The new love di DiNozzo323 (/viewuser.php?uid=64620)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una ragazza misteriosa ***
Capitolo 2: *** Sala interrogatori ***
Capitolo 3: *** Da Abby & Jacklyn Miller ***
Capitolo 4: *** I tatuaggi di Jacky & Un caso su cui lavorare (cap 1° e 2°) ***
Capitolo 5: *** Maledetta finestra & Sparatoria & Sala Autopsie ***
Capitolo 6: *** Ho voglia di rilassarmi ***
Capitolo 7: *** Spogliatoi e Docce Impreviste & Una notte particolare ***
Capitolo 8: *** Una visita spiacevole & Lo stivale ***
Capitolo 9: *** Rivelazioni & Sentimenti e mosse stupide ***
Capitolo 10: *** Ospedale & Epilogo - Tredici anni dopo ***
Capitolo 1 *** Una ragazza misteriosa ***
Ciao a tutti, vorrei
premettere che questa è la mia prima
fic e non sono pratica di HTML. Mi auguro che commentiate in molti, e
spero anche in
critiche costruttive che mi permettano di migliorare. Ah, se trovate
dei commenti a inizio capitolo leggeteli che ve lo illustreranno un
po’, poi capirete meglio. Ora vi lascio alla lettura. Ciao
I CAPITOLO –
UNA RAGAZZA MISTERIOSA
Era mattina presto di
un giorno di Aprile, in aria vi era una leggera
brezza. Alla sede di Washington dell’NCIS iniziarono ad
arrivare i primi agenti e, con loro, una strana ragazza con uno
scatolone tra le braccia.
Era molto
bella, con lunghi capelli biondi lisci come seta, occhi
penetranti, azzurri, e forme aggraziate. Indossava una leggera camicia
da notte nera di seta, retta da due bretelline sottili, che le arrivava
appena a metà coscia, una vestaglia dello stesso colore e un
paio di stivali lucidi, anch’essi neri, con le borchie.
Dopo aver
aspettato per alcuni minuti all’ingresso, con uno
sguardo assorto, come se stesse cercando qualcuno o stesse prendendo
una decisione di vitale importanza, si avvicinò agli agenti
di guardia
-Mi scusi,
può chiamare l’agente Anthony DiNozzo?-
-Subito
signorina, lo vado a chiamare- rispose uno allontanandosi
Intanto un
collega –Signorina, mi perdoni ma devo ispezionare
il pacco-
La ragazza,
dopo aver scosso energicamente la testa, rispose che non ve
ne era alcun bisogno, che doveva solo parlare con DiNozzo.
Così l’agente, insospettitosi per il suo strano
comportamento, si avvicinò, le prese lo scatolo dalle mani,
lo aprì e, dopo averlo lasciato cadere, le puntò
la pistola alla testa
-NON SI MUOVA
O SPARO!—Sam, aiutami!-
I due agenti
la bloccarono nonostante le sue proteste. Poi, finalmente
si vide uscire dall’ascensore l’intera squadra di
Gibbs. Tony dopo aver squadrato la ragazza si rivolse ai due agenti
-Che diavolo
sta succedendo? Perché mi avete chiamato?-
-Signore-
rispose quello di nome Sam- la ragazza ha chiesto di lei,
aveva quel pacco…-
La squadra
spostò ripetutamente lo sguardo dalla ragazza,
che stava visibilmente tremando, al pacco e a Tony che, avendolo
aperto, ne poté rivelare il contenuto: avvolta in un
sacchetto di plastica, vi era una mano umana.
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Capitolo 2 *** Sala interrogatori ***
In
questo capitolo l’azione si svolge in sala interrogatori, con
Gibbs e la ragazza misteriosa, e nella piccola stanza dove si ascolta,
con Tony, Ziva e McGee
II
CAPITOLO – SALA INTERROGATORI
<<-Signore-
rispose quello di nome Sam- la ragazza ha chiesto di lei, aveva quel
pacco…- La squadra spostò ripetutamente lo
sguardo dalla ragazza, che stava visibilmente tremando, al pacco e a
Tony che, avendolo aperto, ne poté rivelare il contenuto:
avvolta in un sacchetto di plastica, vi era una mano
umana.>>
La
sala era fredda, tetra, questa fu la prima impressione della ragazza,
ma d’altronde lei non era mai stata in una sala interrogatori.
Gibbs la
scrutava silenzioso, preoccupato e incuriosito. Era impossibile non
notare la bellezza della ragazza, nonostante stesse piangendo. Le sue
lacrime, a contrasto con le pareti, sembravano argentate e il suo viso,
arrossato dal pianto, risaltava ancora di più il colore
degli occhi.
-Posso sapere
chi è lei?-
Nessuna
risposta
-Perché
aveva con sé uno scatolo contenente una mano umana?-
-…-
-Perché
voleva parlare con l’agente DiNozzo?-
-…-
-Mi risponda!
Chi è lei?-
-Diavolo,
avete visto? Gibbs si sta alterando, e parecchio, anche-
-Mi sembra
ovvio, Ziva, non ha mai incontrato una persona tanto testarda,
specialmente una donna-
-Con questo
che vorresti dire? Che siamo inferiori?-
-No, no. Solo
che molte donne cedono subito alle autorità, e Gibbs
è l’emblema dell’autorità-
-Sarà,
ma non tutte sono così. Io non cederei-
-Si, lo
faresti… Prima o poi tutti cedono con Gibbs…-
Tony intanto,
senza curarsi dei discorsi dei due, osservava la scena
pensieroso…
-Sono sicuro
di avere già visto quella ragazza, ma non ricordo
dove…-
-Forse era una
tua vecchia scintilla-
-Si dice
fiamma, Ziva, comunque sono sicuro di no. Non sono mai stato con questa
ragazza, anche perché è molto giovane,
avrà almeno 10 anni meno di me. Devo averla conosciuta molto
tempo fa…-
Intanto la
ragazza, che si stava calmando, cercò di parlare…
-Io devo
vedere Tony. Gli devo parlare. È una questione…-
respirò profondamente, conscia che le parole che avrebbe
pronunciato le avrebbero cambiato la vita -di vita o di morte-
Gibbs le porse
un fazzoletto, fiero nell’animo che la ragazza avesse ceduto
–Ecco, prenda questo. Di vita o di morte per chi? Per lei?-
-Mi dispiace.
Devo parlare con DiNozzo- ribadì lei ora con voce dura
-DiNozzo non
c’è. Dovrà parlare con me-
La ragazza lo
guardò fissa negli occhi, per nulla intimorita
dall’uomo, e con mente lucida disse
-Riferisca a
DiNozzo queste mie parole: caso della polizia di Baltimora 975361 del
1998. Famiglia Miller…-
McGee
–Tony, di cosa parlando…-
Ma Tony era
“fuggito” dalla sala e dopo aver aperto con
violenza la porta della sala interrogatori, sotto lo sguardo irato di
Gibbs, che se avesse potuto lo avrebbe arso vivo, disse solo una parola
–Jacklyn?!-
-Sì
Tony. Sono io…-
Un saluto a
tutti e un grazie speciale a tutti coloro che l’hanno letta e
mi hanno recensito
Per Thia e
tinta87: sono contenta che vi sia piaciuto e mi dispiace che i capitoli
sono corti ma volevo cercare di chiuderli con ‘un colpo di
scena’ ^.^ che ha causato un notevole taglio ai vari
capitoli. Volevo aggiungere che, sì, è una
DiNozzo-centrica e che da me non potevate trovare altro
perché adoro sia il personaggio sia l’attore che
lo interpreta ;)
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Capitolo 3 *** Da Abby & Jacklyn Miller ***
III CAPITOLO
PARTE PRIMA
– DA ABBY
<<-Riferisca
a DiNozzo queste mie parole: caso… 975361…
famiglia Miller…- Tony… dopo aver aperto con
violenza la porta della sala interrogatori… disse solo una
parola –Jacklyn?!- -Si Tony. Sono
io…->>
Tony
aveva occhi solo per Jacklyn, sembrava non si fosse nemmeno accorto del
resto della squadra che lo scrutava come se fosse un alieno.
Jacklyn,
intanto, lo guardava con un sorriso colmo di felicità, che
sembrava emanare luce propria e, riprendendo a piangere, ma stavolta
per la contentezza, disse
-Oh, Tony,
allora non ti sei dimenticato di me!-
-No, piccola,
come avrei potuto…- -Vieni qui, fatti salutare come si deve-
e, detto questo, l’abbracciò
-Non temere,
ci sono io con te ora- le disse mentre, per quelli che gli sembrarono
essere minuti, le accarezzava la testa
-Ehm,
ehm… DiNozzo, mi potresti spiegare cosa succede o ti devo
ricordare che ci sono anch’io prendendoti a scappellotti?-
-Sì,
capo, hai ragione. Scusa- -Lei è Jacklyn Miller…-
-L’avevo
capito da solo, DiNozzo. Magari mi potresti spiegare qualcosa a cui non
posso arrivare da solo?-
Jacky intanto
li guardava divertita, ma, improvvisamente, a causa del freddo, ebbe un
brivido che non sfuggì all’occhio attento di Tony
-Capo ti
spiegherò tutto, ma prima posso accompagnarla da Abby per
vedere se ha qualcosa da prestarle? Penso abbia freddo vestita
così-
-Bene, ma
sbrigati. Noi ti aspettiamo da Ducky…-
-Grazie capo-
Così
mentre la squadra si recava da Ducky per avere qualche altra
informazione sulla mano, Tony andava con Jacky da Abby…
-Tony, chi
è questo Ducky?-
-Lui
è il patologo, Ducky Mallard. Sta analizzando…
bé, avrai capito…-
-Si,
si… certo… la mano…- così
tra i due scese un silenzio imbarazzato che si interruppe solo quando
arrivarono da Abby che, tanto per cambiare, stava bevendo il
caffè mentre ascoltava musica a tutto volume
-ABBY, CIAO.
QUESTA È UNA MIA AMICA. SI CHIAMA JACKY. NON È
CHE AVRESTI QUALCOSA DA DARLE?-
-COME HAI
DETTO TONY? NON TI SENTO…-
Tony si
avvicinò allo stereo e lo spense, nonostante le proteste
della ragazza
-Così
va molto meglio. Ma come diavolo fai a non romperti un timpano col
volume così alto… Comunque ti stavo dicendo che
questa è una mia amica, si chiama Jacky- -Per caso hai
qualcosa da prestarle?-
Abby prima di
rispondergli girò più volte attorno a Jacky
osservandola…
-Ha
un’aria simpatica e dovrebbe portare la mia stessa
misura… Sì. Ecco dei vestiti. Dovrebbero starti
bene-
-Grazie Abby,
li indosso subito-
Così
si tolse la vestaglia, ma sentendo uno sguardo addosso si
voltò e vide che Tony era ancora lì e la guardava
insistentemente
-Ehm, Tony, mi
dovrei cambiare-
-E allora?-
rispose lui con un sorriso malizioso che la fece arrossire
-Tony-
intervenne Abby –penso che se non ti rechi subito da Ducky
Gibbs ti ucciderà-
-Hai ragione.
A dopo!- E si dileguò
-Allora, cara
Jacky, prima di vestirti mi spiegheresti chi sei e come conosci Tony?-
-È
una storia lunga…-
-Ho tutto il
tempo di questo mondo-
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
N.B. Questo parte spiega chi è Jacklyn con un
racconto simultaneo di Tony e Jacklyn stessa.
III CAPITOLO
PARTE SECONDA
– JACKLYN MILLER
<<-Allora
cara Jacky… mi spiegheresti chi sei e come conosci Tony?-
-È una storia lunga…- -Ho tutto il tempo di
questo mondo->>
-Dunque Abby, devi sapere che da piccola vivevo con la mia famiglia a
Baltimora…-
-Vivevi
a Baltimora?-
-Si, con mia
madre, mio padre e Alex, il mio fratellino. Una sera di 10 anni fa
qualcuno bussò alla porta e Alex andò ad aprire
senza nemmeno sapere chi fosse. Ma d’altronde era piccolo e
non pensava vi fossero persone cattive a questo mondo. Un uomo irruppe
in casa armato di pistola e ci fece andare tutti in salotto…-
Ora il
racconto è continuato da Tony in sala autopsie
-Per prima
cosa uccise i suoi genitori con due colpi di pistola…-
-E nessuno li
ha…-
-Aveva il
silenziatore, pivello. Poi portò i due fratelli di sopra e
li fece stare in due stanze separate. Con del sonnifero
addormentò il bambino, poi si recò da
Jacky…-
A questo punto
Tony si fermò un attimo e poi riprese stringendo i pugni per
la rabbia
-La
violentò ripetutamente ed infine la stordì. Aveva
solo 16 anni-
-Jacklyn si
svegliò la mattina sporca di sangue, piena di lividi e di
graffi, si recò dal fratellino per svegliarlo e la sua testa
rotolò sul pavimento. L’aveva decapitato. A quel
punto, non so nemmeno io bene come fece, si recò di sotto,
con l’animo colmo di rabbia e odio, dove l’uomo
stava trafficando con i corpi dei genitori per farli sparire, e con una
mazza da golf del padre lo colpì tanto forte da farlo
svenire. Corse in strada a cercare aiuto ma era presto, dormivano
tutti. Fortunatamente io e il poliziotto Smith eravamo di turno per
un’altra ora. Si parò avanti la nostra macchina e
per poco non la investii. Ci condusse in casa ma in salotto non
c’era più nessuno. Il vigliacco, uscendo dal
retro, si era nascosto in giardino. Col calcio della pistola
colpì il mio collega, fece per sparare a Jacky, ma io gli
sparai ad una gamba. Fu arrestato e imprigionato con l’accusa
di violenza su minore e omicidio di primo grado-
-Da allora non
rividi più jacklyn, anche se non mi dimenticai mai di lei e
della gratitudine che leggevo nei suoi occhi.-
Il discorso di
Tony lasciò tutti sorpresi, persino Gibbs, che di casi ne
aveva seguiti tanti nella vita…
-È
tutto DiNozzo?-
-No capo,
c’è un’altra cosa. Vi ho detto che
quando Jacklyn dovette vivere quest’incubo aveva 16
anni…-
-DiNozzo, non
mi dire che…-
-Esatto capo.
In seguito a quella violenza Jacklyn dovette abortire-.
Adesso
che è finito il capitolo, o meglio, i capitoli, visto che
prima erano due, voglio ringraziare tutti quelli che seguono questa
storia ed in particolare
slurmina
[Contatta]
thia [Contatta]
tinta87
[Contatta]
per avermi
recensito. Aggiungo infine che posto oggi questo capitolo
perché è probabile che questo week-end non
posterò, ma non ne sono certa. Ora vi saluto e per qualsiasi
dubbio contattatemi. Ciao
P.S.
stavo
dimenticando di dirvi che, proprio perché ho unito vari
capitoli assieme,
quando li posto metterò i nomi di tutti i capitoli
separandoli, come avrete capito, con una &.
Ciao2
|
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Capitolo 4 *** I tatuaggi di Jacky & Un caso su cui lavorare (cap 1° e 2°) ***
IV CAPITOLO
PARTE
PRIMA – I TATUAGGI DI JACKY
<<-No
capo, c’è un’altra cosa. Vi ho detto che
quando Jacklyn dovette vivere quest’incubo aveva 16
anni…- -DiNozzo, non mi dire che…- -Esatto capo.
In seguito a quella violenza Jacklyn dovette abortire-.>>
-Oh,
tesoro, mi dispiace tanto! Vieni qui, fatti abbracciare- disse Abby
alla ragazza
-Abby non
preoccuparti, sono passati tanti anni, è solo che quando
racconto tutto mi fa male-
-…
Ok tesoro, adesso però vestiti, altrimenti Tony mi uccide-
rispose col sorriso sulle labbra cercando di farla ridere, e ci
riuscì
-Hai ragione.
Ok, mi passi la gonna?- -Grazie-
Quando
però si sfilò la maglietta Abby non
potè fare a meno di notare un tatuaggio sul lato sinistro
della schiena. Recava la parola “MAD” in verticale
-Bello il tuo
tatuaggio, ma posso chiederti perché hai tatuato
“pazzo” sulla schiena?-
-Si, me lo
puoi chiedere. In realtà non è MAD, ma M.A.D.-
-L’ho
fatto a 18 anni. Significa “MUM, ALEX, DADDY” e,
tra l’altro, visto che siamo in vena di confidenze, non
è l’unico. Ne ho un altro di un’altra
persona che mi è rimasta nel cuore. Eccolo-
Jacky dovette
scostare i capelli per mostraglierlo, era una T, si trovava alla base
del collo
-È
la T di Tony, vero?-
-Si, per me
è il mio angelo custode. Senza di lui non sarei qua-
-Jacky, posso
farti una domanda un po’ personale?-
-Avanti, spara-
-Se potessi
salvare una sola persona, tra te e Tony chi salveresti?-
-Vedi Abby,
preferirei rivivere tutto quello che ho passato, andare e tornare
dall’Inferno, pur di salvare Tony-
Questa fu la
risposta sincera di Jacky, che però non sapeva che Tony era
nella stanza accanto da un paio di minuti.
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N.B. Questo capitolo, che ho diviso in due parti, ed
è più un capitolo di transizione, quindi immagino
non sia il massimo. E ora… Buona Lettura!
IV CAPITOLO
PARTE
SECONDA – UN CASO SU CUI LAVORARE (PRIMA PARTE)
<<-Vedi
Abby, preferirei rivivere tutto quello che ho passato, andare e tornare
dall’Inferno, pur di salvare Tony- Questa fu la risposta
sincera di Jacky, che però non sapeva che Tony era nella
stanza accanto da un paio di minuti.>>
Tony,
scosso dalla risposta della ragazza, tornò dal resto della
squadra per avvertirli che Jacky non era ancora pronta. Intanto Jacky,
che aveva appena finito di vestirsi, veniva pettinata da Abby, che
aveva avuto un’idea molto carina: le stava facendo due codini
per raccoglierle i capelli cercando di nascondere il tatuaggio sul
collo sia grazie alla pettinautra, sia grazie alla maglietta.
I vestiti che
le aveva prestato erano composti da gonna a scacchi nera e rossa molto
corta e maglietta nera a mezze maniche con una ragnatela rossa
disegnata sul di-dietro. Ora che Abby aveva anche finito di pettinarla
sembravano gemella, l’unica differenza era il colore dei
capelli: biondi per una e neri per l’altra.
-Dimmi un
po’, in cosa sei laureata?-
-Sono laureata
in lingue. Ne parlo molte. Dunque… a parte
l’inglese parlo italiano, tedesco, francese, spagnolo, russo
e cinese. Sai… Una volta che hai imparato le prime 2-3 le
altre risultano più semplici ed io per prime ho imparato
cinese e russo… Sono anche cintura nera di Judo, iniziai a
prendere lezioni da piccola e dopo il 98 non ho abbandonato,
anzi…-
-Scusa, ma
come fai a vivere?-
-Prima di
tutto i miei genitori mi hanno lasciato molto, poi insegno privatamente
lingue e Judo in una palestra. Anche se, a dire il vero, il mio sogno
era di diventare agente, o, perché no, agente speciale. Mi
recai al poligono per vari anni, infatti tiro benissimo con tutti i
tipi di armi, specialmente pistola e fucile-
-Scusa, allora
perché non hai…-
-Fatto domanda
alla polizia? Perché credevo che i poliziotti fossero tutti
come Tony, ma dopo pochi giorni di tirocinio mi resi conto che mi
sbagliavo.-
Dopo poco
Gibbs contattò Abby avvisandola che le avrebbero raggiunte
per parlare con Jacky. A quel punto lei si ricordò di una
cosa importantissima.
-Abby, sei tu
che analizzi i reperti, vero?-
-Si,
perché?-
Bé,
io sono qui perché stamattina un postino mi ha consegnato un
pacco. Conteneva una mano umana, che hanno portato, sicuramente, dal
patologo, e… questa lettera- disse lei cacciando una busta
dalla tasca interna della vestaglia
-Potresti
risalire a chi l’ha scritta? Anche se sono quasi certa di
sapere chi è-
-Certo, se ha
lasciato una minima traccia, la troverò. Ma l’hai
detto a Tony della lettera-
-Ehm…
no, ma non ne ho avuto occasione. Però ricordo il testo a
memoria, quindi inizia pure le analisi, appena viene glielo dico-
-Parli del
diavolo…-
Ed infatti
dopo pochi secondi la squadra al completo era nel laboratorio di Abby.
Tony si avvicinò a Jacky e le disse
-Forse
è il caso che mi spieghi cosa ci fai qui-
-Ok, hai
ragione. Ora ti racconto…-
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IV CAPITOLO
PARTE
TERZA – UN CASO SU CUI LAVORARE (SECONDA PARTE)
-Dopo il ’98
lasciai Baltimora. Non riuscivo più a vivere in quella casa,
così venni a Washington. Ho continuato a vivere da sola
cercando di lasciarmi tutto e tutti alle spalle, fino a oggi.
Stamattina, mentre facevo colazione, mi ha bussato il postino. Non
passa molto spesso perché non ho parenti in vita, ma qualche
volta mi consegna le bollette e la pubblicità. Quando aprii
vidi che aveva un pacco per me, così firmai ed andai in
cucina ad aprirlo. Bé, quando lo feci, mi sentii male. Poi
feci per aprire la lettera che era allegata e quando la lessi sbiancai,
letteralmente, dal terrore…-
-Ferma, ferma.
Quale lettera?-
-Quella che ho
dato ad Abby per farla analizzare…-
-Tesoro- la
interruppe Abby –ho un riscontro. Vuoi vedere?-
-Si, grazie.
Tra un attimo- -Come dicevo, la lettera riportava le seguenti parole:
Salve
Jacklyn. Come stai? Spero ti ricordi di me… Hai aperto il
pacco? Se non l’hai aperto fallo. Vedi, 10 anni fa tu e quei
due poliziotti mi avete rovinato la vita; così adesso mi
voglio vendicare. Non preoccuparti però, non ancora. Prima
di venire da te passerò a trovare il nostro amico Anthony
DiNozzo. Chissà se sarà contento di
vedermi… Adesso ti lascio. Ci vediamo presto. Saluti da
parte mia e di DiNozzo. R2
Così
appena l’ho letta ho chiamato al tuo numero
dell’ufficio a Baltimora e mi hanno detto che sei stato
trasferito a Washington all’NCIS. Sono scappata qui per
avvisarti- -Ora Abby, dicci di chi sono le impronte sulla lettera-
-Roy Ross-
Un attimo di
silenzio avvolse il team. Poi Tony e Jacky dissero contemporaneamente,
in un sussurro
-È
tornato.-
Hola! Come state? So di aver detto che probabilmente non
avrei postato oggi, ma visto che mi aspetta una settimana infernale,
soprattutto domani che devo studiare geografia astronomica ed
educazione civica, visto che martedì mi interrogano
-.-‘’ e non so se riuscirò a postare,
anche se ci proverò. E adesso si passa ai ringraziamenti:
ringrazio
slurmina [Contatta]
thia [Contatta]
tinta87 [Contatta]
che continuano a recensire, mi rendete veramente felice ^.^ e tutti
coloro che leggono solamente. Infine aggiungo che per scoprire qualcosa
di più sulla mano dovrete aspettare il prossimo
capitolo… Sapete… sono un po’
sadica… :P Ciao
|
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Capitolo 5 *** Maledetta finestra & Sparatoria & Sala Autopsie ***
Prima di iniziare volevo farvi
vedere il mio sfondo per il computer... Spero vi piaccia ;) (Sperando
che, cliccando, lo riusciate a vedere)
http://img248.imageshack.us/img248/5493/05042309541955ea6.jpg
V CAPITOLO
PARTE
PRIMA – MALEDETTA FINESTRA
<<-Ora
Abby, dicci di chi sono le impronte sulla lettera- -Roy Ross- Un attimo
di silenzio avvolse il team. Poi Tony e Jacky dissero
contemporaneamente, in un sussurro -È
tornato.->>
-Quindi se ho ben
capito questo Roy Ross, che ti ha scritto la lettera e ti ha spedito la
mano, è lo stesso che 10 anni fa ha ucciso la tua famiglia e
adesso vuole uccidere te e DiNozzo perché, secondo lui, gli
avete rovinato la vita?!-
-Esatto
capo- rispose Tony
-Bene,
allora da adesso lavoreremo a questo caso. Abby, appena puoi, vai da
Ducky e cerca di scoprire di chi è quella maledetta mano-
Al
che Jacklyn s’intromise nel discorso –Mi scusi, ma,
a questo punto, anche se spero di sbagliarmi, penso che la mano sia
dell’ex-collega di Tony, il poliziotto Smith-
-È
probabile, ma attendiamo la conferma di Abby. Intanto: Ziva scopri
tutto quello che puoi su questo Ross. McGee, tu scopri tutto
ciò che puoi sulla spedizione del pacco e scopri con chi ha
parlato Ross mentre era in prigione. Tony, chiama Baltimora, fatti
mandare il fascicolo del caso Miller e chiedi di Smith, poi chiama il
carcere e chiedi perché è stato rilasciato Ross-
-Scusi,
ma io che faccio?-
-Tu
per adesso resta con Abby. Vi chiamerò quando sapremo
qualcosa- -Ora tutti al lavoro.-
Mentre
Abby si recava da Ducky e la squadra di sopra, Tony restò
con Jacky per pochi attimi ancora
-Non
ti preoccupare, lo troverò. Non gli permetterò
più di farti del male-
-Grazie
Tony, te ne sono grata, ma non ho paura per me…-
-Scusa,
ma…-
Però
furono interrotti da Abby che era tornata con la mano per le impronte
digitali
-Vabbè,
ora vado. Ci vediamo dopo. Ciao Abby e grazie di tutto-
-Figurati
Tony. È un piacere-
Dopo
poco che Tony se ne era andato Abby aveva già le impronte da
confrontare. Al che Jacky le chiese se poteva iniziare a cercare nella
polizia di Baltimora dal ’98 ad oggi
-Certo,
magari avremo subito un riscontro-
Infatti,
dopo meno di 5 minuti, il computer segnalava un riscontro con le
impronte dell’agente Robert Smith.
-Cavolo,
a Gibbs non piacerà saperlo…-
Dopo
di che, mentre si avviavano di sopra a comunicare alla squadra questa
nuova scoperta, sentirono picchiettare sul vetro della finestra. Si
girarono e videro un uomo che, con un sorriso sadico, le salutava
mentre teneva una pistola premuta contro il vetro.
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V CAPITOLO
PARTE
SECONDA – SPARATORIA
<>
-ABBY STAI
GIU’! È LUI!-
Le
ragazze si gettarono a terra e strisciarono dietro la scrivania mentre
quello faceva fuoco su di loro. Jacklyn, mentre era intenta a contare i
colpi, prese una pistola di calibro 12 dallo stivale destro e,
girandosi velocemente disse ad Abby
-Abby,
corri alla porta e preparati a bloccarla. Ti copro io.-
Così
fece la ragazza mentre Jacky, per coprirla, dopo essersi alzata, si
pose di fronte alla finestra e, contemporaneamente all’uomo,
sparò. Lei fu colpita al braccio, ma prima di girarsi per
correre alla porta, fu certa di vedere l’uomo che si teneva
convulsamente una spalla, mentre lasciava cadere a terra la pistola.
Abby,
con un codice, bloccò la porta, poi si voltò
verso Jacky che aveva in una mano la pistola e con l’altra si
teneva il braccio che le procurava un forte dolore
-Oddio
tesoro, vieni. Ti accompagno da Ducky. Ti fa male?- ma mentre si
preparava a porle mille altre domande fu interrotta dall’amica
-Abby,
sto bene, non ti preoccupare. Tu vai da Gibbs. Posso andarci da sola da
Ducky. Non mi fa molto male- o almeno riusciva a sopportare
silenziosamente il dolore
-Sei
sicura che non vuoi essere accompagnata?-
-Si,
sono sicura. Piuttosto, dove devo andare?-
-Esattamente
sopra di noi-
-Ok,
allora a tra poco.-
Così
presero due differenti direzioni sperando che questa terribile
situazione finisse presto.
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V CAPITOLO
PARTE
TERZA – SALA AUTOPSIE
<<-Sei
sicura che non vuoi essere accompagnata?- -Si, sono sicura. Piuttosto,
dove devo andare?- -Esattamente sopra di noi- -Ok, allora a tra poco.
-Così presero due differenti direzioni sperando che questa
terribile situazione finisse presto.>>
Jacky entrò
in sala autopsie e vide subito un ragazzo col camice.
-Mi
scusi, è lei il dottor Mallard?-
-No,
sono io- rispose una voce dietro di lei. –E lei chi
è signorina?-
-Sono
Jacklyn Miller, dottore. Non so se Tony le ha spiegato chi
sono…-
-Certo,
Certo, so quasi tutto. Ma la prego, mi chiami Ducky e mi spieghi pure
cosa posso fare per aiutarla-
-Ecco,
Ducky… penso di avere un proiettile nel braccio-
-Riesce
a muoverlo?- chiese, non volendo mettere la ragazza in soggezione
-Si,
ma mi provoca delle fitte-
-Bene,
si sieda qui, cercherò di aiutarla. Signor Palmer, lei
può andare, qui ci penso io-
-Sicuramente.
Dottore. Signorina- e se ne andò
-Bene,
ora si tolga la maglietta, così cerco di toglierle il
proiettile dal braccio. Mi scuso anticipatamente, nel caso dovessi
procurarle qualche dolore, ma, sa, di solito i miei pazienti non hanno
modo di lamentarsi-
-Certo,
capisco, deve essere strano per lei visitarmi- disse Jacky mentre si
tolse la maglietta, mostrando un reggiseno di pizzo
-Si,
è strano, ma non è la prima volta che mi capita.
Anche Tony è stato visitato da me. Adesso cerchi di stare
ferma, non vorrei farle del male-
-Non
si preoccupi, ho un’alta soglia del dolore- -Ma, mi dica,
come mai ha visitato Tony?-
-Vede,
cara, qualche anno fa Tony prese la Iarsinia Pestis, meglio conosciuta
come…-
-Peste
polmonare- rispose lei terrorizzata dal fatto che avrebbe potuto
perdere Tony ancora prima di rivederlo
-Vedo
che conosce il latino-
-A
dire il vero leggo molto- Si fermò quando sentì
una fitta causata dalla pinza che cercava di afferrare il proiettile,
ma non diede segno di soffrirne. Poi tirò un sospiro quando
Ducky parlò
-È
fatta. Ora la disinfetto e poi, mi dispiace, ma le dovrò
mettere dei punti-
-Non
si preoccupi-
Gibbs
e Tony erano intanto giunti in sala autopsie e si erano avvicinati ai
due.
-Allora,
mi può spiegare cosa è successo e dove ha preso
questa pistola?- domandò un Gibbs furioso tenendo la pistola
di Jacky in mano
-Se
aspetta solo un secondo, Gibbs, mentre Ducky mi mette i punti, le
spiegherò tutto-
-Ducky,
ti serve una mano?- domandò Tony, visibilmente
più tranquillo dopo essersi accertato sulla salute di Jacky
-Si,
potresti tendere con le mani la ferita, così farò
prima-
-Certo-
rispose portandosi di lato a Jacky, mentre Gibbs li raggiungeva.
La
ragazza non sembrava una a cui, dopo averle sparato, le stanno dando
dei punti senza anestesia. Il suo respiro era calmo e regolare, quasi
stesse dormendo. Non mostrava nemmeno vergogna nel trovarsi in
reggiseno avanti a tre uomini, nonostante uno di questi non riuscisse a
toglierle gli occhi di dosso.
-Su
Jethro, la ragazza ha un autocontrollo strabiliante. Non ha detto una
parola mentre le toglievo il proiettile dal braccio e so che non
è una sensazione piacevole- disse Ducky mentre tagliava il
filo
-Ma
davvero? Bene, allora sarà abbastanza calma da spiegarmi
cosa è successo e dove ha preso questa pistola- rispose
Gibbs, in cuor suo lieto che la ragazza avesse i nervi saldi, cosa che
apprezzava moltissimo, specie in situazioni simili
-Dunque,
io e Abby vi stavamo raggiungendo quando abbiamo visto Ross alla
finestra con una pistola; mentre sparava ho cacciato la mia dallo
stivale e, dopo aver coperto Abby mi sono fatta beccare come una
stupida perché la pistola aveva due colpi in canna e non
uno. In compenso penso di averlo colpito alla spalla.-
-Vuole
dirmi che lei ha avuto il sangue freddo di contare i colpi mentre le
sparavano addosso?-
-Si,
nove più due in canna, e uno dei due è su questo
tavolo.-
Ok, avevo detto che non avrei postato, ma ho 5 minuti
liberi, così l’ho fatto. Saluto tutti quelli che
leggono ed in particolare
lolla20 [Contatta]
slurmina [Contatta]
thia [Contatta]
tinta87 [Contatta] (grazie per l’in
bocca al lupo, spero mi porti fortuna :D )
che continuano a recensirmi. Mi è
anche venuta in mente una nuova storia di NCIS, solo che non ho proprio
idea di quando potrò iniziare a metterla per
iscritto… ho un sacco di cose da fare…
Vabbè, poi vi farò sapere. Ciao a tutti
|
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Capitolo 6 *** Ho voglia di rilassarmi ***
N.B. In
questo capitolo ci sarà un combattimento, poiché
penso di non essere riuscita a renderlo al meglio, cercate di pensare,
per chi li ha visti, ad uno stile che sia una fusione dei combattimenti
di Matrix e il combattimento tra Goku e Majin Vegeta di Dragon Ball. Io
l’ho immaginato così
VI CAPITOLO
PARTE UNICA – HO VOGLIA DI RILASSARMI
<<-Vuole
dirmi che lei ha avuto il sangue freddo di contare i colpi mentre le
sparavano addosso?- -Si, nove più due in canna, e uno dei
due è su questo tavolo.->>
-Ziva, McGee, l’avete preso?-
-No
capo, nessuno l’ha visto, è come un fantasma-
rispose Ziva
-Però abbiamo trovato del sangue fuori dalla finestra,
assieme a dei bozzoli e questo proiettile- aggiunse Tim
-Complimenti Jacklyn. L’hai beccato-
-Grazie Ziva-
-Bene, voi due continuate a lavorare, in quanto a voi…-
-Si, capo- risposero Tony e Jacky all’unisono, lei senza
rendersene conto, in quanto si sentiva parte di quella squadra tanto
particolare
-Cercate di scoprire tutto ciò che potete. Stasera starete
entrambi a casa di Tony. Non vi muoverete da lì tutta la
sera e vi terrete d’occhio a vicenda. Verremo a prendervi
domattina- -Jacklyn- aggiunse –controllamelo-
-Lo farò capo- rispose Jacky mentre Tony faceva una smorfia
di disappunto
Così passarono circa tre ore, mentre il team aveva provato a
scoprire il più possibile. Si erano fatte quasi le 5 del
pomeriggio quando Gibbs chiese di essere aggiornato
-McGee-
-Si capo, dunque, il timbro sul pacco è falso. Ho parlato
col postino che l’ha consegnato e mi ha detto che un uomo
l’ha pagato per portarlo a Jacklyn. In prigione nessuno
l’ha contattato e non era ben visto nemmeno dagli altri
carcerati. Non ha proprietà o parenti da cui rifugiarsi e
non ho individuato cellulari sospetti vicino casa di Jacklyn.
-Bene, Ziva-
-Roy Ross, nato il 27 ottobre 1965. È stato arrestato a 20
anni per detenzione illegale di armi e spaccio. A 24 era fuori per
buona condotta. I genitori sono morti in circostanze misteriose quando
aveva 27 anni in seguito ad una lite furiosa col figlio, ma non
è stato condannato per mancanza di prove. È
attualmente sospettato di 4 omicidi avvenuti in circostanze simili a
quelle dei Miller, ma anche questi non possono essere provati. Non vi
sono sopravvissuti-
-Tony-
-Ho chiamato a Baltimora e mi hanno riferito che Smith è
assente da 3 settimane, prima di sparire aveva contattato tramite
e-mail che aveva contratto il morbillo e non poteva tornare a lavoro
per almeno un mese. L’e-mail però non è
stata spedita dal computer di Smith, ma dal computer di un
internet-point. Al carcere mi hanno detto che non è stato
rilasciato, ma è scappato circa un mese fa. Nella sua stanza
hanno trovato foto mie e di Jacklyn completamente strappate e rovinate,
un peccato a mio parere-
-Nient’altro?-
-No capo- risposero i tre agenti
-Per adesso va bene così, ma non abbassate la guardia,
anticipate le sue mosse- aggiunse l’uomo prima di avviarsi da
Abby
-Allora Jacky, che mi dici? A che pensi?-
-Penso che ho un gran bisogno di rilassarmi-
-Hmmm… E come vorresti farlo?- domandò Tony
avvicinandosi di più a lei
-Bé, io ho un solo modo per rilassarmi…
Combattere-
-Combattere?-
-Si, combattere… sai… Judo, arti
marziali… mi accontento di poco. Anche se dubito che posso
rilassarmi qui. Da soli non è la stessa cosa-
-Chi ti ha detto che io non sappia combattere?-
-Tu?- rispose Jacky scoppiando a ridere
-Senti piccoletta, io sono molto bravo a lottare e se quella era una
sfida accetto con piacere- rispose lui colpito nell’animo
-Bene, allora andiamo in palestra. Spero che tu sia veramente bravo
come dici…-
Così si recarono in palestra seguiti da McGee e Ziva che non
volevano lasciarsi sfuggire quell’occasione, anche se
bisognava ammettere che Tony era molto bravo, quasi quanto Gibbs, ma
più agile dell’uomo
-Ok Tony, io mi tolgo gli stivali altrimenti non mi muovo bene. Ti
conviene fare lo stesso-
-Devi cercare di mettermi al tappeto, ma ti assicuro che non
sarà un’impresa facile, quindi non limitarti solo
perché sono una ragazza- continuò mentre si
apprestava a mettere un po’ di musica allo stereo
-Spero non ti dispiaccia, è ‘Bring me to
life’, mi dà la carica-
-Non c’è problema, adesso iniziamo-
I due si posero l’uno di fronte all’altro. Non
distoglievano lo sguardo, esistevano solo loro due. Poi Tony
partì all’attacco con una serie di pugni che Jacky
schivò agilmente. Quando Tony le indirizzò
l’ultimo lei lo schivò e dopo averlo colpito lo
fece inginocchiare, poi, mentre il ragazzo di preparava ad afferrarla
per metterla al tappeto, lei appoggiandosi alla sua schiena, con una
ruota lo superò parandosi alle sue spalle
-Niente male la ragazza, ci sa fare-
-Ehi capo da quanto sei qui?- domandò McGee, dopo aver
constatato che non erano gli unici a guardare quel combattimento
improvvisato, ma erano arrivati in parecchi, compresi Abby e Ducky
-Molto probabilmente perderei contro di lei, è
agilissima… devo ammettere che all’inizio mi era
sembrata una tipa alquanto sospetta, ma Tony e Gibbs si fidano di
lei… È molto in gamba per essere così
giovane- pensò Ziva tra sé e se
-Ehi Tony, che c’è? Non ce la fai più?
Avevi detto di essere bravo-
-Infatti è così-
-Allora dimostramelo, colpiscimi!-
E ripresero a combattere, tanto bene che sembrava di essere in un film
d’azione. Jacky era sulla difensiva, mentre Tony continuava
ad attaccare, prima con scivolata verso le sue gambe, cercando di farla
cadere, ma lei reagì prontamente tirandosi le gambe al petto
e saltando circa 1 metro e mezzo, poi con un calcio indirizzato al suo
petto che lei schivò piegandosi all’indietr0 e
rialzandosi subito dopo. Poi i due si invertirono i ruoli. Jacky
mandava pugni come se fossero niente, che però, a parte un
paio che andarono a segno, Tony riusciva a parare con
faciltà. Dopo vari minuti si guardarono nuovamente
-Devo ammettere che sei molto bravo. Sono pochi quelli che ho
incontrato forti come te-
-Grazie, anche tu sei niente male-
-Già, mi dispiace solo che sia arrivato il momento che
preferisco: la fine del gioco- e detto ciò prese ad
attaccare con una ferocia che nessuno avrebbe mai pensato di attribuire
ad una ragazza.
Con un colpo lo fece cadere di schiena, ma lui se la tirò
sopra bloccandola per le braccia
-Che c’è? Adesso non parli più? Sei
stanca?-
-Non ti preoccupare, carino, non mi stanco tanto facilmente- rispose
lei prima di arrossire vistosamente dopo essersi accorta della
posizione in cui si trovarono e su cosa si era poggiato lo sguardo di
Tony. Così, decidendo di liberarsi in fretta da quella
scomoda, seppur piacevole situazione, diede un bacio leggero al ragazzo
che, rimasto pietrificato, la lasciò andare quel tanto che
bastava perché lei si mettesse in ginocchio
-Così non vale, tu bari-
-Non mi sembra che prima di iniziare avessimo posto la condizione:
niente baci. E ringrazia che mi sono liberata così,
altrimenti avresti sofferto molto, te lo assicuro-
Dopo un attimo Tony le strinse nuovamente i polsi, così lei,
decidendo di porre fine a quell’allenamento,
invertì le posizioni e, dopo avergli ammiccato, lo
colpì con un calcio potente allo stomaco, che lo
lasciò piegato in due dal dolore
-Bé, mi sa che ho vinto- disse Jacky con un sorriso maligno
prima di aiutarlo ad alzarsi. Poi mentre lo accompagnava agli
spogliatoi, passò vicino a Gibbs che le parlò
-Immagino che sia inutile chiederti uno scontro-
-Esatto, quindi non lo faccia. Sa, deve essere fiero di Tony, non avevo
mai incontrato nessuno che sia riuscito a resistermi per
così tanto tempo- e si allontanò senza essersi
accorta che, durante lo scontro, Abby era sparita per 5 minuti buoni
con i suoi stivali...
Anche
stavolta ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia, inoltre devo
ringraziare HermioneCH per avermi aggiunto nei preferiti e
HermioneCH, lolla20,
slurmina, thia e tinta87 che continuano a recensirmi.
Devo
anche aggiungere che ho preferito lasciare questo capitolo da solo
perché l’ho creato a fanfic conclusa, quindi ho
potuto farlo più lungo. Spero vi piaccia, anche se
trascrivere un combattimento che avevo solo nella mente è
stato molto difficile. Ciao
|
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Capitolo 7 *** Spogliatoi e Docce Impreviste & Una notte particolare ***
VII CAPITOLO
PARTE
PRIMA – SPOGLIATOI E DOCCE IMPREVISTE
<<-Immagino
che sia inutile chiederti uno scontro- -Esatto, quindi non lo faccia.
Sa, deve essere fiero di Tony, non avevo mai incontrato nessuno che sia
riuscito a resistermi per così tanto tempo- e si
allontanò senza essersi accorta che, durante lo scontro,
Abby era sparita per 5 minuti buoni con i suoi
stivali...>>
Dopo
l’allenamento, o forse era meglio dire la tortura, Tony si
era ripreso subito. Jacky l’aveva accompagnato negli
spogliatoi a cambiarsi e ora era seduta su una panca mentre lui era
steso con la testa sulle sue gambe
-Sai Tony, sei
una vera forza. Nessuno aveva resistito così tanto con me-
disse lei prendendo ad accarezzargli i capelli
-Lo
prenderò come un complimento, mia piccola narcisa- e a
questa battuta lei fece una linguaccia
-Senti,
perché non vuoi combattere con Gibbs?-
-E tu che ne
sai?-
-Ehi, mi avevi
colpito allo stomaco, mica amputato un orecchio-
-Già…
hihi… comunque non combatterei mai con lui perché
è troppo più vecchio di me- -Sarebbe inutile, non
riuscirei a impegnarmi seriamente per paura di fargli del male-
-Grazie, eh-
-Come, scusa?-
-A Gibbs non
vuoi fare del male, ma con me non ti sei fatta tanti scrupoli-
-O povero
piccino. Come posso farmi perdonare?-
-Hmm…
Qualche idea ce l’avrei… Che ne dici di un bacio?-
fece lui alzandosi in piedi
Lei ci
pensò un attimo e poi gli rispose
-Ok, ma chiudi
gli occhi-
Tony chiuse
gli occhi, già pensando a come sarebbe stato, ma poi li
riaprì dopo aver sentito una leggera pressione sulla guancia
-Sei
scorretta!-
-Guarda che tu
volevi un bacio, ma non hai mica specificato dove-
-Ah si?- e
iniziò a rincorrerla per l’intero spogliatoio,
poi, una volta raggiunta la prese in braccio
-E adesso dopo
tanto allenamento ci vuole una bella doccia- fece con un sorriso
divertito
-No! Tony,
dai! Ti prego!- ma le proteste di Jacky furono inutili con Tony che la
ficcò sotto la doccia con tutta la gonna e la maglietta
-Bene, ma
visto che hai faticato anche tu, ti farai il bagno con me- detto questo
afferrò il braccio del ragazzo e lo tirò con lei
-Lo sai che
sei perfida?-
-Si, io sono
perfida ma tu sei un pulcino bagnato- rispose lei dopo aver pensato
bene che altri pensieri era bene tenerseli per sé,
d’altronde lei era una donna sotto la doccia con un uomo di
una bellezza e di una simpatia fuori dal comune e se avesse dato voce a
ciò che pensava… Non voleva nemmeno pensarci
-Uffi, e ora
Abby cosa dirà? Mi hai fatto bagnare i suoi vestiti, o te lo
eri dimenticato?-
-Non ti
preoccupare, mettili sul termosifone che subito si asciugano-
-Si, e io
addosso cosa mi metto?-
-Hmm…
secondo me potresti anche stare senza nulla…- fece lui
malizioso come sempre
-Si, ti
piacerebbe
-In effetti mi
piacerebbe molto, ma se proprio devi, prendi il mio accappatoio e
mettitelo- e le lanciò un accappatoio blu
-Grazie- fece
lei arrossendo, mentre iniziava a spogliarsi quando Tony le dava le
spalle cercando un altro asciugamano. Così facendo in modo
che Tony non se ne accorgesse, avvicinò al viso
l’accappatoio prestatole dal ragazzo e lo odorò.
Le era sempre piaciuto il suo odore e averlo addosso la rendeva
estremamente… felice.
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VII CAPITOLO
PARTE SECONDA
– UNA NOTTE PARTICOLARE
<<-Grazie-
fece lei arrossendo, mentre iniziava a spogliarsi quando Tony le dava
le spalle cercando un altro asciugamano. Così facendo in
modo che Tony non se ne accorgesse, avvicinò al viso
l’accappatoio prestatole dal ragazzo e lo odorò.
Le era sempre piaciuto il suo odore e averlo addosso la rendeva
estremamente… felice.>>
Dopo essersi asciugati
e vestiti i due tornarono di sopra, sperando che Gibbs non si
arrabbiasse troppo di quel loro ritardo. Arrivarono alla scrivania di
Tony e, approfittando del fatto che non ci fosse nessuno nei paraggi,
si sedettero. Lei si era seduta sopra di lui e, mentre fissava lo
schermo le venne un’idea per passare il tempo-
-Tony, che ne
dici se facciamo un gioco che ho trovato qualche giorno fa su internet?-
-Ti direi: che
gioco?-
-Conosci
trivial?-
-Si-
-Ecco, una
specie di Trivial, solo che l’argomento è uno
solo: cinema e tv-
-Cosa stiamo
aspettando?-
Jacky rise e
accese il computer
-Ma
perché, ti piacciono i film?-
-Tesoro, il
mio secondo nome è Cinefilo. Ne ho visti centinaia-
-Bene,
così avremo più possibilità di fare un
record. Ora iniziamo-
E
così iniziarono a giocare. Per lo più erano
d’accordo sulle risposte, ma quando non accadeva iniziavano a
litigare come due bambini, anche se solitamente era Tony ad avere
ragione
-Ti dico che
è in questo film lui si chiama Tom-
-No,
è Michael-
-Senti, io ci
vado pazza per quell’attore, e ti assicuro che nel film si
chiama Tom, in un altro telefilm si chiama Logan Cale mentre
è nella realtà che si chiama Michael-
-Vuoi dirmi
che lui è più bello di me?- fece il ragazzo,
avendo colto fin troppo bene la prima parte della frase, con due occhi
da cucciolo bastonato
-No, no. Tu
sei meglio. Ma ora inserisci Tom, così vediamo chi ha
ragione-
Il ragazzo
obbedì e, con sua sorpresa, Jacky aveva ragione
-Cavoli, hai
ragione!-
-Ragione su
cosa DiNozzo-
-Ehm, ciao
capo, no, nulla di importante-
-Se non
è nulla d’importante perché hai chiuso
internet cancellando il record di Jacklyn?- e gli diede uno scappellotto
-Sei cattivo
capo…-
-Se non filate
subito a casa vi faccio vedere quanto so essere cattivo. E ricordate
che vi veniamo a prendere noi domattina, quindi non vi muovete da
lì-
-Sissignore,
agli ordini signore- fece Jacklyn mettendosi sull’attenti
provocando un sorriso a Gibbs
-Ehi, capo,
hai sorriso-
-DiNozzo,
FILA!- E così si congedò dai due che si recarono
a casa di Tony dopo aver mangiato un panino al volo. Strano ma nessuno
dei due aveva molta fame…
Arrivati a
casa lei si recò un attimo in bagno per aggiustarsi e
lavarsi i denti, poi tornò nella stanza da letto dove
c’era Tony
-Stanotte tu
dormi qui, io vado sul divano. Se hai bisogno di qualcosa dimmelo-
-Oh, Tony,
andiamo. Siamo adulti, possiamo anche dormire nello stesso letto per
una notte-
-Ok, ma fai
pure come se non ci fossi- rispose Tony prima di recarsi
anch’egli in bagno, ignaro della reazione che avrebbero
scatenato le sue parole.
Infatti,
quando tornò nella stanza trovò Jacklyn in
biancheria intima, che consisteva in reggiseno nero di pizzo e
coulottes dello stesso colore, che si sfilava l’ultimo
stivale senza prestare attenzione a lui
-Jacky…
?- chiese Tony con la voce che mal mascherava la sua eccitazione
-Shh…
Tony, mi hai detto tu di fare come se non ci fossi- rispose la ragazza
sussurrando sensualmente al suo orecchio dopo essersi avvicinata.
A quel punto
Tony non resistette più, le prese dolcemente la testa fra le
mani e la baciò con una passione che mai lo aveva colto
prima. Jacky rispose altrettanto selvaggiamente inserendo le mani fra i
suoi capelli e muovendole freneticamente. Poi Tony, dopo averla presa
in braccio tenendola con le mani sotto il sedere, la fece stendere sul
letto e si pose su di lei, senza interrompere il contatto che si era
creato tra le loro bocche. Ma, riprendendo per un attimo il controllo
di sé, si rivolse a Jacky con voce affannata
-Jacky, sei
sicura?-
-Tony, non
sono mai stata più sicura di qualcosa in vita mia-
Così,
senza più interruzioni, liberandosi velocemente degli ultimi
indumenti, tra sussurri e gemiti, fecero l’amore per la prima
volta, anche se uno dei due non lo aveva ancora capito.
Finalmente 5 minuti
liberi per postare, anche perché domani sicuramente non
posso, senza contare che la scuola mi sta prosciugando di tutte le
energie -.-‘
Ringrazio tutti coloro che leggo, che mi hanno aggiunto ai preferiti (HermioneCH) e che mi recensiscono. Adesso scappo che devo ripetere per
domani. Ciao
|
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Capitolo 8 *** Una visita spiacevole & Lo stivale ***
VIII
CAPITOLO
PARTE PRIMA – UNA VISITA SPIACEVOLE
<<-Tony,
non sono mai stata più sicura di qualcosa in vita mia-
Così, senza più interruzioni, liberandosi
velocemente degli ultimi indumenti, tra sussurri e gemiti, fecero
l’amore per la prima volta, anche se uno dei due non lo aveva
ancora capito.>>
Jacklyn si
svegliò presto la mattina, ma nonostante ciò vide
che Tony già si era alzato e, probabilmente vestito, visto
che i pantaloni dell’uomo erano spariti e la sua roba si
trovava ben piegata ai piedi del letto. Così avendo a
disposizione un po’ di tempo per stare sola,
iniziò a pensare a quella notte magica. Lei aveva fatto
l’amore con l’unico uomo che amasse veramente, dopo
quel ’98 non si era mai concessa a nessuno, sia per il
trauma, sia perché, dopo averlo conosciuto, aveva capito che
la sua prima vera volta sarebbe stato con lui e, ora il suo sogno si
era avverato. Bé, di una cosa era sicura, che lei lo amava
profondamente e che avrebbe accettato qualsiasi sua decisione pur di
farlo felice.
Con questi pensieri ben radicati in mente, si vestì e si
recò in cucina, dove trovò Tony che preparava la
colazione. Gli si avvicinò e, dandogli un bacio sulla
guancia, lo salutò. Prima di approfondire il contatto voleva
sapere cosa ne pensava lui. E Tony non si fece aspettare molto
-Jacky, non voglio che tu te la prenda, quello che
c’è stato tra di noi stanotte è stato,
inutile negarlo, incredibile, però spero tu capisca che
è stato solo sesso. Io ci tengo tantissimo a te, ma non in
quel senso-
Poche parole. Poche semplici parole che le arrivarono prima al cuore
che in questo momento si era spezzato, causandole un dolore che mai
aveva provato prima. Aveva solo voglia di piangere, di disperarsi, ma
nemmeno questo le fu concesso, non lì, non in quel momento.
Con una compostezza innaturale annuì, consapevole che se
avesse aperto la bocca avrebbe ceduto. Abbassò lo sguardo e,
mentre il silenzio calava sui due, si sentì chiaramente un
rumore all’ingresso.
-Jacky, nasconditi- a quelle parole la ragazza corse nella stanza da
letto e si nascose nell’armadio. Lì dentro vi era
un fortissimo odore del ragazzo che amava, ma lei si costrinse a non
pensarci e ad ascoltare attentamente in cerca di qualsiasi rumore che
l’avrebbe potuta aiutare a capire cosa stava succedendo.
Sentì un tonfo e sperò che quella non fosse la
pistola di Tony, poi il silenzio…
-Jacky, Jacky, Jacky. Non si accolgono così gli amici.
Perché non vieni fuori a salutarmi? Tanto lo so che ci sei-
-Jacky, resta dove sei! Non lo ascol…- ma l’uomo
lo imbavagliò, impedendogli di parlare
-Jacky, ho preso il tuo amico. Se non vuoi che gli faccia del male,
esci-
-Jacklyn si sentiva male, non sapeva cosa fare e doveva prendere una
decisione velocemente-
-Jacky, facciamo un patto. Se tu ti consegni io lascio DiNozzo qui
dov’è. Hai un minuto per pensarci-
Ma a Jacky, alla vista di quella proposta, non dovette pensarci nemmeno
un secondo, così gli rispose
-Se io esco giuri di lasciarlo qui senza torcergli un capello?
-Certo Jacky. Hai la mia parola-
Quelle parole furono la sua condanna. Uscì e lui, dopo
averle fatto legare Tony, la prese e la portò via, senza
lasciarle nemmeno il tempo di salutare il suo unico amore.
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VIII
CAPITOLO
PARTE
SECONDA – LO STIVALE
<<-Certo
Jacky. Hai la mia parola- Quelle parole furono la sua condanna.
Uscì e lui, dopo averle fatto legare Tony, la prese e la
portò via, senza lasciarle nemmeno il tempo di salutare il
suo unico amore.>>
Quando
Gibbs e Ziva arrivarono da Tony e trovarono la porta aperta si
preoccuparono non poco. Ispezionarono tutta la casa prima di recarsi in
cucina e trovare Tony legato ad una sedia che si agitava come un pazzo.
Lo sbavagliarono e, prima ancora che finissero di slegarlo, lui disse
con voce rabbiosa
-Ha
preso Jacklyn! L’ha presa ed è tutta colpa mia!-
Poi
si zittì aspettando una ramanzina che non arrivò.
Gibbs di era reso conto di come si sentisse Tony e pensava fosse
inutile infierire ulteriormente. Si sarebbe solo depresso
più. Senza sprecare una sola parola si recò in
macchina assieme ai due e, silenziosamente, li condusse
all’NCIS. Arrivati lì Gibbs riprese a parlare
-McGee,
prendi il computer, chiama Abby e raggiungeteci da Ducky. Dille che
abbiamo bisogno dell’occorrente. Saprà cosa fare-
Così
mentre Tim obbediva a quegli ordini gli altri tre si recarono da Ducky
che si trovava da solo in sala autopsie perché Palmer aveva
chiesto due giorni di permesso. Gli spiegarono la situazione e lui
accettò di farli ‘accampare’
lì. In questo modo avrebbero avuto più privacy.
Presto
arrivarono Abby e McGee, lei, con uno sguardo afflitto, aveva un sacco
di cavi tra le braccia, mentre lui portava il portatile della ragazza.
-McGee,
collega questi cavi al computer e tieniti pronto-
-Dunque,
ieri ho chiesto ad Abby di inserire, per precauzione, un microfono
nello stivale di Jacky. In questo modo, adesso, potremo sentire cosa
succede e sapere se è ancora viva- disse Gibbs, ignorando il
brivido che percorse la schiena di Tony a queste sue ultime parole
-McGee,
pensi di riuscire, tramite le onde emesse dal microfono, a rintracciare
la posizione di Jacky?-
-Si
capo, ma dovrei avere almeno una zona approssimativa su cui lavorare-
-Bé
allora tutto ciò che possiamo fare e restare qui e sperare
di ascoltare qualcosa-
Detto
questo accese il microfono e attesero.
Salve
a tutti! Mi dispiace per questo mio enorme ritardo, ma ho un sacco di
cose da fare, specialmente studiare, visto che, essendo fine
quadrimestre, ho le ultime interrogazioni in tutte le materie *sob*
So che questo capitolo è molto breve, ma ne ho ancora due da
aggiungere e poi ci salutiamo (per ora) e non volevo ridurre il loro
numero ulteriormente (ma i prossimi saranno più lunghi,
giuro!). Spero mi perdonerete.
Adesso i ringraziamenti:
ringrazio tutti coloro che leggono questa fanfic ed HermioneCH per
averla aggiunta ai preferiti ed HermioneCH, lolla20, slurmina, thia e
tinta87 che mi recensiscono (ehi, ragazze, mi avete fatto prendere un
colpo quando non ho avuto nessuna recensione al 6° capitolo,
temevo non vi piacesse -.-‘) e, tra l’altro, con
recensioni strepitose! Sono più belle quelle che la fanfic
^.^
Adesso vi lascio. Spero di riuscire ad aggiornare domani, ma se lo
faccio sarà di sera, perché ho tutto il
pomeriggio impegnato :P ciao!
|
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Capitolo 9 *** Rivelazioni & Sentimenti e mosse stupide ***
N.B.
Inizialmente racconterò cosa succede nella sala, poi per
migliorare la descrizione mi sposterò nel luogo dove si
trovano Jacky e Ross
CAPITOLO IX
PARTE
PRIMA – RIVELAZIONI
<<-Bé
allora tutto ciò che possiamo fare e restare qui e sperare
di ascoltare qualcosa- Detto questo accese il microfono e
attesero.>>
La
squadra attese molto tempo. Non riuscivano a sentire nulla. Poi
all’improvviso un rumore di una portiera che si apre e le
loro voci
-Mi dispiace averti trattata così. Ma qualcuno avrebbe
potuto insospettirsi-
Jacklyn non rispose. Poi sentirono dei rumori, come di foglie e remi
secchi, ed un portone che si apre e si chiude
-Cosa sta succedendo?- fu il pensiero che colse l’intero
team…
-Vedi mia cara, non mi è piaciuto lo scherzetto di ieri.
Fortunatamente mi hai preso solo di striscio. Solo che ora la dovrai
pagare-
-Mi dispiace non averti ucciso- questa frase portò ad uno
schiaffo immediato e lei, essendo legata su una sedia, non poteva
reagire
-Stai zitta sciacquetta!-
-Ma vaffanculo!- e gli sputò in faccia. A quel punto lui la
prese per i capelli, strattonandoli, facendole alzare la testa e le
sussurrò
-Questo non dovevi farlo- dopo essersi allontanato un secondo per
prendere una cassetta con vari strumenti riprese
-Adesso ti dovrò punire. Era tanto che volevo sentirti
urlare-
-Non ti darò mai questa soddisfazione-
-Stai pur certa che prima o poi urlerai-
Iniziò a torturarla, le provocava lunghi graffi, la
picchiava, usava spesso un coltello, ma lei non emetteva un fiato,
tant’è che la squadra pensava l’avesse
uccisa. Poi…
-Vedo che non ti arrendi. Allora dovrò passare alle maniere
forti-
Prese un coltello e lo tenne per vari minuti su un fuoco improvvisato,
sotto lo sguardo terrorizzato di lei. Iniziò presto a
tagliarle, verticalmente, una gamba. A quel punto Jacky non
riuscì a trattenersi e si lasciò sfuggire un
grido che ghiacciò tutti
-Come vedi alla fine ottengo sempre quello che voglio- disse lui
allontanandosi appena, mentre lei ansimava ancora a causa del dolore -
Ora vorrei fare un giochetto con te. Tu rispondi sinceramente alle mie
domande e forse lascierò stare DiNozzo. Sappi che mi
accorgerò se menti-
-Va bene- rispose lei in un sussurro
-Dunque… riesco a sentire il suo odore su di te.
Siete stati a letto insieme?!-
-…-
-Se vuoi che lo lasci stare devi rispondere-
-Si- rispose lei sibillando, quasi l’avesse sputata quella
sillaba
-Ti è piaciuto, vero?-
-Si- rispose Jacky, avendo capito che lo doveva assecondare, per
Tony…
-Bene… così adesso siamo i due uomini della tua
vita. O siamo di più?-
A questa affermazione lei non riuscì proprio a contenersi
-No. Tu sei solo uno sporco violentatore di ragazzine e dovresti
marcire all’Inferno per questo. Tony è il mio
unico vero uomo-
-Così ti sei conservata per lui…- quella non era
una domanda, ma un’affermazione, e Jacky lo aveva capito,
infatti non si degnò nemmeno di rispondere
-Allora lo ami?-
-Si-
-Quanto?-
–Con tutta la mia vita e se proprio lo vuoi sapere, stanotte
non ho fatto sesso con lui, IO HO FATTO L’AMORE CON LUI!-
rispose lei sull’orlo di una crisi di nervi
-E lui? Che ti ha detto? Ti ama?-
Lei attese un attimo prima di rispondere, conscia che quella risposta
le avrebbe causato il dolore peggiore –No-
-Allora perché lo vuoi salvare? Lui non ti ama. Lui non ti
merita-
-Senti, ho risposto alle tue domande. Ora devi lasciarlo in pace-
-Hmmm… No-
-COME NO! HAI DETTO CHE LO LASCIAVI STARE!
-Si, lo so, ho mentito-
-Lurido bastardo- presa dall’ira si alzò, per
quanto fosse possibile, e, compiendo un giro su se stessa, lo
colpì con la sedia
-Ora me la pagherai sporca puttanella-
-Tanto mi troveranno, e per te sarà la fine-
-Non ci contare. Ci troviamo in un bosco grande ettari di terreno.
Nessuno ci disturberà. Urla pure quanto vuoi- rispose
alzandosi
Così riprese il coltello, ancora incandescente, tra le mani
e riprese ad aprirle la ferita alla gamba mentre lei non poteva fare
altro che urlare.
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CAPITOLO IX
PARTE
SECONDA - SENTIMENTI E MOSSE STUPIDE
<<
Così riprese il coltello, ancora incandescente, tra le mani
e riprese ad aprirle la ferita alla gamba mentre lei non poteva fare
altro che urlare.>>
Giunti a
quel punto tutti si voltarono verso di Tony. Non l’avevano
mai visto così- era livido di rabbia, il suo corpo tremava e
presto sarebbe esploso. Intanto McGee aveva rintracciato Jacky. Grazie
alle parole di Ross aveva potuto restringere il campo su cui lavorare e
ce l’aveva fatta
-Capo, l’ho trovata-
A quelle parole Tony si alzò subito in piedi, si
avvicinò a McGee e lo tirò su prendendolo per la
camicia
-Dimmi subito dov’è-
-È appena fuori Washington. Nel bosco di Rovien, in una
rimessa abbandonata-
Avuta la sua informazione Tony lasciò stare McGee e si
catapultò di sopra. Prese la pistola e le chiavi della sua
auto e partì senza aggiungere nulla. Andava velocissimo,
sfrecciava fra le auto come se non ci fossero. Neppure Gibbs avrebbe
potuto stargli dietro. Mentre era in macchina delle immagini gli
attraversavano la mente, simili a flash. Lui quando vide Jacky per la
prima volta. La mattina precedente che, quando l’aveva vista,
aveva pensato fosse una dea. Il suo sorriso. I suoi occhi. I suoi
capelli. La sua bocca. Loro mentre facevano l’amore. Si,
ormai era certo dei suoi sentimenti. Lui amava Jacklyn Miller e non si
sarebbe mai perdonato se non l’avesse salvata.
Arrivò in pochi minuti e non si preoccupò nemmeno
di spegnere la macchina, tanto la sua mente era annebbiata
dall’odio. Lui voleva solo trovarlo e ucciderlo, ma quella
della macchina fu una mossa poco saggia. In questo modo, grazie a tutto
quel rumore Ross si accorse che c’era qualcuno. Con un colpo
stordì Jacky e si preparò. Quando Tony
entrò nel capannone prese la ragazza come ostaggio. Tony fu
costretto a gettare la pistola e Ross lo poté bloccare.
Proprio mentre si accingeva a scappare sentì i rumori dei
rinforzi e si costrinse a restare dov’era. Scappare non
sarebbe servito. Aprì i cancelli della rimessa e si
posizionò all’entrata con Tony come ostaggio e
Jacky ancora svenuta sulla sedia. Arrivò la squadra sul
posto e Gibbs non poté fare a meno di irritarsi e preoccuparsi
-DiNozzo cosa diavolo avevi per la testa?- -E tu, stronzo, lascialo
andare-
Tony non rispose al suo capo perché in fondo sapeva di aver
commesso una sciocchezza. Invece Ross iniziò a ridere
-Ma che peccato, eh Tony? Ti sei preso la sgridata… E ora
cosa volete fare?- -Sentite, o mi lasciate andare o gli sparo. Buttate
le armi-
Gibbs e gli altri cercarono di guadagnare tempo cercando una soluzione
che, però, non sembrava esserci. Jacklyn intanto aveva
ripreso conoscenza e, se pur indebolita dall’enorme perdita
di sangue, riuscì a liberarsi. Lentamente
strisciò fino a raggiungere l’arma di Tony, che
giaceva ancora abbandonata a terra. Poi, quando sentì dire a
Gibbs che avrebbero gettato le pistole, e quindi non c’era
più nulla da fare, capì che era
l’ultimo momento che aveva per agire.
Prese la mira e sparò. Colpì Ross dritto al
cranio, facendolo morire sul colpo. Poi sbatté a terra e da
lì non vide e non sentì più nulla.
Salve ragazzi! Eccomi con il
penultimo capitolo! Non sapete che strazio è sapere che sta
finendo… mi scuso anche per il ritardo ma tra scuola,
italiano, palestra e scuola guida proprio non trovo il tempo. Saluto
tutti quelli che leggono; HermioneCH, lolla20, slurmina, thia, tinta 87
che recensiscono (e mi rendono felicissima dovrei aggiungere) e
HermioneCH e tinta87 per avermi aggiunte ai preferiti. Un saluto
generale! Ci vediamo al prossimo (e ultimo capitolo :( ) Ciao.
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Capitolo 10 *** Ospedale & Epilogo - Tredici anni dopo ***
Ecco
l’ultimo capitolo. Non pensavo sarei arrivata a postarlo
tutto. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, mi hanno commentato e
l’hanno messo tra i preferiti, mi avete dato la forza di
portarlo fino alla fine. Adesso vi lascio alla lettura e vi anticipo
che penso di creare al più presto una nuova fanfic di NCIS.
L’ho già in mente. Spero vi piaccia anche quella.
Un bacio a tutti. Ciao e alla prossima!!!
CAPITOLO
X
PARTE PRIMA – OSPEDALE
<>
Tony
salì in ambulanza con lei. Con la ragazza che gli aveva
salvato la vita e l’aveva fatto vivere. Le
accarezzò una guancia e si accorse che era terribilmente
fredda. I medici le avevano collegato una macchina e poteva ben vedere
quanto fossero deboli i battiti del suo cuore. Sperava non fosse troppo
tardi. Mentre pensava tutto ciò erano arrivati
all’ospedale. Insieme ai medici corsero con la barella fino
dal chirurgo e gli spiegarono la situazione
-Dobbiamo
farle una trasfusione urgente. Una sua collega ci ha informato che il
suo gruppo sanguigno è AB+-
Tony
ringraziò mentalmente Abby per essersi informata
–Anche il mio è AB+. Prendete il mio sangue-
-Ma
signore, ci sono delle procedure-
-Senta,
io voglio solo aiutarla. La prego, mi dica che posso farlo-
-Va
bene, mi segua-
-Dottore…
la salvi-
-Farò
tutto ciò che posso- e poi i due se ne andarono.
Poco
dopo arrivò la squadra e Gibbs quasi urlando chiese
-Dove
sono la ragazza in barella e l’uomo che
l’accompagnava?-
L’infermiera,
sperando di calmarlo, gli rispose subito
-Le
stanno facendo una trasfusione in questo momento. Ha perso molto
sangue. L’uomo ha permesso di usare il suo perché
entrambi AB+-
Ziva
e Tim si sedettero in sala d’aspetto. Lui era affranto, ormai
Jacky era come una sorella, le voleva molto bene e non voleva se ne
andasse così. Lei invece stava sostenendo un monologo
interiore, rendendosi conto che, nonostante all’inizio
l’avesse quasi odiata perché innamorata di Tony,
adesso le voleva bene e aveva capito che la sua gelosia nei suoi
confronti era immotivata. Tony e Jacky si amavano ed, evidentemente,
lui non era l’uomo adatto a lei. Anche lei sperava si
salvasse, per Gibbs, per Abby, per Tim, Ducky, ma soprattutto per Tony
che, conoscendolo, non sarebbe sopravvissuto se lei fosse morta.
Gibbs
invece pensava. Pensava a quante ne aveva passate DiNozzo, a quante
ragazze aveva avuto. Si rese conto che Tony non aveva mai provato per
nessuna quello che provava per Jacky e lui ne era felice. Voleva bene a
Tony, e lei era una splendida ragazza, si sentiva molto protettivo nei
suoi confronti, più che con Abby. Forse a causa del suo
terribile passato o forse perché avrebbe potuto benissimo
essere sua figlia. Mentre formula tutti questi pensieri
arrivò il dottore.
-La
trasfusione è completata. Il signor DiNozzo sta dormendo
nella 715. Gli abbiamo dovuto prelevare molto sangue. Si dovrebbe
svegliare domani, ma se volete potete visitarlo ora-
-E
la ragazza?-
-Di
lei non siamo sicuri. È viva per adesso, ma potrebbe non
farcela. Ha perso troppo sangue e il suo fisico non ha retto. Le
speranze sono poche-
I
tre rimasero pietrificati. Tutti volevano bene a Jacky, chi in un modo,
chi in un altro. Era una di famiglia e sarebbe stato duro perderla.
Gibbs informò subito Abby e Ducky sulla situazione e promise
che li avrebbe tenuti aggiornati.
Tony
si svegliò il pomeriggio successivo e da allora passava
tutto il tempo con lei. Non lavorava, non mangiava, dormiva pochissimo.
Stava solo seduto vicino a lei e le parlava. Le raccontava della sua
vita, dei suoi amici, del suo lavoro e di quanto l’amasse.
Passarono
così vari giorni, senza alcun miglioramento, tra il tormento
di Tony e la preoccupazione degli altri che non sapevano come
comportarsi con lui.
Poi
una mattina, mentre teneva lo sguardo abbassato, pensando alle parole
del dottore
‘Mi
spiace, ma temo non ci sia più nulla da fare’
e,
per la prima volta da anni, piangeva, Jacky si svegliò e, in
pena per il ragazzo gli accarezzò piano il volto
-Ciao
Tony-
Lui
la guardò completamente confuso, quasi si aspettasse di
trovarla ancora in coma e di essersi immaginato quel contatto, la sua
voce. Quando si accorse che lei era veramente sveglia sorrise e la
baciò dolcemente sulle labbra
-Jacky,
ci sono tante cose che ti devo dire, ma questa è la
più importante per me: ti amo-
-Oh,
Tony. Anche io ti amo. Ti ho sempre amato- gli rispose tenendogli la
mano per quelli che gli sembrarono ore
-Per
quanto tempo ho dormito?-
-Tredici
giorni, è sabato mattina-
-E
tu?-
-Io
sono sempre rimasto qui vicino a te-
-E
si vede, sembri un cadavere!-
I
due si guardarono e poi scoppiarono a ridere
-Jacky,
se aspetti un attimo chiamo il dottore e avverto gli altri che sei
sveglia. Erano tutti molto in pensiero-
-Si,
certo vai- gli rispose lei col sorriso sulle labbra
Tony
uscì e nemmeno cinque minuti dopo era già tornato
e aspettava in silenzio che il dottore finisse di visitarla. Inutile
dire che quando iniziò a toccarle il petto per controllare
che stesse bene e che respirasse senza fatica lui divenne rosso per la
rabbia. Lei era sua e se non fosse stata in fin di vita per 13 giorni
lo avrebbe picchiato seriamente
Poi,
quando il dottore se ne andò le raccontò tutto
quello che era successo
-Jacky,
scusa la domanda stupida, ma cosa hai provato mentre eri in coma?-
-Bé,
Tony, tutto intorno a me era nero. Dal punto di vista fisico non
sentivo niente, ma spesso sentivo delle voci che mi parlavano, o
meglio, una voce, la tua. Mi sono aggrappata a quel suono per tutto
quel tempo, non volevo lasciarla andare, poi oggi ho sentito la tua
voce spezzarsi e il rumore di un pianto e non ce l’ho fatta
più. Non volevo che soffrissi per me, così mi
sono svegliata. Tony, tu mi sei stato vicino tutto questo tempo e senza
di te non ce l’avrei mai fatta a sopravvivere-
-Allora
sarai contenta di sapere che non mi allontanerò
più un momento da te, che mi avrai sempre vicino, anche
perché ora il mio sangue scorre nelle tue vene-
-Oh,
Tony!- e si abbracciarono, restando in quella posizione per tantissimo
tempo, fino a quando non arrivarono gli altri.
Nemmeno
a dirlo la prima ad arrivare fu Abby che quasi la stritolò,
seguita da Gibbs e gli altri. Gibbs guardava i due ragazzi assieme,
contento per loro, e prese una decisione che avrebbe stravolto le sue
regole. Così si congedò presto per recarsi dal
direttore, Jenny, che accettò la sua idea con entusiasmo.
Così, il giorno prima che fosse dimessa si recò
in ospedale a trovarla sperando di trovare anche Tony con lei. Voleva
vi fossero entrambi. Si affacciò alla porta e visto che
erano tutti e due lì che chiacchieravano entrò.
-Jethro!-
urlò la ragazza felice prima di correre ad abbracciare
l’uomo, mentre Tony lo salutò con un semplice
‘capo’
-Salve
ragazzi, come va?-
-Molto
bene, non vedo l’ora che mi dimettano da questo inferno. Non
ce la faccio più a essere visitata ogni 4 ore e a mangiare
pappina, come una neonata- rispose Jacky facendo ridere gli altri due
-Sono
contento che tu stia bene-
-Capo,
avanti, spara. Lo so che sei venuto qui per qualche tuo astruso motivo-
-In
effetti è così, Tony- -Jacky, vorresti far parte
della nostra squadra all’NCIS?-
La
domanda lasciò i due esterrefatti. Jacky fu la prima a
riprendersi e, abbracciando l’uomo urlò felice
‘SI!’
-Ma
capo, e la regola 18? Non possiamo negare che ci amiamo…-
-La
regola 18 è abolita DiNozzo. Vi aspettò entrambi
lunedì a lavoro. Ciao.-
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
CAPITOLO X
EPILOGO
– TREDICI ANNI DOPO
Erano
passati ben tredici anni da quando Jacky si recò
all’NCIS per cercare Tony. Ora lei e suo marito aspettavano
la loro famiglia per festeggiare il Ringraziamento. Bussarono alla
porta e Jacky andò ad aprire
-Papà! Ciao! Entra che si congela-
-Grazie Jacky. Ciao Tony-
-Capo, come va?-
-DiNozzo, quante volte ti devo dire che non sono più il tuo
capo?-
-Scusa, l’abitudine…-
Poi i successivi ad arrivare furono Ziva col neo-marito, Ducky e Jenny
ed infine Abby e Tim con la loro figlioletta. Rose, che appena entrata
corse ad abbracciare Alex.
Tony e Jacky si erano sposati 11 anni prima e tre anni dopo avevano
avuto due gemelli: Alex e Kate Ziva. Alex assomigliava moltissimo a
Tony, solo che i capelli e il carattere erano di Jacky e il padrino era
Jethro. Kate invece assomigliava a Jacky, ma il naso e la bocca erano
di Tony, così come il carattere: faceva la cascamorta con
tutti i bambini e la madrina, Abby, non faceva altro che incoraggiarla.
Poi, da soli tre anni, era arrivato l’ultimo maschietto,
Leeroy, il cui padrino era Tim. Non si capiva ancora bene a chi
assomigliasse, era un misto dei due, ma faceva impazzire i genitori.
Jethro era andato, dopo cinque anni dal loro incontro, in pensione, ed
adesso che era ‘nonno’ si occupava dei piccoli fino
al pomeriggio, quando Jacky tornava dal lavoro e passava il tempo con i
figli e con lui, raccontandogli la giornata. Lei ormai era una figlia e
lui era stato il primo a sapere dei due mostriciattoli, quando Jacky
gli confidò che aveva paura che Tony non li volesse. Inutile
dire che Tony fu felicissimo della notizia che gli diede e non gli era
mai passato per la testa di non volerli, anzi, era ciò che
voleva di più. Loro erano il frutto del suo amore per Jacky.
Tim ed Abby si erano sposati un anno dopo Tony e Jacky e adesso avevano
Rose, una splendida bambina innamorata di Alex.
Ziva aveva incontrato il suo lui da soli 3 anni e mezzo ed erano
sposati da appena nove mesi; mentre Ducky e Jenny conducevano le loro
vite di sempre.
Ormai tutti si volevano bene e passavano le vacanze sempre insieme.
Jacky, guardandoli ad uno ad uno non poté fare a meno di
pensare
“Questa è la mia famiglia”.
THE
END
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