Il ragazzo della mia migliore amica. di kikka_67 (/viewuser.php?uid=260038)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un profumato inconveniente. ***
Capitolo 2: *** Mrs Clowny. ***
Capitolo 3: *** Asta di Beneficienza. ***
Capitolo 4: *** Solo per amore. ***
Capitolo 5: *** Una domenica speciale. ***
Capitolo 1 *** Un profumato inconveniente. ***
L’osservo sorridere seducente alla sua compagna, usare con garbo le lunghe dita affusolate per sfiorare casualmente la mano sottile della donna seduta elegantemente di fronte a lui. Tony O’Toole, capitano della nazionale di rugby, è veramente un bell’uomo, lo schermo non gli rende giustizia, dal vivo sembra più giovane dei suoi trentaquattro anni, il vestito grigio che indossa sembra fatto su misura per evidenziarne le spalle larghe e i fianchi stretti. Capelli castani leggermente schiariti dal sole e meravigliosi occhi grigi. Sono una fan sfegatata e se non fosse che sono in incognito gli salterei addosso urlando pur di ottenere un suo autografo, ma, ahimè, prima di tutto il dovere!
Lei, Charlotte Monstard, gli è abbastanza vicina da permettergli di godere della seducente visuale del suo decolté e delle lunghe gambe snelle sapientemente accavallate, lasciate scoperte dal profondo spacco dell’ abito di seta che indossa di un brillante blu cobalto, ma non troppo perché si possa evincere nulla di sconveniente in quella serie di sfioramenti che paiono apparentemente casuali, agli occhi di un osservatore inavveduto. Senza sforzo alcuno la donnina riesce chiaramente nel suo intento, toccarlo e farsi toccare. Secondo me è tutta un’enorme perdita di tempo, non capisco perché non si procurano una stanza in qualche albergo di lusso e non ci danno dentro per qualche ora, invece di filtrare in uno dei locali più in voga di Londra, sfiorandosi accidentalmente come due adolescenti inesperti!
Mi chiamo Rachel, sono una fotografa, una freelance se volete, quella che volgarmente viene anche indicata con un nome antipatico e obsoleto, sono una paparazzo. E’ da due giorni che “inseguo” discretamente la moglie bionda di un ricco magnate della finanza. Sembrerebbe la solita storia, una bella donna annoiata con un ricco marito molto occupato che intreccia una relazione clandestina con un uomo disponibile a …colmare le mancanze del suo illustre consorte. Fin lì tutto chiaro, una storia trita e ritrita nella sezione del gossip di un qualsiasi giornale, se non fosse che quell’uomo incauto che subisce il fascino datato della donna è un calciatore molto famoso, sulla cui vita sentimentale non si ha notizia alcuna….. finora. Questo servizio coadiuvato da tutte le foto che ho scattato in venti ore di pedinamento mi frutteranno una bella cifra. Questa lieta considerazione riesce sempre a farmi dimenticare che il mio lavoro è privo di una qualsiasi etica morale, che in realtà io non sono altro che una parassita della carta stampata e che invadendo la privacy dei personaggi famosi corro dei grossi rischi…. a fini legali, ovvio. Purtroppo tutti i posti disponibili per crocerossina erano già stati assegnati mentre ero in coda nella fila dei disoccupati e con le buone intenzioni non si pagano né l’affitto né le bollette! Siate comprensivi!
Con nonchalance cambio tavolo e mi siedo alle spalle di “Rodolfo Valentino” che imperterrito sussurra paroline dolci alla sua compagna, la sua voce è leggermente roca e vibrante, un tratto molto apprezzato dal suo pubblico femminile, che buffone!! Lentamente mi ravvivo i lunghi capelli con una mano, fingendo di volerli legare, mentre mi sporgo verso di lui per cogliere qualche brano della loro conversazione.
- E’ stata una sorpresa incontrarti dopo tanto tempo, Charlotte. – mormora l’uomo.
- Anche per me è stata una piacevole sorpresa sapere che finalmente eri ritornato a Londra. L’ultima volta che ci siamo visti, non ci siamo salutati con animo lieto… - replica seducente la donnina.
- Hai ragione naturalmente e non credo ci sia bisogno di rinvangare la questione. –
- Tesoro hai frainteso le mie intenzioni e ti giuro che… -
- Non le voglio ascoltare le tue … ponderate scuse. Mi hai mentito e questo mi basta, Charlotte. Ho accettato di vederti solo perché… -
- Tony stai bene? – chiede preoccupata.
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Un formicolio fastidiosissimo m’irrita la pelle, a tratti mi manca il respiro e gli occhi lacrimano abbondantemente, la causa di questo malore è certamente il profumo nauseante che infesta l’aria, chiunque sia l’essere diabolico che siede dietro di me, si è divertito a mischiare una svariata quantità di profumi e l’orripilante miscela sta inibendo i miei sensi, costringendomi a riconoscere l’unica sostanza a cui sono allergico. Prossimo ad un attacco d’asma cerco di slacciarmi la camicia e la cravatta per riprendere fiato ma vengo strattonato bruscamente all’indietro, qualcosa o qualcuno m’impedisce i movimenti, con un’ occhiata veloce comprendo la natura del mistero, sono prigioniero di un groviglio di setosi riccioli neri.
- Stai fermo per pietà!! Non ti muovere assolutamente!! Vuoi lacerarmi il cuoio capelluto??!! – strilla il mio carnefice.
Il mio braccio viene afferrato saldamente da due mani affusolate che appartengono ad una ragazzina che mi fissa terrorizzata, con una forza insospettata mi costringe a torcerlo per evitare ulteriori danni. I suoi capelli sono rimasti impigliati nella chiusura del mio orologio. Per un attimo la guardo affannarsi per risolvere la situazione tentando delicatamente di liberarli. Non è una bellezza appariscente ma sibillina, quella che cattura e conquista l’attenzione dopo una seconda e più attenta occhiata. Le labbra piene finemente cesellate sono piegate in una buffa smorfia imbronciata, lunghe ciglia che le nascondono gli occhi di un verde chiarissimo e la pelle perfetta senza un difetto è colorata dall’ansia. Con la mano libera slaccio il cinturino dell’orologio per poterlo sfilare, purtroppo mi sfugge dalle dita e cade sul pavimento portandosi dietro alcuni fili neri che rimbalzano sui miei pantaloni.
- Perché l’hai fatto?! Me ne hai strappato una decina!! Sommetto che sei uno di quelli che si tolgono i cerotti senza remore, incurante del dolore!! Beh… non vale per tutti sai?!! – brontola irata raccogliendo il mio Rolex in acciaio, piantandomi addosso uno sguardo accusatore.
- Cercavo di aiutarti, mi sembravi seriamente in difficoltà, oltre al fatto che la circolazione del mio braccio era totalmente bloccata! – replico cortese.
- Perché stai piangendo? Non mi dirai che ti ho fatto male?! –chiede incredula e preoccupata.
Tra un paio di settimane si disputa una partita importantissima per la squadra e il capitano non può mancare adducendo come scusa un infortunio al braccio causatogli da uno scricciolo di donna! Non faccio fatica ad immaginare i vari commenti “coloriti” con cui mi tormenterebbero i compagni, per non parlare dei tifosi.
- No, non sei stata tu, ma sono le esalazioni simili al gas nervino che provengono dai tuoi vestiti che m’impediscono di respirare normalmente! – borbotto asciugandomi le lacrime.
- Oh povero! Mi spiace immensamente, sono una patita del banco della profumeria e a quanto pare questa mattina devo averne provati veramente troppi, ma non credevo di essere un pericolo per la salute pubblica!! -
Il sorriso divertito che le rischiara il viso mi incanta, rimango a fissarla come un idiota senza parole mentre indossa un soprabito nero e raccoglie le borse dei suoi acquisti. Velocemente cerco una scusa qualsiasi per poterla trattenere, non ne vedo l’utilità ma vorrei sapere almeno il suo nome. Un sospiro indispettito mi ricorda in modo tremendamente fastidioso di non essere solo.
- Tony? –
- Ehm… si…. scusa. …. – sono incapace di distogliere la mia attenzione da quella ragazza.
- Beh.. vorrei dire che è stato un piacere conoscerti .. Tony, ma sono cosciente che per farti cosa gradita, è più opportuno che mi allontani subito da qui. Buona giornata. –
La seguo con lo sguardo mentre cammina verso l’uscita e se non fosse che ritengo altamente scortese abbandonare una signora per seguirne un’altra, l’avrei raggiunta con una scusa e tentato di conoscerla meglio, ma rassegnato a desistere dall’istinto, riprendo il mio posto sospirando leggermente, costringendomi a rivolgere la mia più cortese attenzione alla mia amica. Una parte di me sta ancora pensando a quel sorriso e stranamente la fragranza del profumo che ancora permane nell’aria, non mi da più fastidio.
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Organizzare un trasloco in breve tempo non era stato difficile visto che tutto ciò che era stipato nel mio armadio aveva trovato una comoda sistemazione in due valige, ma per spostare dal piccolo appartamento che ho condiviso con altri ragazzi per due lunghi anni, tutta l’attrezzatura fotografica e i miei libri, ho mobilitato fino all’ultimo conoscente che sono riuscita ad arruolare per aiutarmi in questa delicata operazione. L’amore per la letteratura l’ho ereditato da mio padre, professore universitario, che mi ha insegnato ad amare ogni singolo verso dei nostri più illustri poeti e scrittori. Sono l’orgogliosa proprietaria di alcune prime edizioni che risalgono ai primi del Novecento, su cui sto elaborando la mia tesi di laurea in Lettere Antiche e Filosofia. Quei preziosi scritti mi hanno seguita quando ho lasciato il paesello natio per trasferirmi in città e mi fanno compagnia nei momenti di scoramento che ogni tanto attraverso.
Lasciare i miei coinquilini è veramente penoso, sono degli amici adorabili, Maddie e Sandy sono delle ballerine ma in mancanza di una scrittura, sfilano sulle passarelle. Peter è un sarto, il genio creativo di una Maison, ama i vestiti delle donne ma non è interessato a intrattenere nessuna relazione sentimentale con loro. Non amano i libri come me, ma sono simpatici e quando siamo insieme il divertimento è assicurato. Il loro scopo principale è “adescare” un ricco pollo pronto per essere allontanato dalla sua triste condizione di celibe spensierato. Hanno le idee molto chiare, frequentano assiduamente con altri personaggi che bazzicano nel mondo dello spettacolo e della moda, i più esclusivi club privati, partecipano ad estenuanti party che durano fino all’alba pur di conoscere l’uomo “giusto”… cioè quello adeguato alle loro aspettative!
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Per festeggiare il trasloco ho acquistato una piantina di pomodori che adesso mi fissa allegramente dal davanzale della finestra in camera. Per ringraziare tutti gli amici dell’aiuto, ho organizzato una cena per sabato sera, ma questa prima notte nella mia nuova casa, la voglio passare da sola. Lasciare la casa dei miei e cercare di raggiungere un po’ d’indipendenza era stato faticoso, ma ho stretto i denti, mi sono privata di tutto il superfluo pur di non chiedere nulla, dovevo dimostrare a me stessa che ero in grado di cavarmela. All’inizio ho fatto un mix di lavoretti pur di sbarcare il lunario, dog sitter, marketing telefonico, fattorino per le consegne a domicilio, poi finalmente le mie foto sono state notate da una rivista che si serve nell’agenzia in cui le lascio in visione. E’ nata una collaborazione che dura tuttora e la vendita delle foto “compromettenti” del mio caro Capitano O’Toole , mi hanno fruttato abbastanza da permettermi di affittare questo appartamento, che si trova in una zona bellissima, piena di parchi e non troppo lontana dal centro.
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Durante la notte si è alzato un venticello dispettoso che aveva portato sopra il tetto del mio palazzo un vero e proprio temporale. Mentre i lampi e i fulmini disturbavano la quiete notturna, la mia coscienza venne scossa dal rimorso per aver lasciato la piccola piantina fuori dalla finestra in totale balia degli agenti atmosferici. Con un ghigno scacciai quel pensiero molesto, non avevo nessuna intenzione di lasciare il mio nido caldo per sfidare il vento e la pioggia. Ma il sibilo sinistro di una follata più violenta mi spinse a gettare fuori le gambe dalle coperte per recuperare la mia coinquilina vegetale.
Il vento gelido s’infilava sotto la camicia da notte e neanche i leggins che avevo infilato dentro ai calzettoni di lana m’impedivano di rabbrividire violentemente, maledicendomi di non aver indossato la vestaglia aprii la porta finestra che dava sul terrazzo. La povera piantina era in balia delle raffiche di vento che schiaffeggiavano senza pietà le tenere foglioline appena germogliate, cercai di allungarmi il più possibile per prenderla senza mettere i piedi sopra le mattonelle bagnate, ma purtroppo era troppo lontana.
Tutto successe all’improvviso, un terribile tuono fece tremare i vetri della finestra mentre un’accecante lampo illuminava la piantina che sembrava chiedermi aiuto e quando un’ulteriore raffica di vento rovesciò il suo vasetto, senza pensare alle conseguenze mi slanciai a “salvarla” lasciando incustodita per un nano secondo la porta finestra, che inesorabilmente, senza un ostacolo a fermare il suo cammino si chiuse con un tonfo.
Il custode mi aveva spiegato che le chiusure delle finestre erano fornite di un congegno di sicurezza per cui si potevano aprire solo dall’interno finché non si sbloccava una sicura vicino alla maniglia, cosa che naturalmente io non avevo fatto, ergo sono rimasta chiusa fuori dalla mia camera.
Con la testa appoggiata al vetro della finestra osservavo scoraggiata il mio caldo lettuccio, non era possibile! Perché questi casini capitano sempre e solo a me? Ma che avrò fatto mai di male nella mia vita precedente?! Disperatamente cercavo qualcuno che potesse aiutarmi, ma a quell’ora di notte chi mai poteva essere così idiota da uscire nel proprio terrazzo per salvare una piantina di pomodori? Solo Io!
Il mio appartamento è situato al piano rialzato e tutto sommato il prato ben curato sottostante il terrazzo non mi pare troppo lontano e facendomi coraggio scavalco la ringhiera decisa a scendere per chiedere aiuto al custode. Nei film sembra sempre tutto facile, l’eroina salta con un balzo, atterra precisa sulla tenera erbetta del prato senza farsi un graffio. A me non andò esattamente così, ovvio! Ero con le gambe a penzoloni che scalciavo l’aria in cerca di un qualsiasi appoggio e le mie mani, paralizzate dall’aria gelida , non volevano saperne di mollare la presa. Lentamente il panico m’ invase, non ce la facevo più, la forza necessaria a sostenermi mi stava abbandonando. Domani i miei amici avrebbero letto nella sezione della cronaca nera, “Trovata giovane fotografa senza vita, in pigiama sotto il suo balcone di casa, si presume un tentato suicidio…andato a buon fine…”
- Mi faccia capire, sta tentando di scendere o di salire? Se posso permettermi, mi pare che questo sia un ben misero tentativo di furto con scasso!! - mormora una voce decisamente sardonica che proviene da un punto non ben precisato sotto di me.
Giuro che non ne avevo l’intenzione, ma le mie mani all’improvviso lasciano la presa ed io piombo addosso al povero malcapitato che crolla a terra schiacciato dal mio dolce peso. Naturalmente per finire in bellezza la disavventura invece di atterrare sulla tenera erbetta che avevo intravvisto dal mio balcone, finiamo sull’unico cespuglio, presente nel prato condominiale, di una sottospecie di cactus altamente spinoso.
- Le spiace spostarsi? Eviterei volentieri di farmi perforare totalmente la schiena dagli aculei di questa maledetta pianta!! – sbraita imbufalito il mio salvatore.
- Oh ma certo!! Quanto mi spiace!! Non so dirle quanto sono felice che lei sia rientrato tardi, rischiavo di farmi veramente male!! La ringr….. –
Come dicevo…io…. non sono una persona fortunata, ma neanche l’uomo che mi fissa stralunato a bocca aperta lo è! Per parecchi minuti lo osservo in silenzio mentre si rialza con calma misurando i gesti, forse per controllare di non aver riportato nessun danno a causa della caduta. Lentamente un sorriso gli piega le labbra ben disegnate mentre scuote la testa incredulo.
- Dimmi che stai partecipando ad un pigiama party…a casa di una tua amica e che hai deciso, invece di prendere una boccata d’aria, di improvvisarti alpinista e che sei rimasta chiusa fuori... – mormora speranzoso.
- Vorrei poterti dire….. che hai ragione…..Mi sono trasferita oggi. Dimmi che hai appena lasciato la tua donna dopo una notte di sesso selvaggio e che stai ritornando a casa tua dall’altra parte della città….- replico guardandolo demoralizzata presagendo in anticipo la sua risposta.
- Vorrei poterti dire…. che hai ragione… Vivo qui da quattro anni. – replica ripetendo le mie parole con lo stesso tono avvilito.
- Decisamente non è la tua giornata fortunata, Tony! Mi spiace per te, ma non ho nessuna intenzione di abbandonare il mio appartamento. Ti prometto però che sparirò dalla tua vista all’istante se sei così gentile da indicarmi dove abita il custode. - lo prego stancamente.
- Ti ci accompagno, Dio solo sa, cosa saresti in grado di combinare durante un tragitto così breve! Prima che iniziamo ad ignorarci per spirito di sopravvivenza, potrei sapere come ti chiami, Tony O’Toole .. – mormora allungando una bellissima mano affusolata.
- Ok … ti dico il mio nome solo se mi prometti che appena ci separiamo inizieremo ad evitarci … Rachel Dundee, contea di Clare. - preciso sorridendo, stringendogli computa la mano.
- Ah… ecco sei una Banshee! – ridacchia divertito.
- Già … della peggior specie, quindi stai alla larga da me!! – borbotto mentre lo seguo tremante.
Alzando gli occhi al cielo, Tony mi copre le spalle con la sua giacca e dopo aver premuto un campanello parla brevemente con un certo Billy che dopo pochi minuti scende in ciabatte e vestaglia e decisamente scornato gli consegna un passe-partout per poter entrare nel mio appartamento. Dopo averlo ringraziato profusamente ed essermi scusata più volte, il custode si allontana accennando un breve saluto solo al mio compagno.
- Come primo giorno non c’è male devo dire, ho superato notevolmente le mie più rosee aspettative! – sibilo sottovoce.
- Ti aspettavi qualcosa di peggio di quest’avventura?! Ragazza inizia a rinchiuderti in casa, tra poco devo giocare un derby molto importante, vorrei evitare infortuni gravi… ehm…. guidi la macchina? – chiede colto all’improvviso da un atroce dubbio.
- Quella Mini gialla è la mia… e la tua….?. –
- Quella Porche nera parcheggiata di fianco alla tua…. – ammette deglutendo penosamente.
- Sai quel detto, cerca di conoscere il tuo nemico per poterlo battere? Bene noi siamo a un buon punto, adesso non ci resta che iniziare ad evitarci! Buonanotte Capitano. –
- Ah… sai chi sono? – mormora quasi compiaciuto.
- Sono una tua fan….. normalmente ti pregherei in ginocchio per avere una foto autografata, ma abbi pazienza in questo frangente non ho più energie da dispensare nelle suppliche. - confuto senza forze.
- Buonanotte Banshee … è stato un piacere conoscerti e… sarà un piacere evitarti! – sussurra sorridendo veramente divertito.
- Ah.. ah molto spiritoso! –
Non sono sicura se sono più furiosa di essere stata vittima del suo sottile sarcasmo o per il fatto che mi abbia vista nella versione “mostro della laguna non mi fai un baffo” …… perché non ho messo un pigiamino sexy? Perché non ho un filo di trucco e ho i capelli che sembrano siano stati aggrediti da un frullatore? Perché il Cielo ha voluto che prendessi alloggio proprio in questo condominio? Solo per farmi scoprire di avere il mio uomo ideale come vicino di casa, che da domani inizierà ad evitarmi perché ha paura di me? PERCHE’?!!!!!
Ciao, qualsiasi riferimento a persone e fatti realmente accaduti sono assolutamente casuali. Il racconto è il frutto della mia fantasia e l'ho scritto per puro diletto e lo pubblico per chi ha voglia di leggerlo. Buona Lettura.
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Capitolo 2 *** Mrs Clowny. ***
Oggi gioca la nazionale, dall’esito di questa partita sapremo se lo coppa finalmente è nostra. Ho evitato di accennare al capitano, l’ultima volta che l’ho visto, che avrei assistito alla partita, nel timore che lo prendesse come un segno di cattivo auspicio. Gli sportivi sono molto superstiziosi, specialmente quando si gioca l’ultima partita di campionato.
Dopo essermi vestita e truccata da “MRS CLOWNY” , raggiungo la sede dell’associazione in cui lavoro come volontaria. Ogni mese organizziamo una gita per i bimbi che sono assistiti dagli psicologi del Centro. L’istituto accoglie bimbi che hanno vissuto tremende esperienze familiari, tanti sono in affidamento temporaneo ed alcuni sono in attesa di un’adozione . Io sono la mascotte del reparto infantile e mi sono offerta per accompagnarli alla partita con i miei colleghi. Chris, un bimbo di otto anni, uno dei casi più complicati del reparto, mi corre incontro in preda alla più frenata eccitazione.
- Rachyyyyyy, andiamo allo stadio!! Così potrò finalmente conoscere il capitano! - esulta felicissimo.
- Lo so tesoro, vai a prendere il giubbotto tra poco partiamo!- replico accarezzandogli piano la testa.
Chris aveva visto suo padre maltrattare la sua mamma in un modo così feroce da ridurla in fin di vita. Non aveva pronunciato per mesi neanche una parola e solo il lavoro paziente dei medici lo aveva salvato dalla sua apatia. Mi si era affezionato ed io lo ricambiavo con tutta me stessa, ma ero stata messa in guardia sui risvolti negativi che il nostro affetto avrebbe potuto avere sulla psiche del bambino. Non avrebbe superato un’ulteriore separazione da una persona a cui era legato ed io purtroppo non ero in grado di incarnare tutte le qualità di una madre adottiva. Non avevo un marito, una casa mia, un lavoro decente e non avevo ancora completato gli studi, insomma per quanto lo amassi non sarei mai riuscita ad averlo in custodia.
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Il derby fu uno spettacolo agghiacciante, per poter strappare qualche punto all’avversario i giocatori non rispettavano nessuna regola e i colpi proibiti mietevano ammonimenti ma anche vittime. Una di queste fu Tony, che dopo aver subito un attacco particolarmente duro da due energumeni della squadra avversaria, si era beccato un richiamo ufficiale e poi un’espulsione per atti violenti durante il gioco. All’arbitro non interessava chi colpiva per primo, ma chi reagiva senza interpellarlo. Il boato di protesta a cui unimmo anche le nostre voci, non modificò il verdetto del tecnico, espulsione! I compagni di Tony spronati dall’ingiustizia subita giocarono in modo duro ma nei limiti della legalità e alla fine del secondo tempo schiacciarono con un punteggio senza precedenti la squadra avversaria!
I bambini gridavano felici mentre aspettavano il loro turno davanti agli spogliatoi per poter vedere i giocatori. Dopo alcuni minuti ci raggiunse il responsabile alle pubbliche relazioni per avvertirci che il capitano non era in grado di ricevere nessuno e che li pregava di scusarlo. Guardando gli occhi delusi e scoraggiati di quei bambini che avevano subito tante ingiustizie dalla vita, una rabbia feroce m’invase, forse il capitano soffriva davvero per l’infortunio ma era un uomo grande e grosso ed ero sicura che avrebbe potuto sopportare un breve colloquio con loro , magari con l’aiuto di due pastiglie e un po’ di ghiaccio.
- Mi porti dal Capitano O’Toole per favore. – chiedo decisa.
- Mi spiace, è stato molto chiaro. Non può ricevere i bimbi, ma non vi preoccupate, al più presto vi fisseremo un altro appun….. –
- La prego mi porti da lui, questi bambini hanno aspettato per mesi. – esclamo decisa interrompendo quello che sarebbe stato l’inizio di una serie di scuse ben collaudate.
L’addetto stampa non volle sentire ragioni e poco dopo si allontanò minacciandomi di chiamare la vigilanza per farmi scortare fuori. Per un puro caso fortuito dopo pochi minuti le porte degli spogliatoi si aprirono per far passare un medico ed io colsi l’occasione al volo rivolgendomi direttamente all’allenatore.
- Vorrei che mi chiamasse il capitano devo presentare un messaggio musicale! – recito con voce cantilenante suonando una trombetta rossa.
- Wow! Un messaggio musicale? Ehi ragaaaazziiiii…….venite a vedere …. chi è venuto a trovare il nostro capitano!! – chiama a gran voce scoppiando a ridere.
- Vuoi entrare? – mi invita ridacchiando.
- Ehm ….. no, grazie. Sono una clownette! Preferisco stare fuori. – rispondo piccata.
- Ehi Tony qui fuori c’è una clownette che ti vuole!! E’ molto carina! – urla uno degli attaccanti sorridendomi.
- Ma siete duri di comprendonio?! In questo momento non posso ricevere nessun…… Oh.. NO! Ma vuoi la mia morte?! – esclama fissandomi allibito.
Tony si appoggia ad uno dei suoi compagni con un sospiro e lentamente osserva il mio costume, dalle scarpe nere con i lacci rossi, fino al capello di lana con un grosso girasole ad ornarlo. E’ assolutamente meraviglioso con i capelli ancora umidi dopo la doccia e dalla camicia sbottonata s’intravvede una voluminosa fasciatura che gli attraversa il petto. Preferisco fingere di non aver inteso ciò che ha appena detto, non posso credere che mi abbia riconosciuta sotto questo costume, con cui riesco ad ingannare anche i miei amici più cari. Accenno ad un paio di passi di danza e dopo aver suonato ancora il mio strumento, m’inchino profondamente di fronte a lui. Le risatine dei suoi compagni di squadra mi spronano a continuare la scenetta.
- Caro capitano, sono la mascotte di un istituto che accoglie bimbi con realtà familiari molto difficili. Sono sicura che un uomo forte come lei non avrà problemi a scambiare due parole con dei tifosi in erba, nonostante l’infortunio. Dieci minuti, non le chiedo altro. – esclamo a gran voce offrendogli un mazzo di fiori finti.
- Ehm… grazie…. E così tu saresti una clownette? Non potrei dare un’occhiata sotto quel costume? – chiede con voce strascicata, suscitando l’ilarità dei suoi compagni.
- Avanti .. non fare la timida! Bacialo! – esclama un energumeno che gioca come difensore.
Fingendo di trattenere con le mani i palpiti entusiasti del mio cuore annuisco con veemenza, in pochi passi lo raggiungo ma senza sfiorarlo con un dito gli sussurro a voce bassa…..
- Naturalmente capitano…… se non vieni subito da quei bambini che ti aspettano da un’ora, potrei ”casualmente” parcheggiare vicino alla tua auto e sempre “casualmente” graffiarne la lucida carrozzeria… sai…. sono …molto….sfortunata.. e se ben ricordi tutto ciò che mi circonda è in serio pericolo! – lo minaccio garbatamente sorridendogli soave.
- Mi hai convinto! Dammi due minuti per vestirmi… - risponde rassegnato.
Uomini!! Tutti uguali…… toccagli tutto…..tranne che la sua auto!
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Per una serie di strane coincidenze da quel pomeriggio non ho più visto il mio capitano preferito, non sono riuscita neanche ad incrociarlo per “caso” nel parcheggio. Anzi la sua Porche nera è abbandonata a sé stessa da quattro lunghi giorni e visto che è fornita di noiosissimi vetri offuscati non sono riuscita a vedere all’interno dell’auto. SI, ci ho provato, ero quasi convinta che fosse stato colto da qualche malore lì dentro e che non fosse riuscito a chiamare aiuto. Lo so sono esagerata e so anche che tutta quest’ansia di rivederlo, che si è annidata in un angolino della mia testa, è dovuta al fatto che davanti ai bambini, il giorno delle partita, si è comportato meravigliosamente, era stato paziente e tanto dolce. Nessun bimbo si era spaventato, anzi, erano usciti dallo stadio felicissimi, pieni di palloncini e gadget vari con il logo della squadra. Tony si era seduto vicino a loro e aveva risposto alle domande semplicemente con una pazienza infinita. Volevo ringraziarlo … ecco. Lo squillo inopportuno del telefono mi distrae dalle mie profonde elucubrazioni.
- Rachel abbiamo gli inviti per la serata di beneficenza!! Ho appena ricevuto l’email di conferma, siamo state invitate! Oddio non ci posso credere!! Passeremo tutta la sera tra i più appetibili scapoli della città!! – esclama entusiasta una delle mie ex coinquiline.
- Ciao Maddie, se la smetti di trapanarmi i timpani con queste urla demoniache, forse riesco a comprendere cosa stai cercando di dirmi. – mormoro pacatamente.
- O-ok , scusa. E’ solo che sono così emozionata! Sono stata dietro per mesi alla ragazza che organizza la serata è difficilissimo entrare in quella lista. – snocciola velocemente ancora troppo eccitata per riuscire a moderare i toni.
- Toglimi una curiosità, ma durante la cena di beneficenza aprono anche un punto d’incontro per cuori solitari? Mi pareva che lo scopo della serata fosse raccogliere una cifra cospicua da devolvere agli istituti in difficoltà. –
- Già…. verrà messa all’asta una serata con uno degli scapoli che ha accettato di partecipare!! Chi ha avuto quest’idea è un genio!! – strilla felicissima continuando ad ignorare il vero scopo della manifestazione.
- Tesoro, ti ricordo che in questa città ci sono delle riccone piene di soldi che a suon di assegni circolari si possono permettere di comprare tutti gli scapoli di Londra, senza ricorrere a sceneggiate pubbliche! Comunque sono felice per voi! Vi auguro tanti scapoli d’oro! - replico benevola.
- Oh ma vieni anche tu naturalmente!! Abbiamo riservato un tavolo per quattro. Quindi preparati!! - esclama stupita.
- Chi io?! E come pensi che possa presentarmi ad un’ asta pubblica senza un pence?! Al massimo posso chiedere in redazione se posso andare in qualità di reporter! - in effetti sarebbe stata un’ottima opportunità di cogliere qualche notizia gossip!
- Per le donazioni non ti preoccupare, il padre di Sandy verserà una cifra notevole pur di non essere costretto a presenziare lui stesso all’evento. E forse non ti ho detto che uno degli scapoli d’oro è il capitano della nazionale di rugby? – sogghigna serafica, certa di avermi convinta.
- Maddie… forse non ti ho accennato …chi abita nel mio stesso condominio? – replico con voce falsamente soave.
- CHI?!........ NO! Non può essere! Lui.. NO!! - grida disperata.
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Mannaggia a me e alla mia boccaccia!! Non solo i ragazzi si sono precipitati a casa mia appena Maddie ha sparso la voce che uno dei miei vicini, altri non era che il bellissimo Tony O’Toole, ma si erano portati dietro anche il necessario per passare la notte da me, insomma una serata tra amici! Alla fine mi sono pure divertita, abbiamo mangiato in pigiama e dato fondo a tutte le leccornie che avevano comprato in un ristorante cinese poco distante dal mio appartamento. E….. adesso siamo in camera mia al buio, che contempliamo le finestre del palazzo di fronte, cercando di indovinare quale fosse quella di Tony.
Ormai è notte inoltrata e l’effetto deleterio dell’alcool ingerito inizia a fare effetto, a turno sbadigliamo stremati dal sonno. Avevamo quasi deciso di gettare la spugna, quando all’improvviso una luce al secondo piano illumina quello che doveva essere il soggiorno di qualcuno che è appena rientrato a casa e che a sua volta scruta dalla finestra le ombre della notte. E’ impossibile riuscire a distinguere i lineamenti del suo viso, ma il mio istinto mi dice che è Tony. Ha la stessa corporatura slanciata e robusta, una mano in tasca e l’altra a reggere un bicchiere che ogni tanto porta alle labbra. So che non può vederci, nulla faceva presumere che stesse guardando proprio da questa parte, ma nulla m’impediva di sentirmi a disagio, lo stavo spiando ……. di nuovo. Vicino a lui si materializzò un’altra ombra, indubbiamente una donna, che molto dolcemente lo convinse a prestarle tutta la sua attenzione.
- Per la miseria è lui!! Guardate quella finestra al secondo piano! WOW!! – gridò istericamente Sandy.
- Stai zitta idiota!! Vuoi farmi cacciare?! E se Tony non si era accorto di noi, finora, sicuramente adesso sa che lo stiamo spiando!! Io ci devo vivere qui! – sbraito seccata.
- Mhm… mhm…. E da quando lo chiami per nome? Non me la racconti giusta! – borbotta sardonica Maddie.
- Si, lo chiamo per nome … nei miei sogni proibiti! – ironizzo seccatissima.
- Sogni proibiti? Dai racconta!! – si esalta Peter.
- Questi se non ti dispiace sono affari miei! –
- Non ti sarai presa una cotta per lui vero? Beh ti capisco, è un uomo magnifico…ma è sposato, non lo sapervi? Una fan come te?! –
- Per la cronaca stava per sposarsi! E…… - ringhio offesa.
- Guarda come si è avvinghiata a lui quella sanguisuga! Mi sembra di conoscerla, forse è una modella… o un’attrice non ricordo.. – borbotta Sandy imperterrita.
- Adesso basta a letto tutti! – intimo con un gesto della mano.
Ad un tratto la luce scompare e inevitabilmente è chiaro a tutti cosa da lì a poco accadrà in quel appartamento. Per tutta la notte le fastidiose immagini di Tony stretto ad una donna bionda hanno tormentato il mio sonno e solo verso l’alba le mie fantasie hanno preso un’altra forma. Ero io quella che lo accarezzava, che lo spogliava …..BASTA!
§§
Ho sempre pensato che non c’è nulla di meglio di una corsetta mattutina per eliminare tutti i pensieri notturni e dopo aver fatto una doccia veloce, m’infilo le scarpe leggere e inizio a correre. Dopo qualche giro nella pista del parco, però, mi accorgo di non riuscire a distogliere la mente da Tony con un’altra donna….. cioè con una donna. Forse è meglio che rientro nella realtà e mi do una calmata, lui vive in un ambiente lontano anni luce dalla mia quotidianità. E’ un bel uomo, famoso, ricco, assolutamente affascinante e sensuale e quella barbetta leggera che gli contorna le labbra….. E secondo voi come può andare a finire la corsa mattutina di una che sogna ad occhi aperti?
Mentre zoppico penosamente a causa della rovinosa caduta in cui mi sono sfigurata un ginocchio che ho tentato di bendare con una calza, cerco qualcuno a cui chiedere aiuto, qualcuno che a quell’ora del mattino facesse jogging senza però tentare di vincere le leggi della natura. Devo finalmente accettare l’idea che anche io sono soggetta alla forza di gravità, che la Terra esercita su ogni essere vivente da millenni, se inciampo non posso sperare di rimanere sospesa nell’aria ma devo mettere in conto anche l’inevitabile schianto doloroso contro il terreno…... . Maledizione!!
Ero quasi arrivata a casa e anche se ormai non riuscivo più a piegare il ginocchio, forse sarei riuscita a salvare almeno le apparenze, non volevo farmi vedere da nessuno in quello stato. Ecco…. ancora pochi passi e sarei riuscita a raggiungere il mio portone.
- Vorrei potermi esimere dal chiederti cosa ti è successo, per non rigirare il coltello nella piaga…..ma visto che stai perdendo parecchio sangue, forse è meglio che ti accompagni al pronto soccorso! – esordisce una voce ilare dietro le mie spalle.
Non ho bisogno di girarmi per sapere chi sta parlando, non ho bisogno del suo aiuto e non ho bisogno che mi venga ricordato che mi sto dissanguando….. ma…. forse è meglio che mi siedo. Con nonchalance mi fermo a riprendere fiato e mi volto ad affrontare il mio personale persecutore. E’ stupendo in tuta e maglietta, mi costa uno sforzo enorme non abbassare lo sguardo sui suoi pettorali, quindi lo fisso con sussiego fingendomi totalmente a mio agio seduta su di un muretto tutta scarmigliata e sanguinante, cosa non si fa per salvare il proprio amor proprio!
- Capitano… non te l’ha mai detto nessuno quanto riesci ad essere inopportuno senza sforzarti neanche un po’? Sono perfettamente cosciente che sanguino e che se non mi riposo un attimo non riuscirò a raggiungere casa mia… quindi sei pregato di non disturbarmi. Risolverò il problema con un cerotto. – concludo serafica stringendo i denti dal dolore.
- Rachel non permettere al tuo orgoglio di sottovalutare quel taglio, voglio solo aiutarti. – mentre parla non c’è un filo di ironia nella sua voce e comunque mi aveva già convinta pronunciando il mio nome.
Al pronto soccorso in sei ore, sono riuscita a transitare in quasi tutti i reparti di quel piccolo ospedale. Prima di tutto in Radiologia per essere sicuri che non ci fosse qualcosa di rotto, poi in Chirurgia Generale per essere cucita e medicata e nel frattempo che io “subivo” le cure mediche, i miei amici, avvertiti da Tony, avevano coltivato le relazioni pubbliche e rimediato i numeri di telefono di due dottori e di tre infermieri. Sandy invece si era particolarmente adoperata per impressionare Tony, la conosco bene e sono sicura che è intenzionata a conquistarlo e per riuscirci non avrebbe usato qualsiasi mezzo. Il “ mio” capitano d’altra parte non sembra tanto dispiaciuto di flirtare con lei.
§§
Muoversi per casa con le stampelle non è difficile tutto sommato e dopo aver rassicurato più volte i ragazzi, li pregai di lasciarmi da sola senza paura. In realtà il ginocchio mi fa un male terribile, sono costretta a rimanere seduta con la gamba leggermente sollevata per facilitare la circolazione. Io odio l’immobilità, ma ho deciso di fruttare al meglio questa situazione riprendendo a studiare.
Ero sommersa dagli appunti con tre libri aperti sulle gambe, gli occhiali sulla testa per tenere a bada i capelli, una matita tra le labbra , quando vedo sbucare dal nulla Tony con delle borse. Mi sorride appena e biascica un semplice ciao, mentre con lo sguardo cerca la cucina e sempre con molta calma la invade posando i suoi bagagli sul bancone fischiettando.
- Non vorrei sembrarti prolissa…. Ma potrei sapere cosa ci fai in casa mia e come hai fatto ad entrare? – chiedo assolutamente basita.
- Ho chiesto il passe-partout a Billy, spiegandogli come ti sei infortunata e che non eri in grado di camminare. Sono venuto a cucinare la cena e se non ti spiace a farti un po’ di compagnia. Cosa studi? - chiede tranquillamente mentre indossa uno dei miei grembiuli sopra i jeans.
- Ehm…… devo redigere un saggio su Emily Brontë. Chi ti ha insegnato a cucinare? – mormoro mentre ammiro la sicurezza con cui si muove in cucina.
- Mia madre, io sono il maggiore di quattro figli e ogni mattina preparavo io la colazione quando i miei erano già a lavoro. Ti vanno bene spaghetti al sugo? –
- Perfetto, io di solito mi accontento di qualcosa di veloce, un po’ perché non ho molto tempo e né la voglia di cucinare solo per me, a dir la verità di sera non cucino quasi mai. –
Lo osservo in silenzio preparare il tavolo, l’insalata e tirare fuori dalle sue buste anche due ciotole di macedonia. Mentre lavora, parla ininterrottamente di un po’ di tutto, dei corsi di cucina che aveva seguito mentre studiava, del suo desiderio di aprire un locale vicino a casa, magari in riva all’Oceano. E non per ultimo della sua intenzione di ritirarsi dalla sua mansione di capitano al più presto.
- Per caso di sto annoiando? – chiede sorridendo mentre mi serve gli spaghetti.
- No, sono più che altro stordita, assolutamente sconvolta! Hai parlato di così tante cose ….-
- Di solito non concedo molta confidenza agli estranei, tutto sommato ci conosciamo da una settimana, no? Eppure, dopo aver conosciuto i tuoi amici, non mi fai più paura. – ammette tranquillissimo.
- Io fare paura a te? – esclamo incredula.
- Ero quasi convinto che fossi davvero una Banshee! E poi sei la prima donna che non tira fuori tutto il suo ingegno per incastrarmi! – ribatte ridendo.
- Oh…. Povero campione assediato dalle donne! Non mi pare che ti dispiaccia poi così tanto! – ridacchio malevola.
- Non credere a tutto ciò che leggi sui giornali! –
- Hai ragione, ma dovresti essere più cauto se vuoi difendere la tua privacy.. – mi lascio sfuggire sardonica.
- Ho come la vaga impressione che mi hai visto dalla finestra la notte scorsa.. – mormora guardandomi attentamente.
- Ehm…. ecco… hai ragione, scusaci. E’ stata colpa mia, incautamente ho detto ai ragazzi che abitavi qui e….. mi sono piombati in casa nella speranza di vederti… sei un nostro idolo da sempre e.. così… - forse ho detto troppo, non vorrei scatenare il suo ego vanaglorioso.
- Mi fai sentire un vecchio e decrepito Vip pronto alla rottamazione! Ma quanti anni hai? – chiede scoraggiato.
- Io? Quasi ventisette. Ma cosa c’entra scusa? Non ti ho detto che ti seguo da quando ero una bambina! –
- Beh…visto che gioco da quasi quindici anni .. forse è proprio così! E Peter … è il tuo ragazzo? – chiede pacato mentre inizia a sparecchiare.
- Il mio che cosa? Peter sarebbe felice di insegnarmi ad abbinare i miei abiti in modo assennato, vorrebbe rinchiudermi in una beauty farm per un mese e costringermi a subire ogni sorta di tortura da un’estetista, mi vuole bene come ad una sorella, ma decisamente non è il mio ragazzo! Ehm… invece se gli presentassi Barty Stone, penso che morirebbe felice! - confesso con un sorriso.
- Ah… ecco. Gli piace Barty… eh? Ci penserò. –
Dopo aver sistemato la cucina e ritirato tutto nelle sue buste, Tony si siede sul divano vicino a me con un sospiro. Aveva preparato anche il tea e se per un attimo, avevo preferito bere in silenzio, senza distogliere l’attenzione dalla partita che stavo fingendo di seguire, purtroppo non riuscivo più a frenare un malsano impulso, la mia curiosità.
- E…. quella donna….. bionda è la tua compagna? E’ molto bella.. – chiedo esitante senza osare guardarlo.
- No…. non è la mia compagna. Rachel cosa vuoi sapere esattamente? – replica fissando lo schermo.
- Io non voglio sapere nulla. Non sono affari miei con chi esci. E che non riesco a frenare l’istinto ….. di aprire la bocca e dargli fiato….. scusa. – sussurro con voce atona, all’improvviso mi sento molto triste.
- Forse è meglio che vada… -
- Si … forse è meglio. – concordo in fretta.
Con fatica mi alzo in piedi e lo accompagno alla porta evitando di guardarlo in viso, ho la testa piena di lui, della sua voce e di ciò di cui mi ha parlato per tutta la sera, ho bisogno di stare da sola, per assimilare ed accettare questo nuovo aspetto della sua personalità. Lentamente alzo gli occhi ed incrocio lo sguardo con il suo e leggo le mie stesse perplessità e incertezze.
- Buonanotte Banshee. – mormora piano sfiorandomi una guancia con un bacino.
- B-buonanotte… e grazie di tutto… - sospiro stringendo forte gli occhi, oddio sto tremando come una ragazzina, che umiliazione!
- Dormi bene … …mo mhile… - sussurra sfiorandomi l’altra guancia. Tony… non lo fare, lo prego silenziosamente. Rischio di farmi veramente male se perdo la testa per te, mi hai chiamato carissima… che dolce..
- Posso tornare domani? – chiede adagio.
- Si…. vieni quando vuoi. - mormoro con voce tremante.
Quella fu una delle tante serate che passammo insieme. Ogni tanto si fermava a guardare le partite in differita e a discutere sui risultati fino a notte inoltrata, a sperimentare nuovi piatti particolari e qualche volta mi accompagnava a fare jogging. Tony vicino a me si rilassava, poteva tranquillamente restare tutta la sera in tuta, con la barba lunga e spettinato senza, per questo, essere considerato un animale maleducato. Poteva portarsi il libro che stava leggendo a tavola senza essere ripreso aspramente. Ed io avevo qualcuno che mi cucinava la cena e uno spettatore senziente a cui sciorinare i miei monologhi prima di una sessione d’esame. Potevo girare per casa ridotta come uno straccio strizzato senza, per questo, procurargli il vomito. La nostra era un’intesa perfetta io non ero interessata a far colpo su di lui e Tony non era interessato a portarmi a letto. Eravamo solo vicini e amici ma nulla di più.
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Capitolo 3 *** Asta di Beneficienza. ***
Il Four Roses è un club privato molto elegante ed esclusivo, per la serata di beneficenza organizzata da un nutrito numero di dame dell’alta società, aveva aperto le sue porte anche ad un pubblico meno altolocato e benestante. In fondo alla sala era stato montato un palco dove avrebbero sfilato i dodici scapoli d’oro che avevano acconsentito di partecipare all’asta e di versare la stessa cifra che la fortunata vincitrice avrebbe versato alle casse dell’associazione per passare una serata con uno di loro. Io e le ragazze eravamo già sedute al tavolo riservatoci, Peter non era ancora arrivato.
Sorseggiando un aperitivo Maddie ci descriveva sottovoce il “curriculum” di tutti gli uomini presenti quella sera, era in grado di dirci la situazione anagrafica, sentimentale e patrimoniale di tutti , non so dove prendesse le sue informazioni, ma sembrava sicura di quello che ci raccontava. La sala era affollata da donne di tutte le età. Giovani donne in carriera, professioniste affermate e donne mature annoiate in cerca di un’emozione. E in mezzo a tutti questi visi sconosciuti, riconoscono Charlotte Monstard. Questa sera è avvolta da un abito rosso, molto scollato. La vedo indirizzare un cenno discreto a Tony che sembra fissarla sorpreso. Quella megera lo vuole di nuovo nel suo letto!!
- Maddie, la conosci la signora con il vestito rosso? – chiedo curiosa.
- Si, la signora Monstard, lei e suo marito sono una coppia ehm… “aperta”, lui corre dietro alle ragazzine e lei glielo lascia fare, mentre dà la caccia a tutti gli uomini le capitano a tiro! Sono quasi sicura che i tizi sul palco se li è scopati tutti! Perché me l’hai chiesto? –
- L’ho vista salutare Tony . Li ho visti in centro qualche settimana fa. Sembravano intimi. Lei ci stava provando in tutti i modi. –
- Non sarai gelosa vero? – sghignazzò Sandy.
- Stai zitta Sandy! Non ti preoccupare se Tony è andato a letto con lei non sapeva che era sposata. L’avrà mollata subito. –
- Figurati! Gli uomini sono tutti uguali, avrà appeso il cappello e gli andava pure bene. Una bella donna, disponibile, disinibita e che non ti stressa per farsi sposare… dove la trovi? – sbotto divertita e incredula.
- Naturalmente non sei a conoscenza che Tony ha mollato la sua fidanzata sull’altare dopo che qualcuno gli ha spifferato una delle sue scappatelle! E’ successo tanto tempo fa, ma sono sicura che non ha ancora dimenticato né perdonato! –
- Davvero? E cosa è successo? Chi era la fidanzata? –
- Era una modella bellissima, ma “frivola” diciamo così, ha fatto innamorare il capitano e poi andava a letto con il proprietario della società! Tony era distrutto! Poi Charlotte si fa avanti e… da cosa nasce cosa….. -
- Va bene ho capito, grazie. – quindi erano stati amanti e lei cercava di riconquistarlo per capriccio. Che donna disgustosa!
Alcuni di quei poveri ometti erano veramente a disagio, continuavano a guardare ansiosi verso il pubblico. Tra loro c’erano dei manager potenti, dei professionisti acclamati, dei medici e artisti molto famosi. Uomini intelligenti, abituati a gestire problemi difficili, alcune volte in situazioni di forte stress ed emergenza, eppure ero convinta che avrebbero preferito essere seduti da questa parte della sala invece di essere al centro dell’attenzione di questo pubblico esuberante. I riflettori si accendono tutti insieme e mentre i signori salgono sul palco con l’aria da condannati a morte, la presidentessa del comitato che finanzia la serata prende la parola.
- Buona sera Signore e…… stavo per dire Signori, ma non ve n’è traccia in questo momento in sala, perché sono tutti qui dietro le mie spalle. – ironizza serafica una donnina vestita elegante.
- Come sapete mie care, questi gentili signori si sono prestati a partecipare e a versare la stessa cifra che voi pagherete per uno di loro. Quindi vi prego di essere generose. Pensate a quanti bambini potremo aiutare con il vostro denaro e in cambio passerete una deliziosa serata in compagnia. E adesso… Signore… -
- Aspetta a chiamarci Signore… dillo dopo che ci avrai viste in azione! – mormoro ridacchiando.
- Il primo ad offrirsi per una splendida serata è un nostro illustre concittadino, Albert Bettiman, Primario di Chirurgia al St. Patrick. Forza signore! –
- Mille sterline! – grida una donna corpulenta che fissa il malcapitato con bramosia.
- Poverino! La signora Steel non gli darà tregua! Ha tentato in tutti i modi di conoscerlo! – mormora Maddie ilare.
- Mille e uno….. su signore ancora uno sforzo!! Duemila? – chiede speranzosa .
- Cinquemila!! - strilla la cara signora Steel determinata ad avere il suo dottore.
- Aggiudicato!! – acconsente all’istante l’oratrice.
-
L’asta continua mietendo tante offerte che vanno ad arricchire le casse dell’associazione, solo alcuni degli ometti vengono “venduti” con grande soddisfazione di entrambi i contraenti e Maddie continua imperterrita a descriverci le motivazioni che muovono la generosità di ogni signora presente. A quanto pare non è una questione inusuale in alcuni ambienti combinare un matrimonio di puro interesse a discapito di sentimenti obsoleti come l’amore e il rispetto reciproco. Sono veramente disgustata da tanto cinismo e inizio a chiedermi se tutti in sala reputino che il prestigio sociale e il denaro siano più importanti di una emozione vera e sincera.
- E ora … Signore, ecco a voi il migliore atleta dell’anno con il suo bellissimo sorriso, Tony O’Toole, capitano della nazionale di rugby! -
Le signore che fino a qualche attimo prima applaudivano con garbo sorridendo appena, accolgono Tony con entusiasmo, metà sono in piedi ad acclamarlo mentre l’altra metà alza il braccio per mostrare un assegno pronto da utilizzare per ottenere una serata con il bel capitano. Lui d’altro canto esibisce quella che sembra un’ elegante nonchalance che gli permette di sorridere sornione davanti a quelle donne scatenate. In realtà stava facendo appello a tutto l’autocontrollo che possedeva e che usava solo in situazioni estreme in campo quando era costretto ad affrontare degli avversari molto agguerriti. Mandava baci e dispensa sorrisi a tutte, muovendosi con sicurezza sul palco, ma in fondo al cuore era in preda di un forte disagio. Durante una partita il pubblico si sente, si vede, ne si apprezza l’incoraggiamento e giocando ne si guida l’entusiasmo, ma per fortuna non era composto solo da donne esagitate, fuori da ogni controllo come quelle presenti in sala . Per amore di quei bimbi bisognosi, Tony aveva deciso di prestarsi a questa tortura e sarebbe andato fino in fondo, cercando di ottenere il massimo delle offerte.
- Si? Signorina quanto vuole offrire? Silenziooo! – urla entusiasta la donnina guardando una biondina terrorizzata dalle urla delle sue vicine .
- M-mille? – borbotta con voce strozzata.
- Signore abbiamo la prima offerta per il nostro bel Tony! Chi dice duemila? –
- Tremila sterline! – esclama perentoria Charlotte, guardandosi intorno indispettita.
- Tremila!! Benissimo! Qualcuna offre di più? Guardatelo è un atleta famoso, affasciante e.....in ottima forma! – rincara osservandolo sorridendo.
- Cinquemila !! – rincara Charlotte sfidando con sguardo le sue vicine.
Cinquemila? Fisso dubbiosa il mio caro dirimpettaio, possibile che ci fosse qualcuna così folle da tirare fuori tutti quei soldi per una serata con lui? Si certo è un bell’uomo e dalla bramosia con cui Charlotte lo scruta, mi viene da pensare che il mio vicino deve essere fornito di “qualità” sorprendenti nascoste alla vista. Quasi quasi mi fa pena, chissà cosa sarà costretto ad inventarsi per garantire una serata eccezionale alla fortunata vincitrice. Certo che non si merita di essere “arpionato” da una donna senza scrupoli, una donna che lo avrebbe usato e poi abbandonato….. ma che diavolo sto dicendo! Tony sicuramente non è uno sprovveduto e non penso che la cara Charlotte tenterebbe con tanto impegno di aggiudicarselo se non fosse sicura di essere ben accolta. Staremo a vedere.
Mentre si moltiplicano le offerte, la tensione zittisce il pubblico che rivolge tutta la sua attenzione alla lotta tra Charlene e una bionda fasciata da una tuta aderentissima, che a suon di cifre enormi si contendono il bel capitano. Presa com’ero dalla scena, mi sono scolata il mio aperitivo, l’ansia mi ha inaridito la bocca! Per mia fortuna il cameriere sta passando tra i tavoli con un vassoio carico di bibite ghiacciate ma purtroppo il mio gesto atto ad attrarre la sua attenzione, viene intercettato anche dalla vista acutissima della cara oratrice che aveva appena esclamato a gran voce:
- Avanti signore, chi dice diecimila?!! Diecimila per questo bellissimo capitano!!? –
Per un attimo non capisco perché tutte mi fissano sgomente e non per ultime le mie amiche che dopo un nano secondo di stupore iniziano a battere le mani entusiaste. La sala all’improvviso si riempie di grida ed applausi indirizzati al nostro tavolo. Lentamente si fa strada nella mia mente ottenebrata il senso della situazione e collego al mio braccio alzato all’euforia generale. L’oratrice continua felicissima a battere quel maledetto martelletto per richiedere l’ordine e il silenzio.
- Brava Rachel!! Finalmente ti sei scoperta!! Diecimila sterline per una serata con Tony?! Ti sei innamorata!! – esclama ridendo Sandy.
- No… io non ho… non avete capito… il cameriere… io cercavo il cameriere per una bibita… davvero!!- sussurro imbarazzatissima.
- Avanti alzati, ti vogliono sul palco! –
- Che cosa? Ma non ci penso neanche!! – ribatto in preda al panico.
In effetti la donnina continua a gesticolare dalla mia parte e sospinta da Sandy mi ritrovo sul palco accanto a Tony che mi tende la mano sorridendo. Ma le mie orecchie si rifiutano di ascoltare le parole senza senso con cui quella terribile urlatrice sproloquia a proposito della mia generosità e senza che possa frenare l’istinto scendo dal palco e mi dirigo di corsa nella toilette.
Dopo essermi lavata le mani e detersa il viso con l’acqua fredda, per un attimo fisso il mio riflesso allo specchio sconvolta, le mie guance hanno assunto uno strano colorito violaceo. E adesso come faccio a spiegare che non avevo nessuna intenzione di fare offerte per il capitano e che quei soldi non sono neanche miei??!! Perché capitano tutte a me?
- Non vorrai ritirare l’offerta? – chiede una voce ironica dietro di me.
- Lo sai che questa è la toilette delle signore? E comunque potrei ritirarmi? – rispondo fissando sconsolata Tony attraverso lo specchio.
- Faresti perdere a quei poveri bambini una cospicua cifra, visto che io devo versare la stessa che tu hai promesso. Se non avevi intenzione di fare un’offerta per me perché hai alzato la mano? - chiede perplesso osservando la mia più che sincera espressione desolata e allibita.
- Stavo chiamando il cameriere… per un drink… - ammetto con un fil di voce.
- Cosa!!?? Beh…. questa è una terribile ammaccatura per il mio amor proprio! – esclama ridendo per nulla risentito.
- Scusami, io sono qui per caso insieme a due mie amiche e non avrei certo potuto permettermi di offrire tutto quel denaro… -
- So per certo che si viene ammessi a serate come queste, solo dopo aver presentato un assegno… -
- Lo avrà fatto il padre della mia amica che ha stanziato una cifra per questa iniziativa benefica, comunque sia di sicuro io non avrei mai….. –
- Perché? Non ti andrebbe di uscire a cena con me e poi di finire la serata in un night club? –
- No. – replico perentoria.
- No? Senti ormai l’asta è stata chiusa, tu uscirai con me e visto che la tua è stata l’offerta più alta della serata, la commissione ci mette a disposizione una limousine e un fotografo che deve immortalare con qualche scatto tutta la serata per il servizio….. –
- Che cosa? Scordatelo!! Io non vado da nessuna parte con te e sicuramente non mi renderò ridicola davanti a tutta Londra! – dichiaro perentoria.
La nostra discussione viene interrotta dall’arrivo intempestivo di alcune signore che entrando nell’elegante antibagno dove stiamo discutendo, si fermano basite a squadrare il capitano con sospetto. Tony si congeda con un profondo inchino. Ma prima di uscire si gira un ultima volta per guardarmi con uno sguardo impudico e sensuale al contempo.
- Te l’ho detto…… dobbiamo smetterla di nasconderci in luoghi poco consoni. Buona sera signore. –
Il leggero tonfo con cui si chiude la porta si ripercuote nella stanza come un cannonata, con estrema calma mi avvicino al lavandino per lavare le mani, sistemo i capelli, il rossetto e le autoreggenti sotto il vestito da sera, ignorando il silenzio inorridito e sdegnato che aleggia intorno a me. Le signore adesso mi guardano, come se fossi un’adescatrice professionista. Sorrido divertita dalla situazione, a ben pensarci, se avessi trovato un uomo nel bagno delle signore insieme ad una donna, forse anche io avrei pensato ad una sveltina, patetica, ma di sicuro intensamente eccitante!
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Peter mi aveva convinto a comprare il completo nero che indosso, perché a LUI sembrava molto “fashion e cool”. A prima vista pare composto da una semplice lupetto a maniche lunghe e un pantalone a zampa di elefante. Ma appena mi muovo le gambe e le braccia vengono completamente scoperte dai tagli multipli operati sulla stoffa. La maglia mi nasconde a stento il collo e il seno, sembra creato apposta per attirare lo sguardo, con quello strano gioco di vedo-non-vedo. Ho i capelli raccolti in una lunga treccia, un trucco leggero sul viso e le labbra, curate perfettamente da Sandy, di un bel rosso brillante.
Tony arriva puntuale sorridendo ma il suo sguardo d’apprezzamento si spegne appena nota che indosso la tracolla della mia macchina fotografica. L’agenzia con cui collaboro aveva affidato a me il servizio per la serata di beneficenza e Sandy si è offerta “volentieri” di sostituirmi per uscire con il capitano.
Entra in soggiorno fasciata da un abito bianco scollatissimo . E’ stupenda, lo dico senza invidia, è una presa d’atto. E’ sempre stata bella e con il lavoro che svolge ha imparato a valorizzarsi ancora di più. Chiunque la guardi rimane abbagliato dalla sua figura e chi pensa di avere un’oca davanti si sbaglia di grosso. Sandy era una delle allieve migliori nel suo corso di medicina, purtroppo ha mollato dopo aver commesso un piccolo errore, si è innamorata del suo tutore, un famoso chirurgo cinico e rubacuori che l’ha ingannata, sedotta e poi abbandonata. Una storia desolante che ha distrutto la sua fiducia negli uomini e in sé stessa.
Tony non sembra per nulla turbato dal cambio di programma e usciamo tutti insieme dal mio appartamento chiacchierando allegramente per iniziare quella che sarà la serata più lunga della mia vita. Cercate di capire, ho colto al volo l’unica scusa che ho trovato per non uscire con lui, ma questo non vuol dire che in altre circostanze non sarei stata felice di passare una serata con il capitano della mia squadra del cuore. Non mi sento a disagio né in soggezione in sua compagnia, è un uomo stupendo senza alcun dubbio, ma preferisco non illudermi, sono conscia che per me sarebbe molto facile perdere la testa per lui e ancora più facile ritrovarmi sola e irrimediabilmente ferita, ergo, mantengo le distanze. Sono una cacasottopusillanime !
Avevo già salvato nella memoria della mia macchina fotografica numerosi scatti, avrei potuto integrare dieci articoli su questa serata, non ho più scuse per restare con loro. Dopo cena la limousine ci aveva portato in un locale del centro e dopo averli immortalati seduti al loro tavolo e sulla pista da ballo, chiamai un taxi.
- Miei cari vi lascio alla vostra serata, buona continuazione. – sospiro stancamente chiudendo la borsa dell’attrezzatura.
- Oh no, non te ne andare proprio adesso! Aspettami vado a rinfrescarmi, fai compagnia a Tony, se lo lascio da solo, me lo rubano! – esclama Sandy ilare, nonostante indossi un tacco dodici da svariate ore sembra fresca come una rosa.
- Non so come faccia, io sono distrutta! Ho i piedi in fiamme! – ammetto sorridendo seguendola con lo sguardo mentre cammina sicura in mezzo alla folla.
- E’ questione di abitudine presumo…. è una donna molto interessante. –
- E’ molto bella e simpatica anche e se la tratti male, lo vengo a sapere stai sicuro e mi metto a ballare sul cofano della tua auto! – lo minaccio con un dito.
- Ma allora sai ballare!! Vieni, andiamo in pista, è solo un lento non devi affaticare molto i piedi. –
Nonostante le mie proteste, vengo trascinata con garbo in mezzo alle altre coppie che si muovono seguendo il ritmo della canzone. Con un sospiro aspro, per far notare il mio disappunto, mi lascio abbracciare. Nel punto in cui la sua mano sfiora appena la mia schiena divampa uno strano calore che a poco a poco serpeggia ovunque. Per un attimo mi vedo posare la testa sul suo petto e ascoltare il battito del suo cuore. Per fortuna mi accorgo in tempo quale sia la piega che stanno prendendo i miei pensieri quindi riscuotendomi dalla mia stasi, cerco di allontanarmi un po’ da lui e mi accontento di scatenare il mio olfatto sviluppatissimo che coglie la particolare fragranza che i suoi vestiti emanano.
Quanto dura una canzone? Qualche minuto no? Non ne posso più di ballare, restare fra le sue braccia mi mette a disagio. Vorrei interrompere il contatto subito, vorrei scappare e rinchiudermi in casa per rilassarmi. La coppia alle nostre spalle inavvertitamente ci urta e per evitare una rovinosa caduta Tony mi stringe più forte e le sue dita s’incastrano nelle fessure della mia camicia raggiungendo la pelle nuda. Quello sfioramento casuale si protrae per qualche secondo più del necessario secondo i miei gusti, quindi respingo la sua mano delicatamente abbozzando un sorriso.
- Penso che possa bastare. Sono veramente stanca. Grazie. Buonanotte Tony, -
§§
Sono quasi le tre del mattino e ancora non sono riuscita a prendere sonno, per la milionesima volta mi rigiro tra le coperte in cerca di una posizione comoda. Tony non è ancora tornato, ecco cosa mi tiene sveglia, ammetto di malavoglia. Sandy è una di quelle donne che ama divertirsi, può tranquillamente ballare tutta la notte, tornare a casa solo per cambiarsi d’abito ed affrontare una giornata di lavoro come se niente fosse. E certamente non si crea problemi ad andare a letto con uomo appena conosciuto. Non è una mangia uomini ma vive la sua sessualità sicura di ciò che vuole.
Il rumore sordo delle portiere di un auto che si chiudono mi fa balzare in piedi sul letto e come un gatto curioso sbircio dalla finestra la penombra sotto il mio balcone. Avverto delle risatine e dei passi che velocemente si dissolvono nel silenzio della notte. E immediatamente si materializzano davanti ai miei occhi desolanti scene dove una sensualissima Sandy sbottona con voluttà la camicia del mio dirimpettaio mentre si tende verso di lui per baciarlo……lui…
DRIIIINNNNN. Il campanello della porta?
Dallo spioncino non riesco a vedere nulla se non uno “straccio” umano steso per terra appoggiato alla mia porta, in un secondo visualizzo tutta una serie di scene raccapriccianti di aggressioni violente e l’istinto mi grida di non aprire assolutamente, ma una parte di me è sicura che solo una persona avrebbe il coraggio di venire da me a quest’ora di notte.
- Chi sei? Non sono da sola. Se non te ne vai chiamo la polizia! - mormoro con voce strozzata. Un tre per il coraggio!
- Rachel….. aiutami….. – biascica una vocina sottile prima di stramazzare al suolo. Oddio è Tony!
Tolgo tutti i catenacci e con cautela apro la porta e il mio vicino scivola sul pavimento inerme. Sembra svenuto, è tutto sudato e il colorito del viso è spaventosamente pallido. Con uno sforzo enorme lo trascino dentro casa fino al divano.
- Tony! Cos’è successo? - sbraito agitata scuotendolo leggermente.
- Non….. fare… così….. sono due ore che do di stomaco…. Non voglio andare all’ospedale… hai qualcosa da…. – mormora prima di piegarsi in due per il dolore.
Se avessi raccontato a qualcuno che il campione nazionale di rugby era steso sul mio letto incosciente e semi nudo, non mi avrebbe creduto nessuno. Evidentemente qualcosa che aveva assaggiato a cena gli aveva sconvolto la digestione, era seriamente disidratato e la febbre lo faceva gemere da un paio d’ore. In questi casi mia madre avrebbe fatto delle spugnature fresche e somministrato bevande dolci con il contagocce ed è quello che sto facendo. Beh.. forse mia madre non avrebbe apprezzato la concupiscenza con cui ammiro i suoi addominali scolpiti e la leggera peluria che gli copre il petto, ma pazienza, tanto non mi vede! Wow!
In realtà sono seduta per terra vicino al mio comò, da qui, posso permettermi di ammirare le linee del suo corpo con calma, ogni tanto gli detergo le braccia e il viso con un asciugamano bagnato e poi torno a fissarlo. Per tutto questo tempo non ho fatto altro che rimuginare sulla ragione che lo ha spinto a venire da me all’alba, invece di chiamare il medico di fiducia o un compagno di squadra… ecco…. Sarebbe stato più plausibile no? Ci conosciamo appena, anzi lui mi conosce appena, eppure è venuto da me. Sospiro per l’ennesima volta scuotendo la testa, vacci piano con la fantasia Rachel, mi ripeto severa e mi alzo di nuovo, questa volta seriamente intenzionata ad allontanarmi da quella stanza e da quell’uomo. Invece mi avvicino di nuovo a lui, ma questa volta spendo un paio di minuti per guardare solo il suo viso, la sua espressione è rilassata nel sonno. Ma come è possibile che gli sportivi siano tutti belli come modelli? Beh quasi tutti. Le sue labbra sono leggermente socchiuse, seguo incantata la linea decisa della mascella, del mento, per non parlare del suo naso che mi fa impazzire, leggermente aquilino, un naso di carattere! Eh lo so, sono fuori di testa!
Maddie mi da detto che Tony solo ultimamente è tornato single, dopo una storia che durava da più di dieci anni. Non era ancora sposato con la donna che ha lasciato, ma presumo che vivesse con lei come se lo fosse stato. Come si può dimenticare una persona con cui si ha condiviso per così tanto tempo la propria vita? Come si può eliminare il ricordo di milioni di giorni passati insieme, di baci e di carezze, di grida e di lacrime? Io dieci anni fa giocavo a pallavolo, andavo in discoteca, ai concerti d’estate dove cantavo a squarcia gola, ero una ragazzina. Sono una ragazzina al suo confronto.
La comunione di gusti e idee e l’intesa che ci lega, mi ha fatto dimenticare che lui non è un uomo normale, che conduce una vita normale. Per più della metà dell’anno è sempre in giro per l’Europa giocando nei tornei o in ritiro per il periodo degli allenamenti. Se aggiungiamo anche le interviste, la pubblicità e Dio sa cos’altro, non avrà mai un momento libero. Sicuramente ha qualcuno che si occupa dei suoi affari, della sua casa, della sua spesa. Ed io cosa mai mi sono messa in testa? Che sarebbe bastato desiderarlo per averlo innamorato ai miei piedi? OK vi dico la verità, un pensierino ce l’ho fatto eccome, ma sono abbastanza realista da lasciar perdere le mie fantasie, non ho proprio speranze. Ok adesso basta!
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Questo letto ha un profumo strano terribilmente dolce, nauseabondo, cerco di aprire un occhio per capire dove mi trovo, presagendo di non essere a casa mia. Se non ricordo male ero in un locale con l’amica della mia vicina e poi ? Ah si, ho iniziato a dare di stomaco. A poco a poco riprendo possesso delle mie facoltà mentali e sensoriali e mi rendo conto di essere mezzo nudo. Perfetto!! Mi sono portato a letto una donna di cui non ricordo neanche il nome! Era da tanto che non cadevo così in basso. In gioventù ho vissuto per anni perennemente immerso in quella sfrontata spensieratezza che deriva dall’assoluta convinzione di essere il migliore. Una donna diversa ogni giorno, nessun impegno e regola e nessun rispetto per i sentimenti altrui. Naturalmente alla fine ho pagato lo scotto per i miei errori, ci ha pensato Vanessa a ridurmi uno straccio. Respingo subito quel pensiero molesto. Non ho voglia di pensare a lei .
Adesso è arrivato il momento di scoprire dove sono e con chi. La prima cosa che noto è che la padrona della camera ama la fotografia, una gigantografia di una spiaggia lambita da onde trasparenti è appesa sopra il letto, spostando lo sguardo per la stanza mi ritrovo a fissare un insieme di foto, magistralmente miscelate che formano un immenso puzzle di visi di tifosi in uno stadio, gli scatti impressi sulla pellicola in pochi secondi mostrano sapientemente l’evolversi della trasfigurazione che subisce il viso di una persona in preda ad una forte emozione . Cerco di alzarmi e con orrore mi accorgo che ho ancora i calzini addosso. Che figura meschina! Sono andato a letto con una donna in questo stato? Dovevo essere veramente sbronzo!
Con estrema cautela poso i piedi per terra e saggio le mie forze, si.. ce la posso fare. Con una mano sulla fronte quasi a trattenere legate tutte le parti del mio cranio distrutto da un’ emicrania che mi batte furiosamente sulle tempie, mi avvicino lentamente alla porta della stanza e do un’occhiata in giro nella speranza di trovare qualcuno ad aspettarmi. Che strano… mi sembra di aver già visto questo soggiorno….
Oh NO!! Dio fa che non sia vero!! Mi sono portato a letto la mia vicina?!? Una ragazzina che va ancora all’università?! L’angoscia che mi procura questa scoperta terrificante mi urta lo stomaco che brontola nervoso. O forse è solo la fame? Sono veramente diventato un uomo disgustoso, ho approfittato dell’ammirazione di una fan per passare una notte in compagnia!! Non ci posso credere!! Infatti non è possibile!! Io ero dall’altra parte della città con la sua amica… e allora cosa ci faccio qui?
- Buongiorno, ti sei svegliato finalmente. Come ti senti? –
- B-bene…credo. Ciao…. Come sono arrivato a casa tua? - le chiedo dubbioso cercando di abbottonare la camicia. Mi chiedo dove siano i miei pantaloni!
- Non ti ricordi ? Hai bussato alla mia porta questa mattina alle tre più o meno. Eri semi svenuto, ti è venuta la febbre e hai dormito per diciotto ore filate. Se vuoi farti una doccia il bagno è dietro le tue spalle, troverai tutto ciò che ti serve. La cena è pronta, quindi sbrigati. – mi incoraggia gesticolando con le mani.
Eh vecchio mio, altro che serata di sesso folle! Non hai digerito qualcosa e quasi moribondo ti sei presentato alla sua porta. Immagino che avrà pensato che non reggo l’alcool e che da buona mammoletta ultratrentenne quale sono, non sia in grado di superare una serata dritto sulle mie gambe. Ma cosa sto aspettando a togliere il disturbo?
Mentre l’acqua tiepida scioglie sia il mal di testa che la spossatezza, il buon umore ritorna ad alleggerire i miei pensieri ed esco dal bagno con un accappatoio giallo a righe verdi tranquillissimo. Il profumino che proviene dalla cucina, mi convince a rimandare i saluti a dopo. Ho una fame tremenda!
- Non so come ringraziarti per esserti presa cura di me. Non ricordo molto della serata di ieri, mi ha portato qui la tua amica? – chiedo sedendomi di fronte a lei.
- Non lo so, come ti ho detto ti ho trovato accasciato sulla mia porta agonizzante…. –
Il trillo insistente del telefono interrompe quello che stava per diventare un interrogatorio di terzo grado. Dove sei stato? Cosa hai fatto? Con chi? E ci hai fatto sesso?.. Lo so non sarebbero affari miei. ….ma la mi interlocutrice non è dello stesso avviso e neppure io! Dopo qualche minuto passato ad ascoltare Sandy blaterare entusiasta mi volto a fissare il mio ospite. Il resoconto dettagliato della serata precedente dal punto di vista della mia amica è decisamente differente. Non solo Tony l’aveva accompagnata a casa, ma vi aveva trascorso un paio d’ore piacevolmente nudo sopra di lei. Sandy si proclama innamoratissima di quell’uomo stupendo e decisamente intenzionata ad incastrarlo. La lascio parlare e in silenzio cambio stanza, lasciando Tony ad osservarmi perplesso. Sono sicura che mi sta raccontando qualche particolare scottante del loro amplesso, ma non riesco ad intendere ciò che mi dice, sono totalmente concentrata ad assimilare la notizia. Il mio primo impulso sarebbe quello di sbattere fuori di casa mia quello stronzo patentato, ma lentamente dentro di me prende forma un’idea decisamente più attraente. Racconto sottovoce alla mia amica gli eventi della nottata e la invito a raggiungerci.
Ho dovuto aspettare solo dieci minuti prima che Sandy piombasse in casa mia e non appena varcata la soglia, tra le braccia di un esterrefatto Tony che sembra alquanto stupito delle sue effusioni entusiastiche. Mentre la mia amica si stringe a lui, il suo sguardo sgomento incrocia il mio che lo fissa impietoso. Prende a scuotere la testa lievemente, come per farmi capire che non ha la più pallida idea di quello che sta succedendo. Non gli credo ovviamente. E da quella sera i nostri rapporti si raffreddarono parecchio.
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Capitolo 4 *** Solo per amore. ***
Passarono settimane e poi mesi da quel giorno, la loro relazione divenne di dominio pubblico grazie alle foto che un mio collega aveva scattato in occasione dell’inaugurazione di un nuovo locale. Le foto ritraevano la coppia felicemente avvinghiata sulla pista da ballo, in mezzo ad altri personaggi famosi. Sandy sfoggiava il migliore dei suoi sorrisi, era felice. E’ nata per stare sotto i riflettori e lo sa bene. Dal canto suo Tony sembra fiero di avere una donna tanto affascinante vicino, la stretta possessiva sul suo fianco ne è una comprova lampante. Naturalmente non l’ho invitato più a cena a casa mia, anche perché sapevo che usciva quasi tutte le sere con Sandy. E non aspettavo più la mia amica a pranzo nel bar dove di solito ci incontravamo per mangiare un panino insieme perché sapevo che lei preferiva passare tutto il suo tempo con lui.
Purtroppo quasi ogni giorno Sandy mi assedia con lunghissime e tediose telefonate in cui mi propina entusiasticamente il rendiconto di ogni loro serata. Il Tony brillante e salottiero, che Sandy adora, che la trascina in tutti i locali della città è un uomo decisamente diverso da quello che conosco io. Per un attimo lo rivedo steso, in tuta, sul mio divano rilassatissimo a guardare la televisione o in cucina con il grembiule legato sui fianchi a lavare i piatti dopo aver cucinato la cena. Ma forse, queste cose, si fanno solo con gli amici. E noi lo eravamo. Parlo al passato perché involontariamente e senza alcuna ragione a motivare l’ostilità che provo nei confronti del mio vicino, la stessa aumenta in maniera direttamente proporzionale alla soddisfazione di Sandy. Più lei è felice, più aumenta il mio livore. L’assoluta certezza che lui mi considerasse solo un’amica è un altro pensiero decisamente avvilente che mi accompagna ogni istante della giornata. Lo so, sono incoerente, ma ultimamente non ho le idee chiare.
Sandy è indubbiamente innamorata ed io sono contenta per lei, giuro, ma ogni cosa ha un suo limite. Non ne potevo più di ascoltare le descrizioni assurdamente dettagliate di ogni loro abbraccio. Nonostante non siano affari miei adesso so perfettamente che Tony bacia da Dio, molto lentamente, che ama giocare con i capelli della sua compagna e che tra le sue braccia si assapora quella meravigliosa sensazione di essere bramata intensamente. Grazie al Cielo una pudica reticenza le impedisce di raccontarmi anche i loro momenti più intimi.
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E’ da un po’ di tempo che mi ritrovo a sbirciare attraverso le tende come un ragazzino immaturo e solo per riuscire a vedere almeno da lontano Rachel. Non mi ha mandato chiaramente a quel paese, ma gli sguardi gelidi che mi rivolge per trenta secondi ogni mattina quando la incrocio nel parcheggio sono opportunamente eloquenti. Non capisco quale fastidio le abbia causato, nonostante non abbia più indugiato in situazioni intime con la sua amica, usciamo spesso insieme e devo riconoscere che è davvero una ragazza speciale, anche se ancora adesso non ricordo nulla della prima serata che abbiamo passato insieme.
Sandy invece si ricorda tutto, mi ha raccontato per filo e per segno gli eventi più importanti di quella sera con tanto di dettagli inequivocabilmente plausibili, ho bevuto come una spugna, l’ho accompagnata a casa e le sono saltato addosso. Ha citato anche la piccola cicatrice della mia appendicite e del neo a forma di stella che ho sulla chiappa destra, nessuno lo sa….. beh….. tranne chi mi ha visto nudo. Mi sono ritrovato nella condizione di essere colpevole di qualcosa che ho commesso inconsapevolmente….non è colpa mia …..ero sbronzo! Il motivo per cui mi sento colpevole nei confronti di Rachel ancora mi sfugge, ma comunque la situazione non cambia.
Rimpiango le nostre serate tranquille, passate a cucinare insieme e a ridere davanti a vecchi film da museo in bianco e nero che piacciono ad entrambi, a giocare a scacchi, anche se venivo stracciato dopo otto mosse. Allo stadio poi, Rachel è un compagno divertente, durante le partite si trasforma in uno scaricatore di porto ed è in grado di mangiare una quantità esagerata di hot dog con salsa piccante. Ammetto che mi manca e questa storia è andata avanti anche troppo per i miei gusti.
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Il ragazzo della pizzeria insiste che l’ordinazione è da consegnare al mio indirizzo che in effetti è scritto in chiare lettere sul suo registro elettronico. Senza darmi il tempo di protestare mi ha buttato tra le braccia due cartoni enormi di pizza appena sfornata, profumatissima e due confezioni di birre ben ghiacciate. Ringraziando silenziosamente il buon samaritano che mi ha offerto la cena, mi catapulto in cucina per posare tutto. Nel primo cartone la farcitura della pizza rispetta l’intruglio di ingredienti che preferisco in assoluto, ma nel secondo trovo stranamente tutto ciò che di solito ordina Tony. Con due birre in mano esco nel mio balcone e come immaginavo vedo Tony “casualmente” appoggiato alla ringhiera del suo. Per un attimo ci fissiamo incerti cercando di indovinare l’umore dell’altro.
Questa storia è andata avanti anche troppo per i miei gusti, rivoglio il mio amico indietro e poco importa che sia il ragazzo della mia migliore amica. Sorridendo fingo di porgergli la bottiglia di birra mentre bevo un sorso dalla mia. Vieni… la pizza si raffredda…. mimo le parole solo con le labbra, ma lui capisce lo stesso e mi raggiunge dopo pochi minuti. In tacito accordo non parliamo di Sandy, evitiamo qualsiasi discorso che possa disturbare la “nostra” serata. E a poco a poco ritroviamo la stessa intesa che ci univa in passato.
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Dopo cena ci siamo seduti sul divano per rilassarci davanti ad uno dei nostri film preferiti ma Rachel ormai è da un’ora che dorme sulla mia spalla. Con uno sforzo di volontà veramente difficile da assecondare mi allontano dal dolce calore di questa ragazzina a cui mi sento in qualche modo legato. Per tutta la sera l’ho vista sforzarsi di tenere a bada i suoi pensieri, come d'altronde ho fatto io. Sandy assurdamente è sempre stata presente tra noi.
Rachel è troppo giovane e ingenua per uno come me. Egoisticamente la vorrei vicina solo per saggiare quella spontaneità scevra di malizia e menzogna. Era da tanto che non vedevo una donna esprimere i suoi sentimenti senza vergogna. Mi basterebbe ben poco per soggiogarla e quindi assaporare la sua freschezza, ma non posso… anzi non voglio ingannarla e per quanto mi sia chiaro che quella che mi sono prefissato è la strada giusta, non credevo che mi costasse così tanto lasciarla.
Mentre attraverso il cortile rimuginando su questa strana situazione, dei passi affrettati dietro le mie spalle spezzano il silenzio della sera, so che è quella matta della mia dirimpettaia anche senza vederla . Si ferma a pochi passi da me, i capelli le scivolano per un attimo sul viso ma con una mano impaziente li scaccia e mi guarda con uno sguardo deciso, acceso da un’intensa emozione. Non ha bisogno di parlare, so cosa vuole, ciò che voglio anche io. Nel momento in cui la raggiungo, Rachel mi stringe tra le braccia e apre le labbra per accogliere le mie. Con un sospiro strozzato risponde con tutta sé stessa a questo bacio che è il solo modo per comunicare le sensazioni che ci scuotono, un modo per sentire più profondamente quello che lo spirito ci aveva già suggerito. Non esiste difesa contro il senso naturale dell’attrazione. Ed io non voglio resistere, voglio perdermi nel nulla per poi ritrovarmi accanto a lei.
- Tony … aspetta….non dobbiamo… scusa. – esala ancora aggrappata alle mie spalle.
- Ascoltami... io non sento nulla per Sandy, mi spiace per ciò che è successo, ma non posso continuare a vedere lei…. quando vorrei stare con te.. –
- Con me? Come puoi dire che “vuoi stare con me”? Non voglio essere la causa di una vostra rottura, lei è innamorata di te. E tu…. beh… tu l’hai desiderata, anche se inconsciamente, la volevi. .. e l’hai presa. – confuta seria.
- Ero ubriaco! Non ero in me, se vuoi la chiamo adesso e le dico…. –
- NO! Cosa le vuoi dire? Sai scusa, ti ho scopata fino a ieri ma ho cambiato idea! Non sei la persona giusta per me! – sbraita esasperata.
- Rachel ti giuro che non l’ho più toccata! Devi credermi.. –
Non l’ho più toccata… devi credermi….. voglio stare con te….. voglio stare con te…..
Per tutta la notte le sue ultime parole mi hanno assillata e all’alba mi sono decisa a buttarmi sotto l’acqua della doccia per liberarmi di quella sensazione penosa che mi grava sul petto. Non avrei dovuto seguirlo, ma nello stato semincosciente in cui versavo appena mi sono accorta di essere sola, non ho saputo resistere e gli sono corsa dietro. Perché mi sono innamorata proprio di lui? E’ l’uomo della mia amica! Si lo so, l’ho spinto io tra le braccia di Sandy e so anche che dovrei sparire immediatamente dalla vita di tutti e due.
Il cellulare trilla fastidiosamente, ho quasi paura a rispondere, il suo nome sembra lampeggiare furiosamente. Ma la voce di Sandy è squillante e allegra come al solito e mentre cerco di scordarmi della furiosa emicrania che mi distrugge le tempie ascolto in silenzio il fiume inarrestabile delle sue chiacchere spensierate. Dice che lo ama e che passeranno insieme il prossimo weekend, in un paesino sperduto della campagna inglese, in riva ad un lago, dove Tony possiede un cottage. Insomma lo scenario perfetto per un fine settimana romantico.
Brutto bastardo bugiardo!!
Il dubbio che Sandy non sia ben cosciente di cosa l’attende , mi sfiora, quando inizia a descrivermi tutti i vestiti che ha intenzione di portarsi dietro. Molto probabilmente il mio caro vicino non le ha spiegato che il cottage è, si, in riva ad un lago ma che è totalmente isolato, le poche abitazioni simili vengono usate solo per la stagione della pesca e sorgono nella sponda opposta. Tony mi aveva raccontato che per mancanza di tempo lo usava raramente ma che quel posto è perfetto per concedersi una settimana di relax in mezzo alla natura, pescando e magari leggendo qualche buon libro. Purtroppo la mia amica non ama cucinare, odia la pesca e dulcis in fundo soffre di una forte allergia alla flora di qualsiasi genere in questo periodo dell’anno!
- Ehm….. Sandy come farai per l’allergia? Se inali anche solo per sbaglio i delicati effluvi di una qualsiasi pianta in fioritura, tempo un giorno e sembrerai un rettile in piena muta! In aperta campagna devo ricordarti ci sono …TANTE… piante! – la informo cautamente.
- Tranquilla! Ho tutto sotto controllo! – replica entusiasta.
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Per questo weekend mi sono fissata tanti obbiettivi, pulire da cima a fondo tutto l’appartamento, fare il bucato, la spesa, un giro in centro a fare un po’ di shopping ed in fine una meritata pausa rilassante nel centro massaggi Chai Min. In realtà Chai è un amico di Peter, è il miglior massaggiatore di Londra, un bellissimo ragazzo moro che da poco ha saputo che sua moglie lo renderà padre. Sono felicissimi, per loro è il primo figlio e Chai non fa che parlare di bambini, biberon e pannolini.
Con un sospiro di sollievo mi stendo sul lettino, ho cercato con tutta la buona volontà che posseggo di “non” pensare che ormai la mia amica e quello stronzo del mio vicino sono probabilmente arrivati a destinazione e che in quel preciso momento forse stanno già passeggiando in riva al lago. Nonostante gli olii delicati che profumano l’ambiente, che normalmente hanno il potere di procurarmi una sorta di pace interiore assolutamente benefica, sono dominata da una furiosa animosità, non penso ad altro che a quei due abbracciati che si rotolano sulle lenzuola fresche! Una parte di me si è augurata che l’auto di Tony rimanesse in panne appena entrati in autostrada, che per lo meno due ruote si squartassero prima di raggiungere il primo incrocio o che Sandy fosse vicino ai suoi giorni “neri” del mese, in cui di solito è preda ai crampi, diventa intrattabile e si rifiuta di uscire dal letto finché non finiscono le mestruazioni. Invece sono partiti in orario, le previsioni fanno ben sperare in un weekend insolitamente caldo per questa stagione e la mia cara amica ha già superato con successo il periodo buio del mese. Sono molto depressa e cosciente che la mia crudeltà è stata ben ripagata dalla giustizia divina.
- Rachel è per te, telefonata urgente di Peter, per questa volta puoi rispondere. – concede cordialmente Chai consegnandomi il suo cellulare. I suoi clienti sono obbligati a spegnere il telefono dentro il centro massaggi.
- Pronto Peter, che succede? – chiedo allarmata, sono sicura che se mi ha chiamata sapendo dove sono, deve esserci una buona ragione e di solito questo vuol dire guai.
- Sandy sta male, appena ha messo fuori il naso dal cottage si è gonfiata come una palla, il tuo amico l’ha portata in un ospedale, io e Meddie andiamo da lei … tu che fai? –
Sono rosa dal rimorso e mi pento davvero tanto di aver sperato che il loro weekend romantico andasse a finire come alla fine è successo, un disastro completo. Abbiamo trovato Sandy abbastanza tranquilla, in una stanza del piccolo ospedale. Grazie alle cure dei medici ha ripreso le sue solite sembianze, forse il suo respiro è ancora un po’ affrettato, ma nel complesso sta bene. Appena il medico esce dalla sua stanza, però, inizia a lamentarsi e con le lacrime agli occhi ci racconta le sue disavventure.
- Pensavo mi portasse in un albergo, invece quella casa dove mi ha costretto ad entrare puzzava come una fogna, il bagno e le stanze sono piccolissime e…..”quello” voleva far cucinare me! E…. ha messo dei ..VERMI… dentro il frigo…. vicino alla verdura!! Oddio ancora un po’ e gli vomito addosso!! Non ho osato dirgli nulla finché non l’ho visto preparare delle piccole polpette, pensavo che fosse qualcosa di commestibile per l’aperitivo…. Invece quel deficiente aveva preparato una pastella per far abboccare i pesci, quella robaccia emanava un fetore terribile e in quel momento sono scoppiata, gli ho urlato contro per mezz’ora e poi sono scappata fuori senza pensare che eravamo in mezzo ad un bosco!! -
- Mi spiace davvero… - mormoro mortificata.
Ho dovuto conficcarmi le unghie nel palmo per riuscire a reprimere con forza la voglia di riderle in faccia, sono un’amica pessima, sono una persona indegna….. Lo penso davvero…… ahahahahahahahahah!! I Vermi nel frigo!! No! Non devo ridere! Non devo! Cattiva Rachel! Cattiva!
Sandy vuole tornare subito a casa e per riuscire a caricare in macchina le sue valige, io sono “costretta” a rientrare a Londra con Tony. La soluzione più che sensata di far trasportare le valige dalla sua Porche, mentre io occupavo il mio posto nell’auto di Peter è naufragata nel nulla, distrutta dalle lamentele della convalescente che non voleva mollare i suoi preziosi vestiti.
Ero sicura che saremmo partiti con i ragazzi, invece a causa di una serie di strane coincidenze siamo obbligati a rimandare la partenza. Improvvisamente la sua auto nuova non ne vuole sapere di partire e fatto ancora più insolito il meccanico che Tony ha chiamato non riesce a comprendere quale sia il problema.
- Si può sapere che diavolo succede? Perché non funziona?! Voglio tornare a casa! –
- Ehi calmati, io non ci capisco nulla di motori! Che devo dirti, è una macchina potente ma basta uno stupido fusibile per fermarla. Lascia che ci pensi il meccanico. Entriamo in casa. –
Il cottage di Tony è una meravigliosa casetta in pietra, nel pianoterra c’è una cucina moderna, un enorme tavolo con tante sedie colorate e una zona relax con due divani dall’aria molto comoda piazzati davanti ad un vero camino rivestito da una strana pietra rilucente. Ovunque regna un sottile profumo di cera per mobili e di erbe aromatiche. Che strano!
Nel piano superiore ci sono due camere da letto molto luminose, con i mobili in legno e soffici coperte colorate sui letti. Ma la cosa che più mi ha colpito, in assoluto, è stato il bagno. Le pareti sono quasi completamente composte da finestre che si affacciano sul lago e in mezzo alla stanza fa bella mostra di sé, una meravigliosa vasca bianca a zampe di leone, fare il bagno lì dentro realizzerebbe uno dei miei più grandi desideri. Mentre vago per la casa a curiosare, Tony ha preparato la cena e il tavolo nella veranda. Abbiamo mangiato in silenzio guardando il sole cedere il cielo alle stelle.
- Se avessi una casa come questa non la lascerei mai. Sei fortunato. – sospiro beata godendomi il panorama.
- Anche a me piace molto, Sandy invece non l’ha apprezzata….. –
- Ognuno ha i suoi gusti, no? E poi devi capirla, i tuoi vermi e l’allergia l’hanno fatta infuriare. Ti spiace se vado a dormire? Sono stanca. – non ho nessuna intenzione di farmi coinvolgere in una discussione sulla mia amica.
- Assolutamente.. – mormora pensieroso.
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Ho approfittato della situazione venutasi a creare con una determinazione disperata e finalmente ho ottenuto ciò che volevo, Rachel vicino a me. Se sapesse che ho sabotato io stesso la mia auto e chiamato un vecchio amico pescatore per fingersi meccanico, penserebbe che sono impazzito e molto probabilmente avrebbe ragione.
Volevo che vedesse la mia casa, l’appartamento che uso in città l’ha arredato un’amica e ancora dopo tanto tempo non mi sento a mio agio tra quelle mura, mentre questa casa l’ho progettata proprio come la volevo. Qui dentro c’è una parte di me che esula dal personaggio pubblico e che a volte diventa un abito molto scomodo da indossare. Mi piacerebbe che Rachel mi vedesse come un uomo qualsiasi e non solo come il famoso capitano della Nazionale. E soprattutto che si dimenticasse che frequento la sua migliore amica.
Le ho dato uno dei miei pigiami e dopo averla salutata sono sceso a preparare un tea, non riuscirò a dormire questa notte, lo so già, immaginarla sotto la doccia o dentro il mio letto non mi farà chiudere occhio. Sono ridotto veramente male se mi riduco a tremare dal desiderio di lei e nel frattempo mordo il freno pur di non perdere la sua amicizia. Rachel mi piace, sono attratto da lei, dal suo modo di essere, ancor prima del suo fascino semplice e privo di artifizi.
Purtroppo mi ha detto a chiare lettere, che lei non si sarebbe mai frapposta in una relazione in cui la sua migliore amica si dichiarava felice e soddisfatta e allora sono arrivato alla conclusione, visto che sono sicuro che Sandy non mi ama, ma che è solo attratta da ciò che sono, che sarebbe stato meglio aprirle gli occhi sui miei gravi difetti…. in ogni modo.
Il giorno prima di arrivare al cottage ho avvertito la signora Sarah, che si occupa della casa, di spruzzare ovunque uno spray nauseabondo che riproduce il fetore di una bestia in calore, suo marito lo usa per attirare gli animali quando va a caccia. E ho piazzato un’intera scatola di vermi dentro il frigo, nonostante ci sia, nel garage, un piccolo frighetto che adopero solo per le esche. Sapendo quanto le donne in generale odino la pesca e tutto ciò che la riguarda, andavo sul sicuro, per riuscire a farla inorridire e ci sono riuscito.
Quello che non mi aspettavo era la sua allergia, in quel momento ho capito che Sandy faceva sul serio, voleva incastrarmi, altrimenti non avrebbe rischiato un grave attacco di asma, sapendo che la meta del weekend era una gita in mezzo alla natura, una donna disinteressata avrebbe rifiutato, invece lei non l’ha fatto. Qualsiasi fosse il suo intento il destino ha voluto altrimenti. Peccato… avevo ancora in serbo per lei … alcuni scherzetti niente male!
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Capitolo 5 *** Una domenica speciale. ***
Dopo una meravigliosa dormita ristoratrice mi sono vestita in tempo record ansiosa di passeggiare vicino al lago. La casa è immersa nel silenzio e la luce dell’alba illumina appena le stanze. Scendo le scale senza le scarpe per evitare di far rumore, ma quando arrivo in cucina trovo un bel disastro ad aspettarmi.
Nella notte i vermi avevano trovato una via d’uscita dal contenitore dove erano rinchiusi e si erano sparsi su tutto il bancone della cucina e alcuni allegramente banchettavano sul cesto della frutta. Dopo aver ripulito tutto e rinchiuso i fuggitivi vivi dentro una bustina, mi sono concessa una bella tazza di tea e una fetta della meravigliosa torta che ho trovato sul tavolo.
- Buongiorno… c’è un po’ di caffè anche per me? – chiede una vocetta assonnata.
- Buongiorno a te. Dormito bene? – non ha una bella cera, sembra reduce da una serata insonne.
- No, non proprio. E tu? – risponde sbadigliando, sedendosi davanti a me.
- Benissimo grazie, questa mattina ero decisa a passeggiare vicino al lago ma, una colonia di vermi mi ha bloccata qui. – gli spiego indicando una bustina vicino al lavandino.
- Me ne ero dimenticato! Li hai catturati tu? – sobbalza sorpreso cercando in giro qualche segno del loro passaggio.
- Certo! Io andavo a pesca con mio padre e non svengo davanti ad un paio di vermetti. –
- Non ci credo… sai pescare?! – esclama felicissimo balzando in piedi.
- C-certo .. ma perché? –
- Andiamo! –
E così, sotto il sole pallido delle otto del mattino, siamo in mezzo al lago sopra una barchetta a due remi, io a prua e Tony a poppa. Nel frattempo che aspettiamo che anche i pesci si sveglino, ci siamo divisi un panino e della frutta. L’aria è meravigliosamente fresca e gli unici rumori che sento me li regala la natura che si risveglia intorno a me. Che pace!
Uno strattone improvviso mi fa balzare in piedi per trattenere la mia canna, la barchetta oscilla pericolosamente, mi sono dimenticata di essere sopra un guscio di noce in mezzo ad un lago molto profondo. Anche Tony balza in piedi con uno strano luccichio ferino nello sguardo.
- Per la miseria ha abboccato! – esclama Tony incredulo strappandomi di mano la canna.
- Ma cosa fai?! Ridammela!! .- sbraito cercando di riprenderla.
- Stai ferma!! Sei impazzita? Vuoi far ribaltare la barca?! –
- Ridammi subito la mia canna! Il pesce è mio!! Sono perfettamente in …. –
Nel momento in cui ho tentato di riprendermi la canna, Tony si è sbilanciato per dare l’ultimo strattone per catturare il pesce e inesorabilmente siamo finiti tutti e due in acqua. Risalgo in superficie infuriata, sputacchiando, pronta ad urlargli contro, ma la sua faccia è talmente ridicola che inizio a ridere sguaiatamente. Per fortuna Tony è un uomo abbastanza sportivo e senza indugio si unisce alla mia risata.
Quando usciamo dall’acqua però in un attimo la sua espressione cambia. Si è girato verso di me per aiutarmi a risalire la sponda ma i suoi occhi hanno indugiato forse un momento di troppo sui miei vestiti bagnati. Se non avessi visto il suo disagio e apprezzato il suo debole tentativo di trovare un qualsiasi argomento in grado di porre fine alla tensione sensuale che si era venuta a creare tra noi, forse, mi sarei adeguata al suo atteggiamento, ma l’ho visto.
Ho riconosciuto il desiderio nel suo sguardo e nei suoi gesti ansiosi un riflesso del suo turbamento. Un attimo dopo ero tra le sue braccia, non riuscivo a pensare a null’altro che a lui e alla sua bocca che si muoveva tenera sulla mia. Con mani malferme sono riuscita a trovare un varco tra i lembi della sua camicia bagnata, la sua pelle che è meravigliosamente liscia, sentirlo gemere mi fa perdere la testa. Mi stringo più forte a lui e mi abbandono alle sue carezze.
- Rachel… potrei chiedere ai vicini di chiudere le tende mentre ti spoglio ma non sarebbe una cosa facilmente realizzabile… - mormora baciandomi lievemente il viso.
- Voglio fare l'amore con te. E non potrei rinunciare a te neanche se lo volessi…..-
- E io non voglio che tu desista….. è da tanto che ti aspetto… - ammetto sorridendo.
Ci siamo incamminati verso casa mano nella mano. Egoisticamente in quel frangente non c’era nulla di più importante di noi insieme. Eppure una parte di me era a disagio, quella parte che credeva fermamente nell’amicizia. Con Sandy ho condiviso gioie e piccoli dolori, nottate sotto le stelle e vacanze spensierate. Ho asciugato le sue lacrime quando era disperata e lei ha colmato con tanto affetto i miei momenti bui. Le voglio bene come ad una sorella. Ma purtroppo ci siamo innamorate dello stesso uomo. Cosa farebbe lei al mio posto? Rinuncerebbe all’amore per salvare la nostra amicizia?
Mi volto a guardare Tony e poi le nostre mani giunte, vale la pena perdere un’amica per amarlo ? E in un attimo tutti i momenti passati insieme si affollano davanti ai miei occhi e si, mi dico convinta, vale la pena combattere per lui. Ma tenterò anche di difendere l’amicizia che mi lega a Sandy. Se è una vera amica verrà scossa dai miei stessi scrupoli e quando avrà parlato anche con Tony, forse accetterà con animo più sereno la situazione. Ho detto forse, perché la conosco e so perfettamente che non la prenderà bene.
Seduto davanti alla porta d’ingresso troviamo un vecchietto che scorgendoci, accenna ad un saluto. Ecco un segno del destino, non posso fare l’amore con lui, senza aver prima parlato con Sandy, devo dirglielo, devo parlarle. E cosa dirle esattamente che mi lascia confusa e spiazzata. Sono attratta da Tony, non solo da ciò che è, il capitano più bello e sexy della storia dello sport, mi piace perché si è mostrato disponibile con i bimbi, perché mi ha preparato la cena più volte durante il mio infortunio, perché si lascia battere a scacchi e non si lamenta mai, perché abbiamo molte cose in comune e perché …… è lui. Mi sono stancata di mentire anche a me stessa, lo voglio vicino e lo voglio solo per me.
- Oh salve Tony, la macchina è in ordine. Può partire quando vuole. – esclama ilare.
- Grazie Will. Buona serata. – mormora piano stringendogli la mano.
- Anche a voi. E’ stato un piacere conoscerla signorina. – mormora cordiale.
- Ehm…. grazie. Buonasera. –
Mentre Will si allontana, mi volto a fissare il viso di Rachel, il suo sguardo è perso nel nulla e l’espressione del suo viso è seria, preoccupata. La sento trasalire quando le prendo la mano e con riluttanza alza gli occhi per incontrare i miei. Non ha bisogno di spiegarmi cosa la rende così indecisa e cauta, da una parte sono felice che sia una persona corretta, se lo è con gli amici, lo sarà anche con me. Se dessi retta al mio istinto, la porterei di sopra e l’amerei fino a farle dimenticare i suoi scrupoli. Ma per una volta, forse per la prima volta da tanto tempo non voglio essere la causa del dolore altrui, voglio rispettare i suoi sentimenti.
- Sbaglio a pensare che vuoi tornare a casa e parlare con Sandy? – le chiedo accarezzandole una guancia.
- No, non sbagli. Scusami. Devo parlare con lei. –
L’ho lasciata davanti a casa e salutata con un semplice abbraccio, le ho promesso che avrei aspettato una sua chiamata. Le voglio dare il tempo di parlare con la sua amica di realizzare bene il cambiamento radicale che la reciproca attrazione avrebbe recato al nostro rapporto e forse ho bisogno di riflettere anche io. Dopo Vanessa non ho più avuto una relazione stabile, perdere la donna che pensavo divenisse la compagna della mia vita mi ha reso più insensibile, lo ammetto. Non cercavo né assicuravo particolari attenzioni né impegni. Volevo dimenticare. Divertirmi e null’altro. Ho avuto parecchie donne e ultimamente ero nauseato della vita che conducevo.
Con Rachel mi è parso semplice e soprattutto spontaneo smettere di esibire la maschera da bastardo pallone gonfiato esaltato di me stesso che mostravo in pubblico, con lei era stato anche facile trattenere gli istinti puramente fisici perché sapevo che lei non era pronta. Le ho promesso che non sarei andato a cercarla… ma nulla m’impediva di fissare le sue finestre per tentare di scorgerla.
§§
Sono due giorni che non la vedo, due dannatissimi giorni che non mi chiama. E da due lunghi giorni che passo tutto il mio tempo davanti alla finestra per controllare la sua. Adesso basta! Mentre busso alla sua porta la mia rabbia cresce e una miriade di parole dure m’ affollano la mente. Non mi farò prendere in giro da una ragazzina!
- Ma si può sapere che cosa ti prende?? Vuoi buttarmi giù la porta? – sbraita infuriata senza degnarsi di salutare. Se avessi colto sul suo viso un semplice cenno di tenerezza mi sarei calmato, ma il suo atteggiamento scostante mi fa uscire fuori dalla grazia divina.
- Faccio quello che voglio! Dove sei stata? Sono due giorni che aspetto una dannatissima chiamata. Due giorni a spiare le tue finestre come un’idiota!! Si può sapere che sta succedendo? - urlo avvicinandomi minaccioso.
- Sono appena rientrata e ……. Ma perché mi sto giustificando? Ti avrei chiamato quando lo avrei ritenuto più opportuno. Io non sono una bambolotta a cui puoi ordinare cosa fare!! Ti chiamo se mi va di farlo! Chiaro?! –
- Chiaro!! Chiarissimo!! Perfetto!! Allora ci sentiamo… quando lo riterrai opportuno e ci vedremo se io lo riterrò necessario!! - sibilo furioso prima di girarmi ed uscire da quell’appartamento sbattendo la porta.
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Sono un’idiota!
Sono due settimane che me lo ripeto. Non avrei dovuto alzare la voce e aggredirla in quel modo. Non mi ha più chiamato e per una settimana non ho più visto neanche la sua auto, sembrava che si fosse trasferita in un altro appartamento, in un’altra città. Poi all’improvviso è tornata, ha aperto tutte le finestre, ha fatto pulizie e questa sera ha organizzato un party, lo so perché ho spiato finora tutti i suoi movimenti così attentamente che potrebbe tranquillamente denunciarmi per violazione della sua privacy.
La festa è finita abbastanza presto e tutti i suoi amici ormai sono andati via, quando l’ho vista scendere in cortile con qualcuno che la teneva per mano, non ho esitato e mi sono precipitato in cortile per fingere di essere rientrato “casualmente” proprio in quel momento. L’ho vista sorridere dolcemente e ricambiare un abbraccio affettuoso mentre salutava il suo amico e ho visto il suo sorriso morire quando ha incrociato gli occhi con i miei.
- Ciao… - non posso lasciarla andare via senza provare a parlarle.
- Ciao. –
- Come stai? – chiedo avanzando di un paio di passi verso di lei. Che fantasia O’Toole, tu si che ci sai fare con le parole…. Dannazione!
- S-sto bene. Scusami, sono stanca. Buon…. –
- Chi era quello? – chiedo senza riuscire a frenarmi.
- Non ricominciare con quel tono! Non hai nessun diritto di chiedere proprio un bel niente! Vedo che due settimane di calma non ti sono servite a nulla! –
- Rachel che cosa vuoi da me?! – sbraito esasperato.
- Se non l’hai capito finora è inutile che continuiamo a parlare! – sussurra mestamente allontanandosi.
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Dopo tutto questo tempo ancora non mi crede! Ha preferito mantenere l’atteggiamento dell’uomo indignato e ferito ma non ha compreso che quello di cui ho bisogno è solo la sua fiducia. Forse a causa dell’esperienza traumatica che ha vissuto con la sua ex fidanzata è diventato così sospettoso ed io lo capisco. Ma se vogliamo che la nostra relazione funzioni, deve imparare a fidarsi di me. E Dio solo sa quanta fatica mi costa non correre da lui e buttarmi tra le sue braccia.
Il confronto con Sandy è stato traumatico, ho chiesto a Tony di lasciarmi il tempo necessario per parlarle con calma, volevo spiegarle che amavo il mio vicino di casa da tempo ma che in nessun caso mi sarei intromessa tra loro, ma alcune volte succede di innamorarsi della persona giusta nel momento sbagliato. Ma Sandy non ha voluto ascoltarmi, mi ha accusata di aver tramato dietro le sue spalle per portarle via l'uomo, mi ha accusata di essere una persona falsa, un'amica indegna.
Ma quello che più di tutto mi ha ferita è stata l’accusa di essere sempre stata un’amica invidiosa della sua vita, un’amica gelosa di lei. Forse ha ragione Sandy, mi sono ingannata per troppo tempo noi non eravamo amiche, forse non lo siamo mai state.
Avevo bisogno di stare da sola per riflettere e senza indugiare ho preso la macchina e sono andata dai miei. Ho pianto, urlato e parlato, parlato fino allo sfinimento. Sono rimasta da loro per una settimana e quando mi sono sentita pronta sono tornata a casa anche per affrontare finalmente i miei sentimenti per Tony, lo amavo già da tanto ma non volevo ammetterlo per paura di far soffrire Sandy e Tony e di soffrire io stessa, ma ho fallito miseramente, ho perso la mia migliore amica perché ci siamo innamorate dello stesso uomo.
Non ero riuscita a rilassarmi, neanche dopo un lungo bagno profumato. Entro in camera nuda senza accendere la luce e mi avvicino alla finestra sperando e temendo di vedere l’ombra di Tony stagliarsi in una delle sue. E lui è lì, immobile, sembra aspettare.
La mia mano, armata di una sua volontà, si tende verso l’interruttore e preme il tasto. Sono perfettamente cosciente che adesso lui può vedermi. Dopo qualche minuto spengo la luce. Con la mente completamente vuota raggiungo ed apro la porta, insensatamente la lascio socchiusa e torno in camera ad aspettare.
I minuti passano lentamente e quando sento la serratura scattare inizio a tremare. Adagio un’ombra si avvicina al mio letto e per un attimo mi sfiora il dubbio atroce che non sia Tony a muoversi nel buio accanto a me, ma uno sconosciuto che finirà per aggredirmi. Invece sono delle mani delicate ad accarezzarmi e delle labbra dolcissime a sfiorarmi la pelle, un gemito dolente mi sfugge quando finalmente i nostri corpi si toccano per la prima volta.
Lo accolgo dentro di me con un sospiro pago e in fondo al cuore sono felice di aver rischiato. Tony si muove appena, vuole prolungare al massimo questo nostro primo contatto. I nostri gesti si susseguono decisi e teneri al contempo, le nostre mani vagano sul corpo dell’altro per conoscere, accarezzando e invadendo ogni recondito dolce segreto e le nostre labbra si cercano per cogliere il respiro dell’altro e con esso un brandello dell’essenza più intima di quella parte dell’ anima che innalza il desiderio. I nostri sospiri e gemiti scandiscono il ritmo di questa nostra preziosa danza sensuale che ci lascia esausti e avvinti da potenti ondate di piacere.
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