Attacks

di Francesca Renga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. Don't ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. Night Changes ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Attacks

 

Prologo

 

Kate era una ragazza determinata. Non aspettava il momento giusto per fare le cose, le faceva e basta, anche senza il consenso delle altre persone. Studiava con regolarità, ma senza esagerare, portando a casa voti che non andavano sotto il sette e mezzo. La sua materia preferita era psicologia. Ci si perdeva dentro, amava ascoltare il professore che ne parlava, e il suo sogno era quello di diventare professoressa di questa materia. Alcuni suoi coetanei la prendevano in giro per questo desiderio, ma a lei non interessava.
Le sue compagne di classe sognavano il principe azzurro, e lei un lavoro che le permettesse di essere felice. Loro volevano fare le modelle, ma Kate..! Kate e la moda erano due universi a parte, eppure per la strada non sembrava una barbona. Solamente un po'.. diversa, diciamo.
E nella sua diversità lei si sentiva bene, accettata, anche da chi la derideva alle spalle.
«Ehi, che cazzo ti sei messa in testa? Sembri mia nonna!» gridò una ragazza che si pavoneggiava sul muretto fuori dalla scuola.
La ragazza voltò il capo, scrutando la troia che l'aveva aggredita. Smontò dalla bici, legandola ad un palo, per poi avvicinarsi con fare provocatore alla tipa, circondata da cinque ragazze che la adulavano.
«Se un berretto ti scandalizza sei veramente una che se la fa sotto per qualsiasi cosa» questa affermazione non diede fastidio alla “reginetta” che si alzò in piedi con le mani sui fianchi.
«Non farti beffe di me altrimenti..»
«Altrimenti cosa?» domandò Kate, con un sorriso maligno.
«Ti rovino la reputazione»
«Ah!» esclamò ridendo una sua amichetta.
«Non dovete preoccuparvi per questo, è già rovinata» Kate si sentiva sempre più felice di quello che stava facendo. Tutta gli studenti la guardavano come fosse una dea, perché nessuno si metteva contro Amanda e le sue amiche popolari.
«Beh, te la rovinerò ancora di più!» ribatté Amanda, cercando di avere la meglio. Iniziò a sentirsi in difficoltà.
«Sicura?» ci fu un momento di assurdo silenzio nel quale le due rivali si guardavano con occhi di fuoco. «Staremo a vedere. Ma attenta che prima non ti si rovini la tua, di reputazione» la fulminò Kate, accennando a tutti i ragazzi che le osservavano. Dopodiché riprese la bici ed entrò nel cortile della scuola. Era suonata la campanella e stavano entrando tutti gli alunni. Amanda prese la sua borsa e camminò col sedere in fuori e le spalle alte, seguita dal suo gruppetto.
Un ragazzo molto popolare nella scuola, si chiamava Louis, passò di lì e le lanciò frecciatine, che lei ricambiò ammiccando.
Kate, che si voltò per un momento, giurò di aver con la coda dell'occhio visto un ragazzo riccio con un occhio viola e uno giallo.






ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti, sono nuova qui su Efp e questa è la mia prima fanfiction che pubblico!
Spero che vi sia piaciuta! Esce un nuovo capitolo ogni giovedì, se non ci sono inconvenienti :)
Alla prossima e grazie per chi lascerà una recensione o è solamente arrivato fin qui!
Francesca

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. Don't ***


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La lezione di geometria stava diventando più noiosa del solito. Kate quel mattino non riusciva a concentrarsi, stranamente, e aveva i pensieri altrove. Pensava alla chiacchierata con Amanda e alla sua quasi del tutto sconfitta, ideava piani su come fargliela pagare e soprattutto quegli occhi circolavano nella sua mente. Sarà stata di sicuro la luce, mi succede spesso di vedere cose assurde, si ripeteva continuamente. Ma, per un motivo a lei sconosciuto, quel mistero non la rendeva tranquilla come era tutte le mattine.
«E ora interroghiamo» la voce fredda del professore mandò la classe nel gelo. Solo pochi erano tranquilli, perché avevano studiato. Kate era uno di quelli, così ghignò osservando i suoi compagni e compagne incrociare le dita.
«Fatti volontaria» sussurrò una ragazza dietro di lei. Kate si voltò, scuotendo la testa.
Il suo compagno di banco era uno dei suoi più grandi amici. Era un secchione, ancora più di lei, e in quel momento disegnava su un foglio, ma la ragazza non riusciva a vedere cosa.
«Niall?» lo chiamò senza farsi sentire, mentre il prof scorreva l'elenco della 4^F.
Il biondo si girò, accennando a un sorriso.
«Che stai facendo?»
«Disegno» rispose lui vagamente, mettendo le braccia sul foglio.
Nel frattempo in classe c'era un mormorio spaventato, tutti attendevano il nome dell'interrogato.
«E cosa?»
«Perché diamine sei così curiosa?» strinse i denti Niall.
«Dai.. voglio solo vedere! So che non sei Giotto, non ti prendo in giro se non hai disegnato perfettamente, dai.. Niall.. mi fai salire la curiosità..»
Il ragazzo sospirò, passandole il disegno e raccomandandole di non mostrarlo a nessuno.
Kate lo osservò, con un tenero e curioso sorriso. C'era disegnata una ragazza con dei lunghi capelli, che aveva già visto in giro ma non ne conosceva il nome. Non fece in tempo a chiedere nulla, che la campanella suonò. I compagni gridarono per la scampata all'interrogazione.
«Ragazzi, per la prossima volta studiate, o interrogo o faccio una verifica»
Solo gli studiosi se lo segnarono sul diario, gli altri restarono a chiacchierare aspettando la prossima ora di lezione.
«Niall! Ma che dolce che sei! Com'è che si chiama? E' della 3^C o sbaglio?» Kate guardava il suo amico diventare rosso sulle guance.
«Sì.. si chiama Julia»
«Ah, sei cotto, cotto! Non sai quanto sono felice per te!» lo abbracciò, e lui ricambiò la stretta.
«Perché non me lo hai detto?»
«Giuro che te l'avrei detto, però dovevo trovare il momento adatto»
Kate trattenne un urlo di felicità a stento. La professoressa di storia era in ritardo, così avevano più tempo di parlare.
«E lei lo sa?» chiese dopo pochi secondi.
«Non ancora»
«Ma ti conosce?»
«Sì, è la mia vicina di casa»
«Oddio! Ha mai dato segni di interesse verso di te?»
«Ma cos'è questo, un interrogatorio? Smettila, Kat, stai esagerando!» disse il ragazzo, chiamandola col suo nomignolo preferito.
«Scusa..» mormorò lei. «E' che tu hai sofferto tanto per amore, l'anno scorso, e io ti voglio bene e lo sai che quando succedono questi fatti voglio sapere tutto e subito, non voglio che tu di riduca come tempo fa..»
«Non ti preoccupare, Kat, so quello che faccio. E poi è bello innamorarsi. Che si soffra o
che si stia bene, è sempre bellissimo, non credi?»
La ragazza rimuginò un poco su quella frase.
«Non so, Niall.. io non sono innamorata»
«E' impossibile. E quel ragazzo di quinta di cui mi parli e che non mi hai mai fatto vedere?»
«Ma è solo bello! Non so nemmeno come si chiama.. non lo conosco, quindi questo non è amore»
«Potresti parlarci» consigliò l'amico.
«Neanche morta»
La loro conversazione terminò lì, quando entrò la prof tutta trafelata. «Scusate ragazzi, ho avuto un inconveniente. Su, tirate fuori i libri»

***
 
Dopo mezz'ora, la voce del Preside all'altoparlante interruppe un discorso dell'insegnante sulla Prima Guerra Mondiale.
«Buongiorno ragazzi, in occasione delle vacanze di Natale che inizieranno tra tre giorni, vi informo sul ballo scolastico che si terrà questa sera. So che vi avverto con un po' di ritardo, ma gli studenti di quinta che l'hanno organizzato non sapevano ancora se si potesse fare uso della palestra e del parco scolastico, e ora che hanno ottenuto il permesso mi hanno detto che vi posso avvertire. Si chiede la partecipazione di tutti, si può entrare solo se si portano 10 dollari per aiutare con le spese. Ogni ragazzo deve chiedere a una ragazza di ballare con lei, altrimenti qualcuno resterà solo a guardare. Si può venire alle 18:00 del tardo pomeriggio, e potete restare massimo fino alle 4:00 del mattino. E poi si prega qualcuno disponibile ad aiutare dei ragazzi di quinta a sistemare. Arrivederci e buona lezione»
La prof era leggermente infastidita, seduta dietro la cattedra a grattarsi i capelli, mentre gli alunni si guardavano con un sorriso entusiasta.
«Mi inviti?» Kate pregò sottovoce il suo amico, che si morse un labbro.
«Io.. veramente.. volevo invitare Julia» mormorò veramente dispiaciuto nei confronti della ragazza, che riteneva ormai come una sorella.
«Ah..»
«Ma se mi dice di no, ballo con te, sul serio»
«Grazie, Niall. Ma io spero che lei accetti»
«E tu con chi balli?» si preoccupò Niall.
Kate fece spallucce. «Nessuno mi inviterebbe, mi considerano tutti una stracciona»
«Non lo sei! E poi io non sono tra quel “tutti”»
Lo sguardo della ragazza si addolcì.
«Purtroppo il tuo giudizio non cambia le cose. Ma a me va bene così, non so neanche ballare. E comunque se Julia ti dice di no è veramente pazza, sei un figo!» l'affermazione di Kate fece ridere silenziosamente Niall, che le passò un braccio dietro la schiena, prima che la lezione continuò come se nulla fosse.

***
 
La mattinata si era conclusa. Come quasi tutti i giorni, Kate prese la sua bici e si fermò a mangiare al piccolo Mc Donald in parte alla scuola. Non c'era mai tanta gente, il cibo non era granché ma costava poco, e a Kate andava più che bene. Poteva mangiare in tranquillità in un angolo senza essere disturbata da nessuno.
Fuori dal Mc c'era un gruppo di ragazzi, tra cui riconobbe il famoso ragazzo dai capelli scuri e gli occhi altrettanto neri che chiamava “il figo” e, tra tutti gli altri, c'era.. il riccio. Quel riccio in cui Kate vide un occhio viola e uno giallo. Legò la bici col lucchetto lasciandola nel minuscolo parcheggio, mentre sentiva lo sguardo dei ragazzi sulla sua schiena, e riuscì a percepire dei sussurri scambiati nella loro conversazione.
«Forse lei»
«Lei?»
«Sì, è così diversa»
«Se chiedi a lei, non sarai più popolare nella scuola»
«Avrà già qualcuno poi»
«Pff, ma parliamo della stessa persona almeno?»
Fece finta di niente ed entrò, con il cuore che le batteva a mille. Chissà cosa intendevano.
Andò al banco, scegliendo un hamburger, una confezione di patatine fritte e una coca-cola. Mentre aspettava con le braccia appoggiate e il viso stanco, i quattro ragazzi entrarono, mettendosi alcuni dietro di lei e due in parte.
Kate, girando appena la testa, perse un battito quando di fianco, con un centimetro per sfiorare le loro braccia, c'era il ragazzo riccio. Cercò di tenere impressi i suoi occhi che in quel momento erano di un verde profondo. Forse quella mattina si era proprio sbagliata.
«Ecco a lei, vuole già il conto?» chiese la ragazza dietro il banco.
«No, vengo dopo, grazie» cercò di fare in fretta Kate, prendendo il vassoio e andando nel tavolo più remoto del locale. Solo altri tre tavoli erano occupati da gente sconosciuta, gli altri erano completamente deserti.
Iniziò a mangiare le patatine fritte che avevano decisamente troppo sale, così decise di metterle da parte e mangiare l'hamburger.
Quando Kate alzò lo sguardo, si accorse che il riccio si stava avvicinando. Verso il suo tavolo.
«Ehi, posso?» chiese, indicando la sedia. La ragazza annuì. «Io sono Harry. Harry Styles, e tu?»
«Kate Stevens»
«Scusa se vengo qui così improvvisamente, ma..» si passò una mano tra i capelli che lei trovava così.. così.. ma a te non piaceva il moro? Domandò fastidiosamente una voce nella sua mente, che scacciò in fretta.
«Ma?»
«So che non ci conosciamo, ma non ho nessuna con cui ballare e, se non hai già un compagno, volevo chiedere a te»
Chiudi la bocca, entrano i moscerini, tornò dispettosa la vocina. A Kate stava cadendo la mascella, appoggiò il panino e lo guardò negli occhi, con aria curiosa, nascondendo quella che stava per sbavare.
«No, non ho un compagno, ma.. perché chiedi proprio a me?»
«Perché mi hai colpito. Sei diversa, ma in senso buono ovviamente. Io, ammetto, sono uno che non ha mai avuto una relazione seria, sono uno dalla ragazza per una notte e ciao. Mi giudicherai insensibile, lo credo bene, ma tu.. non sei una di quelle che accetta una notte con il più popolare della scuola, te lo si legge in faccia»
«No, infatti» concordò Kate. «Ma se è solo per il ballo, va bene..»
«D'accordo, grazie» poi lo sguardo del riccio cadde sulle patatine fritte. «Posso una?»
Kate, sapendo del gusto esageratamente salato che avevano, annuì senza nascondere il divertimento. Harry la guardò aggrottando la fronte, ma comunque la mise in bocca, per poi fare una faccia schifata. Senza il permesso di Kate bevve un sorso di coca-cola per togliere il gusto orripilante che aveva in bocca.
«Ehi, quella non me l'hai chiesta!» sbottò lei ridacchiando.
«Stavo per morire. Ma qui sanno cucinare? Avranno il sale di una settimana fa»
Kate smise di ridere solo quando il “ragazzo figo” venne verso il suo amico. A stento non sbavò anche per lui.
«Hai intenzione di ignorarci per tutto il pranzo?» gli chiese, appoggiandosi alla sua sedia e scrutando la ragazza, che abbassò gli occhi e continuò a mangiare in silenzio.
«Arrivo Zayn, arrivo»
Si chiamava Zayn, finalmente Kate fu a conoscenza del suo nome.
Harry estrasse una penna dalla tasca bassa dello zaino, e scrisse dei numeri sul tovagliolo della sua compagna di ballo. «Questo è il mio numero. Se per caso questa sera non
riusciamo a trovarci, chiamami» e le fece un occhiolino. Poi si alzò e tornò dai suoi amici.
Sexy, eh? Quella volta, Kate dovette cedere e concordare con la sua coscienza. Harry era davvero sexy.






ANGOLO AUTRICE
Ciao! Prima di tutto volevo ringraziare chi ha recensito il prologo, sono stata davvero contenta. :)
Mi scuso per gli errori che ci saranno in questo capitolo.
Se vi state chiedendo quando inizia la parte fantastica..eh, tra un po', non siamo ancora entrati nel vivo della storia.
In ogni capitolo metterò una canzone che faccia un po' da colonna sonora, spero che come idea vi piaccia.
A giovedì prossimo,
Francesca

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. Night Changes ***


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Capitolo due. Night Changes
https://www.youtube.com/watch?v=syFZfO_wfMQ



 
Erano le cinque del pomeriggio e Kate si stava preparando per andare alla festa. Non le piaceva essere troppo appariscente. Indossò una vestito rosa pallido che la sua migliore amica, che purtroppo non frequentava la sua stessa scuola, le aveva regalato al suo ultimo compleanno. Le piaceva da matti ma probabilmente aveva spesso un sacco di soldi. Poi si infilò dei sandali e scese in cucina, dove sua madre e sua cugina chiacchieravano.
«Helen, che cosa ci fai qui?» chiese Kate alla ragazza, correndo ad abbracciarla.
«Sono di passaggio, ma tu.. cosa mi combini? Come mai sei vestita in questo modo?»
«Ballo scolastico, niente di che»
«E vai via così?»
Helen aveva la bocca spalancata, nel vedere annuire la cugina.
«E il trucco?» domandò di nuovo.
«Ma non serve il truc..» Helen la interruppe, prendendola per la mano e portandola in bagno.
«Dove sono i trucchi?» chiese la ragazza.
Kate prese un astuccio arancione con dentro una varietà di prodotti per make-up.
«Ma non vorrai mica truccarmi!»
«Zitta e lascia fare a me, non ammetto repliche»
Come ordinato, Kate non obbiettò, lasciandosi pitturare il viso come voleva Helen.
Dopo dieci minuti circa era davvero pronta.
«Alt!» gridò Helen quando la ragazza stava per uscire dalla porta.
«E tu andresti via con.. dei sandali?» fece finta di vomitare.
«Problemi?» replicò Kate.
«Moltissimi!»
«Fatteli passare» scrollò le spalle.
«A che ora devi essere alla festa?»
«Alle sei»
«Abbiamo mezz'ora, vieni con me» Helen la trascinò all'aperto, avvisando la madre di Kate velocemente.
«Dove mi stai portando?» brontolò la ragazza.
«A casa mia, a prendere dei tacchi»
Kate sbuffò, salendo nell'auto di sua cugina.
 
Esattamente mezz'ora dopo Kate arrivò alla festa accompagnata da Helen, che salutò.
Appena scese dall'auto, la ragazza, coi lunghi capelli castani che la cugina aveva pettinato e le ballerine con un piccolo tacco che si era fatta prestare, si guardò attorno con stupore. Il parco scolastico non era più vuoto e silenzioso come prima. Subito notò molteplici panchine che i ragazzi avevano distribuito in varie postazioni, poi c'erano due grandi gazebo. Uno aveva un tavolo con le bevande, alcoliche e analcoliche, mentre nell'altro c'era un DJ.
Kate iniziò a camminare per cercare Niall, aveva bisogno di raccontagli tutto e non aveva fatto in tempo a chiamarlo. Voleva anche sapere se Julia avesse accettato di ballare o no con lui.
Quando mise piede nella palestra si accorse che anche quella era completamente trasformata. Al centro c'era una pista da ballo, con attorno un altro DJ e sei lunghi tavoli con cose da mangiare e da bere. C'erano dei divanetti in pelle ogni tanto e delle sedie.
La ragazza, improvvisamente, vide Niall. E non era solo. Chiacchierava con Harry. Subito a Kate mancò un battito e iniziò a chiedersi come facevano a conoscersi. Si avvicinò lentamente, salutando prima il suo migliore amico.
«Ciao Kat, come sei bellissima stasera» l'abbracciò stringendola forte. «Lui è Harry, un mio amico» disse poi, indicando il riccio.
«Sì, ci conosciamo» Kate ed Harry pronunciarono la frase all'unisono, per poi scoppiare a ridere tutti e tre.
«Ah sì, e come?»
«È lei la ragazza con cui ballerò stasera» rispose il ragazzo, facendo venire i brividi a Kat.
«Vedi che alla fine hai trovato qualcuno con cui andare? Comunque, ho appena raccontato di Julia ad Harry.. ha accettato» disse il biondo tutto d'un fiato.
«Davvero?» esclamò la ragazza che, senza pensarci un secondo, investì il migliore amico in un grande abbraccio, che ricambiò.
«Lei dov'è?»
«Arriva tra mezz'ora, me l'ha appena scritto»
«Uh, e vi scrivete con i cuori?» chiese Kate scherzosamente.
«Questo non ti riguarda» ridacchiò Niall.
 
Kate camminava spensierata per il giardino ascoltando la musica del DJ e prendendo un bicchierino di vodka alla pesca che le fu stato offerto da Harry, anche se lei continuava a ripetergli che non doveva.
«Cosa pensi di fare finito il liceo?» le domandò improvvisamente il riccio, sedendosi su una panchina in parte a lei.
La ragazza lo guardò un po' indecisa sul fatto di dire la verità o no. Ogni volta che dichiarava di voler diventare insegnante di psicologia, tutti le ridevano dietro. A Kate non importava di quello che pensavano gli altri, ma di Harry sì, anche se non ne conosceva il motivo. Forse aveva paura che sarebbe scappato e non avrebbe più ballato, così ogni speranza sarebbe stata di nuovo spezzata.
Harry la guardava intensamente, quando i suoi occhi iniziarono a prendere un colore diverso, come Kate aveva visto.
«Harry.. i.. i tuoi occhi» balbettò, osservando il ragazzo che aggrottò la fronte.
«Cosa.. i miei occhi? Che hanno?» domandò lui, passandoci sopra una mano. E diventarono verdi come prima.
«I tuoi occhi erano.. oddio, sto impazzendo!» Kate si prese la testa fra le mani iniziando a preoccuparsi seriamente. Forse, invece di diventare un'insegnante di psicologia, sarebbe dovuta andare a farsi curare.
«Impazzendo, ma che cosa dici?» Harry cercò di rassicurarla, posando una mano sulla sua spalla e cercando di farla calmare. «Avrai solo visto male, i miei occhi sono.. sono normali, sempre normali» il riccio si finse indifferente. Ma Kate sentiva che le nascondeva qualcosa, il suo cervello le consigliava di stare attenta, che tutto non andava per il verso giusto.
Harry la avvicinò al suo corpo, stringendola a sé. La ragazza non si mosse mentre era tra le sue braccia, cercava solo di dimenticare ciò che era sicura di aver visto.
Per il resto del tempo, i due se la spassarono, lasciando perdere quel momento. Mangiarono delle piadine, le patatine fritte con la maionese e il ketchup, bevvero coca-cola e assaggiarono dei bicchierini analcolici. Chiacchierarono anche con altre persone, e Kate conobbe gli altri amici di Harry, scambiando quattro chiacchiere con loro: Liam, Louis e Zayn, che però era per mano di una ragazza quindi Kate cercò di stargli alla larga. Doveva dimenticare la sua cotta che aveva preso per lui, per il semplice motivo che era troppo spaccone e non si sentiva molto a suo agio con lui, soprattutto con una vipera attaccata al corpo. Però, era comunque simpatico perché si mise a scherzare con lei insieme a tutti gli altri.
Dopo tre ore, arrivò il momento dei lenti. La musica partì, e contemporaneamente si spensero le luci, lasciando accese solo delle candele sui tavoli. Nonostante fosse inverno, il clima non era troppo freddo. Tutte le ragazze erano a gambe scoperte e poi ballare e divertirsi le riscaldava.
Harry guardò Kate, che si fissava le scarpe. Le mise una mano sotto gli occhi, che la ragazza incrociò con la sua, camminando verso la pista già piena di persone.
Kate deglutì, non le piacevano particolarmente questi momenti. Harry posò le mani sui suoi fianchi, e lei circondò le sue spalle con le braccia; il riccio era più alto di lei, quindi si dovette alzare sulle punte nonostante avesse un po' di tacco. Cominciarono a muoversi a tempo di musica, e il cuore di Kate batteva all'impazzata. Tutta questa agitazione la provocava la vicinanza di Harry.
Improvvisamente gli occhi del ragazzo si trasformarono di nuovo, uno giallo e uno viola. Lei lo fissò, sentendosi svenire. Tolse le braccia da dietro il suo collo e iniziò ad arretrare impaurita. Era solo la sua immaginazione o quegli occhi c'erano davvero?
«Kate?» Harry si preoccupò per l'espressione spaventata della ragazza. Di nuovo gli occhi?, si domandò, per poi avvicinarsi, prenderla per un polso e trascinarla fuori. Era giunto il momento di spiegarle tutto.
 

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