The age of the demigods

di Cleia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** ospiti imprevisti ***
Capitolo 3: *** presentazioni ***
Capitolo 4: *** strane somiglianze ***
Capitolo 5: *** salvare il mondo... di nuovo ***
Capitolo 6: *** La calma... ***
Capitolo 7: *** ... e la tempesta ***
Capitolo 8: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Loki , che fino a quel momento aveva faticato a prendere sonno, si svegliò definitivamente nel bel mezzo della notte. All’inizio rimase a contemplare il soffitto della sua cella ad Asgard (in cui era “ospitato” da diverso tempo, oramai), prima che una strana sensazione lo distrasse e lo convinse a girarsi verso la parete trasparente. Sorrise appena quando capì cosa lo aveva realmente svegliato: un’ombra si stagliava netta a pochi metri da lui, nonostante la mancanza di luce necessaria per vederla in volto. Ma il dio sapeva perfettamente a chi appartenesse.
-Chissà perché mi aspettavo di vederti, prima o poi- una nota di incertezza traspariva dalla sua voce: possibile che avesse ancora le forze per aprire la cella e ucciderlo? Come in risposta ai suoi pensieri l’ombra rise divertita.
-Tranquillo, non ti farò del male. Non adesso almeno-  e ti pareva…
-Ti voglio solo proporre un patto: se lo accetti forse, e dico forse, ti terrai la tua cara vita, e il tuo debito con noi sarà saldato- A quelle parole Loki sorrise veramente -Non aspettavo altro-



*Saluta con la mano*
Ehilà! Spero non vi dispiaccia se il prologo è così corto,i prossimi capitoli li farò più lunghi, promesso! 
Qualche precisazione sulla storia: la parte relativa agli Avengers è ambientata dopo il primo film (prima del secondo di Thor, per intenderci); i personaggi di Percy Jackson, invece, riprendono la storia dalla fine di "il figlio di Nettuno", ma in questo caso tutti e sette gli eroi sono arrivati al campo mezzosangue giusto in tempo per sentire una profezia piuttosto strana (che non ho scritto di preciso perchè va oltre le mie capacità). Ringrazio da subito Melde Aranel, che mi ha aiuto a "sbloccare" parte della storia. Per commenti e critiche di ogni genere sono accettate recensioni!   

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Capitolo 2
*** ospiti imprevisti ***


Tony Stark finì di vestirsi mentre andava verso la sala riunioni del palazzo. Era stato svegliato circa dieci minuti prima a causa di “un paio di problemi relativi alla sicurezza nazionale”; o almeno, questo è quello che gli era stato riferito Jarvis; cosa che però non era riuscito a chiarire a causa del tipico stordimento che aveva appena si svegliava di botto, alle cinque della mattina, con un programma inventato da se che gli cantava la sveglia militare nelle orecchie.
Promemoria per me: riprogrammare la sveglia e aggiornare Jarvis con qualche album di Bob Marley.
Nel frattempo aveva chiesto la cortesia a Pepper di chiamare a raccolta il resto del gruppo, dato che a quanto pare la cosa riguardava l’intervento degli Avengers al completo. Si preparò per colazione un caffè leggermente corretto di Whiskey e attese con calma l’arrivo dei suoi compagni, che non tardarono a lungo: il caso volle che proprio la sera prima aveva dato una festicciola a casa sua (invitando praticamente mezza città) e il resto della compagnia a causa della sbronza collettiva e della stanchezza aveva dormito nelle stanze per gli ospiti qualche piano più sotto.
Una volta che anche Banner e Barton entrarono nella stanza Jarvis mostrò loro delle immagini satellitari di sette figure umanoidi (ma che non si potevano ancora definire umani, data la poca luce a disposizione e la mancanza di prove) da qualche parte in mezzo ad un deserto.
-Jarvis, potresti indicarci la posizione di questi… individui e chiarirci cosa hanno fatto di male, a parte svegliarsi all’alba di sabato mattina?- chiese Stark con una nota di impazienza nella voce: stranamente non aveva voglia di mettersi a dare comandi a nulla in quel momento.
Jarvis cominciò a spiegare la situazione con la sua solita voce calma:
-Questi individui (come li chiama lei, signore) sono stati rilevati dai nostri satelliti esattamente venti minuti fa in New Mexico, da dove si stanno spostando- e a quel punto fece partire un rilevatore radar che illustrava sette puntini rossi che si muovevano da un cerchio bianco verso nord-est.
-Il problema-continuò- è che nessun sistema, americano o meno, è riuscito ad individuare come sono arrivati in quella zona del deserto-.
Lo scienziato guardò i suoi amici e vide che erano tutti quanti confusi quanto lui… tranne Thor, che sembrava aver avuto un idea di colpo.
-Forse lo so io, anche se l’idea sembra ridicola…- tutti si voltarono verso di lui, in attesa di una spiegazione che potesse chiarire l’apparizione delle figure nelle immagini. -Quel posto lo conosco: è lo stesso dove sono atterrato io la prima volta sulla Terra… dove mi ha portato il Bifrost-
Appena udite quelle parole si alzò subito un brusio generale, che terminò quando il dottor Banner espresse i dubbi di tutti a voce alta: -Pensi forse che quei sette siano arrivati tramite il Bifrost? Ma lo avevi distrutto!-
-Ma quello non era l’unico modo per arrivare sulla Terra. Io stesso sono riuscito a venire di nuovo qui grazie al Tesseract; ci sono altri passaggi, probabilmente si trovano anche su altri pianeti-
-Quindi abbiamo a che fare con degli alieni? Di nuovo?- esclamò Stark con un sospiro: si era quasi (e ripeto, quasi) abituato a questa momentanea vacanza e non aveva tutta questa voglia di andare a salvare il mondo da un’altra possibile minaccia. Non era forse possibile che quegli alieni fossero venuti solo per un giro turistico?
-Non è detto che siano alieni, Stark- rispose Thor, leggermente offeso da quello che sembrava un insulto rivolto alla sua persona: dopotutto anche lui non era un terrestre ma non per questo amava farsi chiamare “alieno”.
Steve Rogers (per le fan Capitan Fenomeno) stroncò sul nascere quella possibile lite:- Qualsiasi sia la loro origine dovremmo andare a controllare, prima che arrivino in una qualsiasi città e possano far danni-
-Ben detto biondino, prima chiudiamo questa faccenda, prima possiamo tornare a dormire-rispose Stark, posando la tazza di caffè ormai vuota e strofinandosi le mani tra di loro
-Andiamo a dare il benvenuto ai nuovi ospiti-
-Signore, sta dimenticando il secondo problema- gli ricordò Jarvis. Il miliardario sospirò di nuovo: non gli era mai capitato di sospirare così tante volte in così poco tempo, e dire che partecipava alle riunioni dello S.H.I.E.L.D. da anni.
-Cos’altro c’è, Jarvis?-
-L’arma asgardiana che è stata riportata sulla Terra qualche settimana fa, su gentile concessione del signor Thor…-
-Intendi il cubo luccicante che ha raso al suolo mezza New York?- chiese Stark con sarcasmo, riferendosi allo strumento che il figlio di Odino aveva usato per tornare sulla Terra, in modo da consegnarlo al governo americano per delle “ricerche”.
-Esatto signore, proprio quella. E’ stata rubata stanotte dalla Base di Ricerca del Governo Americano- Tutti quelli presenti in sala rimasero a bocca aperta, prima che il silenzio generale venne rotto dal commento sagace del padrone di casa -Questo si che è un problema-  






Spero di aver colto la personalità di ogni personaggio... so che non faccio parlare tutti allo stesso modo, ma sono tanti e ci tengo ad evidenziare solo alcuni aspetti di ognuno... ah, essendo la mia prima fanfiction gradirei sapere le vostre opinioni sull'andamento della storia :)
Grazie mille! -C-

 

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Capitolo 3
*** presentazioni ***


Grazie ai suoi incredibili e costosissimi mezzi (un jet privato e la sua armatura migliore) Stark riuscì a guidare il resto della compagnia fino al punto indicato da Jarvis in meno di un ora, atterrando in un campo pieno di cactus e rocce, ancora abbastanza lontano da qualsiasi città o via di comunicazione. A quanto pare i forestieri non si erano mossi di molto… ma perché non vedeva nessuno? Attivò la vista ad infrarossi mentre gli altri cinque scendevano dal velivolo, ognuno di loro armato e incalzamagliato per bene. Stark riuscì a fare appena mezzo giro su se stesso prima di rilevare qualcosa proprio in mezzo a un gruppo di massi alti si e no tre metri di altezza. Sembrava che ci fossero delle forme di vita là in mezzo. Si bloccò sul posto, sorridendo appena, e indicò il punto esatto agli altri, che presero subito posizione il più lentamente possibile.
Dato che nessuno dei nuovi arrivati sembrava volersi mostrare fece lui la prima mossa e si diresse lentamente verso la roccia più vicina.
-Sappiamo che siete là dietro; che ne dite di uscire e fare conoscenza? Non vi attaccheremo se non vi dimostrerete una minaccia- frase abbastanza inutile dato che ovviamente costituivano una minaccia.
Attesero qualche secondo nel silenzio più assoluto prima che successe una cosa stranissima: in un attimo tutti i cactus presenti nella zona esplosero contemporaneamente, colpendo tutti e sette con getti fortissimi di acqua,neanche fossero stati degli idranti. Allo stesso tempo dei proiettili luminosi (venuti da non si sa bene dove) li investì in pieno. Tony Stark non si fece praticamente nulla, essendo ancora coperto dall’armatura, ma abbassando lo sguardo vide ciò che lo aveva appena colpito e si bloccò fulminato: era sicurissimo che quelli ai suoi piedi fossero dei veri e propri diamanti. Ma la parte bella arrivò quando una mini-tempesta si abbatté su di loro… così, dal nulla. Rogers cercava di riparare se stesso e gli altri con il suo scudo volante, Banner si stava decisamente incavolando e gli altri attaccavano, ciascuno con le proprie armi, in una direzione diversa. Lui, appena riscossosi dai suoi pensieri, sparò un colpo deciso verso il punto dove dovevano trovarsi i nemici. Pietre e schegge volarono da tutte le parti… e oltre a quelle saltarono fuori dei tipi molto diversi da come se li immaginavano. Nella sua lunga (ma non troppo) vita ne aveva viste di tutti i colori, tanto che ci si poteva girare almeno tre film (senza poi contare le avventure passate insieme a quei bambocci che stavano combattendo con lui in quel momento) ma finora uno spettacolo del genere non se lo sarebbe mai aspettato: non tanto la furia degli elementi impazziti, non tanto il fatto che uno di loro stava letteralmente volando a terra senza indossare nessun tipo di armatura, non tanto la presenza di un orso enorme nel bel mezzo del deserto… ma era mai possibile che quelli che vedeva fossero ragazzi? Si era aspettato di tutto mentre venivano in New Mexico, di qualsiasi razza e potere… ma si era sempre immaginato che i probabili nemici fossero uomini (o donne) belli che fatti!
L’entrata in scena dei nuovi antagonisti creò una reazione molto simile alla sua anche al resto del gruppo. Persino Hulk smise di urlare come un pazzo e osservò con i suoi occhietti quelle esili figure uscite allo scoperto. La pioggia di pietre e acqua si era arrestata, così come la tempesta in arrivo pochi secondi prima. I sette vendicatori osservavano stupiti quelli che a prima vista sembravano dei semplici ragazzi di strada tra i 13 e i 18 anni circa, ma un rapido conto gli fece capire che qualcosa non andava: erano in cinque, più quello strano orso di cui non c’era traccia nelle immagini satellitari. Prima ancora che potessero aprire bocca l’animale in questione cominciò a rimpicciolirsi e si mise su due zampe… che presto divennero piedi. Un sesto ragazzo prese forma vicino ai suoi compagni… e l’ultima comparve dal nulla proprio vicino a lui, in mano teneva un cappello da baseball. I vendicatori in quel momento dovevano avere un aria piuttosto ebete mentre fissavano i quattro giovani e le tre ragazze. Nessuno di loro sembrava pericoloso, non avevano neanche un arma. Come avevano fatto, allora, ad aggredirli in quel modo?
Un maschio (capelli neri, occhi verdi, aspetto da comune mortale) si fece avanti per primo.
accennò a un sorriso, che gli morì sulle labbra vedendo l’ aspetto decisamente poco mortale di Hulk e di Ironman… e gli sguardi sospettosi di tutti gli altri.
Gli venne in soccorso la ragazza bionda comparsa dal nulla (Stark non poté fare a meno di notare che era molto carina):
-Avevate detto che non avreste attaccato se non lo avessimo fatto noi… ci spiace di aver agito di impulso, ma vi possiamo assicurare che non vi faremo del male ora che abbiamo capito che siete voi quelli cercavamo-
Di seguito parlò un ragazzino non più grande di 15 anni, con l’aria da folletto, che si rivolse al nuovo gruppo con aria confusa:
-A proposito, potete dirci chi siete di preciso? L’Oracolo non ha chiarito molto bene questa parte…-  Stark si riscosse a quelle parole
-Chi siamo noi?! Chi siete voi piuttosto! E come diavolo avete fatto a materializzarvi in mezzo al deserto?-
-Calma Tony- intervenne Thor –andiamoci piano- poi si volse verso la banda di teppisti e al ragazzino in particolare
-Non volevamo spaventarvi, ma vi siete dimostrati molto imprudenti. Comunque sia, io sono Thor, figlio di Odino, padre degli dei e re di Asgard- i ragazzi apparvero confusi e Stark non poteva dargli torto: che razza di presentazione era? I ragazzi si guardarono tra di loro, poi un altro teppistello (biondo, stavolta) si rivolse verso il dio con sguardo serio
-Abbiamo più cose in comune di quanto pensassi: io sono Jason Grace, figlio di Giove, dio del cielo e padre degli dei anch’egli-
-E io sono Tony, figlio di John Lennon, il dio della musica- ribatté Stark alzando gli occhi al cielo e sparando il nome del primo personaggio famoso che gli era venuto in mente.
-Ora che ci siamo presentati che ne dite di dire i vostri veri nomi?- Il biondino lo guardò piuttosto offeso
-Ti ripeto che il mio nome è Jason Grace, ed è vero come il fatto che tu sei ricoperto di latta da capo a piedi- Prima che l’altro potesse rispondere in qualsiasi modo intervenne Natasha Romanoff  a calmare la situazione; aveva ancora la pistola in mano ma l’aveva abbassata verso terra.
-Tony, credo che stiano dicendo la verità, capisco quando una persona mente e poi hai visto tu stesso come hanno attaccato- dietro di lei Bruce Banner stava tornando se stesso, cosa che sembrò tranquillizzare i giovani amici. Clint sembrava diffidente ma abbassò anche lui l’arco.
-Dovete spiegarci tante cose, ragazzi… e soprattutto chiarire le vostre discendenze, dato che non ho capito bene le origini della vostra stirpe- disse Thor. Il tipo di prima con l’aria furbetta (che aveva iniziato a giocare con degli ingranaggi tirati fuori dalla cinta) chiarì senza scomporsi:
 -Se volete ci mettiamo tutti in cerchio a raccontarci i nostri nomi e le nostre avventure; oppure potete chiamarci semplicemente “i sette della profezia”-  

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Capitolo 4
*** strane somiglianze ***


-Vediamo se ho capito bene- disse Steve Rogers (ancora nel suo splendido quanto attillato costume da Capitan America) -Voi siete dei semidei, venite da un campo per Mezzosangue dove una mummia… cioè, un Oracolo… vi ha detto di venirci a cercare, e vi siete spostati grazie all’aiuto del dio Apollo, che vi ha dato un passaggio sul suo carro solare e vi ha portati qui in mezzo al deserto?- aveva la stessa faccia di uno che ascolta un drogato parlare di unicorni viola, cosa che d’altro canto sarebbe suonata più realistica. Ok che Thor era un dio a tutti gli effetti, ma adesso ci si metteva di mezzo anche la concorrenza?
-In effetti si- rispose il ragazzo moro con i poteri da pompiere che, da quel poco che Stark era riuscito a capire,doveva essere il “capo”. Alla fine si erano messi sul serio tutti quanti seduti a terra in cerchio, tra rocce in pezzi e polpa di cactus. Ci manca solo un fuoco con qualche stella si disse Stark e sembriamo un raduno di famiglie in campeggio.
-So che può sembrare parecchio strano, ma da quanto ho capito voi ne avete viste di peggio… e poi avete un compagno che anche lui è una specie di semidio- aggiunse la bionda(Annabeth, o qualcosa del genere)
-Sono un dio vero e proprio per l’esattezza- rispose il signore del tuono.
-Comunque, il nostro Oracolo ha fatto intendere che dovevamo cercare i nostri “sette corrispettivi eroi” in questo mondo-
-E cosa ti fa pensare che siamo davvero noi quelli che cercate?> chiese Natasha. La bionda per tutta risposta sollevò un sopracciglio
-Beh, conoscete altri sette eroi che passano il loro tempo a salvare il mondo da queste parti?-
-Innanzitutto ti faccio notare che siamo sei- precisò Occhio di Falco -E poi quello che non capisco è “corrispettivi”; vi sembra forse che ci assomigliamo?-
-Perché no?- disse il ragazzino con i ricci (Leo, questo se lo ricordava perché gli stava simpatico) -Io per esempio posso costruire di tutto, anche un armatura come quella lì. A proposito, credo di aver capito il meccanismo dei propulsori e del braccio lancia missili- disse rivolgendosi a Stark. Ecco perché gli stava simpatico: aveva un ingegno fine e anche un senso dell’umorismo simile al suo (anche se non l’avrebbe mai ammesso). Il ragazzo continuò:
-Thor e Jason sono entrambi figli del dio del cielo… o quello che è- aggiunse, vedendo che mister-tuono stava per ribattere -Frank e te, che non ho capito come ti chiami, siete bravi con l’arco. Il professore e Annabeth sono due geni fissati con i computer, la rossa e Piper sono due sventole…- a quel punto fece l’occhiolino alla Romanoff, che alzò gli occhi al cielo nello stesso momento dell’altra ragazzina (anche lei piuttosto bella, in effetti)  -E poi sia Percy che Capitan America hanno quel non-so-che di “io mi sacrifico per te, chiunque tu sia” che hanno molti eroi nei fumetti-. Terminata la sua tesi il professor Banner si grattò il mento, pensieroso, indifferente al fatto di essere rimasto in calzoni dopo aver quasi ammazzato dei ragazzi.
-In effetti la storia torna quasi in tutto… ma come ha fatto notare Tony manca il corrispettivo della ragazza… come hai detto che ti chiami?-
-Hazel- rispose lei -e ad essere sincera non sono sicura che il mio corrispettivo sia… ecco… proprio il mio. Molto probabilmente è più simile a mio fratello che a me-
-E chi sarebbe tuo fratello?- le chiese il professore
-Nico. Nico di Angelo- il suo volto assunse un’espressione triste mentre pronunciò il suo nome, così come tutti gli altri.
-Pensiamo che stia per combinare qualche casino: ieri notte ha fatto un incubo e mentre dormiva diceva qualcosa a proposito di recuperare un arma. Sono uscita un attimo dalla camera per prendergli un bicchiere d’acqua ma lui nel frattempo è partito in fretta e furia di nascosto. Non sapevamo cosa pensare finché l’Oracolo non ha detto… beh, ha detto che “il figlio dell’Ombra avrà in mano le chiavi di una guerra”. Una guerra in cui saranno coinvolti anche molti civili, a quanto pare-
Stark commentò per primo il racconto della ragazza, e dato che sembrava molto preoccupata cercò di sembrare un po’ più… paterno: -Scusa tanto piccola, ma qualcuno ha mai spiegato a tuo fratello che gli incubi, per quanto spaventosi possano essere, non sono reali?- ok, forse poteva fare di meglio: la ragazza si era rabbuiata ancora di più.
-Purtroppo noi semidei non facciamo mai semplici sogni: per quanto possano sembrare banali o allarmanti si trattano pur sempre di premonizioni, o di fatti che stanno accadendo in qualche altra parte del mondo-
-Già, come quella volta che ho sognato di fare un incontro di boxe con una banana, poi il giorno dopo ne ho assaggiata una per sbaglio e…- la sua voce si spense quando incontrò lo sguardo di rimprovero della sua squadra e capì che era il momento di stare zitto.
I vendicatori non ci fecero nemmeno caso e si scambiarono un’occhiata preoccupata: se quello che diceva la ragazza era vero allora molta gente era in pericolo.
-Hai un’idea su che tipo di chiavi parlasse?- chiese occhio di falco
-Sono delle armi: l’Oracolo ha chiamato una di esse “lo scettro del Dio del caos”-
Non ci fu neanche bisogno di guardarsi, stavolta; tutti e sei gli Avengers ricordavano fin troppo bene chi aveva usato quello scettro in passato, e che, potendo, lo avrebbe rifatto: -Loki!-

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Capitolo 5
*** salvare il mondo... di nuovo ***


-Quindi questo Loki sarebbe tuo fratello?- chiese Leo, rivolto a Thor -ecco allora un’altra somiglianza con noi: un altro fratello pazzo…- ma poi si interruppe vedendo l’occhiataccia di Hazel. Il professor Banner non li ascoltò nemmeno, tanto era impegnato a ricollegare i fatti:
-Quindi non siete stati voi a rubare il Tesseract, ma questo Nico! Come avrà fatto ad evitare la sorveglianza? Ci eravamo impegnati affinché non finisse in mani sbagliate-
-Non è questo che mi preoccupa- disse Thor -ma di cosa potrebbe farci: sembra abbia intenzione di riaprire il portale!- Nel frattempo i semidei li guardavano piuttosto confusi: -Tesse…cosa?-
-Aspettate tutti!- esclamò all’improvviso Natasha -Noi sappiamo che è stato rubato il tesseract… ma la loro profezia parla dello scettro, insomma, di due armi differenti!-
-Ma lo scettro si trova ancora su Asgard, non l’ho portato con me-
-E guarda caso anche tuo fratello dovrebbe essere ad Asgard- ribatté Tony
-Ma qualcosa mi dice che sono tutti e due qui… e che stanno per distruggere qualcosa-
-Beh, che stiamo aspettando? Andiamo a salvare il mondo!- esclamò Percy, alzandosi in piedi, seguito a ruota dai compagni. Anche gli altri si alzarono ma con meno entusiasmo. -Prima di metterci a correre tutti insieme verso una nuova avventura… avete una minima idea di dove si trovi il vostro amico?- chiese Stark. I ragazzi si bloccarono di colpo, leggermente stupiti. -Ecco… pensavamo che fosse con il vostro amico- rispose Piper
-Non è possibile- spiegò il divino Thor -mio fratello è ancora rinchiuso nella prigione di Asgard. L’ho controllato io stesso ieri, prima di scendere sulla Terra. Non è possibile che si sia liberato così in fretta. Asgard sarebbe il mondo da cui provengo- aggiunse, vedendo lo sguardo confuso dei ragazzi.
Annabeth adesso sembrava davvero frustrata. -Fantastico, non sappiamo neanche da dove cominciare!-
 Percy, però, si schiarì la voce, leggermente imbarazzato -Forse invece lo so io…- tutti quanti lo guardammo ansiosi. Vedendosi tutti quegli sguardi addosso il giovane semidio arrossì ancora di più -Credo che si stia dirigendo verso… l’Empire State Building- disse, con un cenno di intesa verso i suoi compagni.
-Come fai ad esserne tanto sicuro?- chiese la Romanoff
-Io ho fatto… un’altra specie di sogno. Ho visto Nico che parlava con qualcuno nell’ombra che gli diceva di portare l’arma al sicuro nella casa di suo zio…- la sua voce piano piano si affievolì sotto lo sguardo di fuoco della biondina, che doveva essere la sua ragazza.
-E perché non lo hai detto prima, di grazia?!-
-Beh, ecco, me ne ero dimenticato- prima che Annabeth potesse picchiarlo, o semplicemente urlargli contro, si mise in mezzo Rogers con il suo scudo platinato: -ok, ok, l’importante è che se lo sia ricordato in tempo. Avete detto che questo zio abita vicino all’ Empire State Building?- I ragazzi si scambiarono un’occhiata a metà tra il preoccupato e il divertito. Ovviamente stavano nascondendo qualcosa.
-Diciamo che i nostri genitori abitano… sopra il grattacielo- disse Leo con un sorrisetto preoccupante.
-Vi spiegheremo tutta la faccenda mentre andiamo- promise Annabeth -ora però è meglio muoversi-
-Ben detto ragazzina- esclamò Stark -peccato che non abbiamo abbastanza spazio nel jet. A meno che non sappiate tutti volare come il vostro amichetto- indicando Jason -dovrete trovare un altro mezzo. Posso farmi mandare un altro jet, oppure vi farò fare i biglietti per il prossimo volo…-
-No!- urlò d’un tratto Percy -Niente voli di nessun genere per favore, preferirei non finire arrosto- poi, notando lo sguardo interrogativo del miliardario aggiunse: -Ho un brutto rapporto con il dio del cielo-
-Ok, questa me la spiegherai un altro giorno ragazzino; arrivate fino in città e trovate il modo che più vi aggrada per tornare a New York, intanto io, la mia squadra e Superman vi precediamo- disse, indicando Jason -ci vediamo allo State Building il prima possibile-
-Un posto a disposizione ci sarebbe, posso volare anche io- chiarì Thor
-Facciamo due, è meglio se guido questi ragazzi fino in città- disse Natasha
-Vengo io con voi- propose Hazel -Penso di poter convincere mio fratello a lasciar perdere questa pazzia-
-Vengo anche io allora; un po’ di persuasione in più non farà male- fu il commento di Piper. Stark (o meglio, Jarvis) rimise in funzione l’armatura, pronto a partire.
-E adesso, miei compagni di viaggio, andiamo a prendere a calci qualche fratellino combina guai-








Eccomi di nuovo qui! Spero che mi perdonerete sia il ritardo di pubblicazione degli ultimi due capitoli (le vacanze sono pur sempre vacanze) che lo stretto contenuto di quest'ultimo ;)
-C-

 

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Capitolo 6
*** La calma... ***


Il primo gruppo arrivò al fatidico palazzo il prima possibile, giusto in tempo per vedere… una tranquillissima via new yorkese ricostruita di recente, piena di gente altrettanto calma e spensierata che si godeva il sole mattutino.
Era la tipica giornata estiva in cui sapevi che un mostro avrebbe girato l’angolo da un momento all’altro, tentando di distruggere tutto ciò che poteva. La calma prima della tempesta pensò Stark.
Ma per il momento alla base del grattacielo non sembrava esserci nessun movimento ostile. Parcheggiarono il jet in una strada parallela (tanto per non dare nell’occhio) e si appostarono proprio davanti all’edificio, incuranti dei commenti sarcastici che i turisti facevano all’armatura di Stark. Non che a lui dispiacesse tutta quell’ attenzione: si era fatto anche una foto con una giovane coppia inglese e aveva firmato un paio di autografi.
-Ma fa sempre così?- sussurrò Piper ad un esasperato Capitan America
-E’ persino peggio di mio padre!-
-Diciamo che è un narcisista ed egocentrico per buona parte del tempo, ma tranquilla, sa anche combattere quando vuole-
-Ti ho sentito!-
Nel frattempo Barton cercava di avere una descrizione da Hazel del fratello: -Ecco… ha la pelle molto chiara, con delle occhiaie profonde e i capelli neri; non molto alto; è secco come un chiodo… ah, si! Porta sempre un giubbotto da aviatore e in generale veste sempre di nero-
Tony sospirò amareggiato a quella descrizione: -Piccola, si vede che non siete di città: se aspetti qualche ora vedrai centinaia di ragazzi con questa descrizione… anche se la maggior parte sarà rintanata in qualche angolino buio a bucarsi-
-Ma Nico non è un drogato!- ribatté stizzita la ragazzina -E non credo che aspetterà che si faccia buio, non se la sua “missione” è così importante-
-Lascialo perdere, non è una persona con molto tatto- dichiarò Barton -sei sicura che tuo fratello non abbia qualche cosa di particolare che possiamo riconoscere?-
-Ehm… gira con una spada nera, ma non so cosa vedrete voi a causa della Foschia- In effetti i semidei avevano accennato a questa specie di nebbiolina magica… questo voleva dire che ci sarebbero state ancora meno possibilità di riconoscere qualcosa di sospetto: come facevano a sapere che quel signore con il carrello e il grembiule non trasportasse dei piccoli congegni spaziali invece degli hot-dog?
-Sarà meglio andare dentro, non vorrei che fosse arrivato prima di noi- disse Jason, distraendo Stark dai suoi piani di attacco a base di senape.
Entrarono tutti assieme e si diressero verso la reception dove sedeva un giovane sulla trentina. Piper andò dritto al sodo: -Dobbiamo salire al seicentesimo piano-
Il ragazzo lentigginoso la guardò storto, come d'altronde fecero anche gli altri supereroi.
-Devi esserti confusa ragazza, non esis…-
-Oh, si che esiste. E sa chi me lo ha detto? Il mio Percy Jackson, quello che qualche anno fa ci ha portato la folgore di Zeus. E ora si sbrighi, dobbiamo andare sull’Olimpo- certo che quando voleva la ragazza sapeva il fatto suo: disse l’ultima frase con una tale convinzione che il giovane si chinò sotto il bancone e tirò fuori qualcosa, senza fare più domande. Stava per porgerle una strana scheda di accesso quando all’improvviso si riscosse e ci guardò imbarazzato -Spiacente, ma non posso farvi passare comunque: ho ricevuto l’ordine preciso di non far arrivare nessuno sull’Olimpo- Piper sembrava piuttosto offesa dal fatto che il suo piano avesse fallito
-E chi te lo avrebbe detto?-
-Io- rispose tranquillamente una voce alle loro spalle. Hazel sembrò riconoscerlo prima ancora di girarsi -Nico!- strillò infatti, correndo ad abbracciarlo. Il fratello squadrò i vendicatori da sopra la spalla della sorella -E questi chi sarebbero?-
-Ragazzino, sarò contento di fare tutte le presentazioni che vuoi, ma prima dacci il tesseract, se non ti spiace- rispose subito Stark.
Nico non si degnò neppure di rispondergli, troppo impegnato a rimproverare la sorella:
-Perché avete coinvolto degli umani? Questa non è la loro battaglia-
-Lo sarà, se userai il tesseract nel modo sbagliato- lo rimproverò lei -Perché vuoi portarlo sull’Olimpo? Possibile che tu odi nostro padre così tanto da voler distruggere la sua casa?- Nico rimase perplesso da quell’improvviso sfogo di rabbia: -Distruggere l’Olimpo? Ma di che parli?! Io sono qui proprio per impedire che questo accada. E poi mi spieghi che cosa è un tesseract?-
Rimasero tutti a guardarlo confusi. A Piper, nel frattempo, era venuto un dubbio: -Nico, chi ti ha detto che ci sarebbe stato un attacco qui? Chi ti ha mandato a bloccarci?- Il ragazzino la guardò ancora più confuso
-Veramente nessuno mi ha mandato. Ho fatto un sogno in cui vedevo… qualcuno dare ordini ad un semidio di attaccare l’Olimpo- nonostante i suoi sforzi per non darlo a vedere, tutti capirono che stava nascondendo qualcosa. –Nico, queste persone sono amiche- lo rassicurò Hazel -puoi dirci chiaramente chi erano i due che hai visto- il fratello non sembrava ancora convinto. Strano che non si fidi,in genere l’armatura conquista tutti  .
-Il semidio non lo conosco veramente- disse infine -e dell’altro ho sentito sola la voce, quindi immagino di essermi confuso-
-Perché? Di chi era?- provò ad incitarlo Jason
-Sembrava… sai, la voce di Crono- I presenti del club “i sette della profezia” ammutolirono di colpo, scambiandosi occhiate preoccupate. Anche Stark era preoccupato: questi qui dicevano di sognare persone sconosciute, che progettavano piani malefici chissà dove, e guarda caso si realizzavano (e pensare che lui una volta aveva sognato di stare su una spiaggia deserta, in compagnia di due belle ragazze…) e poi chi era questo Crono? Un altro che aveva un genitore con delle manie di superiorità?
La sua perplessità doveva essere evidente perché la ragazza, Piper, cercò di fare un riassunto a favore dei nuovi compagni di squadra.
-Neanche noi lo abbiamo mai visto di persona, ma ci hanno parlato parecchio di lui: Crono era il padre dei titani, era stato distrutto dal figlio Zeus e costretto a rimanere nel Tartaro, dove è rimasto fino all’anno scorso, quando è riuscito a risorgere. Pensavamo che Percy lo avesse sconfitto…- si bloccò, guardando Nico di sfuggita. Stark finì mentalmente la frase: “Finché il piccolo drogato non è venuto a dirci che il colosso è riuscito a battere il record di resurrezioni di Gesù Cristo”   
-Fantastico- intervenne il professor Banner, con poca allegria -Qualcuno di voi sa come si batte un titano e un semidio armati di tesseract e scettro del potere?- E’ una battuta quella che ho appena sentito?!  Pensò stupito Stark, che non era abituato a sentire il professore parlare una lingua che non fosse quella scientifica.
-Non ne avrete bisogno amici miei- disse una voce suadente alle loro spalle. Cos’era successo? Qualcuno aveva battezzato quel giorno come la giornata del “Cogli la gente alle spalle”?
Si girarono tutti verso il nuovo arrivato, che era niente meno che Loki in persona.






Se siete arrivati fino a questo punto non posso fare altro che ringraziarvi! Ormai non manca molto, siamo quasi arrivati alla fine, ma spero comunque che fino a qui vi sia piaciuta e che avrete la pazienza di aspettare gli ultimi capitoli (che arriveranno a breve XD)

 

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Capitolo 7
*** ... e la tempesta ***


Stark cominciava ad averne abbastanza di dei.
Non che Loki gli fosse mai stato simpatico, ma quel giorno si era alzato in malo modo, aveva rincorso dei sospetti ladri per mezzo deserto, aveva scoperto che i veri criminali non erano loro ma un ragazzino strampalato, avevano raggiunto anche lui e adesso si veniva a scoprire che non c’entrava niente. La comparsa di colui che aveva quasi distrutto la città pochi mesi prima di certo non contribuì a risollevargli il morale. Soprattutto se aveva stampato in faccia quel sorriso odioso e reggeva in mano lo scettro e il tesseract.
-Brutto figlio di…- cominciò Stark, prima di essere interrotto da un alquanto arrabbiato Thor
-Come hai fatto a liberarti, Loki?- tuonò. L’interpellato sorrise tranquillamente.
-Non agitarti, fratellone. Il mio vecchio amico Thanos mi ha… lasciato la porta della cella aperta, per così dire-
-Thanos? Sei ancora in combutta con quel truffatore? Non hai imparato la lezione?-
-Oh, eccome se l’ho imparata. Anche grazie al mio gradevole soggiorno nelle celle di Asgard, devo dire- rispose sarcasticamente.
-Non sono così sciocco come credi; nonostante le minacce di Thanos ho fatto solo finta di obbedire ai suoi ordini: i sogni di questi giovani semidei non erano altro che un diversivo, un modo per darvi la caccia a vicenda e distrarvi mentre io prendevo entrambe le chiavi e le consegnavo a Thanos-
-Peccato che hai fallito- disse la voce della Romanoff, sempre dietro di loro. Il secondo gruppo si era unito a loro per festeggiare la giornata del “cogli la gente alle spalle”.
La rossa teneva la pistola carica contro il dio reietto, e gli altri ragazzi non sembravano meno minacciosi con le loro armi. Nonostante questo Loki non sembrava affatto allarmato, anzi, aveva ancora il suo solito sorriso da pazzo. E poi c’era qualcosa che non andava nel suo racconto.
-Perché sei qui?- chiese Stark -Perché non te ne sei andato appena hai rubato il tesseract?- Stranamente quella domanda fece comparire un espressione più seria sul volto del dio.
-Te l’ho detto, io non rispondo più ai comandi di Thanos, non ho intenzione di consegnargli il portale per nuovi mondi. Sono qui solo per avvertirvi del suo piano e delle sue intenzioni, anche se non credo che sarà di nuovo una minaccia senza il tesseract-
-Se le tue intenzioni sono buone allora abbassa le armi, fratello, e torna con me ad Asgard- propose Thor, tendendogli la mano. Quella che non reggeva il martello distruttore, ovviamente. Il sorriso tornò a risplendere sul volto di Loki.
-Oh, temo che ci sia un piccolo fraintendimento, fratello- rispose lui -ho detto che non darò niente a Thanos, e non voglio distruggere nuovamente questa splendida città… ma non ho mai menzionato di voler far ritorno in prigione. Ne in nessun altra parte vicino a te, se è per questo-
Thor ritrasse la mano, sbigottito. Nessuno riuscì a fare nient’altro, prima che il dio unisse lo scettro al cubo luminescente, sparendo in un portale verso chissà dove. Rimasero a guardare imbambolati il punto dove era appena scomparso finché la voce del ragazzo di prima non li riscosse:
-Wow, questa si che è un uscita di scena! Spero che lo abbiano registrato per mandarlo in diretta all’Olimpo!- Stark represse l’istinto di strozzarlo e si rivolse a Thor -Siamo sicuri che non combinerà altri danni?-
-Conoscendolo non avrà intenzione di farsi vedere da noi, almeno per un bel po’. Sarà andato sul pianeta più lontano della galassia- rispose lui, con la voce più seria del solito. Neanche il dio doveva aver gradito farsi fregare così facilmente dal fratello.
-Dovremmo avvertire lo S.H.I.E.L.D. e preparare un attacco a Thanos… o almeno mandare qualcuno a ritrovare Loki- propose capitan Rogers
-Possibile che era tutto uno scherzo? Come facciamo a sapere che non ci sarà nessun attacco all’Olimpo?- domandò Nico
-Credo che dovremmo fidarci di quello che ha detto il tizio strano- concluse Percy -non sembrava avere nessun interesse per l’Olimpo
-Abbiamo fatto tutto questo viaggio a vuoto?! Siamo stati usati come delle semplici pedine?!?!- Annabeth sembrava davvero arrabbiata a morte. Percy le passò un braccio sulle spalle per calmarla.
-Almeno adesso siamo sicuri che questi Avengers ci aiuteranno se avremo bisogno di loro, giusto?- chiese
-Faremo il possibile per aiutare voi e i vostri… genitori qui sulla Terra- rispose Capitan America, con il suo miglior tono da paladino della giustizia.
-Appena torno al campo ammazzo Rachel… lei e le sue profezie fasulle!- sospirò Annabeth, anche se adesso era già meno arrabbiata. Forse il suo ragazzo aveva il potere di calmare anche la gente, oltre che le acque.
-Beh, non era così fasulla alla fine: c’è stato davvero un dio, o quasi, che ha avuto nelle sue mani due armi che avrebbero potuto provocare una guerra… - rispose lui -E poi non ti conviene ammazzarla, altrimenti avremo un'altra mummia al campo… solo che al posto dei fiori indosserà camice e pennelli!-
-Beh, guardate il lato positivo: siamo a New York! Che ne dite di visitare la città prima di tornare al campo mezzosangue?- propose Leo, entusiasta.
Annabeth non sembrava ancora molto convinta: non so, dovremmo prepararci per lo scontro con Gea… certo però che questi palazzi sono grandiosi- sospirò. Leo colse la palla al balzo e la convinse a rimanere almeno qualche ora.
-Prima che ognuno di noi vada a salvare il suo mondo…- aggiunse Stark -che ne dite di mangiare tutti assieme? Stranamente mi è venuta voglia di hot-dog- Nessuno se lo fece ripetere, troppo stanchi o avviliti per voler fare qualcosa di più impegnativo.





Stranamente sono riuscita a pubblicare questo capitolo prima di quanto pensassi... meglio così!
Grazie ancora per aver seguito questa storia, e ripeto che per ulteriori suggerimenti o critiche sono a disposizione le recensioni!
-C-

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Capitolo 8
*** epilogo ***


Piccola Nota Dell’Autrice: Questo epilogo è stato scritto a quattro mani con l’autrice Melde Aranel, che mi ha aiutato con il racconto più di quanto immagina… inoltre questo epilogo potrebbe diventare il prologo di un altro racconto, stavolta interamente scritto da Aranel… quindi tenete gli occhi bene aperti ;) -C-


Era buio. Troppo buio, qualcosa non andava.
Alla fine era morto davvero? Sarebbe stato da stupidi, soprattutto dopo tutto quel lavoro…
Il respiro era pesante, e l’aria gli bruciava la gola. Per non parlare del bruciore al braccio che non faceva che aumentare.
No, un attimo.
Da morto non avrebbe dovuto avvertire quelle sensazioni. Non avrebbe dovuto sentire nulla.
“ma… forse prima di arrivare a conclusioni affrettate dovrei aprire gli occhi.”
Ci provò, e in effetti vide che qualcosa c’era… il problema era che non capiva cosa.
Strani alberi lo circondavano, mentre una specie di coniglio con gli artigli e la coda da scoiattolo lo fissava da un ramo. In cielo c’erano più soli del dovuto, almeno rispetto agli standard terrestri.
Sorrise, con quel ghigno non troppo sano che lo caratterizzava.
Quindi non era morto.
Anzi, il piano era riuscito alla perfezione.
Era esattamente dove doveva essere: lontano
Un nuovo mondo, una nuova vita, lo stesso scopo: il trono.
Ci sarebbe stato da divertirsi.
Tadààààà!!!!! come promesso, il seguito della storia (scritto stavolta dalla cara Aranel) è stato pubblicato, almeno in parte: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=3223211

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