Verdiana, La Strega

di BradipoYo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il ragazzo, la capitale, il libro ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Quanti anni sono passati da quel fatidico giorno? 100? 500? 800? Sinceramente non ne ho la più pallida idea, so solamente che è passato tanto, troppo tempo… e ancora ne passerà.
Eppure eccomi qua, eccomi qua a fissare il cielo notturno illuminato solamente dalle stelle e da una timida falce di luna che fa capolino fra le nuvole. Come sempre, in queste occasioni,  ripenso al mio passato, ripenso a tutto ciò che ho perduto in una sola notte, ripenso alla maledizione che mi tormenta e mi uccide, eppure allo stesso tempo mi tiene in vita. Una volta ero una semplice ragazzina di campagna, nata in una famiglia umile e povera in un piccolo villaggio sperduto. Non era di certo una vita facile, avevamo parecchi problemi a recuperare il cibo per la famiglia, e solitamente passavamo due o tre giorni a digiuno, o mangiando il minimo indispensabile, eppure eravamo tutti contenti, eravamo una vera famiglia, era davvero un sogno, non potevamo desiderare altro se eravamo tutti insieme.
Ma come tutti i sogni anche quello era destinato a morire.
E così successe.
 Successe tutto nel giro di una notte, nel giro di poche ore la mia vita venne sconvolta totalmente, così come anche il destino del mondo.
Mi chiamo Layla, o meglio, è il mio nome attuale, nel corso di ottocento anni ho cambiato nome molte volte. Sono conosciuta sotto tanti nomi, ma forse, il più conosciuto e temuto è: Verdiana. Nel corso di tutti questi anni ho potuto vedere un’infinità di cose, girare tutto il pianeta e cambiare la mia visione di come funziona il mondo un sacco di volte.  Ho fatto un’infinità di cose, sia buone che malvagie, eppure le persone ricordano solo quelle malvagie, creano leggende e storie dipingendoti come la malvagia strega Verdiana, colei che incute timore al solo nominarla.
Ok, lo ammetto, ho fatto un sacco di cose brutte e ucciso un sacco di persone, ma tutto ciò solo fino a 600 anni fa, ho passato 200 anni a incutere timore e distruzione, ed ho rischiato di finire sul rogo un sacco di volte, eppure dopo ho capito, ho capito quanto è importante la vita umana, la loro è una sola, ed hanno a disposizione pochi anni. Non sono come me.  Non possono vivere in eterno come me.
Da 600 anni a questa parte ho tentato disperatamente di rimediare a tutti quegli errori, ad aiutare le persone e tentare di redimermi, ma senza successo visto che ancora oggi, il nome Verdiana incute timore e si creano storielle su di esso. Ho vacillato un sacco di volte, ho rischiato di risprofondare nell’oblio, ho rischiato di riperdere la fiducia verso il genere umano. Eppure ho resistito.
Ancora oggi mi chiedo cosa sarebbe successo quella notte se non avessi posseduto questo potere, se avessi saputo ciò che sarebbe successo, sicuramente non sarebbe andata in quel modo, e sicuramente loro non sarebbero morti.
Ed ora eccomi qui, a vivere in una casetta sperduta ai piedi di una montagna con la sola compagnia di me stessa. Non che mi dispiaccia stare da sola, ma dopo 800 anni la solitudine si fa sentire sempre di più. Eppure per colpa di questa mia maledizione non posso rimanere accanto a nessuno per lungo tempo. Questa stupida maledizione, mi ha dato la possibilità di vivere in eterno, ma al contempo toglie la vita a tutti quelli che stanno al mio fianco, non riesco a controllarla, non posso controllarla.
È una calda giornata di inizio estate, una normalissima e tranquilla serata, eppure nell’aria riesco a percepire qualcosa, qualcosa di molto brutto. Ho un brutto presentimento, sta per accadere qualcosa, ne sono sicura, ma non riesco a capire cosa. Spero che sia solamente una mia sensazione. Fissando le stelle vengo tormentata da questi pensieri, solitamente quando ho un presentimento questo si rivela sempre veritiero. In 800 anni ho imparato un’infinità di cose. Eppure so che sta per succedere qualcosa.
Mi alzo dal manto erboso sul quale sono sdraiata, mi avvicino verso la fontana dietro  stante la casa e mi rinfresco la faccia con l’acqua gelata per cancellare tutti questi brutti pensieri e calmarmi. Con calma mi avvio verso l entrata ma, all’improvviso, qualcosa cattura la mia attenzione. Sta arrivando qualcuno, e direi a passo abbastanza spedito, è ancora abbastanza distante ma nel giro di 5 minuti dovrebbe essere qui. Mi assale un leggero senso di inquietudine, erano anni che nessuno si recava fino a qui, nessuno conosce l’esistenza di questa casa. E allora che cosa vuole colui che sta arrivando?
Giusto il tempo di formulare questo ultimo pensiero e sento un rumore di passi provenire proprio davanti alla casa. Faccio il giro della casa e mi accingo ad accogliere il forestiero con un grande sorriso stampato in volto: “Salve forestiero, che cosa la porta alla mia umile dimora a quest’ora?” chiedo cortesemente.    
“Salve Verdiana, o dovrei dire Sally? Oppure preferisci Layla? È da tempo che non ci vediamo, pensavi davvero che ci fossimo dimenticati di te?” rispose l’uomo con una sconcertante calma nella voce. Rimasi immobile, pietrificata, non posso crederci, vanno bene tutti, ma non lui! Non è possibile!    
“Credevo di averti ucciso 500 anni fa, credevo di esservi sfuggita e distrutto la vostra malvagia setta! Non è possibile che tu sia qui innanzi a me!” rispondo con la voce sempre più tremolante.                                     
 “Pensavi di essere l’unica persona ancora in vita in grado di utilizzare la magia? Beh, ti sbagliavi, c’è un’altra persona, e questa mi ha ridato la vita. Sono fuggito da quel oblio straziante della morte”.                                                 
“ Non è possibile, la magia che resuscita i morti?! È inammissibile! È la più terrificante ed oscura delle magie, non dovrebbe esserci più nessuno che conosca quell’incantesimo oltre a me!” rispondo sempre più agitata. Indietreggio di qualche passo, so già ciò che sta per accadere, devo muovermi a trovare un piano di fuga.                                                                                                                                                                                          “Parli proprio tu di oscure magie? Ma tranquilla, non preoccuparti, anche i tuoi giorni stanno per terminare.” appena ebbe finito la frase alzò la mano destra rivolgendo il palmo verso me. Eccolo che arriva il suo solito attacco, prevedibile. All’improvviso una saetta di colore azzurro guizzò dal palmo dell’ avventore rivolta verso me. È da tanto che non uso questo incantesimo, ma per questo momento è meglio ritirarsi e scoprire chi sono i nemici. Chiudo gli occhi, alzo entrambe le braccia a livello delle spalle con in palmi rivolti verso il terreno, “Elephausto deu” dico con un filo di voce.
Tutto intorno a me scompare. Tutto diventa buio all’improvviso. Riapro gli occhi. Non mi trovo più davanti a casa. Intorno a me non c’è nulla, solamente una landa d’erba che si estende fino a predita d’occhio. Perfetto, l’incantesimo ha funzionato e sono riuscita a teletrasportarmi, ho solo sbagliato di qualche kilometro la destinazione. Avrei potuto sconfiggerlo facilmente quell’uomo, eppure qualcosa in lui mi mette ancora inquietudine. “Non preoccuparti, anche i tuoi giorni stanno per terminare” che cosa voleva dire con quella frase? Lo sa benissimo della mia immortalità, eppure cosa intendeva?
Riprendo a camminare, da qui non dovrei metterci molto ad arrivare a destinazione. Una cosa positiva di aver vissuto per 800 anni: si conoscono bene un sacco di luoghi e si hanno un sacco di rifugi sparsi per il mondo. Questa volta ho scelto di rifugiarmi in una piccola casetta, in cui ho vissuto pochi anni fa, vicino ad un villaggio a circa 500 kilometri da dove abitavo fino a qualche ora fa. Dovrei essere abbastanza lontana, dovrebbero impiegarci qualche settimana a rintracciarmi. Ho il tempo di raccogliere informazioni e preparare un piano di contrattacco. Da quel posto si può raggiungere la capitale del regno  in pochi giorni di cammino, e se usassi la magia in pochi istanti, ma meglio di no, non voglio farmi rintracciare prima del previsto.
Ed eccolo lì, il mio rifugio, la mia ex casa in cima alla cascata di Raghish, distante una cinquantina di kilometri dalla capitale: Crocus. Che posto migliore esiste per raccogliere informazioni se non proprio la capitale del regno? È da moltissimo tempo che non metto piede alla capitale, chissà come è cambiata. Ormai rimangono poche ore di buio, accelero il mio passo ed eccomi finalmente qui, sulla soglia di casa. Apro la porta, è esattamente come me la ricordavo, non è cambiato nulla. Entro in camera, una piccola cameretta in cui ci stava solamente un letto ed un armadio, a stento si riesce a passare. Mi spoglio e cerco una vecchia maglietta aprendo le ante dell’armadio. La infilo e mi butto di peso sul letto. Sono davvero sfinita, e questo è solamente l’inizio della fine.  Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal mondo dei sogni. 

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Capitolo 2
*** Il ragazzo, la capitale, il libro ***


~~Inizio flashback
 
Crocus - 700 anni fa -  1100 d.C.

“Ehi tu, tu con i capelli rossi, che cosa credi di fare?” urlò un uomo sulla cinquantina, visibilmente arrabbiato ma allo stesso tempo terrorizzato.   
“Stai parlando con me?” mi voltai di scatto e lo fissai intensamente negli occhi. Appena incrociò il mio sguardo, l’uomo, indietreggiò ed iniziò a correre urlando in preda al panico: “è lei! Aiutatemi! È la strega, Verdiana!”.                       
“Bene, è più divertente quando scappate”, feci un leggero movimento con il polso destro ed una sfera infuocata si materializzò e colpì il fuggiasco che cadde rovinosamente a terra privo di vita.             
“Ecco, con questo siamo a 102, vediamo quanti altri hanno il coraggio si farsi avanti.”  mi guardai attorno, c’erano solamente macerie e una dozzina di corpi a terra, esanimi. Tutti poveri sventurati che si erano imbattuti nella Strega.  Iniziai a camminare, non avevo una meta, non avevo una destinazione. Volevo solo distruzione.

Fine flashback


Apro gli occhi, inclino lievemente la testa e guardo fuori dalla finestra, il sole è già alto in cielo. Mi alzo, mi rivesto e inizio a frugare in giro per la camera. Sono in cerca di qualsiasi cosa possa ritornarmi utile, ma trovo solamente un vecchio mantello nero frusto. Mi fermo un attimo davanti ad un piccolo specchio presente sulla porta della stanza e mi fisso intensamente. In questi 800 anni non sono cambiata di una virgola, la mia immagine è esattamente la stessa. Lunghi e lisci capelli cremisi che arrivano fino all’altezza del bacino, due penetrati color verde smeraldo e la cicatrice a forma di mezzaluna  appena sotto l’occhio sinistro. Ormai mi sono vista talmente spesso che la mia immagine mi provoca la nausea. All’apparenza non dimostro più di 20 anni, anche se in realtà ne ho molti, molti di più. Mi riscuoto da questi pensieri e mi avvio verso l’uscita, se parto subito entro domani mattina dovrei raggiungere la capitale. Varco l’uscita ed in automatico abbasso il cappuccio sul volto, dopo tutti questi anni non mi riconoscerà nessuno, ormai il periodo del terrore della strega Verdiana è finito da secoli, ma é comunque meglio non esserne troppo fiduciosi.
Inizio a camminare con passo spedito, voglio riuscire a raggiungere Crocus il prima possibile, devo scoprire chi é questo presunto mago che resuscita i morti e devo scongiurare ciò che ho paura che possa succedere.
Dopo svariate ore di cammino mi siedo all'ombra di un albero per riprendere fiato e riposarmi un po', con questo caldo infernale camminare sta diventando sempre più faticoso. Ma ormai non dovrei essere molto distante, tra poche ore calerà il sole e se faccio solamente qualche piccola pausa entro l'alba dovrei raggiungere la meta. Più mi avvicino alla capitale e più i ricordi riaffiorano, ricordi positivi e divertenti, ma anche ricordi dolorosi che mi fanno salire un senso di rabbia verso me stessa per tutto ciò che ho fatto di ingiusto. Mentre cammino assorta fra i miei pensieri mi accorgo di un ombra nascosta dietro ad un albero. Continuo dritta, qualcuno mi sta seguendo, ne sono sicura. Accelero il passo, se usassi la magia potrei rivelare la posizione esatta del mio inseguitore in un batter d'occhio, ma rivelerei anche la mia identità. Meglio raggirarlo e coglierlo di sprovvista. Il sole sta tramontando, ormai rimane solamente una  foca e debole luce. Con uno scatto cambio direzione e mi nascondo dietro ad un cespuglio, in attesa del mio inseguitore. E come previsto, eccolo che arriva dopo pochi istanti, con questa poca luce non riesco a distinguerlo chiaramente, sembra abbastanza giovane, non deve avere più di sedici anni, ha un espressione confusa e abbattuta, come quella di un lupo a cui é scappata la preda. Aspetto che faccia un paio di passi in avanti e salto fuori dal mio nascondiglio, saltandogli alle spalle, tutto in modo estremamente silenzioso, non si é ancora accorto della mia presenza.                       
"Per caso stai cercando qualcuno?" esordisco schiarendomi la voce. Appena sentite queste parole il ragazzo fece un salto per via dello spavento, appena si accorse che da predatore ora era diventato la preda tentò di scappare, ma inutilmente, gli presi un braccio e lo bloccai.                
"Dimmi perché mi stavi seguendo, non voglio farti nulla" gli dico dolcemente.                      
"M-mi scusi signora, abito in un piccolo villaggio qua vicino fin da quando ero piccolo, ed esistono leggende su una certa casa maledetta in cima alla cascata, in cui abita la temibile e malvagia strega Verdiana. L'ho vista che scendeva dal sentiero che porta alla casa e allora ho deciso di seguirla, non che io pensi che lei sia la strega. Ero solo curioso." rivela il ragazzo con la voce un po' tremolante.                                                  
Bene, vedo che le leggende sulla fantomatica strega non sono ancora morte, dovrei iniziare  a fare più attenzione e non dare troppo nell'occhio.              
"E se fossi la strega tu cosa faresti?" chiedo.                      
"Beh, tutti dicono che sia estremamente malvagia e non abbia scrupoli, ma io non ci credo, penso che se esistesse veramente gli chiederei di insegnarmi la magia!".          "La magia? E perché mai vorresti imparare la magia?" chiedo leggermente sorpresa.                            
"Perché voglio poter aiutare gli altri, voglio poter cambiare ciò che le persone non possono. Voglio la maglia per cambiare questo mondo così sbagliato." risponde il ragazzo con una grande convinzione nella voce.   
"E come ti chiameresti ragazzo che vuole cambiare il modo?" chiedo con un tono leggermente ironico. "Jack, il mio nome é Jack.".                 
"Piacere Jack, io sono Ver... Ehm, Layla. Ti andrebbe di accompagnarmi fino alla capitale? Ormai é calata la notte, e per te tornare al villaggio tutto da solo potrebbe essere pericoloso." gli chiedo.                       
"Uhmm, sì va bene, non sono mai stato alla capitale prima d'ora." rispose mentre gli occhi gli si illuminavano. Ci avviammo entrambi verso Crousc, la luna era all'apice nel cielo e le tenebre ricoprivano tutta la foresta. Un apprendista? Sinceramente non ho mai valutato questa ipotesi, ma forse se gli insegnassi le basi della magia potrebbe anche stare vicino a me senza perire per mano della mia maledizione. Ci penserò una volta raggiunta la capitale e completato le mie incombenze. Eppure guardando attentamente questo ragazzo riesco a percepire in lui un potente potere magico sopito. Che cosa dovrei fare?
La notte volò via in un soffio, il sole stava facendo capolino fra le cime delle montagne regalando un panorama mozzafiato. In tutti questi secoli ho visto un infinità di giornate iniziare e finire, eppure ogni volta davanti a panorami del genere mi emoziono come una bambina. E finalmente eccola in vista: Magnolia, la capitale. Non é cambiata così tanto come mi aspettavo, un alto muro di cinta circonda la città difendendola dagli attacchi nemici. Quelle mura ci sono sempre state, sono state solamente ricostruite e rinforzate un sacco di volte. E devo ammettere che qualche volta é stata anche per colpa mia. Anche da lontano si può vedere il campanile della chiesa che sovrasta tutta la città. Ci sono case di tutti i tipi, dalle più grandi e lussuose alle più piccole e povere. É appena sorta l'alba quindi non dovrebbe esserci in giro molta gente.
Ci avviciniamo al muro e varchiamo l'entrata, ci sono due guardie che fungono da sentinelle. Una delle due si volta verso di me e mi fissa "Mi scusi signorina, non é che potrebbe abbassare il cappuccio e mostrarci il suo volto? Ultimamente abbiamo avuto dei problemi" mi chiede impassibile. Tentenno un attimo, sono secoli che non metto piede alla capitale, nessuno dovrebbe riconoscermi. Abbasso il cappuccio e mostro il mio viso alla guardia "Certamente signore. Non per essere invasiva, ma che genere di problemi avete avuto?" chiedo tentando di distogliere l'attenzione della guardia dai miei capelli rossi. "Oh nulla di che, solo qualche ladro, ma nulla di importante. Ormai sono secoli che non succede qualcosa di eclatante in questa città" rispose facendoci un cenno con la mano a voler dire proseguite pure. Ci congediamo con un gesto del capo e riprendiamo a camminare.

"Ehi, hai visto quella donna con quel ragazzo? Aveva i capelli rossi! E aveva anche la cicatrice a forma di mezzaluna, possibile che sia davvero LEI?" Chiese la guardia al suo compagno.              
"Hahahaha, ma non farmi ridere, possibile che credi a tutte quelle storielle sulle streghe e la magia?!" Rispose il compagno scoppiando in una fragorosa risata.

Mi ricalo il cappuccio sul volto, ormai é diventata un'abitudine.      
"Allora Jack, che ne pensi della tanto famosa Crocus?".                          
"è esattamente come la gente del villaggio la descrive, piena di ricchezze e caotica già fin dalle prime ore del mattino".                     
Effettivamente è vero, già a quest'ora c'è in giro un gran via e vai di persone. Gente che prepara le bancarelle per il mercato, pescatori che portano il pesce fresco dalla città marina più vicina, fornai che sono già all'opera con il pane ecc.          
"Layla, cosa siamo venuti a fare qui?" mi chiede timidamente.      
"Sono venuta qui per cercare delle informazioni su una certa cosa, appena abbiamo finito ti porto a vistare il resto della città". Il ragazzo rispose con un semplice sorriso che celava un grande entusiasmo. Bene, per prima cosa dobbiamo andare alla locanda, sempre se esiste ancora quella locanda. Accelero il passo, svolto in una via lastricata, poi un' altra, ed infine un'altra ancora. Con mia grande sorpresa la trovo ancora lì, solo leggermente più decadente di com'era anni fa. La locanda dei maghi. Una volta qualsiasi mago conosceva e frequentava questa locanda, fino a quando non vennero tutti quanti uccisi e la magia si estinse da questo mondo.
Entro accompagnata dal fastidioso cigolio della porta e seguita da Jack. Mi guardo attorno, non c'è nessuno, fatto salvo per il locandiere che sta dietro il bancone, una volta questo posto era pieno di vita e non c'era un secondo in tutto il giorno in cui fosse vuoto. Mi avvicino al bancone. "Salve signori, benvenuti nella mia locanda, che cosa desiderate?" chiese il locandiere. È un minuto vecchietto con una lunga barba grigia, non era molto robusto e il suo volto era scavato dal tempo.                  
"Salve, per me un bicchiere d'acqua, e per te invece Jack?",      
"Per me nulla grazie" risponde il ragazzo mentre contempla il locale trasandato.                
"Ecco a lei signorina, che cosa vi porta nella mia umile locanda?" Mi chiede il locandiere porgendomi il bicchiere pieno d'acqua.          
"Beh ecco, starei cercando delle informazioni, riguardo ad un certo mago" appena finito di pronunciare l'ultima parola l'uomo strabuzzò gli occhi, si accovacciò sotto il bancone  e prese un paio di occhiali indossandoli. Rimaniamo per qualche istante a fissarci a vicenda.                  
"Non posso crederci, non é possibile, sei veramente tu?" mi chiede visibilmente agitato. Possibile che mi abbia riconosciuto? Possibile che sappia chi sono?              "Dipende chi pensa che io sia" rispondo con nonchalance.      
"Sappiamo benissimo entrambi chi sei, capelli rossi, occhi verdi, la cicatrice a forma di mezzaluna... Non ci sono dubbi! Mio padre mi raccontava un sacco di storie sul tuo conto, così come suo padre a sua volta e così via.". Ha un aria spaventata? No, direi più... Emozionata. Anche se mi ha riconosciuto non sta scappando?            
"Ormai hai capito chi sono, quindi puoi dirmi qualcosa in merito a ciò che cerco?".            
"Allora, vediamo, ci sono un paio di storie di persone che raccontano di essere stata attaccata da una persona misteriosa, ma nessuno l'ha vista in faccia o notato un qualche particolare. Però a tutte le vittime é stata fatta una sola domanda: Dov'è il Pandemonium? Io non so esattamente cosa sia questo Pandemonium, ma deve essere una cosa davvero importante se questa persona sta viaggiando l'intero mondo per trovarlo.".               
"Io so cosa sia, e sicuramente posso dire che non é una buona cosa se qualcuno lo sta cercando. É un libro, un libro in cui sono rinchiuse tutte le più grandi ed oscure magie. Sai qualcos'altro sul suo conto?" rispondo sempre più agitata.             
"No mi dispiace, queste sono le uniche informazioni che conosco."                      
Lo ringrazio e faccio per avviarmi verso l'uscita seguita da Jack. Usciamo da quella locanda tetra e riemergiamo alla luce del sole.                                       
"Ehi Verdiana". D'istinto mi volto di scatto verso chi mi ha chiamato.     
"Hahahaha ecco! Lo sapevo di aver visto giusto! Allora sei tu, sei tu la strega!". Ed ecco che anche Jack ha scoperto la mia identità. Immediatamente gli copro la bocca con una mano.    
"Shhh, non urlare o qualcuno potrebbe sentirti! Cosa pensi che succederebbe se qualcuno scoprisse chi sono?". Lui annuì con la testa.            
"Ma c'è una cosa che non capisco, sono secoli che le leggende parlano di te, come fai ad essere ancora viva?",              
"Beh ecco, diciamo che sono vittima di un potente incantesimo, una maledizione, che mi costringe a vivere in eterno".                           
"Sei immortale? Deve essere davvero bellissimo! Come hai fatto?" mi chiede sempre più curioso.    
"Io non la definirei una cosa bella. Se tu avessi vissuto 800 anni come me odieresti anche tu questa mia maledizione. Ho ottenuto l'immortalità per merito di un potente incantesimo, ma in realtà non l'ho mai voluta, é stato uno sbaglio." rispondo mentre i ricordi riaffiorano e mi chiudono la gola.   
"Allora cosa ne pensi del mio sogno? Mi insegnerai la magia?".      
"Mmm va bene, acconsento a diventare la tua maestra, ma dovrai imparare la magia velocemente, non abbiamo molto tempo a disposizione" dico con una certa incertezza nella voce. In fondo non ho mai avuto un apprendista, e soprattutto ho paura per la sua sorte, se non dovesse imparare la magia abbastanza in fretta potrebbe morire per mano mia.           
Bene, le informazioni che mi interessavano le ho ottenute. Stanno cercando il Pandemonium, è un grave problema. Sapevo che avrei dovuto distruggerlo secoli fa, e invece mi sono limitata solamente a nasconderlo. Non devo assolutamente lasciare che lo trovino, altrimenti potrebbe iniziare un guerra. Anche se invece che definirla guerra lo definirei più uno sterminio. Devo assolutamente fermarli.  
“Scusa Jack, ma possiamo rimandare la visita della città un’altra volta? Preferire tornare a casa ed iniziare subito l’addestramento”.          
“Certo va bene, non mi dispiace, finalmente imparerò la magia.”      
Non sembra per niente turbato, meglio così. Ci avviamo verso l’uscita, non ho intenzione di sprecare ulteriore prezioso tempo. Cammino in fretta, devo tornare a casa il più presto. E appena Jack conoscerà le basi partiremo alla volta del libro.


Angolo dell'autore
Chiedo immensamente scusa per aver aggiornato dopo così tanto tempo, ma sono finito in un paesino sperduto dove non esiste internet. Ringrazio chiunque abbia letto la mia storia! Aspetto con ansia una qualche recensione, sia negativa che positiva. Non so quando riuscirò ad aggiornare, spero il prima possibile!
Al prossimo capitolo!

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