Quello che ho dentro

di leodefilippi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buco nero ***
Capitolo 2: *** Un sogno continuo ***



Capitolo 1
*** Buco nero ***


Sapeva di aver fatto tutto il possibile.
Eppure si sentiva in colpa, pensava fosse colpa sua, tutta colpa sua, se non era riuscito a salvarlo.
Sapeva che non c’era nulla da fare, nessuno era in grado di fare qualcosa, figurarsi un ragazzo senza alcuna esperienza e nozione in quei campi.
Eppure il dolore non cessava.
Forse non era l’incapacità a compiere un azione che non sarebbe stato in grado di fare a farlo sentire colpevole.
Forse era da una azione che poteva compiere che tutto derivava.
Forse era dal fatto che aveva avuto altri sette mesi che la sera di quel freddo giovedì di gennaio non sembravano possibili e che solo la sera dopo sembravano anche pochi.
Eppure non si era mosso.
Anche in quell’ultimo mese, nell’afa soffocante di un luglio che ormai cedeva il passo al terribile agosto, non aveva fatto niente.
Non aveva saputo dirgli niente, neanche quando tutto era ormai chiaro, quando anche chi era lontano era tornato di corsa per salutarlo.
Ma lui non aveva fatto niente, forse per paura, forse per l’illusione che tutto potesse mettersi a posto.
E alla fine lui è morto, a casa sua, con le persone che gli volevano bene intorno.
Lui subito non volle vederlo, poi la sua vergogna per quei pensieri lo sconvolse fino al punto di non volersi più allontanare da lui.
Voleva recuperare il tempo perduto, ma non c’era modo.
Prima che la bara fosse chiusa andò a salutarlo, con quel viso finalmente sereno, quasi beffardo, sperando quasi che si svegliasse appena l’avrebbe toccato:
il freddo di quel corpo lo privò di qualsiasi calore vitale.
Non c’era più modo per dirgli quanto gli volesse bene, aveva avuto sette mesi in dono e aveva sempre rimandato, senza pensare a quanto aveva sofferto solo all’idea che potesse morire, e adesso era realtà.
Purtroppo non aveva modo per liberare il suo cuore, e questo dolore lo stava uccidendo.
Sono passati ormai cinque mesi da quel terribile giorno e il suo cuore è un buco nero che lo assorbe tutto, lo rode dall’interno, lo priva della voglia di vivere…riuscirà mai a venirne fuori?

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Capitolo 2
*** Un sogno continuo ***


In quei giorni non si sentiva bene: i troppi dolori provenienti dal passato non gli davano tregua e il presente faceva di tutto per non aiutare.
La vita per lui si era ridotta a una routine che gli lasciava l’amaro in bocca per la sua incapacità a reagire:
per quanto fosse grande la sua voglia di cambiare l’assenza di risposte ai suoi tentativi di cambiamento non faceva altro che renderlo più chiuso in se stesso.
Per questo motivo decise di recidere tutti i contatti con l’esterno, ci era già passato altre volte attraverso quei falsi sorrisi e quelle ipocrisie, sapeva quanto si soffre quando ci si accorge di come è la realtà e mentire a se stesso non era la soluzione.
Poco a poco divenne sempre più assente, nessuno se ne rendeva conto ma stava lentamente abbandonando la vita, la lasciava fluire fuori di se senza trattenerne neanche un frammento, era sempre più vuoto dentro.
La maggior parte delle persone non si accorgevano di questo, lui era in fondo un attore, con un sorriso sviava l’attenzione, ma se una qualsiasi persona lo avesse guardato negli occhi probabilmente sarebbe iniziato a precipitare nello stesso baratro di dolore in cui lui ormai viveva.
Chi avrebbe dovuto accorgersi di qualcosa forse notò i segni ma non fece nulla che lui riuscisse a recepire, gli sembrava quasi che più fosse assente meglio fosse: cessarono le critiche, i litigi diminuirono, il suo essere passivo sembrava non portargli dolore.
Nel profondo invece non riusciva a darsi pace:
quei pochi momenti in compagnia di altri lo avevano segnato, sentiva mancanza degli altri, ma la sua grande sfiducia nel prossimo e la sua convinzione di essere circondato da ipocriti lo legavano ogni giorno di più in quella sua prigione.

Il tutto fino a quella sera.
Quella sera si rese conto di essere arrivato al limite, non poteva più sopportare quella prigione, non poteva più sopportare di continuare a scivolare in quella spirale di dolore:
aveva deciso di farla finita
Scrisse sul suo diario due pagine in cui raccontava i dolori strazianti che stava sopportando, li lasciò in modo che venissero trovati.
Scese al piano di sotto, in cucina ove prese il coltello.
Con gli occhi pieni di lacrime si apprestava a compiere il gesto estremo, sentiva di essere quasi riuscito a liberarsi dalle catene.


Quando ad un tratto la sveglia suonò:
purtroppo era tutto uno splendido sogno.

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