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di Erina91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 12 years after the war.. ***
Capitolo 2: *** meeting Their Dauther ***
Capitolo 3: *** Marry me!! ***
Capitolo 4: *** Because you are my mother! ***
Capitolo 5: *** Epilogo: Happy Marriage! ***



Capitolo 1
*** 12 years after the war.. ***


Ciao a tutti! allora, vorrei fare una premessa prima di pubblicare il capitolo; sarà una Longfic, ma avrà all'incirca 4 capitoli, salvo imprevisti, perché ho diverse storie in corso, anche se una la interromperò, per ora, poiché non è molto seguita ç__ç.
Ho finito ieri di leggere Naruto Gaiden e ho deciso di rivoluzionare tutto il finale come fan SK e NS. Karin è il mio PG preferito e, dopo l'ultimo cap di Naruto Gaiden, lo è ancora di più perché è veramente incredibile.
Prendete questa storia più come un omaggio per PG di Karin e alla felicità che come personaggio si merita.
Probabilmente le fan SS e NH mi odieranno per i cambiamenti impartiti alla storia, ma io sono una grande fan delle coppie NS/SK e, sebbene le cose siano finite come sono finite, amerò sempre ed esclusivamente queste coppie perché mi trasmettono un amore immenso.
Bene, spero che vi piacerà! ecco il primo capitolo!^^ ringrazio chi mi segue sempre!

 


"12 Years afer the war.."

 
Il piccolo villaggio marittimo era in festa: il dolce suono dei flauti traversi imperniava i viottoli di pietra in quella calda estate. Il profumo di cibi speziati e cotti in un attimo fuggente sulla griglia dei banchi in servizio invadeva le sue narici, stuzzicando il suo difficile gusto. Alcuni giovani mercanti venuti da paesi lontani con grandi navi, cercavano di vendere i loro prodotti importati da sconosciuti villaggi.
Giocolieri, danzatrici in Kimono, artisti di caricature, truccatrici, equilibristi ravvivano l'armoniosa festa e creavano un'atmosfera rilassante e gradevole, come poche volte aveva avvertito durante i suoi lunghi viaggi per ripagare e rimediare i suoi peccati e perché Naruto, ora diventato Hokage del villaggio della Foglia, aveva colto l'occasione per mandarlo in missione per Konoha, avvantaggiando la sua redensione.
Sembrava che ultimamente ci fossero nuove minacce e lo scoppio di una possibile nuova guerra.
Inoltre.. sembrava alcuni esperimenti di Orochimaru, esseri nati in provetta, fossero in giro per il mondo cercando di riprodursi ed erano scappati dal covo all'insaputa del loro creatore. Pareva che lo stesso Orochimaru non ne fosse a conoscenza e avesse chiesto a Suigetsu, Karin e Jugo di provvedere alla loro ricerca e in seguito alla loro cattura appena avessero trovato il loro nascondiglio, ma lui e Naruto non si fidavano ancora del tutto di lui e anche per questo Naruto l'aveva mandato in missione; una missione dalla durata indefinita.
Tornò a guardarsi attorno: coppiette, gruppi di amici, stranieri, ninja di ogni tipo passeggiavano nelle stradine che sembravano fatte in miniatura da quanto erano curate e particolareggiate; in maschera, senza, con foulard erano arrichiti gli abitanti del villaggio.
Ultimamente aveva girato tutti paesi poveri, privi di fascino, malridotti, colpiti e distrutti da un eterna guerra che era solamente terminata da qualche anno, non trovando alcun "essere" sperimentale in quei luoghi.
Quel villaggio, quello dove si trovava adesso, trasmetteva buonumore e ilarità, esprimeva liberazione e fierezza. Attraverso i festeggiamenti sanciva un nuovo inizio. Un inizio migliore, felice, fatto di nuovi valori e novità: una nuova partenza per tutti e forse anche per lui. Sasuke, da quando era finita la guerra, si era reso conto che i suoi ideali avevano perso contro quelli più forti e penetranti di Naruto Uzumaki.
Da allora aveva cercato in tutte le maniere di redimersi, aiutando i villaggi che l'Akatsuki aveva saccheggiato pur di prendere i cercoteri (e per la missione incaricatogli da Naruto), che aveva trascurato per seguire la sua sete di vendetta: anche per questo non era rimasto al villaggio e aveva accettato di buongrado quella missione di lunga durata, perché dentro di sé sentiva che in quel momento non poteva restare senza far niente. Doveva fare qualcosa per rimediare, anche minimamente, al suo passato da criminale.
Il villaggio marittimo emanava un profumo di salsedine, da lì notavi i gabbiani salire verso il tramonto in gruppo.
Il delicato infrangersi delle onde sul bagnoasciuga produceva un suono acquatico e carezzevole che Sasuke udiva da quei viottoli popolati e festosi, colorati da mille stoffe con cui potevi creare Kimono d'alta qualità, e nelle vicinanze del porto dove attraccavano le navi di mercanti sul molo.
Tutto di quel luogo gridava che anche lui poteva ricominciare da capo, che nonostante tutti i mali commessi, chiunque poteva avere una seconda possibilità di vivere la proprio vita.
In quel momento si trovava in una contrastante situazione, diviso tra il dovere e il piacere. Piacere che il vivere di nuovo poteva dargli e il dovere di rimediare ai suoi peccati commessi, a quelli più gravi almeno, senza farsi coinvolgere troppo dalle emozioni che non poteva permettersi di provare.
Intanto che camminava coperto da un mantello nero e vestito con colori scuri, la sua attenzione colse un ritratto, più precisamente una caricatura che l'artista seduto aveva fatto su un foglio posto sopra ad un cavaletto di legno tutto scheggiato, che gli ricordò profondamente la presuntuosa espressione di Karin e, senza accorgersene, si era fermato davanti al povero pittore che sbiancò spaventato di fronte a quella sua smorfia corrucciata e perplessa, e ai suoi scuri occhi coperti da un ciuffo nero solo da un lato.
-chi è questa ragazza?- chiese all'artista, gelido, indicando il dipinto.
-non lo so, signore. È passata di qui solo qualche ora fa e, visto che mi è sembrata tanto bella, le ho chiesto se potevo farle un ritratto.-
-sai per caso dove potrebbe essere andata?-
L'uomo scosse la testa intimorito e a Sasuke entrò il nervoso.
-aspetti, aspetti.. non si arrabbi.- lo richiamò il signore, -credo di averla vista andare verso il molo poco dopo. Magari è ancora lì.- tentò aspettandosi un pugno se non rispondeva allo sguardo minaccioso dell'Uchiha.
-lo voglio. Prendo questo ritratto. Lo consideri un ringraziamento per l'informazione che mi ha dato.-
Detto questo gli passò alcuni spiccioli.
-grazie dell'acquisto, signore. Le auguro di trovare la sua bella.-
Sasuke non rispose e ripensò a quello che aveva appena visto: aveva sempre nutrito una particolare attrazione verso Karin, fin da quando si erano incontrati la prima volta al covo di Orochimaru. Tuttavia, l'aveva semplicemente considerata un'utilità per tutto il tempo che si erano frequentati e avevano combattuto assieme.
Avevano passato numerose notti di fuoco per sfamare il loro desiderio sessuale e la loro innegabile attrazione ed empatia, questo più o meno fino a sei anni fa e fin quando non era nata Sarada che adesso aveva undici anni.
Karin era rimasta incinta, senza volerlo davvero, e per proteggere la bambina da Orochimaru, aveva deciso di affidarla a Konoha e in particolare a Sakura che le faceva da madre fin da neonata.
Lui e Sakura erano stati obbligati a sposarsi per ottenere l'affidamento di Sarada e lui e Karin costretti a separarsi per proteggere la loro legittima figlia. Però, fino a quel momento, non era mai riuscito a comprendere cosa lo legasse a Karin e ciò che lo spingesse a preoccuparsi per lei e soprattutto a desiderare di condividere accese notti insieme. Si era accorto solo dopo essersi separato da lei, dopo quegli undici anni trascorsi senza vederla e allontanandosi da Sarada per la sua redensione e per la missione, che le era mancata e inconsciamente aveva sperato di incontrarla un'altra volta in uno dei suoi viaggi. Non aveva mai capito l'origine di quel sentimento, ma appena aveva visto quel ritratto sul cavalletto dell'uomo gli era sembrato sprecato lasciarlo lì.
Era cambiata molto in quei sette anni: i capelli parevano ancora lunghi, ma non più seghettati, e sempre di quello scarlatto fiammeggiante. E quegli occhi rosso fuoco, nonostante fosse solo un ritratto, anche attraverso esso esprimevano orgoglio e fierezza, arguzia ed intelligenza.
Forse era anche un po' dimagrita, ma le gambe erano sempre slanciate e la sua sensualità era rimasta la stessa, per non parlare della sua eterna giovinezza; nonostante avesse trent'anni, come lui, li portava decisamente bene.
Si era fatta più femminile ed adulta nei linieamenti del volto e nelle forme del corpo.
Quanto ancora diventarai attraente Karin Uzumaki?
Con quella domanda in testa, cercò di raggiungere il molo e nel frattempo si era fatto buio e ora il cielo non era più dei tipici colori del tramonto ma di un blu cobalto esageratamente stellato. Ma per la stagione estiva era normale.
I suoi occhi attirarono l'attenzione di una figura seduta sulla sabbia, da sola, ad osservare le onde distruggersi appena toccata la riva.
Si avvicinò per constatare chi era, ma i morsi dietro il collo erano così ben visibili che capì subito di chi si trattava.
-Karin.- disse solo, appena fu dietro di lei.
La ragazza, stupita, scattò scioccata da terra e arrossì sistemandosi gli occhiali.
-Sasuke..?- sussurrò, -tu.. che ci fai qui?- si ricompose subito, dopo la prima reazione.
-potrei farti la stessa domanda. Sei in missione per Orochimaru?-
-Sì, sono venuta in questo villaggio perché Orochimaru dice che nei commerci marittimi ci possono essere prodotti interessanti per i suoi esperimenti.- spiegò brevemente.
-è tanto che non ci vediamo.- aggiunse avvicinandosi a lui e scoprendo il suo cappuccio nero per guardarlo meglio in viso. -questa cicatrice? Come te la sei procurata?- chiese sfiorando il volto sfregiato da una cicatrice da poco risarcita, -prima non ce l'avevi. Non ricordo di avertela mai vista.- continuò. Non era un segno tanto evidente, era un piccolo graffio che era il simbolo di una ferita da taglio, ma niente di grave.
Però, Karin, così abituata a sostenere il suo sguardo con decisione, si era subito accorta di quella imperfezione nel suo volto. Aveva sempre avuto un'acuta vista grazie ai suoi occhiali da vista e ai suoi occhi vispi.
-un ninja fuorilegge, mi ha lanciato un Kunai nel tentativo di colpire un suo traditore e invece ha colpito me e io e ho deciso di non evitarlo tanto non mi avrebbe fatto niente.
Non sarebbe stata una ferita mortale, solo un misero graffietto.-
-però ti è rimasta la cicatrice, idiota.- sbottò lei, scostando la mano.
-comunque, come sta Sarada? Sono sua madre, non posso fare a meno di pensare a lei.- cambiò discorso tristemente assorta, -l'hai più vista o è sempre con Sakura?-
-non la vedo da quando è nata. Ho sempre girato il mondo, in missione per Naruto e per redimermi. E poi, se le stessi troppo vicino, Orochimaru potrebbe approfittarne.
Non ci fidiamo ancora di lui, nonostante ci abbia avvisato dei suoi fuggitivi.-
-sono sicura che con Sakura stia bene, all'oscuro di chi sia la sua vera madre.-
-Sakura agisce come vera madre con Sarada.- confermò. -mi fido di lei. Siamo sposati legalmente, lei è l'unica cosa che ci lega, ma so che è una persona affidabile. Non abbiamo bisogno di preoccuparci per lei.-
-ma tu dovresti essere lì con lei. Hai la possibilità di stare con lei. Io non posso, lo sai.-
-non posso stare con lei. Ho dei doveri da compiere, prima di tutto, e cerco di non vederla per proteggerla.
Tu dovresti pensare al tuo lavoro, invece.-
-io penso al mio lavoro, Sasuke, ma non sono così insesibile da non pensare a mia figlia.- ribatté irritata. -vorrei vedere come sta. Lo so che non possiamo, ma non posso fare a meno di desiderarlo.
E poi tu, che vuoi da me? Sei sposato con Sakura.-
-sono stato costretto a sposarmi con lei. L'unica cosa che ci lega è l'affidamento di Sarada, ripeto.- replicò. -inoltre, io e Sakura non proviamo niente l'uno per l'altra.-
-chi mi garantisce questo? Certo, a me non interessa con chi ti diverti, dal momento che io e te non ci vediamo da undici anni.- incrociò le braccia pensierosa.
-questo non cambia nulla. Non c'è niente tra noi, l'unico vincolo è il contratto di matrimonio.- afferrò la vita di Karin e se la portò vicino a sé con veemenza e Karin rimase scioccata da quel gesto così ardito e imprevedibile.
-cos'è tutta questa impetuosità, Sasuke?- ghignò ammicante, non allontanandolo. -non è da te. Ti si sono attivate le valvole ormonali all'improvviso?- lo provocò.
Sasuke rispose alla sua provocazione con un sogghigno divertito e portò la sua mani verso le ciocche di Karin, sfiorandole. -le ho sempre avute attive, Karin, per tua informazione e tu lo sai bene.-
-ma davvero?- cominciò imbarazzata, cercando di mantenere compostezza, davanti alle sue attenzioni improvvise. -e dire che le ho tentate così tante volte senza mai ricevere risposta, se non solo come desiderio carnale.-
Sasuke portò il ritratto che aveva comprato a quel signore davanti agli occhi di Karin.
-lo vedi questo? Chiedolo a questo perché sono qui.-
-tu.. chi ti ha dato il permesso di prenderlo, bastardo?- glielo strappò di mano.
-calmati. Smettila di fare la solita isterica.-
-allora dimmi perché l'hai comprato?- chiese aspra.
-mi piaceva. Tutto qui.- asserì tranquillo.
-ti piaceva? E da quando ti piaccio?- domandò maliziosa.
-chi lo sa. Sei così dannatamente arrogante e fastidiosa che non so come possa essere successa una disgrazia simile. Ma, se non fosse così, non vedo perché dovrei essere qui.
Inoltre, perché dovrei andare a letto con una persona che mi schifa?-
Karin arrossì a quel cattivo commento “mascherato” di complimenti.
-stai cercando di sedurmi? Non puoi: anche se solo legalmente, sei sposato.-
-è solo uno stupido matrimonio di convenienza.- affermò gelido.
-questo da parte tua e che mi dici di Sakura? È lei che mi ha fatto da ostetrica.
Se non ci fosse stata lei, a quest'ora Sarada non sarebbe nemmeno nata.-
-di Sakura non mi interessa. Per me è come una sorella. In più, da quando ti preoccupi per gli altri? Sei sempre stata così egocentrica ed egoista in passato.-
-in passato, esatto, ma le persone maturano. Sono riconoscente a Sakura per quello che ha fatto per noi e per quello che sta facendo per Sarada. Non possiamo farle questo.-
-hai ragione. Alla fine cosa mi cambia? Posso andare a letto con chi voglio.- decretò lui.
-infatti, perché bastardo sei e bastardo rimani.- tuonò lei.
Sasuke ignorò completamente le parole di Karin e si si precipitò sulle sue labbra.
Karin non riuscì a resistere dal rispondere a quel bacio così intenso.
D'altra parte Sasuke era sempre capace di farla impazzire e i suoi sentimenti per lui non erano cambiati.
Quando si staccarono fissò seria Sasuke:
-cosa significa questo bacio? Non ci baciamo da undici anni, Sasuke.
E hai detto che puoi andare a letto con chi vuoi. Non sono interessata a sfamarti, ripeto.-
-io ti ho sempre osservato, Karin.- cominciò lui, -odiavo i tuoi atteggiamenti presuntuosi e le tue moine invadenti, ma ho sempre avuto una predilizione verso le tue uniche abilità. Abbiamo passato diverso tempo insieme, ti ho conosciuta, abbiamo avuto rapporti sessuali e ho notato che dopo tutto eri fottutamente intrigante.
I tuoi modi di fare mi hanno sempre irritato, eppure eri l'unica che riusciva a mettermi in difficoltà.
Non riuscivo a “domarti” come volevo e, più stavo con te, più avrei voluto ucciderti per quello che il tuo carattere di merda riusciva a scatenarmi. Quando ci siamo separati, undici anni fa, non mi importava nulla di dove saresti andata, sinceramente, e volevo solo proteggere Sarada da Orochimaru. Tuttavia, ultimamente, mi sono trovato a ricordare com'eri e quel ritratto mi ha spinto da te come una maledetta calamita difettosa. Il mio corpo, come puoi sentire, vuole che tu sia mia.. ma la mia testa vorrebbe andarsene e mollarti qui come se niente fosse e come se oggi non ci fossimo davvero incontrati.- terminò seccato da quelle emozioni.
Karin, a quelle parole maligne eppure intrise di sentimento e passione, si stupì piacevolmente e dopo una pausa di riflessione disse: -ma non ci riesci, giusto?-
-sì, perché ormai mi sono rotto di negare l'evidenza.- dichiarò, -per cui, cerca di farmi divertire come in passato, Karin.- la invitò fiantando sulle sue labbra.
-d'accordo. Sappi che sei uno stronzo, Sasuke: appari sempre quando meno me lo aspetto, sei disposto a tradire tua moglie e desideri che io diventi tua quando ti pare e piace, dopo tutte le volte che ci ho provato ad avvicinarmi a te anche sentimentalmente.- affermò irritata. -ma se mi vuoi così tanto, di certo non mi faccio scappare una tale occasione.- sussurrò suandente, trascinando lentamente la mano all'interno dei pantaloni di Sasuke per stimolare la sua eccitazione. Sasuke, a quel tocco audace, si lasciò andare ad un gemito trattenuto.
Però, senza pensarci due volte, tornò a stuzzicare le labbra fulvide di Karin unendole con le sue in un bacio appassionato che avrebbe fatto impazzire chiunque per il suo scambio ed incontro di lingue che si cercavano e si intrecciavano in un visibilio mai provato.
Karin si strinse di più a lui, con forza, affondando le mani nella sua massa corvina e spettinata dai lunghi viaggi.
Il profumo intenso di spezie di Sasuke non era sparito. E in quella notte, sotto le stelle e in riva al mare, Sasuke e Karin diventarono un tutt'uno dopo undici anni che non si erano visti.
Fu una notte intensa, calda e luminosa, dove due giovani adulti avevano consumato l'attrazione_mai sopita_che nutrivano l'uno per l'altra.
Le spinte e i gemiti liberatori dei due amanti risiuonavano in mezzo alla spiaggia, ma era un suono che potevano avvertire solo loro data l'assenza di chiunque altro.
Erano dei rumori che alle orecchie di entrambi erano incredibile goduria e soddisfazione, in un connubio di sensazioni misteriose e sconosciute al freddo cuore di Sasuke Uchiha, e a lungo desiderate in quello di Karin Uzumaki; emozioni che li portarono entrambi all'apice del piacere, davanti a quella unione e condivisione intensa e viva di sentimenti, irrinunciabile, incantevole, spaventosa.. assai indescrivibile.
Finalmente riscoprirono le sensazioni passate, la simbiosi che li aveva uniti e appagando la bramosia del piacere sessuale e carnale che non li aveva mai abbanotati nemmeno dopo gli anni trascorsi e la lontananza.
Quella notte sotto le stelle, però, fu molto diversa rispetto a quelle passate. Ciò che la distingueva dalle altre era un amore condiviso, la nostalgia del passato e delle loro notti focose, il bene comune per la loro figlia e un desiderio che in quegli undici anni avevano cercato di annichilire e negare perché costretti dagli eventi e dai pericoli che Sarada avrebbe potuto correre se fossero rimasti insieme e se non l'avessero affidata ad una persona che poteva nasconderla e allontanarla dal male del mondo.




 
Konoha

Sakura aveva preso in affidamento Sarada dopo che era nata ed era stata costretta a sposarsi con Sasuke per ottenere l'adozione della bambina. Non sapeva nemmeno lei perché si era spinta a tanto per la sua paziente e amica, Karin, che le aveva portato via l'uomo che aveva amato in passato.
Aveva faticato ad accettare l'idea di crescere la figlia del suo primo amore, nata in rapporti sessuali con una persona che non era lei, ma allo stesso tempo si era sentita responsabile verso entrambi: Karin aveva aiutato Konoha, Naruto, e combattuto in guerra dalla loro parte, e lei invece per Sasuke non era mai riuscita a fare molto.
Quando nacque Sarada e lui e Karin le chiesero di proteggere la figlia al posto loro, per allontanarla dalla minaccia di Orochimaru e dalla sua ossessione per il clan Uchiha/Uzumaki, in passato vittime continue dei suoi esperimenti, si era sentita in dovere di farlo perché per la prima volta avrebbe potuto essere utile a Sasuke e avrebbe avuto comunque un legame stretto con lui, poiché la giurisdizione di Konoha prevedeva che, per ottenere l'adozione di un bambino, i genitori adottivi dovevano essere sposati.
Lei lo sapeva e anche per quello aveva approfittato dell'occasione per legarsi, anche se solo da un contratto su pergamena, con Sasuke. Incosciamente aveva sperato che, sposandolo, si sarebbero avvicinati di più e lui l'avrebbe potuta ricambiare. Ma Sasuke non l'aveva mai toccata, né sfiorata, né baciata dolcemente.. solo qualche volta avevano fatto l'amore, compresa la notte di matrimonio, e qualche giorno prima che lui ripartisse per star via udici anni, ma non c'era sentimento quando lo facevano da parte di lui.. sembrava più un frustrante sfogo.
Insomma.. l'aveva sempre trattata come una semplice sorella e, dopo che si erano sposati ottenendo l'affidamento di Sarada, se n'era andato in missione sotto incarico di Naruto e non era più tornato a Konoha da allora, senza vedere neanche Sarada. Tale atteggiamento le aveva solo fatto capire che l'unica cosa che li legava era la bambina di lui e Karin, niente di più. Sakura era caduta in depressione dopo quella realizzazione ed era stata assalita da svenimenti da stress a causa del dolore, ma allo stesso tempo si era avvicinata a Sarada a tal punto da ritenersi la sua vera madre. Le voleva bene come se fosse veramente sua figlia, dato che l'aveva cresciuta fin da quando era nata e Sarada non era a conoscenza che lei non era la sua vera madre e sapeva che suo padre era in una missione di lunga durata e che, finché non la portava a compimento, non sarebbe tornato a Konoha.
La piccola non l'aveva mai davvero incontrato, perché se n'era andato quando lei era ancora una neonata e probabilmente non si ricordava nemmeno la sua faccia.
Sarada, anche se era ancora piccola, ne soffriva tantissimo perché vedeva i genitori dei suoi compagni di accademia uniti da una vera famiglia, perché lei aveva solo una madre che in quel periodo era assai schizzata, lunatica e stressata. Tuttavia, Sakura, ultimamente era stata aiutata molto da Naruto che si era separato da Hinata perché i rapporti tra loro non andavano più bene, e lui e Sakura si erano avvicinati. Naruto si comportava come un padre nei confronti di Sarada e lui e Sakura erano gli unici a sapere di chi fosse veramente figlia, a parte di Sasuke.
In passato si era sentita confusa riguardo ai suoi sentimenti: non riusciva più a capire chi amasse veramente, se Naruto o Sasuke. Poi Naruto e Hinata avevano cominciato ad uscire insieme e in seguito si erano sposati, dal loro matrimonio era nato Boruto.
Allora, a quel punto, vedendo che la relazione tra Naruto e Hinata stava proseguendo a gonfie vele, si era tirata indietro e lei e Naruto si erano distaccati.
Sakura aveva sacrificato ciò che provava per Naruto per il bene della relazione tra lui e Hinata e perché Boruto aveva il diritto di avere ambedue i genitori vicini e di conseguenza si era anche accorta che, dopo il ritorno di Sasuke, provava ancora qualcosa per lui e le si era riaccesa la speranza, decidendo di sposarlo legalmente e proteggere Sarada come lui e Karin le avevano chiesto.
Però si era accorta che quel sentimento per lui, dopo undici anni che non lo vedeva e accettando che non era ricambiato, aveva iniziato a scemare lentamente; mentre, con il riavvicinamento di lei e Naruto, e la separazione tra lui e Hinata, era riamerso anche il suo attaccamento sentimentale verso quest'ultimo. Non aveva mai smesso di amarli entrambi, i sentimenti avevano solo vacillato l'uno per l'altro, ma adesso stava iniziando a capire che ciò che provava per Naruto stava diventando più forte rispetto al passato, perché lui era maturato moltissimo ed ora era la persona più stimata del villaggio oltre che un Hokage meraviglioso.
E si era separato da Hinata. Si erano riavvicinati molto.
Mentre stava occupandosi delle faccende casalinghe, adocchiò le foto di Sarada da piccola, con accanto un giovane Sasuke e lei. La osservò attentamente, sotto quella foto era stata nascosta la fotografia del Team Taka e di Karin accanto a Sasuke. Aveva sostituito la foto del volto di Karin con una sua, in modo da sentirsi almeno una famiglia quando guardava quell'immagine dove erano riprodotti lei, Sasuke e Sarada, anche se era una foto camuffata: le dava l'idea di famiglia, anche in realtà era solo un rapporto di convenienza e Sasuke si era sposato con lei solamente per Sarada. Un'espressione triste attraversò il suo pallido volto e avvertì che un altro attacco di svenimento la stava cogliendo. Infatti, poco secondi dopo, cadde a terra.
Il comodino dove era posta la foto, fu colpito dala scopa che piombò sopra infrangendo la cornice cafummata che cadde a terra, scoprendo l'immagine del Team Taka e di Karin accanto a Sasuke.
Sarada avvertì il tonfo e il rumore di vetri frantumarsi, capì subito che sua madre era svenuta nuovamente e scese giù le scale per soccorrerla.


 

****


-mamma! Ehi! Tutto bene?- chiese, chinandosi per vedere come stava. -aspetta che chiamo Shizune che ti fa il solito controllo.- mentre si avvicinava al telefono, notò la foto uscita dalla cornice e i suoi occhi sorpresi colsero subito l'immagine di una donna a lei sconosciuta, sorridente e con i suoi stessi occhiali, accanto a suo padre da giovane.
Si dimenticò di chiamare Shizune per un momento e rimase a fissare il volto della donna così somigliante al suo e con gli occhiali della stessa fattura e dello stesso colore.
Chi era quella donna? Non aveva mai visto quella foto, poiché al posto del viso di quella donna c'era sempre stato quello di sua madre. Non si era mai preoccupata di notare quanto fosse strana quella foto messa accanto a suo padre da giovane e perché i suoi genitori non avessero una foto insieme dato che erano sposati.
La piccola Sarada fu assalita da mille dubbi e domande e, dopo aver chiamato Shizune senza troppa frenesia, seguì l'amica di sua madre trasportare Sakura su un lettino.
-non preoccuparti, Sarada, sai che capitano spesso questi svenimenti a tua madre.- la rassicurò sorridendo Shizune, ma la donna vide che lei era strana e pensierosa.
-tutto a posto, Sarada? Che ti prende?-
Sarada non seppe se chiedere spiegazioni o no, a Shizune, ma al momento era la persona con cui sua madre aveva più contatti oltre che all'Hokage.
-senti Shizune, ma lei è veramente mia madre?-
La donna si scioccò davanti a quella domanda inaspettata, ma si fece dispiaciuta.
-certo che è tua madre, perché questi dubbi?- ma c'era incertezza in quelle parole.
Sarada tirò fuori la foto che aveva trovato a terra e la mostrò a Shizune.
-e allora perché questa donna mi assomiglia così tanto e porta i miei stessi occhiali?- sentì le lacrime farsi strada, irritandola, e Shizune le si avvicinò.
-vedi.. io in realtà non so molto, Sarada, non ti posso aiutare. Purtroppo il tuo certificato di nascita non è mai stato trovato qui in ospedale.- rivelò sincera. -non so veramente dove sia e Sakura non ha mai spiegato molto su questo dettaglio.- continuò, -io ho smesso di porle un'altra volta la stessa domanda, poiché ultimamente è molto fragile e non voglio stressarla più del normale. Più di così non posso dirti, perché non so niente.-
Sarada abbassò la testa delusa e amareggiata. Suo madre le nascondeva sicuramente qualcosa, perché tutte le volte che lei gli domandava dove suo padre fosse e perché non sapeva niente di lui, lei si innervosiva, si arrabbiava, e alla fine non le dava risposte concrete nemmeno riguardo ai sentimenti che li legavano.


-mamma.. ma papà ci ama?- le aveva chiesto lei, un paio di anni fa.
-perché non è qui con noi? Perché non l'ho mai visto?- proseguiva.

Sakura era rimasta in silenzio e le aveva fatto un mezzo sorriso, molto spento, che non aveva nulla di veramente reale e dolce. -non preoccuparti, Sarada, i suoi sentimenti sono connessi ai nostri.- le aveva, poi, risposto poco dopo e sempre con quell'aria triste. -tornerà presto da noi. Credimi.-
Sarada non aveva insistito con le domande e ogni tanto glie l'aveva richiesto, ma ciò che otteneva sempre erano risposte vaghe, mezze verità e rimproveri ispiegabili ed ingiusti da parte di sua madre, che sembrava voler portare il discorso su altro; come se parlarne le creasse solo un gran dolore e le lacerasse il cuore senza un motivo preciso.
Sarada, dopo quelle rispose, piangeva in silenzio in camera sua.
Piangeva per la tristezza di sua madre e perché sentiva la mancanza di un padre non presente e che non aveva più incontrato da quando era nata, spaventata dal pensiero che lui le avesse abbandonate perché non le voleva o perché non le accettava come famiglia. Ma soprattutto aveva paura di essere stata rifiutata come figlia.
Dopo le numorose volte che aveva posto la stessa identica domanda a sua madre senza ottenere risposte concrete e chiare, aveva smesso di farlo, e si era convinta che suo padre non sarebbe più tornato da loro.


Ora, però, dopo quella foto, era stata nuovamente accolta dai dubbi e dalle domande.
Specialmente aveva bisogno di risposte sincere e chiare perché credeva di meritarsele.
Quando sua mamma si sarebbe sveglieta dallo svenimento, glielo avrebbe chiesto chiaramente e una volta per tutte, mostrandole la foto che aveva trovato.
Ad un tratto, la porta della camera dove era ricoverata sua madre, si spalancò in un secondo e apparse l'Hokage del villaggio. -Hokage?- chiese, Sarada, meravigliata dalla sua presenza.
-Sarada.. come sta tua madre?- domandò immediamente, con il fiato corto.
-non è nulla di grave, a volte sviene a causa dello stress emotivo.- rispose lei, ancora perplessa dalla presenza di Naruto Uzumaki davanti ai suoi occhi e nella stanza di sua madre. Sembrava molto preoccupato per lei.
Naruto si avvicinò al letto di Sakura e prese un panchetto per sedersi al lato del materasso.
-ma non devi lavorare?- intervenne Sarada, scettica, di fronte a quella scena che sembrava quasi sdolcinata.
Il romanticismo si fece quasi nauseabondo quando Naruto portò una mano sulla fronte di Sakura con delicatezza e le scostò le ciocche rosate che le coprivano il viso. Era sudata e sembrava avere una leggera febbre.
Sarada rimase a fissare quell'assurda situazione, in silenzio, e si chiese da quando sua madre e l'Hokage erano diventati così intimi. Sapeva che lui si era separato da poco dalla moglie, ma non si aspettava di certo che fosse così legato a Sakura, poiché prima di lasciarsi da sua moglie, non si era mai presentato davanti a loro come in quel momento e in maniera così agitata e preoccupata.



Pochi minuti prima
Naruto Uzumaki aveva appena ricevuto una visita da parte di Shizune, nel suo studio, che l'aveva avvisato che Sakura era svenuta. Dopo tale notizia, che lo aveva sconvolto, si era precitato all'ospedale per vedere come stava Sakura. Solo recetemente si erano riavvicinati, lui e Sakura; perché, ambedue sposati, avevano finito per distaccarsi. Però tra lui e Hinata era finita da un anno perché i rapporti tra loro si erano irrigiditi da quando lui aveva iniziato a lavorare come Hokage. Il sentimento che sembrava legarli si era affievolito, o forse non era mai veramente nato, perché lui non aveva mai dimenticato il suo amore per Sakura, lo aveva solo sotterato per la sua felicità: si era finalmente sposata con Sasuke, e probabilmente aveva anche il suo amore ricambiato e dopo il matrimonio con lui l'aveva vista davvero felice, e ciò lo aveva portato a mettere da parte l'attaccamento sentimentale che lo legava a lei.
In passato aveva cominciato una relazione con Hinata, prima di sposarla, questo dopo che lei si era dichiarata a lui e lui aveva deciso di concederle una possibilità. Tale possibilità si era trasformata in una vera sintonia che li aveva strettamente uniti e anche lui pensava che quello che sentiva per Hinata fosse davvero amore. Un amore diverso da quello provato per Sakura, più incentrato sull'affetto, ma pur sempre una forma d'amore e così, convinto di non avere speranze con Sakura, aveva sposato Hinata e dal loro matrimonio era nato Boruto.
Nei primi anni del matrimonio era andato tutto bene, ma con lo scorrere del tempo avevano finito per allontanarsi l'uno dell'altra e anche Hinata pareva soffrire in quel matrimonio un po' solitario e non condito da sentimenti intensi, ma solo da un eterno affetto e un pizzico di ammirazione reciproca, che poteva essere scambiato perfettamente per una forma d'amore. Tuttavia, la frenesia di quel sentimento si era lentamente modificato e lui e Hinata, nell'anno prima di lasciarsi, non avevano nemmeno più fatto l'amore perché non ne sentivano l'esigenza. Fu proprio per quel motivo, specialmente uno dei motivi, che avevano portato Naruto a ragionare sulla loro relazione e dopo averne parlato e anche sentito il punto di vista di Hinata_dato che il problema pareva comune_ avevano deciso di separarsi perché il loro legame era diventato solo un contratto su carta, popolato da sentimenti d'affetto ma privo di sentimenti d'amore. In seguito alla separazione con Hinata, ciò che provava per Sakura_ora che si erano riavvicinati_era riemerso dal profondo del suo cuore e la preoccupazione provata davanti all'avviso di Shizune erano solo la conferma che in fondo lui non aveva mai davvero smesso di amarla, ma aveva messo da parte i suoi sentimenti per la felicità di Sakura.
Ed ecco che adesso si trovava lì, davanti a quel lettino, con Sakura in pessime condizioni psicologiche ed emotive, fortemente stressata e depressa. Perché si era ridotta così?
Da quando aveva ricominciato a vederla più frequentamente, aveva solo notato tanta stanchezza in lei, ma ora la vedeva davvero distrutta e povera di forza e determinazione. Poteva essere a causa dell'assenza di Sasuke, è vero, ma quando avevano discusso della sua missione, Sakura era perfettamente consenziente e convinta che fosse la soluzione migliore, dunque come poteva essere suo marito il motivo?
Sicuramente, visto che l'aveva sposata anche se solo per ottenere l'affidamento di Sarada, Sasuke era innamorato di lei e sua cugina Karin faceva parte del passato, o almeno così aveva inteso.
Pensava che adesso Sakura, con la sua vita, fosse felice e soddisfatta, ma da come la vedeva in quel momento non pareva proprio. -Sarada.. da quanto tua madre è in queste condizioni?- le domandò, infatti, osservando rattristato e ansioso il corpo di Sakura debole, addormentato e febbroso adagiato nel letto d'ospedale.
-non l'ho mai vista così debole in vita mia.- aggiunse.
-Hokage.. mia madre è così da diversi anni, da quando mio padre è partito per quella lunga missione. Gli svenimenti frequenti dipendono dal suo fragile stato d'animo e dal suo esaurimento nervoso. Soffre di queste crisi da un po'.-
-Come mai non ne eri a conoscenza?- domandò confusa, in seguito.
Naruto ascoltò con attenzione le parole di Sarada, sentendosi sempre più in colpa per non esserle stato vicino dopo la partenza di Sasuke per quella lunga missione.
-io e Sakura-chan ci siamo allontanati dopo che mi sono sposato con Hinata. Poi sono sempre stato impegnato con il lavoro di Hokage e ho finito per trascurare il nostro rapporto che in passato era molto stretto.- spiegò, -per questo non ero a conoscenza che Sakura-chan stesse così male. Abbiamo ripreso ora a vederci di più.-
-mia madre sta male per colpa di mio padre.- affermò secca, Sarada.
-tuo padre è in una missione importante, lo sai.- lo difese lui, -anche se posso capire come ti senti.-
-potevi evitare di mandarlo.- replicò lei arrabbiata, -inoltre, mia madre non ha notizie di mio padre da quando è partito. Il ché vuol dire da undici anni. È normale che sia ridotta così.
Mio padre non si è degnato nemmeno di chiederci come stavamo.-
-non vi ha scritto nemmeno una volta?- chiese meravigliato Naruto.
Sarada scosse la testa. -neanche una. Almeno da quello che so.- volse lo sguardo altrove, ferita.
Naruto si dispiacque molto, ma sapeva che Sasuke evitava di scrivergli per proteggere Sarada e Sakura dai pericoli, ma probabilmente la piccola non lo sapeva.
-se non vi ha scritto è stato solo per proteggervi.- disse lui sorridendo.
-certo. E da cosa? Neanche questo mi ha detto mamma.- fece adirata.
-Sarada.. cerca di capire..- tentò Naruto, ma fu fermato dalle parole della ragazzina:
-come posso capire, Hokage? Non so nulla di mio padre! di dove sia, cosa fa, e quello che veramente lega i miei genitori..- cominciò, -non so nemmeno se sono veramente figlia di mamma.- sussurrò, non riuscendo a trattenersi.
Naruto sapeva che era figlia di Karin, ma non poteva dirglielo per proteggerla.
Era un “patto” che avevano fatto lui, Sakura e Sasuke. Una condizione che doveva rispettare.
-questa foto cosa significa?- proseguì Sarada, tra le lacrime. -chi è questa ragazza?-
-è solo un'amica di tuo padre.- era dura mentirle vedendola così disperata, ma non poteva fare altrimenti: la loro era una promessa infrangibile, almeno per ora.
La ragazzina non rimase soddisfatta da quella risposta e uscì dalla stanza di corsa, incontrando Chocho per strada.
Naruto abbassò la testa tristemente. "scusami tanto, Sarada.." pensò mentalmente.



 
****


-ehi Sarada! Dove corri così disperata?- la chiamò Chocho, seguendola.
-voglio andare a cercare mio padre. Devo sapere dov'è e voglio chiedergli alcune cose che mi assilano.- rispose, scacciando le lacrime sotto la sguardo confuso della sua amica. -mia madre mi ha sempre mentito. Tutti l'hanno fatto. Non posso fidarmi di quello che mi dirà, devo cercare la verità da sola. Ho sentito che l'Hokage si incontrerà con mio padre, domani, poco distante da Konoha. Lo seguirò e parlerò con il mio papà.-
-ma è troppo pericoloso, Sarada! Lo sai che ti scopriranno?-
-è l'unica cosa che posso fare, Chocho.-
-allora vengo con te.- decretò la sua amica.
-non voglio metterti in pericolo. Non venire per favore.-
-non posso lasciare un'amica così. Domani pedineremo l'Hokage e io sarò con te. Magari incontro anche qualche bel ragazzo.- commentò divertita e sognante.
-sei sempre la solita, Chocho. Però grazie.- sorrise. -tuttavia.. prima devo parlare con mia madre, un'ultima volta, prima che si svegli. Anche se so che non avrò risposta.-



 
****


-ci separiamo qui, Sasuke.- asserì Karin, -la mia missione in questa città marittima è terminata.- si fissarono intensamente per un tempo indefinito.
-ho bisogno del tuo aiuto per questa missione di ricerca, Karin.- affermò Sasuke, -non capisco perché Orochimaru non abbia proposto di affiancarmi a te, quella volta, nonostante tu abbia quelle abilità speciali.- continuarono a guardarsi negli occhi, uno sguardo che valeva più di mille parole. Era dura per entrambi separarsi nuovamente, ma nessuno dei due l'avrebbe mai ammesso con sincerità perché non potevano stare insieme.
-Servo in laboratorio, al covo. Per questo non mi ha mandato con te.
E poi anche a Konoha sostenete che lui c'entri con i fuggitivi nati in provetta dal covo, o sbaglio?-
-non mi interessa quello che dici. Domani mi incontro con Naruto per le ultime informazioni e poi ti raggiungo al covo. Costringerò Orochimaru a farmi dare il tuo aiuto nella missione, non si scoprirà facilmente se c'entrasse davvero con essa e con i fuggiaschi.-
Karin sospirò stancamente:
-è meglio se noi non ci vediamo, Sasuke, la situazione è troppo complicata e lo sai bene.-
-si fa come dico. Nessuna obiezione. Mi servi.- ordinò duro.
-ti servo e basta, dunque? Allora a maggior ragione è meglio se non ci vediamo.-
Sasuke la fissò in quegli occhi accesi: Karin era cambiata moltissimo.
Anzi.. forse era sempre stata gentile ad altruista, e lui lo sapeva, ma in quel momento le sembrò la persona più matura del mondo e una madre ferita perché non poteva stare con la propria figlia come avrebbe voluto.
Spinto da una tenerezza imprevista portò una mano sulla guancia di Karin che, cono decisione ed orgoglio, sostenne il suo sguardo. -non mi servi e basta. Dovresti averlo capito.- disse, -ho bisogno di te. Domani ti raggiungo al covo. Cerca di non farmi aspettare, Karin. Facciamo prima con te.- detto questo, calò delicamente la mano dalla sua guancia quasi come una carezza. -a domani.- aggiunse allontanandosi.
Karin lo fissò allontanarsi di spalle e rifletté su tutto quello che era successo la notte prima.
Non sapeva se era stata solo la sua immaginazione, ma la notte che avevano trascorso insieme era stata molto più intensa delle altre, quasi come ambedue avessero aspettato quel momento per avvicinarsi davvero.
Sasuke era sposato con Sakura, che tra l'altro era una sua amica oltre che la sua ostetrica, e Karin aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa che legasse i due e, appunto per questo, aveva deciso di affidare Sarada a Sakura.
Pensava che l'amore tra i due fosse reciproco e lei, invece, solo un'untilià per Sasuke e un divertimento al momento che lo necessitiva, sebbene fosse consapevole che tra lei e Sasuke ci fosse un'attaccamento effettivo.
Ma ciò che li univa era solamente Sarada, o almeno era questo quello che Karin aveva creduto fino alla notte scorsa, poiché lei desiderava solo la felicità Sasuke e Sarada, e pensava che il matrimonio con Sakura avrebbe potuto dargliela a tutti a due. Allora perché Sasuke aveva detto che non c'era niente tra lui e Sakura?
Erano state proprio tali parole a farla riflettere e a lasciarsi andare con lui un'altra volta, ed in effetti Sasuke pareva alquanto diverso dal passato con lei. Specialmente se ripensava a quella "specie" di dichiarazione che le aveva fatto ieri notte, prima di consumare l'amplesso.
Aveva davvero avuto la sensazione di esserle mancata da come l'aveva vezzeggiata quella notte.. ovvero in maniera più dolce, non aggressiva né frettolosa, era stato un rapporto delicato e veramente voluto.
Non come semplice e puro desiderio sessuale, ma come un bisogno essenziale, nitido e tanto atteso da parte di entrambi. Non voleva essere così confusa, ma non riusciva a farne a meno.
In ogni caso, lui restava sposato legalmente e un rapporto tra amanti era proibito per regola morale e giuridizionale. Non doveva ripetersi ancora, anche se l'attrazione li avesse spinti a desiderarlo.
Doveva farlo per il suo bene, per quello di Sasuke e Sakura, ma soprattutto per Sarada.. non poteva distruggere la famiglia di sua figlia per un suo desiderio egoistico.
Tanto non avrebbero mai potuto viverlo davvero, perché c'erano troppi rischi e pericoli e, finché il male non veniva eliminato, non c'era posto per quel genere di sentimenti e almeno Sarada doveva vivere spensierata.

 

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Capitolo 2
*** meeting Their Dauther ***


Buonasera a tutti! tornata dalle vacanze ho finalmente aggiornato! risponderò presto alle vostre recensioni e intanto vi ringrazio tantissimo per averle lasciate! e ringrazio anche chi ha messo la fanfic tra preferite/seguite/ricordate. Spero di non essere andata troppo OOC con i personaggi! >.<


 
Meeting Their Dauther



Sarada e Chocho si trovavano dietro un alto albero secolare mentre ascoltavano la conversazione tra Naruto e Sasuke: quest'ultimo aveva appena elencato nuove informazioni sulla sua missione. Sarada, però, era tutt'altro che interessata ad ascoltare la discussione tra i due adulti, perché i suoi occhi erano proiettati esclusivamente su Sasuke.
Come aveva immaginato, la foto che nascondeva sua madre era vecchia e suo padre era cambiato abbastanza rispetto al passato.
Iniziò ad avvertire una sensazione d'ansia all'idea di incontrarlo e parlarci per la prima volta e la conversazione che lui e l'Hokage stavano avendo era diventata di poco conto e solo di riempimento per i suoi orecchi. Ad un tratto, Chocho fece un movimento brusco e Sarada vide attivare lo sharingan attraverso gli occhi di suo padre che, visibilmente infastidito, lanciò un Kunai che si conficcò all'interno del tronco dove si nascondevano.
-Chocho! Hai visto? Ci hanno scoperti!- esclamò lei.
-venite fuori, chiunque ci stia ascoltando.- ordinò gelidamente.
-avevo sentito che qualcuno ci stava seguendo, ma non sembrava una minaccia.- commentò Naruto, grattandosi la nuca. Sarada e Chocho decisero di mostrarsi.
Sarada sbucò dal tronco e, dopo aver visto l'occhiata sorpresa dell'Hokage, portò gli occhi di lato perché imbarazzata di incontrare lo sguardo di suo padre.
-perché stavate origliando mocciose?- chiese suo padre, non riconoscendola.
Tale atteggiamento ferì profondamente Sarada, che assunse un'espressione infastidita.
Naruto stava per parlare, ma lei lo batté sul tempo:
-non so come ho fatto a preoccuparmi di un padre che non riconosce nemmeno sua figlia.
Sono stata anni a chiedermi dove fossi per poi scoprire che non riesci nemmeno a capire chi sono!- gridò risentita, -in questi anni hai almeno pensato a me e a mamma? Visto che non mi riconosci nemmeno, dubito che tu l'abbia fatto.-
-calmati Sarada..- intervenne Naruto -..è normale che non ti riconosca visto che non ti vede da quando sei nata.-
Sarada lo fulminò stizzita. -no Hokage! Non è normale che un padre non riconosca la figlia!- sbottò aspra.
Chocho passava da un soggetto all'altro, assai confusa.
Finalmente Sasuke sembrò destarsi dalla condizione di silenzio:
-Sarada.. Sarada sei veramente tu?- domandò avvicinandosi lentamente verso la figlia, la ragazzina di riflesso fece qualche passo indietro.
-non mi toccare! Potresti uccidermi visto che l'hai quasi fatto con un Kunai.-
-non era mia intenzione.- affermò.
-smettila di fare la vittima, papà. Ci hai abbandonato! Mamma per colpa tua sviene continuamente, perché l'unica cosa che hai fatto è farla soffrire!-
-avevo una missione importante da compiere. Non potevo rifiutarla per motivi seri.-
-certo! Però potevi farti sentire! Potevi scrivere! Potevi passare da Konoha ogni tanto! Semplicemente, potevi fare tante cose per evitare una situazione simile.- replicò sfogandosi, guardandolo fieramente in volto: a Sasuke ricordò tremendamente l'intrigante espressione di Karin.
Era proprio sua figlia. Nascose un ghigno compiaciuto a quel pensiero.
-non sono cose che ti riguardano. Avevo da fare per il villaggio.-
-non mi interessa, papà!- esplose, -perché se tu fossi stato qui ti avrei potuto fare tutte le domande che avevo bisogno di farti.- continuò. -e invece ho scoperto tutto da sola.-
-di che stai parlando, Sarada?- domandò Sasuke perplesso.
Chocho e Naruto rimasero in silenzio, anche se quest'ultimo avrebbe voluto intervenire prima che scoppiasse il finimondo; tuttavia, evitò di farlo perché non gli sembrò giusto.
-non fare il finto tonto!- tuonò lei, -che mi dici di questa foto?- le mostrò la foto del Team Taka e indicò il volto di Karin, -chi è questa donna? Perché porta i miei stessi occhiali?-
Sasuke osservò la foto e un groppo allo stomaco lo accolse: quella era Karin. Come mai Sakura teneva una foto di Karin?
Questo voleva dire che Sarada aveva scoperto che Karin era la sua vera madre, oppure che le domande che doveva porgli riguardavano lei e il legame che avevano.
In ogni caso, non poteva dire a sua figlia di Karin. Per quanto avrebbe voluto, non poteva farlo per proteggerla. Doveva trovare una risposta adeguata.
-è una vecchia foto, Sarada. Niente a che vedere con te. Buttala e smettila di fare i capricci come una fastidiosa mocciosa.- la riproverò, avvertendo un senso di colpa indesiderato. “Scusami Sarada, non posso parlarti di lei” pensò mentalmente.
-tu che mi dai ordini come se fossi stato un padre presente, questo sì che è ridicolo.-
-Sarada!!- esclamò Naruto con sguardo serio, -tuo padre non c'entra! È colpa mia se non vi siete visti per tutti questi anni.- aggiunse.
-Hokage.. è colpa di tutti voi adulti egoisti. Tutto qui. Vorrei solo sapere di che razza di missione si tratta per tenere lontano da Konoha papà per tutti questi anni.-
-sono affari del villaggio, Sarada, non puoi avere risposte.- asserì Sasuke secco.
-certo.. non posso mai essere messa al corrente di niente. Avete tutti mentito: tu, mamma, l'Hokage, Shizune.. siete solo un gruppo di bugiardi.- decretò.
-in ogni caso, so che partirai nuovamente dopo questa conversazione. Però, papà, questa volta sarà diverso..-
-cosa intendi Sarada?- domandò Naruto.
-intendo che non lascerò partire papà da solo. Sarà costretto a portarmi con lui perché voglio delle risposte concrete e anche se cercherete di farmarmi, continuerò a pedinarvi finché non avrò saputo la verità. Anche se mi colpite per fermarmi, non tornerò a Konoha ma lo cercherò ovunque. Questa è la mia decisione.-
-testarda e determinata come tua madre.- commentò Sasuke divertito, accorgendosi solo dopo di averla appena paragonata a Karin e non a Sakura.
Sperò che Sarada non si accorgesse del paragone, ma aveva sperato troppo:
-mia madre non è determinata. Affatto! Non lo è più da un po'. Quindi, di chi staresti parlando? Forse della donna con gli occhiali?- chiese sospettosa.
Infatti.. Sarada era troppo sveglia, come lui e Karin, per non cogliere lo strano paragone.
-no, non sto parlando di lei.- mentì, -anche Sakura è determinata.- o almeno, lo era quando era più giovane e prima che lui la facesse soffrire per non essere ricambiata.
-in ogni caso..- cambiò discorso, -va bene! Porterò con me sia la tua amica che te, tanto non credo che potrei impedirtelo.- .
In seguitò, tornò a guardare Naruto. -Naruto.. stai accanto a Sakura, ha bisogno di te in questo momento.-
-di che stai parlando? Sakura-chan ha bisogno di te.-
Sasuke scosse la testa. -no, solo tu puoi starle vicino. Io non posso: non ho mai provato quello che lei desiderava. Non posso darle ciò di cui ha bisogno.- abbassò i toni della voce in maniera tale da non farsi sentire da Sarada.
Naruto abbassò la testa tristemente e si adeguò alla voce lieve di Sasuke.
-hai sempre amato solo Karin, giusto?- domandò.
Sasuke distolse lo sguardo dal volto deluso di Naruto e guardò avanti.
-sì, solo lei.- ammise sinceramente. -mi dispiace di aver fatto soffrire Sakura. Avrei dovuto essere chiaro fin dall'inizio con lei. L'ho illusa.-
-l'hai rivista? Intendo Karin.-
-sì, ieri. La cosa, inoltre, è diventata ancora più chiara per me.-
-anche per lei?- continuò Naruto.
-non lo so se anche per lei, ma per me sì.-
-e non ti senti una merda per aver tradito Sakura-chan?- digrignò i denti, l'hokage.
-sì, ma per me non è mai stato un matrimoio serio il nostro. Solo di convenienza e solo per il bene della figlia mia e di Karin. Mi dispiace, Naruto.-
Naruto cercò di trattenere un pugno che sarebbe partito da un momento all'altro, ma abbassò il braccio trovando la reazione inutile: alla fine capiva Sasuke, anche lui si era accorto da poco che ciò che provava per Sakura non era mai svanito.
-ok, se la metti così allora non ti dispiace se mi prendo Sakura-chan?- domandò.
-fai quello che ti pare. Tu e Hinata vi siete separati, no? Sakura è tua e credo che alla fine lo sia sempre stata. Tu l'ami veramente e lei ha bisogno di te.-
-non dire idiozie, Sasuke, lei non mi ama.-
-non ne sarei così sicuro. In ogni caso, prendertela o meno dipende solo da te e a me non importa più di tanto come agirai, poiché non provo più che affetto per lei.-
-d'accordo. Allora ti affido Chocho e Sarada.- detto questo, con un cenno lo salutò.


-venite mocciose!- le chiamò Sasuke. Sarada fece per avviarsi, ma Chocho rimase indietro e sorrise.
-Sari.. io torno da babbo e mamma, sei nelle mani di tuo padre adesso.-
-d'accordo!- ricambiò il sorriso lei. -grazie Chocho.- e la sua amica “cicciotta” seguì l'Hokage.
Sarada si affiancò a Sasuke.
-sei sicura di volermi seguire?- domandò lui.
-sicurissima.- dichiarò decisa.
Sasuke ghignò: era proprio figlia di lui e Karin.
A proposito di Karin, sarebbe stata dura nascondere la verità a Sarada durante la missione, dato che avrebbero visto anche Karin.
Sapeva che Sarada lo stava seguendo solo per sapere la verità e, appunto per questo, doveva evitare che lo venisse a sapere per proteggerla.
Il tragitto non fu molto lungo, ma Sarada non aveva davvero idea di dove stessero andando. -dove stiamo andando?- chiese infatti.
-lo vedrai, ormai non manca tanto.-
In seguito raggiunsero una zona isolata; un ampia radura di terreno erboso e terroso e un alto edificio fabbricato si estendevano davanti ai suoi occhi.
-cos'è questo posto? È davvero smilzo.- notò lei deglutendo.
-è il villaggio del Suono. Un covo di esperimenti.- spiegò sbrigativo Sasuke, -seguimi.-
Sarada non porse altre domande e seguì suo padre.



 
****



Karin interruppe le analisi che stava facendo, sussultando, perché avvertì il chakra di Sasuke; tuttavia, l'uomo non sembrava da solo ma un'altra presenza si trovava affianco a lui. Realizzò subito di quale chakra si trattava, era un misto tra quello dei suoi simili Uzumaki e quello Uchiha. -non può essere!- esclamò ad alta voce.
Quello pareva davvero il chakra di sua figlia Sarada.
Sasuke perché hai portato Sarada qui? Sei idiota?” pensò mentalmente.
Non era pronta ad incontrare sua figlia dopo così tanti anni.
Com'era cresciuta? Era bella? Stava bene?
Dalle condizioni ottimali del suo chakra sembrava decisamente in gran forma e a quel pensiero non poté fare a meno di sorridere.
Non era sicura che sarebbe riuscita a trattenersi dall'abbracciarla, però doveva resistere per il suo bene.
“Sasuke Uchiha, bastardo, me la pagherai profumatamente per averla portata qui senza il mio permesso!”
Con questo pensiero tirò un respiro profondo ed uscì dall'edificio per andare in contro agli ospiti.


-finalmente sei apparsa, pensavo che avessi perso le tue abilità.- commentò Sasuke divertito, vendendola apparire di fronte a lui. Lei non fece molta attenzione alle parole di Sasuke perché i suoi occhi si erano posati subito su sua figlia che, a sua volta, la stava fissando sorpresa: era bellissima.
Assomigliava tantissimo a lei, ma aveva i colori di Sasuke e portava i suoi stessi occhiali.
Era cresciuta moltissimo e per un attimo perse quasi il controllo tentata di correre ad abbracciarla, ma si trattenne a stento.
-papà! Perché mi hai portato da questa donna?- il delicato momento fu interrotto dalla voce irritata di Sarada e Karin comprese bene il suo disagio, dato che Sarada non sapeva chi era veramente e la preoccupazione per la madre adottiva era normale.
Fu doloroso sentirsi il suo sguardo sprezzante addosso. Molto doloroso e più di quanto si immaginava.
Cosa avrebbe dovuto fare in questi casi?
-sarebbe questa la tua missione? Andare dalla tua amante?- proseguì a parlare, Sarada, profondamente adirata.
Karin decise di intervenire:
-non sono la sua amante, Sarada.- iniziò, -mi dispiace che tuo padre ti abbia messo in questa situazione imbarazzante.- avvicinandosi a lei e poggiandole le mani sulle sue spalle in modo affettuoso. Non riuscì a controllarsi dal rivolgerle un'occhiata materna.
Dopo aver dato una dolce occhiata a sua figlia e aver assaggiato il potere del profondo amore che nutriva per lei, si girò verso Sasuke e lo fulminò seccata:
-perché l'hai portata con te? È tua figlia e sei in una missione pericolosa!-
-se non l'avessi fatto mi avrebbe seguito comunque.- si difese lui stizzito.
-avresti dovuto impedirglielo lo stesso.- seguì gelida. -entrate!- li invitò ad entrare, -si muore di freddo qua fuori.-
Sasuke fece cenno a Sarada di seguirli e poi si affiancò a Karin.
-hai scoperto qualcosa sui fuggiaschi?- le chiese a bassa voce, sussurandole all'orecchio. Il fiato caldo dell'uomo solleticò al suo orecchio destro e le fece scorrere dei brividi di eccitazione lungo tutto il corpo. -sì, ora ti spiego. In ogni caso, non possiamo fare noi due da soli, avremmo bisogno di sostegno per raggiungere il rifugio dei fuggitivi.- aggiunse.
-Suigetsu è qui?- domandò Sasuke.
-è in missione, ma tornerà a breve.- affermò lei.
-ho parlato con Naruto: anche lui ha fatto varie scoperte ed è disposto ad aiutarci personalmente.- proruppe Sasuke, -ci raggiungerà con Sakura appena lei si rimetterà.
Non credo che se ne starà con le mani in mano dopo che Sarada è sparita sotto i suoi occhi. Naruto gli dirà che è con me, ma sarà comunque preoccupata.-
-certo.. d'altra parte l'ha cresciuta lei.- sospirò Karin con amarezza.


Sarada era andata a visitare il covo, nel frattempo, e Sasuke non sopportò di vedere quell'espressione triste sul volto di Karin e in un “lampo” di dolcezza recondita avvolse le sue braccia forti attorno al corpo esile di Karin, affodando le sue mani nelle ciocche scarlatte e appoggiando il mento sulla testa di lei.
-questa espressione non ti si addice, Karin.- asserì schietto.
La donna fu colpita da quel dolce gesto, sgranando gli occhi sorpresa.
Per un attimo rimase in silenzio a godersi il contatto.
-hai visto come mi ha guardata? Quell'espressione era così sprezzante!- si sfogò arrabbiata, -non sopporto che mia figlia mi guardi così. Mi odia, Sasuke.-
Lui sospirò stancamente. -Karin.. non ti ho mai vista così fragile. Perdi di fascino in questo modo.- ribatté lui schivo, continuando a tenerla abbracciata.
-in ogni caso, non ti odia. È solo molto confusa in questo momento: non sa chi sei e non sa che rapporto abbiamo.
In questo momento è una mocciosa capricciosa. Le passerà presto.- cercò di rassicurarla alla sua solita maniera spiccia e scortese.
-ha ragione ad odiarmi, l'ho praticamente abbandonata!- replicò lei.
-non l'abbiamo abbandonata. L'abbiamo allontanata per proteggerla dai pericoli.-
-so che Sakura è una brava donna, ma sapere che mia figlia mi vede come un mostro perché ama incondizionamente la sua madre adottiva fa male.-
-scusa se l'ho portata qui. È colpa mia, Karin.- dichiarò Sasuke in tono soffuso.
-infatti, tu sei stato un'idiota.- concordò irritata, affondando il volto nel petto robusto e muscoloso dell'uomo, strusciandosi e annusandolo producendo un suono strano.
-che stai facendo? mi annusi?- domandò Sasuke perplesso dal suo strambo atteggiamento.
-puzzi. Vatti a fare una doccia.- ordinò lei diretta, -ti sei proprio ridotto a fare il vagabondo eh? Da quant'è che non ti lavi?- sogghignò divertita.
-ora lo senti eh? E poco fa?- fece lui infastidito.
-lascia perdere per poca fa, è stato solo un momento di debolezza.- incrociò le braccia orgogliosa.
-che donna irritante.- borbottò Sasuke, allontanandosi da lei offeso, per andare a farsi una doccia.
Karin avrebbe voluto seguirlo perché i suoi istinti pervertiti, dopo quel lungo abbraccio, si erano accesi nuovamente. Doveva trattenersi per il bene di Sarada.
Prima che potesse dare le spalle al suo banco da lavoro e uscire, si trovò sulla stipite della porta del laboratorio sua figlia che la fissava seria.
-cosa c'è tra te e papà?- chiese sostenendo fieramente il suo sguardo: era proprio figlia loro. Solo Sasuke era in grado di adottare una tale occhiata.
Iniziò ad agitarsi dopo quella piccola osservazione caratteriale.
Da quanto Sarada era sulla porta? Aveva per caso sentito la loro conversazione?
No, se l'avesse sentita non sarebbe stata quella la domanda.
-non c'è nulla, Sarada. È sposato con tua madre.- era doloroso dire quelle parole, -non devi preoccuparti. Non mi metterò in mezzo a loro. Sono solo un'amica.-
-non mi sembrate esattemente “solo amici”. Mio padre non è mai stato così dolce con nessuno, neanche con mamma e trovo strano il suo atteggiamento.-
-cos'hai visto sulla porta?- domandò Karin.
-ti stava abbracciando. Ti guardava con degli occhi con cui non ha mai guardato nessuno. Ti ama! Purtroppo ti ama davvero!- gridò quasi in lacrime, -l'ho seguito per avere delle risposte e ciò che scopro mi fa davvero arrabbiare.-
-Sarada!- la riprese duramente lei scuotendola per le spalle, -adesso basta! Tra me e Sasuke non c'è nulla! Capito? Lui sta con Sakura. Ama tua madre! Smettila con questa storia!- sapeva di star mentendo a sua figlia, ma non poteva fare altrimenti per proteggerla. Sarada restò in silenzio e portò gli occhi di lato.
Karin guardò il viso rigato di lacrime di sua figlia e cercò di trattenere un sighiozzo che minacciava di uscire. Portò una mano sulla guancia di Sarada e l'accarezzò con delicatezza. -guarda.. bella come sei, con le lacrime, ti rovini il volto.- sorrise, alzandole gli occhiali rossi e posandoli sopra I suoi capelli corvini. -asciugati gli occhi.-


Sarada annuì. -io non ci sto capendo più nulla.- disse poi, -sono confusa e tanto arrabbiata con papà perché ha abbandonato me e mamma per tutto questo tempo.-
-tuo padre non ha abbandonato nessuno, è in missione per il vostro villaggio.-
-tutti dicono la stessa cosa, ma lui non si è fatto nemmeno sentire in tutti questi anni.- proseguì Sarada.
Perché stava parlando dei suoi problemi ad una donna che aveva appena conosciuto e che fino a poco fa odiava?
Eppure sentiva una certa affinità con lei. A quel punto Karin non seppe più cosa dire e cambiò discorso:
-vai a farti una doccia anche tu, ne hai bisogno. Vedrai che ti fa bene.- disse rassicurante.
La ragazzina non disse più nulla e fece come Karin le aveva detto.

Nello stesso momento, la donna avvertì che anche Suigetsu stava rientrando alla base e andò ad accoglierlo fuori dal covo per scoprire anche i suoi nuovi aggiornamenti.



 
****



-Naruto.. dovresti pensare al tuo lavoro. È da questa mattina che sei nella stanza d'ospedale di Sakura.- lo riprese il suo braccio destro, Shikamaru.
-Shika.. sai se si è più svegliata da ieri?- domandò lui, ignorando la frase precedente di proposito.
-sì, Shizune mi ha detto che si è svegliata ma poi subito riaddormentata. Era ancora frastornata e non era in grado di alzarsi in piedi.- spiegò Shikamaru.
-capisco..- tornò ad osservare il volto pallido di Sakura.
-Naruto.. dovresti riflettere sul tuo comportamento. Sei ancora innamorato di lei?- chiese il suo compagno/assistente.
Naruto non guardò in faccia Shikamaru e sorrise dolcemente continuando a guardare Sakura riversata a letto.
-già. Lo sono sempre rimasto.- ammise finalmente.
-te ne sei accorto adesso che ti sei separato da Hinata?-
-diciamo che forse l'ho sempre saputo, ma ho ignorato i sentimenti che continuavo a sentire dentro di me.
Ora che sono libero e la vedo in queste condizioni pietose, l'ho realizzato totalmente.- spiegò sincero.
-e che mi dici di Sasuke? Lei è sposata con lui e hanno una figlia.- insisté Shikamaru.
-Sasuke non l'ha mai amata davvero, ecco perché è ridotta così.-
-ama ancora la tua lontana cugina? Com'è che si chiama..? Karin?-
-hai c'entrato in pieno, Shika.-
-lo sai che la situazione è piuttosto complicata? Quella ragazzina, Sarada, non ha già sofferto abbastanza per la lontananza del padre?- proseguì il suo vecchio amico.
-sì, ma purtroppo i sentimenti delle persone non possono essere controllati a piacimento.-
Shikamaru sbuffò di fronte a quella frase e cambiò discorso:
-non so più che dirti. Piuttosto, ricordati che sei l'hokage del villaggio e devi pensare anche ad esso. Quando Sakura si sveglia torna a lavoro subito.- cominciò, -per ora ti sostituisco io e ti tengo aggiornato sugli avvenimenti.- detto questo uscì dalla stanza d'ospedale.
Naruto lo ringraziò mentalmente e tornò a vegliare su Sakura, accarezzando delicatamente la sua candida guancia.
Quel leggero contatto sembrò destarla dal sonno profondo e Naruto la vide lentamente socchiudere gli occhi.
Quando gli aprì completamente, sussultò notando Naruto seduto ai piedi del letto.
-Naruto..?! che ci fai qui!- si alzò di scatto dal letto, posizionandosi a sedere.
-non fare movimenti bruschi, Sakura-chan, ti sei appena svegliata.- la rimbrottò lui.
-ma il tuo lavoro? Da quanto sei qui?- pose una raffica di domande.
-calmati! mi sta sostituendo Shika alla cattedra, per un pochino.-
Poi si guardò attorno frenetica, vendendo la stanza vuota e condivisa solo da lei e Naruto.
-dov'è Sarada? Sta bene?- chiese immediamente, accorgendosi della sua assenza.
Naruto si grattò la nuca impacciato: non sapeva come dirle che era andata con Sasuke, ma il modo per farlo doveva assolutamente trovarlo.
-ehm.. è con Sasuke.- decise di andare dritto al dunque.
Sakura rimase pietrificata per un attimo e poi strabuzzò gli occhi scioccata.
-con Sasuke?!? ho capito bene? Mi hai appena detto che Sarada è con Sasuke?-
-già..- ridacchiò nervoso, -l'ha pedinato e, siccome non sembrava intenzionata a tirarsi indietro, l'ha portata con lui.- raccontò.
Sapeva che dopo quelle parole Sakura sarebbe esplosa di terrore e rabbia.
-ma è pericoloso!!!!!- tuonò appunto, -e tu, come Hokage, non hai fatto niente per impedirglielo? Lo sai che adesso vedrà la sua vera madre?-
-no, non glie l'ho impedito perché Sasuke sa come proteggerla ed è l'unico che può riuscire a nasconderle la verità con freddezza.-
-in ogni caso, non sono tranquilla! Voglio vedere di persona come sta.- decise convinta.
-non preoccuparti per questo. Adesso riposati! Ho già parlato con Sasuke e abbiamo deciso che quando ti sei rimessa raggiungiamo lui, Sarada e Karin per aiutarli.-
-e tu puoi lasciare il villaggio così, senza motivi d'emergenza?-
-sì, in questo caso posso. Stai tranquilla.- con questo portò una mano sulla guancia di Sakura e l'accarezzò con dolcezza, sorridendo. -non stressarti più del dovuto.- aggiunse scendendo con la mano lungo i ciuffi rosati di Sakura, in un gesto audace e inaspettato; infatti, davanti a quel movimento, lei rimase colpita e fissò negli occhi Naruto incontrando il suo ceruleo intenso, acceso di sentimenti ed emozioni solo per lei.
Quell'occhiata profonda e fiduciosa la fece arrossire rovinosamente e volse lo sguardo altrove imbarazzata.
-non possiamo..- sussurrò, -sono ancora sposata legalmente con lui.- Naruto sapeva che “con lui” si riferiva a Sasuke.
-sentiti.. non lo chiami nemmeno più per nome.- notò Naruto, -ti ha fatto stare davvero male. Vedo la tua sofferenza negli occhi e non lo posso sopportare perché..- fece una pausa e poi riprese fissandola determinato -..perché ti amo ancora Sakura-chan!- esclamò infine, attendendo una sua risposta.
Sakura sorrise amareggiata. -speravo non lo dicessi Naruto..- sussurrò, -lo sai in che situazione ci troviamo veramente? Per quanto provi li stessi sentimenti per te..- quest'ultimo, a quella frase, spalancò gli occhi meravigliato e lei proseguì:
-..sì, ti amo anch'io Naruto, ti amo da diversi anni ma ho cercato di negarlo perché tu stavi con Hinata e poi te la sei sposata, poiché non volevo distruggere il vostro matrimonio..- proseguì, -inoltre la situazione è questa: tu sei separato da lei, io ho adottato la figlia di Sasuke e Karin, e sono ancora sposata materialmente con lui che in confronto ha sempre amato un'altra. Tu hai un figlio, non ami più Hinata ma ami me. Ti rendi conto che razza di situazione complicata è?- ripeté.
-sì, è una situazione complicata ma non possiamo farci nulla.- rispose Naruto, -non potevo più trattenere i miei sentimenti dopo averti vista ridotta così. E poi lo sai che sono sempre stato ottimista in questi casi e appunto per questo sono convinto che una soluzione che sistemi tutto la troveremo. Sinceramente, Sakura-chan, ti ho aspettato per 20 anni e ora che puoi essere mia e tu mi vuoi allo stesso modo, non posso più tirarmi indietro. Siamo adulti consapevoli entrambi, no? non voglio più scappare.-
-sei proprio un baka. Dopo tanti anni che ci conosciamo, posso affermare che non sei cambiato di una virgola.-
Naruto scoppiò a ridere a quel commento. -ti 'spiace che non sia cambiato, Sakura-chan?-
-no, non proprio.- lo guardò dolcemente e si portò avanti a lui per unire le loro labbra. Naruto, appena avvertì la lingua di Sakura stuzzicare la sua, rispose con ardore al bacio e avvolse le braccia attorno alla vita di lei approfondendolo in uno scambio complice e travolgente di passione.
Quanto l'aveva desiderata? Quanto? Fu il bacio più bello e più intenso e vero della sua vita. Riusciva a baciare solo Sakura con una passione simile.
I loro respiri si fecero più rumorosi per la forte eccitazione che sentivano e se Sakura non fosse stata ancora debole a quest'ora l'avrebbe già spogliata per assaggiare le sue “grazie”, infatti fu davvero dura resisterle. Poi si staccarono per riprendere fiato.
-accidenti! Non posso permettermelo!- sbottò Sakura, -sono sposata, diamine!-
-solo legalmente.- precisò lui, -inoltre, credi che Sasuke non l'abbia fatto con Karin dopo che si sono rivisti?- convenne. -lui non riesce a resisterle.-
-sono stata tradita, dunque.- asserì lei, abbassando la testa.
-non lo definirei proprio un “tradimento”.- rispose lui, -da quando vi siete sposati ti ha mai toccata con un briciolo di sentimento amoroso?- chiese.
-mi ha toccata ma senza sentimento, solamente per piacere sessuale.- confessò vergognosa. -mi dispiace.- disse lui, -allora quando lo farò io ti farò provare veramente quello che si prova quando si fa l'amore con una persona che si ama. Ti assicuro che è totalmente diverso dal puro sesso.- alzò il pollice sincero, -è una promessa.-
-non hai bisogno di provarmelo, il bacio di prima è bastato a farmi capire la differenza.- sorrise teneramente arrossendo per quello che avrebbe detto dopo:
-nessuno mi ha mai baciato con la passione con cui l'hai fatto tu Naruto.-
Lui si imbarazzò davanti a quella frase. -wow! Non me l'aspettavo da te, Sakura-chan.-
Lei non aggiunse altro, ma tornò al suo lavoro di Hokage:
-Naruto.. ora che mi sono svegliata e sto abbastanza bene, puoi tornare al tua postazione sul trono di Konoha.- suggerì ironica, -quando mi sarò ripresa del tutto raggiungeremo immediamente Sarada e Sasuke.- terminò e gli diede una "spintarella" per farlo alzare dal letto. -adesso vai! Non preoccuparti per me!-
-d'accordo! Ma stasera torno da te.- e, prima di uscire, le lasciò un delicato bacio a fior di labbra. -grazie di tutto Sakura-chan. A più tardi.- e con un cenno uscì.


 

****


Sarada era appena uscita dalla doccia quando, passando accanto ad una delle stanze da laboratorio di quell'oscuro e triste covo, udì le voci di Karin e Sasuke parlare sottovoce:

-Sasuke.. Sarada è davvero confusa e triste; prima, quando eri a fare la doccia, è scoppiata in lacrime davanti a me.
Che hai fatto a Sakura? Non posso vedere mia figlia così. Non riesco a rimanere senza far niente.-


Sarada, davanti a quella rivelazione, rimase scioccata.
Sua figlia? Dunque, lei era veramente figlia di quella donna?
Non sapeva più che pensare. Purtroppo qualcosa le diceva che era la verità.
Lei sentiva una certa sintonia verso quella donna e si somigliavano moltissimo.
Portava fin da piccola i suoi stessi occhiali e Sasuke nutriva forti sentimenti nei suoi confronti.
Per quanto le avessero tutti detto che non c'era nulla tra loro, ciò che i suoi occhi vedevano non combaciavano con le parole che si sentiva dire dagli altri per rassicurarla.
Iniziò a lacrimare nuovamente. Tutti gli avevano mentito, dall'inizio alla fine, e in quel momento si sentiva completamente presa per i fondelli dalle persone più vicine a lei.
Perché le avevano nascosto la verità? Perché la sua vera madre l'aveva abbandonata se era ancora viva?
Era inutile che si facesse tutte quelle domande, tanto finché non chiedeva ai diretti interessati non poteva avere risposte.
Si appoggiò lungo il ghiaccio e "giallognolo" muro scacciando senza successo le lacrime, e si calò lentamente fino a sedersi a terra sul gelido pavimento e a portare le ginocchia verso il petto, stringendole con forza. Non si era mai sentita così triste e delusa dal mondo e dai suoi familiari.
Perché nessuno gli aveva detto nulla nonostante tutte le domande che aveva fatto per scagionare i suoi dubbi? Sua madre adottiva, l'hokage (che forse era anche l'amante della sua madre adottiva), suo padre, Shizune e infine anche la sua vera madre.. tutti gli avevano tenuto nascosta la verità senza darle una chiara spiegazione e lei in quel momento aveva solamente voglia di piangere dopo che le era caduto il mondo addosso per colpa di una stupida foto camuffata e dell'egoismo degli adulti.
Nel frattempo, le sue orecchie sentivano ancora lievemente la conversazione dei suoi veri genitori, ma sembrava che le loro voci si fossero acuite ancora di più o forse era lei che aveva perso l'udito stanca di sentire solo menzogne.


-hai già fatto troppo, Karin.- sentì ancora la voce di suo padre, Sarada.
-non ho fatto un bel niente! Lo so che è per proteggerla, ma per me è dura non farle capire chi sono veramente.- continuò la sua vera madre.


A quelle parole, Sarada aguzzò di più le orecchie.
Forse sentendo quella conversazione avrebbe scoperto qualcosa e così si mise di nuovo in ascolto asciugandosi le lacrime con la maglietta indossata:

-non possiamo ancora dirle la verità. Finché la missione non si sarà conclusa dobbiamo tenere nascosta la tua identità, Karin.- ripeté Sasuke.
-ma tu resti comunque sposato con Sakura, nonostante ci siano sentimenti che ci legano profondamente.- ribattè lei.
-Sakura non mi ama più, Karin, ama Naruto. Appena Sarada sarà fuori pericolo, ho deciso che mi separerò da lei perché non è giusto per nessuno.-
-e che ne sarà di Sarada? Ti sei sposato con Sakura per darle una famiglia felice.-
Sasuke ghignò. -già.. ma io voglio sposare te.-
Karin strabuzzò gli occhi meravigliata. -cosa?!?-
-hai capito bene, Karin. In questo modo, appena si sarà risolto tutto e avremo portato a compimento questa dannata missione, tu sarai mia e Sarada avrà la sua famiglia. Sbaglio o è così che sarebbe dovuto essere fin dall'inizio?-
-non dire idiozie, Sasuke. Tu non vuoi davvero sposarmi.- obiettò Karin sarcastica.
Sasuke le alzò il mento bruscamente e con la sua sensuale rudezza, guardandola profondamente nelle iridi attraverso i suoi "pozzi neri".
-andiamo Karin, come diavolo devo farti capire cosa voglio davvero? Apri gli occhi dannazione! Smettile di fingere che tra noi non ci sia nulla.- protestò glaciale e seccato.
-lasciami imbecille!- esplose, scostando il mento da lui di scatto.
-no Karin. Non voglio stare con Sakura. Non voglio lei. Come devo dirtelo?-
-e non pensi ai sentimenti di Sarada? Lei è legata a Sakura più che a noi due messi insieme, vuoi davvero toglierle l'unica persona che le è stata vicino in questi anni? Siamo per lo più sconosciuti per lei. E' triste pensarlo ma è così.- replicò Karin.
-potrebbe comunque continuare a vederla anche vivendo con noi, se lo volesse.- puntualizzò.
-e io come faccio con il lavoro qui al covo, eh?-
-semplice, vieni a lavorare a Konoha. Stai trovando solo scuse perché hai paura.-
-non ho paura!- esclamò, -di cosa dovrei avere paura?-
-di soffrire ancora.- decretò lui, -ma tanto, in ogni caso, soffriresti comunque per non poter fare da madre a Sarada come veramente desideri.-


Sarada aveva ascoltato l'intera conversazione e non sapeva più che pensare dei suoi genitori; nonostante fossero stati lontani da lei tutto questo tempo, sembravano volerle veramente bene. Parevano amarla davvero. Le era pure scappato un sorriso sentendo le parole preoccupate ed altruiste della sua vera madre.
Forse c'erano dei motivi seri dietro all'allontamento dei suoi genitori di sangue da lei.
L'unica cosa da fare per scoprirlo era parlare chiaramente con entrambi per avere risposte precise.
Cosa ne sarebbe stata della sua esistenza e del suo futuro?
Ormai era nelle mani degli adulti. Così decise che avrebbe parlato con loro al più presto.

 

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Capitolo 3
*** Marry me!! ***


Eccomi qua!! ho aggiornato in enorme ritardo ç____ç anche questa fanfic. Mi scuso tanto!! :(
Colgo l'occasione per annunciarvi che questo sarà il penultimo capitolo del fanfic, il prossimo sarà l'ultimo e poi ci sarà l'epilogo. Ringrazio tantissimo chi mi ha seguito e mi sta ancora seguendo leggendo la fanfic, ma principalmente ringrazio chi mi ha lasciato una recensione e ha messo la mia fanfic tra seguite/preferite. Questo capitolo sarà leggermente spinto in alcuni punti, ma nulla di eccezionale (mi sembrava giusto avvisarmi XD).  Spero di non deludermi e mi auguro di non essere andata troppo OOC con i PG! grazie ancora!!^^


Marry me!!



-Sasuke.. ho avvertito una strana sensazione.- esordì Karin preoccupata, ancora tra le braccia dell'uomo. -non mi ero concentrata di proposito sulle mie abilità, ma ho la brutta impressione che Sarada fino ad un attimo fa si trovasse vicino a noi. Ho paura che abbia udito la nostra conversazione. Come starà? Ho bisogno di accertarmene.-
Lui alzò gli occhi al cielo esausto, staccandosi da lei.
-Karin.. se vai da lei non sarà un po' sospetto? Ci andrò io, tu resta qui.-
Detto questo uscì dalla stanza e raggiunse Sarada.
La trovò distesa sul letto che gli aveva accuratamente sistemato Karin.
Il volto era pallido e triste, angosciato e assolutamente inadeguato per una ragazzina della sua età. Tutti la stavano facendo soffrire e questo Sasuke lo sapeva, ma era l'unico che in qualche modo riusciva a mantere il sangue freddo senza rischiare di dire qualcosa di inopportuno.
Si avvicinò al cassettone in legno scuro, in silenzio, poco distante dal letto dove sua figlia era distesa e fingeva di non averlo notato; prese un porta candele, ci infilò dentro una candela e l'accese poggiandola sopra al cassettone.
Il covo di Orochimaru non era cambiato di una virgola da quando lui se n'era andato: era sempre buio, tetro, silenzioso e inquietante.
In passato, camminare lungo quei corridoi così cupi non era particolarmente piacevole e tanto meno dormirci quando ogni pochino passava qualche spiffero dalle finestre vecchie e malridotte causandogli gelidi brividi, o si udiva qualche sibilo misterioso.
Probabilmente, se non avesse iniziato a conoscere Karin in quel periodo, il pernottamento da Orochimaru sarebbe stato ancora più fastidioso.
Ora che ci pensava, lei era sempre presente.
Sembrava apparire nei momenti più giusti, aveva un tempismo impeccabile.
Dopo aver sistemato la candela, tornò a fissare sua figlia supina sul letto ormai tutto raggrinzito. Continuava ad ignorarlo, così si avvicinò e si sedette ai bordi del letto senza chiederle il permesso per farlo. -copriti mocciosa, o ti ammali. Ci sono molti spifferi qui.-
Fu l'unica cosa che riuscì a dirle per attirare la sua attenzione: in effetti era normale non sapere cosa dire a sua figlia quando non ci aveva mai avuto a che fare.
Da come stava, non era del tutto errato che potesse aver sentito la conversazione tra lui e Karin; tuttavia, voleva aspettare che entrasse lei nel discorso per prima.
Ancora sembrava preferire il silenzio e lui, di conseguenza, rimase seduto sul letto.
Alla fine non che disprezzasse il silenzio e anche Sarada sembrava gradirlo.
-sembri sapere molto di questo posto, papà, ci hai abitato per qualche tempo?-
Di certo Sasuke non si aspettava una domanda simile, ma la risposta non sarebbe stata un segreto. -sì, è qui che ho conosciuto Karin.-
-in un modo o nell'altro torni sempre su quella donna. Sei proprio cotto.- commentò aspra.
Sasuke non rispose, poiché non sapeva cosa dire. Allora Sarada lo prese come un invito a proseguire e finalmente incontrò il suo sguardo alzandosi per mettersi a sedere:
-so tutto. Non c'è bisogno che continui a far finta che non ci sia niente tra voi.-
Quella fu la conferma che Sarada aveva efffettivamente ascoltato la conversazione.
-appunto per questo, vorrei delle spiegazioni riguardo al vostro allontamento e perché siete stati costretti per 12 anni a nascondermi la verità.-
-al momento non posso darti una spiegazione.- cominciò lui, -però ti posso dire che sbagli a credere che di te non ci importi nulla.
Karin non ha mai smesso di desiderare di dirti tutto, ma la nostra situazione l'ha costretta a non farlo.
L'abbiamo solo fatto per proteggerti. Non la odiare, mocciosa.-
-e tu, papà? Perché non ci sei più stato? Perché mi hai lasciato da sola?-
-per lo stesso motivo per cui non posso dirti i motivi che ci hanno spinto a nasconderti la verità. E per lo stesso motivo non volevo che tu mi seguissi fin qui.-
-quindi c'entra questo posto?-
Sasuke annuì. -non posso dirti altro. E adesso dormi che è tardi.-
-voglio parlare con quella donna. Voglio sapere cos'ha di così interessante da attirare la tua attenzione. Tu ti rammollisci davvero con lei.- continuò sua figlia.
Sasuke ghignò divertito. -lo capirai presto e poi nemmeno tu riuscirai più ad odiarla.-
-vi sposerete davvero? Lascerai mamma per lei?- una calda e salata lacrima iniziò a scenderle dagli occhi e con uno brusco scatto l'asciugò, indispettita.
-già.- confermò lui, -e, se tu vorrai, potrai vivere con noi. Capisco che sei attaccata a Sakura più di chiunque altro e, per quanto fastidiosa, capisco anche la tua preoccupazione per lei. Ma Sakura starà bene, perché Naruto saprà come trattarla.-
-Naruto? Stai parlando dell'Hokage? Ma allora è vero che vuole mamma.-
-la vuole da sempre in realtà.- si alzò da letto e se avvicinò alla porta. -adesso dormi.-
-ma io non ho finito con le domande!- esclamò capricciosa.
Sasuke la guardò serio. -smettila di fare domande. Potrai farle domani.-
-io voglio farle adesso!- protestò ancora.
-testarda come tua madre.-
-quale delle due?-
Sasuke vide Sarada alzare il sopracciglio in un cipiglio sarcastico.
-Karin.- confessò, -è la più testarda di tutte. Proprio come te.-
E con queste parole, accostò la porta ed uscì.


 
******


Sakura si era finalmente ripresa e l'avevano dimessa dall'ospedale.
Stava riempiendo lo zaino per partire con Naruto e raggiungere Sasuke.
Un cigolio fastidioso le fece capire che qualcuno era appena entrato nella sua stanza.
-ti stavo cercando, Sakura-chan. Come ti senti?- Naruto le si avvicinò e le accarezzò la guancia in un gesto di apprensione e delicatezza. -sei ancora pallida.- notò subito.
Sakura scostò, infastidita, la mano di Naruto. -sto bene. Voglio solo andare da Sarada.-
Naruto sospirò stancamente, stringendosi in un sorriso amaro e triste.
-sei consapevole che lei potrebbe decidere di vivere con Karin e Sasuke appena questa situazione si sarà risolta?-
Inizialmente Sakura non rispose, poi lo affrontò incontrando il suo sguardo:
-lo so perfettamente. Ma l'ho cresciuta io e sarà Sarada stessa a decidere cosa fare.-
-certamente. Volevo solo sapere se avevi già considerato questa possibilità.-
-la considero da quando è nata, Naruto. Ciò non toglie, però, che per me è come se fosse veramente mia figlia. Non posso cambiare i miei sentimenti.-
Naruto sorrise. -lo so, Sakura-chan, ma non voglio che tu soffra più.-
-stammi vicino Naruto.- disse in un impeto di debolezza cercando di trattenere le lacrime.
-certo, non ti lascerò più.- la rassicurò lui sorridendo, -però sappi che, anche se Sarada deciderà di andare a vivere con Karin e Sasuke, tu potrai sempre vederla e noi due faremo dei figli nostri. Te lo assicuro, Sakura-chan! Per cui..- in un movimento maldestro tipico suo, si inchinò davanti a lei, con le guance leggermente arrossate, rovistò nelle tasche della divisa di Hokage in cerca di qualcosa e tirò fuori un cofanetto aprendolo sotto gli occhi di Sakura -..sposami Sakura-chan!!- le propose emozionato.
Sakura non riusciva a credere ai suoi occhi e non riuscì a trattenere lacrime di felicità, portandosi due mani davanti alla bocca incapace di descrivere le forti emozioni che sentiva in quel momento. Naruto era ancora inchinato davanti a lei, con il cofanetto di velluto tra le mani, aperto, e in attesa della sua risposta.
-sei un baka!- esplose tra le lacrime. -ti sembra il momento di farmi una proposta del genere? Non sei cambiato per niente. La tua goffaggine non è cambiata.- si aprì in un sorriso amorevole e affettuoso. -certo che ti sposo!- accettò.
Naruto scoppiò a ridere, al settimo cielo, quasi sollevato, e si alzò da terra alzandola per i fianchi in una felicità che non vedeva l'ora di essere espressa.
-ti amo, Sakura-chan! Grazie di sposarmi!- l'abbracciò forte e appena la poggiò nuovamente a terra prese a baciarla con una passione con cui non aveva mai baciato nessuno, neanche Hinata. Un sentimento che solo Sakura riusciva a scatenargli.
Lei non aveva smesso di sorridere e in quel momento era impegnata a rispondere al bacio con la stessa euforia.
Quando si staccarono, Naruto le infilò l'anello in oro bianco dicendo:
-quando avrai firmato il contratto di separazione da Sasuke organizzeremo la nostra cerimonia. Adesso, però, dobbiamo portare a termine questa infinita missione!-
-lo so, ma..- tentò lei imbarazzata, Naruto comprese subito: -ricevuto.-
La strinse ancora a sé, la baciò con ardore incontrando la sua lingua alla stessa maniera desiderosa di conoscerlo di più.
Sakura sentì le mani di Naruto scorrere sotto la sua canottiera, esplorare i suoi seni, stuzzicandoli e prendendoli dentro alle sue mani calde e grandi, strappandole un gemito trattenuto. Scese con l'altra mano lungo i fianchi, sfiorando l'ombelico e il ventre, arrivando sempre più sotto per toccare il tessuno degli slip di Sakura non prima di aver sganciato i bottoncini dei suoi pantaloni. Incontrò lo sguardo di Sakura in un'espressione intensa e ricca di significato, la vide sudata e ansimante, non riuscì a non baciarla nuovamente sulle labbra e con le mani le tolse la maglietta mostrando il reggiseno di pizzo.
Finalmente Sakura agì, sganciò anch'ella i bottoni dei pantoloni di Naruto e lo spogliò del tutto lasciadolo a petto nudo, davanti a lei, con gli addominali scolpiti: in un'occhiata fugace li osservò impacciata, poi tornò a baciarlo trascinandolo verso una stanza con la porta socchiusa.
-entriamo in camera mia.- sussurrò a fiato corto.
-sei sicura?- fiatò lui guardandola desideroso.
-sì, per favore.- detto questo, lui la prese per le natiche alzandola e lei avvolse le gambe attorno alle sue coscie solide d'instinto. L'adagiò sul letto finendo di spogliarla.
A seguire, lei fece lo stesso. Si trovarono nudi, Naruto sopra di lei che la fissiva con degli occhi con cui Sasuke non l'aveva mai guardata in quei momenti intimi.
Gli occhi di Naruto erano fiduciosi, luminosi, un po' imbarazzati e intimoriti, poiché era la prima volta che loro due facevano l'amore e lui l'aveva amata per tutta la vita.
L'espressione di Naruto non era contratta né impassibile né annoiata.. era decisa, piena di sentimenti, incoraggiante.
Era l'espressione di un uomo che l'amava con tutto il cuore e nella sua interezza. Era l'espressione più bella del mondo.
Era talmente bella che non riuscì quasi a trattenere le lacrime e Naruto si preoccupò:
-tutto bene, Sakura-chan?-
-scusami Naruto.. è che sono così felice!-
-e piangi perché sei felice?- ridacchiò divertito. Lei annuì e si asciugò le lacrime.
-grazie di amarmi così tanto e di avermi chiesto di sposarti.-
Naruto sorrise dolcemente e tornò a baciarla con tenerezza, eppure desiderio.
In seguito, quando entrò in lei, Sakura avvertì una sensazione che non aveva mai provato perfettamente con Sasuke.
La sensazione era bellissima, trasmetteva tepore e rilassamento, ma allo stesso tempo era la più eccitante del mondo.
Sentì gemere Naruto, non che lei avesse smesso di farlo.. ma piano piano aveva smesso di fare caso a quelle forti manifestazioni vocali di piacere e si era concentrata totalmente in quell'emozione misteriosa eppure meravigliosa. Alla fine, i due raggiunsero l'orgasmo quasi nello stesso momento e si accasciarono sfiniti sul letto, guardandosi profondamente negli occhi, e scambiandosi un sorriso complice e appagato.
-adesso capisco cosa intendevi quando hai detto: “ti farò sentire cosa si prova a fare l'amore con la persona che si ama veramente”.- sussurrò lei distrutta dall'amplesso.
Naruto sorrise solare. -sono felice di avertela fatta provare e di essere stato l'unico.-
Dopo quest'ultime parole si addormentarono.
In mattinata sarebbero partiti per il covo di Orochimaru.


 
*****


-Sarada ha sentito tutto. Avevi ragione.- dichiarò Sasuke, entrando nella camera di Karin.
Lei sgranò gli occhi stupita. -come sta adesso?-
-ci ho parlato e credo che piano piano accetterà la cosa. Ha detto che vuole parlare con te per scoprire cos'hai di così interessante da attirare la mia attenzione.-
Karin fece un mezzo sorriso, divertita: alla fine era proprio sua figlia.
Tuttavia, non seppe come mai, ma dopo quelle parole di Sasuke sentì come se il pesante masso che aveva sullo stomaco fosse stato appena debellato.
Era sollevata che sua figlia le aveva dato una seconda possibilità. Anche il fatto che volesse conoscerla era un passo avanti verso almeno un rapporto civile.
La donna avvertì le mani di Sasuke afferrare la sua massa di capelli scarletti calati lungo la schiena, da dietro, e portarli solo da un lato per lasciarle un bacio sul collo, a tradimento, che le scatenò dei brividi. Smise di dargli le spalle e incontrò le iridi inchiostro di Sasuke, in un'espressione risoluta e desiderosa che compiacque quest'ultimo.
-finalmente ti riconosco. Sapere che Sarada non ti odia ti ha tranquillizzato.- commentò infatti, scrutandola. Karin deglutì febbrile: voleva fare l'amore con lui.
Quell'atteggiamento compiaciuto, il sorriso divertito leggermente accennato, i muscoli del viso serrati ma allo stesso tempo rilassati.. tutto era decisamente invitante per Karin.
Non seppe nemmeno lei quanto rimase incantata a guardare il volto eccitante di Sasuke.
-se ti dicessi che voglio andare a letto con te un'altra volta?- chiese lei.
Aveva davvero detto apertamente quello che desiderava, ma il comportamento di Sasuke le aveva fatto perdere la ragione e in quel momento avrebbe solo voluto mandare a quel paese le convenzioni, la morale e la stupida giurisdizione di Konoha per diventare nuovamente sua.
Ciò non era facilmente controllabile, tutt'altro.. continuò a fissarlo in attesa della sua risposta.
-secondo te perché sono nella tua stanza, Karin?- replicò lui, infine.
-non lo so.- borbottò lei, volgendo lo sguardo altrove altezzosa: aveva detto anche troppo.
-quella tua espressione compiaciuta è davvero insopportabile. Mi confonde.-
-perché ti confonde?- domandò Sasuke stuzzicandola.
-perché mi irrita per quanto è eccitante!- ammise impacciata, -e non posso provare questo. Non posso farlo ancora.- si rimproverò. -dimmi.. dicevi sul serio quando hai detto di volermi sposare?- chiese tornando a sostenere il suo sguardo.
-sì, dicevo seriamente. E ora, non cambiare discorso, secondo te perché sono qui?-
-per lo stesso motivo per cui nemmeno io sono riuscita ad uscire da camera mia da quando sei entrato qui dentro.- rispose lei.
-bene.. quindi?- rincasò lui.
-quindi..basta chiacchiere!- esplose lei, afferrando entrambe le guance di Sasuke e lasciandogli un bacio ricco di avidità sulle labbra che fu pienamente ricambiato.
Sasuke strinse Karin con forza, contro di sé, portò la sua mano verso il suo sedere facendogli una lunga palpata senza smettere di baciarla.
Con l'altra mano salì smaniosamente lungo le sue coscie arrivando lentamente fino ai suoi seni, per stringerli tra le sue mani.
Karin continuava a tenere in una ferrata presa il viso di Sasuke e stringeva con forza i suoi capelli corvini tanto che si ritrovò alcuni suoi ciuffi tra le mani.
Gli leccò e succhiò il volto, il collo, lasciandogli scie di baci e Sasuke fece lo stesso con le sue “grazie” e sulla sua pelle tumefetta.
Lei, con l'altra mano, andò fin dentro i boxer di Sasuke per bearsi anche di quel punto già abbastanza desideroso.
Lui prese a spogliarla con foga buttando a terra i vestiti con quasi “spregio” da quanto voleva che lei restasse nuda il prima possibile.
Intanto i loro respiri erano ansanti, corti, accompagnati da gemiti espressi apertamente, che confermavano solo quanto la loro bramosia fosse forte.
Anche Karin iniziò a spogliare Sasuke, con audacia e fretta, continuando a baciarlo con passione peccaminosa. Ora non sarebbe tornata indietro.
Quando furono nudi entrambi, le loro intimità si sfiorarono creandogli un calore intenso.
Si buttarono sul letto e, su quello stesso letto, condivisero per l'ennesima volta una notte intensa, intrisa d'emozioni forti e preziose che solo loro conoscevano bene.


 

*****


Quando Sasuke aprì gli occhi in camera di Karin, la parte accanto era vuota.
Nonostante il letto fosse piccolo e stretto, ad una piazza sola, aveva dormito tranquillamente. Odiava ammetterlo, ma la presenza della sua donna accanto lo rilassava.
Il profumo alla mandorla, così penetrante come lo era sempre stato, era ancora presente in piccole misure nell'intera stanza e in particolare nel letto di Karin.
Scostò le lenzuala mettendosi a sedere, alla ricerca della sua felpa, poiché a petto nudo stava crepando di freddo. Il covo era davvero uno dei posti più gelati in cui avesse mai vissuto. Sasuke, di per sé, non soffriva molto il freddo ma il covo di Orochimaru era uno dei pochi luoghi dove anche una persona tipicamente calorosa come lui era costretto a coprirsi per evitare di ammalarsi. Non si preoccupò di dove fosse Karin, perché sapeva che la mattina era solita alzarsi all'alba per lavorare e quel giorno doveva anche dirigersi in un povero villaggio accanto a quello del Suono per reclutare alcuni ingredianti che gli aveva incaricato Orochimaru_o almeno così le aveva detto_.
Tattavia, a quest'ora, dato che erano le 9.00 passate, sarebbe già dovuta tornare e così decise di andare verso il suo laboratorio personale per sapere se aveva scoperto qualcosa di nuovo riguardo i fuggitivi, visto che anche Suigetsu era tornato.
Dopo essersi vestito con i soliti abiti da ninja e una felpa più pesante sopra, uscì dalla camera di Karin e nel corridoio si incontrò con Sarada.
-Sarada.. hai visto Karin?- le domandò.
-mi sono alzata adesso, papà, ed è chiaro che la sto cercando dato che deve darmi tante spiegazioni.- rispose con ovvietà. -altrimenti che diavolo ci sono venuta a fare qua?-
-capisco. Ma adesso sta lavorando.- asserì lui severo.
Sarada gli lanciò un'occhiataccia. -è inutile che continui a trovare “scuse” per non farmi parlare con lei, papà, poiché sei stato tu stesso a dirmi di parlarle oggi.-
L'uomo alzò gli occhi al cielo esasperato. -che ragazzina viziata.- borbottò e Sarada ghignò soddisfatta, in una tipica espressione di Karin.
Poi le fece cenno di seguirlo e, mentre si dirigevano al laboratorio privato di Karin, si incontrarono anche con Suigetsu che pareva spaesato e annoiato almeno quanto loro.
-c'è qualcosa di strano...- cominciò lo spadaccino, pensieroso, di fronte a loro.
-chi sarebbe lui?- chiese Sarada curiosa, -mi sembra di averlo visto nella foto di gruppo che ho trovato, dove c'eravate anche tu e Karin.-
-piuttosto.. chi sei tu, ragazzina?- intervenne Suigetsu sospettoso.
-è mia figlia.- dichiarò Sasuke, -ed è anche la figlia di Karin.-
Suigetsu sgranò gli occhi meravigliato. -allora qualla donna aveva un buon motivo per continuare ad amarti. In effetti non mi ha mai spiegato cosa intendeva con la frase: “ci sono vari tipi di legame”. Era la solita risposta, ogni volta che le chiedevo di te.-
-perché nessuno doveva sapere che era sua figlia. Il problema è che Sarada è troppo sveglia per non comprendere il senso dei rapporti attorno a lei e adesso lo sa.-
Lanciò un'occhiata vaga alla ragazzina, che aveva le braccia incrociate e una tipica espressione imbronciata e infastidita.
-in effetti questa mocciosa assomiglia molto a Karin, sia fisicamente che nel comportamento.- notò Suigetsu divertito, osservandola meglio.
-smettila di guardarmi così, è disgustoso. Inoltre, di cosa sei fatto? Sei così.. così “molle”?- si strinse in una smorfia “schifata” che fece sorridere Sasuke.
-sono fatto d'acqua, ragazzina.- spiegò semplicemente orgoglioso.
-comunque, cosa stavi dicendo prima? Cosa c'è che non va? Ho la stessa sensazione anch'io. Questo corridoio è troppo silenzioso, è come se Karin non ci fosse.-
-esatto.. l'ho vista uscire dal covo stamani mattina alle 7.30 per quelle compere che gli aveva incaricato Orochimaru, ma è strano che non sia ancora tornata.-
-andiamo a vedere se è nei laboratori prima.- proruppe Sasuke, avvertendo una strana angoscia alla bocca dello stomaco.
Aveva un brutto presentimento e stava cercando di celare l'ansia davanti a Suigetsu e a Sarada, ma quando si trattava di Karin era davvero difficile per lui controllare l'emozioni. Solo sua figlia e Karin erano capaci di metterlo in difficoltà rispetto ai suoi sentimenti. Quando arrivarono nel laboratorio di Karin e lo troverano vuoto, con le luci spente e le macchine staccate dalla spina, in ordine come la sera prima, l'angoscia che sentiva si fece più persistente.
-dov'è finita? Di solito lavora qui.- disse in tono nervoso e seccato.
-già. Sasuke.. credo che le possa essere successo qualcosa.- suppose Suigetsu.
-cosa significa questo?- si intromise Sarada agitata: anche se non si spiegava perché si sentisse così in ansia per una donna che aveva visto per la prima volta ieri e aveva scoperto il giorno prima essere sue madre. Insomma, non c'era ancora un vero legame tra loro e non c'era mai stato.
Forse avvertiva quella sensazione di disagio perché aveva tante domande da farle e, se le era successo qualcosa, sarebbe stato impossibile.
-non ti muovere di qui, Sarada, vado a cercare Karin.- affermò frettoloso Sasuke.
-ehi! Aspetta un secondo.. dove credi di andare se non sai nemmeno dove sia?- lo fermò Suigetsu, ricevendo un'occhiata rabbiosa in cambio.
-lasciami andare.- ordinò gelido. -credo di sapere dov'è e probabilmente Orochimaru ne sa più di me.- aggiunse, -vado alla sua base.-
-cosa intendi? Pensi che sia stata presa dai fuggiaschi?- domandò Suigetsu.
-sì, è la cosa più probabile.-
-vengo con te, papà.- decise Sarada, -devo chiedere tante cose a Karin.-
Sasuke la fulminò irritato. -no, tu resti qui Sarada! È troppo pericoloso e questa volta non ti porterò con me e, se è necessario, ti fermerò con la forza.-
-ma..ma.. quella donna è mia madre.- sussurrò non credendo nemmeno lei a quello che aveva appena detto, tanto che Sasuke si sorprese di quelle parole.
L'espressione dell'uomo si addolcì leggermente e si piegò verso la figlia abbracciandola.
-Karin è forte.- decretò piano, -te la riporto, Sarada.. ma tu resta qui.-
Detto questo si staccò da lei e uscì dal covo.


 
*****


Suigetsu si avvicinò a Sarada.
-Sasuke quando decide una cosa è un gran testardo, purtroppo, e la riporterà. Dovrò di nuovo avere a che fare con quella “strega”.- sospirò arreso, in un goffo tentativo di rassicurarla. Sarada alzò un sopracciglio confusa: quell'uomo dalle sembianze liquide era davvero strano.
-stanno arrivando anche aiuti da Konoha, è arrivato un'ora fa un piccione viaggiatore per avvisarci del loro arrivo. Perché non vai con loro, se tieni tanto a quella donna?-
Sarada spalcancò gli occhi meravigliata. -vuoi dire che sta arrivando anche l'Hokage e mamma?- chiese per conferma.
Inizialmente Suigetsu rimase perplesso davanti alla parola “mamma” e infatti chiese:
-mamma? Ma tua madre non è Karin?-
-sì, ma non mi ha cresciuto lei. Mi ha cresciuto una donna di Konoha che è anche_materialmente_ la moglie di papà. Lei si chiama Sakura.-
-mamma mia, ragazzina.. la tua situazione familiare è davvero complessa.- commentò schietto, Suigetsu, sospirando.
-non dirlo a me.- farfugliò Sarada concorde, ripesando a tutto quello che aveva scoperto nel giro di soli tre giorni.
-comunque, aspetto l'Hokage e mamma e andrò con loro ad ogni costo! Ci sono tante cose che devo chiedere alla mia vera madre.- affermò decisa.
-nel giro di un'ora al massimo arriveranno. In ogni caso, mocciosa, cerca di non metterti troppo nei guai altrimenti sia Sasuke che Karin metteranno fine alla mia vita, e anche doppiamente se potessero.- rabbrividì immaginando la sua tragica fine.
Sarada cercò di trattenere le risate e iniziò, impaziente, ad andare avanti e indietro per il buio corridoio nella speranza di far scorrere prima il tempo.
Probabilmente, il desiderio di voler salvare quella donna non era legato solo al fatto che solamente Karin poteva darle le risposte che voleva, ma anche al pensiero che lei era la sua vera madre e voleva conoscerla di più, voleva capire le sue motivazioni dietro al lavoro che faceva ma anche riguardo il motivo per cui l'aveva allontanata da lei.
Voleva comprendere meglio quella donna, scoprire il suo carattere, sapere se le voleva bene. Era curiosa di tutto.
Oltre a questo, anche quel sentimento d'affetto e sintonia che aveva avvertito le poche volte che l'aveva toccata la spingevano a volerla salvare.
Era veramente disposta a perdonare quella donna?
Il suo orgoglio e il dolore che aveva sentito quando aveva udito la conversazione tra suo padre e Karin le dicevano di non farlo, ma la sua parte irrazionale e probabilmente il legame di sangue con quella donna le sussurravano di farlo perché se lo meritava.
Quindi, per tutti questi motivi, Karin doveva tornare viva e anche suo padre.
Tuttavia, il suo papà sembrava amare molto quella donna, per cui era abbastanza positiva verso il ritorno sano e salvo di entrambi.


 
******


-Sasuke-kun..- lo accolse con la sua voce melliflua e insinuante Orochimaru, -mi aspettavo che saresti passato di qui.-
-tu sai dove si trova Karin, vero?- andò subito al dunque, minaccioso.
-in effetti lo so. La mia idea era di usarla come esca per trovare la base dei fuggiaschi.
Stamani mattina, quando è passata di qui per prendere la lista di ingredienti che le avevo incaricato, le ho messo addosso un microcip che mi avrebbe aiutato a trovarla assieme al nascondoglio degli esperimenti malriusciti.- spiegò tranquillamente, -ma non preoccuparti, Sasuke-kun, Karin è troppo furba per fare la “donzella in pericolo”.- fece allusivo.
Sasuke lo fissò gelido. -non hai mai smesso di usare i tuoi vili e pericolosi metodi quando devi portare a compimento le tue missioni.- commentò in tono sprezzante.
-già, mi conosci proprio bene.- tirò fuori la sua lunga lingua e si inumidì le labbra in un gesto compiaciuto. -vuoi sapere dove si trova la tua donna, vero?-
-di certo non avrei messo più piede qui se non fosse per questo.- ribatté. -dov'è Karin?-
-ho ascoltato prima la microcip. Il posto non sembra molto distante da qui: si trovano all'interno di una fitta grotta dove pare abbiano costruito una base sotteranea. Tale grotta si trova nel piccolo e mediocre villaggio accanto a quello del Suono, ma sembra protetto da una barriera. Non c'è che dire, questi stupidi esperimenti hanno un'intelligenza davvero notevole. Sono quasi orgoglioso delle mie creazioni!- esclamò ghignando soddisfatto.
-è tutta colpa delle tue creazioni se è dodici anni che sono in missione.- disse glaciale.
-già, non è ironico? I nostri fuggiaschi erano a pochi passi da noi e tu, invece, hai girato mezzo mondo anni per cercarli.- infierì Orochimaru.
Sasuke si irritò davanti a quel commento, ma cercò di controllarsi e di non darlo a vedere.
-come faccio a trovarli di preciso?- chiese in seguito.
-vediamo.. penso che Jugo possa esserci utile. Te lo mando appena posso, digli di far annusare alle sue volatili creature questa sostanza..- gli passò un pezzetto di carta con sopra della sostanza strana, -l'ho usata per creare quegli “esseri”.-
-ma di cosa sono fatti di preciso questi “esseri”?- domandò Sasuke afferrando il fazzoletto con sopra la sostanza.
Orochimaru lo fissò attentamente:
-il corpo è malleabile, trasparente e si mimetizza come quello di Zetsu dell'Akatsuki, ricordi di chi parlo? E ho provato a riprodurre sui loro occhi lo sharingan.- spiegò, -più o meno sono così ed è per questo che sono stati difficili da trovare e ci hai messo così tanto.-
-se sapevi tutte queste cose, perché non ce l'hai detto subito?- chiese Sasuke socciato.
Orochimaru sogghignò. -caro Sasuke-kun, è stato davvero divertente vederti cercare disperatamente i miei esperimenti come se lavorassi ancora per me e non me la sono sentita di darvi subito queste preziose informazioni.-
Come immaginava, Orochimaru era rimasto sadico e calcolare come sempre.
Non avrebbero mai potuto fidarsi pienamente di lui. Questo era innegabile.
-come mai hai deciso proprio di sfruttare Karin?- chiese ancora.
-semplice. Karin è davvero in gamba con gli esperimenti e quelle mie “creazioni” lo sanno bene visto che ha contribuito anche lei a costruirli per me.
Stavano ovviamente cercando qualcuno di abile abbastanza da poterli aiutare a incrementare il loro potere e difendersi, così, dai loro inseguitori. Karin era la scelta migliore, oltre che quella più facile. Io glie l'ho solo offerta su un piatto d'argento.- concluse magnanimo.
-come al solito, non ti importa nulla dell'incolumità dei tuoi collaboratori.-
-ti sbagli, Sasuke-kun, sapevo perfettamente che l'avrebbero presa perché gli era utile; e, essendogli utile, finché sarebbe servita non l'avrebbero nemmeno sfiorata.-
-quindi, stai solo fingendo di interessarsi alla vita dei tuoi conoscenti.- continuò l'altro.
-chi lo sa..- recitò Orochimaru, -comunque, Karin è troppo utile per i miei gusti.-
-come l'hanno trascinata alla loro base?-
-è molto probabile che l'abbiano “stesa” con il loro difettoso sharingan.-
Sasuke si preoccupò di fronte a quella rivelazione.
In che senso “stesa”? Che tipo d'abilità avevano usato?
La domanda mentale era sorta spontanea, poiché Orochimaru aveva espressamente detto che avevano uno sharingan “difettoso”.
-Sasuke-kun.. la tecnica che hanno usato è del tutto innocua, serve solo a tramortire. Te l'ho detto che Karin gli è utile. Non la toccheranno finché gli serve.-
-devo andare.- ignorò le parole di Orochimaru, -chiamami Jugo.- ordinò in tono irrequieto.
Il controllo delle sue emozioni stava iniziando a vacillare, voleva immediamente andare a salvare Karin. Anche se non l'avrebbero toccata, da come gli aveva spiegato Orochimaru, lui voleva raggiungerla al più presto per avere la certezza delle parole del suo inquietante e vecchio sensei: non si sarebbe mai fidato di lui completamente.
Aveva sempre fatto tutto per seguire i suoi obiettivi, portare a compimento le sue missioni e i suo esperimenti, tirando l'acqua al suo mulino per convenienza.
Sapeva perfettamente che non gli importava davvero di Karin e, nonostante credesse a quello che gli aveva detto, era consapevole che lo faceva finché gli era comodo.
Proprio per questo motivo, doveva sbrigarsi a salvarla.
Inoltre, aveva promesso a sua figlia di riportarla da lei e non poteva fallire.
Non poteva fallire né per lei né per lui stesso: Karin era troppo preziosa per lui.

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Capitolo 4
*** Because you are my mother! ***


Because you are my mother!




Frena le tue emozioni Sasuke. Frena le tue emozioni Sasuke.
Questo era quello che la testa dell'Uchiha stava pensando, e si stava ripetendo, da quando aveva lasciato la base di Orochimaru per andare a salvare Karin.
Stava seguendo il tragitto dei piccoli volatili che gli aveva prestato Jugo.
Le ali degli uccelli battevano imperterrite e docili, in un movimento combinato, alzate verso il cielo terso e sereno: ma per Sasuke, anche se esso sembrava sereno, pareva davvero grezzo e grottesco. Una schifezza abnorme, perché i suoi sentimenti tesi erano concentrati solamente sull'obiettivo principale: salvare Karin.
Saltava da un albero all'altro in un ritmo violento e feroce, quasi brutale, che esprimeva tutta la sua furiosa preoccupazione, e non si curava dei rami che talvolta prendeva in faccia lasciandogli piccoli tagli sul volto niveo, perché si spezzavano colpiti dalla sua aggressività nel muoversi.
Sapeva perfettamente da dove nasceva quella rabbia improvvisa.. dal senso di colpa che sentiva: se solo avesse seguito prima il suo istinto di non fidarsi pienamente di Orochimaru, a quest'ora Karin non sarebbe stata in pericolo di vita. L'ansia di non arrivare in tempo per salvarla si faceva sempre più profonda, e l'angoscia di non poterla più toccare diventava altrettanto penetrante all'interno del suo cuore. Da quando era diventata così importante?
Forse da sempre. Forse da quando lui le aveva chiesto esplicitamente di seguirlo con un diretto “ho bisogno di te”. Allora non aveva capito a cosa si riferisse con quelle parole, ma oggi era più chiaro che mai: lui l'amava davvero e non aveva nessuna intenzione di lasciarla morire per mano di quei disgustosi esseri.
L'immagine della notte scorsa, passata insieme, consumata da un amplesso ricco di passione e complicità, da un sentimento condiviso.. tutto stava diventando sempre più nitido, desideroso di essere ripetuto, e così tanto da mozzargli il respiro.
Il nome della sua donna risuonava nella sua testa, come un disco rotto che non sarebbe stato possibile riparare.
In quel momento un'ira accecante era rivolta al suo vecchio sensei, che aveva osato mettere a repentaglio la vita di una persona a lui preziosa.
Un'altra volta si era messo in mezzo ai legami che lui a fatica si era ricostruito; un'altra volta aveva invaso la sua vita già piena di insidie.
Disprezzava quell'uomo, eppure gli era anche grato per quello che gli aveva insegnato al covo.
Tuttavia, Sasuke non poteva accettare che avesse nuovamente messo le mani su qualcosa che per lui era assolutamente intoccabile. Avrebbe voluto ammazzarlo.
Ad un tratto vide uno dei volatili fare una deviazione ed entrare in una vasta radura fitta di alberi alti e dai lunghi arbusti. Anche l'aria sembrò farsi più gelida e la quantità infinita di alberi paravano dalla luce del sole, solamente alcuni raggi filtravano attraverso i tronchi, illuminando di poco il tragitto sterrato e quasi privo di fili d'erba.
Un profumo di terriccio umido, come se fosse piovuto da poco, solcava tutta l'intera spianata attivando l'olfatto di Sasuke. Quest'ultimo, notando che gli uccelli parevano proseguire per quel tragitto boscoso, attivò lo sharingan e iniziò a guardarsi attorno.
L'atmosfera era strana, tesa, silenziosa.. quasi anomala e inquietante; ciò fece pensare all'uomo che probabilmente erano arrivati al nascondiglio dei fuggiaschi e quegli inutili uccelli l'avevano trascinato nella zona giusta. Difatti, pochi minuti dopo e grazie al suo sharingan attivato, adocchiò una caverna incastonata sotto ad un dirupo, fatta di roccia scura color carbone da dove scorreva un ruscello che emanava caldo vapore. Si trovava vicino ad una misteriosa sorgente termale e naturale.
Apparentemente la caverna era ben in vista e non sembrava protetta da barriere; tuttavia, Sasuke, con il suo sharigan notò una specie di patina trasparente che ad occhio normale non sarebbe stata visibile, dato che perfino con la sua abilità non era del tutto distinguibile.
Non c'era che dire, quegli esperimenti malriusciti avevano trovato davvero un ottimo nascondiglio per vivere senza essere scoperti per così tanti anni.
Ora doveva solo capire come avrebbe fatto a distruggere quella barriera per invadere la loro base e salvare Karin.
Ragionando brevemente suppose che, essendo anche loro possessori dello sharingan_sebbene difettoso_ , forse poteva essere distrutta con esso.


 
****


-finalmente ti sei svegliata, nostra creatrice.- commentò uno strano “essere” dalle sembianze molli e malleabili, il colore bianco cadeverico della pelle con pochi ciuffi bianchi che sembravano una sottospecie di capelli, qualche chiodo nero incastrato nelle tempie; un occhio chiuso e l'altro con la pupilla costantemente attivata in un qualcosa di simile allo sharingan, ma ad una tomoa sola; accanto a quest'ultimo un altro esperimento simile.
Karin, ancora scossa da chi si trovava davanti, reilizzò poco dopo dove fosse e riprese il controllo di se stessa.
-vi sbagliate, schifose creature, io ho solo fatto qualche accorgimento su di voi. Il vostro creatore è Orochimaru-sama.- affermò rabbiosa.
-beh.. ma i tuoi accorgimenti ci sono stati molto utili.- disse un altro.
-che cosa diavolo volete da me? Perché non mi avete direttamente ucciso?-
L'uomo, il primo che aveva parlato quando si era svegliata, si avvicinò lentamente verso di lei e portò una mano bianca e fredda sul mento di Karin per farsi guardare negli occhi.
-sei davvero un bel boccoccino, in tutti i sensi, sarebbe stato uno spreco farti fuori.-
Karin strinse i denti disgustata e scoscò bruscamente il suo mento dalla mano dell'uomo.
-non mi toccare, bastardo! Ripeto.. cosa volete da me?-
-semplice.. vogliamo solo che tu lavori per noi, continuando a fare esperimenti sul nostro corpo che ci aiutino a migliore ancora e a diventare effettivamente degli esseri umani e non dei difettosi umanoidi, imperfetti come siamo adesso, ma ancora più forti.-
-non farò mai una cosa del genere. Preferisco morire piuttosto!- sputò lei sgarbata, -se vi interessa tanto diventare più forti andate dal vostro creatore ufficiale.-
-Orochimaru ci ha tradito per voi esseri umani. Lui sapeva perfettamente cosa volevamo e quale era il nostro obiettivo, ma non ci ha mai aiutato.- spiegò l'altro.
Karin sgranò gli occhi meravigliata: quindi Orochimaru sapeva tutto e nonostante questo ha lasciato Sasuke e gli altri di Konoha viaggiere incondizionamente per dieci anni.
Nemmeno lei sapeva niente, ma aveva la vaga sensazione che Orochimaru fosse diventato troppo alla svelta una persona diversa, più magnanima e caritatevole.
Detro di sé aveva sempre pensato che il suo improvviso cambiamento fosse stato troppo sospetto ma visto che la sua “recita” era durata per così tanti anni, aveva iniziato a pensare che alla fine non stesse veramente fingendo. Ora, però, dopo le parole di quegli esperimenti, aveva la conferma che Orochimaru non era mai cambiato; era sempre il solito calcolatore arrivista e agiva secondo i suoi obiettivi e come e quando gli faceva comodo.
Non si alleava con nessuno ma solo con chi gli conveniva sul momento.
Non si legava a nessuno se non per suoi scopi personali.
Non si affezionava ai suoi conoscenti poiché avrebbero ostacolato il suo cammino.
Aveva mai amato qualcuno? No, perché l'unica cosa che sapeva fare era tradire la fiducia degli altri per compiere le sue missioni e i suoi obiettivi.
Karin avrebbe dovuto comprenderlo subito, però si era fatta fregare un'altra volta dal suo sensei.
Certo.. la gratitudine verso di lui per averla salvata da un incubo sarebbe sempre rimasta, perché senza Orochimaru sarebbe già morta a sette anni.
-per cui, nostra creatrice, hai due possibilità: unirti a noi e lavorare nuovamente sui nostri corpi, oppure essere rinchiusa in una cella e uccisa il prima possibile!-
Karin non rispose immediamente alle parole di quell'essere, poiché le sue abilità le permisero di avvertire la presenza di Sasuke vicino alla grotta dove era stata portata e a breve sarebbe entrato per salvarla. Ghignò compiaciuta e rispose_sicura che Sasuke avrebbe fatto la sua comporsa da lì a pochi secondi_:
-come ho detto, preferisco morire piuttosto che collaborare con voi.- riepeté decisa, sostenendo fiera lo sguardo del suo rapinatore.
-sei proprio testarda. Bene! Come vuoi! Jatsu!- esclamò in tono irritato e perentorio guardando il suo sottoposto, -prendila e portala nella cella nei sotteranei della grotta. Dopo una notte rinchiusa in quella sporcizia forse cambierà idea, altrimenti la faccio fuori.-
Il suo alleato non se lo fece ripetere due volte e la prese da sotto le ascelle con prepotenza, stringendo la sua pelle come non mai.
Karin provò a dimenarsi, senza successo, sperando che Sasuke distruggesse il luogo il più velocemente possibile.
Il suo desiderio si realizzò pochi secondi dopo, quando era a metà strada pronta a finire in gattabuia, al momento che una violenta esplosione fece saltare in aria il muro di roccia di fronte ai suoi occhi e vari oggetti raccolti per strada per arredare la base a casaccio: sedie, il letto di pelle dove era distesa prima di svegliarsi dallo svenimento, e tante altri oggetti.
Comuli di terriccio, granelli di roccia, massi più grandi scricchiolavano e si distruggevano lentamente dopo la forte esplosione causata dal Susanoo di Sasuke che con un pugno viola aveva distrutto ogni cosa. Poco dopo, sotto le espressioni scioccate dei suoi rapinatori, apparve il volto fuorioso eppure sexy dell'uomo della sua vita;  come una pricipessa oscura era stata appena salvata. Anche il sottoposto allentò la presa sotto le sue ascelle e Karin si stirò le braccia per far passare il dolore causato dalla solida presa.
-finalmente mi hai lasciato bastardo! Hai visto? È solo lui l'uomo che mi può toccare!- gridò indicando concitata Sasuke, che continuava a fissare in modo minaccioso gli esperimenti malriusciti. -odio chi tocca le “mie cose”.- decretò solo, l'Uchiha, irritato.
-e tu chi saresti? Come hai fatto a distruggere la nostra barriera protettiva?-
-siete proprio mal aggiornati, vedo.- continuò Sasuke, -pensavate di essere i soli rimasti a possedere uno sharingan e a poter oltrepassare la barriera con la vostra tecnica?- proseguì soddisfatto. -guardate attentamente i miei occhi. Questo è lo sharingan originale, il vostro è solo una creazione difettosa. Per me, per i miei occhi, distruggere la vostra ridicola barriera è stata una passeggiata.- ripeté in tono presuntuoso.
-capisco. Ma credo che la tua vita finirà a breve visto che sei finito praticamente nella tela del ragno, il tuo nemico. Non riavrai questa donna se prima non ci uccidi.
Anzi.. potrei ordinare al mio sottoposto di farla fuori subito, prima che tu la salvi.-
Sasuke, dopo quella seria minaccia, si irrigidì ancora di più e in un attimo, con il suo susanoo sempre attivato, stese Jatsu che finì violentemente contro la roccia che a causa dell'impatto e di una conseguente frana, lo ricoprì di grandi massi che gli caddero addosso facendogli perdere subito i sensi.
-lasciala andare, adesso, altrimenti farai la stessa fine del tuo amico.- lo minacciò.
-non sottovalutarmi, non sono così debole come lui.- replicò l'uomo.
Con questo, iniziò ad attaccarlo portandosi contro di lui.
-Karin.. se puoi, sii la mia guida con le tue abilità.-
Le ordinò Sasuke, prima di rispondere all'attacco dell'esperimento.
-subito!- esclamò pronta, lei, concentrando la mente perfettamente.



 
****




Nel frattempo che Sasuke e Karin combattevano, Naruto e Sakura avevano raggiunto il covo di Orochimaru incontrandosi con Suigetsu e Sarada.
-dove sono Sasuke e Karin?- chiese Naruto, preoccupato.
-tesoro!- esclamò Sakura, sollevata, abbracciando stretta Sarada.
-mamma.. mi stai soffocando.- protestò Sarada.
-non farmi più questi scherzi! Perché sei scappata così?-
-hai anche il coraggio di chiedermi i motivi, mamma?-
-mi dispiace, Sarada. Scusami per averti mentito tutto questo tempo.- disse immediamente, Sakura, veramente dispiaciuta.
-Sakura-chan l'ha fatto per te, Sarada.- intervenne Naruto.
-stia zitto, Hokage, che si è messo in mezzo pure lei.- ribatté la ragazzina.
-Sarada!- tuonò arrabbiata, Sakura. -queste sono cose che non ti riguardano.-
La bambina incrociò le braccia offesa e distolse lo sguardo dalla sua madre adottiva.
-ah! Lasciamo perdere.. basta che stai bene tu, mamma. Se papà ti ha fatto soffrire così tanto, è giusto che tu ti rifaccia una vita con qualcun altro.
Tanto le mie vicende familiari resteranno assurde, in ogni caso.- commentò in tono arreso.
Sakura sorrise alla comprensione, seppur con disappunto, della figlia.
-ti ringrazio, tesoro. Però non farmi preoccupare più così tanto.-
Sarada notò che dagli occhi di Sakura stava scendendo una lacrima mista di sollievo e felicità nel vederla sana e salva.
-scusami..- farfugliò impacciata, infine, colta da una sorta di tenerezza verso Sakura.


Suigetsu, vedendo che la situazione familiare era tornata alla normalità_se si poteva definire “normale”_rispose alla domanda di Naruto:
-ora.. tornando alla domanda dell'Hokage: Sasuke è andato a salvare Karin.- andò dritto al dunque, -direi che sarà il caso di avviarsi anche noi.-
-cos'è successo a mia cugina?- domandò Naruto serio, -anche se posso immaginarlo.-
-è stata rapita da quegli esperimenti e finalmente, come penso tu già sappia, abbiamo scoperto il loro nascondiglio.- raccontò Suigetsu.
-non sono preoccupato. Mi fido di Sasuke e sono sicuro che la salverà. In ogni caso.. andiamo subito in loro soccorso.-
-tu, Sarada, resterai qua.- precisò subito, Sakura.
-no mamma, questa volta verrò con voi. Si tratta della mia vera madre, dopotutto, e ho troppe domande da farle. Non posso lasciare che muoia.-
L'espressione del volto di Sarada era così determinata e risoluta che Sakura pensò che non sarebbe riuscita a fermarla neanche questa volta.
-Sarada..- tentò di dissuanderla anche Naruto, ma in tutta risposta si beccò un'occhiataccia dalla ragazzina e alla fine non riuscì a terminare ciò che voleva dire.
Sakura sospirò stancamente. -d'accordo, Sarada, verrai con noi.-
-se tua madre ti dà il permesso allora non dico altro. Ti proteggeremo noi.- alzò il pollice Naruto, aprendosi in un sorriso solare.
Sarada li ringraziò silenziosamente, perché finalmente avevano provato ad ascoltarla e avevano acconsentito alla sua richiesta.
-i volatili di Jugo sono stati rimandati da noi da Sasuke. Dobbiamo solo seguirli.- notò Suigetsu, vedendo arrivare verso di loro un gruppo di uccelli.


Quando il gruppetto di quattro raggiunse la base dei nemici, seguendo gli uccelli, videro che la grotta era stata completamente distrutta e la barriera protettiva anche.
Cumoli di materiale roccioso erano sparsi qua e là, intanto che Sasuke stava combattendo con quella “sottospecie” di essere umano e Karin li stava facendo da spalla nello scontro, quando esso si mimitizzava con l'atmosfera circostante grazie alla tecnica di Zetsu.
Aveva provato ad attaccare Sasuke con un illusione creata dal suo sharingan, ma lui l'aveva agilmente respinta dicendo:
-te l'ho detto. Il mio sharingan, perché originale, è superiore al tuo.
Questi “trucchetti” non funzionano, poiché conosco a memoria la tecnica.-
-accidenti a quella donna!- imprecò lo sperimento, -può sentire dove mi mimetizzo.-
Tuttavia, mentre lo diceva, l'ultimo gruppo di “esseri” rimasto, arrivò in suo soccorso e anche Karin li avvertì:
-Sasuke.. stanno arrivando degli altri nemici. Li avverto. Oltre a loro, anche Sakura, Suigetsu e Naruto sono arrivati..- aggiunse.


-finalmente Naruto. Sempre all'ultimo momento.- lo sbeffeggiò Sasuke, vedendoli arrivare e non distraendosi dallo scontro.
Karin aveva sentito anche il chakra di Sarada e un espressione di panico le attraversò il volto sbiancando totalmente.
-Sarada! Cosa ci fai qui?- fece in un sussurro. -Idiota di un cugino! perché l'hai portata!?-
-sono stata io a darle il permesso, Karin.- si intromise Sakura.
-no, sono venuta anch'io perché tu sei mia madre!- intervenne Sarada schiettamente.
Karin si stupì di essere chiamata “madre” tanto che quasi si commosse.
Sakura giurò di vedere un mezzo sorriso sul volto di Sasuke, ancora concentrato nella battaglia, e la malinconia la raggiunse:
Già Sasuke, solo quella donna può farti sentire così. L'ho sempre saputo, in fondo” pensò un po' amareggiata, sebbene fosse davvero felice per lui.
Oltretutto.. lei adesso stava bene e aveva realizzato di amare Naruto, poteva veramente darsi pace riguardo a quel passato di sofferenza per il doloroso amore provato per Sasuke.


-presto voi!- urlò l'esperimento, nel frattempo, ai suo sottoposti. -attaccate anche loro. Troppe odiose smancerie!- aggiunse.
Gli “umanoidi”, appena arrivati in soccorso al nemico, si unirono rapidamente alla battaglia.
Sakura iniziò a combatterli con i suoi potenti pugni, atterrandone almeno due o tre.
Sarada iniziò ad aiutare Sakura attivando il suo sharingan e il suo intuito, ereditato dalla sua vera madre.
Suigetsu si occupò di altri due esperimenti abbastanza facilmente.
Sasuke e Naruto, invece, ancora aiutati dalle abilità di Karin, si concentrarono totalmente sul capo di quei “mostri”.
Non ci volle molto prima di metterli tutti K.O.
Quando furono completamente “stesi”, Sasuke fece muovere la mano del Susanoo verso il collo del loro capo quasi strozzandolo.
-siete tutti qui o ce ne sono altri nascosti?-
L'uomo scosse la testa freneticamente e poi Naruto gli diede il colpo finale.
-e ora cosa ne facciamo di questi?- chiese in seguito.
-ovvio, li riportiamo ad Orochimaru.- rispose con semplicità, Karin.
-cosa ne farà lui?- domandò Sakura.
-non lo possiamo sapere, ma di certo non li farà più scappare. Orochimaru ci ha voltato le spalle un'altra volta, per i suoi scopi, ma non ha mai pensato di farli fuggire di propoito dalla sua base e di questo ne abbiamo la certezza.- spiegò Suigetsu.
Con questo, li alzarono di peso e li trascinarono verso il covo per portarli da Orochimaru.
Fortunamente non era tanto distante da dove si trovavano.


 
****


Tornati al Covo, nella zona di proprietà di Karin, quest'ultima li invitò a rimanere a dormire lì per quella sera dato che il sole era già tramontato.
Sakura e Naruto accettarono di buongrado, ma l'atmosfera tra il gruppo era parecchio tesa: sapevano tutti che Sarada, entro domani, avrebbe dovuto prendere una decisione.
Ormai a Sakura era chiaro che Sasuke voleva stare con Karin e lei aveva già detto ad Orochimaru che se ne sarebbe andata dal covo nel giro di pochi giorni, per lasciare il tempo al suo viscido sensei di organizzarsi con un sostituto.
Stranamente Orochimaru non aveva impedito a Karin di andarsene, con la “scusa” che tanto non aveva più bisogno di lei visto che i suoi studi chimici e fisici si erano ridotti ai suoi maggiori interessi personali. Ed ecco che adesso si ritrovavano tutti lì, in una situazione pesante e ricca di punti interrogativi.


Sakura era andata nella momentanea camera di Sarada per affrontare il difficile discorso con più calma. Sarada questa volta non scappò.
-Sarada.. so che questo argomento non ti piace e ti ha fatto tanto soffrire, ma penso che sia ora di affrontare la situazione seriamente.- cominciò Sakura.
-anch'io lo penso, mamma.- concordò lei.
-a me dispiace un sacco per il dolore che ti ho creato. Non volevo. Ho cercato di fare del mio meglio per crescerti, da sola, come se fossi veramente tua madre.
Ti ho tenuto all'oscuro l'esistenza di Karin, ma sono stata costretta a farlo per proteggerti.-
-lo so.. è una decisione che avete preso con papà, la mia vera madre e l'hokage per proteggermi da ancora non so ché.-
-da tutto questo, Sarada. Da Orochimaru, dal tragico passato dei tuoi veri genitori, da questi esperimenti che erano in fuga da dieci anni.. da tutto quanto.-
-avrei preferito comunque saperlo subito, o almeno quando fossi stata abbastanza grande da comprendere la situazione. Non avrei mai voluto scoprirlo per puro caso.-
-hai ragione.. forse avremmo dovuto dirtelo personalmente e molto prima.- ammise, -comunque, tu sei libera di fare quello che vuoi adesso. Intendo.. libera di scegliere con chi vivere d'ora in poi. Sarai sempre la benvenuta per me e Naruto, e sarai sempre come una vera figlia per me. Però, giustamente, ora sai chi è la tua vera madre e per questo sei libera di scegliere cosa fare.- Sakura cercò di trattenere le lacrime, ma non ci riuscì molto e involontariamente abbracciò stretta Sarada.
La ragazzina ricambiò l'abbraccio affettuoso della donna che l'aveva creasciuta per i suoi primi dieci anni.
Sarada aveva già fatto la sua scelta, anche se a malincuore, ma voleva portarla avanti:
-mamma.. anzi, Sakura..- le faceva strano chiamarla con il suo vero nome, -tu sei molto importante per me. Sei stata una madre meravigliosa e mi hai dato tanto amore; se non ci fossi stata tu non so cosa avrei fatto, data anche l'assenza fissa di papà. Però.. ho avuto modo di conoscere la mia vera madre in questi tre giorni e io credo che mi voglia davvero bene. Voglio conoscerla ancora meglio. Desidero avvicinarmi a lei. Per cui, anche se è dura lasciarti, ho deciso che andrò a vivere con lei e papà.-
-capisco.. hai deciso di darle una seconda possibilità.- asserì tristemente, -è davvero difficile lasciarti andare, ma credo sia giusto così. Karin si merita di averti come figlia.
Alla fine ti ha sempre sostenuta da lontano, come un angelo custode: gli occhiali rossi che indossi li ha confezionati lei per te. E, anche se non lo sai, mi ha mandato delle lettere ogni tanto per sapere come stavi e come crescevi. Si è sempre preoccupata per te da lontano.-
Sarada si meravigliò. -quindi, voi eravate in contatto fin dall'inizio?-
-esatto, siamo sempre rimaste in contatto.- confermò Sakura. -ovviamente.. le lettere che mi ha scritto non sono tante poiché, per tenerti al sicuro, non poteva avere troppi contatti con entrambe. Ma quelle poche lettere che mi ha scritto erano lunghissime.
Voleva sapere tutto di te e di conseguenza le mie risposte erano altrettanto lunghe.- ridacchiò ripensandoci. -dovrei averle ancora in un cassetto.-
Sarada non riuscì a controllare le lacrime e, dopo un ultimo abbraccio disse:
-scusami se me ne vado. Scusami..- ripeté dispiaciuta.
-puoi venirmi a trovare quando vuoi. Adesso vai da lei che ti sta aspettando.- la incoraggiò.
La ragazzina le sorrise ancora e poi sparì lungo il corridoio del covo.
Sakura restò per qualche minuto assorta, lasciando che le lacrime le rigassero il volto fino alla fine e osservando un punto non ben definito della stanza, come in trans.
Un “toc” la distrasse e due braccia forti la avvolsero da dietro.
-Sakura-chan.. sei stata davvero forte.- la calda voce di Naruto solleticò alle sue orecchie, in una dolce carezza pronta a consolarla in ogni attimo doloroso.
Istintivamente, appoggiò una mano sul dorso di quella di Naruto.
-dimmi Naruto.. davvero faremo tanti figli nostri?- domandò tra i singhiozzi.
-è una promessa, Sakura-chan.-
Lei non riuscì a trattenere un sorriso e si lasciò cullare dalle braccia di Naruto, accompagnate da dei delicati baci sul collo, per un tempo indefinito.
-non sei proprio cambiata. Hai sempre la lacrima facile.- commentò Naruto, coccolandola e tenendola ancora stretta -..ma è anche per questo che mi piaci.-
-che idiota. Hai proprio dei gusti strani in fatto di donne.- replicò lei divertita.
-dici? Io invece credo di avere dei gusti bellissimi!- ribatté lui, scoppiando a ridere.
Come immaginava, Naruto era l'uomo della sua vita: nel giro di pochi minuti e con poche semplici parole, le aveva alzato il morale, consolandola a modo suo, e aveva fermato le sue lacrime con la sua dolcezza e i suoi puri sentimenti per lei.
Smise di dargli le spalle e incontrò i suoi occhi turchini, grandi e luminosi. -ti amo, baka.- affermo prima di unire le loro labbra in un emozionante bacio.



 
****



Sarada entrò nella camera di Karin per parlarle, scoprendo che non era da sola: suo padre era nella stanza con lei e i due sembravano intenzionati a baciarsi.
Volente e nolente li scopriva sempre in momenti intimi, tanto che si sentì arrossire per la vergogna. Seriamente, non aveva mai visto suo padre così preso da una donna.
I due si accorsero di lei avvertendo i suoi passi e si staccarono immediamente.
-Sarada..- fece flebile, Karin.
-quando arriverà il momento in cui non vi troverò attaccati come due sanguisughe?-
Sasuke ignorò la battuta ironica della figlia e tornò sul motivo principale per la quale era lì:
-deduco che hai preso una decisione.-
L'uomo vide che Karin era diventata improvvisamente tesa e cercò di scuoterla a modo suo.
-Karin.. smettila di fare l'agnellino spaventato, non è da te.- sbottò infatti, brusco.
-sta zitto che è meglio.- sbottò infastidita.
Però, allo stesso tempo, era riuscito a farla rilassare e adesso poteva ascoltare la decisione di Sarada con più tranquillità.
-prima di dirvi quale è stata la mia decisione, ho bisogno di sapere tutta la verità da voi.- iniziò lei, sostenendo i loro sguardi con orgoglio.
-immagino tu abbia ragione.- commentò Karin, -cosa vuoi sapere? Sono disposta a rispondere a qualsiasi siano le tue domande.-
-inanzi tutto, come sono andate veramente le cose?- fu la prima domanda.
-io e Sasuke ci siamo conosciuti parecchi anni fa in questo covo..- cominciò a raccontare Karin -..ma allora le nostre vite non erano delle migliori ed eravamo molto diversi da come siamo oggi. Qui al covo la vita era dura e ci siamo sostenuti a vicenda finché potevamo.-
Karin le raccontò tutto, per filo e per segno, senza tralasciare nulla del suo passato e di quello di suo padre. Poi proseguì Sasuke:
-le nostre vite erano diventate così frenetiche e pericolose nel corso di tutti questi anni, che abbiamo deciso di affidarti a qualcun altro per proteggerti da tutto questo. Io e Karin avremmo potuto essere attaccati dai nemici in ogni momento perché con il nostro passato pieno di insidie, molti nemici_come anche Orochimaru stesso_covavano rancore e odio verso di noi. Poi si è aggiunta questa missione durata dieci anni e la cosa si è fatta ancora più pericolosa per te.-
-non ho mai smesso di pensare a te, Sarada, ho scritto a Sakura qualche volta per essere aggiornata su di te. Credimi, tu sei la persona più importante per me.- aggiunse Karin.
-perché allora papà ha deciso di sposare Sakura? E di accettare il fatto che lei mi facesse da madre adottiva?- chiese ancora, la ragazzina.
-io e Sasuke ci siamo persi di vista per qualche anno. Io ho deciso di allontarmi da lui perché pensavo che per te e per lui fosse più giusto avere una persona come Sakura accanto. Pensavo poteste essere davvero una bella famiglia.- spiegò Karin.
-io non ho mai amato Sakura, Sarada.- intervenne Sasuke, -ho accettato di sposarla perché la giurisdizione di Konoha voleva così, e senza matrimonio non avrebbe potuto adottarti e farti da madre. Solo per questo.- precisò freddo.
-e perché alla fine hai deciso di tornare da mamma?- era la prima volta che Sarada chiamava “mamma” Karin, quest'ultima si sentì riempire di calore.
-perché abbiamo te e perché la voglio sposare.- affermò schivo, lui.
Sarada notò Karin arrossire, davanti a quelle parole, e toccarsi gli occhiali imbarazzata.
-hai altre domande?- domandò Sasuke.
La ragazzina scosse la testa e dopo una breve pausa dichiarò:
-d'accordo. Ho capito. Vi perdono.- farfugliò, -ma avreste dovuto dirmelo prima.-
I due non risposero visto che sapevano di aver sbagliato a gestire la situazione.
Fu Karin a parlare nuovamente:
-quindi, quel è la tua decisione?-
-ho deciso che verrò a vivere con voi. Voglio conoscerti meglio e voglio comprendere meglio anche papà, visto che non ho passato tanto tempo neanche con lui.-
Karin sorrise e Sasuke ghignò. -che ragazzina arrogante.-
La donna non ci pensò su molto e abbracciò stretta Sarada: inizialmente lei fu sorpresa da quel gesto.
Un tepore materno, mai sentito prima, le diceva “questa è casa” e alla fine rispose all'abbraccio della sua vera madre.
-grazie..- sussurrò Karin.
-devo andare a parlare con Sakura.- annunciò in seguito, Sasuke.
Karin annuì senza allontanare la figlia ritrovata dalle sue braccia.


 
****



-Sasuke.. sei tu, giusto?- domandò Sakura, riconoscendo i suoi passi silenziosi e quieti.
Naruto si n'era appena andato per farsi una doccia.
-dobbiamo parlare, Sakura.- asserì lui, portandosi al fianco di lei.
-so cosa mi vuoi dire, Sasuke.- fece un mezzo sorriso, -non hai bisogno di spiegarmelo.-
-Sakura.. mi dispiace di non esserci stato in questi anni, per Sarada e per te.-
-diciamo solo per Sarada, Sasuke. Lei aveva bisogno di te e tu non saresti mai tornato per me, perché non hai mai voluto sposarmi davvero.
Sei stato costretto dalle norme di Konoha. Hai sempre amato solo Karin, fino alla fine, in eterno solo lei.-
Sasuke inizialmente rimase in silenzio, confermando le sue parole.
-scusami.- ripeté ancora, non sapendo cosa dire.
-non preoccuparti. Il dolore rimane, ma amo Naruto e sono felice adesso.- lo rassicurò sinceramente, aprendosi in un vero sorriso.
-quando torniamo al villaggio, firmeremo il contratto per la separazione.- aggiunse poi.
-grazie di avermi amato. Addio Sakura.- furono le ultime parole di Sasuke prima che uscisse dalla stanza di Sakura.
Lei tornò ad osservare il cielo notturno, ora popolato di stelle e sorrise ancora, finalmente sollevata dal chiarimento.
-addio Sasuke. Vivi felice con la tua famiglia.- disse fra sé e sé.
“L'addio” che si erano dati era ovviamente metaforico, poiché al villaggio avrebbero continuato a frequentarsi come una famiglia unita.
In realtà erano una famiglia per lei e Naruto, data la parentela tra quest'ultimo e Karin, e soprattutto perché lei aveva veramente amato Sarada come se fosse sua figlia; e per lei Sarada sarebbe sempre rimasta la sua prima figlia, anche se adottata.
Ora potevano sul serio affermare che la pace era arrivata e che presto sarebbero stati tutti felici.
Le cose sarebbero dovute andare in quel modo fin dall'inizio, se la pace fosse arrivata qualche anno prima e a fine quarta guerra ninja.

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Capitolo 5
*** Epilogo: Happy Marriage! ***


 
Salve a tutti! ecco postato anche l'epilogo di questa rivisitazione del Gaiden.
 Nel cap finale non ho scritto niente, poiché ho preferito fare tutto qui.
Mi scuso con i miei lettori per l'immenso ritardo col l'aggiornamento, ma questa volta ho concluso davvero la fanfic.
Spero di non avermi deluso e mi auguro che sia l'ultimo cap che l'epilogo li abbiate apprezzati.

So che sono rimasti davvero pochi fan di queste coppie, o almeno.. non vedo più fanfic SK/NS su EFP, per cui non mi aspetto molte recensioni.
Ma ci tenevo a questo progetto, per cui ho deciso di concluderlo. Spero che, chi mi ha seguito comunque fino alla fine, mi lasci una recensione e mi faccia
sapere cosa ne pensa degli ultimi cap. Intanto, ringrazio tantissimo chi ha recensito il vecchio capitolo!! *-*

 


Epilogo: Happy Marriage!



Un bellissimo e lungo abito bianco impreziosiva il delicato corpo di Sakura, a sedere su una sedia, e intenta a farsi acconciare le ciocche da esperti parrucchieri e truccatori proposti da Shizune.
Lo sfavillante velo che calava lungo tutta la schiena e toccava il pavimento, rischiava di far inciampare il personale scelto per occuparsi di lei.
Naruto non l'aveva ancora vista con l'abito da sposa, Karin e Ino stavano cercando di tenerlo distante dal camerino dove si trovava Sakura, perché dall'emozione era incontrollabile. Sasuke invece, si godeva la scena divertito a braccia conserte.
-Sasuke, dannazione! Tieni fermo quell'idiota di mio cugino!- esclamò Karin, mentre guardava Naruto andare in su e in giù per il corridoio. -aiutaci!-
Sasuke alzò gli occhi al cielo, mostrando chiaramente di non saper rifiutare una richiesta dalla sua futura sposa e, annoioto, si portò dietro a Naruto e lo tirò per il colletto della camicia trascinandolo distante dalla camera dove si trovava Sakura.
-certo che non riesce proprio a dirti di no.- notò allibita Ino, guardando Sasuke ubbidire agli ordini, senza proteste, impartiti da Karin.
-e voi quando vi sposate?- chiese Shizune, a Karin.
-fra un paio di mesi.- rispose lei, -ma sarà un matrimonio molto meno sfarzoso di questo, con pochi invitati e una cerimonia molto più semplice.
Io e Sasuke non amiamo i festeggiamenti troppo eccessivi.- spiegò breve.
-si vede.- ridacchiò Ino, -per questo penso che non avrei mai potuto stare con lui. Troppo complesso. Ti conosco poco, ma sembrate davvero perfetti.-
-non proprio.- commentò modesta Karin, -abbiamo rischiato entrambi di perdere qualcosa di importante.- continuò facendo un mezzo sorriso.
-ma ora potete davvero essere felici.- si intromise nella conversazione, Sakura.
-già, pare sì.- rispose solo, lei.
La sposa, tra le chiacchiere, era quasi pronta per raggiungere l'altare.


 
****


-perché mi hai trascinato via, Sasuke?- brontolò imbronciato, Naruto.
-non puoi vedere la sposa finché non appare in Chiesa, idiota!-
-non voglio che si sforzi troppo, visto che è incinta.- replicò ancora, l'Uzumaki. -mi viene da controllarla.-
-non si sforzerà a stare a sedere e a farsi acconciare. Smettila di essere così soffocante anche in questi momenti.-
-sono emozionato, Sasuke.- confessò l'altro, -quando mi sposai con Hinata non lo ero così tanto.
Ero felice, certo, ma l'emozione che sento adesso non l'ho mai provata prima.-
-Sakura è diversa dalla Hyuuga, Naruto, per te è la vera felicità. Ecco perché ti senti così.-
-ma io ho amato anche Hinata, altrimenti non l'avrei sposata.-
-sì, è vero, ma non hai mai smesso di amare Sakura, e la principessa Hyuuga è stata solo una lunga parentesi.-
-hai ragione. Questa volta è diverso.- concordò, -e poi, non solo sto per sposare Sakura, ma sto aspettando anche un figlio da lei.-
Sasuke non rispose. Però, dopo un attimo di silenzio, dichiarò:
-a Karin stanno ritardando le sue cose.- arrossì lievemente. Era davvero imbarazzato.
Naruto scoppiò a ridere sguiatamente, di fronte a quella espressione di Sasuke, quasi da buttarsi a terra per lo sforzo causato dalla risata.
Sasuke si infastidì. -che hai da ridere, imbecille.-
-no, scusami..- farfugliò ancora tra le risate l'altro, -è che è raro vederti così imbarazzato. In fondo.. non è il tuo primo figlio con lei, no?-
-no, non lo è. Questa volta però è diverso. Questa volta posso crescerlo anch'io.-
Naruto sorrise sentendo quelle parole. -hai perfettamente ragione, Sasuke.-



 
****

 
La Chiesa era popolata da tantissime persone. C'erano praticamente tutti i loro amici di Konoha, il primo figlio di Naruto avuto con Hinata accanto a quest'ultima_Boruto_, tutti i loro vecchi sensei; alcune ormai in pensione.
I genitori di Sakura e tutte le persone più vicine a lei come Tsunade e Shizune.
Attraverso le vetrate della Chiesa filtrava un sole accencante, pienamente calduccino e primaverile.
L'altare era decorato da infiniti mazzi di fiori prufamati e colorati, creati accuratamente da Ino.
Sakura era meravigliosa nel suo vestito da sposa; un'alta crocchia con brillanti e mollettine, forcine, incastrate tra i capelli e ricche di perline.
I due ciuffi rosati, più lunghi, calanti di lato e leggermente arricciati.
Un delicato trucco sul volto, semplice ed adatto alla sua personalità.
Tra le mani stringeva il Bouquet di fiori fatto anch'esso da Ino, scelto personalmente da lei, e in base al significato dei fiori.
Era semplicemente meravigliosa. Accanto a lei, un Naruto ancora emozionato e stupendo nel suo completo elegante, nero e bianco.
I capelli color grano sbarazzini e soffici, appena lavati dai suoi preparatori, e gli splendidi occhi cerulei più luminosi e grandi del solito.
Essi brillavano di felicità. Una felicità provata raramente.
Quando gli sposi fecero il “giuramento”, e indossarono le fedi reciprocamente, tutti gli invitati esplosero in un boato che non aveva dell'umano e si unirono in fragorosi applausi di approvazione e sostegno.
Il matrimonio tra il settimo Hokage e la ninja medico più in gamba, allieva di Tsunade, creò uno felice scalpore tanto che tutto il villaggio era in festa.
Per tale motivo, proprio perché entrambi erano molto conosciuti a Konoha, la cerimonia era stata più sfarzosa del normale, un evento che sarebbe rimasto sicuramente nella storia del villaggio della foglia.
Il banchetto si sarebbe tenuto nella villa dell'Hokage del villaggio, nel suo giardino più che altro, anch'esso ornato da decorazioni bianche e mazzi di fiori colorati.


****
 


Sarada si trovava assieme ai ragazzini della sua età, in particolare con Chocho, a giocare nel parco della villa.
In quel periodo era davvero felice. Era contenta che la sua madre adottiva si era finalmente sposata con un uomo che l'amava veramente.
Era felice di aver ritrovato la sua vera madre e di poter vedere di più suo padre. I due si amavano veramente e, in quei mesi che aveva vissuto con loro, ne aveva avuto la certezza. Aveva deciso di andare a vivere con loro per conoscerli meglio e la vita con la sua vera famiglia era diventata molto piacevole: sua madre era strana, particolare, eppure a modo suo era simpatica ed affettuosa.
“Domava” suo padre come nessuno c'era mai riuscito.
Con i suoi gesti le dimostrava di volerle davvero bene e le aveva fatto capire che quei dieci anni senza di lei, senza poterla incontrare, parlarci.. erano stati dolorosi. Era una donna intelligente e assai capace, sempre indaffarata ma apprezzava il suo lavoro, nonostante questo riusciva a trovare del tempo da passare con lei, specialmente la sera quando si riuniva tutta la famiglia.
A volte era capitato che le spiegasse come gestire i suoi poteri speciali, ereditati proprio da lei, e pian piano stava imparando a controllarli.
Suo padre, invece, non esprimeva molto le sue emozioni e non le dimostrava ogni giorno che le voleva bene, ma le aveva fatto capire varie volte di essere orgoglioso di lei come ninja e come figlia e, quando voleva, le dimostrova di interessarsi a quello che faceva durante la giornata.
Quando non era impegnato con il lavoro, trovava del tempo per allenarla e spiegarle i segreti e le tecniche dello sharingan.
Era un padre distaccato e super impegnato, certo, però a modo suo le faceva capire che lei era la cosa più preziosa per lui insieme a sua madre.
Di recente l'aveva visto più felice e affettuoso del solito, stranamente, e qualche giorno fa aveva scoperto i motivi di questo improvviso cambiamento d'umore ascoltando per caso una conversazione tra i suoi genitori: sua madre aveva confessato a suo padre che il suo ciclo stava ritardando.
Lei era ancora una ragazzina di unidici anni, era vero, ma essendo sviluppata abbastanza precocemente per la sua età, sapeva cosa tali parole significassero: suo madre forse era nuovamente incinta. Anzi.. era quasi sicuro, e suo padre sembrava aver apprezzato la notizia.
Ancora non glielo avevano detto direttamente, ma appena Karin avrebbe avuto la conferma la notizia si sarebbe diffusa.
-Sarada.. ti vedo pensierosa, ci sei?- la richiamò Chocho.
-sì, scusami Chocho.- sorrise, -andiamo ad assaggiare il buffet?- propose.
-ottima idea!- esultò l'altra, già pregustandosi il futuro pasto dato che il cibo era il suo mondo.
Poi si fece improvvisamente maliziosa:
-certo che invidia, Sarada, i tuoi genitori sono davvero bellissimi. La tua vera madre è assurda, ma in gamba, ed è molto bella.-
-già, hai ragione. Ma non mi devi invidiare, perché anche i tuoi genitori ti vogliono molto bene.- disse sorridendo.
-sì, è vero, sono felice di questo. Ma tua madre e tuo padre spiccano veramente tra la folla.- sostenne ancora, -per non parlare dell'Hokage e della tua madre adottiva! Sono diventati la coppia del secolo! Hai visto che matrimonio elegante?-
Sarada ridacchiò divertita e compiaciuta dai commenti di Chocho, senza rispondere.
-hai una famiglia davvero brillante. Sono felice per te, amica!-
Poi tornò provocante:
-e dimmi un po'.. ho visto che tu e Boruto, il primo figlio dell'Hokage, state andando molto d'accordo ultimamente. Lui ti osserva sempre di soppiatto.-
Sarada arrossì impacciata.  -figurati Chocho.- borbottò.
-stai arrossendo, Sarada, non ci credo! Non dirmi che ti piace davvero!- esplose eccitata, -racconta! racconta!- la incitò, -che sfortuna sfacciata: se tutto va bene ti accomodi pure con il figlio dell'Hokage e della primogenita Hyuuga. Diventi ricca sfondata!-
-tappati la bocca, Chocho!- gridò vergognosa, -non esagerare adesso!-
La sua amica scoppiò a ridere divertita.
-beh, se per te va bene allora mi prendo Mitsuki.- aggiunse, ancora tra le risate.
Sarada, sempre imbarazzata, le diede una gomitata.
-smettila di prendermi in giro Chocho!- sapeva che la sua migliore amica stava solo scherzando, per cui stette al suo gioco.
In seguito la ragazzina Akimichi, tornò seria e sorrise:
-comunque, Sarada, a parte tutto.. ti vedo più sollevata e rilassata adesso, sono veramente contenta per te.
Sei la mia migliore amica, per questo non potevo vederti così angosciata mesi fa.
In effetti, forse, ammiro la tua famiglia ma allo stesso tempo non ti invidio. Prima di ottenere questa felicità, ne hai passate veramente tante.-
Sarada sorrise ascoltando le parole sincere e pure di Chocho, che le stava dimostrando di essersi veramente preoccupata per lei.
-grazie Chocho. Ti voglio bene!-
Si abbracciarono strette, trasmettendosi il forte affetto che le univa.



 
****


Nel frattempo, in una stanza lontana dal bacchetto cerimoniale, due figure si stavano assaggiando e vezzeggiando reciprocamente.
Alcuni gemiti di apprezzamento provenivano dalla stanza degli ospiti di villa Uzumaki e profondi ed intensi baci si univano in una sintonia perfetta.
Le mani di lui scorrevano ardenti lungo il bel corpo della donna, creandole forte piacere.
Le braccia di lui l'alzarono da terra, reggendola per le natiche, e sbattendola contro il muro continuando a baciarla e farla sua contro la parete.
I respiri ansimanti e caldi si univano insieme e solo quelli riempivano la stanza.
-c'è sempre Sarada la sera in casa.- fece lui ansante e con voce roca, -sono diversi giorni che non finiamo in questo modo. Sei veramente la mia rovina.-
Karin ghignò divertita. -ammetti che ti sono mancata, Sasuke.- sussurrò a fiato corto.
-non dire idizie, sennò non sarei qui.- ribatté, proseguendo a “domarla” contro il muro.
-d'ora in poi dovremmo farlo in una posizione più comoda, lo sai?- puntualizzò allusiva lei, pensando alla sua seconda gravidanza.
-sarà uguale. Tappati la bocca, Karin, mi distrai.-
Lei non replicò più e infilò le mani dentro i suoi capelli corvini, stringendoli con forza e inarcando la schiena per aiutarlo nei movimenti.
Le baciò e le morse il collo, lasciandole un segno piuttosto tangibile ed evidente.
E così continuarono i festeggiamenti per la coppia più oscura e “scandalosa”, in senso positivo, di Konoha.



 
****


Naruto e Sakura erano circondati dagli invitati e avevano già notato l'assenza di Sasuke e Karin intuendo dove fossero, e bisbigliando ironicamente tra loro:
-dove sono ora che c'è il brindisi finale?- sospirò Sakura.
-lasciali fare, Sakura-chan, a differenza di noi hanno spesso la figlia in casa. Capisci che non hanno piena libertà in quel senso.- li giustificò Naruto.
-sei il solito baka.- gli fece un “nocchino” lei, -perfino durante il nostro matrimonio li giustifichi.-
Naruto ridacchiò in tutta risposta. -sono scandalosi in effetti.-
-ricordami di disinfettare la camera degli ospiti quando avranno finito.- commentò sarcastica, Sakura, sorridendo.
-forse poi dovremmo dare un'occhiata anche il nostro letto, Sakura-chan, non credi?- disse malizioso Naruto, facendo arrossire miseramente Sakura.
-forse sì.- borbottò lei distogliendo gli occhi da lui.
-anche perché oggi sei davvero irresistibile e ti confesso che non vedo l'ora che il banchetto finisca per poterti saltare addosso.-
Concluse la frase con  un occhiolino complice, che la stese.
Naruto si aspettò un bel pugno dopo quella frase così provacante, ma Sakura lo stupì:
-ti confesso che anch'io non aspetto altro.-
Lui non fece più caso alle persone che avevano davanti e unì le sue labbra con quelle di Sakura in un bacio passionale, accompagnati dagli applausi di apprezzamento per il loro bacio pubblico.
-godiamoci questi momenti finché questa piccola non nasce e a quel punto nemmeno noi avremmo più casa libera tutti i giorni.- sorrise Naruto, accarezzando la pancia di sua moglie al quinto mese di gravidanza, con tenerezza.
Chiaramente, anche se entrambe le coppie non avrebbero più avuto l'intimità che desideravano a causa dei figli, erano veramente radiosi per come la felicità li aveva finalmente illuminati e la tranquillità sembrava imminente.

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