Your scent is like hell

di fedetojen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Nuovi incontri ***
Capitolo 2: *** 2. Io sono… ***
Capitolo 3: *** 3.Alpha, beta…. ***
Capitolo 4: *** 4. Figo da panico ***
Capitolo 5: *** 5.Effetti collaterali ***
Capitolo 6: *** 6. Distrazioni ***



Capitolo 1
*** 1.Nuovi incontri ***


YOUR SCENT IS LIKE HELL

 
1.Nuovi incontri
 
Cosa può mai succedere in un liceo? Sono all’ultimo anno, finalmente aggiungerei, e sono la secchiona dei corsi che seguo.
Potete dirmi che sono una secchiona, una che sta sempre sui libri, ma mi piace sapere e studiare, diciamo che è il mio pane quotidiano.

“Alyssa!” gridò qualcuno alle mie spalle, mentre camminavo verso il mio armadietto, intenta a leggere il mio libro di biologia.

Smisi di leggere e alzando la testa mi ritrovai davanti la sagoma di Amy.

“Giorno” dissi sorridendogli. Con ancora il fiatone mi guardava.

“Perché questo sorriso? Oggi abbiamo la prova di biologia e io non ricordo praticamente nulla!” disse disperata.

Risi, divertita dal suo comportamento.

“Ma no, non preoccu-” mi bloccai appena vidi passare dall’altra parte del corridoio, un ragazzo che mi guardava insistentemente, passandoci
poi affianco.

“Che c’è?” mi chiese curiosa Amy, voltandosi.

“Oh, il ragazzo nuovo” disse rivoltandosi verso di me.

“Non preoccuparti, guarda così tutte” disse divertita Amy.

“I ragazzi nuovi portano guai” dissi più a me, che a lei.

“Dai andiamo in classe” mi disse prendendomi dal braccio e obbligandomi ad andare in classe.

Prendemmo i posti alla fine, e affianco a me, rimase un posto libero.
Mi voltai e ritrovai lo stesso ragazzo del corridoio.

La prima cosa che mi colpì di lui furono i suoi occhi, erano di un colore che non avevo mai visto, a dir poco rari.
Continuava a fissarmi, anche mentre la prof, passava a consegnarci i fogli della verifica.

Era seduto con il corpo verso di me, con le braccia conserte, mentre la sua maglia nera a maniche corte faceva mettere in risalto il suo corpo.

Posai subito il mio sguardo sul compito, cercando così di concentrarmi.
Appena la campanella suonò, presi la penna e iniziai a fare il test.

“Pss” mi sentii dire alla mia sinistra.

Mi voltai e vidi Amy in difficoltà, così alzai lo sguardo vedendo la prof seduta.

Alzai il foglio e lo misi in direzione di Amy, così poteva copiare le risposte a crocetta.
Avevo questo continuo peso, e feci lo sbaglio di voltarmi dall’altra parte: occhi chiari come acqua cristallina, mi stavano fissando con un’intensità mai vista, sul viso una smorfia quasi infastidita.
Mi morsi un labbro, e vidi i suoi occhi illuminarsi, per poi tornare frettolosamente sul foglio.

“Consegnate, tempo scaduto” disse con voce dura la professoressa.

Mi alzai per prima e diedi subito il foglio. Uscii dalla classe e mi diressi verso il parcheggio.
Lo ritrovai a osservarmi a braccia conserte vicino alla sua Chevrolet impala del 2014.

Cosa ci faceva già fuori al parcheggio?
Mi avvicinai alla mia Golf Gti, osservandolo prima di entrare nella macchina.
Accesi la macchina e appena feci neanche mezzo metro, fermai la macchina di colpo.

“AMY!” urlai dalla macchina. Aprì la portella e mi fece uscire.

“DOVE CREDI DI ANDARE?” mi chiese urlando.

“Ci sento ancora! Voglio andare a prendere una cosa!” dissi subito. In realtà volevo levarmi quel suo sguardo di dosso.

“Devi venire con me, assolutamente!” disse trascinandomi lontano dalla macchina. Subito mi bloccai e mi staccai da lei.

“Fammi spegnere la macchina! E calmati che sembri una pazza! Per non dire che lo sei!” dissi ritornando in macchina.

Con la coda degli occhi, mi accorsi che il ragazzo era sparito.

“Alyssa. Alyssa. ALYSSA!” mi gridò Amy seduta difronte a me al tavolo della mensa.

“Cristo Amy! La vuoi smettere di gridare?!” dissi sbottando, mentre prendevo una forchettata della mia insalata.

Tutta l’attenzione delle ragazze presenti in quella mensa, venne catturata da qualcuno.
Essendo di spalle, e non avendo nessuna voglia di voltarmi, vidi Amy fare un sorriso amaro.

“Ah! La vita! Chi l’avrebbe mai detto che Dylan Sprayberry, avrebbe preso il cuore di tutte noi?” chiese sconsolata Amy.

“Chi?” chiesi non avendo capito a chi alludesse.

“Lui” disse con un cenno del capo. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, oltrepassò Amy, mentre mi lanciò una fugace occhiata.

“Ah, quel ‘lui’” dissi divertita.

“Ah, e si da il caso che il mio ancora non l’ha preso” dissi sicura di me, addentrando un pezzo di pane.

“Ma se quando stamattina l’hai visto ti sei completamente bloccata! Non dire fesserie” mi disse divertita.

“Forse, ma il mio cuore non l’avrà mai” dissi a denti stretti.

“Quelli come lui portano solo guai” appena dissi questa frase, il capo di Dylan che era a qualche metro dal mio tavolo, si alzò e con un sorrisetto
divertito mi guardò, come se avesse quasi sentito ciò che avessi pronunciato.


ANGOLO-SCRITTRICE: Salve genteeee mi sono liberata dall'esame finalmente! Eccomi con una nuova fan fiction sul mio licantropo preferito: Dylan Sprayberry, spero la storia vi piaccia e lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate :3

Dylan Sprayberry

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Capitolo 2
*** 2. Io sono… ***


 

YOUR SCENT IS LIKE HELL

 
2. Io sono…
 

Appena finii di mangiare in mensa con Amy, finimmo la giornata seguendo i corsi di matematica e fisica applicata.
Mi diressi in biblioteca per svolgere i compiti di italiano.

Quei maledetti occhi, quello sguardo non se ne andavano dalla mia testa.
Quel sorrisetto, come se fosse riuscito a sentire ciò che ho detto.
Non è possibile, era lontano alcuni metri, e non mi ha nemmeno capito Amy che era a qualche centimetro di distanza, figuriamoci lui.

Scossi la testa, ritornando a leggere ciò che avevo davanti.

"Come mai in biblioteca?" feci un salto per lo spavento, e appena mi voltai trovai quegli occhi che tanto mi seguivano a guardarmi.

Braccia conserte, corpo appoggiato al tavolo e sorrisetto sulle labbra.

"Ma dico, non hai nulla da fare che perseguitarmi?" dissi per poi passare ancora lo sguardo sul mio libro.

"Dalle mie parti le biblioteche servono per altro" disse in tono malizioso. Per poco non rimettevo.

"Disgustoso" dissi schifata.

"Sei qui dentro da quasi due ore" disse più come affermazione che come domanda.

"Qualche problema?" dissi poggiando le mani sul libro e spostando il mio sguardo su di lui.

Mi sorrise ancora, come se io potessi essere abbindolata da quel sorriso, caso mai dai suoi occhi, che sembravano freddi e distanti.

"Be, se una come te se ne sta rintanata in biblioteca un problema ci sarà" disse divertito.

"Vai a giocare con le barbie, pivello" dissi girandomi e continuando a scrivere sul mio quaderno di italiano.

"Pivello eh?" disse in tono divertito. Mi stava davvero stancando, odio chi mi infastidisce mentre studio o faccio i compiti.

"Senti" dissi in tono poco amichevole voltandomi ancora verso di lui, di questo passo mi sarebbe venuto il torcicollo.

"Non ho nessuna voglia di averti intorno a me, né sentirti parlare perché mi infastidiscono le persone che non mi fanno lavorare in santa pace. Ora, se non ti dispiace puoi anche sparire" dissi in tono autoritario.

Sospirai e ritornai sui miei libri, pensando di esser riuscita a persuaderlo in qualche maniera.
E invece no, si staccò dal tavolo, prese la sedia che era difronte a me, e si sedette osservandomi.

Alzai gli occhi al cielo e dovetti resistere alla tentazione di buttargli un libro in testa, essendo in una biblioteca era vietato usare la violenza con i libri, anche perché mi sarebbe dispiaciuto per il libro non per lui. Continuava a fissarmi, con il volto sulle sue braccia e i suoi occhi puntati su di me.

Le grandi mani, unite sul tavolo che quasi toccavano il mio libro.
Di colpo senza pensarci due volte, chiusi con forza i libri, facendo voltare tutti i presenti per il rumore, mi alzai e me ne andai con i libri in braccio.

"Sei molto attaccata ai tuoi libri?" mi chiese seguendomi.

Visto che parlare non serve a niente, l'unica opzione era l'indifferenza.

"Adesso non mi parli, eh?" disse divertito.

Rimisi i libri nell'armadietto e lo chiusi con forza guardandolo poi con sguardo truce.
Mi sorrise ancora più divertito.
Lo sorpassai e mi diressi verso la macchina.

"Lo sai che è maleducazione non parlare a qualcuno più grande di te?" mi disse continuando a seguirmi.

Levai l'allarme alla macchina e mi sentii tirare dal braccio.
Mi voltai a guardarlo contrariata.

"Io detesto quando qualcuno non mi presta attenzione quando parlo" mi disse a denti stretti.

"Chiamasi: manie di protagonismo" dissi cercando di sopprimere il mio divertimento.

"È divertente per te?" disse urtato dalla mia reazione.

Subito strinse la presa sul braccio, facendomi mugugnare per il dolore.

"Mi fai male" dissi guardando verso la sua mano.

Le sue nocche erano diventate bianche per quanto stava stringendo il mio braccio esile.
Portò il suo sguardo sulla sua mano e subito mollò la presa.

Mi guardò intensamente prima di allontanarsi e sparire. Entrai in macchina e andai dritta a casa.
Non salutai nemmeno i miei e mi diressi in camera per continuare italiano.

Il pensiero del suo sguardo dopo aver realizzato il come mi stesse stringendo la mano, mi dette da pensare.
Era quasi dispiaciuto per quello che aveva fatto involontariamente.
Ma forse ho solo visto male, e mi sto inventando tutto.

Erano le sette e avevo il cervello fuori uso.
Avevo bisogno di aria. Presi la macchina e mi diressi verso la foresta vicino casa mia.

I telegiornali avevano avvisato di stare attenti perché c'erano stati degli avvistamenti di lupi nelle foreste.
Ma a me sembrava più una bufala, dato che non si sentiva parlare di lupi da quasi 3 anni.

Spensi la macchina, scesi e misi l'allarme.
Stare in mezzo alla natura mi metteva di buon umore e mi faceva ritornare le energie.

Forse era quell'aria fresca e quella natura incontaminata a farmi stare bene, a farmi vivere davvero.

Il vialetto della foresta calò nel buio dopo il mio arrivo, e il silenzio regnava. Un ululo, la pelle d'oca e i pensieri iniziarono.
E se i telegiornali avevano ragione? Se i lupi c'erano davvero? No, impossibile, l'avrò immaginato.

Un altro ululo, più vicino questa volta. Rimasi immobile appena davanti a me ci fu un lupo nero.
Non era possibile, i lupi non possono essere reali. Mi sto immaginando tutto.
Il lupo iniziò ad avvicinarsi correndo, non riuscivo a muovermi così chiusi gli occhi e aspettai che il lupo facesse il suo dovere.

Un ruggito però mi fece riaprire gli occhi, davanti a me una sagoma, con le braccia aperte.
Lunghi artigli alle mani, le orecchie erano a punta. Il lupo appena lo vide fece retromarcia e scomparve.

Impaurita, la sagoma si voltò lentamente, occhi dorati mi guardavano, mentre i denti affilati si mostravano.
Dallo sguardo riconobbi Dylan.

"So che hai paura ma non sono pericoloso" mi disse avvicinandosi.

Non so come, ma riuscii a muovermi e iniziai ad allontanarmi.

"Alyssa, ascoltami! Non ti faccio del male" disse spuntando dal nulla davanti a me.

Mi bloccai guardandolo stupita nei suoi occhi chiari.
Era ritornato alla normalità.

"Sono tuo amico" mi disse avvicinandosi.

"Non avvicinarti" dissi posando una mano sul suo petto.

Rimasi sorpresa notando il suo calore rispetto al mio corpo quasi freddo data la temperatura.
Rimanemmo qualche minuto a guardarci con sguardi pieni di domande.
Ritirai lentamente la mano, sorpresa da quel calore che avvolse la mia mano.

"So che hai tante domande, ma non ti farò del male" ripeté ancora.

"Non mi farai male. Oggi cosa hai fatto?" dissi cercando di prendere il controllo del mio corpo. S'irrigidì e serrò la mascella.

"E no, non ho domande perché non voglio nemmeno sapere cosa diavolo sei!" dissi con voce rotta.

Corsi via, e ritornando in macchina ritornai a casa, chiudendomi in camera.
Mi buttai sul letto, rivivendo quell'immagine miliardi di volte. I suoi occhi, i suoi artigli, i suoi denti.
Che diavoleria è mai questa?

Non volevo pensarci e cercai di dormire.
 
**********************
 
"Alyssa!" mi richiamò Amy.

"Oggi sei su un altro pianeta" disse preoccupata fissandomi.

"Non preoccuparti" dissi sorridendole.

"Eccome se mi preoccupo! Matematica l'hai completamente ignorata, eppure è la tua materia preferita!" disse sbattendo i pugni sul banco.

Risi, perché a volte le sue reazioni mi mettono di buon umore.
Appena vidi entrare Dylan in classe, mi alzai e presi la cartella.

"Io vado" dissi sbrigativa verso Amy, che non ebbe il tempo di farmi domande, visto che ero già fuori la classe.

"Alyssa, dobbiamo parlare" mi disse Dylan seguendomi.

"Non ho nulla da dirti" dissi in tono secco.

"Dobbiamo" disse marcando la parola e fermandomi prendendomi da un braccio.

Obbligandomi a fermare la mia corsa, si guardò intorno, aprì la porta della classe di biologia ed entrando ci chiuse dentro a chiave.

"Io sono-"

"Non voglio saperlo" dissi fermandolo in tempo.

"Non voglio entrare nella tua vita, quello che sei è un tuo problema, non mio" dissi subito.

Per quanto volessi far vedere che non m'importasse affatto, stavo morendo dalla voglia di sapere di più.

"Non mentirmi, posso capirlo dal battito del tuo cuore" mi disse in tono serio avvicinandosi.

"Non sto mentendo" dissi, ma la mia voce mi tradì.

"Smettila, per me sei come un libro aperto. Stai morendo dalla voglia di conoscere, di sapere come mai un ragazzo come me ha un segreto così grande"

"Per niente" dissi con disinvoltura.

"Smettila" continuò a dirmi divertito, mentre continuava ad avvicinarsi.

Pochi secondi e i suoi occhi cambiarono colore, diventando dorati. Lo guardai sorpresa, mentre con un sorriso mi guardò.

"Ti piacciono vero?" mi chiese sfiorandomi la mano.

Annuii debolmente, catturata dal colore dei suoi occhi. Intrecciò con delicatezza disarmante la mano alla mia.

"Sono un licantropo" mi disse poi in un soffio. Strinsi la sua mano per la sorpresa.


ANGOLO-SCRITTRICE:Salve genteee spero il capitolo vi piaccia :D ovviamente saranno presenti anche altri personaggi di teen wolf, ma non vi dirò chi muhahaha. Spero vi sia piaciuto il capitolo e aspetto vostre recensioni :)

Dylan

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Capitolo 3
*** 3.Alpha, beta…. ***


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3.Alpha, beta….
 
 
Quella confessione con tanto di stretta di mano….ma si crede di essere ad un matrimonio?
Subito mi staccai da lui e uscii dall’aula. Sbuffai, scuotendo la testa.

Vidi arrivare spedita verso di me Amy, con tanto di sorriso sulle labbra.

“Non ora, Amy” dissi liquidandola in fretta. Mi diressi in macchina e appena mi sedetti, poggiai le mani sul volante, stringendolo sotto i miei palmi.

Mi voltai e cacciai un urlo appena vidi Dylan guardarmi.

“Ma la smetti? Ti sembra il modo di entrare in macchina delle persone?” chiesi alzando il tono della voce.

Una risata soffocata uscì dalle labbra del castano.

“Io ero già qui” disse subito a braccia conserte.

“Sì e ti sei teletrasportato, ma fammi il piacere” dissi con una smorfia divertita.

“La velocità è una delle mie tante qualità” disse in tono sensuale e malizioso.

“Dio, ora vomito. Esci” dissi subito indicando la portella.

“No, mi spiace” disse subito.

“Bene, avrò anche il cane da guardia” dissi accendendo e sgommando.

Mi diressi nella stessa foresta dove il lupo mi venne a fare visita.
Iniziai a camminare senza fermarmi.

Dolcetto, ti conviene fermarti” mi disse cercando di richiamare l’attenzione.

“Ah. Se no che fai, mi mordi?” chiesi sarcasticamente.

“Potrei” disse con un accenno di divertimento.

Ero sul punto di fermarmi e prenderlo a schiaffi ma mi fermai perché due sagome si posizionarono, dal nulla, davanti a me.

“Ti sei fatto beccare” disse il ragazzo con un tatuaggio sul braccio, sembravano più due strisce che un tatuaggio in realtà.

“Capita quando un tuo beta si fa vedere in forma di lupo” disse affianco a me Dylan.

“Cody” disse l’ultimo guardando il ragazzo di fianco che fece spallucce.

“Sembra di essere al circo” dissi verso di loro, prima di voltarmi e incamminarmi verso la macchina.

“Non vai da nessuna parte” disse il ragazzo con il tatuaggio, comparendo davanti a me.

“Maledetti licantropi” dissi inveendo stringendo i pugni.

“Dylan, hai parlato troppo” disse severo quest’ultimo verso Dylan.

“Tyler, non iniziare” disse Dylan avvicinandosi.

“Sentite, a me non interessa cosa siete e cosa fate. Non mi interessa nemmeno se mangiate gli umani ancora in vita” dissi esasperata.

I tre risero in coro, prendendosi gioco di me.

“Ridete di me? Andate al diavolo” dissi facendomi spazio tra di loro.

Davanti a me arrivò Cody, il beta che si era fatto vedere.

“E se la mordiamo? È da tanto che una femmina non entra nel branco” disse ringhiando il ragazzo.

Ora sto avendo decisamente paura.

“Sogna, bello mio!” dissi cercando di camminare, ma mi impedì di nuovo il passaggio con il suo corpo.

“Il dolcetto ha paura” disse divertito guardando oltre di me.

“Per nulla” dissi cercando di calmarmi.

“Il tuo cuore non dice lo stesso” disse indicandomelo. Per un momento m’irrigidii ma poi pensai.

“Se tu sei un beta, ci deve essere per forza un Alpha…” mi voltai a guardare gli altri due.

“Dylan non dirmi-”

“Sono io l’Alpha” disse Tyler mostrando gli occhi rossi. Sgranai gli occhi sorpresa.

“Bene” anche se bene non era.

“Io vado” dissi indicando la macchina. Si parò di nuovo davanti a me, questa volta i suoi occhi erano rossi e il suo volto cambiato.

“Mordila” lo incitò Cody. Spaventata indietreggiai. Dylan comparve davanti a me, si avvicinò al mio orecchio.

“Tieniti forte” mi disse, in pochi secondo ero in braccio a lui, da un’altra parte.

Appena mi lasciò mi allontanai terrorizzata da lui che continuava a guardarmi con quelle sue due pozze di occhi.

“So quanto tu possa essere impaurita, ma-”

“MA niente! Io ti avevo già detto che non volevo sapere chi tu fossi, e me l’hai detto; non mi interessava se uccidi persone! E ora dove siamo? Con un Alpha che
sembra un pazzo e un beta che si trasforma in lupo! Di bene in meglio proprio” dissi guardando altrove.

“Mi odi così tanto?” chiese ad un tratto, interrompendo il silenzio creatosi.

“Odio? Come sei diventato così?” chiesi curiosa.

“Tyler mi ha morso per cercare di salvarmi. Stavo per cadere e mi ha morso quando c’era la luna piena” spiegò cacciandosi le mani nel jeans.

“Avrebbe dovuto lasciarti morire” dissi subito senza pensare.

Il suo volto cambiò, quasi fosse ferito dalle mie parole. Ma con un sorrisetto e un ghigno ritornò quello di sempre.

“Ne ho sentite davvero tante, ma questa..” disse divertito.

“Non me l’aspettavo” disse vicino a me, con il fiato sul collo.

Merda, perché il mio cuore scappa così tanto?
Sono abituata ad avere ragazzi intorno a me, perché con lui è diverso…?

“Il mio cuore non l’avrà mai… Quelli come lui portano solo guai. Sulla seconda affermazione potresti avere ragione, ma sulla prima…” si avvicinò ancora di più al mio orecchio, quasi sfiorandolo con le labbra.

“Avrei qualche dubbio” disse accarezzandomi il collo.

Sussultai a quel contatto improvviso.
Appena sparì, presi un bel respiro.
E cercai di realizzare dove fossi.


ANGOLO-SCRITTRICE: Salve genteeee :D spero il capitolo e la storia vi stia piacendo :D lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate a presto :D

Cody

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Tyler
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Dylan
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Capitolo 4
*** 4. Figo da panico ***


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4. Figo da panico
 
“Ma dove cavolo sono?” continuavo a imprecare, mentre dopo ore e ore di camminate, riuscii a trovare una strada asfaltata.

Presi il telefono e ovviamente niente campo, che culo!
Appena passò una macchina, cercai di chiedere aiuto, ma niente. Sono invisibile o cosa? Un’altra macchina, ora la fermo.
Misi il pollice in fuori e fortunatamente la macchina si fermò. Un uomo sulla cinquantina mi diede uno strappo fino alla mia macchina.

“Grazie” dissi sorridendo e correndo verso la mia macchina.

La mattina seguente mi promisi che appena avessi visto Dylan, gli avrei fatto una bella romanzina.

“Merda” dissi sottovoce, appena il prof ci presentò i nostri due nuovi compagni di classe: Tyler e Cody.

“Riusciamo a sentirti” disse Dylan appoggiando la mano sulla mia spalla per poi sedersi al banco affianco al mio.

Mi guardavano come se fossi un pezzo di carne.
Di colpo mi alzai e uscii dalla stanza.

“Alyssa” mi sentii dire da dietro.

Continuai a camminare e appena vidi il bagno delle ragazze, mi ci fiondai dentro.
A ruota, entrò Dylan che chiuse la porta chiudendola a chiave.
I suoi occhi chiari fissavano i miei scuri.

“Perché sono a scuola?” chiesi indicandoli con la mano.

“Secondo te?” mi chiese a braccia conserte. I muscoli delle braccia in bella vista, e uno sguardo severo rivolto verso di me.

“Ma che cazzo volete?” chiesi in preda alla rabbia avvicinandomi a lui. Non rispose, così lo spintonai, e a mia sorpresa non si mosse di un millimetro. Staccai subito le mani, sorpresa da ciò.

“Riprova dai” mi disse divertito.

Non sfidarmi, ragazzo.
Così mi feci forza e andai incontro a lui, un passo falso da parte sua e sono appiccicata a lui, con le mani sul suo petto e il viso a poco dal suo.

“Sorry” mi disse con il suo accentuo sexy. Cercai di staccarmi ma mi intrappolò con il suo corpo. Scosse la testa.

“Dove vai?” mi chiese guardandomi fisso, quasi mi mangiasse con lo sguardo.

Appena vidi i suoi occhi cambiare, diventando gialli, mi pietrificai, trattenendo quasi il respiro.

“Sai, se un Alpha ti ordina qualcosa, non puoi disubbidire” disse avvicinando le sue zanne al mio collo.

“Non puoi solo per questa volta?” chiesi in un sussurro.

Non credevo alle parole che stavo dicendo, ma o questo o diventare un lupo.
Si fermò ritornando a guardare il mio volto. Gli occhi ritornarono celesti, ritornando umano.

“Forse” disse, lasciandomi un bacio molto vicino alle labbra.

Sgranai gli occhi, appena mi lasciò e se ne andò.
Uscii subito dal bagno, ma mi fermai appena sentii delle voci familiari.

“Che cazzo fai, Dylan?! Sai cosa ti farà Tyler, vero?” disse preoccupato Cody.

“Sai che sono più forte di lui” disse sicuro di sé, Dylan. Appena sentii così alzai gli occhi al cielo, cercando di avvicinarmi sempre di più a loro.

“Sì, ma lui è l’Alpha, non dimenticarlo” disse severo Cody all’amico.

“Allora, Alyssa” disse Cody parandosi davanti a me. Subito indietreggiai, sentendo un mano fermare la mia corsa.

“Lo sai che origliare è maleducazione?” disse Cody, avvicinandosi a me.

“Non stavo origliando” dissi in mia difesa, sentendo la risata soffocata di Dylan.

Subito mi voltai a fulminarlo con lo sguardo, e appena mi vide, si fece subito serio.
Una mano mi scostò i capelli dal collo.

“Quanto vorrei morderti” mi disse vicino all’orecchio Cody. Rabbrividii, che con uno scatto mi spostai da loro due.

“Posso farlo solo io” intervenne Dylan, guardando Cody, che sorrideva guardandomi.

“Avete finito?” chiesi acidamente.

“Che caratterino” disse divertito Cody.

“Speriamo rimanga lo stesso una volta trasformata” disse Tyler sbucando dal nulla.

“Continuate a sognare” dissi guardandolo accigliata.

“Ti prego, Ty, fallo fare a me” disse quasi supplicando, Cody verso Tyler.

“No. Ho detto che lo farà Dylan, perché lui si è fatto scoprire” disse severo Tyler a braccia conserte.

Cody sbuffò, guardando Dylan che sorrideva come uno stupido.
Io me ne andai, sembravano tre bambini, e io non avevo nessuna intenzione di stare a badare a loro.

“ALYSSA FERMA DOVE SEI!” mi voltai e vidi Amy, che sembrava una pazza.

“Oi” dissi alzando la mano.

“Che fine hai fatto?!? Non rispondevi nemmeno al telefono!” disse abbracciandomi preoccupata.

“Non…era ragg-ggiungibile. Mi soffochi!” urlai.

“Oh, scusa” disse staccandosi. Ci dirigemmo nella mensa, e ci sedemmo.

“Non ti stacca gli occhi di dosso” mi disse Amy.

“Chi, Amy, chi?” chiesi, anche se un nome ce l’avevo.

“Dylan, chi altro?” disse divertita.

“Smettila, Amy. Vedi cose che non ci sono” dissi cercando di farle cambiare discorso.

“No, no. Non ti sta guardando, ti sta mangiando!” disse quasi sorpresa.

“Basta” dissi cercando di rimanere calma. Quella sensazione di pesantezza era lo sguardo di Dylan, lo sapevo.

“Amy” la richiamai, visto che continuava a guardare fissa Dylan.

“Amy!” dissi scuotendola.

“Cheee??” chiese finalmente guardandomi.

“Basta, ti prego” dissi esasperata.

“E va bene” disse arrendendosi.

“Ma devi dire che è un figo pazzesco però” mi disse decisa a farmelo dire.

“E va bene” dissi accontentandola.

“No, dillo: è un figo da panico. Ripeti” disse a braccia conserte.

“E’ un figo da panico. Contenta?” dissi. Appena mi voltai, ritrovai lo sguardo di Dylan su di me, che sorrideva compiaciuto.

Ora basta. Mi alzai e mi fiondai da lui.

“Uno: smettila di fissarmi. Due: non parlarmi, non avere nessun contatto di nessun tipo. Terzo: dì di smettila a quelle due guardie di starmi intorno” dissi indicando Tyler e Cody affianco a lui.

Rise divertito e con uno scatto mi ritrovai ancora attaccata al suo corpo.
La sua mano sui miei reni mi tenevano stretta a lui.

“E se non volessi?” mi chiese spostando il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.

“Non ti permettere” ma non riuscii a finire la frase che mi baciò.


ANGOLO SCRITTRICE: Genteeee :D spero la storia vi stia piacendo :3 lasciate una recensione perchèvoglio sapere cosa ne pensateeee :)

Dylan

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Capitolo 5
*** 5.Effetti collaterali ***


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5.Effetti collaterali
 
 
Cercai i giorni successivi di evitarlo, per non ucciderlo definitivamente anche se mi sembra una cosa un po’ improbabile visto che è un lupo, o quello che è.

“Perché lo eviti?” mi sentii dire alle spalle. Credetti che a parlare fosse stata Amy, che era alla mia destra e invece, ritrovai Cody che mi fissava.

“Non so chi sia più cretino dei tre” dissi acidamente, passando oltre Cody, mentre Amy mi seguiva.

“Per un bacio, non gli parli? Credevo fossi più intelligente” mi disse continuando a seguirci.

“Amy, ti raggiungo subito ok?” dissi verso Amy, che annuì e se ne andò.

“Sto evitando voi tre, mossa più che intelligente” dissi a braccia conserte. Si avvicinò al mio volto, sorridendomi e guardandomi, perdendomi nei suoi occhi.

“Dopo tutto, un po’ sei intelligente” disse divertito.

“Allontanati da lei” vidi avvicinarsi Dylan, che guardò Cody con sguardo severo.

Respirai rumorosamente, roteando gli occhi.
Cody invece, se la rideva mentre si allontanava dal mio volto.

“Ti vuole Scott” disse Dylan, facendo andare via Cody, non senza prima avermi lanciato un’occhiata divertita.

Appena Cody sparì, davanti a me si parò Dylan.
Mi guardò infuriato.

“Che vuoi? Cos’è quello sguardo?” dissi irritata, mettendo le mani sui fianchi.

“Sta alla larga da lui” mi disse ringhiando.

“Hai ringhiato? Hai DAVVERO ringhiato?” dissi davvero arrabbiata.

“Per ora sto lontana da te, lui sembra il male minore” dissi voltandomi e incamminandomi verso la classe.

“Non fidarti” mi disse tirandomi per il braccio, fermandomi.

Mi voltai a guardarlo, con un’espressione sul volto preoccupata.
Subito i suoi occhi diventarono gialli.

“I tuoi occhi….” dissi con un filo di voce. Chiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni. Appena li riaprì, ritornarono celesti.

“E’ l’effetto della luna piena” disse lasciando la presa.

“Cody non ha avuto lo stesso problema” dissi guardandolo curiosa.

“Lui non è proprio un vero licantropo” disse scuotendo la testa.

“Cos’è allora?” dissi cercando di saperne di più.

“Meglio che tu non sappia altro” disse prima di andare via.

“La lezione!” dissi indicando l’aula, ma ormai era sparito.

“Maledizione” dissi imprecando, per poi voltarmi e ritrovarmi Cody.

“Dio!” dissi quasi urlando.

“Calma, calma” disse divertito Cody. Una volta calmata, continuò a fissarmi.

“Non ti ha detto nulla, ma tu ti stai domandando perché la luna non ha effetto su di me, vero?” mi disse, con aria di superiorità.

“Abbiamo un chiaroveggente” dissi divertita.

“Sono una Chimera”

“Ma le chimere hanno parti del corpo di animali differenti” dissi subito.

“Sono un po’ lupo e un po’ coyote” disse guardandomi curioso.

“Interessante” dissi sorridente.

“C’è qualcuno senza problemi nella vostra cerchia? O siete tutti dotati di poteri straordinari?” chiesi divertita.

“Credi che io stia mentendo?” mi disse avvicinandosi con voce terrificante. Il suo sguardo cambiò diventando quasi ostile.

Io che lentamente indietreggiavo, finii nel cortile.

“Non ho detto questo” dissi con un pizzico di terrore.

“Oh, cosa sento…paura, piccola umana?” mi disse divertito.

Andai a finire di spalla contro lo sportello di qualche macchina, senza via d’uscita.
Lui era sempre più vicino a me, mostrando i suoi occhi gialli e i suoi denti.

Un attimo e lui volò via.
Vidi distintamente Dylan spingere Cody e farlo volare.
Spalancai la bocca guardando la scena.
Subito Cody si alzò ruggendo e uscendo gli artigli guardando Dylan, che si posò davanti a me. Io, non so se rimanere o scappare, ma da come Dylan si è messo, non posso scappare.

“Ti avevo detto di allontanarti da lei!” disse Dylan contro Cody, che ridette divertito.

“Sei solo un ragazzino con problemi di rabbia!” disse Cody, ma Dylan scattò andandogli addosso.

Volevo gridare ‘Basta’, ma la voce mi morì in gola.
Continuavano a scambiarsi ruggiti, graffi e colpi bruschi.
Alla fine provai a muovermi e a gridare di nuovo.

“BASTA!” dissi riuscendo nell’intento.

Di colpo si fermarono, guardandomi.
Mi accorsi però che non stavano guardando me.
Scott, era affianco a me e si diresse verso di loro.

Disse qualcosa ad entrambi, e quando Scott e Cody fossero lontani abbastanza, mi avvicinai a Dylan che era di spalle, pronto ad andarsene anche lui.

“Aspetta” dissi bloccandolo.

“Voltati” dissi sperando che mi ascoltasse.

“Meglio di no” mi disse con durezza. Il cuore mi batteva forte, ma volevo vederlo.

“Ti prego” dissi come una supplica.

Piano si voltò, e io mi avvicinai.
I suoi occhi erano gialli, le sue zanne erano ben visibili e i suoi artigli coperti di sangue, come la sua maglia.
Alzai lentamente la mano posandola sulla sua guancia, accarezzandolo poi con il pollice.
Mi guardò come se fossi l’unica cosa sul pianeta, l’unica cosa esistente.
Può esistere sguardo più intenso di così?
Chiuse gli occhi, respirò e appena riaprì gli occhi, divennero del suo celeste naturale.

“Come hai fatto?” mi chiese sorpreso.

“Ti ho solo accarezzato” dissi divertita, lasciando scivolare via la mano dal suo volto.

“Tu hai fatto molto di più” mi disse avvicinandosi ancora. Portò la ciocca di capelli dietro al mio orecchio, avvicinandosi lentamente al mio volto.

“Nessuno può toccarti, o avvicinarsi a te” mi sussurrò vicino alle mie labbra.

Non resistivo ai suoi occhi, chiari come il cielo e belli come la luna.
Chiusi gli occhi appena sentii le sue labbra appoggiarsi sulle mie con leggerezza e dolcezza.
Portò la sua mano dietro la mia schiena, stringendomi a se.
Sussultai, per colpa di quella stretta così forte e inaspettata.

“Scusa, colpa mia” disse soffocando una risata, a fior di labbra.

Risi, per poi guardarlo intensamente, mentre mi sorrideva.
Portò la mano libera sulla mia guancia, intensificando il bacio, facendolo diventare più lento e passionale.

ANGOLO SCRITTRICE: Salve gente :3 spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che la storia non vi stia deludendo! Aspetto vostre recensioni. Al prossimo capitolo!

Dylan

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Cody
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Capitolo 6
*** 6. Distrazioni ***


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6. Distrazioni

 
“La smetti di essere altrove!?” mi disse Amy, riportandomi alla realtà.

“Come?” chiesi voltandomi.

“Ecco, vedi! Non mi senti nemmeno quando ti parlo!” disse disperata, mischiando due composti nel contenitore.

L’ora di chimica mi è sempre piaciuta, ma ora ho qualcosa che cattura maggiormente la mia attenzione: Dylan a due banchi dal mio, si girava a intervalli per lanciarmi sorrisi e occhiate divertite.

“Ti ha baciato di nuovo, vero?” mi chiese di punto in bianco Amy.

“Come?” dissi imbarazzata guardandola.

“Stai andando a fuoco” disse divertita ridendo. In un nano secondo il composto nella nostra boccetta uscì fuori.

“Sprayberry, raggiunga le ragazze e dia una mano invece di ridere” disse il professore verso Dylan, che si alzò e venne da noi.

“Ragazze” disse con voce divertita, dietro di noi. Posò una mano sul mio fianco, facendomi avvampare. Con l’altra mano rifaceva il processo con le giuste dosi. Appena finì di prepararlo, si sedette allo sgabello affianco al mio, non staccando la mano dal mio fianco. Continuò a fissarmi con il mento poggiato al palmo della mano libera a contatto con il banco.

“Cos’è questo? Un rapporto di odio-amore?” chiese divertita Amy. Diedi una gomitata a Amy, che per il dolore fece una smorfia massaggiandosi subito la parte lesa.

“Ci vediamo all’uscita” mi disse all’orecchio, lasciandomi poi un dolce bacio sulla guancia.

“Se non muoio prima” dissi con le mani nei capelli. Amy scoppiò a ridere.

“Fuori!” ci urlò il professore indicandoci.

“Ma cosa..?” dissi guardandola. Non rispondemmo e andammo fuori dal laboratorio.

“Sei fregata, amica mia” mi disse poggiandomi il braccio sulla spalla.

“Tu dici?” le chiesi preoccupata. Scoppiò di nuovo a ridere.

“Non sei per nulla di aiuto!” le gridai poggiandomi all’armadietto. Passammo l’intera ora a ridere, o meglio a ridere di me con Amy, visto che ero proprio cotta come una pera. Salutai Amy e aprii l’armadietto mentre poggiavo i miei libri.

“Posso morderti?” mi chiese qualcuno stringendomi i fianchi. I libri mi caddero a terra. Mi voltai e lo guardai.

“Sei un cretino!” dissi con le mani ancora tremanti, mentre prendevo i libri.

“Scusa, non volevo spaventarti” mi disse Dylan divertito, mentre mi aiutava con i libri. Continuai a mettere i libri senza dargli attenzione.

“Ei” mi disse accarezzandomi la ciocca di capelli ondulati. Mi fermai chiudendo l’armadietto e respirando rumorosamente mi voltai.

“Scusa” mi disse dispiaciuto. Quegli occhi, quello sguardo, quelle labbra…prima o poi l’avrei ucciso.

“Per far calmare il tuo battito: ti bacio subito o aspetto?” mi disse sorridente. Sgranai gli occhi avvampando.

“E il premio per la coppia dell’anno va a….Dylan e Alyssa!” disse battendo le mani Cody, che guardammo subito. Ci guardava sorridendoci. Dylan prese la mia mano mettendosi di fianco a me, come a proteggermi.

“Oh, non sei mica un Alpha caro mio” disse divertito Cody, a braccia conserte.

“Non ne ho bisogno” disse a denti stretti Dylan, mentre aumentava la stretta alla mia mano. Impercettibilmente mi lamentai per la presa di Dylan, scaturendo una reazione che non volevo.

“Le fai male” disse in tono divertito Cody. Non sentii più la presa di Dylan e aprendo gli occhi lo vidi a terra, sopra a Cody mentre lo stava riempendo di pugni.
In preda al panico iniziai a guardarmi intorno.

“TYLER!” iniziai a urlare, visto che i tentativi di dividerli erano inutili. Ormai tutti erano intorno a loro mentre c’era chi guardava, chi filmava, chi fotografava e ovviamente chi parlava e spettegolava. Tyler spuntò dal nulla dividendo i due, ormai sporchi di sangue. Subito mi avvicinai a Dylan, vedendolo con il labbro spaccato e lo zigomo e il sopracciglio conciati male.

“Con comodo eh, Tyler!” dissi urlandogli contro. Dylan cercava di trattenermi ma era inutile.

“Sta calma tu altra” disse Tyler con poca gentilezza.

“Dio! Dylan trattienimi prima che lo ammazzo!” dissi guardando Tyler che controllava il viso di Cody.

“Ti piacerebbe” disse con un sorrisetto Cody. Giuro che scattai, ma Dylan mi bloccò fermandomi con la sua presa d’acciaio. Cercai di liberarmi dimenandomi, ma niente.

“Puoi lasciarmi andare” dissi una volta calmata. Lentamente e con incertezza, Dylan, sciolse la presa. Subito mi recai alla macchina.

“Alyssa” mi disse Dylan una volta fuori. Mi bloccai e mi voltai a guardarlo.

“Ma dico: cosa ti è venuto in mente poco fa?!?” dissi in preda alla rabbia.

“Senti” mi disse cercando di calmarmi.

“No! Senti tu! Non puoi scatenare una rissa ogni volta che quel tipo fa battute o dice cose che non dovrebbe dire! Sai come sto io ora? Vorrei riempirti di botte ma non lo faccio perché se no andrebbe tutto a puttane! Anzi! È già andato tutte a puttane! Sono un fottuto casino! Un casino perché sto male, ma ti guardo e sto bene, che cazzo mi è preso?!?” dissi sbottando. L’unica cosa che fece fu abbracciarmi, e lì persi. Iniziai a piangere come una bimba di 2 anni alla sua prima caduta. Mi stringeva e mi accarezzava i capelli.

“Shh” mi diceva cercando di calmarmi. Mi aggrappai al suo petto stringendo la sua maglia e abbassando il capo cercando di non farmi vedere da lui. Dopo minuti infiniti, mi staccai da lui.

“Mi dispiace davvero…ma non posso farci niente” disse accarezzandomi il volto, asciugando così la mia guancia.

“Nemmeno per me?” dissi alzando lo sguardo.

“E’ che da quando ti ho vista non riesco a…trattenermi. Ogni sguardo, ogni parola detta in modo sbagliato scaturisce in me questa reazione. E’ più forte
dell’effetto della luna” mi disse sinceramente. Abbassò lo sguardo sulle mie mani, per poi intrecciarle alle sue.

“Andiamo” mi disse.

“Dove?” chiesi, non appena iniziammo a camminare.

“A prendere un po’ di aria” mi disse fermandosi. Mi sporsi per vedere.

“Guidi una moto?” chiesi scettica.

“Cosa c’è di male?” mi chiese curioso.

“N-nulla” dissi. Continuò a guardarmi curioso.

“Non mentirmi, posso sentirlo dal tuo battito, ricordi?” mi disse sorridendo.

“E’ che non ho un buon rapporto con le moto. Diciamo che ho una paura irrefrenabile da quando mio padre ha fatto l’incidente con me sulla moto” dissi subito, indietreggiando.

“Ei, ei” mi disse prendendomi per i fianchi e facendomi avvicinare al suo corpo.

“Ti fidi di me?” mi chiese a fior di labbra. Perché quella vicinanza mi faceva andare fuori di testa? Chiusi gli occhi, non appena le sue labbra si posarono sulle mie.

“Mi farai impazzire” dissi guardandolo. Sorrise, e quasi i suoi occhi brillarono.

“Sei già pazza di me” disse divertito Dylan, sedendosi poi sulla moto



ANGOLO SCRITTRICE: Salve gente! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto :3 aspetto con ansia vostre recensioni! Al prossimo capitolo!

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Dylan
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