.:Amori, Amicizie e tanti Pensieri:.

di karter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .:ti voglio bene sorellina! ***
Capitolo 2: *** la sua spada ***
Capitolo 3: *** aereo ***
Capitolo 4: *** peperoncino rosso piccante ***
Capitolo 5: *** Buon Natale Sakura! ***
Capitolo 6: *** Perchè non c'è sempre un lieto fine ***
Capitolo 7: *** Verso una nuova vita...insieme! ***
Capitolo 8: *** un sacrificio per vivere ***
Capitolo 9: *** lei era il suo angelo custode ***
Capitolo 10: *** Basta poco per tornare a sorridere ***
Capitolo 11: *** pensieri sotto un cielo blu ***
Capitolo 12: *** -Tanti auguri Karin!- ***
Capitolo 13: *** Perchè? ***
Capitolo 14: *** Gli occhi, lo specchio dell'anima ***
Capitolo 15: *** Era quello giusto ***
Capitolo 16: *** Tum...Tum...Tum... ***
Capitolo 17: *** incubo ***
Capitolo 18: *** Il suo presente e il suo passato ***
Capitolo 19: *** Una nuova vita ***
Capitolo 20: *** Amore tra le dune del deserto ***
Capitolo 21: *** I suoi piccoli, grandi tesori ***
Capitolo 22: *** Pensieri all'alba di un giorno qualunque ***
Capitolo 23: *** Lettera ***
Capitolo 24: *** Genitori&Figli ***
Capitolo 25: *** Abbraccio ***
Capitolo 26: *** Candela ***
Capitolo 27: *** La solitudine ***
Capitolo 28: *** Sei la mia noiosa ***
Capitolo 29: *** Un Fine Settimana Indimenticabile ***
Capitolo 30: *** La sua vera natura ***
Capitolo 31: *** Un giorno magnifico ***
Capitolo 32: *** Una Vita Insieme ***
Capitolo 33: *** Brufolo ***
Capitolo 34: *** Per farla sorridere ***
Capitolo 35: *** Una smorfia di felicità ***
Capitolo 36: *** Catene ***
Capitolo 37: *** Tu non sei mio padre! ***
Capitolo 38: *** Benvenuta in famiglia, Mikoto Uchiha! ***
Capitolo 39: *** After two years ***
Capitolo 40: *** Mamma, mi parli di loro? ***



Capitolo 1
*** .:ti voglio bene sorellina! ***





.:ti voglio bene sorellina!






 
 Il cielo era scuro quel giorno, le nuvole bloccavano i raggi del sole e il vento s'infrangeva sulle fronde degli alberi e sulle case.
Il clima era freddo, non sembrava una giornata di fine luglio, pareva piuttosto una giornata di fine ottobre.
Poche persone erano in giro, la maggior parte preferiva rimanere a casa al riparo da quelle raffiche di vento che spesso si scatenavano.
In quest'ambiente così cupo un ragazzo dai capelli albini e gli occhi violacei, stretto nella sua felpa, camminava per le vie del paese incurante del forte vento e degli sguardi che gli altri abitanti del paese gli rivolgevano dalla finestra delle loro abitazioni.
Camminava e non si fermava.
Agli occhi di tutti sembrava senza meta, ma in realtà aveva una destinazione ben precisa, una meta prefissata.
Arrivato davanti ad un enorme cancello in ferro battuto, lo aprì quel tanto che bastava per entrare e proseguì la sua camminata, fermandosi davanti ad una pietra bianca laccata.
- Ciao sorellina- disse abbassandosi ad altezza della pietra fino ad incontrare con i suoi occhi quelli della persona raffigurata nella foto, un incontro scontro tra il viola e il verde, un verde che sa di vita, un verde allegro e solare, proprio come la proprietaria di quegli occhi nella foto, un viola spento, triste e vuoto, come il proprietario di quegli occhi che ora guardavano la foto - Hai visto? Sono passato a trovarti anche oggi- aggiunse sfiorando con la mano ogni singola lettera incisa su quella lastra di pietra - Come va lassù?- chiese poi alzando gli occhi al cielo guardando quelle nuvole così scure - Qui tutto bene, forse non proprio tutto - continuò cercando di apparire tranquillo - Purtroppo io e Karin abbiamo litigato nuovamente, a volte è davvero insopportabile quella ragazza, non mi capisce, non riesce a comprendere ciò che mi passa per la testa e non fa altro che criticarmi, sai che tengo molto a lei, ma non la sopporto nell'ultimo periodo, pensa che era arrivata a dirmi addirittura che non dovevo venire a trovarti tutti i giorni - disse ridendo - Ci pensi? Come può solo pensarla una cosa del genere? Non posso non venire da te- continuò passandosi una mano dietro la nuca - Ma basta parlare di Karin, suppongo che tu voglia sapere anche degli altri. Allora, che dire, Naruto e Hinata ieri hanno festeggiato il loro secondo anno insieme, sono davvero adorabili, anche se non capisco come faccia quella santa ragazza a sopportare quell'idiota di Naruto. Ino invece come ti ho già detto è incinta, inizialmente l'aveva presa male, ma poi grazie all'aiuto di Sai si è calmata e ha anche già deciso il nome, indovina un po’?- chiese sorridendo malinconicamente alla foto - Ha deciso di chiamare la sua bimba, sì, perché lei è sicura che sarà una femminuccia, Sakura, come te, ha detto che vorrebbe rivedere te in lei. Non è dolce? Non ti ho detto la più bella però, come sai ieri c'è stato l'addio al celibato di Neji, mamma quanto ci siamo divertiti, Kiba e Lee avevano chiamato delle ragazze stupende, sembrava tutto perfetto, musica, alcool e donne, poi ci siamo beccati una bella sorpresa, le ragazze chiamate non erano nient'altro che le nostre, avresti dovuto vedere la faccia di tutti i presenti era spassosissima - continuò ridendo a crepapelle - Sai sorellina, mi sarebbe piaciuto ci fossi stata anche tu, che anche tu avessi visto tutto ciò insieme a noi, invece...- continuò tornando serio mentre delle lacrime volevano far capolino dai suoi occhi - Invece te ne sei andata! - aggiunse con voce rotta - Sei volata via, hai spiegato le ali senza che io potessi fermarti, senza che io potessi fare niente per trattenerti al mio fianco! Mi sembra impossibile che siano già passati due anni, due anni in cui la mia vita continua senza di te, due anni da quando quello stupido camion ti ha strappato la vita, due anni da quando la mia vita è andata a rotoli, da quando non è più vita...- a quelle parole prese un lungo sospiro e si asciugò le lacrime cercando di ritrovare un po' di contegno - Scusami Saku, non sono venuto qui per deprimerti, il fatto è che mi manchi, mi manca la tua risata cristallina, mi manca la luce dei tuoi occhi quando sei felice, mi mancano i tuoi strani capelli rosa, mi mancano i tuoi pugni quando faccio qualche cavolata, mi mancano le nostre litigate, mi manca il doverti aspettare prima di uscire, mi manca tutto di te e del nostro rapporto. Sai ti sembrerà strano, ma da quando non ci sei più, ho un vuoto nel cuore, un peso sullo stomaco e sembra che il tempo si senta come me. - continuò riportando la sua attenzione a quella distesa che dovrebbe essere celeste ma che da molto tempo non lo era più - Vedi, da quando il tuo sorriso si è spento, si é spento anche il sole, e il vento ha iniziato ad alzarsi sempre più forte. Spesso sono preso per pazzo ad aggirarmi per strada, ma non posso non venire da te. È una cosa troppo forte. Forse anche in questo consiste il legame tra i gemelli, vivere le stesse emozioni, gioire e soffrire con l'altro, essere una cosa sola, e sentirsi male dentro quando l'altro non c'è più. Perdonami se ti ho annoiato oggi, lo so non è da me essere così melodram...- ma non riuscì a finire la frase che una folata di vento, più dolce delle altre, andò a scompigliargli i capelli, nello stesso modo in cui faceva la rosa quando erano ancora due bambini, causando sorpresa e sgomento nel ragazzo che si ritrovò a guardarsi intorno per capire cosa fosse successo, finché un raggio di luce non andò a illuminargli il volto pallido. In quel momento Suigetsu capì.
La folata di vento e il raggio di sole che dopo tanto tempo illuminava il cielo, non era una coincidenza, non era uno scherzo, era solo la sua sorellina che, come quando erano piccoli voleva farlo tornare a sorridere
- Grazie Sakura- disse, non più guardando la lapide, ma alzando lo sguardo verso quella luce bellissima - Grazie di essere sempre al mio fianco, ti porterò sempre nel cuore sorellina - aggiunse finalmente con un vero sorriso - Ti voglio bene!- concluse incamminandosi, mentre un angioletto dai buffi capelli rosa guardava da una nuvola il ragazzo sorridendo
" sii felice fratellino" pensò prima di spiegate le ali e volare verso l'infinito.



ANGOLO COMBINA DISASTRI:
salve a tutti xD
come ho accennato nell'introduzione questa raccolta partecipa alla challenge "La sfida dei duecento prompt" indetta da msp17.
questa fic precisamente tratta il prompt 35: morte
spero davvero vi sia piaciuta e vogliate lasciarmi un commentino ;)
un bacio a tutti
karter

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Capitolo 2
*** la sua spada ***







La sua spada





 
 Sakura stringeva tra le mani la sua spada, ne osservava ogni singolo centimetro, notando come il suo riflesso venisse distorto da quella lama che troppo spesso aveva strappato la vita a troppe persone.
Sakura stringeva tra le mani la sua spada, ne percepiva la consistenza, la struttura, le rifiniture.
Sakura stringeva tra le mani la sua spada, ne osservava la lama affilata e tagliente.
Sakura stringeva tra le mani la sua spada, la stessa spada con la quale più di una volta lui aveva tentato di ucciderla.
Sakura stringeva tra le mani la sua spada, la stessa spada che aveva seminato morte e distruzione prima che lei la raccogliesse su quel campo di battaglia.
Sakura stringeva tra le mani la sua spada, la stessa con la quale lui si era tolto la vita, pentito dei suoi errori, chiedendo loro perdono.
Sakura stringeva la sua spada, la stessa, che dopo quattro anni, finalmente, l’avrebbe ricongiunta al suo grande amore.




ANGOLO COMBINA DISASTRI:
salve popolo di EFP!
sono tornata con una nuova storia in questa raccolta, che come la precedente partecipa alla challange "la sfida dei 200 prompt"
questa fic si ispira al prompt numero 1: spada
spero possa piacervi xD
un bacio
karter

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Capitolo 3
*** aereo ***


Aereo








 
 
 
- Mamma, mamma guarda!- disse una bimba, dai lunghi capelli rosa raccolti in due trecce basse e gli occhi neri come la pece, indicando un puntino bianco nel cielo azzurro di mezza estate.
- Che c’è tesoro?- chiese una donna dai corti capelli rosa e gli occhi smeraldini affacciandosi alla finestra della sua casa
- C’è una macchina nel cielo!- disse continuando ad indicare quel puntino bianco che si stava allontanando sempre di più
A quelle parola la donna sorrise malinconica guardando il cielo
- Non è una macchina amore, è un aereo-
- Lo stesso che ha preso papà?- chiese innocentemente la bambina continuando a guardare il cielo
Sentendo ciò il volto della donna si oscurò e i suoi pensieri volarono a una sera di quattro anni prima.
 
 
- Sakura, amore, tranquilla, starò via solo una settimana- disse un uomo dai capelli lisci e neri raccolti in una coda bassa e gli occhi anch’essi del medesimo colore abbracciando la moglie
- Lo so, ma ci mancherai ugualmente- replicò lei avvolgendo le sue esili braccia attorno al collo del marito
- Anche voi mi mancherete- aggiunse l’uomo sorridendo - Vedrai che tornerò presto, e poi c’è la piccola Akira con te- continuò volgendo uno sguardo al loro piccolo angelo che dormiva nella stanza accanto
- Hai ragione- rispose la rosa sorridendo – Fai buon viaggio Itachi- concluse unendo dolcemente le sue labbra a quelle dell’uomo che amava, il quale non si tirò indietro, ma approfondì il contatto trasformando un dolcissimo bacio in qualcosa di più intenso e passionale
- Ciao amore- disse l’uomo separando le loro labbra e andando a posare un bacio sulla fronte della sua bimba che, a quel contatto, sorrise.
 
Il giorno dopo..
La donna era in cucina e stava preparando il pranzo per se e la sua bimba quando una notizia al telegiornale catturò la sua attenzione
- A causa di un guasto a uno dei motori, questa notte, l’aereo Tokio-Osaka si è schiantato al suolo. Dei duecento passeggeri nessun superstite…-
A quelle parole, la donna lasciò cadere a terra i piatti che stava reggendo e rimase incantata ad osservare lo schermo del televisore, mentre il servizio andava avanti, ma lei non sentiva più niente, la sua mente era annebbiata, i suoi occhi erano colmi di lacrime, solo una vocina, accorsa dal piano di sopra la fece tornare in sé.
- Mamma che succede, mamma?- chiese la bambina vedendo la madre in quelle condizioni.
- Nulla amore- si limitò a dire la donna asciugandosi le lacrime e cercando di sorridere
- Perché piangi?- chiese vedendo gli occhi arrossati della sua mammina
- Nulla, mi dispiace solo di aver rotto il servizio buono- replicò la rosa maggiore scompigliando i capelli della bimba
 
 

 
- Mamma?- Akira attirò nuovamente su di se l’attenzione della madre, la quale sorrise e tornò a guardare nuovamente il cielo
- Si amore, è come l’aereo che si è portato via papà-





ANGOLO COMBINA DISASTRI:
ecco anche la terza fic xD
questa è ispirata al prompt 70: aereo xD
come avete capito è una itasaku, coppia che io adoro, infatti credo di inserirne altre nel corso della raccolta, ma ancora non so xD
in compenso spero vogliate lasciarmi un piccolo commento per farmi sapere cosa ve ne pare
un bacio a tutti :*
karter

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Capitolo 4
*** peperoncino rosso piccante ***


Peperoncino rosso piccante













 
  
 
- Che cosa credi di fare tu? Una con questi capelli?-
- Sono così buffi-
- Sono come i pomodori, e si sa, a nessuno piacciono i pomodori!-
La persona presa di mira da quei tre bambini era una ragazza dai lunghi e lisci capelli rossi, che spazientita si mise le mani sui fianchi e replicò
- Come vi permettete di prendermi in giro?-
- Guarda Pomodoro cerca anche di difendersi-
A quell’ennesima provocazione la bimba non ci vide più e cominciò a picchiare tutti i bambini presenti che la prendevano in giro stendendoli uno alla volta senza problemi.
Vedendo quanta forza ed energia avesse quella bambina tutti rimasero sbigottiti
- Tu non sei Pomodoro, sei Peperoncino rosso piccante!-
Ma non riuscì neanche a vantarsi della sua trovata che Kushina lo mise subito al tappeto.
 
( 132 parole)




ANGOLO COMBINA DISASTRI:
ecco la quarta fic xD
questa è ispirata al prompt 94: peperoncino
non mi convince molto, ma mi piaceva l'idea di parlare della rossa più forte di Konhoa, quindi ecco qui quest'idea :)
spero possa piacervi
un bacio
karter

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Capitolo 5
*** Buon Natale Sakura! ***


Buon Natale Sakura!











 
 Camminava lentamente, con un pacchettino rosso tra le mani, il vento gelido di fine dicembre gli graffiava il viso pallido, facendo aderire al suo corpo scolpito, il cappotto viola ormai bagnato dai fiocchi di neve che, incessantemente, cadevano ribelli dal cielo, colorando di bianco il paesaggio circostante.
Aveva la testa fra le nuvole, non sentiva il freddo, il bagnato, la sua attenzione era tutta per quel pacchettino che reggeva tra le mani, un regalo. Aveva la carta rossa, il suo colore preferito, con delle delicate decorazioni rosa, il colore dei suoi capelli, con un nastro color acqua marina, il colore dei suoi bellissimi occhi. Anche la sola confezione parlava di lei.
Camminò a lungo, fino a trovarsi davanti ad una piccola casa su un piano, bianca come la neve che in quel momento cadeva dal cielo, con due finestre sul davanti, e un grande prato pieno di fuori in primavera a costeggiare il vialetto che portava al portone d'ingresso.
Percorse quel vialetto indeciso sul da farsi, proseguire o tornare indietro. Arrivò alla porta rigirandosi il regalo tra le mani pallide e congelate non sapendo cosa fare. Rimase per un lasso di tempo che gli parve eterno lì davanti, indeciso, continuando ad alzare e ritirare il braccio verso il campanello, per poi, dopo un lungo sospiro decidere finalmente di suonarlo.
Aspettò trepidante che la porta si aprisse rivelando una figura alta, magra, non troppo formosa ma proporzionata, con dei lunghi capelli rosa, molto probabilmente raccolti in uno chignon, gli occhi verdi sorridenti e le labbra sottili rosee.
Sentì il rumore della maniglia alzarsi, e la porta aprirsi pian piano cigolando, come se tutto fosse fatto apposta per tenerlo maggiormente in ansia.
Aperta la porta, le sue aspettative non furono deluse, c'era la ragazza dei suoi sogni sulla soglia che, avvolta in una coperta lo guardava sorpresa.
- Ciao Sakura- disse sorridendo timoroso per la reazione che avrebbe potuto avere la rosa davanti alla sua visita inaspettata la mattina di Natale.
- Suigetsu?- chiese invece sorpresa la ragazza dagli occhi acqua marina trovandosi davanti alla porta l'albino, bagnato fradicio e coperto solo da un piumino viola, mentre i capelli chiari, gli ricadevano attaccati al volto, completamente bagnati, a coprire anche i suoi bellissimi occhi viola - Cosa ci fai qui, e per di più tutto bagnato?- le disse la ragazza scostandosi dalla soglia per farlo passare, ma quello non si mosse, anzi, continuava a rigirarsi il pacchetto tra le mani e a guardare la ragazza titubante.
La rosa stava per dirgli di entrare, quando il ragazzo, porgendole il pacchetto che tanto l'aveva tormentato, le disse timidamente:
- Buon Natale Sakura!-
 


ANGOLO COMBINA DISASTRI:
Salve gente! eccomi di nuovo qui con un'altra flash partecipante alla challange la sfida dei 200 prompt di msp17 xD
questa volta ho usato il prompt 82: regalo
e sorpresa delle sorprese un'ennesima AU, questa volta però è una suisaku, la mia seconda coppia preferita xD
spero vi piaccia e vogliate lasciarmi un commentino xD
un bacio a tutti
karter

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Capitolo 6
*** Perchè non c'è sempre un lieto fine ***


Perchè non c'è sempre un lieto fine










 
 Era una splendida mattinata di sole, il cielo era di un azzurro così intenso da dar fastidio alla vista, poche nuvole si susseguivano nel cielo, giocando a rincorrersi felici, sospinte da una lieve brezza birichina, gli uccelli cinguettavano allegri tra le fronde degli alberi in fiore e la vita scorreva tranquilla agli occhi di un qualsiasi spettatore.
In questo ambiente di serenità e tranquillità, una ragazza dalla lunga coda bionda e gli occhi color del cielo correva trafelata tra le strade di una Tokyo ancora dormiente. Aveva gli occhi spalancati per la paura e lo sguardo desolato mentre parlava a telefono con uno dei suoi migliori amici
- Si sto correndo da lei- disse tra un sospiro e l'altro - Tu riprova a chiamarla ancora -
- D'accordo, fammi sapere appena arrivi- disse il ragazzo dall'altro lato del telefono con voce preoccupata prima di mettere giù e lasciare la bionda alla sua corsa contro il tempo.


 

- Ciao il mio nome è Ino, tu come ti chiami?- chiese una bambina di cinque anni dagli occhi di un azzurro intensissimo e i corti capelli biondi ad una bimba dagli strani capelli rosa e degli occhi verde smeraldo, che se ne stava rannicchiata su se stessa all'ombra di un ciliegio.
La bimba con i capelli rosa, a quelle parole, alzò sorpresa il volto guardando la sua interlocutrice con meraviglia, mai nessun bambino le si era avvicinato così gentilmente senza insultarla a causa del colore dei suoi capelli.
- Sakura- rispose debolmente la rosa.
- Che bel nome, ti va di essere amiche Sakura?- le chiese la bionda tendendole una mano che la ragazza dagli occhi verdi guardò sorpresa, prima di annuire e afferrarla saldamente sorridendo.

 
 
 

La bionda correva talmente veloce che il fiato le mancava e le gambe le dolevano, ma non poteva fermarsi, doveva andare avanti.

 
 
- Fatti forza Saku, andrà tutto bene- disse una bambina di dodici anni alla sua migliore amica che seduta in un angolo della casa non parlava, non mangiava, ne alzava lo sguardo, si era rannicchiata su se stessa, senza piangere, mantenendo per se tutto il suo dolore - Non puoi continuare così, ti farai solo del male!- continuò avvicinandosi a lei e posandole una mano sulla spalla.
Dal giorno del funerale dei suoi genitori aveva rifiutato qualsiasi contatti fisico, si era rinchiusa in una bolla, dalla quale, senza un aiuto esterno non sarebbe mai uscita.
- Potrai sempre contare su di me!- aggiunse poi prima di allontanarsi delusa perché l'amica neanche questa volta aveva accettato il suo aiuto, ma qualcosa le fermò il polso, volse lo sguardo e notò una delle mani dell’amica avvolgerle il polso, mentre dai suoi occhi, dopo una settimana di silenzio, calde lacrime iniziarono a uscire, portandola ad un pianto sconnesso e a lanciarsi tra le braccia della bionda che puntualmente l'afferrò stringendola forte a se.

 
 

Senza mai fermarsi la bionda giunse al bivio che portava a casa dell'amica, stava per riposarsi un attimo, ma un brivido le percorse la spina dorsale spingendola ad accelerare il passo, nonostante il dolore e la stanchezza.
 
 

- Ino sei così noiosa a volte!- disse una quindicenne dai capelli rosa mentre passeggiava tranquillamente nel parco assieme alla sua migliore amica.
- Sarò anche noiosa Sakura, ma te l'ho detto, fa male!- replicò questa convinta nelle sue idee.
- Ma cosa vuoi che mi faccia una sigaretta ogni tanto, non mi drogo mica!- rispose tranquillamente la ragazza dagli occhi verdi.
- Lo spero per te! Non puoi soffocare i tuoi problemi a questa maniera!-

 
 
C'era quasi, finalmente era giunta davanti al palazzo dove l'amica viveva da sola. Accelerò ulteriormente con il cuore in gola.
 
 
 - Ino vieni subito al “Crazy” - disse un ragazzo biondo dagli occhi azzurri con dei graffi sulle guance
- Perché mai dovrei venire in un bordello Naruto?- chiese la ragazza dall'altra parte del telefono
- Ti prego- rispose il biondo guardando la figura di una ballerina con indosso semplicemente un completino intimo in pizzo che lasciava ben poco all'immaginazione e un paio di decolté rosso fuoco, mentre si fumava una canna e beveva un cocktail assieme a delle sue colleghe - C'è bisogno di te!-
La bionda a quella supplica rabbrividì, sapeva bene che quando l'amico le parlava così in qualche modo c'era di mezzo la loro amica rosa, quindi senza ulteriori proteste acconsentì e dopo essersi cambiata si avviò al locale.
Arrivata, rabbrividì, c'era puzza di fumo e alcool ovunque, le cameriere giravano mezze nude e alcune di loro stavano svolgendo "compiti" fuori dall'ordinario.
La ragazza cercò gli amici e appena notò una testa bionda si avvicinò di corsa ad essa.
-Naruto che succede? - chiese senza neanche salutare gli altri
- Abbiamo provato in tutti i modi a farla ragionare, ma non ci siamo riusciti, per fortuna però siamo riusciti a tenerla lontana da quei depravati- disse indicando la ballerina di poco prima
A quelle parole la bionda non comprese, poi una volta voltato il capo vide una scena che la pietrificò.
Una ragazza dai lunghi capelli rosa lasciati sciolti, con indosso un completino nero in pizzo, era seduta al bancone, circondata dai loro amici che cercavano di tenerla buona, mentre questa, imprecando contro di loro, completamente ubriaca, si fumava una canna.
- Sakura?!- disse in un sussurro avvicinandosi a quella che da sempre era la sua migliore amica.
- Ino- disse un ragazzo dai capelli castani e la carnagione pallida - Finalmente sei arrivata-
A quelle parole, anche gli altri si girarono tirando un sospiro di sollievo nel notare la bionda che con passo incerto si avvicinava a loro senza distogliere lo sguardo dall'amica.
- Sakura che ci fai qui?- chiese in un sussurro, che nonostante il tono la rosa riuscì ad udire
- Che domande maialino- disse questa posando il suo drink e girandosi verso l'amica - Sto lavorando, o meglio prima del loro arrivo stavo lavorando- aggiunse guardando il gruppo di amici che la circondava al quale si erano aggiunti anche i due biondi
- Da quanto lavori qui Sakura?- chiese la ragazza dagli occhi azzurri guardando con durezza l'amica
- Non so più quanto tempo sia, un anno, due, non lo so - rispose l' altra con naturalezza prendendo un tiro dalla sua canna.
A quelle parole tutti si pietrificarono e guardarono con sgomento la ragazza che come se niente fosse continuava a fumare e bere tranquilla, come se non fosse accaduto nulla, mentre gli occhi della bionda si riempirono si lacrime. Non riusciva a credere che la sua migliore amica le avesse mentito per tutto quel tempo
- Perché? - chiese semplicemente con lo sguardo basso per nascondere le lacrime - Perché non mi hai detto niente?!- aggiunse gridando disperata
A quelle parole, nonostante l'alcool e il fumo in giro per il suo corpo, fu il turno della rosa di abbassare lo sguardo
- Perché me lo avresti impedito -
Fu un flebile sussurro quello della rosa, ma che tutto il gruppo di amici riuscì a sentire lasciandosi scappare un sorriso
- Torniamo a casa Sakura-chan?- chiese la bionda asciugandosi una lacrima e porgendo una mano all'altra
- S..Si- rispose quella dopo un po' di titubanza afferrando la mano dell'amica, sotto lo sguardo carico di affetto dei presenti
- Grazie Ino- aggiunse la ragazza, ma fu un sussurro così lieve che nessuno riuscì ad udirlo.

 
 

Salì velocemente le scale che portavano all'appartamento dell'amica. Mai le erano parse così tanti quei gradini che portavano al quinto piano e che centinaia di volte aveva salito o sceso assieme alla sua migliore amica.
 
 

 

- Hai mai pensato a come sarebbe la vita se tu morissi?- chiese la rosa mentre le due amiche erano sulla spiaggia a guardare il sole tramontare sul mare e tutti i riflessi che su di esso nascevano.
A quelle parole la bionda che fino a quel momento sorrideva, rimase sbalordita e si girò in direzione dell'amica.
- Come reagirebbe il mondo se tu scomparissi, se saresti solo un ricordo nella vita delle persone che ti hanno conosciuto- continuò la rosa ormai diciottenne stringendo a se le ginocchia e continuando a guardare quei riflessi rossastri che dal sole si irradiavano nel cielo e sul mare
- Fronte spaziosa come ti viene da pensare una cosa del genere?- chiese la bionda guardando l'amica a bocca aperta
- Ti sei mai sentita inutile Ino? Hai mai pensato che la tua vita potesse valere meno di zero? Ti sei mai sentita un peso per coloro che ti circondano? - chiese con aria malinconica
- Sakura tu non sei mai stata un peso per nessuno- le rispose la bionda dolcemente
- Ti sbagli Ino, io sono un peso per tutti coloro che mi circondano. Per Naruto, per Sai, per Sasuke, per Temari, per tutti gli altri, ma soprattutto per te- disse mentre una lacrima le rigava il volto niveo – E’ solo grazie a te se sono ancora qua, tu che mi hai sostenuto, tu che mi hai tirato su nei momenti di debolezza, tu che ci sei sempre stata, mentre io cosa sono stata per te?- continuò cacciando tutto l'odio che nutriva per se stessa - Sono stata la ragazzina debole da proteggere e sostenere, quella che se sparivi cadeva in un baratro, sono stata solo un pe.. - ma non riuscì a finire la frase che si ritrovò a massaggiarsi la guancia sinistra, mentre anche la bionda le urlava contro
- Ma cosa stai dicendo?- urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo, la mano destra ancora alzata - Tu non sei mai stata un peso, ficcatelo in quella testa bacata che hai! - continuò abbassando leggermente il tono - Tu sei la mia migliore amica!- aggiunse infine abbracciandola e lasciando che la rosa sfogasse tutte le sue lacrime sulla sua spalla
- Ti voglio bene maialino-
- Anch'io fronte spaziosa-

 
 

Giunta sul pianerottolo, si fermò solo un secondo per riprendere fiato, avvicinandosi all'appartamento dell'amica. Stava per suonare, quando si accorse che la porta era socchiusa. Con il cuore in gola l'aprì chiamando a gran voce il nome della rosa.
- Sakura!- disse aspettandosi una risposta, invano.
- Sakura, non fare scherzi sono Ino- continuò entrando nelle varie stanze e sentendo il telefono squillare.
Indecisa si avvicinò e rispose
- Finalmente Sakura-chan, ci hai fatto prendere uno spavento- disse una voce dall'altra parte - Sakura perché non parli?-
- Naruto- disse la bionda
- Ino, dov'è Sakura?- chiese il biondo spaventato
- Non lo so, sono appena arrivata e ho trovato la porta aperta- disse la ragazza dagli occhi colore del cielo aggirandosi per la casa alla ricerca di un qualche indizio per trovare la rosa.
D'un tratto, entrata in cucina, la sua attenzione fu catturata da della polvere bianca sparsa sul tavolo e un cucchiaio posato accanto ad un accendino. Alla vista di quelle cose la ragazza fu scossa da un tremito
- Non può essere- disse più a se stessa che al ragazzo all'altro capo del telefono

- Ino che succede?- chiese il biondo preoccupato, ma la ragazza non rispose, era troppo impegnata a correre in direzione della camera dell'amica, maledicendosi per non averci pensato prima.
Arrivata davanti, trovò la porta chiusa, con il cuore in gola l'aprì, pian piano, come impaurita da ciò che si sarebbe trovata davanti.
Una volta aperta, lo spettacolo che si ritrovò davanti fu dei peggiori.
La rosa era sdraiata in malo modo sul letto, i capelli arruffati, ricadevano pesanti sul cuscino, gli occhi, normalmente di quel verde pieno di vita, erano coperti dalle palpebre, la pelle, normalmente nivea e candida, aveva delle sfumature tendenti al grigio, e la bocca, solitamente incurvata in un broncio, o in uno dei suoi rari e bellissimi sorrisi, era semi-aperta, mentre un rivolo di bava schiumosa fuoriusciva da quelle labbra sottili. Affianco al letto una siringa, mentre un’altra era ancora infilata nel suo avambraccio.
A quella vista gli occhi azzurri della bionda si velarono di lacrime.
Si avvicinò cautamente al letto lasciando cadere il telefono dal quale si sentiva ancora la voce del biondo chiedere spiegazioni.
- Saku- la chiamò avvicinandosi, mentre la voce le tremava a causa dei singhiozzi - Sakura ti prego apri gli occhi- continuò avvicinandosi al corpo privo di vita dell'altra - Sakura non è divertente ti prego - continuò scuotendola per svegliarla invano, per cercare di farle aprire gli occhi, inutilmente. Carica d'odio prese la siringa posata sul letto e la scagliò contro il muro, poi dopo averle sfilato la siringa che ancora la rosa aveva nel braccio si lasciò  cadere a terra preda dei singhiozzi, stringendo l'ultimo oggetto con cui l' amica era venuta in contatto, che conservava ancora il suo profumo di ciliegia.
 
 
 

 
 

ANGOLO COMBINA DISASTRI:
salve gente xD
aggiornamento veloce questa volta ;)
questa volta la one-shot è ispirata al prompt 7: siringa
è ancora una volta un AU, ma mi piaceva troppo che l’idea che Sakura, travolta dai suoi problemi decidesse di togliersi la vita con un overdose di cocaina, perché, se non si fosse capito, la polvere bianca sul tavolo non era altro che cocaina.
Dal mio punto di vista la droga è una tematica molto delicata, ma non credo sia necessario alzare il raiting della raccolta, voi cosa ne pensate?
Dopo lo sproloquio spero davvero la fic vi sia piaciuta e che vogliate lasciarmi un commentino xD
un saluto a tutti
la vostra karter

 
 

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Capitolo 7
*** Verso una nuova vita...insieme! ***


Verso una nuova vita...insieme!









 
 Sakura guardava la luna.
Le piaceva osservare quella sfera immensa, che con la sua luce rischiarava il cielo notturno rendendolo affascinante, romantico ma anche triste e malinconico, gli dava un aspetto misterioso, che la affascinava giorno dopo giorno sempre di più.
Quando era piccola Sakura odiava la notte, durante la notte si sentiva sola, durante la notte era assalita dai suoi pensieri e dalle sue paure prima di sprofondare in un sonno tranquillo, il sonno in cui cade ogni bambino dopo una dura giornata all'insegna del divertimento.
Ora Sakura amava la notte, perché solo con l'oscurità poteva scorgere lo splendore della luna, l'amica che l'aveva accompagnata negli ultimi anni alleviando il suo dolore, e che ancora oggi, che finalmente aveva trovato la felicità, la accompagnava nelle sue fughe notturne.
Proprio come quella sera, l'ennesima in cui la rosa, uscendo di soppiatto, dalla finestra della sua camera, facendo attenzione a non svegliare i suoi, avrebbe attraversato di corsa tutto il villaggio, attenta a non far rumore, fino a giungere alle porte di quest'ultimo, attraversarle e dare così, finalmente inizio alla fuga vera e propria. Fuori dal villaggio avrebbe attraversato a tutta velocità la foresta, fino a giungere in una radura sconosciuta a tutto il mondo, la loro radura. Si sarebbe fermata e seduta sotto un albero di ciliegio, in attesa dell'arrivo del suo uomo, il quale, non appena avrebbe appoggiato la schiena al tronco, sarebbe giunto al suo fianco riservandole un gesto dolce, uno di quelli che dedicava solo a lei. Avrebbero iniziato a parlare del più e del meno, si sarebbero baciati dolcemente e si sarebbero uniti in un unica anima formata da due corpi, amandosi ancora e ancora senza tregua, fino all'alba, finché lui, dopo averle dato il bacio più dolce del loro incontro le avrebbe detto che doveva andar via, lei avrebbe sorriso, e dopo averlo visto scomparire sarebbe tornata al villaggio dove i suoi amici e la sua famiglia erano ancora profondamente addormentati ignari di ogni cosa.
Così anche quella mattina, dopo aver dormito l'una tra le braccia dell'altro Sakura aprì gli occhi, sicura che presto il ragazzo le avrebbe detto di dover andar via…
- Buongiorno amore- le disse infatti questi stringendola maggiormente a se e posandole un bacio dolcissimo sulle labbra
- Buongiorno- rispose la ragazza dagli occhi verde smeraldo cercando di mostrarsi forte - È già ora di andare?- chiese cercando di apparire tranquilla
A quella domanda il volto del ragazzo si colorò leggermente, ma la rosa non parve farci caso, infatti stava per alzarsi e rivestirsi, ma una leggera pressione al polso le impedì di muoversi, così si girò curiosa verso il suo uomo, incrociando il suo volto imbarazzato, ma sicuro
- Fuggi con me Sakura-
La rosa, sentita la domanda strabuzzò gli occhi incredula, non si aspettava una proposta del genere, ma non se lo fece ripetere due volte, si lanciò addosso al ragazzo baciandolo con passione.
- Devo prenderlo come un si? - chiese il corvino guardando sorridendo la sua donna mentre questa, per la troppa gioia gli aveva lanciato le braccia al collo.
- Decisamente si Itachi-kun- e così dicendo i due si avviarono verso la loro nuova vita insieme.
 
 
 
ANGOLO COMBINA DISASTRI:
salve gente!
eccomi qui con un’ennesima flash, questa volta ispirata al prompt 60: fuga
anche questa è una itasaku e dopo un sacco di tempo ecco una storia che non è AU, io ancora non ci credo xD
spero possa piacervi
un bacio
karter
 

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Capitolo 8
*** un sacrificio per vivere ***


Un sacrificio per vivere















 
Lottavano. Di nuovo. Sempre all'ultimo sangue. Avevano i loro ideali da difendere. Entrambi.
Li guardava. Ogni volta li osservava in disparte, e pregava, pregava perché entrambi si salvassero.
I colpi erano sempre più potenti, sempre più letali.

Più lo scontro procedeva, più le possibilità che ne uscissero entrambi vivi diminuivano.
Lei li guardava e si sentiva inutile. Le sembrava di essere tornata una bambina, di essere tornata ad essere solo un peso per loro. Non voleva più stare in disparte, non voleva perderli.
I due combattenti, allo stremo delle forze stavano per sferrare l'ultimo colpo, il colpo finale, quello con il quale lo scontro si sarebbe concluso e anche la vita di uno dei due.
Lei li guardava, non poteva perderli, non voleva perderli. Non sapeva cosa fare, aveva lo sguardo fisso su di loro, su ciò che sarebbe potuto accadere.
Fu un attimo, i due stavano per scontrarsi, volevano vincere entrambi.
Si alzò una nuvola di fumo nero, immensa, ma i due contendenti non si mossero, rimasero in piedi, cercando con lo sguardo il proprio avversario.



- Cosa successe dopo?- chiese una bimba dai lunghi capelli corvini raccolti in due trecce e degli enormi occhioni azzurri sorridenti curiosa di conoscere la fine della storia che il papà le stava raccontando.
- Il finale te lo racconto domani - disse l' uomo dai ribelli capelli biondi e gli occhi azzurri come la sua bambina
- Ma non è giusto!- replicò quest'ultima incrociando le braccia sotto il petto indispettita.
A quella scena il padre sorrise e le scompigliò i capelli corvini facendola sorridere.
- Buona notte papà -
- Buona notte Sakura-
Uscito dalla camera della figlia l'uomo si diresse in salotto, dove faceva bella mostra di se una vecchia foto, con una cornice in legno tutta rovinata dal tempo, raffigurante un gruppo di tre ragazzi e il loro sensai. L'uomo prese tra le mani la foto, sedendosi sul divano, ne accarezzò il vetro, mentre il suo volto perennemente sorridente assumeva un’espressione malinconica.
- Non è stata colpa tua Naruto!- disse una voce alle sue spalle facendolo sobbalzare
- Hinata- disse quello sorpreso, cercando di nascondere al meglio la foto, inutilmente
- Le hai raccontato quella storia?- chiese la donna sedendosi accanto al marito
- Già - rispose lui tristemente stringendo i pugni, mentre il senso di colpa lo divorava - Non ho avuto il coraggio di raccontarle il finale, però -
A quelle parole la donna si accoccolò meglio tra le braccia del suo uomo per fargli percepire la sua presenza
- Mi chiedo sempre cosa sarebbe successo se quello stupido scontro non ci fosse mai stato, se lei non si fosse sacrificata per salvare le nostre vite-
- Non so cosa sarebbe potuto accadere, ma so che se non fosse stato per il suo sacrificio molto probabilmente noi non saremmo qui e Sasuke non sarebbe mai tornato a casa - rispose la donna sorridendogli dolcemente e placando il suo animo inquieto.
 
Il fumo si dissolse e i due sfidanti si guardarono esterrefatti, davanti a loro, nel punto in cui le loro mani si erano quasi toccate, nel colpo finale, giaceva a terra, in fin di vita una ragazza. Il corpo, fine e aggraziato, era ricoperto di sangue, i vestiti erano stracciati, i lunghi capelli rosa le coprivano scompigliati il volto diafano, coperto di graffi, gli occhi solitamente di un verde splendente, erano opachi, quasi vitrei e le sue dolci labbra erano piegate in un sorriso. Nonostante tutto sorrideva. Ma non un sorriso stanco, un sorriso sollevato, felice. 
- Alla fine anch'io sono riuscita a salvarvi - disse la ragazza in un ultimo sussurro, posando lo sguardo sui suoi compagni, prima di chiudere gli occhi, sfinita, sotto lo sguardo smarrito dei suoi amici.

 


ANGOLO COMBINA DISASTRI:
questa flash è ispirata al prompt 138: sacrificio
salve gente, eccomi tornata a guastarvi la festa! xD
allora che ve ne pare di questa storiella?
spero vogliate lasciarmi un commentino
kisss
karter

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Capitolo 9
*** lei era il suo angelo custode ***


Lei era il suo angelo custode









 
Osservava.
Vegliava.
Proteggeva.
Ma non interferiva.
Le era vietato interferire con le scelte del suo protetto.
Ascoltava.
Comprendeva.
Aiutava.
Ma non poteva mostrarsi.
Le era vietato mostrarsi al suo protetto.
Lei lo guardava dall’alto cercando di mostrargli la giusta via tramite la testardaggine di Naruto e l’amore di Sakura.
Lei vegliava su di lui, proteggendolo dalle viscide mani di Orochimaru.
Lei ascoltava i suoi desideri di vendetta, comprendeva il suo dolore.
Lei lo aiutava a diventare forte come suo fratello.
Lei sorrideva ai suoi successi e piangeva alle sue disfatte.
Lei lo amava, ma lui non lo avrebbe mai saputo.
Lei era il suo angelo custode.
 
(106 parole)
 


ANGOLO COMBINA DISASTRI:
eccomi di nuovo qui con una drubble!
allora, avete capito chi è il personaggio a cui l'angelo si riferisce, vero?
comunque, ennesima fic partecipante a "la sfida dei duecento prompt", questa volta ispirata al prompt 157: angelo.
devo ammettere che non so se vada bene data la presenza di un nuovo personaggio, ma ci provo comunque, sperando che a qualcuno possa piacere :)
come sempre sono ben accette le recensioni
alla prossima
karter xD

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Capitolo 10
*** Basta poco per tornare a sorridere ***


Basta poco per tornare a sorridere









 
La pioggia non smetteva di cadere dal cielo nero, coperto da nuvoloni pesanti, che da mesi ormai infrangevano il loro pianto sulle strade, case e negozi di Konoha, ricoprendo ogni cosa di un manto bagnato.
Temari, al caldo nel suo piccolo appartamento, guardava dalla finestra l'infrangersi di quelle gocce sui vetri delle finestre, sorseggiando una calda cioccolata per riscaldare il suo esile corpo.
I suoi occhi erano fissi sulle gocce d'acqua, ma la sua mente era altrove, era tornata in quel maledetto vicolo dove, due anni prima, aveva perso la sua migliore amica.
Le sembrava accaduto tutto il giorno prima.
I ricordi erano ancora vividi nella sua mente che non poteva dimenticare, non voleva dimenticare ciò che era accaduto ad una delle persone più importanti della sua vita.
 
Stanca di guardare la pioggia Temari indossò il suo impermeabile e uscì di casa.
Camminò a lungo senza meta, fino a ritrovarsi in quel vicolo.
Dalla morte di Sakura non aveva neanche voluto passarvi vicino, mentre ora, era lì, le bastava girarsi e vi sarebbe entrata, un passo e sarebbe arrivata nel luogo dove la sua migliore amica aveva perso la vita.
Senza rendersi conto di ciò che faceva si ritrovò proprio nel punto in cui, due anni prima, aveva ritrovato il corpo della sua migliore amica, e con sua grande sorpresa vi trovò un mazzo di orchidee, i suoi fiori preferiti. Vedendolo alla ragazza salirono le lacrime agli occhi e ogni sua convinzione crollò.
Osservò a lungo i petali rosei dei fiori, ripensando alla sua amica. Quei fiori erano come lei, puri e delicati, semplici eppure stupendi, fragili ma anche forti...
- È strano trovarti qui- disse una voce alle sue spalle.
- È la prima volta che vengo da quel giorno- rispose atona la ragazza mentre una lacrima le solcava il volto.
- Lo so- rispose la voce avvicinandosi alla bionda e posandole una mano sulla spalla.
- Veni qui spesso vero?- chiese lei, senza staccare gli occhi da quei bellissimi fiori.
- Ogni volta che ho un momento - rispose distaccato.
- Lei ne sarebbe felice - disse sorridendo amaramente la bionda.
- Io non credo- la contraddisse il ragazzo, stupendo l'amica - Lei non vorrebbe vederci così tristi e disperati, ha sempre lottato per farci tornare il sorriso quando eravamo giù, pensa cosa starà pensando ora e quanto si starà infuriando perché non riusciamo a ritrovarlo-
- Era una ragazza eccezionale- ammise la bionda pensierosa.
- Già- commentò il ragazzo con la mente persa a giorni ormai lontani, giorni in cui quel vicolo era fonte di gioco per tutto il loro gruppo di amici.
- Grazie Naruto - disse sorridendo la bionda - Hai ragione tu, dobbiamo andare avanti. Lei ha lottato per i nostri sorrisi e noi non li spegneremo, per nessuna ragione. Due anni fa ho pensato che questo vicolo mi avesse strappato la felicità, oggi grazie a te posso riniziare a vivere. -
- Non devi ringraziare me, ma Sakura-chan-
- Anche ora che non c'è più riesce a farci sorridere-



ANGOLO COMBINA DISASTRI:
SALVE GENTEEE!

questa volta sono tornata prima del previsto per vostra sfortuna xD
questa flash è ispirata al prompt 162: vicolo
spero possa piacere a qualcuno ;)
un bacio
karter

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Capitolo 11
*** pensieri sotto un cielo blu ***


Basta poco per tornare a sorridere









 
Osservava il cielo.
Quella distesa blu notte rischiarata da piccoli fari luminosi che cercavano di rendere quella volta così oscura un luogo di serenità, capace di trasmettere tranquillità solo guardandolo.
Le era sempre piaciuto il cielo notturno con i suoi colori tetri, ma allo stesso tempo confortanti.
Ricordava poco è niente del suo passato, sapeva a malapena il suo nome, Sakura, l’aveva letto su un bracciale che portava al polso, ma era certa di essere innamorata di quella distesa blu notte, capace di rasserenare il suo animo inquieto.
Le piaceva sedersi sul terrazzo della sua camera a osservare quel paradiso ai suoi occhi, perdendosi nei meandri più profondi della sua mente e immaginare la sua vita prima di ritrovarsi in un luogo a lei sconosciuto, senza ricordi.
Si vedeva in un piccolo villaggio, circondata da persone che le volevano bene, un po’ come nel sogno che faceva ogni notte, oppure si vedeva a lavorare in un ospedale, prendendosi cura dei malati. Il suo più grande sogno però era quello di ritrovarsi la sera, davanti ad un camino acceso, seduta su un grande divano con la testa poggiata sulla spalla dell’uomo che ama, suo padre a leggere il giornale sulla poltrona accanto a loro che ogni tanto lancia frecciatine alla coppia, la madre che canticchia asciugando i piatti, sua sorella e il suo ragazzo che bisticciano e poi due bambini che giocano con le costruzioni, suo figlio e suo nipote.
Questo era ciò che immaginava ogni volta che si ritrovava ad osservare il cielo notturno. E ogni notte aspettava l’alba, così, persa fra i suoi pensieri e sogni, perché con l’alba le illusioni sparivano, i sogni tornavano nei cassetti e lei tornava in camera, indossava degli abiti a caso e scendeva in sala, dove l’aspettavano coloro che ormai definiva sue “sorelle”.
 
 


ANGOLO COMBINA DISASTRI:
dopo una lunga assenza rieccomi xD
salve a tutti genteeee!
questa volta la fic è ispirata al prompt 126, stelle :)
spero vi piaccia e che vogliate lasciarmi un commentino
kissss
karter

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Capitolo 12
*** -Tanti auguri Karin!- ***


-Tanti Auguri Karin!-











 
Vent’anni.
Finalmente quell’età tanto attesa era giunta anche per lei.
L’aveva desiderata ardentemente da tutta una vita, e finalmente era arrivata.
Osservò silenziosamente la stanza buia, dirigendosi verso il frigo, dal quale estrasse l’unico regalo che si era concessa per quel giorno: un cup-cake.
Già, perché lei non aveva bisogno di una torta, nessuno era con lei per festeggiare.
-Tanti auguri Karin- si disse con un sorriso amaro, mentre con un desiderio nel cuore spegneva quell’unica candelina.
-77 parole-



ANGOLO COMBINA DISASTRI:
hola!
rieccomi a brevissima distanza con una nuova drubble AU :)
questa volta protagonista indiscussa è Karin e se devo dirla tutta mi piace anche abbastanza come è uscita questa storia xD
come al solito partecipa a "La sfida dei 200 prompt" indetta da msp17 sul forum e questa volta è ispirata niente che meno al prompt candelina.
spero vi piaccia
kisss
karter

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Capitolo 13
*** Perchè? ***


Perchè?



 
-Ino puoi venire un attimo?-
-Ino rispondi a telefono!-
-Ino, annulleresti tutti i miei impegni di domani?-
-Ho bisogno di un caffè! Ino scendi al bar all'angolo!-
-Dove sono i documenti arrivati ieri, Ino?-
Finalmente era giunto il tramonto.
A breve l'ufficio avrebbe chiuso e solo poche persone erano rimaste a finire gli ultimi dettagli nei loro lavori.
Tra queste spiccava una ragazza dalla lunga chioma bionda e due bellissimi occhi color del cielo che stremata sedeva dietro la sua scrivania.
Fortunatamente un'altra giornata di lavoro era conclusa e finalmente avrebbe avuto qualche ora per riposare, senza che nessuno le desse ordini a destra e manca.
Esausta, si avviò verso gli ascensori, ma la vibrazione del suo telefono la distrasse.
"prima di andare a casa passa in tintoria"
Una sola frase capace di farle saltare i nervi e farla imprecare peggio di uno scaricatore di porto, maledicendosi per aver ascoltato quella vocina che le aveva consigliato, tra tutti i lavori esistenti al mondo di fare proprio la segretaria!
 
 
 
ANGOLO COMBINA DISASTRI:
salve gente, eccomi di nuovo qui con una fic au sulla bella Yamanka ispirata al prompt 48: segretaria
spero vi piaccia e vogliate lasciarmi un commentino per aiutarmi a migliorare xD
un bacio a tutti
la vostra karter

 

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Capitolo 14
*** Gli occhi, lo specchio dell'anima ***


Gli occhi, lo specchio dell'anima













 
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima.
Lo dicevano tutti, ma io non avevo mai voluto crederci, eppure ora mi sembra non ci sia niente di più vero. Nella mia vita ho incontrato tante persone, ninja valorosi, traditori e gente comune, ma non avevo mai voluto credere che per capire la loro vera essenza bastasse guardarli negli occhi. Eppure ora, stesa sul letto di quest'ospedale, ripensando a loro, al mio team, capisco quanto sbagliassi."
Sorride amaramente Sakura rivedendo davanti a se i bellissimi occhi azzurri di Naruto, il suo migliore amico, suo fratello, così limpidi e puri, proprio come lui, sempre pronto a sacrificare se stesso per gli altri, senza volere nulla in cambio.
Si perde tra i meandri oscuri che erano gli occhi color pece di Sasuke, suo primo amore inizialmente, diventato poi un fratello protettivo nei suoi confronti, occhi scuri, come il suo cuore accecato da un'insana vendetta e bisognoso di una luce che solo tra le braccia di Karin era riuscito a trovare.
Rivede Kakashi, il suo sensei, e i suoi occhi bicolore, nero e rosso. Nero come il rimorso per non essere riuscito a salvare il suo maestro e i suoi compagni, rosso come il coraggio dimostrato durante ogni battaglia e tutto il sangue versato per difendere i suoi cari e loro, i suoi unici allievi.
Erano gli uomini della sua vita e sempre lo sarebbero stati.
Mentre la mente si giova di dolci ricordi, gli occhi smeraldini, si chiudono per l' ultima volta, mentre un flebile sussurro esce dalle labbra tremolanti.
-Maestro, amici, finalmente sto per riabbracciarvi e finalmente il team sette tornerà a splendere-


ANGOLO COMBINA DISASTRI:

ciao a tutti! xD
rieccomi con una nuova flash, questa volta ispirata al prompt 101: occhi
spero possa piacere a qualcuno
un bacio a tutti! :D
karter

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Capitolo 15
*** Era quello giusto ***


Era quello giusto








 
Era quello giusto, se lo sentiva.
Non troppo complicato, ma neanche banale, non superfigo come quello delle amiche, ma meraviglioso ai suoi occhi.
Era perfetto per lei, più lo guardava e più ne era convinta.
Erano ormai minuti interi che lo osservava con sguardo sognante, quando la voce di una delle sue amiche la riportò con i piedi per terra, mentre in testa, però, aveva un solo pensiero: prima o poi avrebbe comprato quell' i-Phone!
-75 parole-




Eccomi tornata con un'ennesima drabble Au xD
questa volta è ispirata al prompt 75: i-phone
personalmente non ne sono molto soddisfatta, l'idea originale era un pò diversa ma poi è uscita così quindi lascio a voi il giudizio finale xD
un bacio a tutti
karter

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Capitolo 16
*** Tum...Tum...Tum... ***


Tum...Tum...Tum...











 
Tum...Tum...Tum...
Tum...Tum...Tum...
Tum...Tum...Tum...
 
Batteva. In modo fievole ma batteva. Il suo cuore continuava a battere, nonostante tutto.
 
Tum...Tum...Tum...
 
Erano passati sei mesi da quel giorno, eppure sembrava tutto così reale, così vicino da sembrare avvenuto poche ore prima.
 
Tum...Tum...Tum...
 
I medici non ci credevano. Le sue condizioni erano così gravi che non sarebbe dovuta sopravvivere all'impatto, invece, dopo sei mesi era ancora lì, su quel letto d'ospedale, con il corpo collegato a milioni di macchine che ne controllavano ogni parametro vitale.
 
Tum...Tum...Tum...
 
Passavano ogni giorno a trovarla. Le raccontavano come la loro vita andava avanti, ma com'era triste senza il suo sorriso, sperando sempre di vedere i suoi bellissimi occhi smeraldini aprirsi, o un dolce sorriso formarsi sulle sue labbra, invano.
 
Tum...Tum...Tum...
 
Non avevano mai avuto un gran rapporto loro due. Lui troppo impegnato a bisticciare con la rossa, lei troppo impegnata a stare dietro al bel tenebroso, eppure era l'unico che non riusciva ad andare via alla fine delle visite. Rimaneva giornate intere in quella stanza d'ospedale e le parlava, le raccontava tutta la sua giornata, rideva e scherzava cercando si catturare la sua attenzione, o restava in silenzio cercando di distinguere il battito del suo cuore tra tutti gli ingranaggi di quei macchinari che la mantenevano viva.
 
Tum...Tum...Tum...
 
Era una mattinata tetra quel giorno, il cielo era scuro, immensi nuvoloni preannunciavano l'arrivo di un brutto temporale entro l'ora di pranzo.
Come al solito si stava dirigendo in ospedale assieme a quel biondino che era un fratello acquisito per la bella addormentata.
Arrivarono in fretta a destinazione, osservando un gran via vai di medici.
-Che sta succedendo?- chiese il biondo guardandosi intorno.
-Ci sarà qualche emergenza!- rispose l'albino, normalmente si sarebbe interessato alla faccenda, ma ora voleva solo andare da lei. Voleva osservarla dormire e sentire i battiti ritmici del suo cuore.
Continuarono a camminare in direzione di quella stanza che li aveva visti ospiti per più di sei mesi, ma più si avvicinavano, più capivano che c'era qualcosa che non andava.
Proseguirono ancora fino a giungere davanti alla porta della stanza, stranamente chiusa. Senza esitare bussarono, attendendo una risposta che non sarebbe arrivata. Prendendo coraggio l'albino aprì la porta e credette di poter morire. Davanti a lui c'era la stanza che aveva ospitato la loro Sakura per tanto tempo, ma era diversa. Il letto era rifatto, come se fosse vuoto, i macchinari erano spenti, le finestre aperte. Rimase così, impalato per minuti che gli parvero ore, ad osservare ciò che lo circondava.
Com'era possibile? Che cosa era successo? Ma soprattutto dov'era Sakura?
Senza degnare il biondo di uno sguardo corse alla ricerca di un medico. Doveva sapere. Questa condizione di ignoranza lo stava uccidendo.
-Dottoressa!- chiamò riconoscendo la donna che si occupava della sua amica -Dov'è la ragazza della stanza sette?- chiese con il fiatone.
La donna lo osservò attentamente, senza sapere cosa dire. Possibile che nessuno lo avesse avvertito?
-Mi dispiace ragazzo- iniziò cercando di non sconvolgerlo troppo -Il cuore della tua amica ha smesso si battere, questa notte-
A quelle parole Suigetsu rimase immobile. Non poteva credere alle sue orecchie. Lei non c'era più, era volata via. Lentamente gli occhi gli si riempirono di lacrime amare. Non riusciva a scorgere più niente intorno a lui. Non sentiva i passi delle persone che lo circondavano, le voci che lo riempivano di domande e nemmeno le urla del biondo che era venuto a sapere la verità. Nulla lo toccava, riusciva a sentire solo il suo cuore che pian piano cadeva a pezzi.
 
Tum...Tum...Tum...
Tum...Tum...Tum...
Tum...Tum...Tum...






 

ANGOLO COMBINA DISASTRI:

salve gente!
dopo secoli eccomi ad aggiornare nuovamente questa raccolta, per vostra sfortuna xD
questa volta mi sono ispirata al prompt 164: cuore e vi ho inserito, molto lievemente, un pò di Suisaku che non guasta mai ;)
spero piaccia a qualcuno questa breve AU
un bacio
karter

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Capitolo 17
*** incubo ***


Incubo











 
Correva, senza fermarsi, correva veloce, così veloce che le dolevano le gambe, ma nonostante tutto continuava a correre. Non aveva una meta, una destinazione precisa, sapeva solo di dover fuggire senza fermarsi se voleva salva la vita.
Sapeva che lui era alle sue spalle. Ne sentiva la presenza dietro di se, e per questo non poteva permettere di fermarsi o lui l'avrebbe raggiunta e riportata nel suo schifosissimo laboratorio.
Guardò davanti a se, una bellissima luce si intravedeva tra gli alberi. Le bastava arrivarvi e sarebbe stata salva.
Fece un respiro profondo e si preparò ad accelerare nuovamente la corsa.
Le gambe bruciavano, il respiro mancava, ma non poteva arrendersi, non ora che era quasi in salvo.
Accelerò ancora, il desiderio di libertà era talmente forte da spingerla a proseguire, peccato che non tutto andò come previsto. Una radice troppo sporgente le intralciò il cammino, facendola cadere rovinosamente a terra.
Immediatamente provò a rialzarsi, ma la caviglia le faceva troppo male. Un lampo di terrore le attraversò il volto. Lei era ferita e quel mostro stava avvicinandosi.
Provò a rimettersi in piedi ancora una volta. Non poteva fallire proprio ora che era quasi salva. Fu tutto inutile.
Il panico la divorò sentendo i suoi passi sempre più vicini. Il cuore le batteva fortissimo nel petto. Era troppo vicino, riusciva a vedere il giallo dei suoi occhi nell'oscurità.
Lo vide ghignare e leccarsi le labbra pallide, con quella sua disgustosissima lingua serpentina.
L'aveva trovata.
Provò ad indietreggiare, inutilmente, lui era troppo vicino.
Un urlo agghiacciante si liberò delle labbra pallide della ragazza alla vista di una mano bianca sempre più vicina...
 



Karin aprì terrorizzata gli occhi.
Era successo di nuovo, aveva fatto nuovamente quello stramaledetto incubo. Aveva sognato nuovamente il giorno in cui quel mostro di Orochimaru le aveva strappato la libertà.
Stancamente si riadigiò sul letto con un sorriso malinconico sulle labbra e un pensiero fisso.
"Era solo un incubo..."








ANGOLO COMBINA DISASTRI:

salve popolo di efp!
eccomi tornata!
questa picola flash è ispirata al prompt 131: incubo
come avrete capito è narrato un incubo ricorrente di Karin (non so perchè ma anche se non amo questo peronaggio è un periodo che ho un pò di idee su questa ragazza che non sempre riesco a mettere per iscritto, ma ora stimo divagando)
non so come sia uscito, ma spero possa piacere a qualcuno.
prima di levarmi dai piedi (lo so che non mi sopportate già più) vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo questa raccolta tra le preferite/ricordata/seguite, tutti coloro che hanno perso un attimo del loro tempo per recensire anche una sola di queste piccole storie e tutti i lettori silenziosi (che diventano sempre più numerosi)
grazie di cuore a tutti!
ora tolgo il disturbo,altrimenti quest'angolo diventa più lungo della storia stessa
un bacio

karter 
 

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Capitolo 18
*** Il suo presente e il suo passato ***


Il suo presente e il suo passato











 
Occhi verdi come smeraldi con intense sfumature cremisi, capelli del colore del sangue, pelle lattea, labbra sottili che evidenziavano due canini affilati, ghigno perenne sulle labbra rosse. Indossa dei jeans scuri e strappati e un corpetto di pelle nero con centinaia di lacci dietro la schiena. Un angelo vestito da demone.



Occhi verdi come smeraldi, capelli di un delicato colore confetto, pelle rosea dalle gote leggermente arrossate, labbra perfette a forma di cuore. Indossa un vestitino bianco dal corpetto con delicati ricami smeraldini, perfetti con i suoi occhi leggermente più grandi del normale. Pare una bambola di porcellana tanta la sua bellezza.


 
Mani sottili che giocano con i suoi fili scarlatti, dita decise che accarezzano il niveo collo della povera vittima.
 


Mani sottili che giocano con i tasti del pianoforte per allietare le giornate noiose, dita tremanti che stringono una tazza di the caldo per riscaldarsi nelle fredde giornate invernali.


 
Cammina per strada, osservando con sguardo malizioso chiunque si soffermi più del dovuto sul suo corpo perfetto, cammina per strada alla ricerca del suo prossimo pasto.

 

Cammina per strada, irradiando sorrisi a tutti coloro che incrociano il suo cammino, cammina per strada ridendo con le amiche di sempre.


 
Seduta sul suo letto passa le giornate ad attendere l'arrivo della notte per potersi sfamare, seduta alla finestra osserva il riflesso dell'ultimo uomo che ha ingannato per nutrirsi del suo liquido vitale.


 
Seduta in salotto passa le giornate a leggere interminabili romanzi d'amore, seduta alla finestra attende il ritorno di quell'uomo che ha dovuto sposare a soli tredici anni.


 
Occhi perennemente aperti ad osservare il mondo, udito ultra sviluppato per percepire ogni suono.



Occhi chiusi per immaginare la bellezza delle terre che non avrebbe mai potuto visitare, orecchio teso ad immaginare i suoni melodiosi della natura che la circonda.


 
Passo leggero e sensuale, come ogni giovane diciottenne, peccato che quei diciotto anni durassero da un po' troppo tempo.
 


 
Passo leggero e un po' impacciato, non adatto ad una quasi diciottenne di alta società come lei.


 
Occhi sempre aperti da ormai quattro secoli. Occhi che hanno visto ogni parte del mondo. Canini affilati che hanno assaporato ogni tipo di linfa vitale. Lingua che ha assaporato la fragranza di migliaia di giugulari.



Occhi smeraldini che si chiudono per l'ultima volta prima di riaprirsi rossi come il sangue. Occhi che si abituano alla nuova vita che li attende. Labbra che assaporano cibi reali per l'ultima volta prima di nutrirsi solo di sangue. Capelli rosati che con il tempo si tingeranno di cremisi come il sangue delle sue vittime.


 
Lei non conosce il suo passato.



Lei ha dimenticato il suo passato.


 
Lei è un demone della notte, un mostro, un assassino.



Lei era una normale ragazzina alla quale fu strappata la vita per donarle l'immortalità.


 
Lei è quel mostro che comunemente è chiamato vampiro.



Lei è diventata quel mostro che comunemente è chiamato vampiro.
 
 
 





ANGOLO COMBINA DISASTRI:
eccomi di nuovo qui e con la maturità imminente vado molto di fretta quindi sarò più breve del solito xD
questa AU è ispirata al prompt 135: vampiro e come avrete capito la protagonista indiscussa è Sakura, nella parte a destra come vamoiro e nella parte a sinistra nel suo passato da umana.
spero vogliate lasciarmi un breve commento per aiutarmi a migliorare
un bacio a tutti
karter
 

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Capitolo 19
*** Una nuova vita ***



UNA NUOVA VITA






~~La luna illuminava con la sua flebile luce un’incantevole cielo stellato che dopo tanti colori, finalmente si era tinto di quel blu oscuro che caratterizzava la notte. Un leggero alito di vento scuoteva le fronde degli alberi in fiore portando con sé tanti piccoli petali colorati che volteggiando come in una magica danza si posavano con grazia su ogni dove.
Il villaggio era cullato dalle calde braccia di Morfeo che custodiva gelosamente i sogni di ogni abitante, tranne quelli di un gruppo di uomini coraggiosi che ormai da ore tentavano di sostenere una loro cara amica.
-Forza Tem, puoi farcela!- cercava di incoraggiarla Ino –Spingi più forte, forza!-
-La… fai facile… te!- urlava la donna tra una spinta e l’altra –Non… sei tu… quella… che sta… partorendo… un bambino… enorme!-
-Non protestare!- la rimproverò Ino che era stata chiamata d’urgenza per farla partorire –Ti ricordo che mi hai fatto lasciare mio figlio a casa per correre qui. Ora non lamentarti e continua a spingere che vedo la testa!-
Temari strinse i denti, mentre sfogava il suo dolore con urla disumane, spaventando anche l’infermiere che avrebbe dovuto asciugarle il sudore.
-Razza… di… oca… giuliva!- urlò dando una spinta più forte.
-Brava!- la incoraggiò Ino con un sorriso, ignorando tutte le offese –Un’altra spinta così e ci siamo!-
La giovane madre strinse i denti ancora più forte.
Se solo si fosse ritrovata tra le mani quell’idiota di suo marito l’avrebbe ucciso. Neanche il parto di due gemelli era stato tanto devastante.
-Vai così Tem! Brava! Bravissima!- urlò al settimo cielo Ino, mentre il vagito di un bambino si diffondeva per la stanza e la giovane madre si lasciava cadere esausta sul lettino.
-Il mio bambino…- sussurrò mentre gli infermieri lo lavavano e lo avvolgevano in una copertina.
-Congratulazioni Tem!- iniziò la bionda avvicinandosi all’amica –Sei diventata mamma di un altro meraviglioso maschietto!- aggiunse porgendole il neonato

***

Fuori dalla sala parto il clima non era dei migliori.
Sai se ne stava seduto su una delle panchine e guardava il piccolo Inoichi disegnare. Nonostante la giovane età era già un artista bravissimo, proprio come il suo papà.
Hinata se ne stava seduta, con il piccolo Minato addormentato tra le braccia, mentre Naruto aveva posato il volto sulla sua spalla, esausto. Entrambi i suoi uomini avevano provato a tenere gli occhi aperti per tutto il tempo necessario, ma la stanchezza aveva trionfato su entrambi e si erano abbandonati alle dolci carezze della donna della loro vita.
Per l’occasione anche TenTen e Shino erano rientrati a Konoha e ora se ne stavano al bancone del bar a sorseggiare l’ennesimo caffè, mentre Chouji faceva piazza pulita di tutti gli stuzzichini presenti.
Kiba, invece, se ne stava seduto a terra con la schiena appoggiata al muro e la sua Hanabi accanto che si accarezzava il ventre appena accennato. Presto sarebbe toccato anche a loro.
I due gemellini Nara, Shikaku e Ayame, erano molto felici e si divertivano a giocare con Akamaru, che per l’occasione era diventato la loro giostra.
Sasuke osservava il tutto dalla sua solita postazione. Schiena al muro e braccia incrociate al petto. Ormai non la riteneva più una novità quella di ritrovarsi al reparto maternità. C’era già stato tante di quelle volte, eppure gli faceva sempre un certo effetto passare davanti a tutti quei bambini che dormivano ignari del futuro che li attendava una volta cresciuti. Più volte si era ritrovato a chiedersi come sarebbe stato trovarsi lì non come spettatore, ma come padre in attesa di un figlio, ma puntualmente si dava dell’idiota perché si ritrovava a immaginare sempre una giovane donna dai capelli rosa al suo fianco.
Shikamaru, poi, era il più nervoso di tutti. Dal momento in cui avevano portato dentro sua moglie non aveva smesso un solo secondo di fare avanti e indietro nervoso. E dopo quattro lunghissime ore aveva ancora la forza di andare avanti.
Erano tutti in silenzio, quando la porta si aprì e una Ino raggiante fece la sua comparsa.
-Allora papà…- iniziò con un sorriso –Vuoi vederlo o no questo nuovo arrivato?-aggiunse facendo segno al suo migliore amico di seguirla.
Shikamaru rimase qualche secondo impassibile, prima che un bellissimo sorriso nascesse sul suo volto.
-Shika-chan, Aya-chan…- chiamò attirando l’attenzione dei suoi due figli –Vogliamo andare a conoscere il nuovo piccolo di casa?-
A quelle parole i due bambini sorrisero raggianti, abbandonando completamente il povero Akamaru e correndo incontro al loro babbo che li prese in braccio.
 
***

Temari era esausta.
Il travaglio era stato infinito, eppure non poteva che essere più felice di stringere tra le sue braccia quel piccolo fagottino di carne che la osservava con occhi vispi.
Fortunatamente anche lui aveva ripreso l’atteggiamento da lei, altrimenti non sapeva come avrebbe fatto a gestire un altro Nara doc. Shikamaru e Ayame le bastavano come pigri di casa!
-Si può?- chiese una voce fin troppo nota interrompendo i suoi pensieri, mentre comparivano davanti a lei tre delle persone più importanti della sua vita.
-Mamma!- urlarono i bambini scendendo dalle braccia del padre che li osservava divertito e correndo dalla mamma.
-Com’è?- chiese immediatamente Shikaku sporgendosi maggiormente per cercare di sbirciare il suo fratellino.
-Sei una seccatura Shika!- lo rimproverò la piccola Ayame sistemandosi una lunga ciocca bionda dietro l’orecchio e facendo sorridere la madre.
Ayame era decisamente suo padre al femminile!
-Calma pesti!- asserì Nara senior avvicinandosi alla sua dolce metà e posandole un bacio veloce sulle labbra –La mamma è stanca, quindi se non la finite di fare casino vi riporto a casa, che seccatura!-
Temari sorrise a quelle parole. Nonostante suo marito fosse un vero scansafatiche era un uomo eccezionale, ma questo non gliel’avrebbe mai detto.
-Va bene, papà!- acconsentirono i due piccoli abbassando il capo mortificati.
Non volevano far arrabbiare nessuno, erano solo curiosi di sapere qualcosa in più sul loro fratellino.
La donna sospirò. La gravidanza l’aveva resa decisamente più buona e la cosa non andava affatto bene.
-Allora volete vedere il piccolo Makoto Nara?- chiese scostando leggermente la coperta che avvolgeva l’ultimo dei suoi figli e mostrando un bambino meraviglioso dalla pelle rosea e qualche ciocca nera in testa.
-Ѐ bellissimo!- esclamarono insieme i due rimanendo incantati da quel corpicino gracile che era entrato a far parte della loro famiglia.
-Makoto Nara…- sussurrò invece Shikamaru osservando sia la moglie che i tre bambini.
-Che c’è, non ti piace?- iniziò la bionda con sguardo assassino, facendo sorridere il marito.
Sapeva che se la sua Tem aveva scelto quel nome c’era un motivo, ma non gli pareva il caso di farle domande ora. Aveva appena partorito e se con i bambini era dolcissima, non lo sarebbe stata anche con lui.
-Ѐ meraviglioso!- rispose quindi con un sorriso prendendo in braccio quelle due pesti dei suoi figli che si sedettero sul letto e abbracciando la sua donna.
In tutta la sua vita non sarebbe mai stato in grado di sognare un futuro migliore.

 

 












E dopo un’assenza infinita, eccomi di nuovo qui ad aggiornare questa raccolta.
Quasi non mi pare vero di esserci riuscita!
Comunque inizio col chiedere scusa a tutti i lettori per la prolungata assenza, ma impegni vari mi hanno impedito di dedicare il mio tempo alla stesura di qualcosa di decente (anche se non so se questa cosa possa essere definita in tal modo); in secondo luogo volevo informarvi che, come tutte le storie di questa raccolta anche questa partecipa a “La sfida dei 200 prompts” e si ispira più specificatamente al prompt 34: nascita, credo si capisca il perché ;)
Infine vi do un po’ di spiegazioni su questa shot.
Come avrete capito è una what if?
Qui, come nel manga, abbiamo la ShikaTema, la SaIno e la NaruHina, anche se hanno un numero di figli diverso ( Shikamaru e Temari hanno tre bambini, i gemellini Ayame e Shikaku e la new entry, il piccolo Makoto; Sai e Ino hanno un bambino di nome Inoichi, come anche Naruto e Hinata, il loro piccolo, però, si chiama Minato. Come avrete notato ho voluto rendere onore a tre grandi uomini che non ci sono più), ma ci sono anche coppie non canonizzate come la KibHana o la ShinoxTenTen (decisamente crack), mentre il buon vecchio Choji e Sasuke sono soli soletti (mi dispiace per i fan del SasuSaku, ma in questa storia ho immaginato che la rosa si fosse trasferita a Suna per aiutare in ospedale dopo la guerra e non fosse mai tornata a Konoha per colpa di un certo Uchiha…ma questa è un’altra storia).
Spero vivamente vi sia piaciuto questo mio primo esperimento ShikaTema.
Un bacio a tutti
karter

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Capitolo 20
*** Amore tra le dune del deserto ***


Amore tra le dune del deserto













 

~~La luna splendeva alta nel cielo. Era così vicina che pareva di poterla toccare se si provava ad alzare un braccio verso la volta celeste. Nemmeno una nuvola copriva quello spettacolo notturno che più di una volta aveva tenuto chiunque con il naso all’insù.
Dal palazzo del kazekage una giovane donna dai lunghi capelli castani osservava incantata quello spettacolo della natura. Nonostante fosse nata e cresciuta a Suna nelle notti di luna piena non riusciva a smettere di guardarla con occhi sognanti. Le piaceva immaginare che quell’immensa sfera luminosa, dalla sua posizione nel cielo, osservasse curiosa il mondo sottostante e con la sua luce proteggesse ogni persona con un po’ di fede nel cuore.
Rimase ore incantata a osservare tale spettacolo, finché la sua attenzione non venne distratta da due braccia che la cinsero saldamente per la vita.
Sorrise a quel contatto. Non aveva bisogno di voltarsi per capire a chi appartenessero. Avrebbe riconosciuto il suo tocco tra mille.
-Come mai ancora in piedi? - chiese la persona alle sue spalle stringendola più forte a sé e accarezzandole il ventre lievemente rigonfio.
-Osservavo la luna!- rispose Matsuri posando una mano su quella che le accarezzava il ventre e facendo intrecciare le sue dita a quelle dell’amato.
-Dovresti essere a letto, però!- la contraddì lui intrecciando più saldamente le loro dita, mentre un leggero rossore gli colorava le gote.
-Anche tu- replicò la castana voltandosi verso il suo unico amore con un sorriso.
-Avevo appena concluso una riunione importante, quando ti ho vista qui fuori- le spiegò l’uomo posando la sua fronte su quella della sua amata –Andiamo a dormire ora- aggiunse poi tirandola a sé e posandole un casto bacio sulle labbra.
Matsuri arrossì a quel gesto.
Nonostante stessero insieme da molto tempo, nonostante lui avesse chiesto la sua mano e nonostante portasse in grembo il loro bambino, certi tipi di effusioni la imbarazzavano ancora.
Gaara sorrise lievemente a tale reazione, del resto l’amava anche per quello.

 

 

 










Ok, credo di essere finita tremendamente nell’OOC con questa flash, ma non ho saputo resistere!
Innanzitutto salve, eccomi di nuovo qui a tormentarvi.
Dopo lo smacco al SasuSaku dello scorso capitolo (chi mi conosce sa che adoro quella coppia, non quanto la ItaSaku, ma mi piace parecchio) ho ben pensato di virare su un’altra coppia che io trovo adorabile, prima di tornare a ricimentarmi con loro (devo ancora digerire il finale del manga, trovare una spiegazione logica agli avvenimenti che ci sono stati mostrati…) per cercare di limitare i danni, quindi eccomi qui!
Che dire, è la prima GaaMatsu che scrivo e non ho la più pallida idea di come sia uscita, so solo che questi due mi ispirano tremendamente *-*
Li trovo l’emblema dell’amore romantico, non per nulla per scrivere questa flash mi sono ispirata al prompt 18: amore.
Spero possa piacere a qualcuno e ringrazio chiunque sia arrivato a leggere sin qui
Un bacio
karter

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Capitolo 21
*** I suoi piccoli, grandi tesori ***


I suoi piccoli, grandi tesori













 

~~-Mamma che giornataccia!- esclamò Ino non appena varcò la soglia di casa.
Era esausta. Non solo aveva passato l’intera giornata giù al negozio, la sera aveva anche dovuto fare da ostetrica a Temari che aveva espressamente richiesto la sua presenza dato che non si fidava di nessun altro e per concludere la serata in bellezza ci si era messo Naruto, che aveva proposto di andare a festeggiare tutti assieme. Non che non avesse gradito l’iniziativa, ma i suoi piani per la serata erano un po’ diversi.
-Vai pure a dormire- le disse Sai seguendola per le scale –Penso io a mettere a letto Inoichi!- aggiunse avviandosi verso la stanza del loro bambino.
Ino sorrise a quelle parole.
Suo marito era cambiato davvero tanto in quegli anni. Del ragazzo privo di sentimenti, che cercava di imparare a provare emozioni e comprendere le relazioni umane non era rimasto nulla. Il Sai che aveva accanto a sé era un uomo meraviglioso capace di donare un amore talmente grande da scaldare il suo cuore e quello del loro bambino.
Senza far rumore si cambiò rapidamente indossando la sua camicia da notte e in punta di piedi si diresse in quella che era diventata la stanza del suo più grande tesoro, rimanendo incantata.
Il piccolo Inoichi era comodamente addormentato nel letto e il suo papà, dopo avergli rimboccato le coperte gli stava posando un tenero bacio tra i capelli.
La bionda rimase incantata da quella scena, mentre un sorriso materno le nasceva sul volto avvicinandosi ai suoi due uomini.
-Sembra un angelo quando dorme!- esclamò posando una leggera carezza tra i capelli dorati del suo bambino.
-Ha ripreso dalla sua mamma!- le rispose il moro avvolgendola in un caldo abbraccio e posandole un bacio sulla spalla nuda.
Erano felici assieme e sapevano che qualsiasi cosa sarebbe accaduta l’avrebbero superata tutti e tre assieme. Mai avrebbero potuto desiderare un futuro migliore



 

 

 


Ciao gente!
Ecco la mia ultima creazione, nonché prima SaIno, che ansia!
In questa piccola flash ho voluto descrivere un piccolo momento di vita quotidiana tra Ino, Sai e il piccolo Inoichi. Tutta la storia è incentrata proprio su questo. Non so se si capisca bene il mio pensiero, ma volevo indicare che agli occhi di Ino il tesoro più grande al mondo sono i suoi due uomini, Sai e Inoichi (so che nel manga non hanno un figlio di nome Inoichi, ma ho sempre sognato questo, quindi nelle mie fic non posso fare a meno di inserirlo, è più forte di me! ^^)
Spero sia piaciuta a qualcuno e che vogliate lasciarmi una breve recensione
Grazie a tutti coloro che hanno perso qualche secondo del loro tempo dietro ai miei sbrocchi
Un bacio
karter

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Capitolo 22
*** Pensieri all'alba di un giorno qualunque ***


Pensieri all'alba di un giorno qualunque













 

~~I flebili raggi di un sole nascente rischiaravano quell’immensa distesa di cielo che la luna e le stelle avevano illuminato per tutta la notte. Colori caldi e rosati si espandevano nella volta celeste rendendo magico quel susseguirsi di giorno e notte che per millenni era stato studiato dagli astronomi per cercare di trovare un senso logico allo scorrere del tempo.
Una leggera brezza scuoteva le fronde degli alberi che finalmente erano rinate ed espandeva tutt’intorno un dolce profumo di fiori appena sbocciati. Era la stagione dei ciliegi in fiore, quella, e mai come quell’anno gli alberi erano parsi così rigogliosi.
La primavera era finalmente giunta e con essa anche la gioia nel cuore delle persone, peccato ci fossero sempre delle eccezioni…
Un giovane uomo dai ribelli capelli biondi osservava, dalla vetrata del suo ufficio, il paesaggio circostante.
Nonostante fossero passati cinque anni, ancora non gli sembrava vero di aver realizzato il suo sogno di bambino. Gli pareva assurdo essere diventato hokage, eppure, il suo volto era lì, scolpito sul muro di pietra assieme a quello dei suoi predecessori.
Ricordava ancora il giorno della sua nomina. Gli era parso il più felice della sua vita. Hinata aveva accettato di sposarlo, Sasuke era tornato definitivamente al villaggio, Shikamaru aveva accettato di diventare il suo braccio destro e presto Sakura sarebbe accorsa in suo aiuto.
Pareva assurdo, i suoi sogni stavano per avverarsi e al suo fianco aveva i suoi migliori amici. Finalmente tutto ciò per cui aveva lottato era diventato realtà. Non avrebbe mai immaginato che il sorriso radioso che la sua Sakura-chan gli aveva rivolto quel giorno sarebbe stato l’ultimo. Non avrebbe mai pensato che da quel momento la sua migliore amica non avrebbe più fatto parte della sua vita.
Erano passati cinque anni da quel muto addio che Sakura gli aveva rivolto, eppure non riusciva ancora a credere di non averla più al suo fianco. Quanti momenti importanti si era persa nella sua vita e in quella dei loro più cari amici? Aveva ormai perso il conto.
Se si fermava a riflettere si considerava uno stupido. Forse se non fosse stato concentrato troppo su se stesso, quel giorno avrebbe notato gli occhi rossi e gonfi della sua migliore amica, quel sorriso stanco che non riusciva a stare in piedi. Forse sarebbe stato più attento alle braccia tremanti che l’avevano avvolto in un abbraccio pieno d’affetto e a quella lacrima solitaria che era sfuggita alle iridi smeraldine della sua compagna. Forse, se avesse notato tutto ciò, sarebbe ancora lì, al suo fianco.
Quante volte l’aveva odiata per averlo abbandonato nel momento in cui aveva più bisogno di lei e poi aveva odiato se stesso, solo per aver pensato una cosa simile.
Per fortuna aveva avuto Hinata al suo fianco. La sua adorata mogliettina l’aveva aiutato a superare il dolore di quella separazione improvvisa. Gli era rimasta accanto e l’aveva fatto sfogare, senza fare domande. Le sarebbe stato grato per sempre per il sostegno che gli aveva dimostrato in quel periodo che era stato uno dei più duri della sua vita. Neanche quando Sasuke era andato via aveva sofferto tanto. Forse perché sapeva che sarebbe bastata una sana scazzottata per farlo tornare sui suoi passi, ed era pronto ad affrontarlo, mentre con Sakura non sapeva cosa fare.
Non era certo del motivo che l’aveva spinta a dire addio a tutto ciò che aveva sempre amato, ma era sicuro ci fosse Sasuke dietro. Del resto la vita di Sakura era sempre ruotata intorno all’ultimo Uchiha e anche se lui non aveva mai parlato apertamente sapeva con certezza fosse così.
-Che ci fai qui, a quest’ora?- chiese Shikamaru sbadigliando.
Odiava doversi alzare così presto, ma in quanto “segretario” del settimo hokage era suo compito. Se avesse saputo una cosa del genere non avrebbe mai accettato.
-Osservavo il panorama!- rispose Naruto voltandosi in parte verso di lui.
Era cambiato tanto il biondo in quei cinque anni. L’aver realizzato il suo sogno l’aveva fatto diventare molto più maturo, anche se in alcune occasioni pareva ancora il bambino di dodici anni perennemente in competizione con Sasuke. Ma a farlo maturare maggiormente era stata la fuga improvvisa di Sakura che era ancora una ferita aperta nel cuore di tutti loro.
-Tu, piuttosto, stanco di sentire le continue urla di Temari?- chiese con un sorriso splendente tornando a essere il ragazzo che tutti conoscevano e amavano.
Shikamaru sospirò affranto. Amava Temari con tutto il cuore ma a volte diventava insopportabile.
-Che seccatura!- si limitò quindi a rispondere prima di posare dei fogli sulla scrivania del biondo.
-Che roba è questa?- chiese il settimo hokage guardando scettico quella montagna di fogli.
Aveva un brutto, bruttissimo presentimento.
-Dato che sei già qui, comincia a smistare queste missioni. Anche se sono tempi di pace il nostro aiuto è ancora richiesto- commentò il ninja delle ombre lasciando il suo amico sgomento.
-Ma…- provò a replicare, ma il Nara stava già richiudendosi la porta alle spalle.
Naruto sospirò amaramente. Sarebbe stata una lunga giornata.

 

 


Rieccomi qui, contenti?
*decine di pomodori la raggiungono costringendola a nascondersi dietro un muro*
Dicevo *sporge la testa per controllare* ecco qui una nuova shot, anche questa volta what if?
La vita scorre serena a Konoha, ma tutti sentono la mancanza di Sakura che, il giorno in cui Naruto è stato nominato hokage, è fuggita via, lontano da tutti senza dire una parola.
Spero vivamente possa essere piaciuta a qualcuno e vi informo che è ispirata al prompt 160: abbandono della challange “La sfida dei 200 prompts”
Spero qualcuno sia arrivato fin qui
Grazie davvero a tutti
Un bacio
karter

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Capitolo 23
*** Lettera ***



Ciao Ino
Ehi maialina
Ino-pig
Cara Ino,
Come stai?
Come vanno le cose lì al villaggio?
Se fosse una lettera come le altre, molto probabilmente la inizierei con qualche frase banale, tipo “come stai?” o “come vanno le cose?” ma non credo di potermelo permettere. Non dopo tutto questo tempo.
So di essere l’ultima persona che avresti voglia di sentire ora, principalmente dopo tutte le lettere che mi hai mandato (si, le ho ricevute tutte e lette centinaia di volte) e alle quali non ho mai voluto rispondere, ma non era pronta, non ancora.
So anche che tutto ciò potrà sembrarti stupido (infondo è idiota il ragionamento che mi ha spinto a sparire dalle vite di tutti) e che non basteranno quattro righe a rimediare a cinque anni di silenzio, ma avevo bisogno di dirti queste cose, perché nonostante tutto sei ancora la mia migliore amica e lo sarai sempre. Del resto dove la trovo un’altra pazza scatenata disposta a sopportare tutte le mie lagne e i miei tormenti?
Certo, in questi cinque anni mi sono costruita una vita e mi sono fatta degli amici meravigliosi ai quali sono molto legata e voglio un mondo di bene, ma non è la stessa cosa. È vero, mi conoscono perfettamente (pensa che con alcuni di loro ci basta guardarci negli occhi per comprenderdci), ma nessuno sarà mai come te, maialina.
Tu, invece, cosa mi dici? Dalle voci che mi sono giunte so che tu e Sai avete messo su famiglia. Non sai quanto mi sia dispiaciuto perdermi il matrimonio, ma non ce la facevo. La ferita era ancora troppo fresca e non volevo rovinare il giorno più bello della tua vita con i miei piagnistei. Anche se non ci sono stata, però, ho saputo ugualmente che è stata una cerimonia meravigliosa, degna della grande Ino Yamanaka. Mentre del tuo piccolo ometto so poco. Se non sbaglio lo hai chiamato Inoichi, come tuo padre. Sono certa sarebbe stato fiero di vedere la donna che sei diventata oggi, ma soprattutto si sarebbe divertito a portare il suo nipotino al parco a giocare. Sarebbe stato un nonno fantastico, ma sono certa tuo figlio porterà alto il nome che porta. Del resto, anche se ha solo tre anni è figlio tuo e di Sai. Il che è tutto dire!
Hinata, invece, come se la passa? Non dev’essere facile avere a che fare con due bambini. E non fare quella faccia, so che Naruto e Hinata hanno avuto solo un figlio, Minato, ma vuoi dirmi che quel baka non può essere considerato un bambino, forse anche più piccolo di suo figlio? So che ora è hokage, anzi il migliore della storia, ma mi perdonerai se per me sarà sempre la solita testa quadra che mi ha aiutata a crescere e alla quale voglio un mondo di bene e non l’uomo maturo che è diventato. Sai, ricordo ancora ogni singolo momento passato con lui. È sempre stato speciale, il fratello che non ho mai avuto e ho trovato in quel bambino pasticcione odiato da tutti. Credo che porterò sempre con me quei momenti indimenticabili che ci hanno permesso di diventare una famiglia.
Su Shikamaru e Temari cosa c’è da sapere? Da ciò che ho scoperto hanno avuto due gemellini che ormai hanno treanni. Se non sbaglio li hanno chiamati Shikaku e Ayame. Spero nessuno dei due abbia ripreso totalmente da uno dei genitori altrimenti la vita in quella casa sarebbe impossibile.
Kakashi-sensei? A parte dirigere la squadra anbu e che lavorare a stretto contatto con la divisione che dirige Sai. Cosa sai dirmi su di lui? Ha finalmente trovato l’anima gemella o si ostina a voler rimanere da solo?
So che le mie sono molte domande e forse non c’è nessuna risposta a quelle che ti poni tu, ma sappi che sto bene e ho trovato anche un equilibrio alla mia vita. Certo senza tutti voi non è lo stesso, ma vado avanti.
Spero vivamente deciderai di leggere questa lettera e non bruciarla appena ti renderai conto viene da me.
Ti voglio bene maialina e te ne vorrò sempre anche se non lo dimostro.
Spero di ricevere tue notizie al più presto.
Un bacio
Sakura

Rilesse ancora e ancora quelle parole, mentre calde lacrime le rigavano il volto.
Stava per recarsi a lavoro quando aveva visto quella busta bianca nella casella della posta. Normalmente l’avrebbe ignorata e avrebbe proseguito per la sua strada, prendendola al suo ritorno. Però non era andata così.
Non appena i suoi occhi avevano visto quella busta bianca era scattato qualcosa dentro di lei che l’aveva costretta a raccoglierla e portarla con sé a lavoro. Ma era stato nel momento in cui i suoi occhi avevano notato la scrittura elegante presente sul foglio all’interno che non era riuscita a impedire alla lacrime di rigarle il volto.
Era una sua lettera e solo i kami sapevano quanto l’aveva aspettata in quegli anni.
Non poteva credere ai suoi occhi, le pareva un sogno, eppure il pezzo di carta che stringeva tra le mani era reale.
Sorrise tra le lacrime a quella constatazione, mentre ripercorreva con la mente ogni singola parola. Nonostante tutto il tempo passato Sakura era ancora in grado di prevedere le sue reazioni. Questa era la prova che non importava il tempo che erano lontane, loro sarebbero sempre rimaste sorelle.
Senza rendersene conto strinse quei pochi fogli al cuore. Le pareva di poter vedere davanti ai suoi occhi una giovane donna dai lunghi capelli rosa e due occhi verdi che, seduta alla sua scrivania, scriveva quelle parole su un foglio e poi lo buttava via perché non soddisfatta del risultato. La conosceva talmente bene da poter immaginare la ruga tra le sopracciglia corrugarsi all’ennesima frase non corretta o la ferrea morsa degli incisivi sul labbro inferiore quando non le venivano le parole adatte. Era un libro aperto per lei.
Non seppe quanto rimase al chiuso nel suo ufficio persa tra i suoi pensieri. Ma si riscosse immediatamente non appena bussarono alla porta.
-Dottoressa Yamanaka, la dottoressa Senju la sta cercando! - la informò una delle infermiere con un sorriso.
Ino annuì a quelle parole, sistemando quella lettera così preziosa nel suo cassetto, prima di avviarsi alla porta. Il dovere la chiamava.
Ripercorse ancora una volta quelle parole con la mente, sorridendo amaramente prima di chiudersi la porta alle sue spalle.
Forse non sarebbe mai tornata…

 

 


Salve a tutti!
Ecco a voi questa nuova shot, alias una lettera che Sakura manda a Ino, la sua migliore amica. So che non è il massimo ma spero vi piaccia!
Inoltre si può dire che è collegata alla shot “Pensieri all’alba di un giorno qualunque” in quanto il tema è lo stesso, ossia l’abbandono da parte di Sakura di quella che era sempre stata la sua vita.
Spero vivamente possa esservi piaciuta
Un bacio a tutti
Karter
p.s. questa shot è ispirata al prompt58: lacrime, o meglio, in questo caso la lacrima è una sola, quella che solca il volto di Ino dopo aver letto la lettera ;)

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Capitolo 24
*** Genitori&Figli ***


Genitori&Figli




-Mamma!- urlò un bambino dai corti capelli azzurri e due splendidi occhi verdi cercando di richiamare l’attenzione della donna che lo aveva messo al mondo.
-Cosa c’è Kaito?- chiese la rosa arrivando dalla cucina con un vassoio di dolci in mano.
Era tutta la mattina che cucinava dolci per accogliere al meglio gli invitati al matrimonio che sarebbero giunti al villaggio entro breve.
-Dove sono Yuri e papà?- chiese il piccolo osservando con sguardo sognante tutte quelle leccornie e pregustandone già il sapore.
Amava i dolci in generale, ma quelli che preparava la sua mamma erano davvero delle squisitezze, mai ne aveva assaggiati di così buoni.
-Sono andati a comprare un po’ di cose per rendere presentabile casa- rispose Sakura posando il vassoio sul tavolo e porgendo una fetta di torta al cioccolato al suo ometto –Oggi avremo molti ospiti e deve essere tutto perfetto!-
Kaito osservò incantato quella fetta di torta. Se ogni volta che avevano ospiti la sua mamma si metteva dietro ai fornelli desiderava averli più spesso in casa.
-E zia Karin?- chiese poi divorando quella prelibatezza e provando a prenderne un’atra fetta.
-Giù le mani!- lo ammonì però la madre –La mangerai assieme ai nostri ospiti! Che saranno accompagnati qui da zia. Ora dammi una mano a pulire e se sarai bravo potrai assaggiare anche quei cioccolatini che ti piacciono tanto!-
A quelle parole gli occhi del bambino si illuminarono e senza farselo ripetere due volte corse in cucina pronto a fare tutto ciò che gli veniva chiesto.

***

-Abbiamo preso tutto?- chiese una bambina dai capelli rosa e un paio di occhioni viola camminando mano nella mano con il suo papà per le strade del villaggio.
-Di quello che c’era sulla lista non manca nulla!- esclamò l’uomo osservandosi distrattamente intorno.
Tutti si affaccendavano per rendere il villaggio più bello che mai.
Era davvero uno spettacolo meraviglioso vedere tante persone che si impegnavano per aiutare il loro capo villaggio.
-Allora possiamo andare a casa ad assaggiare i dolci di mamma!- esclamò felice la bambina iniziando a tirare il padre che sorrideva felice.
Non c’era niente da fare, i suoi figli erano golosi proprio come lui.
-Certo pulce!- rispose Suigetsu ridendo felice –Però sbrighiamoci, altrimenti tua madre ci metterà in riga per aver fatto tardi e tuo fratello farà piazza pulita di tutto!-
A quelle parole la piccola Yuri sbiancò.
Non voleva neanche immaginare cosa sarebbe successo se la mamma non avesse ricevuto tutti gli addobbi prima che zia Karin accompagnasse i loro ospiti a casa. Sarebbe stata una tragedia e di sicuro non voleva essere lei a provocarla, infatti accelerò ancora il passo, spinta dalla paura per l’ira di Sakura e dalla sua golosità.

 

 

 

Rieccomi qui!
Ecco a voi una flash AU SuiSaku. Come avrete capito in questa breve storia Sakura e Suigetsu hanno avuto due bambini, un maschietto, Kaito, identico al padre con gli occhi della madre, e una femminuccia Yuri, identica alla madre, con gli occhi del padre.
Spero che questo pizzico della loro loro quotidianetà vi sia piaciuto!
Un bacio
karter

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Capitolo 25
*** Abbraccio ***


ABBRACCIO





Una giovane donna dai corti capelli rosa osservava incantata la luna alta nel cielo.
Poche altre volte l’aveva vista così bella nei suoi ventidue anni di vita e mai era stata un buon presagio.
-Ancora a osservare le stelle?- le chiese una voce maschile alle sue spalle.
-Sai che amo guardare il cielo notturno!- rispose la giovane senza distogliere lo sguardo da quel panorama.
-Lo so bene!- replicò l’uomo abbracciandola da dietro e facendole posare il capo sulla sua spalla.
Amavano quei momenti di pace in cui erano liberi di poter esprimere i loro pensieri senza bisogno di parole, perché tra loro bastava un semplice sguardo per comprendersi.
-Yuri e Kaito?- chiese d’un tratto la donna, senza allontanarsi da quel caldo abbraccio.
-Stanno dormendo. Karin ci ha messo un po’ a farli addormentare- rispose tranquillamente, stringendola più forte a sé.
-Deve sembrarle strano vivere nella stessa casa con la tua ex moglie e i nostri figli!- sentenziò con un sorriso divertito.
Non era da tutti accettare un compromesso del genere.
-Alla racchia?- chiese ghignando –Non credo!- aggiunse felice di vedere quel sorriso sul volto di quella donna che aveva pensato di poter amare e che gli aveva regalato le sue due ragioni di vita.
-A me darebbe fastidio se mi trovassi al suo posto!- scherzò la giovane –Metti che volessi portarmi a letto il mio ragazzo, mi sentirei in imbarazzo nell’avere la sua ex sotto il mio stesso tetto- continuò sistemandosi meglio tra quelle braccia che nonostante tutto la facevano ancora sentire al sicuro.
-Non si fa di questi problemi la rossa!- ridacchiò l’uomo stringendola più forte contro il suo petto.
La donna rimase qualche secondo in silenzio a meditare sulle parole appena udite, prima di scoppiare:
-Che schifo!- urlò dando un pugno al suo interlocutore che fu costretto a massaggiarsi la spalla lesa –Almeno non dirmelo così apertamente che fate certe cose con me e i bambini in casa!-
-Ma sei tu che hai tirato in ballo il discorso!- si difese l’uomo alzando le mani.
Se aveva imparato una cosa era che non bisognava mai farla arrabbiare, per nessuna ragione.
-Non volevo saperlo ugualmente!- lo riprese con sguardo severo, prima di scoppiare a ridere.
L’uomo la guardò senza capire. Un attimo prima stava per sbranarlo vivo e uno dopo rideva. Non sarebbe mai riuscito a capire le donne.
-Ti voglio bene squaletto!- dichiarò con un sorriso sincero la donna, asciugandosi una lacrimuccia per il troppo ridere.
-Anch’io fiore di ciliegio!- le rispose l’uomo con un sorriso, prima di stringerla nuovamente a sé.
Anche se non era amore quello che li univa erano comunque una famiglia unita che nessuno avrebbe potuto distruggere.


Salve a tutti!
Eccomi qui con un SuiSaku molto velata.
Come spero si sia capito in questa flash Sakura e Suigetsu hanno due figli Yuri e Kaito, ma il loro matrimonio non è andato bene e ora Suigetsu ha una relazione con Karin. Nonostante tutto i due ex coniugi sono ancora molto uniti e passano molto tempo insieme stretti in un tenero abbraccio.
L’idea è nota proprio dal prompt 54 bonus: abbraccio della challange "La sfida dei 200 prompts" indetta da msp17 sul forum di EFP.
Spero vada bene.
Grazie a tutti per essere arrivati sin qui
Un bacio
karter

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Capitolo 26
*** Candela ***


CANDELA


-Sakura-chan!- la chiamò contrariato Naruto seguendo la sua fidanzata in quell'assurdo negozio del quale non aveva neanche lontanamente immaginato l'esistenza -Ma perchè dobbiamo regalare proprio una candela a Sai e Ino?- chiese storcendo il naso percependo quel misto di odori assurdi che si respirava tra le mura di quel luogo.
Lo trovava alquanto nauseante.
La ragazza a quelle parole sospirò. Non riusciva a capire cosa le fosse saltato in mente quando aveva chiesto a quel baka del suo ragazzo di accompagnarla. Sapeva essere davvero insopportabile quando voleva!
-Te lo ripeto per l'ennesima volta...- iniziò la rosa curiosando tra quegli scaffali che tanto le piacevano.
Non avrebbe mai immaginato esistessero candele con forme e profumi del genere, erano letteralmente bellissime!
-Ino e Sai sono finalmente andati a vivere assieme e, com'è usanza dalle nostre parti, dobbiamo fare loro un regalo per la casa nuova!- rispose soffermando lo sguardo su una candela dalla forma allungata con tanti piccoli fiori di cera attorcigliati attorno.
Era uno spettacolo per gli occhi, peccato il profumo lasciasse a desiderare. Ino odiava gli odori troppo intensi!
-Questo l'avevo capito...- replicò il biondo incrociando le braccia al petto e mettendo su un tenero broncio.
Sakura lo stava deliberatamente ignorando. Aveva occhio solo per quelle cose di cera!
-Mi stavo chiedendo, perchè proprio una candela?- aggiunse tentando di catturare l'attenzione della ragazza che continuava a studiare ogni creazione con occhi estasiati -Non sarebbe meglio, che so, un quadro, un vaso, un portafoto o qualsiasi altra cosa?- continuò pensando a una valida alternativa (e dal suo punto di vista ce n'erano fin troppoe) -MI stai almeno ascoltando?- le chiese esasperato.
Non lo aveva calcolato di striscio, troppo concentrata a osservare qualcosa davnti a sé.
-Prendiamo questa!- esclamò la ragazza entusiasta indicando ciò che tanto l'aveva colpita -Ti piace?- domandò subito dopo al biondo, prendendola delicatamente tra le mani e incamminandosi verso la cassa mentre un sorriso radioso le dipingeva le labbra sottili.
Naruto la osservò qualche secondo. Nonostante non riuscisse a capire cosa Sakura ci trovasse di così spettacolare in un ammasso di cera tutta dipinta sui toni del viola non riuscì a replicare. Vedere la donna che aveva sempre amato sorridere a quella maniera era tutto ciò di cui aveva bisogno, e se per non spegnere quel sorriso avrebbe dovuto comprare altre mille candele non avrebbe esitato neanche un secondo. La sua Sakura-chan era la cosa più importante di tutte!

 








 

Salve gente!
E dopo non so più quanto tempo eccomi ad aggiornare nuovamente questa raccolta e a proporvi quella che sarebbe dovuta essere la mia prima NaruSaku!
Devo ammettere che la coppia è molto velata, ma per essere il primo tentativo di una coppia che non rientra tra le mie preferite non sono troppo insoddisfatta, anche perchè io quei due in una situazione del genere ce li vedo troppo! :')
Sper davvero di non essere finita troppo nell'OOC e ringrazio msp e la sua challange "La sfida dei duecento prompt" sul forum di EFP per avermi dato l'ispirazione con il prompt 2: candela (spero vivamente vada bene!)
Ora devo salutarvi
un bacio a tutti
karter

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Capitolo 27
*** La solitudine ***


La solitudine

 


[...] la solitudine è tra noi
questo silenzio dentro me
è l'inquietudine di vivere 
una vita senza te [...]

 

Sakura osservava distrattamente il cielo grigio dalla sua finestra.
Erano passati più di due mesi da quel maledetto giorno, eppure la sensazione di vuoto che l'aveva assalita nel momento in cui lo aveva visto salire su quello stupido treno non voleva saperne di lasciarla in pace. Si sentiva una sciocca a stare così male per lui, eppure non poteva farne a meno. Lo amava talmente tanto da star male.
Sorrise amaramente a quel pensiero. Come poteva amare una persona che non aveva esitato un solo secondo a prendere quel dannatissimo treno, nonostante gli avesse urlato in faccia tutto ciò che custodiva gelosamente nel cuore. Si era resa ridicola per convincerlo a restare e lui non si era nemmeno degnato di guardarla in volto. Era stata una povera illusa a pensare di contare qualcosa per quel ragazzo dagli occhi onice talmente scuri da sembrare due pozzi senza fondo. Avrebbe dovuto saperlo, eppure il suo cuore innamorato si era lasciato ammaliare da quelle piccole attenzioni che riservava solo a lei.
Povera bambina ingenua!
Una lacrima le solcò il volto candido, ma subito l'asciugò. Non avrebbe mai creduto di avere altre lacrime da versare per lui, eppure...
Senza rendersene contò portò i suoi grandi occhi verdi a perdersi nel suo riflesso sul vetro. Era davvero lei quella figura opaca dai capelli arruffati, gli occhi rossi e gonfi, le labbra violacee e la pelle pallida? Possibile che la solitudine la stesse consumando a tal punto?
Che poi con quale diritto la definiva solitudine, lei non era mai sola! Persino in quel momento, se chiudeva gli occhi e si concentrava riusciva a percepire chiaramente il mormorio sommesso dei suoi due migliori amici che non l'avevano mai lasciata sola. Non sarebbe mai stata abbastanza grata a Ino e Naruto che nonostante non si sopportassero avevano messo da parte le loro divergenze per rimanerle accanto. Eppure la loro presenza non bastava per allontanare quella morsa di gelo che lentamente le stava avvolgendo il cuore, spingendola a sprofondare negli abissi più scuri. Non aveva mai provato una sensazione simile in tutta la sua vita!
Eppure gliel'aveva gridato con tutto il fiato che aveva in gola prima che le sue spalle larghe sparissero dal suo campo visivo.
-Certo, io ho i miei genitori, i miei amici, ma senza di te, io mi sento...sola!-
E mai avrebbe potuto immaginare che quella solitudine di cui gli aveva parlato potesse essere così devastante!
Scosse il capo a quei pensieri o sarebbe finita sempre più a fondo in quella coltre oscura che inesorabilmente tentava di condurla a sé per distruggere anche quel po' di luce che era rimasta nella sua vita.
-Non dovresti stare sempre chiusa qui dentro!- l'ammonì una voce calda, dolce e confortevole, facendola tornare al presente e incantandola con un bellissimo sorriso.
-Non risolverai niente standotene a guardare il nulla!- aggiunse una voce quasi materna facendole nascere un debole sorriso sul volto.
Era vero, senza Sasuke si sentiva terribilmente sola, ma finché avesse avuto al suo fianco il sorriso luminoso di Naruto e la risata cristallina di Ino, forse sarebbe riuscita a convivere con quel terribile senso di solitudine!

 

 

 

Salve a tutti!
E dopo pochissimi giorni eccomi con una nuova fanfiction, questa volta una SakuSasu AU ispirata al prompt 13: solitudine della challange "La sfida dei 200 prompt" indetto da msp17 sul forum di EFP
Spero davvero che questo piccolo testo ispirato alla partenza di Sasuke, naturalmente in chiave moderna, possa piacervi e vogliate lasciarmi una piccola recensione
un bacio a tutti e alla prossima
karter

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Capitolo 28
*** Sei la mia noiosa ***


Sei La Mia Noiosa

 

Era ferma, immobile. Nemmeno un alito di vento smuoveva quei lunghi fili rosa. Titta la sua figura oareva congelata, ad eccezzione dei suoi bellissimi occhi smeraldini che non riuscivano ad impedire il costante battito delle palpebre.
Sasuke la guardava a sua volta in silezio. Non era mai stato bravo in determinate cosa e sicuramente inginocchiarsi davanti ad un ragazza con un anello in mano rientrava in una di quelle, eppure eccolo lì. Aveva organizzato tutto per bene e dopo mesi di preparativi e le lagne del suo migliore amico che lo incitavano a darsi una mossa si era finalmente deciso. L'aveva portata a cena in uno dei migliori ristoranti di tutta Tokyo, uno di quelli davanti ai quali passai davnti con sguardo sognante consapevole di non potertelo permettere. Avevano mangiato e bevuto scambiandosi teneri sguardi e dialogando del più e del meno. Si era impegnato per apparire l'uomo che lei conosceva e che spariva dietro muri di cemento quando non erano soli e lei come lo ripagava?
Nel momento esatto in cui le si era ininocchiato davanti aprendo sotto il suo sguardo incredulo quella scatolina in velluto blu notte e mostrandole un bellissmo anello in oro bianco con tre piccoli diamanti incastonati con un'elaborata lavorazione, rimaneva immobile, con le labbra socchiuse e lo sguardo sorpreso.
Inizialmente aveva sorriso a quella reazione, del resto se l'aspettava. Mica era roba da tutti i giorni vedere lui, il gelido Sasuke Uchiha, fare una proposta di matrimonio con tanto di anello! In quel momento però il divertimento stava lasciando spazio a una grande dose di irritazione. Era cosa nota che la pazienza non era uno dei pochi pregi che gli venivano attribuiti.
Syava per risollevarsi da quella posizione umiliante qunado qualcosa mutò nella posa rigida della sua ragazza. Non era più immobile come una statua di pietra, anzi sembrava avere le gambe di gelatina per quanto le tremavano, mentre il suo bellissimo si rigava di lacrime.
Sasukr la osservò qualche secondo senza riuscire a comprendere quella reazione che davvero non si aspettava, ma priam che potesse fare qualsiasi cosa si ritrovò steso a terra con un corpo morbido a premere sul suo, due braccia allacciate al collo e un volto nascosto nell'incavo della sua spalla.
Sbarrò gli occhi a quel gesto, prima che un ghigno gli si dipingesse sul volto, mentre le sue braccia si stringevano automaticamnet attorno alla vita sottile della donna che amava da tutta la vita.
-Sei la solita noiosa!- le disse sentendo il tessuto della sua camicia inumidirsi sempre più -Ma sei la mia noiosa!- le sussurrò sensualmente facendole correre centinaia di brividi lungo la spina dorsale.
E Sakura rise a quelle parole prima di unire le sue labbra a quelle dell'uomo della sua vita, incurante di tutti gli altri clienti del ristorante, dei camerieri e di tutti i curiosi.
Erano felici e insieme lo sarebbero sempre stati, anche senza un anello di fidanzamento al dito!

 

 

 

Salve gente!
Eccomi qui con una nuova SasuSaku questa volta ispirata al prompt 198: anello della challange "La sfida dei duecento prompt" indetta da msp17 sul forum di EFP.
Spero davvero possa piacere a qualcuno
un bacio a tutti
karter

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Capitolo 29
*** Un Fine Settimana Indimenticabile ***


Un Fine Settimana Indimenticabile




 

Il cielo quel giorno era di un azzurro vivissimo, nemmeno una nuvola si intravedeva all'orizzonte mentre i caldi raggi del sole rendevano l'aria perfetta per una scampagnata all'aperto. Il mare era una tavola piatta così trasparente da riuscire a scorgere il fondale e tutti i suoi segreti. La spiaggia, poi, era affollatissima. Ovunque si posasse lo sguardo si poteva scorgere un qualche ombrellone colorato che riparava i meno temerari dal sole cocente. I più coraggiosi invece si divertivano a giocare in riva al mare, mentre le giovani fanciulle passavano il tempo sdraiate a cercare di prendere un velo di tintarella.
Tra queste ultime vi erano due splendide sedicenni che abbandonate da tutti i loro amici si erano recate al mare per godersi una giornata di sano divertimento tra le onde.
-Mi ci voleva proprio una giornata del genere!- disse una ragazza dai fluenti capelli biondi raccolti in un comodo chignon sulla nuca tirandosi su a sedere e osservando quello splendido paesaggio.
Anche se fin da bambina era un'amante del verde e dei fiori, il mare sarebbe sempre stato uno dei suoi posti preferiti in cui passare le vacanze.
-Non dirlo a me!- commentò una ragazza dai corti capelli rosa raccolti in una codina tutta spettinata -Tra le continue liti dei miei, lo stress della scuola e tutto il resto credevo di uscire pazza!- aggiunse posandosi sui gomiti e perdendosi nella maestosità del cielo.
Sicuramente Shikamaru non sarebbe stato felice di un cielo così sereno, non lui amante delle nuvole.
-Non pensiamoci! Oggi siamo qui per divertirci!- le rispose la bionda con uno dei suoi soliti occhiolini prima di tirarsi su di scatto e trascinare via anche l'amica.
Non avevano fatto due ore di pullman per rimanere ad arrostirsi al sole!
-Muoviamoci allora!- disse sorridendo la rosa buttandosi tra le onde del mare con uno splendido sorriso.

###

-Non sanno che si sono persi gli altri!- esclamò Ino posando i gomiti sul bancone del bar sulla spiaggia nel quale avevano scoperto tenersi una piccola festa.
-Lo sai che erano tutti impegnati!- le rispose Sakura gustandosi il suo dolcissimo sherry.
La scoperta di quel liquore era stata una vera benedizione per lei che da sempre amava gli alcolici dai gusti fruttati.
-E che impegni!- li schernì la ragazza dagli occhi cerulei ammiccando al barista.
Un tipo davvero niente male!
-Shikamaru avrà passato tutto il giorno a guardare le nuvole, Chouji ad abbuffarsi di cibo, Hinata e Naruto a sbaciucchiarsi di nascosto credendo di riuscire a nascondere a tutti la loro relazione, Lee, Ten e Neji in palestra e Kiba e Shino a giocare a qualche stupido videogame- aggiunse esasperata sistemandosi l'orchidea che si era intrecciata tra i capelli.
-Ti sei dimenticata Gaara, Kankuro, Temari, Sai,  Matsuri, Suigetsu, Karin, Ayame e Shisui- le fece notare Sakura prendendo tra le labbra la ciliegia che si trovava nel suo drink e lasciando basiti tutti i membri dell'altro sesso.
Non avevano mai visto una donna sensuale come quella ragazzina dalle labbra rosee e il sorriso angelico.
-Lo sai meglio di me che Aya e Shisui si saranno rifugiati da qualche parte a rotolarsi tra le lenzuola- iniziò facendo ridacchiare l'amica.
Non c'era nulla di più vero. Da quando i due amici si erano messi assieme non riuscivano a non passare ore e ore a fare l'amore. L'alchimia e la passione che emanavano tra loro era tangibile a chilometri di distanza.
-Sai si sarà chiuso da qualche parte a dipingere e Kankuro starà correndo dietro qualche gonnella come al solito. Tem e Matsuri saranno in giro per qualche negozio a spettegolare sui ragazzi carini, Gaara chiuso in quel puzzolente garage a suonare con Sasori, Kisame e Deidara, mentre tuo fratello e quell'arpia di Karin staranno urlando in giro per le strade del paese come al solito!- sbuffò accavallando le gambe snelle messe in risalto dal vestitino giallo dai ricami arancio che aveva scelto per scendere in spiaggia.
-Li conosciamo troppo bene ormai!- ammise la ragazza dagli occhi color della speranza sistemandosi la fascia del costume azzurro.
Era in assoluto il suo preferito e non solo perché gliel'aveva regalato suo fratello qualche mese prima.
-Parlando di cose serie, però, sai che dobbiamo trovare un modo per tornare a casa questa sera? E che l'ultimo pullman è partito mezz'ora fa?- chiese Sakura ordinando l'ennesimo drink e guardandosi attentamente attorno.
La musica che stavano dando le piaceva parecchio e voleva fiondarsi sulla pista da ballo dopo aver concluso il nuovo bicchiere.
-E chi ha mai parlato di rientrare a casa sta notte?- chiese furbamente Ino prendendo un sorso dal suo Margarita e lasciando basita l'amica -Sarà un fine settimana spettacolare!-
Sakura sbatté varie volte le palpebre a quelle parole. Sapeva che la sua migliore amica era alquanto fuori di testa, ma davvero credeva che sarebbe potuta rimanere fuori per due giorni e una notte senza che i suoi cominciassero a urlarle contro? Sorrise amaramente a quel pensiero. I suoi non facevano altro che litigare e prendersela con lei e Suigetsu per ogni minima cosa, che le sarebbe importato di farli arrabbiare ulteriormente?
In un istante un sorriso radioso le si aprì sulle labbra mentre buttava giù in un sol sorso il suo sherry.
Al diavolo tutti. Sarebbe stato il fine settimana più bello delle loro vite da sedicenni e pensando ciò prese l'amica per mano lanciandosi sulla pista da ballo.

###

-Mammina sono esausta!- disse Ino buttandosi sul letto.
Non sapeva come cavolo avevano fatto a convincere quei due tipi a farsi ospitare in quella camera ma poco le importava. Aveva troppo sonno per riflettere su tutto ciò che era accaduto quel giorno, e poi quelle lenzuola erano così fresche!
-Mettiti a nanna, allora!- la prese in giro Sakura facendole una linguaccia.
Era una vita che non si divertiva a quella maniera e nonostante il suo corpo urlasse pietà non aveva alcuna intenzione di dormire.  Il tempo di una doccia veloce e sarebbe tornata in giro. Quello doveva essere un fine settimana perfetto!
-Stai scherzando, spero!- si difese la bionda tirandosi a sedere e guardando scettica l'amica -La notte è ancora giovane e Ino Yamanaka non si ferma davanti a nulla!- aggiunse strizzandole l'occhio come sempre e buttandosi nell'armadio.
La regina della moda sarebbe riuscita a trasformare anche due stracci nell'outfit perfetto!
-Allora muoviamoci!- rispose la rosa sorridendo prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle.
Non avrebbe mai ringraziato abbastanza Ino per quell'idea strampalata che le era venuta e che le stava facendo passare momenti bellissimi!

###

La luna era alta nel cielo e rischiarava la notte stellata con la sua flebile luce.
Le due amiche si erano rintanate già da qualche minuto in un piccolo pub in centro e in men che non si dica si erano ritrovate gli occhi di tutti i presenti puntati addosso.
Non era normale che due sedicenni non si trovassero a muovere i fianchi a ritmo di musica ma si rifugiassero al tavolino di un piccolo pub.
-Mi piace questo posto!- esclamò Ino guardandosi attorno curiosa.
Era stata davvero una bella idea quella di trascorrere il resto della serata a bere qualcosa in quel locale. C'erano dei camerieri davvero niente male!
-Direi che ti piace di più il personale!- la prese in giro la rosa ridacchiando e osservandosi attorno.
Quei tipi erano davvero degli stra fighi. Il ragazzo alla cassa pareva un principe azzurro. Fisico scolpito, capelli biondi raccolti in un codino, occhi azzurri e sorriso ammiccante. Il barista avrebbe potuto fare il testimonial per qualche profumo. Alto e proporzionato, pelle chiara, capelli rossicci e occhi verdi e penetranti su un prato di lentiggini. I due camerieri parevano attori per tanta bellezza. Uno era biondo dagli occhi cioccolato e molto muscoloso. L'altro era semplicemente il sogno proibito di ogni donna. Alto e muscoloso, ma non eccessivamente, anzi aveva quel filo di pancetta che le donne trovavano irresistibile, ribelli capelli neri, due pietre smeraldine al posto degli occhi e un sorriso capace di mozzare il fiato a chiunque.
-Peccato che non sia io quella che si sta mangiando con gli occhi il bel moro!- la prese in giro la figlia di Inoichi facendola arrossire.
Da quando due anni prima Sasuke era andato via spezzandole il cuore non aveva mai guardato nessuno nel modo in cui stava guardando quel ragazzo e la cosa la spaventava tantissimo.
-Salve ragazze!- le salutò proprio l'oggetto dei loro discorsi avvicinandosi al loro tavolo lanciando uno sguardo curioso alla rosa che si sentì avvampare immediatamente -Cosa vi porto?-
-Un frappé alla fragola- rispose Ino studiando l'amica senza riuscire a trattenere un debole sorriso.
Non poteva che farle piacere vederla in quelle condizioni per qualcuno che non fosse quell'idiota dell'Uchiha minore.
-Tu bocciolo, invece, cosa prendi?- le chiese il ragazzo notando il suo silenzio prolungato e facendo incontrare le loro iridi.
Verde nel verde.
Sakura fu percossa da un brivido. Non sapeva perché,  ma quello sguardo così intenso e profondo riusciva a farla sentire nuda.
-Un analcolico alla frutta!- rispose dopo qualche secondo di esitazione facendo sorridere il ventiduenne.
Non sapeva perché, ma quella ragazzina lo aveva colpito dal primo istante in cui aveva messo piede nel locale che lui e i suoi amici avevano aperto l'anno prima.
-Qualche preferenza? - le chiese annotando il tutto sul suo blocchetto e ottenendo un segno di diniego.
-Stupiscimi!- gli rispose semplicemente sorridendogli e facendo nascere una debole risata sulle sue labbra.
Non si era sbagliato. Quella ragazzina era davvero una tipa niente male!

###

-E così domani rivedremo il tuo Tai e gli altri!- disse Ino maliziosamente facendo avvampare l'amica.
Perché ogni volta che sentiva pronunciare il suo nome o incrociava il suo sguardo il cuore le batteva fortissimo e sentiva il volto avvampare? Non era normale con un tipo appena conosciuto! Ok Taichi era davvero un ragazzo fantastico sia nell'aspetto che nel carattere, non aveva mai riso tanto con un perfetto sconosciuto. Ma restava che il suo comportamento non era normale. Cioè si conoscevano appena, eppure non vedeva l'ora che il tempo passasse per correre in spiaggia e rivederlo. Era davvero pazza!
-Non è il mio Tai!- si difese però tentando di nascondere quei pensieri all'amica, inutilmente.
Avrebbe dovuto saperlo che dopo sedici anni Ino sarebbe riuscita a leggerle l'anima con una sola occhiata. Erano un libro aperto l'una per l'altra e se solitamente Sakura adorava quella cosa, in quel momento non poteva che maledirla. Odiava farsi smascherare.
-E io sono una ragazza timida e introverse!- la prese in giro infatti la bionda facendola scoppiare a ridere.
Ino stile Hinata non ce la vedeva proprio!
-Vai al diavolo maialina!- si difese Sakura lanciandole contro un canotta ridendo.
-Buona notte anche a te fronte spaziosa!- le rispose Ino facendole una linguaccia prima di infilarsi sotto le coperte.
Sarebbe stata una lunga notte quella che le attendeva!

###

-Guarda un po' chi c'è là!- esclamò Ino ridacchiando maliziosamente, mentre lei e Sakura scendevano in spiaggia con le loro immancabili borse mare giganti.
La rosa, intenta a non inciampare nei suoi stessi piedi (era incredibile come diventasse maldestra sulla sabbia), sollevò lo sguardo in direzione del punto indicato dall'amica e per poco non sentì il cuore fermarsi.
Davanti ai suoi occhi c'era lo spettacolo più bello che occhio umano avesse mai potuto vedere.
-Lo ammetto- le sussurrò l'erede degli Yamanaka senza distogliere lo sguardo dal fisico si quel mancato dio greco che usciva dall'acqua -Te lo sei scelto molto bene!- aggiunse marcando il tono nel molto.
Altro che Sasuke Uchiha, Taichi Tanaka e il suo gruppo di amici erano molto meglio!
La giovane Haruno boccheggiò senza rendersene conto, mentre con passi incerti si avvicinavano alla loro meta. Possibile che i suoi occhi non volessero saperne di allontanarsi da quelle piccole goccioline che segnavano scie immaginarie su quel corpo perfetto?
-Ciao ragazze!- Le salutò Lucas vedendole arrivare, imitato a sua volta da Heric, Kaito e Taichi.
-Dormito bene?- chiese il rosso senza riuscire a trattenere un sorriso.
Era dal momento in cui le aveva viste entrare al locale che si era accorto della strana alchimia che stava nascendo tra il loro Tai e la piccola Saku.
-Non prenderle in giro, Kaito!- le difese il ragazzo dagli occhi azzurri sorridendo loro dolcemente e invitandole a sistemarsi con loro.
Erano due ragazze davvero simpatiche e non voleva si sentissero a disagio per colpa di quei deficienti che si ritrovava per amici.
-Dai Lucas finiscila!- intervenne il ragazzo dagli occhi nocciola -Era solo una domanda innocente la sua!- aggiunse ridacchiando e scambiandosi uno sguardo complice con la bionda.
Se n'erano accorti davvero tutti.
-Quelle di Kai non sono mai domande innocenti!- intervenne Taichi posando il capo sulla spalla della rosa e facendola avvampare.
La trovava davvero carina quando si imbarazzava.
-Sakura ti prego aiutami tu!- provò a supplicare il rosso scherzando -Sono tutti contro di me!- aggiunse in tono melodrammatico facendo scoppiare una risata generale.
Erano davvero dei tipi assurdi, eppure non poteva fare a meno di adorarli. Erano capaci di rubarle un sorriso in ogni circostanza.

###

-Disturbo?- chiese Tai sedendosi accanto alla rosa e distogliendola dai suoi pensieri.
Sakura sorrise scuotendo il capo, senza distogliere lo sguardo dalla sua migliore amica che si divertiva a schizzarsi con Kaito e gli altri. Quanto le sarebbe piaciuto poter essere libera e spensierata come lei, con una famiglia amorevole alle spalle pronta a sostenerla in ogni sua scelta, anche la più assurda. C'era stato un periodo della sua vita in cui l'aveva odiata per tutto ciò che aveva, senza capire che non era colpa della bionda se la sua di famiglia era un disastro.
-Perché non sei in acqua con gli altri?- le chiesa il corvino seguendo il suo sguardo senza poter evitare si sorridere alla vista di Lucas che si caricava Ino in spalla prima di buttarla in acqua.
Non era mai capitato che si trovassero così bene con due ragazzine appena conosciute.
-Diciamo che tutto quello non fa per me!- rispose la ragazza dagli occhi smeraldini facendo sorridere il suo interlocutore -Tu invece?-
-Non mi pareva educato lasciare una dolce donzella sola soletta in questo mare di squali affamati- le rispose alzando le spalle e causando una fragorosa risata nella ragazza.
Mai nessuno l'aveva apostrofata a quella maniera.
-Non era necessario si preoccupasse per me, mio prode cavaliere!- lo prese in giro stando al gioco che lui stesso aveva iniziato.
Era curiosa di sapere cosa si sarebbe inventato per risponderle.
-Non sarei stato un cavaliere degno di questo nome se non l'avessi fatto!- replicò lui ridendo e contagiando anche la rosa.
Era così bella quando la malinconia abbandonava il suo sguardo per lasciar spazio alla gioia!
-Sei un idiota!- esclamò asciugandosi una lacrimuccia scesale per il troppo ridere tirando un leggero pugno sulla spalla del ragazzo.
Era così tanto tempo che non si sentiva così bene!
Forse una volta rientrate avrebbe dovuto offrire una cena alla sua maialina preferita!

###

Il sole stava tramontando lentamente tingendo di leggere tinte rossastre il cielo mentre un gruppo di sei ragazzi era fermo alla stazione in attesa del treno che avrebbe riportato a casa le uniche due ragazze presenti.
-Tornerete a trovarci?- chiese Heric scompigliando la chioma bionda della giovane Yamanaka.
Adorava farla arrabbiare, faceva delle facce troppo buffe!
-Tu sei morto!- lo minacciò infatti Ino fulminandolo con lo sguardo e risistemandosi il ciuffo.
-Finitela voi due!- si intromise Lucas ridendo sotto i baffi -Ci mancherete!- aggiunse prima di stringerle entrambe in un caldo abbraccio.
Quelle due ragazzine gli sarebbero mancate da matti. Non erano neanche due giorni che le conoscevano e già le adorava!
-Anche voi!- rispose la rosa non appena si separarono da quell'abbraccio.
-Fatevi sentire ogni tanto!- disse Kaito sorridendo in quel modo malandrino come sapeva fare solo lui.
-Anche voi!- li raccomandò Ino prendendo la sua borsa e avviandosi.
Il loro treno era appena arrivato ed era tempo di andare.
-Ciao Tai!- sussurrò con un dolce sorriso Sakura prima di avviarsi verso l'amica.
Se si sbrigava a salire i ragazzi non  avrebbero visto le sue lacrime.
C'era quasi. Stava per salire sul treno quando il suo corpo si bloccò. Taichi aveva chiamato il suo nome.
Con una lentezza disarmante si voltò nella sua direzione sentendo le lacrime tentare di abbandonare i suoi occhi. Stava giocando con il suo cuore il corvino.
-Non dimenticarmi!- le sussurrò Tai in un orecchio stringendola forte a sé sotto lo sguardo curioso di tutti i passanti -Ti prego, non farlo!-
Sakura sbarrò gli occhi a quelle parole mentre il suo piccolo cuore iniziava a battere sempre più forte.
Doveva essere un sogno, uno splendido sogno, non c'era altra alternativa. Eppure pareva così solida la sua presa suoi fianchi,  così reale il suo sospiro dietro l'orecchio e il solletico dei suo capelli sul collo.
Senza rendersene conto calde lacrime iniziarono a rigarle il volto.
-Mai!- disse tra un singhiozzo e l'altro prima di rifugiarsi su quel petto che in meno di quarantotto ore era diventato di vitale importanza per lei.
Tai sorrise a quel gesto stringendola più forte a sé. Gli sarebbe mancata terribilmente.

###

-Grazie per questo fine settimana! - iniziò Sakura interrompendo quel silenzio che le aveva caratterizzate dal momento in cui avevano preso posto sul treno -Avevo bisogno di staccare la spina!- aggiunse distogliendo lo sguardo dal panorama fuori dal finestrino.
Stavano avvicinandosi a casa. Riusciva a riconoscere i profili dei boschi nei quali lei e Suigetsu si rifugiavano da piccoli quando la situazione diventava insostenibile a casa.
-Quando vuoi!- le rispose la bionda sorridendole dolcemente e intrecciando le loro dita.
Non doveva essere facile per la sua amica tornare alla normalità dopo aver passato dei giorni così belli.
Sakura sorrise a quel gesto posando il capo sulla spalla della bionda.
C'era tempo per pensare a ciò che l'aspettava una volta rientrata a casa, in quel momento voleva godersi quegli ultimi momenti di tranquillità con la sua migliore amica e assaporare ancora una volta il sapore delle labbra di Tai sulle sue.
Forse si era innamorata per davvero!



-Non dovresti essere ancora qui!- disse una voce a lei ben nota cogliendola di sorpresa e facendo nascere un debole sorriso sulle sue labbra.
Se c'era l'uno...
-Spero tu non ci abbia ripensato- aggiunse una seconda voce avvicinandosi lentamente a lei con un dolcissimo sorriso sulle labbra, un sorriso che solo in pochi avevano avuto l'onore di scorgere sul suo volto.
La giovane donna scosse il capo a quelle parole senza però mai voltarsi a guardarli. Il suo sguardo era concentrato su un punto ben preciso.
-Avrei voluto fosse al mio fianco in questo giorno!- ammise tristemente accarezzando la superficie di una vecchia foto tutta spiegazzata e dai bordi consumati per quante volte era stata stretta tra le dita.
Rappresentava due ragazze in costume sedute al bancone di un bar a sorseggiare una bibita. Erano serene e felici, strette in uno strano abbraccio.
I due sorrisero amaramente a quelle parole. Non avevano bisogno di chiedere chi fosse la persona di cui stavano parlando. Lo sapevano bene, entrambi.
-Sapete non riesco a fare a meno di pensare a quel fine settimana- iniziò incerta voltandosi finalmente a guardare i due giovani uomini davanti a lei e perdendosi nell'immensità dei loro sguardi, verde e viola. Così diversi eppure così simili.
-Non pensarlo nemmeno per scherzo!- la interruppe Suigetsu -Non è stata colpa tua ciò che è successo!- scuotendola violentemente per un braccio.
Avevano passato tutta la vita assieme loro tre, non aveva bisogno di parole per comprendere ciò che le attraversava la mente e dallo sguardo che le aveva rivolto il corvino, era certo avesse capito anche lui.
-Nessuno avrebbe potuto evitarlo!- aggiunse Taichi guardandola con affetto, mentre un sorriso amaro gli deformava le labbra.
L'aveva amata così tanto che aveva iniziato a considerare la sua famiglia anche la propria.
-È che mi manca da morire!- esclamò tentando di frenare le lacrime.
Doveva sposarsi, non poteva distruggersi il trucco!
-Ma lei è con te, lo sarà sempre!- tentò di rassicurarla il corvino, celando quel velo di tristezza che gli attraversava lo sguardo.
-Secondo me in questo momento te ne sta dicendo di tutti i colori per l'ansia che stai facendo venire al povero Shikamaru- continuò l'albino ridacchiando per smorzare la tensione e facendo ridere anche la futura sposa.
Avevano ragione, non doveva essere triste.  Lei sarebbe sempre stata una parte integrate della sua anima e avrebbe vissuto per sempre nei loro ricordi.
-Hai ragione!- li assecondò con un sorriso prima di prenderli entrambi sotto braccio e incamminarsi in chiesa dove il suo futuro la stava aspettando.
Sorrisero tutti e tre lasciando quella cosa, mentre un pensiero simile attraversava le loro menti, rivolte alla stessa persona.
"Ti amo"

Dal paradiso una ragazza di diciassette anni osservava sorridendo quella scena. Era felice di vedere che l'uomo che aveva amato, anche se per troppo poco tempo, il suo adorato fratello e la sua migliore amica condividessero un momento del genere portandola nel cuore.
"Vi amo anch'io" pensò sistemandosi una ciocca rosa dietro l'orecchio "Si felice, Ino" aggiunse prima di spiegare le candide ali piumate e fare ritorno nella sua nuova casa.

 

 

 

 

 


Salve a tutti! xD
Eccomi con una nuova OS che vede come protagoniste le nostre amatissime Sakura e Ino!
Anche questa volta la shot partecipa alla challenge "La sfida dei 200 prompt" indetta da msp17 sul fandom di EFP e questa volta si ispira al prompt 151 Fine settimana.
Devo ammettere che non sono certa possa andar bene con il prompt ma spero ugualmente possa piacervi
ora scappo
un bacio
karter

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Capitolo 30
*** La sua vera natura ***


La sua vera natura

 

Il sangue pulsava sempre più forte nelle vene. Il corpo era scosso da brividi sempre più intensi. I muscoli bruciavano. I vestiti iniziavano a stare stretti. Il muscoloso corpo non riusciva più a stare dritto, mentre i peli crescevano sempre più avvolgendolo completamente e facendo sparire quelle zanne rosse che si era tatuato sulle guance. Un urlò agghiacciante abbandonò le labbra, ma subito si trasformò in un violento ululato.
Il plenilunio era giunto.
 Gli uomini osservavano con entusiasmo tale spettacolo mentre un ragazzo scopriva la sua vera natura.
In quella notte di plenilunio Kiba Inozuka aveva smesso di essere un semplice mortale, risvegliando il lupo mannaro che albergava in lui.

(110 parole)









salve a tutti! xD
Eccomi tornata con una nuova storia, questa volta ispirata al prompt 134, lupo mannaro, de "La sfida dei 200 prompt" indetta da msp17 sul forum di EFP.
Spero davvero vi possa piacere
un bacio
karter

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Capitolo 31
*** Un giorno magnifico ***


Un Giorno Magnifico
 


Una ragazza dormiva serenamente tra le candide lenzuola di seta verde del suo comodo letto. I lunghi capelli rosa sparsi sul cuscino e gli occhi smeraldini coperti dalle palpebre cercavano ancora un po’ di riposo, lo stesso che un ribelle raggio di sole voleva sottrarle. Mugugnò infastidita voltandosi dall’altro lato per evitare di essere disturbata, coprendosi meglio l’esile corpo con il lenzuolo. Era troppo invitante l’idea di rimanere a dormire!
Stava lasciandosi nuovamente cullare tra le braccia di Morfeo quando un trillo la riportò nuovamente nel mondo dei vivi. Mugugnò infastidita nascondendo la testa sotto il cuscino, voleva davvero che quel suono finisse. Esasperata allungò un braccio sul suo comodino alla ricerca di quello che aveva identificato essere il suo telefono.
-Pronto…- disse sbadigliando indecentemente senza farsi troppi problemi, nonostante non sapesse chi fosse il suo interlocutore.
-Sakura-chan, si può sapere dove sei finita?- le chiese la voce dall’altro lato incurante del tono assonnato dell’amica di sempre.
-Naruto, che diavolo vuoi?- chiese stiracchiandosi leggermente e portandosi un braccio a coprire gli occhi, quella luce le dava altamente fastidio.
-Come che diavolo…- iniziò il ragazzo dall’altro lato del telefono prima di bloccarsi di colpo -Tu sai che giorno è oggi, vero?-chiese con una nota di panico nella voce che però l’amica non notò a causa del sonno.
-Testa quadra, se mi hai svegliata solo per uno stupido indovinello potre…-
-Fronte spaziosa si può sapere perché non sei qui?- l’interruppe una voce femminile sfondandole un timpano e lasciandola basita.
Distrattamente si girò su un fianco trovandosi a fissare il calendario. Era il 15 aprile.
Istintivamente batté le palpebre leggendo quella data. Il 15 aprile.
-Maledizione!- urlò saltando letteralmente dal letto ma incastrandosi con i piedi nelle lenzuola finì distesa a terra con un tonfo.
-Sei viva?- le chiese Ino non sapendo se ridere o piangere della situazione, ma venendo ignorata dall’amica.
-Sto arrivando!- si limitò a dire la rosa prima di chiudere il telefono in faccia agli amici e correre a prepararsi.
Possibile che di tutti i giorni in cui potesse rimanersene a letto a dormire avesse scelto proprio il giorno della sua laurea?

***

Correva veloce tra i corridoi della facoltà nonostante gli impraticabili tacchi che Ino l’aveva obbligata a indossare. Odiava quelle dannatissime scarpe!
Svoltò rapidamente l’ennesimo angolo e senza rendersene conto si ritrovò senza terra sotto i piedi e sarebbe caduta in terra se due forti braccia non l’avessero sorretta.
-Sei in ritardo!- le disse l’individuo che le aveva impedito di finire a gambe all’aria.
Sakura sorrise riconoscendo quel timbro di voce, prima di mettere un tenero broncio.
-Potevi anche svegliarmi prima di andartene questa mattina!- replicò sottovoce senza però allontanarsi da quell’abbraccio che aveva il profumo di casa.
Sorrise il suo salvatore a quelle parole dandole un buffetto sulla fronte.
-Forza corri in aula, tra poco è il tuo turno!- la incitò lasciandola andare ricevendo un radioso sorriso in cambio prima di vederla correre ancora una volta per quei corridoi.

***

Sakura aveva gli occhi sbarrati. Non poteva credere a ciò che era appena successo, cioè, lei non poteva esserci riuscita, lei…
-Sei stata fantastica frontespaziosa!- urlò Ino lanciandole le braccia al collo in preda all’entusiasmo.
Se c’era una persona in grado di raggiungere un tale traguardo era proprio quella secchiona della sua migliore amica!
-Tanti auguri Sakura-chan!- le disse Naruto abbracciandola.
Era orgoglioso di lei, nonostante tutto non si era mai arresa, anzi aveva continuato a lottare per realizzare i propri sogni e alla fine ci era riuscita.
-Sono fiera di te cuginetta!- si congratulò Konan stringendola in un caldo abbraccio assieme a Nagato e Yahiroi due amici di sempre.
Era così strano. Loro che l’avevano vista crescere se la ritrovavano laureata con il massimo dei voti. Come si faceva a non essere più felici di così per qualcuno?
-Fiorellino sei stata eccezionale!- la prese in giro bonariamente Suigetsu strappandole un vero sorriso.
Era assurdo! Anche quell’imbecilledel suo amico di sempre, lo stesso che di complimenti non gliene faceva mai, anzi si divertiva troppo a prenderla in giro, si complimentava per il suo successo.
Doveva essere un sogno!
-Grazie ragazzi!- rispose a tutti la rosa lasciandosi abbracciare dalla sua seconda famiglia mentre calde lacrime le rigavano le guance.
Non poteva crederci, finalmente ci era riuscita, era ufficialmente una giornalista!
Sorrideva Sakura dispensando abbracci a chiunque, ma nonostante ciò i suoi occhi erano incollati ad altri occhi color della tenebra che la guardavano a distanza orgogliosi per quel successo.
-Grazie!- mimo la rosa con le labbra ottenendo in cambio un sorriso che le scaldò il cuore.
-Che ne dite di andare a festeggiare?- propose Naruto dopo aver visto Konan mettere via la macchina fotografica ottenendo segni d’assenso da parte di tutti i presenti.
La giornata era appena cominciata!

***

-Grazie di tutto ragazzi!- disse Sakura scendendo dalla macchina di Shikamaru e sistemandosi la gonna del vestito verde acqua che aveva deciso di indossare quel giorno speciale.
-Buona notte!- la salutò il ragazzo sorridendole mentre Ino, ubriaca fradicia, diceva cose incomprensibili.
Sorrise la rosa ricambiando il saluto e avviandosi verso la porta del suo palazzo, non prima di essersi sbarazzata di quegli scomodi tacchi che l’alcool le aveva aiutato a sopportare tutta la giornata.
Stava per inserire la chiave nella serratura pronta a salire i settantasette scalini che l’avrebbero condotta al suo appartamento.
-Stanca?- le chiese una voce cogliendola di sorpresa.
-Sei un idiota!- lo riprese la ragazza tirando gli un leggero pugno sul braccio -Mi hai fatto prendere uno spavento!-
La voce sorrise chiedendole scusa e facendo sorridere anche lei.
-Vuoi salire?- gli chiese infatti la ragazza aprendo il portone e avviandosi su per le scale, certa di essere seguita.

***

Il piccolo appartamento era pervaso dalla completa oscurità, solo un leggero fascio di luce filtrava dalla camera da letto dalla quale provenivano gemiti e sospiri concitato.
-Sei bellissima!- le sussurrò l’uomo lasciandosi scivolare al fianco della giovane senza però lasciarla andare, anzi stringendola forte al suo petto.
La rosa sorrise imbarazzata a quelle parole tentando di regolarizzare il respiro spossato a causa dell’amplesso appena compiuto.
-Grazie per avermi fatto guadagnare tempo oggi!- gli disse sistemandosi meglio contro il suo petto -Se non  fosse stato per te non sarei mai arrivata in tempo-
L’uomo sorrise scombinandosi la chioma argentata mentre accarezzava la schiena della sua amata.
-Ti sbagli, ho semplicemente fatto più tardi del solito- rispose distogliendo lo sguardo imbarazzato.
Non era ancora in grado di esprimerle completamente ogni suo semplice gesto per lei.
A quelle parole Sakura non poté trattenere una risata cristallina, era così dolce!
-Ti amo, Kakashi!- gli disse rubandogli un dolcissimo bacio che prontamente fu ricambiato.
-Ti amo anch’io mia piccola studentessa- le rispose Kakashi in un sospiro che la fece sorridere.
-Ex studentessa- lo corresse accarezzandogli il volto -Non sei più il mio professore!- aggiunse rubandogli l’ennesimo bacio che fece sorridere il professore  che la strinse più forte a sé ributtandola in un vortice di passione felici di poter finalmente vivere la loro storia d’amore alla luce del sole.
Sì,  decisamente quella giornata non poteva andare in modo migliore!

 

 

 


E dopo più di un anno, eccomi di nuovo qui!
Salve gente!
Chiedo scusa per l'enorme ritardo con cui ho aggiornato questa raccolta. Quello appena passato è stato un anno abbastanza "strano" che mi ha tenuto lontana dalla tastiera per parecchio tempo, ma ora che è giunto al termine spero di tornare a farvi compagnia più spesso.
Ma ora passiamo a ciò che ho scritto su.
Come avrete notato questa è una KakaSaku, la mia prima KakaSaku per essere precisi. Ho deciso di ambientarla in un universo alternativo in cui Sakura è una studentessa universitaria che deve laurearsi e Kakashi un suo professore. Nonostante questo i due sono innamorati, ma si nascondono da occhi indiscreti che non potrebbero comprendere quell'amore bellissimo che li ha travolti nonostante i diversi ruoli sociali che ricoprono.
Vorrei ringraziare tutte quelle persone che nonostante tutto hanno continuato a leggere questa mia raccolta e spero vivamente qualcuno abbia voglia di lasciarmi una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensa di questa mia breve fanfiction.
un bacio a tutti
karter

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Capitolo 32
*** Una Vita Insieme ***


Una Vita Insieme





-Tanto non mi prendi!- urlò una bambina dai corti capelli rosa, mentre correva felice per le strade del suo paesino.
-Ti sbagli di grosso!- rispose un bambino dai capelli albini, mentre inseguiva la sua migliore amica, sotto lo sguardo divertito di tutti i passanti.
-Sono più veloce io!- lo corresse la piccola mentre si girava a guardarlo con i suoi immensi occhioni verdi pieni di vita.
-Non ne sarei tanto sicuro!- commentò invece il bambino dagli occhi viola accelerando il passo e buttandosi sopra l'amica, ma rovesciando le posizioni per attutirle la caduta -Vedi? Ti ho preso!- aggiunse sorridendo divertito.
-Hai imbrogliato!- asserì sicura la rosa mettendo un tenero broncio, ma lasciandosi cullare da quel caldo abbraccio.
-Arrenditi all'evidenza Sak!- le disse il bambino stringendola più forte a sé e iniziando a farle il solletico -Sono più veloce di te!-
La bambina scoppiò a ridere. Se c'era una cosa che non sopportava era il solletico e Suigetsu lo sapeva bene.
-Basta Sui!- gli disse infatti non riuscendo a trattenere le lacrime.
-Ammettilo!- le ordinò sorridendo Suigetsu continuando a stringerla.
La rosa continuò a ridere a lungo, mentre le dita dell'amico le solleticavano la pancia sensibile.
-Ok hai vinto!- si arrese alla fine asciugandosi delle piccole lacrime agli angoli degli occhi.
-Era ora che lo capissi!- rispose il bambino scoppiando a ridere e contagiando anche Sakura.
-Suigetsu?- lo chiamò d'un tratto la bambina facendo scontrare i loro occhi.
Viola nel verde. Verde nel viola.
-Sei un idiota!- affermò decisa lanciandosi tra le braccia dell'amico sorridendo.
-Ti voglio bene anch'io Sak!- rispose lui stringendola a sé dolcemente, mentre tutti i passanti guardavano quei due bambini che sembravano aver trovato la pace buttati per terra l'uno tra le braccia dell'altro.
***
-Non ci voglio andare!- disse sicuro di sé un bambino di sei anni incrociando le braccia davanti al petto e osservando con astio quella costruzione in cemento nella quale avrebbe dovuto passare tutte le sue mattinate da quel giorno in poi.
-Dai, sarà divertente!- cercò di convincerlo una bambina dai capelli rosa sorridendogli radiosa, tentando di intrecciare le loro dita come avevano sempre fatto sin da quando erano solo in fasce.
Erano nati e cresciuti insieme e niente e nessuno li avrebbe potuti dividere. Erano l'uno la forza dell'altra e viceversa.
-Come può esserlo?- chiese scettico il bambino lasciandosi comunque trascinare dalla sua migliore amica dentro quella che, anche se ancora non lo sapeva, sarebbe stata la sua prigione per tanti anni -Divertente è giocare al parco, guardare i cartoni, leggere i manga, fare i dispetti agli altri, non passare la mattinata ad ascoltare una persona qualsiasi parlare e parlare per ore!- aggiunse in un sospiro scoraggiato facendo ridere la rosa.
Suigetsu era davvero unico e lei gli voleva un mondo di bene!
-Forse hai ragione...- iniziò Sakura portandosi un dito al mento con espressione pensierosa, prima di aprirsi in un sorriso bellissimo, uno di quelli che lo lasciavano sempre imbambolato -Ma se rimarremo uniti sarà sicuramente un'esperienza bellissima!-
L'abino scosse il capo a quelle parole prima di sorridere.
Forse aveva ragione, se sarebbero rimasti uniti non sarebbe stato poi così male andare a scuola!
***
-Non riuscirai a battermi questa volta!- disse un bambino dai capelli albini, mentre con sguardo concentrato non perdeva di vista un solo secondo la sua lamborghini blu notte che sfrecciava per le strade super affollate di quella città che se non ricordava male doveva essere Los Angeles.
-Rassegnati Sui...- iniziò una bambina dai capelli rosa raccolti in una coda scomposta, senza distogliere lo sguardo dallo schermo su cui sfrecciavano le due auto in una corsa all'ultimo grido -Vincerò io anche questa volta!- aggiunse leccandosi le labbra soddisfatta, prima che la sua Ferrari rosso fuoco tagliasse il traguardo per l'ennesima volta seguita subito dopo dalla lamborghini dell'amico.
-Non è possibile!- urlò infatti il bambino lasciandosi cadere sul divano e lanciando il joystick per aria contrariato.
Era la decima gara di fila che quella ragazzina riusciva a vincere!
-Sei proprio scarso!- lo prese in giro Sakura facendogli una linguaccia e allungandosi al tavolino davanti a loro sul quale la sua mamma aveva posato una busta di patatine e delle lattine di cola, per prendere un sorso della sua bibita.
-Sei tu che sei un mostro!- commentò lui incrociando le braccia al petto e mettendo un broncio adorabile che fece sorridere l'amica che indispettita gli lanciò una manciata di patatine, prima di scoppiare a ridere per l'espressione incredula dell'amico.
-Sei così buffo!- disse tra una risata e l'altra la rosa lasciandosi cadere a sua volta sul divano.
Suigetsu la osservò per qualche secondo prima di sorridere diabolicamente.
Senza farsi vedere dall'amica si impossessò della sua lattina di cola ed evitando che la rosa se ne rendesse conto le rovesciò tutto il contenuto della lattina in testa scoppiando a ridere.
Sakura rimase immobile per qualche secondo, spostandosi una ciocca di capelli fradicia dal volto, prima di osservare con astio il suo migliore amico.
Non avrebbe dovuto farlo, assolutamente no.
-Suigetsu Hozuki...- iniziò con un tono che non preannunciava nulla di buono, ma l'amico troppo perso tra le risate non vi fece caso -Tu sei morto!- aggiunse prima di lanciarglisi contro come facevano quando erano ancora piccoli.

***
-Mi spieghi come hai fatto a finire in presidenza anche questa volta?- chiese una ragazza dai corti capelli rosa sedendosi sul davanzale della finestra del bagno dei ragazzi aspettando che il suo migliore amico le passasse l'accendino per poter accendere la sua Malboro light.
Il ragazzò alzò le spalle cacciando una nuvoletta di fumo dalla bocca prima di sorridere diveritito mettendo in mostra i canini leggermente appuntiti.
-Ho solo detto una verità che tutti pensano a scuola- rispose tranquillamente sedendosi accanto a Sakura e osservando con lei il panorama fuori da quella finestra.
La terza ora era appena iniziata quindi potevano starsene tranquilli ancora per un po'.
-Fammi indovinare...- iniziò la ragazza ciccando fuori dalla finestra sorridendo divertita -Hai dato dell'acida cicciona alla prof di lettere!-
Suigetsu rise a quelle parole scuotendo il capo divertito.
-Certo che no, questo è un onore tutto tuo!- le rispose facendole una linguaccia e ricordandole una di quelle volte che era stata lei a finire in presidenza.
Si poteva dire che si davano il cambio in quell'ufficio.
-Allora hai confessato alla prof di inglese che la metà degli studenti vuole farsela sulla cattedra della classe?- chiese pensierosa.
Già se lo vedeva guardarla con quell'aria beffarda, prima di sorriderle maliziosamente. Si sarebbe stata poprio una cosa da lui.
Suigetsu la osservò attentamente scuotendo il capo.
-No, ma questa mi piace- sentenziò convinto -La prossima volta che quella donna rompe saprò come risponderle!- aggiunse ghignando e facendo sorridere l'amica che gli diede un'amichevole pugno sulla spalla.
-Non rubarmi le idee!- lo rimproverò prima di scoppiare a ridere seguita a ruota dal ragazzo -Allora mi dici cos'hai combinato?- chiese esasperata senza smettere di sorridere e facendo scuotere il capo all'amico che decise di accontentarla alla fine.
-Ho beccato la prof Yuhi e il prof Sarutobi in atteggiamenti non troppo casti e l'ho mostrato a tutta la scuola!- confessò facendo finire del fumo di traverso all'amica che iniziò a tossire incontrollata, spaventando a morte l'albino che subito l'aiutò a rimettersi in sesto -Stai bene?- le chiese non appena smise di tossire.
Sakura annuì convinta prima di sorridere ripensando a ciò che aveva appena sentito.
-Io si, ma tu non tanto!- rispose divertita scoppiando a ridere immaginandosi la faccia di quei due dopo aver visto il video girato dall'amico.
-Ti dirò, invece...- rispose il ragazzo sorridendo -Non mi sono mai divertito tanto, escludendo i tempi in cui eravamo in classe assieme!-
A quelle parole la rosa si rattristò.
Quanto le mancava frequentare la stessa classe, peccato che non fosse possibile. Non volevano approvare a nessuno dei due il cambiamento di sezione. Ma come biasimarli, era già alquanto difficile gestire uno solo dei due, figurarsi entrambi!
-Ehi...- la chiamò notando quell'ombra di tristezza nei suoi occhi -Anche se non siamo in classe insieme noi restiamo sempre noi, lo sai vero?- le chiese sollevandole il volto e facendo incrociare i loro occhi.
Verde nel viola.
Viola nel verde.
La ragazza sorrise a quelle parole, posando la fronte contro quella del suo migliore amico.
Suigetsu aveva ragione, nonostante tutto, loro sarebbero rimasti sempre loro!
***
-Come sto?- chiese una diciottenne uscendo dal camerino dell'ennesimo negozio di abbigliamento nel quale aveva trascinato il suo migliore amico quel pomeriggio.
Suigetsu la osservò qualche secondo a bocca aperta.
Aveva sempre saputo che Sakura era una ragazza bellissima, ma vederla vestita in quel modo lo aveva lasciato senza parole.
I corti capelli rosa erano lasciati ricadere sbarazzini ai lati del volto evidenziando il profilo angelico che quella ragazza aveva sempre avuto. Il corpetto verde smeraldo, perfettamente intonato ai suoi occhi, le metteva in risalto la seconda di seno e ne evidenziava la vita snella e i fianchi perfetti. La gonna ampia che le copriva poco più di metà coscia evidenziava le sue lunghe gambe perfette. I sandali neri slanciavano la sua figura rendendola ancora più sensuale.
Era la creatura più bella che mai avesse visto!
-Allora?- lo richiamò la ragazza notando la sua esperssione sorpresa.
Voleva sapere se al suo migliore amico quel vestito piaceva quanto piaceva a lei, perchè in tal caso l'avrebbe comprato immediatamente. Il suo giudizio era troppo importante per lei.
-Sei... sei bellissima!- le disse dopo un momento di esitazione regalandole uno di quei sorrisi che dedicava solo ed esclusivamente a lei -Sono certo che domani sera dovrò tenere alla larga qualche pervertito di troppo!- aggiunse fingendosi afflitto per quel compito ingrato che lo avrebbe atteso il giorno seguente.
Sakura sorrise a quelle parole.
Perchè sapeva che implicitamente le aveva detto che avrebbe dovuto prendere quel vestito e che le sarebbe rimasto sempre accanto, proteggendola da tutto e tutti.
-Grazie Sui!- gli rispose la rosa lanciandogli le braccia al collo e nascondendo il volto sul suo petto per sentirlo più vicino, mentre lui ricambiava la stretta stringendola per i fianchi -Non so cosa farei senza di te!- aggiunse in un sussurro la ragazza sorridendo sul collo dell'albino che a quelle parole la strinse ancora più forte.
***
-Sei in ritardo!- disse un ragazzo dai ribelli capelli albini, mentre osservava, con le braccia incrociate al petto, la sua migliore amica varcare la soglia di casa.
-Scusascusascusa!- iniziò la ragazza sciogliendo la lunga chioma rosa dalla costrizione di quell'elastico azzurro che aveva messo per studiare -Non mi ero accarta che fosse così tardi!- aggiunse tentando di giustificarsi prima di posare un bacio sulla guancia dell'amico di sempre.
-Non cambierai mai!- ammise il ventiduenne sconsolato scuotendo il capo rassegnato.
Da quando Sakura aveva iniziato a frequentare quel corso di kig boxing in palestra aveva preso lo stesso brutto vizio del suo maestro: il ritardo!
La rosa sorrise imbarazzata a quelle parole prima di indossare il casco che il ragazzo le stava porgendo e salire in sella a quella Kawasaki nera metallizzata con delle finiture blu elettrico che Suigetsu considerava come una figlia e che solo lei aveva il permesso di guidare.
-Dove andiamo di bello?- chiese la ragazza montando in sella a quel bolide e stringendosi all'amico d'infanzia.
-Hanno aperto un nuovo locale in centro, pare sia parecchio interessante!- le rispose prima di partire e sfrecciare alla massima velocità per quelle strade super trafficate come ogni sera.
-Ti prego, dimmi che è uno scherzo!- lo supplicò la rosa non appena giunsero davanti al locale che aveva scelto la loro comitiva per quella serata.
-Non credo, perchè?- le chiese senza riuscire a capire bene cosa la turbasse.
Gli pareva un locale come un altro!
-Dimmi la verità, è stata Karin a scegliere il posto?- chiese massaggiandosi le tempie la rosa lasciando basito l'albino.
Come diavolo aveva fatto a capire che era stata quell'antipatica della sua ex, che purtroppo erano costretti a frequentare ancora dato che condividevano gli amici, a scegliere il locale.
-Guarda al bancone!- rispose alla sua domanda implicita lasciandolo a bocca aperta.
Avrebbe riconosciuto quel ragazzo tra mille altri. Capelli corvini, pelle diafana e occhi onice. Chi altri poteva essere se non Sasuke Uchiha?
-Chi preferisci ammazzi per primo, lei o lui?- chiese sorridendo Suigetsu strappando una risata all'amica che non potè ringraziarlo silenziosamente.
Del resto era solo merito suo se era riuscita a sopportare la rottura con quel grandissimo figlio di buona donna (perchè davvero Mikoto non aveva responsabilità sul comportamento di quello scellerato di suo figlio) che dopo averla tradita, aveva anche avuto la faccia tosta di schernirla davanti a tutti i loro amici.
-Direi che insieme faresti il colpo del secolo!- rispose prima di scoppiare a ridere e varcare la soglia del locale catturando tutti gli sguardi su di sé.
Ma cosa poteva mai importarle se al suo fianco aveva il suo migliore amico?

***

-No...- sussurrò sconcertato un ragazzo dai ribelli capelli rossi -Non...- aggiunse senza sapere come continuare la frase che aveva appena iniziato.
Doveva essere un sogno, anzi un incubo, non c'era altra spiegazione!
-Gaara che ti prende?- gli chiese Temari vedendolo con un'espressione sconvolta in volto.
Non l'aveva mai visto in quello stato.
Il rosso però non rispose, non riuscì a trovare le parole per rispondere alla sorella quindi si limitò ad indicarle il quotidiano che stava leggendo.
La bionda osservò per qualche secondo dubbiosa il fratello non riuscendo a capire il motivo di tale comportamento prima di decidersi ad assecondarlo.
Distrattamente afferrò quei quattro fogli di carta inizando a cercare il motivo di tale sgomento nel suo fratellino, ma non dovettero passare che pochi minuti prima che anche lei avesse la stessa reazione....

-Pronto...- sussurrò una voce ancora impastata dal sonno.
Non sopportava essere svegliato di prima mattina quando aveva passato tutta la notte sveglio per finire di preparare quella cavolo di tesi.
-Naru...- iniziò la voce dall'altra parte trattenendo a stento un singhiozzo.
-Hina, amore, che succede?- chiese ora il ragazzo più sveglio che mai.
Se la sua Hinata lo aveva chiamato a quell'ora in lacrime doveva essere successo per forza qualcosa di grave.
La mora dall'altra parte non riusciva a smettere di piangere. Non poteva credere alla notizia che aveva appena sentito in tv, non voleva.
-Amore così mi spaventi...- le disse il ragazzo che aveva già pensato al peggio, ma ciò che le disse la sua ragazza non era neanche lontanamente immaginabile a ciò che lui avrebbe potuto pensare.
Per un momento pensò di star ancora sognando e che quando si sarebbe svegliato avrebbe riso con tutta la loro comitiva raccontando il sogno assurdo che aveva fatto. Sperò ardentemente che fosse così, ma il dolore avvertito nel momento in cui si era pizzicato il braccio era troppo reale per essere frutto di un sogno...

-Mi dispiace ragazzi!- disse Ayame seduta sul divano accanto a suo fratello e i suoi due migliori amici che dal momento esatto in cui avevano sentito il servizio al tg non avevano più aperto bocca.
Ino era immobile, seduta tra i due amici di sempre a guardare davanti a sé con sguardo vuoto. Non poteva credere a ciò che aveva appena sentito, doveva esserci uno sbaglio, per forza.
Chouji aveva lasciato cadere il pacchetto di patatine che stava mangiando e pareva non avesse nessuna intenzione di raccoglierlo almeno finché  l'eco della notizia appena sentita non sarebbe svanito dalla sua testa.
Shikamaru rimase in silenzio, lo sguardo perso al soffitto e la sigaretta stretta tra le dita che si consumava pian piano senza che si ricordasse della sua esitenza.
Ayame li osservò, soffermandosi principalmente sul suo fratellino, strappandogli la sigaretta dalle mani prima che si bruciasse e li lasciò lì, soli con il loro dolore, ma insieme...

-Hai saputo l'ultima?- chiese una ragazza dai fluenti capelli rossi sedendosi al bancone di un bar  e posandovi un quotidiano del giorno.
Il barista, un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi onice la osservò distrattamente prima di rimettersi a lavoro. Non aveva tempo da perdere.
La rossa non si arrese al silenzio del suo intrlocutore, ma continuò il suo monologo sapendo che, anche se fingeva il contrario, Sasuke ascoltava tutto ciò che si diceva nel locale durante il suo turno.
-Questa mattina c'è stato un'incidente tremendo. Un tir ha perso il controllo a causa di un'automobile che andava contromano e ha travolto altre due automobili e una moto- disse la ragazza sfogliando il giornale come se niente fosse -Ci sono stati sette morti. Conducente e passeggero dell'automobile che andava contromano, due ragazzetti ubriachi fradici, la moglie e il figlio del conducente di una delle automobili, tre studentesse, a bordo dell'ultima auto, che andavano all'università e i due ragazzi in moto. Il conducente del tir è in prognosi riservata, mentre il padre di famiglia ha solo qualche osso rotto e la ragazza a bordo dell'auto in contromano ne è uscita quasi completamente illesa- aggiunse notando la vena pulsante sul collo di quello che un tempo aveva pensato essere l'amore della sua vita.
-Non vedo perchè dovrebbe interessarmi, Karin!- sputò velenoso l'Uchiha.
Ne aveva già avuto abbastanza di quella ragazzetta.
Karin rise a quelle parole, una risata spenta, triste, amara, che compiacque molto il ragazzo. Forse stava per sbarazzarsi di lei.
-Ti interessa, invece- gli rispose semplicemente -Ti interessa perchè i due ragzzi in moto li conoscevi. Ti interessa perchè ad essere morti in quel fottuto incidente sono le uniche due persone alle quali noi abbiamo tenuto davvero, ma che ci siamo lasciati scappare per paura dei nostri sentimenti. Ti interessa perchè quelle due persone che sono morte noi le abbiamo ferite tanto profondamente da farle sanguinare. Ti interessa perchè ora non c'è più tempo per rimediare agli errori del passato. Ti interessa perchè le due persone in moto morte nell'incidente erano Sakura e Suigetsu. Sì Sasuke, la tu Sakura e il mio Suigetsu- urlò non riuscendo a trattenere le lacrime.
Non era giusto, doveva esserci più tempo, tempo per chiedere scusa, tempo per provare a costruire una vita.
Sasuke rimase in silenzio a quelle urla disperate. Non poteva credere a ciò che Karin aveva appena detto, doveva essere uno scherzo, non poteva essere vero.
In preda ad un raptus prese il giornale dal bancone e comiciò a leggerlo furiosamente. Doveva esserci un errore, non potevano essere loro!
Fuori di sé lanciò il giornale per aria. Nessuno lo aveva mai visto sconvolto a quel modo, tanto che parecchi clienti si spaventarono, ma a lui non interessava.
Sakura e Suigetsu erano morti.
Sakura e Suigetsu erano morti a ventitre anni, insieme, come avevano passato tutta la vita...

-Credi che si riprenderanno?- chiese uno spirito dai fluenti capelli rosa osservando dal cielo tutti i loro amici struggersi per la loro scomparsa prematura.
-Sono sicuro di si- rispose un altro spirito dai caplli albini sorridendo -Sono molto più forti di quanto noi potremmo mai immaginare- la rassicurò facendo nascere un sorriso anche sul volto della ragazza che si ritrovò ad annuire prima di prendere il suo migliore amico per mano e lanciarsi in quella che sarebbe stata la loro nuova avventura, ancora una volta insieme e questa volta per sempre.

 

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Capitolo 33
*** Brufolo ***



Brufolo








La pace regnava sovrana in casa.
Hinata sistemava la cucina dopo aver preparato la sua specialità, la torta panna, fragole e cioccolato; TenteTent messaggiava con Neji lanciando di tanto in tanto un'occhiata al film strappalacrime che Karin e Matsuri stavano guardando; Temari e Karui si erano appropriate della stanza della dolce Hyuuga per fare un pisolino, il turno a lavoro le aveva decisamnete distrutte; Sakura, invece, appollaiata sulla sua poltrona preferita stava rileggendo uno dei suoi romanzi preferiti per l'ennesima volta.
ERano tutte molto tranquille quando un urlo disumano le face sobbalzare.
Immediatamente, prese dal panico, tutte le ragazze corsero verso il bagno.
-Che succede?- chiese prontamente TenTen, per lo spavento aveva lanciato per aria il suo smartphone che ora giaveva abbandonato sul tappeto del salotto.
Preoccupate, tutte le ragazze si affrettarono ad entrare in bagno. Si sarebbero aspettate di vedere qualsiasi cosa: vetri rotti a terra, sangue sparso ovunque, viscidi insetti sulle pareti, ma non trovarono nulla di tutto ciò. C'era solo Ino che immobile osservava il suo riflesso allo specchio con sguardo terrorizzato, mentre calde larime le rigavano il volto.
Vedendola in quelle condizioni Sakura le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla per farla tornare alla realtà. Si conoscevano da sempre, eppure non le aveva mai visto quello sguardo.
-Ehi...- la chiamò con un sorriso materno in volto -Ti va di dirci cosa succede?- le chiese non appena la vide leggermente più serena.
Ino le osservò qualche secondo, erano davvero preoccupate per lei.
-Questa sera ho un appuntamento con Sai...- iniziò con un filo di voce incuriosendo le amiche.
Non era strano che i due uscissero assieme, ormai si frequentavano già da qualche tempo.
-E dov'è il problema?- le domandò Temari sbadigliando subito dopo. Non era mai stata una tipa estremamente paziente se poi ci si aggiungeva il fatto di essere stata svegliata in quel modo...
A quelle parole Ino osservò la ragazza del suo migliore amico con occhi di fuoco. Come faceva a non comprendere la gravità del suo problema?
-Dov'è il problema?- chiese al limite dell'incredulità -Mi spieghi come faccio a uscire in queste condizioni?- aggiunse indicandosi il volto, catturando tutti gli sguardi su di sé.
-Io non vedo nulla di strano!- rispose Matsuri a nome di tutte facendo indignare maggiormente la figlia di Inoichi. Possibile che non comprendessero la gravità della situazione?
-Mi spiegate come faccio a uscire con questo mostro sul volto?- chiese esasperata vedendo che nessuna di loro riusciva a comprendere il suo problema suscitando le risate cristalline delle ragazze che si limitarono a scuotere il capo e a mandarla al diavolo.
Ino le guardò sbigottita.
Possibile che quel brufolo fosse una catastrofe solo per lei?

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Capitolo 34
*** Per farla sorridere ***


Per farla sorridere




 

Kushina era una bambina con il sorriso perenne sul volto e sapeva far sorridere chiunque la guardasse. ERa un uragano di vita.
Peccato che nei momenti in cui fosse lei ad essere triste, nessuno riuscisse mai a farle tornare il sorriso. Nessuno tranne il suo papà, ovviamente. Del resto Naruto era un esperto della risata.
Come dimenticare quella volta in cui erano a pranzo da Sai e Ino. Kushina aveva litigato con la sua migliore amica, allora il suo papà si era intrufolato nel bagno coniugale e aveva rubato un gran quantità di rossetti prima di raggiungere i bambini. Senza curarsi delle loro espressioni curiose, aveva preso uno dei rossetti, un rosso ciliegia che Ino adorava, e si era fatto degli strani disegni sul volto. I bambini l'avevano osservato qulache secondo prima di scoppiare a ridere. Naruto era davvero buffo, ma era il loro zio preferito!
Senza farselo ripetere due volte ogni bambino presente nella stanza si era impadronito di un rossetto e aveva iniziato a fare strani disegni sul volto del vicino e vicevarsa, senza riuscire a trattenere le risate.
Kushina si guardò intorno mentre un sorriso sempre più luminoso le nasceva sul visetto pallido. Adorava il suo papà, ma non sarebbe mai voluta essere al suo posto nel momento in cui la zia si sarebbe accorta della tragica fine di tutti i suoi rossetti.

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Capitolo 35
*** Una smorfia di felicità ***


Una Smorfia Di Felicità


Sarada non era mai stata una bambina molto espressiva. Poche erano le espressioni che sua madre aveva visto nascere sul suo volto e queste non andavano mai oltre il sottile velo di noia e la curiosità della conoscenza.
Nonostante fisicamente le somigliasse molto, Sakura aveva dovuto accettare che oltre i colori, Sarada avesse in comune con il padre anche il carattere.
Se li ricordava ancora i mesi dopo la nascita della sua unica figlia. Tutti le dicevano  che nel momento in cui avrebbe visto la prima smorfia di felicità increspare le labbra della sua bambina, il suo cuore sarebbe straripato ancora una volta d'amore per quell'esserino che era cresciuto dentro di lei prima di giungere alla vita.
Sakura ascoltava ogni parola le venisse detta, era diventata brava ad ascoltare in quegli anni, e spesso si ritrovava a scrutare il visetto della sua bambina alla ricerca di quella smorfia di cui tutti parlavano, ma mai l'aveva vista. Aveva avuto un cipiglio severo, aveva imparato a mettere il broncio, a curvare le labbra in una smorfia triste o a manifestare il suo dissenso con un pianto furoso, ma mai una smorfia di felicità le aveva curvato le labbra rosee.
Sakura era diventata una buona osservatrice, quando non era impegnata con il lavoro vi erano giorni in cui passava ore e ore a osservare la sua bambina, ma non cercava quella smorfia di cui tutti parlavano. Sua figlia era un'Uchiha e in quella famiglia era raro il sorriso. La dottotrssa osservava la sua bambina perchè le piaceva farlo. Adorava il modo in cui le si gonfiavano le guancequando metteva su il suo adorabile broncio o la ruga che le si formava tra le sopracciglia quando metteva su una smorfia nervosa.
Era uno scricciolo orgoglioso, Sarada, ma sua madre la amava, nonostante non le avesse mai mostrato una smorfia di felicità.

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Capitolo 36
*** Catene ***


Catene







Si guardò allo specchio con occhi stanchi.
Quanto tempo era trascorso dall’ultima volta che si era riconosciuta nel riflesso che lo specchio le aveva rimandato?
Dov’era finita la ragazzina dagli occhi color giada sempre pieni di vita? Che ne era stato della giovane donna dal sorriso perenne sulle labbra? Cos’era accaduto alla testarda dottoressa dai capelli rosa?
Sakura non si riconosceva più nel suo corpo. Non poteva essere lei quello spettro dalle occhiaie violacee, le guance scavate, gli occhi spenti, i capelli opachi, le ossa sempre più sporgenti e i vestiti ogni giorno più larghi.
Un ghigno le deformò le labbra secche a quel pensiero.
Sapeva perché si era ridotta in quello stato, era tutta colpa loro! Di quei due ragazzini che non l’avevano mai aspettata nel corso della loro giovane vita ma che dalla loro scomparsa sembrava avessero deciso di farsi perdonare quella mancanza e chiamarla a loro per riformare il team sette.
Sentiva la sua anima legata alle loro con catene indissolubile, le stesse che le stringevano il cuore tutte le volte che il suo sguardo si posava su quella vecchia fotografia che per troppi anni aveva rappresentato tutto ciò che erano.
Erano trascorsi undici mesi dalla fine della guerra, trecentoquarantasette giorni dalle loro morti. Se le prime settimane erano passate rapidamente a causa del coma, i successivi duecentottantacinque giorni erano stati devastanti per la sua mente ancor più che per il suo corpo.
Ovunque si girasse vedeva loro. Le sorridevano, le parlavano, la chiamavano incessantemente, volevano che li raggiungesse, per questo non si erano risparmiati, l’avevano stretta tra le loro catene.
Catene di ricordi.
Catene di emozioni condivise e non sempre comprese.
Catene di rimpianti.
La peggiore, però, era quella del senso di colpa, perché lei era sopravvissuta in un mondo in cui di loro sarebbe rimasto solo il ricordo.
Era devastante la sensazione di oppressione che le risaliva dalle viscere ogniqualvolta apriva gli occhi al mattino. Perché era sopravvissuta? Che senso aveva la sua vita se non riusciva a sentirla sua?
Rise Sakura, rise forte per sovrastare il rumore delle catene che si scontravano tra loro, rise istericamente per quel rumore che poteva sentire solo lei e lentamente le stava portando via la vita.
Si sentiva pazza alle volte e le persone che la circondavano non aiutavano a farla sentire meglio. Nessuno le credeva. Erano convinti che il dolore della perdita l’avesse resa folle, e come biasimarli? Nessuno aveva subito le sue perdite, nessuno era rimasto solo al mondo come lei. I suoi compagni di team non c’erano più, il suo maestro, i suoi genitori, la sua maestra. Morti, tutti morti. Non aveva più nulla Sakura, solo quelle catene che la stringevano sempre più nelle loro spire.

-Kakashi-sensei, Sasuke-kun, Naruto- sussurrò senza distogliere lo sguardo dal suo riflesso. Era una sua impressione o stava sbiadendo?


-Aspettatemi, sto arrivando-


***


-Chi sono?- chiese una bambina dai capelli mori raccolti in due morbide trecce e due intensi occhi azzurri osservando una lapide in granito nero sulla quale erano poste cinque fotografie.
Erano dei personaggi davvero interessanti, così diversi gli uni dagli altri.
-Erano il team sette- gli rispose la madre con sguardo nostalgico -Erano una famiglia, ma un evento inatteso li ha divisi e da allora non hanno fatto altro che rincorrersi-
La bambina li osservò con occhi attenti. Le piacevano, specie il ragazzo con i capelli biondi e gli occhi color del cielo.
-Come sono morti?- domandò con occhi curiosi sfiorando la foto in cui erano rappresentati tutti e quattro assieme. Era strana quella foto ma le trasmetteva serenità.
-La guerra si è portata via i due ragazzi e l’uomo, e loro hanno trascinato a sé con catene invisibili la ragazza- rispose la donna scompigliando la frangia della sua bambina mentre una lacrima solitaria le rigava il volto. Se solo le avesse creduto…
-Nella morte sono riusciti a realizzare il loro sogno: hanno fatto tornare a risplendere il team sette-




***

-Sakura-chan, finalmente!- la accolse Naruto andando le incontro con uno dei suoi più bei sorrisi a illuminargli il volto.
-Tsk- la salutò in maniera Sasuke sorridendo in maniera impercettibile. Se non lo avesse conosciuto così bene non avrebbe mai notato quel lieve distendersi di labbra sul suo volto.
-Yo, Sakura- la accolse Kakashi distogliendo lo sguardo dal suo inseparabile libro per dedicare un sorriso alla sua unica allieva donna.
Sakura li osservò attentamente mentre calde lacrime le riga vano il volto. Non riusciva a credere ai propri occhi, erano tutti e tre davanti a lei e le sorrideva no a modo loro. Senza poterlo impedire si lanciò tra le loro braccia lasciandosi cullare dalla loro presenza.
Finalmente quelle catene che sembravano opprimere erano scomparse.

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Capitolo 37
*** Tu non sei mio padre! ***


 Tu non sei mio padre!







 


-Dov'è il mio papà?- la prima volta che Sarada mi pose quella domanda aveva tre anni. Aveva appena visto un bambino piangere ed essere stretto dalle braccia del padre che tentava di consolarlo.
-È impegnato in una missione molto difficile- le risposi tentando di trattenere le lacrime. Avevo sperato che almeno la nascita di sua figlia lo avrebbe ricondotto a casa, ma avevo sbagliato.
In tre anni il padre di mia figlia non si era mai fatto vedere!


###
 

-Quando torna papà?- mi chiese Sarada dopo aver passato un pomeriggio con Boruto e Naruto. Aveva sei anni e tanto amore da donare la mia bambina, peccato che Sasuke non fosse con noi per riceverlo.
-Non lo so, tesoro- le dissi posandole una carezza tra i capelli -Ma sono sicura che sta facendo di tutto per tornare da noi- aggiunsi vedendo un debole sorriso nascere sul visetto infantile della mia bambina. Mi faceva male vederla in quello stato, ma non potevo fare nulla.
Sasuke non sarebbe mai tornato finché non avesse deciso lui di farlo.


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-Papà mi odia?- mi domandò Sarada tentando di nascondere le lacrime dietro un sorriso. Era appena stata promossa genin e suo padre non era presente per assistere al suo successo.
-Certo che no, tesoro mio!- le risposi stringendola in un abbraccio. Sapevo quanto odiasse le dimostrazioni pubbliche d'affetto, ma in quel momento non riuscì davvero a farne a meno.
-Sono sicura sia orgoglioso di te!-
 

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-Notizie di papà?- la mia bambina non era più un bambina. Nonostante fosse stata promossa a Jonin da poco era in partenza per l'ennesima missione. Forse sperava di incontrare quel padre che non aveva mai conosciuto.
-Sta bene, ma non può ancora tornare- le risposi sfogliando l'ennesimo manuale di medicina, mentre con la coda dell'occhio osservavo ogni suo singolo movimento. Vedevo la sofferenza sul suo giovane volto e mi uccideva sapere di non poter far nulla per cancellarla.
Sapevo di non essere abbastanza per Sasuke, eppure speravo che sua figlia riuscisse a riportarlo a casa.
Sbagliavo.
 

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-Credi che papà tornerà per il mio matrimonio?- non aveva mai visto suo padre, eppure sperava ancora di poterlo incontrare. Quanto era dolce la mia bambina? Suo padre non meritava nemmeno un briciolo di tutto l'affetto che nutriva nei suoi confronti.
-Naruto gli ha fatto recapitare il messaggio- inziai tentando di sorridere dolcemente -Sono certa che farà di tutto per esserci!- aggiunsi mordendomi l'interno della guancia. Sapevo che non sarebbe tornato, ma come potevo dirle una cosa del genere?
Sarada non meritava tutta quella tristezza!
 

###
 

-Credi che papà ne sarebbe felice?- Sarada aveva ventisette anni ed era appena diventata madre di un bellissimo bambino dai capelli color dell'oro e gli occhi neri come la pece.
Sasuke Uzumaki.
Il mio bellissimo nipotino.
-Ne sarebbe onorato!- le risposi non riuscendo a trattenere le lacrime. Ero così fiera della mia bambina. Era diventata mamma di un piccolo angelo e riluceva in tutta la sua innocente speranza, nonostante un velo di tristezza le adombrasse lo sguardo.
Suo padre non si era fatto vivo nemmeno per assistere alla nascita del suo primo nipote.


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Una giovane doona camminava per le strade di Konoha, un mazzo di fiori in una mano e le dita intrecciate con il suo bambino nell'altra.
-Dove andiamo, mamma?- chiese il piccolo osservando con i suoi innocenti occhioni neri la madre che gli sorrideva. Era un tesoro il suo Sasuke.
-Da nonna Sakura- gli rispose fermandosi davanti un enorme cancello in ferro battuto. Le faceva sempre un certo effetto doverlo attraversare per poter raggiungere quella che dal momento in cui aveva aperto gli occhi era stata la figura dominante della sua vita.
-Posso portare, io, i fiori?- chiese sorridendo mentre la mamma gli porgeva il mazzo di fiori per poi incamminarsi verso la sua destinazione. Era incredibilmente sveglio per i suoi cinque anni.
Sarada lo osservò allontanarsi, mentre con passo lento percorreva la stessa strada. Erano passati più di due anni da quel giorno, eppure le sembrava di aver visto il suo sorriso radioso solo poche preima. Era stata una donna eccezionale la sua mamma, non meritava il destino che era stato scritto per lei.
Camminò persa tra questi pensieri fino a giungere nei pressi della sua destinazione e rimanere a bcca aperta.
Chi era l'uomo davanti alla tomba di sua madre? E perchè osservava il suo bambino?
-Sasuke, vieni qui!- disse non appena si fu avvicinata abbastanza, senza distogliere lo sguardo da quello sconosciuto.
-Eccomi, mamma!- le rispose il bambino correndo nella sua direzione -Ti piace come ho sitemato i fiori alla nonna?- chiese poi indicando il suo piccolo capolavoro.
La donna sorrise per poi annuire al suo piccolo angelo, tutto senza distogliere lo sguardo dall'uomo. Non voleva sbagliarsi me le era parso di vederlo trasalire quando aveva chiamato suo figlio e quando quest'ultimo aveva pronunciato la parola nonna.
Che fosse?
Senza far notare lo stato di incredulità e ansia che la attraversava invitò il piccolo a tornare a casa dove era certa Boruto stesse aspettando il loro ritono, ottendo un segno d'assenso dal piccolo che dopo aver salutato con un gesto della mano la nonna, si avviò verso casa sotto lo sguardo viglile della sua mamma.
Rimasta sola con l'uomo, Sarada lo osservò di sottecchi senza riuscire a trattenere un sorriso di dersione. Era tutta la vita che aspettava di conoscerlo e finalmente si era fatto vivo, peccato fosse troppo tardi ormai!
-Non dovresti essere qui!- gli disse mentre si inginocchiava davanti alla tomba della sua mamma per posare una carezza su quel vetro freddo dietro il quale era nascosta una foto di quella bellissima donna.
-È stata male tanto tempo prima di spegnersi, eppure non sei tornato nemmeno per dirle addio- aggiunse senza più badare a lui, lo sguardo perso al giorno in cui aveva scoperto che un cancro le stava portando via la donna più importante della sua vita -Non abbiamo più bisogno di te!- continuò con espressione dura.
L'aveva aspettato. Aveva passato tutta la vita ad attendere il suo ritorno, ma non si era mai fatto vivo. Scoperto lo stato di salute di sua madre aveva addirittura supplicato il Settimo di farlo cercare, di convincerlo a tornare a casa. Non era servito. Aveva preferito rimanere lontano e lasciare in balia del loro destino moglie e figlia.
Sasuke la osservò. Si era sempre chiesto che aspetto avesse potuto avere sua figlia e vedendola, in quel momento, non potva fare a meno di pensare che gli somigliasse troppo.  Stessi capelli, identico naso e medesimi occhi. I lineamenti, invece, erano di Sakura. Era bella sua figlia ed era diventata una donna eccezionale anche senza di lui.
-Mi dispiace...- pronunciò in un sussurro l'uomo. Era vero. Gli dispiaceva non esserci stato, essersi perso ogni momento importante della vita di quelle due donne, le uniche che il suo cuore avrebbe mai potuto amare.
Sarada rise a quelle parole, una risata spenta, piena di rabbia e rancore.
Gli dispiaceva? Era stato via più di trent'anni  e la prima volta che ncontrava sua figlia, sulla tomba di sua moglie, tra l'altro, l'unica cosa che sapeva dire era "mi dispiace?"
-Avresti dovuto pensarci prima- gli rispose dopo attimi che all'uomo parvero interminabili -Non so che farmene del tuo dispiacere!- continuò e nel dirlo si sollevò da terra fronteggiando l'uomo che aveva aspettato per tutta la vita. Non avrebbe mai immaginato che il fmoso Sasuke Uchiha potesse essere tanto deludente.
-Ti ho aspettato per tutta la vita. Ti ho perdonato ogni evento mancato durante la tua assenza. Ho accettato che fosse zio Kakshi ad accompagnarmi all'altare nonostante desiderassi con tutto il cuore averti al mio fianco. Ho sopportato la tua assenza durante la nascita di mio figlio. Ma hai commesso il più grande errore della tua vita lasciando la mamma a morire da sola!- aggiunse mentre i toni diventavano sempre più alti e il suo sguardo sempre più freddo. Se avesse attivato lo sharingan probabilmente l'avrebbe ammazzato senza esitazione in quel preciso istante.
Non si aspettava tutto quel risentimento da sua figlia!
-Tu non sei mio padre!- concluse prima di voltargli le spalle e incamminarsi verso casa, dove la sua splendida famiglia la stava aspettando, pronta amettere una pietra sopra su quell'incontro che non aveva fatto altro che spezzarle il cuore.
Rimasto solo Sasuke si voltò a osservare la foto dell'unica donna che il suo cuore avesse mai amato , ma che nonostante tutto aveva abbandonato a crescere una figlia da sola.
Aveva combinato un bel macello!
-Sei un vero idiota!- gli fece notare Naruto uscendo allo scoperto, mentreun sospiro stanco abbandonava le sue labbra. Aveva sperato in qualcosa di meglio per il suo migliore amico, ma in fondo se lo aspettava. Sarada Uchiha era fin troppo simile al padre.
-Che farai ore?- gli chiese notando lo sguardo perso nel vuoto dell'altro. Sapeva quanto ci avesse sperato Sasuke. Rivedere la sua unica figlia e provare a costruire quella famiglia di cui per troppo tempo si era privato, ma aveva fatto male i conti.
Era tornato troppo tardi!
-Cercherò la mia strada...- rispose senza guardare l'amico. Non voleva la sua pietà.
-Prenditi cura di loro!- aggiunse prima di incamminarsi verso le porte del villaggio. Quello non era più il suo posto.
Naruto lo osservò allontanarsi per l'ennesima volta, probabilmente l'ultima, mentre un sorriso amaro gli increspava le labbra.
Se solo il destino avesse concesso al loro team più tempo...
-Abbi cura dite- surrurrò al vento il Settimo Hokage.
Sasuke era ormai troppo lontano per udirlo.

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Capitolo 38
*** Benvenuta in famiglia, Mikoto Uchiha! ***


 

 

 

Benvenuta in famiglia, Mikoto Uchiha!

 

 

 

 

 

Era stato un attimo. Un solo attimo era riuscito a trasformare le urla e le imprecazioni che avevano riempito la sala parto in un pianto forte e liberatorio.

Fu un momento magico che mai avrebbero dimenticato.

Sakura aveva il volto rigato di lacrime e uno dei sorrisi più belli di sempre a dipingerle il volto stanco. Era felice come mai era stata!

La sua bambina, quella piccola creatura che aveva protetto e nutrito con tutta se stessa in quei nove mesi, era finalmente venuta al mondo. In quel momento non le importava più nulla, né la sofferenza causata dal lungo travaglio, né la gola arrossata a furia di urlare e mandare accidenti al marito, né la mano di quest'ultimo che se fosse uscita tutta intera sarebbe stato un miracolo. L'unica cosa che aveva importanza era quel pianto vivace che le aveva scaldato il cuore e le aveva acceso il desiderio di stringere quel piccolo angelo tra le braccia e farle sentire tutto l'amore che nutriva per lei.

-Sei stata fantastica!- le disse Itachi posandole un bacio sulle labbra, senza lasciare andare la mano che l'aveva strapazzato durante tutto il travaglio.

Sakura sorrise sulle sue labbra stringendogliela un po' più forte. Non l'avrebbe mai ringraziato abbastanza per il meraviglioso regalo che le aveva fatto. Del resto quel fagotto urlante era anche merito suo.

-Ecco la principessa di mamma e papà!- disse Ino facendo loro un occhiolino prima di porgere un fagotto di coperte dal quale si intravedevano dei ciuffetti neri -Fortuna che ha ripreso da Itachi- aggiunse facendo ridere i neo genitori prima di lasciarli soli.

La rosa sorrise stringendo a sé la bambina. Era così piccola, sembrava che un semplice colpo di vento potesse portarla via.

-Ciao piccolina!- le disse cullandola dolcemente sotto gli occhi attenti del corvino che non si perdeva un solo istante di quella scena meravigliosa -Io sono la tua mamma- si presentò senza distogliere lo sguardo da quel visetto pallido, dalle labbra rosee, il nasino leggermente all'insù e i due occhietti ancora coperti dalle palpebre.

Chi sa se avrebbe avuto i suoi smeraldi o le pietre color onice del padre?

-Mentre questo spilungone è il tuo papà!- continuò indicando Itachi che osservava il tutto incantato.

-Ciao pulce!- la salutò l'uomo sorridendo di quel sorriso che aveva sempre dedicato solo a Sakura e suo fratello.

-Ti va di prenderla in braccio?- gli chiese non riuscendo a trattenere una risata davanti all'espressione terrorizzata del marito.

Alle volte sapeva essere davvero buffo. Non si spaventava a lanciarsi all'inseguimento di criminali della peggior specie ma era terrorizzato all'idea di prendere sua figlia in braccio?

Uomini!

Senza però badarvi, la rosa gli porse la piccola che Itachi prontamente si strinse al petto.

Sembrava ancor più piccola tra le sue braccia.

-Benvenuta in famiglia, Mikoto Uchiha- aggiunse lasciando il corvino a bocca aperta, mentre una lacrima di gioia gli rigava la guancia pallida.

Era certo che sua madre sarebbe stata orgogliosa della sua nuova famiglia. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo quasi due anni di silenzio stampa eccomi qui ad aggiornare nuovamente questa raccolta che a più riprese mi ha accompagnato per diversi anni. Non so se c'è ancora qualcuno che la segua, se sì, questo capitolo è per voi che non vi siete dimenticati di lei! (:

 

Qui abbiamo un AU con Sakura e Itachi protagonisti, una delle mie OTP in assoluto, alle prese con la nascita della loro prima figlia. 

Spero che possa esservi piaciuta e che abbiate ancora la voglia di dirmi cosa ne pensate! 

 

Detto questo vi saluto e vi annuncio che la raccolta chiuderà arrivata ai quaranta capitoli, quindi siamo a -2 dalla fine.

Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di arrivare fin qui, è il caso che vada o le note diverranno più lunghe del momento che vi ho regalato. 

Alla prossima

karter 

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Capitolo 39
*** After two years ***


After two years

 
 
 
Sakura passeggiava tranquilla per le strade di Konoha. Per sua fortuna Tsunade era impegnata con una riunione del consiglio quindi le aveva lasciato una mattinata di pace. Era tanto che non ne aveva una, e ne aveva davvero bisogno. Senza rendersene conto giunse davanti le porte del villaggio dove incontrò i due shinobi di guardia.
-Buongiorno!- li salutò Sakura con l'intenzione di addentrarsi nella foresta per godere della quiete che si respirava tra le fronde degli alberi.
I due però, la guardarono confusi.
-Che ci fai qui?- le chiese infatti Raido sorridendole dolcemente.
Era certo non fosse al corrente delle novità.
-Faccio una passeggiata- rispose senza capire il senso di quella domanda.
Non era la prima volta che usciva dal villaggio sola.
-Io credo ti convenga rientrare...- le rispose l'uomo senza togliersi quel sorriso dalle labbra.
La rosa lo guardò. Perché le aveva detto una cosa del genere? Rimase a rimuginare a lungo finché non le tornò in mente una conversazione avuta con la sua maestra parecchi mesi prima.
"Vuoi vedere che..." pensò prima che un sorriso le dipingesse le labbra rosee, mentre correndo ripercorse le strade all'indietro, non prima di aver ringraziato i due.
Corse a lungo per le strade di Konoha, fino a scorgere in lontananza una figura a lei fin troppo nota, eppure diversa.
Senza perdere tempo accelerò il passo, tanto da lanciarsi sulle spalle del suo obbiettivo.
-Ben tornato, baka!- gli disse con un sorriso, rimanendo colpita da quanto fosse cresciuto il corpo del compagno.
Non era più un bambino, era diventato un uomo e a dimostrarlo erano le spalle larghe, la schiena muscolosa e il petto scolpito. Era cresciuto davvero tanto.
-Sakura-chan!- rispose immediatamente al saluto il biondo, felice di aver incontrato proprio lei per prima.
In quei due anni le era mancata terribilmente e non gli sembrava vero di poter sentire ancora una volta le sue braccia stringerlo dolcemente.
-Non ci speravo più!- aggiunse la rosa scendendo dalle sue spalle con un sorriso felice -Ma quanto sei cresciuto!- aggiunse notando che il ragazzo la superava in altezza.
-Tu invece sei sempre uguale!- rispose Naruto sorridendo, convinto di fare un bellissimo complimento all'amica di una vita.
Sakura lo guardò a bocca aperta. Possibile che fosse rimasto il solito testa quadra di quando aveva solo tredici anni? Nonostante tutto, però, non riuscì a controllarsi ed esplose in un moto d'ira. Con una forza fuori dal comune tirò un destro micidiale sullo zigomo dell'Uzumaki, facendolo volare di venti metri, prima di sfoggiare un sorriso stupendo.
Era davvero felice di riaverlo al suo fianco!

 
 

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Capitolo 40
*** Mamma, mi parli di loro? ***



Mamma, mi parli di loro?

 
 
-Mamma! Papà!- urlò una bambina sui sette anni dai lunghi capelli biondi e due intensissimi occhi verdi correndo tra le strade del villaggio e incitando i suoi genitori a raggiungerla.
Amava quelle domeniche pomeriggio in cui tutti e tre si divertivano all'aria aperta e poi andavano a trovare i nonni.
-Arriviamo!- urlò una donna dai lunghi capelli rosa e due splendidi occhi neri trascinandosi dietro un uomo dai capelli blu scuro e un paio di occhi color del cielo che sorrideva travolto dalla vitalità delle due donne della sua vita.
-Muovetevi!- urlò di rimando la piccola sistemandosi il vestitino bianco che aveva indossato per l'occasione.
-Tranquilla pulce, ci siamo!- le disse l'uomo prendendola in braccio e facendola ridere.
Amava quando il suo papà si divertiva a giocare con lei e le dimostrava il suo affetto.
-Forza pigroni!- li rimbeccò però la donna scompigliando la frangia alla sua bambina prima di incamminarsi nuovamente verso la loro destinazione.
Camminarono a lungo, fino a giungere in un'ampia radura dove, tra le migliaia di fiori colorati, si distinguevano due croci una bianca e l'altra nera.
Vedendole la bambina sfuggì subito all'abbraccio del padre per recarsi davanti ad esse.
-Ciao nonna!- disse sorridendo alla croce bianca -Ciao nonno!- aggiunse voltando lo sguardo verso quella nera, mentre i due adulti la raggiungevano ed un sorriso amaro andava a formarsi sul volto diafano della donna.
Nonostante fossero passati già trent'anni dalla loro scomparsa, recarsi in quel luogo faceva ancora male.
L'uomo l'osservava in silenzio. Non poteva immaginare quanto facesse male perdere i genitori. Per sua fortuna i suoi erano ancora vivi e suo padre non sembrava affatto intenzionato a voler lasciare la poltrona di kage.
Silenziosamente strinse a sé la sua dolce metà. Non aveva provato quel dolore in prima persona, ma riusciva a scorgerlo perfettamente negli occhi della sua amata ogniqualvolta si recavano su quelle tombe.
-Grazie...Minato!- sussurrò la rosa regalando uno splendido sorriso al marito. Spesso si chiedeva come sarebbe stata la sua vita senza di lui e ogni volta si rispondeva che molto probabilmente sarebbe rimasta la bambina apatica e distaccata che era diventata quel maledetto giorno.
-Sarò sempre al tuo fianco...Mikoto- rispose l'uomo regalandole un bacio a fior di labbra.
Era pur sempre davanti alla tomba dei suoi suoceri!
La bambina nel frattempo continuava ad osservare le due croci con cura. Era stata in quel luogo centinaia di volte, eppure ne rimaneva sempre incantata. Erano identiche e allo stesso tempo diverse. Quella bianca era leggermente più piccola con le punte un po' più arrotondate, quella nera invece aveva punte aguzze e dimensioni maggiori. Erano stupende!
-Mamma?- chiamò d'un tratto attirando le attenzioni su di sé -Mi racconti qualcosa sui nonni?- chiese curiosa senza smettere di osservare quell'intenso contrasto che rendeva quelle due croci perfette assieme.
Mikoto sbarrò gli occhi a quella domanda. Non amava parlare di loro. Erano una ferita ancora aperta nel suo cuore, ma era giusto che sua figlia sapesse. Del resto era cresciuta assieme a Hinata e Naruto che l'avevano viziata peggio di una figlia e con i quali si divertiva da matti. Era giusto che sapesse qualcosa anche sui nonni materni.
-Tesoro...- le disse Minato dolcemente.
Aveva capito ciò che passava per la testa alla moglie e voleva donargli il suo supporto.
Mikoto gliene fu immensamente grata anche se non lo dimostrò.
Anzi prese un bel respiro e cominciò a raccontare alcuni aneddoti su quelle due persone che erano il suo tutto.
 
 
Una bambina di cinque anni se ne stava rannicchiata all'ombra di un grande albero a osservare tutti gli altri bambini giocare.
Quanto le sarebbe piaciuto unirsi a loro, ma non poteva. Più volte aveva tentato di mischiarsi con gli altri bambini, ma puntualmente finiva per essere presa in giro per la sua fronte larga, i suoi capelli rosa e i grandi occhi verdi. Ne aveva sofferto molto. Tante volte, dopo essere stata presa in giro era tornata in quell'appartamento che chiamava casa con le lacrime agli occhi. Non sopportava tutto ciò, ma non poteva fare nulla per impedirlo. Era sola e sempre lo sarebbe stata.
Anche quel giorno era rimasta in disparte ad osservare quelli che sarebbero dovuti essere i suoi compagni, cercando di essere invisibile. Meno la notavano più sarebbe stata tranquilla. Il fato, però, non era d'accordo con lei.
-Mi dai la palla?- le chiese un bambino dai capelli corvini e gli occhi color pece con un sorriso.
Sakura, questo era il suo nome, lo osservò attentamente. Era la prima volta che qualche suo coetaneo le rivolgeva la parola senza insultarla.
-Ehi?- richiamò la sua attenzione il bambino notando che la rosa non accennava a muoversi.
La piccola si imbarazzò tantissimo nell'essere ripresa.
-Ecco!- disse raccogliendo la palla che si era fermata ai suoi piedi e porgendogliela incerta.
-Sasuke! Ti sbrighi?- urlò una voce da lontano richiamando l'attenzione del corvino.
-Grazie!- disse, infatti, prima di prendere la palla e correre incontro ai suoi amici, non prima di aver regalato un sorriso alla bambina.
Sakura lo osservò correre via, rimanendo incantata. Era stata la prima persona ad essere gentile con lei. Sorrise a quel pensiero, mentre nel suo cuore di bambina andava a piantarsi il seme di un grande sentimento.

 
 
-Ma il nonno era una persona adorabile!- disse sognante la bionda osservando la sua mamma che le sorrise dolcemente.
-Più che adorabile, era particolare!- esclamò Mikoto volgendo lo sguardo verso quel cielo azzurro, lo stesso degli occhi del suo Minato.
-Mi racconti qualcos'altro?- chiese allora la bambina attirando l'attenzione dei genitori su di sé.
-Pulce non ti sembra di esagerare?- chiese Minato scompigliandole la lunga chioma bionda.
-Ti prego mammina!- sussurrò allora con occhi da cucciola, la stessa espressione che troppo spesso aveva visto fare al nonno.
-Va bene!- rispose la donna sospirando.
Era inutile non sarebbe mai stata capace di resistere a quei grandi occhi verdi, gli stessi che aveva la sua mamma.
 
 
Il sole stava ormai tramontando tingendo il cielo di quei caldi colori tipici di quell'immensa sfera di fuoco, quando un gruppo di bambine sui dieci anni decise che era ora di tornare a casa.
-Sono esausta!- disse sbadigliando una bambina dai lunghi capelli biondi trascinandosi per le strade del villaggio.
-Anch'io sono stanchissima!- commentò una bambina dai lunghi capelli rosa fermati sulla nuca da un nastro rosso -Abbiamo studiato tantissimo oggi!- aggiunse portandosi una mano alla bocca per sbadigliare.
-È vero, ma saremo preparatissime per la verifica di domani!- asserì una bambina dai capelli castani raccolti in due chignon sulla testa, camminando appoggiata ad una bambina dai corti capelli color della notte.
-S...sono d'accordo!- disse quest'ultima giocando imbarazzata con le mani.
Non le piaceva essere al centro dell'attenzione.
-Speriamo bene!- commentò la bionda.
-Ragazze io vado!- disse Sakura arrivata all'incrocio che l'avrebbe portata a casa.
Purtroppo tra le sue amiche lei era l'unica ad abitare nella zona est della città e doveva sempre tornare a casa da sola.
Le altre tre acconsentirono salutandola calorosamente prima di continuare per la loro strada.
La rosa camminò a lungo, prima di scorgere una figura familiare che correva nella direzione opposta alla sua.
-Ciao Sasuke-kun!- disse non appena il bambino le fu davanti.
-Sakura!- rispose lui con un sorriso interrompendo la sua corsa.
-Torni a casa?- chiese la rosa curiosa, anche se aveva già una mezza idea della risposta.
-Si!- rispose infatti il corvino -Oggi Itachi ha promesso che mi avrebbe allenato!-
-Allora ti lascio andare!- disse con un sorriso la rosa -Ci vediamo domani Sasuke-kun!-
-A domani!- la salutò l'Uchiha correndo verso casa con il sorriso  sulle labbra.
Se fosse stato fortunato, suo fratello sarebbe stato a casa per allenarlo e non voleva perdere neanche un minuto.
Sakura lo osservò andare via, mentre un sorriso le nasceva sul volto. Sasuke era proprio fortunato ad avere una famiglia che lo amava tanto, pensò mentre nel suo cuore quel piccolo seme stava tessendo le prime radici.



***


Il giorno seguente giunse in fretta.
Nonostante il sonno non volesse andare via Sakura si alzò di buon ora per dirigersi in accademia. Era sempre stata una persona molto precisa e puntuale, nonostante tutto, e non avrebbe perso quest'abitudine crescendo.
Arrivò presto in aula e rimase sorpresa di trovarvi di già quello che era stato il suo salvatore dal mondo della solitudine assieme a Ino.
-Buongiorno Sasuke-kun!- lo salutò cortesemente come sempre -Come mai già in classe?- chiese non ottenendo risposta dal ragazzo.
La rosa lo osservò attentamente. Non era da lui essere così sgarbato.
-Sasu...- iniziò senza riuscire a finire poiché l'Uchiha si era girato a osservarla con i suoi occhi neri. Erano diversi, vuoti.
Un brivido le percorse la colonna vertebrale ad osservarli.
-Sta zitta!- le disse con voce glaciale prima di tornare ad ignorarla.
Sakura sbarrò gli occhi a quelle parole. Mai Sasuke Uchiha si era comportato così con lei.
Con il cuore a mille provò ad avvicinarsi a lui. Doveva esserci una spiegazione. Non poteva essere davvero Sasuke, non lui!
Il corvino però sembrò non gradire il gesto e la scansò in malo modo allontanandosi da lì e lasciando la rosa sola, mentre una lacrima le rigava il volto e il suo piccolo cuore perdeva un battito.

 
 
-Ma...- iniziò la bionda sbarrando gli occhi incredula non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
-Conosci la storia del clan Uchiha, vero?- le chiese il padre vedendo quello sguardo meravigliato -Quella fu la notte in cui Itachi assassinò tutto il suo clan lasciando in vita solo Sasuke- aggiunse non appena la bionda fece cenno di si con la testa.
-Dev'essere stato un periodo difficile per il nonno!- commentò pensierosa osservando la croce nera davanti a sé.
-Estremamente!- commentò Mikoto -Ma lo fu anche per la nonna che cercò in tutti i modi di spezzare quel muro che papà aveva innalzato per difendersi, riuscendoci, però, solo grazie all'aiuto di Naruto e Kakashi!-
-Il team sette!- commentò la bambina con occhi sognanti al ricordo delle mille avventure che il nonno le raccontava prima di andare a dormire.
-Esattamente!- rispose la donna prima di iniziare a raccontare un altro aneddoto sui suoi genitori.
 
 
Il sole era alto nel cielo quando tre ragazzini di dodici anni si ritrovarono ad attendere il loro maestro seduti sulle scale del parco davanti l'accademia. Erano appena stati formati i team e il loro sensei aveva dato appuntamento loro proprio lì.
-Salve ragazzi!- disse un uomo dai capelli argentati, una maschera a coprirgli quasi interamente il viso e il coprifonte a nascondergli l'occhio sinistro.
-È in ritardo!- commentò un ragazzo biondo dagli intensissimi occhi azzurri.
-Calmati Naruto!- lo riprese Sakura con un sorriso, facendo dimenticare all'amico il motivo per cui era fuori di sé.
-Tsk!- replicò Sasuke assistendo alla scena facendo dispiacere la rosa che già da un po' si era accorta di provare qualcosa per il suo ex compagno di giochi.
Vedendoli l'uomo sospirò. Non sapeva perché, ma era certo non sarebbe stato semplice farli andare tutti e tre d'accordo.
-Il mio nome è Kakashi Hatake e il mio compito sarà quello di farvi diventare valorosi shinobi!- disse facendo nascere un enorme sorriso sul volto del biondo, un dolce sorriso su quello della rosa e un ghigno su quello del corvino -Per prima cosa direi di presentarci. Comincio io- aggiunse ottenedo un segno d'assenso da Sakura che era curiosa di scoprire qualcosa in più su quell'uomo che sarebbe stato il suo punto di riferimento negli anni a venire.
-Il mio nome lo conoscete già, cosa mi piace o meno non sono cose che vi riguardano, il mio obbiettivo, invece, è quello di far dare il massimo ad ognuno di voi!- disse notando una luce di delusione negli occhi della rosa e del biondo, mentre un ghigno ornava le labbra del corvino ancora una volta -Tocca a voi!-
-Il mio nome è Naruto Uzumaki!- iniziò il biondo orgoglioso.
Nonostante non conoscesse i suoi genitori era certo fossero delle persone straordinarie
-La cosa che mi piace di più è il ramen di Teuchi, quella che detesto sono i tre minuti di attesa che occorrono per prepararlo. Il mio sogno è quello di essere rispettato da tutti gli abitanti del villaggio e diventare hokage!- ammise con una luce di speranza nello sguardo.
"È la fotocopia di suo padre!" pensò Kakashi dopo averlo sentito parlare e un sorriso comparve sulle sue labbra a quel pensiero.
-Il mio nome è Sakura Haruno!- disse subito dopo la rosa, timidamente -Amo passare le giornate a leggere e odio tutto ciò che striscia- ammise ravbrividendo al solo pensiero -Il mio obbiettivo è quello di aiutare un mio amico a ritrovare il sorriso- ammise abbassando il volto imbarazzata.
"È una ragazzina molto dolce, lo dimostra il suo obbiettivo che credo riguardi un certo Uchiha" pensò voltando lo sguardo sul ragazzo corvino che a quelle parole aveva sbarrato gli occhi.
-Tocca a te!- gli disse, invitandolo a parlare.
-Il mio nome è Sasuke Uchiha!- si riprese immediatamente, tornando ad indossare la solita maschera di indifferenza -Ciò che mi interessa o meno sono fatti miei. Il mio obbiettivo è quello di trovare chi so io e vendicarmi!- aggiunse incrociando le mani sotto il volto.
"Itachi" fu il pensiero immediato di Kakashi a quelle parole.
Non ne sapeva il motivo, ma era certo sarebbe stato più duro di quanto avesse già immaginato tirar fuori il meglio da quei tre e insegnare loro il lavoro di squadra.
-Bene- iniziò il sensei -Per oggi abbiamo finito. Vi aspetto domani a mezzogiorno al campo d'addestramento sette. Mi raccomando venite a stomaco vuoto- precisò prima di sparire in una nuvola di fumo sotto lo sguardo sorpreso degli allievi.
-Abbiamo già finito?- chiese a bocca aperta Naruto -Yuppie!- esultò alzandosi in piedi contento -Sakura-chan andiamo a pranzo da Teuchi?- chiese poi all'amica che si stava spolverando il vestito.
-Certo- acconsentì con un sorriso -Vieni con noi Sasuke-kun?- provò a chiedere, conoscendo già la risposta nel suo cuore.
-Non ho tempo da perdere con due buoni a nulla come voi!- rispose incamminandosi dalla direzione opposta e permettendo ai due compagni di osservare solo le sue spalle.
-Che idiota!- commentò Naruto offeso, ma preoccupato per l'amica.
Sapeva che da bambini erano molto legati i suoi due compagni di team, ma non era a conoscenza del motivo che aveva spinto l'Uchiha ad allontanarsi tanto da tutti.
Sorrise Sakura alle parole del biondo prima di prenderlo sottobraccio ed incamminarsi con Naruto per le strade del villaggio.



***


Mezzogiorno arrivò in fretta quel giorno e tre dodicenni attendevano l'arrivo del loro sensei.
-Uffa!- si lamentò Naruto seduto a terra -Possibile che sia in ritardo anche oggi?- chiese più a se stesso che ad altri.
-Vedrai che ora arriva!- cercò di rassicurarlo Sakura mentre leggeva un libro sulle basi di medicina che aveva preso in biblioteca, lanciando qualche occhiata fugace al corvino che se ne stava in disparte appoggiato ad un albero.
-Ma io ho fame!- si lamentò nuovamente il biondo -Ho fame! Ho fame!-
-Patetico!- sibilò Sasuke prima che Sakura potesse intervenire.
Non sapeva perché, ma ogni volta che quei due si affrontavano aveva sempre un brutto presentimento.
-Come hai detto?!- chiese, infatti, il biondo tirandosi su e guardando con sfida il corvino che se ne restava impassibile nella sua posizione.
-Patetico!- ripetè l'Uchiha ricambiando l'occhiata dell'Uzumaki, ma prima che potessero fare qualsiasi cosa una voce li interruppe.
-Buongiorno ragazzi!- esclamò Kakashi comparendo con la sua solita nuvoletta e facendo tirare un sospiro di sollievo a Sakura.
-È in ritardo sensei!- esclamò la rosa ringraziandolo con gli occhi per essere arrivato in tempo.
-Lo so, ma vedete una vecchietta ha chiesto il mio aiuto per tornare a casa e da perfetto cavaliere quale sono non mi sono potuto rifiutare. Arrivati a casa si è accorta che mancava il suo gatto, allora mi sono offerto per aiutare a cercarlo ma...-
-Non si preoccupi!- lo interruppe la rosa scettica.
Solo un idiota avrebbe creduto ad una storia del genere.
-E poi il gatto?- chiese Naruto curioso, dimenticandosi completamente la lite con il compagno.
"Appunto!" pensò Sakura posandosi esasperata una mano sulla fronte. Per carità voleva un bene dell'anima a Naruto, ma quando ci si metteva era proprio un baka.
-Lascia perdere Naruto- gli disse la rosa scuotendo il capo esasperata.
-Bene, prima di pranzare- iniziò l'Hatake attirando l'attenzione dei ragazzi su di se -Vi sottoporrò ad un esame. In caso non lo passerete dovrete tornare in accademia!-
-Cosa?- chiesero sbalorditi Sakura e Naruto.
Non era possibile una cosa del genere. Non dopo tutti gli sforzi fatti per diventare genin.
Sasuke, invece, rimase impassibile. Avrebbe passato l'esame a qualsiasi costo.
-Avete capito bene- replicò l'Hatake -Il vostro compito sarà quello di riuscire a sottrarmi questi campanelli entro due ore!- aggiunse mostrando due campanelli argentati ai suoi allievi -Se non ci riuscirete tornerete da dove siete venuti!-
-Ma...- replicò Sakura osservandoli.
I campanelli erano due, loro tre.
-Esattamente. Uno di voi tornerà sicuramente in accademia. Sta a voi riuscire a salvarvi!- rispose il jonin sorridendo sotto la maschera.
La rosa strinse i pugni. Non doveva andare così. Loro si erano impegnati. Avevano messo anima e corpo per arrivare ad essere ciò che erano, non potevano dover tornare indietro.
-Bene, ora che conoscete le regole...- iniziò l'uomo attirando l'attenzione dei tre su di se -Si comincia!- concluse vedendo scomparire i tre per osservarlo come prevedeva la base del comportamento ninja.  



***


-Mi spieghi come ti è saltato in mente?- chiese Sakura esasperata mentre osservava il biondo legato ad un palo di legno.
-Avevo fame e così...- cercò di giustificarsi Naruto mentre ripercorreva la bellissima sensazione provata nello scoprire che il suo pranzo era così vicino.
-Hai pensato di imbrogliare mangiando prima della fine della prova- continuò per lui la rosa, mentre seduta al suo fianco mangiava i suoi involtini.
Sasuke, dall'altro lato se ne stava in silenzio a mangiare ripensando a ciò che era accaduto. Ognuno di loro si era impegnato singolarmente per cercare di prendere quei cosi, ma Kakashi era troppo forte. Se volevano farcela dovevano collaborare.
Senza fiatare porse il suo cesto del pranzo al biondo, accorgendosi che la rosa aveva avuto la sua stessa idea.
-Ma...- esclamò sorpreso dal gesto dei compagni.
Kakashi aveva minacciato di punirli severamente in caso gli avessero dato un solo boccone e loro gli stavano offrendo il loro pranzo.
-Sei un baka, ma se non mangi non avrai la forza di affrontare la prova!- gli disse Sakura sorridendo.
-Non voglio dover tornare in accademia per colpa tua!- commentò gelido Sasuke.
Naruto si commosse a tali parole, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa comparve il jonin davanti a loro, con un'espressione infuriata.
I tre deglutirono sonoramente. Quello sguardo non aveva niente di buono.
-Voi...- iniziò con il tono più furioso del suo repertorio l'Hatake, prima di sciogliersi in un sorriso -Siete promossi!-
I tre dodicenni lo guardarono sorpresi prima di sorridere a loro volta.
-Complimenti. Siete i primi a comprendere che questo esame vuole solo farvi collaborare, mettere alla prova il vostro gioco di squadra- iniziò il ninja prima di sparire in una nuvoletta di fumo dopo aver fissato l'orario per l'allenamento seguente.
-Siamo stati grandi!- esultò Naruto ancora legato al palo, mentre la rosa sorrideva serena.
-Già!- esclamò la rosa -Ci vediamo domani!- aggiunse prima di incamminarsi verso casa seguita a ruota dall'Uchiha che era rimasto colpito dalle doti della ragazza.
-Ehi ma che fate?- chiese loro Naruto accorgendosi di essere ancora legato.
-Sakura-chan! Teme!- chiamò inutilmente, i due erano gia lontani.

 
 
-Non ci credo!- disse trattenendo le risate la bambina -Certo che nonno Naruto era proprio un idiota-
-Lo è tuttora- rispose Minato sorridendo.
-Nonno Sasuke e nonna Sakura invece erano eccezionali- esclamò orgogliosa.
-Già- rispose Mikoto pensierosa.
-Ma per quanto tempo rimase così il nonno?-
-Non ne ho idea!- rispose la donna.
-Nemmeno io. Papà non ama parlare di argomenti che lo mettono in imbarazzo- asserì sicuro l'uomo.
-Mi racconti del giorno in cui il nonno andò via?- chiese d'un tratto la bionda -La storia del team sette la conosco, me la racconta sempre il nonno!- aggiunse sorridente.
Mikoto la guardò. Non conosceva nel dettaglio quella notte, almeno non dai racconti di sua madre che odiava parlarne, ma decise di raccontare comunque quel po' che sapeva alla sua bambina. 
 

La luna splendeva alta nel cielo quella notte, rendendo misteriosa l'aria circostante.
Una tredicenne dai corti capelli rosa se ne stava immobile davanti le porte del villaggio con sguardo malinconico. Sapeva che lui sarebbe passato, era certa che quella notte avrebbe lasciato il villaggio.
Aveva sempre avuto come scopo la vendetta, ma dal momento in cui, durante l'esame per diventare chunin, Orochimaru aveva impresso il suo marchio su di lui era cambiato. Voleva il potere e nulla l'avrebbe fermato.
Eppure lei era lì. Lo stava aspettando per fargli cambiare idea.
-Che ci fai in giro a quest'ora?- chiese un tredicenne dai capelli corvini e gli occhi neri fermandosi a guardarla.
-Potrei farti la stessa domanda, Sasuke-kun- gli rispose la rosa osservandolo decisa come mai lo era stata con lui.
-Torna a casa Sakura!- esclamò l'Uchiha sorpassandola senza guardarla negli occhi.
Non sarebbe riuscito ad andare via se avesse incrociato il suo sguardo.
-Ti prego Sasuke!- lo richiamò la rosa voltandosi a guardarlo -Non andartene! Io capisco il tuo dolore- aggiunse mentre una lacrima le rigava il volto candido.
-Nessuno può capirmi!- replicò l'Uchiha gelido.
Lei non sapeva, non poteva capire.
-Ti sbagli!- commentò senza trovare il coraggio di guardarlo  -Anch'io sono sola al mondo. Ho perso i miei genitori quando ero solo una bambina. Da allora vivo da sola in un appartamento nella zona est. Sono stata sola per tanto tempo, finché non siete arrivati tu e Ino. Quindi ti capisco Sasuke-kun!- concluse alzando finalmente lo sguardo.
Sasuke sbarrò gli occhi. Non lo avrebbe mai immaginato. L'aveva sempre creduta una ragazzina timida all'inizio e poi troppo sensibile, invece si era sempre sbagliato. Anche lei, come lui, dentro si portava un grande dolore.
-Resta Sasuke-kun!- insistette -Non abbandonarmi anche tu!- aggiunse abbracciandolo da dietro e posando il capo sulla sua schiena come quella volta nella foresta della morte -Ti prego. Io non ce la faccio senza di te!- continuò trovando la forza in quel germoglio che era nato nel suo cuore ed era sbocciato in uno splendido fiore -Io ti amo Sasuke-kun!- gli disse stringendolo più forte.
Gli aveva donato il suo cuore, ora stava a lui decidere cosa farne.
Sasuke sbarrò gli occhi a quelle parole. Non poteva aver sentito bene, non doveva. Lui era un vendicatore. Non c'era spazio nel suo cuore per altri sentimenti oltre l'odio. Perché allora quelle parole gli avevano scaldato il cuore? Perché non riusciva a cacciarla?
-Se vuoi ti aiuterò anche nella tua vendetta!- aggiunse separandosi da lui -Ti seguirò se me lo permetterai e amerò per entrambi, ma non lasciarmi sola!-
Non poteva permetterlo Sasuke. Lei era così pura, così innocente. Non poteva permetterle di immergersi in quelle tenebre che divoravano il suo cuore.
Con un scatto repentino si portò dietro di lei.
-Grazie...Sakura!- sibilò sul suo collo, prima di colpirla dietro la nuca, facendola cadere tra le sue braccia.
"Perdonami, ma lo faccio per te" pensò adagiandola dolcemente su una panchina e sparendo tra le fronde degli alberi, non prima di averle rubato un piccolo bacio a fior di labbra.

 
 
-Che ingiustizia!- mormorò la bambina incrociando le braccia al petto e mettendo su un piccolo broncio.
-La vita lo è spesso!- commentò Mikoto cercando di tranquillizzarla -E per oggi direi che può bastare- aggiunse dando un buffetto sulla fronte della figlia, nello stesso modo in cui faceva anche suo padre con lei.
Minato osservò la scena trattenendo un sorriso. Amava le sue due donne, erano la sua ragione di vita e avrebbe fatto qualsiasi cosa per far durare in eterno quei momenti magici che riuscivano a vivere tutti e tre assieme.
-Tua madre ha ragione- diede man forte il biondo vedendo il broncio sulle labbra della bambina -Forza saluta i nonni- le consigliò facendole tornare nuovamente il sorriso sulle labbra.
Le bastava davvero poco per essere felice!
Mikoto osservò la scena in silenzio posando un ultimo sguardo sulle tombe dei due prima di prendere per mano la sua piccola Sakura e incamminarsi verso casa.
Era certa che i suoi genitori sarebbero stati fieri della vita che si era costruita!


 
 










E dopo innumerevoli anni, eccomi qui a mettere la parola fine a questa raccolta disomogenea che mi ha accompagnata nei momenti più impensabili della mia vita aiutandomi a ritrovare la voglia di scrivere, anche quando credevo di averla persa del tutto.
Pubblicare quest'ultima storia, che era ferma sul mio pc già da un paio d'anni, è una vera emozione e come ogni volta che un qualcosa si conclude sento già che mi mancherà...

Grazie a chiunque sia giunto fino a questo punto, lettori vecchi e nuovi,
Grazie a chi ha speso anche un solo istante del suo tempo per farmi sapere cosa ne pensava.
Grazie a chi ha inserito questa raccolta nelle preferite/ricordate/seguite.
Grazie a tutti davvero!

Spero di ritrovarvi in una prossima avventura

karter
 

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