HARRY POTTER E IL LAMENTO DI FANNY

di longosamuel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1. La Tana ***
Capitolo 2: *** Nuovo lavoro ***



Capitolo 1
*** Cap 1. La Tana ***


La fenice è un animale affascinante. Cresce in bellezza e muore in una grossa fiamma, per poi risorgere dalle sue ceneri. Era proprio così: dalle macerie stava risorgendo una vita nuova, pacifica.

Harry non sentiva quel profumo ormai da tempo, l'odore della pace.

Tra gli schiamazzi di Hermione e Ginny-che parevano divertirsi a provarsi e riprovarsi buffi vestiti babbani- la casa dei Weasley era piena di allegria e Harry era grato quel giorno a sua madre, suo padre, Sirius, a Silente, al professor Piton, a Fred, a Lupin e Tonks, a Malocchio

e a tutti coloro che avevano dato la loro vita per fargli gustare quei momenti.

Comodamente seduto su una poltrona nuova di shintz, Ron giocava con il suo deluminatore a spegnere e riaccendere la lanterna sognante che teneva sul caminetto della camera.

Erano tutti così felici e non pensavano a nulla. Solo si godevano la serenità, se non fosse che Ron, con quella “diavoleria” -come lo chiamava la signora Wasley- continuava a produrre un ticchettio snervante.

«Ron pensi di smetterla con quell'affare?» Iniziò Ginny risoluta;

«Non so se ti risulta, ma questa sarebbe la mia stanza»rispose Ron con aria stupita e girando la testa verso Harry che, però, fece finta di nulla.

«Ron ti costa molto?» Hermione si rivolse a lui con una nota di dolcezza nella voce,

«solo perché me lo chiede Hermione!»disse Ron rivolto a sua sorella; spense la lanterna, si alzò e uscì dalla stanza riponendo il deluminatore nella tasca dei jeans.

La famiglia Weasley era ancora un po' scossa dalla perdita di Fred e Ron ne risentiva di più di tutti.

Nonostante questo l'atmosfera era carica di felicità.

La tana non era mai stata così bella per Harry, persino il paesaggio che si vedeva dalla finestra della camera di Ron era più stupefacente.

Harry sapeva che la tana adesso era solo la casa dei Weasley, ma era stata tana per anni e non voleva dimenticare il rifugio che vi aveva sempre trovato.

Hermione pareva essersi data molto da fare con il C.R.E.P.A., perché gli elfi di Hogwarts riuscirono a far arrivare una lettera -piena di errori di ortografia- con scritte le più aspre lamentele per i troppi indumenti lasciati ad “intrappolarli”. A piè di pagina c'erano tutte le firme -o gli scarabocchi- degli elfi; lei non sembrava molto turbata da questo: in quel momento stesso stava lavorando a maglia, mentre Ginny si provava tutti i vestiti che Hermione si era portata dietro.

«Sei diventata brava sai... a fare quei cappellini e calzini per gli elfi» disse Harry sinceramente,

«Grazie. Non ve l'ho mai detto, ma il professor Silente ha incantato alcune pagine del libro di fiabe rendendole pagine cangianti e ora contengono modelli a maglia meravigliosi, ma devo dire anche molto complicati»rispose Hermione;

«Cosa sono le pagine cangianti?»

«Sono pagine che cambiano contenuto in base a ciò che stai facendo mentre le leggi. Un giorno stavo leggendo il libro mentre mettevo in borsa le mie cose e, mentre tenevo in mano i ferri, vidi cambiare la pagina, all'inizio non capivo bene, poi mi sono ricordata di aver letto di questa magia nel libro “Incantesimi Casalinghi” di Rosy Mallehr e ho capito»

«Wow, certo che ne aveva di tempo libero Silente eh»esordì Ginny

«Beh credo di sì, dato che non faceva altro che camminare nel suo ufficio».

Un attimo di imbarazzo si levò nella stanza, probabilmente parlare di lui, che non c'era più e che aveva lasciato un'impronta così importante nella loro vita, era una cosa un po' malinconica.

Il silenzio non durò molto, perché, sicuramente, tutta l'inghilterra aveva capito che la cena era pronta. Quelle della signora Weasley erano, certamente, le più forti urla non magiche che Harry avesse mai sentito.

Tutti e tre trasalirono e prima Ginny e poi Harry seguito da Hermione scesero le scale per andare in sala da pranzo a mangiare.

Quella sera in tavola c'era la famosissima zuppa di cavoli della signora Weasley e funghi rincrescenti stufati. Harry aveva sempre adorato la zuppa di cavoli, non si potrebbe dire lo stesso per i funghi. Hermione invece odiava entrambi, ma si adeguava ogni volta.

«Allora, che mi dite, vi state divertendo in questi giorni?» disse il signor Weasley dopo aver mandato giù un cucchiaio di zuppa,

«Sì ce la spassiamo, dico davvero» rispose Ron con aria afflitta.

Nessuno fiatò, solo continuarono a mangiare e, ogni tanto, a Harry parve di vedere la signora Weasley lanciare occhiate piene di comprensione a Ron e anche una lacrima.

Non appena Harry finì la zuppa, con un colpo di bacchetta, il signor Weasley fece volare il tegame pieno di funghi verso il centro del tavolo.

«Li hai mai assaggiati questi Harry? Li hanno i babbani?»disse il signor Weasley

«No, non li ho mai provati in vita mia, non mi è mai capitato di vedere dei funghi blu»rispose Harry

«Questi sono dei funghi un po' speciali: crescono sulle pietre vicino ai laghi e quando ne tagli uno dalla sua roccia, ne crescono due, grandi il doppio. Il ministero li tiene sotto stretto controllo, sai , una volta un babbano ha rischiato addirittura di morire schiacciato da un fungo di una tonnellata; da allora le spore sono reperibili solo al ministero e vengono sparsi degli speciali stabilizzanti magici per funghi nelle rive di tutti i laghi... un bel lavoraccio, che, quest'anno, è toccato a Kendra Lewis e la sua troupe dell'ufficio regolazione e controllo delle creature magiche. Questi però li ho raccolti io stesso, ovviamente ho avvertito subito Kendra, ormai è una carissima amica»diceva il signor Weasley con orgoglio.

I funghi non erano molto invitanti; per lo meno erano erano guarniti con salsa di prugne, che Harry adorava.

«Su, dai, prendine un po'»

«Ehm... certo!»Harry prese il mestolo di legno e mise qualche fungo nel suo piatto.

Hermione intento parlava con la signora Weasley, che le spiegava come pulire la macchia di succo di zucca sul vestito verde pistacchio comprato in occasione del compleanno del signor Weasley.

Harry gli aveva regalato un nuovissimo telefono cellulare, i suoi figli e la moglie gli avevano regalato dei vestiti babbani, un maglione fatto a mano e dei muffin. Il signor Weasley fu felicissimo di questi regali -soprattutto per il telefono- e riuscì a mantenere un'espressione di stupore e meraviglia anche difronte al regalo di Hermione: un libro di testimonianze di elfi maltrattati dai maghi.

«Grazie Hermione! Ma non c'era motivo di disturbarsi»le aveva detto.

Ad un certo punto il nuovo telefono del signor Weasley squillò e cadde il silenzio.

«Una cosa strana, se si mette in conto che nel mondo magico non è possibile ricevere comunicazioni col telefono»incalzò la signora Weasley sospettosa,

«Ehm, ti sbagli non è com..»

«Oh sì invece» lo interruppe «ho capito e ti ricordo che sei del ministero! NON PUOI FARE CERTE COSE!» la signora Weasley aveva ricominciato a urlare.

Harry, così come Hermione, decise di non farci caso e continuare a mangiare, era comprensibile il nervosismo in quel periodo affatto bello per lei. Più che essere nervosa per il suo dolore, lo era per quello dei figli. Ogni volta che guardava Ron quasi iniziava a singhiozzare e George... lui non tornava mai a casa a mangiare, se ne stava nel suo negozio chiuso e nessuno sapeva cosa facesse.

Harry abbassò la testa verso i suoi funghi rincrescenti -che avevano un'aria sempre meno invitante- si decise e affondò la forchetta.

Alla fine della cena, ormai, la signora Weasley si era placata e, finiti i muffin avanzati dal compleanno, tutti si alzarono per andare nelle proprie stanze, tranne la signora Weasley, che rimase in cucina a mettere in ordine; con dei colpi secchi della sua bacchetta faceva fluttuare tutti i piatti a mezzaria e li indirizzava al lavello.

Harry sentì Ginny chiamarlo e uscì anche lui dalla cucina. In cima alle scale vedeva Ron che entrava silenzioso nella sua stanza e Hermione che si avvicinava alla sua porta. Harry non riuscì a trattenere un sorriso.

«Allora vieni o no?!» urlò Ginny dalla sua stanza,

«Sì, eccomi» rispose Harry, che intanto aveva salito i gradini.

Harry entrò e la vide seduta sul bordo del letto. Si sedette anche lui, affianco a lei.

«Sono felice, davvero» disse Ginny con aria di comprensione, «ma tu no, perché?»,

«Anche io lo sono, ma non riesco a non pensare che se non fosse stato per me, probabilmente tanti non sarebbero morti»disse Harry piano,

«Io non ce la faccio più, sono mesi che ti dico che non è così, tu ci hai salvato, TU eri il prescelto, smettila di fare così o io ti lascio, mi bastano già la mamma, George e Ron, se è un musone che mi vuoi mostrare».

A quel punto Ginny sembrava furiosa e Harry cercò di mettere un mezzo sorriso sulle labbra.

«Fred sapeva a cosa andava in contro e voleva correre il rischio, così come tutti noi. Silente non ha esitato un momento a sacrificarsi, Piton nemmeno. Tua madre si è opposta a Voldemort, da prima che nascessi e in quel periodo tanti morivano, anche nell'ordine. Tutti ci siamo messi in prima linea per combattere, non ci è mai importato di morire»sussurrò,

«Grazie»rispose Harry, mentre Ginny lo abbracciava.

«Sai, questa battaglia mi ha fatto capire quanto importante sia l'amore, tua madre me lo ha insegnato, Harry» e, senza preavviso, scoccò un bacio a Harry.

Harry non sapeva quanto fosse durato, ma solo che era stato bello, bellissimo.

Proprio quando terminò il bacio sentirono la porta della stanza di Ron chiudersi.

«Deve essere Hermione che esce, speriamo lo abbia fatto ragionare un po'. Buona notte Harry»

«Buona notte».

Quando Harry aprì la porta si ritrovò Hermione davanti,

«Allora, come è andata?»disse Harry,

«Discretamente direi, è un po' abbattuto per Fred».

A quelle parole Harry non indugiò un secondo in camera è usci dando la buona notte a Hermione.

Harry scese le scale ed entrò nella stanza; Ron era sul letto che...Harry non capiva, stava leggendo davvero?

«Ron stai leggendo?»

«Beh, non sono un troll, so leggere»

«Ehm, si scusa, e che non ti ho mai visto leggere un libro»

«Comunque non è un libro, è un diario passaparola, me l'ha regalato Hermione»

«E che cosa sarebbe?»

«Beh è un... diario, solo che quello che scrivi sulle pagine, viene scritto anche sulle pagine del diario coppia, che ha Hermione e in questo momento mi sta scrivendo, anche se non capisco cosa, sembrano geroglifici»

«Ma quindi è un normalissimo diario con un incanto proteus» disse Harry

«A quanto ho capito no, perché condivide con l'altro diario, solo parole. Se bruciassi questo diario, l'altro rimarrebbe intatto» Ron rispose.

«Senti, che ne dici se domani andassimo a fare un giro in scopa?» propose Harry,

«Sì, è una buona idea» e Ron accese col deluminatore la lanterna sognante e si rimboccò le lenzuola.

Harry non aveva sonno. Pensava ad un sacco di cose: la gioia, il dolore, il bacio, Fred, Ron.

Harry pensò a Sirius, se non fosse stato così sciocco, se, per una volta, avesse seguito i consigli saggi di Hermione... lui sarebbe stato vivo e Harry, probabilmente, sarebbe sato con lui a Grimmauld Place n. 12.

Aveva il boccino d'oro in tasca, in quei giorni lo portava sempre con se, nella speranza di qualche segreto nascosto da Silente. Gli mancava più che mai; lui sarebbe stato li a consolarlo con le sue parole dolci e con tono tranquillo, invece era morto, come aveva detto Ginny, per combattere.

Harry fu interrotto da un'ombra curiosa proiettata dalla lanterna sognante.

Vedeva la sagoma di ron che abbracciava Hermione e ad un certo punto un grosso blocco cadeva su di lei, Harry ci avrebbe giurato, era un muro.

Ron si svegliò di soprassalto, sudato e con le lacrime negli occhi, ma non guardò Harry, si rimise subito a dormire.

Harry capì. Le ombre erano i sogni di Ron; non aveva mai visto una magia simile. Chissà cosa sarebbe apparso se la lanterna avesse fatto luce su di lui quando faceva i sogni su Voldemort. A quel pensiero, Harry decise di mettersi a dormire. Si mise il pigiama e si infilò tra le lenzuola.

La nottata fu tranquilla, senza strani incubi o visioni.

Il giorno dopo la signora Weasley venne in camera a svegliare entrambi, scostò le tende e aprì la finestra.

«Buon giorno cari, la colazione è pronta»

Harry era un po' addormentato, Ron invece stava ancora russando.

«Ron...Rooooon» Harry chiamò Ron per scendere giù,

«Cambiati e vieni giù, tua madre ha preparato la colazione» disse,

«Ehm... sì, u attibo» rispose Ron sbadigliando.

Harry si vestì in fretta e uscì dalla stanza. Mancava qualcosa alla solita routine...ma non riusciva a capire cosa.

Nelle scale c'era Hermione che sembrò non accorgersi di Harry,

«Buongiorno»disse Harry mentre lei faceva un maestoso sbadiglio, Hermione sussultò e si girò verso Harry, sconvolta «Harry!! Oh... buongiorno, ma ho tutti i capelli arruffati» e con qualche gesto se li sistemò.

«Ron è sveglio?» chiese lei,

«Ehm...quasi. E' in quella sua fase peculiare in cui è sveglio ma non sa riconoscere la differenza tra me e te» rispose sorridendo;

«Ah ok, beh lo aspettiamo giù? E... Ginny è in cucina» disse lei,

«Oh benissimo» rispose Harry imbarazzato

Scesero le scale insieme e andarono in sala da pranzo dove c'erano George e Ginny.

«Ciao Harry!» George aveva un tono allegro, come se non fosse mai successo nulla al suo gemello;

«Uh buongiorno George ehm...come stai?»

Harry si pentì subito di aver fatto quella domanda, pensando alla situazione che ne sarebbe scaturita e, a quanto pareva, anche Hermione pensò la stessa cosa, e guardò Harry con gli occhi spalancati.

«Oh, bene, non c'è male, ho solo una fame tremenda»

«Ehm, sì già mangiamo qualcosa» disse frettolosamente Hermione e si diressero verso il ripiano con i vassoi pieni di pancetta, uova, dolcetti e porridge.

Anche Ron arrivò e salutò tutti con un sonoro rutto seguito da un «Scusate!! Buongiorno»

Ginny aveva gli occhi fissi ed increduli su Ron.

Si sedettero tutti a tavola e mangiarono.

Harry si tuffò nella pancetta e uova, Hermione prese una tazza di porridge, Ginny e George mangiarono uova e pancetta e Ron... tutto.

Finito di fare colazione Ginny chiamò Harry e lo portò sulle scale.

«Buongiorno Ginny»

«Buongiorno, hai dormito bene?»

«Sì, grazie tu?»

«Oh io bene, ma vorrei chiederti scusa per ieri sera; è che ti amo e non voglio vederti così»

«Non preoccuparti e scusami tu» e, detto questo, Harry baciò velocemente Ginny e, insieme, tornarono in sala.

«Allora Ron, sbrigati che dobbiamo giocare! Ho comprato una pluffa!» disse Harry sorridendo accanto a Ron, che parve quasi strozzarsi, «eh? Aicobbraonapuffa?!!» disse Ron col cibo in bocca, «Che hai detto?» rispose lui «Ron non parlare a bocca piena che ti strozzi» esordì la signora Weasley appena rientrata in casa,

«Harry non posso credere che tu abbia una pluffa! Andiamo subito!» disse Ron eccitato

«George, Ginny giocate anche voi, Hermione ci vieni a guardare?» disse Harry e George si alzò rapidamente e si avvicinò a loro, mentre Ginny e Hermione finivano di mangiare.

Uscirono dalla porta e andarono sul retro nel campo da quidditch improvvisato da Fred e George.

«Accio scope, guanti, casco e pluffa» Harry non aveva mai visto qualcuno appellare tante cose in una volta sola, e il fatto che fosse stato Ron rendeva tutto ancora più nuovo.

Le scope e il resto arrivarono ubbidienti ai piedi di Ron che si mise subito i guanti e il casco, montò sulla scopa e volò in alto. Uscirono anche Ginny e Hermione -che aveva, come al solito, il suo libro in mano-; Ginny montò sulla sua scopa e George, già in sella, si librò.

Harry estrasse il boccino d'oro e lo lasciò andare.

Era una semplice partita di allenamento, non c'erano squadre.

La partita cominciò e Ginny prese subito la pluffa che si contese con George e avvicinatasi a un anello lanciò, ma Ron fece una buona parata. Harry, intanto cercava il boccino per il campo, mentre gli svolazzavano Ginny e George accanto con la pluffa in mano. Il secondo lancio, stavolta di George, andò a segno. Ginny fece più goal di George, ma anche Ron era molto bravo. Ginny aveva ricevuto una lettera per i provini per entrare nelle Holyhead Arpies. Giocarono fino a mezzogiorno, quando tornò a casa il signor Weasley per pranzo. Quello era un giorno speciale, perché si sarebbe stato anche George.

«Ciao ragazzi» disse il signor Weasley, lo salutarono tutti e si avviarono con lui verso casa.

«Allora, oggi ho bisogno che mi diate una mano a ripulire un vecchio casolare pieno di Knarl, se non sbaglio li avete affrontati ai G.U.F.O.»

«Ehm...certo» Harry si rese subito disponibile

Entrarono in casa e Harry notò una nuova scopa messa da parte e Hermione si accorse che Harry ne era incuriosito, «E' per il provino di Ginny»

«Ah giusto» rispose lui.

La signora Weasley lanciò un'altra delle sue urla per annunciare a tutti che il pranzo era pronto e Harry, Hermione, Ginny, George e Ron salirono le scale, verso il bagno, per lavarsi le mani.

Una volta entrati in sala da pranzo, il cibo era già nei piatti: Tortino di zucca amara e salsicce.

Harry amava, come, del resto, tutti là dentro, le salsicce; non aveva mai assaggiato la zucca amara, ma sembrava deliziosa.

Come al solito, Ron si riempì il piatto una seconda volta e, stranamente, George mangiava di gusto, come non faceva da un pezzo. Il pranzo durò anche troppo, data l'immensa quantità di salsicce che la signora Weasly aveva preparato, e alla fine furono serviti dei confetti troll – caramelle minuscole che si gonfiano in bocca e sanno di arancia-, che Hermione non toccò nemmeno.

«E' strano che una persona così attenta come la signora Weasley metta a tavola delle cose così pericolose come i confetti troll» disse lei piano a Harry mentre salivano le scale,

«Non sono pericolose, non crescono più della dimensione della tua bocca» rispose Harry,

«Sì, ma possono facilmente soffocarti»

«Un banalissimo anapneo aiuterebbe»rispose Harry trionfante.

Ebbero il tempo di salire in camera tutti e 5, quando il padre di Ron li chiamò:

«Ragazzi venite, il casolare ci aspetta» e con gli occhi alzati verso l'alto Ron si tirò su dal letto e si avviò verso la porta, seguito dagli altri.

Scesero le scale e uscirono da casa, il signor Weasley li aspettava in giardino con una bottiglia ai piedi; Harry capì subito.

«Dobbiamo andare in una zona protetta dal ministero, quindi ci è stato accordato solo il viaggio con passaporta, venite su, manca poco», i cinque si avvicinarono alla bottiglia e tesero la mano, non appena la ebbero tutti toccata, il cielo cominciò a ruotare e il terreno sparire sotto i piedi, per poi risolidificarsi sotto delle grosse nuvole cariche di pioggia.

Il casolare era molto ampio e perfettamente curato, il giardino era pieno di fiori gialli che Hermione disse essere Solarini.

Seguendo il signor Weasley, si avviarono verso l'entrata dello stabile,

«Che bei fiori, papà perché non li mettiamo anche nel nostro giardino?» disse Ginny,

«Oh, ringrazia il cielo che non ne siamo infestati noi. Sono fiori molto particolari: prendono colore dai raggi del sole, e oscurano tutta la zona circostante. Evidentemente questo casolare è stato costruito su un terreno maledetto dai Centauri. Una bella faticaccia estirparli, ogni giorno ricrescono e si vede che qui i proprietari non vengono da un po'» rispose lui.

Si fermarono davanti alla porta, «tirate fuori le bacchette» disse il signor Weasely, «ci serviranno presto. Come sapete i Knarl sono aggressivi, voi dovete pietrificarli; ci penseranno quelli del ministero a portarli in un luogo sicuro».

Entrarono cautamente nel casolare, «lumos» disse George e tutti lo imitarono; l'ambiente sembrava una normalissima stanza di ingresso, almeno fino a quando il signor Weasley non fece un incantesimo: «fervido!», subito da ogni angolo, anche il più impensabile, iniziarono a sbucare ricci che si avventarono su Ginny e Hermione, che prontamente aveva eretto un sortilegio scudo.

«Pietrificus Totalus!» George aveva immobilizzato entrambi i Knarl, mentre il signor Weasley ne pietrificava altri cinque in un sol colpo. Harry si accorse appena in tempo di un Knarl che si dirigeva verso di lui, «Pietrificus Totalus» e anche quello era fuori gioco, poi, mentre un altro si lanciava contro Ginny, Ron mosse la bacchetta così velocemente da pietrificare, oltre al Knarl, anche sua sorella. Velocemente il signor Weasley la fece tornare normale facendo apparire un antidoto.

Continuarono a bloccare e immobilizzare Knarl fino al tardo pomeriggio, quando rientrarono per cena a casa. Erano stanchi, ma si erano divertiti molto.

Dopo essersi lavati andarono tutti in sala, per cenare. Harry incontrò Ginny nelle scale,

«Ti sei divertito oggi?» chiese lei come aspettandosi una determinata risposta,

«Ehm..sì, certo, moltissimo anche tu?» rispose lui

«Sì, oggi sei stato l'Harry che io ho amato e che amo, quell'Harry spensierato che ho conosciuto sette anni fa», si scambiarono un bacio e scesero insieme in cucina.

Quella sera mangiarono felici, la signora Weasley era la più contenta, perché con loro c'era anche George.

«Bene, credo sia arrivato il momento di dirvi perché sono stato assente tutti questi giorni»; a quelle parole tutti si guardarono allibiti.

«Quando ancora Fred era con me...» (la signora Weasley fece un sorrisetto di incoraggiamento)

«Mi ha espresso il desiderio di modificare i Tiri Vispi Weasley e... l'ho fatto. Appena possibile verrete e vedrete coi vostri occhi com'è adesso. Inoltre, mi sono fidanzato con Angelina Johnson»,

la signora Weasley cambiò espressione all'ultima notizia, ma poi si ricordò di chi fosse e andò ad abbracciare, in lacrime, suo figlio.

Gli altri, compreso il padre, fecero un rumoroso applauso e Ron guardò Harry sorridente, come, del resto, tutti lì dentro.

Finito di mangiare, andarono tutti in camera di George a chiedere informazioni sul negozio, ma lui si limitò a rispondere “Lo vedrete presto”.

Dopo un po' di risate in compagnia, Harry e Ron andarono in camera e iniziarono a parlare.

«Wow, credevo se ne stasse tutto il giorno a piangere, e, invece, questo ristruttura il negozio e si fidanza!» disse Ron,

«Già, chi l'avrebbe mai detto» rispose Harry ridendo.

Ron scrisse un po' nel suo diario e, poi, entrambi si addormentarono sotto la luce della lanterna sognante che proiettava ombre in movimento.

Nota dell'autore: Salve a tutti! Mi chiamo Samuel. È la prima volta che scrivo una storia. Purtroppo ancora sono solo al primo capitolo ed è un po' noioso visto che la storia non si è ancora sviluppata. Spero abbiate pazienza. Lasciate un commento! Grazie A tutti. Samuel.

 

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Capitolo 2
*** Nuovo lavoro ***


Il mattino seguente Harry fu svegliato da alcuni schiocchi molto forti provenienti dal giardino.

Si alzò, Ron ancora dormiva, e si avvicinò alla finestra per capire cosa fosse stato quel rumore e, con grande sorpresa vide Shacklebolt e altri del ministero. Aspettavano in giardino che la signora Weasley li facesse entrare, ed eccola che si avvicinava a passo spedito verso il cancello. Harry avrebbe giurato di aver visto Kingsley guardare verso la sua finestra e sorridere.

Una volta entrati, Harry -contrariamente a quanto aveva sperato- non sentì nulla di ciò che dicevano .

Passarono pochi minuti, quando la signora Weasley bussò alla porta e all' “avanti” di Harry entrò in camera.

«Buongiorno Harry. C'è Kingsley e alcuni colleghi di Arthur, oggi vi portano a guardare il dipartimento degli auror» disse la signora Weasley mentre, delicatamente, scuoteva Ron per svegliarlo,

«Oh buongiorno, quando dobbiamo partire?» rispose Harry mentre Ron iniziava a svegliarsi,

«Beh tra 5 minuti» disse lei in tono contrariato,

«Bene vestitevi e venite di sotto, veloci!» e uscì dalla porta.

Ron era seduto adesso e guardava qualcosa invisibile sul suo letto.

«Ron, hai capito che ci portano a vedere il dipartimento auror?» disse Harry,

«Sì, sì ho capito...aspetta, COSA? Adesso?!»

«Ehm, già, dobbiamo prepararci subito»

Ron si alzò subito dal letto e corse verso l'armadio;

«Accio vestiti» e alcuni vestiti neri e blu si levarono verso Ron.

Intanto Harry tirava fuori dal suo baule nel modo più babbano possibile i vestiti, neri e verdi.

«Ron, hai visto la mia bacchetta?» disse Harry

«No, accio bacchetta di Harry» la bacchetta uscì da sotto il letto e volò nelle mano di Ron, che aveva finito di vestirsi.

Harry fece come per andare verso uno scaffale e si ricordò... in quei giorni mancava Edvige, Harry non volle rovinarsi la mattina, quindi non ci pensò troppo e finì di vestirsi.

Insieme si precipitarono giù per le scale e videro gli ospiti nella sala da pranzo.

Quando entrarono furono un po' perplessi: c'era la colazione sul tavolo.

«Salve Ron, Harry, come sapete oggi venite al ministero, ma prima» e qui Kingsley assunse un'espressione di rassegnazione, «...Molly pretende che voi facciate colazione, quindi prego, servitevi».

Harry prese un dolcetto e un bicchiere di succo di zucca rapidamente, Ron invece si soffermò un po' di più sulla pancetta.

Finita la colazione, salutarono la signora Weasley e uscirono di fretta dalla casa.

«Ci smaterializziamo» disse un uomo alto e molto magro, coi capelli ben sistemati e grigi.

Shacklebolt tese la mano verso Harry e Ron, che, prontamente, la afferrarono sparendo in un sonoro crac.

Atterrarono tutti in una stanza, all'interno di un cerchio di luce, che Shacklebolt fece sparire con un colpo di bacchetta. «Misure di sicurezza anti-materializzazione, sono state disattivate in quel cerchio solo per voi due» disse sorridendo l'uomo coi capelli grigi, «prego seguitemi» disse Kinglsey.

Uscirono dalla stanza, quel giorno pioveva, e si diressero verso la grande ed affollatissima hall del ministero. Entrarono in ascensore, «Andiamo al secondo piano, al quartier generale degli auror» disse Shacklebolt. L'ascensore scese di scatto e velocemente si fermò e una voce disse chiaramente: “SECONDO PIANO, UFFICIO APPLICAZIONE DELLA LEGGE SULLA MAGIA”. Uscirono dall'ascensore e andarono dritto in un corridoio -che a Harry e Ron ricordò pericolosamente quello nell'Ufficio Misteri- fino ad una svolta dove girarono a sinistra. In fondo c'era una porta e uno dei due uomini afferrò la mano di Harry, l'altro -coi capelli grigi- afferrò quella di Ron e li tirarono contro la porta, senza aprirla. Harry non si aspettava un gesto simile, ma, con sua sorpresa si ritrovò in una sala circolare molto ampia con tanti camini accesi nei quali danzavano tante fiamme smeraldine; il muro era rivestito da mattonelle lucide semi-trasparenti verde scuro, sembrava che fossero piene di un liquido nero, il soffitto non c'era, al suo posto fluttuava una fitta coltre di nebbia bianca perlacea ed iridescente.

«Questo è il finto quartier generale degli auror» disse Kinglsey, è solo un inganno per i malintenzionati, per arrivare a quello vero bisogna schiantare un camino» continuò. Harry e Ron non capivano, così Shacklebolt ne diede una dimostrazione pratica: «Reducto!» urlò con la bacchetta in mano, il camino si infranse e lui sparì, poi si riparò da solo. L'uomo coi capelli grigi disse: «Prego, fate come ha fatto il ministro» e prima Ron, poi Harry fecero lo stesso e sparirono.

Si trovarono in una stanza identica alla prima, «Scusi Shacklebolt, ma non potevamo entrare per la porta? E come distinguiamo la sala vera?» disse Ron, «Devi guardare le mattonelle, se riflettono la tua immagine, sei nella stanza falsa, se, come vedi, non ti riflettono, allora sei nel posto giusto. La porta è stregata con la stessa magia che c'è al binario nove e tre quarti; se,però, si entra utilizzandola, conduce ad un posto senza vie di fuga, è una trappola», effettivamente nè lui, né Harry, né Shacklebolt erano riflessi.

C'erano delle iscrizioni su alcuni camini, in uno c'era scritto “Uffici”, in un altro “Servizi”, in un altro ancora “Missioni” e un altro aveva delle incisioni in qualche lingua che Harry non conosceva.

«Bene, come avrete notato i camini hanno un nome. In Uffici entrerete nella sala degli uffici degli auror, ogni auror ne ha uno, i servizi li trovate per di là, nel camino Missioni entrerete in una stanza dove vi daranno i compiti da svolgere, e quell'altra porta... per ora non ci interessa, venite, vi porto ai vostri uffici» disse Kingsley.

«Come scusi? Abbiamo degli uffici? Noi non siamo auror» disse Harry stupito,

«Oh lo sarete presto, giusto un test insignificante, almeno per voi, già conosciamo le vostre abilità» rispose,

«Ma noi a scuola non andiamo molto bene, soprattutto io e non abbiamo sostenuto i M.A.G.O.» disse Ron,

«Oh non importa, nemmeno Tonks andava bene, eppure era uno degli auror più abili e, comunque, avete affrontato Lord Voldemort... Dovete entrare nel camino Uffici» e, detto questo, roteò tra le fiamme, seguito da Ron e Harry.

La sala degli uffici era molto simile alla sala d'ingresso del quartier generale, ma, invece dei camini, c'erano le porte e, inoltre, erano molte di più. La stanza era circolare e, al centro, c'erano delle teche contenenti alcune bacchette e oggetti magici; Harry individuò la scopa di Malocchio.

Anche le porte avevano delle iscrizioni sulle stipiti, ed erano i nomi degli auror, ce n'erano due con i nomi di Harry e Ron.

«Prego, vogliate accomodarvi nei vostri uffici, vi aspetto all'entrata, per tornarci entrate in questo camino» disse Kinglsey indicando l'unico camino della sala, posto di fronte a tutte le porte.

Entrò nel camino e sparì.

«Wow... incredibile, siamo praticamente già auror? A 17 anni?!» disse Ron incredulo,

«Pare di sì, deve essere senza dubbio un record» rispose Harry, ed entrarono nel proprio ufficio.

Harry si trovò davanti una stanza di medie dimensioni, il pavimento era rivestito da mattonelle color legno, i muri con lo stesso rivestimento dell'entrata e il soffitto era di vetro, ma Harry non vedeva nulla sopra di lui, se non altra nebbia bianca, oltre il vetro. In fondo alla sala c'era una grande scrivania, una poltrona in pelle e un camino acceso al lato. C''era anche una finestra battuta dalla pioggia e alcune piante. Sulla scrivania c'erano dei quaderni nuovi e tante penne di tipo diverso, c'erano anche molti calamai pieni di inchiostri colorati e dei tipi più strani, su una boccetta c'era scritto “Inchiostro mnemico”, Harry si chiese a che servisse.

Si avvicinò alla poltrona e si sedette, così da vedere anche l'altra finestra. Sotto la scrivania Harry vide una cosa molto particolare: una sorta di velo luminoso mostrava Shacklebolt nella sala d'ingresso del quartier generale, Harry poteva farci passare un piede in mezzo, sembrava incorporeo. Oltre a fogli, penne e calamai, sulla scrivania c'erano candele, lanterne e strani strumenti dall'utilizzo sconosciuto, tra cui, anche una vaschetta piena d'acqua sulla cui superficie si vedeva una mappa, sembrava la piantina dell'intero ministero. L'ufficio conteneva anche un armadio e due poltrone poste una difronte all'altra, vicino al camino. C'era un mobile simile ad una credenza; Harry lo aprì e vide centinaia di minuscoli buchi quadrati, quando ne toccò uno, questo si ingrandì fino a diventare delle dimensioni di metà mobile, poi, si richiuse dopo essere stato toccato nuovamente. Harry non poteva credere a tutto ciò, il suo sogno era diventato realtà, o quasi.

Ancora più curioso uscì dall'ufficio e bussò a Ron che lo invitò ad entrare.

L'ufficio di Ron era molto simile al suo, però aveva un divano vicino al camino, spento, e c'erano meno fogli sulla scrivania.

«Hey, hai visto quella cosa sotto il tavolo?» disse Ron,

«Sì, credo sia una specie di telecamera»,

«Cos'è una techelamara?» chiese Ron incuriosito

«Si dice TELECAMERA ed è un oggetto che i babbani usano per osservare in tempo reale cosa succede in un posto. Si usa anche per catturare dei momenti, come le macchine fotografiche, però, invece di una foto, si ottiene un video, ovvero una rappresentazione di oggetti in movimento»,

«Wow, che cosa strana, papà ne andrebbe matto» rispose.

Uscirono dall'ufficio di Ron e tornarono all'ingresso, dove trovarono Kinglsey.

«Bene, spero vi siano piaciuti; sarà il caso che vi spieghi alcune cose. La porta del vostro ufficio è sigillata, entra solo chi volete voi; sulla vostra scrivania c'è una vasca piena di un liquido trasparente, l'avete notata? Bene vi basterà toccare con la bacchetta il punto del ministero in cui volete andare per finirci subito, per cambiare piano dovete dire alla vasca il numero o ciò a cui è adibito il piano.

Avrete visto anche il guardiglione, si trova sotto la scrivania, all'altezza del poggiapiedi, tramite quello potete vedere qualsiasi punto del ministero, per scegliere il posto, dovete comunicarlo allo stesso guardiglione.

Ultima cosa: nel muro c'è un mobile simile ad una credenza; non è altro che una cassaforte. Se l'avete già aperta, vi avrà già registrati, la prossima volta richiederà un colpo della vostra bacchetta per aprirsi. Avete qualche domanda?»

«Ehm...no, tutto chiaro» disse Harry,

«Io sì, veramente. Il camino, se acceso, funziona da metropolvere?» disse Ron,

«Ah giusto i camini... Allora, sì, il camino è una metropolvere, non necessita di essere alimentato con la polvere volante, fatta eccezione per la prima volta, anche se, a volte, lo si può trovare già acceso, comunque, una volta acceso, non si spegne più, a meno che non siate voi a farlo. Adesso vi mostro la sala delle Missioni, vogliate seguirmi nel camino» ed entrò nel caminetto Missioni, scomparendovi.

Harry e Ron lo seguirono allo stesso modo e furono davanti a una stanza grandissima, rivestita allo stesso modo degli uffici, c'erano moltissime scrivanie e dietro ognuna ci stava un ufficiale che firmava e controllava delle carte. Affianco ad ogni singola scrivania c'era un caminetto acceso.

«Quì vi daranno dei compiti da svolgere per rendere il vostro servizio alla comunità magica. Tutti i problemi vengono comunicati a quegli ufficiali, che li affidano agli auror; oggi andrete a fare una commissione, come test di ingresso negli auror»disse Kinglsey

«Che tipo di commisione?» chiese Ron,

«Nulla di pericoloso, abbiamo dei compiti più semplici proprio per gli iniziati, seguitemi» disse Shacklebolt avvicinandosi a una scrivania;

«Test per due iniziati molto speciali» disse all'ufficiale,

«Ah, abbiamo Harry Potter e Ron Weasley... complimenti Kinglsey, ottima scelta. Allora...abbiamo questo qui, ma no...facciamo così...forse è meglio se...» l'ufficiale continuava a farfugliare mentre cercava tra i fogli qualche mansione adatta,

«Sì, eccolo, decisamente; certo non è il solito test, ma, d'altronde, abbiamo due ragazzi molto abili» disse sorridendo mentre porgeva i documenti a Shacklebolt che diede una letta veloce.

«D'accordo, firmate qui e siamo pronti per andare» disse lui, Harry e Ron posero le firme.

«Per partire per una mansione ci sono due modi, per adesso potete usarne solo uno: la metropolvere. Questa vi porta in un area di materializzazione, dove potrete smaterializzarvi anche non avendo mai visto il luogo prima d'ora» disse avvicinandosi al camino.

«Prego entrate pure» e Ron ed Harry sparirono, seguiti da Kinglsey che fece un cenno di saluto all''ufficiale.

Riapparirono in una stanzetta fredda e ricoperta di specchi, «Ora leggete qui il luogo dove dovete andare, pensate a quello e smaterializzatevi» disse velocemente Kinglsey;

Sul documento c'era scritto “Attacco molteplice di Lethifold nella foresta di Lugros, San Salvador”

«Scusi cosa sono i Lethifold?» chiese Harry incuriosito,

«In realtà sono creature molto pericolose, in effetti anche troppo per voi iniziati, ma, dato che siete molto capaci con l'incanto patronus, e, dato che i Lethifold attaccano solo soggetti addormentati, riuscirete benissimo a uscirne indenni» disse Shacklebolt tranquillo,

«Bene, è arrivato il momento di andare» continuò, e, tra occhiate preoccupate, prima Harry, poi Ron si smaterializzarono, per riapparire nel bel mezzo di una spiaggia.

Passarono pochi secondi e altri due auror di materializzarono vicino a loro; una donna e un uomo.

«Vi presento Ranethia e Cushmore Nobbis, sono due auror, ci faranno da testimoni» disse Kinglsey,

«Salve» dissero in coro Harry e Ron.

«Allora, il Lethifold è una creatura a forma di mantello, nero, è' molto più spesso di un mantello normale e mangia animali e umani, ma solo se addormentati. Non lascia nessuna traccia del suo passaggio, ed esce allo scoperto solo durante la notte. Oggi useremo un incantesimo per individuarli sotto la sabbia. La cosa più importante da sapere è che non possono essere sconfitti con nessuno degli incantesimi conosciuti, fatta eccezione per l'Incanto Patronus, esattamente come con i dissennatori.

Sia chiara una cosa: i Lethifold non attaccano di giorno per due motivi, uno! Perché non stanno alla luce del sole, due! Perché di giorno trovano raramente qualcuno che dorma; se, però, li attiviamo, come faremo adesso, cercheranno di addormentarvi muovendosi in modo ipnotico e vi mangeranno, quindi bevete tutti queste pozioni anti-sonno» ed estrasse cinque boccette piene di un liquido verde e opaco, ne diede una a testa e la bevvero.

Harry pensò di bere un liquore, perché sembrava che la pozione fosse stata fatta con l'alcol.

«Bene allontanatevi e tenetevi pronti a liberare i Patroni, Nuvlatto!» e intorno a loro tutto il cielo si riempì di nubi fittissime che oscurarono molto la zona, facendola diventare quasi buia.

Passarono pochi minuti prima che si muovesse un punto nella sabbia, lentamente un velo nero si rivelava davanti agli occhi di Harry e Ron, quando un altro Lethifold si mosse, e un altro ancora.

Erano tre, «Sapete che incantesimo usare, veloci contrastateli!» disse Kinglsey con un tono di voce più alto del solito.

Harry non ci pensò due volte, sfilò la bacchetta e «Expecto Patronum!» dalla punta fuoriuscì una massa argentata che si tramutò in un cervo che andò contro il Lethifold, diventò bianco e rimase immobile. Intanto anche Ron era alla presa con un altro Lethifold, che, però, stava muovendo i suoi lembi in modo ipnotico; Ron riuscì a produrre un Incanto Patronus corporeo al primo colpo.

Il Jack Russel si scagliò contro i due Lethifold rimasti e li immobilizzò, rendendoli innocui.

«Fantastico!!» esultò l'auror donna che era lì.

«Questi due hanno la stoffa dei veri auror, sono ancora così giovani e già evocano dei Patroni completi e capaci di sconfiggere i Lethifold» continuò,

«E, date le vicende trascorse per combattere Voldemort, è evidente che sono già auror.» disse l'altro,

«Perfetto, di solito il test è molto più lungo, ma nel vostro caso, credo sia ovvio che non sia necessario; possiamo tornare al ministero, vi dirò le ultime cose e la data della cerimonia, smaterializzatevi verso la stanza viaggiante» disse Shacklebolt

«Dove scusi?» chiese perplesso Ron,

«La stanza da dove vi siete smaterializzati per arrivare qui, quella con gli specchi, ricordate?» disse Kinglsey,

«Ah già, d'accordo» e Ron si smaterializzò, seguito da Harry e tutti gli altri.

Atterrarono nella stanzetta fredda;

«Prendete il camino e aspettatemi all'entrata del quartier generale» disse e Harry e Ron entrarono nel camino e rotearono tra le fiamme, avevano imparato ad usare la metropolvere in modo non verbale il sesto anno.

Attesero all'ingresso circa 20 minuti, durante i quali parlarono del loro futuro da auror, poi, il camino sputò fuori Kinglsey con due pergamene in mano.

«Ragazzi, siete stati molto bravi, anche se non servivano vere conferme, ma era una formalità che andava fatta per forza, comunque ecco qui le lettere di invito alla cerimonia che si terrà questo mercoledì qui al secondo piano alle ore dieci, come trovate tutto nelle pergamene. Fatevi trovare nei vostri uffici con vestiti da cerimonia, mi raccomando, salutatemi Molly e Arthur, oggi non posso vederlo, ho un mucchio di faccende da sbrigare. Buona giornata!»

«Buona giornata» ebbero il tempo di dire solo quello prima che entrasse nel camino scomparendo.

«Ora come torniamo a casa?» disse Ron,

«Con la metropolvere!»rispose Harry ed insieme entrarono nel camino da dove se n'era andato Kingsley e rotearono nelle fiamme verdi.

Arrivarono a casa tra le urla di spavento della signora Weasley,

«Potevate avvisarmi! Mi avete fatto prendere un colpo, comunque bentornati, sto preparando la cena», scesero dalle scale anche Hermione, Ginny e George correndo, Hermione abbracciò Ron,

«Allora, raccontateci tutto: dove siete stati, che avete fatto, com'è andata?» disse Hermione in preda all'euforia,

«Calma Hermione, prima voglio sapere del provino di Ginny» disse Harry,

«Oh non so l'esito, mi hanno vista, e mi hanno fatto i complimenti. In realtà ho fatto più goal di tutti, e, ho fatto sanguinare il naso ad una ragazzona arrogante, “sbagliando” un lancio» disse Ginny, «Grande, non potranno farsi sfuggire una giocatrice così brava»rispose Harry dandole un bacio.

«Ehi scusate ci siamo anche noi» disse George

«Allora raccontaci» disse Ginny curiosa e Ron iniziò con una descrizione dettagliata del suo ufficio;

«Non posso crederci, avete pure degli uffici! Fantastico!» disse Hermione

« E poi, Shacklebolt ci ha portato in una spiaggia, in prossimità di una foresta a San Salvador e abbiamo combattuto contro dei Lethifold» continuò Harry

«Lethifold?» disse Hermione stupita e preoccupata,

«Sono creature pericolosissime, come è possibile che siano stati così superficiali» continuò mentre la signora Weasley si avvicinava cauta come per sferrare un attacco felino su Harry e Ron,

«State scherzando? Ora ci parlo io con Kinglsey, come gli viene in mente...» disse furiosa e Ron la interruppe: «Calma mamma, avevamo preso tutte le precauzioni, i Lethifold attaccano solo persone addormentate, e abbiamo bevuto pozioni anti-sonno»;

«Non mi pare comunque il caso di iniziare con mansioni così difficili» continuò,

«Signora Weasley, posso assicurarle che è stato semplicissimo, è bastato un Incanto Patronus e Ron si è distinto fronteggiandone due in una volta» disse Harry,

la signora Weasley iniziò a piangere, «Ron... sono molto orgogliosa di te, e vedrai tuo padre! Vale lo stesso anche per voi due» disse rivolgendosi a Geroge e Ginny.

«La cena è pronta, iniziate a lavarvi le mani, Arthur sarà qui a momenti» disse ed effettivamente il signor Weasley entrò in casa proprio in quel momento, aveva l'aria stanca.

«Ciao tesoro» disse la signora Weasley andandogli in contro, «la cena è pronta, devi sentire cos'hanno fatto oggi tuo figlio e Harry»;

intanto tutti gli altri salirono le scale, verso il bagno e, una volta lavate le mani, tornarono giù ed entrarono in sala da pranzo, dove tutto era apparecchiato e c'erano i piatti con il cibo dentro.

«Oggi, scaloppine alla zucca» disse la signora Weasley sedendosi.

Tutti si riempirono il piatto,Harry e Ron non avevano neppure pranzato. La carne era davvero deliziosa, ma, d'altronde, tutto ciò che veniva preparato dalla signora Weasley lo era, o quasi.

«Raccontami tutto Harry!» disse il signor Weasley e Harry si lanciò nella descrizione di tutto l'accaduto... di nuovo.

«Wow, complimenti Ron sono orgoglioso di te, e anche di te, Harry» disse,

«E.... mi pare che oggi qualcuno avrebbe fatto il provino per le Holyhead Arpies, o mi sbaglio?» e anche Ginny iniziò a parlare, sorridendo.

«Ah a proposito, Ron, quando sarà la cerimonia?» chiese il signor Weasley,

«Mercoledì al secondo piano alle undici» disse Ron,

«No, ti sbagli, è alle dieci» disse Harry, appellando non verbalmente la pergamena, la aprì e lesse:

Gentile signor Potter, siamo felici di consegnarle la carica suprema di auror, per la formalizzazione di ciò è pregato di presentarsi al piano adibito a UFFICIO APPLICAZIONE DELLA LEGGE SULLA MAGIA, all'interno dei vostri uffici, dove verrà prelevato da un ufficiale. E' pregato, inoltre, di presentarsi con abbigliamento consono ad una cerimonia. Grazie per la cortese attenzione e con le congratulazioni, mando i migliori saluti, il ministro della magia, Kinglsey Shacklebolt”.

«Bene, sarà il caso di fare un salto da Madame Malkin per comprare qualcosa di decente» disse il signor Weasley.

Alla fine della cena, consumata felicemente, si alzarono tutti e andarono fuori. Il tempo era meraviglioso: una bell'arietta rinfrescava la serata e il paesaggio era mozzafiato.

Starono un po' attorno al fuoco a sentire gli aneddoti sugli auror del signor Weasley e, alla fine, andarono in camera, dopo essersi dati la buona notte – e anche qualche bacetto-.

Ron si scrisse, come al solito, con Hermione nel diario passaparola e la lanterna illuminò entrambi mostrando alla notte e al silenzio i loro sogni.

La mattina seguente tutti alla tana furono svegliati da un grido della signora Weasley,

Harry balzò giù dal letto, e, a giudicare dal buio, doveva essere molto presto, scese fino in sala da pranzo, seguito da Ginny e Hermione, Harry si bloccò davanti a un orologio a pendolo che era vicino al divano,

«Fermi!» disse Harry,

«Dobbiamo vedere che succede fuori» disse Hermione,

«No, guardate che ore sono», erano le 9:35 circa e arrivarono anche George e Ron,

«E' un po' presto per essere buio no?» disse Harry e le facce dei suoi amici si incupirono,

«Cosa vuoi dire, Harry» disse Hermione

«Non lo so, ma dobbiamo stare attenti, andiamo» disse sfoderando la bacchetta, seguito dagli altri, George, il più vicino alla porta, la aprì e rimasero tutti a bocca aperta: un'enorma distesa di bellissimi fiori gialli ricopriva il giardino della tana e, in mezzo, c'era la signora Weasley inginocchiata che piangeva,

«Oh no, com'è possibile» disse Ron,

«Mamma, come facciamo a toglierli ora?» chiese Ginny,

«Dovremo estirparli ogni santo giorno» disse singhiozzando la signora Weasley, era molto affezionata al suo giardino e quei solaretti l'avevano appena rovinato per sempre.

«I solaretti attirano Knarl...non è possibile, dobbiamo trovare un metodo» disse Hermione pensierosa e corse in casa -probabilmente a prendere un libro-.

La signora Weasley si alzò in piedi e puntò la baccetta contro il terreno coperto di fiori, «Derracheus» e i fiori si afflosciarono e seccarono, la signora Weasley continuò a girare per il giardino con la bacchetta puntata e i fiori morivano al suo passaggio.

Alla fine, con l'incantesimo Ventus rimosse tutte le sterpaglie secche.

I ragazzi entrarono e si sedettero sul divano,

«Com'è stato possibile?» chiese Harry,

«Ci siamo portati i semi dietro e hanno attecchito nel giardino» disse Hermione facendo l'ultimo gradino, aveva un grosso libro in mano intitolato “La botanica magica” di Herneld Growson.

«Ho trovato qualcosa, dice che i solaretti lanciano i semi sulle persone, che, quando si avvicinano ad un terreno fertile, cadono e nel girno di un giorno e fanno le radici. Anche se estirpati, ricrescono ogni giorno, ma, e qui è interessante, c'è una pianta che impedisce la crescita dei solaretti: la Fustria ; è una pianta che fa dei fiori blu, molto piccoli, che, quando crescono, emanano una sostanza che impedisce ai solaretti di crescere»

«Perfetto, dobbiamo solo trovare quella Fustria» disse Ginny,

«E ho pensato anche a questo» disse Hermione,

«Ricordo di aver studiato questa pianta per una ricerca qualche anno fa e ricordo che rientra tra le 2800 piante coltivate nelle serre di Hogwarts» continuò,

«Grande, può raccoglierle Ginny» disse George

«Beh, posso aiutarla» disse Hermione arricciando le labbra come faceva il professor Piton;

si guardarono tutti stupiti,

«In che senso “puoi aiutarla”?» disse Ron,

«Nel senso che farò l'ultimo anno che abbiamo saltato» rispose Hermione,

«Tu tornerai ad Hogwarts per fare un altro anno di scuola?» chiese George incredulo,

«Sì, è sono già caposcuola. Ho intenzione di sostenere i M.A.G.O. e la McGranitt è totalmente d'accordo con me»,

«Ma sei matta?» disse Ron «Shacklebolt si è proposto di offrire a tutti noi un posto di auror senza bisogno dei cinque M.A.G.O., l'ha detto ieri papà, ricordi?» continuò,

«Io non voglio diventare un auror e comunque è una mia scelta. La McGranitt mi ha accordato la possibilità di andare a casa un giorno a settimana, a patto che i miei risultati scolastici non ne risentano, inoltre, ho chiesto se possiate avere il permesso di venirmi a trovare tramite metropolvere e lei mi ha accordato anche questo, e non solo, mi ha detto che potrete venire quando volete, più di così?» disse lei,

«Wow, certo che ti adora!» disse Ron,

«Tua mamma già lo sa, e anche Ginny, che giustamente non l'ha sbandierato in giro» continuò Hermione,

«Credo tu faccia bene a fare un ultimo anno se è questo che preferisci» disse Harry «e, stai certa che verremo sempre, anche perché potrò vedere Ginny quando vorrò» e Ginny sorrise.

«Ma come faremo prima che inizi la scuola?» chiese George,

«Faremo a turno, ogni giorno, per estirpare i fori» rispose risoluta Hermione.

La signora Weasley rientrò, «Bene, vi preparo la colazione, ci vorrà poco» era scossa e tremava, almeno fino a quando Hermione non le raccontò il suo rimedio; la signora Weasley, a quel punto, assunse un'espressione più tranquilla e spense i fornelli, «A tavola!» gridò e si sedettero tutti con la signora Weasley che impiattava uova, salsicce e pancetta. Mise a tavola un vassoio di muffin rimasti, una bottiglia di succo di zucca e una scodella piena di porridge, «quel grifogifero che ha portato vostro padre da Londra è davvero fantastico, adesso possiamo conservare tutto, peccato per l'elettricità, è stato un lavoraccio farlo funzionare senza. Comunque è una favola adesso» disse,

«Mamma si dice frigorifero» disse Ron scandendo le lettere.

Mangiarono per circa una mezzoretta e, alla fine, anche Ron si riempì la pancia. Si alzarono dal tavolo e andarono in giardino, rimesso a nuovo, per stare un po' sulle amache che aveva costruito Hermione con i giunchi sbalzanti;

«Hermione, un giorno leggerò i tuoi libri, è incredibile di quante magie strane tu sia a conoscenza, e il bello è che queste amache sono freschissime, un refrigerio alla mia povera pelle» disse George ridacchiando,

«E' una trovata di Silente, ha messo delle pagine cangianti al libro che mi ha lasciato. Ho scoperto queste pagine qualche giorno fa, mentre stavo sistemando i vasi nel balcone» disse,

«Ho usato quella magia durante un esame con la Umbridge, non appena presi in mano la penna, il foglio mi ha mostrato tutti gli incantesimi di quel libraccio che ci avevano dato» raccontò sorridendo, di fronte al viso contrariato di Hermione.

«A proposito Ginny, se ti dovessero prendere in squadra nelle Holyhead Arpies, come farai con la scuola?» disse George,

«Ho già parlato con la professoressa McGranitt e mi da il permesso di uscire da scuola quando voglio, sempre a patto che i miei rendimenti non calino» rispose Ginny indifferente.

«Ragazzi, dobbiamo andare a Diagon Alley, avete bisogno di vestiti nuovi per domani!» disse la signora Weasley, interrompendo quel momento di tranquillità. Si era vestita con una maglia azzurra e una gonna viola, le scarpe blu: un abbigliamento senza dubbio da strega. Aveva anche un lungo foulard giallo che ondeggiava al vento.

«Volete usare la metropolvere o smaterializzarvi?» disse,

«Io scelgo i camini» rispose Ron, seguito dall'assenso di Harry e di tutti gli altri, tranne George e Hermione.

«Bene, allora, voi due potete andare anche ora» e si smaterializzarono in quell'istante, gli altri, invece, entrarono in casa e, a due a due, sparirono nel camino.

Riapparvero nell'affollata e caotica Diagon Alley, Harry non ci andava da mesi.

Era tutto come al solito, se non per i negozi, una volta chiusi, che avevano riaperto e nella strada c'erano più persone.

Individuarono Madame Malkin, «Ecco il negozio, venite Ron, Harry, voi altri potete fare un giro» e Hermione, Ginny e George andarono nella Gelateria Florean a prendere un gustoso gelato, mentre Harry e Ron, entrarono dalla signora Malkin.

Lei era in piedi che sistemava un manichino, «Salve Molly! Harry, Ronald, che posso fare per voi?» disse lei, disponibile;

«Ci serve un abito da cerimonia» rispose Harry, «Lasciate fare a me, in un batter d'occhio avrete la vostra divisa bell'e pronta» disse lei velocemente.

Mentre la signora Malkin prendeva le misure, Ron le raccontò il motivo dell'acquisto,

«Ah e così siete diventati auror, complimenti, complimenti; si capiva che voi due avevate un'indole per la lotta contro le forze oscure. Beh, certamente un'occasione speciale, i vostri genitori saranno senz'altro molto orgogliosi di voi» disse, rendendosi conto un po' tardi dell'errore commesso; la signora Weasley, però intervenne subito, «Sì, io e Arthur siamo molto fieri di loro» rispose.

Alla fine, sia Harry che Ron uscirono da quel negozio con un bellissimo abito elegante nero e verde smeraldo molto scuro, in effetti, simile al colore delle mattonelle degli uffici degli auror.

Incontrarono gli altri a metà strada che discutevano su qualche argomento,

«Il gusto lacrima era delizioso, sapeva di zucchero filato magico» disse Hermione rivolta a Ginny, che ricambiò dicendo «Anche fiori di campo era molto buono, e pure torta di zucca».

«Ehi, dove siete stati?» disse Ron, «Abbiamo preso un gelato da Florean, hanno dei nuovi gusti e sono buonissimi» disse George, «Voi, invece, avete dei bei vestiti? Vi faranno delle fotografie!» disse Hermione;

«Sicuro! Madame Malkin è sempre stata un'ottima sarta e i vestiti si abbinano pure alle mattonelle del ministero» rispose Harry sorridendo.

«E' ora di tornare a casa, su, andate» disse la signora Weasley che, intanto aveva comprato alcune cose per la cucina; uno dopo l'altro sparirono, chi vorticando, chi bruciando.

Erano di nuovo a casa e il caldo era asfissiante, per lo meno, dentro si stava bene.

La signora Weasley mise subito le mani sui fornelli e tutti e cinque andarono nella camera di George che aveva promesso di mostrare alcuni nuovi scherzi dei Tiri Vispi.

Entrati in stanza George si avvicinò alla tenda e, dalle sue pieghe, ne fece uscire un mantello;

«Questo è un mantello dell'impercettibilità. Ci è venuto in mente a me e Fred ispirandoci a quello di Harry. Questo vi rende invisibili e, in più, non permette a nessuno di sentirvi. Certo l'incantesimo di disillusione è molto complicato e, quindi, non funziona al meglio, per ora, ma il muffliato di Piton va alla grande.

Fece vedere, in anteprima, anche delle penne particolari: «Le ho chiamate penne memoranti, sono penne che scrivono ad inchiostro mnemico, molto difficile da reperire. Purtroppo si possono averne poche quantità, quindi l'ho dovuto integrare nella penna. In pratica tutto che scriverete vi resterà meglio in memoria. Magari qualche appunto, cara sorellina, tu le potrai avere gratis!» disse,

«Non ho intenzione di usarle» rispose Ginny.

Il tempo passò velocemente e la signora Weasley chiamò tutti per andare a tavola a mangiare.

Andarono, a turno, in bagno a lavarsi le mani e, una volta uscito, Harry vide Ginny pensierosa sulla soglia della porta della cucina. Scese e le si avvicinò, «Ehi, che succede?» chiese Harry,

«Nulla, stavo pensando che sono fortunata ad avere una famiglia così bella... A volte ci penso e mi vengono in mente quelle persone che non ne hanno una...Harry, tu forse non avrai i tuoi genitori, ma una famiglia cel'hai» disse subito, vedendo Harry abbassare lo sguardo, lo baciò ed entrarono in sala.

Sul tavolo si potevano ammirare gamberi fritti e filetti di salmone affumicato, di cui Harry fece il pieno. Si riempirono tutti, e, una volta mangiata anche la gelatina alle pesche, andarono tutti sulle amache.

«Pianta straordinaria il giunco sbalzante: fresca d'estate e calda in inverno» disse Ron, rilassato,

«Meno male che Silente ne sapeva di cose» ribattè Harry, anche lui sdraiato e completamente abbandonato ai giunchi intrecciati.

Passarono il pomeriggio così, nella tranquillità, raccontandosi alcuni dettagli della missione dei Lethifold, magari persi la prima volta o dicendo qualche barzelletta, fino a quando il signor Weasley tornò a casa annunciando a tutti che, per cena, ci sarebbero stati anche Bill e Fleur.

Hermione scambiò un'occhiataccia con Ginny che alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa.

«Evviva, adesso arriva quell'oca di Fleur per passarci di fianco sventolando i suoi capelli da mezza veela. Arrì vieni a versormi un po di ocqua nel bichier, pur favore» disse Hermione imitando parodisticamente Fleur, e si alzò dall'amaca, «Devo esercitarmi con gli incantesimi di trasfigurazione, il posto della McGranitt sarà preso da un certo Rookfourd Gergyl, ha lavorato al ministero un paio d'anni, ma si è dimesso quando Caramell attaccò Silente; a proposito, suo fratello, Aberforth, sarà l'insegnate di difesa contro le arti oscure!» disse Hermione entrando in casa.

Dopo pochi minuti passati a contemplare il cielo chiaro, Hermione tornò carica di libri e di oggetti;

mise un pettine a terra e «Lunar Calderone!» e il pettine divenne un grosso calderone di peltro, «Redolun» e il calderone tornò un pettine.

Continuò così con altri oggetti e si esercitò anche in altri incantesimi, sotto gli occhi stupiti di tutti.

«Harry, hai mai fatto robe del genere?» disse Ron,

«Beh, non proprio, ma anche io so far apparire le farfalle» disse, sguainò la bacchetta e pronunciò l'incanto: «Lepidium» e quattro farfalle arancioni apparvero vicino alla sua bacchetta,

«Ahaha certo, quello lo sa fare pure Ginny» disse George dispettoso, «Dillo ancora e ti lancio una fattura orcovolante di quelle potenti» rispose Ginny minacciosa.

In quel momento l'albero di fichi iniziò a vibrare e assunse un colorito azzurrino;

«Cos'ha quell'albero, Hermione?» disse Ron senza staccare gli occhi dal fico,

«Ho già visto qualcosa fare così» disse Harry e attorno all'albero vorticò l'aria alzando la polvere e tutto ad un tratto dal cielo videro scendere Fleur e Bill con le mani incrociate.

«Ma certo, la passaporta al ministero il quinto anno!» disse Harry;

«Shiao Arrì, Jinnì, Hermione, Ron, Jiorj, como state?» disse Fleur, appena atterrata,

“Bene grazie”, più o meno fu questa la risposta di tutti, che, dopo aver salutato Bill -molto più affettuosamente-, li seguirono in casa.

 

 

 

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