Who will tell the story of your life

di lilla_90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che l'avventura abbia inizio! ***
Capitolo 2: *** CAP 2: Something new ***
Capitolo 3: *** CAP 3: Richie ***
Capitolo 4: *** CAP 4: Party ***



Capitolo 1
*** Che l'avventura abbia inizio! ***


~~CAP 1: Che l’avventura abbia inizio!

“Il volo con destinazione Miami partirà tra 15 minuti” ci avvisa una voce metallica proveniente dall’altoparlante. Miami… non riesco ancora a credere di aver avuto il coraggio di partire per inseguire il mio più grande sogno. Ma, in fondo, non mi rimaneva nient’altro da fare. Qui, in Italia, ormai non mi rimane più niente… solo vuoto e dolore…
“Prima volta che voli?” un uomo sulla cinquantina, seduto accanto a me, richiama la mia attenzione.
“Ehm… no ma è passato un po’ di tempo dall’ultima volta e non mi ricordo bene come funziona la cosa” rispondo nervosa mentre l’uomo mi osserva senza far trapelare alcuna emozione.
“Tranquilla non è niente di eccezionale…” dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo e torna a leggere il suo giornale. -Io ero tranquillissima prima che tu mi rivolgessi la parola-. Intanto le hostess spiegano tutte le procedure di salvataggio e in men che non si dica stiamo volando alla volta di Miami.
Il tempo su questo aereo sembra non passare mai ed il silenzio che invade l’ambiente sembra farti un invito a riflettere sul tuo passato. Già il passato… avercelo un passato…so a malapena chi sono! Tutto quello che so è che mi chiamo Celeste Lockhart, ho 20 anni e l’unico ricordo che ho è quel fatidico giorno; il giorno in cui la mia vita è andata in mille pezzi.

È una giornata di fine marzo, si inizia ad uscire con il nuovo caldo primaverile.
“No no no, stasera c’è il derby, quindi quando si torna si vede quello!” dice autoritario mio padre.
“Ma papà, non possiamo perderci il finale di stagione di A un passo dal cielo!” ribatto facendo gli occhi da cucciolo mentre la mamma ride di gusto e guida.
“Cely ma abbiamo tre televisioni devi proprio usare quella in sala con il decoder?”
“Eh, certo! È quella dove si vede meglio… e poi il divano è così comodo!!”esordisco e scoppiamo tutti a ridere.
“Vedremo vedremo…”
“Eh no eh… un’altra lotta per il telecomando no” conclude esasperata la mamma ma con un sorriso stampato in viso.
Ripartiamo dal semaforo quando scatta il verde per dirigerci verso casa per prepararci per la festa organizzata per un compleanno.
Tutto è tranquillo fino a quando uno stridio di gomme attira la mia attenzione e, voltandomi di scatto, vedo una macchina blu metallizzato frecciare a tutta velocità verso di noi. Poi il buio totale.

Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo in una stanza completamente bianca, asettica, circondata da volti estranei che si avvicinano a me abbracciandomi e chiedendomi come mi sento. Io, non capendoci nulla, li respingo bruscamente e gli ordino di uscire dalla camera. Poco dopo entra una donna sulla quarantina, bionda con occhi verdi.
“Finalmente ti sei svegliata…”dice regalandomi un sorriso e controllando dei monitor per poi appuntare qualcosa su una cartellina blu.
“Come finalmente? Dove mi trovo? Come ci sono attivata qui? Chi era tutta quella gente?” domando a raffica.
“Tranquilla, tranquilla, calmati… davvero non conosci quelle persone?”
“Mai viste in vita mia!” confermai decisa.
“Come pensavo…” dice con una nota di amarezza l’infermiera.
“Perché? Dovrei?”. Non ci sto capendo più niente: ho un mal di testa atroce, ho tutto il corpo indolenzito e non mi ricordo più nulla.
Solo dopo il racconto della dottoressa capisco: sono stata in coma per 5 mesi, gli “sconosciuti” che erano nella stanza sono in realtà i miei parenti e i miei genitori sono morti sul colpo in quell’incidente.

Tutto il resto della mia vita è costituito solo da immagini sfuocate con persone senza volto. Non so chi sono, da dove vengo, come sono arrivata fino a qui… vuoto il buio più totale! È passato più di un anno da quando sono stata dimessa dall’ospedale e in questo periodo mi sono dedicata completamente allo studio dell’inglese.
Ed eccomi qui, in viaggio verso gli States, verso il mio futuro, verso un nuovo inizio, verso la mia nuova vita! In fuga dal nulla che mi circondava e che costituisce il mio passato per andare incontro all’ignoto che rappresenta il mio domani… ma un domani fatto di sogni, speranze, aspettative e anche delusioni che mi aiuteranno a crescere.
“Preghiamo i gentili passeggieri di allacciare le cinture di sicurezza e prepararsi all’atterraggio” mi risveglia dai miei pensieri la solita voce metallica. -Non posso crederci, ci siamo, sono davvero qui!- penso mentre eseguo le indicazioni date. Dopo neanche 20 minuti ci troviamo a terra; allora mi precipito fuori dal velivolo per recuperare i bagagli senza curarmi del fatto che ho praticamente le gambe in cancrena a causa delle 7 ore di viaggio seduta. Corro, corro; non mi interessa se urto qualcuno o se combino qualche disastro, corro e basta. Recuperati i bagagli mi affretto ad uscire dall’aeroporto. Arrivo fuori e una ventata d’aria con il profumo dell’oceano invade le mie narici. Non sto più nella pelle e comincio a saltare come un canguro: sarà gioia, adrenalina, senso di libertà? Non lo so! So solo che mi sento bene dentro e non mi importa se sembro una pazza sclerotica da rinchiudere al manicomio.
“Quanto entusiasmo ragazzina…” esclama con una nota di fastidio un uomo alle mie spalle che poi identifico come mio vicino durante il viaggio.
“Perché? È un reato essere felici?”
“No ma non ci trovo nulla di elettrizzante in tutto questo…” dice annoiato e accendendosi un sigaro.
“Beh forse per lei che sarà venuto qui molte volte durante la sua luuuuuunga vita, ma per me… è tutta un’altra storia!” e facendo bye bye con la manina mi incammino verso un taxi fregandomene di quello che sta dicendo l’uomo.
“All’università” dico al conducente mentre mi accomodo sulla vettura. La macchina parte e solo ora mi rendo conto di quello che ho fatto pochi minuti fa: da dove cavolo l’ho tirata fuori tutta questa audacia? È un piccolo assaggio della nuova me? Ben venga!
Tra un pensiero e l’altro mi ritrovo a percorrere la strada principale che costeggia l’oceano… quella che si vede sempre nei film holliwoodiani! Rimango semplicemente a bocca aperta: delle palme giganti affiancano la strada trafficata ma scorrevole; gli edifici alla mia destra sono tutti di colori accesi e sono per lo più negozi, pub e ristoranti; sulla mia sinistra si estende per chilometri la spiaggia stracolma di gente intenta a prendere il sole o a giocare a beach volley o ancora a fare un tuffo in quella tavola cristallina che è l’oceano o semplicemente a passeggiare sulla sabbia bianca. Arrivati alla fine del “lungomare” svoltiamo a destra in una strada che, suppongo, porti verso la periferia. Durante il tragitto sento il mio stomaco brontolare… grazie al cavolo! Non so da quante ore non tocco cibo, contando che sono partita alle 10.00 da Malpensa e non ho mangiato niente neanche durante il volo. Guardo l’ora sul cruscotto dell’auto che segna le 11.30. SOLO!?!? Ma come cacchio è possibile che sia passata solo un’ora e mezza?!... Ah già, il fuso orario… stupida Celeste… -Dovrò ricordarmi di cambiare l’ora anche sul telefono!-.
“Siamo arrivati!” mi informa l’autista interrompendo il flusso di insulti che mi autodedicavo.
 Scarico i bagagli, pago e ringrazio. Mi volto verso quella che dovrebbe essere l’università e rimango letteralmente sotto shock! Questa non è un’università, questa e una reggia degna dei reali inglesi: il giardino è immenso ed è cosparso di sentieri che portano in ogni dove. Al centro giace la via principale che arriva fino all’ingresso di un enorme edificio, che credo sia la sede dell’università. Ai suoi lati sorgano altri due edifici più piccoli che penso siano i dormitori.
Mi ci vogliono almeno 15 minuti buoni per riprendermi e varcare il cancello che delimita la proprietà. Che l’avventura abbia inizio!        

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Capitolo 2
*** CAP 2: Something new ***


CAP 2: Something new Mi avvio verso l’ingresso ammirando l’immenso giardino ai lati della via principale. Dei ragazzi sono stesi su dei teli a prendere il sole mentre altri giocano con la palla e altri ancora preparano tutto l’occorrente per un picnic. D’altronde siamo nella pausa estiva quindi gli studenti hanno molto tempo libero, ma perché non andare in spiaggia invece di stare qua? Mah… sarà… Entro nell’atrio che è semplicemente enorme: al centro giace la segreteria, ai cui lati si innalzano due rampe di scale che portano alle classi, come i corridoi ai lati dell’atrio, costellati da quadri e statue. “Salve, vorrei iscrivermi per l’indirizzo di criminologia”. Ad accogliermi è un uomo sulla trentina, abbastanza alto, capelli scuri che gli arrivano fino alle spalle e occhi da cerbiatto: “Certo, compila questi moduli e poi ti accompagno a fare un tour” dice sorridendomi. - Dio, che sorriso!-. Ricambio timidamente e comincio a compilare i fogli appena consegnatomi. Gli ridò una controllatina veloce per vedere se ho fatto errori e poi li porgo all’addetto. “Prego per di qua” dice uscendo da dietro il bancone facendomi strada verso il corridoio sulla sinistra. Devo ammettere che quest’uomo non è niente male… ma che mi salta in mente! Lasciando perdere certi pensieri lo seguo. Il giro dura circa 30 minuti: “Ok, eccoci al capolinea. Spero che il giro sia servito a qualcosa” “Relativamente! Questa scuola è immensa; mi perderò sicuramente!” “Ahahah no dai! È solo questione di farci la mano” “Allora mi fido ahahah” “Va bene… questa è la chiave della tua stanza… ci vediamo” “Oh sì grazie di tutto” “Di nulla” asserisce facendomi l’occhiolino per poi tornare alla sua postazione. - Oddio mi sciolgo!- penso mentre mi avvio verso i dormitori. Il tragitto non è lungo quindi arrivo abbastanza in fretta ma sorge subito un altro problema: dove cavolo la trovo la stanza? Mi appropinquo alla ricerca della camera e dopo praticamente un’ora di disperate corse trovo la tanto adorata camera n. 394. Giro la chiave nella toppa e vengo investita da un profumo molto dolce. Subito dopo mi si para davanti una ragazza dai capelli castano scuro mossi, occhi castani, magra e alta che fissa il cellulare con la cover a forma di Stitch. - Oh ma che carino! No, ok la voglio anch’io-. “Oh! Ti aspetto da più di un’ora; ciao GiannnNo ma tu chi sei?!” mi chiede dopo aver alzato lo sguardo dal telefono che adesso mi sta squadrando dalla testa ai piedi. “Ehm… io… sono stata assegnata a questa stanza” rispondo in un sussurro mostrando le chiavi. In men che non si dica me la ritrovo appesa al collo che saltella e grida come una bambina posseduta. “Sìììììììììììììììì finalmente una coinquilina! Poi hai la faccia simpatica quindi penso che andremo d’accordo. Vieni accomodati!” esordisce staccandosi da me e sedendosi su uno dei due letti. “Beh grazie… come finalmente?” “È da 6 mesi che sono qui tutta sola… mi abbandonano tutti” “Ah… a che anno stai?” “Al primo… di nuovo… non ho passato l’esame di scienze ed eccomi ancora qua. Io seguo il corso di criminologia, tu?” “Io? Primo anno di criminologia anche io… credo che ora della fine non ci sopporteremo più” ironizzo accomodandomi sull’altro letto. “Davvero! Spero di non finire come l’ultima volta!” esclama mettendosi una mano sulla fronte con fare teatrale. Notando la mia espressione confusa e curiosa allo stesso tempo continua: “Devi sapere che nell’anno che sono stata qui avrò cambiato ad andare bene dieci coinquiline: o si sono ritirate dalla scuola o perché non avevamo rapporti amichevoli… come nell’ultimo caso…” “Ok grazie ma non voglio la storia strappalacrime di come te e la tua ex coinquilina vi siete allontanate!” la interrompo in modo teatrale a mia volta provocando la sua risata seguita subito dopo dalla mia. “Oddio muoio dalle risate… sei molto simpatica… comunque io sono Angel, ho 20 anni e vengo dal Texas, et toi?” “Io sono Celeste, ho 20 anni e arrivo dall’Italia…” “ITALIAAAAAAA!! Davvero? Ma veramente? Da dove?” comincia a domandare a raffica con occhi sognanti. “Dal nord… zona laghi” “Ah ok ok… ah l’Italia…” asserisce alzandosi e sparendo in bagno. - Che ragazza strana ahah… ci sarà da divertirsi!-. Scuoto la testa sorridendo e comincio a disfare le valige. Il pomeriggio passa molto in fretta chiaccherando con la mia nuova coinquilina: sono venuta a conoscenza che ha perso il padre durante l’adolescenza e questo ha portato molti cambiamenti all’interno della sua famiglia, è molto legata a sua madre, le piace il rap, l’Italia (nel caso non si era capito) e non è capace di stare ferma un minuto. “Allora per oggi è andata così perché sei appena arrivata e perché, essendo giovedì, mi devo riposare per il weekend… ma domani niente scuse… festa grande e non accetto un no come risposta!” esclama passandomi l’ultima canotta da mettere in uno dei miei cassetti. “Beh, credo proprio di non avere altra scelta” - anche se la cosa non è che mi convinca molto- vorrei aggiungere ma evito. “E vai così! Riposati bambola perché ne avrai bisogno”. Perché? Cosa mi è saltato in mente quando ho acconsentito? Il mattino arriva presto e io sto in come per via dei fusi orari… ci farò l’abitudine prima o poi. Angel dorme ancora quindi decido di non svegliarla e visto che non ho particolarmente voglia di prepararmi la colazione mi vesto con le prime cose che mi capitano sotto mano e mi dirigo verso il bar dell’università. Passata una buona mezz’ora ritorno in camera dove mi ritrovo una Angel bella pimpante già vestita e truccata. “Pronta per uscire?” urla con un sorriso a 32 denti. “Ma che ti urli mannaggia?! Vedi come sono conciata devo ancora farmi una doccia non posso uscire così” “Non ti serve la doccia adesso visto che andiamo al mare; quindi mettiti un costume e andiamo! Ti aspetto giù!” e così dicendo mi supera uscendo e scendendo le scale. “Uffaa!!” sbuffo mentre indosso un semplice bikini azzurro, un paio di pantaloncini a fantasia hawaiana e canotta verde, allaccio dei sandali, preparo alla rinfusa una borsa con tutto l’occorrente per la spiaggia e raggiungo Angel fuori dal cancello dove ci attende un taxi poco distante da noi. Dopo il tragitto trascorso silenziosamente seguo la mia coinquilina che va verso una spiaggia non affollata, di più! “Non possiamo andare in un posto con meno gente?” le dico bloccandola per il braccio facendola girare verso di me. Non mi sento a mio agio nei posti affollati. “Dai sono qui i miei amici, non pensare alla gente tu seguimi e basta” grida prendendomi per mano per trascinarmi nella massa. Dopo una mezz’ora a vagare per tutta la spiaggia Angel si dirige spedita verso un gruppetto di tre/quattro ragazze. “Angieeeee!!” esordisce una ragazza con i capelli rosso fuoco, occhi castani, alta e con un costume rosa fluo. “Isabel! Vedi che alla fine ce l’ho fatta, donna di poca fede” risponde ridendo mentre l’abbraccia. “Cominciavamo a pensare che ci avessi abbandonato qui ad arrostire ahah” aggiunge un’altra ragazza bionda, più alta di Isabel, con occhi azzurri e costume giallo pastello mentre si avvicina per salutare. “Hey Andy, non si usa più salutare un’amica?” esclama Angel rivolta alla figura seduta su un telo nero e con gli occhi rivolti verso l’oceano. -Aspettate un attimo, Andy? Cioè è un ragazzo? No gente non scherziamo!-. Il ragazzo/a non fa un minimo cenno. Sbuffando Angel si inginocchia vicino a lui/lei e gli toglie le cuffiette dalle orecchie. “Ma che cazz?! Angie finalmente!” esclama infine il ragazzo… e che ragazzo! Solo ora lo guardo attentamente: ha i capelli corvini tenuti leggermente lunghi, occhi color ghiaccio da far venire i brividi, la pelle delle braccia e del petto è coperta da tantissimi tatuaggi… devo dire che è proprio carino e ha una voce terribilmente sexy… ma basta con sti pensieri! Cosa c’era nel caffè di stamattina? “Bene ragazzi. Lei è Celeste, la mia nuova coinquilina; Celeste loro sono Isabel, Chiara e Andy” “Piacere di conoscervi” sussurro abbassando lo sguardo: non mi sento a mio agio essere al centro dell’attenzione! “Ah quindi è lei la povera mal capitata! Ti faccio gli auguri in anticipo” esclama ridendo Andy che si guadagna un pugno sul braccio dalla diretta interessata, ossia Angel. “Oddio che capelli lunghi che hai! Ti prego fatti fare delle treccine, ti prego ti prego ti prego ti pregooo…” esordiscono all’unisono Isabel e Chiara. “S-sì certo” rispondo imbarazzata ma col sorriso per via della loro spontaneità. “Marò ragazze dovete sempre farvi riconoscere” dice esasperata Angel “Certo mia cara!” rispondono di getto trascinandomi su un asciugamano per cominciare la tortura ai miei capelli. “Ok gente io vado un attimo al chiosco qua vicino ci vediamo dopo ciao!” conclude distrattamente la mia coinquilina per poi incamminarsi in mezzo alla gente guardando il cellulare. - Hey, no no no no no no, dove credi di andare non puoi abbandonarmi con due tizie fissate con i miei capelli e con un tizio che solo con la sua voce è capace di farti avere un orgasmo! (Anche se l’ultima cosa non è che mi dispiaccia però…). ‘Ndo vai, vieni quaaaaa!- “Tranquilla se ti va bene la rivedrai tra due ore” mi riporta alla realtà la voce di Andy, accortosi della mia espressione a dir poco pietrificata. In risposta mi limito solo ad annuire, anche perché non saprei proprio che fare. Ed io adesso che faccio tutta la mattina con tre persone di cui so a malapena il nome?! [tardo pomeriggio] “Ahahahah e alla fine abbiamo dovuto farci 3km a piedi fino all’hotel con una dozzina di ragazze al seguito” “No non ci credo!” dico incredula per poi scoppiare a ridere seguita subito dopo dagli altri. Ho passato un pomeriggio fantastico. Per Isabel basta un aggettivo per descriverla: pazza! Sì non è normale ma è anche una persona molto dolce e sensibile. Chiara è la classica ‘pagliaccia’, se così si può definire; ti fa ridere sempre e comunque e ha un sorriso contagioso quindi è impossibile essere giù di morale con lei. Andy… beh che dire è un ragazzo simpaticissimo e dolcissimo, per non parlare dee suoi occhi… sono la fine del mondo, così profondi! Ho scoperto anche che è il lead vocalist di una band rock! E ci credo; con la voce che si ritrova! Sono proprio tre persone fantastiche, davvero. “Non ci crederete ma sono le 5.50 p.m. e se non torno entro subito i miei mi linciano!” esordisce Chia saltando in piedi per raccogliere le sue cose. “Come? Di già? È proprio volato il tempo!” dichiaro sorpresa. “Eh sì! Va beh io vado a domani belli. Ah Celeste, spero di vedere anche te ovviamente” dice Chiara facendomi l’occhiolino. “Oh certo, ci puoi giurare! Mi sono divertita un mondo oggi!” “Perfetto allora a domani!” “A domani!” rispondiamo insieme per poi guardarci e scoppiare a ridere come dei deficienti. “Vi siete rincoglioniti del tutto?! Si sente solo voi anche là in fondo!” “Oh ho un’apparizione! Angel sei davvero tu?” dice con adorazione teatrale Andy verso Angel camminando sulle ginocchia con le braccia rivolte verso l’alto in segno di ammirazione. “Andy che ti sei fumato oltre alle classiche sigarette?” chiede stranita. “Angie la domanda è più che lecita visto che sei sparita e non ti sei neanche degnata di farti sentire nel corso di tutta la giornata, capisci a me!” ammicco verso la mia coinquilina. “Eh… che sarà mai? Dai andiamo che non ci vedo più dalla fame…” “Idea!” “Parla Isa” chiedo incuriosita con lo stomaco che comincia a brontolare. “Che ne dite se andiamo tutti insieme al Mc? È easy e ti riempi per bene!” “Te l’ho mai detto che sei un genio?” ammicca Andy dando una spallata scherzosa a Isa. “Sì… effettivamente sono in tanti che me lo dicono bello mio!” risponde a sua volta con una leggera spinta ridendo. “Allora è deciso: tutti al Mc!” grida saltellando come una bimba Angel. Il tempo di raccogliere ognuno le proprie cose che ci dirigiamo verso l’auto di Andy. “Celeste?!” esordisce dal nulla una voce famigliare alle mie spalle che fa scattare qualcosa dentro di me.

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Capitolo 3
*** CAP 3: Richie ***


CAP 3: Richie Mi volto molto lentamente, non sapendo cosa mi sarei trovata davanti. Quando finalmente mi giro vedo passare davanti agli occhi i momenti trascorsi con mia cugina… l’unica persona di cui ho memoria! Senza pensarci un attimo corro verso di lei per scoppiare a piangere. Non è cambiata di molto: i capelli biondo scuro le arrivano fino alle spalle, gli occhi color oro sono sempre bellissimi, si è solo alzata di qualche centimetro dall’ultima volta che l’ho vista, ovvero quando avevamo 18 anni, quando partì per l’America. “Quanto mi sei mancata Giuseppina!” le dico ridendo ma con ancora le lacrime agli occhi. Sì, quando eravamo piccole ci davamo sempre dei soprannomi. “Anche tu Giovannina! Ti ricordi ancora?” “Certo, è una delle poche cose che ricordo” rispondo amaramente abbassando lo sguardo. “Sì mi ha raccontato mamma… mi dispiace tanto… davvero!” “Anche a me…” confermo per stringerci in un altro abbraccio. “Scusate! Mi spiace interrompervi ma il Mc mi aspetta!” esclama ad un certo punto la voce di Angel mettendomi poi una mano sulla spalla. “Angel! Sempre la solita capra! Ciao, Isabel piacere” si presenta sorpassando una Angel con i fumini alle orecchie. “Oh Cristal, la cugina di Celeste” “Già… comunque la persona antipatica qua” dico ridendo rivolgendomi a Angel “è la mia coinquilina Angel e il ragazzo là è Andy” aggiungo finendo le presentazioni. “Capito…” “Noi stiamo andando al Mc perché è tutto il giorno che non tocchiamo cibo, vuoi unirti a noi?” “Verrei volentieri ma ho il turno di lavoro stasera e non posso. Senti ti lascio il mio numero così ci mettiamo d’accordo per uscire” “Ok, perfetto” esclamo mentre salvo il numero in rubrica. Ci salutiamo con un altro abbraccio e raggiungo i miei amici. “Carina tua cugina…” esordisce Andy “Devo ricordarti che sei fidanzato?” lo guarda con aria di sfida Angie. “No, non ce ne bisogno… però sai gli occhi sono fatti per guardare!” risponde il moro facendole l’occhiolino. “Non ti esce bene fidati!” “Sei abituata troppo bene te” dice per poi mettersi a ridere tutti e due. “Sì sono sempre coì se te lo stai chiedendo!” conferma Isabel mettendomi un braccio intorno alle spalle. “Ah beh allora non ci si annoia mai!” “Questo è poco ma sicuro” sogghigna e raggiungiamo gli altri due. La serata passa troppo in fretta per i miei gusti: mi diverto un botto con sti ragazzi! Alle 10 p.m., mio malgrado, decidiamo di rincasare tutti. La mattina mi sveglio con la luce solare che mi batte in faccia. -Se becco quello che ha aperto le finestre lo uccido male! Ma molto male!-. Mi alzo di malavoglia dal letto, mi stiracchio per benino e prendo il cellulare per vedere se ci sono novità: un messaggio di Cristal. ‘Buongiorno Giova! Oggi ho la giornata libera, che ne dici se facciamo un giro per negozi? Abbiamo tante cose di cui parlare’. Sorrido istintivamente, quanto mi è mancata! Decido di risponderle subito: ‘Buongiorno a te Giuse! Certo mi farebbe molto piacere!’. La risposta non tarda ad arrivare: ‘Perfetto, sarò lì da te per le 11.30 a.m.’. ‘Ok allora a dopo’. Guardo l’orologio e… “Cazzo sono le 11 a.m.! Non ce la farò mai!” urlo saltellando da una parte all’altra della stanza. “Dove? Cosa? Come? Quando? Perché?” grida a sua volta Angel mettendosi seduta sul letto. -Ops… credo di averla svegliata…-. “Scusami, non volevo”. Lei in cambio mi regala uno sguardo che se poteva incenerire sarei morta all’istante! “Io ti uccido, ti ammazzo, ti mutilo, ti pesto, ti trucido, ti…” dice abbassando sempre di più la voce rimettendosi sdraiata fino ad iniziare a russare. -O-key…-. Non so bene quale santo abbia guardato giù ma sono riuscita ad arrivare fuori dal cancello in orario dove mi aspettava Cristal con la sua Mercedes grigia. “Tu? In orario? Vuoi far piovere per caso?” domanda incredula una volta che mi sono accomodata sul sedile accanto al suo. “È una cosa così eclatante?” “Alquanto! Non sei mai stata puntuale!” “C’è sempre una prima volta…” “Sì sì…” dice guardandomi per poi scoppiare a ridere insieme a me. “Cerchiamo di non fare tardi: Angel non sa che sono uscita con te” la avviso. “Tranquilla!” mi rassicura mettendo in moto l’auto e partendo. [sera inoltrata] “Giuse non morire!” dice ancora con le lacrime agli occhi. “Ma come faccio? Dopo ma figura che hai fatto con quel cameriere come si fa a non ridere?” le rispondo piegandomi ancora in due dalle risate. “Non è colpa mia se quel cane maledetto è partito come una moto GP tirando il guinzaglio e io ci sono inciampata cadendo addosso al cameriere che ha rovesciato un risotto e una minestra su una signora con un abito firmato!” esclama mettendo il broncio. “No, ti prego piantala! Ho mal di pancia e non respiro più a furia di ridere!” la interrompo a fatica… non riesco proprio a smettere! “Brava, brava; ridi delle disgrazie altrui” brontola. “tu avresti fatto lo stesso quindi non rompere” la punzecchio mentre mi slaccio la cintura di sicurezza. “Hai ragione… grazie per la bellissima giornata “No grazie a te… non passavo una giornata così da non so quanto”, ci sorridiamo e ci abbracciamo. “Ci sentiamo mia cara Giuseppina” la saluto scendendo dalla macchina. “Certo Giovannina!” mi risponde per poi partire. Ridendo ancora come una scema mi incammino verso i dormitori. In tutta onestà, ho paura di Angel: non mi sono fatta sentire per tutto il giorno… poi ci sono quelle minacce di stamattina ancora valide quindi questa potrebbe essere la mia ultima sera. In men che non si dica arrivo davanti alla porta della mia camera; non sento rumori, il che è buono: magari è uscita essendo sabato sera. Giro la chiave, entro in stanza e mi becco Angel che sta allegramente pomiciando con un ragazzo sul divano. “No ma fate con comodo!” urlo girandomi verso la porta. “Cel! Scusami io cosa avrei dovuto fare tutto il giorno visto che tu non c’eri?” “Comincia col metterti qualcosa addosso che è già una bella cosa!”. Dopo un frusciare unico di vestiti posso rigirarmi e vedo solo la mia coinquilina tutta scombinata. “Mi piace sta cosa che mi dici ‘Dovresti farti sentire al posto di sparire’ e poi tu fai l’esatto contrario!” puntualizza. “Sì, lo so, mi sono dimenticata. Ma tu potevi avvisarmi che oggi arrivava il tuo tipo (di cui non sapevo neanche l’esistenza)” “In teoria ero io a dover andare da lui ma c’è stato un cambio di programma…”. Ci fissiamo per qualche secondo per poi scoppiare a ridere. -Sto ridendo troppo in sto periodo… mi partirà un embolo se continuo così-. “Hey ma quanto casino fate? Vi si sente anche sotto il getto della doccia” appare in tutto il suo splendore Gianluca Ginoble de Il Volo. “Oh. Mio. Dio! Sto sognando, non è possibile” “E invece sì!” ghigna la mia coinquilina avvicinandosi all’abruzzese stampandogli poi un dolce bacio sulle labbra. “No cioè spiegami: tu stai insieme a lui”, lo indico, “mio connazionale per giunta, e non mi dici niente?!” sbiascico ancora sotto shock. “Hey ci sarà stato un motivo se amavo l’Italia così tanto…” risponde tranquillamente. “Comunque, tesoro lei è Celeste la mia coinquilina, Celeste lui è…” “Gianluca… lo so…” “Ahahah, è un piacere conoscerti mia connazionale!” dice lui con la sua voce strasexy. “Piacere mio… sono senza parole!” “Wooo ho trovato il modo per zittirti, molto bene!” aggiunge ridendo Anglie sfregandosi le mani con fare diabolico; le manca solo la risata malefica e siamo apposto. “Si abituerà visto che è la tua coinquilina e io sarò qui spesso…” “Ah beh allora sì” rispondo ridendo. “Va bene io vado che domani devo lavorare ciao!” conclude lui avviandosi verso la porta seguito poi da Angie. “Tranquilla, mi farò sentire…” “Promesso?” “Promesso” sussurra lui. Poi si avvicina a lei dedicandole un dolce bacio. “Ciao!” esclama dopo essersi staccato ed essere uscito dalla porta. “Ciaooo!” rispondiamo insieme io e la mia amica. “Ma come siete carini” la schernisco mentre chiude la porta. “Sta zitta! Devi promettermi che non dirai niente a nessuno” strilla buttandomi sul letto e soffocandomi con un cuscino. “Va bene, va bene ma voglio vivere!” prometto riprendendo fiato. “Però mi devi raccontare tutto” aggiungo. “Ok, so quanto siete testardi voi italiani” dice esasperata. “Già ahahah”. Sono passate ormai 3 settimane dal mio arrivo a Miami e tutto va per il meglio: esco con i miei amici praticamente tutti i giorni e ci divertiamo con poco (cinema, bowling, passeggiate). Ho trovato anche un lavoro come baby-sitter che mi permette di sostenere tutte le spese che devo affrontare. L’estate sta volgendo al termine e questo significa che tra poco si inizia la scuola, per nostra somma gioia-.-! Oggi è venerdì ed i ragazzi hanno deciso di andare in spiaggia. Mi alzo con il mio solito stile zombie e mi dirigo verso il bagno per una doccia. Dopo mezz’ora esco e Angel dorme ancora. -Secondo me sta ragazza è incrociata con un ghiro, non può dormire così tanto una persona normale- penso mentre mi pettino e scendo al bar per la colazione. “Ciao Cel il solito?” “Ciao Chad sì grazie!”. Sì, sono talmente sfaticata che da 3 settimane faccio colazione al bar e Chad è uno dei camerieri, quello con cui ho legato di più: è argentino, capelli biondo cenere e occhi smeraldo, alto, abbronzato e muscolatura da paura. -È una mia impressione o sono tutti fighi da paura?! Voglio sapere dove li fabbricano!-. “Ecco a te cara” interrompe Chad servendomi il mio cornetto e un succo. “Grazie a te caro” “ Starei qua volentieri a parlare ma devo lavorare…” mi informa facendomi un sorriso bellissimo. “Tranquillo ci vediamo dopo” rispondo sorridendo a mia volta, poi mi concentro sul mio pasto. Sto per addentare il mio cornetto al cioccolato e cocco quando una voce mi blocca. “Hey è libero?” mi domanda un ragazzo indicando il posto vuoto accanto al mio. “Cos? Ehm… no… cioè sì… siediti pure…” sbiascico non capendo cosa stia succedendo di preciso. Mentre si accomoda lo osservo meglio e lo riconosco: è l’addetto alla segreteria che mi ha accompagnata a fare il giro della scuola. Ha un cappellino rosso e nero girato all’indietro, una canotta rossa sbracciata e dei jeans neri strappati. “Ah ma è lei…” “Sì, sono io… dammi del tu per favore! Non abbiamo così tanti anni di differenza” risponde ridendo. “Ok…” “Allora Celeste ti ricordi qualcosa della scuola?” “Oddio ti ricordi ancora?” “Certo che mi ricordo… non si scorda facilmente una bella ragazza…” ammicca facendomi diventare rossa come un peperone. “Comunque non mi sono ancora presentato, sono Richie” si presenta porgendomi la mano. “Beh io sono Celeste…” rispondo in completo imbarazzo stringendogli la mano. “Questo lo so già ahahah” “È una questione di educazione!” puntualizzo tornando a mangiare il mio cornetto. Per un po’ parliamo del più e del meno… devo ammettere che è un tipo simpatico oltre che bellissimo. La nostra conversazione viene interrotta dal suono del suo cellulare. “Scusami ma devo proprio rispondere” “Ci mancherebbe altro” gli sorrido, cosa che lui ricambia prima di rispondere al telefono. Non ascolto la conversazione, molto breve; non mi faccio gli affari degli altri, soprattutto se li conosco da neanche un’ora. “Perdonami ma devo proprio andare! Grazie, sono stato bene e sono felice di averti rivisto” “Grazie a te per avermi fatto compagnia!” “Alla prossima allora!” mi saluta avvicinandosi e stampandomi un bacio sulla guancia per poi allontanarsi. Io in tutta risposta bisbiglio un ‘ciao’ che sento a malapena io. -Datemi un pizzicotto, sto sognando, non può essere vero, non è successo sul serio!-. Appena riesco a riprendermi mi alzo e porto il bicchiere al bancone. “E brava la nostra Celeste” si avvicina ridacchiando Chad mentre asciuga un bicchiere. “Perché? Che ho fatto adesso?” “Non hai notato come ti guardano LE presenti?” domanda facendo un cenno con la testa a indicare i tavoli. “No, ma adesso che me lo fai notare mi guardano come se avessi ucciso qualcuno… che ho fatto di male?” “Niente!” dice con sarcasmo, “Hai solo fatto colazione con un giocatore della squadra di basket dell’università, non altro che uno dei ragazzi più popolari e ambiti” continua lasciandomi a bocca aperta. “No ma scusa non è possibile! Quando sono arrivata era in segreteria e mi ha accompagnato per la scuola!” “Sua madre lavora in segreteria ed evidentemente le stava dando una mano” spiega appoggiando i gomiti sul bancone. “Ah… ok…” “E ti dirò di più: non si è mai visto in giro con una ragazza e non è tipo che da corda a quelle che non gli interessano quindi…” “Cosa vorresti insinuare?!” “Chi ha orecchie per intendere intenda” ammicca facendomi l’occhiolino ma con me non attacca e si becca un’occhiata omicida. “Hai mangiato simpatia stamattina per colazione?” lo inzigo provocando la sua risata. “Mai quanto te acida! E piantala di distrarmi dal lavoro!” “Sei tu che ti distrai che colpa ne ho io?” chiedo facendo la finta innocente. “Lo sai benissimo! Dai che torno al lavoro ci vediamo domani” “Certo a domani!” lo saluto e salgo a prepararmi per andare in spiaggia. Angie, incredibilmente, dorme ancora quindi le lascio un biglietto: ‘io sono in spiaggia con gli altri, raggiungici appena puoi. Miao Cele’. Finisco di prepararmi, prendo cellulare e borsa e scendo dove una Range Rover nera mi sta aspettando. “Non te l’ha mai detto nessuno che i cellulari sono stati inventati per essere guardati qualche volta? È da un quarto d’ora che ti aspetto!” mi sgrida appena salgo in auto. “Buongiorno anche a te… scusami Andy ma ho perso la cognizione del tempo…” mi giustifico facendogli il labbruccio. Ci guardiamo per pochi istanti e scoppiamo a ridere. “Non riesco a resistere quando fai così, sei troppo buffa” ridacchia mentre mi lascia un bacio affettuoso sulla guancia. In queste settimane io e Andy abbiamo legato molto, ci diciamo tutto e siamo praticamente inseparabili: in sostanza siamo migliori amici. “Allora novità?” chiede mentre parte. “Beh diciamo che mi sono già fatta conoscere…” gli rispondo guardando fuori dal finestrino. “Che hai combinato?” “Io niente! Stavo facendo colazione come al solito al bar quando sto tizio mi chiede se può sedersi e io gli dico di sì. Era il tipo che mi ha fatta iscrivere quando sono arrivata e stavamo parlando normalmente fino a quando è dovuto andare via perché lo hanno chiamato. Ho parlato con Chad e mi ha detto che sto qui è uno che gioca nella squadra di basket e che quasi tutte le ragazze gli sbavano dietro!” gli racconto tutto d’un fiato. “E come si chiama? Magari lo conosco… e non guardarmi così: anche se non frequento più la scuola la gente la vedo sai?” ribatte notando il mio sguardo interdetto. “Si chiama Richie… il cognome non lo so…” “Richie?! Oh oh auguri ragazza mia… sì dieri che ti sei fatta conoscere decisamente…” mi spiega mentre se la ride. “Grazie, che carino… ma per adesso non ci voglio pensare, voglio solo divertirmi con voi” e in poco tempo raggiungiamo Isabel, Chiara e Cristal in spiaggia. “Raga devo dirvi una cosa adesso che siamo tutti qua: stasera c’è la festa di fine estate e noi DOBBIAMO ANDARCI!” ci avvisa Cristal marcando bene le ultime parole. Non so perché ma la vedo male… molto male!

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Capitolo 4
*** CAP 4: Party ***


CAP 4: Party “Oh guarda quello… entriamo!” esclama Angie entrando nell’ennesimo negozio seguita poco dopo dal resto del gruppo. Sì, la giornata rilassante che doveva essere si è rivelata una corsa per negozi unica. Angel, Chiara, Cristal e Isabel sono alla ricerca di un vestito da mettere stasera alla festa in spiaggia; Gianluca e Andy le seguono loro malgrado e poi ci sono io, che invece di trovarmi qualcosa di femminile da mettere sto con i ragazzi sulle poltroncine ad aspettare i comodi delle altre. “Io propongo l’evasione chi è con me?” chiedo ad un certo punto con la noia a livelli esorbitanti. “Io! Il problema è come…” salta Andy. “Vi copro io ragazzi…” dice Gian mettendosi comodo sulla poltroncina ormai esasperato. “Come bro? E tu?” “E chi la sente più poi Angel? Tranquilli, andate e divertitevi anche per me” “Grazie sei un tesoro!” lo saluto con un bacio sulla guancia, poi esco dal negozio stando attenta a non farmi vedere ma… dove cavolo è finito Andy?! Guardo all’interno dell’edificio e lo trovo ad ammirare una giacca di pelle nera borchiata. “Ma sei scemo o mangi sassi?!” bisbiglio appena rientrata. “Guarda che spettacolo!” “Sì carina… andiamo?” “Acida che non sei altro… vado a pagare e ti raggiungo” “Ok ma sbrigati!” e riesco dal negozio. Poco dopo mi raggiunge con un sorriso a 32 denti. “Contento?” chiedo annoiata appoggiata al muro. “Sì” risponde come un bambino a cui hanno appena regalato la bicicletta nuova. Guardandolo è inevitabile non ridere. “Allora che si fa?” chiede alla fine. “Non saprei… cinema?” “Mi addormenterei” “Spiaggia?” “Troppo affollato e caldo” “Bowling?” “In due non c’è gusto” “Passeggiata?” “Troppo noioso” “Giro in libreria?” “Non leggo quasi mai” “Una mazzata in testa?” “Troppo dolorosa” ridacchia. “Senti superstar… so che sei abituato alla vita ‘sesso, droga e rock’n’roll’ ma io sono una ragazza ‘comune’ che fa cose ‘comuni’ ” “Perché non hai detto ‘normale’?” “Ti conosco ormai! Mi avresti detto ‘E da quando in qua sei normale?’ ” “Sto diventando troppo prevedibile, devo aggiornarmi” constata cominciando a camminare seguito subito dopo da me. “Quindi? Che si fa?” “Gelato?” chiede tranquillo. “No dico tu mi hai fatto perdere tutto sto tempo per trovare qualcosa da fare che ti potesse piacere e te ne esci così?” “Mi è venuto in mente adesso non è colpa mia… e poi è una cosa ‘comune’ ” si difende marcando bene l’ultima parola. “E vada per il gelato allora” e ci incamminiamo verso una gelateria. Dopo averla trovata, prendiamo ognuno il suo gelato e ci sediamo ad un tavolino che da sull’oceano. “Quante camere ha casa tua?” esordisco dal nulla. “Eh? Perché ti interessa?” domanda preoccupato. “Beh dovrò pur stare da qualche parte quando Angie mi sfratterà! Perché dopo oggi è certo che mi butterà fuori di casa quindi mi porto avanti” “Ahahahah se ne esci viva sì! C’è la stanza degli ospiti o, in alternativa, il divano. Mi hai fatto spaventare: pensavo fossi una stalker seriale che vuole intrufolarsi in casa mia per stuprarmi o uccidermi!” “E cosa ti fa pensare che non lo sia davvero?” lo sfido. “Non hai la faccia di una stalker cara” “Mai giudicare un libro dalla copertina!” “Io non giudico… so e basta! E poi che cavolo di discorso!” “Ah non guardare me… hai fatto tutto da solo! Io stavo solo dietro al tuo ragionamento” mi difendo tornando a mangiare il mio gelato. “Lasciamo perdere che è meglio…” conclude ridendo sotto i baffi. “Quindi cosa hai intenzione di fare con il lavoro? Quando comincerà la scuola sarà difficile organizzarsi” continua dopo un po’. “Beh alla mattina sarò a lezione, il pomeriggio lavoro e la sera studierò; non posso farci niente. Ma la mia capa è comprensiva… riusciremo a trovare un compromesso” spiego tranquilla. “Beh speriamo…” “Ma guarda un po’ chi si vede!” esordisce una voce alle nostre spalle. “We gente! Che ci fate qui?” domanda Andy avvicinandosi ad un gruppo di ragazzi. “Volevamo cambiare aria… te che combini?” risponde un ragazzo dai capelli castani lunghi fino alle spalle. “Mi rilasso” spiega, poi avvicinandosi a me continua: “Ragazzi, lei è Celeste, Cel, loro sono Ashley, Jake, Jinxx e Christian, la mia band” ci presenta. “Ah quindi è lei la tua amica italiana di cui parli tanto…” salta Ashley. Sembrano persone a posto e molto simpatici. Il pomeriggio passa e constato che questi tizi non hanno niente di a posto, anzi, sono pazzi da legare! Mi hanno raccontato qualche aneddoto del loro ultimo tour e si salvi chi può!. - Conoscerò mai una persona normale? È chiedere troppo?-. “No basta ragazzi che così me la traumatizzate!” esclama Andy con ancora le lacrime agli occhi dal ridere. “Va bene…” dice CC (Christian). “Ragazzi direi è ora di andare se no quelli del residence dove stiamo non ci danno niente da mangiare, il che sarebbe un peccato dato che cucinano divinamente” esordisce Jinxx alzandosi seguito dopo dagli altri. “Sì direi… Celeste: è stato un piacere… spero di rivederti presto” mi saluta Ash abbracciandomi. “Anche per me… sì dai ci organizzeremo” gli rispondo ricambiando l’abbraccio. Stesso rituale con CC, Jake e Jinxx, salutano Andy e si incamminano verso la loro auto. “Credo sia ora di andare anche per noi… sono già le 8.00 p.m. e dobbiamo ancora prepararci per la serata” mi informa Andy. “Dobbiamo proprio? Io sto così bene qua” lagno rimettendomi seduta. “Non fare la bambina…” mi ammonisce lui e vedendo che non mi alzo comincia a camminare e sparisce dalla mia visuale ma dal rumore dei passi so che non è lontano. Infatti un secondo dopo mi ritrovo scaraventata contro la ringhiera del balcone. “Ma sei cretino?!” urlo mentre lui è piegato in due dal ridere. “Scusa ma questa scena è degna di una candidatura all’Oscar!” riesce a farfugliare mentre riprende fiato. E senza altre parole torniamo all’auto. “Si può sapere dove cavolo è finito il mio mascara?!” impreca per l’ennesima volta Angie mentre saltella per la stanza. “Se non lo sai tu, bella mia, non so che dirti” le rispondo esasperata. Lei sbuffando si barrica in bagno. Appena tornata dalla passeggiata mi sono dovuta sorbire tutta una menata da parte di Angie (lunga una mezzoretta buona). Poi ha cominciato a prepararsi e, calcolando erano appena le 9.15 p.m. e i ragazzi sarebbero passati alle 10.40 p.m., mi sembrava abbastanza eccessivo 2 ore di preparazione. Infatti come degno opposto, io mi sono vestita e truccata in 10 minuti. “Non ce la farò mai!” mugugna da dietro la porta. “Hai ancora 15 minuti” “Appunto”. Io, per ingannare il tempo, mi alzo e vado verso lo specchio per riguardare la mia figura: i capelli castani adesso sono mossi; il trucco è leggero: un filo di matita nera, mascara blu scuro e fondotinta. L’abbigliamento è ancora più semplice: canotta bianca, gilet di jeans azzurro chiaro e jeans corti blu scuro. Ai piedi calzo le mie adorate vans nere. -Non mi sarò sbattuta più di tanto ma il risultato non è male no?-, e con questo pensiero appare il mio opposto: Angel indossa un tubino blu notte che le arriva fin sopra il ginocchio, i capelli sono raccolti in un volontario chignon spettinato, gli occhi risaltati dalla matita nera e dal mascara e ai suoi piedi un paio di bellissimi sandali a zeppa: è semplicemente fantastica! “Sei bellissima, wow…” dico di getto. “Davvero? Grazie” risponde con un gran sorriso. “Vado un attimo a risistemarmi i capelli, torno subito” mi informa mentre torna in bagno. Proprio un attimo dopo bussano alla porta. Vado ad aprire e mi ritrovo il mio migliore amico appoggiato con una mano al muro da fianco alla porta. -Ma quanto non è bello?!-. Ha sempre il suo stile: maglia nera, skinny neri strappati e vans. Appoggiata sulla spalla ha la giacca che ha comprato oggi pomeriggio. “Ribadisco che il cellulare lo hanno inventato per un motivo” brontola sorpassandomi ed entrando in camera. “Da che pulpito vien la predica: se tu guardassi il cellulare vedresti un messaggio da parte di Angie che dice che il mio telefono è nella tua macchina. Deve essermi scivolato dalla tasca” “Io non ho ricevuto proprio nien…” ma si interrompe guardando lo smartphone. “Come volevasi dimostrare” ridacchio sorpassandolo a mia volta per prendere la borsa. “Gian dov’è?” “Ha detto che ci raggiunge direttamente là perché aveva del lavoro da finire” spiega osservandomi attentamente. Da quando è entrato non mi ha tolto gli occhi di dosso; continua a fissarmi e la cosa è abbastanza imbarazzante. Con i suoi occhi poi, che fanno venire i brividi con un solo sguardo! “C’è qualcosa che non va?” gli chiedo preoccupata. “No è che… sei fantastica…” sussurra avvicinandosi a me. “C-cosa? Ma stai bene?” “Mai stato meglio e hai capito benissimo quello che ho detto…” “Sì ma perché?” “Quale ragazza di oggi andrebbe ad una superstramegafesta vestita così? Sei fantastica perché sei te stessa sempre e comunque. Non ti interessa cosa pensi la gente di te… tu vivi la tua vita e basta!” “Oh Andy… tu non mi conosci…” “Sì invece… non conoscerò la tua storia, il tuo passato, ma so quello che vedono i miei occhi” “È questo il problema! Tu non sai quello che ho dovuto passare quindi non puoi conoscermi veramente. Quella che indosso ogni santo giorno è solo una dannata maschera per far credere a tutti voi che vada tutto bene quando in realtà sto una merda! Prima di partire tutti mi guardavano con compassione e pena e cercavano di aiutarmi, ma non capivano che mi stavano solo distruggendo ulteriormente. Non voglio che la cosa si ripeta anche con voi quindi è meglio per tutti andare avanti come abbiamo sempre fatto” spiego ormai sull’orlo delle lacrime. “Se pensi che io faccia finta di niente dopo tutto questo ti sbagli! Cazzo sono il tuo migliore amico, lo sai che di me ti potrai sempre fidare” “Non è una questione di fiducia Andy: io non voglio essere vista come la povera disperata che è dovuta scappare e che ha bisogno di compagnia. Non voglio intorno persone che stanno con me solo perché si sentono costrette a farlo vista la mia situazione” “Se loro sono veramente tue amiche e ti vogliono veramente bene non cambierà nulla!” esclama e dal tono di voce si sente che si sta innervosendo. “Andy non complicare le cose ti prego… io sto…” ma mi interrompe sbattendomi contro il muro. Sono con la schiena incollata alla parete con lui a pochi centimetri di distanza. “Non dire che va tutto bene! Puoi raccontare tutte le stronzate che vuoi con gli altri, ma non a me!” urla mentre mi guarda negli occhi. “Io non voglio costringerti a fare niente però non trattarmi come se fossi scemo ok?” dice dopo essersi calmato. Io non faccio altro che fissarlo senza sapere bene cosa fare. “Cely, ti prego, dì qualcosa…” NO! No no no no no no no! Non può! Non può fami questo! A questo punto non riesco più a trattenermi e scoppio in lacrime accasciandomi a terra. Tutto… tutto quello da cui sto scappando, tutto quello che sto cercando di dimenticare, di lasciare alle spalle torna a galla con una sola parola. “Oddio, piccola scusami, scusami, scusami” Andy mi raggiunge a terra abbracciandomi stretta. Io non faccio altro che lasciarmi cullare mentre continuo a piangere. Non so se passano minuti o ore ma quando riesco a calmarmi riesco finalmente a guardare Andy in faccia: è distrutto! “Perdonami Andy è che…” faccio un respiro profondo e continuo “Solo mio padre mi chiamava così e…” “Non mi devi spiegazioni, quando ti sentirai pronta a parlarne io sono qui!” mi interrompe asciugandomi le ultime lacrime che rigano il mio viso. “Ammettilo che sei uscito da una fabbrica di uova di Pasqua… sei troppo dolce, non è possibile!” scherzo facendogli tornare quel fantastico sorriso. “Lo sono solo con le persone che se lo meritano, piccola” afferma baciandomi poi la fronte. Successivamente si alza per poi porgermi una mano per farmi alzare. “Ok, va bene che non ti interessa niente di quello che dice la gente però sembri un panda zombie a cui hanno dato un pugno in un occhio, quindi…” “Mi do una sistemata!” continuo io per poi metterci a ridere. Mentre mi sistemo lui si butta sul letto sdraiandosi a pancia in su incrociando le mani dietro la testa mentre chiude gli occhi. Appena finisco di sistemarmi metto via la matita nella trousse e mi butto di peso su di lui facendolo sobbalzare. “Cazzo Cel vuoi uccidermi?” domanda con voce smorzata. “Ci ho provato ma non è andata come speravo” rido mentre mi sdraio su di lui. Sto così bene quando sono con lui, mi sento protetta. “Ti voglio tanto bene Andy” affermo seria dopo alcuni minuti di silenzio. “Anche io, piccola” risponde stringendomi ancora di più a sé. È tutto così perfetto finché uno schiarimento di voce non ci riporta alla realtà. “Ho per caso interrotto qualcosa?” chiede Angel ancora sulla soglia del bagno. “Sì, il suo omicidio!” dichiaro convinta mentre mi alzo dal mio migliore amico che ride sotto i baffi. “Se se va beh, andiamo?” domanda afferrando la sua borsa e la sua giacchetta bianca. “Sì che è già tardi!” sentenzia Andy. Dopo un viaggio stranamente tranquillo arriviamo ad un parcheggio vicino alla spiaggia. Scendiamo e raggiungiamo Chiara, Isabel, Cristal e Gianluca, che ha fatto tempo ad arrivare. “Ciao a tutti” salutiamo io e Andy mentre Angie si dirige direttamente verso Gian. “Hey! Allora andiamo?” chiede Chiara tutta pimpante. “Sì!” rispondono tutti tranne me e ci incamminiamo verso la spiaggia da cui proveniva già della musica. Arriviamo all’entrata ed è semplicemente il caos totale: sulla sinistra del vialetto d’ingresso è montato un tendone con il palco da cui suona il dj; sotto di esso sorge una pista da ballo circolare strapiena di gente e tutt’intorno ci sono vari stand con birra, cocktail e tutto il resto di cui è impossibile pronunciare il nome. “Andiamo a prendere qualcosa da bere” grida Cristal per sovrastare la musica e tutti si dirigono in uno degli stand pieno di gente. “No, no, no, non ci penso proprio” grido a mia volta e mi volto per tornare indietro ma due braccia muscolose mi bloccano prendendomi per la vita. “Dove credi di andare?” mi sussurra all’orecchio con la sua voce ormai fin troppo famigliare mentre mille brividi percorrono il corpo. - Un giorno o l’altro questo ragazzo mi farà avere un attacco di cuore, questo è poco ma sicuro!-. “Lontano da qui… non mi piacciono le feste e…” “Ti piace ballare?” mi interrompe. “Sì perché?” “Seguimi” mi grida prendendomi per mano e trascinandomi in pista. Arrivati quasi sotto il palco mi lascia la mano e comincia a ballare in modo alquanto divertente, ma tanto divertente che passerei tutta la serata a guardarlo. “E dai lasciati andare” mi urla continuando a ‘ballare’. Visto che peggio di lui non si può ballare mi butto, prima un po’ impacciata, poi senza pensieri e divertendomi. Poco dopo veniamo raggiunti dal resto della compagnia. La serata passa abbastanza bene; adesso siamo sedute su delle panchine trovate per miracolo mentre i ragazzi continuano a ballare poco lontano da noi. Andy, mentre parla con Gian, si scontra con un ragazzo che stava portando dei bicchieri contenenti diversi cocktail, che ora sono sparsi per terra. - Andy sempre il solito maldestro-. “Cazzo! Ma guardi quello che fai?” gli urla il ragazzo guardandolo in cagnesco. “Wo calmati! Scusami non ti avevo visto…” si difende Andy. “Scusa un cazzo e io adesso…” “Alex?!” salta su Isabel fermando il battibecco tra i due. “Isa? Che ci fai qui?” chiede il ragazzo un po’ sorpreso. “Te l’avevo detto che sarei uscita con i miei amici” spiega mentre si avvicina a lui abbracciandolo lasciandoci completamente spiazzati e a bocca aperta. - Qua c’è qualcuno che non la racconta giusta neh…-. “Alex loro sono Cristal, Celeste, Angel, Gianluca e Andy, raga, lui è Alex, un mio compagno di corso” ci presenta Isa tutta contenta. “Piacere di conoscervi, Isa mi ha parlato molto di voi” “Immaginiamo… non può vivere senza di noi, siamo sempre nei suoi pensieri; siamo tutta la sua vita, vero Is?” la schernisce Angie abbracciandola. “Hey bro dove diavolo eri finito?” si avvicina un ragazzo sulla ventina, non molto alto, capelli scuri tenuti corti, occhi color nocciola, corporatura normale. Indossa dei jeans corti ed una maglia beige semplice, ai piedi scarpe da ginnastica. “Hey! Scusami mi sono fermato a parlare e non mi sono reso conto del tempo. Comunque lei è Isabel…” e mano a mano ci presenta tutti ma non ci presto molta attenzione. Dopo aver controllato le novità sui vari social e riposto il cellulare in borsa ricevo una gomitata da parte di Chiara. “Che c’è?” “Hai notato che il tipo lì non ti scolla gli occhi di dosso?” dice facendomi un piccolo cenno verso l’amico di Alex che, appena lo guardo, mi rivolge un sorriso a 32 denti. - E adesso questo che vuole dalla mia vita?-. Come non detto: il tipo si dirige a passo deciso verso di noi e piazzandosi davanti a me si presenta. “Dennis, piacere” e mi tende la mano. “Celeste” rispondo timidamente. Lui mi osserva per alcuni istanti poi chiede: “Ci siamo già visti da qualche parte?” al che vedo Cristal irrigidirsi impercettibilmente ma dato che siamo l’una accanto all’altra me ne sono accorta. “Non credo” rispondo tranquilla. “Beh certo se mi avessi incontrato ti ricorderesti sicuramente” esclama sicuro di sé mentre io sgrano gli occhi. - Ma tu guarda sto pallone gonfiato, ha proprio una bella faccia tosta!-. “Ciao Dennis” sospira Cristal, al che ho praticamente gli occhi fuori dalle orbite. Come fa mia cugina a conoscere sto essere? Come? No qua serve una bella serata di chiarimenti gente perché non andiamo proprio bene! “Cristal! Da quanto tempo!” la saluta. “Tanto… come va?” e si mettono a parlare del più e del meno. Io mi giro scioccata verso Chiara che guarda la scena allibita. - Oh chiqua, siamo in due!-. “Hai sorprese anche te stasera?” mi domanda esasperata sorseggiando il suo drink. “No, io qua non ho molte conoscenze che possono spuntare fuori da un momento all’altro” spiego divertita. “Ragazzi noi andiamo” ci salutano Angel e Gian raggiungendoci. “Di già?” chiede Chia alzandosi. “Sì, Gian è stanco e domani deve lavorare quindi meglio andare” spiega la mia coinquilina salutando Chia, poi viene da me. “Fallo dormire però” le sussurro all’orecchio mentre mi abbraccia. “Ricevuto… credo di non tornare a casa ci vediamo per colazione?” “Certo cara” confermo; lei in risposta mi fa l’occhiolino e scoppiamo a ridere. Intanto Andy è andato in bagno, Isa è a ballare con Alex e mia cugina sta ancora parlando con sto Dennis. “Scusami tesoro ma i miei mi rivogliono a casa, devo proprio andare” mi avvisa Chia prendendo la sua borsa. “E mi abbandoni così?” strillo allarmata. “Fidati starei meglio qui ma purtroppo devo… ci sentiamo più tardi ok?” “Ok ciao” la saluto sconsolata mentre si allontana. All’improvviso sento un braccio cingermi le spalle, al che mi irrigidisco. “Come mai tutta sola?” mi chiede Dennis con una faccia da schiaffi. “Per far parlare le persone come te” rispondo scocciata cercando di scansarmi dalla sua presa. “E che tipo di persona sarei io?” chiede incuriosito e divertito. Sto per ribattere quando vedo Andy dirigersi a passo spedito verso di noi con una faccia che è tutta un programma. “Cel andiamo a casa!” ordina guardando male Dennis. “Arrivo” dico mentre recupero la borsa e mi alzo. “Ma io ti conosco! Tu sei…” esclama il ragazzo guardando il mio migliore amico che lo interrompe. “Sì sono io ma ora dobbiamo andare, scusaci” e prendendomi per un braccio ci dirigiamo verso l’uscita. Raggiunta l’auto, saliamo e partiamo. “Quel tipo là non mi piace neanche un po’” esordisce tutto scazzato, catturando così la mia attenzione. Stringe il volante talmente forte da avere le nocche bianche e la sua mascella è visibilmente contratta: dire che è arrabbiato è un eufemismo! “Beh siamo in due! Grazie per avermi portato via” “Non ti ha fatto del male, vero?” domanda senza distogliere lo sguardo dalla strada. “No no tranquillo!” lo rassicuro accarezzandogli una guancia. Lui, in risposta, mi sorride mentre continua a guidare. “Porco maramiao!” sbotto dopo un po’. “Che?!” chiede Andy tra lo spaventato e divertito. “È autocensura…” spiego per poi continuare: “Angel ha le chiavi di casa” “E le tue dove sono?” domanda ovvio. “Sai mi sembrava abbastanza cretina la cosa di uscire insieme e prendere tutte e due le chiavi, quindi le ho lasciate a casa. Mica vado a pensare che mi abbandona andando a dormire da Gianluca!” spiego esasperata. “Stavo per proporti di passare da lei a prenderle ma poi ci ho ripensato dato che è con Gian e non oso pensare cosa stiano facendo…” ride. “Beh non mi resta altro che dormire sotto i ponti” sentenzio rassegnata. “Ma quali ponti e ponti? Andiamo a casa mia…” ribatte deciso facendo inversione. “Sei sicuro? Non voglio disturbare…” “Ma piantala!” esclama tirandomi un pugno affettuoso sulla spalla. Sono felice di poter stare in compagnia stasera; almeno eviterò di pensare ad un rompipalle pallone gonfiato con gl’occhi color cioccolato!

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