Tu hai ancora tutto il mio cuore

di _redsky_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tu hai ancora tutto il mio cuore ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***



Capitolo 1
*** Tu hai ancora tutto il mio cuore ***



Ero con Jesse, quando le parlai per la prima volta.
In realtà non volevo, per via della timidezza,
ma tra una scusa e l'altra riuscii a sentire la sua voce internecarsi tra le mie parole, ed era magica.
Lei è Clòe, la ragazza seduta davanti a me al corso di inglese, due anni fà. Un tipo ribelle, che fa notare la sua presenza anche standosene zitta, in un angolo, con i Beatles nelle orecchie. Una di quelle a cui corre dietro il mondo e, nonostante tutto, si crede poco bella. Una di quelle che davvero ti trasmette la voglia di vivere. Una di quelle ragazze che chiede il tuo aiuto, e tu daresti tutto per aiutarla e salvarla dai suoi stessi pensieri, dalle sue paranoie e dalla sua solitudine.
Lei, mi ha fatto innamorare.
Io sentivo che quella ragazza era davvero quella giusta per uno senza speranze come me.
Io sono Kellin. Kellin Quinn. Passo i miei pomeriggi chiuso in casa e a volte vado a suonare qualche cover con i ragazzi: sognamo una band, ma non so cosa ne sarà di noi.
Mangio un casino e non faccio sport, eppure sono davvero tanto magro. Tutti, fin da piccolo, mi dicevano che i miei occhi sono particolari, belli grandi e chiari, e mi dicevano anhe che la notte sarebbero venuti da me per strapparmeli; è una cosa che mi traumatizzava, pensavo davvero fosse una cosa possibile.
A scuola non sono un granchè, ma faccio il minimo indispensabile e mi basta per arrivare al diploma, quest'anno; finalmente uscirò da questo carcere di college e potrò pensare al divertimento, al musica, i contratti e mini concerti nei locali del paese, le ragazze e le serate a bere e ridere come se non ci fosse un domani.
Poi, la notte, guardando le stelle dal tetto di casa mia penserò a lei e fingerò di averla vicino, anche se so che probabilmente non si interesserà mai a questo idiota e mi parla sono perchè 'siamo amici', quindi ho un'altra cosa da aggiungere alla lista delle cose da non fare: illudersi.

Tornando a lei, mi piaceva. Una sera, dopo averle parlato, ci ritroviamo ad una festa tra liceali un pò sfigati e lei stava bevend un drink, e riuscii a farla smettere se no pensavo si sarebbe ubriacata e poi avrebbe dimenticato anche di quello che abbiamo fatto, dal momento che ballando, le chiesi il numero di telefono per riuscire a sentirla. Ed ecco che da lì comincia tutto. La cercavo solo le prima volte, in realtà volevo che mi cercasse lei, per capire se ci teneva o se era il momento di smetterla di perdere tempo dietro alla speranza di ricevere messaggi che magari non sarebbero mai arrivati. Ma lei, invece mi sorprende, come ogni volta da quando ho sentito la sua voce a lezione, e siamo riusciti a creare un bel rapporto. Ci sentiamo da quasi un anno, la passo a prendere da casa per andare a scuola, andiamo al cinema a volte, e ridiamo tanto quando ci ritroviamo ad aspettare che i suoi amici mezzi ubriachi la vengano a prendere alle 3 di notte per andare a continuare la festa altrove, abbiamo capito di volerci davvero bene, lei mi ha dimostrato tanto ed anche io credo di averle fatto capire che mi interessa, o forse un qualcosina di più. I miei amici mi chiedevano il perchè non la baciavo mai anche quando c'erano i momenti perfetti, e sono sicuro che anche i suoi le chiedevano la stessa cosa, ma lei non è una ragazza da baciare al primo appuntamento, non è una ragazza che apre il suo cuore a tutti, e non saprei come prendere la situazione, vorrei procedere lentamente, anche è già passato un anno, vorrei che venisse lei da me e mi dicesse che mi ama, appure la situazione è ferma. Io non so come comportarmi, le mie relazioni sono sempre state con delle poco di buono, ma con Clòe tutto è diverso, io penso di esserne innamorato. Le sue parole dolci ma anche volgari, il suo modo di vestire, i suoi capelli colorati e la tracolla in cui mette i libri di scuola che le lascia il segno sulle spalle fin quando non decido di aiutarla, la matita nera che cola dagli occhi perchè so che prima di vederci ha passato una giornata in bagno a piangere, il modo in cui si ripara dalle critiche, il modo in cui parla della musica.. vorrei davvero poterla emozioanare con le mie parole, con la mia musica e la mia voce, vorrei davvero prenderla per mano e cancellare dalla sua mente tutte le debolezze, vorrei davvero farla mia, perchè tanto lo so; ci apparteniamo.

-Amico, devi farti avanti o si stancherà e la perderai epr sempre. Dille ciò che provi e metti fine a queste paranoie che ogni sera ti riempiono il cervello. Smetti di chiederti se ti ama o no, vai e affrontala, almeno capisci. Fai l'uomo.-

E' vero, la sera prima di andare a letto mi chiedo perchè dopo tutto questo tempo noi siamo ancora quei semplici amici del corso di inglese, sono arrivato a pensare che sono, per l'annesima, volta lo stupido che non attira ragazze, o forse lei aspetta che io mi faccia avanti, ma, ad essere sincero, solo adesso sto imparando a crescere, e lo faccio da 'autodidatta', perchè a insegnarmi a camminare da forte, a insegnarmi ad essere quell'uomo di cui tutti parlano, beh, non c'è stato nessuno, ma faccio quel che posso, fin quando mi riesce bene.
Ma vorrei parlarvi di un mio difetto; io mi arrendo facilmente.
Eppure le odio le persone che abbassano lo sguardo alla prima difficoltà, e forse è per questo che odio me stesso.
La verità è che non proverò mai a guardarla negli occhi e a dirle che è importante, perchè ho paura di predere una delusione, e la mia vita è già troppo piena di casini per lasciare che entrino dentro ancora complicazioni.
_

Solitamente immaginavo questa scena diversa, la sera prima di addormentarmi.
Sognavo qualcosa di più nelle mie notti mezze tormentate dai pensieri.
Eppure, per l'ennesima volta, ciò che sogno e ciò che spero non vanno d'accordo con la realtà; imparerò presto a farci l'abitudine, ma per il momento non riesco a pensare ad altro se non a lei, ai sensi di colpa che mi aspettano fermi sul cuscino che me li inietterà dentro per tutta la notte e a ieri sera.

Non la sentivo da un paio di giorni, ed è tanto in confronto a tutto quello che avevamo da dirci e a tutta la voglia che avevamo di sentirci. Quando la vedo da lontano, lascio il mio amico che va in cerca di un posto in cui poter lasciare la macchina -senza, questa volta, far intervenire i vigili- e la inseguo con lo sguardo.
E' bellissima, davvero. I capelli chiari con qualche ciocca viola e quegli occhi Blu notte che pare contengano la galassia intera; mi fa innamorare ogni volta che la guardo. Appena mi vede si fionda verso me, e l'istinto mi dice di abbracciarla.
Così ci ritroviamo come due pezzi di puzzle che completano il quadro, ma un uragano romperà l'incantesimo, rovinerà l'immagine, non farà esistere più nessuna traccia.

2 Ottobre, festa, amici, colori, drink, sorrisi, lei.

Mi ha chiesto di accompagnarla a fare due passi, ma avevo bevuto troppo e non reggevo in piedi, ho rifiutato, e se l'è presa, me lo merito. Poi mi blocca un braccio e mi guarda negli occhi
-Senti.. mi piaci.- me lo ha detto in tutta freddezza, incazzata.

Per la prima volta in tutto quel tempo riuscivo a guardare i suoi occhi più attentamente, riuscivo a scoprire la loro reale bellezza, sono rimasto incantato, senza parole, immobile, in trance. Non ho detto niente, la guardavo solo come se lei fosse la cosa più preziosa che mai avevo avuto in vita mia, e mi guardava in attesa di risposte, ma non avendole ottenute, scappa. Io, sinceramente, ho avuto paura, perchè è vero che è stato un momento troppo atteso, ma la paura di andare avanti e condividere i miei casini con qualche ragazza, il pensiero di poterci restare fregato, la sensazione di non essere all'altezza si impossessano di me, dovrei smetterla di non credere in me stesso, ma davvero, non posso; da quando andavo all'asilo tutti mi dicevano che della mia vita non ne farò mai niente. Così sono cresciuto con la fissazione di essere una persona davvero inutile, ed eccone le conseguenze.

Ho perso la voglia di provarci, la voglia di farcela, e non chiedetemi perchè.
Avevo bevuto, non ero in me ed ho avuto paura, ma nonostante questo non volevo che lei soffrisse ancora, anche per me. Non volevo essere un altro dei suoi mille problemi. Così la cerco, per spiegarle.
Corro, anche se i miei amici mi prendono per pazzo.
Svolto per tutte le vie scure, e poi eccola, a parte più luminosa della strada: è seduta su uno scalino con una bottiglia di qualcosa davvero forte in mano e le lacrime agli occhi. Se le asciuga appena mi vede

-Non ho bisogno che tu mi spieghi la situazione. Ho capito tutto quello che c'era da capire, ora vattene.
-Posa quella bottiglia
-Da quando te ne frega?
-Senti.. vuol dire che doveva finire così
-Oh, Kellin, sei tu che stai modificando il destino come ti pare e piace, non fare il filosofico
-Mi dispiace.
-E' tutto quello che sai dire? Kellin, mi hai illuso tutto questo tempo, ti sei preso gioco di me, hai fatto come ti pareva, smettila di fingere che ti importi: sei solo un'altra persona nel mondo che si dimentica che anche io ho dei sentimenti, che sarà mai? Vai a quel paese
-Non ho capito più niente quando mi hai detto che ti piaccio
-Ho capito tutto io. Io per te non valgo niente, e ci sta, ma la prossima volta, evita di ferirmi. Sono una persona che non fa mai vedere quel che ha, che ha paura dei suoi stessi sentimenti, e non si permette mai a dire di star male, ma non per questo significa che nella mia vita va tutto a meraviglia. Sei la prima persona a cui dico tutto ciò che sento, e davvero mi sarei aspettata qualsiasi cosa, ma non questa tua reazione. Però va bene così
-Io.. io dav..
-Non cercare scuse, stai tranquillo, io me la caverò
-Io vorrei esserci per aiutarti
-Io ti ho dato la possibilità, ma tu hai scelto altro. Ora, se vuoi farmi un favore, dimenticami. Dovrebbe essere facile, per te.
-Non puoi chiedermi questo
-Lasciam in pace. Ho bisogno di andare avanti ti prego.

L'ho vista andarsene, senza nemmeno guardarmi negli occhi, ed ho lasciato che si allontanasse così, senza un motivo, perchè sono un idiota. Lei aveva bisogno di qualsiasi cosa, ma non di questa. Lei doveva essere forte abbastanza per farcela, ed io lo so che le ho strappato via le forze che restavano in lei, e mi sento uno schifo. Vaffanculo a me. Avrei voluto prenderla per mano e portarla verso al felciità e poterle dire che tutto sarebbe andato bene, che anche lei avrebbe imparato a sorridere, potevo essere  abbastanza 'forte per me e per lei', e non so nemmeno perchè ho reagito così. So solo che sto attraversando un giorno bruttissimo, e ciò che mi salvano, sono ancora, e nonostante tutto, i pensieri che la riguardano.
Perchè io l'ho ferita, lei potrà pure odiarmi, ma anche se non ho il coraggio per dirlo e lasciarmi andare, io la amo.
_

Dicembre.
Amici, oggi ho scritto la mia prima canzone.
No ne conosco ancora il titolo, ma più o meno dirà 'Tu hai ancora tutto il mio cuore'.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***



Sono passati mesi dall'ultima volta. Quale ultima volta? Quella in cui in tenuto la sua piccola mano pallida e i miei occhi sui suoi e l'altra mano tra i suoi capelli.
Ha cambiato colore, mi hanno detto, adesso è blu. Era il suo colore preferito; aveva tutto colorato di blu, anche la camera, lo zaino, le unghia tutte mangiucchiate dall'ansia. E i suoi occhi erano cerulei, cambiavano sempre colore, ma a me parevano sempre chiari, anch'essi sempre blu, sempre luce. Come quella volta in cui stavo accompagnandola a casa, dopo una partita a pallavolo, e aveva i capelli sistemati dietro le orecchie, ed era pure strano perchè i suoi erano sempre ribelli, ed io le dissi che i suoi occhi erano di un bel blu, e lei mi prese per scemo e si mise a ridere dicendo che i suoi occhi erano neri, neri come l'infinito. E chi te lo dice che invece i tuoi occhi non siano blu notte? Chi te lo dice che non siano costellazioni, chi non ti dice che fanno sognare?
Per lei tutto era scuro, tutto era nero. E insisteva sempre quando cercavi di ribattere. Niente da fare, era testarda, come mia madre. A lei piaceva Cloe. Mi chiedeva sempre di portarla a casa e sapeva ormai quale succo di frutta preferiva, e ce lo portava sempre in camera, su un vassoio, quando cercavamo di studiare. Ma con lei, con lei come si faceva? Mamma la chiamava 'la tua amica del cuore' e faceva abbastanza ridere, peró era vero, infondo, perchè quel cuore me lo faceva battere, ed anche forte. Mamma adesso mi chiede di lei, si chiede di me, perchè quel Kellin di prima, proprio lui, quello dei colori, delle estati con i risi sulle birre, beh si è innamorato del nero.
La scuola si sta per concludere, ed io non studio più. Mi sono stancato e mamma ha fatto di tutto pur di spingermi a fare quel minimo per non ripetere l'anno, e alla fine penso che lo passeró. Non ho più suonato e la chitarra l'ho appesa a un chiodo, così come direbbero tutti, perchè non c'è un cazzo da suonare. Nessuno strafottuta nota felice. I miei amici cercano sempre di tirarmi giù dal letto, ma l'unica strada che compio è quella per andare e tornare da scuola la mattina, e la faccio sempre di corsa pur di non incontrarla, anche se i suoi occhi mi pare ancora di vederli tra la folla negli armadietti, i suoi occhi mi pare ancora di cercarli.
Strano come io stesso abbia voluto rovinare tutto. Strano come una mia decisione sia riuscita a rovinarmi in questo modo, e probabilmente è destino, e parlo anche se a queste cose non ci ho mai creduto. Sono cose senza senso i destini e lo zodiaco con tutte quelle cazzate dietro. Voglio dire, c'è anche chi spende soldi per inviare un sms per scoprire chi sarà il suo amore, ma mi viene da pensare solo che Amore non è un nome che ti compare dal nulla sullo schermo. Amore lacera, l'amore ferisce, l'amore lo si cerca, lo si cerca bene, e si tiene stretto, con i pugni fermi, perchè puó scappare, o tu puoi mandarlo via. Non so ancora perchè quella sera mi son tirato indietro, ma lo psicologo ha detto che dovrei aver fiducia in me stesso, e forse è proprio la fiducia che dovrei imparare ad avere, ma in tutto, perchè a volte non mi vien da credere in niente. Tanto meno in me stesso. La verità è che la vita a volte stanca, non c'è nessuno sforzo fisico che regga. La vita l'ho sempre vista sul punto di sgretolarsi, e ho sempre corso per il riparo, con la paura di prendere pietre nella schiena. Tremavo sempre quando era il momento di farmi avanti, perchè farsi avanti significava allontanarsi dai ripari, e porsi al centro, e lasciare che la tua vita si mettesse in gioco. Ma forse, io, avevo ancora le gambe piene di paura, per muoversi e correre. Io non ce l'ho fatta.
E mi manca, e non so come dirlo.

Me ne sono accorto soprattutto circa un mese fa. Ero al bar di sera, a prendere una birra con mio cugino. Arrivato lì, mi ero reso conto che c'era una pseudo-festa di un tipo del corso di inglese, non me ne frega più, tanto da non aver capito prima quella cosa. Appena notai tutte quelle facce familiari mi era venuto un enorme senso di colpa per essermi trovato lì, che volevo subito tornarmene a casa. Ma Cloe non l'avevo vista, e così, d'una tratto, avevo tirato giù un sospiro di sollievo. "Vieni Kell!" Urla Scott, indicando me e mio cugino. Così ci avvicinammo, e mi passò una birra. E non era stata una brutta serata, per niente. Forse c'era qualcosa in più della birra, perchè arrivai a non capire più niente, e mi trascinai in bagno a vomitare. Questi sono i lati negativi di un bicchiere di Vodka; è buona sì, mette di buon umore, ma lo stomaco e il povero fegato ne risentono. Insomma, ero in bagno, avevo buttato tutto ciò che avevo da buttare, e mi rinfrescai la faccia con l'acqua ghiacciata. Mi guardai per pochi secondi allo specchio. "Guardati, Kellin. Come ti sei ridotto?" mi sussurrai. E poi mandai ai diavolo tutto e uscii dalla porta.
 
Fosse l'ultima cosa che dovevo fare. Già, indovinate chi mi ritrovai  davanti? Aveva ancora quegli occhi così freddi, gelidi, per la prima volta neri. Era così piccola, così bella, così incazzata. "Ciao" gli sussurrai impacciatamente, e la sua amica si mise a ridere, forse per quanto fossi strano, o per quanto fosse strana la situazione. Volevo abbracciarla e chiederle aiuto, perchè era lei quella che mi poggiava la mano sulla fronte quando ero ubriaco. Volevo dirle che ero uno schifo e che non ce la facevo più così, Volevo urlare, ma non feci niente.
E Cloe non rispose.
E mi trascinai di nuovo in bagno, ma questa volta, a piangere.



___Spazio autrce___
mh, beh, salve.
Stamattima ho ritrovato questo capito che avevo scritto un pò di tempo fa, e ho deciso di ritornare su efp a rompervi, iee
umh, è vero, questa una volta era una one shot, ma poi mi sono presa di ispirazione, e suona tutto brutto rileggerlo dopo mesi e mesi, ma ve lo lascio qui, nel caso qualche povera anima non avesse nient'altro da fare.
E nulla, fatemi sapere qualcosa (?)
Ah, anche se avrete ormai dimenticato dell'esistenza di questa storia, volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno recensito il capito precedente.
Siete belli
Un abbraccio
_redsky_

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