi affrettai a raggiungere la porta e a percorrere il corridoio. Proprio mentre credevo di essere a distanza di sicurezza, Liam mi affiancò.
<< Ci hai pensato? >> chiese mettendosi gli occhiali da sole. 
Feci una smorfia. << Di che parli? >>
<< Hai deciso se verrai? >>
<< Se dico di sì, smetterai di seguirmi? >> 
Liam valutò la proposta e annuì. << Sì. >>
<< Allora verrò. >>
<< Quando? >>
Sospirai. << Stasera. Verrò stasera. >> 
Lui sorrise e si bloccò di colpo. << Grande. Allora ci vediamo, Pidge >> 
Girai l'angolo e vidi Louis e Finch davanti allo studentato. C'eravamo ritrovati allo stesso tavolo dell'orientamento matricole e avevo capito subito che Finch sarebbe diventato parte del nostro ingranaggio ben collaudato.
<< Liam Payne? Gesù, Zayn, da quando peschi in acque pericolose? >> disse Finch con uno sguardo di disapprovazione. Louis prese la gomma che stava masticando tra due dita e la tirò fino a formare una lunga striscia. << Respingerlo significa solo peggiorare le cose. Non è abituato ai rifiuti. >>
<< E cosa dovrei fare? Andare a letto con lui? >>
Louis scrollò le spalle. << Risparmieresti tempo. >> 
<< Gli ho detto che stasera sarei andato da lui. >>
Finch e Louis si scambiarono un'occhiata.
<< Che c'è? Ha promesso che avrebbe smesso di tormentarmi se avessi accettato. Tu vai da loro stasera, vero? >>
<< Be', sì >>, rispose Louis.
Sorrisi ed entrai nell'edificio, chiedendomi se Liam avrebbe mantenuto la promessa di non flirtare con me.


 
XXX
Qualche ora più tardi, Louis bussò alla mia porta per accompagnarmi da Harry e Liam.
<< Gesù! Sembri un senzatetto! >> sbottò quando mi vide.
<< Bene >>, dissi, soddisfatto dall'effetto d'insieme. Avevo arruffato i capelli, e alle lenti a contatto avevo preferito gli occhiali con la montatura nera rettangolare. Avanzai ciabattando nelle mie infradito, fiero di sfoggiare una T-shirt logora e un paio di pantaloni della tuta. Avevo pensato che apparire scialbo sarebbe stato in ogni caso il piano migliore. Speravo di spegnere l'entusiasmo di Liam, e di porre termine finalmente a quella assurda insistenza. E l'aspetto dimesso lo avrebbe scoraggiato anche nel caso in cui avesse voluto un semplice amico.
Lasciammo l'auto nel parcheggio nel palazzo di Harry e seguii Louis lungo le scale. Lui venne ad aprire e scoppiò a ridere quando feci il mio ingresso.
<< Cosa ti è successo? >>
<< Non vuole far colpo su nessuno >>, spiegò Louis. Andarono nella stanza di Haz. La porta si chiuse alle loro spalle e io restai solo con la sensazione di essere fuori posto. Mi sedetti nella poltrona reclinabile e mi sfilai le infradito.
L'estetica dell'appartamento era più gradevole della tipica casa da scapoli. La casa era pulita, i mobili erano nuovi e sopratutto non si sentiva puzza di birra vecchia e di abiti sporchi.
<< Era ora! >> esclamò Liam buttandosi sul divano.
Sorrisi e mi sistemai gli occhiali sul naso, aspettando che manifestasse disgusto per il mio aspetto. << Louis doveva finire un saggio. >> 
<< A proposito, hai già iniziato quello di storia? >>
Non aveva battuto cipiglio di fronte hai miei capelli in disordine, e la cosa mi indispettii. << E tu? >>
<< L'ho finito questo pomeriggio. >>
<< Ma è per mercoledì >>, replicai sorpreso.
<< L'ho buttato giù. Quanto potrà essere difficile scrivere un saggio di due pagine su Grant? >>
<< Io sono uno che temporeggia. >>
<< Be', se ti serve aiuto fammelo sapere >>
<< Mi aiuteresti davvero? >> chiesi perplesso.
<< Ho il massimo dei voti in storia >>, replicò.
<< Dico sul serio, Pidge, se hai bisogno di aiuto, non hai che da chiedere. >>
<< Non mi serve il tuo aiuto. Sono in grado di scrivere un saggio. >> Dissi un po' scocciato,  << Okay Okay ho capito... Comunque  mi piace questo look naturale. La gente non viene da me così. >>
<< Io sono stato costretto a venire qui. Non ho mai voluto fare colpo su di te >>, obbiettai, seccato per il fallimento del mio piano.
Lui sfoderò un ghigno divertito, infantile, e io m'infuriai ancora di più, sperando però che la rabbia mascherasse il disagio.
<< Ma hai già fatto colpo. Di solito non devo supplicare un ragazzo perché venga da me. >>
<< Non ne dubito >>, replicai con aria indignata.
Era un presuntuoso, e della peggior specie. Dovevo cambiare strategia. Louis e Harry ci raggiunsero in salotto.
Liam si alzò. << Sto per uscire a cena. Hai fame, Pidge? >> 
<< Ho già mangiato >>, risposi con indifferenza.
<< Non è vero >> disse Louis prima di rendersi conto dell'errore. << Oh... ehm... certo, mi ero scordato che ti sei preso una.. pizza... prima. >>
Feci una smorfia di fronte a quel misero tentativo di rimediare alla gaffe e attesi la reazione di Liam. 
Lui attraversò la stanza e aprì la porta. << Forza. Sarai affamato. >>
<< Dove vai? >> 
<< Dove vuoi. Possiamo mangiarci una pizza. >>
Diedi una rapida occhiata ai miei vestiti. << Non sono presentabile. >>
Liam mi studiò per un istante e fece un gran sorriso. << Stai benissimo. Andiamo, muoio di fame. >>
Mi alzai e salutai Louis, superando Liam per scendere le scale. Mi fermai nel parcheggio e lo guardai inorridito mentre si sedeva in sella a una moto nera opaca. 
<< Uh... >> mormorai, piegando le dita nude dei piedi.
Liam mi lanciò uno sguardo impaziente. << Oh, sali. Andrò piano. >>
Salii in sella e cercai qualcosa a cui aggrapparmi, ma le mie dita scivolarono dalla pelle al fanale di plastica.
Liam mi prese le mani e se le mise intorno alla vita.
<< Non hai niente per tenerti, solo me, Pidge. Non mollare la presa >>, disse spingendo la moto all'indietro con i piedi. Uscì in strada e con uno scatto del polso partì come un razzo. 
Qualche minuto più tardi imboccò a tutta velocità il vialetto d'accesso del ristorante e, non appena si fermò, mi misi in salvo sul marciapiede.
<< Sei uno squilibrato! >>
Liam ridacchiò e mise la moto sul cavalletto prima di smontare. << Ho rispettato i limiti di velocità. >>
<< Sì, quelli di un'autostrada tedesca, che notoriamente non ne ha. >>
<< Non lascerei mai che ti accadesse qualcosa, Pigeon >>, dichiarò aprendo la porta del locale. Scrutai la sala, osservando i genitori che cercavano di far mangiare i figli turbolenti, e cercando di evitare le occhiate inquisitorie degli studenti della Eastern.
<< Certo, Liam >>, disse la cameriera annotando il nostro ordine. Quando tornò in cucina, sembrava vagamente euforica per la sua presenza.
<< Vieni spesso qui? >> chiesi acido.
Lui appoggiò i gomiti sul tavolo e mi fissò con gli occhi castani. << Allora, qual'è la tua storia, Pidge? Odi gli uomini in generale o solo me? >>
<< Solo te, credo >>, bofonchiai.
Scoppiò a ridere, divertito. << Non riesco a capirti. Sei il primo ragazzo che mi respinge. Non ti agiti quando mi parli e non cerchi di attirare la mia attenzione. >>
<< Non è una tattica. Non mi piaci, ecco tutto. >> 
<< Non saresti qui se non ti piacessi. >> 
Abbandonai l'espressione accigliata e sospirai. << Allora, qual è la tua storia? >> chiesi cambiando discorso. << Sei sempre stato Liam "Mad Dog" Payne o ti chiamano così da quando sei alla Eastern? >> Per la prima volta, la sua sicurezza vacillò: Sembrava un po' imbarazzato.
<< No. È stato Adam a inventare quel sopranome, dopo il primo incontro. >>
Le sue risposte spicce cominciavano a irritarmi. << Tutto qui? Non hai intenzione di dirmi niente di te? >>
<< Cosa vuoi sapere? >>
<< Le solite cose. Da dove vieni, cosa vuoi fare da grande... cose così. >>
<< Sono nato e cresciuto qui e mi sto specializzando in diritto penale. >>
<< Stai scherzando >>, osservai incredulo.
<< No, sono di queste parti >>, affermò distrattamente.
<< Parlo della specializzazione. Non sembri un tipo da diritto penale. >>
Liam corrugò la fronte, tornando a concentrarsi sulla nostra conversazione. << Perchè? >> 
Scrutai i tatuaggi che gli coprivano il braccio. << Dico solo che sembra ti si addica più il crimine che la giustizia. >>
<< Non mi caccio nei guai... Papà era piuttosto severo. >>
<< E tua Mamma? >>
<< È morta quand'ero piccolo >>, rispose in tono freddo.
<< Mi... mi dispiace >>, dissi scuotendo la testa. La sua risposta mi aveva colto alla sprovvista.
Liam reagì con noncuranza. << Non me la ricordo. I miei quattro fratelli sì. >>
<< Quattro fratelli, eh? Come facevi a distinguerli? >> chiesi ironico.
<< A seconda di chi picchiava più forte. >>
<< E tuo Padre? Dov'è? >>
<< Vive da queste parti >>, rispose.
<< Perché ridono? >> domandai indicando la tavolata rumorosa. Lui scosse la testa, era chiaro che non ne volesse parlare. Incrociai le braccia e mi dimenai sulla sedia. << Dimmelo. >>
<< Ridono di me perché innanzitutto ti ho portato a cena. Di solito non è una... mia abitudine. >>
<< Di cosa stavamo parlando? >> chiesi cambiando discorso. 
<< Di te. >>
<< Qual è la tua specializzazione? >>.
<< Oh, ehm... cultura generale, per il momento. Sono ancora indeciso, ma propendo per ragioneria. >>
<< Tu però non sei di queste parti. Ti sei trasferito. >>
<< Sono di Wichita, come Louis. >>
<< E come sei finito qui dal Kansas? >>
<< Siamo stati costretti a scappare. >>
<< Da cosa? >>
<< Dai miei genitori. >>
<< Oh. E Louis? Anche lui a problemi con i genitori? >>
<< No, Mark e Johanna sono fantastici. In pratica mi hanno allevato loro. Lui mi ha seguito, non voleva venissi qui da solo. >>
Liam annuì. << E come mai avete scelto la Eastern? >>
<< Mi stai facendo il terzo grado? >> Le domande stavano diventando troppo personali e iniziavo a sentirmi a disagio.
La squadra di calcio lasciò il tavolo. Dopo un ultima battuta, i giocatori si avvicinarono lentamente alla porta. Non appena Liam si alzò affrettarono il passo, e gli ultimi del gruppo spinsero quelli davanti per darsi alla fuga prima che attraversasse la sala. Lui tornò a sedersi controllando a stento rabbia e frustrazione.
Inarcai un sopracciglio.
<< Stavi dicendo perché hai scelto la Eastern >>, riprese.
Mi strinsi nelle spalle. << È difficile da spiegare. Mi è sembrata la scelta più giusta da fare. >>
Lui sorrise e aprì il menù. << So cosa intendi. >>

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Capitolo 2
*** Maiale ***


Maiale



Mi trovavo tra Louis e Finch, mentre gli altri posti erano occupati da Harry e dai suoi compagni della Sigma Tau. 
<< Ehi, Brazil! >> esclamò Harry salutando il ragazzo seduto davanti a me.
<< Mi sei mancato dopo la partita, sabato. Mi sono bevuto cinque o sei birre per te, Haz >>, rispose con un bianchissimo sorriso.
<< Mi fa piacere. Ho portato Lou fuori a cena >>, affermò accarezzando i capelli castani di Louis.
<< Sei seduto sulla mia sedia, Brazil. >>
Lui si girò e vide Liam in piedi alle sue spalle, poi mi guardò sorpreso. << Oh, è uno dei tuoi ragazzi, Liam? >>
<< Assolutamente no >>, dissi scuotendo la testa.
Brazil spostò lo sguardo su Liam, che lo fissò in silenzio. Scrollò le spalle, prese il vassoio e si spostò in fondo al tavolo.
Liam si sedette e mi sorrise. << Come va, Pidge? >> 
<< Cos'è quello? >> chiesi, incapace di staccare gli occhi dal vassoio. Il cibo misterioso nel suo piatto sembrava cera fusa.
Liam scoppiò a ridere e bevve un sorso d'acqua. << Le signore della mensa mi fanno paura. Non ho intenzione di criticare le loro capacità culinarie. >>
I presenti ci stavano osservando di sottecchi, e la cosa non mi sfuggì. Il comportamento di Liam li incuriosiva e soffocai una risata all'idea di essere l'unico ragazzo a cui, da quel che vedevano, stava ostinatamente vicino.
<< L'esame di biologia è dopo pranzo >>, gemette Louis.
<< Hai studiato? >> chiesi.
<< Dio, no. ho passato la notte a ripetere al mio ragazzo che non saresti finito a letto con Liam. >>
A quelle parole le risate sguaiate dei giocatori di football all'altro capo del tavolo si zittirono. Guardai infuriato Louis, ma lui restò indifferente e diede un colpetto a Harry con una spalla.
<< Gesù, Haz. L'hai presa davvero male, eh? >> domandò Liam lanciandoli una bustina di ketchup. Harry non rispose ma io sorrisi a Liam, grato per il diversivo.
Louis gli strofinò la schiena. << Gli passerà. Ha solo bisogno di un po' di tempo per capire che Zayn non cederà alle tue lusinghe. >>
<< Non ho cercato di sedurlo. >> Liam storse il naso, apparentemente offeso. << Lui è mio amico. >>
<< Te l'ho detto. Non c'è niente di cui preoccuparsi >>, aggiunsi, rivolto a Harry.
<< Tu hai studiato? >> mi domandò Liam.
Mi incupii. << In biologia non c'è studio che tenga. Non ci capisco niente. >>
Liam si alzò. << Vieni. >>
<< Cosa? >>
<< Andiamo a prendere i tuoi appunti. Ti do una mano a studiare. >>
<< Liam... >> 
<< Alza le chiappe, Pidge. Prenderai il massimo dei voti. >>
<< Ci vediamo in aula Lou. >> Lui sorrise. << Ti terrò un posto. Avrò bisogno di tutto l'aiuto possibile. >> 
Liam mi seguì in camera. Recuperai il foglio con gli argomenti da ripassare mentre lui apriva il libro. Mi interrogò, implacabile, poi mi chiarì un paio di cose che non avevo capito.
<< ... E le cellule somatiche usano la mitosi per riprodursi. È allora che si verificano le fasi. Ricordano un po' un nome femminile:  Prometa Anatela. >>
Scoppiai a ridere. << Prometa Anatela? >> 
<< Profase, Metafase, Anafase, Telofase. >> 
<< Prometa Anatela >>, ripetei annuendo.
Mi colpì in testa con i fogli. << Ci sei. Adesso sei tutto. >>
Sospirai. << Vedremo. >>
<< Ti accompagno in aula. Ti interrogherò per strada. >> 
Chiusi la porta alle nostre spalle. << Non ti arrabbierai se mi bocceranno, vero? >> 
<< Non ti bocceranno, Pidge. Però per il prossimo esame dobbiamo metterci sotto prima >>, rispose camminando al mio passo. 
<< Come farai a seguirmi, studiare e allenarti? >> 
Lui ridacchiò. << Non mi alleno per gli incontri. Adam mi chiama, mi dice dove si combatte e io vado. >> 
Scossi incredulo la testa mentre Liam scrutava il foglio che teneva tra le mani, in cerca della prima domanda da farmi.


 
XXX
<< In bocca al lupo >>, mi augurò con un sorriso. Mi porse gli appunti e si appoggiò allo stipite.
<< Ehi, Liam. >> 
Mi girai e vidi avvicinarsi un ragazzo alto e dinoccolato che sorrideva.
<< Zac >>, rispose Liam con un cenno.
Gli occhi di Zac s'illuminarono leggermente quando mi notò. << Ciao Zayn. >>
<< Ciao >>, risposi, stupito che sapesse il mio nome. 
Zac si avviò al suo posto scambiando battute con gli altri studenti. 
<< Chi è? >> domandai.
Liam scrollò le spalle ma la pelle attorno ai suoi occhi sembrò corrugarsi. << Zac Efron. È un mio compagno della Sig Tau. >>
<< Non sapevo facessi parte di una confraternita. >> 
<< La Sigma Tau, la stessa di Haz. Pensavo lo sapessi >>, rispose guardando Zac al di là delle mie spalle.
<< Be' non sembri un tipo da associazioni studentesche >>, commentai fissando gli avambracci tatuati. 
Liam mi sorrise. << Mio padre è un ex allievo di questa università e i miei fratelli sono tutti Sig Tau. È una faccenda di famiglia. >>
<< E hanno preteso che seguissi le loro orme? >> domandai in tono scettico.
<< Non proprio. Sono brave persone >>, disse agitando il foglio. << Sarà meglio che tu entri. >>
<< Grazie per l'aiuto >>, esclamai dandogli un colpetto con il gomito ed entrai in aula.


 
XXX
<< Com'è andata? >> chiese Louis.
Alzai le spalle. << È un bravo tutor. >>
<< Solo quello? >> 
<< È anche un buon amico. >>
Sembrò deluso e io ridacchiai vedendo la sua aria afflitta.
Il  professore entrò e ci consegnò il test. Risposi facilmente e in fretta alle domande dell'esame e mi sedetti sui gradini esterni in attesa di Louis. Si accasciò sconfitto al mio fianco e lo lasciai sfogare.
<< È stato orribile! >> strillò. 
<< Dovresti studiare con noi. Liam spiega davvero molto bene. >> 
Louis gemette e mi appoggiò la testa sulla spalla. << Non mi sei stato di alcun aiuto! Non potevi farmi un cenno o qualcosa di simile? >> Gli cinsi le spalle e lo condussi allo studentato.


 
XXX
La settimana seguente Liam mi aiutò con il saggio di storia e mi diede altre ripetizioni di biologia. Sul tabellone dei voti, il mio numero di matricola era al terzo posto. 
<< Il terzo posto più alto della classe! Magnifico, Pidge! >> esclamò abbracciandomi. Lo sguardo gli brillava per l'entusiasmo e l'orgoglio ma io, imbarazzato, feci un passo indietro.
<< Grazie, Liam. Senza di te non ce l'avrei fatta. >>
Lui mi prese in spalla e si fece strada nella folla. << Fate largo! Spostatevi, gente! Fate largo al cervello gigantesco e deforme di questo povero uomo! È un fottuto genio! >>
Ridacchiai vedendo l'espressioni sorprese e divertite dei miei compagni di classe.


 
XXX
Con il passare dei giorni dovemmo affrontare le voci insistenti che circolavano sul nostro rapporto. La fama di Liam in realtà, contribuì a placare i pettegolezzi: Era risaputo che le sue storie non duravano più di una notte, perciò, più gli altri ci vedevano insieme, più credevano che la nostra relazione fosse platonica.
Liam continuò a sedersi vicino a me a storia e a pranzare con me. Non impiegai molto a capire di essermi sbagliato sul suo conto e mi ritrovai persino a difenderlo con chi non lo conosceva bene quanto me. Un giorno, in mensa, Liam mi posò davanti un succo d'arancia.
<< Non dovevi. Sarei andato a prenderlo >>, dissi togliendomi la giacca.
<< Be', adesso non ce n'è più bisogno. >> Sorrise.
Brazil sbuffò. << Sei diventato il suo schiavo, Liam? Il prossimo passo sarà fargli aria con una foglia di palma indossando un costume della Speedo? >>
Liam gli lanciò un'occhiata assassina e io mi lanciai in sua difesa: << Fatti gli affari tuoi, Brazil. E tieni chiusa quella bocca. >>
<< Calmati, Zayn! Stavo scherzando! >> replicò lui sollevando le mani. 
Liam prima che se ne andasse con il vassoio, lanciò un'altra occhiataccia a Brazil dopodiché uscì per raggiungere il gruppetto di fumatori.
Cercai di non guardarlo mentre rideva e chiacchierava.
Quando si accorse che ero distratto, Louis mi diede una gomitata. << Cosa stai guardando, Zayn? >>
<< Niente. Non sto guardando niente. >> Appoggiò il mento sulla mano e scosse la testa.
Quando uscii dalla mensa, Liam stava finendo la sigaretta. << Aspetta, Pidge. Ti accompagno. >>
<< Non c'è bisogno che mi accompagni sempre a lezione, Liam. So andarci da solo. >>
<< Okay allora ti raggiungo dopo, Pidge. >>


 
XXX
Il professore ci lasciò andare prima del solito e attraversai svelto il prato; alle tre avevo appuntamento con Finch per dargli gli appunti di musica di Sherri Cassiddy. Guardai l'orologio e affrettai il passo.
<< Zayn? >> 
Zac corse per raggiungermi. << Non ci siamo presentati ufficialmente >>, disse tendendo la mano. << Zac Efron. >>
Gliela strinsi e sorrisi. << Zayn Malik. >>
<< Ero dietro di te quando hai saputo il voto dell'esame di biologia. Complimenti! >> esclamò ricambiando il sorriso.
<< Grazie. Se non mi avesse aiutato Liam, sarei finito in fondo alla lista, credimi. >>
<< Oh, voi due siete... >>
<< Amici. >>
Zac annuì sorridendo. << Ti ha detto che a fine mese c'è una festa alla Sigma Tau? >> 
<< In genere parliamo di biologia e di cibo. >>
Lui scoppiò a ridere. << Tipico di Liam. >>
Sulla porta della Morgan Hall Zac mi scrutò con i suoi grandi occhi azzurri.
<< Dovresti venire. Sarà divertente. >> 
<< Ne parlerò con Louis. Non dovremmo avere progetti. >>
<< Splendido. Ci vediamo là >>, disse. Lo guardai allontanarsi. Mi morsi il labbro, lusingato dell'invito. 
<< Lui è più il tuo tipo >>, mi disse finch all'orecchio.
<< È affascinante, eh? >> osservai, incapace di smettere di sorridere.
<< Puoi dirlo forte. se ti piace il genere "posizione del missionario". >>
<< Finch! >> strillai dandogli una pacca sulla spalla. 
<< Hai gli appunti di Sherri? >> 
<< Sì >>, risposi estraendoli dallo zaino. Lui si accese una sigaretta, la tenne tra le labbra e si si studiò i fogli. 
<< Sei un grande >>, commentò scorrendoli. Li piegò, se li cacciò in tasca e fece un altro tiro. << È un bene che il boiler della Morgan siano ancora fuori uso. Ti servirà una doccia fredda, visto che quel bel fusto ti ha messo gli occhi addosso. >>
<< Lo studentato è senza acqua calda? >> frignai.
<< Così dicono >>, rispose Finch mettendosi lo zaino in spalla. << vado ad algebra. Di' a Lou di non dimenticarsi di me questo fine settimana. >> 
<< Glielo dirò >>, borbottai guardando le vecchie pareti di mattone dell'edificio. Raggiunsi la mia stanza, varcai la porta e gettai lo zaino per terra.
<< Non c'è più acqua calda >>, borbottò Nick seduto al suo lato del tavolo.
<< Lo so. >>
In quell'istante il cellulare vibrò e lo aprii. Trovai un messaggio di Louis che imprecava contro gli idraulici. Pochi minuti dopo bussarono alla porta.
Louis entrò e si buttò sul mio letto con le braccia conserte. << Roba da non credere! Paghiamo una fortuna e non possiamo neanche farci una doccia calda! >>
Nick sospirò. << Smettila di lamentarti perché non vai dal tuo ragazzo? Tanto vivi praticamente lì. >> 
Gli occhi di Louis guizzarono nella sua direzione. 
<< Buona idea, Nick. Il fatto che tu sia un gran stronzo a volte torna utile. >> 
Louis estrasse il cellulare e compose un messaggio con precisione e velocità sorprendenti. Il telefono trillò e Louis sorrise. << Staremo da Haz e Liam finché non ripareranno i boiler. >>
<< Cosa? Nemmeno per idea! >> gridai. 
<< Oh sì, invece. Non ha senso che resti qui a farti docce gelate quando Liam e Haz hanno due bagni. >> 
<< Non mi hanno invitato. >> 
<< Ti invito io. Haz ha già detto che va bene. Puoi dormire sul divano... se non serve a Liam. >>
<< E se gli serve? >> 
Louis scrollò le spalle. << Allora dormirai sul suo letto. >>
<< Assolutamente no! >>
Lui alzò gli occhi al cielo. << Non fare il bambino, Zayn. Siete amici, giusto? Se non ci ha provato finora, non credo lo farà in futuro. >>
Nick ci guardò incredulo. << Liam Payne non ha cercato di venire a letto con te? >>
<< Siamo amici! >> protestai.
<< Lo so, ma non ci ha neanche provato? Lo fa con tutti. >> << Tranne che con noi >>, precisò Louis. << E con te. >>
Nick fece spallucce. << Be', non lo conosco. Ne ho solo sentito parlare. >>
<< Esatto >>, tagliai corto. << Non lo conosci nemmeno. >>
Nick tornò al suo monitor, incurante della nostra presenza.
Sospirai. << D'accordo, Lou. Preparo i bagagli. >>
Louis mi abbracciò saltellando. << Ci divertiremo un mondo! >>
Mezz'ora dopo caricammo la Honda e partimmo, diretti all'appartamento. Louis non tirò quasi il fiato, tanto chiacchierò durante il viaggio. Si fermò nel solito parcheggio e suonò il clacson. Harry scese in fretta, prese le valige dal bagagliaio e ci seguì su per le scale.
<< È aperto >>, disse ansando. 
Louis gli tenne aperta la porta. Harry grugnì mentre posava i bagagli. << Cristo, tesoro! La tua valigia pesa dieci chili di più di quella di Zayn! >>
Io e Louis restammo di stucco quando un ragazzo emerse dal bagno abbottonandosi la camicia.
<< Ciao >>, esclamò sorpreso. I suoi occhi ci squadrarono prima di spostarsi sui bagagli. 
Louis guardò Harry in cagnesco.
Lui sollevò le mani. << È qui con Liam! >> 
Questi fece la sua comparsa sbadigliando, vestito solo dei boxer. Guardò il suo ospite e gli diede una leggera pacca sul didietro. << Sono arrivati i miei amici. È meglio che tu vada. >> 
Lui sorrise, lo abbracciò e lo baciò sul collo. << Ti lascio il mio numero. >>
<< Eh... non ti preoccupare >>, rispose con noncuranza.
<< Come? >> fece lui indietreggiando per guardarlo negli occhi.
<< Ogni volta! >> sbottò Louis fissandolo. << Come fai a stupirti? Lui è Liam Payne, cazzo! È famoso per questo genere di cose, ma ogni volta si stupiscono! >> esclamò voltandosi verso Harry. Lui lo cinse con un braccio e gli fece cenno di calmarsi. 
Il ragazzo studiò sospettoso Liam, poi afferrò lo zaino e uscì sbattendo la porta.
Louis scosse la testa e si avviò in corridoio. Harry lo seguì.
Crollai sulla poltrona e sospirai chiedendomi se non fosse stata una follia accettare quell'invito.
Liam mi osservava da dietro al banco per la colazione con le braccia incrociate e un sorriso stampato in volto. << Che c'è che non va, Pidge? È stata una giornata dura? >> 
<< No, sono solo disgustato. >> 
<< Di me? >> Il sorriso era immutato. Capii che si aspettava quella ramanzina, ma quella consapevolezza non servì affatto da deterrente.
<< Sì, da te. Come fai a usare una persona, a trattarla in quel modo? >>
<< Cos'ho fatto? Si è offerto di darmi il suo numero e ho rifiutato. >>
Restai a bocca aperta di fronte a una simile mancanza di rimorso. << Fai sesso con lui ma non vuoi il suo numero? >>
Liam appoggiò i gomiti sul ripiano. << Perché dovrei volere il suo numero, se non ho intenzione di richiamarlo? >>
<< Non prometto niente a nessuno, Pidge. Non mi ha chiesto di iniziare una relazione prima di spalancare braccia e gambe sul mio divano. >>
Fissai il divano con uno sguardo carico di repulsione. << È il figlio di qualcuno, Liam. E se un giorno trattassero 
così tuo figlio? >> 
<< Mettiamola in questo modo: Mio figlio farà meglio a non abbassarsi le mutande per un imbecille che conosce appena. >>
Incrociai le braccia, ancora più infuriato della sua logica. 
<< Quindi, oltre ad ammettere di essere un imbecille, stai dicendo che, per il fatto di essere venuto a letto con te, si merita di essere cacciato come un gatto randagio? >> 
<< Dico solo che sono stato onesto con lui. È‏ una persona adulta, e consensuale... E, se vuoi sapere la verità era un po' troppo entusiasto. Ti comporti come se io avessi commesso un crimine. >>
<< Non mi sembra che avesse capito del tutto le tue intenzioni, Liam. >> 
<< Gli uomini di solito hanno giustificazioni fantasiose per le loro azioni. Non mi ha detto che voleva una relazione più di quanto io non gli abbia detto che volevo fare sesso e basta. Che differenza c'è? >>
<< Sei un maiale. >>
Liam alzò le spalle. << Mi hanno detto di peggio. >> 
Fissai il divano, e i cuscini ancora ammassati e gettati di traverso. 
<< Penso che dormirò sulla poltrona >>, borbottai. 
<< Perché? >> 
La sua aria perplessa mi fece perdere completamente il controllo. << Non dormo sul quel coso! Dio solo sa su cosa mi stenderei! >>
Liam sollevò la mia valigia da terra. << Non dormirai sul divano, né in poltrona. Dormirai nel mio letto. >> 
<< Che di certo è ancora meno igenico del divano. >> 
<< Nel mio letto non ha mai dormito nessuno tranne il sottoscritto. >>
<< Figuriamoci! >> esclamai indispettito.
<< Sono serissimo. Me li faccio sul divano, non li lascio entrare in camera. >>
<< Allora perché io ho il permesso di utilizzare il tuo letto? >>
Piegò un angolo della bocca in un sorriso malizioso. << Hai intenzione di fare sesso con me, stasera? >>
<< No! >> 
<< Ecco perché. Adesso alza quel culo suscettibile, fatti una doccia calda e poi studieremo un po' di biologia. >>
Lo guardai con rabbia, poi obbedii controvoglia.


 
XXX
La porta si aprì e trasalii. << Lou? >> 
<< No, sono io >>, rispose Liam. 
<< Cosa fai qui? Vattene subito! >>
<< Ti sei scordato l'asciugamano, ti ho portato i vestiti e lo spazzolino. >> 
<< Hai frugato tra la mia roba? >> strillai. Lui non rispose, ma sentii l'acqua scorrere dal rubinetto.
Mi avvolsi nella tenda di plastica e lo guardai: Si stava lavando i denti. << Esci, Liam. >> 
Lui mi guardò con le labbra sporche di dentifricio. << Non posso andare a letto senza lavarmi i denti. >>
<< Se ti avvicini, ti cavo gli occhi mentre dormi. >>
<< Non sbircerò, Pidge. >> rispose ridacchiando.
Aspettai sotto l'acqua. Lui sputò fece dei gargarismi e sputò di nuovo, poi la porta si chiuse. Mi risciacquai e mi asciugai il più in fretta possibile; poi m'infila maglietta e pantaloni, misi gli occhiali e mi asciugai i capelli. 
Aprì di nuovo la porta. << Dai, Pidge! Sto facendo la muffa qui! >>
Gli lanciai il pettine ma lui lo schivò. Chiuse la porta, e lo sentì ridere mentre andava in camera sua. Mi lavai i denti, uscii in corridoio e superai la stanza di Harry.
<< Notte, Zayn >>, esclamò Louis dal buio. 
<< Notte, Lou. >>
Esitai prima di bussare piano sulla porta di Liam.
<< Entra, Pidge. Non c'è bisogno di bussare. >>
Spalancò la porta ed entrai. Vidi il letto di ferro nero parallelo alla fila di finestre. Le pareti erano spoglie, tranne per un sombrero solitario appeso sopra la testiera. Sembrava si fosse appena trasferito lì. 
<< Bel pigiama >>, commentò notando i miei pantaloni della tuta un po' bucati qua e là... e la maglietta della Eastern. Si sedette sul letto e picchiettò sul cuscino.  << Be', vieni. Non mordo. >> 
<< Non ho paura di te >>, dissi, gettando il libro di biologia vicino a lui. << Hai una penna? >> 
Lui indicò con un cenno il comodino. << Nel primo cassetto. >> Mi allungai sul letto e lo aprii; Dentro trovai tre penne, una matita, una confezione di lubrificante intimo e una ciotola di vetro piena di preservativi di tutte le marche. Disgustato, afferrai una penna e chiusi di colpo il cassetto. 
<< Che c'è? >> chiese lui, sfogliando il libro.
<< Hai svaligiato un ambulatorio? >> 
<< No, perché? >> 
Tolsi il cappuccio alla penna, senza nascondere l'indignazione. << Hai una scorta di preservativi che ti basta per tutta la vita. >>
<< Meglio prevenire che curare, giusto? >> Alzai gli occhi al cielo.
Mi lesse gli appunti sottolineando i punti principali, facendomi nel contempo qualche domanda e spiegandomi con pazienza quello che non avevo capito.


 
XXX
<< Sono distrutto. Non riesco a memorizzare una sola macromolecola in più. >>
Lui chiuse il libro sorridendo. << D'accordo. >> 
Tacqui, incerto sulla sistemazione della notte. Liam uscì, percorse il corridoio e borbottò qualcosa a Harry prima di aprire il rubinetto della doccia. Mi infilai sotto le coperte, tirandole fino al mento, e restai ad ascoltare il sibilo acuto dell'acqua che scorreva nei tubi. 
Dieci minuti più tardi, il rubinetto si chiuse e il pavimento scricchiolò sotto i piedi di Liam, che entrò in camera con un'asciugamano intorno alla vita. Aveva tatuaggi dotto le clavicole e un motivo tribale sulle spalle massicce. Linee e simboli scuri gli ricoprivano l'intero braccio destro; sul sinistro i tatuaggi andavano dalla spalla al gomito mentre sull'avambraccio aveva solo una scritta. Gli diedi volutamente la schiena mentre, in piedi davanti al cassettone, lasciava cadere l'asciugamano per infilarsi un paio di boxer. 
Spense la luce e si stese a letto al mio fianco. 
<< Dormi qui anche tu? >> chiesi voltandomi. << Be', sì. È il mio letto. >>
<< Lo so, ma io... >> Mi bloccai: le uniche due alternative erano il divano e la poltrona reclinabile.
Liam sorrise e scosse la testa. << Non ti fidi ancora di me? Farò di tutto per comportarmi bene, lo giuro. >> Decisi di non mettermi a discutere, mi girai dall'altra parte e appoggiai la testa sul cuscino avvolgendomi nelle coperte per creare una netta barriera tra il suo corpo e ilo mio.
<< Buonanotte, Pigeon >>, mi sussurrò all'orecchio.


 
XXX
Mi sembrava di aver appena chiuso gli occhi quando udii la sveglia. Mi protesi per spegnerla, ma ritrassi inorridito la mano non appena sentii un corpo caldo sotto le dita. Cercai di ricordare dove fossi. Quando me ne resi conto, restai mortificato all'idea che Liam pensasse che lo avevo fatto apposta.
<< Liam? La sveglia >>, mormorai. Non si mosse. << Liam! >> ripetei scuotendolo leggermente, ma non ottenni alcuna reazione. La trovai a tentoni e, non spando come spegnerla, la colpii ripetutamente, dopodiché ricaddi sbuffando sul cuscino. 
Laim ridacchiò.
<< Eri sveglio? >>
<< Avevo promesso che mi sarei comportato bene. Ma non avevamo parlato della possibilità che ti stendessi su di me. >> 
<< Non mi sono steso su di te >>, obbiettai. << Non riuscivo a raggiungere la sveglia. È la suoneria più fastidiosa che abbia mai sentito, sembra una bestia agonizzante. >> 
Liam schiacciò un tasto. << Vuoi fare colazione? >>
Lo guardai in cagnesco, poi dissi: << Non ho fame >>. 
Sgusciai fuori dalle lenzuola, m'infilai le pantofole e mi avvicinai alla porta.
<< Dove vai? >> chiese.
<< A vestirmi e poi a lezione. Devo fornirti un itinerario dei miei spostamenti finché sarò qui? >> 
Lui si stirò e mi raggiunse, ancora in boxer. << Sei sempre così permaloso, o la cosa si placherà quando ti sarai convinto che non sto architettando un piano complesso per infilarmi nelle tue mutande? >> Mi posò le mani sulle spalle e sentii i suoi pollici accarezzarmi la pelle.
<< Non sono permaloso. >> 
Allora si chinò e mi mormorò all'orecchio: << Non voglio venire a letto con te, Pidge. Mi piaci troppo >>.
Mi superò per andare in bagno e io rimasi lì, imbambolato.
La porta si aprì ed entrò Louis, sbadigliando. << Sveglia, il mattino ha l'oro in bocca! >> esclamò sorridendo.
<< Stai diventando come tua madre, Lou >>, borbottai frugando in valigia.
<< Oooh... Qualcuno non ha dormito sta notte? >>
<< Non si è azzardato neppure a respirare nella mia direzione >>, risposi acido. 
Un sorriso d'intesa gli illuminò il volto. << Oh! >> 
<< Cosa c'è? >>
<< Niente >>, disse tornando nella stanza di Harry.
Scesi giù in cucina accompagnato da Louis e Harry, dove trovammo Liam a preparare la colazione. 
<< Non guardarmi così, Haz. Mi dispiace, non ci voglio proprio andare >>, dichiarò Louis.
<< Tesoro, la Sigma Tau organizza solo due feste per coppie all'anno >>, disse Harry tra un boccone e l'altro. << E manca solo un mese. >> 
Lui si accasciò sulla sedia. << A quelle feste vengono invitati le peggiori stronze e stronzi delle confraternite. Si conoscono tutti... sarebbe imbarazzante. >>
<< Dai, Lou. Non costringermi ad andarci da solo. >>
<< Be', magari... se trovassi un accompagnatore per Zayn... >> Disse guardando prima me e poi Liam.
Liam inarcò un sopracciglio e Harry scosse la testa. << Liam non va alle feste per coppie. Sono cose in cui porti il tuo compagno o la tua ragazza... e Liam non... be', lo sai. >>
<< Potremmo trovargli qualcun altro. >> 
Lo guardai sospettoso. << Ti ho sentito, sai. >>
Louis mi rivolse uno sguardo da cucciolo abbandonato. << Ti prego, Zayn. Ti troveremo un bel ragazzo, sveglio e divertente, e mi assicurerò che sia sexy. Ti prometto che ti divertirai! E poi, chi lo sa? Forse nascerà qualcosa. >> 
Liam mise la padella nel lavandino. << Non ho detto che non lo avrei accompagnato. >>
<< Non voglio che tu mi faccia un favore, Liam >>, osservai spazientito.
<< Non intendevo questo, Pidge. Queste feste sono per le coppie fidanzate, ed è risaputo, che a me i fidanzati non mi interessano. Ma almeno dopo non mi dovrò preoccupare che tu mi chieda un anello. >>
<< Per piacere, Zayn! >> rincarò la dose Louis.
<< Non mi guardare così! >> protestai. << Liam non ci vuole andare, io nemmeno... non saremmo di grande compagnia. >> Liam incrociò le braccia e si appoggiò al lavandino. << Potrebbe essere anche divertente, se fossimo in quattro >>, osservò alzando le spalle. 
Mi fissarono tutti e io feci un passo indietro. << Perché non restiamo qui? >> 
Louis mise il broncio e Harry si protese verso di me. 
<< Perché io ci devo andare, Zayn. Sono una matricola. Devo accertarmi che tutto fili liscio, che tutti abbiano una birra in mano, roba del genere. >>
Liam attraversò la cucina e mi cinse le spalle, attirandomi al suo fianco. << Dai, Pidge. Ci verresti con me? >> 
Guardai Louis, poi Harry e infine Liam. << Sì >>, risposi con un sospiro.
Nota D'autore: 
Ciao a tutti, innanzitutto ringrazio chi ha recensito il primo capitolo. 
Spero che vi piaccia. 
Alla prossima, baci.

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Capitolo 3
*** Battute Velenose ***


Battute Velenose



Finch fece un altro tiro. Il fumo denso gli uscì dal naso in due sbuffi. Mi diede una gomitata nel fianco quando vide Liam che si avvicinava.
<< Ehi, Liam >>, salutò.
<< Finch >>, disse lui con un cenno, poi fece dondolare le chiavi. << Sto andando a casa, Pidge. Ti serve un passaggio? >> 
<< Stavo per entrare >>, risposi sorridendogli.
<< Stasera non ti fermi da noi? >> chiese.
<< No, mi fermo. Devo solo prendere alcune cose che mi sono scordato. >>
<< Cioè? >>
<< Be', per esempio il rasoio. E poi, cosa ti interessa? >>
<< Era ora che ti radessi, Pungi! >> osservò lui con un ghigno malizioso.
Finch strabuzzò gli occhi, confuso. 
Feci una smorfia a Liam. << Ecco come nascono i pettegolezzi! >> lo rimbeccai con una smorfia. << Non è successo niente! >>, aggiunsi rivolto a Finch.
<< Certo >>, affermò lui con un sorriso compiaciuto. 
Prima di spalancare la porta e salire le scale, gli diedi una pacca sul braccio. Quando raggiunsi il primo piano, Liam mi affiancò.
<< Non ti arrabbiare. Era solo uno scherzo. >>
<< Già tutti pensano che facciamo sesso, e tu non fai che peggiorare le cose. >>
<< A chi importa cosa pensano? >> 
<< A me, Liam! A me! >> Aprii la porta della stanza, riempii lo zainetto alla rinfusa e uscii a precipizio. Liam ridacchiò prendendomi lo zaino e lo guardai furioso. << Non è divertente. Vuoi che tutta la scuola mi creda uno dei tuoi puttanelli? >>
Liam si accigliò. << Nessuno lo crede. E se lo credono, sarà meglio che io non lo venga a sapere. >>
<< Non credo sia il caso che resti ancora da te. Dovremmo stare lontani per un po'. >>
Cercai invano di strappargli lo zaino dalle mani. 
Ingaggiammo un tira e molla con lo zaino, ma poco dopo mi arresi e urlai per la frustrazione << Hai mai avuto un ragazzo, intendo un amico, ospite da te? Hai mai accompagnato un ragazzo a casa, o all'università? Hai mai pranzato con un ragazzo tutti i giorni? Nessuno sa cosa pensare di noi, anche se glielo spieghiamo! >>
Liam s'incamminò verso il parcheggio tenendo in ostaggio il mio zaino << Sistemerò la faccenda, okay? Non voglio che qualcuno pensi male di te per causa mia >>, disse in tono afflitto. Poi i suoi occhi s'illuminarono. << Lascia che ti ripaghi in qualche modo. Perché stasera non andiamo al Dutch? >> << È un bar di biker >>, osservai beffardo mentre legava lo zaino alla moto. 
<< Va bene, allora ti porto a cena e poi al Red Door. Offro io. >>
<< E in che modo questo dovrebbe risolvere il problema? Se ci vedono uscire insieme è peggio. >> 
Liam montò in sella. << Pensaci. Io, ubriaco, in una sala piena di uomini discinti. Non impiegheranno molto a capire che non siamo una coppia. >>
<< E io cosa dovrei fare? Sedurre qualcuno per ribadire il concetto? >>
<< Be', non c'è bisogno di lasciarsi prendere la mano >>, replicò cupo. 
Alzai gli occhi al cielo e salii sulla moto, stringendomi a lui. << Porterai a casa un ragazzo qualsiasi? È così che intendi ripagarmi? >>
<< Non sei geloso, vero, Pigeon? >> 
<< E di chi? Dell'oca piena di malattie veneree? Che scaricherai domattina? >>
Scoppiò a ridere e accese il motore.
Una volta sceso dalla moto gli diedi una pacca sulla spalla. << Ti sei scordato che ero con te? Hai intenzione di uccidermi? >>
<< Difficile scordarsi di te, se mi stritoli con le cosce. >> Un sorriso soddisfatto comparve sul suo volto. << In verità, non mi viene in mete modo migliore di morire. >>
<< Tu sei malato. >>
Avevamo appena messo piede in casa quando Louis uscì dalla camera di Haz. << Pensavamo di uscire. Voi che fate? >>
<< Avevamo intenzione di andare al sushi bar e poi al Red. >> Louis sfoderò un sorriso da orecchio a orecchio. 
<< Vado a prepararmi! >>
Fui l'ultimo a infilarmi sotto la doccia. Mi presentai con una maglia bianca stretta e i miei skinny jeans neri e le mie converse blu. 
Louis fischiò. << Che schianto! >>

 
XXX
Al sushi bar fummo rumorosi e molesti, e quando arrivammo al Red Door avevamo già parecchio alcol in circolo.
Parcheggiata l'auto, Liam inclinò il sedile per aiutarmi ad uscire. << Volevo chiederti dei vostri documenti... sono assolutamente perfetti. Da queste parti non se ne trovano di così precisi. >>
<< Sì, li abbiamo da un po'. Ne avevamo bisogno... a Wichita >>, dissi. 
<< In che senso? >> domandò Liam.
<< È un bene avere delle conoscenze >>, fece Louis. Liam fece una smorfia. << Di che parli, Lou? Quali conoscenze? >>
<< Dei vecchi amici di Zayn... >> 
<< Falsificano i documenti, Liam >>, tagliai corto. 
Lui annuì tendendomi la mano.
L'afferrai, ma dalla sua espressione capii che non era soddisfatto della risposta. 
<< Ho bisogno di un altro drink! >> esclamai con un sorriso, cercando di cambiare discorso.
<< Alcol! >> esclamò Louis.
Harry alzò gli occhi al cielo. << Oh, sì. È proprio quello che ti serve, altro alcol. >> 
Una volta nel locale, Louis mi trascinò subito in pista. 
Risi vedendo la ridicola faccia da vamp che faceva mentre si dimenava a ritmo di musica. Quando la canzone terminò raggiungemmo i ragazzi al bar. Liam era stato affiancato da una bionda platino fin troppo sensuale e l'espressione di Louis si trasformò in disgusto.
<< Sarà così tutta la sera, Lou, ignorale e basta >>, gli consigliò Harry indicando con un cenno un vicino gruppetto di ragazze.
Liam si accese una sigaretta e ordinò altre due birre. La bionda si morse le labbra a canotto, lucide di gloss e sorrise. Il barista stappò e allungò le birre a Liam, e la bionda ne prese una.
<< Uh... non è per te... e per la cronaca... sono gay >>, le disse togliendogliela di mano e porgendola a me.
<< Come se offrissi da bere a persone qualsiasi in un bar >>, affermò scuotendo la testa. Sollevai la bottiglia e lui abbozzò un mezzo sorriso. << Tu sei diverso. >>
<< Nel senso che sono l'unico con cui un ragazzo senza principi non desidera andare a letto >>, dissi dopo aver brindato con lui. 
<< Parli sul serio? >> chiese scostandomi la bottiglia dalla bocca. Non risposi, e lui si protese verso di me. << Prima di tutto... ho dei principi. Non sono mai stato con un uomo brutto. Mai. Secondo, volevo venire a letto con te. Ho pensato ameno cinquanta modi diversi di scaraventarti sul divano, ma non l'ho fatto perché non ti vedo più così. Non che non sia attratto da te, sia chiaro, ma credo che tu meriti di meglio. >>   
Non riuscii a trattenere un sorriso compiaciuto << Pensi che io sia troppo in gamba per te. >>
<< Non mi viene in mente un solo ragazzo di mia conoscenza che potrebbe andare bene per te >>, sogghignò.
<< Grazie, Liam >>, dissi posando la bottiglia sul banco. 
Lui mi prese per mano. << Vieni! >> esclamò trascinandomi fino alla pista da ballo. 
<< Ho bevuto un sacco! Cadrò per terra! >>
Liam sorrise mi afferrò per i fianchi. << Zitto e balla. >>
Louis e Harry comparvero al nostro fianco. Il modo in cui Liam mi stringeva a sé quasi mi gettò nel panico. Se si muoveva in quel modo anche sul divano, capivo perché tanti ragazzi fossero disposti a rischiare l'umiliazione del mattino dopo. 
Notai che aveva un' espressione diversa, quasi seria. Gli sfiorai il torace perfetto e l'addome muscoloso che si contraevano e si rilassavano a tempo di musica sotto la maglietta aderente. Mi voltai e sorrisi quando mi cinse la vita con le braccia. Grazie anche all'alcol che avevo in corpo, la mia mente fu invasa da pensieri che non avevano nulla a che fare con l'amicizia.
Liam non sembrava aver fretta di tornare al bar. Avevo il collo imperlato di sudore ed ero un po' stordito a causa delle luci strobo. Chiusi gli occhi e gli appoggiai la testa sulla spalla. Lui mi prese le mani, le sollevò e se le mise intorno al collo. Poi mi accarezzò le braccia, le costole e tornò infine a stringermi i fianchi. Quando però sentii le sue labbra e la sua lingua sul collo, mi allontanai di scatto.
Liam sogghignò, un po' sorpreso. << Che c'è, Pidge? >> 
Non riuscii a pronunciare le parole taglienti che avrei voluto dirgli tanto ero furioso. Andai a prendere un'altra corona. Liam prese lo sgabello accanto a me e alzò un dito per ordinarne una per sé. Non appena il barista mi posò davanti la bottiglia, la presi e ne bevvi metà prima di sbatterla sul banco. 
<< Pensi che così gli altri cambieranno opinione su di noi? >> chiesi. Lui scoppiò a ridere. << Non m'importa un accidente di quello che pensano di noi. >> 
Gli lanciai un'occhiataccia e mi voltai, guardando fisso davanti a me. 
<< Pigeon >>, disse toccandomi il braccio. 
Mi ritrassi. << Smettila. Non berrò mai abbastanza da permetterti di portarmi su quel divano. >> 
Il suo viso si contrasse per la rabbia, ma prima che potesse ribattere fu raggiunto da uno splendido moretto. 
<< Ma allora sei proprio tu, Liam Payne >>, esclamò.
Lui bevve un sorso e mi guardò negli occhi. << Ehi, Andy. >> 
<< Presentami il tuo ragazzo >>, disse sorridendo. Io alzai gli occhi al cielo.
Liam finì la birra e spinse la bottiglia lungo il bancone. << Non è il mio ragazzo. >> 
Afferrò la mano di Andy e lui lo seguì felice in pista. Il modo in cui Andy si lasciva toccare attirò lo sguardo dei presenti e, quando Liam si chinò su di lui, mi girai dall'altra parte.

 
XXX
<< Sembri incazzato >>, osservò uno sconosciuto sedendosi al mio fianco. << È il tuo ragazzo, quello laggiù? >>
<< No, solo un amico >>, brontolai. 
<< Be', meglio così. Altrimenti sarebbe stato piuttosto imbarazzante per te. >> Si voltò verso la pista scuotendo la testa di fronte a quello spettacolo.
<< Non me lo dire >>, replicai ingoiando l'ultimo sorso di birra. << Ne vuoi un'altra? >> domandò sorridendo. << Mi chiamo Ethan. >>
<< Zayn >>, dissi stringendogli la mano. Fece un cenno al barista e io ricambiai il sorriso. << Grazie. >>
<< Vivi da queste parti? >> 
<< Alla Morgan Hall, alla Eastern. >>
<< Io ho un appartamento a Hinley. >>
<< È un po' lontano da qui... Che ci fai da queste parti? >>
<< Mi sono diplomato lo scorso maggio. La mia sorella minore va alla Eastern, e questa settimana mi ospita mentre cerco lavoro. >>
<< Oh-oh... Com'è la vita nel mondo vero? >> 
Ethan rise. << Proprio come dicono. >> 
Sorrisi pervaso dalla rabbia che provavo per Liam e dal torpore provocato dall'alcol. Mi avvicinai di più e lui s'illuminò. Mi posò una mano sul ginocchio, ma la ritrasse subito quando Liam si mise tra di noi. << Andiamo, Pidge? >> 
<< Sto parlando, Liam >>, dissi spingendolo via. Liam fece una smorfia. << Lo conosci, almeno? >> 
<< Questo è Ethan >>, dissi rivolgendo al mio nuovo amico il mio sorriso più provocante. 
Lui ammiccò, poi guardò Liam e gli tese la mano. << È un piacere conoscerti. >>
<< Ethan, questo è Liam >>, bofonchiai.
<< Liam Payne >>, disse stringendo la mano di Ethan quasi volesse staccargliela.
Ethan sgranò gli occhi e la ritrasse goffamente. << Liam Payne? Della Eastern? >>
<< Si, e allora? >> 
<< Ti ho visto combattere contro Shawn Smith l'anno scorso, amico. Pensavo che avrei assistito a una morte in diretta! >> Liam lo guardò torvo. << Vuoi provare? >>
Ethan rise, spostando lo sguardo da me a lui. Quando capì che Liam era serio,sorrise debolmente e sparì.
<< Adesso possiamo andare? >> mi chiese bruscamente.
<< Sei davvero un coglione, lo sai? >>
<< Mi hanno detto di peggio >>, replicò aiutandomi ad alzarmi dallo sgabello.
seguimmo Louis e Harry fuori dal locale. Liam cercò di prendermi per mano nel parcheggio, ma mi divincolai con uno strattone. Lui si girò e mi bloccai di colpo, scostandomi quando si avvicinò a pochi centimetri dal mio viso.
<< Dovrei darti un bacio e falla finita! >> urlò. << Sei ridicolo! Ti ho baciato sul collo, e allora? >>
Puzzava di birra e di fumo e lo respinsi. << Non sono il tuo ragazzo, Liam. >>
Scosse incredulo la testa. << Non ho mai detto che lo fossi! Stai sempre con me e dormi nel mio letto, ma il più delle volte sembra che tu non voglia nemmeno essere visto con me! >> 
<< Sono venuto qui con te! >>
<< Ti ho trattato sempre e solo con rispetto, Pidge. >>
Rimasi fermo sulle mie posizioni. << No, mi tratti come una tua proprietà. Non avevi il diritto di cacciare Ethan! >>
<< Sai chi è Ethan? >> domandò. Scossi la testa e lui si avvicinò di più. << Io sì. L'anno scorso è stato arrestato per molestie sessuali, ma hanno ritirato le accuse. >>
incrocia le braccia. << Oh, allora avete qualcosa in comune. >> Lui socchiuse gli occhi e la sua mascella si irrigidì. << Mi stai dando dello stupratore? >> disse con tono freddo, basso.
<< No, sono solo incazzato con te! >> << Ho bevuto, va bene? Avevo la tua pelle a pochi centimetri dal viso, sei bello e hai un profumo incredibile. Ti ho baciato, scusa tanto! Ora basta, però! >>
<< Mi trovi bello? >> 
Lui si accigliò. << Sei splendido e lo sai. Perché sorridi? >> La cosa mi divertiva e feci del mio meglio per nasconderlo, ma con scarsi risultati. << Niente. Andiamo. >>
Liam allora scoppiò a ridere e scosse la testa. << Ma che...? Sei un vero rompi scatole! >> esclamò. Poi scosse di nuovo la testa e mi cinse le spalle. << Mi stai facendo diventare matto. Lo sai, vero? >>

 
XXX
Arrivati a casa andai dritto in bagno a lavarmi i capelli che puzzavano di fumo. Quando uscii dalla doccia, vidi che Liam mi aveva lasciato una delle sue T-shirt e un paio di boxer.
Mi vestii, poi mi buttai a letto di fianco a Liam.
Lui mi fisso per un istante e sentii una fitta al petto. Provai l'impulso quasi incontrollabile di afferrargli il viso e di stampare la mia bocca sulla sua, ma lottai contro l'alcol e gli ormoni che imperversavano nel mio corpo.
<< Notte, Pidge >>, sussurrò girandosi dall'altra parte.
Mi agitai, non ancora pronto per il sonno. << Liam? >> dissi, appoggiando il mento sulla spalla.
<< Sì? >>
<< So di essere ubriaco e che abbiamo appena litigato furiosamente per questo ma... >>
<< Non ho intenzione di fare sesso con te, perciò smetti di chiederlo. >>
<< Cosa? No! >> gridai.
Liam scoppiò a ridere e si voltò, guardandomi con dolcezza. << Che c'è, Pigeon? >> 
Sospirai. << Questo... >> dissi posandogli la testa sul petto e mettendogli il braccio intorno alla vita per accoccolarmi più vicino a lui.
Liam si irrigidì e alzò le mani, come se non sapesse che fare. << Sei davvero ubriaco. >>
<< Lo so >>, risposi, troppo sbronzo per provare imbarazzo.
Mi posò una mano sulla schiena, poi mi baciò sulla fronte. << Nessun uomo mi ha mai mandato in confusione come te. >>
<< È il minimo che ti possa capitare, dopo aver messo in fuga l'unico ragazzo che mi abbia avvicinato stasera. >>
<< Intendi Ethan lo stupratore? Al massimo sei tu che sei in debito con me! >>
<< Allora lascia perdere >>, dissi, percependo le avvisaglie di un rifiuto.
Lui mi afferrò il braccio e lo tenne fermo sul ventre. << No, dico sul serio. Devi stare più attento. Se non fossi stato là... non voglio neanche pensarci. E vorresti che mi scusassi per averlo cacciato! >>
<< Non voglio che ti scusi. Non si tratta di questo. >>
<< Allora cosa c'è? >> domandò scrutandomi il volto in cerca di un indizio. Era a pochi centimetri soltanto da me, e sentivo il suo alito sulle labbra. 
Mi accigliai. << Sono ubriaco, Liam. È l'unica scusa che ho. >>
<< Vuoi che ti abbracci finché non ti addormenti? >>
Non risposi.
Si scostò per guardarmi negli occhi. << Per principio, dovrei dirti di no >>, rispose inarcando le sopracciglia, << Ma quando mi ricapita un'occasione del genere? >>
Appoggiai la guancia sul suo petto e lui mi strinse tra le sue braccia, sospirando. << Non hai bisogno di scuse, Pigeon. Devi solo chiedere. >> 


 
XXX
Trasalii quando il sole entrò dalla finestra e la sveglia mi trillò nelle orecchio. Liam, ancora addormentato, era abbracciato a me. Mi protesi a fatica e spensi l'allarme, poi mi stropicciai gli occhi e lo guardai: dormiva profondamente a pochi centimetri dal mio viso. 
<< Oh, no >>, sussurrai chiedendomi come fossimo finiti così avvinghiati. Feci un profondo respiro e cercai di liberarmi dalla sua presa.
<< Smettila, Pidge, sto dormendo >>, brontolò attirandomi a sé. Dopo vari tentativi riuscii finalmente a sottrarmi all'abbraccio, mi sedetti sul bordo del letto e guardai il suo corpo seminudo avvolto nelle coperte. Lo osservai per qualche istante e sospirai. Il confine tra noi si stava facendo indistinto, ed era colpa mia. 
Lui allungò la mano sulle lenzuola e mi sfiorò le dita. << Tutto bene, Pigeon? >> domandò con gli occhi socchiusi. 
<< Vado a prendere un bicchiere d'acqua, vuoi qualcosa? >> Liam scosse la testa e richiuse gli occhi. 
<< Buongiorno, Zayn >>, esclamò Harry dalla poltrona non appena entrai in salotto. 
<< Dov'è Lou? >> 
<< Dorme. Che ci fai in piedi così presto? >> chiese guardando l'orologio. 
<< È suonata la sveglia, anche se in realtà mi sveglio sempre presto quando bevo. È una condanna. >>
<< Anche io >>, disse. 
<< Sarà meglio che svegli Lou. Dobbiamo andare a una lezione tra un'ora >>, dissi aprendo il rubinetto e chinandomi per bere un sorso. 
<< Pensavo di lasciarlo dormire. >> 
<< Non farlo. Andrà su tutte le furie se salterà la lezione. >> 
<< Oh, okay >>, esclamò alzandosi. Poi aggiunse: << Zayn? >>. 
<< Sì? >>
<< Non so cosa stia succedendo fra te e Liam, ma so che farà qualcosa di stupido che ti farà incazzare. Lo fa sempre. Non lascia avvicinare molte persone ma, per qualche motivo, a te l'ha permesso. Devi chiudere un occhio sui suoi demoni, però. Solo così capirà. >>
<< Capirà cosa? >> domandai, stupito da quel discorso melodrammatico.
<< Se avrai superato il muro >>, rispose. 
Scossi la testa con un sorriso. << D'accordo, Haz. >> 
Versai la farina d'avena nella ciotola e aggiunsi lo sciroppo di cioccolato.
<< Che schifo, Pidge >>, commentò Liam con addosso soltanto un paio di boxer.
<< Buongiorno anche a te >>, dissi tappando la bottiglia.
<< Ho saputo che il tuo compleanno è tra poco. L'ultimo ostacolo dell'adolescenza >>, esclamò con un ampio sorriso.
<< Si... non amo molto i compleanni. Penso che Lou mi porterà a cena da qualche parte. >> Sorrisi. << Puoi venire, se vuoi. >> 
<< D'accordo >>, disse con un'alzata di spalle. << È tra due settimane, giusto? >>
<< Sì. E il tuo? >> 
Lui si versò il latte, inzuppando i fiocchi. << È ad agosto. Il ventinove. >>
<< Oh, bello >> 
Rise. << Sì! Farai tardi. Se mi dai un minuto ti accompagno. >>
<< Vado con Lou. >>
Scrollò le spalle con calcolata freddezza. << Come vuoi. >> 
Nota D'autore: 
Ciao a tutti! 
Scusate per il ritardo... Spero che il capitolo vi piaccia. 
Ringrazio tutti quelli che sono passati a leggere la storia e chi ha recensito.
Un grazie anche a mia cugina non che proprietaria del libro che mi aiuta con la storia.
Grazie!! 
Al prossimo capitolo baci :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** La Scommessa ***


La Scommessa



<< Ti sta proprio guardando >>, mormorò Louis spostandosi all'indietro per sbirciare.
<< Smettila, idiota, ti vedrà. >>
Lui fece un cenno di saluto con la mano. << Mi ha già visto. Ma continua a guardare te. >> 
Esitai per un attimo e alla fine trovai il coraggio di guardare nella sua direzione. Aveva ragione: Zac mi stava osservando, e mi sorrideva.
Sorrisi a mia volta e finsi di scrivere qualcosa sul laptop.
<< Guarda ancora? >> mormorai. 
<< Sì >>, rispose Louis con una risatina. 
Alla fine della lezione, Zac mi bloccò in corridoio.
<< Non dimenticarti della festa questo fine settimana. >>
<< Va bene >>, risposi. 
Louis stava ancora ridendo del comportamento di Zac quando incrociammo sul prato Liam e Harry.
<< Ehi, tesoro >>, disse baciando il suo ragazzo.
<< Che c'è di tanto divertente? >> chiese Harry.
<< Oh, un tizio in classe ha fissato Zayn per tutta l'ora. Era adorabile. >>
<< Finché fissa Zayn... >> commentò Harry.
<< Chi era? >> indagò Liam con una smorfia.
Feci per sistemarmi meglio lo zaino, ma lui me lo sfilò gentilmente.  << Lou s'immagina le cose. >>
<< Zayn! Grandissimo bugiardo! Comunque, era Zac Efron, e stava praticamente sbavando. >>
L'espressione di Liam si tramutò in disgusto. << Zac Efron? >>
Harry prese Louis per mano. << Dai, andiamo a pranzo. Non vorrete perdervi la cucina squisita della mensa, vero? >>
Louis in risposta lo baciò di nuovo.

 
XXX
Qualche minuto più tardi appoggiai il vassoio tra Louis e Finch; Liam non si sedette al solito posto di fronte a me, e in quel momento mi resi conto che era stato piuttosto taciturno lungo il tragitto.
<< Tutto bene, Liam? >> chiesi.
<< Io? Sì, perché? >> disse assumendo un aria più distesa.
<< Sei silenzioso. >>
Liam rigirò il cibo nel piatto, un po' seccato dalla confusione.
Chris Jenks gli tirò una patatina fritta. << Come va, Liam? Ho sentito che ti sei fatto Devid Martin. Oggi sta dicendo peste e corna di te. >>
<< Sta' zitto Jenks >>, replicò Liam con gli occhi fissi sul cibo. << Dacci un taglio, Chris >> intimai in tono fermo.
Liam mi trafisse con un'occhiata. << So badare a me stesso, Zayn. >> 
<< Mi dispiace io... >>
<< Non voglio che ti dispiaccia. Non voglio che tu faccia un bel niente >>, ribatté secco. Poi si alzò e si diresse a grandi passi verso la porta, infuriato.
Finch mi guardò corrucciato. << Wow. Che succede? >>
<< Non lo so. >> 
Harry mi diede una pacca affettuosa sulla schiena. << Tu non centri, Zayn. >>
<< Cose sue >>, aggiunse Louis. 
<< Che genere di cose? >> 
<< Ormai dovresti sapere che per essere amici di Liam bisogna essere pazienti e inclini al perdono. >> 
<< Quello è il Liam che tutti vedono... non quello che io conosco. >>


 
XXX
Dopo la lezione tornai all'appartamento con Louis. La moto di Liam non era nel parcheggio. Entrai nella sua stanza e mi raggomitolai sul letto posando la testa sul braccio. Quel mattino mi era sembrato sereno, e avevamo passato insieme tanto tempo... non potevo credere di non essermi accorto che qualcosa lo tormentasse.
Il mio respiro rallentò, sentii le palpebre farsi pesanti e da lì a poco mi addormentai. Quando riaprii gli occhi, dal soggiorno provenivano alcune voci tra cui quella profonda di Liam.
Sgattaiolai in corridoio e mi bloccai sentendo il mio nome.
<< Zayn lo capisce, Liam. Non angosciarti >>, disse Harry.
<< Andrete alla festa per coppie. Che male c'è a chiedergli di uscire? >> domandò Louis. 
Mi irrigidii in attesa della sua risposta. << Non voglio uscire con lui, voglio solo stargli vicino. Lui è... diverso. >>
<< Diverso come? >> incalzò il mio amico, irritato. 
<< Non si beve le mie stronzate, è piacevole. L'hai detto tu stesso, Lou. Non sono il suo tipo. Tra noi non... non è così. >> << Sei più vicino al suo tipo di quanto tu non creda >>, replicò Louis. 
Indietreggiai, quando le assi di legno cigolarono sotto ai miei piedi.
<< Ehi, Zayn >>, esclamò Louis con un sorriso. << Com'è andato il sonnellino? >>
<< Ho dormito cinque ore. È stato un coma, più che un sonnellino. >>
Liam mi fissò per un attimo e quando gli sorrisi venne dritto verso di me, mi prese per mano e mi portò in camera. 
Chiusi la porta e sentii il cuore martellarmi nel petto. Mi feci coraggio, aspettandomi altre cattiverie. 
<< Mi dispiace tanto, Pidge. Prima sono stato uno stronzo >>, disse cupo.
<< Non sapevo che ce l'avessi con me. >> 
<< Non ce l'avevo con te. È solo che ho la brutta abitudine di trattare male le persone a cui tango. È una scusa del cavolo, lo so, ma mi dispiace >>, ripeté stringendomi tra le braccia.
<< Non ha importanza. L'unica cosa importante sei tu. >>
Sentii il suo fiato, sapeva di sigaretta e menta. Guardai la sua bocca e fui percosso da un fremito per quella vicinanza. L'espressione di Liam cambiò e il suo respiro si fece irregolare. 
Si avvicinò ancora, e un attimo dopo trasalimmo allo squillo del cellulare. Liam lo estrasse dalla tasca. 
<< Sì. Hoffman? Gesù... va bene, sono soldi facili. Al Jefferson? >> Mi guardò e ammiccò. << Ci saremo. >> Chiuse la telefonata e mi prese per mano. << Vieni con me. >> Mi trascinò in corridoio. << Era Adam, Brady Hoffman sarà al Jefferson tra novanta minuti >>, disse a Harry.
<< Ci siamo >>, esclamò Louis sorridendo. << Vado a darmi una rinfrescata! >>
Louis mi portò nella stanza di Liam e mi guardò corrucciato. << Devi cambiarti, Zayn. Non puoi venire così all'incontro. >>
<< L'ultima volta avevo una maledetta felpa e non hai detto niente! >> obbiettai.
<< L'ultima volta non pensavo ci saresti venuto davvero. Ecco, metti questi >>, ordinò lanciandomi dei vestiti. 
<< Non la metto questa roba! >> 
<< Sbrigati! >> mi urlò Louis precipitandosi nella sua stanza. Mi misi la camicia con la scollatura a " V " e gli skinny jeans aderenti a vita bassa che mi aveva dato.
Liam e Harry ci aspettavano sulla porta.
Liam restò a bocca aperta. << Oh, no. Mi vuoi morto? Ti devi cambiare, Pidge. >>
<< Cosa c'è? >> chiesi guardandomi.
Louis si mise le mani sui fianchi. << È splendido, Liam, lascialo in pace! >> 
Lui mi prese per mano e mi condusse in corridoio. << Mettiti una T-shirt... Qualcosa di comodo. >>
<< Cosa? Perché? >>
<< Perché con quella camicia mi preoccuperei di più di chi ti guarda che di Hoffman. >>
<< Credevo avessi detto che non t'importa un accidente di quello che pensano gli altri. >>
<< È diverso, Pigeon >>, balbettò spingendomi nella stanza e chiudendomi dentro.
<< Liam! >> urlai. Mi sfilai la camicia e la gettai per terra. Misi la prima maglietta di cotone che mi capitò in mano, corsi in corridoio e mi fermai sulla soglia.
<< Meglio? >> chiesi ansimando. 
<< Sì! >> esclamò lui sollevato. << Andiamo! >> 
Ci precipitammo al parcheggio. Saltai sulla moto mentre lui dava gas e schizzammo via.


 
XXX
Si fermò davanti a una finestra aperta del seminterrato. 
Sgranai gli occhi. << Stai scherzando. >>
Sorrise. << Questo è l'ingresso VIP. Dovresti vedere come entrano gli altri. >> 
Scossi la testa mentre lui infilava le gambe e scompariva nel buio. Mi chinai e gridai il suo nome.
<< Sono quaggiù, Pidge. Entra con i piedi, ti prendo io. >> << Sei del tutto fuori di testa, se pensi che salterò la dentro! >> << Ti prendo, te lo prometto! Dai, sbrigarti! >> 
Sospirai e mi toccai la fronte con la mano. << È una follia! >> Mi sedetti e mi spinsi fino a rimanere a metà corpo penzoloni nel buio. Mi girai sulla pancia e allungai i piedi in cerca del pavimento. Mi aspettavo di trovare le mani di Liam, ma persi la presa e lanciai un grido cadendo all'indietro. Un attimo dopo Liam mi afferrò, e udii la sua voce nell'oscurità. 
<< Cadi proprio come una donna >>, disse ridacchiando.
Mi posò a terra e mi trascinò nel buio.
In un angolo c'era una lanterna che illuminava il locale tanto che bastava per distinguere il suo volto.
<< Cosa facciamo? >> 
<< Aspettiamo che Adam faccia il suo discorso. >>
Mi agitai. << Aspetto qui o vengo anch'io? Dove vado quando inizia l'incontro? Dove sono Haz e Lou? >>
<< Sono entrati dall'altra parte. Tu seguimi, non ti manderò da solo in quella fossa di leoni. Resta vicino a Adam: Farà in modo che non ti schiaccino. Non posso badare a te e tirare pugni allo stesso tempo. >>
<< Sei nervoso? >>
Lui mi sorrise. << No. Tu però un po' sì. >>
<< Forse >>, ammisi. 
<< Se ti fa sentire meglio, non mi farò toccare. Non gli permetterò di toccarmi nemmeno una volta per la gioia dei suoi fan. >>
<< Che stronzata >>, esclamai incrociando le braccia.
Lui inarcò un sopracciglio. << Pesi che ti prenda in giro? >> << Trovo difficile che ti colpiscano solo quando glielo permetti. >>
<< Ti va di scommettere, Zayn Malik? >>
Sorrisi. << Accetto la scommessa. Penso che riuscirà darti un pugno. >>
<< E se non ci riesce che cosa vinco? Anzi... se vinci, non farò sesso per un mese. Ma, se vinco io, dovrai restare da me per un mese. >> 
<< Cosa? Sono già da te. Che razza di scommessa è? >> gridai per sovrastare il chiasso.
<< Oggi hanno riparato i boiler della Morgan >>, disse con una strizzata d'occhio. Quando Adam gridò il suo nome, un sorrisetto mi addolcì il volto. << Vederti praticare l'astinenza per un mese non ha prezzo. >>
lo seguii ed entrai nell'altra stanza: il numero di persone stipate in quel piccolo spazio mi lasciò senza parole. Liam fece un cenno a Adam nella mia direzione.
Una Volta vicini mi premette le labbra sull'orecchio. << Forse è meglio se ti tappi le orecchie, piccolo. >> 
Obbedii e Adam diede il segnale. Anzi che attaccare, Liam indietreggiò di qualche passo. Brady sferrò un pugno e lui lo schivò spostandosi dal lato opposto.
<< Ma che diavolo...? Non è un vero incontro di box, Liam! >> gridò Adam.
Liam assestò un pugno sul naso all'avversario, e il baccano divenne assordante. Sferrò quindi un gancio sinistro alla mascella, ma i suoi pugni colpirono solo l'aria. Liam gli diede una gomitata in faccia e lui cadde addosso ai suoi fan. Pensai che l'incontro fosse finito, e invece l'avversario attaccò di nuovo. Erano entrambi madidi di sudore, tratteni il fiato quando Brady mancò il bersaglio, centrando una colonna di cemento. Si piegò in due stringendosi il polso e Liam si preparò per dargli il colpo di grazia.
Fu implacabile: dopo una ginocchiata in faccia, lo bersagliò di pugni finché non crollò a terra. Il clamore salì alle stelle non appena Adam gettò il tessuto rosso sulla faccia insanguinata di Brady. 
Fissai la porta, in attesa che la folla si riversasse nella piccola stanza. Dopo diversi minuti, visto che di Liam non c'era traccia, decisi di tornare alla finestra. Quando mi addentrai nel buio sentii dei passi sul pavimento. Liam mi stava cercando in preda al panico << Pigeon! >> 
<< Sono qui! >> gridai buttandomi tra le sue braccia.
Mi guardò cupo. << Mi hai spaventato a morte! Per poco non ho dovuto fare di nuovo a pugni per raggiungerti... alla fine arrivo e tu non ci sei! >>
<< Sono contento che tu sei qui. Non mi andava di cercare da solo la via d'uscita. >>
La sua preoccupazione svanì dal suo volto, sostituito da un bel sorriso. << Penso che tu abbia perso la scommessa. >>
Adam entrò a grandi passi, mi guardò e fissò in cagnesco Liam. << Dobbiamo parlare. >>
Lui mi fece l'occhiolino. << Resta qui. Torno subito. >>
Liam tornò infilandosi un rotolo di soldi in tasca e mi rivolse un mezzo sorriso. << Ti serviranno altri vestiti. >>
<< Davvero mi costringerai a restare da te per un mese? >> << Tu mi avresti costretto a rinunciare al sesso per un mese? >> scoppiai a ridere, ben sapendo che lo avrei fatto. << Sarà meglio fermarsi alla Morgan. >> 
Lui s'illuminò. << Sarà interessante. >>
<< Perché vuoi che stia da te, a ogni modo? >> domandai. 
Liam si strinse nelle spalle e infilò le mani in tasca. << Non lo so.  È tutto più bello quando ci sei tu. >>

 
XXX
Arrivammo alla Morgan. Liam si guardò con indifferenza, poi aprì la porta facendomi cenno di entrare. Passai accanto a Nick che stava studiando sul letto. 
<< Stamattina hanno riparato i boiler >>, annunciò.
<< Lo so >>, risposi frugando nell'armadio.
<< Ciao >>, salutò Liam. 
Lui gli osservò il corpo sudato e insanguinato e fece una smorfia. 
<< Liam, questo è il mio compagno di stanza Nick Grimshaw. Nick, lui è Liam Payne. >>
<< Piacere di conoscerti >>, fece Nick sistemandosi gli occhiali sul naso. Guardò quindi il mio borsone strapieno. << Ti trasferisci? >>
<< No. Ho perso una scommessa. >> Liam scoppiò a ridere e afferrò il bagaglio. << Pronto? >> 
<< Sì. >> Lui sorrise  e prese il cellulare. Scendemmo in strada e pochi minuti dopo si fermò la macchina di Harry.
Dal finestrino del passeggero comparve il viso di Louis.
<< Ciao, piccolo! >>
<< Ciao. I boiler della Morgan hanno ripreso a funzionare. Stai ancora da Haz? >> 
Lui ammiccò. << Sì, stasera pensavo di fermarmi. Ho saputo che hai perso una scommessa. >>
Prima che potessi rispondere, Liam chiuse il bagagliaio e Haz partì a tutta velocità. 
Ci incamminammo verso la Harley. Liam attese che mi sistemassi in sella e, quando gli cinsi la vita, posò le mani sulle mie.
<< Sono contento che stasera fossi qui, Pidge. Non mi sono mai divertito tanto a un incontro in vita mia. >>
Gli appoggiai il mento sulla spalla e sorrisi. << S', perché volevi vincere la scommessa. >>
Lui si girò a guardarmi. << Puoi dirlo forte. >> 
Il viaggio fino all'appartamento fu insolitamente lento. Arrivammo al parcheggio e notai che la macchina di Harry era al solito posto.
Mi fermai sui gradini. << Odio quando Haz e Lou sono a casa da un po'. Ho sempre la sensazione di interrompere qualcosa. >>
<< Dovrai farci l'abitudine. Sarà la tua casa per le prossime quattro settimane >>, rispose con un sorriso. Poi si voltò. << Sali. >> << Cosa? >> esclamai sorridendo.
<< Dai, ti porto su. >> 
Risi e gli saltai sulla schiena, intrecciando le mani sul suo petto mentre faceva di corsa la scale. Louis aprì la porta prima che arrivassimo in cima e sorrise. 
<< Guardatevi. Se non sapessi come stanno le cose... >>
<< Finiscila, Lou >>, esclamò Harry dal divano.
Lui scosse la testa e spalancò la porta per farci passare. Liam crollò sulla poltrona e io strillai quando si appoggiò su di me.
<< Stasera sei incredibilmente allegro, Liam. Che succede? >> indagò Louis.
Mi protesi per guardarlo meglio. In effetti, non l'avevo mai visto così contento. 
<< Ho appena vinto una montagna di soldi, Lou. Quasi il doppio di quel che pensavo. Non è un buon motivo per essere contento? >>
<< No, è qualcos'altro >>, disse Louis osservando la sua mano che mi accarezzava la coscia. Aveva ragione: Liam era diverso. 
<< Lou >>, lo ammonì Harry. 
<< D'accordo, parliamo d'altro. Zac ti ha invitato alla festa della Sig Tau questo fine settimana, vero, Zayn? >> 
Il sorriso di Liam svanì. Si girò verso di me in attesa di una risposta.
<< Be'... sì. Non ci andiamo tutti? >> 
<< Io ci sarò >>, affermò Harry, distratto dalla televisione.
<< Il che significa che ci andrò anch'io >>, dichiarò Louis guardando ansiosamente Liam.
Lui mi studiò per un istante, poi mi diede un colpetto sulla gamba. << Ti viene a prendere? >> 
<< No, mi ha solo detto della festa. >> 
La bocca di Louis si allargò in un sorriso malizioso. << Però ha detto che vi sareste visti lì. È davvero carino. >>
Liam gli lanciò un'occhiata irritata e mi guardò. << Ci vai? >> << Gli ho detto di sì >>, risposi con un'alzata di spalle. << Tu? >> << Sì >>, rispose senza indugio.
Harry rivolse la sua attenzione a Liam. << Qualche tempo fa non sembravi così sicuro. >> 
<< Ho cambiato idea, Haz. Che problema c'è? >>
<< Nessuno >>, bofonchiò lui, ritirandosi nella sua stanza. 
Liam si alzò. << Mi faccio una doccia veloce. >> 
<< Che succede? >> domandai. Era chiaro che qualcosa non andava, anche se non sapevo di cosa si trattasse.
<< No, è solo paranoico. >>
<< A causa nostra >>, azzardai. Il suo sguardo s'illuminò, poi mi fece un cenno.
<< Che c'è? >> domandai osservandolo sospettoso.
<< Hai ragione. È a causa nostra. >> 
Disse prima di scomparire oltre la porta del bagno. Presi a giocherellare con i capelli, chiedendomi se tra noi ci fosse mai stato un vero confine, se la nostra fosse una semplice amicizia. D'un tratto Harry si precipitò fuori dalla stanza, e Louis lo seguì a ruota. << Haz, non farlo! >> lo supplicò.
Lui guardò la porta del bagno e poi me. << Avevi promesso, Zayn. Quando ti ho detto di non giudicarlo, non intendevo che ti lasciassi coinvolgere! Pensavo foste solo amici! >> Il suo tono era gelido. 
<< È così >>, dissi, scosso e confuso da quell'aggressione imprevista. 
<< No, non è vero! >> sbottò furioso. 
Louis gli posò una mano sulla spalla. << Tesoro, ti ho detto che sarebbe andato tutto bene. >> 
Lui si liberò dalla sua presa. << Perché insisti, Lou? Ti avevo detto detto cosa sarebbe successo! >>
Lui gli prese il volto fra le mani. << E io ti ho detto che non sarebbe andata così! Non ti fidi di me? >> 
Harry sospirò, guardò lui, poi me e sparì in camera.
Louis si lasciò cadere sulla poltrona sbuffando. << Non riesco proprio a fargli capire che, comunque vadano le cose fra te e Liam, tra noi non cambierà nulla. È ‏rimasto scottato troppe volte. Non mi crede. >>
<< Di che parli, Lou? Io e Liam non stiamo insieme. Siamo solo amici. Lo hai sentito prima... non gli interesso da quel punto di vista. >> 
<< Glielo hai sentito dire? >> 
<< Be', sì. >>
<< E ci credi? >>
Scrollai le spalle. << Non ha importanza. Non accadrà mai. Mi ha detto che non mi vede in quel modo e non vuole una relazione. Dal canto mio, avrei serie difficoltà a trovare un ragazzo, a parte te, con cui non sia andato a letto, e non tollero i suoi sbalzi d'umore. Non posso credere che Harry la pensi diversamente. >> 
<< Perché non solo conosce Liam... gli ha parlato, Zayn. >> 
<< Cosa intendi? >>
Lui sospirò. << Tu sei il mio migliore amico. A volte penso di conoscerti meglio di quanto tu conosca te stesso. Vi vedo insieme e l'unica differenza tra voi e me e Haz è che noi facciamo sesso. >> 
<< Ti sbagli. Haz si porta forse a casa un ragazzo diverso ogni sera? Domani andrai alla festa con un ragazzo che farà sicuramente strage di cuori? Sai che non posso lasciarmi coinvolgere da Liam, Lou. Non so neanche perché ne stiamo parlando. >> 
Louis sembrava deluso. << So di cosa sto parlando, Zayn. Avete trascorso insieme praticamente ogni istante dell'ultimo mese. Ammettilo, provi qualcosa per lui. >> 
<< Lascia perdere, Lou >>, intervenne Liam.
Trasalimmo al suono della sua voce. Imboccò il corridoio senza aggiungere altro e Lou mi rivolse uno sguardo triste.
<< Penso che tu stia commettendo uno sbaglio >>, mormorò. << Non hai bisogno di andare alla festa per conoscere un ragazzo. Ne hai già uno pazzo di te >>, disse lasciandomi solo.
Presi a dondolarmi in poltrona, ripensando alla settimana appena trascorsa. Harry era arrabbiato con me, Louis deluso e Liam... un momento era felice come non lo avevo mai visto, un altro tanto risentito da chiudersi nel suo silenzio. 
Dopo un'ora Liam uscì dalla sua stanza e mi raggiunse in salotto. Credevo volesse chiedermi di andare a dormire, invece era vestito e stringeva le chiavi della moto in mano.
<< Esci? >> chiesi raddrizzandomi. << Dove vai? >>
<< Fuori >>, rispose spalancandola porta e sbattendola alle sue spalle.


 
XXX
L'orologio sopra il televisore segnò le due e mi rassegnai ad andare a dormire. Mi ero quasi addormentato quando udii la moto entrare nel parcheggio. Liam armeggiò con la serratura  e la porta si aprì. Rise e bofonchiò qualcosa, poi udii non una, bensì due voci maschili. Le risate furono interrotte da gemiti e dallo schiocco di un bacio. Mi sentii sprofondare e m'infuriai all'istante per quella reazione. strinsi forte gli occhi sentendo strillare uno dei ragazzi; il rumore seguente, ne fui certo, fu quello di loro tre che si buttavano sul divano. 
Ficcai la testa sotto il cuscino e, quando la porta si spalancò, chiusi di nuovo gli occhi. Liam attraversò di corsa la stanza, aprì il primo cassetto del comodino, frugò nella ciotola di preservativi, lo richiuse e uscì. 
Alcuni secondi dopo l'appartamento fu pervaso da gemiti, mormorii e grida. Sembrava stessero girando un film porno in salotto. Se nell'ultima settimana il confine tra me e Liam si era fatto confuso, ormai non aveva più importanza: al suo posto ora c'era un muro di pietra invalicabile.
Le grida e gli altri suoni disgustosi cessarono dopo un'ora, seguiti dai lamenti e dai rantoli dei ragazzi che venivano congedati. Liam fece una doccia e si buttò sul letto dandomi la schiena.
Svanito l'imbarazzo e placata la rabbia, non riusci comunque a dormire. Il sole sarebbe sorto in meno di un'ora. Scostai bruscamente le lenzuola, andai in corridoio e presi una coperta dall'armadio. L'unica prova del ménage à trois erano due involucri vuoti di preservativi, per terra. li scavalcai e mi stesi sulla poltrona.
Chiusi gli occhi. quando li riaprii, Louis e Harry erano seduti in silenzio sul divano a guardare la televisione con il volume al minimo. 
Un attimo dopo, Louis era al mio fianco. << Zayn? >>
Mi scrutò attentamente. Si aspettava rabbia, lacrime o un altro sfogo. 
Harry sembrava demoralizzato. << Mi dispiace per ieri sera, Zayn. È colpa mia. >>
Sorrisi. << È tutto a posto, Haz. Non devi scusarti. >> 
Si scambiarono un'occhiata, poi Lou mi prese la mano. 
<< Liam è andato al supermercato. Lui è... oh, non importa. Ti ho preparato i bagagli e ti porterò allo studentato prima che torni, così non dovrai vederlo. >>
<< Ho tempo di farmi una doccia? >> 
Louis scosse la testa. << Andiamo e basta, Zayn. Non voglio che tu lo veda. Non si merita di... >>
La porta si spalancò e Liam entrò, carico di sacchetti. Andò dritto in cucina e si mise furiosamente all'opera per sistemare lattine e scatole negli armadietti.
<< Quando Pidge si sveglia, ditemelo, okay? >> disse parlando a bassa voce. << Ho preso spaghetti, pancake, fragole e quella merda di farina d'avena con il cioccolato. Gli piacciono i cereali Fruity Pebbles, giusto, Lou? >> chiese voltandosi.
Fu allora che si accorse della mia presenza e restò di sasso. Dopo un silenzio imbarazzato il suo volto si addolcì. << Ehi, Pigeon >>, esclamò con tono affettuoso e sereno.
Fece qualche passo nervoso, con le mani in tasca. << Hai fame, Pidge? Ti preparo i pancake. Oppure c'è uh... la farina d'avena. Ti ho preso un asciugacapelli e un... un... aspetta, è qui >>, disse precipitandosi in camera.
La porta si aprì , si chiuse e un istante dopo Liam tornò in salotto, bianco in volto. Fece un profondo respiro e corrugò la fronte. << La tua roba è in valigia. >>
<< Lo so >>, dissi 
<< Te ne vai >>, aggiunse frustrato.
Guardai Louis, che lo fissava come se volesse ucciderlo. << Credevi davvero che sarebbe rimasto? >> 
<< Tesoro... >> mormorò Harry. << Non cominciare, Haz.  Non osare difenderlo con me >>, esclamò fremendo di rabbia.
Liam sembrava disperato. << Mi dispiace tanto, Pidge. Non so neanche cosa dire. >> 
<< Forza, Zayn >>, esclamò Louis. Si alzò e mi prese per un braccio.
Liam fece per avvicinarsi, ma lui gli puntò contro un dito. << che Dio mi aiuti, Liam! Se cerchi di fermarlo, ti cospargo di benzina e ti do fuoco mentre dormi! >> 
<< È tutto a posto >>, sbottai, esasperato dalla tensione. 
<< Che significa? >> domandò Harry con una nota di speranza nella voce.
Alzai gli occhi al cielo. << Ieri sera Liam si è portato a casa un paio di uomini dal bar, e allora? >> 
Louis mi guardò preoccupato. << Stai dicendo che ti sta bene quello che è successo? >>
<< Liam può portare a casa chi vuole. L'appartamento è suo. >>
<< Non hai fatto tu i bagagli? >> mi domandò.
Scossi la testa e guardai l'orologio. Erano le due passate del pomeriggio. << No, e adesso dovrò disfarli tutti. Devo ancora mangiare, fare la doccia, vestirmi... >> dichiarai dirigendomi in bagno. Quando la porta si chiuse, mi appoggiai contro essa e scivolai a terra. 
Sentii bussare leggermente. << Pidge? >> chiese Liam.
<< Sì? >> risposi, cercando di controllarmi.
<< Resti? >> 
<< Posso andarmene se vuoi, ma una scommessa è una scommessa. >> 
La porta vibrò per la sua testata. << Non voglio che tu te ne vada, ma capirei se lo facessi. >> 
<< Stai dicendo che la scommessa non vale più? >> 
Ci fu un lungo silenzio. << Se dico di sì, te ne andrai? >> 
<< Be', sì. Non vivo qui, stupido >>, risposi con una risatina forzata. 
<< Allora no, la scommessa è ancora valida. >> 
Scossi la testa, sentendo le lacrime pizzicarmi gli occhi.
<< Adesso posso farmi una doccia? >> 
<< Sì... >> disse lui con un sospiro.
Sentii Louis avvicinarsi con passo pesante. << Sei uno schifoso egoista >>, gridò a Liam sbattendo la porta della camera di Harry.
Liam bussò di nuovo e si schiarì la voce. << Pigeon? Ti ho portato alcune cose. >>
<< Posale sul lavandino. Le prenderò io. >>
Lui entrò e chiuse la porta. << Ero furioso. Ti ho sentito spiattellare a Louis tutte quella cose su di me e mi sono incazzato. Volevo solo uscire a bere qualcosa e riflettere, ma prima che me ne accorgessi ero ubriaco marcio e quei due... >> Tacque un attimo. << Stamattina mi sono svegliato e non eri a letto. Quando ti ho trovato sulla poltrona e ho visto le confezioni per terra, mi sono sentito uno stronzo. >>
<< Non avresti dovuto comprare tutte quelle cose al supermercato. >> 
<< I soldi non m'interessano Pidge. Avevo paura che te ne andassi e non mi parlassi più. >>
<< Non volevo ferirti >>, dissi sotto il getto della doccia. 
<< Lo so. E so di aver incasinato tutto, come sempre, e che tutto quello che potrei dire ora non avrebbe importanza... >> 
<< Liam? >> 
<< Sì? >> 
<< Non guidare più da ubriaco, d'accordo? >> 
Rimase in silenzio per un minuto, poi fece un profondo respiro
<< Sì, d'accordo >>, disse chiudendosi la porta alle spalle.
Nota D'autore:
Ciao a Tutti.
Scusatemi per il ritardo. Spero che il capitolo vi piaccia.
Voglio ringraziare chi ha recensito il capitolo precedente.
Ringrazio anche mia cugina che mi ha prestato il libro per continuare la storia.
Grazie a tutti.
Un bacio.. Ci vediamo per il prossimo capitolo ;)
 
 
 

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Capitolo 5
*** Zac Efron ***


Zac Efron



<< Entra >>, dissi sentendo bussare.
Liam restò impietrito sulla soglia. << Wow. >> 
Sorrisi e mi guardai. Camicia azzurrina con le maniche arrotolate e gli skinny jeans.  Era indubbiamente la mia mise più audace  che avessi mai indossato. Zac sarebbe venuto alla festa e avevo tutte le intenzioni di farmi notare.
<< Sei magnifico >>, esclamò Liam mentre mi infilavo le convers nere.
Approvai con un cenno la sua camicia bianca elegante e i jeans. << Anche tu stai bene. >>


 
XXX
La strada davanti alla sede della Sigma Tau era tappezzata di auto. L'edificio sembrava sul punto di scoppiare. Harry posteggiò nello spiazzo d'erba sul retro, poi tutti e quattro entrammo.
Liam mi portò un bicchiere rosso di plastica colmo di birra e mi sussurrò all'orecchio: << Non accettare da bere da nessuno tranne che da me e Haz. Non voglio che qualcuno ti versi qualcosa nei drink. >>
Alzai gli occhi al cielo. << Nessuno mi verserà qualcosa nei drink, Liam. >> 
<< Promettimelo, d'accordo? non sei più nel Kansas, Pidge. >>
<< Questa non l'avevo mai sentita >>, osservai sarcastico bevendo un sorso. 
Era passata un ora e di Zac neanche l'ombra. Louis e Harry stavano ballando un lento quando Liam mi tirò per la mano. << Vuoi ballare? >>
<< No, grazie >>, risposi.
Lui sembrò deluso.
<< Sono solo stanco, Liam >>, spiegai toccandogli la spalla.
Posò una mano sulla mia e iniziò a parlare, ma in quel momento intravidi Zac. Liam vide la mia espressione e si voltò.
<< Ehi, Zayn! C'è l'hai fatta! >> esclamò sorridendo Zac.
<< Si, siamo qui da un'oretta >>, risposi lasciando la mano di Liam.
<< Sei uno splendore! >> gridò per sovrastare la musica. 
<< Grazie! >> Sorrisi lanciando un'occhiataccia a Liam. Aveva le labbra serrate e la fronte corrucciata.
Zac indicò con un cenno la sala. << Vuoi ballare? >>
Arricciai il naso e scossi la testa. << No, sono un po' stanco. >> << Pensavo non saresti venuto >>, disse a Liam
<< Ho cambiato idea >>, rispose lui irritato.
<< Lo vedo >>, commentò Zac guardandomi. << Ti va una boccata d'aria fresca? >>
Annuii e lo seguii lungo le scale. Arrivati in cima, spalancò una portafinestra che dava sul balcone.
<< Sei qui con Liam? >>
<< Siamo venuti insieme. >> 
Zac scrutò il prato scuotendo la testa. << Domani mattina questo posto sarà un disastro. >> disse guardandosi intorno.
<< La squadra di pulizia avrà un gran da fare. >> << Avete una squadra di pulizia? >> 
<< Sì >>, rispose con un sorriso. << Si chiamano matricole. >>
<< Povero Haz. >>
<< Lui non ne fa parte. Ha un trattamento speciale perché è il cugino di Liam e non vive qui. >>
<< Tu sì? >>
Lui annuì. << Da sue anni. Però devo trovarmi un appartamento, mi serve un posto più tranquillo per studiare. >>
<< Fammi indovinare... specializzazione in economia? >>
<< In biologia, e anatomia come materia secondaria. Mi resta ancora un anno, poi farò il test di ammissione a medicina e se tutto va bene andrò a Harvard. >>
<< Sei molto ottimista. >>
<< Be' mio papà è andato a Harvard. Ho una buona media, ho ottenuto un buon punteggio al test attitudinale e a quello di ammissione al college. Ho tutte le carte in regola. >>
<< Tuo papà è medico? >>
<< Chirurgo ortopedico. >>
<< Notevole. >>
<< E tu? >> chiese.
<< Non ho ancora deciso. >>
<< Tipica risposta da matricola. >>
Feci un sospiro teatrale. << Suppongo di essermi bruciato ogni possibilità che tu mi consideri speciale. >>
<< Oh, di questo non ti devi preoccupare. Ti ho notato fin dal primo giorno di lezione. Cosa ci fai a calcolo tre se sei una matricola? >>
Sorrisi << Adoro la matematica, la capisco al volo. Ho seguito due corsi estivi alla Wichita State. >>
<< Questo sì che è notevole >>, osservò.
Rimanemmo sul balcone per ore a parlare di un'infinità di argomenti. E di come ero diventato amico di Liam. 
<< Non dovrei dirlo, ma a quanto sembra siete sulla bocca di tutti. >>
<< Splendido >>, mormorai.
Zac scoppiò a ridere. << Nessuno capisce il vostro rapporto. Devi ammettere che è un po' ambiguo. >>
<< Mi stai chiedendo se vado a letto con lui? >>
Lui ghignò. << Se così fosse, non saresti qui con lui. Lo conosco da anni e so bene come si comporta. Però la vostra amicizia mi incuriosisce. >>
<< È quello che è >>, dissi con una scrollata di spalle. << Usciamo, mangiamo, guardiamo la TV, studiamo e discutiamo. Tutto qui. >>
Scoppiò in una sonora risata e scosse la testa di fronte alla mia onestà. << Avevo sentito dire che sei l'unica persona che possa mettere in riga Liam. È una qualifica importante. >>
<< Non è cattivo come tutti pensano. >>


 
XXX
Zac guardò l'orologio << Sembra che la festa sia finita. >>
<< Vado a cercare Haz e Lou. >>
<< Ti dispiace se ti riaccompagno io a casa? >> chiese.
Cercai di controllare l'eccitazione. << Per niente. Lo dico a Louis. >> Varcai la porta, poi mi bloccai. << Sai dove vive Liam? >>
Lui inarcò le folte sopracciglia. << Si perché? >> 
<< Sto lì >>, dissi preparandomi alla reazione.
<< Stai da Liam? >> 
<< Ho perso una scommessa, perciò sto lì per un mese. >>
<< Un mese? >>
<< È una lunga storia >>, aggiunsi imbarazzato.
<< Ma siete solo amici? >>
<< Sì. >>
<< Allora ti porto là >>, concluse sorridendo.
Corsi giù per le scale e passai accanto a Liam. Mi seguì nell'atrio e mi raggiunse proprio quando tirai Louis per la giacca.
<< Voi andate. Zac mi ha offerto un passaggio. >>
<< Cosa? >> Louis aveva uno sguardo malizioso negli occhi.
<< Cosa? >> fece Liam infuriato.
<< È un problema? >> gli domandò Louis.
Liam lo guardò in cagnesco, poi mi trascinò dietro l'angolo. << Non lo conosci neanche. >>
<< Non sono affari tuoi, Liam. >>
<< Lo sono, eccome. Non ti lascio andare a casa con un emerito sconosciuto. E se ci prova? >>
<< Magari! È un tipo affascinante! >>
Sul suo volto, la sorpresa cedette il posto alla rabbia e io mi preparai mentalmente a quello che avrebbe potuto dirmi. << Zac Efron, Pidge? Sul Serio? >> ripeté con sprezzo.
Incrociai le braccia. << Smettila, Liam Stai facendo la figura dell'imbecille. >>
Lui si protese verso di me, apparentemente agitato. << Se ti tocca, lo uccido. >>
<< Mi piace >>, dissi sottolineando ogni parola.
<< Molto bene. Se finisce per sbatterti sul sedile posteriore della sua macchina, non venire a piangere da me. >>
Spalancai la bocca, offeso e infuriato. << Non ti preoccupare, non lo farò >>, replicai, dandogli una spallata mentre lo superavo. 
Liam allora mi prese per un braccio e sospirò. << Non volevo, Pidge. Se ti fa del male, se anche solo ti fa sentire a disagio, fammelo sapere. >>
D'un tratto la rabbia svanì e mi rilassai. << So che sei in buona fede, ma devi controllare questo atteggiamento iperprotettivo da fratello maggiore. >>
Lui scoppiò a ridere. << Non faccio il fratello maggiore, Pigeon. Neanche per sogno. >>
Zac ci raggiunse e si infilò le mani in tasca. << Tutto a posto? >>
Liam serrò la mascella e io mi spostai per evitare che Zac notasse la sua espressione. << Sì, andiamo. >>


 
XXX
<< È quella argento. >> I fari si illuminarono due volte quando premette il tasto sulla chiave.
Aprì la portiera del passeggero e io scoppiai a ridere. << Hai una Porsche? >>
<< Non è una semplice Porsche. È una Porsche 901 GT-3. È diverso. >>
Mi tese la mano per aiutarmi a salire, poi si mise al volante e appoggiò la testa al sedile, sorridendo.
<< Cosa fai stasera? >>
<< Stasera? >>
<< È mattina. Vorrei invitarti a cena prima che qualcun altro mi batta sul tempo. >>
Sfoderai un ampio sorriso. << Non ho programmi. >>
<< Ti vengo a prendere alle sei? >>
<< Okay >>, risposi mentre intrecciava furtivamente le sue dita con le mie.
Mi portò dritto da Liam rispettando il limite di velocità. 
Quando raggiungemmo il pianerottolo, si chinò per darmi un bacio sulla guancia. 
<< Riposati. Ci vediamo stasera >>, mi mormorò all'orecchio. 
<< Ciao >>, Dissi girando la maniglia. La porta si aprì di scatto e io caddi in avanti.
Liam mi afferrò per un braccio prima che finissi a terra.
<< Tranquillo, bellezza. >>
Mi voltai e salutai Zac << Notte, Zayn. >> Mi rispose lui con dolcezza.
Liam sbatté la porta e dovetti spostare in fretta la testa per non prenderla in faccia.
<< Che c'è? >>
Lui scosse la testa e andò in camera. Lo seguii saltellando su un piede per togliermi le scarpe. << È simpatico, Liam. >> 
Lui sospirò e mi si avvicinò. << Ti farai del male >>, disse cingendomi la vita e gettando nell'armadio le scarpe che tenevo in mano, prima di togliersi la camicia e avvicinarsi al letto.
Sbottonai la camicia e ma la sfilai, lanciandola in un angolo. Misi una maglietta e sgattaiolai sotto le coperte appoggiando la testa sul cuscino.
Lui aprì la cintura e si tolse i jeans, poi rimase impassibile per qualche secondo. Io restai in attesa; gli davo la schiena e mi domandai che cosa stesse facendo in silenzio accanto al letto. Il materasso s'incurvò quando infine si sedette e un attimo dopo mi irrigidii sentendo la sua mano sul fianco. 
<< Stasera ho rinunciato a un incontro >>, disse.
Mi voltai. << Perché? >> 
<< Volevo essere sicuro che arrivassi a casa sano e salvo. >>
Arricciai il naso. << Non devi farmi da baby-sitter. >>
Mi sfiorò il braccio, scatenando un'ondata di brividi lungo la mia schiena. << Lo so. Forse mi sento ancora in colpa per l'altra sera. >> 
<< Ti ho detto che non importa. >>
<< Per questo hai dormito sulla poltrona? Perché non importava? >>
<< Non riuscivo a dormire dopo che i tuoi... amici se ne sono andati. >>
<< Ma hai dormito benissimo in soggiorno. Perché non potevi dormire con me? >> 
<< Vuoi dire accanto a un uomo che puzzava ancora dei ragazzi che aveva appena spedito a casa? Che egoista sono stato! >> 
<< Ho detto che mi dispiace. >>
<< E io ho detto che non importa. Buonanotte >>, dissi girandomi dall'altro lato.
Passarono vari secondi di silenzio. Allungò una mano sul cuscino e la posò sulla mia. << Temevo che non mi avresti più parlato... ma trovo che la tua indifferenza sia ancora peggio. >>
Chiusi gli occhi. << Cosa vuoi da me, Liam? Non vuoi che sia infuriato per quello che hai fatto, ma vuoi che m'importi. Dici a Louis che non vuoi uscire con me, ma ti incazzi quando io dico la stessa cosa, poi esci e ti sbronzi da far schifo. Non ha alcun senso. >>
<< Per questo hai detto quelle cose a Louis? Perché ho detto che non sarei uscito con te? >>
Pensai in fretta a una risposta. << No, ero convinto di quello che ho detto, ma non era un'offesa. >>
<< Io ho parlato così perché >>, replicò grattandosi nervosamente i capelli corti, << Non voglio rovinare niente. Non saprei neanche cosa fare per essere degno di te. Stavo solo cercando di capirlo. >>
<< Qualsiasi cosa significhi, devo dormire un po'. Stasera ho un appuntamento. >>
<< Con Zac? >> domandò mentre la rabbia gli si insinuava nella voce.
<< Sì. Per favore, posso dormire? >>
<< Certo >>, disse alzandosi dal letto e sbattendo la porta dietro di sé.


 
XXX    
Quando mi svegliai, l'orologio segnava le tre. Recuperai asciugamano e accappatoio e arrancai in bagno. Non appena ebbi tirato la tenda della doccia, la porta si aprì e si richiuse. Attesi che qualcuno parlasse, ma l'unico rumore fu quello del coperchio del water contro le piastrelle.
<< Liam? >>
<< No, sono io >>, rispose Louis.
<< Devi proprio fare pipì qui? Hai il tuo bagno. >>
<< Haz è chiuso lì da mezz'ora con la diarrea, tanto ha bevuto. Non vado là dentro. >>
<< Grande. >>
<< Ho saputo che stasera hai un appuntamento, e Liam è incazzato! >> osservò con tono cantilenante.
<< Alle sei! È così dolce, Louis. È semplicemente... >> Sospirai: ero fin troppo entusiasto, il che non era da me. Continuavo a ripetermi che era stato tutto perfetto fin dal momento in cui ci eravamo conosciuti. Zac era proprio quello di cui avevo bisogno: l'esatto opposto di Liam.
<< Ti ha lasciato senza parole? >> osservò ridacchiando Louis.
Feci capolino dalla tenda. << Non volevo più tornare a casa! Avrei potuto parlare con lui all'infinito! >>
<< Mi sembra promettente. Ma non trova un po' strano che tu viva qui? >>
M'infilai sotto il getto per sciacquarmi. << Gliel'ho spiegato. >> Sentii lo scarico del water e per un attimo l'acqua divenne fredda. Urlai, e in quell'istante la porta si spalancò.
<< Pidge? >> disse Liam.
Louis scoppiò a ridere. << Ho solo tirato lo sciacquone, Liam, calmati. >>
<< Oh, stai bene, Pigeon? >>
<< Benone. Esci. >> La porta si richiuse e io sospirai di nuovo. << Sarebbe troppo chiedere una serratura? >> Louis non rispose. << Lou? >>
<< È davvero un gran peccato che non siate entrati in sintonia. Sei l'unico ragazzo che avrebbe potuto... >> Fece una pausa. << Non importa. Adesso non importa più. >>
Chiusi l'acqua e mi avvolsi nell'accappatoio. << Sei come lui. È una malattia... nessuno di voi si comporta in modo razionale. Eri arrabbiato con lui, ricordi? >>
<< Lo so >>, ammise stringendosi nelle spalle. 
Louis uscì dal bagno e io iniziai a prepararmi per l'appuntamento.
Mi diedi un'ultima occhiata e mi sentii sopraffare dal senso di colpa. Liam stava facendo il possibile, mentre io mi comportavo come un ragazzino pestifero e cocciuto. Uscii in soggiorno e lui si illuminò. Non era affatto la reazione che mi aspettavo.
<< Sei... bellissimo. >>
<< Grazie >>, dissi, turbato dall'essenza di irritazione e di gelosia nella sua voce. 
Il campanello suonò e Louis sorrise salutandomi con eccessivo entusiasmo. << Divertiti! >>
Aprii la porta. Zac indossava un paio di pantaloni eleganti, una camicia nera e una cravatta. Mi scurtò dalla testa ai piedi due volte. << Sei la creatura più bella che abbia mai visto >>, esclamò con tono trasognato.
Mi voltai per salutare Louis, che stava ancora sorridendo. Harry aveva invece l'espressione di un padre orgoglioso e Liam tenne lo sguardo fisso sul televisore. 
Zac mi prese per mano e mi condusse alla Porsche. Una volta saliti, fece un lungo respiro. 
<< Che c'è? >> chiesi.
<< Devo confessare che ero un po' teso all'idea di andare a prendere l'uomo di cui Liam Payne è innamorato... a casa sua. Non sai quanti mi hanno dato del pazzo, oggi. >>
<< Liam non è innamorato di me. A volte non riesce neanche a starmi accanto. >>
Lui scosse la testa come se fossi un povero ingenuo e posò la mano sulla mia. << Sarà meglio andare. C'è un tavolo che ci aspetta. >>
<< Dove? >>
<< Da Biasetti. Mi sono affidato al caso... spero ti piaccia la cucina italiana. >>
Restai stupito. << Hai prenotato con così poco preavviso? Non è sempre pieno zeppo? >>
<< Be'... è il nostro ristorante. Per metà, quanto meno. >>

 
XXX
Ci fecero accomodare subito a un tavolo. Ordinammo e Zac chiuse il menu sorridendo al cameriere. << E ci porti una bottiglia di Amarone Allegrini, per favore. >> << Sì, signore >>, rispose questi prendendo i menu.
<< Questo posto è incredibile >>, mormorai appoggiandomi al tavolo.
I suoi occhi azzurri si addolcirono. << Grazie, lo riferirò a mio padre. >>
A quel punto una donna si avvicinò al nostro tavolo. Lei mi studiò sospettosa con i suoi occhi azzurri. 
Distolse quindi rapida lo sguardo per rivolgersi al mio accompagnatore. << Chi è il tuo amico, Zac? >>
<< Mamma, questo è Zayn Malik. Zayn, questa è mia madre, Starla Efron. >>
Tesi la mano e lei me la strinse. Con una mossa ben studiata guardò Zac, il volto spigoloso animato dalla curiosità << Malik? >>
Trattenni il fiato per un attimo, temevo che avesse riconosciuto il nome.
Zac si spazientì. << È di Wichita, mamma. Non conosci la sua famiglia. Va alla Eastern. >> << Oh. >> 
<< È stato un piacere vederti, mamma. Buona serata. >> Lei lo baciò sulla guancia, gli tolse una traccia di rossetto con il pollice e tornò al suo tavolo.


 
XXX
Parlammo senza sosta del cibo, della Eastern, di calcolo e perfino del cerchio. Zac era affascinante, divertente e diceva tutte le cose giuste. Diverse persone vennero a salutarlo e lui mi presentò sempre, orgoglioso. All'interno del ristorante era una celebrità e, quando ce ne andammo, mi sentii addosso tutti gli sguardi della sala.
<< E adesso? >> domandai.
<< Mi dispiace ma lunedì mattina ho gli esami di metà semestre. Devo studiare un po' >>, disse posando la mano sulla mia.
<< Non ti invidio affatto >>, risposi cercando di non apparire troppo deluso.
Mi accompagnò all'appartamento. 
<< Grazie, Zac. >> Ero consapevole del sorriso ridicolo che avevo stampato in volto. << È stata una serata fantastica. >> 
<< È troppo presto per chiederti un altro appuntamento? >>
<< Per niente >>, risposi raggiante. 
<< Ti chiamo domani? >>
<< Perfetto. >>
Seguì il classico silenzio imbarazzante, il momento che più temevo in ogni appuntamento. Bacio sì o bacio no. 
Prima che potesi chiedermi se mi avrebbe baciato, mi prese il viso tra le mani e mi attirò a sé, premendo le labbra sulle mie. Erano morbide, calde, meravigliose. Si scostò e mi baciò di nuovo.
<< Ci sentiamo domani, Zaynie. >>
Lo guardai scendere le scale e tornare all'auto. << Ciao. >>
Ancora una volta, quando girai la maniglia, la porta si spalancò e caddi in avanti Liam mi agguantò e riacquistai l'equilibrio.
<< La smetti di fare così? >> dissi chiudendomi la porta alle spalle. 
<< Zaynie? Cosa sei, il dispositivo di sicurezza di un'automobile? >> esclamò beffardo.
<< E Pigeon? >> esclamai con lo stesso sarcasmo. << Un fastidioso uccello che caga su tutti i marciapiedi? >>
<< Ti piace quel soprannome >>, replicò sulle difensive. << È affettuoso, simpatico. Tu sei il mio Pigeon. >>
Mi tenni al suo braccio per togliermi le scarpe, poi andai in camera. Mentre mettevo il pigiama, feci del mio meglio per restare arrabbiato. 
Liam si sedette sul letto e incrociò le braccia. << Ti sei divertito? >>
<< Mi sono divertito da matti. >> Sospirai. << È stata una serata perfetta. Lui è... >> Non riuscii a trovare una parola adatta per descriverlo, perciò mi limitai a scuotere la testa.
<< Ti ha baciato? >>
Strinsi le labbra e annuii. Liam si ritrasse. << Mi agito sempre al primo bacio, ma questo non è stato tanto male. >>
<< Ti agiti per un bacio? >> chiese divertito. 
<< Solo al primo. Lo detesto. >>
<< Anch'io, se dovessi baciare Zac Efron. >>
Risi e mi spostai in bagno. Liam mi seguì e si appoggiò allo stipite. << Quindi uscirai ancora con lui? >> << Sì. Mi chiama domani. >> Mi asciugai la faccia, feci di corsa il corridoio e balzai sul letto.
Liam si spogliò restando in boxer e si sedette dandomi la schiena. In quella posizione, un po' accasciato in avanti con i muscoli della schiena allungati, sembrava sfinito. << Se ti sei divertito così tanto, perché si tornato così presto? >> chiese voltandosi a guardarmi per un attimo. 
<< Lunedì ha un esame importante. >>
Lui arricciò il naso. << Che importa? >>
<< Sta cercando di entrare a Harvard. Deve studiare. >>
Liam sbuffò stendendosi sul ventre. Infilò le mani sotto il cuscino, apparentemente irritato. << Sì, è quello che dice sempre a tutti. >>
<< Non fare l'idiota. Ha delle priorità... penso si un atteggiamento responsabile. >>
<< Il suo ragazzo non dovrebbe essere la prima priorità? >>
<< Non sono il suo ragazzo. Siamo usciti una volta, Liam >>,  dissi con tono di rimprovero. 
<< Allora, che avete fatto? >> Gli lanci un'occhiata e lui rise. << Che c'è? Sono curioso. >>
Vedendo che era sincero gli parlai di tutto, del ristorante, del cibo e delle cose dolci che Zac aveva detto. 
Liam mi osservò divertito mentre parlavo senza sosta, e mi fece persino qualche domanda. Era frustrato per la situazione con Zac, eppure ebbi la netta sensazione che fosse contento di vedermi così felice.
Si sistemò nella sua parte del letto e io sbadigliai. Ci fissammo per un istante, poi lui sospirò. << Mi fa piacere che ti sia divertito, Pidge. Te lo meriti. >>
<< Grazie >>, risposi con un gran sorriso. Dal comodino riecheggiò la suoneria del mio cellulare. Balzai su e lo afferrai. 
<< Pronto? >>
<< È domani >>, disse Zac.
Guardai l'orologio e scoppiai a ridere. La mezzanotte era passata da un minuto. << È vero. >>
<< Allora, che ne dici di lunedì sera? >>
<< Uhm, sì. Lunedì va benone. >>
<< Ottimo. Ci vediamo lunedì >>, rispose. Percepivo il sorriso nella sua voce.
Chiusi la telefonata e guardai Liam, che mi stava osservando con un vago fastidio. Mi girai dall'altra parte e mi raggomitolai, teso per l'eccitazione.
<< Che tipo che sei! >> esclamò 
Alzai gli occhi al cielo.
Lui si voltò e mi costrinse a girarmi. << Lui ti piace davvero? >>
<< Non rovinarmi questa cosa, Liam! >>
Mi fissò per un attimo, scosse la testa e si voltò di nuovo.
<< Zac Efron! >>
Nota D'autore:
Ciao a tutti! 
Ecco a voi il 5° capitolo.
Sono stata puntuale Ye!
Spero vi piaccia e che riceva tante visite e recensioni come i capitoli precedenti.
Ringrazio tutti quelli che sono passati a leggere e recensire il capitolo precedente.
Un grazie anche a mia cugina che continua ad aiutarmi, nonostante il fatto che sia al mare ( Ciao brutta barbona :3)
Ancora grazie. 
Ci vediamo per il prossimo capitolo. Baci.

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Capitolo 6
*** La Svolta ***


La Svolta



L'appuntamento di lunedì sera fu all'altezza di tutte le mie aspettative. Quando mi riportò a casa, Liam aprì la porta prima che Zac potesse baciarmi. Il mercoledì seguente uscimmo di nuovo e Zac si premurò di baciarmi in macchina. 
Venerdì a pranzo mi raggiunse in mensa e sorprese tutti sedendosi al posto di Liam. Lui finì la sigaretta, entrò e lo superò con indifferenza, sistemandosi in fondo al tavolo. Andy gli si avvicinò ma restò subito deluso perché lui lo mando via. A quel punto sul nostro tavolo calò il silenzio, il che rese difficile concentrarsi sulle parole di Zac.
<< Presumo di non essere invitato >>, disse.
<< Cosa? >>
<< Ho saputo che domenica c'è la tua festa di compleanno. Non sono stato invitato. >>
Louis lanciò un'occhiata a Liam, che stava guardando Zac in cagnesco, come se meditasse di tirargli un pugno. << Era una festa a sorpresa, Zac >>, gli disse con delicatezza. Lui sussultò. << Oh. >>
<< Avevate intenzione di organizzarmi una festa a sorpresa? >> domandai.
Louis scrollò le spalle. << È stata un'idea di Liam. >>
Le guance di Zac divennero leggermente rosse. << A questo punto immagino proprio di non essere invitato. >>
<< No! Ovviamente lo sei >>, esclamai prendendogli la mano. Dodici paia di occhi guizzarono nella nostra direzione. Capii che Zac era a disagio quanto me per l'attenzione, perciò lo lasciai andare e misi le mani in grembo.
Lui si alzò. << Devo fare delle commissioni prima di lezione. >>
<< Okay >>, risposi rivolgendogli un sorriso di scusa. 
Zac si chinò e mi baciò sulle labbra. Il silenzio calò sull'intera mensa, e quando uscì, Louis mi diede una gomitata.
<< Non è inquietante che tutti ti osservino? >> mormorò. Si guardò attorno corrucciato. << Che c'è? Pensate agli affari vostri, depravati! >> urlò.
Mi coprii gli occhi con le mani. << Prima ero patetico perché credevano fossi il povero ragazzo idiota di Liam. Adesso sono il diavolo perché pensano che rimbalzi fra Liam e Zac come una pallina da ping pong. >> Quando Louis non commentò, alzai lo sguardo. << Be'? Non dirmi che credi anche tu a queste stronzate! >>
<< Io non ho detto niente! >>
Lo guardai incredulo. << Ma è quello che pensi? >>
Lui scosse la testa. L'intero corpo studentesco, compreso il mio amico, pensava mi barcamenassi tra due uomini. C'era un'unica soluzione. Mi alzai e andai in fondo al tavolo.
<< Dobbiamo parlare >>, dissi toccando Liam sulla spalla. << Allora parla >>, esclamò Liam.
Mi agitai notando gli sguardi curiosi dei ragazzi vicini. Vedendo che ancora non si muoveva, lo presi per un braccio e lo strattonai con forza.
<< Che c'è, Pidge? >> chiese, guardando la mano con cui gli tenevo il braccio e poi me.
<< Devi annullare la scommessa >>, lo supplicai. 
Sembrò offeso. << Te ne vuoi andare? Perché cos'ho fatto? >>
<< Non hai fatto niente, Liam. Ma non hai notato che tutti ci guardano? Sono lo zimbello della Eastern. >>
Scosse la testa e si accese una sigaretta. << Non è un problema mio. >>
<< Sì che lo è. Tutti hanno dato per pazzo Zac perché pensano che tu sia innamorato di me. >>
Liam inarcò la sopracciglia e il fumo gli andò di traverso. << Dicono così? >> chiese.
Annuii e lui distolse lo sguardo, facendo un altro tiro.
<< Liam devi annullare la scommessa! Non posso uscire con Zac e intanto vivere con te. Fa una pessima impressione! >> << Allora Smetti di uscire con Zac. >>
Lo guardai furioso. << Non è questo il problema, e lo sai. >> << È l'unica ragione per cui te ne vuoi andare? Per quello che dicono gli altri? >>
<< Rispondi alla domanda, Pidge. >>
<< Sì! >>
Liam guardò gli studenti che entravano e uscivano dalla mensa. Stava riflettendo e io mi spazientii.
Alla fine si raddrizzò, determinato. << No. >>
Scossi la testa, convinto di aver capito male. << Come? >>
<< No. Lo hai detto tu stesso: una scommessa è una scommessa. Quando finirà il mese, te ne andrai con Zac, lui diventerà medico, ti sposerai, adotterete dei bambini e io non ti rivedrò più. >> Fece una smorfia mentre pronunciava quelle parole. << Mi restano ancora tre settimane, e non intendo rinunciarvi per qualche pettegolezzo da mensa. >>
Guardai dalla finestra: l'intera mensa ci stava osservando. Superai il disagio con una spallata, diretto a lezione. 
<< Pigeon! >> mi gridò dietro.
Non mi voltai.

 
XXX
Quella sera Louis si sedette sul pavimento di piastrelle parlando dei ragazzi. Ascoltavo solo in parte; in realtà, stavo pensando a quanto Liam si fosse dimostrato paziente: sapevo benissimo che non gli andava a genio che Zac venisse a prendermi a casa sua un giorno sì e uno no.
D'un tratto mi tornò in mente la sua espressione quando gli avevo chiesto di annullare la scommessa e quando gli avevo detto che lo credevano innamorato di me. Non riuscivo a smettere di chiedermi perché non avesse negato.
<< Be', secondo Haz sei troppo duro con lui. >>
Liam fece capolino in bagno. << Che ne dici di andare fuori a cena? >> propose.
Louis si alzò per guardarsi allo specchio. << Haz vorrebbe provare quel nuovo locale messicano in centro, se vi va. >>
Lui scosse la testa. << Pensavo di uscire solo con Pidge. >>
<< Mi vedo con Zac. >>
<< Di nuovo? >> chiese seccato.
<< Di nuovo >>, risposi con tono cantilenante.
Suonò il campanello, corsi ad aprire e mi ritrovai davanti Zac.
<< Non sei mai un po' meno splendido? >> fece.
<< In base alla prima volta che ha messo piede qui, direi di sì >>, esclamò Liam alle mie spalle. 
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi, poi sollevai un dito chiedendo a Zac di aspettare. Mi girai e gettai le braccia al collo di Liam. Lui s'irrigidì, sorpreso, ma un attimo dopo si rilassò e mi strinse forte a sé.
Lo guardai negli occhi e sorrisi. << Grazie per avermi organizzato la festa di compleanno. Possiamo rimandare la cena? >>
Un'ondata di emozioni percosse il suo volto, gli angoli della sua bocca si piegarono verso l'alto. << A domani? >>
<< Certo. >> Mentre Zac mi prendeva per mano, gli feci un cenno di saluto. 
<< Che succede? >> indagò lui.
<< Di recente non siamo andati molto d'accordo. >>
<< Devo preoccuparmi? >> chiese aprendomi la portiera. 
<< No >>, risposi baciandolo sulla guancia.

 
XXX
Quando Zac mi riportò all'appartamento si fermò nel parcheggio. E quando mi diede il bacio della buonanotte, le sue labbra indugiarono sulle me. Si sporse per baciarmi appena sotto l'orecchio, e in quel momento spense il motore. Mi colse alla sprovvista e sospirai sommessamente.
<< Sei così bello >>, mormorò riprendendo a baciarmi il collo. Me lo tempestò di baci e io mi lasciai sfuggire un gemito.
<< Perché ci hai messo tanto? >> chiesi con un sorriso sollevando il mento.
Zac allora si concentrò sulle labbra. Mi prese il volto fra le mani e mi baciò con più decisione. Lo spazio era scarso, ma ci adattammo. Lui si appoggiò su di me, io mi spostai contro il finestrino e piegai il ginocchio. Sentii la sua lingua insinuarsi nella mia bocca e la sua mano afferrarmi la caviglia, per poi sfiorarmi la gamba e la coscia. Nel giro di pochi minuti i finestrini si appannarono. Mi sfiorò la clavicola con le labbra e d'un tratto alzò la testa: il finestrino stava vibrando, scosso da colpi sordi. 
Zac scattò a sedere e io mi raddrizzai, sistemandomi la camicia. Feci un salto quando la portiera si spalancò. Accanto all'auto c'erano Liam e Louis: lui aveva un 'aria cupa ma comprensiva, Liam invece sembrava sul punto di esplodere, in preda a un furia cieca. 
<< Che diavolo stai facendo, Liam? >> urlò Zac.
Non lo avevo mai sentito alzare la voce. Liam aveva le nocche bianche, tanto stingeva i pugni.
<< Vieni, Zayn, ti devo parlare >>, disse.
<< Di cosa? >>
<< Vieni e basta! >> affermò bruscamente. 
Guardai Zac e vidi l'irritazione nei suoi occhi. << Scusami, devo andare. >>
<< No, è tutto a posto. >> 
Liam mi aiutò a scendere dalla Porsche e chiuse la portiera con un calcio. Mi girai di scatto e rimasi tra lui e l'auto dandogli una spinta sulla spalla. << Che problemi hai? La devi smettere! >>
Louis sembrava nervoso. Non impiegai molto a capire perché: Liam puzzava di whisky. La Porsche di Zac uscì dal parcheggio sgommando e Liam si accese una sigaretta. << Adesso puoi tornare a casa, Lou. >>
<< Vieni, Zayn. >> 
<< Perché non resti, Zaynie? >> disse lui fremendo di rabbia.
Feci cenno a Louis e lui si avviò verso il portone con riluttanza. Incrociai le braccia pronto a lottare, a reagire all'inevitabile predica. Liam continuò a fumare in silenzio e, quando fu chiaro che non avrebbe dato spiegazioni, persi la pazienza. 
<< Perché lo hai fatto? >> domandai.
<< Perché? Perché ti stava palpeggiando sotto casa mia! >> urlò.
Mantenni il tono calmo. << Vivo a casa tua, è vero, ma quello che faccio e con chi lo faccio sono affari miei. >>
Lui gettò la sigaretta. << Ti meriti di più, Pidge. Non permettergli di scoparti in macchina come uno qualsiasi. >>
<< Non avevo intenzione di fare sesso con lui! >>
Indicò lo spiazzo vuoto lasciato dall'auto. << E allora che stavi facendo? >>
<< Non hai mai flirtato con nessuno, Liam? Non sei mai uscito con qualcuno senza andare fino in fondo? >>
Lui si accigliò e scosse la testa come se stessi dicendo delle assurdità. << Dove vuoi arrivare? >>
<< Succede a tutti... lo sapresti, se ogni tanto uscissi con un ragazzo. >>
<< I finestrini erano tutti appannati, l'auto sobbalzava... come facevo a saperlo? >> disse agitando le braccia in direzione del parcheggio vuoto.
<< Forse non dovresti spiarmi! >> si sfregò la faccia e scosse la testa. << Non posso sopportarlo, Pigeon. Mi sembra di impazzire. >>
Misi le braccia sui fianchi. << Non puoi sopportare cosa? >> << Se vai a letto con lui, non voglio saperlo. Finirò in prigione per un bel po' se scoprirò che lui... >> << Liam! >> sbottai. << Non posso credere che tu abbia detto una cosa simile! Per me è un passo importante! >> 
<< È quello che dicono tutti! >>
<< Non parlo dei puttanelli che frequenti! Parlo di me! >> replicai portandomi la mano al petto. << Io non ho... Lasciamo perdere. >> Feci per allontanarmi, ma lui mi afferrò per un braccio e mi costrinse a girarmi.
<< Non hai cosa? >> domandò. Non risposi. 
Vidi dalla sua espressione che aveva capito. Scoppiò a ridere. << Sei vergine? >>
<< E allora? >> replicai con le guance in fiamme. 
Il suo sguardo vagava, perdendo e riacquistando concentrazione mentre si sforzava di pensare nonostante il wisky. << Per questo Louis era così sicuro che non saresti andato tanto in là. >>
La rabbia di Liam svanì e sul suo viso comparve un'espressione di sollievo. Ero ansioso di cambiare argomento. Il divertimento che leggevo nei suoi occhi era già abbastanza umiliante. 
Fece un passo verso di me e mi prese il viso tra le mani. << Un vergine >>, disse scuotendo la testa. << Non l'avrei mai detto, visto come ballavi al Red. >>
<< Molto spassoso >>, osservai salendo furioso le scale. 
Cercò di seguirmi ma incespicò e cadde. Rotolò sulla schiena e scoppiò in una risata isterica.
<< Che fai? Alzati! >> dissi aiutandolo a rimettersi in piedi. 
Mi mise un braccio attorno al collo e gli diedi una mano a salire gli scalini.

 
XXX
Piombò di schiena sul materasso e mi trascinò con sé.
Quando atterrammo, mi ritrovai con la faccia a pochi centimetri dalla sua. D'un tratto divenne serio e si protese verso di me. Fece per baciarmi, ma lo allontanai.
<< Smettila, Liam >>, dissi.
Mi tenne stretto finché smisi di divincolarmi. << Dato che la parola "vergine" è uscita da queste splendide labbra... sento l'impulso di aiutarti a spogliarti. >>
<< Be', è una pessima idea. Venti minuti fa eri pronto a far fuori Zac per la stessa ragione, perciò non fare l'ipocrita. >>
<< 'Fanculo Zac. Non ti conosce come ti conosco io. >>
<< Liam, dai. Lascia che ti aiuti a metterti a letto. >>
<< Non aspetto altro, >> ribatté ridacchiando. 
<< Quanto hai bevuto? >> chiesi mettendomi in equilibrio tra le sue gambe. 
<< Abbastanza >>, rispose sorridendo
<< Più che abbastanza, direi. >>
Piantai un ginocchio nel materasso e gli sfilai la maglietta. Lui tentò di afferrarmi e io gli bloccai il polso sentendo un odore acre nell'aria. << Dio, Liam, puzzi di Jack Daniel's. >>
<< Jim Beam >>, mi corresse con un cenno da ubriaco.
Sganciai la fibbia della cintura e la sfilai dai passanti. Liam rise per il movimento brusco e sollevò la testa per guardarmi. << Farai meglio a stare attento alla tua verginità, Pidge. Sai che mi piace il sesso selvaggio. >>
<< Taci >>, ribattei sfilandogli i jeans. Li gettai per terra e rimasi in piedi con le mani sui fianchi e il respiro affannato. Aveva le gambe penzoloni, gli occhi chiusi e il respiro profondo, pesante. Era andato.
Mi avvicinai all'armadio e scossi la testa mentre frugavo tra i vestiti. Aprii la camicia e lasciai che mi cadesse ai piedi.
L'armadio era immerso nel caos, e sbuffai mentre cercavo una maglietta. Ne presi una dall'appendiabiti e in quell'istante Liam mi piombò addosso, cingendomi la vita con le braccia.
<< Mi hai spaventato a morte! >> strillai. 
Cominciò ad accarezzarmi, e notai che le sue mani erano diverse: si muovevano lente, caute. Chiusi gli occhi quando mi attirò a sé strofinando il viso sul collo. Sentendo il suo corpo nudo contro il mio, impiegai un istante a protestare. 
<< Liam... >>
Mi sfiorò la schiena con le labbra, da una spalla all'altra. Mi baciò la base del collo e io chiusi gli occhi. Il calore e la morbidezza della sua bocca erano troppo piacevoli per fermarlo. Mi fece voltare e premette il bacino contro il mio, lasciandosi sfuggire un gemito sommesso: capii dal contatto con i suoi boxer quanto mi desiderasse. Trattenni il fiato sapendo che l'unica cosa che ci frenava dal compire quel passo importante, a cui mi ero apposto fino a un attimo prima, erano due sottili pezzi di stoffa.
Liam mi girò e mi spinse contro il muro. I nostri sguardi s'incontrarono e nel suo colsi una certa sofferenza mentre osservava la mia pelle nuda. Lo avevo visto tante volte squadrare gli uomini ma ora era diverso: non voleva conquistarmi, voleva che dicessi sì.
Si chinò per baciarmi, fermandosi a un paio di centimetri soltanto dal mio viso. Sentivo il suo calore sulle labbra e dovetti controllarmi per non attirarlo a me. Le sue mani sfiorarono l'orlo dei miei boxer. Spostò gli indici verso i fianchi e li infilò tra la stoffa e il mio corpo. Proprio quand'era sul punto di sfilarmeli esitò. Aprii la bocca per dirgli di sì, ma lui chiuse gli occhi. 
<< Non così >>, sussurrò sfiorandomi le labbra con le sue. << Ti voglio, ma non così. >>
Arretrò incespicando, cadde sul letto di schiena e io rimasi per un istante in piedi con le braccia incrociate sul petto. Quando il suo respiro si placò, mi infilai la maglietta che avevo ancora in mano. Liam non si mosse. Inspirai lentamente, sapendo che non sarei riuscito a fermare nessuno dei due se mi fossi steso sul letto e lui si fosse svegliato con intenti tutt'altro che onorevoli.
Mi precipitai verso la poltrona e mi ci buttai sopra, coprendomi la faccia con le mani. Zac se n'era andato offeso, Liam aveva aspettato qualcuno per mostrare interesse nei miei confronti, eppure sembrava fossi l'unico ragazzo con cui non riusciva ad andare a letto, neanche quand'era ubriaco fradicio.

 
XXX
Il mattino dopo mi versai del succo d'arancia e ne bevvi un sorso ascoltando musica dall'iPod. Mi ero svegliato prima dell'alba e rigirato sulla poltrona fino alle otto. Dopo, per passare il tempo, avevo deciso di pulire la cucina. Poi presi la cesta della biancheria pulita e mi sedetti sul divano a piegarla. Riposi i vestiti piegati nella cesta e li portai nella stanza di Liam. Sorrisi notando che non si era mosso dalla posizione in cui era crollato la sera prima. 
<< Guarda, Pigeon >>, disse bofonchiando prima che il suo respiro tornasse lento e profondo.
Non potei fare a meno di osservarlo dormire. Sapendo che sognava di me. 
Decisi di farmi una doccia, sperando che il rumore placasse sia i gemiti di Harry e Louis sia i cigolii e i colpi del letto contro la parete. Quando chiusi l'acqua, mi resi conto che non erano affatto preoccupati che qualcuno li sentisse.
Alzai gli occhi al cielo sentendo i gridolini acuti di Louis. In quel momento suonò il campanello. Strinsi la cintura del mio accappatoio e attraversai in fretta il soggiorno. I rumori nella stanza di Harry cessarono all'istante. Aprii la porta e mi ritrovai davanti Zac.
<< Buongiorno >>, esclamò.
<< Zac... >>
<< Non mi è piaciuto come ci siamo salutati ieri sera. Stamattina sono uscito a prenderti il regalo di compleanno e non potevo aspettare a dartelo. >> Disse estraendo una scatola lucida dalla tasca della giacca. 
<< Buon compleanno, Zaynie. >>
Mi mise il pacchetto argentato in mano e io lo baciai sulla guancia. << Grazie. >>
<< Forza. Voglio vedere la tua faccia quando lo apri. >> Infilai il dito sotto il nastro sul fondo della scatola, tolsi la carta e aprii la scatola. Dentro c'era un braccialetto d'oro bianco.
<< Zac >>, sussurrai.
Lui s'illuminò. << Ti piace? >>
<< Sì >>, risposi. << Ma è troppo. Non potrei accettarlo neanche se ci frequentassimo da un anno.
Fece una smorfia. << Immaginavo che lo avresti detto. Stamattina ho cercato dappertutto il regalo per il tuo compleanno e, quando ho visto questo, ho capito che poteva appartenere a una persona soltanto >>, affermò allacciandomelo al polso. 
<< E avevo ragione. Su di te è favoloso. >>
Sollevai il polso e scossi la testa. << È la cosa più bella che abbia mai visto. Nessuno mi ha mai dato qualcosa di così... raffinato. >>
Lui scoppiò a ridere e mi baciò sulla guancia. << Sono contento che ti piaccia. L'espressione che hai sul viso vale i sette negozi che ho girato. >>
<< Hai girato sette negozi? >> Lui annuì e gli presi il volto fra le mani. << Grazie. È perfetto >>, affermai baciandolo rapidamente.
Zac mi stinse forte. << Devo andare. Pranzo con i miei ma ti chiamerò dopo, okay? >>
<< Okay, grazie! >> gridai guardandolo trotterellare giù per le scale. 
Mi precipitai in casa, incapace di distogliere lo sguardo dal polso. 
<< Santo cielo, Zayn! >> esclamò Louis afferrandomi la mano. << Dove lo hai preso? >>
<< Me lo ha dato Zac. È il mio regalo di compleanno. >>
<< Ti ha regalato un braccialetto d'oro? Dopo una settimana? Se non sapessi come stanno le cose, direi che tu ce l'abbia magico! >>
Scoppiai in una fragorosa risata, che contagiò subito Louis. Harry emerse alla camera con un'espressione stanca e soddisfatta. << Ehi, svitati, che avete da urlare? >>
Louis mi sollevò il polso. << Guarda! Il regalo di compleanno di Zac. >>
Harry socchiuse gli occhi e un attimo dopo li spalancò. << Wow. >>
Liam spuntò incespicando in soggiorno. << Ragazzi, fate proprio un bel casino >>, gemette abbottonandosi i jeans.
<< Scusa >>, dissi liberandomi dalla presa di Louis. 
Liam tracannò il resto del mio succo d'arancia e si asciugò la bocca con il dorso della mano. << Chi diavolo mi ha lasciato bere così tanto ieri sera? >>
Louis sogghignò. << Hai fatto tutto da solo. Sei uscito e ti sei comprato una bottiglia dopo che Zayn se n'era andato con Zac. Quando è tornato, te l'eri scolata tutta. >>
<< Maledizione >>, commentò scuotendo la testa. << Ti sei divertito? >> mi chiese guardandomi.
<< Parli sul serio? >> ribattei senza riflettere, lasciando trasparire la rabbia. << Che c'è? >>
Louis scoppiò a ridere. << L'hai trascinato fuori dall'auto di Zac, hai visto rosso quando li hai scoperti che pomiciavano come due liceali. Finestrini appannati eccetera! >>  
Lo sguardo di Liam si fece assente mentre cercava di recuperare i ricordi della sera precedente. Mi sforzai di mantenere il controllo. Se non ricordava di avermi trascinato fuori dall'auto, non ricordava neanche quanto fossi stato vicino a offrirgli la mia verginità. 
<< Quanto sei incazzato? >> domandò con un sussurro.
<< Parecchio. >>
Mi strinsi nell'accappatoio e imboccai il corridoio. Sentii alle mie spalle i passi di Liam.
<< Pidge >>, esclamò quando gli sbattei la porta in faccia. La aprì piano e mi si parò davanti. << Ricordi qualcosa di quello che mi hai detto ieri sera? >> << No. Perché? Sono stato cattivo? >> Nei suoi occhi vidi la sua preoccupazione, il che non fece che aumentare la mia rabbia. 
<< No, non sei stato cattivo! Tu... noi... >>Mi coprii gli occhi con le mani e un istante dopo sentii la sua mano sul polso.
<< Da dove viene questo? >> fece guardando torvo il mio braccialetto.
<< È mio >>, risposi scostando la mano.
<< Non te l'ho mai visto prima. Sembra nuovo. >>
<< Lo è. >>
<< Dove lo hai preso? >>
<< Me lo ha dato Zac un quarto d'ora fa >> , risposi guardandolo passare dalla perplessità alla furia.
<< Che cazzo ci faceva qui quello stronzo? Si è fermato a dormire? >> domandò alzando un po' di più la voce.
Incrociai le braccia. << Stamattina è andato in cerca del mio regalo di compleanno e me l'ha portato. >>
<< Non è ancora il tuo compleanno. >> Divenne paonazzo mentre cercava di controllare la collera.
<< Non poteva aspettare >>, risposi.
<< Non mi stupisce che abbia dovuto trascinarti fuori dalla sua macchina, pare proprio che tu... >> S'interruppe, stingendo le labbra.
Socchiusi gli occhi. << Cosa? Finisci la frase. >>
Contrasse la mascella e fece un profondo respiro. << Niente. Sono incazzato e stavo per dire qualcosa di brutto. >>
<< Prima non ti trattenevi mai. >>
<< Lo so. Ci sto lavorando >>, rispose dirigendosi verso la porta. << Ti lascio vestire. >>
Raggiunta la maniglia, si fermò e si sfregò il braccio. Non appena le dita toccarono la chiazza violacea che aveva sotto la pelle, Liam sollevò il gomito e notò il livido. Lo fissò per un istante e si voltò verso di me. 
<< Ieri sera sono caduto sulle scale. E tu mi hai aiutato ad andare a letto... >> disse, passando al vaglio le immagini confuse nella sua mente. 
Il cuore mi martellò nel petto e deglutii con forza quando capii che stava ricordando. Socchiuse gli occhi. << Noi... >>
fece avvicinandosi di un passo, guardando prima l'armadio e poi il letto. 
Scossi la testa. << No. Non abbiamo fatto niente. >>
Trasalì mentre riviveva i fatti. << Voi appannate i finestrini, io ti tiro fuori dall'auto e cerco di... >> continuò scuotendo la testa. Si voltò verso la porta e afferrò la maniglia con le nocche tutte bianche. << Mi stai trasformando in un fottuto psicopatico, Pigeon >>, grugnì al di sopra della spalla. << Non penso in modo lucido quando ti sto vicino. >>
<< Allora è colpa mia? >>
Si girò. Il suo sguardo si spostò dal mio volto all'accappatoio, alle gambe, ai piedi, per tornare infine a fissarmi negli occhi. << Non lo so. Ho la mente un po' appannata... ma non ricordo che tu abbia detto di no. >>
Feci un passo in avanti, pronto per replicare a quella piccola, irrilevante affermazione, ma non ci riuscii. Aveva ragione.
<< Che cosa vuoi che dica, Liam? >>
Lui fissò il braccialetto e quindi me con aria accusatoria.
<< Speravi che non ricordassi? >>
<< No! Ero incazzato all'idea che te ne fossi dimenticato! >>
Mi trafisse con i suoi occhi castani. << Perché? >>
<< Perché se io avessi... se noi avessimo... e tu non... Non so perché! Lo ero e basta! >>
Si precipitò al centro della stanza, si fermò a pochi centimetri da me e mi prese il volto fra le mani. Il suo respiro era affannoso. << Che stiamo combinando, Pidge? >>
Dalla cintura, il mio sguardo si posò sui muscoli e sui tatuaggi del suo petto per posarsi sul nocciola caldo delle sue iridi.
<< Dimmelo tu. >>
Nota D'autore:
Ciaooooooooo a tutti! :) 
Ecco a voi il 6° capitolo. Ye!
Spero davvero che vi piaccia e che riceva taaaante recensioni e visualizzazioni.
Grazie per chi è passato a recensire il 5° capitolo.
Ovviamente un grazie anche a chi è passato a leggere la storia.
Infine.. grazie anche a mia cugina che è ancora al mare, ma che mi aiuta sempre ;)
GRAZIE A TUTTI! :)
Ci vediamo il prossimo capitolo. Baci. 
IconbyStyles :)

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Capitolo 7
*** Diciannove ***


Diciannove



<< Zayn? >> mi chiamò Harry bussando alla porta. << Lou va a fare spese e chiede se vuoi andare con lui. >>
Liam mi stava ancora guardando negli occhi. << Pidge? >>
<< Sì >>, dissi a Harry, << Ho alcune commissioni da fare. >>
<< Va bene, allora gli dico di aspettarti >>, rispose.
<< Pidge? >>
Presi quello che mi serviva dall'armadio. << Possiamo parlare più tardi? Oggi ho molto da fare. >>
<< Certo >>, disse con un sorriso forzato.
Scappare in bagno fu un sollievo. Mi restavano due settimane da trascorrere in quell'appartamento e non c'era modo di rimandare il discorso, almeno non a lungo. Ero diviso in due: uno Zayn arrendevole e educato con Zac, uno arrabbiato, confuso e frustrato con Liam. L'intera scuola aveva visto Liam trasformarsi da imprevedibile a spaventosamente irascibile.
Mi vestii in fretta per andare in centro con Louis. Lui mi raccontò divertito della sua mattinata piccante con Harry e io ascoltai, annuendo puntualmente quand'era opportuno.
<< Che c'è, Zayn? Sei silenzioso. >>
<< Questa storia con Liam è... un bel casino. >>
<< Perché? >> domandò. I suoi occhiali da sole si mossero quando arricciò il naso. 
<< Mi ha chiesto che cosa stiamo combinando. >>
<< Come sarebbe? Tu stai con Zac, no? >> 
<< Mi piace, ma è passata solo una settimana. Non facciamo sul serio. >>
<< Provi qualcosa per Liam, vero? >>
Scossi la testa. << Non so che cosa provo per lui. È solo che non vedo alcuna possibilità, Lou. È una persona troppo complicata. >>
<< Nessuno dei due si fa avanti e lo dice, è questo il problema. Avete talmente tanta paura di quello che potrebbe accadere che vi difendete con le unghie e con i denti. So con certezza che se lo guardassi negli occhi e gli dicessi che lo vuoi, non poserebbe più lo sguardo su nessun altro uomo. >>
<< Lo sai con certezza? >>
<< Sì. Parlo con cognizione di causa. >> 
<< Finirebbe per spezzarmi il cuore, lo so >>, osservai scuotendo la testa. << Non credo riesca ad essere fedele. >>
<< Non riusciva neanche a essere amico di un uomo, eppure avete sconvolto l'intera Eastern. >>
<< Non lo so. Non m'importa di come stanno le cose. Possiamo essere soltanto amici. >>
Lui negò con un cenno. << Tranne per il fatto che non siete soltanto amici. >>



XXX
Dopo ore e ore di ricerche forzate, Louis mi comprò una camicia bianca, degli skinny jeans strappati e delle convers grigie.
<< Questo è lo Zayn che adoro! >> Louis rise di fronte al mio look. << Devi vestirti così per la festa di domani. >> << Non era questo il piano? >> ribattei con un sorrisetto furbo. In quell'istante mi squillò il cellulare. << Pronto? >> dissi accostandolo all'orecchio.
<< È ora di cena! Dove diavolo siete finiti? >> chiese Liam.
<< Prima che arrivassimo noi, tu e Haz sapevate come cucinare una cena. Sono sicuro che ve la caverete. >>
<< Be', grazie tante. Eravamo preoccupati. >> 
Guardai Louis e sorrisi. << Stiamo bene. >>
<< Digli che ti porterò a casa in men che non si dica. Devo solo fermarmi da Brazil a prendere degli appunti per Haz. >>
<< Hai sentito? >> chiesi a Liam. 
<< Sì. Ci vediamo allora, Pidge. >>
Andammo da Brazil. Louis spense il motore e fissò il palazzo di fronte a noi.
<< Che c'è che non va, Lou? >>
<< Brazil mi dà i brividi. L'ultima volta che sono stato qui con Haz, non ha fatto altro che flirtare con me. >>
<< Be', ti accompagno. Se solo ammicca, gli cavo un occhio, d'accordo? >>
Lui sorrise e mi abbracciò. << Grazie, Zayn! >>
Raggiungemmo il retro dell'edificio e Louis bussò. Aspettammo ma non venne nessuno ad aprire.
<< Penso non ci sia >>, osservai.
<< C'è >>, disse irritato. Pestò il pugno sul legno e a quel punto la porta si spalancò.
<< BUON COMPLEANNO! >> gridò una folla all'interno. 
Il soffitto era tutto verde e nero, tappezzato di palloncini ornati di fili d'argento che pendevano sui volti dei presenti.
Liam li scostò e si avvicinò con un bel sorriso. Mi baciò sulle guance e sulla fronte. << Buon compleanno, Pigeon. >>
<< Ma è domani! >> esclamai. Ancora sconvolto, cercai di sorridere a tutti.
Lui alzò le spalle. << Be', visto che c'è stata una soffiata, abbiamo dovuto fare qualche cambiamento all'ultimo minuto. Sorpreso? >>
<< Molto! >> risposi mentre Finch mi abbracciava.
<< Buon compleanno, tesoro! >> disse baciandomi sulla guancia. Louis mi diede un colpetto con il gomito. << È stato un bene che ti abbia convinto a fare spese con me, altrimenti saresti arrivato qui conciato da schifo! >>
<< Sei splendido >>, esclamò Liam osservando come ero vestito.
Brazil mi abbracciò. << E spero abbia capito che la storia di Louis sul fatto che gli do i brividi era solo un pretesto per trascinarti qui. >>
Guardai il mio amico, che scoppiò a ridere. << Mi sembra abbia funzionato, no? >>
Quando tutti mi ebbero abbracciato e fatto gli auguri, mi accostai al suo orecchio. << Dov'è Zac? >>
<< Verrà più tardi >>, mormorò. << Harry è riuscito a sentirlo per telefono solo questo pomeriggio. >>
Brazil alzò il volume dello stereo e tutti esultammo. << Vieni qui, Zayn! >> disse andando in cucina. Allineò vari bicchierini sul banco e andò a prendere la bottiglia di tequila dal bar. << Buon compleanno dalla squadra di football, piccolo. >> Sorrise e riempì ogni bicchierino di Patròn fino all'orlo. << Noi festeggiamo così: compi diciannove anni, hai diciannove bicchierini. Più ne bevi, più guadagni >>, spiegò allargando a ventaglio una serie di banconote da venti dollari.
<< Oh mio Dio! >> strillai.
<< Bevi, Pidge! >> mi incoraggiò Liam.
Guardai sospettoso Brazil. << Guadagno venti dollari per ogni bicchierino che bevo? >>
<< Esatto, e presto ti vedremo sbronzo. A giudicare dalla tua corporatura, direi che alla fine della serata ce la caveremo con la perdita di sessanta dollari. >>
<< Pensaci bene >>, risposi afferrando il primo. Lo portai alle labbra, piegai la testa e lo svuotai con un sorso, poi lo lasciai cadere, afferrandolo a mezza'aria.
<< È davvero un spreco, Brazil >>, osservai pulendomi la bocca. << Dovresti usare la Cuervo, non la Patròn. >>
Il sorriso compiaciuto gli svanì dal volto. Scosse la testa e scrollò le spalle. << Allora forza. I portafogli di dodici giocatori di football dicono che non arriverai a dieci. >>
Socchiusi gli occhi. << Raddoppiate la somma, oppure ne berrò quindici. >>
<< Wow! >> esclamò Harry. << Non ti è permesso finire in ospedale il giorno del tuo compleanno, Zayn! >>
<< Può farcela >>, disse Louis fissando Brazil.
<< Quaranta dollari a bicchiere? >> fece lui dubbioso.
<< Hai paura? >> chiesi.
<< Diamine, no! Te ne darò venti a bicchierino, e quando arriverai a quindici raddoppierò il totale. >>
<< In Kansas si festeggia così! >> dissi tracannandone un altro.

 
XXX
Un'ora e cinque bicchierini più tardi ero in soggiorno a ballare con Liam sulle note di un lento, mentre lui mi cantava le parole nell'orecchio.
<< Ti ho già detto quanto sei bello questa sera? >>
Scossi la testa e lui mi abbracciò. Appoggiai la testa sulla sua spalla e Liam strinse la presa. 
Quando la musica si fece più veloce, la porta si aprì.
<< Zac! Ce l'hai fatta! >> Corsi ad abbracciarlo. 
<< Scusa il ritardo, Zaynie >>, affermò dandomi un rapido bacio sulle labbra. << Buon compleanno. >>
<< Grazie >>, risposi vedendo con la coda dell'occhio Liam che ci fissava.
Zac mi sollevò il polso. << Lo hai messo. >>
<< Te l'avevo detto. Vuoi ballare? >>
Lui fece cenno di no. << Uh... non ballo. >>
<< Oh. Vuoi assistere mentre bevo il sesto bicchierino di Patròn? >> Sorrisi sollevando i cinque biglietti da venti. 
<< È un po' rischioso, non credi? >>
Mi avvicinai al suo orecchio. << Li sto imbrogliando alla grande. Faccio questo gioco con mio padre da quando ho sedici anni. >>
Lo portai in cucina, scolai un altro bicchierino e lo sbattei capovolto sul bancone. Brazil mi porse un altro biglietto da venti e io tornai in soggiorno. Liam mi afferrò e danzammo insieme a Louis e Harry. 
Harry mi diede una pacca sul sedere. << Uno! >>
Louis lo imitò e fu seguito da tutti gli altri.
Arrivati al numero diciannove, Liam si sfregò le mani. 
<< Tocca a me! >>
<< Fa' piano! >> protestai.
Con un sorrisetto malizioso alzò la mano. Chiusi gli occhi per un istante, in attesa che mi colpisse, ma l suo tocco fu gentile.
<< Diciannove! >> esclamò.
Subito dopo, partì un altro lento, e Zac mi trascinò in pista. Non impiegai molto a capire perché non ballasse.
<< Scusa >>, disse dopo avermi pestato i piedi per la terza volta. 
Gli posai la testa sulla spalla. << Vai benone >>, mentii.
Un istante dopo mi sussurrò: << Cosa fai lunedì sera? >>.
<< Vengo a cena con te? >>
<< Sì. Nel mio nuovo appartamento. >>
<< L'hai trovato! >>
Lui rise annuendo. 
Si guardò in torno, mi portò in corridoio. Lì mi spinse delicatamente contro il muro e mi baciò con le sue labbra morbide. Le sue mani erano dappertutto. All'inizio mi piacque ma, quando mi infilò la lingua in bocca, ebbi la netta sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato.
<< Okay Zac >>, dissi scostandomi da lui.
<< Va tutto bene? >>
<< Sì, ma penso sia maleducato appartarmi con te in un angolo buio visto che di là ci sono degli ospiti. >>
<< Hai ragione, scusami. Volevo solo darti un memorabile bacio di buon compleanno prima di andare. >>
<< Te ne vai? >>
<< Devo svegliarmi tra quattro ore, Zaynie. >>
<< D'accordo. Ci vediamo lunedì? >>
<< Ci vediamo domani. Passerò da te quando torno. >>
Mi condusse alla porta e prima di uscire mi diede un bacio sulla guancia.
<< Paparino se n'è andato! >> urlò Liam non appena la porta si chiuse. << Che la festa abbia inizio! >>
<< Aspetta... ho un impegno da rispettare >>, osservai portandolo in cucina. Mi scolai l'ennesimo bicchierino e risi vedendo Liam fare lo stesso. Ne presi un altro e lui pure.
<< Ne restano ancora dieci, Zayn >>, osservò Brazil porgendomi altri due biglietti da venti.


 
XXX
Il dodicesimo bicchierino fece parecchio effetto. Mi sentivo un po' stordito mentre mi muovevo con Louis sul divano di Brazil. Ridevamo e agitavamo le braccia a ritmo di musica.
Incespicai e per poco non caddi, ma Liam fu pronto ad afferrarmi per i fianchi. 
<< Hai mantenuto la parola >>, esclamò. << Hai bevuto più di qualsiasi ragazzo di nostra conoscenza. Ora però basta. >>
<< Col cavolo >>, biascicai. << Se arrivo a quindici sono seicento dollari in tutto che mi porto via! E tu non mi puoi dire di non fare qualcosa di estremo per i soldi. >>
<< Se sei così disperato, Pidge... >>
<< Non ho intenzione di chiederti prestiti >>, dissi con un sogghigno. 
<< Stavo per suggerirti di impegnare il braccialetto >>, replicò con un sorriso.
Gli diedi una pacca sul braccio proprio mentre Louis iniziava il conto alla rovescia per la mezzanotte. Quando scoccò, partirono grida e applausi. 
Avevo diciannove anni.
Louis e Harry mi baciarono sulle guance, poi Liam mi prese tra le braccia facendomi fare una piroetta.
<< Buon compleanno, Pigeon >>, mi disse con aria dolce. 
Per un istante mi persi nei suoi caldi occhi nocciola. Mentre ci guardavamo, talmente vicini che sentivo il suo respiro sulla pelle, il tempo si fermò.
<< I bicchierini! >> esclamai incespicando fino al banco della cucina. 
<< Sei sbronzo, Zayn. Penso sia ora di andare a casa >>, suggerì Brazil.
<< Non sono uno che molla >>, replicai. << Voglio i miei soldi. >> Lui mise un biglietto da venti sotto gli ultimi bicchierini e gridò ai compagni: << Ha intenzione di berli! Fuori i soldi, ragazzi >>
Liam si era scolato gli altri quattro dalla parte opposta.
Presi un altro bicchierino per mano.
Lo buttai giù e attesi che la nausea si placasse.
<< Pigeon? >> esclamò Liam facendo un passo nella mia direzione.
Alzai un dito e Brazil sorrise. << Perderà >>, disse.
<< No >>, ribatté Louis scuotendo la testa. << Fa' un respiro profondo, Zayn. >>
Chiusi gli occhi e inspirai alzando l'ultimo. 
<< Santo Dio, Zayn! Andrai in coma etilico! >> gridò Harry. << Ce la fa >>, lo rassicurò Louis.
Rovesciai il capo e lasciai che la tequila mi scorresse giù per la gola. Labbra e denti erano insensibili dal lontano bicchierino numero otto. L'intera sala proruppe in urla e fischi e Brazil mi porse i soldi.
<< Grazie >>, dissi fiero infilandomeli nei boxer.
<< In questo momento sei incredibilmente sexy >>, mi bisbigliò Liam all'orecchio mentre tornavamo in soggiorno.
Ballammo fino al mattino e la tequila che mi scorreva nelle vene mi fece scivolare nell'oblio.
Nota D'autore: 
Ciaooo popolo di EFP (?)
Ecco a voi il capitolo 7.
Non so cosa dirvi :|
Spero che il capitolo vi piaccia e che riceva tante 
visualizzazioni e recensioni come i capitoli precedenti.
Ringrazio mia cugina.. anche se questo capitolo l'ho fatto da sola :') 
Ma sopratutto ringrazio voi che leggete e che recensite.
Alla prossima ;)
Baci.
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Capitolo 8
*** Voci ***


Voci



Quando aprii gli occhi, vidi Liam seduto con la schiena contro la vasca e la testa appoggiata al muro, completamente andato. Scostai la coperta che avevo addosso, mi alzai e restai senza fiato vedendo l'orrendo riflesso nello specchio sopra il lavandino: Sembravo uno zombi.
Liam era circondato da lenzuola, asciugamani e coperte. Aveva creato un giaciglio improvvisato mentre rigettavo i quindici bicchierini di tequila. Mi sciacquai la faccia e sentii un gemito levarsi dal pavimento. Liam si mosse, si sfregò gli occhi e si stirò, poi guardò al suo fianco e sussultò confuso. << Sono qui >>, dissi. << Perché non vai a letto e dormi un po'? >> << Tu stai bene? >> chiese sfregandosi ancora gli occhi. 
<< Sì, sto bene. Insomma, tutto considerato. Starò meglio quando mi sarò fatto una doccia. >>
Lui si alzò. << Per tua informazione, ieri sera hai portato via il mio assurdo titolo. Non so da dove abbia origine tutto questo, ma non voglio che tu lo rifaccia. >>
<< In sostanza dall'ambiente in cui sono cresciuto, Liam. Niente di importante. >>
Mi prese il mento fra le mani. << Per me invece lo è. >>
<< Okay, non lo rifarò. Contento? >>
<< Sì. Devo dirti una cosa, ma devi promettermi di non farti prendere dal panico. >>
<< Oddio, che ho fatto? >>
<< Niente, ma devi chiamare Louis. >>
<< Dov'è? >>
<< Alla Morgan. Ieri ha litigato con Haz. >>
Feci in fretta la doccia e afferrai gli abiti che Liam mi aveva lasciato sul lavandino. Quando uscii dal bagno, trovai lui e Harry seduti in soggiorno. 
<< Cosa gli hai detto? >> chiesi severo.
Harry sembrava afflitto. << È proprio incazzato. >>
<< Che cos'è successo? >>
<< Ero furioso perché ti aveva incoraggiato a bere così tanto. Pensavo che saresti finito in ospedale. Senza neanche che me ne accorgessi, ci siamo messi a urlare. Eravamo tutte e due sbronzi, Zayn. Ho detto cose terribili >>, ammise scuotendo la testa, con lo sguardo fisso a terra.
<< Per esempio? >> indagai arrabbiato.
<< L'ho chiamato in modi di cui non vado fiero e gli ho detto di andarsene. >>
<< L'hai lasciato andare via ubriaco? Sei deficiente? >>
<< Calma, Pidge. Sta già abbastanza male >>, disse Liam.
Presi il cellulare e feci il numero di Louis.
<< Pronto? >> Aveva una voce terribile.
<< Ho appena saputo, stai bene? >> << Sto bene. È un coglione. >> Nonostante quelle parole dure, sentivo il dolore nella sua voce.  << Mi spiace di non essere venuto con te. >> 
<< Eri fuori combattimento, Zayn >>, replicò brusco.
<< Perché non vieni a prendermi? Possiamo parlare un po'. >>
Lui sospirò. << Non lo so. Non ho proprio voglia di vederlo. >>
<< Gli dirò di restare in casa. >>
Dopo un lungo silenzio udii un tintinnio di chiavi in sottofondo. << D'accordo. Arrivo subito. >>
<< Viene qui? >>
<< Non vuole vederti, Haz. Gli ho detto che saresti rimasto in casa. >>
<< Mi odia. >> Sospirò.
<< Gli parlerò, ma tu devi prepararti delle scuse con i fiocchi. >>
Dieci minuti dopo, sentii il clacson e uscii. Quando arrivai ai piedi delle scale, Harry mi superò di corsa: puntò dritto alla macchina di Louis e si chinò davanti al finestrino. Mi bloccai e vidi che Louis continuava a fissare davanti a sé, ignorandolo. Harry sembrò dargli qualche spiegazione. Rientrai per lasciarli soli.
<< Pigeon? >> fece Liam scendendo velocemente le scale. 
<< Non promette niente di buono. >>
<< Lascia che se la sbrighino. Vieni dentro >>, esclamò intrecciando le dita con le mie. << È una cosa così grave? >> chiesi.
<< Abbastanza... Stanno uscendo dalla fase della luna di miele. Ma sono sicuro che troveranno una soluzione. >> << Per qualcuno che non ha mai avuto un fidanzato, sembri molto esperto di relazioni di coppia. >>
Sorrise. << Con quattro fratelli e molti amici... >>
Harry rientrò sbattendo la porta. << Quel ragazzo è impossibile, cazzo! >>
Baciai Liam sulla guancia. << Ora tocca a me. >>
<< Buona fortuna >>, esclamò.


 
XXX
Mi sistemai accanto a Louis e lui sbuffò. << Quel ragazzo è impossibile, cazzo! >>
Ridacchiai notando quanto si somigliavano. << Scusa >>, dissi notando l'occhiataccia di Louis.
Lui urlò, pianse e urlò ancora un po'. Io rimasi in silenzio e lasciai che si sfogasse. 
<< Mi ha detto che sono un'irresponsabile! Io! Come se non ti conoscessi! E già che ci siamo, cos'era quel numero con Zac ieri sera? >>
Quel cambiamento improvviso di argomento mi colse alla sprovvista. << Che intendi? >>
<< Liam ti  ha organizzato la festa, e tu te la fai con Zac! >>
<< Aspetta un attimo! Ho detto a Zac che non dovevamo appartarci. Che importanza ha se la festa l'ha organizzata Liam? Non sto con lui! >>
Louis guardò davanti a sé sbuffando. 
<< D'accordo, Lou. Che c'è? Adesso c'è l'hai con me? >>
<< Non c'è l'ho con te. >>
Scossi la testa. << Ma non vedi quello che sta succedendo? >> chiese. << Liam ha smesso di combattere. Non esce senza di te. Non ha portato più ragazzi a casa, non ha ancora fatto fuori Zac e tu ti preoccupi perché dicono che stai con entrambi. Sai perché, Zayn? Perché è la verità! >>
<< Che diavolo ti ha perso? >>
<< Esci con Zac e sei tanto felice >>, continuò beffardo. << Allora perché non stai alla Morgan? >>
<< Perché ho perso la scommessa, lo sai! >>
<< Ma per favore, Zayn! Ripeti che Zac è perfetto, passi serate splendide con lui, gli parli per ore al telefono e poi dormi ogni notte con Liam! Non capisci cosa non va in questa situazione? Se Zac ti piacesse davvero, adesso saresti alla Morgan. Liam è quello che vuoi, Zac quello di cui credi di avere bisogno. >>
<< Sembra così, ma... >>
<< Sembra così a tutti Zayn! Perciò se non ti va quello che dicono di te, pensaci. Non è colpa di Liam. Ha fatto un cambiamento radicale per te. >>
<< Una settimana fa volevi che facessi le valigie e tenessi Liam lontano da me! Ora lo difendi? >>
<< Zayn Jawaad Malik! Non lo difendo, stupido, mi preoccupo per voi! Siete pazzi l'uno dell'altra! Fate qualcosa! >>
<< Come puoi pensare che mi metta con lui? >> gemetti. << Dovresti tenermi lontano da persone come lui! >>
<< Hai faticato tanto per separarti da tuo padre. È l'unica ragione per cui prendi in considerazione Zac! Lui è l'esatto contrario di Yasser e pensi che Liam ti riporterà indietro al punto di partenza. Non è come tuo papà, Zayn. >>
<< Non ho detto che lo sia, ma potrebbe spingermi a seguire le sue orme. >>
<< Liam non ti farebbe mai una cose del genere. Stai sottovalutando quello che significhi per lui. Se solo gli dicessi... >>
<< No. Non ci siamo lasciati alle spalle tutto perché qui mi guardino come a Wichita. Concentriamoci sul problema più immediato. Harry ti sta aspettando. >>
<< Non voglio parlare di Harry. >>
<< Sta da cani, Lou. Ti ama. >>
<< Non m'importa. >> 
<< Invece sì. >> 
<< Lo so >>, piagnucolò appoggiandosi alla mia spalla.
<< Prima sono stato molto crudele con lui. Non credo voglia parlarmi. >>
<< Ti parlerà. Sa che eri furioso. >>
Louis si asciugò le guance e guidò fino a casa. Appena arrivati Harry si precipitò giù dalle scale prima ancora che spegnesse il motore. Spalancò la portiera e la trascinò fuori. << Mi dispiace, tesoro. Avrei dovuto farmi gli affari miei. Io... ti prego, non andartene. Non so cosa farei senza di te. >>
Louis gli prese il viso tra le mani e sorrise. << Sei un bastardo arrogante, ma ti amo lo stesso. >>
Liam era sulla soglia e mi abbracciò quando entrai. 
<< E vissero felici e contenti >>, esclamò chiudendo la porta.
Crollai sul divano e lui si sedette accanto a me, facendomi stendere le gambe sulle sue ginocchia.
<< Cosa vuoi fare oggi, Pidge? >>
<< Dormire. O riposare... >>
<< Non posso darti prima il regalo? >>
<< Non è un braccialetto, ma ho pensato potesse piacerti. >>
<< Mi piacerà di sicuro. >>
Mi scostò le gambe e scomparve nella stanza di Harry. 
Restai perplesso quando lo udii mormorare, poi tornò con una scatola tra le mani. La posò ai miei piedi e si accovacciò sul pavimento. 
<< Sbrigati, voglio che sia una sorpresa >>, esclamò sorridendo. << Devo sbrigarmi? >> chiesi confuso mentre sollevavo il coperchio. 
Rimasi a bocca aperta. << Un cucciolo?! >> strillai infilando le mani nella scatola.
<< Ti piace? >>
<< Lo adoro! Mi hai preso un cucciolo! >>
<< È un Cairn Terrier. Ho fatto tre ore di strada per andare a prenderlo, giovedì, dopo la lezione. >>
<< Non sta fermo un minuto! >> osservai ridendo. 
<< Ogni ragazzo del Kansas ha bisogno del suo Toto >>, affermò Liam accarezzando la palla di pelo che tenevo in grembo. 
<< Assomiglia proprio a Toto! Lo chiamerò così >>, esclamai.
<< Puoi tenerlo qui. Me ne occuperò io quando tornerai alla Morgan. Ed è la garanzia che verrai a trovarmi. >>
<< Sarei tornato lo stesso, Liam. >>
<< Farei qualsiasi cosa per vedere sempre quel sorriso che hai ora sul volto. >>
<< Penso tu abbia bisogno di un pisolino, Toto. Sì, è proprio così >>, dissi cambiando discorso. 
Liam annuì, si alzò e mi prese in braccio. << Allora andiamo. >> Mi portò in camera, scostò le coperte e mi adagiò sul letto. 
<< Grazie per essere stato con me ieri notte >>, dissi << Non c'era bisogno che dormissi per terra in bagno. >>
<< È stata una delle notti più belle della mia vita. >>
Mi voltai per vedere la sua espressione: era serio. << Perché hai dormito fra il water e la vasca su un pavimento duro e freddo di piastrelle con uno scemo che vomitava? >>
<< A dire il vero sono stato sveglio con te quando stavi male e ti ho visto addormentarti tra le mie braccia. Non è stato comodo e non ho chiuso occhio, ma ho festeggiato il tuo diciannovesimo compleanno con te, e da ubriaco sei davvero molto dolce. >>
<< Tra un conato e l'altro dovevo proprio essere affascinante. >>
<< Sei l'unico uomo che conosco che è fantastico anche quando è chino sul water. Il che è tutto da dire. >>
<< Grazie, Liam. Non ti costringerò più a farmi da baby-sitter. >> chiusi gli occhi, abbandonandomi al sonno.


 
XXX
<< Alzati, Zayn >> gridò Louis scuotendomi.
<< Arrivo! Arrivo! >>
<< Abbiamo lezione tra mezz'ora! >>
Saltai giù dal letto. << Ho dormito... quattordici ore?! >>
<< Fatti subito una doccia! Se non sei pronto tra dieci minuti, me ne vado senza di te! >>
<< Non ho tempo di farmi la doccia! >> replicai togliendomi gli abiti in cui avevo dormito.
Liam si appoggiò la testa sulla mano e ridacchiò. << Siete ridicoli. Non è la fine del mondo se tardate a lezione. >>
<< Per Louis sì. Lui non salta le lezioni e odia essere in ritardo >>, spiegai infilandomi jeans e maglietta.
<< Lascialo andare. Ti accompagno io. >>
<< Ho lo zaino nella sua auto, Liam. >>
<< Come vuoi. Cerca solo di non ammazzarti per arrivare in tempo. >>
Louis mi spinse verso la porta e poi giù per le scale fino alla macchina. << Non posso credere che ti abbia regalato un cucciolo. >>
<< Non ho mai avuto un cane >>, replicai. << Sarà un'esperienza bellissima. >>
Louis lanciò un'occhiata nello specchietto retrovisore mentre usciva dal parcheggio. Liam, in boxer e maglietta, con le braccia strette intorno al corpo per il freddo, stava guardando Toto che annusava una chiazza d'erba.
<< Ma tu pensa >>, affermò scuotendo la testa, << Liam Payne in versione mamma. >>
Entrammo in aula un minuto prima che iniziasse la lezione. Alla fine dell'ora Louis mi diede una gomitata e io lo seguii in mensa.
Harry ci venne incontro sulla porta e capii subito che qualcosa non andava
<< Lou >>, disse prendendolo per un braccio.
Liam ci raggiunse correndo. Si mise le mani sui fianchi e boccheggiò finché non riprese fiato.
<< Una folla di uomini infuriati ti sta seguendo? >> chiesi scherzando.
Scosse la testa. << Stavo cercando di raggiungerti... prima che... entrassi >>, rispose affannato.
<< Che succede? >> domandò Louis a Harry.
<< Hanno messo in giro una voce >>, spiegò lui. << Tutti dicono che Liam si sia portato a casa Zayn e... i particolari variano, ma è una cosa piuttosto bruta. >>
<< Cosa? Parli sul serio? >> gridai.
Louis si spazientì. << Che t'importa, Zayn? Sono settimane che tutti fanno congetture su te e Liam. Non è la prima volta che qualcuno vi accusa di andare a letto insieme. >> 
Liam e Harry si scambiarono un' occhiata.
<< Che c'è? >> feci. << C'è qualcos'altro, vero? >>
Harry sospirò. << Dicono ce tu sia andato a letto con Zac da Brazil e poi abbia permesso a Liam di portarti a casa, se capisci cosa intendo. >>
Restai a bocca aperta. << Grande! Quindi adesso sono una sotto specie di sgualdrina dell'università? >>
<< È colpa mia. Se si trattasse di un altro, non direbbero cose simili su di te >>, dichiarò Liam entrando in mensa con le mani chiuse a pugno.
<< Speriamo solo che nessuno sia tanto stupido da dirgli qualcosa >> osservò Louis.
<< O a Zayn >>, aggiunse Harry.
Liam non si sedette al solito posto di fronte a me, e rimase a rimuginare davanti al sandwich. Aspettai di incrociare il suo sguardo per rivolgergli un sorriso di conforto. Mentre lo fissavo, Harry mi diede una gomitata. << È avvilito. Credo che stia cercando di smontare le chiacchiere. >> 
<< Non c'è bisogno che ti sieda laggiù, Liam. Vieni qui >>, dissi toccando il tavolo davanti a me. 
<< Ho saputo della tua fantastica festa di compleanno, Zayn >>, fece Chris Jenks. 
<< Non cominciare Jenks >>, lo ammonì Liam.
Chris ghignò. << Ho sentito che Zac è furioso. Ha detto di essere venuto da te ieri e che tu Liam dormivate ancora. >> << Stavano facendo un pisolino >>, precisò acido Louis.
Il mio sguardo guizzò su Liam. << È venuto Zac? >>
Lui si spostò sulla sedia, a disagio. << Stavo per dirtelo. >>
<< Quando? >> chiesi bruscamente.
Louis si accostò al mio orecchio. << Zac aveva sentito le voci che giravano ed era venuto a parlarne con te. Ho cercato di fermarlo ma è arrivato in fondo al corridoio e... si è fatto un'idea completamente sbagliata. >>
<< Di bene in meglio. >>
<< Quindi non avete combinato niente voi due? >> Indagò Chris. << Accidenti, che peccato. E io che pensavo che Zayn fosse giusto per te, Liam. >>
<< Piantala Chris >>, lo avvertì Harry.
<< Se non te lo sei fatto, ti dispiace si ci provo io? >> insistette Jenks sogghignando ai suoi amici. 
Avevo il volto in fiamme per l'imbarazzo, ma in quel momento Louis cacciò un urlo perché Liam era balzato in piedi. Si protese, con una mano afferrò Chris per la gola e con l'altra lo agguantò per la maglietta. Jenks scivolò sul tavolo e una decina di sedie grattarono per terra mentre tutti si alzavano per vedere. Liam gli tempestò la faccia di pugni, sollevò bene il gomito prima di ogni colpo. Janks non poté fare altro che proteggersi il viso con le mani.
Nessuno tentò di separarli. Liam aveva perso il controllo e, vista la sua fama, nessuno osò mettersi in mezzo.
<< Liam! >> urlai girando intorno al tavolo.
Lui si bloccò, mollò la maglietta di Chris e lo lasciò andare. Si voltò a guardarmi respirando affannosamente. Non gli avevo mai visto un'espressione così minacciosa sul volto. Feci un passo indietro quando mi superò.
<< Oddio >>, sussurrò Louis.
<< Che figlio di puttana! >> imprecò Chris sedendosi e portandosi la mano al viso. << Scusami, Zayn. Stavo solo scherzando >>, aggiunse rivolto verso di me.
<< Non è andato a letto con nessuno di loro due >>, intervenne Louis.
<< Non sai proprio tenere chiusa lo bocca, eh Jenks? >> disse disgustato Brazil.
<< Forza. Andiamo >>, fece Louis tirandomi per un braccio. Mi trascinò in macchina ma, quando inserì la marcia, le bloccai la mano. << Aspetta! Dove andiamo? >>
<< Da Haz. Non voglio che resti solo con Liam. Lo hai visto? È uscito fuori di testa! >>
<< Be', neanche io voglio stargli vicino! >>
mi guardò incredulo. << Non vuoi capire cosa gli è preso? >>
<< Direi che a questo punto il mio senso di sopravvivenza prevale sulla curiosità, Louis. >>
<< L'unica cosa che lo ha fermato è stata la tua voce, Zayn. Ti ascolterà. Devi parlargli. >>
Sospirai e lasciai la presa. << D'accordo. Andiamo. >>


 
XXX
Entrammo nel parcheggio e Louis si fermò. Poi s'incamminò verso le scale con le mani sui fianchi, drammatico come sempre. << Vieni, Zayn! >> gridò facendomi cenno di seguirlo.
Seppur titubante obbedii, ma mi fermai quando vidi Harry comparire sul portone e bisbigliargli qualcosa all'orecchio. Mi guardò, scosse la testa e riprese a bisbigliare.
<< Che c'è? >> chiesi.
<< Haz pensa... >> La sua voce era tesa. << Haz pensa che non sia una buona idea salire in casa. Liam è ancora piuttosto fuori di sé. >>
<< Vorrai dire che pensa che io non dovrei salire >>, precisai avvicinandomi. Lui lo guardò imbarazzato. 
Harry mi toccò la spalla. << Non hai fatto niente di male, Zayn. Solo che lui... in questo momento non vuole vederti. >> << Se non ho fatto niente, perché non vuole vedermi? >>
<< Non lo so, non me lo vuole dire. Credo che sia imbarazzato perché ha perso il controllo davanti a te. >>
<< Ha perso il controllo davanti all'intera mensa! Cosa c'entro io? >>
<< Più di quello che credi >>, replicò evitando il mio sguardo. Li osservai per un istante e mi precipitai su per le scale. Entrai di corsa e mi ritrovai in un soggiorno vuoto. La porta della camera di Liam era chiusa, perciò bussai.
<< Liam? Sono io, apri. >>
<< Vattene, Pidge. >> Aprii leggermente la porta e lo vidi seduto sul bordo del letto, rivolto verso la finestra.
<< Che ti succede, Liam? >> domandai.
<< Non me ne vuoi parlare? >> 
Attesi ma restò in silenzio. Quando feci per andarmene, sospirò e si decise a parlare. << Ricordi l'episodio quando Brazil mi ha fatto quella battuta e tu sei accorso in mia difesa? Be'... è successa la stessa cosa. Mi sono solo fatto prendere la mano, ecco tutto. >>
<< Eri arrabbiato ancora prima che Chris aprisse bocca >>, osservai sedendomi sul letto. 
<< Parlavo sul serio, prima. Devi starmi lontano, Pidge. Io non ce la faccio. >> << Non vuoi davvero che me ne vada >>, osservai toccandogli il braccio.
Per un attimo Liam si irrigidì, poi mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte. << Nonostante tutti i miei sforzi, finirai per odiarmi. >>
Lo abbracciai. << Dobbiamo essere amici, e non accetto un no come risposta >>, ribattei citando le sue parole.
Lui inarcò le sopracciglia e mi strinse a sé. << A volte ti guardo dormire. Hai sempre un'aria così serena. Io non ho quella tranquillità, ho questa rabbia che mi ribolle dentro sempre... tranne quando ti guardo dormire. >> Sospirò.
<< Ero sveglio quando è arrivato Zac. Ci ha visti e sembrava sconvolto... Ho capito cosa stava pensando, ma non ho detto nulla, volevo credesse che tra noi fosse successo qualcosa. E adesso l'intera scuola pensa che tu sia stato con tutti e due la stessa notte. Mi dispiace. >>
<< Se crede ai pettegolezzi, è un problema suo. >>
<< È difficile non crederci dopo averci visto a letto insieme. >> << Sa che vivo da te. E poi ero completamente vestito, santo cielo. >>
Sospirò. << Probabilmente era troppo incazzato per accorgersene. So che ti piace, Pidge. Avrei dovuto spiegargli come stavano le cose. Ti devo almeno questo. >>
<< Non importa. >>
<< Non sei arrabbiato? >> domandò sorpreso.
<< Per questo sei tanto agitato? Pensavi che mi sarei arrabbiato quando mi avessi detto la verità? >>
<< Dovresti esserlo. Se qualcuno mi rovinasse la reputazione, sarei un po' incazzato. >>
<< Per te la reputazione non conta. Dov'è finito il Liam a cui non importa un accidente di quello che pensano gli altri? >> scherzai dandogli un colpetto con il gomito. 
<< Era prima che vedessi la tua faccia quando hai saputo quello che dicevano. Non voglio ti feriscano per colpa mia. >> << Non potresti mai fare niente che mi ferisca. >>
<< Piuttosto mi taglio un braccio >>, aggiunse sospirando.
Era quasi il tramonto quando udii bussare debolmente alla porta. << Zayn? >>
<< Entra, Lou >>, rispose Liam.
Lui entrò con Harry e sorrise vedendoci avvinghiati. << Noi andiamo a mangiare un boccone. Vi va di fare un salto da Pei Wei? >>
<< Ugh... di nuovo cinese, Lou? Sul serio? >> fece Liam. Sorrisi Sembrava tornato in sé. 
Anche Lou se ne accorse. << Sì, sul serio. Venite o no? >> << Io sto morendo di fame >>, dissi.
<< Ma certo, non sei riuscito a pranzare >>, affermò lui corrucciato. Si alzò e mi prese per mano. << Forza, vediamo di farti mangiare qualcosa. >>


 
XXX
Continuò a cingermi con un braccio e non mi lasciò finché non ci sedemmo al tavolo.
Non appena si allontanò per andare in bagno, Louis si protese verso di me. << Allora? Cosa ha detto? >>
<< Niente >>, risposi alzando le spalle.
Lui s'imbronciò. << Siete rimasti nella sua stanza per due ore e lui non ha detto niente? >>
<< Di solito non parla quand'è così furioso >>, intervenne Harry. 
<< Deve aver detto qualcosa >>, incalzò Louis.
<< Ha ammesso di essersi fatto prendere la mano e di non aver detto la verità a Zac quando ci ha visto. Tutto qui >>, risposi. 
Harry scosse la testa e chiuse gli occhi.
<< Che c'è, tesoro? >> domandò Louis raddrizzandosi. 
<< Liam è... >> Sospirò e alzò gli occhi al cielo. << Lasciamo perdere. >>
Louis aveva un'aria ostinata. << No, non puoi semplicemente... >> 
S'interruppe quando Liam tornò al tavolo. 
<< Maledizione! Non hanno ancora portato da mangiare? >>
Restammo al ristorante fino all'ora di chiusura, ridendo e scherzando, poi ci avviammo verso casa. Nel parcheggio, Harry si caricò Louis sulle spalle, mentre Liam restò indietro tirandomi per un braccio per impedirmi di seguirli. 
<< Ti devo le mie scuse per oggi, perciò... scusami. >>
<< Ti sei già scusato. È tutto a posto. >>
<< No, mi sono scusato per Zac. Non sono uno psicopatico che aggredisce la gente per niente, e voglio che tu lo sappia. Ma non ti ho difeso per la giusta ragione, e per questo ti devo le mie scuse. >>
<< Che sarebbe...? >>
<< Ho picchiato Jenks perché ha detto che voleva essere il prossimo della lista, non perché ti stava prendendo in giro. >> << Insinuare che ci sia una lista è una ragione più che valida per difendermi, Liam. >>
<< È quello che intendo. Ero incazzato perché sembrava che volesse venire a letto con te. >>
<< Sai cosa? Non m'importa >>, esclamai guardandolo negli occhi. << Non m'importa di quello che dice la gente o che tu abbia perso il controllo o della ragione per cui hai gonfiato Chris di pugni. L'ultima cosa che voglio è avere una brutta reputazione, ma sono stanco di spiegare la nostra amicizia a tutti. Che vadano al diavolo. >>
<< La nostra amicizia? A volte mi chiedo se mi ascolti. >>
<< Che vuoi dire? >>
<< Entriamo, dai. Sono stanco. >>
Annuii e lui mi tenne stretto finché fummo in casa. Liam rimase in salotto con Toto mentre mi mettevo il pigiama e nel giro di mezz'ora eravamo entrambi a letto. 
Posai la testa sul braccio e respirai a fondo, cercando di rilassarmi. << Tra meno di due settimane tornerò alla Morgan. Che numero escogiterai quando me ne andrò? >>
<< Non lo so >>, ridpose piano. Persino al buoio mi accorsi che era afflitto. 
<< Ehi. >> gli toccai il braccio. << Stavo scherzando. >>
Lo guardai a lungo. Lui si agitò sotto le coperte e infine si voltò verso di me. 
<< Ti fidi di me, Pidge? >>
<< Sì, perché? >>
<< Vieni qui >>, disse attirandomi a sé. Mi irrigidii per un istante prima di appoggiarmi al suo petto. Qualsiasi cosa provasse, aveva bisogno che gli stessi vicino e non avrei potuto oppormi neanche se avessi voluto. Stare disteso al suo fianco mi sembrava la cosa giusta.
Nota D'autore: 
Ciaoooooooo a tutti :)
Non so davvero cosa scrivere.. 
Liam aggressivo.. mmmh.. non so perché.. ma mi piace da matti. :P
Spero che il capitolo vi piaccia e che riceva tante recensioni 
Ringrazio chi segue la "mia" creazione e chi ha recensito i capitoli precedenti ;) 
Grazie anche a quella pazza di mia cugina :D
Ci vediamo il prossimo capitolo. 
Baci. IconbyStyles. 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** La Promessa ***


 
La Promessa



Finch scosse la testa. << D'accordo, allora con chi stai con Zac o con Liam? Non capisco. >>
<< Zac non mi parla, perciò in questo momento è tutto un po' confuso >>, risposi sistemandomi lo zaino sulle spalle. 
<< Allora stai con Liam? >>
<< Siamo amici, Finch. >>
<< Sai che tutti credono che siate molto più che amici, vero? >> << Sì ma non m'importa. Pensino quello che vogliono. >>
<< Da quando? Che cos'è successo allo Zayn nervoso e prudente che conosco? >>
<< È morto per lo stress da chiacchiere. >> << Ma è una tragedia! Non potrò più prenderlo in giro! >>
Gli diedi un colpetto sul braccio e Finch rise. << Bene. Sarebbe ora che smettessi di fingere >>, disse. 
<< Che intendi? >>
<< Tesoro, stai parlando con qualcuno che ha passato gran parte della propria vita a fingere. >>
<< Cosa stai cercando di dire, Finch? >>
<< Che stai nascondendo qualcosa. Il ragazzo sofisticato che frequenta i ristoranti eleganti Zac Efron... quello non sei tu. O eri uno spogliarellista o sei stato in un centro di riabilitazione. Direi più la seconda. >> Scoppiai in una fragorosa risata. << Hai un pessimo fiuto! >> << Allora qual è il tuo segreto? >>
<< Se te lo dicessi non sarebbe più un segreto, no? >>
Sfoderò un sorriso. << Ti ho svelato il mio, adesso svelami il tuo. >>
<< Detesto dare brute notizie, ma il tuo orientamento sessuale non è propriamente un segreto, Finch. >>
<< 'Fanculo! E io che pensavo di avere un fascino misterioso >>, commentò facendo un altro tiro di sigaretta. 
Esitai un attimo, poi mi decisi a parlare. << Stavi bene in famiglia, Finch? >>
<< Mia mamma è fantastica... io e mio papà abbiamo dovuto chiarire... ma adesso andiamo d'accordo. >>
<< Io ho avuto Yasser Malik come padre. >>
<< Chi è? >>
Ridacchiai. << Vedi? Non è molto importante se non sai chi è. >> << Chi è? >>
<< Una disgrazia. Il gioco d'azzardo, l'alcolismo, il pessimo carattere... Louis e io ci siamo trasferiti qui perché potessi ricominciare da zero, senza essere etichettato come il figlio di un ubriacone fallito. >>
<< Un giocatore d'azzardo fallito di Wichita? >>
<< Sono nato in Nevada. A quei tempi Yasser trasformava in oro tutto quello che toccava. Quando ho compiuto tredici anni, il vento è cambiato. >>
<< E ha dato la colpa a te. >>
<< Louis ha rinunciato a molte cose per venire con me, ma arrivo qui e conosco Liam. >>
<< E quando guardi Liam... >>
<< È tutto troppo famigliare. >>
Lui annuì e gettò il mozzicone. << Cazzo, Zayn, mi dispiace. >>
Socchiusi gli occhi. << Se racconti a qualcuno quello che ti ho appena detto, ti sguinzaglio dietro un mafioso. Ne conosco alcuni, sai. >>
<< Balle. >>
Scrollai le spalle. << Pensa pure quello che vuoi. >>
Mi guardò sospettoso e sorrise. << Sei ufficialmente la persona più straordinaria che conosca. >>
<< Ti ringrazio, Finch. >> Dissi fermandomi all'ingresso della mensa. 
Lui mi pese il mento fra le dita. << Si sistemerà tutto. Credo davvero che "le cose accadano per una ragione". >>
<< Ehi, Finch! >> esclamò Liam
<< Ciao >>, gli rispose sorridendo poi si girò verso di me, inclinò la testa e ammiccò. << A dopo, zuccherino. >>

 
XXX
Io e Liam ci sedemmo insieme in mensa, stuzzicandoci con pizzicotti e gomitate. Era di buon umore. Tutti lo notarono e, quando scatenammo una piccola lotta per il cibo, attirammo l'attenzione dei tavoli vicini. >>
<< Mi sento come un animale allo zoo >>, dissi spazientito. 
Liam mi studiò per un momento, osservò i curiosi e si alzò. << I CAN'T >>, gridò. Lo fissai sbigottito mentre l'intera sala si voltava nella sua direzione. Lui dondolò la testa un paio di volte seguendo un ritmo immaginario.
Harry chiuse gli occhi. << Oh, no. >>
Liam sorrise. << Get no... sa... tis... faction >>, intonò. << I can't get no sat-is-fac-tion. 'Cause I've tried... and I've tried... and I've tried... and I've tried. >> Sotto gli sguardi di tutti, salì sul tavolo. << I CAN'T GET NO! >>
Indicò i giocatori di football in fondo, che sorrisero.
<< I CAN'T GET NO! >> gridarono all'unisono. A quel punto l'intera mensa prese a battere le mani a tempo. 
<< Oh no, no, no! >> cantò lui tenendo la mano chiusa a pugno a mo' di microfono. 
La sala lo seguì. << EHI, EHI, EHI! >> 
<< That's what I say! >> disse Liam indicando il pubblico che applaudiva. Alcuni si alzarono e ballarono, altri si limitarono a osservare, stupiti e divertiti.
Saltò sul tavolo vicino. Louis gridò e batté le mani. Scossi la testa: mi sembrava di essere piombato dentro High School Musical.
Liam saltò giù e si piegò avvicinando il viso al mio. 
<< I can't get no! I can't get no! Satis-faction! >> mi sussurrò sorridente senza fiato.
La mesa esplose in un applauso. Liam mi baciò sulla fronte. 
<< Ti stanno ancora fissando? >> chiese affannato mentre si sedeva.
<< Grazie. Non avresti dovuto, davvero. >> risposi.
<< Zaynie? >>
Alzai lo sguardo e vidi Zac in piedi in fondo al tavolo. Avevo di nuovo gli occhi puntati addosso.
<< Dobbiamo parlare >>, disse. Guardai Louis, Liam e infine Zac. << Per favore >>, aggiunse.
Annuii e lo seguii fuori. 

 
XXX
<< Non volevo attirare ancora l'attenzione su di te. So che lo detesti. >>
<< Be', allora avresti potuto telefonare >>, osservai. 
Lui annuì. << Non era mia intenzione cercarti in mensa. Ho visto una gran confusione e poi te, così sono entrato. Non so cosa sia successo fra te e Liam. Non sono affari miei.. siamo usciti insieme solo qualche volta. All'inizio sono rimasto sconvolto, ma ho capito che non mi sarei agitato tanto se non provassi qualcosa per te. >>
<< Non sono andato a letto con Liam, Zac. Mi ha tenuto compagnia mentre vomitavo mezzo litro di Patròn in bagno. >>
<< Non credo che abbiamo mai avuto una possibilità... non mentre vivi da Liam. La verità e che tu mi piaci, Zayn. Non so cosa sia, ma non riesco a smettere di pensarti. >> Sorrisi e lui mi prese la mano sfiorando il braccialetto con un dito. << Probabilmente ti ho spaventato con questo assurdo regalo, ma ho sempre la sensazione di competere con Liam per ottenere la tua attenzione. >>
<< Non mi hai spaventato con il braccialetto. >>
<< Mi piacerebbe uscire di nuovo con te finito il mese da Liam. A quel punto potremmo conoscerci senza interferenze. >>
<< Mi sembra giusto. >>
Zac si chinò, chiuse gli occhi e mi bacio sulle labbra. 
<< Ti chiamo presto. >>
Lo salutai e tornai in mensa. Quando passai davanti a Liam, lui mi prese e mi fece sedere sulle sue ginocchia. << È dura lasciarsi, eh? >>
<< Vuole riprovarci quando tornerò alla Morgan. >>
<< Cazzo, dovrò escogitare un'altra scommessa >>, ribatté avvicinandomi il piatto. 

 
XXX
Le due settimane seguenti volarono. A parte quand'ero a lezione, passavo ogni minuto libero con Liam e in genere restavamo soli. Mi portò a cena, a bere qualcosa, a ballare al Red, al bowling... 
Quando non ridevamo a crepapelle, giocavamo a fare la lotta o ce ne stavamo accoccolati sul divano con Toto a guardare un film. L'ultima sera Louis e Harry si dileguarono e Liam si diede da fare per organizzare una cena di addio. Comprò il vino e per l'occasione prese persino piatti e posate nuovi. Li sistemò sul banco e spostò il suo sgabello dall'altra parte per starmi seduto di fronte. 
<< È ottimo, Liam. Mi hai nascosto le tue doti culinarie >>, osservai mangiando la pasta al pollo Cajun che aveva preparato. Mi rivolse un sorriso forzato. << Se te lo avessi rivelato prima, lo avresti preteso ogni sera. >> il sorriso scomparve e lo sguardo gli cadde sul tavolo. 
<< Anche tu mi mancherai, Liam. >>
<< Passerai lo stesso a trovarmi, vero? >>
<< Sai che lo farò. E tu verrai alla Morgan per aiutarmi a studiare. >>
<< Ma non sarà lo stesso. Tu frequenterai Zac, avremmo molto da fare... prenderemo strade diverse. >>
<< Le cose non cambieranno tanto. >>
Riuscì a fare una risata. << Chi l'avrebbe mai detto che ci saremmo trovati seduti qui? Tre mesi fa nessuno avrebbe detto che sarei stato così infelice nel dire addio a un ragazzo. >> Sentii una fitta allo stomaco. << Non voglio che tu sia infelice. >> << Allora non andartene >>, replicò. << Non posso trasferirmi qui, Liam. Sarebbe una follia. >>
<< Chi lo dice? Ho appena passato le due settimane più belle della mia vita. >>
<< Anch'io. >>
<< Allora perché ho la sensazione che non ti rivedrò più? >> Non seppi cosa rispondere. Liam contrasse la mascella, ma non era arrabbiato. Provai l'impulso irresistibile di avvicinarmi, perciò mi alzai, girai attorno al banco e mi sedetti sulle sue ginocchia.
<< Ti renderai conto di che rompiscatole sono e ti passerà ogni nostalgia di me. >>
Lui sbuffò e mi accarezzò la schiena. << Me lo prometti? >>
Mi scostai e lo guardai negli occhi, sfiorandogli il volto con le mani. Chiusi gli occhi e feci per baciarlo sulla guancia. Ma lui si girò e finii per baciarlo sulle labbra. 
Restai sorpreso ma non mi ritrassi subito. 
Liam tenne le labbra premute contro le mie, senza però andare oltre.
Alla fine mi scostai e sorrisi. << Domani ho una giornataccia. Pulisco la cucina e vado a letto. >>
<< Ti aiuto >>, disse.

 
XXX
Il tratto fino alla porta della camera sembrò durare un'eternità. Sapevamo entrambi che di lì a poco ci saremmo dovuti dire addio. 
Non finse nemmeno di distogliere lo sguardo mentre mi cambiavo e indossavo una delle sue magliette per andare a letto. Rimase in boxer e s'infilò sotto le coperte, in attesa che lo raggiungessi. 
Quando mi stesi, spense la lampada e mi attirò a sé senza chiedere il permesso. Mi rannicchiai contro di lui e chiusi gli occhi cercando di godermi quel momento. 
Liam si voltò a guardare fuori dalla finestra. Quando chiuse gli occhi, mi sentii pervadere da un senso di angoscia. Era atroce vederlo soffrire sapendo che non solo ne ero la causa... ma anche l'unica persona che potesse lenire il suo dolore.
<< Liam? Stai bene? >>
Ci fu un lungo silenzio prima che parlasse. << Mai stato peggio di così. >>
<< Tutto questo è stupido >>, dissi. << Ci vedremo ogni giorno. >> << Sai che non è vero. >>
Sollevai il mento ma esitai. Quello che stavo per fare avrebbe cambiato tutto. Mi dissi che per Liam i rapporti intimi erano soltanto un modo per trascorrere il tempo, chiusi di nuovo gli occhi  e mi scrollai di dosso le paure. Sapevo che saremmo rimasti tutti e due svegli fino al mattino, sempre più spaventati per il tempo che passava. Il cuore mi martellava nel petto quando gli sfiorai il collo con le labbra e assaporai la sua pelle dandogli un bacio tenero, lento. Lui abbassò sorpreso lo sguardo e si addolcì capendo cosa volessi. 
Si chinò e premette le labbra sulle mie con estrema delicatezza. Lo attirai più vicino a me. Ora che avevamo fatto il primo passo, non intendevo fermarmi.
Schiusi le labbra lasciando che la sua lingua trovasse la mia. << Ti voglio >>, dissi.
Il bacio rallentò e lui cercò di allontanarsi. Deciso a terminare quanto avevo iniziato, lo baciai con più insistenza. Liam si scostò e si mise in ginocchio sul letto. Mi sollevai insieme a lui e continuai a baciarlo. 
Mi afferrò per le spalle. << Aspetta un secondo >>, sussurrò con il respiro affannoso. << Non devi farlo, Pidge. Non ho organizzato la serata per questo. >>
Si stava trattenendo ma capii che non avrebbe mantenuto a lungo l'autocontrollo.
Mi avvicinai e stavolta le sue braccia cedettero permettendomi di sfiorargli le labbra. Lo guardai, determinato. << Non costringermi a supplicare >>, mormorai a contatto con la sua bocca.
Ogni riserva di Liam svanì. Mi baciò con passione. Gli accarezzai la schiena e mi fermai sull'elastico dei boxer, tastando nervosamente l'arricciatura della stoffa. A quel punto le sue labbra divennero impazienti e io crollai sul materasso. La sua lingua trovò di nuovo la mia e quando ebbi il coraggio di infilare la mano sotto i boxer gli sfuggì un gemito. 
Mi tolse la maglietta, portò le mani sui miei fianchi e mi sfilò i boxer. Mentre mi accarezzava, cercò ancora la mia bocca. Sospirai, esitante quando sentii le sue dita sfiorare la mia apertura. Inarcavo la schiena a ogni suo movimento; gli conficcai le dita nella carne e lui allora si stese sopra di me. 
<< Pigeon >>, disse ansimando. << Non dev'essere stasera. Aspetterò finché non sarai pronto. >>
Mi allungai verso il comodino e aprii il primo cassetto. Sentendo la plastica sotto le dita, la portai alla bocca e la strappai con i denti. Lui si sfilò i boxer con foga, come se non potesse sopportarne più la presenza.
La confezione scricchiolò tra le sue dita e dopo qualche istante sentii la sua punta sfiorarmi lì. Chiusi gli occhi. 
<< Guardami, Pigeon. >>
Obbedii. Aveva uno sguardo intenso e dolce. Piegò la testa e si chinò a baciarmi con tenerezza, poi entrò dentro di me con un movimento lento, delicato. Quando si ritrasse, mi morsi il labbro per il fastidio; mi penetrò ancora, al che strinsi forte gli occhi dal dolore. Lo cinsi con le ginocchia e lui mi baciò.
<< Guardami >>, sussurrò.
Aprii gli occhi e lui scivolò di nuovo dentro di me. Lanciai un gridolino per la deliziosa sensazione di bruciore che provai, mi rilassai e il movimento del suo corpo contro il mio divenne più ritmico. Liam si aggrappava a me come se potessi sfuggirgli. Lo attirai con più forza e lui gemette, sopraffatto dalle emozioni.
<< Di desidero da così tanto, Zayn. Sei tutto quello che voglio >>, mormorò.
Mi afferrò una coscia con una mano e si sollevò su un gomito. Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, e la nostra pelle iniziava a imperlassi di sudore. 
<< Liam >>, sospirai.
Non appena pronunciai il suo nome, premette la guancia contro la mia. I suoi movimenti si fecero più decisi e i suoi gemiti più forti. Affondò nel mio corpo un'ultima volta, poi si adagiò tremante su di me.
Dopo qualche istante si rilassò e il suo respirò si rallentò.
<< Niente male, come primo bacio >>, dissi, stanco e appagato. Lui mi scrutò e sorrise. << Il tuo ultimo primo bacio. >>
Si distese sul ventre al mio fianco, mi mise un braccio attorno alla vita e appoggiò la fronte contro la mia guancia. Gli accarezzai la schiena e lo sentii rilassarsi.
Quel giorno avevo fatto i bagagli e trasalii al pensiero di quanto sgradevole sarebbe stato il mattino seguente. Avevo creduto che, dopo essere stato a letto con me, Liam avrebbe perso qualsiasi interesse, ma non fu così.

 
XXX
Riuscii a sfilarmi da sotto il suo braccio e mi vestii. Presi le scarpe e mi avviai in corridoio verso la stanza di Harry. Louis era seduto sul letto e Harry si stava togliendo la camicia davanti all'armadio. 
<< Va tutto bene, Zayn? >> mi domandò Haz.
<< Lou? >> lo chiamai, facendogli cenno di raggiungermi.
Lui annuì e mi studiò circospetto. << Che succede? >>
<< Ho bisogno che mi porti alla Morgan. Ora. Non posso aspettare domani. >>
Piegò la bocca in un sorriso d'intesa. << Non sei mai stato bravo con gli addii. >>
Harry e Louis mi aiutarono con i bagagli e per tutto il tragitto non feci che guardare fuori dal finestrino. Quando posammo l'ultima borsa in camera, Louis mi abbracciò.
<< Grazie del passaggio. Tra qualche ora sorgerà il sole, è meglio che tu vada >>, dissi stingendolo prima di lasciarlo andare. Uscendo non si voltò e io mi mordicchiai nervosamente il labbro: sapevo quanto si sarebbe arrabbiato non appena avesse saputo quello che avevo fatto.
Sentendomi un po' perso, mi raggomitolai sotto una spessa trapunta e respirai a fondo. avevo ancora l'odore di Liam sulla pelle.
Il letto era freddo, estraneo, completamente diverso da quello accogliente di Liam. Avevo passato trenta giorni in un appartamento angusto con il donnaiolo più famigerato della Eastern e, malgrado tutti i bisticci e gli ospiti di tarda serata, era l'unico posto in cui avrei voluto essere.

 
XXX
Le telefonate iniziarono alle otto e proseguirono per un'ora, ogni cinque minuti.
<< Zayn! >> gemette Nick. << Rispondi a quello stupido telefono! >> Lo spensi. Solo quando udii dei colpi alla porta mi resi conto che non avrei potuto trascorrere la giornata rintanato in camera come pensavo.
Nick girò bruscamente la maniglia. << Che c'è? >>
Louis lo superò con uno spintone e si fermò accanto al mio letto. << Che diavolo sta succedendo? >> urlò. Aveva gli occhi rossi e gonfi ed era ancora in pigiama.
Mi misi a sedere. << Cosa succede, Lou? >>
<< Liam è ridotto a un fottuto straccio! Non parla e ha distrutto l'appartamento. Ha lanciato lo stereo in mezzo alla stanza... Haz non riesce a farlo ragionare! >>
Mi sfregai gli occhi con il palmo delle mani e battei le palpebre. << Non lo so. >>
<< Stronzate! Dimmi che diavolo sta succedendo, e subito! >> Nick uscì, sbattendo la porta alle sue spalle. Mi incupii, temendo che andasse a parlare con il preside.
<< Abbassa la voce, Louis >>, sussurrai.
<< Cosa hai fatto? >>
<< Immaginavo che ci sarebbe rimasto male, non che avrebbe perso il controllo. Io... non lo so. >>
<< Ha quasi aggredito Haz, quando ha scoperto che ti abbiamo accompagnato. Zayn, dimmelo. Questa cosa mi spaventa! >>
La paura nel suo sguardo mi costrinse a dire la verità, ma solo in parte. << Non riesco a sopportare gli addii. Sai quant'è difficile per me. >>
<< È qualcos'altro, Zayn! Gli ha dato di volta il cervello! L'ho sentito gridare il tuo nome e cercarti per tutto l'appartamento. È piombato nella stanza di Haz chiedendo dove fossi. Poi ha cercato di chiamarti un sacco di volte. Aveva una faccia... non l'ho mai visto così. Ha strappato le lenzuola dal letto e le ha gettate via, ha buttato i cuscini, ha fracassato lo specchio con un pugno, ha preso a calci la porta... e l'ha scardinata! >>
Chiusi gli occhi e le lacrime mi rigarono le guance.
Louis mi porse il cellulare. << Devi chiamarlo. Devi almeno dirgli che stai bene. >>
<< D'accordo, lo chiamerò. >>
Me lo porse di nuovo. << No, lo chiami adesso. >>
Presi il telefono e giocherellai con i tasti. Lui me lo tolse di mano, compose il numero e me lo restituì. Lo accostai all'orecchio e feci un profondo respiro.
<< Lou? >> rispose Liam con voce preoccupata.
<< Sono io. >>
Restò in silenzio un attimo. << Che cazzo ti è successo stanotte? Stamattina mi sono svegliato e te n'eri andato e... e vai via così, senza salutare? Perché? >>
<< Mi dispiace. Io... >>
<< Ti dispiace? Io sto impazzendo! Non rispondi al telefono, te ne vai di nascosto e... perché? Credevo che avessimo finalmente chiarito tutto! >>
<< Avevo solo bisogno di un po' di tempo per riflettere. >>
<< Su cosa? Ti ho... ti ho fatto del male? >>
<< No! Non è niente del genere! Mi dispiace, davvero. Detesto gli addii, sono sicuro che Louis te l'abbia detto. >>
<< Devo vederti >>, esclamò disperato.
Sospirai. << Oggi sono molto impegnato, Liam. Devo disfare i bagagli e ho mucchi di roba da lavare. >>
<< Ti sei pentito >>, ribatté con voce rotta. 
<< Non è... non è quello. Siamo amici, e questo non cambierà. >>
<< Amici? Allora che cazzo significa ieri notte? >>
Strinsi forte gli occhi. << So cosa vuoi. È che non posso.. farlo ora. >>
<< Hai bisogno di un po' di tempo? >> mi chiese con voce più calma. << Avresti potuto dirmelo. Non dovevi mollarmi così. >> << Mi sembrava il modo più semplice. >>
<< Più semplice per chi? >>
<< Non riuscivo a dormire. Continuavo a pensare al mattino, quando avrei caricato l'auto di Lou e... non ce l'avrei fatta, Liam. >>
<< È già abbastanza brutto che non sia più qui. Non puoi sparire così dalla mia vita. >>
Mi sforzai di parlare con tono leggero. << Ci vediamo domani. Non voglio si creino situazioni strane, okay? Devo solo mettere a posto un po' di cose. È tutto qui, davvero. >>
<< Okay >>, rispose. << Mi sta bene. >>
Chiusi la telefonata e Louis mi guardò in cagnesco. << Sei andato a letto con lui? Che stronzo! Quando pensavi di dirmelo? >>
Alzai gli occhi al cielo e ripiombai sul cuscino. << Questa storia non riguarda te, Lou, ma si è trasformata in un casino spaventoso. >>
<< Che c'è di tanto complicato? Dovreste essere al settimo cielo, non spaccare porte o rintanarvi in camera! >>
<< Non posso stare con lui >>, mormorai fissando il soffitto. 
Louis posò una mano sulla mia e mi parlò dolcemente. << Liam ha bisogno di essere guidato. Fidati, capisco le tue riserva, ma guarda quanto è già cambiato per te. Pensa agli ultimi mesi, Zayn. Non è Yasser. >>
<< Io sono Yasser! Se mi lascio coinvolgere da Liam! >>
<< Liam non permetterebbe che accadesse. >>
<< Non dipende da lui, non credi? >>
<< Gli spezzerai il cuore, Zayn! Sei l'unico ragazzo di cui si fida tanto da innamorarsene e tu lo tratti così! >>
Mi girai dall'altra parte, incapace di reggere l'espressione che accompagnava quel tono implorante. << Ho bisogno di un lieto fine. Per questo siamo venuti qui. >>
<< Non è necessario che ti comporti così. Può funzionare. >>
<< Finché il vento non cambia. >>
Louis si mise la mani sui fianchi. << Zayn, non ricominciare con queste stronzate. >>
Il mio telefono squillò. << È Zac. >>
Lui scosse la testa. << Stiamo ancora parlando. >>
<< Pronto? >> risposi evitando lo sguardo furioso di Louis. << Zaynie! Com'è il primo giorno di libertà? >> domandò.
<< ...libero >>, risposi senza riuscire a mostrare un minimo d'entusiasmo.
<< Ci vediamo domani sera a cena? >>
<< Sì. >> Mi asciugai il naso con la manica. << Domani va benissimo. >>
Chiusi il cellulare e Louis si accigliò. << Quando tornerò, mi farà delle domande. Vorrà sapere di che abbiamo parlato. Cosa devo dirgli? >>
<< Che manterrò la promessa. Domani a quest'ora non sentirà più la mia mancanza. >>
Nota D'autore:
Ciaoooo a tutti gente! 
Il capitolo 9... che dire.. giuro che nello scrivere un certo pezzo... ero rossa come un peperone :'D 
Questa volta il nostro Zayn.. ha il prosciutto nelle orecchie perché non vuole dare ascolto a Louis.
Visto AN UNBROKEN GIRL.. alla fine Zayn gli è saltato addosso ;) 
Spero che il capitolo vi piaccia. E che riceva tante recensioni.
Ringrazio chi segue la storia e chi è passato a recensire :) 
Infine voglio dire una cosa a mia cugina: questa me la paghi.. dovevi obbligarmi a lasciarlo a te questo capitolo... Ti farò passare le pene dell'inferno nel capitolo che sai tu ;)
Grazie a tutti.
Un bacio.
IconbyStyles 

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Capitolo 10
*** Impassibile ***


Impassibile



Due tavoli più in là, una fila indietro. Dal punto in cui mi trovavo, vedevo a malapena Louis e Harry. Mi chinai e osservai Liam fissare la mia sedia vuota prima di sistemarsi in fondo al tavolo. Mi sentivo ridicolo a nascondermi, ma non ero pronto a fronteggiarlo per un'ora intera. Quando terminai di mangiare, feci un profondo respiro e lo raggiunsi all'esterno, dove stava fumando.

 
XXX
Avevo passato gran parte della notte a escogitare un piano per sistemare la situazione. In quel modo rischiavo di perderlo per sempre, ma speravo che il suo ego smisurato giocasse a mio favore.
<< Ehi >>, esclami. 
Liam fece una smorfia. << Ehi. Pensavo di vederti a pranzo. >> << Ho fatto solo un salto veloce, devo studiare >>, risposi con una scrollata di spalle, cercando di sembrare il più disinvolto possibile.
<< Ti serve aiuto? >>
<< No, è calcolo. Penso di cavarmela. >>
<< Potrei offrirti sostegno morale >>, osservò con un sorriso. Guardai i muscoli sodi del suo braccio e ricordai come si erano contratti quando era entrato dentro di me. 
<< Ehm... cosa? >> feci, turbato da quell'improvviso pensiero erotico. 
<< Dobbiamo fingere che l'altra notte non sia mai esistita? >>
<< No, perché? >> Mi mostrai confuso e lui sospirò.
<< Non saprei... forse perché non sei più vergine? >> azzardò avvicinandosi.
Alzai gli occhi al cielo. << Sono sicuro che non sia stata la tua prima volta con un vergine, Liam. >>
Proprio come temevo, la mia leggerezza lo mandò su tutte le furie. << In realtà, è stata la prima volta. >>
<< Dai... ti ho detto che non voglio situazioni strane tra noi. >>
Fece un ultimo tiro e gettò la sigaretta. << Be', se ho imparato qualcosa negli ultimi giorni, è che non sempre si ottiene quello che si vuole. >>
In quel momento ci raggiunse Zac. << Ehi, Zaynie >>, esclamò baciandomi sulla guancia.
Liam gli lanciò un'occhiata truce.
<< Passo a prenderti alle sei? >>
Annuii. << Perfetto. >>>
<< A tra poco >>, disse, diretto a lezione.
<< Esci con lui stasera? >> ribolliva di rabbia. Contrasse la mascella e vidi i muscoli fremere sotto la pelle.
<< Ti avevo detto che mi avrebbe chiesto di uscire quando fossi tornato alla Morgan. Mi ha chiamato ieri. >>
<< Be', le cose sono un po' cambiate dopo quella conversazione, non credi? >>
<< Perché ? >>
Fece per andarsene e io deglutii. Poi si bloccò, tornò indietro e si piazzò a pochi centimetri dal mio viso. << Ecco perché hai detto che dopo oggi non avrei sentito la tua mancanza! Hai creduto... cosa? Che ti avrei dimenticato? Non ti fidi di me o non sono alla tua altezza? Dimmelo! Dimmi che cazzo ho fatto per meritarmelo! >>
Decisi di non cedere e lo fissai negli occhi. << Non mi hai fatto niente. Da quando il sesso per te è questione di vita o di morte? >>
<< Da quando l'ho fatto con te! >>
Chiuse gli occhi, tentando di ricomporsi prima di parlare. << È così? Pensi che per me non abbia significato niente? >>
<< Tu sei Liam Payne. >>
Scosse la testa disgustato e ogni emozione svanì dal suo volto. << So cosa stai cercando di fare. >> Per un attimo, il suo sguardo divenne assente. << Ti dimostrerò che ti sbagli. >> Mi guardò socchiudendo gli occhi, deciso << Se pensi che ricomincerò a scopare in giro, ti sbagli. Vuoi che siamo amici? Bene, saremo amici. Ma io e te sappiamo che non è stato solo sesso. >>
Se ne andò, nero di rabbia, e io respirai a fondo. Liam si voltò a guardarmi, ma non si fermò. Andai in aula. Zac era seduto in seconda fila. << Non vedo l'ora che arrivi stasera >>, mi disse con un gran sorriso quando mi infilai nel banco vicino al suo.
Sorrisi anch'io, cercando di non pensare alla conversazione con Liam. << Qual'è il programma? >>
<< Be', mi sono già sistemato nella casa nuova. Pensavo di cenare lì. >>
<< Anch'io non vedo l'ora che arrivi stasera >>, risposi, cercando di convincermi.


XXX
Louis si era rifiutato di aiutarmi a scegliere i vestiti da mettere per l'appuntamento con Zac. Alla fine optai per una t-shirt azzurra e dei semplici jeans. Quando la Porche di Zac si fermò davanti alla Morgan, mi fiondai giù dalle scale.
<< Stavo per salire da te >>, esclamò mentre mi apriva la portiera.
<< Allora ti ho risparmiato un viaggio >>, replicai allacciandomi la cintura.
Lui si sedette al mio fianco, mi prese il viso fra le mani e mi baciò. << Wow >>, sussurrò. << Quanto mi sono mancate le tue labbra. >>
L'eccitazione che avevo provato all'inizio era svanita e maledissi tra me Liam per avermela rubata. Mi sforzai di sorridere. << Lo prenderò come un complimento. >>

 
XXX
L'appartamento era esattamente come me lo immaginavo: immacolato e pieno di costosi aggeggi tecnologici.
<< Splendido >>, risposi con un cenno. 
Da scherzosa, la sua espressione si fece intensa. Mi prese tra le braccia e mi baciò sul collo. Ogni muscolo del mio corpo si contrasse: avrei voluto essere ovunque tranne che nel suo appartamento. 
In quell'istante suonò il cellulare e mi scusai con un sorriso prima di rispondere.
<< Come sta andando la serata, Pidge? >>
Dando le spalle a Zac, bisbigliai: << Cosa vuoi, Liam? >> cercai di assumere un tono brusco, ma il sollievo che provai ebbe la meglio.
<< Domani voglio andare a giocare a bowling. Ho bisogno del mio compagno di squadra. >>
<< Il bowling? Non potevi chiamarmi più tardi? >> Mi sentii un'ipocrita nel pronunciare quelle parole. << Ti chiamo domani e ne parliamo, va bene? >>
<< No, non va bene. Dici che vuoi essere mio amico, ma non possiamo uscire insieme? >> Alzai gli occhi al cielo e lui sbuffò. << E non alzare gli occhi al cielo. Vieni o no? >>
<< Come fai a saperlo? Mi stai spiando? >> domandai guardando le tende tirate.
<< Lo fai di continuo. Sì? No? Stai sottraendo tempo prezioso alla tua serata. >>
Mi conosceva davvero bene. << Sì! >> dissi sforzandomi di non ridere. 
<< Va bene. Passo da te alle sette. >>
Mi voltai verso Zac con un sorriso tirato.
<< Liam? >> fece lui con aria d'intesa.
<< Sì. >>
<< Siete ancora solo amici? >>
Annuii. << Solo amici. >>
Ci sedemmo a tavola e mangiammo cibo cinese. Dopo un po' mi rilassai e ricordai quanto Zac fosse affascinante. Mi sentii più leggero, ma sapevo fin troppo bene che era stata la prospettiva di uscire con Liam a rallegrarmi.

 
XXX
Dopo cena ci spostammo sul divano per guardare un film ma, prima che terminassero i titoli di testa, Zac mi fece distendere sui cuscini. Mi coprì di baci fino alla clavicola e posò la mano sulla mia cintura. Armeggiò goffamente per aprirla e, quando ci riuscì, mi scostai e mi alzai.
<< È tardi, sarà meglio che vada. >>
Lui si mise a sedere e mi prese per mano. << Non andare, Zaynie. Non ti ho invitato qui per questo. >>
<< No? >>
<< Ovviamente no >>, rispose facendomi sedere sulle sue ginocchia. << Sei l'unica cosa a cui penso da due settimane. Perdonami se sono stato impaziente. >>
Mi baciò sulla guancia e mi avvicinai sorridendo. Mi girai e premetti le labbra sulle sue cercando con tutte le forze di provare qualcosa, ma... non sentii niente. Mi allontanai con un sospiro.
Zac aggrottò la fronte. << Ho detto che mi dispiace. >> << E io ho detto che è tardi. >>

 
XXX
Tornammo alla Morgan e Zac mi stinse la mano dopo avermi dato il bacio della buonanotte. << Riproviamoci. Domani da Biasetti? >>
<< Domani vado al bowling con Liam >>, risposi. 
<< Mercoledì, allora? >>
Mi sforzai di sorridere. << Mercoledì è perfetto. >>
Si dimenò sul sedile. Aveva in mente qualcosa. << La Sigma Tau organizza una festa per coppie e... >>
Trasalii, immaginando cosa volesse chiedermi.
<< Che c'è? >> domandò con una risatina nervosa.
<< Non posso venirci con te >>, dissi uscendo dall'auto. 
Zac mi seguì fino all'ingresso dello studentato. << Hai programmi? >>
Sussultai. << Sì... me lo ha già chiesto Liam. >>
<< Liam ti ha chiesto cosa? >>
<< Di andare alla festa per coppie >>, spiegai. Lui arrossì  e spostò il peso sull'altra gamba. << Andrai alla festa per coppie con Liam? Ma lui non va a quelle feste... e poi siete solo amici. Non ha senso che tu ci vada con lui. >> << Se non avessi accettato, Louis non avrebbe accompagnato Haz. >>
Sorrise, intrecciando le dita alle mie. << Allora puoi venirci con me. >>
<< Non posso annullare l'impegno con Liam e poi andarci con te. >>
<< Non vedo il problema >>, osservò lui alzando le spalle. << Saresti comunque con Louis e Liam non sarà più obbligato ad andarci. Lui odia queste feste. >>
<< Ero io che non ci volevo andare. Lui mi ha convinto. >>
<< Be', adesso hai una scusa >>, ribatté alzando di nuovo le spalle. 
<< Io non volevo proprio andare. >>
Zac aveva ormai esaurito la pazienza. << Solo per essere chiari: tu non vuoi andare alla festa per coppie, ma Liam sì, ti invita e tu accetti. E ora non vuoi annullare l'impegno con lui per venire con me, anche se all'inizio non ci volevi andare? >> Era infuriato, e fu difficile guardarlo negli occhi. << Non posso fargli questo, Zac, mi spiace. >>
<< Sai cos'è una festa per coppie? Una cosa a cui vai con il tuo fidanzato. >>
<< Be', io non ho un fidanzato, quindi tecnicamente non ci dovrei andare. >>
<< Pensavo che ci stessimo riprovando. Pensavo ci fosse qualcosa tra noi. >>
<< Io ci sto provando. >>
<< Cosa vuoi che faccia? Che rimanga a casa da solo mentre tu vai alla festa per coppie della mia confraternita con un altro? Devo invitare un altro? >>
<< Puoi fare quello che vuoi >>, risposi. Lui scosse la testa. << Non voglio andarci con un altro. >>
<< Non voglio che rinunci alla festa. Ci vedremo là. >>
<< Vuoi che inviti un altro e tu andrai con Liam... non capisci quanto è assurdo? >>
Incrociai le braccia sul petto, pronto per lo scontro. << Gli ho detto di sì prima che io e te cominciassimo a frequentarci. Non posso annullare l'impegno. >>
<< Non vuoi o non puoi? >>
<< Non c'è differenza. >>
Lui posò una mano sulla mia. << D'accordo >>, sospirò rassegnato. << Dovrò farmene una ragione. Liam è uno dei tuoi migliori amici, lo capisco, ma non voglio interferisca con la nostra relazione. D'accordo? >>
<< D'accordo >>, feci annuendo. 
Mi tenne la porta e mi baciò sulla guancia. << Ci vediamo mercoledì alle sei? >>
<< Alle sei >>, confermai mentre salivo le scale. 
Quando svoltai l'angolo, vidi che Louis stava uscendo dalle docce. Il suo sguardo s'illuminò non appena mi vide. << Ehi, tesoro. Com'è andata? >>
<< È andata >>, risposi. << Oh-oh. >>
<< Non lo dire a Liam, okay? >>
Lui sbuffò. << Non glielo dirò. Cos'è successo? >>
<< Zac mi ha invitato alla festa della Sigma Tau. >>
Lui si strinse nell'asciugamano. << Non tirerai un bidone a Liam, vero? >>
<< No, e Zac non è affatto contento. >>
<< Comprensibile. Affari suoi, però. >>
Mi appoggiai al muro. << Ti seccherebbe se non venissi? >>
<< No, mi incazzerei a morte. Sarebbe il presupposto per una lite furiosa, Zayn. >>
<< Allora credo che verrò >>, dissi infilando la chiave bella serratura. Squillò il cellulare e  sul monitor apparve una foto buffa di Liam. << Pronto? >>
<< Sei già a casa? >> 
<< Sì, mi ha riaccompagnato cinque minuti fa. >>
<< Tra altri cinque sono lì. >>
<< Aspetta! Liam? >> Ma aveva già messo giù.
Louis scoppiò a ridere. << Sei appena tornato deluso da un appuntamento con Zac e hai sorriso quando Liam ha chiamato. Sei davvero così ottuso? >>
<< Non ho sorriso >>, protestai. << Sta venendo qui. Puoi aspettarlo fuori e dirgli che sono andato a letto? >>
<< Hai sorriso e... No, diglielo tu. >>
<< Sì, Lou, esco e gli dico che sono a letto: funzionerà di sicuro! >> Lui mi voltò le spalle ed entrò in camera. << Lou! Ti prego! >>
<< Divertiti, Zayn >>

 
XXX
Scesi le scale e vidi Liam in sella sulla moto. Indossava una maglietta bianca che metteva in risalto i tatuaggi sulle braccia. 
<< Non hai freddo? >> chiesi stingendomi nel giubbotto. 
<< Stai bene? Ti sei divertito? >>
<< Uhm... sì, grazie >>, risposi distrattamente. << Che ci fai qui? >> Diede gas. 
<< Vado a farmi un giro per schiarirmi la testa. Vieni con me. >>
<< Fa freddo, Liam. >>
<< Vuoi che vado a prendere l'auto di Haz? >>
<< Domani andiamo al bowling. Non puoi aspettare? >>
<< Prima ti vedevo ogni secondo e adesso, se mi va bene, dieci minuti ogni tanto. >>
Sorrisi e scossi la testa. << Sono passati soltanto due giorni, Liam. >>
<< Mi manchi. Salta su e andiamo. >>
Non obbiettai. Anch'io sentivo la sua mancanza. Tirai su la zip della giacca e salii dietro di lui. Mi prese i polsi e se li mise attorno al petto. Dopo essersi accorto che mi tenessi saldamente, partì come un fulmine. La città si fece indistinta mentre sfrecciava via. Gli appoggiai la guancia sulla schiena e chiusi gli occhi inalando il suo profumo. Mi ricordò l'appartamento, le lenzuola... Non m'importava quanto veloce andasse o quanto freddo fosse il vento che mi sferzava il viso. Non prestavo nemmeno attenzione a dove fossimo. Riuscivo a pensare solo al suo corpo contro il mio. Non avevamo meta né orari e percorremmo strade in cui non c'era più nessuno, tranne noi. Liam si fermò in una stazione di servizio. << Vuoi qualcosa? >> Scossi la testa e scesi per stirarmi le gambe. Liam sbadigliò, scacciando le falene che gli svolazzavano attorno. La pistola della pompa scattò e il rumore risuonò più forte del dovuto nella notte silenziosa. Sembrava fossimo gli unici esseri umani sulla terra. 
Controllai l'ora sul cellulare. << Oddio, Liam. Sono le tre del mattino. >>
<< Vuoi tornare? >> domandò.
<< Sarà meglio. >>
<< Siamo ancora d'accordo per il bowling? >>
<< Ti ho detto di sì. >>
<< E verrai alla Sig Tau con me, vero? >>
<< Stai insinuando che non rispetto la parola data? >>
<< È che non so mai cosa ti passa per la testa. >>
Montò in sella, mi aiutò a salire e lo cinsi con le braccia. Liam sospirò e raddrizzò la moto. Sembrò sul punto di dire qualcosa, ma sospirò e scosse la testa.
<< Sei importante per me, lo sai >>, dissi stringendolo. 
<< Non ti capisco, Pigeon. Credevo di conoscere gli uomini, ma tu sei così imprevedibile che non so come prenderti. >>
<< Anch'io non ti capisco. Dovresti essere l'idolo dei ragazzi della Eastern. Non sto vivendo l'esperienza promessa degli opuscoli dell'università >>, osservai scherzoso. 
<< Be', è un evento. Non mi era mai capitato che un ragazzo con qui sono stato a letto mi chiedesse di lasciarlo in pace >>, osservò dandomi sempre la schiena. 
<< Non è andata così, Liam >>, mentii, vergognandomi perché aveva intuito le mie intenzioni senza capire di aver fatto centro.

 
XXX
Quando arrivò di fronte all'ingresso della Morgan mi sentii pervadere dalla stessa tristezza che avevo provato la notte in cui avevo lasciato l'appartamento. Quegli sbalzi emotivi erano assurdi, ma ogni volta che cercavo di allontanarlo ero terrorizzato all'idea di riuscirci davvero. 
Mi accompagnò alla porta e armeggiai con la serratura evitando il suo sguardo. D'un tratto trasalii: Liam mi aveva preso il mento fra le dita e mi stava sfiorando le labbra con il pollice.
<< Ti ha baciato? >>
Mi scostai. << Sai benissimo come rovinare una notte perfetta, vero? >>
<< Perfetta? Questo significa che ti sei divertito? >>
<< Mi diverto sempre quando sono con te. >>
Lui guardò per terra. << Ti ha baciato? >>
Sospirai irritato. << Sì. >>
Chiuse con forza gli occhi. << È tutto? >>
<< Non sono affari tuoi! >> ribattei spalancando la porta. 
La richiuse e mi blocco la strada. << Devo saperlo. >>
<< No! Spostati, Liam! >>
<< Pigeon... >>
<< Pensi che, per il fatto che non sono più vergine, mi scopi tutti quelli con cui esco? >> osservai. 
<< Non ho detto questo, maledizione! È troppo chiedere un po' di tranquillità? >>
<< Perché ti farebbe stare tranquillo sapere che non vado a letto con Zac? >>
<< Come fai a non capire? È chiaro a tutti tranne che a te! >> esclamò esasperato. 
<< Allora suppongo di essere un'idiota. Stasera sei in vena di complimenti, Liam >>, dissi. Lui  mi afferrò per le spalle. << Quello che provo per te... mi fa impazzire. >>
<< Per quanto riguarda la pazzia, hai ragione >>, replicai
<< Me lo sono ripetuto per tutto il tempo in cui eravamo in moto, perciò adesso ascoltami >>, disse.
<< Liam... >>
<< So che siamo incasinati, d'accordo? Io sono impulsivo, irascibile e ti sento dentro come mai era capitato. A volte ti comporti come se mi odiassi, un minuto dopo hai bisogno di me. Non faccio mai niente di giusto e non ti merito... ma maledizione, ti amo, Zayn. Ti amo più di qualsiasi cosa o persona abbia mai amato. Quando ci sei tu non mi servono alcol, soldi, incontri né storie da una notte... tutto ciò che mi serve sei tu. Sei l'unica cosa a cui penso. Di cui sogno. Sei tutto ciò che voglio. >>
In quel momento capii che non potevo mostrarmi indifferente, ora che Liam giocava a carte scoperte. Quando ci eravamo conosciuti, qualcosa in noi era cambiato: avevamo bisogno l'una dell'altra. Per ragioni che mi sfuggivano, io ero la sua eccezione e, per quanto avessi cercato di combattere i miei sentimenti, lui era la mia. 
Scosse la testa, mi prese il viso tra le mani e mi guardò negli occhi. << Sei andato a letto con lui? >>
I miei occhi si riempirono di lacrime mentre scuotevo la testa. Liam premette con forza le labbra sulle mie e sentii la sua lingua infilarsi decisa nella mia bocca. 
Qualche istante dopo si scostò. << Chiama Zac. Digli che non lo vuoi più vedere. Digli che stai con me >>, disse in un soffio.
Chiusi gli occhi. << Non posso stare con te, Liam. >>
<< Perché no? >> esclamò lasciandomi andare.
Rimasi in silenzio e lui scoppiò a ridere. << Roba da non credere. L'unico ragazzo che voglio non mi vuole. >>
Feci un respiro profondo. << Louis e io ci siamo trasferiti qui per dare una svolta alla mia vita. O per evitare che ne prendesse una in particolare. Gli incontri, il gioco d'azzardo, l'alcol... è quello che mi sono lasciato alle spalle. Quando ti sto vicino... mi ritrovo tutto davanti, in un irresistibile pacchetto tatuato. Non ho fatto centinaia di chilometri per riviverlo. >>
<< Meriti qualcuno migliore di me, lo so benissimo. Ma se esiste un uomo fatto per me... be', sei tu. Farò tutto il necessario, Pidge. Mi ascolti? Tutto. >>
Ero io quello che non era all'altezza, quello che avrebbe rovinato tutto. Avrei rovinato anche lui.
Liam tenne la porta chiusa con una mano. << Smetterò di combattere non appena mi sarò laureato. Non berrò più neanche un goccio. Ti darò il lieto fine, Pigeon. Se crederai in me, ce la farò. >>
Qualsiasi desiderio di stare con Zac era svanito da tempo e sapevo che era a causa dei sentimenti che provavo per Liam.
<< Mi presti il telefono? >> chiesi.
Lui aggrottò la fronte, perplesso << Certo >>, disse estraendolo dalla tasca.
Composi il numero e chiusi gli occhi quando sentii gli squilli.
<< Liam, che diamine...? Sai che ore sono? >> esclamò Zac con voce irritata.
Non avevo considerato che potesse avere il numero di Liam. 
Le parole mi uscirono in qualche modo delle labbra tremanti. << Scusami se ti chiamo così tardi, ma era una cosa che non poteva aspettare. Io... non posso più venire a cena con te mercoledì. >>
<< Sono le quattro del mattino, Zayn. Che succede? >>
<< Non posso più vederti. >>
<< Zaynie... >>
<< Sono... piuttosto sicuro di essere innamorato di Liam >>, dissi preparandomi alla reazione. Dopo alcuni istanti di silenzio chiuse la comunicazione. 
Restituii il cellulare a Liam. Sul suo volto si susseguirono confusione, turbamento e adorazione.
<< Mi ha sbattuto il telefono in faccia >>, feci con una smorfia. Lui mi studiò con un'aria di cauta speranza. << Tu mi ami? >> << Sono i tatuaggi >>, risposi con un'alzata di spalle. 
Liam sfoderò allora un enorme sorriso. << Vieni a casa con me >>, disse stringendomi. 
Mi incupii. << Hai detto tutto questo per portarmi a letto? >>
<< L'unica cosa a cui sto pensando è tenerti fra le mie braccia tutta la notte. >>
<< Andiamo. >>

 
XXX
Nonostante la guida veloce e le scorciatoie, il viaggio fino all'appartamento sembrò non avere fine. Quando arrivammo, Liam mi portò in braccio sulle scale. Ridacchiai sfiorandogli il collo con le labbra mentre armeggiava per aprire la porta. Mi posò a terra, la richiuse ed emise un lungo sospiro di sollievo. 
<< Da quando te n'eri andato non sembrava più la stessa casa >>, disse baciandomi. 
Toto arrivò di corsa dal corridoio e scodinzolò ai miei piedi. Lo presi in braccio bisbigliandogli parole dolci.
Il letto di Harry cigolò e un istante dopo si udirono i suoi passi pesanti lungo il corridoio. Spalancò la porta e socchiuse gli occhi alla luce. << Cazzo, no, Liam, non puoi fare una cosa del genere! Sei innamorato di Za... >> Guardò meglio e riconobbe l'errore. << Ehi, Zayn. >>
<< Ehi, Haz >>, dissi rimettendo Toto sul pavimento. Liam mi trascinò oltre il cugino sconvolto e chiuse la porta. Mi prese tra le braccia e mi baciò. Gli sfilai la maglietta e lui fece lo stesso con il mio giubbotto. Smisi di baciarlo solo per il tempo necessario a togliere la maglia, quindi mi buttai di nuovo tra le sue braccia. Ci spogliammo a vicenda e pochi istanti dopo mi adagiò sul letto. Tastai al di sopra della mia testa per aprire il cassetto e vi affondai la mano, ma non trovai nulla.
<< Merda >>, esclamò lui ansimando. << Li ho buttati via. >>
<< Cosa? Tutti? >>
<< Pensavo che tu non... se non fosse stato con te, non ne avrei avuto bisogno. >>
<< Stai scherzando! >> dissi appoggiandomi alla testiera. 
<< Considerati l'opposto di una preda facile. >>
Sorrisi e lo baciai. << Non sei mai stato con qualcuno senza usarli? >>
Lui scosse la testa. << Mai. >> Si guardò attorno per un istante perso nei suoi pensieri. Mi osservò per un attimo, poi si chinò per baciarmi sul collo. Sospirai scivolando esattamente sotto di Lui
Lui mi baciò con tenerezza. Le mie mani corsero lungo il suo corpo fino alle natiche e lo attirarono verso di me. Liam chiuse gli occhi ed emise un gemito lungo, profondo.
<< Oh mio Dio, Zayn >>, mormorò. Entrò dentro di me con un mormorio. << Fare l'amore con te è indescrivibile. >>
<< È diverso? >>
Mi guardò negli occhi. << Con te è comunque diverso ma... >> Fece un profondo respiro e si contrasse di nuovo chiudendo gli occhi per un momento. << Dopo questo non sarà più lo stesso. >>
Mi coprì di baci ogni centimetro del collo e, quando trovò la bocca, gli affondai le dita nelle spalle perdendomi nell'intensità di quel momento. 
Liam mi allungò le braccia al di sopra della testa e intrecciò le mani con le mie, stingendo a ogni spinta. I suoi movimenti si fecero più bruschi e gli conficcai le unghie nella carne mentre il mio ventre si contraeva.
Gridai mordendomi il labbro e stingendo gli occhi. 
<< Zayn >>, mormorò. Sembrava combattuto. << Devo... devo... >>
<< Non fermarti. >>
Entrò in me ancora una volta gemendo così forte che gli tappai la bocca. Dopo alcuni respiri affannosi, mi guardò negli occhi e mi tempestò di baci. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò ancora, più lentamente, più dolcemente. Mi sfiorò le labbra, le guance, la fronte il naso e ancora le labbra.
Sorrisi sentendomi sopraffare dalla stanchezza. Liam si sdraiò di fianco a me e sistemò le coperte. Gli appoggiai la guancia sul petto e lui mi diede un bacio sulla fronte, abbracciandomi.
<< Stavolta non andartene, okay? Domani mattina voglio svegliarmi esattamente così. >>
Gli baciai il petto. Il fatto che avesse avvertito il bisogno di chiedermelo mi fece sentire in colpa. << Non vado da nessuna parte. >>
Nota D'autore:
Ciaooo :)
Il capitolo 10.. wow 
Mi piace da impazzire.
Finalmente i nostri Liam e Zayn stanno insieme. Alleluia :D
Per quanto posso odiare il personaggio di Zac.. un po' mi dispiace :(
Il capitolo precedente ha ricevuto sei notifiche.. SEI non pensavo davvero di vederne così tante :D
Ringrazio chi ha recensito e chi è passato solo a leggere :)
Grazie anche a quella pazza di mia cugina, che non vedo l'ora di rivedere.. manchi tanto D: 
Grazie a tutti. 
Baci.
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Capitolo 11
*** Gelosia ***


Gelosia



Mi svegliai steso sul ventre, nudo e aggrovigliato nelle lenzuola di Liam Payne. Con gli occhi ancora chiusi, sentii le sue dita accarezzarmi la schiena.
Fece un respiro profondo, soddisfatto. << Ti amo, Zayn. Ti renderò felice, lo giuro >>, disse in tono sommesso. 
Il materasso si incurvò quando lui si mosse; un istante dopo mi sfiorò la schiena con le labbra e la tempestò di piccoli baci. Restai immobile, lui si scostò e si alzò. Sentii i suoi passi tranquilli risuonare in corridoio e poco dopo sentii l'acqua scorrere nei tubi. 
Aprii gli occhi, mi misi a sedere e mi stiracchiai. Mi dolevano tutti i muscoli del corpo, anche quelli che non sapevo di avere. Mi misi i boxer e mi avvicinai alla finestra.
In quell'istante il cellulare di Liam vibrò da qualche parte sul pavimento; dopo aver tastato goffamente gli abiti ammucchiati per terra, lo trovai nella tasca dei jeans. Sul monitor vidi soltanto il numero, senza nome.
<< Pronto? >>
<< C'è uhm... Liam? >>
<< È sotto la doccia, vuoi lasciare un messaggio? >>
<< Naturalmente è sotto la doccia! Digli che ha chiamato Andy, d'accordo? >>
Liam tornò in camera con l'asciugamano attorno alla vita e sorrise quando gli porsi il telefono.
<< È per te >>, affermai.
Mi baciò, guardò il monitor e scosse la testa. << Sì? Era il mio ragazzo. Cosa vuoi, Andy? >> ascoltò per un istante e sorrise. << Be', Pigeon è speciale, che posso dirti? >> dopo un lungo silenzio si spazientì: potevo solo immaginare che cosa gli stesse dicendo lui. << Non fare lo stronzo, Andy. Ascolta, non chiamare più... Be', l'amore cambierà anche te >>, esclamò guardandomi con espressione dolce. << Sì, con Zayn. Parlo sul serio, Andy, niente più telefonate... Ciao. >>
Gettò il telefono sul letto e si sedette vicino a me. << Era un po' seccato. Ti ha detto qualcosa? >>
<< No, ha chiesto solo di te. >>
<< Ho cancellato i pochi numeri che avevo sul telefono, ma immagino non basti a impedire che chiamino. Se non lo capiscono da soli, sistemerò la cosa. >>
Mi guardò e non potei fare a meno di sorridere. Mi stampò un bacio sulle lebbra.
<< Devo farmi una doccia. Sono in ritardo per la lezione. >>
<< Vedi? Ho già un'influenza positiva... Andy ha detto che questo fine settimana c'è la festa di Halloween al Red Door. L'anno scorso ci ero andato con lui, è stato piuttosto divertente. >>
<< Non ne dubito >>, osservai inarcando un sopracciglio. 
<< Volevo dire che c'era un sacco di gente. Ti va di andarci? >>
<< In realtà non... non sono uno che si maschera, non l'ho mai fatto. >>
Scrollò le spalle. << Nemmeno io. Ci vado e basta. >>
<< Allora andiamo al bowling stasera? >> 
<< Be', sì! preparati all'ennesima sconfitta! >>
Lo guardai socchiudendo gli occhi. << No, stavolta no. Ho un nuovo superpotere. >>
Scoppiò a ridere. << Che sarebbe? Il linguaggio pungente? >>
Mi chinai per baciargli il collo e gli sfiorai la pelle con la lingua fino all'orecchio. Restò impietrito. 
<< Ti distrarrò >>, bisbigliai.
Mi afferrò per le braccia e mi buttò sul letto. << Mi sa che perderai un'altra lezione. >>


 
XXX
Alla fine riuscii a convincerlo ad andare a lezione di storia. Ci precipitammo al campus e ci infilammo nei banchi appena prima che il professor Chaney iniziasse. Liam girò il cappellino da baseball all'indietro per darmi un bacio sulle labbra sotto gli occhi dell'intera classe.
Mentre andavamo in mensa, mi prese per mano. Sembrava così fiero di quel gesto, di annunciare al mondo che stavamo insieme. Finch se ne accorse e mi guardò con un ghigno ridicolo.
Arrivati all'ingresso Liam respirò l'ultima boccata dalla sigaretta. Louis e Harry erano già dentro e Finch si accese un'altra sigaretta. Dovevo entrare per forza da solo con Liam. 
<< Che c'è, Pidge? >>
<< Ci guardano tutti. >>
Lui si portò la mia mano alla bocca e la baciò. << È solo lo shock iniziale, passerà. Ti ricordi quando abbiamo iniziato a frequentarci? Dopo un po' ogni curiosità è svanita e si sono abituati a vederci insieme. Dai >>, disse trascinandomi oltre la porta. 
Ci sedemmo ai soliti posti con i piatti. Louis mi sorrise con aria d'intesa. Chiacchierava come se fosse tutto normale, mentre i giocatori di football in fondo al tavolo mi guardavano come se fossi un fantasma.
Liam indicò la mia mela con la forchetta. << La mangi? >>
<< No, prendila pure, tesoro. >> 
Quando Louis si voltò di scatto verso di me, mi sentii le orecchie in fiamme. 
<< Mi è venuto spontaneo >>, dissi scuotendo la testa.
<< Siete appena entrati nella fase del romanticismo irritante >>, commentò Louis sorridendo. 
Harry mi toccò la spalla. << Ti fermi da noi stasera? >> biascicò masticando un pezzo di pane. << Prometto che non uscirò dalla stanza insultando Liam. >>
<< Stavi difendendo il mio onore, Haz. Ti perdono >>, risposi. Liam addentò una fetta di mela. Sul volto aveva un'espressione felice che non gli avevo mai visto, e il suo sguardo era tornato sereno. 
<< Sembra incredibilmente felice. Alla fine gliel'hai dato, Zayn? >> fece Chris dando una gomitata ai compagni.
<< Non sei molto furbo, vero Jenks? >> osservò Harry.
Il mio imbarazzo passava in secondo piano di fronte alla rabbia di Liam, scossi la testa per invitarlo a lasciar perdere. << Ignoralo e basta. >>
Dopo un istante si rilassò e annuì, facendo un profondo respiro. Poi mi fece l'occhiolino.
Mi protesi per prendergli la mano. << Ieri sera parlavi sul serio, vero? >>
Fece per rispondere ma la risata di Chris risuonò nell'intera mensa. << Santo Dio! Liam Payne è prorpio cotto! >>
<< E tu eri serio quando dicevi che non volevi che cambiassi? >> domandò.
Vidi Chris ridere con i compagni e mi girai verso Liam. << Certo. Insegna a quello stronzo un po' di buone maniere. >> Sul suo volto comparve un sorriso e s'incamminò verso il fondo del tavolo. Nella sala calò il silenzio e Jenks tornò serio.
<< Ehi, ti stavo solo prendendo in giro, Liam >>, esclamò guardandolo.
<< Scusati con Pidge >>, ribatté torvo lui.
Chris mi guardò con un sorriso nervoso. << Io... io stavo solo scherzando, Zayn. mi dispiace. >>
Lo fissai infuriato mentre spostava lo sguardo su Liam per avere la sua approvazione. Nel momento stesso in cui lui si allontanò, Jenks ridacchiò e sussurrò qualcosa a Brazil. Il cuore prese a martellarmi nel petto quando vidi Liam bloccarsi e stringere le mani a pugno. 
Brazil scosse la testa e sbuffò esasperato. << Quando ti riprenderai, Chris... ricordati che te la sei cercata. >>
Jenks cercò di rifugiarsi sotto il tavolo ma Liam lo trascinò fuori per le gambe e gli si buttò addosso. Chris si ragomitolò mentre Liam gli tempestava la schiena di calci. Tese le braccia davanti a sé e Liam ne approfittò per colpirlo in faccia. Il sangue prese a colare e a quel punto si rialzò, senza fiato.
<< Se anche solo lo guardi, grandissimo pezzo di merda, ti spacco quella mascella del cazzo! >> urlò. Trasalii quando gli sferrò un ultimo calcio alla gamba.
Le donne che lavoravano in mesa accorsero e restarono sconvolte vedendo quell'ammasso sanguinante sul pavimento.  << Mi dispiace >>, disse Liam pulendosi il sangue di Jenks dalla guancia e uscendo dalla mensa.


 
XXX
Io, Louis e Harry percorremmo il breve tratto fino alla Morgan Hall; lì io e Louis ci sedemmo sui gradini a guardare Liam che andava su e giù. 
<< Stai bene, Liam? >> domandò Harry.
<< Datemi solo... un minuto >>, rispose mettendosi le mani sui fianchi mentre camminava. 
Harry si cacciò le sue in tasca. << Mi stupisce che tu ti sia fermato. >>
<< Pidge ha detto di insegnargli un po' di buone maniere, Haz, non di ucciderlo. Mi ci è voluta tutta la forza di volontà che ho per smettere. >>
Louis s'infilò i grandi occhiali da sole quadrati per osservarlo.
<< Che cos'ha detto Chris per provocarti? >>
<< Qualcosa che non ripeterà più >>, rispose lui, fremente di rabbia. 
Lou guardò Harry, che alzò le spalle. << Non ho sentito. >> Liam chiuse di nuovo le mani a pugno. << Torno là dentro. >> Harry allora lo toccò sulla spalla. << Il tuo ragazzo è qui. Non c'è bisogno che troni là dentro. >>
Mi guardò, sforzandosi di calmarsi. << Ha detto... tutti pensano che Pidge abbia... Gesù, no riesco neanche a dirlo. >>
<< È come se lo avessi detto >>, bofonchiò Louis.
Finch sopraggiunse alle spalle di Liam, chiaramente eccitato da tutto quel subbuglio. << Ogni ragazzo gay della Eastern vuole provarci con lui perché ha conquistato l'inafferrabile Liam Payne. >> 
Liam lo superò con uno spintone, diretto in mensa. Harry gli schizzò dietro e lo afferrò per un braccio. Mi coprì la bocca quando Liam scattò e Harry schivò il pugno. Louis era impassibile; conosceva bene le loro dinamiche.
Mi venne in mente solo un modo per fermarlo. Scesi di corsa i gradini e mi piazzai esattamente sulla sua strada. Gli saltai addosso e gli cinsi la vita con le gambe. Lui mi afferrò per le cosce mentre gli prendevo il volto tra le mani e gli stampavo un bacio lungo e intenso sulla bocca. Sentii la sua rabbia svanire mentre mi baciava e, quando mi scostai, capii di aver vinto.
<< Non ci interessa cosa pensano, ricordi? Non inizierai ora a preoccupartene >>, affermai sorridendo.
<< Non posso permettere che parlino di te in quel modo, Pigeon >>, replicò lui.
Allungai le braccia e giunsi le mani dietro la sua schiena.
<< Credono solo che abbia qualcosa di speciale perché non ti eri mai fidanzato. Hai forse qualcosa da obbiettare? >>
<< No, è solo che non posso sopportare l'idea che tutti i ragazzi dell'università vogliano portarti a letto. Questa cosa mi farà impazzire lo so già. >>
<< Non lasciarti coinvolgere, Liam >>, osservò Harry. << Non puoi fare a pugni con tutti. >>
Lui sospirò. << Altroché. Come ti sentiresti se tutti pensassero la stessa cosa di Louis? >>
<< Chi ti dice che non lo pensino? >> replicò offeso lui. Scoppiammo a ridere e Louis fece una smorfia. 
Harry lo fece alzare e lo baciò sulla guancia. << Ho smesso di essere geloso secoli fa. Non avrei tempo di fare altro. >>
Louis sorrise in segno d'apprezzamento e lo abbracciò.
Liam si strofinò contro il mio orecchio e io ridacchiai finché vidi Zac avvicinarsi. Avvertii lo stesso impulso che avevo provato quando Liam voleva rientrare in mensa, e gli andai subito in contro.
<< Ti devo parlare >>, disse.
Lanciai un'occhiata alle mie spalle. << Non è un buon momento, Zac. Anzi, è pessimo. Liam e Chris hanno litigato e lui è ancora un po' teso. Devi andartene. >>
Zac lo fisso per un istante, poi si concentrò di nuovo su di me. << Ho appena saputo quello che è successo in mensa. Non ti redi conto dei guai in cui ti stai cacciando? Liam è un problema, Zayn. Non hai idea di che razza di persona sia. >>
Sentii le mani di Liam sulle mie spalle. << Perché non glielo spieghi tu? >>
Zac si innervosì. << Sai quanti ragazzi distrutti ho accompagnato a casa dopo che avevano trascorso qualche ora con lui in una stanza a qualche festa? Ti farà soffrire. >>
Liam strinse le dita e io posai la mano sulla sua finché si rilasso. << Dovresti andartene, Zac. >>
<< E tu dovresti ascoltare quello che ho da dirti, Zaynie. >>
<< Non chiamarlo così, cazzo >>, grugnì Liam.
Zac non distolse lo sguardo dal mio. << Sono preoccupato per te. >>
<< Ti ringrazio, ma non ne hai motivo. >>
<< Ti vede come una sfida, Zayn. Ti fa credere di essere diverso dagli altri. Si stancherà di te. >>
Liam mi aggirò e si piazzò vicino a lui. Zac cercò di guardarmi ma Liam si spostò e glielo impedì. << Non guardare lui, cazzo. Guarda me, stronzetto viziato. >> Zac si concentrò su di lui e attese. << Se solo fai un respiro nella sua direzione, ti farò entrare zoppicando a medicina. >>
Lui indietreggiò finché non fui nel suo campo visivo. 
<< Pensavo fossi in gamba >>, disse allontanandosi.
Liam lo osservò per un momento, quindi si voltò e mi scrutò negli occhi. << Sai che sono un mucchio di stronzate, no? Non è la verità. >>
<< Di sicuro la pensano tutti così >>, borbottai. 
<< Allora dimostrerò che si sbagliano. >>



 
XXX
Durante quella settimana, Liam prese la promessa molto seriamente. Non assecondava più i compagni che lo bloccavano mentre andava a lezione e qualche volta fu anche sgarbato. Quando andammo al Red per la festa di Halloween, ero un po' nervoso.
Louis, Finch e io ci sedemmo a un tavolo a guardare Harry e Liam giocare a bigliardo.
<< Vai, tesoro! >> esclamò Louis  sollevandosi sullo sgabello. 
Harry gli fece l'occhiolino e mandò la palla nella buca più lontana.
Finch spense la sigaretta, saltò giù dallo sgabello e ci tirò per i vestiti. << Venite ragazzi! Finch ha voglia di ballare! >>
Ci unimmo ai poliziotti e ai vampiri in pista e Finch si esibì nelle sue mosse alla Timberlake. Lanciai un occhiata a Liam alle mie spalle e notai che mi controllava con la coda dell'occhio, fingendo di seguire Harry che mandava in buca l'ottava palla della partita e poi raccoglieva le vincite. Alzò gli occhi al cielo quando Finch si dimenò di qua e di là per infilarsi tra e e Louis.
<< Vado a prendermi ancora da bere, tu vuoi qualcosa? >> Mi gridò Louis sovrastando la musica.
<< Vengo con te >>, risposi guardando Finch e indicando il bar. Lui scosse la testa e continuò a ballare. Io e Louis ci facemmo largo tra la folla a spallate fino al bar.
<< Stasera i ragazzi stanno facendo un bel po' di soldi >>, osservò Louis.
Mi accostai al suo orecchio. << Non capirò mai perché scommettano contro Haz. >>
<< Per la stessa ragione per qui scommettono contro Liam: sono degli idioti >>, rispose sorridendo.
Un uomo che indossava una toga si protese sul banco vicino a Louis e sorrise. << Cosa bevete stasera, signori? >>
<< Ci prendiamo da bere da soli, grazie >>, rispose Louis guardando davanti a sé.
<< Io sono Mike >>, disse l'uomo. << E questo e Logan >>, aggiunse indicando l'amico.
Sorrisi educatamente fissando Louis, che assunse la migliore espressione << Togliti dai piedi >> del suo repertorio. Il barista prese il nostro ordine, fece un cenno agli uomini dietro a noi e si voltò per prendere i drink. Qualche minuto dopo ci porse un bicchiere quadrato pieno di un liquido schiumoso di colore rosa e tre birre. Mike pagò e lui annuì.
<< Qui è davvero fantastico >>, commentò Mike scrutando la gente. 
<< Sì >>, rispose seccato Louis.
<< Ti ho visto ballare >>, mi disse Logan << Sei bravo. >>
<< Uh... grazie >>, risposi sapendo che Liam si trovava a pochi metri di distanza.
<< Vuoi ballare? >> chiese.
Scossi la testa. << No, grazie. Sono qui con il mio... >>
<< Ragazzo >>, aggiunse Liam spuntando dal nulla. Guardò in cagnesco i due, che indietreggiarono. 
Louis non riuscì a soffocare un sorriso quando Harry lo cinse con un braccio. Liam indicò con un cenno la sala. << Ora sparite. >>
I due guardarono me e Louis e poi si misero al riparo in mezzo alla folla.
Harry baciò Louis. << Non posso portarti da nessuna parte! >> Lui fece una risatina e io sorrisi a Liam, che mi stava guardando torvo.
<< Che c'è? >>
<< Perché hai lasciato che ti offrisse da bere? >>
Notando l'umore di Liam, Louis si scostò da Harry. 
<< Non è andata così, Liam. Gli ho detto di no. >>
Lui mi prese la bottiglia di mano. << Allora cos'è questa? >>
<< Dici sul serio? >> domandai.
<< Mai stato più serio in vita mia >>, rispose gettando la birra nel cestino. 
<< Te l'ho detto un centinaio di volte... non accettare drink da sconosciuti. E se ci avesse messo dentro qualcosa? >>
Louis sollevò il bicchiere. << Non abbiamo mai perso di vista i drink, Liam. Stai esagerando. >>
<< Non sto parlando con te >>, replicò lui trafiggendomi con lo sguardo. 
<< Ehi! >> esclamai, infuriandomi d'un tratto. << Non trattarlo così. >>
<< Liam >>, lo ammonì Harry. << Lascia perdere. >>
<< Non mi va che accetti da bere da altri >>, ribadì lui.
Mi imbronciai. << Vuoi litigare? >>
<< Ti darebbe fastidio se mi vedessi bere con un altro? >>
Annuii. << Ma non ho fatto niente di male. >>
Mi lanciò un'occhiata incredula. << Arrivo qui e un tizio ti sta offrendo da bere! >>
<< Non urlare! >> intervenne Louis.
Harry gli posò una mano sulla spalla. << Abbiamo tutti bevuto parecchio. Andiamo. >> M'irritai perché Liam con il suo malumore aveva posto fine alla serata. 
<< Devo avvertire Finch che ce ne andiamo >>, dissi superando Liam con uno spintone per raggiungere la pista da ballo.
Scorsi Finch e mi feci strada verso di lui.
<< Ce ne andiamo! >>
<< Cosa? >> urlò al di spora della musica.
<< Liam è nervoso! Ce ne andiamo! >>
Finch sbuffò salutandomi mentre mi allontanavo. Individuai Louis e Harry, ma un uomo travestito da pirata mi strattonò. << Dove credi di andare? >> fece con un sorriso, avvicinandosi.
Risi vedendo la sua espressione buffa. Mi voltai per proseguire e lui mi prese per un braccio. Non impiegai molto a capire che non voleva afferrarmi, bensì afferrarsi a me... per protezione. 
<< Whoa! >> gridò guardando al di là delle mie spalle con gli occhi sgranati.
Liam si precipitò in pista e gli tirò un pugno in piena faccia. Finimmo entrambi a terra. Ero sporco del sangue che l'uomo stava perdendo dal naso. 
Liam si affrettò a tirarmi su. Sconvolto quanto me. << Oh, cazzo! Stai bene, Pidge? >>
Quando fui in piedi, mi liberai dalla sua presa. << Sei impazzito? >>
Louis mi prese per il polso e mi condusse fino al parcheggio. Harry aprì le portiere e, quando mi fui seduto, Liam mi guardò.
<< Mi dispiace, Pigeon. Non sapevo che ti tenesse. >>
<< Per poco non colpivi me! >> replicai prendendo l'asciugamano macchiato d'olio che Harry mi aveva lanciato. Mi pulii il sangue dalla mano, disgustato.
Liam si fece scuro in volto. << Non lo avrei colpito se avessi saputo che rischiavo di farti male. >>
<< Sta' zitto. Sta' zitto e basta >>, dissi senza guardarlo.
<< Pidge... >> fece lui.
Harry pestò le mani sul volante. << Taci, Liam! Hai detto che ti dispiace, adesso chiudi quella bocca! >>



 
XXX
Il viaggio di ritorno avvenne nel silenzio più totale. Harry spostò il sedile in avanti per farmi scendere e io guardai Louis, che annuii comprensivo.
Diede il bacio della buonanotte al suo ragazzo. << Ci vediamo domani, tesoro. >>
Haz annuì rassegnato e lo baciò. << Ti amo. >>
Mi avventai verso la Honda e Liam si affrettò a raggiungermi. << Dai, non essere arrabbiato. >>
<< Oh, non sono arrabbiato. Sono furioso. >>
<< Ha bisogno di un po' di tempo per calmarsi, Liam >>, lo ammonì Louis aprendo l'auto.
Quando le serrature scattarono, lui posò una mano sulla portiera. << Non andartene, Pigeon. Mi dispiace. >>
Alzai la mano mostrandogli i residui di sangue secco sul palmo. << Chiamami quando sarai cresciuto. >>
Lui si appoggiò alla portiera. << Non puoi andartene. >>
Mi corrucciai e Harry aggirò di corsa l'auto per raggiungerci. << Liam, sei ubriaco. Lascia che vada a casa, che si calmi... >>
L'espressione di Liam si fece disperata. << Non può andarsene >>, ripeté.
<< Piantala >>, dissi tirando la portiera. << Spostati! >>
<< Cosa vuoi dire? >> chiese afferrandomi per un braccio. 
<< Quell'aria triste. Non ci casco. >>
Harry lo osservò per un istante, quindi si voltò verso di me. << Zayn... è di questo che ti parlavo. Forse dovresti... >>
<< Stanne fuori, Haz >>, intervenne bruscamente Louis.
<< Combinerò dei casini. Combinerò molti casini, Pidge, ma tu dovrai perdonarmi. >>
<< Domani mattina avrò un livido enorme sul sedere! Hai picchiato quell'uomo perché eri incazzato con me! Cosa dovrebbe dirmi questo? >> ribattei tirando la portiera. << Spostai, maledizione! >>
Lui annuì e fece un passo indietro. Mi sedetti accanto a Louis e sbattei la portiera. 


 
XXX
La notte fu lunga. Continuavo a controllare l'orologio, trasalendo quando mi accorgevo che era passata un'altra ora. Non riuscivo a smettere di pensare a lui e a decidere se chiamarlo. Mi chiedevo se anche lui fosse sveglio. Alla fine infilai gli auricolari dell'iPod e ascoltai tutte le canzoni martellanti e fastidiose che conteneva.
L'ultima volta che guardai l'orologio erano le quattro passate. Fuori gli uccellini stavano già cantando, e sorrisi sentendo le palpebre pesanti. Mi sembrò fossero trascorsi solo pochi minuti quando udii bussare alla porta. Louis entrò di corsa. Mi tolse gli auricolari e si buttò sulla sedia della scrivania. 
<< Buongiorno, tesoro. Hai un aspetto orribile >>, osservò.
Fece un palloncino con la gomma rosa che stava masticando e lo lasciò scoppiare con un sonoro pop. 
<< Sta' zitto, Louis! >> disse Nick da sotto le coperte.
<< Sai che persone come te e Liam litigano, vero? >> affermò ignorando Nick e continuando a masticare la gomma.
Mi rigirai nel letto. << Sei ufficialmente licenziato. Sei una coscienza terribile. >>
Scoppiò a ridere. << Ti conosco, tutto qui. Se in questo momento di dessi le chiavi, andresti diritto da lui. >>
<< Non è vero! >>
<< Se lo dici tu >>, rispose con voce cantilenante. 
<< ... Saranno di sicuro ancora in coma. >>
In quel momento udii bussare lievemente. Nick estrasse il braccio da sotto la trapunta e girò la maniglia. La porta si aprì e Liam comparve sulla soglia.
<< Posso? >> chiese con voce bassa e roca.
Mi misi a sedere spaventato dal suo aspetto. << Stai bene? >>
Lui entrò e si buttò in ginocchio davanti a me. << Mi dispiace così tanto, Zayn. Mi dispiace tanto >>, disse gettandomi le braccia intorno alla vita e sprofondandomi il viso in grembo. 
Gli presi la testa tra le braccia e guardai Louis.
<< Io... ehm... io vado >>, esclamò Louis cercando la maniglia a tastoni.
Nick si sfregò gli occhi e sospirò, poi afferrò l'accappatoio e uscì.
Liam alzò lo sguardo. << So che quando si tratta di te non ragiono più, ma mi sto impegnando, Pidge, te lo giuro. Non voglio rovinare tutto. >>
<< Allora non farlo. >>
<< È difficile per me, lo sai. Sono terrorizzato all'idea che tu capisca che pezzo di merda sono e mi molli. >>
<< Io non tiro pugni ogni volta che un ragazzo ti parla. Non posso restare chiuso in casa per tutto il tempo. Dovrai tenere a freno il tuo caratteraccio. >>
<< Lo farò. Questa è la mia prima storia seria, Pigeon. Se sarai paziente, troverò il modo di far funzionare le cose, te lo giuro. >>
<< Chiariamo una cosa: Non sei un pezzo di merda, sei un tipo incredibile. Mi hai chiesto di fidarmi di te, ma a quanto pare sei tu a non fidarti di me. >>
Lui si accigliò. << Non è vero. >>
<< Be', se pensi che voglia lasciarti per il primo che passa, allora non hai molta fiducia in me. >>
Liam mi strinse di più. << Non ti merito, Pidge. Questo non significa che non mi fidi di te, ma mi preparo all'inevitabile. >>
<< Non dire così. Quando siamo soli, sei perfetto. Siamo perfetti. Poi però lasci che gli altri rovinio tutto. Non mi aspetto che cambi radicalmente, ma non puoi fare a pugni ogni volta che qualcuno mi guarda. >>
Annuì. << Farò tutto quello che vuoi. Solo... dimmi che mi ami. >>
<< Sai che è così. >>
<< Devo sentirtelo dire >>, replicò aggrottando la fronte. 
<< Ti amo >>, dissi sfiorandogli le labbra con le mie. << Adesso smetti di fare il bambino. >>
Scoppiò a ridere e s'infilò a letto con me. Passammo l'ora seguente a ridacchiare e a baciarci. 
D'un tratto assunse uno sguardo deciso e mi baciò dietro l'orecchio. << Perché non vieni a casa con me? >>
Gli posai la mano sulla nuca e sospirai sentendo le sue labbra morbide a contatto con la mia pelle. << Credo che resterò qui. Sono sempre da te. >>
Alzò di scatto la testa. << E allora? Non ti piace stare da me? >>
Gli sfiorai la guancia e sospirai. Si agitava per un nonnulla. << Certo che mi piace, ma non vivo lì. >>
Mi sfregò la punta del naso sul collo. << Ti voglio là. Ti voglio là ogni notte. >>
<< Non vengo a vivere con te >>, risposi scuotendo la testa.
<< Non ti ho chiesto di vivere con me. Ho detto che ti voglio là. >>
<< È la stessa cosa! >> osservai ridendo.
Lui si accigliò. << Davvero non stai da me stanotte? >>
Scossi la testa. Il suo sguardo si spostò sulla parete e poi sul soffitto. Vedevo quasi gli ingranaggi girare nella sua testa.
<< Cos'hai in mente? >> chiesi sospettoso.
<< Sto pensando a un'altra scommessa. >>
Note D'autore: 
Ciao a tutti :)
Non ero sicura di riuscire a pubblicare oggi, 
perché ho avuto dei problemi con internet
invece eccomi qui con l'undicesimo capitolo. Ye ;)
Come sempre, perché è giusto che io lo faccia 
ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente... 
6 recensioni non me l'aspettavo. Grazie Davvero :)
Ringrazio anche chi è passato solo a leggere.
Infine ringrazio quella pazza di mia cugina...
perché senza di lei la storia non esisterebbe ;)
Spero che il capitolo vi piaccia.
Baci.
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Capitolo 12
*** Fatti Della Stessa Pasta ***


Fatti Della Stessa Pasta



Ero nella camera di Liam in boxer e stavo per infilarmi il pigiama.
<< Dio quanto sei sexy >>, osservò Liam appoggiando la testa sulla mano. << L'uomo più bello della Eastern è il mio ragazzo. Roba da matti. >>
Alzai gli occhi al cielo, indossai una maglia e mi stesi al suo fianco. Mi misi a cavalcioni su di lui e lo baciai sul collo, ridacchiando quando abbandonò il capo contro la testiera. << Di nuovo? Mi ucciderai, Pidge. >>
<< Non puoi morire >>, ribattei coprendogli il volto di baci.
<< No, non posso perché ci sono troppi imbecilli che farebbero di tutto per prendere il mio posto! Potrei vivere per sempre solo per ripicca! >>
Risi sfiorandogli la bocca e lui mi gettò di schiena sul materasso.
<< Perché proprio io, Liam? >>
Lui si scostò e mi guardò negli occhi. << Cosa intendi? >>
<< Sei stato con tutti quegli uomini, non volevi fidanzarti, nemmeno prendere un numero di telefono... quindi perché proprio io? >>
Mi accarezzò la guancia con il pollice. << Perché me lo chiedi? >> 
Alzai le spalle. << Pura curiosità. >>
<< Perché proprio io? Metà dei ragazzi della Easter aspetta solo che io rovini tutto. >>
Arricciai il naso. << Non è vero. Non cambiare discorso. >> << È vero. Se non ti fossi stato dietro fin dall'inizio, ora avresti più di un Zac Efron alle calcagna. Efron è semplicemente troppo egocentrico per aver paura di me. >>
<< Stai evitando la domanda! E in modo ben poco brillante, direi. >>
<< D'accordo! Perché te? >> un sorriso gli illuminò il volto e si chinò a baciarmi sulle labbra. << Mi sei piaciuto fin dalla sera dell'incontro. >>
<< Cosa? >> feci dubbioso.
Ridacchiò. << È vero. Con quella felpa tutta sporca di sangue... avevi un aria assolutamente ridicola. >>
<< Grazie. >>
Il sorriso svanì. << È stato quando mi hai guardato. Quello è stato il momento. Avevi uno sguardo innocente, gli occhi sgranati... non recitavi. Non mi guardavi come se fossi Liam Payne >>, disse, sottolineando con un tono diverso le ultime parole. << Mi guardavi come se fossi... non lo so, una persona. >>
<< Che scoperta, Liam. Tu sei una persona. >>
<< Prima che arrivassi tu, Harry era l'unico che mi trattasse in modo normale. Tu non hai iniziato a tirartela, a flirtare. Tu mi hai visto. >>
<< Sono stato parecchio stronzo con te. >>
Liam mi baciò sul collo. << È così che mi hai conquistato. >> Gli sfiorai la schiena e gli infilai le mani nei boxer. << Spero che questa storia venga presto a noia. Non penso che mi stancherò mai di te. >>
<< Me lo prometti? >> chiese sorridendo.
Il telefono ronzò sul comodino e lui sorrise accostandolo all'orecchio.
<< Si? oh, accidenti, no, sono qui con Pidge. Stavamo per andare a letto... Sta' zitto, Trent, non è divertente... Davvero? Cosa ci fa in città? >> mi guardò e sospirò. << D'accordo. Saremo là tra mezz'ora... mi hai sentito, coglione. Perché non vado da nessuna parte senza di lui, ecco perché. Vuoi che ti sistemi con un pugno quando arrivo? >> chiuse la telefonata e scosse la testa. 
Lo guardai perplesso. << È la conversazione più strana che abbia mai sentito. >>
<< Era Trent. Niall è in città, ed è serata di poker a casa di mio padre. >>
<< Serata di poker? >>
<< Sì, di solito mi ripuliscono. Barano, quei bastardi. >>
<< Conoscerò la tua famiglia fra trenta minuti? >>
Lui guardò l'orologio. << Ventisette, per essere precisi. >>
<< Oddio, Liam! >> gemetti schizzando giù dal letto.
<< Che fai? >> domandò con un sospiro.
Frugai nell'armadio e presi un paio di jeans, che mi infilai saltellando di qua e di là, poi mi tolsi la maglia e gliela gettai in faccia. << Non puoi darmi un preavviso di venti minuti per conoscere la tua famiglia! >>
Lui scostò la maglia e rise di fronte ai miei disperati tentativi di rendermi presentabile. Agguantai una maglia nera con scollo a V, la indossai e mi precipitai in bagno a lavarmi i denti. Liam mi raggiunse, già pronto, e mi cinse la vita con le braccia. 
<< Sono un mostro! >> esclamai guardandomi corrucciato allo specchio.
<< Non ti rendi conto di quanto sei bello? >> chiese baciandomi sul collo.
Sbuffai e corsi in camera a mettermi un paio di scarpe.
<< Calmati, Pigeon. Sono solo un gruppo di uomini seduti attorno a un tavolo. >>
<< È la prima volta che vedrò tuo papà e i tuoi fratelli... tutti insieme... e tu vuoi che mi calmi? >> ribattei salendo sulla moto.
Lui si chinò e nel darmi un bacio mi sfiorò la guancia. << Li conquisterai come hai fatto con me. >>

 
XXX
<< Santo cielo! C'è faccia di culo! >> gridò uno dei ragazzi spalancando la porta non appena arrivammo. 
Liam fece un cenno. Si sforzò di apparire seccato, ma vedevo che era felice all'idea di incontrare i fratelli. La casa era antiquata , con una tappezzeria sbiadita gialla e marrone e una moquette pelosa di varie tonalità brune. Percorremmo il corridoio fumoso fino a una stanza con la porta spalancata. Il padre e i fratelli erano seduti a un tavolo di legno rotondo con una birra ciascuno.
<< Ehi, ehi... occhio al linguaggio >>, avvertì il padre con il sigaro tra le labbra.
<< Pidge, mio padre, Geoff Payne. Papà, lui è Pigeon. >>
<< Pigeon? >> fece Geoff con aria divertita.
<< Zayn >>, dissi stingendogli la mano.
Liam indicò i fratelli. << Trenton, Taylor, Tyler e Niall. >>
Tutti tranne Niall sembravano la versione più vecchia di Liam: capelli corti, occhi castani, magliette aderenti sui muscoli scolpiti, pelle coperta di tatuaggi. Niall indossava invece una camicia elegante e una cravatta allentata, aveva gli occhi azzurri e portava i capelli biondo scuro un po' più lunghi.
<< Zayn ha un cognome? >> domandò Geoff.
<< Malik >>, risposi annuendo. 
<< È un piacere conoscerti, Zayn >>, esclamò Niall con un sorriso. 
<< Un vero piacere >>, gli fece eco Trent, lanciandomi un'occhiata maliziosa. Geoff gli diede un colpetto sulla nuca e lui cacciò un urlo. << Cos'ho detto? >> protestò sfregandosi la testa.
<< Siediti, Zayn. Guarda come svuotiamo le tasche di Liam >>, disse uno dei gemelli. Non seppi distinguere quale: erano perfettamente identici, avevano persino gli stessi tatuaggi.
La stanza era piena di vecchie foto di partite di poker e di personaggi leggendari in posa con Geoff e quello che immaginai fosse il nonno di Liam.
<< Ha conosciuto Stu Ungar? >> chiesi indicando una foto impolverata.
Gli occhi di Geoff si illuminarono. << Sai chi è Stu Ungar? >>
Annuii. << Anche mio papà era suo fan. >>
<< Il nonno di Liam era un professionista... da queste parti prendiamo il poker molto seriamente >>, dichiarò Geoff sorridendo.
Mi sedetti fra Liam e uno dei gemelli mentre Trenton mescolava le carte. I ragazzi misero i soldi sul tavolo e Geoff spartì le fiches.
Trenton sollevò un sopracciglio. << Vuoi giocare, Zayn? >>
Sorrisi ma scossi la testa. << Non credo sia il caso. >>
<< Non sai giocare? >> domandò Geoff.
Non potei trattenere un sorriso. Geoff aveva un'aria così severa, quasi paterna! Sapevo che risposta si aspettasse e non volevo deluderlo. 
Liam mi baciò sulla fronte. << Gioca, dai... ti insegno io. >>
<< Allora di' addio ai tuoi soldi, Zayn >>, commentò ridendo Niall.
Strinsi le labbra e frugai nella tasca prendendo due banconote da cinquanta. Le porsi a Geoff e attesi con impazienza che mi desse l'equivalente in gettoni. 
<< Ho piena fiducia nelle capacità di insegnamento di Liam >>, affermai.
Uno dei gemelli batté le mani. << Sììì! Stasera divento ricco! >> 
Trenton diede le carte e Liam dispose la mia mano. << Hai mai giocato? >>
<< È passato un po' di tempo dall'ultima volta >>, dissi. 
<< Devi cercare di avere carte più alte, numeri consecutivi e, con un po' di fortuna, carte dello stesso seme. >>
Durante la prima mano Liam guardò le mie carte e io le sue. Mi limitai perlopiù ad annuire e a sorridere e giocai quando mi veniva detto. Sia io che Liam perdemmo e alla fine del primo giro le mie fiches erano diminuite.
Dopo che Niall ebbe dato le carte per il secondo giro, impedii a Liam di guardare le mie. << Credo di aver afferrato >>, dissi.
<< Sei sicuro? >>
<< Sono sicuro. >>

 
XXX
Tre mani dopo avevo recuperato le mie fiches e saccheggiato le finanze altrui con due assi, una scala e la carta alta.
<< Che cavolo! >> si lagnò Trenton. << La fortuna dei principianti è un vero schifo! >>
<< Hai un allievo che impara in fretta, Liam >>, osservò Geoff, sempre con il sigaro tra le labbra.
Liam tracannò la birra. << Sono orgoglioso di te, Pigeon! >> Aveva gli occhi che gli luccicavano per l'eccitazione.
<< Grazie. >>
<< Chi non sa fare, insegna >>, commentò malizioso Niall. << Molto divertente, coglione >>, mormorò Liam.
Quattro mani più tardi finii la birra e studiai l'unico avversario che non era crollato. << Tocca a te, Taylor. Che ne dici di giocare da uomo? >>
<< 'Fanculo >>, esclamò buttando gli ultimi gettoni. 
Liam si voltò verso di me.
<< Cos'hai, Pigeon? >>
<< Taylor? >> incalzai.
Sfoderò un ampio sorriso. << Colore! >> esclamò allegro scoprendo le carte.
Cinque paia d'occhi si voltarono verso di me. Scrutai il tavolo e girai le mie carte. << Guardate e piangete, ragazzi! Assi e otto. >>, annunciai ridacchiando. 
<< Un full? Che cazzo! >> strillò Trent.
<< Mi dispiace. Ho sempre voluto dirlo >>, risposi prendendo la vincita. 
Niall mi guardò sospettoso. << Questa non è solo la fortuna del principiante. Lui sa giocare. >>
Liam lo fissò per un istante e mi guardò. << Avevi già giocato, Pidge? >>
Strinsi le labbra e alzai le spalle, sfoderando il sorriso più innocente possibile. Liam gettò indietro il capo, in preda a un attacco di riso. Cercò di parlare ma non ci riuscì e un istante dopo pestò il pugno sul tavolo.
<< Il tuo ragazzo ci ha appena spillato tutti i soldi! >> osservò Taylor puntando il dito nella mia direzione.
<< Non ci credo, cazzo >>, gemette Trenton alzandosi. 
<< Ottimo piano, Liam. Portare un baro provetto alla serata del poker >>, commentò Geoff facendomi l'occhiolino.
<< Non lo sapevo! >>
<< Detesto dirlo, fratello, ma penso di essermi appena innamorato del tuo ragazzo >>, commentò Tyler.
<< Ehi, calma >>, fece Liam mentre il sorriso si trasformava rapidamente in una smorfia.
<< Basta. Ci sono andato leggero, Zayn, ma ora mi riprenderò i miei soldi >>, mi avvertì Trenton.

 
XXX
Liam si preparò per gli ultimi giri e vide i fratelli fare di tutto per recuperare il denaro. Una mano dopo l'altra mi accaparrai i loro gettoni sotto lo sguardo sempre più sospettoso di Niall. Ogniqualvolta posavo le carte, Liam e Geoff ridevano, Taylor imprecava, Tyler mi dichiarava il suo eterno amore e Tren aveva un accesso di rabbia.
Incassai i gettoni e quando ci sedemmo in soggiorno diedi a tutti cento dollari. Geoff li rifiutò ma i fratelli accettarono, grati. Liam mi prese per mano e ci avviammo alla porta.
Notai che era scontento, perciò gli strinsi le dita. << Che c'è che non va? >>
<< Hai appena regalato quattrocento dollari, Pidge! >> disse accigliato.
<< Se fosse la serata del poker alla Sig Tau, li avrei tenuti. Non posso derubare i tuoi fratelli al nostro primo incontro. >>
<< Loro si sarebbero tenuti i tuoi soldi! >>
<< E senza pensarci due volte >>, aggiunse Taylor.
Niall mi fissò in silenzio da un angolo della stanza. 
<< Che c'è, Niall? >>
<< Come hai detto che ti chiami di cognome? >> fece lui.
Spostai nervoso il peso da un piede all'altro. Niall sapeva glielo leggevo negli occhi.
Notando il mio imbarazzo, Liam si girò verso il fratello e mi cinse un braccio in torno alla vita. Non capii se volesse proteggermi o prepararsi a quello che Niall avrebbe potuto dire. << Malik, e con ciò? >>
<< Capisco perché prima di stasera non avessi fatto due più due, Liam, ma adesso non hai più scuse >>, rispose compiaciuto. << Di che cazzo parli? >> 
<< Sei per caso parente di Yasser Malik? >> chiese Niall. Tutti si girarono nella mia direzione e io mi passai nervosamente la mano tra i capelli. << Come fai a conoscere Yasser? >> Liam piegò la testa per guardarmi negli occhi. << Be', è uno dei migliori giocatori di poker della storia. Lo conosci? >>
<< È mio padre. >>
La stanza esplose in un boato.
<< Non ci credo! >>
<< Lo sapevo! Abbiamo appena giocato con il figlio di Yasser Malik! >>
<< Yasser Malik! Porca miseria! >>
Niall, Geoff e Liam erano gli unici a non urlare.
<< Ragazzi, vi ho detto che non volevo giocare! >> esclamai.
<< Se avessi detto di essere il figlio di Yasser Malik, ti avremmo preso più seriamente >>, osservò Niall.
Scrutai Liam che mi fissava strabiliato. << Tu sei tredici fortunato? >> chiese un po' disorientato.
Trenton si alzò e mi indicò << Tredici fortunato a casa nostra! Non ci credo! Non ci credo, cazzo! >>
<< Quello era il soprannome che mi avevano dato i giornali. E la storia non era del tutto esatta >>, precisai nervosamente.
<< Ragazzi, devo portare Zayn a casa >>, disse Liam continuando a fissarmi.
Geoff mi sbirciò al di sopra degli occhiali. << Perché? non era esatta? >>
<< Non ho rubato la fortuna di mio padre. Voglio dire, è assurdo. >>
Niall scosse la testa. << No, Yasser ha rilasciato un'intervista. Ha detto che alla mezzanotte del tuo tredicesimo compleanno la sua fortuna è svanita. >>
<< E la tua è cominciata >>, aggiunse Liam.
<< Sei stato allevato da mafiosi! >> osservò Trent sorridendo eccitato.
<< Uhm... no >>, risi. << Non mi hanno allevato. Giravano solo nei paraggi... spesso. >>
<< Che vergogna... Un padre che infanga il nome di suo figlio su tutti i giornali. Eri solo un ragazzino >>, osservò Geoff scuotendo la testa. 
<< Yasser Malik ti ha insegnato a giocare >>, proseguì Geoff strabiliato. << Hai battuto dei professionisti a soli tredici anni! >> Guardò Liam e sorrise. << Non scommettere contro di lui, figliolo. Lui non perde mai. >>
Liam mi guardò, ancora sconvolto. << Noi... dobbiamo andare, papà. Ciao, ragazzi. >>
Il chiacchiericcio eccitato dei Payne svanì mentre Liam mi trascinava fuori e mi conduceva alla moto.

 
XXX
All'appartamento, Liam mi condusse in corridoio per mano e mi aiutò a togliere il giubbotto.
<< So che sei furioso >>, dissi, incapace di guardarlo negli occhi. << Mi spiace di non avertelo detto, ma non è una cosa di cui parlo. >>
<< Furioso? >> fece lui. << Sono così su di giri che non capisco più niente. Hai appena derubato quei deficienti dei miei fratelli senza batter ciglio, agli occhi di mio padre sei già un mito e so per certo che hai perso apposta la scommessa che avevamo fatto prima del mio incontro. >>
<< Non direi... >>
Lui sollevò il mento. << Pensavi di vincere? >>
<< Be'... no, non esattamente >>, risposi sfilandomi le scarpe. Liam sorrise. << Allora volevi stare qui con me. Non pensavo di poterti amare di più, e invece... >>
<< Come mai non sei furioso? >>
Lui sospirò e annuì. << È una cosa piuttosto importante, Pidge. Avresti dovuto dirmelo, ma so perché non l'hai fatto. Sei venuto qui per lasciarti tutto alle spalle. Adesso mi è tutto più chiaro. >>
<< Be', è un sollievo. >>
<< Tredici fortunato >>, esclamò sfilandomi la maglia e sbottonandomi i jeans.
<< Non chiamarmi così, Liam. Non mi piace. >>
Liam si tolse la maglietta e mi abbracciò. << Non posso ancora credere di avere davanti a me il figlio di Yasser Malik. Sono stato con te tutto questo tempo senza averne idea. >>
Mi scostai. << Non sono il figlio di Yasser Malik, Liam! Io sono Zayn, solo Zayn! >> ribattei avvicinandomi all'armadio. Strappai una maglietta dall'appendiabiti e la indossai.
<< Scusami. La tua fama mi ha sconvolto. >>
<< Sono soltanto io! >> mi portai una mano al petto, desiderando che capisse. 
<< Sì, ma... >>
<< Niente ma. Il modo in cui mi stai guardando ora è la ragione per cui non te l'ho detto. >> Chiusi gli occhi. << Non voglio più vivere così, Liam, neanche con te. >>
<< Ehi, calmati, Pigeon. Non lasciamoci prendere la mano. >> Assunse un'aria decisa e mi prese di nuovo tra le braccia. << Non mi interessa chi eri. Io ti voglio e basta. >>
<< Allora abbiamo qualcosa in comune, è lo stesso per me. >>
Mi fece stendere sul letto e sorrise. << Siamo tu e io contro il mondo, Pidge. >>
Mi accoccolai al suo fianco. Tranne Louis, nessuno sapeva di Yasser, e non mi sarei mai aspettato che il mio ragazzo appartenesse a una famiglia appassionata di poker. Feci un profondo sospiro e gli appoggiai la guancia sul petto.
<< Che c'è? >> domandò.
<< Voglio che nessuno lo sappia, Liam. Non volevo che che nemmeno tu lo sapessi. >>
<< Ti amo, Zayn. Non ne parlerò più, d'accordo? Con me il tuo segreto è al sicuro >>, disse baciandomi sulla fronte.

 
XXX
<< Signor Payne, pensa di riuscire a controllarsi fino al termine della lezione? >> chiese il professor Chaney sentendomi ridacchiare quando Liam mi strofinò il naso sul collo.
Mi schiarì la voce, rosso in viso per l'imbarazzo. 
<< Non credo, professor Chaney. Ha visto il mio ragazzo? >> replicò lui indicandomi.
Una risata echeggiò in tutta la classe e io diventai paonazzo. Chaney mi guardò con un'aria divertita e confusa, dopodiché scosse la testa. 
<< Faccia del suo meglio. >>
La classe rise di nuovo e mi sentii sprofondare. Liam poggiò il braccio sullo schienale della mia sedia e la lezione continuò. Quando finì, mi accompagnò a quella seguente. << Scusami se ti ho messo in imbarazzo. Non sono riuscito a trattenermi. >>
<< Provaci. >>
Zac ci passò accanto: ricambiai il suo cenno con un sorriso e lui s'illuminò. << Ehi, Zayn. Ci vediamo dentro. >>
Entrò in aula e Liam lo fissò torvo.
<< Ehi. >> Lo tirai per la mano finché mi guardò. << Lascialo perdere. >>
<< Dice ai ragazzi della confraternita che lo chiami ancora. >>
<< Non è vero >>, risposi imperturbabile. 
<< Lo so, ma loro no. Dice che aspetta il momento giusto. Ha detto a Brad che pensi di scaricarmi alla prima occasione, che lo chiami per raccontargli quanto sei infelice. Inizia a farmi incazzare. >>
<< Ha una grande immaginazione. >> Lanciai un'occhiata a Zac e, quando incrociò sorridente il mio sguardo, lo fissai in cagnesco. 
<< Ti arrabbieresti se ti metessi ancora in imbarazzo? >>
Scrollai le spalle e lui mi accompagnò dritto in aula. Si fermò al mio banco e posò lo zaino per terra. Guardo Zac, mi attirò a sé mettendomi una mano sulla nuca e un' altra sul sedere e mi diede un bacio intenso, con la passione che di solito riservava alla camera da letto. Non potei fare a meno di aggrapparmi alla sua maglietta. I mormorii e le risatine si fecero più forti quando fu chiaro che non aveva nessuna intenzione di smettere.
Mi scostai con gli occhi ancora chiusi, tentando di recuperare il controllo. Guardai Liam e vidi che mi stava fissando. Anche lui stentava a controllarsi. 
<< Volevo solo ribadire il concetto >>, mormorò.
<< Un ottimo concetto >>, annuii.
Sorrise, mi baciò sulla guancia e guardò Zac, che fumava di rabbia.
<< Ci vediamo a pranzo >>, aggiunse strizzandomi l'occhio.
Mi lasciai cadere sulla sedia e sospirai, cercando di placare l'erezione che sentivo crescere tra le cosce.
Faticai a seguire la lezione di calcolo e, quando terminò, notai Zac in piedi contro il muro accanto alla porta. 
Lo salutai, deciso a non dargli soddisfazione. 
<< So che stai con lui. Non c'è bisogno che ti manchi di rispetto davanti all'intera classe per causa mia. >>
Mi bloccai, pronto all'attacco. << Allora forse dovresti smettere di dire in giro che ti chiamo. Se lo provocherai ancora perderà il controllo, e non mi sentirò in colpa quando ti prenderà a calci in culo. >>
Lui arricciò il naso. << Ma ti ascolti quando parli? Gli stai vicino da troppo tempo. >>
<< No, questo sono io. È un lato di me di cui non sai nulla. >> << Be', non mi hai mai dato una possibilità. >>
Sospirai. << Non voglio litigare con te, Zac. Semplicemente non ha funzionato, va bene? >>
<< No, non va bene. Pensi che mi diverta a essere lo zimbello di tutta la Eastern? Liam Payne ci piace perché ci fa sembrare migliori. Usa i ragazzi, li getta via e in confronto persino il più grande imbecille della Eastern sembra il principe azzurro. >>
<< Quando aprirai gli occhi e capirai che è cambiato? >>
<< Lui non ti ama, Zayn, sei solo un bel giocattolo nuovo. Anche se, dopo il numero che ha fatto in classe, presumo non sia più così nuovo. >>
Gli diedi un sonoro ceffone prima ancora di rendermi conto di quanto avessi fatto. 
<< Se avessi aspettato un attimo, ti avrei risparmiato la fatica, Pidge >>, esclamò Liam allontanandomi.
Lo afferrai per un braccio. << Liam, non farlo. >>
Zac sembrava un po' teso mentre sulla guancia gli compariva il segno rosso della mia mano. 
<< Ti avevo avvertito >>, esclamò Liam spingendolo con forza contro il muro. 
Zac contrasse la mascella e mi guardò, furioso. << Consideralo un capitolo chiuso, Liam. Ora capisco che siete fatti della stessa pasta. >>
<< Grazie >>, replicò lui cingendomi le spalle con un braccio. Zac si allontanò e voltò l'angolo per scendere le scale, accertandosi con una rapida occhiata che Liam non lo seguisse. << Stai bene? >>
<< Mi brucia la mano. >>
Sorrise. << Sei tosto, Pidge. Sono colpito. >>
<< Probabilmente mi farà causa e finirò per pagargli la retta di Harvard. Che ci fai qui? Dovevamo vederci in mensa. >>
Liam abbozzò un sorriso malizioso. << A lezione non riuscivo a concentrarmi. Sento ancora quel bacio. >>
Guardai il corridoio e poi lui. << Vieni. >>
Inarcò le sopracciglia continuando a sorridere. << Che c'è? >> Indietreggiai trascinandolo finché sentii la maniglia del laboratorio di fisica. La porta si spalancò e guardai alle mie spalle: era buio e vuoto. Lo tirai per la mano ridendo per la sua aria perplessa, chiusi la porta a chiave e lo spinsi contro la porta.
Lo baciai e lui ridacchiò. << Che fai? >>
<< Non mi va che non ti concentri a lezione >>, sussurrai prima di baciarlo ancora. Liam mi sollevò e io lo cinsi con le gambe. 
<< Non so che cosa ti ho fatto >>, disse slacciandosi la cintura con la mano libera, << Ma non voglio scoprirlo. Sei tutto ciò che ho sempre desiderato, Pigeon. >>
<< Ricordatelo quando ti straccerò alla prossima partita di poker >>, risposi sfilandogli la maglia. 
Nota d'autore: 
Ciao a tutti popolo :)
Non ci credo che sono arrivata di già al capitolo 12..
E pensare che ne mancano ancora 20.. D: 
Nello scrivere questo capitolo ci sono state delle... complicazioni 
Ma, grazie alla mia bellissima cugina ho risolto tutto...
che adesso che ci penso alla fine ho concluso da sola ma va bhe :') 
Grazie chi ha recensito il capitolo precedente 
E chi è passato solo a leggerlo ;)
A giovedì prossimo. 
Baci. 
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Capitolo 13
*** Full ***


Full

Ruotai scettico il mio riflesso. Io e Louis eravamo andati a comprarci qualcosa per il ballo. Entrati in negozio Louis aveva insistito per farmi provare uno smoking nero, molto semplice, carino ma forse era un po'... attillato. << Prendi questo. Non provarne altri, è quello giusto >>, esclamò battendo eccitato le mani.
<< Sei sicuro? Non è troppo... attillato? >> replicai continuando a guardare il mio riflesso.
<< No, sei uno schianto. Fidati, Liam se la farà sotto non appena ti vedrà. >>
<< Che immagine romantica! >>
<< Insomma. Prendi questo. Insisto! >>
Tornati all'appartamento, scoprimmo che la Charger era sparita e Toto era da solo. Louis prese il telefono e compose un numero. << Dove sei, tesoro? >> annuì e mi guardò. << Perché dovrei arrabbiarmi? DI che genere di sorpresa si tratta? >> indagò sospettoso. Mi lanciò un'altra occhiata e poi si chiuse in camera. 
Mentre bisbigliava nell'altra stanza, presi ad accarezzare le orecchie del cucciolo. Lou tornò in sala sforzandosi di non ridere. 
<< Cosa stanno combinando? >> domandai. 
<< Stanno tornando. Lascerò che sia Liam a dirtelo >>, affermò con un sorriso che le andava da orecchio a orecchio. 
<< Oddio... che succede? >>
<< Ho appena detto che non posso rivelarti niente. È una sorpresa. >>
Mi passai una mano nei capelli, incapace di star fermo in attesa che Liam mi svelasse l'ultima delle sue trovate. La festa di compleanno, il cagnolino... non riuscivo a immaginare cosa avesse escogitato ora.
Il motore rumoroso della Charger annunciò il loro arrivo. 
Li sentii salire le scale ridendo.
<< Sono di buon umore >>, osservai. << Buon segno. >>
Harry entrò per primo e Liam subito dopo di lui. Aveva una garza sul polso. mi sorrise e si buttò sul divano. Non riuscii a distogliere lo sguardo dalla garza. << Okay... cos'hai fatto? >>
Lui sorrise e mi attirò a sé per baciarmi. Percepii il suo nervosismo. 
<< Oggi ho fatto diverse cose. >>
<< Cioè? >> domandai diffidente. 
Scoppiò a ridere. << Tranquillo, Pidge. Non c'è niente di allarmante. >>
<< Che ti è successo al polso? >> chiesi sollevandogli la mano. 
Un potente motore diesel si fermò nel parcheggio e Liam balzò su per andare ad aprire. << Era ora! Sono a casa da ben cinque minuti! >> esclamò con un sorriso.
Un uomo entrò camminando all'indietro tenendo un divano grigio avvolto nella plastica, seguito da un altro che reggeva l'estremità opposta. I due lo sistemarono al posto di quello vecchio, che Harry e Liam spostarono, con me e Toto sopra. Liam tolse la plastica, mi prese in braccio e mi posò sui morbidi cuscini.
<< Ne hai comprato uno nuovo? >> domandai con un largo sorriso.
<< Sì, e ho fatto anche un paio di altre cose. Grazie, ragazzi >>, disse mentre i trasportatori se ne andavano con il vecchio divano. 
Si sedette al mio fianco e sospirò guardandomi per un istante prima di togliere la garza. << Non spaventarti. >>
Mi chiesi freneticamente cosa potesse nascondere. Immaginai una bruciatura, punti di sutura o qualcosa di altrettanto orribile. 
Restai senza fiato di fronte  alla semplice scritta nera tatuata sulla parte inferiore dell'avambraccio. La pelle attorno era tutta rossa e lucida di pomata. Scossi incredulo la testa quando lessi
PIGEON


 
XXX
<< Ti piace? >> chiese? 
<< Ti sei fatto tatuare il mio nome? >> 
Avevo la mente in subbuglio, eppure riuscii a mantenere un tono calmo.
<< Sì. >> Mi baciò sulla guancia.
<< Ho cercato di dissuaderlo, Zayn. Era un po' che non faceva pazzie, penso avesse qualche sintomo di astinenza >>, commentò Harry scuotendo la testa.
<< Che ne pensi? >> incalzò Liam.
<< Non so che dire. >>
<< Prima avresti dovuto chiederglielo, Liam >>, osservò Louis scuotendo anche lui la testa.
<< Chiedere cosa? Il permesso di farmi un tatuaggio? Io ti amo. Voglio che tutti sappiano che sono tuo. >>
Mi dimenai nervosamente sul divano. << È permanente, Liam. >>
<< Anche noi >>, ribatté  sfiorandomi la guancia.
<< Mostrale il resto >>, lo sollecitò Harry.
<< Il resto? >> feci guardando l'altro polso.
Liam si alzò e sollevò la maglietta. Il suo addome scolpito si contrasse, e sul fianco notai un altro tatuaggio. 
<< Che cos'è? >>
<< È ebraico >>, spiegò con un sorriso nervoso. 
<< Che significa? >>
<< Dice: "Appartengo al mio amato e il mio amato è mio". >>
Lo guardai negli occhi. << Non te ne bastava uno? >>
<< Ho sempre detto che l'avrei fatto quando avessi incontrato quello "giusto". Ho incontrato te e... sono andato a farmi i tatuaggi. >> Il sorriso gli svanì dal volto e si abbassò la maglietta. << Sei incazzato, vero? >>
<< Non sono arrabbiato. Sono solo... mi sento un po' confuso, ecco. >>
Harry attirò Louis a sé. << Dovrai farci l'abitudine, Zayn. Liam è impulsivo. >>
<< Io... penso di aver bisogno di bere qualcosa >>, dissi andando in cucina. 
Liam sogghignò guardandomi frugare negli armadietti. Mi versai un po' di whisky e lo buttai giù tutto d'un fiato. 
Liam mi cinse delicatamente la vita da dietro. << Non ti sto chiedendo di sposarmi, Pidge. Sono solo tatuaggi. >>
<< Lo so >>, risposi annuendo mentre mi versavo un altro bicchiere. Mi tolse la bottiglia, la tappò rimettendola dalla dispensa. 
<< Okay, avrei dovuto parlartene prima, ma ho deciso di comprare il divano e una cosa ha tirato l'altra. Mi sono lasciato prendere dall'entusiasmo. >>
<< Sta accadendo tutto molto in fretta per me, Liam. Hai parlato di vivere insieme, ti sei appena fatto marchiare il mio nome, dici che mi ami... >>
Lui si accigliò. << Ti stai spaventando. Ti avevo detto di non farlo. >>
<< È difficile non farlo! Da quando hai saputo di mio padre, i tuoi sentimenti si sono come amplificati! >>
Liam fece una smorfia di disgusto. << Quello che provo per te non ha nulla a che fare con tuo padre. >>
<< Domani c'è la festa, dovrebbe essere il grande evento a cui ci presentiamo come coppia, e adesso hai il mio nome tatuato sul braccio e quel proverbio che dice che ci apparteniamo! Fa paura, d'accordo? Io sono spaventato a morte! >> Liam mi afferrò il volto e mi baciò, poi mi sollevò da terra e mi appoggiò al banco della cucina. La sua lingua mi sfiorò le labbra, le schiusi e lui emise un gemito. 
Premette le dita contro i miei fianchi e mi avvicinò di più a sé. << Sei così sexy quando ti arrabbi >>, disse. 
<< D'accordo >>, mormorai. << Sono calmo. >>
Sorrise, lieto che che il diversivo avesse funzionato.
<< È tutto come prima, Pidge. Siamo sempre solo io e te. >>


 
XXX
Quel venerdì dopo le lezioni io e Louis passammo dal parrucchiere e a ritirare gli smoking. Quando tornammo a casa, trovammo ogni superficie coperta da mazzi di rose, rosse, rosa, gialle e bianche.
<< Oh mio Dio! >> strillò Louis varcando la porta.
Harry si guardò attorno fiero. << Eravamo andati a comprarvi dei fiori, ma abbiamo pensato tutti e due che un mazzo non bastasse. >>
Abbracciai Liam. << Siete... incredibili. Grazie. >>
Mi diede una pacca sul sedere. << Manca mezz'ora alla festa, Pidge. >>
Liam e Harry si vestirono nella stanza di Liam mentre io e Louis in quella di Harry. Bussarono proprio mentre mi facevo il nodo alla cravatta.
<< È ora di andare >>, annunciò Harry.
Louis uscì dalla camera e lui fischiò.
<< Dov'è lui? >> chiese Liam
<< Arriva  tra un secondo >>, spiegò lui.
<< L'ansia mi sta uccidendo, Pigeon! >> esclamò.
Uscii sistemandomi la giacca e mi ritrovai di fronte la faccia sbalordita di Liam.
Louis gli diede una gomitata e lui sbatté le palpebre. << Per la miseria. Zayn sei splendido!>>, esclamò.


 
XXX
Nel tragitto fra la macchina e la sede della Sigma Tau mi strinsi a Liam per scaldarmi. Dentro, l'aria era piena di fumo ma calda. Dal seminterrato proveniva una musica assordante e Liam cominciò a muovere la testa a ritmo. Al nostro ingresso, tutti si girarono verso di noi. Non capii se ci fissassero perché Liam era andato a una festa per coppie o perché indossava un paio di pantaloni eleganti, qualunque fosse la ragione, avevamo addosso gli occhi di tutti.
Liam e Harry ci condussero in cucina. Harry prese quattro birre dal frigo e ne diede una a Louis e una a me. Restammo lì ad ascoltare i compagni di Liam discutere dell'ultimo incontro.
<< Ehi, Liam hai il nome del tuo ragazzo scritto sul polso? Che diamine ti è preso? >> osservò Brad.
Liam girò fiero la mano per mostrare meglio il mio nome. << Sono pazzo di lui >>, disse lui guardandomi con tenerezza.
Harry e Louis scesero di sotto e noi li seguimmo mano nella mano. I mobili erano stati addossati ai muri per creare una pista da ballo improvvisata. Proprio mentre scendevamo iniziò un lento.
Liam non perse tempo e mi trascinò nel centro della pista. Mi tenne stretto a sé e si portò la mia mano al petto. << Sono contento di non essere mai andato prima a una di queste feste. Così posso dire di aver portato solo te. >>
Sorrisi e gli appoggiai la guancia al petto.
<< Ti guardano tutti >>, disse. Alzai lo sguardo aspettandomi un'espressione tesa, invece stava ridendo. << Suppongo sia figo... stare con il ragazzo che tutti vorrebbero. >>
Mi spazientii. << Non vogliono me. Sono curiosi di sapere perché tu mi voglia. Comunque sia, provo pena per chiunque creda di avere una possibilità. Io sono profondamente, disperatamente innamorato di te. >>
Sul viso gli comparve un'aria afflitta. << Sai perché ti voglio? Non sapevo di essere perso finché non mi hai trovato. Non sapevo quanto ero solo fino alla prima notte che ho dormito senza di te.  Tu sei l'unica cosa giusta che ho fatto. Sei l'uomo che aspettavo, Pigeon. >>
Gli presi il volto tra le mani e lui mi abbracciò sollevandomi da terra. Lo baciai e lui mi ricambiò con tutto il  sentimento che aveva messo in quelle ultime parole. 
Partì una musica più veloce e Liam mi posò a terra. << Ti va ancora di ballare? >>
Louis e Harry comparvero al nostro fianco e io inarcai un sopracciglio. << Se riesci a tenermi testa. >>
Liam mi rivolse un sorriso furbo. << Mettimi alla prova. >>
Accostai il bacino al suo e gli sfiorai la camicia slacciandogli i primi due bottoni. Lui ridacchiò e scosse la testa. Quando mi prese per i fianchi, allungai le braccia dietro di me afferrandolo per le natiche. Mi piegai in avanti e le sue dita strinsero la presa. 
<< Continua così e ce ne andremo presto >>, mi mormorò all'orecchio non appena mi sollevai. 
Mi voltai gettandogli le braccia al collo. Lui allora si strinse a me e io approfittai per sfilargli la camicia dai pantaloni; gli accarezzai la schiena e risalii fino al collo, sorridendo per il gemito che gli sfuggì.
<< Gesù, Pigeon, vuoi vedermi morto >>, esclamò facendo poi la stessa cosa con la mia camicia.
<< Vieni, Pidge. Ho voglia di fumare >>, disse Liam baciandomi sotto l'orecchio. 


 
XXX
Mi condusse su per le scale e uscimmo sul balcone, dove trovammo Zac con un ragazzo. Era più alto di me, con i capelli scuri e corti. Era appoggiato contro il muro di mattoni di fronte a Zac che, quando ci vide, ritrasse subito la mano dai suoi pantaloni.
<< Zayn! >> esclamò stupefatto. 
<< Ehi, Zac >>, risposi soffocando una risata.
<< Come, uhm... come stai? >>
Sorrisi educatamente. << Benone, e tu? >>
<< Uhm >>, guardò il suo ragazzo. << Zayn, Lui e Riky, Riky... Zayn. >>
<< Quel Zayn? >> domandò lui.
Zac fece un rapido cenno, a disagio. Riky mi strinse la mano con aria sdegnata e fissò  Liam come se fosse un nemico. << Piacere di conoscerti... suppongo. >>
<< Riky >>, lo ammonì Zac.
Liam scoppiò a ridere e aprì loro la porta perché se ne andassero.
<< È stato... imbarazzante >>, osservai scuotendo la testa. Incrociai le braccia sul petto e mi appoggiai alla balaustra. Faceva freddo e sul prato c'erano soltanto poche coppie. Liam era tutto un sorriso. Neanche Zac era riuscito a guastargli l'umore. << Almeno ha smesso di fare di tutto per riconquistarti. >>
<< Credo che cercasse solo di tenermi lontano da te. >>
Lui arricciò il naso. Si accese una sigaretta e fece un lungo tiro. Nell'aria invernale, il fumo che espirò sembrava più del solito. Si guardò a lungo il polso. << Che strano, questo tatuaggio non solo è il mio preferito, ma sapere che è lì mi fa star bene. >>
<< Già, è davvero strano. >> Liam sollevò un sopracciglio e io scoppiai a ridere. << Sto scherzando. Ammetto di non capire,  ma è dolce... alla Liam Payne. >>
<< È così bello averlo sul braccio. Non riesco a immaginare come sarà metterti un anello al dito. >>
<< Liam... >>
<< Tra quattro o cinque anni >>, aggiunse.
Feci un respiro profondo. << Dobbiamo rallentare un po'. Parecchio. >>
<< Non cominciare con questa storia, Pidge. >>
<< Non sono pronto a trasferirmi da te, non sono pronto per un anello e di certo non sono pronto a mettere su famiglia. >>
Lui mi afferrò per le spalle e mi fece voltare perché lo guardassi in faccia. << Non stai dicendo che vuoi frequentare altri, vero? Perché non sono disposto a dividerti con nessuno. >>
<< Non voglio frequentare nessun altro >>, replicai esasperato. 
A quelle parole si rilassò e mi lasciò andare, appoggiandosi alla balaustra. 
<< Allora che intendi? >> chiese fissando l'orizzonte.
<< Dico che dobbiamo andarci piano. Tutto qui. >> Lui annuì, chiaramente deluso. Gli toccai il braccio. << Non arrabbiarti. >> Lui lasciò cadere la testa, frustrato. << Sono stanco di tirare a indovinare. Che piega pensi prenderà questa cosa, Zayn? >> Gli premetti le labbra sul collo. << Quando penso al mio futuro, ci sei tu. >>
Liam si tranquillizzò a mi attirò a sé. Vidi negli occhi di Liam la stessa serenità che avevo notato raramente e capii che, anche in quel caso, la sua espressione appagata era frutto delle mie rassicurazioni. 
Sapevo che cosa volesse dire vivere nell'insicurezza, barcamenarsi tra un imprevisto e l'altro, avere paura della propria ombra. Era facile aver paura del lato oscuro di Las Vegas, che né i neon né i lustrini riuscivano a cancellare. Liam Payne, invece, non aveva paura di combattere o difendere qualcuno a cui voleva bene. Non aveva mai avuto paura di niente. Finché non aveva conosciuto me. Ero diventato il suo punto debole.


 
XXX
<< Zayn, eccoti! Ti stavo cercando dappertutto! >> disse Louis precipitandosi oltre la porta. << Ho appena finito di parlare con papà. Yaser li ha chiamati ieri sera. >> << Yaser? >> feci una smorfia di disgusto. << E perché mai? >>
<< Tua madre continua a chiudergli il telefono in faccia. >>
<< Che voleva? >>
<< Sapere dove fossi >>, rispose teso.
<< Non glielo avranno detto, vero? >>
Louis assunse un'aria delusa. << È tuo padre, Zayn. Papà ha ritenuto che avesse il diritto di saperlo. >>
<< Verrà qui >>, esclamai con gli occhi che mi bruciavano. << Verrà qui, Lou! >>
<< Lo so! Mi dispiace >>, rispose cercando di abbracciarmi. 
Mi scostai e mi coprii la faccia. 
Due mani forti si posarono sulle mie spalle. << Non ti farà del male, Pigeon >>, affermò Liam. << Non glielo permetterò. >>
<< Devo uscire di qui. >> Mi avvicinai alla portafinestra. Mentre sulle guance gelate mi scendevano lacrime di frustrazione, la mano di Liam si posò sulla mia. La premette verso il basso e aprì la porta. Lo guardai, consapevole di quanto ridicolo fossi, aspettandomi di vedere un'espressione confusa. Invece, mi guardò con comprensione. 
mi prese la mano e insieme scendemmo le scale. Quando puntai dritto alla Charger, faticarono tutti e tre a starmi dietro. 
Louis allungò fulmineo la mano e mi afferrò per la giacca, bloccandomi. << Zayn! >> mormorò indicando qualcosa.
Seguii il suo sguardo e notai un gruppetto di persone che circondava un uomo trasandato, che indicava freneticamente la casa tenendo una fotografia in mano. Le coppie annuivano e parlottavano tra loro. 
Mi precipitai verso di lui e gli strappai di mano la foto.


 
XXX
<< Che diavolo ci fai qui? >>
La piccola folla si disperse e rientrò in casa. Harry e Louis si misero ai miei fianchi, Liam dietro di me, con le mani sulle spalle.
Yaser mi guardò con disapprovazione. << Bene, bene, zuccherino... >>
<< Zitto, Yaser. Girati >>, esclamai indicando un punto alle sue spalle, << E torna da dove sei venuto. Non ti voglio qui. >> << Non posso, zuccherino. Ho bisogno del tuo aiuto. >>
<< Che novità! >> sbuffò Louis. 
Lui socchiuse gli occhi e guardò prima lui e poi me. << Sei terribilmente carino. Sei cresciuto, non ti avrei riconosciuto per strada. >>
Sospirai, spazientito dalle chiacchiere. << Cosa vuoi? >>
Yaser alzò le mani e scrollò le spalle. << A quanto pare mi sono cacciato in un pasticcio, piccolo. Il tuo vecchio ha bisogno di soldi. >>
Chiusi gli occhi. 
<< Quanto? >>
<< Me la stavo cavando bene, davvero. Ho dovuto solo chiedere un piccolo prestito per tirare avanti e... lo sai come vanno queste cose. >>
<< Lo so >>, ribattei secco. << Quanto ti serve? >>
<< Venticinque con... >>
<< Duemilacinquecento? Se te ne vai... te li do adesso >>, fece Liam estraendo il portafoglio. 
<< Intende venticinque con tre zeri >>, spiegai guardando furioso mio padre. 
Yaser lo squadrò da capo a piedi. << Chi è questo buffone? >>
Liam sollevò di scatto lo sguardo dal portafoglio e lo sentii appoggiarsi di peso sulla mia schiena. << Ora capisco perché un uomo in gamba come te si sia ridotto a chiedere un prestito al figlio adolescente. >>
Prima che Yaser potesse parlare, presi il cellulare. << A chi li devi stavolta, Yaser? >>
Lui si gratto i capelli. << Be', è una strana storia, zuccherino... >>
<< A chi? >> strillai. 
<< A Benny. >>
Restai a bocca aperta e indietreggiai sbattendo contro Liam. << A Benny? Devi dei soldi a Benny? >> feci un respiro profondo. Non c'era niente da fare. << Non ho una somma del genere, Yaser. >>
<< Qualcosa mi dice di sì. >>
<< Be', ti sbagli! Stavolta l'hai davvero combinata grossa! Sapevo che non ti saresti fermato finché non ti avessero ammazzato! >>
Lui si dimenò. Il sorriso compiaciuto che aveva sulla faccia era svanito. << Quanto hai? >>
Strinsi la mascella. << Undicimila. Li stavo mettendo via per comprarmi una macchina. >>
Yaser si rianimò all'improvviso. << Puoi raddoppiare la cifra in un fine settimana, zuccherino. Potresti darmi i venticinquemila domenica e Benny non mi metterebbe alle calcagna i suoi scagnozzi. >>
Avevo la gola secca, chiusa. << Resterei senza un soldo , Yaser. Devo pagarmi gli studi. >>
Liquidò quell'obbiezione con un cenno della mano, << Oh ti rifarai in men che non si dica. >>
<< Quand'è la scadenza? >>
<< Alla mezzanotte di domenica >>, rispose imperturbabile. << Non sei obbligato a dargli neanche un fottuto centesimo, Pigeon >>, affermò Liam tirandomi per un braccio.
Yaser mi prese per il polso. << È il minimo che tu possa fare! Non sarei in questo casino se non fosse per te! >>
Louis lo allontanò con uno spintone. 
<< Non osare a ricominciare con queste stronzate, Yaser! Lui non ti ha costretto a chiedere soldi in prestito a Benny! >>
Yaser mi guardò con odio. << Se non fosse stato per lui, ora avrei i miei soldi. Tu mi hai portato via tutto, Zayn. Non ho più niente! >>
<< Porterò i soldi a Benny entro domenica. Ma poi dovrai lasciarmi in pace. Non si ripeterà, Yaser. D'ora in poi dovrai arrangiarti, intesi? E stare lontano da me. >>
Strinse le labbra e un attimo dopo acconsentì. << Come vuoi tu, zuccherino. >>
Mi girai e mi avviai verso la macchina. Louis annunciò alle mie spalle: << Preparate i bagagli, ragazzi. Si va a Las Vegas. >>
Nota d'autore:
Ciaoooo a tutti! vi sono mancata?
Rieccomi qui con il 13° capitolo.
Mi dispiace molto avervi fatto aspettare così tanto.
Non mi veniva in mente proprio nessuna idea alla fine
scrivere questo capitolo si è verificato molto facile.. (No comment)
Tornando alla storia.. Ci sono della complicazioni per colpa di Yaser...
Mmmh vedremo vedremo..
Spero che il capitolo vi piaccia.. Io non ne ero pienamente soddisfatta
Fatemi sapere voi cosa ne pensate.
Grazie per chi ha recensito il capitolo precendente e chi è passato solo a leggere
Ringrazio anche mia cugina che ha contibuito ad aiutarmi in questo capitolo aggingendo le XXX
Inoltre oggi è il suo compleanno.. Oggi mia cugina fa la bellezza di 18 anni Wooooooo auguri amooo!!
Al prossimo capitolo gente!
Baci
IconbyStyles
Ah giusto per essere precisi ;)
 Louis e Harry al ballo :)
 Liam e Zayn al ballo :)
... Queste sono le scarpe che indossa Louis al ballo... A me non piacciono.. ma a mia cugina sì.. Ho deciso di accontentarla. Solo perché oggi è il tuo copleanno sappilo! :*
 



 

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Capitolo 14
*** La Città Del Peccato ***


La Città Del Peccato 



Liam posò i bagagli e osservò la stanza. << Bella, no? >>
Gli lanciai un'occhiata furiosa e lui mi guardò perplesso. 
<< Che c'è? >>
La lampo della valigia stridette quando la aprii. Scossi la testa: riuscivo a pensare solo alle varie strategie e alla mancanza di tempo. << Questa non è una vacanza. Non dovresti essere qui, Liam. >> 
Si avvicinò e mi cinse la vita con le braccia. << Io vado ovunque vai tu. >>
Gli appoggiai la testa sul petto e sospirai. << Devo andare al casinò. Ci vediamo dopo, va bene? >> 
<< Vengo con te. >>
<< Non ti voglio là, Liam. >> Lui sembrò deluso. << Se devo vincere quattordicimila dollari in un fine settimana, ho bisogno di concentrarmi. Non mi piace il ragazzo che si siederà a quei tavoli e non voglio che tu lo veda, va bene? >> aggiunsi toccandogli il braccio.
Liam mi baciò sulla guancia. << Va bene, Pidge. >>
Uscendo dalla stanza, fece cenno a Louis che mi raggiunse indossando lo stesso abito che portava alla festa per coppie. Io mi cambiai, indossando un pantalone nero stretto, un maglione a collo alto e una giacca grigia. Mi guardai nello specchio con una smorfia, ripetendomi che non dovevo piangere.
Louis mi prese per le spalle girandomi affinché lo guardassi in faccia. << Non devi farlo. Non gli devi niente. >>
<< Deve dei soldi a Benny, Lou. Se non faccio qualcosa, lo uccidono. >>
Sul suo volto notai compassione. In passato mi aveva guardato spesso così, ma ora sembrava disperato. Lo aveva visto rovinarmi la vita più volte di quante entrambi potessimo ricordare. << E la prossima volta? E quella dopo ancora? Non puoi continuare ad aiutarlo. >>
<< Ha detto che mi lascerà in pace. Yaser Malik ha tanti difetti, ma non è un imbroglione. >>
Ci avviammo in corridoio ed entrammo in un ascensore vuoto. << Hai tutto quello che ti serve? >> chiesi, pensando alle telecamere.
Lui tamburellò le dita sulla patente falsa e sorrise. << Sono Dan Crawford >>, rispose con impeccabile accento del sud.
Tesi la mano. << Arthur James. Piacere di conoscerti, Dan. >>
Una volta usciti, avanzammo lungo il corridoio fiancheggiato da cordoni rossi e mostrando i documenti a un uomo in giacca rossa. Mi fissò per un istante. << Magari prima che faccia notte >>, esclamami annoiato. 
Ci restituì i documenti  e si scostò lasciandoci passare. Superammo file e file di slot machine, i tavoli del black-jack e ci fermammo alla roulette. Scrutai la sala studiando i tavoli da poker e mi concentrai su quello a cui sedevano i giocatori più anziani.
<< Quello >>, dissi con un cenno. 
<< Parti aggressivo, Zayn. Non capiranno neanche cosa li ha stesi. >>
<< No. Sono vecchie volpi. Stavolta devo agire d'astuzia. >>
Mi avvicinai al tavolo sicuro. I giocatori esperti fiutavano un truffatore a chilometri di distanza. 
<< Buonasera, signori. Posso unirmi a voi? >>
Nessuno alzò lo sguardo. << Certo. Prendi una sedia. >>
Mi sedetti con Louis.
<< Jimmy >>, disse uno tendendomi la mano. Quando gliela strinsi, indicò gli altri. << Mel, Pauli, Joe e quello è Winks. >>
Guardai l'uomo smilzo che mordicchiava uno stuzzicadenti e lui ammiccò. Ricambiai con un cenno e aspettai che distribuissero la prima mano.


 
XXX
Persi volutamente le prime due, ma alla quarta mi ero rifatto. Come Niall, i veterani di Las Vegas non impiegarono molto a inquadrarmi. 
Un'ora dopo avevo vinto duemilasettecento dollari e loro cominciavano a sudare.
<< Passo >>, esclamò Jimmy corrucciato, gettando le carte sul tavolo.
<< Se non l'avessi visto con i miei occhi, non ci avrei mai creduto >>, disse una voce alle mie spalle.
Io e Louis ci voltammo simultaneamente. << Jesse >>, salutai, sfoderando un ampio sorriso. << Che ci fai qui? >>
<< Stai usando i tuoi trucchetti nel mio locale, piccolo. Che ci fai tu, qui? >>
Alzai gli occhi al cielo e mi voltai verso i miei nuovi, sospettosi amici. << Sai quanto odio queste cose, Jesse. >>
<< Scusateci >>, disse lui prendendomi per un braccio e facendomi alzare. Louis mi fissò attento mentre lui mi trascinava a qualche metro di distanza. 
In passato, suo padre aveva gestito il casinò e mi stupì che Jesse avesse intrapreso l'attività di famiglia. Un tempo ci rincorrevamo nei corridoi dell'albergo, di sopra , e io lo battevo sempre. 
<< È incredibile. Passando di qui ho pensato fossi tu, ma non riuscivo a crederci. quando però ho visto che stavi ripulendo i veterani, ho capito che eri proprio tu. >>
<< Sono io >>, confermai.
<< Sembri... Diverso. >>
<< Anche tu. Come sta tuo papà? >>
<< È andato in pensione >>, rispose sorridendo. << Quanto ti fermi? >>
<< Solo fino a domani. Devo tornare all'università. >>
<< È bello rivederti, Zayn. Posso invitarti a cena? >>
<< Mi piacerebbe, ma non sono qui per piacere, Jesse. >>
Lui tese una mano e sorrise. << Neanche io. Fammi vedere un documento. >>
Sentii l'ansia crescere dentro di me: sapevo bene che problema avevo per le mani, e Jesse non avrebbe ceduto facilmente al mio fascino. Dovevo dirgli la verità. << Sono qui per Yaser. È nei guai. >>
Il suo sguardo si fece preoccupato. << Che genere di guai? >>
<< I soliti. >>
<< Vorrei poterti aiutare. Ci conosciamo da molto tempo e sai che rispetto tuo padre, ma sai anche che non posso permetterti di restare. >>
<< Deve dei soldi a Benny. >>
Lui chiuse gli occhi e scosse la testa. << Oh, no. >>
<< Ho tempo fino a domani. So di chiederti un favore enorme, Jesse, ma... dammi fino a domani. >>
Mi sfiorò la guancia. << Facciamo così... se domani verrai a cena con me, ti do fino a mezzanotte. >>
Guardai Louis e poi lui. << Sono qui con una persona. >>
Scrollò le spalle. << Prendere o lasciare, Zayn. Sai come vanno le cose qui. Nessuno fa niente per niente. >>
Sospirai, sconfitto. << Va bene. Ci vediamo domani sera da Ferraro. >>
Si protese per baciarmi sulla guancia. << È stato bello incontrarti. Ci vediamo domani... alle cinque, d'accordo? Dovrò ritornare al casinò alle otto. >> 
Sorrisi mentre si allontanava, ma ogni sollievo svanì quando vidi Liam che mi fissava dal tavolo della roulette.
<< Oh, cazzo >>, esclamò Louis tirandomi per un braccio. 
Liam guardò Jesse in cagnesco mentre passava, poi si avvicinò verso di me. Si cacciò le mani in tasca e lanciò un'occhiata a Jesse, che ci osservava con la coda dell'occhio. 
<< Chi era quello? >>
Feci un cenno nella sua direzione. << Quello è Jesse Viveros. Lo conosco da molto tempo. >>
<< Da quanto? >>
Guardai il tavolo dei veterani. << Liam, non ho tempo per queste cose. >>
<< È il tuo ex ragazzo? >> chiese infuriandosi all'istante.
<< Sa che non ho l'età per essere qui, Liam. Mi ha dato fino a mezzanotte. Ti spiegherò tutto dopo, ma adesso devo tornare al tavolo, d'accordo? >>
I muscoli della sua mascella si contrassero. Chiuse gli occhi e fece un profondo respiro. << D'accordo. Ci vediamo a mezzanotte. >> Mi diede un bacio, ma fu freddo e distaccato. 
<< Buona fortuna. >>
Sorrisi mentre di confondeva nella folla e rivolsi quindi l'attenzione ai giocatori. << Signori? >>
<< Siediti >>, disse Jimmy. << Adesso ci riprenderemo i nostri soldi. Non ci piace essere imbrogliati. >>
<< Fate del vostro peggio >>, esclamai sorridendo.
<< Hai dieci minuti >>, mormorò Louis.
<< Lo so >>, risposi.
Il piatto era di sedicimila dollari, il più alto della serata. 
"O la va o la spacca", mi dissi. 
<< Non ho mai visto nessuno come te, ragazzino. Il tuo gioco è quasi perfetto. E non ha segni rivelatori. Hai notato Winks? >> fece Pauli.
L'altro annuì. La sua allegria era diminuita con il passare delle mani giocate. << Ho notato. Niente gesti né sorrisi, persino il suo sguardo è imperturbabile. Non è normale, tutti hanno un segno rivelatore. >>
<< Non tutti >>, affermò compiaciuto Louis. 
Sentii due mani familiari toccarmi le spalle. Sapevo che era Liam ma non osai voltarmi, non mentre c'erano tremila dollari sul tavolo.
<< Vedo >>, esclamò Jimmy.
La gente che si era radunata attorno a noi applaudì quando mostrai le carte. 
<< Incredibile! >> commentò Pauli gettando le sue coppie di due sul tavolo.
Louis mi aiutò a raccogliere la vincita e io mi voltai verso Liam controllando l'orologio. << Mi serve più tempo. >>
<< Vuoi provare ai tavoli di Black-jack? >> 
Louis scosse la testa. << Il Black-jack non è il suo gioco. >>
Liam annuì. << Ho vinto qualcosa. Sono seicento. Prendili. >> 
Harry mi diede i suoi gettoni. << Io ne ho fatti solo trecento. >> 
<< Grazie, ragazzi, ma ne mancano ancora cinquemila. >> Sospirai e guardai l'orologio. Quando alzai lo sguardo, vidi arrivare Jesse. << Com'è andata? >> domandò sorridente. << Me ne mancano ancora cinque, Jesse. Ho bisogno di più tempo. >> 
<< Ho fatto tutto il possibile, Zayn. >>
Assentii sapendo di aver già chiesto troppo. << Grazie per avermi permesso di restare. >> 
Lui sospirò e nei suoi occhi comparve uno sguardo di profonda comprensione. Mi abbracciò e mi baciò sulla testa. 
<< Mi dispiace. Se non rischiassi il lavoro, sai che cercherei di escogitare qualcosa. >>
Annuii scostandomi da lui. << Lo so. Hai fatto quello che potevi. >>
<< Ci vediamo domani alle cinque. >> Mi baciò sula guancia e mi superò senza aggiungere una parola. 
Lanciai un'occhiata a Louis, che stava fissando Liam. Non osai incrociare il suo sguardo. 
<< Cosa c'è alle cinque? >> disse con una voce da cui traspariva tutta la sua rabbia.
<< Ha accettato di andare a cena con Jesse, se lui gli avesse permesso di restare. Non aveva scelta, Liam >>, spiegò Louis.
<< Certo che aveva scelta. >>
<< Hai mai avuto a che fare con la mafia, Liam? Mi dispiace se ti senti offeso, ma un invito a cena da un vecchio amico non è un prezzo eccessivo per tenere in vita Yaser. >>
Sapevo che avrebbe voluto rispondere per le rime, ma non c'era niente che potesse dire. 
<< Forza, ragazzi, dobbiamo trovare Benny >>,  disse Louis tirandomi per un braccio. 


 
XXX
Liam e Harry ci seguirono in silenzio mentre percorrevamo lo Strip, diretti al Palazzo di Benny. A ogni passo sentivo una sensazione di vuoto, di nausea, e la mia mente turbinava impazzita, in cerca di un argomento convincente per ricondurre Benny alla ragione. Quando bussammo al portone verde che conoscevo bene, mi ritrovai tuttavia a corto di idee. 
Non mi scomposi di fronte al gigantesco portiere, massiccio come un armadio , ma restai senza fiato scorgendo una figura alle sue spalle. 
<< Benny >>, sussurrai. 
<< Accidenti... ormai non sei più Tredici fortunato, vero? Ti stavo aspettando, zuccherino. So che hai qualcosa per me. >> 
Annuii e lui indicò i miei amici. Sollevai il mento, ostentando una sicurezza che non avevo. << Loro sono con me. >> << Temo che i suoi compagni dovranno attendere fuori >>, disse il portiere con un tono insolitamente basso. 
Liam mi posò una mano sulla spalla. << Non entra là dentro da solo. Vengo con lui. >>
Benny lo squadrò e io trattenni il fiato. Quando tuttavia guardò il portiere e piegò la bocca in un sorrisetto, mi rilassai un po'.
<< Mi sembra giusto >>, commentò. 


 
XXX
Liam mi tenne stretto, piazzandosi tra me e il portiere. Seguimmo Benny all'ascensore in silenzio. Le porte si aprirono su una stanza , al cui centro campeggiava una scrivania in mogano. Benny zoppicò fino alla sfarzosa poltrona e si sedette indicando le sedie vuote dall'altra parte del tavolo. Quando mi accomodai, mi chiesi quante persone si fossero sedute su quella stessa sedia pochi istanti prima di morire. Presi la mano di Liam e lui me la strinse, rassicurante.
<< Yaser mi deve venticinquemila dollari. Immagino che tu abbia l'intera somma >>, disse, scribacchiando qualcosa su un quaderno. << A dire il vero... >> tacqui per un istante, poi mi schiarii la voce. << Ne mancano cinquemila, Benny. Ma ho tutta la giornata di domani per procurarmeli. E cinquemila non sono un problema, giusto? Sai che sono bravo. >>
<< Zayn >>, replicò lui accigliandosi, << mi deludi. Conosci bene le mie regole. >>
<< Ti... ti prego, Benny. Avrai il resto domani, credimi. >>
I suoi occhi piccoli e luccicanti guizzarono su Liam, poi tornarono a fissarmi. Fu allora che notai due uomini uscire dall'ombra. Liam mi strinse più forte la mano e io trattenni il fiato. 
<< Sai che accetto solo l'intera somma. Il fatto che tu stia cercando di darmi di meno mi dice qualcosa. Sai che mi dice? Che non sei sicuro di trovare l'intera somma. >> 
Gli uomini avanzarono ancora di un passo.
<< Ce la posso fare Benny >>, ribattei nervoso. << Ne ho vinti quasi novemila in sei ore. >> 
<< Quindi stai dicendo che me ne porterai altrettanti in altre sei? >> Benny sfoderò il suo sorriso diabolico.
<< La scadenza è domani a mezzanotte >>, insistette Liam, lanciando un'occhiata alle nostre spalle e osservando i due avvicinarsi.
<< Cosa... cosa hai intenzione id fare, Benny? >> chiesi irrigidendomi.
<< Yaser mi ha chiamato stasera. Ha detto che ti saresti occupato tu del debito. >> 
<< Gli sto facendo un favore. Io non ti devo neanche un soldo >>, replicai duramente. 
Benny appoggiò i gomiti tozzi sul tavolo. << Sto pensando di dare una lezione a Yaser  e sono curioso di sapere come te la caverai, ragazzino. >>
Liam schizzò in piedi, facendomi alzare. Mi spinse dietro di sé e indietreggiò verso la porta.
<< C'è Josiah dall'altra parte, giovanotto. Dove pensi di andare?  >>
<< Liam >>, lo ammonii, osservando gli scagnozzi avanzare. 
Liam mi spinse indietro e mantenne coraggioso la sua posizione. << Benny, spero capirai che, quando stenderò i tuoi uomini, non sarà per mancanza di rispetto. Sono innamorato di questo ragazzo e non posso permettere che che tu gli faccia del male. >>
Lui scoppiò in una ristata stridula. << Devo riconoscerlo, figliolo. Hai più palle di chiunque sia mai entrato da quella porta. Ecco cosa succederà: il tizio grosso alla tua destra è David. Se non ti farà fuori a pugni, userà il coltello che ha nel fodero. Quello alla tua sinistra è Dane, il mio uomo migliore nella lotta. Domani ha un incontro, e non ne ha mai perso uno. Attento a non farti male alle mani, Dane, Ho scommesso parecchio su di te. >>
Quello sorrise divertito e fissò Liam con uno sguardo truce. << Sì, signore. >>
<< Benny, fermati! Posso portarti i soldi! >> gridai.
<< Oh, no...la cosa sta per farsi interessante >>, ridacchiò lui appoggiandosi allo schienale.
David si si scagliò contro Liam. Era forte, ma lento e goffo. Prima che potesse tirargli un pugno o afferrare il coltello, Liam lo mise fuori combattimento sbattendogli la faccia sul proprio ginocchio. Gli sferrò quindi un pugno e non perse tempo, infierendo con tutte le forse sul volto dell'uomo. Due pugni e una gomitata più tardi, questi giaceva a terra, il volto ridotto ad un ammasso insanguinato.  Benny gettò indietro la testa ridendo istericamente e pestando i pugni sulla scrivania come un bambino davanti ai cartoni animati. 
<< Be', fatti sotto, Dane. Non ti avrà spaventato, no? >> 
Dane si mosse più cauto, con l'attenzione e la precisione di un professionista. Mirò al viso di Liam con una velocità incredibile, ma lui si scansò e gli diede una violenta spallata. Caddero sulla scrivania e a quel punto Liam lo afferrò con entrambe le braccia e lo gettò a terra. Si azzuffarono sul pavimento per qualche istante, poi Dane ebbe la meglio e riuscì a d assestargli qualche pugno mentre era intrappolato sotto di lui. 
Sentii un urlo di dolore, Liam sovrastava Dane e lo teneva per i capelli corti mentre gli tempestava di pugni la tempia. A ogni colpo gli sbatteva la faccia contro il tavolo e, quando si rimise in piedi, Dane era disorientato e pesto. 
Liam lo guardò per un attimo e attaccò di nuovo grugnendo a ogni pugno, usando tutta la forza che aveva. Dane si scansò e lo colpì alla mascella.
Liam sorrise e alzò il dito. << Hai avuto la tua occasione. >> 
Non riuscivo a credere alle mie orecchie: aveva permesso allo scagnozzo di Benny di colpirlo e si stava divertendo. Non lo avevo mai visto fare a pugni senza controllo ed era un po' inquietante osservarlo scatenarsi e vincere contro due killer professionisti. Fino a quel momento non avevo capito di che cosa fosse capace. 
Accompagnato dalla fastidiosa rista di Benny in sottofondo, Liam lo finì con una gomitata in piena faccia e Dane perse i sensi prima di toccare il pavimento. Vidi il suo corpo sussultare appena sul tappeto prezioso di Benny. << Sorprendente, giovanotto! Semplicemente sorprendente! >> esclamò questi applaudendo con gioia. 
Liam mi spinse dietro di sé non appena Josiah si stagliò imponente sulla soglia. 
<< Devo occuparmene io, signore? >>
<< No! No, no... >> rispose il suo capo, stordito da quello spettacolo fuori programma. << Come ti chiami? >>
Liam aveva ancore il respiro affannoso. << Liam Payne >>, disse pulendosi le mani sporche di sangue sui jeans. << Liam Payne, penso che potresti aiutare il tuo ragazzo a risolvere il problema. >>
<< Come? >> chiese sbuffando. 
<< Dane avrebbe dovuto combattere domani sera. Come ti dicevo, ho puntato parecchi soldi su di lui e a quanto pare non sarà in grado di lottare per un po'. Se tu prendessi il suo posto e vincessi, io potrei dimenticare i cinquemila dollari che Yaser ancora mi deve. >>
Liam si rivolse a me. << Pigeon? >>
<< Stai bene? >> chiesi pulendogli il sangue dalla faccia. Lui mi sorrise. << Non è il mio sangue, piccolo. Non piangere. >> Benny si alzò. << Sono un uomo impegnato, figliolo. Passi o giochi?  >>
<< Ci sto >>, disse Liam. << Dimmi quando e dove, e ci sarò. >> << Combatterai contro Brock McMann allo Zero. Alle sei. È un osso duro. È stato cacciato dalla UFC l'anno scorso. >>
Liam rimase impassibile. 
<< Mi piaci, Liam. Penso diventeremo buoni amici. >>
<< Ne dubito >>, replicò lui. Uscì dalla stanza e mi tenne aperta la porta, mostrandosi protettivo finché non uscimmo in strada.
<< Oddio! >> gridò Louis vedendo gli abiti sporchi di sangue. Mi afferrò per le spalle e mi scrutò. << Stai bene? >> 
<< Sto bene. Ordinaria amministrazione. Per tutti e due. >>
Liam mi prese per mano e ci precipitammo all'albergo, tallonati da Harry e Louis. In pochi prestarono attenzione al suo aspetto. Era coperto di sangue, ma solo chi non era del luogo sembrò notarlo. 
<< Che diavolo è successo là dentro? >> domandò Harry.
Liam si spogliò restando in mutande e scomparve in bagno. Sentii l'acqua della doccia scorrere a Louis mi porse una scatola di fazzoletti. 
<< Sto bene, Lou. >>
Lui sospirò e mi mise la scatola in mano. << Tu non stai bene. >> << Ho già avuto a che fare con Benny >>, dissi. Dopo ventiquattr'ore di tensione mi facevano male i muscoli. 
<< Ma è la prima volta che vedi Liam trasformarsi in una furia >>, osservò Harry. << A me è capitato una volta, e non è stato divertente. >>
<< Cos'è successo? >> incalzò Louis. 
<< Yaser ha chiamato Benny e ha scaricato su di me il debito. >>
<< Schifoso figlio di puttana! Io lo ammazzo! >> urlò lui.
<< Benny non mi ritiene responsabile, ma voleva dare una lezione a Yaser. Ha chiamato due sei suoi maledetti scagnozzi e Liam li ha tolti di mezzo. Tutti e due. In meno di cinque minuti. >>
<< E a quel punto vi ha lasciati andare? >>
Liam spuntò dal bagno con un asciugamano attorno alla vita. L'unico segno della zuffa era un piccolo graffio sullo zigomo sotto l'occhio destro. << Uno dei tizi che ho steso aveva un incontro domani sera. Prenderò il suo posto e in cambio Benny si scorderà degli ultimi cinquemila che Yaser gli deve. >>
Louis balzò in piedi. << È assurdo! Perché stiamo aiutando Yaser, Zayn? Ti ha gettato in pasto ai lupi! Io lo ammazzo! >> << No, lo ammazzo io prima >>, replicò Liam fremente di rabbia.
<< Calmatevi >>, dissi.
<< Allora domani combatterai? >> fece Harry.
<< Sì, in un posto chiamato Zero. Alle sei. Il mio avversario è Brock McMann. >>
Lui scosse la testa. << Non esiste. Non esiste, cazzo. Quello è un pazzo, Liam! >>
<< Sì >>, convenne Liam, << Ma non combatte per il suo ragazzo, giusto? >> mi prese tra le braccia e mi baciò sulla testa. << Stai bene, Pigeon? >>
<< Sì, ma questa situazione è assurda, e vorrei davvero che cambiassi idea. >>
<< Non mi hai visto stasera? Andrà tutto bene. So come combattere Brock. È tosto ma non imbattibile. >>
<< Non voglio che tu lo faccia, Liam. >>
<< Be', io non voglio che domani sera tu vada a cena con il tuo ex fidanzato. Dovremo entrambi fare qualcosa di spiacevole per salvare quel buono a nulla di tuo padre. >>


 
XXX
Era come un déja-vu: Las Vegas cambiava le persone, generava mostri e falliti. Le luci e i sogni rubati si insinuavano sotto la pelle con facilità. Conoscevo bene quell'espressione invincibile, esaltata, che Liam aveva in volto, e sapevo che l'unico rimedio era un biglietto di ritorno a casa.

 
XXX
Jasse si accigliò quando guardai di nuovo l'orologi . 
<< Devi andare da qualche parte, zuccherino? >> << Per favore, non chiamarmi così, Jasse. Mi fa soffrire. >>
<< E io ho sofferto quando te ne sei andato. Ma non è bastato a fermarmi. >>
<< È un discorso che abbiamo fatto mille volte . Parliamo d'altro, ti va? >>
<< D'accordo, parliamo del tuo nuovo uomo. Liam giusto?  >> Annuii. << Cosa fai con quello psicopatico tatuato? Sembra uno scarto della famiglia Manson. >>
<< Sii gentile, Jesse, altrimenti me ne vado. >>
<< È incredibile quanto sei cambiato. Quasi non riesco a credere che tu sia seduto davanti a me. >>
<< Credici e basta >>, sbottai. 
<< Eccolo >>, fece lui.  << Il ragazzo che conosco. >>
Guardai di nuovo l'orologio. << L'incontro di Liam è tra venti minuti. Sarà meglio che vada. >>
<< C'è ancora il dessert. >>
<< Non posso, Jesse. Non voglio che si preoccupi per la mia assenza. È importante. >>
Lui incurvò le spalle. << Lo so. Mi mancano i giorni in cui io ero importante per te. >>
Posai la mia mano sulla sua. << Eravamo due ragazzini. È stato una vita fa. >>
<< Quando siamo diventati adulti? Il fatto che tu sia qui è un segno, Zayn. Pensavo che non ti avrei mai più rivisto, e invece... Resta con me. >>
Scossi lentamente la testa, restia a ferire il mio più vecchio amico. << Lo amo, Jesse. >>
La delusione adombrò il lieve sorriso che aveva sul volto. 
<< Allora sarà meglio che tu vada. >>
Gli diedi un bacio sulla guancia e lasciai di corsa il ristorante per saltare su un taxi. 
<< Dove andiamo? >> chiese il tassista.
<< Allo Zero.>>
L'uomo si girò a darmi una rapida occhiata. << Ne è sicuro? >> 
<< Sì! Vada! >> risposi gettando i soldi della corsa sul sedile.
Nota D'autore:
Ciaoooooo a tutti polpettine (?) 
Sono passati taaanti mesi.
Mi dispiace di non aver aggiornato per.. quanto... sei mesi O.O 
SCUSATEMI TANTO
PROMETTO  che non mancherò più.
Come sempre ringrazio chi ha recensito e letto il lontano capitolo 13.
Un ringraziamento speciale va a Emiam che mi ha convinto a continuare
e a mia cugina che mi ha aiutato con le correzioni e le "XXX"
Spero che il capitolo vi piaccia
Ci vediamo settimana prossima con il capitolo 15 :D
Ciau. Baci.
HazzaLou20 ex IconbyStyles :P
 
Ps: Questo è Zayn a Las Vegas

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Capitolo 15
*** Casa ***


Casa



Liam finalmente emerse dalla folla. Benny, che gli teneva una mano sulla spalla, gli bisbigliò qualcosa all'orecchio, lui annuì. Vedendolo trattare in modo tanto amichevole l'uomo che meno di ventiquattr'ore prima ci aveva minacciati, mi sentii gelare il sangue nelle vene. Quando Liam mi raggiunse, mi stampò un rapido bacio sulla bocca. 
Sulle sue labbra sentii un sapore salato di sudore misto a quello metallico del sangue. Aveva vinto l'incontro, ma non senza qualche ferita. 
<< Che succede? >> chiesi vedendo Benny ridere con i suoi uomini.
<< Te lo dico dopo. Abbiamo parecchio di cui parlare >>, rispose con un sorriso.
Un uomo gli batté leggermente sulla spalla.
<< Grazie >>, disse Liam voltandosi e stringendogli la mano. << Non vedo l'ora di assistere a un altro tuo incontro, figliolo. È stato incredibile. >>
<< Vieni, Pidge. >>


 
XXX
Nell'ascensore dell'albergo mi spinse contro la parete a specchio, mi sollevò una gamba e se la mise contro il fianco. Mi baciò con passione e sentii la mano sotto il ginocchio scivolarmi su per la coscia ed insinuarsi dentro i pantaloni.
<< Liam c'è una telecamera >>, dissi poi sfiorandogli le labbra. << Non me ne frega niente >>, ridacchiò. << Sto festeggiando. >> Lo respinsi. << Possiamo festeggiare in camera >>, replicai pulendomi la bocca. Guardai la mia mano e vidi che era macchiata di rosso. 
<< Che cos'hai, Pigeon? tu hai vinto, io ho vinto, abbiamo pagato il debito di Yaser e ho appena ricevuto una di quelle offerte che capitano una volta sola nella vita. >>
L'ascensore si aprì e io rimasi immobile mentre lui usciva in corridoio. << Che genere di offerta? >> domandai. 
Liam fece per prendermi la mano, ma lo ignorai. Socchiusi gli occhi, immaginando quello che avrebbe detto.
<< Ne parliamo dopo >>, rispose con un sospiro.
<< Parliamone ora. >>
Mi tirò per il polso e mi trascinò in corridoio. Dopodiché mi prese in braccio.
<< Farò abbastanza soldi da ridarti quelli che Yaser ti ha portato via, da pagare il resto dei tuoi studi, la mia moto e un'auto per te >>, affermò inserendo la chiave elettronica. Spalancò la porta e mi posò a terra. << E questo è solo l'inizio! >>
<< E come pensi di farlo? >> Sentii una fitta al petto e il battito del mio cuore accelerare. 
Liam mi prese il volto fra le mani con un'espressione quasi trasognata. << Benny mi farà combattere qui a Las Vegas. Con un compenso a sei cifre per ogni incontro, Pidge. Ti rendi conto? >>
Chiusi gli occhi e scossi la testa per non vedere l'eccitazione nel suo sguardo. << Come sei rimasto con Benny? >> Mi sollevò il mento e aprii gli occhi, temendo che avesse già firmato un contratto. 
Ridacchiò. << Gli ho detto che ci avrei pensato. >>
Buttai fuori il fiato che avevo trattenuto. << Oh, grazie a Dio. Non farmi più prendere spaventi del genere, Liam. Pensavo dicessi sul serio. >>
Fece una smorfia, ma si ricompose prima di parlare. << Certo che dico sul serio, Pigeon. Gli ho risposto che dovevo parlarne con te, ma pensavo che ne saresti stato felice. Benny prevede un incontro al mese. Hai idea di quanti soldi sono? E in contanti! >>
<< So contare, Liam. So anche mantenere il controllo quando sono a Las Vegas, cosa che a te evidentemente non riesce.  Devo portarti via di qui prima che combini qualche sciocchezza. >> Mi avvicinai all'armadio, strappai i vestiti dall'appendiabiti e li cacciai alla rinfusa in valigia.
Liam mi prese delicatamente per le braccia e mi fece voltare. << Posso farcela. Posso combattere per Benny per un anno, così ci sistemeremo per un bel po'. >>
<< Che farai? Mollerai gli studi e ti trasferirai qui? >> 
<< Benny penserà ai viaggi aerei, e organizzerà tutto in base ai miei impegni. >>
Scoppiai a ridere, incredulo. << Non puoi essere così ingenuo, Liam. Quando sarai sul suo libro paga, non combatterai solo una volta al mese. Ti sei scordato di Dane? Finirai per diventare uno dei suoi scagnozzi! >>
Lui scosse la testa. << Ne abbiamo già parlato, Pigeon. Non vuole che faccia altro, devo solo combattere. >>
<< E ti fidi di lui? Sai che da queste parti lo chiamano Benny il Viscido? >>
<< Volevo comprarti la macchina, Pigeon. Una bella macchina. E potrei pagare gli studi di entrambi. >>
<< Adesso la mafia elargisce borse di studio? Non lo sapevo. >>
Liam strinse la mascella. Era irritato all'idea di dovermi convincere. << È un bene per noi. Posso risparmiare fino a che non sarà ora di compare casa. Nessun altro lavoro mi permetterebbe di guadagnare così tanto. Capisco le tue riserve, davvero. Ma sarò furbo. lo farò per un anno, un anno solo, e dopo faremo tutto ciò che vorremo. >>
<< Con Benny non funziona così, Liam. È lui a dirti quando te ne puoi andare. Non sai con chi hai a che fare! Lavorare per un uomo che ieri sera ci avrebbe massacrati se non lo avessi fermato... Non riesco a credere che tu abbia anche solo considerato l'dea! >>
<< Esatto. L'ho fermato. >>
<< Hai fermato due dei suoi uomini, Liam. Che farai quando dovrai affrontarne dieci? Che farai se mi verranno a cercare mentre sarai a un incontro? >>
<< Perché dovrebbe farlo? Gli farò guadagnare un bel po' di soldi. >>
<< Quando vorrai tirarti indietro, non sarai più indispensabile. Questa gente ragiona così. >>
Liam si allontanò e guardò fuori della finestra. Le luci intermittenti si riflettevano sul suo volto tormentato. Aveva deciso prima ancora di parlarmene. 
<< Andrà tutto bene, Pigeon, ci penserò io. E poi sistemati per la vita. >>
Scossi la testa e ricominciai a fare la valigia. Una volta a casa, sarebbe tornato in sé. Las Vegas aveva uno strano effetto sulle persone, e Liam era troppo su di giri per i soldi per ragionare.


 
XXX
Allacciai la cintura e strinsi i denti vedendolo fissare con nostalgia il paesaggio dal finestrino mentre salivamo nel cielo notturno. Già sentiva la mancanza della depravazione e delle infinite tentazioni che Las Vegas aveva da offrire. 
<< Sono un bel po' di soldi, Pidge. >>
<< No. >>
Si voltò di scatto verso di me. << È una mia decisione. Dovresti vedere le cose in prospettiva. >>
<< Tu sei completamente pazzo, Liam. >>
<< Non ci vuoi neanche pensare? >>
<< No, e nemmeno tu dovresti. Non lavorerai per un assassino di Las Vegas, non capisco come tu possa anche solo considerare l'idea. >>
Sospirò e guardò di nuovo fuori. << Il primo incontro è fra tre settimane. >>
Restai a bocca aperta. << Hai già accettato? >>
Lui ammiccò. << Non ancora. >>
<< Ma lo farai? >>
Sorrise. << Non sarai tanto arrabbiato, quando ti comprerò una Lexus. >>
<< Non voglio una Lexus >>, replicai, fremendo di rabbia.
<< Puoi avere tutto ciò che vuoi, tesoro. Immagina come sarà entrare dal concessionario e scegliere. Dovrai solo dire che colore preferisci. >>
<< Non lo fai per me. Smetti di fingere. >>
Liam si protese e mi baciò i capelli. << No, lo faccio per noi. È solo che non capisci quanto sarà bello. >>
Un brivido mi scese lungo la schiena fin nelle gambe. Ero terrorizzato al pensiero che Benny gli avesse fatto un'offerta che non avrebbe mai potuto rifiutare. Cercai di scrollarmi di dosso quelle paure: dovevo credere che Liam mi amasse tanto da dimenticarsi dei dollari e delle false promesse. 
<< Pidge? Sai cucinare un Tacchino? >>
Quell'improvviso cambio di discorso mi sorprese. << Un tacchino? >>
Mi strinse la mano. << Be', si avvicinano le vacanze del ringraziamento e sai che mio papà ti adora. Vuole che tu venga a cena da noi, ma finiamo sempre per ordinare una pizza e guardare la partita. Ho pensato che forse potremmo cucinarne uno. Finalmente un pasto tradizionale in casa Payne! >> 
Mi sforzai di non ridere. << Basta scongelarlo, metterlo in una teglia e cuocerlo in forno tutto il giorno. Non è difficile. >> << Allora mi aiuterai? >>
Alzai le spalle. << Certo. >>
Aveva distolto lo sguardo dalle luci inebrianti in basso e mi augurai che capisse quanto si sbagliava sul conto di Benny. 


 
XXX
Liam posò a terra le valigie e crollò sul letto. Non aveva ripreso il discorso e speravo iniziasse a scordarsi di Las Vegas. 
Feci il bagno a Toto, disgustato dal puzzo di fumo e di calzini sporchi che aveva preso trascorrendo il fine settimana da Brazil, e lo asciugai in camera. 
<< Oh! Adesso sì, che si ragiona! >> ridacchiai mentre si scrollava l'acqua dal pelo. Si alzò sulle zampe posteriori e mi leccò il viso. << Anche tu mi sei mancato, piccolo. >>
<< Pigeon? >> esclamò Liam torcendosi nervosamente le dita. 
<< Sì? >> risposi sfregando Toto con il morbido asciugamano giallo. 
<< Voglio farlo. Voglio combattere a Las Vegas. >>
<< No >>, dissi sorridendo a Toto.
Lui sospirò. << Non mi stai ascoltando. Lo farò. Tra qualche mese capirai che è la decisione giusta. >>
Lo guardai. << Vuoi lavorare per Benny. >>
Liam annuì e sorrise. << Voglio prendermi cura di te, Pidge. >>
La sicurezza della sua voce mi fece venire le lacrime agli occhi. << Non voglio niente che possa essere comprato con quei soldi, Liam. Non voglio niente a che fare con Benny, Las Vegas e tutto quel mondo. >>
<< Ma l'idea di comprare una macchina con le scommesse sui miei incontri qui non ti creava problemi. >>
<< È diverso, e lo sai. >>
Si accigliò. << Andrà tutto bene, Pidge. Vedrai. >>
Lo studiai per un attimo, sperando di cogliere un lampo divertito nel suo sguardo, di sentirmi dire che scherzava. Ma tutto quello che vidi fu avidità.
<< Liam, se hai intenzione di farlo nonostante non sia d'accordo, perché hai chiesto il mio parere? >>
<< Il tuo sostegno è importante, ma sono troppi soldi per dire di no. Rinunciare sarebbe una follia. >>
Per un momento rimasi sbalordito. Quando ebbi digerito il tutto, annuii. << Va bene. Hai preso la tua decisione. >>
Liam s'illuminò. << Vedrai, Pigeon, sarà fantastico. >> Si alzò dal letto, si avvicinò e mi baciò le mani. << Sto morendo di fame. E tu? >>
Scossi la testa e lui mi diede un bacio sulla fronte prima di andare in cucina. Rimasi solo, tolsi i vestiti dagli appendiabiti, lieto di avere spazio in valigia per gran parte delle mie cose. 
Avrei dovuto sapere che portarlo in un posto del genere era una pessima idea. Avevo combattuto con le unghie e con i denti per tenerlo lontano dai lati oscuri della mia vita e, non appena si era presentata l'occasione, lo avevo trascinato senza riflettere nel bel mezzo di tutto ciò che odiavo. 
Liam ne sarebbe diventato parte e, se non mi avesse permesso di salvarlo, avrei dovuto almeno salvare me stesso. 
La valigia era colma fino all'orlo e chiusi a stento la cerniera. La trascinai in corridoio e superai la cucina senza guardare in quella direzione. Mi affrettai a scendere le scale e vidi con sollievo che Louis e Harry stavano ancora ridendo e baciandosi nel parcheggio mentre trasferivano i bagagli di Louis dalla Charger alla Honda. 
Toccai il polso di Louis. << Ho bisogno che mi porti alla Morgan, Lou. >>
<< Che succede? >>, domandò lui, intuendo dalla mia espressione la gravità della situazione. 
Lanciai un'occhiata dietro di me e vidi Liam scendere di corsa le scale. Attraversò il prato diretto verso di noi. 
<< Che stai facendo? >> chiese indicando la valigia. 
Mi grattai la testa e sorrisi, cercando di escogitare una scusa plausibile.
<< Pigeon? >>
<< Porto le mie cose alla Morgan. Lì ci sono un sacco di lavatrici e ho una montagna di roba da lavare. >>
Lui si accigliò. << E te ne stavi andando senza dirmelo? >>
Guardai Louis e poi lui cercando la bugia più credibile. << Sarebbe tornato, Liam. Sei davvero paranoico >>, fece Louis con quel sorriso innocente che aveva usato tante volte per ingannare i suoi genitori. 
<< Oh >>, rispose lui, ancora dubbioso. << Stasera ti fermi là? >> domandò afferrandomi per la giacca.
<< Non lo so. Dipende da quando finirò. >>
Sorrise e mi attirò a sé. << Fra tre settimane pagherò qualcuno perché ti faccia il bucato. Anzi, potrai buttare via i vestiti sporchi e comprarne di nuovi. >>
<< Hai intenzione di combattere ancora per Benny? >> chiese sconvolto Louis.
<< Mi ha fatto un'offerta che non potevo rifiutare. >>
<< Liam... >> intervenne Harry.
<< Non cominciate. Se non ho cambiato idea per Pidge, non la cambierò per voi. >>
Louis incrociò comprensivo il mio sguardo. << Be', sarà meglio che ti accompagni Zayn. Con quella montagna di vestiti ti ci vorrà una vita. >>
Annuii e Liam si protese per baciarmi. Lo attirai a me sapendo che sarebbe stata l'ultima volta che avrei sentito le sue labbra sulle mie.
<< Ci vediamo dopo >>, disse. << Ti amo. >>
Harry caricò la valigia nel bagagliaio. Louis si sedette alla guida, e io di fianco a lui. Liam incrociò le braccia sul petto chiacchierando con Harry. 
<< Non puoi stare in camera tua stasera, Zayn. Sarà il primo posto in cui verrà a cercarti >>, osservò Louis mentre metteva in moto. 
Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi e rigarmi le guance. << Lo so. >>
L'aria allegra di Liam svanì vedendo la mia espressione. In un lampo fu accanto al finestrino. << Che c'è che non va, Pidge? >> chiese sbattendo sul vetro.
<< Vai, Lou >>, dissi asciugandomi gli occhi. Mi concentrai sulla strada mentre lui correva accanto all'auto.
<< Pigeon? Louis! Ferma questa maledetta auto! >> urlò. << Zayn, Non farlo! >> mi ordinò quando capì, il viso contorto in una smorfia di paura.
Louis imboccò la strada principale e accelerò.
<< Solo perché tu lo sappia, non me lo perdonerà mai. >> << Mi dispiace tantissimo, Lou. >>
Guardò dietro il retrovisore e premette l'acceleratore a tavoletta. << Dai, Liam. >>
Mi voltai e lo vidi correre come un matto dietro di noi. Giunto alla fine dell'isolato, fece dietrofront e ripartì verso casa.
<< Va a prendere la moto. Ci seguirà alla Morgan e farà una scenata. >>
Chiusi gli occhi. << Sbrighiamoci. Stasera dormirò in camera tua. Credi che a Christian dia fastidio? >>
<< Non c'è mai. Vuole davvero lavorare per Benny? >>
Le parole mi morirono in gola, e mi limitai ad annuire.
Louis mi prese la mano e me la strinse. << Hai preso la decisione giusta, Zayn. Non puoi rivivere tutto quanto. Se non ascolta te, non ascolterà nessuno. >>
In quell'istante squillò il cellulare. Abbassai lo sguardo, vidi il volto idiota di Liam e schiacciai il tasto IGNORA. Meno di cinque secondi dopo squillò di nuovo. Lo spensi e lo misi in tasca. << Che casino >>, osservai scuotendo la testa. 


 
XXX
Entrammo nel parcheggio della Morgan  e Louis mi tenne aperta la porta lasciandomi passare con la valigia. Ci precipitammo verso la sua stanza. Mi fece entrare e mi lanciò la chiave. 
<< Finirà per farsi arrestare o roba del genere >>, osservò.
Un attimo dopo, tornò di corsa nel parcheggio. Dalla finestra lo guardai entrare in macchina proprio mentre Liam gli si accostava in moto. Spalancò la portiera del passeggero ma, quando si accorse che non ero in auto , fissò l'ingresso dello studentato. Louis partì e lui si lanciò verso l'edificio.
Lo sentii tempestare di colpi la porta della mia stanza e gridare il mio nome. Non sapevo se Nick ci fosse, ma mi preoccupai al pensiero di quello che avrebbe passato finché Liam non si fosse convinto che non mi trovavo lì.
<< Pidge? Apri questa cazzo di porta! Pigeon! >> i suoi colpi talmente violenti che probabilmente risuonavano in tutto lo studentato. 
Trasalii quando udii la voce di Nick.
<< Che c'è? >> brontolò
Premetti l'orecchio contro la porta per cogliere le parole di Liam, ma non dovetti sforzarmi molto perché riprese subito a urlare.
<< So che è qui! Pigeon? >>
<< Non c'è... ehi! >> strillò Nick. 
Sentii un rumore sordo: Liam era entrato con la forza.
Dopo un minuto di silenzio lo udii gridare in corridoio. << Pigeon! Dov'è? >>
<< Non l'ho visto! >> urlò Nick, infuriato come non l'avevo mai sentito. La porta si richiuse di colpo e provai una nausea improvvisa, preoccupato all'idea della sua mossa seguente.
Dopo vari minuti di silenzio socchiusi la porta e sbirciai nell'ampio corridoio. Liam era seduto con la schiena appoggiata al muro e le mani sulla faccia. Chiusi la porta il più silenziosamente possibile, temendo che qualcuno avesse chiamato la sicurezza del campus. Dopo un'ora guardai di nuovo: non si era mosso.
Guardai altre due volte durante la notte e alla fine, verso le quattro, mi addormentai. Quel giorno non sarei andato a lezione, e dormii fino a tardi. Accesi il telefono; Liam mi aveva mandato una valanga di messaggi, che spaziavano dalle scuse agli insulti.
Chiamai Louis nel pomeriggio, sperando che Liam non gli avesse confiscato il cellulare. Quando rispose, sospirai. 
<< Ehi... >>
Lui tenne la voce bassa. << Non ho detto a Harry dove sei. Non voglio metterlo in mezzo. Liam ce l'ha a morte con me. Probabilmente stasera dormo alla Morgan. >>
<< Se Liam non si calma sarà difficile dormire qui. Ieri notte ha dato spettacolo in corridoio. Mi stupisce che nessuno abbia chiamato la sicurezza. >>
<< Oggi lo hanno cacciato dalla lezione di storia. Quando non ti ha visto, ha rovesciato il tuo banco. Haz mi ha detto che ti ha aspettato dopo tutte le lezioni. Sta dando di matto, Zayn. Gli ho ribadito che hai chiuso con lui nell'istante in cui ha preso la decisione di lavorare per Benny. Come poteva credere che l'avresti accettato? >>
<< Ci vediamo quando arrivi. Non credo di poter tornare nella mia stanza. >>


 
XXX
La settimana seguente dividemmo la camera, e Louis si assicurò di tenere lontano Harry, in modo che non fosse tentato di dire a Liam dove fossi.
Girai a largo dalla mensa, saltai storia e giocai sul sicuro uscendo dalle lezioni prima del termine. Sapevo che prima o poi avrei dovuto parlargli, ma dovevo aspettare che si calmasse abbastanza da accettare la mia decisione.
Quel venerdì sera ero solo a letto, con il telefono premuto contro l'orecchio. Alzai gli occhi al cielo sentendo il mio stomaco brontolare. 
<< Posso passare a prenderti e portarti a cena da qualche parte >>, propose Louis. 
Sfogliai il libro di storia saltando le pagine dove Liam aveva scarabocchiato delle frasi d'amore. << No, è una settimana che non passi una serata con Harry. Farò un salto in mensa. >>
<< Sicuro? >>
<< Si. Salutami Harry. >>


 
XXX
Mi avviai lentamente verso la mensa. Non avevo fretta di essere bersagliato dagli sguardi degli altri studenti. L'intera scuola era in fermento dopo la mia rottura con Liam, e il suo comportamento instabile non aiutava. Non appena intravidi le luci della mensa, notai qualcuno avvicinarsi.
<< Pigeon? >>
Sussultai e mi bloccai. Liam uscì dall'ombra, pallido e con la barba lunga. << Liam! Mi hai fatto venire un colpo! >> << Se rispondessi alle mie chiamate, non dovrei aggirarmi nel buio. >>
<< Hai un aspetto orribile. >>
<< Non è stata la settimana migliore della mia vita. >>
Incrociai le braccia al petto. << A dire il vero stavo andando a mangiare un boccone. Ti chiamo dopo okay? >>
<< No. Dobbiamo parlare. >>
<< Liam... >>
<< Ho rifiutato l'offerta di Benny. L'ho chiamato mercoledì e gli ho detto di no. >> 
<< Cosa aspetti che ti dica,Liam? >>
<< Che mi perdoni. Che vuoi tornare da me. >> 
Strinsi i denti per non piangere. << Non posso. >>
Assunse un'aria disperata e io feci per andarmene, ma mi fermò. << Non ho dormito né mangiato... non riesco a concentrarmi. So che mi ami. Tornerà tutto come prima, basta che tu mi dica di sì. >>
Chiusi gli occhi. << Il nostro rapporto è malato, Liam. Penso che tu sia ossessionato dall'idea di possedermi. >>
<< Non è vero. Ti amo più della stessa mia vita, Pigeon >>, replicò ferito.
<< È proprio quello che intendo. Sono discorsi assurdi. >>
<< Non sono discorsi assurdi. È la verità. >>
<< D'accordo... allora, che cosa conta di più per te? I soldi, io, la tua vita... o c'è qualcosa prima dei soldi? >>
<< Ho capito il mio errore, Okay? So perché la pensi così, ma se avessi saputo che mi avresti lasciato non avrei mai... Volevo solo prendermi cura di te. >>
<< Lo hai già detto. >>
<< Ti prego, Pidge. Non posso vivere così, questa cosa... questa cosa mi sta uccidendo >>
<< Ho chiuso, Liam. È finita. Torna a casa. >>
Lui si corrucciò. << Sei tu la mia casa. >>
Quelle parole mi trafissero e sentii un'oppressione al petto che quasi mi mozzò il respiro. << Hai fatto la tua scelta, Liam. Io ho fatto la mia >>, risposi, maledicendomi per il tremolio nella voce.
<< Starò lontanissimo da Las Vegas e da Benny... finirò gli studi. Ho bisogno di te, sei la mia migliore amica. >> Aveva un tono affranto, disperato come la sua espressione.
Una lacrima gli solcò il viso, e un attimo dopo mi afferrò e mi trovai tra le sue braccia con le sue labbra premute conto le mie.


 
XXX
<< Baciami >>, mormorò. Tenni occhi e bocca chiusi. Dovetti fare appello a tutta la mia determinazione per non ricambiarlo. 
<< Baciami! >>  supplicò. << Ti prego, Pigeon! Gli ho detto di no! >>
Sentii le lacrime calde bruciarmi il viso e lo allontanai con uno spintone. << Lasciami in pace, Liam! >>
<< Ti supplico, Zayn. Non farmi questo. >>
<< Lasciami, Liam. >>
Dopo vari istanti obbedì. Corsi verso la porta e la spalancai senza voltarmi. Tutti i ragazzi presenti in mensa mi fissarono un attimo, per poi guardare Liam, ancora in ginocchio con le mani per terra.
Davanti a quello spettacolo, non riuscii più a trattenere le lacrime. Attraversai di corsa la scala, diretto alla toilette.
Restai nascosto in bagno a piangere per un'ora finché udii bussare lievemente alla porta.
<< Zayn? >>
<< Che ci fai qui, Finch? >>
<< Nick ti ha visto entrare ed è venuto a chiamarmi. Aprimi >>, disse con dolcezza.
Scossi la testa anche se sapevo che non poteva vedermi. Lo udii sospirare e un attimo dopo strisciò sotto la porta.
<< Non posso credere di avere fatto una cosa del genere. Ti pentirai di non avermi aperto perché io ho appena strisciato sul pavimento sporco di piscio e adesso ti abbraccerò. >>
Scoppiai a ridere. Sentii le ginocchia cedermi e lui mi aiutò a sedermi sul pavimento.
<< Sst >>, disse cullandomi. << Accidenti, ragazzo. Cosa devo fare con te? >>
Note D'autore:
Ciao a tutti polipetti ;)
EFP non voleva farmi aggiornare D: 
Ma ce l'ho fatta ;P 
cosa posso dire.. 
Liam è un deficiente.. se Zayn dice no è NO non devi insistere!
La cosa brutta di riscrivere un libro è che molte persone hanno letto la versione
originale e quindi di conseguenza sanno come va a finire e io non posso tenervi neanche un po' sulle spine
Ringrazio mia cugina per avermi aiutato a scrivere l'ultima parte.. senza il suo aiuto
non sarei riuscita a pubblicare oggi. 
Quindi grazie :)
Noi ci vediamo mercoledì prossimo.
Ciao Ciao :*
HazzaLou20

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Capitolo 16
*** No, Grazie ***


No, Grazie



La mia vita stava lentamente tornando alla normalità, ma facevo ancora fatica a stare vicino a chiunque non fosse Finch o Louis.
<< Solo perché non ci frequentiamo più, non significa che non puoi portare il braccialetto che ti ho comprato >>, osservò Zac infilandosi nel banco accanto. 
<< Avevo intenzione di chiederti se lo volessi in dietro. >>
<< Era un regalo, Zaynie. E i regali non si sostituiscono. >>
In quell'istante la dottoressa Ballard accese il proiettore e prese a frugare tra le carte di cui era sommersa la cattedra. D'un tratto l'aula si riempì di voci che riecheggiarono contro le finestre bagnate di pioggia.
<< Ho saputo che tu e Liam avete rotto un paio di settimane fa. >> Vedendo la mia espressione insofferente, sollevò una mano. << Non sono affari miei. È solo che hai un'aria così triste e volevo dirti che mi dispiace. >>
<< Grazie >>, borbottai.
<< E volevo anche scusarmi per il mio comportamento. Quello che ho detto è stato... sgarbato. Ero arrabbiato e ti ho aggredito. Ho sbagliato e mi dispiace. >>
<< Non mi interessa uscire con un ragazzo, Zac >>, lo avvertii. 
Lui ridacchiò. << Non sto cercando di approfittarne. Siamo ancora amici e volevo accertarmi che stessi bene. >>
<< Sto bene. >>
<< Torni a casa perle vacanze del Ringraziamento? >>
<< Vado da Louis. Di solito passiamo il ringraziamento da lui. >> Zac fece per dire qualcosa ma la dottoressa iniziò la lezione. 


 
XXX
Diventai paonazzo quando vidi Liam corrermi incontro dal parcheggio. 
<< Ci vediamo dopo le vacanze, Zaynie >>, disse Zac toccandomi la schiena.
Mi aspettavo un'occhiata furiosa da parte di Liam, che però non sembrò nemmeno notarlo.
<< Ehi, Pidge. >>
Gli rivolsi un sorriso imbarazzato e lui cacciò le mani nella tasca anteriore della felpa. << Harry mi ha detto che domani andrai con lui e Lou a Wichita. >>
<< Sì, è così. >>
<< Passi tutte le vacanze da Louis? >>
Scrollai le spalle cercando di assumere un'aria disinvolta. << Sono molto legato ai suoi genitori. >>
<< E tua mamma? >>
<< È un'alcolista, Liam. Non sa neanche che è il giorno del Ringraziamento. >>
D'un tratto lui s'innervosì e mi venne una fitta allo stomaco, temendo un'altra scenata. Scoppiò un tuono e lui alzò lo sguardo socchiudendo gli occhi quando grosse gocce di pioggia gli caddero sulla faccia.
<< Ti devo chiedere un favore >>, disse. << Vieni qui. >> Mi trascinò sotto la tettoia più vicina.
<< Che genere di favore? >> domandai sospettoso.
<< Mio... >> Spostò il peso da un piede all'altro. << Mio papà e i ragazzi ti aspettano giovedì a cena. >>
<< Liam! >> gemetti.
Lui si guardò i piedi. << Hai detto che saresti venuto. >>
<< Lo so, ma... adesso è un po' fuori luogo, non credi? >> Non parve turbato da quelle parole. << Hai detto che saresti venuto. >>
<< Sì, quando stavamo ancora insieme. >>
<< Be', in ogni caso è troppo tardi. Niall ha già prenotato l'aereo e Tyler si è preso qualche giorno di vacanza. Ti aspettano tutti. >> << Loro sarebbero venuti comunque, giusto? >>
<< Non tutti. È da anni che non ci riuniamo tutti per il Ringraziamento. Hanno fatto uno sforzo dal momento che avevo promesso un pranzo vero. >> << Non hai detto a nessuno di noi, vero? >> pronunciai quelle parole con il tono più accusatorio possibile. 
Liam scosse la testa. << Papà mi chiederebbe perché, e non sono ancora pronto a parlarne. Non smetterò mai di ripetermi quanto sono stato stupido. Ti prego, vieni, Pidge. >>
<< Devo mettere il tacchino in forno il mattino di buon'ora. Dovremmo partire di qui alle cinque... >>
<< Oppure possiamo partire la sera prima e dormire lì. >> Inarcai le sopracciglia. << Assolutamente no! È già abbastanza brutto dover mentire alla tua famiglia e fingere di stare ancora insieme. >>
<< Ti comporti come se ti avessi chiesto di darti fuoco. >>
<< Avresti dovuto dirglielo! >>
<< Lo farò. Dopo il Ringraziamento... glielo dirò. >>
Sospirai e distolsi lo sguardo. << Se mi assicuri che non è un modo per cercare di tornare con me, va bene. >>
Lui annuì. << Te lo assicuro. >>
Malgrado avesse tentato di nasconderlo, vidi un lampo nel suo sguardo e mi sforzai di non sorridere.
<< Ci vediamo alle cinque. >>
Si chinò per baciarmi sulla guancia e le sue labbra indugiarono sulla mia pelle. << Grazie, Pigeon. >>


 
XXX
Presi le posate dai contenitori e sbattei il piatto sul vassoio.
<< Cosa succede, Zayn? >> domandò Louis.
<< Domani non vengo con voi. >>
Harry restò a bocca aperta. << Vai dai Payne? >>
Louis mi guardò. << Come sarebbe? >>
Sospirai e porsi la tessera del campus alla cassiera. << L'ho promesso a Liam quand'eravamo in aereo e lui ha detto a tutti che ci sarei andato. >>
<< In sua difesa >>, intervenne Haz, << Va detto che non pensava che vi sareste lasciati. Credeva che avresti cambiato idea. Quando ha capito che facevi sul serio, era troppo tardi. >> << Stronzate, Haz >>, replicò Louis fremendo di rabbia. << Non sei obbligato ad andarci se non vuoi, Zayn. >>
Aveva ragione. Potevo scegliere, ma non avrei mai potuto fare una cosa del genere a Liam, neanche se lo avessi odiato. E non lo odiavo.
<< Se non ci vado, dovrà spiegare perché non mi sono fatto vedere e non voglio rovinargli il giorno del Ringraziamento. Tornano tutti a casa convinti che ci sarò. >>
Harry sorrise. << Ti adorano, Zayn. Geoff parlava di te con mio papà proprio l'altro giorno. >>
<< Splendido >>, brontolai.
<< E hai ragione. Se non ci vai, Geoff passerà la giornata ha insultare Liam. Non ha senso rovinargli la festa. >> affermò Harry. Louis mi mise un braccio attorno alle spalle. << Puoi sempre venire con noi. Non stai più con lui. Non devi continuare a salvarlo. >>
<< Lo so, Lou, ma è la cosa giusta da fare. >>


 
XXX
Il sole inondava di luce gli edifici fuori della finestra. Riflettevo su quale strategia adottare per fingere di essere ancora il ragazzo di Liam. 
<< È solo un giorno, Zayn. Ce la puoi fare. >>, dissi al mio riflesso.
Fingere per me non era mai stato un problema. Ciò che mi preoccupava era quello che sarebbe successo durante la messinscena. 
Toc toc.
Mi voltai verso la porta. Nick era fuori da ore, Louis e Harry erano già in viaggio e non avevo idea di chi potesse essere.
<< Liam >>, sussurrai. 
<< Sei pronto? >>
Sollevai un sopracciglio. << Pronto per cosa? >>
<< Hai detto di passare a prenderti alle cinque. >>
Incrociai le braccia sul petto. << Intendevo alle cinque del mattino! >>
<< Oh >>, esclamò lui in tono deluso. << Chiamo mio padre e lo avverto che non dormiremo lì. >>
<< Liam! >> gemetti. 
<< Ho preso l'auto di Haz, così non dovremmo caricare le borse sulla moto. C'è una stanza libera per te. Possiamo guardare un film o... >>
<< Non ho intenzione di fermarmi da tuo papà, mi sembrava di averlo già detto! >>
Lui fece il muso lungo. << D'accordo. Io uhm... ci vediamo domani mattina. >>
Indietreggiò e chiusi la porta appoggiandomi contro di essa.
Alla fine sospirai, esasperato. Con la faccia delusa di Liam ancora davanti gli occhi, aprii la porta e uscii. 
<< Liam, aspetta. >> Si girò di scatto e il suo sguardo pieno di speranza mi fece male al petto. << Dammi il tempo di prendere due cose. >>
Il suo volto fu illuminato da un sorriso grato, di sollievo. Mi seguì fino in camera e dalla soglia mi osservò riempire alla rinfusa uno zaino. 
<< Ti amo ancora, Pidge. >>
Non alzai lo sguardo. << Smettila. Non lo sto facendo per te. >>
Lui trattenne il fiato. << Lo so. >>


 
XXX
Quando arrivammo, Trenton e Geoff uscirono sorridenti sul portico. 
<< Zayn Malik! Non vediamo l'ora che arrivi la cena di domani. È passato tanto tempo da quando... be', è passato tanto tempo. >>
Annuii e seguii Liam in casa. 
Geoff si posò una mano sul grosso ventre e sorrise. << Vi ho sistemato nella stanza degli ospiti, Liam. Ho immaginato che i letti gemelli della tua camera non fossero adatti. >>
Guardai Liam. Era dura vederlo in difficoltà. << Zayn, uhm... lui... starà nella stanza degli ospiti. Io nella mia. >> Trenton fece una smorfia. << Perché? vive da te, giusto? >>
<< Non negli ultimi tempi >>, rispose cercando disperatamente di nascondere la verità.
Geoff e Trenton si scambiarono un'occhiata. << Sono anni che uso la stanza di Niall come ripostiglio, perciò ho pensato di dargli la tua. Ma può dormire sul divano, certo >>, concluse Geoff guardando i cuscini logori e scoloriti in soggiorno. << Non si preoccupi, Geoff. Lo facevamo per rispetto >>, dissi toccandogli il braccio. 
La sua risata echeggiò in tutta la casa e lui mi stinse affettuosamente la mano. << Conosci i miei figli, Zayn. Sai che è praticamente impossibile offendermi. >>
Liam indicò con un cenno le scale e io lo seguii. Aprì la porta con il piede e posò le borse per terra. Guardò il letto e poi me. << Mi dispiace, Pidge. Dormirò per terra. >>
<< Puoi dirlo forte >>, risposi 
<< Non riesco a credere che tu mi abbia convinto ad accettare. >>
Si sedette sul letto e si sfregò frustrato la faccia. << Sarà un disastro. Non so che cosa mi sia passato per la mente. >>
<< So esattamente cosa ti è passato per la mente. Non sono stupido, Liam. >>
Lui mi guardò e sorrise. << Però sei venuto lo stesso. >>
<< Devo preparare tutto per domani >>, risposi aprendo la porta. Lui si alzò. << Ti do una mano. >>


 
XXX
La prima ora fu la più difficile ma, quando arrivarono i gemelli, tutti ci raggiunsero in cucina. Geoff raccontò aneddoti sui figli e ridemmo delle disastrose feste del Ringraziamento in cui avevano tentato di fare qualcosa di diverso che ordinare una pizza. 
<< Maura era un'ottima cuoca >>, esclamò Geoff. << Liam non se lo ricorda, ma dopo la sua scomparsa cimentarsi in cucina non ha più avuto alcun senso. >>
<< Non sentirti sotto pressione Zayn >>, mi rassicurò Trenton afferrando una bottiglia dal frigo. << Tiriamo fuori le carte. Voglio cercare di riprendermi un po' dei soldi che mi hai spillato. >>
Geoff lo ammonì con un dito. << Niente poker questo fine settimana, Trent. Ho portato giù il domino. Niente scommesse, maledizione. Parlo sul serio. >>
Trenton scosse la testa. << D'accordo, d'accordo. >> I gemelli uscirono dalla cucina e Trent li seguì. << Vieni, Liam. >>
<< Aiuto Pidge. >>
<< Non c'è molto da fare, tesoro. Va'. >>
Il suo sguardo allora si addolcì. << Ne sei sicuro? >>
Annuii. Si chinò per darmi un bacio sulla guancia e mi accarezzò un fianco prima di avviarsi nell'altra stanza.
Geoff aveva osservato i figli uscire in fila sorridendo e scuotendo la testa. << Tu e Liam non avete parlato molto. C'è qualche problema? >>
<< Direi che le cose sono un po' cambiate. >>
<< È quello che pensavo. Devi essere paziente con lui. Liam era molto legato a sua mamma e, quando l'abbiamo persa, non è più stato lo stesso. Pensavo ne sarebbe uscito, sai, visto che era così piccolo. È stata dura per tutti, ma per lui... ha smesso di voler bene agli altri. Mi ha stupito che ti abbia portato qui. Da come si comporta quand'è con te, da come ti guarda, ho capito che sei speciale. Liam passerà dei brutti momenti, e farà un sacco di errori. È cresciuto insieme a un gruppo di bambini orfani e a un padre solitario e brontolone. So che è difficile, ma devi volergli bene lo stesso. Non lìho mai visto sorridere come fa quando è con te. >>
Si allontanò in corridoio e io mi aggrappai al bordo del lavandino cercando di trattenere le lacrime e di riprendere fiato. Sapevo che passare il Ringraziamento con Liam e la sua famiglia sarebbe stato faticoso, ma non ensavo che il mio cuore si sarebbe spezzato di nuovo.


 
XXX
Finii di sistemare la cucina, mi lavai le mani e mi avviai verso le scale per andare a dormire.
Liam allora mi afferrò una mano. << È presto, Pidge. Non stai andando a letto, vero? >>
<< È stata una giornata lunga. Sono stanco. >>
<< Stavamo per guardare un film. Perché non ti fermi con noi? >>
Guardai le scale e poi il suo sorriso speranzoso. << Okay. >>
Mi condusse per mano sul divano e ci sedemmo mentre partivano i titoli di testa.
<< Soegni la luce, Taylor >>, ordinò Geoff.
Liam il braccio alle mie spalle e lo appoggiò sullo schienale. Era stato molto attento a non approfittare della situazione e mi ritrovai diviso tra gratitudine e delusione. Seduto vicino a lui, respiravo il suo odore di tabacco e di colonia, ed era molto difficile mantenere le distanze, sia fisiche che emotive. Proprio come temevo, la mia determinazione stava venendo meno. Cercai di cancellare dalla mente tutto quello che Geoff mi aveva detto in cucina. 
A metà del film la porta principale si spalancò e Niall entrò in salotto con una valigia in mano. 
<< Buon Ringraziamento! >> esclamò posando i bagagli a terra. Geoff si alzò e abbracciò il figlio maggiore. Tutti tranne Liam andarono a salutarlo. 
<< Non vai a salutare Niall? >> mormorai.
<< Ho solo una sera con te. Non ho intenzione di sprecarne neanche un secondo. >>
<< Ciao, Zayn. È bello rivederti >>, disse sorridendo Niall. Liam mi toccò il ginocchio e io abbassai lo sguardo sulla sua mano, poi lo guardai di nuovo in faccia. Notando la mia espressione, tolse la mano. 
<< Oh-oh. Guai in paradiso? >> domandò Niall. 
<< Sta' zitto Niall >>, brontolò Liam.
L'atmosfera nella stanza cambiò. Mi sentii addosso gli occhi di tutti: aspettavano una siegazione. Sorrisi nervosamente e presi la mano di Liam tra le mie.
<< Siamo solo stanchi. Abbiamo cucinato tutta la sera. >>
Liam guardò le nostre mani e le stinse corrugando leggermente la fronte.
<< Notte, Zayn >>, disse Geoff. 
I fratelli di Liam mi augurarono la buonanotte e mi incamminai su per le scale. 
<< Vado anch'io >>, sentii dire a Liam.
<< Ci avrei scommesso >>, lo prese in giro Trenton.
<< Bastardo fortunato >>, bofonchiò Tyler.


 
XXX
Liam bloccò la porta della stanza prima che si chiudesse. << Vuoi che aspetti in corridoio mentre ti cambi? >>
<< Mi faccio una doccia rapida. Mi vesto in bagno. >>
Si sfregò la nuca. << D'accordo. Allora mi sistemo per terra. >> Annuii ed entrai in bagno. Restai in quella doccia malandata finché la mia pelle divenne rossa. Quando tornai in camera, Liam gettò un cuscino sul letto improvvisato. Abbozzò un flebile sorriso prima di farsi a sua volta una doccia. 
Mi infilai a letto e tirai le coperte fino al mento cercando di ignorare quelle per terra. Liam rientrò e fissò il giaciglio con la stessa tristezza con cui l'avevo guardato io, dopodiché spense la luce e si stese.
Rimase in silenzio per qualche istante, poi lo sentii sospirare. << Questa è la nostra ultima notte insieme, giusto? >>
Mi forzai di trovare la cosa giusta da dire. << Non voglio litigare, Liam. Dormi. >>
Lo udii muoversi e mi girai sul fianco a guardarlo, premendo la guancia contro il cuscino. Si reggeva la testa con la mano e mi fissava negli occhi. 
<< Ti amo. >>
Lo guardai per un attimo. << Mi avevi dato la tua parola. >>
<< Sì, e infatti non sto cercando di tornare con te. >> Allungò la mano per toccare la mia. << Ma questo non vuol dire che non mi piacerebbe. >>
<< Tengo a te, lo sai. Non voglio ferirti, ma avrei dovuto seguire l'istinto fin dall'inizio. Non sarei dovuto venire qui. >> << Però mi amavi, vero? >>
<< Ti amo ancora. >>
Il suo sguardo si appannò e mi strinse la mano. << Posso chiederti un favore? >>
<< Be', sono ancora nel bel mezzo dell'ultimo che mi hai chiesto >>, replicai con sorrisetto. 
Lui però era teso, indifferente alla mia battuta. << Se è davvero finita, se hai davvero chiuso con me... posso tenerti tra le mie braccia stanotte? >>
<< Non penso che sia una buona idea, Liam. >>
Mi strinse con più forza la mano. << Ti prego. Non riesco a dormire sapendo che sei a mezzo metro di distanza. E non avrò più l'occasione. >>
Osservai il suo sguardo disperato e mi accigliai. << Non ho intenzione di fare sesso con te. >>
Lui scosse la testa. << Non è questo che ti sto chiedendo. >> Scrutai la stanza poco illuminata pensando alle conseguenze, chiedendomi se sarei stato in grado di dirgli di no in caso avesse cambiato idea. Chiusi gli occhi, mi allontanai dal bordo del letto scostai la coperta. Liam si stese al mio fianco prendendomi subito tra le braccia. Il suo petto nudo era scosso da respiri irregolari e mi maledissi quando mi sentii così in pace a contatto con la sua pelle.
<< Io... io non penso di farcela, Liam. >> Mi strinse con più forza e sentii una lacrima rigarmi il viso. << Non ce la faccio. >> << Allora non farcela >>, rispose sussurrando. << Dammi un'altra possibilità. >>
Fece un respiro incerto, guardandomi prima le labbra e poi di nuovo gli occhi. << Non amerò mai nessun'altro come te, Pigeon. >>
Tirai su col naso e gli toccai il viso. << Non posso. >>
<< Lo so >>, disse con voce rotta. << Non ho mai pensato di essere abbastanza in gamba per te. >>
Il mio volto si contorse in una smorfia di dolore. Scossi la testa. << Non è questo, Liam. È che non siamo adatti l'uno per l'altro. >>
Lui fece di no con il capo, intenzionato a ribattere, ma ci ripensò. Dopo un respiro lungo, profondo, mi appoggiò la testa sul petto. Quando l'orologio dall'altra parte della stanza segnò le undici, il suo respiro si fece più regolare. Sentii le palpebre farsi pesanti e le battei un paio di volte prima di sprofondare nel sonno.


 
XXX
<< Ahi! >> gemetti allontanando la mano dal forno e portandomi d'istinto il dito scottato alle labbra.
<< Tutto a posto, Pidge? >> domandò Liam. Avanzò strascicando i piedi e infilandosi una maglietta. << Cazzo! Il pavimento e gelido! >> soffocai una risata vedendolo saltellare da un piede all'altro. 
Il sole filtrava timidamente dalle veneziane e tutti gli altri Payne dormivano alla grossa. Spinsi la vecchia teglia di ferro in fondo nel forno prima di richiuderlo, poi misi le dita sotto l'acqua. 
<< Puoi tornare a letto. Dovevo solo mettere il tacchino in forno. >>
<< Tu vieni? >> chiese incrociando le braccia sul petto per proteggersi dal freddo. 
<< Sì. >>
Liam si tolse la maglietta mentre ci infilavamo sotto le coperte. Mi cinse forte tra le braccia, in attesa che il calore dei nostri corpi ci riscaldasse. 
Sentii le sue labbra sui capelli e il suo pomo d'Adamo muoversi quando quando parlò. << Guarda, Pidge. Nevica. >>
<< Sembra Natale >>, dissi mentre la mia pelle cominciava a scaldarsi contro la sua. 
<< Non sarai qui a Natale >>, disse sospirando.
<< Sono qui ora. >> Fece un mezzo sorriso e si chinò per baciarmi sulle labbra. Io però mi ritrassi e scossi la testa. << Liam.. >>
Lui strinse la presa e abbassò il mento. << Ho intenzione di baciarti molto, oggi. Tutto il giorno. Ogni volta che ne avrò l'occasione. Se vorrai fermarmi, va bene, altrimenti vedrò di dare un senso a ogni secondo del nostro ultimo giorno insieme. >>
Riflettei per un momento e capii che non si faceva illusioni sul futuro. Quando si accorse che gli stavo fissando le labbra, sorrise di nuovo e mi baciò. All'inizio fu dolce, innocente ma, non appena schiuse la bocca e le nostre lingue si toccarono, si irrigidì. Fece un profondo respiro e si premette contro di me. Abbassai un ginocchio mentre si stendeva su di me senza smettere di baciarmi. 
Mi spogliò in fretta e, quando tra di noi non ci fu più nessuno strato di stoffa, si afferrò con entrambe le mani alla testiera in ferro e con un movimento rapido mi penetrò. Mi morsi con forza il labbro soffocando il grido che mi stava salendo in gola. Lui gemette e io puntai i piedi sul materasso sollevando il bacino verso il suo. 
Con una mano sulla testiera e l'altra sulla mia nuca, cominciò a muoversi dentro di me. Le mie gambe tremavano a ogni sua spinta netta e decisa. Continuò a esplorare la mia bocca e lo sentivo gemere mentre manteneva la promessa di rendere memorabile l'ultimo giorno insieme.
Era passata un'ora quando chiusi con forza gli occhi, concentrato sui brividi che scuotevano tutto il mio corpo, e Liam trattenne il fiato mentre dava un'ultima spinta. Era fradicio di sudore e respirava affannosamente, tanto da non riuscire a parlare. 
Sentii alcune voci al piano di sotto e mi coprii la bocca ridendo. Liam si girò su un fianco e mi scrutò con i suoi occhi nocciola.
<< Hai detto che mi avresti soltanto baciato. >>
Lì disteso accanto al suo corpo nudo, vidi l'amore assoluto che aveva nello sguardo e dimenticai la delusione, la rabbia e ogni caparbia determinazione. Lo amavo e, qualsiasi fossero i motivi che mi avevano spinto ad allontanarlo, sapevo che non volevo vivere senza di lui. 
<< Perché non rimaniamo a letto tutto il giorno? >> mi chiese con un sorriso.
<< Sono venuto qui per cucinare, ricordi? >>
<< No, sei venuto qui per aiutarmi. >>
Gli accarezzai il viso. Il bisogno di porre fine alla nostra sofferenza era diventato insopportabile. Quando gli avessi detto che avevo cambiato idea, che le cose sarebbero tornate come prima, non avremmo dovuto passare la giornata a fingere, bensì a festeggiare. 


 
XXX
Il Giorno trascorse tra risate, chiacchiere e un costante flusso di proteste di Tyler, che si lamentava che Liam e io fossimo sempre appiccicati.
<< Andate in camera, Liam! >> si lagnò.
<< Sei verde di gelosia >>, lo schernì Niall.
<< Perché sto per vomitare, coglione >>, ribatté Tyler.
<< Lasciali in pace, Ty >>, lo ammonì Geoff.
A tavola insistette perché Liam tagliasse il tacchino e sorrisi quando lui si alzò orgoglioso di farlo. Fui teso finché non piovvero complimenti e, al momento di servire la torta, sul tavolo non c'era più neanche una briciola. 
<< Ho cucinato abbastanza? >> chiesi ridendo.
Geoff sorrise e impugnò la forchetta, preparandosi per il dolce. << Certo! Basterà fino all'anno prossimo... a meno che tu non voglia fare il bis a Natale. Adesso sei un Payne. Ti aspetto a ogni festa, e non per cucinare. >>
Fui sopraffatto dalle emozioni pensando al Natale, alla Pasqua e a tutte le altre vacanze che avrei trascorso a quel tavolo. Non desideravo altro che far parte di quella strana famiglia chiassosa, che adoravo.
Dopo aver spazzolato anche la torte, i fratelli di Liam cominciarono a sparecchiare e i gemelli si misero al lavandino. << Faccio io >>, dissi alzandomi.
<< No, ci pensano i ragazzi. Tu rilassati sul divano con Liam. >> Geoff diede una pacca affettuosa sulle spalle dei figli e mi abbracciò prima di ritirarsi in camera. 
Liam mi fece stendere le gambe sulle sue ginocchia e mi tolse le scarpe per massaggiarmi i piedi. 
<< È stato il giorno del Ringraziamento più bello che abbiamo passato da quando è morta la mamma. >>
Mi sollevai per guardarlo in volto. Sorrideva, ma i suoi occhi erano venati di tristezza. 
<< Sono felice di averne fatto parte. >>
La sua espressone mutò e mi preparai a ciò che stava per dire. Sentivo il cuore martellarmi nel petto. Speravo mi chiedesse di tornare con lui, così avrei potuto rispondere di sì. Lì, a casa della mia nuova famiglia, Las Vegas mi sembrò appartenere a un'altra vita.
<< Mi sento diverso. Non so che cosa mi sia successo a Las Vegas, ma quello non ero io. Pensavo solo a tutto quello che avremmo potuto comprare con quei soldi... Non avevo capito quanto ti facesse soffrire l'idea che ti riportassi lì. Mi sono meritato che tu mi abbia lasciato. Mi sono meritato tutte le notti insonni e il dolore che ho provato. Mi sono serviti a capire quanto bisogno ho di te e che cosa sono disposto a fare perché continui a far parte della mia vita. >>
Mi morsi il labbro, impaziente di arrivare al punto in cui avrei detto sì. Volevo che mi riportasse nel suo appartamento per festeggiare. Non vedevo l'ora di rilassarmi sul divano nuovo insieme a Toto, guardando un film e ridendo come facevamo di solito. 
<< Hai detto che hai chiuso con me e lo accetto. Da quando ti ho incontrato sono una persona diversa. Sono cambiato... in meglio. Ma, per quanto mi sforzi, non faccio che sbagliare. Noi siamo innanzitutto amici. Non posso perderti, Pigeon. Ti amerò sempre ma, se non posso renderti felice, non ha senso cercare di tornare con te. Non riesco a concepire di stare con nessun'altro, ma mi accontenterò di essere amici. >>
<< Vuoi che restiamo amici? >> Quelle parole mi bruciarono in gola.
<< Voglio che tu sia felice. Qualsiasi cosa significhi. >>
Sentii una fitta al cuore e il dolore insopportabile che mi investì mi lasciò senza fiato. Mi stava offrendo una via d'uscita proprio mentre non la volevo più. Avrei potuto dirgli che avevo cambiato idea e lui avrebbe ritirato quanto aveva detto, ma sapevo che non era giusto insistere. 
Sorrisi per soffocare le lacrime. << Scommetto cinquanta dollari che mi ringrazierai quando incontrerai il tuo futuro marito. >>
Lui aggrottò la fronte e fece il broncio. << È una scommessa facile. L'unico uomo che ho mai voluto sposare mi ha appena spezzato il cuore. >>
Non riuscii più a fingere di sorridere. Mi asciugai gli occhi e mi alzai. << Penso sia ora di tornare a casa. >>
<< Dai, Pigeon. Scusami, non è stato divertente. >>
<< Non è per questo, Liam. Sono stanco e voglio andare a casa. >>  Lui annuì alzandosi. Abbracciai i suoi fratelli e chiesi a Trenton di salutarmi Geoff. 
Quando arrivammo alla Morgan, Liam era ancora triste ma non era tormentato. Quel fine settimana non era stato uno stratagemma per tornare insieme. Era stato una rottura definitiva. 
Mi baciò sulla guancia e mi tenne aperta la porta guardandomi entrare. << Grazie di tutto. Non sai quanto hai reso felice la mia famiglia. >>
Mi fermai ai piedi delle scale. << Domani glielo dirai, vero? >>
Lui guardò il parcheggio e poi me. << Credo che lo sappiano già. Non sei l'unico capace di fingere, Pidge. >>
Lo fissai stordito e, per la prima volta da quando lo conoscevo, si allontanò senza voltarsi. 


 
POV LIAM
Lo lasciai sui gradini, rifiutandomi di voltarmi. Da quel momento l'amore della mia vita era diventato una semplice conoscenza. Non sapevo che espressione avesi, ma non volevo mi vedesse. 
L'auto protesto quando la spinsi ben oltre il limite di velocità per tornare da mio padre. Entrai con passo incerto in soggiorno e Niall mi porse una bottiglia di whisky. Ne avevano tutti un bicchiere. 
<< Glielo hai detto? >> chiesi a Trenton con voce rotta.
Lui annuì.
Crollai in ginocchio e i miei fratelli mi circondarono, posandomi le mani sulla testa e sulle spalle per confortarmi. 
Nota D'autore:
Ciao a tutti Ciambelline al cioccolato *^*
Finalmente il capitolo 16.
alloooora prima di tutto volevo scusarmi perché
dovendo riadattare la storia sugli Zaim ho dovuto cambiare un po' di cose.
Per esempio nel capitolo 7 il compleanno di Zayn è a gennaio.
In questo capitolo siamo a fine novembre. Chiedo scusa.
secondo: Sicuramente avete notato che c'è un POV LIAM :)
Il fatto è che mi piaceva di più come finiva il capitolo nel
secondo libro così ho pensato di aggiungerlo.
Detto questo.. ringrazio chi ha recensito il capitolo 15, e le 167 persone
che sono passate solo a leggere :)
A mercoledì prossimo.
Baci.
HazzaLou20

 
 

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Capitolo 17
*** La Scatola ***


La  Scatola



Gli esami finali furono un calvario per tutti tranne che per me. Studiai con Louis e Nick, e vidi Liam solo di sfuggita. 
Liam aveva detto che voleva essermi amico ma non aveva chiamato.
Le vacanze invernali erano ormai finite e fremevo dalla voglia di tornare alla Eastern.
Il primo giorno di lezione attesi in mensa Liam, ma quando entrò si limitò a farmi un cenno e si sedette in fondo al tavolo con il resto della confraternita. Cercai di concentrarmi sulla conversazione di Louis e Finch, ma la voce di Liam mi distraeva. Guardavo fin troppo spesso nella sua direzione, aspettando che alzasse gli occhi e coglieses il mio sguardo, ma lui sembrava essersi scordato che ero lì. Sembrava anche indifferente alle orde di ragazzi che avevano ricominciato a ronzargli attorno dopo la nostra rottura. Avevamo trascorso quasi un mese lontani; mi sentivo agitato e non sapevo bene come comportarmi.
Quando terminò di pranzare, ebbi un tuffo al cuore vedendolo avvicinarsi e posarmi le mani sulle spalle.
<< Come vanno le lezioni Haz? >> domandò.
Lui fece una smorfia << Uno schifo. La prima settimana si parla solo di programmi e regole. Non so neanche perchè ci vado. E tu? >>
<< Eh... fa tutto parte del gioco. A te come vanno le cose, Pidge? >> indagò.
<< Idem >>, risposi, cercando di  mantenere un tono leggero. 
Mi fece dondolare scherzosamente da una parte all'altra.
<< Hai passato bene le vacanze? >>
<< Abbastanza >>, risposi facendo del mio meglio per sembrare convincente.
<< Ottimo. Ho un'altra lezione, ci vediamo dopo. >>
<< Uhm >>, esclamò Louis con voce acuta.
<< Che c'è? >> fece Harry.
<< E' un po' strano,no? >>
<< In che senso? >> chiese Harry sfiorandogli il collo con le labbra.
Louis sorrise e si abbandonò al bacio. << Sembra quasi normale... per i suoi standard. >>
<< Non lo so. È così da un po'. >>
<< Come mai i ruoli si sono invertiti, Zayn? Lui sta bene e tu sei disperato >>, osservò senza badare a tutte le orecchie in ascolto.
<< Sei disperato? >> chiese subito Harry. 
Restai a bocca aperta e arrossi per l'imbarazzo. << No! >>
Louis giocherellò con l'insalata nel piatto. << Be', lui sembrava quasi entusiasta. >>
<< Lascia stare, Lou >>, lo ammonii.
In risposta fece spallucce e mangiò un altro boccone. << Credo stia fingendo. >>
Harry gli diede un colpetto con il gomito. << Ehi, verrai alla festa di San Valentino con me o no? >>
<< Non lo puoi chiedere come fa un fidanzato normale? Con un po' di gentilezza? >>
<< Te l'ho chiesto... più volte. Continui a dirmi di chiedertelo più avanti. >>
Lui si accasciò imbronciato sulla sedia. << Non voglio andarci senza Zayn. >>
Il volto di Harry assunse un'espressione frustrata. << L'ultima volta è stato tutto il tempo con Liam. Non l'hai nemmeno visto. >>
<< Smetti di fare il bambino, Lou >>, dissi lanciandogli un pezzetto di sedano.
Finch mi diede una gomitata. << Ti ci porterei io, solo come amico, ma purtroppo non faccio parte della confraternita. >> << Sarebbe davvero fantastico >>, osservò Harry con un guizzo negli occhi. 
Finch fece una smorfia. << Non sono nella Sig Tau, Haz. Non sono niente. >>
<< Ti prego, Finch >>, insistette Louis. 
<< Mi sembra un déjà-vu >>, brontolai.
<< Devi esserci >>, incalzò Louis. << Abbiamo fatto un patto, ricordi? Non andiamo alle feste da soli. >>
<< Non sarai solo, Lou. Smetti di fare il melodrammatico >>, osservai, seccato dalla conversazione. 
<< Vuoi parlare di melodramma? Ti ho avvicinato il cestino al letto, ti ho rifornito di fazzolettini in continuazione e sono andato a prenderti lo sciroppo per la tosse nel cuore della notte quando sei stato male in vacanza! Me lo devi! >>
Arricciai il naso. << E quante volte volte ti ho tenuto compagnia mentre vomitavi, Louis Tomlinson?! >>
<< Mi hai starnutito in faccia! >>
Quando Louis si impuntava, era impossibile discutere con lui. << Bene >>, dissi a denti stretti.
<< Finch? >> domandai con un sospiro tirato. << Vieni a quella stupida festa di San Valentino con me? >>
Lui mi abbracciò. << Sì, ma solo perché l'hai chiamata stupida. >>
Dopo pranzo andai a lezione con lui, parlando di quanto fossimo spaventati all'idea di andare alla festa. Ci sedemmo vicini a fisiologia e gemetti quando il docente espose il quarto programma della giornata. 


 
XXX
Terminata la lezione, riposi il libro e laptop nello zaino, me lo gettai in spalla e m'incamminai sul marciapiede cosparso di sale. Un gruppetto di studenti stava giocando a palle di neve e Finch rabbrividì vedendoli coperti di quella polvere incolore. 
Gli feci compagnia mentre finiva la sigaretta. Louis si affettò a raggiungerci sfregandosi le mani infilate in un paio di manopole verde brillante.
<< Dov'è Harry? >> chiesi
<< È andato a casa. Penso che Liam avesse bisogno d'aiuto per qualcosa. >>
<< Non sei andato con lui? >>
<< Non vivo lì, Zayn. >>
<< Solo in teoria >>, osservò Finch.
<< Mi piace passare un po' di tempo con il mio ragazzo, è un crimine? >> osservò spazientito. 
Finch gettò il mozzicone nella neve. << Vado, ragazzi. Ci vediamo a cena? >> 
Io e Louis annuimmo sorridendo. Finch percosse il marciapiede bagnato, attento a tenersi nel centro per non calpestare la neve. 
Louis scosse la testa. << È ridicolo. >>
<< È nato in Florida, Lou. Non è abituato alla neve. >>
Lui ridacchiò e mi trascinò verso la porta. 
<< Zayn! >>
Mi voltai e vidi Zac superare di corsa Finch. Si fermò a riprendere fiato prima di parlare. Il suo giaccone grigio imbottito si sollevava a ogni respiro e sogghignai vedendo lo sguardo curioso che gli rivolse Louis.
<< Volevo... uff! Volevo chiederti se ti andava di mangiare un boccone stasera. >>
<< Oh. Ho già detto a Finch che avrei cenato con lui. >>
<< D'accordo, non c'è problema. Volevo provare il nuovo locale di hamburger in centro. Dicono tutti che sia molto buono. >>
<< Magari un'altra volta >>, dissi pentendomene subito. Mi augurai che non prendesse quella risposta superficiale per un invito futuro.


 
XXX
Nick stava sfogliando i libri nuovi e fece una smorfia quando io e Louis entrammo in camera. Il suo atteggiamento non era migliorato dopo il rientro dalle vacanze.
Prima trascorrevo talmente tanto tempo a casa di Liam che riuscivo a tollerare i suoi insopportabili commenti. Stare ogni sera con lui nelle due settimane precedenti la fine del semestre mi aveva fatto amaramente rimpiangere di non aver diviso la camera con Louis. 
<< Oh, Nick, quanto mi sei mancato >>, esclamò Lou.
<< Il sentimento è reciproco >>, brontolò lui tenendo lo sguardo sul libro. 
Louis parlò della sua giornata e dei progetti per il fine settimana con Harry. Curiosando su Internet in cerca di video divertenti, ridemmo tanto da doverci asciugare le lacrime. Nick sbuffò un paio di volte per il chiasso ma lo ignorammo. 
Alla fine, Lou sbadigliò e guardò l'orologio. << Vado a letto, Za... oh, merda! >> esclamò scioccando le dita. << Ho lasciato lo zaino da Haz. >>
<< Non è una tragedia, Lou >>, osservai, ancora ridendo per l'ultimo filmato che avevamo visto. 
<< Dentro ci sono degli appunti di Christian e mi ammazzerà se non glieli riporto. Devo andare a prenderlo. >>
<< Non puoi chiedere a Haz di portartelo? >>
<< Liam ha preso la sua macchina. È al Red con Trent. >>
Fui assalito da un senso di nausea. << Di nuovo? Perché esce così spesso con Trent? >>
Louis scrollò le spalle. << Ha importanza? Vieni! >>
<< Non voglio incontrarlo. Sarebbe seccante. >>
<< Ma mi ascolti quando parlo? Non è a casa, è al Red. Dai, vieni! >> gemette tirandomi per un braccio.
Mi alzai con riluttanza.
<< Era ora >>, osservò Nick.


 
XXX
Arrivati all'appartamento, notai che la Harley era parcheggiata al solito posto mentre la Charger non c'era. Feci un sospiro di sollievo e seguii Louis su per i gradini ghiacciati. 
Se avessi saputo quanto mi avrebbe turbato rimettere piede in quella casa, non mi sarei lasciato convincere a tornarci. Toto ci corse incontro e mi sbatté contro, scivolando sulle piastrelle dell'ingresso. Lo presi in braccio e lasciai che mi salutasse con i suoi bacini da cucciolo. Almeno lui non mi aveva dimenticato. 
Lo portai in giro per casa aspettando che Louis trovasse lo zaino.
<< So di averlo lasciato qui! >> esclamò.
Controllai l'orologio. << Sbrigati. Dobbiamo andare. >>
In quel momento trasalii sentendo spalancarsi la porta d'ingresso alle mie spalle. Liam entrò incespicando abbracciato a Andy, che stava ridendo con la bocca incollata alla sua. La scatola che teneva in mano attirò la mia attenzione e restai senza fiato quando capii che cosa fossero: preservativi. Gli teneva l'altra mano sulla nuca ed erano talmente avvinghiati l'uno all'altro da sembrare una persona sola. 
Poi Liam mi vide in piedi al centro del soggiorno ed ebbe una reazione a scoppio ritardato. Si immobilizzò di colpo mentre Andy alzava lo sguardo, ancora con il sorriso sul volto. 
<< Pigeon >>, disse stupefatto.
<< Trovato! >> grido nel contempo Louis, di corsa dalla stanza di Harry. 
<< Che fai qui? >> mi domandò. Il puzzo di whiskiy m'investì e una rabbia incontrollabile annullò il mio tentativo di mostrarmi indifferente. 
<< È bello vedere che sei tornato in te, Liam >>, dissi. Il calore che sentivo al volto mi bruciava gli occhi e offuscava la vista. << Ce ne stavamo proprio andando >>, ringhiò Louis. Mi afferrò per la mano e mi trascinò fuori. 
Ci precipitammo giù per le scale. Mi confortava l'idea che Louis fosse vicino, perché già sentivo gli occhi inumidirsi. Per poco non caddi all'indietro quando il mio giubbotto si impigliò in qualcosa. Louis e io ci voltammo: Liam mi stava tenendo per la giacca. << Dove vai? >> chiese con uno sguardo a metà tra l'ubriaco e il perplesso.
<< A casa >>, risposi secco sistemandomi il giubbotto non appena mi mollò.
<< Cosa fai qui? >>
Udii la neve scricchiolare sotto i piedi di Louis quando si mise alle mie spalle. In quel momento Harry raggiunse Liam e guardò sospettoso il suo ragazzo.
<< Mi dispiace. Se avessi saputo che ci saremmo visti, non sarei venuto. >>
Lui si cacciò le mani nelle tasche del giubbotto. << Puoi venire quando vuoi, Pidge. Non ho mai voluto che stessi lontano. >>
Non riuscii a non essere acido. << Non voglio interrompere niente. >> Guardai in cima alle scale, dove vidi Andy con un'aria compiaciuta sul volto. << Goditi la serata >>, esclamai girandomi. 
Liam mi afferrò un braccio. << Aspetta. Sei arrabbiato? >>
Mi divincolai. << Sai... non capisco neanche perché mi sorprenda. >>
Lui inarcò le sopracciglia. << Non so cosa fare con te! Non so cosa fare! Hai detto che volevi chiudere... ed eccomi qui, maledettamente infelice! Ho dovuto fare a pezzi il cellulare per non chiamarti di continuo... ho dovuto far finta che andasse tutto bene perché tu fossi sereno... e tu sei arrabbiato con me? Mi hai spezzato il cuore, cazzo! >> Le sue ultime parole riecheggiarono nella notte. 
<< Liam, sei ubriaco. Lasciali andare a casa >>, disse Harry. A quel punto mi afferrò per le spalle e mi attirò a sé. << Mi vuoi o no? Non puoi continuare a farmi questo, Pidge! >>
<< Non sono venuto qui per vederti >>, replicai furioso. 
<< Non voglio Andy >>, dichiarò fissandomi le labbra. << Sono solo spaventosamente infelice, Pigeon. >> Lo sguardo gli si appannò e si chinò per baciarmi. 
Lo afferrai per il mento e lo bloccai.
<< Volevo solo dimenticare. Solo per una notte, cazzo >>, disse scuotendo la testa. 
<< Allora non permettere che ti interrompa. >>
Cercai d battere in ritirata verso la Honda, ma mi bloccò di nuovo. Un attimo dopo Louis prese a bersagliarlo di pugni di pugni sul braccio. Lui lo guardò battendo le palpebre, sbigottito. Lou allora lo colpì sul petto finché non mi mollò.
<< Lascialo in pace, bastardo! >>
Harry lo afferrò e lui gli diede uno spintone, poi si girò per dare un pugno a Liam. Il rumore risuonò talmente nitido da farmi trasalire. Per un istante rimasero tutti immobili, sconvolti dalla sfuriata.
Liam si accigliò ma non si difese. Harry prese Lou per i polsi e lo trascinò verso la Honda.
L'accanimento con cui voleva aggredire Liam mi lasciò stupefatto: nel suo sguardo solitamente dolce e spensierato balenava un odio puro. 
<< Come hai potuto? Si meritava di meglio da te, Liam! >>
<< Louis, smettila! >> urlò Harry più forte di quanto non l'avessi mai sentito.
Lou lasciò cadere le braccia e lo guardò incredulo. << Lo difendi? >>
Harry sembrava un po' nervoso ma, mantenne la sua posizione. << È stato Zayn a chiudere con lui. Liam sta solo cercando di andare avanti. >>
Louis socchiuse gli occhi e si liberò dalla sua presa. << Allora perché non vai a cercarti una puttana qualsiasi... >>
guardò Andy, << ...al Red e te la porti a casa? Poi fammi sapere se ti aiuta a dimenticarmi. >>
<< Lou! >> Harry fece per afferrarlo ma lui lo schivò. Salì in macchina e sbatté la portiera. Io mi infilai sul sedile accanto.
<< Tesoro, non te ne andare >>, lo supplicò Harry chinandosi davanti al finestrino.
Lui avviò il motore. << In questa storia c'è un lato giusto e c'è un lato sbagliato, Haz. Tu stai da quello sbagliato. >>
<< Sono dalla tua parte.. Louis? Louis! >> gridò mentre Louis partiva come un razzo lasciandoselo alle spalle. 


 
XXX
Quando entrammo nel parcheggio della Morgan, il suo cellulare squillò. << Non devi più chiamarmi. Parlo sul serio, Haz >>, disse spazientito. << No... perché non voglio che tu lo faccia, ecco perché. Non puoi giustificare il suo comportamento, non puoi perdonare il fatto che abbia ferito Zayn in quel modo e stare con me... è proprio quello che intendo, Harry! Non importa! Non vedrai mai Zayn scoparsi il primo che incontra! Non è Liam il problema, non ti ha chiesto di difenderlo! Basta parlare di questo. Non chiamarmi più. Addio. >>
Uscì furioso dall'auto, attraversò la strada e salì i gradini. Cercai di stargli dietro per sapere che cose gli avesse detto. 
Il telefono squillò di nuovo ma lui lo spense. << Liam gli ha chiesto di portare Andy a casa. Voleva passare di qui sulla strada del ritorno. >>
<< Mi sembra una buona idea, Lou. >>
<< No. Tu sei il mio migliore amico. Non posso mandar giù quello che ho visto stasera e non posso stare con qualcuno che lo difende. Fine del discorso, Zayn, davvero. >>
Annuii mentre salivamo le scale, diretti alle nostre stanze. Siccome Nick dormiva , rinunciai alla doccia e mi misi a letto completamente vestito, con tanto di giubbotto. Non riuscivo a smettere di pensare a Liam che varcava la porta incespicando la porta con Andy.
Cercai di cancellare la visione disgustosa di quanto sarebbe accaduto se non fossi stato lì e fui in balia di diversi sentimenti finché prevalse la disperazione.
Harry aveva ragione, non avevo il diritto di essere arrabbiato. Ma questa consapevolezza non attenuava il dolore. 


 
XXX
Finch scosse la testa quando mi sedetti nel banco accanto al suo. Sapevo di avere un aspetto orribile. Al risveglio non avevo quasi avuto la forza di cambiarmi e di lavarmi i denti. Lou aveva deciso di restare a letto sapendo che, svanita la rabbia, sarebbe sopraggiunta la depressione. Amava Harry, ma era deciso a chiudere con lui, ed era pronto a subire il contraccolpo di quella scena.
Dopo lezione, Finch mi accompagnò in mensa. Come temevo, Harry aspettava Louis all'ingresso.
<< Dov'è Lou? >> chiese non appena mi vide.
<< Non è venuto a lezione stamattina. >>
<< È in camera sua? >> chiese voltandosi verso la Morgan.
<< Mi dispiace, Harry. >>
Lui si girò di scatto con l'aria di chi aveva raggiunto il limite. << Vorrei proprio che tu e Liam riusciste a gestire la vostra vita! Siete un maledetto tornado! Quando siete felici, sono tutte rose e fiori. Quando vi incazzate, trascinate giù il mondo intero con voi! >>
Si allontanò a grandi passi e io buttai fuori il fiato che stavo trattenendo. << Direi che è andata bene. >>
Finch mi trascinò in mensa. << "Il mondo intero." Wow. Credi di poter distruggere l'universo prima dell'esame, venerdì? >>
<< Vedrò che posso fare. >>


 
XXX
Gennaio passò e, dopo il lodevole ma fallimentare tentativo di Harry di riconquistare Louis, vidi sempre di meno sia lui sia Liam. In febbraio smisero del tutto di mensa e scorsi Liam soltanto un paio di volte mentre andavo a lezione. 
Il fine settimana prima di San Valentino Louis e Finch mi convinsero ad andare al Red e per tutto il tragitto ebbi paura di incontrare Liam. Entrammo e sospirai di sollievo notando che non c'era traccia di lui.
<< Il primo giro lo offro io >>, esclamò Finch indicando un tavolo.
Ci sedemmo e guardammo la pista, che man mano si riempiva di studenti ubriachi. Dopo il quinto giro Finch ci trascinò a ballare e alla fine mi rilassai abbastanza da riuscire a divertirmi un po'. Sorridevamo, sbattevamo gli uni contro gli altri. 
Louis alzò le mani sopra la testa scuotendola a ritmo di musica. Scoppiai a ridere vedendo la sua tipica faccia da ballo, ma un attimo dopo restai di sasso notando Harry avvicinarsi alle sue spalle. Gli mormorò qualcosa all'orecchio e lui si voltò di scatto. Si scambiarono qualche parola, dopodiché Louis mi prese per mano e mi trascinò al tavolo.
<< Ovvio. L'unica sera che usciamo c'è anche lui >>, brontolò. Finch ci portò altri due drink e un bicchierino di whisky a testa. << Ho pensato che ne aveste bisogno. >>
<< Hai pensato bene. >>Louis tracannò il suo d'un fiato e io scossi la testa, brindando solo con Finch. Cercai di tenere lo sguardo fisso sui volti dei miei amici: se Harry era lì, Liam non doveva essere molto lontano. 
Partì un'altra canzone e Louis si alzò. << 'Fanculo. Non ho intenzione di star seduto per il resto della serata. >>
<< Bravo! >>esclamò sorridendo Finch e lo seguì in pista.
Mi unii anch'io guardandomi attorno in cerca di Harry, ma era scomparso. Mi rilassai e tentai di scuotermi di dosso la sensazione che Liam sarebbe comparso in pista con Andy. Un ragazzo che avevo visto al campus ballava alle spalle di Louis e lui sorrise, grato della distrazione. Distolsi per un attimo lo sguardo ma, quando tornai a osservarlo, del suo compagno di ballo non c'era traccia. Lou tuttavia scrollò le spalle continuò a dimenare i fianchi a ritmo di musica. 
Iniziò la canzone seguente e fu raggiunto da un altro ragazzo, mentre un suo amico si mise a ballare al mio fianco. Dopo qualche istante si portò dietro di me e mi prese per i fianchi, cosa che mi lasciò un po' perplesso. Quasi mi avesse letto nel pensiero, mi mollò. Mi voltai e non c'era più. Guardai Louis: anche il ragazzo che gli stava alle spalle era scomparso.
Finch sembrava un po' teso ma, quando lou lo fissò sollevando un sopracciglio, scosse la testa e continuò a ballare. 
Alla terza canzone ero stanco e sudato. Tornai al tavolo, appoggiai la testa sulla mano e risi vedendo un altro ragazzo chiedere speranzoso a Louis di ballare. Lui mi fece l'occhiolino ma un istante dopo mi irrigidii: il ragazzo era stato trascinato via in mezzo alla folla.
Mi alzai e girai attorno alla pista tenendo d'occhio il punto in cui era scomparso. Quando individuai Harry che lo teneva per il colletto, l'adrenalina annullò l'effetto dell'alcol che avevo in corpo. Al suo fianco c'era Liam: stava ridendo come un matto, ma non appena mi notò smise all'istante. Toccò il braccio del cugino, che guardò nella mia direzione e ributtò la vittima in pista.
Non impiegai molto a capire che cosa stesse accadendo: agguantavano i ragazzi con cui ballavamo e intimavano loro di starci lontano. Socchiusi gli occhi infastidito e cercai di raggiungere Louis. La folla era compatta e dovetti farmi strada a gomitate. Harry tuttavia mi afferrò prima che arrivassi alla pista.
<< Non glielo dire! >> disse cercando di trattenere un sorriso. << Cosa credi fare, Haz? >>
Lui alzò le spalle, fiero di sé. << Io lo amo. Non posso permettere che altri ballino con lui. >>
<< E che scusa hai per aver trascinato via il ragazzo che ballava con me? >>
<< Non sono stato io >>, rispose lanciando una rapida occhiata a Liam. << Mi dispiace, Zayn. Ci stavamo solo divertendo. >>
<< Non è divertente. >>
<< Che cosa non è divertente? >> chiese Louis guardandolo in cagnesco. 
Lui mi rivolse uno sguardo implorante, perciò tenni la bocca chiusa.
Quando si rese conto che non avrei fatto la spia, guardò Louis con occhi dolci.
<< Vuoi ballare? >> 
<< No, non voglio ballare >>, rispose lui tornando al tavolo. Harry lo seguì lasciandomi solo con Liam, che nel frattempo ci aveva raggiunti. 
Lui alzò le spalle. << Vuoi ballare? >>
<< Perché? Andy non c'è? >>
Lui scosse la testa. << Un tempo eri simpatico da ubriaco. >>
<< Lieto di deluderti >>, replicai girandomi verso il bar.
Mi seguì e allontanò a forza due ragazzi dai loro posti. Lo guardai furioso ma lui mi ignorò, si sedette e mi fissò in attesa. 
<< Hai intenzione di sederti? Ti offro una birra. >>
<< Pensavo non offrissi da bere ai ragazzi al bar. >>
Lui piegò la testa nella mia direzione con un'aria corrucciata e impaziente. << Tu sei diverso. >>
<< Sì, non fai che ripeterlo. >>
<< Dai, Pidge. Dov'è finita la nostra amicizia? >>
<< Non possiamo essere amici, Liam. Mi sembra ovvio. >>
<< Perché no? >>
<< Perché io non voglio vederti andare in giro con un ragazzo diverso ogni sera e perché tu non permetti a nessuno di ballare con me. >>
Sorrise. << Io ti amo. Non posso permettere ad altri di ballare con te. >>
<< Ah, sì? Quanto mi amavi quando hai comprato quella scatola di preservativi? >>
Liam sussultò e io feci per andarmene. Harry e Louis erano avvinghiati l'uno all'altro, e non passavano inosservati mentre si baciavano appassionatamente. 
<< Credo che alla fine andremo a quella festa della Sig Tau >>, annunciò cupo Finch.
<< Merda >>, sospirai.
 
 

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Capitolo 18
*** Hellerton ***


Hellerton



Louis non tornava alla Morgan da quando si era rimesso con Harry. A pranzo non lo vedevo più e mi telefonava di rado. Non ero offeso, anzi: stavano recuperando il tempo perduto, ed ero contento che fosse troppo occupato per chiamarmi. Quando mi telefonava da casa di Haz, era starno sentire Liam in sottofondo, e a dire la verità ero un po' invidioso che, a differenza di me, potesse trascorrere del tempo con lui. 
Io e Finch ci frequentavamo sempre più e mi faceva egoisticamente piacere che fosso solo con me. Andavamo a lezione, mangiavamo e studiavamo insieme. 
Mentre fumava fuori dalla Morgan, sentii le mie dita intorpidirsi per il gelo. 
<< Per darti sostegno morale finirò congelato... Non pensi mai di smettere? Fallo per me! >> domandai. 
Finch scoppiò a ridere. << Ti voglio bene, Zayn, davvero. Ma no, non smetterò. >>
<< Zayn? >>
Mi girai verso il marciapiede e vidi Zac avvicinarsi con le mani in tasca, le labbra secche e il naso rosso.
<< Che c'è Zac? >> domandai. 
Lui pescò due biglietti dalla tasca. << È uscito quel nuovo film sul Vietnam. L'altro giorno hai detto che volevi vederlo e ho pensato di prendere due biglietti per stasera. >>
<< Niente pressioni >>, commentò Finch.
<< Posso andarci con Brad, se sei occupato >>, ribatté con un'alzata di spalle. 
<< Quindi non è un appuntamento? >> indagai. 
<< No, solo un gesto d'amicizia. >>
<< Abbiamo visto com'è andata l'ultima volta >>, lo schernì Finch. 
<< Sta' zitto! >> risposi ridacchiando. << È una bella idea, Zac, grazie. >>
Lui s'illuminò. << Prima ti va di mangiare una pizza o qualcos'altro? Non mi piace quello che vendono al cinema. >>
<< La pizza va benissimo. >>
<< Il film è alle nove, quindi passo a prenderti verso le sei e mezzo? >>
Annuii e Zac se ne andò salutandomi.
<< Oddio >>, esclamò Finch. << Sei un masochista, Zayn. Sai che Liam non sarà contento quando lo verrà a sapere. >>
<< Lo hai sentito: non è un appuntamento. E non posso vincere in base all'umorismo di Liam. Lui non mi ha interpellato prima di portarsi a casa Andy. >>
<< Te lo sei proprio legato al dito, eh? >> 
<< Già. >>


 
XXX
La cameriera ci porse i menù e prese l'ordine delle bevande. Zac mi aggiornò sui suoi progressi per il test di ammissione a medicina. Quando la cameriera portò le birre, non aveva quasi ripreso fiato. Sembrava nervoso e mi chiesi se, al di là di quanto aveva detto, non lo considerasse un vero appuntamento. 
Alla fine si schiarì la voce. << Scusami. Ho monopolizzato la conversazione. >> Sollevò leggermente la bottiglia e scosse la testa. << Non parlavo con te da tantissimo,e avevo parecchio da raccontarti. >>
<< Non c'è problema. È passato molto tempo. >>
In quell'istante vidi entrare Liam e Harry nel ristorante. Impiegò meno di un secondo a incrociare il mio sguardo, ma non parve sorpreso. 
<< Oh, no >>, bisbigliai sottovoce. 
<< Che c'è? >> domandò Zac. Si girò e li vide accomodarsi a un tavolo dall'altra parte della sala. 
<< C'è un posto che fa Hamburger qui vicino, possiamo andare lì >>, disse in tono sommesso. Se prima era nervoso, adesso lo era il doppio. 
<< Penso che andarsene sarebbe peggio >>, bofonchiai. 
Lui fece il broncio. << Probabilmente hai ragione >>, ammise abbattuto. 
Cercammo di continuare il discorso, ma era decisamente forzato e imbarazzante. La cameriera si fermò più del solito al tavolo di Liam, passandosi le mani tra i capelli e spostando il peso da un piede all'altro. Alla fine, quando lui rispose al cellulare, si ricordò di noi. 
<< Prendo i tortellini >>, disse Zac guardandomi.
<< E io... >> M'interruppi, distratto da Liam e Harry che si erano alzati. 
Liam seguì il cugino, ma sulla porta esitò e si girò. Notò che lo stavo guardando e attraversò la sala. La cameriera sorrise speranzosa, immaginando che tornasse a salutarla, ma restò delusa quando lui mi si avvicinò senza degnarla di uno sguardo. 
<< Ho un incontro tra quaranta cinque minuti, Pidge. Ti voglio lì. >>
<< Liam... >>
<< Ho bisogno che tu ci sia. È la rivincita con Brady Hoffman, quello dello State. C'è molta gente, un sacco di soldi in ballo... e Adam dice che Brady si è allenato. >>
<< Hai già detto combattuto con lui, Liam, puoi vincere. >>
<< Zayn >>, intervenne Zac.
<< Ho bisogno che tu ci sia >>; insistette. 
Guardai Zac con un sorriso contrito. << Mi dispiace. >>
<< Dici davvero? >> esclamò perplesso. << Te ne vai a metà cena? >> << Puoi sempre chiamare Brad, giusto? >> replicai alzandomi. 
Liam sorrise impercettibilmente mente lanciava venti dollari sul tavolo. << Questi dovrebbero bastare. >>
<< Non m'importa dei soldi... Zayn... >>
<< È il mio migliore amico, Zac. Se ha bisogno di me, devo andare. >>
A bordo della Charger, Harry era già al telefono e stava spargendo la voce. 
<< Ho appena parlato con Adam, Liam. Ha detto che quelli dello State sono arrivati ubriachi fradici e pieni di soldi. Sono già su di giri, perciò dovresti tenere lontano Zayn. >>
Liam annuì. << Lo terrai d'occhio tu. >>
<< Dov'è Louis? >>
<< Sta studiando per l'esame di fisica. >>
<< È un bel laboratorio, quello di fisica >> commentò Liam. Scoppiai a ridere e lo guardai. Sul volto gli era comparso un ghigno. 
<< Quando hai visto il laboratorio? Non hai dato fisica >>; obbiettò Harry. 
Lui ridacchiò e gli diedi una gomitata. Quando si fu calmato mi fece l'occhiolino. 


 
XXX
Appena mettemmo piede nel corridoio dell'Hellerton, ci giunse alle orecchie il boato della folla. Feci capolino e vidi una marea di facce. Avevano tutti una bottiglia in mano, ma gli studenti dello State College erano facilmente riconoscibili nella calca. 
<< Resta vicino a Harry, Zayn. L'atmosfera qui si farà rovente. >>
In quel momento entrò Adam. Quando mi notò, non fece nulla per nascondere la sua irritazione. << Ti ho detto che non puoi portare il tuo ragazzo agli incontri, Liam. >>
Lui scrollò le spalle. << Non è più il mio ragazzo. >>
Restai impassibile, ma l'indifferenza con cui aveva pronunciato quelle parole mi provocò una fitta al petto. 
Adam guardò le nostre dita intrecciate e poi Liam. << Non vi capirò mai. >> Scosse la testa e osservò la folla. 
<< C'è in ballo una valanga di soldi, Liam, perciò niente stronzate, okay? >>
<< Farò in modo sia divertente, Adam. >>
<< Non è per questo che mi preoccupo. Brady si è allenato. >> 
<< Anch'io. >>
<< Balle >>, replicò con una risata Harry.
Liam fece spallucce. << La scorsa settimana ho fatto a pugni con Trent. Lo stronzetto è svelto. >>
Ridacchiai e Adam mi guardò infuriato. << Sarà meglio che tu prenda la cosa sul serio, Liam. Girano un bel po' di soldi stasera. >>
<< Cosa credi che stia facendo? >> replicò lui irritato dalla paternale. 
Adam si girò, salì su una sedia per sovrastare la folla ubriaca e avvicinò il megafono alle labbra. Liam mi attirò a sé mentre l'amico salutava i presenti e ripeteva le regole. 
<< Buona fortuna >>, dissi toccandogli il petto.
Mi afferrò per le spalle e mi stampò un bacio sulle labbra. Si scostò in fretta e mi fece un cenno. << È tutta la fortuna di cui ho bisogno. >>


 
XXX
Nella posizione in cui ero vedevo perfettamente Brady incombere su Liam e fremere impaziente in attesa del segnale. Come sempre, Liam aveva un lieve ghigno sulla faccia, indifferente alla baraonda che lo circondava. 
Adam diede inizio all'incontro e lui si lasciò colpire. Restai sorpreso dal modo repentino in cui la sua testa si piegò di lato: Brady si era davvero allenato. 
Liam sorrise con i denti di un rosso vivo, dopodiché si concentrò per rispondere a ogni pugno dell'avversario. 
<< Perché si lascia colpire così tanto? >> domandai a Harry. << Non credo che glielo permetterà ancora. Non ti preoccupare, Zayn. Si prepara ad alzare un po' il livello. >>
Dopo dieci minuti Brady era sfinito, ma assestava ancora poderosi pugni ai fianchi e alla mascella di Liam. Questi gli bloccò il piede quando cercò di dargli un calcio e gli sollevò in alto la gamba, colpendolo quindi sul naso con una forza incredibile. Gli alzò la gamba ancora di più, facendogli perdere l'equilibrio. La folla esplose in un boato non appena Brady cadde. Non restò tuttavia a terra a lungo: si rialzò, con due rivoli scuri che gli uscivano dal naso. Tirò altri due pugni in faccia a Liam, ferendolo: il sangue prese a sgorgargli dal sopracciglio e a colargli sulla guancia. 
In quel momento fui travolto dalla massa di spettatori in movimento e, prima che potessi reagire, mi ritrovai a diversi metri da Harry. In un attimo, finii contro il muro in fondo. 
<< Haz! >> urlai agitando la mano per attirare la sua attenzione. 
<< Ehi! Io ti conosco >>, mi urlò nell'orecchio un ragazzo. Mi scostai e lo riconobbi all'istante. Era Ethan, l'uomo che Liam aveva minacciato al bar, quello che in qualche modo, aveva evitato l'accusa per molestie sessuali. 
<< Sì >>, dissi mentre cercavo un varco. 
<< Che bel braccialetto >>, osservò sfiorandomi il braccio e afferrandomi il polso.
Ritrassi la mano. 
<< Ehi! >> mi toccò ancora il braccio, barcollando e sogghignando. << L'ultima volta che ho cercato di parlarti, siamo stati interrotti in malo modo. >>
Mi sollevai sulle punte dei piedi e vidi Liam assestare due pugni in faccia a Brady. Tra l'uno e l'altro scrutò la calca: stava cercando me anziché concentrarsi sull'incontro. Dovevo tornare al mio posto prima che si distraesse troppo. Non avevo fatto nemmeno un passo quando Ethan mi infilò le dita nella cintura dei jeans e mi sbatté di nuovo contro il muro. 
<< Non ho ancora finito di parlarti. >>
<< Lasciami! >>
Scoppiò a ridere e mi attirò a sé. << Non voglio lasciarti. >> Si chinò e e allungò la mano sul mio fondoschiena. 
<< Ho sempre pensato che avessi un bel culo. >>
<< Vattene! >> urlai, tentando di allontanarlo da me.
Cercai con lo sguardo Harry  e vidi che Liam mi aveva infine individuato. Prese subito a spintonare gli spettatori che lo circondavano. 
<< Liam! >> urlai ma la mia voce fu attutita dalle grida. 
Spinsi Ethan con una mano e protesi l'latra verso Liam, che riuscì ad avanzare solo di qualche passo prima di essere di nuovo spinto nel Cerchio. Brady approfittò della distrazione e gli diede una gomitata nella tempia. 
Il pubblico si quietò un po' quando Liam sferrò un pugno a uno spettatore per tentare ancora di raggiungermi. << Togligli di dosso quelle mani del cazzo >>, gridò.
Spaventato guardai Liam, che gesticolò disperatamente verso Harry. << Prendilo! Haz! Prendi Zayn! >> urlò provando ancora a fendere la calca. Brady tuttavia lo trascinò nel Cerchio e lo colpì. 
<< Sei maledettamente sexy, lo sai? >> fece Ethan. 
Sentii la sua bocca sul collo e chiusi gli occhi. La rabbia mi montò nel petto e lo spintonai. << Ti ho detto di smetterla! >> gridai dandogli una ginocchiata nelle palle. 
Lui si piegò in due e si portò una mano in grembo, ma con l'altra mi afferrò per la maglietta. 
<< Stronzo! >> urlò.
Un attimo dopo ero libero. Harry fissò furioso Ethan e lo agguantò per la maglietta. Lo bloccò contro il muro e gli tempestò la faccia di pugni, fermandosi solo quando vide il sangue sgorgargli dal naso e dalla bocca. 


 
XXX
<< Stai bene, Zayn? Ti ha fatto del male? >> domandò.
Avevo una manica ridotta a brandelli, ma per il resto ero illeso. Scossi la testa, ancora stordito.
Haz mi abbracciò e mi premette la guancia sulla fronte, ma subito dopo s'irrigidì. << Qui, Liam! >> 
Lui corse come un matto e rallentò solo quando mi ebbe stretto fra le braccia. Era coperto di sangue, aveva un occhio sanguinante e la bocca macchiata di rosso. 
<< Oddio... è ferito? >> chiese. 
Harry mi teneva ancora la mano sulla schiena. << Dice di star bene. >>
Liam mi scostò, mi prese per le spalle e mi guardò accigliato. << Sei ferito, Pidge? >>
Mentre scuotevo la testa, vidi i primi spettatori riversarsi all'esterno. Liam continuò ad abbracciarmi studiando in silenzio i volti del pubblico. Un uomo basso e tarchiato saltò giù dalla scala e si bloccò quando ci vide sul marciapiede. << Tu >>, ringhiò Liam. 
Mi lasciò andare, attraversò di corsa il prato e si avventò su di lui. 
Guardai Harry, confuso e spaventato. << È il tizio che continuava a ributtare mio cugino nel Cerchio. >>
<< Liam! >> gridò Harry indicando l'altro lato dell'edificio. Ethan zoppicava, reggendosi al muro di mattoni dell'Hellerton. Sentì l'urlo di Harry e si voltò giusto in tempo per vedere Liam partire alla carica. Liam lo acciuffò nel momento in cui Ethan raggiunse l'auto e ve lo spinse contro. 
Lo implorò di smettere, ma Liam lo prese per la maglia e gli sbatté la testa contro la portiera. Le suppliche cessarono quando si udì il rumore sordo del cranio che cozzava contro il parabrezza. Liam lo trascinò infine davanti al muso della macchina e spaccò il fanale usando la sua faccia. Poi lo scaraventò sul cofano e gli premette il viso sul metallo, insultandolo a gran voce. 
<< Cazzo >>, esclamò Harry. Mi girai e vidi l'Hellerton illuminarsi di luci rosse e blu: stava arrivando la polizia. 
<< Liam! >> gridai.
Lui lasciò cadere il corpo inerte di Ethan e corse verso di noi. Harry mi trascinò nel parcheggio e spalancò la portiera. Balzai sul sedile posteriore, aspettando con ansia che entrassero anche loro. 


 
XXX
Harry spense il motore.  Aprirono le portiere in silenzio e Liam mi prese in braccio. 
<< Cos'è successo? Santo cielo, Liam, cos'è successo alla tua faccia? >> chiese Louis precipitandosi verso di noi. 
<< Te lo dico dentro >>, rispose Harry conducendolo verso la porta. 
Liam mi portò su per le scale, attraversò il soggiorno e il corridoio senza dire una parola e mi fece sdraiare sul letto. Aveva l'occhio rosso e gonfio, la pelle della fronte era ferita e lucida di sangue, le labbra scarlatte e sbucciature su alcune nocche. Gli sfiorai l'occhio e lui trasalì. << Mi dispiace così tanto, Pigeon. Ho cercato di raggiungerti. Ho cercato... >> Si schiarì la voce per controllare la rabbia e la preoccupazione. << Non sono riuscito a raggiungerti. >>
<< Puoi chiedere a Lou di riportarmi alla Morgan? >> dissi. 
<< Non puoi tornare là stasera, sarà piena di poliziotti. Resta qui, dormirò sul divano. >>
<< Dove vai? >> chiesi quando si alzò
 << Devo farmi una doccia. Torno subito. >>
Louis si precipitò in camera e si sedette sul letto attirandomi a sé. << Quanto mi dispiace di non essere stato lì con te! >> esclamò. 
<< Sto bene >>, dissi. 
Harry entrò e mi porse un bicchiere pieno per metà di whisky. 
<< Tieni >>, disse porgendomelo. 
Feci una smorfia quando il liquore mi bruciò fin nello stomaco. << Grazie. >>
<< Avrei dovuto raggiungerti prima. Non mi ero nemmeno reso conto che non fossi più al mio fianco. Mi dispiace, Zayn, avrei dovuto... >>
<< Non è colpa tua, Haz. Non è colpa di nessuno. >>
<< È colpa di Ethan >>, esclamò Harry fremendo di rabbia. 
<< Ho bisogno di un altro drink >>, dissi avvicinando il bicchiere vuoto a Harry. 
<< Anch'io >>, rispose lui e tornò in cucina. 
Liam entrò con un asciugamano attorno alla vita e una lattina fredda sull'occhio. Louis uscì senza dire una parola mentre Liam s'infilava un paio di boxer e prendeva il suo cuscino. Stavolta Harry portò quattro bicchieri. Buttammo giù il whisky senza esitare. 
<< Ci vediamo domani mattina >>, esclamò Louis baciandomi sulla guancia. 
Liam posò il mio bicchiere sul comodino. Mi guardò per un istante, aprì l'armadio, tolse una maglietta dall'appendiabiti e la gettò sul letto.
<< Mi dispiace, sono uno stronzo >>, disse tenendosi la birra sull'occhio. 
<< Hai un aspetto orribile. Domani mattina starei da cani. >> Lui scosse indignato la testa. << Zayn, stasera sei stato aggredito. Non ti preoccupare per me. >>
<< Hai l'occhio talmente gonfio de non riuscirlo ad aprire. Come faccio a non preoccuparmi? >>
Liam contrasse la mascella. << Non sarebbe successo se ti avessi lasciato con Zac. Ma sapevo che se te lo avessi chiesto saresti venuto. Volevo dimostrargli che eri ancora mio. È colpa mia se ti hanno fatto del male. >>
Quelle parole mi colsero alla sprovvista, e per un attimo credetti di non aver sentito bene. << Per questo mi hai chiesto di venire stasera? Per dimostrare qualcosa a Zac? >>
<< Anche >>, ammise vergognandosi. 
Sbiancai in volto. Liam mi aveva ingannato. Ero andato all'Hellerton pensando che avesse bisogno di me, che malgrado tutto le cose tra noi si fossero sistemate. Invece avevo la stessa funzione di un albero per un cane: voleva marcare il suo territorio, e io gli avevo permesso di farlo. 
<< Esci. >>
<< Pigeon >>, disse facendo un passo verso di me.
<< Esci! >> urlai. Afferrai il bicchiere e glielo scagliai contro, ma lui si scansò e il bicchiere  si fracassò in mille pezzi contro la parete. << Ti odio! >>
Liam sospirò come se si fosse svuotato d'ogni energia.
Note D'autore: 
Ciao a tutti Cornetti ripieni :) 
Finalmente, dopo delle piccole inconvenienze.. ho aggiornato. 
E come promesso di due capitoli :) 
Mercoledì prossimo, se ci riesco, voglio postarvi il 
capitolo 19 e il capitolo 20. Poi dovrebbe mancarne soltanto uno.
Dopodiché, voglio prendermi una settimana di pausa per vedere meglio 
in che punto del secondo libro devo iniziare.. 
Poi sarà come sempre e pubblicherò ogni mercoledì. 
Spero che i capitoli vi piacciano :) 
Ringrazio chi ha recensito e chi è passato solo a leggere ;) 
Ci vediamo mercoledì prossimo. 
Ciao Ciao Gamberetti :) 
HazzaLou20 

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Capitolo 19
*** L'ultimo Ballo ***


L'ultimo Ballo



Poco prima che il sole spuntasse all'orizzonte, io e Louis lasciammo in silenzio l'appartamento. Con mio grande sollievo, durante il tragitto verso la Morgan non aprimmo bocca. Non avevo voglia di parlare né di pensare. Volevo solo cancellare le ultime dodici ore. Quando entrammo nella mia stanza, vidi che il letto di Nick era vuoto. 
<< Posso fermarmi un po'? Mi servirebbe il ferro da stiro >>, disse Louis.
<< Lou, sto bene. Va' a lezione. >>
<< Non stai bene. Non voglio lasciarti solo in questo momento. >>
<< È l'unica cosa che desidero. >>
Fece per ribattere ma sospirò. Non sarebbe riuscito a farmi cambiare idea. << Torno a vedere come stai dopo lezione. Riposa un po'. >>
Annuii e chiusi la porta a chiave. Il letto cigolò quando mi ci buttai sopra sbuffando. Avevo creduto di essere importante per Liam, che lui avesse bisogno di me, ma in quel momento mi sentivo come il giocattolo tutto nuovo e luccicante di cui aveva parlato Zac. Voleva dimostrargli che ero ancora suo. Suo.
<< Io non sono di nessuno >>, dissi alla stanza vuota. 

 
POV LIAM
"Lui ci sarà."
"Andarci sarebbe un errore."
"Sarebbe imbarazzante."
"Lui ci sarà. E se qualcuno gli chiede di ballare?"
"Non vuole vedermi. "
"Magari mi ubriaco e lo faccio incazzare."
"Magari si ubriaca e mi fa incazzare."
"Non dovrei andarci."
"Devo andarci. Lui ci sarà."
Elencavo mentalmente i pro e i contro dell'idea di andare alla festa di San Valentino, ma arrivavo sempre alla stessa conclusione: dovevo vedere Zayn ed era là che l'avrei trovato. 
Harry si stava preparando nella sua stanza. Non mi parlava quasi da quando lui e Louis erano tornati insieme, in parte perché se ne stavano rintanati in camera a recuperare il tempo perduto, in parte perché mi riteneva responsabile delle cinque settimane che avevano trascorso separati. 
Ero contento che si fossero riconciliati; se non avesse voluto tornare da lui, forse Harry non me l'avrebbe mai perdonato.
<< Vado a prendere Lou alla Morgan. >> Fece lui entrando nella mia stanza. Ero seduto sul letto con solo i pantaloni, incerto sul da farsi. 
Annuii. << Zayn va sempre alla festa? >>
<< Sì con Finch. >>
Abbozzai un mezzo sorriso. 
Harry osservò le pareti e annuì. << Hai rimesso le foto. >>
Alzai lo sguardo e assentii. << Non lo so, non mi sembrava giusto tenerle in fondo a un cassetto. >>
<< Penso che ci vedremo dopo. >>
<< Ehi, Haz? >>
<< Sì? >>, rispose senza voltarsi.
<< Mi dispiace davvero tanto, cugino. >>
Lui sospirò. << Lo so. >>
Non appena fu uscito andai in cucina e mi versai l'ultimo whisky. Il liquido ambrato rimase immobile nel bicchiere, pronto a darmi conforto.
Lo buttai giù e chiusi gli occhi. << 'Fanculo >>, esclami.


 
XXX
L'intera casa era tappezzata di rosa e rosso: al soffitto erano appese decorazioni un po' ordinarie e il pavimento era coperto di glitter. Il subwoofer rimbombava in tutto l'edificio, coprendo le risate e il brusio costante della conversazione.
Faticai a farmi strada in cerca di Harry, Louis, Finch o Zayn. Ma soprattutto di Zayn. Non era in cucina né nelle altre stanze. Perciò scesi di sotto e rimasi senza fiato quando lo vidi. 
Aveva le braccia al collo di Finch e lui si muoveva goffo, seguendo la canzone.
Mi avvicinai e prima che mi rendessi conto di quello che facevo o pensassi alle conseguenze, mi ritrovai a pochi centimetri da loro.
<< Posso, Finch? >>
Zayn s'immobilizzò e mi guardò stupito. 
Finch guardò prima me e poi lui. << Certo. >>
Attirai a me Zayn e feci un passo. Continuò a ballare, ma mantenne il più possibile le distanze. << Pensavo che non saresti venuto. >>
<< Non ne avevo l'intenzione, ma ho saputo che c'eri tu. Non avevo scelta. >>
Mi aspettavo che se ne andasse da un momento all'altro e ogni minuto in più che restava tra le mie braccia mi pareva un miracolo. << Sei splendido, Pidge. >>
<< Non farlo. >>
<< Non fare cosa? Non dirti che sei splendido? >>
<< Solo... non farlo. >>
<< Non lo penso. >>
<< Grazie >>, replicò seccamente. 
<< No... tu sei splendido. Questo lo penso davvero. Mi riferivo a quello che ho detto in camera. Non ho intenzione di mentire, sono stato contento di rovinarti l'appuntamento con Zac... >>
<< Non era un appuntamento, Liam, stavamo solo mangiando. Adesso grazie a te non mi parla. >>
<< Ho sentito. Mi dispiace. >>
<< No, non è vero. >>
<< Hai... hai ragione >>, risposi balbettando quando vidi la sua aria impaziente. << Ma... quella non è stata l'unica ragione per cui ti ho portato all'incontro. TI volevo là con me, Pidge. Tu sei il mio portafortuna. >>
<< Io non sono un bel niente >>, ribatté guardandomi male. Aggrottai le sopracciglia e smisi di ballare. << Tu sei tutto per me. >> 
Lui strinse le labbra, ma il suo sguardo si addolcì. 
<< Non mi odi sul serio... no? >> domandai. 
Si girò dall'altra parte aumentando ancora la distanza tra noi. << A volte vorrei. Renderebbe tutto più semplice. >>
<< Allora cosa ti fa incazzare di più? Quello che ho fatto per farmi odiare, o il fatto che non riesci a odiarmi? >>
A quelle parole si arrabbiò di nuovo. Mi superò con uno spintone e corse su per le scale fino in cucina. Rimasi solo in mezzo alla pista, esterrefatto e disgustato di me stesso, perché ero riuscito in qualche modo a riaccendere l'odio che provava per me.


 
XXX
Un'ora dopo di birre e discorsi noiosi con i mie compagni e le loro fidanzate, guardai Zayn sperando di incrociare il suo sguardo. Mi stava fissando, ma distolse subito gli occhi. Louis sembrava impegnato a tirarlo su di morale, poi Finch gli toccò il braccio. Aveva chiaramente intenzione di andare. 
Lui finì in fretta il resto della birra e lo prese per mano. 
Fece due passi e si bloccò di colpo quando dalle scale si diffuse la stessa canzone che avevamo ballato alla sua festa di compleanno. 
Dal suo sguardo capii che anche per lui il ricordo di quella canzone era doloroso. 
Teneva ancora a me, era chiaro. 
Uno dei miei compagni, Brad gli chiese di ballare e, per quanto intuissi che Brad si fosse accorto della sua aria afflitta e volesse solo rallegrarlo, mi allarmai. Lo raggiunsi nel momento stesso in cui scuoteva la testa in senso di rifiuto e aprii la mia stupida bocca prima di riflettere. 
<< Balla con me. >>
Louis, Harry, e Finch lo fissarono ansiosi, in attesa della sua risposta. 
<< Lasciami in pace, Liam. >>
<< Pigeon... >>
<< No. >>
Guardò Brad e si sforzò di sorridere. << Ci ho ripensato, Brad. >>
Barcollai all'indietro come se mi avessero dato un bugno al ventre e mi sentii sopraffare da un'ondata di rabbia, di gelosia e di tristezza. 
<< Un brindisi! >> gridai salendo su una sedia e afferrando nel contempo la birra di qualcuno. << Ai coglioni! >> esclamai indicando Brad. << E ai ragazzi che ti spezzano il cuore. >> Feci un cenno in direzione di Zayn. 
<< E all'orrore indescrivibile che provi quando perdi il tuo migliore amico perché sei stato così stupido da innamorarti di lui. >>
Nella stanza cadde il silenzio, tranne per la musica che arrivava dallo scantinato.
Il rapido gesto di Zayn attirò la mia attenzione: prese per mano Brad e lo portò di sotto a ballare. 
Saltai giù dalla sedia e mi avviai verso il seminterrato ma Harry mi bloccò. << Fermo. Può solo finire male. >>
<< E che importa se finisce? >> Lo superai con uno spintone e scesi le scale.
Avanzai tra e coppie che danzavano e mi fermai accanto a loro. << Ora tocca a me. >>
<< No, non tocca a te! >> rispose Zayn chinando la testa per l'imbarazzo. 
Trafissi Brad con lo sguardo. << Se non ti allontani dal mio ragazzo, ti taglio la gola. Proprio qui in pista. >>
Brad sembrò indeciso e fissò nervoso prima me, poi lui. << Mi dispiace, Zayn >>, disse infine. 
<< Quello che adesso provo per te, Zayn... ricorda moltissimo l'odio. >>
<< Balla con me >>, lo supplicai cercando di stare in equilibrio. 
La canzone cambiò e lui si avvicinò a David, il compagno della Sig Tau che più detestavo. David lo prese per i fianchi e gli premette il bacino sul sedere. Anziché sentirmi geloso, fui sopraffatto dal senso di colpa. Si era ridotto così per causa mia.
Mi avvicinai e mi chinai, lo presi per le gambe e me lo caricai in spalla dando una spinta a David che finì per terra.


 
POV ZAYN
<< Mettimi giù! >> gridai tempestandogli la schiena di pugni. 
<< Non lascerò che ti cacci in situazioni imbarazzanti a causa mia >>, grugnì facendo le scale a due a due. 
<< E questo non è imbarazzante? Liam! >>
<< Harry! Donnie è fuori? >> chiese schivando i miei colpi.
<< Uh... sì? >> rispose.
<< Mettilo giù! >> intimò Louis avanzando verso di noi. 
<< Louis, non startene lì! Aiutami! >>
Lui scoppiò a ridere. << Siete ridicoli. >>
Mi rabbuiai all'istante, sconvolto e arrabbiato all'idea che lo trovasse divertente.
Liam si diresse alla porta e io lo guardai furioso. << Mettimi giù, maledizione! >>
Lui aprì la portiera di un'auto, mi gettò sul sedile posteriore e si infilò accanto a me. << Donnie, sei tu quello che non beve stasera? >>
<< Sì >>, rispose lui, gettandomi occhiate nervose. 
<< Ho bisogno che ci porti a casa mia. >>
<< Liam... non credo... >>
Liam parlò con voce controllata ma minacciosa. << Fallo, Donnie, o ti riempo di pugni, lo giuro su  Dio. >>
Donnie mise in moto e io mi avventai sulla maniglia. << Non vengo a casa tua! >>
Liam mi afferrò per un polso, poi per l'altro e io mi chinai per mordergli il braccio. Lui chiuse gli occhi e si lasciò sfuggire un basso grugnito quando i miei denti gli affondarono nella carne. 
<< Fai pure, Pidge. Sono stanco delle tue stronzate. >>
<< Le mie stronzate? Fammi scendere da questa cazzo di macchina! >>
<< Io ti amo, maledizione! Non andrai da nessuna parte finché non ti sarà passata la sbronza e non avremo chiarito le cose! >>


 
XXX
Quando l'auto si fermò Liam mi trascinò fuori per un braccio, mi caricò di nuovo in spalla e mi portò su per le scale. << Notte, Donnie. >>
Faticò ad aprire la porta mentre scalciavo e mi agitavo. 
<< Dacci un taglio, Pidge, altrimenti cadremo giù per le scale! >>
Alla fine ci riuscì e si avviò a grandi passai verso la stanza di Harry. 
<< Mettimi giù! >>
<< Bene >>, rispose gettandomi sul letto di Harry. << Dormici sopra. Parleremo domani mattina. >>
<< Non puoi dirmi cosa devo fare, Liam! Io non ti appartengo! >>
Nell'istante che impiegò a girarsi, la sua faccia si contorse per la rabbia. Si avvicinò, piantò le mani sul letto e accostò il viso al mio.
<< Be', io sì! >> quando urlò, le vene del collo si tesero. Incrociai il suo sguardo, deciso a non battere ciglio. << Io ti appartengo >>, sussurrò mentre la rabbia svaniva e si accorgeva di quanto fossimo vicini. 
Prima che mi venisse in mente una ragione per non farlo, gli afferrai il viso e gli stampai un bacio sulle labbra. Lui mi prese senza indugio tra le braccia, mi portò in camera sua e ci buttammo sul letto. 
Gli sfilai la maglietta e armeggiai al buio con la fibbia della cintura. Liam la aprì con uno strattone e se la tolse gettandola per terra. Mi strappò la camicia e mi tolse i pantaloni, poi mi baciò gemendo a contatto con le mie labbra. Con pochi, rapidi movimenti si liberò dei miei e dei suoi boxer. Si sdraiò sopra di me e io lo afferrai per le natiche, ma si irrigidì.
<< Siamo ubriachi >>, disse con il respiro affannoso. 
<< Ti prego. >> Gli strinsi i fianchi con le gambe. Liam era deciso a tornare con me e non avevo intenzione di oppormi all'inevitabile, perciò ero più che disposta a passare la notte aggrovigliato nelle sue lenzuola. 
<< Non va bene >>, dichiarò. 
Era sopra di me, con la fronte premuta contro la mia. Sperai fosse un'obbiezione poco convinta, di poterlo convincere che si stava sbagliando.
<< Ti voglio. >>
<< Devo sentirtelo dire >>, affermò.
<< Dirò qualsiasi cosa tu voglia. >> 
<< Allora d' che mi appartieni. Di' che mi rivuoi. Non lo faccio se non stiamo insieme. >>
<< Non siamo mai stati separati, no? >> ammisi sperando che potesse bastare. 
Liam scosse la testa,sfiorandomi le labbra con le sue.
<< Devo sentirtelo dire. Sapere che sei mio. >>
<< Sono tuo dall'istante in cui ci siamo conosciuti. >>
Incurvai un angolo della bocca mentre mi accarezzava il volto, poi mi sfiorò le labbra con un tenero bacio. Lo attirai a me e non oppose resistenza. I suoi muscoli si contrassero e trattenni il fiato quando mi penetrò. 
<< Dillo ancora. >>
<< Sono tuo. Non voglio più stare lontano da te >>, sussurrai. 
<< Promettimelo >>, disse gemendo.
<< Ti amo. Ti amerò per sempre. >>
 
XXX
Liam mi svegliò coprendomi di baci. Mi sentivo la testa annebbiata e pesante per tutto quello che avevo bevuto, ma ricordavo ogni dettaglio dell'ora passata prima di addormentarmi. Due labbra morbide mi tempestarono di baci ogni centimetro della mano, del braccio e del collo. Quando arrivò alle labbra, sorrisi. 
<< Buongiorno >>, dissi parlando quasi a contatto con la sua bocca. 
Lui non rispose, continuò a baciarmi. Mi strinse con le sue braccia forti e sprofondò il viso nel mio collo. 
<< Sei silenzioso, stamattina. Coso mi sono perso? >>
<< Non volevo svegliarti. Perché non torni a dormire? >>
Mi appoggiai sul cuscino e gli sollevai il mento. Aveva gli occhi arrossati e la pelle tutt'intorno chiazzata di rosso. 
<< Che ti prende? È successo qualcosa? Louis? >> 
All'ultima domanda mi misi a sedere. Anche quando vide la paura nei mie occhi, non cambiò espressione. 
<< No... Louis sta bene. Lui e Harry sono rientrati verso le quattro, sono ancora a letto. È presto, torniamo a dormire. >>
Passai al vaglio tutte le possibili ragioni di quel comportamento. Lo strinsi a me, timoroso di far domande. << Hai dormito? >>
<< Non... sono riuscito. Non ho voluto. >>
Lo baciai sulla fronte. << Di qualsiasi cosa si tratti, la affronteremo, d'accordo? Perché non dormi un po'? Ne parleremo più tardi. >>
Lui alzò di scatto la testa e mi scrutò. << La affronteremo? Che vuoi dire? >>
<< Non so cosa stia accadendo, ma sono qui. >>
<< Nel senso che resti? Con me? >>
<< Sì. Pensavo che ne avessimo parlato ieri sera. >>
<< Sì >>, annuì, in tono più sicuro. 
Osservai la stanza cercando di riflettere. Le pareti non erano più spoglie come quando ci eravamo conosciuti. Erano tappezzate dei ninnoli comprati nei luoghi in cui eravamo stati e l'intonaco era disseminato di cornici nere contenenti foto mie, sue, di Toto e dei nostri amici. 
Lo guardai sospettoso. << Pensavi che mi sarei svegliato incazzato con te, vero? Che me ne sarei andato? >>
Liam alzò le spalle, fingendo malamente quell'indifferenza che un tempo gli riusciva tanto spontanea. << Non sarebbe la prima volta. >>
<< Per questo sei così agitato? Sei rimasto in piedi tutta la notte temendo quello che sarebbe successo quando mi fossi svegliato? >>
Lui faticò a trovare le parole. << Non volevo che ieri sera andasse così. Ero un po' ubriaco, ti ho seguito alla festa come uno stalker del cazzo, poi ti ho trascinato qui contro la tua volontà e poi... abbiamo... >> 
<< Fatto il miglior sesso della mia vita? >> sorrisi stringendogli la mano. 
Scoppiò a ridere e a poco a poco la tensione sul suo viso svanì. << Quindi va tutto bene? >>
Lo baciai e gli accarezzai il volto con tenerezza. << Si, stupidone. L'ho promesso, no? Ti ho detto tutto quello che volevi sentire, stiamo di nuovo insieme e ancora non sei felice? >>
Lui si sciolse in un sorriso.
<< Liam smettila. Io ti amo. >>
Gli comparve allora la fossetta sulla guancia. << Ti amo così tanto, cazzo >>, disse scuotendo la testa. 
Nota D'autore: 
Ciaooo a tutti caramelline *^*
Questa volta c'è solo un capitolo
mi dispiace ma proprio non ce l'ho 

fatta a scrivere il capitolo 20. 
Come avete potuto notare ho modificato 
il rating da rosso a arancione perché
mi sembrava più giusto così. 
Spero che il capitolo vi piaccia. 
Grazie a chi è passato a leggere e chi ha recensito. 
Ci vediamo mercoledì prossimo con il capitolo 20! 
Un bacio. 
HazzaLou20
 
 
 
 
 
 

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