Mi scusi… ha un momento?

di solomonty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


A Martin A. Deeks




Mi scusi… ha un momento?

Parte 1



C’è un uomo di mezza età, capelli quasi tutti bianchi, barba e baffi, seduto su una panchina, nel parco. Legge dei fogli che di volta in volta tira via da una cartellina.
Un gruppo eterogeneo di persone si avvicina da un viottolo.
Parlano tra loro, c’è chi spinge chi, ridono, borbottano.
C’è una piccola donna e una ancora più piccola, un uomo attempato, uno spilungone e altri giovani dai corpi da copertina. Occhi azzurri, gambe da gazzella, capelli biondi, muscoli a non finire… tanto per gradire.
Sorpassano l’uomo della panchina; poi uno di loro si ferma e si volta facendo fare agli altri la stessa cosa.
Scruta bene l’uomo e si avvicina.
 
“Mr. Brennan?”
“Sì?"
“Uh, salve… ha un momento?”
“Hum… prego.”
“Noi vorremmo approfittare della situazione e chiederle delle delucidazioni in merito alle nostre storie.”
“Mi scusi?”
“Sì, insomma, ci sono cose che non sono chiare e vorremmo capire.”
“Spero di potervi aiutare, signor?”
“Callen… G, Callen.”
“Ma certo, che sciocco, l’ho inventata io.”
“Infatti…”
“Mi dica, signor Callen, cosa non le è chiaro?”
“Tanto per incominciare: dopo sei anni non le sembra ora di darmi un nome? voglio dire: il mistero poteva essere intrigante nelle prime due serie ma poi… poteva approfittarne durante il capitolo rumeno… ho un nome così tanto misterioso, che gli enigmi del Santo Graal, la Gioconda, Lochness, Stonehenge e Jimmy Hoffa, tutti insieme, sono semplici come un’equazione di primo grado.”
“Ha ragione, ma con i produttori abbiamo convenuto che se avessimo svelato il mistero il suo personaggio avrebbe perso smalto.”
“Santo cielo, è solo un nome… che so, Gilbert, Gary, Gavin, Gavril, Gordon, Grijgory… ce ne sono un’infinità e non è detto che debba essere per forza rumeno; del resto, per quello che è stato detto, sono nato negli Stati Uniti!”
“Le prometto che sveleremo questo mistero al più presto.”
“Bene, grazie; almeno mi sentirò un po’ più completo… e, a questo proposito, ho delle domande.”
“Spero di avere le risposte.”
“Trentasette affidi… trentasette affidi sono un po’ troppi, anche per uno fico come me; ma chi ci crede? E poi sono rimasto tanto traumatizzato, e ci credo, dico io, ma non so nulla di tutti questi traumi… lei ancora non mi ha fatto sapere niente di quella che è stata la mia infanzia… dopo sei anni devo dare delle spiegazioni ai miei fan!”
“Beh…”
“Eppoi, perché ho lasciato la CIA? Cosa è successo che mi ha fatto abbandonare un’intelligence per un’altra?”
“A lei piace dare degli idioti a quelli della CIA.”
“Sì, ma perché?”
“Fa ridere i telespettatori.”
“Lo so, sorrido pure io ogni volta che do degli idioti a quelli della CIA.”
“E allora vede che tutto torna?”
“Cosa sta dicendo? Mi spieghi perché non «stupidi» o «ebeti»… perché proprio «idioti»?”
“Anche questo a tempo debito…”
“E mio padre? Era americano, anche lui un idiota ed è sparito nel nulla, nessuno ne sa niente…”
“È vero, è proprio un mistero…”
“Chi è Arkady? Mica ho capito se è amico o nemico… vabbè che nel mondo delle spie niente è quel che sembra ma…”
“Lo ha detto lei: nel mondo delle spie…”
“Per quel che ne sappiamo tutti, potrebbe essere lui mio padre.”
“Certo, per quello che ne sappiamo…”
“E come la mettiamo con Joelle, eh? Compare una prima volta, poi in un altro episodio ne parlo en passant… e adesso le rivelo che sono un fichissimo agente del governo?”
“Non va bene?”
“Ma chi la conosce Joelle! Oh, è molto, molto carina e coraggiosa ma non ho vissuto l’evoluzione di questo rapporto… mi avete affibbiato una fidanzata e l’ho baciata a malapena, cavolo!”
“Beh…”
“Ora, a rigor di logica, Hetty dovrebbe arrabbiarsi perché ho svelato alla mia ragazza-che-ho-baciato-a-malapena, la prima regola… dica la verità, volete ucciderla, Joelle? Sì, dai… noi abbiamo questo lavoro mega-super-ultra-iper segreto che nessuno deve scoprire e che è a conoscenza di una ristretta cerchia di persone.”
“Infatti.”
“Infatti un corno, Mr. Brennan… lasciamo bigliettini da visita a dritta e a manca; in qualunque scena del crimine ci facciamo riconoscere, chiediamo collaborazione a gente tipo Jorge o Haime, non mi ricordo mai come si chiama e poi, che so, i genitori di Nell o di Eric li ricopriamo di bugie… non è un po’ da sciocchi? Potreste sistemare questa cosa? Mi sembra proprio una presa in giro per il pubblico.”
“Non sia così severo, signor Callen.”
“Ah, ancora una e la lascio.”
“Mi dica.”
“Allora: noi siamo la più fichissima squadra di intelligence di tutti i tempi, sappiamo fare tutto e lo facciamo al meglio.”
“Sì, certo.”
“E allora perché io tratto i miei collaboratori come fossero degli idioti?”
“Via, non dica così…”
“Anche loro lavorano per la CIA?”
“A questo non avevo pensato.”
“È stato lei a crearmi così speciale e contorto, non si lamenti.”
“Assolutamente… stavo dicendo che i suoi colleghi non sono idioti, anche se lei li tratta come tali.”
“Mi confonde le idee, ma in questa squadra non c’è il meglio del meglio?”
“Certo, vi abbiamo cercati fichi e chiazzati!”
“Mi sono accorto (perché lei mi ha creato anche perspicace e intuitivo!) che molte sceneggiature denotano quanto siano tutti così tanto incompetenti, che se non intervengo per dirgli anche quando andare al gabinetto suppongo resterebbero immobili nell’inquadratura della macchina da presa.”
“Lei sta attento a troppi dettagli!”
“Può farmi fare due chiacchiere con gli sceneggiatori e con gli assistenti di scena?”
“Non serve, può dire a me.”
“Ok, cosa mi dice degli orologi?”
“Orologi?”
“Vi siete accorti, vero, in fase di montaggio, che non abbiamo mai gli orologi sincronizzati né tra di noi né con l'ora presunta in cui si svolge l'azione?”
“Perbacco, non me ne sono mai accorto!”
“Qualche fan, sì… e ce l'ha detto via Twitter.”
“Che vergogna, su Twitter resta tutto nero su bianco, per l'eternità.”
 
Da dietro la panchina sbuca fuori un omone, pelato come il Genio della Lampada, con tanto di sbrilluccichìo.
L’uomo seduto lo guarda ma non sa dire se quello è un sorriso o una smorfia!
“Dai G, basta, tocca a me… ho un po’ di domande per Mr. Brennan.”
“Oh, Sam Hanna… quanto è grosso visto da vicino.”
“Grazie, ma è anche merito delle magliette che indosso, se ne parla fino allo sfinimento… a proposito, potreste farmi dire cose più intelligenti?”
“Perché, non le piacciono le sue battute?”
“Cosa fa? Risponde a una domanda con una domanda? Cavoli, anche io ho risposto a una domanda con una domanda… capisce cosa voglio dire? Le sembrano battute degne di un super-gagliardo come me?”
“Andiamo, signor Hanna, lei è come papà orso…”
“NapoOrsoCapo, Yoghi o Bu-bu? Io sono un Seal, Mr. Brennan… dovete decidere, lei e i suoi compari, se sono tutto d’un pezzo o un frignone che predica bene e razzola male.”
“Cosa intende?”
“Sono uno che salva il mondo o si fa prendere dal panico se la moglie, che fa lo stesso lavoro, è nei guai?”
“Il momento era così stressante, per lei e per la sua famiglia.”
“Dovrei essere preparato, no?”
“Ma l’amore è l’amore…”
“E allora dovevo andare a lavorare per una ditta di peluche!”
“Addirittura!”
“Sì, perché prima riempite la testa della gente su quanto siamo élitari e imbattibili e poi mi fate cag…”
“Ah! non sia scurrile.”
“…are in mano… mi avete fatto fare una figuraccia con i telespettatori… anche perché, dieci minuti prima, me l’ero presa con Shaggy.”
“Era per la tensione.”
“Quello che gli ho detto mi ha fatto odiare da una gran fetta di donne, sa? E poi mi sono preoccupato di mia moglie, che è una professionista seria, neanche fosse mia figlia al ballo della scuola… se volevate farmi avere un’anima sotto questa mega corazza di muscoli, potevate giostrarvela meglio…”
“Cosa avremmo dovuto fare?”
“Intanto darmi un po’ più di quattro battute per chiarirmi con Shaggy, in ospedale… vi piace creare conflitti e poi li risolvete in due secondi con parole che sembrano pubblicate su «Il Calendario di Frate Indovino».”
“Chi?”
“Lasci stare.”
“Perché si lamenta? Gli spettatori hanno gradito le tre sparutissime parole, densissime di significato, che vi siete scambiati; hanno risolto tutti i vostri problemi e vi hanno fatto diventare amichetti di culo… va bene, no?”
“Mica può dire «culo» tanto per dire, eh, lei non è un rapper!”
“Dico, e vi faccio dire, quello che mi pare… so quello che il pubblico vuole e sono disposto a passare sopra alla credibilità dei personaggi e della storia pur di ottenere share!”
“Ah, è per quello che appena dopo essere stato torturato sono tornato subito al lavoro?”
“Certo, lo sanno tutti che quelle scariche elettriche erano finte, era inutile tenerla sdraiato in un letto d’ospedale, mica possiamo prendere in giro la gente!”
“Ok, ma cosa intende fare per me? voglio essere qualcosa di più di un Big Jim.”
“Tipo Ken?”
“Tipo He-Man!”
“Capisco… ha delle idee?”
“Potreste raccontare perché ho lasciato i Seal… perché li ho lasciati, no? Mica ho fatto come il mio amico e collega Steve McGarrett* di "Hawaii Five-O" che è rimasto comunque nel corpo…”
“E potremmo fare un altro cross-over!”
“Sì, sarei il protagonista.”
“Ci sono anche gli altri, signor Hanna…”
“Davvero? Strano… ho così tante inquadrature e battute, che pensavo di essere il più importante: sono secondo nella sigla e il mio nome chiude la presentazione… insomma, il Premio Oscar (2*) l’avete messo prima…”
“Arrivati a certi punti, bisogna alzare le mani, sa?”
“Non mi interessa… piuttosto, potrebbe farmi sapere qual è il rapporto che ho con mio padre, il colonnello Hanna? Non faccia quella faccia (continuo a dire cose insensate, lo sente?), l’avete tirato fuori voi, così, d’emblèe, senza motivo e adesso?”
“Ma perché, pensa che il pubblico se ne sia accorto?”
“Non lo so… l’unica cosa che so, è che la questione dei genitori è risolta solo per Kensi… era necessario infilarci anche mio padre? Non era meglio se mi facevate orfano?”
“Per l'amor del cielo, davvero dice cose senza senso! ”
“È colpa dei suoi sceneggiatori, porc… ah, ma se mi arrabbio, spacco tutto, sono capace… so fare bombe, trappole, catapulte, fossati con coccodrilli, vergini di Norimberga, il castello dei Playmobil e la Morte Nera della Lego.”
“Si tranquillizzi, via, sistemeremo la faccenda del colonnello… magari lo faremo amico e collega di Hetty, o, che ne so, del padre di Callen, tanto per dare una fluidità e ovvietà al vostro rapporto rendendolo quasi mistico.”
“Santo cielo, sta creando la mia fanciullezza adesso, così, dal nulla.”
“Sì… e non si dica che non sono in grado.”
“Grazie… ma c’è qualcosa che mi preoccupa e dico seriamente!”
“Sono qui per lei.”
“È per il mio figlio maggiore, Aiden.”
“Mbèh?”
“Ma chi è? Voglio dire, che non avessi un unico figlio era venuto fuori per sbaglio, qualche stagista scemo doveva aver lasciato in giro dei fogli… comunque, ormai il danno era fatto… non è che potreste far morire lui, così ce lo togliamo dalle scatole?”
“Lei non ha pietà per nessuno!”
“Macché, quella stitica è Kensi… io sono solo pratico; meno personaggi, meno impicci e più inquadrature per me… comunque, se non volete farlo fuori, potreste dirmi da dove sbuca?”
“Uh, mi coglie impreparato.”
“Che razza di padre sono se quando in Afghanistan eravamo su quel dirupo in mezzo ai proiettili, ho guardato la foto della mia famiglia con gli occhi da triglia e lui nella foto non c’era? Dica la verità, vi eravate completamente dimenticati che mi avevate appioppato un altro figlio quando abbiamo girato quell’inquadratura…”
“Volevamo la suspence, su Aiden…”
“Ok, ma chi è? Dov’è la madre? Mica è Michelle… non rientra nei tempi, lo sapete vero, lei e i suoi cervellotici autori?”
“Cosa intende dire?”
“Cavoli, ve li siete inventati voi i tempi… Aiden ha più anni di quanti ne abbia il mio rapporto con Michelle… la matematica non è un opinione, o al solito, non ci avete pensato?”
“Troveremo il modo…”
“Un’altra cosa…”
“Mi dica.”
“Perché se sono un Rambo dei nostri giorni, a volte uso tutto il caricatore della pistola e neanche colpisco il bersaglio? Che figura ci faccio con le telespettatrici che ammirano i miei pettorali?”
“Sono tecnicismi…”
“E poi, basta con i siparietti con Callen che ciuccia il lecca-lecca; le battute sono sempre le stesse e così le nostre facce.”
“Ho preso nota, signor Hanna.”
“Bene… sistemi queste cose insensate altrimenti le scrocchio tutte le ossicine.”
 
Si fa avanti la donna più piccola che abbia mai visto; l’uomo con i fogli in mano sorride, ma non è tanto contento!
Con un dito ossuto e storto la donna minaccia l’omone nero che, intimorito, fa un passo indietro.
“Mr. Hanna, la smetta di minacciare Mr. Brennan!”
“Grazie, signorina Lange.”
“Non ringraziarmi, anche io ho da dirti un paio di cosette.”
“Beh, ormai sono qui…”
“Sono un po’ stanca del mito che mi hai costruito intorno; se prima poteva essere interessante, negli anni mi avete fatto combinare delle cose assurde, che non avrei mai potuto fare e che agli occhi di chi mi guarda alla tv, mi ha sminuita.”
“Come sarebbe a dire?”
“Ma sì, prima voglio molto bene a Callen e poi si scopre che ho monitorato le sue trentasette famiglie senza fare niente.”
“Ma ha creato un conflitto tra voi e possiamo andare a ripescare questa faccenda spinosa se le cose si ammosciano.”
“E che ho assolutamente voluto nella mia squadra il detective Deeks e poi, se non si rimetteva subito in piedi dopo la tortura, ero pronta a cacciarlo a calci.”
“Davvero, Hetty, mi avresti cacciato?”
La voce arriva da fuori il Foglio Word.
“Certo, è servito per far stare col fiato sospeso un po’ di telespettatrici…”
“Ah, che genialata, anche perché sei venuta a casa mia tutta preoccupata… piuttosto, non te l’ho mai chiesto… hai le mie chiavi o attraversi i muri? E da dove sei uscita, visto che ti hanno inquadrata mentre andavi da un'altra parte? (3*)”
“Oh, riccioli d’oro, ma quanto parli… a cuccia, lì!”
“Come vuoi tu, capo, tanto sono il più scemo di tutti, qui…”
E la voce esce dal Foglio Word.
“Come ti dicevo, Mr. Brennan, prima che il personaggio più ridicolizzato della serie aprisse la bocca, perché non mi fate essere coerente?”
“Lei è misteriosa… e questo modo ameno di comportarsi confonde le idee e tiene incollati i telespettatori al video.”
“Sì, ma fa di me una scema.”
“Non verrà notato da tutti… in fondo non è lei la protagonista.”
“Sono la burattinaia.”
“Brava, sì… quella che tira i fili.”
“Allora spiegami perché ce l’ho così a morte con Owen e poi ci faccio i brindisi? Non capisco, subdola sono subdola ma così mi fate diventare fetente.”
“Tutto verrà chiarito, signorina Lange.”
“Tremo all’idea.”
“Prego?”
“Allora, durante questi sei anni ho fatto sempre e solo quello che mi importava… ho manipolato i miei subalterni, tipo mandare Kensi alla ricerca di Jack… certo pure voi "sète de’ coccio" (4*). Te l’ho detto in dialetto romano: conosco 5847635296056372891 lingue, dialetti e idiomi… così, tanto per sfoggio, eh? Ve l’ho servita su un piatto d’argento.”
“Non la seguo.”
“Me ne sono accorta: col ritorno di Jack avreste potuto sfruttare il triangolo sentimentale e una volta tanto essere seri e credibili in queste faccende di cuore e invece avete rispedito Jack a fare il beduino.”
“Sappiamo dov’è Jack, se servirà lo ripescheremo!”
“Dovresti coordinarti meglio con i tuoi scrittori… mi fate così onnipotente e poi non ho ancora scoperto dov’è la madre di Deeks, e cacchio, fatecelo dire, il suo nome, qualche volta.”
“Andiamo, è divertente questa storia del nome, no? E per la madre, devo ancora decidere!”
“Oh, signore… e il padre di Callen e il suo nome?”
“Ah, ah, ah… sono proprio in gamba!”
“Prevedo altre otto serie…”
“Se continuate a fare quello che vi dico, ci saranno soldi per tutti!”
“Certo, capisco il business ma anche la credibilità dei personaggi dovrebbe essere importante.”
“Ci pensa un po' troppo; secondo lei interessa a qualcuno la madre di Deeks? Vogliono solo vederlo rotolarsi con Kensi.”
“Bleah… che ci azzeccano?”
“Non lo so e non mi importa, così vogliono gli spettatori… mi dica, deve lamentarsi di altro?”
“Sì, come mai ho lasciato andare uno come Paul Angelo?”
“Ah, per tutti i copioni, è per sottolineare quanto è forte, no?”
“No, mi sembra un po’ sciocca come soluzione… è anche vero che avete imbrogliato le carte e non si è capito se ci fa o ci è.”
“In che senso, scusi?”
“Beh, fa tutto il fico, parla dei cuori, è più psicologo del signor Getz eppure è convintissimo di farla franca con me… quindi, ci fa o ci è?”
“Vedremo…”
“È passato un anno e ancora non lo avete fatto ricomparire.”
“Ribadisco: vedremo…”
“Mi state facendo fare una figuraccia e poi, siamo seri… mi avete dato un enorme potere e poi mi fate perdere tempo dietro a delle scemenze.”
“Ma non è vero, lei è troppo severa.”
“Allora dimmi, che c’entra il bigliettino «sunshine & gunpowder» che ho mandato a Deeks? Insomma non ho ancora capito se caldeggio questa coppia oppure no… ma chi sono, Cupido?”
“L’abbiamo fatto per indurre il pubblico a pensare che Kensi e Deeks potevano essere una coppia.”
“E io che c’entro?”
“Se parte da lei è come se fosse la coppia fosse legittimata.”
“Pazzesco, sono una ruffiana!”
“Che paroloni…”
“E poi, avete rotto così tanto co’ sta storia del «sunshine & gunpowder».”
“Due parole che hanno un gran significato per il detective Deeks.”
“Ah, Shane, cosa dici? Smemorato che non sei altro… qualche episodio dopo, Shaggy, in ufficio, ha detto a Sam che lui odorava di «patchouli & gunpowder»… non hai idea della confusione che ha generato quella frase… potevate dircelo che era bisessuale.”
“Ma non lo è!”
“È vero, non lo sono anche se non disdegno le cose a quattro. ”
Ancora la voce da fuori.
“Sì, che lo è.”
“No, signorina Lange, perché lo pensa?”
“Beh, se «sunshine & gunpowder» ha voluto dire tanto amore… per onestà d’intenti, «patchouli & gunpowder» doveva esserlo altrettanto… mica potete inventarvi solo quello che vi fa comodo, eh!”
“Io m’invento sempre quello che mi fa comodo… una storia d’amore tra l’agente Hanna e il detective Deeks non avrebbe avuto tanti seguaci quanto quella con Kensi.”
“Per accontentare i Densi, tu e la produzione avete ridicolizzato questa serie.”
“Non ci crederai ma c’è anche qualche NoDensi che mi scrive dicendo che trova i vostri episodi molto comici… è bello quando il pubblico ride, no?”
“Mica siamo «The big bang theory».”
“Magari…”
“Piuttosto, non dovrei insegnare a Nell a essere la futura me?”
“Ogni cosa a suo tempo.”
“Oddio, quanto durerà  ’sta storia? Siamo alla fine della 6a stagione e io, anno più, anno meno, con tutto il mio vissuto, dovrei avere almeno seicentocinquanta anni, mi sento come Doko della Libra… sarebbe ora di farmi fare una bella festa di pensionamento.”
“Stiamo pensando anche a quello.”
“Ah! Ma io ti disintegro, come ti permetti? Ti ricordo che conosco la sequenza dei colpi dei sei passi… zac, zac, ti sposti da qui a lì e poi muori, eh?”
“Quello era un film.”
“Shh, mica tutti lo sanno a cosa vi ispirate…”
“Ho notato che mi ha dato del tu per tutto il tempo.”
“E allora?”
“Lo sa che nell’edizione italiana lei dà del lei a tutti?”
“Come sei spiritoso, Shane.”
“No, davvero… dà del lei in continuazione.”
“Impossibile!”
“Anche io ho detto la stessa cosa quando l’ho saputo.”
“Mi dovrò allontanare per pensare a questa cosa così scema… presumo che una spiegazione ci sia.”
“Se la trova me la faccia sapere, grazie.”
“$&%@#*!”
“Certo, anche io, signora Lange.”
 
L’uomo attempato si fa avanti e con una calma da bradipo muove una mano.
“Dai, Henrietta… non minacciare Mr. Brennan con i sei colpi.”
“Stai zitto, Owen… ricordati che hai una battuta contro le mie venti!”
“Già, infatti, Mr. Brennan, com’è questa storia? Mi mettete nei titoli della sigla e poi mi fate dire tre battute a episodio”
“Le cose miglioreranno, signor Granger.”
“No, perché nonostante io sia un vicedirettore, mi sembra che non gliene freghi niente a nessuno.”
“Su, non dica così.”
“Me lo dica lei, allora… insomma, borbotto ma poi, se posso dare una mano ai ragazzi gliela do sempre, come quella volta con Sam e la moglie o ultimamente in Messico con tutte quelle donne… cerco di essere gentile e loro… sì, voi, cafoni che non siete altro, sono maleducati, irrispettosi delle gerarchie…”
“Ed io che ci posso fare?”
“Ci ha inventati lei, a chi lo dico, scusi? Non le sembra inutilmente stupido e inconcepibile come comportamento?”
“Ribadisce quanto siamo fichi.”
Tante voci fuori il foglio.
“Li sente? Le sembra normale che dei subalterni si comportino in questo modo? Perché non mi date qualche battuta efficace contro questo scempio?”
“In effetti ha ragione.”
“Sì, e la ragione è dei fessi… faccia qualcosa, perché il mio personaggio, se possibile, è bistrattato peggio di quello di Deeks… anche se io, ogni tanto, vengo chiamato per nome e mi mostro seminudo in compagnia, seminuda, femminile…”
“Martin, Martin, Martin… io mi chiamo così!”
Stessa voce solitaria, ancora fuori dal foglio.
“A noi non ce ne frega niente, però.”
Coro di prima.
“Vede Mr. Brennan? Mi parlano sopra, si comportano come se non ci fossi.”
“Ho capito e le prometto che cercherò di sistemare le cose.”
“Grazie e già che c’è, potrebbe darmi un trascorso.”
“Come?”
“Un trascorso, un passato… pure io sono una mega spia con licenza d’uccidere, che se lo è dimenticato?”
“Oh, no no, lo ricordo bene.”
“E che mi dice delle scaramucce che ho con Hetty?”
“Beh…”
“Fateci sapere che cosa è successo in passato di così tanto grave che le ha fatto giurare odio eterno nei miei confronti.”
“Davvero?”
“Oh, ma con chi sto parlando? Pronto? Lei è Mr. Brennan, l’autore di Ncis Los Angeles, o no? E comunque, per la cronaca, su word io ho una sola pagina… si faccia qualche conto.”
“No, si dia una regolata lei: mica l’ho fatta così piagnone.”
“Non mi piango addosso, dico solo che non vengo mai preso sul serio… anche questa irriverente scemetta che scrive questa stupida fic mi sta trattando come se non contassi nulla!”
“Questo è vero… ehi, tu? Montydeeks? dacci un taglio!”
 
Oh, scusatemi, ma proprio non resisto. Siate sportivi, mi sto divertendo come una matta a scrivere questa fic.
 
Due ragazzi si fanno spazio e si piantano di fronte all’uomo della panchina.
È il ragazzo occhialuto a parlare per primo.
“E noi che dovremmo dire, allora?”
“In che senso?”
“Guardaci, sembriamo genio e più genio.”
“Perché, non lo siete?”
“Sappiamo premere i tasti sui computer, questo sì.”
“Non vi sta bene niente… vi siete chiesti come mai servite tutti e due per risolvere i casi?”
“Perché siamo scemo e più scemo?”
“Come?”
“Ops! Genio e più genio?”
“I vostri casi sono molto complicati… jihad, bombe nucleari, spie che vengono da lontano e… jihad, bombe nucleari, spie che vengono da vicino e… jihad, bombe nucleari, spie che non vanno da nessuna parte e…”
“Ti prego, abbiamo capito… la varietà dei soggetti dei nostri episodi è sotto gli occhi di tutti, non devi spiegarcelo.”
“Non so, non vi vedo contenti.”
“Insomma… io sono il genio fighetto, brillante e stupefacente.”
“Cosa non ti quadra, Eric?”
“Non sono un personaggio originale.”
“Che assurdità.”
“Sono la brutta copia di Greg Sanders, quello di CSI.”
“Non ci azzeccate niente.”
“Nomi diversi, compiti diversi, uffici diversi… stessa pappa, però: biondino, magretto, molto intelligente, non protagonista ecc. ecc.”
“Cosa vorresti per il tuo personaggio?”
“Boh, magari che la smettesse di fare la faccia furbetta o lo sguardo preoccupato quando arriva Hetty, fatemi provare qualche altra espressione… e per favore, basta minicorsette con la sedia da un pc all’altro, eh? Non ho dodici anni.”
“Ah, no? Non eri precoce e geniale?”
“Quella sono io.”
A rispondere è una ragazzina.
“Oh, ciao Nell.”
“Ciao, Shane.”
“Tu non ti lamenti?”
“Eccome! Ti sembro una giovane donna in carriera, vestita così? Neanche la mia bisnonna si veste in questo modo.”
“Non credevo ti importasse.”
“Va bene che per far passare Kensi come l’unica femmina seducente dovete imbruttire me e affiancarmi Henrietta Lange… però, cavolo, sono femmina anche io.”
“Pensavo ti piacesse Kensi.”
“E chi è? In sei stagioni sono documentate sola un paio di uscite… un po’ poco per un’amicizia.”
“Quindi vorresti essere una femme fatale e avere Kensi come amica.”
“Ma che ti inventi? Lo vedi che parti per la tangente? Ho detto solo che potrei essere un pochino più aggraziata e femminile, dovresti darmi una chance.”
“Per fare cosa?”
“Che ne so, qualcosa… quando ho fatto coppia con Shaggy, per esempio.”
“Chi?”
“Shaggy.”
“Chi?”
“Oh, quello biondo… ehi, come ti chiami?”
“Per voi, Marty Deeks.”
La voce solitaria.
“Quando abbiamo fatto coppia mi sono divertita.”
“E allora?”
“Potresti scrivere qualche soggetto che mi faccia uscire di nuovo con lui.”
“È troppo alto per te.”
“Guarda che sono state scritte un sacco di fanfiction su di noi, eh? Siamo una coppia che esce fuori dagli schemi, imprevista… puoi giocare su questo…”
“Esistono i Dell?”
“Non so se ci chiamano così o Neeks.”
“Neeks non credo, sembra una squadra di basket.”
“Quelli sono i Knicks… beh, comunque esistiamo anche noi e tu non puoi ignorarlo.”
“Scusami, non lo sapevo.”
“Giura che non sbirci le fan fiction di tutto il mondo per avere ispirazioni!”
“Non lo giurerò mai!”
“Però non puoi fare finta di niente… lo spilungone piace anche a me.”
“Piace a molte, se è per quello; anche la mia vicina vuole una storia con lui… e ogni tanto, anche io.”
“Dai, Shane, andavamo un sacco d’accordo, io non l’ho mai preso in giro e mi sono fidata della sua esperienza e lui era così contento… anche se quando è tornata Kensi, ha fatto la faccia stupida.”
“Non ho fatto la faccia stupida.”
Ancora lui.
“Ah, no? Vai a rivederti nell’episodio 520, quando ti dicono che devo venire io con te perché lei rimane alla base… hai fatto una faccia.”
“Sulla sceneggiatura c’era scritto di fare quella.”
“Ma non aveva senso… siamo sempre stati buoni amici, non c’era motivo perché tu facessi quella faccia.”
“Lo so, ma mi fanno fare un sacco di cose sceme.”
“Ci sono rimasta male.”
“Però, poi, fuori ci siamo divertiti, giusto? Noi ridiamo sempre quando lavoriamo insieme.”
“Infatti, ma qui si perde un sacco di tempo dietro questa storia scema dei Densi, eh!”
“Concordo, partner!”
“Zitti tutti e due, non dite assurdità; il momento era topico e non era una cosa scema… tu, scapigliato, dovevi fare quella faccia perché così le telespettatrici avrebbero pensato che volevi Kensi, che l’amavi, ti mancava, la volevi sposare, farci un sacco di figli, aprire con lei un allevamento di cani o di cioccolatini, che non vedevi l’ora di dormirci e anche farci un sacco di sesso e rotolarti con lei nel disordine che c’è sul suo divano, farci surf, snowboard, skateboard e tutti i board che possono venirti in mente in quella zucca libidinosa.”
“Cavolo, tutto in uno sguardo!”
“Beh, le telespettatrici hanno una grande immaginazione.”
“Sì, già, tornando a me… vorrei avere abiti femminili, battute decenti, una frangetta umana e smettere di tirarmela, neanche ce l’avessi solo io!”
“Non ti piace essere altezzosa?”
“Non particolarmente… sono iperintelligente; in fondo, l’unica cosa che chiedo è di uscire ogni tanto dall’ufficio.”
“Farò quello che posso per accontentarti.”
“Mi metti in coppia col biondo, eh?”
“Ma lui ce l’ha già una compagna, vatti a rivedere l’episodio dei procioni, ha un substrato emozionale tutto da scoprire.”
“Procioni? Ma che è una puntata con Jeff Corwin? Davvero funzionano ‘sti giochetti? va bene, lascia stare Shaggy o come si chiama, inventati un altro personaggio… lo farai per me?”
“Vedremo, se il budget me lo permette…”
 
In quel momento, si fa avanti un giovane dall’altezza vertiginosa.
Si avvicina e senza perdere tempo, parla.
“Ah, quindi è una questione di budget se io compaio poco.”
“Oh, dottor Getz…”
“Voglio dire… nessuna serie televisiva ha mai avuto uno specialista inesorabile come me… tre parole e risolvo i problemi di tutti.”
“Ti ho fatto molto in gamba.”
“Sì, così in gamba che mi hanno richiesto anche a Grey’s Anatomy… sai, anche lì ci sono guarigioni incredibili.”
“È possibile che ti senta un po’ polemico?”
“No, non polemico… vorrei che tu mi dessi, che so, almeno due episodi per risolvere i vari problemi che ha la squadra.”
“Sì, però poi non resta il tempo per sconfiggere la jihad, le bombe nucleari, le spie che vengono da lontano e la jihad, le bombe nucleari, le spie che vengono da vicino e la ji…”
“Sì… la jihad ecc. ecc. non farmi l’elenco dei variegati soggetti che abbiamo affrontato, finiremmo dopodomani… dico: prendi Sam quando è stato torturato… una frase sul suo imminente e inarrestabile crollo e lui, zac… guarito! ti pare credibile, Shane?”
“Non lo so, ma so che sei un fichissimo psicologo, Nate e questo piace.”
“E freaks, geeks, Deeks, Shaggy? Sbarella in spiaggia in preda a demoni che gli fanno chiedere se è pazzo oppure no ed io, invece di confortarlo e aiutarlo, gli inculco nella zucca che l'unica soluzione che ha per guarire è quella di sposare Kensi che, in realtà, non c’entra niente ma serve a spostare l’attenzione su di lei e sui Densi, togliendola da lui e dal dramma che sta vivendo.”
“Quindi?”
“Ti sembra una soluzione per guarire? Ma dove hai studiato psicologia, alla scuola di Fantasilandia? lui neanche ci pensava a lei in quel momento…”
“Ma le fan, sì e noi dobbiamo fare quello che vogliono i fan.”
“Sì, ma con criterio.”
“Ma che ti importa, lui è guarito tutto contento e tu hai fatto la figura di un santone… meglio di così… perché ti lamenti?”
“Perché sono uno psicologo, sono laureato e mi fate fare la figura del ciarlatano… credevo fosse seria questa serie, logica, veritiera il più possibile.”
“Senti, la verità è che la serie stava annaspando e l’unica cosa che interessava il pubblico era una possibile storia tra quei due e così…”
“Ma non sta in piedi una storia tra quei due.”
“Chissene frega? Ringrazia il cielo che siamo riusciti ad arrivare fin qui.”
“Capirai, mi date due battute ogni quindici episodi…”
“Cosa vuoi che ti dica? Cercherò di darti più spazio ma non voglio più drammi… il nostro pubblico non li apprezza… vuole vedere soltanto se quei due finiscono a letto!”
“State parlando di me?”
Si intromette una voce.
“Aspetta il tuo turno per favore, non ho finito.”
“Sì, che hai finito… sono io la star di questa serie.”
 
 

 


Onor del vero non sono contenta di aver dovuto dividere la mia storia ma era troppo lunga.
Avevo bisogno di dire un po’ di cose che non mi stanno bene e che, mannaggia, mi hanno fatto, lentamente, inesorabilmente, allontanare da questa serie. Non aspetto più con ansia l’episodio da guardare di notte, in contemporanea con gli Stai Uniti né mi va più di stare dietro alla bislacca programmazione italiana. Episodio dopo episodio m’è passata l’allegria di seguire le storie. Le guardo, sì, ma perché c’è Martin Deeks che resiste, zoppicante, sfuggente e io tifo tantissimo per lui: spero che si risolva tutto per il meglio, e che lui possa uscirne e, allegramente, li mandi tutti a quel paese.
Per lui ho scritto questa storia e a lui la dedico.
La questione della gerarchia dei nomi, nella sigla di testa, lascia un po’ a desiderare: ci sono regole ferree e se Chris O’Donnell è il protagonista e va per primo, le lunghissime e prestigiose carriere del signor Ferrer e della signora Hunt li avrebbero dovuti far collocare rispettivamente con un “with” per lui, penultimo e un “and” per lei, all’ultimo posto, visto che l’Oscar vince su tutto…
Grazie, signor Jeff Corwin: guardo tutti i tuoi bellissimi documentari, come quello girato in Italia sul Falco Pellegrino!
La parte 2 arriverà relativamente presto (non ho internet!) con gli ultimi due componenti della squadra.
A presto.
Monty
 

*forse sbaglio però mi sembra proprio così; inoltre, spesso, Steve viene chiamato Comandante e non esclusivamente riferito alla Five-O.
2*Linda Hunt, Premio Oscar nel 1984 per “Un anno vissuto pericolosamente”.
3*eh sì, errore degli assistenti di scena!
4*"siete di coccio": avete la testa dura.
P.S. Signor Brennan, sono contenta che tu abbia ideato Ncis Los Angeles… molto meno per averla così tanto rovinata! M.
        


Disclaimer: G Callen, Arkady, Joelle, Henrietta Hetty Lange, Jorge o Haime, Nell Jones, Eric Beale, Sam Hanna, Il Calendario di Frate Indovino, Genio della Lampada, NapoOrsoCapo, Yoghi, Bu-bu, Shaggy, Big Jim, Ken, He-Man, Steve McGarrett, “Hawaii Five-O”, il Premio Oscar, il Colonnello Hanna, Kensi Blye, Playmobil, Morte Nera Lego, Aiden, Michelle, Rambo, Martin Marty Deeks, Shaggy, Owen Granger, Jack Simon, Paul Angelo, “The big bang theory” Nate Getz, “Grey’s Anatomy” “Ncis Los Angeles”, Greg Sanders, “CSI” e Twitter non li ho inventati io.

 

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Capitolo 2
*** 2 ***






Mi scusi… ha un momento?
Parte 2




L’uomo seduto sulla panchina guarda ammirato due gambe chilometriche che si avvicinano a lui.
Alza lo sguardo e vede le labbra della giovane donna muoversi… e in questo caso, non sa dire se quello che sta guardando sia un tic nervoso o un memorabile attimo di recitazione azzeccata.
“Hum… prego?”
“Vorrei che mi spiegassi delle cose sul mio personaggio.”
“Mi scusi?”
“Sì, non ci ho capito molto… se mi spiegassi, magari.”
“Se posso, perché no… signora?”
“Blye… signorina Kensi Blye.”
“Ma certo, che sciocco… l’ho inventata io.”
“Hai già usato questa frase.”
“Mi dica, signorina Blye, cosa non le è chiaro?”
“Molte cose, Shane, molte cose.”
“Non capisco, cosa c’è che non va?”
“Beh, mettiamola così: sono gnocchissima ma ho anche un’anima.”
“Non la seguo.”
“Mi sembra ovvio che a lei e ai suoi collaboratori non ve ne importi un tubo di curare la mia parte spirituale.”
“Oh, no, ha rivisto “Titanic”, vero?”
“Senti, Brennan, ti taglio la giugulare in…”
“Sì, sì… in 11 modi diversi, lo sappiamo tutti… qual è il suo problema?”
“Non ho argomenti.”
“Di che parla?”
“Appunto, di niente. Mi aggiro per questa serie e non ho mai nulla d’importante da dire.”
“Ma se le diamo un sacco di battutacce.”
“Esatto! Sono scorbutica e antipatica, arrogante e maleducata.”
“E non è contenta? Non lo sa che è per questo, che ha così tante ammiratrici? Lei è la precorritrice del «cafona è bella».”
“Pensavo fosse per l’invidia.”
“Invidia?”
“Certo, chi è più gnocca di me? Chi è più Ramba di me?”
“C’era una certa Ramba (1*) ma era una pornodiva, mi pare.”
“No! io le cose porno non le faccio… sono statica, uso solo pose plastiche che mettono in mostra il mio fisico da megagnocca, eh… hai notato come mi piego quando devo scassinare una serratura? hai visto che stacco di coscia?”
“Oh, siamo d’accordo allora!”
“Sì, però, ci sono cose che non avete curato che avrebbero potuto rendermi, sempre gnocchissima ma anche spirituale… avete degli autori che dovrei affettare col coltello di mio padre…”
“Quanto è violenta!”
“Grazie! Comunque è vero, è stato più protagonista questo coltello che la sottoscritta, non è assurdo? ma chi le scrive le storie?”
“Volevamo dare vita a un oggetto e per osmosi, trasferire la sua essenza a lei per arricchirla di sfaccettature misteriose e angoscianti.”
“Osmosi, essenza, sfaccettature… quanto parli complicato. Non me lo avete mai detto e non so per quanto ho studiato, anche se sono sei anni che prendo per il culo il mio partner, che invece è laureato… del resto io sono tutta muscoli, superintelligente e massicciamentegnocca… sei certo che mi abbia arricchita questa storia del coltello?”
“Sicuramente l’ha aiutata, anche se le cose si sono complicate.”
“Parla più semplice, non capisco…”
“Faccia mente locale, per favore…”
“Cioè?”
“Vorrei spiegarle come sono andate le cose e quindi vorrei che tornasse indietro con la memoria.”
“È un po’ complicato.”
“È come una specie d’esercizio… facciamo un esempio, si ricorda la 4a puntata della 2a stagione di "American Next Top Model"?”
“Sì! Rochelle s’è azzuffata con Darhandiah e Coralynne ha tagliuzzato la gonna di Brandy mentre Katiuscia ci ha provato con Brinna che stava con Melory, anche se in effetti, due puntate prima l’aveva cornificata con Savannah… comunque, la puntata è finita con l’uscita di Keshawinda… ah, indimenticabile!”
“Ecco, brava… mi serve uno sforzo mnemonico del genere.”
“Mn, momo, moco? eh?”
“Niente… comunque, nella prima serie il suo ruolo era relativamente marginale.”
“Che dici, Brennan, non ho mai fatto "American Next Top Model", sono troppognocca per quella produzione!”
“Intendevo la prima serie del nostro telefilm, "Ncis Los Angeles"!”
“Ah, beh… tanto sono comunque un’ipergnocca!”
“Certo, e proprio per questo, con la produzione abbiamo deciso di darle più spessore, più battute.”
“Anche se il mio culo, parla da solo.”
“Infatti è per questo che le sue battute sono piuttosto relative… fatto sta che abbiamo deciso di darle un partner, visto che il primo ha preferito morire, e siccome durante i provini lei e il suo attuale collega avete interagito bene, abbiamo pensato che la cosa potesse andare.”
“Dove?”
“Cosa?”
“Andare dove?”
“Oddio! Appunto, è proprio qui che le cose si sono complicate… noi volevamo proporre la coppia Kensi e Deeks come un’alternativa a Callen e Sam.”
“Cioè?”
“Loro sono tutti così professionali, troppo seri e voi potevate essere quelli belli e simpatici, allegri ma produttivi, una buona coppia di colleghi.”
“E invece la gente s’è fatta distrarre dal sesso.”
“Esatto.”
“Bleah! Ah, non vado d’accordo col sesso, è molto cool essere frigidi, non lo sai? Anche se ammetto che il mio collega è un granbelpezzodignocco, l’ho visto pure in canottiera nel momento hottissimo della stagione!”
“Sì, ha ragione, una delle scene più hot di tutta la serie… doveva dare l’illusione di un rapporto sessuale.”
“Davvero?”
“Già.”
“Quindi avrei fatto del sesso…”
“Cosa vuole che le dica? A me sembrava piuttosto moscio ma è il pubblico quello che decide, anche se andavate meglio come colleghi che come amanti…”
“In effetti non conosco il mio collega, non ho ancora capito come siamo passati dall’essere partner ad essere quello che ci fate essere adesso… sarà per via delle battute stupide che mi fate dire a ripetizione.”
“Del tipo?”
“Tipo «puoi fregare chiunque ma non me (2*)»; che frase stupida… lui è bravissimo a fregare la gente, può fregare chi vuole… quella frase che mi avete fatto dire serve solo a far pensare al pubblico che tra noi ci sia un legame profondo anche se in realtà, come frase non ha senso.”
“Perché, no?”
“Perché se lui non riesce a ingannarmi, allora non è così bravo come invece lo avete descritto in questi anni…”
“Ma voi vi amate, siete anime gemelle.”
“Mica perché uno è innamorato gli parte la testa, mica abbiamo sedici anni che siamo due cuori e una capanna, mangiamo cipolle tutta la vita basta stare insieme, due corpi e un’anima. Ma che mi chiamo Bella Swan (3*), io? E poi sono leone e Shaggy è… è… montone, caprone, capricorno, caprifoglio… una cosa del genere… comunque non siamo gemelli… fate troppi errori.”
“È un po’ puntigliosa.”
“Guarda che ti polverizzo con un rutto, eh?”
“Mi faccia capire, la sento molto indispettita.”
“Come no… esempio: io sono un cecchino, giusto?”
“Certo!”
“Un cecchino come l’agente Ed Lane, il detective Julio Sanchez e il soldato Daniel Jackson (4*)?”
“Assolutamente, sì!”
“E allora per quale motivo non mi fate mai colpire il bersaglio al primo colpo?”
“Prego?”
“È ora?”
“Cosa?”
“È ora della preghiera?”
“Mado' che battute che ha.”
“Ah, ah, lo dico io e adesso lo dici anche tu… hum, andiamo, Shane, non mi distrarre; a me importa di colpire il bersaglio subito, al primo colpo, sono in grado e voi ve ne fregate… vuoi vedere come ti faccio la frangetta in mezzo agli occhi?”
“Ha ragione, anche il suo collega nerboruto mi ha fatto presente la stessa cosa… ma è una questione di tempi… più tempo impiegate a colpire il bersaglio, più secondi passano… in qualche modo dobbiamo portare a casa il minutaggio, eh!”
“E non v’importa che sembriamo degli incompetenti? Tutta la mia preparazione se ne va a quel paese.”
“Ma no, che tenera… posso darti del tu? Dai, Kensi, non ti abbattere, ti abbiamo dato un innamorato, cosa vuoi di più?”
“Ma quale innamorato, non me lo sono mai cag…”
“Ah! Basta con questo modo così sboccacciato!”
“Non me lo sono mai filato, lo tratto sempre male, non mi sono mai informata su niente che lo riguardasse, non sono mai gentile, lo faccio dormire a sinistra dove non gli piace (5*), lo prendo sempre per il culo… ops! è più forte di me, del resto serve a ribadire quanta cafonaggine c'è in me; scusa,… insomma, questa storia dell’innamorato è inverosimile.”
“Il pubblico, il pubblico!”
“Ma è diventata una serie proprio scema.”
“Il pubblico, il pubblico!”
“Andando avanti così, mi farete fare una nidiata di figli.”
“Ci stiamo pensando.”
“Oh, Shane, ma per fare i figli, bisogna fare il sesso.”
“No, voi siete innamorati, fate l’amore.”
“È ancora più complicato del sesso, Brennan, per quello che m’hanno detto.”
“Ce la caveremo come abbiamo già fatto… un letto, voi due vestitissimi che vi date baci imbarazzati sulle spalle… ci crederanno tutti, sarà inequivocabile.”
“Uff, meno male… come sai le scene d’intimità non ci vengono bene, speriamo in quelle dell’amore.”
“Ma non le avete mai fatte le scene di cui parli.”
“Come no… e i baci?”
“Mica è intimità.”
“Per i Densi, sì.”
“Vabbé, la fai lunga… due bacetti a stampo.”
“Finti come l’oro di Bologna!”
“Lo so, sembrate due cognati colleghi costretti a baciarsi… purtroppo per voi i Densi vogliono fantasticare.”
“Ma non era meglio Jack? Era pure il mio fidanzato, l’ho ritrovato, ci siamo chiariti, ero rimasta così traumatizzata dalla sua sparizione, eh? La faccenda dell’Afghanistan era capitata a fagiolo…”
“Ai Densi non gliene è fregato niente.”
“Però era logico e poi, probabilmente, visto che con Jack c’ero stata sei anni, con lui il sesso lo facevo, forse… sicuro, almeno una volta ogni 45 giorni, per quel che mi ricordo… eravamo due instancabili maratoneti.”
“Non so cosa dire… tu e il detective Deeks dovevate avere una certa evoluzione ma il pubblico ha deciso altrimenti.”
“Ho anche altri dubbi.”
“Dimmi pure.”
“Sulla pista di pattinaggio ci hanno visti tutti perché stavamo proprio in linea con Sam: infatti se guardi, si vede nell’inquadratura, però, dopo qualche puntata, nessuno sa niente… ma è un buco della sceneggiatura?”
“No! È carineria nei vostri confronti… se facciamo sembrare scemi gli altri su ciò che vi riguarda abbiamo la possibilità di rimarcare la vostra storia e più la rimarchiamo più sembra vera! e poi, comunque, dopo qualche altro episodio ve lo hanno detto, che sapevano tutto.”
“Ah, e Hetty che ci fa lavorare con altri colleghi? A chi serve? Tanto se volessimo vederci, potremmo farlo fuori, no?”
“Oh, a questo non avevo pensato… come sei intelligente, Kensi.”
“Lo farete vedere?”
“Cosa?”
“Se ci vediamo anche fuori.”
“Mah, non so.”
“No, perché in sei anni, non avete fatto vedere mai niente di noi due… se non quei tre secondi per ogni episodio dove ci scambiamo quegli sguardi e quelle battute cretine.”
“Il pubblico, il pubblico.”
“Potevate costruirci una storia intorno, no? Almeno sarebbe parso vero e logico.”
“Non serviva sprecare tempo e cervelli… il pubblico non si sofferma su cose trascurabili come i caratteri, le motivazioni, l’oggettività, l’obiettività, la credibilità… vuole solo vedere voi due affaccendati in faccende di cuore e poi è inesatto dire che non avete avuto momenti vostri… non fare quegli occhi, sono il tuo creatore, con me non attacca… mi riferisco, che ne so, al «maiale ubriaco», per esempio.”
“Quando il mio partner è stato torturato? Soffriva come un cane, era disperato e insonne e io, come sua amica e devota collega, gli avevo portato un micragnoso dolcetto e poi me ne ero sbattuta altamente e nonostante questo, all’improvviso mi vede, guarisce e dorme come se niente fosse? Parli di quello?”
“I tempi televisivi sono diversi dalla realtà e poi, faceva un sacco romantico.”
“Ma chi? Uno che s’addormenta di botto e verosimilmente dormirà per tre settimane di seguito e una che s’è appena mangiata del cavolo? O era broccolo? (6*) Comunque una cosa che m’ha fatto un alito fetente? Ci pensate a questi particolari quando preparate le sceneggiature? Siete certi che quello che ho mangiato fosse romantico?”
“Uffa! Non era importante, quello che contava era il messaggio della scena.”
“E cioè?”
“Che lui guariva solo con te e solo tu gli davi la serenità, perché il vostro è amore!”
“Perché ridi mentre lo dici? Ti sembra una gran presa per il cu…”
“Ah! Niente cu!”
“Mi togli tutto il fascino, così.”
“Hai fascino da vendere, sei così misteriosa.”
“Sì? Cioè posso mollare un rutto all'improvviso? Tanto per far vedere quanto sono brava a recitare?”
“Non proprio, pensavo alla tua adolescenza da vagabonda.”
“Ne parlerete seriamente prima o poi o dobbiamo aspettare altre sei serie?”
“Santiddio, per carità… ci sto lavorando per rendere al meglio quel momento così doloroso.”
“Potrei fare una faccia qui, uno sguardo truculento lì, un rutto di là e se mi pagate bene, ho un repertorio di rumori che neanche vi sognate.”
“Certo, perché no… il pubblico ti ama per quella che sei, è giusto che resti originale… tanto ormai, abbiamo scardinato le tue difese da bimba corrucciata e ribelle e t’abbiamo rivelata romantica e profonda.”
“Davvero?”
“Sicuro, con Jack, nella grotta, sei stata brava: proprio una MerylgnoccaStreep, tanto sei stata drammatica, sei pure riuscita ad increspare le sopracciglia. Il tuo personaggio è complesso: dietro tutti quegli atteggiamenti da maleducata, arrogante, presuntuosa, si nasconde un’anima tormentata.”
“E quando me lo dite, nella decima stagione? Non credevo di avere un background così gnocco.”
“Incrociamo le dita, finché il pubblico vorrà i Densi siamo a cavallo.”
“Dov’è?”
“Cosa?”
“Il cavallo.”
“Quale cavallo?”
“Ma hai problemi con la memoria a breve termine? Ne hai parlato un nanosecondo fa… c’è un episodio dove andremo a cavallo?”
“Boh, potremmo farne uno dove tu e il tuo fidanzato vi allontanate a cavallo nel tramonto.”
“Ho un fidanzato?”
“&$£§#@*!”
“Come?”
“Sì, ho detto sì!”
“Davvero?”
“Sì, il detective Deeks!”
“È vero… il detective Deeks Deeks.”
“Ma non si chiama Deeks!”
“Non si chiama Deeks?”
“No.”
“Sono sei anni che lo chiamo Deeks.”
“Deeks è il cognome.”
“E perché nessuno me l’ha detto che è il cognome, quello che pensavo fosse il nome? Ho fatto la figura della scema: ero convinta che si chiamasse come il cognome e ho sempre pensato che fosse un po’ bizzarro.”
“No, è molto intrigante.”
“Cos’ha d’intrigante il modo che si usa in Giappone?”
“È una sorta di gioco un po’ fanciullesco, anche se lo fai per sottintendere la vostra confidenza.”
“Eh?”
“Lo chiami Deeks perché ti piace ma non glielo vuoi far sapere. Lo maltratti in tutti quei modi che invece fanno capire quanto t’interessa… mah, sarà poi vero? Chi lo sa, il pubblico dice di sì e noi, bravi, bravi, ci adeguiamo.”
“Shane, stai vaneggiando.”
“Riprendo fiato e finisco la frase.”
“Non so se riuscirai a convincermi.”
“Sì, che ce la faccio, sta a sentire… e quanto lui, visto che ricambia i tuoi sentimenti, ti comprende e ti stima. È capitolato davanti a te che sei un’amica devota e affezionata, gentile, premurosa e, smettila di fare gestacci, sto dicendo la verità Densi, dolce che lo riempie d’amore e d’attenzioni e siccome hai avuto delle brutte esperienze, sei chiusa a riccio e non ti fidi. Però, lui è riuscito a scardinare tutte le tue difese perché dentro di te sentivi profondamente di appartenergli fin dal primo momento che l’hai visto, con i calzettoni sexy, in quella palestra; negli anni hai maturato la consapevolezza che vuoi diventare la madre dei suoi figli anche se saranno scapigliati, superordinati, surfisti, avvocati e amanti degli animali ma, proprio per questo, così uguali a lui ch’è sempre nei tuoi pensieri e nelle tue fantasie erotiche, naturalmente.”
“Porc… mi gira la testa così forte che mi viene da vomitare… uh, quello che dici mi sembra una soap opera… anzi, è una soap opera… noi adesso siamo “bold”, giusto?”
“Giusto, ragazza… tu dici “spavaldi” e i Densi s’immagino cose porno nel letto… sì, sì, che invenzione strategica quello “spavaldi” eh?”
“Ma no, Shane, volevo dire che siamo entrati nella soap “The bold and the beautiful”, giusto?”
“No, lo dico io, Kensi! Questo è il mio telefilm, cavolo!”
“Quindi, queste cose così contorte, eccentriche e hard sono tue?”
“Sì, mi metto lì in solitudine, a pensare, in silenzio, nella calma, a volte leggo le parole crociate e aspetto… aspetto… e finalmente, creo.”
“Che dire? ritiro tutte le mie lamentele, sei un poeta.”
“No, è merito dell’#@§%, m’invento certe comiche…”
“Ah, beh, è il risultato quello che conta… però ho un ultima domanda.”
“Coraggio, chiedi.”
“Ce ne vuole proprio, dopo sei anni… come si chiama il mio collega?”
“Martin… si chiama Martin.”
“Che nome scemo… il mio, sì, ch’è un nome come si deve.”
La ragazza dalle gambe lunghe s’allontana, salutando l’uomo che finisce di sistemare i propri fogli.

Poco distante, un giovane alto e biondo se ne sta per i fatti suoi quando, inevitabilmente, scambia uno sguardo con l’uomo della panchina.
Quello gli fa un gesto con la testa e il giovane lo ricambia.
“Tu non hai nulla da dire?”
“Dice a me?”
“Sì, vuoi lamentarti di qualcosa?”
“Parla con me?”
“Ehi? T’ho fatto pacifico, mica sordo.”
“Ci sento, è che, qui, tutti se la comandano… non vengo mai interpellato… oh, cavolo!”
“Cosa c’è?”
“Ho detto «interpellato».”
“Allora?”
“Sono un demente che non sa parlare… «interpellato» mi pare un po’ troppo e anche «demente», adesso che ci penso.”
“Come non sai parlare?”
“Che ne so, io… in quasi tutti gli episodi mi dicono che non so parlare.”
“Davvero?”
“Ma che mi fa il verso?”
“Quale verso?”
“«Davvero?»”
“Davvero?”
“È una parola che dico spesso, come «no, no» oppure «sì, sì» o anche «sì, no»… insomma, con le risposte un po’ me la cavo.”
“Sei contrariato…”
“Non direi; semmai, esasperato e perplesso… vorrei vedere lei, essere preso a pedate per cinque stagioni consecutive, senza mai un attimo di tregua… ma ho detto «esasperato e perplesso»? Che termini sto usando?”
“Tu sei avvocato, sai parlare per forza… hai studiato oratoria, giusto?”
“Sì, ma per i miei colleghi e i miei capi non conta niente, né, in questi cinque anni, è venuto loro un qualunque dubbio sul fatto che fossi avvocato ma che parlassi come mi fate parlare… e comunque i suoi sceneggiatori hanno cambiato le carte in tavola senza avvertirmi.”
“In che senso?”
“Beh… sono avvocato: lo so bene e lo dice anche Callen nella 2a serie, poi faccio uscire Eric di prigione, poi lo ribadisco sia io, sia un’avvocatessa biondina che non era niente male, ma, in un episodio dell’ultima stagione dico a Hetty che non rifarò il BAR una seconda volta… non sono più avvocato, mr Brennan? No, perché se mi sono rovinato, vorrei sapere dove, come, quando.”
“Mi trovi impreparato… m’informerò e ti farò sapere.”
“Questo la dice lunga sul controllo che lei ha sulle timeline dei suoi personaggi.”
“Bada, ragazzo, io controllo tutto di persona… solo che a volte delego e non sempre ho il tempo di informarmi.”
“Quindi può spiegarmi, dato che sono un maniaco dell’ordine e della pulizia, e lo si può vedere dalla mia scrivania e dalla lucentezza del mobile che ho in camera da letto quando Jenny mi telefona di notte (6*), perché mi danno tutti dello zozzone, pulcioso, pidocchioso e portatore di varie malattie veneree?”
“Andiamo, siete giovani, colleghi…”
“Questa goliardìa è esacerbante, mi creda… oh, mamma, ma che mi sta succedendo? All’improvviso mi vengono in mente un sacco di vocaboli.”
“Eh, te l’ho detto… tu sei avvocato e sai parlare.”
“Va bene, va bene, occupiamoci di cose pratiche… la farete tornare Eva (7*)?”
“La poliziotta messicana?”
"Sì, lei."
"Di' la verità, sei andato a trovarla in Messico, eh?"
"Diciamo che mi piace molto, il Messico, le basta?"
"Insomma, la rivuoi."
“Già, ci eravamo piaciuti un sacco e con lei ero molto a mio agio: quando la guardavo non mi veniva in mente che potesse essere come una cognata per me.”
“Se ne sono accorti tutti di quello che c’era tra voi… in effetti, chi ha ignorato il tuo tentativo di bacio e non ha voluto vedere i vostri nasi sfregarsi, che hai serrato la mascella e ti sei morso il labbro (7.1*), aveva gli occhi ricoperti di prosciutto.”
“Infatti, eppure l’avete fatta sparire.”
“Il pubblico ti vuole con Kensi.”
“È proprio matta la mia partner… dopo qualche anno ci si abitua… però, una storia d’amore… “
“Se vuoi essere pagato, così è!”
“Ma è tutto campato per aria, mr Brennan… visto che non è scattata la passione subito (altrimenti saremmo finiti lei sa come), per innamorarci avremmo dovuto avere dei punti di contatto dai quali partire, che naturalmente non abbiamo… via, che insulto per i telespettatori che credevano che la nostra, fosse una serie seria.”
“Vi piacciono i fumetti!”
“E certo, anche al mio giornalaio, pensi un po’… e ha 70 anni, la gotta e una moglie orrenda.”
“Ti sei innamorato del tuo giornalaio?”
“Come?”
“Ma allora aveva ragione la signora Lange, tu sei bisessuale e non ce lo hai mai detto.”
“Sono bisessuale?”
“Ah, ah! Allora lo sei, l’hai detto.”
“La smetta, la mia era una domanda… adesso sono diventato bisessuale?”
“Oddio, forse… t’ho cambiato la personalità in questi anni, potrebbe essere accaduto.”
“Non sono affari suoi, ma a me piacciono le donne… sono un rubacuori, ci so fare parecchio e sono anche un rimorchione.”
“Ma hai occhi solo per la tua partner.”
“Che dice? È risaputo che mi sono sempre fatto gli affari miei, mica sto lì a piangere il morto.”
“Davvero?”
“L’ha sentito Kip Brigham (8*), no? Quello è amico mio… ogni tanto ci vado in piscina da lui, vuole che le disegni a fare cosa?”
“Ecco perché non hai mai detto niente in cinque anni, furbetto.”
“Appunto, so farmi gli affari miei.”
“E bravo il nostro poliziotto.”
“Naturalmente rimarrò poliziotto, vero? Non c’entro niente con gli agenti federali.”
“Vedremo, sai, l’amore…”
“Ma non sono un adolescente… sarei un omuncolo se lasciassi la polizia per seguire la fidanzata che mi avete dato… è una cosa ridicola, io sarei ridicolo… sono un uomo adulto, non mi faccio condizionare dalle spinte pelviche, o presunte tali, visto che (oltretutto) non si vede mai niente… ma ho proprio detto «spinte pelviche»?”
“Vuoi fare scene di sesso?”
“Sta scherzando? Con Kensi? Mi vergogno e non mi vengono spontanee e neanche lei è così disinvolta, quando siamo insieme.”
“Sicuro?”
“Certo, ha visto l’episodio dove fa la fidanzata di Callen? Zac! gli ha infilato la lingua in bocca e a letto stavano nudi… tra noi non succederà mai una cosa così.”
“Ma al pubblico non interessa: nonostante quell’episodio i Densi credono ancora che la vostra sia la storia giusta.”
“Dove vi siete infognati, voialtri? Fatemi morire, espatriare, fate che una moglie sbuchi dal nulla, fatemi gay, con un figlio, no… meglio due, traditore della patria, vice presidente della CIA, sono la copertura di Max Gentry, è lui quello vero… fate qualcosa ma liberatemi da questo rapporto fasullo.”
“A proposito di Max…”
“Già, ma chi è? Cosa vuole? Sono un pazzo che soffre di sdoppiamento della personalità? Sono bipolare? Lei mi ha fatto così bravo a mentire che neanche io so più dov’è la verità.”
“Un’idea, io, me la sono fatta.”
“Se me la dicesse, magari…”
“Non ancora.”
“Sia sincero, non lo sa neanche lei chi sia Max Gentry… quando l’ha creato avrà pur avuto qualcosa in testa, no? Ma come tutto quello che mi riguarda, è passato in secondo piano di fronte alle frustranti scaramucce con la mia partner… oh, «scaramucce», che termine desueto… ah, mannaggia, ormai m’escono da sole… «desueto», ma che vado dicendo?”
“Devi capire che questa storia dei Densi è diventata fondamentale per farci dare i soldi dalla produzione… per il resto, non pensarci, è la persona laureata che parla.”
“Ma il mio personaggio aveva tanto da dire: l’infanzia triste, misteriosa, mia madre, pure lei misteriosa; il lavoro in procura, finito anche quello in modo misterioso… insomma, tutti “mysteri mysteriosi”… no, no, quello è un fumetto italiano con le "y" (9*)… vabbè, ci siamo capiti, vero?”
“Io ho capito benissimo, sei tu che non vuoi arrenderti… se abbiamo ancora un lavoro, caro mio, è perché i Densi vogliono vedere come Kensi ti maltratta e tu, coglione, stai zitto, buono e incassi facendo la faccia da Paperoga… sì, sì, quella, bravo.”
“Ormai mi fate fare solo questa.”
“Guarda oltre, pensati innamoratissimo e che nel nome dell’amore, t’impalmi idiota.”
“Io non lavoro per la CIA!”
“Shh! T’impalmi idiota, ometto senza carattere che si fa camminare in testa da chiunque e da chiunque si fa dire come deve gestire la propria vita.”
“Mi viene da piangere.”
“No! Non per queste sciocchezze!”
“Allora per cosa?”
“Per la prossima stagione mi è venuta in mente una storia che ha per protagonista l’unghia incarnita dell’alluce sinistro della tua partner.”
“Ed io cosa c’entro?”
“Va da sé che tu ami anche quell’unghia incarnita che, cattiva-cattiva, farà tanto soffrire la tua partner nonché fidanzata.”
“Gesù!”
“Potremmo improvvisare un pediluvio sexy.”
“Con un’unghia incarnita?”
“Che fa? Il pubblico trova sexy tutto quello che vi riguarda, non importa che non abbia senso.”
“Che fine ributtante.”
“Ma, no… soldi per tutti!”
“Mi dispiace, perché Kensi mi piaceva e per come sono fatto mi avrebbe fatto piacere avere una storia con lei di sano e robusto sesso… o almeno avrei tentato di averla.”
“L’amore è più bello!”
“In nessun mondo umano mi sarei innamorato di una donna così… e in effetti non lo sono neanche ora.”
“Lo so, ho visto come ti rigiri contro questa cosa, sai?”
“È più forte di me: non lo sono mai stato, non ho mai neanche tentato di sedurla; non ero innamorato quando l’ho seguita fuori dal ristorante, quando m’ha incastrato nel lago ghiacciato e sono molto, molto perplesso anche ora.”
“Chissene frega… i Densi hanno stabilito che ti sei innamorato ai provini, pensa un po’.”
“Non è vero!”
“Quello che provi tu non importa.”
“Ma è della mia vita che stiamo parlando.”
“Il pubblico regna sovrano.”
“Qualcuno, da qualche parte nel mondo, si sarà pur chiesto… oh, «pur» rende meglio di «pure»… perché un essere umano con un minimo, e dico minimo, di quoziente intellettivo dovrebbe continuare a provarci nonostante le rispostacce, i modi sgarbati, i no palesi? Quale demente persevererebbe in tal senso? «Persevererebbe»? Oh, non ne posso più di parlare in questo modo. Shane, siamo uomini, su, me lo dica in confidenza… che fa? Tace? Lei e i suoi disgraziati sceneggiatori ve lo siete chiesto? Ok, va bene, sono buono, paziente… ma a tutto c’è un limite, non le pare?”
“Secondo i Densi, no!”
“Perché non fate un sondaggio? Chiedete se mi vogliono felice o coglione.”
“Che idea! Potremmo fare uno speciale.”
“Bravo, andiamo con lo speciale… già vedo il titolo: “I dubbi psicosomatici di Deeks”… «psicosomatici»: sta diventando ridicola, questa faccenda!”
“Ridicolo sei tu che non rinunci, caro il mio detective.”
“Aspetti un attimo…”
“Cosa c’è?”
“Aspetti, aspetti… potreste fare con me, quello che avete fatto con Ziva David, eh?”
“Cioè?”
“Che ne so, crisi esistenziale… incidente mortale, mi sveglio convinto di essere Napoleone… fatemi sparire… i Densi piangeranno per un po’ ma poi troveranno qualche altra lettera da accostare a …nsi.”
“E rischiare la paga di tutti?”
“Lei è geniale, saprà trovare il modo… quest’indagine degli affari interni capita a fagiolo… anche se non so cosa ne tirerete fuori, sono un agente modello. Certo che con gli sceneggiatori che si ritrova, mr Brennan, lei riuscirebbe a farmi passare per uno scippatore di vecchiette, alla faccia del mio personaggio originale che ha un altissimo senso di giustizia.”
“Addirittura?”
“Sì, mi state svendendo e non ne posso più; che so, fate che sia Max Gentry, quello cattivo, lui lo è e quindi non intaccherà lo scialbo ometto che m’avete fatto diventare, però mi permetterà di darmela a gambe.”
“Sarebbe una gran delusione per molti.”
“Ma non per me… se il pubblico mi vuole bene, saprà capire le mie esigenze e potrò tornare a sdraiarmi al sole e non solo a rimorchiare, ma anche a fornicare senza sentirmi in colpa… «fornicare»? Davvero? Mi merito un touché!”
“Non se ne parla, il pubblico ti vuole immaginare nudo, fare cose porno con Kensi.”
“Eddai, allora, facciamo le cose porno!”
“Calmati, noi facciamo vedere nudi solo Sam e la moglie, Granger e Biondona e Callen e la tua partner.”
“Ed io?”
“Tu te la prendi nel secchio!”
“Come sempre.”
“E dai, e dai, e dai… sei una zucca dura.”
“Lei e i suoi collaboratori, delle zucche vuote, invece… vi sono sfuggite al controllo, le battute del Gurkha… eh, che mi dice adesso?”
“Cosa intendi? Quali battute?”
“Thapa, anche se mi ha incontrato solo due volte, ha capito subito il mio stato d’animo, quanto fossi e quanto sono, restìo a questa storia.”
“Te lo stai inventando.”
“Andiamo, tutta quella cosa contorta del lago ghiacciato… neanche avevo capito cosa significasse, anche perché queste cose filosofiche, mica mi portano tanto lontano.”
“Lui ti aveva detto di andare con calma, di pensare, vagliare, ragionare e che Kensi ti avrebbe aspettato.”
“Appunto! Significa che alla fine, nonostante ci abbia provato spesso, ero io quello non propenso… porca miseria, Brennan, se NCIS Los Angeles fosse una fanfiction, sarei vergognosamente OOC.”
“Diamine, hai ragione!”
“Ma va? E poi, nell’episodio dove muore, Thapa è perplesso di come si siano evolute le cose… sintomatico, no? Uh, «sintomatico»: non ne posso più!”
“Diamine, hai ragione!”
“Ma va?”
“Mi pare che ci siamo incartati con «diamine» e «ma va».”
“Mi stanno cadendo le braccia.”
“Dove? Dove?”
“§#$%&@!”
“Forza e coraggio, ti lamenti un po’ troppo… del resto t’abbiamo lasciato Monty, no?”
“Deo gratias! Oh, ma dai!”
“Cosa?”
“Anche il latino, adesso?”
“Eh, cosa vuoi farci… sono il tuo creatore e vicino a me esce la tua vera essenza, anche se il latino non ti è mai piaciuto troppo.”
“Sì, va bene… comunque, Monty, mi sembra il minimo, è l’unica cosa originale made in Deeks che mi è rimasta; guardarlo significa ricordarmi com'ero e chi ero.”
“In effetti, è come un gancio che ti àncora a te stesso.”
“Voglio molto bene a Monty.”
“Lo so.”
“È l’essere vivente che amo di più.”
“Lo so.”
“Allora perché mi fate dire che è Kensi?”
“Fa romantico.”
“Voglio molto bene a Kensi.”
“So anche questo.”
“Quindi sa pure che farei tutto… tutto, tutto, tutto, no... praticamente quasi tutto per lei: è la mia partner, è mia amica.”
“Giovanotto, questo non è stato preso in considerazione, non è importante!”
“Potevate giocare sulla nostra diversità che diventa amicizia e collaborazione; sulla nostra complicità e una buona dose di attrazione fisica che all’inizio c’era e che voi avete trasformato in una cosa dell’altro mondo.”
“Rassegnati: voi dovete amarvi ed essere romantici.”
“Impossibile, lei è romantica quanto l’odore del Napalm.”
“Tu sei come un cane da tartufi, stai sempre a odorare qualunque cosa.”
“È vero.”
“Del resto, ti ho fatto istintivo e surfista.”
“A proposito, non mi fate surfare mai; che razza di surfista sono se non me lo fate fare mai?”
“Oh, biondino, lo sai quanto ci costa girare in esterna?”
“Ok, allora potrebbe relegarmi in casa… potrei fare l’orologiaio matto.”
“Ideona, peccato sia stata già sfruttata (10*).”
“E con gran successo…”
“Già… non ci sono più i telespettatori di una volta…”
“Non parliamo dei telespettatori, la prego.”
“Allora di cosa vuoi parlare?”
“Quando farete fare qualche Monty Jr al mio cane?”
“Prima o poi…”
“Potremmo perdere un paio di episodi, con me che me ne vado in giro in cerca di una compagna quadrupede… con un po’ di fortuna posso rimorchiare qualche padrona ben disposta, che ne dice?”
“Dico che fai bondage!”
“Cosa?”
“La «padrona»: fai bondage, sadomaso, dai, quelle cose lì. Kensi aveva ragione, nell’episodio 414!”
“Che assurdità, voglio solo rimorchiare… lei mi ha fatto un bel po’ libidinoso e sciupafemmine, con un passato da spogliarellista e adesso mi costringe a fare il virginale… argh! «Virginale» non si usa più dagli anni ‘30… mph!”
“Sei virginale e porti la canottiera a letto perché ami Kensi, sciocco… è un modo casto per elevare il vostro rapporto oltre i limiti fisici.”
“Mi verranno i brufoli per lo stress e di canottiere ne ho pochissime: a me piacciono le t-shirt, ma che non se lo ricorda?”
“Ragazzo mio, mi ricordo sì, ma né tu né io possiamo vincere contro l’audience.”
“Sono depresso e diventerò brufoloso a breve e sicuramente dovrò rispolverare il «fai da te» adolescenziale, vista la frigidità della mia fidanzata, c’è qualcosa che può fare per me?”
“Al momento no, ma c’è qualcosa che tu puoi fare per me.”
“E per quale motivo dovrei aiutarla, vista la situazione?”
“Posso sempre farti inginocchiare nella sala delle armi e davanti a tutti farti chiedere la mano della tua partner mentre le porgi un brillante da 6 carati, che ti ha indebitato fino al collo per tutta la vita. Posso… ”
“Lei è un ricattatore e andrà all’inferno per questo.”
“Io all’inferno e tu in ginocchio… potremmo chiuderci la serie.”
“Si ricordi che mi ha fatto anche violento.”
“Preferisci inginocchiarti sul ginocchio destro o quello sinistro?”
“Uffa! Va bene, va bene… dica pure.”
“Ah, così si fa… cosa pensi ci sia nella scatola?”
“Non so, sono anni che prende polvere in ufficio.”
“Perché non l’hai portata a casa tua?”
“Dovevo?”
“Avrebbe fatto più romantico.”
“Ah, certo… presumo, quindi, che me la farete portare a casa.”
“Non lo so, devo ancora pensare a cosa metterci dentro.”
“Ah, ah, ah… s’è dato la zappa sui piedi, sono proprio felice!”
“Piantala e dammi qualche dritta. Cosa desideravi, all’epoca, più di ogni altra?”
“Un sacco di cose.”
“Tipo?”
“Uhm, mi faccia pensare… che so… Monty per sempre, l’onda più bella e più alta, fare sesso tutto il tempo e pace in terra agli uomini di buona volontà.”
“Cavolo, eri pretenzioso!”
“Lo sono ancora.”
“Non posso infilare tutte queste cose nella scatola.”
“Sì, invece, la scatola è un simbolo, giusto?”
“In che senso?”
“Kensi non mi conosce; che ne può, e figurarsi, «poteva», sapere? Perciò ho sempre pensato che fosse solo un simbolo.”
“Di cosa?”
“Di quello che nel mondo dei sogni si può avverare.”
“Lo sapevo, sei un puro… dai, dai, cercherò di stupirti.”
“Cerchi di darmi una mano a uscire da questa situazione, invece.”
“Quale ginocchio hai detto?”
“Sa che le dico, Shane? Ho firmato per la settima stagione e spero proprio che mi liberiate da questa ridicola farsa, altrimenti, non so se firmerò per l’ottava.”
“Mon Dieu, speriamo di non arrivarci all’ottava, non so più cosa inventarmi.”
“Me ne sono accorto un paio di serie fa.”
“Hai l’occhio lungo, nonché diverso… sì, il sinistro… e non sei cretinetti come t’ho fatto diventare, Martin.”
“Grazie.”
“Figurati, la finiamo qui?”
“Volentieri, anche perché era ora che qualcuno mi chiamasse per nome.”
Si scambiano un’occhiata poi l’uomo più giovane s’infila le mani in tasca e si dirige verso i suoi colleghi.
L’uomo seduto sulla panchina tira un respiro, si guarda intorno e scorge un altro gruppo di persone che si sta avvicinando.
Siccome gli sembrano quelli di “King & Maxwell”, svelto raccatta i suoi fogli, s’alza e senza più guardare nessuno, s’allontana a passo veloce.

 

 

Finisce così questa lunga, lunga chiacchierata.
Mi sono un po’ sfogata, anche se trattenuta: sarebbe diventata lunghissima e invece volevo pubblicarla. Spero vi faccia sorridere.
Ma quanto è matta e simpatica la mia Kensi? Troppo fortegnocca! Mi piace davvero e mi fa ridere.
Vogliamo parlare dei nomi delle concorrenti della puntata (totalmente inventata) di ANTM? Io l’ho visto, qualche volta, e i nomi sono davvero così assurdi.
Grazie, Barry Pepper: il tuo cecchino, Daniel Jackson, è uno dei più interessanti che abbia mai visto.
Bye-bye Martin, è stato bello conoscerti; tanto, tanto bello!  <3 E sei davvero forte, a prenderti in giro con i vocaboli che t’escono fuori dalla bocca, neanche fossero perle rare! E scusa s’è poco, ma “che fine ributtante” è la cosa più azzeccata che potevi dire.
Ciao.
Monty
P.S. Colpa del caldo, mi sono auto citata. M.

N.B. Se leggendo i "che" di Martin vi venisse di pensare "i "che" non vanno bene, il termine "cosa" sarebbe corretto", pensereste giusto: sono volutamente errati. Mi sono attenuta il più possibile al modo in cui lo traducono. M.

1* Ramba è reale.
2* 608
3* La romantica protagonista della saga di “Twilight”.
4* “Flashpoint”, “The Closer” e “Salvate il soldato Ryan”.
5* 321 e 616: Martin Deeks preferisce dormire nella parte destra del letto.
6* 502
7* 305
7.1* Oh, sì… quello che ho descritto, è successo davvero. Il telecomando del mio dvd, all’improvviso, s’è messo a fare il matto e io… ho visto. Provare per credere.
8* 610
9* Martin Mystère
10* “Sylar” di “Heroes”: Gabriel Gray, orologiaio; il più forte di tutti.




Disclaimer: Kensi Blye, “Titanic”, Ramba, “American Next Top Model”, “NCIS Los Angeles”, Martin Marty Deeks, G Callen, Sam Hanna, Bella Swan, Shaggy, Ed Lane, il Detective Julio Sanchez, Daniel Jackson, i Densi, Jack Simon, Henrietta Hetty Lange, “The bold & the beautiful”, Eric Beale, Jenny, Eva, Kip Brigham, Owen Granger, Thapa il Gurkha, Ziva David, Max Gentry, Monty, Monty Jr, Gabriel Sylar Gray (non citato per nome) e “King & Maxwell” non li ho inventati io.

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