Our Truth

di vittoriaM20
(/viewuser.php?uid=832851)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il Primo Anno ***
Capitolo 3: *** Luna piena ***
Capitolo 4: *** Due metà ***
Capitolo 5: *** Confessioni ***
Capitolo 6: *** Come si cambia... ***
Capitolo 7: *** Tutta colpa della Luna ***
Capitolo 8: *** Like a Rolling Stones ***
Capitolo 9: *** Natale ***
Capitolo 10: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 11: *** ΑΝΑΓΚΗ ***
Capitolo 12: *** Carpe diem ***
Capitolo 13: *** Signora Ansia e Signora Angoscia ***
Capitolo 14: *** Rosso e Blu ***
Capitolo 15: *** Sospetti ***
Capitolo 16: *** Je vais t'aimer ***
Capitolo 17: *** Un po' di rischio ***
Capitolo 18: *** Gemelli ***
Capitolo 19: *** Insieme ***
Capitolo 20: *** Vicino a te ***
Capitolo 21: *** Una finestra sul passato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La famiglia Brandon era una antica famiglia che da secoli vantava rispettabili maghi e streghe della casa di Godric Grifondoro.

Febus e Margareth Brandon avevano sempre desiderato una famiglia numerosa, ma per svariati motivi non riuscirono ad avere i tanti figli che volevano. Quando ormai avevano perso le speranze, il 13 Maggio 1961 nacque la loro prima e unica figlia. Chiamarono la loro piccola Selene, in onore alla dea della Luna; era tradizione dei Brandon, infatti, dare ai propri figli il nome di una divintà della mitologia greca o latina. Il nome che avevano dato alla bambina non poteva essere più adatto: la nascita della piccola Selene portò luce e gioia nella loro famiglia. Febus e Margareth crebbero la loro unica figlia con tutto l'amore e le attenzioni di cui aveva bisogno; la loro "principessa",  come i suoi genitori la chiamavano, era la loro priorità e tutto il loro mondo girava attorno alla figlia. Non fecero mai mancare nulla alla bambina e, a detta di molti Selene, sarebbe diventata una bambina viziata e insopportabile. Ma così non fu, perchè Febus e Margareth furono degli eccellenti genitori e furono sempre d'accordo sulla sua educazione. Per quanto riguarda il suo aspetto e le somiglianze i due genitori non furono invece così d'accordo. Selene aveva gli stessi occhi del padre, grandi e cangianti: a seconda della luce il loro colore variava dal celeste cristallino al blu scuro, quasi viola. Febus era orgoglioso che sua figlia avesse ereditato la caratteristica peculiare della famiglia Brandon e per questo era convinto che sua figlia assomigliasse a lui. Invece Margareth insisteva nel dire che Selene aveva preso tutto da lei, eccetto per gli occhi, che lei aveva grigi. E non aveva tutti i torti: crescendo Selene assomigliava sempre di più a sua madre, era alta per la sua età, aveva i capelli lunghi e lisci ed erano dello stesso color miele di Margareth. La sua carnagione era candida, il nasino alla francese e lo stesso sorriso radioso di sua madre. Con il passare degli anni anche Febus dovette convenire con sua moglie.

I Brandon vivevano in una tenuta in campagna nel Devonshire, dove la piccola Selene fu educata privatamente e passava il suo tempo all'aria aperta, facendo passeggiate a cavallo con suo padre o suonando il pianoforte per sua madre. Seppur i Brandon erano entrambi purosangue amavano il mondo dei babbani e le loro più nobili abitudini. Ciò che volevano e che più desideravano era che la loro figlia non fosse solo un'abile strega, ma diventasse anche una donna rispettabile e colta.

Selene era una bambina molto studiosa, adorava leggere libri di qualsiasi genere, amava in particolare la letteratura babbana, e con l'aiuto dei genitori aveva anche studiato il latino e il greco antico. Margareth, da fiera Corvonero, era decisamente soddisfatta della passione che sua figlia aveva per lo studio ed era sempre più convinta che sarebbe stata la prima Brandon ad essere una Corvonero. Febus invece non poteva che dissentire, sua figlia sarebbe stata una Grifondoro.

Poichè Selene non vedeva l'ora di iniziare a studiare le materie che avrebbe affrontato ad Hogwarts, Febus fu costretto a comprare tutti i libri che Selene avrebbe utilizzato l'anno successivo a scuola e la ragazzina si mise a studiare come se dovesse sostenere gli esami quello stesso anno, facendo felice sua madre.

{Selene}

16 Luglio 1972

Ero tranquilla nella mia stanzetta a studiare Difesa contro le arti oscure - la mia materia preferita- , quando mia madre bussò alla porta ed entrò dicendomi:
"Cara, ho appena ricevuto una lettera di Andromeda, te la ricordi vero? Quella mia lontana parente! E' in dolce attesa e le farebbe piacere ricevere una mia visita! Poichè tuo padre starà in ufficio fino a tardi, volevo chiederti se ti andava di venire con me! Andromeda sarà così contenta di vederti!"

"Mamma, io sto studiando..."

"Oh avanti, Selene! Goditi questi ultimi mesi di libertà! Quando inizierai ad andare a scuola vedrai che rimpiangerai questi momenti. Ora preparati, verrai con me, è deciso."

Quando la mamma decideva una cosa era impossibile farle cambiare idea, perciò senza lamentarmi mi preparai per andare a casa dei Tonks. Andromeda Black era una lontata parente di mia madre, una parentela così lontana che è impossibile da ricordare. Mia madre mi raccontò che Andromeda era figlia di Druella e Cygnus Black, membri di un'importante famiglia di maghi Purosangue, tutti appartenenti alla casa di Salazar Serpeverde. Mi disse anche che i Black erano ossessionati dalla purezza del sangue, tanto che quando Andromeda sposò un Nato Babbano, Ted Tonks, fu diseredata e allontanata dalla sua famiglia per sempre. Che cosa terribile...

Dopo aver indossato il mio vestito rosso preferito e aver sistemato i miei capelli, lasciai la mia stanza e andai in salotto dove trovai mia madre che dava disposizioni al nostro elfo domestico, Elmo.

"Allora Elmo, io e Selene torneremo per cena. Quindi ti sarei grata se per quell'ora fosse tutto pronto. Padron Febus tornerà tardi e quindi cenerà da solo. A più tardi!"

"A più tardi Padrona Margareth, Padrona Selene buon pomeriggio!"

"Ciao Elmo! Buon pomeriggio anche a te!" dissi ad Elmo.

Adoravo quell'elfo domestico e a volte mi dispiaceva che dovesse fare tutto quel lavoro. Quando glielo chiedevo, era sempre pronto a farmi un favore o a raccontarmi qualche curiosità sugli elfi domestici.

Uscite di casa mia madre mi invitò a poggiare la sua mano sul suo braccio e con un piccolo pop ci ritrovammo di fronte alla casa dei Tonks a Londra. Era una casa modesta non come quella in cui vivevamo noi, e la trovavo molto più confortevole della nostra, più riunita e calda. La mamma bussò alla porta e un alto uomo dai folti capelli e dalla voce calda ci salutò cordialmente:

"Margareth, che piacere vederti! Oh, c'è anche la piccola Selene. Prego entrate!"

Ci accompagnò nel salotto dove c'era Andromeda che leggeva un giornale. Pensavo di trovare Andromeda con il pancione enorme, ma in realtà sembrava perfettamente 'normale'.

"Dromeda! Come stai?" disse mia madre abbracciando Andromeda.

Stavo ancora pensando a quale mese di gravidanza doveva essere Andromeda, quando iniziai a sentirmi osservata dall'altra parte della stanza. Mi voltai e vidi un ragazzino, con i capelli neri appoggiati sulle spalle, un po' ribelli, i suoi occhi grigio-azzurri puntati su di me ed uno sorriso arrogante e ironico sulla bocca. Mia madre che si stava complimentando con Andromeda per il suo aspetto e per la particolare luce negli occhi che la gravidanza le conferiva, notò anche lei la presenza di quel ragazzino e chiese alla sua amica

"E questo giovanotto chi è Dromeda?"

"Oh, lui è mio cugino Sirius! E' figlio di Walburga e Orion Black. Ecco, loro non sarebbero molto contenti di sapere che lui è qui da me." disse Andromeda un po' amareggiata.

"Andromeda lo sai che a me non importa nulla di quello che dicono i miei genitori.." disse Sirius con orgoglio. 

Come poteva essere così irrispettoso nei confronti dei suoi genitori?!

"Suvvia, Sirius. Non dire così se non vuoi fare la mia stessa fine. Come vedi, Margareth, mio cugino è un ragazzino molto vivace e ribelle, tanto vivace quanto brillante. A scuola è uno dei migliori del suo corso anche se non ha molta voglia di studiare. Sai come si dice, è intelligente ma non si applica!"

Mia madre sorrise alla sua amica e disse "Mia figlia invece non fa altro che studiare, si applica anche troppo."

"Mamma, per favore.." dissi in silenzio a mia madre. Non volevo che dicesse ai quattro venti che adoravo studiare, sapevo che non era una cosa proprio normale per una ragazzina della mia età.

Andromeda sorrise compiaciuta e disse "Oh, non c'è nulla di male in ciò che dice tua madre, Selene!".

Sirius invece aveva un ghigno, sembrava divertito da ciò che mia madre aveva detto di me.

"Ragazzi cosa dite di fare un po' di amicizia fra voi? Io e Margareth andiamo a fare due chiacchiere fra donne in giardino." disse Andromeda.

L'idea non mi allettava particolarmente, non mi faceva piacere rimanere da sola con un ragazzo che avevo appena conosciuto e che in più non mi aveva fatto una bella impressione. Sirius annuì a sua cugina e mia madre mi fece l'occhiolino per poi seguire Andromeda in giardino. Un po' intimorita mi sedetti sulla poltrona dove prima era stata seduta mia madre e Sirius prese il posto di Andromeda accanto a me. All'inizio fu molto imbarazzante: lui continuava a guardarmi con i suoi grandi occhi grigi, con una certa arroganza e io non riuscivo più a sopportare questa situazione. Così presi parola e dissi: "Così tu frequenti Hogwarts. Quale anno frequenti?"

Sirius scosse la testa quasi come se si fosse svegliato da un sogno ad occhi aperti e sempre con lo stesso atteggiamento suberbo mi sorrise, come uno che la sapeva lunga e disse:

"Frequenterò il secondo anno. Sono nella casa di Grifondoro, l'unico nella mia famiglia di Serpeverde." disse ciò con estrema fierezza ed orgoglio e poi riprese "Tu in quale casa pensi di essere smistata?"

"Oh beh, non lo so. Mia madre dice che sarò smistata in Corvonero, mio padre in Grifondoro, come tutta la sua famiglia. A me andrà bene qualsiasi casa."

Sirius rise di gusto.

"Cosa hai da ridere?!" gli dissi. Non c'era cosa che odiassi di più quando mi si rideva in faccia.

"Oh no, tranquilla. Quelli del primo anno mi fanno ridere." disse Sirius con l'aria di chi voleva sembrare un uomo vissuto.

"Guarda che anche tu sei stato uno studente del primo anno."

"E cosa c'entra?" disse Sirius continuando a ridere.

Non potevo sopportare un secondo di più i suoi modi di fare, così mi alzai decisa a raggiungere mia madre e Andromeda in giardino, ma Sirius mi prese il polso e disse "E dai, pivella, non te la prendere! Scherzavo".

"Si okay, ora lasciami." dissi indifferente alle sue 'scuse' un po' insolite, e andai in giardino dalla mamma.

Fortunatamente l'ora di cena arrivò in fretta e arrivò anche il momento di salutare Andromeda, Ted e Sirius.

"Dai Margareth, non farti pregare, restate a cena! Ted è un ottimo cuoco! Selene convinci tua madre, anche Sirius rimane a cena." disse Andromeda, come se la presenza di Sirius sarebbe bastata per rendermi entusiasta dell'invito. 

Per fortuna mia madre intervenne e si scusò con la sua lontana parente dicendo che la cena ci aspettava già a casa e che un'altra volta sicuramente le avrebbe fatto piacere assaggiare le specialità di Ted. Quando arrivammo a casa Elmo ci aspettava ansioso di servirci la cena. A tavola io e la mamma parlammo della visita che avevamo fatto quel pomeriggio e, come immaginavo, mi chiese di Sirius.

"Beh, come lo trovi? E' un ragazzino simpatico vero?!"

"Davvero..." dissi con un velo di sarcasmo.

"Dai su, non fare la schizzinosa. Devi essere contenta! Conosci già qualcuno ad Hogwarts."

Tutta la cena procedette in questo modo, la mamma che cercava di convincermi che Sirius era un bravo e buono ragazzo. Ma nonostante i suoi sforzi, non riuscì a convincermi del tutto.

"Beh almeno non puoi negare che sia un bel ragazzo! Io alla tua età sarei uscita pazza per uno come lui. Quei capelli ribelli e quello sguardo vispo!"

In effetti mia madre non aveva torto, Sirius era un bel ragazzo e questo non potevo negarlo a me stessa, ma a mia madre sì.

"Sicuramente ci saranno ragazzi più carini e meno arroganti di lui." dissi a mia madre che non sembrò molto soddisfatta della mia risposta.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

La settimana prima che la scuola iniziasse arrivò velocemente e con i miei genitori andai a Diagon Alley per comprare tutto ciò di cui avevo bisogno: una divisa, il materiale per Pozioni, una bacchetta ed un animale tra un gufo, un topo, un gatto o un rospo. I libri li avevo già da un anno. Mio padre andò a comprarmi il materiale per Pozioni ed io e la mamma andammo a comprare la divisa e poi da Ollivander per comprare la mia bacchetta. La mia prima bacchetta! Quanto avevo aspettato questo momento! Quando entrammo nel negozio un anziano signore ci diede il benvenuto:

"Signora Brandon, che piacere vederla!"

"Signor Ollivander, è un piacere anche per me. Mia figlia Selene deve comprare la sua prima bacchetta magica, e non c'è artigiano migliore di lei!" disse mia madre perfetta come al solito. Quanto avrei voluto essere affabile e cordiale come lo era lei, ma mi riusciva difficile esserlo con persone che conoscevo poco. Con un cenno del capo salutai l'anziano artigiano che disse:

"Certo, iniziamo subito la ricerca. Vediamo un po'.. proviamo con questa! Undici pollici, ciliegio, corde di cuore di drago.."

Presi in mano la bacchetta e la agitai in un colpo secco. Il lampadario sopra di me cadde a terra in mille pezzi. Intimorita la ridiedi ad Ollivander che scuoteva il capo. Provò con un'altra bacchetta dieci pollici e un quarto, noce e crine di unicorno. Ma nemmeno quella sembrava adatta a me, poichè dopo averla agitata, caddi a terra e la bacchetta mi volò dalle mani. L'anziano signore di nuovo scosse il capo, si inoltrò in mezzo agli scaffali e riemerse da essi con un pacchetto da cui estrasse una bacchetta di legno molto chiara sottile e intarsiata.

"Questa è una bacchetta che ho fabbricato da poco, undici pollici, pioppo e crine di unicorno."

La agitai e un vento insolito assieme ad una luce mi fece capire che quella era la bacchetta adatta a me. Ollivander sorrise e disse

"Se cerchi l'integrità morale, guarda prima tra i pioppi, soleva dire mio nonno. La mia personale esperienza con le bacchette di pioppo e i loro padroni combacia perfettamente con questa massima. Ecco una bacchetta su cui si può contare, forte, resistente e dal potere costante, che preferisce lavorare con una strega o un mago dalla moralità cristallina. Sono sempre contento di vendere bacchette di Pioppo, buona fortuna Signorina Brandon!"

Sorrisi all'anziano artigiano, e dopo che mia madre ebbe pagato la mia bacchetta, uscimmo dal negozio per raggiungere mio padre e andare a comprare un animale che mi avrebbe fatto compagnia ad Hogwarts.

"Che animale ti piacerebbe avere con te, Selene?!" mi chiese mio padre.

"Mi piacerebbe un gatto, adoro i felini!"

Così entrammo al Serraglio Stregato ed iniziai a guardarmi intorno.. c'erano un sacco di animali, dei bellissimi gatti bianchi, rossi, neri, di razza, curatissimi e pomposi. Ma la mia attenzione fu catturata da un piccolo micino grigio chiaro, con le orecchie e la coda nera e occhi di un incredibile azzurro cristallino. Sembrava malaticcio e sciupato. Non era come gli altri, sembrava debole e bisognoso di cure. Sapevo cosa fare.

"Mamma, ho deciso, voglio questo gattino!" dissi decisa. Mia madre rimase stupita.

"Ma tesoro ci sono tanti altri gatti più, diciamo, in salute..."

"E' proprio per questo che voglio lui, mi prenderò cura di lui, lo guarirò e diventerà il gatto più bello del mondo!" dissi convinta.

Senza obiettare mio padre prese la gabbietta con dentro il gattino emaciato e pagò ciò che doveva.

"Lo chiamerò Ingo." dissi.

Mia madre e mio padre mi sorrisero e poi ci smaterializzammo nel Devonshire.

In quei giorni restanti prima di andare ad Hogwarts mi presi cura di Ingo che subito sembrò fare progressi grazie alle mie cure: non tossiva più ed era già diventato più grassottello, rispetto a come era prima. Ingo sembrava dimostrare la sua riconoscenza facendomi compagnia mentre leggevo: si metteva sopra la mia pancia ed iniziava a fare le fusa. Dopo un po' si addormentava ed io con lui, trascinata dal senso di serenità che mi trasmettevano le sue fusa, mi abbandonavo tra le braccia di Morfeo.

*****************************************************************************************************

Ciao a tutti! questa è la mia prima fanfiction! In questo capitolo ho voluto presentare il mio personaggio e il contesto in cui sarà ambientata la storia! Fatemi sapere un vostro parere! Consigli sono sempre ben accetti!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il Primo Anno ***


Il primo Settembre arrivò in fretta ed io non vedevo l'ora di salire su quel vapore che mi avrebbe portato ad Hogwarts. Arrivata alla stazione di King's Cross, attraversai assieme a mia madre e mio padre il muro tra i binari 9 e 10 per trovarmi subito dopo al binario 9 e 3/4. Il treno rosso era fermo, lì davanti a me. Mio padre mi aiutò a caricare i bagagli e poi dopo averli salutati, abbracciati, dopo che mi fecero tutte le raccomandazioni che tutti i genitori normali farebbero, mi lasciarono salire sul treno appena in tempo. Il viso di mia madre mostrava una certa emozione; infatti sfilò dalla sua borsetta un fazzoletto ed iniziò a soffiarsi il naso mentre singhiozzava. Appena il treno partì mia madre iniziò a sventolare il fazzoletto e a gridare qualcosa che non riuscii mai a capire, mentre mio padre si sbracciava per salutarmi. Anche se ero strafelice di andare ad Hogwarts, i miei genitori mi sarebbero mancanti molto in fondo.

Quando era impossibile ormai vederli, iniziai a cercare un posto per sedermi. Gli scompartimenti erano già tutti pieni di studenti che conversavano e parlavano tra loro animatamente. Io avevo con me Ingo che dormiva nella sua gabbietta e iniziai a farmi prendere dallo sconforto, non conoscevo nessuno!
Stavo iniziando a perdere le speranze di trovare un posto dove potermi sedere, quando sentii un rumore dietro di me.

"Pssst! Brandon!"

Mi girai e vidi Sirius. Non lui. Era proprio l'ultima persona che volevo vedere in quel momento. Ma mi feci forza e lo salutai, cercando di mostrarmi entusiasta.

"Ciao Sirius."

"Ciao Brandon, che ti succede? Ti vedo un tantino sconvolta! E' normale per i primini!" disse Sirius con quella sua solita tracotanza.

"Il mio nome è Selene, comunque, e non sono sconvolta... solo non riesco a trovare un posto dove sedermi, e non vorrei passare tutto il viaggio in piedi."

Mi girai per andarmene quando Sirius disse:

"Nel nostro scompartimento c'è un posto libero! Su coraggio, unisciti a noi! Ti faccio conoscere i Malandrini, i miei compagni di avventure!" disse Sirius entusiasta.
Io spalancai gli occhi, non potevo credere alle mie orecchie: un gesto gentile da parte di Sirius Black era l'ultima cosa che mi sarei aspettata! Mi prese per il polso come aveva fatto quella volta a casa di sua cugina e mi trascinò nello scompartimento dove c'erano tre ragazzi ai quali mi presentò:

"Ehi ragazzi, lei è Selene Brandon, la figlia di una amica di mia cugina Andromeda." precisò Sirius. Ritenevo davvero inutili ed inopportune quelle precisazioni, contento lui.

"Lui è James Potter, il miglior cercatore di Hogwarts" disse indicandomi un ragazzo bruno, con un paio di occhiali tondi e completamente disinteressato riguardo alla mia presenza. Si limitò a lanciarmi un'occhiata da sotto i suoi occhialetti e poi riprese a giocare con il suo boccino.

"Lui invece è Remus Lupin, detto Lunastorta.". Questa volta, invece di ricevere la più totale indifferenza come era successa con James, ricevetti un cordiale e affettuoso saluto: Remus si alzò in piedi e mi strinse la mano sorridendomi. Aveva i capelli castano chiaro e brillanti e rassicuranti occhi verdi; il suo viso era segnato da una profonda cicatrice, ma non la ritenni spaventosa, poichè il suo sorriso dolce e sincero la compensava.

"E lui è Peter Minus" disse Sirius presentandomi un ragazzino molto basso, con la pelle sporca e il naso a punta. Peter subito puntò i suoi occhi piccoli e acquosi su di me e mi prese la mano e la baciò.
"Selene se hai bisogno, per qualsiasi cosa..." mi disse prima di essere interrotto da Sirius che invece disse di lasciarmi in pace. Mi sedetti di fronte a Remus che ancora mi stava sorridendo e Sirius si sedette di fronte a James e iniziò a parlare con lui di non so quali scherzi che avevano intenzione di fare ad un povero ragazzo. Notai che Remus stava guardando Ingo che dormiva placidamente nella sua gabbietta e mi chiese

"Come si chiama?"
Era chiaro che voleva cercare di mettermi a mio agio.

"Si chiama Ingo" risposi a Remus sorridendo.

"Bel nome! Sei agitata per la cerimonia dello smistamento?"

"Mmh, no. Dovrei esserlo?!"

"Se per te è indifferente in quale casa verrai smistata, no."

Gli risposi con un sorriso mentre Sirius, che aveva sentito ciò che Remus mi aveva detto fece, una smorfia di disapprovazione.
Quando il treno si fermò alla stazione di Hogsmeade, chiesi a Remus cosa avrei dovuto fare, e lui fu molto contento di aiutarmi e mi spiegò che una volta scesa dal treno avrei visto un alto uomo, Hagrid, il custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts, e che avrei dovuto seguirlo. Ringraziai di cuore Remus e vidi anche che Sirius, James e Peter guardarono me e Remus ridacchiando. Ero così nervosa che non avevo voglia di capire per quale motivo stessero ridendo di me.
Feci come mi aveva detto Remus e mi avvicinai al mezzo-gigante. Hagrid era alto forse più di due metri, ai miei occhi sembrava troppo per essere vero. Aveva un aspetto trascurato, ma dietro quella barba nera e incolta si nascondeva un viso tutto sommato 'dolce'.

"Buonasera Signore!"

"Ciao, e tu chi sei?" mi rispose Hagrid.

"Sono Selene Brandon, una studentessa del primo anno, mi è stato detto di seguire lei..."

"Brandon? Sei mica figlia di Febus Brandon?"

Feci cenno di sì e Hagrid sorrise.

"Per la barba di Merlino! La figlia del buon Febus, che piacere conoscerti Selene! Conosco tuo padre, un brav'uomo, davvero! Dammi del tu, e si certo, ti hanno detto bene, devi seguirmi se sei del primo anno. PRIMO ANNO, SEGUITEMI!"
Hagrid già mi piaceva. Diceva di conoscere mio padre e ciò mi faceva sentire già un po' a casa.
Tutti gli studenti del primo anno salirono su delle barche che ci condussero all'entrata del castello. Entrammo nel castello e trovammo un'alta strega con il cappello a punta, aveva un'aria austera.

"Buonasera e benvenuti ad Hogwarts. Sono la Professoressa McGrannit. Fra poco avrà luogo la cerimonia dello smistamento. Ognuno di voi sarà smistato in una delle quattro case di Hogwarts: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Prego seguitemi."

L'ansia che non avevo avuto per tutto il giorno iniziò ad attanagliarmi ed ad aumentare man mano che mi avvicinavo al tavolo dei professori, davanti allo sgabello dove era poggiato il Cappello Parlante. Guardai in alto e vidi il soffitto incantato che mostrava il cielo stellato: mia madre, quando ero piccola, mi aveva sempre parlato con molta enfasi di questo soffitto; ora riuscivo a capire il motivo di così tanto entusiasmo. Mentre facevo queste osservazioni mi accorsi che eravamo già tutti fermi e la McGrannit aveva già smistato due studenti. Poi sentii chiamare il mio nome

"Brandon, Selene, Elizabeth."

Le gambe mi tremavano, ma mi feci coraggio e andai a sedermi sullo sgabello. Il Cappello iniziò a parlare..

"Chi abbiamo qui? Oh una Brandon! I Brandon da secoli sono Grifondoro... Ma tu? Una ragazza molto intelligente, un grande cervello, ti piace studiare, anzi ADORI studiare! Sei anche una ragazzina molto saggia per la tua età.. saresti perfetta per Corvonero. Come tua madre d'altronde...Ma il tuo grande coraggio e la tua lealtà non sono qualità da sottovalutare..."
Inevitabilmente arrossii. Ora tutta la scuola sapeva che ero una "secchiona". Perfetto. Il Cappello fece una lunga pausa, sembrava indeciso in quale casa smistarmi. Dopo quattro minuti e mezzo non si era ancora deciso smistarmi in Grifondoro o Corvonero. Iniziavo ad essere stanca e giuro che stavo quasi per svenire a causa della tensione. Poi il Cappello Parlante disse:
"Davvero difficile. Moolto difficile. Sarà meglio....GRIFONDORO!"
Dopo ben sei minuti il cappello si era deciso a smistarmi in Grifondoro. Il tavolo dei leoni Rosso-Oro iniziò ad applaudire e mi accolse calorosamente al loro tavolo, che ormai era anche il mio. Finalmente.
Remus con un braccio mi fece segno di sedermi accanto a lui e così feci. Di fronte a me era seduta una ragazzina dai capelli rossi; James la stava tormentando e lei aveva un'espressione infastidita ed annoiata sul viso. Appena mi vide di fronte a lei trovò una scusa valida per ignorare James e si presentò

"Piacere sono Lily Evans!"

"Piacere sono Selene Brandon!"

"Selene e così sei una testurbante!" mi disse Remus.

"Una che...?!" chiesi imbarazzata, non avevo mai sentito un simile termine.

"Si dice quando il cappello impiega più di quattro minuti nello smistare uno studente." mi spiegò Lily.

"Per te ha impiegato ben sei minuti! E' una cosa molto rara, accade circa ogni 40-50 anni." aggiunse Remus.

"E credo si sia sbagliato stavolta il Cappello, è troppo vecchio ormai." disse James ridacchiando cercando l'approvazione dei suoi amici. Solo Peter rise alla sua affermazione.

"Cosa intendi dire?!" gli chiesi. Sirius nel frattempo mangiava e aveva gli occhi bassi guardando il piatto che aveva davanti a sè.

"Intendo dire che una secchiona non dovrebbe stare nella casa di Grifondoro." mi rispose James con aria di sfida.

"James smettila!" dissero in coro Remus e Lily, mentre Peter rideva ancora divertito.

"Allora dovresti prendere tu il posto del cappello parlante se sei così bravo a capire le persone senza conoscerle o averci parlato per più di un minuto!" risposi prontamente a James. Non avevo voglia di crearmi nemici appena arrivata, ma non riuscii a trattenermi.

"Caspita hai un bel coraggio, una pivella come te non dovrebbe nemmeno parlarmi. Sirius come mai l'hai fatta sedere nel nostro scompartimento? Per caso tieni particolarmente a lei?" disse James.

Sirius alzò il viso stupito e ancora un po' confuso circa ciò che doveva dire guardò prima James e poi me. Poi disse ridendo

"Scherzi James? Non me ne frega assolutamente nulla di quella pivella!".

Molto probabilmente divenni rossa di rabbia, infatti subito Lily mi invitò a spostarci e lasciare James e la sua gang da soli. Mi sentivo profondamente delusa dal loro comportamento, non mi conoscevano per niente e già mi trattavano così. In particolare erano state le parole di Sirius a ferirmi di più di tutte.
Per fortuna c'era Lily che cercò di confortarmi.

"Lasciali perdere, Selene! Sono irrecuperabili!L'unico che ha un cuore in quel gruppo è Remus. Solo che vuole loro così bene che non riesce a rimproverarli ogni volta che si comportano così. Sai, loro non danno tregua ad un mio amico, poverino. Lo chiamano Mocciosus."

"Chi è? E' della nostra casa?"

"No, è un Serpeverde! Eccolo lo vedi? Quel ragazzo con i capelli neri che sta leggendo un libro, accanto a quella ragazza bionda!"

"Oh, capisco! E' solo un tuo amico?" chiesi a Lily. La mia nuova amica arrossì e iniziò a toccarsi nervosamente i capelli.

"Sì, certo. E' solo un mio amico. Io sono l'unica amica che ha."

"Scusami Lily, non era mia intenzione farmi i fatti tuoi.."

"Ma figurati! Anzi domani te lo presenterò!"

Parlai per tutta la sera con Lily, lei fu così gentile da spiegarmi come funzionavano le lezioni e i compiti, mi disse tutti i nomi dei professori e le rispettive materie che insegnavano. Una volta che il banchetto fu terminato, andammo nella sala comune di Grifondoro e con felicità da parte di entrambe scoprimmo che ero in stanza con Lily e un'altra ragazza di nome Alice. Entrambe non nascosero il loro stupore per il fatto che una studentessa del primo anno fosse stata messa in stanza assieme a due del secondo anno, ma non ci badarono più di tanto. Io ero così contenta!
Nella stanza trovai tutti i miei effetti personali e Ingo dormiva già sul mio letto. Pensai subito che la mamma e il papà molto probabilmente ora morivano dalla voglia di sapere come fosse andato il viaggio e soprattutto... in quale casa fossi stata smistata. Così iniziai a scrivere una lettera in cui raccontavo loro tutto e poi chiesi a Lily se il giorno dopo sarebbe stata così gentile da mostrarmi la gufiera e prestarmi il suo gufo per mandare la lettera ai miei genitori. Lei disse che certamente le avrebbe fatto piacere rendersi utile ed aiutarmi. Io, Lily e Alice restammo per un'ora a parlare, sembrava che ci conoscessimo da così tanto tempo! Alice disse che da grande avrebbe voluto fare l'Auror, Lily invece era ancora incerta sul suo futuro, come lo ero anche io. Dissi alle mie nuove amiche che c'erano così tante cose che avrei voluto fare, come la curatrice o l'auror, e che ero ancora indecisa. Loro mi rassicurarono dicendo che era normalissimo e che iniziando a studiare sicuramente sarei riuscita a decidere più facilmente. Piano piano, le nostre palpebre iniziarono a mostrare debolezza e una dopo l'altra iniziammo a sbadigliare. Capimmo che era arrivato il momento di mettersi a dormire, così io presi Ingo e lo infilai sotto le coperte accanto a me.

Il giorno dopo fui la prima a svegliarmi, era ancora presto, perciò decisi di vestirmi, presi un libro e feci cenno a Ingo di seguirmi e andai nella Sala Comune con l'intenzione di leggere. Ero convinta di essere la sola sveglia in tutta la torre, ma mi sbagliavo. Trovai vicino alla finestra Sirius che guardava il panorama con uno sguardo vuoto, insolitamente privo di espressione. Non avevo voglia di parlare con lui dopo quello che era successo la sera precedente, per questo senza farmi notare, almeno così credevo, mi girai per tornare nella mia stanza. Ingo invece andò verso Sirius e iniziò a miagolare e strusciarsi sulle sue gambe.

"Buongiorno! Sei anche tu mattiniera come me?!" mi disse Sirius in tono cordiale.

"Buongiorno" risposi io freddamente, cercando di fargli capire che non avevo la benchè minima intenzione di avere una conversazione con lui.

"Mmh, bene! Ce l' hai con me per quello che ho detto ieri sera?" mi chiese.
Lo guardai dritto negli occhi, e la sua espressione cambiò: da divertito si mostrò preoccupato e perplesso.

"Ehi aspetta, ma non hai gli occhi celesti tu?"
Mi alzai e andai a guardarmi nello specchio e notai che i miei occhi erano diventati blu, quasi viola. Infatti la sala comune era ancora molto buia e il sole non era ancora sorto del tutto.

"In base alla luce i miei occhi cambiano colore. Aspetta, ieri sera hai detto che non te ne frega ASSOLUTAMENTE nulla di me, e ora ti interessi anche del colore dei miei occhi. Perdi punti Black, prega che il tuo amichetto Potter non lo venga mai a sapere."

Sirius mi guardò con gli occhi sbarrati, poi scosse il viso e disse "Sai che hai proprio ragione?!"

"Io ho sempre ragione!" dissi.

Sirius si ritirò nella sua stanza ed io fui contenta di ciò. Dopo un'ora Alice e Lily scesero giù in sala comune e insieme andammo in Sala Grande per fare colazione.
Dopo la colazione, come mi aveva promesso, Lily mi accompagnò in gufiera e inviai la lettera ai miei genitori. Io, Lily e Alice fummo costrette a dividerci poichè io avevo la mia prima lezione di Pozioni con il prof. Lumacorno e loro invece avevano lezione di Trasfigurazione.
Mi diressi nell'aula di pozioni, mi sedetti al primo banco e uscii il libro di pozioni che l'anno prima avevo letto e riletto e iniziai a sfogliarlo. Altri ragazzi iniziarono ad entrare, quando ad un certo punto un ragazzo si sedette accanto a me. Mi venne naturale alzare lo sguardo e spalancai gli occhi. Sirius.. cosa ci fa qui? Perchè mi perseguita?! Poi guardai la sua divisa e notai che aveva lo stemma di Serpeverde... Era impressionante quanto quel ragazzo assomigliasse a Sirius, gli stessi capelli, gli stessi lineamenti fini, le stesse eleganti movenze...Stavo impazzendo? Avevo le allucinazioni facevano vedere Sirius ovunque?!
Forse il mio vicino di banco si sentì particolarmente osservato da me e si girò e mi disse

"Ciao, sono Regulus Arcturus Black." Era suo fratello! Mi affrettai a rispondergli

"Piacere sono Selene Brandon." e gli strinsi la mano. Aveva una presa ferma e decisa. Mentre mi scuoteva la mano e mi sorrideva con lo stesso sguardo di superiorità e arroganza del suo fratello maggiore, il Professor Lumacorno entrò in aula.
Il prof. fece l'appello e fu lieto di sapere che ero la figlia di Margareth e Febus Brandon, e lo stesso accadde per Regulus facendo riferimento alla sua illustre famiglia di maghi; poi concluse parlando di Sirius e sperava che Regulus non fosse vivace quanto lo era suo fratello maggiore. La lezione iniziò e il professore ci spiegò le nozioni di base e ogni volta che faceva una domanda io e Regulus eravamo i primi e gli unici ad alzare la mano per rispondere: a turno Lumacorno ci faceva rispondere ed era sempre più meravigliato della nostra preparazione e allo stesso tempo divertito.
Quando la lezione terminò, guardai il foglietto su cui era scritto il mio orario e notai che subito dopo avevo lezione di Erbologia con i Tassorosso. Regulus mi salutò e mi fece l'occhiolino dicendo "Ciao, ci si vede in giro!".

Le lezioni trascorsero velocemente e arrivò subito l'ora di pranzo. Quando entrai nella Sala Grande, Lily e Alice erano già sedute al tavolo dei Grifondoro e avevano avuto la premura di prendermi un posto di fronte a loro. Accanto a Alice era seduto un altro ragazzo sempre di Grifondoro, un certo Frank Paciock che mi fu presentato dalla stessa Alice. Dopo qualche minuto entrarono i Malandrini capeggiati da James, ma vidi Remus dividersi dai suoi compagni di malefatte e si venne a sedere accanto a me.

"Ciao Selene, come sono andate le prime lezioni?" mi chiese Remus.

"Ciao Remus, bene e a te?"

"Tutto tranquillo. Come al solito. Hai fatto amicizia con qualcuno del tuo corso?"

"Sì ho conosciuto Dirk Cresswell di Corvonero, due ragazze di Grifondoro, Jane e Cathrine, e.. Regulus Black di Serpeverde" a quelle parole Sirius, che era seduto qualche posto lontano da noi, si girò di scatto ignorando ciò che stava dicendo James e mi guardò. Io noncurante della sua reazione continuai dicendo "Sembra un ragazzo simpatico e ben educato." Remus guardò prima Sirius e poi mi sorrise, era vistosamente imbarazzato.
Iniziammo a mangiare e alla fine del pranzo Lily disse
"Selene, vorrei presentarti il mio amico Severus, vieni a studiare con noi in biblioteca?"

"Certo" le risposi. Ero molto curiosa di conoscere l'amico di Selene, di cui lei mi aveva parlato così bene.

Una volta arrivate in biblioteca cercammo in lungo e in largo tra i banchi e gli scaffali della biblioteca, finchè non trovammo un ragazzino sommerso dai libri.

"Severus! Ti abbiamo cercato dappertutto!" disse Lily al suo amico che si alzò di scatto quasi fosse stato svegliato da un sonno profondo, si sistemò la divisa e sorrise alla sua amica. Sembrava felice di vederla. Poi volse lo sguardo su di me e mi squadrò da capo a piedi.

"Severus lei è Selene Brandon. La mia nuova amica... quella di cui ti ho parlato stamattina..." disse Lily cercando di incoraggiare il suo amico a presentarsi.

"Piacere, mi chiamo Severus, Severus Piton." disse Severus tendendomi la mano.

Non riuscii a capire se la sua fosse diffidenza o timidezza; gli strinsi anche io la mano e cercai di mostrargli un sorriso rassicurante, che però non ebbe nessun effeto su di lui, perchè rimase serio come una sfinge. Okay.
Tutti e tre ci sedemmo ad un banco ed iniziammo a fare i nostri compiti. Mentre scrivevo sulla mia pergamena e sfogliavo i libri sentivo lo sguardo attento e sospettoso di Severus su di me. Per l'ora di cena io e Lily rientrammo in sala comune per lasciare i libri e per poi andare in sala grande. Durante tutto il tragitto tentò di rassicurarmi che Severus era un ragazzo un po' chiuso e diffidente, ma era sicura che non il tempo saremmo diventati grandi amici. Ne dubitavo.

Tuttavia con il tempo rimasi stupita dal fatto che Severus diventava sempre più amichevole e gentile con me ed iniziammo ad essere buoni amici. Diventava però intrattabile quando veniva preso in giro da James e Sirius. I soliti. Non potevo fargliene una colpa perchè gli scherzi dei Malandrini erano immotivati ed odiosi. Io e Lily cercavamo di consolare Severus, ma inutilmente perchè anziché tranquillizzarlo, non facevamo altro che aumentare la sua frustrazione. In più anche io e Lily che cercavamo in tutti i modi di difenderlo e di persuadere James e Sirius a lasciarlo stare, eravamo diventate le loro vittime preferite. Io ero diventata la secchiona amichetta di Mocciosus e Lily era la sua fidanzatina.
Le lezioni trascorrevano tranquillamente ed ero entrata anche nel Lumaclub. Io, Dirk e Regulus eravamo a detta di Lumacorno gli studenti più brillanti del nostro anno e fu contento di farci entrare nel suo club. Regulus era sempre gentile ed educato, al contrario del suo ribelle fratello.. Continuavamo ad essere vicini di banco durante le lezioni di Pozioni e Lumacorno era divertito ogni volta che vedeva me e Regulus alzare le mani nello stesso istante per rispondere alle sue domande.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Le vacanze di Natale arrivarono presto e io e Lily saremmo tornate a casa per stare con le nostre famiglie. Severus invece sembrò non avere nessuna intenzione di tornare a casa sua, non aveva voglia di passare un Natale terribile tra i litigi dei suoi genitori. Sia io che Lily lo invitammo a passare il Natale con noi, io chiesi il permesso ai miei genitori che furono più che contenti all'idea di ospitare un mio amico a casa. Ma Severus fu irremovibile e rifiutò i nostri ripetuti inviti.

Stavo scendendo le scale con la mia valigia e Ingo nella sua gabbietta, pronta per partire, quando sentii due ragazzi discutere. Sirius e Regulus erano di fronte a me e litigavano. Sirius era decisamente molto più alto e slanciato del fratello, ma erano comunque incredibilmente simili. A quanto pare Regulus stava cercando di convincere il fratello a passare il Natale a casa loro anzichè andare a casa dei Potter, ma Sirius sembrava non averne la minima intenzione.

"Perchè dovrei tornare a casa per Natale? Per sentirmi dire che non sono degno di portare questo cognome? Per sentirmi dire che dovrei essere come te?!" diceva arrabbiato Sirius.

Non si erano accorti ancora di me, e pensai sarebbe stato meglio tornare indietro, non volevo sembrare indiscreta e tanto meno volevo pensassero che stavo origliando la loro conversazione, ma un'altra volta Ingo mi tradì ed iniziò a miagolare. I due fratelli si voltarono e mi videro in cima alle scale. Sirius che era ancora in preda alla rabbia mi guardò minacciosamente al contrario di Regulus che invece mi sorrise e mi salutò

"Ciao Selene! Ti prego, aiutami a convincere mio fratello a tornare dalla sua famiglia per Natale!" disse Regulus cambiando completamente espressione: mentre prima aveva un'espressione accigliata e adirata ora invece mi guardava con uno dei suoi sorrisi migliori.

"Oh, mi dispiace Regulus, ma non penso di essere la persona più adatta per persuadere Sirius a fare qualcosa."

Sirius spalancò gli occhi, sembrava scioccato dal fatto che io e Regulus fossimo amici e ci parlassimo. Appena voltai l'angolo sentii che Sirius e Regulus iniziarono di nuovo a discutere.

Nel treno io e Lily trovammo uno scompartimento vuoto e ci sedemmo con la speranza che nessuno ci disturbasse. Le nostre aspettative furono deluse in quanto c'erano altri quattro posti liberi che ben presto furono occupate da James, Sirius, Remus e Peter. Appena Lily li vide entrare alzò gli occhi al cielo e sbuffò scocciata.

"Cosa c'è Evans, volevi stare sola con me?" disse James. Peter scoppiò in una risata sguaiata. Quel ragazzo a volte mi inquietava.

"Per niente Potter." rispose acida Lily.

Per tutto il viaggio io e Lily restammo in silenzio a ci scambiavamo sguardi eloquenti quando ogni volta James diceva qualcosa di stupido. Sirius invece era insolitamente silenzioso, non rideva alle battute del suo amico e giurerei di averlo visto guardarmi più di una volta.
Il treno si fermò Ingo iniziò a miagolare spaventato per il trambusto causato dagli altri studenti che scendevano dal treno. Lily, James, Remus e Peter uscirono dallo scompartimento e io non mi accorsi che Sirius era rimasto lì mentre io cercavo di tranquillizzare il mio gattino. Quando mi accorsi che Sirius era ancora nello scompartimento, sembrò quasi che stesse per dirmi qualcosa, ma rimase in silenzio. Mi guardò dritto negli occhi, poi mi salutò mettendosi sulle spalle lo zaino uscì dallo scompartimento, lasciandomi perplessa.
Mi affrettai ad uscire dal treno mentre Ingo continuava a miagolare, salutai Lily e le augurai buone vacanze e poi cercai i miei genitori.

"Selene, tesoro mio!" sentii mia madre gridare dietro di me. I miei genitori iniziarono ad abbracciarmi e a baciarmi.

"Mamma! Papà! Smettetela non posso respirare così!" dissi protestando alle loro eccessive manifestazioni di affetto.

"Oh hai ragione cara! Febus vai a recuperare i suoi bagagli!" disse mia madre. Mentre mi sistemava i capelli e mi affliggeva con mille domande, vidi Sirius che guardava nella mia direzione.

"Guarda chi c'è lì! Sirius!" disse mia madre.

"Ciao Sirius come stai?" gli disse andandogli incontro.

"Bene Signora Brandon. E lei?" disse Sirius cercando di sorridere ed essere educato almeno con mia madre.

"Tutto bene, ho visto tua cugina ultimamente, il pancione cresce! Passerai con la tua famiglia il Natale Sirius?"

Mia madre non poteva fare domanda più inopportuna.

"No, andrò a casa dei Potter. Ora se non le dispiace dovrei andare. Arrivederci e buone vacanze, ciao Selene!" disse Sirius e se ne andò via seguendo James e i suoi genitori.

Quando arrivai a casa la mamma mi fece fin troppe domande riguardo Sirius e i suoi amici. Fui costretta darle dettagliate informazioni su Remus, Peter, James e le loro famiglie, anche se ne sapevo quanto loro. Mio padre, che ascoltava con attenzione la conversazione tra me e mia madre, disse che conosceva benissimo Charlus e Dorea Potter e gli avrebbe fatto piacere invitarli a casa un giorno durante le vacanze. L'idea mi faceva rabbrividire, avere James e Sirius in casa mia! Non sarei riuscita a fingere di provare simpatia nei loro confronti.

Per fortuna le vacanze passarono velocemente e pensai che i Potter non sarebbero più venuti a farci visita. Ma mi sbagliavo.
Una mattina, dopo tanti giorni di neve, decisi di uscire per fare una passeggiata con il mio cavallo Nerone, con il permesso dei miei genitori. Mia madre però mi costrinse a coprirmi quanto più potevo perchè fuori faceva ancora molto freddo. Mi mancava poter cavalcare libera nei campi, respirare l'aria frizzantina e parlare con Nerone, era l'unico che riusciva ad ascoltarmi senza farmi troppe domande alle quali non volevo rispondere. Dopo circa un'ora di passeggiata decisi di ritirarmi, scesi da Nerone e lo portai nella sua stalla. Iniziai a spazzolarlo come facevo di consueto dopo una cavalcata, ma fui interrotta da mia madre che entrò nella stalla, evitando di calpestare gli escrementi degli animali con il viso basso ed un'espressione schifata sul volto, urlando

"Selene, ma insomma dove ti eri cacciata? Su coraggio vieni dentro, abbiamo ospiti!"

"Ospiti?" dissi sbarrando gli occhi. Sperai fino all'ultimo di non sentire quello che non volevo ma poi mia madre lo disse

"I Potter sono venuti a farci visita, e con loro ci sono anche James e Sirius! Su avanti, vatti a cambiare e poi vieni in salotto, penso li inviterò a stare per cena!" disse mia madre entusiasta. Poi aggiunse "Ah, cerca di non farti vedere così, vestita da cavallerizza, vatti a sistemare, su!"

Entrai in casa e di soppiatto e attraversai il corridoio in silenzio, passando davanti all' arco che dava nel salotto cercando di non farmi notare dagli ospiti. Ma mio padre, ovviamente, mi notò e disse

"Selene, finalmente sei tornata! Vieni qui, ti presento ai nostri ospiti!". Non potevo dire di no, sarebbe risultato scortese. Così entrai nel salotto e vidi i Potter, James e Sirius che mi fissarono con stupore.

"Buonasera, dovete scusarmi. Ho fatto una passeggiata a cavallo. Vado a cambiarmi, con permesso!" dissi cercando di essere più garbata e cortese possibile.

La signora Potter mi sorrise e annuì con il capo, mentre il signor Potter aveva ancora uno sguardo stupito. Non mi voltai a vedere la reazione di Sirius e James. Andai nella mia stanza e dopo essermi fatta una doccia, mi vestii e mi pettinai più in fretta che potetti. Arrivai in sala da pranzo giusto in tempo per non sentire i rimproveri di mia madre. Ci accomodammo a tavola e mia madre ebbe la brillante idea di farmi sedere vicino ai miei "amichetti" come li chiamava lei. Sirius e James vidi che non riuscivano più a trattenersi dalle risate: come biasimarli! La situazione sembrava imbarazzante anche a me. Tutti si complimentarono con Elmo per la cena che aveva magistralmente cucinato e poi mia madre ci invitò tutti a spostarci nel salone di nuovo. L'attenzione del signor Potter fu catturata dal pianoforte a coda e chiese

"Febus, non sapevo avessi una passione per la musica!"

"Ah, no, Selene ama suonare, e anche cantare. Dovreste sentirla, è un vero usignolo." disse mia madre. Sirius e James si guardarono tra loro e ridacchiarono.

"Oh davvero Selene? Mi farebbe davvero molto piacere ascoltarti." disse la signora Potter.

"Avanti Selene, non farti pregare!" disse James sempre divertito dalla situazione. Mia madre mi guardava ammiccando, non avevo scelta: ero costretta a suonare. Io, proprio io che mi vergognavo a suonare e cantare anche davanti ai miei genitori, ora dovevo suonare davanti a due perfetti sconosciuti e ancora peggio, davanti a Sirius e James! Mi sedetti al piano un po' riluttante e iniziai a cantare e a suonare la prima cosa che mi venne in mente, Weep you no more sad fountains. Quando finii, mi alzai in fretta e stavo per congedarmi dall'allegra compagnia quando la signora Potter si complimentò

"Oh, davvero, che bella voce che hai Selene. Che ragazza virtuosa che è Margareth!"

James continuava a ridere sotto i baffi, divertito da tutti quei comportamenti e complimenti affettati e artificiosi, cerca lo sguardo complice del suo amico, ma Sirius sembrava assorto nei suoi pensieri. Io odiavo queste situazioni e odiavo anche quei modi di fare esageratamente manierati e cortesi che i miei genitori assumevano in queste situazioni. Volevano farmi apparire sempre come la più brava, la più virtuosa, la più intelligente e la più tutto. Agli occhi degli altri sembravo una ragazzina perfetta, ma io non volevo esserlo,-anche perchè non lo ero- non volevo apparire detestabile, volevo essere semplicemente me stessa.
Mentre gli adulti continuavano a parlare, pensavo che quella sera aveva peggiorato ancora di più la mia immagine di saputella e secchiona agli occhi dei due Malandrini presenti.
Poi per fortuna il signor Potter convinse sua moglie ad andare via, poichè si era fatto tardi. Dopo svariati ringraziamenti e inviti che le due donne si scambiarono, io fui costretta a salutare James e Sirius.
Quando se ne furono andati, sentivo dentro di me ribollire il sangue. Dovevo mantenere la calma. Salii di corsa nella mia stanza e mi buttai sul letto. Dopo aver desiderato così tanto di andare ad Hogwarts ora era l'ultimo posto in cui avrei voluto passare il resto dell'anno.

Al termine delle vacanze, dovevo tornare alla vita di tutti i giorni ad Hogwarts. Quando salii sul treno sperai di non incontrare subito i Malandrini. Per fortuna incontrai Lily e trovammo subito uno scompartimento vuoto dove sederci. Mancava poco al nostro arrivo ad Hogwarts e per questo decidemmo di andare a metterci la divisa. Io lasciai nello scompartimento Ingo nella sua gabbietta a giocare con un gomitolo di lana. Quando tornai, trovai la gabbietta aperta e Ingo era sparito. Controllai sotto i sedili, ma del mio micino nessuna traccia. Il treno si fermò ed io non avevo alcuna intenzione di andarmene, dovevo trovare Ingo. Lily si offrì di aiutarmi nella ricerca, ora che il treno era vuoto avremmo potuto cercare meglio, ma non volevo che la mia amica si cacciasse nei guai per colpa mia e le dissi di andare. Mi ritrovai sola a vagare nel treno cercando Ingo, con la speranza di sentire il suo miagolio inconfondibile. Dopo mezz'ora di ricerca e aver attraversato la maggior parte dei vagoni, ancora non riuscivo a trovarlo. Poi ad un certo punto sentii un rumore di passi, mi voltai di scatto uscendo la bacchetta fuori dalla mia divisa. Fui stupita di vedere di fronte a me Sirius.

"Cosa ci fai qui?" mi chiese. Non so per quale assurda ragione ma una lacrima calda mi scese sulla guancia.

"Il mio gatto è scappato, ero convinta di aver chiuso bene la gabbietta...Non riesco a trovarlo, mi sento così in colpa!"

Mi sentivo stupida a dare tutte quelle spiegazioni a Sirius. Mi aspettavo che lui mi ridesse in faccia ma invece mi disse
"Dai, non piangere, ti aiuto a cercarlo!"

Con gli occhi gonfi di lacrime lo guardai stupita e lui mi rispose con un occhiolino. Il mio cuore batteva all'impazzata, perchè Sirius mi faceva quell'effetto ogni volta che ci guardavamo negli occhi?!
Ci dividemmo per cercare il mio micio: io proseguii nella direzione che stavo percorrendo verso la fine del treno, mentre Sirius si diresse verso la cabina del macchinista.
Ad un certo punto, dopo un po' di tempo sentii

"Selene, l'ho trovato!" gridò Sirius che stava correndo verso di me con Ingo tra le braccia. Presi il gattino e gli accarezzai la testa mentre faceva le fusa e ringraziai Sirius che mi guardò con un sorriso smaliante.
Insieme tornammo al castello prendendo una carrozza e quando entrammo nella Sala Grande non trovammo nessuno. La cena era già terminata..

"Signor Black, Signorina Brandon. Buonasera!" disse una voce dietro le nostre spalle. La professoressa McGrannit era su tutte le furie.

"Si può sapere dove vi eravate cacciati? Senza il permesso di un insegnante!".

Cercai di giustificarmi raccontandole quanto era successo e che Sirius mi aveva aiutato e non aveva nessuna colpa. La professoressa fu irremovibile e disse che avremmo dovuto comunque avvisare un insegnante.

"Non toglierò dei punti a Grifondoro, ma domani sarete in punizione con me! E ora siete pregati di andare nella vostra Sala Comune, chiederò ad un elfo domestico di portarvi qualcosa da mangiare lì."

Quando entrammo nella Sala Comune di Grifondoro, trovammo James, Remus e Peter riuniti attorno al camino, mentre Lily leggeva un libro su una poltrona. James fu stupito di vederci entrare insieme ma sembrò ancora più stupito nel vedere Ingo nella gabbietta.

"Ma insomma Felpato, dove eri finito?!" esclamò James.

"Ho aiutato Selene a trovare il suo gatto" disse Sirius serio, mentre io spiegavo a Lily quello che era successo con la McGrannit.

"Ma insomma Sirius, ultimamente non fai che rovinare i miei scherzi! E tu lo sapevi. Beh, te la sei meritata la punizione." disse James.

"Sirius tu eri d'accordo con lui?!" ebbe la prontezza di chiedere Lily, cosa che in realtà avrei dovuto fare io, ma non trovai la forza per aprire bocca. Sirius fece il vago ed iniziò a chiedere a James quando ci sarebbe stata la prossima partita di Quidditch. Ma James lo ignorò e rispose alla domanda di Lily

"Ma certo che sapeva tutto! Anzi, è stata sua l'idea."

Ero profondamente delusa, come al solito, e scappai via nella mia stanza mentre nella Sala Comune appariva un Elfo Domestico con la cena per me e Sirius.
Lily prese la mia cena e, prima di seguirmi nella nostra stanza, si rivolse a Sirius e a James dicendo
"Siete irrecuperabili! I vostri scherzi diventano sempre più di cattivo gusto!"


La sera dopo io e Sirius fummo costretti a scontare la punizione della professoressa McGrannit che ci condusse nell'aula di Pozioni dove c'erano una montagna di calderoni da pulire, ovviamente senza magia. Gazza ci avrebbe controllati. Restammo in silenzio per tutta la sera, solo alla fine Sirius si avvicinò a me e disse

"Ehi, volevo chiederti scusa.. mi dispiace! Non pensavo che..."

"Sì, è proprio questo il problema, non pensi, Sirius. Faresti bene a pensare qualche volta. E' gratis." dissi adirata e, dato che avevo finire di pulire i calderoni che mi spettavano, me ne andai lasciando Sirius imbambolato. 
*************************************************************************************************

Ciao a tutti! Questo è il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto. Dal prossimo capito entriamo più nel vivo..
Lasciatemi un commento, negativo o positivo che sia, ho bisogno di avere un riscontro! 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Luna piena ***


Narratore
Il tempo trascorreva rapidamente ad Hogwarts, e senza che Selene se ne accorgesse si ritrovò già al terzo anno. Le cose in realtà erano cambiate poco dal primo anno: lei, Lily e Severus erano inseparabili, come d'altronde lo erano anche i Malandrini. Dopo quell'episodio del treno Selene e Sirius instaraurono un atteggiamentto di reciproca e forzata indifferenza. Invece James aveva cambiato comportamento con Selene: infatti, la giovane Grifondoro si era guadagnata la fiducia e la stima dell'abile cercatore, poichè anche lei era entrata a far parte della squadra di Quidditch della sua casa occupando il ruolo di Cacciatrice. Durante il secondo anno i Grifondoro con un ottimo gioco di squadra si aggiudicarono la Coppa delle case, infliggendo un'amara sconfitta ai Serpeverde.
Inoltre, Selene era diventata sempre più vicina a Regulus Black e questo non faceva altro che irritare ulteriormente Sirius, che non sopportava suo fratello. Infatti il membro più ribelle dei Black aveva definitivamente lasciato la casa dei suoi genitori per trasferirsi dai Potter, e, come si poteva prevedere facilmente, i suoi genitori lo considerarono traditore del proprio sangue e lo cancellarono dalle propria memoria, idolatrando il figlio minore Regulus. Egli era il figlio perfetto che Orion e Walburga Black avevano sempre voluto; da lui si aspettavano molte cose. Le cugine Bellatrix e Narcissa si sarebbero sposate con maghi purosangue e i genitori di Regulus si aspettavano che lui facesse lo stesso, sposando una strega purosangue, mandando avanti la tradizione della purezza del sangue dei Black.
Selene non capiva come Sirius potesse odiare suo fratello: con lei Regulus era sempre gentile e cortese, e non aveva mai fatto alcun accenno alle sue manie di purezza e all'odio che provava nei confronti dei babbani. Si convinse con il tempo che assecondasse i genitori solo per non fare la fine di Sirius, ma che in realtà anche lui non approvasse del tutto le idee della sua famiglia.
Remus era sempre il solito, dolce e alla mano. Solo una cosa ormai aveva insospettito Selene: il ragazzo una volta al mese si assentava dalle lezioni e non si vedeva in giro. Diceva di avere problemi di salute, ed in effetti Selene potè constatare che nei giorni che precedevano la sua assenza non sembrava pieno di salute. Lily e Selene avevano cercato più volte di convincere Remus che loro avrebbero potuto stargli vicino quando non stava bene, ma lui, sempre con quel sorriso gentile sul viso diceva che non era neccessario. Severus era il più diffidente dei tre amici e iniziò a fare una serie di ipotesi assurde sulla malattia di Remus.

-
 
 
{Selene}
1° Settembre 1974
Come ogni anno i miei genitori mi accompagnarono alla stazione di King's Cross e non se ne andarono finchè il treno non scomparve dalla loro visuale. Col tempo - per fortuna, aggiungerei - iniziarono a capire che non ero più la loro figlia-bambola e con un po' di riluttanza riuscii a far capire loro che non ero perfetta come volevano che io fossi. Di conseguenza riuscii a non farmi più costringere a suonare il piano per i loro ospiti, se non in occasioni speciali.
Ero nel treno assieme ai miei migliori amici, Severus e Lily e stavamo parlando del nuovo anno che stavamo per affrontare. Durante l'estate avevano passato una settimana a casa mia, sebbene Severus si fosse dimostrato un po' indeciso all'inizio ad accettare il mio invito. Lily, tuttavia, insistette, e si sa, quando si mette in testa un obiettivo è difficile che non riesca ad ottenere quello che vuole; Severus d'altra parte aveva un debole per lei, cosa che tutta la scuola aveva notato e che lei si riufiutava di credere. Nonostante la testardaggine di Lily e la diffidenza di Severus, adoravo passare il tempo con loro e non avrei scambiato i miei amici con nessun'altro al mondo.Anche io ero testarda quanto Lily, anche di più di lei forse e capivo la diffidenza di Severus: con una situazione familiare come la sua, chi non sarebbe riuscito a fidarsi della gente?!
Arrivati ad Hogwarts, prendemmo parte alla cerimonia dello smistamento come di consueto: mi sembravano passati così tanti anni dal mio smistamento... Nel bel mezzo della cerimonia entrarono nella sala grande, con la loro solita spavalderia, i Malandrini, capeggiati da James e Sirius. Si sedettero vicino a me e Lily e iniziarono a parlare delle loro misfatte. James, Remus e Peter mi salutarono calorosamente: era incredibile il cambiamento di James! Da quando ero entrata nella squadra di Quidditch e avevo dimostrato di cavarmela abbastanza sulla scopa, cambiò completamente atteggiamento con me. Invece Sirius, da quell'episodio del treno, mi ignorava completamente e sicuramente provava un po' di risentimento nei miei confronti per essere amica del suo odiatissimo fratello Regulus. Proprio mentre pensavo a queste cose, dal tavolo dei Serpeverde vidi Regulus che mi salutava con la mano e mi sorrideva, felice di rivedermi. Il mio sguardo passò velocemente da Regulus a Sirius che mi stava guardando stupito, poi si voltò e vide suo fratello che mi stava sorridendo. Mi rivolse uno sguardo nauseato e schifato e riprese a mangiare. Ma cosa diavolo vuole dalla mia vita? pensai. Non mi piaceva quando mi ignorava, non mi salutava e per di più odiavo lo sguardo pieno di disprezzo che mi rivolgeva ogni volta che mi vedeva interagire con Regulus.
Lily, che aveva notato tutto quella sera - figurarsi se qualche volta le sfuggiva qualcosa -, mi disse che secondo lei Sirius aveva una cotta per me, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo. Io invece ero sicura che mi odiasse per Regulus, ma francamente non m'importava nulla di quello che lui pensava di me..
 
"Fidati di me, Selene. Sirius ha una cotta per te, da sempre." mi diceva costantemente Lily.
 
"Lily, se è per questo anche Severus ha una cotta per te, da sempre. E anche James!"
 
"Oh, lascia perdere quell'imbecille di Potter, per favore! E poi io e Severus siamo solo amici, quante volte devo dirtelo?"
 
Lily non poteva proprio sopportare James, che imperterrito continuava a prendere in giro il povero Severus. Più volte, approfittando del fatto che ormai ero entrata nelle grazie di James, avevo cercato di persuaderlo nel lasciare in pace Severus, ma James che era testardo quanto lo era Lily mi diceva prontamente di farmi gli affari miei.
Le lezioni di Pozioni diventavano sempre più interessanti, adoravo quella materia, era la mia preferita! Con l'aiuto di quel genio di Severus poi, era tutto molto più semplice! Io e Regulus eravamo sempre i più brillanti del nostro corso e Lumacorno era fiero di noi. Regulus era nel frattempo diventato il cercatore dei Serpeverde e tra noi due si era creata un po' di sana competizione, per fortuna che non giocavamo negli stessi ruoli! Lui mi diceva sempre che nella sua squadra non c'era una cacciatrice abile come me e avrebbe tanto voluto che io fossi Serpeverde. Purtroppo non potevo dire la stessa cosa, perchè, per quanto Regulus fosse un abile cercatore, era sempre secondo a James che sembrava essere nato per giocare a Quidditch.
 Sirius era sempre più circondato dalle sue numerose ammiratrici che non gli davano tregua, ma lui non sembrava essere infastidito, anzi si divertiva a far pendere dalle sue labbra tutte quelle ragazze che speravano di avere una chance con lui. Io ho sempre creduto che lui non avesse buone intenzioni con nessuna, si sapeva, era un Malandrino. Però una ragazza del mio anno, che tra l'altro mi stava particolarmente antipatica, -sarà stata una coincidenza?- , Marlene McKinnon di Tassorosso, sembrava avere una particolare simpatia ricambiata da Sirius stesso.
Io d'altronde non potevo lamentarmi: diventavo sempre più vicina a Regulus, tanto che un giorno mi invitò ad uscire durante una gita ad Hogsmeade. Da vero gentil uomo qual era mi offrì una burrobirra e passeggiammo chiacchierando del più e del meno per tutta la giornata. Ancora non riuscivo a capire come Sirius potesse odiare suo fratello. O forse non conoscevo bene Regulus? Era con suo fratello maggiore che assumeva un atteggiamento ostile o era con me che invece fingeva di essere una persona che non era?
Tuttavia passando sempre più tempo con lui, mi accorsi che provavo qualcosa per il più giovane dei Black.
Un giorno passeggiavamo vicino al Lago Nero dopo pranzo, parlavamo come al solito della scuola, dei compiti, delle feste del LumaClub e del Quidditch, quando ad un certo punto lui smise di camminare, e si mise davanti a me impedendomi di caminare. Mi prese per le spalle e iniziò a fissarmi negli occhi. I suoi occhi grigi, così simili a quelli di Sirius, ma privi dell'ardore che li distinguevano da quelli del fratello maggiore, dentro i miei.
 
"Avrei giurato che i tuoi occhi fossero più scuri..." mi disse Regulus sorridendomi e scrutando con attenzione i miei occhi. Arrosii.
 
Era la stessa osservazione che aveva fatto Sirius tempo addietro. Gli risposi nella  stessa maniera.
 
"Sono così belli..."
 
Regulus si faceva sempre più vicino a me, le sue labbra sempre più vicine alle mie, i suoi occhi che scrutavano ogni singolo angolo del mio viso. Con una mano afferrò una ciocca dei miei capelli e me la sistemò dietro l'orecchio. Poi si avvicinò ancora di più e posò le sue labbra delicatamente sulle mie.
Quell'attimo sembrò durare un secolo. Mi sentivo così bene con Regulus, eppure qualcosa dentro di me mi diceva che sbagliavo. Ma la parte di me che si sentiva così presa da Regulus scacciò via tutte le sensazioni negative e riuscii a godermi il mio primo bacio.
Quando i nostri visi si separarono, Regulus mi guardò di nuovo negli occhi cercando di scorgere un'espressione, qualcosa che gli facesse capire che per me andava tutto bene. Gli sorrisi e lui mi accarezzò la guancia e mi disse
 
"E' dal primo anno che mi piaci..."
 
"Anche tu..." risposi io, anche se non era proprio la verità... Mi sentii un po' in colpa per la bugia che gli dissi, ma era la verità. Ero rimasta molto colpita dal lui per la somiglianza con suo fratello, ma solo con il tempo e conoscendolo iniziai ad apprezzarlo.
 
"Ora faremmo meglio a rientrare" mi disse Regulus e poi mi porse la mano. Io la afferai e mano nella mano ci dirigemmo verso l'entrata del castello. Sotto un albero c'erano i Malandrini che stavano organizzando una delle loro malefatte. Vidi che James mi indicò con un movimento del capo e Sirius e Peter scattarono in piedi. Sirius si risedette in fretta e lanciò a me e Regulus uno sguardo piendo di disapprovazione e disprezzo, mentre Peter sembrava deluso e sorpreso al tempo stesso.
 
"Ehi Brandon, che fai con il nemico?" mi disse James.
 
"Sta tranquillo James, nel campo di Quidditch non mi farò scrupoli. Mi dispiace Regulus." dissi strizzando l'occhio a Regulus che sorrise. 
James fece spallucce, ma poi tornò a parlare con Sirius che era sempre più immerso nei suoi pensieri.
 
 
Quando lo dissi a Lily, inzialmente mi rimproverò per non averle mai raccontato di avere una cotta per Regulus.
 
"Io pensavo che a te piacesse Sirius.." mi disse Lily un po' confusa.
 
"Beh si somigliano molto, con l'unica differenza che Sirius è un imbecille!" disse Severus aspro. In realtà lui era contento che io stessi insieme ad un Serpeverde. Un motivo in più per incoraggiare Lily a stare con lui, forse?! Questo era quello che mi piaceva pensare. 
 
 
Dopo qualche giorno scoprii che anche Sirius si era fidanzato con quella piovra di Marlene McKinnon. Sì, ho detto bene, una piovra. Sirius e Marlene stavano appiccicati ogni ora del giorno e della notte, James confessò durante un allenamento di Quidditch di avere il timore che prima o poi Sirius venisse rapito da Marlene nella sala comune dei Tassorosso, per sempre.
Tra me e Reg, procedeva tutto bene, tranne quando si avvicinavano le partite di Quidditch e quando mi parlava dei genitori. Stando insieme, venne naturale che parlassimo delle nostre rispettive famiglie e potemmo constatare che i nostri genitori erano agli antipodi. Quando gli raccontai che andavo a cavallo, che avevo studiato il latino e il greco e che i miei genitori adoravano la letteratura e la musica babbana, Regulus non potè fare a meno di manifestare il suo stupore e badò bene a non raccontarmi delle ossessioni anti-babbane che i suoi genitori avevano e che io già sapevo. Ormai era diventato un argomento che preferivamo evitare, non avevamo assolutamente voglia di discutere.
Il Professor Lumacorno fu il primo a notare 'l'evoluzione' della nostra amicizia, e fu molto contento.
 
"Oh, sono davvero entusiasta, miei cari. Due brillanti studenti e giocatori di Quidditch insieme! Galeotto fu il LumaClub eh?!" diceva ridacchiando ogni volta che ci sorprendeva mano nella mano per i corridoi.
 
James si lamentava sempre di più della relazione che definiva "morbosa" e che il suo migliore amico aveva con Marlene. Sirius si vedeva sempre meno insieme ai Malandrini. Tutte le sue fan, ormai avevano perso le speranze e si chiedevano come avesse fatto Marlene ad avere tutte quelle attenzioni da parte di Sirius. Giravano molti pettegolezzi nella scuola e Regulus sapeva tutto del fratello e mi diceva sempre

"Per fortuna che tu non sei come Marlene.. Non potrei sopportarlo. Ma si sa, Sirius fa sempre le scelte sbagliate."
 
Queste sue affermazioni in cui dichiarava la sua superiorità rispetto a Sirius a tratti mi irritavano, ma mi ero abituata ad accettare il suo carattere e i suoi modi di fare a volte un tantino altezzosi e regali.
 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 
La fine di Ottobre arrivò in fretta e con sè portò la mia festa preferita, Halloween!
Il 31 Ottobre stavo studiando in Sala Grande con Reg, mentre Lily e Severus stavano facendo i loro compiti. Ad un certo punto al nostro tavolo si avvicinarono James e Sirius mentre confabulavano qualcosa... Pensai subito che era davvero strano che Marlene non stesse appiccicata a Sirius in quel momento della giornata, come una cozza ad uno scoglio. Poi i due uscirono dalla Sala Grande voltandosi più volte verso di noi con fare circospetto. Cosa avevano in mente?!

"Selene, tutto bene?!" mi chiese Regulus.
 
"Sì, Reg, tutto normale. Hai finito il tema per la McGrannit?!" gli chiesi per distogliere la sua attenzione da ciò che avevo appena visto.
Mentre Regulus mi mostrava il suo tema e mi chiedeva dei consigli, vidi Severus alzarsi all'improvviso, scusarsi con Lily e uscire dalla Sala Grande... Avrei tanto voluto seguirlo, sicuramente anche lui aveva intenzione di seguire i Malandrini per scoprire cosa avevano in mente. In fondo io e Severus eravamo molto simili.
 
"Ma insoma mi stai ascoltando?" mi riprese Regulus. "Cosa ti prende? Oggi hai la testa fra le nuvole!"
 
Non aveva tutti i torti.
 
"Scusami Reg, Halloween mi fa questo effetto" gli dissi cercando di mostrargli il mio sorriso migliore.
 
Quando finimmo di studiare mi salutai con Regulus e andai nella sala comune di grifondoro per riposarmi un po' prima del banchetto di Halloween della sera. Lily mi confessò di essersi stupita per l'improvviso cambiamento che aveva avuto Severus per il quale aveva mollato i compiti ed era sparito fino a quell'ora.
 
"Non è da lui lasciarmi nel bel mezzo dello studio.. Deve trattarsi di qualcosa di importante!" mi disse Lily.
 
"Cosa pensi possa essere successo?!" chiesi alla mia amica, anche se avevo già intuito tutto.
 
"Prima che se ne andasse James e Sirius sono entrati in Sala Grande, parlavano di qualcosa riguardo stanotte... Credo sia per quello. Severus è determinato a scoprire ciò che hanno in mente di fare..."
 
"Anche io sono molto curiosa..." confessai a Lily.
 
"Non vorrai cacciarti nei guai pure tu!" mi rimproverò e così decisi di non andare oltre.
 
-
 
Al banchetto erano tutti presenti tranne Remus. Mi aveva già detto che non ci sarebbe stato per Halloween poichè aveva un'importante visita medica... La malattia che aveva era sempre un mistero che io e Lily non osavamo svelare per non ferire i suoi sentimenti.
Il banchetto di Halloween fu eccezionale, come lo era ogni anno, gli elfi davano il meglio durante questa festa! Il professor Silente fece uno dei suoi soliti discorsi alla fine della cena e poi ci augurò una buona notte. Tutti i ragazzi si alzarono dalle tavolate; io rimasi fuori dalla Sala Grande per salutare Regulus e dargli la buona notte come facevamo di consueto da quasi un mese e mezzo ormai.
 
"Buona notte Selene!" mi disse Regulus sfiorandomi la guancia e poi baciandomi delicatamente. Aveva dei modi estramamente gentili e delicati...
Mentre lo vedevo andar via assieme ai suoi compagni di Serpeverde, vidi un'ombra scura dirigersi verso l'uscita del castello... sgranai gli occhi per capire chi fosse: Severus!
In quel momento non riuscii proprio a contenere la mia curiosità e lo seguii. Severus uscì dal castello e si diresse verso il Platano Picchiatore. Cosa aveva in mente?!
Si avvicinò sempre di più all'alberto letale e, prima che fosse troppo vicino per diventare una sua vittima, urlai
 
"SEVERUS! Cosa diamine hai intenzione di fare? Ucciderti?!"
 
"E tu cosa ci fai qui?!" mi chiese Severus stupito.
 
"Potrei chiederti la stessa cosa, sai?! E' pericoloso stare vicino a quell'albero, sai che è un Platano Picchiatore, vero?!"
 
"Certo che lo so. Se proprio lo vuoi sapere ho visto Potter e i suoi amichetti infilarsi in quel tunnel" mi disse indicando un foro sotto le radici dell'albero "e so come immobilizzare il Platano Picchiatore, ho intenzione di scoprire cosa fanno!" continuò orgoglioso Severus.
 
"Severus non vorrai cacciarti nei guai?!" mi limitai a ripetere le stesse parole che Lily aveva detto a me.
 
"Saranno anche fatti miei, ora vattene." mi intimò Severus.
 
"No, se tu resti, resto anche io." dissi decisa. In fondo volevo sapere anche io cosa nascondevano i Malandrini.
 
"Immagino di non avere scelta.." mi disse Severus che sapeva benissimo che quando prendevo una decisione raremente cambiavo idea.
"IMMOBILIUS!" disse poi il mio amico agitando la bacchetta e i rami del Platano Picchiatore improvvisamente si bloccarono.
 
Severus entrò nel tunnel e io lo seguii. Quel passaggio era buio e pieno di ragnatele... non male come posto per passare la notte di Halloween, pensai. Camminammo per qualche metro fino a che non ci trovammo in una specie di casa diroccata. Si sentivano dei rumori molto sinistri, dei cigolii.. e subito capii dove ci trovavamo.
 
"La Stamberga Strillante!" urlamo io e Severus in coro.
 
Si sentivano delle voci provenire dai piani superiori della Stamberga Strillante e sicuramente dovevano appartenere ai Malandrini. Salimmo in fretta le scale per ritrovarci in una stanza impolverata con un pianoforte scordato: lì dentro trovammo James, Sirius, Peter... e Remus.
 
"Remus, cosa ci fai qui?!" mi venne naturale dire.
 
I quattro si girarono spaventati.
 
"Ragazzi, cosa diavol.." disse Remus. Era il più spaventato di tutti.
 
"Oh, diamine Selene! Hai rovinato tutto lo scherzo!" mi disse James.
 
"Quale scherzo James? Spero tu stia scher-" iniziò a dire Remus, ma non riuscì a finire ciò che stava dicendo perchè fu scosso da una serie di convulsioni molto forti. Io mi avvicinai in fretta a Remus sotto lo sguardo preoccupato di Sirius.
 
"Ragazzi, Remus non sta bene! Chiamate Madama Chips, dobbiamo aiutarlo. Cosa fate lì impalati!" urlai ai presenti.
 
"Selene, devi andartene, ora!" mi disse Sirius facendomi alzare. I suoi meravigliosi occhi grigi mi scrutavano impauriti e la sua carnagione era più pallida del solito. Mentre scrutavo il suo viso e pensavo a ciò che volevo dire a Sirius, Remus ebbe delle convulsioni ancora più forti. Una delle finestre della stanza si spalancò e un flebile raggio di Luna, che quella sera era piena, illuminò il suo viso emaciato. Subito capii ciò che fino ad allora non avevo capito. In pochi minuti collegai tutte le strane assenze di Remus una volta ogni mese, ogni volta che c'era la luna piena, la sua misteriosa malattia, le sue cicatrici: era un lupo mannaro.
Mi sembrò che anche Severus avesse capito tutto e infatti lo vidi scappare via. Io ero confusa, il mio amico non poteva essere un lupo mannaro... Ero rimasta immobile a fissare il vuoto e non mi ero accorta che nel frattempo al posto di Remus c'era una bestia, un lupo mannaro che mostrava tutta la sua ferocia.
 
"Selene, scappa!" urlò Sirius. Ero incapace di muovermi, spaventata, confusa, stordita da tutte le osservazioni che in quel momento affollavano la mia mente. Per di più vidi James trasformarsi in un cervo e Peter in un ratto. Erano animagi!
Ero davvero scioccata, ma un feroce ruggito mi richiamò alla realtà. Il lupo mannaro, stava inziando a muoversi verso di me.
Sirius mi prese per il braccio e iniziò a trascinarmi giù per le scalinate. Remus iniziò a seguirci e io nella corsa non potevo fare a meno di girarmi per vedere il mio amico in quelle condizioni, mentre mostrava le zanne e guardandolo pensai che l'unica cosa che voleva in quel momento era uccidermi. Sirius nel frattempo mi stringeva la mano e mi tirava nella corsa forsennata alla ricerca della salvezza da Remus. Una cosa che mi sembrava strana da pensare, Remus era la persona più gentile, dolce e di buon cuore che avevo mai conosciuto, incapace di fare del male, come potevo solo pensare di volermi mettere al sicuro da lui? Come potevo pensare che mi avrebbe fatto del male?
Mentre questi pensieri vorticavano nella mia testa in maniera irrazionale, io e Sirius ci ritrovammo fuori dal Platano Picchiatore che era rimasto immobile come io e Severus lo avevamo lasciato. James in versione cervo e Peter in versione ratto erano anche loro lì fuori. In quel momento pensai di essere fuori pericolo, da un foro così piccolo il lupo mannaro non sarebbe riuscito ad uscire. Ma mi sbagliavo; con tutta la forza il licantropo allargò l'ingresso del tunnel e ve ne uscì più feroce che mai. Io ricominciai a correre, ma iniziavo a sentire la debolezza nelle gambe, il fiato corto.
 
"Continua a correre, io cercherò di distrarlo." mi disse Sirius rassicurante prendendomi per le spalle. Dopo un nano secondo Sirius si era trasformato in un enorme cane nero e si avventò su Remus. Anche lui era un animagus! Cosa altro avrei scoperto quella sera?!
Anche il cervo e il topo fecero quello che potevano per distrarre Remus dalla mia presenza, ma invano. Sia James che Peter furono spazzati via con una zampata del lupo mannaro, solo il grande cane nero resisteva alla sua forza, cercava di infastidirlo mordendolo ovunque. Io iniziai a correre quanto più veloce potevo ma ad un tratto inciampai in una radice e in quel momento sentii un guaito. Sirius aveva ricevuto anche lui una feroce zampata da Remus che ora correva a più non posso verso di me. Mi alzai di nuovo con le poche forze che mi erano rimaste in corpo, anche se una parte di me voleva andare vicino a Sirius per assicurarsi che stesse bene e che non fosse in pericolo. Ma in quel momento lo spirito di sopravvivenza prevalse: corsi più forte che potevo fino a che non iniziai a non sentirmi più le gambe, la vista si faceva sempre più offuscata fino a non vedere più nulla, solo il bianco più totale...

 
 
********************************************************************************

Ciao a tutti ragazzi! Scusate per l'assenza, ma la sessione estiva mi ha impedito di scrivere! E' quasi finita e potrò iniziare a scrivere con più frequenza. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, sono successe parecchie cose.. Selene e Regulus insieme, che ne pensate?
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia, se avete qualche suggerimento da darmi mi farà senz'altro piacere riceverli!
Se non vi costa molto lasciatemi una recensione, ho bisogno di sapere che state leggendo per andare avanti!
Un bacio
Vostra Aranel. PS: Se ho fatto qualche errore vi prego di chiudere un occhio per questa volta, domani mattina ricontrollerò il capitolo ed effettuerò evenutali correzioni. ♥☻

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Due metà ***


Sirius' POV
Remus con una zampata mi urtò violentemente, spostandomi dal suo cammino, e si avvicinò sempre di più a Selene. La gamba destra mi faceva terribilmente male; provai ad alzarmi ma non riuscivo a reggermi in piedi per il dolore. Potevo solo rimanere a guardare ciò che stava per accadere e pregare che Selene riuscisse a scappare. Ad un certo punto la vidi accasciarsi a terra. Remus era sempre più vicino... non poteva succedere.
 
"Selene, scappa!" urlai.
 
Ma era inutile, Selene era a terra priva di sensi. Cercai di alzarmi con le poche forze che avevo, non potevo permettere che le succedesse qualcosa. Era tutta colpa mia se si ritrovava in questa situazione. Con l'aiuto delle braccia e della gamba sana che ancora avevo riuscii a mettermi in piedi, ma appena provai a fare qualche passo, il dolore mi accecò e caddi anche io a terra, come una femminuccia, privo di sensi.
 
-
 
Mi risvegliai in infermieria attorniato da Peter e James che mi guardavano preoccupati.
 
"Ehi Felpato, come ti senti?!" mi chiese preoccupato il mio migliore amico.
 
In realtà non mi sentivo proprio in gran forma, la testa mi scoppiava, avevo tutti i muscoli indolensiti e la gamba mi faceva un male cane. Non riuscivo a capire come mi trovavo lì, poi realizzai finalmente cosa era successo.
 
"Selene! Selene come sta?" chiesi ai miei amici urlando e loro mi guardarono in modo strano.
 
"Su avanti, fatemi spazio!" disse Madama Chips facendosi spazio tra Peter e James. "Bevi questo giovanotto, ti aiuterà."
 
"Selene, come sta? Insomma posso saperlo?!" chiesi di nuovo irritato.
 
"La signorina Brandon ha la febbre molto alta, non si è ancora svegliata da quando è stata portata qui." mi rispose la curatrice.
 
Mi misi seduto sul letto e vidi di fronte a me nel suo letto Selene che dormiva, sembrava apparentemente tranquilla, ma aveva il viso pallido e un'espressione corrucciata sul viso.
 
"Da quanto tempo sono qui? Cosa è successo dopo che ho perso i sensi?" chiesi a James.
 
"Sei qui da un giorno, Sirius. Il professor Silente è stato chiamato da quell'idiota di Mocciosus e ha 'sistemato' la situazione. Remus sta malissimo, si sente in colpa. Tutta la scuola sa che siamo stati attaccati da un troll e ci hanno creduto. Gli unici a sapere la verità siamo noi quattro Selene, Mocciosus e la Evans, ovviamente. La McGrannit ha tolto una marea di punti a Grifondoro 'per la vostra imprudenza e la vostra mancanza di giudizio'" disse James imitando la McGrannit.
Sapeva imitarla davvero bene, in un altro momento sarei scoppiato a ridere, ma in questa situazione non c'era nulla di divertente. La professoressa aveva ragione, eravamo stati degli sciocchi. Uno stupido scherzo ai danni del nostro amico Remus e di altre persone... in realtà volevamo fare uno scherzo a Mocciosus, se lo meritava. Ma non avrei mai potuto immaginare che Selene sarebbe stata coinvolta.
 
"Remus dov'è?"
 
"Nella nostra stanza. Dice che non vuole vedere nessuno, si sente un mostro per quello che ha fatto o che avrebbe potuto fare.."
 
"Oh, ma io sto benissimo, con le cure di Madama Chips mi rimetterò subito in forze!" dissi ammiccando all'anziana curatrice che mi restuì un'occhiata torva.
 
"Veramente Remus si sente in colpa per Selene. Dice che noi ci meritiamo tutte le punzioni che ci sono state assegnate." mi disse Peter.
 
"Abbiamo avuto delle punizioni?!" pensavo di aver sentito male.
 
"Oh certo Signor Black, ci può giurare! Dopo quello che ha combinto deve ringraziarmi che non siate stati espulsi." disse la McGrannit che era appena entrata nell'infermieria insieme al professor Silente. "Potter, Minus, se non vi dispiace ora il vostro amico deve riposare, e voi dovete andare ad adempiere ai vostri doveri, giusto?" continuò la professoressa con fare austero. Era l'unica insegnante che riusciva ad incutermi un po' di timore.
James e Peter annuirono, mi salutarono ed uscirono dall'infermieria.
Il preside e la prof. di Trasfigurazioni si avvicinarono al letto di Selene e iniziarono a bisbigliare qualcosa.
 
"Albus, non credi che sia molto strano che non si sia ancora svegliata?" chiese la McGranitt preoccupata.
 
Il preside posò il palmo della sua mano sulla fronte di Selene e disse
 
"Ha la febbre molto alta Minerva, dobbiamo solo aspettare che scenda la febbre. Ciò che potevamo fare l'abbiamo già fatto."
 
Silente sembrava tranquillo come al solito; poi notò che io li stavo ascoltando e si girò verso di me.
 
"Signor Black, lei come sta?"
 
"Meglio, grazie." risposi con lo sguardo basso.
 
"Bene, ora sarà meglio che lei riposi un po'." disse il preside  e dopo che ebbi annuito lasciò la stanza insieme alla McGrannit.
Mi sentivo molto stanco e per questo mi sdraiai. Non appena chiusi gli occhi mi addormentai velocemente, anche grazie alla pozione che mi diede Madama Chips.
 
-
 
Il giorno dopo fui svegliato dalle urla di Marlene.
 
"Sirius, amore mio! Come stai cucciolotto? Stai bene? Oh, sappiamo tutti quello che hai fatto! Sei stato così coraggioso a difendere la Brandon!" mi disse accarezzandomi il viso.
 
Sì, davvero coraggioso... se solo tutti avessero saputo cosa avevo combinato. Io e James eravamo
stati la causa di tutto quel guaio e ora passavamo anche per gli eroi. Bello schifo.
 
"Eh si, era il minimo che potessi fare!" dissi cercando di fingermi sicuro di quello che dicevo.
 
Marlene continuava a parlarmi delle sue amiche, di quanto era stata in pensiero per me e di tante altre cose che non mi sforzai nemmeno di capire. Per la barba di Merlino, quanto parlava! Preferivo di gran lunga Selene sotto questo punto di vista: lei sapeva sempre quando era opportuno parlare e diceva sempre la cosa giusta, anche se a volte si rendeva un tantino insopportabile; feci cenno a Marlene di spostarsi un po' da dove era seduta sul mio letto perchè - le dissi - mi faceva male la gamba, ma  in realtà era solo una scusa per vedere se Selene si fosse svegliata.
Dormiva ancora, ma era inquieta, accanto a lei c'era qualcuno.. all'inzio pensai fosse Mocciosus, e invece no. Avrei tanto preferito che fosse stato lui, ma era mio fratello, quell'idiota di Regulus! Un moto di rabbia attraversò tutto il mio corpo, l'unica cosa che volevo in quel momento era spaccargli la faccia e farlo allontanare da Selene. Cosa mi prendeva?!
 
"Tesoro che hai? Sei tutto rosso, ho detto qualcosa che ti imbarazza per caso?!" mi chiese Marlene ridacchiando. A volte riusciva ad essere davvero sciocca.
 
"No, no, tranquilla." le risposi.
 
Mentre Marlene continuava a riempirmi di domande, vidi Regulus alzarsi dalla sedia e sedersi sul letto di Selene, le posò la mano sul volto e pronunciò il suo nome. Con un gesto chiesi di far silenzio a Marlene che subito si zittì e iniziò a guardarsi intorno per capire il motivo per il quale le avevo chiesto di fare silenzio. Poi sentii la voce debole di Selene che disse
 
"Sirius.."
 
Regulus si irrigidì e disse "Selene, sono Regulus, il tuo ragazzo!"
 
Marlene si era accorta di tutto, mi guardò con fare minaccioso e lasciò la stanza.
 
 
Selene's POV
Quando riaprii gli occhi, sebbene la mia vista fosse ancora offuscata vidi un viso famigliare: capelli neri e lunghi, occhi grigi e lucenti..
 
"Sirius.." dissi accarezzandogli il viso.
 
"Selene, sono Regulus, il tuo ragazzo!" mi rispose.
 
Sgranai gli occhi, ed in effetti mi sbagliavo. Era Regulus che mi stava accarezzando dolcemente il viso e mi guardava preoccupato.
 
"Come stai?" mi chiese.
 
"Sono stata meglio.." gli dissi con un filo di voce. Mi sentivo molto debole, la stanza mi girava tutto attorno e avevo i brividi. Tremai e Regulus prima mi guardò preoccupato, poi chiamò Madama Chips. L'anziana curatrice mi toccò la fronte e sorrise.
 
"La febbre è scesa, finalmente. Come ti senti mia cara?" mi chiese.
 
"Se devo essere sincera, non molto bene. Mi gira la testa e mi sento molto debole."
 
Madama Chips ridacchiò e mi disse
 
"Mia cara, è normale. Hai dormito per ben due giorni! Ora chiamo un elfo per farti portare qualcosa da mangiare e dopo aver preso una bella pozione fortificante vedrai che ti sentirai come nuova!"
 
"Ma io.." cercai di protestare. Non avevo intenzione di mangiare. Ma Madama Chips era già volata via nel suo ufficio.
 
"Devi mangiare. Non fare la bambina!" mi disse Regulus accarezzandomi il viso. Era sempre così dolce. "Ora devo andare, ci sono le lezioni, mi raccomando prenditi cura di te!" mi baciò la fronte e si voltò per andarsene, prima però guardò qualcuno che era nel letto di fronte al mio e disse "Sirius.." fece un cenno in segno di saluto e si dileguò.
 
Sirius era in quella stanza? Cosa gli era successo?
Prima che potessi finire di pormi quegli interrogativi, vidi Sirius alzarsi dal letto, imbracciò le stampelle e si sedette vicino a me. Non osai dire una parola, ero contenta di vederlo, di sapere che stava bene, ma ero imbarazzata e arrabbiata allo stesso tempo. Imbarazzata perchè aveva cercato di proteggermi quella notte e si era fatto male per causa mia, e con molta probabilità aveva sentito che al mio risveglio avevo pronunciato il suo nome. Arrabbiata perchè... oh, c'erano tanti motivi per cui ero arrabbiata con lui! Su tutti prevaleva l'orribile scherzo che James e Sirius volevano fare a Severus, mettendo in gioco il povero Remus.
 
"Come stai?" mi disse Sirius interrompendomi dai miei mille pensieri.
 
"Meglio, tu?" risposi freddamente senza guardarlo negli occhi.
 
"Bene, solo una gamba rotta, nulla di che!" mi rispose con la sua solita spavalderia.
 
"Per fortuna.. Ma io dico, come vi è venuto in mente? Avete idea di cosa sarebbe potuto succedere a Severus? E al povero Remus, non ci avete pensato? Già si sentirà abbastanza in colpa per la sua situazione.. Ok, che non avete un cervello si è capito, ma almeno un cuore?!" dissi arrabbiata con le lacrime agli occhi. Mi stupii delle forze che ero riuscita a racimolare per urlare.
Ora ci guardavamo negli occhi, i miei erano gonfi di lacrime, ma anche i suoi erano tristi e arrabbiati quanto i miei. Poi abbassò lo sguardo e disse
 
"Selene, mi dispiace. Hai ragione, siamo degli stupidi." imbracciò di nuovo le stampelle e si alzò aiutandosi con esse.
 
All'improvviso mi sentii in colpa per le parole che gli avevo detto; gli afferrai il polso e sussurai
 
"Aspetta Sirius."
 
In realtà non ero molto cosciente di quello che stavo facendo. Lui si voltò e mi guardò stupito. Poi si sedette accanto a me sul mio letto e continuò a guardarmi con i suoi occhi profondi.
 
"Grazie.." gli dissi.
 
"Per cosa? Per averti fatta quasi uccidere?!" mi rispose.
 
"Mi hai protetta, se non fosse stato per te.." mi sembrò che sulle mie guancia si fosse acceso un fuoco, lui mi prese una mano e la strinse tra le sue. Il mio cuore batteva all'impazzata.
Cosa mi prendeva, soffrivo di bipolarismo? Prima l'avevo rimproverato, gli avevo detto che era senza cervello e senza cuore e ora?!
 
"Era il minimo che potes-" stava dicendo Sirius quando fu interrotto da qualcosa. Guardò in fondo alla stanza e vide Marlene. La tassorosso ci stava fissando e poi soffermò il suo sguardo sulle mani di Sirius che avvolgevano le mie.
 
"Scusate, se vi ho interrotti!" disse ed uscì dalla stanza in lacrime.
 
Io ritrassi le mie mani dalla presa di Sirius e le infilai sotto le coperte, mentre Sirius si mise in piedi con fatica e cercò di raggiungere Marlene che era ormai già scappata via.
 
-
 
Qualche giorno dopo Sirius fu dimesso, io invece dovevo ancora sottostare alle premurose cure di Madama Chips, che voleva assicurarsi del fatto che non svenissi di nuovo nel bel mezzo delle lezioni. Con mio grande stupore furono molte le persone a farmi visita: Lily e Severus ancora preoccupatissimi per ciò che era successo; James, Peter e Sirius che si scusarono con me svariate volte; Regulus veniva ogni volta che poteva per assicurarsi che io stessi bene.  Di Remus nessuna traccia; dovevo immaginarlo. Chissà come si sentiva in quel momento.
 
Dopo due giorni fui dimessa anche io e Madama Chips si raccomandò con me di prendere le pozioni che mi aveva prescritto e di mangiare. All'uscita dell'infermieria trovai Regulus che mi accolse tra le sue braccia e mi strinse forte a sè. Fui contenta di questo ma la prima cosa che volevo fare appena uscita dall'infermieria era andare a parlare con Remus.
 
"Reg, scusami, ti dispiace se vado a riposare un po' nella mia stanza? Madama Chips mi ha dimesso ma mi ha detto che ho ancora bisogno di riposo. Questo è il permesso per saltare le lezioni di oggi... Lo porteresti tu alla Prof. McGrannit?" dissi a Regulus sbattendo le ciglia e facendo uno sguardo innocente.
Regulus inizialmente fece un'espressione delusa, era evidente che non vedeva l'ora di passare un po' di tempo con me.. Ma dovevo parlare assolutamente con il mio amico. Così Regulus prese il permesso, mi baciò la fronte e mi salutò senza replicare. Ero molto fortunata ad avere un ragazzo così, pensai.
Quando arrivai davanti al ritratto della Signora Grassa la salutai e dissi la parola d'ordine ed entrai nella Sala Comune di Grifondoro. James mi aveva detto che Remus in quei giorni non era andato a lezione e rimaneva nella sua stanza chiuso dietro le tende del baldacchino del letto. Ero sicura di trovarlo lì, così andai nel dormitorio dei ragazzi e cercai la stanza dei Malandrini. Bussai ma non ricevetti alcuna risposta, così entrai e vidi un unico letto nell'angolo con le tende del baldacchino tutte chiuse. Mi avvicinai a quel letto, provai ad aprirle ma sembravano quasi sigillate: Remus aveva sicuramente fatto qualche incantesimo per non essere disturbato.
 
"FINITE INCANTATEM!" dissi agitando la mia bacchetta ed aprii le tende. Trovai Remus in uno stato penoso: i capelli spettinati, gli occhi rossi, una nuova ferita che gli attraversava tutto il volto, indossava la divisa, la camicia aggrinzita fuori dai pantaloni, la cravatta allentata al collo. Mi guardò con uno sguardo disperato. Non immaginavo di trovarlo in questo stato.

"Remus!" urlai. Poi buttai le mie braccia attorno al suo collo e scoppiai a piangere sulla sua spalla. Non sapevo perchè facevo ciò, era lì per consolarlo e invece io piangevo...
 
"Selene, che ci fai qui?" mi disse lui mentre io continuavo a piangere. "Perchè piangi?"
 
"Remus, non ti posso vedere in questo stato! Per colpa mia!"
 
"La colpa non è tua, ora vattene, io sono un mostro." mi disse allontanandomi da lui.
 
La mia mano involontariamente si mosse da sola e colpì Remus in pieno viso, lasciandogli un'impronta rossa sulle sue cicatrici. Il mio amico rimase a bocca aperta, un'espressione stupita aveva rimpiazzato l'espressione di disgusto per se stesso. Si portò una mano sulla guancia e mi guardò.
 
"Tu non sei un mostro, Remus. Il mostro è chi ti ha condannato a queste sofferenze. Tu sei buono, sei una persona meravigliosa, hai un gran cuore..." gli dissi spostando la sua mano dal viso al suo petto, sul suo cuore. Remus alzò lo sguardo e mi fissò negli occhi, i suoi erano gonfi di lacrime e pieni di rabbia.
 
"Io stavo per ucciderti l'altra sera.. Non dovresti essere qui. Dovresti avere paura di me, Selene!"
 
"Io non ho paura di te, Remus. So che quando c'è la luna piena non sei in te, e so anche che non faresti del male ad una mosca quando non c'è la luna piena. Non condannarti, non autocommiserarti. Sii il Remus sorridente, fiducioso e rassicurante che ho conosciuto. Fatti forza, anche se è difficile, lascia che ti aiutiamo.." le lacrime continuavano a scendermi dagli occhi.
Non volevo che il mio amico soffrisse. Ero arrabbiata, avrei tanto voluto uccidere il lupo mannaro che lo aveva morso e che gli aveva rovinato la vita. Remus non si meritava tutto questo. Remus nel frattempo sorrise e si asciugò le lacrime e poi con il palmo della sua mano asciugò anche le mie.
 
"James, Peter e Sirius hanno imparato a trasformarsi in animali, come avrai notato, per stare con me in quei giorni. Io.. ecco, attacco solo gli umani."
 
"Davvero?! Voglio imparare anche io, allora! Chierderò a James di aiutarmi. Voglio esserti vicina in quei momenti! Devi sentire il nostro sostegno.." dissi sorridendo.
 
"Selene è difficile, è magia avanzata. E' molto pericoloso." mi disse Remus preoccupato. Era tornato in lui, era tornato il ragazzo sensibile e premuroso di sempre.
 
"Ehi Lupin, che fai mi sottovaluti? Non sai che io sono la strega più brillante del mio corso?!" gli dissi dandogli un colpetto e facendogli l'occhiolino. Remus mi sorrise e notai che la ferita profonda  era ancora aperta. In infermieria avevo sentito Madama Chips che usava un incantesimo per guarire le ferite, così estrassi la bacchetta, la puntai verso il viso di Remus che mi guardava preoccupato e dissi
 
"SARCIO!"
 
La ferita di Remus si rimarginò anche se rimase un piccolo segno.
 
"E questo incantesimo dove l'hai imparato?!" mi chiese Remus che si stava guardando allo specchio stupito.
 
"In infermieria! Sai, ho deciso. Voglio diventare una Curatrice!" dissi sorridendo. "Ora mettiti un po' a posto, e dopo scendi in sala comune, devi iniziare a spiegarmi come si diventa Animaghi!"
 
Remus mi guardò esasperato ma sembrava rincuorato dalla mia visita, infatti si avvicinò a me, mi abbracciò e mi disse
 
"Grazie Selene, ti voglio bene!"
 
"Anche io, tanto!"
 
-
 
Quando arrivò l'ora di cena io e Remus scendemmo insieme in Sala Grande e raggiungemmo il tavolo di Grifondoro. I nostri amici furono felici di vederci e anche Severus e Regulus mi sorrisero dal tavolo dei Serpeverde. Cenammo tranquillamente, io riacquistai l'appetito e mangiai con gusto; i pasti ad Hogwarts erano sempre buonissimi. Mentre James mi parlava della prossima partita di Quidditch e mi esortava a mangiare molta carne, - perchè, diceva, "ti rimetterà in forze velocemente"- , Sirius era stranamente taciturno, a volte mi fissiva, ma io volevo evitare di incontrare i suoi occhi. Ad un certo punto anche James notò lo strano atteggiamento dell'amico, che solitamente era rumoroso e vivace quanto lui, e disse

"Oh avanti, Sirius! Non mi dire che sei depresso perchè ti sei lasciato con quella piovra!"
 
Il sangue inspiegabilmente mi si raggelò nelle vene.
 
"Sirius, ti sei lasciato con Marlene?" chiese Remus serio.
 
"Sì" rispose Sirius "e non me ne importa un fico secco."
 
Cercai di dimostrarmi il più disinteressata possibile, anche se in realtà volevo sapere le cose più nel dettaglio...
 
"Ah, non ti preoccupare amico! Tutte le ragazze della scuola fanno la fila per uscire con te, in poco tempo avrai già qualche altra gallina ai tuoi piedi" disse James ammiccando.
 
"Non voglio una gallina ai miei piedi" disse Sirius.
 
"Ci sarà sicuramente qualcuna che ti piace.." intervenne Peter intimorito. Raramente parlava e quando lo faceva aveva paura di dire qualcosa di sbagliato.
 
"Certo, Peter.." rispose Sirius con fare da grande predatore, poi mi guardò dritto negli occhi e continuò "..peccato che tutte quelle che mi piacciono siano già fidanzate, con degli idioti per di più!"
 
Ero sicura di essere diventata bordeaux per l'imbarazzo, infatti, tutti capirono a cosa e, soprattutto, a chi si riferiva Sirius. Remus, da buon amico qual era, cercò di cambiare argomento come potè, mentre Lily mi guardava soddisfatta. Lei era sempre stata convinta che Sirius avesse un debole per me, e ora ne aveva la conferma.
Dopo cena, raggiunsi Regulus all'uscita della Sala Grande come al solito.
 
"Ti sei riposata oggi?" mi chiese.
 
"Sì, a te come è andata la giornata?" la mia intenzione era quella di cambiare argomento.
 
"Bene, tutto normale. Domani torni a lezione vero?"
 
"Sì, certo. Ah, dovrai aiutarmi a recuperare tutte le lezioni che ho perso lo sai?"
 
"Per te questo ed altro." mi disse spostandomi una ciocca di capelli dal viso e poi baciandomi.
 
Mentre ci baciavamo, sentimmo qualcuno tossire violentemente. Chi poteva essere?! Sirius. Immediatamente io e Reg ci dividemmo e Sirius sorrrise soddisfatto.
 
"Idiota..." disse Regulus. Io sorrisi. Quando perdeva le staffe diventava ancora più simile a suo fratello.
 
"Ora è meglio che io vada, buonanotte tesoro." dissi al mio splendido ragazzo.
 
"Buonanotte. Ah, sognami" mi disse Regulus.
 
Appena ebbe svoltato l'angolo, iniziai a correre per raggiungere i Malandrini. Li vidi in lontananza e gridai
 
"James! Aspettatemi!"
 
I quattro si voltarono e mi aspettarono. Sirius con fare arrogante aveva le braccia conserte e con un piede colpiva il pavimento a ritmo costante.
 
"Cosa c'è Selene?!" disse James.
 
"Devo parlarti. In privato." I quattro amici si guardarono a vicenda stupiti, allora precisai "Quidditch, devo parlarti del Quidditch."
 
James inarcò un sopracciglio, però non replicò
 
"Remus, Peter, iniziate ad andare. Io e Sirius vi raggiungiamo dopo."
 
Remus e Peter annuirono e si incamminarono verso la torre di Grifondoro, io nel frattempo guardavo torva Sirius.
 
"Ho detto che devo parlarti, da soli." mi ribellai.
 
"Sirius è come un mio fratello, non gli nascondo nulla, anche se ora lo cacciassi dopo gli direi tutto ciò che mi dirai. Tanto vale che lui ascolti, im risparmi la fatica." mi disse James facendo l'occhiolino all'amico che sorrideva soddisfatto.
 
"Okay, va bene. Si tratta di Remus..." iniziai a dire. James spalancò gli occhi.
 
"Cosa c'è Selene, le attenzioni del mio fratellino non ti bastano più?" mi disse Sirius toccandomi una ciocca di capelli.
 
Un brivido percorse la mia schiena. Dovevo restare calma e non fargli percepire il mio imbarazzo.
 
"Cretino." dissi a Sirius, poi ripresi a parlare guardando James. "Remus è un mio amico, gli voglio bene e voglio essergli vicina anche io durante la luna piena. Devi aiutarmi, James. Tu sei un animagus, puoi insegnarmi?" chiesi in tono quasi supplichevole.
 
James e Sirius si scambiarono uno sguardo di intesa.
 
"Pivellina, lo sai che non è uno scherzo diventare un animagus, vero?" mi disse James.
 
"Non chiamarmi pivellina" dissi a James prendendolo per la cravatta. Sebbene fosse un anno più grande di me, era poco più alto, al contrario di Sirius che invece forse aveva già superato un metro e settanta di altezza, abbastanza per un ragazzino della sua età.
 
"Allora, mi aiuterai o no?!" insistetti. Ero determinata ad imparare a diventare un animagus e se James non avesse voluto aiutarmi, avrei chiesto aiuto altrove.
 
"Sì, ti aiuterò" mi disse James. "Però..."
 
"...Ha bisogno di un assistente." disse Sirius avvicinadosi a me.
 
Rabbiosa sfilai la mia bacchetta dalla tasca e la puntai al collo di Sirius.
 
"Black, non so che intenzioni hai, ma ti avviso, non rovinarmi la vita."
 
Sirius scoppiò in una risata simile ad un latrato, sembrava davvero molto divertito. Affondai ancora di più la bacchetta nel suo collo e mi guardò sbalordito; in realtà fingeva, voleva solo sfidarmi.
 
"Ehi, ehi, calmiamoci." disse James allontandomi dal suo amichetto. "Sirius ha ragione, ho bisogno di un assistente. Se non vuoi Sirius, dovrei chiedere a Remus."
 
"No, Remus no. Deve essere una sorpresa." dissi pensierosa.
 
"Allora Peter." continuò James. "Ma devo avvisarti che Peter non è un maestro della Trasfigurazione, una volta ha rischiato di rimanere con i denti da topo."
 
Sirius e James incominciarono a ridere e io già mi immaginavo con il mio viso storpiato. Non sapevo cosa fare: l'idea di passare del tempo con Sirius non mi piaceva; già avrei dovuto dire una bugia a Regulus: se avesse saputo che mi facevo dare delle lezioni clandestinamente, per di più dal suo fratello ribelle, beh, non credo gli avrebbe fatto molto piacere. Ma non avevo scelta: anche se Sirius mi metteva un po' in soggezione, volevo imparare a diventare un animagus.
 
"Ok, va bene. Stanza delle neccesità, dopo gli allenamenti di Quidditch. Niente scherzi, niente idiozie. Niente provocazioni. Questa cosa rimarrà fra noi tre, ci siamo intesi?!" dissi ferma.
 
"Ehi carina, non ti sembra che dovremmo essere noi ad imporre delle condizioni?" mi disse Sirius.
 
Sbuffai. Lo guardai minacciosamente, volevo saltargli addosso e.. riempirlo di schiaffi. Scattai in avanti per mollargli un ceffone, ma poi riuscii a trattenermi.
 
"Sai James, ho già mezza idea in quale animale si potrebbe trasformare la piccola Brandon: sicuramente un felino. Io sono un cane e non vado molto d'accordo con i felini." disse Sirius che ormai era a quasi ad un centimetro di distanza da me.
 
Mi allontanai da lui e  guardai James in attesa di una conferma.
 
"Va bene, Selene. Stanza delle neccesità, dopo il Quidditch." mi disse il cercatore di Grifondoro.
 
Iniziai a cammianre e insieme andammo nella Sala Comune di Grifondoro; quando arrivò il momento di dividerci James mi salutò ed entrò nel dormitorio maschile, mentre Sirius rimase ancora a fissarmi. Io mi girai per entrare nel mio dormitorio, ma lui soffiò tra i miei capelli, mi afferrò un polso e mi sussurrò in un orecchio
 
"Buonanotte.."
 
Con l'altra mano libera gli mollai un ceffone in pieno viso e dissi
 
"Attento Black, graffio."
 
Mi voltai ed entrai nel dormitorio lasciando Sirius impalato come un fesso, con la mano sulla guancia scioccato.
Appena entrata nella mia stanza mi buttai sul mio letto. Lily e Alice già dormivano; io non riuscivo a dormire: nella mia testa c'erano troppi pensieri. Da quel giorno ci sarebbe stata un'ardua lotta tra il mio cuore ed il mio cervello. Il mio cervello diceva che Sirius era un idiota, mentre il mio cuore lo difendeva a spada tratta. Chi avrebbe vinto?!

 

********************************************************************************
NdA
Salve a tutti! Ecco qui un altro capitolo. Ho deciso di mostrare anche un po' il punto di vista di Sirius per vedere un po' come stanno messe le cose da entrambe le parti. Selene è un po' combattuta, no?! Da una parte c'è il dolce e tenero Regulus, dall'altra c'è il ribele e affascinante Sirius.
Nel prossimo capitolo, lezioni di Trasfigurazione umana con James e Sirius. Si accettano scommesse: quale sarà la forma animale di Selene?
Bene, scusate lo sproloquio, spero vi sia piaciuto questo capitolo, io ci sto mettendo l'anima e piano piano mi vengono sempre più belle idee.
Come al solito se non vi costa nulla, lasciate una recensione, non pretendo un papiro, pure due parole!
Un bacio
Vostra Aranel. ☻♥ PS: L'incantesimo per rimarginare la ferita di Remus l'ho inventato io, dato che 'vulnera sanentur' doveva ancora essere creato dalla mente geniale di Severus. Spero non vi sia dispiaciuto troppo questo slancio di fantasia!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Confessioni ***


Passarono alcuni giorni prima che potessi iniziare a prendere parte di nuovo agli allenamenti di Quidditch. Ma quando arrivò il momento ero felice come non lo ero mai stata; anche James era contento di aver riacquistato la cacciatrice più abile della squadra - come diceva per addolcirmi nei suoi confronti. Quella sera prima di addormentarmi avevo tanti pensieri in testa: l'allenamento di Quidditch significava anche prima lezione di Trasfigurazione con James ..e Sirius.
 
Il giorno dopo mi alzai di buon mattino. Ero di buon umore, mi vestii in fretta e scesi in Sala Comune dove Lily e Remus mi stavano aspettando. Di James, Sirius e Peter nessuna traccia. Insieme ai miei amici scendemmo in sala grande; non vidi nemmeno Regulus quel giorno a colazione, molto strano.
Dopo colazione raggiunsi l'aula di Trasfigurazione con i Corvonero.. era la mia materia preferita dopo Pozioni; da oggi inoltre avevo un motivo in più per farmela piacere: per diventare un Animagus bisognava essere particolarmente abili, per questo promisi a me stessa di impegnarmi di più. Quel giorno la prof. McGrannit ci insegnò come trasfigurare un animale in un oggetto.
 
"Davanti a voi avete l'animale che dovrete transfigurare. La formula che dovete pronunciare è FERAVERTO: agitatate la bacchetta tre volte dall'alto verso il basso. Così!" disse la professoressa agitando tre volte la bacchetta. Improvvisamente il topolino che era sul suo tavolo si trasformò in un calice splendente.
 
"Ora provate voi!" disse la McGrannit.
 
Guardai il topolino che era sul mio banco, la sua faccia intimorita di chi voleva scappare. Afferrai la mia bacchetta di pioppo, l'agitai tre volte...
 
"FERAVERTO!" pronunciai la formula e il topolino si trasformò in un calice, con i baffi.
 
Mi guardai attorno e vidi che i risultati degli altri non erano migliori. Chi aveva trasfigurato solo le zampe del povero topolino, chi aveva ottenuto un calice peloso e  con la coda chi invece non era riuscito a fare proprio un bel niente.
 
"La formula per trasformare gli oggetti in animali la sapete, vero? L'abbiamo studiata l'anno scorso..." disse la professoressa. Alzai la mano per rispondere. "Prego signorina Brandon."
 
"La formula è RESFERANTES e il movimento della bacchetta è lo stesso."
 
"Bene, cinque punti a Grifondoro. Spero che non fosse solo la signorina Brandon a ricordarsi questo incantesimo. Ora, signorina, sarebbe così gentile da farci vedere come lo utilizza?" disse la McGrannit.
 
Annuii e con lo stesso movimento di prima e pronunciando "Resferantes!" il mio calice baffuto tornò ad essere il topolino di prima.
 
"Molto bene, ora fatelo tutti!" disse la professoressa. Poi si avvicinò al mio banco "Signorina Brandon il suo era un buono risultato, cerchi di focalizzarsi sul calice che deve trasfigurare, riprovi."
 
"FERAVERTO!" e il topolino si trasformò in un calice, identico a quello della professoressa McGrannit, anche se era più opaco e un po' più sporco. La McGrannit mi sorrise soddisfatta e camminò nell'aula per vedere i risultati dei miei compagni di classe. Anche Dirk riuscì a trasfigurare il suo topo in un calice, forse più pulito e scintillante del mio.
 
-

Dopo la lezione di Cura delle Creature Magiche, mi diressi in Sala Comune per lasciare i libri delle lezioni di quella mattina e per prendere i libri di Difesa Contro le Arti Oscure e di Incantesimi. Fino alle quattro di quel pomeriggio avrei studiato assieme a Regulus, dopo ci sarebbe stato l'allenamento e poi finalmente lezioni per diventare Animagus! Sarebbe stato un pomeriggio intenso.
Stavo per entrare in Sala Grande, quando vidi due ragazzi nel corridoio che discutevano animatamente. Mentre continuavo a camminare e mi avvicinavo alla porta che si apriva sulla Sala Grande, riuscii a capire chi erano: Sirius e Regulus.
Per fortuna non mi videro e riuscii a nascondermi dietro una colonna per sentire ciò che si stavano dicendo...
Sirius teneva Regulus per il colletto della camicia e aveva il viso corrucciato, sembrava quasi che stesse ringhiando a suo fratello. Regulus, d'altra parte, non sembrava per niente infastidito, era tranquillo e guardava con fiero disprezzo il fratello, dritto negli occhi così simili ai suoi.
 
"Non fare l'idiota, Regulus. Stai fuori da quel giro.." diceva Sirius.
 
"Da quando ti preoccupi di me, Sirius?" ridacchiò Regulus sprezzante.
 
"Infatti, non mi preoccupo per te. Lei sembra così presa da te, tu fa quello che vuoi, ma tienila fuori da quel giro di stronzi!" disse Sirius lasciando la camicia di Regulus.
 
"Questo è troppo, Sirius. Sono affari miei di ciò che faccio, specialmente  con Selene, che è la MIA ragazza. Fatti gli affari tuoi." disse Regulus che ora era diventato rosso in viso per la rabbia.
 
Dopo aver sentito quelle parole, sentii le gambe diventare di burro, il cuore battere all'impazzata. Perchè avrebbe dovuto mettermi in pericolo o mi avrebbe fatto del male? La testa mi scoppiava, avevo avuto delle allucinazioni forse?
Regulus era  furibondo e avrebbe ucciso il fratello se solo avesse potuto, ne ero sicura, e nel suo sguardo si poteva scorgere rabbia mista a stupore e risentimento. Sirius lo guardò altrettanto furioso e gli lanciò un'occhiata minacciosa e poi si voltò per entrare in Sala Grande; non potevo farmi trovare lì, così sgattaiolai da dietro la colonna ed entrai in Sala Grande prima di Sirius. Presi posto accanto a Remus, il quale mi guardò sospettoso; infatti avevo il respiro affannato.
 
"Tutto bene Selene?" mi chiese.
 
Prima che potessi rispondere entrarono in sala i due fratelli Black e Sirius si sedette di fronte a me.  Abbassai lo sguardo e iniziai a fissare il piatto vuoto di fronte a me.
 
"Selene?! Sei tra noi?" disse di nuovo Remus.
 
Lo guardai ed annuii.
 
"Sì, sto bene. Devi scusarmi Remus."
 
Remus mi guardava preoccupato, era troppo sensibile e subito capì che qualcosa non andava in me.
 
"Hai voglia di parlare?" mi disse sottovoce, ma non abbastanza perchè fu sentito da Lily che era seduta accanto a lui.
 
"Oh non credo, Remus. Ormai da qualche mese a questa parte Selene non parla con nessuno." disse Lily, con un velo di risentimento.
 
"In effetti, ora che ci penso devo convenire con la signorina Evans." disse James. "Da quando sta con tuo fratello, Sirius, Selene è diventata molto più 'oscura'."
 
Sirius fulminò con lo sguardo il suo migliore amico, ed io, che ero alquanto stufa delle loro osservazioni, mi alzai e lasciai la Sala Grande senza dire nulla. Mentre attraversavo la sala vidi Regulus che mi accennò un saluto, ma lo ignorai. Volevo stare da sola. Sola e pensare.
 
 
Sirius' POV
Selene lasciò la Sala Grande infuriata, ma non era infuriata quanto lo ero io. Mentre camminava con lo sguardo basso e i suoi lunghi capelli biondi che le coprivano interamente il viso, vidi Regulus che la salutava dal tavolo dei Serpeverde, ma fu ignorato. Non riuscii a trattenere un sorriso soddisfatto. 
 
Non avevo voglia di mangiare per questo mi alzai, e lasciai anche io la Sala Grande, mentre Lily e James litigavano, come sempre. Uscii fuori nel cortile e andai a sedermi sulla riva del lago Nero. Non mi ero mai sentito peggio in vita mia. Cosa mi prendeva? Io, Sirius Black, innamorato?! Innamorato poi della fidanzata di quell'idiota di mio fratello! Bravissimo Sirius, ottima scelta. Sarei riuscito a tollerare tutto questo se Regulus non fosse stato mio fratello, il figlio preferito dei miei folli e ostinati genitori, e se non si fosse messo in testa di diventare un Mangiamorte. L'idea che avrebbe potuto coinvolgere anche Selene mi faceva rabbrividire. Se da un lato mi consolava il fatto che lei era troppo intelligente per sottostare ai voleri di Regulus, dall'altro avevo paura che venisse coinvolta senza che lei lo volesse. Tremavo all'idea che le potesse succedere qualcosa... E non potevo fare nulla.
Mentre pensavo e rimuginavo... una mano sulla mia spalla mi riportò alla realtà.
 
"Sirius, tutto bene?" mi disse la voce rassicurante di Remus.
 
"Sì, tutto bene." risposi.
 
Ma evidentemente non riuscii a convincere Remus, perchè mi chiese di dire la verità.
 
"Sirius, guarda che io non sono stupido. Tutti sanno che ti piace Selene e pensano che sia solo un capriccio per indispettire tuo fratello. Ma io penso che non sia così... Mi sbaglio forse?" mi disse Remus.
 
Per la barba di Merlino, non gli si può nascondere nulla, eh?! pensai.
 
"No, non ti sbagli Remus. Sono innamorato di Selene. Penso dal primo giorno in cui l'ho conosciuta, anche se ero piccolo e scemo per capirlo. Ho cercato di nasconderlo a me stesso, ma dopo la notte di Halloween ho capito quello che provavo per lei. Sono un cretino.."
 
Remus sembrò rimanere stupito dalle mie parole e poi disse
 
"James non lo sa?!"
 
"Ovvio che no! Sei il secondo che lo sa, dopo di me. Ti prego, promettimi di non dirlo a nessuno, o la mia reputazione di latin lover sarà rovinata per sempre. Sirius Black innamorato della ragazza di suo fratello, mi sa che il più idiota dei due sono io!" dissi ridendo e cercando di ostentare sicurezza e autoironia.
Ma con Remus non funzionavano questi giochetti. Lui aveva la capacità di capirti anche se non proferivi parola e cercavi di dissimulare i tuoi sentimenti.
 
"Perchè non provi a parlarle?" mi suggerì Remus.
 
"Hai sbattuto la testa per caso? Lunastorta se fuori più di un balcone!"
 
"Ma perchè?"
 
"Perchè? Beh, mi sembra ovvio. Sta con Regulus che è quasi identico a me fisicamente, per sua fortuna, è solo un po' più stupido di me. Perchè dovrebbe lasciarlo per me? Non le cambierebbe niente!"
 
"Secondo me ti sbagli. Se è come dici tu, allora perchè non ha scelto te sin dall'inzio?" mi disse Remus.

La sua domanda mi fece riflettere e non poco.
 
"Beh, questo non lo so."
 
"Io penso di saperlo" disse Remus. "Regulus è sempre amabile e gentile con lei, la riempie di attenzioni, la tratta bene, non l'ha mai fatta piangere. E' pacato, educato e non combina guai come te dalla mattina alla sera."
 
"E che noia!"
 
"Lui finge un po', ne sono sicuro. Non può essere così pacato come sembra, è pur sempre un Black." disse Remus come non mai sicuro di sè.
 
"E quindi, genio della mia lampada, cosa mi consigli di fare?" dissi un po' sarcastico.
 
"Parlale, rivelale i tuoi sentimenti."
 
"Non servirebbe a nulla. Grazie dei consigli Remus, ma davvero non mi sembra il caso." dissi al mio amico.
 
"Fa come vuoi. Ti dico solo che ultimamente lei sembrava davvero poco presa da Regulus e Lily mi ha detto che da Halloween ha sempre la testa fra le nuvole, è sempre in silenzio e pensa a non si sa cosa." mi disse Remus con uno sguardo 'malandrino'.
 
Poi si alzò e si diresse verso il castello.
 
Remus' POV
 
Lasciai Sirius con i suoi mille pensieri e decisi di andare ad interrogare Selene. Salii la scala a chiocciola e raggiunsi la Sala Comune di Grifondoro dove trovai Selene tutta intenta a leggere un libro. Mi sedetti affianco a lei e sbirciai il titolo del libro che stava leggendo Orgoglio e Pregiudizio.
 
"E' interessante?" le chiesi.
 
"Molto, ma è una storia per ragazze, non penso ti possa piacere." mi rispose Selene senza distogliere lo sguardo dal libro.
 
"Oh, okay. Senti hai voglia di parlare?"
 
"Di cosa?" mi disse Selene che ora mi squadrava con quei suoi occhi penetranti e che oggi erano di un celeste cristallino. Si vedeva che era un po' risentita, non riusciva mai a nascondere i suoi stati d'animo, sarebbe stata una pesssima occlumante se solo ci avesse provato, pensai.
 
"Di quello che vuoi tu." risposi vago, non volevo farla innervosire ulteriormente.
 
"Oh, avanti Remus. Vuoi sapere cosa mi prende, vero?" mi disse, mentre si alzava e riponeva il libro nella sua borsa.
 
"Sì, insomma, non sei più la Selene di un tempo. E' evidente che hai qualcosa. Se non vuoi parlarne con me, parla con Lily. Ma parlare non può farti che bene."
 
"E va bene. Ma non qui." mi disse freddamente.

Poi mi prese per il polso e mi portò via dalla sala comune di Grifondoro e raggiungemmo il muro della Stanza delle Necessità. Il portone di ferro comparve sul muro e vi entrammo. Ci trovammo in un salotto confortevole, arredato con poltrone rosse, tappeti pregiati e tavolini di legno intarsiati. Selene aveva pensato in grande. Presi posto su una poltrona e mi aspettavo che lei facesse lo stesso e si sedesse sulla poltrona di fronte alla mia, ma non fece nulla di tutto ciò. Iniziò invece a camminare avanti e indietro per la stanza con le mani tra i capelli, sembrava logorarsi nei suoi pensieri e mi sembrò che stesse quasi per piagere. Così mi alzai, le andai incontro e le presi le mani dicendole
 
"Ehi, Selene, cosa ti prende? Calmati."
 
Lei mi abbracciò e scoppiò a piangere.
 
"Oh Remus, sono così confusa. Non capisco cosa mi prende, non so che pensare!"
 
"Riguardo cosa?" anche io ero confuso ora.
 
"Sirius, Regulus... Io!" mi disse lei con il viso rigato dalle lacrime.
 
"Okay, ora siediti e raccontami, tutto."
 
Ci sedemmo su un divanetto e dopo che si fu tranquillizzata lei iniziò a parlare.
 
"Prima di pranzo, fuori dalla sala Grande, ho trovato Sirius che parlava con Regulus. Lo teneva per la camicia, era arrabbiato con lui, e fin qui nulla di nuovo. Poi mi ha messo in mezzo nella conversazione. Ha detto che Regulus avrebbe potuto mettermi in pericolo, non ho capito bene il perchè, ha detto di tenermi fuori da 'quel giro di stronzi' o se la sarebbe vista con lui. Regulus ovviamente gli ha detto di farsi gli affari suoi... Ecco, io non so che pensare. Regulus non mi ha mai fatto del male, non mi ha mai ferito, perchè ora dovrebbe farmi del male? E chi sono quegli 'stronzi' di cui Sirius parlava? E perchè Sirius si interessa della mia incolumità?"
 
Selene parlò tutto d'un fiato e parve trarre un po' di conforto dopo aver confessato tutte le sue angoscie. Alla sua ultima domanda sapevo rispondere, Sirius si interessava alla sua incolumità perchè l'amava, ma avevo promesso a Felpato di non dire nulla a nessuno, e di certo non spettava a me rivelare i suoi sentimenti a Selene.. giusto?!
 
"Sei sicura di aver sentito dire queste parole? Magari Sirius non si riferiva a te.."
 
"No, Regulus ha detto che erano affari suoi di cosa faceva con la sua ragazza. A meno che non abbia più di una fidanzata, parlava di me. Ma Sirius cosa vuole da me? E' da qualche tempo che sta sempre a ronzarmi attorno... Non sopporto i suoi modi di fare arroganti, Remus. E' sempre così impertinente e sembra ci provi gusto a farmi innervosire."
 
"Ma Sirius fa così con tutti..." mentii, perchè per quanto fosse vero che Sirius amasse prendere in giro la gente, ultimamente erano lampanti agli occhi di tutti le strane attenzioni che rivolgeva a Selene.

"No, Remus.. da quella notte di Halloween si comporta diversamente con me e questo mi destabilizza..."
 
"In che senso ti destabilizza?" chiesi cercando di andare più a fondo e capire i sentimenti di Selene.
 
"Come in che senso? Mi infastidisce, Remus.. Cerca in tutti i modi di turbare la pace tra me e Regulus, e se fosse tutto un escamotage per farci lasciare?"
 
"Lo escludo, lo conosco troppo bene, e non farebbe mai una cosa del genere. E' troppo orgoglioso per dare tutta questa importanza al fratello.. Perdonami la domanda indiscreta, ma con Regulus va tutto bene?"
 
Selene si voltò di scatto e mi guardò minacciosa, poi il suo sguardo si addolcì e i suoi lineamenti mostravano la confusione che aveva nella sua testa.
 
"Perchè mi chedi questo, Remus? Certo che va tutto bene con Regulus!" mi rispose non troppo convinta di quello che mi diceva.
 
"Lo ami?"
 
"Insomma, Remus, dove vuoi arrivare?" mi disse Selene ancora più indispettita.
 
"Tu rispondimi." le dissi convinto del fatto mio.
 
"Io voglio bene a Regulus..." mi rispose la mia amica un po' sognante.
 
"Questa non è una risposta alla mia domanda. Anche io ti voglio bene, questo non vuol dire che vorrei fidanzarmi con te, sei un'amica. Amare è diverso...Credo."
 
"Remus, non fai altro che confondermi. Siamo un po' piccoli per parlare di amore, no?!"
 
Non aveva tutti i torti.. allora decisi di portare la conversazione su un altro versante.
 
"E di Sirius cosa pensi allora? Lo odi e basta?"
 
"Remus, giuro che non ti capisco stasera, sei peggio di mia madre." mi disse stizzita, poi riprese dicendomi "Sirius... è complicato. Ci sono momenti in cui lo vorrei strangolare con queste mani" disse agitando le mani "e altri in cui... mi affascina, ecco."
 
Non mi era molto chiara l'ultima parte "Ti affascina?!"
 
"Sì, quando ride, scherza ed è sè stesso, senza sforzarsi di piacere a tutti, non posso fare a meno di guardarlo.."
 
"Ti piace!"
 
"NO! Cioè... oddio Remus, smettila ti prego!" supplicò Selene portandosi una mano alla fronte.

"Okay, Sirius ti piace. Stai con Regulus solo perchè gli somiglia molto ed è molto più gentile ed educato del fratello."
 
"Non dire così, Remus! Sirius è il mio ragazzo.. "
 
"SIRIUS?!"
 
Selene divenne rossa per l'imbarazzo. Quel lapsus era la conferma di quello che le avevo detto qualche minuto prima.
 
"Ora devo andare, Regulus mi aspetta per studiare. A dopo Remus!" e così dicendo Selene lasciò la Stanza delle Necessità più confusa di prima.
 
La mia intenzione di certo non era quella di confonderla ancora di più, ma era stato utile parlare con lei. Ora ero certo del fatto che lei era presa da Sirius più che da Regulus, anche se non ne era ancora convinta. E Sirius era pazzo di lei, ma troppo orgoglioso per dichiararsi. Dovevo fare qualcosa per aiutarli; loro mi sono sempre stati vicini e avrei fatto di tutto per vederli insieme e felici.
 
Selene's POV
Uscita dalla stanza delle necessità, più confusa che mai, mi diressi verso la torre di Grifondoro per prendere i miei libri e poi raggiungere Regulus in biblioteca. Salii nella mia stanza, presi i libri e scesì giù dai dormitori; attraversai il corridoio della porta e mentre leggevo su un foglio i compiti che dovevo fare per il giorno dopo, mi scontrai con qualcuno e i libri caddero dalle mie mani.
 
"Scusami" mi disse la persona che avevo urtato.
 
"Non preoccuparti." mi limitai a dirgli, e mi abbassai per raccogliere i libri e lui fece lo stesso; alzai lo sguardo e mi ritrovai di fronte gli occhi grigi di Sirius. Arrossii, presi i libri e scappai via.
Ormai Sirius era diventato un'ossessione, e più cercavo di evitarlo, più me lo ritrovavo davanti.
 
Entrai in biblioteca e trovai Regulus seduto che mi aspettava. Non mi accolse con la solita gioia e contetezza. Sembrava preoccupato e nemmeno si accorse che ero arrivata e che mi ero seduta accanto a lui.
 
"Ehi, ciao. Tutto bene?" gli dissi.
 
"Ciao, si. Tutto bene. Tu?" mi chiese.
 
"Benissimo." mentii come aveva fatto lui con me.
 
Non andava tutto bene. C'era qualcosa di diverso tra me e lui e molto probabilmente questo cambiamento era stato causato da ciò che avevo ascoltato oggi. Sirius, era sempre lui il fulcro e la causa di tutto.
Iniziammo a fare i nostri compiti e quando arrivarono le quattro lasciai Regulus a studiare da solo.
 
Dopo essermi cambiata e aver indossato la divisa da Quidditch, presi la mia scopa e mi diressi verso il campo di Quidditch. Ritornare a giocare mi restituì il buon umore e per tutta la durata dell'appuntamento riuscii a non pensare a Regulus, a Sirius e ai miei sentimenti contrastanti. Solitamente Sirius assisteva agli allenamenti, ma quel pomeriggio non c'era, per fortuna mia. I miei compagni di squadra erano contenti del mio ritorno, ma il più contento di tutti era James.
"Quest'anno vinceremo di nuovo noi la Coppa delle Case, ci potete giurare. Siamo una squadra vincente e ora che è tornata Selene, quei rammolliti dei Serpeverde non avranno scampo!" disse James entusiasta esortando tutti. Sarebbe diventato un ottimo capitano, pensai.
 Alla fine degli allenamenti James mi disse che ci saremmo visti, come avevamo concordato, nella stanza delle necessità.

"Ci vediamo fra un quarto d'ora." mi disse.
 
Dopo una doccia rigenerante, raggiunsi il muro della stanza delle necessità dove mi dovevo incontrare con James e Sirius. Camminavo nervosamente per il corridorio avanti e indietro; non mi faceva impazzire l'idea della presenza di Sirius, ma con mia grande sorpresa vidi arrivare solo James. Chiedere al mio compagno di squadra il motivo della sua assenza non sarebbe stato opportuno, per questo non chiesi nulla.
James si fermò davanti alla Stanza delle Necessità e vi entrammo. La stanza, che nel primo pomeriggio era stato un confortevole salotto per me e per Remus, ora era stata trasformata in una stanza strana. Stendardi di Grifondoro sparsi ovunque, coppe e trofei, poster di Quidditch e di musicisti babbani. Una chitarra elettrica nell'angolo della stanza, una scopa in miniatura e due letti rossi e dorati.
 
"E' uguale alla nostra stanza!" disse James.
 
Mi voltai e scoprii che qualcuno era entrato, Sirius.
 
"Già" rispose l'amico un po' vago.
 
Sirius non sembrava di buon umore e soprattutto sembrava non avere piacere nel vedermi. Si sedette su uno dei suoi letti ed iniziò a leggere una rivista babbana che poco prima era posata sul comodino.
 
"Allora, pivellina. Vogliamo iniziare questa lezione?" mi disse James.
 
"Sì, sono qui per questo." risposi decisa.
 
"Dunque... da dove inizio Felpato? Aiutami!" disse il cercatore di Grifondoro all'amico.
 
"Fa un po' come ti pare, Ramoso." rispose Sirius.
 
"Ehi ma cosa ti prende?" gli chiese James, preoccupato.
 
"Nulla..."
 
"Ehm ehm, scusate se mi intrometto, ma io vorrei sapere come si diventa animagus e poi potrei anche togliere il disturbo. " dissi impaziente.
 
Alle mie parole Sirius si alzò nolente dal letto e si avvicinò a me e James.
 
"Allora, vediamo come te la cavi con la trasfigurazione basilare." mi disse Sirius.
 
Sul tavolo improvvisamente comparve una gabbietta con dentro un topolino.
 
"Trasforma questo topolino in un oggetto. Che non sia un calice, la McGrannit è troppo prevedibile." mi ordinò il 'professor' Black.
 
Il suo intento era quello di mettermi in difficoltà, ma sottovalutava la mia forza di volontà e soprattutto le mie capacità.
Sfilai la mia bacchetta di pioppo dal mio mantello e cercai di pensare intensamente ad gomitolo di lana grigio, come il topo. Agitai tre volte la bacchetta e pronunciai "FERAVERTO" e il topolino prese le sembianze di un gomitolo di lana grigio. Lo presi in mano soddisfatta e lo passai con un lancio a Sirius che mi guardò stupito. James si avvicinò all'amico e rimase altrettanto esterrefatto.
 
"Beh, te la cavi bene con la Trasfigurazione, vedo." disse James. "Meglio così perderemo meno tempo."
 
"Ora trasformalo di nuovo in un topo." mi disse Sirius cercando di sembrare impassibile e indifferente.
 
I miei pensieri si focalizzarono su come era prima il povero topolino e con altri tre colpi di bacchetta il gomitolo di lana grigio nelle mani di Sirius si trasformò nel topolino di prima.
 
"Sirius, mi sa che la piccola Brandon ti batte in Trasfigurazioni. Quando avete studiato questi incantesimi?" mi chiese James.
 
"Oggi." dissi io soddisfatta.
 
"Continua ad esercitarti con questi incantesimi, sono importanti." mi disse Sirius.
 
"Ehi James, pensavo saresti stato tu a darmi lezioni, e Sirius sarebbe stato il tuo assistente!" dissi io.
 
"Ti dispiace che sia il contrario?!" mi disse Sirius in tono provocatorio.
 
"Avanti insegnatemi ciò che dovete." dissi impaziente.
 
I due malandrini mi spiegarono che per diventare animagi bisognava saper fare bene gli incantesimi non verbali ed essere abile nella trasfigurazione umana. Mi diedero qualche dimostrazione di trasfigurazione umana con incantesimi non verbali: Sirius trasformò James in uno stambecco senza dire una parola. Non avevo mai creduto che potesse essere così abile; quella che aveva compiuto era magia avanzata, difficile per un mago della sua età. Anche James si dimostrò altrettanto abile, infatti trasformò, con la sua disapprovazione, Sirius in un gatto nero.
 
"Esercitati con il tuo gatto con gli incantesimi non verbali, se hai qualche problema a farlo ritornare come era, prima di scoppiare a piangere, chiamaci." disse Sirius mostrando uno dei suoi sorrisi più smalianti.
 
"Non ce ne sarà occasione, stai tranquillo Black." dissi sfoggiando anche io un sorriso acido al fratello del mio ragazzo.
 
"Bene allora, alla prossima" disse James.
 
Ed insieme ci incamminammo verso l'uscita della stanza. Quando James e Sirius presero una strada diversa dalla mia, non potei fare a meno di voltarmi per guardare Sirius, e con mio grande stupore vidi che anche Sirius si era voltato per guardarmi e mi sorrideva in un modo dolce, come non aveva mai fatto.
 

***********************************************************************************************************
NdA: Salve Ragazzi! Scusate per la lunga assenza, ma sono stata in vacanza.. Sono stata prima a Londra (ho visitato la stazione di King's Cross *_*) , e poi sono tornata a Buenos Aires per salutare i miei nonni! Però durante queste vacanze non mi sono scordata di Selene e la sua storia ed ho scritto tre capitoli! Questo è il primo... Spero vi piacciano. Come al solito se mi scrivete una piccola recensione, non mi dispiace, anzi! Fatemi sentire la vostra voce! 
Grazie inoltre a chi ha lasciato un suo pensiero e anche a chi legge in silenzio, a chi inizierà a leggere questa storia e anche a chi la abbandonerà dopo aver letto questo capitolo. 
Un bacio

Aranel Orionis

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Come si cambia... ***


Selene's POV
 
Dopo quello scambio di sguardi con Sirius, avevo bisogno di tornare alla realtà, di abbracciare il mio ragazzo e di passare del tempo con lui. Per questo mi incamminai verso i sotterranei dove c'era la sala comune di Serpeverde. Aspettai per un po' che qualcuno uscisse per chiedergli di chiamarmi Regulus. Dopo dieci minuti uscì Yaxley, uno dei peggior Serpeverde; non potevo e non volevo aspettare a lungo che uscisse qualcunaltro perciò mi feci coraggio e gli dissi
 
"Scusami, potresti far uscire Regulus Black? Digli che Selene Brandon vuole parlargli."
 
Yaxley scoppiò in una fragorosa risata.
 
"Cosa hai da ridere?" gli dissi furiosa.
 
"Davvero pensi che a Black interessi una stupida Grifondoro traditrice del sangue puro come te?"
 
"Ti ho detto chiama Regulus..." dissi decisa senza badare a ciò che aveva detto.
 
"Ehi carina, stai attenta ad utilizzare quei toni con me, potresti pentirtene."
 
Dopo aver detto ciò, Yaxley entrò nella sala comune e dopo qualche minuto ne uscì con Avery e Regulus.
Regulus si avvicinò a me e mi bisbigliò
 
"Cosa ci fai qui?"
 
Nel frattempo i due Serpeverde ci controllavano, con le braccia conserte ed un sorrisino beffardo sotto i baffi.
 
"Volevo stare un po' con te, Regulus!" gli dissi.
 
I due idioti scoppiarono a ridere e Regulus si voltò per guardarli e sembrò imbarazzato.
 
"Senti ora non ho tempo, mi dispiace. A dopo." mi disse freddamente e se ne andò con i suoi nuovi amichetti.
 
Non potevo credere ai miei occhi. Regulus non si era mai comportato così; smaniava per passare del tempo con me.. e ora se ne andava con quei dementi. Volevo sapere di più su quei due e l'unico che poteva sapere qualcosa a riguardo tutto questo era Severus.
Dove trovare Severus? Facile, dove si trovava Lily c'era anche Severus. Solitamente studiavano in biblioteca fino a tardi. Quando entrai in biblioteca li trovai al loro solito banco.
 
"Ciao ragazzi, come va?"
 
"Ehi Selene, tutto bene e tu?" mi disse Lily.
 
"Ragazzi dovete aiutarmi, sono preoccupata per Regulus." dissi senza rispondere a Lily.
 
"Di cosa si tratta?" mi chiese Severus con la sua solita curiosità.
 
Raccontai per filo e per segno ai miei amici ciò che era successo tra Sirius e Regulus e poi come si era comportato con me ed infine di Yaxley e Avery. Vidi Severus adombrarsi un po'.
 
"Beh, sicuramente quei due sono dei tipi poco raccomandabili, forse Sirius si riferiva a quello!" disse Lily.
 
Aveva ragione, ma sentivo che c'era qualcosa di ben più grave e Severus doveva sapere qualcosa.
 
"Lily, sicuramente è così ma sono sicura che c'è dell'altro... vero Sev?" dissi rivolgendomi al mio amico.
 
Severus si limitò ad annuire.
 
"Insomma, avanti, PARLA!" disse Lily impaziente a Severus.
 
L'effetto dell'incoraggiamento di Lily fu immediato e Severus parlò.
 
"Sapete chi è Tu-Sai-Chi, vero?" iniziò a dire.
 
"Sì, certo, ma.. cosa c'entra con Reg?" chiesi io preoccupata.
 
"Le famiglie di Yaxley e Avery sostengono Voi-Sapete-Chi e spingono i figli ad unirsi alle schiere dei suoi Mangiamorte. Non mi stupirei del fatto che anche la famiglia Black sostiene Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.Yaxley e Avery è da un po' che tentano di convincere Regulus ad unirsi a loro.." disse Severus.
 
"COOSA? Sei sicuro di quello che dici Sev?" esclamò Lily.
 
Severus annuì.
Io non sapevo che dire; quando all'inizio conobbi Regulus sapevo che la sua famiglia era un po' 'particolare', ma conoscendolo mi accorsi che lui era perfettamente 'normale' e non aveva nessun tipo di pregiudizio o odio nei confronti dei babbani o dei mezzosangue, almeno questo aveva mostrato a me. Aveva finto per tutto questo tempo con me, o era stato costretto dai genitori ad unirsi ai Mangiamorte?
Ora si spiegava tutto, Sirius non voleva che Regulus frequentasse quei tipi, e voleva proteggermi, e forse voleva proteggere anche suo fratello. In fondo non era poi senza cuore come pensavo.
 
Con questi pensieri per la testa, tornai nella mia stanza per cambiarmi e dopo scesi assieme a Lily e Alice a cena. In Sala Grande c'erano già tutti i miei compagni di Grifondoro e notai anche che Regulus parlava animatamente con i suoi compagni al tavolo dei Serpeverde, con la coda nell'occhio mi vide entrare in Sala Grande, ma non mi salutò e non fece nulla.
Lily si sedette accanto a Remus, Alice andò vicino a Frank che le aveva tenuto il posto e a me non rimase altro che sedermi vicino a Sirius, dove potevo vedere - per fortuna o per sfortuna - Regulus di fronte a me.
James e Lily discutevano come sempre e Peter ridacchiava e sosteneva James, mentre Remus cercava di placare le acque. Alice e Frank, quei romanticoni, si scambiavano dolci paroline d'amore, mentre io e Sirius mangiavamo in silenzio. Avrei giurato di averlo visto guardare Regulus più di una volta. Sembrava preoccupato e assorto nei suoi pensieri quanto me.
Remus fu l'unico ad accorgersi del nostro strano comportamento, e mi guardò più di una volta cercando di capire cosa avessi.
Mentre uscivamo dalla Sala Grande si avvicinò a me e mi chiese se andava tutto bene, io gli dissi che avevo bisogno di parlargli, ma la mia attenzione fu distolta da qualcuno che mi guardava. Regulus. Si avvicinò a me e a Remus e disse in tono solenne e severo
 
"Selene devo parlarti."
 
Lanciò uno sguardo minaccioso a Remus il quale si allontanò senza dire una parola.
 
"Dimmi Reg." dissi io.
 
"Non mi piace che tu parli con gli altri ragazzi." mi disse cupo.
 
"Di cosa stai parlando? L'ho sempre fatto, perchè solo ora manifesti questo 'dispiacere'?"
 
"Se vuoi stare con me devi smetterla di farlo, mi da fastidio." disse ciò senza guardarmi negli occhi.
 
"Senti Regulus, che ti prende? Non ti sei mai comportato così!"
 
"C'è sempre una prima volta."
 
Tutta l'arroganza dei Black che non aveva mai dimostrato nei miei confronti, ora affiorò sul suo viso e sulle sue espressioni.
 
"Regulus, se stai facendo di tutto per farci lasciare dimmelo, non ci girare attorno."
 
Si limitò a guardarmi negli occhi, senza dire niente. I suoi occhi non avevano più quella luce che riuscivo a vedere un tempo, non era più lo stesso Regulus di una settimana fa. Possibile che in pochi giorni fosse cambiato così radicalmente? Inevitabilmente i miei occhi si gonfiarono di lacrime, avrei voluto prenderlo a schiaffi. Tutto questo era assurdo. Dov'era il mio Reg?
 
"E' colpa loro se ti comporti così vero?! So tutto. Regulus tu sei buono, ti prego, non devi fare ciò che dicono i tuoi genitori. Ti rovinerai la vita, tu non sei come loro." gli dissi supplicando.
 
Per un attimo sembrò quasi rincuorato dalle mie parole e pensai stesse per cedere, ma poi si adombrò ancora di più, mi guardò con quegli occhi ormai solo pieni di rabbia e disprezzo e mi disse
 
"Cosa ne sai tu di come sono IO?! Tu non sai nulla, io sono un Black e devo portare alto il nome della famiglia, non posso infangarlo come ha fatto quel perdente e traditore di mio fratello."
 
Quelle parole mi provocavano rabbia e paura allo stesso tempo
 
"Dimmi solo una cosa: hai sempre finto con me, vero?!" chiesi ormai dopo aver perso le speranze.
 
Regulus sbarrò gli occhi, mi guardò intensamente e poi rise di gusto e disse
 
"Mi stai chiedendo se ti ho mai amata davvero?! No, non ti ho mai amata. Eri solo un misero passatempo, una compagnia, un'esperienza. Non mi meriti, sei una traditrice del sangue puro dei maghi."
 
Non potevo credere alle mie orecchie. Non poteva essere vero. In cuor mio speravo fosse tutto uno scherzo; aspettai un po' nella speranza che Regulus scoppiasse a ridere e mi dicesse che ero una credulona. Ma continuava a fissarmi con odio e disprezzo.
 
"Un giorno ti pentirai di avermi detto queste parole Regulus, lo so che non le pensi davvero. Ma non posso continuare a convincerti di questo. Ognuno andrà per la sua strada ora. Buona fortuna." dissi io.
 
Guardai per l'ultima volta Regulus negli occhi, i suoi erano provati e lucidi quanto i miei. Poi mi voltai e lo lasciai per sempre.
Mentre camminavo verso la Sala Comune di Grifondoro, pensavo a tutti i bei momenti passati con lui, e non riuscivo a capacitarmi del suo repentino cambiamento. Forse era stata colpa mia, in quel periodo lo avevo trascurato, un po' per Remus... e un po' anche per Sirius. Mi tormentava l'idea che sarebbe diventato presto un Mangiamorte ed avrebbe rischiato la vita per servire un uomo dalle idee e dagli intenti folli. Regulus sarebbe diventato complice e servitore di un assassino, di un uomo che a detta di tutti era senza cuore e privo di sentimenti. Era così giovane poi! Possibile che da un giorno all'altro avesse cambiato così velocemente l'opinione che aveva su di me? Era vero che mi aveva sempre mentito?
In quel momento il mondo sembrò crollarmi addosso. Quelle poche certezze che avevo, l'affetto sincero e la dolcezza di Regulus, erano svanite, dissolte. Avevo bisogno di parlare con qualcuno e l'unico con cui avevo voglia di confidarmi era Remus, sempre sensibile e capace di consigliarmi e di rassicurarmi nel migliore dei modi.
La Sala Comune era vuota, perciò salii le scale che portavano ai dormitori dei ragazzi e mi fermai davanti alla porta della stanza dei malandrini. Prima di bussare mi asciugai le lacrime e mi ricomposi un po'.
Ovviamente chi poteva venire ad aprire la porta se non Sirius?!
Senza salutare, chiesi di Remus.
Sirius mi squadrò e poi mi guardò dritto negli occhi.
 
"Cosa hai? Stai male?" mi chiese allarmato.
 
"No Sirius, ho bisogno di parlare con Remus. Sta dormendo?" dissi spostando la testa per vedere la stanza al di là di Sirius.
 
Dietro Sirius spuntò Remus che mi guardò stranito quanto Sirius.
 
"Remus ho bisogno di parlare con te.."
 
"Sì, certo. Andiamo" mi disse Remus, lanciando un'occhiata a Sirius.
 
Scendemmo giù in Sala Comune che stranamente era vuota e gli raccontai ciò che era successo.
 
"Mi dispiace tanto Selene." mi disse Remus abbracciandomi.
 
"Mi sento così stupida, Remus. Tutto questo tempo mi ha presa in giro!" dissi piangendo.
 
Mentre Remus mi consolava come poteva, all'improvviso vidi una figura sfocata dalle mie stesse lacrime. Man mano che si avvicinava riuscii a capire chi era.
 
"Sirius, che ci fai qui?" disse Remus.
 
"Cosa è successo?" chiese Sirius senza rispondere a Remus.
 
"Remus se vuoi raccontagli tutto, tanto prima o poi lo verrà a sapere, io vado nella mia stanza." e così dicendo li lasciai soli, non volevo farmi vedere da Sirius in quello stato.
 
Sirius' POV
 
Selene lasciò la stanza in lacrime.
 
"Cosa le è successo?" chiesi al mio amico.
 
"Regulus l'ha lasciata e nel peggiore dei modi. Le ha detto che non l'ha mai amata che è una traditrice del suo sangue, che non lo merita, e che deve portare alto il nome dei Black e diventare un Mangiamorte. Tu sapevi tutto vero?"' mi chiese Remus.
 
In effetti io sapevo tutto, o meglio, sapevo che voleva diventare un Mangiamorte, ma non mi sarei mai immaginato che le cose sarebbero andate in questo modo. Regulus era un vero idiota, amava Selene e aveva preferito rinunciare a lei pur di far contenti i nostri genitori.
 
"Sirius, ci sei?" disse Remus richiamandomi alla realtà.
 
"Sì, sapevo tutto Remus. Mi dispiace che sia andata così.. mi dispiace per Selene, sia chiaro. Regulus è un idiota."
 
"Anche a me dispiace per Selene, per come è stata trattata, non se lo merita. Ma doveva arrivare questo momento, e per lei sarà tutto più semplice ora." disse Remus convinto di ciò che stava dicendo, ma io non ci capii nulla.
 
"Ehi Lunastorta di che parli? Stai farneticando!"
 
"Selene non l'ha mai amato, ne sono sicuro. Lei ama te!" esclamò il mio amico. "O meglio, io credo che lei ami te..." disse poi correggendosi
 
"Ma non vedi che mi odia? Non mi sopporta!"
 
"Oh, insomma Felpato! Le ragazze cadono ai tuoi piedi, perchè non puoi conquistare Selene, ammesso che lei ti odi come tu dici ?"
 
"E' diverso Remus, lei non è come le altre! Non si accontenta di due moine.."
 
"Sirius ti dico solo una cosa, sii te stesso." mi disse Remus e salì in stanza.
 
Io lo seguii ma non dissi una parola. Mi infilai sotto le coperte e mi misi a dormire.
 
Quella notte non riuscii a dormire. Ero tormentato da mille pensieri. Il mio cuore gioiva, perchè ora che il cuore di Selene era libero da ogni impegno preso con Regulus, avrei avuto qualche possibilità in più con lei; dall'altra parte il mio cervello mi richiamava alla realtà: Selene non mi sopportava. Mentre il mio cuore e il mio cervello litigavano, pensai alle parole del saggio Lunastorta... "SII TE STESSO". Pensai a come mi ero sempre comportato con la ragazza che non mi faceva dormire la notte, e riconobbi che non mi ero mai comportato come si deve con lei, e soprattutto non ero mai stato davvero me stesso con lei. Volevo mostrarmi sicuro di me stesso, le sarò sembrato arrogante e pieno di me, un imbecille, insomma. Come potevo farle conoscere il vero Sirius?
 
-
 
I mesi passarono velocemente e con Selene non ero ancora riuscito a migliorare i rapporti. Avevo fatto di peggio, ora mi odiava ancora di più. Con i miei soliti modi di fare da imbecille l'avevo indispettita più di una volta durante le lezioni che io e James le davamo. Non riuscivo a controllare la mia idiozia...
Era diventata davvero brava nella Trasfigurazione umana, e non c'era da dubitarne, però ancora non si sentiva pronta per provare a trasformarsi in un animale. Dopo che quell'idiota di mio fratello l'aveva lasciata in quel modo barbaro, era diventata più insicura, taciturna e ombrosa. Questo suo cambiamento mi trattenne dal svelarle i miei sentimenti, perchè si vedeva che stava male per Regulus e che di conseguenza non le sarebbe importato un fico secco di me. Remus insisteva nel dirmi che era normale e che se le avessi confessato i miei sentimenti lei sarebbe tornata la Selene di un tempo. Ma ero troppo testardo e orgoglioso per ascoltare i suoi consigli. Così preferii starle vicino a modo mio.
 
La finale della Coppa delle Case arrivò in fretta e i Grifondoro si sarebbero scontrati con i Serpeverde. James era esaltato e non mi parlava di altro, solo del Quidditch; era sicuro che quest'anno avremmo vinto di nuovo la Coppa delle Case perchè pensava che Selene era assetata di vendetta e che avrebbe buttato giù dalla scopa Regulus. Magari!
La mattina prima della partita Selene scese giù con la divisa da Quidditch - che le conferiva un fascino maggiore a mio parere - assieme a Lily e Alice. Quel giorno sembrava radiosa e non era triste come gli altri giorni. James si complimentò con lei senza un reale motivo e iniziò a motivarla.
 
"Selene, sono convinto che oggi farai fare alla nostra squadra un sacco di punti! Durante l'ultimo allenamento facevi paura!" disse James.
 
"James, tu preoccupati di prendere il boccino e di non farlo prendere a Regulus, al resto ci penso io." disse Selene ridendo.
 
Aveva chiamato mio fratello, il suo ex fidanzato, per nome, dopo tanto tempo che non lo aveva nemmeno nominato... E stranamente il suo umore era cambiato in meglio.
Era successo qualcosa? Aveva fatto pace con Regulus forse? 
Mi voltai verso il tavolo dei Serpeverde per vedere mio fratello: parlava con i suoi amichetti Mangiamorte ed aveva un aspetto più tetro e cupo del solito. Non sorrideva, anzi, sembrava teso.
Ad un certo punto la mia attenzione fu richiamata da Selene che usciva dalla Sala Grande.
Mi alzai senza pensarci due volte e la seguii.
 
"Selene, aspetta!" dissi.
 
Lei si voltò e mi guardò con una faccia prima stupita e poi infastidita.
 
"Cosa vuoi Sirius?" mi disse acida.
 
"Niente, volevo augurarti buona fortuna!" le dissi io, cercando di contenere il 'malandrino' che c'era in me.
 
"Ah sì? E da quando sei diventato gentile?" mi disse Selene provocandomi.
 
"Lo sono sempre stato in realtà. Tieni.." le dissi porgendole un braccialetto babbano che avevo comprato qualche anno prima.
 
"Cos'è?" mi chiese incuriosita.
 
"L'ho comprato da Londra, non mi ricordo quando di preciso. E' il mio porta fortuna."
 
Lei lo prese e lo guardò attentamente sorridendo.
 
"Ma non è magico, come può portare fortuna?" mi chiese ridacchiando.
 
"Tu mettilo, vedrai che ti porta fortuna!" dissi io e poi mi voltai per andarmene.
 
Ma cosa diavolo mi era preso? Non mi riconoscevo più.
 
-
 
Tutta la scuola si riunì sugli spalti del campo di Quidditch. Metà dello stadio era rosso - oro e l'altra metà verde - argento. Le squadre uscirono in sella alle loro scope dagli spogliatoi e si disposero in cerchio attorno a Madama Bumb. La Pluffa, i Bolidi e il Boccino furono liberati e la partita incominciò. Selene, con i suoi capelli lunghi e biondi che in questa occasione erano raccolti in una lunga treccia, sfrecciava velocemente tra i Serpeverde ed evitava con agilità i Bolidi che tentavano di colpirla. Passaggio dopo passaggio arrivò vicino ai cerchi dei Serpeverde e con un'agile mossa lanciò la Pluffa in un cerchio regalando ai Grifondoro i primi dieci punti. Dall'alto James gioiva, mentre Regulus aveva una faccia contrariata e delusa. Nell'arco di un quarto d'ora la partita era nettamente a favore dei Grifondoro, merito di un eccellente gioco di squadra. Ad un certo punto vidi James sfrecciare dietro Regulus mentre inseguiva il boccino. Regulus se ne accorse troppo tardi, ma iniziò anche lui a inseguire James e quindi, il boccino. Un battitore di Serpeverde lanciò un bolide contro James e, quando Selene si accorse di quanto era successo, si diresse verso il Bolide per impedire che colpisse James. Tutti i presenti pensarono come me che fosse pazza, come poteva fermare quel Bolide? Si sarebbe sicuramente fatta del male! Lily iniziò a gridare per incintarla a fermarsi e lo stesso faceva Remus, io rimanevo in silenzio. In tutto ciò James non si era accorto di nulla e continuava la sua corsa per acciuffare il Boccino. Selene accelerò e riuscì a superare il Bolide e si frappose tra James e il Bolide. La palla indemoniata continuava a sfrecciare a tutta velocità inferocita e Selene nel tentativo di lanciarla dalla parte opposta con la scopa fu colpita sul braccio e cadde giù. Un enorme boato si diffuse nello stadio mentre James acciuffava il boccino e Madama Bumb proclamava la squadra di Grifondoro vincitrice della Coppa delle Case.
Tutti i Grifondoro erano riuniti attorno a Selene che si teneva il braccio dolorante, e riuscii a scorgere anche un Serpeverde che era affianco a lei: Regulus.
La rabbia mi salì all'istante, scavalcai le panche e raggiunsi il punto dove si trovava Selene. Mi feci spazio tra gli altri e notai che Selene stava cacciando Regulus e lui se ne stava andando con la coda tra le gambe. Io ne approfittai per andarle vicino ed aiutarla ad alzarsi; mi ringraziò e mi guardò sorridendomi e poi indicò con l'unico braccio sano che le era rimasto il braccialetto che le avevo dato e che portava al braccio rotto.
 
"Beh, non ti ha portato proprio fortuna." dissi arrossendo mentre la sorreggevo per portarla in infermieria.
 
"Non ho mai fatto così tanti punti in una partita. Mi ha portato molta fortuna, invece!" mi disse.
 
Io non potei fare a meno di sorriderle e lei ricambiò. Mi sentivo al settimo cielo.
 
Quando entrammo in infermieria Madama Chips si affrettò a farla sdraiare su un lettino, la riempì di pozioni e poi mi ordinò di tornare più tardi.
 
"Buon riposo" le dissi strizzando l'occhio.
 
"Grazie" mi rispose prima di chiudere gli occhi e sprofondare nel sonno.
 
-
 
Nella Sala Comune di Grifondoro, c'era una festa e James stringeva la coppa orgoglioso e la lucidava con un fazzoletto. Remus e Lily si avvicinarono per chiedermi notizie di Selene e io li rassicurai che non si era fatta nulla di grave.
Mentre parlavo con Peter della meravigliosa partita che i nostri compagni ci avevano regalato, un ragazzo del primo anno mi disse che qualcuno mi aspettava fuori.
Uscii dalla sala comune e mi ritrovai di fronte mio fratello.
 
"Cosa diavolo vuoi?" gli chiesi arrabbiato.
 
"Come sta Selene?" disse un po' intimorito, ma sembrava davvero preoccupato.
 
"Perchè ora ti interessa?" gli dissi io.
 
"Dimmi come sta Selene e basta." urlò Regulus, ora in preda alla rabbia.
 
"Sta bene, nulla di grave. Solo un braccio rotto."
 
"Grazie" mi disse, si voltò e se ne andò via.
 
Mentre mi stavo voltando anche io per rientrare in Sala Comune sentii una voce femminile
 
"Sirius!"
 
Selene mi stava raggiungendo.
 
"Che ci fai qui? Madama Chips ti farà rimanere fino all'anno prossimo in infermieria se non ritorni subito da lei!" le dissi io.
 
"Oh, stai tranquillo, sto benissimo! Il professor Silente l'ha convinta a lasciarmi andare per festeggiare!" mi disse sorridendo.
 
"Ah, se è così allora, andiamo a festeggiare!" le dissi.
 
"Aspetta tieni, la partita è finita!" disse porgendomi il mio braccialetto.
 
"No, tienilo. E' un.. regalo da parte mia. Ti ha portato fortuna, no?!" le dissi io e di nuovo arrosii come un cretino davanti a quegli occhi blu che mi guardavano stupiti.
 
Poi iniziò a ridere e disse
 
"Che ti prende Sirius? Sei vittima della maledizione Imperio?"
 
"Sono solo me stesso." dissi sorridendole.
 
I suoi occhi si illuminarono e mi ricambiò il sorriso; poi insieme entrammo in Sala Comune dove prendemmo parte alla festa e ci unimmo ai nostri amici.
 
 
Selene's POV
La sera della partita di Quidditch non riuscivo ad addormentarmi. Una novità? No.
Ormai era raro che riuscissi ad addormentarmi senza dei pensieri che mi divorassero il cervello. Pensavo al sorriso di Sirius, ai suoi occhi grigi, alla gentilezza che aveva dimostrato con me, e al braccialetto che mi aveva regalato. Inevitabilmente viaggiavo con la fantasia e mi chiedevo quanto oltre si sarebbe spinto Sirius con questo tipo di manifestazioni. Ero contenta dopo molto tempo, da quando Regulus mi aveva lasciata. Avevo vinto assieme alla mia squadra la Coppa delle Case e Sirius... beh, era diventato improvvisamente gentile e pieno di attenzioni nei miei confronti.
 
Il giorno dopo a colazione decisi di sedermi vicino a lui. Mentre mi servivo le uova, notai che lui fissava il braccio dove tenevo il suo braccialetto e sorrise più di una volta compiaciuto.
Le lezioni con Sirius e con James erano già finite, e non ero ancora riuscita a trasformarmi.
 
"Senti, Sirius.. dato che stamattina non c'è lezione.. mi chiedevo se tu e James avete voglia di aiutarmi: voglio provare per l'ultima a trasformarmi."
 
Il viso di Sirius si illuminò e mi rispose subito che sicuramente mi avrebbe aiutato con piacere e che avrebbe chiesto a James.
James fu d'accordo con Sirius e subito dopo colazione uscimmo per andare alla Stamberga Strillante.
 
"Ok, qui saremo al sicuro." disse James.
 
"Allora cerca di focalizzarti su quello che devi fare e sulla formula, svuota la mente. Pensa solo ed esclusivamente alla trasformazione." mi disse Sirius.
 
"Aspetta Felpato. Facciamo una scommessa. Io scommetto che si trasformerà in una leonessa." disse James.
 
"Mmh, ok. Troppo scontato, Ramoso. Secondo me si trasformerà in un Puma." disse Sirius convinto.
 
"Un Puma? Felpato, corri parecchio con la fantasia!" lo derise James.
 
Invece a me l'idea del Puma piaceva molto, ma forse mi piaceva ancora di più che piacesse a Sirius. Mentre pensavo a questo, James mi diede il permesso di provare a trasformarmi.
Svuotai la testa da ogni pensiero, mi concentrai su quello che dovevo fare e dopo qualche minuto sentii un *clop*...
 
La mia vista era migliorata, come il mio udito e il mio olfatto. Ora ero seduta sulle zampe posteriori. Guardai sotto di me e vidi due grandi zampe dal pelo dorato, erano le mie zampe. Mi alzai in piedi e provando a camminare mi accorsi che avevo il pelo lungo... in quale animale mi ero trasformata? Cercai uno specchio per guardarmi. Quando lo trovai rimasi stupita da ciò che vidi:
uno splendido Puma si rifletteva nello specchio: il pelo lungo e dorato come il colore dei miei capelli da umana, la lunga coda e il corpo muscoloso da felino e poi i miei soliti occhi cangianti.
Ero rimasta così assorta dai miei pensieri che non avevo badato a ciò che dicevano James e Sirius. Entrambi mi guardavano affascinati ma anche un po' impauriti.
 
"E va bene, Felpato. Avrai i tuoi galeoni, ma con te non scommetto più." disse James annoiato.
 
Sirius emise una risata canina mentre mi guardava ancora sbalordito.
 
"Però, pensavo che i Puma fossero più grandi! Sarei curioso di vedervi a confronto.." riprese James.
 
Sirius non se lo fece ripetere due volte e si trasformò anche lui. L'enorme cane nero iniziò a scondinzolare intorno a me. Era grande quanto me e forse anche un po' di più, più che un cane sembrava un orso. Il cane iniziò poi ad abbaiarmi contro ed io non potei fare a meno di ricambiare facendo quel verso che fanno i gatti quando sono infastiditi. Il cane che prima era allegro e pimpante, mostrò subito un' espressione dispiaciuta e vidi la sua coda cadere fra le sue zampe.
James scoppiò a ridere divertito.
 
"Ora si che siete proprio come cane e gatto, un gatto coi fiocchi direi!" disse sempre più divertito e compiaciuto della sua battuta.
 
Sirius riprese la sua forma umana e ora toccava anche a me tornare come prima. I due Malandrini mi dissero di non preoccuparmi, perchè ormai la cosa più difficile ero riuscita a farla. Prima di provarci però notai che avevo i miei vestiti strappati a terra. Come potevo fare ora?
Sirius guardò a terra come me e si accorse dei vestiti. Infilò la mano nella tasca e prendendo dei soldi.
 
"James va a comprare dei vestiti ad Hogsmeade, l'anno prossimo le insegneremo come trasformarsi e tenersi i vestiti." disse a James con fare superbo, era ritornato il solito Sirius.
 
James ridacchiò e senza dire nulla fece ciò che gli aveva detto Sirius.
Io mi sentivo parecchio imbarazzata, invece Sirius sembrava a suo agio. Mi ranicchiai in un angolo in attesa di James.
 
"Guarda che è normale e capita a tutti, non c'è da vergognarsi." mi disse Sirius cercando di rassicurarmi.

Dopo qualche minuto tornò James con i vestiti nuovi. Aveva comprato un vestito rosso a maniche lunghe, era molto carino. Rimasi stupita dal suo buon gusto.
Posò il vestito e le scarpe su una sedia e insieme se ne andarono.
Mi concentrai ed in una frazione di secondo avevo ripreso le mie sembianze umane ed ero completamente nuda. Per fortuna la biancheria intima era misteriosamente intatta, la indossai e poi mi misi il vestito rosso e le scarpe. Mi guardai di nuovo allo specchio per accertarmi che non avessi nessun baffo da Puma sul mio viso, e, con un incantesimo insegnatomi da mia madre, mi sistemai i capelli ed uscii dalla stanza.
Fuori da essa James e Sirius si stavano prendendo a cazzotti, come facevano di consueto per scherzare tra di loro, ma quando uscii entrambi si fermarono per guardarmi. Sirius rimase completamente imbambolato, mentre James sorrideva compiaciuto.
 
"Ho scelto bene, eh Felpato?" disse James ridacchiando e dando una gomitata all'amico.
 
Sirius si limitò ad annuire. Io non potei fare a meno di arrossire, essere guardata in quel modo mi imbarazzava.
 
Camminavamo per Hogsmeade in silenzio, quando ad un certo punto James disse
 
"Beh Selene, ora sei ufficialmente una malandrina!"
 
"No, io non.." iniziai a dire.
 
"Cosa no? Ci siamo incontrati clandestinamente per parecchi mesi, sei diventata un animagus non registrato sempre clandestinamente, hai utilizzato uno dei nostri passaggi segreti più di una volta... sei una Malandrina a tutti gli effetti!" disse James ridendo.
 
In effetti aveva ragione: avevo trasgredito parecchie regole senza essere scoperta. Sirius sorrideva e a volta mi guardava dall'alto per cercare di capire a cosa pensavo.
 
"Dovremo trovarle un soprannome, Felpato!" disse James.
 
Io non potevo fare altro che sorridere, non potevo oppormi al loro entusiasmo.
 
"Gatta! Che ne dici di Gatta, Felpato?"
 
"Banale, ma carino.." disse Sirius.
 
"A me piace!" dissi io. "Gatta..." dissi sussurrando.
 
Poi tutti e tre scoppiammo a ridere e ci incamminammo verso il castello.
 
-
 
La scuola ormai era finita, e per me era finito il terzo anno.
Era stato un anno intenso, pieno di emozioni e di sorprese. Non vedevo l'ora di scoprire cosa mi avrebbe riservato il quarto anno.
Lasciare Hogwarts era sempre triste, ma non mi dispiaceva l'idea di tornare a casa mia, rivedere i miei genitori e spendere l'estate passeggiando a cavallo.
Tutti gli studenti salirono in treno e io presi posto in uno scompartimento assieme a Lily e Severus.
Una volta arrivati a King's Cross, presi la gabbietta di Ingo e scesi dal treno, andando incontro ai miei genitori, felici come non mai di vedermi.
 
"Oh, Selene! Come sei cresciuta in questi pochi mesi!" disse mia madre analizzando il mio corpo dalla testa ai piedi.
 
"Su avanti, Margareth, non iniziare ad affliggerla con queste stupide osservazioni. Vieni qui, Selene, fatti abbracciare!" disse mio padre.
Mentre salutavo mio padre, mia madre stava salutando Lily, Severus, James ed anche Sirius. Mi liberai dalla presa di mio padre e salutai i miei amici.
 
Più in fondo dietro di loro c'era Regulus che mi guardava con la coda nell'occhio mentre salutava i suoi genitori. Aveva un aspetto tetro e triste, completamente in contrapposizione con Sirius che invece era raggiante e allegro. I signori Black erano vestiti tutti di nero e avevano la stessa aria altezzosa dei figli. Walburga notò che l'attenzione di Regulus non era diretta esclusivamente a lei e si voltò per scorgere la fonte di distrazione del figlio minore. Con gli stessi occhi glaciali di Regulus e Sirius, mi fulminò con lo sguardo e poi poggiando la mano sulla spalla del figlio si voltò e se ne andò.
 
Questa scena mi inquietò, e non poco, tutti notarono l'inquietudine stampata sul mio volto. Mi chiesero cosa fosse successo, ma io risposi che il viaggio mi aveva stancato. Nel frattempo si erano avvicinati i Potter ai miei genitori e proposero tutti insieme di andare a mangiare a Diagon Alley. Io invitai anche Severus e Lily i quali purtroppo declinarono l'invito, mentre Remus e Peter, invitati da James, furono ben contenti di pranzare con noi.
 
Mentre camminavo da sola nella stazione, Sirius mi si avvicinò e mi rivolse lo sguardo più di una volta.
 
"Ho visto tutto.. Mi dispiace." disse Sirius.
 
"Cosa ti dispiace?" gli chiesi io.
 
"Mia madre, non è una donna adorabile.."
 
"Ah.. Beh, dai sarà arrabbiata. Chissà cosa le avrà detto Regulus di me."
 
"Non le avrà detto proprio nulla, non c'è nulla di brutto da dire su di te." mi disse Sirius mostrandomi un sorriso sincero.
 
James ci chiamò e lo raggiungemmo; passammo una bella giornata tutti insieme e i miei genitori furono anche contenti di conoscere Remus, che reputarono un bravissimo ragazzo. Ero contenta approvassero Remus, io e lui eravamo diventati ormai come sorella e fratello. Per di più quando mio padre venne a sapere che era il figlio di Lyall Lupin, fu entusiasta di ciò, in quanto era stato suo compagno di scuola ad Hogwarts. Tempestò Remus di domande e venne a sapere con dispiacere che in quel momento il Signor Lupin era in viaggio per lavoro. Sirius era un po' infastidito da tutte le attenzioni che mio padre rivolse solo a Remus...
 
Quando tornammo a casa mio padre continuava ad elogiare Remus e suo padre, mentre mia madre mi osservava sospettosa. Arrivò il momento di andare a dormire e io portai la mia valigia e Ingo nella mia stanza. Mi misi in pigiama e mi sdraiai sul letto; mentre guardavo il soffitto e il mio micio era disteso sul mio ventre e faceva le fusa, mia madre entrò nella mia stanza senza bussare.
 
"Cara, disturbo?" mi disse.
 
"No, prego mamma. Entra pure." le dissi ironica.
 
"Allora, come è andato questo anno scolastico?" mi chiese.

Sapevo già dove voleva arrivare, ma le raccontai solo qualcosa sulle materie che mi erano piaciute di più, dei miei amici e del Quidditch. Alla fine del mio racconto lei sembrò molto delusa.
 
"Tutto qui?" mi disse e dopo una breve pausa aggiunse "Nessun fidanzatino? Sai ho notato un particolare attaccamento per Remus!"
 
Io la guardai scoppiando a ridere.
 
"No mamma! Remus è il mio migliore amico! Il mio confidente.." le dissi.
 
"Oh peccato, mi piace quel ragazzo! Quindi nessun fidanzatino..?" mi chiese di nuovo.
 
Non mi andava di mentirle e nasconderle tutto.
 
"Sì, uno c'è stato..."
 
"Davvero, e chi è?" chiese mia madre incuriosita.
 
"Regulus Black, il fratello di Sirius.." le dissi abbassando la testa.
 
Le raccontai tutto, dall'inizio della nostra relazione fino alla fine. Lei rimase sconcertata dalle parole che Regulus mi aveva detto per lasciarmi, e quasi anche offesa.
 
"Mi dispiace tesoro, non meritavi di essere trattata così. Vedrai, troverai qualcuno che ti ami e che ti piaccia davvero! Sarà un vero colpo di fulmine..." mi disse mia madre.
 
"Io non credo nel colpo di fulmine.." replicai.
 
"Mi stai dicendo che c'è qualcun altro che ti piace già?" mi chiese mia madre pendendo dalle mie labbra.

"No.." mentii.
 
"Va bene, tesoro. Dormi ora, sarai stanca. Buonanotte!" mi disse baciandomi la fronte.
 
Dopo spense la luce e lasciò la mia stanza.
 
Nel buio tenevo ancora gli occhi aperti e pensavo alla grossa bugia che avevo detto a mia madre. C'era già qualcuno che mi piaceva, e anche troppo. Ma non lo avrei mai ammesso.
Forse nemmeno a me stessa. Almeno per ora.

********************************************************************************

NdA: Salve a tutti, come promesso eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo... Come avrete letto qualcosa sta cambiando nella storia, anche se Sirius e Selene sono proprio testardi, eh? Beh, volevo dirvi soltanto che questa storia è un po' anche la mia, ho vissuto una situazione simile a quella che sta vivendo Selene e il 'mio' Sirius era anche lui un vero Malandrino. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, se avete qualche suggerimento è sempre ben accetto... 
E mi raccomando......
RECENSITE, PER FAVORE. Non vi chiedo di scrivere un papiro, pure due paroline, significano molto per me. Davvero. 
Grazie in anticipo.
Un Bacio


Aranel Orionis

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Tutta colpa della Luna ***


Quando ero piccola e manifestavo a mia madre il desiderio di voler crescere e diventare subito grande, lei mi rispondeva sempre che per queste cose ci voleva pazienza, ma che sarebbe arrivato il momento in cui sarei cresciuta molto velocemente.
Questo periodo era arrivato inaspettatamente: durante il mese di Giugno e di Luglio ero cresciuta a vista d'occhio, ero cresciuta in altezza e il mio corpo iniziava a somigliare sempre di più a quello di una donna: le curve si erano accentuate e ormai - come diceva mia madre - ero diventata una 'signorina' a tutti gli effetti. Dentro di me non mi sentivo diversa, ero la Selene di sempre, che amava studiare, suonare e andare a cavallo, ero solo diventata una piccola donna.
Mi scambiai molte lettere con Lily e Severus e mi mancava passare del tempo con loro. Severus era cambiato, o meglio, da quello che riuscivo a percepire dalle lettere, era diventato più ombroso e più chiuso di prima...
Anche con Remus mi ero scambiata parecchie lettere, e in queste mi aveva raccontato che Sirius era stato a casa dei suoi genitori per prendere definitivamente tutte le sue cose e portarle a casa dei Potter. Inoltre suo zio Alphard Black era stato ripudiato dalla famiglia poichè aveva aiutato il nipote nella sua fuga, intestandogli una casa ed un ingente patrimonio. Ero contenta di sapere che Sirius non fosse poi così solo e avesse qualcuno che si preoccupasse di lui oltre ad Andromeda e i Potter.

L'estate sin da quando era piccola mi era sempre risultata troppo breve; e invece quest'anno non vedevo l'ora che le vancanze finissero, volevo tornare ad Hogwarts, rincontrare i miei amici e soprattutto.. vedere Sirius. Proprio così. Due mesi senza poterlo nominare, poterlo odiare e guardarlo male, mi avevano fatto uno strano effetto. Volevo vederlo e sentivo la sua mancanza...
Io e mia madre andammo più di una volta a far visita ad Andromeda e io ogni volta speravo di incontrare lì Sirius; quando entravo nel salone della casa di Andromeda il cuore mi batteva ogni volta all'impazzata, mi aspettavo di trovarmelo lì, in quell'angolino della stanza come quando avevo ancora dieci anni, a fissarmi con quegli occhi magnetici e quel sorriso arrogante e irresistibile allo stesso tempo stampato sulla faccia; ma niente, non lo incontrai nemmeno una volta durante quell'estate. Era incredibile il destino! In un periodo in cui non volevo incontrarlo per nessuna ragione al mondo, era sempre tra i piedi... e ora?!
Tuttavia le visite che facevamo ad Andromeda erano sempre piacevoli: la piccola Ninfadora era adorabile! Aveva solo quattro anni ma era già una combinaguai! Inoltre era una metamorfomagus e amava il rosa, infatti i suoi capelli erano di un colore simile a quello delle gomme da masticare babbane. Amavo passare del tempo con lei e farle da baby-sitter!

-

Finalmente, dopo tre mesi d'attesa, arrivò il primo Settembre e non poteva esserci persona più triste al mondo di mia madre.

"Oh tesoro, come farò senza di te? Promettimi che tornerai per Natale, senza se e senza ma! O non ti lascio partire per quella dannata scuola."

"Margareth!" disse mio padre riprendendo mia madre.

"Oh Febus, tu sei il primo che dice di sentire la mancanza della nostra Selene!"

"Mamma, papà. Sto andando a scuola, non sto partendo per la guerra! Quante volte devo dirvi che non sono più una bambina?! Quando mi sposerò ed avrò una mia famiglia come farete?" dissi io lasciando senza parole i miei genitori.

In un primo momento mio padre rimase sbigottito, poi riassunse la sua solita espressione severa e disse

"Spero che quel momento arrivi il più tardi possibile."

"Grazie papà."

"Lascialo perdere" mi disse mia madre prendendomi a braccetto e allontanandomi dall'orecchio indiscreto di mio padre "E' solo molto geloso. Io invece non vedo l'ora di diventare nonna!"

"MAMMA! Ho quattordici anni, non ti sembra di volare un po' troppo con la fantasia?!" dissi ridendo.

"Ma certo, mia cara, perdonami. La mamma sta diventando vecchia, lo sai..." ridacchiò mia madre.

Quando arrivò il momento di salire sul treno, salutai i miei genitori e mi unii ai miei compagni.
Lily mi corse incontro e mi abbracciò fortissimo, quasi come mia madre. Severus mi salutò un po' più freddamente del solito, al contrario di Remus che mi sollevò da terra per abbracciarmi e Peter mi salutò con la mano. Per tutto il tempo mi guardai intorno in cerca di una certa persona...

"Avete visto James e Sirius?" ci chiese Remus.

"Perchè avremmo dovuto vederli?" disse Severus in tono acido.

Remus sbuffò e mi guardò in attesa di una risposta.

"No, Remus non li ho visti. Avanti, saliamo o perderemo il treno."

E così facemmo. Lily e Severus trovarono due posti in uno scompartimento, e poichè Lily mi disse che doveva parlare seriamente con lui, li lasciai soli e occupai assieme a Remus e Peter uno
scompartimento interamente vuoto. Il treno stranamente tardò a partire ed ormai avevo completamente perso le speranze di vedere Sirius spuntare da un momento all'altro.
Il treno partì, io leggevo come di consueto, mentre Peter e Remus parlavano tra di loro, quando ad un certo punto un uragano ruppe la nostra quiete.

"Per la barba di Merlino, Felpato! Per poco non perdevamo il treno per colpa tua!" disse James col fiatone entrando nello scompartimento.

Quando James si sedette e lasciò entrare Sirius, spalancai gli occhi involontariamente. Anche lui in quei pochi mesi era cresciuto a dismisura: era molto più alto, i capelli neri e folti erano cresciuti anche loro e li portava sulle spalle ribelli, come al solito. I nostri sguardi si incrociarono e potei scorgere anche nei suoi un certo stupore.

"Avanti, Felpato, siediti! Cosa fai lì impalato come uno stoccafisso?!" disse James.

Sirius scosse la testa come se si stesse risvegliando da un sogno ad occhi aperti ed ascoltò il consiglio dell'amico sedendosi affianco a me. Era palesemente imbarazzato, ed io lo ero quanto lui.. Poi si voltò mi guardò e mi disse timidamente
"Ciao..."

"Ciao!" gli risposi io.

Che stupida! Gli sarò sembrata un pappagallo, ma la mia lingua sembrava annodata per l'imbarazzo e non riuscii a dire qualcosa di più originale. Per la vergogna ficcai la testa nel libro, decisa a non uscirla più durante tutto il viaggio.
Un silenzio imbarazzante calò nello scompartimento. Per fortuna Remus lo ruppe.

"Insomma si può sapere cosa vi è successo? E' possibile che ne combinate una più del diavolo?!"

"Ehi Lunastorta, placati" disse rilassato James mentre si stiracchiava sul suo sedile. "Io non c'entro nulla stavolta. E' stata colpa di Felpato, è vero?!" riprese poi rivolgendosi al suo migliore amico.

"Oh sta zitto, James!" disse Sirius irritato.

"Sai, Remus, Felpato sta diventando una vera e propria femminuccia. Doveva farsi bello per prendere il treno. Si è fatto pure la barba - se così si possono chiamare quei quattro peli messi in croce che ha in faccia. Scommetto che Selene ci impiegherebbe meno tempo per prepararsi."

Peter scoppiò in una fragorosa risata, e persino Remus non riuscì a trattenere le risate. Sirius invece sembrava tutt'altro che divertito; si alzò di scatto e iniziò a prendere a cazzotti amichevolmente James che era seduto di fronte a lui. Ovviamente James ricambiò calorosamente
dando calci e pugni all'amico.

Uomini, pensai.

I due continuavano a dare spettacolo, come fanno due lottatori di sumo in un'arena, solo che evidentemente non si erano accorti che si trovavano in un piccolo scompartimento di un treno e che involontariamente qualche pugno e qualche calcio arriva anche a me, a Remus e a Peter che non c'entravamo nulla nella loro rissa.
Furiosa per il caos che i due malandrini avevano portato, urlai

"Voi due! La volete smettere di fare gli idioti?"

Tutti e quattro i malandrini si zittirono e Sirius e James si fermarono per guardarmi stupiti.
Sirius ritornò al suo posto e James scoppiò di nuovo a ridere.

"Allora, sentiamo Selene. Tu quanto ci metti per prepararti?" disse James rivolgendosi a me.

"Lo stesso tempo che ci impieghi tu per farti venire in mente quelle battute ridicole." dissi io scherzando.

Sirius mi guardò soddisfatto e scoppiò a ridere, e fui stupita di vedere anche James parecchio divertito.

"Sei proprio una Malandrina!" disse James.

"Oh no, Selene! Non mi dire che ti stai cacciando nei guai pure tu!" mi disse Remus.

"Stai tranquillo Lunastorta, ho più buon senso dei tuoi amichetti." dissi rassicurandolo.
Per il resto del viaggio i Malandrini parlarono dei loro progetti ed io ripresi a leggere in tutta tranquillità il mio amato libro. A volte con la coda nell'occhio cercavo di guardare Sirius senza farmi accorgere, e giurerei che più di una volta anche lui si fosse voltato - senza preoccuparsi di essere visto - per guardarmi.
Quando il treno arrestò la sua corsa, tutti si alzarono e scesero giù, non vedendo l'ora di sgranchirsi le gambe dopo tante ore di viaggio.
Ero già scesa dal treno, quando mi ricordai di aver dimenticato il libro sul treno. Dissi a Lily di iniziare ad andare e che l'avrei raggiunta quanto prima. Salii sul treno e iniziai a correre nello stretto corridoio. Trovato lo scompartimento, vi entrai e presi il libro; mentre stavo uscendo però mi ritrovai davanti tre studenti di Serpeverde uno dei quali mi spinse dentro facendomi cadere a terra. I due continuarono a camminare, mentre l'altro si fermò davanti alla porta dello scompartimento e mi guardò negli occhi sprezzante: Regulus. Ero ancora a terra quando sentii qualcuno pronunciare il mio nome. Sirius sorprese Regulus mentre mi guardava a terra con molto disprezzo.

"Cosa le hai fatto, stronzo?" urlò Sirius contro suo fratello.

Regulus scoppiò a ridere, sfidando la pazienza di Sirius, il quale, ormai parecchio più alto di lui, lo prese per il colletto e lo sollevò qualche centimentro da terra.
Non volevo che si cacciasse nei guai per colpa mia, e non volevo tanto meno che facesse del male a Regulus, non aveva fatto nulla lui. Così mi alzai di corsa e cercai di separarli, ma invano.

"Oh avanti, Sirius. Lascialo in pace, non ha fatto niente! Non è stato lui." dissi cercando di togliere le mani di Sirius dal colletto della camicia di Regulus, ma aveva una presa salda ed io, deboluccia come ero sempre stata, non riuscii a dividerli.
Regulus alzò un braccio e prontamente gli sferrò un pugno in faccia; Sirius lo lasciò andare per portarsi una mano sul viso.

"Regulus!" esclamai, ma il minore dei Black era già sfrecciato via.

"Sì certo, preoccupati per lui." sentii dire da Sirius sottovoce mentre aveva ancora le mani che gli coprivano il viso.

"Sirius tutto bene?" gli chiesi.

Ma non andava tutto bene: dal suo naso colava sangue copiosamente e un occhio era diventato nero. Si alzò di scatto e disse

"Mai stato meglio. Andiamo o perderemo l'ultima carrozza, non mi va di arrivare al castello a piedi."

Lo aiutai a camminare dato che gli girava ancora un po' la testa per via del colpo e salimmo insieme sull'ultima carrozza rimasta.

"Fa vedere che ti sei fatto.. Lumos!" dissi illuminandogli il viso con la bacchetta.

"Cosa mi HA fatto il TUO ex fidanzato. E tu che lo hai anche difeso.." disse Sirius risentito.

"Non è stato lui, Sirius. Mi ha buttato a terra qualcun altro.. e poi non volevo che ti cacciassi nei guai."

"Allora è stato uno dei suoi amichetti che erano avanti a lui, ma non è lo stesso? Non ti ha aiutata a rialzarti e si limitava a guardarti la sua solita aria di superiorità... Ma tu continua a difenderlo."

"Smettila Sirius, non è vero." dissi mentre tamponavo il sangue che colava dal suo naso.

"Pensi ancora a lui, vero? Speri ancora che torni da te, scommetto. Dillo se hai il coraggio!" mi disse Sirius arrabbiato spostandomi le mani dal suo viso e guardandomi negli occhi.

Ero scioccata dalla sua reazione, non pensavo si sarebbe arrabbiato così tanto. Vedevo nei suoi occhi la rabbia, non mi aveva mai guardato così. Non riuscii a non avere un po' paura ad avere puntati quei due occhi grigi arrabbiati su di me.

"Senti Sirius non sono affari tuoi.." dissi. Ma mi pentii subito di aver detto questo.

"Oh no, invece lo sono!"

"E dimmi, di grazia, perchè!" dissi io.

STUPIDA CHE SEI SELENE! mi dissi. Lo sapevo benissimo invece il perchè...

"Questi sono affari miei." rispose Sirius ormai scocciato.

La carrozza si fermò e Sirius subito scese con un balzo da essa, poi mi tese una mano per aiutarmi a scendere, ma senza guardarmi in faccia. Mi sentivo male per averlo ferito e trattato male nonostante lui si fosse preso un pugno per difendermi. Mi sentivo così.. stronza e stupida.
Con le sue lunghe gambe avanzò in fretta ed entrò in Sala Grande mentre stava avendo luogo già la cerimonia dello Smistamento. Io arrivai qualche secodo dopo ed occupai l'unico posto rimasto libero, vicino a James e di fronte a Sirius. James, vedendo Sirius con l'occhio nero e il naso insanguinato, stava per fargli una domanda, ma l'amico lo fermò.

"James, NON-FARE-DOMANDE." disse glaciale Sirius.

James alzò le mani in segno di resa e non disse nulla.
Dopo aver mangiato qualcosa, Sirius si alzò ancora furioso e lasciò la Sala Grande.

"Ma cosa..." iniziò James.

"Non.Fare.Domande." dissi io.

James ripetè il gesto di prima che aveva fatto al suo amico e si zittì. Dopo aver messo qualcosa sotto i denti anche io lasciai la Sala Grande. La mia intenzione era quella di parlare con Sirius, ed ero decisa a farlo. Salii la scala a chiocciola che mi avrebbe portato al dormitorio maschile, bussai alla porta della stanza dei Malandrini. Aspettai per un bel po', ma niente, Sirius non mi aprì. Allora decisi di mettere da parte l'orgoglio e dissi da dietro la porta

"Senti Sirius, lo so che sei lì dentro. Mi dispiace! Io apprezzo quello che hai fatto... mi dispiace che per colpa mia ti sia preso un pugno! E no, non penso più a Regulus.. Non mi importa più nulla di lui, davvero. Beh, buonanotte.." dissi ormai avendo perso le speranze che lui mi aprisse la porta.

Ed avevo ragione, non mi aprì. Evidentemente era troppo arrabbiato per aprirmi, o forse non gli importava così tanto di me?
Con questi pensieri nella testa, andai nella mia stanza, mi lavai, cambiai e mi infilai sotto le coperte con Ingo, il mio fedele gattone, e dopo aver chiusto il baldacchino del mio letto, sprofondai nel cuscino.

Il giorno dopo mi svegliai stremata; era stata una notte di incubi, i peggiori che avessi mai fatto in vita mia. Lily e Alice si lamentarono con me perchè durante tutta la notte mi ero lamentata in continuazione.

"Ragazze mi dispiace, davvero." dissi più volte nel tentativo di scusarmi.

Quando scendemmo giù in Sala Grande per la colazione, vidi Sirius allegro come sempre ridere e scherzare con James; ma non appena mi vide avvicinarmi al tavolo di Grifondoro si zittì e continuò a mangiare in silenzio. James sbuffò e Peter ridacchiò sotto i baffi.
Mangiai pochissimo perchè non avevo appetito e andai a prepararmi per le lezioni.

Sirius' POV
Selene mangiò qualcosa e lasciò la Sala Grande. Mi voleva evitare, ne ero sicuro.
Dopo avermi confessato da dietro la porta che non pensava più a mio fratello, mi era ritornato il buon umore, e se non fossi stato troppo orgoglioso, le avrei aperto la porta, l'avrei baciata e tutto sarebbe finito per il meglio. Invece no, che cretino! Selene aveva fatto la sua parte, mi aveva detto che non pensava più a Regulus, quindi ora sarebbe toccato a me farmi avanti... giusto? Ma se invece mi sbagliavo? Se magari lei non pensava più a Regulus ma pensava a qualche altro ragazzo? Magari io le ero del tutto indifferente... Beh, ma se le ero indifferente non sarebbe venuta a scusarsi dietro la porta rischiando di mettersi in ridicolo...
Perchè mi facevo tutti questi problemi??? Perchè doveva essere tutto così complicato?? Forse James aveva ragione, stavo diventando davvero una femminuccia.

Quel giorno vidi che Selene era completamente assente e assorta tra i suoi pensieri, e questo non era un buon segno. Lei era sempre sorridente, allegra e di compagnia, e vederla così a causa mia mi faceva stare male. Una parte di me avrebbe voluto parlarle, ma il mio orgoglio continuava ad impedirmelo.

Nei giorni seguenti le cose non migliorarono, ci comportavamo come due estranei ed i nostri amici iniziavano ad insospettirsi. Remus aveva sicuramente capito il motivo dei nostri prolungati silenzi, ma non osava chiedermi nulla.
Un giorno durante l'allenamento di Quidditch, Selene diede il peggio di sè stessa e James andò su tutte le furie.

"Senti Felpato, io non so cosa sia successo tra te e Selene, ma vedi di chiarire le cose, non posso perdere la migliore cacciatrice della mia squadra per uno stupido litigio, è chiaro?" mi disse Ramoso serio.

Era serio solo quando si parlava di Quidditch.
Volevo davvero parlarle, ma adesso mi mancava il coraggio. Cercavo di trovare l'occasione giusta, ma non mi si presentava mai.
Un giorno durante la lezione di Astrologia, mi venne in mente che il giorno dopo ci sarebbe stata la Luna piena e pensai che quella sarebbe stata un'ottima occasione per parlarle, se solo Selene fosse venuta con noi e con Remus.
Nel frattempo James mi chiedeva ogni volta che poteva se avessi parlato a Selene, così gli dissi

"Senti James, convinci Selene a venire con noi durante la Luna piena e prometto che le parlerò."

"Oh, sei proprio un romanticone, Felpato. Dichiarazioni d'amore sotto la Luna piena con un lupo mannaro alle calcagne. Geniale, complimenti" disse James sarcastico.

"Tu fai come ti dico!" dissi minaccioso.

"Okay, va bene."

-

Il giorno dopo James mi disse che aveva chiesto a Selene di venire con noi e Remus quella sera, ma lei aveva detto che non le andava e che era troppo stanca. Era evidente che voleva evitarmi. Avevo il morale sotto i piedi e tutto il divertimento che mi aspettava quella notte non mi interessava più di tanto.

Quella sera io, James e Peter raggiungemmo Remus nella Stamberga Strillante, dove ci aspettava ogni sera di Luna piena. Selene non si era vista a cena e questo non faceva altro che peggiorare il mio umore. Quando entrammo nella sala del pianoforte notai con stupore che Remus non era solo, un grande felino era affianco a lui e gli stava facendo le fusa. Selene!
Appena il puma si voltò e notò la nostra presenza con un *clop* ritornò nelle sue sembianze umane.

"Remus devi scursarmi, ma ora devo andare..." disse rivolgendosi ad un pallido Remus con la faccia interdetta.

Così dicendo Selene lasciò la stanza velocemente ed io rimasi imbambolato come al solito mentre andava via. James sbuffò, mi guardò scocciato e disse

"Felpato e tu eri quello che ci sapeva fare con le ragazze?! Avanti, seguila! Cosa aspetti?"

"Sì, la seguo!" dissi io.

Scesi velocemente le scale per raggiungerla ma lei era già uscita dal buco del Platano Picchiatore.

"Selene, aspetta!" gridai.

Lei si voltò e vedendomi si trasformò di nuovo. Iniziò a correre con una velocità sorprendente, fino a sparire nel buio; d'altronde il puma era secondo solo al ghepardo in velocità. Ma io ero un cane e potevo trovarla facilmente con il mio olfatto sviluppato... così mi trasformai anche io ed iniziai a cercarla. Ero sicuro di averla trovata ed il mio olfatto non si sbagliava, Selene aveva riacquistato le sue sembianze umane e mi aspettava vicino alla riva del Lago Nero, mentre la luna illuminava la sua carnagione chiara e i suoi lunghi capelli biondi. Tornai umano e mi avvicinai a lei.

"Finalmente mi hai trovato, Felpato." disse con un sorriso malinconico sul volto.

"Già finalmente.." dissi imbarazzato.

Perchè era così sfuggente e vaga? Voleva farmela pagare forse per essere stato così stupido ad averla evitata per tutti quei giorni? Cosa aveva in mente?
Sebbene fossi davvero confuso, sapevo cosa dovevo fare, ed ero deciso a confessarle i miei sentimenti in un modo o nell'altro.

Selene's POV
Sirius rimase per un po' in silenzio, ed io non avevo intenzione di parlare. Aspettavo che lui dicesse qualcosa, spettava a lui parlare, ora.
Finalmente si decise a parlare.

"Senti Selene, mi dispiace. Sono stato un cretino... La realtà è che sono tremendamente geloso. Quando stavi con mio fratello.. non puoi immaginare come mi sentivo. E l'idea che tu possa tornare con lui mi fa paura, rabbia..."

Abbassò il volto, apprezzai quello che disse, si stava aprendo con me, ma ancora non era arrivato al succo della questione ed io non avevo intenzione di confessare i miei sentimenti per prima.
Poi all'improvviso mi prese la mano e la strinse tra le sue che erano calde e molto più grandi delle mie, minute e fredde. Mi voltai ed ora eravamo uno di fronte all'altra, ci guardavamo direttamente negli occhi e il suo sguardò si addolcì e sorrise.
Le gambe sembravano essere diventate di burro, e giurerei che da un momento all'altro sarei caduta a terra se Sirius non mi avesse tenuto per mano. Il cuore mi batteva all'impazzata e avevo il fiatone; avere Sirius così vicino a me non mi aiutava ad avere il controllo delle mie emozioni.

"Non sei per niente cambiata da quella volta a casa di Andromeda. Glaciale come al solito.." disse ridendo. Poi continuò "Quel giorno anche se eravamo piccoli capii che in te c'era qualcosa di speciale, e solo ultimamente, vedendoti con mio fratello, ho finalmente realizzato che provo qualcosa per te."

A quelle parole mi sciolsi letteralmente, il cuore batteva più velocemente di prima, e le famose farfalle si facevano sentire nel mio stomaco. Ora non potevo più mentire nemmeno a me stessa.

"Anche tu non sei cambiato per niente, sempre quell'aria da latin lover.." dissi io ridendo mentre un fuoco si accendeva sulle mie guancia.

Abbassai per un attimo lo sguardo, ed inaspettatamente Sirius mi prese il viso e fece in modo che lo potessi guardare negli occhi. Quei suoi occhi irresistibilmente belli, profondi che ora mi guardavano in modo diverso, erano sognanti e commossi.
Poi avvicinò il suo viso al mio e posò le sue labbra sulle mie.
Le nostre labbra si unirono in un bacio appassionato, come due magneti che avevano lottato a lungo per unirsi, come due pezzi di un puzzle che si univano alla perfezione. Tutto era perfetto.
Noi due, la Luna piena che illuminava i nostri volti chiari, il calore del suo corpo contro il mio, tremante per l'emozione. Chiusi gli occhi e realizzai che avevo aspettato per molto tempo questo momento ed era proprio come me lo aspettavo, e andava anche oltre ogni mia immaginazione.
Mi sembrava di essere in un film. In quegli istanti dimenticai tutto, i nostri litigi, i dispetti che ci eravamo fatti a vicenda, le incomprensioni, i pianti, la rabbia, gli incubi. Tutto era sparito; eravamo solo io e lui.
Le mani di Sirius ora mi cingevano i fianchi, e le mie mani erano tra i suoi capelli ribelli. Erano inaspettamante morbidi, come i suoi modi dolci; avevo sempre pensato che sarebbe stato goffo e maldestro, e invece, come al solito, mi sbagliavo sul suo conto. Per nessuna ragione al mondo avrei voluto separarmi da quelle labbra che avevo tanto desiderato di baciare, e fortunamente quei minuti sembrarono durare un'eternità, un'eternità che non mi faceva paura e che avrei voluto vivere con piacere.
Poi Sirius staccò le labbra dalle mie e, guardandomi con quegli occhi di cui ormai ero follemente innamorata, mi sussurrò

"Ti amo."

Con gli occhi gonfi di lacrime per la felicità dissi

"Anche io..."

Poi mi abbracciò, e la sensazione che provai nello sprofondare tra le sue braccia era indescrivibile; mi sentivo protetta, amata, speciale..Con la testa appoggiata sul suo petto riuscivo ad ascoltare il suo cuore che batteva all'impazzata, all'unisono con il mio. Non mi ero mai sentita così completa. Erano passati pochi istanti da quando ci eravamo confessati i nostri sentimenti, ma mi sembrava di amarlo da una vita, da sempre.

Un ululato interruppe la nostra quiete e ci richiamò alla realtà. Sirius mi prese le mani e disse con un sorriso smagliante che non potevo fare a meno di adorare

"Mia gattina, sei pronta alla nostra prima Luna piena insieme?"

"Già marchiamo il territorio?" gli dissi ironica accarezzandogli i capelli.

"Sei pronta si o no?!" mi ripetè ridendo.

"Sono nata pronta, mio Felpato."

E così dicendo, mano nella mano ci incamminammo verso il Platano Picchiatore e dopo esserci scambiati uno sguardo d'intesa, entrambi ci trasformammo rispettivamente in un puma e in un cane, la coppia più strana che potesse esistere. Tutto mi sembrava più bello, mi sentivo come mai mi ero sentita nella mia vita. Una pioggia di stelle brillava nell'aria mentre io e Sirius galoppavamo sotto il chiarore della luna, più felici che mai.
Chi l'avrebbe mai detto che cane e gatto fossero così compatibili?!
Eravamo come lo Yin e lo Yang, così diversi, eppure sentivo che avrei voluto passare il resto della mia vita al suo fianco, e nessuno, per nessuna ragione al mondo me lo avrebbe portato via.

"È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti."
*************************************************************************************************************************
NdA: Ecco qui, finalmente Selene e Sirius, Sirius e Selene... Sono troppo stanca per commentare. Lascio a voi i commenti. RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE.
Buonanotte, Aranel. PS: Ieri ero troppo stanca per commentare questo capitolo. Beh, finalmente il fatidico momento è arrivato, io stessa lo stavo aspettando da molto, non so voi. Come sempre ho aggiunto qualcosa di mio alla storia: il mio primo bacio è stato sotto la luna piena, molto romantico. Per Selene e Sirius non è stato proprio il primo bacio, ma fa lo stesso. Come avrete notato questo capitolo non è lungo come gli altri, ma ci tenevo a pubblicarlo. Purtroppo ho ripreso a studiare ed il tempo è sempre meno per scrivere, anche se la mia testa trabocca di idee per questa storia. Quindi vi chiedo di decidere e di esprimere il vostro parere nelle recinsioni: preferite capitoli più brevi (brevi come questo intendo, non due righi eh, non vi allarmate!) pubblicati più spesso o capitoli più lunghi pubblicati circa una volta ogni 5-6 giorni? Aspetto vostre notizie e come sempre, se ho fatto qualche errore abbiate pietà, ho ricontrollato tutto il capitolo, ma qualche errore sfugge sempre, purtroppo. Grazie come sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Like a Rolling Stones ***


Quella fu la notte più bella e divertente della mia vita: ora riuscivo a capire il legame che teneva uniti i Malandrini, la loro intesa, il loro essere fratelli. Remus era davvero fortunato ad avere degli amici così.. così speciali. Ma lo era anche lui, e meritava di avere degli amici così. E io invece meritavo di avere al mio fianco il ragazzo più conteso del castello? Ma per me Sirius non era solo il ragazzo più affascinante di Hogwarts, c'era qualcosa di più oltre al suo aspetto fisico che mi attirava a lui, qualcosa che non ero in grado di esprimere. Lo amavo e di questo ne ero sicura. C'era voluto un po' di tempo prima che me ne potessi accorgere, ma ora ero più felice che mai. Nel mio corpo da puma correvo accanto al grande cane nero dagli occhi incredibilmente grigi e affascinanti, il quale non riusciva a togliermi gli occhi di dosso e a smettere di scondinzolare. Ramoso correva davanti con Codaliscia mentre Lunastorta era confuso dalla mia presenza, nuova e inaspettata. Era uno strano branco, il nostro - sì il nostro, poichè ormai ne facevo parte anche io - un lupo mannaro, un cervo, un topo, un grosso cane nero e un puma. Pensai che se qualcuno ci avesse visto, avrebbe pensato di aver avuto un'allucinazione; perchè un cane non si sarebbe mai sognato di scondinzolare attorno ad un puma, ed un puma non avrebbe mai strusciato il suo capo contro quello del cane facendo le fusa come un gatto domestico qualunque. Era tutto molto bizzarro, meravigliosamente bizzarro.
Quando la Luna tramontò e il sole iniziò a fare capolino dalla collina, Remus riassunse le sue sembianze umane e lo stesso facemmo noi quattro. James e Peter accompagnarono Remus in infermieria dove Madama Chips lo aspettava per rimetterlo a nuovo, mentre io, particolarmente stanca per la nottata passata in bianco, tornavo alla Torre di Grifondoro abbracciata  a Sirius.
"Non penso di salire in dormitorio, non voglio svegliare Lily e Alice - dissi a Sirius - Penso rimarrò a dormire in Sala Comune."
"Rimango con te" disse Sirius convinto.
"Temo di non avere modo di convincerti a dormire nel tuo letto, vero?"
"Esattamente. A meno che.. tu non voglia venire a dormire con me nel mio letto..." disse poi con fare da vero malandrino.
"Black, non ti sembra di correre un po' troppo velocemente?" dissi sorridendo e un po' perplessa, anche se l'idea di dormire tra le braccia di Sirius nel suo letto mi allettava, e non poco..
"Ehi Brandon, frena... Voglio solo dormire!" disse ridendo mentre si portava una mano dietro la nuca tra i suoi capelli ribelli.
"Se è solo per dormire, va bene." dissi io ridacchiando sotto i baffi.
"Non mi convince la tua aria da monachella, Selene."
Mentre ridevamo e parlavamo, eravamo già arrivati nella Sala Comune di Grifondoro. Insieme salimmo le scale a chiocciola e raggiungemmo i dormitori dei ragazzi. Sirius aprì la porta della stanza dei malandrini e la trovai esattamente come l'avevo vista la prima volta, quando ci entrai per parlare con Remus: c'era un disordine da mettersi le mani nei capelli, stendardi di Grifondoro tappezzatti sui muri assieme ai poster di Quidditch e di modelle babbane in costumi succinti.
Sirius si avvicinò frettolosamente al suo letto e io lo seguii; mentre io mi guardavo ancora attorno si affrettava a staccare dal muro sopra il suo comodino il poster di una top model bionda in costume da bagno. Lo accartocciò e fece per lanciarlo nel cestino accanto all'armadio su cui erano attaccate altre foto di altre modelle. Con uno scatto felino riuscii a prendere al volo il poster accartocciato e lo aprii per guardare bene la modella, ero semplicemente curiosa. La modella era davvero bella: posava in modo sexy e sembrava la cosa più naturale che stesse facendo mentre probabilmente fissava l'obiettivo della macchina fotografica babbana con uno sguardo ammiccante. Come potevo piacere a Sirius se a lui piaceva una dea come lei?
"Ehi, se ti può consolare, a me piaci più tu di Christie Brinkley." disse Sirius con tutto il suo fascino e in modo naturale, mentre io ancora guardavo il poster.
"Christie chi..?" dissi io confusa.
"Lei, la ragazza del poster.. Oh andiamo buttalo, vieni qui." disse sdraiandosi sul letto e aprendo le braccia per accogliermi.
Feci come disse e con un po' di rabbia scagliai quel poster nel cestino e poi, dopo essermi tolta le scarpe mi adagiai fra le braccia di Sirius che mi guardava incuriosito.
"Tutto okay?" mi disse sogghignando.
"Si si." dissi mentre nascondevo la mia faccia tra le sue braccia. Era una cosa che non avevo mai immaginato mi venisse così natuare farlo. Stare tra le sue braccia mi faceva sentire tranquilla, e ben presto dimenticai il poster della modella bellissima, consolandomi con il fatto che in fondo lei non poteva dormire accanto a lui... e mi lasciai cadere in uno stato di dormiveglia...
"Guarda che tutti questi poster non sono miei, eh! Molti sono di James..." disse Sirius.
Ma io ormai ero più vicina al mondo dei sogni che alla realtà per rispondergli.
"Ehi ma te la sei presa? Dai... Ehi, ma ci sei?"
...
 
Sirius' POV
"Ehi ma te la sei presa? Dai... Ehi, ma ci sei?" chiesi a Selene che era appoggiata sul mio petto, ma non mi rispose.
Abbassai il capo per guardarla negli occhi, ma lei dormiva beatamente tra le mie braccia: sembrava serena, felice, infatti aveva un sorriso stampato sul viso. Analizzai ogni dettaglio del suo volto chiaro, le sue labbra a forma di cuore, il suo nasino all'insù, le sue guancia appena colorite e rosee, le sue lunghe ciglia chiare che nasconodevano i suoi bellissimi occhi cangianti. Fino all'altro giorno ci stavamo scannando e lei ora era qui, con me, che dormiva serenamente, come se avessimo già dormito insieme un migliaio di volte, come se tutto questo fosse all'ordine del giorno, come se fossimo destinati a stare insieme. Eppure eravamo così diversi.
James e Peter si ritirarono poco dopo dall'infermieria e sembrarono stupiti di vedere Selene, la mia Selene, tra le mie braccia. James mi fece un gesto che mostrava tutta la sua approvazione, Peter mi sorrise confuso e dopo mi misero a dormire. Io non volevo dormire, non volevo perdermi lo spettacolo che avevo a fianco a me. Ero così felice e non volevo dimenticare dormendo tutto quello che la notte mi aveva regalato.
Selene non si mosse per tutte le tre ore durante le quali dormì serenamente come un angioletto. Quando arrivarono le otto iniziò a muoversi e a stiracchiarsi. Aprì gli occhi e chiese
"Dove sono? Sto ancora sognando?"
"Potrebbe sembrarti un sogno dolcezza, ma sono reale." le dissi.
Selene sorrise e subito dopo mi baciò la guancia con dolcezza. Poi si alzò e si iniziò ad allacciare le scarpe.
"Ehi dove vai?" le chiesi.
"Vado a farmi una doccia, Felpato. Puzzo di cane." disse ridendo.
Era diventata davvero una Malandrina, avevo creato un mostro.
"A dopo." le dissi con gli occhi sognanti.
Lei mi fece l'occhiolino e legandosi i lunghi capelli biondi in una sorta di cipolla, lasciò la mia stanza. Sospirari e lasciai la mia faccia sprofondare nel cuscino.
"Sei proprio cotto, eh Felpato?"
Riemersi dal cuscino e trovai James che mi guardava con uno sguardo complice appoggiato alla colonna del letto.
"Fottiti Felpato, lasciami sognare." gli dissi.
"Basta che non ti rincoglionisci troppo.."
"Stai tranquillo, sarò il solito Felpato"
 
Poco dopo scendemmo in Sala Comune per andare a colazione e trovai Selene più raggiante che mai che parlava con la Evans. Appena mi vide, riuscii a notare che nel suo sguardo comparve una luce e io non potei non sorridere. Lily si accorse del nostro sguardo d'intesa e fece una smorfia allontanandosi.
Selene mi guardò e disse "Penso le servirà un po' di tempo per capire.."
"Fa nulla.. Io ho una fame da lupi! Andiamo a fare colazione?"
"Si" mi rispose sorridendo per il mio gioco di parole.
Quando entrammo in Sala Grande abbracciati, non furono pochi gli sguardi stupiti che si posarono su di noi. Sentii il corpo di Selene irrigidirsi e abbassando lo sguardo per guardarla vidi sulle guancia un rossore che avevo visto solo quando si arrabbiava con me.
"Selene sembri un peperone." le dissi.
"Non sono abituata ad essere guardata così.."
"Non è la prima volta, fidati. Solo non te ne sei mai accorta..."
Ci sedemmo uno accanto all'altra e iniziammo a fare colazione mentre James parlava entusiasta della prossima partita contro Tassorosso.
"Selene, ora non hai scuse per ritornare in forma come un tempo!"
"Stai tranquillo James..." diceva Selene esasperata. James a volte sapeva essere davvero assillante.
Quel giorno era sabato e ci sarebbe stata la visita ad Hogsmeade: i tavoli di tutte le casate erano attraversati da brusii e risate allegre, tranne quello di Serpeverde; erano tutti cupi, c'erano poche persone sorridenti e quando il mio sguardo si posò sul viso rabbioso di Regulus mi si raggelò il sangue. Mi guardava come se non vedesse l'ora di cruciarmi; era evidente: era geloso di me e Selene. Speravo tanto che lei non si accorgesse della faccia di Regulus, proprio ora che sembrava così felice, con me.
"Sirius tutto ok?" la sua vocina mi aveva distolto dai brutti pensieri.
"Ehi, si. Tutto bene." le risposi sorridendo.
"Sei sicuro? Sembri preoccupato..."
Ora era preoccupata anche lei e mi guardava con quegli occhioni dolci in cerca di conferme. Era incredibile come si fosse trasformata in poche ore da un puma feroce ad una gattina dolce e a tratti impaurita.
"Si, gattina stai tranquilla! Andiamo ad Hogsmead insieme oggi, vero?!" cercai di rassicurarla come potevo.
"Ovvio! - mi rispose lei sorridendo - prima però, se non ti dispiace vorrei andare a salutare Remus in infermieria."
Voleva andare a salutare Remus in infermieria... Avrei dovuto essere geloso di Remus e del rapporto che aveva con Selene?
"Oh, andiamo Felpato non mi dire che sei geloso pure tu di Remus?! E' come un fratello per me, e tu sei un fratello per lui..."
"Non sono geloso! Certo, verrò anche io da Remus!"
Selene mi sfoggiò il sorriso malandrino più bello che aveva, si alzò e fece per darmi un bacio sulla guancia, ma mi illuse, perchè si avvicinò soltanto al mio volto e poi scappò ridendo fuori dalla Sala Grande.
"Maledetta gatta! Se ti prendo!" urlai io attirando senza volerlo l'attenzione di tutta la Sala, mentre Selene rideva a crepa pelle.
Iniziai a correre pure io e la raggiunsi nel cortile del castello. Il sole splendeva nel cielo limpido e azzurro ed illuminava i suoi capelli dorati che fluttuavano nel vento mentre correva. Accelerai per raggiungerla e la presi per i fianchi appena in tempo.
"Presa gattina!" urlai, mentre lei si dimenava e rideva contemporaneamente.
Poi all'improvviso si fermò e si girò per guardarmi negli occhi, i suoi occhi che ora erano di un azzurro cristallino in cui ci si poteva quasi specchiare; quegli occhi che avevo visto troppe volte gonfi e rossi per le lacrime, ora mi guardavano con amore. Tutto aveva un senso, ora.
 
Qualche tempo dopo...
 
Selene's POV
E' incredibile quanto il tempo passi velocemente quando si è felici. Io e Sirius eravamo fidanzati da tre mesi e, nonostante qualche futile litigio, stavamo benissimo insieme. Avevo ripreso a giocare a Quidditch e a detta di James non ero mai stata così in forma; Lily aveva accettato la mia relazione con Sirius ed iniziava ad esserle addirittura simpatico, anche se non lo avrebbe mai ammesso. In questo periodo era più nervosa e più acida che mai: non faceva altro che litigare con Severus, il quale invece non approvava per niente il mio nuovo ragazzo. Severus d'altronde frequentava ormai gli stessi amici di Regulus e Lily non faceva altro che rimproverarlo e dirgli che quella non era la strada giusta per lui; Severus prontamente rispondeva con tono perentorio di farsi gli affaracci suoi ed ogni volta scoppiava il finimondo.
Remus era il solito: la persona più dolce ed altruista del mondo, era felice per me e Sirius e cercava sempre di farci fare pace quando litigavamo.
 
Era il 20 Dicembre e la McGrannit passava tra i tavoli della Sala Grande per far firmare un foglio a coloro i quali sarebbero rimasti al castello per le vacanze di Natale. Io avevo promesso di tornare dai miei genitori, mentre Sirius insisteva perchè io andassi a passare le vacanze con  lui dai Potter. Gli dissi più volte che dovevo pensarci, e che non mi andava di lasciare i miei da soli con Elmo, non me l'avrebbero mai perdonato. Io ero tutto ciò che avevano. Ogni volta puntualmente lui sbuffava e metteva il broncio come un bambino che non era stato accontentato dalla mamma. Anche io volevo passare il Natale con lui ed in particolare il suo compleanno - che era il 26 Dicembre - ma non riuscivo a trovare una soluzione. Mangiavo la crostata a colazione quando mi venne un'idea...
"Ho un'idea..." esclamai facendo cadere la crostata in mille pezzi nel piatto.
"Per cosa?" mi chiese Sirius.
"Niente Felpato, dopo ti dico. Vado a scrivere una lettera!" dissi prendendo un'altro pezzo di crostata e scappando via dalla Sala Grande.
Quando entrai nella mia stanza presi una piuma ed un pezzo di pergamena ed iniziai a scrivere
 
Cara mamma, caro Papà,
Come promesso vi sto scrivendo una volta alla settimana. Le vacanze di Natale sono più che mai vicine ed io non vedo l'ora di riabbracciarvi.
C'è una cosa che però volevo dirvi... (Papà ti consiglio di prendere un bicchiere d'acqua e di sederti prima di leggere quanto segue.)
In questo periodo sono felice come non lo sono mai stata, ed è merito solo di una persona: Sirius Black. Sì, proprio lui, il figlio di Walburga e Orion Black, adottato e accolto dai Potter, cugino di Andromeda Tonks. Proprio il ragazzino che fino a qualche mese fa odiavo con tutta me stessa. Strano vero? Ecco, arrivo al punto.. Lui mi ha chiesto di andare a passare le vacanze dai Potter, ma io vi avevo promesso che sarei tornata da voi per Natale e gli ho detto categoricamente di no. Lo so che quello che sto per chiedervi è abbastanza sfacciato da parte mia, ma mi fareste il più bel regalo di Natale se solo acconsentiste alla richiesta che vi sto per fare.. Posso invitare Sirius a stare da noi per le vacanze?
Fatemi sapere al più presto. Qualunque sia la vostra decisione.
 
Vostra Selene
 
Ps: Mamma,  se papà dovesse essere troppo scioccato dalla notizia, brucia questa lettera e fate finta che io non vi abbia mai detto nulla.
 
Piegai la lettera in quattro e la inserii nella busta. Sono stata troppo brusca forse nel dare questa notizia ai miei?! mi domandavo. Oh, in un modo o nell'altro l'avrebbero scoperto e se ne sarebbero dovuti fare una ragione. Basta.
Sigillai la busta ed andai in gufiera, e la diedi al primo gufo disponibile. Il gufo si levò in volo e mentre lo vedevo sparire tra i nuvoloni grigi mi morsi il labbro, pentendomi di aver spedito quella lettera ai miei.
"A chi hai scritto, Gattina? - disse Sirius alle mie spalle - Ti scambi delle lettere con il tuo amante, per caso?"
"Cretino. - gli dissi ridendo - Ho spedito una lettera ai miei..."
"E..?"
"Ho raccontato loro di  noi... e ho chiesto se potessi passare le vacanze a casa mia." dissi evidentemente imbarazzata e pentita di quello che avevo fatto.
"Stai scherzando?" mi chiese Sirius con il panico negli occhi.
"No, l'ho fatto per accontentare te ed i miei genitori.."
"No, l'hai fatto solo per accontentare te stessa!" mi rispose ringhiando Sirius.
"Ma cosa dici? Io voglio stare con te, per me non è stato semplice raccontare tutto ai miei genitori, sai come sono e l'avrei volentieri evitato!"
"Sì, ma non c'era bisogno, potevi stare con me dai Potter!"
"Qual è il problema, Sirius?! Hai paura che una volta che ti sarai presentato ufficialmente ai miei come mio fidanzato sarai costretto a sposarmi? Guarda, stai tranquillo!" dissi andandomene via dalla gufiera infuriata.
"Hei, tu aspetta -  mi disse prendendomi per il polso come al suo solito - dove vai?"
"Lontana da te, prima che ti prenda a schiaffi violentemente!" urlai.
 
Quando entrai nella mia stanza in lacrime Lily e Alice si affrettarono a chiedermi cosa fosse successo.
"Quel.. DEFICIENTE di Sirius non vuole saperne di passare le vacanze a casa mia con i miei!"
"E te ne stupisci? - disse Lily con sicurezza - Era molto prevedibile, i latin lover appena iniziano a sentire odore di suoceri se la danno a gambe. Già è troppo che sta con una stessa ragazza da tre mesi."
La guardai con una faccia disperata e mi ficcai sotto le coperte del mio letto.
"Dai Lily, non essere così catastrofista. - disse Alice cercando di consolarmi - Magari è solo spaventato, capirà di essere stato un cretino e verrà a casa tua, ne sono certa! Nessuno ha mai visto Sirius così preso da una ragazza!"
 "Non ci spero." risposi.
 
Mentre iniziavo a preparare il mio baule - perchè sarei partita comunque con o senza Sirius, io le mantenevo le promesse - un gufo picchiettò alla finestra della mia stanza. Lo feci entrare, gli diedi qualche zellino e presi la mia lettera. Era dei miei genitori: grandioso!
Aprii la lettera in fretta e la lessi
 
Cara Selene,
Non puoi immaginare quanto siamo stati contenti di sapere che tu sei felice ed hai trovato la tua anima gemella! Sirius Black, davvero! Chi l'avrebbe mai detto: siete praticamente come cane e gatto! - ecco appunto, pensai - Certo che può venire a stare qui, questa è come casa sua d'ora in poi! Io e tuo padre saremo felici di accogliervi il 24 Dicembre alla stazione.
Un bacione grande a te e al tuo Sirius.
Tua madre Margareth
 
Ps: Papà non è stato proprio subito contento, ma se ne sta facendo una ragione. Vedrai che fino al 24 si sarà ripreso completamente.
 
E ora cosa avrei dovuto fare? Che figura avrei fatto con i miei genitori?! Mi sedetti sul letto e cercai di pensare ad una soluzione, ad una scusa.. Ma l'idea più geniale che mi venne in mente era quella di rinchiudermi nella stanza delle necessità e fingere di essere sparita, per evitare i miei e Sirius. Ma era decisamente da scartare. Mi alzai dal letto e vidi che fuori aveva iniziato a nevicare; mi vestii di tutta fretta e dopo essermi imbacuccata per bene con un capello, i guanti e uno sciarpone - ovviamente tutto in oro e rosso - scesi giù in cortile per prendere un po' d'aria fresca, in realtà un po' troppo fresca a dire il vero.
"Selene" disse una voce alle mie spalle.
Era l'unica voce che in quel momento avrei voluto sentire, quella di Remus, lui sì che mi capiva, che riusciva a confortarmi.
"Remus, come va?"
"Non c'è male, tu?" mi chiese.
"Un trionfo." dissi sarcastica.
"E' per via di Sirius vero?"
"E' sempre stato il fulcro dei miei problemi da qualche anno a questa parte."
Remus si mise a ridere. Poi vedendo che lo stavo guardando male, si fece serio e schiarendosi la voce disse
"Prima Sirius stava parlando con noi del fatto che vuole passare con te le vacanze, ma non gli fa impazzire l'idea di passarlo a casa dei tuoi..."
"Okay, i miei genitori solo alquanto imbarazzanti a volte, ma sono i miei genitori, la mia famiglia, io li amo e non posso tenerli lontani solo perchè a volte mi fanno fare brutte figure, ti pare?"
"Tu hai ragione, Selene. Ma non è per quello. Magari Sirius si sente in imbarazzo, ha paura che i tuoi genitori gli chiedano dei suoi, della sua famiglia, di suo fratello e lui non vuole sentirne parlare..."
"O forse ha paura che io lo incastri per tutta la vita."
"Anche.." rispose Remus imbarazzato.
"Dovrebbe imparare a mettere da parte il suo orgoglio da cane." dissi infuriata.
"Dovrebbe, davvero.."
"Beh, se parli con lui fagli sapere che i miei sono contenti di ospitarlo. Spetta solo a lui decidere."
"Perchè non glielo dici tu?!"
"ASSOLUTAMENTE NO!" risposi io urlando.
Remus mi guardò con aria spaventata.
"Scusa Remus, ho il ciclo, sono nervosa e... ed è meglio che mi faccia un giro. A dopo."
Così dicendo iniziai a correre nella neve.
 
Sirius' POV
Remus entrò nella nostra stanza e io mi affrettai ad andargli in contro e gli chiesi
"Hai parlato con lei?"
"Sì."
"E' arrabbiata?"
"Sì."
"Con me?"
"Ovviamente sì."
"Sono un cretino."
"Sì. Lo sei."
"Grazie Remus, sei un amico. - gli dissi sarcastico. - ma che ti ha detto?"
"Sono stanco dei vostri litigi e di fare da gufo per le vostre conversazioni. Perchè non esci le palle, non vai a chiederle scusa e le parli?"
Rimasi allibito; Remus raramente perdeva la pazienza e raramente usava parolacce.
"Remus, stai bene..?"
"Si sto benissimo, Felpato. Ma hai scocciato con questo tuo orgoglio! Ami davvero Selene? Rispondi."
"Sì, Lunastorta, certo che la amo, che razza di domande fai?"
"Beh allora dimostraglielo! Ti risulta tanto difficile farla felice passando le vacanze a casa sua? Ti cambia qualcosa?"
"No, io..."
"A me non devi dire nulla. Va da lei."
Ero davvero un imbecille. E Remus era mitico, riusciva sempre a schiarirmi le idee, a farmi ragionare. Era l'unico cervello razionale e funzionante dei Malandrini: sì, perchè io e James eravamo troppo impulsivi e testardi, mentre Peter... beh Peter, aveva tutta una sua intelligenza particolare, ecco.
Mi vestii in fretta, abbracciai un Remus esasperato e lo ringraziai, poi sfilai dalle mani di Peter la Mappa del Malandrino.
"Scusa Codaliscia, mi serve per trovare la mia ragazza!"
Scivolai giù per le scale, e vidi sulla mappa che Selene era sulla collina su cui ci eravamo baciati per la prima volta. Corsi più in fretta che potei e la raggiunsi. Era lì, seduta sulla neve con le ginocchia portate vicino al petto che fissava il vuoto. Mi sedetti accanto a lei.
"Ciao..."
"Cosa vuoi? Mi sono appena calmata e non ho intenzione di arrabbiarmi di nuovo."
"Senti, sono uno stupido lo so.."
"L'importante è che tu ne sia consapevole.."
Scoppiai a ridere. Come potevo non farlo davanti a quel muso imbronciato che cercava di mettermi paura?!
"I tuoi ti hanno risposto?"
"Sì."
"Hanno detto di sì alla tua richiesta?"
"Sì."
"Oh insomma oggi parlate tutti a monosillabi?"
"Sì." disse lei divertita. L'espressione glaciale che aveva dipinto sul volto prima, iniziava a sciogliersi in un sorriso appena accennato.
"Tu sei ancora convinta di volermi a casa tua per le vacanze?"
Selene si girò verso di me con un sorriso quasi accecante e gli occhi pieni di riconoscenza.
"Ci hai ripensato?"
"Sì, voglio passare le vacanze con te, a casa tua, Brandon."
"Grazie, Sirius!" mi disse abbracciandomi più forte che poteva. 
"E' il minimo, gattina. Anzi scusami se sono un cretino."
"E' stata una mia scelta innamorarmi di un cretino, e ne subisco volentieri le conseguenze."
Dopo che mi confermò di essere un cretino, avvicinò le sue labbra fredde e leggermente violacee per il freddo alle mie e ci baciammo. Non ero mai sazio dei suoi baci e del tempo passato con lei. E non lo sarei mai stato.
 
Selene's POV
"Aiuto Alice! Cosa si regala a Natale al proprio fidanzato?"
"Quello che vuoi, io per il nostro primo Natale insieme ho regalato a Frank un maglione con i cuoricini! Lo adora!"
"Potrei vomitare.." disse Lily.
Non riuscii a fare a meno di scoppiare a ridere. Lily era diventata così cinica ultimamente da fare paura... O forse ero io che mi ero addolcita a causa della freccia scagliatami nel cuore da Cupido?!
"Non so che fare, il giorno dopo Natale è anche il suo compleanno! Devo fargli due regali secondo voi?"
"Secondo me sì! - rispose Alice - per Natale gli compri una cosa poco impegnativa, mentre per il compleanno.. qualcosa di più personale."
"Mmh, seconodo me.. - intervenne Lily - no! Non se li merita!"
"Grazie ragazze. - dissi io - Ora sono ancora più confusa."
Scesi in Sala Comune per riscaldarmi un po' davanti al camino. Sirius stava leggendo una rivista di moto, Remus studiava - come al solito - con Peter e lo aiutava, e James faceva il Don Giovanni con le ragazze del terzo anno.
"Ciao Gattina" mi salutò Sirius mandandomi un bacio al volo.
Gli risposi con un occhiolino e dopo cercai di farmi spazio nella folla di ragazzine dagli ormoni impazziti per James.
"Scusate ragazze, vi sottraggo il capitano solo per un momento!" dissi io mentre le ochette si lamentavano tra un "uffa", "ma che vuole questa, ha già Black", "anche Potter, no!".
"Grazie per avermi salvato, Brandon." disse James.
"Mi chiamo Selene." dissi con sguardo minaccioso.
"Okay, Selene. Di cosa hai bisogno?"
"Mi devi aiutare... Cosa devo regalare al tuo amico?"
"Ah, bella domanda!" disse James e fece finta di dileguarsi.
"Ti prego James, aiutami! - gli dissi implorandolo - Sono senza idee, tu lo conosci come le tue tasche.. non che io non lo conosca, però è difficile fare regali ai ragazzi!"
"Okay, uhm.. facciamo così. Ti aiuto solo se tu metti una buona parola con.."
" Sì, con Lily, okay. Ora aiutami."
"Si capisce così tanto?" chiese James imbarazzato.
"Solo un cieco non se ne accorgerebbe."
Il cercatore di Grifondoro sbuffò e poi si aggiustò gli occhiali come faceva solitamente quando si concentrava - momenti più che rari - e iniziò a pensare.
"Allora, pensi di fargli due regali, uno per il compleanno e uno per Natale?" mi chiese
"Sì, penso di sì. Per il compleanno avrei una mezza idea, ma devi darmi una conferma..."
"Dimmela allora!" disse James curioso.
"No, dopo te la mostrerò. Parliamo del regalo di Natale..."
"Okay, allora... Lui ama la musica rock babbana! Durante le vacanze natalizie ci sarà un concerto a Londra dei... Aspetta come si chiamano... E' un gruppo rock inglese.. Aiuto, non mi viene il nome!"
Pensai anche io e mi ricordai di aver visto sul suo armadio attaccato un adesivo di una bocca.. il logo dei Rolling Stones!
"I Rolling Stones! Me ne ha parlato più di una volta!"
"Sì, esatto! Loro! Potresti prendere due biglietti e andarci insieme, anche se tu non mi sembri una tipa da rock... Sei più tipa da musica classica." disse James facendo spallucce.
"Ti sbagli Potter, la musica classica è quanto di più vicino al rock e al metal. Io ascolto Metal se proprio lo vuoi sapere." dissi fiera.
"Caspita Brandon - disse James - non finisci di sorprendermi."
"Okay, perfetto. Ora... hai il mantello dell'invisibilità con te?"
"Sì, è sempre con me... - disse James - aspetta, tu come fai a saperlo?"
"Me l'ha detto Sirius! - dissi soddisfatta - ora mettitelo e seguimi."
Così dicendo trascinai James nel dormitorio delle ragazze.
"Lily, Alice, potreste uscire un attimo? Ho bisogno di parlare con James."
Le mie amiche si guardarono interdette e fecero come dissi. Lily fece una faccia quasi schifata quando vide entrare James nella nostra stanza. Prima che Lily potesse uscire dalla stanza James le disse
"Tanto bella quanto acida, eh Evans?"
Lily non lo degnò nemmeno di uno sguardo e sbattè la porta dietro di sè.
"Che caratterino la tua amica.." disse James.
"Beh se le dici che è acida cosa ti aspetti?"
"Ma le ho detto che è bella!" protestò.
"Sei un caso disperato..." gli dissi.
"Insomma cosa devi dirmi di così importante? E il regalo per il compleanno?"
"Ecco, però promettimi di non ridere, okay?"
"Ci proverò - disse James, io lo fulminai con lo sguardo - okay, non riderò, promesso!"
Presi da sotto al letto la tela che avevo tenuto nascosta a tutti per mesi e mesi e la mostrai a James.
Era un dipinto che avevo fatto quando ci fu l'incidente alla Stamberga Strillante e ritraeva Sirius che guardava la Luna piena e la sua ombra, formata dai raggi lunari, era a forma di cane.
"Merlino! Chi l'ha fatto?" esclamò James.
"Io... - dissi intimorita - che ne pensi? Fa schifo? E' ridicolo come regalo?"
James si grattò il mento e poi prese tra le mani il dipinto per guardarlo meglio.
"Per Morgana, Brandon! Devi aver guardato troppo Sirius, è identico! - disse James mentre continuava a guardarlo - E' assolutamente una figata pazzesca, sei bravissima!"
"Grazie.. - dissi io imbarazzata - Dici che gli possa piacere?"
"Certo! Questo non farà altro che aumentare il suo enorme ego. Ne voglio anche io uno così, chissà se la Evans sa disegnare... - poi analizzò meglio il quadro... - Aspetta, la Luna non simboleggia Remus, vero?"
Feci segno di no.
"Sei tu, la Luna! Selene è la dea della Luna... - disse James portandosi le mani vicino al cuore- CHE ROMANTICONA!"
"Smettila idiota!" gli urlai in faccia ridendo.
"Io se fossi in te aggiungerei una stella vicino... Sirio!" mi suggerì.
"Caspita Ramoso, a volte sai essere geniale! - dissi prendendolo in giro - Allora sicuro che gli possa piacere?"
"Sicuro al 100%!"
 
Sirius' POV
"Avanti, Lunastorta! Aiutami! Cosa posso regalare a Selene per Natale?"
"Non ti sei ridotto un po' troppo tardi per iniziare a pensare cosa regalarle?" mi rimproverò Remus.
Aveva ragione, ma non ero proprio un asso nel scegliere i regali, e questo lo sapevano tutti i miei amici.
"A lei piace la musica... L'altro giorno mi disse che avrebbe voluto imparare a suonare l'ulukele se solo l'avesse avuto.."
"L'ukulele" mi corresse Remus.
"Sì quello. Ma ho paura sia un regalo troppo impersonale, capisci?"
"Mmh sì, - disse pensieroso Remus mentre si passava le mani tra i capelli - potresti prenderle qualcosa di più personale che rappresenti te e lei."
"Geniale! - esclamai - Tipo.... cosa? Aiutami!"
"Non so, un anello?" chiese Remus.
"NO, è presto per gli anelli..."
"Una collana?"
"Troppo impegnativa per una ragazza, qualcosa di più giovanile!"
"Un bracciale!" eclamò Remus.
"Sì... un bracciale! Ne ho visto uno che fa al caso nostro, una di quelle cose che piace alle ragazze!"
Mi vestii in fretta e furia, presi la mappa del Malandrino per andare ad Hogsmeade. In un negozio che vendeva cose babbane avevo visto un bracciale di argento o oro bianco con il simbolo dell'infinito e dei ciondoli con delle iniziali.
Quando entrai nel negozio chiesi direttamente alla strega dietro il bancone di quel bracciale che avevo visto qualche mese prima.
"Ecco qui, è questo?" mi chiese la commessa.
"Sì - risposi - c'è qualche variante?"
"Certo: c'è quella con il laccio di caucciù, oppure quello tutto in oro bianco con le iniziali tempestate di swaroski."
"Posso vederli?" chiesi.
Me li mostrò, e non ebbi dubbi.
"Prendo questo di oro bianco e con gli Swaroski."
"Quali lettere desidera?"
"Due ESSE." risposi fiero.
"E' per la sua fidanzata?" mi chiese la strega mentre faceva un pacco regalo con la bacchetta.
"Sì.."
"E come vi chiamate? Mi deve perdonare, è una domanda che faccio a tutti quando prendono questo bracciale. Sono curiosa."
"Sirius e Selene."
"Una stella e la Luna insieme, bella coppia. - disse la commessa che iniziava ad essermi più simpatica - Suonano bene insieme, gran bei nomi."
Poi mi porse il pacchetto, le diedi il denaro e la ringraziai.
"Arrivederci, e buon Natale, a lei e alla sua dolce metà!"
"Grazie!"
 
Il 24 Ottobre arrivò e tutti insieme salimmo sul treno. Io ero parecchio nervoso e non sapevo come nasconderlo a Selene. Non volevo che lei pensasse che fossi un fifone, o roba del genere.
"Sirius - mi bisbigliò tra i capelli mentre eravamo seduti nello scompartimento del treno - sicuro di stare bene? Mi sembri nervoso."
"Io? Nervoso?! Ma figurati!" risposi cercando di ostentare sicurezza.
"Allora perchè non la smetti di muovere nervosamente la gamba?" disse James.
"Ho questo tick, ma non vuol dire che sono nervoso!"
James e Selene si guardarono complici e  risero.
"Vi odio." dissi loro.
"E io ti amo!" mi sussurrò dolcemente Selene e poi mi baciò.
"Bleah, che schifo!" disse James.
"Sei solo invidioso, la Evans non ti si fila proprio!" esclamai io provocando l'ilarità di Remus, Peter e Selene, vedendo la faccia delusa e finta offesa di James.
"E' questione di tempo, Felpato. Vedrai, che fra un po' cadrà ai miei piedi."
 
Il treno si fermò e questo era segno che eravamo arrivati a destinazione. Aiutai Selene a scendere dal treno e poi afferai le mie e le sue valigie. I signori Brandon stavano parlando amichevolmente con i Potter, e questo mi fece sentire molto a casa. Dorea e Charlus per me erano come dei veri genitori.
"Salve ragazzi! Andato bene il viaggio?" chiese Margareth Brandon.
"Benissimo." rispose Selene.
Il signor Brandon non disse una parola e si limitò a squadrare me e sua figlia dalla testa ai piedi, per poi soffermarsi sulle nostre mani intrecciate. Selene se ne accorse e strinse ancora di più la sua mano attorno alla mia, ed io feci lo stesso.
"Complimenti, Sirius! Ci avrei scommesso che tu e Selene alla fine sareste finiti così! - disse Charlus dando una gomitata ad un non troppo entusiasta Febus - Andiamo, Febus! Sirius è un bravissimo ragazzo, assicuro io! E ti autorizzo a schiantarlo se fa soffrire la tua figliola!"
James scoppiò a ridere mentre io ero tutt'altro che divertito.
"Smettetela di imbarazzare i due piccioncini! E tu James non ridere, tu non sarai meno impacciato di Sirius quanto ti presenterai ai genitori della tua futura fidanzata!" disse Dorea.
Amavo quella donna.
"Grazie mamma!" disse James sconsolato.
Ad un certo punto sentii Selene slegare la sua mano dalla mia e irrigidirsi: tre figure scure si stavano avvicinando al nostro gruppo allegro. No, non poteva essere.. non volevo credere ai miei occhi! I miei genitori accompagnati da quell'idiota di mio fratello si stavano avvicinando a  noi.
"Buonasera." disse mia madre.


NdA: Salve a tutti miei cari! Ecco un altro capitolo! C'è voluto un po' di tempo prima che lo pubblicassi, non ero molto convinta.. non ci sono ancora molti consensi e non riuscivo a scrivere senza un po' di incoraggiamento e motivazione. Poi ho letto qui una long davvero bella, e mi è tornata l'ispirazione! Ho deciso di scrivere indipendentemente dal numero di persone che mi segue e che apprezza la mia storia. Scrivo perchè ho tante idee in testa e perchè mi piace farlo, anche se magari non è proprio il mio forte. Io ci metto il cuore quando scrivo e mi diverto, e per me questo è l'importante. Per quei pochi affezionati volevo chiedere una cosa.. La storia dovrebbe arrivare fino alla fine della seconda guerra magica quindi dovete scegliere tra due opzioni, se no sarò costretta a decidere io! :P 
1)continuare con qualche altro capitolo e parlare della relazione tra Selene e Sirius.
Oppure se vi scoccia
2)Fare un salto nel tempo, evitare tutte le prime esperienze della neo-coppia ed arrivare direttamente al giorno 31 Ottobre 1981. 

Aspetto con ansia una vostra risposta! Spero vi piaccia questo capitolo, anche se è molto tranquillo e ci sono pochi colpi di scena. Fatemi sapere se vi è piaciuto.
Un bacio

Aranel Orionis. 



 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Natale ***


Tutti si girarono per vedere da chi provenisse quella voce tetra e austera. Dorea spalancò gli occhi quanto me. Anche lei era una Black, anche lei era scappata dalla assurdità e dalla follia della nostra famiglia.
Cosa volevano i miei genitori? Non mi parlavano da mesi! Proprio ora si erano decisi a rovinarmi la felicità precaria che mi ero costruito con tutte le mie forze?
"Buonasera a te Walburga!" disse Dorea fiera.
"Sirius.. ti trovo bene, sei cresciuto - mi disse mia madre con la sua voce viscida, ignorando Dorea. Selene mi strinse la mano in segno di sostegno, attirando la sua attenzione - e vedo che hai trovato anche una fanciulla che ti sostiene. Mi fa piacere."
La guardai dritto negli occhi con tutta la rabbia che avevo; in realtà non le faceva affatto sapere che ero amato e felice, anche senza di loro.
"E a quanto pare è anche una Purosangue.. - continuò squadrando prima Selene e poi i suoi genitori - Sei fuggito da noi perchè siamo dei fieri Purosangue e hai trovato rifugio da altri Purosangue, anche se traditori. Come vedi è questione di sangue, mio caro. E' scritto nel tuo DNA, non avresti mai potuto scegliere una sangue-sporco."
Questo era troppo. I Brandon e i Potter erano in evidente imbarazzo e difficoltà. Mia madre aveva superato ogni limite.
"A me non frega assolutamente nulla del tuo sangue puro, signora Black." dissi con ferocia.
Mia madre sorrise mostrando una sorta di ghigno spaventoso, che avrebbe fatto paura al peggio mago oscuro, mentre mio padre non proferiva parola e mio fratello guardava Selene con disprezzo.
"Credo non ci sia più nulla da dire. Buone vacanze a tutti voi." disse mia madre con la sua solita espressione altezzosa e falsamente cordiale. La odiavo.
Nessuno ricambiò il suo saluto e il suo augurio.
Mai come oggi mi ero vergognato della mia famiglia. Avrei tanto voluto rincorrerli e sputare in faccia a loro tutto il male che mi avevano fatto, tutto l'odio, tutto il disprezzo che provavo nei loro confronti; la mia disapprovazione per aver trasformato Regulus in un mostro, in un assassino, in un Mangiamorte. Era davvero questo che volevano che diventassi? Loro sarebbero stati fieri di me se fossi diventato un assassino?
Di una cosa ero felicissimo: loro non sarebbero mai, e dico MAI, stati fieri di me. E questo era per me un motivo di grande orgoglio.
"Sirius, figliolo. Tutto bene?" mi chiese la mamma di Selene.
"Sì, certo signora. Volevo chiedere scusa a tutti voi a nome dei miei.. genitori."
"Sirius, tesoro. Non devi. E francamente non credo che loro vorrebbero scusarsi. Non devi sentirti in colpa, non rovinarti il Natale e il compleanno a causa loro." mi disse rassicurandomi Dorea.
Selene mi teneva ancora la mano e usò anche l'altra mano per stringermela ancora più forte, mentre mi guardava negli occhi che sembravano volermi dire sii forte.
"Quand'è il tuo compleanno Sirius?" mi chiese Margareth.
"Il 26 Dicembre!" rispose Charlus.
"Selene, non mi hai detto nulla! Solo perchè tu non ami festeggiare il compleanno, questo non vuol dire che il tuo fidanzato non voglia farlo!"
Mi parve di vedere il signor Brandon rabbrividire quando la moglie disse il tuo fidanzato.
"Scusa mamma, ma mi è proprio sfuggito di dirtelo.." si scusò Selene.
"Non si preoccupi, signora Brandon. Non ha importanza" dissi io.
"No no, mio caro. Prima di tutto - iniziò a dire la signora di fronte a me, così simile alla mia ragazza - non mi chiamare signora; non farmi sentire più vecchia di quel che sono. Chiamami Margareth. Secondo, il 26 se ti fa piacere possono venire i tuoi amici, James, Remus e...."
"Peter" intervenne James.
"..E Peter, e ovviamente anche i tuoi genitori, Charlus e Dorea."
Quando chiamò Charlus e Dorea miei genitori, non riusci a contenere un enorme sorriso di gratitudine verso quella donna, che stava facendo di tutto per farmi sentire a mio agio.
"Potremmo invitare anche i Tonks, Margareth." aggiunse il signor Brandon cercando di mostrarsi distaccato.
"E' vero giusto, bravo Febus! Vedi che quando vuoi riesci a collaborare?"
Tutti scoppiarono a ridere. La signora Brandon, che anni addietro mi era risultata insopportabile, ora aveva tutta un'altra luce. Era molto più simpatica!
"Allora va bene, Sirius?" mi chiese esaltata.
"Ti prego dì di si, ragazzo, o mia moglie non ci lascerà in pace per tutte le vacanze e non ti perdonerà di non averle dato un'occasione per fare festa grande." disse il signor Brandon, rivolgendomi per la prima volta la parola.
Ancora una volta tutti si misero a ridere e io annuii a Margareth, anche se facevo ancora fatica ad associare al suo viso quel nome. Era strano.
Dopo aver salutato tutti, io, Selene e i suoi genitori entrammo nella macchina volante del padre, pronti per andare alla tenuta dei Brandon.
 
Quando entrammo in casa un elfo ci venne ad accogliere e a darci il benvenuto. Io non nutrivo una grandissima simpatia nei confronti degli elfi domestici; l'elfo domestico di Grimmauld Place, Kreacher, era sempre scontroso e scortese con me, a causa degli ordini impartitegli da mia madre, ed io di conseguenza non potevo che odiarlo e trattarlo male a mia volta. Ma l'elfo domestico dei Brandon sembrava essere amato dai suoi padroni. Selene lo salutò calorosamente e gli chiese persino come stesse, cosa che nessuno della mia famiglia si sarebbe sognato di fare con il proprio servo.
"Sirius, ti presento Elmo, il nostro aiutante! - disse Selene - Elmo lui è Sirius Black, un mio.. amico speciale.."
Il nostro aiutante?
L'elfo fece un inchino e disse
"E' un enorme piacere per Elmo conoscere il Signor Black! Gli amici della signorina Selene sono anche amici di Elmo!"
"Oh, il piacere è tutto mio! - dissi quasi non rendendomi conto di quello che dicevo - Puoi chiamarmi Sirius, Elmo!"
Meno sentivo il mio cognome e meglio era.
"Come desidera il Signor Sirius. Elmo esegue i suoi ordini."
E fece di nuovo un inchino. Io non riuscii a trattenere le risate di fronte all'ostinazione dell'elfo nel voler porre sempre davanti al mio nome "signor".
Selene mi prese la mano e mi disse
"Vieni ti mostro la tua camera.."
Salimmo le scale e percorremmo un corridoio largo e luminoso. La casa di Selene non era scura e tetra come quella di Grimmauld Place. Era praticamente l'opposto. Era molto più accogliente e calda.
"Questa è la mia stanza - disse Selene mostrandomi una porta con inciso il suo nome - e questa è la tua!"
La mia stanza era affianco alla sua e anche sulla porta della mia stanza era inciso il mio nome.. lo osservai e sorrisi.
"Mia madre.. - disse sospirando Selene - Le avevo detto di non esagerare!"
"Ehi nanerottola - le dissi scompigliandole i capelli, sapendo che le dava tremendamente fastidio - tranquilla, è tutto a posto. Mi piace il mio nome inciso su questa porta!"
"Come mi hai chiamata?" mi disse lei guardandomi in volto con un'espressione arrabbiata, di sfida.
"N A N E R O T T O L A." le ripetetti scandendo le lettere per bene.
"Non sono una nanerottola! - disse lei poggiando le braccia sui fianchi indispettita - Sono alta un metro e sessanta, è abbastanza per la mia età.. Credo! E poi sei tu che sei un gigante. Quanto sei alto?"
"Dai scherzavo, e poi non mi importa della statura.. Comunque sai che non lo so?!" dissi io.
L'ultima volta che Dorea mi aveva detto quanto fossi cresciuto, ero alto un metro e settantacinque...
"Vieni!"
Selene mi trascinò nella sua stanza, luminosa come tutto il resto della casa, piena di libri e sui colori dell'azzurro e del blu scuro.
"Sembra la stanza di una Corvonero, non di una Grifondoro." osservai.
"Mia madre dice che il blu è il colore più adatto per stimolare il sonno, e poi a me piace il blu. -disse Selene mentre cercava una cosa nel cassetto - Eccolo!"
Tra le mani aveva un metro, a quanto pare aveva intenzione di sapere con esattezza quanto fossi alto. Srotolò il metro magico e con un tocco quella diavoleria inziò a volare al mio fianco; dopo un po' ritornò tra le mani di Selene, che lo lesse attentamente.
"Sono esattamente venti centrimetri più bassa di te, hai tutto il diritto di chiamarmi nanerottola."
disse sconsolata.
Io scoppiai a ridere e poi mi avvicinai a lei.
"Ehi, resti sempre la più bella strega di Hogwarts.. ma che dico la più bella del mondo, per me. Se ti può consolare.." le dissi spostandole una ciocca di capelli dorati dal viso e la baciai chinando il capo.
Lei si alzò sulle punte nel vano tentativo di raggiungermi, ed entrambi scoppiammo a ridere mentre i nostri nasi si sfioravano e ci guardavamo dritto negli occhi.
"EHM, EHM. Si mangia." disse una voce fuori dalla stanza molto imbarazzata.
Entrambi ci girammo di scatto e vedendo che quella voce proveniva dal padre di Selene ci allontanammo a debita distanza.
"Oh, ehm... Si certo. Arriviamo papà." disse Selene imbarazzata.
Il padre scese giù e Selene iniziò a gesticolare nervosamente e a respirare affannosamente.
"Okay, se non vogliamo farlo morire d'infarto - iniziò a dire - dobbiamo stare più attenti."
"Va bene, Gattina!"
"E non mi chiamare così davanti a lui.. - mi allarmò mentre si portava le mani tra i capelli in evidente imbarazzo - Scusami Sirius, ma.. era l'unico modo per stare insieme. Mio padre è molto geloso, io sono figlia unica.. e..."
"Calmati, non ti preoccupare. E' tutto okay. Mi basta poterti vedere ogni giorno! - le dissi io cercando di calmarla - E poi anche io sarei geloso con una figlia come te..."
"Scemo! - esclamò dandomi un pugno sulla spalla - Ora andiamo a cena...!"
Quando scendemmo giù in sala da pranzo, i genitori di Selene ci aspettavano, ed una volta seduti, Elmo, scattante, iniziò a servirci la cena.
"Ti piace la cucina italiana, Sirius?" mi chiese la signora Brandon.
"Oh, io non l'ho mai assaggiata... Non sono mai stato in Italia."
"Mio marito ama l'Italia, Selene adora la pasta ed Elmo ormai è specializzato in cucina italiana. - affermò orgogliosa la mamma di Selene - Ma se non ti piace, dimmelo e provvederò a farti cucinare dell'altro!"
"Non si.." stavo per dire ma fui interrotto da Selene.
"Mamma, non ti preoccupare. Sirius mangia di tutto, mangerebbe anche le pietre se solo potesse. - poi guardò sua madre con aria minacciosa e le bisbigliò - Non iniziare a tormentarlo o me ne vado!"
Cercai di contenere il sorriso divertito e fissai il mio piatto di pasta fumante.
"Tua figlia ha ragione, Margareth - intervenne il signor Brandon - non essere assillante!"
"Sirius sono assillante e petulante secondo te? - mi chiese Margareth, mentre il marito e la figlia la fulminarono con lo sguardo - Va bene, come non detto. Cercavo solo di essere gentile!"
"Margareth, la pasta è ottima - dissi io cercando di stemperare l'atmosfera tesa - e preferisco di gran lunga la sua indole premurosa e gentile a quella ossessiva e cattiva di mia madre..."
Il paragone mi venne spontaneo dopo gli avvenimenti di quel pomeriggio. L'angoscia mi accartocciava lo stomaco ogni volta che pensavo ai miei genitori e a mio fratello, a come mi avevano sempre trattato, a come volevano farmi diventare, alla falsità di Regulus e al modo in cui aveva trattato Selene. Sotto al tavolo stringevo i pugni per la rabbia, ma la mano esile di Selene mi avvolse un pugno facendomi ritornare alla realtà.
Notai che i suoi genitori mi guardavano entrambi dispiaciuti.
"Non pensarci, ragazzo - intervenne il signor Brandon rompendo il silenzio - i tuoi genitori non sono i primi che hanno preso determinate decisioni. Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ma sta sempre a noi decidere da che parte schierarci. E mi pare che tu abbia scelto e ormai le scelte dei tuoi genitori non ti riguardano."
Rimasi stupito dalle parole di quell'uomo. Pensavo mi odiasse perchè gli avevo portato via la sua unica figlia, e invece con quelle parole mi rassicurò e mi restituì il sorriso. Era un uomo molto saggio, ecco da chi aveva preso Selene.
"Grazie, signor Brandon. Queste parole significano molto per me." dissi guardandolo fiero negli occhi.
"Sì sì, certo. - disse ora riassumendo un'espressione diffidente - Ma se non vuoi che ti schianti, come mi ha dato il permesso di fare Charlus, tratta bene mia figlia. E, per favore, evitate di scambiarvi effusioni davanti a me. Mi fanno uno strano effetto, mi fanno sentire..."
"Vecchio? - lo interruppe la moglie - Ma non ti devi preoccupare, caro. Lo sei!"
Il signor Brandon la guardò offeso e sdegnato, ma poi tutti scoppiamo a ridere, mentre Elmo ci serviva il dolce.
Dopo cena, ci accomodammo in salone dove c'era il meraviglioso pianoforte a coda di Selene. Dopo parecchie insistenze della madre, Selene si sedette al pianoforte e suonò una melodia meravigliosa...
L'eleganza con cui toccava e sfiorava il pianoforte era degna di una farfalla, di una fata. In quel momento pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto essere il pianoforte; era una cosa strana da pensare... molto strana. Ero proprio cotto, James aveva ragione.
Selene si alzò dal pianoforte e lo strano orologio babbano che avevano in salotto scoccò le undici.
"Bene ragazzi, sarete stanchi! - disse Margareth - Penso sia ora di andare a dormire!"
Così ci congedammo e augurando la buonanotte, salimmo al piano superiore dove c'erano le nostre stanze. Dietro di noi ci seguiva il signor Brandon. Arrivati davanti alla porta di Selene, si fermò a fare finta di cercare un libro nello scaffale nel corridoio, ma in realtà era evidente che ci stava osservando e che voleva assicurarsi che dormissimo ognuno nella propria stanza.
"Beh, buonanotte allora" dissi a Selene.
"Buonanotte..." mi rispose lei malinconica, dandomi un bacio sulla guancia mentre il padre ci guardava con la coda nell'occhio.
Lei entrò nella sua stanza e io mi incamminai verso la mia non molto lontana.
"Buonanotte signor Brandon!" dissi prima di entrarvi.
"Oh, buonanotte figliolo!"
Chiusi la porta alle mie spalle e mi guardai intorno. Prima non avevo osservato bene la stanza che la madre di Selene mi aveva preparato: era tutta in tema Rosso-Oro e c'erano gli stendardi di Grifondoro e dei poster di Quidditch. Mi sembrava di essere a casa. I miei vestiti erano già tutti sistemati nell'armadio e i miei libri sulla scrivania. Il pigiama era sotto al cuscino. Mi sfilai i vestiti e lo indossai. Il letto era molto grande tanto che mi sarei sentito solo senza una dolce compagnia... Ma non avevo scelta.
Mi infilai sotto le coperte e spensi la luce. Cercai di chiudere gli occhi, ma era quasi impossibile tenerli chiusi. Chissà cosa stava facendo Selene nella stanza accanto... Mi alzai e scalzo mi avvicinai al muro confinante con la stanza di Selene, appoggiai l'orecchio nel tentativo di sentire qualche rumore...
Improvvisamente un sonoro *pop* mi fece saltare letteralmente all'aria.
"Il signor Sirius deve scusare Elmo. Elmo non aveva intenzione di spaventare il signor Sirius."
"Per la barba di Merlino, sei tu Elmo! - esclamai - Tranquillo, è tutto ok. C'è qualcosa che vuoi dirmi?"
"Sì, signore. - disse Elmo facendo un inchino - La signorina Selene mi ha detto di dirle di rimanere sveglio per un po'; quando i signori Brandon si saranno addormentati, signore, Elmo la aiuterà a materializzarsi nella stanza del signor Sirius, così potranno dormire insieme, signore."
"Ah, okay... - dissi confuso - Va bene!"
"Con il suo permesso, signor Sirius" disse Elmo, e scomparve.
Hai capito alla signorina Brandon! Aveva progettato tutto accuratamente, che furbacchiona. Risi, pensando che fosse diventata una vera malandrina, la mia degna fidanzata. Era cambiata dal primo anno che la conobbi: prima era un'insopportabile saputella, bella ma insopportabile, ora era bella e dannatamente malandrina.
Mi sdraiai sul letto di nuovo in attesa del suo arrivo..
Dopo un po,' un *pop* più rumuroso di prima, interruppe la mia quiete.
"Merlino! - esclamai - penso di non riuscirmi mai ad abituare a questa cosa!"
"Allora Elmo, domani mattina, alle cinque e mezza vieni qui a svegliarmi e mi riporti nella mia stanza. Ci siamo intesi? Se mio padre dovesse svegliarsi corri qui. Ok?"
"Sì signorina. Elmo ha capito tutto."
"Grazie Elmo, sei un tesoro."
"Elmo fa solo il suo dovere, signorina."
E sparì.
"Tu sei pazza!" dissi a Selene.
Lei con movenze feline si avvicinò a me, che ero saltato in piedi dal letto per lo spavento, e mi disse
"Solo perchè ho trovato un modo per dormire insieme senza farci scoprire sono una pazza?"
Ora era praticamente appiccicata a me e arricciava una ciocca dei miei capelli, intrecciandoli tra le dita. Poi il mio sguardo cadde sul suo abbigliamento. Aveva una sorta di camicia da notte - ma detto così non rende l'idea - molto corta, rossa con le bretelline e il pizzo sulla parte inferiore che le accarezzava le gambe. Quelle belle gambe morbide, lisce e candide..
Deglutii cercando di controllarmi.
"Tu, tu... - dissi balbettando e passando lo sguardo dai piedi alle sue gambe - Dormi sempre così?"
"Sì, perchè?" mi chiese lei con un sorriso sornione stampato sul viso.
"No così, per sapere.. - risposi io. Poi mi avvicinai all'armadio, lo aprii e presi un mio pantalone del pigiama di riserva - Se vuoi che non ti tocchi e che dorma soltanto, mettiti questi."
E le porsi i pantaloni. Lei ridendo se li infilò e poi ci mettemmo sotto le coperte abbracciati.
"Hai visto come ti guardava Regulus oggi?" le chiesi.
"Sì, l'ho visto... - mi rispose un po' freddamente. - Ma non mi interessa nulla di lui. Non più."
"Mi sono sempre chiesto... Ma cosa ti piaceva di lui? Non riesco a capirlo!"
"Che domanda è questa? A te cosa piaceva di quella piovra della McKinnon?"
"Ahia.. Questa me la sono cercata."
"Regulus era pieno di attenzioni nei miei confronti ed era gentile. - disse con un velo di malinconia - Ma mi duole ammertelo e ancor di più dirtelo, perchè questo non farà altro che compiacere il tuo enorme ego: stavo con lui solo perchè ti somigliava, e lui non mi prendeva in giro, come facevi tu!"
"Davvero? - le dissi rincuorato dalle sue parole, mentre lei annuiva - Se ti può consolare, a me non piaceva nulla della McKinnon, stavo con lei solo per non pensare a te."
Selene sospirò e disse "Che stupidi eh?!"
"Già.. Posso farti un'altra domanda? Promettimi però che non mi defenestrerai!"
"Spara.."
"Tu e Regulus... ecco insomma. Voi avete... Hai capito?"
"Mi stai chiedendo se sono stata a letto con tuo fratello? - disse lei guardandomi arrabbiata - Ma per chi mi hai preso, Sirius Black?! Ho quattordici anni.. Insomma tu non ti aspetti che subito.. cioè io non... oddio!"
"Era quello che volevo sentirmi dire..." risposi.
"Cosa???!" mi chiese lei.
"Sì."
"Cioè mi stai dicendo che non sei deluso, e che non pretendi nulla da me o roba del genere?"
Selene ora si era seduta, le mani tra i capelli e mi guardava negli occhi, che luccicavano anche nel buio della stanza.
"Non sono assolutamente deluso, e non pretendo nulla da te. Capisco che per le ragazze è un po' più difficile, insomma. Io aspetterò tutto il tempo che ti serve. Non c'è fretta."
Lei continuava a guardarmi basita e con la bocca spalancata.
"Questo non era quello che mi sarei aspettata che dicesse Sirius Black" disse Selene.
"Perchè?"
"Perchè???! - chiese lei ancora più scioccata - Perchè mezza popolazione femminile della scuola è stata con te e non mi sembravi il tipo che avesse rispetto per certe esigenze femminili...Tutto qui."
"Ehi, piccola. Le altre ragazze mi pregavano per passare una notte di fuoco con me. Ed io rispetto le tue esigenze, perchè solo le tue esigenze mi interessano. - le dissi cercando di rassicurla, poi pensai a quello che aveva appena detto... - E poi per chi mi hai preso, per un depravato che svergina mezza scuola?"
"Shhh, non gridare! - disse lei ridendo - Va bene... vediamo per quanto tempo avrai pazienza".
"Sì vabbè, non esagerare però... - dissi io ridendo e trascinando Selene sul mio petto, dato che era ancora seduta e mi fissava dritto negli occhi. - Certo se tu ti presenti con quel vestitino succinto, non aiuti la mia pazienza."
"Scusa Felpato, non ti facevo così suscettibile. Vuol dire che da domani mi metterò il pigiama antistupro."
"Va meglio."
L'enorme orologio a pendolo babbano del salotto suonò il rintocco delle dodici. Era ufficialmente Natale.
"Buon Natale, Gattina!"
"Buon Natale, Felpato!"
 
Selene's POV
La mattina seguente, alle cinque in punto Elmo mi venne a svegliare con i suoi soliti modi discreti. Io ero abbracciata a Sirius e dovermi staccare dal suo corpo mi costò molto, ma dovevo farlo. Mio padre aveva l'abitudine di alzarsi alle cinque e mezza e venire nella mia stanza per darmi un bacio sulla fronte. Così uscii da sotto le coperte, mi sfilaii i pantaloni e li riposi nell'armadio, coprii meglio Sirius con le coperte e gli baciai la fronte. Era ancora più bello mentre dormiva beato come un bambino con i capelli più arruffati del solito ed un'espressione imbronciata sul volto.
Poi presi la mano di Elmo e mi materializzai nella mia cameretta.
"Grazie Elmo, sei gentilissimo! Non lo dirai ai miei, vero? Mio padre si arrabbierebbe da morire. E' il nostro segreto, ok?"
"Signorina Selene, Elmo non si permetterebbe mai di tradire la sua fiducia, signorina. Si può fidare di Elmo."
"Grazie, davvero."
"Signorina, Elmo può chiederle se pensa che il signor Sirius diventerà il suo nuovo padrone? Ad Elmo è simpatico il signor Sirius, signorina."
"Non lo so, Elmo. E' presto..."
"Elmo crede di sì, Elmo vede l'amore negli occhi, signorina. Ora Elmo deve andare. Desidera altro la signorina Selene?"
"No, grazie Elmo, hai fatto già abbastanza!"
"Buon riposo!"
E con un inchino il mio complice si congedò. Dopo mezz'ora mio padre fece la sua solita visita nella mia stanza, mi baciò la fronte come di consueto e disse sospirando
"Sei diventata una piccola donna e non me ne sono nemmeno accorto!"
Mi fece molto tenerezza.
 
Alle otto e trenta del mattino, quando mi ero appena addormentata, mia madre entrò nella stanza con enfasi e aprì le tende della finestra.
"Sveglia, sveglia Selene! E' Natale Selene!"
"Mamma, aspetta.. - dissi girandomi dall'altro lato e ficcando la testa sotto le coperte - altri cinque minuti."
"Non se ne parla.. - gridò mia madre togliendomi le coperte di dosso - Vai a svegliare Sirius! Dobbiamo aprire i regali!"
Di controvoglia mi vestii, mi sistemai i capelli ed andai a svegliare Sirius. Dormiva beato con la stessa espressione imbronciata con cui l'avevo lasciato qualche ora prima. Era bellissimo.
Chiusi la porta della sua stanza alle mie spalle e mi avvicinai al suo letto; gli spostai una ciocca di capelli che aveva davanti al viso e sussurrai dolcemente
"Felpato... Svegliati.. E' Natale!"
Il mio ragazzo non dava segni di vita e continuava a dormire come se nulla fosse. Così aprii le tende proprio come aveva fatto mia madre, poi mi avvicinai di nuovo al suo letto e lo baciai sulle labbra. Inizialmente non ricevetti nessuna risposta, ma dopo qualche istante la sua bocca iniziò a muoversi in sincro con la mia. Poi aprì gli occhi.
"Non potevo sperare un risveglio migliore!" disse con la voce ancora del sonno.
"Mia madre non vede l'ora di aprire i regali, è sempre stata lei la bambina della famiglia. Vestiti, io ti aspetto giù."
"Va bene."
Quando scesi giù mia madre era indaffarata ad aggiungere ulteriori addobbi di Natale in casa, mentre mio padre faceva colazione.
"Buon Natale, Selene."
"Buon Natale anche a te, papà." dissi abbracciandolo.
L'abbraccio durò più del dovuto e sentii mio padre inspirare profondamente con il naso.
"Hai cambiato profumo?" mi chiese.
"No, è sempre lo stesso." risposi evasiva.
Mio padre mi guardò stranito, non lo avevo convinto. Evidentemente avevo ancora il profumo di Sirius addosso, e se ne era accorto. Non gli sfuggiva mai nulla, dannazione.
Nel frattempo Sirius era sceso giù in salotto dove mia madre gli stava mostrando i nuovi addobbi di Natale. Poi entrò in sala da pranzo e augurò buon Natale a mio padre che ricambiò senza troppo entusiasmo, al contrario di mia madre che invece ci trascinò in salotto per aprire i regali.
Mio padre prese posto sulla sua solita poltrona, mentre io e Sirius ci sedemmo sul divano uno accanto all'altro e mia madre distribuiva i regali.
I Tonks mi avevano regalato un libro di notturni di Chopin, sapendo che era il mio musicista preferito; Lily invece Cime Tempestose e James una miniatura della Firebolt. Poi la mamma mi passò un pacchetto rettangolare spetidomi da Remus: lo aprii e vi trovai una macchina fotografica magica ed un biglietto con su scritto
Per fermare i momenti più belli della tua vita, con affetto
Remus
Mio padre mi regalò un libro di mitologia Greca e Romana che i Brandon tramandavano di generazione in generazione e mia madre invece il fermaglio con gli zaffiri che indossava il giorno in cui mio padre le chiese di sposarlo.
I miei furono molto gentili anche con Sirius: mia madre gli aveva regalato un maglione di finissima lana merinos fatto da lei di un grigio-azzurro sorprendentemente identico al colore dei suoi occhi. Gli piacque molto, infatti lo indossò subito e mia madre esagerò come al solito con i complimenti. Mio padre invece gli regalò un omniocolo, anche quello molto apprezzato. Poi fu la volta di Sirius: consegnò ai miei genitori un grosso pacco e disse che era un regalo unico per entrambi. Mia madre rimase stupita quando lo aprì e vi trovò tre specchi e lo guardò interdetta.
"Sono degli specchi gemelli. - iniziò a dire - Ce n'è uno per ogni membro della famiglia. So quanto vi manca vostra figlia quando è a scuola, con questi potrete comunicare con lei quando volete."
"Oh, caro! - esclamò mia madre abbracciandolo - E' un pensiero così carino, sei un tesoro! Grazie mille!"
Mio padre continuava ad osservare interdetto lo specchio, e temevo che glielo volesse spaccare in testa per la sua espressione corrucciata, ma poi sorrise anche lui a Sirius e gli tese la mano in segno di riconoscenza.
Poi Sirius si risedette accanto a me e mi sorrise.
"Allora, voi due non vi scambiate i regali?" disse ansiosa e curiosa mia madre.
"Margareth, meno male che sei una Corvonero! - esclamò mio padre - Non ti salta in mente che forse vorrebbero scambiarsi i regali da soli?! Avanti andiamo a finire la colazione."
Mia madre si dimostrò delusa, mentre io annuivo per farle capire che papà aveva ragione. Così ci lasciarono soli in salotto.
"Tieni" dicemmo all'unisono mentre io gli porgevo una busta e lui passava a me un pacchetto rosso.
Entrambi scoppiammo a ridere imbarazzati e aprimmo i nostri regali. Io ci misi più tempo rispetto a lui ad aprire il pacchetto...
"Per la barba di Merlino! Due biglietti per il concerto dei Rolling Stones a Londra! Tu sei pazza!" disse Sirius con un grande sorriso, poi appoggiò i biglietti sul tavolino e mi sollevò facendomi fare il giro di tutto il salotto.
Quando mi rimise a terra mi disse
"Ma ci andremo insieme vero?"
"Certo! Ho già organizzato tutto!"
"Che malandrina.. - disse accarezzandomi il viso - Ora apri il mio regalo!"
Finii di scartare il pacchetto e trovai un bellissimo bracciale con il simbolo dell'infinito e due targhette su cui erano incise due S tempestate di swaroski.
"E' bellissimo!" eclamai.
"Sicura che ti piace?" chiese lui preoccupato
"Ma certo! Aiutami a metterlo."
Alzai la manica del braccio destro che a giugno mi ero rotta, rivelando a Sirius il bracciale che lui mi aveva regalato per la partita contro i Serpeverde e che mi aveva portato fortuna. Lui lo guardò stupito e mi chiese
"Ce l'hai ancora?"
"Certo perchè avrei dovuto buttarlo?"
"Perchè sono un idiota."
"Hai ragione." dissi io ridendo, mentre lui aveva appena finito di allacciarmi il braccialetto e aveva incominciato a farmi il solletico sui fianchi.
Dopo un po' fummo interrotti da Elmo che ci invitò ad andare in sala da pranzo per la colazione. Aveva preparato ogni tipo di dolce natalizio ed io mangiai con gusto fino a sentirmi piena come un uovo.
Quel Natale trascorse tranquillamente ed ero contenta di aver avuto la "malsana" idea di invitare Sirius a stare a casa mia. I miei genitori nel pomeriggio uscirono per andare a fare visita a lontani parenti ed io e Sirius riuscimmo a rimanere a casa, dopo che mio padre si fece promettere da Elmo di tenerci sotto stretta vigilanza. Elmo non mancò la parola data al suo padrone e non ci abbandonò nemmeno per un secondo. Ma a me non importava: avevo Sirius tutto per me, eravamo insieme ed eravamo innamorati. Mi chiese più di una volta di suonare qualcosa per lui, e mi venne in mente l'idea di suonargli una canzone dei Rolling Stones al pianoforte.
"Allora che mi suoni, Gattina?"
"Paint it Black!"
"E sentiamo!"
"Tu canti?!" gli chiesi.
"Canta con me, la sai?"
"Certo, Black!"
Entrambi ci sedemmo al pianoforte e iniziai a suonare con enfasi la canzone rock e Sirius mi seguì cantando
I see a red door and I want it painted black
No colours anymore, I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes
 
I see a line of cars and they're all painted black
With flowers and my love, both never to come back
I see people turn their heads and quickly look away
Like a newborn baby it just happens ev'ryday
 
I look inside myself and see my heart is black
I see my red door and I must have it painted black
Maybe then I'll fade away and not have to face the facts
It's not easy facing up when your whole world is black
 
No more will my green sea go turn a deeper blue
I could not foresee this thing happening to you
If I look hard enough into the setting sun
My love will laugh with me before the morning comes
 
I see a red door and I want it painted black
No colours anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes
 
I wanna see your face painted black, black as night, black as coal
Don't wanna see the sun, flying high in the sky
I wanna see it painted, painted, painted, painted black, yea
 
"Felpato, te la cavi con il canto!" esclamai dandogli una gomitata.
"Era la corista/pianista che meritava! - mi lusingò mentre si portava una mano frai capelli con la sua solita eleganza principesca - Però questa canzone è piuttosto triste, eh?"
"Beh, non è molto positiva, però è una bella canzone. I look inside my heart and there's only Sirius Black!" Cantai stravolgendo il testo della canzone.
"Oh, così è decisamente meglio..." disse Sirius ridendo.
Quando rideva il viso gli si illuminava, i suoi occhi ridevano assieme a lui e tutto mi sembrava bellissimo.
"E così - dissi suonando un arpeggio - domani è il tuo compleanno.. Compi quindici anni!"
"In realtà ne compio sedici. Sono del 1959. - disse imbarazzato - Non sono stato bocciato. Ad Hogwarts arriva la lettera il giorno del tuo undicesimo compleanno e a me è arrivata a dicembre quando l'anno era già iniziato."
"Ehi, tranquillo, non devi giustificarti! L'anno prossimo, quindi, sarai maggiorenne!"
"Sì, e questo vuol dire che sono due anni più vecchio di te."
"Stupido, cosa vuoi che siano due anni! - dissi lanciandogli un cuscino del divano in faccia - E poi si da al caso, che a me piacciano quelli più grandi.."
"Hai capito alla signorina Brandon?!" esclamò Sirius rilanciandomi lo stesso cuscino.
Poi si sdraiò sul divano appoggiando la testa sulle mie gambe ed io iniziai a toccargli i capelli ribelli e corvini..
"Passerei giornate intere così.." disse Sirius rilassato, mentre Elmo ci guardava, curioso e allo stesso tempo allarmato, con i suoi occhioni enormi.
"Stai tranquillo, Elmo. Non stiamo facendo nulla di male." lo rassicurai.
"Signorina, Elmo lo sa."
Adoravo sempre di più quell'elfo.
 
La sera, una volta che tutti si misero a letto, aspettai la mezzanotte prima di chiamare Elmo e farmi materializzare nella stanza di Sirius.
Quando Elmo comparve nella mia stanza mi sorrise e mi disse
"Signorina è pronta?"
"Si Elmo, dammi un minuto. - dissi all'elfo - Guarda, ti piace?"
Gli mostrai il dipinto che avrei regalato a Sirius ed Elmo mi guardò sorridente.
"Elmo crede che questo sia un capolavoro, signorina Selene. E' il signor Sirius quello?" disse indicando Sirius con il suo dito nodoso.
"Sì, pensi che gli possa piacere?"
"Elmo crede di sì, signorina."
"Okay, ora sono pronta."
Presi il dipinto che ora era nella busta e tesi la mano all'elfo che me la strinse ed in una frazione di secondo mi trovavo nella stanza del mio ragazzo. Proprio in quel momento il grande orologio scoccò la mezzanotte ed io mi precipitai ad abbracciare Sirius per fargli gli auguri.
"Auguri, tesoro mio!"
"Grazie, gattina mia!"
"Elmo vuole porgere i suoi auguri più sinceri al signor Black, signore."
"Grazie anche a te Elmo, grazie di tutto."
Con il suo solito inchino l'elfo si congedò ed io e Sirius rimanemmo soli.
 
Sirius' POV
Selene mi abbracciava così forte da togliermi quasi il respiro, non pensavo che il suo corpo esile avesse tutte quelle forze. Qualcosa mi urtò la spalla.
"Cosa diavolo...?" chiesi curioso.
Lei si staccò da me e mise dietro le spalle ciò che mi aveva colpito la spalla e mi sussurrò un flebile
"Scusa.."
"Cosa nascondi là dietro, malandrina?" le chiesi io avanzando verso di lei per prenderle ciò che nascondeva.
"Ecco.. questo... - iniziò a dire balbettando e guardandosi i piedi - E' per te, per il tuo compleanno. L'ho fatto io."
E mi porse una busta grande. L'aprii con voracità e vi trovai una tela; la girai e vidi un dipinto: ero io, con i miei capelli, i miei occhi, che guardavo la luna e la mia ombra era a forma di cane. Sulla luna piena c'era una macchia a forma di esse e accanto ad essa una stella splendeva ardente. Ero semplicemente a bocca aperta.
"Io... non so che dire! E' stupendo, davvero! Non sapevo avessi la passione per il disegno." le dissi.
"Infatti non ce l'ho. Sei tu che mi hai ispirato." mi rispose arrossendo.
"Lo sai che sei ancora più bella quando arrossisci?"
"No, non lo so."
"Beh, ora lo sai."

_______________________________________________________________________________________________________________________
NdA: Ciao a tutti ragazzi! Prima di tutto vorrei ringraziare i lettori più assidui ed in particolare anna4evermakeup che continua a seguirmi nonostante tutto! Grazie davvero, anche a piccolo_uragano_ e vi consiglio di andare a leggere le sue storie, sono bellissime! Leggendo le sue fanfiction ho ritrovato la voglia di scrivere!
Ora parliamo della storia : questo è un capitolo sulla quotidianeità a casa Brandon, sul rapporto tra Sirius e Selene, i genitori di Selene e la gelosia di un padre. Inoltre all'inizio del capitolo c'è la mamma di Sirius, perfida e cattiva. Che ne pensate? Io l'ho sempre immaginata così, dai modi fintamente gentili, con una voce eccessivamente calma che fa paura.
Poi mi piaceva l'idea di un Sirius rockettaro, un'anima ribelle! Per chi non conoscesse la canzone ecco qui il link https://www.youtube.com/watch?v=n1zBG2TEjn4 
Questa canzone me la faceva ascoltare sempre mio padre nella macchina: metteva la fantastica cassetta dei Rolling Stones ed io piangevo perchè volevo la cassetta con le sigle dei cartoni animati. LOL 
Spero il capitolo vi piaccia. Nel prossimo accennerò alla festa di Sirius organizzata da Margareth e poi farò un saltino più in là nel futuro. Recensite, fatemi sapere se avete qualche consiglio da darmi! Sono sempre ben accetti.
Un bacio
Vostra Aranel.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** L'inizio di tutto ***


Il giorno dopo mi svegliai nel mio letto, da solo. Selene era tornata nella sua stanza di buon mattino, come aveva fatto il giorno precedente. Quella mattina, la mattina del mio compleanno, mi svegliai di mia spontanea volontà,; mi sistemai, mi vestii e scesi giù in salotto, dove trovai il signor Brandon, con il suo sguardo austero puntato sulla Gazzetta del Profeta. Appena entrai, lo chiuse borbottando qualcosa come "queste schifezze", si alzò e mi venne incontro.
"E così... - iniziò a dirmi squadrandomi - oggi è il tuo compleanno, Sirius?"
Il mio nome sembrava così strano pronunciato dalla sua voce baritonale.
"Sì, signore." risposi io un po' titubante.
"Auguri, ragazzo!" esclamò stringendomi la mano.
Quell'uomo era davvero imprevedibile e più sembrava amichevole con me, più mi incuteva timore. In realtà mi faceva paura sempre. Per fortuna intervenne la mamma di Selene a rompere quel silenzio glaciale che si era creato tra me e lui.
"Sirius, tesoroooo!" disse Margareth agitando le braccia.
Mi venne incontro e mi abbracciò con tutto l'affetto di una mamma, un affetto che non avevo mai ricevuto da mia madre. Il corpo burroso della signora Brandon mi avvolse e mi tenne stretto a sè per qualche minuto.
"Figliolo, auguriii - disse poi quando interruppe l'abbraccio - Sappi che sono tanta contenta che tu sia qui con noi durante il giorno del tuo compleanno. Per me sei come un figlio."
"Grazie, davvero di tutto. Per l'ospitalità e l'affetto. - dissi tenendole le mani, iniziavo a volere davvero bene a quella donna - Ma Selene dov'è?"
"Nessuno di noi l'ha vista stamattina - disse Margareth facendo spallucce - Elmo ha detto che alle cinque si è svegliata ed è andata a fare una passeggiata a cavallo."
"A cavallo?! - chiesi allarmato, guardando fuori dalla finestra e guardando milioni di fiocchi di neve scendere candidi dal cielo - Con questo tempo? E' sicuro?"
"Sta tranquillo, ragazzo. La mia Selene ci sa fare, è un ottima cavallerizza.." disse con orgolio il signor Brandon.
"Non lo metto in dubbio ma.."
Stavo ancora finendo di parlare, quando Selene entrò in casa. Aveva dei pantaloni aderenti, degli stivali di gomma che le arrivavano fino al ginocchio, un maglione bianco e un gilet rosso. I capelli spettinati e le guancia infuocate per la fatica; in mano aveva il caschetto che le aveva scompigliati i capelli.
"Sirius! - gridò venendomi incontro - Auguri!"
Mi abbracciò con tutta la forza che aveva; il suo corpo era fresco, sapeva di neve, di lavanda e di pulito. Alle spalle di Selene c'era suo padre, con le braccia conserte che ci osservava con uno sguardo interdetto e allo stesso tempo quasi schifato. Decisi di interrompere l'abbraccio e guardando Selene negli occhi la ringraziai.
Mentre Selene si cambiava, i suoi genitori mi consegnarono il loro regalo, un libro di Antiche Rune. Non avevo mai studiato a scuola antiche rune, mi era sempre sembrata noiosa, ma da come me ne parlava Margareth, da fiera Corvonero, doveva essere una materia davvero interessante.
 
Nel tardo pomeriggio iniziarono ad arrivare tutte le persone che Margareth aveva invitato per il mio compleanno. I primi ad arrivare furono i Tonks. Ted ed Andromeda furono felici di vedermi.
"Lo sapevo! - non finiva più di ripetere Dromeda -  Ne ero sicura che tu e Selene vi sareste fidanzati! Siete fatti l'una per l'altro!"
Ted parlava con il padre di Selene, Andromeda ora era intenta a chiacchierare con Margareth, mentre io e Selene giocavamo con Ninfadora, una buffa bambina di due anni con i capelli fucsia. Si divertiva a farci le linguacce e a tirarci i capelli. Ogni volta che la chiamavamo Ninfadora si arrabbiava, i suoi capelli diventavano rosso fuoco, e strillava con la sua vocina acuta "DORA!".
Suonò il campanello e poco dopo vedemmo entrare in salotto i Potter con James e Remus.
Mi affrettai a salutare i miei migliori amici, mentre Selene teneva in braccio la piccola Dora. Remus si avvicinò a Selene e si presentò alla piccola Dora
"Piacere, - disse tendendogli la mano - Mi chiamo Remus!"
La bambina lo fissò come se avesse appena visto un unicorno e lo stesso Remus rimase sbigottito. Dora non riusciva a staccare lo sguardo dal buon Lunastorta che a sua volta la guardava piuttosto spaventato.
"Cosa...? - disse Remus scuotendo la testa - Faccio così paura?"
Io, Selene e James scoppiammo a ridere; Remus era sempre così negativo per le cose che lo riguardavano.
"Remus, non mi sembra la reazione di una bambina impaurita, questa... - disse Selene indicando il viso candido di Dora, i cui occhioni azzurri erano puntati ancora su Remus - E' evidente che hai fatto colpo sulla piccola Tonks!"
La bambina nel frattempo si dimenava tra le braccia di Selene e si protendeva verso Remus.
"Lunastorta, sei proprio un rubacuori! Nessuna bambina di due anni si è mai innamorata di me, ed è tutto dire!" dissi io con nochalance mentre Selene inarcava un sopracciglio.
Remus prese in braccio Dora, la quale ne approfittò per abbracciarlo e iniziò a riempirlo di baci. Fu la scena più divertente della serata: la piccola intraprendente Dora riuscì a farci ridere tutti.
"Ehi, ma Codaliscia dov'è?" chiesi io.
"Non poteva venire, doveva stare con i suoi genitori..." disse James.
"Mi dispiace, non è mai mancato ad un mio compleanno da quando ci conosciamo..."
Ero davvero dispiaciuto, noi Malandrini eravamo inseparabili, e non avrei mai voluto che le cose cambiassero..
La serata comunque fu molto piacevole, mi sentii davvero in famiglia. I genitori di James e Selene parlavano come se si conoscessero da secoli, Dromeda era contenta di vedere che avevo trovato una famiglia; James e Selene diventavano sempre più amici e questa era la cosa che mi rendeva più felice al mondo. Remus passò tutta la serata a giocare con Dora e a quanto pareva non gli dispiaceva affatto. Erano davvero agli antipodi: Dora una bambina così vivace, colorata e rumorosa, Remus era un ragazzo pacato, poco vistoso e calmo. Peccato che Dora fosse così piccola...
 
-
 
Prima della fine delle vacanze io e Selene andammo a Londra per il concerto dei Rolling Stones: fui stupito nel vederla indossare abiti babbani, vestita da rockettara con borchie e giacca di pelle. I suoi occhi erano cerchiati di nero facendone risaltare ancora di più il colore cristallino. Ci divertimmo come dei pazzi; i babbani sapevano come divertirsi! La pacata Selene del primo anno di scuola era sparita e aveva lasciato posto ad una tigre - ma che dico, un puma! - scatenata.
 
Quelle vacanze di Natale furono le più belle che io avevo mai passato, assieme ovviamente al primo Natale con la mia nuova famiglia. Tornare a scuola fu dura, ma in fondo Hogwarts per me era la mia seconda casa, il posto in cui potevo essere me stesso senza che i miei genitori mi rimproverassero, il posto in cui qualcuno mi aveva detto che ero diverso da loro, io ero un Grifondoro, non ero un Serpeverde.
Salutare la signora Brandon fu più difficile di quanto pensavo.
"Mi raccomando, scrivimi Selene! - diceva Margareth ad una annoiata Selene - Sirius mi farebbe piacere anche qualche lettera da parte tua..."
Rimasi a dir poco scioccato, ma dovevo molto a quella donna, mi sentivo in dovere di restituirle tutto l'affetto che lei mi aveva dato come se fossi suo figlio.
"Certo, Margareth, - dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori - mi preoccuperò anche che Selene le scriva ogni giorno..."
"Sì, ragazzo, grazie. Ma non ti preoccupare troppo per Selene..." disse il signor Brandon guardandomi minacciosamente.
Il mio sorriso si trasformò in un'espressione spaventata.
"Febus, smettila di fare il burbero con Sirius!" protestò Margareth.
Selene alzò gli occhi al cielo e mi fece segno di andare.
"Mamma, papà grazie di tutto. Ci vediamo a Pasqua, non litigate e state tranquilli, non rimarrò incinta a quattordici anni." disse Selene freddamente.
Io cercai di trattenere le risate di fronte alla faccia sbigottita del signor Brandon. Poi Selene mi prese per mano e mi trascinò verso il treno. Feci in tempo solo a salutare i suoi genitori e a ringraziarli.
Quando salimmo sul treno, trovammo uno scompartimento vuoto e l'occupammo anche per James, Remus, Peter e Lily.
"Non pensi di aver esagerato? Tuo padre era sull'orlo di una crisi di panico."
"No. - mi rispose soddisfatta Selene - Se ne deve fare una ragione."
"Mi piace quando sei trasgressiva."
E ci scambiammo un sorriso malandrino.
I miei compagni d'avventura si unirono ben presto a noi e quando Selene vide passare Lily la supplicò di unirsi, ma rispose che doveva parlare con Mocciosus. Dire che James ci rimase male è dire poco.
"Addirittura Lunastorta ha più vita sentimentale di me..." disse James sconsolato.
"Ma cosa dici Ramoso? Io non ho nessuna vita sentimentale!" disse Remus in sua difesa.
"Beh, non mi sembra, hai flirtato con una bambina di due anni per un'intera serata!" esclamò il mio migliore amico divertito più che mai.
Tutti noi scoppiammo a ridere vedendo Remus in evidente imbarazzo.
"Insomma quante volte devo dirvelo? - disse Remus paonazzo - E' una bambina insomma! Io ... non sono un pedofilo!"
Io e James ridemmo ancora più forte di prima, mentre Selene ci lanciava occhiate torve.
"La smettete di fare i cretini? E lasciate in pace Remus! - intervenne in difesa del suo confidente - Remus se io fossi in te non gli aiuterei con i compiti."
"Ci sto pensando, sai Selene?" disse Remus.
All'improviso un uragano dai capelli rosso fuoco entrò nel nostro scompartimento sbattendo violentemente la porta.
"Maledetti Serpeverde, li odio!" gridò la Evans sconvolta.
"Lily - esclamò Selene, invitandola a sedersi vicino a lei - Cosa è successo?"
La rossa scoppiò in lacrime e disse che ne avrebbero parlato dopo; sicuramente c'era di mezzo Mocciosus, ormai non facevano altro che litigare. A quanto pare anche lui voleva seguire le orme di mio fratello ed erano diventati pappa e ciccia. L'idiota stava perdendo la Evans proprio come Regulus aveva perso Selene. Vidi James sorridere soddisfatto, evidentemente anche lui pensava quello che pensavo io. Per tutto il viaggio Selene si preoccupò di consolare la sua amica e non mi degnò di uno sguardo. Arrivati al castello mi disse che sarebbe rimasta in stanza con lei perchè non voleva lasciarla sola... e davanti a quegli occhi dolci imploranti come potevo arrabbiarmi?!
Così passai una serata tra soli malandrini e la cosa non mi dispiacque affatto: fu bello constatare che non era cambiato nulla tra noi nonostante io fossi fidanzato con Selene.
 
Selene's POV
"Lily, per favore. Mangia qualcosa!" dissi implorante alla mia amica.
"No, Selene non ho voglia di mangiare!" rispose lei in lacrime.
"Allora si può sapere cosa è successo?"
"Sev... Passa sempre più tempo con Regulus, Avery e Yaxley. Io volevo parlargli, ma me l'hanno impedito. E lui - disse mentre singhiozzava rumorsamente - mi ha detto di sparire!"
"Lily sarà stato solo un momento...." cercai di consolarla.
"No, Selene. Severus è cambiato. Non è più il Severus che ho conosciuto quando avevo nove anni. - disse scuotendo la testa - E' sempre stato un po' ombroso per via della sua infanzia difficile, un po' è proprio il suo carattere... Ma con me è sempre stato gentile, buono.. è un ragazzo molto sensibile. Non riesco a credere che ora sia amico di quei personaggi!"
Pensai alle parole di Lily ed erano esattamente gli stessi pensieri che avevo fatto quando avevo saputo di Regulus e della sua nuova aspirazione... Anche lui sembrava gentile e buono con me. Eppure..
"Lily, mi dispiace... Sai quello che ho passato per Regulus. Ti capisco. Non posso dirti di fartene una ragione, perchè io tutt'ora non me la sono fatta. Però... Magari Severus cambia idea! Non tutto è perso.."
"Sento che lo sto perdendo, Selene..."
"Lily, ma tu cosa provi per lui?"
Lily si girò di scatto e mi fissò con i suoi occhi verdi pieni di lacrime. Sembrava confusa...
"Per me Severus è come un fratello, nulla di più.."
Poi capii che Lily voleva stare un po' sola e dopo averla abbracciata, lasciai la stanza ed andai in sala comune, dove Remus stava leggendo un libro.
"Come sta?" mi chiese.
"E' stata meglio..."
Remus sospirò, era incredibile quanto fosse grande il suo cuore: si preoccupava di tutti, era buono con tutti tranne che con se stesso.
"Tu come stai?" gli chiesi io.
"Come un lupo manaro in vicinanza della Luna piena." mi rispose Remus.
Guardai fuori dalla finestra e vidi la Luna, che faceva capolino da dietro le nuvole chiare, quasi piena.
"Beh, sarà un'occasione per passare una bella nottata nei boschi!" sdrammatizzai io.
"No, Selene. E' meglio che tu stia qui ad aspettarci. Non voglio che ti faccia male."
Lo fissai negli occhi: un velo di malinconia offuscava il suo sguardo e non faceva altro che accentuare le sue cicatrici. Quando sorrideva invece sembravano sparire.
"Oh no, Remus. Non fare la ragazzina mestruata di nuovo! - dissi io acidamente - Non con me! Mi sono fatta un culo così per trovare un modo per starti vicino durante la Luna piena... e ora tu che fai? Fai la vittima?! Remus non compiangerti sempre. Smettila."
Remus divenne rosso in volto, ma non per l'imbarazzo, sembrava arrabbiato.
"Lo vuoi capire che ho paura di farti del male? Tu per me sei come una sorella, non voglio farti del male. Come faccio a non vergognarmi di quello che sono?! Avrei potuto uccidere quella bambina in un secondo se ci fosse stata la Luna piena. Io non riesco mai a pensare alla mia vita in modo normale, perchè non lo è, Selene. Io non sono normale, io sono un mostro."
Era arrabbiato, con me perchè cercavo di fargli capire che non era un mostro e con sè stesso per quello che era. Odiavo quando faceva così... Perchè non riusciva ad accorgersi della persona meravigliosa che era?
"Remus, lo sai che i bambini hanno paura dei mostri vero? - dissi sedendomi sul bracciolo della poltrona su cui era seduto il mio amico. - Se tu fossi il mostro che dici, lei non ti sarebbe saltata addosso come ha fatto. Dora ha visto esattamente quello che vedo io ora di fronte a me: un ragazzo stupendo, dal cuore d'oro, sensibile, un amico di cui fidarsi. Una persona meravigliosa. Ti prego, smettila, non farti del male."
Lunastorta abbassò lo sguardo per un po' e poi mi sorrise e mi sussurò un flebile "Grazie."
Mentre ci abbracciavamo nella Sala Comune, Sirius, James e Peter arrivarono di gran carriera.
"Ehi, Lunastorta, non vorrai rubarmi la fidanzata?" disse Sirius scherzando.
"Sei molto fortunato, Sirius. - disse Remus - Io non la lascerei così spesso da sola."
"Infatti, non è questa la mia intenzione..." disse Sirius cingendomi i fianchi con le sue mani come al solito calde.
"Come sta la tua amica?" mi chiese James.
"E' triste..." risposi io.
Jame sospirò; dopo un po' i malandrini salirono tutti nelle loro stanze, tranne Sirius che diceva di avever bisogno di coccole. Coccole che consistevano in baci appassionati, risate e sguardi complici pieni d'amore. Mi sentivo al settimo cielo. Era sdraiato con la testa sulle mie gambe, mentre io gli toccavo i capelli.
"Penso che James sia completamente cotto della Evans." disse Sirius.
"Di Lily, perchè quello è il suo nome."
"Si vabbè, quello. Dobbiamo fare qualcosa per aiutarlo..."
"Tu cerca di non dargli uno dei tuoi geniali consigli. Con me sei stato un vero disastro.."
"Non è vero! - disse Sirius mettendosi seduto e incrociando le braccia in segno di protesta - Io so come trattare le ragazze, sei tu che sei un po'.. anomala."
"Ahh! - esclamai io - Quindi ora il problema sarei IO!"
"Esattamente!" disse Sirius passandosi le mani tra i capelli corvini.
"Ma fammi il piacere..."
"Ehi gattina, - mi sussurrò Sirius nell'orecchio - non mi contraddire!"
"Ehi Felpato, stai attento, graffio!"
Entrambi scoppiammo a ridere al ricordo di quella sera, quando gli diedi uno schiaffone in pieno viso. Poi improvvisamente Sirius si adombrò.
"Cosa hai ora?" gli chiesi.
"Che ti ha detto Lunastorta? Cosa vi stavate dicendo?"
Gli raccontai tutto ciò che ci eravamo detti e Sirius ascoltò con attenzione.
"E' un idiota. - disse Sirius quando ebbi finito - Sai quante ragazze ha rifiutato?!"
"Davvero? - chiesi io - non me l'ha mai detto!"
"Guarda che Remus ha tante ammiratrici - disse Sirius - solo, che le respinge tutte. Ti stupisce?"
"No!"
"Ti piace Remus?"
"Sei scemo?"
"Sì, un po'."
 
-
 
Da quel giorno spendemmo almeno un'ora ogni sera a coccolarci sul divano, a riempirci di baci e carezze, mentre tutti i grifondoro dormivano beati. Era il momento della giornata che amavo di più.
Remus cercava di farsi forza per quanto poteva, anche se a volte aveva bisogno di essere stimolato da noi. Lily invece con il passare dei giorni e dei mesi diventava sempre più nervosa e suscettibile: i litigi con Severus erano sempre più frequenti e i G.U.F.O. si avvicinavano.
"Potter abbiamo una marea di cose da studiare e tu davvero pensi al Quidditch?"
"E' una questione di priorità Evans. E si da al caso, che io riesca a studiare e ad avere una vita sociale contemporaneamente. Sai dovresti imparare anche tu. Per esempio... Vuoi uscire con me?"
"Ma nemmeno morta uscirei con te, Potter!"
"Potresti iniziare da viva.."
"Sparisci. ORA."
Questa era una loro tipica conversazione: James ogni giorno le chiedeva di uscire ma lei lo mandava al diavolo.
Anche Sirius in occasione dei G.U.F.O. si mise a studiare seriamente: strano ma vero. Ogni giorno passava più di due ore sui libri ed io non potevo credere ai miei occhi! Era sempre stato uno studente un po' svogliato ma fortunatamente per lui molto intelligente - della serie 'è intelligente ma non si applica' - e vederlo studiare assiduamente e di sua spontanea volontà mi fece pensare che allora questi G.U.F.O. dovevano essere davvero difficili! Inoltre notai con piacere che leggeva con interesse il libro di Antiche Rune che i miei genitori gli avevano regalato per il compleanno; spediva di tanto in tanto una lettera a mia madre e lei mi scriveva a sua volta manifestandomi tutta la sua felicità per aver ricevuto lettere da Sirius.
Sebbene avessi promesso a James di aiutarlo con Lily, non riuscivo a vedere la mia amica soffrire per Severus e starmene con le mani in mano; così cercai più di una volta di parlare con lui, di farlo ragionare e fargli capire che se avesse continuato con quell'atteggiamento avrebbe perso per sempre Lily, la sua Lily.
"Severus, posso parlarti?"
"Cosa vuoi oggi??" mi diceva ogni volta irritato.
Aveva davvero un pessimo carattere.
"Ma si può sapere cosa ti succede? Dov'è il Severus che ho conosciuto?!"
"Senti non ti ci mettere pure tu con questi sentimentalismi, io sono lo stesso Severus che hai conosciuto quattro anni fa."
"Menti. Loro ti stanno cambiando, proprio come hanno cambiato Regulus... Severus, ti prego.."
"Vattene."
"No, tu mi ascolti! - dissi gridando, con tutti gli occhi dei Serpeverde puntati su di me - Non qui, seguimi."
Severus sbuffò, ma mi seguì nel cortile.
"Severus io lo dico per te, so che tu provi qualcosa per Lily, so che non vuoi perderla. Ma se continui di questo passo la perderai davvero, per sempre. Non farti condizionare dagli altri, sei un ragazzo intelligente, ragiona con la tua testa, per Merlino!"
Gli occhi neri come la pece di Severus mi guardarono con tristezza e frustrazione. Era evidentemente scosso dalle mie parole. Poi la sua carnagione solitamente pallida e giallastra diventò di un rosa acceso.
"Mi dovete lasciare in pace. Voi non sapete nulla della mia vita! NULLA!"
Mi disse ciò con rabbia, scuotendomi le spalle ed io ero scioccata dalla sua reazione.
"Ehi Mocciosus, giù le mani dalla mia ragazza!"urlò qualcuno dietro di me.
Era Sirius, che furioso come non mai diede uno spintone a Severus facendolo cadere a terra.
Severus rimase a terra e scoppiò a ridere in tono di sfida. Sirius lo prese per la divisa e lo fece rialzare, lo guardò in cagnesco e giurerei che stesse per dargli un pugno.
"Sirius, lascialo in pace. Non ne vale la pena."
Ma Sirius aveva ancora un'espressione arrabbiata sul viso, i suoi occhi grigi erano pieni di odio.
"Sirius, ti prego, lascialo. Andiamo."
Sirius mollò la presa, mi tese la mano e mi seguì.
"Bravo, Fido, segui la tua padroncina da bravo cagnolino." disse Severus divertito.
Sirius mi lasciò la mano e scagliò un pugno in piena faccia a Severus. E proprio in quel momento passò di lì la professoressa McGrannit.
"Black, Piton. Seguitemi nell'ufficio del preside. Signorina Brandon, lei c'entra qualcosa in tutto questo?" mi chiese la professoressa.
Sì, che c'entravo qualcosa. Ero la causa di tutto quel pasticcio, ma Sirius rispose prima di me :
"Lei non c'entra nulla, professoressa."
 
Sirius si guadagnò una bella punizione impartitagli dalla McGrannit e Severus un occhio nero che gli durò per tre settimane. Ogni volta che lo vedeva entrare in Sala Grande con l'occhio nero in contrasto con la sua carnagione pallida, Sirius rideva soddisfatto. Ed io ogni volta lo rimproveravo per essere stato troppo impulsivo come sempre e lui prontamente mi rispondeva "Se l'è meritato."
Dopo quell'episodio è inutile dire che i miei rapporti con Severus furono definitivamente troncati: Severus non voleva parlarmi per nessuna ragione al mondo e Sirius non gioiva all'idea che io parlassi con lui.
 
Gli esami per i Malandrini e per Lily arrivarono prima del previsto. Erano tutti nervosi, perfino James e Sirius, i più spavaldi della compagnia. La mattina dell'ultima prova di Difesa Contro le Arti Oscure diedi un bacio di incoraggiamento a Sirius e lo salutai augurandogli buona fortuna.
"Evans e tu non mi dai un bacio di incoraggiamento?" disse James protendendo le labbra per farsi dare un bacio.
Lily più nervosa che mai, lo guardò minacciosamente e andò via piangendo.
"Ohh, io mi sono scocciato di vederla piangere! Tutta colpa di Mocciosus, giuro che me la paga!" disse James rabbioso.
 
Remus' POV
Difesa Contro le Arti Oscure era la mia materia preferita in assoluto e una domanda mi risultò particolarmente facile: Indicate i cinque segni che contraddistinguono un Lupo Mannaro. Mi piaceva vincere facile. Piton fu il primo a consegnare, ma dopo circa mezz'ora anche io e i miei amici consegnammo soddisfatti del nostro lavoro.
"Ti è piaciuta la domanda numero dieci, Lunastorta?"mi chiese Sirius uscendo dalla Sala.
"Eccome - risposi allegramente al mio amico - "Un'ottima domanda."
"Credi di essere riuscito ad individuarli tutti e cinque?" mi chiese James fingendosi preoccupato.
"Credo di sì - replicai - Uno: è seduto sulla mia sedia. Due: indossa i miei vestiti. Tre: si chiama Remus Lupin."
Tutti noi scoppiammo a ridere, quando ero di buon umore riuscivo ad avere un ottimo senso dell'umorismo. Ad un certo punto James puntò qualcosa, anzi qualcuno, sotto un albero. Severus Piton stava leggendo tranquillo e ignaro del fatto che James lo aveva puntato e che non aveva le migliori delle intenzioni.
James corse verso di lui incitandoci a seguirlo.
"Forza Lunastorta, Felpato, Codaliscia!"
Piton vedendoci arrivare si alzò di scatto e ci puntò la bacchetta contro, ma con altrettanta velocità James lo disarmò con un Expelliarmus.
"Bel colpo James!" esclamò Sirius alle sue spalle.
"Avanti James, finiscilo!" urlò Peter, che raramente parlava.
Io rimasi in silenzio, non condividevo il loro divertimento nel prendere in giro Piton, ma volevo loro troppo bene per rimproverarli. Ero un vero codardo.
"Levicorpus!" urlò James e Piton si ritrovò per aria appeso per le caviglie.
James stava esagerando.
"Allora, chi vuole vedermi togliere i pantaloni a Mocciosus?" urlò ancora, mentre ormai un gruppo di Grifondoro si era radunato attorno all'albero per assistere allo spettacolo messo in scena da James. In quel momento mi sentii di intervenire.
"James, smettila. Non credi di stare esagerando?" gli dissi sussurrandogli nell'orecchio.
"Sei noioso a volte, Lunastorta!" mi disse di tutta risposta James.
Sirius sembrava il più divertito, ma il suo sorriso scomparve quando vide spuntare dal nulla Selene. La mia amica vedendo Piton sospeso per aria si portò una mano alla bocca.
"James smettila, lascialo in pace!" disse implorandolo.
James non la ascoltò e continuava a ridere divertito alla vista di un sempre più nervoso Piton.
"Sirius! - urlò Selene al suo ragazzo - Digli di smetterla!"
"Perchè dovrei?! E' così divertente!" esclamò Felpato.
Selene si avvicinò a me. "E tu non dici nulla? Non dici loro di smetterla?"
"Ci ho provato, dicono che sono noioso.."
Proprio mentre finivo di dire quelle parole arrivò Lily più furiosa che mai.
"Potter lascialo in pace. Perchè vi divertite a prendervela con i più deboli? Siete dei codardi!"
James rimase di stucco, ma mai quanto Piton che era ancora sospeso in aria a testa in giù con i pantaloni abbassati.
"Non ho bisogno del tuo aiuto, sudicia sangue sporco!" urlò Piton.
James con un colpo di bacchetta lasciò cadere a terra Piton che ora negli occhi aveva stampata la paura. Gli occhi di Lily erano colmi di lacrime e di disprezzo.
"Come mi hai chiamata?" disse con un filo di voce.
"Scusami, Lils, io non volevo.. io... SCUSAMI!"
"NO! - urlò la mia amica - Questo è troppo. Non ti perdonerò mai, Severus, per quello che mi hai detto e che mi hai fatto. MAI!"
Così dicendo corse via scoppiando in lacrime seguita da Selene che prima di fuggire via lanciò un'occhiata torva a Sirius.
"Questa me la paghi Potter!" urlò Piton prima di andare via sconvolto quanto Lily.
"Mi sa che l'abbiamo combinata grossa..." disse Peter.
Sirius e James lo fulminarono con lo sguardo e poi guardarono me.
"E tu togliti quell' espressione soddisfatta dalla faccia, della serie 've l'avevo detto, io'." mi disse James scocciato.
Tra me e Piton non era mai corso buon sangue, un po' perchè lui sembrava non vedere l'ora rivelare al mondo intero che ero un lupo mannnaro, un po' perchè...beh, in fondo io ero un Malandrino!
D'altra parte però non mi era mai sembrato giusto che sia James che Sirius lo tormentassero in quel modo. James non aveva acquistato più punti agli occhi di Lily, e Sirius.... se la sarebbe vista con l'ira funesta di Selene.
 
Sirius' POV
Che ero un perfetto idiota me ne accorsi solo quando Selene, prima di scappare via con Lily, mi rivolse un'occhiata torva. Perchè me ne accorgevo solo dopo di aver fatto una cazzata? Avrei tanto voluto prendermi a schiaffi da solo, ma potevo risparmiarmi la fatica, perchè ci avrebbe pensato la mia dolcissima metà.
"A cosa stai pensando, Felpato?" mi chiese James mentre fissava il vuoto.
"Che siamo due idioti. Ed io più di te."
"Hai ragione." rispose amaro James.
"Devo andare a parlare con Selene..."
James cercò di soffocare le risate.
"Se fossi in te -  mi disse passando l'indice della sua mano destra sul collo - io non lo farei."
Remus leggeva sotto l'ombra dell'albero, tranquillo, con la coscienza pulita. Quando si sentì osservato da me, distolse lo sguardo dalla sua lettura e disse.
"Nemmeno io andrei a parlarle ora. Lily starà nuotando fra le sue lacrime e Selene sarà intenta a consolarla e ad insultarti."
"Lunastorta, dimmi una cosa - dissi io grattandomi il mento - perchè riesci a capire le donne meglio di noi?!"
"Forse perchè come loro ha un problemino una volta al mese." disse James stiracchiandosi sull'erba.
Remus chiuse il libro e lo lanciò addosso a James e poi tutti scoppiammo a ridere.
"No dai, sono serio! - insistetti - Come fai a capirle?"
"Non lo so, cerco solo di mettermi nei panni degli altri.." rispose Remus.
"Come se non ne avessi abbastanza dei miei panni.." rispose James.
"Vabbe. Io vado a parlarle." dissi deciso alzandomi.
"Tu sei pazzo." mi disse James.
Ma ormai avevo preso la mia decisione. Volevo vedere,sapere fino a che punto Selene mi odiasse; in cuor mio speravo che in fondo non se la fosse presa molto, che non fosse arrabbiata al punto di volermi lasciare... Nella mia mente riaffiorarono i ricordi di quella maledetta notte di Halloween, la notte in cui scoprii di amarla, la notte in cui mettemmo in pericolo Mocciosus; mi ricordai dei suoi occhi arrabbiati e delle sue parole taglienti, ma anche della sua mano che mi afferrò il polso e della sua voce flebile che mi ringraziò per averle salvato la vita.
Da quando ci eravamo conosciuti avevamo litigato parecchie volte ed io avevo fatto parecchie sciocchezze; ma mai mi ero sentito come mi stavo sentendo in quel momento. Ora era tutto diverso: Selene era la mia ragazza e l'ultima cosa che avrei mai voluto era deluderla. Eppure lo avevo fatto. L'avevo fatta arrabbiare e anche molto.
Mentre facevo questi pensieri ero arrivato in Sala Comune dove trovai Alice a Frank abbracciati sullo stesso divano su cui ogni sera io e Selene, da qualche mese a questa parte, ci coccolavamo.
"Alice, hai visto per caso Lily e Selene?"
"Sì, sono nella nostra stanza.. Se fossi in te le lascerei in pace."
Perchè tutti mi davano questo consiglio? Ma io ero determinato a voler parlare con lei.
"Per favore Alice - dissi implorando la ragazza di Frank - puoi andare a chiamarmi Selene? Dille che voglio parlarle."
Alice annuì e salì nel dormitorio delle ragazze. Aspettai appoggiato allo stipite della porta per un po', fino a che non vidi arrivare Selene. Aveva i capelli tirati ed un'espressione altezzosa, degna dei Black, sul viso. Mi prese per il polso e mi trascinò fuori dalla sala comune.
"Cosa diavolo vuoi?" mi chiese con le braccia conserte senza degnarmi di uno sguardo.
"Sei arrabbiata con me?" le chiesi come un cretino.
Lei inarcò un sopracciglio e capii di aver fatto una domanda retorica. Certo, che era arrabbiata con me.
"Senti, mi dispiace. Io..."
"Sirius, sempre dopo ti dispiace? Ma non pensate mai a quello che fate?"
"Senti Selene, perchè difendi così tanto Mocciosus?"
"Lascia perdere Mocciosus, che per come stanno le cose ora lo appenderei io stessa alla torre di astronomia!"
"E allora qual è il problema?!"
"Qual è il problema??! Il problema è che tu e il tuo amichetto James dovete crescere. Non riuscite proprio a contare fino a dieci prima di fare una cosa e valutare se quello che volete fare è giusto o meno?"
"Che noia..." mi venne naturale dire.
Poi mi portai una mano alla bocca e avrei tanto voluto mordermi la lingua. Diamine Felpato! Non ne dici una giusta!
"Vi sembra giusto tener sospeso per aria un ragazzo ed umiliarlo davanti a mezza scuola solo perchè vi sta antipatico? RISPONDI."
Nel caso di Mocciosus tutto era lecito, pensai. Ma non era la risposta giusta.
"Ma lui sta diventando un Mangiamorte, se ne sta con Regulus e gli altri Serpeverde... Ti ha trattata male, e se non fossi intervenuto io chissà cosa ti avrebbe fatto..."
"Non si risponde alla violenza con altra violenza, Sirius."
"Bisogna farsi rispettare, in guerra come si fa?"
"Sirius, non parlare di guerra. Davvero, fra qualche anno potresti pentirti di quello che dici."
Aveva ragione. Ed io ero un deficiente, come al solito.
"Senti Selene a me dispiace, ti prego perdonami."
"Sirius mi sono scocciata dei tuoi dispiaceri. Cresci, dimostrarmi che sei un bambino e poi ne riparliamo. - disse voltandosi per rientrare in Sala Comune - Prendi esempio da Remus."
E se ne andò.
Quel maledetto di Lunastorta. Non poteva elargire un po' dei suoi saggi consigli anche a noi poveri sprovveduti di saggezza e buon senso?!
 
-
 
Per i restanti giorni di scuola Selene mi rivolse raramente la parola ed io non ce la facevo più a reggere questa situazione. Non ero ancora riuscita a dimostrarle di essere maturo - come aveva detto lei - ma la realtà era che non lo ero e forse non lo sarei mai stato.
Ci eravamo messi d'accordo che avrei speso due settimane prima di tornare a scuola a casa sua, ma non ero poi così certo che ci saremmo visti durante l'estate. Lily avrebbe passato le vacanze da lei, perchè non aveva assolutamente intenzione di sopportare le scenate di gelosia della sua sorella babbana. Ed io mi sentivo il mondo crollare addosso: tutta l'armonia che mi ero creato con Selene, con sua madre e anche con suo padre  - per quanto precaria - ora si sarebbe frantumata in mille pezzi. Chissà cosa avrebbe pensato il signor Brandon di me, che già mi odiava? E la cosa che mi dispiaceva di più era deludere Margareth!
 
Per tutta l'estate ci scambiammo poche lettere, il cui contenuto era freddo e si limitava a stupidi convenevoli che non avevano nulla a che fare con me e Selene. James diceva che Selene stava esagerando, ma io non la pensavo così. Aveva ragione, aveva dannatamente ragione. Quella ragazza aveva avuto la capacità di far crollare la mia eccessiva sicurezza e autostima. Non mi ero mai ritrovato a rimuginare sulle mie azioni; avevo sempre pensato che quello che facevo fosse giusto.  Come riusciva ad essere così ragionevole a soli quattordici anni?!
 
Selene's POV
Quell'estate la passai interamente a casa mia con Lily. La mia amica alternava a momenti di felicità a momenti di sconforto più totale. Pensava a ciò che le aveva fatto Severus e scoppiava a piangere. Mia madre, che aveva conosciuto Severus, rimase scioccata dal suo comportamento e cercò di coccolare e consolare Lily come se fosse sua figlia.
Una volta sentii una conversazione dei miei genitori in cui mio padre mafinestava tutta la sua preoccupazione: i tempi stavano diventando davvero buii, Voldemort stava reclutando sempre più seguaci e le sue schiere di Mangiamorte erano sempre più affolate da giovani maghi assetati di potere.
"Se ci dovesse succedere qualcosa, Margareth, Selene rimarrebbe sola!"
"Non dire fesserie, Febus! - gridò mia madre impaurita - Non ci succederà nulla, e Selene non rimarrà sola."
"Margareth, lo sai benissimo che non siamo ben visti dagli altri Purosangue fanatici. - replicò mio padre - Per loro non siamo altro che traditori del sangue magico e quelli come noi saranno fatti fuori prima dei Babbani."
Mia madre sospirò e corse ad abbracciare mio padre. Non li avevo mai visti così preoccupati in vita mia. Per fortuna fu l'unica volta che li sentii parlare dell'argomento e potei godermi le vacanze estive per quanto possibile.
L'estate del 1976 fu la più calda che ebbi mai vissuto e mai come quell'anno avevo voglia di andare al mare nel sud dell'Europa. Ma mio padre aveva tanto lavoro da sbrigare al Ministero e mi dovetti accontentare di lunghe passeggiate a cavallo con Lily.
Più di una volta mi fu chiesto da mia madre perchè Sirius non era ancora venuto a trovarci e all'ennesima volta fui costretta a raccontarle tutto. Rimase molto dispiaciuta dell'accaduto e disse anche che ero stata troppo severa - come al solito, secondo lei - con Sirius, in fondo si trattava di una ragazzata. Una parte di me le dava ragione, ma l'altra, responsabile e fin troppo adulta, mi diceva che non era giusto quello che avevano fatto. D una cosa ero assolutamente certa: Sirius mi mancava. Mi mancavano le sue risate sguaiate, i suoi ricci neri, i suoi occhi vispi, mi mancava proprio tutto di lui. Ma ero testarda ed orgogliosa e non avrei mai ammesso a me stessa di aver esagerato.
 
Una sera ero fuori seduta su una panchina del giardino a guardare le stelle, a guardare Sirio, mentre mia madre insegnava a Lily degli incantesimi domestici.
"Ehi cucciola! - mi chiamò una voce fin troppo familiare da dietro la siepe - Cosa fai qui tutta sola?"
"Papà, non mi chiami cucciola da quando ho compiuto sette anni!" dissi ridendo.
"Solo perchè tu me lo hai proibito. Ma rimani sempre la mia cucciola, pure quando avrai trentanni. - disse il mio saggio e geloso padre appoggiando un braccio sulla mia spalla e tirandomi a sè - Bella
serata eh?"
"Bellissima."
"Quella è Sirio, la stella più luminosa del cielo notturno, fa parte della.." iniziò a dire.
"..Costellazione del Cane Maggiore, lo so!"
"E il tuo Sirius?"
"Il mio Sirius cosa?!" esclamai.
"Perchè non scorrazza in casa mia con gli occhi a cuoricino?"
"Abbiamo litigato."
"Lo so. Me l'ha detto tua madre."
Sbarrai gli occhi. Mia madre era buona e cara ma proprio non sapeva tenere la bocca chiusa!
"Perchè me lo hai chiesto allora?!"
"Volevo vedere se mi divevi la verità. - disse mio padre accarezzandomi la guancia - E' per la questione di Severus Piton, vero?"
"Sì."
Mi aspettavo che mio padre iniziasse a dire che lui l'aveva sempre detto che quel Sirius Black è una testa calda e che era meglio stare alla larga da lui.
"Hanno fatto bene Sirius e James."
"COSA?!"
"Io avrei fatto la stessa cosa."
Guardai mio padre negli occhi, quegli occhi che mi aveva gentilmente regalato.
"Chi sei tu, e cosa ne hai fatto di Febus Brandon?"
Mio padre scoppiò a ridere.
"Guarda che io ero peggio di Sirius e James da piccolo. Ne combinavo una più del diavolo, davvero. E tua madre non sopportava la mia insolenza. Non l'ha mai sopportata. - disse toccandosi la barba biondiccia - Ma ha saputo trovare in me altri pregi."
"Papà, sei serio?!"
"Certo!"
"E allora perchè odi Sirius?"
"Lo odio perchè so che è il ragazzino adatto a te. Siete esattamente come eravamo io e tua madre..."
Ci fu una breve pausa di silenzio.
"Quindi.. cosa dovrei fare?"
"Tu cosa faresti?" mi chiese mio padre.
"Ehi Febus, non si risponde alle domande con altre domande."
"Signorina Brandon, sei tu quella che deve prendere una decisione." disse mio padre incrociando le braccia.
"Ma dammi un consiglio!" dissi implorandolo.
"Tu ci tieni a Sirius, vero? - mi chiese mio padre ed io risposi annuendo. - Allora devi amare i suoi difetti come ami i suoi pregi. Nessuno è perfetto Selene... Nemmeno tu."
"Lo so!" dissi in mia difesa.
"Beh, allora dovresti evitare di fare la signorina sotuttoio. Sembri una Corvonero a volte!" esclamò mio padre.
"Io sono una fiera Grifondoro, papà. E sempre lo sarò."
"Brava la mia cucciola."
"Grazie papà." dissi abbracciandolo più forte che potevo.
Adoravo questi momenti più che rari con mio padre, durante i quali si spogliava dalle vesti di genitore severo e austero e indossava quelle del confidente, dell'amico su cui si può contare,
colui che ti dice sempre la verità, seppur amara.
Dopo aver parlato con mio padre, capii che non vedevo l'ora di vedere Sirius e che non mi interessava del suo essere infantile e delle sue 'marachelle'.
Avevo solo una voglia matta di abbracciarlo.
 
Fortunatamente la settinama prima dell'inizio della scuola arrivò subito ed io e Lily andammo a Diagon Alley con i miei genitori a fare compere. Avevo sempre amato passeggiare per quella strada piena di negozi meravigliosi, ma quel giorno ero troppo presa nel cercare Sirius tra i mille passanti che affollavano Diagon Alley.
Ero con Lily a comprare i libri di testo al Ghirigoro, stavo sfogliando un libro sulla Cura delle Malattie magiche, quando ad un certo punto notai la presenza di qualcuno. Alzai lo sguardo del libro e per un primo momento fui felice di vedere una faccia familiare. Occhi grigi, capelli neri.. ma erano troppo ordinati. Era Regulus.
"Ciao.." mi disse con lo sguardo basso.
"Cosa vuoi?" gli dissi in tono acido.
"Nulla."
Feci per voltarmi ma lui mi afferrò il polso.
"Stai bene con quell'idiota di mio fratello?" mi chiese con un sorriso amaro sulle labbra.
"Non sono affari che ti riguardano." gli ringhiai.
Mi strinse ancora di più il polso. "RISPONDIMI."
"Sto bene con Sirius, ma ancora non capisco perchè ti interessi così tanto."
"Infatti non mi interessa."
Dopo aver detto questo si voltò con la sua solita aria altezzosa e se ne andò. Rimasi stupita dal suo atteggiamento, non riuscivo ad interpretarlo. Perchè mi voleva tormentare ancora?
"Selene tutto bene? Con chi stavi parlando prima?" mi chiese Lily che portava una montagna di libri tra le braccia.
"Con Regulus."
"CON REGULUS?!?! E me lo dici così? - disse sconvolta Lily appoggiando la montagna di libri su uno scaffale libero. - Cosa voleva da te?"
"Voleva sapere di me e Sirius..."
"E tu?"
"Ed io, niente... gli ho detto che sto benissimo con Sirius. - dissi convinta di quello che dicevo - Ora andiamo, i miei ci staranno aspettando."
Stavamo uscendo dal Ghirigoro, quando mi scontrai con qualcuno e mi caddero tutte le buste contententi le cose che avevo appena comprato. Stavo per gridare e maledire in tutte le lingue che conoscevo chi mi era venuto addosso, ma quando alzai lo sguardo mi scappò un grido di gioia, non di rabbia..
 
Sirius' POV
"SIRIUS!" urlò la persona che avevo appena urtato.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai di fronte Selene con un sorriso a trentadue denti. Sembrava felice di vedermi e prima che riuscissi a dire qualcosa mi saltò letteralmente addosso e si avvinghiò al mio corpo. La sua testa era appoggiata sulla mia spalla e sentivo la sua risata eccheggiare tra i miei capelli. Ero destabilizzato, ma ero felice più di lei di rivederla e la strinsi più forte che potevo.
"Mi sei mancata" le sussurrai nell'orecchio.
"Anche tu, - disse lei ora guardandomi negli occhi - mi dispiace. Sono stata insopportabile..."
"Ed io sono stato irresponsabile."
"Non mi importa."
Cosa le aveva fatto cambiare idea? Beh, al momento mi importava molto poco, avevo ritrovato la mia gattina e questo mi bastava, eccome se mi bastava!
La aiutai a raccogliere tutte le cose che le erano cadute e continuammo a passeggiare insieme per Diagon Alley, mentre Lily e James non si rivolgevano la parola. Peter e Remus ci raggiunsero presto e tutti insieme andammo alla Gelateria Fortebraccio. Mentre eravamo seduti ad un tavolino a mangiare i nostri gelati, delle strane figure nere si dirigevano verso il Paiolo Magico. Una di queste mi lanciò uno sguardo assassino e desideroso di vendetta; un altro uomo sempre vestito di nero aveva i capelli lunghi e biondi, e mi sembrò di averlo visto già da qualche parte. Il gruppo sparì poco dopo nel Paiolo Magico e mi sentii sollevato e allo stesso tempo preoccupato. Quelle facce erano poco rassicuranti e sicuramente non avevano le migliori delle intenzioni.
Dopo aver finito il gelato, accompagnammo Lily alla stazione di King's Cross dove la aspettavano i suoi genitori. Ma non trovammo la solita 'tranquilla' frenesia della Londra babbana: la gente correva disperata da una parte all'altra, i bambini piangevano e il cielo era nero come la pece. Una figura inizialmente sfocata attirò la nostra attenzione: era un teschio con la lingua a forma di serpente. Mi venne naturale stringere Selene tra le mie braccia e così fece il signor Brandon con sua moglie.
"Mangiamorte." disse con lo sguardo vuoto.
Ed era solo l'inizio.

******************************************************************************************************************************************
NdA: Salve a tutti! Eccomi qui con un altro capitolo.. Bene, inizio con il dire che mi reputo la scrittrice di fan fiction più sfortunata del pianeta. Erano anni che bramavo di sapere la data di nascita di Sirius; di due cose ero sicura: che era nato dopo il primo Settembre e che era o uno Scorpione o un Capricorno (sì, sono fissata con l'oroscopo, con la mitologia e con le stelle, non so se si è notato :P). Ho aspettato parecchio prima di scrivere del compleanno di Sirius nella storia, volevo farlo prima, però pensavo "Prima o poi la Rowling ce lo rivelerà!". Alla fine (essendo un'Arietina) ho perso la pazienza e mi sono inventata che Sirius era nato il 26 Dicembre. Dopo solo pochi giorni dalla pubblicazione di quel capitolo, la cara e dolce zia Row rivela al mondo intero che Sirius è nato il 3 Novembre. Ditemi se questa non è sfortuna?!
Bene così. LOL
Dopo questo sproloquio, vi informo come ho deciso di strutturare la storia dal prossimo capitolo in poi: in ogni capitolo scriverò la storia di ogni anno scolastico, raccontato a ritmi alternati dai vari personaggi, fino ad arrivare al 1981, anno cruciale. Spero vi aggrada la mia decisione, fatemi sapere nelle recensioni.
Ora passiamo ai ringraziamenti:
Rinnovo la mia gratitudine a @piccolo_uragano_, grazie per i consigli e la disponibilità!
Grazie per l'entusiasmo alla nuova lettrice @fight_2may1998, ti aspetto nelle recensioni!
E grazie anche per la rinnovata fiducia a @rubytusday che spero di non deludere più.
Per oggi è tutto, spero che il capitolo vi sia piaciuto, come al solito ci metto tutto il cuore e la mia passione, ma non sempre i risultati sono quelli sperati :( 
Vado a studiare le equazioni di Maxwell. Auguratemi buona fortuna. 
Vostra Aranel. 

PS: Più in là pubblicherò in allegato una foto. Questa foto ritrae l'attrice a cui mi sono ispirata per Selene... riuscite ad indovinare?! Avete bisogno di qualche indizio?? E va bene! Allora è un'attrice e modella italiana, con origini straniere. Non è particolarmente famosa in Italia (all'estero francamente non lo so :P) però secondo me è di una bellezza naturale sconvolgente! Ha girato qualche mini-Serie firmate RAI... Vi bastano questi indizi? 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** ΑΝΑΓΚΗ ***


Io sogno di dare alla luce un bambino che chieda: “Mamma, che cosa era la guerra?”
- Eve Merriam



Anno scolastico 1976-1977
 
Sirius' POV
Il panico regnava sovrano a Londra e noi non potevamo fare altro che guardare allibiti la scena.
"Sirius, James, i vostri genitori dove sono?" chiese serio come non mai il signor Brandon.
"A casa - rispose James - Papà sarebbe venuto a prenderci per le diciotto da qui."
"Non potete rimanere qui. - disse pensieroso il padre di Selene - Margareth, porta i ragazzi a casa.. anche tu Lily, vai con loro. Avviserò io i signori Evans e i Potter."
"Papà, ma tu dove vai? Non vieni con noi?" esclamò Selene preoccupata, mentre si stringeva ancora di più a me.
"No, Selene. Devo andare al ministero, avranno bisogno del mio aiuto."
Selene annuì, Margareth guardò con uno sguardo pieno di apprensione e di paura il marito.
"Fa attenzione, Febus."
"Sta tranquilla, sarò di ritorno fra qualche ora."
Il signor Brandon mi rivolse uno sguardo rassicurante e poi guardò sua moglie e a sua figlia. Sembrava quasi che mi volesse dire di prendermi cura di loro. Gli sorrisi e poco dopo l'uomo si era già smaterializzato.
"Allora siete pronti ragazzi? - disse la signora Brandon estraendo un cappello passa-porta dalla borsa - Tutti insieme... Uno, Due, Tre!"
E ci ritrovammo tutti nel giardino di casa Brandon.
"Tutto bene ragazzi?" si assicurò Margareth.
Remus e James erano già in piedi e si stavano strofinando i pantaloni, Lily era vicino a Margareth, Selene era affianco a me, mentre Peter era ancora sdraiato a terra e tremava per la paura.
La signora Brandon lo aiutò ad alzarsi e disse
"Su andiamo dentro, ragazzo, sta tranquillo. Ora una bella minestra ti rimetterà su! Qui sei al sicuro."
Tutti seguirono la padrona di casa, tranne Selene che fissava la sua casa con uno sguardo malinconico. La raggiunsi e le presi una mano.
"Tutto ok?"
"Sì..."
"Sei preoccupata per tuo padre, vero?"
"Sì, Sirius.. non voglio perderlo!"
Selene appoggiò la testa sul mio petto e scoppiò in lacrime. Singhiozzava come una bambina, non l'avevo mai vista in questo stato.
"Ehi, piccola - dissi passando il dorso della mia mano sulla sua pelle liscia per asciugarle le lacrime che le rigavano il volto - Stai tranquilla, non succederà nulla a tuo padre. E' un grande, se la sa cavare. Vedrai che tornerà presto.. Ora entriamo dentro."
 
Fortunatamente dopo qualche ora il signor Brandon tornò a casa e fu accolto calorosamente da sua moglie e da sua figlia. Ci raccontò che, come aveva intuito, Londra era stata attaccata dai Mangiamorte e parecchi babbani erano stati coinvolti nell'attentato, tra cui anche bambini innocenti. La cosa mi fece rabbrividire.
Pensai a Regulus... Davvero aveva sacrificato la sua vita, la sua moralità? Davvero sarebbe riuscito ad uccidere dei bambini per compiacere ai desideri dei miei genitori?! Potrebbe essere stato in quel gruppo di Mangiamorte, assieme a mia cugina, Bellatrix, la sorella di Andromeda, e al suo maritino. Mi ricordai dove avevo visto quel Mangiamorte biondo: era Lucius Malfoy, quel viscido ragazzino presente ad ogni festa dei Black e che girava sempre attorno a Narcissa, l'altra sorella di Andromeda. Si erano sposati da poco. Che schifo di famiglia, che schifo di parenti che avevo!
 
Il primo giorno di scuola fu molto strano. Il treno era silenzioso come non lo era mai stato, il cielo era grigio e sembrava riflettere i nostri stati d'animo. L'idea di rinchiudermi ad Hogwarts e di non sapere cosa stava succedendo nel mondo esterno, mi rendeva nervoso. Quante altre persone sarebbero morte per mano dei miei parenti?!
Mi vergognavo per loro, mi vergognavo di portare questo cognome. Mi sentivo in colpa, non potevo fare nulla per rimediare alle loro orribili azioni. Ma uscito da Hogwarts avrei fatto di tutto per far ricordare il mio nome in modo diverso. Al nome Black non avrebbero più associato la famiglia di nobili Purosangue Serpeverde, no. Avrebbero ricordato Sirius Black, un uomo coraggioso che partecipò alla Prima Guerra magica.
 
Osservavo Selene che leggeva come al solito un libro babbano, la sua testa appoggiata sulla mia spalla. A volte sospirava, si muoveva inquieta e guardava fuori dal finestrino il cielo plumbeo. Poi ad un certo punto si alzò.
"Ho bisogno di sgranchirmi le gambe. - mi disse saltellando sul posto - Vieni con me?"
Voleva dirmi qualcosa, così annuii e la seguii.
Camminammo un po' lungo il corridoio stretto del treno senza dire nulla, poi lei si fermò all'improvviso e posò la sua esile mano sul vetro.
"Sirius, ho paura." mi disse senza guardarmi.
"Di cosa?" le chiesi, anche se la domanda era scontata.
"La guerra, ho paura di perderti, di perdere i miei genitori, i miei amici... Ho paura di perdere tutto. - disse portandosi le mani tra i capelli in modo nervoso - Lo so, starai pensando che sono una codarda, che non sono una vera Grifondoro, che.."
"Shh - la zittii posando l'indice della mia mano sulle sue labbra tremanti - Non sei una codarda.. E' normale, tutti abbiamo paura. La guerra non è uno scherzo."
"Anche tu hai paura? " mi chiese con l'aria sconvolta.
"Sì, provo paura e rabbia allo stesso tempo. E' ingiusto ciò che sta accadendo... - dissi mentre lei mi ascoltava con attenzione - E se solo penso che ci sono un sacco di miei parenti in quel giro di Mangiamorte..."
"Regulus..." disse lei subito dopo portandosi una mano sulla bocca.
"Sì, anche Regulus.. Forse è presto. Però si ritroverà ad uccidere la gente anche lui."
Selene sussultò quando pronunciai la parola uccidere. Era strano vedere Selene ancora interessata e legata a Regulus, ma non potevo farci nulla.. Non era il momento di fare scenate di gelosia.
"Tu.. Noi.. Combatteremo?" disse Selene con un filo di voce.
"Io non me ne starò con le mani in mano.. E tu cosa farai?"
"Io non starò a guardare.. - disse poi voltandosi e portandosi le mani sul viso - Se ti succede qualcosa? Io cosa faccio?"
Era davvero preoccupata, impaurita e spaesata. Cercai di toglierle le mani dal viso ma lei continuava a piangere.
"Ehi, lo so che sei spaventata.. - le sussurrai abbracciandola, mentre lei si lasciava sprofondare sul mio petto - ..lo siamo tutti. Ma tu sei una ragazza coraggiosa, sei forte, sei un puma! Fatti forza, pensa a quando tutto questo sarà finito... Andrà tutto bene. Te lo prometto.. Cercherò di non cacciarmi nei casini."
Selene alzò lo sguardo smettendo di piangere.
"Me lo prometti?"
"Cosa?"
Mi lanciò una delle sue occhiate torve.
"Mi prometti che non ti caccerai nei casini? E che sarai imprudente solo se strettamente necessario?"
"Sì, te lo prometto. Ora sei più tranquilla?"
"No."
Mi guardò intensamente negli occhi e capii che il modo migliore per tranquillizzarla era baciarla - o almeno secondo me.
Ed avevo ragione: quel bacio fu pieno di sorrisi e di lacrime, lacrime di gioia e felicità miste a tristezza ed angoscia.
"Ed ora, sei più tranquilla?"
"Sì..." mi disse accarezzandomi il viso con la sua manina.
 
 
Arrivati ad Hogwarts, assistemmo alla cerimonia dello Smistamento e prima di dare inizio al banchetto il Professor Silente tenne il suo solito discorsetto di benvenuto.
"Benvenuti ad Hogwarts per un nuovo anno scolastico, giovani maghi e streghe! Vorrei dire qualche parola prima che inizi il favoloso banchetto. - disse toccandosi la lunga barba bianca - Prima di tutto vorrei augurare buona fortuna al Professor Gary Alfie Smith, nuovo docente di Difesa Contro le Arti Oscure!"
Tutta la Sala Grande scoppiò in un applauso per il nuovo professore.
"Ecco, questo è il sesto professore che cambiamo di Difesa Contro le Arti Oscure, vero Felpato?" chiese James.
Annuii; era noto a tutti che i professori di Difesa Contro le Arti Oscure non duravano più di due semestri ad Hogwarts. Mi augurai con tutto il cuore che il professor Smith fosse degno di essere chiamato professore, perchè mai come in quel periodo avevamo bisogno che qualcuno ci insegnasse a difenderci contro la magia oscura.
Silente continuò il suo discorso.
"Ora vorrei ricordare agli studenti del primo anno, che la Foresta Proibita si chiama così perchè lo è davvero, a meno che qualcuno non voglia avere delle esperienze davvero spiacevoli. - disse tutto ciò con la sua solita tranquillità e pacatezza, a volte davvero irritante - Inoltre, alla luce dei recenti avvenimenti vorrei esortare voi tutti a non perdere la fiducia nei valori più importanti, quali l'amore, la lealtà, il coraggio, l'amicizia... Se continueranno ad esserci questo valori fondamentali della vita, il male sarà sconfitto. Ed ora buon appetito!"
Tutti applaudimmo all'anziano preside, ma il tavolo di Serpeverde rimase in silenzio e solo pochi applaudirono lievemente, mentre tutti i loro compagni di casa li guardavano sdegnati.
Delle meravigliose prelibatezze apparvero davanti ai miei occhi ed io iniziai a mangiare tutto ciò che mi capitava davanti agli occhi.
 
Selene's POV
"E voi due? - chiese Sirius a me e Lily, mentre fagocitava una coscia di pollo - Non mangiate?"
Selene e Lily non toccarono una mollica di pane.
"Black non ti ha mai detto nessuno che non si parla con la bocca piena?" rispose acidamente Lily.
Sirius era decisamente un cane pasticcione. Ci mancava poco che non usasse più nemmeno le mani per mangiare; ma continuava ad avere il suo solito portamento elegante e principesco nonostante stesse mangiando come un uomo delle caverne. Nel frattempo si era già pulito le mani e il muso, e si schiarì la voce.
"Mie care donzelle, posso sapere, di grazia, perchè le signorie vostre non hanno consumato il loro pasto?" disse con fare altezzoso.
James scoppiò a ridere e per poco non sputò tutto ciò che aveva in bocca, suscitando la reazione schifata di Lily.
"Non abbiamo molta fame. Abbiamo mangiato sul treno..." risposi al mio ragazzo.
"Ora non scherzo, due cioccorane ti sembrano sufficienti? - mi disse minaccioso con i suoi occhi di ghiaccio -  Mangia, Selene, o scrivo a tua madre."
Non riuscii a trattenere le risate, e così anche il resto dei Malandrini e Lily.
Io e James piangevamo letteralmente per il tanto ridere, mentre Sirius ci guardava stupito e arrabbiato.
"Beh, allora? - chiese stizzito - Cosa diavolo avete da ridere, babbei?"
James riprese fiato e disse
"Da quando ti comporti come una brava mogliettina/mammina?"
Scoppiò di nuovo a ridere mentre Sirius prese una torta e gliela spiaccicò in faccia. Fu allora che James smise ed iniziò a prendere i rimasugli di torta che aveva in faccia e ad appiccicarli sui capelli di Sirius. Ora tutta la Sala grande era voltata a vedere la lotta tra James e Sirius; adoravo quei momenti. Riuscirono a scacciare la malinconia e l'aria tesa di quella sera con una torta e tante risate. Mi ricordai delle parole di mio padre ama i suoi difetti come ami i suoi pregi... Uno dei pregi migliori di Sirius - ma anche di James - era quello di riuscir a far ridere tutti, nonostante l'atmosfera non fosse delle migliori.
A fine banchetto Silente richiamò la nostra attenzione.
"Miei cari studenti, volevo annunciarvi l'intenzione di organizzare un Ballo di Natale quest'anno. Spero l'idea sia di vostro gradimento. Dopo mesi di stress e di studio è necessario a volte concedersi agli eventi mondani e alle frivolezze. Ed ora auguro a tutti voi una buona notte!"
Mentre salivamo le scale verso la torre di Grifondoro, - e Lily da brava Prefetto allarmava i ragazzi del primo anno gridando "Attenzione ragazzi, alle scale piace cambiare!" - tutti non facevano altro che parlare del ballo.
"Non vi sembra un po' fuori luogo di questo periodo organizzare un Ballo?" disse Frank Paciock.
Non aveva tutti i torti. Un ballo con una guerra imminente?!
"Oh, Frank! Ma io sono sicura che il preside ha volutamente deciso di organizzare questo ballo per non farci pensare troppo alle cose che stanno accadendo in questo periodo. - intervenne Alice -  Sicuramente la sua intenzione è quella di farci divertire e svagare ... prima che le cose si facciano più serie."
Anche lei aveva ragione...
"A me non dispiace affatto l'idea di un ballo, potrò invitare la Evans!" disse speranzoso James.
Sirius era silenzioso.
"E tu che ne pensi?" gli chiesi.
"Oh, sì. Fantastico!" disse Sirius fingendosi entusiasta.
James ridacchiò sotto i baffi e Sirius gli pestò una scarpa.
"C'è qualcosa che non so per caso?" dissi scrutando i due Malandrini.
Sirius guardò minacciosamente James.
"Io non so ballare, ecco. Ora sei contento, Ramoso?"
"E questo ti pare un buon motivo per adombrarti? - chiesi stupita - Ti insegnerò io!"
James scoppiò a ridere più forte di prima.
"E' proprio questo il buon motivo per adombrarsi, non ne vuole sapere di imparare a ballare!" esclamò Ramoso.
Sirius era rosso in volto, e stava quasi per perdere la pazienza. Così decisi di cambiare discorso per non metterlo troppo in imbarazzo.
Come era possibile? Sirius Black, lo sciupafemmine, il latin lover di Hogwarts, il ragazzo perfetto, non sapeva ballare?
Oh, non è che me ne importasse granchè, io stessa non ero una ballerina professionista. Ci saremmo divertiti comunque.
 
Lily ormai si era definitivamente ripresa dal brutto litigio con Severus e se n'era fatta una ragione; lui provò più di una volta a chiedere scusa, ma Lily era testarda ed ogni volta gli rispondeva
"Dovevi pensarci prima di dire quelle parole. Non ti perdonerò mai!" e Severus ribolliva di rabbia e frustrazione ogni volta.
L'umore di James era decisamente più allegro del solito, infatti Lily iniziava ad essere meno acida con lui, rideva alle sue battute di tanto in tanto e ormai passava sempre più tempo con i Malandrini.
Una sera capitò di parlare delle varie scampagnate notture al chiaro di Luna, e James si lasciò sfuggire davanti a Lily che anche io ero diventata Animagus.
"COSA?! - disse spalancando i suoi occhi verdi, ora arrabbiati con me - Io sono la tua migliore amica! Perchè non me l'hai mai detto?!"
Lanciai un'occhiataccia a James che nel frattempo cercava di nascondere la faccia dietro un cuscino, cosciente di averla fatta grossa.
"Lily, non è per mancanza di fiducia... è che... sai, meno persone lo sanno meglio è!" dissi cercando di scusarmi.
"Ma a me potevi dirlo! Non hai mai pensato di iscriverti al registro del Ministero?"
Tutti i Malandrini scoppiarono a ridere.
"Tu sei pazza, Evans!" esclamò Sirius.
Remus tossì e si schiarì la voce.
"La realtà, Lily, è che non è molto facile da spiegare che loro hanno consultato libri proibiti a noi studenti, che ogni notte di Luna piena sono usciti con me per farmi compagnia, che hanno insegnato a Selene clandestinamente come diventare Animagus..." disse Remus.
L'espressione di Lily cambiò.
"Hai ragione... Beh, resta il fatto che Selene poteva dirmelo... - disse toccandosi le punte dei capelli rossi - E che animale saresti?"
"La mia donzella è un bellissimo Puma!" rispose fiero Sirius al posto mio.
"Un Puma? Non ne ho mai visto uno dal vivo!" esclamò Lily.
"Allora lo vedrai stasera, per farmi perdonare.. - esclamai prendendola sottobraccio - Vieni!"
Sirius mi fece un occhiolino e mi sorrise, James mi passò il mantello dell'invisibilità e Remus la mappa del Malandrino.
Io e Lily ci coprimmo con il mantello e sgattaiolammo fuori dalla Sala Comune.
"Dove mi stai portando?" mi chiese bisbigliando.
Le feci segno di stare zitta, portandomi l'indice sulle labbra. Consultai la mappa e vidi che il settimo piano era deserto. Una volta arrivate davanti all'arazzo di Barnaba il Babbeo Bastonato dai Troll, io e Lily camminammo davanti a quel muro per ben tre volte, mentre io pensavo ho bisogno di un posto in cui mostrare a Lily che sono un Animagus.
La grande porta di ferro comparve davanti ai nostri occhi e vi entrammo appena in tempo per non essere sentite da Mrs Purr.
"Selene! - esclamò allibita Lily - Tu... sei una Malandrina!"
Mi grattai il cuoio capelluto ridacchiando ed annuii.
"Sai, Lily, io l'ho fatto per Remus, volevo stargli vicina in quei momenti... - dissi con sguardo dispiaciuto alla mia amica - e questo era l'unico modo."
E con uno scoppiettio mi ritrovai sulle mie quattro zampe pelose. Adoravo essere un Puma, mi sentivo così elegante, affascinante e pericolosa allo stesso tempo.
"WOOOW! - urlò Lily - Selene, sei... sei bellissima!"
Mi adagiai vicino ai suoi piedi e mi misi a pancia all'aria facendo le fusa, proprio come Ingo faceva con me. Lily si sedette accanto e cercò di accarezzarmi, ma intravidi nel suo sguardo un po' di timore... Come biasimarla? Ero un enorme felino selvatico, con enormi zampe ed enormi denti, anche io avrei avuto un po' di paura. Così per farle capire che ero innocua passai la testa sotto il suo braccio, strusciandomi sul suo busto. Lily scoppiò a ridere divertita e mi accarezzò senza timore. Poi prese tra le mani la mia 'faccia' e mi scrutò per bene.
"Oh Selene, amica mia. Dovresti farti i baffi, sono spaventosamente lunghi."
Stava diventando involontariamente anche lei una Malandrina. Io di tutta risposta emisi un miagolio misto ad un ruggito e lei scoppiò di nuovo a ridere. Era bello vederla tornare a sorridere dopo tanto tempo che aveva passato a piangere.
"Tutti i Puma hanno gli occhi blu?" mi chiese Lily curiosa.
Riassunsi le mie sembianze umane sotto lo sguardo attento della mia migliore amica e risposi
"No, i Puma solitamente hanno gli occhi giallo-verdi. Gli Animagus hanno sempre una caratteristica che li contraddistingue. Io e Sirius abbiamo lo stesso colore di occhi da umani quando ci trasformiamo."
"E James?"
La scrutai con uno sguardo sornione.
"Che c'è? E' solo una domanda!" disse Lily arrossendo.
"Sì, certo... solo una domanda. - dissi sogghignando - James ha delle macchie a forma di occhiali. E' buffisimo!"
Lily sorrise solo all'idea.
 
-
 
Natale si avvicinava e non si sentiva altro che parlare del Ballo di Natale tanto atteso. Io avevo avvisato mia madre e le avevo lasciato carta bianca per il vestito che mi avrebbe confezionato lei stessa con le sue mani. Dopo qualche giorno venni a sapere che mia madre aveva scritto a Sirius e gli chiedeva di poter confezionare anche il suo vestito. Immaginai mia madre al settimo cielo.
"Che colore hai scelto?" chiesi a Sirius.
"Rosso ovviamente! - mi rispose da fiero Grifondoro - E tu?"
"Copione!" risposi.
Lui sorrise e mi baciò. Però nella mia mente iniziarono a frullare idee poco rassicuranti; se mia madre avesse combinato un pasticcio, io e Sirius saremmo risultati assolutamente ridicoli!
"Se sembriamo ridicoli vestitu dello stesso colore? - gli chiesi preoccupata - Se mia madre combina un casino?"
"Io sarò sempre il più bello, e tu affianco a me brillerai di luce riflessa. Stai tranquilla." disse facendomi l'occhiolino.
"Cosa hai mangiato stamattina, Felpato? Pane e modestia?!"
Remus comparve con un'espressione esasperata in Sala Grande, e si sedette di fronte a noi.
"Tutto bene, Lunastorta?" chiese Sirius al suo amico.
"Alla grande." disse non troppo entusiasta Sirius.
Io mi accorsi che parecchie ragazze guardavano Remus e confabulavano tra loro.
"Remus quelle ragazze di Corvonero sembrano mangiarti con gli occhi." dissi io.
"Lo so, lo so." rispose Remus annoiato.
Felpato inarcò le sopracciglia.
"Andrai al ballo con una di loro?" chiese Sirius.
"Assolutamente no! - esclamò Remus adirato - Non andrò al ballo!"
Sirius alzò il bicchiere di succo di zucca e mi lanciò uno sguardo eloquente che voleva dire che ti avevo detto io?!. Poi si portò le mani dietro alla nuca ed iniziò a dondolarsi come al solito sulla sedia.
"Remus, perchè? E' solo un ballo, non devi sposarti!" dissi io.
"Non mi va, ok?" rispose in tono acido.
Durante i giorni che precedevano la Luna piena Remus diventava davvero intrattabile.
"Persino Peter ha trovato una donzella con cui andare al ballo!" disse Sirius divertito.
"Davvero? - chiese Remus quasi sconvolto - E chi sarebbe?"
"Marlene McKinnon." disse Sirius emettendo la sua caratteristica risata - latrato.
"COSA?" gridammo io e Remus in coro, attirando l'attenzione di tutta la sala.
"Proprio così, Marlene pensa di farmi ingelosire così." ci spiegò.
E così quella piovra non si era ancora fatta una ragione del fatto che io e Sirius eravamo felicemente fidanzati?! Odiosa. Mi voltai verso il tavolo dei Tassorosso e la McKinnon era lì, con la faccia appoggiata su un braccio e con l'altra mano giocava con i suoi boccoli e guardava sognante le spalle di Sirius. Quando si accorse di essere stata notata da me mi mostrò il dito medio e mi fece una linguaccia. Che simpatica.
 "Assolutamente no, Potter! Te lo puoi scordare, non verrò mai al ballo con te!" gridò Lily sedendosi affianco a me, seguita da James.
"Oh, avanti Lily - disse James, per la prima volta chiamandola per nome - Non farti pregrare... Sai quante ragazze della scuola sognano di venire al ballo con me?!"
"Quindi mi stai dicendo.. che dovrei ritenermi onorata?" chiese la mia amica.
"Esatto!" rispose fiero Ramoso.
Come risposta ebbe un bello schiaffone in piena faccia da Lily, che se ne andò senza degnarlo di uno sguardo.
James rimase per cinque minuti buoni fermo nella stessa posizione, con gli occhi sbarrati e gli occhiali storti per via dello schiaffo ricevuto. Sirius, Remus e Peter ridevano divertiti.
Poi Sirius passò una mano davanti agli occhiali di James.
"Ehi Ramoso! Sei ancora sul pianeta terra o il tuo cervello è stato scaraventato su Marte dalla rossa?"
James si riprese e si aggiustò gli occhiali con un dito, come faceva sempre.
"E' proprio un portento quella ragazza!" esclamò il mio amico quattrocchi.
"Ti ha appena mollato uno schiaffo e tu dici che è un portento? - chiese Sirius - Il colpo deve essere stato davvero forte!"
 
Lily ebbe la meglio, infatti James fino alla fine decise di chiedere di accompagnarlo al ballo a Bridget White, una ragazza abbastanza frivola e superficiale di Corvonero - mi ero sempre chiesta come fosse riuscita ad essere stata smistata in quella casa, date le sue scarse capacità intellettive - e Lily convinse Remus ad accompagnarla, nonostante lui non ne volesse sapere di prendere parte a questo evento mondano.
Il giorno del Ballo tutte le ragazze di Grifondoro si stavano aiutando tra loro per acconciare i capelli e per truccarsi a vicenda.
Lily aveva aspettato un'occasione simile per mettere le mani sui miei capelli, che lei riteneva essere fantastici. In realtà erano solo molto lunghi e molto biondi, ma secondo me non avevano nulla di speciale, specialmente in confronto ai suoi, ondulati e rossi. Si sbizzarrì a provare un sacco di acconciature con la bacchetta, ma alla fine mi indicò su un libro di storia babbana una principessa austriaca, una certa Sissi, e mi disse che avrebbe fatto la sua acconciatura - "leggermente modernizzata" disse lei - su di me. Iniziò a riempirmi la testa  di boccoli, treccine e cotonature. Iniziai a non capirci più nulla e stavo quasi per perdere la pazienza, ma una volta che ebbe finito e potei vedere nello specchio il risultato, dovetti ammettere che era davvero ammirevole. I miei capelli non erano mai stati così gonfi, - solitamente erano sempre dritti e lisci come degli spaghetti, privi di proprio volume - sulla testa i capelli erano tutti cotonati e intrecciati, e qua e là Lily aveva applicato dei piccoli ferretti brillantinati; aveva mantenuto la lunghezza originale dei miei capelli, infatti dei ricci morbidi mi scendevano lungo la schiena.
"Lily, è bellissima! Grazie mille... ma come hai fatto?"
"Tutta pratica! Ma è il soggetto che merita!" disse lei orgogliosa strizzando un occhio.
La abbracciai e poi le dissi di sedersi perchè ora era il mio turno di sistemarle i suoi bei capelli rossi. Lily mi chiese di raccoglierle i capelli in uno chignon un po' spettinato e decisi di farle la prima pettinatura che mi aveva insegnato mia madre. Il risultato era molto elegante e moderno allo stesso tempo, e sui suoi capelli ramati si prestavano perfettamente a questa acconciatura!
Per il trucco ognuna provvide per sè. Io non volevo esagerare: stesi una sottilissima linea di eyeliner nero vicino all'attaccatura delle ciglia e poi un po' di ombretto dorato nell'angolo interno dell'occhio, abbondante mascara, matita oro nella rima interna inferiore per illuminare lo sguardo, un po' di fard color pesca ed un rossetto nude. Mi guardai nello specchio per vedere il risultato e mi ritenni soddisfatta. Ora mancava solo il vestito. Mia madre non me l'aveva ancora spedito... cosa avrei indossato se non fosse arrivato in tempo?
Lily nel frattempo si era truccata e aveva puntato tutto sui suoi bellissimi occhi verdi. Indossò il suo bellissimo vestito verde, dello stesso colore dei suoi occhi; era lungo, delle inserzioni dorate le cingevano la vita mettendola in evidenza. Stava benissimo...
Chissà se il mio vestito sarebbe stato altrettanto bello..
Ad un certo punto sentii un rumore provenire fuori dalla finestra. Un gruppo di quattro civette bianche portava un enorme pacco; aprii la finestra e le quattro poverine lasciarono andare il pacco stremate. Presi un po' di mangime e lo diedi a tutte e quattro, mentre Ingo le osservava con sguardo famelico.
"E' arrivato? - chiese Lily quasi più agitata di me - Avanti cosa aspetti, APRILO!"
Aprii il pacco e trovai un telo di una stoffa orribile bianca ed una scatola più piccola per le scarpe. Rimasi delusa ma Lily prese in mano la stoffa e scoprì fortunatamente che era solo un involucro del vestito che si nascondeva dentro. La mia amica aprì con foga l'involucro e vi trovammo un meraviglioso vestito rosso di chiffon, lungo e svolazzante. Era senza spalline, con lo scollo a cuore tutto ricamato ed intreciato sulla vita. Poi aprii la scatole delle scarpe e trovai delle bellissime decoltè rosse abbinate al vestito. Mia madre aveva fatto un lavoro eccezionale! Come avevo potuto per un solo momento dubitare di lei?
"Indossalo, dai vediamo come ti sta!" disse impaziente Lily.
Lo indossai e mi stava a pennello, valorizzava il mio corpo e mi sentivo a mio agio.
"Stai benissimo, Selene!" esclamò Lily.
"Anche tu, amica mia!"
Anche Alice stava bene, aveva aggiustato i suoi capelli corti che portava sempre sparati in alto, portava un vestito arancione corto a palloncino e delle scarpe dello stesso colore molto particolari. Il suo era uno stile eccentrico e rispecchiava alla perfezione il suo carattere frizzante. Presi dal mio baule la macchina fotografica che mi aveva regalato Remus e chiesi ad una ragazza del primo anno di scattare una foto a noi tre. Quando scendemmo in sala comune non trovammo nessun ragazzo, evidentemente erano scesi tutti giù ad aspettarci. Tutte e tre ci dirigemmo verso la Sala Grande, non con poca difficoltà con i tacchi e il vestito lungo. Più di una volta io e Lily rischiammo di inciampare nel nostro lungo vestito, ed ogni volta Alice ci diceva di essere contenta di aver optato per un vestito corto. Dovevamo scendere l'ultima scalinata che mi sembrava infinita, quando vidi un ragazzo alto in smoking nero, con i capelli ricci e corvini e le mani in tasca; si girò di scatto e riconobbi i suoi bellissimi occhi grigi puntati su di me. Sirius indossava giacca e pantaloni neri, un panciotto rosso sopra alla camicia candida ed una cravatta rossa, dello stesso rosso acceso del mio vestito. Stava benissimo, sembrava un principe, il mio principe. A metà scalinata mi venne in aiuto e mi tese la mano.
"Sei stupenda, davvero." mi disse nell'orecchio.
"Anche tu, mia madre ha fatto un ottimo lavoro."
"Avevi qualche dubbio? - mi chiese Sirius, mentre continuavamo a scendere le scale a testa alta - Donna di poca fede."
Ci unimmo a James e alla sua amichetta Bridget, di giallo vestita. Remus era andato ad aiutare Lily a scendere le scale e poco dopo i due si unirono a noi. Per l'occasione Remus indossava giacca e cravatta, era molto elegante; un gruppetto di Corvonero gli passò davanti lanciandogli in coro un'occhiata malinconica. Poi si prensentò davanti a me un'immagine che sfiorava il ridicolo: Marlene McKinnon che era già molto alta di suo, indossava dei tacchi vertiginosi, facendo sfigurare il povero Peter che a mala pena le arrivava alla spalla. Il vestito di Marlene era estremamente succinto, scollato, pieno di spacchi molto profondi e viola. La coppia amena si avvicinò al nostro gruppetto, e lei guardò Sirius proprio come Ingo aveva guardato quel pomeriggio le povere civette.
Quando entrammo nella Sala Grande, la trovammo completamente modificata per l'occasione; la professoressa McGrannit era molto elegante anche lei e non avrei mai detto che sotto quei vestiti da strega scuri e vecchi si celasse una così bella donna. In tutta la sala c'erano grandi tavoli rotondi, dove ci accomodammo per il banchetto dopo aver fatto alcune foto ricordo. La McGrannit mi chiamò ed io mi alzai per avvicinarmi a lei e sentire cosa aveva da dirmi.
"Oh vieni cara, usciamo un attimo dalla Sala, c'è troppa confusione. - diceva mentre uscivamo fuori - So che tu sei un'eccellente pianista, il professor Silente mi ha chiesto di chiederti se ti andava di esibirti per noi."
Sbarrai gli occhi. Come lo sapevano? Qui c'era lo zampino di mia madre.
"Oh, io.. insomma, davanti a tutti?"
"Al professor Silente farebbe molto piacere, non devi vergognarti, sei molto brava."
"Io non lo so, professoressa... non me la.."
"Okay, è deciso suonerai verso le 21.30 va bene? Grazie mille cara." e dicendo ciò la professoressa scomparve tra la folla di studenti.
E ora cosa mi sarei inventata?
All'improvviso sentii qualcuno avvicinarsi a me ed afferarmi il polso. Mi girai e mi ritrovai di fronte Regulus. Era tutto vestito di nero, due occhiaie scure gli cerchiavano gli occhi grigi. Rimasi in silenzio a guardarlo.
"Selene.. scusa - disse quasi impaurito e imbarazzato, gli occhi ora erano gonfi di lacrime - Ti ho confusa con un'altra."
E scappò via.
"Regulus! Aspetta!" gridai, ma era già andato via.
Un magone mi attanagliò lo stomaco. Cosa mi prendeva? Regulus mi aveva fatto del male, perchè ora ero preoccupata per lui?
Quando ripresi posto vicino a Sirius tutti mi guardarono con aria interdetta.
"Selene tutto bene?" mi chiese Remus.
"Sì, sì. Tutto bene." risposi cercando di cambiare subito discorso.
"Cosa ti ha chiesto la McGranitt? - chiese Sirius - Di concederle un ballo con me?"
"No, scemo. Mi ha chiesto di suonare."
"E tu che hai detto?" chiese Lily.
"In realtà non me l'ha chiesto, me l'ha ordinato. - dissi un po' scocciata - Non so nemmeno cosa suonare.."
"Perchè non quelle melodie che suonavi quest'estate? Quelle che hai composto tu!" mi consigliò Lily.
"Mannò, sono orribili, Lily - dissi scacciando via l'idea che per un istante mi era sembrata geniale - tutti si annoierebbero."
"Poi sono io lo scemo." disse Sirius.
Dall'altra parte della sala Regulus mi fissiva con aria maliconica, ed io cercavo in tutti i modi di evitare il suo sguardo. Ero silenziosa e questo attirò l'attenzione di Sirius, il quale mi prese la mano e mi trascinò fuori dalla sala.
"Si può sapere cosa ti prende? - mi disse prendendomi le spalle - Sei silenziosa, hai sempre lo sguardo basso, hai un muso che arriva fino a terra!"
Scoppiai a piangere come una scema.
"Ehi dai, non piangere, ti si rovina il trucco! - esclamò Sirius abbracciandomi - Sono preoccupato per te, non volevo rimproverarti!"
"Sirius non è colpa tua.."
"Allora di chi è la colpa??!"
"Regulus.. prima mi ha fermato, subito dopo che la McGrannit era andata via... E stava piangendo. - dissi cercando di smettere di singhiozzare - Sirius, anche se amo te, e Regulus mi ha fatto del male, io gli ho voluto bene, gli voglio bene... Anche se mi ha fatto del male.. Ho paura per lui. Scusami..."
Sirius deglutì ed abbassò lo sguardo. Non sembrava arrabbiato, ma quasi rassegnato.
"Non devi scusarti, tu hai un enorme cuore. Anche io sono preoccupato per lui se vuoi saperlo... Ho provato a parlargli, ma non mi ascolta.. Ormai non si può fare più nulla, Selene."
Scoppiai a piangere sul suo petto e sentii una lacrima proveniente dagli occhi di Sirius bagnarmi la clavicola. Anche lui voleva bene a suo fratello, nonostante tutto...
Poi la voce della McGrannit ci richiamò alla realtà.
"Signorina Brandon! - mi chiamò la professoressa, ma vedendomi con gli occhi lucidi disse - Forse non è il caso che lei suoni stasera, se non se la sente..."
Ma in realtà volevo sfogarmi, e suonare era l'unica maniera per farlo. Così entrai mano nella mano con Sirius e poi mi diressi verso il pianoforte a coda bianco, posizionato al centro della Sala. Mi sedetti e respirai profondamente. Ascoltai il consiglio di Lily, e suonai ciò che avevo composto per divertimento quell'estate. Il suono melodioso del pianoforte mi restituì subito il buon umore; ogni nota che stavo suonando mi ricordava i momenti passati con Sirius, Remus, Lily, James, Regulus, Peter e Severus. Non distaccai per un momento lo sguardo dal piano e dalle mie mani che frenetiche toccavano i tasti bianchi e neri.
Dopo un po' smisi di suonare soddisfatta e un applauso scoppiò nella Sala; molto probabilmente diventai rossa come il mio vestito e mi andai a rifugiare tra le braccia di Sirius, come fanno i bambini con la propria mamma.
Arrivò il fatidico momento dei lenti, ma rimasi seduta abbracciata a Sirius, sapevo che a lui non andava ballare. Ma fui sorpresa quando mi fece segno di alzarmi e mi portò sulla pista dove tutte le coppiette stavano ballando. Posò le mani sui miei fianchi, mentre io avvolgevo le mie attorno al suo collo e tutto era perfetto. Era incredibile quanto riuscisse a darmi quel senso di completezza che - mi dispiace pensarlo - non avevo provato con Regulus; con lui mi sentivo protetta e al sicuro, oltre che completa. Vederlo sorridere mi riempiva il cuore di gioia e quando era nervoso o arrabbiato, automaticamente lo ero anche io. Nulla e nessuno ci avrebbe divisi, nemmeno la guerra e la sofferenza. 
 
-
 
Sirius' POV
Festeggiare il mio compleanno ad Hogwarts fu grandioso! Ora avevo diciassette anni, ed ero maggiorenne e potevo fare davvero della mia vita ciò che volevo!
Il tempo al castello scorreva velocemente ed inesorabilmente e chissà quante cose spaventose stavano succedendo fuori di qui, quante cose stava architettando Lord Voldemort con i suoi Mangiamorte...
Il professor Smith si rivelò il miglior docente di Difesa contro le Arti Oscure che avevamo mai avuto in sei anni. Era giovane, entusiasta e desideroso di farci apprendere la materia senza annoiarci. Proprio come volevo io, facevamo molta pratica e mi divertii più di una volta a schiantare quell'idiota di Mocciosus al posto di James, senza dovermi subire una punizione. Ma il verme se la cavava bene quanto me.
Ero anche migliorato in Pozioni, tanto che Lumacorno si stupì e dovette ammettere che ero diventato bravo quasi quanto mio fratello. Odiavo che Lumacorno avesse sempre come termine di paragone Regulus, ma lui era il suo pupillo, ed io invece l'alunno irrecuperabile. La McGrannit era felice di sapere che sia io che James avevamo messo un poco la testa a posto e che ci stavamo impegnando nello studio. Era l'unica a sapere che volevamo entrambi diventare Auror.
Selene da Aprile in poi iniziò ad essere nervosa per via dei G.U.F.O. e nonostante tutti noi la rassicuravamo del fatto che per una in gamba come lei sarebbe stata una passeggiata, non faceva altro che studiare  e ripetere tutto ciò che sapeva dalla mattina alla sera. Una sera addirittura si rifiutò di cenare; perchè?! Perchè doveva finire di studiare il programma di Incantesimi. Quando faceva così era proprio una Corvonero. Anche quando andavamo ad Hogsmeade si portava i libri e spesso e volentieri si sedeva un attimo e li consultava. Era diventata una cosa patologica. Era davvero libera solo quando passavamo le notti di luna piena con Remus ed era così bello vederla correre spensierata per la foresta proibita, facendomi le fusa da brava gattina.
 
Il giorno del suo compleanno, il 13 Maggio, riuscii a convincerla a lasciare i libri per almeno mezza giornata. Nonostante ci fossimo promessi di non farci regali per i nostri compleanni, io proprio non resistetti alla tentazione di organizzarle una festa a sorpresa in Sala Comune con il permesso del Preside e della Professoressa McGrannit. Ci divertimmo un sacco quella sera insieme ai nostri amici e agli altri Grifondoro. Io e Selene notammo con piacere che Lily aveva concesso più di un ballo a James, e sembrava proprio che quei due fossero sempre più vicini. Io ero felice per James, perchè finalmente dopo molta insistenza stava riuscendo a conquistare il cuore della sua rossa.
Nel frattempo anche tutti gli altri miei amici erano diventati maggiorenni e ci sentivamo liberi di combinare ancora più casini di quanti ne avessimo combinati negli anni precedenti. Io e James avevamo preso l'abitudine di uscire più spesso la notte nelle nostre forme animali per migliorare i nostri riflessi, ci sarebbe stato utile tutto ciò in guerra.
 
Una sera correvamo per la Foresta Proibita, quando sentimmo delle urla. Io e James ci affrettammo a vedere da chi provenissero e tutto ci fu più chiaro quando vedemmo Severus Piton e Barty Crouch Jr, inseguiti da un enorme troll di foresta; era alto più di dodici piedi e aveva tolto ai due idioti le bacchette e le teneva in mano come se fossero stuzzicadenti. Io e James, ancora nella nostra forma animale, eravamo indecisi sul da farsi: era troppo divertente vederli correre per la foresta e gridare come femminucce inseguiti dal troll. Ma quei due rischiavano grosso se si fossero addentrati ancora di più nella foresta. Per questo senza pensarci mi lanciai in una corsa forsennata ed iniziai a mordere alle caviglie il troll; quello sembrò solo infastidito dai miei morsi, per lui erano come un solletico. James nel frattempo dava cornate quanto più poteva per farlo distrarre e consentire ai due di fuggire. Ma quei deficienti rimasero lì impalati.
"Severus, scappiamo!" disse Crouch Jr.
"No, idiota! Dobbiamo riprenderci le nostre bacchette!" disse Piton indicando la grossa mano del troll.
Davvero quell'idiota preferiva salvare la sua preziosa bacchetta anzichè la sua pellaccia lurida?!
Nel frattempo il Troll si era infastidito e con un calcio ciascuno, scaraventò prima me e poi James, che immediatamente ritornammo nelle nostre - bellisime - sembianze umane.
"Potter, Black??!" esclamò Crouch.
Ora il Troll aveva il doppio dei bocconcini che avrebbe potuto mangiare, e ci guardava con quello sguardo idiota e famelico.
"Sirius dobbiamo fare qualcosa! Pensa.. Sei tu quello che ha più sangue freddo in queste situazioni." disse James estraendo la sua bacchetta.
"Grazie del complimento, Ramoso. - dissi mentre correvamo nella foresta il più veloce possibile - Ma sai, in questo momento non riesco proprio a pensare a nulla!"
Poi davanti a me vidi un enorme masso e me lo immaginai in testa al troll.
"James! Guarda!" dissi al mio amico indicando il masso.
James mi guardò complice e con le bacchette lo facemmo lievitare.
"Ramoso, io cerco di bloccare il troll - dissi al mio amico - quando abbaio, tu fai cadere il masso sulla sua testolina da idiota."
"Sirius, potresti rimanere schiacciato!" mi disse James.
Non lo ascoltai e mi trasformai in Felpato. James mi guardò disperato, mentre Piton e Crouch ci scrutavano curiosi. Iniziai a mordere le caviglie del troll per farlo fermare e quello iniziò a divincolarsi, lasciando andare le bacchette dei Serpeverde. Il troll si era accovacciato per cercare di prendermi ed emise un grugnito rumoroso. Abbaiai quando sembrò il momento migliore e il masso cadde in testa al grosso troll. Ma purtroppo stava per cadere per via della botta in testa ed io non riuscii a correrre abbastanza velocemente per scansarmi da sotto il suo peso. La sua enorme mano sopra i miei occhi canini e poi il buoio più totale...
 
 
"Sirius.. come ti senti?" disse una voce angelica accanto a me.
Aprii gli occhi e vidi una ragazza bionda con gli occhi azzurri ed una maglietta bianca. Evidentemente ero morto, ed il mio angelo custode aveva le sembianze di Selene.
"Sono morto..?" chiesi.
"No, ma ci sei andato vicino.." disse un'altra voce affianco a Selene, era la voce di Remus.
"Sei stato un incosciente Felpato. - esclamò poi James al capo del letto su cui ero sdraiato - Cosa volevi dimostrare, che eri più coraggioso e valoroso di me?"
James aveva una mano fasciata ed un cerotto sulla fronte ma sembrava stare bene.
"Per una volta sono costretta a dare ragione al signor Potter, Black." disse la McGrannit che stava entrando nell'infermieria accompagnata da Silente.
"Mi complimento con voi per il coraggio e la lucidità mentale - disse Silente mentre la McGrannit lo guardava torva - Vi sono stati assegnati cinquanta punti ciascuno."
Io e James ci guardammo soddisfatti.
"Ma tuttavia, non possiamo non tenere conto del fatto che anche voi come i signori Piton e Crouch eravate fuori dai vostri dormitori dopo l'orario consentito. Per questo sono costretto a togliere a Grifondoro cinquanta punti." aggiunse alla fine l'anziano Preside.
Poteva andarci peggio.
"Ora se non vi dispiace, vorrei parlare in privato con il signor Potter e il signor Black."
Così tutti uscirono dall'infermieria e io iniziai a pensare che quei due cretini di Piton e Crouch avessero detto qualcosa a Silente riguardo al fatto che eravamo Animagi.
"I vostri compagni Piton e Crouch mi hanno riferito di aver visto trasformarvi rispettivamente in un cane - disse guardando prima me e poi subito dopo James - e in un cervo. Io non ho voluto credere a loro, probabilmente troppo confusi e spaventati dall'evento, anche perchè sono sicuro che due Malandrini come voi farebbero più attenzione a questi piccoli particolari."
L'anziano mago ci lanciò uno sguardo complice da sotto i suoi occhialetti a mezza luna e poi ci sorrise. Era davvero un grande Silente. Un Malandrino come noi, dopotutto.
"Bene, ora si rimetta in forze signor Black." e così dicendo ci lasciò soli.
 
Qualche giorno dopo fui dimesso dall'infermieria, avevo rimediato qualche frattura alle costole, e al braccio, parecchie escoriazioni e graffi, ma stavo più che bene. Io e James ora eravamo gli eroi della situazione; tutti ci guardavano con rispetto ed ammirazione. Perfino Lily quando venne a sapere che James aveva salvato il sedere flaccido di Piton rimase piacevolmente stupita.
"Ma allora hai un cuore anche tu!" disse la rossa, diventando dello stesso colore dei suoi capelli.
Chi era di pessimo umore invece erano Piton e Crouch che avevano fatto la figura degli idioti e degli incapaci davanti a tutta la scuola. Un giorno Piton ci sorprese puntandoci la bacchetta contro e rifancciandoci di avergli salvato la vita.
"Non ti preoccupare, Piton, la prossima volta ti lasceremo morire!" rispose James vittorioso.
 
-
 
Selene fece quei maledetti G.U.F.O. e tornò ad essere la ragazza che avevo conosciuto.
Anche il mio penultimo anno scolastico era terminato ed ora avevo un'estate davanti da passare con la mia bellissima fidanzata. I signori Brandon e i Potter avevano pensato di mandare tutti noi ragazzi a fare una bella vacanza in Italia assieme ai Tonks e alla loro piccola peste. I Brandon avevano una villa nel Sud Italia sul mare, ed erano ben contenti di ospitarci lì. Era sicuramente una scusa per farci allontanare il più possibile dall'Inghilterra e dall'atmosfera tesa che regnava sovrana.
Selene era preoccupata all'idea di dover lasciare i suoi genitori in Inghilterra, e si fece promettere di venirci a trovare e di stare con noi per almeno una settimana. Ovviamente i Brandon non riuscirono a dire di no alla loro adorata figliola.
 
La villa al mare dei Brandon era meravigliosa. Ero abituato al grigio Mare del Nord, sempre arrabbiato e raramente illuminato dai raggi del sole. Passammo delle bellissime giornate all'aria aperta, tra lunghe nuotate, passeggiate sulla spiaggia, partite di pallavolo - un gioco babbano molto divertente che ci insegnò Lily - e di Quidditch.  La piccola Dora non diede tregua per tutta l'estate al povero Remus che, buono com'era, la sopportava e le consentiva di toccargli i capelli - a quanto pare, il suo sport preferito. Era davvero una bambina esuberante e pasticciona, iniziava ad imparare anche a cambiare i suoi lineamenti ed un giorno suscitò l'ilarità di tutti quando la vedemmo con il naso da maiale.
Selene era sempre preoccupata per i suoi genitori ed ogni due giorni aspettava in trepidante attesa una loro lettera.
Un giorno arrivò una lettera e la aprì con foga. Iniziò a leggerla con il sorriso, ma poi il suo bel viso divenne pallido e la lettera le cadde dalla mano.
"Selene cosa è successo?" le chiesi.
Non mi rispose, e continuò a fissare il punto in cui c'era prima la lettera. Così presi lettera e ne lessi il contenuto.
"Ehi, che succede qui?" disse James avvicinandosi.
Lo guardai e i miei occhi si riempirono di lacrime. Non poteva essere vero. 



_________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
NdA: Ecco qui un altro capitolo! Ci ho messo un po' per scriverlo per ben due motivi: ho una contusione alla mano destra e il mio ritmo è stato notevolmente rallentato; fino a due giorni fa il capitolo era diverso, ma non mi piaceva così l'ho cancellato e l'ho riscritto ex novo. Si inizia a respirare un'aria tesa ed i ragazzi sono impauriti e terrorizzati all'idea di una guerra sempre più vicina. Come dare loro torto? Ho cercato di alternare momenti "tragici" a momenti frivoli, come il ballo che è sempre stato un mio sogno da liceale, mai realizzato. A proposito del Ballo... se siete curiose di vedere come sono i vestiti di Selene e Lily vi lascio qui i link di un sito di vestiti! :3 
Vestito di Selene : http://www.dressilyme.com/p-glamorous-chiffon-sweetheart-neckline-a-line-prom-dress-with-beaded-lace-appliques-56213.html
Vestito di Lily : http://www.dressilyme.com/p-fabulous-silk-like-chiffon-high-collar-a-line-prom-dress-with-beaded-lace-appliques-56214.html
Quale vi piace di più? xD
Poi, (sì ho un sacco di cose da dirvi oggi!) mentre scrivevo ascoltavo dei medley delle colonne sonore di HP.. Ho immaginato Selene che suonava "A window to the past" e "Lily's theme" ... Ecco qui il link: https://www.youtube.com/watch?v=xeziEC5rZlA 
Non appena mi riprendo con la mano ho intenzione di imparare a suonare "A window to the past", la adoro! La associo a Remus ed io amo Remus.. (non so se si è capito dalla storia eheheh) 
Nessuno ha provato ad indovinare a quale attrice mi sono ispirata per Selene. Fa nulla fra qualche capitolo vi pubblicherò un collage fatto da me. Sì, sono parecchio sentimentale per essere una studentessa di Ingegneria. 
Ringrazio come al solito chi è arrivato a leggere fino a qui, ma in particolare a chi recensisce e si fa sentire! Grazie alla bravissima
piccolo_uragano_ , alla simpaticissima _Lady Holmes_ e anche a rubytusday!
Alla prossima.
Vostra Aranel.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Carpe diem ***


« Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero. »

Anno scolastico 1977-78

Sirius' POV

Conoscevo James da parecchio tempo ormai e non lo avevo mai visto in quello stato.
Era disperato e piangeva come un bambino abbracciato a Lily, altrettanto commossa. Molti maghi e streghe erano venuti per sostenerlo in quel giorno così triste: i Potter erano morti durante un attacco organizzato dai Mangiamorte contro i membri dell'Ordine della Fenice. Era un gruppo di maghi e streghe, un'organizzazione segreta fondata dal nostro preside, Albus Silente, per combattere Lord Voldemort e i suoi seguaci.
Charlus e Dorea erano passati a miglior vita, ed io non li avevo mai ringraziati abbastanza per avermi accolto come un figlio, per avermi dato amore ed una possibilità di riscatto dalla mia vera famiglia. Provavo tanto dolore per la perdita dei miei genitori adottivi e per la sofferenza di James; cercavo con tutte le mie forze di essere forte per lui, per mio fratello, il mio migliore amico.. Ma era inutile e sentii nel profondo che solo piangere mi avrebbe fatto bene. Abbracciai Selene che singhiozzava accanto a me e mi concessi anche io qualche minuto di pianto liberatorio.
I genitori di Selene addolorati per la grave perdita, proposero a me e a James di andare a stare da loro per un primo periodo, almeno fino a quando non avessimo finito la scuola.
Quell'anno sarebbe stato il nostro ultimo anno ad Hogwarts; come era passato velocemente il tempo... Mi sembrava solo ieri di aver detto a James durante il primo anno che saremmo diventati grandi amici; così viva nei miei ricordi la prima volta che incontrai Selene a casa di mia cugina Andromeda; così difficile da rimuovere dai miei ricordi l'ultima volta che vidi mia madre mentre andavo via di casa e lei gridava che avrei fatto una brutta fine. Che madre amorevole.
 

-

 
Tornare per l'ultima volta ad Hogwarts come studente fu più triste che mai; James era ancora sotto shock per la perdita dei suoi genitori; come biasimarlo?! Non era più il malandrino che avevo conosciuto, era silenzioso, sempre serio e i suoi occhi castani non brillavano più come prima, erano sempre persi nel vuoto o pieni di lacrime. L'unica cosa positiva di quel periodo fu che finalmente la rossa Lily si era decisa ad aprire il suo cuore a James. Ora stavano insieme e lei faceva di tutto per cercare di consolarlo e di aiutarlo. Erano davvero carini, una coppia insolita, proprio come me e Selene.
Selene d'altro canto era preoccupatissima per i suoi genitori, anche loro membri dell'Ordine. Come darle torto dati i recenti avvenimenti. Cercava di sforzarsi per sembrare forte e coraggiosa; anche lei, come tutti, cercò di stare vicino a James, ma la spaventava terribilmente che una cosa del genere potesse succedere anche a lei. Ormai sembrava in qualche modo rassegnata al fatto che qualcosa di brutto potesse accadere da un momento all'altro, ogni giorno, in ogni momento. Questa cosa mi faceva arrabbiare, mi faceva sentire inutile, un inetto.
 
Una sera di Ottobre eravamo riuniti in Sala Comune e ci ritrovammo come al solito a parlare della guerra.
"Non è giusto che i miei genitori mi tengano all'oscuro di tutto. - disse Selene con i pugni serrati per la rabbia e la frustazione - Ormai siamo grandi, e la guerra riguarda più noi che loro, siamo il futuro della società magica. Ragazzi, dobbiamo fare qualcosa."
"Sono d'accordo. - dichiarò James mentre guardava il fuoco scoppiettare - Io voglio combattere, i miei genitori sono morti per opporsi al Signore Oscuro, ed io non renderò vana la loro morte."
"Siamo tutti maggiorenni, - constatò Remus - tranne Selene. Possiamo chiedere al Professor Silente di farci entrare nell'Ordine."
"Cosa c'entra la maggiore età con tutto questo Remus?" chiese Selene inviperita come non mai. Era strano sentirla rivolgersi al buon Lunastorta in quel modo, doveva essere davvero nervosa.
"Ehi, gattina. Calmati, non è il momento di discutere fra noi. - dissi io cercando di placare le acque - Un occhio nella scuola potrebbe essere sempre d'aiuto all'Ordine. Ci sono molti ragazzi che stanno per diventare Mangiamorte."
"Allora è deciso! - disse Alice stringendo la mano al suo ragazzo - Chiederemo a Silente di farci entrare nell'Ordine."
"Perfetto!" esclamò Frank.
"Potremmo andare a parlargli domani sera, che ne dite?" suggerì Lily.
Tutti avevano parlato ed espresso la loro opinione, tranne Peter. Lui era in un angolino della stanza, si mangiava le unghie nervosamente e passava lo sguardo su ognuno di noi impaurito.
Alla fine della nostra riunione, quando tutti erano nelle loro stanze, chiamai Peter e gli chiesi di rimanere in Sala Comune ancora per un po'.
"C-cosa vuoi di-dirmi, Sirius?"
"Volevo parlarti della nostra decisione Peter. Perchè è la nostra e non deve necessariamente essere anche la tua. Tu se non te la senti puoi decidere di rimanerne fuori, noi non ti giudicheremo male per questo. Saremo sempre tuoi amici."
Peter mi guardò con i suoi occhi piccoli e perennemente terrorizzati e per un primo momento sembrò trovare conforto nelle mie parole. Poi il suo sguardo cambiò.
"N-no, Sirius. Io non vi abbandono. Non s-sono un co-codardo."
"L'ho sempre saputo, Peter!" dissi io abbracciandolo.
"Da-Davvero?" mi chiese stupito.
"Sì, amico mio."
Il piccolo Codaliscia mi sorrise con i suoi denti da topo ed insieme andammo nella nostra stanza.
 
Il giorno dopo, come avevamo stabilito, ci recammo tutti e otto nello studio del preside. Ci fermammo di fronte ai Gargoyle decisi ad entrare, ma qualcuno ce lo impedì.
"Voi cosa ci fate qui?" chiese la McGrannit con fare austero.
"Desideriamo parlare con il preside." disse Selene educata ma allo stesso tempo decisa.
"Per quale motivo tutti e otto insieme?" insistette la McGrannit.
"Professoressa, non sono cose di cui possiamo parlare in corridoio." intervenne la rossa.
"Bene, se le cose stanno così. - si arrese la strega - Budino al cioccolato!"
E i Gargoyle si spostarono rivelando una scaletta a chiocciola che ci portò dritti di fronte alla porta dello studio del preside. La McGrannit bussò mentre noi attendevamo dietro di lei.
"Prego Minerva." disse Silente da dietro la porta.
"Buonasera Albus, i ragaz.." iniziò a dire la strega.
"Oh vedo che non sei sola. - osservò Silente fingendosi stupito - Qual buon vento vi porta qui?"
"Temo nessun buon vento, Albus." disse la McGrannit .
"Professore, volevamo parlarle di una questione delicata. - iniziò James - Vorremmo entrare anche noi nell'Ordine della Fenice."
Ecco. James non riusciva proprio a dire le cose piano, gradualmente. No. Per fortuna che era una questione delicata.
"Potter hai sbattuto la testa? - esclamò la McGrannit. - Voi non siete altro che ragazzini, non uscireste vivi dalla guerra, non possiamo mettervi in un tale pericolo."
Mentre la prof. diceva quelle cose, Silente passeggiava tenendosi le mani dietro la schiena.
"Professoressa, lei non può decidere per me! - disse James irritato - I miei genitori sono morti per questo e non renderò vano il loro sacrificio. Sono maggiorenne e posso decidere di fare quello che voglio."
"Signor Potter, non le consento di parlarmi con questo tono. Un po' di rispetto!" esclamò la McGrannit.
La severa prof. di Trasfigurazione voleva fare a tutti i costi la dura e la cattivona della situazione, ma la realtà era che lei aveva davvero paura per noi; in fondo ci aveva visto crescere in questi sette anni...
"Suvvia, Minerva. Conosci il tuo studente e sai che mai ti mancherebbe di rispetto. - intervenne Silente. - Tuttavia il signor Potter ha ragione. E' maggiorenne e se vuole far parte dell'Ordine non possiamo impedirglielo."
La McGrannit spalancò gli occhi e sembrava quasi che stesse per cruciare il preside. Poi cercò di controllarsi e ci guardò uno ad uno.
"Bene, questi incoscienti sono liberi di farsi ammazzare a loro piacimento, ma la signorina Brandon è minorenne. Albus, non puoi concederglielo!"
Selene la guardò mortificata e quasi rassegnata. Poi rivolse uno sguardo implorante al preside, il quale le sorrise dolcemente.
"Cara Selene, si tratta di aspettare qualche mese e sarai anche tu maggiorenne e libera di fare quello che vuoi."  disse Silente rassicurandola.
Era davvero fuori di testa quell'uomo. E proprio per questo lo amavo.
"COSA? - urlò la McGrannit - Albus cosa ti frulla in quella testa? Vuoi che muoiano tutti? Non sono burattini che puoi muovere come vuoi, sono ragazzi!"
La povera prof. era quasi sull'orlo di una crisi di nervi.
"Minerva, questi ragazzi, comunque vadano le cose, si ritroveranno a crescere più in fretta di quanto tu creda. Non è detto che se io impedisco loro di entrare nell'Ordine non vengano ammazzati comunque."
Parole sante.
"Perfetto. Ora tutti a dormire." disse la McGrannit rassegnata e così facemmo. Non avevamo voglia di contraddirla, specialmente quando era così arrabbiata.
 
Nei giorni successivi Silente ci informò di alcuni dettagli dell'Ordine, dei membri che ne facevano parte e delle riunioni che si tenevano una volta ogni due settimane. Ci disse che a quelle avremmo potuto partecipare formalmente solo una volta finita la scuola. Non ci era ancora molto chiara quale fosse la nostra funzione all'interno dell'Ordine, ma dopo un po' di tempo realizzai che Silente - quel furbacchione - ci aveva semplicemente dato il contentino. Ci aveva dato l'illusione di essere utili, ma di fatto la nostra vita nel castello era la stessa di un tempo.
Non vedevo l'ora che la scuola terminasse per fare davvero qualcosa di utile per il mondo magico. Invece Selene non vedeva l'ora di compiere diciassette anni. Era sempre molto preoccupata per i suoi genitori e cercava di estorcere loro più informazioni possibili, ma con scarsi risultati. Anche lei, come me, si sentiva in gabbia, inutile ed impotente. Di conseguenza i litigi fra noi erano sempre più frequenti; litigavamo per ogni minima sciocchezza, eravamo tesi e nervosi. Selene in particolare lo era più di me; ogni volta che parlavo con i miei amici dei progetti per il futuro una volta usciti da Hogwarts, sbatteva le cose e se ne andava sbuffando.
Un giorno io e James stavamo parlando di dove andare a vivere dopo la scuola, mentre Selene e Lily studiavano.
"Sai Ramoso, mio zio Alphard mi ha lasciato una casa nell'Oxfordshire, potremmo andare a vivere lì.."
"Non è troppo lontano da Londra?" mi chiese James.
"Ehi zuccone, ti sei scordato che sei un mago e che ora ti puoi smaterializzare quando e dove ti pare?!"
"Giusto. Lily tu starai con noi, vero?" chiese il mio amico alla sua dolce metà con occhi sognanti.
E lì Selene, che fino ad allora aveva ascoltato in silenzio, si alzò sbattendo i libri ed uscì dalla Sala Grande.
"Cosa succede?" chiese Lily.
"Non lo so... - dissi perplesso, mentre la guardavo andare via - Sarà meglio andarle a parlare."
Lily e James annuirono insieme ed io raggiunsi Selene che era uscita fuori nel cortile.
Se ne stava seduta su un muretto, con le ginocchia contro il petto e il mento appoggiato su di esse e si dondolava nervosamente.
"Ehi, tutto bene..?" provai a chiederle.
Mi lanciò un'occhiataccia delle sue e girò la faccia dall'altra parte per evitare di guardarmi negli occhi.
"Davvero, non capisco. Cosa ho fatto ora?" chiesi implorante.
 
Selene's POV
Certo che non capiva. Non capiva come potevo sentirmi io, che dovevo frequentare Hogwarts ancora per un altro anno scolastico, che non avrei potuto vederlo per mesi, che sarei stata preoccupata sapendolo in giro per conto dell'Ordine a rischiare la vita ogni giorno senza poter fare nulla. Tutte queste cose lui non riusciva proprio a capirle.
Mi girai e trovai davanti a me i suoi occhi, due pozzi grigi imploranti alla ricerca di spiegazioni.
Ma a me non andava di parlare, mi alzai ed iniziai a camminare verso il Lago Nero;
il cielo era grigio e rendeva ancora più nere e imperscrutabili le acque del lago.
Sirius camminava dietro di me sbuffando fino a quando non riuscì a fermarmi e mi scosse prendendomi per le spalle, mentrei io cercavo di evitare ancora il suo sguardo.
Avevo paura di dirgli tutte quelle cose che mi ronzavano nella testa. Magari lui avrebbe pensato che ero solo una stupida ragazzina, egoista e gelosa.
"Mi vuoi guardare, porco Salazar?! - imprecò Sirius quasi ringhiando - Mi dici cosa ti prende? Non ne posso più di queste scenate inutili, Selene!"
Sentii tutto ad un tratto le lacrime salirmi lungo il condotto lacrimale e riempirmi gli occhi, che ora erano fissi in quelli di Sirius; due gocce calde mi scesero lungo le guancia e la sua espressione si addolcì improvvisamente. Col il dorso della mano mi accarezzò il viso per asciugarmele, ma era inutile: ormai le lacrime sgorgavano in modo continuo.
"Perchè non capisci?!" dissi singhiozzando.
"Cosa dovrei capire, Selene?!" esclamò lui allargando le braccia disperato.
Odiavo discutere con lui.
"L'anno prossimo io sarò sola qui. Tu non ci sarai con me, sarai fuori in giro per qualche missione per l'Ordine rischiando di essere ammazzato ed io non potrò fare nulla per aiutarti, perchè sarò rinchiusa in questo castello. Come se non bastasse l'ansia che provo già per i miei genitori. - dissi tutto d'un fiato - Non ci potremo vedere per mesi.. Passerò un anno a morire di crepacuore e ad aspettare vostre notizie. Tu come ti sentiresti al posto mio?"
Sirius mi guardò dispiaciuto, sospirò ed appoggiò la sua fronte contro la mia.
"Mi sentirei come un inutile topo in gabbia."
Iniziava a capire.
"Ma non ci posso fare nulla se sono nato due anni prima di te. Fortuna che sono nato a Dicembre, se no sarebbe stata ancora di più una tragedia--" disse cercando di sdrammatizzare.
Mi allontanai da lui ed abbassai lo sguardo. Ciò che aveva detto lui era vero, non era colpa di nessuno se c'era differenza di età tra di noi. Ma io continuavo a sentirmi uno schifo all'idea di vivere qui ad Hogwarts senza di lui, senza i Malandrini, senza le mie migliori amiche, Lily e Alice.
Sirius si avvicinò a me e mi prese entrambe le mani.
"Cosa ci siamo detti quella volta sul treno? - mi chiese sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori ai quali nessuno sapeva resistere - Ti ho promesso che non mi caccerò nei casini. Ed io mantengo le promesse. Poi un anno passa in fretta, io ti scriverò ogni giorno.. vedrai andrà tutto bene."
Iniziò ad avvicinare le sue labbra alle mie, ma io - da brava guasta feste qual ero -  lo bloccai.
"Sì, ma la cosa non mi rassicura. - dissi mettendogli un dito sulle labbra - Abbiamo una diversa concenzione di casini."
"Me ne starò alla larga da situazioni estreme che mettono in assoluto pericolo la mia vita. Detto in parole povere, cercherò di salvarmi la pellaccia per non farti piangere e disperare - cosa che ti riesce molto bene. Contenta ora?"
"Cretino."
Ero ancora seria, ma iniziò a farmi il solletico sui fianchi e iniziai a ridere in modo isterico ed approfittando del momento didebolezza, mi avvicinò a lui e mi baciò con passione, come solo Felpato sapeva fare. A volte non mi rendevo conto di quanto ero fortunata: Sirius era un ragazzo bellissimo, intelligente, coraggioso, generoso ed altruista. Un po' matto, impulsuvo, incosciente e a tratti un po' infantile, ma chi non ha difetti in questo mondo?! La mia lezione l'avevo già imparata a tempo debito grazie ai preziosi consigli di mio padre ed avevo imparato ad amare i suoi difetti; forse erano proprio quelli che lo rendevano Sirius, la persona di cui mi ero innamorata sin dal primo momento. Amavo tutto di lui, dal modo in cui rideva come se stesse abbaiando, al suo profumo di pino misto a dopobarba. Adoravo come i suoi capelli erano sufficientemente lunghi per solleticarmi la clavicola mentre ci baciavamo, adoravo i suoi occhi sinceri e tenebrosi; mi piacevano i suoi scatti d'ira, anche se a volte faceva davvero paura. Non c'era una singola cosa che non amassi di lui.
"Quando sarà finito tutto... - iniziò a dire una volta interrotto il bacio - mi sposerai."
Disse ciò con un'assoluta convinzione che quasi mi indispettì.
"Dalle tue parti non si usa fare proposte di matrimonio, dichiarazioni d'amore o cose simili?" gli dissi tirandogli una ciocca di capelli.
"No."
"E se io non volessi sposarti?" dissi dispettosa.
Sirius mi guardò con aria di sfida, si mise in posa come se stesse posando per un calendario babbano, si guardò le unghie e poi fece finta di lucidarsele sulla divisa, impettito come un pavone.
"Ma insomma, mi hai visto, bimba? - disse prendendomi per la cravatta e sussurrandomi nell'orecchio - Io sono Sirius Black."
Scoppiai a ridere e lui con me.
"Okay, va bene. Ti farò tutte le dichiarazioni d'amore e le proposte di matrimonio in ginocchio che vuoi.  - affermò ora cercando di essere serio - Ma dopo la guerra. Solo quando tutto questo sarà finito; dobbiamo avere un bel ricordo del nostro matrimonio."
"Va bene, Felpato. Penso di avere pazienza... ma guai a te! Se trovi un'altra giuro che ti ammazzo!" gli intimai cercando di guardarlo in modo minaccioso.
Ma non c'era modo di incutere timore a Sirius Black.
"Dove la trovo un'altra pazza come te che mi minaccia dalla mattina alla sera?!"
"Ah, quindi la pazza sarei io? - dissi io mentre Sirius iniziava a darsela a gambe - Lascia che ti prenda, Black, e fai una brutta fine!"
Cominciai a inseguirlo e proprio in quel momento iniziò a piovere ed in pochi minuti ci ritrovammo zuppi di pioggia. Ma ridevamo, uno abbracciato all'altra, perchè in quel momento eravamo solo io e lui, lui ed io, ed un po' di pioggia.
 
Quel Natale i miei genitori decisero di invitare, oltre ai miei amici, anche tutti i membri dell'Ordine della Fenice. Fummo contenti di conoscere tutte quelle persone. Elphias Doge, un amico di vecchia data del preside, un anziano signore dai capelli bianchissimi e dalla voce ansimante; Dedalus Lux, un piccolo uomo particolarmente esagitato con uno strambo cappello viola; Alastor Moody, detto Malocchio, un potente Auror, - grazie a lui le prigioni di Azkaban erano piene - aveva una gamba finta, troppe cicatrici sul viso e, la cosa più inquietante, era un occhio finto che roteava in continuazione; i fratelli Prewett, Fabian e Gideon, due alti uomini dai capelli rossicci, allegri e alla mano; e con grande piacere trovammo visi conosciuti come quelli della professoressa McGrannit e di Rubeus Hagrid.
"Buonasera Hagrid!" lo salutai.
Adoravo quell'uomo, tanto grosso, quanto dolce e premuroso, era un vero pezzo di pane.
"Ehi ciao Selene! Ciao a tutti ragazzi! - disse passando lo sguardo sui miei amici che già conosceva - Hai proprio una bella casa, lo sai? Ci devo fare attenzione a non rompere nulla, mi dispiacerebbe troppo!"
"Non ti preoccupare, Hagrid. Rilassati!" lo rassicurai.
Con più di due metri d'altezza doveva essere difficile muoversi senza fare danni.
"Buonasera Professoressa." disse Sirius accanto a me, cercando di ammaliare e addolcire l'anziana strega con uno dei suoi sguardi che conquistano.
La professoressa McGrannit aveva la solita espressione severa sul viso, rispose al nostro saluto con un cenno e ci squadrò da capo a piedi.  Lo sguardo che conquista di Sirius non aveva avuto alcun effetto su di lei.
"Spero vi stiate godendo le vostre vacanze - disse algida, rivolgendosi ai più grandi del gruppo - Vi aspetterà un periodo scolastico molto intenso. I M.A.G.O. non sono uno scherzo."
Detto ciò ci lasciò da soli. Era evidentemente ancora risentita per quella sera, quando eravamo andati con sfrontatezza a chiedere di far parte dell'Ordine e Silente aveva dissacrato la sua autorità davanti a noi.
"Che ansia! Buon Natale anche a lei prof.!" esclamò sarcastico Sirius quando la McGrannit era già andata via.
La serata trascorse piacevolmente, si parlò poco della guerra e di argomenti tristi e angoscianti; Malocchio però consigliava a chiunque di mantenere 'VIGILANZA COSTANTE' . James e Sirius dichiararono apertamente che secondo loro quel Malocchio era un tantino paranoico, ma non potevo dare torto del tutto a quell'uomo. Doveva avere molta esperienza nell'ambito della Difesa contro le Arti Oscure, e il suo corpo e il suo modo di comportarsi erano un' eclatante dimostrazione del suo vissuto. Mi sarebbe tanto piaciuto avere lui come professore, al contrario di Sirius e James che invece con un professore così attento e vigile, non sarebbero riusciti a combinare le loro solite marachelle.
 
Durante il resto delle vacanze i miei genitori cercarono di comportarsi come avevano sempre fatto, ma io mi accorsi che niente era più come prima. Erano sempre tesi, indaffarati, sfuggenti; uscivano spesso, non mi assillavano più con le loro domande inopportune ed imbarazzanti, - mai mi sarei immaginata di sentirne la mancanza - erano cambiate davvero tante cose. A partire dal loro aspetto. Il sorriso radioso di mia madre non era presente più così spesso sul suo viso, che recentemente aveva acquisito qualche ruga in più; era sempre pallida e i suoi capelli biondo - miele erano sempre legati in un'elegante pettinatura, ma non più curata come lo era stata un tempo e qualche capello bianco iniziava a schiarire ancora di più la sua chioma; era decisamente diventata più trascurata.
Per non parlare di mio padre: si era fatto crescere definitivamente la barba, che a discapito dell'età, era ancora rossiccia proprio come i suoi folti e riccioluti capelli. Ma i suoi occhi che mi aveva donato generosamente, un tempo grandi e lucenti, ora non emanavano più l'entusiasmo di un tempo, ma da essi trasparivano solo stanchezza e paura, erano incorniciati da profonde rughe di espressione che fino ad un anno prima non aveva avuto. Chissà cosa mi nascondevano, chissà cosa stavano facendo per tenermi al sicuro.. Conoscendoli si stavano facendo in quattro per assicurarmi un futuro dignitoso; loro avevano sempre fatto e dato il massimo per rendermi felice, ad ogni costo. E solo ora che li vedevo così precocemente invecchiati, mi rendevo conto di quanto a volte fossi stata una ragazzina ingrata e capricciosa. I miei erano delle persone fantastiche e avrei tanto voluto essere un genitore bravo almeno la metà di quanto lo erano stati loro per me.
 

-
 

Le lezioni ricominciarono e noi riprendemmo la solita routine. Il 1978 era arrivato velocemente, ed io cercavo di immaginare quali sorprese mi avrebbe riservato. Ma d'altra parte non volevo pensarci, volevo godermi quegli ultimi mesi di scuola con Sirius, con i Malandrini, con Lily. Io e la mia dolce metà passavamo più tempo possibile insieme; eravamo quasi inseparabili, tanto che le sue numerose fan si erano quasi arrese e spargevano in giro la falsa notizia che io fossi incinta e che Sirius mi avesse chiesto di sposarlo. Non sapevano invece che io ero ancora vergine e che Sirius mi aveva promesso di sposarmi solo dopo la guerra. La McKinnon al contrario non si era mai arresa, aveva provato in tutti i modi nell'ultimo periodo di farci litigare: aveva raccontato a Regulus che io lo tradivo con Sirius sin da tempi non sospetti; ma fortunatamente il minore dei Black, dotato di buon senso, non ci aveva creduto. Marlene aveva detto più di una volta a Sirius di avermi visto troppo in confidenza con Remus, e addirittura inventò che ci eravamo baciati. Il mio ragazzo, spesso impulsivo e credulone per certe cose, non credette fortunatamente a quelle fandonie, un po' perchè erano totalmente assurde, un po' perchè non aveva assolutamente voglia di perdere del tempo a litigare, proprio come me. Se all'inizio dell'anno scolastico litigavamo sempre, dopo quella corsa sotto la pioggia, i nostri litigi diminuirono in modo vistoso. Forse visti dall'esterno potevamo sembrare troppo sdolcinati e a tratti addirittura vomitevoli; ma cosa mi importava? Ora ero felice, magari fra qualche mese non lo sarei stata più, perchè non vivere la felicità presente al posto di corrucciarsi per le sofferenze future?! CARPE DIEM. Questa era diventata la mia filosofia di vita e non mi sarei persa nulla.
 
Finalmente, arrivò il 13 Maggio, il giorno che meno avevo aspettato nell'ultimo periodo: il giorno del mio compleanno. Non era un compleanno qualsiasi: sarei diventata maggiorenne. Maggio portò con sè tanta malinconia; mancavano poche settimane alla fine della scuola e di tutta l'armonia che si era creata.
Quel giorno mi svegliai all'alba, mentre Ingo dormiva ai piedi del mio letto, raggomitolato su sè stesso. Anche lui era cresciuto, da piccolo gattino indifeso si era trasformato in un grosso gattone; ed io con lui, da ragazzina insopportabilmente saccente a una Malandrina coi fiocchi - come diceva James. Dalla tenda del baldacchino fece capolino un flebile raggio di sole che mi illuminò il braccio. Guardai i due bracciali che mi aveva regalato Sirius: il primo ricevuto quando non stavamo ancora insieme, un portafortuna per la partita di Quidditch; il secondo ricevuto durante il nostro primo Natale insieme. Non li avevo più tolti e mai l'avrei fatto.
Mentre sospiravo e mi preparavo psicologicamente ad uscire dal letto, Lily spalancò le tende del baldacchino.
"AUGURIIIIIIIIIIIIIIII!" urlò sfondandomi un timpano.
Da quando stava con James era diventata molto più esuberante e allegra.
"Buon compleanno Selene!" esclamò Alice ancora un po' addormentata.
"Grazie ragazze - dissi abbracciandole contemporaneamente - vi voglio bene amiche mie!"
"Ecco il regalo! - esclamarono insieme, porgendomi un pacco - Da parte di tutti noi, Malandrini e Frank compreso."
"Avevo detto niente regali!" protestai io poggiando le braccia sui fianchi.
"Aprilo, non rompere le palle!" mi rispose Lily.
Aprii il pacco enorme e trovai un album pieno di nostre foto: poche dei primi anni, ma tante degli ultimi tempi ed ognuno di loro aveva scritto qualcosa sotto ogni foto, un commento o una dedica. La foto con James dell'ultima partitadi Quidditch vinta ; una con Remus che portava delle orecchie finte da lupo ed aveva una faccia divertita ed esasperata allo stesso tempo; una foto con Lily e Alice il giorno del Ballo in Sala Comune, sembravamo delle principesse; una foto che ci ritraeva tutti quanti il giorno di Natale; poi uno scatto di cui ignoravo l'esistenza, io e Sirius abbracciati e sorridenti che ci guardavamo negli occhi.
E tante altre foto che non ebbi il tempo di vedere perchè abbracciai le mie amiche più forte che potei.
"Grazie, è bellissimo!"
"Sapevo ti sarebbe piaciuto" disse una voce familiare alle mie spalle.
Remus, James, Peter, Frank e Sirius erano entrati nella nostra stanza portando una torta con diciassette candeline sopra.
"Grazie mille ragazzi - dissi commossa - questo album lo custodirò come un tesoro!"
"Sì, okay, basta con le smancerie. Ora scendiamo in Sala Comune, devi spegnere le candeline ed esprimere un desiderio, ed io devo mangiare questa torta." disse James facendomi un occhiolino.
Quello fu il compleanno più bello della mia vita, fortunatamente cadde di sabato e non avevamo lezioni; quindi passammo quella splendida giornata primaverile all'aria aperta, a correre, a giocare a Quidditch, a ridere, a cantare. Non potevo volere di meglio.
Nel tardo pomeriggio andammo a trovare Hagrid che mi aveva preparato una torta fatta con le sue enormi manone. Devo dire che non era la migliore torta che avessi mai mangiato, ma mi sforzai per far piacere al gigante buono che era stato così carino e gentile con me. La sera prendemmo parte al banchetto e dalla sua postazione il professor Silente mi guardò ed alzò il calice per farmi gli auguri.
Stavamo tornando in Sala Comune, ed io ero ormai conscia che la giornata era finita e che non ci sarebbero state più sorprese. Ma qualcuno mi prese il polso e mi trascinò da tutt'altra parte.
"Ma cosa diavolo..?"
"Mettiti sotto il mantello, gattina!" mi disse la voce di Sirius.
Raggiungemmo la Stanza delle Necessità e vi entrammo. Ci togliemmo il mantello e trovai una sala accogliente, una specie di salone, una radiolina appoggiata su di un mobile. Sirius sempre tenendomi la mano si avvicinò al marchingegno babbano, premette un tasto ed iniziò a partire una melodia.
"Cosa hai intenzione di fare?" gli chiesi curiosa, con un sorriso stampato sul viso.
"Ballare." rispose lui con naturalezza.
Ben presto riconobbi la canzone "I don't wanna miss a thing" degli Aerosmith, una canzone che mi aveva fatto ascoltare mesi fa e che avevo amato sin dal primo istante.
Sirius mi poggiò le mani sui fianchi ed iniziammo ad ondeggiare insieme a ritmo di musica. Il cantante iniziò a cantare e Sirius, mentre mi guardava negli occhi sognante, cantava insieme a lui.
"... I could stay lost in this moment, forever - prese fiato per poi urlare - Every moment spent with you is a moment I treasureeeeee!"
Partì il ritornello e mi sollevò facendomi fare il giro della stanza tra le sue braccia. Mi sembrava quasi di volare.
Poi mi baciò appassionatamente mentre Steven Tyler cantava
 

And then I kiss your eyes
 and thank God we're together,
 I just wanna stay with you
 in this moment forever,
 forever and eveeeer
I don't wanna close my eyes,
I don't wanna fall asleep
'cus I'd miss you, babe
And I don't wanna miss a thing.
[...]
I don't wanna miss one smile,
I don't wanna miss one kiss
I just wanna be with you,
right here with you,
just like this.
I just wanna hold you close
I feel your heart so close to mine
And just stay here in this moment
for all the rest the time..

 
Riprendemmo ad ondeggiare, mentre io pensavo che sarebbe stato perfetto se lì ci fosse stato anche un letto. Non volevo che ci mancasse nulla, non volevo perdermi nulla, proprio come diceva la canzone. E come per magia la Stanza delle Necessità mi accontentò ed io e Sirius ci trascinammo su quel letto dove diventammo una cosa sola. Non ero mai riuscita ad immaginare come saremmo arrivati a fare l'amore. Non pensavo sarebbe stata una cosa così naturale; pensavo che le uniche sensazioni provate sarebbero state vergogna, imbarazzo, paura di fare qualcosa di sbagliato. Ma era tutto così tremendamente perfetto, mi sentivo nel momento e nel posto giusto e sentivo di star facendo la cosa giusta. Io volevo Sirius, lui voleva me ed io desideravo essere sua per sempre.
 
Sirius' POV
L'orologio sul comodino segnò le quattro del mattino. Selene dormivabeatamente sul mio petto con un'espressione serena sul viso; le labbra protese in avanti in una specie di broncio e sembrava avere dei canotti al loro posto. I suoi lunghi capelli dorati erano sparsi qua e là sul cuscino e sulla sua faccia. Tutto ciò che era successo la sera prima era stato bellissimo, e non lo avrei mai scordato. Ero stato con parecchie ragazze in passato, ma con Selene mi sembrò quasi di aver vissuto di nuovo la prima volta. Sì, perchè ora ero davvero innamorato! L'amore.. che cosa strana.
Erano le quattro e mezza, dovevo svegliarla, dovevamo tornare nei nostri dormitori.
"Selene. - sussurrai, ma non ci fu alcuna reazione - Ehi, svegliati bella addormentata."
Si stiracchiò, si appoggiò sui gomiti per guardarmi negli occhi, poi lanciò uno sguardo sull'orologio e si voltò dall'altro lato per continuare a dormire.
"Ehi, non hai capito nulla! Dobbiamo tornare nei nostri dormitori, o passeremo guai seri."
"Da quando sei diventato così assennato, Felpato?!" mi chiese lei mentre si copriva la faccia con il cuscino.
"Lo sono sempre stato, in fondo." risposi ridacchiando.
"Sì, certo."
"Dai vestiti, continuerai a dormire nella tua stanza." le dissi.
"Tu starai con me?" mi chiese facendo capolino da dietro al cuscino.
"Ovviamente." le sorrisi.
Arrivati nella sua stanza vuota, - Lily e Alice erano con i rispettivi fidanzati - ci infilammo sotto le coperte ed abbracciati ci addormentammo come due angioletti.
La mattina dopo fummo svegliati dalle urla di Lily e Alice che si spaventarono alla vista della mia folta chioma bruna nel letto di Selene.
"Siete due allocche, non è la prima volta che dormo qui." dissi schernendole.
 

-

 
Quell'anno avevo i M.A.G.O. e dovevo studiare seriamente se volevo fare davvero qualcosa di utile nella vita. Avevo deciso di diventare un Auror, anche se non ne ero totalmente convinto: presi quella decisione perchè mi sembrò la più sensata in quel periodo, ma sentivo che Sirius Black sarebbe stato altro nella sua vita.
L'Auror Sirius Black. No, non suonava granchè. Sembrava il nome di un cartomante.
In quelle ultime settimane scolastiche della mia vita diedi il massimo, senza però trascurare la mia Selene. Lei ormai si era arresa all'idea di doverci separare, le avevo promesso tante cose: che non mi sarei cacciato nei casini, che l'avrei sposata dopo la guerra, che avremmo avuto una famiglia.. Era strano pensare ad una famiglia tutta mia, dei miei figli, una mia casa... Chissà, come sarei stato come padre?! Forse un totale disastro, ma Selene sarebbe stata una madre fantastica, questo era poco ma sicuro...
Un momento. Cosa mi stava prendendo?!
Felpato, stai perdendo colpi, l'amore ti nuoce gravemente alla salute. mi dissi. La realtà era che da quando stavo con Selene ero cambiato, in meglio, credo. Dipende dai punti di vista. Prima ero un bulletto sfacciato, immaturo: mi divertivo a fare dispetti a chiunque senza pensare minimamente alle conseguenze. Anche James era cambiato in meglio per Lily; avevamo messo entrambi la testa a posto per amore, incredibile ma vero. Il mio migliore amico aveva intenzione di chiedere a Lily di sposarlo subito dopo gli esami; James sposato... Chi l'avrebbe mai detto!
Anche io prima o poi mi sarei sposato con la mia Selene, solo quando tutto questo sarebbe finito. Il motivo per cui avevo preso questa decisione? Non lo sapevo nemmeno io con precisione, sentivo che era la cosa migliore da fare. Selene aveva ancora un anno di scuola da affrontare, e appena finito si sarebbe ritrovata nel bel mezzo della guerra. Avevo sempre immaginato i matrimoni come giorni festosi, spensierati, e perchè no, anche frivoli. E quello non era il periodo adatto per fare festa ed essere spensierati. Il nostro matrimonio sarebbe stato un giorno indimenticabile, nel senso positivo del termine. E poi in fin dei conti il matrimonio era solo un pezzo di carta, una formalità; nel mio cuore sapevo di amare Selene e sapevo di essere amato a mia volta, e questa era la cosa che contava di più.
 
Con lo stupore di tutti io e James superammo brillantemente gli esami ottenendo giusto i cinque M.A.G.O. che ci servivano per diventare Auror. Inutile dire quanto Selene fu orgogliosa di me; anche i suoi genitori si complimentarono molto, in particolare Margareth che sentiva la necessità di dire a chiunque che il fidanzato di sua figlia presto sarebbe diventato un Auror.
Quell'estate James e Lily si sposarono. Il loro matrimonio fu una cerimonia molto semplice, io e Selene fummo scelti come testimoni e furono invitati pochi intimi. Successivamente James e Lily presero una casa a Godric's Hallow e andarono a vivere lì da sposini novelli.
Io e Selene invece passammo l'estate a casa dei suoi genitori, sempre fin troppo indaffarati e schivi.
Fu un'estate relativamente tranquilla quella del 1978, aiutai Selene con i suoi compiti, - anche se non ne aveva assolutamente bisogno - feci con lei lunghe passeggiate in moto, e tra qualche attacco di Mangiamorte e l'altro, arrivò velocemente la fine di Agosto. Ora che Selene doveva tornare a scuola, sarebbe stato alquanto imbarazzante per me rimanere a casa con i suoi, e non mi andava tanto meno di chiedere ospitalità al mio migliore amico che si era appena sposato e probabilmente aveva bisogno di un po' di intimità con la sua adorata mogliettina.
 
Un giorno il signor Brandon mi prese in disparte dicendomi che aveva urgenza di parlarmi.
"Quindi fra qualche giorno inizi il corso per diventare Auror?" mi chiese.
"Sì, signore." risposi quasi come un militare faceva con il suo generale.
"Bene, vorrei chiederti un enorme favore.. - mi disse sedendosi e coprendosi con le mani il volto stanco - Vedi, Sirius, io e mia moglie siamo costretti a partire per una missione dell'Ordine. Sarà molto pericolosa, e abbiamo una certa età, non sappiamo cosa succederà."
Il silenzio calò su di noi, ed io non potei fare a meno di rabbrividire sentendo il signor Brandon così teso e commosso.
"Tu resta qui, in questa casa, fa come se fossi a casa tua. Prenditi cura di Selene come se fosse già tua moglie, stalle vicino. Qualunque cosa dovesse accadere, non permetterle di commettere follie."
Mentre mi diceva queste parole, mi guardava con quegli occhi blu che aveva generosamente donato a sua figlia, così sinceri e profondi.
"Ci può contare, signor Brandon." gli dissi ostentando sicurezza.
"Sono felice che lei abbia te, in fin dei conti sei un bravo ragazzo. - mi confessò dandomi una pacca sulla spalla. Poi si alzò, ma prima di andarsene aggiunse - Ah, e puoi chiamarmi Febus."
Ora avevo anche la fiducia del suocero. Il signor Brandon, Febus, non mi odiava come avevo sempre pensato. Aveva detto che era felice che Selene avesse me.
Poi un dubbio mi fece alzare in piedi di scatto.
"Ma lo direte a Selene della vostra missione?" chiesi smarrito.
"Certo, abbiamo sempre detto la verità a nostra figlia e sempre lo faremo." disse fiero Febus.
Pensai che era davvero un grand'uomo Febus Brandon, non come quel parassita di mio padre, che sapeva solo sottostare agli ordini di quella pazza di mia madre.
 
 
 Selene's POV
Durante una calda domenica di Agosto successe quello che immaginavo da tempo. I miei genitori commossi e dispiaciuti mi annunciarono la loro imminente partenza per una missione dell'Ordine, estremamente pericolosa ed ovviamente top-secret. Non riuscii a dire nulla, aspettavo da tempo questo momento e l'unica cosa che riuscii a fare - come sempre - fu piangere. Nemmeno loro riuscirono a dire nulla per rassicurarmi, a parte i vani tentativi di mia madre e le sue frasi scontate.
Avrei tanto voluto supplicarli di non andarci, ma sicuramente mio padre non mi avrebbe dato ascolto. Lui era Febus Brandon, Grifondoro fino al midollo, orgoglioso, coraggioso e spericolato, non avrebbe mai rinunciato ad andarci e mia madre lo amava troppo per abbandonarlo a se stesso. Non potevo fare nulla, come al solito. A volte pensavo che avrei preferito non sapere nulla; invece così sapevo benissimo che stavano andando consapevolmente ad affrontare il pericolo e probabilmente la morte, sì, ma a testa alta, come ripeteva costantemente mio padre.
Furono le settimane più silenziose della mia vita, una parte di me proprio non riusciva a rassegnarsi.
Ma il giorno della loro partenza arrivò senza che nemmeno me ne accorgessi.
"Prendetevi cura di voi" disse mia madre a me e a Sirius.
Abbracciai a lungo sia lei che mio padre, il quale sembrava più commosso di tutti.
"Questo non è un addio, vero papà?" gli chiesi con la voce tremante.
"No, principessa. Torneremo presto, vedrai."
"Me lo promettete?" dissi quasi supplicandolo.
"Certo." rispose mia madre sorridendomi.
Ma riuscivo a riconoscere quando mentivano, ed in quel caso stavano mentendo.
Con un *clop* si smaterializzarono.
Tutto il dolore e la sofferenza che avevo cercato di trattenere in quei giorni per non mortificare i miei genitori si fecero sentire in quel momento. Le mie gambe cedettero sotto il peso del mio corpo, mi accasciai a terra e piansi sulla spalla di Sirius fino a quando non ebbi più lacrime.
I miei amici cercarono in tutti modi di consolarmi e di rassicurarmi, come già aveva fatto Sirius, ma l'unico che poteva capirmi era James.
Ci ritrovammo soli io e lui nel giardino di casa mia a guardare le stelle, con lo stesso sguardo malinconico.
"Non posso dire nulla per consolarti - iniziò a dire James - perchè non c'è nulla di più odioso di finte consolazioni quando si soffre per qualcuno. Posso solo dirti di essere forte, per te, per loro, per Sirius e di combattere per il vostro futuro."
Gli sorrisi grata per le sue parole sincere.
"Ah, e non scordarti di vincere la Coppa delle Case. Ora che sei Capitano la responsabilità è tutta tua. E' una bella rogna." aggiunse.
Eccolo lì, il solito James, colui che non riusciva ad essere serio per più di cinque minuti.
"Va bene, ma per me rimarrai sempre tu il mio Capitano."
 
Il primo Settembre James, Lily, Remus e Sirius mi accompagnarono al binario 9 3 / 4   .
Fu molto strano vederli senza i loro bauli, senza la loro divisa. Che nostalgia. Sarebbe stato un luuungo anno.
"Mi raccomando gattina, fai la brava, studia e non guardare gli altri ragazzi." mi disse Sirius accarezzandomi le guancia.
"Stai tranquillo Felpato, non ho occhi che per te. Tu piuttosto, cerca di mantenere le promesse che mi hai fatto, e non sfruttare troppo il povero Elmo. - gli risposi ridacchiando - Ah, e soprattutto, scrivimi. Ogni giorno."
"Anche tu! - mi disse con uno sguardo malinconico. - Oh aspetta."
Andò vicino a Lily che estrasse una piccola scatolina dalla sua borsa mentre io li guardavo interdetti.
"Questo è per te. Da parte mia, così sarò con te sempre."
Aprii la scatolina e trovai una collana con un ciondolo a forma di stella tempestata di diamantini minuscoli. Era la cosa più luccicante che avessi mai visto.
"Sirio, la stella più luminosa del cielo notturno, per la mia principessa."
Mi aiutò ad indossarla e poi ci abbracciammo e ci baciammo a lungo fino a quando il treno non fischiò e James ci disse di smetterla o gli sarebbe venuto il diabete.
Salutai tutti e salii sul vapore per la prima volta senza i miei amici. Sola. Come durante il mio primo anno, ma quella volta ci fu Sirius che mi salvò dalla solitudine.
James, Lily e Remus rimasero fermi dove erano, mentre si sbracciavano per salutarmi, al contrario di Sirius che si mise a rincorrere il treno e si fermò solo quando scomparve dalla stazione di King's Cross.
Ora potevo contare solo sulle mie forze. 


******************************************************************************************************************************************************************
NdA: Ecco qui un altro capitolo! Lo so, è un po' tragico. In questo periodo mi piacciono le cose tragiche (sono masochista, lo so). Che dire?! Davvero questa volta ho poco da dire, forse ho detto abbastanza nelle scorse NdA! Leggete e fatemi sapere cosa ne pensate. :) Sono sempre ben accetti consigli. Spero non ci siano troppi errori, sono molto stanca in questi giorni.. :(
Grazie a chi legge silenziosamente e a anche a chi non legge, massì.. Grazie a tutti.
Grazie infinite per le chiacchierate e i consigli alla simpaticissima Claude aka piccolo_uragano_, ad Anna in Black che è tornata a recensire, alla spumeggiante _Lady Holmes_ e a chi recensirà! 
PS: Questo capitolo è un po' triste, cercherò di rendere il prossimo un po' più allegro. Giurin giuretto!
Buonanotte
Aranel 
❤ 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Signora Ansia e Signora Angoscia ***


AUGURI FELPATO!!❤❤


  




Anno scolastico 1978-1979

Selene's POV
Una volta salita sul treno, mi misi alla ricerca disperata di uno scompartimento vuoto, ma invano. Erano già tutti occupati e non potei fare altro che unirmi a qualcuno che già conoscevo. Aprii la porta dello scompartimento in cui c'erano Jane Bennet e Cathrine Ellis, due Grifondoro del mio stesso anno.
"Ciao ragazze, posso unirmi a voi?" chiesi imbarazzata.
"Certo! - esclamò Jane, mentre Cathrine mi ignorava - Come vanno le cose, Selene?"
"Oh, bene. Grazie. - risposi imbarazzata - A voi?"
Cathrine continuava a far finta che non ci fossi, mentre Jane mi raccontava tutte le sue avventure estive.
"E tu Cathrine?" si rivolse infine Jane alla sua migliore amica.
"Non ho nulla di interessante da raccontare. - rispose acida - Tu piuttosto Selene.. Come vivrai questo anno scolastico senza il tuo fidanzatino e i tuoi amichetti?"
Mi odiava, ed io solo ora lo avevo capito. Forse non era l'unica ad odiarmi tra tutti i Grifondoro del mio anno; in fondo avevo passato sempre il mio tempo con i più grandi, e poche volte mi ero fermata a studiare con loro.
"Sarà un anno normale, Cath. - risposi fingendomi sicura di quello che dicevo - Mi dispiace se in questi anni sono stata un po' distante e con questo non voglio che voi pensiate che ho intenzione di sfruttare la vostra compagnia solo perchè i miei amichetti non ci sono."
Cathrine rispose con un ghigno divertito, mentre Jane la guardava male.
"Non ti preoccupare Selene! - mi rassicurò Jane - Chiunque si sarebbe allontanata con un fidanzato come Sirius Black!"
Jane sembrava molto più disposta a darmi una seconda chance: iniziò a tempestarmi di domande sui Malandrini, sul motivo per cui Remus Lupin si assentasse ogni mese, su James e Lily che si erano appena sposati e su me e Sirius. Ecco, questo era uno dei motivi per cui non riuscii mai a legare tanto con Jane e Cathrine: erano delle pettegole, si impicciavano degli affari altrui senza alcun ritegno, ed era proprio una cosa che non riuscivo a sopportare. Risposi vaga alle sue domande, cercando di mantenere la calma e di non essere scortese.
Poi arrivò anche a chiedermi chi fosse meglio tra Regulus e Sirius e lì la mia pazienza iniziò a scarseggiare.
"Non mi piace fare questo genere di confronti, Jane." le dissi sforzandomi di sorridere.
In tutto ciò Cathrine continuava a guardarmi quasi disgustata.
Oh, che splendido anno mi aspetta!  pensai.
 
Una volta arrivati ad Hogwarts prendemmo parte al banchetto e dopo che Silente fece il suo solito discorsetto, che ormai sapevo quasi a memoria, andammo nei nostri dormitori. Fu strano non condividere più la stanza con Lily e Alice; ero stata messa nella loro stanza perchè una ragazza del secondo anno aveva cambiato istituto e le ragazze del primo avevano tutte la loro sistemazione in stanze da tre, tranne una, per l'appunto me. Io questo lo chiamerei destino.
Quell'anno, come avevo immaginato, condividevo la mia stanza con Jane e Cathrine. La prima sembrava felice, mentre la seconda non mostrò nessun segno di entusiasmo.
"Che bello Selene, sei in stanza con noi! - esclamò Jane - Aileen Brown non mi sta per niente simpatica, se devo dirti la verità. E poi così potrai raccontarci tutti i segreti dei Malandrini!"
Aileen Brown era un'altra ragazza Grifondoro, ancora più frivola di Jane e Cathrine, che prima condivideva la stanza con loro. Dal racconto di Jane emerse che Aileen le aveva 'rubato' il fidanzato e per questo era scoppiata la guerra tra le due.
Dopo aver ascoltato la storia avvincente di Jane, dissi che ero molto stanca e che dovevo ancora mettere a posto le mie cose. Solo così, dopo un'altra mezz'ora di ciance, mi lasciò in pace. Sistemai il giaciglio di Ingo, anche se ormai dormiva solo ai piedi del mio letto, gli diedi da mangiare e sistemai i vestiti e le mie cose nell'armadio.
 
-
 
Le prime lezioni furono scandite dalle mille raccomandazioni dei professori per i M.A.G.O che avremmo sostenuto quell'anno.
Per fortuna non ebbi il tempo di pensare a quanto mi sentivo sola in quel castello, poichè sin dalle prime settimane di scuola ci riempirono di compiti. Ormai la mia giornata ad Hogwarts era diventata standard: colazione, lezioni, pranzo, lezioni, compiti, Quidditch, cena e nanna.
Quell'anno ero diventata capitano della squadra di Quidditch e fu più difficile che mai trovare un degno sostituto di James. Ancora più ardua come impresa fu farmi rispettare dalla squadra che non mi guardava di buon occhio. Diedi il massimo per entrare nelle loro grazie e alla fine ci riuscii; trovai un buon cercatore* ed acquistai la fiducia dei miei compagni. La prima partita contro Tassorosso fu un successo.
Scrissi a James una lettera lunghissima con tutta la telecronaca della partita e lui mi rispose entusiasta e felice di aver lasciato il suo posto di Capitano a me.
Sirius mantenne una delle tante promesse che mi aveva fatto: mi scriveva ogni giorno e mi raccontava di ciò che faceva al corso per diventare Auror; mi raccontava delle paranoie di Malocchio e di quanto si divertissero lui e James a fare scherzi ad un povero aspirante Auror come loro. Non erano proprio cambiati. Mi raccontò anche che gli attacchi dei Mangiamorte erano sempre più frequenti a Londra e che i membri dell'Ordine della Fenice aumentavano sempre di più, come il potere del Signore Oscuro. Nelle mie lettere di risposta gli chiesi di essere prudente e di non esporsi troppo al pericolo, ma era come chiedere ad un cane di miagolare. Sirius Black odiava le regole, amava il pericolo. In una lettera mi scrisse "E poi, cos'è la vita senza qualche rischio?" e lì capii che lottavo contro i mulini a vento.
Venni a sapere che anche gli storici fidanzatini, Frank e Alice, si erano sposati segretamente, senza dire nulla a nessuno. Lily nelle sue lettere espresse tutta il suo dispiacere per non aver assistito al loro matrimonio; mi raccontava della sua strana vita matrimoniale con James, che amava ogni giorno di più. Il suo bel maritino era incontrollabile ed imprevedibile quanto Sirius e non mi nascose che a volte avrebbe tanto voluto affatturarlo; ma nelle sue lettere affiorava tutto l'amore che provava per lui, pure quando si cacciava nei guai. Quei due erano davvero innamorati e felici nonostante tutto, ed io lo ero per loro. James si meritava un po' di felicità dopo quel brutto periodo che aveva passato per la perdita dei suoi genitori; era stato davvero male e la cura migliore per lui era stata la bella Lily.
Ricevetti parecchie lettere anche dal mio migliore amico Remus. Lunastorta non se la passava benissimo: non riusciva a trovare un lavoro adatto alle sue capacità a causa del suo 'piccolo' problema mensile. O meglio, era lui a non ritenersi adatto, come al solito. Si preoccupava di me e voleva sapere nei minimi particolari come fosse la mia vita senza di loro al castello. Io rispondevo sempre in modo vago, non mi andava di rattristarlo ancora di più con le mie inutili lamentele.
 
Ogni giorno speravo di trovare un messaggio da parte dei miei genitori; ma come si dice? Chi di speranza vive disperato muore.
Durante una mattinata libera, particolarmente triste e tetra, mi ricordai del libro che mio padre mi aveva regalato per Natale sulla mitologia greca e romana e corsi nella mia stanza per trovarlo nel mio baule. Leggendolo mi sarei sentita vicino ai miei genitori almeno per un po', avrei pensato a loro. E per quanto doloroso fosse, sentivo il bisogno di ricordarli, di tenerli vivi nella mia memoria.
Quando entrai nella mia stanza trovai il mio baule in disordine, Jane e Cathrine sul mio letto a sfogliare l'album che mi avevano regalato i miei amici per il mio 17esimo compleanno. E ridevano.
Detestavo quando la gente metteva le mani nelle mie cose; ma odiavo ancora di più quando si intrufolavano nei miei ricordi e nella mia intimità.
Mi avvicinai a quelle due e sfilai loro di mano il mio album chiudendolo. Stavano guardando la parte dedicata alle foto mie e di Sirius. Ma come si permettevano? Senza chiedere permesso!
"Scusa Selene... - cercò di rimediare Jane - lo abbiamo trovato in giro e pensavo non avremmo fatto nulla di male a sfogliarlo."
Sì, certo. In giro. Peccato che era sepolto nel mio baule, nascosto da tante altre cose, proprio per non attirare l'attenzione di qualche ficcanaso come loro.
"Va bene. Non fa nulla. - dissi senza alcuna espressione nel tono della mia voce - La prossima volta chiedetemi il permesso, però."
Non mi andava di discutere, non ne avevo la forza e la voglia. Semplicemente non ne valeva la pena. Tanto non ci sarebbe stata una prossima volta. Avrei sigillato il mio baule e le mie cose con qualche incantesimo.
Misi in ordine e presi il libro che mi aveva regalato mio padre, Mitologia Classica. Adoravo quelle storie antiche, che sapevano dare un perchè anche alle cose più banali, come l'eco, per esempio. La storia che mi facevo raccontare sempre da mio padre era il mito di Apollo e Dafne e di come nacque l'alloro; di come la ninfa Dafne, pur di sfuggire all'amore del dio, chiese al padre di farsi trasformare in un albero di alloro e Apollo le diede l'onore di essere la pianta a lui sacra, rendendola sempre verde.
Con il libro sotto al braccio raggiunsi l'albero più amato dai Malandrini, vicino al Lago Nero, dove passavano il loro tempo libero ad organizzare scherzi per le loro povere vittime.
Mi sedetti sotto l'ombra dell'albero ed aprii il libro. Consisteva in una serie di miti greci e romani. La mia attenzione fu attirata da un asterisco, che probabilmente aveva fatto mio padre, vicino al mito della dea della Luna, Selene, e di Endimione. 
 

«Selene, la dea della Luna, era follemente innamorata del dio Apollo che purtroppo, non la considerava di uno sguardo, sebbene la dea fosse di una bellezza accecante e perfetta, procurando la sofferenza della stessa..
Nel vederla così triste, Eros, il  dio dell'amore, promise a Selene di realizzare il suo desiderio più grande. La dea, ovviamente, chiese di essere ricambiata dal bell'Apollo; purtroppo si trattava di un desiderio troppo grande ed impossibile da realizzare; Eros le disse chiaramente che Apollo non era altro che un egoista e narciso, che non meritava il suo amore incondizionato e sincero, e che dunque ella avrebbe fatto meglio a concentrare le sue attenzioni ed i suoi sforzi altrove, su qualcuno che le avrebbe  insegnato cos'era l'Amore vero.
Selene abbattuta e sfiduciata, iniziò a percorrere il cielo notturno, come di consueto, sul suo cocchio argentato, quando all'improvviso la sua attenzione venne catturata da una melodia proveniente dal bosco situato ai piedi del monte Latmo. La dea scese dal suo cocchio d'argento e si mise alla ricerca della fonte di quella musica melodiosa, seguendone il suono. Trovò un bellisimo uomo dagli splendidi occhi scuri, intento a suonare in modo celestiale la cetra. Si trattava del bel re dell'Elide, Endimione.
La dea si innamorò perdutamente del bel sovrano e, al contrario di come era successo con Apollo, il suo amore fu ricambiato. Endimione, infatti, fu colui che, come Eros le aveva in precedenza predetto, le insegnò il vero Amore .
Così Endimione prese l'abitudine di recarsi ogni sera sul Latmo ad aspettare la sua amata e, quando la dea non poteva scendere dal suo cocchio d'argento, lui s'addormentava alla luce bianca della Luna.
Selene, così innamorata del suo bel Endimione, disprezzava addirittura la vicinanza di Apollo ora e lo evitava, distogliendo lo sguardo da lui se lo incontrava per caso.
Il dio del Sole, tuttavia, non riuscì a sopportare quell'affronto e  geloso adesso delle attenzioni che la dolce Selene non riservava più a lui, ordinò ad Hypnos, il dio del sonno, di trovare un modo per separare i due innamorati.
E fu così che la sera stessa, Hypnos mise all'opera il piano malefico di Apollo: fece sprofondare in un sonno eterno il bell'Endimione, nonostante egli provò a ribellarsi a tale ingiustizia. Eros, che casualmente passava da quelle parti, redarguì Hypnos rimproverandolo e gli fece commutare quanto aveva commesso: anzichè condannare Endimione ad un sonno eterno, in modo tale da non fargli più vedere la bella Selene in cielo, lo destinò a dormire eternamente con gli occhi aperti, cosicchè potesse ancora osservare la sua amata.
Quando Selene raggiunse la grotta trovò il suo amato Endimione immobile, i suoi splendidi occhi scuri aperti, a fissar il volto di lei, privi di espressione..
Selene capì ciò che era accaduto.
Grosse e copiose lacrime rigavano il volto pallido della dea, che stringeva a sè il povero Endimione dormiente. Stanca e stremata dal pianto, Selene s'addormentò tenendo tra le braccia il suo amato e, mentre sognava sentì una voce piacevolmente famigliare che la chiamava. Endimione correva verso di lei  in quel mondo senza confini che si trova fra realtà e fantasia, fra mortale e divino, e le sfiorava una guancia, asciugandole le lacrime dal volto.
Quella notte Endimione fece compagnia alla sua amata nel sogno, e così accadde per le notti successive. Il re dell'Elide  ora dorme ancora dentro il monte Latmo, dolcemente, con la lancia stretta in pugno, una mano mollemente posata sulla fronte, gli occhi scuri schiusi a guardare il cielo, lassù, rivolti alla Luna splendente.
I due si incontrano ancora nei sentieri dei sogni: Endimione ora può camminare nel cielo, tra le stelle e le costellazioni, può accompagnare la sua amata Selene nel suo viaggio lungo tutta la volta celeste e può ancora amarlaQuella di Hypnos non si rivelò una maledizione, come Selene credeva all'inizio. I due innamorati coronarono il loro sogno d'amore dando alla luce cinquanta figlie.
Il Sonno concesse l'eternità ad Endimione, che per sempre resterà giovane e bello, al fianco della sua amata dea della Luna.»
 

Il racconto era pieno di sottolineature e notai che l'angolo della pagina era stato piegato più di una volta. Questo doveva essere stato il mito preferito di mio padre: per questo aveva deciso di chiamarmi Selene. Non avrei mai immaginato che dietro il cinico e razionale Febus Brandon si celasse un uomo romantico...

-
 
Un pomeriggio di Novembre stavo studiando tranquillamente in biblioteca e stavo aiutando Jane in Pozioni, quando all'improvviso sentii uno strano rumore dietro di me. Mi voltai e vidi una candida civetta; mi affrettai ad aprire la finestra e presi il bigliettino che l'animale aveva legato alla zampetta. Era un minuscolo pezzo di carta tutto striminzito e bagnato per via della pioggia. Di chi era?
Iniziai a pensare a tante cose: magari erano i miei genitori, o forse qualcuno che mi diceva che non ce l'avevano fatta; oppure mi volevano informare che Sirius era stato coinvolto in un attacco. Il panico mi assalì, cercai di mantenere la calma: feci un bel respiro profondo e aprii il bigliettino per leggerlo.
 
Felpato ti aspetta alla Stamberga Strillante , questo sabato alle 10.
S.O.B.
 
Un enorme sorriso comparve sul mio viso che quasi mi arrivava fin dietro la testa. Jane si accorse della mia improvvisa felicità e mi guardò stupita.
"Di chi è quel bigliettino? - disse curiosa, sporgendosi per leggerlo - Posso vedere?"
"No! Nulla di che! - dissi io dando fuoco al pezzetto di carta con la bacchetta, sotto gli occhi indispettiti di Jane - Uno stupido scherzo."
La mia compagna di corso mi guardò di sottecchi e fece un'espressione offesa. Ma proprio non riusciva a farsi i fatti suoi?!
Quella notte non riuscii a prendere sonno facilmente; ma non perchè avevo paura di rifare gli incubi che ormai mi tormentavano da tempo: l'idea di poter incontrare Sirius, dopo due mesi che non ci eravamo visti, mi riempiva di gioia. Non vedevo l'ora di poter scherzare con lui, di abbracciarlo, baciarlo. Dovevo aspettare solo due giorni e l'avrei visto.
SOLO DUE GIORNI?!
Mi sembravano un'infinità di tempo! Guardai l'orologio sul comodino, le cui lancette segnavano le tre del mattino; dovevo dormire o il giorno dopo sarei sembrata un cadavere. Ingo dormiva come di consueto ai miei piedi facendo le fusa; lo presi per metterlo affianco a me sotto le coperte. Non appena lo afferrai da sotto le zampe, mi guardò un po' offeso, sembrava volesse dirmi Come hai osato svegliarmi, umana?! , ma poi quando capì che lo stavo infilando sotto le coperte, al calduccio con me, iniziò a farmi le fusa e si piazzò sul mio ventre. Con le sue zampette pelose mi ricompensò con una specie di massaggio sulla pancia e quando ebbe finito venne a sistemarsi accanto a me. In fondo non ero poi così sola: Ingo era sempre stato con me, nel bene e nel male.
 
Quei due giorni che mi separavano dall'incontro con Sirius sembrarono durare un'eternità. Il tempo durante le lezioni sembrava non scorrere mai e le giornate mi parevano lunghissime. Ma finalmente arrivò quel tanto atteso sabato. Era giorno di visita ad Hogsmeade e Jane e Cathrine mi invitarono ad andare con loro ed un gruppo di ragazzi di Corvonero. Declinai gentilmente l'invito, dicendo che dovevo recuperare dei compiti e percepii che Cathrine fu piuttosto felice del fatto che non sarei andata con loro. Le piaceva Dirk Cresswell, Prefetto di Corvonero, il cocco di Lumacorno, ma lui aveva da sempre avuto un debolo per me, e se ci fossi stata io tra i peidi sicuramente Cathrine non avrebbe avuto la possibilità di fare l'oca con lui.
Quando più o meno tutti se ne furono andati, raggiunsi il Platano Picchiatore, lo bloccai ed entrai attraverso quel tunnel che avevo percorso parecchie volte negli anni precedenti. Guardai il mio orologio da polso, mentre camminavo nello stretto e polveroso passaggio: erano le dieci in punto. Sirius sarebbe stato puntuale?
Finalmente arrivai alla fine del tunnel; salii le scale così velocemente che all'ultimo scalino inciampai e mi ritrovai sdraiata sul pavimento sudicio della Stamberga Strillante. Attirai l'attenzione di un cane nero che prese le sembianze di Sirius. Corse vicino a me e mi aiutò ad alzarmi.
"Lo so che mi ami, ma non c'era bisogno di stenderti ai miei piedi!" disse Sirius mentre mi stringeva le mani e rideva di gusto.
Gli sorrisi e mi affrettai a guardarlo da capo a piedi per assicurarmi che fosse davvero lui. Era cambiato: aveva tagliato leggermente i capelli che portava più spettinati di prima; vestiva da babbano, portava un paio di jeans strappati, una maglietta bianca aderente che lasciava intravedere il suo corpo muscoloso al punto giusto ed una giacca di pelle. Conservava sempre quel suo fascino disinvolto e quell' eleganza quasi aristocratica, nonostante fosse vestito da teppista babbano. Era tremendamente bello mentre mi sorrideva... ed io così ridicola che lo stavo fissando a bocca aperta da più di cinque minuti.
"Selene, ma sei tu? Ingo ti ha mangiato la lingua? Non hai detto una parola!"
Prima di rispondergli lo abbracciai stringendolo forte a me e lui ricambiò con una presa altrettando forte.
"Mi sei così mancato..! - gli sussurai tra i capelli ricci - E sei tremendamente sexy vestito da babbano!"
Lo guardai negli occhi e notai un lieve imbarazzo nel suo sguardo. Ero riuscita a far imbarazzare Sirius Black, bel colpo Selene!
"Nella Londra Babbana do meno nell'occhio se mi vesto così..." mi disse quasi per scusarsi.
"Ma guarda che stai benissimo, se fosse per me, potresti vestirti sempre così! - gli dissi rassicurandolo - E i capelli?"
"Troppo lunghi. - tagliò corto e poi cambiò argomento - Allora, che mi racconti Gattina?"
"Nulla di che Felpato, il castello è vuoto senza di voi."
Sirius sorrise soddisfatto, poi mi accarezzò la guancia e mi guardò negli occhi teneramente.
"Giusto per la cronaca, anche tu mi sei mancata terribilmente."
Passammo tutta la giornata insieme, raccontandoci tutto ciò che avevamo vissuto in quei mesi separati. Mi stupii di quanto parlò, di solito non era proprio un chiacchierone; era entusiasta della sua vita da aspirante Auror, piena di avventure, di sfide e di rischi, pane per i suoi denti, insomma. Volle sapere da me come stessero procedendo le cose al castello, se avevo legato di più con i miei compagni di corso.
"Quest'anno sono in stanza con Jane Bennet e Cathrine Ellis... - dissi abbassando la testa - Jane finge di essere mia amica solo perchè vuole sapere più cose su voi Malandrini, invece Cathrine mi odia. Ecco il prezzo che sto pagando per avere un fidanzato famoso e rubacuori."
Sirius rise soddisfatto e si sistemò i suoi capelli corvini con un gesto disinvolto ed elegante. Poi sfilò dalla giacca un orologio da taschino e guardò l'orario facendo un'espressione stupita.
"E' tardissimo, tu non dovresti essere qui!" mi disse.
Guardai fuori da una finestra della Stamberga Strillante: il cielo era diventato di un blu cobalto intenso; come era possibile che il tempo fosse volato così velocemente?
"Ci vediamo a Natale. Ti verrò a prendere dalla stazione il 24.. Avevo intenzione di invitare gli sposini Paciock e Potter, Remus e Peter. Che dici?"
"Per me va benissimo. Sarei molto felice di rivederli."
"Okay, perfetto. Ora vai, o ti beccherai una punizione."
Ci salutammo con un bacio breve ma intenso e poi io scappai via senza però essermi voltata indietro per guardare un'ultima volta Sirius che mi stava sorridendo.
Una volta uscita dal Platano Picchiatore, corsi verso l'entrata del castello, salii le scale più in fretta che potei per raggiungere la torre di Grifondoro.
"Non così in fretta, signorina Brandon." disse una voce femminile dietro di me.
La professoressa McGrannit stava con le braccia conserte e mi guardava con i suoi penetranti e severi occhi verdi.
"Mi stupisco di lei, signorina. Ora che se ne sono andati i suoi amici Potter e Black, ci si mette lei ad infrangere le regole?! - esclamò stupita - Posso chiederle dove è stata?"
"Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria, professoressa." mentii.
"Domani sera nel mio ufficio." mi ordinò mentre andava via.
Non se l'era bevuta la storia della boccata d'aria.
"Agli ordini professoressa! Buonanotte! " risposi trionfante.
Ero troppo felice per disperarmi per una punizione. La McGrannit inarcò un sopracciglio e giurerei di aver intravisto un sorriso accennato sulle sue labbra.
 
"Avanti" disse la McGrannit dopo che io ebbi bussato alla porta del suo ufficio.
Entrai esitante, mentre la prof. mi squadrava di sottecchi.
"Allora signorina Brandon, vorrei che mi aiutasse a ritrasformare questi calici in topi. Non dovrebbero esserci problemi per lei."
Trasfigurazione era ormai la mia materia preferita e quella non mi sembrò poi una grande punizione. Annuii e mi misi all'opera mentre la vicepreside correggeva dei compiti.
"Come sta il signor Black?" mi chiese all'improvviso senza distogliere lo sguardo dai fogli.
"C-Come?"
"Oh, insomma signorina Brandon, non sono mica nata ieri. Vuole forse negare che ieri ha fatto tardi perchè ha incontrato il signor Black?"
Mi morsi un labbro per evitare di sorridere e poi scossi la testa per dirle che no, non avrei negato nulla.
"Intuito da professoressa. - disse poi fiera - Allora la signorina Evans e Potter si sono sposati?"
"Sì, professoressa."
"Mi fa piacere." rispose sorridendo mentre sbarrava con soddisfazione dei temi svolti male.
Involontariamente un calice mi cadde dalle mani, la professoressa mi stava stupendo troppo. Non la ritenevo una vecchia megera antipatica, ma lei non aveva mai sopportato i malandrini, li riempiva di punizioni!
La McGrannit con un gesto della bacchetta salvò il calice rimettendolo al suo posto.
"Sai, Selene, - disse dandomi del tu e chiamandomi per nome - non devi stupirti. In fondo Black e Potter sono sempre stati i miei studenti prediletti. Ho solo un modo tutto mio di dimostrarlo."
Sul suo volto severo si formò un sorriso sornione e quasi malandrino.
"Tu e Black vi sposerete?" mi chiese curiosa.
"Se tutto va bene, sì." risposi un po' imbarazzata.
Era strano parlare di certe cose con la mia professoressa. Sembrava un interrogatorio, ma uno di quelli che mi faceva mia madre.
La McGrannit mi sorrise, si avvicinò a me e mi posò una mano sulla spalla.
"Spero davvero vada tutto bene. Hai notizie dei tuoi genitori?"
"No.." dissi abbassando il capo per nascondere gli occhi lucidi, mentre trasfiguravo l'ultimo calice.
"Selene, per qualsiasi cosa, conta pure su di me."
"Grazie professoressa!"
 Non avrei mai scordato questa strana conversazione con la mia insegnante di Trasfigurazione.
 

Sirius' POV
Attraversai giusto in tempo il muro tra il binario nove e dieci della stazione di King's Cross per vedere l'espresso fermarsi. Dopo pochi secondi iniziarono a scendere gli studenti, felici di riabbracciare i loro genitori, sensazione che io non avevo mai provato. Per la prima volta, dopo sette anni, ora mi ritrovavo dalla parte opposta: ero io quello che teneva il collo teso in cerca della mia ragazza. Ma di lei nemmeno l'ombra. Tra tutti quei ragazzi, genitori e parenti pensai che sarebbe stato quasi impossibile trovare Selene. Iniziai a farmi spazio tra la folla nella speranza di vedere una folta e lunga chioma dorata. Quando all'improvviso la vidi, lei era lì, mi dava le spalle, aveva le braccia conserte e tamburellava il piede sinistro sul pavimento della stazione, impaziente. Mi avvicinai con passo felpato e le sussurrai in un orecchio.
"Buonasera, madame."
Selene saltò in aria per lo spavento e mi diede una pacca di rimprovero sul braccio.
"Mi hai fatto prendere uno spavento, Felpato!" disse ridendo.
Era bellissima quando sorrideva, aveva il potere di trasmettermi allegria quando lo faceva.
"Non era mia intenzione, perdonami." le dissi poi avvicinando le mie labbra alle sue, nel tentativo di addolcirla e di farmi perdonare.
Rispose al mio bacio con passione, come raramente aveva fatto, di solito ero io quello passionale e lei quella dolce e timida. Doveva aver sentito molto la mia mancanza.
"Perdonato.." mi rassicurò con un sorriso da vera Malandrina stampato sul suo viso angelico.
"Andiamo? - le chiesi prendendo il baule e la gabbietta di Ingo, il suo fedelissimo micio - Stasera mi sono permesso di invitare i coniugi Potter.. gli altri non possono venire!"
"Come mai?" mi chiese dispiaciuta, mentre camminavamo tra i babbani nella stazione londinese.
"La mamma di Remus non sta bene, Frank e Alice avevano una cena di famiglia e Peter... non voleva fare il quinto incomodo!" 
Nel frattempo eravamo usciti dalla stazione ed avevamo imboccato un vicolo poco affollato dove avremmo potuto smaterializzarci.
Mi prese la mano e con un *clop* ci trovammo di fronte alla tenuta dei Brandon.
Selene si fermò a guardare quella casa con malinconia : non aveva avuto nessuna notizia dei suoi genitori da quando erano partiti e non sapevamo se essere felici o meno di questo. Affrontavamo poco quell'argomento, era un tasto dolente per entrambi: io non sapevo come trattare l'argomento, e lei... inutile specificare il perchè.
Una volta entrati in casa, Elmo salutò allegramente la sua padroncina riempendola di elogi e complimenti. Selene si guardò intorno, come se stesse cercando qualcuno, fissò la poltrona dove solitamente sedeva suo padre e l'albero di Natale che ogni anno sua madre decorava con tanto amore. Quella casa era troppo grande e troppo piena di ricordi per lei.
Decisi di rompere l'aria tesa e la presi per il polso.
"Vieni, Selene - le dissi trascinandola al primo piano, nella mia stanza - Mi sono permesso di aggiungere un letto matrimoniale, così potremo dormire insieme... e ci sentiremo meno soli..."
Si guardò attorno notando tutte le modifiche che avevo fatto alla stanza per renderla più da adulti e adatta ad ospitare un letto matrimoniale. Poi si grattò il collo imbarazzata, si voltò a guardarmi e mi abbracciò.
"E' perfetto, hai fatto benissimo!" mi disse contenta.
Tirai un sospiro di sollievo, per un primo momento avevo pensato che non approvasse quel cambiamento. Invece no. Grazie Merlino!
Elmo comparve sull'uscio della porta.
"Signor Sirius, hanno suonato al campanello. Il signor Sirius ha detto ad Elmo che d'ora in poi sarebbe andato lui ad aprire la porta, signor Sirius, ed Elmo obbidisce, signore."
"Oh, grazie Elmo. Ben fatto."
Mentre Selene mi guardava sospettosa, io corsi giù per le scale.
"Chi è?" dissi posando un orecchio contro la porta mentre Selene mi guardava attenta.
"James Potter e sua moglie Lily."
"James Potter, quali sono state le prime parole che mi hai detto durante il primo anno?" chiesi sempre da dietro la porta.
"Sirius Black, io e te diventeremo grandi amici." disse James.
"Lily Evans Potter, quali sono state le prime parole che mi hai detto durante il primo anno?"
"Black, sei un perfetto idiota!" rispose convinta Lily.
Selene scoppiò a ridere, mentre io aprivo la porta ai miei amici.
Mentre io salutavo James, Lily corse ad abbracciare la sua amica.
"Selene, amica mia! Come mi sei mancata!" disse la rossa.
"Anche tu, signora Potter!"
Era semplicemente fantastico che la moglie di mio 'fratello' e la mia ragazza fossero migliori amiche.
Una volta che ci fummo accomodati in salotto, Selene iniziò ad interrogarci.
"Come mai tutte quelle domande per far entrare in casa due vecchi amici?" chiese sospettosa.
Guardai James e Lily, cercando una via di fuga, ma fortunamanete la signora Potter parlò al posto mio.
"Selene, i tempi sono cambiati. La situazione sta peggiorando, non possiamo fidarci più di nessuno. Bisogna essere molto prudenti... Gli attacchi stanno aumentando, troppa gente innocente ci sta rimettendo la vita."
Avevamo tutti lo sguardo basso, tranne Selene che passava i suoi occhi, in quel momento di un celeste cristallino, da me a James, da James a Lily.
"C'è per caso qualcosa che non so..?" disse infuocandosi di rabbia.
Lily mi guardò e mi fece un segno col capo incoraggiandomi a raccontarle tutto.
"Sirius, non lo ripeterò un'altra volta. - disse Selene serrando i pugni - C'è qualcosa che mi nascondete?"
"Sì." disse James sollevando il capo ed affrontando coraggiosamente lo sguardo glaciale della piccola Brandon.
"Bene, grazie per avermi tenuto all'oscuro di tutto. - disse scattando in piedi e iniziando a camminare nervosamente nel salotto - Non sono una bambina, non dovete proteggermi! Sono maggiorenne anche io!"
"Lo sappiamo, Selene - intervenne Lily cercando di placare la sua ira funesta - Lo abbiamo fatto solo per non farti preoccupare!"
Selene continuò a darci le spalle, mentre tremava per la rabbia; poi si voltò, furente.
"Allora mi dite o no cosa è successo?!" disse indispettita.
Mi guardò e per poco non mi fulminò con lo sguardo. Toccava a me parlare.
"Voldemort ed i Mangiamorte hanno attaccato i membri dell'Ordine. Abbiamo combattuto contro di loro..."
"...E per poco non ci abbiamo rimesso la pelle!" aggiunse Lily.
Selene ci guardava a bocca aperta.
"Ma è stato bellissimo quando Felpato ha disarmato quella cagna di sua cugina Bellatrix, avresti dovuto vederlo, Selene!"
Lily e Selene lanciarono uno sguardo accusatorio a James, che subito ridimensionò il suo entusiasmo, si fece piccolo piccolo e si mise composto sulla poltrona.
"E come è andata a finire?"
"Siamo riusciti a farla franca, non so per quale miracolo. - ammise Lily - Sono dei maghi abilissimi."
"Però dai, dovete ammetterlo - replicò James - E' stato bellissimo quando Sirius ha disarmato Bellatrix!"
Io non potei fare a meno di trattenere un sorriso, mentre Lily guardava esasperata e divertita suo marito.
"Allora, sentiamo James. Cosa è successo?" chiese curiosa Selene, iniziava a calmarsi.
James si sedette meglio sulla poltrona, prese fiato ed iniziò a raccontare.
"Sirius stava combattendo contro quel capellone di Malfoy, che essendo troppo impegnato a tenere i suoi capelli in ordine per badare al duello, è stato schiantato in un batter d'occhio. - disse Ramoso dandomi una pacca sulla spalla - Così Bellatrix è corsa in aiuto del suo cognatino ed ha iniziato ad insultare Sirius, a dargli del traditore, mentre gli puntava la bacchetta contro. Sirius si è fatto insultare per bene, se n'è fregato, e con un Expelliarmus p e r f e t t o ha lasciato di stucco la sua cara cuginetta, che è diventata verde per la rabbia."
Selene mi sorrise orgogliosa, poi improvvisamente si rabbuiò.
"C'erano anche Piton e Regulus?" chiese.
"Non lo sappiamo - rispose subito Lily - Molti di loro portano delle maschere nere; quindi se anche ci fossero stati non li avremmo riconosciuti."
"Capisco" sussurrò Selene abbassando la testa.
Si preoccupava ancora per Regulus. Ancora non si era rassegnata al fatto che mio fratello era un perfetto idiota?!
 
Il resto della serata trascorse normalmente, Selene a volte si adombrava quando capitava di evocare ricordi di Natale passati con i suoi genitori.
Passata la mezzanotte, James e Lily se ne andarono e Selene insistette con Elmo affinchè mettesse lei a posto e lavasse i piatti. L'elfo domestico non voleva sentirne ragione, così Selene fu costretta ad ordinargli di andarsene a dormire, e quello obbedì senza remore.
Lavò i piatti alla babbana senza nemmeno usare la magia.
"Da quando sei diventata Cenerentola?" le dissi io provocandola mentre la avvolgevo con le mie braccia.
Lei sorrise, ma non disse nulla e continuò a strofinare nervosamente un piatto particolarmente sporco.
"Ehi, tutto bene?" le chiesi per l'ennesima volta.
"Sì, tranquillo. Va a letto, ti raggiungo subito." mi disse più seria del solito.
"Questa non me la bevo. Sei arrabbiata perchè non ti ho detto nulla di quello scontro?"
"No, Sirius. Ormai ci ho fatto l'abitudine."
"A cosa?"
"A vivere in un perenne stato di ansia. - disse lei scaraventando la spugnetta nel lavandino e sfilando la bacchetta dal grembiule - Di questo passo invecchierò precocemente, diventerò una brutta vecchia schifosa, e tu ti troverai un'altra più bella e più giovane di me."
Scoppiai a ridere, lei si voltò di scatto e mi puntò la bacchetta alla gola.
"Oh, non ridere Black."
Però ora rideva anche lei divertita.
 
Quella fu una notte insonne: Selene era tormentata dagli incubi. Si svegliava quasi ogni mezz'ora per un incubo diverso. Più volte urlò il mio nome nel sonno, supplicava qualcuno di uccidere lei al mio posto; sognò i suoi genitori, i nostri amici.
Il giorno dopo, come risultato, la povera gattina aveva due cerchi viola attorno agli occhi.
Mentre beveva una tazza di thè, fissava il vuoto. I suoi occhi quella mattina erano scuri, quasi viola come le sue occhiaia.
"Da quanto tempo va avanti questa storia, Selene?"
"Quale storia, Sirius?" mi chiese lei facendo finta di nulla.
"Da quanto tempo hai questi incubi?"
Posò la tazza di thè e si massaggiò le tempie con le dita.
"Da quando sono tornata a scuola...- ammise alla fine - Ma stanotte sono stati particolarmente intensi da farmi svegliare. Di solito li sopporto, continuo a dormire..."
Per lei sembrava una cosa normale avere incubi di quel genere, cercava di fare l'indifferente.
"Perchè un giorno di questi non andiamo al San Mungo? Magari ti possono dare una pozione per farti dormire serenamente..." provai a dire.
Selene si alzò dalla sedia per andare a porre la tazza nel lavandino - aveva ordinato di nuovo ad Elmo di starsene nella stanza a riposare.
"Davvero, Felpato. Non ce n'è bisogno. Poi sarei io quella apprensiva?"
Purtroppo era testarda ed orgogliosa quanto me, e non si sarebbe fatta aiutare.
 
Mi rassegnai all'idea di dovermi svegliare ogni notte a causa delle sue urla.
Un giorno a lavoro ne parlai anche con Lily, la quale mi confessò di averla vista più sciupata e magra del solito; secondo lei dovevamo convincerla a parlare e a chiedere aiuto almeno a Madama Chips. Dissi che ci avevo provato, ma invano.
"Scusate, perchè non le andiamo a prendere noi qualche pozione dal San Mungo? - propose James - Tu Sirius troverai il modo per dargliela senza che lei se ne accorga."
Gli occhi di Lily si illuminarono.
"Sei un genio, amore mio! - disse a James, poi afferrò la borsetta che era posata sulla scrivania del mio studio - Vado al San Mungo adesso stesso. Ho finito il mio turno!"
 
Dopo qualche ora tornò con la pozione e mi spiegò che andava presa prima di andare a dormire; era incolore ed inodore, perfetta per mischiarla nel bicchiere di acqua e limone che Selene beveva prima di andare a dormire.
Così quella sera quando lei ancora stava mettendo in ordine la cucina, la precedetti e le preparai quello schifosissimo bicchiere di acqua e limone - mi ero sempre chiesto come facesse a berlo - e versai anche il contenuto della boccetta che mi aveva dato Lily.
Selene lo bevve tutto d'un fiato e quella notte fece sogni tranquilli, stretta a me, dormì serenamente. Col passare dei giorni si videro subito i risultati: le occhiaie erano scomparse, aveva ripreso quel candore caratteristico della sua carnagione, riacquistò il buon umore e la serenità.
Le vacanze erano finite e fui costretto a confessarle i segreti del suo sonno privo di incubi degli ultimi giorni. Ammise di aver intuito qualcosa, e mi ringraziò di cuore per ciò che avevo fatto per lei.
 
-
 
"Selene sei pronta? Perderai il treno se rimani lì dentro un altro quarto d'ora!" chiesi bussando alla porta del bagno.
"Sai, Felpato. Non mi dispiacerebbe affatto perdere il treno e rimanere con te." disse una volta uscita dal bagno, afferrandomi dalla giacca e avvicinandomi a lei. 
Quando si comportava in questo modo così seducente ed ammaliante, mi destabilizzava. Sembrava un'altra persona. Selene aveva un carattere complicato, era parecchio lunatica ed aveva mille sfaccettature: sapeva essere solare e amabile, acida e irascibile, affascinante e misteriosa. Chissà quale altra faccia della Luna dovevo ancora scoprire.
"Andiamo, gattina. Non mi tentare... - le dissi sfiorandole le labbra contro le sue, ricordando con nostalgia le ore di passione che avevamo trascorso durante le notti precedenti - Non voglio che tu perda il treno per colpa mia!"
Lasciò andare la mia giacca e con fare altezzoso mi disse che tanto era sempre e solo mia la colpa. Giustamente.
Alla stazione trovammo Remus ad aspettarci. Selene fu felicissima di vedere il suo amico, tanto che gli corse incontro e si buttò letteralmente in braccio a lui. Avevo imparato a non essere geloso - almeno - di Remus, loro due erano quasi come fratello e sorella.
"Ciao Sirius." sentii una voce alle mie spalle.
Mi girai e mi ritrovai due ragazze che mi sembrava di aver visto già da qualche parte.
"Ciao..?!" risposi interdetto.
"Come va?" mi chiese la ragazza castana. Era così bassa che dovevo piegare la testa per guardarla.
"Benissimo."
Ma chi diavolo erano, e soprattutto le conoscevo?
Fortunatamente Selene e Remus ci raggiunsero.
"Oh, ciao Jane, ciao Cath. Passate delle buone vacanze?" chiese Selene sfoggiando un sorriso fintissimo.
"Sì, ci siamo divertite molto insieme."
Poi l'altra ragazza che fino ad allora non aveva parlato, ma si era limitata a guardarci in cagnesco, sferrò una gomitata alla sua amica e così le due si congedarono da noi scusandosi, raggiungendo un gruppo di Corvonero.
"Selene, ma le conosco?" chiesi alla mia ragazza.
"Sono due delle tue tante ammiratrici che mi odiano. Non puoi ricordarle tutte, caro." rispose lei con un filo di acidità.
"Eh, già."
Arrivò il momento di separarci, ma quel giorno Selene sembrava allegra e serena, e non fu così doloroso come pensai lasciarla andare via.
 
Qualche mese dopo...
 
Selene's POV
Con l'arrivo della primavera, delle belle giornate, dei fiori e delle farfalle, il mio umore migliorò notevolmente. Ormai mi ero rassegnata all'idea del pericolo, del non sapere nulla sui miei genitori. Ci avevo fatto l'abitudine, o meglio, avevo imparato a convivere con la signora Ansia e la signora Angoscia - queste due belle emozioni che proprio non ne volevano sapere di abbandonarmi - senza che diventassero protagoniste della mia vita.
Ero io la protagonista della mia vita.
Mi aiutò anche il fatto che Sirius mi tenesse aggiornata su tutto: decise, un po' per la mia salute mentale e un po' per tenere la sua coscienza pulita, di raccontarmi tutto e di non nascondermi niente; finalmente aveva capito che celarmi quei disgraziati eventi non serviva a nulla, anzi, non faceva altro che far aumentare le mie paranoie.
Se i primi mesi di scuola erano passati lentamente, da Marzo in poi il tempo volò inaspettatamente e ben presto mi ritrovai sul banco a sostenere i miei M.A.G.O. . Furono davvero difficili, ma riuscii a prendere i cinque M.A.G.O. che mi servivano per concretizzare ciò che avevo deciso di fare sin dai primi anni di scuola: volevo diventare una Curatrice. L'idea di aver a che fare con la gente, di poterla aiutare, di rendermi utile mi faceva sentire bene. Sirius mi aveva fatto notare che tutto ciò era un po' da Tassorosso; forse il cappello aveva sbagliato..?
Non aveva più importanza.
Il tempo della scuola e della Coppa delle Case - che Grifondoro vinse quell'anno schiacciando miseramente le serpi - era finito.
Ora mi aspettava una nuova vita: la vera vita.
Cosa dovevo aspettarmi dal mio futuro? Non ne avevo la più pallida idea: sapevo che non sarebbe stato di certo tutto rose e fiori. Eravamo nel pieno della guerra, sarei andata incontro a diverse difficoltà, ma non avevo paura, mi sentivo coraggiosa sapendo che affianco a me ci sarebbero stati Sirius ed i miei amici.
 
***************************************************************************************
 
NdA: Salve a tutti, eccomi con un nuovo capitolo. L'ultimo anno scolastico di Selene, un po' strano e travagliato. E' un po' più lungo del solito questo capitolo, spero di non avervi annoiato con il mito di Selene ed Endimione, ma ci tenevo ad aggiungerlo, io amo seriamente la mitologia e mi sembrava carino raccontare la storia della dea della Luna, che da il nome alla nostra protagonista. Per la versione di Sirius - bad guy, ho preso ispirazione dal film "State of Grace" con Gary Oldman. Vi lascio qui link di una gif giusto per avere un'idea del suo look (dovete immaginarlo con i boccoli tipici dei Black, però) 
http://images6.fanpop.com/image/photos/34900000/Jackie-State-of-Grace-gary-oldman-34927568-200-200.gif
http://cdn.playbuzz.com/cdn/55c8f467-e33c-4c76-8ef1-fcd185fe51e9/519c6fd2-3cf1-43c6-a514-79c5d5438aaf.gif
Dal prossimo capitolo entriamo più nel vivo, non scriverò più di anno in anno, quindi l'andamento e il tempo della storia si dilaterà  un po' (credo! :P). Come al solito ho donato a Selene parecchi aspetti del mio carattere: io convivo con l'ansia e l'angoscia ogni giorno, sono sempre in ansia per qualsiasi cosa. Ora sono ansiosa di sapere un vostro parere, quindi se non volete che ci rimetta le penne, recensite! :')
Un ringraziamento speciale va alla bravissima e simpaticissima Claude aka piccolo_uragano_, oramai fedele confidente :), a Moonys che è tornata a leggere la mia storia e mi ha fatto scoprire la sua! Ed ovviamente ringrazio tutti coloro i quali leggono in silenzio.
Un bacio 
Vostra Aranel. *PS: Lo so che James non era un cercatore, ma ormai avevo scritto così negli altri capitoli, e poi mi è sempre piaciuta l'idea che Harry fosse un cercatore come suo padre! Cercate di perdonarmi..
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Rosso e Blu ***


Come prima cosa mi sembra doveroso, dopo il capitolo precedente, mettervi una Gif di Sirius, così a caso, per distrarvi da miei eventuali errori.

Buona lettura. 

Estate 1979
Selene's POV
Passeggiavo a braccetto con Sirius per le vie della Londra babbana, sembravamo davvero una coppia normale. Ci eravamo messi in testa di prendere una casa a Londra e di affittare quella dei miei genitori. Era davvero troppo grande per sole due persone e vivere lì non faceva altro che aumentare la mia malinconia.
Eravamo al quartiere di Notting Hill, dove lì avremmo incontrato un'agente immobiliare per fare un giro delle case.
"Dici che è lei?" disse Sirius indicando una signora sulla quarantina.
La signora ci vide e ci salutò con la mano, mentre nell'altra teneva la sua valigetta da lavoro.
"I signori Black?" chiese la donna pimpante mentre ci veniva incontro.
Aveva dei capelli corti e biondissimi, quasi bianchi, piccoli occhi scuri incorniciati da una spessa linea di eyeliner, labbra sottili evidenziate da un acceso rossetto rosso. Era avvolta in un tubino viola nel quale sembrava sentirsi assolutamente sexy.
"Sì, siamo noi." rispose Sirius titubante.
"Che piacere conoscervi, piacere Vivianne!" disse l'agente porgendo la mano a Sirius e lanciandogli uno sguardo ammiccante.
Non mi piaceva quella donna. Per niente.
Felpato le strinse la mano presentandosi.
"Piacere Sirius e lei è la mia compagna Selene."
"Oh, quindi non siete sposati??" chiese curiosa.
"No, per il momento. - risposi secca mostrando un sorriso falso a Vivianne -Ma abbiamo intenzione di sposarci al più presto."
Mi strinsi ancora di più attorno al braccio di Sirius e appoggiai la testa sulla sua spalla.
"Mi fa piacere.. - ghignò l'agente - Allora partiamo col vedere la prima casa.."
Iniziò a dire un'infintà di cose inutili riguardo al quartiere, alle scuole, alle fermate della metropolitana, bla bla bla bla..
"Mi piace quando sei gelosa.." mi sussurrò Sirius in un orecchio mentre seguivamo Vivianne.
"E a me non piace quando le donne ti guardano in quel modo.." gli risposi.
Ci guardammo e ridemmo insieme mentre quella strana donna camminava davanti a noi gesticolando e sculettando.
Visitammo parecchie case, quel quartiere era davvero bello.
Alla fine dopo aver riflettuto a lungo decidemmo di comprare una casa in Lansdowne Road n° 76. La casa era provvista di un ampio soggiorno con una sala da pranzo adiacente ed una grande cucina al pian terreno; salendo le scale c'erano una stanza padronale con il bagno in camera, due camere singole ed un altro bagno grande e spazioso; salendo ancora c'era una piccola ed accogliente mansarda con un piccolo cucinino e munita di un salotto.
Io e Sirius ci divertimmo ad arredare quella casa insieme come due sposini novelli, che in realtà non eravamo.
Ci andammo a vivere da subito; rimaneva solo una questione in sospeso: Elmo non ne voleva sapere di servire la famiglia che ora abitava nella tenuta dei miei genitori. Io non avevo bisogno del suo aiuto, la casa non era poi così grande, volevo diventare autonoma. Così chiesi al professor Silente se gli serviva un elfo nelle cucine e con mio grande dispiacere fui costretta ad ordinare ad Elmo di andare a lavorare ad Hogwarts, promettendogli che l'avrei chiamato in ogni momento in caso di bisogno.
 
-
 
A settembre iniziai il corso al San Mungo per diventare Curatrice; ebbi subito a che fare con i pazienti reduci da attacchi dei Mangiamorte. Ogni volta che i pazienti mi raccontavano ciò che era accaduto, non potevo fare a meno di chiedermi se fosse stato proprio Regulus a fare del male a quelle persone. La persona con cui avevo passato la maggior parte del mio tempo durante i primi anni ad Hogwarts non avrebbe fatto del male a nessuno senza una vera giustificazione; era passato tanto tempo ed ancora non mi capacitavo del cambiamento così drastico di Regulus. Un ragazzo così brillante, dal futuro promettente, sarebbe stato segnato per sempre dal marchio nero e dalla fama di Mangiamorte. Che idiozia.
 
Una sera ero a casa a preparare la cena, aspettavo che Sirius tornasse dal Ministero. Di solito rientrava sempre per le 21, ma quella sera tardò più del solito; alle 22 ero ancora lì ad aspettarlo, mentre sfogliavo la Gazzetta del Profeta, - come al solito piena di brutte notizie - iniziavo a preoccuparmi e la mia mente si affollò di pensieri terribili. Gli era forse successo qualcosa?!
Poi sentii bussare alla porta quattro volte con un ritmo ben definito: ci eravamo messi d'accordo su come bussare alla porta senza quegli inutili interrogatori. Aprii la porta e Sirius entrò in casa, e senza nemmeno degnarmi di uno sguardo si buttò sul divano del salotto. Aspettai per un po' che mi rivolgesse la parola, ma rimase a fissare la libreria di fronte a lui senza dirmi nulla.
"Buonasera, anche a te, Sirius." dissi io andando in cucina a riscaldare la minestra che gli avevo preparato con tanto amore.
Sirius sbuffò e senza proferire parola, salì al piano di sopra. Si fece una doccia, si cambiò e solo dopo aver fatto tutti i suoi comodi scesce e mi raggiunse in sala da pranzo.
Si sedette di fronte a me ed iniziò a mangiare di malavoglia; aveva una faccia disgustata e affranta allo stesso tempo. Assaggiai la minestra e pensai che non faceva poi così schifo come poteva sembrare dall'espressione di Sirius.
"Guarda che se ti fa schifo posso darla ad Ingo, lui apprezza la mia cucina." gli dissi cercando di stemperare l'aria tesa.
Scosse la testa e mi guardò negli occhi, ritornando alla realtà; poi abbassò il capo nuovamente.
Mi nascondeva qualcosa, era successo qualcosa.
"Scusami Selene, è stata una giornataccia.." mi disse allungando la mano sul tavolo per afferrare la mia.
Gli strinsi la mano per incoraggiarlo a parlare.
"Mio padre è morto." sussurrò sempre con il viso chino sulla minestra.
Col cucchiaio girava e rigirava la pietanza, nel vano tentativo di cercare chissà che cosa.
Mi diede quella notizia con un tono privo di espressioni e di emozioni, non riuscii a capire come si sentisse in quel momento. Probabilmente non lo sapeva nemmeno lui.
"Mi dispiace.." fu l'unica, stupida, cosa che riuscii a dire.
Sul volto di Sirius comparve un sorriso amaro, poi alzò il capo e mi guardò negli occhi serio.
"A me no." affermò glaciale.
Nei suoi occhi, a volte così espressivi, quella sera non riuscii a percepire nessuna emozione, nemmeno un po' di commozione, rabbia, risentimento. Nulla.
Conoscevo davvero poco di Orion Black, sapevo che era stata una figura paterna molto debole, a confronto con la figura matriarcale di Walburga Black. Sirius odiava davvero sua madre e me l'aveva confermato più di una volta, invece di suo padre mi aveva raccontato poco, mi aveva solo detto che era un povero succube di sua madre.
"Chi te l'ha detto?"
"Andromeda, non so come è venuta a saperlo, però."
Annuii e mi alzai per mettere a posto le cose. Sirius salii in camera da letto: evidentemente voleva stare da solo a pensare a quello che era successo. Quando ebbi finito di sistemare la cucina, raggiunsi Sirius nella nostra stanza:  aveva preso il mio album e lo stava sfogliando. Quando mi misi affianco a lui e gli poggiai la testa sulla spalla, comparve un sorriso sul suo viso. Si mise alla ricerca di una pagina e poi indicò una foto. Ritraeva me, Sirius e James con Charlus e Dorea Potter. Accarezzò con i polpastrelli le immagini sorridenti dei genitori di James.
"Loro sono i miei genitori - mi disse Sirius in un tono quasi confidenziale, poi indicò Charlus - Lui, soltanto lui è mio padre. Charlus mi ha trattato sempre come un figlio, mi ha insegnato ad amare; per Orion ero solo un ragazzino che doveva portare alto il nome della casata dei Black."
I suoi grandi occhi grigi erano diventati lucidi e solo in quel momento riuscii a capire come si sentiva Sirius: si vedeva che era fortemente combattuto, non sapeva se essere più dispiaciuto per la morte di Orion o più arrabbiato per il fatto che aveva avuto un padre totalmente assente.
Fino a quel momento non avevo capito quanto Sirius avesse sofferto per la sua famiglia: doveva essere stato terribile avere dei genitori che ti odiavano e preferivano ripudiarti anzichè accettare la tua diversità; era scappato dai suoi genitori quando aveva solo sedici anni e mai i suoi genitori lo avevano cercato, mai avevano provato a ricostruire i rapporti con lui.
Chiuse l'album appoggiandolo sul comodino e si sdraiò appoggiando la testa sul mio ventre, mentre io gli accarezzavo i lucidi capelli neri.
 
La mattina dopo quando mi svegliai trovai il letto vuoto accanto a me. Era domenica, come mai Sirius si era già svegliato?
Erano solo le otto. Indossai la vestaglia e scesi giù in salotto dove trovai un enorme cane nero con un guinzaglio in bocca. Felpato mi venne incontro scondinzolando, lasciò ai miei piedi ciò che aveva fra le fauci ed abbaiò.
"Ma che problema hai?" dissi ridendo con le mani appoggiate sui fianchi.
Felpato afferrò con la bocca la mia vestaglia e cercò di trascinarmi vicino alla porta.
"Okay, va bene. Ho capito - dissi arrendendomi, mentre mi lasciava andare - Vado a cambiarmi! Dopo però mi racconterai dell'incidente. Non puoi essere nato così!"
Il cane emise uno strano grugnito che sembrava una specie di risata.
Quando uscii di casa con Felpato al guinzaglio trovai una bellissima giornata di fine Settembre. Gli alberi iniziavano a colorarsi di giallo e arancione, l'aria era più frizzantina e il cielo di un azzurro limpido e sorprendente.
"Allora dove vuoi andare, Felpato?" chiesi al grosso cane nero che scodinzolava felice.
"Buongiorno." disse una voce dietro di me.
Mi voltai e trovai di fronte a me un alto uomo nerboruto; i suoi occhi scuri come la pece passarono da me a Sirius; aveva i capelli castani ed era in tenuta sportiva. Saltellava sul posto, esibendo un enorme tatuaggio tribale sul braccio destro.
"Oh, buongiorno!" risposi un po' stupita.
"Piacere Duncan! Lei deve essere la nuova vicina! - disse stringendomi vigorosamente la mano - Mi avevano detto che era sposata! Cosa ci fa una così bella ragazza tutta sola con questa bella giornata?"
"Piacere Selene - risposi presentandomi mentre Sirius ringhiava all'uomo - e lui è Felpato! In realtà stavamo andando al parco..."
"Oh anche io, possiamo andarci insieme!"
"Perchè no?! Che dici Felpato, ti va?" 
Sirius si sdraiò sul marciapiede, facendomi capire che non aveva alcuna intenzione di muoversi da lì. Oh, se l'era cercata: questa era la degna punizione per avermi buttata fuori di casa alle otto del mattino di domenica.
"Sembra che il tuo cane non abbia voglia di muoversi - constatò Duncan mentre cercava di accarezzare Felpato che di tutta risposta gli ringhiò contro - E sembra anche che non gli sia molto simpatico. Non vorrei che mi mordesse un polpaccio, e siccome mi servono entrambe le gambe, possiamo uscire insieme un'altra volta, magari senza il cane. Io abito al n°75!"
Così dicendo, dopo avermi fatto un occhiolino, Duncan se ne andò.
Felpato si alzò e iniziò a tirarmi verso casa.
Una volta entrati riassunse le sembianze di Sirius.
"Prova a rivolgere la parola un'altra volta a quel pallone gonfiato e non risponderò delle mie azioni!"
Mi morsi un labbro nel vano tentativo di soffocare le risate. Ma Sirius si accorse che ero parecchio divertita.
"Non ridere!" continuò cercando di fingersi serio, ma poi scoppiò a ridere con me, con quella risata così simile ad un latrato.
Scimmiottò Duncan per tutta la mattina.
"Ma chi si crede di essere quel pallone gonfiato? Ha più muscoli che cervello. Sai che ti dico, stasera andiamo a salutarlo, insieme. Così capisce che sei impegnata e ti lascia in pace."
"Non mi dire che sei geloso del nostro adorabile vicino di casa, Felpato!" dissi provocandolo.
"Sì sono geloso, va bene?"
Mi piaceva quando era geloso. Mi faceva impazzire.
"Dai, seriamente. Usciamo stasera? Da quando siamo a Londra non siamo usciti nemmeno una sera!" mi disse Sirius supplicandomi.
"Dove mi vuoi portare?"
"Dove mi porta il cuore."
 
"Non mi ero mai accorta di quanto fosse bella Londra di sera.." sospirò Sirius mentre guardava il Big Ben illuminato.
Passeggiavamo tranquilli sulla riva del Tamigi, come non lo eravamo mai stati. Non ci eravamo mai comportati da veri fidanzatini. Eravamo sempre rimasti nei confini di Hogwarts e tutto questo era nuovo per me. Non mi dispiaceva affatto passeggiare a braccetto con Sirius, vedere le ragazze che mi lanciavano sguardi invidiosi per il ragazzo bellissimo che avevo affianco. Con lui vicino mi sentivo davvero speciale.
Cenammo in un ristorante italiano; il cameriere non era tra i più amabili: odiava gli italiani. Ci disse che la cucina italiana in fondo non era chissà quanto migliore rispetto a quella inglese, e che il nostro cibo era il migliore del mondo. Non ne ero poi così sicura...
Ordinai una porzione di lasagna, mentre Sirius scelse la parmigiana. L'anziano cameriere per poco non ci lanciò i piatti, quasi offeso per il fatto che fossimo entrati in quel ristorante.
"Sai, qualcuno dovrebbe ricordare al vecchio che il ristorante italiano è il suo." disse Sirius mentre fagocitava letteralmente quella parmigiana.
"E' strano il suo modo di comportarsi.. - constatai mentre osservavo il mio ragazzo mangiare con gusto e con voracità - Forse ha avuto una delusione d'amore."
"Sarà sicuramente così: qualche bella italiana gli avrà dato un bel due di picche."
Ci guardammo negli occhi e ridemmo spensierati, come se non ci fosse una guerra in corso.
Dopo cena Sirius insistette per andare a vedere Buckingam Palace. Quel palazzo, così sfarzoso ed imponente, illuminato era ancora più bello di notte. Le guardie erano sempre lì, come al solito, che camminavano nervosamente da una gabbietta all'altra, sgambettando in modo insolito. Felpato non riuscì a resistere alla tentazione di scimmiottarli davanti a tutti, scatenando l'ilarità di tutti i turisti presenti.
"Proprio non riesci a non stare al centro dell'attenzione, eh?!"
Sirius scrollò le spalle, si scompigliò i capelli e mi abbracciò forte. Uno di quegli abbracci che potrebbero sostituire mille parole d'amore.
 
Tornammo a casa molto tardi quella notte. Ci eravamo divertiti a visitare Londra come degli sposini novelli in luna di miele.
Trovammo una civetta nera appollaiata sulla nostra cassetta della posta.
"Mi sembra di riconoscerla quella civetta..." disse Sirius con fare sospetto.
Si avvicinò all'animale, il quale gli porse una lettera in cambio di qualche zellino. Squadrò la lettera e la sua espressione serena cambiò nel momento in cui lesse il destinatario di quella lettera.
"E' per te." disse porgendomela.
Entrammo in casa mentre continuavo a girare e rigirare la lettera nel vano tentativo di cercare un mittente. Ma niente.
Sirius, seduto sulla sua poltrona, mi guardava preoccupato. Che lui sapesse qualcosa?
L'aprii e subito riconobbi di chi era quella grafia. La conoscevo troppo bene per sbagliarmi: era elegante ed ordinata, riccioluta ed inclinata a sinistra. Quante volte avevo dovuto decifrare quella scrittura per recuperare gli appunti di Pozioni, e quante volte l'avevo analizzata per correggere i compiti di Trasfigurazione. Quella era la scrittura di Regulus.
Le mani mi tremavano, guardai Sirius negli occhi: mi stava osservando con attenzione, mi rivolse uno sguardo amareggiato, mentre accendeva una sigaretta, e mi fece segno di leggere.
 
Cara Selene,
Ti starai sicuramente chiedendo perchè ti ho scritto questa lettera.
Ho aspettato per molto tempo questo momento, ed in cuor mio sapevo che prima o poi sarebbe arrivato. Non così presto, certo, ma prima o poi avrei dovuto dirti tutta la verità.
La verità è che io non ho mai smesso di amarti, mai. La vita mi ha messo davanti a scelte difficili ed io ho sbagliato tutto; ho preferito lasciarti per compiacere i miei genitori e le loro folli ambizioni sul mio futuro. Sirius ha sempre avuto ragione, su tutto: sono un perfetto idiota. Come ho potuto rinunciare a te?!
Mi sento profondamente in colpa per le parole che ti ho detto, parole prive di fondamento e di verità: ero io a non meritare te. Tu sei la persona più bella e genuina che io abbia mai conosciuto, e ti ho lasciata andare via. Per sempre. Non riuscirò mai a perdonarmi per questo. Ho cercato in tutti i modi di provare un po' d'odio nei tuoi confronti...
Come avrei mai potuto odiarti?! Come avrei mai potuto resistere al tuo sorriso radioso, ai tuoi occhi sinceri?!
Dopo quel brutto periodo che hai passato per colpa mia, finalmente ti vedevo sorridere, grazie a mio fratello.
Dopo tutto sono contento che tu abbia trovato Sirius, in fondo noi non eravamo fatti per stare insieme, era scritto nel destino.
Ora ti scrivo per dirti per l'ultima volta quanto ti ho amato. Sei sempre stata l'unica per me.
Ho realizzato, troppo tardi, quanto abbia sbagliato prendendo quella maledetta decisione qualche anno fa. Il Signore Oscuro ha un'arma potentissima e troppo pericolosa. Ho scoperto tutto e conto di riuscire a distruggerla, a costo della mia stessa vita. Lo faccio per te e per mio fratello Sirius, per assicurarvi una vita migliore e sicura, per farmi perdonare per tutto il male che vi ho fatto.
 
Perdonatemi se potete.
Con affetto
Tuo per sempre
R.A.B
 
Non ero stupita di leggere quelle parole: in fondo sapevo che Regulus non aveva mai smesso di amarmi. L'ultima parte della lettera mi commosse: i miei occhi si riempirono di lacrime, e feci di tutto per trattenerle. Regulus che moriva da erore, il Serpeverde Regulus Arcturus Black, Mangiamorte e seguace di Voldemort, moriva da Grifondoro. Aveva fatto tante scelte sbagliate, era cresciuto troppo in fretta, plagiato dai genitori.. ma alla fine si era ricreduto. In fondo non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta.
Alzai gli occhi da quella lettera e vidi Sirius che mi guardava preoccupato. Gli passai il pezzo di carta e lui lo lesse tutto d'un fiato; man mano che leggeva ed arrivava alla fine della lettera le sue mani tremavano sempre di più. Non riuscii a capire se tremassero per la rabbia o per la commozione. Quando la terminò mi abbracciò.
"Non possiamo fare nulla per aiutarlo, vero?" gli chiesi oramai priva di speranze.
"Temo di no." sospirò Sirius.
Provai un'immensa rabbia, avrei tanto voluto andare da Walburga Black e ucciderla con le mie stesse mani: aveva rovinato la vita dei suoi figli e aveva condannato a morte Regulus. L'unica giustificazione per questa mancanza di istinto materno doveva essere il gene della pazzia, così comune fra i Black.
Ma Sirius e Regulus non avevano ereditato la sua pazzia deleteria.
 
E così mi abituai anche all'idea di non poter vedere più Regulus, di non poter sperare più in una sua 'redenzione'. Era tornato sui suoi passi, ma quando ormai era troppo tardi. Aveva deciso di sacrificarsi per il mondo magico: ma come?! Avevamo fatto molte ipotesi, ma nessuna di queste sembrò andarci bene.
 
-
 
Una sera di Ottobre eravamo tutti riuniti a Godric's Hollows, c'erano anche Remus, Peter, Alice e Frank. Sembrava di essere tornati ad Hogwarts. Insieme ricordavamo tutti i guai che James e Sirius avevano combinato insieme, e loro si guardavano con uno sguardo d'intesa che ormai io e Lily conoscevamo troppo bene. Probabilmente stavano combinando una delle loro 'marachelle'. Non sarebbero mai cresciuti.
All'improvviso un'aquila argentea entrò nel salotto ed una voce familiare risuonò nella stanza "Raggiungeteci ora al quartier generale".
Quella voce apparteneva a Malocchio. Cosa poteva essere successo?!
Subito ci materializzammo al quartier generale dell'Ordine.
Malocchio camminava avanti e indietro, trascinando la sua gamba di legno per la stanza di quella vecchia casa.
"Finalmente siete arrivati!" esclamò con il suo solito modo di parlare severo.
Gli altri membri dell'ordine erano riuniti in cucina e stavano facendo parecchi nomi.
"Cosa succede?" chiese James.
"Sedetevi, ragazzi." disse con tono preoccupato la professoressa McGrannit.
Da un angolo della cucina spuntò Silente con la sua solita barba lunga ed argentea.
"Scusatemi se ho rovinato la vostra serata - disse rivolgendosi ad ogni membro dell'Ordine - Ma c'è una cosa di vitale importanza di cui vorrei informarvi."
Era più serio che mai, pacato come al solito.
"Ebbene?" dissero James e Sirius in coro.
"C'è una spia nell'Ordine. C'è qualcuno che riferisce informazioni importanti al lato oscuro. Non abbiamo idea di chi sia..." iniziò a dire Silente.
Ma fu interrotto da Malocchio che intervenne.
".. Silente è troppo legato ai suoi ideali di fiducia e di amore per dirvelo. Non fidatevi di nessuno, nemmeno dei vostri maritini e delle vostre mogliettine. - disse ciò indicando vagamente con la mano James e Lily, Frank e Alice e me e Sirius - VIGILANZA COSTANTE!"
In quel momento sembrò quasi che le mie budella si fossero annodate saldamente tra loro. Tutto ciò che avevo mangiato quella sera mi risalì in gola. Mi misi una mano sulla bocca e mi feci spazio per andare in bagno.
Tutta la squisita cena di Liy... Che schifo.
Pulii tutto con un colpo di bacchetta e mi bagnai la faccia e i polsi. Ero pallida come un lenzuolo. Che mi prendeva?!
Qualcuno bussò.
"Tutto okay?" mi chiese Alice da dietro alla porta.
"Sì, sto uscendo..."
Mi asciugai il viso e le mani, mi sistemai i capelli ed uscii dal bagno.
Tutti i miei amici mi aspettavano lì fuori con aria preoccupata, il più preoccupato di tutti era Sirius, che mi guardava dispiaciuto con i suoi occhioni grigi.
"Ehi, ragazzi tutto bene! Ho solo mangiato troppo.." dissi un po' imbarazzata, cercando di sdrammatizzare.
Continuavano ancora a guardarmi interdetti ed io cercai aiuto da James, lo guardai con fare implorante.
"E' tutta colpa tua, Lily! Io l'ho sempre detto che la tua cucina è parecchio pesante." intervenne il signor Potter.
Lily diede una gomitata a suo marito.
"Cucina tu allora visto che hai sempre da ridire! - disse fingendosi offesa - Voglio proprio vedere ciò di cui sei capace.."
Il gruppo scoppiò in fragorose risate. Ringraziai con un occhiolino James e andai verso Sirius.
"Sei pallida.. Sicura di stare bene?" mi chiese ancora preoccupato.
"Davvero Felpato. Mai stata meglio, sono solo stanca. Possiamo tornare a casa?"
"Certo - intervenne la McGrannit posandomi una mano sulla spalla - Black, ti rubo un attimo Selene..."
La professoressa mi prese a braccetto allontanandomi dagli altri e mi guardò complice.
"Sai, se fossi in te, domani, quando andrai al San Mungo per il tuo corso da curatrice, chiederei una specifica pozione per..."
"Lei dice che sono incinta? - dissi spalancando gli occhi, impaurita - Non è possibile, non può essere... non adesso!"
La McGrannit mi diede un colpetto sulla spalla con la sua affusolata mano e mi lasciò con quell'enorme dubbio.
Avevo sempre desiderato avere una famiglia con Sirius, ma non ora. Non era il momento giusto per avere un bambino, nel bel mezzo della guerra. Se ci fosse successo qualcosa? E poi... ero davvero pronta a diventare madre a diciannove anni? Sirius? Lui come l'avrebbe presa?
In più c'era questa storia della spia, del traditore. Come potevo dare alla luce un bambino in un mondo così cattivo e corrotto?!
Okay, Selene. Calmati. E' solo una supposizione...
 
Quella notte riuscii a dormire ben poco. Il mio cervello non si sforzò nemmeno di provare a dormire. Pensavo e ripensavo ad un'eventuale gravidanza...
Accanto a me Sirius dormiva tranquillo, sereno, con i boccoli neri sul viso ed un'espressione da bambino imbronciato.
Alle cinque del mattino, dopo essermi appisolata per qualche ora, mi svegliai con una forte nausea. Proprio come era successo la sera prima, mi diressi in bagno. Mi sentivo uno schifo.
Mi feci una doccia rigenerante e poi scesi giù in cucina per preparare la colazione a Sirius. Quella mattina non doveva andare al Ministero perciò gli lasciai un biglietto ed uscii di casa di buon mattino. Dalla finestra del primo piano, Duncan, a torso nudo, mi salutava entusiasta, sfoggiando i suoi muscoli.
Ricambiai il saluto non con lo stesso entusiasmo mostrato dall'ameno vicino di casa.
Era ancora presto per andare al San Mungo e iniziai a passeggiare senza meta per Londra. Mi ritrovai di fronte ad una farmacia babbana e poichè ormai il dubbio mi stava logorando vi entrai decisa a compare un test di gravidanza.
"Buongiorno posso aiutarla?" mi disse un alto uomo con il camice bianco da dietro il bancone.
"Vorrei un test di gravidanza.." chiesi un po' intimorita.
Non ero mai entrata in una farmacia babbana e tanto meno avevo mai chiesto un test di gravidanza..
Pagai ed uscii dalla farmacia di fretta. Pensai di andare a farlo nel bagno di un bar, ma mi sembrò  una cosa decisamente squallida. Dovevo trovare un posto tranquillo. Così mi rassegnai all'idea di non poter sapere subito la verità ed andai al San Mungo.
Quel giorno ci riempirono di informazioni e di incarichi e a stento riuscii a portare tutto a termine. Mi sentivo stranamente stanca, vuota e avrei tanto voluto passare il resto della giornata sdraiata sul letto.
Il mio turno finì ed ascoltai il consiglio della McGrannit. Chiesi alla mia compagna di corso, Adele, di andare a prendere per me quella famosa pozione.
"Pensi davvero di essere incinta?" mi chiese allegra.
"Non lo so Adele... ho paura!" le confessai.
"In ogni caso, te la caverai alla grande. Sei una in gamba!" mi consolò la mia nuova amica Tassorosso.
"Grazie, e per favore... Non dire nulla a nessuno!"
"Puoi contare su di me!"
Misi in tasca la pozione ed uscii dall'ospedale.
Non volevo tornare a casa. Sirius era a lavoro. Non volevo stare da sola... Cosa avrei potuto fare? 
Mi venne in mente di andare a salutare Andromeda. Lei era uno dei pochi riferimenti che mi erano rimasti; era amica di mia madre di vecchia data e mi conosceva da quando ero molto piccola.
Mi materializzai davanti al portone di casa sua e suonai il campanello.
Ad aprirmi la porta fu una bella bambina con i capelli rosa e gli occhi azzurri.
"Ciao, Selene!" mi salutò allegra Dora.
"Ciao, Dora tutto bene?"
"NINFADORA! Quante volte devo dirti che non devi aprire la porta senza chiedere prima chi è?! - disse Andromeda su tutte le furie, poi si accorse di me - Oh, Selene! Che bello vederti! Entra pure.. e mio cugino?"
Mi fecero accomodare nel loro famigliare salone, il famoso salone in cui avevo conosciuto Sirius.
"E' a lavoro, io sono appena uscita dal San Mungo e ho pensato sarebbe stato bello vedervi."
"Hai fatto benissimo!" mi rispose Andromeda con un enorme sorriso.
Per tutto il pomeriggio ricordammo dei bei momenti passati: Andromeda mi parlò di Sirius e di quanto fosse stato terribile da bambino; Dora mi mostrò orgogliosa la sua abilità nel cambiare aspetto a suo piacimento. Io e sua madre ci ricordammo di quel Natale in cui la piccola streghetta era stata attaccata a Remus per tutto il tempo.
"Oh, Ninfadora, eri buffissima. - disse Andromeda piangendo per le risate - Hai letteralmente rapito quel povero ragazzo!"
"NON. CHIAMARMI. NINFADORA. - urlò la bambina i cui capelli ora erano diventati di un rosso acceso - E poi non è vero. Io non ho fatto nulla di simile!"
La madre scoppiò a ridere ancora più forte.
"Selene, dimmi che la mamma scherza.." mi chiese la bambina.
Io feci spallucce, confermandole che era tutto vero.
Dora sbattè i piedi per terra e scappò in camera sua.
"Le passerà.. - disse Andromeda asciugandosi le lacrime - Ma.. Hai qualcosa in particolare da dirmi per caso?"
"Oh, io... Insomma come hai fatto a capirlo?!"
"Istinto da mamma.. - disse orgogliosa Andromeda portando indietro i suoi ricci capelli castani - Allora, avanti, sputa il rospo!"
"Andromeda... io... Ecco. Non so come dirlo.."
"..Sei incinta!" disse trionfante.
"Si, cioè... non lo so! Penso di esserlo.." dissi confusa ed uscii fuori dal mantello la pozione e il test di gravidanza babbano.
"Beh, vediamo, no?!"
Andromeda mi tagliò una piccola ciocca di capelli, e li immerse nella boccetta. La agitò per bene e la appoggiò sul tavolo.
"Ci vorrà qualche minuto.. se diventerà rossa vuol dire che sei incinta. Se rimarrà blu vuol dire che non c'è nessun piccolo Black in viaggio. Almeno per il momento."
Quei minuti furono i più lunghi della mia vita. Fissai la boccetta per tutto il tempo sperando in cuor mio che rimanesse blu. Anche se una parte di me avrebbe tanto voluto che diventasse rossa...
Beh come al solito.. Poche idee ma ben confuse, Selene!
La pozione rimase blu per parecchi minuti. Andromeda mi fissava ridacchiando sotto i baffi; poi ad un certo punto quel blu intenso iniziò a schiarirsi, si trasformò in viola, poi in fucsia ed infine in rosso.
L'amica di mia madre prese in mano la boccetta e la scrutò.
"Beh è decisamente rossa." constatò agitando ancora la pozione.
Sospirai. Non sapevo se essere felice o triste...
"Non sei contenta?" mi chiese Andromeda un po' delusa dalla mia reazione.
"Andromeda, io non so se è giusto... Siamo in piena guerra, potrebbe succedere qualsiasi cosa.. I miei genitori non ci sono... io..."
Non riuscii a finire la frase, ero troppo orgogliosa.
"Hai paura. - Andromeda finì la frase per me e mi poggiò una mano sulla spalla per rassicurarmi - E' normale, cara. Anche io avevo paura.. E non avevo una mamma al mio fianco per sostenermi, proprio come te. Ci sarò io, se ti può consolare; lo so, non sono Margareth, ma sappi che per me sei come una figlia."
"Grazie Andromeda".
La abbracciai così forte che temetti di toglierle il fiato.
"Ah, e butta quella diavoleria babbana. La pozione funziona perfettamente, fidati." disse indicando il test di gravidanza.
Sorrisi. In fondo era pur sempre una Black.
 
Verso le sette del pomeriggio Ted rincasò e decisi che quello era il momento più giusto per andare via. Salutai Dora e promisi ad Andromeda di farmi sentire nel caso avessi bisogno di qualcosa.
Era ancora presto per tornare a casa, Sirius sarebbe tornato tardi quella sera, così decisi di vagabondare un altro po' per il centro di Londra.
Guardai un po' le vetrine dei negozi, mentre mi chiedevo quale sarebbe stato il modo migliore per dirgli che ero in dolce attesa e che presto sarebbe diventato papà. Senza neanche farlo apposta, mi ritrovai davanti alla vetrina di un negozio di articoli per neonati: piccole scarpette, bavaglini, tutine e vari accessori. Una tutina rossa richiamò la mia attenzione: su di essa c'era scritto My daddy is a superhero. Pensai a Sirius e alla risata che avrebbe fatto tenendo tra le mani quella piccola tutina. Entrai nel negozio e la comprai senza indugi.
Era arrivato il momento di affrontare le mie paure.
 
Sirius' POV
Sentii la porta dell'ingresso aprirsi e subito mi alzai di scatto dalla poltrona.
Selene entrò nel salotto e mi guardò con aria smarrita.
"Ma insomma, si può sapere che fine hai fatto?" le chiesi arrabbiato.
"Tu che ci fai qui, non dovresti essere a lavoro?"
Odiavo quando rispondevano alle mie domande con altre domande.
"Selene che ti prende?! Ti sei scordata che il mercoledì è la mia giornata libera?" 
Lei strabuzzò gli occhi e si affrettò a controllare il calendario.
"Oggi è mercoledì?!" domandò stupita.
Aveva sempre avuto il controllo su tutto e tutti, raramente si scordava qualcosa. Era tutto molto strano.
"Okay, fermi tutti. Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia Selene?" dissi prendendola per le spalle.
"Idiota, sono io!" rispose annoiata.
"Quali sono state le prime parole che ti ho detto durante il nostro primo incontro?" le chiesi fingendomi sospettoso.
" Frequenterò il secondo anno. Sono nella casa di Grifondoro, l'unico nella mia famiglia di Serpeverde. Tu in quale casa pensi di essere smistata?" rispose Selene imitando la mia voce ed i miei modi di fare.
Scoppiai a ridere e lei con me.
Notai che aveva in mano una busta.
"Cosa hai lì dentro? Un regalino per me?" chiesi con l'entusiasmo di un bambino.
"Diciamo che non so se sarà proprio un regalo.. E' il motivo per cui ti sembro un po' strana." mi rispose porgendomi la busta.
Nel frattempo che io scartavo il pacchetto, lei salì su in camera. Non voleva vedere la mia reazione forse?! Cosa diavolo aveva in mente?!
Mi ritrovai tra le mani un pezzo di stoffa rossa piegato, lo girai da ogni lato e poi finalmente riuscii a capire cos'era: una tutina da neonato. La girai di nuovo e lessi My daddy is a superhero.
Sbarrai gli occhi. Questo voleva dire solo una cosa: Selene era incinta ed io sarei diventato padre fra nove mesi.
Corsi su in camera con quella tutina minuscola fra le mani.
"Cosa vorrebbe significare?" urlai sventolando la tutina.
Ma non trovai nessuno nella stanza. Selene era in bagno.
Quando uscì, in accappatoio e con i capelli tutti bagnati, aveva in mano una barretta di plastica e cercava di leggere qualcosa su di essa.
"Beh, di funzionare funz.. - disse Selene, poi alzò lo sguardo e mi notò - Oh, sei qui! Ti ho dato la possibilità di scappare di nascosto se avessi voluto farlo..."
"Sei.. incinta!" esclamai.
"A quanto pare sì, anche questo coso babbano lo conf.."
Ma non ebbe il tempo di finire la frase perchè la presi in braccio ed iniziai a baciarla ovunque. Lei rideva più felice che mai.
"Smettilaaa! - disse agitando le gambe e colpendomi con un pugno sulla spalla - Fai piano.. ora dobbiamo stare attenti. Mettimi giù!"
Era contentissima, ma mai come lo ero io. Finalmente avrei avuto una famiglia tutta mia.
"Scusami hai ragione, ma sonno troppo felice! - dissi mettendola giù e sfilando dalla tasca del pantalone una sigaretta - C'è un piccolo Black in viaggio!"
"Un piccolo Black?! - mi chiese stupita - Cosa ti fa pensare che sia un bambino e non una bambina?"
"Me lo sento... sono un sensitivo!" le dissi mandando gli occhi all'indietro facendo finta di avere una premonizione.
"Sì, certo. Ed io sono un unicorno." mi rispose sarcastica.
Uscii la bacchetta dalla giacca per accendere la sigaretta. Ma Selene prontamente la carbonizzò proprio mentre stavo per portarmela alla bocca.
"Cosa diamine..?" dissi irritato.
"Questa - disse lei accarezzandosi il ventre - è una buona scusa per perdere quella cattiva abitudine che hai preso. Fa male al bambino."
Per un primo momento sbuffai, pensando a tutte le cose a cui avrei dovuto rinunciare per quella bella novità, ma poi uscii il pacchetto di sigarette e lo distrussi con un colpo di bacchetta. La mia donna alzò in alto un pollice in segno di approvazione, mentre io già mi pentivo di aver incenerito un pacchetto intero.
Mi sdraiai sul letto ed iniziai a pensare a dei nomi per mio figlio.
"Niente nomi di stelle per nostro figlio, per favore!" misi subito in chiaro.
"E niente nomi mitologici anche!" aggiunse Selene.
"Potremmo chiamarlo.... Connor, che dici?"
Selene mi guardò e fece una faccia schifata.
"Non suona bene Connor Black.." mi disse sincera.
"William!" esclamai.
"Già va meglio... Suona bene William Black. Ma ti ricordo che potrebbe essere anche una lei. Non vorrei che rimanessi troppo deluso." rispose leggermente offesa.
"Hai ragione.. penseremo a dei nomi anche per una piccola Black. - dissi portandomi le mani dietro alla nuca - Se sarà una bambina spero che sia bionda, con gli occhi azzurri, bella ed intelligente come la mamma."
"Io spero solo che se sarà un maschio non sia folle come te!" mi disse prendendomi in giro.
La realtà era che non mi importava in fondo del sesso o dell'aspetto di mio figlio. Sapevo solo che lo avrei amato e protetto incondizionatamente.
Quella fu una delle sere più belle della mia vita, provai una felicità che non avevo mai provato, che probabilmente solo un futuro padre poteva provare..
Finalmente la vera vita, per me una nuova vita aveva inizio.

*****************************************************************************************************************************************************
NdA: Carissimi eccomi qui con un altro capitolo, un po' in ritardo, ma finalmente eccomi qui. L'ho scritto tutto d'un fiato in mezza giornata e ho passato il resto del tempo a leggerlo e rileggerlo, spero non ci siano troppi orrori. Sono troppo sbadata, l'avrò già detto, forse. 
Passiamo al capitolo! Tante notizie, belle e brutte per la coppia, dalla prossima volta renderò più partecipi anche gli altri personaggi, questo mi serviva per far capire la vita di Selene e Sirius insieme. 
Un ippogrifo è in arrivo a casa Black! (mi piace pensare che sia un ippogrifo a portare un bambino e non una cicogna nel mondo dei maghi. LOL) 
Il test di gravidanza per le streghe è una cosa che mi sono inventata, non credo sia una delle mie idee più brillanti, scientificamente non funziona molto. Però magari i maghi sono più avanti e rendono le cose moolto più semplici. 
Niente, io vi saluto, come al solito recensite in tanti.
Ringrazio come al solito tuti quelli che hanno recensito in particolare Moonys, Lady Holmes, Insgumor e C
laude aka piccolo_uragano_.
A proposito di Claude, oltre a leggere la sua meravigliosa long su Sirius e Martha, andate a leggere Girasoli in tempesta, una bellissima storia su quel bel tocco di manzo di Ben Barnes. Insomma merita davvero, se siete in fissa con il Principe Caspian andatela a leggere. E' stupenda, parola di Malandrina.
Un saluto ed un bacio a tutti. (Qui sotto anche Gary vi saluta!) 

Vittoria o Aranel, vedete voi.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Sospetti ***


 

A te che vieni dalla Luna
proprio come me, 
che mi fai sentire nel posto giusto,
che continui a darmi una speranza anche quando vedo tutto nero.
Al mio magiaro preferito. 
A noi che siamo così vicini, non importa quanto lontani.


So close no matter how far.













 

 

Sirius'POV
"Io non sarò convinto del fatto che voi tre siete in stato interessante finchè non vi vedrò diventare delle balene." affermò Remus una sera scherzando.
Alice, Lily e Selene si guardarono complici. La signora Paciock e la signora Potter avevano appena scoperto di essere in dolce attesa, mentre la mia Selene era già a un mese e mezzo di gravidanza. Anche se non si vedeva ancora nulla ed era magra come lo era sempre stata, aveva una luce negli occhi che la rendeva diversa, più bella del solito.
 
Mentre Selene pettinava i suoi lunghi capelli davanti allo specchio del bagno, io ero sdraiato sul letto a sfogliare un libro sulla gravidanza e sui neonati che aveva comprato e quasi consumato a furia di leggerlo.
"Sai, Sirius.. Stavo pensando che i primi mesi di gravidanza sono i più critici, non mi devo stancare e devo mangiare in modo appropriato..."
Avevo già capito l'antifona. Entrai nel bagno e la avvolsi in un abbraccio.
"Se vuoi far venire Elmo qui per me non ci sono problemi." le sussurrai in un orecchio.
"Sicuro che non sia un problema per te??"
"Assolutamente no, perchè dovrebbe esserlo?! Quell'elfo è simpatico. Questo ed altro per te e per il piccolo." dissi sfiorandole la pancia piatta -  ancora per poco.
 
Il giorno dopo, quando mi alzai, trovai Elmo in cucina più felice che mai.
"Buongiorno signor Sirius, ha dormito bene?"
"Splendidamente, Elmo. Bentornato."
Elmo mi sorrise e mi servì la colazione.
Selene nel frattempo era uscita dal bagno con una carnagione verdognola.
"Buongiorno.." disse barcollando.
"Tutto bene?" le chiesi alzandomi ed aiutandola a stare in piedi.
"Le solite nausee mattutine."
"Anche la signora Margareth si sentiva spesso male quando aspettava la signorina Selene... - disse Elmo con un sorriso triste - La signorina Selene si deve solo riposare..."
Al suono del nome di sua madre, Selene rabbrividì, divenne pallida, abbassò lo sguardo e si raggomitolò sul divano.
"Oggi non andare al San Mungo se non te la senti. - le consigliai - Andrò io ad avvisare la coordinatrice del corso."
"Grazie, non me la sento proprio." rispose Selene mentre fissava l'angolo più remoto della stanza come se fosse la cosa più interessante da guardare.
 
In quel mese e mezzo era diventata particolarmente attenta alla sua alimentazione e comprò da una farmacia babbana delle diavolerie chiamate 'integratori' - diceva che facevano bene al bambino. Io non vedevo l'ora di poter essere chiamato papà e controllavo ogni giorno il calendario, facendo il conto alla rovescia. Mancavano otto mesi circa e finalmente avrei tenuto tra le braccia mio figlio.
Ogni giorno non vedevo l'ora di tornare a casa e lo stesso valeva per James: eravamo così felici all'idea che presto saremmo diventati padri insieme, eravamo così innamorati delle nostre donne che ormai più nulla sembrava avere importanza. Fantasticavamo sul fatto che i nostri figli sarebbero cresciuti insieme e che se fossero stati due maschietti o due femminucce, sarebbero sicuramente diventati amici per la pelle; e nell'ipotesi in cui uno dei due avesse avuto una femminuccia, i nostri figli si sarebbero sposati sicuramente.
Alla fine dei nostri viaggi mentali scoppiavamo quasi sempre a ridere, rendendoci conto di quanto fossimo diventati rammolliti.
 
Una sera quando tornai a casa, trovai Lily sulla mia poltrona, intenta a sfogliare le riviste di neonatologia di Selene.
"Ciao Sirius!" mi salutò la signora Potter.
"Ciao Lily, che ci fai qui? James si preoccuperà... - poi mi guardai intorno alla ricerca della mia amata bionda - E Selene dov'è?"
"Tranquillo, ho lasciato un messaggio a James e comunque sto andando via. - disse la rossa  alzandosi - Selene è uscita un attimo, le serviva un telefono."
"Per quale motivo?"
"Ti spiegherà tutto lei..."
Mi salutò ed andò via.
Elmo era in cucina che preparava la cena, entusiasta come sempre di servirci, e pensai che mi avrebbe potuto riferire i dettagli della conversazione tra quelle due malandrine.
"Elmo, tu sai qualcosa? Perchè a Selene serviva quella diavoleria babbana?"
"Elmo non origlia le conversazioni della signorina..." disse l'elfo altezzoso.
"Andiamo amico, rimarrà un nostro segreto... Parola di malandrino!"
Cercai di sfoggiare uno dei miei sguardi nel vano tentativo di convincerlo, ma Elmo mi guardò torvo.
"Non c'è bisogno che tu corrompa il povero Elmo." disse una voce alle mie spalle.
Selene era appena entrata in casa e si stava togliendo la giacca.
Portava i suoi lunghi capelli raccolti in un una treccia ed indossava dei jeans ed una t-shirt babbana. Fui tentato di rimanere imbambolato a guardarla, ma dovevo scoprire cosa stava tramando.
"A cosa ti serviva il telecoso?" chiesi incrociando le braccia sul petto.
"Ho prenotato una visita dal ginecologo.. Me l'ha consigliato Lily." disse con naturalezza Selene, come se pronunciare quella strana parola fosse all'ordine del giorno.
"Gine..che?"
Selene si portò le mani sul viso e rise.
"Allora, bimbo - mi disse dandomi un pizzicotto sulla guancia - il ginecologo è un medico che 'cura' l'apparato genitale femminile, e si occupa quindi anche delle gravidanze."
Inarcai un sopracciglio e feci una faccia offesa. Odiavo non sapere qualcosa, ma non sopportavo ancora di più il fatto che nonostante Selene fosse una purosangue come me, era perfettamente al corrente di tutte le usanze e i costumi babbani.
"E tu vorresti farti visitare da questo ginecoso?"
"Esattamente."
"E quale sarebbe l'utilità? I Medimaghi sono abbastanza competenti per seguirti."
"I babbani riescono a scoprire ancor prima del parto se il bambino è affetto da qualche malattia, se sta bene..."
"Davvero? E come fanno?"
"Con una macchina... Poi il medico mi farà una visita e verrò sottoposta a molti esami per accertarci che sia tutto a posto."
"Una visita.. " sussurrai grattandomi il mento.
Selene scoppiò a ridere divertita.
"Ti reputo abbastanza intelligente da capire in cosa consista." mi disse mentre apparecchiava la tavola assieme ad Elmo.
"Ed è un uomo a farti questa visita." dissi sprofondando sulla sedia.
"Se ti fa stare più tranquillo, puoi accompagnarmi. Basta che non mi fai fare brutte figure."
"Sì, mi fa sentire decisamente più tranquillo." risposi sorridendole.
Dannati babbani. Se ne inventavano una più del diavolo.
 
Il giorno della visita arrivò e portò con sè ansia e preoccupazione. Selene aveva paura che il ginecoso trovasse qualche problema ed io ero nervoso quanto lei.
Mi costrinse a vestirmi da babbano; indossai dei jeans ed una camicia bianca con la mia fedele giacca di pelle. Invece Selene mise una gonna rossa con una camicetta bianca. Prendemmo la metropolitana come dei normali babbani e raggiungemmo lo studio del medico.
Ci dissero di aspettare e che saremmo stati ricevuti dal medico. Dopo un po' una donna grassoccia e tozza vestita di bianco chiamò Selene ed io mi alzai per seguirla, ma fui bloccato da quella bisbetica.
"Mi dispiace signore. Dopo potrà assistere all'ecografia."
Dopo qualche decina di minuti la stessa donna mi chiamò e mi fece entrare in una stanza tutta bianca che profumava di pulito. C'era uno strano lettino sulla destra con vari attrezzi di cui fino ad allora ignoravo l'esistenza; sulla sinistra c'era un altro lettino, normale, con accanto un cubo strano ed illuminato, simile ad un televisore; al centro della grande stanza c'era una scrivania, dietro alla quale era seduto un uomo dalla pelle diafana, biondo, con gli occhi ambrati ed un'espressione sicura e rassicurante sul viso. Sembrava essere abbastanza giovane, poteva essere qualche anno più grande di noi, eppure i suoi modi di fare erano da uomo adulto e maturo, sembrava quasi provenisse da un'altra epoca.
"Buonasera, signor Black - mi disse alzandosi dalla sua poltrona e poi indicando una sedia di fronte a lui - La stavamo aspettando. Prego si accomodi."
Selene uscì da dietro un divisorio e venne a sedersi di fianco a me.
"Bene, gli esami sono apposto. Non c'è alcuna malformazione o patologia che rischia di creare problemi alla gravidanza." disse sorridente il medico.
Aveva un modo di parlare così sicuro ed affabile che risultava quasi insopportabile, avrei tanto voluto rompergli quei denti bianchi che si ritrovava, ma tirai un respiro di sollievo quando ci diede quella bella notizia.
"Ora possiamo procedere con l'ecografia."
Si avviò vicino a quel macchinario strano e Selene lo seguì; si distese sul lettino e si scoprì la pancia sotto il mio sguardo stupito. Era la prima volta che vedevo fare un'ecografia, e per me era una cosa nuova. Il dottore le mise una specie di gelatina sul ventre ed iniziò a premere forte con un affare strano. Improvvisamente si sentì un rumore provenire da quella macchina che si ripetette a ritmo scandito... sembrava come un battito.. era insolito però per essere un battito cardiaco.
Guardavo sul monitor senza distinguere la forma del bambino. Poi vidi il medico sussultare. Selene se ne accorse e subito si agitò conficcando le unghia da gatta nel mio palmo.
"Dottore tutto bene? Sta bene il bambino?"
"Cosa vedete sul monitor?" chiese il dottore ricomponendosi, sempre con quel sorriso fastidioso sulle labbra.
"Due macchie nere con al centro altre due bianche..." risposi deciso, mentre Selene era letteralmente in preda al panico.
"Ciascuna di queste macchie - come lei le ha chiamate, Signor Black -  sono i sacchi amniotici che contengono i vostri figli."
"Sono due?" risposi io esaltato.
Il medico annuì ed io non riuscii a trattenere una risata di gioia che fuoriuscì dalla mia bocca abbastanza rumorosamente.
"Due gemelli, Selene! - le dissi dato che sembrava ancora non aver capito - Due piccoli Black!"
Sul suo volto comparve un sorriso enorme che illuminò ancora di più la stanza.
"Dottore lei mi sta davvero dicendo che fra qualche mese avrò in casa tre Black?!"
"Esattamente."
Selene prese con forza il mio volto tra le sue mani e mi baciò, sotto lo sguardo del medico che sembrava sinceramente felice quasi quanto lo eravamo noi.
 
Selene's POV
"Ti rendi conto? Due piccoli Black che scorrazzeranno per casa e che mi chiameranno papà!" esclamò Sirius per l'ennesima volta dopo essere usciti dall'ambulatorio.
Lo guardavo e più si dimostrava felice ed entusiasta, più cresceva il mio amore per lui.
"Dobbiamo avvisare gli altri! Andiamo dai Potter!"
Quando arrivammo a casa Potter, James non ebbe nemmeno il tempo di aprire la porta che Felpato lo aveva già avvolto in un abbraccio fraterno. Poi si lanciò in un entusiasta racconto della visita medica e diede la buona nuova ai nostri amici.
"Due gemelli, Ramoso! D U E!" disse mostrando a James l'indice e il medio uniti.
"Davvero?" chiesero in coro James e Lily.
"Sì!" risposi calma.
Ero stanca ed affaticata. Il dottore mi aveva rassicurato che erano sintomi del tutto normali, specialmente nella settima settimana di gravidanza e che non c'era da preoccuparsi.
Lily mi abbracciò e si congratulò con me, mentre James e Sirius zompettavano come due idioti al centro del salone.
La signora Potter ed io li guardammo con gli occhi di chi ormai è piacevolmente rassegnato.
"A te come va?" chiesi alla mia migliore amica.
"Tutto bene, a parte qualche nausea la mattina. - mi rispose sorridente - Restate qui a cena per festeggiare la notizia?"
"Per me va bene! Selene.. tu te la senti?" mi chiese Sirius.
Ultimamente era diventato così premuroso ed attento; finalmente capivo mia madre quando diceva che una gravidanza cambiava davvero tutto.
Mi sentivo stanca ed appesantita e avrei tanto voluto infilarmi sotto le coperte del mio lettone e rimanerci fino a domani mattina. Poi guardai Sirius che era felice ed entusiasta come un bambino e decisi che non volevo togliergli questo piacere.
"Sì, certo."
"Okay, allora vado a preparare la cena!" disse Lily dirigendosi in cucina.
"Ti aiuto, così evitiamo di far vomitare la gente come l'altra volta..." aggiunse James seguendola, mentre la rossa gli mollava un ceffone sulla nuca.
"Sei sicura? Ti vedo un po' strana. Non sei ..contenta?" mi chiese preoccupato Felpato.
"Sirius, non puoi capire quanto io sia felice. - gli dissi accarezandogli il viso - Ho solo bisogno di stendermi un po' e riposarmi. Dovrebbe farlo anche Lily, sai?!"
"JAMEEES! LILYY! - urlò Felpato con la determinazione che lo contraddistingueva, richiamando i nostri amici dalla cucina - Tu cara signora Potter, fai compagnia a mia moglie e riposati per il bene del mio figlioccio. Io e te, signor Potter, cucineremo per le nostre signore."
Mia moglie.. aveva detto davvero quelle parole?!
Lily nel frattempo mi raggiunse in salone sorridente. Si sedette sulla poltrona di James senza farsi pregare e stese i piedi sul tavolino, mentre io ero sdraiata sul divano.
"Selene... Posso farti una domanda?" mi chiese la mia migliore amica.
"Dimmi."
"Sirius non ha intenzione di sposarti? - disse mangiucchiandosi le pellicine delle labbra - Sbaglio o ha appena detto mia moglie riferendosi a te?"
"Ha promesso di sposarmi dopo la guerra. E poi... non ha molta importanza per me." risposi sincera e sicura del fatto mio.
"Anche dopo questa bella notizia?" mi chiese stupita Lily.
"Sì" le dissi semplicemente sorridendole.
Per me non era davvero importante, io e Sirius non eravamo mai stati così uniti come in quel periodo; cos'era in fondo il matrimonio se non un inutile pezzo di carta ed una pura formalità?!
Qualcuno suonò al campanello.
"Vado io! Arrivoooo! - disse James canticchiando - Lunastorta! Codaliscia! Che sorpresa, entrate! Avete impegni per cena? Io e Sirius stiamo preparando una cenetta coi fiocchi."
James congiunse le dita delle sue mani e se le portò vicino alla bocca in un gesto tipicamente italiano.
Remus guardò stralunato il suo amico, mentre Peter ridacchiava.
"Peter vieni ad aiutarci a cucinare, tu che sei una buona forchetta!" urlò Sirius dalla cucina.
"Stai per caso insinuando che io sono un incapace ai fornelli, Felpato? - chiese sorridendo Remus, poi si rivolse a me e a Lily - Come stanno le mie mammine preferite?"
"Selene e Sirius aspettano due gemelli!" mi anticipò la rossa.
"Lily! - esclamai lanciandole un cuscino addosso - Volevo dirglielo io, maledetta!"
Nel frattempo Remus aveva spalancato gli occhi e rideva allo stesso tempo.
"Woow, tu e Sirius vi siete dati da fare, a quanto pare."
"Idiota!" dicemmo in coro io e Lily.
E due cuscini volarono sulla testa di Remus.
Peter, che nel frattempo era stato cacciato dalla cucina dai due chef della serata, se ne stava ad ascoltare in un angolino, come al solito facendo finta di non esistere.
"Peter, che ci fai lì? Vieni qui." gli dissi invitandolo a sedersi accanto a noi.
Esitante si avvicinò a noi e si sedette su di un puffo, accanto a Remus.
Il mio migliore amico mi raccontò che anche la sorella di Fabian e Gideon Prewett aveva avuto due gemelli e stava letteralmente impazzendo.
Mi portai una mano sul viso fingendomi disperata.
"Ma Molly ha anche altri tre figli!" cercò di rassicurarmi Remus.
"Un bambinone di ventidue anni vale per tre bambini." dissi ad alta voce per farmi sentire da Sirius.
"Guarda che ti ho sentita, gattina!" rispose Sirius avvicinandosi alla porta del salone, mentre teneva attorno al braccio una grossa pentola  e ne mescolava il contenuto con la bacchetta.
La cena preparata da Sirius e James fu davvero... disgustosa. Io e Lily riuscimmo a non mangiare con la scusa che avevamo le nostre nausee da donne incinte, invece Remus e Peter, poverini, furono costretti a mandar giù quegli intrugli indefiniti.
 

-

 
Era da tempo che James e Sirius non ne combinavano una delle loro. Io e Lily, in cuor nostro, speravamo che finalmente avessero messo a posto la testa, ma non osavamo dirlo a nessuno per scaramanzia.
E invece proprio in una sera di fine Novembre, Sirius e James si confermarono gli uomini più immaturi e incoscienti del mondo intero; non seppi come, quando e perchè, ma Sirius riuscì ad ottenere una motocicletta babbana ed insieme a James l'aveva stregata. Fin qui nulla di particolarmente grave, conoscendo i soggetti. Molto prevedibilmente i due Malandrini avevano avuto la brillante idea di farsi un giro in moto per la Londra babbana a tutta velocità, mentre io e Lily sapevamo che erano a lavoro da bravi capi - famiglia.
Illuse.
Quando lo venimmo a sapere Lily per l'ira divenne paonazza in viso e i suoi già fiammeggianti capelli parvero diventare ancora più rossi. James cercò di tranquillizzarla con scarsi risultati.
"Calma, Lils. Fallo per il bambino..." diceva ponendo le braccia tra lui e sua moglie per difendersi.
"E' proprio per nostro figlio che ora ti spaccherò la testa! Chissà tu non metta un po' di giudizio!" disse Lily urlando.
Sirius tratteneva le risate bloccandosi la bocca con le mani. Bastò uno dei miei sguardi per farlo tornare serio.
Lily continuava ad urlare imperterrita e James indietreggiava per sfuggire alla sua furia.
"Lily, vedi Selene che non dice nulla a Sirius?" cercò di giustificarsi James.
"Non sono affari tuoi!" esclamò Sirius che a quanto pare non aveva voglia di sentire una delle mie ramanzine.
Rimasi in silenzio a casa dei Potter solo perchè ero sempre troppo stanca e non volevo sprecare energie preziose, ma stavo immaganizzando abbastanza ira per scagliarmi contro Sirius in privato.
Una volta tornati a casa, il mio compagno sembrava allegro e di buon umore, canticchiava, ignaro che dentro di me bollivo di rabbia.
"Non penserai di certo di cavartela così!" esclamai.
"Cosa?" mi chiese lui fingendosi stupito.
La sua aria da finto innocente mi intenerì e non riuscii a sbraitare contro di lui. Tutta la rabbia si trasformò in frustrazione e in dispiacere: ero impotente di fronte ai suoi occhi. La maternità mi stava facendo diventare fin troppo buona; sbuffai mentre mettevo a posto con la bacchetta i miei vestiti.
"Sei arrabbiata?" mi disse guardandomi di nuovo con quegli occhioni grigi.
Mi passai una mano tra i capelli. La gravidanza mi giocava brutti scherzi: ero diventata più lunatica e emotivamente instabile del solito.
"Sì, cioè... - sospirai, presi un respiro profondo e gli presi le mani - Non voglio che ti cacci nei guai. Me lo hai promesso.. Ricordi? Specialmente ora che stiamo per diventare genitori. Non voglio che i nostri figli crescano senza un padre perchè si diverte a farsi inseguire dalla polizia..."
Sirius mi guardava preoccupato ora, e sembrava esserlo davvero.
"Hai ragione. - disse spostandomi una ciocca di capelli che mi era caduta sul viso - Giuro solennemente di avere buone intenzioni."
 

-

 
Per le settimane successive i due Malandrini non fecero altro che raccontare a chiunque le loro prodezze e di come si erano beffati dei poliziotti babbani che avevano tentato invano di fermarli.
Lily era vistosamente stufa di sentire i loro racconti.
"Sai cosa penso Selene?!" mi disse una domenica mattina la mia amica.
"Cosa?"
"Dovremmo prenderci una giornata tutta per noi... - disse martoriando le punte dei suoi capelli con le dita - Potremmo andare a fare un po' di shopping.. Comprare cose per i bambini! Che dici?"
Mi guardai le caviglie ormai perennemente gonfie; non amavo fare shopping, non era proprio uno dei passatempi che avrei messo nella lista delle cose che amavo fare. Ma avevo bisogno di distrarmi un po' e volevo passare del tempo con la mia amica.
"Allora che ne dici?" incalzò Lily.
"Perchè no?!" risposi sorridendole.
 
E così dopo circa trenta minuti, eravamo fuori per le vie di Notting Hill alla ricerca della fermata metropolitana più vicina. Adoravo il quartiere in cui abitavo, colorato, traquillo e aveva un non so che di familiare. 
Lily si sapeva muovere bene a Londra, sapeva dove andare e cosa fare: visitammo parecchi negozi, ma io non comprai nulla; i vestiti per neonati erano tutti o celesti o rosa ed io non sapevo ancora il sesso dei gemelli. Pensai che era davvero banale vestire i bambini o di celeste o di rosa, in base al sesso. C'erano tanti altri bei colori! I miei figli vestiranno di rosso, Rosso Grifondoro.
Lily decise di comprarsi qualche vestito premaman, qualche bavaglino e dei calzini minuscoli.
"Perchè tu non hai comprato nulla?" mi chiese la mia amica, mentre camminavamo per le vie più affollate di Londra.
"Non ero ispirata oggi..." le dissi leggermente annoiata.
Fare shopping non era mai stato un gran divertimento per me. Mia madre mi costringeva ad accompagnarla, mi comprava vestitini da bambolina ed io mi annoiavo terribilmente...
Cosa avrei dato per poter passare ancora un po' di tempo con lei.. Chissà dov'era in quel momento con mio padre...
"Hai mai visto il Tower Bridge?" mi chiese la signora Potter riportandomi sul pianeta Terra.
"Mmh, no. Se l'ho visto è stato di sfuggita."
"Devi assolutamente vederlo!"
E si sapeva, quando Lily decideva qualcosa non c'era niente che potesse farle cambiare idea.
Proprio quando raggiungemmo la costa del Tamigi, vedemmo il Tower Bridge sollevarsi per lasciar passare un battello. C'era davvero una bella vista da lì: il ponte splendeva nel buio della sera e le torri, altrettanto illuminate, si elevavano su quel fiume grigio e scuro.
Ci sedemmo su una panchina ed osservammo il ponte abbassarsi lentamente e le macchine riprendere a scorrervi sopra.
"Porteremo i nostri figli a fare lunghe passeggiate qui quando saranno più grandi..." disse Lily sognante.
Io cercai di immaginarmi con due bambini che mi tenevano le mani, identici a Sirius, e Lily con un bambino bruno con gli occhialetti tondi di James.
Sì, sarebbe stato bello.
"E soprattutto non li lasceremo mai soli con quei due!" continuò la signora Potter scuotendo le mani spaventata, per poi mettersi a ridere.
"Al massimo potremmo lasciarli se c'è anche Remus con loro..." dissi ridendo assieme a lei.
All'improssivo un boato interruppe le nostre risate: il Tower Bridge divenne buio, e non riuscimmo più a disinguerlo nel buio. Un fascio di luce verde spiccò nel cielo e notammo un teschio bianco incombere su Londra. Io e Lily ci guardammo e senza dire una parola ci alzammo di scatto ed iniziammo ad evocare i nostri patroni per informare i membri dell'Ordine: un puma e ed una cerva argentea iniziarono a fluttuare nell'aria fino a scomparire nel buio. Le grida aumentavano e regnava il terrore: la gente scappava in cerca di un riparo, e ci consigliava di fare altrettanto. Io e Lily corremmo fino ad avvicinarci alle torri per vedere ciò che stava succendendo: dei cancelli ostacolavano il passaggio delle macchine alle due estremità del ponte e delle figure oscure attaccavano i poveri babbani che cercavano di fuggire il più lontano possibile da loro. La nostra attenzione fu catturata
da una donna vicina al cancello dove ci trovavamo noi che era accasciata a terra e che piangeva sul corpo morto del figlio; il bambino aveva ancora un'espressione spaventata sul volto, i suoi occhi color nocciola spalancati sembravano ancora cercare il viso di sua madre; le urla di dolore di quella donna furono per me come la più tagliente delle lame conficcata nel mio cuore. Poi una figura scura comparve affianco a lei come un fantasma, e con un fascio di luce spaventosamente verde, la donna fu colpita e cadde vicino al corpo senza vita del figlio. Senza pensarci su mi materializzai dall'altra parte del cancello, sfilai la mia bacchetta e colpii quel Mangiamorte con uno Stupeficium.
Lily mi guardò preoccupata e subito capii a quello che stava pensando; sarebbe stato pericoloso combattere nella nostra situazione, ma non potevo restare a guardare mentre gente innocente veniva uccisa. Così mi feci ancora più avanti ed iniziai ad attaccare. Mi ritrovai davanti un Mangiamorte dai lunghi capelli biondi con un' inquietante maschera nera; iniziammo a duellare, mentre Lily combatteva con un altro vile Mangiamorte ed in poco tempo lo mise KO.
"Finalmente ho il piacere di conoscerti, Selene Brandon." disse l'uomo che avevo di fronte, mentre mi lanciava una fattura.
"Io non ti conosco, ma il piacere è tutto mio." gli risposi fingendomi gentile, mentre mi proteggevo con uno scudo e il suo incantesimo rimbalzava altrove.
"Lucius Malfoy, cugino acquisito del tuo amato Sirius.." disse facendo un lieve inchino, per poi far scomparire la maschera dal suo viso con un gesto aggraziato.
"MALFOY!  - urlò una donna bassa alle sue spalle - Lascia finire a me la Brandon.. Voglio essere io a far fuori tre traditori in un solo colpo."
La donna si fece spazio e scansò Malfoy, rivelandosi: quella donna era spaventosamente identica ad Andromeda, ma aveva uno sguardo spiritato. Doveva essere Bellatrix Lestrange.
Non era il momento di pensare: Bellatrix iniziò ad attaccarmi con maledizioni senza perdono, dalle quali riuscii a proteggermi non con poca difficoltà. Era estremamente abile ed io riuscii solo a difendermi.
"Che c'è? Hai paura di attaccarmi?" disse ridendo sguaiatamente.
Continuava a sbeffeggiarmi e ad insultarmi, e proprio mentre aveva iniziato a sottovalutarmi riuscii a disarmarla. La sua bacchetta cominciò a roteare in aria verso la mia direzione, ma un Mangiamorte la prese al volo e la restituì alla legittima proprietaria.
"Pensavi davvero di farla franca, ragazzina?!" ringhiò arrabbiata.
In quel momento mi accorsi che io e Lily non eravamo più sole: gli altri membri dell'Ordine erano arrivati e stavano combattendo valorosamente. Per un istante mi sentii più tranquilla, poi vidi Sirius combattere in un equilibrio precario su un muretto. Anche Bellatrix si accorse di lui e sorrise malignamente, come solo lei poteva fare.
"SIRIUS ORION BLACK!" lo chiamò a gran voce.
Felpato, che nel frattempo aveva affatturato il mangiamorte con cui stava duellando facendolo precipitare nel Tamigi, si voltò e, scendendo dal muretto su cui era prima, ci venne incontro sorridendo in modo arrogante.
Da tempo non vedevo quell'espressione tipica dei Black sul suo viso.
"Mia cara cugina, vedo che hai conosciuto la mia compagna.."
"Sì - sibilò Bellatrix - Ora che ci sei anche tu posso uccidere tutta la famigliola al completo."
Sirius si mise di fronte a me per proteggermi ed iniziò a combattere con sua cugina; io mi scansai dalla sua ala protettrice ed iniziai ad attaccare Bellatrix per aiutarlo.
Poi improvvisamente Bellatrix si bloccò e scomparve in una scia nera e così fecero tutti i Mangiamorte ancora coscienti e liberi.
Sirius prima di avvicinarsi a me si guardò intorno per essere sicuro che i Mangiamorte fossero davvero andati via; poi tirò un sospiro di sollievo e corse ad abbracciarmi. Il suo abbraccio non era fermo come al solito: tremava, e potevo sentire sul mio petto il suo cuore che batteva all'impazzata. Mi strinse forte a sè, come se volesse assicurarsi che fossi davvero viva e che il mio cuore battesse ancora.
Dei pianti isterici sciolsero il nostro abbraccio: Emmeline Vance e Dorcas Meadowes piangevano sui corpi esanime di Fabian e Gideon Prewett. Mi guardai attorno e notai che Lily piageva disperata tra le braccia di James, Remus e Peter accanto a loro, sanguinanti, osservavano la scena. Altre due persone innocenti, buone e coraggiose avevano perso la vita in quella follia. Ed io, Selene Brandon, la ragazza dalla lacrima facile, non riuscivo a piangere. Non volevo piangere. In quel momento, di fronte alla morte e a così tanto dolore, mi sembrava superfluo piangere.
 
Sirius'POV
Selene, che di solito piangeva per qualsiasi cosa, in quell'occasione così triste e tragica, non versò nemmeno una lacrimuccia. Non sapevo se preoccuparmi o essere infuriato con lei. Come aveva potuto mettere in pericolo la sua vita e quindi anche quella dei bambini?!
Al quartier generale tutti piangevano ed erano commossi, Lily sembrava la più scossa di tutti; Selene si limitava a fissare il vuoto: la guerra e la sofferenza la stava cambiando. Gideon e Fabian erano morti valorosamente, due brave persone come loro non meritavano quella fine.
Silente si prese l'impegno di informare la sorella dei Prewett, Molly Weasley.
 
Quando tornammo a casa quella sera, Selene era ancora in silenzio stampa; non parlava, era assorta in chissà quali pensieri che io ovviamente non potevo sapere.
In un'altra occasione forse avrei apprezzato il suo coraggio, ma non in questa: aveva sfidato ed affrontato da sola Bellatrix, si era messa volutamente in pericolo, quando poteva aspettare semplicemente il nostro arrivo. Dentro di me ribollivo di rabbia.
"Sei un' incosciente, ecco cosa sei!! Nelle tue condizioni metterti a combattere.. Non me lo aspettavo da te!" le dissi amareggiato nel vano tentativo di riuscire a scuoterla e a farla parlare.
In preda alla rabbia iniziai a sbattere qualsiasi cosa che mi capitasse a tiro.
Ma niente: mi guardò senza alcuna espressione e si infilò nel bagno. Passò lì dentro più di un'ora, tanto che mi preoccupai e più di una volta bussai alla porta per assicurarmi che stesse bene.
Quando uscì finalmente dal bagno, con ancora tutti i capelli sgocciolanti, notai sotto i suoi occhi, quella sera di un insolito color indaco, due scure occhiaia.
"Vuoi venire a riposarti??" la rimproverai arrabbiato sbattendo una mano sul materasso.
Selene scattò furibonda e scaraventò la spazzola con cui si stava pettinando i capelli.
"Sirius, si può sapere cosa vuoi?"
"COSA VOGLIO? - dissi dopo aver perso anche quel briciolo di pazienza che avevo sempre avuto - TU, TU. HAI RISCHIATO TI FARTI AMMAZZARE QUESTA SERA! E non hai messo in pericolo solo la tua vita, ma anche quella dei nostri figli!"
"COSA AVREI DOVUTO FARE? LASCIARE CHE AMMAZZASSERO TUTTA QUELLA GENTE E STARMENE CON LE MANI IN MANO? - ruggì contro di me mentre stringeva la sua vestaglia tra le mani, furente - TU, CARO SIRIUS, NON HAI VISTO UNA MADRE PIANGERE SUL CORPO DEL FIGLIO APPENA UCCISO. TU, TU NON HAI VISTO MORIRE LA STESSA DONNA SOTTO I TUOI OCCHI SENZA POTER FARE NULLA!"
I suoi occhi si riempirono improvvisamente di lacrime, diventarono rossi e gonfi, ma non una goccia salata scese giù sulle sue guance. Tremava e singhiozzava come una bambina, la schiena ricurva quasi come se volesse chiudersi su sè stessa.
Ero davvero stupido: dovevo immaginare che Selene non si sarebbe mai messa in pericolo per nulla. La scena di quella madre uccisa mentre piangeva il figlio morto doveva averla toccata profondamente sia come figlia che come futura madre.
"Perdonami.." le dissi prendendola fra le mie braccia.
Sembrava così piccola e fragile mentre la stringevo, tanto che temevo che da un momento all'altro potesse frantumarsi in mille pezzi. Ma no, lei era la mia Selene, un fiero felino, un puma. Sotto quei lineamenti delicati e quei modi di fare da donna aristocratica c'era una donna coraggiosa che aveva reso il dolore un suo punto di forza in questa tempesta ed era rimasta in piedi, fiera e forte. Ed io l'avevo troppo sottovalutata.
 
Dopo esserci coccolati un po', Selene si calmò e mi raccontò con calma tutto quello che era successo. Mi disse di essersi presentata a Lucius Malfoy, il viscido maritino di Narcissa.
"Poi è stato cacciato da Bellatrix. E' una donna folle: ha detto che voleva essere lei ad eliminare tre traditori in un solo colpo e..."
Interruppe il suo racconto e rimase pietrificata.
Avevo sentito bene? Bellatrix aveva davvero detto di voler eliminare tre traditori?!
"Sei sicura di quello che hai sentito?" le chiesi mentre lei si massaggiava la fronte preoccupata.
"Sì, se ci pensi ha detto anche a te di voler eliminare la famigliola al completo."
Era vero.
"Come può aver saputo che sei incinta e per di più di due gemelli?? - le chiesi alzandomi di scatto dal letto ed iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza - Noi abbiamo detto dei gemelli solo ai nostri amici..."
"E abbiamo detto esplicitamente di tenere la notizia riservata almeno per il momento." aggiunse preoccupata.
Che uno dei nostri amici fosse la spia di cui parlava Silente?
Rabbrividii al sol pensiero.




 

NdA: Salve a tutti carissimi! Scusatemi per la lunga assenza ma è stato un periodo particolarmente intenso. Quel genio del mio ragazzo (che è ungherese) si è fatto investire da una macchina ed io sono corsa a Budapest da lui e ci sono rimasta per una settimana. Sono tornata solo oggi e la prima cosa che ho fatto è stata scrivere questo capitolo... Ce l'avevo in testa da giorni ed è stata un'impresa ardua trattenere le idee con tutte le ansie e le preoccupazioni che ho avuto! Ho cercato di mettere insieme come al solito il dolce e l'amaro; spero davvero che vi sia piaciuto... ed in caso contrario.... Me ne farò una ragione. LOL 
Come avete vito ad inizio capitolo ho messo un collage da me fatto in cui ci sono foto di Sirius (Gary Oldman nel film "
Rosencrantz e Guildenstern sono morti") da giovane e l'attrice che mi ha ispirato per quanto riguarda l'aspetto fisico di Selene: Vanessa Hessler. Non è molto conosciuta, ha fatto qualche fiction per la Rai e qualche cinepanettone se non sbaglio. Beh, se fossi un uomo cercherei una come lei, ecco. Spero vi piaccia. 
Poi qui vi lascio una foto di Budapest (non mia perchè il mio cellulare è stupido, ma presa da internet) la città in cui ormai è rimasta parte di me. Per farmi perdonare, ormai la carta GIF di Sirius me la sono giocata abbastanza. 
Come al solito ringrazio il mio cuore di panna Claude aka
piccolo_uragano_, la fedelissima e simpaticissima _Lady Holmes_, la bravissima Moonys, grazie anche a notaro slash, e alle due nuove lettrici SaraPia e _apefrizzola_! Dedico a voi questa meravigliosa vista di Budapest.

PS: Se ho fatto degli errori, come al solito perdonatemi. Ho la testa ancora in Ungheria. PPS: (me ne sono accorta solo ora rileggendo il capitolo) OGNI RIFERIMENTO A FATTI E VAMPIRI E' PURAMENTE CASUALE. LOL

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Je vais t'aimer ***


Ai miei malandrini,
Ai miei Fred e George,
A M. & A. i miei fratelloni
Che sanno sempre come farmi tornare il sorriso
Che mi sostengono sempre,
nel bene e nel male,
Che sono gelosi e protettivi.
Ai miei bambinoni.

 
                                                                                                 

"Non puoi davvero pensare una cosa del genere, Sirius!" disse Selene urlando, in preda ad una crisi isterica.
"E' la spia di cui parlava Silente, e noi che lo credevamo nostro amico!"
"Ti stai sbagliando, Sirius! Non è Remus! Ne sono convinta." affermò con il fuoco negli occhi.
"Allora chi è stato?!" le chiesi retorico prendendola per le spalle.
Selene si divincolò dalla mia presa e mi guardò schifata.
"E' uno dei tuoi migliori amici, è il mio migliore amico. Come puoi davvero credere che abbia fatto una cosa del genere??" esclamò furiosa con gli occhi gonfi e rossi.
"Selene, non possiamo fidarci più di nessuno.."
"Ma di Remus io mi fido. - sentenziò sicura - Perchè non potrebbe essere stato Peter allora? Oppure non potrebbe essere una casualità?"
"Una casualità?!" le chiesi scettico.
"Sì, magari Peter o qualcun altro dei nostri amici ha detto senza pensarci a qualcuno dell'Ordine dei gemelli, forse proprio alla spia che è andata prontamente a riferirlo a Bellatrix..."
Mi guardò con uno sguardo perso, come se anche lei stessa non riuscisse a credere alla sua teoria. Si passò una mano tra i capelli e si adagiò sul divano senza speranze.
"Perchè non Peter?!" riprese dopo poco, con un tono quasi supplichevole e disperato.
"Oh, andiamo! Peter ha paura di parlare con noi, figurati se va a spifferare tutto al Signore Oscuro. - dissi cercando di convincerla - Dobbiamo stare semplicemente più attenti."
Selene si limitò ad annuire non troppo convinta.
 
Una sera andammo a cenare come al solito a casa dei Potter e c'erano anche Peter e Remus.  L'atmosfera era più tesa che mai e James aveva  capito che c'era qualcosa che non andava.
Ci ritrovammo in salone a parlare degli ultimi avvenimenti, mentre gli altri erano in cucina ad aiutare Selene e Lily.
"James devo dirti una cosa.." dissi al mio migliore amico.
"Mi devo preoccupare Felpato?" mi rispose analizzandomi con lo sguardo da sotto i suoi occhialetti tondi.
Mi guardai attorno per essere sicuro che non ci fosse nessuno ad ascoltarci : Remus rideva e scherzava con Selene come se non fosse successo nulla; Peter era seduto ad ammirare l'agilità di Lily ai fornelli.
"Allora?" incalzò Ramoso.
Gli raccontai per filo e per segno di quella sera sul Tower Bridge e di ciò che Bellatrix ci aveva detto. Il mio amico sbiancò ed assunse un'espressione preoccupata, si portò una mano sulla fronte scompigliandosi ancora di più i suoi capelli perenemmenente in disordine.
"Peter non può essere la spia... insomma, lui ha paura di mettere il naso fuori di casa.. - constatò James con aria preoccupata - Ma Remus... non me lo sarei mai aspettato da lui..."
Mi limitai soltanto ad annuire perchè non riuscivo ad aggiungere nient'altro.
"Ah, perfetto. - disse la voce di Remus alle nostre spalle - Ed io, povero illuso, che ho pensato in tutti questi anni di avere degli amici.."
"Remus, se solo tu ci dessi una spiegazione.." cercò di recuperare James.
Ma io non volevo recuperare nulla, ero furibondo.
"Ti permetti di fare anche la vittima, Lunastorta?!" gli dissi avvicinandomi a lui, dandogli uno spintone.
"Sirius, sta calmo..." disse James nel vano tentativo di calmarmi.
"NO! - urlai - Non sto calmo, questo bastardo ci ha traditi tutti!"
"E' questo quello che pensi Sirius???" urlò a sua volta Remus.
Era diventato rosso in volto e le sue cicatrici bianche erano ancora più evidenti.
"Cosa succede qui?" irruppe Selene, seguita da Lily e Peter.
"Niente Selene. Il tuo Sirius non ti ha detto che sono il traditore, che sono la spia?" disse Remus. Era diventato la rabbia in persona.
Selene abbassò lo sguardo, come se volesse dire che sì, sapeva già tutto.
"Oh, beh. Allora se è così, non c'è più nulla da dire." e così dicendo Remus lasciò Godric's Hollows dopo aver sbattuto violentemente la porta, mentre Selene usciva di casa disperata urlando il suo nome.
 
Selene's POV
"Remus! Aspetta.."
"Selene, lasciami in pace!" urlò Remus e si smaterializzò nel buio.
Remus, il mio migliore amico, non era la spia, non meritava di essere trattato così.
Rientrai in casa più furiosa che mai, andai verso Sirius e gli diedi un spintone che purtroppo non ebbe nessun effetto sul suo saldo equilibrio.
"Sei un idiota!" gli ringhiai contro.
Avrei voluto spaccargli la faccia, prenderlo a pugni. Mi aveva privato del mio migliore amico, una delle ultime persone che potevo considerare come la mia famiglia.
Ma Sirius non mi disse nulla: si limitò a guardarmi con un un'espressione stupita, dispiaciuta e allo stesso tempo delusa.
Tutta colpa di questa maledettissima guerra.
Ero più confusa di prima: Sirius pensava che Remus fosse la spia ed io non potevo crederci, ma soprattutto non volevo crederci. Ero solo troppo ingenua, come diceva Sirius, o avevo ragione a fidarmi del mio migliore amico?!
Presi la mia borsa e la mia giacca, salutai in fretta i miei amici e me ne andai. Dopo qualche minuto Sirius uscì correndo.
Pensai mi volesse fermare, ma mi sbagliavo.
"Dove stai andando?" mi disse freddamente
"Ho bisogno di stare un po' da sola."
"E' pericoloso..."
"Avrò cura dei nostri figli, se è questo che ti preoccupa."
E mi smaterializzai anche io nel buio della sera come aveva fatto Remus.
Ero troppo arrabbiata e dispiaciuta; non volevo litigare con Sirius e aggravare ulteriormente la situazione.
In un momento di crisi come questo avrei cercato conforto nelle parole di mia madre o nella saggezza di mio padre... ma loro non erano qui con me; e quasi sicuramente, non li avrei mai più visti e loro non avrebbero mai conosciuto i loro nipotini.
Avevo bisogno di parlare con qualcuno e l'unica persona che potessi considerare 'famiglia' in quel momento era Andromeda.
Mi materializzai di fronte alla porta di casa Tonks, sebbene fosse molto tardi, e bussai cercando di non fare troppo rumore.
Un'Andromeda un po' addormentata e in vestaglia mi aprì la porta ed io mi sentii terribilmente in colpa. La signora Tonks spalancò gli occhi e mi guardò stupita.
"Selene, cosa ci fai qui, a quest'ora??!"
"Andromeda.. ho litigato con Sirius... - dissi timidamente - Mi dispiace averti disturbato a quest'ora.."
"Non ti preoccupare, entra cara. - mi disse facendomi spazio - Ora non devi fare altro che dormire: ti farà bene. Domani mattina mi racconterai tutto."
Dopo avermi lasciato nella stanza degli ospiti, tornò a dormire, mentre io pensavo a Sirius, tutto solo nella nostra camera da letto, e a Remus chissà dove ad insultarsi.
 
La mattina dopo fui svegliata dalle urla di gioia di Dora che aveva appena saputo della mia presenza. Quando scesi al piano inferiorie la piccola Tonks mi abbracciò e mi disse che era contentissima di vedermi. Poi guardò la mia pancia appena gonfia e fece una faccina delusa.
"Che c'è?" le chiesi.
"Pensavo di vederti con la pancia enorme..." mi disse con la sua vocina stridula.
"Oh, Ninfadora! Per queste cose ci vuole tempo! - la riprese la madre, mentre la piccola la fulminava con lo sguardo - Vieni Selene, mi devi raccontare cosa ha combinato mio cugino!"
Una volta seduta raccontai ad Andromeda tutto ciò che era successo, mentre la piccola Tonks giocava sul tappeto del salotto.
"E quindi Remus è andato via per sempre?" mi chiese Dora con uno sguardo triste.
"Non lo so piccola.. Spero di no." le risposi scompigliandole i capelli che quella mattina erano biondi come i miei.
"Anche io..." disse arrossendo, mentre Andromeda inarcava un sopracciglio.
"Eppure mi sembrava un così bravo ragazzo quel Remus Lupin.." disse la signora Tonks versando del latte nel suo thè.
"Ma lo è.. insomma non può essere stato lui! Io.. non so più che pensare, Andromeda. Mi sento in colpa per aver dubitato di lui, ma anche per essermi arrabbiata con Sirius, in fondo lui vuole solo difendermi..."
"Mio cugino non è un idiota. Certo, è pur sempre un uomo... Però capirà."
Proprio in quel momento suonò il campanello e la piccola Dora si alzò inciampando in un giocattolo e andò ad aprire la porta saltellando e canticchiando.
"Ciao Dora, è qui Selene?" disse una voce fin troppo familiare.
"Ciao Sirius! Sì, Selene è qui.."
E come un fulmine Sirius irruppe nella sala da pranzo di casa Tonks. Dalla faccia sembrava furibondo e pronto a dirmene di tutti i colori. Ma Andromeda si alzò prima che potesse iniziare a riempirmi di rimproveri e lo distolse dal discorsetto che aveva intenzione di fare.
"Sirius, da quanto tempo non ci vediamo! Perchè Selene viene sempre a salutarmi e tu no? Ti dimentichi così facilmente della tua cugina preferita?"
Sirius la guardò torvo e sbuffò.
"Se solo Selene mi avesse avvisato.. l'avrei accompagnata volentieri." disse con un tono serio che raramente assumeva.
Poi Dora lasciò i suoi giochi e si avvicinò a Sirius, prese un angolino del suo mantello e iniziò a tirarlo per attirare la sua attenzione.
"Sirius per favore, non arrabbiarti con Selene." implorò la bambina sporgendo il labbro inferiore.
"Questa è una congiura! Dov'è Ted? Ho bisogno di un supporto maschile!" esclamò Sirius esasperato.
Andromeda scoppiò a ridere insieme a me alla vista di Sirius spazientito, ma lui rimase impassibile e capii che era arrivato il momento di affrontarlo.
"Vado a prendere le mie cose, arrivo subito" dissi con la testa bassa.
E così uscii dalla sala da pranzo intenzionata a salire le scale per nella stanza degli ospiti, ma la voce di Sirius attirò la mia curiosità e mi fermai ad ascoltare.
"Insomma Andromeda, poi sarei io quello irresponsabile! Sparire così, senza dire niente, nel bel mezzo della guerra, incinta!" esclamò Sirius dimenando le braccia.
"Tu non sei un campione  di delicatezza! Cerca di capirla: aspetta due gemelli da un Black, i suoi genitori sono chissà dove e l'unica famiglia che ha siamo io, tu ed i suoi amici. - iniziò Andromeda con un tono convincente e allo stesso tempo dolce e deciso - E' ovvio che si senta persa... Remus era il suo migliore amico!"
"Io volevo proteggerla! - esclamò Sirius, come se non avesse avuto alternative - E poi è stata una maledettissima casualità.. Remus non doveva sentire."
"Tu non avresti dovuto urlargli contro, dovevi dargli la possibilità di spiegarsi." aggiunse la saggia Signora Tonks.
"Non è evidente che sia lui la spia?"
"Sirius, niente è quello che sembra."
Quando tornammo a casa furono davvero poche le parole che scambiammo. Io provavo un misto di rabbia e dispiacere e non avevo idea di come comportarmi; invece Felpato era ancora parecchio nervoso e irritato: con un'espressione terribilmente corrucciata sul volto leggeva la gazzetta del profeta, con i piedi appoggiati sul tavolino.
Poi nel bel mezzo del pomeriggio si alzò ed uscì in giardino nonostante stesse nevicando. Dalla finestra, mentre mi mangiavo le unghie - cosa che non avevo mai fatto in vita mia - lo osservavo furmarsi una sigaretta e sputare nervosamente il fumo grigio e denso. Non aveva perso quel vizio.
 
La situazione andò avanti così per qualche settimana, su di noi era calato un gelo e un imbarazzo che non c'era mai stato fra noi.
Il mio umore era sotto i piedi: le cose non erano poi tutte rose e fiori come mi ero immaginata sarebbero state. Stavo per avere due gemelli da Sirius, e da settimane parlavamo solo con monosillabi e per di più aveva deciso di dormire sul divano.
 
-
 
Il tempo passava ed io ero arrivata al quarto mese di gravidanza; la pancia iniziava farsi vedere e raramente passava inosservata, anche perchè io ero fiera di mostrarla. Sirius, dopo molta insistenza da parte mia si era deciso a tornare a dormire nel nostro letto, nonostante tra di noi ci fosse ancora un po' di ostilità per la discussione su Remus: ogni cosa diventava un buon protesto per discutere.
Remus da quella famosa sera aveva lasciato definitivamente l'Ordine e nessuno l'aveva più visto. Così l'Ordine di comune accordo aveva deciso di cambiare il luogo del quartier generale, dato che ormai tutti avevano dato per certo che Remus era la spia. Ogni volta che sentivo dire 'Lupin, la spia...' serravo i pugni e mi trattenevo dal cruciare chi aveva chiamato il mio migliore amico in quel modo. Era più forte di me: se una parte del mio cervello si era arresa all'idea che solo lui potesse essere la spia, l'altra più combattiva e cocciuta di me mi suggeriva che tutti si sbagliavano. E mi stupivo di come Silente potesse credere a quell'idiozia, ma soprattutto ero incredula di fronte alla rassegnazione dei miei amici.
 
Era da tempo che non suonavo e non cantavo, così una domenica pomeriggio scesi giù in salotto dove c'era già Sirius a leggere e mi sedetti al pianoforte.
Sentii il suo sguardo stupito perforarmi le spalle e sentii dentro di me che quella era l'occasione perfetta per fare pace, e stavolta spettava a me fare il passo decisivo; dovevo essere io a mettere da parte il mio orgoglio grosso quanto la piovra gigante del Lago Nero, per il bene dei bambini, per il bene mio e di Sirius e della famiglia che stavo costruendo.
Mi voltai per incontrare il suo sguardo, ma lui fece l'indifferente e riprese a leggere il libro.
 
"À faire pâlir tous les Marquis de Sade
À faire rougir les putains de la rade
À faire crier grâce à tous les échos,

à faire trembler les murs de Jéricho
Je vais t'aimer.


À faire flamber des enfers dans tes yeux
À faire jurer tous les tonnerres de Dieu
À faire dresser tes seins et tous les Saints
À faire prier et supplier nos mains, je vais t'aimer.



Je vais t'aimer comme on ne t'a jamais aimée.
Je vais t'aimer plus loin que tes rêves ont imaginé.
Je vais t'aimer, je vais t'aimer.
Je vais t'aimer comme personne n'a osé t'aimer.
Je vais t'aimer comme j'aurai tellement aimé être aimé.
Je vais t'aimer, je vais t'aimer."
 
Cantare mi fece sentire improvvisamente bene, felice e spensierata: le preoccupazioni sembravano aver preso il volo ed essere uscite dalla mia mente. Poi ad un tratto sentii qualcosa nella mia pancia: fu come se avessi avuto davvero quelle famose farfalle nello stomaco, come un fruscio o un fremito d'ali. Dopo qualche minuto di nuovo...
"Selene tutto bene?!" mi chiese Sirius, che nel frattempo si era accorto del fatto che avevo smesso di suonare e mi ero appoggiata una mano sulla pancia. Era accanto a me, mi guardava ed era seriamente preoccupato, in attesa di una mia risposta.
"Sirius, i bambini... li ho sentiti! Si sono mossi!" gli dissi con gli occhi pieni di lacrime di gioia e di emozione.
Felpato rise come un bambino.
"Davvero?" mi chiese incredulo.
Io annuii e prendedogli la mano gliela appoggiai sul mio ventre. Ma a lui evidentemente quel contatto non bastò: allontanò lo sgabello su cui ero seduta dal pianoforte, mi scoprì la pancia e si inginocchiò per appoggiarci l'orecchio.
Dopo un po' si alzò e si sedette affianco a me.
"Senti Selene.. mi dispiace! Io..." iniziò a dire.
Ma non volevo sentire nulla, non volevo rovinare quel momento unico.
"Shh - sussurrai portando l'indice della mia mano destra sulla sua bocca - Non importa."
E lo baciai, forse come non avevo mai fatto. Le mie labbra avevano sentito molto la mancanza di quel contatto, quell'unione che ci rendeva davvero una cosa sola.
"À faire vieillir, à faire blanchir la nuit; À faire brûler la lumière jusqu'au jour, à la passion et jusqu'à la folie.. Je vais t'aimer, je vais t'aimer d'amour.." mi sussurrò Sirius in un orecchio, mentre ci dondolavamo abbracciati.
Poi avvolse il braccio destro attorno alle mie gambe e quello sinistro attorno alla mia vita e, prendendomi in braccio, mi portò nella nostra camera da letto.
Furono baci e furono sorrisi; mi persi tra le sue carezze, le sue mani, i suoi capelli, il suo profumo e il suo amore.
Quella notte davvero ci sembrò di aver fatto invecchiare e imbiancare la notte, ci amammo fino a far volare i nostri corpi al settimo cielo.
 
-
 
Dopo quella sera le cose tra me e Sirius tornarono decisamente al loro posto. Felpato aveva riacquistato il suo buon umore da bravo malandrino qual era ed io con lui, a parte qualche sbalzo d'umore dovuto agli ormoni in subbuglio.
La mia pancia diventava sempre più evidente e difficile da camuffare sotto le maglie larghe e i mantelli. Ma in fondo non avevo nessuna intenzione di nasconderla: ero così fiera di portare in grembo due Black ribelli come il padre.
"Sirius oggi ho la visita medica.. Tu lavori vero?"
"Sì, purtroppo non posso farmi sostituire da James perchè ha il turno assieme a me - disse mentre si abbottonava la camicia - E' necessaria la mia presenza?"
"No, è solo che oggi molto probabilmente potremo scoprire il sesso sei bambini.." dissi vaga, come se a me non importasse molto.
In realtà era così: non mi importava il sesso dei gemelli, tutto ciò che mi interessava era poterli avere tra le mie braccia, in salute.
"Davvero?" chiese sconsolato Felpato.
"Sì..."
"Me lo dirai vero?"
"Perchè non dovrei dirtelo?!" gli risposi ridendo.
"Perchè sei dispettosa da quando sei incinta."
"Ah, questa mi è nuova..."
Con un bacio mi salutò e dopo aver sceso le scale in fretta e furia si smaterializzò.
Io mi preparai per andare dal dottor Butler ed uscii di casa come una normale babbana.
Il nostro vicino Duncan era - come al solito - a torso nudo in giardino; mentre metteva ordine in giardino si guardava i bicipiti in continuazione e rideva compiaciuto.
"Buongiorno Selene!" mi salutò quando smise di contemplarsi e si accorse della mia presenza.
"Buongiorno a te Duncan. E' febbraio, ci sono appena 2° gradi... Non hai freddo?" gli chiesi ingenuamente.
Duncan mi rispose con una sonora risata.
"Sai, sono in movimento, poi sono un tipo caloroso." mi rispose con uno sguardo ammiccante.
Se solo lo vedesse Sirius pensai tra me e me.
"E così è vero quello che dicono in giro... - riprese poi indicando con un dito la mia pancia - Sei incinta! Ma io non ho mai viso il tuo compagno..."
Ritieniti fortunato.
"Eh sì, quinto mese! Oh, Sirius, perchè così si chiama, è sempre molto impegnato con il lavoro per questo non lo hai mai visto, ma ti posso assicurare che non è opera dello Spirito Santo."
Duncan fece una faccia non troppo contenta, infatti si limitò a mostrarmi un ghigno, che doveva essere una sorta di sorriso forzato e ipocrita.
"Sarà meglio che io vada allora... Buon proseguimento!"
Con un gesto della mano quel Troll del mio vicino di casa mi salutò e riprese a contemplare i suoi muscoli.
 
La visita non fece altro che rassicurarmi: la gravidanza procedeva benissimo i bambini crescevano a vista d'occhio e stavano benissimo. Durante l'ecografia il dottor Butler mi mostrò i piccoli Black sul monitor e ribadì che i miei gemellini erano eterozigoti.
"Quindi non avrò difficoltà a distinguerli?" chiesi al dottore con un enorme sorriso.
"No, non si somiglieranno più di due fratelli normali..."  mi rispose il medico.
Subito pensai a quanto Sirius e Regulus fossero simili, e lo stesso valeva per Andromeda e Bellatrix...I Black rimanevano ancora un mistero per me.
"Allora, vogliamo sapere il sesso di questi due monelli?"
"Sì, il mio compagno non aspetta altro..."
Il dottor Butler annuì e si mise all'opera.
"Cosa si aspetta?" mi chiese.
"Lui spera siano due maschietti... Per me è uguale."
Il dottor Butler iniziò a ridere di gusto.
"Dottore? Tutto bene?" dissi anche io ridendo.
"Temo che le aspettative del suo compagno saranno deluse... - sussurrò indicando il monitor - sono due signorine a quanto pare."
Mi coprii il viso con entrambe le mani come se volessi nascondere un sorriso soddisfatto.
 
Mentre camminavo per le strade di Londra pensavo al modo più adatto di rivelare a Sirius, con più delicatezza possibile, che i nostri figli in realtà erano delle signorine, come aveva detto il dottore. Poi mi ricordai di come gli avevo dato la notizia della gravidanza.. e mi venne un'idea. Quella volta quando uscii con Lily vidi una tutina carinissima bianca con i bordini del collo e delle maniche rosa e con la scritta 'Daddy's my first love'. Forse sarei stata banale e noiosa, ma fu l'unica buona idea che mi venne in mente. Così andai in quel negozio e comprai due tutine con quella scritta e le feci impacchettare.
Mi materializzai davanti a casa e pregai Merlino che Sirius la prendesse bene....
"Buonasera..." dissi entrando in casa.
Sirius che un secondo prima era sulla sua poltrona a leggere, si alzò di scatto e mi venne incontro.
"Allora?" mi chiese con gli occhi sbarrati.
"Tieni." dissi porgendogli la busta.
"Oh insomma, non me lo puoi dire semplicemente?" si lamentò mentre io scuotevo la testa.
Poi iniziò ad aprire la busta e lo vidi parecchio confuso davanti a quelle due tutine minuscole. La sua espressione passò da confusa a stupita, da stupita a smarrita, fino ad aprirsi in un sorriso enorme.
"Sono due femminucce?!" disse tenendo in mano le tutine e sventolandole.
"Sì..."
Lanciò all'aria le tutine - che furono prontamente afferrate, piegate e messe a posto da Elmo - e si precipitò ad abbracciarmi come aveva fatto quando apprese che ero incinta.
"Sei contento lo stesso..?" gli chiesi intirmorita.
"Ma certo che lo sono! Saranno belle come te... - disse affondando il viso tra i miei capelli e ispirando per sentire il mio profumo - E quelle tutine sono meravigliose, dovremo fare qualche incantesimo per fare in modo che le indossino anche quando saranno grandi... Io e solo io sarò il loro unico amore."
"Già sei geloso?" gli dissi tirandogli dispettosamente una ciocca di capelli.
"Ovvio! - mi rispose dandomi uno schiaffo sulla mano - Ora dobbiamo decidere come chiamarle, ti ho preso una cosa..."
Si allontanò un attimo e mi porse un pacchetto che conteneva un libro dei nomi.
"Vieni qui - gli dissi portandolo sul divano - iniziamo a dare un'occhiata. Anche se c'è tempo.. mancano quattro mesi."
Discutemmo parecchio sui nomi e alla fine fummo d'accordo solo sul fatto che avrebbero avuto come secondo nome quello dei miei genitori, un po' rivisitati: Phoebe e Margot. Per i primi nomi eravamo molto confusi: a Sirius piaceva molto il nome italiano Azzurra, ma io sostenevo che non stesse bene assieme a Phoebe o Margot.
 
-
 
Sirius' Pov
"Selene, sei sicura che ci servano davvero tutte queste cose? Insomma siamo dei maghi!"
Delle signore si girarono inorridite al suono della parola 'maghi' e si allontanarono dicendo qualcosa tipo 'questi giovani di oggi'.
Nel frattempo Selene continuava a camminare per quel negozio e metteva nel carrello qualsiasi cose le capitasse davanti dopo aver detto 'che carino!' o 'che amore!'. Aveva comprato oggetti babbani per neonati di ogni genere: pannolini, bavaglini, omogenizzati, due marsupi, giocattoli, pupazzi, tutine, cappellini e scarpe.
"Okay, penso di aver finito." disse dopo voltandosi e rivelando il suo pancione sempre più ingombrante.
"Scusami tesoro, tu eri quella che non amava fare spese?" le dissi io sarcastico indicando tutta la roba che c'era nel carrello.
"Sirius, ma queste sono tutte cose che ci servono! E... - non finì di parlare che era corsa a vedere delle culle - Ci serviranno anche queste!"
Mi lanciò uno sguardo di quelli ai quali proprio non riuscivo a resistere, e rassegnatomi annuii approvando così anche l'acquisto delle culle.
"Queste vanno montate a mano - disse Selene allegra - Prendi due pacchi!"
"A mano?! E come?" dissi squadrando la culla in esposizione e il pacco che doveva contenere tutti i pezzi.
"Ci sono le istruzioni, e tu sarai bravissimo a montarle!"
"Io?! Senti non possiamo andare a Diagon Alley a comprare queste culle? Ne ho viste alcune che si dondolano da sole non appena il bambino inizia a piangere!"
Sorridevo entusiasta sperando di convincere Selene e per un nano-secondo sembrò quasi essersi convinta.
"Mmmh.. NO." disse sicura.
E con un gesto della mano mi ordinò di prendere due scatoli.
 
Quando tornammo casa, dopo aver messo a posto tutta quella roba e aver cenato, ci sdraiammo come facevamo ormai da tre mesi sul divano per scegliere i nomi delle bambine.
"Allora su uno ci siamo: Lara Phoebe Black. Giusto?" mi rassicurai, dato che erano giorni, ma che dico, mesi che cambiavamo ogni istante idea.
"Sì, Lara Phoebe Black. Mi piace." rispose sorridente.
"E l'altra?" - chiesi impaziente, cercando di sforzafarmi a pensare - "Non lo so.... 'ehmehm' Margot Black."
"Dai, Sirius, sei tu il genio! Fatti venire qualche bel nome in mente!"
"Prendi un giornale!" le dissi frettolosamente sotto il suo sguardo stupito.
Selene senza replicare mi porse il primo giornale che le capitò sotto mano. Riconobbi subito che era un giornale babbano perchè le immagini non si muovevano di mezzo millimetro. Iniziai a sfogliarlo un po' scocciato... che idea stupida mi era venuta? Trovare il nome di nostra figlia su un giornale?!
Poi la mia attenzione fu attirata da un titolo: il giornale parlava di una donna che stava frequentando un principe inglese, più precisamente l'erede al trono di Inghilterra. La donna in questione si chiamava Diana Spencer e una foto la ritraeva sorridente ma il suo sguardo traspariva una certa malinconia: aveva occhi di un blu scuro e capelli biondi, corti e vaporosi. Non riuscii mai a capire perchè ma quel viso mi fece subito simpatia, forse anche un po' di compassione dopo che vidi la foto del principe Carlo, forse suo futuro sposo, nasone e con le orecchie a sventola. Quella ragazza meritava di meglio.
"Sirius, ti interessano davvero le vicende della famiglia reale britannica?!" mi chiese Selene un po' scettica.
Mi ricordai del motivo per cui stavo leggendo quel giornale e i miei occhi si soffermarono sul nome Diana.
"Diana Margot Black" dissi guardando il vuoto.
"Cosa?" chiese Selene.
"Diana. Ti piace il nome Diana?!"
Selene prese il libro dei nomi ed iniziò a cercare quel nome.
"Diana... - disse sfogliando le pagine - Diana Margot Black. Mi piace. Al diavolo questo libro!"
Lo scagliò sul tappeto del salotto e mi abbracciò.
"Ehi, quello è un mio regalo!" dissi protestando e fingendo di oppormi al suo abbraccio.
Lei mi sorrise e raccolse il libro, accarezzandolo e appoggiandolo sul tavolino.
"Quindi ci siamo: le nostre bimbe si chiameranno Lara Phoebe Black e Diana Margot Black. Lara e Diana. Diana e Lara. Suonano bene insieme. Che dici?"
"L'importante è che piacciano a noi." le dissi stringendola tra le mie braccia.
 
Qualche giorno dopo mi ritrovai alle prese con oggetti strani e che all'apparenza potevano sembrare delle armi da combattimento.
"Allora posso lasciarti solo per qualche ora senza che tu mi distrugga casa?" mi chiese Selene pronta per accompagnare Lily a fare shopping.
James e Lily avevano saputo da poco che aspettavano un piccolo Potter e avevano già deciso che lo avrebbero chiamato Harry. Lara e Diana sarebbero nate a fine Giugno, mentre Harry a fine Luglio e tutti noi non aspettavamo altro che l'arrivo dell'Estate.
"Sì, stai tranquilla Gattina. Quando tornerai troverai le due culle pronte per accogliere le nostre bimbe." dissi fingendomi sicuro.
La realtà era che non avevo la più pallida idea di come si montassero quelle culle. In quel caso Lunastorta mi sarebbe stato parecchio di aiuto, grazie alle sue conoscenze sul mondo babbano.. ma erano mesi che non avevamo più notizie di Remus ed io mi sentivo terribilmente in colpa. Le informazioni riguardanti l'Ordine erano comunque arrivate al Lato Oscuro e questo non voleva dire altro che mi ero sbagliato e che Selene aveva avuto ragione, per l'ennesima volta. Dannazione.
"Allora vado... stai attento a non farti male con quel cacciavite."
"Sta tranquilla! E' tutto sotto controllo."
Quando se ne fu andata iniziai a scartare tutti i pacchi e a cercare di capire come procedere.
Passai più di mezz'ora a tentare di assemblare i pezzi invano; iniziai a perdere la pazienza, ma mi ripetevo come un mantra 'Sirius sta calmo'.
Quando all'improvviso sentii il campanello suonare; lasciai tutto come stava nel salotto ed andai ad aprire la porta convinto che fosse Selene. Purtroppo le mie aspettative furono deluse: davanti a me c'era quell'energumeno del nostro vicino di casa in tenuta sportiva mentre saltellava sul posto e mi tendeva la mano sorridente.
Quanto avrei voluto spaccargli i denti.
"Tu devi essere il compagno di Selene! Finalmente ho il piacere di conoscerti - disse prendendomi la mano con forza - Piacere Duncan."
"Piacere Sirius - dissi non con troppo entusiasmo - Come posso esserti utile?"
"Ho sentito dei rumori strani e volevo accertarmi che Selene stesse bene - affermò fingendosi preoccupato sempre saltellando sul posto - Posso entrare? Non ho mai visto questa casa!"
E prima che io gli rispondessi che no, non poteva assolutamente entrare in casa, si era fiondato nel corridoio per raggiungere il salone.
"Ecco da dove provenivano quei rumori, amico! - disse l'idiota muscoloso - Non sembra che te la stia cavando molto bene con il fai da te!"
Poi scoppiò a ridere ed io avrei voluto appenderlo al lampadario, così avrei riso io. Oh sì, come avrei riso.
Non risposi alla sua provocazione e mi limitai a mostrargli un sorriso forzato.
"Posso aiutarti, io ho un talento naturale per il fai da te!"
Certo, ci mancava solo che si piantava a casa per tutta la giornata con la scusa di aiutarmi.
"Non ti preoccupare, me la caverò in qualche modo - risposi cercando di essere il più gentile possibile - Non voglio privarti dei tuoi sacri allenamenti"
"Ma non ci sono problemi, posso aiutarti!"
E come aveva fatto per entrare in casa, si mise all'opera senza permesso, prendendo cacciavite e viti e i pezzi della culla.
"Che lavoro fai Seamus?" mi chiese sbagliando il mio nome.
"Veramente mi chiamo Sirius, come la stella... Hai presente? - cercai di spiegargli mentre mi fissava con lo sguardo di una mucca quando passa il treno - Non importa. Comunque sono un poliziotto."
Selene mi aveva detto di dire così ai nostri vicini di casa babbani, diceva che il mestiere del poliziotto era molto simile a quello dell'Auror.
"Woow - esclamò Duncan - Però, non si direbbe proprio dal tuo aspetto."
Invece dal suo aspetto si poteva envincere che aveva un cervello da gallina.
"L'abito non fa il monaco, Duncan."
"Come scusa?"
"Niente, lascia perdere. - risposi rassegnato alla sua stupidità - Allora come procede con le culle?"
Notai che l'arrogante palestrato vicino di casa aveva quasi completato la parte inferiore della prima culla. Almeno qualcosa era in grado di farla.
"Dovresti imparare amico, è come giocarre con le costruzioni!"
Così mi avvicinai per capire come riuscisse a capire quelle istruzioni che a me sembravano scritte in arabo.
Dopo un po' sentii il rumore della serratura e vidi Selene entrare nel salotto e guardare quella scena stupita.
"Ciao Duncan! Hai conosciuto Sirius vedo.." disse titubante.
"Sì, è simpatico Seamus. Tanto simpatico quanto incapace con il cacciavite."
Ringraziai Merlino per il resto della mia esistenza per avermi frenato dal cruciarlo.
 
Dopo che Duncan ebbe finito di montare anche la seconda culla, tolse il disturbo, per fortuna, dicendo che doveva andare ad allenarsi.
"Beh dai, è stato gentile!" disse Selene osservando le culle con gli occhi a cuoricino.
"E' un amore!" dissi sarcastico.
Selene scoppiò a ridere divertita ed io con lei. Poi ad un certo punto le sue risate cessarono e si portò una mano sul pancione. Le sue mani nervose si muovevano quà e là sul suo ventre ed emetteva risolini isterici.
"Senti!" disse invitandomi a toccare il pancione.
Misi una mano sulla pancia e sentii della pressione, un movimento. Le bimbe si stavano muovendo, forse stavano ridendo con noi, e chissà, magari anche loro non sopportavano Duncan come me.
In quel momento mi sentii così fortunato, così privilegiato.. tanto da sentirmi in colpa per Remus. Chissà dov'era in quel momento: sicuramente era da solo, abbandanato dai suoi amici ad autocommiserarsi.
Il campanello suonò e Selene si precipitò ad aprire la porta; sentii il cigolio della porta mentre si apriva ed un sussulto. Mi precipitai fuori dal salone per vedere chi fosse e sentii tutta la felicità e la spensieratezza frantumarsi in mille piccoli pezzi dentro di me.
Mia madre Walburga era sull'uscio della porta e guardava con un ghigno malevolo me e Selene: non disse una parola e dopo pochi secondi sparì dalla mia vista.
Perchè si era presentata a casa nostra, cosa voleva ancora dalla mia vita?!
 
NdA:
Salve a tutti miei amati lettori. Scusate per il ritardo, questo è uno di quei capitoli critici... della serie "o la va o la spacca". Spero vi siai piaciuto e come al solito spero di non aver deluso le vostre aspettative. Io ci credo nelle mie idee, e le porterò avanti fino alla fine. :)
Purtroppo ho avuto problemi nel pubblicare il capitolo e dovete perdonarmi per il formato orribile... Appena riuscirò a risolvere il problema provvederò a modificarlo.
Ora passiamo ai ringraziamenti: alla cuoricina di panna Claude, a _apefrizzola_ (andate a leggere la sua bella storia!), a SaraPia, a Never_Anna e a tutti gli altri lettori. Davvero grazie.
 
PS: 1)Ci ho messo un po' per scegliere i nomi delle piccole, spero vi piacciano e fatemi sapere come le avreste chiamate voi, se vi va!
       2) La canzone che canta Selene si chiama Je vais t'aimer, una canzone di cui mi sono follemente innamorata.
 

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Un po' di rischio ***


Alla mia ispirazione e
alla mia fantasia.
Ai mie pochi pazienti lettori
Che continuano a darmi fiducia.


"Sta sempre con me… prendi qualunque forma… rendimi pazzo! Ma non lasciarmi solo in questo abisso, dove non ti posso trovare! Oh Dio, è impossibile! Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima!"
 
Mentre leggevo le ultime notizie sulla gazzetta del profeta, Selene riguardava per l'ennesima volta "Cime Tempestose" con una mano sul pancione di sei mesi e mezzo, nell'altra teneva stretto un fazzoletto striminzito con cui si era più e più volte asciugata le lacrime e ripeteva quanto il destino fosse stato ingiusto con un certo Heathcliff.
Nelle ultime settimane si era appassionata al cinema; qualcosa mi diceva che quello fosse un modo per tenere la mente occupata, lontana dai cattivi pensieri che le attanagliavano lo stomaco.
Dopo quella strana visita di Walburga non riuscimmo più a vivere la gravidanza in maniera spensierata come avevamo fatto fino a quel momento. In qualche modo mia madre ci richiamò alla realtà, facendoci ricordare che stavamo dando alla luce due bambine in un mondo terribile. E lei, Walburga Black, era una di quelle persone che aveva contribuito a renderlo tale.
Non ci fece più sorprese del genere durante le settimane successive, ma non ero ancora riuscito a tranquillizzare del tutto Selene che ripeteva in continuazione di avere un brutto presentimento.
"Sei peggio di un centauro. " le dicevo per sdrammatizzare.
Ma la realtà era che anche io, per la prima volta nella mia vita, avevo davvero paura. Poche cose erano certe nella mia vita: che sarei diventato presto padre di due bambine, l'amore che provavo per Selene e la guerra.
Tutto il resto era un enorme punto interrogativo che incombeva sulle nostre teste.
"A cosa pensi, Felpato?" mi chiese Selene, che nel frattempo si era alzata per spegnere la televisione.
Mi aveva colto in uno dei tanti miei momenti di riflessione. Strano ma vero: anche io, Sirius Black, sapevo riflettere.
"A nulla in particolare.." dissi ripiegando il giornale e appoggiandolo sul tavolino di fronte a me.
Selene si avvicinò con un passo seducente da vero felino - nonostante il pancione da balena - e si sedette sul bracciolo della poltrona su cui ero seduto.
"Non sai più dire le bugie bene come un tempo, Felpato." mi sussurrò in un orecchio.
Ormai ci conoscevamo troppo bene e non riuscivamo a nasconderci più nulla. Mi persi nei suoi bellissimi occhi, quel giorno di un bel blu oltremare; ci bastava uno sguardo per capirci e lei aveva perfettamente inteso a cosa stavo pensando. Come se fossi suo figlio, come nessuno mai aveva fatto con me, come solo lei poteva e sapeva fare, mi accarezzò il viso e poi si alzò per guardare fuori dalla finestra. Forse non voleva farmi vedere i suoi occhi colmi di lacrime e preoccupazioni; ma sapevo che la mia Selene era una tipa tosta.
"Sirius.. - iniziò dandomi ancora le spalle - Guarda che bella giornata che c'è fuori! Ti va di fare una passeggiata?"
"Con quello che succede fuori non sarebbe proprio la migliore delle idee.."
"Oh, andiamo Felpato! Che ne hai fatto del Malandrino che c'era in te?! - disse sbuffando - E poi è questo quello che vogliono: farci vivere nel terrore!"
Guardai Selene che mi pregava di uscire come una bambina e mi chiesi se anche le piccole un giorno mi avrebbero chiesto in quel modo di portarle al parco.
"Okay Gattina. Mi hai convinto... Cos'è la vita in fondo senza un po' di rischio?!"
 
E così dopo un'ora circa ci ritrovammo ad Hyde Park: Selene aveva avuto ragione ancora una volta. La giornata era splendida: il sole era alto in cielo e riscaldava la pelle chiara dei londinesi al punto giusto e c'era un'atmosfera vivace e serena al contempo. I bambini giocavano con la palla sotto lo sguardo vigile dei genitori, mentre le bambine si rincorrevano e saltavano alla corda. Selene sdraiata su un telo, con gli occhi socchiusi, cercava di prendere un po' di sole, ignara del fatto che per colpa della sua carnagione estremamente chiara, i raggi solari rimbalzavano altrove.
"Sirius.."
"Dimmi.."
"Ti rendi conto che questa potrebbe essere uno degli ultimi rari momenti che passiamo completamente da soli?!" disse con un'espressione beata, mentre un venticello leggero la rinfrescava dal tepore del sole primaverile.
"Beh, dobbiamo abituarci a questa idea..."
"Almeno per i prossimi venti anni."
"E perchè mai?!"
"Le nostre figlie avranno anche il diritto di farsi una propria vita.. O no?!"
"No! - esclamai d'impulso, mentre Selene apriva gli occhi e mi guardava minacciosamente - Cioè... non a vent'anni. Troppo presto."
"Noi quanti anni abbiamo, Felpato?"
"Ma cosa c'entra! Questi sono tempi diversi.. e situazioni diverse. Noi siamo stati costretti a costruire così presto una nostra famiglia.."
Selene abbassò il capo, perchè sapeva esattamente a cosa alludevo.
"Okay.. ma se dovesse capitare non ci sarebbe nulla di male."
"No. Smettila! Devono ancora nascere e già me le vuoi portare via?"
Selene scoppiò in una sonora e melodiosa risata ed io mi unii a lei. Poi tirò fuori dalla sua borsa la macchina fotografica che le aveva regalato Remus anni fa ed iniziò a scattarmi foto con la seguente scusa: "Quando sarai vecchio le tue figlie vedranno queste foto e diranno di voler un fidanzato come te, e mi diranno 'Mamma come sei stata fortunata'".
Ed io le risposi prontamente "Ma io anche a sessant'anni continuerò a conservare la bellezza e il fascino che mi contraddistingue."
Inaspettatamente mi diede una pacca sulla spalla così forte che mi fece perdere l'equilibrio e mi ritrovai sdraiato sull'erba umida.
Scattammo una decina di foto e una volta finito il servizio fotografico ci divertimmo a guardarle, sotto lo sguardo stranito dei passanti. A volte scorgevo lo sguardo glaciale di Selene rivolto a qualche giovane donna che mi guardava con sguardo languido e difficilmente riuscii a trattenere un'espressione divertita e compiaciuta allo stesso tempo.
 
Tornando a casa non riuscii ad impedire a Selene di entrare in un negozio di articoli per neonati. Di conseguenza uscimmo da quel negozio pieni di bustine e pacchetti rosa, con la scusa che quelle cose che avevamo comprato erano di vitale importanza.
Un giorno capirò qual è l'utilità di avere una dozzina di ciucci e spillette diverse.
Una volta tornati a casa Elmo fu più che felice di andare a sistemare i nuovi acquisti nella stanzetta delle bambine, mentre noi ci accingevamo a cenare.
Mentre io mettevo la tavola e Selene riscaldava con un colpo di bacchetta la minestra sapientemente preparata dal nostro elfo domestico, si parlava del nostro futuro e dei nostri amici.
"Sai Selene, James mi ha chiesto di essere il padrino di suo figlio... - dissi con un entusiasmo spropositato - Pensavo quindi di nominarlo padrino delle gemelle!"
Selene si voltò per sorridermi però vidi nei suoi occhi tristezza e forse delusione.
"Non sei d'accordo?" le chiesi quasi agitato.
"Le gemelle sono due... il padrino di una delle due potrebbe essere Remus" disse quasi con timore.
Remus... che stupido! Non avevo pensato a lui...
"Hai ragione, faremo così..! - dissi cercando di farle tornare il buon umore - Mi dispiace che lui ora non sia qui, mi sono comportato da idiota."
Mi sorrise soddisfatta e iniziò a versare la minestra nei nostri piatti.
"L'importante è esserne consapevoli, Felpato." mi rimbeccò facendomi l'occhiolino.
La serata proseguì serenamente, fin quando non sentimmo suonare il campanello. Il panico ci assalì, ma riuscii fortunatamente ad anticipare Selene e mi fiondai verso l'ingresso fino a raggiungere la porta.
"Chi è?" chiesi.
"Sono James razza di idiota. Non osarmi farmi quelle domandine del cavolo!" protestò una voce fin troppo familiare.
"Come dormo solitamente quando sono particolarmente stanco?" chiesi ridendo sotto i baffi.
Sentii uno sbuffo dietro alla porta.
"Dormi come un morto."
Aprii la porta e feci entrare James seguito da una raggiante Lily che si affrettò a salutare la sua amica, facendo scontrare la sua pancia contro quella enorme di Selene.
"Ma è possibile che non ti fidi più di nessuno Felpato?" mi chiese James.
"James, Sirius fa benissimo! Bisogna stare attenti.. tu invece continui ad essere l'incosciente che ho conosciuto." disse con un filo di risentimento Lily.
James fece spallucce e poi si accomodò sul divano accanto a Selene.
"Allora, cosa facciamo il 13 Maggio?!" chiese Lily allegra.
"Perchè?" esclamammo in coro io e James.
Dopo qualche nanosecondo mi accorsi di aver commesso un errore fatale; infatti Lily già mi stava guardando minacciosamente, mentre Selene guardava altrove con un'espressione offesa.
"E' il compleanno di Selene! Babbei!"
"Ma io stavo scherzando, tesoro... non crederai davvero che me ne sia dimenticato?" dissi cercando di salvarmi in extremis.
Selene di tutta risposta mi rivolse uno sguardo eloquente, della serie 'Questa non me la bevo'.
"Ho perso la cognizione del tempo... Siamo già a Maggio? - disse James stralunato - Questo vuol dire che fra un mese nasceranno le mie figliocce!"
Il mio migliore amico sembrava entusiasta come un bambino di fronte ad un giocattolo appena ricevuto, posò la testa sulla pancia di Selene e iniziò a bisbigliare qualcosa di incomprensibile tipo 'padre geloso', 'fidanzato'.
"A proposito di questo, Ramoso.. - intervenni con il maggior tatto possibile - Io e Selene stavamo pensando di nominarti padrino solo di una bimba.."
James mi guardò stranito.
"E l'altra bambina?"
"Sarà figlioccia di Remus..." intervenne Selene, sollevandomi dall'incarico più gravoso.
Lily strinse la mano di Selene in segno di approvazione, mentre James annuiva.
"Giusto, è un'ottima idea. Sarà il modo migliore per ritornare ad essere i Malandrini di un tempo."
"Sono contento che tu abbia capito, amico." gli dissi dandogli una pacca sulla spalla.
 
-
Il 13 Maggio si faceva sempre più vicino ed io non avevo ancora comprato un regalo a Selene. Così una mattina uscii di casa silenziosamente, mentre Selene faceva il suo consueto bagno rilassante mattutino, per andare a telefonare Lily. Raggiunsi la cabina telefonica e vi entrai sentendomi colpevole per averlo fatto; infilai un gettone e composi il numero che aveva scritto Selene con la sua scrittura ordinata su un'agenda. Presi quello strano aggeggio e me lo portai vicino al viso.
Attesi mentre uno strano rumore si ripeteva, finchè non sentii una voce.
"Pronto?"
"Chi sei?"
"Come chi sono? Mi ha chiamato lei! Chi è lei piuttosto!" rispose Lily dall'altra parte del telefono.
"Oh, Lily, sei tu! Sono Sirius!"
"Sirius?!"
"Sì, domani sei disposta ad aiutarmi a comprare un regalo per Selene? Ti prego dimmi di sì!" dissi supplichevole.
"Va bene, trova qualcosa da fare a Selene o si insospettirà!"
"Perfetto, a domani!"
 
Il giorno dopo riuscii a convincere Selene ad andare da Andromeda mentre io ero a lavoro e chiesi a mia cugina di trattenerla dopo le sei del pomeriggio, orario in cui io solitamente tornavo a casa.
Dopo il lavoro andai a Godric's Hallows. James mi aprì la porta con un'aria un po' stufata.
"Buonasera Sirius... - disse facendomi entrare - No, Lily! Mi annoio ad andare in giro per i negozi! Non verrò, te lo scordi!"
"Testardo! - urlò Lily - Allora Sirius sei pronto?!"
"Sì! Mi dispiace James, te la riporterò sana e salva!"
 
"Allora cosa vuoi regalarle?" mi chiese la rossa euforica.
"Veramente ti ho chiesto aiuto proprio perchè non ne ho la più pallida idea.."
Lily si portò una mano alla fronte esasperata.
"Io avrei un'idea... Che ne dici di un anello? Non siete sposati... però è come se lo foste: un anello è perfetto!"
Le parole di Lily mi sembrarono quasi una critica e un invito a chiedere a Selene di convolare a nozze, ma non ci feci caso più di tanto. Però l'idea dell'anello mi sembrava geniale e per questo ci recammo nella gioielleria, a detta di Lily, migliore di Londra - ed anche la più costosa.
Il gioielliere ci accolse nel suo suntuoso negozio con un sorriso di chi non vede l'ora di prosciugarti il portafoglio; ma io non avrei badato a spese, per Selene questo ed altro.
Lily liquidò subito il signore e gli disse che avremmo prima dato un'occhiata a ciò che era esposto in vetrina. La mia attenzione fu subito catturata da un anello con al centro una pietra dal colore lattiginoso, con sfumature di ogni colore; attorno a questa pietra ovale c'erano tanti piccoli diamanti che facevano risaltare ancora di più la particolarità di quella pietra.
"Ehi Lily, che ne pensi di questo anello?" le chiesi, dato che lei era stata subito attirata da anelli con pietre rosse e diamanti grossi quanto un cece.
La rossa si avvicinò ed osservò l'anello.
"Hai proprio buon gusto Black... però non so che pietra sia questa. Mai vista - disse quasi amareggiata per la sua 'ignoranza' - Mi scusi?!"
Il gioielliere subito si avvicinò a noi.
"Che pietra è questa?" chiese Lily indicando l'anello.
"E' pietra di Luna! E' la più pregiata, questa è stata estratta dallo Sri Lanka. In antichità si pensava avvesse delle proprietà magiche e benefiche!"
Al suono della parola 'magiche' diedi una gomitata a Lily e cercai di trattenermi dalle risate.
"Ebbene è questo che volete comprare? - chiese il signore incravattato - Se volete c'è anche un altro modello più pregiato ancora! Un attimo che ve lo mostro."
Così scomparve dietro il bancone per poi sbucare con un cofanetto aperto.
"Perfetto, lo compro!" dissi convinto.
Lily mi guardò in un primo momento stupita e quasi offesa per non averle chiesto un parere, però poi sorrise in segno di approvazione.
 
Quando uscimmo dal negozio, Lily mi chiese di accompagnarla a Diagon Alley perchè aveva da sbrigare una faccenda. Non potevo certo dire di no alla madre del mio figlioccio!
Mentre lei entrò in un negozio di pozioni, io mi incantai come un bambino a fissare dei giochi per piccoli maghi esposti nella vetrina di un negozio; la mia attenzione fu attirata dal modellino di una Firebolt. Senza pensarci su, entrai e lo comprai.
Quando uscii dal negozio soddisfatto trovai Lily a braccia conserte impaziente.
"Sirius ti sembra il momento di metterti a giocare?"
"Un regalo in anticipo per il mio figlioccio!" dissi porgendole la busta.
Lily sbirciò dentro e sorrise.
"Grazie, Sirius! - mi disse per poi abbracciarmi - E dire che non ci sopportavamo, e ora sarai il padrino di mio figlio!"
Entrambi ridemmo ricordando tutti i dispetti che ci eravamo fatti a vicenda.
"Ho un' idea per l'anello. Ti fidi di me?"
"Ciecamente." risposi
 
Quando arrivammo a casa Potter, Lily prima mostrò l'anello e il modellino a James e poi estrasse la bacchetta dalla tasca e la puntò contro il prezioso gioiello.
"Aspetta che hai intenzione di fare?"
"Aspetta tu, e vedrai."
Così iniziò a muovre la bacchetta delicatamente e impercettibilmente. Poco dopo posò la bacchetta e guardò l'anello avvicinandolo ai suoi brillanti occhi verdi.
"Sono soddisfatta. Guarda!"
Mi avvicinai e lessi una scritta piccola e riccioluta "S. & S. since 1975".
Dei brividi scesero giù lungo la mia schiena al pensiero che erano passati già cinque anni da quando io e Selene ci eravamo dichiarati l'una all'altro; eravamo dei ragazzini che avevano paura a parlare di amore vero, eppure eravamo ancora lì, uniti e stavamo per diventare genitori.
"Grazie Lils, come al solito sai dare il tuo tocco di classe."
"Di nulla!" 
 
-
 
Selene's POV
Le bambine scalciarono come due puledrine per tutto il tempo durante il quale James, Lily, Peter e Sirius, cantavano a squarciagola assieme agli altri invitati per augurarmi un buon diciannovesimo compleanno. Fu una bella serata, passata in armonia e serenità dopo tanto tempo ed ero circondata da tante persone che mi volevano bene: non potevo desiderare di meglio.
Quando tutti se ne furono andati ed io e Sirius rimanemmo soli nella nostra casa, tornando alla solita tranquillità fui in qualche modo sollevata; la stanchezza si faceva sentire a causa del pancione enorme che conteneva le gemelle e non vedevo l'ora di averle tra le mie braccia anzichè nella mia pancia. Mi sedetti sul divano e tesi la mano sinistra per guardare il bellissimo anello che ora portavo all'anulare: Sirius mi aveva stupito ancora una volta.
"Sicuro che ti piaccia?" mi disse cauto per l'ennesima volta.
"Ehi, testone! Certo che mi piace! Ma se me lo chiedi un'altra volta giuro che ti affatturo."
"Signorsì, signora."
"Sono ancora una signorina."
"Ancora per poco..."
Il campanello suonò e ci fece saltare in aria come al solito, interrompendo, inoltre, Sirius. Che stesse per propormi di sposarlo? Non l'avrei mai saputo.
"Vado io." disse lui.
Si alzò e con passo deciso si diresse verso la porta.
Proprio in quel momento in cui volevo ascoltare chi fosse, Elmo si materializzò di fronte a me per darmi il suo regalo. Cercai di essere il più gentile possibile con l'elfo sebbene fossi molto tesa; quando scartai il regalo tutta la tensione svanì di colpo. Elmo aveva avuto la premura di recuperare l'album con tutte le foto di famiglia che io avevo sbadatamente lasciato alla tenuta Brandon, pentendomene amaramente e non avevo avuto più il coraggio di tornarci. Ringraziai sentitamente l'elfo domestico e proprio mentre lo stavo abbracciando vidi apparire in salotto una persona che non riuscii a riconoscere subito a causa della vista offuscata per via delle lacrime.
Sgranai gli occhi, cercando di mettere a fuoco la figura e i miei occhi catturarono l'immagine di Remus, il mio migliore amico Remus. Trasandato come al solito, con vestiti rattoppati, il viso stanco e logorato dalle cicatrici, ma il suo sorprendente sorriso sincero e il suo sguardo dolce in grado di rassicurarti in ogni occasione. Mi fiondai ad abbracciarlo e lui ricambiò il mio abbraccio con una presa altrettanto vigorosa nonostante sembrasse essere debole.
"Auguri Selene!" mi disse con la voce rotta dalla commozione.
"Remus, non potevi farmi regalo migliore!"
Alle sue spalle Sirius se ne stava imbarazzato in un angolino, con le braccia conserte ed un sorriso appena abbozzato su un angolo della sua bocca.
Remus poi ruppe l'abbraccio e mi prese per le braccia facendomi fare una piroetta.
"Beh, direi che ci siamo. Sei proprio diventata una balena!" disse ridendo.
"Stronzo! - risposi dandogli una gomitata lieve - Dimmi che sei tornato per rimanere."
Il sorriso che gli illuminava il viso sparì e mi guardò dispiaciuto.
"No Selene. Non posso... Mi dispiace."
"Ti prego Remus, non ora che stanno per nascere le bambine! - gli dissi entusiasta nel vano tentativo di convincerlo -Non ora! Io e Sirius abbiamo deciso che sarai il padrino di una delle gemelle!"
Remus sorrise sarcastico e mi posò una mano sulla spalla.
"A maggior ragione che stanno per nascere le gemelle. Io sono un mostro, sono pericoloso per loro.."
"Remus John Lupin! Decido io cosa è pericoloso per le mie figlie! - urlai con tono perentorio - Per noi è importante che tu sia qui con noi... Puoi stare qui, abbiamo la mansarda dove potresti stare. Ti prego Sirius, aiutami a convincerlo!"
"Ci ho già provato" disse arreso Sirius facendo spallucce.
"Senti Selene, è meglio per tutti che io me ne vada. Voi vi sentirete più sicuri e anche io. Mi dispiace..."
E in un attimo Remus non era più di fronte a me, era già fuori dalla porta, pronto a sparire dalla circolazione un'altra volta.
"Cosa vi siete detti?" interrogai Sirius.
"Gli ho chieso scusa."
"E lui?"
"Ha accettato le mie scuse.."
"Non può vivere così, Sirius!"
"Lo so, ma è quello che vuole. Non siamo nessuno per impedirgli di fare qualcosa."
Mi lasciai sprofondare sul divano, sconfitta. Un'altra volta.

 
********************************************************************************
Nda: Salve a tutti, eccomi qui di nuovo con un altro breve capitolo - giusto per riscaldarmi - dopo una lunga pausa. Dovete scusarmi, ma tra le feste e lo studio il tempo per scrivere è stato davvero poco. Questo capitolo è breve rispetto ai miei standard; stavolta è andata così perchè volevo concludere così questo capitolo per non disperdere troppo l'attenzione su altro perchè... .*rullo di tamburi* nel prossimo capitolo Lara e Diana finalmente nasceranno! OLE'!

Uso questo spazio per dedicarlo al nostro odiato - amato Severus, al paziente e amorevole colonnello Brandon (da cui ho preso ispirazione per il cognome di Selene, sono innamorata di quel personaggio!), al perfido sceriffo di Nottingham, all'adorabile fantasma Jamie, al mistico Rasputin, al viscido giudice Torpin (per dirne qualcuno dei suoi personaggi), ad un grande interprete che ci ha fatto commuovere non poche volte, ad un attore straordinario, ad un uomo a quanto pare, generoso e altruista, al grande Alan Rickman.
Grazie per averci regalato grandi emozioni con le tue interpretazioni ed i tuoi personaggi! Sarai nei nostri cuori per sempre.
                                                 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Gemelli ***



 
All'amore,
all'amicizia
e all'affetto 
che in ogni loro forma
non smetteranno
mai 
di stupirci.

Selene's POV
Giugno era sempre più vicino e con sè portò ansia, mista a trepidazione e felicità per la nascita delle bambine.
Ma questo valeva solo per me.
Sirius era solo felice e impaziente, io invece ero agitata, avevo sarebbe andato storto. Avevo sempre immaginato quel momento, il momento della nascita delle mie figlie, circondata dalle persone che amavo, Sirius, i miei genitori ed i miei migliori amici. Invece non era proprio come mi aspettavo: i miei genitori erano chissà dove, o magari erano già morti da un pezzo, mentre Remus viveva isolato tra i lupi mannari come un eremita ed una persona da evitare. Certo, c'erano James e Lily con noi, e soprattutto c'era Sirius con me, ma sentivo che mi mancava qualcosa. E mi sentivo tremendamente in colpa.
E' essere volubili desiderare di avere i propri genitori ed il proprio migliore amico in un momento speciale come quello che stavo vivendo?!
La pancia era diventata enorme e mi stupivo di come ogni giorno riuscissi ad alzarmi dal letto senza ricadere all'indietro; le mie gambe con il passare dei giorni diventavano sempre più stanche e le caviglie sempre più gonfie, per non parlare del dolore perenne alla schiena. Più che una donna felice e raggiante, come spesso venivano descritte le donne incinte, mi sentivo una macchina da rottamare. Sirius faceva di tutto con il suo spirito da malandrino per tenermi sù e regalarmi tanti sorrisi. Ma spesso e volentieri la mia cara amica ansia vinceva.
"Devi stare calma - mi diceva posando sul mio viso i suoi glaciali occhi grigi - o potrebbe essere un parto difficile se sei così nervosa."
"Da quando ti intendi di parti, Felpato?"
Sirius si lasciò cadere sul divano senza speranze.
"Sono un esperto, non lo sapevi?" disse sfoggiando un sorriso smagliante e malandrino.
Accennai un mezzo sorriso e Sirius sospirò.
"Senti lo so che vorresti che i tuoi genitori e Remus fossero qui. Ma devi fartene una ragione.. Cerca di essere la gattina feroce che conosco!"
 
-
 
Lily ogni giorno veniva a casa per sfogarsi e lamentarsi di sua sorella, anche lei in dolce attesa.
"Come ha potuto tenermelo nascosto fino ad ora?"
"Ma cosa ti aspettavi? Tua sorella e tuo cognato ci odiano. E devo ammettere che il sentimento è reciproco." disse James con un sorrisino soddisfatto.
Sirius cercò di trattenere le risate, mentre io davo una gomitata a James per fargli capire che la sua ultima affermazione non faceva altro che complicare le cose.
"Ma è mia sorella... avremmo potuto condividere questo momento insieme!" protestava Lily disperata.
"Senti Lily, che ne dici se andassimo a trovarla un giorno di questi? - le proposi - Quando ci vedrà entrambe con il pancione fuori dalla porta non potrà di certo cacciarci."
"Sai che è un'ottima idea? - disse Lily esultante - Quando andiamo? Domani va bene?"
Guardai spaesata gli uomini di casa, Sirius guardò James che, congiungendo le mani in segno di preghiera e con sguardo da cerbiatto smarrito, mi supplicava di accontentare Lily.
 
Così il giorno dopo mi ritrovai a Little Whinging, di fronte al n° 4 di Privet Drive. Il giardino di quella casa era curato fino al minimo dettaglio, al contrario di quello mio e di Sirius che poteva essere scambiato tranquillamente per la Foresta Amazzonica. Non ero tagliata per il giardinaggio, e tantomeno Sirius.
Lily si avvicinò esitante alla porta di casa Dursley, trovò il coraggio dentro di sè e suonò il campanello con decisione; dopo qualche minuto sentimmo dei passi pesanti che si facevano sempre più rumorosi. Ad aprirci la porta fu un uomo grassoccio, molto simile ad un tricheco, con due lunghi baffi biondicci ed un'espressione arcigna stampata sul suo faccione paonazzo.
"Cosa vuoi?" disse aspro a Lily.
"Volevo salutare Petunia... è in casa?"
"Sì."
"Possiamo entrare?" chiese la mia amica timidamente ed educatamente.
Vernon sbuffò e sparì di nuovo dietro la porta.
Aspettammo per qualche minuto e dopo un poco sbucò Petunia con la sua solita espressione sprezzante. Avevo incontrato un'altra volta Petunia quando eravamo più piccole e tra noi c'era subito stato odio a prima vista.
"Si può sapere cosa ci fai qui?" chiese acida a Lily.
"Sono venuta a trovarti, ho portato un regalo per tuo figlio, mio nipote..."
"Non ho bisogno dei tuoi regali!"
"Ti prego, Petunia, smettila! Sono tua sorella!"
Petunia spalancò la porta e si mise da parte facendoci segno di entrare, sempre scocciata e infastidita.
Ci fece accomodare in salone dove ci offrì svogliatamente una tazza di thè.
Dopo aver sorseggiato un po' di thè, Lily prese dalla sua porchette il pacco regalo che aveva preso per il figlio di Petunia. Quando Vernon vide Lily sfilare dalla piccola borsa quel pacco decisamente troppo grande per essere contenuto lì dentro, si parò davanti a Petunia per impedirle di accettare il regalo.
"Non accetteremo il tuo regalo. Non daremo a nostro figlio quelle diavolerie magiche."
Mi venne naturale sorridere e fui fulminata con lo sguardo da quel tricheco parlante.
"Ho comprato questo regalo da un negozio bab.. ehm, di Londra. Non ha nulla a che fare con la magia."
Così Petunia chiese a Vernon di spostarsi e prese tra le mani il regalo senza scartarlo.
Lily abbassò gli occhi dispiaciuta ma sembrò comunque contenta che l'avesse accettato.
"Come si chiamerà il piccolo?"
In quel momento Petunia sembrò rilassarsi un po' e si sedette con noi.
"Abbiamo pensato di chiamarlo Dudley."
"Oh, bel nome. Tuo nipote si chiamerà Harry, invece."
Alle nostre spalle sentimmo Vernon borbottare qualcosa, stavo per chiedergli se avesse detto qualcosa, ma fui distratta dalla voce di Petunia.
"Tu sei Selene, vero?"
"Sì, ci siamo conosciute..." le risposi non riuscendo a finire ciò che stavo dicendo.
"Sì mi ricordo - tagliò corto - Da quanto tempo ti sei sposata?"
"In realtà non sono ancora sposata."
Vernon affiancò la moglie e sbattè violentemente le mani sul tavolo.
"Vedi che gente frequenta tua sorella, Petunia? - disse cercando di far ragionare sua moglie - Una ragazza incinta non sposata!"
Petunia rimase in silenzio fissando rabbiosa sua sorella per averle fatto fare un'ennesima figuraccia con il marito.
"Una poco di buono in casa nostra, almeno tua sorella ha sposato uno svitato come lei prima di rimanere incinta!"
In quel momento vidi Lily diventare paonazza per la rabbia, si alzò dal divano stringendo i pugni.
"Non vi permetto di parlare male della mia amica e di mio marito davanti a me!" disse furiosa a sua sorella e a suo cognato.
Nello stesso momento in cui disse quelle parole una boccia di pesci rossi si frantumò in mille pezzi, ed i due poveri pesciolini iniziarono a muoversi convulsamente, in cerca di acqua in cui nuotare.
"Andiamo Lily" le sussurrai prendendola per il braccio, convinta che se non ce ne fossimo andate in tempo avrebbe distrutto la casa di sua sorella.
"Sì, andatevene, che è meglio!" urlò Vernon.
"Ce ne andiamo! - urlai - Ma non perchè mi stai cacciando tu, grosso babbeo!"
"Sgualdrina!"
Fui seriamente tentata di farlo lievitare come una mongolfiera,- dato che come forma era sorprendentemente somigliante a quel magico oggetto volante babbano - ma il mio buon senso prevalse sulla rabbia e riuscii a trascinare una furiosa Lily fuori da quella casa.
 
Una volta che ci fummo materializzate davanti alla porta di casa, Sirius, che molto prevedibilmente aveva sentito con il suo spiccato udito canino il nostro arrivo, corse ad aprire la porta ansioso. Quando ci vide vive e vegete ma con una leggerissima espressione arrabbiata, sul suo viso si materializzò un sorriso malandrino.
Raccontammo a James e Sirius tutto quello che era successo e ciò che Vernon aveva detto.
"Ti ha dato della sgualdrina e tu non hai fatto nulla?" mi chiese Sirius.
"No."
Sirius mi guardò scioccato ed iniziò a camminare pensoso per tutta la stanza.
"Non posso accettare che quel babbano insulti la madre dei miei figli! - disse - Ora vado lì e gliene dico quattro,io..."
"Che dici, Selene?! Il caro e adorabile Vernon quale insulto riserverà a Sirius?"
"Folle, arrogante, borioso, altezzoso!?" dissi io divertita a James.
"Potrebbe dargli dell' ingravidatore seriale."
"Io sono serio!" protestò Sirius.
"Anche io, Felpato." rispose James.
Quel rarissimo momento di serietà si ruppe come quando in un negozio di cristalleria c'è un elefante che balla la samba. Sirius e James iniziarono a prendersi a sberle e cazzotti, proprio come facevano da ragazzini, ed io e Lily non potemmo fare a meno di sorridere all'idea che fra qualche mese i bambini non sarebbero stati più due.
 
A fine serata, quando i coniugi Potter decisero di andare via, mi raccomandai con Lily di non disperarsi per sua sorella, poichè, a mio modesto parere, era un caso disperato. Lei annuì distrattamente ed afferrò sul ciglio della porta il braccio di James, e in un batter d'occhio sparirono.
"Certo che la sorella di Lily è proprio una gran bald.." iniziò a dire Sirius, ma poi si bloccò perchè evidentemente pensò che io l'avrei rimproverato.
Invece approvavo quello che stava per dire.
"Puoi dirlo, tranquillo."
"Una gran BALDRACCA! - disse con soddisfazione - Ora mi sento meglio."
"Anche io" dissi scoppiando a ridere.
 
-
 
Sirius'POV
"Non per metterti ansia.. ma torna presto. - disse nervosamente Selene - Il giorno del parto è vicino.."
"Sta tranquilla, tra due giorni sarò qui. Promesso." la rassicurai guardandola nei suoi occhioni colmi di lacrime che non riuscivano a scendere giù tanta era l'angoscia che provava in quel momento.
 
Girovagammo per un giorno e mezzo, passando da una cittadina all'altra alla ricerca di un presunto mago che aveva commesso un grave reato. Ma davvero il Ministero si preoccupava di un qualsiasi delinquente quando c'era Voldemort in giro?!
Ero stanco morto e non ne potevo più di girare invano, volevo tornare a casa dalla mia Selene e aspettare con lei l'arrivo delle gemelle.
Calò il buio in quel piccolo paese di campagna in cui ci trovavamo, ed io e James eravamo ancora in giro a cercare il mago inesistente. Nel buio del piccolo boschetto che circondava il paese, comparve una sagoma argentata che piano piano si avvicinò a noi.
"Ma è il Patronus di Lily!" esclamò James.
Una volta che la cerva argentea fu vicina a noi sentimmo chiaramente la voce di Lily che diceva "Selene sta partorendo. Vai al San Mungo."
All'improvviso il panico albergò nel mio cervello, prendendo il posto della mia poca lucidità mentale.
"COSAA?" urlai stupidamente contro la cerva che si era già dissolta.
"Okay, amico. Stai calmo, stai per diventare papà."
"E ti sembra un valido motivo per restare calmi? Sono lontano da Selene e lei sta partorendo!"
"Non ho parole.. - disse ridendo James - Sei un fottutissimo mago ricordi? Puoi materializzarti al San Mungo e stare lì in un secondo."
"E con la missione? Che faccio?"
"Ci penso io, sarai giustificato. Su, vai da lei!"
"Grazie, sei un amico.." gli dissi abbracciandolo brevemente e in un secondo mi ritrovai di fronte al San Mungo.
Mi diressi al bancone dove una curatrice dava informazioni.
"Una ragazza sta partorendo... dov'è?" chiesi frettolosamente.
La signorina mi guardò accigliata e fece una smorfia antipatica.
"Prima di tutto si calmi. - mi disse sprezzante - Mi deve dire il nome della paziente."
"Selene Brandon."
"Secondo piano, corridoio a destra, stanza n°7."
Senza dire nulla corsi via verso le scale, ma prima riuscii a sentire la voce della simpaticissima curatrice che disse sarcastica "Grazie, eh."
Quando arrivai di fronte alla stanza n° 7 trovai Lily e Andromeda, ansiose quanto me, che passeggiavano avanti e indietro per il corridoio. Senza nemmeno salutarle bussai alla porta, ma non ricevetti alcuna risposta.
"Non fanno entrare nessuno, Selene era nel panico." disse Lily.
"Ma io sono il padre, mi faranno entrare." affermai sicuro.
"Beh, buona fortuna."
Sentii il ciabattare tipico di una curatrice e la porta si aprì, il cuore mi si riempì di speranza.
"Non è il momento di dare fastidio!" disse la signora anziana con la divisa bianca.
"Sono il padre delle bambine, posso entrare?"
"No, mi dispiace. Le cose si sono complicate, la paziente è agitata ed ha bisogno di serenità."
"Ma magari posso aiutarla a tranquillizarsi! La prego, mi faccia entrare!"
Come risposta ebbi una porta sbattuta in faccia.
Mi scompigliai i capelli nervoso, iniziai a camminare anche io nervosamente lungo il corridoio.
"Se continui così farai un solco a furia di camminare avanti e indietro. Siediti cuginetto." mi consigliò Andromeda.
Ma in quel momento mi sembrò addirittura di essermi dimenticato di come ci si sedesse.
I secondi passarono, e con loro i minuti e le ore. Era ormai il 5 Giugno 1980.
Le urla di Selene mi straziavano e fui tentato più di una volta di sfondare la porta.
All'ennesimo urlo, non ce la feci più e mi alzai in piedi pronto ad entrare in quella stanza. Ma l'urlo di Selene fu seguito dal pianto di un neonato. Lily ed Andromeda si alzarono contemporaneamente e si accivinarono alla porta della stanza.
Non mi trattenni dal bussare ripetutamente alla porta e dopo una maledettissima mezz'ora la curatrice uscì dalla stanza con un'aria piuttosto stanca e affranta.
"Posso entrare ora?" chiesi impaziente.
"Aspetti c'è una cosa che devo dirle prima.."
"E' successo qualcosa?"
La donna si guardò i piedi.
"Una delle due bambine non ce l'ha fatta."
Il mio cuore si bloccò per unistante, mi sembrò come se il sangue si fosse congelato nelle mie vene, come se qualcuno avvesse scagliato contro di me una maledizione senza perdono. Non poteva essere vero.
"Sta scherzando?" dissi fingendomi tranquillo.
Ma l'espressione che la donna aveva sul viso non faceva pensare ad uno scherzo.
Lily e Andromeda si avvicinarono a me, mia cugina poggiò una mano sulla mia spalla, come se volesse trattenermi, prevedendo come avrei reagito da lì a pochi secondi.
"SIETE DEGLI INCOMPETENTI, ECCO COSA SIETE!" urlai.
"Sirius, sta calmo..." disse Lily.
"NO, non sto calmo! E' MORTA MIA FIGLIA!"
Andromeda si parò tra me e la curatrice.
"Come stanno Selene e l'altra bambina?" chiese impedendomi di urlare ancora contro la curatrice.
"La bambina sta benissimo, la mamma sta riposando. Non è stato un parto facile, abbiamo fatto del nostro meglio."
Il tono della voce di quella donna non mi convinceva, sembrava meccanica, strana.
"Se questo è il meglio che sapete fare... Non oso immaginare di peggio."
Ero furioso, disperato. Avrei spaccato il mondo intero in quel momento, ma il solo fatto che Selene e la bambina stavano bene mi riuscì a calmare un po'.
"Posso vedere la bambina?" chiesi calmo.
"Ora dorme, non è il caso di svegliarla."
"Mi ha separato dalla mia donna e dalle mie figlie per troppo tempo, non mi privi di altri momenti insieme a loro."
La donna aprì la porta e mi lasciò entrare.
Selene dormiva, il suo viso era scavato e aveva l'aria stanca. Accanto al suo letto c'erano due piccole culle rosa; un nodo mi strinse la gola quando vidi solo una delle due occupata da un fagottino rosa  che scalciava. Mi avvicinai alla culla e guardai per la prima volta mia figlia Lara. Non l'avevano ancora vestita ma era avvolta in una copertina rossa: aveva già tanti capelli scuri come i miei ed era minuscola; aveva una piccola voglia chiara sulla clavicola che poteva sembrare una stella con un po' di fantasia; non stava dormendo, era sveglia e stava per iniziare a piangere. La presi tra le mie braccia e delle lacrime mi solcarono il viso: ero felice e triste allo stesso tempo.
La bambina muoveva le braccine e le gambine per richiamare la mia attenzione, e proprio in quel momento entrarono Lily e Andromeda nella stanza.
"Vi presento Lara Phoebe Black." dissi sorridendo.
"Oh, è stupenda, Sirius! E' identica a te!" esclamò Andromeda.
Una curatrice mi richiamò dicendo che dovevano chiarire e concludere alcune faccende; e il pensiero che la morte di mia figlia era considerata come una "faccenda" da concludere mi fece ribollire il sangue dalla rabbia. Mi spiegarono che Diana era morta a causa di una malformazione cardiaca e che era stato impossibile salvarla. Lara invece scoppiava di salute, era forte ed era forse la bambina più bella del reparto. Mi sembrarono quasi parole di consolazione, come se quei complimenti ci sarebbero bastati per colmare quella grave e prematura perdita.
Quando tornai nella stanza, Lily stava cullando la piccola Lara, James, appena arrivato, le guardava assorto, mentre Andromeda era seduta su una sedia, vicino al letto di Selene.
Proprio quando mi avvicinai a lei, Selene si svegliò, mi guardò con un'aria stanca, ma improvvisamente il suo sguardo si illuminò. Lily si avvicinò a me passando tra le mie braccia Lara, e tutti uscirono dalla stanza per lasciarci soli.
"Ecco la nostra meravigliosa bambina, Selene Brandon." dissi sforzandomi di sorridere e di godermi quel momento.
Selene si sedette sul letto ed allungò le braccia per accogliere la piccola. Sorrise e pianse, accarezzò la piccola Lara e lasciò che stringesse il suo dito tra le minuscole manine.
"E Diana?" chiese entusiasta.
Il mio coraggio venne meno e provai a sviare parlando d'altro.
"Sai hanno detto che Lara è la più bella bambina del reparto."
"Sirius, e Diana? Cosa le è successo...?" disse con la voce rotta dalla stanchezza e dalla paura.
"Non ce l'ha fatta..." le dissi guardandola negli occhi.
I suoi occhi come i miei divennero pieni di lacrime, mi sedetti sul letto e l'abbracciai, mentre Lara iniziava a piangere con noi tra le braccia di Selene. Fu un momento triste, ma allo stesso bello; ognuno di noi poteva contare sull'altro e piangere ci fece bene; era il nostro primo momento insieme.
 
>>OKAYYYYY. TUTTI CALMI! PRIMA DI ANDARE SUBITO A SCRIVERE UNA RECENSIONE NELLA QUALE MANIFESTATE IL DESIDERIO DI VEDERMI MORTA, CONTINUATE A LEGGERE. Grazie.<<
 
Dopo due giorni Selene tornò in perfetta forma e finalmente tutti e tre potemmo tornare a casa. Nei giorni precedenti mi ero premurato di togliere via tutti i doppioni di culle, tutine e accessori per neonati. Selene si sentiva già abbastanza in colpa per ciò che era successo, ingiustamente; io non volevo risvegliare il suo ed il mio dolore. Fortuntamente Lara le dava parecchio da fare: era una bambina fin troppo vivace; ci svegliava ogni ora la notte, voleva stare solo in braccio a me o a Selene durante il giorno, di stare nella culla non ne voleva sapere. Piangeva quando sentiva la voce squillante di Elmo il quale era più che mai dispiaciuto. L'elfo si prodigava per dare aiuto il più possibile, cucinava in quantità industriali, la casa non era mai stata così pulita e scintillante, e faceva tutto ciò senza fare un minimo rumore. Selene era felice, ma si vedeva che dentro di sè sentiva quella mancanza che non sarebbe mai stata colmata; a volte mentre cullava la piccola Lara vedevo nei suoi occhi una certa malinconia, le lacrime che le gonfiavano gli occhi; ma poi una smorfia della bambina, un suo versetto, un suo accenno di pianto le faceva ritornare il sorriso.
 
Una sera avevamo messo la bambina al centro del nostro lettone e la osservavamo mentre dormiva, in attesa che scoppiasse di nuovo a piangere.
"Secondo me somiglia a te." dissi osservando i lineamenti fini della bambina.
"Ma se ha i capelli scuri come i tuoi.. - replicò Selene - E poi io non sono capace di dire a chi somigli, ora. Ha solo qualche giorno di vita."
"Ma guardala.. Ha la tua stessa espressione imbronciata quando dorme!" insistetti alzando un po' la voce.
"Shhh, non gridare. O la sveglierai, è più bella mentre dorme e non piange."
"Pure tu sei più bella quando non piangi.."
"Lo so, sono una frignona, ma che ci posso fare?" esclamò lei, quasi urlando.
Lara si mosse un po' e il terrore di averla svegliata ci assalì, ma fortunatamente continuò a dormire.
"Ora riposiamo, ne abbiamo bisogno."
 
Ci eravamo addormentati da poco, quando un rumore mi svegliò e subito mi affrettai a guardare nella culla. Lara stava dormendo serenamente; non era stata lei a svegliarmi. Selene continuava a dormire tanto era stanca ed io scesi giù per andare a cercare la fonte del rumore. Elmo non era in giro e quindi non poteva essere stato lui, tutto sembrava essere al suo posto. Poi di nuovo quel rumore si fece sentire. Qualcuno bussava alla porta di casa; chi poteva essere alle due del mattino?!
"Chi è?" sussurrai.
"Sirius, sono Remus." la voce del mio amico mi rassicurò, ma dovevo essere certo che fosse lui.
Così feci una di quelle domande stupide che facevo a James.
"Chi aveva un paio di mutande bianche con i cuoricini durante il terzo anno di scuola?" chiesi aspettando la risposta giusta.
"Sfortunatamente io."
Aprii la porta e non diedi a Remus il tempo di entrare in casa perchè lo abbracciai, felice di vederlo di nuovo qui.
Ci fermammo in salotto a parlare per mezz'ora, gli raccontai tutto quello che era successo.
"Mi dispiace non esservi stato accanto in un momento così brutto, sono uno stronzo."
"Se non fosse stato per colpa mia..." dissi io.
"Del senno di poi son piene le fosse." sentenziò Remus.
"Mi mancavano le tue perle di saggezza, Lunastorta. - gli dissi dando una pacca sulla spalla - Vieni ti mostro la tua stanza."
Feci accomodare Remus nella mansarda e gli augurai una buonanotte.
Quando tornai nella mia stanza, Selene e Lara dormivano ancora beatamente, come due angioletti. Mi sdraiai e mi coprii con le coperte, con il sorriso sul viso, non vedendo l'ora che arrivasse il mattino per poter fare una bella sorpresa a Selene. Appena socchiusi gli occhi Lara cominciò a piangere; Selene si svegliò con qualche lamentela, ma io la bloccai dicendole che ci avrei pensato io.
"Sei un tesoro" mi disse mentre tentava di riprendere sonno.
"Lo so" risposi io.
"Ma sei anche un cretino, lo sai anche questo vero?"
 
 
La mattina seguente fui svegliato di nuovo da un rumore. Questa volta erano le urla di Selene che mi buttarono letteralmente giù dal letto. Quando scesi in salone Selene stava abbracciando Remus, mentre Lara piangeva - come al solito - nella culla.
"Sirius! Perchè non mi hai detto nulla di Remus? Potevo morire di infarto!" esclamò arrabbiata ma con il sorriso sulle labbra.
"E' colpa mia Selene. Sono arrivato alle due del mattino, non volevamo svegliarti."
Nel frattempo Selene aveva preso Lara e si era avvicinata a Remus.
"Vuoi conoscere la tua figlioccia?" gli disse con il sorriso stampato sul viso che non vedevo da giorni.
Remus prese timidamente la bimba che continuava a piangere anche tra le sue braccia.
"Faccio qualcosa di sbagliato? Perchè piange?" chiese timoroso.
"Tranquillo - lo rassicurai - Ha preso dalla mamma: è una pagnucolona."
Selene mi lanciò un'occhiata indispettita.
"O piange perchè ha un padre cretino." mi rimbeccò.
Remus nel frattempo cercava di cullare un po' goffamente Lara per farla smettere di piangere senza alcun risultato.
"Forse ha solo fame." intervenne Elmo.
Ed ecco che Lara al suono della sua voce scoppiò a piangere ancora più forte, tanto che ebbi il timore che potesse rompere i vetri delle finestre.
"Ci penso io." Selene prese Lara e salì le scale.
Remus mi guardò interdetto ed io feci spallucce, ormai abituato al fatto che solo lei poteva e sapeva come farla smettere di piangere, come tutte le mamme, ma non come mia madre. 
 
Selene's POV
Sirius quella mattina andò a lavoro ed io restai a casa con Remus a prendermi cura di Lara.
Ero nella mia stanza, sulla sedia a dondolo per far addormentare la piccola Black che non voleva saperne di dormire. Dopo molti tentativi si addormentò, e la sua faccina serena e felice riuscì a calmarmi e a spazzare via dal mio cervello tutte le ansie e le angosce.
Ero una mamma ormai e la mia vita ruotava tutto attorno a lei, non potevo più permettermi di essere debole e depressa, dovevo proteggerla ed essere forte per lei... Forte.
Ripensavo alla morte di Diana e tutta la mia forza crollava come un castello di sabbia troppo vicino alla riva. Ogni volta che prendevo in braccio Lara mi sentivo felice, sentivo la casa riempirsi di amore, ma poi il dolore si faceva spazio. Dolore, malinconia, tristezza mista a nostalgia. Nostalgia per la mia bimba che non ho conosciuto e che non conoscerò mai.
"Posso?" bussò Remus da dietro alla porta.
"Sì,sì. - dissi ricacciando su le lacrime - Entra pure."
Remus entrò facendo silenzio e si sedette di fronte a me sul letto, mentre io mettevo Lara nella sua culletta che Duncan qualche mese fa aveva sapientemente montato.
"Come stai?" mi chiese Remus
"Ora che sei qui meglio" gli dissi sforzandomi di sorridere.
"Non mentire, parla, sfogati. Con me puoi farlo.."
"Non ho proprio nulla da dire, Remus.." cercai di sviare.
Non volevo parlarne, perchè parlare significava rendere ancora più vera quella sofferenza e in cuor mio speravo che fosse solo un brutto sogno dal quale prima o poi mi sarei svegliata.
"Non hai nulla da dire.. - sussurrò Remus passandosi le mani sul viso ricoperto di cicatrici - Allora perchè stai per piangere?"
"Io piango sempre."
"Rettifico. Perchè non vuoi piangere? Perchè ti trattieni? Pensi davvero di essere così forte da sostenere tutto questo dolore da sola?! Ieri ho parlato con Sirius, lui ne parla e sta meglio di te. - disse Remus con aria di rimprovero - Lo so che sono l'ultimo che dovrebbe farti la predica, però non puoi continuare a tenerti tutto questo dolore dentro."
"Okay. Io, non so cosa mi prende.. Forse non ho ancora realizzato ciò che è successo. Non voglio realizzare. Non voglio.."
"Ma Lara è viva, è bellissima, è in salute ed è qui con noi.."
"Mi stai dicendo che sono un'egoista e che dovrei pensare solo a Lara?"
"No, io volev.."
"Io mi sento una cattiva madre, perchè il dolore per la perdita di Diana al momento è più grande dell'amore che provo per Lara. Mi vergogno di me stessa.."
"Vieni qui.." mi disse Remus aprendo le braccia per accogliermi in suo caldo abbraccio.
Accettai più che volentieri l'invito; Remus mi abbracciò così forte che temevo potesse spezzarmi le costole, ma che importa se un abbraccio così ti può aggiustare il cuore?!
 
 
 
 
5 Giugno 1980,  Malfoy Manor
Mentre Selene Brandon e Sirius Black piangevano la prematura morte della loro piccola Diana, Narcissa Malfoy nata Black, dava alla luce il suo primogenito, Draco Lucius Malfoy.
Aveva appena preso tra le braccia il suo primo figlio, quando nella sua stanza,cupa e poco accogliente,apparve sua zia Walburga. La donna si avvicinò al letto sfarzoso di Narcissa con la sua regale eleganza.
"Mi congratulo con te, Narcissa. Hai avuto un bellissimo maschietto. Questo bambino è molto fortunato ad avere dei genitori come te e Lucius.." disse Walburga.
"Zia, cosa ci fate qui?" chiese allarmata Narcissa.
"Ma come, non sei contenta di vedere tua zia in un momento così bello?"
"Non mi aspettavo una vostra visita.."
"Lucius è via, vero?"
Narcissa annuì; suo marito anche in quel momento così speciale aveva avuto la capacità di assentarsi per compiacere il Signore Oscuro.
"Narcissa - iniziò Walburga prendendo la mano della giovane donna - in realtà non sono qui solo per congratularmi della nascita di tuo figlio Draco."
"Come immaginavo...Cosa dovete chiedermi zia?"
"Un favore."
"Cercherò di aiutarvi come posso."
"Oggi è nata anche la figlia di Regulus, che sfortunatamente lui non ha mai conosciuto, e sua madre è morta dandola alla luce."
"Non capisco.. dove volete arrivare, zia?"
"Io non posso allevare questa bambina, sono stanca e anziana. Desidero il meglio per la figlia di Regulus, desidero che abbia due genitori giovani e in gamba come te e Lucius."
"Mi state chiedendo di adottare vostra nipote?"
"Non dovrai dirlo a nessuno, lei sarà vostra figlia a tutti gli effetti."
"Zia ma..."
"Ci penserò io a parlare con Lucius, se è questo che ti preoccupa."
"Non è questo il problema.."
"Allora cosa ti frena dall'aiutare la tua anziana zia?"
Lo sguardo diabolico di Walburga faceva paura a Narcissa; l'elfo domestico di sua zia si materializzò nella stanza con una neonata tra le braccia. L'anziana donna ordinò all'elfo di portare la neonata vicino al letto della giovane donna per mostrargliela. Walburga guardava di sottecchi la piccola, come se l'idea che quell'esserino potesse sfiorarla le desse fastidio. Narcissa intimorita guardò la piccola che dormiva beata tra le esili braccia dell'elfo: aveva tanti capelli, chiari come quelli di Draco, le stesse guancia rosee, la stessa aria innocente.Quella povera bambina non aveva più dei genitori, come poteva rimanere così indifferente?
Posò Draco nella sua culla e sfilò dalle coperte in cui era avvolta la bambina che era nuda e ancora sporca. Sulla spalla aveva una piccola voglia chiara, sembrava una stella stilizzata. Prendendo quella bambina fra le braccia Narcissa sentì subito un legame forte, come se la bambina fosse sua figlia e l'avessa partorita lei, e proprio in quell'istante non se la sentì di dire di no, non voleva che quella bambina crescesse con la sua crudele zia.
"Allora, la terrai con te?" incalzò Walburga.
"Sì, la terrò con me. Sarà mia figlia. Nessuno saprà nulla, nemmeno Lucius.Spargete ufficialmente la voce che ho avuto due gemelli."
Walburga sorrise malignamente soddisfatta.
"Come la chiamerai?" chiese la donna diabolica.
"Alhena Narcissa. E' nata il 7 Giugno ed Alhena è la terza stella più luminosa della costellazione dei Gemelli.."
"E' un nome perfetto."
E così dicendo Walburga sparì proprio nel punto in cui era comparsa.
Narcissa aveva tra le braccia Draco e Alhena, che potevano benissimo passare per gemelli, ed era felice di non essere più così sola in quella casa.
 
Il tremendo piano di Walburga era riuscito: con astuzia e molte accortezze era riuscita a sottrarre a suo figlio Sirius ancora una volta quella felicità che si era costruito con fatica. Non era ancora riuscita ad accettare che Regulus, il suo figlio prediletto, fosse morto disgraziatamente e che Sirius vivesse ancora felice e stesse costruendo un futuro e una famiglia. Sottrarre una figlia a Sirius e consegnarla a sua nipote Narcissa era un modo per tenere ancora in vita Regulus e mandare avanti la nobile casata dei Black; Alhena sarebbe cresciuta come una vera Black, non come una traditrice del suo sangue.

 
_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 
 NdA: Di nuovo dovete scusarmi per la lunga assenza. Ho avuto delle emergenze in Ungheria e poi mi sono lussata il gomito, sono tutt'ora con il tutore ed ho scritto questo capitolo con difficoltà e sofferenza, non solo per il gomito. LOL
Bene, alcuni di voi forse avranno pensato "Ma come le è venuta in mente un'idea simile?!". Vi spiego le mie ragioni. 
Prima di tutto ho vissuto, non in prima persona ovviamente, un'esperienza simile a quella di Selene e Sirius. La mia madrina ha avuto due gemelli ed uno dei due non ce l'ha fatta per una malformazione cardiaca; è stato un momento doloroso della mia vita perchè questa zia è come una seconda madre ed io sono tremendamente empatica. Il suo dolore era anche il  mio. Ho voluto inserire questa cosa nella mia storia per rendere anche onore alla forza di volontà che hanno tutte quelle donne di andare avanti e di rimettersi in piedi. 
Ma come avrete ben capito (spero) la piccola Diana non è altro che Alhena, la bambina che Narcissa decide di adottare. Ed ecco così spiegata la visita inquietante di Walburga; ha sempre voluto rovinare la vita di Sirius ed ecco qui. Perchè proprio Narcissa? Beh, prima di tutto perchè è l'unica Black sana di mente rimasta e poi perchè è un personaggio che nel bene e nel male mi ha sempre affascinato. Diciamocelo: ha molte più palle di Lucius e Draco messi insieme, è una donna affascinante, intelligente, abile, riesce ad ingannare il Signore Oscuro, farebbe di tutto per difendere quello stronzetto di suo figlio ed ama Lucius nonostante sia uno smidollato. 
Forse avrete qualche dubbio su come si è svolto tutto questo intrigo, io ho progettato tutto fino all'ultimo dettaglio (credo) e se avete delle perplessità potete contattarmi e riempirmi di domande. LOL
Certo è che in un mondo con la magia, una bacchetta magica e gli elfi domestici al tuo servizio risulterebbe tutto facile, quindi... Fate un po' voi. 
Spero nonostante questa follia continuerete a leggere la mia storia, anche perchè ora viaggeremo tra due mondi diversi Casa Black e Casa Malfoy... E nel prossimo capitolo nasce il nostro maghetto preferito HARRY POTTER! LOL
Fatemi sapere cosa ne pensate. Ci tengo molto perchè questa è l'unica idea che è rimasta fissa per tutto il tempo, anzi è stata proprio l'idea madre di questa storia. Mi sono chiesta "Come crescerebbe un figlio di Sirius Black allevato da Narcissa e Lucius Malfoy?". Mi sono data una risposta da sola, Marzullo's style.

Beh, ciaone bella gente
Un bacio
Vostra Vicky.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Insieme ***


O resterai più semplicemente 
dove un attimo vale un altro 
senza chiederti come mai? 

Continuerai a farti scegliere 
o finalmente sceglierai?
!

 

 
Selene's POV
Le settimane successive furono alternate da momenti di tranquillità, sorpresa, spensieratezza, ma soprattuto di ansia. Lara durante le sue prime settimane di vita perse peso e questo non fece altro che causare il panico più totale in casa Black-Brandon. Sirius fu capace di allarmare il mondo intero, e per la prima volta era più ansioso lui di me. C'era davvero da preoccuparsi.
"Dobbiamo portarla dal medico, subito! - disse una sera mentre la cullava - Ma le dai da mangiare?"
"Sirius! Ma se passo praticamente tutta la notte ad allattarla?!"
"E' una cosa normalissima, cuginetto. Anche Dora ha perso molto peso durante le sue prime settimane di vita, è una cosa comune a tutti i neonati." ripetè per l'ennesima volta Andromeda.
"Sicura?" chiese Sirius quasi rincuorato.
"Sì."
"Ma la portiamo lo stesso dal medico?"
"E' un caso irrecuperabile. Buona fortuna Selene." disse Andromeda, stufa delle scenate d'ansia di Sirius mentre andava via.
"Grazie, ne avrò bisogno." risposi sorridendo.
Nel frattempo la piccola Lara aveva ricominciato a piangere in segno di protesta: era ora della poppata. Sirius rimaneva praticamente imbambolato a guardarci, con lo sguardo perso e sognante.
Il suo atteggiamento non era altrettanto sognante però quando doveva cambiare i pannolini di Lara. Per lui era un trauma ed io adoravo le sue espressioni quasi schifate.
"Sirius ti dispiace cambiare il pannolino di Lara?"
"Dici a me?"
"Ci sono altri Sirius in questa casa?"
"Fortunatamente no." rispose Remus al posto di Sirius.
"No, sai Remus e Sirius finiscono con le stesse lettere e mi sono confuso." disse Sirius, e a me parve di sentire il rumore di chi sta cercando di arrampicarsi sugli specchi.
Remus scoppià a ridere, sapendo benissimo che non era proprio uno spasso per Sirius cambiare pannolini. Era un totale disastro e non mi sarei stupita se un giorno avessi visto la bambina con un pannolino sulla testa o a mo' di maglietta.
Ma dopo tutte quelle scenate, Sirius, con tutta la sua buona volontà si prendeva cura di sua figlia tra risate e faccette buffe.
"Perchè non ride? Non sono divertente?" mi chiese una sera in camera da letto, dopo aver fatto le espressioni più brutte e buffe del suo repertorio.
"Fra qualche mese ti stancherai di sentire le sue risate."
"Non sarò mai stanco di vederla ridere - disse accarezzando Lara con la sua mano che sembrava enorme in confronto al piccolo corpo della bimba; poi posò i suoi meravigliosi occhi grigi su di me, con uno di quei suoi sguardi che tolgono il fiato - Ti amo, lo sai vero?"
"Sì." gli risposi sorridendo.
"Non hai nient'altro da aggiungere?"
"No" dissi seria cercando di trattenere le risate.
"Sai, in questi casi si dice 'Sì amore ti amo anche io'!" protestò Sirius fingendosi offeso.
Presi in braccio Lara, che ormai dormiva beatamente, e la misi nella sua culla; poi salii di nuovo sul letto sedendomi a cavalcioni sulle gambe di Sirius, il quale mi guardò piacevolmente sorpreso. Avvicinai il mio viso al suo e lo baciai intensamente, come non facevo da prima della nascita di Lara.
"Ti amo anche io, Felpato." 
 
 
 
 
-
 
Senza nemmeno accorgecene arrivò il 5 Luglio, il giorno in cui Lara compiva esattamente un mese. Era incredibile come fosse cresciuta, i progressi che faceva ogni giorno non smettevano di stupirci. Sirius era entusiasta e divertito come un bambino, passava tutto il tempo a sua disposizione con Lara; adorava farle il bagnetto, uno dei momenti più divertenti: la bambina amava l'acqua.
La mattina del 5 Luglio, io, Remus e Sirius eravamo tutti attorno alla tinozza in cui Lara scalciava nell'acqua e sorrideva soddisfatta al rumore degli schizzi. E con lei ridevamo noi, osservandola divertirsi e mostrarci i suoi primi sorrisini sdentati.
"Guardala, non è irresistibile?" ripeteva Sirius, completamente innamorato di sua figlia.
Dovevo iniziare ad essere gelosa?!
Remus era evidentemente spiazzato: non sapeva se ridere per le smorfie buffe della sua figlioccia e se ridere per il suo amico completamente rincitrullito, come diceva James.
 
Quel giorno avevamo deciso di festeggiare con i nostri cari il 'complimese' - come si ostinava a chiamarlo la piccola Dora - di Lara. Sirius insistette affinchè Lara portasse la famosa tutina che avevo comprato dieci mesi prima per annunciare la lieta notizia dell'arrivo di un piccolo Black. Come potevo dirgli di no?!
E così, mentre Remus ed Elmo mi aiutavano a mettere a posto la casa per l'arrivo dei nostri ospiti, Sirius girava per la casa in giro con Lara tra le braccia, canticchiando e saltellando e mettendo in bella mostra la tutina della piccola con la scritta 'My daddy is a superhero'.
Erano le cinque del pomeriggio e per quell'ora non aspettavamo ospiti, ma inaspettatamente qualcuno suonò il campanello di casa.
"Chi sarà a quest'ora?" chiese Sirius mentre si dirigeva verso la porta.
 
Sirius' POV
Il campanello suonò di nuovo impaziente e Lara fu colta da un moto di sorpresa sentendo quello strano rumore. Mi affrettai a guardare dallo spioncino e non fui affatto contento di ciò che vidi; quel totale imbecille di Duncan aveva un sorriso da idiota stampato sulla sua faccia da cretino, mentre nel frattempo gonfiava i suoi bicipiti e se li guardava soddisfatto.
"Chi è?" chiese Selene curiosa.
"Duncan. Non gli apro. - dissi sicuro - Lara non vuole conoscere un tale imbecille, vero tesoruccio?"
"Sirius..." disse minacciosamente Selene.
"E va bene, ma ti avviso: non riuscirò a fingermi felice della sua visita."
Così malvolentieri aprii la porta di casa.
"Oh, ciao Duncan! - dissi senza nemmeno dissimulare entusiasmo e sorpresa - Qual buon vento.."
"Ciao Duncan! - disse invece cortesemente Selene - Prego, accomodati."
Senza farselo ripetere una volta, il nostro amato vicino di casa si accomodò in salotto, e si sedette proprio sulla mia poltrona.
"Volevo salutarvi, sono stato via per un po'. E volevo conoscere le mie due nuove vicine di casa!" disse quasi gridando.
E senza rendersene conto - poverino -, disse la prima cosa sbaglita
"Sì, lei è Lara, e lui è il mio migliore amico Remus, padrino di nostra figlia." intervenni io sviando l'argomento.
"Aspetta, ma non erano due le bambine? Io non sono scemo, mi ricordo la pancia enorme di Selene e le due culle che vi ho montato... "
Il viso di Selene si adombrò; era evidente che non riusciva a dire che Diana non ce l'aveva fatta; si guardò intorno e fece finta di spolverare un mobile.
Negli ultimi giorni aveva cercato di andare avanti con tutte le sue forze, ma era ancora una ferita aperta e solo con il tempo si sarebbe rimarginata, forse. Capitavano momenti della giornata in cui si adombrava proprio come aveva appena fatto ed i suoi ormoni ancora in subbuglio - come mi aveva suggerito Andromeda - non l'aiutavano per niente a mantenere il buon umore.
"Sì erano due, ma.." iniziai a dire.
"..Diana non ce l'ha fatta." finì Selene al posto mio.
Il suo sguardo divenne vuoto come lo diventava spesso in quei giorni, quando ricordavamo le giornate spese a fantasticare sulla nostra nuova vita con le gemelle, il suo enorme pancione e i doppioni di tutte le cianfrusaglie che avevamo comprato insieme da quei negozi babbani.
Il sorriso stupido di Duncan si trasformò in un'espressione imbarazzata.
"Mi spiace, io.. non lo sapevo..." disse sinceramente dispiaciuto.
Ecco, per una volta mi dispiaceva davvero per lui; non avrei mai voluto essere al suo posto.
"Non ti preoccupare. - intervenni io, senza nemmeno pensare a quello che dicevo - Non potevi saperlo."
"Beh, sarà meglio che vada. - disse Duncan che aveva l'aria di chi desiderava sparire dalla faccia della Terra - Ci si vede in giro."
Lo accompagnai alla porta, mentre Lara la seguiva con la sua tonda testolina piena di capelli neri come i miei.
 
Verso le otto di sera i nostri ospiti iniziarono ad arrivare. I primi furono i Tonks con la piccola Dora. Fu strano vedere come fosse cambiato il suo atteggiamento con il povero Lunastorta: qualche anno fa gli diede il tormento per tutto il tempo e quella sera invece a malapena lo salutò.
"Mi sa che non sono proprio amato dai bambini" mi sussurrò in un orecchio Remus.
"Ma che dici, le donne si fanno desiderare - dissi facendogli un occhiolino - Si vede che Dora è cotta di te."
L'ultima frase la dissi un po' troppo ad alta voce tanto da meritarmi una linguaccia dalla dispettosa Dora, i cui capelli erano diventati rosso fuoco, come la sua faccia a causa dell'imbarazzo.
"Visto?!" mi vantai con Remus dandogli una gomitata.
"Ma smettila.." disse ridendo Lunastorta.
Nel frattempo anche i coniugi Potter e gli altri membri dell'Ordine della Fenice si erano aggiunti a noi.
Lara era vistosamente infastidita da tutte quelle facce nuove che richiamavano la sua attenzione che vocine e smorfie stupide. L'unica persona che riusciva a sopportare senza scoppiare a piangere era Dora: quelle due erano già diventate grandi amiche e la più grande delle due intratteneva la neonata con le sue abilità da Metamorfomagus.
Dora stava proprio mostrando ad una divertita Lara un naso da suino, quando il campanello suonò.
Io corsi ad aprire la porta e mi ritrovai di fronte Duncan con un'aria più seria rispetto a quella del pomeriggio precedente.
"Scusatemi, avete ospiti. Volevo solo dare questo regalo: è per Lara."
"Dai accomodati - disse Selene che era appena apparsa dietro di me - Unisciti a noi!"
Così Duncan si affacciò timidamente nel salone e l'espressione imbarazzata di chi si unisce ad un gruppo di persone sconosciute fu ben presto rimpiazzata da una interdetta e confusa. In effetti tutte le persone presenti erano vestiti in modo strambo per un babbano.
"Idea geniale, Selene."
"Merda.- sussurrò rendendosi conto dell'errore commesso - Sai Duncan, Sirius ha avuto l'idea di organizzare una festa in maschera!"
Cosa?!
Tutti i presenti la guardarono straniti ed io, che ero proprio dietro Duncan mimai con le labbra la parola B A B B A N O, indicando il suo corpo muscoloso.
"Ehm si, il tema è la magia! Adoro quei trucchi di prestigio con le bacchette, assurdi no?!"
In un primo momento il nostro grosso vicino sembrò dubbioso e si guardava attorno in cerca di conferme. Per un nanosecondo il suo sguardo si posò sul volto di Ninfadora che aveva ancora il naso da suino. Duncan sgranò gli occhi e Andromeda in quel momento ne approfittò per richiamare sua figlia, che riprese ad avere il suo nasino fine e sottile, tipico dei Black.
"Mi è sembrato di vedere quella bambina con il naso da maiale.." mi confessò in silenzio Duncan.
"Ma che dici! - dissi scoppiando a ridere - Ti sarai sbagliato; su vieni a mangiare qualcosa."
Poi mi ricordai di Elmo che in cucina stava servendo gli ospiti. Con uno sguardo di intesa Selene mi capì al volo e corse in cucina prima di noi per cacciare il povero elfo. 
 
La serata trascosse più o meno tranquillamente, ma riuscimmo ad essere ancora più tranquilli quando Duncan decise di andar via, perchè "Domani devo svegliarmi presto per gli allenamenti" disse pavoneggiandosi come al solito.
A fine serata rimanemmo soli tra malandrini e proprio in quel momento mi accorsi che ne mancava uno all'appello. Tra la confusione e tutta quella gente non mi ero accorto che Peter non c'era.
"Ragazzi, ma Peter?" chiesi a Remus e James.
"Non lo vediamo da parecchio - ammise James - Sono andato a trovarlo qualche giorno fa. Ha detto che non sta bene e che non sarebbe venuto stasera."
"Io non l'ho proprio visto da quando sono tornato" disse invece Remus.
La cosa mi puzzava e non poco. Perchè quando si trattava di stare in compagnia e di mangiare, Peter era sempre in prima linea. E per di più ci eravamo visti solo una volta da quando era nata Lara.
Lily, James e Remus ripresero a parlare del passato mentre io continuavo a pensare che quella lunga assenza di Peter fosse davvero strana. Guardai Selene e mi accorsi che anche lei sembrava presa da mille pensieri. Chissà cosa le passava per la testa..
Dovevo andare a trovare Peter e assicurarmi che stesse bene e che non si fosse cacciato nei guai. Non potevo permettere che gli facessero del male, avevo promesso che l'avremmo protetto e aiutato.
 
Il giorno dopo, riuscii a buttare giù dal letto di buon mattino il povero Lunastorta e gli proposi di andare a trovare Peter. Remus accettò di buon grado e così, dopo aver salutato Selene e Lara,andammo a casa del nostro amico Codaliscia.
Quando suonammo al campanello di casa Minus, l'anziana madre di Peter ci venne ad aprire e ci accolse con gioia. Ci offrì dei pasticcini e poi sparì al piano di sopra per andare a svegliare il suo Peter.
Dopo qualche minuto Codaliscia scese in soggiorno e sembrò abbastanza stupito di vederci lì.
"Peter, amico! Come stai?" dissi io stringendogli la mano.
"B-bene. Voi come state?"
"Stiamo bene. Devi perdonarmi se non siamo venuti a trovarti prima, ma la bambina ci da un sacco da fare."
"N-non preoccupatevi. Remus sei tornato definitivamente?"
"Sì, basta vita da eremita. I malandrini sono uniti di nuovo" disse Remus sfoggiando uno di quei suoi sorrisi rassicuranti.
Peter invece appena accennò un sorriso incerto.
"Tutto bene amico? Sai che puoi sempre contare su di noi." insistetti io.
Peter sussultò quando gli dissi quelle parole e divenne rosso in volto.
"Sì davvero, sto ancora p-poco b-bene. Grazie amici."
Quando lasciammo casa Minus, io e Remus parlammo di quanto ci era apparso strano il piccolo Codaliscia, ma alla fine arrivammo alla conclusione che era solo molto spaventato per la guerra che continuava ad essere l'unica cosa costante in quel periodo.
"Senti io ora vado, devo fare una cosa" mi disse Remus mentre ci stavamo dirigendo verso casa.
"Torni vero? Selene andrebbe su tutte le furie, ed anche Lara. Non lasciarmi in minoranza."
"Torno torno. Fra un'oretta sarò già qui."
E così dicendo sparì nel buio della sera.
 
Quando Remus tornò verso l'ora di cena, con la sua solita aria trasandata e stanca, Selene tirò un sospiro di sollievo e sorrise radiosa. Forse qualcun altro sarebbe stato geloso al posto mio: l'attaccamento che Selene aveva per Remus era quasi reciproco ed era un qualcosa che all'apparenza poteva sembrare andare oltre l'amicizia. Ma avevo imparato a non farmi prendere dalla gelosia ed avevo capito perfettamente che tra Remus e Selene non poteva esserci altro che amore fraterno.
Remus entrò in salotto con le mani dietro alla schiena e con un'aria imbarazzata.
Si sedette a terra accanto al seggiolino in cui giaceva una dormiente Lara e la osservò con dolcezza.
"Dorme eh?" disse sussurrando.
"E' stata un'impresa come sempre farla addormentare.." disse Selene aggiustando il ciuffo ribelle appena phonato di Lara.
"Peccato, avevo qualcosa per lei. Vuol dire che la darò a voi."
Io e Selene ci guardammo interdetti, mentre Remus sfilava dalla sua tasca un pacchetto quadrato e ce lo porse.
"Remus perchè? Non dovevi!" protestò Selene.
"Sono il suo padrino e voglio che abbia una testimonianza del fatto che sono stato accanto a lei sin dai suoi primi momenti di vita." rispose Remus con lo sguardo basso, mentre diventava rosso come un peperone.
Selene scartò il pacchetto e all'interno vi trovammo un ciondolo dorato a forma di lupo.
"Lo so non è granchè ma..."
"E' stupendo, davvero Remus. Grazie!"
"Non fa riferimento alla mia licantropia, sapete che io odio.."
"Remus..."
"La lupa è simbolo di protezione..."
"Lunastorta..."
"Sapete la leggenda di Romolo e Remo?"
"A noi non importa nulla della tua licantropia.." iniziò a dire Selene
".. E nemmeno a Lara importa molto: puoi notarlo dalla sua faccia beata quanto se ne stia infischiando, mentre dorme accanto a te." conclusi io.
"Grazie ragazzi!"
"Grazie a te, amico mio."
 
-

Selene's POV
Il giorno del parto di Lily arrivò senza che ce ne accorgessimo e il 31 Luglio ci ritrovammo tutti riuniti al San Mungo. Tornare in quel posto, in quel reparto evocò ricordi piuttosto dolorosi; avevo passato nella stanza n°7 di quell'ospedale forse uno dei giorni più brutti della mia vita che non avrei mai potuto scordare. E mi sentivo tremendamente in colpa nel dire che il 5 Giugno era uno dei giorni peggiori della mia vita; quel giorno era nata Lara, come potevo dire e pensare una cosa del genere?! Rividi le due curatrici che mi aiutarono a partorire; le salutai per educazione, ma entrambe fecero finta di non conoscermi. Pensai che probabilmente era difficile ricordare il viso di ogni donna che partoriva lì. Mentre Lily era in travaglio, andammo a salutare Alice Paciock, che proprio il giorno prima aveva dato alla luce il suo Neville. Alice e Frank erano felici, la mamma radiosa e il papà colmo di orgoglio e di gioia.
Qualche ora dopo, sentimmo il pianto di un bambino e dopo qualche minuto James uscì dalla stanza euforico per annunciarci la nascita di suo figlio Harry.
"E' nato! Sta bene, è stupendo!"
Quando entrammo nella stanza per conoscere il piccolo Potter, trovammo Lily e James a piangere per la gioia, mentre guardavano quel miracolo chiamato Harry. Qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato questa scena, nemmeno il sognatore più fantasioso; e invece eccoli lì, un tempo due acerrimi nemici, ora genitori di un bellissimo bambino.
 
Quella sera la mia testa era più che mai affollata di ricordi e pensieri. Ripensavo al 5 Giugno: di quel giorno ricordavo ben poco, tanto ero presa dal dolore, prima, durante e dopo il parto; ma più rimuginavo e scavavo nella mia memoria, più diventavo certa di aver sentito un pianto succeduto da un altro dopo qualche minuto. Diana quindi non era nata morta come ci avevano detto: ci avevano mentito. Perchè mentirci?
"Selene a cosa pensi?" mi chiese Sirius.
"A nulla..."
"Pensi a Diana vero?"
Mi aveva scoperta, come sempre. Ero diventata prevedibile ormai.
"Mi ricordo ben poco del parto, ma sono certa di aver sentito due pianti.." dissi senza esitare.
"Io non voglio contraddirti, ma è impossibile.."
"No Sirius. Sono sicura! E' l'ultima cosa che ho sentito prima che perdessi i sensi.."
"Te lo sarai immaginato, perchè.."
"Mi stai dando della pazza forse? Sono sicura di quello che dico!"
"Puoi chiederlo a Lily e ad Andromeda se non ti fidi di me: noi abbiamo sentito solo Lara piangere. Diana è nata morta per una malformazione cardiaca.."
"Sirius non me lo sono immaginato... Sono sempre più convinta che non sia nata morta."
"Diana è morta, prima o dopo la sua nascita non importa.Questa è la realtà, Selene. Devi fartene una ragione e andare avanti per Lara."
Quelle parole così schiette e così vere furono una pugnalata al cuore.
"Selene, mi dispiace, io.." disse Sirius accarezzandomi i capelli.
Sembrava davvero dispiaciuto, ed io lo ero più di lui.
"Non ti preoccupare. Tu hai ragione, ma io non riesco a non pensarci. Non posso.."
"Anche io ci penso ogni giorno, quando vedo Lara crescere e fare progressi. Ma dobbiamo andare avanti, anche se non è facile da accettare. Insieme possiamo farcela.."
La parola insieme, così semplice ma così importante e piena di forza. Non ero sola: al mio fianco avevo un uomo meraviglioso, amici che mi volevano bene ed una splendida bambina. Potevo farcela, dovevo farcela.
 
____________________________________________________________

Quando Lucius Malfoy tornò a casa per conoscere il suo primogenito, trovò più di una sorpresa. Sua moglie Narcissa stava cullando un neonato vestito di rosa.
"Lucius, finalmente sei tornato!" disse sorridendo la donna.
"Come stai? E' andato tutto bene?" chiese preoccupato il marito, mentre con la coda dell'occhio guardava il neonato che Narcissa aveva tra le braccia.
"Tutto benissimo."
"E' una femmina?" chiese quasi deluso Lucius indicando con lo sguardo la bambina.
Poi un pianto dall'altra parte della stanza sorprese l'uomo dallo sguardo gelido.
Si alzò in piedi e nella culla vicino allo specchio c'era un altro neonato, vestito di azzurro.
"Cosa vuol dire Narcissa?" chiese disorientato.
"Che dovremo prendere un'altra culla." disse la neomamma.
Lucius prese il bambino tra le sue braccia e si sedette vicino a Narcissa.
"Com'è possibile?Tu sapevi che erano due gemelli?"
Narcissa non si aspettava tutte quelle domande da parte di suo marito, che era stato praticamente assente durante tutto il tempo della sua gravidanza. Si sentì quasi in colpa per non aver mai pensato di dirgli la verità e fu quasi tentata di rivelare tutto al marito; ma poi pensò che se Lucius avesse saputo che quella bambina non era sua figlia, non l'avrebbe mai considerata come tale. E siccome per lei Alhena era diventata automaticamente sua figlia da quando l'aveva presa tra le braccia per la prima volta, non avrebbe permesso a suo marito di trattarla come una figlia di serie B.
"No, ma lo considero come un dono. Saremo molto meno soli." disse seria, guardando negli occhi suo marito.
"Come hai pensato di chiamarli?" chiese Lucius.
Aveva lasciato alla moglie il compito di dare i nomi ai loro figli, dato che era una cosa che stava molto a cuore alla giovane donna e alla sua famiglia.
"Draco Lucius ed Alhena Narcissa. Ti piacciono?"
"Molto."
Lucius si soffermò ad osservare i suoi figli: era felice di essere diventato padre e avrebbe tanto voluto dimostrarlo a sua moglie, ma non faceva parte del suo carattere ostentare emozioni gratuitamente. Purtroppo i suoi eredi erano arrivati in un momento complicato e pieno di impegni da cui non poteva sottrarsi per nessuna ragione, nemmeno per la nascita dei suoi figli. Il Marchio Nero sul suo avambraccio bruciò e quello era il segnale che doveva lasciare di nuovo sua moglie e i suoi figli.
"Ora devi scusarmi, ma devo andare." disse Lucius con sguardo fiero.
"Ma Lucius, vai già via? Non ti importa nulla dei tuoi figli?" protestò Narcissa.
L'uomo accarezzò il viso di sua moglie con una dolcezza inaspettata.
"Se ti succede qualcosa?!" incalzò la donna più furiosa che disperata.
"Non mi succederà nulla, sarò qui da voi prima di quanto ti aspetti. Sai che non posso tirarmi indietro..."
"Sta attento..."
Lucius baciò delicatamente la moglie e andò via senza voltarsi, lasciando ancora una volta da sola Narcissa.

 
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
 
NdA: Salve a tutti! Eccomi qui con un altro capitolo. Lo so non è il massimo, era un po' difficile da scrivere dopo la grande sorpresa del capitolo precedente. Ho sparso qualche indizio qua è là... a buon intenditor. L'ultima parte l'ho dedicata appunto ai Malfoy: è un modo per vedere cosa succede e come si vive durante la guerra 'dall'altra parte'. Come vi ho già detto mi affascina il personaggio di Narcissa, anche se sappiamo poco di lei dai nostri amati libri. Quella che vi darò io ovviamente sarà una personalissima interpretazione del personaggio, cercando ovviamente di non modificarlo troppo.
Passiamo ai ringraziamenti! Grazie prima di tutto alla mia cuore di panna Claude aka _piccolo_uragano, che mi è stata di grande aiuto (come sempre) con i suoi preziosi consigli! Ringrazio anche la nuova lettrice La_Fra, e le storiche Anna in Black, _apefrizzola_ e Never_Anna! Ed ovviamente un enorme  G R A Z I E a chi legge in silenzio, se ci siete davvero però a volte battete un colpo! 


Besos

Vicky.

PS: Scusatemi per gli eventuali errori di battitura, ho ancora un braccio fuori uso! :(

 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Vicino a te ***


"Il destino mescola le carte, 
ma è l'uomo a giocare la partita."

V. Hugo

 

Sirius' POV
L'estate del 1980 fu afosa e torrida; in particolare il mese di Agosto fu il più caldo in assoluto degli ultimi trent'anni. La povera Lara si disperava per il caldo, e capitava di passare delle notti completamente insonni.
Remus aveva trovato un lavoro in una libreria babbana di Londra; Selene aveva invece deciso che non faceva per lei diventare Medimaga
*, nonostante durante i mesi della sua gravidanza avesse continuato a studiare. Era chiaro che non aveva intenzione alcuna di tornare al San Mungo; in quel posto c'erano brutti ricordi che non aveva assolutamente voglia di risvegliare. Io e Remus non eravamo d'accordo con questa sua decisone e la esortavamo a prendersi almeno il titolo.
"Ma cosa ti costa? Prova a fare l'esame per prendere il titolo! - la esortava Remus - Se non lo passerai vuol dire che era destino."
"E' inutile, Remus, non lo passerei comunque. Voglio studiare per diventare Pozionista, così potrò lavorare da casa e stare con Lara."
"A scuola hai passato troppo tempo con Mocciosus per i miei gusti.." dissi io.
Mi ricordai dei primi anni di scuola, anni passati a maledire Mocciosus e mio fratello Regulus che passavano un sacco di tempo con Lily e Selene.
"Cosa c'entra Piton, ora?" chiese nervosa Selene.
"Nulla, per fortuna. - dissi sorridendole cercando di farla calmare - Hai studiato per tutto questo tempo, era il tuo sogno diventare Medimaga, ricordi?"
Selene annuì poco convinta.
Mi avvicinai a lei e le sollevai il viso per fare in modo che mi guardasse negli occhi.
"Cosa ti succede? Dov'è la secchiona che ho conosciuto? - Selene sorrise sinceramente mentre cercava di sfuggire dal mio sguardo inquisitorio - Almeno provaci, così non avrai rimpianti."
"Va bene, farò quel maledetto esame. Siete contenti?" disse con le braccia sui fianchi.
"Molto." rispose Remus sorridendo soddisfatto.
"Questo è il modulo di partecipazione dell'esame. - le dissi porgendole il foglio - Compilalo e domani lo porterò io stesso al Ministero. Remus mi ha promesso di aiutarti con lo studio e con Lara."
"Come scusa?! Ma questo è un complotto!"
Selene era vistosamente meravigliata e anche un filino indispettita.
"Scusa, Felpato, da quanto hai tutto questa organizzazione?! E tu? - si rivolse a Remus tradita - Ti allei con lui? E il tuo lavoro?"
"Il mio lavoro può andare al diavolo - rispose Lunastorta - E poi... Ok, sono il tuo migliore amico, ma non scordarti che sono prima un Malandrino!"
Io e Remus ci scambiammo uno sguardo complice, mentre Selene alzava le mani in segno di resa.
 
-
 
Ero al Ministero a sbrigare delle carte, quando un gufo bussò al vetro della finestra dietro di me.  Dopo avergli dato qualche zellino, presi il bigliettino che teneva tra le zampe e lo lessi attentamente. Riconobbi subito la scrittura riccioluta del professor Silente: mi convocava al quartier generale dell'Ordine con estrema urgenza. Cosa era successo?
Fortunatamente il mio turno era finito e non dovetti inventarmi scuse inutili per andare via; qualche minuto dopo ero già al quartier generale, che non era altro che una vecchia casa abbandonata nel bel mezzo della campagna inglese. Proprio quando iniziai a bussare alla porta mi ricordai che non avevo avvisato Selene e Remus che sarei tornato più tardi. Ma fu proprio Selene ad aprirmi la porta con in braccio Lara che, vedendomi di fronte a lei, scoppiò in una risata felice. Un suo sorriso sdentato era in grado di farmi dimenticare di tutto, della guerra e della sofferenza che c'era in quel momento.
"Su, Sirius! Manchi solo tu!" disse Selene, esortandomi ad entrare.
Mentre entravo in casa, la piccola Lara protese le braccia verso di me ed iniziò a lamentarsi e a scalciare.
"Vuoi stare con papà?" dissi io prendendola in braccio con una vocina da idiota.
"Black, piantala. Silente ha qualcosa di importante da dirci." mi riprese Malocchio.
Nella sala non c'era tutto l'Ordine, ma solo i miei amici, Silente e Malocchio.
Selene si sedette accanto ad una angosciata Lily che teneva tra le sue braccia, con una presa estremamente protettiva, il piccolo Harry. James aveva uno sguardo perso nel vuoto, mentre Remus e Peter lo guardavano preoccupati.
Avevo visto James in quello stato solo quando erano morti i suoi genitori. Cosa stava succedendo?
"Allora, cosa è successo? Si può sapere?" dissi quasi urlando, mentre Lara mi tirava una ciocca di capelli quasi per rimproverarmi.
Il professor Silente, che fino a quel momento ci aveva dato le spalle, si girò e mi guardò severamente da sotto i suoi intramontabili occhiali a forma di mezza luna.
"Voldemort sta cercando James e Lily." disse serio, senza alcuna traccia di emozione.
"Cosa?" esclamammo quasi tutti in coro.
"Perchè cosa vuole da James e Lily?" replicai io.
Silente mi guardò ancora una volta duramente ed io mi pentii di aver parlato a sproposito di nuovo.
"Cerca Harry."
"Harry?" chiese Selene stringendo la mano di Lily.
"Sì, proprio così, Selene. Cerca Harry, e non con le migliori delle intenzioni, ovviamente."
"Perchè vuole Harry?" dissi io guardando il mio figlioccio dormire beato e non curante di tutto tra le braccia della sua mamma.
Silente respirò profondamente, si sistemò gli occhiali mentre si sedeva e ci raccontò cosa era successo.
Una sera, qualche giorno prima della nascita di Harry, Silente aveva incontrato ad Hogsmeade una certa Sibilla Cooman, aspirante docente di Divinazione e pro-pro-nipote della veggente Cassandra Cooman. Silente ci tenne a precisare quanto ritenesse inutile Divinazione ai fini dell'educazione e dell'istruzione di uno studente, ma la lontana parentela con la mitica veggente l'aveva incuriosito. Ci confessò che era sul punto di liquidare la Cooman quando successe una cosa imprevedibile.
"I suoi occhi iniziarono a roteare, dalla sua espressione pensai che fosse in una sorta di stato di trance, mi afferrò il braccio e disse:
 
Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore... 
nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese... 
l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto... 
e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive... 
il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese..."


Un silenzio glaciale piombò in quella stanza. Remus guardava smarrito James e Lily, mentre Peter si guardava i piedi imbarazzato. Moody camminava avanti e indietro con la sua gamba finta e Selene era presa dal suo solito tic alla gamba.
"Ma è solo una profezia di una mezza pazza, non ha nessun senso professore!" esclamai.
"Lo so, Sirius, hai ragione. Ma qualcuno fedele al Signore Oscuro ha sentito in parte questa profezia per poi riferirgliela."
"Chi-chi è stato?" chiese Peter titubante .
"Non è importante."
"Ma secondo quanto detto dalla profezia potrebbe essere anche il figlio dei Paciok. Anche lui potrebbe essere in pericolo." affermò Selene con voce tremante.
"E' proprio questa l'assurdità della profezia: l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale.. Ed ha fatto la sua scelta. Neville è al sicuro."
Lily ormai era in lacrime e cercava di nascondersi tra i suoi capelli rossi, mentre James tremava per la rabbia.
"I Potter vanno protetti, e voi, essendo loro amici fidati, avrete un ruolo importante in questo." aggiunse l'anziano mago.
"L'incanto Fidelius è l'unica soluzione." sentenziò Malocchio con il suo solito tono imperativo.
"Sì, è l'unica soluzione - ammise Silente - Per oggi rimarrete qui, sarete al sicuro. Ma poi dovremo fare come dice Alastor: La spia potrebbe riferire tutto e sarebbe fin troppo facile trovarli."
"Mi offro io come Custode Segreto." dissi sicuro.
"Bene. Per oggi è tutto."

Rimanemmo fino a tardi per fare compagnia a James e Lily. Ma non c'era modo di rassicurarli e tranquillizarli : era impossibile essere sereni in una situazione del genere. Pensai quanto fosse ingiusto e semplicemente da codardi desiderare di uccidere un bambino di pochi mesi; era in questa sua codardia che consisteva la grande potenza del Signore Oscuro?
James era seduto in cucina, di fronte al camino a fumare una sigaretta. Da quando aveva saputo che Lily era incinta aveva smesso di fumare, come me. Ma si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
"Vuoi una sigaretta?" mi chiese mentre fissava il fuoco scoppiettante.
"Perchè no?!" dissi io fingendomi disinvolto.
"Sirius io ti ringrazio, ma non devi metterti in pericolo per noi. Ce la possiamo cavare.- disse Ramoso guardandomi negli occhi per la prima volta quella sera - tu hai una figlia ed hai promesso a Selene di sposarla.."
"Tu sei come un fratello per me, non chiedermi di non aiutarti, perchè sai che farò l'esatto contrario."
James si sforzò di sorridere mentre dal suo naso usciva il fumo.
"Grazie, amico mio." disse poi sincero.
"Non devi nemmeno dirlo. Rimarremo uniti come sempre, nella buona e nella cattiva sorte."
"Non siamo sposati dopo che hai detto 'sta stronzata vero?! Perchè fratello sì, ma non ti vorrei mai come marito." scherzò Ramoso fingendosi schifato.
"Guarda che saremmo una bellissima coppia. E poi io sono Sirius Black, ricordi? Il più bello e desiderato della scuola. Non sai che ti perdi, bello." dissi scherzando mentre attorcigliavo una ciocca di capelli attorno al dito.
"Black, hai finito di fare il cretino?" la voce di Selene mi fece raggelare il sangue.
Lily rideva a causa delle cose che avevo appena detto a suo marito ed improvvisamente mi sentii molto meno stupido: ero riuscito a farla ridere.
 
Quando tornammo a casa, la prima cosa che feci fu adagiare nella culla la piccola Lara; Selene camminava nervosamente nel salotto, mentre Remus si massaggiava le tempie.
Mi sedetti sulla mia amata poltrona pensando a ciò che ci aspettava e Selene, al rumore dei piedini scricchiolanti della poltrona, si voltò di scatto.
"E' troppo scontato."
"Cosa?"
"Non ci metteranno nulla a capire che sei tu il custode segreto; verranno qui, ti tortureranno fino alla pazzia o ti uccideranno, se saranno clementi." disse Selene presa dall'ansia.
"Selene ha ragione, posso farlo io. Non ho nessuno, è la scelta più sensata." disse Remus.
Selene guardò minacciosamente il povero Lunastorta che fece un passo indietro, come per togliersi dal suo campo visivo.
"Anche tu sei una scelta scontata."
"Selene, non importa che sia una scelta scontata o meno, l'importante è che sia una persona fidata, ed io morirei pur di proteggere James e Lily." dissi sicuro.
Selene rabbrividì quando pronunciai la parola morirei, i suoi occhi trasudavano preoccupazione; si sedette su una poltrona ed iniziò a torturare i suoi capelli lunghi.
"Allora perchè non io? Non ti fidi di me?" esclamò allargando le braccia.
Remus la guardò, fece spallucce e andò via, capendo che avevamo bisogno di stare soli.
"Non essere stupida. Tu non combatti da mesi, sei fuori allenamento; sarebbe troppo pericoloso."
Mi alzai dalla mia poltrona e mi accovacciai di fronte a Selene per guardarla negli occhi.
"So quello che stai pensando. Sta tranquilla, non succederà nulla. Te lo prometto."
"Non fare promesse che non puoi mantenere, Black." mi disse lei con gli occhi colmi di lacrime.
"Invece posso mantenerle, fidati di me."
"Non si tratta di fidarmi di te, Sirius... Lo sai."
"Lo faccio per Lily e James, per Harry..." cercai di giustificarmi.
"Lo so Sirius, è ammirevole il tuo coraggio. Io farei lo stesso, sono anche i miei amici... Ma non posso non avere paura per te, e non chiedermi di essere forte e coraggiosa. - disse spostandomi e alzandosi in piedi - Il cappello parlante ha sbagliato tutto con me."
"Sei tu che ti sbagli." le dissi baciandole la guancia.
 
Quella notte non chiusi occhio, un po' per il pianto continuo di Lara e un po' per i pensieri che mi frullavano per la testa. Non potevo credere che ciò stava accadendo; non poteva essere vero, non a James, mio compagno di avventure, mio fratello, non a Lily, al mio figlioccio. Avrei fatto qualsiasi cosa per proteggerli: a James dovevo molto. Mi aveva accolto nella sua famiglia, dando quasi per scontato che io sarei andato a stare da lui; mi aveva regalato una nuova vita, una nuova famiglia, dei genitori migliori dei miei, senza chiedere nulla in cambio. Dovevo proteggerlo ora, proprio come i suoi genitori avevano fatto con me.
Ma Selene aveva ragione: sarebbe stato troppo scontato nominarmi Custode Segreto, non ci avrebbero messo niente a scoprirlo: la forte amizia che c'era tra me e James era nota a tutti.
Ma cosa potevo fare? Remus era un'altra scelta scontata, sebbene ci potessimo fidare ciecamente di lui. Di chiedere aiuto a qualcun altro dell'Ordine era fuori discussione: la spia era ancora in circolazione e non avevamo ancora capito chi fosse. Nella mia mente si materializzò un'immagine, quella foto che avevamo fatto l'anno scorso con tutto l'Ordine al completo. Mentalmente focalizzavo la mia attenzione su ogni viso ritratto nella foto, per poi soffermarmi su Peter.
Peter.
Peter sarebbe stata la persona perfetta: era nostro amico fidato e Voldemort non avrebbe mai sospettato di lui; mi dispiaceva pensarlo, ma Peter non era il più abile dei maghi e Voldemort avrebbe pensato che solo degli sciocchi avrebbero potuto nominarlo come Custode Segreto.
Era un'idea stupida, ma geniale!
Al mio fianco Selene dormiva e si muoveva in modo agitato: era sicuramente presa da uno dei suoi numerosi incubi di cui io ero sicuramene uno dei protagonisti. Fui quasi tentato di svegliarla e vantarmi con lei dell'idea geniale che avevo appena avuto: sarebbe stata sicuramente più tranquilla e soprattutto si sarebbe mangiata le mani ed avrebbe detto "Ma certo come non ho potuto pensarci?".
Ma se si fosse sparsa in giro la voce che Peter era il Custode Segreto, tutto sarebbe andato a monte. Dovevo dire una bugia a Selene, una bugia a fin di bene. Una bugia bianca, come diceva Dora.
Tutti avrebbero continuato a  pensare che ero io il Custode Segreto.
Ma allo stesso tempo Peter andava protetto e dovevo trovare un modo per tenerlo sotto controllo.
Le mie palpebre però iniziarono a fare fatica a rimanere aperte e dovetti rimandare le mie decisioni al giorno dopo.
 
-
 
Selene's POV
Erano passati tre mesi da quando Lily, James e Harry vivevano nascosti, protetti dall'Incanto Fidelius di cui Sirius era il Custode Segreto.
In quei tre mesi non c'erano state parecchie novità. Avevo finalmente ottenuto il titolo da Medimago e potevo ufficialmente lavorare al San Mungo. Ma non era ciò che volevo. Stare con Sirius, Lara, Remus; andare a trovare Lily con permessi speciali e vedere Harry e Lara giocare insieme; osservare Sirius scherzare e giocare come sempre con James e vederli ridere come due ragazzini; questo era ciò che desideravo. In un periodo come quello mi sembrava superfluo soddisfare le mie ambizioni da donna emancipata e andare a lavorare.
Casa Brandon-Black era diventata sempre più affollata: al nostro strambo nucleo familiare si era aggiunto anche Peter. Sirius aveva insistito affinchè venisse a stare con noi, diceva che con i suoi amici attorno si sentiva più sicuro e non riuscii a dirgli di no, come sempre. Dopo tutto Peter non dava molto fastidio: se ne stava sempre zitto in un angolino della stanza e dava solo un po' più da fare al povero Elmo in cucina. Ma mi sembrava inquieto; sembrava avesse paura che potesse succedere qualcosa e non si sentiva affatto al sicuro.
 
In un'uggiosa giornata di Novembre, mi trovavo proprio a Godric's Hollows da Lily e James.
Harry e Lara erano nel box colorato e si rubavano a vicenda i pupazzi. A volte si scambiavano sorrisi, altre scoppiavano a piangere perchè uno dei due aveva scagliato un pupazzo contro l'altra.
"Non è proprio come avevo immaginato, ma è bello lo stesso, vero Selene?" disse Lily guardando suo figlio e Lara con occhi sognanti.
"Sì... Ti ricordi quella sera vicino al Tower Bridge?" chiesi io.
"Io dissi che saremmo andati lì con i nostri figli un giorno.."
"Beh, un giorno ci andremo Lils. Facciamo crescere questi marmocchi!"
Gli occhi verdi e pieni di vita di Lily si spensero; si alzò dalla poltrona per raccogliere i pupazzi che Lara e Harry avevano scaraventato fuori dal box.
"Lily, tutto bene?" chiesi, anche se sapevo già la risposta.
"James non ce la fa più, si sente in trappola. - disse Lily guardando suo marito e Sirius nell'altra stanza che ridevano e scherzavano, sotto lo sguardo divertito di Remus e Peter - Ed io ho paura. Ho dei brutti presentimenti."
Due grosse lacrime rigarono le guancia rosee di Lily.
Tutti i miei problemi ora mi sembravano minuscoli in confronto a quelli di Lily e mi reputavo quasi fortunata. Non doveva essere facile trattenere James dal commettere follie, restare chiusi in casa fuori dal mondo e da tutti e vivere con l'ansia ogni giorno.
"Lily, lo so, è una situazione difficile. Ma ce la faremo, vedrai."
 
Il terrore dilagava in tutta l'Inghilterra a causa dell'ascesa di Lord Voldemort e la famiglia che fino ad allora aveva abitato la villa in cui ero cresicuta decisero di lasciare il paese e fuggire il più lontano possibile.
"Sarà difficile riuscire ad affittarla di nuovo." constatò Remus quando apprese la notizia.
"Già, sarebbe come cercare di vendere il ghiaccio agli eschimesi." aggiunse Sirius.
"Okay ragazzi ho capito! - esclamai rassegnata - Eppure è una casa sicura.. in campagna, con tutti gli incantesimi di protezione possibili."
"Non sei mai stata a casa dei miei." pensò a voce alta Felpato.
Doveva essere stato un vero incubo per Sirius quella casa. Invece per me Villa Brandon era la casa in cui ero cresciuta avvolta dall'amore dei miei genitori; dopo tanto tempo ricordarli  non faceva poi così male. Anzi, ricordarli era come medicare delle ferite: all'inizio faceva male ma poi dava sollievo.
"Perchè non ci trasferiamo lì?" azzardai.
"Cosa?" chiesero in coro Remus e Sirius, mentre Peter mangiava una ciambella.
Lara nel frattempo batteva in modo scordinato le mani divertita.
"Lì sarebbe più sicuro, per me, per Lara... e poi potremmo riprendere le vecchie abitudini da Malandrini." dissi sfoggiando uno sguardo eloquente a Felpato e Lunastorta.
Remus si grattò la barba incolta imbarazzato e disse "Come volete voi... Io potrei andare anche a casa dei miei."
"Scordatelo! - intervenne subito Sirius - Per me va bene, ma tu sei sicura Selene?!"
"Sì. Sicurissima."
"Allora si cambia casa, amici!"
 
E così il giorno dopo mandammo il povero Elmo a pulire e a mettere ordine, e dopo qualche giorno eravamo già a villa Brandon.
Lara inizialmente sembrò spaesata e si ambientò lentamente nella grande casa in cui ero cresciuta. La casa era rimasta la stessa: accogliente e luminosa come sempre.
Io e Sirius occupammo la stanza dei miei genitori: Elmo l'aveva messa a posto proprio come l'avevano lasciata loro. Sul comodino di mio padre c'era un libro di letteratura latina, mentre su quello di mia madre un libro di pozioni. Remus occupò la mia vecchia stanza, mentre Peter la stanza che era stata assegnata a Sirius qualche anno prima.
Era bello in un certo senso sentirsi a casa e mi piaceva l'idea che Lara crescesse nella stessa casa in cui ero cresciuta io. Ero stata bene a Londra, ma vivere in quella casa era tutta un'altra cosa: vedere gli alberi, i campi in fiore, poter prendere una boccata d'aria pulita, sentire il rumore dei grilli la sera mentre si poteva godere di una splendida visuale delle stelle che brillavano alte nel cielo scuro. Tutto ciò mi era mancato terribilmente.
 
Una mattina quando mi svegliai, trovai l'altro lato del letto vuoto e anche Lara non c'era nella sua culla. Presa dal panico scesi di corsa le scale, per poi riprendere fiato quando vidi Sirius seduto al pianoforte con Lara sulle sue gambe.
"On the day that you were born the angels got together
And decided to create a dream come true
So they sprinkled moon dust in your hair
Of golden starlight in your eyes of blueeeeee
That is why all the boys in town
Follow you
All arooound
Just like me, they long to be
Close to you"
Sirius sembrava quasi impazzito: cantava a squarciagola accompagnandosi con qualche nota stonata al pianoforte, mentre Lara interferiva divertendosi a premere qualche tasto a caso con le sue manine minuscole.Era una scena bellissima e dovevo assolutamente immortalarla.
"Accio macchina fotografica" dissi agitando la bacchetta.
Presi al volo l'oggetto e fotografai i due Black; Sirius si accorse che li stavo fotografando e decise di mettersi  in posa. Lara però non ne voleva sapere di guardare nella mia direzione e fui costretta a creare una libellula di carta e a farla volare proprio accanto alla mia testa. La piccola guardava la libellula incantata e alternava momenti di stupore a momenti di risate. Era bellissima quando sorrideva e Sirius impazziva. Ed era proprio uno di questi momenti che era in grado di scacciare via dalla mia testa tutti quei brutti pensieri.
Sirius mi venne incontro, mentre Lara rimaneva aggrappata alle sue spalle, e mi abbracciò.
"Vedrai, quando tutto questo sarà finito, ti sposerò e saremo una vera famiglia." mi sussurrò.
"Ma lo siamo già, Felpato."
 

_____________________________________________________________________________

NdA: Salve miei cari! Lo so, a qualcuno di voi avevo detto che avrei pubblicato ieri. In realtà l'avrei potuto fare, ma avendo due fratelli come Fred e George la mia vita è imprevedibile.
Allora. Forse non sarà stato uno dei miei soliti capitoli pieni di colpi di scena e di eventi, però succede qualcosa di importante, il fatto cruciale e quindi ho preferito concentrarmi sulla questione profezia e non aggiungere altro, se no sarebbe stato un pout-purri senza senso. 
Sirius vi sarà sembrato un tantino stupido alla luce di ciò che accadrà, però è Sirius: lui crede nell'amicizia e si fida ciecamente dei suoi amici. Anche di quel lurido verme di Minus. Tra parentesi: volevo inserirlo nella foto che ho messo all'inizio ma rovinava tutto. :3 (Scusa Timothy Spall)
La canzone che ho fatto cantare a Sirius alla fine l'ho ascoltata la prima volta quando ho visto il film "Padri e Figlie" con Russel Crowe. Dire che ho pianto è dire poco. C'è una scena in cui padre e figlia la cantano insieme ed è tenerissima, davvero. Non ho resistito e l'ho inserita nella mia storia.
Questo è il video nel caso qualcuno volesse vederlo, e vi consiglio caldamente di vedere il film, io lo adoro. 
https://www.youtube.com/watch?v=b88NpWTzGIo

Per quanto riguarda la questione *Medimaga, sono stata a lungo indecisa: secondo voi è corretto come termine o sarebbe meglio Medistrega? LOL *problemiinutilimodeon*
Beh detto ciò passiamo ai ringraziamenti. Grazie a:
Piccolo_Uragano_ che non smetterò mai di ringraziare; la dolcissima _apefrizzola_; e la new entry 18Ginny18; ovviamente ringrazio anche chi in questo momento sta leggendo queste parole. Ribadisco: se ci siete davvero scrivetemi. :)

Mil besos a todos

Vicky.

PS: perdonatemi come sempre per qualche eventuale errore: ho scritto questo capitolo di notte (sono rimasta sveglia per l'intera notte per una visita medica), e la mia condizione era praticamente questa.
 
 Voi mi direte perchè non l'hai controllato? L'ho fatto. Ma sto ancora mezza rimabambita, quindi, ehm scusatemi.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Una finestra sul passato ***


Alle mie adorate lettrici
Che mi sostengono
e sono fonte
della mia ispirazione
Lucius osservava con il ghigno altezzoso che lo contraddistingueva i suoi eredi mentre dormivano beatamente; avevano già sei mesi e lui aveva passato pochissimo tempo con loro. Nella culla blu Draco dormiva composto, con i suoi capelli folti, biondi e lisci come quelli di suo padre; nella culla affianco di colore rosa, giaceva, invece, la piccola Alhena con la copertina attorcigliata attorno alle sue gambe e i suoi capelli biondi, ricci e ribelli, scompigliati come sempre. Narcissa poggiò una mano sulla spalla di suo marito e si mise a contemplare con lui i suoi figli.
"Sono bellissimi, vero? Draco è identico a te.." ammise la donna innamorata dei suoi gemellini e di suo marito.
Lucius annuì impercettibilmente; il suo sguardo era fermo sulla culla rosa.
"Da chi ha preso quei capelli ricci Alhena?" chiese a sua moglie.
Narcissa in quel momento si sentì il cuore in gola; possibile che Lucius avesse qualche sospetto? Era impossibile, i bambini potevano benissimo passare per fratelli nonostante i capelli ribelli di Alhena.
"Nella mia famiglia hanno i capelli ricci, ho sempre invidiato i capelli di Bella e di Andromeda.."
"Le danno un'aria disordinata." sentenziò Lucius.
"E' solo una bambina di sei mesi, Lucius..." disse sorridendo Narcissa.
L'uomo annuì, lanciò un ultimo sguardo fugace sui bambini e andò via, seguito da sua moglie.
Era ora di cena, e l'elfo domestico di casa Malfoy aspettava con ansia di servire i suoi padroni.
Il lungo tavolo da pranzo sembrava quasi messo lì a posta per tenere lontani i due giovani sposi, seduti ai capi opposti. L'elfo servì la cena e nella stanza calò un silenzio quasi imbarazzante, uno di quei silenzi che Narcissa non poteva sopportare. Possibile che suo marito fosse così freddo con lei? Da quando la guerra era entrata nel vivo, Lucius, tanto preso dal desiderio di diventare il seguace più fedele del Signore Oscuro, era diventato distante. Aveva pensato che con la nascita dei loro figli tutto sarebbe cambiato, ma diventava sempre più convinta che solo con la fine di questa maledetta guerra, suo marito sarebbe tornato quello di prima. Non che Lucius fosse stato mai particolarmente affettuoso e cerimonioso; nemmeno Narcissa amava esternare i suoi sentimenti, ma con suo marito era diverso. Narcissa e Lucius non si erano sposati per compiacere i loro genitori che desideravano un matrimonio combinato, un matrimonio giusto, con il fine di mandare avanti le vecchie tradizioni di famiglia. Loro due si erano conosciuti a scuola, si erano innamarati e il loro matrimonio era stato approvato da entrambe le famiglie. Due purosangue innamorati: strano a dirsi. Narcissa si sentiva fortunata paragonandosi a sua sorella Bellatrix, che aveva sposato Rodolphus Lestrange con leggerezza, come se fosse normale sposare una persona che non si ama e che si non conosce. Per Narcissa e Lucius era diverso, loro due erano legati da un profondo legame che, purtroppo, in quel periodo sembrava non fosse mai esistito.
"Ho fisto tua sorella Bellatrix." disse Lucius mentre sorseggiava del vino elfico.
"Ormai vedi più tua cognata che tua moglie.." rispose amara Narcissa.
"Smettila Narcissa."
Il tono di voce di Lucius era così severo che il sangue puro di Narcissa si gelò nelle sue vene.
"Se la vedi di nuovo chiedile di venirmi a trovare quando può. Vorrei presentarle i suoi nipoti."
"Sarà fatto."
 
Il mattino dopo i coniugi furono svegliati dal pianto disperato di uno dei gemelli. Lucius, vedendo che sua moglie stentava ad aprire gli occhi, decise di alzarsi per tranquillizare uno dei suoi figli. Alhena si dimenava nella sua culla e piangeva disperata alla ricerca di sua madre. L'uomo, che portava sulla spalla  una lunga coda di capelli biondi, guardò la bambina indeciso sul da farsi; se avesse continuato a piangere avrebbe svegliato anche Draco, che invece dormiva tranquillo. Lucius così si convinse a prendere in braccio Alhena e la bimba subito si calmò, tanto era intenta ad osservare l'uomo di fronte a lei con i suoi occhioni grigi. Quello sguardo curioso e impertinente quasi indispettì Lucius, ma non appena comparve un sorriso su quel piccolo viso, non potè far a meno di sorridere anche lui. Si sedette con Alhena tra le sue braccia sul letto; Narcissa si era svegliata nel frattempo e guardava rapita suo marito e sua figlia sorridere.
"Credo che lei ci darà del filo da torcere.." ammise Lucius con un piccolo sorriso appena accennato sulle labbra e gli occhi fissi su sua figlia.
"Lo penso anche io."
 
-
 
Qualche giorno dopo casa Malfoy fu invasa dall'esuberante presenza di Bellatrix Lestrange.
"Cissy, che bello vederti!" disse la strega con voce squillante.
Era vestita di nero dalla testa ai piedi, un bustino di pelle le stringeva in modo esagerato la vita e i suoi capelli ricci e neri, raccolti con grande maestria in un'acconciatura, fluttuavano attorno al suo viso candido. Gli occhi neri di Bellatrix scrutarono con arroganza la sorella.
"Bella, sono contenta che tu sia venuta a trovarmi."
"Sì, sì.. - disse con sufficienza la signora Lestrange - Cosa volevi dirmi?"
Narcissa guardò con stupore sua sorella che sembrava non vedere l'ora di correre dal suo Signore Oscuro.
"Veramente io..." iniziò a dire Cissy imbarazzata.
"O volevi farmi vedere qualcosa?"
La minore delle sorelle guardò arrabbiata l'altra e se non fosse stata sua sorella l'avrebbe volentieri incenerita con il potere di un suo sguardo.
"Dai, sto scherzando Cissy - disse Bellatrix ridendo sguaiatamente - Come stanno i marmocchi?"
Alla fine le due sorelle Black si ritrovarono nella stanza dei bambini, dove Draco e Alhena, sotto gli occhi stanchi e allo stesso tempo attenti dell'elfo domestico, giocavano e ridevano tra loro.
"Che mostriciattoli." commentò la maggiore con un po' di disprezzo..
"Bella!" la rimproverò Narcissa ridendo.
Sua sorella non aveva mai avuto uno spiccato istinto materno; non era come tutte le giovani donne con il sogno del vero amore, l'ambizione di avere una bella famiglia e dei figli. No, Bellatrix aveva come suo unico obiettivo quello di essere la più leale e fedele seguace di Voldemort e avrebbe dedicato tutta la sua vita a lui.
"Ultimamente tutti si mettono a fare figli.. " commentò sarcastica Bellatrix.
"A chi ti riferisci?" chiese curiosa Narcissa.
"Ai Paciock, al nostro amato cuginetto Sirius, ai Potter... Anche se dubito che continueranno ad essere genitori ancora per molto tempo."disse Bellatrix con un ghigno maligno.
"Me l'ha detto Lucius..."
Bellatrix guardò negli occhi sua sorella e Narcissa fu sicura che sua sorella stava per tentare di leggerle nella mente; si sforzò di bloccare l'intrusione e proteggere i suoi pensieri. Bellatrix doveva sapere che proprio grazie a lei Narcissa era diventata un'abile occlumante.
"Perchè nascondi i tuoi pensieri a tua sorella, Cissy?" disse la maggiore adirata.
Nel suo tono di voce c'era tutto tranne che dolcezza e comprensione. Bellatrix sapeva che la sorella non era pienamente d'accordo con ciò che facevano lei e Lucius; Narcissa, nonostante fosse legata all'idea di purezza del sangue e disprezzasse profondamente i babbani, si era sempre rifiutata categoricamente di diventare una Mangiamorte e di portare sul suo candido avambraccio il Marchio Nero e questo Bellatrix non l'aveva mai accettato. Ma era l'unica sorella che le era rimasta, da quando quella traditrice di Andromeda aveva sposato un Nato Babbano.
"E così Sirius ha avuto una figlia assieme alla Brandon?" disse con odio Narcissa, cercando di spostare l'obiettivo dell'ira di sua sorella su suo cugino.
Suo cugino Sirius, l'ultimo erede Black che era rimasto, non faceva altro che infangare il loro buon nome e la loro tradizione.
"Già - rispose amareggiata e furiosa allo stesso tempo Bellatrix - Ma qualcosa gli  è andata male finalmente.. Aspettavano due gemelle, una è morta appena nata."
Bellatrix sembrava sinceramente contenta, mentre Narcissa, nonostante l'odio che provasse per suo cugino era grande, pensava che doveva essere una cosa orribile perdere un figlio appena nato. Mentre pensava, alzò lo sguardo e vide i suoi bambini pieni di salute giocare e litigare tra loro e subito si sentì più serena.
 

*************************************************
 
 
 
Selene's POV
A Villa Brandon la vita scorreva piacevolmente, o quasi. Più passava il tempo e più Peter diventava inquieto e ansioso; Sirius faceva il possibile per rassicurarlo, e a volte li vedevo parlare in disparte, come se mi stessero nascondendo qualcosa.
"Cosa stanno confabulando quei due?" chiesi a Remus guardando con aria sospettosa Codaliscia e Felpato che camminavano in giardino.
"Non ne ho la più pallida idea.." mi rispose Lunastorta.
Guardai in volto Remus: aveva un'aria emaciata, il viso era scarno e pallido e le sue cicatrici rosse erano ancora di più in primo piano. Spostai il mio sguardo da Remus al calendario: fra qualche giorno ci sarebbe stata la luna piena.
Lara, con al braccino il ciondolo regalatole dal suo padrino, teneva il biberon da sola con le sue manine e beveva il latte avidamente; Sirius e Peter rientrarono in casa sorridenti ed io morivo dalla voglia di sapere cosa si erano appena detti.
"Tutto bene?" chiesi nel vano tentativo che uno dei due mi dicesse qualcosa.
Peter annuì timidamente come al solito, mentre Sirius mi fece l'occhiolino.
Nel frattempo Lara si era sporcata tutta di latte ed io sospirai: l'avevo appena cambiata ed era già sporca! Sirius notò la mia espressione disperata e disse che ci avrebbe pensato lui; prese la piccola in braccio e la portò al piano superiore per cambiarla. Peter si accomdò in salone ed accese la Tv, come faceva ormai ogni giorno. La sua giornata era così suddivisa: colazione, tv, pranzo, tv, cena, tv, nanna. Persino Lara - una bambina di sei mesi - aveva una giornata più varia di lui.
Quando Sirius scese di nuovo in soggiorno, portava Lara vestita con la sua tutina preferita, che aveva allargato con un incantesimo per permetterle di indossarla ancora. Si sedette di fronte a Remus ed osservò anche lui il calendario.
"Stai bene Lunastorta?" chiese Sirius preoccupato all'amico.
"Sono stato meglio." rispose il nostro amico tossendo.
"Sarai di nuovo in compagnia, Remus. - dissi sorridendogli - Peter e Sirius ti faranno compagnia come ai vecchi tempi."
Il viso di Sirius si illuminò per poi spegnersi dopo qualche secondo, mentre Peter sussultò sul divano.
"Se solo potesse esserci anche James.." aggiunse Remus malinconico.
"Selene, penso dovresti andare tu con lui." dichiarò Sirius, mentre Lara giocava come al solito con i suoi capelli.
"Perchè? Non vuoi andarci tu?"
Sirius si voltò a guardare Peter e sospirò.
"E' meglio che io rimanga con Lara, se dovessero attaccarci io sono più allenato di te a combattere. Peter mi farà da spalla."
Sì, certo. Peter da spalla; molto utile e allenata una persona che guarda la televisione dalla mattina alla sera.
Ribollivo di rabbia.
"Hai scocciato con questa storia che sono fuori allenamento! Non puoi tenermi rinchiusa in una campana di vetro per sempre!" dissi arrabbiata.
Lara che fino ad allora rideva divertita si imbronciò sentendo la mia voce aspra. Sirius si alzò in piedi e passò la bambina a Remus, che nel frattempo ci guardava con un'espressione interrogativa.
"Lo faccio per proteggerti, Selene!" ringhiò Sirius.
"Sono sicura che c'è dell'altro sotto! Qualcosa che non puoi dirmi."
Ero furiosa: c'era qualcosa che Sirius mi stava nascondendo e non sopportavo non sapere.E soprattutto odiavo le bugie.
"Questa è impazzitaTu sei impazzita!" esclamò Sirius guardando Remus e facendo spallucce.
Ed io non ci vidi più: involontariamente la mia mano colpì rumorosamente la guancia di Sirius, il cui sguardo trasudava ira e incredulità.
Lara scoppiò a piangere e Remus le tappò le orecchie e le coprì gli occhi prevedendo la reazione del suo amico. Ma non accadde nulla: Sirius mi fissava incredulo e arrabbiato, sembrava davvero senza parole. Io mi ero già pentita di avergli dato quello schiaffone davanti ai suoi amici e a Lara, per di più senza un vero motivo, ma solo sulla base di un sospetto. Non potevo più sostenere il suo sguardo, così andai nell'ingresso, presi il mio impermeabile e corsi via verso le scuderie. Avevo bisogno di fare una bella cavalcata, di respirare aria fresca.
 
 
Sirius' POV
"Ma cosa l'è preso?" chiesi stupito a Remus.
"Non lo so, avrà le sue cose." rispose il mio amico mentre cercava di tranquillizzare Lara in preda ad un pianto disperato.
La bambina era tutta rossa in viso, piangeva, strillava e scalciava. La presi in braccio nel vano tentativo di farla smettere, ma lei continua ad urlare come una piccola mandragola, tanto che Peter si tappò le orecchie con le mani.
"Avrà fame?" chiese Remus preso dal panico quanto me.
"No, ha appena mangiato! Forse ha il pannolino sporco.."
Così la sollevai per constatare se ci fosse qualche odorino spiacevole.
"Proviamo a cambiarle il pannolino." affermai.
"Sei sicuro di esserne in grado?" ridacchio Lunastorta.
"Sono sei mesi che cambio pannolini a questa birbante - dissi facendo il solletico a Lara che sembrava essere ancora più infastidita - E dai, amoruccio, non piangere!"
Il pannolino era asciutto e pulito: fatica sprecata.
"Forse ha sonno, prova a cantarle una ninna nanna." propose Remus.
Iniziai a cantare ma il risultato fu disastroso: iniziò a piangere ancora più forte e stavo per incominciare a piangere anche io con lei per la disperazione.
"Vado a chiamare Selene, solo lei sa come calmarla!"
"NO! Tu non vai da nessuna parte! - dissi furibondo a Remus - Devo dimostrare che me la so cavare anche senza di lei."
"Ma certo lasciamo piangere Lara finchè non si addormenterà per lo sfinimento. Molto maturo da parte tua, Felpato."
 
La povera Lara continuò a lamentarsi e a piagnucolare, anche se ormai le forze la stavano abbandonando. Io e Remus continuavamo a controllarle il pannolino, fare vocine e faccine stupide nel vano tentavio di farla smettere, improvvisammo una scenetta con i suoi pupazzi, ma Lara continuava a piangere imperterrita. Proprio quando ormai mi ero abituato al suo pianto ed era diventato quasi un sottofondo piacevole, Selene entrò in casa e sentendo nostra figlia piangere si avventò su di me e prese tra le sue bracca Lara che incominciò già a calmarsi solo guardando il viso di sua madre.
"Da quanto sta piangendo?"
"Da poco." mentii spudoratamente.
"Da un'ora ininterottamente." disse Remus.
Selene mi guardò in cagnesco e portò in camera da letto Lara.
Decisi di non seguirla perchè probabilmente mi avrebbe sbranato in un sol boccone.
 
Dopo un'ora Selene non era ancora scesa giù; il sole era già scomparso dietro le colline del Devonshire ed io iniziavo ad essere preoccupato. Così decisi di salire al piano di sopra per accertarmi che tutto andasse bene.
Bussai silenziosamente alla porta e sentii Selene che cantava una melodia dolcissima; non ricevetti alcuna risposta, ma la porta era socchiusa e senza fare rumore la aprii un po' di più. Lara era sdraiata al centro del grande lettone matrimoniale e Selene, al suo fianco, le accarezzava i riccioli scuri che la piccola aveva ereditato da me. Remus aveva ragione. Lara, mentre dormiva, sembrava il ritratto della felicità e della serenità e non era di certo per merito mio.
Quando notai che Selene si stava alzando dal letto per andare nel bagno adiacente, mi nascosi dietro la porta per non essere notato e scesi al piano di sotto.
Lunastorta mi aspettava preoccupato seduto sulle scale.
"Allora che aveva?"
"Non lo so, ma ora sta decisamente meglio. Dorme come un angioletto."
Remus sorrise ed insieme raggiungemmo Peter sul divano che guardava un programma di cucina.
 
Dopo un'ora Selene era in cucina a preparare la pappa per Lara che sembrava rinata dopo quel sonnellino. La bimba battè le mani entusiasta quando sua madre le mise davanti il piattino con la sua pappa, e Remus seduto affianco a me sul divano mi diede una gomitata invitandomi con un movimento della tesa ad andare in sala da pranzo.
Così mi sedetti di fronte al seggiolino su cui era seduta Lara, che, al posto di mangiare, inzuppava le mani nella minestrina divertita; Selene invece cercava di imboccarla ma con scarsi risultati. Poi mi guardò negli occhi e sospirò, accennando un piccolo sorriso.
"Le stanno spuntando i primi dentini, per questo piangeva." sussurrò Selene mentre sorrideva sognante.
"Di già?" chiesi stupito.
"Sì, forse non te ne sei reso conto, ma ha già sei mesi.."
"Fra poco si sposa e diventeremo nonni. Che amarezza.."
Selene mise una mano sulla bocca per controllare le risate tentendo lo sguardo basso sulla minestrina che Lara non voleva mangiare.
A cena eravamo tutti silenziosi, eccetto Lara che continuava a giocare e a ridere, mostrando le sue guanciotte paffute e rosee. Selene evitava il mio sguardo, non aveva voglia di parlare, era inutile insistere.
 
Quando salii in camera dopo cena, Lara dormiva già nella sua culla beatamente e Selene, seduta alla scrivania leggeva e sottolineava un libro di pozioni; appena mi vide entrare, si alzò di scatto e mi abbracciò.
"Mi dispiace per oggi pomeriggio."
"Non ti preoccupare gattina - le sussurai nell'orecchio mentre ci tenevamo ancora stretti uno all'altra - Sei un po' pazzerella però."
Selene mi diede una sberla sulla nuca.
"Tu mi nascondi qualcosa! Ne sono sicura.."
"Uffaaa, non ti nascondo nulla!" mentii spudoratamente.
"Allora perchè quando devi parlare con Peter lo fai sempre lontano da me?"
"Sei noiosa quando fai così."
"E tu sei un bugiardo."
"Senti, perchè restiamo abbracciati se stiamo litigando?"
"Perchè a me piace così."
 
-
 
Nei giorni seguenti Lara continuò a darci filo da torcere con i suoi dentini; era inappetente e aveva perso peso. A volte nemmeno Selene sapeva come farla smettere di piangere.
"Ho un'idea! - esclamai attirando l'attenzione di tutti - Ehi, Lara, guarda papà!"
La piccola  mi fissò con i suoi occhioni grigi ancora gonfi di lacrime. In un secondo ero diventato Felpato e Lara smise di piangere, rimase in silenzio e mi guardava con occhi spalancati.
Selene la prese in braccio e la avvicinò al mio muso canino.
"Ehi Lara, dov'è papà?" le chiese.
La poverina si guardò attorno e vedendo solo un grosso cane nero al posto di suo padre, scoppiò di nuovo in lacrime. Così ripresi le mie meravigliose sembianze umane e presi la manina di mia figlia.
"Ehi, patatina, sono qui!"
"Vedi papà? Eccolo di nuovo!" disse Selene.
Smise di nuovo di piangere e il suo sguardo si illuminò di nuovo; sorrise e battè le manine entusiasta.
"Ci riprovo, almeno la distraiamo!" dissi.
E con un *pop* ero di nuovo un cane. Lara mi guardava incredula ed era evidente che non sapeva se essere entusiasta o spaventata alla vista di quell'enorme cane nero. Si protese in avanti, desiderosa di toccare il mio manto scuro e lucente, io non resistetti e le leccai la manina paffuta. Selene l'avvicino ancora di più a me e i nostri occhi così simili si incontrarono: finalmente la sua espressione disorientata sparì ed emise un risolino mostrando le gengive infiammate che la tormentavano da giorni.
"Pa- pa- pa.." balbettò indicandomi con la manina e cercando l'approvazione di sua madre.
"Felpato, tua figlia ti sta chiamando!" disse emozionata Selene.
Abbandonai il mio aspetto da cane, per poter prendere tra le mie braccia mia figlia.
Lara scoppiò a ridere di nuovo e iniziò a ripetere in continuazione pa - pa - pa con soddisfazione.
"Però non è giusto! - disse Selene fingendosi offesa - Lara ripeti: MAM-MA!"
"pa pa pa.." disse in modo dispettoso la piccola.
"Mi dispiace, sono io il suo genitore preferito."
"Ma fammi il piacere."
 
Dovevo rendere partecipe James di questa bellissima novità. E così il giorno dopo, la silenziosa casa di Godric's Hollows fu invasa dal clan dei Malandrini.
Harry e Lara giocavano con il modellino che avevo regalato qualche mese fa al mio figlioccio ed io raccontavo entusiasta a James che la mia piccolina aveva pronunciato la sua prima parolina ed era stata proprio "papà".
"Lara fai ascoltare a zio James: dì PAPA'! - disse Ramoso ridendo - E' evidente: ha la stoffa da malandrina. Harry e Lara ne combineranno di tutti i colori a Hogwarts, me lo sento."
"E noi gli daremo le dritte giuste per ingannare quel tonto di Gazza!" aggiunsi io.
"Ma vi ricordate quante gliene abbiamo fatte passare a quel vecchio bacucco?"
Quando James ricordava le nostre eroiche gesta ad Hogwarts si trasformava in un bambino.
"Harry e Lara verranno tormentati da Gazza per colpa vostra!" commentò Lily alle nostre spalle.
Selene e Lily si sedettero con noi in salotto e iniziammo a ricordare in nostri anni ad Hogwarts.
"Eravate davvero dei ragazzini insopportabili!" disse Selene indicando me e James.
"Ah! Perchè voi due? Le signorine so-tutto-io." replicò Ramoso.
"Mi ricordo il mio primo incontro con Sirius come fosse ieri. - iniziò a raccontare Selene - Appena entrai nel salone di Andromeda sentii subito che c'era una presenza fastidiosa, un ragazzino dai capelli scuri e ribelli mi fissava con sfacciatagine."
"Ma ti ricordi come eri vestita? Sembravi una bambola di porcellana!" dissi io unendomi alle risate di James e Remus.
"Si okay, mia madre mi vestiva in modo ridicolo, ma non è questa la cosa importante. E' importante sottolineare quanto tu sia stato insopportabile e arrogante: ti atteggiavi a uomo vissuto!"
James e Remus ripresero a ridere e si aggiunse al coro anche Peter.
"Beh, Felpato, devi ammetterlo: te la credevi un po' troppo eh!" disse James continuando a ridere.
"Stai parlando proprio tu, Potter! - intervenne Lily facendo smettere James di ridere- Tu non eri da meno con il tuo ego spropositato e quel maledetto boccino che ti portavi anche in bagno a momenti!"
"Mi seguivi in bagno? Ecco che si scoprono gli altarini!"
James lanciò un'occhiata ammicante a sua moglie, che di tutta risposta gli lanciò un cuscino in faccia.
"Lily ha ragione, giravi sempre con quel boccino.. - disse Selene - Quando Sirius mi ha presentato a te non mi hai rivolto nemmeno uno sguardo. Per fortuna c'era Remus che mi considerava e non mi metteva in imbarazzo!"
"Scusa ed io? - chiesi allarmato - Se non fosse stato per merito mio non avresti conosciuto Remus! Io sono stato gentile a chiederti di unirti a noi.."
"E giustamente dopo qualche ora hai rimediato: eri stato troppo educato prima e perciò ti sei sentito in obbligo di prenderla in giro durante la cerimonia dello smistamento." affermò James con le braccia incrociate
"Questa non la sapevo: sputa il rospo, Ramoso!" lo minacciò Selene.
Io nel frattempo diedi una gomitata a James per consigliargli di non parlare.
"Cara Selene, la verità è che il tuo Felpato è sempre stato cotto di te, sin dal primo anno!" si salvò il mio migliore amico, sviando l'argomento.
"Anche Selene, a dir la verità... Io l'ho sempre pensato." ammise Lily.
"Taci tu!" la minacciò scherzando Selene.
"Peccato che nessuno dei due se ne fosse accorto: tu con Regulus - prese parola Remus - tu con la McKinnon... Che campioni!"
Io e Selene ci guardammo negli occhi e arrossimmo imbarazzati.. Certo è che a quei tempi non avrei mai immaginato di avere una figlia con lei.
"Per non parlare di James - riprese Lunastorta - Ramoso, davi il tormento a quella povera Lily.."
"Però dai, bisogna ammetterlo: un po' te la tiravi, Lily" disse James guadagnandosi un'ennesima occhiataccia.
"Ehi, Lunastorta, non fare tanto l'eroe, che per colpa tua Selene ha infranto un sacco di regole." feci notare a Remus che mi guardò interdetto.
Selene nel frattempo rideva, ricordando quante volte aveva infranto le regole per le lezioni di Trasfigurazione clandestine che io e James le davamo.
"Di che state parlando?" chiese Lily curiosa.
"Abbiamo insegnato noi a Selene a diventare un Animagus. - rispose James - Io e Felpato, e ne siamo fieri."
"Sappiate che l'ho fatto solo per non lasciare Remus con degli irresponsabili come voi!" si giustificò colei che era stata chiamata in causa.
"E dai, gattina - iniziai a dirle io con sorriso sornione - ammettilo che lo hai fatto per passare più tempo con me."
"Pagliaccio!"
Quella fu una delle serate più belle della mia vita: passata a ridere e a scherzare, a ricordare i momenti felici ma anche quelli difficili; era bello stare insieme ai miei amici, alla mia famiglia.
 
Selene's POV
Harry e Lara si erano addormentati uno abbracciato all'altra, come due fratellini, mentre noi ricordavamo il passato, come dei vecchi amici, non rendendoci conto che avevamo ancora una vita intera da vivere. Tutti ci riunimmo attorno al box in cui i bimbi dormivano e ognuno di noi li guardava con il sorriso sulle labbra.
Era ormai notte e decidemmo di tornare a casa: Sirius prese in braccio Lara e lasciammo i Potter con uno sguardo malinconico. Era triste sapere che loro vivevano da soli in quella enorme casa mentre noi eravamo tutti insieme. Il destino aveva voluto così e si sa, non si può dir di no al destino visto che sottomette pure i re.
 
-
 
Il giorno di luna piena arrivò senza che ce ne accorgessimo, anche se in realtà l'umore altalenante di Remus era un ottimo indizio. Quel pomeriggio lasciai a malincuore la piccola Lara con Sirius e Peter.
"Se dovesse scoppiare a piangere per i dentini in frizer ci sono i ghiaccioli alla camomilla!" furono le mie ultime parole dette a Sirius, il quale annuiva sfinito dalle mie raccomandazioni.
Il sole era appena calato dietro le colline ed io e Remus camminavamo a braccetto nel bosco della tenuta di mio padre. Era debole e a stento si reggeva in piedi.
"Potevi anche evitare questa scampagnata, ce la faccio da solo." disse il mio amico con un filo di voce.
"Ma cosa dici? Sono contenta di farti compagnia, davvero." risposi sorridente.
"Selene, posso chiederti una cosa?"
Guardai interdetta Remus.
"Dimmi."
"Cosa ho fatto per meritare tutto questo affetto?"
La sua domanda mi sorprese, possibile che dopo tutto questo tempo ancora si facesse domande di questo tipo?!
"Non hai fatto nulla, Remus. Ti vogliamo bene e basta."
Nel frattempo eravamo arrivati alla casetta sperduta nel bosco che mio padre aveva fatto costruire per le sue teneute di caccia.
Il cielo si fece sempre più scuro, le prime stelle iniziarono a brillare nel cielo blu ed io decisi di trasformarmi per evitare brutte sorprese. Era passato del tempo da quando mi ero trasformata in un puma l'ultima volta; non ricordavo nemmeno quando fosse stata l'ultima volta. Fu come la prima volta: era strano camminare su quattro zampe, avere una coda, una pelliccia, degli artigli, una vista e un udito più sviluppati. Mi accovacciai vicino a Remus in attesa che la luna facesse la sua entrata trionfale, sperando come ogni volta che quel satellite misterioso non comparisse nel cielo notturno.
Il mio amico guardava il cielo sfidando proprio colei che lo condannava ad un'esistenza di sofferenze.
La luce solitaria della luna illuminò il bosco buio e Remus, proprio sotto ai miei occhi, emise un grido raccapricciante e dopo alcune convulsioni, i suoi occhi rassicuranti erano stati rimpiazzati dagli occhi arrabbiati di un lupo mannaro. Il licantropo si guardò intorno smarrito, e in quello sguardo perso riconobbi il mio amico; pensai a quanto doveva soffrire in quel corpo da bestia che non voleva, che non gli apparteneva. Ma non era il momento di pensare: emisi una specie di miagolio per richiamare l'attenzione di Remus, per invitarlo a goderci quella nottata nel bosco in libertà, proprio come ai vecchi tempi. 



NdA: Salve carissimi! Eccomi qui. E' passata più di una settimana lo so, ma non riesco ad impormi delle scadenze, sono uno spirito libero. Alloraaa.
Questo capitolo si apre con uno scorcio sulla vita a Villa Malfoy. Cosa ne pensate? Ho cercato di mettere in chiaro quello che secondo me è il rapporto complicato che c'è tra Lucius e Narcissa, ma anche quello tra Bellatrix e Narcissa. Ci ho messo tutto l'impegno per rimanere fedele il più possibile ai personaggi originali, ma noi non sappiamo come si comportavano in famiglia e con i proprio cari, quindi per me è stata una bella impresa cercare di non sconvolgerli troppo. Se vi è piaciuto questo pezzo su Narcissa e Alhena fatemi sapere, e fatemi sapere anche se volete proprio dei capitoli a parte dedicati a loro oppure se va bene così. Anche se in futuro, quando Alhena sarà cresciuta e potrà interagire con i suoi genitori e il suo amabile fratellino, penso che dedicherò proprio un capitolo intero a lei. :) 
La seconda parte del capitolo mette in luce le difficoltà che Sirius e Selene passano da genitori, non è tutto rose e fiori insomma! Poi c'è la parte dei ricordi... Per questo dovete ringraziare Never_Anna che con la sua recensione nello scorso capitolo mi ha fatto venire un po' di maliconia. E diciamocelo in momenti come quelli viene un po' di malinconia...
Alla fine ho inserito la nottata di Luna piena: volevo che Selene ritornasse ad essere un puma almeno per una notte e che avesse una serata libera dai suoi impegni di mamma. :3
Spero vi sia piaciuto.
Vado di corsa e non posso ringraziare tutti, mi limiterò a scrivere un enorme GRAZIE.
Vicky

Ps: Piccolo bonus per chi mi fa sempre complimenti per i miei collage. Un bacione.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3176496