Déjà Vu

di anaire_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pessima idea! ***
Capitolo 2: *** Un inizio promettente ***
Capitolo 3: *** Una casa per Junko ***
Capitolo 4: *** Stellasplendore ***
Capitolo 5: *** Nei sotterranei ***
Capitolo 6: *** Attacchi di gelosia ***
Capitolo 7: *** Appuntamento al buio ***
Capitolo 8: *** La Mappa non sbaglia mai ***
Capitolo 9: *** Seconda possibilità ***
Capitolo 10: *** Monologhi interiori ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Il fraintendimento di Ron ***
Capitolo 13: *** Il furto ***
Capitolo 14: *** L'ora della verità ***
Capitolo 15: *** Sola ***
Capitolo 16: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 17: *** Déjà Vu ***



Capitolo 1
*** Pessima idea! ***


Hermione Granger entrò nella Sala Grande e si diresse con passo deciso verso la tavolata dei Grifondoro.
-Buongiorno- Harry le rivolse un sorriso striminzito e si coprì la bocca cercando di mascherare uno sbadiglio.
-Buong..Hermpf...-
-Puoi prima finire il boccone e poi salutarmi, lo sai Ron? Comunque... Buongiorno ragazzi!- salutò, sedendosi sulla panca.
La ragazza rivolse uno sguardo disgustato al porridge sputacchiato sul tavolo: le era completamente passato l'appetito.
Frugò nella borsa e tirò fuori un foglietto pieghettato con cura sul quale vi erano scritte le lezioni della giornata.
"Trasfigurazione con Corvonero, Pozioni con Tassorosso e... Cura delle Creature Magiche con Serpeverde. Oh no... Serpeverde!"
Hermione deglutì a fatica e si voltò in direzione della tavolata dei Serpeverde, già impegnati a fare baccano di prima mattina.
Due occhi grigi la stavano guardando, da lontano. Un sorriso stranamente sincero comparve sul volto di un alto ragazzo biondo con il mento appuntito.
Hermione corrugò la fronte e con fare sprezzante si rigirò verso i suoi amici.
Il solo pensiero di fare lezione con le serpi del sesto anno la mise a disagio. Il disprezzo reciproco tra le due Case era noto a tutti ormai, ma non era il solo motivo per cui Hermione sentì il bisogno di saltare la lezione di Hagrid: la vera preoccupazione della ragazza erano le misteriose occhiate che Malfoy le rivolgeva da quando erano saliti sul treno; in qualsiasi circostanza sentiva quegli occhi freddi come il ghiaccio puntati su di lei.
Naturalmente non ne aveva fatto parola con nessuno, nemmeno con Ginny o Harry. Forse si stava solamente immaginando tutto, erano solo delle casualità, seppure davvero strane e insolite.
Quel pensiero la tormentò durante tutta la lezione della McGranitt (ma ovviamente non perse nemmeno una parola della professoressa sull'incantesimo Procerus) e non la abbandonò nemmeno durante l'ora di Lumacorno e della spiegazione sulla pozione anti-lievitante.
Dopo pranzo Hermione si diresse in compagnia di Harry e Ron al limitare della Foresta Proibita, dove Hagrid li stava aspettando.
-Ho sempre paura che possa rifilarci qualche Schiopodo a tradimento- confessò Harry, ricordando le lezioni del quarto anno.
-Sempre meglio di incontri ravvicinati con ragni giganti, no?- Ron rabbrividì al solo pensiero di Aragog. Si chiese perché Hagrid avesse un debole per tutte quelle creature pericolose e orripilanti. Non poteva accontentarsi di un bel gatto o di un barbagianni?
I ragazzi arrivarono a destinazione e si unirono al resto dei Grifondoro che, ovviamente, si teneva a distanza di sicurezza dai Serpeverde.
-Benvenuti alla prima lezione di Cura delle Creature Magiche del sesto anno!- Hagrid si sfregò le mani guardando i ragazzi, sperando di cogliere la loro impazienza nell'iniziare.
Quel che vide, però, furono dei sorrisi sbilenchi ed incerti da parte dei Grifondoro e le teste girate altrove dei Serpeverde.
-Bene... direi di passare subito alla novità di quest'anno!- bofonchiò, un pò impacciato e deluso.
Hermione lo guardò ora con occhi pieni per metà di curiosità e per l'altra metà di compassione: forse Hagrid non aveva proprio la stoffa dell'insegnante, ma le sue conoscenze erano superiori a molti altri e le sue intenzioni erano nobili, dopotutto.
-Ho ricevuto dei Crup quest'estate e il mio desiderio è che voi ve ne prendete cura. Non fanno parte del programma, ma ci ho detto a Silente: perché non far fare ai ragazzi un'esperienza in più? E lui mi ha dato carta bianca.-
-Cos'ha ricevuto?- chiese Ron, grattandosi la nuca.
-Crup, Ron. Sono molto simili ad una razza di cane babbana, con la sola differenza che hanno una coda biforcuta. Si nutrono maggiormente di rifiuti, Gnomi e vecchi pneumatici.-
-Esatto, Hermione!- esclamò Hagrid, che l'aveva sentita. -E qualcuno di voi sa dirmi che cosa è necessario fare per tenere un Crup?-
Hermione alzò subito la mano, guardandosi attorno per scrutare eventuali rivali, ma presto si rese conto di essere l'unica a sapere la risposta.
Hagrid le rivolse uno sguardo eloquente, invitandola a parlare.
-E' obbligatorio possedere una Patente Crup ed esercitare sull'esemplare l'incantesimo Recido, per privarlo della coda biforcuta.-
-Non ti sei stancata di fare la secchiona, Granger? Sono passati sei anni dopotutto, sei diventata ripetitiva e noiosa. Beh, non che prima fossi di buona compagnia, è ovvio.-
Draco la fissava con aria strafottente, le mani nelle tasche dei pantaloni. Gli altri Serpeverde soffocarono le risate.
-E tu Malfoy, non ti sei stancato di fare l'idiota?- ruggì Ron.
-Ora basta!- tuonò Hagrid -Sarete felici di sapere che ho ottenuto da Silente anche il permesso di trasformare quest'esperienza... in un lavoro di coppia.-
Mormorii e borbottii si levarono dagli studenti.
-E questo ha lo scopo di farvi collaborare, perché le coppie saranno formate da un Grifondoro e da un Serpeverde. E non si discute!- esclamò, per sovrastare gli schiamazzi e i commenti di disapprovazione.
-Pessima idea!- Hermione era completamente basita.
-COSA? Lavorare con un Serpeverde? Ma siamo impazziti?- Ron era furioso.
-Non ho intenzione di sprecare il mio tempo in questo modo ridicolo e per di più con uno di loro!- sibilò Malfoy, squadrando i Grifondoro come se fossero la feccia della società.
-Non credere di essere l'unico a pensarla così- sbottò Hermione, indignata.
-Hagrid, non credo sia stata una buona idea- Harry cercò di mantenere un tono di voce calmo e neutrale, anche se in quel momento avrebbe voluto spaccare la faccia a Malfoy.
-Harry, dovete imparare a convivere civilmente, dovreste fare amicizia! I Serpeverde vi possono sembrare persone orribili, ma...-
-Lo sono davvero.- mormorò il ragazzo, guardandoli con aria truce.
-MA!- Hagrid cercò di riprendere il discorso -ma magari nascondono un lato di loro dolce e amichevole... come Aragog!- concluse, con aria sognante.
Harry ripensò a quando si era trovato nella Foresta Proibita con Ron il secondo anno e per poco non era diventato lo spuntino della famiglia di Aragog. Quel mostro non gli era sembrato né dolce, né amichevole.
-Io continuo ad essere della mia idea, Hagrid.-
-Bazzeccole, Harry!-
Hagrid cercò di attirare nuovamente l'attenzione di tutti.
-Questo lavoro contribuirà ad alzare il vostro voto a fine anno, quindi, che vi piaccia o meno, dovete farlo. Ora scrivete i vostri nomi su dei pezzetti di pergamena. I Grifondoro li inseriranno in questa bisaccia, i Serpeverde in quest'altra.-
I ragazzi, seppur controvoglia, obbedirono.
I continui sbuffi di Ron non facevano che alterare Hermione.
-Ron, smettila, tutto questo è stressante! Voglio dire, è già un guaio che Hagrid ci rifili un lavoro di coppia con i Serpeverde, in più tu non fai che contagiare tutti con il tuo nervosismo!-
-Se avessi a portata di mano qualcosa da mangiare, mangerei. Ma si da il caso che non abbia nulla, quindi mi sfogo come meglio credo.- disse lui a denti stretti.
-Molto bene. Le coppie saranno puramente casuali e non potranno essere cambiate. Ora, prima le signore!- Hagrid si guardò attorno soddisfatto.
Hermione, seguita da Calì e Lavanda, si avvicinò incrociando le dita dietro la schiena. Poi, come se nella bisaccia ci fossero stati degli Schiopodi in miniatura, vi infilò la mano con riluttanza e ne estrasse un bigliettino.
Le altre ragazze erano tutte indaffarate a scegliere il proprio pezzo di pergamena, cosicché nessuno sembrava prestare troppa attenzione a Hermione. Quest'ultima, col cuore in gola, aprì con dita tremanti il bigliettino e per poco non ebbe un mancamento.
A caratteri svolazzanti, con un inchiostro verde brillante, vi era scritto il nome di Draco Malfoy.



ANGOLO AUTRICE

So che lo scrivono un pò tutti, ma questa è davvero la mia prima fanfiction ed è anche la prima volta che decido di condividere con qualcuno quello che scrivo durante il mio tempo libero, quindi siate buoni e commentate. Mi farebbe piacere conoscere i vostri punti di vista o leggere semplicemente commenti sulle vicende.
Detto questo, buona lettura! <3

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Capitolo 2
*** Un inizio promettente ***


Ormai tutti avevano estratto il proprio compagno, ma Hermione sembrava non essersene accorta: continuava a fissare incredula il nome scritto sulla pergamena. Non poteva essere capitato veramente a lei. Sembrava un orribile e crudele scherzo del destino.
-Ehy, Hermione, tutto bene? Sai, sono stato estratto da Pansy Parkinson. E a quanto pare Ron è in coppia con Millicent Bulstrode. Dubito che a te possa essere andata peggio!- Harry si era avvicinato all'amica, cercando di prendere la situazione sul ridere.
Hermione non rispose, sembrava essere stata appena pietrificata di nuovo da un Basilisco.
Harry, incuriosito da quell'insolito comportamento, le sfilò dalle dita il pezzetto di pergamena e sgranò gli occhi.
Ron era rimasto a bocca aperta.
-Dra...Draco Malfoy?!- balbettò.
-Allora, chi di voi tre femminucce ha avuto l'onore di lavorare con me?- Draco era giunto senza fare rumore. Aveva un’aria decisamente scocciata, come se si fosse arreso molto a malincuore all’idea di Hagrid.
Hermione finalmente sembrò destarsi e alzò lo sguardo, incrociandolo nuovamente con quello del Serpeverde.
-Oh oh, la Mezzosangue! Davvero fantastico… Una Grifondoro… secchiona… e pure col sangue sporco. Peggio di così!-
-Grazie per questa sintesi illuminante.-
Hermione lo fissò rabbiosamente, costringendosi a non aggiungere altro.
-Bene, ora vi consegnerò le vostre Patenti e il vostro Crup. Per oggi limitatevi a portarlo a fare una passeggiata- borbottò Hagrid.
Hermione presto si ritrovò in braccio un esemplare di Crup, che scodinzolava allegramente cercando di leccarle la faccia.
Intanto Hagrid passò nuovamente in rassegna tra le coppie consegnando collari e guinzagli di cuoio.
Hermione posò a terra l'animale e scrutò con un sorriso maligno il volto di Malfoy. Si alzò sulla punta dei piedi, avvicinandosi al ragazzo.
Draco sentì improvvisamente delle dita sfiorargli il collo e si voltò immediatamente, un vago rossore gli balenò sulle guance.
-Cosa diavolo stai facendo, stupida Mezzosangue?- sbottò, allontanandole le mani con un gesto repentino.
-Ti sto mettendo il collare, no?-
-Sei impazzita per caso? Lo devi mettere a questo stupido animale!- ribatté infuriato.
-Oh, scusa Malfoy, devo essermi sbagliata. Ma non prendertela, siete così simili!- ghignò Hermione.
Sentì dietro di lei le risate soffocate di Harry e Ron e si voltò facendo loro un largo sorriso.
In quel momento la manona di Millicent Bulstrode schiaffeggiò la nuca di Ronald Weasley, che venne scaraventato in avanti e improvvisamente smise di ridere, iniziando a massaggiarsi la testa imprecando sottovoce.
Draco intanto aveva messo il collare al legittimo proprietario e aveva iniziato ad incamminarsi.
-Ehy Granger, non ho tempo da perdere, io- la chiamò con voce piatta.
Hermione lo raggiunse, ben attenta a mantenere almeno un metro di distanza da quella serpe e si concentrò a osservare il Crup, infinitamente più interessante del ragazzo che le stava affianco.
Ben presto si ritrovarono a passeggiare da soli vicino al lago.
Hermione continuava a fissare l'insolito cagnolino che trotterellava con aria spensierata.
-Mi trovi davvero così disgustoso, Granger?- chiese Malfoy, con sguardo assente.
Hermione pensò di aver sentito male e gettò un'occhiata fugace a Draco, per poi tornare a concentrarsi sul Crup.
-Perché, non si era notato, Malfoy?- rispose infine.
-Hai delle aspettative davvero molto basse allora, Mezzosangue... per frequentare lo Sfregiato e Lenticchia, intendo-
-Sono i miei migliori amici e, se permetti, preferisco infinitamente loro a quei poveri ragazzi che ti leccano i piedi, Malfoy. Voglio dire, ti frequentano sicuramente per qualche oscuro motivo. Non di certo perché sei un tipo amichevole o cordiale-
-Correggimi se sbaglio, ma credo che tu e quello sfigato di Weasley frequentiate lo Sfregiato solo per la sua fama. Non siete molto diversi da 'quei poveri ragazzi che mi leccano i piedi' dopotutto-
-MA COME TI PERMETTI? Serpe velenosa che non sei altro!-
Hermione lo spinse con tutte le sue forze, cogliendolo alla sprovvista. Il ragazzo, per mantenere l'equilibrio, lasciò andare il guinzaglio.
Il Crup per tutta risposta iniziò a scappare, lasciando Hermione di stucco.
-Un inizio promettente, direi!- sbuffò Draco.
-Idiota, l'hai lasciato scappare! Forza, dobbiamo riprenderlo!-
-Colpa tua, Mezzosangue. Riprenditelo da sola.-
-Come, scusa? Siamo in coppia insieme, devi aiutarmi!- non appena ebbe pronunciato quelle parole, si mordicchiò l'interno della guancia e arrossì violentemente.
-Non urlare Granger, o qualcuno potrebbe fraintendere- dopo averle fatto l'occhiolino, almeno così ad Hermione era sembrato, iniziò a correre dietro al Crup.
Hermione lo seguì, maledicendosi per ciò che aveva appena detto.
Perché lo aveva spinto? Perché avevano iniziato a litigare? Possibile che tutto fosse nato perché lui le aveva chiesto se lo trovasse davvero disgustoso? Perché mai rivolgerle una domanda così inopportuna all'improvviso?
Molti metri più tardi, Draco si buttò a capofitto per terra, riuscendo ad acchiappare finalmente il Crup. Quest'ultimo aveva preso la corsa come un gioco e continuava a scodinzolare e a girare intorno al ragazzo, ancora disteso sull'erba.
Hermione cercò di soffocare una risata coprendosi la bocca con una mano. Aveva i capelli più scompigliati del solito e sentiva i polmoni bruciare. Si raccolse la chioma in una coda e sbottonò i primi due bottoni della camicetta bianca che indossava, cercando di farsi aria muovendo le mani.
Nel mentre, guardò Draco di sottecchi. Il ragazzo si era rimesso in piedi, aveva recuperato il guinzaglio e la stava guardando a qualche metro di distanza.
-Che c'è?- sbottò lei, coprendosi istintivamente il petto.
-Niente, Granger. Non ti illudere che io possa guardarti in quel modo, anche se ti piacerebbe- disse lui.
-Non ci sperare troppo, Malfoy-
Così dicendo, Hermione afferrò prontamente il guinzaglio decisa a tornare da Hagrid con Draco alle calcagna.
Dopo alcuni minuti si voltò e notò che anche quella volta gli occhi grigi di Malfoy erano puntati su di lei. Si rigirò subito, imbarazzata.
“Oh, per la barba di Merlino, cosa sta succedendo qui?”



ANGOLO AUTRICE
Hermione sta iniziando a perdere le staffe. Ma a cosa deve il "merito"? Ai continui insulti e punzecchiature di Malfoy o a quei penetranti occhi grigi? 

Bene, dopo questa piccola e forse inutile digressione, volevo ringraziare pubblicamente:
- 483_inter
- LieselRudy
Grazie ancora per le vostre recensioni, probabilmente se non avessi ricevuto dei buoni input mi sarei bloccata!
Ps. Commenti e punti di vista sono più che buon accetti!
Buona lettura <3

 

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Capitolo 3
*** Una casa per Junko ***


Hermione camminava taciturna, sperando che il rossore sulle guance sparisse in fretta. Si era imposta di non voltarsi più per evitare situazioni imbarazzanti.
Finalmente vide in lontananza Hagrid circondato dai suoi compagni e dai ragazzi di Serpeverde: lei e Malfoy erano sicuramente gli unici che mancavano ancora all’appello.
Iniziò a camminare a passo spedito cercando di non dare troppo peso agli sguardi puntati su di lei e sul ragazzo che faticava a starle dietro, e presto riconsegnò il Crup all’insegnante.
-Bene, ora che anche gli ultimi ritardatari hanno fatto ritorno, potete rientrare e tornare domani mattina. Ottimo lavoro a tutti!- Hagrid si congedò dagli studenti, che si affrettarono a tornare al castello.
-Hermione, eccoti! Pensavamo che Malfoy ti avesse schiantata nel parco- Harry le si affiancò, reggendo Ron come meglio poteva.
-Cos'è successo?- invece di rispondere, Hermione guardava la gamba zoppicante di Ron con aria preoccupata.
-Quel gargoyle di Millicent Bulstrode le è caduto addosso.- disse Harry, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
-Ridi, ridi pure...- borbottò Ron con un'espressione dolorante.
-E ti sarebbe caduta addosso per grazia divina?- indagò Hermione.
-Certo che no. Quel dannatissimo Crup stava tirando al guinzaglio come un forsennato... Deve avere una forza incredibile, perché ad un certo punto ha strattonato così forte che la Bulstrode ha perso l'equilibrio e mi è finita addosso, schiacciandomi la caviglia. Ora sembra gelatina!- si lamentò.
Hermione non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una risata cristallina unendosi ad Harry e contagiando anche Ron.
-Aspetta Harry, ti do una mano- disse poi, cercando di tornare seria.
Si passò un braccio di Ron sulle spalle e insieme si avviarono verso l'infermeria.


La mattina dopo i tre amici si trovarono come di consuetudine alla tavolata dei Grifondoro per gustarsi una colazione sostanziosa prima di tornare da Hagrid. Ron si era servito una generosa porzione di porridge, mentre Harry ed Hermione si erano accontentati di succo e torta di mele.
Hermione sperava in un inizio giornata più tranquillo ma, in quanto prefetto, dovette intervenire un paio di volte tra quelli del primo anno e alcuni del quarto per requisire degli scherzi del negozio Tiri Vispi Weasley e fu più il tempo passato in piedi che quello seduto a gustarsi la sua fetta di torta. Già stanca, prese la sua borsa e, maledicendo fra sé e sé Fred e George, si avviò verso la capanna di Hagrid con Harry e Ron.
Hermione vide un gruppo di Serpeverde confabulare in disparte e notò subito una figura slanciata rivolta verso di lei. Due occhi magnetici e pungenti la squadravano da lontano.
La ragazza tirò dritto, cercando di non prestare troppa attenzione a quello sguardo inquisitore.
-Buongiorno, ragazzi! Vi sono mancati i vostri animaletti? Oggi ci facciamo l'incantesimo Recido, ma dovete stare attenti a non sbagliare. Poi per questo fine settimana ci ho chiesto a Silente se potevate tenerli, perché io non posso, e così mi ha dato questi permessi speciali. Buon uomo, Silente...-
-Vuole che ci occupiamo a tempo pieno di quei cosi per un intero fine settimana?- si lamentò Ron.
-Oh Ron, pensa che dovrai stare in compagnia di Millicent Bulstrode! Sopravvivrai?- Hermione soffocò una risatina.
-Beh, non che a te vada meglio, anzi...- bofonchiò di rimando, alludendo a Malfoy.
Hermione pensò al Serpeverde, mordicchiandosi il labbro con fare nervoso: avrebbe dovuto passare davvero due giorni con quel ragazzo ripugnante? Oh, per Merlino, se avesse dovuto farlo per far alzare il suo voto, lo avrebbe fatto!               
-Ehy, Mezzosangue.-
Draco era dietro di lei e il sussurro le arrivò gelido come un soffio di vento di febbraio sul collo scoperto. Si girò di scatto e si ritrovò faccia a faccia con la nemesi del suo migliore amico.
-Malfoy- salutò.
-Perché pronunci il mio cognome quasi come se fosse un insulto?- un sorriso beffardo veleggiò sul suo volto pallido.
-Per il semplice motivo che la somiglianza è impressionante- spiegò facendo spallucce.
-Non sapevo che avessi delle battute nel tuo repertorio, Granger-
-Sono piena di sorprese, Malfoy. E ora… fa qualcosa di utile alla società: occupati del Crup.-
Draco guardò l'animaletto scodinzolare festosamente attorno ai suoi piedi. Aveva occhietti rotondi e lucidi, la lingua a penzoloni. Si rigirò la bacchetta tra le dita sudate, indeciso sul da farsi.
-Vedi di sbrigartela tu, Mezzosangue- sbottò infine, fingendo uno sbadiglio.
Possibile che si fosse affezionato così velocemente a quella bestiolina tanto da sentirsi in colpa dal privarlo del suo unico segno di riconoscimento?
Hermione sbuffò facendosi avanti e senza battere ciglio recise la coda biforcuta con precisione disarmante. Dopo aver riposto la bacchetta, si inginocchiò accanto al Crup e gli grattò dolcemente dietro le orecchie. Draco si ritrovò a fissare la scena senza riuscire ad aprire bocca e un timido sorriso gli increspò le labbra. Hermione alzò lo sguardo e la sua solita, perenne e truce espressione ricomparve improvvisamente.
-Dovremmo organizzarci per questo fine settimana- dichiarò la ragazza, gli occhi fissi sulla creatura.
-Potrei fraintenderti, Mezzosangue. Di nuovo-
Hermione si sentì avvampare.
-Pervertito! Sai meglio di me che sto parlando di...ehm, Junko.-
-Junko?- ripeté lui.
-Sì, ho deciso di chiamarlo così. Problemi, Malfoy?- ringhiò Hermione.
-No, assolutamente. Mi piace Junko-
Hermione, pronta a ribattere qualsiasi cattiveria, rimase di stucco.
-Beh, comunque dobbiamo trovargli una sistemazione. Avevo pensato di tenerlo io, ma ho già Grattastinchi e non credo possano andare molto d'accordo. Forse potremmo usare la Stanza delle Necessità...-
-Escluso, Granger. Pansy e Millicent poco fa stavano discutendo su chi l'avrebbe usata tra loro. Me ne sono andato prima che si azzuffassero-
-Fantastico. Non ho altre idee al momento- sbuffò.
-Potrei tenere io Junko- azzardò Draco.
-Cosa? Tu? E dovrei fidarmi?- Hermione scoppiò in una risata nervosa, convinta che lui stesse scherzando.
-Sembra che tu non abbia altra scelta, Granger. E se proprio non ti fidi potrai venire a farci visita ogni volta che lo desideri- disse, prendendo in braccio il Crup.
Che scherzo era mai quello? Perché Draco era diventato improvvisamente così disponibile? La ragazza prese perfino in considerazione l’idea che forse Malfoy potesse essere sotto l’effetto della Maledizione Cruciatus.
Nonostante Hermione avesse dubbi a non finire, accettò a malincuore. Dopotutto quella era l'opzione migliore che le si era presentata.



ANGOLO AUTRICE
Forse questo capitolo non sarà un granché, ma è fondamentale per l’evolversi della storia e soprattutto per ciò che succederà dopo eheh.
Aspetto con ansia i vostri pareri anche questa volta e colgo l’occasione per ringraziare i precedenti recensori:
- 483_inter
- katherina23
Come sempre, buona lettura! <3

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Capitolo 4
*** Stellasplendore ***


-Hermione, tutto bene? Ti vedo un po’ assente- fece notare Harry a tavola.
-Oh sì, sono solo un po’ stanca. Ehy Ron, sai dov'è Ginny?-
Ron tentò di parlare con la bocca piena, ma Hermione gli fece cenno di tacere. Non voleva ritrovarsi del cibo masticato non identificato in mezzo ai capelli.
-Credo sia laggiù, accanto a Katie Bell-
Harry guardò Hermione alzarsi di scatto dalla panca e raggiungere la ragazza dai capelli rossi e parlarle all'orecchio. Pochi secondi dopo uscirono insieme dalla Sala Grande.

Hermione raccontò a Ginny per filo e per segno della pessima idea che aveva avuto Hagrid, della passeggiata con Malfoy e del suo invito nella sua camera per andare a trovare Junko.
-Come dovrei interpretare il suo comportamento? È decisamente strano, non trovi?- sbuffò infine, lasciandosi cadere sul suo letto a braccia aperte.
-Quello che è sicuro è che tutto questo non ha nulla a che fare con il Malfoy che conosciamo. Non è proprio da lui- convenne Ginny evidentemente perplessa.
-E poi anche tutti quegli sguardi... Voglio dire, dev'essere totalmente impazzito, no? Non facciamo che discutere, ma gli sguardi che mi rivolge non sembrano sprezzanti quanto le sue parole. Non è normale, no?-
Hermione parlava a raffica e Ginny si chiese se riuscisse a respirare.
-E tu come fai a sapere che ti guarda sempre? Non mi dirai che lo fai anche tu!-
Hermione sgranò gli occhi mordicchiandosi l'interno della guancia: non aveva minimamente pensato a questo aspetto.
Aprì la bocca per farfugliare qualcosa in sua difesa, quando un ticchettio insolito la fece distrarre: una civetta bussava insistentemente alla sua finestra. La fece entrare e, mentre Ginny accarezzava la civetta distrattamente, Hermione aprì incuriosita la busta per poi leggere la lettera.
-Chi ti scrive?-
-...Malfoy- sussurrò sgomenta.
-Malfoy?! E cosa ti ha detto?-
-Di andare da lui-


Hermione era davanti al muro che l'avrebbe condotta alla Sala Comune dei Serpeverde. Era insolitamente irrequieta e continuava a guardarsi attorno con aria colpevole, anche se sapeva bene che gli altri studenti erano ancora tutti nella Sala Grande e nessuno l'avrebbe potuta vedere. Nessuno sapeva nulla di quell'incontro. Nessuno... tranne Ginny.
Hermione era uscita dalla sua stanza, voltandosi più volte per guardarla come se cercasse un sostegno morale, ma l'unica cosa che notò fu un impercettibile sorriso incresparsi sulle labbra della sua amica.
“Quanto ci mette quel ragazzo? È già abbastanza imbarazzante per me trovarmi qui!”
-Nervosa, Granger?-
Un alto ragazzo con il mento appuntito sbucò dal nulla alle spalle di Hermione.
-La potresti cortesemente smettere di apparire così all’improvviso?- sbottò lei, mettendosi una mano sul cuore che batteva all’impazzata.
Malfoy la ignorò.
-Conto su di te per la discrezione, Mezzosangue. Saprai la parola d'ordine della nostra Sala Comune e... beh, se la cosa verrà divulgata in giro, saprò chi venire a cercare. Stellasplendore!-
Il muro di pietra scivolò di lato, lasciando via libera ai due ragazzi.
Draco la condusse verso una lunga scala a chiocciola in mogano fino ad arrivare ad un lungo corridoio illuminato da lanterne che lanciavano bagliori lugubri sulle pareti.
Hermione entrò con circospezione in quella che doveva essere la camera di Draco e Blaise Zabini, un ragazzo della sua combriccola di Serpeverde.
-Tranquilla, Blaise non verrà qui. Passerà il resto del tempo libero con Daphne Greengrass, probabilmente- disse con voce piatta.
La ragazza si guardò attorno, incuriosita. Due enormi letti a baldacchino troneggiavano in mezzo alla stanza ed erano ornati con tende verdi e argentate. Su una delle poltroncine in un angolo della camera vide Junko acciambellato, che sonnecchiava profondamente.
-Non avremmo dovuto prenderlo soltanto tra due giorni?- chiese Hermione stupita, avvicinandosi al Crup cautamente.
-Beh sì, in effetti anche Hagrid era un po’ sorpreso della mia richiesta. Ma quando gli ho detto che anche tu eri d'accordo ad accudirlo prima del previsto non ha fatto storie.-
Hermione lo guardò torvo.
-Non avevi detto di non voler perdere il tuo preziosissimo tempo con questo progetto?-
-Beh, ecco… Naturalmente è per ottenere voti aggiuntivi. Se ci mostriamo interessati a questo lavoro verremo premiati, suppongo- boccheggiò lui.
A quelle parole la Grifondoro stiracchiò le labbra in quello che avrebbe dovuto assomigliare ad un sorriso di consenso, anche se il comportamento di Malfoy stava diventando, per quanto possibile, ancora più sospetto.
-Direi che per ora non ci sono problemi qui- concluse Hermione, inginocchiandosi accanto a Junko per accarezzarlo.
Draco, con grande sorpresa della ragazza, le si mise accanto, passando le dita tra il pelo corto e ispido dell'animaletto.
Le mani dei due ragazzi si sfiorarono appena.
Per Hermione fu come una scossa elettrica, ritirò immediatamente la mano con uno scatto, ma perse l'equilibrio e cadde all'indietro battendo la testa contro il muro.
-Attenta Mezzosangue, non vorrei mai che mi sfondassi il muro con quella testaccia che ti ritrovi. O peggio, che lasciassi delle tracce del tuo sangue sporco sulla parete-
Draco ghignò, ma notò che la ragazza era troppo impegnata a massaggiarsi la nuca per prestargli attenzione.
-Ehy Granger, tutto bene?-
Questa volta le si avvicinò, ancora appoggiato sulle ginocchia.
Hermione alzò lo sguardo e si ritrovò a pochi centimetri dal volto di Malfoy.
Draco rimase di fronte a lei, in attesa di una sua risposta.
C'era qualcosa in lei che lo affascinava, che lo attirava come il miele attira le api. 
Malfoy sentiva il battito del suo cuore accelerare e si ritrovò a fissare la bocca semiaperta della ragazza: in quel momento la trovava ancora più bella di quando si apriva per poi far uscire quell’irritante vocina da saputella che lo insultava e lo contraddiceva perennemente. Anche le sue mani dalle dita affusolate erano davvero belle ora che non erano chiuse a pugno sulla sua faccia.
Come aveva potuto resisterle fino a quel momento? Sembrava impossibile.
Il resto avvenne in un attimo.
Draco si sporse improvvisamente in avanti e premette le labbra su quelle di Hermione. Chiuse gli occhi e, messa una mano sulla spalla della ragazza, la attirò a sé in un gesto repentino.
Hermione sentì il calore pervadergli il corpo e le narici si impregnarono del profumo al muschio bianco di Malfoy.
“Cosa diavolo sta succedendo?!”
La ragazza si irrigidì di colpo e si scostò violentemente, portando una mano alla bocca e sgranando gli occhi lucidi.
Draco era sconvolto quanto lei, ma non lo diede a vedere. Si alzò di scatto come se nulla fosse e prese a gironzolare per la stanza. Hermione si tirò su a fatica e raggiunse la porta, l'unica sua via di salvezza. Abbassò la maniglia con mani tremanti e sgusciò fuori, per poi correre via.
-A più tardi, Granger!-
La voce di Malfoy echeggiò nel corridoio ormai vuoto.



ANGOLO AUTRICE

Ta-daaa, colpo di scena all’ultimo minuto!
Hermione è decisamente scossa. Lo è talmente tanto che cercherà di giustificare il "bacio" come uno spiacevole inconveniente. Ma lo è davvero?

Volevo ringraziare ancora una volta (ormai aspetto con ansia i loro commenti ahah) 483_inter e katherina23.
Ma volevo anche ringraziare tutti gli altri lettori timidoni e silenziosi che leggono la mia storia: soltanto vedendo le visualizzazioni dei capitoli aumentare mi sento in un certo senso “apprezzata”.
Alla prossima e buona lettura <3

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Capitolo 5
*** Nei sotterranei ***


Hermione era finalmente salva e seduta nella classe di Aritmanzia, ma non riusciva a prestare attenzione come invece era abituata a fare.
Si passò per l'ennesima volta l'indice sulle labbra, che ancora fremevano e pizzicavano da quando era uscita dalla camera di Malfoy. Aveva corso a perdifiato fino ad arrivare nei sotterranei, dopodiché si era dispersa tra la folla che usciva dalla Sala Grande. Aveva camminato come se fosse nel bel mezzo di una trance fino alla classe e si era seduta silenziosamente.
Fece un lungo sospiro rumoroso e le parve di risentire vagamente un profumo di muschio bianco. Scosse la testa e tornò a fissare la professoressa Vector con sguardo assente.
Cos'avrebbe dovuto fare? Raccontarlo a Harry e Ron avrebbe significato farli arrabbiare sul serio. Sarebbero andati dritti da Malfoy e lo avrebbero fatto nero, e in questo modo la storia del... bacio si sarebbe sparsa per tutta Hogwarts nel giro di mezzo minuto e lei ne sarebbe diventata lo zimbello. Per non parlare di Draco che avrebbe negato tutto anche sotto tortura e gliel'avrebbe fatta pagare sicuramente.
Era quasi certa che il Serpeverde non sarebbe mai andato in giro a vantarsi di aver baciato una come lei, quindi il segreto era al sicuro se a custodirlo fossero rimasti solo loro due.
Prese anche in considerazione l'idea di sfogarsi con Ginny, ma la scartò quasi subito: probabilmente il bacio tra lei e Malfoy non era stato che un malinteso, magari lui si era sporto troppo e aveva perso l'equilibrio... Non l'avrebbe mai fatto di sua volontà. Sì, doveva essere andata sicuramente così. E per esserne assolutamente certa glielo avrebbe chiesto personalmente non appena avrebbe avuto l'occasione.

Terminata l’ora di Aritmanzia, Hermione raccolse penna, libri e quaderni, uscì dall’aula e si mischiò nuovamente nella folla rumorosa che popolava il corridoio.
-Eccoti qui!-
Hermione sobbalzò girandosi di scatto, ma tirò un sospiro di sollievo nel vedere che erano i suoi amici.
-Ciao ragazzi!-
-Non sembri molto allegra...- fece notare Harry.
La ragazza arrossì violentemente e abbassò lo sguardo, continuando a camminare.
-Non dovresti meravigliarti Harry, no? Dopotutto ora abbiamo due ore con quelle canaglie di Serpeverde.-
Hermione deglutì a fatica. Due ore nella stessa aula con Malfoy? Non poteva sicuramente andare peggio.

Hermione tentò di concentrarsi al massimo sugli ingredienti per preparare la Mordacita Maxima e sulla lavagna ma, nonostante si trovasse al primo banco, riusciva a percepire due occhi grigi e penetranti che puntavano dritti su di lei e questo la infastidiva.
Passata la prima ora, Hermione si rese conto di essere a buon punto, perciò si focalizzò totalmente sulla pozione: prima avrebbe finito e prima sarebbe uscita da quell'aula infernale.
Mezz'ora dopo aveva terminato: portò una fiaschetta al professor Lumacorno, poi tornò al proprio posto e iniziò a ritirare il suo materiale didattico con una certa fretta.
Diede un'occhiata generale ai suoi compagni: Harry se la cavava, o almeno così le pareva in confronto a Neville che, in preda al panico, aveva iniziato a mescolare e aggiungere ingredienti affidandosi completamente al caso. Ron e Seamus erano seduti dietro ed entrambi avevano un'espressione afflitta e sfiduciata, di chi ormai si era arreso da tempo.
Hermione sistemò la sedia e uscì tronfia dalla classe.
Si fermò nel corridoio sotterraneo e buttando all'indietro il capo, si lasciò sfuggire un sospiro. Era salva.
-Ehy, Mezzosangue!-
La ragazza si voltò di scatto e vide Draco avvicinarsi a lei. Le gambe le diventarono improvvisamente due budini e lo stomaco le si contorse.
-Non avevo detto di smetterla con queste apparizioni improvvise?- boccheggiò.
-Da quando in qua un Serpeverde prende ordini da una Grifondoro col sangue sporco?-
-Dovevo immaginarlo che era una causa persa. Ad ogni modo… Vorrei  parlarti- disse, schiarendosi la gola.
-Ma davvero? Sentiamo un po’- un sorriso beffardo comparve sul suo viso.
-Volevo solamente accertarmi su quanto successo prima, in camera. Voglio dire... è stato un caso, no?- domandò, torturandosi una ciocca di capelli.
Draco le si avvicinò pericolosamente, facendola indietreggiare fino a farle toccare la schiena sul freddo muro del corridoio.
I loro volti erano a pochi centimetri di distanza, i respiri si mescolavano, i corpi irrigiditi. 
-Un caso dici, Granger? Può darsi. Non era nei miei piani, effettivamente- il tono lascivo di Malfoy fece fremere impercettibilmente la ragazza -Ma prova a classificare anche questo come... un caso-
E per la seconda volta il ragazzo si impadronì delle sue labbra, lasciandola di stucco. Hermione era completamente immobile, faticava a capire cosa stesse succedendo. Era convinta di stare immaginando tutto, non poteva esser reale! Sentiva il cuore batterle all'impazzata e un corpo estraneo avvicinarsi sempre più al suo. E poi... il muschio bianco: percepì il profumo avvolgerla e cullarla come una dolce ninna nanna.
Aveva appena socchiuso gli occhi, assaporandosi l'aroma e il silenzio di quel momento, quando Malfoy cercò di approfondire il bacio. Lasciò che la lingua indugiasse sulle labbra serrate di Hermione.
La ragazza si divincolò, ma le mani di Draco erano come due tenaglie salde e la strinsero ancora più forte. Quello era davvero troppo: Hermione affondò i denti nel labbro di Malfoy, fino a quando non sentì il sapore metallico del sangue in bocca.
Il ragazzo mollò la presa e si passò il dorso della mano sul labbro inferiore, allontanandosi di qualche passo da Hermione.
-Ottima mossa, Granger- ghignò, leccandosi via il sangue dalle labbra.
-Cinque punti a Grifondoro- ammiccò lei, ritrovandosi poi inaspettatamente a fissare quella bocca che fino a qualche secondo prima era impressa sulla sua.
Improvvisamente sentirono dei movimenti bruschi e stridii di sedie e banchi provenire dalla classe di Lumacorno, segno che anche gli altri studenti stavano per uscire.
-Beh, ci vediamo domani, Mezzosangue.-
Malfoy s'incamminò spavaldo per i corridoi del sotterraneo, lasciando Hermione talmente sbigottita e sconvolta che non notò che Pansy Parkinson li osservava da lontano, nel buio, con volto allibito.

 

ANGOLO AUTRICE

La Parkinson non porta mai a nulla di buono!
Riuscirà a farsi gli affari suoi? *domanda più ironica non potevo farla, neanche se mi ci fossi messa d’impegno*

Ringrazio per l’ennesima volta le mie fidate lettrici (sperando di non dar loro fastidio ahah): 483_inter e katherina23.
Ringrazio anche tutti gli altri lettori silenziosi e chi ha addirittura aggiunto la mia storia tra le “preferite” e chi ha deciso di seguirla: mi farete piangere prima o poi!
Buona lettura e al prossimo capitolo <3

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Capitolo 6
*** Attacchi di gelosia ***


Il resto della giornata passò, se così si può dire, in modo abbastanza tranquillo, tranne per il fatto che Hermione cercò accuratamente di evitare Ginny, temendo che l'amica potesse chiederle com'era andato l'incontro con Malfoy. La ragazza era così insistente che avrebbe scoperto tutto e non poteva permetterlo.

La mattina seguente Hermione venne svegliata dal busso insistente di un barbagianni. Afferrò il pezzo di pergamena piegato sbadigliando e, una volta aperto, riconobbe subito la calligrafia del Serpeverde: le chiedeva di venire da lui nella pausa pranzo, di nuovo. Quelle richieste non facevano che turbarla e si chiedeva se il ragazzo avesse provato di nuovo a baciarla nonostante lei gli avesse fatto sanguinare il labbro. Ma il vero dubbio che la tormentava in realtà era un altro: sotto sotto le piacevano quelle insolite attenzioni?

Le ore di Erbologia e Rune Antiche volarono ed ora Hermione si trovava in Sala Grande con Harry e Ron. Senza darlo troppo a vedere, diede un'occhiata alla tavolata dei Serpeverde: Malfoy non c'era. Forse la stava già aspettando nella sua stanza. Doveva trovare una scusa plausibile per sgattaiolare via senza dare troppo nell'occhio... ma come fare?
Notò che i suoi due amici erano intenti nel parlare del nuovo schema della squadra di Quidditch, così, senza tanti complimenti, si alzò dalla panca.
-Hey Hermione, dove vai?- chiese subito Ron.
-Oh, ecco, vedete... io... dovevo andare un attimo...-
-In biblioteca, scommetto- Harry le ammiccò.
-Esattamente! Ci vediamo dopo a lezione!-
Rivolse loro un sorriso e, sollevata, si diresse verso i sotterranei.
Quei corridoi freddi e lugubri la mettevano a disagio, per non parlare di quelle lanterne verdi che rendevano l'ambiente molto più inquietante di quanto già non fosse.
Indugiò qualche minuto davanti al muro, credendo di veder sbucare fuori Malfoy da un momento all’altro. Ma il ragazzo non arrivò.
-Stellasplendore!- dichiarò allora lei, varcando il passaggio segreto.
Senza far rumore, e sempre guardandosi attorno con circospezione, salì la scala a chiocciola per poi fermarsi davanti alla porta. Aveva già la mano appoggiata alla maniglia, quando improvvisamente si bloccò: dalla camera provenivano delle voci. Malfoy non era solo.
-Non credevo arrivassi a tanto, sai Draco? Mi hai davvero sconvolta...-
-Si può sapere perché avresti saltato Pozioni? E soprattutto perché mi stavi spiando?-
-Spiando? Certo che no, vi ho visti per pura casualità.-
-Mh-
-Quindi... tra voi non c'è nulla, o sbaglio?-
-Certo che non sbagli, Pansy.-
Pansy? Pansy Parkinson li aveva visti? Hermione trasalì, ma rimase in ascolto.
-Che sollievo, Draco. Pensavo ti volessi mischiare con quella feccia. Non vorresti  ehm... recuperare?-
-Cosa, scusa?-
-Recuperare, sai... Beh, siamo da soli qui in camera...-
-Oh-
-Che ne dici?-
Il tono mellifluo e suadente di Pansy era così irritante da far venire voglia di abbracciare il Platano Picchiatore. Hermione soppresse i suoi istinti e continuò ad origliare.
-In teoria a momenti la Granger dovrebbe arrivare. Sai, per il Crup…-
-Ah, per la bestiaccia dici? Magari potresti rifilargliela, così noi due potremmo farci gli affari nostri in tutta traqnuillità. Devo ammettere che non sopporto questo continuo scodinzolio attorno ai piedi.-
-Non fare l'idiota, Pansy.-
-Suvvia Draco, almeno dille di passare un'altra volta. Non credo proprio che si offenderà.-
-Già... Figuriamoci… Va bene, ora le spedisco un altro gufo.-
Pansy lanciò un urletto deliziato ed Hermione pensò di aver sentito abbastanza, così si allontanò a grandi passi fino a raggiungere di nuovo la Sala Grande.


Draco si mise seduto sul letto, strofinandosi gli occhi. Rivolse un'occhiata alla ragazza al suo fianco, che si stava riabbottonando la camicetta con un vago sorriso stampato in faccia. Junko arrivò a balzi verso di lui e iniziò a strofinarsi col fianco sulle sue gambe. Draco lo grattò distrattamente dietro le orecchie, pensando a quanto successo poco prima. Era andato a letto con Pansy. Di nuovo. Ma non si sentiva soddisfatto, né tantomeno felice o rilassato.
Si era pentito di aver mandato il secondo gufo ad Hermione non appena lo aveva sentito svolazzare via. Avrebbe preferito passare il resto della pausa pranzo a discutere e litigare con quella ragazza testarda come un mulo piuttosto che stare in compagnia di quella cozza di Pansy. E non riusciva a capirne il motivo. Perché mai preferire una Mezzosangue?
Sbuffò e andò in bagno a sciacquarsi la faccia. Si infilò una maglia e si preparò per andare a lezione.

Si avviò con passo lento per i corridoi, intento a raggiungere la classe di Trasfigurazione. Voltato l'angolo, il suo sguardo ricadde istintivamente su  Hermione che chiacchierava imbarazzata con un ragazzo. Chi diavolo era quello? Si avvicinò senza dare nell'occhio: era Cormac McLaggen.
Avvicinandosi con apparente noncuranza, cercò di captare i loro discorsi.
-...fine settimana a Hogsmeade con me.-
-Beh, ecco non so cosa dire...- Hermione si stava attorcigliando una ciocca di capelli attorno all'indice con aria nervosa e si stava mordicchiando il labbro inferiore.
-Dì di sì!- Cormac le rivolse un sorriso a trentadue denti.
Hermione aprì la bocca, intenzionata a parlare. Avrebbe accettato. Gli avrebbe detto di sì, ne era certo!
-Salve McLaggen, che piacevole coincidenza. Credo che dobbiate posticipare il vostro appuntamento. Si da il caso che la Granger abbia già un impegno, perché... siamo in coppia-
Malfoy si morse la lingua subito dopo. Che diavolo aveva fatto?
Cercò di mantenere la sua solita espressione neutrale ed apatica.
Hermione si voltò per fulminarlo con lo sguardo.
-Malfoy, qualcuno potrebbe fraintendere- sbottò acida, per poi voltargli le spalle e andarsene, seguita da Cormac.
Draco rimase con un pugno di mosche in mezzo al corridoio.
Mentre si dirigeva a Trasfigurazione, si chiese se ad Hermione non fosse andato giù il suo cambio di programma all'ultimo minuto.
Ma perché preoccuparsi tanto per quello che potrebbe pensare una lurida Mezzosangue?



ANGOLO AUTRICE
Spero possiate perdonarmi per il capitolo leggermente più corto degli altri, ma, avendo già preparato quello successivo, anticipo che il settimo capitolo sarà decisamente più lungo!
Come al solito ringrazio 483_inter e katherina23, per darmi ogni volta supporto morale... e ringrazio ancora chi segue e chi ha messo tra le sue preferite la mia fan fiction, piano piano aumentate anche voi, siete fantastici!
Spero che qualcun altro voglia farmi sapere con un messaggio privato o con una recensione cosa ne pensa della storia, mi farebbe molto piacere!
Buona lettura e alla prossima <3

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Capitolo 7
*** Appuntamento al buio ***


Era un anonimo venerdì mattina e i primi timidi raggi del sole di settembre facevano capolino tra le tende dei letti.
Draco si alzò di malavoglia e lanciò uno sguardo sfuggente a Blaise, ancora addormentato e con la testa sotto al cuscino.
Quella sera aveva fatto fatica a prendere sonno: continuava a chiedersi se la Mezzosangue avesse accettato l'invito di McLaggen, lasciandolo solo nel weekend a sbrigarsela con Junko. Quel comportamento ce lo si poteva aspettare da lui, non certo da Hermione! Eppure, come aveva detto lei, era piena di sorprese…
La soluzione sarebbe potuta rivelarsi alquanto scomoda, ma Malfoy non vide alternative se non quella di chiedere senza tanti giri di parole alla Grifondoro cosa avesse deciso. Avrebbe potuto mandarle un altro gufo, ma gliene aveva già spediti tre... E l'idea di fermarla in mezzo ai corridoi o andarle a parlare mentre era seduta nella Sala Grande con gli altri lo mettevano a disagio.
Come fare?


I tre ragazzi avevano appena finito di fare colazione quando si alzarono dalla tavola.
Hermione ebbe l'impressione di essere osservata, o peggio ancora di essere seguita, ma si disse tra sé e sé che doveva essere diventata paranoica.
-Allora noi andiamo a Divinazione! Ci vediamo a pranzo.-
La ragazza salutò Harry e Ron e, tenendosi stretti al petto alcuni libri, si girò dalla parte opposta e s'incamminò da sola per il corridoio.
Quasi non lanciò un urlo quando una mano spuntata dal nulla le prese saldamente il braccio e la tirò con forza dietro una grande armatura.
Si ritrovò a pochi centimetri da Malfoy, che subito si premette l'indice contro la bocca, pregandola con lo sguardo di non gridare.
Hermione per tutta risposta lo fissò sbigottita.
-Senti Granger, devo solo chiederti una cosa- mormorò, schiarendosi appena la voce.
La ragazza gli fece cenno di continuare.
-Mi chiedevo se alla fine avessi accettato l'invito di McLaggen.-
Gli occhi di Hermione si ridussero a due fessure.
-Dopotutto questo fine settimana avevi già un impegno. O hai la testa altrove e te ne sei dimenticata, Mezzosangue?-
-Bada a come parli, Malfoy. Non mi sono certo dimenticata di Junko! Infatti nei prossimi giorni me ne prenderò cura, come Hagrid si aspetta che facciamo.-
-Quindi l'uscita a Hogsmeade...-
-Il fine settimana a Hogsmeade è tra un mese!- sibilò.
Draco stava per ribattere, ma l'affermazione di Hermione lo ammutolii all'istante. Possibile che non si fosse informato sulle uscite a Hogsmeade? Si sarebbe potuto risparmiare quella figuraccia!
-Oh...- si lasciò sfuggire.
-Tranquillo, non ti abbandonerò nel momento del bisogno, Malfoy. Anche se a quanto pare la compagnia non ti manca.-
Il ragazzo tentò di afferrare il significato di quella frase allusiva, ma come poteva anche solo sospettare che Hermione avesse origliato la sua “conversazione” con Pansy?
-Ora se non ti dispiace, avrei da fare.-
Hermione uscì allo scoperto, subito imitata dal Serpeverde.
-Fatti trovare questa notte alle undici nei sotterranei- mormorò.
E come se nulla fosse, prese la direzione opposta della ragazza e si dileguò nel corridoio semideserto.


-Hermione, hai un minuto?-
Ginny Weasley le si avvicinò nella Sala Comune dei Grifondoro, interrompendo la chiacchierata con Harry e Ron.
-Ehm...- Hermione iniziò a guardarsi attorno come per cercare una via di fuga.
-Oh, non ti preoccupare per noi Hermione. Stavamo giusto pensando di andare a dormire. Vero, Ron?-
Harry diede una gomitata all'amico, che si affrettò ad annuire, alzandosi subito dopo dalla poltroncina e mimando uno sbadiglio non molto convincente.
Quando i ragazzi furono spariti dalla loro vista, Ginny si accomodò accanto ad Hermione, che ormai si sentiva con le spalle al muro.
-Sbaglio o stai cercando di evitarmi, Hermione Granger?- disse con tono di sfida.
-Io? Ma che vai a pensare..!-
-Non sono mica stupida, sai? L'ultima volta che abbiamo parlato è stato quando mi hai raccontato di Malfoy. Da quando te ne sei andata per incontrarlo non ci siamo rivolte la parola se non per salutarci di sfuggita. Allora, mi spieghi cos'è successo?-
-Come cos'è successo? Cosa vuoi che sia successo? Un bel niente. Voglio dire... cosa doveva succedere? Ci siamo insultati, come al solito.-
Ma la parlantina veloce e irrequieta di Hermione non fecero che far insospettire maggiormente l'amica.
-Dimmi cos'è successo Hermione, o potrei pensare di chiedere in prestito del Veritaserum- le lanciò uno sguardo minaccioso.
-Beh, ecco... io...-
Ginny le si avvicinò ulteriormente.
Hermione scrutò con cautela che orecchie indiscrete non stessero in ascolto, dopodiché iniziò a raccontarle tutto ciò che era successo... o quasi.
-Quindi... mi stai dicendo che Malfoy ha perso l'equilibrio e per sbaglio ti ha baciata a stampo in camera sua?!- Ginny era sconvolta.
-Oh per la barba di Merlino, parla più piano!-
-Giusto, scusa. È davvero ehm... bizzarro, non trovi? E imbarazzante, scommetto. Lo vedrai ancora?-
-Ma certo. Dopotutto dobbiamo occuparci del Crup insieme questo fine settimana.-
-Capisco. Speriamo non si ripetano più certe situazioni, allora.-
-Oh, e perché tu lo sappia... non ne farò parola con nessuno, tantomeno con Ron. Credo che andrebbe su tutte le furie, sai? Beh, buonanotte Hermione- aggiunse infine Ginny.
Le rivolse un sorriso e si ritirò nella sua camera, lasciando Hermione da sola in Sala Comune.
Aveva mentito alla sua migliore amica. O per meglio dire... non le aveva proprio mentito: aveva solamente omesso una parte di verità. Una parte che sicuramente non avrebbe preso bene quanto quello che aveva appena saputo. Non poteva certo dirle come se niente fosse che Malfoy l'aveva ribaciata volutamente dopo la lezione di Pozioni!
Guardò distrattamente l'orologio: le undici meno un quarto.
Doveva andare.


Che scusa avrebbe potuto usare se la McGranitt l'avesse vista gironzolare per la scuola a quell'ora? La sua carica da prefetto non l'avrebbe di certo salvata quella volta...
-Lumos!-
La punta della sua bacchetta si illuminò, consentendole di vedere mentre scendeva con passo felpato gli scalini che portavano ai sotterranei.
L'aria era umida e le si appiccicava addosso, gli occhi guizzavano da tutte le parti, le orecchie pronte a captare qualsiasi rumore sospetto.
Vide una figura scura appoggiata contro al muro, a diversi metri da lei. Riconobbe subito il ragazzo e gli si avvicinò con cautela.
-Buonasera, Mezzosangue.-
-Per tua informazione penso fermamente che questo incontro notturno sia inutile e che l'idea di vedersi in questo posto sia stupida- disse tutto d’un fiato.
-Però sei venuta lo stesso, Mezzosangue- Draco ghignò soddisfatto ed Hermione si morse la lingua.
-Quale sarebbe il motivo dell'incontro, Malfoy?- chiese la ragazza, decisa a tornare il prima possibile nei dormitori.
Improvvisamente i ragazzi avvertirono un rumore provenire in lontananza... Un rumore di passi.
Draco afferrò prontamente il braccio di Hermione e la condusse in un’aula in disuso in fondo al corridoio. Appena chiuse la porta, tirò un sospiro di sollievo. La classe era completamente vuota, se non fosse stato per una catasta di banchi polverosi e logori, sedie rotte e vecchie lavagne appoggiate contro i muri.
Hermione era a dir poco agitata: respirava affannosamente e teneva gli occhi sbarrati come quelli di un barbagianni.
-Credo sia Piton. Starà facendo un giro di ispezione per assicurarsi che tutti gli studenti siano a letto.-
-Dovremmo andarci anche noi. E subito!- sibilò Hermione.
-Quanta impazienza, signorina Granger, potrei anche decidere di accontentarti- Malfoy ammiccò.
I passi si fecero sempre più vicini.
-Nox- sussurrò Hermione.
La luce della bacchetta si spense all'improvviso e nell’aula calò il buio più totale: non poteva rischiare che il professore notasse dei bagliori sospetti dalla fessura sotto la porta.
Quando Piton giunse alla fine del corridoio, Hermione trattenne il fiato, spaventata. Come poteva essersi cacciata in una situazione del genere?
Per fortuna il professore sembrava non aver notato nulla di sospetto, infatti poco dopo se ne andò.
-Lum...-
-Zitta, Granger! E ferma- Malfoy le bloccò il polso.
Hermione si divincolò.
-Mi vuoi spiegare perché mi hai chiesto di incontrarci qui stanotte?- ripeté la ragazza.
La risposta non arrivò. Di nuovo. E la cosa cominciava a darle sui nervi.
Fece per aprire nuovamente la bocca, ma Draco le era già vicino e aveva prontamente impresso le labbra sulle sue.
Hermione vacillò, riusciva a sentire le sue guance arrossire violentemente.
Doveva assolutamente staccarsi da quella serpe. Tre...due...uno...
Ma con sua grande sorpresa non lo fece. Sentì il battito cardiaco accelerare e quando Malfoy tentò per la seconda volta di approfondire il bacio... lei lo lasciò fare.
La sua lingua sapeva di menta e il suo inconfondibile profumo di muschio bianco le impregnava nuovamente le narici.
Hermione stava impazzendo: un'incontrollabile scarica di adrenalina le pizzicò la nuca e la pervase. Presa dall'impeto si avvicinò al ragazzo e gli passò una mano tra i capelli, senza staccarsi dalla sua bocca.
Malfoy intanto l'aveva spinta dolcemente verso un tavolo impolverato al fondo dell'aula. La prese per i fianchi e la alzò quel poco che bastava per farla sedere sulla superficie in legno. Divaricò delicatamente le gambe di Hermione e vi si infilò in mezzo mentre, scostatatele i capelli, prese a lasciarle una lunga scia di baci sul collo.
Hermione rabbrividì e rovesciò il capo all'indietro.
Draco alzò il capo e guardò intensamente Hermione, gli occhi fiammeggianti di desiderio. Hermione fremeva, le labbra le pizzicavano, chiedevano altri baci, ma si trattenne dal prendere l'iniziativa.
Malfoy non riuscì a mantenere a lungo il contatto visivo e si avventò nuovamente sulla sua bocca, baciandola avidamente, incapace di pensare a qualsiasi altra cosa.
Le loro lingue si muovevano e si attorcigliavano in una strana danza ritmica e sensuale, i loro respiri si fecero irregolari e i gemiti sommessi incrementarono il desiderio reciproco.
Una mano di Malfoy prese a solleticare la caviglia di Hermione, per poi salire con lentezza sfiancante al polpaccio e al ginocchio, dopodiché si intrufolò su per la gonna e indugiò sulla coscia.
Hermione sussultò e si lasciò sfuggire un flebile gemito, avvicinando il suo bacino al busto del ragazzo.
La mano di Draco riprese la sua lenta e dolce tortura: le sue dita ora  giocavano con l'elastico degli slip.
-Pizzo, eh? Di che colore sono, Granger?- mormorò, la bocca contro quella di Hermione.
Non appena ebbe aperto bocca, Hermione sembrò risvegliarsi da una trance e fu come se riprendesse nuovamente coscienza di quello che stava succedendo in quel momento.
Hermione allontanò bruscamente Draco, spingendolo via.
Si mise le mani tra i capelli e prese a camminare avanti e indietro per la stanza, incredula e confusa.
-Menomale... Menomale che sono riuscita a fermarmi...- balbettò.
-Già. Vorrei poter dire la stessa cosa anche io...-



ANGOLO AUTRICE

Non uccidetemi per il finale, ma non sapevo dove far terminare il capitolo e quello mi è sembrato un momento perfetto ahah
Non vedo l’ora di sapere i vostri commenti!
E ora spazio ai ringraziamenti: ovviamente non perdo occasione per ricordare le mie amatissime lettrici 483_inter e katherina23 e tutti gli altri che leggono e seguono la mia storia, anche se mi farebbe piacere che scrivessero qualcosa anche loro, per sapere se è di vostro gradimento.
Detto questo, alla prossima e buona lettura <3

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Capitolo 8
*** La Mappa non sbaglia mai ***


-Potresti smetterla di camminare su e giù? Che angoscia!- sbottò Draco, lanciando un'occhiata torva ad Hermione.
-Possibile che a te non freghi niente? Ti comporti come se non fosse successo nulla!- ringhiò di rimando.
-Non vedo dove sia il problema-
-Spero che tu stia scherzando, Malfoy-
-Ti sembro il tipo di ragazzo che scherza?-
Hermione tacque. In effetti lui non era proprio il classico ragazzo spiritoso che ha sempre la battuta pronta... sempre che la battuta non fosse stata di pessimo gusto e servisse per insultare qualcuno, allora sì, in quel caso ce l'aveva.
-Non ti fidi di me, Granger?- chiese ancora, lo sguardo fisso sulla ragazza.
-Dammi un buon motivo per cui dovrei farlo.-
-Forse perché ti piaccio- disse semplicemente, facendo spallucce.
Hermione scoppiò in una risata isterica e nervosa.
-Tu? Piacermi? Hai bevuto un'intera bottiglia di Whisky Incendiario prima di venire qui per caso?-
-Non negarlo. Altrimenti perché saresti venuta qui stanotte?-
-Pensavo che...-
Le parole le morirono in bocca. Il fatto era che non aveva pensato a nulla. Certo, le era parso molto strano che Malfoy le chiedesse di vedersi di notte nei sotterranei e dubitava volesse passare il tempo a chiacchierare amorevolmente di Junko, eppure aveva deciso che ci sarebbe andata senza battere ciglio, come se per lei fosse stata la scelta più naturale del mondo.
-Tu... tu quindi saresti venuto perché io ti...piaccio?- balbettò poi, confusamente.
“Ecco, ora riderà. Mi insulterà e riderà” Hermione si morse il labbro inferiore.
Draco le si avvicinò e le spostò delicatamente una ciocca dietro l'orecchio, guardandola intensamente con i suoi imperscrutabili occhi grigi.
-Smettila, Granger- disse poi in un sussurro quasi impercettibile.
-Di fare cosa?- chiese debolmente.
-Di morderti il labbro-
Hermione si paralizzò all'istante, i denti ancora conficcati nel labbro inferiore.
-Ti avevo avvertita- sibilò poco dopo.
Appoggiò la fronte contro quella della ragazza e spostò lo sguardo dagli occhi alla sua bocca.
Una mano le afferrò un fianco, l'altra indugiò sulla schiena, facendo scorrere su e giù l'indice lungo la colonna vertebrale. Hermione rabbrividì: aveva il respiro affannoso e le gambe molli e un piacevole calore inaspettato le pervase nuovamente il corpo. Si ritrovò a fissare a pochi centimetri di distanza la bocca di Malfoy. Erano passati solo pochi minuti, eppure già sentiva la mancanza dei suoi baci, di quell'adrenalina che la possedeva, del fremito al basso ventre.
Non poteva più resistere, si avvicinò eliminando quel poco di spazio che li divideva ancora.
-Oh, al diavolo!-

 

-Hermione? Posso… posso parlarti?-
La ragazza sbadigliò vistosamente e si girò a guardare Harry.
Erano seduti vicino nella tavolata dei Grifondoro intenti a fare colazione, ma Hermione, avendo rincasato ai dormitori più tardi del solito, era parecchio stanca e aveva già rischiato un paio di volte di finire con la faccia nella sua porzione di porridge.
-Certo, Harry.-
-Preferirei farlo in privato…-
Hermione sbatté più volte le palpebre e si concentrò sul ragazzo: aveva un’espressione strana, sembrava preoccupato e ansioso.
Che volesse parlarle di Ginny?
-Beh, non c’è problema. Chiamiamo Ron e andiamo da qualche altra parte- disse lei, continuando a fissare l’amico, come per capire che cosa le stesse nascondendo.
-No, Hermione, non hai capito. Solo io e te-
Hermione si sentì avvampare e spalancò leggermente gli occhi.
-Allora andiamo!- rispose, cercando di tenere un tono di voce normale.
I due ragazzi uscirono dalla Sala Grande con la scusa di dover recuperare dei libri per le lezioni.
-Di cosa vuoi parlarmi?- chiese Hermione, mentre passeggiavano per i corridoi.
-Non qui. Ecco, entra- Harry la spinse dentro un’aula ancora vuota.
Hermione si sentiva decisamente a disagio e iniziò a guardarsi attorno cercando di mostrarsi più interessata alle pareti dell’aula che al suo amico.
-Sei strana, Hermione- esordì lui.
-Sono solamente stanca. Dormo poco e studio tanto. Il solito, no?-
-Eppure non ti sei mai comportata così prima d’ora.-
-Così come, scusa?- il cuore della ragazza iniziò a martellarle nel petto.
-Per esempio non ti sei mai incontrata di notte con Draco Malfoy.-
Fu come un fulmine a ciel sereno.
Hermione si sentì mancare il respiro, vacillò e dovette appoggiarsi con la mano su un banco.
Harry la fissava da lontano con uno sguardo indecifrabile.
-Harry…-
-Non provare nemmeno a dire che non è vero- il ragazzo la anticipò ed Hermione richiuse la bocca.
-Si può sapere chi può averti detto una simile sciocchezza?- sbottò poi lei, cercando di guadagnare tempo.
-Proprio nessuno. Vi ho visti io.-
-Tu? Ma quando… come…-
-Non potevate accorgervi di me perché io non ero lì fisicamente. Vi ho visti grazie alla Mappa del Malandrino. Ieri notte non riuscivo a dormire, così per ingannare il tempo ho deciso di darle un’occhiata e quasi non riuscivo a crederci quando ho visto te e Malfoy nei sotterranei, nell’aula in disuso!- pronunciò quelle parole con tale disgusto che ad Hermione vennero le lacrime agli occhi.
-La… La Mappa si sbaglia…- mormorò lei, lo sguardo basso, le mani tremanti.
-La Mappa non sbaglia mai!- ribatté Harry, fuori di sé.
Hermione azzardò qualche passo verso il suo amico,ma lui indietreggiò.
-Non sono sicuro di voler sapere perché eri lì con lui- mormorò, afferrando la maniglia della porta.
-HARRY! Harry aspetta, ti prego!-
Una grossa lacrima le scorse veloce sulla guancia per poi indugiare sul mento.
Il ragazzo però aveva già aperto la porta e si era voltato.
Esattamente davanti a lui ora c’era Ron, lo sguardo vacuo, le mani strette in pugni.
-Ron…- la voce di Hermione uscì come un debole gemito.
Il ragazzo dai capelli rossi la guardò per un attimo prima di correre via per il corridoio.
Hermione si inginocchiò sul pavimento, ormai le lacrime le incorniciavano il viso e ricadevano per terra.
In quel momento si sentì perduta.



      ANGOLO AUTRICE

Altro finale inaspettato! Altro colpo di scena! Vi avevo avvertiti: ce ne sarebbero stati parecchi eheh
Scommetto che adesso le vostre manine vi prudono e vorreste strangolarmi ahahah *corre a nascondersi in un angolino*
L’ho fatto solamente perché spero che continuiate a seguire la mia fan fiction, siate ragionevoli :’)

Ora passiamo ai ringraziamenti: come al solito ci sono le mie affezionatissime 483_inter e katherina23, ma recentemente si sono aggiunte anche lily67 e Mayu_Marmalade.
Vi ringrazio infinitamente, spero di ricevere ancora i vostri commenti!
E naturalmente come posso dimenticarmi di tutti coloro che hanno messo tra i preferiti e seguono i miei capitoli?
Vi amo tutti. 2000 punti a Grifondoro!

Bye all, buona lettura <3

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Capitolo 9
*** Seconda possibilità ***


Hermione rimase per terra, la testa china e le mani tremanti.
Il silenzio tagliente e imbarazzante veniva interrotto solamente dai suoi singhiozzi.
Alzò debolmente il capo e, tra il velo di lacrime che aveva agli occhi, notò una figura maschile sulla porta dell'aula. Si asciugò in fretta passandosi l'avambraccio sul viso e sbatté le palpebre per vedere meglio: era Harry.
-Non... non te ne vai anche tu?- mormorò lei, abbassando di nuovo lo sguardo.
Il ragazzo non rispose ma, dopo aver chiuso nuovamente la porta, le si avvicinò per poi sedersi accanto a lei sul pavimento.
I loro occhi si incrociarono.
-Ron non l'ha presa bene- decretò sospirando.
-Nemmeno tu...- lo corresse Hermione.
Harry si lasciò sfuggire un altro sospiro, poi le cinse le spalle con un braccio.
-Scusami, non so cosa mi sia preso. Ma prova a capirmi anche tu. Ti vedo nei sotterranei con Malfoy di notte. Cosa dovrei pensare? Dubito che foste lì per mettervi d'accordo sul Crup, perché io non ci penso minimamente a incontrarmi con Pansy fuori dall'orario scolastico. Allora, cosa c'è fra voi due?-
Hermione boccheggiò. Cosa c'era tra loro due? Un bel niente, ecco cosa c'era. Si erano baciati sì, ma quello cosa significava veramente? Quella era solo attrazione fisica, il piacere che provava quando stava appiccicata a lui probabilmente era dovuto dal fatto che nessuno l'aveva mai toccata come aveva fatto Draco. Sì, sicuramente sono solo gli ormoni che le giocano brutti scherzi. Non può piacerle uno come Draco Malfoy.
-Io... non lo so. Niente- mugugnò.
-Dimmi la verità-
-La verità?- deglutì rumorosamente.
-Sì, voglio sapere tutto-
La ragazza prese un bel respiro e iniziò a raccontare. Non sapeva se alla fine Harry se ne sarebbe andato, disgustato, amareggiato e deluso, ma non poteva più avere segreti per il suo migliore amico.
-Quindi... vi siete baciati- Harry, che non aveva parlato per tutto il tempo, ora aveva gli occhi sbarrati e la bocca asciutta.
Hermione abbassò il capo, imbarazzata.
-Perché proprio lui, Hermione?- il ragazzo si passò una mano tra i capelli arruffati.
-Harry, io non lo so, devi credermi! È successo tutto così velocemente, quasi non me ne sono resa conto, è tutto così nuovo per me-
A quelle parole il ragazzo si alzò in piedi e iniziò a gironzolare per l'aula.
Hermione poteva percepire i sentimenti di Harry: stava lottando contro il suo impulso di urlarle in faccia, scappare, lasciarla sola e probabilmente di trovare Malfoy e Schiantarlo. Stava provando a essere ragionevole solo per lei, per la sua migliore amica.
-Devi stare lontano da lui- sentenziò dopo alcuni minuti di riflessione.
-C...certo. Lo vedrò solo per occuparmi di Junko-
Harry le stava dando un'altra possibilità, poteva sistemare le cose ora che sapeva di non essere odiata dal suo migliore amico. Inoltre sapeva che avrebbe anche cercato di aiutare lei e Ron a riconciliarsi, perciò presto tutto sarebbe tornato alla normalità. Draco era stato solamente un incidente di percorso, una trappola in cui vi era caduta a piè pari, uno colossale sbaglio.
Harry la prese dalle braccia e la fece mettere in piedi, poi le cinse le spalle in un abbraccio fugace.
-Molto bene. Sei pronta, Hermione?-
-Pronta per cosa?- la ragazza abbozzò un sorriso.
-Per la lezione di Creature Magiche- spiegò lui con tono eloquente -oggi Hagrid ci consegnerà i Crup...-
Hermione deglutì e il battito cardiaco accelerò improvvisamente.
 

Harry ed Hermione arrivarono alla capanna di Hagrid per ultimi.
Come al solito i Serpeverde erano da una parte e i Grifondoro dall'altra.
Hermione notò subito Draco che la fissava e, non appena i loro sguardi si incontrarono, lui le sorrise. La ragazza si voltò verso i suoi compagni e vide Ron in compagnia di Dean e Seamus. I due ragazzi ridevano e scherzavano su alcuni aneddoti, ma Ron sembrava non voler partecipare al discorso: se ne stava leggermente in disparte con aria imbronciata.
La ragazza si diresse a passo di marcia verso i Grifondoro senza prestare attenzione agli sguardi interrogativi di Draco Malfoy.
Rimase tutto il tempo accanto ad Harry, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata furtiva a Ron, che sembrava ancora più indispettito di poco prima.
Come poteva rimediare con il suo amico? Non sarebbe stato facile come con Harry...
Mentre rimuginava su questo, Hagrid consegnò gli esemplari di Crup alle rispettive coppie.
Hermione azzardò un'occhiata a Draco e vide che lui era già con Junko: avrebbe dovuto raggiungerli, ma ora si sentiva in colpa a farsi vedere assieme a quella serpe nelle vicinanze di Harry e Ron.
Decise di far finta di non aver visto niente e rimase nascosta tra il gruppo di Grifondoro.
Quando Pansy e Millicent, con aria tutt'altro che allegra, portarono via i suoi due unici amici, Hermione si sentì esposta e vulnerabile. Iniziò a guardarsi attorno con fare nervoso.
-Granger-
Hermione avrebbe riconosciuto quella voce tra mille e un brivido le percorse la schiena.
-Tutto bene?- chiese in un sussurro quasi impercettibile.
-Certo che sì- mentì lei, prontamente.
Malfoy la guardò con diffidenza, ma decise di non insistere.
-Facciamo una passeggiata?- propose, mentre Junko scodinzolava ai loro piedi.
-Ottima idea. Porterò io Junko, tu te ne sei occupato già per troppo tempo, lascia che sia io a fargli fare una passeggiata. Tu... rilassati, ecco- farfugliò.
Con uno strattone prese il guinzaglio e si allontanò a grandi passi, resistendo all'impulso di voltarsi. Le lacrime minacciarono di venire allo scoperto, ma lei prontamente le respinse.
-Ehy ma... Granger! Granger, che diavolo stai facendo?- Draco iniziò a seguirla, stupito e pensieroso.
-Ho detto che ci penso io, Malfoy- sbottò.
Il ragazzo si fermò, più confuso che mai.
-GRANGER!- esclamò ancora.
Ma Hermione non si voltò.



ANGOLO AUTRICE

Altro colpo di scena! Sì, sono imprevedibile muahah
Hermione, ora che ha avuto una seconda possibilità da Harry non vuole sprecarla.
Ma non vuole nemmeno allontanarsi da quel misterioso ragazzo che la fa sentire così viva...
Cosa fare? Non deludere il suo migliore amico e ricominciare come se nulla fosse successo oppure rischiare?

Mi scuso anticipatamente per il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo, ma sono partita e ora sono ufficialmente in vacanza. In questi giorni ero in fibrillazione, tutta presa a fare armi e bagagli ahaha
Spero che comunque questo nuovo capitolo vi invogli innanzitutto a commentare (sì, sono una rompiballe logorroica lol) e a fare una visitina la prossima volta per sapere come si evolveranno le cose.
Per concludere ringrazio tutti i miei lettori, in particolar modo:
- 483_inter
- katherina23
- lily67
-Lieselrudy
Buona lettura e buone vacanze! <3

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Capitolo 10
*** Monologhi interiori ***


La ragazza continuò a camminare con passo deciso facendo danzare i capelli sulle spalle.
La vista era offuscata da un velo di lacrime, le sentiva lottare per fuoriuscire e rigarle il viso, di nuovo. Non poteva permettersi di sembrare debole, perciò chiuse lentamente le palpebre, inspirò e le riaprì, ricacciandole indietro.
Non sapeva con esattezza dove fosse diretta in quel momento, era Junko a condurre tirando al guinzaglio e annusando qua e là, incuriosito e ignaro di tutto.
Una volta raggiunte le prossimità del lago, Hermione si sedette con la schiena contro un grosso albero lasciando che Junko curiosasse nelle vicinanze. Contemplando il paesaggio, si ritrovò inspiegabilmente a pensare a Draco e una strana sensazione la invase.
Scosse la testa. Non poteva pensare a Draco Malfoy. Non era... normale che lei pensasse a lui. Draco, quello che era successo, i baci... non potevano essere reali. I baci... Hermione ripensò al bacio in camera sua, per i corridoi e nell'aula in disuso. Aveva provato un calore inaspettato, un formicolio nella testa e nel basso ventre, un'inspiegabile impulso l'aveva dominata e... no, non poteva pensare ancora a questo. Qualunque cosa fosse nata con quel ragazzo, una relazione clandestina forse, doveva finire lì, era morta quella notte nei sotterranei. Dopotutto lui aveva Pansy, cosa poteva farsene di una come lei, che disprezzava con tutta l'anima? Ma allora perché baciarla? Perché aveva sempre preso lui l'iniziativa se davvero la odiava e la considerava inferiore? Che si trattasse di uno scherzo o una scommessa spregevoli?
Il cervello di Hermione lavorava come non mai, i pensieri la confondevano, non era facile come studiare o seguire la lezione, tutto quello era completamente nuovo per lei. Cosa significava?
Poi le venne in mente Harry. E il viso di Ron poco prima che scappasse, disgustato e furente. E quella volta non riuscì a trattenere le lacrime, che piovvero numerose dai suoi occhi lucidi e arrossati.
Amicizia o... cosa? Amore? Quello era amore? Non poteva essere. Non dopo così poco tempo. E allora cosa? Attrazione fisica? Doveva davvero scegliere tra i suoi due unici amici e un ragazzo che la faceva sentire bene fisicamente? Detta in questo modo, la scelta sembrava ovvia. Come poteva essere stata così stupida e ingenua e lasciarsi abbindolare da uno come Draco Malfoy e deludere in questo modo Harry e Ron?
Appoggiò la testa sulle ginocchia piegate contro il petto e si abbracciò le gambe, lasciando che le lacrime ricadessero sui fili d'erba del prato.
-Hermione- chiamò una voce.
La ragazza rimase con il viso nascosto, ma non riuscì a capire chi potesse averla chiamata. Solo sentendo il suo nome aveva provato un brivido. Per un attimo sperò che a chiamarla fosse Ron, ma quella non poteva essere la sua voce.
-Hermione- ripeté la voce.
Due mani si insinuarono tra le ginocchia fino a trovare il suo viso e a toccare le sue guance e a spingerla a venire allo scoperto.
Hermione finalmente alzò lo sguardo sul suo soccorritore.
Un mento appuntito, due labbra rosee, un paio di occhi penetranti, una chioma bionda quasi bianca.
-Mi hai chiamata per nome...- mormorò attonita.
Draco si ricompose, come se gli avessero appena dato uno schiaffo. Si mise in piedi e cercò Junko con lo sguardo, finché non lo vide aggirarsi tra alcuni cespugli lì vicino.
-Cosa diavolo ti è preso prima?-
Quella punta di dolcezza con cui l'aveva chiamata poco prima sembrava essersi sciolta all'improvviso.
Hermione ricordò immediatamente la promessa fatta ad Harry e sentì di averlo tradito solamente avendo guardato a pochi centimetri di distanza il viso di Draco.
-Niente-
-Non ti credo-
-Non so cosa dirti, allora-
Draco si irrigidì, spazientito.
-Insomma Granger, non ho tempo da perdere in sciocchezze-
-Sciocchezze? Sciocchezze, dici?- s'inviperì lei.
Come poteva anche solo osare di dire una cosa simile? Cosa ne poteva sapere lui di quello che stava passando?
Si alzò di scatto e prese a camminare avanti e indietro, le mani sui fianchi, lo sguardo furioso.
-Non sono il tuo psicologo Granger, quindi deciditi a parlare, perché io non ho molta pazienza-
-Giusto, non puoi perdere il tuo prezioso tempo con me, vero? Devi correre da Pansy, non è così? Beh vacci pure, sai che m'importa!-
Cosa le era preso? Si morse la lingua senza darlo a vedere. Quelle erano parole di una bambina gelosa a cui era stato portato via il suo giocattolo preferito, non di una ragazza di sedici anni. Eppure il fiotto di parole che le era uscito era talmente liberatorio che improvvisamente si sentì più leggera e addirittura più agguerrita che mai.
-Pansy?!- Draco non capiva. Non poteva capire.
-Sì, Pansy. Io ero lì, va bene? Ero lì quando hai deciso di darmi buca per stare insieme a lei quella volta durante la pausa pranzo. Ho sentito tutto-
-Hai sentito... tutto?- boccheggiò lui.
Hermione improvvisamente si stranì della reazione di Draco. Pensava che li avesse sentiti pure mentre erano a letto? Per quello aveva sbarrato gli occhi e un vago rossore gli aveva imporporato le guance?
-Beh, non proprio tutto- si corresse lei, leggermente imbarazzata.
Malfoy parve rilassarsi un po', anche se era evidente che qualcosa lo turbava.
-Sta di fatto- Draco la gelò con lo sguardo -che origliavi davanti alla mia camera-
-Si dà il caso che non era mia intenzione sentire le moine di quella per convincerti ad andare a letto con lei- sbottò Hermione.
-Sei gelosa?- Malfoy ammiccò.
-Che insolente! Come potrei mai essere gelosa di te o di una come lei?- le parole le uscirono così prepotentemente da sembrare veleno sputato da un serpente.
-Forse dovresti. Dopotutto lei ha me- disse lui con fare altezzoso.
Hermione scoppiò in una risata tirata, quasi raccapricciante.
-Pensi che a me importi davvero qualcosa?- era fuori di sé.
Come poteva essere così narcisista da credersi il più desiderato di tutti?
Gli occhi di Draco si ridussero a due fessure.
-Allora non ti dispiacerà se vado a cercarla. Magari per una sveltina da qualche parte, ora-
-Vai pure- Hermione gli sorrise e gli fece cenno di incamminarsi.
Malfoy girò i tacchi e si allontanò a grandi passi senza voltarsi, così da non notare che nuove lacrime rigavano il viso di Hermione.

Come aveva osato quella Mezzosangue rivolgergli la parola in quel modo?
Eppure aveva sempre adorato il suo spirito guerriero, la scintilla che si impadroniva del suo sguardo... Non poteva farci niente.
Perché poi minacciarla usando la bugia di andare a cercare Pansy? Non aveva alcun senso. Era evidente che non gliene importasse nulla di lui, anche se quella notte nell'aula in disuso non sembrava affatto così. Aveva finalmente ricambiato il bacio, non era rimasta inerme come un pupazzo, aveva anche preso l'iniziativa. Lei era lì con lui ed era viva.
Un altro pensiero si fece largo nella mente di Draco Malfoy.
“Io ero lì, va bene? Ero lì quando hai deciso di darmi buca per stare insieme a lei quella volta durante la pausa pranzo. Ho sentito tutto.”
Le parole gli rimbombarono nella testa.
Una strana sensazione di calore mista a terrore si impossessò di lui, mentre continuava ad allontanarsi dal lago.
Aveva anche origliato la parte dove parlava a Pansy della scommessa?


 

ANGOLO AUTRICE
Scusatemi di nuovo per il ritardo, ho scritto il capitolo stamattina di getto, perché stranamente mi sono alzata presto e non avevo nulla da fare ahahah
In ogni caso eccomi qui con un nuovo capitolo, forse non sarà uno dei più movimentati perché, come dice il titolo, si tratta perlopiù di interagire con la mente e i pensieri di Hermione e Draco, anche se comunque il loro battibecco è molto importante per il susseguirsi della vicenda.
Se qualcuno non ricordasse bene quello che successe tra Pansy e Draco mentre la nostra Hermione-FiccoIlNasoDoveMePare-Granger origliava, può andare a rinfrescarsi la memoria col capitolo “Attacchi di gelosia”.

Ora ringrazio i miei lettori (spero che stiate passando delle bellissime vacanze estive e che ve le stiate godendo, perché siamo già ad agosto, help), in particolar modo i miei tesori e spero vivamente che mi coccoliate come sempre con i vostri commenti ahah:
483_inter
katherina23
LieselRudy
lily67

Buona lettura e a presto <3

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Capitolo 11
*** Rivelazioni ***


Senza rendersene conto, Draco era arrivato nei sotterranei, aveva varcato il passaggio segreto ed era salito fino in camera sua per poi distendersi sul letto con le braccia incrociate dietro la testa e lo sguardo perso sul soffitto.
La storia della scommessa lo aveva tormentato per tutto il tragitto accompagnata da un imprevedibile senso di colpa.
Chiuse gli occhi e tornò indietro nel tempo, ricordando quel giorno preciso...


*Draco si era svegliato stranamente di buon umore. Aveva guardato fuori dalla finestra: era ancora presto, ma lui non aveva più sonno. Si era alzato pigramente dal letto, era andato in bagno a lavarsi e poi si era cambiato, facendo attenzione a non svegliare Blaise.
Aveva scribacchiato qualcosa su un pezzetto di pergamena, poi si era affrettato ad uscire per raggiungere la Voliera.
Aveva legato frettolosamente il biglietto alla zampa di un barbagianni ed era rientrato nel castello, diretto nella Sala Grande per fare colazione.
Non ricevendo risposta si era chiesto se la Granger avesse effettivamente letto il messaggio che le aveva inviato, ma poi si convinse che se anche non lo avesse fatto, sicuramente non sarebbe cascato il mondo.
Aveva finito di fare colazione e si era preparato controvoglia per andare in classe: fortunatamente non aveva lezioni in comune con i Grifondoro quel giorno.
L'ora di pranzo era arrivata prima del previsto e Draco si era trovato stranamente ad affrettare il passo per raggiungere al più presto la sua stanza. Avrebbe aspettato lì la Granger. Ma non più di trenta minuti, si era detto.
Aveva iniziato a gironzolare per la camera pensando a quale scusa avrebbe potuto usare quella volta per averla invitata nuovamente e di nascosto da lui. Junko stava benissimo... forse avrebbe potuto fargli crescere dei bubboni sul muso o fargli apparire due denti da castoro.
Un busso lo fece trasalire.
-E' già qui...- sussurrò, il torace che si alzava e si abbassava più velocemente.
Andò ad aprire la porta con calma e si stupì quando vide davanti a sé Pansy Parkinson che lo trafiggeva con uno sguardo inceneritore da far invidia al Basilisco.
La ragazza entrò nella stanza senza troppi complimenti e si mise a sedere sulla poltroncina che era solito occupare Junko.
-Che diavolo ci fai qui, Pansy?-
Lei si limitò a incrociare i suoi occhi, con espressione indecifrabile.
-Allora?- ripeté spazientito.
-Vi ho visti. Tu e la Granger- disse con tono piatto.
Draco venne percosso da un brivido e deglutì.
-Tu l'hai baciata e lei ti ha morso. Eravate disgustosi-
Il ragazzo non riuscì a non notare il disprezzo nella voce e nello sguardo della sua amica.
Non poteva permettere che si facesse quell'idea su di lui. Doveva mentire. Doveva inventarsi qualcosa. Ora.
-Sì, è stato davvero disgustoso. Ma perlomeno ho vinto la scommessa- ammiccò.
-Cosa? Che scommessa?- la Serpeverde parve rianimarsi.
-Una scommessa con Blaise, affari nostri- tagliò corto lui.
-Oh...- le labbra di Pansy si arricciarono in un sorrisetto.
-Non credevo arrivassi a tanto, sai Draco? Mi hai davvero sconvolta...-
-Si può sapere perché avresti saltato Pozioni? E soprattutto perché mi stavi spiando?- Draco cercò di cambiare discorso, non poteva sopportare l'idea di mentire così spudoratamente.
-Spiando? Certo che no, vi ho visti per pura casualità- lei fece spallucce, ma il sorriso malizioso rimase.
-Mh.-
-Quindi... tra voi non c'è nulla, o sbaglio?-
Che razza di domanda era quella? Ovviamente non c'era nulla... Già... Proprio niente...
-Certo che non sbagli, Pansy.-
-Che sollievo, Draco- Pansy si mise una mano sul petto e si lasciò scappare un sospiro -Pensavo ti volessi mischiare con quella feccia. Non vorresti  ehm... recuperare?-
“Non dire quel che penso io, ti prego...” pensò Draco.
-Cosa, scusa?-
-Recuperare, sai... Beh, siamo da soli qui in camera...-
“Come non detto.”
-Oh.-
-Che ne dici?-
Pansy Parkinson si alzò dalla poltroncina e si sedette sul letto, accavallando le gambe con fare provocante.
-In teoria a momenti la Granger dovrebbe arrivare. Sai, per il Crup…- cercai di sviare. Forse sentendo il nome della Mezzosangue si toglierà dai piedi.
-Ah, per la bestiaccia dici? Magari potresti rifilargliela, così noi due potremmo farci gli affari nostri in tutta traqnuillità. Devo ammettere che non sopporto questo continuo scodinzolio attorno ai piedi- disse irritata, scalciando appena Junko che la annusava da quando era arrivata.
Draco vide Junko rifugiarsi in un angolino e trattenne a stento la rabbia.
-Non fare l'idiota, Pansy-
-Suvvia Draco, almeno dille di passare un'altra volta. Non credo proprio che si offenderà.-
Malfoy si sentì battuto e affondato. Probabilmente aveva ragione: la Granger sarebbe stata solo contenta di non dover passare altro tempo con lui. E in più avrebbe dovuto continuare con la farsa della scommessa, non poteva certo far capire ora a Pansy che era tutto una bugia. Sarebbe andata a spargere la voce in men che non si dica.
-Già... Figuriamoci… Va bene, ora le spedisco un altro gufo- borbottò andando a scrivere su un altro pezzo di pergamena.
Non appena si piegò sul tavolino, Pansy gli saltò sulla schiena allacciandogli le gambe attorno alla vita e lanciando urletti deliziati, come se fosse stata una bambina a cui erano state appena comprate delle caramelle.
Draco barcollò appena e Pansy scese, per poi piazzarsi tra il ragazzo e la scrivania.
Lo guardò intensamente negli occhi e si passò la lingua sulle labbra, bagnandole. Infilò due dita in un passante dei pantaloni di Draco e lo attirò a sé.
“Beh, ci risiamo”, pensò il ragazzo senza distogliere l'attenzione dalla bocca di Pansy. Si immaginò improvvisamente la Granger nella stessa identica posizione e un rigonfiamento si fece largo nei pantaloni, tirando tutto il tessuto.
Pansy, che ormai aveva incollato il proprio bacino a quello di Malfoy, ridacchiò e spinse il ragazzo sul letto, distendendolo.
Si mise a cavalcioni sopra di lui e con fare sensuale iniziò a sbottonarsi la camicia...*
 

Draco riaprì gli occhi, maledicendosi in tutte le lingue. Cos'avrebbe potuto ascoltare la Granger? Gli urletti odiosi di Pansy? Il cigolio sommesso del letto? Oppure la bugia della scommessa? Forse era per quello che non voleva più parlargli e avevano litigato prima nel parco...
Un busso alla porta lo fece distrarre dai suoi pensieri.
-Avanti- disse distrattamente.
Una ragazza dai capelli corvini sbucò in camera con un gran sorriso.
-Pansy, oggi proprio no- sbuffò Draco non appena la ragazza si fu sdraiata nel letto accanto a lui.
Lei sembrò indignata, quasi offesa, ma cercò di sviare.
-Cosa credi, che io voglia sempre venire a letto con te, Dracuccio? Ero solamente passata a trovare il mio amico.-
-Oh, capisco- la sbeffeggiò lui.
Lei lo ignorò.
-Avrei preferito subire una Maledizione Cruciatus piuttosto che passare del tempo con lo Sfregiato. In più non la smetteva di parlare con quel Weasley della Granger. Patetici, vero?-
Sentendo nominare Hermione, Draco improvvisamente trovò molto interessante il fatto che Pansy fosse stata in compagnia di Harry Potter.
-E cosa dicevano quei due sfigati?- chiese, cercando di mantenere un tono apatico e distaccato.
-A dire la verità parlavano proprio di te e la Mezzosangue. Lenticchia era davvero arrabbiato... e lo Sfregiato cercava di farlo ragionare-
-Esattamente di cosa discutevano?- Draco si mise di lato per poter guardare negli occhi Pansy.
-Pensano che tu e lei stiate insieme. Ridicoli, no? Naturalmente non sapranno nulla della scommessa, ma non ho voluto infierire, erano così carini ad accapigliarsi per la Granger. Lo Sfregiato diceva che non c'era più nulla di cui preoccuparsi dato che la Mezzosangue aveva acconsentito a non rivederti più per riallacciare i rapporti con loro. Ma Lenticchia...-
Draco si alzò improvvisamente dal letto e uscì dalla camera, lasciando Pansy sola e sconcertata.
Ecco com'era andata. Harry Potter e il suo amico avevano scoperto di lui e Hermione e lo Sfregiato aveva sicuramente fatto il lavaggio del cervello alla Granger. O lui o loro, ecco la scelta che aveva dovuto affrontare la Grifondoro. E lei non aveva esitato a scegliere i suoi amici...
Ma perché mai avrebbe dovuto scegliere lui? Dopotutto non ne aveva motivo... Lui era solo... Draco Malfoy.




ANGOLO AUTRICE

I'm back guys!
Per chi non ricordasse bene la storia propongo sempre di andare a confrontare questo capitolo con “Attacchi di gelosia” per capire meglio, dal quale sono stati presi anche alcuni pezzi e ripetuti per far comprendere maggiormente come si è svolta effettivamente la vicenda.

Comuuunque. Ora Draco sa tutta la verità, ha l'ultimo pezzo del puzzle. Sa che Hermione non vorrà avere più niente a che fare con lui per colpa di Harry. Probabilmente se non fossero stati scoperti la storia con la Grifondoro si sarebbe evoluta, anche se Malfoy è ancora abbastanza confuso per capire esattamente cosa prova nei confronti di quella ragazza...


Un ringraziamento speciale a tutti i miei lettori e come sempre alle mie instancabili recensitrici 483_inter e katherina23 (love u) e anche a Majomi.
Grazie di cuore a tutti e buona lettura! <3

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Capitolo 12
*** Il fraintendimento di Ron ***


Harry Potter si aggirava per il giardino della scuola in compagnia del suo Crup dopo un'estenuante ora e mezza passata con la Parkinson e la Bulstrode.
In quel preciso momento, passando vicino al lago, vide la chioma indomata e ricciuta della sua amica spuntare tra i fili d'erba.
Incuriosito si avvicinò con cautela inginocchiandosi di fronte a lei e vide Hermione distesa sul prato, gli occhi arrossati e gonfi chiusi, il torace che si alzava e si abbassava ritmicamente, le dita della sua mano che giocavano pigramente con il pelo di Junko accoccolato accanto a lei. Si lasciò sfuggire un sorriso.
-Hermione...- la chiamò.
-Dr...aco?- mugolò lei, cercando di riaprire gli occhi di malavoglia.
Harry rimase interdetto. Draco? Sempre lui in mezzo...
-Ehm no, sono Harry- disse lui schiarendosi la voce leggermente imbarazzato.
-Oddio!- Hermione si alzò di scatto, dando una rumorosa testata al suo amico.
Lei ricadde indietro e lui, colto alla sprovvista e visibilmente stordito, perse l'equilibrio e le cadde addosso.
Hermione iniziò a ridere sotto al peso del suo amico, la sua prima vera risata da qualche giorno ormai.
Harry si alzò immediatamente e, con un sorriso sincero sulle labbra, aiutò Hermione a rialzarsi.
Fu allora che i due videro non molto lontano Ron. Il ragazzo li osservava pietrificato con espressione vacua. Scosse la testa come per poter cancellare quell'immagine dalla sua mente e proseguì, guardando di sottecchi Harry ed Hermione.
-Ron avrà pensato male? Voglio dire... ci ha visti distesi per terra, possibile che...-
-Non lo so, Hermione. Ma se così fosse, non sa quanto si sta sbagliando. È proprio una testa calda, a volte.-
La ragazza sospirò: sapeva che Harry aveva ragione.


 

Ronald Weasley passeggiava per i corridoi in compagnia di Neville, Dean e Seamus sbraitando e gesticolando come se avesse delle convulsioni.
-Harry mi ha tradito!- ripeté per la milionesima volta, fuori di sé.
-Amico, se lo dici ancora un'altra volta io tolgo il disturbo- Dean sbuffò.
-Già, ti decidi a raccontarci cos'è successo?- chiese Seamus.
-Oh beh, tanto probabilmente li vedrete molto presto tenersi per mano mentre vanno a lezione o mentre fanno passeggiate romantiche lungo il lago...- esclamò, la punta delle orecchie rossa.
-Ma lui e chi?- lo incalzò Seamus, visibilmente curioso.
-Harry ed Hermione!- sbraitò lui e, senza farlo apposta, urtò contro un gruppo di Serpeverde.
-Harry ed Hermione?!- ripeterono i ragazzi, increduli.
-Sì, li ho visti oggi, erano al lago e lui era disteso sopra di lei!- strillò Ron, la voce incrinata.
-Non ci credo...- Neville scosse la testa.
-Credici, invece! A questi occhi non sfugge nulla!- tuonò il rosso, idicandosi furiosamente gli occhi lucidi.
Seamus, Dean e Neville si lanciarono occhiate perplesse: l'unica spiegazione logica era che l'amico delirasse.
-Oh, ora capisco!- Ron ridacchiò, una risata nervosa, gli occhi sbarrati di chi ha appena avuto un'illuminazione geniale -ad Harry è sempre piaciuta Hermione, non è una cosa recente, dovevo accorgermene prima! Era geloso... Ecco perché Harry ha detto esplicitamente ad Hermione di non vedere più...-
-Non ci chiedi scusa per averci urtato mentre stavamo parlando?- una voce fredda e monocorde lo interruppe bruscamente.
Ron si voltò di scatto e si ritrovò davanti Draco Malfoy.
-Come scusa?- disse con tono più calmo.
-Ho detto: non ci chiedi scusa?-
Possibile che in realtà lo sguardo inceneritore di Malfoy fosse per ben altro?
-Mi dispiace- borbottò lui, facendo spallucce.
-Bene, ora continua pure a dire quello che stavi raccontando ai tuoi squallidi amichetti.-
Ron fece per proseguire, ma si accorse che il Serpeverde ancora si stagliava accanto a lui, come se volesse partecipare alla conversazione.
Cercando di non fare caso al ragazzo, Ron tentò di riprendere il discorso.
-E...ecco perché Harry ha detto esplicitamente ad Hermione di non vedere... McLaggen.-
-McLaggen?!- ripeterono gli altri.
-Sì, lui. Le ha chiesto di andare ad Hogsmeade insieme.-
Quando Ron si voltò, Draco Malfoy era scomparso.


 

“Quello stupido di un Weasley... Stava per rivelare tutto ai suoi amici idioti! Stava per dire il mio nome... Tutti lo avrebbero saputo. Quei tre non avrebbero tenuto la bocca chiusa, probabilmente nemmeno Lenticchia ci riuscirà ancora per molto. Aspetterà un altro momento per confidare quello che ha sentito. Forse lo starà facendo già ora... Dovrei tenerlo d'occhio, non mi fido di lui e della sua lingua lunga.”
Draco camminava solo per i corridoi, le mani nelle tasche, lo sguardo perso nel vuoto.
Mentre sognava ad occhi aperti cosa avrebbe potuto fare a Ronald Weasley per zittirlo, si ritrovò a rimuginare esattamente sulle parole che stava dicendo agli altri. Harry ed Hermione... possibile? In effetti lui l'aveva lasciata proprio dove Lenticchia aveva detto di averla vista.
Il pensiero dello Sfregiato sopra Hermione lo fece imbestialire e strinse istintivamente le mani in pugni.
Solo lui poteva baciarla. O meglio, costringerla a baciarlo. E solo lui poteva vederla arrossire e sentirla ansimare, consapevole di esserne lui la causa. Solo lui poteva sfiorarle la pelle facendole venire i brividi sulle gambe e per la schiena. Solo lui poteva baciarle il collo e notare come la sua testa s'inclinasse per lasciarlo fare. Solo lui poteva stare con Hermione Granger.
Almeno così pensava. Pensava che lei lo volesse, credeva che desiderasse qualcosa di proibito, invece a quanto pareva la Granger giocava un pò con tutti: illudeva Weasley, si incontrava di nascosto con lui, si rifugiava dallo Sfregiato e probabilmente era andata anche a cercare McLaggen per confermargli l'appuntamento ad Hogsmeade.
Era veramente una ragazza piena di sorprese...



ANGOLO AUTRICE

Se con lo scorso capitolo avete avuto l'impressione che Draco, una volta scoperta la verità, sarebbe corso da Hermione per sistemare le cose, vi sbagliate. Come avete appena constatato ancora non hanno avuto l'occasione di parlare come si deve. Lui per mancanza di intraprendenza, lei per dovuto rispetto alla promessa fatta.
In più ora Draco è a conoscenza (diciamocelo fin da subito che è male informato) di una presunta relazione tra Harry ed Hermione, il che lo lascia profondamente turbato, dato che era certo di aver fatto colpo sulla Grifondoro.
La situazione è più complicata del previsto e incrociate le dita affinché la mia subdola mente non decida di incasinarla ulteriormente muahah


 

Un ringraziamento speciale a tutti i miei lettori che continuano a seguirmi e a coloro che mi illuminano le giornate con i loro commenti (sì, vi nominerò fino alla fine): 483_inter, katherina23 e Majomi.

Buona estate, per quel che ne rimane (sigh), e buona lettura <3

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Capitolo 13
*** Il furto ***


Draco Malfoy accarezzava pigramente Junko, consegnatogli poco prima da Hermione. Era nuovamente nella sua stanza, finalmente senza quella sanguisuga della Parkinson. Ripensò a quando aveva cercato di instaurare un discorso con la Granger: lei invece gli aveva consegnato il guinzaglio del Crup e poi se ne era andata tutta impettita senza dire neanche una parola.
Draco stava passando il sabato più estenuante della sua vita.
Quella Grifondoro lo stava facendo impazzire. Prima lo bacia e poi si rotola nell’erba con lo Sfregiato? Un comportamento simile se lo sarebbe aspettato da Junko, ma dalla Granger proprio no…
Possibile che Hermione stesse veramente con Harry Potter? E possibile che Potter fosse così doppiogiochista da rubare la ragazza che piaceva da sempre al suo migliore amico? Certo, lo Sfregiato rimaneva sempre la feccia più assoluta, ma Draco era sicuro che l’unico suo pregio fosse essere un amico fedele. Proprio per quella ragione la storia tra lui ed Hermione non lo convinceva neanche un po’. Doveva esserci sotto dell’altro, ma come scoprirlo? Parlare con Potter era escluso: non avrebbe resistito a Schiantarlo da qualche parte non appena avesse aperto bocca. E poi se la storia tra quei due fosse reale? Lo avrebbe strangolato con le sue stesse mani. Lenticchia era troppo fuori di sé per dare una spiegazione ragionevole e poi era proprio lui che sosteneva la faccenda della loro relazione. Escluso anche lui. Draco pensò addirittura di andare a parlare con Weasley-femmina, dato che era amica della Granger, ma l’idea venne scartata all’istante: non poteva permettersi né di spargere certe voci in giro e né di porre così tanta fiducia in una Grifondoro.
L’unica scelta rimasta, e anche la più ovvia fin dall’inizio, fu la causa di tutti quei problemi: la Granger stessa.
Il problema principale però ancora persisteva: quella ragazza testarda come un mulo aveva deciso di non rivolgergli più la parola. Come diavolo avrebbe fatto a farsi dire la verità? La verità… Ma certo! La bocca di Malfoy si deformò in un ghigno compiaciuto e si sfregò le mani soddisfatto.
-Sono un genio- ammiccò a Junko e si affrettò ad uscire dal dormitorio.

 

Hermione camminava per i corridoi con Ginny, che era riuscita di nuovo a incastrarla e a farsi raccontare quello che si era persa in quei pochi giorni.
La ragazza aveva la voglia di parlare con l’amica pari a quella che Piton ha di discutere con Harry Potter, perciò fu molto vaga e poco dettagliata, ma Ginny sembrò non accorgersene.
-…e così Ron ci ha guardati malissimo e poi se n’è andato. Oh no…-
Hermione si ritrovò davanti un alto ragazzo biondo che la scrutava con il suo solito sguardo imperscrutabile.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e Ginny indietreggiò di qualche passo.
-Granger…- sibilò lui.
Hermione prese a braccetto Ginny e cercò di continuare la sua passeggiata, ma Draco le si parò davanti.
-Granger, so che non vuoi parlarmi, ma pensavo potessi fare un’eccezione per… ehm, Junko-
La Grifondoro cambiò subito espressione.
-Che succede?- chiese preoccupata.
-Non sta bene e devo preparare una specie di intruglio per aiutarlo a rimettersi. Però mi dovresti aiutare a prendere un ingrediente che tiene Piton nel suo ufficio-
Hermione guardò Ginny che le fece cenno di andare.
-Uhm, certo… Basta che sia una cosa rapida, dato che ci hai interrotto- disse facendo spallucce.
-Parola mia!- un sorriso si dipinse sul volto pallido di Malfoy.
-Ah, andiamo bene…- Hermione sbuffò e, dopo aver salutato Ginny, si rigirò verso il Serpeverde.

 

-Non farmelo ripetere un’altra volta: perché ti servo io per prendere un semplice ingrediente?-
Draco contava di rimanere in silenzio anche quella volta, ma appena vide che la Grifondoro stava facendo dietro-front sbuffando, la fermò subito.
-E va bene, va bene… mi servi perché devi fare da palo-
-Come scusa?-
-Da palo. Sai, no… stai fuori in corridoio e mi avverti se Piton arriva-
-Ma come… Non hai il permesso del professore per prendere questo ingrediente?-
-Uhm… certo che no-
-COSA? Malfoy, questo si chiama furto! So che per te è una bazzecola, ma per la barba di Merlino, non farai di me una tua complice! Voglio dire… è una cosa da persone meschine, dovresti vergognarti!-
Malfoy probabilmente avrebbe voluto strozzarla in quel momento.
-Diamine, Granger, non alzare la voce! Lo sto facendo per Junko. E anche per te, tra l’altro-
Hermione esplose in una risatina sarcastica.
-Tu… rubi qualcosa per fare un favore a me?-
-Certo, stupida Mezzosangue! Possibile che quella tua testolina non funzioni quando c’è n’è bisogno? Non capisci che se non prepariamo questa maledetta pozione per Junko, il Crup si ammalerà ulteriormente e Hagrid ci rifilerà il voto più basso di sempre?-
La ragazza smise improvvisamente di ridacchiare. Non poteva permettersi un voto basso. In Cura delle Creature Magiche, poi! La media dei suoi voti impeccabili non si sarebbe potuta rovinare per quello.
Ridusse gli occhi a due fessure e scrutò il corridoio deserto.
-Facciamolo!-

Dopo qualche minuto, che ad Hermione parve interminabile, Malfoy uscì finalmente dall’ufficio di Piton con aria soddisfatta.
-Allora? Tutto apposto?- chiese trepidante la Grifondoro.
-Per ora sì-
-Posso vedere l’ingrediente?-
Draco rovistò nelle tasche dei pantaloni e tirò fuori una fiala.
Sull’etichetta, scritto in un bel corsivo elegante, si leggeva “Veritaserum”.


ANGOLO AUTRICE
    
Rullino i tamburi! Suonino le trombe! I’m baaack, guys!
Eh sì, purtroppo le mie vacanze sono terminate e ho fatto ritorno alla mia vecchia e noiosa vita sedentaria. E come distrarsi se non scrivendo un nuovo capitolo? Prometto che ora sarò più presente e aggiornerò più spesso.

Su questo capitolo non c’è molto da dire come retroscena, a parte il fatto che Malfoy sta tramando qualcosa per chiarire una volta per tutte con Hermione. Tutto verrà svelato la prossima volta, quindi non abbandonatemi ahaha
Un ringraziamento speciale a 483_inter e a katherina23 alle quali ormai mi sono affezionata troppo :’) Grazie ragazze! E grazie anche a te, lettore timidone che non scrive niente. Le visualizzazioni aumentano di capitolo in capitolo ed io non posso essere che felice!

Buona lettura <3

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Capitolo 14
*** L'ora della verità ***


-Cosa? Veritaserum?- Hermione era furiosa -non sai che è assolutamente vietato usarlo? E, per la barba di Merlino, in che modo potrebbe essere d’aiuto a Junko?-
Draco sgranò gli occhi.
-Allora? Era tutta una messa in scena, non è così?- se solo potesse essere possibile, ad Hermione sarebbe uscito del fumo dalle orecchie.
-Calmati, Granger!-
-No, io non mi calmo! Ti ho aiutato a rubare del Veritaserum, mi hai usata!- urlava furibonda.
Malfoy iniziò a guardarsi attorno con finta disinvoltura in attesa che la scenata terminasse. E in effetti dopo alcuni istanti calò il silenzio più assoluto.
-A cosa ti serve?- mormorò poi la ragazza, schiarendosi la voce.
-Volevo usarlo su di noi- annunciò con tono freddo.
-Su di noi? Ma hai il cervello pieno di Nargilli per caso?-
-Cosa sono i Nargilli?-
-Oh, lascia perdere. Non cambiare discorso! Perché mai dovremmo berci quella roba?-
-Ho pensato che sarebbe stato il modo più sicuro per rivelarci tutto, per sistemare le cose tra noi, visto che… sembrano esserci degli intoppi-
-Ah, tu credi?- rise sarcastica.
Draco la ignorò.
-Allora, vuoi sapere come stanno realmente le cose o hai troppa paura della verità?-
Hermione venne punta sul vivo.
-Pff, io? Paura? Certo che no. Potrei farlo anche ora-
-Ottimo. Sono d’accordo-
La Grifondoro avrebbe voluto mordersi la lingua e prendere a testate il Platano Picchiatore. Che diamine le era preso?
-Qualche ripensamento, Granger?-
-Assolutamente- Hermione gli rivolse un sorriso tirato –dovremmo andare nella stanza delle necessità. Lì nessuno potrà vederci-
Già, nemmeno Harry con la sua Mappa del Malandrino.
Il biondo annuì e, una volta rimessa la fiala in tasca, si incamminò in silenzio al settimo piano.
-Ci vediamo là, Granger-
 

Hermione attese qualche minuto prima di raggiungere a sua volta l’entrata della stanza delle necessità.
Lungo il cammino però pensò di fare una piccola deviazione per raggiungere Ginny.
-Eccoti finalmente! Allora, Junko come sta?-
-Cosa c’entra Junko? Oh, sì… lui sta benissimo…-
-Hermione? Non me la conti giusta- la ragazza tirò le labbra in un sorrisetto malizioso.
-Non ho tempo per spiegare ora. Devo rivedere Malfoy tra poco. E, vada come vada, tutto finirà oggi-
Ginny rimase imbambolata a fissare l’amica sparire, inghiottita tra la folla.
 

-Eccomi- Hermione arrivò trafelata al settimo piano.
-Che agilità, Granger- la schernì Draco.
Poi, senza rivolgersi un’altra parola in più, entrarono nella stanza nascosta.
Per quell’occasione la stanza delle necessità si presentava come un enorme camera vuota e spoglia, fatta eccezione per due semplici sedie in legno situate al centro, una di fronte all’altra, a un metro di distanza.
I due ragazzi presero posto e per qualche secondo nell’aria veleggiò un vago senso di imbarazzo e insicurezza.
Malfoy tirò fuori la fiala, inghiottì metà contenuto senza battere ciglio e la consegnò ad Hermione. Quest’ultima, a sua volta, bevve il rimanente della pozione.
-Si dia il via allo spettacolo!-
-Niente colpi bassi, Granger-
-Ricevuto. Niente domande sconvenevoli-
Gli occhi della ragazza si ridussero a due fessure mentre scrutava gli occhi grigi del Serpeverde.
-Parlami di Pansy-
-Oh, insomma!- Draco alzò lo sguardo al cielo, ma poi qualcosa lo spinse a parlare.
-Pansy è una mia amica. Lo è stata fin dal primo anno. Abbiamo legato parecchio e un paio di volte siamo finiti a letto, ma… non ho mai voluto qualcosa di serio con lei, anche se non credo che Pansy la pensi allo stesso modo-
-Allora perché se la consideri solo un’amica mi hai dato buca per fare sesso con lei? Perché non mi racconti com’è andata esattamente la faccenda?-
-Io ti stavo aspettando in camera mia, lo giuro. Non ho mai pensato di chiamare Pansy, volevo te. Lei però è arrivata senza preavviso e si è messa a parlare del fatto che ci aveva visti insieme e a quel punto sono entrato nel panico più totale. Non potevo permettere che Pansy, gelosa com’è, per ripicca spargesse la voce di me e te a scuola. Ho dovuto inventarmi una scusa sul momento, le ho parlato di una presunta scommessa con Blaise e allora si è calmata. Poi però ha iniziato a sedurmi. Ha detto che avremmo potuto divertirci, che tanto a te non faceva differenza se avessi rimandato il nostro incontro. Io non potevo sapere cosa pensassi tu, Hermione. Non abbiamo mai parlato chiaramente e pensavo la cosa più logica: che per te sarebbe stato un sollievo non vedermi. Così ti ho mandato il gufo…-
La ragazza lo fissava con uno sguardo indecifrabile, tanto che riuscì a mettere Draco Malfoy in soggezione.
-E tu invece? Cos’hai sentito esattamente quella volta che hai origliato in camera mia?-
Hermione arrossì furiosamente.
-Niente di così importante. Solo la vocina odiosa della Parkinson che ti scongiurava di andare a letto con lei-
-Oh. Beh, tu invece che mi dici dello Sfregiato?-
-Di Harry? Cosa dovrei dire? Siamo migliori amici. Per me è come un fratello-
-Lo sapevo, lo sapevo che quella testa calda di Weasley mentiva!- disse Draco, forse più a sé stesso che ad Hermione.
-Cosa? Cosa c’entra Ron?-
-Lui pensa che voi due stiate insieme-
-Per la barba di Merlino! C’era da aspettarselo…- la Grifondoro si agitò sulla sedia.
-Voglio essere sicuro di una cosa: Potter ti ha costretto a non rivolgermi più la parola?-
-Diciamo così. Non mi ha costretta, era una chance per fare pace con lui-
-Capisco. Se non fosse stato per lui con me ci parleresti ancora? E con “parlare” intendo anche molte altre cose- ammiccò.
Hermione iniziò a torturarsi una ciocca di capelli e a mordicchiarsi il labbro.
Non doveva parlare. Non doveva rispondere per nessun motivo al mondo.
-Certo che sì- non appena ebbe pronunciato quelle parole, Hermione si portò una mano alla bocca.
Draco sorrise compiaciuto.
-Ah, e così mi metti in imbarazzo eh? Allora rispondi a questa: perché hai interrotto me e McLaggen quando stavamo parlando?-
Malfoy la fulminò con lo sguardo.
-Non so che diavolo mi sia passato per la testa, so solo che non potevo permetterti di andare ad un appuntamento con quel bamboccio e lasciarmi da solo. Se avessi saputo che l’uscita ad Hogsmeade era tra un mese mi sarei risparmiato quella figuraccia, certo, ma in quel momento l’unica cosa a cui ho pensato era che non volevo stare senza di te-
A quelle parole, Hermione sobbalzò.
-Avevo detto niente colpi bassi, comunque- sul volto di Draco comparve un sorriso stranamente sincero. La Grifondoro ne rimase incantata: mai aveva visto Malfoy così sereno, nonostante lei lo stesse mettendo in imbarazzo con le sue stupide domande.
-Hai perso l’uso della parola, Granger?-
-No, ero solo impegnata a guardarti!-
Draco le scoccò un’occhiata divertita.
-Stupido Veritaserum…- sorrise imbarazzata.
-Ora tocca a me: ti è piaciuto baciarmi?-
Le guance di Hermione presero fuoco, il cuore iniziò a batterle all’impazzata, tanto che la ragazza temette che potesse balzarle via dal petto, le gambe diventarono improvvisamente molli e lei ringraziò di ritrovarsi seduta, altrimenti si sarebbe afflosciata a terra come un fiore senz’acqua.
-Sì. E a te?- rispose infine.
-Sì. Quindi… se io ora mi alzassi e ti baciassi tu mi respingeresti?-
-No- mormorò, la bocca asciutta, le labbra tremanti.
Malfoy si alzò di scatto, ma con grande sorpresa di Hermione, si chinò a raccogliere la fiala e si mise a leggere alcune indicazioni sul retro.
Sorrise con dolcezza.
-Cosa c’è?- chiese la ragazza, cercando di non fare caso a quel pizzico al basso ventre che si stava impossessando di lei.
-Qui c’è scritto che chi berrà l’intero contenuto della fiala sarà sotto l’effetto del Veritaserum per dieci minuti. Noi ne abbiamo bevuto metà per ciascuno-
-Questo significa che siamo rimasti sotto l’effetto della pozione solo per i primi cinque minuti. Le ultime cose che ci siamo detti le abbiamo dette col cuore. Non perché eravamo obbligati. Abbiamo scelto di dirle-
Gli occhi della ragazza si inumidirono appena.
Malfoy lasciò cadere la fiala che si ruppe in mille pezzi. Agguantò Hermione e, dopo un tempo che gli era parso interminabile, la baciò.
La baciò con trasporto e con furia, come se non ne avesse ancora abbastanza. Insinuò la lingua nella bocca di Hermione e chiuse gli occhi.
La ragazza si abbandonò completamente a lui ricambiando il bacio con tanto vigore che si chiese come aveva fatto a resistere fino a quel momento.
Non aveva mai desiderato così tanto qualcosa in vita sua. Si alzò dalla sedia e spinse Draco sulla sua, facendolo sedere. Subito dopo si mise a cavalcioni sopra di lui, passandogli freneticamente le mani tra i capelli.
-Oh, Draco…- mugolò.
-Mi hai chiamato per nome…- sorrise lui, riprendendola a baciare subito dopo.
Per tutta risposta Hermione gli si fiondò sul collo, mordicchiandolo e baciandolo.
Malfoy rabbrividì.
-Mi farai impazzire, Granger!-
 

Dopo minuti o forse ore, i due ragazzi uscirono dalla stanza delle necessità con un vago sorriso stampato sul volto.
Hermione aveva occhi solo per Draco: sembrava così rilassato, così felice...
Il sorriso le morì non appena vide gli occhi di Malfoy sbarrarsi improvvisamente. Non stava fissando lei, fissava un punto davanti a loro.
Hermione si voltò.
-Harry?-


 

ANGOLO AUTRICE
Non ammazzatemi per il solito finale ad cazzum, dopotutto questo capitolo è più lungo del solito ahahah *prega in ginocchio*
Ora voglio proprio sapere cosa pensate di questa riappacificazione. O del nostro caro Harry sempre in mezzo alle scatole. O del fatto che tra poco, circa tre capitoli, la storia giungerà al termine.
Ho bisogno del vostro sostegno ora più che mai!
Un saluto a tutti, in particolare a 483_inter, katherina23 e a the fire of the books, alias Izzy.

Buona lettura <3

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Capitolo 15
*** Sola ***


Il cuore di Hermione mancò un battito. La gola le si seccò in un batter d’occhio, il corpo iniziò a tremare.
Harry la fissava con sguardo indecifrabile. Draco strinse la mano della ragazza più forte.
-Harry, io…-
Il ragazzo fece cenno di tacere.
-Conto davvero così poco per te?- disse con tono piatto.
-Cosa? Certo che no! Voglio dire… tu sei il mio migliore amico!- farfugliò Hermione.
-Davvero? E nonostante io sia il tuo… migliore amico – e marcò le due parole con sarcasmo facendo le virgolette con le dita – te ne sei infischiata della seconda possibilità che ti avevo dato, giusto? Credevo volessi sistemare le cose, Hermione-
La Grifondoro si lasciò prendere dal panico. Lasciò la mano di Malfoy e si avvicinò ad Harry.
-Oh Harry, certo che voglio sistemare le cose!-
-Come riesci a mentirmi così spudoratamente perfino quando siamo faccia a faccia?- sul viso di Harry comparve un sorriso amaro –oh, già. Avrai passato così tanto tempo con il tuo nuovo amichetto da imparare qualche trucco del mestiere, non è così?-
Draco lo incenerì con lo sguardo.
-No, no! Harry, io…- Hermione iniziò a scuotere la testa, calde lacrime scendevano copiose dagli occhi lucidi.
-Una domanda, Hermione: pensavi di tenermi nascosto il fatto che tu e Malfoy foste andati nell’ufficio di Piton a fare chissà cosa?-
-Harry…- mugugnò lei.
-E un’altra cosa… credevi che non vi avrei visto al settimo piano, poco prima di sparire nella stanza delle necessità?-
-La Mappa…-
-Ottima deduzione. Vedo che almeno il cervello non si è danneggiato a forza di stare in compagnia di Serpeverde cerebrolesi-
-Non parlare così di Draco!- sbottò la ragazza, stupendosi lei stessa delle sue parole.
-Lo difendi e lo chiami per nome? Non so cosa dire, davvero…-
Hermione si pentì di aver parlato troppo. Si pentì di aver abbandonato Ginny per correre da Malfoy. Si pentì di aver sorriso mentre schivava le persone nei corridoi per raggiungere il settimo piano. Si pentì di aver baciato quello che doveva essere il suo acerrimo nemico con così tanta foga.
-Potter, è libera di fare ciò che desidera- la voce di Draco risuonò per la prima volta in quell’assurda discussione.
-Non ho più parole…-
Hermione aveva occhi solo per Harry. Per tutto il tempo le aveva parlato con tono piatto e monocorde, aveva letto la delusione nel suo sguardo. Avrebbe preferito che le urlasse contro, che litigassero fino quasi a spintonarsi, fino a farla diventare rossa dalla rabbia e invece quel sorriso di amarezza che aveva colto sul viso del suo amico fece più male di qualsiasi insulto.
-Credevo di contare di più per te. Evidentemente non è così. Spero che ora tu possa essere felice-
Harry si girò e si allontanò senza aggiungere nient’altro.
Hermione rimase a guardare mentre il suo unico vero amico se ne andava.
-Sono sola…- singhiozzò mentre cercava di asciugarsi il viso con una manica della divisa.
-Ti sbagli. Io sono qui per te. Non ti lascio- Draco le posò un casto bacio sulla fronte e la attrasse a sé in un abbraccio.
Hermione si accoccolò tra le sue braccia, chiuse gli occhi e inspirò a lungo un dolce profumo di muschio bianco.
Forse lui aveva ragione. Non era sola.
 


Quella sera Harry si tenne a debita distanza sia da Hermione che da Ron. Il famigerato e famoso trio sembrava essersi sciolto.
Ron non aveva alcuna intenzione di parlare con i suoi ex migliori amici per il semplice fatto che era fermamente convinto di una loro relazione segreta. In più non si erano nemmeno preoccupati di raccontargli niente quando li aveva sorpresi al lago…
Harry avrebbe voluto riappacificarsi con Ron, ma se avesse spiegato che ciò che lui pensava era solo frutto della sua immaginazione, allora avrebbe dovuto svelare la coppia Hermione-Draco ma, nonostante fosse rimasto fortemente deluso dall’amica, non sarebbe mai riuscito a infierire in quel modo su di lei. Però non aveva comunque intenzione di parlarle, perciò quando la vide di sottecchi raggiungere la tavolata dei Grifondoro e sedersi in disparte per cenare, tirò un sospiro di sollievo.
Hermione, dal canto suo, si isolò apposta, azzardando però qualche occhiata ai tre ragazzi che la stavano facendo impazzire: Ron parlottava con Dean e Seamus, Harry cercava di chiacchierare con Ginny nonostante Colin Canon gli stesse col fiato sul collo e Draco, nella parte opposta della sala, le scoccava di tanto in tanto qualche occhiata eloquente.
Hermione non poteva più sopportare quella situazione. Doveva liberarsi la mente, sfogarsi e lasciarsi distrarre. L’unica persona che ora avrebbe potuto aiutarla era Malfoy. Senza pensarci su due volte si alzò e si avvicinò a passo di marcia verso il tavolo dei Serpeverde.
Quando raggiunse Draco di spalle però il coraggio venne meno.
“Che diavolo sto facendo qui?”
Il ragazzo stava facendo finta di trovare una battuta di Goyle divertente, ma quando vide Pansy fissare un punto indefinito dietro di lui, si voltò titubante.
A pochi centimetri di distanza trovò Hermione, le braccia tese lungo i fianchi sinuosi, la punta delle orecchie e le guance rosse, la testa china.
-Oh no…- mormorò Draco impercettibilmente.
-Io… ecco… mi chiedevo se potevamo parlare- farfugliò la Grifondoro, cercando di non fare caso al tavolo dei Serpeverde completamente ammutolito per assistere alla scena.
Prima che Malfoy potesse solo pensare a cosa rispondere, Pansy scoppiò in una risata fragorosa, contagiando molti altri.
-Ehy, ragazzina, gira al largo. Non capisci? Draco ti ha solo usata, era una scommessa, svegliati!-
Alcuni Serpeverde smisero di ridere alla frase “Draco ti ha solo usata” mostrando un’aria interrogativa, altri invece non se ne curarono.
Hermione avrebbe voluto sprofondare all’istante. Non si era mai sentita così umiliata in vita sua. In più Malfoy continuava a fissarla con la bocca aperta, come se volesse ribattere qualcosa. Ma non disse nulla. La Grifondoro si sentì tradita.
-Ancora qui, Granger? Ancora non ti è chiaro che Draco ti considera solo una Mezzosangue?-
Ricacciò indietro le lacrime e si mise a correre verso l’uscita.
Prima di svoltare nel corridoio si girò un’ultima volta: Harry scuoteva la testa, Ron la fissava incuriosito e Draco… No, non voleva vederlo. Non doveva guardarlo.
Uscì dalla Sala Grande e ancora una volta numerose lacrime le bagnarono il volto.
Alla fine aveva ragione lei: era sola.





ANGOLO AUTRICE:

Vi starete chiedendo come sia possibile che tutto si sistemi in due capitoli… ebbene, vi stupirò! Non tanto per il poco tempo che utilizzerò, quanto per un finale completamente inaspettato.
Probabilmente avete iniziato a leggere questa fan fiction pensando che fosse una delle tante, i soliti litigi, i soliti incontri segreti… Ma non è affatto così.
E lo scoprirete molto presto muahah <3

Forse mi odierete, ma io continuo a ringraziare le mie affezionate recensitrici e tutti coloro che perdono dieci minuti del loro tempo per leggere quello che scrivo.

Buona lettura <3

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Capitolo 16
*** Tra sogno e realtà ***


-Oh Junko… non credevo potessi sentirmi peggio. Prima ho perso Ron, poi Harry e infine Draco. Certo, so che la faccenda della scommessa è una farsa e che Pansy non può saperlo, però pensavo che Draco mi difendesse da quell’oca della Parkinson. E invece? Niente. Non ha detto niente-
Hermione sedeva per terra di fronte al suo Crup scodinzolante.
La ragazza fissava intensamente quell’animaletto e pensava a quanto potesse essere bello e semplice vivere la sua vita. Una felice, seppur breve, vita da mezzo cane. Quell’idea, in quel momento, non le dispiacque minimamente.
Ripensò a Pansy, alla sua bocca che si spalancava per ridere, seguita a ruota da tutta la tavolata. E lei lì, immobile, nella speranza che Malfoy la salvasse da quella situazione imbarazzante. Aveva sbagliato a riporre così tanta fiducia in quel ragazzo. Ma infondo avrebbe dovuto saperlo: lo conosceva da sei anni ormai, perché ora avrebbe dovuto essere diverso? Si diede della stupida più e più volte.
Ripensò alla notte nell’aula in disuso e il pomeriggio nella stanza delle necessità.
-Oddio!- esclamò frustrata, facendo sobbalzare Junko.
Eppure non riuscì a trattenere il solito formicolio al basso ventre.
Si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro per la sua camera. Doveva calmarsi.
-Ehy Junko, che ne dici di fare una passeggiata?-
Il Crup però sembrava interessato ad annusare le scarpe di Lavanda Brown.
-Fantastico. Ora parlo con gli animali!-
Hermione scosse la testa, sconsolata.

 

Malfoy sedeva ancora alla tavolata dei Serpeverde.
Cercava di finire il pasto con la sua solita e cupa indifferenza. Ma come poteva rimanere indifferente a quello che era successo poco prima?
Probabilmente Hermione era da qualche parte a piangere o a pensare per colpa sua. In effetti non aveva fatto un bel niente quando Pansy aveva umiliato pubblicamente la Grifondoro. Era rimasto imbambolato a fissare gli occhi della Granger diventare lucidi. Si sarebbe dovuto alzare e gridare al mondo che nessuno doveva permettersi di infierire in quel modo sulla ragazza che lo aveva completamente stregato.
Alzò lo sguardo dal suo dolce e trovò quello di Pansy. L’amica sorrise beffarda. Al ragazzo iniziarono a prudere le mani.
Doveva andare da Hermione.
E sapeva già dove trovarla.

 

Hermione era seduta vicino al lago, in silenzio. Niente più gemiti o singhiozzi. Aveva finito anche le lacrime. Sedeva semplicemente al buio, a fissare l’orizzonte mentre Junko girovagava nelle vicinanze.
Si abbracciò le ginocchia e iniziò a dondolare pian piano avanti e indietro tenendo lo sguardo fisso sulla superficie nera del lago.
Alcuni fruscii la destarono dalla sua trance. Si voltò di scatto col cuore in gola e vide Malfoy camminare dritto nella sua direzione.
La ragazza si rigirò e alzò gli occhi al cielo. Non aveva le forze di litigare ancora e le sue sacche lacrimali stavano già protestando.
“Ci hai già prosciugate del tutto, vuoi lasciarci un po’ in pace?”
-Che vuoi?- sbottò Hermione, quando fu sicura che il Serpeverde potesse sentirla.
-Spiegarti- disse semplicemente.
-Oh, vorresti illuminarmi sul perché hai lasciato che mi umiliassero davanti a tutti gli studenti di Hogwarts? Sentiamo, sono molto curiosa. Scommetto che mi farò una bella risata dopo-
Draco le si sedette accanto.
-E’ stato spregevole da parte di Pansy dire quelle cose in pubblico. Avrei voluto dire qualcosa, ma…-
-Ma non l’hai fatto, Malfoy-
-Già. E me ne pento-
Hermione finalmente si voltò e guardò Draco fisso negli occhi.
-Facile dire “me ne pento”, vero? Tanto sono io lo zimbello di tutti, ora-
-Fidati quando ti dico queste cose. Le penso davvero, Hermione. Ti sei fidata oggi pomeriggio quando abbiamo parlato-
-Non chiamarmi Hermione. E comunque… sì, ti ho creduto e guarda dove mi ha portato la mia stoltezza: a fare la depressa sulla riva di un lago. Tante grazie-
Draco fece per aprire bocca, ma Hermione lo anticipò.
-Sai che c’è? Tu ti vergogni di me. Mi vuoi solo come passatempo. Per te non potrò mai essere la ragazza che presenti soddisfatto ai tuoi amici. Sono solamente il tuo giocattolo bruttino lasciato in un angolo. Mi dispiace solo di non essermene resa conto prima. Ero talmente accecata dal desiderio che non pensavo ad altro. E sono stata una sciocca, un’emerita idiota!-
Malfoy sorrise.
-Ti sembra il caso?-
-Scusa, è che… non avrei mai creduto di sentire Hermione Granger insultarsi per colpa di un Serpeverde. Chi l’avrebbe mai detto, eh?-
Hermione sbuffò, ma non riuscì a nascondere un sorriso accennato.
-Senti, all’inizio volevo frequentarti in… segreto, ecco. Non perché mi vergognassi di te, ma perché sapevo che sarebbe stata dura una relazione tra la migliore amica di Harry Potter e il suo acerrimo nemico se fosse stata alla luce. Veramente la pensavo così fino a mezz’ora fa. Poi l’episodio nella Sala Grande mi ha completamente stravolto. Ho capito che non m’importa cosa pensano gli altri, io amo stare con te. Amo le tue labbra e il tuo profumo. E io sia maledetto se ti lasciassi scappare da me un’altra volta. Granger, ti prometto che, se tu passerai la notte con me, domani annuncerò pubblicamente che mi piaci-
Questa volta fu Hermione a ridacchiare.
-Ti ho appena aperto il mio cuore e tu cosa fai, ridi?- Draco si finse offeso.
-Proprio per questo. Draco Malfoy ha dei sentimenti. Chi l’avrebbe mai detto, eh?- ammiccò.
Il ragazzo la spinse dolcemente.
-Allora, cosa intendi con “passare la notte con te”?- indagò la Grifondoro, tornando seria.
-Oh insomma Granger, mi fai sembrare così poco romantico! Voglio solamente stare con te. Qui, magari- disse, alzando gli occhi sul cielo stellato.
-In effetti non è una cattiva idea. Sempre se tu manterrai la parola domani-
-Puoi starne certa!-
Hermione si avvicinò a Draco e lui le passò un braccio sulle spalle, stringendola a sé. Lasciò un lungo bacio sui suoi capelli.
-Draco?-
-Sì, Granger?-
-Puoi chiamarmi Hermione – sorrise nel buio – comunque… avrei dovuto farti questa domanda oggi pomeriggio, ma eravamo ecco… impegnati. Cosa ti è passato per la testa? Perché quest’anno improvvisamente provi interesse verso di me?-
-Io… non lo so. Ma quando ti ho vista… è cambiato qualcosa in me-
-Davvero?-
Malfoy si chinò su Hermione e la baciò a lungo e delicatamente.
-Davvero-
-Il fatto è che non mi sembra reale. Sembra un sogno, non trovi?-
-Forse-
-Come faccio a capire se è la vita reale o un sogno, Draco?-
-Beh, non so se sia vero o meno, però si dice che nei sogni, se ti guardi le mani, vedi delle dita in più. Buffo, vero?-
Hermione alzò una mano e si osservò le dita.
Ne vedeva sei.





    ANGOLO AUTRICE

Inutile commentare ora, tutto verrà svelato nel prossimo, e ultimo, capitolo.
Spero solamente che ora vi siate incuriositi e che magari scriviate qualcosina nei commenti. Incredibile come delle semplici recensioni mi rendano felice, eh? Ahahah
In ogni caso, un grazie in anticipo a tutti voi, ma lascio i saluti finali per i prossimi giorni, quando pubblicherò il finale.
Buona lettura <3

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Capitolo 17
*** Déjà Vu ***


Hermione assaporava i primi timidi raggi del sole che le scaldavano la pelle, avvertiva la luce premerle contro gli occhi, ma si ostinava a tenere le palpebre serrate.
Si sentì stranamente piena di energie, ma si concesse ancora qualche istante di riposo, crogiolandosi nel tepore del primo mattino.
Alzò pigramente una mano, che ricadde pesantemente accanto a sé.
Avvertì qualcosa di morbido e setoso al tatto e, con un sorriso stampato sul volto, iniziò a giocherellare e ad accarezzare quella chioma così attraente.
“Adoro accarezzare i capelli di Draco…” pensò, rigirandosi tra le dita una ciocca.
“In effetti adoro tutto di lui. Forse anche quel suo carattere strafottente” sorrise ancora e si rigirò per toccare di nuovo quel corpo, per avvertire di nuovo quella scossa, quel tremito, quella sensazione di piacere che non aveva mai avvertito con nessun altro.
Ma quello che sentì fu solo un dolore improvviso, un bruciore insopportabile.
Spalancò gli occhi all’improvviso e si mise a sedere tenendosi stretta la mano che poco prima aveva accarezzato i capelli di Draco Malfoy.
-Ma che diavolo succede?- esclamò, la voce ancora impastata dal sonno.
Non ottenne risposta. Ci volle qualche secondo per realizzare cosa stesse succedendo.
Per prima cosa si guardò esterrefatta la mano pulsante: era piena di graffi, i quali iniziavano a diventare rossi e a gocciolare sangue.
Che a Draco piacesse il sadomaso?
Interdetta, si girò, ma ciò che vide la lasciò, se così si può dire, ancora più sorpresa di poco prima: accanto a lei non c’era il Serpeverde tanto agognato… c’era una palla rossa con peli irti e arruffati, un muso felino che digrignava i piccoli ma aguzzi dentini con occhietti perfidi e neri.
-Grattastinchi?!- esclamò nuovamente, incredula.
Il gatto, per tutta risposta, le soffiò e scese dal letto con un balzo, continuando ad agitare nervosamente la coda pelosa.
Hermione si passò una mano tra i capelli… Proprio non capiva. Dov’era finito Draco?
-Hermione, perché diavolo urli a quest’ora del mattino? Di fastidioso ho già la mia sveglia! Non c’è bisogno che tu faccia tutto questo casino, soprattutto quando è il primo giorno- la voce soffocata di Lavanda Brown risuonò nella stanza.
Stanza… Lavanda Brown… Hermione finalmente si rese conto di trovarsi nel castello, ma soprattutto, di trovarsi esattamente nel suo letto.
Scosse la testa, incredula. Cosa era successo la notte prima? Perché non riusciva a ricordare altro che la chiacchierata con Malfoy sulle rive del lago, dopo la scenata nella Sala Grande?
Si alzò dal letto con una strana sensazione in corpo, uno strano miscuglio di ansia, paura e insicurezza. Con gambe tremanti si diresse nel bagno e si sciacquò più volte il viso.
Rimase immobile a fissare il suo riflesso sullo specchio e solo allora le tornarono in mente le parole biascicate di Lavanda Brown: “Non c’è bisogno che tu faccia tutto questo casino, soprattutto quando è il primo giorno”…
Il primo giorno?
Che diavolo le passava per la testa? Era passata già una settimana dal loro arrivo ad Hogwarts… Cercò di tranquillizzarsi: magari intendeva solamente il primo giorno della settimana. In effetti il lunedì non era il giorno preferito di nessuno, a parte quando erano in vacanza.
Tornò in camera per cambiarsi e si stupì di non ritrovarsi tra i piedi un Junko festoso con la lingua a penzoloni. Che fosse con Draco?
Probabilmente per qualche oscuro motivo quella notte alla fine l’aveva riaccompagnata nel dormitorio e poi, per non disturbarla, era tornato nella sua stanza portando con sé Junko. Magari era stata una nottata parecchio fredda… Ma quel discorso non faceva che confondere le idee alla Grifondoro: perché non si era accorta di nulla? Come aveva fatto Draco a portarla fin lì quando era palese che non conoscesse la parola d’ordine del ritratto?
Forse era sonnambula… Ma allora Draco doveva essere rimasto al lago… e anche Junko! Forse si era arrabbiato di non ritrovarla con sé quella mattina e così non avrebbe mantenuto fede alla sua promessa!
Hermione deglutì, ansiosa. Si vestì in fretta e scese le scale, decisa ad affrontare la situazione una volta per tutte e… Prima però avrebbe mangiato.
La ragazza sorrise imbarazzata fra sé e si disse che non sarebbe successo niente se prima avesse fatto un salto per fare colazione.
Hermione Granger entrò nella Sala Grande e si diresse con passo deciso verso la tavolata dei Grifondoro.
-Buongiorno- Harry le rivolse un sorriso striminzito e si coprì la bocca cercando di mascherare uno sbadiglio.
-Buong..Hermpf...-
La Grifondoro si bloccò di scatto quando sentì quelle voci, così naturali, così abituali, così…
-Harry? Ron?- chiese timidamente.
Aveva un’altra sensazione, sebbene ben diversa dalla prima. Era strana, come se avesse già vissuto quella scena.
-Beh, non ti siedi con noi a fare colazione?- chiese Harry.
-Cosa? Ma voi… non eravate arrabbiati con me?- indagò, stupefatta.
-Eh? E perché mai dovremmo?- Ron scoppiò a ridere e la ragazza si ritrovò a fissare il suo porridge sputacchiato sul tavolo. Le era completamente passato l’appetito.
-Io… io…- balbettò confusa.
Cosa stava succedendo? Perché improvvisamente i suoi due migliori amici le stavano rivolgendo la parola? E perché sembravano aver completamente rimosso la storia di Draco e tutti gli episodi successivi?
Si sedette titubante accanto ad Harry.
Il ragazzo le prese la borsa e vi frugò dentro, per poi tirare fuori il foglio con l’orario scolastico della giornata.
Hermione si avvicinò, sia per leggere, che per scrutare il suo amico che la stava facendo impazzire.
-Un momento… non dovremmo avere Cura delle Creature Magiche oggi? Dobbiamo riconsegnare i Crup ad Hagrid!- fece notare, un tantino nervosa.
-Cosa? Hagrid? I Crup? Cura delle Creature Magiche?- Harry sgranò gli occhi.
-Hai battuto la testa da qualche parte stamattina? Non ricordi? Siamo al sesto anno, Cura delle Creature Magiche era facoltativa e abbiamo scelto di non farla- Ron la guardò interdetto.
-Quando Hagrid lo scoprirà ci rimarrà malissimo…- Harry scosse la testa sconsolato.
Hermione credeva di stare per scoppiare.
Si era svegliata e accanto a lei c’era quella palla di pelo di Grattastinchi, Lavanda Brown aveva detto che quel giorno sarebbe stato il primo, Harry e Ron le parlavano e i Crup e le lezioni di Hagrid sembravano essere solo una sua fantasia.
Poi tutto avvenne in un attimo. Fu come un lampo a ciel sereno, un colpo di genio.
Finalmente tutto le apparve chiaro, nitido, anzi, trasparente.
Aveva sognato. Fin dall’inizio.
Ecco perché aveva quelle strane sensazioni di aver già vissuto quelle scene… erano semplicemente dei deja vu.
Sentì un tuffo al cuore, le voci di Harry e Ron le arrivarono ovattate alle orecchie, non riusciva ad ascoltarli.
L’angoscia la pervase: tutto quello che era successo con Draco… tutto ciò che avevano costruito insieme… era stato solamente frutto della sua immaginazione.
Non appena si sarebbero rivisti lui l’avrebbe insultata, com’era giusto e normale che facesse. Hermione invece non riuscì a concepirlo: davvero non si erano mai baciati? O visti in segreto?
Lui avrebbe continuato a prenderla in giro, ignaro dei sogni che ora tormentavano la Grifondoro.
Quell’anno non sarebbe cambiato, dopotutto.
Draco Malfoy non aveva visto niente di diverso in Hermione Granger.
Draco Malfoy non era attratto da lei.
Draco Malfoy era dannatamente Draco Malfoy.
Gli occhi si fecero lucidi, ma Hermione ricacciò prontamente le lacrime.
Doveva vederlo.
Hermione deglutì a fatica e si voltò in direzione della tavolata dei Serpeverde, già impegnati a fare baccano di prima mattina.
Due occhi grigi la stavano guardando, da lontano. Un sorriso stranamente sincero comparve sul volto di un alto ragazzo biondo con il mento appuntito.
“Calma Hermione, stai nuovamente immaginando tutto”
Si guardò le mani, convinta di scoprire che stava ancora sognando.
Ma quando abbassò lo sguardo non vide altro che le sue normalissime mani.
Titubante, rialzò il capo e tornò a fissare quel ragazzo dal fascino irresistibile.
Lui le stava ancora sorridendo.
Un sorriso che le ricordava i momenti passati da sola con lui, sebbene non fossero stati altro che sogni.
Lui le stava ancora sorridendo.
Ed Hermione non poté fare altro che sorridergli a sua volta.





ANGOLO AUTRICE
In primis: chi vuole cogliere il vero collegamento dei deja vu etc, vada a rileggersi le prime righe del primo capitolo.

 

La mia mente non poteva partorire un finale più ingarbugliato di questo.
Ma nonostante ciò non posso negare che questa fan fiction decisamente fuori dal normale mi mancherà, dopotutto!
Chissà, magari potrei pensare ad un sequel o a qualcosa del genere, ma la scuola si è di nuovo impossessata della mia vita, quindi non so se avrò abbastanza tempo da dedicare ad un’altra storia a capitoli che possa risultare quantomeno decente. Ma prometto che cercherò di trovare del tempo, sempre se la cosa sarà gradita.
In effetti ora che ci penso ho già qualcosa di semi pronto da parte, ma anche quello non ha nulla a che fare con le solite storie che potete trovare qui su efp… si tratta di una parodia ancora in elaborazione di tutto il cast di HP. Pensate che possa essere una buona idea pubblicarla?
 

Ma bando alle ciance. Vorrei ringraziare di cuore coloro che sono rimasti con me dall’inizio fino alla fine e coloro che arriveranno in seguito e leggeranno la storia già completa.
Un grazie sincero a tutti, perché per una volta tanto mi sono sentita accettata e apprezzata.
Un grazie speciale a:
- 483_inter
-katherina23
-LieselRudy
-lily67
-Mayu_Marmalade
-Majomi
-the fire of the books
E’ solo grazie alle vostre recensioni se ho avuto il coraggio di continuare a pubblicare i miei capitoli.
Quindi che dire, se non ancora una quantità enorme di “grazie” fino a quando non mi prenderete a testate per farmi smettere?
Spero di rincontrarvi presto in giro su efp… Il mondo è piccolo dopotutto!

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