Amami ora come mai!

di mucho
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capito 13. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.

Lei è bellissima. I suoi capelli lisci e lunghi, color miele sono bellissimi. Quegli occhi color cioccolato sono bellissimi. Quel corpo e quella pelle di seta sono bellissimi. Helena è bellissima! Una ragazza così speciale, con un carattere così forte, vorrà mai un delegato perfettino come me? Ne dubito. Helena frequenta il Liceo da tre anni, da quando si è trasferita in questa città col padre, si dicono molte cose riguardo la sua famiglia, i suoi genitori erano dei 'pezzi grossi' nel campo finanziario internazionale, non stavano mai fermi, viaggiavano di continuo lasciando Helena sempre sola... Ma le volevano un gran bene! Sua madre è morta quando lei aveva tredici anni, quindi cinque anni fa, in un incidente stradale lasciando Helena e suo marito soli,Helena ora non ha più nessuno a parte suo padre e pochi amici. -Piccoletta! Come sono andate le vacanze? Sei pronta per un altro anno di scuola bello tosto?- Disse Kim. -Kiim! Mi sei mancata troppo! Ti devo raccontare molte cose- Rispose Helena abbracciandola. - Io so cosa mi devi raccontare... Chi è quel ragazzo con cui ogni giorno ti facevi una foto e la postavi? Io ti controllo sai!? Ahahaha- -Kim, sai che quest'estate sono andata per un mese in un villaggio di mare qui vicino, no!? Ho conosciuto questo ragazzo Dakota anzi.. Dake e niente... Non siamo diventati niente di che, abbiamo subito stretto amicizia e nell'ultima settimana mi ha baciata...- -Non credo che bi siete fermati solo a un bacio molto casto- Disse maliziosa Kim. -Kim,no! Sono ancora una verginella! Ahahahah! E poi lo sai come la penso su queste cose, quando sarò pronta e incontrerò il ragazzo giusto lo farò, anche a costo di aspettare i sessant'anni!!! Ora andiamo in classe!!!- -Vaaa bene, andiamo! Che la tortura abbi inizio!- Così ci dirigemmo verso la nuova classe, appena entrata notai un ragazzo con i capelli rossi. -Kim, ma quello non è della nostra classe! Che ci fa qui?- -Piccoletta non lo sapevi? Castiel è stato bocciato e ora starà bella nostra classe- -Ah, ha l'aria da bulletto... Sperò che non ci darà fastidio!- Durante le cinque ore non potei non notare che lo sguardo del nuovo ragazzo con i capelli rossi mi puntava sempre... Non capivo perché, magari all'uscita mi avrebbe picchiata per prendermi i soldi oppure già non mi sopportava o pensava che io fossi ridicola, il motivo non lo so ma quello sguardo misterioso e anche seducente mi ha squadrato per ben cinque ore, per me interminabili. Suonata l'ultima campana, prima di ritornare a casa, andai a sistemare il mio nuovo armadietto, era infondo al corridoio ed ero abbastanza tranquilla quando sentii una mano grande e affusolata prendermi per un braccio, mi girò lentamente e lo vidi....

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.

-Dake! Che ci fai qui? Mi hai spaventata poi, che modi!- Il biondo si avvicina a me e con voce calda rispose -Helena! Mio padre è stato trasferito in questa città e io da oggi frequenterò questo Liceo, proprio come te...- Si avvicinò un po' troppo a me e con una mano possente mi avvinghiò i fianchi -Salutami come si deve dolcezza- Afferrò con la sua mano destra il mio mento e avvicinò le sue labbra alle mie, cercando di divincolarmi dalla sua presa, con la poca voce che avevo gli dissi -Dake ma che stai facendo? Lasciami! Lasciami! Mi fai male!- -Non ti sono piaciuti i miei baci in estate... Io ricordo di si!- -Ho sbagliato questa estate,e ora lasciami!-
-Lasciala! Ha detto che vuole essere lasciata! Non hai sentito!- Quella voce apparteneva al rosso che aveva assistito in silenzio a quella pietosa scena, Dake mollò la presa sul mio corpo e disse -La lascio perché non voglio fare casino- voltandosi poi verso di me, paonazza per quella situazione continuò -Helena sarai mia!- E si allontanò. Appena Dake se ne andò, mi girai di scatto verso il mio armadietto facendo finta di sistemare alcuni libri al suo interno per sfuggire allo sguardo persistente del rosso che era rimasto immobile davanti a me. -Un grazie me lo sono meritato no!?- -Ehm, grazie...- risposi sempre intenta a sistemare i libri già perfettamente ordinati - Non dovresti stare qua sola dopo una certa ora- -So badare a me stessa!- risposi secca, sentii di nuovo il mio braccio sotto la stretta di una mano affusolata, questa volta più delicata e calorosa, Castiel mi girò fi scatto e disse -Sei proprio una bambina con un bel caratterino, ti accompagno a casa,così per oggi eviterai altre scene indesiderate.- - No grazie, vado da sola, ciao.- risposi secca, lui mi guardo intensamente con quegli occhi seducenti e se ne andò, lasciandomi da sola... Durante il tragitto avevo solo un'immagine impressa nella mente, i suoi occhi ghiaccio che mi facevano avvampare e poi sciogliere, chissà se sotto quella maschera da duro si nasconde un ragazzo gentile e cortese... -Castiel, sarai una sfida per me! E io riuscirò a capire chi sei!- bisbigliai inserendo le chiavi nella serratura.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.

Castiel: -Quella ragazza è davvero strana, è diversa dalle altre, tutte avrebbero accettato di farsi accompagnare da me invece lei è fuggita,particolare la ragazza. Poi è bellissima, una bellezza rara! Devo averla per me! Voglio conquistarla, mi ispira troppo e ci riuscirò, come sempre d'altronde, vero Damon!?-

Helena: "Sono ancora a casa, è tardi e dovrei andare a scuola ma l'idea di incontrare Castiel e guardarlo negli mi provoca uno strano senso di imbarazzo"... Mi guardai allo specchio e continuai a riflettere "Ma infondo sono una ragazza forte e determinata e voglio raggiungere il mio scopo!"

Nathaniel: "è appena arrivata, oggi ha i capelli raccolti in una treccia... È un angelo! Devo prendere coraggio e devo andarle a consegnare l'invito..."
-Ciao Helena!- -Ciao Nath!- gli sorrisi dolcemente -Rosalya questo sabato ha organizzato una festa a casa sua, mi ha consegnato alcuni inviti da dare, ecco questo è il tuo- mi porse un cartoncino color perla con scritte in viola -Grazie Nathaniel! Ora vado in classe..- -No aspetta!- mi bloccò per un braccio e io esterrefatta lo guardai - Verrai Helena vero?- -Beh, penso di si ma perché me lo chiedi?- dissi titubante - Niente, voglio passare una bella serata con te....- non appena terminò la frase se ne andò lasciandomi pietrificata e immobile "da quando mi parla così e da segni di interesse!?boh, strano il delegato!"
-Bimba! In classe!!- vedo il rosso che si avvicina verso di me, io lo aspetto ma lui continua a camminare indifferente, mi da fastidio che lui non mi considera più di tanto, "È ancora presto" penso "Già ci salutiamo non posso pretendere tutto subito, devo lavorarmelo"

Castiel: "Non devo dare troppo peso a quella bambina, ma vorrei prenderla e possederla, ma dovrò aspettare!"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.

Sono passati quattro giorni dallo spiacevole avvenimento con Dake e a scuola l'ho visto veramente poche volte e in quelle poche volte era abbracciato ad altre ragazze, non che mi importi ma mi rendo conto che idiozia ho compiuto in estate. Con Castiel non ho avuto modo di parlare, in classe non parliamo, ci limitiamo a guardarci ma niente di più ma muoio dalla voglia di sapere se domani verrà alla festa di Rosalya, so per certo che lei lo ha invitato perché è il migliore amico di Lysandro ma chiedere non comporterà assolutamente niente! I miei pensieri furono interrotti dalla campanella dell'ultima ora, raccolsi i miei quaderni ma un ragazzo mi fermò! Era proprio Lyandro! -Ciao Helena!- -...Ciao Lysandro..- Era la prima volta che mi fermava per parlare, era alquanto strano... -Ti arrabbi se facciamo la strada insieme? Tanto abitiamo molto vicini..- "E questa poi! Sa anche dove abito...." -No tranquillo Lysandro, va bene...- -Tu verrai alla festa di Rosa? Lei ci tiene tanto ad averti, sei una delle sue più care amiche...- -Ehm certo che ci sarò, non sarò bella come lei ma mi fa piacere venire...- "Tutti che mi chiedono se ci sono a questa festa, ma cos'è una novità!?" -Ma invece... Castiel come si sta comportando in classe?- -Bene... Cioè, ancora non stiamo facendo niente quindi...- -Beh certo, hai ragione tu, vedrai che sarà uno che vi farà ridere... È un caro ragazzo...- -Lysandro! Perché hai voluto fare la strada insieme a me?- rispondo un po' innervosita da quella strana conversazione e un po' incuriosita -Boh, volevo passare del tempo con una ragazza che tutti ritengono simpatica.... Beh, io ora vado...- disse tentennante e incerto il ragazzo, io feci un gesto con le spalle e mi diressi verso il portone.

"Proprio strana questa discussione... Non capisco dove voleva andare a parare... Forse Castiel è davvero interessato a me e ha chiesto al suo amico di indagare un po' oppure Rosa essendo troppo impegnata ha chiesto a Lysandro di informarsi se io venissi alla sua festa, non saprei... A proposito, ho voglia di sentire Rosa! La chiamo subito" Digito alcuni numeri sul mio vecchio e usato telefono e mi risponde Rosa, la prima amica che mi sono fatta a Liceo -Pronto Hele!- -Rosa come stai?- -Tutto bene, tu?- -Bene pure io... Comunque alla festa domani vengo!- -perfetto! Devi indossare assolutamente quell'abito blu corto, con la scollatura a cuore... Quello sexy- disse maliziosa -Rosa, non devo fare colpo su nessuno!- dico sincera -Ah no!? Quindi Castiel non ti interessa nemmeno un pochino? E non ti sei accorta che Nath ha occhi solo per te!?- Infastidita e titubante cercai una scusa per riattaccare.. Mi distesi sul letto e caddi in un sonno profondo, pensando alla strana giornata di oggi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.

Uscii di casa in ritardo come sempre, con i capelli spettinati e una mela in mano che mangiai mentre attraversavo il parco, all'uscita notai una moto rossa che si accostava verso il marciapiede dove io di conseguenza aumentavo il passo impaurita -Helena- sentendo il mio nome mi voltai e con grande gioia notai che il proprietario della moto era il rosso -Helena ti do un passaggio- mi avvicinai e dissi francamente -Buongiorno Castiel! Vado a piedi!- -Ma arriviamo subito con la moto!- -Sarei già arrivata se non mi avessi fermata!!- -sei una bambina con un bel caratterino, salta su!- - Accetterò il passaggio solo se risponderai a una mia domanda- -Mmm sentiamo- disse il rosso con un'aria curiosa "Helena è il tuo momento! Chiedigli della festa" - Penso che Rosa ti abbia invitato alla sua festa di stasera...verrai? Lei si sta impegnando molto!- -Era questa la domanda- rispose divertito e un po' deluso -Si! E ancora non mi hai risposto!!- -Non so se verrò, forse si, forse no, se troverò qualcos'altro di più interessante da fare, cosa molto probabile, non mi presenterò- rispose porgendomi il casco, salii senza dire una parola, un po' delusa dal quella risposta "Perché ci sto rimanendo male se lui non mi piace? Mi sto innamorando!? Ma no! Sarà solo una cotta passeggiare tuttalpiù! E poi anche Kim l'ha detto di starci alla larga, io devo solo scoprire se ha un cuore che batte, non mi devo innamorare" Arrivati a scuola, scesi dalla moto, gli porsi il casco e senza nemmeno aspettarlo mi diressi in classe dove non lo guardai per cinque ore e non gli rivolsi la parola... Dopo la quinta campana uscii velocemente per evitarlo ma lui, avendo un passo più svelto, mi raggiunse e mi offrì un passaggio, rifiutai senza guardarlo nei suoi occhi seducenti, feci un cenno con la testa e a passo svelto arrivai a casa... L'unica cosa che quel pomeriggio dovevo fare era prepararmi per la grande festa imminente!

Premettendo che io sono una ragazza diversa dalle altre che per prepararsi impiega solo dieci minuti decisi che quel giorno dovevo prepararmi con calma a partire dalle cinque per sgomberare la mente da ogni pensiero e dedicarmi solo alla mia preparazione per essere un po' carina. Mio padre non era in casa per lavoro quindi decisi di farmi una doccia lunga, entrai nella cabina e provai un immenso piacere quando l'acqua calda bagnò il mio corpo nudo, quel corpo che non è mai stato profanato da nessuno e ne vado fiera, per la prima volta ebbi il desiderio di avere Castiel in quella doccia accanto a me che accarezzava in modo dolce prima il mio collo,poi la mia schiena e poi la mia pancia piatta... "Helena che stai pensando" dissi fra me e me "Castiel qui accanto!? No! Meglio che vado a scegliere cosa mettere..." Indossai l'accappatoio e provai un vestito verde estivo molto aderente che fasciava perfettamente ogni mia curva ma preferii indossare l'abito consigliato da Rosa molto più bello e seducente con un paio di tacci per niente volgari, asciugai e pettinai i capelli che lasciai sciolti sulle spalle e nessun cosmetico si avvicinò al mio viso ad eccezione di un po' di mascara che non uso mai, mi guardai allo specchio per l'ultima volta e uscii avviandomi alla villa di Rosa che era poco distante da casa mia.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6.

La casa di Rosa è spettacolare, grandissima e quando organizza le feste risplende ancora di più con tutte quelle luci e decorazioni che lei minuziosamente cura nel dettaglio! La casa era già stracolma, pensavo di essere in ritardo invece... Il dj già suonava e tutti ballavano con foga! I miei occhi senza volerlo cercavano solo una persona fra tutta quella gente, erano speranzosi di vedere una chioma rossa muoversi fra quella folla di ballerini improvvisati e invece niente! Notai solo Rosa e il suo fidanzato sorseggiare un drink accanto al dj Kim che ballava con altre ragazze, notai Ken e Armin in compagnie di due ragazze bellissime che alternavano baci a passi di danza goffi e ridicoli, notai un po' tutti i miei più cari amici divertirsi tranne il rosso, il rosso aveva trovato qualcos'altro meglio da fate, non mi accorsi che rimasi ferma davanti alla porta per più di dieci minuti e quando mi accorsi della stupidità della cosa notai subito un ragazzo biondo che mi fissava e sorrideva, era compiaciuto della mia immagine, non lo riconobbi subito, con il buio notavo solo la sua chioma bionda, speravo solo che non fosse Dake, non volevo trovarmi in una situazione spiacevole come quella dei primi giorni di scuola, ma per fortuna chi si avvicinò per salutarmi era Nathaniel e con aria innocente mi portò un drink -Bevi, è buono!- -Nath non è troppo alcolico vero?- -Non ti voglio di certo fare ubriacare- disse ridendo malizioso -Ma che cos'è!? Rum e pera?- risposi un po' arrabbiata -Si perché?- rispose Nathaniel ballando e cercando di coinvolgermi -No niente....- pesai speranzosa che quella combinazione chimica tra alcol e zucchero non mi avrebbe portato subito dopo il prima sorso in coma etilico -Helena balla, non stare ferma- -Nath se ballo mi prendi un altro drink- dissi sentendo gli effetti dell'alcol -Certo bella- iniziai a ballare come una forsennata, non mi ricordo i dettagli ma se devo descrivere quella serata ho una serie di immagini che si alternano fra drink, balli su Nathaniel e lui divertito, ricordo che però cercavo sempre il rosso e chiedevo di lui al mio "compagno di ballo", lui infastidito dalle sue domande afferrò il mio polso e mi trascinò per le scale, essendo sotto l'effetto dell'alcol non riuscivo a oppormi, ricordo che aprì diverse stanze e quando trovò la camera dei genitori di Rosa mi buttò nel letto.... Ricordo che credevo che lui mi avesse portato a casa mia per farmi dormire ma le sue intenzioni erano ben diverse... -Helena sei così bella anche sotto l'effetto dell'alcol- disse il delegato accarezzandomi i lineamenti del viso -Ho sempre voluto baciarti, sei così dolce- iniziò a darmi piccoli baci umidi partendo dal collo e arrivando alla scollatura del vestito -Nathaniel- dissi frastornata con un filo di voce -io voglio Castiel lasciami- -Shh ora hai me e tra poco sarai mia- cominciò a infilare le sue mani sudate sotto la gonna del mio vestito e iniziò a giocherellare con il bordo delle mie mutandine, quando capii cosa stava accadendo cominciai a urlare ma lui mi teneva i polsi con una stretta forte posizionandosi sopra di me facendomi sentire una sporgenza che cominciava a darmi ancora più fastidio -Aiuto! Castiel! Qualcuno mi aiuti!- Nathaniel cercava di tenermi zitta tappandomi la bocca con una mano ma presto alla mano sostituì la sua bocca, infilò la sua lingua umida e io con un colpa secco riuscì a staccare il suo viso dal suo continuando a gridare, lui innervosendosi cominciò ad avere le mani più pesanti, mi strappò un pezzo di vestito vicino alla scollatura e iniziò a giocare con il mio reggiseno, urlavo, mi divincolavo ma ero troppo debole e stanca a sfuggire alla sua presa... Quando, dopo che pronunciai il nome Castiel con tutte le mie forze, la porta della stanza si spalancò ....

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Capitolo 7.

Entrò ina ragazza dalla chioma argentea accompagnata da un rosso, Rosa e Castiel! Rosa era incredula, la sua faccia era sconvolta, quella di Castiel era rossa di rabbia, le labbra serrate e si gettò su Nathaniel, Rosa si avvicinò a me, mi prese e mi fece alzare cercando di rimediare al disastro che aveva fatto il delegato, ne io ne Rosa fermammo le azioni di Castiel, aveva preso il delegato, gridava e lo picchiava, ovviamente il biondo non era da meno per difendersi, decisi di intervenire, mi gettai fra i due e Rosa trattenne Castiel, io dissi -Nathaniel, sei uno stronzo! Esci da questa stanza e non ti avvicinare più a me! Mi fai schifo! Hai approfittato di me quando ero in queste condizioni! Non rivolgermi più la parola- e gli lanciai uno schiaffo con tutta la forza che potevo avere in quel momento di scombussolamento, il delegato mi guardò in faccia, non incrociò lo sguardo dei miei due amici e uscì da quella stanza sbattendo la porta; immediatamente scoppiai a piangere tra le braccia di Rosa che mi accarezzava i capelli come avrebbe fatto una madre con sua figlia dopo essere caduta dalla bici. -Rosa ci puoi lasciare soli?- disse Castiel con voce severa, Rosa mi guardò e io le feci cenno di uscire... Prima che Castiel iniziasse a dire qualcosa mi guardò e mi squadrò dalla testa ai piedi e mi disse -Devi stare lontana dai biondi!- io sorrisi lievemente con gli pieni di lacrime, non so dove trovai il coraggio ma abbracciai Castiel, lui sorpreso da questo gesto ricambiò dolcemente -Helena, raccontami com'è successo.- raccontai con vergogna ciò che mi ricordavo e appena passai ai dettagli compiuti dalla sua bocca e dalle sue mani gli occhi di Castiel si infuocarono, non ci feci caso perché avevo la curiosità di porgli una domanda -Castiel, dove sei stato stasera? Perché non sei venuto?- -Sarei venuto verso le 12.30 perché avevo un impegno con una persona. Rosa mi ha chiamato prima perché non ti trovava più e aveva paura e sono arrivato prima.- la voce di Castiel non era più calda come sempre, era più fredda e distaccata e ci stavo male, con una voce singhiozzante gli dissi -Chi era questa persona?- -Adesso non è questo il problema, era un mio amico, dovevamo fare una cosa, ora ti riporto a casa, non puoi stare an ora alla festa in queste condizioni- mi prese e mi avvolse le spalle con la sua giacca e sfrecciammo con la sua moto verso casa mia, mio padre non era ancora rientrato e io dare stata sola e Castiel lo aveva intuito -Sei sola a casa, stai attenta agli estranei e ai biondi- feci un sorriso accennato -Notte Helena.- -Buonanotte...- con gli occhi pieni di lacrime raggiunsi la mia stanza e mi buttai sul letto pensando alle violenze subite da Nathaniel, il delegato con la faccia d'angelo ma con intenzioni perverse e le parole dure e il comportamento freddo di Castiel.
Passai tutta la notte piangendo e pensando a quante cose avevo perso in poco tempo, la mia dignità,un corpo pulito e mai toccato da nessuno e soprattutto la fiducia di Castiel, quel ragazzo che a poco a poco mi stava facendo perdere la testa.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


Capitolo 8.

La domenica passò con la solita monotonia che caratterizza quest'ultimo giorno della settimana, ero come al solito sola in quell'immensa casa, mio padre era impegnato in un incontro di lavoro "Nemmeno la domenica riesco ad averlo un po' per me, ma in fin dei conti è un lavoro impegnativo e tutto quello che fa lo fa per non farmi mancare niente... Ma forse l'unica cosa che potrebbe riempire questo senso di vuoto e queste mancanze che ho nel cuore è la presenza di un padre appunto più presente e attivo nella mia vita. Da quando mia madre è morta io sono cambiata, ero una bambina allegra, vispa e che amava circondarsi di persone e sentirsi bella e osservata da tutti, da quando è morta mi sono chiusa in un guscio infatti quando ci siamo trasferiti per me è stato davvero traumatico, da ragazzina sfacciata e frizzante sono diventata apatica e timida perciò non è stato facile creare rapporti di amicizia con alcuni ragazzi del Liceo infatti gli amici che ho si possono contare sulle dita di una mano".
Quella domenica fu davvero una giornata basata sui miei pensieri, ero rimasta tutto il giorno distesa sul letto, con indosso il mio pigiamone caldo, in testa mille pensieri sulla mia famiglia e molte lacrime nei miei occhi color cioccolato... Sobbalzai quando sentii una squillo -Pronto?- -Helena sono io, Kim!- -Ah, ciao Kim- risposi spenta -Com'è andata la festa? Ieri non ti ho vista assolutamente! Io mi sono divertita troppo- Non avevo voglia di raccontarle cosa fosse successo ieri quindi mi limitai a dire -Bene- -Stanno organizzando delle attività al parco... Andiamo?- -No Kim... Ho altri impegni- risposi io mentendo e continuai -Ora devo andare ciao Kim- staccai la chiamata, mi distesi e mi addormentai immediatamente avvolta dalle calde lenzuola. Fu un sonno agitato, mi muovevo, turavo le lenzuola, nella mente comparivano immagini della sera precedente e io intrappolata senza via di fuga, ma a calmare quel sonno così agitato fu un bacio familiare che mi fece svegliare e mi tranquillizzò... Era mio padre -Helena cosa stavi sognando?- -Niente papà, non ricordo..- risposi per non destare nessun sospetto e gli chiesi -Perché sei tornato così presto?- -In realtà volevo stare un po' di tempo con la mia bambina- -Oh papà...- con gli occhi lucidi dall'emozione mi fiondai tra le sue braccia formado un caloroso e magnifico abbraccio -Helena, che ne dici se stiamo un po' insieme stasera?- -Papà per me va bene... Ma, non basta una sera per recuperare tutto il tempo perso.... Devi promettermi che staremo più tempo insieme, ho bisogno di te, amami ora come mai, voglio il tuo amore papà, ho bisogno solo di questo... Mi sento così sola! Questo vuoto lo puoi colmare solo tu, nessun altro... Mi sei rimasto solo tu... Non deludermi e stammi vicino!- -Piccina, è bello che mi parli col cuore in mano, ma ora asciugati le lacrime... Io lavoro giorno e notte per non farti mancare niente ma forse ti faccio mancare la presenza di un padre... Grazie che mi hai parlato in questo modo... Cambierò per te e per la mamma, che è tanto fiera della donna che sei diventata... Ora cambiati, voglio vederti bellissima, andremo in una nuova pizzeria molto carina...- Sorrisi a quelle parole e con tanta forza di volontà mi diressi verso il bagno dove velocemente mi lavai, in seguito mi vestii e indossai dei pantaloni neri, un maglioncino rosso con gli strass e delle ballerine dello stesso colore dei pantaloni... Appena fui pronta uscii con mio padre pronta a godermi quella che si mostrava una bellissima serata!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


Capitolo 9.

Arrivammo. Prima di entrare notai numerose auto e moto parcheggiate nei pressi della pizzeria "Dovrà essere proprio una pizzeria magnifica", mi sentii tirate da un braccio da mio padre per invitarmi a entrare... Una volta entrata il mio pensiero precedente non poté che affermarsi! Il pavimento di parquet si abbinava perfettamente alle pareti dai toni caldi, i tavoli di legno scuro e il mobilio attorno davano al locale un tocco di "casa", era molto accogliente. Le pareti erano ornate da quadri non troppo raffinati e da fitografie, sicuramente della famiglia del proprietario. Un locale grazioso e casereccio, proprio come piace a me!

-Helena!- disse mio padre interrompendo i miei pensieri -Ehm... Si papà..- -Il cameriere deve prendere le ordinazioni.. Tu cosa vuoi?- "Non ho nemmeno aperto il menù... E ora che faccio!?" Aprii il menù di fretta e indicai una pizza a caso che il cameriere scrisse nel suo taccuino. -Papà! Mi stanno chiamando- inventai - Vado in bagno... Se la pizza arriva fammelo sapere- mi diressi verso il bagno, anche questo molto carino e mi guardai allo specchio.... "Questi occhi" portando la mano verso questi "sono come i tuoi mammina... È strano uscire senza te, ancora non mi sono abituata dopo tutti questi anni, mi manchi molto" Pensai continuando a guardare la mia figura allo specchio. Portai le mie mani sul mio corpo, sui miei fianchi, sulle mie cosce "E questo corpo!? Mamma, questo corpo è stato violato e io mi sento così impura e schifosa" Una lacrima mi tracciò il contorno del viso, l'asciugai velocemente e poi dissi tra me e me -Basta!!! Di la c'è mio padre e io devo stare con lui e godermi questi bei momenti!-
Uscii dal bagno dopo dieci minuti e quando arrivai al tavolo le pizze erano già arrivate -Chi era al telefono?- chiese mio padre che iniziava a tagliare la pizza -Oh, ehm... Nessuno solo Rosa..- dissi con un boccone di pizza un bocca. La serata passò in modo piacevole, ridemmo e scherzammo con mio padre come non facevamo da tanto, mi raccontò molte cose di lui che io non sapevo o che forse ignoravo ma apprezzai che si aprì così tanto con me in quella serata. Durante un attimo di silenzio notai, in un tavolo all'angolo della sala una ragazza molto bella von i capelli neri e mossi, gli occhi cerulei e la pelle color latte che stava gustando una pizza tra una risata e l'altra con un ragazzo a me famigliare... Questo ragazzo aveva un giacca di pelle nera e quando alzai lo sguardo vidi quella chioma rossa. Mi si bloccò il cuore per un attimo! Volevo sbagliarmi ma quando notai i suoi lineamenti definiti, il mio cuore sobbalzò e il mio colorito si sbiancò... "Che cosa stanno facendo? Chi è quella ragazza?" Pensai, decisi che non potevo sopportare a lungo quello spettacolo e chiesi gentilmente a mio papà se potevamo pagare e tornare a casa, acconsentì perché mi vide molto pallida e pensava che io stessi male e così mi portò velocemente a casa.

"Sono solo un'illusa. Certo che uno come Castile non vuole una ragazza come me... Sono troppo normale per lui, lui desidera una come quella, così candida e bella... Lei lo faceva sorridere, io l'ho fatto solamente agitare... Con Castiel ho chiuso."

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Capitolo 10.

Sapevo bene che era domenica e che era già molto tardi ma avevo bisogno di qualcuno con cui sfogarmi, non Kim e Rosa, loro sono delle mie carissime amiche, forse le migliori, ma non mi avrebbero mai capito perché Kim aveva la filosofia del "chiusa una porta si apre un portone", Rosa, essendo più romantica e con un'idea di fidanzato perfetto diversa dalla mia, mi avrebbe consigliato di lasciar perdere Castiel; io avevo bisogno di un consiglio neutro, di un amico che avrebbe voluto solo il mio bene. Pensai subito a Ken.
Ken penso che sia il mio migliore amico, quando mi sono trasferita è stato il primo a considerarmi e per questo non ci siamo mai separati, è anche un mio compagno di classe ma dall'inizio dell'anno scolastico non abbiamo avuto modo e tempo di parlarci e ci sto male. Gli anni passati eravamo inseparabili ora non so cosa ci è capitato ma devo fare in modo di recuperare quel rapporto speciale che avevamo solo noi.
Con gli occhi pieni di lacrime presi il telefono, cercai il numero di Ken e feci partire la chiamata, non mi interessava sapere che ora fosse, io avevo bisogno di lui!
-Pronto Hel..- rispose una voce assonnata
-Ken scusa... Avevo bisogno di parlarti- dissi io piangendo.
-Hel ma tu stai piangendo!? Cos'è successo!? Aspetta, arrivo subito! Mi faccio trovare al solito posto- chiuse la chiamata senza farmi dire una parola, adoravo Ken anche per questo, ogni volta che mi sentiva piangere si precipitava a casa mia, se era sera si faceva trovare direttamente sul mio balcone, ero al primo piano ed era semplice salire sul mio balcone grazie al muretto che fungeva da scala, il "solito posto" di cui parlava lui era proprio il mio balcone il posto in cui dopo dieci minuti spuntò Ken preoccupato. Gli aprii la porta e entrò, mi abbracciò subito e io mi sentii meglio, avevo bisogno di lui!
-Quindi Hel, raccontami cos'è successo? Castiel vero?- disse piano per non far svegliare mio padre
- Proprio così... Ma come fai a saperlo?-
-Hel noto come lui ti guarda a scuola, ho visto che parlate spesso e i tuoi occhi brillano quando sei con lui...-
-Ma io non so se mi piace.. Meglio che ti racconti tutta la storia...- brevemente gli raccontai tutto non emettendo però lo spiacevole episodio della festa e Ken dopo che si riprese dallo strano avvenimento che gli avevo raccontato mi disse la sua per poi passare a parlare della nostra amicizia distesi sul mio caldo tappeto. La notte passò così, ci addormentammo vicini senza considerare che nella stanza a canto ci fosse mio padre e che Ken non aveva avvertito i suoi genitori ma questo era l'ultimo dei nostri pensieri,stavamo insieme, più amici che mai! La nostra amicizia era tornata!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


Capitolo 11.

Passarono diversi giorni da quando il mio cuore si scheggiò dalla sera che vidi Castiel con quella ragazza in pizzeria, tutti in compagnia di Rosa, Kim e soprattutto Ken. Non parlavo con Castiel da molto, e i nostri sguardi ormai erano sconosciuti, capivo che quel distaccamento non era procurato da altro se non da quella misteriosa ragazza tanto bella che identificai con il soprannome di "fidanzata di quello"; mi ero rassegnata al fatto che le attenzioni del rosso non erano più concentrate su di me e quindi decisi di dedicarmi solo alla scuola, ai miei amici e a mio padre, capii che dovevo evitare Castiel il più possibile... Dovevo dimenticarlo, non rimpiazzandolo ma stando con le persone che mi amavano veramente e per la prima settimana e mezza sembrò funzionare, stavo vicino al rosso solo in classe ma comunque evitavo di guardarlo e per i corridoi non stavo mai da sola quando un giorno Grazie al fato che era sempre dalla mia parte, mi fermò davanti a tutti Castiel
-Helena. Come stai?- disse freddamente
-Bene.- risposi in tono altrettanto freddo e cercai di allontanarmi...
-Io sto bene pure! Gira voce che fra te e Ken ci sia qualcosa.-
" è sempre così schietto, io e Ken siamo solo migliori amici ma potrei farlo ingelosire, anche se non credo servirà a molto..." Pensai e così dissi -Si... Beh, non siamo proprio fidanzati ma... Chi vogliamo provare- speravo che nessuno mi avesse sentito, era una bugia troppo grande e non volevo coinvolgere Ken in questa situazione
-Ah, ci volete provare... Bene, almeno lui non è biondo- disse il rosso, ci rimasi male che l'espressione del volto non mutò ed era abbastanza tranquillo, poi continuò -allora quando sarete fidanzati ufficialmente ditemelo così organizzeremo qualche uscita, io, te, Kentin e la mia nuova ragazza- Il cuore a quelle parole mi si ghiacciò, non ebbi nemmeno il coraggio di salutarlo, mi girai e uscii dal Liceo, sentendo una voce maschile che per cinque minuti abbondanti mi chiamava a gran voce ma io, sconvolta com'ero, non capivo chi fosse e così continuai il mio percorso fino a quando mi piombò davanti....

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***


Capitolo 12.

Mi girai e lo vidi, vidi i suoi grandi occhi dolci fissarmi ma la sua bocca serrata, non in un grande sorriso ma era in una posa severa, quasi arrabbiata.
-Ken...- dissi io con la voce tremolante -Mi dispiace...- sapevo bene che Ken era a conoscenza di quello che avevo detto a Castiel, se aveva ascoltato la nostra conversazione o se il rosso gli aveva detto tutto non ne avevo idea sapevo solo che era arrabbiato e deluso da me.
-Helena, non sono arrabbiato per questo!- mi prese e mi abbracciò e da li non capii per quale motivo aveva quell'espressione, lo pregai di spiegarmi -So cosa si è disposti a fare per amore, credimi, lo so davvero bene! A te piace Castiel e saresti disposta a qualunque cosa per farlo ingelosire ma sai, vedere che mi hai messo in mezzo per farlo ingelosire mi fa stare male... Com'è che non l'hai capito in questi anni?! A me piaci tu, fin dal primo giorno, per questo ho cercato di essere il tuo migliore amico, se non potevo essere il tuo ragazzo almeno desideravo starti accanto da amico!-
Lo guardai incredula, per tutti questi anni mi è stato accanto e io non ha capito niente.. Che ingenua che sono! Il mio cuore e i miei occhi lo guardarono in modo diverso dopo quelle parole, notai i suoi occhi lucidi e il desiderio che aveva di abbracciarmi e tenermi con se. " Forse dovrei dimenticarmi di Castiel e stare con qualcuno che mi faccia stare davvero bene..." Dopo questo pensiero mi caricai di coraggio e mi avvicinai al volto di Ken, chiusi gli occhi e feci toccare le nostre labbra, un bacio dolce e tenero si liberò fra noi due e lui, una volta staccatosi dalla mia bocca disse con una voce tremante - E questo?! Helena che significa?! Ti faccio pena e mi hai voluto fare calmare così?-
-No Ken! Io voglio stare con qualcuno che mi ami davvero e mi tratti come si deve. Io... voglio stare con te!- risposi con molta sincerità.
- Helena, grazie! Mi hai reso davvero felice!- detto ciò mi rubò un altro bacio delicato e mi abbracciò per poi accompagnarmi a casa.
La sera, distesa sul letto pensai, " Bene, ora devo pensare solo a Ken e a noi, niente potrà mettersi in mezzo tra me e la mia felicità. Ho finito un capitolo nero e triste e sto per scriverne un altro più felice da vivere con chi mi rispetta e mi vuole bene davvero!"

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Capitolo 13
*** Capito 13. ***


Capito 13.

*Parla Castiel*
"Sono passati solo due giorni e già tutti sanno di quei due. Kentin e Helena; chi l'avrebbe mai detto?! Non pensavo che Helena cadesse così in basso... stare con quello smidollato! Ma quello che non capisco è perché l'abbia fatto, non ha mai mostrato segni interessamento verso quell'incapace, che lui la volesse non è una novità ma lei... lei era mia! A volte è strana ma tempo una settimana e tornerà da me o io l'andrò a prendere, per adesso devo farla ingelosire solo un altro po, magari cercando qualche bella ragazza, i contatti non mi mancano. Ora continuo la mia corsa così penserò ad altro"


*Parla Helena*
Non volevo che già così presto tutti venissero a sapere di me e di Ken, non mi importa di cosa dice la gente perché io e lui stiamo bene, ma in fondo vorrei sapere cosa sta combinando quel rosso, magari mi sta pensando?! Oppure è felice e tranquillo con quella bellissima ragazza?! Non saprei... è sempre così imprevedibile!"
-Hey Hel! Che stavi pensando?- mi disse Ken sorridendo e strappandomi un bacio
-Ehm... niente... Stavo qui davanti all'armadietto che stavo pensando a cosa potremmo fare questo fine settimana... Sai, mi annoio stare a casa...- risposi inventado cosa dire sul momento
-Ero giusto venuto per questo! Non puoi credere a quello che ti sto per fare vedere!- mi porse il suo cellulare e vidi un messaggio, un messaggio di Castiel e quello che aveva scritto era davvero strano che stentavo a credere che l'avesse inviato lui.
"Sabato alle 21.30 al The place io e te con le nostre ragazze stiamo insieme. O accetti o accetti."
-Amore hai letto?!- chiese Kentin
-Si...- dissi -Ci dobbiamo andare?- chiesi ancora incredula...
-Beh certo! Castiel non mi ha mai fatto simpatia soprattutto dopo averti fatto soffrire ma è un bel posto e credo che sarà la serata giusta per chiudere ogni ostilità-
-Forse hai ragione ma ci devo pensare un pò.. sai, non resisterei a tirare una pizza in faccia a Castiel... ahahah! Ken, io ritorno a casa.. ti dirò la mia risposta nei giorni seguenti, intanto evitalo!- gli dissi strappandogli un dolce bacio.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14. ***


Capitolo 14.

-Tu! Stupido rosso ottuso!-
Ero rimasta tra i libri della biblioteca della scuola fin troppo tempo dopo il termine delle lezioni e alle cinque in punto decisi di ritornare a casa chiusa tra i miei pensieri ma appena uscii dal portone principale dell'istituto notai quella incolta chioma rosso fuoco, abbassai lo sguardo e ovviamente vidi gli occhi magnetici di Catiel.
"Che ci fa a quest'ora all'ingresso della scuola?! Certo che è un tipo strano..." ma questi pensieri non fermarono i miei istinti, il sangue ribolliva di rabbia e odio nelle mie vene e con una grande dose di coraggio mi avvicinai con passo furioso verso il rosso, afferrai la manica destra della sua giacca in pelle e cominciai a gridare e a sfogarmi senza pensare a ciò che stavo facendo.
-Tu! Stupido rosso ottuso! Perchè hai inviato quel messaggio a Kentin? Era una provocazione?! Oppure volevi rinfacciarmi ancora una volta il fatto di esserti dimenticato di me subito e di avermi rimpiazzato con quella bellissima ragazza con i capelli neri?!-
-Ciao anche a te Helena!- rispose con un ghigno soddisfatto -Come conosci già Sarah?! Mi stolkeri per caso?! Muori dalla voglia di stare con me e sapere cosa faccio, vero Hel?!- continuò mantenendo sempre quel ghigno soddisfatto che mi faceva ribollire ancora di più il sangue, continuò - Comunque io avrei il piacere di passare il fine settimana con te e Ken, magari conoscendo Sarah potreste diventare amiche, oltre a essere di una bellezza strepitosa è molto formosa, più di te.. credo che tu l'abbia notato.-
Volevo piangere, tirargli i libri che avevo preso in biblioteca in testa, volevo girarmi e scappare tra le braccia di mio papà ma se avessi fatto tutto ciò lui non sarebbe stato che soddisfatto perchè era questo che voleva.
- Bene Castiel, se ci tieni così tanto accettiamo l'invito. Ci vediamo domani alle otto e mezza al The Place, porta ovviamente la tua ragazza.- Detto ciò, senza nemmeno un gesto di saluto, mi girai e tornai a casa.

La sera stessa digitai il numero di Ken, ancora salvato nella rubrica "Migliore amico", per dirgli ciò che avevo deciso per il sabato.
-Pronto Ken.. disturbo?-
- No amore, tu mai.. cos'è successo? Non mi chiami mai tu! rispose con un tono ironico.
-Volevo solo dirti che domani alle otto e mezza saremo davanti al The Place per passare la serata con quello e la sua tipa, ho deciso di venire, sarà un modo per chiudere tutt le ostilità ma soprattutto per fargli vedere quanto siamo felici insieme io e te.- dissi con un tono fermo e sicuro -Dopo averti informato di questo vorrei farti una proposta.._
-Sentiamo Hel!- rispose curioso il mio ragazzo.
-Mio padre partirà per un viaggio d'affari on una sua collega domani mattina alle quattro quindi per il fine settimana avrò la casa libera, che ne dici se domani dopo la scuola vieni a mangiare da me che cuciniamo qualcosa e poi ci prepariamo insieme?! Sarebbe un ottimo momento per passare del tempo insieme solo noi due visto che la sera saremo impegnati!-
-Non ci credo!- Scoppiò in una sonora risata - Tu, Helena, la mia ragazza mi chiede questo e approfitta della casa libera?! Che ti è successo?!-
-Beh se non vuoi puoi anche rifiutare e passare il pomeriggio da solo...- dissi un pò seccata.
-No!! Accetto con piacere!-

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Capitolo 15
*** Capitolo 15. ***


Capitolo 15.

Completamente assente, mi svegliai molto presto quel sabato mattina, aprii la finestra, piovigginava. La casa era vuota ormai da un paio di ore, il silenzio regnava padrone. Andai in cucina, c'era una tazza ricolma di latte tiepido, una tazzina con del caffè lungo, un piattino con alcuni biscotti al burro e un biglietto "Buona scuola principessa, ti ho preparato la colazione prima di partire. Ci vediamo fra un paio di giorni, ti saluta anche Clara. Un bacio, il tuo papà."
Clara è una donna più giovane di mio padre di circa sette anni, è tanto bella quanto cattiva. E' alta e magra, con un bel seno prosperoso, i capelli rossi e ricci sono sempre molto curati come le sue unghie sempre perfette; ricordo che la mamma diceva che spendeva molti soldi a settimana per abiti, rigorosamente firmati, trucchi, che era solita usare, e prodotti per capelli, corpo, viso e unghie; è una donna che non si fa mancare niente. Lavora insieme a mio padre da molto tempo, essendo ambiziosa è arrivata ad avere una carica molto importante infatti accompagna sempre mio padre nei suoi viaggi di lavoro. Perchè dico che è cattiva? Semplice. E' stata la prima cosa che ho pensato su di lei quando ero bambina e, tralasciando il fatto che le prime impressioni dei bambini sono sempre giuste, con me e la mia mamma si è comportata sempre in modo perfido, parlava sempre male di noi a mio padre, diceva che stavo crescendo male per colpa dell'istruzione della mia mamma "E' uno spirito troppo irrequieto e mentalmente instabile" diceva Clara a mio padre nei confronti della mamma "Dovrei crescerla io, sarebbe una bambina modello" , ma mio padre,troppo buono e per evitare liti inutili, non l'ascoltava anche perchè ci amava troppo. Da quando la mamma è morta il legame fra mio padre e Clara si è rafforzato, sempre più cene di lavoro, più viaggi, Clara era mlto più presente a casa nostra; ricordo che una volta pensai che quei due potessero avere qualche relazione segreta così con tutta onestà lo chiesi a mio padre che quando mi rispose arrossì, disse cercando di cambiare argomento -Helena queste sono cose da grandi, non siamo fidanzati, siamo solo buoni amici. Un giorno ti spiegherò meglio- Ma da quel giorno non riuscii più a parlare dell'argomento.
Dopo aver sistemato un po la casa per il mio ospite, mi preparai e andai a scuola, qui le ore di lezione passarono velocemente tra un voto eccellente nel test di Latino e uno più basso nella verifica di matematica, al suono dell'ultima campanella afferrai la mano di Ken e lo trascinai a casa... Finalmente potevo passare del tempo col mio fidanzato!
-Hel! Dimmi dove posso prendere le cose per cucinare perchè oggi il pranzo lo cucino io!! Ti delizierò con i miei piatti, sono un cuoco provetto lo sapevi?!- disse Ken con aria felice.
-Ken, conosci questa casa meglio di me... Sai bene che trovi tutto nella dispensa...- risposi io.
-Beh.. ma non posso aprire gli armadi senza permesso.. soprattutto a casa della mia ragazza!- disse ridendo.
Ken era proprio un bravo cuoco, con pochi ingredienti mi preparò dei piatti strepitosi, tortellini panna e prosciutto, cotoletta con un contorno di insalata mista e come dolce crepes straripanti di Nutella. Passammo il pomeriggio buttati sul mio letto a guardarci un film di Harry Potter, che appassionava entrambi, poi vedendo l'orologio decidemmo di prepararci, io andavo a farmi un bagno caldo nel bagno accanto la stanza di mio padre, lui una doccia nel bagno più grande accanto alla mia stanza. Credendo che Ken fosse ancora sotto l'acqua calda uscii con un asciugamano corto avvitato sopra il seno e mi diressi in stanza per decidere cosa indossare la sera, aprii l'armadio ma sentii qualcuno che mi abbracciava delicatamente da dietro, le braccia umide di Ken mi portarono sul letto dove mi sdraiai e lui si posizionò sopra di me, mi prese i polsi con una presa forte e cominciò a baciarmi. "Che sta facendo?" pensai "Non sono pronta.." aprii gli occhi e rividi il volto di Nathaniel, ardente di desiderio come la sera a casa si Rosa, agitata cominciai a dimenarmi lasciando che Ken allentasse la presa sui miei polsi, non mi obbligò a continuare quell'atto d'amore quindi sorrisi e pensai alla dolcezza e al rispetto di quel ragazzo. -Scusa Ken..- dissi imbarazzata.
-Amore.. stai ripensando a quella sera con Nathaniel vero?!- disse dolcemente
Incredibile come riusciva a leggermi nel pensiero, con un solo sguardo capiva tutto. Annuii. -Io non ti devo costringere, devi essere pronta e sicura tu. So bene che l'esperienza che hai vissuto non ti sta aiutando ma se questo vuol dire aspettare... aspetterò, l'amore implica anche questo giusto?!-
Come risposta lo abbracciai amorevolmente e lo incitai a prepararsi. Erano già le sette e mezza e Ken non era veloce come me a prepararsi. Decisi di indossare un abito molto elegante sopra il ginocchio, era blu con piccoli fiori verde acqua e rosa, la gonna larga, aderente di sopra ma lasciava nuda la mia schiena; le scarpe, rigorosamente col tacco, erano dello stesso rosa dei fiorellini, indossai degli orecchini blu di pizzo che metteva sempre la mia mamma, lasciai i capelli lisci e luminosi sciolti, a Ken piacevano così... anche a Castiel. Dopo esserci preparati uscimmo e a piedi ci dirigemmo al The Place che non distava molto da casa mia. Ancora nessuna traccia di Castiel e della sua ragazza così decidemmo di fare un giro dentro il locale.
Si notava subito che era nuovo, tutto brillava di una lucentezza bellissima, il ristorante aveva l'arredamento molto delicato con colori chiari che spiccavano molto grazie alla bianchezza delle pareti ma ciò che rendeva fresco quella sala erano i numerosi vasi di orchidee curatissime. I tavolini del ristorante erano disposti anche nel giardino esterno, calmissimo e pulitissimo, si affacciava sul piccolo lago della nostra città, tutto reso luminoso dalla luce di candele bianche.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16. ***


Capitolo 16.

-Sono desolato signori, non volevo interrompervi ma siete desiderati al tavolo 19, nel prato, accanto l'albero di ulivo- disse un cameriere molto giovane ed educato di circa venticinque anni, perciò Ken afferrò la mia mano e con passo sicuro ci avvicinammo al tavolo 19 dove ovviamente erano già accomodati Castiel e la sua bellissima ragazza Sarah.
Sarah aveva i lunghi capelli neri legati in una treccia corposa e lucente, indossava un vestito verde che era abbinato alle scarpe altissime e alla borsa, ovviamente lei aveva abbondato col trucco rispetto a me, io non ero solita usare i cosmetici forse perchè da piccola ero fermamente convinta che non dovevo assomigliare a Clara e sul campo trucchi Clara osava moltissimo. Facendoci attenzione i tratti di Sarah erano molto simili a quelli di Clara tralasciando i capelli ovviamente, stessi lineamenti, stessa corporatura, stesso modo di apparire. "Deve essere solo una tua impressione Helena" pensai.
-Ciao Castiel! Piacere Kentin- disse il mio ragazzo rivolgendo la mano alla fidanzata del rosso che ricambiò con un sorriso e un'altra stretta di mano vigorosa. -Lei è la mia bellissima fidanzata, Helena- continuò Ken, sembrava euforico di quella serata.
-Piacere. Ciao Castiel.- risposi io porgendo la mano. -Sediamoci e ordiniamo, è già tardi!- continuai io con un tono molto freddo.
Dopo che lo stesso cameriere di prima si avvicinò per prendere le ordinazioni notai che gli unici a parlare erano Ken e Sarah, parlavano di musica, Sarah raccontava che cantava in una band e Kentin le raccontava che il suo sogno più grande era quello di suonare la sua amata batteria davanti a un pubblico; erano entrambi coinvolti in quella discussione, Castiel passava il tempo a fumare, io osservavo il fumo proveniente da quest'ultime quando decisi di alzarmi e fare una passeggiata verso il lago, non potevo sopportare più quei discorsi sulla musica.
-Vado a fare una passeggiata, quando arriva il risotto avvertitemi- dissi io alzandomi.
-Accompagno Helena.- disse Castiel a quei due musicisti fanatici che acconsentirono ma dopo qualche minuto capii che quest'ultima frase di Castiel era solo frutto della mia immaginazione.
In quei pochi minuti di silenzio e tranquillità camminai spensierata godendomi quel paesaggio magico ma quando la mia mente era al punto di essere all'apoteosi della serenità sentii due braccia muscolose che mi abbracciavano, mi girai e vidi il rosso, restai ferma immobile, non sapevo come comportarmi, eravamo abbastanza lontani e nessuno ci avrebbe visti per fortuna. -Castiel!- dissi io spostandomi di botto.
-Come mi hai chiamato?!- disse incredulo Ken. Non ci potevo credere, i miei occhi avevano visto quel rosso al posto del mio ragazzo "Stupida mente, stupida me." Pensai.
- Ero venuto a chiamarti per il risotto...- disse Ken.
-Arrivo ...- risposi, non sapevo come scusarmi, cosa dire ma mi sentivo alquanto stupida, ero certa di aver ferito Ken, tornai al tavolo a testa bassa ma quello che notai subito era il sorriso beffardo sul viso di Castiel, il solito ghigno soddisfatto, come se avesse capito perfettamente ciò che era successo.

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