Shinichi vs Organizzazione

di Bomb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli uomini in nero ***
Capitolo 2: *** Fuga e Ricerca ***
Capitolo 3: *** So dov'è Shinichi ***



Capitolo 1
*** Gli uomini in nero ***


Una bella giornata di sole risplende quest’oggi a Tropicolandia, famoso parco divertimenti che ormai è diventata una meta per moltissime persone. In particolare ci soffermiamo su una coppia di ragazzi liceali venuti qui per divertirsi insieme. Un ragazzo alto con un completo azzurro ed un farfallino rosso, capelli neri un po’ spettinati ed una ragazza dai lunghi capelli marroni che indossa una maglietta senza maniche arancione e pantaloncini corti, che arrivano poco sotto le ginocchia, di colore Beige. Ran e Shinici, questi i loro nomi, si trovano al momento nei pressi delle montagne russe. Quest’ultimo, nonostante la giovane età, è già un famoso detective che ha risolto diversi casi fino ad ora. Dopo diversi secondi di attesa riescono finalmente a salire sul treno dei misteri, queste particolari montagne russe che li condurranno anche all’interno di tunnel dove compaiono all’improvviso dei mostri per spaventare i presenti sul treno stesso. La fanciulla sembra molto felice di condivivere queste emozioni con il detective e volge lo sguardo verso l’altrui figura fissandolo con una espressione felice e quasi persa nei suoi pensieri. Giungono ora al momento culminante del percorso, l’ultima discesa. Ran chiude di colpo gli occhi, forse spaventata all’idea di una discesa molto ripida come quella che si stanno apprestando a percorrere. Afferra la mano di Shinichi in modo tale da darsi coraggio e lancerebbe un urlo nel momento stesso in cui la locomotiva comincia a percorrere la discesa. Dura pochi secondi quel tratto ma sicuramente sono stati secondi molto intensi per entrambi, specialmente per la ragazza. Nonostante un piccolo spavento sembra che entrambi si siano divertiti e finalmente scendono dalla vettura avviandosi verso il centro del parco divertimenti. Shinichi però improvvisamente si blocca e si guarda intorno con aria preoccupata ma anche con circospezione.
 
- Cosa c’è Shinichi?
 
La ragazza noterebbe lo strano comportamento del detective che pare aver notato qualcosa di insolito. Il giovane investigatore sembra aver messo gli occhi su un uomo vestito completamente di nero, dal fisico robusto e con le iridi quasi prive di emozioni.
 
- Quell’uomo non mi convince
 
Direbbe notando anche i movimenti di quest’ultimo che si guarda intorno nervosamente come se stesse controllando che nessuno lo stesse spiando e poi inizia a correre. Tiene con se una valigetta di colore argentato, non si riesce al momento a scoprirne il contenuto della stessa però l’uomo la stringe forte al petto, evidentemente si tratta di qualcosa di molto importante o comunque che ci tiene particolarmente.
Shinichi è sempre più convinto che quel tizio misterioso sia un tizio pericoloso o qualcuno da seguire con attenzione e per questo motivo decide di correre pure lui nella stessa direzione dell’uomo.
Ran tenta di fermarlo per impedirgli di raggiungerlo ma niente è stato in grado di dissuaderlo dall’inseguire lo strano figuro.
Il giovane investigatore si nasconde dietro ad un muro poggiando le proprie spalle allo stesso e fissando l’uomo vestito di nero parlare con un'altra persona però riesce a comprendere solo poche parole di quanto viene detto dal misterioso individuo.
 
- Questa è una particolare sostanza creata dai nostri scienziati. Il suo effetto è ancora misterioso.
 
L’uomo in nero apre la valigetta e ne mostra il contenuto. Non si riesce però a notare cosa vi sia all’interno, si presume si tratti del farmaco nominato in precedenza dall’uomo.
Shinichi rapidamente afferra il proprio telefono cellulare, il suo intento è quello di chiamare la polizia ed avvertirli di questa strana conversazione però qualcosa interrompe la sua azione, una voce che risuona nell’aria alle spalle del giovane investigatore.

- Hai ascoltato fin troppo.
 
Shinichi si volta rapidamente e s’avvede della presenza di un altro uomo vestito completamente di nero ma non fa in tempo a reagire che subito viene colpito con un oggetto contundente dritto in testa. E’ riuscito solamente a notare dei lunghi capelli biondi che scendono nascosti dal cappello nero sopra la testa ma per il resto poco altro ha notato, anche perché dopo il violentissimo colpo ricevuto in testa perde conoscenza e si accascia al suolo.
I due uomini vestiti di nero sembrano ora abbastanza contrariati dalla presenza del giovane detective. Quello più robusto dei due afferra una pillola del farmaco custodito all’interno della valigetta e la mette in bocca a Shinichi per poi fargliela mandar giù grazie anche a dell’acqua.
 
- Prendilo e portalo al nostro rifugio, studieremo li gli effetti del farmaco.
 
Il biondo sembra essere il capo tra i due uomini o comunque quello con maggiore autorità in quella situazione. L’altro carica il ragazzo detective sulle proprie spalle e si avviano all’esterno del parco divertimenti. Giungono all’altezza del parcheggio e posano Shinichi sul retro di una Porche 356A nera,  la mettono in moto e si avviano verso quello che sarà il loro rifugio. 

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Capitolo 2
*** Fuga e Ricerca ***


 Ci troviamo in un nascondiglio, un piccolo rifugio. Sembra quasi essere una piccola baita di montagna, non siamo in grado di vedere cosa si cela al di fuori di queste piccole mura. Solo una finestra rotta lascia entrare uno spiraglio di luce all’interno della stanza altrimenti buia. Al centro di essa un piccolo bambino, legato per le mani ed i piedi sdraiato sul pavimento sporco e sembra privo di sensi. Spostando lo sguardo verso destra si nota una porte apparentemente chiusa dall’esterno ed alcune voci provenienti proprio da fuori. Sembrano comunque piuttosto lontane ancora e per questo motivo non si è in grado al momento di percepire cosa si stanno dicendo ne tantomeno il sesso delle persone che parlano al di là della porta. Nel frattempo però il bambino sembra riprendere lentamente i sensi. Capisce immediatamente di essere immobilizzato da alcune corde che gli legano mani e piedi e si guarda intorno alquanto nervosamente. Non sembra essere però sul punto di urlare o lamentarsi, come farebbe qualunque bambino.
 
-Devo trovare il modo di liberarmi..
 
 
Si guarda in giro alla ricerca di qualcosa per liberarsi da quelle corde però all’improvviso qualcos’altro ha attirato e catturato l’attenzione del piccolo che sembra quasi sorpreso e terrorizzato.
 
-Cos’è successo alla mia voce?
 
Direbbe poi il fanciullo incredulo nel sentirsi parlare, è evidente che qualcosa di strano sta accadendo nella testa del ragazzino ma non solo. Il giovane ora si guarda il proprio corpo ed assume una nuova espressione sorpresa, quasi scioccata per ciò che ha potuto constatare coi propri occhi.
 
-Perché sono un bambino? Dev’essere colpa di quegli uomini vestiti di nero.
 
Direbbe poi lasciandosi prendere dai propri ricordi. Ora la sua mente viaggia in un mondo quasi parallelo al nostro ma nello stesso tempo molto distante, così lontano da permettergli quasi di isolarsi e non percepire più suoni e rumori provenienti dall’esterno della stanza.
Qualcosa però desta il bambino dal suo stato momentaneo di trans, la voce di uno degli uomini vestiti di nero con cui è entrato in contatto fisico poco prima di perdere i sensi. Ora dunque è chiaro a tutti come quel bambino altri non è che Shinichi Kudo, il ragazzo detective che è stato attaccato da quegli uomini in nero perché ha origliato una loro conversazione. Le voci si fanno via via sempre più forti, questo significa che i due si stanno pian piano avvicinando alla porta dove si trova il giovane detective liceale. Il ragazzo si guarda intorno ancora una volta, sta riflettendo su cosa possa utilizzare per tagliare queste corde che lo immobilizzano. Dopo una attenta valutazione sembra aver trovato una soluzione a tale problema: Si trascina come riesce avvicinandosi il più rapidamente possibile alla finestra rotta. Vi si trovano ancora dei frammenti di vetro per terra sul pavimento ed allora il ragazzo decide di trascinarsi contro uno di questi per poi strisciare avanti ed indietro muovendosi rapidamente e facendo sfregare le corde, che legano le proprie mani dietro la schiena, contro il frammento di vetro. Passano i secondi e finalmente la corda si spezza liberando così le mani. Rapido poi è il movimento del detective a slegare le caviglie potendo così tornare a muoversi liberamente.
 
-Cosa ne facciamo di quel moccioso detective Gin?
 
-Non avere fretta Vodka.. prima studiamo gli effetti del farmaco e poi lo eliminiamo.
 

Shinishi ha udito il dialogo tra i due uomini di cui ora finalmente scopriamo anche il nome ed il detective riflette e crede di aver già sentito in precedenza questi nomi ma non riesce proprio a  ricordare dove. In ogni caso il tempo stringe perché quei due uomini ora sono ad un passo dall’entrare all’interno della stanza e quindi il giovane detective deve trovare immediatamente un riparo e sta pensando e cercando una soluzione al problema. Si guarda in giro e pare aver trovato una idea. Ecco però che finalmente i due uomini aprono la porta e si può anche vederli chiaramente in faccia. Entrambi vestiti interamente di nero con uno smoking ed un cappello del medesimo colore. Uno dei due è un po’ più robusto dell’altro che invece ha un fisico lineare e lunghi capelli biondi che sbucano fuori dal copricapo. Gli occhi degli individui sono freddi come il ghiaccio e non trasmettono emozione alcuna. Entrano dunque all’interno della stanza e con grande sorpresa la vedono completamente vuota, solo le corde che legavano il bambino situate vicino ai frammenti di vetro sotto la finestra rotta.
 
-Maledizione, è scappato!
 
Il tizio grassottello sembra alquanto agitato e nervoso per questa notizia della fuga del detective mentre il suo collega, che parrebbe però essere di grado più elevato, invece non lascia intravedere alcun segno di nervosismo.
 
-Rilassati Vodka, lui è ancora qui. Ha solo fatto finta di andarsene, ma non ha mai lasciato la stanza.
 
-Davvero? Allora dov’è?
 
-Nell’unico posto dove può nascondersi qui dentro.
 
Gin si incammina lentamente lungo la stanza fino a raggiungere il lato più lontano della stessa, appoggiato alla parete vi si trova un armadio a due ante chiuso ed egli si ferma proprio in prossimità dello stesso. Allunga le mani afferrando le due ante e spalanca di colpo l’armadio ma con sua grande sorpresa Shinichi non si trova all’interno di quel piccolo ripostiglio.
 
-Non andrà lontano..
 
I due uomini vestiti di nero ora lasciano in fretta e furia la stanza sbattendo la porta violentemente alle loro spalle. Proprio in quel momento una piccola botola nel terreno si apre e dall’interno della stessa esce il giovane detective trasformato in bambino. Il giovane detective sembra essersela cavata in questa occasione, a quanto pare Gin e Vodka non hanno notato quella botola e per questo motivo non sono riusciti a trovarlo. Si affaccia ora alla finestra e vede i due allontanarsi a bordo della auto di Gin e dunque ora avrà il via libera per uscire da quel luogo e riordinare le idee su quanto successo e magari chiedere aiuto.
Esce dunque fuori dalla casa e comincia a correre, sembra aver già idea sul luogo dove dirigersi e prova a raggiungerlo in tutta fretta. Passano i minuti e finalmente il detective sembra essere arrivato esattamente nel luogo in cui voleva dirigersi: si ferma all’angolo, osserva che non vi siano Gin e Vodka nelle vicinanze e poi corre verso una casa poco distanza dalla posizione in cui si trovava. Di fianco la stessa vi si trova un ometto tozzo con folti baffoni neri ed una divisa da scienziato che sembra stia lavorando a qualche tipo di esperimento all’aperto.
 
-Salve Professor Agasa, mi deve aiutare.. sono Shinichi Kudo
 
-Kudo? Sei un parente di Shinichi? Abita qui a fianco.
 
 
-Non sono un suo parente, sono proprio io. Shinichi!
 
-Shinichi è un ragazzo liceale e non un bambino, meglio che chiami la polizia.
 
-Aspetti professore, so che lei è appena tornato a casa dal ristorante Colombo vero? È facile capirlo, vedo che ha i pantaloni sporchi di fango e l’unica zona qui con del fango è l’area in costruzione intorno al ristorante e poi.. sui suoi baffi ha ancora la salsa speciale Colombo!
 

-Ma tu sei davvero Shinichi..
 
Finalmente pare che il professore abbia compreso effettivamente che quel bambino sia il famoso Shinichi Kudo, nonché suo amico e vicino di casa. I due discutono per diversi minuti e Shinichi rivela tutto ciò che gli è capitato nelle ultime ore, dall’aggressione degli uomini in nero, alla pillola che ha ingerito ed al rapimento con fuga da uno dei loro nascondigli. Il professore non crede alle proprie orecchie non avendo mai sentito prima di un simile medicinale di cui purtroppo il detective non è a conoscenza del nome e quindi il professor Agasa non può studiarlo e non può, almeno per il momento, fare nulla per contrastarne gli effetti. I due si siedono e provano a riflettere molto attentamente su cosa possono fare in questa situazione. Il professor Agasa d’improvviso si desta dalla propria sedia e si avvicina verso il bambino.
 
-Ho trovato, perché non vai a stare con Ran e suo padre? Ci parlo io con loro e gli chiedo questo favore.
 
-Non se ne parla!
 
 
-Ragiona Shinishi, se vuoi trovare quegli uomini in nero hai bisogno di un detective ed il padre di Ran lo è.
 
Anche se controvoglia alla fine il giovane investigatore decide di accettare il suggerimento del professore, probabilmente è la soluzione migliore per raccogliere indizi. Senza perde ulteriore tempo il ragazzo esce da casa del professore dirigendosi in tutta fretta verso la casa della sua amica Ran. Dopo circa cinque minuti di corsa arriva proprio nel vicolo in cui doveva dirigersi ma qualcosa non va. L’espressione di Shinichi diventa cupa e nello stesso momento incredula. Davanti a casa della sua amica d’infanzia si erge la Porche 356A nera, segno che Gin e Vodka sono proprio li. Infatti si riesce a vedere il detective Goro Mori, padre di Ran, parlare coi due uomini in nero.
 
-Lei è un detective, voglio che mi aiuti a cercare questo ragazzo.
 
Gin tiene in mano una foto di Shinichi mostrandola al detective. A quanto pare il piccolo grande detective è arrivato in ritardo, l’organizzazione ha chiesto aiuto al padre di Ran per cercarlo ma forse non sono ancora a conoscenza che il farmaco lo ha reso bambino, d’altronde non conoscevano bene gli effetti prima di somministrarlo al ragazzo.

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Capitolo 3
*** So dov'è Shinichi ***


  • Che cosa ci fanno loro qui?

Il giovane investigatore, tramutato in bambino, voleva dirigersi a casa del padre della sua amica d’infanzia però una volta giunto li, la brutta sorpresa di trovare Gin e Vodka davanti alla porta chiedendo proprio informazioni sullo stesso Shinichi.
  • Dove possiamo trovare questo ragazzo?

Gin mostra una foto raffigurante il detective liceale a Goro che sembra essere stupito dal vedere ciò e scoprire che è ricercato da quei loschi individui.
Anche la figlia Ran spunta dalle spalle del padre osservando la foto mostratagli da Gin e si porta le mani giunte davanti alla bocca, chiudendola ed evitando cosi di mostrare a quegli uomini la sua espressione sorpresa.
  • Non lo vedo da ieri. Oggi non è venuto a scuola e non si è fatto sentire.

Afferma poi la ragazza togliendosi le mani dalla bocca e cercando di tornare con una espressione decisamente più consona al momento e più seria per evitare di far insospettire i due uomini vestiti di nero. Gin sembra intenzionato a rispondere alla fanciulla, sempre con i suoi occhi di ghiaccio ma qualcosa gli impedisce di farlo: infatti il suo telefono cellulare sta squillando. Mette mano alla tasca estraendo il cellulare, anch’esso rigorosamente nero, fa partire la chiamata e posiziona l’apparecchio all’orecchio.
  • Sono Gin.

Una voce dall’altra parte del telefono che però non si riesce a comprendere bene e quindi, di conseguenza, nemmeno a capire se l’interlocutore di Gin sia un maschio oppure una donna.
  • Ah sei tu Whisky. Dimmi.

A quanto pare dall’altra parte v’è qualcuno dal nome Whisky, nome alquanto insolito come del resto lo sono anche Gin e Vodka.
Nascosto ancora dietro il muro Shinichi riflette su quanto sta sentendo e sui nomi arrivando alla conclusione che tutti e tre sono nomi di liquori e che quindi potrebbe esserci un collegamento concreto da i due uomini e questa terza persona con cui Gin parla al telefono.
  • Va bene, ho capito. Arrivo subito.

Gin chiude la conversazione e riposa il telefono nella tasca dei pantaloni per poi guardare verso il detective con sguardo freddo come il marmo.
  • Devo andare. Ritornerò.

Solo queste poche parole proferite da Gin verso il detective voltandosi ora alle spalle e tornando all’interno della sua Porche insieme a Vodka per poi partire verso una destinazione ignota.
Intanto Ran e Goro si guardano perplessi domandandosi chi fossero quei due uomini vestiti di nero e cosa mai volessero da Shinichi Kudo.

Gin all’interno della vettura afferra ancora una volta il telefono e compone un numero per poi avviare la conversazione con qualcuno misterioso.
  • Sono io. La figlia del detective Goro sa qualcosa, prendetela. La voglio viva.

Il piano malvagio di Gin dunque prosegue ancora una volta e sembra aver dato l’ordine di rapire la povera Ran per fargli confessare qualcosa riguardo Shinichi, i due sono convinti che lei sappia dove si trova e per questo motivo hanno intenzione di prenderla per interrogarla.
Nel mentre il piccolo Shinichi si desta dalla sua posizione dietro il muro e si avvicina in tutta fretta verso la casa di Goro e Ran.
I due si voltano per tornare all’interno del loro appartamento però il giovane detective prova a farsi sentire da loro chiedendogli di aspettare ad entrare. I due si voltano e vedono questo bambino correre disperatamente verso di loro, Ran si avvicina cercando di capire quale sia il problema e perché un bambino che, secondo lei, farà più o meno le elementari, se ne vada in giro tutto solo.
  • Cosa volevano da voi quegli uomini?

Shinichi arriva subito al dunque senza tergiversare troppo. Ran sembra sorpresa dalla domanda e non riesce a rispondere ricordando ciò che egli hanno chiesto in precedenza. Differente invece la situazione del padre, Goro, che si avvicina verso il bambino con aria quasi minacciosa.
  • Non sono affari per un bambino, torna a casa moccioso.
  • Ho bisogna di sapere, cosa vi hanno chiesto?
  • Beh volevano sapere..

Ran cerca di parlare per provare a spiegare come stanno le cose ma viene interrotta bruscamente dal padre.
  • Sono discorsi da grandi, fila via.

Shinishi allora comprende che è praticamente impossibile riuscire a entrare in sintonia e farsi confessare tutto da Goro e così decide di cambiare strategia rivolgendosi unicamente verso la figlia, che sembrava anche disposta a dargli qualche piccola indicazione.
  • Tu sei Ran vero? So dove si trova Shinichi.
  • Davvero? E dove?
  • Non ho molto tempo per spiegarti, vieni con me!

Il bambino afferra per il braccio destro Ran ed inizia a correre trascinando con se la fanciulla che lo segue passo passo. Il ragazzo sta provando a condurla da qualche parte dove, secondo quanto detto, si nasconde Shinichi. Goro però non sembra molto contento di questa partenza improvvisa di Ran insieme al piccoletto e prova a fermarli inutilmente.
  • Hei torna qui Ran.. e la mia cena?

Ovviamente il detective Goro non è capace di cucinare e quindi per lui è praticamente una tragedia il fatto che sua figlia se ne vada di casa senza aver preparato nulla da mangiare.
I due intanto si avviano lungo la strada che dovrebbe condurli all’abitazione di Shinichi Kudo però il piccolo detective sembra perplesso. Riflette su ciò che sta facendo, forse è stato troppo avventato nel dire alla ragazza di sapere l’esatta posizione di Shinichi però era l’unico modo per avere l’attenzione di lei.
Giungono dunque di fronte alla casa di Shinichi però il bambino prosegue entrando, nella porta aperta, della casa del suo amico Agasa. Il ragazzo spera che il professore sia in casa e che lui possa dargli una mano a togliersi dai pasticci in cui si è messo da solo.
Apparentemente non c’è nessuno in casa ed il detective sembra quasi perdere le speranze, anche Ran pare piuttosto seccata dal fatto che lui l’abbia fatta venire fin li per niente quando qualcosa attira l’attenzione di entrambi.
  • Ran.. sono qui.
  • Shinichi dove sei?

Il giovane detective sembra scioccato, la sua voce che aveva da liceale risuona nella stanza come se fosse lui stesso a parlare, ma la cosa è praticamente impossibile.
  • Non posso dirtelo. Devo andare, ho un caso difficile da risolvere. Torna pure a casa da tua padre, mi farò risentire io presto, te lo prometto.

La voce poi sparisce, si sentono dei rumori di passi di qualcuno che corre via e il piccolo detective incredulo, non riesce a capacitarsi di cosa sia effettivamente successo in questa occasione. Si guarda intorno nervosamente continuando a chiedersi chi abbia parlato e perché sta usando la sua voce e come riesca ad imitarla perfettamente.

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