The dragon master

di im_a_berkian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1.La battaglia ***
Capitolo 3: *** 3.Crudele ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

  1. Hiccup POV
Era passata poco più di un mese dalla battaglia con lamorte rossa, e tutto a Berk sembrava semplicemente perfetto. Ora i vichinghi vivevano in pace con i draghi (che con il loro aspetto carino e coccoloso, ora, si erano fatti amici di quasi tutti gli abitanti dell’isola), e io e sdentato potevamo volare senza rischiare di essere ammazzati da mio padre. Dopotutto è quello che ho sempre sognato da quando ho capito che quasi tutto quello che c’era scritto sul libro dei draghi non era altro che una bugia. Ma persino il più ottimista dei vichinghi poteva affermare che questa situazione era fin troppo perfetta. Insomma, ci voleva qualcosa per peggiorare la situazione. Perché a Berk, eranormale che qualcosa andasse storto, anzi, era strano il contrario.Purtroppo quel qualcosa un giorno arrivò, e noi non potevamo niente contro di esso.
AN: Allora questa è la prima long che scrivo quindi non sarà il massimo. I capitoli non sono tutti così corti, questo era il prologo, era solo per spiegare la situazione da cui si parte. p.s.: la "A" che starebbe per "Autor's note" sta per "Anna's note". Mi chiamo Anna e mi sembra giusto così dopotutto. Se vi va, mi lascereste una recensioncina piccolina?*occhioni dolci* così so se devo cambiare qualcosa... grazie in anticipo se lo farete! Alla prossima! -Anna la Pazza  

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Capitolo 2
*** 1.La battaglia ***


1. La battaglia

Hiccup POV
Tutto  cominció una fredda e nebbiosa mattina di Febbraio. Mentre ero ancora immerso nei miei più vividi sogni, sentii il corno suonare in lontananza. Al momento pensai che fosse parte del mio sogno, quindi non me ne curai più di tanto. Purtroppo poco dopo mio padre cominció a "bussare" alla porta della mia stanza(il suo bussare era costituito dal tirare pugni cosí forti a quelle povere assi di legno tanto da farle tremare molto pericolosamente, e nei casi più estremi, buttare giù proprio la porta) e urlare di alzarmi subito e che dopo mi avrebbe spiegato qualcosa. Quasi sicuramente era un attacco. Fantastico.
Scesi con una calma mortale dalle scale, sinceramente avevo voglia di tutto tranne chr di combattere. Appena arrivai in fondo alle scale mio padre mi si paró davanti, e dall'espressione sul suo volto capii che mi stava per dire qualcosa di essenziale importanza. Probabilmente un piano d'attacco.
"Figlio, una flotta di navi provenienti da sud stanno per attaccare l'isola. Voglio che tu e i tuoi amici distruggiate il maggior numero di navi o armi possibile. Senza farvi ammazzare per favore. Tutto chiaro?"
"Cristallino"
Dopo la chiacchierata con mio padre, andai subito all'ex-arena per l'addestramento anti-drago. Ormai era diventata il nostro quartier genearle. Infatti tutti gli altri erano li che mi aspettavano, in attesa di ordini(se si potevano chiamare così, visto che puntualmente ognuno faceva quel che gli passava per la mente). Gli spiegai la situazione, e il noatro compito. Poi aggiunsi"Bruta, Tufo, almeno per oggi potreste comportarvi da persone normali e piú o meni civilizzate? Anche se non ci riuscite fa niente, ma perlomeno provateci, per favore."
Subito dopo Testa di Tufo"scusa Hiccup cos'è che dovremmo fare?" 
"Niente Tufo lascia perdere......" Basta. Io con quello ci rinuncio.

Subito dopo partimmo verso la costa sud dell'isola. Eravamo praticamente circondati da quella foschia grigiastra, calda e umida. L'esercito berkiano era quasi conpletamente radunato, e non appena gli ultimi soldati arrivarono, si cominciarono a formare gli schieramenti per avanzare. Noi ragazzi, ancora gli unici che combattevano untilizzando i draghi come arma impropria,  ci eravamo posizionati esattamente sopra le navi, in attesa dell'ordine di attaccare.
Non appena cominciammo ad avanzare, verso di noi comnciarono a piovere centinaia di dardi infuocati, che uccisero molti dei nostri uomini, e costrongendoci ad atterrare. Non appena il fuoco smise di piovere dalle nubi plumbee che ci sovrastavano, io e gli altri comunciammo a distruggere navi, armi e catapulte con i nostri draghi.
Qualche ora dopo avevamo gia distrutto buona parte della flotta nemica.
Guardando una nave affondare, vidi il vessillo che identificava la sua provenienza galleggiare tra i resti di travi, vele e persone. Era una bandiera a sfondo grigio con un drago nero che ne divorava uno bianco.
Non conoscevo quello stendardo, ma ben presto avrei imparato molto bene da dove derivava quel simbolo.
Ad un tratto, mentre stavo cercando di colpire quella che sembrava la nave ammiraglia, sentii un dolore lancinante sulla spalla destra, ma non ebbi il coraggio di girarmi a guardare. Mentre la vista mi si offuscava, ordinai a Sdentato di scendere a terra, ma non feci in tempo a sentire le sue zampe che toccavano il terreno ormai impregnato di sangue. Tutto diventó buio.

Stoick POV

· Non appena finii di parlare con Hiccup andai alla sala grande per spiegare a tutti gli uomini il piano per la battaglia.
O, più precisamente, durante la guerra che ci aspettava.
Sinceramente avrei volentieri evitato di combattere, era passato solo un mese dall'ultimo scontro. Anche se c'era una differenza sostanziale questa volta: combattevamo contro altri uomini armati, sicuramente molto più preparati di noi a combattere. Comunque, questa era una dichiarazione di guerra bella e buona, e noi non potevamo arrenderci così facilmente.
Circa 20 minuti dopo partimmo alla volta della baia che occupava il lato sud dell'isola. Le navi nemiche erano a poche decine di minuti da noi. In quel piccolo spazio di tempo io e gli uomini ai gradi più alti dell'esercito berkiano, stabilimmo un piano, puro e semplice: uccidere chiunque ci si parasse davanti finché non sarebbe arrivata la resa del nemico. Un piano così facile l'avrebbe capito pure un cretino.
Poi si sentì il corno nemico suonare. 3 volte. Era l'ordine di attaccare.(l'ho inventato io a caso, non so quale sia il vero numero)

Ma quel corno non era come qualsiasi altro. Il suo suono replicava le urla di morte di soldati che muoiono atrocemente sul campo di battaglia. Mi gelò il sangue nelle vene. Avevo già sentito quel corno un giorno. Un giorno di molti anni fa, ossia il giorno in cui mio padre morì, e io divenni il capo di Berk. Mi ricordavo anche del vessillo del nemico: un drago nero che ne divorava uno bianco su sfondo grigio. Quell'immagine ancora infestava i miei incubi.
Poco dopo arrivarono i ragazzi, sui loro draghi. Avevano il compito di distruggere la flotta.
Quasi insieme a loro arrivò anche un'ondata di frecce infuocate. Io e molti altri che avevamo uno scudo limitammo i danni, ma altri che ne erano sprovvisti caddero a terra, feriti gravemente oppure morti. Dopo pochi minuti il terreno giá trasudava di sangue. Era una vista orribile.
Finite le ondate di frecce cominciò il combattimento corpo a corpo contro gli uomini dell'esercito nemico, ormai sbarcati sulla costa. Naturalmente erano molto più avvantaggiati di noi, sia come tecnica, che come armi

Noi avevamo spade non molto affilate, qualche ascia e qualche mazza ferrata, loro avevano armature in metallo, spade lunghe, lance, balestre, archi e catapulte. Quando il loro capo, Daeron, mi si parò davanti, le sorti della battaglia erano ormai nitide nella mia mente. Era una montagna d'uomo, e non solo letteralmente. La sua pelle era grigiastra, solcata da decine di rughe dettate dal tempo. Gli occhi grigi, quasi argentati. I capelli candidi come la neve gli scendevano fin sotto le spalle. Sotto la cotta di maglia di ferro, si intravedevano pellicce vecchie e pesanti. Ai fianchi aveva appesi due pugnali e una mazza, sulla schiena una spada lunga di minimo un metro e mezzo. Era più alto di me, e seppur vecchio, chiaramente più forte. Quando sfilò la spada lunga dal fodero, pensai che mi avrebbe ucciso con la stessa facilità con cui si calpesta una formica. Invece non fu così. Si limitò a puntarmela alla gola e a chiedermi: "Dove è lui!?" Restai interdetto. Non sapevo di chi stava parlando. Con la voce più calma possibile, e cercando di non far trasparire la paura che mi attanagliava gli risposi:" Di chi stai parlando?" "Del ragazzo drago, di chi se no!?" Il ragazzo drago....non avevo mai sentito quell'appellativo, ma sapevo di chi stava parlando: Hiccup.
Chi se non lui era diventato il più grande amico di uno dei draghi più potenti fino ad ora conosciuti? Chi se non lui aveva ucciso la regina dei draghi? Chi se non lui aveva portato la pace tra due mondi così diversi? "No....tu non l'avrai m-" Gli risposi, con la rabbia e la paura che mi montavano dentro. Mentre stavo per finire la risposta un uomo con un arco in spalla si avvicinò  a Daeron, e gli bisbigliò qualcosa nell'orecchio.

Lo guardai aspettando che dicesse qualcosa. Peccato che quella frase avrebbe cambiato il resto della mia vita.
"Io non ne sarei così sicuro, caro Stoick."

SPAZIO DELIRI
Allora, buonsalve a tutti. Spero che almeno in questo capitolo non ci siano errori-cazzate che mi sono sfuggiti (come al solito). Nel caso non fosse il massimo, prendetevela con sto caldo di m- del cavolo che non ti lascia pensare lucidamente. Porca vacca, oggi a Bergamo c'erano 35 gradi, si moriva!

P.S.=Ah, vi avverto già ora. Sono mooolto sadica. Mooolto moolto sadica. Leggete i prossimi capitoli a vostro rischio e pericolo.
Buona serataaa
                                                                                                                                                                                                         -Anna la Pazza




 


 

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Capitolo 3
*** 3.Crudele ***


Hiccup POV
Tutto era buio. In lontananza sentivo delle voci di uomini, parlavano la mia stessa lingue, ma l’accento era diverso. Era evidente che venivano da molto lontano daBerk.
Dicevano qualcosa a proposito di fare rotta verso un’isola di cui non riuscii a capire il nome. Non riuscivo a capire dove mi trovavo, sembrava quasi che avessi perso la sensibilità in tutto il corpo. Tranne che sulla spalla, quella faceva un male tremendo.
 
Ma perché mi trovavo lì? Dov’era Sdentato? Mio padre sapeva che probabilmente ero stato rapito? Cosa avevano intenzione di farmi? Molto presto avrei trovato una risposta a tutte queste domande.
 
Mi sentii scaraventare da qualche parte, probabilmente su una nave, poiché si sentivano le pareti ondeggiare al ritmo delle onde. Si udì una porta metallica sbattere.
 
Ero in una cella. Brutta notizia. Aprii gli occhi, notai che era una stanza piuttosto piccola, pareti in legno scuro e una piccola finestra, da cui si riusciva a vedere il mare, e un isola in lontananza. Non mi ci volle molto per capire che si trattava di Berk. Sì. Ero decisamente stato rapito. Poi si sentì un ruggito, proveniente dall’altra parte della stanza. Un ruggito di Furia Buia. Sdentato cercò di corrermi incontro, ma fu fermato dalle corte catene che lo tenevano legato alla parete opposta alla mia. D’un tratto si sentirono dei passi, e delle voci. Venivano verso di noi. La porta della cella si aprì,e dinanzi a me comparirono due uomini. Uno era molto alto, oserei dire mastodontico (era difficile trovare qualcuno più grande di mio padre, ma questo lo superava di gran lunga). Aveva i capelli bianchi e l’armatura. Quello accanto a lui poteva sembrare una guardia, ed aveva un arco in spalla. Quello che sembrava il capitano della nave mi si avvicinò con un ghigno quasi di derisione disegnato sul volto. Cominciò a parlarmi: “Allora sarebbe lui? Il ragazzo drago?” la guardiacon l’arco gli rispose di sì. Rimasi senza parole. Il ‘ragazzo drago’? Non sapevo come prendere questa notizia. Era una buona o cattiva cosa? Poi il capitano parlò di nuovo. “Quindi questo piccoletto sarebbe riuscito ad addestrare una furia buia?” scoppiò in una risata sputacchiante. “ se devo essere sincero me lo aspettavo un po’ diverso. Lasciati dire che da tuo padre non hai preso proprio niente.”
Come faceva a conoscere mio padre? Rimasi ancora in silenzio.
“Sai perché ti trovi qui?”feci di no con la testa.
“Ahahah! Va sempre in meglio” altra risata sputacchiante.
“Lo scoprirai presto…”
Quando l’uomo si spostò da davanti a me, notai che la guardia aveva qualcosa in mano. Un pugnale. Si avvicinò a me, e mi fece un piccolo taglio sulla guancia. Sussultai, e quando uscirono dalla cella, rimasi solo con sdentato e le mille domante che mi frullavano in testa.
 
Stoick POV
Lo scontro si era concluso da poco. A quanto pare noi berkiani avevamo vinto. Entrambe le parti avevano subito ingenti perdite, ma i nostri avversari si erano ritirati all’improvviso, lasciando indietro solo i cadaveri. I soldati stavano controllando la baia in cerca dei feriti. Che erano molti.
La sera stessa dello scontro, tutti gli uomini si erano ritrovati nella Sala Grande per festeggiare la vittoria. Tutti tranne me. Mio figlio era scomparso senza lasciare la minima traccia. E quello che mi aveva detto Aeron mi lasciava alquanto inquieto.  Sapevo benissimo che il capo dei cosiddetti Estranei era una delle persone più crudeli su Midgard. E sapevo benissimo che se saremmo andati a salvarlo subito mio figlio non ne sarebbe uscito vivo. Una nave era già partita per raggiungere la flotta degli Estranei, e di conseguenza contrattare. Non potevo perderlo. Non solo perché è l’unico possibile erede al trono, ma Aeron aveva già sterminato la mia famiglia e quella di Valka, mia moglie, in cerca di…qualcuno. Qualcuno di particolare. Qualcuno come lui.
All’improvviso sento il corno suonare, e mi distolgo dal labirinto dei miei pensieri. La nave che era andata a cercare Hiccup era tornata. Scesi al porto più veloce che mai. Tutti quelli che non erano ubriachi erano già li, a circondare il drakkar.  Passai accanto ad Astrid e Skarakkio. Erano pallidi come il latte. Dalle espressioni sui loro volti capii che qualcosa era andato storto. Mi avvicinai al ponte della nave, e quello che mi si parò davanti era alquanto sconcertante. I cadaveri degli uomini che avevo mandato in esplorazione giacevano inerti sul ponte. Alcuni di loro erano irriconoscibili. Salii sulla nave, guardandomi in giro. A quanto pare le mie valutazioni sulla personalità di Aeron non erano errate. Anzi, forse l’avevo persino sottovalutato.
Scesi dalla nave e mi voltai verso Sakrakkio. Lui è stato un secondo padre per Hiccup ed era chiaramente preoccupato.  Poi notai un particolare. Tra le fauci del drago intagliato sulla prua della nave c’era una pergamena arrotolata, e legata sa
ldata con della ceralacca di colore nero. La aprii.
Caro Stoick,
penso ti sarai accorto del fatto che ho tuo figlio in pugno.  Mi conosci, sai più di chiunque altro di cosa io sia capace. E sai benissimo cosa voglio da lui. E che farò di tutto per ottenere il potere che mi spetta.
Se vuoi un consiglio, non venirlo a cercare. Non mandare nessun uomo, nessuna nave. Se dovessi vedere delle navi berkiane, non esiterò a uccidere tuo figlio. E a rimandarti la sua testa.
Quindi, fai bene i calcoli amico.
Non accetterò nessuna forma di riscatto. Il potere che scorre nelle vene del giovane Hiccup non ha prezzo. Quindi, è meglio se ti rassegni.
                                                                                                                                                    -Aeron, Re degli Estranei.
 
Dopo aver finito di leggere la lettera, mi venne quasi da svenire. Come poteva quell’uomo anche solo pensare che mi sarei arreso così facilmente? Ma, a dir la verità, non sapevo nemmeno dove si trovava la sua isola. Insomma, ci avevano attaccati dal lato sud, ma avrebbero potuto tranquillamente essere arrivati da Nord ed aver fatto il giro dell’isola.
Per tutta la sera continuarono a risuonarmi nella mente miriadi di domande alle quali non riuscivo a trovare risposta. Dopo aver fatto una breve chiacchierata con Skarakkio, tornai a casa, cercando di dormire.
Quella notte sognai mio padre. Ma non in un momento qualsiasi. Sognai il giorno in cui venne ucciso da Aeron. Mi ricordo bene quei momenti, anche a distanza di 20 anni. Era inverno, faceva freddo. E c’era la nebbia. Il campo di battaglia era circondato dal ghiaccio. Il vento trasportava le urla di dolore dei feriti, e intorno a noi, aleggiava un fetore di sangue e morte. Erano circa mezzogiorno, ma ad un tratto il cielo si rabbuiò. Sentii il corno del nemico risuonare,  e poi davanti a me e mio padre apparve l’allora giovane Aeron. Mio padre mi guardò con lo sguardo preoccupato che solo un genitore può dare a un figlio. Mi spinse via con forza.  Solo in quel momento capii cosa stava per succedere. Cominciarono a combattere, ma mio padre fu preso alle spalle con un’ascia da lancio. Lo legarono, e lo cosparsero di un liquido verdastro dall’odore nauseante. E gli diedero fuoco. Io cominciai a scappare, ma continuavo a sentire le sue urla. Le sue urla, che sembravano vere pure adesso. Cosi vere che mi portarono a risvegliarmi.
Mi svegliai di colpo, mettendomi in piedi quasi  automaticamente. Ero fradicio di sudore, e a dir poco terrorizzato. 
Si, forse avevo proprio sottovalutato la crudeltà disumana di Aeron.
 

Angolo Deliri
Salve a tuttiii! Allora, pure questo capitolo fa andare in bagno. Vi prego non ammazzatemi in qualche modo lento, doloroso, e atroce per il ritardo....
Per questo colpa dei miei che mi hanno ritirato qualsiasi aggeggio elettronico in mio possesso.
Penso di aver detto tutto quindi vi risaltuto.
ciaoo

-Anna la pazza
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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