E se... i personaggi di Super Mario avessero i Pokémon?

di Debby_Gatta_The_Best
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mario e Luigi contro Bowser (1) ***
Capitolo 2: *** Il Primo Pokémon [Mario/Luigi] ***
Capitolo 3: *** Il Primo Pokémon [Bowser/Bowser Jr] ***
Capitolo 4: *** Sfida Regale [Peach/Daisy/Rosalinda] - Request ***
Capitolo 5: *** Vacanze e inconvenienti (Parte 1) [Mario, Luigi, Peach, Daisy] ***
Capitolo 6: *** Il Team Rocket! [Mario, Luigi, Peach, Daisy] ***
Capitolo 7: *** Suicune [Peach] ***



Capitolo 1
*** Mario e Luigi contro Bowser (1) ***


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Cosa succederebbe se...


I personaggi di Super Mario avessero avuto i Pokémon nelle loro avventure?


Commento d'apertura

One shot scritta così perché mi andava, mentre lavoro alle altre storie. Era un po' che volevo fare qualcosa su “PokéMario” come lo chiamo io, l'incrocio tra queste due serie che amo. Una cosina leggerina per chi vuole perdere 10 minuti su una crossover Pokémon/Super Mario.

Ora, piccolo avvertimento: non ho mai scritto fan fiction sui Pokémon e quindi potrebbe risultare un po' bruttina. Sarà la prima di una corta serie di fan fiction. Spero le apprezzerete nella loro semplicità :)

PS. In queste storielle “umanizzo” tutti gli allenatori



Mario e Luigi contro Bowser per salvare Peach


La battaglia non si stava svolgendo per il meglio. Combusken aveva ricevuto parecchi danni, ed anche per Grovyle non si stava mettendo bene. Il Tyranitar del loro acerrimo nemico era più potente di quanto avessero pensato. I fratelli ce l'avrebbero fatto a salvare la bella Principessa e i suoi Pokémon anche questa volta?

Il Pokémon avversario ringhiò in risposta ai pensieri di Mario, negativi, come per farsi beffe di lui. Luigi iniziava a perdere la speranza. Grovyle e Combusken erano gli ultimi Pokémon rimasti in piedi dei due fratelli.

-Vai Grovyle! Usa Fendifoglia!-

Urlò Luigi prima che il Tyranitar nemico potesse infliggere un altro Iper Raggio e finire in un sol colpo i due starter. Il Pokémon Erba non se lo fece ripetere: prese tutte le forze che gli rimanevano e balzò in avanti, accelerando, mentre preparava l'attacco. Tyranitar, il cui sguardo era diretto verso il Combusken che stava per finire KO, si accorse troppo tardi dell'attacco laterale dell'altro. Fendifoglia lo colpì in pieno petto, e nonostante la stazza, il Pokémon Roccia/Buio barcollò indietro cadendo poi sulla schiena.

-Alzati imbecille!-

Ruggì il Re nemico dei fratelli. Tyranirar ubbidì come se nulla fosse stato, ruggendo a sua volta. Si rimise in piedi ed evitò, contrattaccando con Codadrago, il secondo attacco di Grovyle. Questo volò a parecchi metri di distanza, perdendo completamente i sensi. Luigi gli corse incontro preoccupato e subito lo ritirò nella Pokéball.

-Ah, ah, ah! Il mio Tyranitar è troppo forte! Vincerò di sicuro!-

-La battaglia non è ancora finita, Bowser!-

Urlò Mario in risposta.

-Tsk, ti rimane solo quel pollo spelacchiato, idraulico. Farà la fine dell'altro! Facciamo così... se vi arrendete subito, potrei anche regalarvi un pezzo di torta omaggio. La torta... del nostro matrimonio, vero tesoro?-

Concluse la frase arrossendo e voltando il capo verso la Principessa, che se ne stava tranquillamente seduta nel giardino del castello del Re a sorseggiare tè assieme alla sua Milotic e a parlare con Larry come se nulla fosse.

-Puoi scordartelo! Peach è la MIA fidanzata! E poi non ci arrenderemo mai!-

In pratica, la Principessa era litigata tra due maggiori contendenti. Mario riteneva che fosse la sua fidanzata, mentre Bowser voleva sposarsela. Lei, dal canto suo, considerava poco entrambi. Ringraziava Mario quando veniva a salvarla e trattava Bowser come un amicone quando questo non la rapiva.

Combusken, reggendosi l'ala ferita, balzò contro il Tyranitar, effettuando uno Stramontante a sorpresa. Tyranitar ringhiò dal dolore, cadendo ancora di schiena, ma si riprese subito rispondendo con Fulmidenti. Combusken schivò agilmente, e fu colpito solo di striscio. Appena fu a terra, però, il Tyranitar nemico iniziò a caricare Iper Raggio.

Mario sudava freddo. Temeva che questa volta per Combusken fosse giunta la fine. Ma accadde l'improbabile.

Una forte luce divampò attorno al Pokémon Fuoco/Lotta. In pochissimi istanti, Cobusken lasciò il posto a Blaziken, completamente guarito dalle ferite, pronto a finire il combattimento in bellezza. Prima che Mario potesse dire qualcosa, rimasto incantato dal suo “nuovo” Pokémon, questo attaccò Tyranitar con un potentissimo Baldeali che lo mise KO in un solo colpo.

-NOOOOOOOOO!!! !!! !!!-

Si narra che il lamento del Re raggiunse anche Fungopoli.

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Capitolo 2
*** Il Primo Pokémon [Mario/Luigi] ***


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Mario era disteso sull'erba della Piana Fungosa, appena poco fuori città. Attorno a lui, i suoi Pokémon, liberi dalle sfere, scorrazzavano felicemente, chi saltellando, chi nascondendosi tra i cespugli di bacche, chi sorseggiando l'acqua del fiume, chi improvvisando una battaglia con i Pokémon del fratello.

La squadra al completo: Blaziken, Spoink, Paras, Cyndaquil e Monferno. Be', quasi al completo.

Aver focalizzato l'interesse su Pokémon tipo fuoco, con solo due eccezioni, non stava fruttando all'idraulico un gran vantaggio nelle sue missioni. Tutti i Pokémon che aveva, inclusi quelli che adesso riposavano al Centro Pokémon e che lui era solito a non portarsi dietro, spesso e volentieri era stati catturati dall'eroe solo per lo scopo unico di avere creature infuocate o dallo spirito fiammante tra la sua collezione.

Ma adesso che si trovava lì, disteso sul prato, a guardare i Pidove volare alti nel cielo seguendo le acrobazie dei loro fratelli maggiori, i Tranquill, che si esibivano nella loro totale libertà, senza essere sotto il peso dei comandi di Allenatori ambiziosi, gli fece scattare un ragionamento nel cervello.

Quei Pokémon che così poco spesso usava, o che catturava solo per svago, per numero, erano davvero felici?

Luigi aveva appena tre Pokémon: Grovyle, Archen (regalatogli dal Professor Strambic come ricompensa dopo aver scacciato dei Gastly da una casa per le vacanze) e una Venonat, che praticamente si era autoproclamata in possesso del verde dopo che questo le aveva regalato alcuni dei propri panini, in occasione di un pic-nic di qualche settimana prima.

Mario si rigirò più volte la Pokéball tra le mani. Era l'ultimo Pokémon catturato, preso per completare il suo team... ma, ripensandoci, lo aveva fatto solo perché era un esemplare raro di Fletchinder shiny. Sì, già quei tipi di Pokémon non si mostravano molto nel Regno, dato che abitavano per lo più nelle lande infuocate della Terra Vulcanica di Bowser, e poi, un Pokémon shiny in libertà era qualcosa che si incontrava un paio di volte nella vita, se non di meno. Certo, un esperto di Pokémon, in continuo viaggio magari poteva avere la fortuna di scontrarsi con molti più mostriciattoli cromatici, ma per un abitante del Regno come lui, che se si muoveva lo faceva spesso e volentieri solo per salvare la principessa dalle grinfie del male, c'era una possibilità minima di avere nuovamente un'occasione simile. Eppure... stringere tra le mani quella Pokéball, prigione dell'uccello strappato dal suo habitat naturale solo per l'egoismo del baffuto, che più volte aveva cercato di sfuggire, mostrando quindi l'assente intenzione di unirsi ad un Allenatore... Mario rifletté su questo parecchi minuti. Che significato aveva essere un Allenatore di Pokémon? Si era mai posto tale quesito...?

Senza sapere come, questa riflessione lo fece ritornare indietro nel tempo con la mente di parecchi anni, a quando apprese per la prima volta il vero significato di tale parola, quando ricevette il suo primo Pokémon.


Era da poco entrato nella stanza luminosa del laboratorio, seguito a ruota dal fratello. Aveva compiuto, da appena una settimana, il suo 12° compleanno. E così il gemello*. Le stanze erano bianchissime, affollate da scienziati esperti di Pokémon. Un paio salutarono i due fratelli, già rinomati nella Capitale, che continuarono a procedere secondo le indicazioni della piantina.

-Il Re dovrebbe trovarsi nella stanza in fondo, se procediamo dritti-

Ricordò timidamente Luigi.

Mario si limitò ad un gesto del capo. Dopo pochi minuti riuscirono a raggiungere la sala in cui erano attesi dal sovrano del Regno. Di fatto, era questo che consegnava il primo Pokémon ad ogni giovane abitante della Capitale, quattro volte all'anno. Era una cosa più simbolica che altro, ma al Re interessava molto il suo popolo ed era molto amichevole, soprattutto con i bambini, e quindi aveva deciso di prendersi questo incarico. Ogni stagione, i ragazzi che avevano compiuto 12 anni, età stabilita dal Regno per prendere il primo Pokémon, si dirigevano al laboratorio per riceverlo di persona dal Sovrano e dal suo scienziato favorito, Strambic, all'epoca poco più che quarantenne.

Infatti, i due fratelli si ritrovarono in una stanza non poco affollata, in compagnia di molti altri ragazzi della loro stessa età. Per Mario, quella era la prima volta che visitava il settore del laboratorio che si univa a quello del museo nazionale, posto lì accanto: osservò nei minimi particolari l'enorme stanza, soffermando lo sguardo verso la cupola di vetro, da cui si poteva osservare il cielo nella sua splendida limpidità e si potevano scorgere le fronde degli alberi piantati attorno ai due edifici collegati ondeggiare lievemente. Inoltre, le pareti erano intervallate da grandi vetrate, usate come porte-finestre, che si affacciavano sul giardino su entrambi i lati, e questo faceva modo che la luce penetrasse senza ostacoli, rendendo la stanza ancora più bella e luminosa.

Per un attimo la mente del futuro idraulico, rapita da quella vista così inusuale, si era distaccata dall'emozione di quel giorno. Quando, poi, la voce del Re rimbombò in un megafono in un: “Benvenuti!”, Mario ritornò alla realtà. Stava per ricevere il suo primo Pokémon! Il Pokémon con il quale avrebbe passato tantissime avventure! L'amico di una vita! Ed ecco il Re, con una lunga lista in mano, iniziare a chiamare per nome tutti i ragazzi presenti. Ne erano nati molti in primavera, e i due fratelli dovettero aspettare un po' prima che il Re nominasse il cognome “Mario”. L'omonimo sentì il cuore stringersi, il sudore per l'eccitazione cominciare a colargli giù per il collo. Iniziò ad avanzare, a passo rigido, seguito dal fratello, che lui stesso pareva avvertire tremare. Quando furono giunti sopra il rialzo al centro della sala, dove si ergeva lo scheletro di un enorme esemplare di Tyrantrum vissuto millenni prima, dove adesso erano attesi dal Sovrano e Strambic, il giovane in rosso si agitò ancora di più. Essere emozionato era plausibile, ma trovarsi di fronte al Re dell'intero Regno trasformava tutto in un'angoscia mai provata prima. Mario non era solito a perdere la calma, ma adesso la pressione degli occhi blu del Sovrano iniziava realmente a schiacciarlo. Avanzò per primo, verso il tavolo allestito per l'occasione, e pronunciò uno strozzato “salve”.

Il Re ridacchiò, con il mento coperto dalla barba castana, una voce assai cristallina. Poi chiese cortesemente ai fratelli come si chiamavano. Appena ebbe ricevuto la timida risposta dal primo ( Luigi era così terrorizzato che se avesse dovuto anche parlare sarebbe svenuto ), il Sovrano commentò, sorpreso:

-I fratelli Mario e Luigi! Ma certo! Come ho fatto a non riconoscervi!-

Poi fece cenno al rosso di avvicinarsi. Mario stentò dei piccoli passi verso il grande tavolo, poi si bloccò a pochi centimetri da esso per osservare meravigliato tutte le Pokéball lì adagiate. Ve ne erano davvero tante, poste in file ordinate, e con dei piccoli cartellini appena sotto. Mario dette un fugace sguardo a tali cartelli, notando che molte Pokéball erano già state prese. I Pokémon rimanenti non erano poi tanti. Probabilmente erano contati per ogni ragazzo che in quella stagione doveva ricevere il Pokémon. Il Professor Strambic, vicino a Sua Maestà, ripeté quello che aveva detto agli altri giovanotti:

-Quest'anno abbiamo avuto una donazione generosa dalla regione di Hoenn. Scegli pure il Pokémon che preferisci!-

Ogni anno, regioni diverse donavano Pokémon appena catturati per i giovani di tutto il Regno, come ringraziamento per gli affari commerciali vantaggiosi ad entrambe le parti che il Regno dei Funghi aveva un po' ovunque.

Mario si mise ad osservare più attentamente i nomi dei Pokémon rimanenti, osservando bene il tipo scritto lì accanto e le loro abilità speciali. Subito i suoi occhi si soffermarono su una creaturina in paricolare, maschio, tipo Fuoco, appartenente alla categoria Pulcino, con Aiutofuoco**. I suoi occhi s'illuminarono nel vedere l'immagine lì riportata del piccolo batuffolo giallo e rosso, con un musetto tanto adorabile quanto vispo. Allora allungò la mano, e, tremante, afferrò la Ball. Subito avvertì un calore che non si aspettava di percepire da una tale sfera, ma poi intuì che doveva essere per il tipo Fuoco. Lo portò al petto, poi dichiarò:

-Voglio questo!-

-Torchic! Ottima scelta!-

Commentò entusiasta Strambic. In realtà diceva così tutte le volte, ma il ragazzo non ci fece caso.

Fremente d'emozione, Mario sentì le sue mani ungersi di sudore e la Pokéball quasi scivolargli via, ma la strinse con forza al cuore, avvertendo ancora di più quel dolce calore. Poi, nel sorridere al Re, notò con la coda dell'occhio una piccola fanciulla appena dietro egli: lunghi capelli biondi, occhi blu cielo, sguardo timido. Sì, doveva essere lei... Peach, la Principessina. Avrà avuto sì e no due anni in meno del ragazzo. Peach ricambiò timidamente lo sguardo che il rosso si accorse di aver iniziato a puntare verso di lei, quando si fece avanti anche Luigi, rompendo quella mistica occhiata. Mario vide il volto del fratello farsi sempre più indeciso, notando la smorfia d'incertezza che ormai aveva imparato a conoscere. Luigi pareva indeciso tra tre Pokémon: Ralts, Wingull o Lotad. Poi, come era successo al primo, gli occhi del verde scintillarono per un attimo, notando un Pokémon che prima aveva saltato: Treecko. Senza star a ragionare sul tipo, abilità e classificazione, afferrò la Pokéball e pronunciò un lievissimo “questo!”.

Strambic ripeté la frase precedente, ed il Re rispose con un sorriso. Poi entrambi scesero dal parco.


Appena la celebrazione fu terminata, ed ai giovani fu consegnato un prototipo semplice del Pokédex, che sarebbe stato poi perfezionato se i giovani Allenatori avessero deciso, in futuro, di dedicarsi allo studio dei mostriciattoli tascabili, i gemelli uscirono.

-Ti va... di fare una battaglia?-

Propose il primo, emozionato. Ormai era il tramonto. I più ragazzi se ne stavano tornando a casa, il museo-laboratorio chiudeva. Luigi, incerto, esitò, ma poi fece un cenno di sì con la testa. Qual'era il miglior modo di familiarizzare con un Pokémon se non lottandoci assieme?

Mario, trovato una parte del giardino adatta, lanciò in aria la sfera bicolore, che subito si schiuse con un fascio di luce, mostrando un grosso pulcino dai colori fiammanti e dalle piume soffici.

-Torchic!-

Esclamò contemplando il suo nuovo amico. Questo rispose con un acuto pigolio. Luigi rimase meravigliato dal Pokémon del fratello, ma non attese a chiamare il suo geco: Treecko si mostrò, spavaldo, eretto perfettamente sulle zampe posteriori, all'avversario. Luigi non riusciva ancora a crederci. La gioia gli si poteva leggere in faccia. Mario non perse tempo. Indicò la prima mossa, Graffio, al pulcino, che non si fece attendere. Piombò, come una furia, sul Pokémon Legnogeco, mostrando cosa era capace di fare nonostante le minute dimensioni. Treecko fu, infatti, subito scaraventato lontano dal colpo del primo. Ma non si arrese, riportandosi in piedi velocissimo.

-Uhm... emm... stai... bene?-

Chiese Luigi. In risposta Treecko gracchiò il suo verso, piuttosto seccato dal comportamento non autoritario del suo giovane Allenatore.

-Ecco... u-usa...-

Ma il Torchic nemico aveva già ripetuto l'attacco, ferendo ancor di più il geco. Luigi allora gridò:

-Fulmisguardo!-

Il piccolo Pokémon non parve molto entusiasta della scelta del ragazzo, ma eseguì l'ordine fulminando, appunto, il Torchic con un'occhiata gelida. Ma il pulcino aveva lo spirito troppo fiammante per lasciarsi intimorire, e procedette con un terzo Graffio. Treecko però schivò, ringhiando al giovane Luigi, che comprese il modo grintoso in cui il Legnogeco voleva combattere.

-Assorbimento! E poi Botta!-

Dichiarò a gran voce. Questa volta, fu il batuffolo piumoso a ferirsi.

-Non mollare! Focalenergia!-

Il Pokémon Pulcino si gonfiò, assumendo l'aspetto di una morbida e coccolosa palla di piume, diventando ancora più adorabile, ma rinvigorendosi non poco. Subito dopo scattò in avanti, colpendo al ventre Treecko, che fu scaraventato a pochi metri di distanza. Luigi gli corse incontro, scoprendo che era andato KO, e quindi non più in grado di combattere. Mario aveva vinto.


Quel giorno tra Mario e Torchic aveva iniziato a stabilirsi un legame profondo, che si sarebbe consolidato nel tempo. Il legame tra Pokémon e Allenatore, i sentimenti che provavano che i Pokémon non erano semplici oggetti da battaglia, ma amici con cui passare la vita. Come aveva potuto, in quegli anni, dimenticarlo? Mario si mise seduto, ed osservò Combusken balzare in alto per evitare un colpo di Grovyle. Rivide la fierezza che aveva dimostrato quel giorno, da pulcino, quando aveva battuto quello che sarebbe diventato suo grande rivale. Sorrise nel vederlo muoversi così agilmente rispetto a come aveva fatto da Torchic.

Mario guardò la Pokéball. Quel Fletchinder meritava tutto ciò? Non aveva avuto l'intenzione di unirsi a Mario. Certo, anche Torchic, ma per lui era stato diverso. I Pokémon che vengono consegnati agli Allenatori in erba sono piccoli, docili, pronti a diventare “proprietà” di un ragazzo o di una ragazza. Ma era davvero quella la parola giusta? “Proprietà”?

Una leggera ventata fece ondeggiare i baffi del rosso. Guardò un'altra volta verso l'alto: i Pidove e i Tranquill se ne stavano andando, tornando nei loro rifugi, per la notte. Effettivamente, si stava avvicinando il tramonto. La temperatura cominciava a calare. Mario si alzò, chiamò prima il fratello e poi i suoi Pokémon, ritirandoli nelle rispettive Ball.

-è ora di andare... si sta facendo buio...-

Osservò il fratello.

-Infatti...-

Dopo aver fatto svagare per un pomeriggio le loro creature, i Fratelli Mario erano pronti per far rotta verso casa. Mentre lasciavano la Piana, il primo iniziò a martellare nervosamente le dita sull'ultima Pokéball. Luigi non fece caso ai dubbi del fratello, e proseguì, ma Mario si bloccò a metà strada. Quando l'altro si accorse che il fratello non era appena dietro di lui, si voltò e lo chiamò:

-Mario! Che fai lì?-

Mario non rispose. Si tolse la Ball dalla tasca e la lanciò in aria, dichiarando:

-Fletchinder, va! Ora sei libero!-

E mentre la sfera si apriva in un lampo di luce azzurrognolo e sfavillanti scintille argentee***, Luigi corse incontro all'altro, domandando stupito:

-Che fai? Lo liberi? Ma... perché...?-

Il Pokémon Sfavillante aprì le ali squittendo sorpreso. Dopo un'ultima, fugace occhiata ai due Umani, si fiondò tra le candide nubi, sparendo per sempre.

-Io e quel Pokémon non saremmo stati bene insieme. Così come molti dei Pokémon che ho catturato per gola. Quando arriveremo al Centro Pokémon, dovrò restituire la libertà a molti di loro...-

Si limitò l'idraulico in rosso senza fornire altre spiegazioni.




*È affermato in più giochi come Mario e Luigi siano gemelli, ma nonostante ciò spesso Luigi si riferisce a Mario con “fratellone”. Nelle mie storie, comunque, sono gemelli

**Non sono solita a guardare i cartoni dei Pokémon. Ash è troppo demente per i miei gusti. Mi baso soprattutto su ciò che ho imparato dai giochi, quindi perdonatemi eventuali citazioni troppo legate alle statistiche e alle tecniche di gioco.

***Sempre nel gioco, i Pokémon shiny, quando vengono fatti uscire dalle sfere Poké, rilasciano un inimitabile sfavillio argenteo. Non so se sia così anche nell'anime.


Commento

E rieccoci con PokéMario! Questa è la prima di due riflessioni (una riguardante Mario, di fatto, ed un'altra... be' lo vedrete nel prossimo capitolo!) sul “Primo Pokémon”. Spero vi sia piaciuta! Come mi hanno, giustamente, consigliato diversi utenti, ho deciso di non limitarmi a lotte aride e prive di un gran significato. Spero di trasformare questa raccolta in qualcosa di simpatico. Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Il Primo Pokémon [Bowser/Bowser Jr] ***


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Un re non aveva l'obbligo di rispettare delle stupide regole, pensò Bowser Junior mentre procedeva sorridente la Sala. E neanche un principe.

Non solo compiva i tanto attesi nove anni, ma riceveva anche il suo primo Pokémon, così come voleva suo padre.

I corridoi erano vuoti ed i passi del principino risuonavano rapidi e decisi. Le guardie, che già scarseggiavano negli appartamenti alti del Castello (dove la famiglia reale passava il più tempo libero), erano scomparse. Ma lui sapeva dove erano andate: tutte nella Sala del trono. Ad attenderlo, infatti, ci sarebbe stato sicuramente Kamek, mago dall'età avanzata che sempre era stato al fianco del Re, le guardie fidate di suo padre, i suoi fratelli e... suo padre stesso. Nessuno di importante si sarebbe perso quel giorno.

Bowser Jr trotterellò ancora per un paio di stanze, poi giunse nella Sala del trono, colma di sculture raffiguranti suo padre ed arazzi antichi richiamanti le vecchie dinastie di re. Come aveva previsto, una folla piuttosto ampia lo stava aspettando. Avanzò a testa alta, con un ghigno di soddisfazione sulla faccia paffuta che lasciava intravedere il canino sinistro leggermente più lungo del normale. I capelli rossi che teneva legati da un ciuffo sobbalzavano ogni volta che il Principe si lasciava sfuggire un balzo per l'emozione. Procedere in maniera ordinata e composta non era mai stato il suo forte, neanche per i giorni importanti come quello, ma poco gli importava. Suo padre, un uomo talmente alto da far sembrare dei tappi tutti coloro che aveva attorno, con una folta chioma rossa in testa ed un sorriso fiero sul volto abbronzato, sedeva sul Trono tenendo le muscolose braccia serrate ai braccioli. Torreggiava sulla massa di gente un po' per la sua mole, un po' per il sopraelevamento su cui era posto il Trono. Sempre sopra il palco, i sette fratelli dell'ottavogenito si tenevano in piedi nel modo più fiero possibile, nonostante i loro voti lasciassero ben a vedere quanto quella posa solenne era l'ultima cosa che avrebbero voluto tenere. Ognuno portava vicino a se il proprio primo Pokémon, anch'esso con un'espressione talmente regale da sembrare ridicola. Gli occhi di Ludwig incrociarono i suoi, e per poco Bowser Jr temette di essere fulminato dallo sguardo gelido del primogenito. A Ludwig non era mai andato a genio suo fratello minore, ed il disprezzo del primo cresceva ogni volta che per Bowser Jr si presentava un occasione che loro padre riteneva “grande ed importante”.

Kamek era appena sotto il trono, il viso un po' avvizzito contratto in un gran sorriso splendente. Gli occhiali a specchio sembravano lasciar trapelare lo scintillio degli occhi del vecchio mago. Che poi vecchio non sembrava, fatta eccezione per la schiena leggermente ricurva e per qualche accenno di ruga nel viso. Bowser Junior si era sempre chiesto quanti anni avesse, quel servo dal naso adunco e dal cappello da stregone che sempre era stato dietro ai voleri di suo padre. Più volte si era domandato, il principino, se Kamek fosse stato il consigliere non solo di suo padre, ma anche di suo nonno Morton e magari della madre di suo nonno, e che in realtà usasse la magia per nascondere la sua vecchiaia. Ma se davvero era così, anche il suo Xatu doveva essere centenario.

Scacciò via tutti quei pensieri. Ora non era certo il momento per pensare agli anni del miglior tirapiedi del Re. Avanzò, con i servi e le guardie che si scostavano per fargli posto, ed il suo ghigno si tramutò in un vero sorriso a trentadue denti quando scorse il tavolo dove erano appoggiate varie Pokéball provenienti dagli angoli più remoti della Terra, catturati solo per lui. Salì gli scalini per raggiungere suo padre ed i suoi fratelli. Bowser sedeva precisamente di fronte a lui ed alle sfere Poké, ed i fratelli si trovavano 4 da un lato e 3 da un altro. Si erano disposti in ordine di età, come erano soliti a fare, cosicché Larry, Morton, Wendy ed Iggy potessero salutarlo da sinistra, mentre Roy, Lemmy e Ludwig osservarlo da destra. Ludwig, in verità, non stava osservando affatto, con la fronte corrugata e gli occhi fissi in un punto invisibile che solo lui pareva vedere, in fondo alla sala. Bowser Jr trotterellò in avanti, e suo padre si alzò in piedi, le borchie attorno al collo ed alle braccia che rilucevano ad ogni minimo movimento come gioielli:

-Junior, oggi è un giorno molto importante per te! Non solo compi nove anni , ma riceverai il tuo primo Pokémon!-

Come se non lo sapesse già. Bowser però adorava metterlo in risalto con tutti quei paroloni. Essere il favorito sarebbe stata una cosa perfetta se non avesse attirato tutte le gelosie dei più grandi. Lui sorrise in risposta.

-Naturalmente, il futuro Re dei Koopa dovrà avere un Pokémon forte, degno della sua grandezza, al suo fianco! Questi Pokémon sono esemplari rari e sfuggevoli, scegli bene perché non è stato facile trovarli-

Junior adesso era indeciso più che mai. Sapeva che suo padre si aspettava che scegliesse il mostriciattolo più forte, ma tutta quella scelta gli dava il mal di testa, e proprio non riusciva a decidersi. Troppi nomi, alcuni mai sentiti, si accavallavano l'uno sull'altro. Troppe immagini di Pokémon belli e brutti, aggraziati e non, si paravano davanti agli occhi del Principino.

Piccole goccioline di sudore nervoso iniziarono a colargli dietro il collo. Quale scegliere? Qual'era il migliore? Quale avrebbe preso suo padre? Bowser aveva scelto, da piccolo, un Larvitar grosso e robusto, ma non c'era nessun Larvitar tra quei Pokémon. Bowser Junior aveva il pecco di soffermarsi troppo davanti alle scelte più importanti. A dispetto del padre, istintivo e senza troppi ripensamenti, l'ottavogenito del Re impiegava secoli a prendere una decisione. Si morse il labbro cercando di concentrarsi meglio, ma sentiva su di se tutti gli sguardi dei presenti. Alzò un attimo la testa e diede un occhiata ai Pokémon dei fratelloni: il Totodile di Larry, vivace e instancabile come il padrone, il Roggernola di Morton, goffo ma robusto, la Glameow di Wendy, con la solita aria da superiore dell'unica figlia del Re, il Porygon Z (evoluto tramite esperimenti scientifici) dalla mente brillante come quella di Iggy... voltando la testa verso il lato opposto, Bowser Jr incontrò con lo sguardo anche il Makuhita di Roy, prossimo all'evoluzione, il Vulpix di Lemmy, che proprio come il proprietario vantava la stranissima caratteristica di preferire il freddo al caldo*, ed in fondo, appollaiata sulla spalla dell'allenatore, la leggiadra Altaria di Ludwig, raggomitolata su se stessa come se avesse freddo. Ripensando alle scelte che avevano fatto i fratelli, Bowser Jr notò che ognuno aveva scelto il Pokémon che meglio gli si addiceva, senza dar troppa importanza al giudizio del padre. Ma per lui era diverso. Lui non voleva fare la scelta sbagliata, non voleva tradire la grande fiducia che il padre riponeva in lui.


Bowser aggrottò la fronte, appoggiando il mento sulla mano destra. Quella era la sua posa da pensatore. Perché Junior stava esitando? Erano passati almeno 10 minuti da quando gli si era parato davanti, eppure continuava a voltare lo sguardo da una sfera all'altra. Gli sembrava strano, perché quando lui aveva avuto la possibilità di scegliersi il primo Pokémon, decidere era stato semplice.

Ricordava quel giorno...


Aveva dovuto aspettare di avere 12 anni, dato che i suoi genitori non gli avevano concesso una scorciatoia come aveva fatto lui con i suoi figli.

Quel giorno il clima era perfetto, lui adorava il caldo. Tutti i membri della famiglia reale dal sangue di rettile vissuti prima di lui avevano adorato il caldo**. Però non aveva tempo di crogiolarsi al sole come una lucertola. Il Re del Regno dei Funghi stava chiamando a voce alta i ragazzi che dovevano ricevere il loro primo Pokémon, e lui era tra quelli. Il cognome “Koopa” suonò solenne nella stanza del museo, ed il Principe si fece spazio a spintoni, arrivando a corsa sul palco. Si avvicinò, lanciò un occhiata a tutte le sfere e poi afferrò quella contrassegnata dall'etichetta “Larvitar” e dalla rispettiva immagine. Il suo volto si aprì in un sorriso compiaciuto, e fece per andarsene, quando scorse la cosa più bella che avesse mai visto. Dietro il Re, la piccola Principessa Toadstool se ne stava timidamente ad osservare i ragazzi che salivano sul palco. L'immagine di quella giovane fanciulla si piantò nel cervello del Principe, destinata a rimanervi per molto, molto tempo. Il giovane schiuse la bocca come per dire qualcosa, ma rimase senza parole dall'aspetto così dolce e fragile della creatura. Gli occhi cielo di lei incontrarono per un attimo quelli di lui, e Bowser si sentì le guance diventare rosse come le sue iridi. Provò nuovamente a balbettare qualcosa, ma la voce potente del Re che annunciava un altro cognome infranse quel momento mistico. Mai prima di allora Bowser era riuscito a vedere dal vivo la dolce Principessa. Non era niente a confronto di lui, un essere minuto senza alcuna presenza di sangue di rettile in corpo, ma aveva un suo fascino. Oh, sì, ne aveva molto, di fascino.

Bowser era tornato a casa a capo basso. All'epoca, nonostante la vera residenza della sua famiglia era da sempre stata situata nella Valle dei Vulcani, molto a nord-est della capitale, il Principe risedeva con i suoi genitori proprio a Fungopoli. Questo perché sua madre Ginevra era originaria di Fungopoli, e quindi i due sovrani andavano a trascorrere le vacanze nella capitale. E lui era costretto a seguirli. Quell'anno, però non era affatto dispiaciuto da tale decisione. Aveva ricevuto il suo Pokémon direttamente dal Re, senza aspettare che delle guardie reali giungessero nella sua terra per mostrare i rimasugli non scelti da altri ragazzi, e soprattutto aveva avuto quella splendida visione. Peach, in tutta la sua dolce bellezza... da quello che sapeva, andava spesso ad osservare i Pokémon che venivano donati ai giovani allenatori. Forse... si sarebbe trovata lì anche l'anno seguente? Quando lui avrebbe fatto ritorno a Fungopoli, avrebbe avuto il tempo di tornare a dare un'occhiata alla Principessa?

Il suo cuore era peso per le troppe emozioni, e soprattutto era dispiaciuto che quell'attimo fosse durato così poco. Ma poi si ricordò del suo Pokémon: lanciò in aria la sfera, lasciando fuoriuscire un Pokémon dall'aria forte, color salvia, dalla forma che ricordava vagamente quella di un dinosauro.

-Ok, Larvitar, da oggi tu sei mio!-


Stranamente, la mente del sovrano delle Terre Vulcaniche si era spostata su un altro ricordo, quando qualche anno più tardi aveva fatto ritorno alle annunciazioni del precedente signore del Regno per rivedere quella bella ragazzina. Peach avrà avuto qualche anno meno di lui, forse tre o quattro, addirittura cinque anni di distanza, ma poco gli importava. Avrebbe atteso che divenisse adulta per poi prenderla in sposa. Sì, che bella idea! Magari avrebbero avuto anche dei figli, e di sicuro un regno esteso a tutti confini del mondo... no, dell'Universo! Bowser adorava, fin da piccolo, fantasticare su conquiste e regni immensi sui quali governare. I suoi avi erano stati spesso conquistatori, alcuni giusti altri tiranni, ma pur sempre conquistatori. Bowser era attratto dalla parte malvagia, nonostante i suoi genitori avessero sempre cercato di dirigerlo verso la parte del giusto. Niente da fare, lui sarebbe diventato un temibile Re rispettato da tutti. Un temibile Re sposato con la più bella fanciulla del mondo.

Mentre osservava in disparte la bella ragazza, il suo sguardo cadde per un attimo su un ragazzo robusto, dal gran nasone tondo, che si era portato dinnanzi al Re assieme al fratello gemello. Qualcosa non era andato bene. Nonostante la distanza, i suoi occhi avevano notato l'incrociarsi di sguardi che c'era stato tra quel ragazzo e la Principessa. E questo non andava affatto bene.


-Ehy tu!-

La voce forte del Principe aveva fatto tremare il verde e destato l'attenzione del rosso. Bowser procedeva a passo svelto verso il secondo, che aveva appena vinto una sfida con il suo Torchic.

La sua prima gara” pensò il ragazzo dal sangue reale.

-Chi sei tu?-

Mario non pareva affatto spaventato dal Principe. Questo sbuffò:

-Vuoi vederla una vera lotta?-

Sogghignò mostrando l'unica Pokéball. Il ragazzo grasso rimase impassibile per qualche secondo, poi rifiutò dicendo che il suo Pokémon era troppo stanco. Bowser l'aveva deriso:

-Ma che razza di Pokémon è, se non riesce a tener testa a due sfide consecutive?-

Questa sfida non aveva fatto infuriare Mario, ma il suo Torchic, che si era avvicinato gonfiandosi tutto, indignato. Bowser gli rifilò un leggero calcio, in modo da farlo scansare, ridacchiando “e questo sarebbe un Pokémon?”. A quelle parole, il pulcino prese a fremere di rabbia, e Mario decise di accettare la sfida.

-Non farlo, Mario!-

Gli urlò Luigi, ma nessuno dei due allenatori vi fece caso.

Prima che il verde potesse azzardar parola, i due Pokémon erano già in campo. Torchic, in tutta la sua buffa fierezza, e Larvitar, a cui bastava gonfiare il petto per sembrare un gigante.

-Ti avverto, il mio Larvitar è molto forte-

Sghignazzò di nuovo il Principe. L'altro pareva non averlo ascoltato.

-Torchic, usa...-

Ma il Larvitar era stato più veloce. Era sparito nel terreno prima che Mario potesse finire la frase, e risbucato sotto le zampe di Torchic prima che questo potesse afferrare il comando impartitogli. Il pulcino venne sbalzato in aria, ed ad attenderlo nella caduta c'erano le zanne pronte a sferrare “Morso” dell'avversario. Torchic lanciò un pigolio di dolore, poi si staccò dalla morsa dell'attacco e si rimise in piedi. Questa volta il “Graffio!” di Mario fu più rapido, ed il Pokémon Fuoco riuscì ad arrecare vari danni al Larvitar nemico. Bowser rispose con “Frana!”, che però mancò il bersaglio, e quindi spronò il suo Pokémon a procedere nuovamente con Morso. Torchic fu svelto, e le zanne dell'altro si chiusero a pochi centimetri dalla sua tozza ala. Torchic eseguì Focalenergia, gonfiandosi e facendo il grosso, per poi proseguire con un colpo laterale. Larvitar sarà stato anche robusto e grosso, ma era goffo ed i suoi movimenti lenti ed impacciati. Mario decise quindi di attaccare quel punto debole facendo eseguire al proprio Pokémon colpi rapidi e precisi. Bowser però non si lasciò intimidire. Appena comprese la tattica avversaria, comandò al Larvitar di utilizzare Terrempesta. Così fu, ed un forte polverone invase la scena della lotta. Torchic barcollò, spinto dal forte vento, ed esitò. Neanche Mario riusciva a vedere un palmo dal suo grosso naso. Bowser sfruttò quindi quel momento di distrazione avversaria per impartire “Fossa!” a Larvitar. Questo si tuffò nella terra come se fosse stata acqua, e ben presto riemerse gettando a gambe all'aria il pulcino, prossimo al KO. Mario digrignò i denti. Bowser, anche se non poteva vedere la faccia del ragazzo, immaginava che l'altro fosse su tutte le furie. Poi, accadde l'improbabile.

-Treecko, Botta!-

Un'ombra nella tempesta di sabbia si mosse, prendendo alla sprovvista anche Larvitar. Barcollò e cadde, senza comprendere da dove venisse il colpo. Il Treecko del verde, che prima era accasciato a terra, sembrava essersi ripreso. Ed anche il suo padrone. Il fratello del rosso adesso mostrava una grinta che Bowser non si era aspettato di vedere.

Treecko si schierò a fianco di Torchic, e quest'ultimo prese coraggio. Bowser non si lamentò neanche che gli avversari adesso fossero 2. Era sicuro della vittoria. Ma il Treecko avversario sapeva il fatto suo. Mentre il geco distraeva Larvitar, il pulcino di Fuoco attaccava questo da dietro. Bowser iniziò a stufarsi di tutto ciò, e fece per impartire un nuovo “Frana” al suo Pokémon, quando Treecko sfoderò una nuova mossa; Assorbimento colpì Larvitar proprio mentre questo stava tenendo d'occhio Torchic, e fu una bella batosta. In un batter d'occhio, la battaglia finì, assieme alla tempesta di sabbia. Larvitar giaceva privo di sensi disteso sull'erba. Bowser si sentì offeso da quell'affronto.

Battuto da un novellino, sgrunf!”

Avanzò verso il suo Pokémon e lo ritirò nella sfera, e poi fece per ringhiarne quattro ai fratelli quando apparve, da dietro un albero, la graziosa fanciulla in rosa.

Il Principe si sentì il cuore sciogliere. La ragazzina lo stava fissando sorridente.

-Siete stati bravi! Vi ho osservati combattere!-

Pronunciò timidamente. Bowser vide il volto del ragazzo grassoccio divenire del solito colore del cappello.

-Eh,emm... sì, sono stati bravi per dei principianti. Io... io ci sono andato piano ma loro... sì, bravi...-

Le parole, che spesso gli uscivano tanto fluidamente quanto taglienti, adesso faticavano a venir fuori.

-Diciamo che è finita in... pareggio...-

E appena detto questo, corse via colto da un improvviso imbarazzo. La bella Principessa gli aveva parlato! Proprio lei, Peach, per la prima volta! E lui... non si era neanche presentato. Aspetta, che??? Frenò la corsa , si voltò per un attimo verso la fanciulla e, spremendo i polmoni di tutta l'aria che tenevano dentro, urlò:

-Io sono Bowser!-

Ma non osò dire altro. Procedette la corsa.


Quando finalmente si riprese, notò che suo figlio era ancora lì, sudato e perplesso. Quei ricordi avevano fatto scattare qualcosa nella mente del Re. Senza saperne il motivo, diede un'occhiata a tutti i Pokémon dei figli. Ognuno era perfettamente abbinato al carattere del proprietario. Bowser capì il motivo per il quale il suo ottavogenito impiegava così tanto a scegliere. Di certo, Junior voleva fare una buona impressione sul padre, prendendo un Pokémon grosso e forte come lui stesso aveva fatto. Ma lui e suo figlio erano diversi, per quanto si somigliassero. E capì solo in quel momento che non doveva imporre al figlio di fare una scelta forzata. Bowser si era sentito molto a suo agio con Tyranitar e Tyranitar stesso era stato contento di avere un allenatore come lui, nonostante a volte il Re lo avesse trattato male. Sapeva che il legame che nasce tra l'allenatore ed il primo Pokémon è un legame speciale, molto più profondo di quello riservato ad altri Pokémon. Doveva far capire al figlio che la scelta doveva essere totalmente sua. Si alzò dal trono e, con la sua voce tonante ridotta ad un sussurro ed il volto un po' dispiaciuto, corresse la frase precedentemente detta:

-Un sovrano deve avere al suo fianco il Pokémon che meglio gli si addice, Junior. Non deve essere una scelta fatta per compiacere qualcun altro, ma per se stesso-

Si rimise seduto in silenzio, sperando che il figlio avesse capito.


Il padre aveva avuto una reazione strana, ma gli aveva detto la cosa giusta.

Non devo scegliere il Pokémon che vuole papà, devo scegliere quello che voglio io!”

Così si rilassò un attimo, e riprese a leggere i cartellini vicini alle sfere. Poi uno in particolare attirò la sua attenzione.

Il musetto era simpatico, furbo come il suo, e quel ciuffo gli ricordava i suoi capelli. Inoltre, sembrava anche un buon Pokémon. Allungò la mano con decisione, e poi sollevò la Pokéball in modo da mostrarla a tutti.

-Zorua!-

Proclamò fiero.




*Secondo me, i Koopa come tutti i rettili odiano il freddo e adorano il caldo, nonostante il loro corpo sia comunque più resistente e sviluppato di quello dei loro cugini striscianti. Lemmy, sempre secondo le mie storie, ama il freddo quasi quanto la sua palla di gomma. È un po' una presa di giro quella di un Vulpix a sangue freddo :)

**Tutti i personaggi sono “umanizzati”, ma presentano comunque delle caratteristiche diverse in base alla “specie” originale. Qui i Koopa della famiglia reale presentano corpi imponenti, muscoli sviluppati, sangue freddo ed altri piccoli particolari che si avvicinano alla “razza” di Bowser.



Commento

Finita la seconda parte ;)! Spero vi sia piaciuta! Ho ancora molte storie da raccontare su Pokémario, continuate a seguirmi! Se avete qualche preferenza sui personaggi, scrivete nei commenti chi vorreste vedere combattere ed io, se posso, vi accontenterò ;)! Sono accettati tutti i personaggi più importanti nella saga di Super Mario, inclusi i cattivi di M&L e via dicendo :)! A presto, ciao!

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Capitolo 4
*** Sfida Regale [Peach/Daisy/Rosalinda] - Request ***


AAA

REQUEST


Il tè scivolò giù per la gola della Principessa. Peach chiuse gli occhi, assaporando a pieno il gusto unico e inconfondibile del rinomato infuso di erbe delle Isole Orange, situate a sud della regione di Kanto, luogo molto distante dal Regno dei Funghi.

-Non trovi anche tu che questo tè sia semplicemente delizioso,

Daisy?-

La Principessa di Sarasland appoggiò la tazzina con poca delicatezza, storcendo la bocca.

-Sinceramente io non trovo nulla di spettacolare in questo infuso. Posso comprarlo uno uguale alla Koop-

Commentò aspramente. Peach la guardò male.

-Daisy, tu non sai apprezzare i buoni frutti della terra. C'è una bella differenza tra il tè del supermercato e quello originale delle Isole Orange! Il sapore, l'odore... non senti che aroma celestiale?-

Peach inspirò a pieni polmoni, cercando di far capire all'altra cosa intendesse. Daisy rimase a guardarla immobile, senza dare segno di voler cambiare idea. Wigglytuff, seduto accanto alla padrona, approvava Peach con gesti eleganti del capo, e lo stesso faceva Delcatty, seduta ai piedi di Peach. Daisy sbuffò:

-Ma i tuoi Pokémon sono sempre d'accordo con qualsiasi delle tue scelte?-

Peach la squadrò nuovamente con occhi di ghiaccio, senza rispondere. Diasy voltò il capo verso i suoi Pokémon, intenti a scorrazzare tra i fiori del giardino regale della Principessa in rosa.

-Ehy ragazzi, secondo voi Peach ha sempre ragione?-

Krookodile e Roselia scossero la testa all'unisono, mentre gli altri due continuarono a scorrazzare allegramente.

-Cosa intendi fare, Daisy? È una sfida questa?-

Il tono di Peach era piatto, come se si fosse offesa e cercasse di non darlo a vedere. Daisy notò lampi furiosi negli occhi dell'amica, chiedendosi cos'aveva detto di male.

-Peach, c'è qualcosa che non va? Ti vedo tesa quest'oggi...-

Peach sospirò.

-Perdonami Daisy, quest'oggi sono molto stressata-

-Si vede, è da quando sono arrivata che continui a guardarmi male-

Per un lungo momento, solo il vociare dei Pokémon ruppe il silenzio. Poi Peach sospirò nuovamente.

-Tutto colpa della mostra di ieri. In quanto Principessa del Regno dei Funghi, ero tenuta a rappresentare il nostro amato Paese... sono andata all'inaugurazione della nuova galleria d'arte di Pariji, famosa capitale dell'eleganza e della bellezza...-

-Sì, va bene, lo so. Sei stata via quattro giorni, e sei tornata solo ieri sera. Ma poi cos'è successo?-

Peach scosse la testa, e il suo dolce sguardo s'incupì.

-Uno dei più famosi pittori del mondo, Pablus Pikassu, ha esposto una sua opera. Quando è stato il mio turno di commentare, be', ho trovato la sua pittura alquanto... inusuale-

-Buffa, stravagante, improbabile-

Aggiunse Daisy, continuando ad ascoltare attentamente i problemi della migliore amica.

-Io mi sono sempre interessata all'arte antica, o comunque non attuale, Daisy. Non potevo sapere che quel quadro esprimeva i più profondi sentimenti che il pittore riservava ai suoi sei Pikachu. Così...-

-Hai fatto fare una figuraccia all'intero Regno dei Funghi-

Tagliò corto la Principessa dei fiori.

-Temo di aver messo in imbarazzo l'autore. Tutta la folla si è messa a ridere del mio commento-

La Principessa in rosa divenne la principessa in rosso da quanto la sua faccia si tinse per la vergogna. Daisy capì la sua preoccupazione e poggiò la mano su quella dell'altra.

-Anche io ho fatto molte figuracce, o ho detto cose sbagliate al momento sbagliato, Peach-

Lei s'irritò di nuovo:

-Sì, ma tu dici sempre cose sbagliate, Daisy! Io ero andata a Pariji per onorare il Regno e invece...-

Daisy scosse il capo:

-Su, non agitarti. Sai cosa ci vorrebbe adesso? Non di certo il tè delle Isole Arance...-

-Orange-

-Quello che è. Tu devi sfogarti! Che ne dici di una...-

Ma una voce profonda distrasse l'attenzione di entrambe:

-Temo di essere giunta in ritardo. Perdonatemi, ma non riuscivo a trovare il castello. Fungopoli è così vasta che ho perso la strada più di una volta, nonostante la cartina...-

Al di là del cancello che si apriva sul giardino regale, si profilava la figura di Rosalinda. Peach si alzò e le andò incontro, ordinando a due Toad di aprire l'entrata.

-Rosalinda, che piacere averti qui! Sono io a dover chiedere perdono, mi sarei dovuta esprimere meglio... sicuramente sarà stato un lungo viaggio. Vieni a prendere un buon tè?-

Rosalinda accettò gentilmente l'invito, seguendo la Principessa fino al tavolino bianco in mezzo ai fiori.

-Non preoccuparti, è bello vedere un'amica di tanto in tanto. Anche se all'Osservatorio sono in compagnia degli Sfavillotti, iniziavo a sentirmi un po' sola. Ho proprio bisogno di stare con altre... donne-

Concluse sorridendo. A Daisy Rosalinda non era mai piaciuta molto. Secondo lei, aveva modi di fare addirittura più eleganti e irritanti dell'amica. Rosalinda prese posto, chiedendo informazioni sull'argomento sul quale stavano discutendo.

-Peach ha fatto una figuraccia – spiegò Daisy – e ora è depressa. Le stavo proponendo una lotta-

-Ottima idea!-

Concordò Rosalinda con voce controllata, la schiena dritta e sguardo fiero. Daisy borbottò piano tra sé la sua disapprovazione per quel comportamento tanto galante tra amiche, ma non disse nulla. Peach fissò il tè per qualche secondo, con Wigglytuff che le poggiava una delle sue zampine rosa sul braccio, in attesa che decidesse.

-Va bene!-

Rispose dopo aver riflettuto.

-Non può farmi che bene-

Si alzò, invitando le altre due a seguirla nel suo personale campo di allenamento, dietro il castello. Lì il giardino era ancora più spazioso, e l'erba era stata tagliata da poco, così da permettere ai Pokémon di combattere senza ostacoli o vantaggi. Un odore di fresco le investì, e Peach per prima assaporò l'aroma dell'erba fresca.

-Bene, tutti contro tutti?-

Chiese Daisy impaziente di cominciare. Rosalinda e Peach si scambiarono un'unica occhiata, poi annuirono contemporaneamente.

Poco dopo, Mastro Toad si trovava seduto su un panchetto imbottito in un angolino, e due Toad reggevano un tabellone con su scritto “2-2-2”. Quei numeri avrebbero ben presto lasciato spazio ai loro minori, in quanto segnavano i Pokémon ancora in grado di combattere di ogni principessa.

-Er-emm: Che la sfida abbia inizio... e ricordate di non far stancare troppo i vostri Pokémon, fanciulle!-

Annunciò fieramente il Maestro. Uno scambio di sguardi, e le principesse lanciarono in aria le loro Pokéball: la battaglia s'infiammò.

Krookodile di Daisy lanciò un urlo agguerrito, poi si lanciò sul Togekiss di Rosalinda senza pensarci due volte. Attaccò con un potente Sgranocchio, che ferì l'ala del Pokémon Folletto/Volante, che per poco non precipitò a terra. Ma Togekiss si alzò nuovamente in volo, lanciando la sua potente Forzasfera per respingere il secondo attacco di Krookodile, per poi concentrarsi su Wigglytuff di Peach. Questa ordinò al proprio Pokémon di schivare e di contraccare con Doppiasberla. Wigglytuff si lanciò in avanti, balzando in alto, pronto a sferrare il suo attacco, quando la voce di Rosalinda impartì un nuovo ordine:

-Usa Extrarapido per schivare, poi vai all'attacco!-

Togekiss non se lo fece ripetere, e riuscì ad evitare l'attacco con Extrarapido. Wigglytuff rimase sorpreso, e quel secondo di distrazione permise all'altro di colpirlo in pieno petto per scaraventarlo addosso a Krookodile, nuovamente partito all'attacco.

-No, Krook! Cosa stai facendo! Quante volte di ho detto di non caricare a casaccio??-

Il rimprovero di Daisy tracciò una smorfia abbattuta sul lungo muso del coccodrillo, che però si rialzò subito respinse con la coda l'attacco a sorpresa di Wigglytuff, ripresosi in breve tempo.

-Veloce, usa Fossa!-

Il coccodrillo delle sabbie si tuffò a capo fitto nel terreno del giardino, scavando una profonda buca con le zampe e con i denti, sparendo dalla visuale.

-Wigglytuff, concentrati su Togekiss!-

Ordinò Peach, con il volto già più rilassato. Il Pokémon Pallone si gonfiò, onorando la sua classificazione, e volteggiando per qualche secondo in aria, raggiunse Togekiss, che non ebbe il tempo di contrattaccare e finì steso dal suo Sdoppiatore.

-Oh cielo! Togekiss, ritorna-

Per quanto potesse essere sconvolta, Rosalinda manteneva sempre la calma sia nel comportamento che nel tono di voce. Daisy inclinò la bocca irritata. Le dette quasi fastidio che non fosse stato Krookodile a sconfiggere Togekiss.

-Un punto per la Signorina Peach!-

Mastro Toad abbassò il numero di Rosalinda da 2 a 1.

Wigglytuff atterrò e osservò per un attimo il grosso numero “1” scattare nel contatore, ma l'urlo della principessa di Sarasland lo riportò alla realtà:

-Veloce, Krook, attacca!-

Dal terreno sbucò una mascella irta di denti, che colpì il Pokémon Normale/Folletto dal basso. Quando la polvere provocata dal coccodrillo si dissipò, Wigglytuff apparve disteso in terra privo di sensi.

-Oh, povero il mio Pokémon! Ritorna!-

Peach richiamò il suo amico, e Daisy improvvisò una buffa danza sbeffeggiando la migliore amica.

Mastro Toad tolse il punto anche a Peach.

-Va bene, adesso mandate in campo i vostri altri due Pokémon. Vi ricordo che potete usare solo due Pokémon a testa, quindi per il momento la signorina Daisy è in vantaggio!-

Dichiarò il Mastro. Peach chiamò il suo miglior Pokémon: Milotic. Rosalinda fece uscire dalla Pokéball un magnifico esemplare di Absol.

Al collo teneva una collanina con legata una strana gemma.

-Cos'è quel ciondolo che ha al collo il tuo Pokémon?-

Chiese Daisy, fingendosi interessata.

-Lo scoprirai presto-

Rispose Rosalinda con un sorriso malizioso. Poi ordinò:

-Absol, Megaevoluzione!-

Premendo su una gemma incastonata in uno dei suoi orecchini a forma di stella. Una forte luce circondò il Pokémon, e Absol mutò di forma: il suo pelo bianco adesso era molto più spesso, e sulla schiena prendeva la forma di un bellissimo paio d'ali. Il corno, inoltre, era allungato di parecchi centimetri, inoltre ad essersi allargato. La maestosità del Pokémon distrasse Krookodile, che rimase a fissarlo per vari secondi con la grande bocca aperta.

-Vai, Absol! Nottesferza!-

Il Pokémon Buio si avventò con un grande balzo su Krookodile, colpendolo con potenza col corno sul grosso petto. Il coccodrillo venne sbalzato via, e mentre si rimetteva in piedi, Daisy commentò:

-Notevole... ma ti ricordo che le mosse tipo Buio non sono molto efficaci contro i Pokémon tipo Bui...!-

Fu interrotta bruscamente dalla vista del suo Pokémon venir spazzato via dal potente Idropulsar di Milotic. Quando atterrò no riuscì più a rialzarsi, e la principessa fu costretta a richiamarlo.

-Be', vediamo come ve la cavate contro un Pokémon così raro! Vai Shaym...-

Stava per lanciare la Pokéball contenente Shayming, uno dei Pokémon di cui andava più fiera, quando Roselia, che stava assistendo alla battaglia, la fermò.

-Ros... Ros-Roselia!-

Con il suo verso fece capire a Daisy che voleva combattere lei al posto del Pokémon Gratitudine, e dopo qualche secondo di riflessione, Daisy le concesse questo privilegio.

-Va', ma fatti valere Roselia!-

Il Pokémon annuì, e si gettò nella mischia. Nel frattempo Milotic e Absol avevano iniziato una dura lotta che stava sfinendo entrambi. Milotic non riuscì a schivare l'ennesimo Morso sferratole da Absol, e cadde vicino all'allenatrice, che la implorò:

-Non puoi arrenderti ora, Milotic! Attacca con Geloraggio!-

Il serpente spalancò la bocca sputando un gelido raggio lucente verso Mega Absol, che però riuscì a balzare via sfruttando la sua grande agilità; appena dietro di lui, Roselia stava andando all'attacco preparando Velenospina, ma il Geloraggio di Milotic la colpì in pieno.

-Nooo, Roselia!-

Ruggì scompostamente Daisy, mandando dentro di se accidenti al Pokémon Tenerezza.

Roselia non sopportò il colpo, e collassò per terra.

-Argh! È tutta colpa tua! Doveva gareggiare Shayming!-

In risposta, il suddetto Pokémon uscì da solo dalla Pokéball, e si andò a posare, sfruttando la sua forma cielo, sulla spalla dell'allenatrice.

Non essere così dura con lei! Voleva solo mostrarti il suo valore!”

La brontolò telepaticamente. Daisy mise il broncio, ritirandosi dal campo di battaglia.

Mastro Toad tolse l'ultimo punto a Daisy, e la battaglia si focalizzò sull'Absol di Rosalinda e Milotic della Principessa del Regno dei Funghi.

-Su, Milotic! Fatti valere! Idropompa!-

Un potentissimo getto d'acqua scaturì dalle fauci a serpente del Pokémon marino, ma Absol riuscì a schivare anche questa volta, lasciando che l'attacco colpisse uno dei Toad impegnati a reggere il tabellone.

-Oh, povero caro! Stai bene?-

Chiese Peach chiedendo un momento di pausa, ma il servitore si rialzò, bagnato fradicio, ma con un sorriso imbarazzato in faccia:

-No no, principessa! Non si preoccupi, sto benissimo!-

Peach ne fu felice.

Absol attirò a se l'ira di Milotic con Provocazione, e il secondo si scagliò ferocemente sul Pokémon Catastrofe senza pensarci due volte. Absol venne colpito alla zampa, ma questo non gli impedì di attaccare con Psicotaglio mettendo fine alla battaglia.

-La Principessa Rosalinda si aggiudica la vittoria! Adesso... sarà meglio occuparci dei vostri Pokémon!-

Si affrettò a dire il Maestro, sempre preoccupato per la salute delle creature della principessa e delle sue amiche.


Circa un'oretta più tardi, le tre si ritrovarono nuovamente a sorseggiare un tè.

-Delizioso questo tè delle Isole Orange, Peach!-

Commentò Rosalinda accarezzando con la mano libera la testa di Absol, tornato normale, sdraiato vicino al tavolo.

-Ed ecco che ricominciano con la storia del tè...-

-Suvvia, Daisy! Non puoi tenere il broncio tutto il tempo per una battaglia persa! Ed io cosa dovrei dire, che per la maggior parte delle volte perdo?-

Rise Peach. Daisy sospirò, poi cambiò argomento:

-Ma insomma, cos'hai detto a quello smorfioso di Pablo Pikassu?-

Peach arrossì, poi abbassò lo sguardo.

-Ecco... gli ho detto...-

-Sì?-

Domandarono con una punta di curiosità Daisy e Rosalinda.

-“Perché quel Pikachu ha le orecchie sul sedere?”-

Le tre amiche si abbandonarono ad una sana risata.




Commento

Ed

Io

Sono

Ancora

QUA

EEEEH GIA'

EEEEH GIA'


Non sono morta! Al contrario, sono... risorta dopo aver passato mesi a vagabondare su altri fandom e a disegnare. Uff... è un anno quasi che non aggiornavo! Cielo... mi avevate fatto questa Request... e solo adesso la pubblico! Mi dispiace così tanto per l'attesa... voglio però riprendere questa storia e continuare nel frattempo la seconda stagione di Luce&Oscurità, sperando che ne esca qualcosa di buono. Poi... chissà? Se mi torna un po' d'ispirazione, potrei continuare quella vecchia storia di Luigi Cacciafantasmi!

Non posso promettervi nulla, ma nel frattempo...

Altre request! E giuro che questa volta non metterò un anno ad aggiornare xD


Al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Vacanze e inconvenienti (Parte 1) [Mario, Luigi, Peach, Daisy] ***


AAA

L'aeroplano atterrò dolcemente sulla pista, rallentando moderatamente per poi fermarsi del tutto. Il veicolo privato della Principessa Peach si aprì, lasciando scendere l'appunto proprietaria Principessa dei Funghi, seguita a ruota dal suo Wigglytuff, Mario e Blaziken, Luigi e Grovyle, Daisy con la sua Shaimin accoccolata sulla spalla, e infine Mastro Toad, e il suo fidato Herdier, dal passo felpato e l'andatura rigida come sempre.

-Ah, che splendida giornata di sole!-

Commentò la principessa in rosa dopo la prima boccata d'aria. L'odore salmastro fece pizzicare le narici di Daisy.

-Non vedo l'ora di andare a farmi un bel bagno! Con questo caldo, non ci sarebbe niente di meglio, vero Shaimin?-

Il piccolo riccio verde annuì con distrazione, troppo preso dall'osservare l'aeroporto sul mare per degnare la sua padrona di attenzione. I colori tenui della costruzione circondata dal mare cristallino dell'Isola Delfinia, che a sua volta era punteggiato dagli sgargianti colori delle barche attraccate al pontile vicino alla pista d'atterraggio.

-L'ultima volta che sono stata qui... non è stata propriamente una vacanza...-

Commentò pensierosa Peach ricordando come il Re dei Koopa avesse mandato il figlio minore, l'ingenuo Bowser Junior, a rapirla convincendolo che lei fosse la sua vera madre.

-Già!-

S'intromise grave Mario. Quando era stato per la prima volta sulla famigerata isola era stato scambiato per un criminale – che si era svelato infine Bowser Junior stesso – ed era stato costretto a ripulire la città dai graffiti lasciati dal principino egoista. Blaziken sbuffò una nuvoletta di fumo dal becco. Quell'isola era, come tutte le isole, circondata dal mare, e quindi acqua. E i Pokémon tipo Fuoco non vanno particolarmente d'accordo con l'H2o allo stato liquido.

-Blaziken sembra agitato-

Gli fece notare Peach. Mario lo richiamò nella Pokéball, e il Pokémon Vampe non pare dispiacersi. Grovyle, al contrario, alzò il muso e aprì ben bene le foglie, lasciando che i raggi dorati del sole lo scaldassero, senza badare minimamente al vastissimo mare che li circondava.

-Adesso... dove andiamo?-

Chiese Daisy, che non aveva mai messo piede su Delfinia.

-Prenderemo una barca per arrivare all'Hotel Tramonto, dove lasceremo i bagagli, e poi faremo un giro nella piazza! Delfinia è formata da più di un'isola, è praticamente un arcipelago tutto da esplorare!-

Raggiante, Peach fece strada, affiancata da Mastro Toad e da Herdier, attenti che non accadesse nulla alla giovane regale.

-Daisy, dov'è Krook?-

Chiese Luigi, con voce un po' forzata. L'idraulico in verde tendeva ad emozionarsi quando doveva parlare alla giovane principessa “da battaglia”, come lei stessa si autoproclamava.

-Ah, Krook! È rimasto a Sarasland... sai, lui odia l'acqua, e preferisce le sabbie del deserto che quelle delle spiagge. Spero che non combini troppi guai quel pasticcione mentre sono via...-


L'Hotel si rispecchiava imponente nell'acqua azzurra, sfoggiando le sue massicce colonne e il colore tendente all'arancio che ricordava il sole morente. Giochi d'acqua e fontane zampillanti circondavano la struttura, regalando una magnifica accoglienza al gruppo.

-Speriamo che questa volta Bowser non arrivi a rovinare tutto!-

Sospirò Peach disfacendo le valige. Wigglytuff l'aiutava piegando ordinatamente i vestiti nei cassetti dell'armadio della stanza.

-Be', Wigglytuff, intanto pensiamo a divertirci! E poi... se sorgessero problemi di qualsiasi tipo, ricordiamoci che Mario e Luigi, e addirittura Daisy sono con noi. Neanche Bowser avrebbe facilmente la meglio sulla furia di Daisy...-

Wigglytuff ascoltava annuendo di tanto in tanto, canticchiando tra sé e sé un motivetto allegro.

-Adesso dobbiamo andare, è quasi ora di pranzo! Voglio tornare in quel favoloso ristorante di qualche anno fa, quello dove servivano quei deliziosi involtini di alghe e frutti di mare! Te li ricordi?-

-Wiggly!-

Squittì il Pokémon in risposta.

-Perfetto, affrettiamoci!-


La piazza brulicava di turisti sorridenti e abbronzati. Bancarelle di prodotti artigianali ingombravano le vie, e il profumo intenso dei frutti esotici entrò presto nel naso di Mario.

Mmh... che buon profumino!”

Shaimin aveva dato voce ai suoi pensieri. Mentre si facevano largo tra la gente intenta ad osservare le bancarelle, Mastro Toad continuava ad illustrare i cibi più raffinati dell'isola senza accorgersi di non essere ascoltato. Herdier apriva la fila facendo attenzione a qualsiasi cosa potesse sembrare sospetta.

-...quindi concludo che le banane split dell'isola sono semplicemente deliziose, grazie ai frutti coltivati con metodi naturali e il gelato superbo che possiamo trovare solo a Delfinia, ottenuto con una lavorazione accurata e...-

Mario si guardava attorno, cercando con gli occhi una bancarella di vestiti. Aveva portato la sua salopette estiva, con la maglia a maniche corte, ma vedere tutti quei turisti con allegre camicette hawaiane gli stava facendo invidia. Ma ovunque si girasse, vedeva solo frutta fresca o souvenir in legno.

-...siamo quasi arrivati al ristorante che vi stavo illustrando pochi minuti fa!-

Concluse Mastro Toad mettendo la parla fine al noioso monologo. Herdier abbaiò entusiasta.

-Allora, dove si trova?-

Chiese Luigi con un certo languorino. Grovyle, che era rientrato nella Pokéball, uscì fuori esprimendo la sua fame acuta.

-Si trova giusto dietro l'angolo!-

Stavano finalmente per uscire dalla strada colma di bancarelle, quando Herdier lanciò un forte ululato. Mastro Toad si allarmò sobbalzando sul posto, e cercò con lo sguardo il Pokémon, fermo davanti ad un muro.

-Cos'hai visto, Herdier?-

Chiese impaurito, seguito dagli altri.

-Spicciati, cane, io ho fame!-

Si lamentò Daisy, e a sottolineare la sua frase il suo stomaco produsse un suono contorto.

Herdier aveva il muso peloso puntato contro un foglio affisso al muro. Era un disegno a pastello ritraente un ritratto di un tipo, e sotto, la scritta WANTED occupava gran parte del foglio.

-Ma cosa...-

Mario si avvicinò per vedere meglio, e si pietrificò nel vedere quel volto così familiare.

-Non è possibile... non di nuovo!-

In quel momento sentirono dietro di loro un forte:

-Fermi!-

E il gruppo voltandosi si ritrovò faccia a faccia con la polizia Palmense – curiosi umani piuttosto robusti dai lineamenti marcati che sfoggiavano delle pettinature buffe e originali, spesso a forma di palma – e con il commissario, che li guardò uno ad uno con occhi di ghiaccio.

-Tu!-

Indicò l'idraulico.

-Sei in arresto!-

Annunciò con un vocione cattivo. Luigi sobbalzò.

-Cosa? IO? Perché mai sarei in arresto?-

Grovyle aprì la bocca come per spaventare gli agenti, ma si ritrasse appena vide i grossi Exeguttor corazzati al seguito della squadra.

-Non prenderci in giro!-

Il commissario avanzò con fare minaccioso, quando notò anche Daisy.

-ASSIEME! Ne ero certo, sapevo che vi avrei trovato insieme!-

Indicò i due, per poi pronunciare un solenne “catturateli!”

Luigi alzò subito le mani al cielo, mentre Daisy tentò di chiamare uno dei suoi Pokémon, ma fu immobilizzata prima che ci riuscisse.

-In caserma! E voi... principessa Peach, signor Mario! E... quel vecchietto baffuto... – Mastro Toad si lasciò sfuggire un sospiro indignato – dovreste seguirci! Questi due sono impostori, e adesso avranno la pena che meritano!-

-Ma cosa state dicendo? Lui è mio fratello!-

-Suo fratello è un farabutto della peggior specie, allora! Lo scoprirà presto!-


In caserma Luigi e Daisy furono presi in disparte per essere interrogati, mentre un poliziotto spiegava la situazione ai restanti:

-Una coppia di vili mascherati ha già colpito tre banche nell'ultima settimana! E se non bastasse, ha recentemente fatto irruzione in un centro Pokémon rubando tutte le Pokéball lasciate in custodia dagli allenatori! Secondo le testimonianze, il loro aspetto è questo-

Il Palmense mostrò due fogli identici a quello che aveva trovato affisso al muro, ritraenti un tipo uguale identico a Luigi, con una maschera nera sugli occhi e una giovane somigliante a Daisy, con la stessa maschera.

-Ma... non ha senso!-

Cercò di protestare il Maestro:

-Il signor Luigi è una persona rispettabilissima e per di più fratello del nostro grande eroe Mario! E la Principessa Daisy non farebbe mai nulla del genere, accusarla di una simile colpa potrebbe essere ritenuto un crimine tremendo a Sarasland!-

-Ma qui non siamo a Sarasland, e la nostra legge impone di catturare i malfattori. Se non è così anche negli altri regni, non è affar nostro. Noi seguiamo la nostra legge-

-Ma avete sbagliato persona!-

Tentò Mario, rosso in faccia. Blaziken, seduto al suo fianco, gonfiò le piume irritato.

-Possiamo sbagliare una volta – rispose arrossendo il poliziotto, ricordandosi dello spiacevole equivoco di qualche anno prima – ma non due! Siamo sicuri che siano stati quei due a commettere quei furti! Abbiamo anche le registrazioni delle telecamere!-

In quel momento apparvero un Luigi distrutto e una Daisy bollente di rabbia, scortati dall'Exeguttor dell'ispettore.

-Domani si terrà il processo!-

Annunciò senza mezzi termini.

-Ma non potete! Sono innocente!-

Protestò Daisy, ma il poliziotto non si scompose:

-Lo deciderà domani il giudice!-

Detto questo, Mario, Peach e Mastro Toad vennero scacciati e Luigi e Daisy furono invece trattenuti.

-Non so cosa quei testimoni abbiano creduto di vedere, ma Luigi è innocente, così come lo è la principessa Daisy! E io troverò la prova che li scagionerà!-

Senza aggiungere altro, l'eroe in rosso fece cenno a Blaziken di seguirlo e corse via per raccogliere informazioni. Peach e Mastro Toad si guardarono chiedendo come avrebbe fatto Mario a trovare qualcosa senza neanche sapere da dove iniziare a cercare.


-...non preoccuparti, Luigi!-

Lo rassicurò Peach dall'altra parte delle sbarre. Wigglytuff sospirò il suo sconforto, abbattuto dalla situazione che stavano attraversando.

-Come posso non preoccuparmi?-

Chiese lui lasciandosi cadere sconfitto sulla sedia di legno nella prigione.

-Pensano che sia un ladro, che abbia derubato tre banche in pochi giorni e che i miei Pokémon siano miei complici!-

-Ma dalle registrazioni cosa emerge?-

-Sembra che quel tipo che mi somiglia abbia i miei stessi Pokémon!-

La Principessa rimase in silenzio, pensierosa, poi fece notare all'altro:

-Non ti sembra strano che questo tipo ti assomigli così tanto e che usi i tuoi stessi Pokémon? Forse è qualcuno che vuole incastrarti!-

-Ma... perché dovrebbe? E cosa ci ricaverebbe?-

-Non so... ma Mario è in cerca di indizi per tirarti fuori di qui, e io farò il possibile per far rivalutare la situazione. Non preoccuparti, Luigi, riusciremo a dimostrare l'innocenza tua e di Daisy!-

Peach fu costretta a lasciarlo, scortata dall'agente che le aveva annunciato la fine della visita, e Luigi non poté che sospirare tristemente.


Da quel che aveva capito, i ladri avevano attaccato tre banche a Delfinia negli ultimi tempi, e quindi non dovevano essere lontani. Dato che c'era solo un aeroporto, se avessero tentato di lasciare l'Isola via cielo sarebbero stati subito scoperti, così se ci avessero provato via mare, dato che i porti erano sorvegliati dalla polizia. Fatta eccezione del mare appena attorno all'isola, cristallino e dalla temperatura mite, a largo delle isole si trovava un vero e proprio oceano periglioso, abitato da selvaggi e potenti Pokémon Acqua, e quei due ladri avrebbero dovuto avere dei Pokémon abbastanza forti per attraversarlo via Surf, ma più i Pokémon fossero stati grandi, più sarebbe stato facile riconoscerli... anche via cielo, attraverso Pokémon Volanti, non appariva una delle migliori soluzioni. Certamente, dopo il primo assalto, ogni via di fuga doveva essere stata sorvegliata strettamente... eppure, secondo la polizia, i criminali erano stati acciuffati... quindi la polizia avrebbe potuto allentare le misure di sicurezza appena dopo la cattura di Luigi e Daisy! E se quei mascalzoni si fossero travestiti da Luigi e Daisy proprio per questo? Sfruttando l'arrivo imminente di Peach e compagnia, avessero deciso di attuare i loro piani e... ma come avevano fatto a scoprire che il fratello di Mario e l'amica di Peach si sarebbero uniti al viaggio? Mentre rifletteva, l'idraulico in rosso giunse di fronte alla seconda banca derubata. Vari Palmensi e Conchiglini – un popolo che indossava accessori e vesti ricavate dalle conchiglie per tradizione – abitanti naturali dell'Isola, entravano e uscivano dall'edificio situato nel quartiere non turistico di Delfinia. Mario entrò a sua volta, seguito da Blaziken che intimidiva con lo sguardo gran parte della folla.

-Il Grande Mario!-

Notò un grosso Palmense sfoggiante un bel paio di baffoni neri. Era il direttore della banca che aveva incontrato Mario dopo gli avvenimenti di qualche anno prima, e per scusarsi dell'inconveniente aveva donato all'eroe una somma raccolta dai cittadini che avevano voluto lasciare un'offerta all'idraulico.

-Che onore averti qui! Cosa ti porta da queste parti?-

Mario si schiarì la voce, illustrando l'accaduto.

-... e quindi mio fratello è stato arrestato. La descrizione corrisponde precisamente a lui, ma io so per certo che non può essere stato Luigi! Fino a due giorni fa eravamo entrambi nel Regno dei Funghi a preparare le valige!-

-Che inconveniente sgradevole!-

Commentò il direttore.

-La polizia non ti ha ascoltato?-

-No, ha detto che le prove raccolte sono schiaccianti, ma io devo scoprire la verità! Le telecamere di sicurezza hanno registrato i due aggressori, giusto?-

Il direttore si guardò un attimo in giro, poi avvicinò Mario verso una porticina sul retro.

-Nessuno tranne gli addetti potrebbero alla sala controllo, ma per te farò un eccezione. Spero che riuscirai a risolvere questo mistero-

Mario entrò, e il direttore chiuse la porta, per poi cercare la registrazione di qualche giorno prima.

-Allora, dovrebbe essere questa...-

Il Palmense mostrò a Mario una registrazione in bianco e nero, senza volume, che ritraeva... Luigi e Daisy, mascherati alla meno peggio, intenti a derubare la banca.

-Ma com'è possibile!?-

Esclamò Mario, prima di notare un particolare:

-Luigi non cammina in questo modo... questo tipo sembra molto sicuro di sé!-

Ma prima che potesse notare altro, il computer produsse una piccola esplosione e lo schermo si spense per un attimo, per poi riaccendersi e mostrare una grossa R su sfondo nero rimbalzante per il wallpaper, e una musichetta sbeffeggiante di sottofondo.

-Cosa... ?!-

Il direttore e Mario si guardarono stupefatti, poi corsero fuori dalla porta mentre Blaziken ruggiva il suo furore. Prima che il Pokémon scatenasse il panico, Mario lo richiamò nella Pokéball e uscì a corsa dalla banca.

-Cos'era quel segno? Sono sicuro di averlo già visto... e so che non significa nulla di buono!-

Il direttore lo raggiunse aggiustandosi la cravatta.

-Credo sia la R del Team Roket!-

-Eh?-

-Una malvagia organizzazione delinquente! Rapiscono Pokémon e si procurano soldi nei peggiori modi-

-Rubando, appunto-

Confermò Mario ricordandosi in quel momento dove aveva già sentito parlare del Team – dal commissario di Fungopoli, appunto, quando aveva illustrato le organizzazioni malvagie più grandi in azione – .

-Devo avvertire la Principessa Peach e soprattutto la polizia!-

Mario corse nuovamente via.



Tra le bollenti sabbie di Sarasland, un Krookodile giaceva beatamente coccolato dal calore del deserto. Mentre sonnecchiava, ebbe la fugace visione della sua allenatrice intenta a scalciare e dimenarsi, con il volto rosso di rabbia. Krook ebbe un fremito della coda, sobbalzò e balzò fuori dalle sabbie. Stava succedendo qualcosa a Daisy, e lui non poteva stare lì a oziare! Si tuffò nuovamente nella sabbia utilizzando Fossa...




Commento

E ritornai, dopo secoli e secoli di assenza misteriosa...

L'importante è che di tanto in tanto mi faccia viva, no? Ma non temete! Ho una bellissima notizia, l'ISPIRAZIONE STA TORNANDO, LO SENTO! E non vedo l'ora di scrivere vagonate di capitoli! Allora... questo doveva essere un solo capitolo, ma ho notato che si è allungato parecchio e ho deciso di dividerlo (così potrò aggiungere più cose nel prossimo, senza rischiare di tagliarlo troppo come avrei fatto scrivendolo tutto assieme). E spero sinceramente di poterlo concludere abbastanza velocemente!


A parte questo, vorrei riassumere un attimo la situazione delle Request: mi pare che al momento ce ne siano due, una riguardo Dimensio (che avevo già previsto e scriverò tra un po') e una su Kamek, che non vedo l'ora di illustrarvi. Poi ne ho in programma molte altre, incentrate in alcuni casi sui Bowserotti, un paio di volte sui fatti di Super Paper Mario e via dicendo... quindi, facendo il punto della situazione... avete altre request da proporre al momento? Il prossimo capitolo sarà, salvo imprevisti, il seguito di questo, ma dopo questo non dovrebbero essercene più molti altri a “puntate”, e ritornerò a basarmi sulla raccolta di one shot...

Penso di aver parlato anche troppo. A presto!

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Capitolo 6
*** Il Team Rocket! [Mario, Luigi, Peach, Daisy] ***


AAA

La Principessa delle dorate sabbie di Sarasland non poteva che girare in tondo sfiorando le pareti dell'angusta cella.

Non è così che si trattano le ragazze del mio rango!”

A dir poco furibonda, non poteva che augurarsi che quel paffuto di Mario riuscisse a scagionarla al più presto. Certo che quei Palmensi erano proprio cocciuti! Aveva degli alibi di ferro, al castello, ma non ne avevano voluto sentir parlare: per loro lei era colpevole e basta.

Si sedette sulla panca dondolante della cella, grugnendo la sua rabbia tra sé e sé, e iniziò a tamburellare con la mano sul legno. I Pokémon le erano stati prelevati e al momento si trovavano al Centro Pokémon più vicino, quindi lei era sola e non poteva neanche lamentarsi con qualcuno.

Spero solo che Mario si sbrighi! Questa cella puzzolente non fa per me!”

Non perché l'umidità le potesse rovinare la messa in piega, non perché la muffa si sarebbe potuta posare sui vestiti, non era schizzinosa come Peach. La cosa che le rodeva era il fatto di essere venuta lì in vacanza per godersi il fantastico mare di Delfinia, per rinfrescarsi e prendersi una meritata pausa dopo settimane di lavoro al castello tra le sabbie dorate di Sarasland, per poi ritrovarsi, invece, in una cella bollente, sporca e maleodorante.

Appena esco di qui, giuro che inizio una campagna per infangare il nome di quest'isola!”

Incrociò le braccia, sospirando irritata, quando un forte rumore la fece sobbalzare. Sembrava un terremoto, ma allo stesso tempo pareva provenire da poco sotto di lei. Il pavimento crepato esplose in una miriade di cocci e dal terreno sbucò la testa del suo Krookodile.

-Krook!-

Esclamò, per poi abbassare la voce:

-Che ci fai qui?-

-Krook-krookodile!-

Con un cenno della testa, indicò a Daisy di seguirlo, e lei non se lo fece ripetere. Si tuffò nel lungo tunnel scavato dal suo Pokémon privilegiato.


Mario bussò tre volte alla porta della camera numero 341, la stanza della Principessa Peach. Questa aprì la porta e si sorpresa di vedere l'idraulico:

-Mario! Già di ritorno? Hai scoperto qualcosa?-

Mario annuì.

-Con tutta probabilità c'entra un malvagio gruppo di loschi figuri che si fa chiamare “Team Roket”. E sta per lasciare l'isola, se non l'ha già fatto!-

-Oh... sì, ne ho già sentito parlare! Ma... cosa c'entrano con Luigi e Daisy?-

-Le spiegherò tutto strada facendo, Principessa! Al momento dobbiamo organizzare un piano per non farli fuggire, sperando che non se ne siano già andati. Dobbiamo correre dalla polizia e sperare che ci ascoltino!-

Peach annuì decisa, poi seguì Mario.


-...se quel che dici è vero, dobbiamo intervenire al più presto!-

Esclamò sorpreso il commissario dopo aver sentito le deduzioni di Mario.

-Ma non abbiamo prove concrete... invierò subito degli agenti a controllare il video corrotto della banca. Nel frattempo, dobbiamo trovare un modo per far venire questi impostori allo scoperto, sempre che la tua versione dei fatti sia corretta...-

In quel momento arrivò trafelato un Palmense in divisa:

-Signor commissario! La detenuta è fuggita!-

-Cosa??-

Peach, Mario e Mastro Toad, si guardarono sorpresi.

-La Principessa Daisy è in grado di scatenare pandemoni quando è infuriata!-

Commentò infine il Maestro. Mario annuì grave.

-Ma come ha fatto a lasciare la prigione?-

-Abbiamo trovato un tunnel praticato, probabilmente, con Fossa-

-E allora seguitelo, no? Veloci!-

Ordinò il commissario, e il Palmense obbedì scattando sull'attenti per poi correre da dove era venuto.

-Dobbiamo agire velocemente. Se la Principessa Daisy fosse innocente, e i due ladri ancora a piede libero... cos'è che attira i ladri più della fuga dopo un colpo andato a segno?-

Chiese ironico il commissario, e Mario rispose:

-Un ultimo colpo prima di fuggire, immagino!-

-Esatto... dobbiamo chiamare i giornalisti, ho appena avuto un piano infallibile!-


Quel pomeriggio il Porto Giocondo era brulicante di persone.

-...Ed è per questo che, dopo aver acciuffato i ladri, abbiamo deciso di inaugurare questa nuova banca, dove ieri sono stati depositati tutti i soldi di tutti i cittadini di Delfinia, sotto strettissima sorveglianza! Nessuno riuscirà più a compiere dei furti a scapito dei nostri cittadini!-

Il Sindaco parlava sopra un palcoscenico allestito per l'occasione, circondato da giornalisti e pezzi grossi di Delfinia.

-Abbiamo anche progettato un nuovo Centro Pokémon, molto più grande di tutti quelli presenti sull'Isola! I vostri Pokémon godranno di un trattamento divino!-

Mario fremeva inquieto, aspettandosi da un momento all'altro di avvistare un gruppo di malfattori piombare giù dal cielo o irrompere con dei Pokémon esplosivi nell'edificio, ma non accadde nulla.

Be', perlomeno non sono troppo stupidi. Giungere qui quando la polizia perlustra ogni centimetro di Porto Giocondo sarebbe da suicidi...”

Passata l'inaugurazione, Mario si appostò come previsto dietro ad una delle grande casse lasciate al porto, certo che prima o poi, quella notte, i mascalzoni sarebbero arrivati.


-Vieni, Luigi!-

Daisy lo strattonò per il braccio, trascinandolo fuori dal tunnel. Non poteva andarsene senza liberare il baffuto.

-Ma questo si chiama evadere!-

Aveva protestato pochi minuti prima Luigi.

-No, si chiama uscire di prigione perché innocenti. Adesso andiamo, dobbiamo trovare quei due che si spacciano per noi-

-Ma, come faremo a...-

In quel preciso istante, una figura scura passò in volo sopra le loro teste.

-Cos'è stato?-

Luigi, allarmato, portò la mano alla cintura dove solitamente teneva le Pokéball, per poi ricordarsi che gli erano state portate via.

-Devono essere loro!-

-Come fai a dirlo?-

-Si dirigono verso il centro Pokémon della piazza!-

-Potrebbero essere degli allenatori qualsiasi, no?-

-No, te lo dice il mio istinto!-

Senza aspettare repliche, trascinò nuovamente Luigi per il braccio, correndo verso la piazza.

La figura scura atterrò, e dalla luce delle lampade Daisy riuscì a capire che si trattava di un esemplare di Pidgeot. Da sopra la sua groppa, un paio di figure balzarono agilmente a terra. Daisy trattenne il fiato, spingendo Luigi dietro il muro di una casa e osservando i due da lì. Non c'erano poliziotti in giro, il che era parecchio strano. La cosa che colpì Daisy fu principalmente il fisico di quei due: la prima figura, più esile e femminile, portava un taglio di capelli uguale al suo, mentre quella più bassa pareva avere un cappello e una salopette identica a quella di Luigi, ma con il buio non riusciva a stabilire se avesse anche gli stessi baffi.

-Krook, preparati ad attaccare!-

Mormorò al Pokémon, che annuì con la grossa testa. La figura più alta ritirò Pidgeot nella Pokéball, e quella più bassa sguinzagliò un Grovyle, che si precipitò nel centro assieme all'allenatore.

-Guarda!-

Esclamò Daisy, così forte che la figura alta, rimasta fuori, si voltò sorpresa.

-KROOK! – ruggì Daisy – SGRANOCCHIO!-

Il coccodrillo rosso caricò verso la figura, che in men che non si dica rilasciò il suo Krookodile.

-Morso!-

La sentì gridare. Daisy balzò allo scoperto e così fece la figura, ed entrambe, assieme ai loro Pokémon si trovarono sotto la fredda luce del lampione... e Daisy trattenne il fiato: l'altra era uguale identica lei, fatta eccezione per quella tuta attillata e la maschera nera sugli occhi. Un ghigno malefico le deformava il volto. Un mezzo istante dopo la fugace contemplazione della copia, Daisy vide i due Krookodile cozzare l'uno contro l'altro a mezz'aria, per poi atterrare scompostamente sul terreno.

-Fossa!-

Gridò.

L'avversaria aspettò che Krook fosse sprofondato nel terreno prima di impartire l'ordine “Terremoto!” al proprio coccodrillo Terra/Buio.

Il terreno ebbe una scossa tremenda, e Krook fu sbalzato fuori dallo stesso tunnel che aveva creato.

-No, Krook!-

Daisy gli corse incontro, più che certa che quel colpo avesse steso il Pokémon.

-Ah, povera illusa!-

Sghignazzò l'altra.

-Pensavi di poter fermare Daisy l'Impavida?-

Gli occhi di Daisy s'infiammarono di rabbia:

-IO sono l'unica e inimitabile Daisy! Chi sei tu piuttosto, impostora!?-

L'altra fece spallucce noncurante, e prima che potesse rispondere l'allarme della banca risuonò alle sue spalle. Chiamò il Pidgeot fuori dalla Pokéball, e vi balzò sopra agilmente, aspettando che il compare uscisse con un sacco stracolmo di Pokéball.

Quei due impostori...! Stanno rubando davanti ai miei occhi e io non posso fare nulla per...!”

Daisy ebbe un'illuminazione. Mentre la copia esatta di Luigi, seguito da un Grovyle con tanto di maschera nera sugli occhi, sfrecciava fuori dal Centro Pokémon, la Principessa ne approfittò per gettarsi sopra il Pidgeot nemico, afferrando per la maglia la sosia, che urlò dallo spavento, perse equilibrio e cadde, mentre Pidgeot prendeva quota dall'agitazione. Daisy, penzolante da una delle penne caudali del Pokémon, non poté che tener salda la presa, troppo in alto per balzare giù.

-Cosa succede qui?-

Chiese inorridito il falso Luigi. La falsa Daisy indicò il cielo e il Pidgeot impazzito.

-Pidgeot, ritorna!-

Il fascio di luce che assorbì il Pokémon non toccò Daisy, che, sentendo le mani chiudersi sull'aria, iniziò a precipitare. Una caduta breve, ma dolorosa se da un punto impreciso sotto di lei non fosse balzato fuori un Exeguttor pronto a pararle la caduta con le enormi foglie del capo.

-Ma...!-

Daisy e Luigi – gli impostori – furono in poco tempo circondati dalla polizia di Delfinia, e a corsa giunsero il vero Luigi accompagnato da Mario e da Blaziken.

-Mi credete adesso? – urlò Luigi, indicando la sua copia – Sono innocente!-

Ma anche senza quell'affermazione, i Palmensi si erano dovuti capacitare all'idea che quelli fossero i veri ladri.

-Pensavamo che avrebbero attaccato la nuova banca, ed invece hanno puntato all'ultimo Centro Pokémon...-

Bonficchiò il commissario, lisciandosi un baffo nero.

-Fermi, siete in arresto! Dovete molte spiegazioni alle autorità!-

Urlò appena dopo. Ma i due ladri non parevano intenzionati ad arrendersi. Si portarono schiena contro schiena, sfoggiando ghigni divertiti. Poi, la donna tirò fuori dalla tasca un telecomando, e premendo un pulsante rosso, dalla borsa che aveva a tracolla scaturì una potente esplosione. Accecati un attimo dal fumo, Mario e la polizia riuscirono a riprendersi appena in tempo per vedere una gigantesca mongolfiera sfoggiante una grande R prendere il volo.

-Mongolfiera tascabile!-

-Perfetta e comoda!-

-Per le fughe più difficili-

-Da utilizzare in casi speciali!-

I due cantilenavano un'irritante discorso.

-Foglielama!-

Urlò un poliziotto, e l'Exeguttor attaccò seguendo l'ordine. Le foglie però non riuscirono a raggiungere la mongolfiera, che stava aumentando di velocità ogni secondo. Mario allora s'intromise impartendo un “Baldeali” al proprio Blaziken, che senza esitare balzò contro una palma, poi contro un edificio per poi librarsi in aria abbastanza in alto da poter colpire la stoffa della mongolfiera, che si lacerò in un istante.

-COSA? Com'è possibile? Era a prova di Pokémon!-

Ruggì la falsa Daisy precipitando. Nonostante la brutta caduta, i due non parvero essersi fatti nulla.

-Ripeto, in arresto!-

Cercò di farsi notare il commissario, ma anche questa volta i ladri lo ignorarono.

-Chi siete veramente?-

Chiese sprezzante Daisy, appena scesa dalla testa dell'Exeguttor che l'aveva salvata.

I due colleghi si afferrarono per le maglie, strappando tutto in un unico ed elegante gesto. Sotto le vesti, delle tute attillate nere rilucevano sotto la luce delle lampade, con una grande R impressa sopra.

-Siamo il Team Rocket!-

-Paladini de- –

Ma furono interrotti dal Blaziken di Mario, che stava caricando adesso con un Calciardente. Il Grovyle ladro si mise in mezzo, a scapito di se stesso. Il colpo lo stese in un istante.

-Grovyle!-

-Perché vi siete spacciati per mio fratello e per la Principessa Daisy?-

Ripeté questa volta Mario, senza la minima intenzione di voler cambiare discorso.

A questo punto, i due si tolsero... parrucche e maschere. Sotto la coroncina finta dell'impostora, brillavano dei lunghi capelli fucsia, e uno sguardo maligno. Sotto il cappello dell'impostore, invece, riluceva una metallica chioma celeste. Anche i baffi erano in realtà azzurri e meno vistosi di quelli del vero Luigi.

-Siamo J&J, le migliori reclute del Team Rocket!-

-E siamo pronti a farvi partire alla velocità della...-

La falsa Principessa non ebbe il tempo di finire la frase che già si trovava ammanettata.


Sull'aereo di ritorno, qualche settimana dopo, Mario, Luigi, Daisy, Peach e Mastro Toad discutevano dell'accaduto.

-...Be', diciamo che non è stata una delle nostre avventure più emozionanti... è stato un po' strano-

Ammise Luigi. Daisy fece spallucce:

-L'importante è che c'abbiano fatto godere la vacanza, dopo!-

-Sì, ma... perché quei due si erano travestiti da noi?-

-Probabilmente sono nostri grandi fan...-

Dopo essersi tuffata nelle acque di Delfinia, tutto l'odio era sbollito da Daisy e lei non si era più sentita in dovere di sporgere denuncie o cose varie come si era ripromessa.

-Be'... in fondo, è bene tutto ciò che finisce bene-

Commentò un po' perplessa Peach.

-Comunque, quel vestito io l'ho già visto da qualche parte...-

Si ricordò improvvisamente Luigi. La tuta del ladro, molto simile alla sua, assomigliava tantissimo ad una tuta nera indossata da un certo Mr.L qualche avventura prima... ma forse erano solo coincidenze.

-Immagino che questi scontri non diretti abbiano lasciato i fratelli Mario a bocca asciutta!-

Commentò ridacchiando Mastro Toad versandosi del tè.

-Be', ci rifaremo la prossima volta che incontreremo Bowser...-

Un forte frastuono giunse da fuori. Tutti corsero ad osservare fuori dagli oblò, e non misero più di due secondi a riconoscere uno degli immensi Vascelli Volanti di Re Bowser fare la sua entrata in scena da una coltre di nuvole particolarmente fitta.

Il Re stesso, assieme al figlioletto prediletto, si affacciarono salutando con fare naturalissimo l'aero della Principessa.

-Ciao Peach!-

Ridacchiarono assieme.

-Ecco. Come non detto...-

Peach sospirò, finendo di sorseggiare con calma la sua bibita calda.

-Li lascio a voi due...-

Luigi e Mario misero mano alle Pokéball.




Commento

Ammettetelo, non ci speravate che tornassi così presto... vero? Dovevo assolutamente finire questo capitolo troppo lungo (e piuttosto noioso a mio parere, ma ormai l'avevo iniziato e mi dispiaceva lasciarlo a mezzo), e, come vi avevo detto, mi sta tornando l'ISPIRAZIONE, quella brutta bestia che se ne va proprio quando serve, e sto cercando di riprendere il via con le storie di Mario Bros! Questi due capitoli sono stati poco a tema Pokémon, in fin dei conti, ma i prossimi si incentreranno sui piccoli compagni dei nostri eroi! A presto!

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Capitolo 7
*** Suicune [Peach] ***


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Peach all’epoca non era altro che una paffuta bimba molto curiosa. Nonostante le premure, spesso esagerate, di Mastro Toad, quel pomeriggio era riuscita a superare la staccionata che limitava le sue escursioni giornaliere a quel tratto di giardino che nel tempo si era rimpicciolito fino a diventare banale e noioso. Gattonando, con il ciuccio in bocca, guardandosi a destra e a manca con gli occhi blu pieni di curiosità, la bambina si inoltrò tra gli alberi del boschetto di baccagliegi dietro al castello. Le foglie sotto le sue manine erano diverse da quelle nel suo giardino. I colori degli alberi in fiore erano bellissimi. Molto meglio di quelli del giardino! Sopra di lei sentiva i Fletchling e i Pikipek cinguettare allegramente. Ogni tanto uno Spearow richiamava un suo compagno, e a volte dei Pokémon volanti le passavano sopra e in quel momento, per pochi istanti, il terreno su cui posava piedi e mani si oscurava, come se fosse stato coperto da nuvole per qualche frammento di secondo. E lei rideva, sorpresa. Nel suo giardino vivevano i Pokémon degli inservienti, divertendosi in un parco giochi apposito per loro, e alcuni Pokémon – molto batuffolosi e pacioccosi – erano addestrati a sopportare i peggiori pizzicotti di qualsiasi bambino, ed erano messi a sua disposizione quando voleva accarezzarne uno; ma lei era sempre buona con i Pokémon, e adorava accarezzare le loro pellicce folte e spazzolate. Ma questi animali erano diversi, erano selvatici, scappavano quando la vedevano, o la ignoravano. Peach avrebbe voluto arrampicarsi su un albero di baccaliege per affondare la manina rosea nelle piume di un Tailow dormiente, o si sarebbe divertita a toccare il buffo naso di un Caterpie. Mentre avanzava, ignara che l’Herdier di Mastro Toad si era già messo alla sua ricerca, preoccupato, la sua attenzione fu attratta da un fascio di luce che la colpì in viso, facendole strizzare gli occhi. Si guardò a destra, e vide un lago azzurro, una pozza d’acqua nel mezzo del boschetto, dalla superficie frammentata e scintillante come un diamante. Attorno, dei fiori coloratissimi a cui attingevano dei Combee e dei Butterfree lo coronavano con eleganza. La bambina si lasciò sfuggire un grido di stupore. Che bello! Nel farlo il suo ciuccio cadde tra l’erba morbida, ma lei non vi fece caso. Si alzò barcollando sulle due gambe e zampettò alla maggior velocità consentitale dalla sua inesperienza verso quello specchio d’acqua così lucente e così cristallino.


Mastro Toad e il suo fidato compagno, già Herdier all’epoca, avevano finito di cercare per tutto il giardino.

«Cosa facciamo?!» esclamò lui, disperato.

«Woff!?»

Herdier lo guardò con occhi intelligenti per un attimo, poi piantò il naso per terra iniziando ad annusare.

«Vai, amico mio, troviamo la Principessina prima che sia troppo tardi! Oh, santo cielo, non potrei mai perdonarmi se accadesse qualcosa al mio bocciolo in fiore!»

Paonazzo si lanciò al seguito del cane, che aveva già trovato una pista indirizzata fuori dal cancello.


Quando inciampò, per un attimo sentì il suo corpicino sospeso per aria e ebbe un attimo di panico. Il suo piedino aveva urtato un sasso, e dopo un attimo si era trovata a rotolare fino al lago tra l’erba e i fiori. Non si era fatta niente, ma la paura prese il sopravvento. Senza neanche provare a rialzarsi, spalancò la bocca e iniziò ad urlare, disperata. Il boschetto sembrava tremare sotto le sue urla tanto potenti quanto il suo corpo era piccolo. Lacrimoni pesanti le sgorgavano dagli occhioni blu, mentre i Pokémon impollinatori fuggivano via spaventati. La bimba agitò i pugni al vento, scalciando e dimenandosi. Dov’era Mastro Toad quando serviva? Dov’era la sua pappa? E il muso morbido di Herdier? E il suo ciuccio? Perché si era allontanata così tanto? In quel bosco era sola, e solo adesso se ne rese conto. Come sarebbe tornata a casa? Quanto si era allontanata? Continuò a piangere anche quando la gola prese a farle male.

Poi qualcosa le toccò la fronte, e lei rabbrividì sorpresa; aprendo gli occhi cristallini, si ritrovò il muso capovolto di uno strano Pokémon intento a guardarla. Sembrava un cane azzurro, con un grande cristallo sulla testa. Qualcosa in quello sguardo la tranquillizzò. Peach smise di urlare. Suicune la guardava con solennità. Lei rotolò sulla schiena, fece forza sulle gambe e sulle braccia e si mise gattoni. Continuò a guardare quel buffo animale, così grande e così bello, dalla chioma fluente e dalle zampe lunghe e aggraziate. Questo era in piedi sull’acqua, a pochi centimetri da lei. Questo sì che era buffo!Il lupo allungò di nuovo la testa, toccando di nuovo la fronte della bimba, che rise. Si era completamente dimenticata di quel brutto incidente di poco prima. Suicune continuò a guardarla, e lei tese una mano in avanti per accarezzare la sua pelliccia color cielo. La creatura si lasciò accarezzare la testa. Rimase immobile sull’acqua a osservarla, per lunghi istanti. Peach rise di nuovo. Poi Suicune alzò la testa allarmato, scattò all’indietro e con un paio di balzi attraversò il lago e sparì nel boschetto. La Principessina non ebbe tempo di capire cos’era successo che le braccia forti di Mastro Toad la cinsero.

«Principessina! Sia ringraziato il cielo! Stai bene!»

E si lasciò sfuggire delle lacrime di gioia, mentre Herdier scodinzolava rilassato.

«Po.. po… pocchema»

Disse lei indicando il punto in cui era sparito Suicune.

«Sì, ci sono molti Pokémon pericolosi nel bosco! – affermò il Maestro facendosi cupo – ed è per questo che le Principessine come te devo rimanere in giardino con i Pokémon buoni e Herdier e Mastro Toad, ok?»

E senza aspettarsi una risposta si avviò per riportare la bambina di nuovo nei giardini del castello.



Qualche anno dopo, Peach era già una ragazzina dalle gambe gracili e dall’animo sfavillante. Quella sera corse, come di consueto, tra i ciliegi del castello. Doveva andare da quel Pokémon ferito che aveva trovato la settimana prima, e portargli delle bacche. Si era emozionata nel trovare quel Pokémon. Desiderava tantissimo averne uno suo, ma mancava almeno un anno prima che potesse riceverne uno. Non lo ammetteva, ma era invidiosa di Mario e Luigi che già ne possedevano uno per uno, e di Bowser, quel prepotente che di tanto in tanto si faceva vedere per darle noia, che ne aveva già due. Quando aveva trovato quel Pokémon infortunato, invece, e aveva iniziato a prendersi cura di lui, si era sentita un’Allenatrice per la prima volta.

Un Allenatore non deve solo far combattere i suoi Pokémon – aveva rimproverato Mario qualche mese prima, quando questo si era preso poca cura del suo Torchic ferito ad una zampa – anzi, soprattutto deve prendersi cura di loro, e crescere con loro affinché nelle battaglie si diverta invece che farsi male!”

Lei non avrebbe amato far combattere la sua squadra, lo sapeva già. Probabilmente si sarebbe dedicata a cose meno violente, come le Gare Pokémon di bellezza o di abilità, o al Pokéathlon, così come avrebbe fatto sicuramente Daisy. Mentre rifletteva su queste cose, raggiunse il laghetto vicino al castello. Aveva con sé delle bende, e delle baccarancie “prese in prestito” dalla dispensa. Si inginocchiò sulla riva e chiamò il suo nuovo amico:

«Feebaaaas! Feeeeeebaaaaas!»

Vide un’ombra sotto la superficie del lago venirle incontro. Lei spezzettò una baccarancia e la lanciò sull’acqua, dove la vide sparire pezzo per pezzo. Ridacchiò nel veder sprofondare quei pezzettini celesti. Poi il musetto poco elegante del Pokémon Pesce affiorò e aprì la bocca in un sorriso storto per ringraziare la fanciulla. Lei sorrise, e guardò la pinna destra dell’animaletto attraverso l’acqua limpida. Sembrava guarita. Decise che non aveva bisogno di nuove bende.

Piccoletto, prometto che quando sarò abbastanza grande ti prenderò come primo Pokémon. Scommetto che non sei così brutto come sembri...”

Quando il pesce marrone ritornò a nuotare sul fondo, Peach sospirò e si alzò, trovandosi faccia a faccia con il muso di un lupo azzurro. Si impietrì, bloccata da quello sguardo indagatore che la raggelava, e fissò negli occhi il suo osservatore. Una specie di dejavu la colse. Aveva già visto quel muso da qualche parte? Ma dove? Bastarono pochi minuti prima che la Principessina capisse che Suicune non solo non l’avrebbe aggredita, ma sarebbe rimasto immobile per farsi accarezzare. Lei si avvicinò un poco e gli affondò le dita tra la criniera voluminosa.

«Sei proprio bello» sussurrò guardandolo negli occhi rossi. Suicune le toccò la fronte, poi scosse la testa e balzò via. Peach rimase a guardarlo finché non scomparve nel bosco.




Commento

Appunti mentali. Mai scrivere una storia di PokéMaio a puntate o troppo lunga, tanto non la finiresti.

Detto questo, vi lascio con questo bocconcino, spero possa allietare la vostra interminabile attesa fino ad un capitolo, spero, più complesso.

A presto(pftt)!

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