Come Gatto E Segugio

di AliceMiao
(/viewuser.php?uid=821115)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli Amici Aiutano Gli Amici ***
Capitolo 2: *** Onomastico ***
Capitolo 3: *** Il Regalo Perfetto ***
Capitolo 4: *** Il Duello ***



Capitolo 1
*** Gli Amici Aiutano Gli Amici ***


~~Stavo correndo per i corridoi del palazzo. La mia destinazione era la mia stanza. Avevo appena fatto un pranzo abbondante. Mi ero gustato il sangue di una ragazza bionda ( io adoro le ragazze bionde! Il loro sangue è fantastico, è dolce e con una nota di acidità ), un uomo anziano ( sangue orrendo, tutto vecchio ) e una bambina, sottratta a Jane. Era la sua preda, sapevo che l'aveva scelta ( tutti sapevano quando lei sceglieva una preda ) e l'aveva lasciata per ultima in modo da potersela gustare, ma io l'avevo presa e uccisa. Probabilmente lei avrebbe ucciso me per quel gesto, infatti me ne ero andato di lì il prima possibile.
Una volta arrivato nella mia stanza mi chiusi dentro. Non sapevo che fare, ma di uscire non se ne parlava proprio!
Dopo alcuni minuti sentii bussare alla porta con forza.
"Fammi entrare subito!". Era Demetri. Chissà cosa aveva di così importante...
Non feci in tempo ad aprire che lui aveva già sfondato la porta e mi aveva raggiunto.
"Si può sapere che ti è saltato in mente oggi?!", mi chiese.
"Che intendi? E vedi di abbassare la voce, non ci siamo solo noi", dissi.
"Perchè hai preso la preda di Jane?!", mi chiese. Possibile che avesse visto? Comunque non aveva per niente abbassato il tono di voce, anzi l'aveva alzato.
"Beh... Era lì in bella vista, non ho saputo resistere!", dissi.
"Allora vai da lei e dille che sei stato tu. Aro sta passando in rassegna le menti di tutti i presenti per trovare il colpevole", disse lui.
Ecco, la mia fine era segnata. "Devo proprio?? Perchè tanto se non troverà il colpevole nelle loro menti verrà da me...", dissi.
"Ha detto che se il colpevole confessa di sua spontanea volontà la punizione inflitta sarà minore. Consideralo un favor che ti faccio. Credimi, se fossi in te andrei da lui immediatamente", mi disse prima di sparire.
Feci un respiro e mi incamminai verso la Sala dei Troni. Mi sembrava di essere nel braccio della morte, come se fossi condannato a morte. Il bello era che sapevo perfettamente perchè mi sentivo così:nella sala dove stavo andando c'era una vampira bionda che mi stava aspettando per farmi a pezzi!
Aprii la porta. Mancavano ancora due vampiri e poi avrebbe capito che ero io il colpevole.
"Scusate per l'interruzione, ma Demetri mi ha detto che state cercando un colpevole", dissi.
"Esatto, vieni e dammi anche tu la mano", disse Aro.
"Non ce n'è bisogno, confesso che sono stato io; sono io il colpevole", dissi.
Mi aspettavo una reazione in grande stile, qualcosa tipo: "Come hai potuto?!", oppure io che cadevo a terra dolorante, invece non volava una mosca. Iniziai a pensare di aver ottenuto uno scudo e quindi di non sentire il dolore provocato dal potere della bionda.
" Da te non me l'aspettavo", disse Aro, avvicinandosi a me.
"Non sono riuscito a resistere", dissi.
"Quindi è una questione di autocontrollo... Devi lavorare di più su questo. Non ti punirò, il motivo per cui l'hai uccisa è un problema comune a molti vampiri, ma devi promettermi che lavorerai su questo aspetto", mi disse.
"Sì, Signore", dissi inchinandomi.
"Ora vai, prima che cambi idea", disse.
Uscii e corsi verso la camera di Demetri. Sprizzavo gioia da tutti i pori!
"Non mi punirà! Ha detto che siccome è una questione di autocontrollo non merito una punizione", dissi.
"Ti è andata bene. Tuttavia ho a sensazione che nella prossima missione la tua bella dose di dolore non la scamperai", disse.
Quanto aveva ragione! Sarebbe stato troppo bello avere nella Guardia anche Renata. Mi avrebbe protetto, quella lì mi adora! Almeno credo...
"Sì lo penso anch'io... Ehi andiamo a cacciare altri umani? Ho ancora sete", proposi.
"Perchè no! E così potrai anche migliorare il tuo autocontrollo e se io fossi in te non disubbidirei ad un suo ordine", mi disse.
"Aspetta, come fai a sapere che me lo ha ordinato?", gli chiesi. Certo che le notizie circolavano in fretta.
"Sai si scoprono molte cose stando dietro le porte ad ascoltare", mi disse lui con un sorrisetto.
"Se ti prendo sei finito!", dissi iniziando ad inseguirlo.

Note:dopo aver scritto racconti sui due gemelli ho deciso di scriverne alcuni anche sugli altri due membri della Guardia. Spero vi piaccia!
Baci AliceMiao

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Onomastico ***


~~(Felix)
"Mi dica, cosa posso fare per lei?", chiese una ragazza.
Ero in un negozio da mezz'ora e stavo cercando un regalo per una persona. Il giorno seguente sarebbe stato il suo onomastico e avevo in mente di regalarle qualcosa, ma cosa?
"Stavo cercando un regalo per una ragazza, è importante", dissi.
Dovevo assolutamente trovare un regalo che fosse perfetto. Sapevo che c'era un altro vampiro, un certo Enrique, che voleva conquistare la mia Renata e quindi io dovevo trovare un regalo migliore del suo.
L'avevo sorpreso mentre comprava un regalo per lei. Un bracciale con su il suo nome.
"Capisco... Aveva in mente qualcosa in particolare?", chiese la ragazza.
"Beh, a dir la verità no. Non mi intendo di cosa piace alle ragazze", dissi.
"Posso consigliarle un gioiello, oppure un vestito", mi propose.
"Gioielli ha detto?", chiesi. Giusto! Perchè non ci avevo pensato prima?! Il braccialetto di Enrique era da due soldi, l'aveva comprato in un negozio dove vendono tutto ad 1€. Io le avrei regalato un gioiello di quelli veri!
Ringraziai la commessa e andai verso la gioielleria che di solito usano i Signori per comprare gioielli alle mogli.
Appena arrivai davanti alla vetrina vidi Caius al suo interno. Evidentemente stava scegliendo l'ennesimo regalo per la moglie.
Entrai, consapevole che lui mi avrebbe sentito.
"Ah Felix, vieni qui. Immediatamente!", mi disse. Ecco che inizia ad urlare. Non c'è nessuno che ha dei tappi per le orecchie?
"Cosa pensi stia meglio sulla mia dolcissima moglie? I diamanti o gli smeraldi?", mi chiese.
E che ne so! Mica sono una donna! Che vuoi che ne sappia di pietre preziose?!
"Beh... Secondo me gli smeraldi...", dissi. Temevo un'altro urlo, ma rimase calmo. Sembrava che stesse riflettendo, cosa che non avviene praticamente mai.
"Ho deciso, prenderò i diamanti! Il verde in effetti non le dona. E poi il verde non si abbina molto bene con il rosso del suo meraviglioso vestito", disse il biondo.
Cosa?! Adesso si intendeva anche di moda? Temevo avesse avuto una crisi di identità. Voglio dire, di solito sono le donne che fanno caso a queste cose. Però alla sua età una crisi potrebbe anche essere possibile.
Uscì allegramente dal negozio ed io mi avvicinai alla commessa.
"Cosa posso fare per lei?", mi chiese.
"Devo regalare un gioiello alla mia ragazza, o meglio spero che voglia essere la mia ragazza dopo che le avrò regalato quel gioiello", le dissi.
"Quindi è importante! Dunque... io le consiglierei una bella collana. Con quali pietre la vuole?", mi chiese.
Giusto, con quali pietre? "Voi cosa avete?", chiesi.
"Beh di tutto, diamanti, smeraldi, rubini, zaffiri, oro, argento...", mi disse.
"Avete l'opale?", chiesi. 
"Certo! Abbiamo questi modelli", disse prendendo una serie di collane.
“Mi dia quella", dissi. Era una collana semplice: la catena era d'oro, mentre il ciondolo era una pietra di opale.
"Ottima scelta! Vedrà che le piacerà!", mi disse.
Quando vidi il prezzo quasi mi venne un infarto. Beh, tanto non pagavo io, ma avevamo un fondo in comune.
Salutai la commessa e mi diressi verso la mia camera. Avrei dovuto nascondere il regalo fino a mezzanotte, ovvero fino all'ora in cui avevo dato appuntamento a Renata.
Il tempo sembrava non passare mai, finchè non arrivò la tanto attesa ora.
Mezzanotte e non arrivò. Mezzanotte e dieci minuti e non arrivò. Mezzanotte e mezza e non arrivò. Stavo iniziando a perdere le speranze quando sentii bussare alla porta: la mia Renata!
"Scusa il ritardo, ma Enrique mi ha trattenuta. Diceva che aveva qualcosa di importante da darmi e alla fine mi ha trattenuto più del dovuto. Credimi, sono veramente dispiaciuta", mi disse.
"Non importa. Ho qualcosa per te", le dissi porgendole una scatola.
"Non sarà un altro braccialetto con il mio nome sopra spero. Quello che mi ha regalato Enrique fa veramente schifo", mi disse prendendo in mano la scatola.
Quando la aprii le si illuminarono gli occhi. "Oh Felix! È bellissima! Come facevi a sapere che vado matta per l'opale?", mi chiese.
Wow! Avevo fatto centro! Felix 1 - Enrique 0.
"Beh... Chiamalo intuito maschile", dissi.
 Lei scoppiò a ridere. "Me la metteresti?", mi chiese.
Una volta indossata stava benissimo! Era perfetta. "Ti sta molto bene", le dissi.
"Già! Grazie!", disse lei.
Le suonò il cellulare. Dopo aver parlato per qualche secondo chiuse la chiamata.
"Devo andare purtroppo. Aro vuole fare una passeggiata e devo accompagnarlo", mi disse.
Si avvicinò con il suo viso al mio. Dai, voglio quel bacio! Un bacio arrivò, ma sulla guancia...
"Grazie ancora", mi disse.
"Aspetta! Buon onomastico!", le dissi.
"Grazie!", mi disse e uscì dalla stanza.
Appena chiuse la porta feci un sorriso a 32 denti e felice come una Pasqua andai a farmi una bella doccia.

Note:ecco un altro capitolo!
Baci AliceMiao

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il Regalo Perfetto ***


~~(Demetri)
Ok, mi spiegate come ho fatto a dimenticarmene?! Come è possibile che mi sia ricordato tutto tranne quella cosa?! Se lo viene a sapere sono morto. Se Heidi scopre che mi sono dimenticato del suo compleanno sono un vampiro morto! Non lo dovrà mai scoprire.
"Perchè sei così nervoso?", mi chiese Felix.
Stavo camminando avanti e indietro da mezz'ora nella mia stanza.
"Mi sono dimenticato di una cosa", dissi.
"E cosa? Aspetta non dirmelo! Ti sei dimenticato del compleanno di Heidi", mi disse.
"Esatto, vuoi una medaglia? Accidenti, che faccio adesso? La mezzanotte scoccherà tra due ore e non ho nessun regalo da darle!", dissi.
"Calma troveremo una soluzione, ma vedi di non urlare altrimenti ti sentirà e capirà tutto", mi disse.
Feci un respiro profondo. "Hai qualche idea?", gli chiesi.
Ti prego di sì, ti prego di sì! Ti prego fa che abbia qualche idea!
"A dire il vero no", mi disse.
Il mondo mi crollò addosso. E adesso? Come mi sarei comportato?
"Aspetta! Mi si è accesa una lampadina!", disse lui.
Forse potevo sopravvivere. "Parla micione", gli dissi.
"Allora, primo non chiamarmi 'micione'; secondo, perchè non le regali una pelliccia? Una di quelle vere intendo", mi disse.
Ma certo! Che idea pessima...
"Giusto! Perchè non ci avevo pensato prima? Forse perchè non ho la minima idea di dove trovare una pelliccia!", dissi.
"Ehi genio, esiste lo zoo. O forse hai un'idea migliore?", mi chiese.
"Vada per lo zoo. Ma che animale? Non credo si accontenti di una cosa da nulla... Ho trovato! Non le farò una pelliccia, bensì un'altro animale", dissi e uscii dalla mia stanza.
Corsi verso un luogo dove sapevo che commerciavano uccelli tropicali. Uno in meno non sarebbe dispiaciuto a nessuno.
C'era molta scelta, ma alla fine scelsi un esemplare di Ara Macao.
Le sue piume colorate sarebbero piaciute molto ad Heidi.
Lo misi in una gabbia migliore una volta a casa e passai l'ora successiva a insegnarli a pronunciare una piccola frase.
Quando scoccò la mezzanotte andai verso la camera di Heidi. Bussai ed entrai. Era seduta sul letto, intenta a pettinarsi.
"Pensavo che conoscessi la buona educazione", mi disse.
"E io pensavo che volessi che fossi il primo a farti gli auguri", dissi.
Mi fece cenno di sedermi accanto a lei. Lo feci e le porsi la gabbietta.
"E questo cos'è?", mi chiese.
"Il tuo regalo. È un Ara Macao e sa già parlare", le dissi.
"Ah sì? E cosa dice?", mi chiese.
"Chiedilo a lui", le risposi.
Lei si rivolse verso il pappagallo. Quest'ultimo la guardò negli occhi e poi parlò: "Sei bellissima".
"Che gentile! Lo ripeterà ogni volta che lo desidero?", mi chiese.
"Certo. Sei bellissima", le dissi.
Mi diede un bacio. Era bellissimo quando mi baciava. Ogni cosa spariva e mi sembrava di fluttuare.
"Dillo di nuovo", mi disse.
"Sei bellissima", le dissi.
Sorrise e mi diede un altro bacio.
Il mattino dopo venne sommersa di regali da tutte le guardie maschili. Ero un po' geloso di tutte quelle attenzioni, lo ammetto.
Quando ebbe finito si avvicinò a me. "Sai il tuo è stato il regalo migliore", mi disse baciandomi di nuovo.
Mi ero salvato. Una volta tornato in camera mia segnai sul calendario dell'anno successivo di farle gli auguri e di comprarle un regalo, nel caso mi sarei dimenticato un'altra volta.

Note:il caro Demetri si è trovato nei guai stavolta! Spero vi piaccia!
Baci AliceMiao

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il Duello ***


~~Residenza dei Volturi; Epoca di Ottaviano Augusto.
(Demetri)
Colpii il mio avversario con la spada. Sfortunatamente gli procurai solo un taglio sul braccio. L'odore del sangue si diffuse per l'arena, ma dovevo concentrarmi. L'avversario mi fissava con sguardo impaurito. Non mi importava, tanto lo avrei ucciso una volta finito di allenarmi. Però era divertente fargli del male. Mi lanciai verso di lui un'altra volta e colpii il suo fianco. Lui lanciò un grido di dolore.
"Non farà mica male". Lo guardai in faccia e lui indietreggiò istintivamente, ma cadde a terra.
"Sei piuttosto deboluccio. Eppure in città dicevano che eri uno dei migliori".
"Ed è così, ma voi siete più forte di me a quanto pare".
"Come ti chiami?". Puntai la spada sul suo collo.
"C-Cesare... Per favore non uccidermi".
Ritrassi la spada. "E perchè dovrei?". Mi avventai su di lui e lo morsi, bevendo il suo sangue.
Quando finii il pasto sentii dei passi dietro di me che si facevano sempre più vicini. Dall'odore capii subito chi era: Felix o, come lo chiamavo io, il Micione.
"Hai ucciso un altro guerriero. Nemmeno lui era in grado di batterti?".
"Nemmeno lui. Accidenti, non riesco a trovare nessuno che possa tenermi testa!".
Vidi che aveva preso la spada dell'umano. "Forza. Sono io il tuo sfidante".
Presi la spada e ci sfidammo. Devo ammettere che era bravo. Parava ogni mio colpo.
"Sei bravo. Dove hai imparato?".
Mi atterrò. "Sai, ti osservavo ogni volta e ho imparato da te". Sorrise furbo.
"Sei stato furbo. Ora però tirati su, mi stai soffocando con la tua grandezza".
Rise divertito. "Sei un vampiro, non puoi morire soffocato, quindi posso stare qui quanto voglio".
Sembrò sistemarsi per mettersi comodo. Alla fine decise di alzarsi.
"Stasera voglio uscire a cacciare qualcuno, vieni con me?".
"No grazie. Non ho voglia di uscire".
"Sai cosa ci vorrebbe per te? Una bella donna da amare!".
Certo, come no. Non mi sarei mai innamorato di nessuno.
Ci incamminammo verso l'interno della residenza. Il giorno seguente ci sarebbe stato un duello tra noi vampiri e tutti si stavano preparando. Ovviamente avrei vinto io. Mi ero allenato duramente per tutto il mese.
Il giorno seguente li battei tutti e così fece anche Felix. Il duello finale era tra noi due.
Dopo un rapido sguardo di sfida ci scontrammo. Usava le stesse tecniche del giorno precedente e fu semplice per me vincere. Secondo me Felix si era esercitato poco. Aveva guardato troppo e provato troppo poco. Alla fine vinsi io, come avevo previsto.
"Sei stato bravo, ma avresti dovuto esercitarti un po' di più".
"Non l'hai capito? Ti ho fatto vincere. Molti volevano che io partecipassi  e li ho accontentati, ma non l'avrei mai fatto di mia spontanea volontà. Eri tu che meritavi di vincere".
Se fossi stato umano mi sarei messo a piangere. Quando il duello finì e ognuno tornò alla solita vita di sempre, andai nella stanza di Felix e lo abbracciai.
"Grazie Amico!".
"Di niente. Amico!".
E capii di essere fortunato ad avere un amico come lui.

Note: premetto che non so in che periodo sia nato Felix. Ho provato a cercare in giro, ma non ho trovato niente. Quindi se in quest'epoca non c'era ancora scusate! Spero vi piaccia!
Baci AliceMiao
P.S.: scusate se è corto!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3170525