Cursed Blood

di AngelWing99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 2: *** II capitolo ***
Capitolo 3: *** III capitolo ***
Capitolo 4: *** IV capitolo ***
Capitolo 5: *** V capitolo ***
Capitolo 6: *** VI capitolo ***
Capitolo 7: *** VII capitolo ***
Capitolo 8: *** VIII capitolo ***
Capitolo 9: *** IX capitolo ***
Capitolo 10: *** X capitolo ***
Capitolo 11: *** XI capitolo ***
Capitolo 12: *** XII capitolo ***
Capitolo 13: *** XIII capitolo ***
Capitolo 14: *** XIV capitolo ***
Capitolo 15: *** XV capitolo ***
Capitolo 16: *** XVI capitolo ***
Capitolo 17: *** XVII capitolo ***
Capitolo 18: *** XVIII capitolo ***
Capitolo 19: *** XIX capitolo ***



Capitolo 1
*** I capitolo ***


" Caro diario, è da tempo che non vengo qui a scrivere due righe, ma stato molto impegnato, con la Coppa Infernale; con Clary che si ostina a non voler venire con me e che non vuole accettare il fatto che noi ci apparteniamo, perché quella ragazza deve fare così tanto la difficile? Perché non vuole capire che lei è solo mia e che non può appartenere a nessun altro? men che meno a quello smidollato di Jace! È stupida, ma perché con questa sua stupidità mi attrae sempre? Forse è proprio vero che mi sono innamorato completamente di lei... Ma passando oltre -tanto lei un giorno sarà mia, a costo di uccidere ogni essere vivente in questo mondo- non sono venuto qui per scriverti di Clary o di qualche mi piano per conquistarla o qualche piano per conquistare il mondo, sono venuto qui per scriverti quello che ho appena fatto. Ho invocato mia madre, Lilith, le dovevo chiedere consiglio per la Coppa Infernale, ma lei mi ha interrotto dicendomi che aveva trovato un modo per tornare in vita: serve un rituale -che farò fare ad un mago- e di una ragazza demone che serve come contenitore per la sua anima. La ragazza è metà umana e metà demone e per questo dovrebbe essere una maga, ma mia madre l'ha maledetta, -Lilith non è voluto entrare nei dettagli sul perché l'aveva maledetta- le ha tolto qualsiasi potere, gliene ha lasciato solo uno, il più ambito e temuto di tutti i poteri, ma anche il più difficile da controllare, e così ora la ragazza è come me: distrugge qualsiasi cosa incontri, uccide qualsiasi cosa solo toccandola. Non so come trovarla, Lilith mi ha detto solo che l'ha abbandonata per strada nel mondo dei mondani, quando era appena nata, così ora mi ritrovo a cercare un ago in un pagliaio. So solo che la ragazza per nutrirsi beve sangue di demone, ha i capelli neri e occhi rossi, insomma la solita forma in cui i mondani immaginano i demoni -che inutili essere i mondani. Troverò la ragazza, lei non sa nulla della sua vera identità, la convincerò a venire con me e poi farò il rituale, così mia madre tornerà e governerà il mondo insieme a me e a Clary - quanto vorrei che lei fossi ora qua con me, almeno non starei a scriverti e starei facendo cose poche caste con lei. Con questo ho scritto tutto, spero di non scrivere mai più, mi sento come un ragazzino adolescente.
Addio 
Jonathan Christopher Morgenstern" 



 
Era una giornata qualsiasi, mi alzai malvolentieri dal mio dolce e caldo letto per andare all'armadio e prendere i miei soliti jeans stretti, un lupetto nero, uno scaldacuore verde scuro e i miei stivaletti neri con due centimetri di tacco; andai al bagno dove tentai di sistemare quella massa nodosa di capelli neri come la pece, mi misi le lenti a contatto verdi smeraldi, per nascondere gli occhi rossi sangue che la gente tanto odiava. Mi trascinai al piano di sotto dove feci la colazione portatemi dal maggiordomo di casa: frittelle con abbondante sciroppo, come piaceva a me. Beh la giornata cominciava al meglio. Salii le scale, presi lo zaino a tracolla viola, uscii e andai verso la limousine nera, che mi aspettava appena fuori casa per accompagnarmi fino a scuola, pensai che dentro non c'era nessuno, così buttai lo zaino a terra e mi misi ad ascoltare la musica
< < Buongiorno anche a te > > disse una voce accanto a me, sobbalzai e per poco non diedi una testata al tettuccio della macchina, mi girai e vidi mio zio vestito con il solito completo nero con la camicia bianca
< < Come fai a comparire così all'improvviso? > > chiese guardandolo di sottecchi
< < Non sono apparso dal nulla, idiota > > mi ringhiò, era sempre così, era sempre arrabbiato con me senza motivo; lui non sapeva cosa avevo fatto anni fa, non poteva saperlo, nessuno sapeva
< < Da quanto stai lì? > > chiesi un po' titubante
< < Da sempre, solo che tu sei così idiota che non te ne sei accorta > > ringhiò
< < È sempre bello sapere che tu mi consideri un genio zio > > dissi io sorridendo sarcastica
< < Smettila di fare la stupida > > 
< < Sai che ridere fa bene alla salute? A te farebbe molto bene > > dissi solo per irritarlo, mi piaceva un sacco stuzzicarlo di prima mattina perché non mi poteva farmi nulla
< < Sono solo credenze popolane > > disse lui e guardò fuori dal finestrino
< < Davvero? Io non credo. Sai che mostri molti più anni di quanto tu non hai? > > dissi facendo il solito sorriso che lui detestava e trovava tanto irritante
< < Smettila stupida ragazzina > > ringhiò irritato, gli vidi la vena sul collo iniziare a pulsare, cosa che succedeva solo quando era molto arrabbiato
< < Perché? È tanto divertente > > dissi io sorridendo soddisfatta, ero riuscita ad farlo incazzare di prima mattina; potevo ritenermi soddisfatta. Lo vidi alzare il braccio pronto a darmi uno schiaffo < < davvero? Così mi lascerai il segno e tutti vedranno cosa mi fai > > dissi con voce provocatoria, sapevo che lui non voleva che la gente sapesse cosa mi facesse tutte le sere quando tornava da lavoro, lui mi rispose ringhiandomi e abbassò la mano. Il viaggio continuò tranquillo, in completo silenzio; io guardavo fuori dal finestrino mentre sorridevo soddisfatta.
Arrivata a scuola scesi senza neanche salutarlo e saltellai verso la mia migliore amica, anche se in verità era l'unica che avevo
< < Ehi, come mai sei tutta saltellante? > > mi chiese sorridente
< < No, niente di che, ho fatto solo incazzare mio zio, nulla di insolito > > disse io sorridendo soddisfatta
< < Un giorno ti ucciderà > > disse lei esasperata, si passò una mano fra i capelli castoni, era molto carina, aveva i capelli lunghi fino alla spalla, grandi occhi azzurri, i lineamenti delicati, un fisico da far invidia ad una foto modella ed era alta
< < Beh andrebbe in carcere, non vedo quale sarebbe il problema > > dissi confusa 
< < Il problema sarebbe che io non saprei che picchiare tutti i giorni per le cazzate che dici > > disse Nagisa mentendomi un braccio intorno alle spalle e iniziò a trascinarmi verso l'entrata di scuola
< < Ammettilo che mi bene > > dissi io con voce provocatoria
< < Wendy, Wendy... Siamo solo a inizio mattinata e tu hai già sparate due grandissime cazzate > > disse lei sospirando e scuotendo la testa, risi perché in fondo sapevo che mi voleva un mondo di bene
< < Sei la mia marionetta preferita > > disse io ridendo
< < Quando smetterai con questa storia della marionetta? > > mi chiese ancora esasperata
< < Oh avanti non mi dire che credi davvero che questo mondo si muova da solo? È ovvio che c'è qualcuno che muove i fili della nostra vita > > dissi con un irritante voce da sapientona
< < Per favore non iniziare > > disse lei sempre più esasperata, io sbuffai e sorrisi divertita. Andammo in classe e passammo la solita triste e noiosa giornata di scuola. Finita quella tortura andai verso casa, mio zio aveva deciso di non farmi venire a prendere dalla limousine perché diceva che serviva a lui, quando poi non era vero, ma non mi dispiaceva in fondo più stavo lontano da quella maledetta casa meglio era e poi così potevo incontrare Henry. Avevo appena svoltato l'angolo quando lo vide insieme al suo solito gruppetto di amici, sorrisi maliziosa e camminai a testa alta facendo finta che lui non esistesse
< < Ehi principessina non si saluta? > > mi chiese una voce che conoscevo troppo bene, mi girai sorridendo divertita
< < Perché mai dovrei salutare un coglione? > > chiesi io divertita, adoravo quel momento, andavo a scuola solo perché dopo c'era lui
< < Piccola non voglio farti male > > disse lui avvicinandosi a me, era un ragazzo alto, muscoloso, capelli corti di un biondo scuro e grandi occhi marroni
< < Ma se alla fine l'unico che si fa male qua sei tu > > dissi più divertita che mai
< < Siamo in cinque e tu sei una sola, non credo che la passeresti liscia > > 
< < Che ne dici di provare? > > dissi buttando lo zaino a terra
< < D'accordo > > mi venne addosso con il pugno già pronto per colpire il mio viso, ma io come al solito sono più veloce si lui, mi abbassai, mi slanciai in avanti e gli diedi un pugno nello stomaco e uno in viso così da mandarlo a terra, un ragazzo mi venne addosso con un pugno che mi doveva colpire il mio stomaco, ma lo devia, gli diedi una spinta e lo feci andare addosso ad un altro, un terzo mi stavo venendo addosso, ma io gli diedi un calcio così da mandarlo addosso la quarto. Qualcuno mi prese da sotto le ascelle, intreccio le dita dietro il mio collo, così che le mie braccia furono bloccate, un ragazzo mi venne addosso pronto a darmi un pugno sullo stomaco, ma usai il tipo che mi aveva preso da dietro come leva e gli diedi un calcio all'inguine e poi uno sulla tempia, un altro subito dopo mi venne addosso, ma non feci in tempo a deviare il pugno che mi prese in pieno stomaco, facendomi leggermente piegare dal dolore poi ne arrivò un altro, riuscì a bloccare il terzo pugno e gli diedi un calcio un faccia. Quando misi un piede a terra con l'altro piede schiaccia il piede a quello che mi teneva che allentò la presa, riuscì a liberare un braccio e gli diedi una gomitata sull'inguine; quello mi lasciò immediatamente, mi girai -quello che mi stava dietro era "stranamente" Henry- e diedi un calcio sul viso. Gli altri tre mi saltarono addosso e io, per puro miracolo, schivai o devia quasi tutti i colpi, anche se alcuni mi colpivano. Alla fine riuscì a dare pugni e calci e tutti furono a terra, presi lo zaino e andai verso casa soddisfatta. 
Appena entrai a casa mi chiusi nella mia camera, mi tolsi le lenti e mi buttai sul letto, poco dopo qualcuno bussò
< < Signorina, di sotto il pranzo è pronto > > disse la voce del maggiordomo
< < C'è lo zio? > > chiesi quasi urlando
< < No, suo zio torna stasera > > disse e io saltellai alla porta felice, la spalancai, trovai James che stava davanti alla porta
< < Allora che c'è di buono? > > chiesi sorridendo 
< < Le ho preparato un piatto di pasta e come secondo le spinacine fritte. Va bene? > > disse lui camminando dietro di me verso la cucina 
< < Più che bene > > dissi lo presi a braccetto e lui mi sorrise dolcemente, era molto più alto di me - gli arrivavo a malapena al suo gomito- lui stava con lo zio da prima che io arrivassi, mi aveva sempre trattato bene, come se per lui io fossi la faglia che non ha mai avuto. Pranzammo insieme e subito dopo mi misi sdraiata sul divano a vedere i cartoni e poco dopo mi addormentai. 
Mi sveglia quando sentii una porta sbattere, balzai a sedere e mi trovai una coperta addosso, sentii dei passi pesanti venire in salotto e io d'istinto mi buttai a terra, mi mise accanto al bracciolo del divano e vidi mio zio che entrava in salotto; era arrabbiato, si vedeva lontano un miglio, non vedendomi sul divano ringhiò irritato e andò verso le camere, molto probabilmente a cercare me. Mentre io mi diressi verso la porta d'ingresso silenziosa come un gatto, fuori avevo un enorme giardino e davanti camera mia c'era un albero di pesco abbastanza alto da arrivare fino alla mia finestra, mi appollaiai sui rami dell'albero che mi nascondevano dalla finestra. Lo vidi entrare ed urlare più irritato che mai, io invece sorridevo divertita, era troppo bello come spettacolo: lo zio quando urlava diventava tutto rosso tendente al viola, gli occhi quasi gli uscivano fuori dalle orbite e si contornavano di una luce rossa simile ai miei occhi. Quando uscì io entrai in camera silenziosa e andai verso la mia libreria per prendere un libro da leggere, ma non mi accorsi che sopra al libro che volevo c'era un altro libro così quando tolsi il libri che volevo non feci in tempo a prenderlo e quello cascò a terra, imprecai ad alta voce e lo zio entrò in camera. Io provai ad andare alla finestra per scappare, ma lui mi prese per il polso, mi girò verso di lui e poi mi diede un schiaffo che mi mandò a terra
< < Dov'eri? > > mi ringhiò lui
< < In giro > > dissi io sorridendo divertita mentre mi mettevo a gattoni per rialzarmi, ma lui diede un calcio fra le costole e mi mandò di nuovo a terra, non mi diede neanche il tempo di rialzarmi che un altro calcio mi colpì sul petto; mi prese per il collo, mi alzò e mi sbatté al muro, la vista per un attimo mi si annebbiò e sentì solo un colpo allo stomaco, mi lasciò e caddi in ginocchio tenendomi lo stomaco, mi arrivò un calcio sul fianco che mi mandò a terra, continuò a prendermi a calci sul fianco, sullo stomaco, sul petto mentre io tentavo di proteggermi con le braccia, ma senza molto successo 
< < Basta > > mormorai a malapena, il corpo mi urlava di dolore e sentivo la bile che iniziava a salire in bocca insieme al sangue, lui mi ringhiò, un altro calcio mi colpì allo stomaco e poi mi se ne andò via sbattendosi dietro la porta. Io stavo stesa a terra inerme, non riuscivo a muovere nessun muscolo, tremavo come una foglia e mi uscì qualche lacrima. James arrivò poco dopo la mise sul letto e mi posso il ghiaccio sopra i lividi e poco dopo mi addormentai.
 
Mi sveglia, il corpo continuava ad urlare di dolore, aprì gli occhi, ma rimasi ferma, le lacrime iniziarono a rigarmi il volto; era così da quando mi ero trasferita da lui cinque anni prima. Ogni sera era così, lui tornava da lavoro arrabbia e si sfogava con me, di solito, quando era molto arrabbiato mi picchiava fino a quando non svenivo o arrivava James a fermarlo, oppure mi picchiava fino a quando non gli chiedevo di smetterla. Era così, e io avevo troppa paura di lui per difendermi, anche se non era giusto, ma la paura che provavo superava tutto. James arrivò, mi vide mentre piangevo così mi si avvicinò e iniziò a coccolarmi
< < Signorina, perché non se ne va da sua nonna? Lei non le farebbe mai tutto questo > > disse lui dolcemente
< < Sai che lui non mi farebbe mai andare > > piagnucolai io stringendomi a lui
< < Signoria, non ci ha mai provato > > disse lui dolcemente continuando a coccolarmi
< < James, lo sai, io ho provato a chiedere affidamento alla nonna, ma non hanno accetto > >
< < Signorina, io intendevo... Perché non prova a scappare? > > disse abbassando la voce
< < Per andare dove? Non posso andare dalla nonna, lui la farebbe arrestare > > dissi io guardandolo negli occhi
< < Potrebbe venire a casa mia > > disse lui sempre a voce bassa
< < No, il secondo a cui controllerebbe la casa saresti tu e infine casa di Nagisa... Non posso andare da nessuna parte > >  dissi affondando il viso sul suo petto bagnandogli la maglietta di acqua salata. James rimase con me finché non mi addormentai di nuovo.
 
Mi svegliai un altra volta, questa volta per colpa della sveglia che emetteva il solito suono stridulo e irritante, mi alzai a sedere, il corpo mi faceva male, ma era abbastanza sopportabile. Buttai a terra la sveglia così che quel suono assordante smettesse di trapanarmi le orecchie. Mi alzai a fatica e mi vestii per andare a scuola e passare la solita giornata noiosa. Entrai a scuola, buttai lo zaino a terra e poi mi sedetti sulla sedia, Nagisa saltellò fino a me
< < Ehi ieri tutta saltellante e oggi depressa, che è successo? > > chiese lei sorridendo 
< < Oh niente il solito > > dissi io scrollando le spalle
< < Capito.... Oggi rimani con me? Devo portare un libro in biblioteca > > 
< < Certo, tanto non ho nulla da fare > > dissi con occhi che brillavano, amavo troppo stare in biblioteca, ci sarei stata giorni interi anche senza mangiare; i libri erano il mio mondo, l'unico modo che avevo per allontanarmi dalla crudele realtà che mi tormentava ogni giorno, insieme alla musica. A fine scuola, mangiammo insieme alla mensa della scuola. Verso le quattro andammo alla biblioteca, stavano ridendo come pazze, entrammo e subito azzittii Nagisa con una gomitata: in biblioteca non si parlava! Andai tra i corridoio con la mia amica che mi seguiva leggermente seccata, lei odiava i libri, quello che aveva ora era quello che io gli avevo dato costringendola a leggerlo. Amavo troppo perdermi tra il libri, tre le righe di una storia inventata; stavo ogni volta le ore lì dentro, se fosse stato per me sarei rimasta una vita là dentro, mi sarei anche nutrita di libri. Andai verso la scrivania della biblioteca che si trovava al centro della struttura, conoscevo a memoria quel posto, probabilmente avevo già letto più della metà dei libri lì dentro. Stavo per girare l'ultimo libreria quando sentì degli strani scricchiolii, come ossa schiacciate, bloccai Nagisa, conoscevo fin troppo bene quegli scricchiolii, sbirciai da dietro l'angolo, c'erano: due demoni che assomigliavano a due lucertole a grandezza d'uomo, alzate su due zampe, le squame brillavano di un verde scuro; avevano delle corazze lungo il corpo e solo la testa era scoperta dove c'era due piccole corna bianche e gli occhi che brillavano di un rosso acceso. Sotto di loro c'era un corpo zuppo di sangue che oramai non si muoveva più, distinsi nella pozza di sangue un pezzo di stoffa blu che doveva essere la gonna che teneva quel giorno la bibliotecaria. Trattenni le lacrime, in fondo a quella donna ci tenevo, qualche volta di diceva libri che dovevo assolutamente leggere e poi ne parlavamo insieme. Presi Nagisa per il polso e inizia a correre verso l'uscita, se ci avessero visto sarebbe finita per entrambe; ma lei non sapeva nulla di quello che avevo visto, le scivolò il libro di mano che cascò a terra, il rumore del libro rimbombò tra gli scaffali. Continuai a correre e qualche istante dopo sentì un suono che assomigliava ad una spada che strideva un pavimento di marmo e questo mi spaventò più di ogni altra cosa, imprecai e andai alla porta trascinandomi Nagisa che intanto mi chiedeva cosa succedeva, ma io ero troppo occupata ad elaborare un piano per scappare per risponderle. Aprì la porta, mi voltai e vidi uno di quei demoni che andava a sbattere contro una libreria, dei libri gli piombarono addosso, mentre l'altro demone gli andò addosso per la troppa velocità con cui era partiti; quello che era andato contro gli scaffali ringhiò contro l'altro, fece per saltargli addosso, ma qualcosa lo fermò, si girarono entrambi verso di noi e ripresero a correre. Intanto noi correvamo tra i corridoi di scuola, Nagisa urlava spaventata e io continuavo a trascinarla, i demoni che continuavano a seguirci. Ebbi un idea che ci avrebbe permesso di guadagnare qualche secondo o meglio solo a Nagisa avrebbe fatto guadagnare tempo, io probabilmente sarei morta. Portai Nagisa accanto a me
< < Continua a correre, non ti fermare mai. Vai in cortile ci incontriamo là > > le disse all'orecchio, lei mi guardò confusa e annuii, mi superò e continuò a correre, io mi fermai dietro una collana dove sapevo che c'era l'estintore, lo aprì e colpì il primo demone che mi stava avendo addosso con la schiuma, lo accecai e quello si fece un po' indietro. Il secondo mi stava per saltare addosso, ma io lo colpì in testa con l'estintore e ripresi a correre lasciando cadere a terra la mia arma. Avevo guadagnato qualche secondo per Nagisa, almeno lei si sarebbe salvata. Scesi le scale e andai nel cortile della scuola, verso l'albero al confine tra la strada e la scuola ma qualcosa mi spinse e io caddi a terra, mi girai e uno dei demoni mi inchiodò a terra, tentò di mordermi, ma io mi parai con le braccia; con la dell'occhio vidi accanto a me un bastone, lo presi
< < Gomennasai* > > mormorai e quando il demone aprì la bocca gli conficcai il bastone che lo trapassò da parte a parte, quello urlò di dolore, si dibatté un pochino spargendo gocce di sangue dappertutto e poi scompari. Trovai una ferita sul mio braccio, ma si cicatrizzò in fretta, come sempre, mi guardai intorno alla ricerca dell'ultimo demone. Sentì un urlo, mi voltai e trovai Nagisa stesa a terra e sopra di lei il demone
< < NAGISA > > urlai, fece per correre verso di lei, ma un ombra mi sorpassò, salì sopra il demone e lo decapitò con una spada che brillava; corpo del demone si dibatte e poi scomparì nel nulla. L'ombra si mise affianco della mia amica, si tolse il cappuccio rivelando un ragazzo di circa diciassette anni, biondo anche se con il sole che ci sbatteva sopra sembravano bianchi, occhi color ambra, i lineamenti scolpiti; era vestito completamente di nero con alcuni tatuaggi neri che spiccavano dalla tuta nera. Non sapevo che fare, l'istinto mi diceva di nascondermi, ma poi l'occhio cadde sul corpo inerme di Nagisa, corsi da lei e mi buttai al suo fianco, notai subito la ferita sul suo fianco destro, inizia a scuoterla < < svegliati dannazione, non puoi farmi questo razza di idiota > > dissi continuando a scuoterla, delle mani mi bloccarono
< < Ferma così peggiori solo le cose > > mi rimproverò il ragazzo
< < Dobbiamo fare qualcosa > > dissi io sentendo le lacrime iniziare a salire
< < Si, ma farsi prendere dal panico non servirà a nulla. Vieni con me, conosco la persona che può aiutarla > > disse prendendo Nagisa in braccio e iniziò a camminare e io lo segui senza fiatare.
 
Senza accorgermene arrivammo di fronte ad una porta di un appartamento al centro di Brooklyn, il ragazzo bussò usando il piede, poco dopo ci aprì un tipo dai capelli neri che andavano da tutte le parti strapieni di glitter, gli occhi un po' da cinese, la carnagione scura con addosso uno strano pigiama color giallo canarino
< < Alec ancora deve arrivare, vuoi aspettarlo nel salotto? > > chiese quello
< < Magnus, mi sembra più che ovvio che non voglio Alec > > sbraitò il biondo
< < Chi è? > > chiese il moro improvvisamente serio
< < Non lo so, amica sua > > disse il biondo indicandomi con la testa, Magnus mi squadrò da testa a piedi 
< < Entra... Portala in una camera > > disse Magnus sparendo dietro la porta, il biondo lo segui e io feci altrettanto, la seguì fin dentro la stanza, ma Magnus mi buttò fuori dalla stanza dicendomi di aspettare in salotto; mi misi sul divano e là mi partì il tic alla gamba che iniziava sempre quando era in ansia o nervosa, iniziai pure a torturarmi i capelli intrecciandoli e sciogliendoli, il ragazzo biondo si mise seduto accanto a me. Restammo per un po' in silenzio, il ragazzo mi fissava osservando tutti i miei tic
< < Dovevamo portala all'ospedale. Lui che può fare? Non mi sembra un medico o qualcosa del genere > > sbottai alzandomi in piedi e iniziando a fare avanti e indietro -di sicuro il ragazzo si stava chiedendo quanti tic avevo
< < In ospedale non avrebbero comunque potuto fare qualcosa > > disse lui scrollando le spalle e passando una mano fra i capelli, io lo guardai sbigottita, mi ripresi ritornai a fare avanti e indietro torturandomi i capelli. Cosa potevo fare? Di stare seduta non se ne parlava, le gambe si muovevano da sole, ma dopo un po' che facevo su e giù iniziò a girarmi la testa, così mi misi seduta sulla poltrona e iniziai con il tic alla gamba. Erano passati pochi minuti quando sentì qualcuno bussare alla porta
< < Vado io > > disse il biondo alzandosi, mentre io tornai a fare avanti e indietro davanti per il salotto in stile ottocento, anche se appena entrata avrei giurata che fosse in stile seicento; dall'ingresso spunto un ragazzo sui diciotto anni i capelli neri, gli occhi azzurri che ipnotizzavano, i lineamenti decisi, indossava un maglione nero e pantaloni dello stesso colore; rimasi a fissarlo chiedendomi se facesse il fotomodello, sarebbe stato perfetto, i calendari hot avrebbero fatto furore.
< < Chi sei tu? > > chiese serio
< < Mi chiamo Wendy > > dissi io decisa < < tu? > > 
< < Io mi chiamo Alec > > disse il moro, in mano aveva una busta 
< < Io sono Jace > > disse il biondo, passandosi la mano fra i capelli, osservando meglio anche lui considerai che chi avesse fatto fare a quei due un calendario avrebbe fatto miliardi a vita
< < Che ci fai qui? > > chiese il moro a andò verso di me
< < Il tuo amico ha portato qui una mia amica, anche se lei avrebbe bisogno di andare in ospedale visto che questo non mi sembra un ospedale o qualcosa del genere > > sbraitai io alzando le braccia al cielo
< < Sono state attaccate da un demone > > disse Jace incrociando le braccia al petto
< < E sono ancora vive? > > chiese Alec alzando un sopracciglio mettendosi seduto sul divano
< < Lei è ancora viva, l'amica è stata ferita e ora Magnus la sta curando... Credo > > 
< < Come credi? > > squittì io 
< < Non facile curare una mondana > > disse lui buttandosi vicino ad Alec
< < Anche tu sei stava ferita > > disse Alec notando la manica della maglietta tagliata
< < No, mi ha preso di striscio > > menti io
< < Ma hai una cicatrice > > disse Jace, iniziando ad avvicinarsi a me e iniziò a squadrarmi da testa a piedi
< < È una vecchia ferita > > dissi io d'istinto
< < Posso vedere? > > chiese lui alzando una mano verso di me
< < Perché? > > chiesi confusa, non era bello vedere delle cicatrici e poi così avrebbe visto il livido sul polso che mi aveva lasciato mio zio
< < Fammi vedere > > insistette lui, io sbuffai e porsi il braccio, lui lo prese subito lo studiò per un attimo < < anche il livido te l'ha fatto il demone? > > 
< < No > > sbuffai
< < Chi te l'ha fatto? > > chiese guardandomi negli occhi
< < Non sono affari tuoi > > dissi e con uno strattone gli tolsi il mio braccio di mano
< < D'accordo > > disse lui e si rimise vicino ad Alec. Dopo ore tornò Magnus, il viso scolpito dalla stanchezza, la fronte impregnata di sudore
< < Questo ai suoi genitori costerà molto caro > > ansimò appoggiandosi allo stipite
< < No, pago io > > dissi subito io, tutti mi guardarono confusi < < Se accetti carta di credito, sto apposto > > 
< < Bisogna vedere > > disse lui squadrandomi da testa a piedi < < deve rimanere qua per circa tre giorni > > 
< < D'accordo.... Io vado a recuperare il portafoglio > > dissi e fece per andarmene
< < Sai ritrovare la strada di ritorno? > > chiese Jace
< < Mh... No in effetti no > > ammisi < < mi vuoi accompagnare? > > lui scrollò le spalle, si alzò, mi raggiunse e uscimmo.
 
Quando tornammo a casa di Magnus il sole aveva ceduto il posto alla luna. Io stavo letteralmente morendo di fame, non mangiavo da ore e la mancanza di cibo si stava facendo sentire con continui giramenti di testa. Appena entrata misi il mio zaino a terra e mi fiondai in cucina in cerca di cibo, so che non è il massimo dell'educazione però era da stamattina che non mi nutrivo
< < Se vuoi di qua ho del giapponese > > disse una voce dal salotto che mi sembrava quella di Magnus
< < Non ho mai mangiato giapponese > > dissi io andando verso Magnus
< < Mai? > > chiese lui sorpreso
< < Mai > > confermai mettendomi seduta sul divano accanto a lui
< < Allora devi assolutamente mangiarlo > > disse lui porgendomi un contenitore di plastica bianco, io lo presi e trovai degli spaghetti immersi in qualcosa di strano, doveva essere ramen... Forse 
< < Non mi stuzzica tanto > > dissi io osservandolo
< < Assaggia > > spronò lui, io presi le bacchette e iniziai a tentare di prendere almeno uno spaghetto, ma non ci riuscì. Alla fine esasperata presi la forchetta e finalmente riuscì a prendere più di uno spaghetto. Jace se ne era andato, dicendo che doveva andare dalla sua ragazza -il piano di fare soldi a palata andò in fumo, però forse con Alec...- Osservai prima Magnus e poi Alec, li vedevo mentre si lanciavano occhiate di nascosto
< < Io vado da Nagisa > > dissi, mi alzai e andai nella seconda camera a sinistra, entrai, la trovai che stava dormendo tranquillamente, non mi avvicinai, avevo troppa paura che si svegliasse. Era colpa mia se lei ora stava così, non ero stata veloce ad uccidere il demone e lei ora stava così, forse non si sarebbe più svegliata. Scossi la testa non potevo pensare a quelle cose, mi girai e andai nella camera accanto. In teoria dovevo chiamare almeno James per dirgli dove stavo, ma non mi andava, era la prima sera in cui non c'era lo zio e io potevo rilassarmi 
< < Magnus > > dissi andando verso il salotto < < scusa se ti disturbo, posso rimare qua a dormire? > > dissi appoggiata allo stipite, lui mi squadrò un altra volta 
< < Non dovresti tornare a casa? > > chiese lui confuso
< < Mh, preferirei dormire qui > > 
< < D'accordo.... Ma non è un albergo questa casa > >
< < Mai pensato che lo era > > dissi io sorridendo, presi lo zaino e andai alla stanza accanto a quella di Nagisa. Per la prima volta passavo una serata in completa tranquillità, senza aver paura che lo zio potesse entrare da un momento all'altro per picchiarmi. Mi scopri il polso controllando il livido, volevo piangere, ma non potevo, ogni volta lo lasciavo fare mi sentivo sempre in colpa, non so perché, sapevo solo che i sentivo in colpa. Scossi nuovamente la testa, era la mia serata libera, non potevo deprimermi in quel modo, in un attimo mi tolsi le lenti e le misi nell'acqua, tanto erano quelle che duravano per due settimane, mi raggomitolai su me stessa e caddi in un profondo sonno.
 
*Gomennasai in giapponese vuol dire "mi dispiace"
 
~Angolo dell'autrice~
 
Okay questa è la seconda fan fiction che scrivo con Sebastian, lo amo troppo come personaggio, ogni giorno mi viene in mente almeno una storia con lui... Ma comunque, che ne pensate di questa storia? Non so neanche come mi è piaciuto venire in mente... Eh boh.... Fatemi sapere che ne pensate e tutti gli errori.

 

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Capitolo 2
*** II capitolo ***


"Avevo sete, sentivo la gola riarsa, era insopportabile quella sensazione, ma non potevo uscire a bere, sarei stata sospetta. Dovevo aspettare, aspettare fino a domani sera, poi sarei andata in discoteca a bere e finalmente non avrei mai più sentito quella sensazione di secchezza e di stanchezza che iniziava ad opprimermi. Un giorno, dovevo aspettare un giorno e tutto sarebbe finito, c'è l'avrei fatta, potevo farcela, ci sarei riuscita."

 
Mi svegliai la mattina dopo da sola, era strano non sentire il trillo irritante della sveglia che ogni giorno mi ricordava che dovevo andare a scuola. Era anche strano non sentire prima volta dolore dappertutto. Sorrisi, mi sentivo al settimo cielo, mi misi le lenti e saltellai in salotto, mi mancava solo James che mi portava la colazione a letto e avrei pensato che fossi in paradiso
< < Buongiorno > > dissi raggiante, appena vidi Magnus in cucina con in mano una tazza
< < Buongiorno, come mai così allegra? > > chiese lui porgendomi una tazza di tea 
< < Così > > dissi scrollando le spalle e continuando a sorridere, mi misi seduta sulla sedia e sorseggiai il tea accompagnandolo con qualche biscotto < < uhm... Che ore sono? > > 
< < Le undici > > disse lui mettendo una tazza nel lavandino, borbottai un imprecazione, questa volta lo zio mi avrebbe fatto davvero fuori. Non avrei messo piede a casa che lui mi avrebbe preso e ucciso senza pensarci due volte < < non sei felice di saltare scuola? > > chiese lui confuso
< < Certo che sono felice > > dissi sorridendo < < altrimenti perché mi sarei svegliata così raggiante? > > misi la tazza nel lavandino 
< < Okay, io devo uscire, se vuoi puoi rimanere qua > >  disse e se ne andò, io rimasi a guardare un po' la TV sulla poltrona facendo continuo zapping, non c'era mai nulla di interessante. Vedere come stava Nagisa era inutile, già sapevo come stava, avevo vista tanta gente ridotta come lei... Per colpa mia
< < Io pensavo che non ci fosse nessuno > > disse qualcuno accanto a me, mi girai e trovai un ragazzo dai capelli che sembravano bianchi, la carnagione pallida e due grandi occhi neri, aveva una maglietta nera aderente che metteva in mostra il suo corpo da Dio greco scolpito; altro che calendario hot con Alec, qua potevo fare milioni di soldi a vita anche solo con lui in un calendario normale. Rimasi per un attimo imbambolata a guardarlo con la bocca aperta, lui si passò una mano fra i capelli e sul viso si dipinse un ghigno divertito < < non c'è bisogno che mi guardi così imbambolata, lo so che sono stupendo > > disse lui guardandomi malizioso
< < Ehm... Eh... Dah... > > balbettai incapace in formulare una frase di senso compiuto, il mio cervello se ne era andato alle Hawaii e i miei ormoni stava prendendo il controllo di tutto il corpo, il ragazzo scoppiò a ridere, si avvicinò a me con movimenti dannatamente sensuali e provocanti, mise le mani sui braccioli così che mi ritrovai intrappolata tra lui e la poltrona
< < Come ti chiami? > > chiese con voce dannatamente sensuale
< < Ehm... Io... > > " avanti idiota di il tuo nome, non è difficile, su avanti, capisco che lui è un figo della Madonna però dai, stai facendo la figura dell'idiota. Ah no aspetta sono idiota" mi sgridai nella mente < < sono... Sono Wendy > > riuscì a balbettare
< < Bene Wendy > > disse cambiando peso da una gamba all'altra, cazzo se era sexy, sarei morta se non gli fosse saltata addosso in quel istante. I miei occhi erano praticamente fissi sulle sue labbra carnose, cercavo di guardarlo negli occhi, ma era impossibile < < come mai porti le lenti? > > chiese scrutandomi con il solito ghigno sorridente che lo rendeva più sexy che mai
< < Ehm... Non... Non credo... che ti possa interessare > > dissi agitandomi leggermente, puntai i miei occhi sui suoi muscoli scolpiti, lui si avvicinò pericolosamente. Lo trovai con le sue labbra che sfioravano le miei
< < Tu non sai cosa interessa a me > > disse con voce da stupro e si passò la lingua sulle labbra rendendole umide. Forse voleva baciarmi, ma io mi ritraevo sulla poltrona, perché mi stavo ritraendo? Pure io si che sono stupida
< < Mh... > > dissi osservando le sue labbra, lui iniziò a mordersi il labbro inferiore, ingoiai a vuoto, lui sorrise divertito
< < Allora me lo dici? > > provocò lui, inclinando la testa baciandomi il collo 
< < Ehm... Io... Non mi piace il colore dei miei occhi, così metto le lenti > > dissi tutto d'un fiato, tornò a guardarmi e i nostri respiri iniziarono a fondersi insieme
< < Bene, tanto per curiosità di che colore sono? > > chiese strofinando la punto del suo naso contro le miei labbra come se stesse aspettando che lo baciassi, ma il mio corpo era completamente irrigidito e non riuscivo a muovermi
< < Ehm... Rossi > > dissi con un sussurro, vidi gli occhi del ragazzo brillare e iniziò a farmi una radiografia con gli occhi, io iniziai a sentirmi microscopica sulla poltrona e il mio viso avvampò all'improvviso. Puntai i miei occhi sul suo collo dove sapevo che stava la vena principale di tutto il corpo, per un attimo ebbi la strana sensazione che lui mi appartenesse, che doveva essere mio, come se lui fosse la parte mancante di un mio puzzle
< < Interessante > > ghigno lui, si passò una mano fra i capelli scompigliandoli tutti e io rimasi ancora imbambolata
< < Jonathan, se hai finito di eccitare la mia ospite ti pregherei di andartene > > disse la voce di Magnus, "doveva arrivare proprio ora?"pensai immaginando una mini me con una faccia imbracciata, il ragazzo si allontanò da me tutto d'un botto e io ripresi a respirare aria pura
< < Non chiamarmi con quel nome > > ringhiò il ragazzo 
< < Se preferisce... Sebastian se hai finito di eccitare la mia ospite, ti prego di andartene > > disse Magnus con le mani sui fianchi, il ragazzo scrollò le spalle, fece il solito ghigno divertito
< < Ci vediamo dolcezza > > disse lui sorridendo malizioso, si abbassò mi baciò con bacio a stampo e dopo un attimo scompari davanti ai miei occhi, come aveva a scomparire così nel nulla? Forse ho trovato il nuovo Udine. Affondai di più sulla poltrona
< < Daaah... Carino > > dissi sciogliendomi come se fossi fatta d'acqua
< < Stagli lontano che è meglio > > disse Magnus guardandomi storto
< < Secondo te, se gli chiedessi di fare un calendario, accetterebbe? > > chiesi facendo finta che le sue ultime parole non fosse mai esistete
< < Se gli chiedi un calendario porno, credo che non si tirerebbe indietro > > disse Magnus appoggiando delle buste sul tavolo della cucina
< < Con lui potrei fare soldi a palate > > dissi con occhi che si trasformavano nel segno dei dollari e saltai in piedi 
< < Sei già ricca, che ti serve fare altri soldi? > > chiese lui alzando un sopracciglio
< < Come fai a saperlo? > > chiesi confusa
< < Ho fatto delle ricerche > > disse lui mettendosi seduto sul divano 
< < Se hai fatto delle ricerche saprai che i soldi sono di mio zio > > dissi sedendomi di nuovo sulla poltrona
< < Si... Come sono morti i tuoi genitori? > > chiese appoggiando i gomiti sulle ginocchia e il viso fra i pugni
< < Non sono affari tuoi > > ringhia, mi dava il nervoso chi cercava di sapere cosa era successo ai miei genitori, era successo punto e basta, non c'era bisogno di fare domande, a tante persone erano morti i genitori, perché solo io dovevo essere sospettata ogni giorno della mia vita? Forse era per i miei odiati occhi rossi che tutti sospettavano qualcosa. 
Mi odiavo, odiavo questi miei maledetti occhi rossi, odiavo i miei capelli neri come la pece lunghi fino al fianco, il mio essere così magra da sembrare anoressica, odiavo me stessa come persona. Odiavo tutto di me è così alla fine mi trovavo col l'odiare tutto il mondo perché non faceva altro che giudicarmi senza sapere nulla di me. Ogni volta che succedeva qualcosa avevo l'abitudine di tatuarmi qualcosa sul corpo, così da imprimerlo per il resto della mia vita, così da non poter dimenticare.
Mi alzai ed uscì dall'appartamento, mi si misi seduta sulle scale appena fuori e mi presi la testa fra le mani. Perché ogni volta andava a finire così? Perché tutti mi facevano domande? Perché sembrava che tutto era sempre colpa mia? Ma in fondo lo so pure io che è colpa mia, la morte dei miei genitori è solo mia, la quasi morte di Nagisa è mia, tutto è colpa mia, perché mia madre mi aveva messa al mondo per poi maledirmi? Sarebbe stato meglio se non fossi mai nata, almeno molti sarebbe ancora vivi...
< < Ciao Wendy > > disse una voce accanto a me, mi girai e vide Jace insieme ad una ragazza bassa, i capelli che sembravano fatti di fuoco e grandi occhi verdi 
< < Ciao Jace > > dissi io sorridendo
< < Come mai qua fuori? > > chiese appoggiandosi alla ringhiera di ferro battuto che fino a quel momento non avevo notato 
< < Avevo bisogno di aria > > dissi scrollando le spalle
< < La tua amica ancora non si è svegliata? > > chiese guardandosi le dite
< < Ancora no > > dissi con un filo di tristezza
< < Noi andiamo da Magnus > > disse entrando, la roscia mi osservò per un attimo ed ebbi la brutta sensazione che se mi fossi avvicinata troppo a lei, sarei stata fatta solo male. Io rimasi ancora per un po' fuori a pensare agli affari miei, ad osservare il cielo senza neanche una nuvola. Mi alzai e andai verso casa mia, dovevo prendere un po' di cose e non mi andava di rientrare dentro da Magnus. Mi venne voglia di correre così iniziai a correre più veloce che potevo; mi sentivo seguita come se ci fosse un ombra che veglia su di me, ma fece finta di nulla, era impossibile che qualcuno stessi vegliando su di me. Arrivai a casa dopo una lunga corsa, scavalcai il cancello di ferro battuto, corsi nel giardino andando verso albero di fronte camera mia, mi arrampicai e storsi il naso vedendo che la finestra era semichiusa, avevo ancora la sensazione che qualcuno la stesse osservando, ma me ne fregai; saltai mi aggrappai al piccolo pezzo di marmo che sporgeva dalla finestra, la aprii e saltai dentro. Ne approfittai per cambiarmi, mi misi altri jeans neri e una felpa con sopra disegnato Jack Skeletron, trovai sotto il letto la mia valigetta nera di cuoio, presi la macchinetta fotografica professionale che mi aveva regalato qualche anno fa James per il mio compleanno, presi la pellicola e la misi in tasca, dovevo assolutamente sviluppare delle foto e al più presto possibile. Presi un pezzo di carta, copia alla perfezione la firma di mio zio e sopra ci scrissi un autorizzazione per farmi un tatuaggio, lo ripiegai con cura e lo misi in tasca. Uscì, non mi fidavo di lasciare la mia preziosa macchinetta fotografica da sola con mio zio in giro per casa così la portai con me. Andai da un mio amico tatuatore, conoscevo la strada a memoria, così che non dovetti prendere la limousine per andare. Lui mi aveva il primo tatuaggio: due stelle intentate per le punte, nere come la pece, sul fianco destro; poi mi aveva tatuato l'impronta di un lupo, anche questa nera, sulla spalla sinistra e sulla clavicola un aquila con gli artigli sfoderati pronti a prendere la sua preda, diretta verso il cuore, fatta con tutta linee che si intrecciavano tra loro
< < Ehi Wendy > > disse il mio amico appena mi vide, era alto, biondo, gli occhi marroni e muscoloso. Conoscevo quel posto a memoria, era una piccola stanza, i muri ricoperti di disegni per tatuaggi, ne adocchiai uno: un iris con i petali più esterni viola, poi sfumava sul bianco e poi diventava si arancione tramonto e poi si apriva verso l'alto con petali bianchi che sul confine diventavano lilla circondato da segni neri come graffiato da diversi artigli
< < Ehi Mat, come va? > > dissi io sorridendo avvicinandomi al bancone che stava sul fondo della stanzetta, accanto c'era una tendina che portava nella sala dove mi avrebbe fatto il tatuaggio 
< < Allora grande... Non dovresti stare a scuola? > > chiese 
< < Oggi non mi andava > > dissi io scrollando le spalle < < mi fai un tatuaggio? > > chiesi
< < Hai il permesso di tuo zio? > > chiese sorridendo divertito
< < Certo > > dissi tirando fuori il foglio
< < Farò finta che sia vera > > disse lui esaminando la firma, io sbuffai < < che tatuaggio vuoi? Ho visto che osservavi l'iris, ti faccio quello?> > disse sorridendo
< < No, fammi una stella rossa, come quelle nere > > dissi andando verso la tendina, lui me l'ha aprì e io mi trovai una stanza con una sdraio e accanto una specie di comodino con sopra vari attrezzi < < ah, già mi sono scordata la carta di credito da un amico, va bene se tornò più tardi e ti pago? Tanto hai già capito che mi voglio fare l'iris > > 
< < Si, non c'è problema tranquilla > > disse lui sorridendo < < dove la vuoi la stella? > > io mi stesi sulla sdraio e alzai la maglietta mostrando due stelle nere incatenate tra di loro
< < Qui accanto > > puntando il dito poco distante dalle due stelle
< < D'accordo > > disse lui, prese quello che gli serviva e iniziò a farmi il tatuaggio. Dopo dieci minuti finì < < ecco fatto > > disse allontanandosi ammirando la sua opera < < che ne pensi? > > chiese togliendosi i guanti
< < È perfetto > > dissi sorridendo < < grazie mille > > dissi osservando la mia nuova stella
< < Bene... Ci vediamo quando vieni a farti l'iris? > > chiese lui andando nella saletta accanto
< < Certo, tanto credo che me lo farò appena torno a pagarti > > dissi seguendolo, appena misi piede nell'altra stanza trovai il ragazzo dai capelli bianchi che mi guardava sorridendo divertito
< < Salve, che posso fare? > > chiese gentilmente Mat
< < Nulla, sono qua con lei > > disse lui continuando ad osservarmi divertito
< < Non sapevo che ti eri fidanzata > > disse Mat guardandomi divertito
< < Ma che dici? Neanche lo conosco > > sbottai io
< < Ma dai tesoro, che male c'è a dire che stiamo insieme? > > chiese il ragazzo sorridendo più divertito che mai ed iniziò ad avvicinarsi 
< < Ma sta zitto tu > > borbottai
< < Dai su vieni qua tesoro > > disse lui abbracciandomi per la vita, mi strinse a se e mi diede un bacio sulla tempia. Il mio cervello, intanto, era andata dall'altra parte del mondo e aveva lasciato tutto in mano agli ormoni, che stavano per saltare addosso al ragazzo per stuprarlo. Per puro miracolo era rimasta un po' di ragione e lo allontanai spingendolo via
< < E levati > > dissi guardandolo storto < < ci vediamo Mat > > dissi uscendo 
< < Ciao piccola > > disse lui appena misi piede fuori
< < Allora dove vuoi andare ora? > > chiese il ragazzo seguendomi 
< < Non sono affari tuoi > > dissi io camminando guardando a terra
< < Sono il tuo fidanzato, si che sono affari miei > > dissi lui sorridendo divertito
< < Non sei il mio fidanzato, non so neanche come ti chiami > > dissi guardando storto
< < Mi chiamo Sebastian, te l'ho detto prima > > 
< < Non l'hai mai detto > > dissi alzando gli occhi al cielo
< < L'ha detto lo stregone > > 
< < Chi? > > squittii
< < Lo stregone, se non sbaglio si chiama Magnus > > disse lui facendo finta di pensare, io mi bloccai, Magnus era stregone... Perché nessuno me l'ha detto? < < non lo sapevi? > > chiese lui inclinando la testa di lato, io scossi la testa, perché dovevo sempre essere l'ultima a sapere le cose? < < beh ora lo sai, perché sei così sconvolta? Infondo che credevi, che la tua amica potesse guarire così senza neanche andare all'ospedale? > > chiese lui sorridendo divertito, io lo guardi alzando un sopracciglio confusa < < dai non puoi essere così stupida > > disse lui seccato, io senza dire nulla inizia a correre < < aspetta > > disse Sebastian prendendomi per il polso, dopo neanche cinque minuti che avevo iniziato a correre
< < Che vuoi? > > dissi seccata 
< < Dove vai? > > chiese lui curioso
< < Ma che sei uno stalker? > > chiesi alzando un sopracciglio irritata
< < Mh... Quasi > > disse dipingendo sul viso un ghigno divertito
< < Mh.. Molto interessante, scusa ma devo andare > > dissi provai a strattonare via il mio braccio, ma non ci riuscì, aveva la stretta forte sul mio braccio
< < Sei preoccupata per la tua amica, vero? > > mi chiese strattonandomi verso di lui, così io mi trovai stretta contro il suo petto; il cervello si fuse completamente, e probabilmente gli ormoni stavano per prendere il controllo, neanche mi accorsi che aveva fatto scivolare le mani verso i miei fianchi. Sebastian notando il mio stato di trans piegò la testa di lato e con le labbra iniziò a strofinarmi il collo < < rimani un po' con me > > mi disse quasi con una supplica e poi si prese un pezzo di pelle e la mordicchiò e succhiò; io mi abbandonai contro di lui, le gambe non mi reggevano più e lui mi strinse di più a se < < allora? > > mi chiese continuando a baciarmi il collo, passò alla mascella e dietro l'orecchio < < mi rispondi o stai aspettando che ti baci in bocca? > > chiese sorridendo divertito, mettendosi ad un soffio dalle mie labbra
< < In verità... ora sono in preda agli ormoni > > dissi con voce rauca, lui scoppiò a ridere divertito, buttando in dietro la testa; il mio stomaco iniziò a brontolare rumorosamente e divenni viola in viso, lui se ne accorse e sorrise divertito
< < Qualcosa mi dice che hai fame > > disse divertito
< < Si... Torno a casa, è meglio... Ci vediamo > > dissi io e feci per andarmene, ma lui mi riprese per il polso e mi bloccò,  mi girai guardandolo confusa
< < Vieni con me > > disse strattonandomi verso di lui, così che ritrovammo come prima: lui che mi stringeva per i fianchi e io con mani sul suo petto per mantenere una certa distanza.
< < Ho fame > > dissi io con uno sguardo di supplica, stavo morendo di fame e di certo la stanchezza e sete non aiutavano per niente
< < Là c'è una pizzeria > > disse lui indicando con un cenno di testa una scritta al neon che si illuminava di rosso con su scritto:" Vera pizza italiana"
< < Non ho soldi > > 
< < Ci penso io, non c'è problema > > disse lui sorridendo
< < D'accordo > > dissi alzando gli occhi al cielo come se fossi seccata
< < Tanto lo so, che non ti secca > > mi disse lui all'orecchio, mi prese per il polso e mi trascinò nella pizzeria. Io presi una pizza con i funghi e lui una con le patatine, andammo un po' in giro mentre mangiavamo. Girammo un angolo e trovai Henry con i suoi soliti amici, io feci finta di nulla e continuai a parlare con Sebastian mentre gli dicevo della mia passione per i libri e le fotografie
< < Ehi principessa hai trovato un ragazzo? > > chiese la voce irritante di Henry
< < Perché tutti ci credono fidanzati? > > chiesi seccata, Sebastian sorrise divertito
< < Forse per il succhiotto che ti ho fatto > > disse lui divertito, io feci finta di nulla
< < Henry non mi dire che sei invidioso? > > dissi io girandomi verso quest'ultimo, sorridendo divertita
< < Io? Invidioso perché di lui sta con te? Preferirei morire > > disse lui ridendo con i suoi amici
< < Ammettilo che piacerebbe stare con me > > dissi continuando a sorridere divertita 
< < No grazie, ti lascio con volentieri con lui > > disse lui alzando le mani sulla difensiva
< < Bene allora ci vediamo > > dissi salutandolo
< < Ma come, mi lasci così? > > chiese lui spavaldo, io ispirai a fondo
< < Aspettami cinque minuti > > dissi a Sebastian dandogli la mia borsa con la macchinetta fotografica, mi girai verso Henry < < Avanti muoviti, che ho da fare > > gli dissi andando verso di lui; non si tirò indietro mi venne incontro e io lo misi subito  a terra dandogli un pungo sul torace e uno in faccia, guardai gli altri con aria di sfida e loro si ritrassero indietro, mi guardai dietro e trovai Sebastian che mi guardava con un ghigno divertito e intanto guardava male gli altri ragazzi, io mi trattenni dallo scoppiare  dal ridere, ritornai da lui 
< < Andiamo? > > chiesi una volta che gli fui accanto
< < Mi piacciano le ragazze violente > > disse lui sorridendo, mi prese per i fianchi, mi tirò a se è mi baciò con passione, mi mordicchio il labbro inferiore, sentii qualcosa che si muoveva nel mio stomaco, sentivo come se quello fosse il mio posto, il pezzo mancante di un puzzle che stavo cercando da una vita. Quando si staccò per un attimo mi mancò l'aria dai polmoni; lo guardai, la mente era confusa, ma alla confusione si mescolò la voglia di volere di più di un semplice bacio, la voglia di sentirlo stretto a me, la voglia di saperlo mio. Mi sorrise e mise un braccio intorno alle spalle e mi trascinò verso la strada
< < Non essere così scioccata, era solo un bacio. E poi tutti credono che stiamo insieme, quindi perché distruggere le loro aspettative? > > dissi Sebastian dopo un lungo silenzio; "era solo un bacio" perché tutti i ragazzi avevano la delicatezza di un elefante? Perché non capivano che le ragazze avevano dei sentimenti? Ma aveva ragione, era solo un semplice bacio, non ci sarebbe stato di più tra di noi
< < Mh... > > dissi io guardando a terra, lui abbassò lo sguardo su di me
< < Non dirmi che te la sei presa per il bacio? > > disse lui con tono confuso
< < No > > dissi io, ne avevo baciati così tanti solo per sedurli < < solo che non avevo nulla da dire, e non mi ricordo di che cosa stavamo parlando > >
< < Mh... Che mi piacciano le ragazze violente > >
< < Non sono violenta > > dissi io borbottando
< < No, infatti non stendi un ragazzo con due colpi > > disse lui sorridendo divertito
< < Ci faccio a botte da anni > > dissi scrollando le spalle
< < Infatti non sei violenta > > dissi sorridendo divertito, io sbuffai ruotando gli occhi. Mi ritrovai davanti un edificio dipinto di rosa, delle edere salivano verso il tetto, c'era un balcone pieno di piante e in alcuni tratti delle edere scendevano, le finestre sembravano in stile medievale, le mani iniziarono a prudere per fare qualche foto, così le accontentai; presi la macchinetta fotografica mise una nuova pellicola e feci varie foto da diverse prospettive
< < Ti piace proprio fare foto > > disse Sebastian accanto a me, mentre si passava una mano tra i capelli
< < Se vuoi ti puoi mettere davanti alla casa > > dissi io sorridendo
< < Vuoi fare un calendario vero? > > disse sorridendo malizioso
< < Se ti metti in dodici posizioni diverse, si può fare > > dissi guardandolo divertita
< < Se ci tieni > > disse andando verso la casa, mi morsi il labbro per non scoppiare a ridere. Feci tutte le foto che voleva, vennero tutte abbastanza bene, non che potessi renderli brutte visto il soggetto, gli feci dei primi piani senza che lui se ne accorgesse e altre con lo sfondo sulla casa. La luce del tramonto, poi, lo rendeva più bello che mai, la luce arancione dava un po' di colore su quella sua carnagione pallida, così che faceva risplendere i suoi occhi neri con quell'unica striscia argentea che divideva l'iride dalla pupilla. Gli fece un primo piano quando si stava mordendo il labbro inferiore, forse si era accorto dei primi piani, ma non importava se lui non diceva nulla chi ero io per contestare
< < Okay basta perché se no finisco anche questa pellicola > > dissi mettendo la fotocamera nella custodia e poi sulla spalla
< < Me le fai vedere? > > chiese lui mettendosi accanto a me
< < Quando le sviluppo > > dissi andando verso casa di Magnus, non volevo tornare a casa fino a quando Nagisa non si fosse ripresa
< < Dove si va ora? > > chiese lui guardandomi curioso
< < Si va a casa di Magnus > > dissi sistemando meglio la fotocamera, Sebastian accanto a me sbuffò
< < Allora ci dividiamo qua. Ci vediamo tesoro > > disse con un ghigno divertito, si piegò e senza che me ne accorgessi mi baciò con la stessa passione di prima; sentì come se il mondo intorno a noi sparisse, il tempo si fermasse e noi andammo in altro mondo fatto solo di baci. Perché mi provavo quelle emozioni mentre lo baciavo? Perché non accadeva mai con altri? Infondo di lui non sapevo nulla, come non sapevo nulla degli altri, però lui mi faceva perdere la testa ogni volta che mi toccava. Fu lui a staccarsi facendomi rimanere per un attimo senza aria nei polmoni,  il mio stomaco era in completo subbuglio e la testa era persa in una confusione che mai mi era successo di avere.
< < Ciao piccola > > disse e scompari nel nulla di nuovo, avevo trovata la versione sexy di Udine, scossi la testa e andai verso casa di Magnus. Ero completamente persa tra i miei pensieri, cioè a pensare a Sebastian e quanto fosse strano- mi sentivo come se fossi costantemente osservata, ma fece finta di nulla- quando tre ragazzi mi venero incontro e mi bloccarono la strada
< < Ehi, che ci fai in giro tutto da sola? Lo sai che è pericoloso? > > chiese il ragazzo al centro, un tipo biondo, gli occhi verdi chiaro e muscolo, io scrollai le spalle accorgendomi solo ora che era sera, ma quanto era lontana casa mia da Magnus?
< < Dai che ti accompagniamo a casa > > disse quello alla mia destra, moro con occhi marroni, sul viso c'era disegnato un ghigno divertito
< < Ci so arrivare da sola, non ho bisogno di cane da guardia > > dissi acida, fece per superarli, ma quello al centro mi fermò
< < Non vogliamo che ti succeda qualcosa, vieni con noi > > disse prendendomi per il braccio, io lo squadrai
< < No > > dissi strattonando via il braccio
< < Come sei difficile > > disse il moro e insieme a quello che stava alla mia sinistra- un tipo biondo con occhi celesti- mi presero per le braccia e mi trascinarono dentro un vicolo buoi lì vicino; mi sbatterono al muro che era sporco dalla sporcizia e umido, il moro teneva il mio polso destro e il biondo il polso sinistro
< < Vedrai che ci divertiremo insieme > > disse il ragazzo che prima stava al centro, appena fu abbastanza vicino gli diedi un calcio al inguine e uno sulla tempia, mi liberai il polso sinistro e colpì il tizio moro e poi con un calcio allontanai il biondo alla mia sinistra, il biondo davanti a me mi venne addosso con tutto il suo peso stringendomi contro il muro
< < Come siamo vivaci > > disse e mi morse un lato del collo, gemetti di dolore; gli diedi un pugno sul fianco e quello si dovette piegare per il dolore e per allontanarlo gli diede un calcio in pieno petto. Mi ritrovai il moro davanti a me, mi prese per il collo e mi alzò facendomi strusciare la schiena contro il muro
< < Vediamo per quanto rimane così vivace > > disse con ghigno divertito, strinse la presa sul mio collo e io rimasi senza aria, riuscì a dargli un calcio in faccia e caddi a terra a gattoni tossendo per la mancanza di aria. Non mi lasciarono il tempo di riprendermi che qualcuno mi diede un calcio far le costole e con il contraccolpo andai a sbattere con la testa contro il muro. Qualcuno mi prese per il braccio, mi sollevò e mi sbatté contro il muro, delle labbra si poggiarono sulle mie, aprì gli occhi mi trovai il ragazzo biondo con occhi celesti, premeva contro il mio corpo, non riuscivo a muovermi, sentivo la sua mano, fredda come il ghiaccio, salire sul mio ventre fino ad arrivare al reggiseno, fece scivolare la mano sotto la coppa del reggiseno e iniziò a stringerlo con forza fino a farmi male. Premeva con le labbra e io fui costretta a schiuderle, appena entrò con le lingua io gliela morsi con forza, quello si staccò e mi diede uno schiaffo in viso che mi mandò a terra, dopo sentì un colpo fra le costole, mi misi a gattoni tenendomi il punto colpito
< < Piccola, non ti posso lasciare un attimo da sola, che ti metti subito nei guai > > disse una voce che conoscevo molto bene, alzai lo sguardo e difatti vidi Sebastian che stava venendo verso di me, mi alzai lentamente appoggiandomi al muro 
< < Tu che vuoi? > > chiese uno dei ragazzi, qualcuno mi diede un colpo allo stomaco e io crollai un altra volta a terra, sentii Sebastian ringhiare, lo vidi scattare e in un attimo li mise tutti a terra; io mi misi in piedi, appoggiata al muro, Sebastian si mise davanti a me 
< < Va tutto bene? > > chiese lui, io mi limitai ad annuire < < subito in cerca di guai, eh? > > disse ghignando divertito 
< < Non sono io cercare guai, sono i guai che cercano me > > dissi sorridendo divertita
< < Andiamo, ti accompagno a casa dello stregone > > disse andando verso l'uscita, lo segui tenendomi un punto colpito fra le costole < < sicura che stai bene?> > chiese lui guardandomi e alzando un sopracciglio
< < Si... Se stessi male che faresti? > > chiesi curiosa
< < Nulla, era solo per informazione > > disse scrollando le spalle, io alzai gli occhi al cielo, notai la mia valigetta nera abbandonata per terra, quando mi avevano preso mi era caduta di spalla, controllai che la macchinetta stesse ancora bene e per fortuna non si era rotta, me la misi in spalla e seguii Sebastian che mi stava aspettando a qualche metro più giù. 
Arrivati davanti a casa di Magnus lui mi spinse dentro un vicolo e poi mi bloccò al muro, io lo guadai  confusa
< < Beh ci salutiamo > > disse con un ghigno divertito si avvicinò e mi trovai con le sue labbra che sfioravano le mie, una sua mano accanto alla mia testa; restammo così per qualche secondo < < dovresti essere tu ora a baciarmi > > disse inclinando la testa e iniziò a baciarmi il collo
< < Perché? > > riuscì a mormorare
< < Prima ti ho salvata, non merito un premio? > > disse baciandomi la mascella
< < Ma io non avevo bisogno del tuo aiuto prima > > lui scese a baciarmi di nuovo il collo 
< < A me sembrava il contrario > > disse divertito, passò al lato del collo dove il ragazzo biondo mi aveva morso; sussultai quando sentì la sua lingua che mi leccava quel punto e poi lo iniziò a baciare come se lo volesse cancellare quel segno per sempre
< < Mh... Seb > > dissi cercando di non gemere
< < Dimmi > > disse continuando a baciarmi
< < Come hai fatto a trovarmi? > > lui si staccò e mi guardò negli occhi
< < Passavo di li per caso > > disse scrollando le spalle, mi baciò all'angolo della bocca, perché doveva fare così l'enigmatico? Non poteva semplicemente dirmi che mi stava facendo da stalker? 
< < Come fai a scomparire nel nulla? > > chiesi guardandolo negli occhi
< < Questo te lo spiego un'altra volta > > disse lui sorridendo divertito, mi baciò, un bacio appassionato, mi mordicchiò il labbro inferiore, leggermente spaccato, le mie mani d'istinto mi andarono fra i suoi capelli, le chiusi a pugno prendendo delle ciocche di capelli e inizia a giocarci; Sebastian si strinse di più a me spingendomi di più contro il muro. Il tempo oramai si era dissolto e noi potevamo padroneggiarlo come volevamo, eravamo diventati i padroni del tempo, almeno era così che mi sentivo io. Ci staccammo solo per riprendere fiato, il mio cuore batteva a mille, nelle mie orecchio sentivo solo il rumore del mio cuore e dei nostri baci, le mie mani stringevano convulsamente i suoi capelli alla ricerca di uno sfogo per i fremiti che avevo; Sebastian si impossesso nuovamente delle mie labbra, fece scendere le mani sulle mie cosce, le alzò appena e io di riflesso allaccia le gambe intorno ai fianchi, e mi strinsi di più a lui. Feci scivolare una mano sul lato del collo, lo accarezzai delicatamente fino ad arrivare ai suoi pettorali, questo sembrò accenderlo di più, infatti mi spinse di più verso il muro- stavo diventando una sottiletta tra lui e il muro- intanto lui fece scivolare una mano sotto la mia maglietta mi accarezzò piano il ventre, la sue mano calda mi irrigidì leggermente, il mio corpo reagiva ancora per quello che era successo poco prima, ma lui non andò altre, si limitò solo ad accarezzarmi il ventre, almeno finché non sentì che mi sciolsi di nuovo, alzò la mano fino ad arrivare al reggiseno, rimase sopra la stoffa, chiuse la mano a coppa e stringe un pochino; mi irrigidì nuovamente e lui fece ritornare la mano sul ventre. E in tutto questo non ci siamo mai smessi di baciarci, io riuscivo a malapena a prendere aria tra un bacio e all'altro 
< < Vieni con me > > disse con il fiato corto, con tono che sembrava più una supplica, ci eravamo staccati solo per prendere aria; appoggiai la fronte sulla sua spalla e lui mi baciò in quel pezzo di collo a cui riuscì arrivare
< < Non posso > > sussurrai contro la sua spalla, lui si allontanò un pochino, io rimisi le gambe a terra e i miei polmoni iniziarono a respirare nuovamente in modo regolare
< < Perché? > > mi chiese con voce dura < < puoi tornare qua quando ti pare, ma vieni con me > > disse lui, mi prese il viso tra le mani, così che ero costretta a guardarlo negli occhi, mi accarezzo le guance con i pollici facendo dei cerchi concentrici, io scossi la testa, se fossi rimasta con lui avrei perso il controllo e gli avrei fatto del male e io non voglio che lui si faccia male a causa mia. Si allontanò 
< < Come vuoi > > disse e scomparì nel nulla, respirai a fondo, cacciai le lacrime indietro ed andai da Magnus.
Entrai nell'appartamento, la porta era aperta quindi non ci furono problemi, andai in salotto, ma non c'era nessuno, così andai in quella che doveva essere camera mia, mi stesi sul letto, mi tolsi le lenti e mi addormentai subito. 
 
~Angolo dell'autrice~
 
Salve a tutti. Che ne pensante di questo secondo capitolo? Spero di aver scritto bene l'entrata in scena di Sebastian, sinceramente io appena lo vedrei gli salterei addosso per stuprarlo.... Allora fatemi sapere tutto, errori, consigli, critiche e qualsiasi cosa.
Ringrazio le persone che mi hanno messa tra le storie preferite, seguite e ricordate.
A presto 
Bacioni <3

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Capitolo 3
*** III capitolo ***


"Stavo morendo di sete, non c'è l'ha facevo più, mi sentivo stanca, non riuscivo quasi più a muovere un muscolo. Non avevo bevuto e tra poco era da un mese e mezzo che non bevevo. Non ne potevo più, la gola riarsa bruciava e non ne potevo più di quella sensazione, dovevo bere, ma non potevo lo stregone probabilmente sospettava qualcosa non potevo muovermi. Dovevo aspettare un altro giorno, forse c'è l'ha avrei fatta, ma non potevo aspettare oltre, domani sera finalmente avrei bevuto" 
 
Mi sveglia la mattina dopo, sentivo un gran caldo, delle braccia mi circondavano i fianchi, i girai e trovai Sebastian steso accanto a me a un soffio dalla mia bocca che ghignava divertito. Presa alla sprovvista balzai e cascai giù dal letto dandomi una botta alla testa contro il comodino, Sebastian scoppiò a ridere mentre io borbottava una serie di imprecazioni e mi massaggiavo la parte colpita
< < Non pensavo che eri così stupida, tettina > > disse lui divertito
< < Scusami? > > chiesi alzando un sopracciglio "tettina" come poteva essere così insensibile? Nessuno poteva capire quanto si soffrisse ad avere le tette piccole
< < Non sapevo che eri così stupida > > ripeté lui
< < No, quello che hai detto dopo > > dissi guardandolo storto
< < Tettina > > disse senza problemi
< < Non ho le tette piccole > > dissi borbottando irritata
< < Si invece > > disse lui sorridendo divertito, io abbassai lo sguardo sul mio petto, in effetti dovevo dire che il mio seno era inesistente, sono piatta come una pianura, ma non c'era bisogno di inferire ricordandomelo; mi portai le ginocchia al petto e inizia a dondolarmi sui talloni < < dai su, ci sono uomini a cui piacciono il seno piccolo > > disse ancora divertito, io lo guardai male < < ti preferisco con occhi rossi che con le lenti > > io continuai a guardarlo storto, e mi misi le lenti, lo sentii sbuffare < < sai hai anche un po' di pancetta > > disse lui squadrandomi, mentre io mi irritavo sempre di più
< < Se ti faccio così schifo te ne puoi anche andare. Mi faresti un favore > > dissi irritata, mi alzai in piedi feci per andare in salotto a fare colazione
< < Ti sei alzata con il piedi sbagliato? Ah no è vero ti sei data una testata > > a questa mi irritai ancora di più, mi girai verso di lui- che nel frattempo si era alzato in piedi e mi sorrideva divertito-, gli saltai addosso per dargli un pugno in faccia, ma lui mi bloccò i polsi, si girò e ci trovammo stesi sul letto io sotto e lui sopra < < mi dispiace, ma a me non mi piace stare sotto > > avevamo le gambe intrecciate e a me in quel momento non mi andava di giocare, stavo morendo di fame, era da ore che non mangiavo che iniziava a sentire la testa girare. Piegai il ginocchio forte così che gli colpii la parte più sensibile, vide il suo viso contrarsi una smorfia di dolore, appoggiò la testa sulla mia spalla e iniziò ad imprecare in tutte le lingue esisti al mondo; cercai di liberarmi dall'ingombro del suo corpo, ma non mollava la prese sui miei polsi che stavano ai lati della mia testa
< < Questa me la paghi > > ringhiò arrabbiato, portò le mie braccia sopra la testa, si appoggiò di più su di me e iniziò a mordermi il labbro inferiore, morse finché non sentì il sangue uscirmi dal labbro, gemetti di dolore, affondò di più i denti, il dolore mi percuoteva tutto il corpo e iniziai ad agitarmi, cercando di togliermelo di dosso
< < Lasciami > > dissi continuando ad agitarmi sempre di più, ma lui non si staccò, continuò ad affondare i denti nel labbro, gemetti più forte e finalmente mi lasciò il labbro, si leccò le labbra un po' sporche del mio sangue e iniziò a baciarmi il collo mentre io mi succhiavo il sangue che fuori usciva < < bastardo > > ringhiai arrabbiata, continuai a succhiare il succhiare
< < L'hai voluta tu, tesoro > > disse lui divertito continuando a baciarmi il collo, si intrufolò per bene fra le miei gambe così che non lo potessi più colpire nella parte sensibile; provò a baciarmi con passione, ma io non risposi al suo bacio- con grande sforzo da parte mia < < come mai oggi fai così? > > chiese guardandomi negli occhi
< < Beh allora: mi sono svegliata con un gran bel pezzo di ragazzo accanto; mi sono data un testata sul comodino; sto morendo di fame, per la cronaca è da ieri pomeriggio che non mangio; mi hai spaccato il labbro, secondo te, cosa devo fare? > > dissi ironica ed irritata
< < Potresti sentirti fortunata del fatto che hai un gran bel pezzo di ragazzo, che ti sta sopra > > disse dandomi solo un bacio a stampo, risi anche se non riuscivo a respirare, visto che avevo lui sopra di me che mi schiacciava come una sardina
< < Ti sposti che non respiro? > > dissi mezza soffocata, lui non mi rispose e mi baciò e questa volta gli risposi abbandonandomi fra le sue labbra
< < Se dovete darci dentro, fatelo da qualche altra parte > > disse una voce dalla porta, alzai -per quanto mi era possibile- la testa e trovai Magnus appoggiato allo stipe della porta
< < Ciao Magnus > > salutai, Sebastian si tolse a sopra di me e io ripresi a respirare regolarmente, mi misi seduta
< < Salve stregone > > disse Sebastian mettendosi le mani sui fianchi
< < Che le hai fatto? > > chiese Magnus vedendo il mio labbro spaccato
< < Niente di che > > disse lui scrollando le spalle
< < Io vado a fare colazione > > dissi alzandomi e andando in salotto, ma mi fermai dietro l'angolo
< < Tu lo sai chi è lei vero? > > chiese Sebastian
< < Che è un demone? Si che lo so > > disse Magnus, sentii il mondo crollare, la terra sotto i piedi si distrusse lasciandomi cadere in un baratro che portava al centro della terra. Ero stata attenta a nascondere a tutti quel che ero, ero stata lontana dalle cose facevo di solito, ma loro mi avevano scoperto comunque, come era possibile?
< < E come mai la ospiti a casa tua? > > 
< < Affari miei, tu che vuoi da lei? > > 
< < Affari miei > > 
< < Lei non è come te > > 
< < Lo so. È curiosa come demone > > 
< < Vattene > > disse Magnus duro e segui un attimo di silenzio
< < D'accordo > > disse Sebastian, ci fu una luce e poi sentì Magnus venire verso di me, io corsi in cucina e mi misi sulla sedia a mangiare un biscotto
< < Tanto lo so che hai sentito tutto > > disse Magnus entrando in cucina, io sbuffai e ingoiai il biscotto al cioccolato
< < Come.... Come fai a sapere che io... Io sono un demone? > > chiesi io un po' titubante
< < Sono uno stregone. So riconoscere un demone > > disse mettendosi seduto sulla sedia difronte a me
< < Anche Alec e Jace, lo sanno? > > chiesi senza guardarlo
< < Sono Shadowhunter, è normale che ti abbiano riconosciuta > > disse lui scrollando le spalle
< < Shadow cosa? > > chiesi alzando un sopracciglio
< < Tu non sai nulla del mondo Invisibile? > > mi chiese lui confuso e sorpreso
< < Cosa? > > chiesi ancora più confusa di lui
< < Allora, per favore non mi interrompere: nel mondo esistono davvero stregoni, licantropi, vampiri e fate. Esistono altre dimensione, fra di loro c'è uno spazio, anche se minimo, e fra questi intervalli ci abitano i demoni; di norma non possono entrare un questa dimensione, ma a delle volte i demoni passano e per rispedirli da dove sono venuti gli Shadowhunters li uccidono > > disse Magnus con semplicità, io mi bloccai sentendo la sua ultima parola,lo guadai confusa < < tranquilla non ti uccideranno, tu sei strana. Le dovresti sapere queste cose e poi ti comporti come se fossi un essere umano > > disse lui squadrandomi, io scrollai le spalle, almeno sapevano quale era la mia vera natura di demone
< < E Sebastian? > > chiese curiosa  
< < Devi stare lontana da lui, porta solo guai > > disse serio
< < Mh... > > dissi io cercando di non ridere per quello che avevamo fatto la sera prima, anche se non ci avevamo dato dentro a fondo. Magnus si avvicinò con un dito che brillava di azzurro, io lo guardai confuso, lo appoggiò sul mio labbro, mi sentì meglio, il dolore passò subito e al suo posto sentì una piacevole sensazione. Quando tolse il dito, io ci passai subito il dito e lo trovai riparato, lo spacco era rimarginato come se non fosse successo nulla 
< < Come...? > > chiesi confusa
< < Sono uno stregone > > ricordò lui scrollando le spalle, io lo guardai con il biscotto a mezz'aria, poi ripensai a quello che mi aveva detto Sebastian e fece due più due
< < Mh... Che ore sono? > >
< < Le sette > > disse lui bevendo una tazza di tea comparsa dal nulla
< < Mh... Dovrei andare a scuola? > > chiese più a me stessa che a lui  
< < Non so, come credi, basta che non ti metti nei guai > > disse scrollando le spalle
< < Mh... > > dissi, non sapevo cosa fare, andare o non andare, a casa di Magnus non avevo nulla da fare e a scuola farebbe stata la stessa cosa, ma almeno mi sarei un po' distratta. Alla fine decisi di andare a scuola, tanto per non fare un'altra assenza, tanto ne prevedevo molto altre. Passai un attimo in casa a cambiarmi- jeans scuri, semplici e stretti, un maglione bianco con il collo che scendeva, con i soliti stivali neri- e a prendere i libri di scuola, fece la giustificazione e falsificai la firma. Stava camminando verso scuola con la musica nelle orecchie abbastanza bassa
< < Che fai? > > disse accanto a me una voce che avevo imparato a riconoscere, ma balzai comunque per lo spavento e lui come al solito scoppiò a ridere, quanto era irritante quando faceva così 
< < Smettila, un giorno mi ucciderai > > dissi tenendomi la mano al centro del petto sentendo il cuore che batteva a mille
< < È divertente, quando ti spaventi fai delle facce divertenti > > disse lui continuando a sorridere divertito, alzai gli occhi al cielo e ripresi a camminare verso scuola < < allora che fai? > > ripete lui ghignando
< < Non so che fare, così vado a scuola > > dissi scrollando le spalle, anche se in verità non volevo rimanere a casa di Magnus era completamente inutile 
< < Che ne dici di venire con me? > > disse continuando a ghignare divertito 
< < Mi dispiace, ma la tua fama da super cattivo ti precede > > dissi stiracchiandomi la schiena
< < Ne sono lieto > > dissi sorridendo divertito e passandosi una mano fra i capelli "Dio ti prego, fa che non incominci ad auto compiacersi" pensai con gli occhi che osservavano il cielo quasi limpido con qualche chiazza di nuvola grigia a preannunciare un bel temporale < < ma per te ora non sono una minaccia, tranquilla > > disse credendo che io fossi terrorizzata, ma la verità era che io non avevo per niente paura, potevo difendermi anche senza muovermi
< < Io non ho paura di te > > dissi tranquillamente 
< < No? > > chiese lui guardandomi confuso 
< < Perché mai dovrei avere paura? > > lui mi prese -come la sera prima- e mi portò dentro il vicolo lì vicino e mi bloccò i polsi contro il muro e poi mi bloccò le gambe così da bloccare anche le mie, così da non potermi muovere
< < Perché se voglio posso farti molto male > > mi sussurrò piano accanto il mio orecchio
< < Non ho comunque paura > > dissi tranquillamente, lui non poteva saperlo, ma potevo fare tutto quello che volevo con la vita degli altri
< < Dovresti averne invece > > disse iniziando a baciarmi il collo lasciando dietro di se una scia di baci bollenti e umidi 
< < Allora tu dovresti avere paura di me > > dissi appoggiando la fronte contro la sua spalla
< < Io non ho paura di nulla  > > disse ghignando divertito e continuando a baciarmi il collo, istintivamente mi strinsi a lui- anche se ero già una sardina contro il muro, come ho fatto non si sa. Sebastian dai polsi fece scivolare le mani sulle mie cosce, le alzò leggermente e di riflesso le intrecciai intorno ai suoi fianchi, mi baciò con passione e una mano andò a girovagare sul mio ventre piatto, mentre io con le mani gli afferravo della ciocche di capelli
< < Ora vuoi venire? > > chiese contro le miei labbra
< < Seb, lo sai che non posso > > dissi baciandolo
< < Non voglio portarti via a forza > > disse baciandomi la mascella, segui una linea invisibile fino ad arrivare a stuzzicare un punto sensibile dietro l'orecchio, non potei fare a meno di gemere, lui sorrise soddisfatto, la mano andò a posarsi sul mio seno e strinse appena e tornò a baciarmi il collo dove lasciò un succhiotto, gemetti ancora e mi strinsi di più a lui < < allora vuoi venire oppure devo usare la forza? > > mi chiese accanto all'orecchio e poi iniziò a mordicchiare il lobo e io mi eccitai ancora di più 
< < Seb... Io non... > > dissi tentando di non gemere
< < Vorrà dire che userò la forza > > disse, ghigno divertito e mi baciò, tolse una mano e prese qualcosa dalla tasca senza smettere di baciarmi. Sentì un dolore lancinante percuotermi tutto il corpo partendo dal fianco, urlai di dolore e contemporanea mi divincolerà da lui cadendo a terra con una mano che premeva il punto da cui partiva il dolore. Sollevai appena la mano e vidi il mio fianco completamente ustionato, le lacrime mi salirono agli occhi, guardai con odio Sebastian
< < Ops... Non volevo farti così male > > disse ghignando divertito e venne verso di me, ma io mi allontanai e delle colonne nere come la pece, che sembravano portare con se solo morte, si innalzarono davanti a me, si muovevano come delle piccole fiamme; avevo lasciato andare il mio unico potere come demone e lui mi guardò sorpreso
< < Stammi lontano > > ringhiai, muovendo una fiamma verso di lui, avevo abbastanza controllo, ma delle volte non riuscivo a tenere il controllo e quelle andavano per conto loro, lui si allontanò e io ritrassi la fiamma
< < Pensavo che ti avrebbe fatto più male > > disse lui divertito
< < Ah pure? Fammi un favore stammi lontano, anzi no, sparisci per sempre > > dissi alzandomi in piedi, la ferita si rimarginò più lentamente del solito, Sebastian si passò una mano fra i capelli e sospirò- devo dire che così era molto sexy quando si passava una mano fra i capelli, scompigliandoli tutti- io mi incantai a guardarlo e persi il controllo, le fiamme iniziarono ad andare verso di lui uccidendo qualsiasi cosa le intralciasse. Venni presa dal panico, cercai di riprendere il controllo, ma il panico era troppo e le fiamme non mi davano retta, non riuscivo a riportare sotto il mio controllo; Sebastian fu costretto ad allontanarsi mettendosi a distanza di sicurezza
< < Sebastian vattene > > dissi completamente nel panico
< < Wendy, ti devi calmare, farti prendere dal panico non risolverà la situazione > > disse lui dopo avermi guardata con il panico che aumentava ogni secondo di più, provai a calmarmi, ma non ci riuscivo; sapere che Sebastian era in pericolo mi bloccava e poi sentivo che stavo per scoppiare, il mio potere si stava concentrando preparandosi per un'esplosione che avrebbe ucciso ogni cosa nel raggio metri
< < Vattene, ti prego > > dissi completamente fuori di me; lui scomparì nell'istante in cui il mio potere esplose ed urlai di dolore. Ogni volta che succedeva, le mie energie venivano completamente strappate via, mi sentiva svuotata, avevo la sensazione che dei pugnali che mi penetravano nella carne e che le mie ossa venivano come spaccate in tanti piccoli frammenti. Quando tutto questo finì, caddi a terra sfinita, tutto intorno a me era finito in polvere e avevo cancellato tutta la vita che c'era, ma non potevo farci nulla, non riuscivo a controllare il mio potere e mai ci sarei riuscita, delle lacrime mi scesero lungo il viso. Sentì solo che qualcuno mi prendeva in braccio, vide appena degli occhi neri e tutto divenne nero.
 
Sentivo male dappertutto, non ricordavo nulla, sentivo sotto di me un qualcosa di morbido e sopra qualcosa che mi avvolgeva facendomi sentire caldo. Aprì piano gli occhi, anche se quello era un grande sforzo, vidi da prima tutto sfocato poi lentamente misi a fuoco, vidi un soffitto bianco illuminato dalla luce del tramonto, mi alzai a sedere lentamente e trovai delle lenzuola nera che mi coprivano. La testa mi girò violentemente, per un attimo vidi tutto nero con lucine bianche che mi giravano intorno, stavo per svenire un altra, ma non potevo svenire, dovevo sapere dove stavo, strinsi forte le lenzuola nere, anche se avevo ancora tutti i vesti addosso. Quella sensazione passò, mi misi in piedi- senza neanche guardare come era arredata la camera- e andai barcollando verso la porta più vicina, ero completamente senza forze e a malapena riuscivo a tenermi in piedi quindi mentre camminavo andavo prima tutta da una parte e poi dall'altra . Aprì la porta di legno finemente lavorata nei minimi dettagli e trovai Sebastian che stava davanti alla porta, non fece in tempo a dire nulla che le miei gambe cedettero e io per poco non caddi a terra, ma Sebastian mi prese al volo e mi alzò in braccio a lui
< < Se eri così debole perché ti sei alzata? > > disse lui irritato
< < Ho bisogno di un demone... > > sussurrai quasi senza forze, lui scoppiò a ridere
< < Eccomi tettina > > disse divertito portandomi verso il letto
< < Di un vero demone > > sottolineai
< < Ti assicuro che sono un demone > > non sapevo perché, ma ebbi come la sensazione che mi dovevo fidare, lo annusai sul collo, aveva il solito odore si demone è vero, ma c'era dell'altro che non riuscivo a capire < < non sapevo che eri diventata un licantropo > > disse lui divertito, non lo ascoltai e lo morsi sul collo, tanto provare non costava nulla, lui si bloccò un attimo confuso dal fatto che lo mordevo e gli succhiavo via il sangue come un vampiro. Il sangue mi scendeva in gola: acido come se fosse demone, ma anche dolce e zuccherato. Non ne avevo mai assaggiato uno così, ne andai completamente pazza, iniziai a bere senza freni e Sebastian mi lasciò fare. Si mise seduto sul letto aspettando che io mi saziassi, ma non sarebbe successo se lui non mi avesse fermato, mi teneva stretta a se per i fianchi. Lentamente iniziai a sentire la sua presa farsi sempre più debole, sapevo che mi dovevo fermare, ma non c'è la facevo, era troppo buono; bevevo con sorsi lunghi e avidi, Sebastian si buttò sul letto e io lo seguii continuando a bere
< < Wendy > > disse lui con un sussurro, stava morendo ed era tutta colpa mia, colpa della mia maledettissima sete, non riuscivo a staccarmi, per quanto volessi bene a Sebastian non riuscivo a staccarmi. Arrivò qualcuno che mi prese e mi strappò via da lui e mi inginocchio a terra, una donna con i capelli grigi si mise accanto a Sebastian
< < Mio signore, mio signore, state bene? > > chiese la donna prendendolo per le spalle < < tu, maledetta che gli hai fatto? > > mi chiese la donna ringhiandomi, venne verso di me e fece per darmi uno schiaffo visto che io non rispondevo, sentivo il sangue mi scendeva lungo un lato della bocca, guardavo un punto indefinito del pavimento; stavo per uccidere un altra volta, solo per la mia stupida sete di demone
< < Ferma > > ansimò Sebastian reggendosi su un gomito e la donna si fermò con la mano alzata
< < Ma, mio signore > > disse la donna guardandolo preoccupato
< < Andatavene > > ringhiò lui
< < Ma... > > provò la donna
< < A lei ci penso io, voi andatevene > > continuò a ringhiare, la donna esitò per un istante, poi si inginocchiò e se ne andò insieme a quello che mi teneva inginocchiata, sentì la porta chiudersi, ma io rimasi lì ferma persa tra i miei ricordi.
 
"Era una giornata d'estate, io avevo undici anni, i miei genitori mi avevano portata in casa di fronte a un piccolo lago completamente circondato da un foresta . Il cielo era limpido senza neanche una nuvola, io ero stesa sul prato difronte al lago e osservavo il cielo con fare svogliato, odiavo quel posto, l'avevo sempre odiato, non c'era nulla per chilometri e io non potevo mai tornare in città per prendermi dei libri per passare il tempo. I miei mi avevano proposto di rimanerci tutta l'estate, ma i mi ero opposta così mi avevano scontato la "pena" a tre settimane; era il mio ultimo giorno lì e "me lo stavo godendo". Quando tornai a casa mi madre mi chiamo dalla cucina
< < Tesoro, abbiamo deciso di stare qua un altra settimana > > mi disse sorridendo, un sorriso a trentadue denti, era un bella donna, i capelli di un castano scuro, i lineamenti perfetti del viso, qualche chiazza di lentiggini sul naso e sugli zigomi e gli occhi verdi smeraldi, il fisico perfetto; quando sorridendo le si illuminava il viso e diventava ancora più radiosa, era una donna gentile e sempre disponibile
< < Che cosa? Ma io non ci voglio rimanere un altra settimana > > le urlai, stavo andando fuori di me < < Avevamo accordato tre settimane non una di più > > 
< < Per favore tesoro, io e tua madre ci stiamo tanto bene, non puoi fare uno sforzo? > > chiese mio padre, anche lui un bel uomo, i capelli neri come la pece, gli occhi marroni, i lineamenti del viso erano marcati, mi guardava con uno sguardo supplichevole
< < L'ho già fatto rimanendo qua tre settimane > > gli urlai contro 
< < Amore non urlare > > mi supplicò mia madre addolcendo lo sguardo
< < Tanto non ci sente nessuno, siamo lo ti mille chilometri dalla civiltà, chi ci può sentire?> > continuai ad urlare 
< < Ci siamo noi, ci sentiamo entrambi benissimo, quindi non urlare > > mi sgridò mio padre
< < Io urlò quanto mi pare, non potete costringermi a stare qua un altra settimana > > continuai
< < Wendy io è tua madre abbiamo deciso così, noi siamo i tuoi genitori e decidiamo noi. Rimaniamo qua un altra settimana, questione chiusa > > disse mio padre autoritario..."
 
< < Wendyy > > mi chiamò una voce, delle dita schioccarono davanti a me, io tornai al mondo reale, mi ero solo perda tra i ricordi. Mi guardi intorno smarrita, non ricordavo nulla, ero in una stanza ben arredata, c'era un camino acceso, davanti un divano a tre posti con affianco una poltrona, dietro il divano una semplice cassapanca di legno; dietro di me c'era un armadio enorme alto fino al soffitto anche quello di legno ben lavorato che occupava quasi tutta la parete; alla mia destra invece c'era un comodino con un libro sopra. Davanti a me un letto matrimoniale con sopra Sebastian seduto che mi guardava confuso, sul lato del collo aveva un morso da quale scendeva una goccia di sangue; in un attimo ricordai tutto: il sangue che scendeva nella mia gola, Sebastian quasi morto, la donna con i capelli grigi
< < Eh... Io... Non volevo.... Io... Non... > > il panico iniziò a farsi strada tra tutte le emozioni che provavo
< < Ehi, calma respira, non farti prendere dal panico > > disse lui prendendomi per le spalle
< < Più facile dirsi che farsi > > disse senza rendermene conto
< < Respira d'accordo, fai respiri lunghi. Non ti voglio fare nulla e mai ti farò qualcosa. Non c'è nessun motivo per cui devi farti prendere dal panico > > disse lui con voce calma, io provai a fare dei respiri lunghi come aveva detto lui, ma questo mi fece andare solo di più nel panico, cercai di convincermi che era inutile farmi prendere dal panico, visto che non c'era nessun pericolo, ma niente. Le fiamme nere mi circondarono all'istante e il panico aumento, Sebastian le guardò per un attimo, si slanciò e mi strinse tra le sue braccia abbracciandomi; rimasi per un attimo sorpresa, nessuno mi abbracciava da anni. Lui mi stringeva a se, come se avesse paura di perdermi, era strano sentire quanto avessi sentito la mancanza di quegli abbraccia, mi abbondai fra le braccia, senza accorgermene iniziai a singhiozzare, le fiamme se ne andarono e io scoppia a pingere, continuando a stringermi fra le sue braccia, rifugiandomi in lui sempre di più. Il mondo oramai non esisteva più, ceravamo solo noi due: lui che mi teneva stretta e mi accarezzava i capelli tentando di calmarmi e io che mi stringevo a lui con le lacrime che non riuscivo a fermare, che mi rigavano il viso che poi gli bagnavano la maglietta nera; il suo profumo mi invadeva il naso facendomi sentire al sicuro, come se fosse quello il mio posto nel mondo. Dopo dieci minuti smisi di piangere e iniziai a darmi delle stupida, non potevo piangere perché qualcuno mi abbracciava, mi asciugai le lacrime, lui mi prese il viso tra le mani e mi baciò dolcemente. Sapevo che le miei labbra sapevano di acqua salata, Sebastian mi passava la lingua sul labbro inferiore anche se le labbra erano schiuse, ma sembrava più interessato al sapore salato
< < Mi sa che le lenti sono andate a farsi benedire > > dissi divertita, lui iniziò a mordicchiarmi il labbro inferiore
< < Non importa, ti preferisco con gli occhi rossi > > disse lui continuando a baciarmi, io feci scivolare le mani sotto la maglietta e iniziai a fargli il solletico, lui scoppiò a ridere < < tesoro non soffro il solletico > > disse lui divertito, misi il broncio, ci speravo che soffrisse il solletico < < sei carina con il broncio > > disse e riprese a baciarmi con più passione, mi strinsi a lui, sentì l'odore di sangue, mi staccai e appoggiai la fronte sulla sua spalla
< < Scusa > > dissi contro la spalla
< < Per cosa? > > chiese lui confuso baciandomi la tempia
< < Per prima, ti avrei ucciso se non mi avessero fermato > > lui mi baciò la spalla e poi salì al collo
< < Non ci pensare > > mi sussurrò all'orecchio, mi baciò tutta la mascella, il mento, gli angoli della bocca, la punta del naso e continuò su per il naso fino alla fronte, la tempia, la guancia e tornò alla bocca baciandomi con passione. Per tutto il tragitto mi aveva lasciato come una scia di fuoco che mi accendeva sempre di più, iniziavo a volerlo sempre di più, mi strinsi di più a lui. Sebastian fece scivolare le sue mani dalle spalle fino alle mie mani dove le intrecciò e le portò fra i suoi capelli dove mi aggrappai e iniziai a tirare per sfogare i fremiti che mi faceva provare, mentre le mani di lui scivolarono sotto il maglione dove trovarono la canottiera
< < Ti sei messa troppa roba > > disse lui ghignando divertito
< < Mi sono messa solo la canottiera e maglione > > dissi divertita
< < Troppa roba comunque > > disse riprendendo a baciarmi
< < E che dovevo mettermi? > > chiesi fra le sue labbra
< < Una maglietta sarebbe bastata > > disse, mi tirò fuori la canottiera e iniziò ad accarezzarmi i fianchi e ventre, mi alzò e mi portò sul letto dove si stese sopra di me. Mi alzò leggermente maglione e canottiera, si abbassò fino alla mia pelle scoperta, mentre io lo guardavo confuso, iniziò a baciarmi tutto il ventre, togliendomi lentamente tutto. Quando arrivò alle stelle iniziò a baciarle, sussultai quando lo sentì che le mordicchiava leggermente, lo fece per tutte e tre le stelle mentre io mi agitavo sempre sotto di lui. Mi tolse la canottiera e con essa con il maglione
< < Mi piace questo tatuaggio > > disse guardando l'aquila in attacco, iniziò a leccarla, mentre mi guardava divertito per il modo in cui mi agitavo, lo volevo e non riuscivo a contenermi, mi mordicchiò sulla clavicola < < come mai di sei fatta questo tatuaggio? > > chiese mordendolo la clavicola
< < Mi sono fatta l'aquila quando sono andata a vivere con mio zio > > dissi cercando di gemere, lui notando il mio forzo, per dispetto probabilmente, mi morse un po' più forte il collo e io, stranamente, invece di sentire dolore gemetti di piace, sorrise soddisfatto e tornò a leccare l'aquila. Finito con l'aquila passò alla impronta di lupo 
< < E questa? > > chiese baciandola
< < Mi piacciono i lupi > > dissi, bramavo le sue labbra, le volevo mordere, succhiare, volevo sentirlo dentro di me, mentre gemeva. Finalmente passò a baciarmi il collo e salì molto lentamente, lui sapeva che io tra poco sarei morta, ma continuava a torturarmi, si stava divertendo; quando arrivò a baciarmi il mento, gli presi il viso fra le mani e lo baciai con passione, prese le sue labbra e iniziai a morderle, feci scendere le mani sulle sue spalle, sul petto, sui suoi addominali scolpiti; feci scivolare le mani sotto la maglietta e iniziai ad accarezzargli addominali come se ne stessi assaggiando ogni millimetro, accarezzavo ogni solco tra gli addominali e salivo lentamente, mentre lui mi baciava e mi accarezzava il ventre. Gli tolsi la maglietta e l'occhio cadde subito sulla strana cicatrice che aveva al centro del petto
< < Che ti sei fatto? > > chiesi preoccupata, era strana come cicatrice, c'erano linee che si intrecciavano sinuose tra loro era come se parlassero di un legame, di un qualcosa che non riuscivo a capire
< < È una runa... Ne possiamo parlare dopo? > > chiese lui seccato, non mi diede il tempo di rispondere che mi baciò stringendosi a me, fece scivolare le mani dietro il reggiseno, mi inarcai, così che potesse slacciarlo più facilmente; lui sorrise divertito e me lo tolse. Si staccò e guardò metà del mio corpo nudo, repressi l'istinto di coprirmi
< < Già come immaginavo, una seconda scarsa > > disse lui osservando i miei piccoli seni, misi le braccia davanti le tette così da coprirle e iniziai a borbottare su quanto fosse insensibile, lui mi baciò < < dai non ti offendere in fondo sono carine > >  disse e mi baciò dolcemente, mi tolse le braccia dal petto e scese verso di loro < < ora ci penso io a loro > > disse con il solito ghigno divertito, iniziò a baciare, a succhiare e a mordere sui miei capezzoli, tornò a baciarmi, mentre con le mani che mi massaggiavano i seni e le dita giocavano con i capezzoli facendomi sentire brividi di piacere, mi agitai di più. La voglio di averlo stava crescendo sempre di più, il basso ventre stava andando a fuoco, lo stomaco era in subbuglio e non riuscivo più controllarmi, gemevo, gli tiravo i capelli e con un mano gli accarezzavo i pettorali, gli addominali fino ad arrivare alla V delle parti basse. Qualcuno bussò alla porta, io saltai dallo spavento e andai a sbattere contro Sebastian, non che questo ci eccitasse di meno
< < Mio signore... > > disse una voce dietro la porta
< < Sono occupato > > disse lui e tornò a baciarmi con passione
< < Mio signore, noi siamo pronti... > > continuò la voce, Sebastian sbuffò seccato
< < Aspetta, un attimo > > disse, si alzò e uscì; mi mise meglio sdraiata sul letto, dopo cinque secondi mi alzai a sedere e incrociare le gambe, mi sentivo completamente bagnata, il cuore batteva a mille e avevano il fiato corto; iniziavo a sentirmi in imbarazzo a stare mezza nuda nella stanza, ma cercai di non coprirmi, tanto Sebastian già mi aveva fatto una radiografia completa. Lui tornò dopo cinque minuti sbuffando
< < Scusa, ma devo andare > > disse lui passandosi una mano fra i capelli
< < Perché? > > chiesi confusa
< < Ho una cosa importante da fare > > disse mettendosi la maglietta
< < Perché io non sono importante? > > chiesi seccata, incrociai le braccia al petto e misi il broncio
< < Più tardi finiamo > > disse sorridendo divertito, mi fece l'occhiolino, mi baciò e io gli feci la linguaccia < < copriti > > disse, mi baciò un altra volta, intanto passò una mano sul mio seno e io lo guardai storto, mi misi la canottiera e mi portai le gambe al petto e lui fece per andarsene
< < Seb > > lo chiamai, lui si girò e mi guardò confuso < < quando torni andiamo in discoteca? > > chiese dondolandomi sui talloni
< < D'accordo, fai la brava > > disse lui ghignando divertito
< < Sono un demone, non posso fare la brava > > gli urlai dietro quando chiuse la porta
 
~ Angolo dell'autrice ~
Salve a tutti!! Ecco qui con il terzo capitolo *^* che ne pensate? Il ricordo di Wendy dei suoi genitori deve ancora finire, chissà che succederà... Sinceramente non lo so neanch'io.... Beh come sempre fatemi sapere tutto: errori; opinioni ecc... Alla prossima e bacioni <3

 

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Capitolo 4
*** IV capitolo ***


Rimasi per cinque minuti seduta sul letto guardandomi intorno per cercare qualcosa da fare, ma non trovai nulla così andai in bagno a farmi una doccia. Mentre stavo sotto l'acqua calda, quasi bollente, mi misi a canticchiare un canzone che mi cantava di solito mia madre quando avevo circa cinque anni, lo facevo sempre sotto la doccia, anche se ero stonata come una capra non mi importava. Quando uscii dalla doccia trovai una maglietta e dei pantaloni entrambi neri, su un mobiletto da bagno, fui costretta a metterli visto che i miei erano scomparsi. Uscii dalla stanza e dai un po' in giro. Da una finestre vidi che fuori c'era uno strano paesaggio: una specie di bosco con tutti alberi morti e intorno solo deserto e infondo c'era quella che doveva essere una città abbandonata. Era strano il modo in cui mi sentissi a casa in quel posto e come mi sembrava di essere da sempre vissuta lì, ma allo stesso tempo sentivo che non dovevo stare li, che in verità non mi appartenesse ed ero solo una straniera.
Trovai una stanza con al centro un pianoforte, gli occhi mi si trasformarono in due cuoricini, corsi fino al piano e iniziai a suonare perdendomi nel mio mondo fatto di note, accordi, spartiti che conoscevo a memoria; osservano le mie mani che danzano fra i tasti creando melodie nuove e altre già conosciute. Suonai fino a quando non ci fu più luce nella stanza e non riuscì più a vedere i tasti, uscì dalla stanza a malincuore e tornai in camera- o almeno ci provai. Andavo in giro, per quello che doveva essere un castello, alla ricerca di un punto di riferimento per tornare in camera, ero stanca e volevo dormire, l'assenza del sangue si sentiva, e molto. 
Mi trovai davanti ad una grande porta di legno levigato, mi affaccia, dentro c'era una luce fiocca data da dei lampadari semi spenti che illuminavano una biblioteca su tre piani, con librerie strapiene di libri. Mi fionda i dentro verso la prima libreria, verso gli scaffali in mezzo, presi un libro dalla copertina nera, non c'era un titolo così aprì il libro alla prima pagina dove in alto al centro in nero che spiccava in contrasto con il bianco candito c'era la scritta " Il mio nome è nessuno", già avevo letto quel libro, parlava della storia dell'Odissea. Lo posai e saltellai verso un altra libreria, presi un libro dalla uno scaffale in basso aprì una pagina a caso senza leggere il titolo, era un libro piccolino da una parte era scritto in quello che doveva essere greco e dall'altra in una lingua che non conoscevo. Lo chiusi e passai così il tempo fino a quando non trovai un libro che stuzzicava il mio lato di lettrice, mi misi seduta su un davanzale sotto ad una finestra che aveva una serie di cuscini rossi che sembravano morbidi; mi misi seduta con le gambe al petto e iniziai a leggere. Restai fino a quando all'improvviso le palpebre diventarono di colpo pesanti, chiusi un attimo gli occhi e mi addormentai immediatamente.
 
Non so quanto tempo era passato quando mi svegliai, mi sentivo sospesa nell'aria con delle braccia che mi tenevano per la schiena e un altro sotto le ginocchia, avevo la testa appoggiata contro un petto e sentivo il cuore che batteva tranquillo quasi come se mi volesse cullare. Aprii piano gli occhi, mi guardi per un attimo intorno, mi ricordavo quel corridoio, era quello che avevo percorso per andare alla sala del pianoforte, guardai chi mi teneva in braccia e trovai Sebastian che guardava dritto davanti a se, probabilmente non si era accorto che mi ero svegliata
< < Seb > > dissi con una voce mezzo addormentata, mi stropiccia un occhio per svegliarmi di più
< < Non dovevamo andare in discoteca? > > chiese lui sorridendomi divertito
< < Ci andiamo? > > chiesi guardarlo
< < Se hai sonno possiamo sempre rimanere qua, a fare altro > > disse lui dandomi un bacio sulla tempia
< < No... Devo bere > > dissi appoggiando la testa contro la sua spalla
< < Non ti sono bastato io? > > chiese confuso
< < No. Di solito per tenermi in vita per un mese bevo due demoni, quindi trequarti di un demone non mi basta > > 
< < Va bene > > disse dandomi un altro bacio fra i capelli, io mi accucciai tra le sue braccia e lasciai che mi portasse fino in camera e una vota lì mi mise a terra 
< < Se vuoi ci sono dei vestiti dentro all'armadio  > > disse lui appoggiato contro la porta
< < D'accordo > > dissi, andai verso l'armadio e lui uscì. Aprì l'armadio e lo trovai pieno di vestiti, ne scelsi uno che mi arrivava a metà coscia, aderiva perfettamente sul mio corpo, senza spalline, rosso scuro quasi  bordeaux che brillava; lasciai capelli neri sciolti così da mettere i miei occhi rossi in risalto e le scarpe con il tacco a spillo nere. Appena finii di prepararmi entrò Sebastian che si era messo una maglietta attillata nera a maniche corte così che suoi muscoli scolpiti erano tutti in bella mostra e dei pantaloni neri
< < Andiamo? > > chiesi camminando verso di lui 
< < Non è meglio se ti metti una giacca? > > chiese lui squadrandomi da testa a piedi
< < Okay > > tornai all'armadio e presi una giacca di pelle nera < < ora andiamo? > > chiesi saltellando verso di lui, annuii mi mise un braccio intorno ai fianchi fece dei strani segni con le mani e ci ritrovammo in vicolo semi buio e io lo guadai confusa
< < Eh.. Ah... Come hai fatto? > > chiese guardandomi intorno per essere sicura di non avere le allucinazione
< < Un giorno te lo spiegherò, andiamo? > > chiese, ma non ascoltò la  risposta che già stava fuori dal vicolo e io lo segui senza dire nulla. 
Arrivammo davanti ad una discoteca che aveva un aspetto familiare, da fuori sembrava un edificio un po' abbandonato con finestre rotte , dalle quali uscivano luci di tutti i colori e muri coperti da scritte di ogni genere. Accanto al un muro c'erano dei ragazzi in fila che aspettavano di entrare, tutte le ragazze erano vestite da perfette prostitute mentre i ragazzi cercavano di fare i coattoni e si credevano fichi fumando una sigaretta e tenendo in mano una bottiglia di birra. Il buttafuori stava dritto davanti alla porta, aveva le braccia conserte e guardava tutti storto, aveva indosso un completo nero, era molto più muscoloso di Sebastian, in testa era pelato e aveva gli occhi come il ghiaccio. Conoscevo il buttafuori e sapevo anche dove stavamo, era la discoteca dove andavo di solito per nutrirmi, saltellai fino all'uomone di guardia
< < Ciao Rick > > dissi sorridendo
< < Ciao bimba, come stai? > > chiese lui abbassandosi per darmi un bacio sulla guancia
< < Sto alla grande, grazie, tu? > > chiesi io continuando a sorridere, Sebastian si affiancò a me
< < Anch'io. Vedo che hai trovato un ragazzo > > disse lui sorridendo, vidi Sebastian che si spostava e si metteva dietro di me con le braccia che mi circondava i fianchi
< < Non è il mio ragazzo > > borbottai esasperata
< < Come no? Non conta quello che abbiamo fatto prima? > > mi sussurrò all'orecchio con tono che sembrava ferito, io rimase un attimo senza parole, incapace di parlare. In verità non sapevo neanche perché mi ero lasciata così tanto andare con lui, praticamente l'avrei lasciato fare qualsiasi cosa voleva, non so perché, ma mi fidavo di lui; sentivo che eravamo legati da filo invisibile e non capivo cos'era
< < Rick, ci fai entrare per favore? > > dissi io leggermente agitata, Sebastian mi sciolse dall'abbraccio e si rimise accanto
< < In teoria non potrei > > disse lui passandosi una mano tra i sui capelli invisibili, arrivò un ragazzo dai capelli neri e occhi blue elettrico, mi passò così vicino che potei ispirare l'odore di demone che aveva addosso; i miei occhi si illuminarono, il ragazzo disse qualcosa a Rick e lo lasciò passare
< < Dai Rick, per favore > > dissi quasi supplichevole, volevo quel demone, dall'odore mi sembrava buono
< < D'accordo bimba > > disse sospirando e mi aprì la porta lasciandoci entrare. Appena entrammo la musica ci investi immediatamente i timpani, in fondo c'era il DJ che metteva la musica, alla mia sinistra c'era un lungo bancone con dietro donne e uomini che distribuivano alcolici, davanti a noi c'era gente che si accalcava in quello che doveva essere un ballo. Sebastian mi strinse a se mi portò al centro di una massa di gente, ballammo per un po', io mi guardavo intorno alla ricerca di quel ragazzo e di qualche altro demone. Alla fine trovai il ragazzo dagli occhi blue elettrico dall'altra parte di dove stavo io che mi guardava fisso, mi avvicinai all'orecchio di Sebastian
< < Scusa Seb, ma vado a bere. Se vuoi c'è una biondina che non fa altro che fissarti > > dissi, gli fece l'occhiolino e andai verso il bancone per prendere qualcosa da bere, vidi che il demone mi seguiva con lo sguardo e gli fece cenno di andare al bancone, non perse tempo mi raggiunse. Non ci misi molto a convincerlo ad andare in posto in cui era vietato l'accesso, ma che io sfruttavo come posto per bere senza che nessuno mi vedesse. Una volta dentro le fiamme nere mi circondarono, le usai per bloccare il demone contro la parete così che non potesse muoversi, di solito ci giocavo un pochino prima di nutrirmi, ma ora non mi andava per niente. Bevvi fino all'ultima goccia del suo sangue, fino a quando quello non cascò a terra e scomparì, sentivo ancora il sangue acido che mi scendeva lungo la gola e mi riempiva di energia nuova. Uscì da quel posto, cercai un attimo con lo sguardo Sebastian e lo trovai che stava limonando con la biondina che gli aveva detto prima; sentii qualche cosa che si rompeva dentro di me, le lacrime mi salirono agli occhi, perché avevo le lacrime agli occhi? Non aveva senso, per cosa dovevo piangere? Per Sebastian che si stava divertendo la tipa che gli indicato, incera che divertirsi con me? No non potevo piangere, doveva ancora bere un altro demone. Abbassai lo sguardo scaccia le lacrime e cercai l'ultimo demone. Lo trovai in un attimo e feci lo stesso che avevo fatto con l'altro; quando uscì trovai Sebastian che si stava dando da fare con la biondina e la stava portando in un luogo molto appartato e io mi sentii spezzare ancora in mille piccoli pezzi. Uscì di corsa dalla discoteca e corsi -per quanto mi era possibile con quei tacchi del cavolo- fino a casa di mio zio e intanto avevo iniziato a piangere. 
Appena passi la porta d'ingresso là sbattei dietro di me quasi senza rendermene conto. Stavo andando in camera mia quando sentii una presa salda sul mio polso che mi fece girare, non sapevo neanche chi era -ma tanto sapevo che era mio zio- che uno schiaffo mi colpì in pieno viso e mi mandò a terra, qualcosa mi colpì lo stomaco, il petto, il fianco e una presa salda si cinse intorno al mio collo sbattendomi al muro. Per tutto il tempo avevo visto sfogato e ora iniziai a vedere una figura abbastanza nitida
< < Dove se stata? > > mi ringhiò la voce di mio zio
< < Da un amico > > ansimai sorridendo divertita, un po' di dolore fisico mi avrebbe aiutato a non pensare a Sebastian che scopava con la biondina. Lo zio mi lasciò, caddi a terra e iniziò a picchiarmi e intanto mi diceva quanto ero stupida e che ero solo uno stupido demone che andava educato. Alla fine svenni, ma lui probabilmente continuò a picchiarmi.
 
Mi svegliai con il sapore del sangue in bocca, tentai di muovermi, ma nessun muscolo sembrava volesse muoversi, aprì piano gli occhi, li sentivo pesanti quasi come se fossero attaccate alla pelle e il corpo urlava di dolore. Mi guadai intorno, era in camera mia, a casa di mio zio, iniziai a piangere questa volta avevo esagerato, le lacrime mi rigavano il viso, riempiendolo di acqua salata. James entrò poco dopo si inginocchiò accanto a me prese una mano, la bacio dolcemente mentre io continuavo a piangere
< < Signorina... Ho avuto paura di perderla > > singhiozzo lui < < quando l'ho vista stesa a terra, coperta di sangue... > > continuò a singhiozzare, io lo volevo abbracciare, ma non avevo energie per muovere neanche un muscolo 
< < Da... Quanto sono qua? > > chiesi singhiozzando, la mia voce era rauca e tremante 
< < Da un giorno interno > > disse, mi strinse la mano e gli scese una lacrima e gliela asciugai
< < Mi porti qualcosa da mangiare, per favore? > > chiesi tremando, anche se il solo pensiero del cibo mi metteva la nausea, ma non volevo farlo preoccupare troppo, lui annui ed uscì. Tornò con in mano un piatto di pasta, mi aiutò ad alzarmi a sedere, sotto le coperte ero solo in intimo, scoprii il mio corpo pieno di lividi di ogni grandezza, inconsciamente iniziai a tremare, ma cercai di non farlo notare, mangiai quasi tutto e mi misi a dormire.
Passai tre giorni così: mangiavo, dormivo e una sera mio zio entrò in camera mi chiese scusa e se ne andò subito via. Quando finalmente mi ripresi abbastanza da saper camminare andai da Magnus alla ricerca di Nagisa, mi ero messa un maglione a collo alto nero, dei jeans blue scuro e gli stivaletti neri. Appena arrivata suonai il campanello, mi aprì Alec
< < Ciao > > disse lui
< < Ehi... Ehm mi sa che Nagisa è già andata via vero? > > chiesi io, sentivo la testa iniziare a girare e le gambe che tra poco mi sarebbero cedute
< < Già, se n'è andata ieri > > disse lui incrociando le braccia al petto
< < Okay, vado da lei, ciao > > dissi e senza dare il tempo ad Alec di controbattere scesi le scale di corsa, quando fui fuori andai verso casa di Nagisa. 
Ero a metà strada quando le gambe mi cedettero completamente, per poco non mi schiantai a terra se non fosse stato per qualcuno che mi sorresse
< < Ehi piccola > > disse la voce di Sebastian
< < Seb > > dissi io sorpresa di venderlo
< < Ti ho perso di vista per un secondo e sei scomparsa per quattro giorni. Che fine hai fatto? > > chiese mettendomi in piedi, ma tenendomi comunque stretta a lui 
< < A casa > > dissi io scrollando le spalle
< < Non c'eri > > disse guardandomi confuso
< < Casa di mio zio > > dissi portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, Sebastian mi squadrò da testa a piedi < < che c'è? > > chiesi confusa e con il timore che avesse visto qualche livido
< < Niente, dove stai andando? > > chiese passandosi una mano fra i capelli
< < Stavo andando da Nagisa > > dissi scrollando le spalle < < vuoi venire? > > chiesi guardandolo nei grandi occhi neri
< < Se così evito che ti schianti a terra > > disse iniziando a camminare
< < Già > > dissi seguendolo e guardando a terra
< < Perché prima stavi per svenire? > > chiese lui guardandomi leggermente confuso
< < Emh... Boh non lo so > > dissi scrollando le spalle, lui mi prese per il polso doveva avevo ancora il livido e mi portò in un vicolo- sempre in un vicolo mi doveva portare?- tutto sporco di immondizia e topi che rovistavano nella spazzatura, feci una smorfia di dolore mista a un espressione schifata, mi mise al muro e mi fece male alla schiena, squittii di dolore e Sebastian mi guardò confuso 
< < Non mi mentire, che ti è successo? > > chiese lui serio schiacciandomi con il muro, inconsciamente iniziai a tremare per il dolore, continuò a guardarmi confuso, si allontanò un pochino e io ripresi a respirare
< < Niente > > borbottai guardando a terra
< < Ti ho detto che non mi devi mentire > > disse premendo di nuovo contro di me e prendendo il mio viso fra le mani
< < Seb... > > non feci in tempo a dire nulla che lui mi alzò di poco il maglione -sotto non mi ero messa la canottiera e per questo iniziai a maledirmi mentalmente - e vide il livido violaceo sul fianco, distolsi lo sguardo e lo puntai di nuovo a terra, in un attimo mi tolse il maglione e lui vide metà del mio corpo coperto di lividi
< < Chi ti ha fatto questo? > > ringhiò a lui
< < Seb... > > dissi esitante, ma poi mi fermai, tremavo per il freddo che mi entrava nelle ossa congelandole
< < Dimmelo maledizione > > ringhiò dando un pugno al muro accanto al mio viso, sobbalzai per lo spavento e vidi il suo viso contratto dalla arrabbia, mi morsi il labbro inferiore, indecisa su cosa fare mi misi le mani sulle braccia provando a riscaldarmi, ma sentii più freddo di prima 
< < Mio zio > > sussurrai alla fine con voce tremante, lui si allontanò da me
< < Tieni > > disse porgendomi il maglione, io presi subito e me lo infialai in un attimo < < da adesso vieni da me > > disse lui passandosi una mano fra i capelli
< < Cosa? > > chiesi confusa
< < Viene a stare da me > > ripeté lui, io lo guardai sbigottita
< < Cosa? > > ripetei
< < Tu non tornerei mai più a casa di tuo zio > > disse lui esasperato
< < Cosa? > > continuai sempre più confusa, lui sospirò esasperato 
< < Allora, tu sei mia e in quanto mia nessuno si deve azzardare a torcerti un capelli, capito ora? > > chiese lui mettendosi le braccia sui fianchi, io mi stavo perdendo, quando ero diventata un oggetto su cui si poteva definire una proprietà? Così scossi la testa, lui si passò una mano fra i capelli sempre più seccato
< < Vuoi seriamente rimanere con tuo zio che ti picchia tutte le sere? > > chiese lui mettendo le mani sulle mie spalle. Io non sapevo neanche se volevo rimanere lì con mio zio, ripensai a qualche sera prima, mentre mi imprecava contro e mi diceva che lo faceva solo per educarmi
< < Lo fa  per il mio bene > > mi ritrovai a dire senza rendermene conto, neanch'io ci credevo, però mi ero uscite così, senza motivo
< < Ti prego dimmi che non lo pensi davvero > > disse lui all'improvviso demoralizzato, io non risposi, continuai a guardare per terra, volevo rispondergli che non lo pensavo minimamente, ma le parole mi rimasero bloccate in gola < < mi guardi almeno? > > disse lui, alzai il viso a rallentatore e fui catturata dagli occhi neri che mi guardavano con dolcezza, mi persi a in quel nero come la morte < < lui non lo fa per il tuo bene, lo fa solo per sfogarsi di qualche stress, ma non lo fa assolutamente per il tuo bene, d'accordo? > > continuò con voce dolce, mi sposto i capelli dietro le orecchie e mi baciò la fronte, io mi slancia d'istinto e l'abbracciai forte, dopo un attimo anche lui mi abbracciò forte < < ora vuoi venire da me? > > mi chiese dolcemente, io annuii e lui mi diede un bacio fra i capelli. Restammo per un po' così abbracciati, poi sentii qualcosa che mi passava accanto al piede, mi spaventai e saltai in braccio a Sebastian con un urletto spaventato, lui mi prese al volo -per fortuna- e scoppiò a ridere divertito
< < Portami via da questo lurido posto > > mi lamentai circondando il suo collo con le mie braccia, lui rise ancora, ma mi portò fuori fino ad un parco lì vicino
< < Che facciamo? > > chiese lui mettendomi giù
< < Boh, quello che vuoi? > > dissi saltellando verso delle anatre con l'intendo di spaventarle per vederle scappare via da tutte le direzioni, di fatti è quello che successe e io scoppia a ridere dei versi impauriti che emettevano
< < Ti diverti con poco > > disse divertito
< < Odio le anatre > > dissi correndo verso un anatra, ma quella non si spaventò, rimase ferma e una volta che gli arrivai difronte aprì le sue ali nella speranza di spaventarmi, ma io lasciai libero un po' di potere e una fiamme nere andò verso di lei che iniziai a schiamazzare come una pazza e io scoppiai a ridere
< < Hai finito? > > chiese Sebastian divertito
< < Si, non ci sono più anatre > > dissi scrollando le spalle < < io ho fame > > dissi andando verso l'uscita del parco con Sebastian che mi seguiva, trovai una pizzeria, ovviamente pagò Sebastian visto che non avevo neanche un soldo appresso
< < Che facciamo ora? > > chiese lui seguendomi per le strade
< < Boh > > disse girando angoli a caso, per poco non mi persi anch'io nella mia stessa città
< < Io qualche idea c'è l'avrei > > disse facendomi l'occhiolino
< < No, quello no > > dissi sorridendo divertita
< < D'accordo > > continuammo a camminare in silenzio, mi ritrovai a pensare alla sera, analizzai la situazione e mi bloccai, come facevo mio zio a sapere che io ero un demone? Non l'avevo detto a nessuno, neanche a Nagisa, nessuno sapeva che io ero un demone. Sebastian mi guardò confuso e senza dire nulla iniziai a correre verso casa, mentre Sebastian mi seguiva confuso. Corsi più veloce che potevo e dopo mezz'ora arrivai a casa, scavalcai il cancello ed entrai come una furia, corsi verso lo studio di mio zio, tanto a quest'ora non c'era quindi non avrebbe mai saputo che io ero entrata. Sebastian mi aveva seguito per tutto il tempo confuso
< < Si può sapere che ti prende? > > mi chiese una volta che mi trovò davanti alla porta di mio zio
< < Come fa mio zio a sapere che sono un demone? > > dissi quasi urlando < < io non l'ho detto a nessuno, come fa a saperlo? > > continuai cercando una risposta mentre tentavo di aprire la porta senza successi
< < Okay e che c'entra questo con la porta? > > chiese lui confuso
< < Questo è il suo studio, tiene tutto qua dentro, quindi qui dentro ci starà la risposta alla mia domanda > > disse strattonando la porta < < se solo questa cazzo di porta si aprisse > > sbottai
< < Usai i tuoi poteri > > disse lui appoggiandosi al muro
< < Non posso, lui non deve sapere che io sono stata qui dentro > > dissi continuando a dare botte alla porta
< < Okay, calmati, ci penso io > > disse lui tirando fuori una specie di penna nera, io lo guardai confusa < < fidati, la posso aprire > > disse sorridendo, io gli lasciai il posto, sentivo un strano potere venire da quella specie di penna, lui si mise davanti alla maniglia, fece delle linee sinuose sulla su legno e quella scattò aprendosi
< < Sei Udine per caso? > > chiesi guardandolo confuso, lui sorrise divertito e mi lasciò entrare per prima. La stanza era buia così accesi la luce e trovai una stanza spoglia di qualsiasi ornamento, c'era solo una scrivania elegante in stile ottocento, delle tende chiuse che impedivano alla luce di entrare, c'era in più solo due quadri che ritraevano una famiglia con due bambini piccoli, uno seduto su una poltrona in una posizione ben composta e l'altro era in braccio alla madre. Io andai dritta alla scrivania a grandi passi, mente Sebastian restò fermò sulla soia aprii tutti i cassetti, ma non c'era nulla neanche un pezzo di carta, mi stavo agitando sempre di più, il cuore mi batteva a mille, sbattei con furia l'ultimo cassetto vuoto, imprecai ad alta voce e diedi un calcio alla scrivania, ma mi feci solo male al piede e imprecai un alta volta
< < Calmati > > disse dietro di me Sebastian prendendomi per le spalle, non mi ero resa conto che intorno a me si erano liberate le fiamme nere pronte ad uccidere qualsiasi cosa < < rilassati > > continuò massaggiandomi le spalle, sospirai e rilassai le spalle, le fiamme scomparirono così come erano arrivate
< < Come fa a saperlo? > > dissi retorica, mi misi le mani davanti al viso tentando di non piangere, Sebastian mi girò verso di lui e mi abbracciò forte, io portai le braccia intorno al suo collo, il viso lo affondai nel incavo per collo e della spalla e ispirai a fondo il suo profumo
< < Non farci caso, tanto non ti lascerò qua. D'accordo? > > disse lui affondando il viso nei miei capelli 
< < D'accordo > > mormorai e mi strinsi di più a lui
< < Signorina > > disse una voce dietro di noi, io mi girai e trovai James che mi guardava sorpreso < < signorina, lo sa che non deve stare qua dentro > > continuò guardando prima me e poi Sebastian
< < Si lo so, ora usciamo > > dissi prendendo per mano Sebastian
< < Signoria, suo zio mi ha detto di dirle che verrà a pranzo > > disse James mettendosi dritto
< < Mh... Che gioia > > dissi uscendo portandomi dietro Sebastian
< < Anche il ragazzo rimane qua a pranzo? > > chiese James squadrando Sebastian 
< < Si rimango > > disse lui squadrando a sua volta James
< < Bene. Vado a preparare il pranzo > > disse il maggiordomo sorridendo e se ne andò
< < E lui sarebbe? > > mi chiese Sebastian una volta che James scomparì dietro l'angolo
< < James, il maggiordomo > > dissi andando verso camera mia
< < Lui sa quello che ti fa tuo zio? > > chiese seguendomi
< < Si, è lui quello che a volte deve fermare lo zio per non uccidermi > >
< < Mh... > > disse mettendosi accanto a me, andammo in camera io
< < Che facciamo? > > chiesi una volta in camera mia
< < Possiamo finire quello che avevamo iniziato prima che sparissi > > disse lui e in un attimo lo trovai a poco da me, iniziò a baciarmi con passione portandomi verso il letto, caddi sul letto e lui mi cascò addosso dandomi una botta sul fianco dove stava il livido, imprecai quasi ringhiando mentre lui sorrise divertito. Iniziò ad accarezzarmi i fianchi, mi tolse il maglione scese e iniziò a baciarmi i lividi, e io mi sfogai sui suoi capelli e in poco tempo anche la sua maglietta fu tolta; gli accarezzai gli addominali, ci stringemmo l'uno all'altro, mi mise meglio stesa sul letto visto che sentivo che stavo per cadere da un momento all'altro. Sebastian mi tolse in un attimo il reggiseno e iniziò a dedicare molte attenzione ai miei seni, poi scese verso il bottone dei jeans, lì slacciò con tutta calma il bottone, mentre io mi agitavo sempre di più e lui mi guardava divertito, abbassò la cerniera anche quella lentamente, mi tolse i jeans e fece una smorfia vedendo anche sulle gambe avevo dei lividi
< < Appena lo vedo lo uccido > > ringhiò Sebastian, io gli presi il viso tra le mani e lo baciai dolcemente
< < Non ci pensare > > dissi scendendo a baciargli il mento, la mascella, il collo, il petto, la cicatrice della runa e Sebastian si rilassò lentamente, mi stesi sopra di lui e gli baciai gli addominali scolpiti, lui stringeva i miei capelli e ci si sfogava sopra.
< < Aspetta un attimo > > dissi mi alzai e chiusi a chiave la porta per essere sicura che James o lo zio entrassero all'improvviso, mi stesi di nuovo sopra Sebastian e lo baciai dolcemente, velocemente lui cambiò le posizioni e lui mi guardò tutto il corpo come una radio grafia e io diventai rossa in viso
< < Ti ho già detto che sei stupenda? > > chiese e tornò a baciarmi
< < No, non me l'hai mai detto > > dissi sorridendo divertita
< < Ora te l'ho detto > > disse tornò a baciarmi con passione, qualcuno bussò alla porta
< < Signorina suo zio è tornato > > disse James da dietro la porta
< < Si, d'accordo > > dissi, mentre Sebastian iniziò a baciarmi il collo e strinse appena un mio seno, iniziò a giocherellare con un capezzolo generandomi una serie di brividi di piacere 
< < Perché ci devono sempre interrompere? > > chiese lui contro il mio collo 
< < Non lo so, ma comunque possiamo sempre continuare > > dissi sorridendo divertita, lui mi baciò un altra volta
< < Signorina, di sotto il pranzo è pronto e suo zio la sta aspettando > > continuò James
< < Arriviamo fra un po', di allo zio di iniziare a mangiare > > dissi stringendomi a Sebastian
< < Suo zio vuole mangiare con lei > > continuò, io sbuffai
< < Abbiamo altro da fare > > dissi tentando di non gemere, mi impossessai delle sue labbra e le mordicchiai appena
< < Ragazzina scendi > > ringhiò la voce di mio zio, sobbalzai sentendo quella voce e mi strinsi d'istinto a Sebastian
< < Tranquilla, non ti farà nulla > > mi sussurrò  lui mi bacio dolcemente, io annui guardandolo negli occhi e riprendemmo a baciarci
< < Muoviti ragazzina > > continuò a ringhiare lo zio
< < Forse è meglio se andiamo > > dissi per paura che lo zio buttasse giù la porta da un momento all'altro, Sebastian fece una smorfia contrariata, ma si tolse da sopra di me
< < Ora veniamo > > lui si rimise la maglietta e mi porse il reggiseno e io mi rivestii in fretta, mi diedi una sistemati ai capelli che oramai andavano da tutte le parti e sistemai anche quelli di Sebastian che stavano peggio dei miei. Uscimmo e trovai James ad aspettarci, mi lanciò un'occhiata divertita, si girò e se ne andò, intanto Sebastian mi prese per mano e andammo verso la sala da pranzo
< < Ehm... Seb > > dissi cercando i suoi occhi
< < Che c'è? > > chiese lui guardando avanti a se 
< < Tanto per capire... Noi due stiamo insieme? > > chiesi curiosa della sua risposta, lui scoppiò a ridere, lui si girò e mi baciò dolcemente
< < Secondo te? > > chiese lui sorridendo divertito
< < Non lo so, per questo l'ho chiesto a te > > dissi continuando a guardarlo curiosa, lui mi baciò un altra volta
< < Pensa a quello che abbiamo fatto fino a poco fa > > 
< < Non vuol dire nulla, può darsi che tu mi voglia solo scopare > > 
< < E se ti dicessi che non ti voglio solo scopare? > > 
< < Il quel caso ti dovrei considerare come... Il mio fidanzato? > > 
< < Si > > disse lui sorridendo divertito, io lo baciai sulla guancia. Arrivati in sala da pranzo stavo stringendo così forte la mano di Sebastian che probabilmente gliela stavo per rompere. Lui mi sorrise passò una mano sulla mia guancia e mi diede un bacio sulla fronte, io gli sorrisi ed entrammo nella sala. 
 
~ Nota dell'autore ~
Salve a tutti 😃 e buona festa della donna ❤️❤️
So che ho fatto un leggero ritardo e che probabilmente questo capitolo è più corto degli altri... Ma ho avuti alcuni problemi e poi prima volevo fino il dopo questo... Comunque... Ringrazio di tutto cuore tutte le persone che mi hanno messo tra le storie preferite e ricordate, poi ringrazio ancora di più Lena Morgenstern che mi commenta ogni capitolo ( ti adoro *^* ). Allora fatemi sapere tutto: errori, consigli se avete critiche... Insomma tutto! 
Bacioni 💜
P.s. Su internet ho trovato un immagine adatta per questa storia e l'ho salvata sul iPad però non so come metterla, se qualcuno lo sa me lo può dire per favore? Grazie mille a chi risponderà! Baciiii ❤️

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Capitolo 5
*** V capitolo ***


Lo zio stava seduto a capotavola e mi guardava con il solito astio che ogni volta mi mandava in bestia; mi sedetti ad una sedia distanza da mio zio mentre su quella vuota si mise Sebastian
< < Finalmente, credevo che sarei morto qui per aspettare voi due > > disse lui irritato
< < Non avresti dovuto aspettare tanto allora > > dissi io d'istinto fregandomene del fatto che lui era già arrabbiato; probabilmente mi sarebbe saltato addosso per picchiarmi se non ci fosse stato Sebastian come "ospite"; con la coda dell'occhio vedevo lo zio con la vena che iniziava pulsagli sulla fronte e risi sotto i baffi
< < Ragazzina... > > disse interrompendosi, aveva tutti i muscoli contratti pronti ad uno scatto improvviso
< < Dimmi > > dissi divertita, lo guardai con aria di sfida -così da irritarlo ancora di più -lo vedevo che stringeva convulsamente il coltello, si stava trattenendo dal venirmi addosso
< < Ragazzo quando te ne vai? > > chiese lo zio improvvisamente calmo
< < Veramente più tardi andiamo far un giro > > disse Sebastian sorridendo divertito
< < Bene, quando tornate? > > 
< < Non torniamo, non lascio Wendy qui > > continuò lui sorridendo, ma si vedeva che stava dicendo sul serio. Io sbiancai immediatamente, non poteva dirglielo, no, lui non doveva sapere che io me ne sarei andata via
< < Come? > > chiese lo zio confuso
< < È una caratteristica di famiglia non capire cosa vi dice? > > chiese Sebastian girandosi verso di me, io lo guardavo con gli occhi sgranati che quasi mi uscivano fuori dalle orbite
< < Ragazzo, non scherzare > > disse lo zio irritato, strinse con più forza il coltello
< < Non sto scherzando, io non lascio qui Wendy, ed è meglio se non ti avvicini più se non vuoi ritrovarti in piccoli pezzettini > > disse lui appoggiandosi allo schienale della sedia, era completamente rilassato, era come se non gli importasse che lo zio gli potesse mettere quel coltello nella gola
< < Certo, come no > > dissi lo zio sorridendo divertito, anche se negli occhi si leggeva che era preoccupato
< < Vuoi provare? > > chiese Sebastian con una strana lui che gli illuminava gli occhi, lo zio sorrise beffardo, lanciò all'improvviso il coltello che aveva in mano, Sebastian lo schivò con facilità e gli saltò addosso dandogli un pugno in faccia che lo mandò a terra, gli diede un calcio in pieno petto e poi uno in faccia. Io guardavo la scena con la bocca spalancata incapace di fare qualsiasi altra cosa. Solo quando sentii mio zio urlare scattai in piedi, lui poteva avercela con mio zio, ma solo io potevo reclamare la vendetta, dovevo farlo io, era una cosa che mi ero programmata di fare non appena fosse diventata maggiorenne, così che non dovevo più stare alle sue dipendenze e non correvo il rischio di andare da una casa famiglia all'altra. Vidi mio zio steso a terra con il viso pieno di sangue e Sebastian che lo stava prendendo a calci nello stomaco, mentre  sembrava che stava... godendo per quello che stava facendo, corsi da lui lo abbracciai da dietro per fermarlo
< < Per favore basta > > lo supplicai cercando di portarlo via
< < No > > disse semplicemente e diede un altro calcio a mio zio, io lo strinsi di più a me
< < Sebastian per favore, è una questione mia, me ne occuperò io. Adesso fermati > > dissi stringendomi a lui, Sebastian si fermò, respirò a fondo stese le braccia lungo i fianchi con le mani serrate a pugno; si girò verso me, io lo guardai con occhi grandi tipo cerbiatto, mi prese il viso tra le mani, si abbassò e mi baciò dolcemente
< < Andiamo, prima che lo uccida > > disse lui guardando mio zio con una smorfia, io lo presi per mano e lo portai fuori di uscimmo dalla sala, dissi a James di vedere come stava lo zio e noi andammo in giro per la città.
 
Verso sera Sebastian mi porto a casa sua, non fece neanche in tempo a mettere piede dentro casa che lui mi prese sotto il sedere, mi alzò da terra, mi baciò con passione e mi portò verso la camera. Appena arrivati mi adagiò delicatamente sul letto, mi lanciò uno sguardo malizioso prima di passare a baciarmi il collo
< < Ora non ci interromperà più nessuno > > mi dissi prima di impossessarsi di un mio pezzo di pelle, sorrisi divertita 
< < Seb > > dissi afferrando una sua ciocca di capelli, ma lui mi rispose baciandomi prima dolcemente e poi lo approfondì sempre di più, gli tirai i capelli per allontanarlo e riprendere fiato < < Sebastian, che ne dici di andare in discoteca? > > chiese guardandolo negli occhi, avevo il fiato leggermente corto, visto che per tutto il tempo non ero riuscita a respirare 
< < Proprio ora che non ci disturba nessuno? > > chiese con una smorfia
< < Per favore > > dissi con occhi grandi da cerbiatto 
< < Non hai bevuto l'ultima volta? > > chiese guardandomi negli occhi
< < Si > > 
< < Allora perché ci vuoi andare? > > iomi limitai a scrollare le spalle, lui sospirò < < se non vuoi farlo basta dirlo > > disse levandosi da sopra di me, io scoppio a ridere divertita, potevo sembrava una pazza in quel momento < < che c'è da ridere? > > chiese guardandomi confuso
< < Tu... Seb... Sei il più bel modello esistente al mondo, tutte le ragazze praticamente ti cascano ai piedi; secondo te io non voglio venire a letto con te? > > dissi reggendomi su un gomito
< < E allora perché? > > chiese lui confuso
< < Così, dopo la discoteca è più divertente > > dissi scrollando le spalle
< < Se prometti di non scappare a me va bene > > 
< < Se prometti di non appiccicarti ad una tette e culo, si > > un attimo dopo averlo detto mi chiusi la bocca con la mano "ti prego cervello dimmi che non me l'hai fatto dire veramente" pensai mentre Sebastian scoppiò a ridere di gusto, iniziai a imprecare i tutte le lingue che conoscevo
< < Non dirmi che è per questo che te ne sei andata > > disse con le lacrime agli occhi per il troppo ridere
< < Puff... Ma ti pare > > dissi scacciando l'ultima affermazione con una mano e alzando gli occhi al cielo e tornai sdraiata
< < Sembra il contrario > > disse lui divertito
< < È solo una tua impressione > > dissi guardando il soffitto con le braccia incrociate al petto < < andiamo? > > chiesi continuando a guardare il soffitto
< < D'accordo > > disse lui alzandosi in piedi, gli sorrisi e andai subito difronte all'armadio iniziando a cercare qualcosa da mettere. Alla fine optai per un vestito: bianco brillante che copriva il minimo indispensabile, faceva risplendere i miei capelli che decisi di lasciarli sciolti e un paio di scarpe nere con il tacco a spillo di dieci centimetri. Nel frattempo Sebastian mi aveva aspettato fuori dalla porta e appena mi vide mi squadrò da testa a piedi e ghignò divertito
< < Così non arriverai neanche a mettere un solo piede nella discoteca > > disse restando appoggiato alla parete con una postura disinvolta
< < Perché? Non va bene? > > chiese guardandomi cercando i difetti che aveva trovato
< < Perché attiri troppo l'attenzione e tu sei solo mia > > disse sussurrandomi all'orecchio, io alzai lo sguardo su di lui, i suoi occhi erano lucidi e oscurati da un velo di desiderio
< < Oh... Va beh andiamo? > > chiesi come se niente fosse, lui sorrise divertito, si passò una mano fra i capelli, mi prese il braccio fece strani segni in aria e in un attimo ci trovammo in un vicolo vicino alla discoteca dell'altra volta. Sebastian si avvicinò inchiodandomi al muro e mi baciò con passione, invase subito la mia bocca con la lingua iniziando a giocare con la mia, inconsciamente gli misi una mano fra i capelli e li tirai così da allontanarlo per prendere aria, ma lui si impossessò del mio labbro inferiore. Lo morse appena e lo succhiò, poi scese a baciarmi il collo dove lasciò una scia di baci bollenti che facevano andare ancora di più in subbuglio lo stomaco e la testa veniva sempre di più celata da una nebbia di piacere. Sebastian si impossessò di un pezzo di pelle del mio collo, lo morse, lo succhiò e leccò il suo operato e fece lo stesso dall'altra parte 
< < Ora possiamo andare > > disse con voce rauca contro il mio collo, si staccò appena e mi guardò negli occhi, mi prese per il polso e andammo in discoteca.
 
Appena entrati un musica rock ci accolse in tutto il suo ritmo veloce; Sebastian mi portò al centro della pista, mi mise le mani sui miei fianchi e mi strinse a se e iniziammo a ballare. 
Era da ore che ballavamo e io mi stavo divertendo per gli sguardi omicidi che Sebastian lanciava ad ogni ragazzo che si soffermava troppo a guardarmi 
< < Io vado a bere > > gli urlai all'orecchio per sovrastare la musica, lui annuii e mi segui fino al bancone continuando a tenermi stretta a se, fece scegliere a lui cosa bere mentre io andai a sedermi ai tavoli poco distanti, mi guardai un po' intorno per vedere quali demoni c'erano. Ne trovai uno che sembrava delizioso, ma non potevo lasciare Sebastian un'altra volta e poi avevo bevuto qualche giorno prima, quindi non ne avevo bisogno. Sebastian tornò con due bicchieri in mano con una sostanza che dalla luce sembrava rosa...o rossa, non lo so; bevvi il drink con un solo sorso, il gusto acido del alcol mi colpì subito le papille gustative, poi mi scese lentamente lungo la gola e subito dopo sentii un retro gusto di fragola, gli occhi mi brillarono e guardai Sebastian
< < Buono, cos'è? > > gli chiese, lui mi sorrise divertito
< < Te ne prendo un altro? > > mi chiese vicino all'orecchio, annuii sorridendo felice come una bambina di cinque anni che gli dicono che gli comprano tutte le caramelle che vuole; lui mi sorrise e andò a prendermene un altro. Tornai a guardare il demone che mi stava fissando a sua volta, accavallai le gambe mettendole per bene in mostra, mi morsi il labbro inferiore, abbassai lo sguardo a terra, non potevo lasciare Sebastian un'altra volta da solo. Lui tornò e mi diede il drink e io lo bevvi come prima tutto in un sorso
< < Se vuoi andare a bere puoi andare > > mi disse lui all'orecchio, io mi girai a guardarlo confusa < < ho visto come guardi quel tipo, avanti vai > > mi spronò lui indicando il demone con la testa, io lo guardai per un attimo di sottecchi cercando di capire se mi stesse mettendo alla prova oppure se diceva sul serio, ma quello che trovai fu solo il suo solito sguardo divertito
< < No, non importa, ho bevuto poco fa > > dissi con una scrollata di spalla < < e poi non ho bisogno del tuo permesso per andare a bere > > dissi offesa
< < Beh, io vado da quella biondina tanto carina > > disse facendomi l'occhiolino e andò mentre io lo fulminavo con lo sguardo, sbuffai, guardai il demone, alla fine mi decisi e andai da quello. Mi alzai e andai verso il demone che non mi aveva perso di vista neanche per un secondo; mi sedetti vicino a lui e inizia a parlarci e bere. Mi ritrovai nel mio solito posto, schiacciata contro il muro mentre mi baciavo con il demone, sentivo le sue mani che iniziavano a palpare il mio sedere e una mi strizzava il seno. Dovevo cambiare la situazione, ma avevo troppo alcol in circolo e non riuscivo a reagire, avevo bevuto troppo e ora ne pagavo le conseguenze. Continuiamo a baciarci mentre il demone mi continuava a toccarmi dappertutto, aprii gli occhi, con una botta di reni riuscì a cambiare le posizioni, lui addosso al muro e io che mi stringevo sempre di più addosso a lui, scesi a baciargli il collo, aspettai qualche istante e lo morsi iniziando a succhiargli via il sangue. Il demone rimase per un po' fermo, il sangue mi scendeva in gola più acido del solito facendomi percepire con se mi stesse scendendo del fuoco lungo tutta la gola. Il demone mi spinse via e io caddi a terra, guardai il demone che già mi sovrastava, al posto del braccio sembrava che aveva un tentacolo di un polipo, stava per calare su di me il suo tentacolo, chiusi d'istinto gli occhi preparandomi a sentire il dolore che tra poco mi avrebbe colpito. Aspettai, ma non successo nulla, aprì un occhio e vidi il demone trafitto all'altezza del cuore da una spada che brillava di luce propria. Il demone si agitò leggermente e poi scomparì nel nulla rivelando dietro di lui Sebastian con in mano la spada, iniziai a vedere doppio, lui si accovacciò vicino a me, mi prese per l'avambraccio e mi alzò con non molta delicatezza
< < Idiota > > disse semplice lui trascinandomi al muro e tirando fuori quella specie di penna
< < Non sono idiota > > borbottai tentando di liberarmi, ma più mi agitavo più lui stringeva la presa sul mio braccio e intanto disegnava le solite linee sinuose sul muro 
< < Si che lo sei > > disse lui freddamente, mi trascinò dentro il muro e ci trovammo nella camera da letto di Sebastian, lui fece per portarmi in bagno, ma io puntai i piedi a terra e iniziai a strattonare il braccio per liberarmi
< < Lasciami > > iniziai a lamentarmi puntando verso il letto
< < Smettila > > continuò lui duramente
< < No! Voglio andare a letto, lasciami > > dissi strattonando ancora, ma lui mi tirò a se
< < Prima ti devo far vomitare tutto alcol che ti sei bevuta > > disse guardandomi severo
< < Perché? > > chiesi inclinando la testa di lato, lui mi guardò alzando un sopracciglio 
< < Andiamo > > disse strattonando verso il bagno, ma io non mi mossi, lui mi guardò seccato
< < Se io volessi fare altro? > > chiesi accarezzandogli il braccio, mi avvicinai, lo baciai dolcemente sul collo, salii sulla mascella, sul mento, sull'angolo della bocca, stavo per baciarlo in bocca quando lui mi prese per le spalle, mi allontanò e poi mi trascinò in bagno. Mi buttò a terra vicino al water, scoppiai a ridere senza motivo, mi misi seduta  e lui si accovacciò davanti a me
< < Apri la bocca che ti faccio vomitare > > sbraitò, io feci come mi venne ordinato, ma quando infilò le dite per farmi vomitare iniziai a leccargli le dita giocandoci con la lingua. Sebastian rimase per attimo a guardarmi confuso, quando si riprese e tornò a guardarla irritato < < ti devo far vomitare, tieni la bocca aperta > > sbottò togliendo le dita
< < Perché sei arrabbiato? > > chiesi inclinando la testa di lato
< < Perché mi servi per mia madre che voglio portare in vita > >
< < E io che c'entro? > > chiesi confusa
< < Tu centri perché mi servi come contenitore per l'anima di mia madre e se ti succede qualcosa non potrò usarti, hai capito ora? > > disse lui seccato
< < Quindi io sono solo un oggetto? > > dissi guardando per terra
< < Esatto > > disse lui sorridendo divertito, mi alzai e fece per andarmene, ma lui bloccò per il polso < < dove vai? > > chiese seccato stringendo la presa sul polso
< < Lasciami > > dissi facendo comparire intorno fiamme nere che puntavano verso Sebastian
< < Non mi faresti mai del male > > disse lui sorridendomi divertito
< < Non mettermi alla prova > > dissi seria
< < Sei ubriaca, non riusciresti mai a colpirmi > > disse lui continuando a sorridere divertito
< < Se lascio il via libera alle fiamme loro ti colpiranno senza pensarci due volte > > dissi sorridendogli di scherno, lui mi fissò per un attimo serio
< < Fa come ti pare > > disse lui lasciandomi il polso, io mi girai e uscì dalla camera,  andai verso la sala dove stava il pianoforte decisa a sfogarmi su quello, ma la testa iniziò a girarmi fortemente, il mondo iniziò ad oscillare davanti ai miei occhi, mi appoggia al muro e alla fine tutto divenne nero.
 
Mi svegliai la mattina dopo con la testa che stava per scoppiare da un momento all'altro, stavo stesa sul letto di quella che oramai era diventata camera mia. Cercai di ricordare cosa era successo la sera prima, ma tutto si fermava a quando il demone mi stava per uccidere e Sebastian mi salvava, dopodiché tutto era avvolto in una nebbia. Mi alzai dal letto, andai al bagno e appena entrata fui costretta a correre al water per vomitare tutto alcol della sera prima, arrivò qualcuno che mi prese i capelli raccogliendoli in una coda
< < Così impari a non darmi retta > > sbraitò la voce di Sebastian. Lui rimase con me fino a quando non smisi di vomitare, anche se continuavo a non sentirmi bene, anzi mi sentivo peggio di prima, Sebastian mi porse un fazzoletto e con quello mi pulii la bocca
< < Grazie > > borbottai alla fine
< < Va meglio? > > chiese lasciandomi i capelli 
< < Per niente > > borbottai guardando a terra
< < Tieni > > disse dandomi quella che doveva essere un aspirina, la presi e subito dopo presi un bicchiere d'acqua per ingoiarla
< < Che è successo ieri? > > chiesi appoggiandomi al lavandino e guardandolo negli occhi
< < Fino a dove ricordi? > > chiese lui osservandomi
< < Quando trafiggi il demone > > disse mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio
< < Niente di che, ti ho portata qua, ho cercato di farti vomitare, ma quanto pare tu volevi altro > > disse sorridendo divertito
< < In che senso? > > chiesi sentendo il viso andare a fuoco
< < Te lo posso far vedere > > si avvicinò a me, si abbassò < < prima hai fatto così > > disse contro il mio collo e iniziò a baciarlo tutto, chiusi d'istinto gli occhi beandomi dei suoi baci, passò a baciare la mascella, il mento, l'angolo della bocca, mi aspettai un bacio in bocca, ma invece lui si allontanò da me. Aprì gli occhi guardandolo confuso, mi prese una mano
< < Poi hai fatto così > > soffiò sul mio palmo, lo baciò e si mise due dita in bocca e iniziò a giocarci con lingua, intanto mi guardava con espressione divertita; io rimasi per qualche istante imbambolata a guardarlo come un ebete, quando mi ripresi tolsi le dita dalla sua bocca
< < Si, va bene, ho capito > > dissi diventando rossa in viso < < e...e... > > tentai di trovare una giustificazione, ma non mi venne niente in mente, non che lui mi aiutasse, anzi continuava a guardami divertito < < vado a suonare il piano > > dissi alla fine correndo in camera, mi cambia- indosso avevo solo una maglietta nera che mi arrivava fino a metà coscia- mettendomi dei jeans stretti e una maglietta a barchetta bianca, mentre lui mi osservava divertito. Corsi al pianoforte e mi chiusi nel mio mondo non facendo caso se ci fosse qualcuno a sentirmi.
 
~Nota dell'autore ~
Salve a tutti 😃 !!! 
Mi dispiace per non aver aggiornato prima, ma ho avuto un po' da fare.... E poi sinceramente non sapevo cosa scrivere... Già perché io sono un genio che non mi sono anticipata di dieci capitoli, ma li scrivo tutti in una settimana... Quindi scusate ancora (sono un caso perso oramai). Comunque che ne pensate di capitolo? Nel prossimo succederanno tante "belle" cose, con Sebastian non sono mai "belle" cose. Questo capitolo lo dedico a Lena Morgesten che mi recensisce ogni capitolo *^* grazie mille *^*
Fatemi sapere tutto, consigli, gli orrori ortografici ecc...
Baciiii e a presto ❤️
 

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Capitolo 6
*** VI capitolo ***


 
 
Rimasi ore a suonare, rilassandomi. La musica mi fece passare il mal di testa, mi persi nei miei pensieri, cercai di ricordare ciò che era successo ieri, ma era tutto avvolto da una fitta nebbia, l'unica cosa che sentivo era delusione, tristezza, voglia di scappare, di andare il più lontano possibile. Ogni volta che pensavo a Sebastian mi veniva voglia di prenderlo a pugni e subito una gran tristezza mi assaliva e questa si rifletteva sulla melodia rendendola lenta e malinconia. Era da un po' che suonavo quella musica triste quando ad un certo punto sentii delle labbra posarsi delicate sul mio collo, sobbalzai a quel contatto e lasciai che il mio potere mi circondasse come un involucro protettivo
< < Calma, sono io > > disse la familiare voce di Sebastian, richiamai subito le fiamme e quelle scomparirono così come erano arrivate < < a che pensi? > > chiese lui mettendosi seduto vicino a me
< < Niente in particolare > > dissi scrollando le spalle, mettendo le mani sulle cosce e abbassando lo sguardo 
< < Non mentire > > disse lui prendendomi il mento tre le dita e girandomi di scatto la testa, rimanemmo ad osservarci negli occhi e io mi persi nei suoi magnetici occhi neri. Senza che me ne resi conto lui si avvicinò, guardò prima i miei occhi poi lo sguardo si puntò sulle mie labbra, le palpebre mi si chiusero da sole, le labbra si schiusero e dopo un attimo le sue labbra furono sulle mie. Il bacio all'inizio era dolce, nessuno dei due lo voleva rendere vorace, ma con il tempo lo diventò da solo, mi strinsi di più a lui e lui si strinse a me, gli tirai i capelli per allontanarlo un pochino per prendere aria, ma lui andò subito a baciare il collo e poi scendere verso la spalla. Il mio respiro iniziò a farsi più corto, il cuore mi batteva a mille, lo stomaco era in subbuglio per colpa delle farfalle, ma in fondo continuavo a sentire quella sensazione di tristezza che iniziava ad opprimermi sempre di più, cercai di non farci caso, ma era quasi impossibile. Lui tornò a baciarmi con più passione, mi prese in braccio e andammo verso la camera da letto. Io iniziai a baciargli il collo mentre lui mi trasportava muovendosi velocemente per i corridoi, ma a metà percorso si fermò
< < Mio signore la regina delle fate la vuole vedere > > disse una voce femminile, mi staccai dal suo collo e guardai chi aveva parlato, era la donna dell'altra volta inginocchiata davanti a noi
< < Cosa vuole? > > chiese lui con uno sbuffo
< < Non lo so, ha detto solo che ha urgenza di incontrarvi > > disse la donna continuando a guardare per terra, Sebastian mi mise a terra e io lo guardai confusa
< < Mi spiace, ma devo andare > > disse con un sospiro, io sbuffai, mi girai e tornai a suore il piano, oramai l'avevo capito: ogni volta che volevo lo fare, c'era sempre qualcuno che interrompeva e lui ovviamente metteva prima le altre cose a me. Rimasi a suonare solo un pezzo e poi andai in giro per il castello immersa nei miei pensieri. Senza accorgermene mi ritrovai a vagare per una landa deserta, come avevo fatto ad uscire senza accorgermene? Mi guardai in giro spaventata dal fatto che mi fossi persa, ma trovai subito il castello alle mie spalle, sospirai sollevata, e mi incamminai verso quello, notai dopo un po' che probabilmente mi ero allontanata di un chilometro, borbottai un imprecazione e iniziai a camminare più velocemente. Il cielo aveva uno strano colore: grigio e giallo senza nubi, mentre il sole arancione se ne stava basso sull'orizzonte. Guardai meglio il cielo e vidi delle figure che giravano in modo circolare sopra la mia testa come se fossero degli avvoltoi, mi misi ad osservarli cercando di capire cosa erano, ma non riuscivo a distinguerli, erano troppo in alto, ripresi a camminare come se nulla fosse. Guardavo a terra e intanto canticchiavo un motivetto allegro per rendere quella "passeggiata" meno deprimente di quanto non lo era già da sola. Intorno a me si allargò un ombra che lentamente andava sempre di più ad ingrandirsi, alzai lo sguardo e vidi quella che doveva essere una tartaruga gigante volante, sgranai gli occhi e d'istinto iniziai a correre più veloce che potevo, ma quella... cosa mi raggiunse, mi afferrò e mi sollevò da terra, iniziai ad urlare peggio di una pazza. In un istante mi ritrovai a cento metri d'altezza
< < Lasciami > > urlai, richiamai il mio potere e subito uccisi la tartaruga, caddi nel vuoto, urlai ancora più forte, il mio potere mi avvolse in un attimo e mi fermai a mezz'aria. Smisi di urlai e guardai confusa per terra, sentivo qualcosa che si muoveva accanto a me, voltai la testa e trovai delle ali nere che bruciavano, ma che non si consumavano, guardai dall'altra parte e trovai la stessa situazione. Scoppiai a ridere come una pazza, mi mossi verso alto e roteai più volte, feci acrobazie e risi ancora. Volavo già da un po' quando due figure mi si affinarono, mi guadai sia destra che a sinistra e trovai due tartarughe volanti, borbottai imprecazioni. Le tartarughe fecero per venirmi addosso, ma io mi lasciai cadere verso terra così che quelle due si scontrassero tra loro, risi divertita e volai più veloce, provai a far venire altre fiamme, ma non vennero ed imprecai, intanto le due tartarughe iniziavano a raggiungermi. Poco dopo me ne trovai una accanto e subito mi colpì ferendomi alla coscia, urlai di dolore e tornai a terra e da lì le uccisi. Iniziai a correre verso il castello che avevo superato, non so perché ma la ferita non si rimarginò subito come al solito. Correvo più veloce che potevo, ma quattro tartarughe mi circondarono, ringhia irritata, le fiamme iniziarono a girare intorno a me, i demoni emisero uno strano verso e una venne addosso, ma la colpì con una fiamme come se avessi una frusta e allo stesso tempo il demone dietro di me mi colpì all'altra gamba. Caddi a terra, un altro demone fece per venirmi addosso, ma lo uccisi immediatamente trafiggendole la gola; mi rimisi in piedi e subito un altro demone mi colpì il braccio e subito dopo trafissi anche quella. Ne rimanevano solo due, potevo farcela, di nuovo uno mi venne addosso, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa la uccisi, mi girai alla ricerca della quarta, ma non la trovai. Alzai gli occhi al cielo, ma me ne accorsi troppo tardi e quella mi cadde addosso schiacciandomi le gambe. La trafissi subito alla gola, morì, ma non riuscì a farla scomparire, tentai di sgusciare via, ma il demone era troppo pesante e quindi rimasi là incastrata. Avevo il fiato corto, mi sentivo stanca morta, gli occhi quasi mi si chiudevano da soli. Le gambe mi facevano male, ma urlare non avrebbe servito a nulla, così osservavo il cielo con le lacrime che mi scendevano lungo il viso
< < Che vergogna > > disse la voce di una donna dietro di me, alzai lo sguardo e vidi una donna nuda, sospesa a mezz'aria, piccola come un nano, lunghi capelli neri che arrivavano fino a terra < < tu sei un demone, non un insulsa umana, non puoi piangere come loro > > disse la donna disgustata
< < Cosa? > > chiesi smarrita, mi ero persa qualcosa, da quando tutti sapevano cos'ero?
< < Sei tutta tuo padre, mi fai schifo, per questo ti ho maledetta > > disse la donna sorridendo divertita
< < Tu... Sei... Mia madre? > > chiese con ogni occhi che quasi mi uscivano fuori dalle orbite
< < Purtroppo > > disse la donna schifata 
< < Perché? Perché mi hai maledetta? > > chiese con il cuore che mi saltò in gola
< < Mi sembra ovvio. Guardati: i demoni non piangono, tu invece... Mi schifo solo guardarti > > disse con una smorfia, perché tutti i miei parenti mi odiavano senza motivo? Cosa avevo fatto di male? Chissà sarebbe successo se non fosse mai nata, forse molte persone ora sarebbero vive, nessuno sentirebbe la mia mancanza, probabilmente tutti avrebbero una vita migliore. Neanche Sebastian o Nagisa sentirebbero mia mancanza, anzi Nagisa avrebbe pure una vita migliore, tornai a guardare il cielo
< < Cosa vuoi da me? > > chiesi continuando a guardare il cielo
< < Mi servi come contenitore della mia anima. Mio figlio sa già cosa fare. Ci rivediamo presto > > disse la donna e scomparì così come era arrivata, respirai a fondo e lasciai che le tenebre mi circondassero. 
 
POV Sebastian  
 
Ero appena tornato nella dimensione demoniaca, quando uno degli Ottenebrati mi venne incontro dicendomi che non riusciva a trovare Wendy, era irritante quanto gli ottenebrati potessero essere inutili su certe cose. Andai a vedere se stava nella sala con il pianoforte, ma non la trovai, provai in biblioteca su tutte e tre i piani, ma niente neanche là; iniziai ad irritarmi, non poteva essere scomparsa all'improvviso. Andai in giro per tutto il castello alla ricerca di quel... Mezzo demone? Anche se sembrava più un inutile mondana. La cercai per tutto il castello, ma non la trovai, iniziai ad irritarmi di più, guardai per caso fuori dalla finestra, era un idea assurda, ma tanto provare non costava nulla. Vidi solo un ammasso di demoni a terra, borbottai una serie di imprecazioni e iniziai a camminare a grandi passi verso i demoni.
Quando arrivai la trovai in una pozza di sangue schiacciata sotto un demone, imprecai nuovamente e corsi da lei, spostai la carcassa del demone e la trovai con un lungo e profondo taglio sulla coscia, un altro che le tagliava tutta la gamba e anche sul braccio c'era un lungo taglio. La presi in braccio e la riportai al castello. La osservai, era strano che le ferite non si rimarginassero, ultima volta che l'avevo vista ferite si era rimarginata all'istante mentre ora ci stava mettendo troppo tempo. Camminavo da cinque minuti quando sentii Wendy agitarsi tra le mie braccia
< < Seb > > disse la sua voce stanca e mezza addormentata
< < Ciao piccola, cosa è successo? > > chiesi fingendomi preoccupato, non sopportavo più fare il finto buono, quando in verità volevo solo la sua morte
< < I demoni mi hanno... Attaccata > > disse cercando di guardarmi negli occhi, ma le palpebre erano troppo pesanti, d'altronde stava perdendo troppo sangue, forse sarebbe morta dissanguata prima ancora che io arrivassi al castello
< < Questo l'avevo capito, ma tu perché sei uscita? > > chiesi sorridendo dolcemente
< < Non...non lo so > > disse soltanto, si avvicinò al mio collo e lo morse iniziando a bere molto lentamente. La lascia fare, se ne aveva bisogno l'avrei sempre lasciata fare, non mi importava, lei doveva vivere per mia madre. Quando iniziai a vedere un grigi con delle lucciole che volteggiavano Wendy si staccò e appoggiò la testa sulla spalla
< < Va meglio? > > le chiesi con dolcezza, lei annuii e dopo qualche minuto la sentii iniziare a respirare regolarmente. 
Appena entrato nel castello la portai nella camera da letto, le curai le ferite, se lei moriva io non avrei avuto mia madre con me e questo non poteva succedere; io dovevo governare con mia madre e Clary. 
Passarono due giorni e Wendy non sembrava migliorare minimamente, anzi sembrava pure peggiorare, così al terzo giorno decisi di invocare mia madre
< < Dimmi figlio > > disse mia madre sorridendomi
< < Madre ti ho evocata, perché ho bisogno del tuo aiuto > > dissi semplicemente
< < Cosa posso fare per te? > >
< < La ragazza mezza demone, non si riprende e non so cosa fare > > dissi spostandomi dal viso una ciocca di capelli
< < Lo so, questa dimensione le sta risucchiando via le energie, presto morirà > >
< < Quindi cosa bisogna fare? > >
< < Devi portarla via > > 
< < D'accordo > > dissi semplicemente, mi madre mi fece un cenno di testa e scompari subito dopo. Cancellai il pentagono e tornai da Wendy. La osservai: era bianca come un cadavere, il respiro abbastanza regolare, i capelli neri come la pece le circondavano il volto bianco come un cadavere, rendendolo stranamente carino. Tolsi le coperte rivelando le gambe coperte da garze e fasciature che ero stato costretto a metterle e da metà coscia era coperta da una maglietta nera che le avevo messo. La presi in braccio e lei emise uno strano verso contrariato, forse le faceva male qualcosa, iniziò ad agitarsi tra le mie braccia, le diedi un bacio sulla fronte e si tranquillizzò all'istante. Come era possibile che con un solo bacio da super agitata diventasse tranquilla? Soprattutto se era da parte mia, io ero un demone eppure lei non lo sentiva, io per lei ero come un essere umano qualunque. E forse era meglio così, lei doveva credere che fosse così, se avesse scoperto la verità di sicuro mi avrebbe ucciso appena mi avesse visto. Scossi la testa cacciando quei pensieri, non mi importava anche se l'avesse scoperto l'avrei messa a forza dentro il cerchio per il rito; farò di tutto pur di riportare in vita mia madre! Andai nella sala del trono e da lì andai a casa dello stregone, li sarebbe stata al sicuro. In salotto non c'era nessuno, la sala era in stile moderno, misi Wendy delicatamente sul divano, fece una smorfia di dolore, le diedi un altro bacio sulla fronte e si rilassò nuovamente. La osservai per un istante, la sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ma che stavo facendo? Perché stavo perdendo tempo con cose così inutili? Mi alzai di scatto e feci per andarmene
< < Che le hai fatto? > > chiese la voce irritante dello stregone
< < Niente di che > > dissi sorridendo divertito < < è stata semplicemente attaccata da un demone. Da me al momento non ci può stare, quindi l'ho dovuto portare qua. Fatele del male e ve ne farò pentire > > dissi continuando a sorridere divertito, non diedi tempo allo stregone di replicare che me ne andai.
 
POV Wendy
 
Sentivo il mio corpo pesante come un macigno, provai ad aprire le palpebre, ma era troppo difficile, provai a muore qualche dita e forse ci riuscì, mi feci forza ed alzai  le palpebre. Le sentii strapparmi via la pelle dal viso, ma me ne fregai e continuai ad aprire gli occhi. Vidi prima tutto sfogato, sbattei un paio di volte gli occhi e finalmente misi a fuoco, sopra di me c'era un soffitto bianco, girai solo la testa e mi trovai in un stanza che ricordava qualcosa, c'erano delle tende arancioni, che mi sembravano fin troppo familiari
< < Finalmente ti sei svegliata > > disse una voce alla mia destra, gira il viso e trovai Magnus appoggiato sullo stipite della porta in una postura completamente rilassata
< < Quanto tempo... > > mi bloccai, mi era uscita una voce stranamente rauca, sentivo la bocca impastata, la gola secca e riarsa
< < Da due giorni > > disse lui continua da a guardarmi impassibile
< < Perché, sono qua? > > chiesi anche se, non so perché, avevo paura della sua risposta
< < Ti ha portata il tuo ragazzo, mezza morta e ti lasciato sul divano di casa mia > > disse lui scrollando le spalle, io annuii e mi misi a sedere, iniziò a girarmi a testa, prima lentamente e poi aumentò all'improvviso, ma feci finta di nulla < < Sebastian non è come credi > > disse all'improvviso Magnus
< < In che senso? > > chiesi inclinando la testa di lato
< < Lui è un demone... > > 
< < Lo so, ed è anche uno tra i più buoni che io abbia mai assaggiato > > disse bagnandomi le labbra ricordando il sapore agrodolce che mi scendeva lungo la gola
< < Immagino > > disse Magnus con uno smorfia < < ma lui è .... senza cuore > > disse Magnus
< < Non è vero > > ringhiai arrabbiata 
< < Lui ha ucciso delle persone > > continuò Magnus
< < E allora? Anch'io ho ucciso e non per questo sono senza cuore > > dissi irritata
< < Lui non è come te > > disse lui spostandosi dallo stipite della porta 
< < Certo, perché è umano, io sono solo un demone > > dissi arrabbiata
< < No, lui sta facendo del male a tante persone, trasforma le persone e le mette sotto il suo controllo > > disse lui rimanendo impassibile, io rimasi per un attimo senza fiato
< < Che significa? > > chiesi confusa
< < Gli Shadowhunter sono nati grazie all'angelo Raziel che diede la Coppa Mortale al primo Shadowhunrter con la quale doveva trasformare degli uomini in Nephilim. Sebastian ha fatto la copia esatta della Coppa solo che con quella distrugge l'anima delle persone e le mette sotto il suo comando e le usa come se fossero oggetti > > disse lui passandosi una mano fra i capelli 
< < Cos'è un Nephilim? > > chiesi confusa
< < È altro modo per dire Shadowhunter > > 
< < E quindi? > > 
< < Il tuo ragazzo usa quelle persone costringendoli ad uccidere i propri familiari, i propri amici > > rimasi per un attimo a boccheggiare, non ricordavo più come si respirava, no Sebastian non poteva fare veramente una cosa del genere, non era vero, lui non era capace di una cosa del genere
< < Non è vero > > dissi con un sussurro
< < È la verità Wendy > > 
< < Io non ci credo > > dissi convinta, lui non era così e non lo sarebbe mai stato
< < Libera di fare ciò che vuoi > > disse lui scrollando le spalle, io lo guardai di sottecchi e poi mi alzai in piedi, mi girò forte la testa, ma cercai di non farci caso. Addosso avevo solo una maglietta nera che arrivava a metà coscia che che metteva in bella vista le mie esili gambe su entrambe avevo una leggera linea bianca che quasi non si vedeva < < dove vuoi andare? > > chiese lui osservando ogni mio movimento, andai all'armadio nella speranza di trovare almeno un pantalone
< < Voglio uscire > > disse trovando un paio di jeans stretti, me li misi in fretta < < perché ho delle cicatrici sulle gambe? > > chiesi andando verso la cucina
< < Sei arrivata ferita, non volevo che mi sporcassi tutta casa con il tuo sangue > > disse lui seguendomi, presi un bicchiere d'acqua e un biscotto
< < Capito > > dissi ingoiando il biscotto, mangiai un altro biscotto e poi feci per uscire
< < Dove vai? > > 
< < In giro > > dissi scrollando le spalle
< < In giro dove? > > 
< < Vado a farmi un tatuaggio contento? > > chiesi seccata e alzando gli occhi al cielo, lui si limitò a guardarmi < < che c'è? > >
< < Niente > > disse e se ne andò in una camera, io sbuffai e me ne andai
 
Appena entrai nel solita saletta Mat mi salutò come al solito con un gran sorriso
< < Allora che tatuaggio vuoi? > > mi chiese mettendo un grosso raccoglitore nero sul tavolo accanto alla tendina
< < Uno con dei fiori > > dissi sorridendo appoggiandomi sui gomiti che avevo messo sul tavolo
< < Bene, vuoi l'iris? > > chiese lui con un sorriso, io aprii il raccoglitore c'erano vari disegni con dei fiori
< < No... Ne voglio vedere un altro > > dissi continuando a sfogliare il raccoglitore, erano tutti stupendi, ma nessuno mi stuzzicava così tanto da volermelo fare. Alla fine ne trovai uno che mi piaceva da impazzire: tre stelle di Natale, nere, messe in fila e unite da varie linee contorte e nere
< < Voglio questo > > dissi con occhi che brillavano
< < D'accordo, dove lo vuoi? > > disse facendomi segno di andare nell'altra stanza
< < Si può fare dalla gamba e finisce sulla coscia? > > chiesi mettendosi seduta sulla sdraio
< < Certo, levati i pantaloni > > disse girandosi per mettere apposto gli attrezzi e per mettere giù lo schienale della sdraio, mi levai i pantaloni e mi misi sdraiata. Per fortuna non fece domande sulle cicatrici che avevo, ed era una fortuna.
Dopo un ora e mezza Mat finì e contemplo il suo operato
< < Bene ho finito > > disse sorridendo soddisfatto
< < Grazie > > dissi felice, Mat mi fascio la gamba e andò nell'altra sala mentre io mi rimisi i pantaloni. Intanto sentivo Mat che parlava con qualcuno con una voce abbastanza familiare, mi misi un due secondi i pantaloni e andai nell'altro stanza trovando Sebastian che stava parlando tranquillamente con Mat
< < Ciao Seb > > dissi sorridendo e saltellai verso di lui
< < Ciao piccola > > disse lui sorridendomi, mi baciò dolcemente sulle labbra, mi mise un braccio intorno alla vita < < come ti senti? > > mi sussurrò all'orecchio
< < Alla grande > > dissi sorridendo
< < Mi dispiace interrompervi, ma Wendy mi dovresti pagare > > disse Mat in chiaro imbarazzo
< < Uh...giusto...ehm... > > dissi prima guardando lui e poi a terra
< < Tieni > > disse Sebastian porgendomi il portafoglio < < credo che ti sia utile > > disse lui sorridendo, lo presi, pagai Mat e uscimmo.
< < Che tu sei fatta? > > chiese Sebastian curioso
< < Lo scoprirai quando toglierò il bendaggio > > dissi il sorridendo divertita
< < Quale bendaggio? > > chiese lui alzando un sopracciglio
< < Per il tatuaggio > > dissi semplicemente scrollando le spalle rimanemmo per un po' in silenzio < < perché mi hai lasciata da Magnus? > > chiesi cercando i suoi occhi
< < Da me non ti saresti ripresa, ti dovevo portare da qualche, a casa tua neanche per sogno, quindi rimaneva lo stregone > > 
< < Perché non mi sarei ripresa? > >
< < La dimensione in cui sto ti stava uccidendo, quindi ti ho portata via > > disse mettendomi un braccio intorno alle spalle
< < Capito > > continuai annuendo < < mangiamo qualcosa? Sto morendo di fame > > dissi già puntando verso una pizzeria lì vicino, Sebastian mi accompagnò e io presi una pizza farcita di prosciutto cotto e mozzarella e un altra con degli spinaci- le finii entrambe in un attimo. Andammo nel parco dove l'ultima volta avevo spaventato a morte tutte le anatre, mi sedetti sul prato sentendomi stanca morta
< < Che facciamo? > > chiesi guardando Sebastian che si era seduto vicino a me
< < Non saprei... Tieni > > disse porgendomi la borsa, gli occhi mi si illuminarono, la presi subito ed estrassi la mia preziosa macchinetta fotografica, il viso mi si contornò con un sorriso a trentadue denti
< < Grazie, grazie > > dissi saltandogli addosso, cascammo a terra e io iniziai a tempestarlo di baci su tutto il viso, lui scoppiò a ridere
< < Va bene, basta > > disse lui divertito, ma non gli diedi il tempo di finire per bene la frase che lo baciai sulla bocca con un bacio appassionato
< < Grazie > > dissi sorridendo contro le sue labbra
< < L'ho trovata a casa e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere... > > lo baciai di nuovo
< < Hai pensato benissimo > > dissi contro le sue labbra, mi staccai, con un movimento veloce mi misi seduta sui suoi fianchi e gli feci una foto a sorpresa < < come fai a venire bene in tutte le foto? > > chiesi osservando la foto, nella foto lui si stava mordendo il labbro inferiore
< < Non mi è poi tanto difficile > > disse lui portandosi le braccia dietro la testa, gli feci un altra foto, mi divertivo a fargliele
< < Beh in effetti... Già sei un soggetto bello e poi l'obbiettivo sembra che ti adori > > dissi osservando la foto, era venuta leggermente sfogata e poi non mi piaceva la luce che aveva, alzai il viso verso il sole, tornai a studiare i lineamenti di Sebastian e poi un attimo gli girai il viso di lato, mi mise un po' di lato così da far passare qualche raggio di sole, gli scattai la foto e osservai il mio capolavoro. La luce rimbalzava sugli zigomi evidenziando gli occhi neri e mettendo bene in vista la linea argentata, aveva un espressione confusa
< < Questa va molto meglio > > dissi sorridendo soddisfatta, lui mi sorrise divertito < < andiamo un po' in giro o rimaniamo qua? > > chiesi mettendo la fotocamera apposto senza togliermi da sopra di lui
< < Quello che vuoi tu, piccola > > disse lui osservando ogni mio movimento
< < Però devo dire che qua sto comoda > > dissi sistemando meglio a sedere sui suoi fianchi
< < Si, peccato che non sei leggera come pensi > > disse lui sorridendo divertito
< < Che vorresti insinuare? Che sono grassa? > > chiesi riducendo gli occhi a due fessure
< < Esattamente > > disse lui sorridendo divertito, abbassai lo sguardo sui suoi addominali e dopo un attimo gli diede un pugno forte sugli addominali, Sebastian emise un verso strozzato, si piegò leggermente per il dolore e si passò una mano sul punto colpito, fece uno smorfia di dolore e poi sorrise divertito. Senza accorgermene mi ritrovai sotto di lui
< < Mi piacciono le ragazze violente > > disse divertito prima di mordermi il labbro inferiore 
< < E pensa che non ho ancora finito. Ti farò rimangiare ciò che hai detto > > cambiai le posizioni e mi misi sopra di lui e prima che se ne rendesse conto gli diedi un altro pugno sullo stomaco
< < Facile combattere con qualcuno che non si può difendere > > disse lui sorridendo divertito
< < Ma tu ti puoi difendere > > osservai confusa, lui mi guardò divertito, cambiò nuovamente le posizioni
< < Vero, ti posso fare questo > > disse iniziando a baciarmi tutto il collo con lentezza < < e questo > > mi baciò la mascella e il mento < < è decisamente questo > > disse con voce un po' più rauca e baciandomi con passione, nel frattempo me ne resta completamente rimbambita sotto i suoi baci
< < Co... Così non va... Vale però > > dissi quando tornò a baciarmi il collo
< < Si che vale. In amore e in guerra tutto è lecito > > mi sussurrò vicino all'orecchio e poi mi mordicchiò il lobo, mi morsi il labbro inferiore per non gemere
< < Ti odio > > dissi cercando di essere il più convincente possibile
< < No, non è vero > > disse e prima che potessi controbattere mi baciò con passione < < ti hanno mai detto che parli troppo? > > chiese contro le mie labbra
< < Si, in tanti > > dissi sorridendo divertita, gli misi per braccia intorno al collo e lo spinsi di più contro di me. La testa come al solito mi andò in tilt, le maledette farfalle mi mandarono in subbuglio lo stomaco, il tempo intorno a noi si fermò e il posto si distolse, in tutto l'universo c'eravamo solo noi
< < Dovremmo andare in un posto un po' più appartato > > dissi dopo un tempo che mi apparve infinito
< < Perché? Ti vergogni a farlo qua? > > chiese con voce rauca passando a baciarmi il collo
< < Mh... Si... E poi è scomodo, pieno di insetti e roba varia > > lui si sollevò appena e mi osservò con quei occhi neri velato da una nebbia di desiderio, si mise di fianco a me, mi diede un bacio sul collo e si alzò < < dove vai? > > chiesi confusa
< < Devo andare, devo fare delle cose > > disse senza neanche guardarmi
< < Posso venire con te? > > provai a chiedere
< < No > > disse secco guardandomi serio
< < Almeno portami a casa...tua? > > 
< < No, resterai dallo stregone finché non trovo una altra sistemazione > > 
< < Perché? A me piace stare da te > > 
< < Perché da me moriresti, quindi no > >
< < Ma... > > non mi diede tempo di dire altro che scomparì all'improvviso, borbottai una imprecazione e mi misi a guardare il cielo finché non diventò buio e io fui costretta a tornare a casa. 
 
Passai due interi giorni rinchiusa dentro casa aspettando che lui mi venisse a prendere. Quando ero rientrata a casa due giorni prima Magnus mi aveva strillata del fatto che casa sua non era né un albergo né un ospedale né un ristorante. Al terzo giorno decisi di uscire la sera per andare a bere, iniziavo a sentirmi fiacca, senza energie e con la gola riarsa
< < Dove vai vestita in quel modo? > > chiese Magnus appena mi vede con un paio di short neri -così da mettere in bella mostra il mio nuovo tatuaggio- una maglietta aderente verde brillantata con una profonda scollatura che lasciava poco spazio all'immaginazione e un paio di scarpe nere con il tacco
< < In discoteca > > dissi semplicemente
< < Perché vuoi andare in discoteca? > > 
< < Devo bere > > 
< < In cucina, c'è dell'acqua > > disse lui confuso
< < Mi nutro di demoni Magnus > > 
< < Cosa? > > disse ancora più confuso
< < Mi- nutro- di- demoni- per- rimanere- in- vita > > dissi scandendo bene le parole
< < E allora perché mangi come le persone normali? > > 
< < Non lo so, probabilmente perché la mia parte demoniaca per restare in vita vuole dei demoni e la mia parte umana... Le cose normali > > dissi scrollando le spalle
< < Okay... Vuoi che ti accompagni qualcuno? > > chiese lui inclinando la testa di lato
< < Gli Shadowhunter uccidono demoni giusto? > > 
< < Si > > 
< < Ti sei risposto da solo... Io vado, non aspettarmi sveglio papà > > dissi evidenziando l'ultima parola e poi scappai via prima che lui potesse dire qualsiasi cosa.
 
Arrivai in discoteca, entrai subito e mi misi a cercare la mia prima vittima e per fortuna la trovai subito; come al solito la portai nel mio posto privato, lo bevvi è quello scomparì subito dopo. Ne trovai un altro feci per andarci a bere qualcosa, ma un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi nocciola mi si piazzò davanti
< < Vieni con me > > disse vicino al mio orecchi per sovrastare la musica rock e con un sorriso divertito stampata in faccia
< < Mi dispiace, ma devo fare altro > > dissi cercando di fuggire dal ragazzo, sentivo una strana sensazione, era come se dovessi scappare e correre più lontano possibile, la stessa sensazione che avevo avuto quando avevo incontrato la ragazza roscia davanti a casa di Magnus
< < Io non credo > > disse il ragazzo mi strinse il braccio destro e poi sentii un forte dolore sul fianco, cercai di urlare di dolore, ma la musica sovrastava qualsiasi rumore, mi ritrovai in una specie di stanzino stesa a terra, con un dolore lancinante che mi percorreva tutto il fianco. Guardai il fianco e lo trovai completamente ustionato
< < Cosa vuoi? > > chiesi con le lacrime agli occhi, mi alzai in piedi
< < Se mi segui senza fare storie, te lo posso anche dire, se no... Sarà peggio per te > > disse uno strano sorriso dipinto sul viso, in automatico fiamme nere iniziarono a volteggiare davanti a me e come al solito erano pronte ad uccidere qualsiasi cosa
< < Cosa vuoi? > > ringhiai 
< < Vorrà dire che userò la forza > > disse il ragazzo mi si gettò contro, feci per afferrarlo con un fiamma, ma era troppo veloce e mi ritrovai addosso ad un muro, un altro bruciore lancinante mi percorse tutto il corpo partendo dalla coscia sinistra. Lo allontanai da me dandogli un pugno in faccia, feci partire verso di lui una fiamma che lo ferì alla gamba destra, poi un altra lo prese al braccio destro, un'altra gli perforò da parte a parte una spalla, una fiamma stava per puntare al cuore quando qualcosa mi colpì alla tempia è tutto divenne nero
 
~ Nota dell'autore~
Salve a tutti 😃
Eccomi qua con un altro capitolo, questa volta ho pubblicato in tempo *^*  *inizia a battere le mani e a saltare da una parte all'altra come una scema*
Allora, ho messo la foto *^* (mi sono sentita un genio quando ho scoperto come si faceva), però non so se con il cellulare o con il computer si veda, ma assicuro che con l'ipad si vede. Comunque, che ne dite del capitolo? Chissà cosa succederà alla piccola Wendy u.u 
Fatemi sapere tutto: errori, consigli, se la foto si vede o no con il cellulare... Insomma tutto.
Bacioni e alla prossima 💜💜

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Capitolo 7
*** VII capitolo ***


Mi svegliai che mi faceva male tutto, ispirai a fondo, ma l'aria iniziò a bruciarmi i polmoni, iniziai a tossire cercando di prendere aria, ma più tossivo più mi sentivo male. Cercai di calmarmi e dopo un tempo che mi parve infinito riuscii a finire di tossire, ispirai a fondo e mi prese un'altra fitta acuta ai polmoni, ma trattenni il nuovo l'attacco tosse. Ispirai nuovamente, ma meno a fondo, sentivo intorno a me l'odore di muffa e di umidità, aprii piano gli occhi trovandomi una cella buia, mi alzai a sedere su quello che doveva essere un letto. Mi guardai intorno trovando la parete alla mia sinistra fatta di sole di sbarre di ferro grosse, una porta anch'essa di sbarre è un pomello d'ottone con sopra delle linee sinuose che di intrecciavano tra loro; mentre le altre mure erano di pietra; in alto sopra di me c'era una finestrella anch'essa sbarrata da cui vedevo il cielo ancora grigio per l'alba. Dietro una porta danti a me c'era un piccolo bagno fornito di lavandino e gabinetto. Mi alzai in piedi e iniziai ad avere un forte giramento di testa, ma feci finta di nulla, andai verso quella che doveva essere l'uscita, misi una mano sulle sbarre e immediatamente fui costretta a toglierla per il forte dolore che avevo provato, mi guardai la mano e la trovai la parte con cui avevo toccato le sbarre completamente bruciata. Tornai sul letto, guardai il mio corpo ancora ustionato nei punti colpiti dove mi aveva colpito il ragazzo che probabilmente mi aveva portato lì; mi portai le gambe al petto, affondai il viso tra le ginocchia e iniziai a tremare.
Passarono ore, anche se sembravano anni, l'unica cosa a farmi compagnia erano le urla, le chiacchiere e le risate che rimbombavano nei corridoi di quella che doveva essere una prigione. Sentii dei passi che si avvicinavano, alzai lo sguardo e trovai lo stesso ragazzo che mi aveva aggredita; in un istante mi trovai le mani ammanettate con manette di ferro piene di linee sinuose che iniziarono immediatamente a bruciare i miei polsi, mi morsi il labbro inferiore per reprimere un gemito di dolore
< < Fa male? > > mi chiese il ragazzo con finta compassione
< < Per niente > > ringhiai tra i denti
< < Beh questo te ne farà di sicuro > > disse estraendo una strana penna quasi uguale a quella che aveva Sebastian e un forte dolore si propagò dal braccio, mi morsi forte il labbro inferiore per non urlare di dolore
< < Basta... > > ansimai con il respiro che era diventato più veloce, sentivo l'osso del braccio che stava per rompere < < ... Ti prego > > dissi quasi senza forze, difatti la mia voce uscì solo un sussurro
< < Smettila Jonathan > > disse una voce femminile davanti a noi, il ragazzo sbuffò e mi tolse molto lentamente la penna e mi buttò a terra
< < Arrivi sempre sul più bello, sei una guastafeste > > disse il ragazzo con una smorfia
< < Portiamola dall'Inquisitore e basta > > disse gelida la voce femminile, il ragazzo sbuffò nuovamente, mi prese nuovamente per il braccio, premendo sul punto ustionato e mi buttò fuori dalla celle
< < Jonathan > > disse seccata una ragazza dai capelli biondi, bassa e con addosso una tuta nera
< < Che c'è? È solo un lurido demone, merita anche di peggio > > disse il ragazzo con una smorfia di disgusto in viso
< < Sono anche metà umana per tua informazione > > dissi rimettendomi in piedi
< < Meglio mi sento > > disse roteando gli occhi al cielo < < ora muoviti che il Conclave sta aspettando solo te... E non fare scherzi > > disse puntandomi addosso una spada che brillava di luce propria 
< < Uhm... Fossi in te starei attento, potresti fare del male a qualcuno > > dissi sorridendo divertita, lui mi passò dietro
< < Si, soprattutto a te e ora muoviti > > disse piantando la spada al centro della mia spada
< < D'accordo... Dove? > > chiesi guardandomi a destra e a sinistra, ero curiosa di sapere dove mi avrebbero portato, il corpo mi strillava di dolore, ma non ci facevo caso o almeno ci provavo
< < Seguimi > > disse la ragazza fredda e iniziò a camminare verso sinistra. Fui costretta a seguirla verso il corridoio buoi, in cui quasi non ci vedevo nulla, visto che il ragazzo mi punse con la spada la schiena che all'istante mi bruciò la schiena, mi morsi il labbro inferiore e continuai a camminare facendo finta di nulla. 
Neanche me ne resi che mi trovai in una sala: grande e circolare, da una parte c'era un semicerchio con delle scalinate che scendevano come in un anfiteatro greco o romano, pieno di persone che iniziarono a fissarmi, erano tutte vestite di nero, tra loro riconobbi solo Alec, Jace e la ragazza roscia che iniziarono a guardarmi confusi. Al centro, davanti al semicerchio c'era un uomo alto, anche lui vestito di nero, i capelli neri e glaciali occhi azzurri, che stava davanti a quello che doveva essere un leggio, appena mi vide sembrò illuminarsi. Guardai in fondo e trovai un altro piccolo semicerchio con un tavolo al centro e cinque persone sedute intorno tra cui Magnus che mi guardava sorpreso
< < Non credevo che un demone potesse sopravvivere dopo aver passato le torri > > disse l'uomo sorridendo
< < Sono anche umana, non sono solo demone > > dissi seccata, volevo incrociare le braccia al petto, ma non potevo, arrivai davanti all'uomo e lo studia attentamente, era quasi uguale ad Alec < < perché sono qui? > > 
< < Tu sai dove si nasconde Jonathan Christopher Morgenstern > > 
< < Chi? > > chiesi confusa
< < Forse lo conosci come Sebastian > > 
< < Mh... Quella di prima era un affermazione o una domanda? > >
< < Affermazione > >
< < Okay... E allora? > >
< < Dimmi dov'è > >
< < Se non lo sapessi? > > 
< < Sono sicuro che lo sai > > disse l'uomo spazientito e mettendo le braccia incrociate al petto
< < Beh, mi dispiace deludere le tue aspettative, ma no, non so dove sta > > dissi scrollando le spalle, in fondo era la verità, sapevo come era fatto il luogo, ma il nome non ne avevo la benché minima idea
< < Non farmi perdere tempo > > disse sempre più esasperato
< < Non ti sto facendo perdere tempo, ti sto dicendo semplicemente la verità > > 
< < I demoni mentono > > disse facendo cadere le braccia lungo i fianchi, io scrollai le spalle
< < Che ci posso fare? > > chiesi con disinvoltura, con uno scatto l'uomo fece per colpirmi con una frustra, ma io già in allerta a causa del ragazzo che persisteva a stare dietro di me; un cerchio di fiamme nere mi circondò, una fiamma parò il colpo e distrusse la frustra e in contemporanea un'altra fiamma andò dritta a puntare la gola dell'uomo- non so perché, ma quando distrussi la frustra sentii un dolore lanciante partire dalla mano, ma cercai non ci feci caso. Quando la fiamma arrivò alla gola esitai, non volevo uccidere ancora, avevo fatto fin troppe vittime nella mia vita, non potevo distruggere un altra vita. In quest'attimo di esitazione qualcuno mi prese da dietro e mi puntò un pugnale alla gola
< < Lascialo > > disse contro il mio orecchio la voce del ragazzo che mi aveva portato fin là
< < Tu lasci me e io lascio lui > > dissi allungando la fiamma così da pungere l'uomo alla gola e nello stesso tempo ne fece comparire un altra dietro la schiena così che non potesse scappare
< < Non se ne parla > > disse il ragazzo quasi ringhiando
< < Bene allora siamo arrivati ad un punto di stallo > > dissi convinta a rimanere così finché non mi avesse liberata. Il ragazzo ringhiò, sentivo l'aria impregnata di ansia, tutti i presenti erano in tensione, vidi con la coda dell'occhio una donna che si era alzata in piedi, però non riuscivo a distinguerne i contorni, aveva una mano davanti alla bocca, forse per trattenere un urlo perché quello che stavo per uccidere era suo marito, magari aveva pure dei figli, mi sentii male solo al pensiero che stavo per togliere il padre a dei bambini innocenti
< < D'accordo > > disse alla fine il ragazzo dopo un po' che stavamo così
< < Bene > > dissi sorridendo soddisfatta, almeno non avrei ucciso nessuno... Per il momento
< < Tu fai scomparire quelle cose e ti lascio andare > > disse il ragazzo irritato
< < Lo facciamo in contemporanea > > dissi 
< < D'accordo > >  in contemporanea io feci scomparire le fiamme dall'uomo e il ragazzo tolse il pugnale, dopo un istante fece un cerchio di fiamme nere così che il ragazzo si allontanasse da me. L'uomo guardò prima me e poi il ragazzo,fece un cenno al ragazzo che dopo un attimo di esitazione si sedette vicino alla ragazza bionda. Io e l'uomo rimanemmo a guardarci, le fiamme continuarono a circondarmi proteggendomi da altri possibili attacchi 
< < Allora vuoi sapere altro o me ne posso tornare a casa? > > chiesi spazientita
< < Non te ne andrai finché non ci dirai dove si trova Jonathan > > disse l'uomo
< < Aspetta e spera allora > > dissi seccata, volevo come prima incrociare le braccia al petto, ma non potevo e inoltre quelle maledette manette stavano iniziando a prudermi sui polsi oltre a bruciarli
< < Perché non vuoi dircelo? Lui probabilmente ti sta solo usando > > disse l'uomo chiaramente seccato, io rimasi a fissarlo, speravo di avere uno sguardo freddo e distaccato, visto che in verità dentro mi stavo uccidendo
< < Perché volete così tanto saperlo? > > chiesi trattenendo un attacco di tosse
< < Lui vuole solo uccidere, sta uccidendo anche adesso. Dobbiamo fermarlo in qualche modo > > mi sentii distruggere ancora di più, una fitta alla stomaco mi percorse tutto il corpo, il fiamme iniziarono ad andare per conto loro invadendo tutta l'intera sala
< < Andatevene > > dissi tenendomi lo stomaco, stavo per scoppiare, il dolore mi percuoteva tutto il corpo, crollai a terra nella speranza di contenere il più possibile l'esplosione. Le fiamme arrivarono alle prime file dell'anfiteatro, il panico iniziò a crescere, cercai di riprendere il controllo, ma del tutto inutile e inoltre più cercavo di contenermi più tutto quello che ottenevo erano delle dolorose fitte allo stomaco. Volevo fermare quelle maledette fiamme, ma non ci riuscivo, non riuscivo mai a fermarle e mi odiavo per questo. Alla fine scoppiai, le energie vennero come al solito strappate, sentii la solita sensazione di vuoto, i mille pugnali che iniziavo a trafiggere il mio corpo ed infine le ossa che venivano completamente spezzate in tanti piccoli pezzettini. Caddi a terra sfinita, stanca morta, vidi appena che tutti mi guardavano intorno confusi e parlavano di qualcosa, ma non li riuscivo ad ascoltare così mi abbandonai all'oscurità. 
 
Mi svegliai che sentivo dolore dappertutto, come ogni volta, non ricordavo nulla se non un grande dolore. In quel momento stavo sdraiata per terra. Aprii piano gli occhi e mi trovai nella cella, mi tornò in mente tutto, mi misi seduta e mi portai le ginocchia al petto. Fuori era sera, dalla piccola finestra vedevo a malapena le stelle che brillavano in cielo. Iniziai a tossire, non so perché, ma più respiravo più mi sembrava di morire e in più ogni volta che tossivo mi trovavo le mani sempre più sporche di sangue - in più sentivo il dolore delle manette che avevo ancora addosso. Quando smisi di tossire mi raggomitolai su me stessa e iniziai a tremare, avevo paura e non so neanche perché. C'era un unica cosa che volevo più di tutte delle braccia muscolose che mi circondavano facendomi sentire al sicuro, volevo che degli occhi neri come la pece mi intrappolassero nel loro vortice oscuro da cui non si tornava più indietro. Senza rendermene conto mi misi a piangere, volevo lui, ma non potevo averlo, come al solito il destino era contro di me. Passarono ore così: io che mi torturavo mentalmente, maledicendomi di continuo.
Doveva essere l'una di notte quando davanti a me la cella si aprì, alzai di scatto la testa trovandomi davanti Alec che barcollava verso di me con in mano una bottiglia di quella che doveva essere birra
< < Alec, stai bene? > > chiese ancora tremante
< < Si > > disse buttandosi vicino a me, una puzza di alcol mi investì all'instante
< < Alec sei ubriaco? > > chiesi guardandolo confusa e asciugandomi gli occhi dalle ultime lacrime
< < Forse > > disse semplicemente
< < Bene > > dissi guardando davanti a me, distesi le gambe e dopo un attimo le incrociai, la cella era aperta me ne potevo andare indisturbata, tutti se ne sarebbero accorti la mattina dopo, ma forse Alec mi avrebbe fermato prima che potessi fare qualsiasi cosa. Mi misi a fissare Alec aspettando che dicesse qualcosa, ma non disse nulla, rimanemmo in silenzio, io lo fissavo e lui fissava danvati a se
< < Cosa volevi fare oggi? > > chiese all'improvviso Alec
< < Che intendi? > > chiesi inclinando la testa di lato
< < Quando la fiamma stava puntando al tizio che avevi davanti > > mi chiese girandosi verso di me, abbassai lo sguardo notando per la prima volta la mia mano sinistra completamente bruciata
< < Non lo so, l'ho fatto spontaneamente, non volevo ucciderlo veramente > > dissi con un sussurro portandomi le gambe al petto, non potevo farci nulla oramai avevo capito che per quelle ferite non si sarebbero rimarginate da sole come al solito 
< < Quell'uomo è mio padre > > disse guardandomi indifferente
< < Ora immagino che mi odio > > dissi facendo un sorriso triste continuando a guardare per terra
< < No, quando stavi per ucciderlo... non ho sentito nulla... È strano? > > mi chiese confuso
< < Non saprei... Lui ti ha fatto qualcosa per cui non riesci a perdonarlo? > > chiesi
< < No...cioè si > > 
< < Se vuoi puoi dimmelo, sarò muta come una tomba e se dovessi spifferare qualcosa puoi denunciarmi per non aver rispettato il segreto professionale > > disse tornando con le gambe incrociate 
< < Quale segreto professionale? > > chiese confuso e preoccupato allo stesso tempo
< < Posso entrare nella parte psicologa che è in me... Ne so abbastanza di psicologia > > lui mi fissò tornando impassibile
< < D'accordo > > disse alla fine con un sospiro e fisso il soffitto della cella < < allora tu sai che io sono gay giusto? > > chiese appoggiando la testa contro la parte
< < Si... Scusa se ti interrompo, ma mi puoi levare le manette, mi fanno un male cane > > dissi facendogli vedere i polsi bruciati quasi fino all'osso
< < Si > > disse estraendo la strana penna, fece delle linee sinuose e quelle si aprirono lasciando i miei polsi liberi dal dolore
< < Grazie mille, ora va molto meglio > > dissi cercando di non toccarmi le bruciare per massaggiare i polsi
< < Ma dopo quando me ne vado te le devo rimettere > > 
< < Beh almeno starò per un po' senza dolore.... Allora stavi dicendo? > > 
< < Allora io sono gay, solo che tra gli Shadowhunter non è una cosa ben vista > > disse con una smorfia tornando a guardare davanti a se e prese un sorso di birra
< < Quindi sono tutti omofobi? > > 
< < Si > > 
< < La tua famiglia lo sa? > >
< < Si > > 
< < E...? > > 
< < Mio padre non approva, mi vede come un estraneo e inoltre da quando mio fratello più piccolo è morto lui si è allontanato ancora di più > >
< < Mh... > >
< < Da quando sta qua non si fa più sentire, non fa nulla, pensa solo a stare qui > > disse portandosi le mani tra i capelli
< < Tu credi che è colpa tua se tuo padre se ne andato? > > 
< < In parte è mia > > stavo per aprire bocca quando una voce mi precedette
< < Alexander che ci fai qua? > > chiese una voce davanti a noi, mi girai e trovai il ragazzo dai capelli castani di quella mattina, se non sbaglio si chiama Jonathan 
< < Volevo parlare con Wendy > > disse lui alzandosi in piedi, andò verso l'uscita
< < Alec > > lo chiamai, lui si girò verso di me con sguardo interrogativo < < non devi sentirti in colpa se non hai sentito nulla, è normale. A me è successa la stessa cosa, più tardi te ne renderai conto > > dissi sorridendo, lui continuò a guardarmi confuso e se ne andò. Il ragazzo entrò e in meno di un secondo mi rimise le manette, feci una smorfia per il nuovo dolore che iniziò a percuotermi
< < Che volevi fare? > > mi ringhiò il ragazzo piegandosi sulle ginocchia davanti a me
< < Che intendi? > > chiesi inclinando la testa di lato
< < Levandoti le manette. Non sperare di scappare perché tanto non ci riusciresti a fare neanche un passo fuori di qui > > disse sorridendo divertito disse mettendomi una mano intorno al collo
< < Vedo che la gentilezza è il tuo forte > > dissi acida
< < Con i demoni non si può essere gentili > > disse lui con una smorfia
< < Cosa vuoi? > > chiesi quasi ringhiando
< < Assolutamente nulla > > disse sorridendo divertito
< < Allora perché sei venuto? Non dirmi che eri preoccupato per me > > dissi con tono di finta sorpresa 
< < Mi hanno mandato a vedere se eri ancora viva > > disse lui con una smorfia e subito dopo strinse la mano intono al mio collo < < e non parlarmi più con quel tono > > disse irritato
< < Perché altrimenti che fai? > > chiesi sorridendo divertita, sentii la presa stringersi di più 
< < Ci saranno delle conseguenze molto dolorose per te > > disse vicino al mio orecchio
< < Non mi fai paura > > dissi sorridendo divertita
< < Dovresti > > disse è un attimo dopo sentii un dolore lancinante che partiva dal fianco, soffocai un gemito di dolore e mi morsi il labbro inferiore per non urlare
< < Jonathan smettila > > disse una voce femminile dietro di lui, il ragazzo sbuffò e tolse quella specie di penna dal mio fianco e lasciò la presa intorno al collo dandomi una spinta che mi fece scontrare la testa contro il muro
< < Sei sempre la solita guastafeste > > si lamentò il ragazzo e fece per andarsene
< < Aspetta > > dissi appena chiuse la cella, lui mi guardò interrogativo
< < Che vuoi? > > chiese freddamente
< < Quando... Sono scoppiata... Ho ucciso qualcuno? > > chiesi anche se avevo paura della risposta, sempre se me l'avesse data
< < Perché lo vuoi sapere? > > chiese il ragazzo confuso
< < Dimmelo e basta > > sbottai
< < Che c'è, vuoi mettere i fiori sulla loro tomba? > > chiese derisorio
< < Una cosa del genere. Allora me lo dici? > > sbottai seccata, il ragazzo per un attimo rimase sorpreso della mia risposta
< < Si, hai ucciso cinque persone > > disse e se ne andò lasciandomi nella tristezza più totale e ripresi a piangere. Io non volevo uccidere, non volevo fare del male a nessuno, ma a quanto pareva quello che volevo io non contava nulla e il destino alla fine mi faceva fare cose che io non volevo. 
Quando mi resi conto che forse stavo esagerando con i singhiozzi iniziai a canticchiare, tra i singhiozzi, la ninna nanna che mi aveva imparato mia madre da piccola. Mi sdraiai a terra chiusi gli occhi visto che oramai si chiudevano da soli e mi addormentai.
 
Pov Sebastian 
 
Erano passati tre giorni da quando l'avevo vista l'ultima volta, forse non dovevo aspettare così tanto, ma avevo avuto da fare con gli Istituti che ero riuscito a prendere e poi non potevo stare tutto il tempo con lei. Andai a casa dello stregone; stranamente non c'era nessuno, fatta eccezione per il gatto che appena mi vide mi soffiò contro e corse via; andai in giro per la casa, ma Wendy non c'era. Provai ad andare in giro per la città, nei soliti posti che lei frequentava, ma non la trovai da nessuna parte. Verso sera provai ad andare nella solita discoteca, ma non la trovai. Riprovai a casa dello stregone, iniziavo ad irritarmi, avevo avvertito il mago che se le fosse accaduto qualcosa ne avrebbe pagato le conseguenze e ora se la trovavo, anche con un solo graffio in più di quando l'avevo lasciata, lo avrei fatto fuori con le mie stesse mani. Quando arrivai a casa dello stregone lo trovai che stava in cucina mentre stava preparando quella che doveva essere la sua cena
< < Dove sta Wendy? > > chiesi quasi ringhiando, lo stregone si bloccò e si girò verso di me, aveva uno sguardo impassibile
< < Buona sera anche a te Jonathan > > disse, si appoggiò contro il piano cottura della cucina e incrociò le braccia al petto
< < Dove sta Wendy > > ripetei ancora più irritato, odiavo quando non rispondeva alle mie domande
< < Perché lo vuoi sapere? > > chiese interessato
< < Non sono affari tuoi, e ora dimmi dove sta > > ripetei nuovamente, volevo saltargli addosso per ucciderlo, se non fosse che lui sapeva dove stava Wendy e di conseguenza non potevo ucciderlo
< < Beh non è qui > > disse lo stregone scrollando le spalle
< < Questo lo vedo > > dissi passandomi una fra i capelli e iniziai ad avvicinarmi, la mia pazienza stava per superare il limite < < dimmi dov'è e prometto che non ti ucciderò > > dissi sorridendo divertito
< < Se mi uccidi non risolverai comunque nulla > > disse lo stregone sorridendo, contrassi la mascella per la rabbia che iniziava assalirmi sembra di più
< < Ti avverto che la mia pazienza sta arrivando al limite, o mi dici dove sta Wendy con le buone o sarò costretto a farlo con le cattive > > dissi continuando a sorridere
< < Sta ad Alicante > > disse con un sospiro, con uno scatto lo presi e lo sbattei al muro 
< < Ti avevo detto che ero arrivato al limite, ora dovrò passare alle cattive > > 
< < Jonathan è la verità. L'altra sera è uscita per andare a bere in discoteca e l'hanno presa. Non so come facciano a sapere che lei sta con te > > disse guardando a terra, lo lasciai, non so perché sentivo la preoccupazione che saliva insieme all'ansia, forse era per il fatto che se non riuscivo a riprenderla mia madre non sarebbe ritornata in vita e quindi non avrei potuto governare insieme a lei tutto il mondo
< < Non è vero. Come fa a sopravvivere? Quel posto è proibito per i demoni > > dissi lasciando lo stregone
< < Per metà è umana, forse è per questo che non muore > > disse Magnus sistemandosi 
< < Cosa vogliono da lei? > > chiese a denti stretti
< < Vogliono sapere dove ti trovi > > disse semplicemente, l'ansia crebbe ancora di più 
< < Le stanno facendo del male? > > chiesi con la voce che mi tremò leggermente, iniziai a maledirmi mentalmente per aver fatto tremare la voce, lo stregone tornò a guardarmi con interesse
< < Può darsi... Per qualche strano motivo la ragazza non vuole dire dove ti trovi > > disse sorridendo divertito, ringhiai irritato e scomparii. Come faceva quella ragazza ad essere così stupida? Si stava facendo torturare solo per proteggermi... Che senso aveva? Io non avevo fatto nulla per lei. C'era qualcosa che mi sfuggiva e che non riuscivo a capire. Comparii nella camera della dimensione demonica, iniziai a prendere a calci qualsiasi cosa mi capitasse sotto tiro. Dovevo andare a riprenderla, prima che fosse stato troppo tardi.
 
POV Wendy 
 
Mi svegliai con qualcuno che mi stava prendendo, probabilmente, a calci sullo stomaco. Aprii piano gli occhi e trovai Jonathan che mi sovrastava
< < Finalmente ti sei svegliata. Iniziavo a credere di dover utilizzare lo stilo > > disse facendo dondolare quella specie di penna, mi misi a sedere e mi stropicciai gli occhi
< < Che vuoi? > > chiesi assonnata
< < Andiamo > > disse prendendomi per avambraccio e alzandomi di peso
< < Dove? Dal tizio di ieri? > > chiesi ancora assonnata, mi lasciai trasportare, sentivo un gran mal di testa, come se stessi per scoppiare nuovamente da un momento all'altro, solo che al posto di fiamme nere ci sarebbero stati i pezzi del mio cervello esploso 
< < Il tizio di ieri è l'Inquisitore e no non ti porto da lui... E vuoi camminare da sola?! > > mi sgridò buttandomi in avanti ed io caddi pietosamente a terra
< < Ehi, va bene, va bene, ma non buttarmi a terra come un sacco di patate > > mi lamentai mettendomi in piedi
< < Sei tu che cadi come una cretina, demone > > disse lui con un sorriso divertito
< < Non sono un demone, già te l'ho detto. E poi chiamami Wendy > > dissi riprendendo a camminare e a sistemare i capelli, con le mani- durante la notte erano diventati un ammasso di capelli neri e nodosi
< < È più carino chiamarti demone > > disse spingendomi in avanti, sbuffai e continui a sistemare i capelli nel vano tentativo di sistemarli
< < Dov'è la tua ragazza? Mi sta simpatica > > dissi mettendomi di fianco a lui
< < Non è la mia ragazza, è la mia parabatai... Non metterti accanto a me > > disse spingendomi in avanti, ma io inciampai e stavo per cadere, ma Jonathan mi prese per il colletto < < sei il demone più sbadato che abbia mai incontrato > > disse lui spingendomi nuovamente in avanti
< < Sono anche umana > > borbottai seccata
< < Non mi interessa, stai davanti a me > > 
< < Ma così se casco tu non mi prendi > > 
< < Non mi interessa > > disse scrollando le spalle
< < Cos'è un parabatai? > > 
< < Compagni di combattimento, diciamo che è di più di un semplice migliore amico > > disse e riprendemmo a camminare in silenzio. 
Alla fine mi trovai in una sala circolare: c'erano delle colonne che si distanziavano tra loro a intervalli regolari, erano in stile ionico ed inoltre sorreggevano archi; il tutto era in marmo bianco. Sopra di me c'era una cupola con uno strano mosaico: raffigurava un angelo che usciva da un lago, in una mano reggeva in una spada mentre nell'altra una coppa, dietro il cielo era fatto d'oro e intorno al lago si estendeva una collina verde smeraldo
< < Allora demone > > disse una voce davanti a me, abbassai lo sguardo e trovai il padre di Alec davanti a me < < visto che non vuoi dirci con le buone dove si trova Jonathan, faremo con le cattive > > disse sorridendo divertito
< < In che senso? > > chiesi confusa, mi guardai nuovamente intorno e trovai delle figure incappucciate con una toga di un colore molto chiaro, che stavano dietro le colonne 
< < Ci pensarono loro > > disse sorridendo divertito, io continuai a guardarlo confuso
Se non farai resistenza non sentirai nulla disse una voce profonda nella mia testa, mi guardai in giro ancora più confusa
< < Cosa...? > > chiesi confusa
Noi possiamo parlare solo tramite la mente e ora, vedremo i tuoi ricordi e se non opporrai resistenza, non sentirai nulla continuò la voce nella mia testa
< < Io non voglio nessuno nella mia testa > > ringhiai irritata
Vorrà dire che sentire dolore disse la voce, senti un mormorio di sottofondo che mi irritò ancora di più
< < Già state nella mia testa? > > chiese con un tono misto alla sorpresa e l'irritato
Si dissero tutti insieme
< < Non vi voglio dentro la mia testa andatevene > > ribadii con un cerchio di fiamme che mi circondava e che andava verso quelle strane figure
Non sei tu scegliere disse la prima voce, feci partire le fiamme verso quelle figure, solo per spaventarle, non volevo più uccidere. Appena le fiamme si avvicinarono alle colonne una fitta lancinante mi colpì entrambe le mani, non potei fare a meno di urlare di dolore, caddi in ginocchio tenendomi le mani, completamente bruciate, premute tra lo stomaco e cosce cercando di attenuare il dolore. Non capivo perché ogni volta mi bruciavo le mani, io non toccavo nulla erano le fiamme a toccare qualcosa, anzi questa volta non avevo toccato nulla. Ritrassi le fiamme che si avvolsero intorno a me come un guscio protettivo
Siamo protetti da rune e dalla magia del Sommo stregone, non puoi fare nulla per ferirci disse la prima voce nella mia mente, le lacrime iniziarono a rigarmi il viso, per fortuna le fiamme mi avvolgevano così che nessuno mi vedesse mentre piangevo. Ero completamente avvolta all'oscurità quando un gran mal di testa mi iniziava a crescere, lentamente fino ad aumentare a dismisura così che mi trovai a gridare di dolore e a tenermi la testa con le mani bruciate
Lasciaci entrare e non sentirai più nulla disse la prima voce
< < MAI > > gridai più forte, non volevo che qualcuno scoprisse il mio passato, non volevo che qualcuno vedesse come avevo ucciso senza pietà e volevo che scoprissero dove si trovava Sebastian 
Sentirai solo più dolore se resisti disse la voce
< < NON MI IMPORTA > > urlai e subito dopo sentii una fitta più forte alla testa
Come vuoi demone disse la solita voce, passai interi minuti a gridare per il dolore, me ne stavo inginocchiata a terra tentando di contenere il dolore con le mani, ma non ci riuscivo, le fiamme continuavo ad avvolgermi, come se mi volessero proteggere dal quel dolore, senza riuscirci
< < Lasciatemi stare > > gridai e in meno di un secondo esplosi sommergendo la sala di una mare nere come la pece e subito dopo svenni.
 
~Nota dell'autore ~
Salve a tutti 😄 eccomi qua a rompere con un altro capitolo 😊
Beh non c'è molto da dire solo che si scopre dove è finita Wendy :3 e come reagisce Sebastian quando lo scopre :3 eh eh, ho in mente grandi cose per loro due *risata malefica*
Allora come al solito ringrazio di tutto cuore Lena Morgenstern che continua a recensirmi (come diamine fai a sopportarmi ancora me lo chiedo)
È come al solito ditemi tutto errori, consigli, opinioni ecc... 
Un bacione a tutti 💖

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Capitolo 8
*** VIII capitolo ***


Mi svegliai con qualcuno che mi metteva piano su quello che doveva essere il letto della cella. Aprii gli occhi e trovai Jonathan che stava attento a non farmi male
< < Ciao demone > > disse appena mi vide sveglia
< < Che fai? > > chiesi guardandomi intorno confusa, mi aveva messo sul letto e mi fissava dal alto al basso
< < Ti ho dovuto riportare in cella > > disse scrollando le spalle
< < Questo l'avevo capito, ma perché? > > chiesi mettendomi seduta è solo allora mi resi conto di avere la gamba sinistra completamente fasciata, la mano destra fasciata e anche tutto il braccio sinistro, compresa la mano, fasciata < < cosa...? > > chiesi confusa guardando il mio corpo, ringraziai il cielo che nulla mi aveva rovinato i miei amati tatuaggi
< < A quanto pare se quelle cose che evochi toccano qualche runa ne risenti tu bruciandoti > > disse Jonathan incrociando le braccia al petto
< < Chi è stato a... > > 
< < L'ho dovuto fare io > > disse seccato, lo guardai e sorrisi felice
< < Grazie mille > > 
< < Non l'ho fatto per te. L'ho fatto solo perché mi è stato ordinato > > disse seccato < < e ora me ne devo andare > > disse e fece per andarsene
< < Aspetta > > lui si girò verso di me seccato
< < Non hai ucciso nessuno, tutti erano protetti da rune e da magia > > disse solamente e se ne andò. Sorrisi felici e mi rimise sdraiata, chiusi gli occhi e mi addormentai poco dopo.
 
Mi svegliai con qualcuno che mi scrollava per la spalla, aprii piano gli occhi e trovai sopra di me Jonathan che mi fissava seccato, presi un lungo respiro che subito mi bruciò i polmoni e fui costretta a tossire, rotolai di lato e mi coprii la bocca con le mani per non far uscire il sangue. Continuai a tossire per minuti interi senza riuscire a prende a prendere aria, sentivo il viso andare a fuoco. Sentii della mani sulle mie spalle che mi mettevano con la schiena dritta
< < Trattieni il respiro, cerca di non tossire > > disse la voce di Jonathan, cercai di fare quello che mi aveva detto, ma senza successo, mi piegai nuovamente e mi misi a tossire. Dopo un attimo mi rimise la schiena dritta < < prova a prendere un lungo respiro e poi trattienilo > > feci come mi aveva detto, avevo gli occhi velati dalle lacrime. Rimasi così per un paio di secondi < < ora espira lentamente > > disse e io obbedì, ripresi a respirare regolarmente e mi asciugai le lacrime
< < Grazie > > sussurrai alzando lo sguardo verso Jonathan
< < Andiamo > > disse secco, mi alzò e mi condusse fuori, tra noi ci fu silenzio fino a quando non arrivai davanti ad una porta che non avevo mai vista: era di ferro finemente lavorata, con tutti ghirigori che si intrecciavano formando strani disegni. Jonathan mi fermò, mi portò in corridoio là vicino, da lì nessuno ci poteva vedere, mi guardò intensamente e dopo un attimo mi abbracciò forte
< < Jonathan? > > dissi sorpresa
< < Quanto vorrei che non facessero nulla > > dissi stringendomi più forte
< < Da quando mi vuoi bene? > > chiesi ancora sorpresa
< < Non ti voglio bene, semplicemente so che sei umana, e non è giusto che facciano tutto questo > > disse staccandosi e incrociando le braccia al petto
< < Per te non ero solo un demone? > > chiesi confusa
< < Ho cambiato idea... Wendy perché non vuoi dire dove sta Sebastian? Se lo dicessi non ti farebbero più del male > > disse con tono supplica e mettendomi la mani sulle spalle
< < Se la tua parabatai diventasse una fuorilegge e tu sapessi dove si trova, tu lo diresti a loro? > > chiesi
< < No > > disse lui con sospiro e guardò a terra togliendo anche le mani facendole scivolare lungo le mie braccia 
< < Ecco per me è lo stesso > > disse seria
< < Mi dispiace > > disse prima di abbracciarmi di nuovo, volevo ricambiare l'abbraccio, ma non potevo a causa delle manette così affondai solo il viso nel suo petto
< < Tranquillo non è colpa tua > > dissi sorridendo. Rimanemmo così per alcuni minuti e poi lui si staccò
< < Sappi è tutta un illusione > > mi sussurrò all'orecchio
< < Che intendi? > > chiesi confusa, ma lui non mi rispose, mi riportò davanti alla porta, mi lanciò un ultimo sguardo dispiaciuto e poi mi spinse dentro la sala. Mi ritrovai come ieri nella sala circolare, dietro le colonne c'erano le stesse figure del giorno prima. Jonathan mi spinse dentro al cerchio, come al solito caddi pietosamente a terra e scivolai fino a raggiungere il centro preciso del cerchio, borbottai un imprecazione e mi alzai in piedi, guardai male Jonathan che mi sorrise divertito
Ci vuoi dire di tua spontanea volontà dove si trovava Jonathan? disse la solita voce
< < Mai > > dissi sorridendo divertita
Come vuoi demone, gli effetti saranno come quelli di ieri disse la solita voce
< < Non importa, sopporterò un po' di dolore > > dissi togliendomi una ciocca di capelli da davanti agli occhi 
Questa volta non sarà solo un po' di dolore disse una nuova voce
< < Non mi importa, voi non vedrete nulla mia mente > > dissi con convinzione mentre un forte mal di testa iniziava a crescere, inspirai ed espirai, chiusi gli occhi e il dolore aumentò, quando apri gli occhi trovai una specie di Minotauro gigante, il pelo era nero come la pece, gli occhi rossi come il sangue mi guardavano inferociti, in mano aveva un ascia ben affilata. Mi circondai immediatamente con le fiamme e iniziai a tremare, avevo paura non solo per il Minotauro ma anche per una presenza che avvertivo e che si avvicinava sempre di più con l'intenzione di uccidermi. Mi guardai intorno spaventata, non vedevo nulla se non il buio e il Minotauro. Volevo fuggire, ma non riuscivo a muovere neanche un muscolo, era come se fossi paralizzata. Quando sentii la presenza farsi più opprimente le fiamme avvolsero come a farmi da scudo, caddi a terra e tremai più forte, la testa fece più male urlai di spavento e di dolore. Senti un colpo vibrare vicino a me, gridai più forte e urlai forte il suo nome, come se mi potesse sentire. Volevo lui, solo lui, volevo che venisse ora e che mi liberasse da tutto e mi portasse a casa con se. Volevo che quella tortura finisse e che a porne fine fosse lui, volevo le sue braccia muscolose circondarmi e volevo i suoi dolci baci. Volevo Sebastian e basta! Un altro colpo vibrò accanto a me, tremai e cercai non di urlare, avevo chiuso gli occhi e li strizzavo con forza come se facendo così quella cosa potesse sparire. Restai così per un paio di minuti, tremavo come una foglia e intorno a me sentivo vibrare colpi, alla fine mi decisi, mi alzai in piedi e fece tornare le fiamme a girare intorno a me, non potevo aspettare Sebastian, lui non sarebbe arrivato- probabilmente non sapeva neanche dove stavo. Guardai il Minotauro che ancora stava davanti a me con l'ascia conficcata nel terreno vicino a me, il mal di testa aumentò ancora, ma non ci feci caso. La creatura davanti a me fece per colpirmi con l'ascia, ma bloccai il colpo con le mie solite fiamme nere mentre altre andarono a trafiggerlo prendendo le gambe, le braccia, mentre un altra gli trafisse da parte a parte il petto all'altezza del cuore. Ma quello non si fermò, sembrava come se non l'avessi mai colpito; si liberò dalla mie fiamme e fece per calarmi l'ascia addosso per tagliarmi in due, ma all'ultimo deviò il colpo e l'arma si conficcò a pochi centimetri da me. Fece lo stesso per altre tre volte, io non facevo nulla, lo osservavo solo, la creatura abbassava l'ascia e poi deviava il colpo a poca distanza da me. Ad un certo punto scoppia a ridere divertita, mi ricordai cosa mi aveva detto Jonathan. "Sappi che è tutta un illusione" queste parole mi rimbombavano nella mente, risi ancora più forte
< < Non posso crederci di esserci cascata davvero > > dissi e risi ancora la testa mi mandò una fitta acuta che mi fece finire di ridere, davanti ai miei occhi passarono le immagini di quando stava nella casa in campagna insieme ai miei genitori ed io stavo seduta come sempre davanti al lago a leggere un libro. Tremai e cacciai quelle immagini da davanti agli occhi, però vennero sostituite da altre immagini: io che mi trovavo davanti a casa di mio zio, ero appena arrivata e stringevo il mio pupazzo preferito, sembrava una bambina di cinque anni quando in verità ne avevo undici. Davanti alla porta mi aspettava James e mi sorrideva felice di vedermi. 
Scossi la testa provando a smettere di vedere quelle cose, ma non ci riuscii, la testa mi faceva male, molto di più delle manette, e alla fine arrivò l'immagine peggiore: stavo stesa sul divano a guardare la TV, erano passati mesi da quando ero arrivata e oramai mi ero abituata a stare in quella casa enorme casa. Mio zio arrivò più arrabbiato del solito, sbatté forte la porta d'ingresso, mi alzai in piedi per vedere cosa era successo, appena gli arrivai davanti non feci in tempo a chiedere cosa era successo che mi colpì con uno schiaffo che mi mandò a terra. Lo zio scoppiò a ridere divertito, cercai di scappare, ma lui mi riprese e iniziò a picchiarmi e intanto rideva divertito mentre io tremavo ed ero spaventata. 
L'immagine si dissolse, stavo di nuovo nella sala circolare insieme a quelle strane figure, ero inginocchio e tremavo come una foglia, il mal di testa passò di colpo, le immagini finirono di passarmi davanti, ma io rimasi lì a tremare, le lacrime mi scendevano lentamente lungo il viso
Riportala nella cella disse la solita voce, Jonathan arrivò, mi prese in braccio e mi portò fuori, non opposi nessuna resistenza. Quando fummo fuori mi aggrappai a Jonathan mettendogli le braccia intorno al collo stringendomi contro lui, anche se volevo che al suo posto ci fosse Sebastian. Tremavo ancora quando mi lasciò nella cella e se ne andò via. 
Appena mi misi seduta su quella specie di letto mi raggomitolai su me stessa e iniziai a pingere e a tremare, alla fine mi costrinsi a dormire, volevo cadere in quell'oscurità e non svegliarmi mai più. 
Mi svegliai a causa di un incubo, che neanche ricordavo più; avevo il fiato corto, il cuore che mi batteva all'impazzata, la fronte era completamente bagnata dal sudore. Mi misi seduta, avevo un leggero mal di testa, ma oramai ci stavo facendo l'abitudine ad averceli, mi guardai intorno, ero sempre nella solita cella, guardai al di là delle sbarre e solo allora mi accorsi che davanti a me c'era un altra cella uguale alla mia solo che non c'era nessuno all'interno. Mi alzai in piedi e guardai fuori dalla finestrella; il cielo brillava con le sue stelle ed una falce di luna illumina la distesa d'erba che avevo davanti a me, oltre quelle maledette sbarre che mi bloccavano in quelle quattro mura che odiavo con tutta me stessa. Mi appoggiai al muro e mi misi a fissare il cielo sbarrato che riuscivo a vedere, svuotai completamente la mente; ogni volta che iniziavo a fissare la luna mi rilassavo, osservarla mi faceva sentire come se non avessi problemi, che potevo liberarmi di tutto, che potevo dare tutti i miei problemi alla luna, lei li avrebbe risolti, li avrebbe sopportati al posti mio...
< < Wendy > > disse una voce dietro di me, sobbalzai per lo spavento, mi girai e trovai Magnus che mi osservava
< < Ciao Magnus > > dissi facendo un mezzo sorriso, mi aveva distratto dai miei pensieri e mi aveva fatto ricadere nella realtà con troppa velocità, mi sentivo sbilanciata < < come va? > > chiesi continuando a sorridere
< < Tutto apposto, grazie. Non mi va di fare giri di parole, perciò andiamo subito al punto: perché non vuoi dire dove si trova Jonathan? > > mi chiese secco, io abbassai lo sguardo e iniziai a torturarmi le dita
< < Perché non voglio, punto > > dissi seccata, perché proprio Magnus mi doveva fare una domanda del genere? Non poteva farmela il mio carceriere?
< < Lui non è come credi. Con te finge di essere dolce e gentile, in verità da te vuole solo una cosa > > disse Magnus incrociando le braccia al petto
< < E cosa? Illuminami > > dissi esasperata
< < Non ne sono sicuro, ma, fidati, lui non è né buono né dolce o tutte le cose che credi. Ti sfrutta solo > > 
< < E per cosa mi dovrebbe sfruttare? > > 
< < Te l'ho detto non ne sono sicuro, ma non è come credi che è > > 
< < E due, non sono stupida ho capito che lui non è come io credo, ma non mi importa. Voi lo accusate per aver ucciso delle persone, ma ti do uno novità anch'io ho ucciso, e ti dico pure che mi sono divertita a vederli morti. Ho ucciso solo per divertimento, perché mi dava fastidio solo la loro presenza. Mi sono divertita a vederli mentre urlavano di dolore, e mi sono divertita ancora di più quando li ho uccisi molto, molto lentamente, mentre mi pregavano di smetterla, perché non ne potevano più di tutto il dolore che stavo provocando > > dicevo mentre mi avvicinavo lentamente alle sbarre e puntavo il dito sulle tre stelle che avevo tatuato sul fianco < < quindi fra me e Sebastian il vero demone sono io, non lui. Ero così felice nel vederli morti, mi sentivo potente. Li ho uccisi e non mi è importato nulla > > dissi arrivandogli davanti
< < Tu te ne sei pentita, lui non se pente, anzi ne va pure orgoglioso > > disse Magnus che per tutto mio monologo non aveva battuto ciglio. A quelle parole scoppiai a ridere
< < Pentirmene? Io? > > scoppiai di nuovo a ridere < < no Magnus, non me ne sono pentita, anzi sono ancora felice di quello che ho fatto > > 
< < Stai mentendo > > 
< < Non ti sto mentendo. Che c'è non credi che un demone come me possa fare una cosa del genere? Che solo perché ho una parte umana non possa fare del male a chiunque mi passi davanti? > > 
< < Non ti credo per il semplice fatto, che quando hai potuto non hai ucciso nessuno > > 
< < Ho ucciso cinque persone da quando sono qui... > > 
< < Perché non sai controllare il tuo potere > > 
< < Si che lo so controllare... > > 
< < Per un certo limite di tempo, poi perdi il controllo, in potere prende il sopravvento ed esplodi > > disse con un sorriso soddisfatto, io rimase per alcuni secondi a bocca aperta, come faceva a saperlo? Da quando tutti sapevano tutto di me?
< < Se è questa l'illusione che ti sei fatto, te lo faccio credere > > dissi con un sorriso beffardo
< < Non è un illusione, è la semplice verità > > disse tornando serio
< < Libero di credere quello che vuoi > > dissi con un gesto della mano che sembrava quello che cacciare una mosca
< < Se vuoi ti posso aiutare a controllare il tuo potere > > disse sorridendo, abbassai lo sguardo e iniziai a torturarmi le mani
< < E come faresti? > > chiesi scuotendo la testa per togliermi i capelli che mi ero caduti davanti al viso
< < Sono il Sommo stregone posso aiutare un piccolo demone con i suoi potere > > disse continuando a sorridere
< < Non sono piccola > > borbottai irritata, Magnus infilò un braccio tra le sbarre e mi scombinò tutti capelli < < ehi, già sono orribile di loro, non ti ci mettere anche tu > > dissi allontanandomi e cercando di rimetterli apposto, mentre lui sorrideva divertito
< < Perché sei bendata? > > chiese curioso
< < A quanto pare io, rune e magia non andiamo molto d'accordo > > dissi scrollando le spalle
< < Aspetta un attimo > > disse e scomparì subito. Aspettandolo mi misi seduta su quella specie di letto e guardai il pavimento. Dopo cinque minuti la serratura della cella scattò alzai lo sguardo e trovai Magnus insieme a Jonathan che entravano
< < Mettete ansia > > dissi solo alzandomi in piedi
< < Tranquilla ti voglio solo curare > > disse Magnus, Jonathan mi tolse le bende rivelando parti completamente bruciate, mi venne vomitare appena vidi, invece Magnus rimase impassibile. Una strana luce azzurra brillò fra le sue dita e appena la luce toccò le parti bruciate quelle subito si rimarginarono facendomi sentire molto meglio. Quando terminò mi sentivo leggera come una piuma
< < Grazie mille > > dissi sorridendo e di slancio lo abbracciai, per curarmi i polsi Jonathan mi aveva tolto le manette così ora potevo abbracciare forte Magnus
< < Di nulla piccola > > dissi Magnus dopo un attimo di sorpresa e mi strinse a se. Dopo un po' Magnus e Jonathan se n'è andarono, io mi sdraiai sul "letto" e mi addormentai all'instante. 
Mi svegliai, nuovamente, ma questa volta da sola, mi sembravano essere passati solo cinque secondi da quando mi ero addormentata. Guadai intorno a me alla ricerca della causa per cui mi ero svegliata, e trovai due tizi che buttavano nella cella difronte alla mia un ragazzo. Quando se ne andarono vidi i miei familiari capelli bianchi e gli occhi neri che tanto amavo e che mi guardavano confusi
< < Sebastian > > dissi con sussurro
 
~Angolo dell'autrice~ 
Salve a tutti 😃  Auguri di Pasqua e pasquetta
Ho aggiornato in tempo record *^* sono orgogliosa di me *^* -anche se il capitolo è un po' piccolo, spero che mi perdoniate.... 
La nostra Wendy e Seb sono insieme ad Alicante e ho in serbo per loro tante cose mentre sono lì *risata malvagia*
Ringrazio sempre Lena, non finirò mai di ringraziarti per tutte le recensione che mi lasci *^* ti adoro tanto, e ringrazio le persone che mi hanno messo tra le preferite, ricordate e seguite
Fatemi sapere cosa ne pensate, gli errori, insomma tutto
Bacionii 💜💜

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Capitolo 9
*** IX capitolo ***


< < Sebastian > > dissi con sussurro, gattonai fino davanti le sbarre per essere sicura che fosse lui, Sebastian si alzò a sedere e continuò a guardarmi confuso
< < Wendy... Che ci fai qui? > > chiese osservandomi
< < Mah, volevo prendermi una vacanza e ho pensato:" Perché non andare in una lurida cella in un luogo sperduto del mondo?" E così mi sono ritrovata qui, tanto per essere originale > > dissi sorridendo divertita, lo vidi sollevare gli angoli della bocca divertito < < tu invece che ci fai qui? > > chiesi sorridendo divertita
< < Sono venuto a trovarti > > dissi lui divertito
< < Oh che tesoro... Peccato che qui il servizio è un po' scadente > > dissi fingendomi dispiaciuta
< < Ti hanno fatto del male? > > chiese diventando all'improvviso irritato
< < Sono un demone e so dove si nasconde un super cattivo, ho un trattamento speciale > > dissi facendogli l'occhiolino
< < Che ti hanno fatto? > > disse ancora più irritato, aveva serrato la mascella e le mani si erano strette a pugni
< < Mah nulla di che non ti preoccupare, sono ancora viva perciò... > > dissi con una scrollata di spalle < < anche se devo dire che ho un po' di fame > > continuai prima che lui avesse il tempo di aprire la bocca
< < Ti hanno dato del sangue? > > chiese curioso
< < Non fame nel senso di demone, fame nel senso umano... Tipo voglia di un hot dog > > dissi passandomi una mano sullo stomaco < < o ciambelle > > dissi con occhi sognanti, vidi Sebastian sorridere divertito
< < Mi sa che sei l'unico essere vivente che pensa a mangiare in una situazione del genere > > disse sorridendo divertito
< < A cosa dovrei pensare? A come sarà la prossima tortura che mi faranno? Sinceramente preferisco pensare al cibo > > 
< < Come tortura? > > chiese lui diventando irritato
< < Ehm... Nulla preoccupante > > dissi scacciando la domanda con un gesto della mano
< < Wendy rispondimi > > disse contraendo ancora di più i muscoli già tesi
< < Sinceramente ora ho un po' di sonno, mi sa che vado a dormire > > dissi stiracchiandomi e alzandomi in piedi
< < Wendy > > disse lui in tono di rimprovero 
< < Buonanotte Seb > > dissi andando verso il letto
< < Wendy > > disse lui più forte e più arrabbiato
< < Sogni d'oro tesoro > > dissi sdraiandomi dandogli le spalle
< < Wendy, Wendy > > iniziò Sebastian ad assillarmi chiamandomi con tono divertito
< < Smettila, fammi dormire > > dissi irritata
< < Tu rispondimi ed io me la smetto > > dissi ancora divertito
< < No > > dissi secca e lui riprese a chiamarmi < < Seb avevo un fratello più piccolo che tutte le notte piangeva, è completamente inutile che continui a chiamarmi, sono abbastanza abituata > > dissi dopo qualche minuto che mi chiamava, ma lui non smette e rinunciai al fatto che potessi dormire in santa pace. Rilassai i muscoli, regolarizzai il respiro, mi concentrai su una melodia e dopo poco mi addormentai.
 
Mi svegliai con qualcuno che mi pizzicava le guancia
< < Mh.... Ancora cinque minuti > > dissi raggomitolandomi dall'altra parte
< < Okay allora il caffè lo bevo io > > disse la voce di Jonathan
< < No > > dissi balzando in piedi, fissai Jonathan che stava inginocchiato davanti a me e in mano aveva una tazza fumante e un cornetto. Iniziai a saltellare da una parte all'altra felice
< < Grazie > > dissi abbracciandolo -per quando mi era possibile- quasi stritolandolo e poi gli strappai tutto dalle mani e mi misi subito a mangiare
< < Beh di nulla... Credo.... Non farlo più > > disse ancora sconvolto dal mio "attacco"
< < Perché? > > dissi con la bocca piena di cornetto
< < Non si parla con la bocca piena > > disse lui facendo una smorfia di disgusto
< < Perché? > > chiesi ingoiando tutto con un sorso di caffè
< < È disgustoso > > disse con una smorfia
< < Mh... Scusa > > dissi prendendo un altro sorso di caffè, mi sporsi a vedere cosa faceva Sebastian e lo trovai che stava ancora dormendo profondamente < < devo proprio andare da quei tizi? > > chiesi con sussurro, prendendo un altro sorso di caffè e continuando a fissare Sebastian 
< < Si > > disse lui secco, osservandomi
< < Come mai sta mattina mi hai portato il caffè? Gli altri giorni non mi davi nulla > > dissi mangiando l'ultimo pezzo di cornetto
< < Ieri ti ho sentito parlare con lui > > disse scrollando le spalle
< < Origliare è maleducazione > > dissi fulminandolo con un occhiata, lui sorrise divertito
< < Se non avessi origliato non avresti mangiato neanche oggi > > disse guardandomi dall'alto in basso
< < Rimane il fatto che hai origliato, maleducato > > dissi indignata
< < Si certo, ora andiamo > > disse lui seccato
< < No, non ci voglio andare > > dissi mettendomi seduta
< < Non iniziare a fare la bambina capricciosa, dobbiamo andare e basta > > disse prendendola per avambraccio e trascinandola fuori
< < No > > mi lamentai tentando di oppormi, di restare in cella, ma senza successo
< < Avanti su > > disse strattonandomi fuori, continuai ad oppormi fino a davanti a quella porta che oramai mi era diventata familiare e Jonathan mi portò nel corridoio dell'altra volta < < si può sapere che stai facendo? > > chiese iniziando a scuotermi per le spalle
< < Non voglio tornare da quei tizi > > dissi seccata
< < Ma se fino ad adesso non hai fatto storie > > sbraitò lui, io non risposi e guardai per terra < < non mi dire che è perché c'è il tuo fidanzato > > dissi lui ancora più seccato
< < E anche se fosse? Quale sarebbe il problema? Tu non sai cosa mi fanno vedere, non sai il dolore che mi fanno provare, quindi non venirmi a fare la predica > > sbottai, lui mi guardò impassibile e alla fine sbuffò
< < Tanto devi venire comunque, che tu voglia o no > > disse seccato
< < Perché? > > chiesi curiosa
< < Perché... Vogliono capire perché tu sei l'unico demone capace di far morire qualsiasi cosa tocchi > > disse guardando a terra
< < Me lo potrebbero chiedere, la risposta è facile, mia madre mi ha maledetta > > dissi scrollando le spalle
< < Perché? > > 
< < Boh, l'ultima volta che l'ho vista mi ha detto che era felice di non avermi tra i piedi, che sono completamente inutile e che non posso essere definita demone per la mia umanità > > dissi scrollando le spalle
< < Oh... Sai chi è? > > 
< < Chi? > >
< < Tua madre > > 
< < No > > mentii, non volevo che tutti sapessero cose su di me, lui mi squadrò per un attimo, sbuffò e mi portò nella solita sala circolare.
Salve demone disse la solita voce nella mia mente
< < Buongiorno > > dissi io educatamente, il mal di testa iniziò a crescere < < neanche sono entrata e già volete torturami? Mamma mia un po' di educazione > > dissi seccata
Non si può essere educati con un demone disse la familiare voce, sbuffai seccata
< < Non sono solo un demone, sono anche umana! Quante volte lo dovrò dire?! > > chiesi seccata, mi misi seduta per terra, tanto tra poco mi ci sarei trovata quindi tanto valeva mettersi da subito < < che volete? Sebastian sta qua, trovo inutile continuare a torturarmi > > dissi appoggiando il mento sulla mano che avevo messo sopra il ginocchio
Vogliamo sapere perché tu sei l'unico essere a sapere usare quelle cose che uccidono disse sempre la solita voce
< < Mia madre mi ha maledetto > > dissi scrollando le spalle come avevo fatto prima con Jonathan 
Perché ti ha maledetto? mi chiese un altra voce
< < Boh non lo so > > dissi guardando il tizio che stava davanti a me, aveva il volto coperto dal cappuccio che gli oscurava l'intera faccia, stava iniziando ad irritarmi il fatto che non potevo vederli in faccia
Sai chi è la tua creatrice? chiese un altra voce ancora
< < No > > dissi di getto, forse parlai troppo in fretta perché un dolore acuto mi invase la testa
Non mentire disse un altra voce ancora
< < Non so chi è > > continuai a dire, in fondo era la verità, sapevo il suo aspetto fisico, ma non il suo nome
Bene... L'hai voluta tu demone disse un altra voce ancora è un dolore lancinante si infuse nella mia testa, borbottai delle imprecazioni e guardai un punto fisso per terra, cercavo di non farci caso, ma senza tanti successi, chiusi gli occhi e rilassai i muscoli che erano diventati tesi come corde di violino. Quando li riaprii trovai intorno tutto buio, mi alzai in piedi, davanti a me comparve un ragazzo con in mano una spada dalla lama lunga; io lo guardai confusa e quello iniziò ad avvicinarsi. Quando fu a pochi centimetri da me fece per farmi un affondo, ma le mie solite fiamme nere mi avvolsero e il colpo non andò a segno, mi scansai e le fiamme bloccarono il ragazzo trapassandogli le spalle, gambe e una si fermò sopra il petto. Un urlo mi riportò alla realtà, mi trovai nella sala circolare, davanti a me c'era veramente il ragazzo che stavo per uccidere. Iniziai ad urlare terrorizzata, le fiamme si dissolsero e il ragazzo crollò a terra continuando ad urlare. Iniziai a camminare all'indietro portandomi le mani davanti alla bocca continuando ad urlare spaventata, fino a quando non andai a sbattere contro un muro di carne ed ossa, voltai solo il viso e trovai Jonathan che mi tenne ferma, volevo scappare andarmene, ma lui mi tenne là dentro. Intorno a me tornò tutto intorno buio, il male alla testa persisteva, davanti a me passarono le immagini di quando incontrai per la prima volta Nagisa. 
Era il primo giorno di scuola delle medie, mi ero appena trasferita dallo zio e io mi guardavo intorno disorientata; tutti mi guardavano male, probabilmente per i miei capelli neri come la pece lunghi fino al fianco e miei occhi rossi che splendevano. Mi misi seduta da sola all'ultimo banco mentre tutti iniziarono a parlare e a fissarmi, fino a quando non entro Nagisa, appena mi vide saltellò fino davanti al mio banco con un sorriso da orecchio a orecchio
< < Ciao io sono Nagisa, tu sei? > > chiese lei continuando a sorridere
< < Mi chiamo Wendy > > dissi io leggermente in imbarazzo, mi guardai intorno e gli altri ragazzi stavano parlando ancora di me, abbassai lo sguardo e iniziai a torturarmi le dita
< < Ehi che avete da parlare? È solo una ragazza nuova, fatevi gli affari vostri > > disse lei puntando il dito contro i ragazzi che stavano mi stavano prendendo in giro e quelli se la smisero subito. Io rimasi a bocca aperta, nessuno mi aveva mai difeso o come aveva fatto lei, quando tornò a guardarmi io le sorrisi di gratitudine e da lì non ci separammo mai più.
Mi trovai di nuovo in quella sala circolare, ero stesa a terra e tremavo. Intorno diventò di nuovo tutto nero, mi alzai a sedere e mi guardai intorno confusa, davanti a me comparve un altro ragazzo, tremai più forte e cercai di scappare, ma qualcosa mi teneva inchiodata a terra. Quando il ragazzo arrivò a poco da me fece per infilzarmi con la spada, ma le mie solite fiamme nere mi avvolsero proteggendomi. Il ragazzo continuò a provare a colpirmi, ma le fiamme mi proteggevano bloccando qualsiasi colpo. Alla fine una fiamma trafisse da parte a parte il braccio con cui il ragazzo teneva la spada, così che fu costretto a lasciar cadere a terra la spada. L'urlo di dolore mi riportò alla realtà, nella solita sala circolare e le immagini mi passarono davanti come se fosse un film: ero in macchina con i miei genitori, avevo circa cinque anni. Stavamo tornando a casa da una serata al cinema, al posto accanto al guidatore c'era mio fratello di quattro anni che non smetteva di parlare neanche per un secondo. Stavamo ridendo per qualche battuta che aveva detto mio padre quando una macchina ci si parò davanti e ci scontrammo. Da lì non ricordavo più nulla se non che mi sono svegliata in ospedale con qualche livido addosso, ma nulla di che. 
Di nuovo stavo nella sala circolare, ora stavo raggomitolata su me stessa e tremavo come una foglia. Ebbi appena il tempo di posare lo sguardo sul viso preoccupato di Jonathan e subito tutto divenne intorno diventò nuovamente buoi. La testa stava per scoppiare, le fiamme mi avvolsero come al solito e dopo un attimo scoppiai, non facendocela più di tutto, volevo abbandonarmi veramente al buio più assoluto per non svegliarmi più e non sentire più quel dolore.
 
Mi svegliai con Jonathan mi stava portando in braccio, aprii piano gli occhi, ma non fece nulla per scendere dalle sue braccia
< < C'è la fai a camminare da sola? > > chiese dolcemente Jonathan, scossi la testa e tremai ancora di più, toccare terra equivaleva a dare morte a tutto e io non volevo < < Wendy, non hai ucciso nessuno, stai tranquilla > > disse più dolcemente possibile 
< < No, no non è vero, io porto solo morte, no no > > dissi tremante e scossi violentemente la testa, sentii Jonathan sospirare esasperato. Rimanemmo in silenzio
< < Seb, voglio Seb > > dissi iniziando ad agitarmi
< < Wendy, per favore... > > disse lui guardandomi preoccupato
< < Sebastian > > iniziai ad urlare ed ad agitarmi
< < Wendy... Per favore > > provò a dire lui, ma io lo bloccai urlando ancora più forte < < va bene, basta, ti porto da lui > > disse esasperato, sorrisi e mi abbracciai da sola e iniziai a dire il nome di Sebastian come se fossi una pazza. Jonathan sospirò irritato, ma rimase in silenzio
< < Siamo quasi arrivati, smettila se non vuoi fare la figura della pazza > > disse Jonathan irritato
< < Sebastian > > iniziai a gridare, davanti ai miei occhi ritornarono le immagine di morte, ripresi a tremare come una foglia < < no, no, no > > sussurrai e urlai di nuovo spaventata
< < Wendy > > sentii gridare Sebastian
< < Dai stai calma > > sentii dire Jonathan, ma io non smettevo di urlare, le immagini continuavano a passare davanti ai miei occhi. Sentii una serratura scattare
< < Che diavolo le avete fatto? > > sentii ringhiare Sebastian, mentre delle nuove braccia muscolose mi prendevano in braccio, Jonathan non rispose e io mi rimisi a gridare ancora più spaventata
< < Sono qui tranquilla > > mi sussurrò la voce di Sebastian all'orecchio, mi aggrappai al suo collo e ripresi a tremare, sentii la cella chiudersi, e poi qualcuno che mi metteva a sdraiata su un letto
< < Seb > > dissi tremante
< < Sono qui, tranquilla, stai calma > > disse, sentivo il suo braccio che mi teneva la testa alta come se fosse un cuscino, una mano mi accarezzava la guancia, continuavo a tremare come una foglia, gli circondai il collo con le braccia e mi strinsi a lui nascondendo il viso tra l'incavo del collo e della spalla, stando ben attenta a non chiudere gli occhi. Lui mi abbracciò, mi strinse di più a se e mi lasciò un bacio sulla tempia
< < Va tutto bene, è tutto finito, calma > > disse con tono dolce mentre continuava a coccolarmi
< < Sono un mostro, sono capace solo ad uccidere > > dissi singhiozzando, avevo iniziato a piangere e neanche me ne ero resa conto
< < No, non sei un mostro > > disse con voce dura < < hai ucciso è vero, ma non per questo sei un mostro > > disse più dolcemente continuando a coccolarmi, mi strinse mi forte
< < Ho paura > > confessai alla fine affondando di più viso contro di lui, pinsi più forte, tremavo peggio di una foglia 
< < Ti giuro che tra poco c'è ne andiamo di qua. Ti prometto che non ti faranno più nulla, rimarrai con me e non ti toccherà più nessuno, piccola mia > > mi sussurrò all'orecchio, gli misi le mani sul petto e strinsi forte la sua maglietta. Sebastian mi lascio piangere mentre lui mi coccolava, mi ritrovai a stare sdraiata sopra di lui mentre eravamo stesi sul letto. Lo guardai e lui mi rivolse uno sguardo pieno di dolcezza, mi lasciò un dolce bacio sulla fronte, rotolammo di fianco- io stavo addosso al muro- e lentamente mi addormentai mentre lui continuava a stringermi a se e a tranquillizzarmi.
 
Mi svegliai nuovamente da sola, avevo un leggero mal di testa, ma orami ero abituata ad averceli; sentivo le braccia di Sebastian che continuavano a stringermi a se, il suo respiro che mi bagnava leggermente le labbra. Aprii piano gli occhi e trovai Sebastian addormentato, i lineamenti completamente rilassati, mi ricordava un bambino sulle braccia della madre. Alcune ciocche bianche gli cadevano sul viso, così, cercando di essere più delicata possibile, li spostai rimettendoli in ordine, dopodiché presi a tracciare con il dito tutti i suoi lineamenti del viso, continuando ad essere leggera. Quando portai gli occhi sulle palpebre chiuse di Sebastian mi sorpresi a trovare due pozze nere che mi guardavano dolcemente
< < Ti ho svegliato? > > chiesi già sentendomi in colpo di averlo tolto dalle braccia di Morfeo
< < No, tranquilla > > disse dandomi un bacio sulla fronte, passò una mano sul collo e iniziò ad accarezzarmi la guancia con il pollice < < ti va di dirmi cosa ti hanno fatto? > > chiese dolcemente, abbassai lo sguardo, mi strinsi a lui e scossi la testa. Lo sentii sospirare e mi strinse a se lasciandomi un bacio sulla base del collo. Rimanemmo così per po', io ispiravo a fondo il suo profumo per trattenere le lacrime che premevano per uscire, mentre lui mi accarezzava la schiena
< < Tanto per curiosità... Perché sei vestita in questo modo? > > chiese lui curioso e solo allora mi accorsi che solo gli short si erano quasi salvati da una strage: la maglietta verde era diventata un top che si reggeva per puro miracolo; la scollatura si stava per rompere così da far vere in minima parte il reggiseno bianco a fiori; le maniche erano completamente bruciate fino alle spalle; tutti i tatuaggi erano in bella vista e le scarpe erano andate a farsi benedire, praticamente camminavo calza
< < Ehm... Ero andata in discoteca, ma giuro che la maglietta era più lunga > > dissi arrossendo leggermente
< < Immagino che anche questi erano lunghi > > disse toccandomi la coscia scoperta
< < Si, certo, che domande?! Erano lunghi > > dissi continuando a non guardarlo
< < Sei una pessima bugiarda > > mi sussurrò all'orecchio < < spero che nessuno abbia osato toccarti vestita così > > disse con tono che mi ricordava il geloso
< < Geloso? > > chiesi per provocarlo
< < Per niente > > disse sorridendo divertito, a quelle parole sentii qualcosa dentro di me iniziare a spezzarsi. Bene ora era guerra, l'aveva voluta lui
< < Quindi non ti importerebbe se Jonathan iniziasse a toccarmi? > > dissi con voce provocatoria e sensuale
< < Certo che no > > disse sorridendo divertito. Le sue parole mi disintegrarono completamente, ma non demorsi, non poteva definirsi il mio fidanzato e poi non fare nulla per provarmelo
< < Quindi non ti importerebbe se lui iniziasse a toccarmi così > > dissi iniziando a toccargli gli addominali con movimenti lenti e delicati, salendo fino al petto stuzzicando dei punti sensibili < < e iniziasse a fare questo > > sussurrai con voce rauca iniziando a baciargli il collo senza togliere le mani. Appena appoggiai le labbra sul collo sentii una voglia matta di assaggiare la sua pelle, così schiusi le labbra e quasi senza accorgermene gli feci un succhiotto
< < Ti avverto, stai giocando con il fuoco > > sussurrò con voce molto rauca che quasi non sembrava la sua, mi fermai per un secondo, non sapevo se fermarmi o continuare, ma decisi di non fermarmi, ero disposta a tutto pur di fargli rimangiare tutto quello che aveva detto 
< < Non importa, mi scotterò > > dissi provocatoria, riprendendo la mia scia di baci umidi. Lui fece scivolare le mani fino al mio fondoschiena e lo strinse forte, mentre io gemetti, lui approfittò del fatto che mi ero leggermente staccata dal suo collo per far incontrare le nostre labbra in un bacio famelico e pieno di passione
< < Allora ti darebbe fastidio? > > sussurrai staccandomi di poco
< < Molto > > sussurrò lui riprendendosi le mie labbra
< < Mi dispiace interrompervi, ma Wendy devi tornare nella tua cella > > disse la Jonathan, Sebastian emise una specie di ringhio contrariato
< < Lei non si muove da qui > > ringhiò lui mettendosi in piedi
< < Non mi va di mettermi nei guai a causa vostra, quindi non rompere > > ringhiò a sua volta Jonathan, i due continuarono a guardarsi in cagnesco < < muoviti Wendy > > disse alla fine Jonathan girandosi verso la dirette interessata
< < Perché? > > chiesi confusa
< < Perché stanno per venire a prendere il tuo fidanzato e se vi trovano insieme mi trovo nei guai io e non mi va di vere noie... Quindi sbrigati > > ordinò Jonathan guardandomi; io non sapevo che fare, seguire quello che mi dice Jonathan come un cagnolino o rimanere lì con Sebastian che continuava a guardare in cagnesco Jonathan
< < Non mi importa che tu avrai noie, lei rimane qui e tu non la porterai da nessuna parte > > ringhiò Sebastian
< < Bene visto che ci tieni tanto vedila così, se non la metto nella sua cella sarà nei guai anche lei e probabilmente la uccideranno, tanto oramai a loro non gli importa più nulla, visto che ora hanno te > > disse Jonathan incrociando le braccia al petto, Sebastian emise un ringhio, si girò verso di me e mi fece cenno di andare, ma si vedeva che gli dava fastidio seguire ciò che diceva Jonathan. Mi alzai e fece come mi aveva detto. Quando gli passai davanti per uscire, Sebastian mi bloccò per polso, mi fece girare verso di lui e mi baciò con passione, stringendomi a se con un braccio intorno ai miei fianchi. Quando si staccò mi guardò dolcemente e poi fece un sorriso divertito a Jonathan che ci guardava impassibile, ma notai che aveva serrato la mascella come se la cosa gli desse fastidio. Intuii che probabilmente Sebastian l'aveva fatto per "marcare" il suo territorio, non sapevo se sentirmi offesa dal fatto che non aveva abbastanza fiducia in me da dover ricordarmi che sono solo sua o se sentirmi soddisfatta perché lui voleva dimostrare che io sono solo sua e di nessun altro
< < Finito con lo spettacolo? > > chiese Jonathan irritato
< < Che c'è ti da fastidio? > > chiese Sebastian per provocare tenendomi ancora stretta a se
< < Perché dovrebbe darmi fastidio? > > chiese l'altro ancora irritato
< < Beh, sembra che ti dà fastidio > > disse lui divertito
< < Andiamo Wendy > > disse Jonathan irritato, mi prese per il polso e mi trascinò fuori, chiuse la cella di Sebastian e a me mi buttò come un sacco di patate dentro la mia
< < Ehi non c'è bisogno di essere così sgarbati > > gli dissi offesa dopo che ebbe chiuso la cella, lui si limitò a farmi l'occhiolino e se ne andò < < idiota > > borbottai guardando il punto dove avevo strusciato quando mi aveva buttato, la pelle si era solo un po' alzata ed era solo un po' arrossata, ma nulla di che. Sebastian non fece in tempo a chiedermi nulla che due uomini che sembravano più due energumeni entrarono nella sua cella e lo portarono via.
 
~ Angolo dell'autrice ~
Salve a tutti ❤️❤️
Non so se questo capitolo l'ho messo in ritardo o in anticipo, ho perso un po' il senso del tempo ultimamente... In questo capitolo Wendy e Seb -almeno secondo me- sono adorabili *^* ma sarà tutto vero? Sinceramente non lo so neanche io... Chissà che ne sarà del povero Seb, portato via da due energumeni 😖
Allora come al solito ringrazio tutte le persone che mi hanno messo tra ricordate, preferite e seguite
Ringrazio di tutto cuore Lena che adoro sempre di più e ringrazio anche Gaia per le recensioni che mi lasciano entrambe 😘
Ditemi qualsiasi cosa, consigli, errori, cose da migliorare ecc...
Bacioni a tutti ❤️❤️
 

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Capitolo 10
*** X capitolo ***


Passarono ore, in cui mi torturai il cervello a pensare a cosa stessero facendo al mio Sebastian e sperando che non gli stessero facendo del male. Quando tornò in cella per un attimo mi sentii felice, ma c'era un unico problema: lui era svenuto. I due energumeni di prima lo buttarono nella cella, come faceva Jonathan con me e se ne andarono, d'istinto emisi un leggero ringhio per come trattavano il mio Sebastian, come potevano trattarlo in quel modo? Quando furono abbastanza lontani creai delle colonne nere come la pece che presero Sebastian delicatamente in braccio e con la stessa delicatezza lo misero sul letto. Cambia la forma delle colonne e le feci diventare delle sottili linee e con quelle gli spostai i capelli davanti al viso e lo accarezzai dolcemente. Feci scomparire tutto e mi misi a gattoni con il fiato corto, la schiena completamente sudata, non c'è la facevo più, ero stanca morta, anche se avevo fatto poco e nulla mi sentivo comunque stanca, tornai a gattoni verso il letto e appena mi sdraiai mi addormentai di schianto. 
 
Mi svegliai con qualcuno che mi stava scrollando per le spalle, aprii piano gli occhi e trovai Jonathan che mi sovrastava, non feci in tempo a fare o dire qualcosa che mi trovai ad inciampare per non cadere in un corridoio che non avevo mai visto. Mi sentivo stordita, tutto il mondo girava vorticosamente e quasi non c'è la facevo a reggermi in piedi
< < Jonathan piano > > mi lamentai inciampando un altra volta
< < Muoviti > > disse buttandomi in avanti e io, ovviamente, caddi a terra
< < Ma che hai? Ti sei svegliato con la luna storta? > > gli dissi seccata rimettendomi lentamente in piedi
< < Può darsi. Ora muoviti > > mi ringhiò contro
< < No ora mi spieghi che cavolo succede. Prima era carino e ora sembra che mi uccidere... > > 
< < Sei solo un demone. E poi con te non sono mai stato carino, perciò ora muoviti, o sarò costretto ad usare lo stilo > > disse con un ghigno da sadico stampato sul viso. Borbottando iniziai a camminare
< < Scommetto che ti rode perché ieri non ti ho obbedito come un cagnolino e non sono uscita quando me l'hai detto tu > > dissi senza neanche girarsi a guardarlo
< < Certo, come no > > disse lui ironico < < sei libera di credere ciò che vuoi > > e da lì non ci dicemmo più nulla fino a quando non arrivammo davanti ad una porta, era di legno chiaro e sopra c'era degli strani disegni neri, con linee armoniose. Jonathan mi spinse dentro e subito dopo chiuse la porta senza entrare. Mi trovai in una stanza quadrata, senza finestre, la luce era data da delle strane pietre che brillavano di luce propria, al centro della stanza c'era una specie di sdraio con accanto un comodino pieno di attrezzi su cui neanche mi soffermarmi a vendere. Non mi mossi di un millimetro, avevo paura di quello che mi avrebbero fatto in quella stanza, davanti a me si materializzò da nulla la solita figura con la toga
Vieni, non voglio farti nulla disse la solita voce che mi accoglieva nell'altra sala, da me soprannominata: sala delle torture.
< < Che vuoi fare? > > chiesi titubante, cercai di rischiare le fiamme nere, ma non ci riuscivo, era come se non potessi usare i miei poteri e questo mi fece sentire come allo scoperto, se mi avessero attaccato non avrei potuto fare nulla
Non voglio farti del male, voglio solo prendere un po' di sangue per analizzarlo disse la figura andando verso la sdraio, io lo seguii titubante
< < Perché vuoi analizzare il mio sangue? > > chiesi fermandomi a debita distanza, se fosse successo qualcosa sarei potuta scappare
Tu sei l'unico demone capace ad usare un potere del genere, voglio scoprire se ce ne sono altri come te disse mettendosi davanti alla sdraio 
< < Non c'è sono altri, solo io posso evocare quelle cose > > dissi osservandolo
Se non ti dispiace vorrei controllare
< < D'accordo, tanto non ho scelta > > sbuffai e mi sdraiai, quello si avvicinò e mi tolse le manette < < posso farti una domanda? > > chiesi, era più forte di me ero troppo curiosa
Dimmi disse lui tranquillamente
< < Perché tutti quelli vestiti come te hanno il cappuccio calato? > > chiesi cercando di vedere oltre il buio del cappuccio
Ti spaventerebbe quello che vedresti disse lui e immaginai che sotto quell'oscurità stesse facendo un sorriso divertito
< < Secondo me no, dai fai vedere > > dissi sorridendo divertita
Ti avevo avvertita disse e si tolse il cappuccio rivelando un volto bianco, la bocca cucita, le orbite degli occhi vuote. Rabbrividii e rimasi a bocca aperta, però non mi spaventò più di tanto, vedevo ogni sera i peggiori film orrore che facevano più paura di quella visione
< < Wow... L'hai voluto o te l'hanno fatto fare? > > chiesi osservandolo
Un po' tutte e due disse calandosi il cappuccio e girandosi a prendere una siringa
< < Come fai a vedere? > > chiesi curiosa
Lungo da spiegare sintetizzò, mi prese il braccio, rabbrividì sentendo la pelle fredda come il ghiaccio; mi lego un laccetto di gomma appena sotto la spalla, aspetto qualche minuto, tastò sul gomito e dopo aver trovato la vena prese l'ago, inspirai per non sentire l'ago che penetrava nella carne e dopo vidi la provetta riempirsi di sangue nero. Dopo aver riempito una ne prese un altra e fece così per altre otto volte. Quando finì ero completamente rilassata sul lettino senza più nessuna forza, il buco dell'ago si rimarginò in un secondo e anche il livido in poco tempo sparì
Forse avresti bisogno di magiare disse nella mia testa, io mi limitai ad annuire che mangi di solito? Non credo che mangi cose normali vero?
< < Vorrei un cornetto strapieno di Nutella > > dissi, mi sentivo come se mi avessero drogata, lui restò lì a "guardarmi" < < che c'è? > > chiesi confusa
Vede che posso fare disse e se ne andò facendo entrare Jonathan
< < Ti sei drogata? > > chiese lui divertito
< < No mi hanno tolto 5 litri di sangue > > dissi vedendo il mondo girare
< < Se ti togliessero 5 litri moriresti dissanguata > > disse senza allontanarsi dalla porta
< < Ero ironica > > dissi seccata alzai lo sguardo al soffitto
< < Come mai ti hanno tolto del sangue? > > chiese curioso
< < A quanto pare voglio giocare a fare gli scienziati pazzi qua > > dissi mettendomi seduta e il mondo giro più velocemente. Rimanemmo in silenzio fino a quando non tornò quel uomo
Puoi andare disse a Jonathan che scomparì dietro la porta, quello si avvicinò a me e mi diete un cornetto che dall'aspetto sembrava semplice. Lo mangiai con calma- dentro non c'era nulla, mi aveva ingannato
< < Posso farti un altra domanda > > chiesi a metà cornetto
Dimmi disse semplicemente mentre mi osservava mangiare
< < Come ti chiami? > > chiesi curiosa
Chiamami Fratello Zaccaria disse semplicemente
< < Va bene anche solo Zaccaria o Zac? > > 
Fratello Zaccaria ripeté
< < D'accordo Fratello > > dissi sorridendo divertita, rimanemmo in silenzio fino a quando non finii di mangiare < < posso farti una domanda? > > chiesi guardandolo
Dimmi
< < Perché fino a ieri sembravi che mi volessi uccidere e invece oggi mi tratti con tanta gentilezza? > > chiesi, forse Zaccaria e Jonathan avevano fatto a scambio di personalità
Là sono costretto a comportarmi così disse solo ora posso farti una domanda io? disse prima che io ebbi il tempo di fargli un altra domanda 
< < Certo > > dissi scrollando le spalle
Cosa sei?
< < In che senso? > > 
Mangi come gli umani, ma sei un demone, quindi ti dovresti nutrire di altro
< < La cosa è un po' complessa. È come se fossi divisa in due, una parte vuole cibo umano e l'altra vuole sangue di demone > > dissi spostandomi i capelli dietro l'orecchio < < me ne posso andare ora? > > 
Un ultima domanda 
< < Dimmi Fratello, sono un libro aperto...cioè quasi > > 
Come hai fatto a guarire così in fretta? 
< < Intendi per il buco dell'ago? > > 
Si 
< < Credo che sia perché sono metà demone... Ora posso andare? > > 
Si e con questo mi alzai e barcollando andai verso la porta, una volta fuori trovai Jonathan appoggiato con il muro che mi aspettava, senza neanche degnarlo di un saluto mi avviai barcollando verso la cella, già sapevo che non mi avrebbe fare altro. Poco prima di svoltare l'ultimo angolo la testa girò troppo forte, mi accasciai al muro e Jonathan, senza dire nulla, mi prese in braccio e mi portò in cella; mi lasciò nel letto e dopo avermi dato un ultima occhiata preoccupata se ne andò via. Guardai nell'altra cella e trovai Sebastian seduto anche lui sul letto, mi guardava preoccupato
< < Seb > > riuscii solo a sussurrare prima che tutto divenisse nero.
 
Quando mi svegliai la prima cosa che notai era che Sebastian non stava nella cella, mi misi a sedere e restai lì per minuti interi che sembravano ore. Mi sembrava di impazzire, non sapevo cosa avrei fatto dopo e questo mi irritava più qualunque altra cosa, inoltre non c'era neanche il mio Sebastian quindi non sapevo cosa fare per ammazzare il tempo. Volevo urlare, ma non sarebbe servito a niente. Guardai fuori dalla finestra, il sole non era molto alto forse era pomeriggio... O mattina presto, non lo so ho completamente perso il senso del tempo. Rimasi lì ancora per un po' a guardare il cielo limpido in cui volavano ogni tanto dei piccoli uccellini. Dietro di me scattò la serratura, mi girai aspettandomi di trovare Jonathan, ma trovai di fronte a me un ragazzo dai capelli neri come la pece e splendenti occhi verdi
< < E tu saresti? > > chiesi confusa
< < Il tuo peggior incubo > > disse lui divertito, mi dava già sui nervi, non so perché, ma lo odiavo a pelle
< < Se sei tu il mio peggior incubo allora sto messa bene > > dissi seccata
< < Che vorresti dire? > > chiese quello avvicinandosi pericolosamente
< < Che se tu sei il mio peggior incubo, allora ho paura anche della mia stessa ombra > > dissi sorridendo maliziosa, quelle fece un altro passo verso di me, ma le mie solite fiamme nere mi circondarono proteggendomi da chiunque < < fai un altro passo e giuro che sei morto > > dissi seria
< < Non ne avresti il coraggio > > mi stuzzicò lui
< < Mi vuoi sfidare? > > chiesi mettendomi dritta
< < E anche se fosse? > > chiese malizioso, le fiamme lo colpirono inchiodandolo al muro e mi avvicinai lentamente 
< < Non ti conviene sfidarmi > > gli sussurrai all'orecchio e mi allontanai andando verso la finestra sbarrata < < cosa vuoi? > > chiesi seccata appoggiandomi al muro e liberai il ragazzo
< < Pessimo errore > > mormorò il ragazzo prima di saltarmi addosso, non so come, ma mi trovai stesa a terra, con la pancia contro il pavimento < < ora vieni con me > > mi disse vicino all'orecchio, mi prese per i capelli e mi portò fuori. Mi trascinò per tutto il tempo fino ad arrivare davanti una porta, mi buttò dentro la sala e lì iniziò veramente l'inferno. 
Neanche ero caduta a terra per la spinta che quel pazzo mi aveva dato, che mi trovai sospesa a pochi centimetri da terra tenuta da un paio di manette che iniziarono immediatamente a bruciarmi. Stetti per qualche secondo così e poi sentii lo schiocco di una frusta, la carne che mi veniva lacerata e un dolore lancinante che partiva leggermente più su della base della schiena. Urlai di dolore, cercai di evocare le miei fiamme nere, ma non successe
< < Qua non puoi usare i tuoi poteri, mi dispiace > > disse il ragazzo all'orecchio prima che un altro dolore mi partisse dal fianco; sentivo la lama fredda di un pugnale che penetrava lentamente nella carne fino ad arrivare all'impugnatura. Urlai ancora e cercai di liberarmi, ma non ci riuscì; poi sentì il pugnale uscire con la stessa lentezza facendomi sentire molto più dolore, le lacrime mi pizzicarono gli occhi, ma cercai di non farle scendere. Non mi dovevo far vedere debole, avevo sopportato di peggio e potevo sopportare un po' di dolore fisico
< < Interessante > > disse il ragazzo una volta tolto il pugnale
< < Cosa? > > chiesi con voce tremante, cercavo di non piangere per il dolore e la disperazione, ma non era tanto facile
< < Il fatto che le ferite ti si rimargino in fretta... Meglio così potrò giocare quanto mi pare > > disse e subito dopo lo sentii ridere divertito. Continuò così per ore: mi sfruttava, affondava pugnali ti tutte le lunghezze, mi picchiò e alla fine stuprò e ogni volta che urlavo di dolore lui rideva divertito. Sentivo dolore per tutto il corpo, avevo iniziato a piangere, mi faceva male la gola per quanto urlavo e tremavo come una foglia. Fui molto felice quando il buio mi accolse tra le sue braccia e io mi lasciai andare, come sempre, nella speranza di non svegliarmi mai più. 
 
POV SEBASTIAN
 
Ero tornato in cella già da un ora e di Wendy non c'era la benché minima traccia, iniziai a preoccuparmi, di solito tornava mezz'ora dopo che quel ragazzo la prendeva e poi dormiva fino al tramonto. 
Non capivo perché ancora la tenessero, oramai avevano me, di lei non gliene doveva importare più nulla. Guardavo fisso davanti a me nella speranza di vederla spuntare dal nulla nella sua cella. Ero tanto concentrato che non facevo caso alle urla o alle chiacchiere degli altri prigionieri, avrei dato qualsiasi cosa pur di sapere che fine aveva fatto Wendy. Alla fine mi arresi, infondo non era una maga che poteva comparire dal nulla, mi misi in ascolto delle altre urla, in fondo mi divertivo a sentire le urlare di dolore degli altri, soprattutto se ero io a farli urlare. Tesi le orecchie e la sentii, stava urlando di dolore; urlava ogni cinque secondi; con il tempo la voce le diventò più rauca e debole. Mi irrigidii di colpo, la stavano torturando senza motivo; sentii il mio sangue di demone raggelare. L'avrebbero pagata molto cara per aver toccato la mia piccola Wendy, mi avrebbero chiesto in ginocchio di fermarmi, ma io, ovviamente, non mi sarei fermato; stavano facendo del male alla mia piccolina e questo mi bastava per farli soffrire con le peggiori pene.
Da quando definisco Wendy la mia piccolina? No lei non è la mia piccolina, non posso nominarla così, lei mi serve solo per mia madre, io non provo nulla per lei, io amo solo Clary. 
Eppure mi sento male al solo pensiero di cosa le stessero facendo in questo momento, non voglio che le facciano del male e non voglio che stia male, soprattutto se è a causa mia. Si perché lei sta qua solo per colpa mia.
Ma cosa sto pensando, non è colpa mia! Lei sta qua solo perché non è capace a difendersi da sola ed è stata catturata. Lei sa solo usare quelle stupide fiamme nere che uccidono senza pietà come me. 
Potrei anche dire che siamo quasi identici, ci potremmo completare a vicenda, lei si sente male se uccide qualcosa mentre io ci godo; lei è umana ed io sono un demone, lei ha tutti i parenti che la odiano proprio come me. Mi fa sentire strano, forse avremmo tanto in comune, ma rimane il fatto che lei mi serve solo, quindi è inutile pensare a questo.
 
Passò un altra ora e di lei ancora nessuna traccia, imprecai sonoramente quando sentii il suo ultimo grido di dolore, più squillante rispetto agli altri, poi ci fu silenzio tombale, niente grida, niente chiacchiere... Nulla. Il sangue si gelò un altra volta, senza rendermene conto scattai in piedi e corsi alle sbarre, come se volessi aprire quelle maledetta porta sbarrata per correre da lei e di salvarla. Dopo cinque minuti che stavo là, con le mani che stringevano quelle maledette sbarre, vidi un ragazzo dai capelli neri che portava in spalla una figura che era zuppa di sangue nero, il cuore mi si strinse in una morsa di paura, non poteva essere lei, mi rifiutavo di crederlo. La Mia Wendy non poteva avere il sangue nero, solo i demoni hanno un sangue così e lei non era di certo un demone, ma poi il ragazzo si fermò nella cella davanti alla mia. Vidi i lunghi capelli neri incrostati di sangue, la schiena piena di cicatrici ancora incrostate di sangue. Il ragazzo la lanciò dentro la cella malamente e poi se ne andò non prima di avermi lanciato uno sguardo di sfida, gli ringhiai contro, se solo potessi uscire da questa maledetta cella gli farei le peggiori torture. Il ragazzo se ne andò ridendo divertito, guardai Wendy stesa a terra, il volto coperto dai capelli neri, il corpo era pieno di cicatrici, quello che rimaneva dei vestiti era zuppo di sangue nero. Non riuscivo a capire se fosse ancora viva, aguzzai la vista e vide un impercettibile movimento dei capelli all'altezza del naso segno che respirava ancora. Espirai di sollievo, anche se non volevo immaginare cosa le avesse fatto quel maledetto. Rimasi ad osservarla preoccupato fino a quando non si svegliò.
 
POV WENDY 
 
Mi svegliai che ancora mi faceva male dappertutto, soprattutto alle parti basse, sentivo il pavimento freddo della cella addosso alla pelle, i capelli mi erano caduti sul viso e non vedevo quasi nulla, iniziai a tremare senza rendermene conto 
< < Seb?! > > dissi con un sussurro e con voce tremante
< < Sono qui > > disse lui con voce sollevata, le lacrime mi iniziarono a scendere lentamente, ero felice di sapere che lui era lì accanto a me, cioè non proprio accanto, ma almeno vicino
< < Portami via... Ti prego > > dissi con la stessa voce tremante
< < Certo che ti porto via piccola > > disse lui dolcemente, le lacrime allora iniziarono a scendere più velocemente e il mio corpo iniziò a essere scosso dai singhiozzi < < piccola > > lo sentii dire, tremai ancora più forte, incosciente strinsi le mani a pugno e piansi ancora più forte. Gli avevo lasciato fare tutto quello che volevo, senza neanche oppormi, mi sentivo così umiliata che volevo seriamente scomparire dalla faccia della terra, sotterrando mi in qualche buco del mondo per non uscirne mai più 
< < Non puoi venire qua? > > chiesi tremante
< < No. In questa cella non riesco ad andare dove voglio > > disse lui sconfitto, fui scossa da un singhiozzo più forte, mi raggomitolai su me stessa e gli diedi le spalle < < piccola > > mi chiamò lui preoccupato
< < Che c'è? > > chiesi senza girarmi
< < Che ti hanno fatto? > > chiese sempre preoccupato, non risposi e mi strinsi di più a me stessa, mi morsi il labbro inferiore per non scoppiare in un nuovo pianto isterico; le immagini di quello che mi aveva fatto mi passarono davanti e tremai ancora di più. L'umiliazione tornò a galla e il pianto isterico iniziò a rigarmi il viso e Sebastian non disse più nulla.
La cella si aprì e neanche me ne accorsi; me ne accorsi solo quando delle braccia muscoli mi presero in braccio, iniziai ad urlare come una pazza isterica, le fiamme mi circondarono immediatamente
< < Calmati che ti porto dal tuo fidanzato > > disse la voce di Jonathan e allora mi calmai, non so perché avevo il fiato corto e tremavo. Delle nuove braccia mi presero e mi strinsi immediatamente a quello che doveva essere Sebastian e scoppiai in nuovo e più violento pianto
< < Calma, sono qua, va tutto bene > > disse dolcemente la voce di Sebastian, mi strinsi ancora di più quasi a soffocarlo, ci sdraiammo sul letto e lui provò a calmarmi. Dopo un tempo infinito, le lacrime finirono di scendere, ma il mio corpo rimase scosso dai singhiozzi, Sebastian mi baciava dolcemente sul collo, sulla guancia e sulla bocca. Nascosi il viso fra il suo collo e la spalla nella speranza che tutto sparisse, che tutto quello che era successo sparisse in un attimo e che non fosse mai accaduto
< < Seb > > dissi con voce rauca e tremante mentre lo guardavo negli occhi 
< < Dimmi > > disse lui asciugandomi il viso bagnato con il pollice
< < Posso bere? > > chiese tremando
< < Non devi chiedermi il permesso, puoi bere quando vuoi > > disse lui sorridendomi dolcemente, io lo baciai dolcemente
< < Sicuro? > > chiesi titubante 
< < Si, tranquilla. Ti fermo se mi sento male, d'accordo? > > disse dolcemente, annuii, mi abbassai e lo morsi facendo scendere il suo sangue dolce nella mia gola, ripresi lentamente le forze. Dopo cinque minuti mi allontanai
< < Stai bene? > > chiesi preoccupata, vedendolo più pallido rispetto a prima
< < Si, tranquilla > > disse dolcemente, si strinse a me e mi lasciò una seria di baci lungo il collo, iniziò a baciarmi con passione e io senza pensarci lo ricambiai stringendomi a lui. Lui fece scivolare lentamente una mano dal mio ventre verso il mio seno, la mano si chiuse a coppa e lo strinse appena, normalmente mi sarei stretta di più a lui, ma ora mi irrigidii di colpo e iniziai a tremare. Lui si allontanò dalla mia bocca e mi guardò confuso
< < Che succede? Ti ho fatto male? > > chiese preoccupato, abbassai lo sguardo e scossi la testa, tornai ad affondare il viso tra la spalla e collo < < che ti hanno fatto? > > chiese con un sussurro, scossi di nuovo la testa < < dimmelo > > disse come se fosse una supplica
< < Ti arrabbieresti solo > > mormorai, Sebastian mi prese il viso fra le mani e me lo alzò così che fossi costretta a guardarlo 
< < Dimmelo > > disse serio 
< < Seb > > dissi con un groppo che mi si stringeva in gola, gli volevo dire tutto, ma le parole erano bloccate in gola, le lacrime salirono di nuovo agli occhi. Appoggiai la fronte sul suo petto e ricominciai a piangere e gli diedi pure qualche pugno leggero sul petto per sfogarmi, Sebastian mi lascia fare senza dire nulla e intanto mi strinse a se come se avesse paura di perdermi da un momento all'altro. Quando finisco tiro su con il naso e sento la testa che sta per scoppiare, gli occhi pesanti che si vogliono chiudere da soli
< < Meglio se dormiamo > > dice lui sorridendomi dolcemente, annuisco e rilasso ogni muscolo appoggiandomi contro di lui, cercò di non tremare, ma non ci riesco e lui mi strinse più forte. Riuscii ad addormentarmi solo perché la stanchezza prese il sopravvento e le palpebre mi si chiusero da sole.
 
Mi svegliai con testa che scoppiava, le palpebre erano ancora un po' pesante e mi faceva male la parte sotto gli occhi, probabilmente avevo le occhiaie viola. La notte era stata un incubo pure quello, non facevo altro che svegliarmi a causa di incubi che mi terrorizzavano e ogni volta Sebastian, già sveglio, mi coccolava e mi tranquillizzava come meglio poteva. Guardai Sebastian che ovviamente era sveglio e mi guardava dolcemente 
< < Hai dormito? > > chiesi vedendogli le leggere occhiaie, gli accarezzai la guancia con il pollice, lui si abbassò e mi baciò dolcemente
< < Si tranquilla > > disse contro la mia bocca
< < Non ti credo, ogni volta che mi svegliavo tu eri già sveglio... > > non mi lasciò finire di parlare che mi baciò ancora una volta
< < Parli troppo > > disse divertito
< < Non è vero > > borbottai, mi baciò un altra volta e io mi abbandonai in quel bacio. Passarono muniti in cui ci baciavamo e io mi scordai di ogni cosa, quando ci allontanammo per prendere aria, stavo sorridendo come un ebete, mi sentivo meglio tra le sue braccia e avrei dato qualsiasi cosa per restare così per sempre. Sebastian mi sorrise divertito, prese una ciocca di capelli che mi era caduta davanti al viso e la sistemò dietro l'orecchio. Mi diede un bacio sulla fronte e mi sorrise dolcemente
< < Come ti senti? > > chiese dolcemente
< < Meglio > > dissi sorridendogli, mi sorrise e mi baciò un altro volta e dopo un attimo sentii le sue mani che iniziavano a farmi il solletico, scoppiai a ridere e iniziai a tentare di fermarlo, ma non ci riuscivo. Mi dibattevo per farlo smettere, ma senza successo. Si fermò solo quando lo supplicai di lasciarmi e che non riuscivo più a respirare. Anche quando smise di farmi il solletico sentivo la sensazione delle mani che mi solleticavano la pancia e i fianchi così che mi ritrovava a ridere senza motivo
< < Questa me la paghi > > disse sorridendo come un ebete e asciugandomi le lacrime
< < Quando vuoi tesoro > > disse lui divertito, mi baciò e io senza pensarci lo ricambiai con più passione, mi strinsi a lui
< < Ah, già Buongiorno > > dissi sorridendo
< < Buongiorno piccola mia > > disse lui sorridendo divertito, lo iniziai a riempire di baci senza neanche dargli il tempo di respirare, lui scoppiò a ridere divertito. Dopo poco tempo mi bloccò il viso con entrambe le mani, mi guardò negli occhi e io mi persi nelle sue iridi nere con solo quella piccola linea argentea che divideva l'iride dalla pupilla
< < Mi dispiace interrompere le vostre effusioni, ma Wendy devi tornare nella tua cella > > disse la solita voce di Jonathan, sentii Sebastian emettere un piccolo ringhio irritato
< < No voglio rimanere qua con Sebastian > > dissi con la voce che mi tremò appena, le immagini di quello che era successo il giorno prima mi passarono davanti agli occhi e iniziai a tremare
< < Finirai nei guai sia te che io che il tuo fidanzato > > disse lui esasperato, mi strinsi a Sebastian affondando in viso contro la sua spalla
< < Non importa, lei rimane qua > > disse lui stringendomi a se < < tranquilla, da adesso non ti allontanerai più da me > > mi sussurrò all'orecchio così che solo io lo potessi sentire
< < Beh a me non importa ciò che volete voi, io non voglio finire nei guai a causa vostra > > disse seccato Jonathan, mi strinsi ancora a Sebastian ed inspirai profondamente, non volevo lasciare le sue braccia muscolose che mi proteggevano dal resto del mondo, non volevo lasciare le sue labbra che mi facendo dimenticare il mondo intero, non volevo allontanarmi da lui, con lui mi sentivo completa. Lo guardai negli occhi, non volevo che lui si mettesse nei guai solo perché io non volevo lasciarlo, lo baciai dolcemente e mi alzai in piedi. Stavo per uscire quando Sebastian mi bloccò per il polso e mi strinse a te
< < Ti ho detto che non ti devi allontanare > > sussurrò vicino al mio orecchio e mi strinse di più a se
< < Non voglio che ti metta nei guai > > sussurrai guardandolo negli occhi e circondandogli il collo con le braccia 
< < Non mi faranno nulla > > tentò
< < Vedila così, se mi trovano qua faranno del male a me > > dissi guardandolo dolcemente, lo sentii irrigidire di colpo e poi rilassarsi con un sospiro
< < D'accordo > > disse alla fine, mi baciò dolcemente e poi mi lasciò, gli sorrisi e uscì a malincuore. Quando entrai nella mia cella trovai Sebastian che stava minacciando Jonathan a bassa voce, alzai gli occhi al cielo e mi misi a guardare fuori dalla finestra.
Poco dopo vennero a prendere Sebastian, lo guardai preoccupata, ma lui mi sorrise e mi fece l'occhiolino. Rimasi tutto il giorno in cella a girarmi i pollici, non si fece vedere nessuno né Jonathan né il tizio di ieri né Sebastian. Cercai di dormire per passare il tempo, ma senza successo, così iniziai a contare le crepe del muro, almeno facevo qualcosa.
Verso pomeriggio tornò Sebastian, era semi cosciente, due che lo stavano lo buttarono nella cella, fecero per andarsene, ma con la mia solita fortuna uno dei due erano il ragazzo che mi aveva torturato il giorno prima. Appena mi vide sorrise maligno, apri la mia cella e iniziò ad avvicinarsi pericolosamente. Il cuore mi salì in gola, la paura iniziò a stringermi nella sua opprimente morsa; riuscivo a sentire solo il mio cuore che batteva a mille. Il ragazzo si piazzò davanti a me, si girò a guardare Sebastian che si stava alzando lentamente in piedi e poi tornò a fissare me
< < Chissà che succede se faccio così > > disse il ragazzo e dopo un attimo mi diede un calcio in pieno viso che mi fece crollare a terra. Imprecai e mi alzai a sedere mentre quello scoppiava a ridere divertito. Le fiamme nere mi avvolsero, come e sempre, e scagliarono il ragazzo contro il muro e lo bloccarono là mentre un altra fiamma gli si piazzò all'altezza del cuore. Mi misi davanti al ragazzo che mi guardava leggermente terrorizzato, nella mia mente passarono tutte le torture che mi aveva fatto il giorno prima, pensai che potevo fargliele io, ma poi lo sciocco di una frustra e un dolore lancinante alla schiena mi fece ritornare alla realtà. Mi piegai in ginocchio e guardai con odio chi mi aveva colpito, era un ragazzo dai capelli biondi e occhi scuri, aveva già portato indietro e mandato in avanti il braccio per darmi una seconda frustrata; non feci in tempo a schivarla è quella mi colpì tutto il braccio. Trattenni un gemito di dolore, due fiamme circondarono il ragazzo biondo e lo strinse tra di loro, stritolandolo. Fu in un attimo, persi il controllo per un secondo e poi lo ripresi, ma era troppo tardi, i due che tenevo prigionieri erano morti. Guardai i corpi accasciarsi senza più vita davanti i miei occhi, rimasi ad osservarli senza pensare o fare nulla, non sentivo nulla, non sentivo più il dolore al braccio o alla schiena; niente, non facevo nulla. Avevo ucciso un altra volta, la secondo da quando stavo qua e questa volta per un momento pensai che era stata giusto così, che si meritavano di morire. Quando mi resi conto di aver ucciso, quando mi ero ripromessa di non uccidere mai più urlai terrorizzata, crollai in ginocchio continuando ad urlare, mi presi la testa tra le mani disperata e urlai ancora, le lacrime iniziarono a scendermi. Qualcuno si buttò vicino a me e mi strinse forte
< < Calma, stai calma, non è successo nulla... > > disse dolcemente la voce di Sebastian
< < Come cazzo puoi dire che non successo nulla? Ho ucciso, un altra volta > > urlai tentando di allentarmi, ma lui mi strinse ancora di più
< < Ti avevo provocato, uno ti ha torturato l'altro ti ha appena frustrato. Se la sono cercata... > > disse dolcemente 
< < Come puoi dire una cosa del genere? > > chiesi con un sussurro < < li ho uccisi senza pietà, ho pure pensato che fosse giusto... > > 
< < Ti hanno fatto del male, eri arrabbiata e hai perso il controllo... > > 
< < Io non volevo ucciderli > > disse senza far caso a quello che aveva detto, scoppiai a piangere e affondai il viso sulla sua spalla
< < Lo so, tu non vorresti mai uccidere > > disse dolcemente dandomi un bacio sulla tempia < < hai soltanto perso il controllo, ti capita quando sei arrabbiata > > disse provando a consolarmi
< < Non riesco a controllarmi... Non riuscirò mai a controllarmi > > singhiozzai tremando 
< < Si che ci riuscirai. Ti aiuterò se vuoi... Ma ora c'è ne dobbiamo andare... Non voglio che ti facciano qualcosa > > disse dolcemente, annuii e lo guardai negli occhi e lui mi guardò dolcemente < < c'è la fai a camminare? > > chiese spostandomi i capelli da davanti al viso
< < Non puoi fare quei segni strani? > > chiesi tirando su con il naso
< < Si, ma dobbiamo uscire da qua > > disse alzandosi in piedi, mi aiutò ad alzarmi, non feci neanche un passo che quasi crollai a terra, ma Sebastian mi prese al volo, mi prese in braccio ed uscì. Da lì scomparimmo dal corridoio senza essere visti da nessuno, come se non ci fossimo mai stati là.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊 dopo tanto ce l'ho fatto ad aggiornare 💪 
Non so esattamente cosa scrivere... Forse questo capitolo è molto sanguinoso... Mi dispiace per Wendy e per quello che le ho fatto, ma mi serve per i prossimi capitoli :3 mentre Seb ancora è confuso su cosa deve fare e su cosa prova per Wendy, forse un giorno se ne renderà conto...
Forse questo è il capitolo più lungo che abbia mai scritto... Non so che altro dire... Sono una frana a scrivere l'angolo dell'autore XD
Allora passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio Lena e Gaia che mi lasciano sempre una recensione, poi ringrazio le persone che mi hanno messo tra le preferite, ricordate e seguite.
Come sempre ditemi tutto: errori, consigli, opinioni ecc...
Bacioni ❤️💜
 

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Capitolo 11
*** XI capitolo ***


Comparimmo nella stanza di Sebastian, in un attimo mi trovai sdraiata sul letto, mi sentivo stanca morta, non riuscivo a muovere neanche un muscolo, era già tanto se tenevo gli occhi aperti. Le ferite non si erano rimarginate da sole e ora stavo perdendo quel poco sangue che mi era rimasto nel corpo. Sebastian se ne andò e dopo un minuto tornò con bende, ago, filo, altra roba; si mise seduto accanto a me, imbevve una pezza di una sostanza rossa
< < Farà un po' male > > avvertii e dopo avermi guardata, come se fosse alla ricerca di una approvazione, passò la pezza sulla ferita. All'inizio sentivo solo un leggero pizzicore, ma poi quel pizzicore divenne un insopportabile dolore, iniziai ad agitare, però Sebastian mi teneva comunque il braccio immobile
< < Basta > > mi lamentai cercando di togliergli il braccio dalla mani
< < Ho quasi finito > > disse solo, continuai ad agitarmi incapace di stare ferma, sentivo le gambe tremare come foglie. Sebastian finì e passo a cucirmi la ferita, non so faceva più male il quello che aveva passato prima o l'ago che entrava e usciva dalla mia pelle; infine mi bendò la ferita e finalmente mi potei per un attimo rilassare
< < Mettiti a pancia in giù > > disse e io fece come mi aveva detto, mi spostò tutti i capelli di lato e ricominciò a passare quella maledetta pezza, imprecai fin da subito in tutte le lingue che conoscevo, cercavo di non pensarci, ma era impossibile. Mi agitavo come un pesce fuor d'acqua. Quando tutto finì sospirai di sollievo e mi girai verso di lui; mi sentivo stanca morta, quasi non riuscivo a tenere gli occhi aperti
< < Seb... Mi porti a casa? > > chiesi con occhi semiaperti, per un attimo lui sembrò confuso, poi capì cosa intendevo
< < No > > disse secco
< < Perché? > > chiesi, sentivo sempre di più il buio avvolgermi < < lo zio lavora tutto il giorno, ritorna solo la sera. La sera puoi venire da me > > dissi con filo di voce, non feci in tempo a sentire la risposta che tutto divenne nero. 
 
Mi svegliai che continuavo a sentirmi stanca, aprii piano gli occhi, e mi trovai i camera mia, a casa dello zio. Tentai di mettermi seduta, ma anche solo alzandomi di mezzo centimetro mi faceva girare vorticosamente la testa e così tornai sdraiata, mi guardai intorno, non c'era nessuno, sospirai e mi misi a fissare il soffitto. Feci vagare i pensieri che si soffermavano sempre in un solo punto: avevo un urgente bisogno di fare una Lunga doccia bollente. 
Stetti sul letto a fissare il cielo con un solo pensiero per la mente: appena sarebbe tornato Sebastian avrei fatto la doccia più lunga del mondo. 
Fino a sera pensi solo a quello, mi distrasse solo un breve luccichio che proveniva dal muro e dopo un attimo apparve Sebastian. Mi fissò per un secondo e poi mi trovai le sue labbra premute contro le mie, le mani intorno al viso; ricambiai subito il bacio e in breve mi trovai senza fiato, gli misi le mani tra i suoi capelli e iniziai a tirarli per allontanarlo e prendere aria. Lui si tolse a appoggiò la fronte sulla mia e di tanto in tanto mi baciava nuovamente, si sdraiò accanto a me e affondò il viso tra l'incavo della spalla e del collo inspirando profondamente
< < Seb > > dissi con voce rauca
< < Mh > > disse lui baciandomi il collo
< < Ho un urgente bisogno di farmi una doccia > > dissi e dopo un attimo lui scoppiò a ridere < < sto dicendo sul serio... Sono lurida, mi faccio schifo da sola > > dissi sorridendo divertita
< < Vuoi che faccia la doccia insieme a te? > > mi disse all'orecchio con voce sensuale e subito dopo mi mordicchiò e succhiò il lobo. Il cervello mi andò letteralmente in tilt, iniziai a balbettare cose senza senso mentre lui mi lasciava baci umidi su per tutto il collo, e intanto con una mano mi accarezzava delicatamente la pancia
< < Smettila > > dissi alzandomi a sedere di scatto < < devo fare la doccia > > dissi, ma un violento giramento di testa, mi fece oscillare per un attimo e per poco non mi schiantai sul letto, ma Sebastian già mi sorreggeva
< < Vacci piano, sei stata per tre giorni a letto e le ferite si devono ancora rimarginare > > disse dolcemente dandomi un bacio sulla spalla
< < Voglio farmi la doccia, non riesco a stare un minuto di più così > > mi lamentai appoggiandomi contro di lui
< < D'accordo...  Hai una vasca in bagno? > > chiese mettendomi lentamente sdraiata
< < Si > > lui si limitò ad annuire e scomparì dietro la porta del bagno, dopo un attimo sentii l'acqua iniziare a riempire la vasca. Dopo dieci minuti riapparì Sebastian, aveva le maniche della maglietta nera arrotolate lungo gli avambracci che metteva in evidenza i suoi muscoli, mi prese in braccio
< < Posso camminare anche da sola > > borbottai, solo allora mi resi conto che stavo in mutande e reggiseno, sentii il viso andare immediatamente a fuoco; il braccio era ancora fasciato e così anche metà addome
< < No, non puoi. A malapena ti metti seduta > > disse solo, arrivati in bagno mi mise seduta sulla tavoletta del water e mi tolse tutte le bende. Mi riprese in braccio e mi mise piano dentro l'acqua tiepida e molto insaponata
< < Grazie > > dissi sorridendogli
< < Prego > > disse rimanendo accovacciato accanto alla vasca
< < Puoi anche andare > > dissi indicandogli la porta
< < Se io volessi rimanere qua? > > disse sorridendo malizioso
< < Non puoi, vattene > > dissi schizzandogli l'acqua piena di sapone, lui non si mosse di un millimetro e quando gli arrivò l'acqua sorrise divertito
< < È una dichiarazione di guerra questa, lo sai? > > disse divertito
< < Che vorresti dire? > > chiese confusa, si limitò a sorridere divertito e poi iniziò a farmi il solletico, iniziai a ridere e ad agitarmi come una matta per farlo smettere, ma ogni mio tentativo era inutile. Smise solo quando lo pregai di smetterla, finita la tortura mi baciò con passione, dopo di che scese a baciarmi il collo
< < No. Non ci casco una seconda volta. Fammi fare il bagno in santa pace > > dissi allontanandolo leggermente
< < Se mi permettessi di farmi il bagno insieme, sarebbe più divertente > > sussurrò con voce rauca vicino all'orecchio, il cervello, come sempre, andò in tilt, ma cercai di non darlo a vedere
< < Ho detto no e no rimane > > dissi strofinandomi il braccio per togliere il sangue ancora incrostato sulla mia pelle che però non dava segno di volersene andare < < passami la spugnetta > > sbottai dopo aver strofinato mille volte solo con sapone acqua
< < Quale spugnetta? > > chiese lui guadandosi intorno
< < Nel mobiletto sotto il lavandino c'è una spugna gialla, me la prendi?  > > chiesi gentilmente, lui sbuffò irritato, ma si alzò e me la prese. Quando me la passò lo presi per il polso e tirai verso di me dandogli un lungo bacio
< < Questo era un modo per dirmi di fare il bagno con te? > > chiese sorridendo divertito, alzai gli occhi al cielo 
< < Sei senza speranza Seb > > sbuffai e presi a strofinare via il sangue sul collo
< < Ferma, è meglio se faccio io > > disse strappandomi la spugnetta di mano e iniziando a togliermi tutto il sangue delicatamente. La mente iniziò a vagare, mi ritrovare a pensare cosa mi aveva fatto quel pazzo in quella maledetta sala, per un attimo mi sembrò di rivivere tutta la scena da capo, il dolore, l'umiliazione, mi tornò tutto in mente, le sue luride mani che toccavano dappertutto lasciando segni rossi ovunque andassero. Delle labbra si appoggiarono sulle mie facendomi tornare alla realtà, riconobbi immediatamente le labbra e mi ci aggrappai come se fossero delle ancore di salvezza
< < Non ci pensare... Ti prego > > disse con tono di supplica appoggiando la fronte sulla mia spalla
< < Ci proverò > > sussurrai con voce tremante, lo abbracciai e affondai il viso contro la sua spalla, neanche mi ero resa conto che anche lui mi stava tenendo stretta a se abbracciandomi intorno alla vita
< < Promettimelo > > disse sempre con lo stesso tono di supplica, mi limitai ad annuire già sapendo che la mia voce sarebbe uscita rotta, tornò a baciarmi dolcemente. Quando si allontanò io gli sorrisi dolcemente e lui mi accarezzò la guancia con il pollice
< < Mi devo lavare i capelli > > dissi prendendo in mano una ciocca nera e osservandola attentamente, riuscii a prendere lo shampoo e mi lavai per bene i capelli sciacquandoli minimo trenta volte. Quando finii tutto Sebastian mi riportò in camera, dove mi bendò un altra volta. Sentii un leggero bussare sulla porta e sentii il cuore salirmi in gola, strinsi il braccio di Sebastian che stava chiudendo il bendaggio sullo stomaco
< < Signorina > > disse la voce di James, mi rilassai, feci per parlare, ma Sebastian mi chiuse la bocca con una mano e scosse la testa, mi liberai dalla sua mano
< < Perché? > > chiesi con un sussurro
< < Perché no > > 
< < Non è una risposta > > brontolai incrociando le braccia al petto < < ciao James > > urlai sorridendo divertita e guardai Sebastian con aria di sfida, ma lui mi ringhiò contro irritato; la maniglia della porta si abbassò, ma la porta non si aprì 
< < Signorina? > > chiese confuso il maggiordomo
< < Che cosa hai fatto? > > chiesi curiosa
< < Ho disegnato una runa di blocco, per essere sicuro che nessuno entrasse > > disse lui con noncuranza
< < Puoi aprire? > > chiesi con gentilezza, Sebastian sbuffò più irritato di prima ed aprì la porta controvoglia, fece entrare James e si appoggiò al muro con le braccia incrociate al petto
< < Signorina, sono felice di vederla > > disse avvicinandosi, mi lasciò un bacio sulla guancia < < perché siete tornata? Speravo che non metteste più piede qua > > disse dolcemente 
< < Tranquillo quando starà meglio la porta via > > intervenne Sebastian con noncuranza
< < Bene, sono felice. Per ora potete stare tranquilli, il signore non ci starà per le prossime due settimane > > disse guardando sia me che Sebastian sorridendo felice
< < Bene > > si limitò a dire Sebastian e sembrò tranquillizzarsi
< < Come mai? > > chiesi curiosa
< < Credo per lavoro, non ha specificato... Vuole che le porti qualcosa da mangiare? > > chiese James con il suo solito tono dolce
< < Magari > > dissi con occhi che mi brillavano
< < Vado. Lei, signorino, vuole qualcosa? > > chiese James guardando Sebastian e alzandosi in piedi
< < No > > disse lui scrollando le spalle
< < Ora sei più tranquillo? > > chiesi dopo che il maggiordomo se ne andò, lui non mi rispose, mi lanciò solo un occhiataccia e se ne andò senza dire nulla < < mi sa che si è arrabbiato > > dissi piano osservando dove stava fino ad un attimo prima, come se fossi nella speranza che riapparisse, ma sapevo che per un po' non l'avrei più visto. Sospirai afflitta e affondai addosso al cuscino; che avevo fatto ora di male? Non capivo, sbuffai nuovamente e mi misi a fissare il soffitto. 
 
Passarono due giorni senza che lui si facesse vivo. James la mattina mi cambiava le bende - per fortuna non chiese nulla riguardo le ferite- e mi portava in salotto dove o leggevo o guardavo la TV o mi mettevo a suonare, mangiavo pure in salotto.
Stavo sdraiata a leggere un libro che stava finendo male, il protagonista stava morendo - e questo mi faceva abbastanza rabbia visto che non solo erano un belloccio di prima categoria, ma era anche il protagonista cattivo di cui ci andavo completamente matta - quando uno strano luccichio si diffuse alla mia destra, ma non ci feci molto caso e continuai a leggere
< < Ciao Wendy > > disse Sebastian avvicinandosi a me, ma io lo ignorai, ero arrivata al punto cruciale e di certo non l'avrei lasciato per un tizio che mi abbandonava per due giorni senza farsi sentire, non pretendo molto, mi bastava un messaggio < < sei arrabbiata? > > chiese guardandomi curioso
< < Può darsi, ora taci > > dissi gelida continuando a leggere
< < Che cosa ho fatto? > > provocò mettendosi davanti a me
< < Stai zitto e ti consiglio di toglierti da lì, perché è probabile che questo libro volerà contro il muro > > dissi sempre più incazza contro quel maledetto autore, Sebastian rimase a guardarmi con le braccia incrociate al petto. Dopo dieci minuti senza dire niente lanciai il libro e mandai tutto il mondo a quel paese
< < Che cazzo scrivono a fare libri se poi devono uccidere personaggi? Non ha senso. Autore di merda, non posso fare così! Non pensano a noi poveri lettori che leggono i libri, che si affezionano ai personaggi? Che cazzo, se devi farli morire non li fai così dannatamente sexy e affascinanti > > sbottai urlando peggio di una pazza, mentre Sebastian si limitò a schivare il libro e a guardarmi male < < ti avevo detto di spostarti > > dissi in mia difesa, lui scrollò la testa esasperato, poi venne verso di me e fece per darmi un bacio, ma girai la testa di lato così che mi diede un bacio sulla guancia
< < Che ti prende? > > chiese confuso sedendosi accanto a me
< < Non puoi scomparire per due giorni e poi tornare come se nulla fosse > > sbottai incrociando le braccia al petto
< < Per questo sei arrabbiata? > > chiese confusa
< < Si, perché sono stata qua ad annoiarmi. E poi non puoi prendere e scomparire solo perché non ho obbedito ai tuoi ordini come un cagnolino... > > 
< < Avevo da fare > > disse scrollando
< < Eh certo il signorino aveva da fare, ma quando mai non hai da fare? Senti meglio se te ne vai che oggi non è aria > > disse alzandomi in piedi per andare al pianoforte e sfogarmi su quello, in effetti quel giorno mi ero svegliata con la luna storta
< < Non è meglio se rimani sdraiata? > > chiese lui seguendomi per assicurarsi che non mi schiantassi per terra
< < Se ci fossi stato in questi giorni, avresti scoperto che le ferite si sono quasi rimarginate completamente. E poi ti ho detto di andartene, vattene > > sbottai un altra volta, giusto James mi sopportavo quando mi svegliavo con la luna storta
< < E se non volessi? > > chiese cingendomi per la vita e appoggiando il mento sulla mia spalle
< < Ti ritroverai a terra con il pianoforte sopra di te > > dissi liberandomi dalla sua presa
< < Che ne dice se invece del pianoforte ci stai te? > > chiese guardandomi malizioso, in primo istante non capii a cosa alludeva, visto che mi immaginavo a cavalcioni sopra di lui mentre lo prendevo a pugni quel suo bel faccino, poi capii e mi alterai ancora di più
< < Neanche per sogno pervertito del cazzo! E ora vattene, mi hai seccato! > > urlai come una pazza, veramente come faceva James a sopportarmi in questi momenti?Neanche io mi sarai sopportata
< < Hai il ciclo per caso? > > chiese inclinando la testa di lato, mi sentii il viso andare a fuoco
< < Non sono affari tuoi pervertito > > urlai ancora, lui scoppiò a ridere < < 'fanculo > > dissi e mi misi a suonare isolandomi da tutti. Due forti braccia mi circondarono per i fianchi a metà di uno pezzo
< < E lasciami, che non riesco a suonare > > sbottai nuovamente con voce più calma che potevo
< < Non credevo che un demone potesse avere il ciclo > > disse sedendosi accanto a me senza togliere le sue luride mani da me
< < Sono metà umana, lo sai dannazione. Perché tutti se ne dimenticano? Sono umana cazzo, provo sentimenti umani, ho un corpo umano, sono completamente umana; ho pure limiti umani. Solo una parte di me è demone porca... > > dissi e poi lui mi bloccò 
< < Le parole... Vacci piano > > disse dolcemente. Ora è confermato le persone che mi sopportavano in questo momento erano due: James e Sebastian. Come facevano entrambi ancora me lo domando, sono completamente una pazza isterica e piena di dolori da tutte le parti. Sbuffai e ripresi a suonare da capo il pezzo mentre Sebastian mi lasciava ogni tanto dei baci o sulla spalla o sul collo. Ero tentata di chiedergli scusa per la sfuriata di prima, ma in fondo se l'era cercata, glielo avevo detto di andarsene, ma non mi aveva ascoltato. Quando finii il pezzo feci per iniziarne un altro, ma lui mi precedette iniziando una musica dolce come una ninnananna
< < Non sapevo che sapessi suonare > > dissi sorridendo come un ebete, appoggiai la testa contro la sua spalla, godendomi la musica
< < Ci sono tante cose che non sai di me > > mi sussurrò dolcemente all'orecchio, quando si allontanò gli diedi un dolce bacio < < sei ancora arrabbiata? > > chiese senza smettere di suonare
< < Un pochino > > ammisi, sentivo ancora la rabbia ribollirmi nelle vene, ma stava andando scemando lentamente, lo osservai negli occhi e solo allora mi accorsi che aveva delle profonde occhiaie < < quanto hai dormito negli ultimi giorni? > > chiesi preoccupata
< < Non ho dormito molto > > ammise senza smettere di suonare < < ma sto bene, tranquilla > > continuò sorridendomi dolcemente, come se con un sorriso mi potessi tranquillizzare, soprattutto se mi sveglio con la luna storta
< < Bene, allora vai a dormire. E non provare a contraddirmi, perché altrimenti la minaccia del pianoforte diventerà realtà > > disse con un sorriso sadico stampato in viso
< < Sai che non mi fai paura > > disse lui sorridendo divertito e continuando a guardare le mani che scivolavano fra i tasti 
< < Dovresti averne invece > > dissi sempre con il sorriso sadico 
< < E perché dovrei avere paura? > > chiese divertito
< < Perché ti posso far provare le peggiori torture > > dissi con uno strano luccichio negli occhi
< < Mh? E quali sarebbero queste torture? > > chiese voltandosi verso di me
< < Innanzi a tutto ti potresti trovare steso a terra con il piano forte sopra... > > ripetei un altra volta
< < E se ci fossi tu? > > chiese malizioso
< < Se ci fossi io inizierei a farti questo > > dissi e iniziai a baciarci il collo e lentamente salii fino ad arrivare all'angolo della bocca, lui tentò di baciarmi, ma io mi scansai all'ultimo < < vai a dormire > > dissi autoritaria andando verso la cucina
< < Se mi baci vado a dormire > > disse lui afferrandomi per i fianchi e girandomi verso di lui, alzai gli occhi al cielo e gli diedi un fior di labbra
< < Ora vai a dormire > > dissi sempre autoritaria
< < Questo non era un bacio > > disse, mi mise una mano dietro il collo e mi baciò con passione. Le nostre bocche si scontravano tentando di mangiarsi a vicenda, io provocano a mordicchiare il suo labbro inferiore, ma ogni volta lui mi precedeva e io gli mordevo il labbro superiore; le lingue si scontravano cercandosi per un contatto sempre più profondo; mi strinsi a lui per non cadere, visto che le mie gambe avevano cominciato a tremare, mi stupii quando sentii il suo coso premere contro il mio ventre. Portai le mani tra i suoi capelli e iniziai a giocarci, mentre lui con un braccio mi teneva stretta a se e con l'altra stringeva una ciocca di capelli. Tutto quello che sentivo era solo il mio cuore che batteva troppo velocemente, forse tra poco mi sarebbe scoppiato dentro il petto. Quando ci allontanammo avevamo entrambi avevamo il fiato corto
< < Questo è un bacio > > disse sorridendo malizioso
< < Bene, ora fila a dormire > > 
< < Un ultimo bacio? > > chiese con tono misto tra la supplica e il divertimento
< < No, vai > > dissi sorridendo divertita dissi portandole mani sul suo petto, dove sentii il suo cuore battere veloce come il mio
< < Agli ordini piccolina > > disse scompigliandomi i capelli
< < Ehi > > esclamai offesa, e lui scoppiò a ridere andando verso il divano
< < Suoni qualcosa? > > chiese sdraiandosi e guardandomi con occhi dolci, sbuffai e mi misi a suonare una musica dolce e lenta, così che lui potesse addormentarsi per bene. Dopo un'ora che stavo suonando mi fermai per andare a mangiare qualcosa in cucina- esattamente un panino strapieno di Nutella. Quando tornai mi misi a fissare Sebastian, aveva i lineamenti del volto perfettamente rilassati, sembrava quasi un bambino tra le braccia di sua madre; i capelli erano sparati da tutte le parti; aveva le guancia leggermente arrossate; le labbra erano leggermente schiuse cosa che lo rendeva estremamente sexy, senza accorgermene mi trovai ad accarezzargli con un dito tutti i lineamenti del volto. Cercavo di essere più delicata possibile così da non svegliarlo, con lo sguardo seguivo i movimenti della mia mano, come se quella fosse posseduta e stesse andando per conto proprio. Mi soffermai con il dito ad accarezzargli le labbra morbide, ci passai sopra il dito per un po di volte, incantata da quella morbidezza. Mi fermai al centro delle labbra per un istante e quelle si arricciarono baciandomi il dito, io rimasi a guardare le labbra arricciate non capendo perché si fosse arricciate, poi l'ultima falange del mio dito scomparì dentro la bocca; inclinai la testa di lato incapace di capire cosa stava succedo. Come un lampo di genio mi venne in mente una possibile spiegazione, alzai lentamente lo sguardo verso i suoi occhi e invece di trovare il rosa pallido delle palpebre chiuse trovai la pece che mi risucchiò immediatamente nel suo vortice buio. Solo che per quanto ipnotici fossero i suoi occhi, non potei fare a meno di diventare rossa come un peperone in viso. Feci per togliere il dito, ma lui capendo le mie interazioni mi bloccò il polso ed iniziò a baciarmi tutta la mano poi scese lentamente verso il polso. Rimasi completamente incantata dai suoi movimenti, tanto che non mi resi conto che il suo braccio mi circondava i fianchi e mi ritrovai sdraiata sopra di lui, mentre mi baciava il collo e ci lasciava un succhiotto. Mi rilassai completamente, mi abbandonai contro di lui e piegai la testa di lato così che potesse continuare a baciare il resto del collo. Purtroppo tutto questo fu interrotto da una dolorosa fitta da parte delle mie odiate ovaie, non potei trattenere una smorfia di dolore che ovviamente sfuggì agli occhi di Sebastian
< < Ti ho fatto male? Dove? > > chiese subito preoccupato
< < No non mi hai fatto male > > dissi sorridendo dolcemente per rassicurarlo 
< < E quella smorfia? > > chiese curioso
< < Le mie ovaie > > dissi spostandogli dei ciuffi di capelli che gli erano caduti sul viso mentre dormiva; Sebastian si spostò di lato mi fece sdraiare con la schiena attaccata contro il suo petto, mi baciò dolcemente sul collo e in contemporanea fece scivolare una mano verso le ovaie dove iniziò a farmi un massaggio. Mi godetti completamente il massaggio e quella dolce sensazione di calore e protezione che sentivo ogni volta che stavo tra le sue braccia
< < Va meglio? > > chiese dolcemente, mi limitai ad annuire e intrecciai le nostre dita, lo sentii sorridere e poi lasciò un bacio delicato sul collo
< < Signorina la cena è pronta > > disse la voce di James dietro di noi
< < Si, la porti di qua per favore? > > chiesi gentilmente
< < Certamente > > disse e poco dopo tornò con un vassoio con sopra due piatti con sopra delle spinacine fritte con i bastoncini Findus e del pane
< < Grazie > > dissi, James fece solo un cenno con la testa e sparì per poi tornare con dei pop corn è una coperta
< < Signorina le ricordo che stasera ci gli Aristogatti su Italia Uno > > dissi posando i pop corn sul tavolo e la coperta accanto a me
< < Davvero? Fantastico > > dissi entusiasta, gli Aristogatti sono il mio cartone animato preferito fin da bambina
< < Se non le serve altro, io torno a casa > > disse
< < Si certo, buonanotte James > > dissi sorridendogli, fece un cenno con la testa e se ne andò < < ti piacciono gli Aristogatti? > > chiesi a Sebastian facendomi un panino con la spinacina, sapevo che così mi sarei ingrassata di minimo dieci chilo, ma non mi importava molto
< < Non so cosa siano > > disse tranquillamente, mangiando anche lui e io per poco non mi strozzai con il morso del panino che avevo dato
< < La carica dei cento uno? > > chiesi con gli occhi sgranati, scosse nuovamente la testa senza togliere gli occhi dai bastoncini Findus < < Dumbo? > > chiesi ancora più sconcertata, scosse di nuovo la testa e a me quasi non prese un infarto < < che razza di infanzia hai avuto? > > chiesi scioccata
< < Non ho avuto un infanzia veramente, mio padre mi ha sempre trattato come un adulto > > disse finendo di mangiare la spinacina
< < E tua madre non diceva nulla? > > chiesi avvicinandomi a lui
< < Mia madre mi ha abbandonato a mio padre > > disse irrigidendosi
< < Perché tuo padre ti trattava da adulto? > > chiesi osservando ogni suo movimento
< < Mio padre mi ha sempre visto come un guerriero da usare, non mi ha mai visto come suo figlio. Ed un guerriero ovviamente non può avere un infanzia > > disse guardando davanti a se, non sapevo che dire, così mi limitai ad abbracciarlo, di primo impatto non fece nulla si irrigidì solo di più, ma dopo qualche secondo mi abbracciò forte affondando il viso tra i miei capelli
< < Bene, vorrà dire che stasera recupereremo l'infanzia perduta > > dissi sorridendo a trentadue tenti, lui mi guardò confuso
< < Perché dovrei recuperare la mia infanzia? A me sta bene così > > disse confuso
< < No, non ti sta bene. Ora vedremo tutti i cartoni della Disney, perché è impossibile non sapere chi è Dumbo, La carica dei cento uno, gli Aristogatti e tutti gli altri! Quindi stasera maratona della Disney > > dissi saltando in piedi sorridendo felice come una Pasqua, lui sorrise divertito e si rassegnò all'idea di dover restare sveglio tutta la notte per vedere dei cartoni. Mi subito la cassetta del Libro della giungla così da vederlo mentre mangiamo la cena. Finito il Libro della giungla misi la carica dei cento uno, poi gli Aristogatti e alla fine mi addormentai sulla spalla di Sebastian con la coperta che ci avvolgeva.
 
POV SEBASTIAN 
 
Lei era la ragazza più strana che avessi mai conosciuto, certo con la maggior parte ci stavo una notte e poi non le vedevo più, però era comunque fuori dal comune. Non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto: farmi vedere i cartoni animati. Non so se considerarlo una cosa a dir poco ridicola o troppo dolce da far venire il diabete. Forse più la prima, non so neanche perché ho accetto, ora mi tocca guardare tutti quegli stupidi animali parlanti che passano per eroi, che schifo! Per non parlare di quello stupido cartone, se non sbaglio di chiama Dumbo, in cui piange perché la madre è rinchiusa dentro la cella, a dir poco ridicolo. L'unica cartone che forse potrebbe anche piacermi è Bambi, mi ci rivedo un pochino: la madre è morta e lui è obbligato a vivere con il padre stronzo, che non capisco perché non gli dice fin da subito che lui è il padre. Comunque un po' lo capisco, ma di certo non ci vado matto. Anche gli Aristogatti in fondo erano carini, quella pazza di un mezzo demone sapeva tutte le canzoni a memoria, come fa non lo capisco, ma comunque ora di è addormentata a metà di un altro cartone. Iniziai a fissarla incuriosito, lentamente era scesa sempre di più, dalla spalla era caduta sul mio petto e in fine sulle mie gambe, le spostai qualche ciocca di capelli che le era caduta sul viso e le sistemai dietro l'orecchio. In fondo era stata dolce, sperava di ridarmi l'infanzia che non ho mai avuto, ma oramai quel tempo è passato non posso più recuperarlo e poi mio padre ha fatto solo bene a trattarmi così, se non l'avesse fatto ora sarei come quel rammollito di Jace. Perché questa pazza, mezzo demone si comporta così? Non sente il bisogno di uccidere che sento io? Perché non prova gusto nel fare del male come lo sento io? Forse sono io ad essere strano, a non essere normale né come umano né demone, ma allora cosa potrei essere se non un mezzo demone come lei? Perché io sono così attratto verso l'oscurità, ma allo stesso tempo vorrei non esserlo? Perché mi stanno venendo tutti questi complessi mentali da ragazzino di quindici anni solo stando insieme a lei? Non vedo l'ora di liberarmene così non dovrò più pensare queste cose, perché sicuramente la colpa è solo sua...
Ma allora perché ora mi sento male al solo pensiero di levarmela dai piedi? Perché mi sono sentito vuoto, come se mi mancasse un pezzo di me, quando sono stato lontano da lei per due giorni? Forse mi ci sto affezionando troppo, ci passo troppo tempo insieme, è l'unica spiegazione possibile. Devo darci un taglio, la devo portare nella dimensione di mia madre, metterla da qualche parte dove non possa vederla, forse in una cella sarebbe l'ideale e trovare uno stupido stregone abbastanza potente da fare questo maledetto rito. Sicuramente poi con il tempo mi passerà, basterà portarmi a letto qualche ragazza e mi dimenticherò di lei. Si farò così... 
Ma prima si deve riprendere dalle ferite che quei maledetti le hanno fatto! Se fossero ancora in vita li avrei torturati fino a quando non mi avessero pregato di farla finita.
Perché sto pensando a come avrei goduto ad uccidere quei due tizi, solo perché hanno fatto del male alla mia piccolina? Deve essere per forza perché il mio lato di demone mi stuzzica a farlo, si deve essere per questo, non vedo altra spiegazione. Perché ora la chiamo mia piccolina?
Odio questa stupida mezzo demone, mi fa pensare a cose che mai penserei, prima pensavo solo alla mia amata Clary, ma ora nei miei pensieri si è, in qualche modo, infilata anche lei. La devo fare finita una volta per tutte! Non mi importa come, ma la farò finita.
Perché non riesco ad immaginare un futuro senza che lei mi stia tra i piedi? Perché non riesco a fare a meno di pensare che lei sia solo di mia proprietà, che lei sia solo la MIA piccolina, che solo io posso toccarla? Perché non voglio che qualcuno le faccia del male? Perché ci tengo tanto a lei? Non trovo il senso
 
Finito il cartone- perché ho aspetto così tanto? Neanche era carino- mi alzai stando attento a non svegliarla - perché ci metto tanta dedizione a non svegliarla, mentre se fosse stata qualcun'altra non ci avrei pensato due volte a svegliarle?- spensi la TV e la presi in braccio con tutta la coperta che la copriva; la portai in camera e la misi a letto. Stavo per andarmene quando sentii un bisogno urgente di stringerla tra le miei braccia, senza rendermene conto mi sdraia acconto a lei, la strinsi a me, le diedi -d'istinto- un bacio sulla fronte e mi addormentai di colpo.
 
~Angolo dell'autrice~
Salve a tuttiiii 😊 spero che questo capitolo vi piaccia, non succede molto, se non i film mentali di Sebastian-che spero di aver scritto bene- e la piccola Wendy che tenta di dare un infanzia a Seb... Forse l'ho fatto troppo dolce, se con questo capitolo di è preso il diabete, me ne prendo tutte le responsabilità! 
E... Non so che altro scrivere, forse di tutto il capitolo questa è la parte che trovo più problematica, non trovo mai nulla da dire... Va beh passo ai ringraziamenti
Ringrazio di tutto cuore Lena, Gaia e Nickole che mi hanno recensito nel capitolo scorso. Ringrazio le persone che mi hanno messo tra le ricordate, preferite e seguite! Adoro tutti voi ✨
Fatemi sapere tutto: cosa ne pensate del capitolo, errori, consigli
Bacioni a tutti e a presto ❤️💜

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Capitolo 12
*** XII capitolo ***


Ero di nuovo in quella cella, ero sospesa da terra per vari metri, ma mi prese un attacco di vertigine così che i metri si trasformarono il chilometri e presi a tremare. Intorno a me era tutto buio, sentivo sola una presenza che stava là e voleva uccidermi, attendeva solo il momento giusto per mettere fine alla mia vita; sentii la sua morsa intorno al mio corpo farsi sempre più opprimente, cercai di liberarmi, ma non ci riuscivo, volevo urlare, ma dalla mia bocca non usciva nessuno suono. Iniziai ad avere paura, tremai ancora più forte; qualcosa mi cinse per vita e iniziò a stringermi fortissimo tanto da farmi quasi male. Davanti a me comparì di quel maledetto pazzo che mi aveva torturato e stuprata nella cella; aveva un sorriso divertito stampato in viso, si avvicinò a me e iniziò a picchiarmi. Tentai di nuovo di urlare, ma non ci riuscivo, non usciva nessun suono dalla mia gola, iniziai a piangere e a tremare.
 
Mi svegliai spalancando gli occhi e sobbalzando nel letto, Sebastian mi stava stringendo a se e mi accarezzava i capelli, nel vano tentativo di calmarmi. Mi strinsi a lui e presi a tremare come una foglia e mi uscirono pure le lacrime
< < Calma, è tutto finito. Era solo un incubo > > disse dolcemente tentando di calmarmi, ma io tremai solo di più, mi strinsi di più e le lacrime mi uscirono copiose < < piccola, va tutto bene. Stai calma, è tutto passato, nessuno ti farà più del male, te lo prometto > > continuò sempre più dolcemente e mi strinse a se iniziando a darmi dei dolci baci sui capelli, sulla fronte, sulla guancia e sul collo. Mi accarezzò il viso con il pollice asciugando le lacrime che non facevano altro che uscire e intanto mi sussurrava parole dolci per calmarmi. Alla fine riuscii a calmarmi, ma rimasi comunque stretta a lui con la testa appoggiata sul suo petto, mentre continuava a coccolarmi
< < Come mai sei rimasto? > > chiesi con voce rauca che non sembrava neanche più la mia
< < Perché non posso rimanere? > > chiese lui tentando di guardarmi, ma il mio sguardo era rivolto verso il muro
< < Certo che puoi, solo che non credevo che rimanessi > > dissi cacciando l'ultima lacrima che stava scendendo lentamente lungo la guancia
< < Beh se vuoi me ne vado > > disse con tono leggermente divertito
< < No, rimani > > dissi subito stringendomi a lui e Sebastian mi lasciò un bacio tra i capelli
< < Tanto non me ne sarei andato > > disse sempre in tono divertito e con questo nessuno parlò più 
< < Che ne pensi dei cartoni? > > chiesi quando il silenzio stava iniziando a diventare irritante
< < Abbastanza carini > > 
< < Qualche preferenza? > > 
< < Mh... Forse Bambi... Anche se non capisco perché gli hanno dato un nome da femmina quando poi è maschio e perché il padre non gli dice subito che è il padre > > disse guardando il soffitto
< < Chi l'ha inventato probabilmente aveva le idee confuse fu Bambi, e per quanto riguarda il padre... Nei cartoni c'è sempre lo stronzo di turno > > dissi scrollando le spalle, ricademmo in silenzio e io lentamente caddi di nuovo nelle braccia di Morfeo.
 
Mi svegliai nuovamente con le braccia di Sebastian che ancora mi avvolgevano, dalle persiane chiuse vedevo i raggi del sole che filtravano rendendo la mia camera ben visibile anche senza accendere la luce. Mi sentivo tutti i muscoli intorpiditi, non mi ero mossa da quando mi ero addormentata, così che ora avevo pure il torcicollo. Guardai Sebastian che ancora dormiva, riuscii a tirarmi fuori dalle sue braccia senza svegliarlo, mi misi una maglietta larga grigia che mi arrivava fino a metà coscia e scesi di sotto per fare colazione. Arrivai in cucina dove trovai James che già stava ai fornelli e stava cucinando qualcosa
< < Buongiorno > > dissi mettendomi seduta sullo sgabello del tavolo della cucina
< < Buongiorno signorina, dormito bene? > > chiese leggermente divertito
< < Si, perché? > > chiesi curiosa
< < Ho visto che eravate in dolce compagnia > > disse divertito
< < Non abbiamo fatto nulla > > borbottai
< < Ma non le ho detto niente > > disse lui porgendomi la colazione: crêpes colma di Nutella e un succo di frutta all'arancia
< < Grazie > > dissi e iniziai ad abbuffarmi
< < Non avete fatto nulla eh? > > chiese divertito
< < Niente di niente, abbiamo solo visto i cartoni > > dissi a bocca piena
< < Immagino > > disse sorridendomi divertito
< < Credi quello che vuoi > > borbottai
< < Usate solo le precauzioni > > disse e io continuai a borbottare che non avevamo fatto nulla; qualcuno dietro di me scoppiò a ridere, mi girai e trovai Sebastian che mentre rideva e si teneva lo stomaco
< < Buongiorno Seb > > dissi prendendo un sorso di succo
< < Buongiorno piccola > > disse quando si riprese, mi diede un bacio a stampo prima di sedersi accanto a me, James gli diede la colazione e se ne andò < < mi piace il maggiordomo > > disse lui sorridendo divertito
< < Bene > > dissi mordendo la crêpes facendo uscire un chilo di Nutella che andò a spalmarsi subito nel piatto
< < Sembri una bambina > > disse lui osservandomi
< < Perché? > > chiesi confusa
< < Ti stai sporcando tutta > > disse divertito
< < Oh... > > presi immediatamente un fazzoletto e me lo passai malamente sulla bocca
< < Ti dovresti mettere un paio di pantaloni > > disse lui notando le mie cosce nude
< < Perché? Io sto comoda così > > dissi guardandolo con occhi grandi da cucciolo 
< < Non mi importa, non mi va che qualcuno ti veda così > > disse lui con una smorfia
< < Mi vede solo James > > 
< < Appunto > > disse lui infastidito
< < Una volta mi ha pure visto nuda > > dissi e Sebastian si strozzò con il pezzo di crêpes che stava ingoiando
< < Cosa? > > disse sconvolto quando si ripresi
< < Ehi stai calmo, non è vero... Forse solo in mutande > > aggiunsi ghignando divertita, Sebastian si strozzò un altra volta e io non potei fare a meno di scoppiare a ridere
< < Così ti prendi gioco di me? > > chiese sorridendo maligno e avvicinandosi a me
< < Seb... Ti prego... > > dissi alzandomi in piedi < < non farmi il solletico > > dissi allontanandomi il più possibile
< < Vieni qua > > disse e fece per prendermi per il polso, ma io iniziai a correre per tutta casa con lui che mi inseguiva. Correvo più veloce possibile ed intanto ridevo come una pazza. Stavo passando per la seconda volta in salotto quando lui mi prese per i fianchi e mi buttò sul divano dove iniziò a farmi il solletico. Alla fine ci trovammo con lui che stava sopra di me e mi fissava divertito mentre io non smettevo di ridere fino a quando non mi accorsi delle nostre posizioni e che lui non mi stava più facendo il solletico, ma, anzi, mi stava accarezzando i fianchi sotto la maglietta . Il sorriso svanì dalla dal mio viso e iniziai a fissarlo, lentamente si abbassò fino a me e mi baciò dolcemente, con lentezze quasi come se si stesse godendo il momento, poi diventò sempre più passionale. Mi strinsi a lui circondandogli il collo con le braccia, lentamente le mani di Sebastian iniziarono a salire fino a fermarsi appena sotto il reggiseno, dopo qualche secondo le fece scivolare sotto la stoffa, mi irrigidì subito, ma mi costrinsi a rilassarmi, non potevo irrigidirmi per qualsiasi cosa che mi facesse, non potevo continuare a stare nel terrore che qualcuno essere vivente mi volesse fare del male. No lui non mi avrebbe fatto male, non era come quel pazzo. Mi rilassai, mi concentrai solo su di lui e sulle sue labbra, iniziò a stuzzicare la parte rosea del seno è una scarica di brividi mi percorsero per tutta la schiena e mi strinsi ancora di più a lui e non potei fare a meno di gemere contro la sua bocca, ma quando iniziò a giocare con il capezzolo, mi irrigidii nuovamente, il respiro accelerò, cercai come prima di rilassarmi, ma non ci riuscivo. Alla fine lui si allontanò da me e mi guardò confuso, senza dire una parola scesi dal divano e mi sedetti a terra con le gambe premute contro il petto, mentre cercavo di calmarmi
< < Va tutto bene? > > chiese confuso, si inginocchiò accanto a me, mi limitai solo a lanciargli un occhiataccia che lo fece sorridere divertito < < avanti parla > > disse solo mettendosi seduto per terra con le gambe incrociate 
< < Non ho nulla da dire > > borbottai senza guardarlo
< < Perché non me lo vuoi dire? > > sbottò lui, il sorriso divertito venne sostituita da uno sguardo severo, la mascella contratta, come quella di chi si sta trattenendo dal fare pugni con qualcuno; io rimasi in silenzio continuando a guardare davanti a me, la vista mi si offuscò leggermente, ma non capivo perché < < almeno guardami > > disse lui irritato, non lo ascoltai e continuai a guardare il pavimento che all'improvviso sembravano così interessanti, con tutti quelle piastrelle scure che si incastravano tra di loro... Delle dita mi presero sotto il mento e mi ritrovai a fissare due pozze oscure capaci ogni volta di ipnotizzarmi < < perché non me lo dici? Non ti fidi abbastanza? > > chiese con tono quasi deluso, anche se negli occhi riuscivo a leggere solo rabbia e frustrazione
< < Si che fido > > borbottai spostando lo sguardo verso il suo braccio muscoloso
< < A me sembra il contrario > > disse lui irritato, qualcosa iniziò a pizzicarmi gli angoli degli occhi
< < Io... > > non riuscivo a parlare, un groppo mi si formò in gola fermando le parole che volevo dirgli, ma che non ci riuscivo a parlare, tutto quello che riuscivo a fare era farmi venire le lacrime agli occhi e piangere come un coccodrillo e rimanevo fossilizzata nel passato
< < Senti, quando vorrai spiegarmi che succede fammi un fischio > > disse alzandosi in piedi irritato e nello stesso istante scattai anch'io in piedi
< < E certo no?! Vattene, scappa, tanto è quello che ti viene meglio con me. Appena c'è qualcosa che non ti va giù subito te ne vai. L'unica cosa che sai fare è scappare come un codardo... > > non feci in tempo a finire la frase che lui mi prese per il collo e mi sollevo da terra, gli occhi erano due pozzi neri di rabbia, irritazione e... Disprezzo che più di qualsiasi cosa mi fece andare in mille pezzi
< < Non provare più a darmi del codardo, sei solo una stupida mocciosa che ha paura di tutto. Non capisco come fai a definirti demone quando l'unica cosa buona che sai fare è frignare come una ragazzina di cinque anni. Non sei neanche brava a tenere i tuoi poteri sotto controllo. Non sei solo una buona a nulla > > disse con rabbia e soprattutto con disprezzo; stringeva sempre di più la presa intorno al mio collo, sentivo la trachea che veniva sempre di più compressa addosso alla spina dorsale, annaspavo per prendere anche solo un briciolo di aria. Con una mano stringevo il polso di Sebastian nel tentativo di allontanare la sua mano, ma non ci riuscivo; l'ossigeno nei miei polmoni stava iniziando a scarseggiare e lentamente mi sentivo morire; iniziai a vedere piccole lucine bianche che volavano davanti a me. Ci fu un attimo di silenzio glaciale in cui pensai seriamente che era giunta la mia ora, ma alla fine Sebastian lasciò la presa sul mio collo, crollai a terra tossendo per la mancanza di ossigeno, lo sentii rimanere là a guardarmi mentre tossivo e dopo qualche secondo se ne andò lasciandomi da sola con la mia tosse.
Quando mi ripresi iniziai a piangere, come aveva potuto dirmi tutte quelle cose? Con quella crudeltà che non credevo possibile in lui? Io credevo che infondo mi volesse bene, che non era come tutti lo descrivevano, ma evidentemente mi sbagliavo. Mi alzai e andai al pianoforte provai a suonare qualcosa per sfogarmi, ma le lacrime e i violenti singhiozzi mi costringevano a fermarmi ogni secondo.
 
Passai non so quanto tempo sul mio letto con lo sguardo perso nel vuoto, non facevo nulla, guardavo il sole sorgere e tramontare e la sera fissavo le stelle tutta la notte; non dormivo, non mangiavo, facevo la vita di un vegetale: ferma sul letto a non fare nulla. Qualche volta mi mettevo a sentire la musica, ma la mia testa era presa da altro, le sue ultime parole continuavano a rimbombarmi nella testa e mi sembrava ancora di sentire la sua stretta intorno alla mia gola.
Ero nel pieno della notte, ovviamente non dormivo, guardavo il cielo, ma allo stesso tempo non lo guardavo, con la coda dell'occhio vidi un luccichio, ma decisi di non farci caso. Dal luccichio uscì Sebastian che iniziò a fissarmi, probabilmente non sapendo se ero sveglia o meno, lo sentii sospirare e si avvicinò, sentii il mio cuore saltare in gola e iniziare ad accelerare i battiti; si accovacciò accanto al letto
< < Wendy... Io... Mi dispiace per quello che ti ho detto e fatto... Non volevo... Ero arrabbiato, tu non mi dici nulla, non capivo e così mi sono fatto prendere dalla rabbia... Mi... Dispiace... Veramente > > disse con tono di chi si stava veramente pentendo, mi girai a guardarlo e lo trovai che mi guardava con occhi grandi da cucciolo bastonato, non sapevo che fare, lo dovevo perdonare o no? Il problema era che più lo osservavo più aveva voglia di mettergli le braccia intorno al collo e baciarlo fino allo sfinimento. Fu lui a fare la prima mossa, si avvicinò ulteriormente a me e un odore di demone mi invase i naso, l'odore era tanto forte che risvegliò mio istinto di demone, le fiamme avvolsero Sebastian e lo sbatterono al muro, lui non si oppose resistenza si lasciò lanciare addosso alla parete, una volta imprigionato per polsi e caviglie iniziai ad avvicinarmi con calma
< < D'accordo se vuoi uccidermi, mi sta bene, tanto era quello che stavo per fare io a te... Mi dispiace piccola mia, non volevo farti così male > > disse lui guardando per terra, io non feci caso alle parole nella mia mente c'era spazio per un solo pensiero: sangue di demone. Quando arrivai davanti a lui teneva ancora il volto basso verso il pavimento, glielo presi tra le mani, lo misi di lato e lo morsi facendo scivolare nella mia gola suo sangue dolce e amaro. Bevevo a lungo e avidi sorsi, quando mi sentii quasi sazia lo liberai dalle fiamme e lui si abbandonò contro di me senza più alcuna forza, ma  non mi fermai fino a quando non mi sentii completamente sazia. Quando mi allontanai lui crollò a terra senza più alcuna forza, ci misi qualche secondo per capire cosa avevo fatto, quando me ne resi conto urlai spaventata, no non potevo aver ucciso anche lui, non riuscivo a crederlo. Mi abbassai fino a lui, gli misi due dita sul collo dove passava la vene, aspettai qualche secondo poi sentii il battito molto debole, ma almeno c'era. Invocai le fiamme che presero Sebastian in braccio, mi misi sul letto e con le fiamme lo feci appoggiare vicino a me con la sua testa sopra il mio petto e decisi di aspettare che si svegliasse... Perché lui si sarebbe svegliato! Ma il mio piano di aspettarlo fallì miseramente, visto che dopo dieci minuti mi addormentai anch'io.
 
POV SEBASTIAN 
 
Quella stupida ragazzina mi aveva completamente tolto qualsiasi goccia di sangue, si era impazzita, era questa l'unica soluzione che trovavo, di solito non farebbe del male ad una formica e ora invece mi aveva quasi ucciso. Per colpa sua mi sono dovuto umiliare con quelle stupide parole, gli ho dovuto chiedergli scusa per quello che le avevo detto, perché quella stupida si era "offesa". In quei tre giorni in cui non ci sono stato, l'avevo osservata: si era completamente abbandonata alla depressione, non faceva nulla, non reagiva. Così alla fine ho dovuto chiederle scusa per aver detto la verità: era solo una stupida mocciosa... Anche se sinceramente mi piace definirla la Mia Stupida Mocciosa... No, lei non è mia e mai lo sarà, io la devo usare e basta.
Quando mi svegliai stavo nel suo letto con il viso tra i suoi piccoli seni, non che la cosa mi dispiace, anzi, avevo così tanta voglia baciarla, di tenerla stretta me che quasi avevo la tentazione di svegliarla, ma sapevo che se l'avessi svegliata con un bacio come minimo mi sarei ritrovato legato contro il muro mentre una di quella cose tentava di uccidermi trafiggendomi il cuore o la gola. Mi alzai lentamente così da non svegliarla, continuavo a sentirmi stanco, ma non ci feci molto caso. Wendy aveva una mano che stringeva una ciocca di capelli, mi divincolai dalle sue braccia e una volta libero la guardai raggomitolarsi di lato su se stessa, sembra così dolce e innocua, in teoria lo era, ma dentro portava un potere che se sarebbe riuscita a controllare bene avrebbe fatto tremare chiunque. Non potei a fare meno di pensare che era stata dolce a farmi dormire con lei dopo quello che le avevo detto, ma dovevo farmi "perdonare" in qualche modo, di sicuro non sarebbero bastate delle stupide parole, non so perché, ma ci tenevo che mi perdonasse. Andai in cucina con l'intenzione di farle la colazione e poi portagliela in camera, era un piano perfetto... Peccato che non sapessi cucinare neanche un uovo. Così uscì e andai a prendere ad un bar della cioccolata da portare via, una ciambella e ritornai da lei non capendo perché al solo pensiero di tornare da lei mi faceva sorridere come un ebete.
 
POV WENDY 
 
Mi svegliai che ero da sola in camera, ero raggomitolata su me stessa, mi alzai a sedere e cercai con lo sguardo Sebastian, ma di lui non c'era la benché minima traccia, mi lasciai sprofondare nel letto, forse tutto quello che era successo la scorsa notte era stato solo un sogno, ma questo non spiegava perché mi sentissi felice e piena di energie. Mi alzai in piedi e mi stropicciai gli occhi per cacciare gli ultimi residui di sonno e in quel momento entrò Sebastian, lo guardai confusa poi vidi la ciambella e la cioccolata calda
< < Perché sei qua? > > chiesi confusa
< < Ti ricordi di ieri sera? > > chiese lui venendo verso di me
< < Mh... Scusa > > dissi incrociando le gambe sul letto
< < Per cosa? > > chiese confuso dandomi la cioccolata e la corbella
< < Per averti dissanguato... Grazie per la colazione > > dissi iniziando a mangiare la ciambella < < con questo mi ingrasserò minimo dieci chili > > dissi osservando la ciambella colma di zucchero
< < Non ti farebbe male ingrassare. Poi non preoccuparti, ora sto bene no? > > disse indicandosi e sorridendo divertito, io mi limitai ad annuire e presi un sorso di cioccolata, sentii la sua mano posarsi sul lato del mio collo e mi irrigidii, ecco lo sapevo era tornato per finire di soffocarmi. Avvicinò il viso al mio, mi immobilizzai, tremai leggermente e chiusi d'istinto gli occhi aspettandomi il peggio, ma invece appoggiò la fronte sulla mia
< < Mi dispiace > > disse solo e mi lasciò un bacio sulla fronte, mi accarezzò la guancia la guancia con il pollice, aprii gli occhi per guardarlo negli occhi, ma tutto quello che vidi fu solo la sua maglietta nera visto che si era già spostato per darmi un altro e lungo bacio sulla fronte. Rimasi per un attimo senza fare nulla poi lo abbracciai forte a me
< < Però non lo devi fare più, okay? > > chiesi con il viso affondato nel suo petto
< < Okay > > disse lui rispondendo al mio abbraccio. 
 
Passammo i due giorni successivi insieme, la mattina e il pomeriggio ci divertivamo e la sera dormivamo insieme e io mi divertivo a farlo impazzire, per poi a mandarlo in bianco, probabilmente se non fosse stato per la schiena, che si stava ancora riprendendo, mi avrebbe già ucciso.
Era quasi pranzo del terzo giorno saremmo stati solo noi due, avevo dato a James tutto il giorno libero. Stavo tranquillamente in cucina a fare il sugo per la pasta con musica abbastanza alta e intanto ancheggiavo a ritmo con la musica; mentre Sebastian stava in camera mia a farsi una doccia, o almeno credevo, quando delle braccia muscolose mi presero per i fianchi e mi strinsero ad un corpo, mi girai sorridendo già sapendo che era lui. Senza dire nulla iniziammo a ballare per un minuto dopodiché la musica diventando dolce, ma abbastanza veloce, come una specie di valzer, Sebastian mi guardò sorridendo divertito, fece un piccolo inchino e porse una mano
< < Mi Lady, mi concedete questo ballo? > > chiese come se fosse un conte di altri tempi e io scoppiai a ridere
< < Mi dispiace, My Lord, ma non so ballare > > dissi reggendogli il gioco
< < Io non credo. Non vi preoccupate, saprete cavarvela egregiamente > > disse sorridendo divertito, sbuffai, ma accettai. Gli presi la mano e un attimo dopo ci trovammo a volteggiare per tutta la cucina mentre io cercavo, in modo anche abbastanza ridicolo, di seguirlo. Alla fine della canzone io stavo morendo dal ridere per il modo assordo in cui avevo tentato di seguirlo
< < Okay è confermato, sei una frana a ballare > > dissi lui passandosi una mano fra i capelli
< < Te l'avevo detto che non sono capace > > dissi in mia difesa controllando il sugo che era quasi fatto
< < Già ti devo dare ragione > > disse continuando a sorridere divertito, poi iniziò a squadrarmi da testa a piedi < < sai che non mi va che vai in giro per casa con indosso solo la maglietta > > disse facendo una smorfia contrariata, in effetti addosso avevo solo la sua maglietta - la sera prima gli aveva chiesto di toglierla, neanche era arrivata a metà frase, che subito se l'era tolta e mi era saltato addosso- e lui era a petto nudo
< < Le tue magliette sono comode, larghe e lunghe, semplicemente perfette. E poi mi piace vederti così, sei più sexy > > dissi scolando la pasta oramai pronta
< < A chi non piacerebbe vedermi chi? Sono pur sempre il ragazzo più bello del mondo > > disse vantandosi, sbuffai alzando gli occhi al cielo
< < Okay, mettiti seduto sex-simbol, che è pronto > > dissi esasperata. 
Passammo il resto del pomeriggio insieme, io non facevo altro che fargli scherzi di ogni genere - tipo correre verso le scale, ma invece di scenderle, saltavo sul lampadario del salotto e poi mi lasciavo cadere sul divano, certo per poco non mi uccidevo, ma è stato abbastanza divertito, soprattutto quando Sebastian è sceso a cercato seriamente di uccidermi lui stesso.
< < Che ne dici di andare in discoteca stasera? > > chiese lui quando ci mettemmo sdraiati sul divano a vedere la TV -era quasi l'unico modo per tenermi ferma.
< < Okay > > dissi sorridendo e lo baciai dolcemente.
Arrivata la sera mi misi un semplice vestito dorato che brillava e che, come al solito, mi copriva il minimo indispensabile, con degli stivaletti neri che avevano il minimo di tacco. Appena lui mi vide fece un sorriso divertito, mi mise un braccio intorno ai fianchi, fece quei strani segni con le mani e ci ritrovammo in un vicolo buio illuminato a malapena da un lampione lì vicino, non mi sembrava di conoscere il posto così mi limitai a seguirlo. Attraversammo solo vicoli buoi - che sinceramente mi mettevano un po' d'ansia, ma cercavo di non farlo vedere - arrivammo davanti ad una struttura abbastanza moderna, dalle finestre uscivano ad intermittenza fasci di luce bianca, la musica rock la si sentiva anche stando ad un chilometro di distanza, lungo una parete c'erano ragazzi che aspettavano di entrare e un buttafuori con occhiali da sole se ne stava davanti alla parete guardando male chiunque gli si avvicinasse. Sebastian mi fece entrare superando il buttafuori come se non esistesse, subito dopo mi ritrovai a ballare con lui che mi teneva stretta a se e mi baciava con passione. Dopo un po si avvicinò al mio orecchio
< < Ti voglio far vedere una cosa > > disse quasi con un sussurro, mi limitai ad annuire, mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla pista dove le persone si strusciavano l'une addosso alle altre in una specie di ballo. Sebastian mi portò una specie di arco di pietra, che prima non avevo notato, che portava a delle scale che salivano. Lo seguii e alla fine mi trovai sul tetto della discoteca che aveva un vista semplicemente spettacolare. Davanti a me si estendeva Londra. La guardavo con occhi che brillavano, la città si estendeva sotto di me, le luci si alternavo in tutti i colori
< < Wow... È... Meraviglioso > > dissi mettendomi sul parapetto del tetto
< < Lo so > > disse lui mettendosi al mio fianco, un brivido di freddo mi salì lungo tutta la schiena, ma cercai di non darlo a vedere. Sebastian mi avvolse tra le sue lunghe braccia e mi strinse a se
< < Ti dovevi portare una giacca > > disse lui dolcemente, anche se quello dovevo essere un rimprovero
< < A che mi serve una giacca, quando ho te come termosifone personale? > > chiesi sorridendo divertita, mi strinsi di più a lui per a coccolarmi sul suo petto che mi riscaldava, lui mi lasciò un bacio fra i capelli. Guardavo il panorama persa tra quella luci ed inoltre mi sentivo così bene fra le sue braccia che non notai al luccichio poco lontano da noi
< < È bello rivederti angioletto > > disse Sebastian dietro di me, mi girai e trovai Magnus, Alec, Jace è un ragazzo dai capelli ricci castani e gli occhi chiari che ci osservano
< < Tutti sono sempre felici di rivedermi > > disse Jace con una nota di sarcasmo 
< < Ciao > > dissi io, feci per andare da loro a salutarli, ma lui mi bloccò per il polso
< < Non ti muovere > > mi sussurrò glaciale
< < Che fai rapisci anche mezzi demoni ora? > > chiede Jace sorridendo divertito, prese una spada gli sussurrò qualcosa è quella iniziò a brillare, mi irrigidii immediatamente sentendo che quella spada doveva stare più lontano possibile. Sebastian si spostò davanti a me ed estrasse la stessa identica spada che iniziò anche quella a brillare
< < Sebastian è inutile che fingi di volerla proteggere, tanto lo sappiamo che il tuo scopo è solo quello di servirti di lei > > disse Alec impugnando un arco e puntandolo addosso a lui
< < Wendy ascoltami > > disse Magnus, puntai lo sguardo verso di lui, stavo iniziando a sentirmi confusa < < Sebastian si vuole solo servire del tuo corpo per riportare in vita Lilith. Tutto questo è solo una finzione, lui non ti vuole, sta facendo tutto questo perché gli servi. Fidati piccolina > > continuò guardandomi serio come mai lo avevo visto, posai gli occhi su Sebastian e lo vidi con i muscoli completamente irrigiditi pronti a qualsiasi scatto, dagli occhi sembrava irritato, ma non smuoveva gli occhi da davanti a lui
< < È vero Seb? > > chiese con un sussurro debole e pieno di tristezza 
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊
Allora che dire... Non succedere praticamente nulla in questo capitolo, a parte al finale... Chissà se Sebastian le dice la verità o continua ad ingannarla :3... Poi non so... Passo ai ringraziamenti che è meglio. Ringrazio: Lena che ad ogni capitolo mi recensisce, tutti quelli che mi hanno messo tra preferite, seguite e ricordata.
Fatemi sapere tutto: errori, consigli... Tutto quello che volete.
Baciiii 💜❤️

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Capitolo 13
*** XIII capitolo ***


< < È vero Seb? > > chiese con un sussurro debole e pieno di tristezza 
 
Lo vidi sorridere divertito, ma non si voltò verso di me
< < Grazie stregone, mi hai risparmiato un bel po' di tempo, almeno così non devo spiegarle tutto > > disse chiaramente divertito. No mi ero persa qualcosa, forse non avevo sentito bene, forse avevo capito male. Non riuscivo a fare nulla, ero capace solo a stare ferma, imbambolata, ad osservarlo mentre lui neanche mi guardava, era troppo occupato ad osservare Jace
< < Cosa? > > riuscii a dire, ancora se l'avevo detto così piano che probabilmente nessuno era riuscito a sentirmi, sentivo dentro di me qualcosa che andava in frantumi, fatto in piccolissimi pezzi
< < Non dirmi che veramente pensavi che io fossi interessato ad un inutile mezzo demone come te > > disse voltandosi a guardarmi con il suo solito sorriso divertito. Con queste parole mi sentii disintegrare completamente l'essenza; le lacrime iniziarono a premere per uscire, ma di certo non gli avrei dato questa soddisfazione. Mi aveva illuso per tutto il tempo, lui non mi aveva ai considerata, tutto quello che aveva fatto, l'aveva fatto solo perché si doveva "conquistare" la mia fiducia e poi pugnalarmi alle spalle. E ci era riuscito in pieno
Senza quasi rendermene conto lo scaraventai addosso ad un muro là vicino, dove ci sbatte di schiena e poi cadde a terra di fianco 
< < Wow, che volo, ti sei fatto male? > > disse Jace vedendo Sebastian che si rialzava lentamente e che mi ringhiava contro, non ci feci caso, mi portai le braccia sullo stomaco sentendo un dolore lancinante; il ragazzo dai capelli castani fece per venirmi incontro, ma Magnus lo fermò. Feci qualche passo indietro e dopo un attimo non sentii più la terra sotto i piedi, non guardavo più il pavimento, ora vedevo solo la volta celeste coperta di stelle luminose. Non capivo, che stava succedendo? Un attimo prima stavo per scoppiare, stavo per crollare inginocchio e ora mi ritrovavo che guardavo il cielo e le braccia, le gambe e i capelli erano rivolti verso il cielo con una sensazione simile alla pace, perché? Che stava succedendo?
Poi nel mio campo visivo apparve Jace, Magnus, Alec che mi guardavano sorpresi, perché mi guardavano così? Poco distante da loro apparve Sebastian che mi guardava con un misto tra la preoccupato, lo sconvolgimento, la sorpreso, il terrorizzato e altre emozioni che non riuscivo a capire, mi sembrò anche di sentirlo gridare il mio nome con disperazione, la voce era come quella di qualcuno che stava per perdere davanti ai suoi occhi la persona che amava di più al mondo. Buttai indietro la testa e vide che la terra si stava avvicinando a me troppo velocemente, e allora capii: stavo cadendo da tetto. Perché ci avevo messo tanto a capirlo? Ero idiota ecco qual era la risposta. Le fiamme mi avvolsero senza che io le chiamassi e formarono subito dopo due ali d'angelo nere come la pece, ritornai su verso il tetto e mi tenni sospesa il aria a qualche metro di distanza da loro. Magnus, Alec e Jace continuavano a guardarmi confusi e sorpresi, mentre Sebastian mi guardava sollevato; le lacrime ricominciarono a pungere gli occhi, la delusione è la tristezza tornarono ad opprimermi più forte e volai via non sapendo esattamente dove andare, sapevo solo che dovevo allontanarmi il più velocemente possibile.
 
Volai a lungo cercando di andare verso New York per non so quale motivo, sentivo le ultime parole di Sebastian che mi rimbombavano nella mente insieme a quelle che mi aveva detto quando stavamo a casa mia quando mi aveva pesa per il collo. Non riuscivo a non pensarci, era più forte me; non riuscivo a credere che lui mi avesse mentito per tutto il tempo, da quando mi aveva conosciuto fino ad adesso. 
Volai tutta la notte è il giorno dopo, nel tardo pomeriggio purtroppo incontrai una bella tempesta che mi bagnò tutta, i fulmini qualche volta mi saettavano così vicino da sentire l'elettricità che contenevano ed io mi spaventavo e mi buttavo dall'altra parte per incontrare un altro fulmine. In quei momenti volevo che lui fosse vicino a me, mi abbracciasse forte e mi rassicurasse. Mi costrinse a stare attenta a quello che facevo e questo mi bastava per non pensare a quello che era successo in quella discoteca a Londra e da altri pensieri. 
Arrivai a New York che pioveva, scesi in vicolo abbastanza buio e mi diressi verso casa di Magnus correndo a perdi fiato, non sapevo dove andare e l'unico posto che mi era venuto in mente era quello. Mentre correvo mille pensieri ritornarono ad affollarsi nella mia mente e mi maledissi mentalmente per essermi lasciata andare così tanto alle emozione con una persona che praticamente era uno sconosciuto per me. Mi odiavo per questo, non mi ero mai affezionata a nessuno -fatto eccezione per Nagisa, ma lei era un caso a parte- e ora mi ero affezionata alla persona più sbagliata che potesse esistere nella faccia della terra.
Davanti a casa di Magnus stavo tremando per il freddo e, neanche me ne accorta, avevo iniziato a piangere; bussai piano e dopo qualche minuto mi aprì Magnus che mi squadrò da testa a piedi
< < Scusa... Non sapevo dove andare > > dissi con un sussurro e singhiozzando, lui semplicemente si scanso e mi fece entrare < < grazie > > sussurrai ed entrai tremante. Fece solo qualche passo dentro e subito le gambe mi cedettero per la stanchezza, Magnus mi prese al volo e mi portò sul divano
< < Forse ho volato un po' troppo > > dissi con un sussurro debole che probabilmente neanche senti, le palpebre si fecero pesanti ed io mi addormentai all'instante.
 
Mi svegliai con un gran mal testa, sembrava come se qualcuno aveva messo filo intorno al mio cervello e lo stesse tirando a forza per spaccarlo in due. Aprii gli occhi e mi trovai in una camera che brillava da tutti i pori, probabilmente la maggior parte era glitter, ma c'è ne era troppo, mi veniva quasi da vomitare al solo pensiero di aver dormito là dentro. Mi alzai a sedere e mi accorsi che ero solo in intimo e maledissi Magnus per avermi spogliato senza neanche chiedermi il permesso. Mi guardai nuovamente in giro e trovai dei vestiti ai piedi del letto, li presi e mi vestii velocemente- erano un maglione rosso scuro con qualche spruzzata di brillantini qua e là che mi aderiva perfettamente su tutto il corpo e dei leggins blu scuri. Uscii e andai in cucina dove trovai Magnus che faceva colazione, appena mi vide mi sorrise
< < Piccola meglio se vai in bagno a darti una controllata, se vuoi ho dei trucchi che potrebbero esserti utili > > disse continuando a sorridere
< < Per favore... non chiamarmi piccola > > dissi passandomi una mano fra i capelli che erano incollati tra di loro a causa della pioggia
< < D'accordo... Biscottino va bene? > > chiese mangiando un biscotto al cioccolato
< < Si > > 
< < Bene... Biscottino vai a darti un'occhiata in bagno... Lo dico per tuo bene > > io mi limitai ad annuire e andai in bagno. Appena mi vidi allo specchio saltai per lo spavento: ero oltremodo spaventosa. I capelli erano sparati da tutte le parti, si raccoglievano in ciocche ed erano diventati mossi; gli occhi sembravano completamente fatti di sangue e l'unica parte che non era rossa era la pupilla; sotto gli occhi c'erano delle profonde occhiaia viola che al solo sfiorarle mi facevano male. In un attimo mi chiusi a chiave in bagno, mi feci una doccia veloce, mi misi un asciugamano intorno al corpo, sistemai per bene i capelli, presi tutti i trucchi che trovavo -c'era soprattutto tanto, ma tanto glitter- e restai per un quarto buon d'ora dentro a truccarmi alla perfezione e non far vedere tutte quelle occhiaie che avevo. Sentii bussare alla porta e poi la voce di Magnus
< < Biscottino, capisco che ti devi sistemare il tuo bel visino, ma anch'io ho bisogno del bagno > > disse tranquillamente. Mi guardai un altra volta allo specchio e decisi che forse non si notava nulla, aprii la porta e trovai Magnus che stava appoggiato allo stipe della porta
< < Fatto. Allora come va? Si vede qualcosa? > > chiesi velocemente
< < Sei perfetta, quasi non si vede che ti sei truccata. Complimenti > > disse osservandomi con fare esperto
< < Bene, molto bene. Mi sono anche fatta un doccia > > dissi prendendo in mano una ciocca di capelli un po' umida
< < Hai fatto più che bene... Puzzavi di fogna > > disse lui tranquillo
< < Grazie > > dissi leggermente stizzita, lui si limitò a farmi l'occhiolino, andai in quella che oramai era camera mia e mi cambia mettendomi un maglione attillato a collo alto nero, un paio di jeans stretti degli stivaletti bassi con un po' di tacco neri. Andai in cucina e feci colazione affogandomi nei biscotti al cioccolato, poco dopo arrivò Magnus che si sedette accanto a me e mi osservò
< < Mi dispiace > > dissi dopo un lungo silenzio
< < Per cosa? > > chiese lui inclinando la testa di lato
< < Avevi... Ragione... Io... Mi dispiace > > dissi solo affogandomi un altra volta nei biscotti
< < Sei venuta per un motivo preciso? > > chiese dopo un altro lungo silenzio
< < Mh... Mi... Mi puoi aiutare con i poteri? > > chiesi quasi con un sussurro
< < Certo biscottino, quando vuoi > > disse lui sorridendomi
< < Anche adesso? > > chiesi illuminandomi, almeno non avrei pensato a Lui per un po'
< < No prima andiamo a fare un po' di shopping e poi ti aiuterò > > disse alzandosi
< < Odio fare shopping > > borbottai facendo una smorfia
< < Mi dispiace, ma a me non va di farti comparire tutti i santi giorni abiti nuovi, quindi andiamo > > disse lui prendendomi per il polso e trascinandomi fuori dall'appartamento.
Passai tutto il giorno con Magnus a fare su e giù per negozi, a mettermi e togliermi vestiti su vestiti, stavo avendo la nausea di tutti quei vestiti, avrei dato qualsiasi cosa pur di risparmiarmi tutta quella fatica, l'unica cosa buna era che la ricerca di nuovi vestiti mi teneva occupata la mente. Quando finalmente tornammo all'appartamento mi sentivo stanca morta, tanto che mi buttai sul letto, mi misi solo una maglietta grigia che copriva il minimo indispensabile e mi addormentai in un secondo.
 
La mattina dopo mi svegliai con qualcuno che mi scuoteva per la spalla, aprii piano gli occhi e trovai Jace che mi sorrise dolcemente 
< < Buongiorno > > 
< < Mmh... Lasciami dormire > > dissi affondando la testa sotto le coperte
< < Mi dispiace piccolina, ma abbiamo da fare, avanti muoviti > > disse tirandomi via le coperte; la maglietta si era alzata fino al fianco e ora sentivo il freddo penetrarmi nella pelle facendole leggermente tremare, vidi Jace diventare leggermente rosso
< < Che c'è? Mai visto un paio di gambe? > > chiesi divertita alzandomi a sedere
< < Ti aspetto in salotto. Sbrigati > > disse e se ne andò alla velocità della luce, ghignai divertita
< < Sai che non piace che ti vedano nuda > > disse una voce a me molto familiare, ma che mi fece comunque gelare il sangue, mi girai lentamente e trovai Sebastian fuori dalla finestra appoggiato alla sbarra antincendio, rimasi a fissarlo cercando di essere inespressiva < < mi fai entrare? Non mi va di stare a scassinare una finestra > > disse divertito, eh certo quando mai sua maestà si scomoda? Ma se lo scorda che gli apro pensai, decisi di fare come se lui non esistesse e andai a prendere dei leggins stretti neri, una maglietta magenta che lasciava scoperta una spalla, andai verso la porta e prima di uscire mi girai e lo vidi mentre continuava a guardarmi divertito gli fece un gestaccio con la mano e prima la porta. Era sicura che la porta mi portasse verso il corridoio che portava in salotto, ma a quanto pareva il corridoio era uguale alla mia camera da letto visto che mi ritrovai schiacciata da qualcosa contro la porta
< < Lo sai che non si fanno quei gesti? > > disse la sua voce che iniziavo ad odiare, non gli dissi nulla, non lo guardai nemmeno, sapevo che l'avessi guardato mi sarei persa tra i suoi occhi neri. Teneva le mani strette intorno ai miei fianchi, si abbassò e iniziò ad accarezzarmi con la punta del naso la guancia
< < Perché non mi guardi? > > provocò iniziando a darmi piccoli e dolci baci partendo dalla guancia per scendere fino all'angolo della bocca, io continuai a non dire nulla, tenevo lo sguardo fisso sul pavimento < < Wendy guardami > > disse quasi dolcemente, ma io non feci nulla, alla fine mi prese il mento fra le dita e me lo alzò così che non potevo più fuggire dal suo sguardo. Come immaginavo mi persi in un instante nelle sue due pozze nere
< < Di qualcosa almeno > > sembrava come se mi stette supplicando con lo sguardo
< < Cosa ti dovrei dire? Che sei un maledetto stro... > > non feci in tempo a finire che le sue labbra furono sulle mie, sentii il mio stomaco iniziare ad attorcigliarsi, le farfalle prendere il volo e la mente si svuotò completamente
< < Non si dicono quelle brutte parole > > disse lui sorridendo divertito, si era staccato solo di qualche millimetro e sentivo le sue labbra che si strofinavano contro le mie
< < Dico quello che mi pare > > dissi in un soffio puntando gli occhi sulle sue labbra
< < Lo so > > disse e mi baciò ancora una volta, mi abbandonai a quel bacio come se fosse un ancora di salvezza, tutto quello che era successo quella sera era solo un brutto sogno, lui non mi avrebbe sfruttata per chissà quale piano. Mi dovetti dare un pizzico sulla coscia per tornare alla realtà, lui mi voleva solo sfruttare, tutto quello che faceva era solo una messinscena 
< < Ti odio > > riuscii a dire dopo un tempo che mi parve infinito
< < Non è vero > > disse lui divertito, si stava semplicemente divertendo, ero come un giocattolo per lui, non contavo nulla
< < Come fai dirlo? > > 
< < Non mi stai respingendo quando potresti spedirmi dall'altra parte della sala senza difficoltà > > disse lui accarezzandomi con il pollice la guancia
< < La tua è solo una messinscena > > ringhiai
< < Non credi che per portarti via da qua mi basterebbe fare qualche gesto? Se solo mi servissi ti porterei via subito, ma non lo faccio. Pensaci > > disse lui dolcemente
< < Cosa vuoi? > > ringhiai ancora
 
< < Voglio solo che mi perdoni piccola mia > > disse lui sorridendo dolcemente.
 
~Angolo dell'autore~
Salveee!!! Finalmente eccomi con un altro capitolo ✌️ sinceramente volevo finirlo prima, ma sto scrivendo anche un altra storia- questa è una originale però- e mi sono persa a scrivere, mi dispiace per il ritardo.
Comunque... Dopo tutto questo tempo volevo fare un capitolo più lungo, ma questo significava metterlo tra moooolto tempo e non volevo, quindi è abbastanza piccolo, mi dispiace anche per questo.
Vado subito ai ringraziamenti perché finirei per fare spoiler. Ringrazio come sempre Lena e Gaia; tutti i lettori silenziosi che mi seguono e che mi hanno messo tra le preferite e ricordate.
Un bacione a tuttiii
Alla prossima ❤️💜

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Capitolo 14
*** XIV capitolo ***


 
... < < Voglio solo che mi perdoni piccola mia > > 
 
Io rimasi per un attimo senza parole, mi stava chiedendo di perdonarlo, ed io non sapevo che fare. Lui mi voleva solo utilizzare per sua madre, voleva solo sfruttarsi di me, stava fingendo tutto e stava fingendo anche ora, non dovevo farmi illudere 
< < Certo, come no. Sentiamo che mi vuoi fare? Torturare prima di diventare il corpo di tua madre? > > chiesi ironica incrociando le braccia al petto
< < Se volessi potrei portare via anche ora. Nessuno se ne accorgerebbe > > puntualizzò lui sorridendo divertito, ricominciò con il pollice ad accarezzarmi la guancia
< < Sebastian, dimmi cosa cavolo vuoi da me > > sbuffai esasperata, non c'è la facevo più, il mio povero cervello stava per avere un esaurimento nervoso per colpa sua, probabilmente tra poco mi sarei messa anche urlare come una pazza
< < Te l'ho detto, non farmi diventare ripetitivo > > disse rimettendo la mano intorno al mio fianco
< < Non ci credo. Prima mi dici che sono completamente inutile, prima ancora che sono un insulsa ragazzina incapace di fare qualsiasi cosa e ora mi vieni a chiedere scusa, credendo che la piccola e dolce Wendy ti perdoni come era già successo altre volte. Ma mi spiace, la piccola Wendy ci può cascare una volta, ma una seconda te la scordi. E ora vattene, non ti voglio più vedere > > dissi mentre gli battevo l'indice sul petto e poco alla volta lo allontanavo, sentivo la rabbia scorrermi nelle vene, come si permetteva di venire qua, dopo tutto quello che mi aveva detto e fatto a chiedere scusa? Non mi dovevo fare illusioni, lui mi voleva solo usare
< < D'accordo me ne vado, ma prima voglio sapere una cosa > > disse intrecciando la mano con mia e iniziando a giocarci 
< < Cosa? > > chiesi cercando di sembrare scocciata, ma in verità mi stavo sentendo morire mentre osservavo le nostre mani che giocavano tra di loro e si incastravano alla perfezione, come se fossero pezzi di un puzzle che dovevano stare insieme
< < Perché stai a casa dello stregone? > > chiese quasi come se fosse infastidito perché mi ero andata da Magnus, di certo non sarei tornata da mio zio con il rischio che mi uccidesse davvero
< < Gli ho chiesto se mi può aiutare a controllarmi > > dissi ancora persa dal gioco delle nostre mani
< < D'accordo allora puoi restare. Ma cambia maglietta > > disse baciandomi il collo
< < Ah perché adesso decidi cosa posso o non posso stare? > > chiesi divertita
< < Finché non torni con me si > > disse scendendo a baciare il tatuaggio con aquila < < cambiati maglietta, sei troppo scoperta > > disse continuando a baciarmi
< < Certo, come no. Come se una spalla e una clavicola potesse far eccitare dei ragazzi > > dissi irritata, poteva baciarmi quanto gli pare, io non mi smuovevo, anche se il cervello mi stava andando in pappa, mi piaceva da morire quando mi baciava così
< < Se sei tu, si > > disse andando a baciare la spalla
< < Certo, come se i ragazzi facessero caso a me, a malapena mi guardano > > dissi appoggiandomi contro di lui, stavo iniziando a stancarmi di lottare per allontanarlo e di certo i suoi continui baci non aiutavano
< < Allora sei proprio stupida > > disse lui divertito smettendo di baciarmi e mi abbracciò forte affondando il viso tra i miei capelli
< < Questo ti fa perdere tutti i punti che avevi preso > > dissi divertita, in verità non aveva recuperato un bel niente, però mi divertiva vederlo.... geloso? No lui non era geloso, lui mi sfruttava e basta
< < Come fai a non accorgerti che tutti ti guardano? Ogni volta che passi c'è sempre qualcuno che ti butta l'occhio addosso e ti fa la radiografia > > disse lui leggermente infastidito
< < Te lo immagini solo > > dissi inspirando a fondo il suo profumo, non avevo un buon naso così sapevo distinguere cosa fosse, anche se mi sembrava rosa
< < No, non me lo immagino piccola, è la verità > > disse stringendomi ancora di più
< < Va bene. Vattene che vado di là a fare colazione > > dissi staccandomi e feci per andarmene, ma lui mi bloccò
< < Ti devi cambiare maglietta > > mi ricordò
< < No, mi tengo questa. Ciao Seb > > dissi, mi divincolai da lui ed uscii dalla stanza con un sorriso da trentadue denti stampato in faccia, anche se non capivo perché l'avesse fatto mi aveva fatto piacere che fosse venuto.
 
Appena entrai in cucina trovai Jace appoggiato contro il lavello della cucina con una tazza di caffè in mano e Magnus seduto sul tavolo che sorseggiava tranquillamente del cappuccino
< < Buongiorno > > dissi saltellando fino al tavolo e presi dei biscotti al cioccolato
< < Come ti sei fatta quel livido? > > chiese Magnus osservandomi
< < Quale livido? > > chiesi confusa
< < Sul collo > > disse indicandomi il punto, ci passai sopra la mano e trovai viscido e scivoloso, quel maledetto mi aveva lasciato un succhiotto, ecco perché mi stava così appiccicato; me l'avrebbe pagata cara, questo era certo
< < Ehm... Sono caduta > > inventai sul momento
< < Sul collo? > > chiese alzando un sopracciglio confuso
< < Questa cosa l'ho già visto... Però ero io che facevo le domande ad Alec > > disse all'improvviso Jace
< < Uh si, al nostro primo appuntamento. Era diventato tutto rosso quando avevo finito > > disse Magnus sorridendo divertito
< < Si, ehm... Non voglio sentire i dettagli > > disse Jace, prendo un biscotto al cioccolato, osservai Jace
< < Come mai sei qua? > > chiesi affogandomi nei biscotti
< < Magnus mi ha chiesto di aiutarti > > disse lui con noncuranza
< < Non mi dovevi aiutare tu? > > chiesi a Magnus
< < Ci sarò anch'io, per evitare qualche tuo... Diciamo scoppio > > disse lui appoggiandosi allo schienale 
< < Ma cosa dovremo fare? > > chiesi confusa
< < Intanto andiamo al parco > > disse Jace andando verso la porta
< < Ma... > > 
< < Tranquilla non succederà nulla > > mi tranquillizzò Magnus, io annuii e li seguii sperando che non succedesse davvero nulla.
 
Andammo al Central Park e da lì Jace ci condusse in una parte più appartata dove non ci vedeva nessuno, nel parco c'era tanta gente, se fossi scoppiata avrei di sicuro ucciso tutte quelle persone e io mi sarei suicidata -non potevo sopportare di sapere di aver ucciso tutte quelle persone. Alla fine Jace fu costretto a farmi fare un po' di yoga per rilassarmi e tranquillizzarmi visto che mi muovevo come un robot e stavo attenta a qualsiasi cosa. Lo yoga peggior solo la situazione, visto che avevo un pessimo equilibrio e ogni volta finivo per terra, mi arrabbiavo, perdevo il controllo, le fiamme mi circondavano, andavano per conto loro, ma riuscivo a riprendere il controllo ed evitavo la catastrofe. All'inizio ci mettevo un secolo per riacquistare il controllo, ma lentamente capivo come fare e riuscivo a velocizzare i tempi. A fine giornata mi ci voleva circa quindi minuti per riprendere il controllo. Tornai nell'appartamento con Magnus e una volta dentro andai dritta in camera per stendermi sul letto stanca morta.
Stavo in fase di dormiveglia quando sentii qualcosa che iniziava ad accarezzarmi i capelli, all'inizio non ci feci caso credendo che sia una sensazione passeggera, ma invece persisteva, mi girai di lato e trovai Sebastian seduto accanto a me
< < Stavo dormendo > > dissi con la voce impastata dal sonno e mettendomi seduta
< < Infatti non ho detto nulla per svegliarti, ti sei svegliata da sola > > disse sorridendo divertito
< < No, mi stavi accarezzando i capelli e questo mi ha svegliata > > disse stropicciando gli occhi per togliere un po' di sonno < < cosa vuoi? > > chiesi sbadigliando
< < Ti ho visto al parco... Hai un pessimo equilibrio > > disse ghignando divertito
< < Sei uno stalker > > dissi sentendo le palpebre farsi pesanti
< < Con te si > > disse, non mi ero accorta che stava giocando con una mia ciocca di capelli, lo lasciai fare, non avevo la forza mentale per togliergli la ciocca dalla mano
< < Non mi hai detto cosa vuoi > > dissi sbattendo le palpebre per tenermi più sveglia possibile
< < Non voglio nulla, solo dormire con te > > disse sorridendo quasi dolcemente
< < Basta che non mi porti via > > dissi sdraiandomi e facendo spazio anche a lui < < non porti via, vero? > > chiesi girandomi verso di lui
< < Tranquilla non lo faccio > > disse si sdraiò e mi strinse a se, con la mia schiena contro il suo petto
< < Bene > > dissi mi girai verso di lui, affondai il viso tra il suo collo e la sua spalla e lentamente mi addormentai.
Non sapevo perché lo stavo facendo, volevo farlo e basta, non riuscivo a dirgli di no. Anche sapendo che mi stava utilizzando per suoi scopo tra le sue braccia continuavo a sentirmi al sicuro, tutti i problemi venivano cancellati e io potevo rilassarmi completamente. Avrei dato qualsiasi cosa per far modo che quella maledetta notte a Londra non fosse mai successo, ma cancellarla avrebbe significato continuare a vivere nella menzogna e io continuavo a stare nell'illusione che Sebastian mi volesse bene, ma ora lui cosa provava per me? Volevo riprendere la mia fiducia per utilizzarmi o la voleva riprendere perché ci teneva davvero a me? Non lo sapevo e in quel momento non volevo saperlo. Mi lasciavo cullare tra le sue braccia e mi godevo la semplice sensazione di benessere.
 
La mattina dopo mi svegliai che ero da sola, sul comodino trovai una busta e davanti un biglietto con una scrittura elegante e ordinata che diceva:
" Scusami piccola, ma ho avuto un problema e sono dovuto andare. Mi spiace non dirti Buongiorno di persona. Ti lascio la colazione.
Buongiorno piccola mia. 
P.s. In giornata verrò da te."
Non so perché, ma leggendo il biglietto mi sorgeva un sorriso spontaneo certo l'ultima frase mi sembrava più una minaccia che altro, ma non mi importava, ero felice che lui fosse stato con te per tutta la notte. Presi la busta e dentro ci trovai un cornetto al cioccolato, mi conosceva bene. Appena finito il cornetto mi misi un paio di short bianchi e una maglietta a barchetta semplice e nera e un paio di converse nere e andai in cucina dove trovai Magnus che faceva colazione e con lui anche Jace e Clary
< < Buongiorno > > dissi raggiante, andai da Magnus e gli stampai un bacio sulla guancia
< < Buongiorno biscottino > > disse lui sorridendomi, presi un biscotto alla vaniglia e subito dopo mi ci abbuffarmi
< < Non hai freddo? > > chiese Clary squadrandomi
< < Mh... È il bello di essere demone, non sento né caldo né freddo > > dissi ingoiando un biscotto intero quasi senza masticarlo < < che facciamo oggi? > > chiesi prendendo un biscotto e promettendomi che quello sarebbe stato il mio ultimo
< < Oggi io e Clary ci dovremmo allenare, quindi noi due riprendiamo domani > > disse Jace passandosi una mano tra i capelli
< < Uh perfetto, io mi vado a fare un tatuaggio > > dissi alzandomi prendendo altri tre biscotti, non mi importava della promessa, erano troppo buoni
< < Un altro? > > chiese Clary squadrandomi
< < Mi piacciano i tatuaggi > > dissi scrollando le spalle
< < D'accordo, non scomparire > > disse Magnus
< < Torno per pranzo tranquillo > > dissi sorridendo e gli diedi un bacio sulla guancia < < vado, ciao > > dissi ed uscì andando verso il mio solito posto.
 
Appena arrivata Mat mi accolse con un lungo abbraccio
< < Ciao piccola, che fine hai fatto? > > disse lui sorridendomi felice
< < Un po in giro. Che mi dici? > > chiesi sorridendo
< < Nulla di che, tu invece mi nascondi qualcosa > > disse facendomi l'occhiolino
< < Cosa ti dovrei nascondere? > > chiesi confusa
< < Beh la penultima volta non mi hai detto nulla del tuo ragazzo > > disse sorridendo divertito
< < Non ho nulla da dire > > dissi a mia difesa
< < Cosa tue private > > disse alzando le mani < < allora che tatuaggio vuoi? > > chiese gentilmente
< < Non saprei... Qualcosa con i fiori > > dissi e insieme andammo verso il bancone, Mat prese un raccoglitore nero pieno zeppo di fogli < < dove lo vorresti? > > disse sorridendomi
< < Stavo pensando sulla schiena > > dissi iniziando a vedere a cercare
< < Uhm... Che ne dici dell'iris che hai visto un po' di tempo fa? > > chiese cercando di darmi una mano
< < No, non va bene per il suo significato... Questo... Fammi questo > > dissi con occhi che brillava: erano diverse rose rosa messe insieme che procedevano in diagonale; verso la fine le rose iniziavano ad appassire e alla fine una rosa quasi morta perdeva tutti i petali; il tutto era circondato da un insieme di linee nere e rosa tendente all'arancione
< < Bene piccola, andiamo di là > > disse portandomi verso l'altra stanza
< < Mi puoi fare anche cinque stelle nere che si collegano alle altre due? > > chiesi mordendomi il labbro inferiore
< < Certo tutto quello che vuoi. Iniziamo con le stelle allora > > disse sorridendomi, mi misi sdraiata sul lettino e mi tolsi la maglietta. Dopo una mezz'ora finì, le stelle ora mi arrivavano fino al reggiseno. Iniziò a farmi il secondo tatuaggio e dopo due ore finì il lavoro, qualche volta sentivo dolore altre invece solo un semplice solletico. Pagai Mat, restai per po' a parlarci e dopo andai un po' in fino per la città.
Era da un po' che giravo senza meta, fino a quando non trovai Henry con i suoi soliti amici con tre ragazze che facevano le oche, io passai cercando di non farci caso
< < Ehi principessa, neanche mi saluti? > > disse Henry
< < Non saluto i coglioni come te > > dissi sorridendo divertita
< < Non hai freddo? > > chiese una delle ragazze era bionda con gli marroni: adesso aveva una maglietta nera abbastanza scollata con sopra una scritta; dei leggins con il disegno della galassia sopra e degli stivali neri
< < No, non ha freddo. Lei è insensibile a qualsiasi temperatura > > disse Henry sorridendo divertito < < non è vero principessa? > > 
< < Verissimo > > mi limitai a dire < < ora me ne posso andare o vuoi qualcosa di particolare? > > chiesi tranquillamente
< < No, nulla > > disse lui e ritornò a dare attenzioni alla biondina
< < Ciao > > dissi e fece per andarmene
< < Ma sa che è ridicola conciata in quel modo? > > disse una voce a me sconosciuta che neanche tentò di non farsi sentire
< < Scusa che hai detto? > > chiesi girandomi verso il gruppo
< < Che sei ridicola > > disse la biondina rivolta verso di me, iniziai ad avvicinarmi lentamente e Henry si mise sull'attenti
< < Se io sono ridicola tu sei una puttana di prima categoria... Ah no aspetta già lo sei è vero > > dissi sorridendo divertita
< < Ma come ti permetti? > > chiese lei alzando di un ottava la voce
< < Dico la semplice verità tesoro > > dissi sempre più divertita
< < Beh preferisco essere una puttana che essere ridicola come te > > disse portandosi le mani sui fianchi
< < Sai che differenza c'è tra puttana e ridicola? Perché se la sapessi molto probabilmente non avresti detto quella frase > > chiesi inclinando la testa di lato 
< < Certo che la so > > disse lei fingendosi intelligente
< < Esponi allora > > dissi incrociando le braccia al petto < < anzi, no meglio se te la dico io, altrimenti faresti la figura della stupida... > > dissi senza neanche darle il tempo di aprire la bocca
< < Senti, un po' chi ti credi di essere? > > chiese la biondina avvicinandosi a me, non feci in tempo di rispondere che una voce mi interruppe
< < Ciao piccola > > disse la voce di Sebastian abbracciandomi da dietro
< < Ciao Seb > > dissi voltandomi verso di lui dandogli un bacio sulla guancia 
< < Che succede? > > chiese senza togliere gli occhi da me 
< < Niente di importante > > dissi sorridendo
< < Che ne dici di andare a fare un giro? > > chiese quasi dolcemente
< < Mh... D'accordo > > dissi intrecciando le nostre dita < < ciao Henry... Ciao puttana > > dissi sorridendo divertita, la ragazza fece per saltarmi addosso, ma Henry la fermò prendendola per i fianchi e tenendola stretta a se e io e Sebastian andammo verso il parco
< < Smettila Wendy > > ringhiò Henry, gli feci un cenno con la mano senza neanche voltarmi
 
< < Mi hai interrotto sul più bello > > dissi sdraiandomi sul prato del parco
< < Che stavi facendo? > > chiese lui curioso
< < Stavo provocando quella ragazza per vedere la sua reazione.... Mi stavo divertendo > > dissi con una scrollata di spalle < < mi hai rovinato il gioco > > dissi mettendomi seduta sopra di lui < < cattivo > > dissi con il broncio, lui mise le mani sui miei fianchi
< < Mh... Che mi vuoi fare? > > chiese con un sorriso malizioso che si stava trattenendo a nascondere
< < Questo > > dissi e gli diedi un pugno sullo stomaco senza badare alla forza che ci mettevo, Sebastian emise un verso strozzato e si piegò leggermente per il dolore, io aspettai un attimo, poi decisi di fascio come facevo a casa di mio zio < < povero piccolo, ti ho fatto male? > > chiesi iniziando a far navigare le mie mani sotto la maglietta, sul suo torace
< < No piccola. So cosa vuoi fare e non lo puoi fare > > disse lui bloccandomi le mani e portandosele sulla bocca per poi baciarle entrambe, io mi chinai su lui facendo cadere i capelli sciolti, come se fossero delle tende
< < Non posso farti neanche questo? > > chiesi iniziando a baciargli il mento per poi andare verso l'orecchio e iniziare a mordicchiare il lobo
< < No, non puoi > > disse anche se mi strinse a se, scesi a baciargli il collo e gli feci un succhiotto
< < Managgia a te che hai un odore così buono. Ora ho voglia di demone > > dissi alzandomi di colpo e incrociando le braccia al petto
< < Puoi sempre bere da me > > disse lui non togliendo le mani dai miei fianchi
< < No... Non posso ogni volta bere da te, prima o poi resterai senza sangue > > dissi con una smorfia
< < Ma questo è un mio problema > > disse lui guardandomi confuso
< < Si, che avrei creato io, quindi un problema di entrambi > > dissi guardando il cielo per capire che ore erano, il sole poco più lontano dal suo punto più alto quindi doveva essere mezzogiorno e mezzo
< < Cosa hai qua? > > chiese lui notando la fasciatura di plastica che mi aveva messo Mat per non far prendere polvere al tatuaggio
< < Mi sono fatta dei tatuaggi... Devo tornare da Magnus > > dissi alzandomi in piedi
< < Perché? > > chiese lui confuso seguendomi a ruota
< < Gli ho promesso di tornare per pranzo, mi accompagni o vuoi andartene subito? > > chiesi guardandolo curiosa di sapere la sua risposta
< < Ti accompagno > > disse solo, mi prese per mano e andammo verso casa di Magnus.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😃
Finalmente ho pubblicato 💪 in questo periodo sono piena di interrogazioni (si può interrogare il 4 giugno? È finita scuola, i professori non posso farsi una vita sociale e lasciare stare noi poveri studenti...  Bah) come l'altro capitolo volevo metterlo prima, ma non ci sono riuscita. Comunque... Non succede nulla di importate, sinceramente volevo scrive una lotta tra Wendy e la biondina, ma non sapevo come farla scattare così alla fine ho optato per far venire dal nulla Seb...
Passo ai ringraziamenti... Non so che altro dire... Allora ringrazio Lena e Gaia che mi recensionano ogni capitolo (ti adoro tantissimo 💞💞); ringrazio tutti quelli che mi hanno messo tra preferite, ricordate e seguite (adoro anche voi 💖) 
Bacioni a tutti quanti
Alla prossima ❤️💜

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Capitolo 15
*** XV capitolo ***


Eravamo quasi arrivati davanti all'appartamento di Magnus quando Sebastian mi prese per i fianchi e mi bloccò contro il muro di un vicolo
< < Allora mi posso considerare perdonato > > disse sorridendo divertito avvicinandosi come se mi volesse baciare
< < Ma anche no > > dissi seria mettendogli le mani sul petto per allontanarlo < < solo perché hai fatto qualcosa di... Diciamo dolce, non vuol dire che io ti abbia perdonato. E poi non capisco perché ci tieni tanto, infondo mi usi solo, quindi perché ci tieni tanto? > > chiesi irritata
< < D'accordo come vuoi. Ci vediamo domani > > mi liquidò andandosene, sospirai irritata, non lo capivo per niente quel maledetto ragazzo ed ero abbastanza sicura che non avrei mai capito.
Entrai nell'appartamento di Magnus e lo vidi che stava sdraiato sul divano a vedersi la TV che trasmetteva Glee
< < Ciao Magnus > > dissi dandogli un bacio sulla guancia
< < Ciao biscottino > > disse lui sorridendomi, mi misi seduta sulla poltrona e mi misi a vedere la TV con lui. Quando vidi il pezzo in cui Kurt si sta per sposare con Blaine mi venne in mente il discorso che avevo fatto con Alec quando ero in cella
< < Magnus, perché tu e Alce vi siete lasciati? > > chiesi curiosa, lui mi guardò per qualche secondo e poi tornò a dare attenzioni alla TV
< < Non sono cose che ti devono interessare > > disse lui, sospirai irritata e me ne andai in cucina a cercare qualcosa da mangiare
< < Che c'è da mangiare? > > chiesi cercando qualcosa di commestibile nel frigo
< < Cosa vuoi? > > chiese lui da divano
< < Non lo so, qualcosa di commestibile? > > dissi confusa continuando a cercare del cibo
< < Ti va bene il sushi? > > chiese mettendosi seduto sul divano
< < D'accordo > > dissi tornando da lui, Magnus fece schioccare le dita e comparirono due scatole di sushi sul tavolo, presi una scatola e iniziai a mangiare con le bacchette
< < Che tatuaggio ti sei fatta? > > chiese all'improvviso Magnus, gli sorrisi e mi alzai in piedi e mi tolsi la maglietta rimanendo solo in reggiseno
< < Le stelle e questo > > dissi girandomi per fargli vedere le rose
< < Bello > > disse solo
< < Magnus la porta era aperta quindi sono entra... > > disse Jace bloccandosi vedendomi in reggiseno, mi squadrò da testa a piedi < < ehm... Se volete torno più tardi > > disse i evidente imbarazzo, scoppiai a ridere divertita
< < Jace ti piace il tatuaggio? > > chiesi ancora divertita
< < Si, carino > > disse cercando di non guardarmi, sorrisi divertita e mi rimisi la maglietta
< < Meglio? > > chiesi ironia, Jace non disse nulla e si mise seduto su un'altra poltrona < < che si fa ora? > > chiesi mangiando l'ultimo pezzo di sushi
< < Ci andiamo ad allenare > > disse Jace passandosi una mano fra i capelli
< < D'accordo, vado in camera a cambiarmi > > dissi alzandomi in piedi, andai in camera e mi misi dei jeans scuri, una maglietta a maniche corte bianca che mi aderiva perfettamente su tutto il corpo è una felpa blu scuro con sopra disegnato il gatto di Alice nel paese delle meraviglie che sorrideva. Uscimmo e andammo di nuovo al Central Park. Facemmo le stesse cose del giorno prima e quando tornai mi feci subito una doccia, ora sapevo controllarmi alla perfezione, ero fiera di me stessa, ero riuscita a controllarmi in soli due giorni. Quando finii la doccia mi misi una maglietta nera mono spalla e degli short scuri e un paio di stivali neri, lucidi alti fino al ginocchio con il tacco; tornai da Magnus che stava in cucina a preparare chissà cosa
< < Magnus posso farti una domanda? > > chiesi mettendomi seduto su uno sgabello del tavolo
< < Sono un libro aperto per te biscottino > > disse girandosi verso di me
< < In che consiste il rito che dovrebbe fare Sebastian per sua madre? > > chiesi curiosa
< < Mh... Allora è molto semplice ci devono essere due cerchi fatti da un mago, vuoi anche sapere come sono i cerchi? > > 
< < No, non mi interessa, voglio sapere solo come funziona > > 
< < D'accordo... Allora in un cerchio c'è l'anima della persona, o in questo caso del demone, che prenderà posto dell'anima della persona che sta nell'altro cerchio. Lo stregone recita una lunga formula e alla fine le anime fanno scambio > > 
< < Che fine fa l'anima della persona? > > 
< < Beh... È come se morisse... Si dissolve... Non può più tornare indietro > > disse guardandomi intensamente, annuii e abbassai lo sguardo trattenendo le lacrime. Sarei morta sul serio e non potrei neanche tornare indietro, non potevo vivere come spirito, sarei stata cancellata per sempre, non che la cosa mi dispiace così tanto, infondo tutta la mia esistenza non era servita a nulla. Nessuno si sarebbe accorto della mia assenza, nemmeno Nagisa, visto che erano settimane che non ci sentivamo e probabilmente si era scordata della mia esistenza e si era fatta delle nuove amicizie
< < La persona deve fare qualcosa in particolare prima di entrare nel cerchio? > > chiesi tenendo la testa bassa
< < No, non deve fare nulla... Deve solo entrare nel cerchio di sua spontanea volontà > > disse a bassa voce, annuii nuovamente e me ne andai in camera, mi stesi sul letto. Riuscii non far scendere neanche una lacrime, osservavano il soffitto, le parole di Magnus mi rimbombavano nella testa sempre più forti. Ora capivo perché Sebastian voleva riprendere la mia fiducia, perché così sarei entrata nel cerchio di mia spontanea volontà, non mi avrebbe detto che sarei completamente morta, dispersa nel nulla; così che mi sarei fidata completamente di lui credendo di poter ritornare in vita. Mi sentivo così dannatamente stupida, solo io potevo andarmi ad infatuarmi -si infatuarmi, non innamorarmi, non ci credevo all'amore- della persona più sbagliata al mondo. Alle undici mi alzai dal letto e andai in cucina, mi misi seduta per terra e iniziai a mangiare tutto il gelato che trovavo nel congelatore e presi anche delle birre che stava nel frigo; alternavo gelato e birra. Dopo mezz'ora inizia a sentirmi osservata, alzai lo sguardo e trovai Magnus che mi osservava incuriosito appoggiato sul tavolo 
< < O questo o ad ubriacarmi da qualche parte. Vedi tu quel'è la scelta migliore > > dissi senza fermarmi
< < Tanto stai bevendo comunque > > osservò, sbuffai innervosita < < come mai ti sei messa a mangiare il gelato? > > chiese sedendosi davanti a me
< < Il gelato è cura migliore contro la depressione... Consola un sacco > >
< < Come mai sei depressa? > > disse facendo comparire un cucchiaino e iniziando anche lui a mangiare il mio gelato
< < Perché solo io mi posso infatuare di... Di Sebastian... Neanche gli posso dargli una categoria, tipo stronzo, perché lui fa una categoria tutta sua > > dissi innervosita
< < Infatuare? > > 
< < Non credo così tanto nell'amore nella vita reale. Insomma tu conosci qualche storia reale che va finire col " e vissero felice e contenti per sempre"? No. L'amore esiste solo nei: film, fiabe e libri. Basta. Anche se ultimamente gli scrittori hanno deciso di rovinare il "felici e contenti" anche nei libri, ora c'è sempre un personaggio che shippi con il protagonista e guarda caso, quel personaggio muore con la morte più lenta e dolorosa possibile > > dissi prendendo l'ultimo cucchiaio di gelato
< < Un altro gelato al cioccolato? > > chiese Magnus guardandomi
< < Affogato al cioccolato o triplo cioccolato sono i migliori > > 
< < E vada per il triplo cioccolato > > disse e con uno schiocco di dita comparì una vaschetta di cioccolato
< < Grande... Che ore sono? > > chiesi iniziando a mangiare il gelato
< < Dieci a mezzanotte > > disse 
< < Mh... Stasera vado a bere. Non mi aspettare mi raccomando > > 
< < L'ultima volta che non ti ho aspetto, ti ho trovato ad Alicante mezza morta > > 
< < Starò più attenta prometto > > dissi facendogli l'occhiolino < < meglio che vado. A dopo > > dissi lasciandogli un bacio sulla guancia e andai alla mia solita discoteca. Appena arrivata trovai la mia prima preda; ci bevvi qualcosa insieme, ballammo per un po' e poi come la solito lo portai nello scantinato e la iniziai a bere fino a quando non scomparì ai miei piedi. Feci lo stesso con il secondo. Lo portai nello scantinato, il demone mi sbatté al muro e iniziò a baciarmi e toccarmi dappertutto, lo lasciai fare, mi piaceva in fondo, dopo un po' cambiai le posizioni e misi lui contro il muro, subito dopo lo imprigionai e iniziai a berlo, solo che qualcuno mi prese da dietro e mi spinse via, atterrai malamente a terra e strusciai per qualche metro. Quando mi ripresi vidi davanti a me due demoni
< < Dunque sei tu la figlia maledetta di Lilith > > disse quello che mi aveva preso e lanciato lontano dal compagno, sorrisi divertita e mi alzai in piedi
< < Che volete? > > chiesi sistemando la maglietta
< < Ucciderti, mi sembra ovvio > > disse l'altro iniziando ad avvicinarsi
< < Perché? > > chiesi iniziando ad allontanarmi
< < Già ci dobbiamo difendere dagli Shadowhunter, non vogliamo qualcun altro da cui doverci difendere > > disse quello che mi aveva lanciato, mi misi sulla difensiva e le fiamme mi circondarono in un secondo. Intorno a me si rivelarono altri demoni, ero completamente circondata. Ringhiai e in attimo cinque demoni mi saltarono addosso, comandai le fiamme e in un attimo venne avvolti da colonne di fiamme nere e scomparirono. Subito altri demoni mi vennero addosso, le fiamme mi circondavano e io facevo del mio meglio per difendermi e non essere ferita; agivo solo d'istinto, non capivo nulla di quello che stava succedendo, ne uccidevo uno e subito veniva rimpiazzo da altri due. Potevo farcela ad ucciderli tutto, ma il problema era che ben presto mi ritrovai addosso al muro con il fiato corto e davanti a me circa trenta demoni che non mostravano il minimo di stanchezza, inoltre avevo un taglio lungo una gamba che pulsava e mi provocava un dolore lancinante anche solo sfiorandola e altri tagli superficiali che si stavano rimarginando. Avevo i vestiti strappati e sanguinanti, non riuscivo quasi più a tenermi in piedi, ero troppo stanca. Non mi diedero un attimo di pausa e subito mi vennero addosso. Mi colpirono di nuovo su un braccio, mi concessi un attimo di distrazione e non so come mi ritrovai a terra con delle zampe di qualche strano animale che mi avvolgevano la gola impedendomi di respirare. La stretta aumentava ogni secondo non riuscivo più a respirare e non riuscivo a liberarmi, lentamente mi lasciai andare all'idea che era arrivata la mia ora, che sarei morta da un momento all'altro, non c'era più speranza per me, smisi di scalciare per liberarmi e lasciai andare verso il buio nella morte. Sentii in lontananza qualcuno che mi chiamava e quando il buio mi stava per prendere qualcosa brillò davanti ai miei occhi, la stretta scomparii di colpo, l'aria mi ritornò dritta nei polmoni e iniziai a tossire; rotolai di lato e iniziai a tossire, mentre qualcuno mi abbracciava da dietro. Una volta che mi ripresi mi girai e trovai Sebastian che mi guardava preoccupato; ci guardammo un attimo negli occhi e subito dopo sentii le sue labbra contro le mie. Era così morbide e calde che mi lasciai andare in quel bacio che diventò passionale, non ero mai accorta come mi fossero mancate le sue labbra. Avrei dato qualsiasi cosa per non separarmene, ma lui si staccò per riprendere fiato, ma io glielo permessi, ripresi le sue labbra e mordicchiai leggermente il labbro inferiore
< < Stai bene? > > chiese contro le miei labbra, mi allontanai di poco e appoggiai la fronte sulla sua
< < Sto abbastanza bene > > dissi con un sospiro, mi sentivo a pezzi, probabilmente neanche mi reggevo in piedi < < come facevi a sapere che stavo qui? > > chiesi appoggiando la testa contro la sua spalla
< < Io so sempre tutto > > disse divertito, mi prese in braccio e si alzò
< < Dove andiamo? > > chiesi sempre più stanca
< < Ti riporto a casa dello stregone > > disse solo e senza darmi il tempo di controbattere ci ritrovammo nel salotto di Magnus e lui che stava seduto su un tavolo a leggere un libro
< < Cosa è successo? > > chiese Magnus guardandomi completamente imbrattata di sangue
< < Diciamo che  una cinquantina di demone le hanno teso un imboscata > > disse Sebastian stringendomi di più a se
< < Portala in camera, arrivo subito > > disse Magnus chiudendo il libro, Sebastian mi portò in camera e mi mise delicatamente sul letto
< < Rimani con me? > > chiesi senza togliere le braccia che gli avevo messo intorno al collo
< < D'accordo > > disse mettendosi seduto accanto a me < < come mai c'erano così tanti demoni? Non mi dire che volevi fare un orgia > > disse sorridendo divertito
< < No > > dissi ridendo < < mi volevano uccidere perché non gli va di difendersi anche da me, visto che hanno già gli Shadowhunrter > > dissi ancora ridendo
< < Bene, Jonathan esci > > disse Magnus mettendosi vicino a me
< < Sebastian > > disse lui guardandolo storto 
< < Come ti chiami, esci > > disse Magnus iniziando a passare le mani sulla gamba e la ferita iniziò a rimarginarsi lentamente
< < Torno subito > > disse Sebastian, mi lasciò un bacio sulla fronte ed uscì. Dopo dieci minuti Magnus finii di curarmi, ma rimase vicino a me
< < Cosa vuoi fare? > > mi chiese serio
< < Che intendi? > > chiesi confusa, avevo sonno, le palpebre quasi mi misi chiudevano da sole
< < Sebastian sta qua, cosa vuoi fare? Lo sai cosa ti farà > > 
< < Io non lo so > > dissi portandomi le mani davanti al viso, non sapevo veramente cosa fare, una parte di me voleva stare con Sebastian, ma altra aveva paura che se mi fossi fidata un'altra volta sarei stata distrutta un altra volta
< < D'accordo, lo faccio entrare. Stai attenta > > disse scompigliandomi i capelli
< < I miei capelli > > borbottai rimettendoli a posto. Sebastian entrò come un fulmine e subito si impossessò delle mie labbra, risposi subito al bacio sentendomi completa, come se fino al momento mi fosse sempre mancato qualcosa
< < Come ti senti? > > chiese dolcemente e intanto mi accarezzava il dietro del collo
< < Sto bene, tranquillo. Dormiamo? Ho tanto sonno > > disse tentando inutilmente di tenere le palpebre aperte
< < Certo > > si sdraiò accanto a me a pancia in su, mi misi con la testa appoggiata sul suo petto e con braccio gli circondavo la vita. In attimo mi addormentai, ebbi appena il tempo di sentire che Sebastian mi abbracciava e mi baciava la fronte e mi diceva qualcosa che non capii subito, ma dovevano essere poche parole visto che subito dopo mi diede un altro bacio sulla fronte.
 
Mi svegliai con qualcuno che mi stava accarezzando i capelli e qualche volta mi lasciava dei baci sulla fronte o fra i capelli. Aprii piano gli occhi e alzai lo sguardo trovando Sebastian che stava sorridendo
< < Finalmente ti sei svegliata piccola > > disse divertito
< < Perché che ore sono? > > chiesi mettendomi seduta
< < Le quattro del pomeriggio > > disse divertito
< < Cosa? Perché non mi hai svegliato? > > chiesi alzandomi e andando verso l'armadio per cambiarmi vestiti
< < Sei così carina quando dormi, che mi sembrava un peccato svegliarti > > 
< < Perché non sono sempre carina? > > chiesi girandomi verso di lui
< < No, quando sei sveglia sembri una vecchia strega > > disse divertito alzandosi in piedi
< < Strega a chi? > > chiesi avvicinandomi con l'intenzione di ucciderlo
< < Vedi qualcuno altro qui oltre a noi? > > chiese aprendo le braccia per indicare l'intero spazio
< < Ora morirai > > dissi spingendolo e facendolo cadere sul letto, mi misi a cavalcioni sopra di lui < < ti dò un ultima possibilità, o ritiri quello che hai detto o te la faccio pagare > > dissi chiudendo la mano a pugno
< < Non credo proprio, non ritiro mai quello che dico > > disse sorridendo divertito
< < Beh peggio per te > > dissi e gli diedi un pugno sullo stomaco
< < Già ti ho detto che mi piacciano le ragazze violente? > > chiese divertito, mi mise le mani sui fianchi
< < Si questa sarà la decima volta che me lo dici > > dissi alzando gli occhi al cielo e gli diedi un altro pugno sul fianco
< < Adesso basta > > disse, e con una botta di reni mi ritrovai sdraiata sotto di lui con le mani bloccate ai lati della testa < < ora come fai a colpirmi? > > provocò iniziando a baciarmi sul collo
< < Lo sai che sul dietro del ginocchio ci sta una vena o nervo, quello che è, molto fragile? Una leggera pressione e sentirai un dolore lancinante per tutto il corpo > > dissi mentre mettevo il tallone sul punto in questione
< < Non lo farai > > disse divertito vicino al mio orecchio e subito dopo mi mordicchiò il lobo
< < Perché non lo dovrei fare? > > chiesi divertita
< < Perché altrimenti non ti potrei fare questo > > disse ritornando a darmi un bacio umido sul collo < < neanche questo > > disse salendo a mordicchiarmi il mento < < e questo > > disse baciandomi sulle labbra e subito dopo divenne un bacio passionale 
< < Ti odio > > dissi tra le sue labbra
< < Lo so > > disse divertito, rimanemmo a baciarci ancora per molto tempo
< < Avete finito di accoppiarvi? Wendy dovresti mangiare > > disse Magnus appoggiato accanto al muro
< < Si, in effetti ho fame > > dissi mordendomi il labbro inferiore, Sebastian sorrise divertito e si alzò portandomi con se; una volta in piedi mi mise le mani dietro la schiena e mi lasciò un bacio sul collo
< < Ci vediamo dopo > > disse, si allontanò e scompari, mi girai verso Magnus e lo trovai a fissarmi incuriosito
< < Che c'è? > > chiesi inclinando la testa di lato
< < Nulla. Solo che non l'avevo mai visto così... È strano > > 
< < Perché di solito come fa? > > chiesi prendendo dall'armadio dei leggins blu scuri e una felpa nera semplice
< < Prende tutto quello che vuoi senza pensarci due volte. Con te invece è diverso, ti lasciando libera scelta > > disse osservandomi
< < Questo sarebbe un bene o un male? > > chiesi confusa
< < Non lo so > > 
< < Ti dispiace uscire, che mi cambio? > > chiesi quando nessuno dei due non disse più nulla
< < Ti aspetto in cucina > > mi vestii velocemente e andai in cucina dove mi abbuffai di biscotti al cioccolato e alla vaniglia, Magnus continuava non dire nulla e la mia mente vagò tra mille pensieri e uno di questi fu quello che avevo un urgente bisogno di schiarirmi le idee e di stare un po' da sola
< < Magnus... Io... > > non riuscivo a dirlo, già sapevo dove andare, ma non risuscito a dirlo
< < Dimmi biscottino > > disse lui sporgendosi di più verso di me
< < Io... Ho bisogno di andarmene... Cioè ho bisogno di stare da sola... Non cosa devo fare... > > dissi iniziando a gesticolare nervosa
< < Capisco... Sai già dove andare? > > chiese osservandomi, mi limitai ad annuire < < va bene... Quando vuoi andare? > > 
< < Credo che vado... Adesso > > dissi prendendo l'ultimo biscotto di cioccolato
< < Beh puoi tornare quando vuoi biscottino > > 
< < Grazie Magnus > > disse stringendolo in un forte abbraccio e gli diedi un bacio sulla guancia < < ci vediamo > > dissi e me ne andai dirigendomi verso un vicolo buio, da lì creai delle ali e andai dove di sicuro Sebastian non mi avrebbe trovato e dove tutto ha avuto inizio: la casa al lago.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😄 
Finalmente scuola è finita, e finalmente mi posso rilassare *-* ne approfitto per augurare buona fortuna a chi ha la maturità quest'anno.
Allora nel capitolo succedono un po' di cose, l'ultima parte è fondamentale per il prossimo capitolo... Si saprà l'altra parte del passato di Wendy :3... Forse ho detto un po' troppo, passo ai ringraziamenti. Allora come al solito ringrazio Lena per la recensione 💖, tutte le lettrici silenziose e chi mi ha messo tra preferite, seguite e ricordate 💞 grazie tante 😄
Alla prossima
Bacioniiii ❤️💜

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Capitolo 16
*** XVI capitolo ***


Volai per due ore prima di arrivare a casa mia. Una semplice casa fatta di legno molto simile a quelle che si vedevano nei film: enorme, ma confortevole. Mi fermai davanti alla porta d'ingresso, il legno era leggermente rovinato, era da tanto che non venivo qua e non mi ero mai accorta di quanto mi era mancato questo luogo. Entrai lentamente trattenendo il respiro. Tutto era come mi ricordavo: la casa era completamente sottosopra; il salotto sulle pareti erano ancora schizzate di rosso come il sangue, scurito a causa il tempo. Non feci in tempo a pensare a qualcosa in particolare che subito corsi verso le finestre per aprirle e far uscire tutta quella puzza di chiuso che mi aveva fin da subito accolto. Respirai a fondo della finestra pre riprendere a respirare aria pulita. Corsi al piano di sopra e aprii pure lì tutte le finestre, scesi di nuovo e mi misi seduta sulle scale; era stata una pessima idea tornare là i ricordi iniziarono di nuovo a farsi strada, mi sembrava come di rivedere un film
 
...< < Wendy io è tua madre abbiamo deciso così. Noi siamo i tuoi genitori e decidiamo noi. Rimaniamo qua un altra settimana, questione chiusa > > disse mio padre autoritario, emisi un basso ringhio, non ci volevo continuare a stare in quel maledetto lago
< < Certo, perché voi pensate solo a voi stessi, a me non pensate mai > > ringhiai, mia madre sembrò rimanere ferite da quelle parole, gli occhi iniziarono a diventare lucidi e mi guardò con tristezza
< < Tesoro mio... > > provò a dire mia madre e intanto si avvicinò
< < Non chiamarmi tesoro > > le ringhiai allontanandomi, a mia madre iniziarono a cadere delle lacrime lungo il volto, iniziai a sentirmi in colpa, non volevo che piangesse per colpa mia, aveva già pianto abbastanza in passato e non volevo vederla ancora in quello stato. Volevo abbracciarla e chiederle scusa, ma il mio corpo non si mosse di un millimetro
< < Wendy basta fare questi stupidi capricci, che ti costa stare qua un altro po'? > > chiese ancora mio padre
< < No, non importa, dai torniamo. Possiamo sempre tornarci un altra volta qua > > disse dolcemente mia madre con le lacrime che continuavano a scendere
< < No, abbiamo deciso che dovevamo rimanere. Non cambierò i piani solo perché Wendy fa i capricci > > continuò mio padre severo
< < Perché insisti nello stare qua? Non c'è nulla, non fate nulla per tutto il giorno > > ringhiai, ero arrabbiata, perché mio padre non mi capiva?
< < Adesso basta ragazzina. Noi rimaniamo qua > > continuò mio padre, ora iniziava ad essere arrabbiata 
< < Non sono una ragazzina > > ringhiai, sentivo le mani iniziare a tremare per la rabbia, una strana sensazione piacevole e sgradevole allo stesso tempo mi percorse per tutto il corpo
< < Non importa. Non ci muoviamo da qua > >
< < Io me ne voglio andare > > gli urlai, mio padre perse completamente la pazienza, si avvicinò e mi diede uno schiaffo in viso. Rimasi per alcuni secondi con la testa gira, non potevo crederci, mio padre non mi aveva mai fatto nulla e ora era arrivato a darmi un schiaffo. Si inginocchiò davanti e mise le mani sulle miei piccole spalle
< < Senti, io e tua madre ti voglio bene, ma vogliamo rimanere qua per un altra settimana. Sia stanchi della città e del nostro lavoro. Vogliamo stare ancora un po' qua. Ti vogliamo bene e... > > tentò di dire dolcemente mio padre
< < No, non è vero voi non mi volete bene > > urlai con le lacrime agli occhi, delle fiamme nere mi circondarono e mio padre si allontanò spaventato. Guardai le fiamme smarrita, iniziai ad urlare quando mi accorsi che mi circondavano, mia madre urlava il mio nome con il volto ricoperto dalle lacrime, mentre mio padre mi guardava confuso. Iniziai ad urlare il nome di mia madre quando mi accorsi che una delle fiamme andava verso di lei, il panico iniziò a prendere il sopravvento, le lacrime iniziarono a rifarmi il viso, ero spaventata e non sapevo cosa fare. Sentii qualcosa di strano dentro di me, come se qualcosa si stesse concentrando dentro di me, dopo un sentii solo il rombo d'un esplosione. Dopo di che solo buio pesto. Quando mi svegliai mi ritrovai in una pozza di sangue, i corpi dei miei genitori dilaniati da profondi tagli su tutto il corpo, iniziai ad urlare e piangere. Solo dopo mi ricordai cosa fosse successo. Avevo accumulato energia dentro di me, le fiamme avevano iniziato ad uccidere, a torturali e alla fine uccisi i miei genitori.*
 
Tornai al presente e scossi la testa per cacciare quegli ultimi pensieri. Sentivo il viso umido, mi passai una mano sulla guancia e la trovai completamente bagnata, solo allora mi accorsi che stavo piangendo. Cercai di riprendermi, ma senza successo, così mi lasciai andare al pianto. Dopo ore le lacrime finirono di scendere, ma mi sentivo a terra, era stata colpa mia e neanche gli potevo chiedere perdono per quello che avevo fatto. Mi alzai in piedi barcollando ed andai in camera mia, a metà strada caddi a terra, era stata in assoluto una pessima idea andare lì, mi sentivo male solo a vedere le pareti, ma allo stesso ero abbastanza contenta di stare là. Riuscii a gattonare fino in camera, quella era l'unica parte della casa che non era in disordine, arrivai ai piedi del letto, mi tirai su e mi sdraia sul letto, poco dopo mi addormentai.
 
Mi svegliai con la sensazione che qualcosa mi stesse sfiorando i capelli, sentivo qualcosa che mi avvolgeva il corpo, aprii piano gli occhi e trovai una coperta di lana marrone che mi copriva il corpo, alzai gli occhi e vidi mia madre che mi sorrideva dolcemente
< < Tesoro, sei tornata > > disse con il tono dolce che mi ricordavo, ma che alla fine non riuscivo mai a ricordare a pieno
< < Mamma > > dissi con nuove lacrime agli occhi, mia madre continuò a guardarmi dolcemente
< < Tesoro mio, non piangere > > disse asciugandomi una lacrime, mi diede un bacio sulla fronte e mi sorrise dolcemente
< < È stata colpa mia > > dissi singhiozzando e mettendomi seduta 
< < No tesoro. Neanche sapevi cosa eri, non è colpa tua > > continuò mia madre, iniziò ad accarezzarmi i capelli per tranquillizzarmi 
< < Si, ma... > > 
< < Niente ma, è successo e basta. Stai tranquilla io e tuo padre stiamo bene qua. Perché sei tornata? > > chiese leggermente preoccupata 
< < Ho bisogno di schiarirmi le idee e il primo posto che mi è venuto in mente è stato questo. Sono successo troppe cose insieme > > dissi passandomi una mano tra i capelli < < non ci sto capendo nulla > > dissi sospirando
< < Lo so. Vedrai che farai la scelta più giusta > > disse lei accarezzandomi la guancia
< < Non potresti darmi un consiglio un po' più... Esaustivo? > > provai tirando su col naso
< < Tesoro mio, non posso dirti cosa devi fare > >
< < Infatti ti sto chiedendo un coniglio, non cosa devo fare > >
< < La verità è che non so cosa dirti tesoro.... Ho visto che hai conosciuto un ragazzo, è molto carino > > disse lei sorridendomi dolcemente 
< < Si, però è complesso, non lo capirò mai > > dissi sorridendo tristemente 
< < Non lo devi per forza capire... > > 
< < Che intendi? > > 
< < Nemmeno io capivo tuo padre all'inizio. Con il tempo ho imparato a conoscerlo > > 
< < Lo conosco da settimane e ancora non lo capisco > >
< < Ci vuoi molto di più che settimane per capire una persona. Datti tempo > > 
< < È proprio questo quello che mi manca. Sai su cosa devo decidere di fare > > 
< < Purtroppo si > > disse osservandomi con tristezza
< < Va beh, dai, non pensiam... Ehi aspetta... Tu sei morta.... Quindi o io sono morta oppure tu sei... > > disse sgranando gli occhi
< < Non sei morta, sono io che sono uno spirito... Non riuscivo a vederti così disperata e piena di sensi di colpa insensati > > disse accarezzandomi i capelli e guardandomi dolcemente
< < Papà dove sta? > > 
< < Al piano di sotto > > 
< < Capito > >
< < Meglio se ti riposi un altro po' tesoro mio > > disse dandomi un bacio sulla fronte
< < Mamma... Siete sicuri che non siete arrabbiati... Per quello che ho fatto? > > 
< < Tesoro mio noi ti vogliamo bene. Ti siamo sempre stati accanto. Stavamo male quando vedevamo cosa ti faceva tuo zio. Non volevamo che ti succedesse nulla.  Mi dispiace così tanto tesoro mio > > disse abbracciandomi forte
< < Non importa mamma. Infondo è solo colpa mia > > dissi sorridendo lievemente
< < Non è colpa tua,quante volte te lo devo dire. Dai adesso riposati che è meglio > > disse dandomi un altro bacio sulla fronte, si alzò sorridendomi dolcemente e se ne andò mentre io tornavo a sdraiarmi sul letto e mi addormentai in un attimo.
 
Era già passata una settimana da quando stavo in casa, i miei genitori non si fecero più vedere ed io passavo la maggior parte del tempo a guardare il lago e a pensare sulle ultime settimane. Ero arrivata ad una decisione, non mi importava molto quale sarebbe stata la reazione di Sebastian, ma preferivo rimanere là, mi sentivo così in pace in quel luogo.
Stavo come al solito seduta sul prato a contemplare il lago, era quasi ora del tramonto; mi stavo godendo il leggero vento che tirava e il sole caldo che mi bagnava il viso quando qualcuno parlò dietro di me
< < Bel posto > > sentendo quella voce saltai dallo spavento e mi girai lentamente trovando Sebastian che sorrideva divertito
< < Lo so > > dissi girandomi a guardare il lago, facendo finta di nulla, il cuore aveva già iniziato a battermi a mille; Sebastian si mise seduto accanto a me guardandosi intorno
< < Come hai fatto a trovare un posto così? > > chiese senza guardarmi
< < In verità non l'ho trovato io. L'hanno trovato i miei genitori... Vedi la casa che sta là? Ecco è mia > > dissi indicandogliela
< < Carina > > disse solo
< < Da fuori. L'interno è un casino > > dissi anche se in realtà il primo giorno l'avevo passato a sistemare tutta casa
< < Come mai sei venuta qua? > > 
< < Mi andava. Da piccola odiavo questo posto, ma ora... È semplicemente bellissimo > > rimanemmo per un po' in silenzio ad osservare il lago < < uh già, vieni con me, ti faccio vedere un posto. Togliti maglietta e pantaloni > > dissi alzandomi in piedi
< < Se vuoi uno spogliarello basta chiedere > > disse lui divertito
< < Idiota. Ora sbrigati prima che si fa tardi e non ti posso far vedere nulla > > dissi togliendomi la maglietta e gli shorts, rimanendo solo in intimo e andai verso il lago. Subito ad accogliermi ci fu l'acqua gelida che mi penetrò fin dentro le ossa, mi voltai e trovai Sebastian subito accanto a me, gli sorrisi e nuotai fino a raggiungere la parete rocciosa che stava lì vicino
< < Okay prendi un lungo respiro. Bisogna stare in apnea per un po' > > gli dissi, il cuore già mi batteva all'impazzata, ero molto agitata
< < D'accordo > > annuii presi un lungo respiro ed andai verso il fondo roccioso, tutto il percorso che avevo in mente di fare durava circa due minuti. Mi godetti quella sensazione di silenzio che mi circondava, la pressione dell'acqua che mi opprimeva  le orecchie, la forza dell'acqua che mi spingeva verso l'alto e i polmoni che bruciavano per trattenere il respiro. 
Mi voltavo qualche volta per vedere dove stava Sebastian e lui stava sempre dietro di me. Raggiunto il fondo trovammo l'apertura di una grotta, feci per entrare, ma Sebastian mi fermò prendendomi per il polso, mi girai e lui scosse testa, fece per tornare in superficie, ma io lo tirai verso di me e lo baciai. Mentre lo baciavo gli passai l'aria così che poteva continuare a stare sott'acqua, mi staccai lentamente e quando ci staccammo lui si avvicinò e mi diede un bacio stampo; gli sorrisi e lo presi per mano portandolo dentro la grotta. Ben presto intorno noi si fece buio, ma io conoscevo la strada a memoria ed il passaggio era abbastanza grande perché potessi passare uno accanto all'altro. Quando finalmente arrivammo alla fine del passaggio iniziai a salire verso l'alto, quando finalmente non sentii più la pressione dell'acqua sulle orecchie respirai a fondo e dopo un attimo iniziai a tossire buttando fuori l'acqua che mi era entrata nei polmoni. Intorno era tutto buio come al solito, c'ero già stata in questo posto il terzo giorno per lasciare alcune cose.
< < Wendy > > disse preoccupato Sebastian, mi circondò i fianchi con le braccia e mi strinse a se, mentre io gli misi le braccia intorno al collo e continuavo a tossire < < non lo facciamo più d'accordo? > > disse lui dolcemente
< < E come facciamo a tornare indietro? > > chiesi sorridendo divertita smettendo di tossire
< < Ci penso io. Come stai ora? > > chiese preoccupato
< < Sto bene > > dissi facendo per staccarmi, ma lui me lo impedì stringendomi di più a se, non dissi nulla e mi strinsi a lui. Sebastian trovò una appoggiò su cui salire da qualche parte per mettersi seduto e salì portandomi dietro con sé, mi fece sedere sulle sue gambe e iniziò a baciarmi dolcemente il collo
< < No aspetta, ancora non siamo arrivati > > dissi fermandolo
< < Non dobbiamo fare un altro pezzo in acqua, vero? > > chiese preoccupato
< < No tranquillo. Fammi alzare che prendo la torcia > > dissi cercando di dargli un bacio stampo
< < Quello era il mio naso > > disse lui divertito lasciandomi i fianchi 
< < Va beh, è uguale > > dissi iniziando a gattonare dove avevo lasciato una torcia e degli asciugamani. Li trovai dopo svariati tentativi, per prima cosa presi un asciugamano e me lo misi intorno al corpo, legandolo al petto e accesi la torcia, la puntai verso Sebastian che mi osservava incuriosito
< < Asciugamano? Ti avverto dopo farà freddo > > chiesi porgendoglielo
< < Già c'eri stata qua? > > chiese prendo l'asciugamano iniziando a passarselo intorno al corpo
< < Eh già. Andiamo che è tardi > > dissi incamminandomi verso destra dove c'era una specie di corridoio, Sebastian fece intrecciare le nostre dita e continuammo a camminare. Il buio intorno veniva rischiarato solo dalla mia torcia, non parlavamo semplicemente camminavamo insieme. Arrivammo ad un vicolo cieco, che sembrava come una specie di stanza rotonda, in alto c'era una fessura dove provenivano i raggi del sole che stava per tramontare
< < È quasi ora > > dissi felice come una Pasqua, mi misi seduta sul telo che avevo messo e mi portai dietro Sebastian
< < Che posto è? > > chiese guardandosi intorno incuriosito
< < Non lo so. L'ho scoperto quando avevo dieci anni, ma non ero mai venuto all'ora giusta > > 
< < Che intendi? > > chiese confuso
< < Lo scoprirai... Diciamo che questo posto è la mia base segreta. Non l'ho mai detto a nessuno e nessuno sa che esiste > > dissi osservando la fessura, non vedo l'ora che arrivasse il tramonto, Sebastian mi baciò e io ricambiai subito. Rimanemmo così alcuni minuti in silenzio di quel luogo veniva rotto solo dallo schiocco dei nostri baci
< < Mh... È ora > > dissi staccandomi e sorridendo, spensi la torcia e dopo qualche secondo quella specie di stanza venne invasa da un specie di aurora boreale, rimanemmo alcuni secondi in silenzio guardandoci intorno 
< < Come...? > > chiese lui confuso
< < La luce del tramonto entra dalla fessura, va sbattere contro dei cristalli che stanno lì, i cristalli riflettono la luce che va a colpire altri cristalli e così via fino a creare questo spettacolo > > dissi sorridendo e indicandogli i vari punti
< < Come hai fatto a scoprirlo? > >
< < Per caso, stavo qua l'altro giorno e mi si è presentato questo spettacolo > > dissi sorridendo. Stiamo in silenzio a guardare intorno a noi e dopo molti minuti tutto scomparì così come era iniziato lasciandoci cadere di nuovo nel buio
< < Cosa ne pen... > > non feci in tempo a finire la frase che lui subito mi baciò con passione
< < Stupendo > > disse tra le mie labbra, mi fece sdraiare sotto di lui e continuammo a baciarci. Potevamo continuare così per ore peccato che un vento gelido ci fece rabbrividire dalla testa a piedi e io iniziai a tremare leggermente
< < Me... Meglio tornare al lago > > dissi stringendomi addosso a lui
< < Si. Ci penso io > > disse e dopo un attimo ci trovammo in riva al lago, gli sorrisi dolcemente e lo baciai mordendogli il labbro il inferiore
< < Andiamo in casa > > sussurrai e lui annuii, ci prendemmo per mano e andammo.
Arrivati in camera mia iniziai a baciarlo con passione e lui mi portò verso il letto
< < Mh... Aspetta > > dissi guardandolo negli occhi
< < Che c'è? > > chiese lui stringendomi a sé
< < Per... Per la faccenda di tua madre io... > > 
< < Wendy... > > disse lui bloccandomi
< < No fammi finire - dissi bloccandolo a mia volta- allora, per tua madre... Magnus mi ha detto tutto sul rito- Sebastian fece per parlare, ma io gli misi una mano sulla bocca per non farlo parlare- e in verità sono venuta qua per decidere se morire per far rinascere tua madre o se fregarmene altamente continuare a vivere... E... Oddio non mi va di fare discorsi d'alto livello, tanto non ci riuscirei a farli. Vado dritta al punto... Scelgo la prima opzione > > dissi guardandolo negli occhi, lui mi mise la mani sulle spalle e le strinse leggermente
< < No, tu non decidi un bel niente. Tu sei mia e non permetterò ad uno stupido rito di portarti via da me. Sei mia e quindi nessuno ti toccherà > > disse e subito dopo mi baciò con passione
< < Seb... > > dissi fra le sue labbra
< < Zitta > > disse mordendomi leggermente il labbro inferiore, mi tolse l'asciugamano e mise sul letto sdraiandosi come prima sopra di me, continuò a baciarmi fino a quando non mi scordai completamente di ogni cosa. Passò a baciarmi il collo lasciandomi vari dei succhiotti, iniziai ad accarezzargli la schiena fino a quando non arrivai verso alla fine sentii come dei rigonfiamenti
< < Cosa hai? > > chiesi preoccupata, velocemente mi misi di lato per vedergli la schiena e trovai dei segni più chiari rispetto il resto della pelle
< < Ne dobbiamo parlare proprio ora? > > chiese con una smorfia
< < Si, perché ogni volta che rimandiamo alla fine non mi dici mai nulla > > dissi con il broncio
< < Ti prometto che te lo dirò, ora possiamo continuare? > > disse avvicinandosi e iniziando a baciarmi il collo
< < No, dimmelo ora, perché tanto dopo non me lo dici > > lui sbuffò alzando gli occhi al cielo
< < Mio padre mi frustava. Ora riprendiamo? > > 
< < Per quale... Assurdo motivo? > > 
< < Gli obbedivo > > lo guardai confusa, no di sicuro si era sbagliato, era impossibile punire un figlio perché ha obbedito ad un ordine
< < Vuoi dire disobbedivi > > tentai
< < No, volevo dire quello che volevo dire > > disse lui guardandomi negli occhi
< < Oh... > > dissi abbassando lo sguardo, sentii la sua mano iniziare ad accarezzarmi la guancia
< < Oramai è passato piccola. Non mi farà più nulla, stai tranquilla > > disse quasi dolcemente, mi piegai verso di lui e lo baciai dolcemente che poi lentamente diventò passionale. Mi sdraiai sopra di lui e continuai a baciarlo sul collo lasciandogli a mia volta un succhiotto, intanto lui mi tolse il reggiseno e iniziò ad accarezzarmi la schiena per poi scendere a giocare con i miei capezzoli ed iniziai a gemere. In un attimo mi trovai sotto di lui
< < Ora tocca a te dirmi una cosa > > disse vicino al mio orecchio e subito dopo iniziò a mordicchiarlo
< < Cosa? > > dissi trattenendo un gemito, scese a baciarmi il collo, subito dopo arrivò a baciarmi la parte rosea del seno sinistro e con la lingua iniziò a giocare con il capezzolo, trattenni a stento un gemito, mi strinsi a lui e iniziai a giocare con i suoi capelli
< < Cosa ti hanno fatto ad Alicante > > disse tornando a guardarmi negli occhi
< < Non possiamo... Parlarne dopo? > > chiesi abbassando lo sguardo verso il suo petto
< < No. Dimmelo > > disse alzandomi il mento per farmi tornare con occhi verso di lui
< < Mi hanno torturato... > > dissi mordendomi il labbro 
< < Poi? > > chiese accarezzandomi la guancia con la punta del naso
< < Mh... Hai presente il ragazzo che ho ucciso poco prima che ce ne andassimo? > > lui si limitò ad annuire < < ecco... Lui... Mi ha...ehm... Violen... > > non finii la parola perché lui si irrigidì di colpo ed io mi morsi il labbro inferiore, un lampo di rabbia gli passò davanti agli occhi < < ehi, però è passato. L'ho ucciso, non ci devi pensare > > dissi accarezzandogli la guancia con la mano e sorridendogli dolcemente. Sebastian scivolò al mio fianco e mi trovai subito dopo con la schiena premuta contro il suo petto e le sue braccia che mi circondavano i fianchi
< < Seb... > > provai a girarmi, ma lui mi strinse di più così che alla fine non potevo muovermi, mi baciò sulla spalla
< < Dormi adesso > > disse baciandomi il collo
< < Sicuro? > > chiesi intrecciando le nostre dita
< < Si. Buonanotte piccola mia > >
< < 'Notte Seb > > dissi e dopo un po' di tempo mi addormentai stretta contro di lui.
 
* Per chi non ricordasse o non sapesse, il primo pezzo sta nel terzo capitolo
 
 
~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊
Allora che ne pensate? Sebastian e Wendy finalmente si sono chiariti, quasi quasi faccio una festa.... Comunque... Si viene a sapere il passato di Wendy, certo non è granché, però non mi è venuto niente di meglio. Per quanto riguardo il pezzo della caverna o grotta (dipende dai punti di vista) non so se è possibile una cosa del genere, ma non credo... Tutto frutto della mia mente mezza andata per colpa della scuola o roba del genere. Poi... Mi dispiace dovervelo, ma probabilmente il prossimo capitolo sarà o il terzultimo capitolo o penultimo escludendo l'epilogo, che non so neanche se farlo, visto che non so che metterci.... Si accettano consigli per l'epilogo
Passo hai ringraziamenti che forse è meglio.... Ringrazio come al solito Lena (che ho appena scoperto che mi ha messo tra gli autori preferiti *-* che onore, GRAZIEEEEEE💜❤️💜❤️💜❤️💜) e Gaia che mi recensiscono ogni capitolo, poi ringrazio chi mi ha messo tra le preferite, seguite, ricordate e le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiii 💜❤️

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Capitolo 17
*** XVII capitolo ***


Mi svegliai la mattina dopo con un gran caldo che mi avvolgeva, girai solo la testa e trovai Sebastian che stava ancora dormendo, aveva le braccia ancora intorno ai miei fianchi e il viso affondato tra i miei capelli, una gamba messa tra le mie e l'altro sopra la mia coscia come ad affermare che oramai ero sua. Riuscii a scivolare via dal letto senza svegliarlo, mi inginocchio davanti al letto e lo osservai per un attimo, era così carino quando dormiva, gli diedi un leggero bacio a fior di labbra per non svegliarlo e poi andai velocemente a farmi una doccia. Anche in teoria era una vasca da bagno con sopra la doccia e accanto alla vasca da bagno c'era una tendina bianca. Entrai dentro e aspettai che dalla doccia arrivasse l'acqua calda, avevo legato i capelli in una coda alta per non bagnarli, visto che volevo farmi solo una doccia del corpo. Delle braccia mi abbracciarono da dietro prendo i pre i fianchi e delle labbra si posarono sulla spalla
< < Carino il tatuaggio > > disse Sebastian salendo a baciarmi il collo, d'istinto piegai il collo di lato così da facilitargli i baci umidi che mi stava lasciando
< < Sono felice che ti piaccia > > sussurrai con voce rauca che non sembra la mia, Sebastian mi strinse di più a se e iniziò a farmi un succhiotto, sentii una mano scendere verso la mia intimità e iniziare ad accarezzarla < < Se... Seb... > > balbettai diventando rossa in viso, provai a girarmi verso di lui, ma mi teneva cosiddetti stretta che non potevo muovermi. Il cuore mi batteva a mille e con i suoi baci e carezze avevo anche il fiato corto; mi abbandonai contro di lui, le gambe avevano inviato a tremare e non ero sicura che mi avrebbero retto ancora. Dopo qualche altro bacio e accarezza sentii le sue dita entrare di colpo dentro di me, senza accorgermene trattenni il fiato e irrigidii i muscoli, lui iniziò a muovere le dita facendomi sentire un piacere che mai avevo provato, il battito del cuore aumentò ancora di più e intanto continuavo a trattenere il respiro, senza neanche che me ne accorgessi. Lo sentii avvicinarsi al mio, baciare il lobo
< < Respira > > mi sussurrò con un misto di divertimento e dolcezza, subito dopo mi morse il lobo, solo allora mi accorsi che non respiravo, espirai e rilassai tutti i muscoli e iniziai a gemere sempre più forte. Quando stavo per venire lui tolse le dita e mi fece girare velocemente verso di lui e mi baciò pretendendo con urgenza un bacio più passionale possibile. Mi mise con la schiena addosso al muro e continuò a baciarmi sempre più vorace, volendo sempre di più, le sue mani navigavano sul mio corpo toccandomi dappertutto non soffermandosi più di qualche minuto. Scese a baciarmi il seno e ricominciai a gemere, oramai non sentivamo più le gocce d'acqua che scendevano lungo il corpo. Sebastian mi fece girare di nuovo facendo aderire il mio petto contro le mattonelle fredde della doccia, ebbi un brivido lungo la schiena, mi strinse contro il suo petto
< < Hai freddo? > > chiese dolcemente tornando a baciare con meno foga la spalla
< < No > > sussurrai appoggiando la fronte contro le mattonelle, lo sentii piegarsi e iniziare a baciare tutto il tatuaggio sulla schiena
< < Perché te lo sei fatto? > > chiese arrivando di nuovo a baciare la spalla
< < L'ho fatto quando mi hai detto perché ti eri avvicinato a me > > dissi con un sospiro, lui mi girò di colpo e mi baciò con foga
< < Sei mia, solo mia > > disse spingendomi di più contro il muro e approfondendo di più il bacio < < troverò il modo... > > non gli permisi di dire altro che lo baciai
< < Non parliamone ora > > dissi contro le sue labbra, lui sorrise contro le miei labbra, mi prese le cosce e io allacciai le gambe intorno alla sua vita, Sebastian mi portò velocemente a letto e si sdraiò sopra di me tenendosi per i polsi per non schiacciarmi, con un colpo di reni capovolsi la situazione e mi trovai sopra di lui. Inizia a baciarlo dappertutto passandoci prima la mano come a delineare un percorso. Non so come mi ritrovai a stare di nuovo sotto Sebastian, iniziò a baciarmi la coscia
< < Questo, perché te lo sei fatto? > > chiese iniziando a baciare ogni centimetro della pelle colorata
< < L'ho fatto quando ci siamo conosciuti > > dissi arrossendo lievemente
< < Quindi questo è mio > > disse guardandomi malizioso
< < Si... > > iniziò  a leccare ogni parte e qualche volta qualche piccolo morso, salì lentamente fino ad arrivare all'interno coscia
< < Mi piace > > sussurro prima di iniziare a baciare le miei parti basse, risalì fino ad arrivare alle stelle < > chiese ad un soffio dalla mia pelle
< < Le persone che ho ucciso > >
< < Non servono > > disse e iniziò a morderle senza farmi male, salì fino ad arrivare alle mie tette e iniziò a baciarle dolcemente salendo fino all'aquila < < questo era tuo zio giusto? > > chiese con un filo di voce, io annuii e lui la morse più forte gemetti inarcando a schiena facendo scontrare le loro intimità, un secondo dopo Sebastian mi baciò in bocca e con un colpo secco entrò dentro di me. Gemetti con un misto di dolore e piacere, iniziò a muoversi con movimenti lenti, come se avesse paura di farmi male. Le sue mani erano ancorate sui miei fianchi e intanto continuava a baciarmi il collo. Dopo un po' prese a muoversi sempre più veloce facendo fremere sempre di più i nostri corpi, il piacere mi scorreva lungo tutto il corpo e non potevo fare a meno di gemere. Quando arriviamo quasi all'apice Sebastian rallentò, come se volesse godersi tutto il momento, il piacere ci scorreva lungo il corpo facendosi sentire al settimo cielo, mi strinsi di più a lui. Un attimo prima di venire Sebastian si fermò, si abbassò fino al mio orecchio e mi strinse a se 
< < Ti amo Wendy > > disse con un sussurro e come a sigillare queste parole con un ultima spinta venimmo entrambi. Sebastian affondò il viso contro la mia spalla, respirava pesantemente, ma allo stesso tempo sentivo che stava sorridendo, mi lasciò un altro piccolo bacio sulla, si mise al mio fianco e spostò il viso nell'incavo del collo e della spalla dove lasciò un altro piccolo bacio. Io intanto guardavo il soffitto persa tra mille pensieri, Sebastian se ne accorse, si alzò poggiando il peso sul gomito
< < Stai bene? > > chiese spostandomi i capelli dalla fronte che oramai era sudata, mi riscossi e gli sorrisi, gli circondai il collo con le braccia
< < Mai stata meglio > > sussurrai affondando il viso nella sua spalla, lui prese la coperta e la mise sopra di noi. Ci coccolammo per un po' e poi io mi addormentai di botto con la testa appoggiata contro il suo petto.
 
Mi svegliai ore dopo, ero da sola nel letto, mi guardai un attimo intorno ancora assonnata. Mi alzai con la coperta avvolta intorno al corpo e mi copriva tutta e andai al piano di sotto dove trovai Sebastian seduto sul divano che si stava facendo le rune; quando mi vide sorrise e si avvicinò
< < 'Giorno piccola > > disse dandomi un bacio a stampo
< < Mh... Giorno > > dissi con gli occhi chiusi, lui mi abbracciò e io mi abbandonai contro il suo corpo < < Seb, ho fame > > dissi appoggiando il mento sul suo petto, lui rise divertito
< < In cucina ci sono dei cornetti > > disse baciandomi la tempia
< < Grazie > > dissi e andai saltellando in cucina dove trovai sul tavola una busta contenenti tre cornetti, presi un cornetto e mi misi seduta sul tavolo. Mangiai il cornetto mentre Sebastian non faceva che fissarmi
< < Devi dirmi qualcosa Seb? > > chiesi non muovendomi dal tavolo, lui si avvicinò sorridendo divertito
< < Non dovresti andare in giro nuda > > disse mettendosi tra le mie gambe e ancorando le mani sui miei fianchi 
< < Perché? > > chiesi sorridendo maliziosa
< < Perché ci potrebbero essere delle conseguenze > > disse divertito avvicinando ancora di più
< < Mh... E quali? > > chiesi mettendogli le braccia intorno al collo così che lo avvolsi con la coperta e fargli vedere tutto il mio corpo nudo, Sebastian sorrise divertito fece salire una mano fino al mio seno dove si chiuse a coppa
< < Pessime per entrambi. Tu togli immediatamente le mani da mia figlia e tu vatti a vestire. IMMEDIATAMENTE > > disse una voce accanto a noi, mi girai e trovai mio padre con le braccia conserte che batteva un piede per terra impaziente
< < Ciao papà > > dissi sorridendo
< < Vatti a vestire muoviti > > disse irritato facendo un cenno con la testa
< < Tesoro, sono ragazzi, lasciali stare > > disse mia madre comparendo accanto a lui
< < Non mi importa. È già tanto se non li ho interrotti prima > > disse mio padre battendo ancora il piede per terra
< < Ciao mamma > > dissi continuando a sorridere
< < Ciao tesoro. Meglio se ti vai a vestire, prima che tuo padre esplodi > > disse mia madre sorridendo divertita
< < D'accordo > > dissi scesi dal tavolo, Sebastian intanto mi guardava confuso
< < I tuoi genitori non erano morti? > > chiese lui chiaramente confuso
< < Si, loro sono tipo... Fantasmi > > dissi sorridendo divertita
< < Ragazzo noi due dobbiamo parlare > > minaccio mio padre, tentai di trattenere una risata e andai di sopra a recuperare i vestiti, seguita da mia madre. Andai in camera e mi mise dei jeans stretti neri, una canotta bianca e una maglietta mono spalla nera. Restai in camera con mia madre a parlare del più e del meno, fino a quando Sebastian non venne in camera seguito da mio padre
< < Wendy andiamo a casa? > > chiese Sebastian quasi gentilmente
< < Si > > dissi alzandomi in piedi < < ciao mamma, ciao papà > > dissi mandandogli un bacio, presi per mano Sebastian, lui mi portò davanti alla parete fece una runa e dopo un attimo entrò dentro la parete potandomi con se. Aprii gli occhi che d'istinto avevo chiuso, mi ritrovai in una cucina ben arredata, di lato c'era una scale che sembrava fatta di vetro, davanti la cucina un tavolo fatto di vetro con sopra un grosso lampadario di vetro 
< < Wow... Quando.... Come....? > > non riuscivo a fare una frase di senso compiuto ero troppo sorpreso, mi aspettavo di tornare nel castello in mezzo a quella specie di deserto, e invece mi trovavo davanti una casa ben arredata
< < L'ho fatta quando ho visto che stavi per morire nella dimensione demoniaca > > disse sorridendo divertito, mi portò al piano di sopra e mi fece entrare in una camera anche questa ben arredata, le pareti bianche, un letto matrimoniale fatto in legno chiaro, un armadio alto fino al soffitto anche questo di legno, un comò accanto alla porta e accanto al letto un comodino 
< < Wow > > dissi andando a centro della camera, girandomi intorno
< < Ti piace? > > chiese lui appoggiandosi allo stipite della porta
< < È fantastica > > dissi sorridendogli, mi avvicinai e lo baciai spingendolo contro la parete davanti la camera < < grazie > > dissi prima di mordergli il labbro inferiore
< < Dovresti vedere il resto della casa > > disse lui divertito
< < C'è tempo. E poi dovremmo inaugurare il letto > > dissi divertita, lo presi per il colletto e lo trascinai in camera mentre lui rideva divertito.
 
Ore dopo mi svegliai che sentivo un gran fame, mi vestii velocemente con gli stessi vestiti di prima. Andai in cucina, nel frigo non trovai nulla borbottai un imprecazione e provai a vedere in giro, trovai un pacco di biscotti al cioccolato e iniziai a mangiarli mentre andavo in giro per la casa. Trovai una palestra ben fornita, una stanza accanto alla mia in completo disordine, sembrava che ci fosse passato un uragano, una stanza piena di libri, da cui ne presi subito due libri che sembrava interessanti, una stanza con un pianoforte, mi fermai a guardarlo per un secondo poi mi ci misi subito seduta, non mi importava che doveva vedere il resto della casa iniziai a suonare tutto quello che mi passava per la mente. I pensieri vagavano da soli e quando andavano a finire su Sebastian la melodia cambiava immediatamente diventando lenta e dolce, a tratti invece veloce. Delle braccia mi circondarono da dietro e delle labbra si appoggiarono sul mio collo, io continuai a suonare già sapendo chi era
< < È sempre bello sentirti suonare > > mi sussurrò all'orecchio, sorrisi e continuai la melodia dolce, Sebastian si mise seduto accanto a me e iniziò ad osservarmi
< < Mi vuoi dire qualcosa? > > chiesi divertita, era da diversi minuti che mi fissava e non diceva nulla
< < No > > disse dandomi un bacio sulla spalla
< < Che ti ha detto mio padre? > > chiesi senza smettere di suonare
< < Nulla di che, le solite minacce che fanno i padri ai fidanzati delle figlie
< < Tipo? > > chiesi divertita
< < Se la fai soffrire te la farò pagare... Roba del genere > > disse lui con noncuranza
< < Ti avverto che mio padre ne sarebbe capace > >
< < Immagino > > disse lui divertito
< < Stasera andiamo in giro? > >
< < Veramente volevo rimanere qua a fare altro > > disse iniziando a mordicchiare il lobo
< < Se andiamo in giro e poi veniamo qua a fare altro? > > chiesi girandomi verso di lui
< < D'accordo. Anche se tutte le volte che mi chiedi di fare così alla fine va a finire o che scompari o che ti feriscono > > disse lui con una smorfia
< < Prometto che farò la brava > > dissi sorridendo divertita, lo baciai e finii di suonare.
 
Passammo una settimana in quella casa, la mattina mi mettevo a suonare mentre Sebastian stava nel suo ufficio, non sapevo cosa facesse lì dentro, il pomeriggio lui continuava a stare in ufficio oppure stava in giro andava da qualche parte che non mi voleva mai dire e la sera la passavamo insieme andando in giro per una città oppure in discoteca, ma comunque alla fine ci ritrovammo sempre a letto.
Stavo suonando il pianoforte quando Sebastian mi chiamò
< < Dimmi > > dissi entrando in cucina, Sebastian mi guardò con un velo di tristezza che gli copriva gli occhi
< < Forse ho trovato il modo di salvarti, ma non sono sicuro che funzioni > > disse guardando per terra
< < Tranquillo, io mi fido di te > > dissi sorridendo per rassicurarlo, gli accarezzai la guancia con una mano < < lo vuoi fare oggi? > > chiesi senza smettere di accarezzarlo
< < Lo dobbiamo fare oggi > > continuò tristemente
< < Andrà tutto bene, vedrai > > dissi e lo baciai dolcemente < < andiamo > > dissi prendendolo per mano, non sentivo nulla, non avevo paura, mi sentivo tranquilla, non sapevo perché. Ero tranquilla e così passai attraverso il muro della cucina come se dovessi andare in qualche città con Sebastian. 
 
~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊
Ecco qua il penultimo capitolo (sempre escludendo l'epilogo che ho deciso di fare) allora... Non succede molto.... La piccola Wendy segue Sebastian e chissà che se morirà davvero oppure si salva U.U (vi consiglio di non farvi illusioni alcune volte sono sadica 😈)
Passo ai ringraziamenti
Ringrazio come al solito Lena che mi recensione ogni capitolo (come dico spesso: T I  A D O R O✨✨) poi ringrazio chi mi ha messo tra le preferite, seguite, ricordate e le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiii 💜❤️

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Capitolo 18
*** XVIII capitolo ***


Dopo il muro mi ritrovo in una specie di sala del trono, inondata da una strana luce rossa, come a richiamare le fiamme dell'interno. Non avevo un arredamento, c'erano solo due troni, uno però era un po' più grande dell'altro e dietro c'erano come due finestre da una si vedeva un prato verde smeraldo e nell'altro invece solo una distesa di sabbia. Al centro della sala c'era un ragazzo che sembrava avere diciassette anni, alto abbastanza muscoloso, capelli neri, occhi verdi, poteva essere carino se non fosse che aveva la pelle viola. Il ragazzo stava in piedi al centro di un cerchio, davanti a lui ce ne erano altri due fatti completamente da rune e segni simili, uno dei cerchi già occupato da Lilith che mi ci guardava arrivare sorridendo divertita. Sebastian mi strinse la mano con la sua e continuammo a camminare fino davanti al cerchio vuoto, il ragazzo mi guardava inespressivo, non ci feci caso, mi girai verso Lilith che come al solito era nuda con i capelli neri che arrivano alle caviglie 
< < Prima di entrare voglio sapere una cosa > > dissi guardando quella che doveva essere mia madre, il cuore iniziò a battermi a mille, ma dentro di me continuavo a non sentire nulla
< < Cosa vuoi sapere? > > chiese Lilith alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto
< < Perché mi hai maledetta? Non hai maledetto nessun altro dei tuoi figli, giusto? Perché solo io? > > chiesi osservandola, Lilith sbuffò
< < Perché tuo padre era uno stronzo. Diciamo che, come direbbe un mondano, mi ero infatuata di lui, quando gli ho detto che ero incinta lui se ne è andato via. Così ti ho maledetto. Ora entra nel cerchio > > disse indicandomi il cerchio, per qualche secondo rimasi ad osservarla cercando di immaginarmi come poteva essere innamorata, mi venne in mente un'immagine di lei che saltellava da tutte le parti con gli occhi a cuoricino mentre blaterava cose senza senso e che iniziava a sbavare davanti ad un uomo, alla fine scoppiai a ridere divertita. Tutti mi guardavano confusi, mentre Sebastian mi sorrise divertito, probabilmente aveva capito cosa avevo in mente
< < Sei una stupida > > mi disse divertito
< < E dai, mi è venuto spontaneo > > mi difesi ancora divertita, Sebastian scosse la testa esasperato e si passò una mano fra i capelli
< < Sei senza speranza > > disse con un sospiro
< < Eh già > > disse sorridendo divertita
< < Vogliamo iniziare? > > sbottò accanto noi Lilith, Sebastian fece un cenno al ragazzo e quello iniziò a cantilenare qualcosa che non riuscivo a comprendere, Sebastian si girò per guardarmi
< < Oh beh, è stato un piacere conoscerti Sebastian. Come è stato un piacere innamorarmi di te > > dissi sorridendo, lui mi guardò sorpreso, non gli diedi il tempo di fare qualcosa che lo baciai con passione. lo tengo stretto a me fino a quando il ragazzo non smette di cantilenare e io capisco che devo entrare nel cerchio, mi stacco lentamente
< < Ti amo Sebastian > > dissi a fior di labbra. Non glielo avevo mai detto, lui qualche volta me lo diceva, ma io non gli rispondevo mai, non so perché ma non sono riuscita a dirglielo prima di quel momento, forse stavo aspettando solo questo momento. Ora volevo che sapesse, tutti sembravano odiarlo per qualche strano motivo, da quando l'avevo conosciuto mi era sempre sembrato che volesse solo un po' di affetto visto che non l'ha mai avuto; ora volevo che sapesse che qualcuno in fino a quel momento l'aveva amato e che avrebbe continuato a farlo per sempre. 
Subito dopo avergli detto che lo amavo salto nel cerchio, le scritte intorno diventano blu, come se entrando si fossero azionate solo in quel momento, sorrido dolcemente a Sebastian e mi cade una lacrima lungo il visto. Mi dispiace lasciarlo così, ma oramai è troppo tardi, io sono nata per fare questo e ne sono resa conto solo quando stavo al lago, tutta la mia vita era servita solo per fare questo. Il ragazzo ricomincia a cantilenare, voglio piangere, ma non posso, guardo Sebastian un ultima volta e caccio via le lacrime e subito dopo tutto intorno a me diventa all'improvviso nero.
 
~POV SEBASTIAN~ 
 
È entrata, non posso fare più nulla. Ha detto che mi ama e poi è entrata. Ora sento solo vuoto dentro di me, l'ho persa. Ho perso l'unica persone che mi ha amato in tutta la vita. La vedo svenire e poi sollevarsi in aria con occhi ancora chiusi. Sento mille come pugnali che mi pugnalano il cuore, lei mi ha lasciato per sempre, ma prima mi ha detto che mi ama. Se mi ama perché è saltata dentro? Se mi ama doveva restare con me e invece mi ha abbandonato... Come tutti del resto. Alla fine sono sempre solo, l'unico di cui posso fidarmi è me stesso, gli altri sono capaci solo di tradirmi. Il ragazzo ricominciò a cantilenare e io mi sento sempre di più uno schifo, mi ero affezionato troppo a quella ragazza senza neanche accorgermene e ora mi sento male solo al pensiero di perderla. Non posso farci nulla, fin dall'inizio l'avevo solo sfruttata per i miei scopi, volevo mia madre e mia sorella accanto a me quando avrei conquistato il mondo, ma ora... Non trovo più senso in nulla senza di lei, certo potevo avere la mia amata sorella e mia madre, ma nessuna delle due mi amava veramente, nessuno delle due poteva darmi le stesse emozioni che mi fatto sentire lei. In fondo lo so che mia sorella mi odierà a vita, Lilith la considero mia madre solo perché è grazie a lei che sono così, ma io voglio essere veramente un demone, quando in realtà potrei essere un mezzo angelo? Certo lei è un demone e si comporta da umana, io sono un umano e mi comporto da demone. Ci completiamo a vicenda, lei può imparare da me ad essere un demone ed io posso imparare da lei ad essere umano. Ma non andrà così e adesso morirà.
Guardo Wendy davanti a me, gli occhi ora sono completamente bianchi, sollevata in aria priva di conoscenza, no non riesco più a vederla in questo stato, lei mi ama e solo ora mi rendo conto che quando stavo con lei ho sempre tento di nasconderle il mio lato peggiore, non solo per questo maledetto rito, ma anche perché avevo paura di perderla. Solo per lei qualche volta quando andavo a conquistare Istituti mi fermavo e non uccidevo, ogni volta che calavo la spada su qualcuno mi veniva in mente lei mentre piangeva perché aveva ucciso qualcuno e alla fine mi fermavo, lasciando l'Istituto conquistato a metà. Tornavo da lei, mi rifugiavo tra le sue braccia e ispiravo a fondo il suo profumo, solo per allontanare il pensiero che in realtà ero solo un mostro e in parte ci riuscivo. 
Mi sento una femminuccia a fare questi pensieri, però LEI È MIA e non sarà questo maledetto rito a portarmela via. Estraggo la spada angelica- che paradosso sono un demone e uso le spade angeliche- sussurrò un nome e quella inizia a brillare, non mi importa cosa dirà mia madre, lei è più importante, mi avvicino al mago che ha gli occhi chiusi per la concentrazione, con un movimento fluido gli passo la spada sul collo trapassandolo da parte a parte, facendo cadere un corpo prima di testa sul pavimento con il sangue che inizia a dilagarsi sempre di più. La cantilena cessa di rimbombare nella sala, le rune smisero di brillare e Wendy cade a terra ancora priva di sensi, corro immediatamente da lei e le prendo il viso tra le mani, perché non si sveglia? Sono arrivato troppo tardi, oramai l'ho persa. No non posso averla persa davvero, il rito doveva ancora finire, se la porto dalla stregone forse riesco a salvarla. 
Sono così concentrato su di lei che neanche sento mia madre che inizia a gridare
< < Cosa hai fatto? > > urla mia madre, mi giro verso di lei tenendo Wendy stretta a me
< < Lei non si tocca > > mi limito a dire prima di concentrarmi di nuovo su di lei, una ciocca di capelli le diventa bianca che contrasta con il nero pece dei suoi capelli, le accarezzo la guancia con il pollice, non so cosa fare, non riesco a muovermi. Devo prenderla e portarla dallo stregone, ma non ci riesco, sono come paralizzato 
< < No, tu non puoi esserti innamorato di lei... Lei è solo una schifosa mezzo demone maledetto. Tu non puoi innamorarti, sei un demone non puoi > > continuava ad urlare mia madre
< < A quanto pare ti sbagli, e ora devo andare > > dico solo. Faccio forza su me stesso e mi costringo a muovermi, stringo Wendy a me, faccio i soliti segni e compaio nel salotto dello stregone dove ci solo lui e Alexander Lightwood mentre si baciano
< < Scambiatevi effusioni più tardi. Stregone ho bisogno del tuo aiuto > > li interrompo mentre prendo Wendy in braccio, lo stregone si gira verso di me e mi squadra, ma quando vedi la mia piccolina si precipita e le prende il viso tra le mani
< < Cosa è successo? > > chiede serio
< < Ho interrotto il rito > > dico semplicemente
< < Forse riesco a fare qualcosa. Portala in camera > > disse e andò pendere qualcosa alla libreria mentre io la porta in una camera. L'appoggio delicatamente sul letto e le sposto le ciocche di capelli che le sono cadute davanti al viso. Tutto questo è colpa mia, non dovevo portarla da mia madre, dovevo impedirle di entrare in quel maledetto cerchio, ora rischio di perderla e non posso fare nulla per impedirlo, devo solo affidarmi allo stregone. Arriva Magnus che mi ordina di uscire e l'unica cosa che posso fare è obbedire, provo a protestare, ma lui mi butta letteralmente fuori dalla stanza, così mi metto ad aspettare seduto per terra fuori dalla camera. Inizio a vedere delle luci di diversi colori uscire dalla spiraglio della porta. Odio questa situazione è già la seconda volta che lei rischia la vita a causa mia, non posso continuare farle rischiare la vita, forse sarebbe meglio se subito dopo scomparissi per sempre dalla sua vita...
< < Sai che ci sono dei divani di là? > > chiese una voce accanto a me, mi giro e trovo Alexander che mi osserva, non gli rispondo, sarebbe solo tempo perso e osservo la porta. Ritorno a pensare che forse lei vivrebbe meglio senza di me, ma questo significherebbe che dovrebbe tornare a casa di suo zio, no lei non va da nessuna parte, lei è mia, punto e basta, non mi interessa se rischia, io la proteggerò a costo della vita. Lentamente arrivano anche gli altri della compagnia, Jace, Clary, Isabell e il vampiro -o quello che è-, non sono esattamente sicuro del perché sono qua, ma di sicuro non sono qui per me. Rimaniamo là in silenzio finché Magnus non esce stanco morto. 
 
~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊
Lo so, il capitolo è molto molto corto, ma non sono riuscita a farlo più lungo, altrimenti avrei rischiato di fare spoiler sull'epilogo.... Mi dispiace.... Spero che vi sia piaciuto comunque. L'epilogo spero di metterlo a breve U.U tanto non credo di farlo più lungo di questo, ma ci spero.
Passo ai ringraziamenti 
Ringrazio come al solito Lena che mi recensione ogni capitolo (come dico spesso: T I  A D O R O✨) poi ringrazio chi mi ha messo tra le preferite, seguite, ricordate e le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiii 💜❤️
 
P.s visto che mi sono venute in mente certe idee, mi potete dire se volete un due di questa storia? Avverto che da quello che mi direte inciderà anche sull'epilogo 

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Capitolo 19
*** XIX capitolo ***


~Angolo del l'autrice~
Salveeee 😊
L'ultimo capitolo di questo storia 😭 mi dispiace mettere un punto, ma comunque ci sarà un seguito ✌️ non come lo chiamerò, ma prima di metterlo ve lo dirò. Allora vi metto qua l'angolo mio solo per informarmi che questo capitolo è scritto in terza persona... Non riuscivo a scriverlo in prima, ma comunque credo che sia più carino così, spero che vi piaccia 😊
Ringrazio tutti quanti *-* lettrici silenziose, chi mi ha messo tra preferite, ricordate e seguite 😄
Ringrazio di tutto cuore chi mi ha sempre recensito.... Vi lascio alla lettura, già vi avrò rotto abbastanza 
Bacioniiiii 💜❤️
 
 
* Qualche mese dopo*
 
< < Sei la solita idiota. Come ti è potuto passare per quel maledetto cervello di andare da lui? > > urlò Sebastian
< < Non so dove sta la mia macchina fotografica e la rivoglio > > gli urlo di rimando Wendy
< < Perché non vuoi ficcarti in quella stupida testa il fatto che non puoi andare da tuo zio? Lo vuoi capire che se solo ti vede ti uccide? > > sbottò di nuovo
< < Non mi importa.... > > disse lei incrociando le braccia al petto, cercava di tenersi più calma possibile, ma non era tanto facile
< < Certo perché devi sempre pensare a te stessa > >
< < Che vorresti dire? > > 
< < Voglio dire che sei solo una stupida. Non puoi sempre pensare che io ti tiro fuori dai guai > > 
< < Quindi se mio zio mi trovasse in casa sua e inizierebbe a picchiarmi tu non faresti nulla? > > chiese assottigliando lo sguardo, Sebastian la guardò per qualche istante
< < Esattamente. Almeno ti metteresti in testa che non puoi andare dove ti pare... > > 
< < Vattene allora > > disse indicandogli la finestra dell'appartamento di Magnus. Andavano sempre lì quando dovevano litigare visto che lo stregone aveva messo un incateno sulla casa che impediva a Wendy di esplodere ogni volta. Mentre i due litigavano il terzo stava sul divano a mangiarsi i pop corn e a gustarsi la scena e qualche volta c'era anche Alec che osservava impassibile e mangiava i pop corn insieme a Magnus, nessuno dei due diceva una parola, osservavano e basta
< < Wendy... > > provò a dire Sebastian
< < No vattene > > ripeté Wendy senza guardarlo, l'aveva ferita, gli aveva dimostrato che lui non ci sarebbe stato quando lei ne avesse avuto bisogno.
< < Piccola... > > riprovò lui
< < VATTENE > > gli urlò lei con le lacrime agli occhi
< < Mi vuoi sposare? > > chiese di botto facendo restare Wendy senza parole, nella stanza c'era solo Magnus che quasi non si strozzò mentre mangiava il pop corn
< < Per quale assurdo motivo me lo chiedi ora? > > chiese assottigliando gli occhi
< < Non mi facevi finire di parlare, così sono andato dritto al punto > > disse scrollando le spalle 
< < Poi sarei io l'idiota? E comunque dove sta l'anello? > > chiese facendo scendere le braccia lungo i fianchi
< < Non ho un anello > > disse lui confuso, Wendy si girò dandogli le spalle
< < Allora no > > disse offesa; dopo qualche istante Sebastian l'abbraccio da dietro e su una mano le mostrò un anello con sopra un diamante
< < Questo va bene, piccola? > > chiese stringendola a se e dandole un bacio sulla tempia
< < Si si si > > disse girandosi di scatto e baciandolo con passione
< < Da adesso in poi sei solo mia > > disse lui ghignando divertito
< < Tesoro mio sono sempre stata tua > > disse lei sorridendo dolcemente.
 
* Un anno dopo*
 
Sebastian stava facendo da ore su e giù per un corridoio con le pareti bianco latte e mattonelle dello stesso colore, su un lato c'erano delle sedie di plastica blu, ma lui continuava a camminare avanti e dietro senza fermarsi un secondo, sulle sedie però c'erano seduti Alec, Jace, Clary, Isabell, Simon Jocelyn e Luke. Tutti lo guardavano sorpresi, non potevano credere di vedere Sebastian nervoso
< < Smettila di fare su e giù sta solo partorendo, non sta morendo > > sbottò Isabell irritata dal suo modo di fare 
< < Taci > > le ringhiò lui guardandola storto, e Isabell si alzò in piedi 
< < Non mi fai paura. Da quando stai con lei sei più dolce... > > disse lei incrociando le braccia al petto, Sebastian non la lasciò finire che la prese per il collo e la sbatte al muro e tutti si alzarono in piedi
< < Vediamo quanto sono diventato dolce dopo che ti avrò ucciso > > le ringhiò contro
< < Sebastian calmati. Non eri così agitato neanche quando lei stava per morire. Sta solo partorendo, Magnus è dentro con lei, non morirà, stai calmo. Riprendi a fare su e giù se così ti calmi e lascia Isabell > > disse Clary, Sebastian si girò verso di lei, la squadrò per un momento, oramai non provava più nulla per lei
< < Solo perché me lo chiedi tu sorellina > > disse e la lasciò andare mentre Isabell lo guardava storto
< < Sebastian giuro che ti uccido > > si sentì urlare Wendy, per qualche istante nessuno disse nulla, ma alla fine Sebastian scoppiò a ridere era da quando era incita che Wendy non faceva altro che dire che l'avrebbe ucciso. Dopo qualche ora l'infermiera uscì, Sebastian non gli diede neanche il tempo di dire una parole che stava già dentro la sala ad osservare la sua piccolina con in braccio un fagotto di coperte; la fronte era lucida a causa del sudore, gli occhi calati verso la piccola figura. Si avvicinò lentamente alle due figure, Wendy alzò la testa e gli sorrise dolcemente chiudendo gli occhi, era stanca e lo sapeva. Appena le fu vicino le diede un bacio sulla fronte e le sorrise dolcemente, abbassò lo sguardo e vide dentro il piccolo fagotto di coperte una piccola creature dagli zigomi alti, la pelle candida, i capelli biondi, la piccola bocca fine. Era il perfetto miscuglio tra i due, inconsciamente Sebastian sorrise e subito dopo prese in braccio la piccola creatura, le accarezzò la guancia con un dito e la piccola subito gli prese il dito e iniziò a stringerlo, lui sorrise ancora e la strinse di più a sé, si promise che l'avrebbe protetta da tutto non gli interessava nulla, nessuno le avrebbe fatto del male. Era così incantato dalla sua creatura che neanche si accorse che tutti lo stavano guardando incuriositi
< < Seb > > chiamò Wendy, lui si riscosse e guardò la sua piccolina < < dovremo darle un nome > > continuò sorridendo dolcemente
< < Hai già in mente qualcosa vero? > > chiese sedendosi accanto a lei
< < Stavo pensando... Che ne dici di Alaska? > > chiese chiudendo gli occhi
< < Ehi stai bene? > > chiese lui preoccupato, le accarezzò la guancia con le nocche
< < Si, si, sono solo un po' stanca > > disse lei sorridendo con ancora gli occhi chiusi
< < Dammi la bambina > > disse Magnus, Sebastian dopo un attimo di esitazione gli diede Alaska, lo stregone disse qualcosa sottovoce, ma Sebastian non ci molto caso, prese il coltello e si tagliò il polso e senza dire nulla lo mise davanti a Wendy che iniziò a bere avidamente
< < Grazie > > disse lei sorridendo, Sebastian si girò verso Magnus
< < Che hai fatto? > > chiese prendendo la piccola tra le braccia
< < Le ho aperto gli occhi, così se le succede qualcosa mi potrà riconoscere > > disse Magnus sorridendo
< < Di che colore ha gli occhi? > > chiese curiosa Wendy
< < Come i tuoi biscottino > > disse lui sorridendo
< < Avanti tutti fuori. Wendy ha bisogno di dormire > > disse l'infermiera spingendo tutti fuori, Sebastian baciò dolcemente Wendy ed uscì.
 
* Sei anni dopo*
 
I tre stavano alla casa al lago, Wendy e Alaska stavano giocando sul prato davanti al lago, mentre Sebastian le stava guardando dolcemente. Wendy si girò verso di lui, lo osservò per un po' disse ad Alaska di giocare con le farfalle che volavano lì vicino ed andò da lui
< < Seb > > disse sedendosi accanto a lui
< < Piccola > > disse lui stringendola a sé
< < A cosa pensavi? > > chiese lei mettendosi a cavalcioni sopra di lui e subito lui le cinse i fianchi con le braccia 
< < Niente di importante > > disse lui baciandola dolcemente
< < Dai dimmelo > > esortò lei guardandolo con occhi dolce
< < Non è niente di che... > > provò di nuovo lui
< < Sebastian smettila e dimmelo > > lo riproverò lei, lui sbuffò e le diede un altro bacio
< < Stavo pensando a mio padre. Non capisco come poteva farmi tutte quelle cose. Lo capisco che era per il mio bene, ma io non riuscirei mai ad uccidere davanti a suoi occhi l'unico suo amico > > disse e poi affondò il viso nel petto di Wendy e lei iniziò a giocare con i suoi capelli 
< < Tesoro, lo sai che tuo padre era solo un mostro. Tu non sei come lui > > disse lei dandogli un bacio tra i capelli, Sebastian invece iniziò a baciarle il petto e salì fino ad arrivare poco sotto l'orecchio
< < Andiamo alla caverna > > disse lui con voce rauca
< < Lo dico ad Alaska e andiamo > > disse lei baciandolo, si alzò portandosi lui dietro e insieme andarono verso la bambina. A metà strada Wendy si fermò di colpo e inspirò a fondo sentendo nell'aria qualcosa che non andava, Sebastian la guardò confuso
< < Alaska vieni qui > > disse lei guardandosi intorno
< < Che succede? > > chiese Sebastian sempre confuso, mentre Alaska si avvicinava con qualcosa tra le mani
< < Demoni > > ringhiò lei, una volta che Alaska fu vicina le fiamme nere li circondarono immediatamente e Sebastian tirò fuori una spada angelica 
< < Che succede? > > chiese la bambina aggrappandosi alla gamba dalla madre
< < Nulla tesoro. Rimani sempre vicina a mamma e a papà e non succederà nulla > > disse lei più dolcemente possibile accarezzandogli i capelli per tranquillizzarla. Poco dopo apparvero alcuni demoni che li circondarono all'istante, la bambina si strinse di più alla gamba di Wendy. I due iniziarono a combattere, ma più ne uccideva più ne arrivavano è presto entrambi si sentirono esausti. Si ritrovarono a combattere schiena contro schiena
< < Seb porta Alaska da Magnus > > disse Wendy con il fiato corto
< < Scordatelo, non ti lascio qui da sola neanche per un istante > > ringhiò lui uccidendo l'ennesimo demone
< < Fai quello che ti ho detto, me la cavo anche da sola per qualche istante > > disse lei infilzando quattro demoni insieme
< < No. Ce ne andiamo tutti insieme.... Dov'è Alaska? > > disse guardandosi intorno
< < Non stava attaccata a te? > > disse lei con il panico che iniziava a salire, un urlò si propagò per tutto il lago, Wendy si bloccò all'istante e Sebastian si irrigidì di colpo. Si girarono e videro la loro bambina sulla spalla di un demone che stava portando verso un portale, mentre Alaska tentava di liberarsi. Wendy fece per correre verso Alaska, ma un demone la colpì facendole tre tagli profondi lungo lo stomaco, così che lei crollò a terra priva di sensi. Il demone con in braccia Alaska varcò il portale che si chiuse immediatamente e tutti i demoni scomparirono all'istante. Sebastian dopo qualche istante corse da Wendy, i tagli stavano guarendo, ma la prese comunque in braccio e la portò a casa di Magnus.

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