Academy WWW (Water World War)

di IMmatura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Academy WWW (Water World War)

 

Capitolo 1 - Di idee bizzarre e dee bendate un po’ stronze

 

Chi fosse entrato in quel momento nell’aula informatica della WA (World Academy) sarebbe rimasto stupito dalla fremente attività in corso anche l’ultimo giorno di scuola. Tuttavia, dando un’occhiata ad uno solo degli schermi accesi, si sarebbe presto reso conto che l’attività in corso non aveva nulla a che fare con la didattica.

In cattedra spiccava un bizzarro duo composto da Estonia ed Ungheria, quest’ultima in piedi alle spalle del ragazzo, a braccia conserte, intenta a sorvegliare il suo operato e dispensare ordini.

-Dammi la quattro e zoomma il più possibile sul loro volti. Di più. Voglio vedere la goccia di sangue zampillare dal labbro che si sta mordendo in questo momento!-

Estonia smanettava al computer eseguendo, in bilico tra la paura di essere scoperto e quella di Ungheria stessa, che in modalità fangirl poteva essere anche più pericolosa di Russia.

-Osservatorio, che notizie?- chiese prontamente al suo team di supporto, ciascuno incollata ad uno schermo.

Il primo a parlare fu Polonia.

-Su Facebook abbiamo tipo un milione di like e le foto che mi hai fatto mettere...-

-Screenshots.- cercò di correggerlo Estonia, venendo sostanzialmente ignorato.

-...sono già virali. Tipo che certe sono piene di commenti! Senti qua: “OMG!” “Shipping intensifield” “Si stanno praticamente stuprando con gli occhi!”-

Ungheria ridacchio, per poi fare un gesto distratto, come a dire che bastava così.

-In aula magna i posti a pagamento sono andati tutti esauriti, secondo mio fratello.- annunciò Lily

-La diretta streaming è stata ripristinata senza problemi e stiamo facendo un numero di visualizzazioni indecente!- annunciò allegra Belgio.

-Ho appena finito l’album di stamps e Deviantart ne è già invaso!- esclamò Corea sotto shock, ricevendo una pacca sulla spalla da Taiwan.

-I server di Tumblr sono andati in sovraccarico. DI NUOVO. Ci è anche arrivata una mail di protesta...quella gente ci farà causa, di questo passo.- sospirò quest’ultima, per poi rianimarsi -Comunque su Twitter andiamo fortissimo e sono anche pronte le prime gif!-

-Vedere!- ordinò Elizaveta spingendo via la sua sedia girevole e contemplando quei rettangolini in movimento che riassumevano una giornata di intensissimi feels. Gli occhi si spalancarono rivelando un luccichio familiare, ed allo stesso tempo inquietante.

-Signore e signori...stiamo per conquistare l’internet!- annunciò l’ungherese trionfante sedendosi sulla cattedra e guardando il suo team con orgoglio.

---

Per capire come quel bizzarro gruppo di fangirls (e fanboys) fosse arrivato ad un passo dalla conquista del mondo virtuale è necessario fare un salto indietro nel tempo fino alle prime ore di quella mattina, quando America aveva fatto irruzione nell’aula del consiglio studentesco, annunciando di aver avuto un’idea geniale. L’idea perfetta, sosteneva, per movimentare un po’ quell’ultima giornata di scuola.

In genere, in questi casi, scattava un protocollo già collaudato: Inghilterra pronto a trascinare l’americano per un orecchio fuori dall’aula, Russia armato di tubo per “archiviare in fretta la pratica”, tutti gli altri pronti a rifugiarsi sotto i banchi al segnale di uno dei fratelli Vargas, particolarmente abili nel percepire il momento esatto in cui sarebbe scattata l’Apocalisse (c’era SEMPRE un’Apocalisse, dopo un’idea di America... che fosse un esplosione con conseguente crollo del tetto, o un’ancor più devastante rissa selvaggia tra lui e Russia).

Stavolta però c’era qualcosa di diverso. America non era solo, ma accompagnato da Prussia, altrettanto su di giri, che posò sulla cattedra uno scatolone pieno di fucili e pistole ad acqua.

-Andiamo, sarà divertente!-

Di li era stato una specie di effetto cascata dell’idiozia. Avete presente?

Francia e Spagna si erano aggregati spontaneamente. Quest’ultimo si era trascinato dietro un Romano che dire riluttante sarebbe stato un eufemismo. Di conseguenza aveva voluto giocare anche Italia, che aveva convinto (o meglio plagiato) Germania e Giappone con i suoi migliori occhioni da cucciolo. Nel frattempo Francia aveva provocato abbastanza Inghilterra da spingerlo a buttarsi nella mischia, e Cina e Russia alla fine si erano convinti a partecipare. Al momento di distribuire le armi si resero conto che Canada si era già fatto avanti ed armato da se, senza che nessuno lo notasse.

-Come decidiamo le squadre?-

Dicevamo dell’Apocalisse, appunto...

-Ve, Germania, noi giochiamo insieme, vero?- chiese Italia prendendo il tedesco per il braccio e mandando a quel paese il contegno distaccato e scocciato che l’altro cercava di assumere.

-J-ja, se ci tieni...-

-Col cazzo, e leva le mani di dosso a mio fratello!- intervenne Romano, strattonando il fratellino, inutilmente.

-Romanito, a me sembra che sia lui a voler...-

E Antonio ebbe la prima testata della giornata. Cosa che non lo dissuase dal voler stare nella stessa squadra di Lovino. Il che mandò a quel paese il progetto di Prussia di creare un Bad Friends Team con i controfiocchi.

-O entrambi, o nessuno.- insisteva Antonio - io non abbandono il mio Romanito a se stesso.-

-Ma chi ti ha chiesto niente!-

Nel frattempo Russia aveva iniziato ad assumere un’aria minacciosa, asserendo che era inutile affannarsi a decidere le squadre, dato che tutti sarebbero presto stati sconfitti e pronti a diventare tutt’uno con lui.

-Secondo voi ha capito che è un gioco, aru?- chiese sottovoce Cina.

In tutto quel delirio Inghilterra si era già pentito di aver aderito a quella stupidaggine e si sfogava insultando ora America, ora Francia. Giappone aveva alzato timidamente la mano per proporre di estrarre le squadre a sorte, senza che nessuno lo considerasse. Tranne Canada che si sedette accanto a lui, lanciandogli uno sguardo di profonda simpatia e comprensione, per poi sospirare. Sobbalzarono entrambi sentendo un pugno rimbombare sulla cattedra.

-ADESSO BASTA! LE SQUADRE LE ESTRARREMO A SORTE! QUATTRO SQUADRE DI TRE PERSONE E NON SONO AMMESSI CAMBI!-

-Thank you, Germany, qui rischiavamo di non iniziare mai!- disse America, invadendo però lo spazio personale del tedesco per spingerlo a margine della cattedra e riprendere il centro della scena. -Allora, potremmo fare così: quattro persone saranno i capisquadra e pescheranno i nomi degli altri membri del proprio team. Ci state?-

Silenzio generale.

-Ovviamente io sarò uno dei leader... perché nessuno sta scrivendo?-

Canada andò alla lavagna, dividendo lo spazio in quattro riquadri e scrivendo nel primo il nome di America.

-Chissà perché, me lo aspettavo...- borbottò Inghilterra.

-Il magnifico me è stato il primo ad accettare la sfida, e creerà una squadra cento volte più fantastica della tua!- annunciò Gilbert.

-Si, si, continua a sognare...- rispose America, voltandosi a controllare che Matthew stesse scrivendo. -Poi... chi altri?-

Se il silenzio avesse avuto un peso, in quel momento sarebbero morti tutti schiacciati. Un conto era accettare quell’idiozia, un conto era avervi parte attiva e responsabile.

-Ahahahah! Capisco... nessuno se la sente di affrontare un grande eroe come me.-

-Io!-

-Io!-

L’alzarsi delle mani di Ivan ed Arthur fu praticamente un gesto unico. A quel punto Giappone prese a scrivere gli altri nomi su dei foglietti, mentre la scatola delle “armi” veniva richiusa e riadattata ad urna per l’estrazione.

---

Nel frattempo Ungheria e Taiwan passeggiavano tranquillamente nel corridoio, approfittando della libertà che era stata concessa agli studenti per quell’ultimo giorno. Parlottavano del più e del meno, soprattutto di nuovi episodi di anime che Taiwan aveva visto in anteprima (approfittando della vicinanza di Giappone). Ungheria continuava a chiedere dettagli ben precisi, per poi rimangiarsi tutto e tappare all’altra la bocca prima di ricevere troppi spoilers.

-Ti dico sono che nell’ultimo episodio i feels ti faranno del male fisico, sul serio. C’è tanto di quell’angst che...-

Il discorso rimase sospeso. Entrambe avevano notato la porta di uno sgabuzzino, in genere vietato agli studenti, socchiusa. Dentro, Estonia digitava freneticamente di fronte ad un muro di schermi.

-Che stai facendo?-

Il ragazzo sobbalzò, per poi tirarsi su gli occhiali.

-Mi è stato chiesto di verificare l’efficienza del sistema di videosorveglianza, dopo che c’erano stati dei guasti. per fortuna adesso sembra tutto a posto, stavo giusto per andarmene.-

-Aspetta, quindi su quegli schermi si vedono...-

-Le nostre aule, il cortile, tutto.- spiegò, lasciando spazio a Taiwan che sembrava particolarmente curiosa, quasi rapita da quelle immagini. Da uno schermo in particolare.

-Ehi, ma quello non è Giappone?-

-Vero!- esclamò Ungheria -E quelli sono Italia, Germania, Spagna, Romano, Prussia e... ma che stanno facendo?-

-Non saprei. America è entrato poco fa in aula con quelle pistole ad acqua... credo stiamo mettendo su una specie di sfida.-

Un verso ultrasonico mise fuori uso il timpano destro di Estonia

-Liz, Liz! Pensi a quello che penso io?- domandò Taiwan afferrandola per le spalle ed iniziando istintivamente a girarle attorno, sotto lo sguardo confuso e preoccupato di Estonia. Perché aveva gli occhi così sgranati, e sembrava circondata da uno sbarluccichio? E perché adesso anche Ungheria sembrava a lanciare in aria festoni per l’entusiasmo?

-Se stai pensando a nuotatori mezzi nudi e al miglior OAV mai creato...si anch’io!-

-Ci pensi: è come averne un remake nella nostra scuola!-

-Con tutte le nostre ship preferite coinvolte... sostienimi, potrei svenire...-

Eduard aveva maturato una certa esperienza nel riconoscere crisi psicotiche, durante il periodo di permanenza a casa di Russia, sicché stava già iniziando ad indietreggiare lentamente, quando due braccia lo artigliarono, per poi ributtarlo sulla sedia.

-C’è modo di avere l’audio?-

-E di ingrandire le immagini?-

Le due domande erano state poste quasi contemporaneamente.

-L’audio ci sarebbe... ma sicuramente molto disturbato. Avrei bisogno di un computer migliore per filtrarlo. Le immagini invece si possono zoomare, in parte... ma io devo assolutamente chiudere questo stanzino. Non posso rimanere un minuto di più.-

Nella penombra Estonia vide un luccichio metallico che gli gelò il sangue tanto quanto quello del tubo di Ivan. Ungheria si era procurata dal nulla una padella e sembrava prontissima ad usarla, a giudicare dalle fiamme di ira violenta che avevano preso a circondarla.

-R-ripensandoci, nessuno avrà nulla da dire se ci fermiamo altri cinque minuti...-

---

-Ehi, dude, toccava a me!- protestò America, mentre Prussia lo scavalcava per estrarre i primi due nomi.

-Si procede in senso orario.- aggiunse Inghilterra, accodandosi seguito da Russia ed indicando all’americano il fondo della fila.

-D’oh!-

-Avanti, dammi qualcuno degno della mia magnificenza...- disse affondando il braccio nella fessura ritagliata nella scatola e rimestando per un bel po’.

-Una cosa di giorno, che già mi sono rotto le palle prima di cominciare...- borbottò Romano.

-Stai tranquillo, sono sicuro che finiremo in squadra insieme.- lo consolò Spagna, mettendogli un braccio attorno alle spalle.

-Per quel che mi frega... e lasciami!-

-Giappone!- Annunciò Prussia, soppesando il foglietto. -Non male.-

Kiku si limitò ad annuire, mentre il suo nome veniva trascritto.

-E adesso... foglio bianco? Cos’è, una specie di Jolly?- chiese confuso.

-Non capisco. Eppure ho ricontato i foglietti prima di iniziare a scrivere. Come posso essermi dimenticato qualcuno?- si chiese costernato Giappone.

-C-credo di essere io.- disse Canada con rassegnazione, per poi realizzare tutte le implicazioni di quell’affermazione. -Q-quindi questo significa che saremo nella stessa squadra...-

-Sono mortificato, Canada-san.- iniziò a scusarsi Giappone, mentre Prussia squadrava con un’occhiata il nuovo “sottoposto” (parole sue). Non aveva idea di quanto potesse essere forte, ma sembrava se non altro un soggetto interessante... se avesse optato per una strategia furtiva.

-Squadra A, ok!- annunciò America. -England, tocca a te pescare.-

L’inglese si prese un ultimo istante per pregare mentalmente.

“Chiunque ma non la rana francese. Chiunque ma non lui” si ripeteva infilando la mano nell’urna ed esitando al contatto con i foglietti.

La dea bendata però doveva avere un senso dell’umorismo davvero singolare, o semplicemente averlo preso in antipatia, dato che esaudì la sua preghiera, ma...

-Shit! Quando ho detto “chiunque” non intendevo questo!- borbottò a mezza bocca.

-Dude, hai una faccia da star male... fammi vedere!- disse America strappandogli il foglietto di mano- -Ma dai, non ci credo! Ahahah! Ragazzi, guardate qua!-

Sul pezzetto di carta che Alfred continuava a sventolare spiccava, perfettamente leggibile, il nome di Spagna.

-Non. Ci. Credo.- scandì Gilbert prima di dare sfogo ad una delle sue più cacofoniche e sguaiate risate.

-No bueno...-

Arthur si passò una mano sul volto, per poi fissare l’urna. Aggrottò le sopracciglia e si avvicinò circospetto. A quel punto si aspettava persino che quella scatola demoniaca gli sbranasse il braccio.

-Spero per il suo bene che estragga il nome di Romanito, o io...-

-ARE YOU FUCKING KIDDING ME?!- sbraitò l’inglese, lanciando per aria il nome estratto.

-Chi è? Chi è?-

-Moi?- chiese Francia, fregandosi le mani con un bagliore negli occhi.

-No... si tratta di... Cina-kun.- spiegò Kiku, che aveva diligentemente raccolto il foglietto e trascritto personalmente l’esito dell’estrazione. Incredibile come una frase pronunciata con un tono così neutro potesse generare tanta ilarità, ma...ehi, gente, ci sono sguardi che valgono più delle parole. Sguardi eloquenti. Sguardi che parlano. Lo sguardo che si scambiarono Spagna e Cina, per la precisione, sibilava gelidamente “vendetta”.

Quella squadra gridava “ammutinamento” prima ancora che i giochi iniziassero.

-Io non voglio stare in squadra con lui, aru!- protestò Yao.

-Poteva andarti peggio...- gli fecero notare.

-Per esempio?-

Ivan indicò con un gesto lo sghignazzante Alfred.

-In effetti... almeno non mi toccherà fare di nuovo il pokemon, aru.-

Venne il turno del russo. L’atmosfera si fece gelida e tesa. Ricordava vagamente quella degli attimi prima di una condanna a morte. I quattro poveracci rimasti si guardavano, dimentichi di rancori passati e antipatie, con reciproca compassione.

-Sembra che io abbia pescato... Italia.-

Il suddetto si era nascosto piangendo dietro Germania.

-N-no dai, seriamente. Questa va rifatta, giusto?- balbettò Romano. -Cazzo, non potete fare sul serio...-

-Mi sembra che Germania abbia detto niente cambi.- Precisò Russia, sorridendo ingenuamente (ma mettendo comunque i brividi a tutti, con il suo tono glaciale).

-Crucco, io ti uccido.- sibilò Lovino.

-A proposito, anche Germania è nella mia squadra, pensa che strano.- aggiunse Russia, mostrando anche il secondo biglietto.

-Dai, ma che fortuna sfacciata!- protestò America, realizzando che il suo nemico numero uno aveva pescato l’elemento più valido nel mucchio. Questo bilanciava persino il deficit di avere in squadra l’inoffensivo Italia.

-Ludwig, non sarà pericoloso vero? Insomma, sono... pistole finte...è solo un gioco, vero?- piagnucolava intanto Feliciano, rincuorato solo in parte dalla presenza di Germania.

-Certo, non c’è nulla di cui preoccuparsi...- si sentì rispondere in maniera non troppo convincente.

-Quindi suppongo che a me...- iniziò America, rivoltando direttamente la scatola -Non restino molte opzioni. Cavolo, questo non è neanche un team...è un bus*!- aggiunse sconsolato vedendo suo fratello scrivere sulla lavagna i nomi rimasti, cioè quelli di Francis e Lovino.

-Amerique, non ho capito... cosa intendi?-

-Spero per te che non sia un insulto, visto che tutta questa cazzata è stata una tua idea. No perché...- iniziò a protestare l’italiano, per poi interrompersi di scatto -E tu stammi lontano e tieni le cazzo di mani a posto!-

- Guarda che hai frainteso, volevo solo creare un po’ di spirito di squadra...- tentò di spiegare il francese, che effettivamente aveva fatto solo un passo nella sua direzione.

-Beh, crealo lontano da me!-

-Lovi, tranquillo, il boss verrà a salvarti presto!- promise Antonio con le lacrime agli occhi, per poi prendere sotto il suo braccio il suo vecchio amico francese con un po’ troppa energia.

-Mon amie... mi stai strozzando.-

-Ti comporterai bene con il mio Romanito?-

-Oui.-

- Non devi toccargli neanche un capello...-

-Oui.- rispose di nuovo il francese, che iniziava ad assumere un colorito cianotico.

-SOPRATTUTTO non devi torcergli un capello.- precisò lo spagnolo.

-Ma che cazz...dagli pure dei suggerimenti adesso! Ma pensa te... quasi quasi preferivo stare col crucco, maledizione.-

-Cos’è questo cambiamento improvviso?- chiese Prussia, sogghignando -West, ti sei dato di colpo alle cose a tre?-

il suddetto West era troppo impegnato a tappare appena in tempo le orecchie di Feliciano per ribattere.

-NON INTENDEVO QUELLO! CHE...SCHIFO!- gridò invece Romano, gesticolando vivacemente per scacciare l’aria attorno a lui che, di colpo, gli sembrava sporca.

Nel frattempo Francia aveva deciso di approfittare della situazione per punzecchiare qualcun altro.

-Angleterre, mi prenderò personalmente il piacere di eliminarti.-

-Fuck you!-

-Se proprio ci tieni. Per stavolta potrei anche farti stare sopra. Al momento però mi sembri tu quello fottuto...in tutti i senti possibili del termine.-

---

-QUESTO. È. ORO.- disse Ungheria, osservando nello schermo Inghilterra che reagiva al doppio senso di Francia con una tipica zuffa da tensione sessuale irrisolta.

-Ne voglio ancora.- aggiunse Taiwan, per poi prendere in mano il cellulare. Doveva assolutamente avvisare anche le sue amiche. Tutto ciò era troppo bello per non condividerlo. Anche a loro dovevano spalancarsi le porte del Nirvana delle Fujoshi!

 

 

*Dal dizionario nerdese-italiano

bus: dicasi di un “party” nel quale un personaggio di livello molto alto si allea con uno molto più debole al puro scopo di far livellare quest’ultimo.

 

 

Angolino di IMma

“Figurati se mi dilungo troppo nel primo capitolo... già è tanto se riesco a buttar giù dieci parole per iniziare” #Einvece

Ok, credo che una breve spiegazione di questo sclero sia d’obbligo:

L’idea di questa fic nasce con la visione prolungata e ripetuta di video parodie sul OAV di Free Eternal Summer (quello citato anche da Ungheria e Taiwan, ad un certo punto della storia) in cui i protagonisti sono coinvolti in una battaglia con le pistole ad acqua. Il “ragionamento” è stato qualcosa tipo “Battaglia=?... Nazioni!”. Il fatto che questo mio viaggio mentale abbia preso forma concreta è dovuto soprattutto al supporto della cara Lady Withe Witch, che si presta sempre a vagliare i miei headcanon, aiutarmi a trovare battute a doppio senso per Francia e Prussia, supportare (e sopportare) i miei scleri.

(Facendomi virtualmente pat-pat sulla testa quando, per esempio, insisto nel sostenere che Makoto Tachibana è EVIDENTEMENTE Spagna in incognito...).

Spero che l’idea possa piacere e che il capitolo non risulti troppo confuso. Dal prossimo in poi seguirò pochi personaggi per volta, quindi probabilmente sarà tutto più semplice. In compenso potrebbero diventare più frequenti e invasivi i siparietti paralleli di Ungheria e co. (quelli in corsivo).

Saluti

IMmatura

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Academy WWW (Water World War)

 

Capitolo 2 - Di hacker e “grandi” strategie

 

-Non posso fare una cosa del genere- balbettò Estonia, stretto tra la scrivania dell’aula di informatica e tre ragazze particolarmente determinate. Il tutto con Ungheria che passeggiava a passi marziali per la stanza.

Elizaveta si chinò sulla sua postazione con aria minacciosa.

-Non puoi farlo nel senso che non sei capace, o nel senso che non VUOI?-

-Non POSSO hackerare il sistema di videosorveglianza della scuola dall’aula di informatica!- ripetè -Rischio l’espulsion...-

Un pugno batté sulla cattedra facendo tremare lo schermo, ed anche lo stesso Estonia.

-Hai detto che non potevamo rimanere nel gabbiotto, e non l’abbiamo fatto. Hai detto che ti serviva un computer più potente e adesso ce l’hai... quindi ora fa il bravo e dacci il nostro spettacolo o non risponderò più delle mie azioni.-

Taiwan prese a pregarlo strattonandolo per un braccio, mentre Belgio faceva altrettanto puntellandosi alla spalla sinistra. Lily, alle spalle del ragazzo, si limitava ad unirsi timidamente al coro di richieste. Ungheria sorrise soddisfatta: ottima idea chiamare rinforzi.

Alla fine il ragazzo fu convinto e, tempo una manciata di minuti, le ragazze erano tutte pronte a godersi lo spettacolo dagli schermi.

-Tutte pronte? Blog di Tumblr?-

-Aperti!- annunciò Taiwan

-Diretta su Google plus?-

-Aperta.- garantì Liechtenstein

-Cioccolata?-

-Ho portato un assortimento da dodici stecche!- disse Belgio lanciandogliene una.

-Non mi è molto chiara la funzione della cioccolata...- disse tra se e se Estonia.

-La cioccolata è fondamentale per gestire i feels, non lo sapevi?- spiegò Elizaveta, che lo aveva sentito. -E adesso...azione!-

Estonia sospirò per poi ingrandire la schermata che dava sulle scale, dove il Magnifico Team di Prussia si era rintanato per organizzarsi.

---

Al riparo sotto l’ultima rampa di scale Gilbert istruiva i suoi soldati con il piglio militaresco dei bei tempi andati.

-Bene sottoposti, il Magnifico Me ora vi illustrerà il suo piano per eliminare i nostri nemici ed ottenere la fama, la gloria e... i buoni omaggio per la pizzeria qua vicino, da usare da soli o in coppia.-

-Credevo fossero il primo premio della lotteria di Natale?- commentò Matthew

-Perché tu conosci qualcuno che ha comprato il biglietto da Svezia? Sul serio, Finlandia dovrebbe rivedere le sue strategie di mercato...-

-Magari puntava proprio sul suo essere... come dire... involontariamente minaccioso.- ipotizzò Giappone

-Quel che è... comunque non ha funzionato. Visto che stavano per scadere America e il Magnifico sottoscritto abbiamo convinto Finlandia a cederceli, per una buona causa...-

-Che si è inventato stavolta Alfred?- chiese preoccupato Canada.

-NON DECONCENTRIAMOCI!- ordinò il magnifico prussiano -Vi voglio pronti, scattanti e senza pietà! Panciaindentropettoinfuori!-

-Ai.- scandì Giappone irrigidendosi sull’attenti, imitato un po’ goffamente da Canada.

Prussia si inginocchiò a terra facendo cenno agli altri di fare altrettanto. Srotolò sul pavimento una mappa della scuola.

-Considerando il margine di tempo che abbiamo per disperderci, direi che tutte le squadre si sono nascoste da qualche parte in questo raggio d’azione.-

Le mani di Gilbert si allargarono circoscrivendo un’area ben precisa.

-Dunque, uno di noi si apposterà qui, in fondo al corridoio. Nessuno deve attraversare indenne questa linea se non è già bagnato fradicio, mi sono spiegato? Intanto io ed un altro- tossicchiò leggermente. -m-membro di supporto pfff...p-penetreremo nell’area, stanandoli aula per aula se necessar...- si bloccò, con una mano alla bocca e un sussulto convulso delle spalle.

Giappone si avvicinò, allarmato che il loro leader potesse sentirsi male. Invece l’albino esplose semplicemente in una risata, mandando a quel paese la serietà duramente costruita fino ad ora.

-Scusate, non ce la faccio! Ma vi rendete conto di cosa ho appena detto?- chiese, con le lacrime agli occhi- Non lo stavo neanche facendo apposta, stavolta! E voi li con le facce tutte serie...kesesese!-

Kiku realizzò in quel momento il doppio senso dell’intera frase, desiderando ardentemente di sprofondare nel terreno in quel momento.

-Allora, chi vuole farmi da membro di supporto e metterglielo in quel posto assieme a me?-

-Ti prego di smetterla con queste metafore imbarazzanti.- protestò il giapponese, distogliendo lo sguardo e notando solo allora la serafica calma di Canada. Davvero ammirevole il contegno che riusciva a mantenere. Fino ad ora si era considerato un maestro dell’autocontrollo, ma a quanto pare doveva ricredersi.

-Sono sinceramente ammirato.- riuscì a dirgli, mentre il loro autoproclamato generale continuava a ridere senza ritegno -Come riesci a rimanere così impassibile di fronte a tanta sconvenienza?-

-Credo sia l’abitudine...- spiegò il canadese, arrossendo leggermente per uno dei primi complimenti che riceveva in vita sua - ... Francis mi ha fatto “il discorsetto” molto presto. E non parlava propriamente di api e fiori, se capisci cosa intendo...-

---

-Direi che qui non c’è niente da aggiungere...- commentò Ungheria -... sta facendo tutto Prussia.-

Taiwan prese la parola, agitando la mano -Estonia, mi sono stancata di loro... dacci la Gerita!-

-La che?-

-Italia e Germania, sveglia! Riesci a trovarli?- sbottò l’ungherese, per poi prendere personalmente il mouse e ingrandire l’immagine di un’altra telecamera. Sullo schermo apparvero Germania ed Italia che camminavano fianco a fianco, leggermente dietro rispetto a Russia. Feliciano stringeva saldamente il braccio di Ludwig mentre il tedesco, imbarazzato, cercava di incoraggiarlo sottovoce.

-AWWWWWW!- fu la reazione collettiva.

-Si sussurrano le paroline dolci.- commentò Belle, con gli occhi a cuoricino.

-Sono così fiera di loro...- disse Ungheria tirando su con il naso per la commozione. Estonia, ormai rassegnato a quella follia, le porse un fazzolettino. Lei si soffiò rumorosamente il naso continuando a delirare con gli occhi lucidi -Crescono così in fretta!-

---

Russia apriva la fila sorridente, passeggiando spensierato e canticchiando il suo “kolkolkol”, riadattato per l’occasione a canto di guerra.

-Quando fa così mi mette paura...- piagnucolò a bassa voce Italia.

“Solo quando fa così?” pensò Germania, notando che attorno a loro l’aria si era fatta di un innaturale colore viola.

-Quando iniziamo a far fuori gente? Mi sto annoiando... e annoiarmi non mi piace.-

Davvero, Germania non riusciva proprio a capire se il russo lo facesse di proposito o fosse così inquietante per natura. Tanto più che in una mano impugnava l’arma scelta per lo scontro, l’innocuo fucile ad acqua, ma nell’altra teneva ben saldo il suo “tubo magico”. Di qui le opzioni erano due: o non aveva effettivamente capito di essere coinvolto in un gioco, o il suo concetto di “giocare” era PARECCHIO distorto.

-Ehm...-

-Cosa?-

-Lo sai che basta spruzzare gli avversari per eliminarli dal gioco, vero?-

-Davvero?- chiese Ivan, non proprio deluso, piuttosto... confuso, più che altro. -Quindi non mi servono neanche il piccone e le molotov?-

-N-nien!-

-Va bene. Scusate un secondo.-

Mentre Russia, con sorprendente nochalance, svuotava in un cestino la giacca da un arsenale di tutto rispetto, Feliciano fece di nuovo capolino da dietro le spalle di Ludwig.

-Ve, sei sicuro che sia una buona idea lasciare qui tutta quella roba pericolosa?- chiese timidamente. -Qualcuno potrebbe farsi male...-

-Sarebbe proprio quello che sto cercando di evitare, Italia. Preferisci che ci segua armato fino ai denti?-

-NO!- strillò quest’ultimo, attirando l’attenzione di Ivan, che si voltò a sorridergli, dicendogli che aveva proprio una faccia buffa. Peccato che quello fosse il volto del terrore più assoluto.

---

-Se succede qualcosa ad Italia io... io Prussia lo ammazzo!- esclamò Ungheria.

-Guarda che l’idea è stata anche di America...-

-Bene, ammazzo a padellate Prussia e poi riempio il profilo Instagram di America di fanart RusAme... ma quelle in cui lui sembra proprio uke uke, eh! Tanto la password la so già: ho le mie fonti...-

-Sei crudele.- commentò Belgio ridacchiando.

-Mi sembra il minimo come vendetta, se per colpa sua succede qualcosa ai miei bimbi.- fu la sentenza dell’altra, che incrociò le braccia per enfatizzare il concetto, socchiudendo gli occhi e strizzando le labbra in una smorfia di disapprovazione.

-C-controlliamo anche le altre squadre?- propose Estonia, sempre più spaventato dalla cerchia in cui si ritrovava, suo malgrado. Insomma, passi l’uccisione a colpi di padella, ma l’infamia eterna (e potenzialmente virale) in formato .jpg... no, decisamente non era il caso di irritare nessuna di quelle fangirl impazzite. E di distrarle, magari...

Nemmeno America si meritava un trattamento del genere.

---

Il suddetto America, in ogni caso, ignaro del pericolo che incombeva sulla sua reputazione e sulla sua virilità, era impegnatissimo a dimostrarsi estraniato dalla realtà in modo diverso, ma non meno intenso dalla sua nemesi russa.

-Ok, adesso basta, dudes! Sul serio, niente flame nel mio team, ok?-

In una manciata di secondi l’occhiata minacciosa di Romano a Francis divenne uno sguardo ad occhi sgranati che voleva sottintendere un “che cazzo ha detto?”. Il francese scollò le spalle. Romano decise di assumere l’espressione che aveva di solito durante le lezioni di Economia alla Gakuen: sguardo finto attento e testa ondeggiante.

-Allora, ecco il piano. Ci dividiamo e rastrelliamo i corridoi fino a chiuderli nel cortile e poi... raid senza pietà! Che ne dite?-

-Se vuol dire che ‘sto bastardo se ne va per cazzi suoi lontano da me ci sto.- tirò a indovinare Lovino.

-Sul serio, sicuro di non volere nessuno a coprirti le spalle?- chiese Francia, inarcando un sopracciglio, con una malizia che nessuno avrebbe potuto ignorare.

-Se c’è qualcuno che non voglio avere alle spalle sei tu, maniaco del cavolo!-

-Se preferite andare in due, di la, mi sta bene... insomma, in due la vedo difficile subire del FF*.-

QUASI nessuno. Non che Romano si aspettasse particolare sagacia dal loro autoproclamato leader (o avesse capito che accidenti intendesse dire...). Un altro idiota che non vedeva l’ora di mollare al suo destino per concentrarsi sul vero obbiettivo. Piano un cavolo, aveva in mente solo una cosa: vendicarsi ed umiliare quel crucco, eliminandolo dal gioco nella maniera più stronza possibile e al più presto. Questi pensieri rendevano la sua espressione cupa abbastanza da convincere Francia a girare leggermente più alla larga.

Il tutto mentre Alfred continuava impassibile il suo delirio su quanto fosse Pro rispetto a loro, e al fatto che avrebbero vinto solo grazie alla sua abilità superiore. Cosa abbastanza ridicola, visto che aveva appena suggerito di dividersi, ma che per fortuna nessuno dei suoi compagni di squadra comprese.

-Ah, un’ultima cosa. Occhio a quel camper* di mio fratello! Una volta mi ha killato* in continuazione per tutta una partita: appena respawnavo*... Boom. Headshot.-

-Amerique, non vorrei essere maleducato, ma davvero non ti seguiam...-

-PARLA UNA CAZZO DI LINGUA COMPRENSIBILE!-

Francia tossicchiò imbarazzato. Insomma, c’era modo e modo di dire le cose...

---

Avete presente il contrappasso? Ecco, Ungheria e le sue amiche lo stavano provando in questo momento, vedendo Estonia improvvisamente ridacchiare. Tanto. Quasi con le lacrime agli occhi.

-Perché ridi? Io non ho capito...- chiese ingenuamente Lily.

-Veramente nessuno ha capito, qui.- aggiunse Belgio. -Ma sta parlando in inglese, giusto?-

-Si, ecco...- spiegò il ragazzo tossicchiando, e tirandosi su gli occhiali - è un linguaggio...ehm, specialistico...comunque, in parole povere significa che il fratello lo ha umiliato ai suoi stessi amati COD.-

Sguardi femminili confusi.

-Videogiochi sparatutto.-

-Tutto qui? E dovrebbe far ridere?-

-No, ma... rido perché io c’ero in quella partita e la cosa assurda è che in teoria Matthew ed Alfred erano nella stessa squadra.-

-Aspetta... mi stai dicendo che quel faccino tanto carino e adorabile è in realtà una bestia da combattimento ricolma di odio represso?- parafrasò Ungheria indicando incredula il volto sorridente ed ingenuo di Canada in una schermata laterale.

-Più o meno...-

-Ragazze, smettete di cercare doujinshi con America passivo, non credo servano più!-

---

C’era un’ultima squadra in gioco, probabilmente quella che sarebbe stato più interessante spiare, in quel degenero generale.

Antonio non era un tipo competitivo. Almeno, non lo era più dopo il suo Siglo de oro. Di regola non era neppure una persona che serbava rancore, nonostante a volte Olanda e suo fratello Portogallo si alleassero per fargli perdere il controllo.

Tuttavia, ogni regola ha le sue eccezioni e c'era solo una persona che riusciva nella (non di poco conto) impresa di farlo arrabbiare e scatenare Il diablo che aveva in corpo: Inghilterra. E il destino (o Prussia, per uno dei suoi scherzi idioti) aveva deciso di farli stare in squadra insieme. Da quando lo aveva saputo, un'idea fissa aveva cominciato a farsi strada nella sua mende: far eliminare l'inglese dal gioco. Se le fangirl in aula informatica avessero potuto leggergli nel pensiero sarebbero rimaste commosse dalla somiglianza tra il suo atteggiamento e quello di Romano.

A differenza del suo tomatino, però, Spagna sapeva di aver bisogno di aiuto, l'aiuto di qualcuno esperto in trappole e sotterfugi, qualcuno che sapesse far buon viso a cattivo gioco, come invece non era capace di fare lui. Per ironia della sorte, in squadra c'era anche Cina.

-Amigo, ti posso parlare un momento...-

Fino a quel momento tra i due non c’era mai stata una relazione così stretta... ma la solidarietà spontanea che può nascere in certe circostanze (specie se riguardano un comune nemico) è una delle tante gioie della vita. Tant’è che Yao non se lo fece ripetere due volte, ed i due iniziarono ad incombere alle spalle dell’inglese parlottando fitto.

-Ovviamente non ci faremmo una bella figura ad eliminarlo in modo così palese: ci vuole una trappola in cui farlo “accidentalmente” cadere, aru.-

-Giusto!-

Arthur si voltò di scatto verso i compagni di squadra che sfoggiarono i sorrisi più sospetti e forzatamente innocenti mai visti. Soprattutto la smorfia ghignante di Spagna sembrava insinuare la presenza di un’alabarda dietro la sua schiena... invece era peggio, molto peggio. Appena Inghilterra tornò a guardare avanti a se ricominciò il brusio.

-Il cortile è lo spazio migliore, aru.-

-Di cosa si tratterebbe?-

-Trappole con del filo da pesca... potrei fare di meglio, ma non saprei dove procurarmi il materiale per qualcosa di più letale.-

Schiocco di dita dello spagnolo, deluso. Nuovo sguardo sospettoso dell’inglese.

-Sentite, sbrighiamoci a vincere questo stupido gioco, così potremo tornare a detestarci cordialmente.-

Entrambi annuirono pregustando l’umiliazione che attendeva colui che non avrebbero chiamato team leader neanche sotto le peggiori torture di Russia.

-E piantatela di tramare alle mie spalle!-

-Non stavamo tramando.- negò Yao.

-Era Cina.- si sovrappose Antonio ricevendo un colpo di kung-fu ben assestato dal suo nuovo “alleato”.

-Le fatine dicono diversamente...- borbottò Arthur, fissando un punto oltre le loro spalle, per poi sospirare e rimettersi in marcia.

-Le...FATINE?- chiese sottovoce Spagna, sgranando gli occhi.

-A volte penso che la guerra dell’oppio abbia fatto più danni a lui che a me aru...-

 

 

 

*Note nerdose (?)

FF= Friendly Fire o, italicamente parlando, fuoco amico.

camper= colui che in un videogioco (in genere FPS) si apposta in un angolo e non si schioda per tutto il resto del gioco, parandosi così il sedere e facendo un numero di kill (uccisioni) indecente.

killato= da kill (uccisione in game)

respawn= momento di ritorno in gioco dopo aver subito una KILL.

(si, America è convinto di stare in un FPS, adesso! xD)

 

 

 

 

 

 

Angolino di IMma

Ciao, lettori e lettrici. So che ci siete, da qualche parte, per cui vorrei farvi qualche domanda:

1) Credete che la soluzione di colorare di blu gli intermezzi del “Team Fujoshi” sia valida? In questo capitolo l’ho provata, sperando di creare meno confusione nella lettura. Ovviamente questa storia non pretende di essere una fic molto “seria” e “professionale”, ma mi piacerebbe comunque che non fosse proprio un pugno in un occhio. xD Magari fatemi sapere...

2) Secondo voi il rating va bene (perché mi rendo conto che Francia e Prussia ogni tanto sfondano un po’ il limite della decenza)? Altrimenti provvederò a cambiarlo in arancione.

3) Non ho fatto attendere troppo, vero? Il grosso del capitolo era già pronto da un po’, ma non l’avevo completato e poi ho avuto qualche problemino con la connessione, vi chiedo scusa!

Saluti

IMmatura

PS Ringrazio di nuovo ed infinitamente Lady White Witch per il suo aiuto con la scena del team di Inghilterra e, in generale, per il suo prestarsi a “cavia” di lettura dei miei scleri ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Academy WWW (Water World War)

 

Capitolo 3 - Di shipwar sventate e modi idioti per “morire”

 

-Non è come sembra!- esclamò Estonia, sobbalzando sulla sedia al suono della porta che si apriva, per poi girarsi di scatto, intenzionato a gridare che era stato incastrato, preso in ostaggio e aveva bisogno di AIUTO, e SUBITO. Giustificazioni più o meno veritiere che, però, gli si suicidarono in gola riconoscendo il nuovo arrivato. Polonia. Stretto al braccio di un Lituania che sembrava a sua volta un ostaggio.

-Ma quindi è, tipo, tutto vero?- chiese Feliks, appena entrato, con un luccichio negli occhi ormai tristemente riconoscibile da Eduard.

-Assolutamente si!- si affrettò a confermare Elizaveta, per poi indicargli una postazione libera e con il computer già acceso. –Aspettavamo te per iniziare a pubblicizzare la cosa su Facebook…-

Finalmente riusciva a capire qualcosa della perversa logica di quella gente. Dovevano esserci dei campi di reciproca influenza che, nonostante tutto, venivano rispettati. Ungheria si era rivelata a sorpresa Capo Supremo delle Armate Fangirl di Tumblr, ma l’impero social dalla grafica blu era considerato dominio indiscusso del polacco. Effettivamente già da tempo le leggende metropolitane narravano di una stanza segreta sotto casa sua dove il ragazzo trascorreva tutto il suo tempo libero scandagliando i loro profili alla ricerca di informazioni riservate da aggiungere ad un gigantesco organigramma fatto di post-it rosa e linee di pennarello rosso tracciate direttamente su una parete. Si sapeva per certo, inoltre, che esisteva una pagina per ognuno di loro, amministrata tutte da Feliks, nella quale apparivano puntualmente notizie TEORICAMENTE riservate.

 In sintesi: il giorno prima America faceva dell’idea di Facebook un vanto, il giorno dopo la sede centrale e tutti coloro che vi lavoravano erano già stati rivendicati come provincia di Varsavia.

-Ok, ok… metto il link su tutte le pagine tra, tipo, un minuto. Il tempo di controllare queste notifiche…-

-Ma esattamente…- bisbigliava intanto Lituania, inclinandosi impercettibilmente in direzione di Estonia -…che sta succedendo?-

Eduard lo guardò per un istante con aria seria.

-Sicuro di volerlo sapere?-

---

-Ma è caduto nel water, o cosa?- borbottò Inghilterra, le spalle appoggiate al muro, alla destra della porta del bagno.

Effettivamente Cina avrebbe potuto trovare una scusa più elaborata per allontanarsi, e non lasciare a Spagna l’impossibile compito di distogliere l’inglese dai suoi sospetti. Peccato che l’unico posto adatto a far scattare la trappola da lui pensata fosse il cortile e l’unica finestra apribile che conduceva allo stesso fosse quella del bagno. Tutte le altre erano state sigillate e rese infrangibili dopo che “qualcuno” le aveva sfondate più volte solo per intervenire eroicamente in situazioni che non lo richiedevano affatto…

-Sul serio, non vorrei si stesse sentendo male…-

-Male ci starai tu, Cina era in formissima! E comunque non mi sembra il genere di momento in cui disturbare qualcuno.-

Sguardi torvi. Prime scintille nell’aria… e rumore di scarico a sventare (per il momento) un potenziale conflitto interno.

-Con comodo, mi raccomando.- ironizzò l’inglese –Tanto non dobbiamo andare a mettere in opera un piano completamente idiota…-

“Resisti. Resisti. Immagina di sederti sulla riva di un fiume. E di veder passare il suo cadavere. Conciato male.” Si ripeteva mentalmente Yao per non tradirsi, dando una meritata lezione a quel teppistello che metteva in dubbio la sua millenaria esperienza militare. Uno di quei giorni avrebbe seriamente dovuto ricordargli a colpi di wok di aver combattuto i mongoli quando lui era ancora il tappetino da piedi del fratello Scozia.

-A me sembra un buon piano.- precisò Spagna, mentre Cina spiegava nuovamente la sua strategia: appostarsi in cortile, dato che quel posto aveva due soli punti d’accesso, facili da tenere sotto tiro.

-Con che tono volete sentirvi dire “ve l’avevo detto” alla fine di questa pagliacciata? Preferite quello indisponente, o solo quello saccente e vagamente superiore?-

-Quello da “ho almeno cercato di rendermi sopportabile” andrà benissimo, grrrrr…acias.-

Lo spagnolo si accostò immediatamente a Cina, ignorando ogni prudenza, e sibilandogli nell’orecchio:

-Io non resisto, seriamente! Dimmi qual è il vero piano.-

-La trappola è di fronte all’ingresso ovest del giardino. Il trucco è attirarlo ad attraversare quella soglia e…- spiegò bisbigliando l’asiatico.

-Fregato. Ottimo.- per fortuna stavolta era riuscito a parlare sottovoce.

-Vi rendete conto…- disse Arthur, facendoli sobbalzare entrambi. -…che rischiamo di chiuderci in trappola, vero?-

-Ma no, ma quale trappola, ma che vai a pensar…-

Antonia ricevette un calcio nello stinco.

-Intendeva dire che se uno di noi rimane vicino all’ingresso est, per controllare che la via sia libera, avremmo comunque una via di fuga e saremmo come in una specie di fortino.- improvvisò Cina, battendo le nocche contro un vetro.

Usciti all’esterno, Yao si affrettò a prendersi il ruolo di palo all’ingresso est, nonostante le silenziose, gesticolate proteste di Antonio. Il cinese rimase con la schiena appoggiata allo stipite del portoncino, mentre Arthur e Antonio andarono ad accovacciarsi dietro dei cespugli, in attesa della prima vittima.

---

-Che…noia.- sbottò Ungheria, accavallando le gambe seduta sulla scrivania di Estonia. –almeno sta arrivando qualcuno, o ci conviene cambiare camera?-

-Teoricamente le altre squadre hanno deciso tutte di perlustrare i corridoi, quindi ci vorranno almeno dieci minuti per vedere qualcuno…-

Feliks sbadigliò vistosamente.

-Aspettate… qualcuno c’è!-

-Chi?- chiese curiosa Taiwan.

-Credo sia Roman…-

-OSSANTOPOMODORO! Momento spamano tra cinque minuti! Tutti ai posti di combattimento!- gridò l’ungherese scattando in piedi e travolgendo un monitor nell’entusiasmo. Per fortuna Lituania lo afferrò al volo, mentre Estonia era ancora paralizzato dal terrore di danni incalcolabili che li avrebbero fatti scoprire.

Belle accolse tutto quell’entusiasmo con una punta di scetticismo, continuando a picchiettare svogliatamente sui tasti, mentre le altre si chinavano sugli schermi così tanto da fondersi con essi.

---

Romano non era un idiota. Di sicuro non si sarebbe prestato a tutte le perdite di tempo pianificate dal resto della sua squadra, quando poteva procurarsi tutto il materiale per la trappola perfetta in mensa. Stava giusto andando li quando, dalla finestra del cortile, aveva assistito alle strane manovre della squadra di Inghilterra.

“Merda.” Pensò, vedendo che qualcun altro si era scelto il suo stesso punto d’agguato. Rimase a fissare per un momento con astio sia il sopracciglione che Antonio, mentre si chinavano in attesa del nemico…

---

-Comunque gli sta, tipo, palesemente fissando il sedere.- sentenziò Polonia, dopo aver studiato al millimetro, attraverso lo schermo la traiettoria dello sguardo italico.

-Vorrei ben vedere, come si fa a non fissare QUEL sedere.- concordò la maggioranza.

-Mah…- borbottò invece Belgio, degnando la scena di un’occhiata, tanto per accertare l’effettiva situazione.

-“Mah” cosa, Bel? Andiamo… è così palese!-

-Magari sta solo pensando a come evitare di farsi colpire…-

-Stai, tipo, rovinando tutta la poesia!- la zittì con un cenno Polonia.

-Ehm, poesia?- chiese perplesso Estonia, dalla sua postazione.

-Perché Antonio non si gira?- protestò Taiwan –Voglio vedere Romano negare l’evidenza a gesti mentre diventa di tutti i colori!-

-Evidenza è una parola grossa…-

-Oh, oh…- sussurrò Lituania che, più avezzo a simili riunioni (causa Polonia), aveva già fiutato la tensione nascente nell’aria. Odorava di polvere da sparo e screenshot incrociati e risuonava del canto di guerra “I don’t care, I ship it.”* Tutti sotto ai tavoli, era in arrivo… LA SHIPWAR!

-Senti, cosa, è solo una coincidenza che Antonio non abbia, tipo, ancora percepito tutta la tensione sessuale convogliata verso il suo posteriore. Mettiti in testa che con tuo fratello la ship non è salpata e non salperà mai!- sentenziò Feliks afferrando a mo’ di arma una stecca di fondente da dieci chili, offerta, ironia della sorte, proprio da Belgio.

-Anche perché allora Romano con chi lo shipperesti?- rincarò Taiwan, voltandosi a fissarla male. Belle accennò un sorriso imbarazzato.

-Ma sei stata tu a frienzonarlo! E adesso vuoi far saltare la Spamano? Roba da pazzi!- sbraitava ormai Polonia, mentre Taiwan si era rigirata completamente sulla sedia, per darle le spalle, sibilando un “Taci, eretica!”

-Era un BAMBINO!- si giustificò Belgio, scattando in piedi col viso in fiamme.

La situazione stava degenerando…

---

Cazzo, proprio di li dovevano mettersi? Non era solo il suo punto d’appostamento (l’aveva sicuramente scelto per primo, quindi era suo per principio), ma anche un punto accanto al quale era necessario passare per forza per raggiungere la mensa, a meno di non voler tornare indietro, salire le scale, farsi mezzo corridoio a piedi, riscendere le scale… e già a pensarci a Romano era passata ogni voglia di schivare l’ostacolo. Non gli restava che affidarsi alle sue gambe e alla sua innata capacità di fuga da velocista. Si preparò allo scatto, serrando la stretta della mano destra sull’arma ad acqua che si ritrovava. Si chinò leggermente in avanti pronto a scattare. Il nervosismo lo postò a mordersi il labbro (cosa che, in aula informatica, causò più di un collasso) e… via!

Sparando a random, senza guardare, Romano si era messo a sfrecciare di fronte al portone. Inghilterra e Spagna erano saltati su contemporaneamente, prima tentando di rispondere al fuoco e poi lanciandosi all’inseguimento.

Ora, Antonio TEORICAMENTE sapeva bene di dover lasciar andare avanti l’odiato caposquadra, perché finisse nella trappola. Cina si era raccomandato molto a questo proposito, MA… sarà stato il rapido incrocio di sguardi con Lovino, avvenuto in una strana atmosfera al rallentatore, o forse il successivo scivolare dello sguardo dello spagnolo su ben altra parte anatomica del Vargas che si allontanava, fatto sta che Antonio fece un passo di troppo, superando Arthur e…

SPLASH!

-Ma che diavolo…!- esclamò Inghilterra facendo un balzo indietro, mentre ben tre fucili ad acqua, collegati da un complicato sistema di fili da pesca, inondava lo spagnolo, raffreddando nel modo peggiore i suoi bollenti spiriti.

Cina, rimasto pietrificato nel tentativo di bloccarlo, una gamba a terra ed una protesa nello scatto, le braccia tese e la bocca spalancata in un “NUUUUUUOOOOOOO!” rimasto inascoltato, a quel punto non poté far altro che sollevare il braccio destro e schiaffarsi una sonora manata in fronte.

---

-Si è fatto eliminare…- mormorò Ungheria.

-…dalla sua stessa trappola…- precisò Taiwan.

-…per fissargli il culo!- concluse la frase Polonia, lasciando l’intera aula in attimi di religioso silenzio, per poi aggiungere –E non parliamo dello sguardo che si sono fatti prima…cioè, ben DIECI eterni SECONDI di…-

-Oh, e va bene! Mi arrendo: questi due sono troppo canon!- capitolò Belgio, rimettendosi a sedere stizzita, mentre la comprensiva Lily le passava una stecca di cioccolato per consolarsi.

-Mi faranno ingrassare di almeno dieci chili…- piagnucolò, scatenando una reazione da lasciar basiti: tutte le ragazze (e Polonia) un attimo prima pronte a reclamare il suo scalpo in nome dei propri feels, adesso l’avevano chiusa in un abbraccione di gruppo, confermandole che lei stava benissimo, che nessuno se ne sarebbe accorto, e che sarebbe passato presto.

-Tu hai capito cosa…?-

-Assolutamente no, ma l’abbiamo scapata.- disse Eduard dando una pacca sulla spalla a Toris. – Comunque questo commento di Australia è simpatico…- aggiunse, sbirciando con la coda dell’occhio uno schermo.

-Che ha scritto?- chiese distrattamente Taiwan, svincolandosi dall’abbraccio delle colleghe.

-#dumbwaystodie*- lesse Estonia, scatenando nella ragazza una lieve risatina.

Eduard tornò a smanettare, alla ricerca di nuove scene interessanti, mentre Toris ancora si godeva la sensazione di essere sopravvissuto ad una potenziale ecatombe. Tutto sommato l’estone iniziava quasi a trovare interessante relazionarsi con quella gente. Di sicuro gli si era spalancato di fronte agli occhi un vasto panorama di Internet a lui prima sconosciuto. Cercare di vederla come un’esperienza formativa probabilmente l’avrebbe aiutato a sopportare meglio, e più serenamente la situazione.

Questo se di nuovo la porta non si fosse spalancata improvvisamente, gelando tutti sul posto, dato che nessuno era più atteso...

 

 

*Note… musicali (l’avete capita? Perché riguardano canzoni quindi musical… ok, lo so, scusate, non faceva ridere. T.T)

“I ship it” – Not Litterally: parodia di “I love it”, a tema fangirlesco, cercatevela su youtube perchè merita!

“Dumb ways to die”: Jingle pubblicitario creato da una compagnia di treni australiana, per promuovere la sicurezza sui mezzi e nelle stazioni, il cui ritornello mi sembra davvero adatto all’occasione

 

 

Angolino di IMma

Ungheria, fatti da parte (più o meno), c’è un nuovo sceriffo in città! Ed è arrivato a cavallo di un pony rosa! xDD

Scherzi a parte, spero che vi sia piaciuta l’entrata in scena di Polonia, così come i commenti alla scenetta spamano. Nel caso Belgio fosse il vostro personaggio del cuore sappiate che non avevo (ne ho per il futuro) cattive intenzioni nei suoi confronti. Volevo solo giocare un po’ con il paradosso di essere allo stesso tempo shipper e parte del fandom. Non temete, non sarà la sola a dover scegliere tra amore e feels…

Vi aspettavate Spagna come prima eliminazione? Il capitolo era di una lunghezza accettabile? (Volevo scrivere di più, ma la scena dell’eliminazione spagnola mi ha preso più spazio del previsto, per cui poi avrei dovuto troncare a metà l’altra scena a cui avevo pensato e non mi andava...)

Fatemi sapere le vostre opinioni con una recensione o un commento privato, mi fa sempre piacere vedere se le mie fic sono apprezzate o no ;)

Saluti

IMma

PS E come sempre grazie a Lady White Witch, inesauribile fonte di idee, spunti e suggerimenti per questo piccolo delirio di fic xD

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

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Capitolo 4 - Di cadute e martiri

 

-Grazie di NON avermi avvertito, eh…- disse Corea, entrando come nulla fosse in aula informatica sotto lo sguardo assassino di Taiwan. Il tutto mentre Elizaveta verificava che Eduard fosse solo svenuto e non li avesse definitamente abbandonati per via di un infarto.

-Chi diavolo lo ha chiamato?- si sentì sibilare dalla taiwanese.

-Seguo Polonia su Twitter.- si giustificò il nuovo arrivato, ricevendo un cenno di approvazione da quest’ultimo. –Tutti i tweet taggati #shipcave non passavano inosservati…-

-Ship-caverna? Carino…- commentò Estonia tornato in se, sotto lo sguardo allibito di Lituania. Nel frattempo Elizaveta di era avvicinata a Corea con aria non dico minacciosa, ma molto seria.

-Quindi?- chiese, lasciandolo basito, alla ricerca del senso di quella domanda.

-Quello che, tipo, sta cercando di dirti…- intervenne Feliks, in difesa del suo follower, in nome dell’istintiva solidarietà fra fanboys -…è che qui la situazione è calda. Molto calda. Non siamo qui a fangirlare e basta, stiamo lavorando!-

-Esatto…QUINDI, se hai intenzione di renderti utile, puoi rimanere, altrimenti quella è la porta!- concluse Ungheria, ricevendo un modesto applauso dalle truppe.

-Ho sentito che Giappone è impegnato sul campo, giusto?- chiese maliziosamente il coreano.

-E allora?-

-Potrei fare le fanart…- disse, estraendo dalla cartella la sua fedele tavoletta grafica.

-Oh, si!- esclamarono Ungheria e Polonia.

-Quelle di Kiku sono meglio.- borbottò invece Taiwan.

-Ma no, ma no… come pubblicità andranno benissimo, tipo, faranno esplodere l’internet!-

-Mi raccomando, fai quelle fanart tue specialissime.- le labbra di Elizaveta si arricciarono per un momento, come quelle di un sommelier in piena degustazione, per poi allargarsi in un sorriso, mentre gli occhi scintillavano di bagliori brillantinosi. --Quelle dove li infighisci dieci volte di più di quanto non siano già, come solo tu le sai fare…-

-Ehm… ok, ma… quando dici che devo infighirli che intendi esattament…-

E… la fujoshi impazzita tornò in tutto il suo inquietante splendore. Afferrò il coreano per il colletto della camicia e sollevandolo da terra, avvicino il suo volto al proprio per fissarlo meglio con il più preoccupante degli sguardi.

-INTENDO DIRE CHE DEVONO USCIRTI FIUMI DI SANGUE DAL NASO MENTRE STAI ANCORA DISEGNANDO! SE RIESCI AD USARE LA MANO SINISTRA PER QUALCOS’ALTRO CHE NON SIA FICCARTI UN FAZZOLETTO NELLE NARICI, ALLORA NON STAI FACENDO IL TUO LAVORO COME SI DEVE! CHIARO?-

-C-cristallino.-

-Ed ora attacca quella cosa al computer e dammi uno Spagna con la maglietta bagnata che salta addosso a Romano… perché il mondo ne ha bisogno!-

-Signorsì signora!-

-E già che ci sei prepara due stamps, che quelle su DeviantArt vanno sempre…-

---

-Ho sentito dei rumori!- Prussia caricò la pompa del fucile ad acqua, imitato da Giappone. Canada si affacciò al suo angolino per confermare di essere in posizione, mentre gli altri due si nascondevano dentro la prima aula sulla destra. Il team leader fece al volo il segno dell’ok al sottoposto in appostamento, confondendolo.

Matthew dopo esserselo fatto scivolare da una mano all’altra un paio di volte, riafferrò saldamente il fucile, riaccostandosi al muro e spiando dal vetro chi fosse in arrivo. Vide una sagoma dalle spalle larghe, e con i capelli biondi tirati indietro, seguita a ruota da una più bassa, dai capelli castani, che più che avanzare salterellava. Solo due, e facilmente riconoscibili.

---

-Cambia camera SUBITOIMMEDIATAMENTEORA!- gridò Ungheria ad un Estonia ancora pallido e frastornato, ma già attivo e stranamente zelante.

-GerIta inquadrata.-

-Zooomma.-

-Va bene così?-

-Si, si vede abbastanza bene che Ludwig è arrossit…guardateli! Camminano a braccetto! WAAAH!-

-Ma quanto possono essere fluff? Quanto?- chiese Taiwan, dimenticandosi di come Corea la stesse punzecchiando con la penna della tavoletta olografica. Anche quest’ultimo venne inevitabilmente attratto dalla scena come una falena dalla luce alogena blu.

Belgio sorrideva con il volto di una gattina sazia di latte, Polonia era tutto un programma, con la sua frenetica attività di screencaps, e persino Lily si era concessa un sospirone sognante.

---

Alle spalle di quella che non esiteremmo a definire una coppietta felice, circondata da nuvolette rosa e praticamente estraniata da quella che era la situazione, il rumore di una porta che sbatteva ruppe l’idillio.

-Ve!-

Italia si aggrappò istintivamente a Germania, facendo persino cadere la sua pistola ad acqua, mentre il teutonico, dai riflessi più pronti, si era ricordato in un battibaleno dell’arma nelle sue mani, impugnandola e puntandola contro Prussia e Giappone.

Due contro uno, per di più intralciato dall’avere un compagno aggrappato al braccio, stile fidanzatina nel tunnel degli orrori. Sarebbe stato uno scontro decisamente sleale, ma per fortuna qualcosa intervenne a controbilanciare la situazione. E con “qualcosa” intendo l’onda d’urto inarrestabile di feels di fronte a quella scena, in grado OVVIAMENTE di far sragionare chiunque avesse un cuore di fanboy in corpo.

-Niente di personale West, ma credo che sarò costretto a…-

-PRUSSIA-KUN, FERMATI! NON…- Giappone frappose un braccio al mirino dell’arma di Gilbert. Aveva un’espressione determinata, nel voltarsi verso quel team leader che stava tradendo, in nome di una causa più grande. L’amicizia? No, ovviamente lo shipping! -… INTERROMPERE UN MOMENTO DEL GENERE, è TROPPO BELLO PER ESSERE VERO!-

---

-Parole sante, Giappone, parole sante.- commentò tra se e se Ungheria, assistendo alla scena dalla sala informatica.

---

Kiku buttò all’aria la sua arma ed imbracciando la macchina fotografica iniziò a scattare in sequenza da varie angolazioni.

-Davvero? No dico… davvero?- chiese Prussia, passandosi una mano in faccia.

-Ve, mi ero quasi spaventato!- esclamò Italia ridendo –Guarda! Giappone ci fa le foto. Sorridi!- aggiunse avvicinando il suo viso a quello di Ludwig fino ad essere praticamente guancia a guancia (differenza di altezza permettendo) ed avendo pure il coraggio di invitare il tedesco a sorridere.

-Giappone, smettila immediatamente, non c’è nulla da documentar...-

-Perché sei tutto rosso? Non ti senti bene?- chiese l’italiano voltandosi e osservando l’altro con i visi ad un millimetro di distanza. (A qualcuno sembrò di sentir risuonare, dal piano superiore, un “NOW KISS!”)

Avete presente la voglia di morire? Ecco, più o meno Ludwig provava qualcosa del genere, ma si sarebbe accontentato anche di essere eliminato dal gioco dal fratello che, invece, adesso aveva iniziato a godersi a sua volta la scena con un ghignetto fastidioso che avrebbe proprio meritato un cazzotto. Gliene aveva dato uno, una volta, per molto meno. Qualcosa riguardo un boccale di birra, gli pareva.

Il tutto fin quando un sibilo gelido non ricordò a tutti che c’era qualcun altro in quella squadra. Qualcuno che non avrebbero DECISAMENTE dovuto sottovalutare. L’aria era come cristallizzata da quello spiffero, proveniente da chissà dove, mentre Prussia sbiancava, voltandosi al rallentatore, e l’ombra di un’alta sagoma iniziava ad incombere su tutte la scena.

-Zdravstvuyte.-

E con quel simpatico saluto, ed un colpo alle spalle, Russia eliminò Giappone dal gioco, per poi voltarsi a guardare verso il prussiano.

---

-Nooooooo! Perché? Nihon!!!!!- gridò Taiwan piangendo ed aggrappandosi allo schermo. Corea osò ridacchiare, prima di ricevere un pugno in piena faccia e rimbalzare “casualmente” sulla padella di Ungheria.

-Vergogna. Disonore su di te! Lui è un MARTIRE!- lo rimproverò, per poi voltarsi verso lo schermo ed eseguire un saluto militare. –Sarai ricordato con onore dalle milizie fujoshi di tutto il mondo, Giappone.-

Liechtenstein si asciugò una lacrimuccia, mentre Belgio e Polonia rincuoravano Mei.

-Ma se lo ricordano che non è morto per davvero?- chiese sottovoce Lituania ad Estonia.

-Ragazze, vedo della RuPru in avvicinamento…- disse il coreano, per cercare di distrarle.

-DOOOVE?- Tutte tornarono in posizione. In nome del sacrificio di Giappone dovevano andare avanti. The show must go on.

---

Il sorriso si allargò sul volto paffuto del russo, mentre ricaricava la pompa del fucile ed acqua.

-Non mi avrai così facilmente!- esclamò la prossima vittima designata, con un rapido scatto, riparandosi dietro Kiku, irrigiditosi sul posto con un’espressione completamente annichilita, nell’atto di prendere coscienza del modo disonorevole con cui si era lasciato sconfiggere. Nel frattempo Italia e Germania avevano avuto modo di ricomporsi. Italia aveva raccolto la sua pistola e adesso, imitando i suoi compagni, la stava puntando verso Prussia, sebbene senza molta convinzione. Sembrava più preoccupato di tenersi a distanza dall’aura oscura di Russia.

-Kolkolkolkolkol.-

E così scattò un avvincente inseguimento tra Gilbert e Ivan, apparentemente una ritirata del prussiano che però, nonostante il fiatone, insisteva nel definirla “ripiegamento strategico”. Italia e Germania, invece, pensarono di abbandonare temporaneamente la lotta per occuparsi di Giappone, sorpreso a tentare il seppoku con un righello trovato a terra.

---

-Seguiliseguiliseguili…- ripeteva come un mantra Belgio, mentre Ungheria tentava, con scarso successo, di arginare l’onda anomala di commenti e reblog su Tumblr.

Estonia tentava come poteva di cambiare camera tenendo il loro passo, Lituania mormorava una preghiera silenziosa per chiunque fosse finito tra le mani di Russia in passato e in futuro, e polonia sclerava come in pochi erano capaci di fare.

-E adesso vienimi a dire “RoChu”!- esclamò Corea, sollevando il monitor e sbattendolo in faccia a Taiwan.

-Questa è solo attrazione sessuale, la mia OTP non si batte!-

-Ahahah.-

-Io non parlo con un idiota che shippa Ameripan!-

-Di sicuro funzionerebbe più di te e Giappone. Sai che palle voi due, in coppia.-

-Sai cosa… ti auguro che la RoChu diventi canon e che la gente inizi a shipparti con Bielorussia!-

-Ridillo, e ti ritroverai il più grande flash mob di Gagnam Style al mondo nella tua capitale!-

-E-ehi, andateci piano con le minacce…- tentò di intromettersi Estonia, visto che da parte del coreano si stavano toccando vette DAVVERO eccessive.

-ORDINE!- gridò Elizaveta, ottenendo un silenzio assoluto, mentre Eduard si rannicchiava in un angolino a deprimersi per la poca considerazione che riceveva.

-Non volevo arrivare a tanto, ma è il momento di fissare delle regole, o qui non riusciremo più a combinare niente.-

Tutti si fecero attenti.

-Prima regola del club fujoshi…-

-…non parlare del club fujoshi?- chiese scandalizzato Polonia.

-Non proprio… ma non geotaggarti, siamo già troppi e se entra qualcun altro ci giochiamo definitivamente il tecnico.- disse l’ungherese, posando una mano sulla spalla di Estonia, che si rigirò borbottando un grazie, ma rimanendo nel suo angolino a fare circoletti col dito.

-Seconda regola: a casa sua ognuno shippa quello che vuole e noi non siamo qui a giudicare o a bashingare. Vale anche per te, Mei.-

Tutti annuirono. La taiwanese sbuffò, per poi acconsentire di malavoglia a tendere la mano al coreano, per una stretta di riappacificazione.

-Ci stiamo, tipo, perdendo delle perle per colpa vostra. Mi hanno appena fatto notare su Facebook che “Non mi avrai così facilmente!”. No, dico, citazione testuale!-

-Avete ragione, è il momento di concentrarsi su ciò che è davvero importante.- concordò Taiwan, lisciandosi la gonna e tornando a sedere.

-E cioè… fan art RuPru come non ci fosse un domani!- completò la frase Corea, mettendosi al lavoro.

Elizaveta deglutì mentre il suo sorriso vacillava per un istante.

---

Gilbert era quasi arrivato a svoltare l’angolo, quando scivolò, perdendo l’equilibrio e finendo carponi sul pavimento. Il che fece guadagnare abbastanza terreno al russo, pronto ad afferrarlo… per le spalle, ovviamente, e trascinarselo dietro come piccolo trofeo della vittoria. Ah, già, non prima di averlo colpito col suo fucile ad acqua (su cui Polonia, ai piani alti, non aveva potuto trattenere una battuta, atta a sminuire in proporzione i famosi cinque metri prussiani). Il modo in cui Gilbert ansimava per la corsa non aiutava a placare i pensieri sadici (e forse poco casti) dell’altro. Tuttavia l’albino si riprese appena in tempo, e con prontezza rotolò su un fianco, sfuggendo al placcaggio del russo. Non sarebbe però riuscito ad evitare il getto del suo fucile se non fosse stato afferrato al volo per un braccio da qualcun altro.

Si era completamente dimenticato dell’altro suo sottoposto, in agguato alla svolta. Aveva avuto fortuna.

-Tutto bene?- chiese Matthew.

-Ja, ma non abbiamo tempo da perdere in chiacchiere. Quello la fa un culo a tutti e due se ci trova.- fu la risposta stizzita di Prussia mentre si rimetteva in piedi e precedeva Canada verso le scale, trascinandolo per il polso. Con grande sorpresa di Matthew non salirono al piano superiore, ma si nascosero nello stesso androne dove avevano elaborato il primo piano.

Entrambi in silenzio, appiattiti contro il muro, mentre una vocina soffice ed inquietante chiamava Gilbert con insistenza, il cielo si oscuraba improvvisamente e da chissà dove venivano le note distorte di un inquietante carillon… o forse quelle le sentiva solo Prussia nella sua testa, ma dettagli. Vista la presa incerta di Matthew sul fucile, stese un braccio premendogli l’arma contro lo sterno, mentre si voltava per fargli cenno, con un dito sulle labbra, di tacere.

Canada smise praticamente di respirare e forse per questo, o forse per il calore proveniente dalla caldaia li vicina, sembrò avvampare vistosamente.

---

Tutti i buoni propositi di Ungheria erano andati a quel paese in quel preciso momento, dato che sapeva benissimo cosa sarebbe successo.

-No. No. No. Ti prego. No. Non… no!-

-Cosa?- chiese stupidamente Polonia.

-Tumblr si sta ammutinando!- sbraitò Ungheria afferrando i bordi della postazione a cui il ragazzo era seduto e rovesciandogli praticamente il banco addosso. –Come si fa a shippare persino quei due. Prima di oggi non si erano neanche mai parlati! E, prima che lo diciate, NON la sto prendendo sul personale. La RuPru non la approvo, ma la capisco, insomma… cinque minuti e stavano già sfiorando il raiting rosso, ma non è possibile che il server crashi per un rossore che a malapena si è visto!-

Niente… quella combo era stata micidiale persino per una grande come lei.

Tutto il discorso era stato fatto continuando a percorrere la stanza a passi lunghi e distesi, circondata da fiamme spuntate dal nulla, e tirando pugni suo tavoli. Tanto che Estonia stava considerando l’ipotesi di riprenderla e offrire la scena in pasto a youtube, perché ne facessero millemila parodie.

-Dai, tipo, non prendertela… è Tumblr!- ebbe il coraggio di dire Polonia.

-Si ma capisci che la vivo male, cioè, fino ad ora è stato il mio sito, il mio stile di vita e adesso… lo so che c’è gente che shippa addirittura Islanda e un frigorifero ma questo è… è… diverso.-

Gentilmente il ragazzo esercitò un po’ di pressione sulle sue spalle facendola sedere. Poi ruotò la sua sedia e con aria professionale, indossando un paio di occhiali finti e accavallando le gambe, prese un block notes dai fogli color rosa pallido.

-E… come ti senti a riguardo?-

-Tradita, capisci? Io ricevevo commenti sull’askblog PruHun, capisci? Mi avevano assegnato pure un tag personalizatto: #truehungary… - e intanto l’altro scriveva, tirandosi su gli occhialetti finti, di tanto in tanto.

“Si curano tra di loro?” si chiese Toris, sbattendo un paio di volte le palpebre. Di sicuro quello spiegava moooolte cose. Così, rimase li a guardare, mentre Feliks lasciava poggiare la testa dell’ungherese sulla sua spalla e questa, singhiozzando, canticchiava qualcosa tipo “tumblr fandom style”. Corea si commosse.

 

 

 

 

Angolino di IMma

Ed il “team fandom” è finalmente completo! Mancava un creativo, no? Speriamo solo che non dia troppe noie a quella bella peperina di Taiwan…  del resto si può sempre trovare un compromesso, giusto? *coff coff* RusAme *coff coff*. Non stupitevi neppure del cedimento del Sommo Generale Ungheria. Ve l’avevo detto che ci sarebbero stati altri problemi, ma lei è una tosta, è la nostra eroina e si riprenderà, in qualche modo.

Quanto alla battaglia vera e propria, spero che l’azione di oggi non sia stata completamente sommersa dallo strabordante sottofondo di feels, soprattutto perché c’è chi si è immolato per la causa (onore a te, Nihon!), e perché ho veramente dato del mio peggio, nell’ultima parte. (lo shippo con troppa gente, Prussia… u.u)

Saluti

IMma

PS Approfitto di questo spazietto per farvi sapere che ho indetto un contestuccio sul forum. Una bazzecola, giusto se avete voglia anche voi di fangirlare un po’ in libertà alla maniera di Ungheria e co. Vi lascio il link cosi… magari…

http://freeforumzone.leonardo.it/d/11172061/Holy-ship-Hetalia-Free-contest-/discussione.aspx

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 


 

Academy WWW (Water World War)

Capitolo 5 – Di nuove amicizie, yandere anonimi e fratelli in affari

Ivan era tornato dai suoi compagni di squadra. Il suo consueto e largo sorriso era palesemente incrinato dalla delusione e nella sua voce soffice parve a entrambi di avvertire una punta di malinconia, mentre annunciava di aver perso di vista Prussia. Germania sospirò di sollievo, mentre la testa di Italia faceva capolino da dietro la sua spalla.

-Non vogliono più giocare con me. Succede sempre così…- borbottò quest’ultimo, con gli occhi bassi, rigirandosi il fucile ad acqua tra le mani.

-Oh, ma non è vero!-

-Italia?-

-Stiamo ancora giocando, no? Adesso dobbiamo cercarli, come a nascondino!-

-I-italia, non dovresti istigarlo…- sibilò tra i denti Ludwig, indirizzato all’orecchio destro dell’italiano che, però, o non recepì, o decise di ignorare, sbucando completamente fuori dalla propria trincea umana e sorridendo con entusiasmo.

-Oh, è vero!- confermò, dopo aver rimuginato un attimo, Ivan –Ma se poi non vogliono più, comunque?-

-Ma che dici, perché non dovrebbero?-

-I-ITALIA…- cercò di intervenire nuovamente Ludwig, preoccupato da come Feliciano sorridesse con l’aria più tranquilla e socievole del mondo, apparentemente senza più il minimo timore e azzardando addirittura una pacca di incoraggiamento sul braccio di Russia. In nome di tutti i BUND, che diavolo stava succedendo?

-Nessuno si è fatto male, ed è stato divertente, quindi è un problema che non esiste, ve!-

-Aspetta, mi stai dicendo…- chiese Ivan, grattandosi perplesso la nuca -…che per far si che una persona voglia di nuovo giocare con te, bisogna giocare senza farsi male?-

-Beh, ovvio, altrimenti che gioco è?- chiese a sua volta Feliciano, inclinando la testa come a far spazio ad un enorme punto interrogativo all’altezza della tempia.

-E allora quando giocavamo da piccoli?- chiese sinceramente confuso Ivan.

-Q-QUELLO ERA FARE LA GUERRA!- commentò trasecolato Germania, che tentava a fatica di riannodare i fili di quella conversazione completamente surreale.

-Ed è una cosa brutta.- Aggiunse Italia, arricciando un po’ le labbra e agitando un ditino ammonitore in segno di diniego.

Ora… non è che quel discorso convincesse COMPLETAMENTE Russia, ma più ci rifletteva più si rendeva conto che, effettivamente, Italia era quello che non aveva quasi mai fatto male ad una mosca, ed era praticamente amico di tutti. Tanto valeva dunque provare quel suo strano metodo, visto che aveva aderito al gioco solo per cercare, finalmente, di fare un po’ di amicizia.

-Ok, capito.-

-Allora andiamo!- esclamò allegro Feliciano, avviandosi quasi a saltelli lungo un altro corridoio, che portava all’ingresso principale della scuola. A seguirlo per primo fu proprio Russia, mentre Germania era ancora troppo sotto shock per essere reattivo. Che Italia fosse riuscito in una specie di miracolo, ossia spiegare a Russia come giocano le persone NORMALI?

-Scusa, ma…e America?-

-Come?-

-Dico, America… io e lui giochiamo con le mazze e i tubi, e le pistole praticamente tutti i giorni…-

-Ehm… non basarti su di lui.- fu tutto quel che riuscirono a rispondere entrambi i compagni di squadra, lanciandosi un’occhiata imbarazzata a cui sarebbe mancata solamente una gocciolina calante sulla fronte.

---

-Ok… non ho la più pallida idea di cosa diavolo abbia appena visto.- riuscì finalmente ad articolare Ungheria, pallida come un lenzuolo e accasciatasi su una sedia accanto ad Estonia, con la mascella praticamente disarticolata e le braccia che minacciavano di strisciare al suolo.

-Nemmeno io: condivido completamente il tuo… qualsiasi cosa tu stia provando in questo momento.- fu il commento di Eduard, nelle stesse identiche condizioni.

-Come diavolo è possibile che di colpo quell’individuo mi faccia quasi tenerezza?- aggiunse l’ungherese, cercando inutilmente uno sguardo meno confuso del proprio, e trovandolo in Feliks.

-Sono i poteri moe di Feli, Liz! Tipo, è totalmente ovvio: renderebbero adorabile chiunque!- spiegò pazientemente il polacco, mentre tirava degli schiaffetti a Lituania, nel tentativo di farlo riprendere dallo shock.

Il resto del gruppo tirò un sospiro di sollievo di fronte all’unica spiegazione possibile, per poi tornare al lavoro.

-Basta che adesso non perda troppo tempo per questa causa persa, trascurando Germania. No, perché, non abbiamo ancora avuto quel bacio…- borbottò Mei.

-Speriamo di no.- rincarò Lily, riprendendo a navigare tra le fanart GerIta.

Belle si voltò verso di lei, sorridendole. Avevano avuto poche occasioni di chiacchierare, ma la trovava così adorabile. Anche se stavano lavorando per una nobile causa, nessuno vietava di fare due chiacchiere, giusto?

-Ehi, posso chiederti una cosa?-

-Uhm…certo.-

-Come hai convinto Vash a lasciarti partecipare a… beh… QUESTO!- chiese la belga, allargando le braccia ad abbracciare i monitor pieni di commenti equivoci, link r18 e fanart a tema magliette bagnate.

-Beh, all’inizio non era proprio d’accordo, però…- si guardò intorno, prestando particolare attenzione alla posizione di Polonia. Abbassò ancora di più la voce, costringendo la belga ad inclinarsi per sentirla –Ecco, devi sapere che…-

---

-A proposito… grazie del salvataggio.-

-D-d-di niente, f-figurati.-

No, Canada non era decisamente abituato a sentirsi rivolgere la parola, per di più senza essere confuso con qualcun altro, e ciliegina sulla torta per sentirsi ringraziare. La sua voce, già sottile, si era strozzata nel bel mezzo del balbettio, mentre il suo volto era completamente arrossito.

-Ehi, respira, soldato. Mi servi vivo per la controffensiva!- scherzò Gilbert, divertito dalla facilità con cui il tipo si lasciava mettere a disagio, dopo l’apparente impassibilità di prima. A quanto pareva, sembrava più abituato a sentire robe discutibili che a ricevere complimenti. Era una cosa… carina, in qualche modo. Un po’ buffa, anche.

Matthew intanto avrebbe voluto farsi ingoiare da una voragine del terreno. Per la prima volta era riuscito a farsi notare da qualcuno, e l’unica cosa che riusciva a fare era apparire goffo. Perché era così a disagio a parlare con Prussia? Insomma, prima c’era anche Giappone e si sentiva molto meno imbarazzato che adesso, che aveva a che fare solo con lui. Già, erano soli. Letteralmente. Quel corridoio era praticamente deserto. A pensarci bene non avevano incrociato quasi nessuno, eccetto altri giocatori, per tutta la scuola.

-N-non è strano?- si domandò, tra se e se.

-Cosa?- chiese Gilbert, convinto che l’altro non potesse che rivolgersi, ovviamente, alla sua magnifica persona.

-Magari è una stupidaggine, ma… pensavo ci sarebbe stato più movimento, oggi. Insomma… è l’ultimo giorno di scuola e ci hanno anche lasciati liberi… mi chiedevo: dove sono tutti quanti?-

 

Intanto, proprio sopra le loro teste, di fronte all’ingresso dell’aula magna, si consumava un litigio che avrebbe potuto dare risposta a tutte le loro domande.

-Cosa? Ma è un furto!- protestava Seychelles.

-Ti sbagli, è la legge della domanda e dell’offerta. Tre quarti dell’istituto vuole seguire l’evento, la metà ha provato a farlo usando il cellulare e facendoselo, nella maggior parte dei casi, sequestrare dai professori… hai idea di che numeri stiamo parlando? Attualmente questi biglietti avrebbero un valore di mercato anche più alto, ti sto venendo incontro.-

Ebbene si. Neanche il carattere forte della ragazza poteva nulla contro la logica ferrea (e commerciale) di Vash Zwigli. Se non altro non le aveva puntato contro il fucile, cosa che non aveva mancato di fare contro Sealand, quando quest’ultimo aveva provato a sgattaiolare gattonando all’interno dell’aula.

-Ma io ho lasciato il portafoglio in classe al piano di sotto…- cercò di spiegare, facendo intanto contorsioni per sbirciare lo schermo gigante su cui si stava proiettando la diretta della battaglia. -…non posso pagarti alla fine? Hai idea di cosa mi sto perdendo?-

Niente. L’espressione dello svizzero rimase quella seria e aggressiva da “paga o smamma”. Probabilmente Seychelles a quel punto si sarebbe arresa, se non avesse sentito una mano posarsi leggermente sulla sua spalla con due rapidi tocchi. Voltandosi si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo dai capelli castani e con un bizzarro ricciolo squadrato.

-Se la signorina permette… vorrei invitarla allo spettacolo.- disse, salutando con un sorriso Vash che, ovviamente, non ricambiò. Il tutto mentre un tremante e raggomitolato Sealand gli sibilava contro “traditore, avevi detto di non avere spicci…”.

-Tu saresti?- chiese la ragazza confusa. Aveva un aspetto che le ricordava un po’ Italia, ma ovviamente non poteva essere lui.

-Principato di Seborga- si presentò, facendole l’occhiolino -e tu devi essere Seychelles, giusto? Francis mi ha parlato un sacco di te… però aveva torto: sei ancora più carina di quel che mi aveva detto!-

La ragazza distolse lo sguardo imbarazzata dai complimenti, e dal fatto di non averlo mai sentito nominare.

-Lui è una micronazione, fratello di Italia, che come lui non sa rispettare gli spazi altrui ed i limiti di proprietà.- spiegò a suo beneficio il biondo svizzero - Ed ora dimmi se entrate o meno, così possiamo ricominciare a far scorrere la fila.-

“Ah, ecco…” pensò la ragazza, capendo tutto in un colpo il perché della somiglianza ed anche del disinvolto tentativo di aggancio. Ovviamente aveva intenzione di rifiutare. Non accettava inviti dagli sconosciuti. Però, sull’angolo dello schermo che riusciva a vedere erano apparsi Germania ed Italia, una delle sue innumerevoli OTP. Quanto era difficile, la vita di una ragazza!

---

- Belle! Niente distrazioni! Aggiorna me, se ce n’è bisogno.-

-Scusami.- disse la ragazza belga, tornando a ticchettare sui tasti. –Sto arginando una shipwar. Adesso gli animi sembrano essersi calmati… ma inizio a stufarmi di questa gente che mi fa bashing per il puro gusto di farlo.-

Lily le diede una comprensiva e delicata pacca sulla spalla. Appena il Generale Ungheria fu di nuovo distratto, le due tornarono a parlottare. Avevano scoperto di avere molto in comune. Ad iniziare da due fratelli molto affezionati, troppo protettivi, ma manipolabili con particolari tattiche.

-Davvero? Una proiezione in aula magna?- ridacchiò appena. –Sapessi cosa si è inventato Olanda, invece. Appena ci sarà occasione, vedrai con i tuoi occhi!-

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Dopo l’increscioso “incidente” che aveva coinvolto Spagna il team capitanato da Inghilterra aveva deciso (quasi) pacificamente di dividersi. Erano pur sempre in guerra contro altre tre squadre agguerrite… vincere in solitaria sarebbe stato molto difficile, così Cina aveva valutato più conveniente lasciare che quel teppistello smaltisse un po’ il numero degli avversari per lui. Tanto più che poteva anche essere eliminato da qualcuno degli stessi. In sintesi, Cina era passato dai propositi feroci di prima, ad una più pacata attesa che l’orribile karma dell’inglese facesse il proprio lavoro e lo fottesse in sua vece…

Ovviamente, nell’attesa, non se ne stava con le mani in mano. Si era recato di corsa alle macchinette automatiche, nella speranza di trovare rifornimento per la propria arma, scoprendo con sorpresa e orrore che tutte le bottigliette di minerale e frizzante erano state già prelevate, e non rifornite. Così, con la sua arma ancora mezza carica, aveva deciso di appostarsi in un anfratto tra il distributore ed il muro, convinto che, presto o tardi, qualcuno avrebbe avuto la sua stessa, vana, idea.

Le vittime non tardarono molto a palesarsi. Dapprima ne udì le voci. Tre. Accidenti, non aveva calcolato di affrontare una squadra ancora al completo. Fortunatamente, però, non si trattava proprio di un tre contro uno. Un “Ve!” esclamato con tono infantile e spensierato fece capire a Cina che, tutto sommato, uno degli avversari non sarebbe stato troppo temibile. Rimaneva il fatto che Germania e Russia, invece, fossero ossi duri.

Ormai, però, non poteva più tirarsi indietro, i nemici si avvicinavano minacciosi.

-Ve, chi ha voglia di uno spuntino?-

Beh, più o meno…

-Non mi sembra il caso di perdere tempo in questo modo.-

-Su, su, Germania, non essere sempre così serio!- disse Italia tentando di spingerlo verso il distributore automatico, senza troppo successo visto il divario di forza fisica. Inaspettatamente, in suo soccorso, arrivò una mano di Ivan che, con un sorriso tanto apparentemente sincero, quanto notoriamente inquietante ed imperscrutabile, prese a spingere con una mano sola il teutonico nella stessa direzione. Una spinta molto energica, tanto da spostare Ludwig di un buon metro. Italia gli andò dietro trotterellando, sotto lo sguardo divertito di Ivan che, quando Feliciano si voltò a guardarlo, fece il segno di un pollice alzato.

---

-Raga… ma non è che pure lui li shippa?- si chiese giustamente Mei, di fronte a quella scena.

-Ah, ormai non mi stupirei più di niente…- commentò Ungheria. –Comunque stavolta non posso che approvare. Guarda che carini. Lud, offrigli subito qualcosa, qualsiasi cosa, anzi, offrigli direttamente…-

-Raiting!- avvertì Belle, frenando appena in tempo la lingua della fujoshi suprema.

-Ehi, solo io posso, tipo, commentare porcate qua dento!- protestò anche Polonia.

-Ma quello non è Cina?- chiese invece Corea, con gli occhi appiccicati al proprio schermo.

-NO!-

-Oh, si…-

-NO! Non può rovinare un momento del genere!- protestò Mei assistendo allo sbucare proprio di Cina dal proprio angolino, con il fucile già imbracciato e puntato su Germania.

---

-Ti ho preso! Arrenditi, sei mio!-

Esclamò Cina, mentre Germania realizzava con orrore di essere disarmato e pienamente esposto. Questo un attimo prima che un’altra figura si frapponesse nel suo capo visivo. Un’irriconoscibile vocina proferì, molto lentamente.

-Chi avresti preso, tu?-

Istintivamente Germania si era voltato verso Russia che, però, era rimasto con le labbra completamente serrate. Dunque quella cantilena inquietante non poteva che essere uscita dalla bocca di…

---

Polonia sputò istintivamente il succo di pesca che stava bevendo, regalando uno sciampo profumato a Lituania che, però, riuscì finalmente a riprendere i sensi.

-Che cosa significa quella faccia, adesso? Tipo, è totalmente inquietante!-

-Ragazzi, siamo ancora sicuri di chi stia influenzando chi?- fu la domanda allarmata di Belle, di fronte all’inquadratura in primo piano di Feli con gli occhi insolitamente spalancati, vispi, ed un sorriso tanto più largo del solito da sembrare quello disturbante di un clown da film horror.

-Oh-ho…-

-Che significa “Oh-ho”?- chiese Eduard, voltandosi spaventato verso Elizaveta e afferrandola per le spalle.

-Credo che Cina abbia detto la cosa sbagliata…-

-E fin li ci arrivavo anch’io! Ma mi spieghi, tipo, che sta succedendo?-

-Beh, non ne so molto neanche io, i dettagli dovreste chiederli a Turchia, ma… ragazzi, c’è una cosa che non vi ho mai detto su Italia…- esordì seria l’ungherese.

-E cioè?-

-Credo che abbiamo a che fare con uno yandere…-

-Un altro? Ma spuntano come funghi, oggi?- chiese Mei.

-Si! Mi piacciono gli yandere!- commentò esaltato Corea, che, da bravo maschio, non attendeva altro che una deriva splatter per raggiungere definitivamente il nirvana dei fanboys.

---

-I-italia, sei sicuro di sentirti bene?-

-Mai stato meglio, perché?- rispose tranquillamente quest’ultimo, voltandosi sorridente con uno sguardo vacuo che avrebbe gelato il sangue non solo a Ludwig, ma anche a chiunque altro avesse avuto la sfortuna di incrociarlo.

L’italiano tornò a fissare Cina che fece istintivamente un passo indietro, urtando la parete con la schiena.

-Di chi sarebbe Germania, scusami?-

-N-non intendevo in quel senso…- cercò di giustificarsi l’asiatico gesticolando, senza capire esattamente cosa nell’atteggiamento di Feliciano Vargas lo mettesse di colpo così in agitazione.

---

-E… la yandere anonimi ha ufficialmente aperto i battenti.- constatò rassegnata Mei.

-Il fandom italiano è stranamente poco attivo…- annunciò Polonia –Pare che la maggior parte delle fangirl italiane l’avesse sempre saputo, o almeno così scrivono alcune. Altre urlano all’OOC, ma sono spaventosamente in minoranza…-

-Invece su Tumblr la notizia sta facendo BOOM! Cioè, proprio... BOOM!-

---

Annichilito. L’unico aggettivo che avrebbe potuto descrivere lo stato di Germania in quel momento. Da quando quella assurda giornata era iniziata aveva affrontato l’imbarazzo, l’adrenalina, la preoccupazione, L’IMBARAZZO, lo shock… e adesso di nuovo l’imbarazzo, combinato con la rivelazione che tutta la sua vita fino a quel momento era stata una menzogna. Metaforicamente parlando Italia lo aveva trascinato fino a quel momento su un ottovolante emotivo per arrivare a quella curva a gomito e buttarlo giù dalla giostra. Altro che Tumblr… il cervello del teutonico, probabilmente, stava facendo BOOM, sotto gli occhi bianchi e il volto altrettanto cadaverico.

Italia invece sembrava perfettamente a proprio agio in questi nuovi panni, e circondato da una nuova aura, stranamente cupa. Il tutto mentre Ivan si prendeva delle patatine alla macchinetta, per godersi meglio lo spettacolo. Era davvero divertente, quella situazione. Yao aveva la più bella faccia terrorizzata che avesse mai visto.

Yao a quel punto non era più sicuro di dover semplicemente difendere la propria incolumità nel gioco, e dunque preferì scivolare di lato e prepararsi a rispondere a qualsiasi cosa con colpi di kung fu bene assestati. Peccato che, in quel perfetto movimento di lotta acrobatica, qualcosa aveva provveduto a disarmarlo e puntargli due armi (la propria e quella di Yao stesso) contro.

E così, con una doppia doccia e un “ciao ciao” canticchiato con un’intonazione da brividi, si concluse la breve battaglia di Yao Wang.

Ivan battè divertito le mani un paio di volte. Ludwig considerò seriamente l’ipotesi di iniziare ad indietreggiare lentamente, sparire nella rampa delle scale e crearsi una nuova identità in qualche angolo sperduto del globo, e Feliciano tornò a socchiudere gli occhi e assumere la sua naturale espressione pucciosa.

-Ve! Ho vinto! Ho proprio vinto! Mi hai visto, Germania? Mi hai visto?-

Germania era talmente irrigidito che, nel fare segno d’assenso, il suo collo sembrò emettere una sorta di cigolio.

-Ma quindi… spaventarli possiamo!- fu invece il commento entusiasta di Russia.

-Beh, si, quello non credo sia un problema…-

-Yay!-

A quel punto, di fronte a Russia ed Italia che si SCAMBIAVANO UN CINQUE, Germania decise di aver seriamente bisogno di una pausa, e si allontanò con la scusa di andare in bagno, accompagnato dalle raccomandazioni dell’italiano di stare attento.

---

-Disastro. Tragedia. APOCALISSE!- iniziò a gridare Ungheria.

-La fine del fandom è vicina!- si disperò Polonia, in piedi sulla propria sedia come un pazzo da fil apocalittico, mentre Mei gli girava attorno correndo e piangendo. Belle aveva deciso di suicidarsi tramite coma glicemico, e faceva grandi morsi di un panino con una stecca di fondente in mezzo (e due di cioccolato bianco al posto del pane) tra un singhiozzo e l’altro. Lily cercava di fermare la nuova amica, ma senza troppa convinzione. Corea tirava testate contro la tavoletta grafica. Lituania, appena rimessosi in forze, di fronte a quel caos si era rintanato sotto la scrivania insieme ad Estonia, ma iniziava ad essere in qualche modo contagiato dalla folle disperazione regnante.

-Sono pazzi. Siamo spacciati. Moriremo qui dentro!- ripeteva dondolando il busto avanti e indietro.

-Non è detto… forse ho un piano. Ma sarà difficile. Dovrò… andare la fuori.-

-NO!-

-Mi spiace, ma è l’unico modo…-

Detto fatto Estonia si mise in ginocchio e, facendo raggiungere agli occhi la linea della cattedra digitò una serie di numeri sul suo computer, per poi osare di più, stendere il braccio e… bombardare gli schermi collegati con un tripudio di fanart su Chibitalia e SRI.

Fu calma all’istante. Tutti tornarono ai loro posti, ipnotizzati dalla fluffosità dei disegni, con gli occhietti ancora lucidi ed un dolce sorriso in volto.

-Abbiamo sbagliato.- disse seria Ungheria –Ci siamo fatti prendere dal panico, ma… guardate.- Indicò il proprio schermo.

Dopo una pausa di raccoglimento, proseguì.

-Tutto si può risolvere, e non ci fermerà un momento di empisse, o l’ennesimo #mainagioia. Noi siamo fangirls! C’è sempre una speranza per le coppie che amiamo. C’è sempre una speranza per il fandom. E dovremmo essere contente di nuove dinamiche, di nuovi momenti, angst o fluff che siano, persino delle NUOVE COPPIE. Essere fangirl non è solo farsi esplodere le ovaie ogni tre fanart, disidratarsi per un episodio tragico, o giurare vendetta per quel flashback tagliato in quel BENEDETTO e MALEDETTO episodio di San Valentin1... ehm, volevo dire…ah, si: “To be a fangirl is to have hope!”2-

-E-estonia…- balbettò Lituania, sovrastando a fatica il fragore degli applausi -…come facevi a sapere cosa fare? E perché avevi quei file? E soprattutto… p-perché stai applaudendo a-anche tu?-

 

 

 

 

Note fangirlose

1 (Devo davvero spiegarla, questa?) Si riferisce alla striscia finale di Buon San Valentino, tagliata nella trasposizione anime, in cui Germania SEMBRA avere un flashback di Chibitalia… il che sappiamo tutte cosa significherebbe e asfdghjkl! <3

2 La citazione di Ungheria fa riferimento a questo epico video di OnlyLeigh: https://www.youtube.com/watch?v=IErBgfATPTA

 

 


Angolino fangirloso di IMma-chan

Per questo capitolo più che per altri devo ringraziare la collega Lady White Witch, che con il suo costante supporto sopperisce alla mia pigrizia e mancanza di ispirazione. Quel magnifico esemplare di yandere Italia che avete potuto ammirare è tutto merito suo! U.U

E NON sarà questo il plot-twist più sconvolgente di questa storia. Conservate gli "!!!!!1!" per il prossimo capitolo...

Quanto a Russia… in genere non lo caratterizzo così, ma vi ricordo che questa è una storia comica e PARODICA. Se sono andata OOC, è solo in nome dell’effetto comico che volevo creare. NON ODIATEMI/MINACCIATEMI CON TUBI/KOLKOLLATE(?) CONTRO DI ME, PLZ!

Per perdonarmi più facilmente pensate che ho finalmente, e definitivamente, reso Estonia uno di noi! \(*.*)/

Saluti

IMmatura

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Academy WWW (Water World War)


Capitolo 6 – Di retroscena traumatici e casse di pomodori

-Devi per forza starmi incollato al culo?- protestò Romano Vargas, paonazzo per lo sforzo e l’imbarazzo, mentre tentava di spingere quella cassa di legno di almeno un metro d’altezza lungo il corridoio, nella posizione più scomoda ed equivoca possibile.

-Pensavo ti servisse una mano per spingere…- rispose tranquillamente Spagna che, sebbene palesemente fuori gioco, sembrava a dir poco raggiante, ora che era libero di stalkerar… pardon, stare casualmente vicino a Romano in ogni singolo restante momento della giornata.

-Per spingere la cassa, non me! Levami le mani di dosso!-

Evitando di precisare che le sue mani si trovavano in un punto anche abbastanza alto della schiena dell’italiano, Spagna le ritrasse ubbidiente, per poi chinarsi accanto a lui e, aiutandolo, ruotare la testa di novanta gradi esatti per fissarlo. Sorridendo.

-Ma tu non hai un cazzo di meglio da fare?- Sbraitò Lovino, se possibile ancor più rosso di prima, mentre si sforzava di non ricambiare le occhiate dello spagnolo. –Cambiarti la camicia per esempio?-

Già, perché la camicia della loro divisa scolastica, dopo la doccia di fuochi (o meglio, getti) incrociati si era rivelata di un tessuto decisamente più leggero e trasparente del previsto. Una cosa che sicuramente aveva fatto felice Corea, ai piani alti, che non aveva più molto da immaginare per le sue fanart. Un po’ meno Romano, che gliel’avrebbe volentieri strappata di dosso. Per mandarlo a calci in culo a cambiarsi, si intende!

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-Cielo, è troppo… le forze mi abbandonano!- esclamò Mei, sventolandosi con un manga che, dalla copertina, sembrava essere uno yaoi, per poi simulare il proprio scioglimento sul banco.

-Peccato l’interruzione da #mainagioia…- commentò Estonia, ormai perfettamente integrato in quel nuovo emozionante mondo. (Il tutto mentre Lituania dava testate contro il muro, nel tentativo di perdere definitivamente la sanità mentale: se non puoi batterli, unisciti a loro, giusto?)

-Comunque non credo Spagna avesse intenzioni innocenti, tipo, per niente!- commentò Polonia –E Romano, poi… Tipo, gli sbatti totalmente il culo in faccia e vuoi farmi credere che, tipo, non te lo aspettavi? Ma per favore!-

-Oh, voi due! Anche meno: mi sto ancora abituando!- protestò Belgio rivolta allo schermo, per poi voltarsi inutilmente alla ricerca del suo “panino” di cioccolata, saggiamente nascosto da Lily

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-Esattamente… dove la stiamo portando e perché?- provò a chiedere Spagna.

-In cortile, se non c’è nessun altro rompiscatole, adesso.-

-Credo che Inghilterra e Cina abbiano liberato il campo da un pezzo.-

-Ottimo.-

-Lovi… perché sogghigni in quel modo?-

-Perché ho un piano. Aiutami a farle superare il gradino e vedrai.-

Detto fatto, sollevandola leggermente, i due riuscirono a postarla in cortile ed accostarla tra un albero ed un cespuglio. Dopodiché Lovino caricò il fucile ad acqua, ci scivolò dentro e si appostò facendo sporgere solo la canna dello stesso. Sotto lo sguardo perplesso di Antonio.

-Sarebbe questo il piano?-

-Taci, bastardo di poca fede, è un’idea geniale!-

-Beh, se lo dici tu…- disse lo spagnolo, riaprendo il coperchio e facendo per scavalcare.

-Chigi! Che cazzo fai?! Chi t’ha detto che potevi entrare anche tu?-

-Beh, volevo farti compagnia! Tanto ci stiamo, anche se un po’ stretti…-

-Ma anche no!-

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-OH, SI! TI PREGO!- Gridò Ungheria, con l’appoggio collettivo.

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-Ho sentito solo io la voce di qualcuno?-

-Non cambiare discorso, che non mi freghi, fuori dalla mia cassa!-

-Posso rimanere nei paraggi.-

-Puoi fare il cazzo che vuoi, basta che non mi fai scoprire.-

Con queste ultime parole Romano chiuse definitivamente il boccaporto della scatola, pronto a sbucare a sorpresa al momento opportuno. Spagna non poté che accomodarsi a qualche metro di distanza, seduto all’ombra di un albero. Chiuse gli occhi, fingendo di sonnecchiare, così da non dover rispondere ad eventuali bersagli in arrivo. La sua eliminazione gli aveva dato l’impressione di non essere molto bravo a tener nascoste le trappole…

Nel frattempo la buona stella di Romano sembrava essersi risvegliata, nel suo angolino di universo, fornendogli l’occasione di abbattere non un nemico qualunque, ma esattamente il bersaglio che l’italiano aveva in mente dal principio. Si dirigeva infatti verso il cortile, con l’intento di prendere una sana boccata d’aria, niente meno che Germania. Sebbene ancora un po’ pallido in viso, il teutonico stava riacquistando la propria sicurezza e lucidità. Aveva preventivamente caricato il fucile ad acqua prima di varcare la soglia del cortile, puntandolo istintivamente contro la sagoma addormentata sotto un albero (per poi rendersi conto dall’abbigliamento fradicio, che doveva essere stata eliminata da un bel po’). Insomma, era di nuovo in forze. Aveva solo bisogno di un attimo di solitudine per riflettere. Su Italia, principalmente.

Italia che si era trasformato in… qualcosa di non meglio definibile sotto i suoi occhi. Italia che sembrava andare pericolosamente d’accordo con Russia. Italia che…

Italia che probabilmente aveva deciso di precederlo, per verificare la sua reazione, a giudicare dall’enorme scatola di legno con su scritto “Tomatoes” presente (senza alcun motivo logico) in cortile. Tratto in inganno dalla sensazione di déjà-vu si avvicinò. Un istante di esitazione.

“Tutto questo è ridicolo! Bisogna affrontare la situazione!” si disse, afferrando con decisione il coperchio ed esordendo in una frase come “Ti avevo detto di non seguirmi”, che però gli morì in gola al contatto con un getto di acqua gelida direttamente in faccia.

-Beccato, bastardo!- esultò Romano con un sogghigno, pronto a cercarsi nelle tasche un paio di baffi finti per incollarglieli in faccia e terminare di infierire su di lui. Peccato che il bastardo non stesse dando la minima soddisfazione. Sembrava quasi SOLLEVATO di essere fuori combattimento. No, così non andava!

-Che culo! Al primo colpo! Complimenti, eh… non ero sicuro che qualcuno avrebbe abboccato a un trucco così idiota. Certo che hai proprio una patata al posto del cervello!-

Ancora niente, giusto un sopracciglio leggermente aggrottato.

-Sul serio… incazzati almeno un po’. Mi stai rovinando un momento fantastico!-

-Suppongo…- proruppe il tedesco, dopo un tempo interminabile -che avrei dovuto aspettarmelo, visti i precedenti…-

-Già, sei proprio un… aspetta… PRECEDENTI?- chiese sbattendo gli occhi un paio di volte, perplesso.

-Uh?-  fece Spagna, scattando in piedi e confermando lo stupore.

---

-Awwww, ve lo ricordate quel momento, ragazze?- stava commentando intanto Ungheria, circondata da cuoricini colmi di feels, fluttuanti in uno sfondo arcobaleno.

Quattro teste (le ragazze più Polonia) annuirono meccanicamente con un sospiro.

-L’inizio di tutto, che commozione.- riuscì ad articolare alla fine Taiwan, asciugandosi una lacrimuccia.

Corea, rimasto leggermente più neutrale (ma neanche tanto, a giudicare dallo sbrilluccichio nelle sue pupille) invece continuava a seguire la vicenda sullo schermo, notando degli strani cambiamenti negli atteggiamenti dei personaggi.

-Gente, qui sta succedendo qualcosa di grosso…-

-O santo pony, è vero! Romano non ha, tipo, mai saputo fino ad ora la faccenda del primo incontro fra Italia e Germania, lo so per certo! Tipo, totalmente ignaro al mille per mille!-

-Mi stai dicendo, che davvero lui non conosce questa parte della storia?- chiese Estonia.

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La storia, nel frattempo, era stata esposta per sommi capi da Germania, con una punta di imbarazzo, visibile dal colorito sulle sue guance. Le reazioni però erano state ben diverse da quelle del fujoshi club. Antonio si era fatto sempre più preoccupato, voltandosi verso Romano, pronto a placcarlo in caso di reazioni convulse. L’italiano invece era prima rimasto come paralizzato, per poi sgranare gli occhi ed accasciarsi nella sua scatola, colpito allo stomaco dalla CONSAPEVOLEZZA.

-R-romanito…stai bene?-

Se avere il volto pallido e farfugliare parole apparentemente senza senso era stare bene, allora si. Altrimenti l’italiano aveva palesemente l’aria di un individuo sotto shock. Fissava il vuoto e dai denti serrati sembrò uscire un sibilo: “Gliel’ho insegnato io a nascondersi così…”

-Romano, davvero, mi fai preoccupare…- Disse Spagna, affacciandosi sul bordo della cassa solo per vedere l’altro rannicchiato, con le braccia serrate attorno al petto, intento a dondolare e ripetere shoccato:

-…colpa mia. È successo per colpa mia. È successo…-

---

-Povero Romano…- commentò Belgio, mettendosi una mano sul cuore. Vederlo così la faceva stare male.

-Pfff… povero Germania, piuttosto. Voglio proprio vederlo andare da quella furia che è diventato Italia e dirgli: “Sai…è successo… credo… mi sa che ho rotto1 tuo fratello.”- commentò invece il coreano, assetato di sangue, strappando una risatina ad Estonia. Le ragazze erano troppo impegnate ad incitare Spagna a fare qualcosa e prendersi cura del suo tomatino. Cosa che lo spagnolo non tardò a fare, congedando in fretta e furia il terzo incomodo, sinceramente dispiaciuto per il trauma, e sedersi nella scatola di fronte al traumatizzato Romano, cercando di incrociare il suo sguardo. Il volto di Romano tra le mani di Spagna. Un braccio di Antonio che si alzava per richiudere la scatola.

Svenimento collettivo in sala informatica, per epistassi violenta, seguita da deboli lamenti di delusione.

Solo Polonia, debolissimo, ma non del tutto incosciente, con un fil di voce pregò che qualcuno andasse a riaprire quel dannato coperchio, per farlo “almeno morire felice”. (Citazione testuale)

Cosa che Lituania non si sarebbe minimamente sognato di fare. Avrebbe tuttavia tentato di soccorrerlo in qualche modo, se non fosse appena stato schiavizzato da Corea, rimessosi in piedi e decisosi a fare il salto di qualità, illustrando ciò che non poteva essere visto direttamente come olio su tela, per tramandarlo anche ai posteri. Il tutto utilizzando come base un pezzo del telo da proiezioni dell’aula e sfruttando Toris come cavalletto improvvisato.

 

Nota

1 Semicitazione di The Big Bang Theory. Ecco perché Estonia ride…

 

 

 

 

Angolino fangirloso di IMma-chan

Bene, adesso potete urlare quel “PLOT TWIST!!!!1!” che vi avevo detto di conservare. Retroscena mindfuck che non si vedevano dai tempi delle Superchicche, siore e siori! (E non sono certa che sia una cosa di cui vantarmi… ^^”)

Voi non avete idea di come sia stato difficile scrivere questo capitolo, l'ho buttato giù almeno tre volte, ed anche questa stesura definitiva non mi soddisfa fino in fondo. Mi ha fatto piangere il cuore sia eliminare Germania che traumatizzare Romano, ma sono un'autrice imparziale e dovevo riequilibrare un minimo le squadre. Comunque non temete… i personaggi eliminati torneranno in scena per supportare (o sabotare) i concorrenti rimasti di questo Hunger Games all’amicizia (???) e, soprattutto, regalarci tante altre scene da shipping estremo come la spamano di oggi.

Tante emozioni e tante domande ci riserva ancora il destino: Romano si riprenderà per proseguire la battaglia? Le fujoshi si riavranno dal delirio mistico? Chi sarà il prossimo eliminato? Quanto verrà lurida l’opera “d’arte” di Corea?

I concorrenti sono rimasti in sette, il prossimo capitolo sarà il “giro di boa” per questa piccola avventura. Non posso esimermi dal ringraziare tutti coloro che hanno recensito/seguito/ricordato/preferito questa storia finora e cioè:

Lady White Witch (comandante in seconda di questa nave impazzita), Classicboy, Rapidash, Jordan Hemingway, summerstar, Feliks The Phenix, LizzieLu, Princess of Guns, lady alecto, Princess Vanilla, jayne_blindford15 (di cui spero di aver scritto bene il nickname…),  Angel_chan, Cocol_Sasso_97, artistamatta, iris dedivitiis, lastangel, Sayoran, Ghegghe, Claireroxy, chack99, Dark_Chocolate, Generale Capo di Urano (forse collega del Generale Ungheria?), Hiyo, Amnesia (con nel nick delle stanghette che non so fare T.T), giascali, l i b r a r i a n, MysteriousLabyrinth, rosalia387, Soleil Jones, Tangila, uomi_hime, _R_chan

Saluti a tutti e ai prossimi capitoli

IMmatura

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