Scusami ma ti amo

di TinieJorgesempre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io sono solo un errore ***
Capitolo 2: *** Festa ***



Capitolo 1
*** Io sono solo un errore ***


                             Capitolo 1: Sono solo un errore~~                  

Salve a tutti sono Martina Stoessel ho 18 anni, vivo nel Bronx e lavoro insieme alla mia migliore amica Lodovica in un bar a Manhattan. Lodo è la migliore amica che si possa desiderare noi ci conosciamo dall’età di cinque anni appena che sono arrivata all’orfanotrofio ho conosciuto lei, io sono stata abbandonata da mio padre quando mia madre morì per colpa di una stupida malattia… invece Lodo si trovava lì da quando era appena nata perché i suoi genitori non potevano permettersi di mantenerla ma non si sono mai fatti vedere. Ora sto pulendo il bancone del bar e i ricordi della mia infanzia alcune lacrime mi rigano il volto, “un caffè macchiato per favore!” dice una voce maschile, appena sento quelle parole mi asciugo le lacrime e dico “arriva subito”. Quando do l’ordine al cliente una lacrima involontaria scende sulla mia guancia ma non faccio in tempo a toglierla che il ragazzo di fronte a me dice “ehy tutto ok?” mi affretto a levare quella stupida lacrima e dico “si tutto bene!” “non si direbbe” “invece è così”sbotto, non piace quando non si fanno i fatti propri “va bene, calma” “scusa” “non preoccuparti, io sono Jorge Blanco tu?” “Martina Stoessel” in verità non so perché gli ho detto il mio nome visto che sono molto diffidente nei confronti del sesso opposto “bene Martina ti andrebbe di andare a fare un giro?” ed ecco che il tentativo di portarmi a letto viene fuori “no” “perché?” “perché so dove vorresti arrivare!” “si al parco, per te va bene?” un piccolo sorriso spontaneo si fa largo sul mio volto “ quel sorriso lo prendo come un si?” “non ti arrendi vero?” “no!” “va bene fra cinque minuti?” “benissimo” mi dice e in quel momento sento Lodo dire “Tiniiii senti questa!” “che succede Lodo?” “guarda!” mi ordina mostrandomi il suo telefono, prendo questo oggetto tra le mani e noto un messaggio da quell’odioso di Peter che dice: #Ciao Lodo sono Peter ti andrebbe di vederci oggi pomeriggio a casa mia per divertirci un po’? e tu sai cosa intendo io per divertirci…# che verme ieri mi ha mandato il medesimo messaggio… logicamente io non ci sono andata “che fai?” dice Lodo spaventata vedendo le mie dita digitare un messaggio: #vorresti giocare a Monopoli?”# dopo pochissimo arriva la sua risposta: #no vorrei giocare che io e te distesi su un letto con me dentro te…ti aspetto alle cinque; mi raccomando non prima che ho da fare con un’altra bellezza.# “che schifo” sussurro leggendo quell’orrore “che ti ha scritto?” domanda Lodo sporgendosi verso lo schermo per vedere la conversazione“Tieni e non avvicinarti a lui neanche per scherzo” “ci puoi giurare!”  detto questo si riprende il telefono e se rivà via “Martina puoi andare adesso il tuo turno è finito!” dice Carolina mentre si sta legando il grembiule “grazie… arrivo subito” dico l’ultima parte guardando Jorge il quale annuisce. Mi tolgo il grembiule e mi cambio l’uniforme con i miei vestiti, do una sistemata ai capelli prendo la borsa e dico “Lodo ci vediamo tra un po' a casa!” “Ma Tini se mi aspetti ci andiamo insieme come sempre” “No Lodo… tu non preoccuparti io ho da fare dopo ti racconto promesso!” “Va bene”, mugugna “ciao Lodo ti voglio bene” detto questo le stampai un bacio sulla guancia e poi uscì fuori dagli spogliatoi “eccomi!” esclamo raggiungendo l’esterno del bar dove c’è Jorge “andiamo?” “si!”, mentre stavamo camminando lui mi domanda “allora qual buon vento ti ha portata qui?” “diciamo che qui mi ha portata un cattivo vento più che buono!” “perché dici così?” “diciamo che la mia vita è un errore…o meglio io sono un errore!” “scherzi? Io non credo che tu sia un errore!” “tu non puoi capire” “se non mi spieghi non posso capire!” “ok,..allora fin da quando sono nata mi ha cresciuta solo mia madre perché mio padre era già sposata ma non ostante questo corteggiava mia madre, appena ha saputo di me è scappato via e non si è fatto mai vedere non dava niente a mia madre, una volta quando ero piccola di circa 4 anni mentre stavo in camera mia sentivo delle urla e quando mi affaccio nel salone di casa vedo mia madre parlare con un uomo ovvero mio padre e lui gli diceva ‘tu non mi devi cercare quella bambina è solo uno stupido errore’, detto questo esce e se ne va via sbattendo la porta, dopo un anno si scopre che mia madre ha un tumore ma non aveva abbastanza soldi per curarsi anche se quello che doveva essere mio padre navigava nell’oro dopo un mese muore e quindi chiamano mio padre per prendersi cura di me ma lui mi porta in un orfanotrofio quindi mi sono ritrovata a 5 anni senza madre ne padre, poi ho conosciuto la mia migliore amica e entrambe avevamo un sogno ovvero quando compivamo 18 anni di andare ad abitare da sole, e questo accade ma essendo chiusa per anni in un istituto non conosci i pericoli del mondo  e   l’unica casa che ci potevamo permettere è nel Bronx ed infatti io vivo lì insieme a lei però mi sono rifiutata di guadagnare soldi rubando oppure spacciando droga visto che mia madre mi diceva sempre di non prendere la strada più facile perché è quella sbagliata e infatti ho trovato lavoro in quel bar e  per non bastare tutti i ragazzi mi cercano solo per portarmi a letto, infatti non so nemmeno io perché ho accettato di fare una passeggiata con te… io sono solo un errore di gioventù” concludo, ripensando il mio passato fa veramente schifo ma non posso farci nulla “io non credo che tu sia un errore!” “io credo di sì” “no invece, sei una persona d’ammirare tutti al tuo posto sarebbero andate per la strada più facile invece tu no ha voluto scegliere il bene invece del male anche se questo provoca molti sacrifici!” dice fermandosi di botto e guardandomi negli occhi; solo ora mi accorgo che i suoi sono di un verde smeraldo che i quali mi hanno rapito… ma che sto dicendo? Velocemente distolgo lo sguardo e entrambi ricominciamo a camminare “invece tu?” domando “scommetto che mi odierai se sai la mia storia” “dai io ti ho detto la mia e ora io voglio sapere la tua” “va bene… allora sono nato il 19 dicembre e sin da subito ho avuto tutto, sono uno studente universitario del terzo anno ma non per volontà mia mio padre mi ha costretto ad andarci, però sono capitano della squadra di basket e questo mi conforta  visto che l’ho avuto come ‘premio’ da parte di mio padre visto che ho ottimi voti, la maggior parte delle ragazze vorrebbero stare con me ma io non voglio stare con loro, fin ora tutte le ragazze che ho avuto non l’ho conosciute nell’ambito scolastico…e per di più mio padre mi vuole regalare la terza carta di credito solo perché ieri ho preso trenta ad un esame… bene ora non vuoi più vedermi?” “perché non doveri più vederti?” “bhe perché ¬come posso dire…” dice grattandosi la nuca visto la situazione imbarazzante, “per tua informazione io non giudico le persone per quello che hanno ma per quello che sono!” “anch’io se è per questo… lo sai un po’ ti invidio” “tu invidioso di me? Per favore non farmi ridere” “ma io non sto scherzando sono serio, t’invidio perché tu da sola sei stata capace ti crearti una vita senza scegliere il male e tutte le cose che hai le hai avute con sacrificio, io ad essere onesti non so se avrei avuto il tuo coraggio… Martina io ti ammiro e anche molto” “grazie ma chiamami Tini, tutti i miei amici lo fanno” “va bene Tini… lo sai il tuo soprannome esprime una persona dolce” “il mio soprannome è uno dei ricordi più belli che ho di mia madre” “scommetto che gli somigli tanto” “forze ma io non ricordo molto di lei” “ti mentirei se ti dicessi che ti posso capire ma sono sicuro che è così, non potrebbe essere altrimenti visto che tuo padre è un vero e proprio pezzo di merda” “è un complimento?” “certo!... che ne dici se ci andiamo a prendere un gelato?” “va bene!”. Mentre andiamo in gelateria cominciamo a parlar del più e del meno, credo che sia l’unico ragazzo da quando vivo qui  che mi ci sono trovata bene per chiacchierare e farmi spuntare un sorriso spontaneo, dopo il gelato passeggiammo per un’altra oretta e avrei passato altre ore a parlare e passeggiare con lui ma si stava facendo buio e dovevo tornare da Lodo altrimenti chi la sente?  “Jorge si sta facendo tardi io devo andare, ci vediamo!” “puoi contarci, ora ho una ragione in più per venire a fare colazione nel tuo bar, ovvero andare a trovare un’amica” “ allora a presto!” dico schioccandogli un bacio sulla guancia “ciao Tini” “ciao Jorge”. Sto sulla metropolitana e odio prenderla da sola ma non ho altra scelta, in breve arrivo al mio quartiere e devo dire che la differenza tra le strade di Manhattan e quelle del Bronx è molta ma questa è la mia vita e la devo accettare,certo che se i cittadini di questo quartiere  evitano di rubare solo una volta in tutto l’anno non gli farebbe male ma sono loro decisioni di che stile di vita fare, sto attraversando la strada per raggiungere il mio palazzo ma qualcuno mi blocca prendendomi per il polso  mi giro e davanti ho Peter “Che vuoi Peter?” “ehy calma bambolina ti volevo dire che la mia offerta per un pomeriggio è ancora valida e dillo anche alla tua amica” “senti razza di maiale umano ti conviene lasciarmi altrimenti ti faccio diventare femmina all’instante!” “non avresti il coraggio” “questo lo dici tu” detto questo gli sgancio una forte ginocchiata dove non batte il sole e me ne vado lasciandolo lì tutto dolorante. Ma perché devo abitare al sesto piano di un palazzo che non ha un ascensore? È quasi un anno che abito qui e ancora non mi sono abituata a questa rampa di scale che mi viene il fiatone solo quando la penso figuriamoci quando la faccio. Dopo essermi ripresa per lo sforzo prendo e infilo le chiavi nella serratura del mio appartamento e appena apro la porta davanti mi ritrovo Lodovica con le braccia incrociate al petto e un espressione a dir poco infuriata “Martina Stoessel si può sapere dove diavolo ti eri cacciata? Avevi detto che saresti tornata a casa dopo poco e guarda caso sei stata fuori tutti il pomeriggio senza neanche un messaggio per avvertirmi che facevi tardi in modo che io non mi preoccupassi. Ti rendi conto mi hai tolto dieci anni di vita per lo spavento che mi hai fatto prendere!” “scusa mammina!”dico ridendo leggermente  “la smetti di ridere? Io lo dico perché sono tua amica!” “Lodo si può sapere dov’è il problema?” “il problema è che tu te ne sei andata e hai detto esattamente queste parole ‘ci vediamo tra un po’ a casa’ e poi sei sparita per ore e se mi avessi avvertita invece di stare in angoscia tutto il pomeriggio con il pensiero che ti fosse successo qualcosa sarei stata tranquillissima” “va bene hai ragione scusami, ma ho perso la concezione del tempo” “a fare cosa? Mi avevi detto che mi avresti detto tutto e ora voglio sapere tutto!” “saprai tutto non preoccuparti ma prima mi fai togliere il cappotto e le scarpe? Grazie!”. “Wow Martina Stoessel ha passato un intero pomeriggio con un ragazzo, il quale non la vuole portare a letto e non gli frega niente se non possiede neanche la metà dei suoi soldi… quale santo ti ha ascoltata?”rido all’espressione sorpresa di Lodo “Non lo so Lodo quale santo mi abbia ascoltata ma non farti strane idee, ci conosciamo appena e poi siamo amici” “si però due amici che non hanno entrambi un ragazzo e una ragazza” “Lodo cos vuoi insinuare? Ti ripeto che noi siamo amici e poi in un futuro anche volendo non potremo stare insieme…siamo troppo diversi e già tanto che siamo amici!” la mia amica sbuffa alla mia affermazione… cara Lodo questa è la cruda verità “va bene tanto con una testa dura come la tua è difficile farti cambiare idea… per adesso” “ok Lodo non hai fame? Che ti andrebbe per cena?” “si certo cambia discroso… lo sai  mi andrebbe di mangiare la pizza” “bene allora sarà divertente preparare due pizze insieme” “si sarebbe divertente ma io sono ancora arrabbiata per oggi quindi stasera cucinerai tu” “ma Lod…” “niente ma la prossima volta avvisi invece di far morire di preoccupazione la tua migliore amica” detto questo scompare nella sua stanza, sbuffo sonoramente, fa così perché mi vuole molto bene noi siamo come sorelle ma alcune volte esagera, ora dovrei anche cucinare per lei? Questa me la pagherà . “lo sai Tini che cucini bene la pizza” “grazie ma doveri ucciderti visto che mi hai fatto ricoprire da capo a piede di farina” “ma dai la farina va via basta una doccia” “lasciamo stare” dico rassegnata e addento un pezzo della pizza che ho preparato. Bene sto nel mio bel lettino stanchissima  ma felice, oggi è stata una bella giornata, cedo una delle migliori  bele giornate che io abbia passato dopo la morte di mia madre.

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Capitolo 2
*** Festa ***


POV’S TINI Sto facendo colazione visto che ho bisogno di energie per la lunga giornata che mi spetta. Lodo entrando in cucina mi dice “Tini lo sai che sei la mia migliore amica e ti considero come una sorella e che ti voglio un mondo di bene?” “si Lodo lo so, ma dimmi che ti serve?” “un favore!” “che favore?” “stasera mi devi accompagnare ad una festa” “perché? Se ci vuoi andare ci puoi andare benissimo da sola non hai bisogno dell’accompagnatrice e poi a me non mi va” “ma dai per favore” “perché ci tieni tanto alla mia presenza?” “perché la festa è qui, nel Bronx e lo sai come sono le feste da queste parti e ho paura ad andarci da sola” “Lodo tu non sei quel genere di persone che tiene ad andare ad una festa più di qualsiasi altra cosa, perché ci vuoi andare?” “perché ci sarà anche un ragazzo carino e voglio vedere se gli interesso… è di Manhattan, per favore tini” “dov’è questa festa?” “alla ‘devil angel’” “scherzi? Quella sarà la discoteca più malfamata di tutta New York” “ed è per questo che voglio andarci insieme a te, dai per favore” “va bene, ma lo faccio solo per te” “grazie, sei la migliore amica che si possa desiderare” “lo so Lodo”. ------------------------------------------ Sto pulendo il bancone del bar quando una voce maschile a me familiare mi distrae chiamandomi “ciao Tini” “ehy Jorge… dimmi pure” “due bottigliette di acqua naturale per favore” “subito”. Quando gli do le bottigliette lui mi dice “mi stavo dicendo se stasera ti andrebbe di andare a fare un giro” “mi piacerebbe ma la mia amica mi ha costretta ad accompagnarla ad una festa, magari domani a meno che non voglia venire anche tu ma non te lo consiglio” “perché?” “perché si terra in una delle discoteche più malfamate di tutta New York e non so nemmeno io perché ho accettato di andarci” “beh credo perché gli vuoi molto bene” “si, ecco perché, comunque non stavo scherzando se vuoi venire puoi” “sicura?” “certo, a meno che tu non voglia” “no, non ho detto questo” “allora vieni si o no?” “ok vengo… ora?” “verso le 21:00 al bar principale di Times Square?” “ok allora stasera ci vediamo lì, ora devo andare che si sta facendo tardi” “ok, a stasera allora” “si ciao” “ciao”. “Caterina dov’è Lodo?” “nel retro” “grazie”, vado nel retro in cerca di Lodo e quando la vedo gli dico “Lodo ti ricordi di quel ragazzo che ho conosciuto ieri?” “si perché?” “ti dispiace se stasera viene anche lui alla festa?” “certo che no, ma dimmi un po’ come mai viene anche lui?” “perché è venuto al bar per prendere delle bottigliette d’acqua e mi ha chiesto se stasera mi andava di andare a fare un giro con lui, ma siccome devo venire a questa benedetta festa gli ho detto di no, e poi l’ho invitato” “Tini non te ne sei accorta?” “di cosa?” “lui ti ha chiesto di uscire” “no! Cioè si ma come amici, solo per conoscerci meglio” “si certo, ma se non ci credi neanche tu a quello che hai detto” “per favore Lodo finiscila” “ok, che testa dura che hai, sei proprio testarda” “meglio testarda che gattamorta”. -------------------------------------------- Io e Lodo stiamo andando all’appuntamento, io ho voluto indossare uno paio di pantaloni neri attillati,( visto che fa freddo) sopra un top fuxia senza spalline con sopra dei piccoli brillantini dello stesso colore, per le scarpe opto per delle decolté nere lucide e per evitare di prendere una polmonite indosso una giacca da donna nera, i capelli li lascio sciolti, mi trucco non troppo pesante, e per completare l’outfit prendo una borsa tracolla fucsia. Invece Lodo visto che deve fare conquiste ha indossato un abito celeste corto fino a metà coscia che scende bene sul suo corpo le scarpe sono dello stesso colore del vestito,una giacca bianca e per finire in bellezza ha una pochette del medesimo colore, anche lei capelli sciolti, trucco leggero. “eccoci arrivate, vai tu dentro io ti aspetto qui in macchina” mi dice la mia amica fermandosi davanti al bar “ok” rispondo per scendere dall’auto e entrare nel bar. Appena entro dopo un paio di sguardi intravedo Jorge; devo dire che stasera è bellissimo indossa un paio di pantaloni beige con una camicia scozzese rossa e bianca “ehy!” esclamo arrivandogli davanti “ciao Tini” “bene andiamo, la mia amica è ansiosa di andare” “posso immaginare il perché” “si, si è messa tutta in ghingheri anche con il freddo che fa” “beh si vede che questo ragazzo gli interessa non poco” “si vede che non la conosci per niente” “perché?” “perché io come migliore amica mi ritrovo una pazza” “addirittura?” “certo, quando la conoscerai meglio ti assicuro che dirai lo stesso” “se lo dici tu” “ci puoi giurare che è così, ma ora andiamo perché va molto di fretta” “ok”. “allora Jorge andiamo solo con una macchina ovvero quella di Lodo” “sicura?” “si te lo consiglio per la tua, se la vuoi ancora ritrovare” “ma non rischiate lo stesso?” “si ma noi abbiamo i nostri metodi” “va bene”. “era ora!” esclama Lodo quando io e Jorge entriamo in macchina “mamma mia Lodo sono passati solo cinque minuti, non ti preoccupare che non scappa mica” “ah-ah quanto sei divertente” “va bene basta, comunque lui è Jorge e lei è Lodovica” “ciao Jorge” “ciao” “bene andiamo” . “Lodo sei sicura di non aver freddo, vestita così?” “no Tini, se tu sei semplice non significa che io anche sono così” “scusa se voglio evitare di prendere una polmonite” “si come vuoi, comunque siamo arrivati”. “lo sai Tini hai ragione, fa un po’ freddo” “ma no cosa te lo fa pensare? Forse perché siamo a gennaio e i gradi sono quasi sotto lo zero?” “gne gne, tanto una volta dentro farà caldo” dice facendomi la linguaccia “va bene lasciamo stare altrimenti facciamo mattina, dai andiamo”. “sai oggi pomeriggio quando sono uscita per fare la spesa ho incontrato Peter e mi ha raccontato che ieri gli hai fatto molto male” “se l’è cercata io l’ho avvertito lui ha detto che non ne avevo il coraggio e gli ho dimostrato il contrario” “per poco non gli scoppiavo a ridere in faccia” “per curiosità che gli hai fatto?” domanda Jorge, stavo per aprire bocca ma mi precede Lodovica “zitta glielo voglio dire io, allora praticamente Tini stava ritornando a casa ma prima di attraversare questo Peter la ferma siccome questo è un maniaco sessuale la nostra dolce e cara Tini gli ha detto ‘senti razza di maiale umano o mi lasci oppure ti faccio diventare femmina’ lui gli dice ‘non ne avresti il coraggio’ e quando gli ha detto questo, lei gli sferra una forte ginocchiata lì e poi se ne va mentre lui sta per terra tutto dolorante” “se l’è cercata” dico io mentre ormai Lodo sta morendo dalle ristate “sei forte” mi dice Jorge “lo so caro” gli rispondo. una volta dentro un odore insopportabile di alcool misto al fumo penetra nelle mie narici mentre la musica si occupa di distruggere i miei timpani “Lodo veramente tu credi ti trovare questo ragazzo con tutta questa gente?” gli urlo “si, ce la devo fare questa è la mia unica possibilità” “fa come vuoi” “per qualsiasi cosa vi aspettatemi al bar” “ok” “ciao amica io vado alla ricerca” “si ciao, e mi raccomando stai molto attenta” “lo farò non preoccuparti” detto questo sparisce nella folla “Ti va qualcosa da bere?” mi chiede Jorge “si andiamo” gli rispondo per poi seguirlo fino al bar; ci sediamo su dei sgabelli e io chiamo il barista per ordinare dei drink “mi dica tutto dolcezza” mi risponde, ben per me a forza di fare drink si è ubriacato più lui che tutta la gente qui dentro “senti finiscila altrimenti questa dolcezza non sarà tanto dolce con i tuo bel faccino, hai capito bene?” “si, si calmina, dimmi come posso esserti utile” “dammi un vodka” “idem” dice Jorge “ma qui tutti ci provano con te?” “qui pensano soltanto a portarti a letto” “beh questo perché sei molto bella” “sono solo una ragazza normale” “si però sei una ragazza bellissima” “se lo dici tu” dico non tanto convinta, voglio dire io tutta questa bellezza in me non la vedo, proprio in questo momento mi sento qualcuno che mi urla in uno orecchio “si ha ragione sei proprio un bel bocconcino, che ne dici se vieni con me e ci divertiamo a casa mia?” mi giro di colpo e davanti ai miei occhi appare Peter con un sorriso da maniaco in faccia “senti non so chi tu sia ma ti conviene che te ne vai e ance subito” gli risponde Jorge “Jorge non sprecarci il fiato guarda come si fa” gli dico, prendo il bicchierino di vodka che il barista ci ha dato il barista e glielo verso tutto in testa “la prossima volta ti conviene che non mi ti avvicini affatto, e ora vai a dare fastidio a delle gattemorte non a me, ADDIO” “tanto un giorno cadrai ai miei piedi” mi dice Peter “si forse quando ci sarà vita sul sole” gli rispondo, e non sapendo più che dire se ne và tutto fracido “io te lo ripeto, sei forte” mi dice Jorge. ------------------------------------------- Passo tutta la serata con Jorge a ridere e a scherzare, questa festa alla fine non si è rivelata proprio orribile, anzi tutto il contrario; con Jorge non lo so che mi succede ma quando sono nella sua compagnia mi dimentico di tutti i problemi che ho anche se questa è soltanto la seconda volta che ci vediamo, ma è così,mai con nessuno mi è successo tutto questo, io sto bene in sua compagnia e credo che lui stia bene con la mia visto che ha accettato l’invito per stasera, e poi è lui quello che volava fare un giro insieme a me, e poi la conferma l’ho avuta oggi che non si è staccato da me neanche un secondo, credo che diventeremo grandi amici. Ora siamo fuori il locale visto che si sta facendo tardi e domani ho una lunghissima giornata che mi aspetta, devo andare a lavorare e questo mi strema e poi il pomeriggio ho da fare con Lodo, sempre per colpa delle sue idee pazze che ha, infatti ho preferito non ubriacarmi, ma credo di non poter dire la stessa cosa di lei visto che non l’ho vista per tutta la serata, chissà se alla fine ha trovato quel ragazzo che gli interressa “credi che prima o poi si faccia viva Lodovica?” dico a Jorge “certo bisogna solo aspettare” “si ma non vorrei passare tutta la notte qui ad aspettarla” “prova a chiamarla” “con tutta quella confusione non credo che senta il cellulare”, proprio in questo instante squilla il mio telefono, sul display lampeggia il nome ‘Lodo’ “parli del diavolo e spuntano le corna” dico rispondendo alla chiamata: *inizio chiamata* “ehy Lodo noi siamo fuori tu?” “ti ho chiamata proprio per questo voi potete anche andare” “scusa e tu?” “non preoccuparti per me, io già me ne sono andata” “Lodovica Comello dove sei, con chi sei e soprattutto cosa stai facendo?” “non preoccuparti Tini” “dici tu di non preoccuparti, quando sei hai a che fare con una pazza come te c’è poco che stare tranquilli” “ok te lo volevo dire domani ma a quanto pare non mi lascerai finchè non te lo dirò... quel ragazzo l’ho trovato si chiama Ruggero, a quanto pare è italiano, ora sono a casa sua e ci rimarrò tutta la notte… per dormire visto che abita da solo” “COSAAAAA?” urlo, ma è mai possibile che non può stare un giorno senza fare la pazza? “si ma non preoccuparti” “tu mi dici di non preoccuparmi? Ti rendi conto Lodovica di quello che stai facendo? Sei a casa di un completo sconosciuto, tu non sai cosa ti può fare” “se è per questo neanche tu” “Lodovica ma hai bevuto o cosa?” “no sono completamente sobria e rimarrò qui anche se tu non vorrai” “fa come vuoi ma poi non dire che non ti avevo avvertito, mi raccomando non fare sciocchezze” “non preoccuparti so quello che faccio” “lo spero” “certo, buona notte ti voglio bene amica” “si buona notte, ti voglio bene anch’io” *fine chiamata* “che ti ha detto? Hai una faccia” “succede che Lodovica è completamente impazzita” “perché?” “perché ha preso la saggia decisione di andarsene via con quel ragazzo che gli piace e passerà la notte a casa sua, che casualmente abita da solo, è possibile che non si rende conto del pericolo che sta correndo? Voglio dire è un perfetto sconosciuto che ha incontrato in una discoteca più o meno un ora fa… come si fa a fidare?” “Non lo so però ieri anche tu ti sei fidata di me” “si ma tu non mi ha detto di venire a dormire a casa tua” “su questo hai ragione” “lo so che ho ragione, comunque stare qui a parlarne non cambierà la mente di quella pazza dai andiamo? Si sta facendo tardi” “si andiamo”, ci incamminiamo verso la macchina io salgo al posto di guida mentre Jorge a lato passeggero, accendo il motore e parto per raggiungere Manhattan fino a Times Square. “allora buona notte Tini” “si buona notte Jorge” “ci vediamo allora” “si certo, ciao” “ciao”. --------------------------------------------- È mattina e Lodo ancora non è rientrata, ho appena finito di fare colazione, ancora non ci credo che si sia fidata di completo estraneo. Basta sette e quarantacinque fra un po’ devo andare a lavoro io me ne vado, Lodo si sbriga da sola; proprio quando apro la porta Lodo stava facendo al stessa cosa, “alla buon’ora” gli dico mettendomi una mano sul fianco “scusa ma il tempo insieme a Ruggero vola” “certo come se lo conosci da una vita per dire questo” “non lo conosco da una vita però è simpaticissimo” dice entrando “e poi ieri è stata la serata più bella di tutta la mia vita… tutto è stato magnifico, soprattutto Ruggero” “oh mio Dio Lodo non ci sarai andata mica a letto” “no certo che no, ma come ti vengono in mente certe cose? “forse dalla tua espressione?” “no, non ci sono andata a letto,il massimo che c’è stato è qualche bacio” “oh Santo cielo, tu l’hai bacato? E anche più di una volta?” “si perché?” “perché Lodovica tu non sei così e se permetti le ragazze che lo fanno io le considero delle gattemorte e anche tu la pensavi così” “lo so ma lui è, non lo so com’è ma mi fa perdere la ragione” “oh fidati che quella la perdi anche da sola” “ehy! Comunque stai andando a lavoro?” “no guarda, stavo andando in Russia” “ah-ah quanto sei divertente” “Lodo dove vuoi che vada a quest’ora?” “scusa, mamma mia di cattivo umore oggi?” “no perché?” “così, dimmi un po’ ieri ti ho lasciata con Jorge tutta la serata com’è andata?” “come deve essere andata? Siamo stati insieme tutto il tempo ci siamo divertiti come dei buoni amici e poi ognuno a casa sua” “solo questo?” “si Lodo SOLO questo… cosa doveva succedere scusa?” “niente, è che avevate la casa tutta a vostra disposizione…” la faccio continuare che gli lancio subito un cuscino in faccia “razza di piccola pervertita ma a che vai a pensare, se non la finisci subito con certi pensieri ti farò pentire di aver varcato la soglia di casa” “va bene sto buona. Aspetta che mi cambio e poi andiamo a lavoro insieme” “va bene ma fai in fretta che già è tardi” “ok”. ----------------------------------------------- Abbiamo finito il turno di lavoro e devo dire che oggi è stato più stancante dell’altri giorni, forse perché ieri sono andata a dormire tardi e ora la stanchezza si fa sentire “Lodo questa cosa non la possiamo fare domani?” “no lo facciamo ora” “ma io sono stanca” “uffa basta piagnucolare e mettiamoci all’opera” “d’accordo”, la su idea è quella che balliamo e cantiamo in mezzo alla strada, perché ha detto che ce la caviamo, io non capisco perché, voglio dire è vero che lavorando al bar non guadagniamo una fortuna però quei soldi ci bastano per sopravvivere, non abbiamo bisogno di soldi extra, logicamente non li buttiamo se entrano in casa altri soldi di più del normale ma a me non va proprio di fare questa cosa soprattutto oggi che sono stanchissima perché ora invece di stare al Central Park vorrei stare a casa nel mio bel lettino. La musica parte e io comincio a cantare mentre Lodo improvvisa una coreografia, devo dire che è molto brava nel ballo, alla fine della canzone tutte i passanti che in quel momento si erano accerchiati intorno a noi applaudono, Lod abbandona la sua posa e prende un cappello da break dance che non avevo mai visto fino ad ora e inizia ad andare vicino al nostro piccolo pubblico mentre io afferro la mia bottiglia d’acqua per bere, “guarda un po’ Tini quanto abbiamo guadagnato?” “si Lodo ma io sono ho sonno possiamo andare a casa per favore?” “dai Tini solo un’ultima volta, noi piacciamo alla gente, e poi hai visto che improvvisazione?” “si Lodo sei stata molto brava, ma ora andiamo?” “no dai per favore solo un’ultima volta” “no Lodo non mi va” “ok però domani ritorniamo” “e va bene” dico ormai all’esasperazione “lo sapete siete state davvero bravissime” sposto lo sguardo oltre la spalla di Lodo e vedo Jorge con un sorriso stampato in faccia, non mi dite che lui ha visto tutto oh mio Dio che imbarazzo “g-grazie” gli dico di rimando “ehy Jorge ciao” “ciao” “non lo dire a nessuno ma hai visto che improvvisazione?” “tutto quello era improvvisato?” “la canzone no perché è una tra le preferite di Tini e a casa la canta sempre, ma la mia coreografia si, ti è piaciuta?” “devo dire che sei molto brava nel ballo” “grazie” “Lodo!” una voce maschile ci distrae e un ragazzo alto, occhi marroni, un ciuffo ordinato con un sorriso stampato in faccia sta ammirando la nostra cara Lodovica “ehy Rugge, ciao” “ciao! Lei deve essere la tua amica Martina no?” “esatto è lei” “piacere Ruggero” “Martina” Ruggero, a certo il ragazzo di ieri “ah Lodo allora questo è il ragazzo per la quale ieri mi hai trascinato a quella festa, si hai ragione è un po’ carino” alle mie parole lei mi pesta il piede provocandomi un dolore allucinante, io l’ho fatto solo per vendicarmi mica per farmi staccare un piede “Lodo ti ho mai detto che ti voglio bene?” “si tante volte” vedo che Jorge sta ammirando la scena divertito, ma che ci trova di divertente in tutto questo? Lo fulmino con lo sguardo e subito lui sposta lo sguardo diventando serio, o almeno ci prova “lo sapete siete bravissime” dice Ruggero “ci hai visto?” le chiede la mia amica “certo siete fantastiche, lo sai stavo venendo a casa tua per invitarti a fare un giro con me vuoi?” “certo! Tini ci vediamo…” non la lascio finire che concludo la sua frase “dopo a casa, lo so” “bene ciao” “ciao” quando se ne vanno Jorge mi chiede “ora posso ridere?” “NO!” “va bene,dai per farmi perdonare ti andrebbe di andare a prendere un pezzo di pizza?” “accetto solo perché mi sta venendo fame” “va bene andiamo” dice lui ridendo mentre io prendo la mia borsa tracolla. “lo sai hai una voce bellissima” mi dice mentre raggiungiamo la gelateria dell’altro giorno “veramente?” “si, per caso hai studiato canto?” “secondo te in colleggio si può studiare canto? Non credo” “a chiunque viene di pensare questo sentendoti” “non sono poi così brava” “no, non sei brava sei bravissima… dai non essere modesta” “e tu non ingigantire le mie qualità” “ma non le sto ingigantendo, davvero canti benissimo” “veramente?” “certo” “beh allora grazie” “e di che? Per aver detto la verità?”. Stiamo passeggiando mangiando la pizza quando ad un certo unto lui dice “ti sei sporcata” “dove?” “qui” dice avvicinando il suo pollice sull’angolo della mia bocca, in quell’instante i nostri occhi s’incrociano, rimaniamo con ognuno perso nell’occhi dell’altro fino a quando non mi rendo conto di quello che sta succedendo, velocemente distolgo lo sguardo dal suo e contemporaneamente anche lui. Continuiamo a passeggiare per un’altra oretta, poi vista l’ora credo che sia meglio andare a casa “io dovrei andare” “si anch’io però prima ti volevo chiedere se domani ti andrebbe di venire a vedere la mia partita di basket, e poi dopo se possiamo andare a prendere un pezzo di pizza, se vuoi può venire anche Lodovica” “certo mi piacerebbe molto, ma mi sa che Lodo non potrà venire sarà troppo impegnata con Ruggero ma glielo dico comunque… grazie” “di niente” “allora ci vediamo domai alle 17:00 al palazzetto dello sport vicino alla New York University!” “ok a domani allora, ciao” “ciao”. Angolo Autrice: spero che vi piaccia questo capitolo, mi sono impegnata molto a farlo e se vi piace votate e commentate, grazie buona notte a tutte.

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