LA VERA STORIA DI DRAGON BALL

di Veggie12775
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO UNO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO DUE ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO TRE ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO QUATTRO ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO CINQUE ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO SEI ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO SETTE ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO OTTO ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO NOVE ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO DIECI ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO UNDICI ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO DODICI ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO TREDICI ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO QUATTORDICI ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO QUINDICI ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO SEDICI ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO DICIASSETTE ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO DICIOTTO ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO DICIANNOVE ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO VENTI ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO VENTUNO ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO VENTIDUE ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO UNO ***


Questa fanfiction l'ho scritta insieme ad una mia amica diversi anni fa ed è la prima di una saga.
Questa prima fanfiction ripercorre piuttosto fedelmente la serie Dragon Ball in cui in pratica ci sono solo un po' di aggiunte romantiche fra la mia coppia preferita Vegeta e Bulma, pensieri e momenti che i due trascorrono insieme che non vengono mostrati nel cartone animato.
Le altre fanfiction che compongono la saga, invece, hanno una trama un po' più originale con protagonisti sempre il principe dei Saiyan e la sua bellissima moglie.
PRIMO CAPITOLO “Ciao bella creatura dalle morbide forme, che bella sorpresa! Che ci fai qui?” chiese Genio appena vide la splendida ragazza dalle lunghe gambe snelle e con il seno prosperoso che fuoriusciva dalla stretta camicetta scendere dal piccolo jet e avvicinarsi a lui.
“Scusa Genio, ma ora non sono in vena per cui smetti di fare il porco o ti spacco la faccia!” lo minacciò Bulma lanciandogli un’occhiataccia mentre il vecchio stava già per posare la mano sul suo rotondo fondoschiena.
“Hai litigato ancora con Yamcha, non è così? Quel tipo è davvero insopportabile! Come si fa a trattare male una bella ragazza come te? Io al suo posto ti …”
“Basta Genio, smettila subito con queste impudenze! Ricordati chi sei e quanti anni hai!” lo sgridò Bulma.
“Ehi Genio, Genio! Oh, ciao Bulma, ci sei anche tu?” disse Crili correndo trafelato verso i due.
“Ciao Crili, come va?”
“Mi stavo allenando in un’isola a poca distanza da qui e sono tornato indietro perché sta arrivando Goku. Con lui sento un’altra aura ma non riesco a capire di chi si tratta …” disse Crili lasciando la frase a metà poiché proprio in quell’istante comparve l’oggetto del suo discorso a bordo della sua immancabile nuvola Speedy.
“Ciao ragazzi, mi siete mancati!” disse Goku scendendo dalla nuvoletta con un bambino di alcuni anni che li osservò con uno sguardo un po’ impaurito.
“Né è passato di tempo, amico mio! Sei venuto ad allenarti un po’ con me come ai vecchi tempi?” chiese Crili felicissimo della rimpatriata.
“Sì, ma non solo! Ero venuto qui a farvi visita perché volevo farvi conoscere mio figlio Gohan.”
“Cosa? Lui è tuo figlio?” disse i tre amici contemporaneamente, sorpresi che quel bambinone di Goku fosse diventato padre.
“Ciao Bulma! Che ci fai qui? Hai ancora problemi con Yamcha?” chiese Goku che sapeva che i due eterni fidanzati passavano gran parte del loro tempo a litigare.
“Lasciamo perdere, parlaci di tuo figlio, piuttosto!” tagliò corto la ragazza.
“Beh, lui è Gohan ed è nato pochi mesi dopo il nostro ultimo incontro. Sapete ancora quasi non mi sembra vero! Almeno ora ho un compagno di giochi; in guardia, Gohan” disse Goku iniziando a giocare con il bambino che rise divertito da quel suo padre più infantile di lui.
“Da non credere …Goku padre!” disse Genio.
Poco dopo i quattro amici iniziarono a ripensare ai loro primi incontri, a tutte le loro avventure e ai pericoli affrontati insieme.
Gli anni erano passati ma sembrava ieri che si fossero conosciuti …come correva il tempo!
In questo momento riuscivano a ridere anche delle brutte esperienze che allora li avevano spaventati e anche Gohan, dopo aver superato la timidezza davanti a quegli estranei, si stava divertendo ad ascoltare tanti aneddoti.
All’improvviso uno strano tizio con una lunga coda atterrò sull’isola rompendo l’incanto dell’allegra rimpatriata.
“Kakaroth, cosa fai con questi umani?” chiese il nuovo venuto.
“Qui non c’è nessun Kakaroth! Io mi chiamo Genio e sono il padrone di quest’isola. Tu chi sei?”
“Io sono Radditz, il fratello maggiore di quello là” rispose lui indicando Goku.
“Io non sono questo Kakaroth, io mi chiamo Goku …Tu sai qualcosa che io non so? Sai, mio nonno, l’uomo che mi ha trovato, mi ha raccontato di avermi visto su una navicella spaziale ma io non sono altro. Forse l’urto violento contro il suolo mi ha fatto dimenticare la realtà …”
“Allora te la narrerò io brevemente. Noi facciamo parte di un’importante stirpe di violenti guerrieri, i saiyan, e da sempre conquistiamo pianeti grazie alla nostra potenza per poi rivenderli e guadagnarci. Tu eri stato mandato sulla Terra da piccolo per conquistarla ma, evidentemente, devi aver battuto la testa e scordato la tua missione e le tue origini. Il nostro pianeta d’origine, Vegeta, è esploso a causa della collisione con un gigantesco meteorite e quasi tutti i saiyan sono morti nell’esplosione. Gli unici sopravvissuti, a parte noi due sono Nappa e il principe Vegeta."
“Ed è per questo che noi abbiamo questa coda?” chiese Goku, ripensando alla sua coda che il Supremo anni prima gli aveva tolto e che lo aveva sempre contraddistinto dagli esseri umani; un attributo che con i suoi geni aveva trasmesso a Gohan che tuttora aveva.
“La coda è il simbolo della nostra razza; siamo sempre stati forti e battaglieri; nessuno è mai riuscito a sottrarsi al nostro volere e ora che ti ho ritrovato verrai con me e riconquisteremo la nostra fama di conquistatori delle galassie.
Inizieremo proprio da qui, sterminando tutti coloro che si opporranno al nostro potere poi, insieme a Nappa e Vegeta conquisteremo l’intero universo.
“No, questi sono i miei amici e non farò mai del male a nessuno! Tu puoi fare ciò che vorrai ma se gli torcerai un capello te le vedrai con me! Tu sei cattivo e spietato! Io sto bene qui, si vive in serenità e se vuoi c’è posto anche per te, ma se vuoi comandare vai via e dimenticati di me!”
“Mi dispiace, ma tu dovrai fare come dico io! Sei un saiyan e devi unirti agli ultimi sopravvissuti della tua razza. Non puoi rinnegare le tue origini!”
“No, io non ci sto e non puoi ricattarmi!”
“Ah no? Beh, staremo a vedere, Kakaroth! E’ un bel bambino tuo figlio, lo terrò con me finché non cambierai idea!” disse Radditz afferrando il bambino impaurito dalle braccia di Bulma.
“No, lascialo! Gohan!” gridò Goku cercando di contrapporsi al malvagio fratello che voleva portarsi via il suo figlioletto.
“Quando farai il tuo dovere lo rivedrai! A presto, Kakaroth!” disse Radditz volendo via a tutta velocità con il bambino piangente dopo aver dato un pugno poderoso a Goku che lo fece finire a terra dolorante.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO DUE ***


SECONDO CAPITOLO

“Papà, papà, salvami” gridava il piccolo Gohan mentre Radditz si allontanava con lui.
“No, Gohan!”
“Calmati, Goku. Vedrai che riusciremo a salvare Gohan” tentò di rassicurarlo Crili.
“Spero di sì, amico mio, ma ho percepito una grande potenza provenire da Radditz.”
“Può darsi, ma se uniremo le forze ce la faremo” disse Genio.
“Voi due volete aiutarmi?”
“Sì, certo. Nel caso venissimo uccisi, ci farai resuscitare con le sfere del drago, non è vero Bulma?” chiese Crili rivolgendosi all’amica.
“Naturalmente.”
“Mi dispiace, Crili, ma non potrete tornare in vita poiché abbiamo già utilizzato questo desiderio quando Al Satan vi aveva ucciso e Shenron non realizza mai gli stessi desideri per due volte” disse Goku ricordando agli amici la battaglia con uno dei loro nemici del passato.
Genio e Crili impallidirono apprendendo la notizia poiché si erano dimenticati di essere già stati resuscitati in passato, tuttavia decisero di non tirarsi indietro.
Goku in passato si era sempre prodigato per gli altri e, ora che era in difficoltà, era giusto che lo aiutassero.
“Non ce la farete mai contro quel tipo, morireste inutilmente” disse una voce proveniente dal retro della casa di Genio.
Bulma, appena vide Junior avvicinarsi, si mise dietro ai suoi amici, non volendo rischiare di essere attaccata dal pericoloso individuo.
“Quell’uomo è molto forte e i tuoi amici non ti sarebbero di nessuna utilità. Credo, però, che se unissimo le forze, noi due potremmo farcela a sconfiggerlo” disse Junior.
Goku osservò con sospetto il vecchio nemico, non essendo sicuro di potersi fidare di lui.
“Perché mi vuoi aiutare?”
“Non lo faccio certo per te o per il tuo moccioso, ma non posso permettere che questi saiyan conquistino la Terra, perciò voglio stipulare una tregua fra noi due. Dopo che ci saremo sbarazzati di Radditz, io ti ucciderò e la Terra sarà mia.”
“Non ti sarà certo facile uccidermi, Junior. Comunque sia, accetto la tregua poiché ho bisogno del tuo aiuto per salvare mio figlio.”
Goku e Junior, quindi, partirono all’inseguimento di Radditz, mentre Bulma, Crili e Genio si preoccuparono per l’amico poiché non erano certi di potersi fidare di colui che un tempo aveva cercato d’impadronirsi del pianeta.

“Oh, vedo che sei venuto con i rinforzi, Kakaroth, ma non illuderti, anche se siete in due non ce la farete mai a battermi” disse Radditz appena vide atterrare davanti a sé il fratello e il suo compare con la pelle verde.
“Dove hai nascosto mio figlio?” chiese Goku non vedendo il bambino.
“L’ho rinchiuso dentro la mia navicella spaziale perché il suo pianto mi dava ai nervi” rispose Radditz.
Goku, notando la navicella e il bimbo al suo interno che piangeva, disse: “Resisti Gohan, fra poco papà ti farà uscire di lì.”
“Ah, ah, come farai, Kakaroth? Prima devi riuscire a battermi.”
Goku e Junior, poco dopo, si scagliarono contro Radditz ma neanche in due riuscirono a scalfirlo.
Il loro avversario sembrava indistruttibile mentre i due alleati erano già a corto di fiato.
“Ehi Goku, tu non hai nessun asso nella manica da sfoderare?”
“Purtroppo no. In questi ultimi anni non ho avuto molte occasioni per allenarmi.”
“Per fortuna che ci ho pensato io ad ideare un nuovo colpo.”
“Pensi che sarà sufficiente contro Radditz?”
“Me lo auguro, altrimenti saremo spacciati. E’ un colpo molto potente ma richiede qualche minuto perché sia pronto per essere lanciato. Credi di riuscire a tenerlo occupato mentre io mi preparo?”
“Ci proverò” rispose Goku.
Goku attaccò il fratello utilizzando le sue tecniche migliori ma non riusciva neanche a fargli un graffio.
Ad un tratto Radditz, grazie allo scouter, l’apparecchio che portava sull’occhio che era in grado di rilevare i livelli di combattimento altrui, si accorse che Junior stava aumentando la sua aura.
Il saiyan non ebbe il tempo di fare niente perché il Cannone Speciale di Junior lo colpì.
Junior stava per gioire, credendo di essere riuscito finalmente a battere l’avversario, quando, con sbigottimento, si accorse che Radditz era ancora vivo.
“No, non è possibile! Non ha funzionato nemmeno il mio Cannone Speciale!”
“Oh, è un colpo davvero molto potente e, se avessi preso meglio la mira, di sicuro mi avresti ucciso” disse Radditz toccandosi la spalla sinistra ustionata dal colpo.
“Già, ma con i se non si vince.”
“Proprio così, anzi, hai peggiorato le cose. Mi hai ferito e ora sono molto arrabbiato: Preparati a morire, Muso Verde.”
Radditz avanzò di un passo per attaccare Junior, ma avvertì un dolore lancinante trafiggergli il corpo.
Sorpreso, voltò la testa e vide che Goku gli aveva afferrato con forza la coda.
“Bravo, Goku. Trattienilo mentre io preparo di nuovo il Cannone Speciale” disse Junior.
“Ti prego, Kakaroth, lasciami. Ti giuro che me ne andrò senza fare del male a nessuno” piagnucolò Radditz.
“Dici sul serio?” chiese Goku con tono dubbioso.
“Sì, te lo giuro, fratellino.”
“No, Goku, non mollare la presa! Ti si rivolterà contro!” gridò Junior.
“Ti prego, fratellino, lasciami andare.”
Goku, da sempre dotato di un animo generoso e altruista, credette alle parole supplichevoli di Raddiz e mollò la presa.
Il saiyan, appena libero, però, si scagliò contro di lui.
“Sei stato proprio un idiota, Goku” disse Junior.
“Il tuo amico ha ragione, fratellino. Vivendo qui sulla Terra, in mezzo a questo popolo inferiore, ti sei proprio rammollito. Un vero saiyan non ci sarebbe mai cascato. Sei la vergogna della nostra razza.”
Radditz continuò a colpire senza pietà il povero Goku che urlava dal dolore.
Ad un tratto si sentì un’esplosione provenire dalla navicella di Radditz.
Il piccolo Gohan, sentendo le urla strazianti del padre, decise di correre in suo aiuto.
Sprigionando inconsapevolmente una grande potenza, era riuscito a distruggere la navicella spaziale in cui Radditz l’aveva rinchiuso.
“Lascia stare il mio papà” gridò il bambino colpendo il malvagio saiyan e facendolo cadere.
Radditz, inaspettatamente, rimase ferito al petto dal colpo di Gohan e, con sorpresa, lo scouter visualizzò che la sua potenza era molto elevata.
Il guerriero si rimise in piedi e avanzò verso il piccolo che, esaurita la rabbia provata, ora tremava di paura davanti a quel guerriero.
Radditz si accorse che la sua aura stava scendendo rapidamente così capì che Gohan riusciva a dimostrare le sue potenzialità combattive solo quando si faceva dominare dai sentimenti.
Il saiyan colpì il bambino facendolo volare a qualche metro di distanza.
“No, non fargli del male. E’ soltanto …”
“Un bambino. E’ questo che volevi dire, non è vero Kakaroth? Ma non è così! Il suo aspetto sarà anche quello di un bambino, ma in lui si nascondono le potenzialità di un grande guerriero. Il suo livello di combattimento è già superiore al tuo e lo devo eliminare prima che diventi pericoloso."
Goku, però, si aggrappò a Radditz trattenendolo da dietro.
“Non ti permetterò di uccidere mio figlio.”
“Bravo, Goku. Cerca di trattenerlo questa volta” disse Junior.
“Lasciami, fratellino.”
“No, questa volta non mi lascerò incantare da te.”
“Il tuo amico non esiterà a colpire anche te, Kakaroth!”
“Non m’importa. Preferisco morire piuttosto che lasciarti in vita.”
“Tu sei pazzo!” disse Radditz sorpreso dalla sua affermazione.
“Cannone Speciale!”gridò Junior nel frattempo lanciando il potentissimo colpo che centrò in pieno i due fratelli ferendoli a morte.
“Non è possibile! Kakaroth si è sacrificato per eliminarmi!” disse Radditz con voce flebile.
“Sei un illuso, Radditz. Goku si è lasciato colpire perché sa di poter tornare in vita” disse Junior.
“Che cosa? Ma non è possibile!”
“Sì, invece. Qui sulla Terra si trovano le sfere del drago che sono in grado di esaudire qualsiasi desiderio.”
“Grazie per l’informazione, Muso Verde. I miei compagni ora sono al corrente di questa storia e verranno sulla Terra a cercare quelle sfere magiche per farmi tornare in vita così insieme conquisteremo il pianeta.”
“Che cosa?” chiese Junior sorpreso.
“Ahah, perché ti sorprendi? Il mio scouter, oltre ad essere un rilevatore delle aure altrui, è una ricetrasmittente attraverso cui mi sono mantenuto costantemente in contatto con i miei compagni."
“E quando pensi che arriveranno?” chiese Goku che era ormai al limite delle forze.
“Fra un anno saranno qui e per voi sarà finita” disse Radditz, poi, dopo aver sputato un fiotto di sangue, esalò il suo ultimo respiro.

Qualche minuto dopo Bulma, Crili e Genio arrivarono nel luogo dello scontro con il piccolo aereo della ragazza.
Crili e Genio si precipitarono da Goku appena lo videro a terra mentre Bulma andò a prendere in braccio il piccolo Gohan.
“Il bambino sta bene, è solo svenuto” disse Bulma avvicinandosi ai compagni.
“Meno male altrimenti Chichi se la sarebbe presa con me” disse Goku con voce sempre più debole.
“Crili, amico mio, io voglio vivere. Ho troppe cose da fare. Promettimi che mi farai tornare in vita” disse il ragazzo morente rivolgendosi al suo migliore amico.
“Te lo giuro, amico mio” disse Crili piangendo mentre Goku, rassicurato dalla sua promessa, moriva con il sorriso sulle labbra.
Junior, poco dopo, raccontò a Bulma, Crili e Genio ciò che aveva detto Radditz.
“Quindi, anche gli altri due saiyan verranno qui” disse Genio.
“Oh, mio dio, il corpo di Goku è sparito!” disse Bulma sorpresa.
“Deve essere stato il Supremo. Probabilmente vorrà sottoporre Goku ad un allenamento speciale per affrontare i nuovi nemici” disse Junior.
“Ne sei sicuro?” chiese Crili.
“Sì, non può essere stato altri che il Supremo. E’ impossibile che un corpo sparisca all’improvviso, solo lui ha la capacità di farlo.”
“Bene, ora è meglio che anch’io vada ad allenarmi per affrontare i saiyan. Porterò con me il figlio di Goku.”
“Che cosa? Ma non puoi farlo, devi chiedere il permesso alla madre, prima!” protestò Genio.
“Non ho il tempo di pensare alle convenzioni sociali! Gohan ha la potenzialità per diventare un guerriero e, grazie al mio addestramento, fra un anno potrà aiutarci ad affrontare i saiyan” spegò Junior prima di volar via a tutta velocità con Gohan.
Bulma, Crili e Genio erano sempre più preoccupati: quella che doveva essere una simpatica rimpatriata fra vecchi amici si era trasformata in una tragedia.
Il loro generoso amico era morto e il suo bambino era stato rapito dal suo antico rivale, per non parlare, poi, della minaccia dei due malvagi saiyan che l’anno successivo sarebbero giunti sul loro pianeta!


UN PIANETA LONTANISSIMO NELL’UNIVERSO
“Raddiz, si è fatto eliminare” disse il gigantesco e pelato Nappa abbassando lo sguardo sul suo compagno notevolmente più piccolo e minuto.
“E’ proprio un incapace! Farsi uccidere da due esseri così patetici!” commentò Vegeta.
“Comunque sia, quelle sfere magiche m’interessano. Andremo là a recuperarle” aggiunse Vegeta.
“Vuoi far resuscitare Radditz?”
“Ma neanche per sogno! Cosa ce ne faremmo di quel buono a nulla? Piuttosto, che ne diresti se chiedessimo l’immortalità? Potremmo divertirci a combattere per sempre!”
“Oh sì, è una buona idea.”
I due saiyan, dopo aver preso la loro decisione, s’incamminarono fra le strade deserte del pianeta che avevano conquistato sacrificando i poveri indigeni e raggiunsero le loro navicelle spaziali.
“Sai Vegeta, credo che lo scouter di Radditz fosse guasto perché segnalava un livello di combattimento altissimo per il figlio di Kakaroth.”
“No, non era guasto, di questo ne sono certo. Radditz è rimasto impietrito davanti alla potenza del moccioso e non sapeva più come comportarsi, per questo è stato sopraffatto dagli altri due” spiegò Vegeta.
“Ma com’è possibile che un bimbo così piccolo possedesse una potenza tanto elevata?” chiese Nappa incredulo.
“Non lo so. Forse l’unione fra un saiyan e una terrestre fa nascere guerrieri ancora più potenti dei saiyan di pura razza” ipotizzò Vegeta.
“Wow, allora se ne nascessero degli altri potremmo conquistare l’intero universo!”
“Non dire sciocchezze, Nappa! Quei mocciosi, una volta cresciuti, sarebbero più potenti di noi e ci ucciderebbero.”
“Già, hai ragione. A questo non avevo pensato” disse Nappa entrando nella sua navicella come aveva fatto il compagno.
“L’unica cosa a cui a cui dobbiamo pensare è raggiungere la Terra e trovare quelle sfere magiche. Del resto ci occuperemo in seguito” disse Vegeta.
I due saiyan, quindi, dopo aver impostato la rotta sul computer delle loro navicelle spaziali, partirono per raggiungere la Terra.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO TRE ***


RINGRAZIO CHI HA LETTO I PRIMI CAPITOLI.
NOTA: QUESTA FANFICTION POTRA' SEMBRARE PRATICAMENTE IDENTICA AL CARTONE ANIMATO MA IL MIO SCOPO QUANDO L'HO SCRITTA ERA SOLO DI AGGIUNGERE ALCUNE PARTI RELATIVE ALLA COPPIA VEGETA - BULMA CHE SI TROVERANNO IN SEGUITO.
SE AVRETE LA PAZIENZA DI SOPPORTARE I PRIMI CAPITOLI TROVERETE LA PARTE SENTIMENTALE UN PO' PIU' AVANTI.
COME HO SCRITTO NELLA PRESENTAZIONE, QUESTA FANFICTION E' LA PRIMA DI UNA SERIE E VI POSSO ASSICURARE CHE I SEGUITI NON SARANNO DELLE QUASI FOTOCOPIE DEL CARTONE ANIMATO MA PIU' ORIGINALI SOLO CHE HO DOVUTO INSERIRE ANCHE QUESTA PERCHE' SONO TUTTE LEGATE.


TERZO CAPITOLO

“Salve Chichi, che profumino! Cosa c’è di buono da mangiare? chiese Genio entrando nella casetta piccola ma pulita della famiglia Son.
“Giù le mani! Questi manicaretti sono per il mio Goku e il nostro Gohan! A proposito, come mai non sono insieme a te? Erano venuti a trovarti stamattina presto e ancora non sono tornati a casa!”
“Ecco … c’è stato un problema” Iniziò a dire Genio.
“Che tipo di problema? Possibile che non si possa mai stare un po’ tranquilli, che qualcosa debba sempre andare storto? Di che cosa si tratta?”
“Questa volta la faccenda è un po’ più seria …siediti Chichi, ora ti racconterò tutto …dopo, però, mi darai un po’ di quei dolcetti?”
“Parla, Genio, o perderò la pazienza!” ordinò la ragazza iniziando ad innervosirsi.
“Ok, ok! Allora io, Crili, Bulma e Goku stavamo raccontando a Gohan tanti fatti divertenti che ci avevano visti protagonisti quando, all’improvviso, è comparso sulla mia isola uno strano tipo mai visto. Questo ragazzo era molto simile a Goku e ha iniziato a parlargli di una missione che lui avrebbe dovuto eseguire …”
“Come faceva quel tipo a conoscere il mio Goku? Il suo unico parente, suo nonno, è morto da un pezzo!” disse Chichi interrompendo il racconto del vecchietto.
“A quanto pare Goku non è un essere umano, ma un alieno appartenente alla stirpe dei saiyan, dei guerrieri forti e spietati che vivevano sul pianeta Vegeta. Questi guerrieri vengono mandati fin da piccoli alla conquista dei vari pianeti dell’universo per poi rivederli al maggior offerente e Goku era stato inviato sulla Terra per questo specifico motivo ma al suo arrivo qui ha battuto la testa perdendo la memoria.”
“Ma è davvero gente orribile! Per fortuna Goku è diverso da loro! Ma dimmi, a distanza di tanti anni cosa vuole questo suo fratello redivivo da mio marito?”
“Radditz, il fratello maggiore di Goku, è un guerriero spietato come tutti quelli della sua razza ed è l’esatto opposto di tuo marito. Ci ha raccontato che il loro pianeta è esploso per la collisione con un gigantesco meteorite e, oltre a loro due sono sopravvissuti Vegeta, il principe del pianeta, e un certo Nappa. Radditz, passando da queste parti ha sentito l’aura di Goku e gli ha chiesto di associarsi a lui e a gli altri due saiyan per conquistare la Terra e gli altri pianeti dell’universo.”
“Cosa?” chiese Chichi incredula.
“Goku allora si è rifiutato …”
“Lo credo bene!”
“Solo che Radditz non ha accolto bene la risposta di Goku e l’ha ricattato rapendo Gohan!”
“Il mio piccolo! Dov’è ora?” chiese la povera ragazza preoccupatissima per il suo bambino.
“Aspetta, lui sta bene” si affrettò a dire Genio.
“Almeno credo” pensò il vecchietto ricordando che il bimbo era stato portato via da Junior.
“Junior ha deciso di allearsi con Goku per affrontare il saiyan e sono andati a battersi contro Radditz ma durante lo scontro tuo marito è morto.”
“Cosa? Il mio amore ha perso la vita? Com’è potuto succedere? Genio, non potevi evitarlo?” chiese Chichi scoppiando a piangere, affranta per la morte del marito.
“Aspetta, calmati. Grazie alle sfere del drago Goku tornerà in vita, solo che ora il suo corpo è da re Kaio …”
“Chi è re Kaio?” chiese Chichi sorpresa.
“E’ uno dei re delle galassie e sta allenando Goku nell’al di là su richiesta del Supremo per prepararlo alla battaglia che avverrà l’anno prossimo. Radditz, infatti, ci ha preannunciato l’arrivo degli altri due saiyan che verranno qui per conquistare la Terra e sterminarci tutti …”
“E Gohan? Dov’è il mio bambino?”
“A questo proposito Junior lo ha portato con sé per allenarlo. Quel bambino ha una forza spaventosa e sarà molto utile per la nostra salvezza!”
“Ma il mio piccolo deve studiare!” protestò Chichi.
“Quel saiyan era molto forte, più di Goku. Gohan, inconsapevolmente, è stato molto importante per ottenere la vittoria su Radditz, ed è per questo che devi farlo allenare. Senza lui e Goku la nostra razza non avrà seguito!”
“D’accordo! Allora devo incartare tutto e portare questo pranzetto al mio Gohan così crescerà ancora più forte!”
“E c’è qualcosa anche per me? Me l’avevi promesso!”
“Non ora, Genio. Adesso andiamo da Gohan, presto!”

Il momento più difficile per Genio era andato bene. Chichi era una donna dal carattere forte e spesso spaventava il suo interlocutore ma aveva preso bene la notizia.
Intanto, mentre lei si apprestava a partire, Goku si stava allenando con re Kaio, da un po’ era fuori allenamento ma era molto concentrato perché la minaccia dei saiyan era il suo unico pensiero.
Per Gohan, invece, era un po’ diverso, era goffo e non portato per fare il combattente visto che per la sua indole pacifica preferiva leggere e studiare piuttosto che fare a pugni con qualcuno.
Junior faticava molto a farlo stare attento su ciò che gli stava insegnando, ma nonostante gli sforzi la cosa non gli pesava.
Non capiva il motivo, lui odiava i terrestri proprio come suo padre, il malvagio Al Satan, ma questo marmocchio aveva un animo pacato, senza ambizioni e questo lo metteva un po’ a disagio.
Si vergognava, quasi, al pensiero di doverlo uccidere un giorno, dopo queste lezioni.
Provava un po’ di dispiacere, questo significava forse che si stava affezionando a lui, il figlio del suo antico rivale?

“Oh Bulma, ma questa notizia è terribile! Speriamo che Goku e Gohan ci salvino! Nel frattempo anch’io mi terrò in forma anche se il mio aiuto sarà inutile, ma prometto che ti proteggerò! D’ora in poi voglio starti accanto ogni minuto, consolarti e renderti felice!” disse Yamcha appena Bulma, che lo aveva raggiunto al termine di una partita di baseball, lo aveva informato di ciò che era successo alcuni giorni prima.
“Oh, Yamcha!” disse la ragazza commossa dalla sua premura.
“Perdonami, amore mio! Avrei dovuto capirlo prima quanto sei importante per me! Purtroppo è sempre troppo tardi quando uno capisce i propri errori …” disse Yamcha capendo finalmente, in quel momento così drammatico che a causa della sua superficialità aveva molte volte offeso involontariamente la sua ragazza su cose a cui le teneva molto.
“Non perdiamo tempo a pensare a ciò che è stato, pensiamo al presente e godiamoci ogni istante!” disse Bulma decisa a dare un’altra possibilità alla loro traballante storia d’amore.
“Ti voglio bene, Bulma” disse Yamcha stringendo fra le braccia il corpo fragile della sua bellissima ragazza.
“Anch’io, Yamcha” disse lei appoggiandosi alla sua spalla lasciandosi accarezzare da lui nell’illusione che quei dolci momenti scacciassero il pericolo rappresentato dai terribili saiyan.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO QUATTRO ***


QUARTO CAPITOLO


I mesi passarono velocemente e ben presto i due terribili saiyan giunsero sulla Terra.
“Hai visto, Vegeta? E’ davvero un pianeta molto bello! Potremo guadagnare un bel gruzzoletto rivendendolo!” disse Nappa appena lui e il compagno atterrarono sulla Terra.
“Sì, hai ragione, ma a questo penseremo in seguito. Ciò che ora m’interessa è scoprire l’ubicazione delle sfere magiche. Quell’uomo che ha ucciso Radditz sicuramente sa dove si trovano. Troveremo quel tipo usando lo scouter e lo faremo confessare.”
Vegeta, quindi, spinse un tasto dello scouter che subito si mise a calcolare i livelli di combattimento delle persone presenti sul pianeta.
“Ci sono diversi livelli alti ma per noi sarà uno scherzo battere quei pivelli” disse Vegeta poco dopo.
Il guerriero, poi, insieme al compagno, si mosse per raggiungere i difensori del pianeta.
“Tieniti pronto Gohan, i due saiyan stanno per raggiungerci” disse Junior ad un certo punto interrompendo l’allenamento.
Il bambino cercò di mostrarsi coraggioso davanti al suo maestro ma in realtà aveva molta paura.
In quei mesi era migliorato molto ma lui, a differenza del padre, detestava combattere e aveva accettato di farlo solo dopo aver capito che il suo aiuto era fondamentale per salvare la Terra.
“Allora ragazzi, siete pronti ad affrontare i saiyan?” chiese Crili atterrando davanti a loro insieme a Yamcha, Tensing e Riff.
“Voi cosa ci fate qui?” chiese Junior, sorpreso dal loro arrivo.
“Che domande! Siamo venuti qui per combattere! Non saremo certo forti come te ma, grazie all’allenamento a cui ci ha sottoposti il Supremo in questi mesi, siamo migliorati parecchio” rispose Crili.
Junior non ebbe il tempo di ribattere perché, proprio in quel momento, i due saiyan atterrarono davanti a loro.
“Guarda Nappa, a quanto pare questi moscerini sono venuti a darci il benvenuto” disse Vegeta osservando i sei guerrieri.
“Il loro livello di combattimento non è granché” disse Nappa accendendo lo scouter.
“Piantala di usare quell’aggeggio! Non l’hai ancora capito che sono in grado di aumentare o diminuire il loro potenziale quando vogliono? Non serve a nulla leggere i loro valori” disse Vegeta togliendosi lo scouter e appoggiandolo per terra.
“Già, hai ragione. Quell’incapace di Radditz li aveva sottovalutati contando sul valore segnalato dallo scouter e si è fatto eliminare come un pivello!” commentò Nappa ricordando la morte del compagno.
“Che cosa? Per voi Radditz era un incapace?” chiese Junior sgranando gli occhi dalla sorpresa.
“Ehi Junior, Radditz non è quel saiyan che tu e Goku siete riusciti a battere solo dopo uno scontro pazzesco? Alla faccia dell’incapace!” commentò Crili.
I guerrieri terrestri erano molto spaventati dai due alieni perché, nonostante l’allenamento a cui si erano sottoposti, non erano affatto certi di riuscire a batterli.
L’assenza di Goku, poi, li preoccupava parecchio.
Loro avevano radunato le sette sfere e già espresso il desiderio, allora perché il loro amico non era ancora tornato?
“Tu non sei un terrestre, sei un namecciano!” disse Vegeta poco dopo osservando Junior attentamente.
I difensori della Terra rimasero sorpresi dalle parole del saiyan che li distrasse dal pensiero di Goku.
“Che cosa?”
“Non fare il finto tonto, namecciano. Noi sappiamo che le persone della tua razza sono dotate di poteri magici. Sei stato tu a creare le sette sfere del drago, non è vero? Avanti, dicci dove si trovano.”
“Mi dispiace deluderti, piccoletto, ma non sono stato io a creare le sfere e anche se sapessi dove si trovano non verrei certo a dirtelo” disse Junior ritrovando la sua baldanza dopo il momento di shock causato dalla scoperta di essere un alieno.
“Ah sì, allora morirai insieme ai tuoi compagni! Ehi Nappa, hai ancora dei saibaim?”
“Ah, ah, vuoi divertirti un po’, Vegeta? Comunque, mi sembra che ce ne siano rimasti sei” rispose Nappa prendendo una boccettina appesa alla sua cintura.
Il gigantesco saiyan aprì la boccetta ed estrasse sei minuscole palline verdi che piantò nel terreno.
Nel giro di pochi istanti, sotto lo sguardo incredulo dei difensori del pianeta, dal terreno sbucarono sei orribili mostriciattoli verdi.
“Che ne dite di fare un incontro uno contro uno con i nostri saibaim?” propose Vegeta.
Junior stava per arrabbiarsi avendo capito che quel tappetto di un saiyan si riteneva talmente superiore a loro da volerli affidare ai suoi lacché, ma Crili lo precedette rispondendo a nome dei compagni che accettava la sfida.
“Stai calmo, Junior. Battendoci con quei mostriciattoli daremo a Goku il tempo di raggiungerci. Sono certo che fra poco sarà qui, lui non ci abbandonerebbe mai perché sa bene che abbiamo bisogno del suo aiuto per battere i saiyan” spiegò Crili.

A casa di Genio, tutti erano preoccupati per i difensori del pianeta, in particolar modo Chichi che non vedeva il suo bambino da mesi visto che Junior lo aveva portato in un posto isolato e lei non aveva potuto raggiungerlo.
“Questa angoscia mi sta logorando i nervi. Vorrei tanto sapere come sta il mio Gohan.”
In quel momento sentirono bussare alla porta e Genio, andando ad aprire, si trovò davanti sua sorella Baba.
“Ehi Baba, capiti giusto a proposito! Dai, usa la tua sfera di cristallo e facci vedere come sta andando lo scontro con i saiyan” disse Bulma.
Baba acconsentì alla richiesta della ragazza, così tutti si sedettero accanto a lei mentre la vecchia sibilla diceva la formula magica alla sua sfera di cristallo.
Pochi istanti dopo comparvero le immagini del campo di battaglia e mostrarono i difensori della Terra e i terribili saiyan con i loro mostriciattoli.
“Ma dov’è Goku?” chiese Bulma notando l’assenza dell’amico.
“Il Supremo mi ha detto che è stato resuscitato ma deve percorrere la strada per tornare dal regno di re Kaio” spiegò Baba.
Gli altri si augurarono che il ragazzo facesse presto a tornare indietro e che, nel frattempo, i compagni riuscissero a reggere fino al suo ritorno.

Mentre i loro amici li seguivano attraverso la sfera di Baba, Tensing fu il primo a scendere in campo contro uno dei saibaim.
Il duro allenamento a cui si era sottoposto era stato molto utile perché il ragazzo riuscì facilmente a sconfiggere il nemico che venne poi, sotto lo sguardo sbigottito dei presenti, disintegrato dal suo capo.
“Vegeta, perché l’hai fatto?” chiese Nappa sorpreso.
“Quel saibaim era in difficoltà fin dall’inizio, non ce l’avrebbe mai fatta. Inoltre, loro conoscono la punizione che li aspetta se falliscono” rispose Vegeta lanciando un’occhiataccia in direzione dei mostriciattoli che li spaventò.
“Ora vado io” disse Crili poco dopo.
“No, aspetta Crili, adesso tocca a me. Voglio fargli capire che facciamo sul serio” disse Yamcha fermando l’amico.
“Ma posso farglielo capire anch’io” protestò il ragazzo pelato.
“Sì, ma tu hai già usufruito del potere delle sfere del drago e non potremmo più usarle se ti succedesse qualcosa. Lascia andare me, ho intenzione di sistemare una volta per tutte quei mostriciattoli” disse Yamcha con tono spavaldo.
Il ragazzo poco dopo iniziò a combattere contro uno dei saibaim e con facilità dimostrò la sua superiorità nei confronti dell’avversario mandandolo al tappeto. “Eh sì, questi saibaim non sono proprio un granché” disse Yamcha ridacchiando compiaciuto.
“Fossi in te non li sottovaluterei troppo” lo mise in guardia Vegeta.
Yamcha non lo degnò neanche di un’occhiata perché era troppo sicuro di se stesso.
Avvenne tutto in un attimo e lui neanche se ne accorse; il saibaim gli si avvinghiò contro e con le ultime energie che gli erano rimaste esplose uccidendolo.
“No Yamcha, amico mio” gridò Crili correndo accanto al compagno ormai privo di vita.
“Quel saibaim era un idiota, non poteva trovare un altro modo per vincere?” chiese Nappa spazientito dalla perdita del loro secondo mostriciattolo.
Vegeta non gli rispose ma rivolgendo uno sguardo glaciale a Crili disse: “Ehi tu, leva di lì quella carcassa, da solo fastidio.”
Crili lanciò un’occhiataccia al crudele saiyan e dopo aver spostato l’amico si fece avanti.
“Ti vendicherò, amico mio, lo giuro” disse Crili lanciando un potente colpo contro i saiyan e i loro mostriciattoli.
Crili, con il suo colpo, distrusse tre saibaim mentre il quarto, che stava per avventarsi su uno spaventatissimo Gohan, venne disintegrato da Junior.
I due saiyan, però, erano rimasti illesi e li guardavano con espressione minacciosa.
“Vegeta, io mi sono stancato di questi moscerini. Lascia che li ammazzi” disse Nappa.
“D’accordo, ma tieni il namecciano per ultimo. Ci deve dare informazioni sulle sfere.”
Nappa, allora, attaccò i terrestri avventandosi su Tensing che ferì gravemente.
Riff, vedendo il suo miglior amico in difficoltà, s’avvinghiò alla schiena del gigantesco saiyan e sprigionando tutta l’energia che aveva in corpo si fece esplodere nel tentativo di eliminare il crudele alieno ma il risultato, purtroppo, non fu quello sperato.
“No Riff, perché lo hai fatto?” chiese Tensing con le lacrime che gli rigavano le guance.
Tensing era disperato per la morte del suo migliore amico perché sapeva che non poteva tornare in vita giacché anch’esso, come Crili e Genio, era stato resuscitato dopo la battaglia contro Al Satan.
“Ti vendicherò Riff” disse Tensing usando la poca forza rimastagli per lanciare un’Onda Energetica contro Nappa.
Il suo tentativo, però, fu inutile; Nappa non rimase neanche scalfito mentre lui morì con il rammarico di non essere riuscito a vendicare l’amico.

Junior, Crili e Gohan tentarono di contrastare il saiyan che li attaccava con furia ma tutto sembrava inutile. Gohan, poi, era spaventato e non si dimostrava di alcuna utilità ai compagni.
“Oh Goku, abbiamo bisogno di te. Sbrigati ad arrivare” disse Crili.
Le sue parole non sfuggirono a Vegeta che si chiese chi fosse il misterioso Goku che il piccoletto pelato evocava.
“Nappa aspetta, devo chiedere una cosa ai terrestri” disse Vegeta poco dopo fermando l’attacco del compagno.
“Il Goku che voi attendete con ansia è quello che noi chiamiamo Kakaroth, non è vero?”
“Sì e appena sarà qui voi due sarete nei guai” rispose Crili con tono spavaldo.
“Ma davvero? Come potete sperare che vi possa aiutare se non è nemmeno riuscito a battere Radditz?” chiese Vegeta dubbioso.
“Si è allenato molto da allora ed è diventato fortissimo.”
“Se è diventato tanto forte cosa aspetta a presentarsi? Per me è solo un vigliacco” commentò Nappa ridacchiando.
“No, non è vero! Il mio papà è fortissimo e presto arriverà” disse Gohan, indignato per l’insinuazione su suo padre.
“Va bene, terrestri. Vi concedo tre ore di tregua così daremo a Kakaroth il tempo di raggiungerci” disse Vegeta.
“Che sciocchezze! Io voglio farla finita subito” disse Nappa lanciandosi subito dopo di nuovo all’attacco.
“Nappa, fermati subito! Questo è un ordine” disse Vegeta con tono duro lanciando al compagno un’occhiata di disapprovazione.
“Scusami” disse il gigante con tono mortificato.
Vegeta e Nappa poco dopo si sedettero in attesa della fine della tregua mentre i tre superstiti rimuginavano su quanto era appena accaduto.
Vedere il gigantesco Nappa arrestarsi davanti all’ordine del compagno, fece loro capire che Vegeta, nonostante la bassa statura, doveva essere ancora più forte dell’altro e questa scoperta non faceva che accrescere la loro preoccupazione.
I tre in silenzio si augurarono che Goku arrivasse in fretta ma il tempo passava inesorabilmente e alla scadenza della tregua l’amico non era ancora arrivato.

Nappa ricominciò subito ad attaccare i tre guerrieri che erano disperati, ma all’improvviso il sollievo apparve sui loro volti quando avvertirono l’aura di Goku in avvicinamento.
Vegeta era sorpreso che i tre fossero in grado di avvertire la sua aura malgrado non fosse ancora apparso, così indossò lo scouter per verificare se l’altro guerriero stava veramente arrivando.
Il saiyan sgranò gli occhi dalla sorpresa quando lo scouter gli segnalò che un guerriero con un alto potenziale stava effettivamente per giungere lì e lo raccontò a Nappa.
“No, Kakaroth non può avere un livello di combattimento così alto. Secondo me quello stupido aggeggio si è guastato” commentò Nappa.
“Comunque sia, non voglio correre rischi. Nappa, elimina subito quei tre così al suo arrivo Kakaroth dovrà affrontarci da solo” ordinò Vegeta.
“Ma se faccio fuori anche il namecciano come faremo a trovare le sfere?”
“A quelle penseremo in seguito. Ci ho riflettuto su e sono convinto che possiamo trovarne di più potenti sul pianeta Namek. Forza, sbrigati ad eliminare quei tre.”
Nappa senza indugio proseguì il suo attacco e stava per colpire Gohan quando Junior gli fece scudo con il suo corpo ricevendo il colpo letale in pieno petto.
Nell’anno trascorso ad allenare il bambino, un tenero sentimento si era fatto strada nell’animo del fiero guerriero senza che neanche se ne rendesse conto e ora, vedendolo in pericolo, non aveva esitato a correre in suo aiuto.
“No Junior, non puoi lasciarmi” gridò il bambino piangendo.
“Sai Gohan, non riesco più a riconoscere me stesso. Io, Junior, il figlio del crudele Al Satan, che soccombo per salvare la vita di un moccioso! Addio, mio piccolo e unico amico.”
Gohan era fuori di sé per la morte del suo amico e maestro e attaccò con rabbia il malvagio saiyan senza, però, riuscire a fargli più di qualche graffio.

Crili faticava a muoversi per percosse subite e ormai era convinto che per lui e Gohan non ci fossero più speranze quando, finalmente, Goku arrivò.
“Bene, finalmente ti sei degnato di farti vedere, traditore. Sappi che non hai alcuna speranza di farcela contro noi due” disse Vegeta appena Goku atterrò sul campo di battaglia.
Goku, però, non lo guardò neanche poiché era rimasto sorpreso notando i cadaveri dei suoi amici così Crili si affrettò a raccontargli tutto.
“Non vi preoccupate, ci penserò io ai due saiyan” disse Goku poco dopo.
Crili e Gohan lo guardarono sorpresi; sembrava essere veramente sicuro di sé ma loro non potevano fare a meno di preoccuparsi avendo costatato di persona la furia di Nappa.
I due terrestri, però, dovettero ben presto ricredersi quando videro la superiorità di Goku nei confronti del saiyan.
Anche Vegeta era rimasto sorpreso dall’abilità di Goku che in un anno era migliorato davvero tantissimo grazie all’allenamento sostenuto da re Kaio.
“Ora basta, Nappa. E’ evidente che tu non sei in grado di battere Kakaroth. Ora sarò io, quindi, a combattere contro quel traditore e a sistemarlo una volta per tutte” disse Vegeta interrompendo lo scontro.
Nappa sentiva il suo orgoglio bruciargli ma sapeva di dover obbedire agli ordini del suo principe per cui decise di obbedire senza discutere.
“Sapessi quanto mi scoccia dover lasciare il nostro scontro a metà, Kakaroth, ma almeno avrà la certezza che presto morirai. Vegeta è il migliore, è il principe dei saiyan e porta il nome del pianeta in segno di superiorità. Comunque, non avendo alcuna intenzione di starmene senza far niente mentre voi due combattete, mi troverò subito un diversivo.”
Nappa, poi, si lanciò contro Crili e Gohan ma non riuscì mai a colpirli perché Goku riuscì a bloccarlo e con un potente colpo lo mise KO.
“Vegeta, amico mio, aiutami ti prego” supplicò Nappa che non riusciva più a muoversi tendendo la mano verso l’altro saiyan.
Vegeta afferrò la sua mano tesa poi scaraventò in aria lo stupefatto compagno.
“Vegeta, che significa?”
“Non so che farmene di una nullità come te! Non dovevi fallire” disse Vegeta rivolgendo a Nappa uno sguardo di disprezzo prima di lanciargli un potente colpo energetico che lo disintegrò.
Goku, Gohan e Crili erano rimasti scioccati dalla malvagità del saiyan che senza esitare aveva ucciso il suo compagno.
“Gohan, Crili, andate a casa di Genio, presto.Vegeta è un guerriero molto forte e voglio battermi con lui al massimo delle mie potenzialità senza dovermi preoccupare di voi.”
I due, sia pur con riluttanza, decisero di acconsentire così se ne andarono dopo avergli raccomandato la massima prudenza.

Subito dopo Goku e Vegeta iniziarono a combattere.
Il principe dei saiyan sembrava molto più forte di Goku nonostante le nuove tecniche che quest’ultimo aveva imparato da re Kaio.
“E’ tutto qui quello che sai fare? Sei proprio una vera delusione, Kakaroth, ma in fondo è comprensibile visto che sei stato inviato in questo pianeta abitato da esseri inferiori.”
“Almeno io sono cresciuto in un ambiente migliore del tuo, fra persone buone e generose perciò farò l’impossibile per evitare che tu faccia del male ai terrestri.”
Goku cercò di aumentare la sua potenza e con la forza della disperazione si scagliò contro Vegeta riuscendo, questa volta, ad ottenere dei risultati migliori.
Vegeta era infuriato; quel guerriero di infimo livello era riuscito a ferirlo e ciò era un vero affronto per lui.
Accecato dall’ira, Vegeta si preparò a scagliare sulla Terra un potente colpo in grado di distruggerla ma Goku riuscì a fermarlo.
“Maledetto! Come può essere più forte di me, del grande principe dei saiyan? Giuro sul mio onore che me la pagherà cara!”
Vegeta, vedendo che nel suo stato normale non era in grado di battere l’avversario, decise di trasformarsi in scimmione per moltiplicare la sua forza.
La luna, necessaria per la trasformazione, era stata disintegrata da Junior durante l’allenamento con Gohan per evitare che il bambino si trasformasse, ma Vegeta era in grado di creare una luna artificiale e grazie ad essa compì la sua orrenda metamorfosi.
Goku era rimasto incredulo dal suo cambiamento e, mentre cercava di sfuggire ai suoi attacchi, si rese conto con sgomento di essere stato lui ad uccidere il suo adorato nonnino parecchi anni prima quando, involontariamente, si era trasformato in quell’orribile bestia come aveva fatto ora Vegeta.
“Nonnino, ti prego, perdonami.”
Vegeta, malgrado la trasformazione, era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali e lanciava colpi precisi non lasciando a Goku il tempo di preparare l’Energia Sferica, un potente colpo che gli aveva insegnato re Kaio, per batterlo.
Gohan e Crili, intanto, avendo la sensazione che Goku fosse in difficoltà, decisero di tornare indietro per aiutarlo.
Gohan rimase perplesso vedendo l’enorme scimmione mentre Crili, che anni prima aveva assistito ad una trasformazione di Goku, capì che si trattava di Vegeta e lo rivelò al bambino.
Vegeta, nel frattempo, aveva afferrato Goku e lo stringeva con forza nelle sue enormi mani mentre il poveretto lanciava urli lancinanti.
“Ehi, siete impazziti? Non riuscirete mai a battere quello scimmione, vi farà fuori con una sola zampata” disse una voce alle spalle di Gohan e Crili.
I due si voltarono e Crili riconobbe il grasso e pauroso Jirobay.
“Non possiamo lasciare Goku in sua balia senza tentare di aiutarlo. Se tagliamo la coda allo scimmione tornerà alle sue dimensioni normali e sarà più facile affrontarlo” spiegò Crili.
Jirobay era molto dubbioso mentre Gohan decise senza esitazione di aiutare Crili a salvare Goku.
Il bambino attirò su di sé l’attenzione di Vegeta, mentre Crili si portò alle sue spalle e si preparò a tagliargli la coda con il suo Cerchio Magico, ma fallì perché il saiyan si spostò all’ultimo momento.
“Cosa credevi di fare, nanetto? Sapevo che il moccioso non sarebbe mai tornato indietro da solo perciò stavo in guardia” disse Vegeta.
Gohan e Crili erano angosciati perché il loro tentativo di salvare Goku era fallito e non sapevano cos’altro fare.
All’improvviso Vegeta lanciò un urlo lancinante mentre la sua coda veniva recisa.
Era stato Jirobay ad intervenire utilizzando la sua spada, sorprendendo il saiyan che non si era aspettato ci fosse una terza persona da cui stare in guardia.
Senza la coda, Vegeta tornò rapidamente alle sue dimensioni normali così Goku fu libero.
Seppur con la potenza notevolmente diminuita, Vegeta era infuriato e si scagliò con ira contro i suoi avversari.
“Gohan, piccolo mio, io ho tutte le ossa rotte e non sono più in grado di combattere perciò dovrai farlo tu al posto mio.”
“Ma papà, Vegeta è troppo forte per me, non ce la farò mai.”
“Devo almeno tentare! Sei migliorato parecchio grazie all’allenamento con Junior e solo tu puoi contrastare Vegeta. Non puoi assolutamente permettere che la Terra cada nelle sue mani. Coraggio, figlio mio, fallo per Junior che si è sacrificato per salvarti la vita.”
“Va bene, lo farò” acconsentì il bambino ricordando il suo maestro a cui si era affezionato e volendo vendicarne la morte causata da Nappa.

Gohan iniziò a combattere contro Vegeta e riuscì a tenergli testa poiché il saiyan aveva utilizzato parecchia energia combattendo contro Goku.
Quest’ultimo, nel frattempo, aveva chiamato accanto a sé Crili.
“Crili, ti passerò l’Energia Sferica così con essa potrai annientare Vegeta. Devi cercare di formare una sfera e, mi raccomando, cerca di non fallire perché hai un solo colpo a tua disposizione!”
“D’accordo, farò del mio meglio, amico” disse Crili mentre sentiva affluire nel suo corpo l’energia che Goku gli stava trasmettendo.
Crili, pochi istanti dopo, riuscì a creare la sfera e la lanciò ma Vegeta, che se n’era accorto, si spostò dalla traiettoria.
“Gohan, non avere paura. Il tuo cuore è puro perciò la sfera non ti colpirà. Rilanciala contro Vegeta, presto” gridò Goku vedendo il figlio impallidire poiché la sfera stava per raggiungerlo.
Gohan eseguì prontamente l’ordine del padre e rilanciò la sfera che questa volta colpì Vegeta in pieno.
Il saiyan gridava per il dolore atroce che provava e Goku e gli altri, quando lo videro crollare al suolo, si convinsero che fosse morto.
“Anche se era una persona spregevole merita una sepoltura” disse Crili.
“Invece sarò io a seppellire te” disse il saiyan sorprendendo tutti quanti.
Vegeta era visibilmente malconcio e pieno di ferite ma non intendeva smettere di combattere finché non fosse riuscito a sbarazzarsi dei suoi nemici.
Goku, Gohan e Crili non sapevano più cosa fare finché al bambino non rispuntò improvvisamente la coda che Junior gli aveva tagliato alcuni mesi prima.
“Presto Gohan, guarda la sfera luminosa che c’è in cielo” disse Goku.
Il bambino fece ciò che suo padre gli aveva chiesto e improvvisamente si trasformò in un enorme scimmione.

Crili era preoccupato poiché credeva che Gohan perdesse il controllo, come capitava sempre a suo padre quando si trasformava, diventando pericoloso, ma per fortuna non fu così.
Gohan riusciva a riconoscere le loro voci e quando lui e Goku gli dissero di attaccare Vegeta lo fece senza esitazione.
Il saiyan, al limite delle forze, cercò di tagliare la coda dello scimmione poiché non era in grado di reggere l’ora che mancava prima che la sua luna artificiale si dissolvesse.
Vegeta, infine, riuscì a tagliare la coda di Gohan, ma, ormai, era privo d’energia, così decise di ritirarsi dalla battaglia.
Con il suo telecomando richiamò la sua navicella spaziale che in pochi secondi lo raggiunse.
Vegeta non riusciva neppure a reggersi in piedi, così, malgrado la vergogna che provava, percorse i pochi metri che lo separavano dalla sua navicella strisciando con i gomiti.
“No, non ti lascerò scappare impunemente dopo ciò che hai fatto ai miei amici” disse Crili raccogliendo la spada di Jirobay e puntandola contro il saiyan che lo guardò con gli occhi sbarrati.
“No, aspetta Crili. Lascialo andare, ti prego” lo supplicò Goku lasciando di sasso l’amico con la sua incredibile e inaspettata richiesta.
“Che cosa? Ma sei impazzito? Non ti ricordi più che è stato proprio a causa sua se i nostri amici sono morti?”
“Sì, lo so, però, nonostante tutto, non posso che ammirare la sua forza. Vegeta si è dimostrato molto più forte di me e ha resistito contro tutti i nostri attacchi lottando fino allo stremo delle sue forze, ed io vorrei tanto avere un’altra occasione per battermi contro di lui.”
“Goku, lo so che ami misurarti contro avversari potenti ma Vegeta è un essere malvagio che va eliminato finché abbiamo la possibilità di farlo.”
“Proviamo ad avere fiducia in lui, Crili.”
“No Goku, lui non potrà mai cambiare come ha fatto Junior. E’ un mostro che si compiace di far del male alla gente e nemmeno la tenerezza di un bambino dolce come Gohan riuscirebbe a far breccia nel suo cuore malvagio.”
“Ti scongiuro, Crili, concedimi la possibilità di battermi contro di lui solo per una volta.”
“E va bene, te lo concederò, tenendo conto che hai rischiato molte volte la tua vita per gli altri. Ricordati, però, che la prossima volta non puoi perdere, la salvezza della Terra dipende ancora da te.”
“No, la prossima volta non perderò.”

Vegeta, intanto, era riuscito a salire sulla sua navicella mentre Crili discuteva con l’amico.
“Bene, arrivederci terrestri. Godetevi questi ultimi mesi di vita perché presto ritornerò e per voi sarà la fine” li minacciò Vegeta prima di partire.
Goku osservò la navicella spaziale del saiyan allontanarsi e fu certo in cuor suo che presto lo avrebbe rincontrato.
Vegeta era un guerriero molto forte e spietato ma Goku era convinto che in fondo al suo cuore non fosse completamente malvagio come non lo era Junior.
Per addolcire il cuore del suo antico rivale era servita l’innocenza di un bambino, di cosa avrebbe avuto bisogno, invece, il crudele principe dei saiyan?

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Capitolo 5
*** CAPITOLO CINQUE ***


QUINTO CAPITOLO


“Salve amici, per fortuna siete arrivati solo ora se no quei mostri avrebbero ucciso anche voi” disse Crili vedendo atterrare l’aereo di Bulma da cui uscirono la ragazza, Genio e Chichi.
“Sappiamo già tutto, Crili. Io, Bulma e Chichi vi abbiamo osservato nella sfera di cristallo di mia sorella Baba. Quel Vegeta ha una forza sorprendente!” commentò Genio.
“Il mio Yamcha! Come farò ora senza di lui? Senza Junior è morto anche il Supremo perciò non ci sono più le sfere del drago e noi non potremo far tornare in vita né il mio amore né i nostri amici!” disse Bulma affranta per la morte del fidanzato e degli altri guerrieri.
“Invece no! Ricordi che i due mostri parlavano del pianeta Namek? Hanno ricordato che là ci sono delle sfere più potenti. Potremmo andare a cercarle per resuscitare i nostri amici” disse Chichi ricordando le parole di Vegeta.
“Già, è vero, però non sappiamo dov’è questo pianeta Namek” aggiunse Genio.
“A questo posso rimediare io chiedendo a re Kaio informazioni al riguardo” disse Goku.
Il giovane guerriero, quindi, contattò telepaticamente la divinità e costui gli rispose che effettivamente esisteva questo pianeta Namek in cui era nato il Supremo e là si trovavano delle Sfere più potenti di quelle terrestri e che grazie ad esse avrebbero potuto riportare in vita i loro amici.
Il ragazzo informò subito Bulma e gli altri delle informazioni ricevute e ora il problema era trovare una navicella spaziale sufficientemente potente da raggiungere quel lontanissimo pianeta.
A questo punto venne in loro aiuto Popo che gli fece vedere la vecchia astronave con cui il Supremo era giunto sulla Terra secoli prima così Bulma dopo averla esaminata la fece portare a casa sua e con l’aiuto di suo padre, il geniale dottor Briefs, la riparò in pochi giorni.


UNA SETTIMANA DOPO
“La navicella spaziale è pronta, ora dobbiamo decidere chi partirà per compiere questa missione” disse Bulma.
“Con le tue conoscenze tecnologiche credo che la tua presenza sia indispensabile nel caso capitino dei guasti alla navicella” disse Crili.
“E va bene, ci andrò” acconsentì Bulma con un po’ di titubanza al pensiero di recarsi su un pianeta abitato da persone simili a Junior di cui lei aveva paura.
“Io ti accompagnerò, Bulma” aggiunse Crili.
“Anch’io voglio venire” s’intromise Gohan.
“Cosa? Tu vuoi partire con loro? E’ troppo pericoloso per te!” disse Chichi preoccupata per il suo adorato bambino.
“No Chichi, finché io sarò in queste condizioni Gohan è l’unico che ha la forza di proteggerli per cui devi lasciarlo partire. Nel frattempo bisognerà trovare altri fagioli magici per farmi rimettere in forma, così poi li raggiungerò” disse Goku che dopo lo scontro con Vegeta era malconcio e incapace di muoversi.
“Bene, allora, Gohan e Crili, vi aspetterò domattina a casa mia così partiremo per Namek. Mentre, tu, Genio, andrai a recuperare i fagioli magici, mio padre sistemerà la vecchia navicella con cui Goku era stato mandato sulla Terra così appena si sarà ripreso potrà raggiungerci” disse Bulma ponendo fine al discorso.


Mentre Bulma, Crili e Gohan erano in viaggio, Vegeta aveva raggiunto il pianeta Freezer e stava guarendo dalle ferite subite nello scontro sulla Terra grazie alla vasca di rianimazione.
Freezer era un alieno potentissimo e lo usava come tirapiedi ma a lui questo non andava giù e già da tempo meditava di riuscire a sbarazzarsi di lui.
Mentre Vegeta era nella vasca di rianimazione, Freezer, che aveva sentito i loro discorsi sulla Terra grazie allo scouter, era partito per Namek per trovare le sfere magiche e chiedere l’immortalità.
Vegeta aveva scoperto il suo piano, perciò decise di seguirlo per trovare le sette sfere prima di lui ed esprimere lo stesso desiderio per soppiantarlo come padrone dell’universo.


UN MESE DOPO
“Finalmente siamo arrivati, questo è Namek. Grazie al Dragon Radar troveremo presto le sette sfere e potremo ritornarcene a casa” disse Bulma appena atterrarono sul pianeta.
“Allora mettiamoci al lavoro” disse Crili seguendo i compagni fuori dalla navicella spaziale.
“Aspettate un attimo, amici, avverto delle aure in avvicinamento” disse Gohan poco dopo.
I tre compagni si nascosero e videro dei guerrieri arrivare e distruggere la loro navicella così, senza più un mezzo di trasporto erano forzatamente bloccati su quel lontano pianeta.
Ora i tre sapevano d non essere gli unici a cercare le sfere per cui dovevano fare in fretta a trovarle per far tornare in vita i loro amici.
Bulma decise di contattare subito Goku sulla Terra con un apparecchio di sua invenzione per raccontargli di ciò che era successo e chiedergli di raggiungerli velocemente su Namek per aiutarli contro i nemici che avevano visto.


“Bulma, ti sento piano, puoi alzare la voce?” chiese il ragazzone.
“Noi siamo in pericolo! Qua ci sono dei mostri che ci hanno distrutto la navicella e se ci trovano cercheranno di ucciderci. Dobbiamo cercare le sfere senza che quelli ci trovino e siccome siamo bloccati non potremmo più tornare a casa per cui sbrigati a raggiungerci, abbiamo bisogno di te!”
“Ho capito, Bulma, ma la navicella non è ancora pronta, ci vuole ancora qualche giorno prima che sia a posto.”
“Forse non ci siamo capiti, noi qua siamo in pericolo di vita per cui di a mio padre di darsi una mossa o troverete solo i nostri resti!”
“D’accordo, vedrò di sollecitarlo. A presto e state attenti, mi raccomando!”


Il dottor Briefs s’impegnò molto dopo aver saputo che la figlia era in pericolo, tant’è che riuscì a dare alla navicella una velocità maggiore che avrebbe permesso a Goku di raggiungere Namek in soli sei giorni.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO SEI ***


SESTO CAPITOLO


Bulma, Gohan e Crili, dopo la distruzione della loro navicella spaziale, andarono a rifugiarsi in una caverna che resero confortevole grazie alle capsule contenenti gli oggetti più disparati che la ragazza si era portata da casa.
I tre amici, seppur rincuorati dalla notizia dell’imminente arrivo di Goku, ritenevano, però, molto difficile l’impresa per cui si erano recati su quel lontano pianeta perché avevano scoperto che Freezer, il capo dei guerrieri che avevano distrutto la loro navicella, era potentissimo e si trovava su Namek perché voleva le sfere magiche.
“Avete notato che quei tizi indossavano delle armature simili a quelle di Vegeta?” chiese Gohan.
“Già, hai ragione. Forese lui e quel Freezer sono alleati” disse Crili.
“Speriamo che non si trovi qui anche quello scimmione! Ci bastano già i problemi che abbiamo senza che ci si metta di mezzo anche lui!” esclamò Bulma.
“Sento delle forze spirituali, credo che Freezer e i suoi scagnozzi stiano andando ad attaccare un altro villaggio!” disse Crili poco dopo.
“Presto Crili, seguiamoli! Dobbiamo almeno cercare di recuperare una sfera prima che sia troppo tardi” disse Gohan.
Crili, sia pur con riluttanza, decise di seguire il bambino.
Sapeva che non avevano alcuna possibilità contro i nuovi nemici, tuttavia non potevano neanche permettersi che Freezer recuperasse tutte le sfere senza fare almeno un tentativo.
Le sfere erano l’unica possibilità che avevano di resuscitare i loro amici e non potevano lasciarle nelle mani di quell’essere crudele.
Dopo aver raccomandato a Bulma di restare nascosta nella caverna, Gohan e Crili partirono per raggiungere Freezer e i suoi scagnozzi.


Freezer giunse al nuovo villaggio per recuperare la quinta sfera.
Era un guerriero molto potente e temuto nell’universo, aveva distrutto e sottomesso innumerevoli popolazioni, però, sapeva che, per quanto fosse forte, non poteva sconfiggere lo scorrere del tempo.
Entro qualche decennio il suo corpo sarebbe invecchiato e lui non poteva permetterlo, doveva rimanere per l’eternità il potente Freezer.
Per lui, quindi era stato un colpo di fortuna scoprire l’esistenza delle sfere magiche ascoltando i discorsi di Vegeta tramite lo scouter, così era subito partito per Namek.
Sapeva che per poter esprimere il desiderio era necessario ottenere tutte e sette le sfere perciò, appena aveva messo piede sul pianeta, non aveva perso tempo.
Insieme ai suoi scagnozzi aveva già distrutto quattro villaggi.
I namecciani a cui aveva fatto visita si erano rifiutati di cedergli le loro sfere perché avevano capito che era un essere malvagio, così lui li aveva uccisi senza pensarci due volte.
Notando la diffidenza degli abitanti del quinto villaggio, Freezer non fece una piega ordinando tranquillamente ai suoi uomini di sterminarli.
“No, vi prego smettetela! Risparmiate almeno i bambini!” supplicò l’anziano capo villaggio che prima aveva cercato coraggiosamente di respingere il loro attacco senza, però, ottenere alcun risultato.
“D’accordo, ma tu consegnami la sfera” disse Freezer.
Il vecchio era molto titubante ma si decise ad obbedire per la salvezza dei due bambini impauriti che si aggrappavano alle sue vesti.
“E ora dimmi dove si trovano gli altri due villaggi.”
“No, non lo farò. Non posso permettere che facciate del male agli altri miei simili.”
“Ma davvero? E non ti preoccupa più la vita dei bambini?”
“Ma io ti ho dato la sfera!”
“Sì, ma non so che farmene senza le altre due mancanti. Sei stato tu a distruggere i nostri scouter poco fa e senza di essi non siamo in grado di individuare gli altri villaggi perciò devi dirci dove si trovano.”
“Scordatelo, questo non lo farò mai. Presto, scappate bambini.”
I due piccoli iniziarono a correre ma uno venne colpito da Dodoria, uno dei tirapiedi di Freezer, e morì sul colpo.
“Maledetto, sei veramente un vile!” gridò il vecchio scagliandosi contro Dodoria che, però, lo uccise con facilità.
Il malvagio individuo stata per uccidere anche l’altro bambino ma fu fermato da un violento colpo.
Dopo lo stupore iniziale, si accorse della presenza di due stani individui.
“Presto Gohan, fuggiamo” gridò Crili afferrando il piccolo namecciano per poi volar via alla massima velocità consentita.
Gohan lo seguì e ben presto i due amici sparirono all’orizzonte venendo, però, inseguiti da un infuriato Dodoria.
Gohan e Crili riuscirono a sfuggire all’individuo poiché azzerarono la loro aura e si nascosero fra le rocce.
Se da un lato erano felici di essere riusciti a sfuggire a Dodoria, però, videro apparire un’altra persona ben più pericolosa di lui: Vegeta.
Il malvagio saiyan si trovava anch’esso su Namek e a quanto pareva i suoi poteri erano notevolmente aumentati dall’ultima volta che lo avevano visto ed, inoltre, aveva anche imparato come loro a percepire le aure.
Per fortuna non si era accorto di loro e se n’era andato così i due terrestri poterono tornare al loro nascondiglio portandosi appresso il piccolo namecciano.

Vegeta sapeva che Freezer aveva già recuperato cinque sfere, lui doveva assolutamente trovarne almeno una per fermarlo, perciò senza indugio si diresse verso un altro villaggio.
Grazie alla sua battaglia contro i terrestri, aveva imparato a percepire le aure perciò era in vantaggio su Freezer che senza gli scouter non era in grado di trovare le sfere mancanti.
Un sorrisetto soddisfatto si delineò sul suo volto.
I suoi poteri erano notevolmente aumentati e poco prima era riuscito a battere Dodoria in pochi istanti.
Dodoria era impallidito quando si era accorto della sua forza e lo aveva supplicato di risparmiarlo in cambio di un importante segreto sul suo pianeta.
“Il tuo pianeta non è stato distrutto dalla collisione con un meteorite come hai sempre creduto ma è stato Freezer a farlo saltare in aria. Temeva che un giorno avreste tentato di ribellarvi al suo potere così ha deciso di evitare un eventuale pericolo. Comunque, dovresti ritenerti fortunato visto che Freezer, per distruggere il pianeta, aveva scelto un giorno che sapeva che tu eri lontano in missione. Non avresti mai dovuto metterti contro di lui, la tua ribellione ti farà raggiungere gli altri scimmioni nell’al di là.”
Vegeta non aveva ascoltato altro e con un colpo lo aveva disintegrato.
Lui era il potente principe dei saiyan ed era stato allevato da Freezer dopo la distruzione del suo pianeta, avvenuta quando aveva solo cinque anni.
La sua indole guerriera, tipica della razza saiyan, era cresciuta quando si era ritrovato al servizio di Freezer.
Il malvagio alieno gli aveva insegnato a distruggere e sterminare gli altri popoli con ancor maggior ferocia di quando compiva le sue missioni al fianco del re suo padre e se non compiva il suo dovere nei termini prestabiliti veniva torturato a sangue.
Vegeta era cresciuto nell’odio e solo questo sentimento era presente nel suo cuore, insieme ad un orgoglio smisurato.
Lui, ultimamente, si era stancato di essere uno scagnozzo di Freezer e sognava di diventare il padrone dell’universo al posto del suo “paparino adottivo”.
“Non lascerò a te le sfere, caro Freezer, ma saranno mie e con esse riuscirò finalmente ad ottenere la vita eterna e a vendicarmi di tutte le umiliazioni che mi hai fatto subire.”
Per il momento non gli importava che quel demone avesse distrutto il suo pianeta, l’unica cosa che voleva era vendicarsi delle umiliazioni subite per più di vent’anni.
Appena giunse al nuovo villaggio, Vegeta lo attaccò senza indugio e sterminò i poveri namecciani che tentarono di opporsi alla sua furia distruttrice.
Vegeta, poi, recuperò la sfera e la nascose in fondo al lago perché nessuno la trovasse.


Dende, il piccolo namecciano salvato da Gohan e Crili, era rimasto inizialmente intimidito davanti a quegli estranei, soprattutto quando lo avevano condotto al rifugio dove li attendeva Bulma.
Non aveva mai visto una donna in vita sua poiché nella sua razza non esistevano dato che i namecciani si riproducevano autonomamente utilizzando le loro stesse cellule.
Dende aveva guardato con diffidenza quella strana creatura ma in breve tempo si era tranquillizzato notando i suoi modi gentili.
“Oh, mio dio, avverto l’aura di Vegeta ad alcuni chilometri di distanza in direzione est” disse Gohan poco dopo.
“Già, l’avverto anch’io. Credo che abbia attaccato un altro villaggio per impadronirsi di una sfera. A differenza di Freezer, Vegeta ha imparato a percepire le aure. Credo che non siano alleati visto che non si trovavano insieme prima ma sono entrambi piuttosto pericolosi” ribatté Crili.
“Vi prego, ditemi cosa sta succedendo! Perché quella gente ha attaccato il mio pacifico pianeta?” chiese Dende.
Crili raccontò a Dende che quegli esseri malvagi volevano le sfere per ottenere l’immortalità mentre loro le cercavano per resuscitare i loro amici uccisi dai saiyan.
“Se riusciremo a trovare le sfere non solo potremo resuscitare i nostri amici ma anche riavere le sfere terrestri che sono scomparse con la morte di Junior e del Supremo” aggiunse Gohan.
“Già, ma a quanto pare manca solo una sfera, visto che Freezer ne ha cinque e Vegeta ha appena trovato la sesta” disse Bulma.
“Vi accompagnerò io dalla persona che custodisce l’ultima sfera, ma vi supplico, voi dovete impedire che quei mostri distruggano il mio pianeta” disse Dende.
“D’accordo. Ti prometto che faremo il possibile, piccolo” lo rassicurò Crili.
Il giovane guerriero pelato partì insieme al piccolo namecciano, raccomandando a Gohan e Bulma di restare nascosti nella caverna.


Nel frattempo Freezer era tornato alla sua astronave mandando Zarbon, uno dei suoi guerrieri, alla ricerca delle sfere mancanti.
Zarbon s’imbatté in Vegeta e i due guerrieri cominciarono a combattere.
Zarbon era sempre stato più forte del saiyan ma questa volta aveva notevoli difficoltà a batterlo poiché il principe, dalla sua battaglia sua Terra, aveva aumentato i suoi poteri.
Zarbon, quindi, per battere Vegeta fu costretto a ricorrere ad una trasformazione che raramente usava poiché imbruttiva i suoi lineamenti perfetti.
Soddisfatto della vittoria ottenuta contro il traditore, Zarbon lo lasciò a terra in fin di vita decidendo di tornare da Freezer per avvertirlo di ciò che era successo.
Apprendendo la notizia, però, il suo capo non reagì come lui si sarebbe aspettato.
“Sei un idiota! Prima di ucciderlo dovevi farti consegnare la sfera che aveva lui!”
“Che cosa? Vegeta aveva trovato una sfera?”
“Sì, uno dei nostri guerrieri di livello inferiore ha trovato un superstite di un villaggio e, prima di eliminarlo, si è fatto confessare il nome della persona che li aveva attaccati. Ora torna indietro e cerca di sperare che Vegeta sia ancora vivo altrimenti sarà peggio per te” disse Freezer.
Senza esitazione, Zarbon ripartì e con suo sollievo trovò il saiyan che respirava ancora così lo riportò all’astronave e lo mise in una vasca di rianimazione perché si riprendesse.
Vegeta guarì più velocemente di quanto Freezer e Zarbon pensassero così riuscì a fuggire sottraendo anche le cinque sfere che il suo ex capo aveva trovato.
Freezer s’infuriò per l’accaduto e minacciò Zarbon di ucciderlo se entro un’ora non fosse riuscito a ritrovare il saiyan e le sfere.


Gohan, intanto, controllando con il Dragon Radar, aveva scoperto che la sfera che si trovava nel villaggio attaccato da Vegeta era ancora là così decise di andarla a prendere.
Crili, invece, arrivò alla casa del Capo dei namecciani dove incontrò sia lui che Nail, la sua guardia del corpo che era identico a Junior.
Dende spiegò all’anziano saggio ciò che stava accadendo sul loro pianeta così lui decise di donare a Crili la sua sfera e, inoltre, utilizzando i suoi poteri magici, aumentò la forza del giovane terrestre.
Crili, poco dopo, ripartì per tornare da Gohan e Bulma ma, appena giunse alla caverna, si accorse con orrore che Vegeta lo aveva visto.
“A quanto pare, terrestre, anche tu sei interessato alle sfere del drago. Beh, è un vero peccato per te che io desideri la stessa cosa! Ora ho un impegno ma fra poco sarò da te per sistemarti insieme alla tua amichetta!” disse Vegeta rivolgendo a lui e Bulma uno sguardo minaccioso che spaventò la povera ragazza. Qualche secondo dopo, Zarbon atterrò davanti a loro. “Wow, e quel bel tipo chi sarebbe? Non può essere cattivo come Vegeta!” disse Bulma notando il giovane uomo con la pelle azzurra e i lineamenti perfetti.
“Secondo me è peggio. Non devi giudicarlo solo dal suo aspetto, perché è un mostro spietato” disse Crili ricordando che lo aveva visto sterminare i namecciani che vivevano al villaggio di Dende.
Bulma non condivideva l’idea dell’amico poiché non riteneva possibile che un ragazzo così bello potesse essere cattivo così si mise a fare apertamente il tifo per lui.
“Ehi, io sono dalla tua parte! Coraggio, sconfiggi Vegeta.”
Zarbon lanciò una breve occhiata ai due terrestri poi riportò la sua attenzione su Vegeta.
“Vegeta, Freezer mi ha ordinato di ricondurti da lui con le sfere. Forza, seguimi.”
“Puoi scordartelo, carino. Su coraggio, sbrigati ad assumere quell’aspetto rivoltante così la facciamo finita. So bene che sei una femminuccia e che solo trasformandoti riesci a combinare qualcosa di buono” lo provocò Vegeta.
Zarbon, infuriato, si scagliò contro di lui ma non riuscendo neppure a sfiorarlo decise di effettuare la trasformazione. Bulma, intanto, sgranò gli occhioni azzurri incredula vedendo che quel bell’adone era diventato un mostro orribile.
“Devo ammettere che avevi ragione tu, Crili.”
“Presto, scappiamo mentre loro sono impegnati a battersi” disse Crili iniziando a correre trascinandosi dietro Bulma.
Vegeta, però, se ne accorse e lanciò a pochi centimetri da loro un raggio energetico per obbligarli a fermarsi.
Il saiyan, poi, riprese il suo scontro con Zarbon e questa volta riuscì ad ucciderlo perché i suoi poteri erano aumentati nuovamente.
Una delle caratteristiche dei saiyan, infatti, era che al termine di un difficile scontro in cui avevano rischiato la vita ne uscivano con un aumento di potenza.
“Bene terrestre, vuoi consegnarmi spontaneamente la sfera o preferisci passare a miglior vita?” chiese Vegeta riportando la sua attenzione su Crili e Bulma.
“Opterei per la prima soluzione ma tu in cambio mi prometti che te ne andrai senza farci del male?”
“D’accordo, per questo volta voglio essere magnanimo visto che ho ottenuto tutte e sette le sfere.”
Crili lo guardò sorpreso.
“E così lui pensa di avere tutte e sette le sfere mentre non sa che Gohan è andato a prendere quella vicino al villaggio che lui aveva attaccato” pensò Crili ricordando che Bulma gli aveva raccontato poco prima il motivo dell’assenza del bambino.
Vegeta prese la sfera poi se ne andò mentre i due terrestri pregarono che il malvagio saiyan non incontrasse il piccolo Gohan.
Vegeta stava tornando al lago dove aveva nascosto la sfera, però, s’imbatté a metà strada con Gohan.
Fortunatamente il bambino aveva fatto in tempo a nascondere la sfera così il saiyan proseguì subito per la sua strada.
Vegeta non tardò molto ad accorgersi della sparizione della sfera e intuì che Gohan gliel’aveva sottratta.
Arrabbiatissimo, ritornò al rifugio dei terrestri ma essi se n’erano già andati e, siccome avevano azzerato la loro aura, Vegeta non fu in grado di rintracciarli.


Crili e Gohan lasciarono Bulma al nuovo rifugio a guardia della sfera mentre loro decisero di recarsi dal Capo dei Saggi per chiedergli di aumentare la potenza nascosta di Gohan.
Vegeta, stando con i sensi ben allerta, avvertì l’aura dei due terrestri quando essi aumentarono la loro velocità per raggiungere il Capo dei Saggi così si lanciò al loro inseguimento.
Quando li raggiunse, Gohan aveva già incontrato il Capo dei Saggi.
Gohan e Crili rimasero sorpresi quando, ad un certo punto, videro il saiyan sbiancare all’improvviso.
“Oh, mio dio, Freezer ha chiamato la squadra Giniu! Presto, consegnatemi la sfera prima che sia troppo tardi!” I due, però, lo guardarono con diffidenza.
“La squadra Giniu è formata da cinque potentissimi guerrieri e solo ottenendo l’immortalità sarò in grado di batterli. Se mi darete la sfera, vi giuro che non vi farò mai più del male, né a voi né ai vostri amici.”
Crili e Gohan non erano affatto sicuri di potersi fidare di lui ma Nail li convinse dicendo che coloro che stavano per atterrare sul pianeta erano ancora più spietati del saiyan.
Goku non era ancora arrivatò perciò i due decisero, sia pur con riluttanza, di fidarsi di Vegeta.
Si recarono, quindi, a tutta velocità al rifugio dove avevano lasciato Bulma con la sfera.
Dopo aver preso la sfera, andarono nel luogo dove Vegeta aveva lasciato le altre.
La squadra Giniu, però, arrivò prima che avessero il tempo di esprimere il desiderio.
“Bene, a quanto pare ci si rivede, caro Vegeta. Freezer è furibondo e ci ha ordinato di farti fuori” disse il capitano Giniu. “Beh, sistemeremo anche loro naturalmente. E’ sempre utile fare un po’ d’esercizio di tanto in tanto. Io porterò le sfere a Freezer mentre voi sistemerete quei tre.”
Gohan e Crili osservarono con sorpresa quegli strani individui fare la conta per decidere a chi di loro toccava combattere.
“Che rabbia! Io, il potente Guldo, dovrei battermi contro quei moscerini?” chiese quello che aveva l’aspetto di un rospo con quattro occhi.
“Cercate di stare in guardia, Guldo non possiede una grande forza ma è furbo” li avvisò Vegeta.
I due terrestri, ben presto si trovarono in difficoltà poiché Guldo era in grado sia di fermare il tempo trattenendo il fiato che di bloccare gli avversari con i suoi poteri telepatici.
Sarebbero morti se non fosse intervenuto a sorpresa Vegeta a salvarli uccidendo Guldo.
“Grazie, Vegeta.”
“Non mi fraintendete, non l’ho fatto certo per voi ma perché detestavo Guldo da parecchio tempo.”
Vegeta, poi, iniziò a combattere contro Rekom, un altro membro della squadra Giniu, ma costui era fortissimo e neanche con l’aiuto di Crili e Gohan riuscì a batterlo.
Tutti e tre erano ormai in fin di vita e sarebbero morti se non fosse arrivato Goku a salvarli.
Il giovane, durante il viaggio per raggiungere Namek, si era allenato nella stanza gravitazionale che aveva fatto installare dal dottor Briefs sulla sua navicella spaziale ed era diventato fortissimo.
Riuscì a battere in breve tempo sia Rekom che Burter mentre Jeice, l’altro guerriero, fuggì per avvertire il capitano Giniu di ciò che era successo ai compagni.
Vegeta era rimasto impressionato dall’incredibile aumento di potere di Goku e si chiese con sgomento se esso non fosse diventato un super saiyan.


Giniu, intanto, aveva portato le sette sfere a Freezer ma quest’ultimo, non riuscendo ad usarle, era andato a cercare gli ultimi namecciani rimasti in vita per farsi svelare la parola d’ordine.
Jeice, poco dopo, raggiunse Giniu e lo informò di cosa era successo così lui decise di affrontare il misterioso guerriero che aveva fatto fuori i suoi guerrieri.
Goku e gli altri, nel frattempo, aveva percepito lo spostamento di Freezer e capito che si stava dirigendo a casa del Capo dei Saggi.
“Freezer non sarà riuscito ad usare le sfere per questo sarà andato a cercare gli ultimi namecciani per farsi dire la parola d’ordine, ma non sa che se uccide il Capo dei Saggi le sfere spariranno con lui!” disse Crili.
“Presto, tu e Gohan correte a cercare le sfere mentre tu, Vegeta, mi aiuterai a sconfiggere quei due. Grazie al fagiolo magico che ti ho dato poco fa ti sei ripreso e ora sei in grado di battere quello con la pelle rossa” disse Goku mentre Jeice e Giniu atterrarono davanti a loro.
Gohan e Crili partirono mentre Vegeta abbandonò Goku.
“Vegeta! Sei un traditore!” gridò Goku vedendolo allontanarsi.
Goku era deluso poiché aveva creduto che Vegeta non fosse del tutto malvagio visto che prima aveva salvato Crili e Gohan ma, evidentemente, si era sbagliato.
Goku, però, non si perse d’animo e iniziò a battersi contro Giniu.


Vegeta, intanto, raggiunse l’astronave di Freezer e si nascose in attesa che arrivassero Gohan e Crili.
I due terrestri, infatti, arrivarono poco dopo essersi recati a recuperare il Dragon Radar di Bulma.
Trovarono le sette sfere ma non riuscirono a far comparire il drago.
Giniu, nel frattempo, notando la forza di Goku, decise di usare su di lui la tecnica del Body Change per scambiare il suo corpo con quello del saiyan e ci riuscì lasciando al giovane il suo corpo ferito.
Giniu, qundi, tornò all’astronave con Jeice e i due vennero seguiti da un malridotto Goku che voleva riavere il suo corpo.
Giniu, malgrado avesse ottenuto il corpo del saiyan, però, non era capace di sfruttarne a pieno le potenzialità così Goku disse a Crili e Gohan di attaccarlo senza indugio.


Vegeta, intanto, decise di uscire allo scoperto e sconfisse con facilità Jeice poi, vedendo Crili e Gohan in difficoltà, iniziò a combattere contro Giniu al loro posto.
L’alieno, accorgendosi della forza del saiyan, decise di effettuare su di lui il Body Change, ma Goku, capendo la sua intenzione, si mise in mezzo così riuscì a recuperare il suo corpo.
Giniu non si perse d’animo e fece un altro tentativo ma venne finalmente reso inoffensivo grazie a Goku che proprio in quel momento lanciò un ranocchio facendoci finire l’anima di Giniu.
“Bene, bene, a quanto pare Kakaroth ora non mi ci vorrebbe niente per finirti” disse Vegeta contemplando il corpo malridotto del rivale.
“So bene che non mi ucciderai adesso, Vegeta. Lo so che hai bisogno del mio aiuto per lo scontro finale con Freezer.”
Vegeta non ribatté ma sapeva che Goku aveva colpito nel segno.
Doveva temporaneamente allearsi con lui se voleva riuscire a battere l’odiato Freezer perciò decise di rimettere in sesto il suo rivale.
“Avanti seguitemi se volete far guarire Kakaroth” disse a Crili e Gohan che sostenevano Goku che non riusciva a reggersi in piedi.
I due erano molto restii ma Goku li convinse a seguire il saiyan.
“Fate come dice lui, ragazzi. Io ho finito i fagioli magici ed, inoltre, al momento Vegeta non ci considera suoi nemici. Il suo vero nemico per ora è Freezer, non siamo noi.”
I due, allora, si decisero a seguire il saiyan all’interno dell’astronave di Freezer dove misero Goku nella vasca di rianimazione.
Vegeta, poi, decise di riposarsi, Crili di andare a cercare Dende per farsi dire come attivare le sfere mentre Gohan fu lasciato a fare la guardia.
Crili a metà strada incontrò Dende.
“Dende, non siamo riusciti ad usare le sfere.”
“Sì, lo so, per questo il Capo dei Saggi mi ha mandato da voi. Nail si sta battendo contro Freezer per darmi il tempo di raggiungervi. Presto, non abbiamo un minuto da perdere.”
I due, quindi, tornarono all’astronave e insieme a Gohan presero le sfere e le spostarono perché non volevano che Vegeta si accorgesse che avevano chiamato il drago.
Dende spiegò ai due amici che il drago di Namek si chiamava Polunga e che bisognava esprimere i desideri in lingua namecciana.
Polunga poteva esaudire tre desideri ma poteva riportare in vita solo una persona alla volta perciò decisero di resuscitare Junior così insieme a lui sarebbero tornati anche il Supremo e le sfere terrestri.
Siccome Junior desiderava raggiungerli per combattere, come secondo desiderio fu chiesto che il guerriero venisse trasportato su Namek.
Vegeta, intanto, si era svegliato e, accorgendosi di ciò che avevano fatto, li raggiunse infuriato.
Loro tentarono di calmarlo dicendogli che rimaneva ancora un desiderio ma, prima che Dende potesse esprimerlo, Polunga sparì e le sfere diventarono di pietra.
Freezer, infatti, si era accorto che Nail stava tentando di fargli perdere tempo così lo aveva lasciato moribondo poi aveva ucciso l’anziano Capo dei Saggi.
Ora era tornato nei pressi della sua astronave e guardava con odio i suoi nemici.
“Per colpa vostra nn potrò realizzare il mio sogno d’immortalità perciò me la pagherete cara. Vegeta, se non mi avessi tradito probabilmente ti avrei lasciato ancora in vita, invece mi sono accorto che sei tale e quale a tuo padre. Devi averla ereditata da lui la tua pazzia.”
“Che cosa? La mia pazzia?”
“Sì, la tua pazzia. Il re tuo padre era un pazzo che credeva di potermi battere per questo attaccò la mia astronave con i suoi guerrieri. Era un essere talmente insignificante al mio confronto che non ho nemmeno dovuto trasformarmi per batterlo. Nel giro di pochi istanti ho fatto fuori sia lui che gli altri patetici scimmioni poi ho fatto saltare in aria il tuo insulso pianeta. Avresti dovuto esserci, era uno spettacolo affascinante! Speravo che tu fossi diverso ma del resto non dovrei sorprendermi, visto che uno scimmione rimane sempre uno scimmione. Ben presto ti spedirò all’inferno così potrai rincontrare il tuo caro paparino, non sei contento Vegeta?”
Vegeta non mosse un muscolo cercando di restare indifferente anche se nella sua mente riaffiorarono i suoi ricordi con il padre.
Il re non era stato un padre affettuoso, del resto non era nella natura saiyan esserlo, tuttavia si era sempre dimostrato molto orgoglioso della potenza del suo erede.
Era sempre stato fiero del piccolo principe e fin da quando era piccolissimo lo aveva portato con sé alla conquista degli altri pianeti.
Un giorno, però, Freezer aveva chiesto al re che gli consegnasse suo figlio e lui lo aveva fatto senza indugio.
Vegeta era sempre stato educato per combattere, a non provare sentimenti, perché allora, quando aveva sentito dire a suo padre che non gli importava di lui, il suo cuore di bambino cinquenne ne aveva sofferto?
“Maestà, credete sia prudente consegnare il principino a quel mostro?”
“Non m’importa nulla di mio figlio, è l’arroganza di Freezer che non sopporto. Tratta noi saiyan come se fossimo suoi schiavi ma un giorno me la pagherà.”
Vegeta si riscosse dai suoi ricordi e insieme a Crili e Gohan iniziò a combattere contro Freezer senza però riuscire neanche a scalfirlo visto che il mostro aveva effettuato la sua prima trasformazione aumentando la sua potenza mentre Bulma, che aveva raggiunto i suoi amici stava nascosta tra le rocce pregando per loro.


Junior, intanto, era arrivato su Namek e aveva incontrato Nail in fin di vita.
Decise di effettuare l’Assimilazione così’ l’anima e i poteri di Nail sarebbero affluiti nel suo corpo rendendolo più forte.
Junior raggiunse il campo di battaglia e combatté contro Freezer dimostrandosi più forte di lui così quest’ultimo fu costretto ad effettuare la sua seconda trasformazione.
Junior ora faceva nettamente più fatica ma, comunque, cercava come meglio poteva di tenerlo a bada allora Freezer si trasformò per la terza volta diventando imbattibile.
Il piccolo Dende aveva il dono speciale di guarire le persone così curò Junior, Crili e Gohan dalle ferite inferte loro da Freezer.
Vegeta, accorgendosi dei suoi poteri, decise di usarli.
Era, infatti, convinto di riuscire a trasformarsi in super saiyan se fosse guarito da un’altra ferita mortale così si fece colpire apposta da Crili per poi farsi curare da Dende.
Il bambino, inizialmente, rifiutò perché lo riteneva un essere crudele come Freezer poiché anche lui aveva ucciso la sua gente ma Crili riuscì a convincerlo.
Vegeta, essendo ritornato in perfetta forma grazie al piccolo namecciano, andò ad affrontare Freezer con aria spavalda, certo della sua vittoria.
Ben presto, però, si accorse del suo errore e per la prima volta in vita sua provò paura contro un avversario.
Freezer infierì su di lui senza pietà procurandogli innumerevoli ferite sul suo corpo già pieno di cicatrici.
Poco dopo arrivò Goku che, nel frattempo, era tornato in piena forma grazie alla vasca di rianimazione e ora era pronto a scendere nuovamente in campo.
Vegeta si accorse della nuova potenza che lo circondava e capì che Goku avrebbe battuto Freezer.
“Freezer preparati perché il leggendario super saiyan ti distruggerà.”
Freezer, irritato, lanciò un colpo al cuore di Vegeta. “Ehi tu, quello che hai fatto non è leale! Non hai visto che Vegeta non era neanche più in grado di muoversi?”
“E allora? In fondo se l’era cercata! Mi aveva stancato con questa storia del super saiyan ed io detesto i tipi insistenti.”
“Kakaroth, devi smetterla di comportarti in quel modo! Solo diventando un guerriero spietato e crudele potrai trasformarti in super saiyan.”
“Io sono cresciuto in modo molto diverso da te, Vegeta, ed inoltre, non so neanche cosa sia questo super saiyan.”
“Il super saiyan è un guerriero potentissimo in grado di compiere imprese strepitose e secondo la leggenda ne nasce uno ogni mille anni. Noi saiyan abbiamo sempre lavorato come mercenari di Freezer, gli abbiamo sempre obbedito ma lui ha deciso di ucciderci per paura di una nostra ribellione. Non fu un meteorite a distruggere il pianeta Vegeta ma Freezer. Quel verme schifoso ci ha sterminati quasi tutti, compresi tuo padre e il mio, il re dei saiyan. Kakaroth, ti prego, vendicami, tu sei l’ultimo saiyan rimasto.”
Goku rimase sconvolto dalla supplica di Vegeta. Il fiero e orgoglioso principe si era rivolto a lui, che aveva tanto disprezzato, piangendo.
“Lo so che quello che ti ha fatto soffrire non è la fine della tua gente ma il modo in cui lui ti ha sempre trattato, umiliandoti come nessuno aveva mai fatto. Oh Vegeta, io l’avevo capito subito che in fondo avevi un cuore anche tu! Per il sangue della stessa razza che ci accomuna, ti giuro che ti vendicherò, fiero principe dei saiyan” pensò Goku mentre contemplava il corpo privo di vita del suo rivale.

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Capitolo 7
*** CAPITOLO SETTE ***


SETTIMO CAPITOLO


“Adesso basta, brutto muso di latta, è giunta l’ora che di metterti a riposo. Ti do un consiglio: arrenditi e non ti farò alcun male. Sono già troppe le vittime che a causa della tua ingordigia hanno perso la vita!”
“Ahahah! Ma sentitelo! E tu dovresti essere l’ultimo superstite della razza saiyan? A me sembri soltanto una femminuccia! Hai visto che fine ha fatto Vegeta? Nonostante fosse stato un mio allievo non ha potuto nulla contro di me per cui non montarti la testa, non sarai certo tu a farmi paura. Vattene o sei morto!” disse Freezer per nulla turbato dal ragazzo minaccioso che si trovava davanti.
“Questo lo vedremo, ho promesso a Vegeta che l’avrei vendicato e lo farò! Proteggerò i miei amici fino all’ultimo se necessario ma ti fermerò!”
Goku e Freezer iniziarono a scambiarsi dei colpi veloci e molto potenti ma l’esperienza e la malvagità erano dalla parte di quest’ultimo che con una strana tecnica colpì il giovane saiyan ferendolo al torace e scagliandolo a distanza.
“Oh no, che male! E’ davvero molto forte” pensò Goku.
“Ormai la mia riserva d’energia è al termine, non riuscirò mai a batterlo ma non posso arrendermi…devo rialzarmi…non sento più il mio corpo, le gambe non mi sorreggono . . .”
“Principiante! Credevi di essere chi sa chi, invece non vali niente anche se devo ammettere che combatti un po’ meglio di Vegeta. Ti avrei risparmiato se avessi accettato di lavorare per ma ora ti darò il colpo di grazia!”
“No, non te lo permetterò!” urlò Crili avanzando verso il mostro.
“E tu che voi, testa pelata? Non avere fretta, fra poco arriverà il tuo turno, non temere.”
“Crili torna qui, tu non sei in grado di affrontarlo” gli urlarono Gohan e Bulma.
Crili non indietreggiò, voleva guadagnare un po’ di tempo per far riprendere fiato all’amico, ma il suo tentativo fu vano.
Egli scagliò vari colpi contro il suo avversario ma non gli fece nemmeno un graffio.
Freezer rideva a crepapelle poi si stancò, guardò con fierezza il nanerottolo, infine gli sferrò un colpo micidiale che lo finì all’istante.
Mentre Freezer continuava a ridere; Bulma e Gohan tremarono dalla paura, ormai le loro speranze erano finite.
Goku ancora non si era alzato ma la scena a cui aveva assistito gli aveva creato dentro un fortissimo dolore misto a rabbia.
Con odio guardò Freezer e senza rendersene conto si rialzò con le lacrime agli occhi per la perdita del suo migliore amico.
“No! Crili, amico mio, perché l’hai fatto?”
Mentre urlava queste parole un’intensa forza si impossessò del suo corpo emanando una luce accecante.
Bulma e Gohan non credevano ai loro occhi, videro Goku biondo con gli occhi verdi e con il fisico alterato dalla nuova potenza avvicinarsi a Freezer che smise improvvisamente di deriderlo.
“Il mio corpo si è rinvigorito e la mia forza è aumentata notevolmente, penso di essere divenuto il guerriero che aveva detto Vegeta. Mi sento incredibilmente bene per cui Freezer ora ti batterò e la pagherai per tutto quello che hai fatto!”


Goku iniziò a scagliare contro il suo nemico dei colpi potentissimi con una nuova agilità che lasciava stupiti tutti, persino Freezer che ora faticava a tenerlo a bada ed era evidente la sua stanchezza.
Intanto, re Kaio assisteva al combattimento tramite i suoi poteri sensoriali ed era certo che questa volta Goku avrebbe distrutto Freezer per cui chiese al Supremo di evocare Shenron per riportare in vita tutte le vittime del mostro uccise su Namek.
Il desiderio venne subito esaudito e tutti tornarono in vita, tranne Crili che era già stato resuscitato da Shenron alcuni anni prima dopo la battaglia contro Al Satan, il padre di Junior.
Nessuno capiva cos’era successo ma tutti sentivano nell’aria un nuovo enorme spargimento d’energia che stava distruggendo il pianeta che ben presto sarebbe inevitabilmente esploso.
Goku e Freezer stavano ancora combattendo, i loro colpi erano molto pericolosi, si sentivano esplosioni ovunque, la terra tremava ad ogni nuova scossa e con lei anche la gente spaventata.
Goku scagliò un colpo violentissimo che allontanò notevolmente il mostro e ne approfittò di questi minuti per chiedere un favore a Dende, ritornato in vita.
“Dende, io sono Goku, il padre di Gohan. Qualcuno grazie alle sfere del drago terrestri deve avervi fatto resuscitare per cui devi recarti subito dal Capo dei Saggi affinché chieda a Polunga di trasportarvi sulla Terra. Questo pianeta sta per esplodere, per cui fai in fretta.”
“E tu come farai?” chiese Dende preoccupato.
“Io ce la farò, Freezer è ormai alla fine per cui prima che il pianeta esploda riuscirò ad andarmene ma è necessario che lo finisca per porre termine a quest’incubo!”
“D’accordo!”
Dende corse dal Capo dei Saggi ed esaudirono la richiesta di Goku; inutile dire che tutti furono contenti e sorpresi di ritrovarsi sulla Terra anche se erano dispiaciuti che Crili non ci fosse.
Tutti erano in pensiero per Goku e attendevano con ansia di ricevere sue notizie.
Bulma, inoltre, era anche angosciata avendo visto che poco distante da lei c’era quel Vegeta che era stato resuscitato da Shenron insieme agli altri e la ragazza temeva che i guai non fossero ancora finiti.
Era terrorizzata, sperava che Goku tornasse al più presto e distruggesse anche il saiyan prima che quest’ultimo ricominciasse a far del male a qualcuno.
Il tempo passava inesorabile senza avere notizie quando re Kaio si mise in contatto con loro e comunicò che Goku aveva battuto Freezer ma non era riuscito a fuggire da Namek prima che il pianeta esplodesse, suscitando grande dolore in tutti loro per la morte del generoso eroe che si era sacrificato per la salvezza dell’universo.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO OTTO ***


OTTAVO CAPITOLO Il piccolo Gohan era disperato per la morte del suo amato padre perché sapeva che non sarebbe più potuto tornare in vita, poiché era già stato resuscitato già una volta dopo lo scontro con Radditz.
“Fatti coraggio, amico mio. Le sfere namecciane possono riportare in vita le persone più di una volta a patto che non siano morte per cause naturali, ovviamente” disse Dende.
“Davvero? Ma è splendido! Allora, oltre a papà, potranno tornare in vita anche Crili e Riff!”
“Non è così facile come pensate, ragazzi” sentirono dire all’improvviso da re Kaio.
“Temo, purtroppo, che non abbiate ben compreso il potere delle sfere namecciane. Polunga fa resuscitare le persone nel luogo esatto in cui esse sono state uccise, quindi, nel caso di Goku e Crili, sul pianeta Namek. Purtroppo il pianeta è stato disintegrato per cui i due ragazzi ritornerebbero in vita nello spazio aperto cessando subito di esistere per mancanza di ossigeno. Riff, invece, può essere tranquillamente resuscitato visto che era stato ucciso sulla Terra” spiegò re Kaio.
Le sue parole suscitarono una profonda tristezza in tutti i presenti, soprattutto in Bulma e Gohan.
“Cercate di far funzionare il vostro cervello invece di disperarvi inutilmente.”
Bulma si voltò a guardare Vegeta, notando che li osservava con il suo solito sorrisetto ironico.
“Con un desiderio potreste richiamare i loro spiriti sulla Terra e poi provare a resuscitarli da qui, sono certo che funzionerà” disse Vegeta.
Bulma lo osservò, sorpresa che gli stessero a cuore le sorti dei loro amici, poi gli rivolse un dolce sorriso.
“Grazie mille, Vegeta. A questo non avevo pensato” disse Bulma.
Gohan poco dopo gli si avvicinò per ringraziarlo, ma lui gli lanciò un’occhiataccia allontanandolo.
Quando era stato resuscitato da Shenron, era rimasto colpito vedendo Goku trasformarsi in super saiyan e desiderava affrontarlo per dimostrargli che era lui il saiyan più forte della galassia.
Voleva che Goku tornasse per avere la soddisfazione di essere lui a sconfiggerlo.
Era il principe dei saiyan e il suo orgoglio era stato calpestato quando era stato quel guerriero di infimo livello a trasformarsi nel leggendario super saiyan e a sconfiggere il tiranno che l’aveva umiliato fin da quando aveva solo cinque anni.
Ora che per un caso fortuito era stato resuscitato, doveva riscattarsi dalla cocente umiliazione subita e l’unico modo che aveva per farlo era sconfiggendo Goku.
Nel frattempo Bulma decise di offrire ospitalità ai namecciani che dovevano attendere che le loro sfere si riattivassero per poter ottenere un nuovo pianeta dove vivere.
Essi acconsentirono, grati per la generosità della bella terrestre.
“E tu, bel fusto, che intenzioni hai?” chiese Bulma voltandosi a guardare Vegeta.
“Come che intenzioni ho?” chiese lui sorpreso che la ragazza gli avesse rivolto la parola.
“Non ti unisci al gruppo? Qui gli alberghi sono un po’ cari. Io cucino benissimo così potrai recuperare le forze perdute, ma ci tengo a precisare che ti ho invitato perché sono una persona educata e non perché mi sei simpatico, è chiaro?”
“L’antipatia è reciproca e sei anche bruttina” ribatté Vegeta.
In realtà pensava che fosse molto bella ma non poteva certo andarglielo a dire.
Era rimasto spiazzato dal suo invito, nessuno lo aveva mai trattato con gentilezza prima di allora, tanto meno una persona che aveva minacciato di uccidere.
Era davvero una strana ragazza ma avrebbe accettato il suo invito, in fondo non sapeva dove andare e tanto valeva trovarsi un posto comodo in attesa di battersi con Kakaroth.
Appena giunsero alla Capsule Corporation, Vegeta non fece neanche in tempo ad ammirare l’enorme proprietà che una donna bionda gli si avvicinò.
“Ciao dolcezza, tu devi essere il nuovo fidanzato di mia figlia, sei veramente affascinante! Bulma ha sempre avuto un debole per i ragazzi alla moda.”
Vegeta guardò la donna, sconcertato dal suo comportamento, poi la sua attenzione fu attratta da una navicella spaziale nuova di zecca.
Era stata costruita dal dottor Briefs su richiesta di Chichi che, preoccupata per il suo bambino, avrebbe voluto raggiungerlo su Namek. Vegeta la osservo attentamente, riflettendo sul fatto che sarebbe potuta tornargli utile.


Le sfere namecciane si riattivavano in solo centotrenta giorni in quanto era quello il lasso di tempo che sul pianeta Namek componeva un anno.
I namecciani decisero di lasciare che i terrestri utilizzassero tutti e tre i desideri mentre loro avrebbero atteso altri centotrenta giorni per esprimere la loro richiesta a Polunga.
Tutti si radunarono nel giardino della Capsule Corporation, anche Vegeta che, però, rimase in disparte.
Bulma formulò i desideri mentre Dende li tradusse in lingua namecciana.
La prima richiesta fu di riportare gli spiriti di Goku e Crili sulla Terra.
Tutti rimasero sorpresi quando Polunga disse che Goku era vivo.
“Ma è una notizia meravigliosa!” disse Gohan felice.
“Ma se è vivo perché non è tornato a casa?” chiese Bulma sorpresa.
“Forse la sua navicella era guasta” ipotizzò il bambino.
“Però per Polunga sarà facile riportarlo qui dovunque esso si trovi” disse Dende.
“Già, hai ragione, Dende. Esprimi come secondo desiderio che venga resuscitato Crili, mentre per terzo che Goku sia riportato qui” disse Bulma.
Dende espresse in namecciano le richieste della ragazza e Crili fu riportato in vita senza problemi fra la commozione dei suoi amici mentre Goku, fra lo sconcerto generale, fece sapere tramite Polunga di non avere intenzione di tornare a casa per il momento.
“Il vostro amico ha detto che tornerà da solo fra un po’ di tempo.”
Gohan era triste perché non riusciva a capire la decisione presa da suo padre, ma Junior gli rivolse delle parole d’incoraggiamento.
“Non ti devi preoccupare, vedrai che appena gli sarà possibile tornerà da te e da tua madre.”
Grazie alle parole di Junior, Gohan si tranquillizzò decidendo di attendere con fiducia il ritorno del padre.


Vegeta rimase sorpreso alla notizia che il suo rivale era scampato all’esplosione di Namek e, dopo avergli riflettuto su, capì il motivo del suo rifiuto a tornare sulla Terra.
“Ma certo! Deve essere andato su qualche pianeta ad allenarsi per aumentare ulteriormente i suoi poteri, mentre io sono rimasto qui a perdere tempo in mezzo a questi smidollati.”
La sua attenzione fu attratta dalla navicella spaziale situata nel cortile sul retro e senza indugio decise di utilizzarla per andare a cercare Goku.
Quando sentirono un gran rumore provenire dal retro, tutti i presenti si voltarono e videro la navicella spaziale alzarsi lentamente in cielo per poi aumentare la velocità e sparire all’orizzonte e, naturalmente, capirono chi si trovava a bordo.
La signora Briefs si sentì dispiaciuta dalla partenza di Vegeta.
Nei giorni in cui aveva vissuto a casa loro non si era dimostrato molto socievole e per la maggior parte del tempo spariva per ripresentarsi solo ai pasti o per dormire, tuttavia la donna ne era rimasta favorevolmente colpita.
Era un ragazzo affascinante e misterioso e, a parer suo, sarebbe potuto essere il compagno ideale per sua figlia se solo i due avessero potuto conoscersi meglio.
“Non preoccupatevi per lui, avete ancora un desiderio da usare visto che Goku si è rifiutato di tornare. Potreste utilizzarlo per resuscitare uno dei ragazzi morti durante lo scontro con i saiyan” disse Junior.
“Già, hai ragione, ma chi di loro faremo tornare in vita?” chiese Bulma non volendo far torto a nessuno.
Poco dopo si sentì la voce di re Kaio.
“Tensing e Riff desiderano rimanere ad allenarsi qui da me. Potete far tornare in vita Yamcha se volete.”
Dende, quindi, espresse il desiderio di resuscitare il giovane guerriero terrestre.
Yamcha tornò in vita fra la commozione dei presenti, in modo particolare Bulma.
“Ciao Bulma, sei ancora più carina di quanto ricordassi” disse Yamcha sorridendo alla ragazza.
Bulma ricambiò il suo sorriso poi corse ad abbracciarlo.
Era felice che lui fosse tornato in vita e sperava che avrebbero potuto risolvere i loro problemi iniziati prima dell’arrivo dei saiyan.
Sperava che riuscissero a riavvicinarsi, a ritrovare il feeling che avevano un tempo ora che si prospettava un periodo di pace.
Altri centotrenta giorni passarono in fretta e anche Tensing e Riff furono riportati in vita mentre il terzo desiderio fu utilizzato per ripristinare il pianeta Namek.
Dende salutò con le lacrime agli occhi i suoi amici terrestri, augurandosi di rivederli in futuro.
Si prospettava un periodo tranquillo perciò Gohan ritornò a dedicarsi allo studio nella sua casa fra le montagne.
Crili tornò a casa di Genio e un giorno fece la conoscenza di una bella ragazza di nome Marion di cui s’innamorò.
Costei, però, era sciocca e frivola così ben presto il loro rapporto ebbe termine.
Crili, naturalmente, ne soffrì moltissimo anche se, in cuor suo, sapeva che Marion non era la persona giusta per lui.
Durante quel periodo Bulma eYamcha avevano trascorso molto tempo insieme ma la ragazza, pur volendo bene al fidanzato, sentiva di non provare più lo stesso sentimento che aveva provato in passato.
Aveva capito di volergli bene come a un caro amico ma non come a un fidanzato.
Era un caro ragazzo, sempre allegro e spensierato e terribilmente immaturo.
Non era cambiato molto da quando si erano conosciuti a sedici anni.
Lui era un predone del deserto che desiderava vincere la sua timidezza con le donne, mentre lei era una ragazzina romantica che desiderava trovare le sette sfere per esprimere il desiderio di ottenere il principe azzurro.
Era naturale che si innamorassero.
Per entrambi era stato il primo amore, vissuto fra avventure varie con Goku e gli altri compagni e momenti di quiete scanditi da litigate a causa del carattere tendente alla collera di Bulma.
Con il trascorrere del tempo, Yamcha non era cambiato, mentre lei aveva dovuto assumersi più responsabilità nell’azienda di famiglia.
Yamcha ora le appariva come una persona troppo immatura e lei aveva iniziato a desiderare di riuscire a trovare un uomo forte, coraggioso e leale che le stesse accanto dandole amore e protezione e aveva capito che costui non poteva essere Yamcha.
Già da prima dell’arrivo dei saiyan questo pensiero aveva iniziato a sfiorarle la mente, ma la morte di Yamcha e il viaggio su Namek le avevano fatto accantonare questa riflessione per dedicarsi al pericolo imminente.
Ora che si trovavano in un periodo di pace, però, il pensiero del suo rapporto con Yamcha si era riaffacciato nella sua mente.
Aveva capito di non amarlo più, che ciò che un tempo aveva provato era solo una cotta adolescenziale che crescendo si era trasformata in amicizia non in vero amore, tuttavia non se la sentiva di lasciarlo per paura di rimanere sola.


Un giorno Yamcha e Crili erano andati a trovare Bulma e, mentre la signora Briefs stava preparando the e biscotti da offrire agli ospiti, la navicella spaziale presa da Vegeta atterrò con un gran tonfo nel giardino della Capsule Corporation.
Bulma e Yamcha corsero fuori a vedere e il ragazzo assunse un’espressione ostile quando vide Vegeta scendere dalla navicella.
“Cosa sei tornato a fare, Vegeta?”
“Kakaroth è già tornato sulla Terra per caso?” chiese Vegeta ignorando la domanda del terrestre.
“Vuoi dire che non l’hai ancora incontrato?” chiese Yamcha incredulo, sapendo che il saiyan aveva preso la navicella proprio per andare a cercare Goku e affrontarlo.
“Stai zitto. Sono io quello che fa le domande, capito?”
Yamcha gli rivolse un’occhiataccia ma intervenne Bulma prima che i due venissero alle mani.
“Non avrete intenzione di mettervi subito a litigare voi due!” disse Bulma passando poi ad osservare attentamente Vegeta.
“Sei tutto sporco e sudato, avanti seguimi” disse lei incamminandosi verso l’entrata della casa.
“Su coraggio, sbrigati! Ti vergogni forse perché sono una donna?” gli chiese notando che non si era mosso.
Vegeta le lanciò un’occhiataccia poi, senza ribattere, la seguì lasciando Yamcha perplesso per il suo comportamento docile nei confronti della ragazza.
Bulma accompagnò Vegeta nel bagno e, mentre lui andò a lavarsi, gli lasciò dei vestiti puliti poi raggiunse Yamcha e Crili in terrazza.
“Ragazzi, sono convinta che non ci farà più del male” disse Bulma.
“Io non ne sarei tanto convinto, Bulma. Quel saiyan è un essere molto malvagio” ribatté Yamcha.
Bulma non aggiunse niente ma pensò che lui si sbagliava.
Vegeta non le sembrava più così crudele come le era parso su Namek quando aveva minacciato lei e Crili per avere la sfera, spaventandola a morte.
Lei, inoltre, si sera spaventata quando, con sgomento, si era accorta che era stato resuscitato anche lui dal drago Shenron e avrebbe desiderato che Goku fosse lì a sistemarlo.
Quando, però, il malvagio Freezer era stato ucciso e lui aveva trovato la soluzione per resuscitare i loro amici, Bulma aveva iniziato a guardarlo in modo diverso.
Era una ragazza intelligente e non si faceva illusioni sul suo comportamento.
Ripensandoci, aveva capito che Vegeta voleva affrontare Goku per dimostrargli di essere il più forte ma aveva anche visto nei suoi occhi una grande solitudine che l’aveva impietosita e, perciò aveva deciso d’invitarlo a casa sua.
“Donna, vieni subito qui” sentì Vegeta chiamarla improvvisamente facendola distogliere dai suoi pensieri.
“Sei proprio rozzo, lo sai? Io mi chiamo Bulma, non donna!”
“Donna, dove sono i miei vestiti?” le chiese Vegeta dal bagno.
“Li ho messi in lavatrice perché erano sporchi, non hai trovato i vestiti nuovi?” “Se non vuoi metterla puoi stare nudo” rispose Bulma, suscitando le risate di Yamcha e Crili.
Vegeta era arrabbiatissimo; come osava quella debole donna terrestre rivolgersi a lui in quel modo?
Suo malgrado fu costretto ad indossare i vestiti che lei gli aveva lasciato poi uscì dal bagno.
Appena lo videro, Bulma, Yamcha e Crili scoppiarono in una risata fragorosa.
Del resto non si poteva certo dar loro torto visto che Vegeta indossava una camicia rosa e un paio di pantaloni gialli.
“Smettetela, altrimenti ve la farò pagare molto cara!” li minacciò Vegeta zittendoli all’istante.
“Perché non resti qui finché Goku non ritorna?” gli chiese Bulma poco dopo.
“E’ inutile che fai il duro, so che sei stanco e hai bisogno di riposarti. Ti assicuro che questo è il posto migliore dove tu possa alloggiare” aggiunse notando il suo sguardo sdegnato.


Passarono degli altri giorni e i guerrieri si sentivano tutti in apprensione perché avevano avvertito delle aure negative che stavano per arrivare sul pianeta.
Man mano che il pericolo si avvicinava, una verità angosciante si fece strada nelle loro menti: Freezer era ancora vivo e stava per arrivare sul pianeta insieme a qualcun altro altrettanto potente.
Tutti i guerrieri si recarono nel luogo in cui era previsto l’atterraggio dell’astronave di Freezer e Bulma decise di seguirli.
“Bulma, che diavolo sei venuta a fare qui? E’ pericoloso!” le disse Yamcha.
“So bene che Freezer può distruggere la Terra in un attimo quindi non ha alcuna importanza dove mi trovi” ribatté Bulma con tono deciso.
Vegeta la osservò pensando che non solo era un’impertinente ma anche un tipo molto aggressivo, proprio come lui.
Pochi istanti dopo comparve l’astronave di Freezer che atterrò ad un chilometro di distanza.
“Nessuno deve volare, li raggiungeremo a piedi così eviteremo che c’individuino con gli scouter” disse Vegeta prima d’incamminarsi.
Gli altri annuirono e lo seguirono e anche Bulma, malgrado avesse perso gran parte della sua baldanza di poco prima, decise di andare con loro.
Yamcha si unì al gruppo ma era molto più spaventato della sua ragazza perché temeva di venire ucciso un’altra volta.


Quando giunsero a poca distanza dal punto dove era atterrata l’astronave, videro un potente guerriero con i capelli dorati combattere contro Freezer.
“Ma è Goku! E’ tornato giusto in tempo per salvarci!” disse Bulma credendo che si trattasse dell’amico trasformato in super saiyan.
“Ti sbagli, Bulma, quello non è Goku, ma un altro super saiyan” la contraddisse Yamcha.
Anche gli altri compagni avevano capito che non era Goku ed erano curiosi di sapere chi fosse, soprattutto Vegeta che era certo non esistessero altri saiyan a parte loro due e Gohan.
Rimasero sbalorditi quando videro il misterioso guerriero uccidere Freezer e re Cold, il padre del perfido alieno, nel giro di pochi istanti e gli si avvicinarono, decisi a scoprire la sua identità.
“Il vostro amico Goku arriverà fra tre ore a poca distanza da qui. Io sto andando a salutarlo, se volete potete seguirmi anche voi” disse il giovane sconosciuto.
Dopo qualche istante d’indecisione, decisero di seguirlo per scoprire se ciò che aveva detto corrispondeva alla verità.
Anche Bulma voleva seguire gli altri, così obbligò Yamcha a trasportarla fino là.
Quando giunsero nel luogo in cui era previsto l’arrivo di Goku, non tardarono ad avvicinarsi al giovane misterioso per tempestarlo di domande.
“Da quanto tempo conosci il mio papà?” chiese Gohan.
“Veramente non l’ho mai incontrato” rispose il ragazzo.
“Che cosa? E allora come fai a sapere che arriverà fra tre ore?” chiese Crili perplesso.
“Mi dispiace ma non posso dirvelo.”
“D’accordo, come vuoi, ma per battere Freezer era trasformato in super saiyan, non è vero?” chiese Gohan.
“Sì” rispose il ragazzo.
“Non dire sciocchezze! Sei un bugiardo, tu non puoi essere un saiyan!” disse Vegeta.
“Ma noi lo abbiamo visto” obbiettò Gohan.
“I saiyan hanno i capelli neri e non di quello strano colore e, inoltre, io, te e tuo padre siamo gli ultimi rimasti” rispose Vegeta osservando il ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli viola arrossire imbarazzato.


“Chiunque lui sia non ha importanza. L’unica cosa che conta è che ha battuto Freezer e questo basta per aver fiducia in lui” disse Bulma avvertendo l’impulso di proteggere il ragazzo dalle accuse di Vegeta.
“Possiamo sapere almeno quanti anni hai?” gli chiese lei poco dopo.
“Diciassette.”
“Wow! Sei davvero giovane, quasi un ragazzino eppure molto forte” disse Bulma. Z
Le successive tre ore passarono piuttosto lentamente mentre ognuno era perso nei propri pensieri. Vegeta era irritato dallo sguardo del ragazzo sempre fisso su di lui e lo sgridò facendolo arrossire, mentre Bulma non poté fare a meno di notare una certa somiglianza nei loro lineamenti.

Le fatidiche tre ore passarono e, come aveva previsto il ragazzo, Goku arrivò.
“Ehi, ma come facevate a sapere che sarei atterrato proprio qui?” chiese Goku sorpreso di vedere tutti i suoi amici lì ad attenderlo.
“E’ stato questo ragazzo a dirci l’ora e il luogo del tuo arrivo” rispose Bulma.
“Già e pensa che è stato lui a battere Freezer. A quanto pare è in grado di trasformarsi in super saiyan proprio come te, Goku” aggiunse Junior.
“Davvero? Non sapevo che ci fossero altri saiyan.”
“E non ce ne sono, infatti. Se fossi in te non mi fiderei” lo mise in guardia Vegeta.
Goku studiò il giovane sconosciuto per qualche istante poi disse: “Il mio intuito mi dice che è una persona a posto.”
“Scusa Goku, posso parlarti per qualche minuto in privato?” chiese il ragazzo.
“Sì, d’accordo” acconsentì Goku.
I due, quindi, si spostarono di qualche metro e dopo essersi mostrati l’un all’altro le loro trasformazioni in super saiyan, il ragazzo finalmente si decise a parlare.
“Io mi chiamo Trunks e vengo dal futuro, vent’anni avanti a voi per essere precisi. Sono giunto qui grazie ad una macchina del tempo costruita da mia madre e in me scorre il sangue dei guerrieri saiyan perché io sono il figlio di Vegeta.”
“Che cosa? Tu sei veramente il figlio di Vegeta? Ne sei proprio sicuro?” chiese Goku incredulo. “Sì, certo.”
“Già, ora che ti osservo più attentamente mi sono accorto che hai il suo stesso sguardo. E’ incredibile! Vegeta è diventato padre!” commentò Goku passando il suo sguardo ripetutamente dall’uno all’altro.
“Non ancora, nascerò fra circa due anni e mezzo, ma questo non ha importanza perché non sono venuto qui per parlarti di me. Ti prego, ascoltami, ti devo raccontare una cosa molto importante” disse Trunks con tono serio.
Goku, allora, si fece attento e ascoltò la drammatica storia del giovane Trunks.
“Fra tre anni compariranno due terribili cyborg costruiti dal dottor Gero, uno scienziato che faceva parte del Red Ribbon, l’organizzazione criminale che tu sgominasti quando eri bambino. Questi robot sono esseri spietati, privi di compassione umana e hanno trasformato il mondo in cui vivo in un luogo di disperazione. Io ho provato ad affrontarli ma sono fortissimi ed io ero solo contro loro due per cui sono stato costretto a fuggire.”
“Che cosa? Combatti da solo? Ma dove sono finiti i tuoi compagni?”
“Purtroppo, nel corso di una terribile battaglia che avrà luogo fra tre anni, mio padre Vegeta, Yamcha Crili, Tensing, Riff e Junior verranno uccisi dai cyborg. Si salverà solo Gohan, il mio maestro, che verrà ucciso in un altro scontro con quei terribili mostri fra sedici anni.”
“Ed io? Non hai parlato di me. Anch’io verrò ucciso dai cyborg come gli altri?”
“Tu non hai neppure potuto combattere. Fra poco un terribile virus ti colpirà il cuore e morirai prima della battaglia.”
“Accidenti! Ci tenevo proprio ad affrontare quei cyborg!”
Trunks rimase sconcertato dalle sue parole, poi capì che il suo spirito guerriero era talmente radicato in lui da non fargli temere alcun nemico.
“Ti ho portato una medicina della mia epoca e grazie ad essa guarirai.”
“Ti ringrazio, Trunks.”
“Sai, mia madre mi ha parlato spesso di te. Ti era molto affezionata ed era convinta che se tu avessi potuto affrontare i cyborg li avresti battuti ed è per questo motivo che ha deciso di costruire la macchina del tempo per farmi giungere nella vostra epoca.”
“Un momento, hai detto che tua madre mi conosce ed ha costruito la macchina del tempo? Non si tratterà mica di …” >br> “Sì, è quella ragazza” disse Trunks indicando Bulma.
“Oh, mio dio, Bulma è tua madre!”
Goku era rimasto sconcertato scoprendo che il giovane Trunks era il figlio di Vegeta e Bulma, una coppia che non avrebbe mai creduto potesse formarsi.
“E’ incredibile! Quella ragazza riesce sempre a sorprendermi! Ero convinto che prima o poi avrebbe messo su famiglia insieme a Yamcha, invece ha scelto Vegeta.”
“Già, a volte accadono delle cose che non ci si aspetterebbe mai di vedere. Sai, mia madre mi ha raccontato che riteneva Yamcha immaturo così a iniziato ad interessarsi a mio padre e nel giro di poco tempo si sono messi insieme. Ti prego, però, di non far parola con nessuno di questo perché se loro venissero a conoscenza degli eventi futuri non andrebbero più d’accordo così rischierei di non nascere ed esistere.”
“Puoi stare tranquillo, ti do la mia parola che non rivelerò a nessuno la tua identità.”
“Bene. Ora devo andare, ma tornerò fra tre anni ad aiutarvi nella battaglia contro i cyborg.”
“Ok, allora ci rivedremo fra tre anni.”
Trunks, prima di partire con la sua macchina del tempo, diede un ultimo sguardo ai suoi genitori.
“Papà, sei proprio come ti ha descritto la mamma, fiero, orgoglioso e con l’espressione un po’ triste, non mi lasciare perché io ho bisogno di te. Tu, mamma adorata, fatti forza e sappi che ti voglio tanto bene.”
Questo fu l’ultimo pensiero di Trunks prima di sparire in un lampo di luce per tornare nella sua epoca.
Junior, intanto, aveva sentito tutta la conversazione fra Goku e Trunks grazie al suo udito finissimo e impose al giovane di raccontare agli altri cosa gli aveva detto il ragazzo, a parte la sua identità, naturalmente.
All’inizio i compagni sembravano scettici alla storia dei cyborg e del ragazzo venuto dal futuro ma si ricredettero quando videro Trunks a bordo della sua macchina del tempo sparire in un lampo di luce.
Tutti decisero di prepararsi alla battaglia sostenendo un duro allenamento nei tre anni successivi.
Prima di salutarsi, Goku raccontò ai compagni il motivo per cui aveva rifiutato di tornare tramite il drago Polunga.
Prima dell’esplosione di Namek era salito a bordo della navicella di Giniu e il pilota automatico l’aveva portato su un pianeta di nome Yardrat che il crudele alieno aveva in programma di conquistare.
Il ragazzo era stato curato dai gentili abitanti del pianeta ed era rimasto da loro perché si erano offerti d’insegnargli la tecnica del teletrasporto.
Ora che era stato chiarito il mistero della lunga assenza di Goku, i guerrieri decisero di separarsi per iniziare il duro allenamento per prepararsi allo scontro con i cyborg decidendo di rincontrarsi tre anni dopo.
Anche Vegeta decise di allenarsi e obbligò il dottor Briefs a costruirgli una stanza gravitazionale dove trascorreva tutta la giornata sottoponendosi ad esercizi massacranti.
A lui non importava il destino della Terra, ma doveva assolutamente riuscire a diventare un super saiyan e battere Kakaroth.
Era il principe dei saiyan e non poteva permettere che quel guerriero di infimo livello e quel misterioso ragazzino proveniente dal futuro fossero più forti di lui, il suo orgoglio non poteva sopportare un’onta simile e, anche a costo di rimetterci la vita, doveva riuscire a trasformarsi nel leggendario guerriero dorato come aveva fatto il suo rivale.


RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE STANNO CONTINUANDO A LEGGERE QUESTA FANFICTION, IN PARTICOLARE CHI MI LASCIA SEMPRE DEI COMMENTI.
SPERO CHE QUESTA STORIA CONTINUI A PIACERVI ANCHE SE E’ MOLTO SIMILE AL CARTONE ANIMATO IN CUI, COME AVEVO DETTO FIN DALL’INIZIO, HO AGGIUNTO SOLO POCHE COSE, IN PARTICOLARE I SENTIMENTI CHE VEGETA E BULMA INIZIERANNO A PROVARE L’UNO PER L’ALTRA NEI CAPITOLI SUCCESSIVI.
QUESTA FANFICTION E’ LA PRIMA DI UNA SERIE CHE SE AVRETE PIACERE CONTINUERO’ A POSTARE AL TERMINE “LA VERA STORIA DI DRAGON BALL”.
IN ESSE I PROTAGONISTI PRINCIPALI SARANNO VEGETA E BULMA E LE VICENDE SARANNO MOLTO PIU’ORIGINALI DI QUESTA IN CUI STO SEGUENDO PER FILO E PER SEGNO IL CARTONE ANIMATO.
SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E VORRETE FARMI SAPERE LA VOSTRA OPINIONE.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO NOVE ***


NONO CAPITOLO


“Pronto, c’è Bulma?” chiese Yamcha telefonando a casa della fidanzata.
“Un attimo. Bulma!” gridò la signora Briefs poi, riportando la sua attenzione al telefono, disse: “Come stai, Yamcha?”
“Molto bene, grazie signora Briefs.”
“Ora ti passo Bulma e ricordati che puoi venire quando vuoi a mangiare i miei biscotti. Ciao” disse la donna prima di passare la cornetta alla figlia.
“Ciao Yamcha, scusa per mia madre ma ormai la conosci, non si rende mai conto di esagerare.”
“Non preoccuparti, mangiare le sue specialità è sempre un piacere! Comunque, ti ho chiamato per invitarti alla mia partita di baseball di stasera. E’ l’ultima del campionato e se vinceremo dopo faremo un po’ di baldoria.”
“Già, me ne avevi parlato.”
“Ti vengo a prendere fra un’ora così passeremo insieme tutta la notte.”
“Grazie Yamcha, ma purtroppo non me la sento.”
“Ma come? Sarà un evento! Stasera batteremo quegli antipatici dei Red Lions e tu non vieni?”
“Ecco, sono stata tutta la notte ad aiutare mio padre a modificare la stanza gravitazionale di Vegeta. Quello vuole che ne aumentiamo l’intensità atmosferica per rendere più ardui i suoi allenamenti affinché aumenti ancora di più la sua potenza per sconfiggere i futuri cyborg. Purtroppo io e io mio padre non siamo ancora riusciti a completare il lavoro e vorremmo terminarlo stasera” raccontò lei.
“Non puoi rimandare a domani? Invece di lavorare per quello scimmione non puoi fare un piacere al tuo tesoro?” la supplicò Yamcha.
“Non lo faccio per lui, ma per tutti noi! Ogni ora che lui dedica agli allenamenti fa progressi per cui è necessario assecondarlo in questo altrimenti presto non ci saranno più partite di baseball e noi saremo cenere!” spiegò Bulma, infuriata per la sua insistenza.
“D’accordo, non c’è bisogno che ti scaldi! Andrò da solo anche se sarò molto triste senza di te.”
“Dai, ti prometto che domani sera festeggeremo io e te da soli e ti farò tornare il sorriso” lo consolò la ragazza.
“Va bene, ciao Bulma” si arrese infine lui.
“Ciao, tesoro. Imbocca al lupo per la partita” disse Bulma.
“Crepi” ribatté Yamcha prima di riattaccare.


Mentre Bulma era notevolmente concentrata nel suo lavoro, Vegeta andò a disturbarla.
“Ehi donna, hai finito quello che ti ho chiesto?” chiese lui con il suo solito tono arrogante.
“Ascoltami bene, sono stufa di ripeterti che il mio nome è Bulma! Se d’ora in poi vuoi rivolgerti a me cerca di ricordartelo perché i tuoi modi mi danno ai nervi, altrimenti sarà costretta a chiamarti scimmione e invece di passare le notti al computer ti sbuccerò le banane!” ribattè lei stufa del suo comportamento.
“Vedi di non agitarti altrimenti diventi più brutta! Allora Bulma, hai fatto quello che ti ho chiesto?”
“Ancora no, ma manca poco. Devo mettere a punto qualche dettaglio dopodiché sarà tutto a posto.”
“Quanto ci vorrà ancora? Non posso stare con le mani in mano.”
“Ripassa fra un paio d’ore e dopo potrai sudare!”
“Vedremo se sei il piccolo genio che credi!” ribatté Vegeta prima di andarsene.
Bulma non sopportava quelle maniere e i modi in cui le rivolgeva la parola, ma cercava di tollerarlo per il bene dell’umanità.
Lei voleva dare il suo contributo anche se piccolo e le avrebbe fatto piacere se lui se ne fosse reso conto invece di trattarla così rozzamente.


Intanto, la partita di Yamcha si era conclusa e ovviamente grazie al suo contributo la sua squadra aveva vinto e ora stava festeggiando il trionfo in un allegro locale notturno.
“Ehi campione! Ho visto come hai giocato nella partita di oggi e devo dire che ci sai proprio fare” disse Miky, la bionda e procace manager della squadra.
“Grazie, bella biondina! Allora ti sono piaciuto?”
“Sei stato il migliore, ma io mi chiedo se il meglio di te lo dai solo sul campo oppure sai fare così bene altre cose…”
“E’ una provocazione?”
“Assolutamente no! E’ una sfida! Oppure hai paura di perdere?”
“Ehi bella, io non so cosa significa perdere e di sicuro non resterai delusa! Non mi sono mai tirato indietro per cui non lo farò certo ora!” ribatté Yamcha con tono spavaldo.
“Bene! E’ quello che volevo sentirmi dire, allora che ne dici di seguirmi?” propose lei sbattendo in modo civettuolo le lunghe ciglia.
Yamcha ingollò l’ennesima birra poi salutò gli amici e seguì la bella mozzafiato sino a casa sua dove ebbe un intenso incontro di sesso, infine, in preda all’alcool si addormentò.


“Non posso crederci, se ci penso ancora un po’ divento pazzo! Com’è possibile che quel pidocchio sia riuscito a trasformarsi in super saiyan prima di me? Non riesco a tollerarlo! Perché io non ci sono ancora riuscito? Mi alleno dalla mattina alla sera senza ottenere risultati! Se quella si desse una mossa invece di farmi stare qui a rodere il fegato potrei combinare qualcosa! E’ meglio che vada a vedere a che punto è, ormai le due ore sono passate!”
Vegeta andò nella stanza gravitazionale, ma non vide Bulma al lavoro e ciò lo irritò notevolmente perché nessuno poteva trasgredire ai suoi ordini.
“Ciao Vegeta, io e mio marito stiamo andando a dormire. Se cerchi Bulma dovrebbe essere in piscina. Buonanotte, bel ragazzone!” disse la signora Briefs rivolgendogli uno dei suoi soliti sorrisini idioti.
“Ah si? Invece di lavorare se la spassa? Ora le farò vedere io!” pensò il saiyan infuriato.
Vegeta camminò a passo spedito verso la piscina dove Bulma si stava rilassando e la aggredì verbalmente.
“Ah sì? E’ così che lavori? Io devo allenarmi, per cui vai a terminare il lavoro! Io ho cose più importanti da fare che un bagno in piscina! Devo sconfiggere quei cyborg altrimenti la tua bella vita puoi scordartela! Ma cosa mi altero a fare? Voi terrestri siete talmente stupidi che non meritate niente, se sono ancora qui è solo perché voglio superare Kakaroth altrimenti …”
“Altrimenti cosa? Ma con chi credi di parlare? Se sei tanto intelligente, perché non te la sistemi tu la tua preziosa stanza per allenarti? Finora non mi pare che tu abbia dimostrato di saper fare chissà che, almeno possiamo contare su Goku! E per tua informazione la stanza è già a posto se no non sarei qui! Quando prometto una cosa la mantengo io! E la prossima volta prima di offendermi ingiustamente ricordati di spingere il tasto “ON” del tuo ingegno, cervellone! E ora vattene, voglio riposarmi un po’, non devi allenarti tu?”
“Vado, non temere! Potevi dirlo prima che avevi terminato l’opera almeno non ti avrei disturbato!”
Vegeta si allontanò ma prima di svoltare l’angolo si voltò di nascosto a guardare quella ragazza.
Aveva un fisico da paura, lui non aveva mai visto una donna così bella sui tanti pianeti in cui era stato ma aveva un carattere …era aggressiva e scontrosa, un tipo strano, ma quel corpo era veramente sensuale e non capiva proprio come potesse stare con quel terrestre idiota.
“Mah! E’ meglio che io pensi a Kakaroth invece che a questa incivile” si disse tra sé Vegeta dirigendosi, infine, verso il luogo dei suoi allenamenti.


SALVE A TUTTI, SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO.
COME AVETE POTUTO NOTARE INIZIA AD ESSERCI QUALCOSA DI ORIGINALE NELLA FANFICTION CON I TRE ANNI IN ATTESA DEI CYBORG.
RINGRAZIO CHI STA CONTINUANDO A LEGGERE LA MIA FANFICTION E IN PARTICOLARE I MIEI FEDELISSIMI COMMENTATORI.
MI RACCOMANDO, FATEMI SAPERE IL VOSTRO PARERE SU QUESTO CAPITOLO!

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Capitolo 10
*** CAPITOLO DIECI ***


DECIMO CAPITOLO



La luce che filtrava dalle finestre svegliò Yamcha che si guardò intorno confuso, non riconoscendo la stanza dove si trovava.
All’improvviso il ragazzo si accorse della presenza di qualcuno accanto a lui nel letto e voltandosi riconobbe Miky, la bionda e sensuale manager della sua squadra di baseball.
Yamcha ricordava vagamente ciò che era successo la sera prima a causa di tutte le birre che si era scolato, ma la presenza di Miky accanto a lui glielo fece capire chiaramente.
“Ciao campione” lo salutò la ragazza poco dopo risvegliandosi.
“Ciao” disse lui con un sorriso forzato.
“Yamcha se stato fantastico. Del resto non potevo aspettarmi niente di meno da un campione come te!”
Il ragazzo arrossì imbarazzato poi, balbettando una scusa, si rivestì e ritornò a casa sua.
“Come ho potuto farlo?” si chiedeva continuamente Yamcha mentre tornava a casa.
Nonostante le continue litigate con Bulma a causa del caratteraccio della ragazza, lui l’amava molto e non l’aveva mai tradita.
Gli era piaciuta fin dal primo incontro a sedici anni e grazie a lei aveva superato la sua grande timidezza con le donne, forse anche troppo.
Aveva iniziato a guardare e a fare apprezzamenti alle altre ragazze in modo del tutto innocente ma ciò faceva infuriare Bulma
Avevano avuto una grossa litigata poco tempo prima la comparsa di Radditz ma si erano riconciliati nell’attesa dell’arrivo dei saiyan.
Qualche mese prima, dopo essere stato resuscitato dal drago di Namek Polunga, lui e Bulma avevano ricominciato a frequentarsi.
Yamcha era felice accanto a lei e quando Goku, al momento di congedarsi per andarsi ad allenare in attesa dell’arrivo dei cyborg, aveva detto a Bulma: “Mi raccomando, partorisci un bel bambino”, il ragazzo l’aveva interpretato come un augurio affinché lui e la fidanzata finalmente si decidessero a metter su famiglia.
“Dannazione! Ho rovinato tutto!”
Yamcha rientrò a casa e vide la spia della segreteria telefonica che stava lampeggiando.
“Ciao Yamcha, allora hai vinto la partita? Sono certa di sì! So che ci sei rimasto male al mio rifiuto di accompagnarti ma oggi festeggeremo insieme, ok? Perché non passi alla Capsule Corporation nel pomeriggio così decideremo insieme dove andare?” sentì dire dalla voce di Bulma quando accese la segreteria.
Sentendo la sua voce, il rimorso di Yamcha aumentò ma lui con forza cercò di sopprimerlo.
“So che sono stato un bastardo ma se lei non lo scoprirà non ci sarà alcun problema!” pensò Yamcha.


Bulma stava seduta in salotto a leggere una rivista quando la signora Briefs, con il suo perenne sorriso sulle labbra, la raggiunse portando con sé un vassoio di pasticcini.
“Guarda tesoro, non hanno un aspetto invitante? Sono certa che sono buonissimi, li ho comprati in una nuova pasticceria che hanno appena aperto in centro e non ho resistito alla tentazione!”
Bulma osservò sua madre con espressione stupita, chiedendosi come facesse ad essere sempre così allegra nonostante la concreta possibilità che venissero uccisi dai cyborg.
“Quanto vorrei essere sempre spensierata come te, mamma!”
“Ma io lo so perché sei triste, tesoro! E’ a causa di Vegeta e Yamcha che sono così presi dai loro allenamenti da non avere più tempo per uscire con te, non è così?”
“Ti sei messa in testa un mucchio di sciocchezze!” protestò la ragazza.
Bulma sapeva che sua madre aveva un debole per Vegeta e, sebbene non volesse ammetterlo neppure con se stessa, il saiyan cominciava a piacerle.
Inizialmente lo aveva invitato a casa sua per pietà ma ultimamente aveva iniziato a guardarlo in modo diverso.
Si era ritrovata spesso ad ammirare il suo corpo compatto e muscoloso quando il guerriero girava per casa in pantaloncini e senza canottiera e non poteva negare che fosse affascinante.
Ad un tratto il corso dei suoi pensieri fu interrotto quanto sentì una scossa che fece tremare la casa.
Bulma corse fuori e quasi si scontrò con Yamcha che era arrivato in quell’ istante nel cortile.
Sorpreso, il ragazzo la seguì fino alla stanza gravitazionale che ora era ridotta ad un cumulo di macerie.
“No, non può essere!” disse Bulma guardandosi intorno preoccupata, non scorgendo Vegeta da nessuna parte.
Ad un tratto, in mezzo alle macerie, spuntò una mano poi pian piano tutto il corpo del guerriero che ansimando riuscì a riemergere dai detriti.
“Vegeta, ce l’hai fatta!” disse Bulma tirando un sospiro di sollievo.
“Certo che ce l’ho fatta!” ribatté lui con voce affannata.
“Accidenti, per poco non mi distruggevi la casa! Cerca di stare più attento la prossima volta!” lo sgridò Bulma poco dopo essersi calmata vedendo che era ancora vivo.
La ragazza, però, non esitò a corrergli accanto quando lo vide crollare a terra per il dolore.
“Vegeta, che ti prende?” chiese lei sostenendolo nelle sue morbide braccia.
“Non t’intromettere, io devo portare a termine il mio allenamento” disse Vegeta.
“Di quale allenamento stai parlando? Sei ferito, lascia che ti porti in casa e che chiami un medico.”
“Stai zitta, io non prendo ordini da nessuno! Devo allenarmi per diventare più forte di Kakaroth!” disse Vegeta cercando di rialzarsi.
Le forze, però, lo abbandonarono facendolo cadere svenuto nelle braccia di Bulma.
“Presto Yamcha, aiutami a portarlo in casa” disse Bulma al fidanzato.
Yamcha fece quanto lei gli aveva chiesto senza protestare, rimanendo stupito da ciò a cui aveva appena assistito.
Naturalmente non era stato l’incidente di Vegeta a sorprenderlo, quel saiyan era ossessionato dagli allenamenti a gravità elevata che praticava per tutta la giornata, ma il comportamento di Bulma l’aveva lasciato senza parole.
Quando aveva visto le macerie della stanza gravitazionale, i suoi occhioni azzurri si erano sbarrati dallo spavento e con quanta cura poi era andata a sorreggere quel malvagio saiyan che tempo prima aveva tentato di ucciderli!
Dopo aver portato Vegeta nella sua stanza, Bulma chiamò un dottore.
“Bulma, allora ti passo a prendere stasera?” chiese Yamcha appena lei mise giù la cornetta del telefono dopo aver chiamato il dottore.
“Mi dispiace, Yamcha, ma non me la sento dopo ciò che è successo.”
“Ma cosa te ne importa di Vegeta? Se crepa sarà una liberazione per tutti noi!”
“No, non è vero! Lui è un guerriero molto forte e sarà indispensabile nella battaglia contro i cyborg.”
Yamcha non replicò nient’altro , capendo dallo sguardo deciso della ragazza che sarebbe stato inutile discutere con lei.
“Ora è meglio che vada. Ti richiamerò uno dei prossimi giorni, ok?”
“Sì, va bene. Ciao Yamcha.”


Bulma si sedette sulla sedia accanto al letto di Vegeta.
Il dottore se n’era andato pochi minuti prima e la signora Briefs era scoppiata in lacrime quando aveva rivelato che il ragazzo era stato molto fortunato a non venire danneggiato gravemente nell’esplosione ma che ora aveva bisogno di assoluto riposo per diverse settimane.
Il dottor Briefs aveva cercato di confortare la moglie poi l’aveva accompagnata fuori dalla stanza del malato.
Bulma, invece, si era rifiutata di lasciare il capezzale di Vegeta ed era rimasta a vegliarlo.
“Vegeta, non puoi lasciarmi” pensò Bulma accarezzandogli dolcemente il viso.
Nei giorni successivi non lasciò mai la stanza di Vegeta se non per andare in bagno mentre sua madre le portava lì i pasti con un vassoio.
Stava sempre accanto al saiyan, cambiandogli le medicazioni e vegliandolo con amore.
Non poteva fare a meno di comportarsi così poiché la sua mente si era arresa a ciò che il suo cuore aveva già accettato da tempo.
Si era innamorata, perdutamente e irrimediabilmente, di quello spietato guerriero che la insultava di continuo.
Più volte aveva cercato di negare a se stessa questo sentimento, ma poi si era arresa ad esso quando aveva sentito un’angoscia profonda assalirla al pensiero che fosse morto nell’esplosione della stanza gravitazionale.
“Non lasciarmi, ti prego. Io ho bisogno di te anche se m’insulti sempre” mormorò Bulma guardando il saiyan addormentato.


Vegeta si risvegliò dopo aver fatto un incubo in cui Kakaroth e il misterioso ragazzo del futuro gli rivolgevano dei sorrisetti sarcastici mostrandogli la loro potenza di super saiyan, una potenza che lui non era ancora riuscito a raggiungere.
Vegeta si guardò intorno e rimase sorpreso notando Bulma addormentata accanto al suo letto.
Era così bella con quei capelli arruffati che le ricadevano sugli occhi e non seppe resistere alla tentazione di toccare quelle morbide ciocche azzurre.
Accorgendosi del suo gesto, ritrasse la mano di scatto come se si fosse ustionata.
“Che diavolo mi prende? Ho altro a cui pensare invece di trastullarmi con questa femmina!” pensò Vegeta alzandosi dal letto.
Dopo aver dato un’ultima occhiata alla ragazza addormentata, si richiuse la porta alle spalle e si diresse verso la stanza gravitazionale che il dottor Briefs gli aveva ricostruito.
Il padre di Bulma, infatti, aveva un po’ di paura degli scatti d’ira del saiyan, così aveva ricostruito la stanza sapendo che il guerriero al suo risveglio si sarebbe arrabbiato se non l’avesse trovata a sua disposizione.
Vegeta senza indugio cominciò il suo allenamento ma qualche ora dopo sullo schermo del computer comparve il volto infuriato di Bulma.
“Esci subito di lì, stupido scimmione! Non ti sei ancora ripreso perciò non puoi ricominciare ad allenarti ai tuoi soliti ritmi forsennati!” lo sgridò la ragazza.
“Stai zitta! Sei arrogante e presuntuosa ed io non ti sopporto più!”
Bulma si sentì offesa dalle sue parole.
Lei non faceva altro che preoccuparsi della sua salute mentre quell’odioso scimmione non faceva altro che offenderla! La ragazza, infuriata, spense lo schermo che la collegava alla stanza gravitazionale e andò a telefonare a Yamcha.


Yamcha per una volta arrivò puntualissimo alla Capsule Corporation.
Era stato felicissimo quel pomeriggio quando Bulma lo aveva chiamato chiedendogli di uscire insieme.
Erano passate due settimane dall’incidente di Vegeta e lui era sempre stato accanto al telefono aspettando una chiamata della ragazza.
Man mano che i giorni passavano, Yamcha aveva temuto che lei non volesse più vederlo ma, per fortuna, non era così.
“Ciao Yamcha, accomodati” disse il dottor Briefs andando ad aprirgli.
Il ragazzo seguì il padrone di casa che si fermò in cucina dove la signora Briefs e Vegeta stavano mangiando.
“Siediti pure, Yamcha. Bulma scenderà tra poco” disse il dottor Briefs sedendosi e ricominciando a mangiare.
Yamcha si sedette e scambiò qualche parola con i padroni di casa, mentre Vegeta non lo degnava di uno sguardo continuando ad ingurgitare enormi quantità di cibo.
“Ciao Yamcha, scusami se ti ho fatto aspettare ma ora sono pronta” disse Bulma un quarto d’ora dopo entrando in cucina.
“Ne è valsa la pena” disse lui guardandola incantato.
Bulma indossava un elegante vestito azzurro con una profonda scollatura ed era truccata e ingioiellata in maniera impeccabile.
“Complimenti, tesoro. Sei stupenda” dissero i suoi genitori.
Bulma rivolse a Yamcha e ai coniugi Briefs un sorriso di ringraziamento poi spostò lo sguardo su Vegeta che, però, continuava a mangiare.
Lei, allora, si avvicinò a Yamcha e dopo avergli dato un rapido bacio lo invitò ad uscire.


La giovane coppia andò in un ristorante di lusso e chiacchierarono piacevolmente, o meglio, Yamcha parlò mentre Bulma si limitava a dire qualche parola fingendo di ascoltarlo.
I pensieri della ragazza, infatti, erano focalizzati su un certo saiyan sgarbato ma affascinante.
Si era vestita e truccata con cura, non per far colpo su Yamcha, ma su di lui sperando d’ingelosirlo vedendola uscire con il fidanzato.
Vegeta, però, non l’aveva degnata di uno sguardo continuando ad ingozzarsi di cibo.
Del resto cos’altro avrebbe dovuto aspettarsi da un essere spietato come lui che aveva trascorso la sua vita facendo il mercenario spaziale?
Vegeta conosceva solo l’odio e il disprezzo, non sapeva niente dell’amore per cui lei non aveva alcuna speranza che ricambiasse i suoi sentimenti.
Tuttavia, nel suo cuore Bulma aveva coltivato la speranza d’interessargli poiché si era accorta che, quando credeva che nessuno la guardasse, Vegeta le lanciava delle occhiate d’ammirazione, come quella sera in piscina dopo che gli aveva potenziato la stanza gravitazionale.
“Bulma, ti va di andare a fare una passeggiata?” le chiese Yamcha al termine della cena.
“Sì, certo.”
Dopo aver pagato il conto, la coppia si avviò verso l’uscita quando Yamcha, intento a parlare con la fidanzata, andò a sbattere contro qualcuno.
“Mi scusi, non l’avevo vista.”
“Yamcha! Sei proprio tu! Come mai non ti sei più fatto sentire?” chiese Miky.
“Accidenti, fra tante persone che ci sono al mondo, proprio lei dovevamo incontrare?” pensò Yamcha.
“Miky, ho trovato un tavolo libero” disse un ragazzo rivolgendosi alla bella manager.
“Arrivo, Matt. Ciao Yamcha, mi raccomando, fatti risentire! Pochi ragazzi mi hanno soddisfatta come te, campione!” disse Miky prima di raggiungere il suo accompagnatore.
Bulma, intanto, uscì a passo spedito dal ristorante e Yamcha, dopo un ultimo cenno di saluto a Miky, le corse dietro.
“Bulma aspetta, non è come pensi.”
“Ah, davvero? Yamcha, ci conosciamo da tanti anni e credo di meritare una spiegazione sincera. Sono troppo intelligente per credere ad una patetica scusa per cui parlami liberamente.”
“Va bene, come vuoi. La sera della vittoria dell’ultima partita di campionato mi sono ubriacato insieme agli altri e lei era lì, così bella e disponibile, che non ho saputo resistere e l’ho accompagnata a casa sua dove ho trascorso una notte rovente. Ti prego, Bulma, perdonami. Io amo solo te e nessun’altra, ti giuro che non accadrà mai più.”
“Yamcha, in passato ti ho visto fare il cascamorto con tante ragazze, compresa quell’oca di Marion, ma non mi sarei mai aspettata che tu arrivassi a tradirmi. Ti ho perdonato tante cose: i tuoi ritardi ai nostri appuntamenti, le tue dimenticanze dei nostri anniversari, ecc…ma questo proprio non te lo posso perdonare. Addio, Yamcha” disse Bulma con voce calma e tranquilla prima di andarsene.
“No, Bulma, aspetta” gridò lui ma la ragazza era già salita su un taxi e ripartita verso casa.
Yamcha rimase fermo sul marciapiede per parecchi minuti cercando di rassicurare se stesso che, per quanto disdicevole fosse stato il suo comportamento, lei alla fine lo avrebbe perdonato perché lo amava.
C’era una cosa, però, che lo lasciava perplesso, cioè la sua reazione.
Tutte le altre volte, anche per delle sciocchezze, lei s’infuriava urlando come un’ossessa mentre questa volta gli si era rivolta con tono fin troppo calmo e tranquillo e lui non sapeva se considerare il cambiamento come un fatto positivo o negativo.


Vegeta si trovava nella stanza gravitazionale e lanciava calci, pugni e colpi energetici contro nemici immaginari.
Il guerriero, però, non riusciva a concentrarsi come avrebbe voluto perché i suoi pensieri erano rivolti a una certa terrestre bellissima ma dal carattere impossibile.
Non aveva potuto fare a meno di notarla con quel vestito che enfatizzava le sue curve mozzafiato ed era stato assalito dai morsi della gelosia quando l’aveva vista baciare quell’insulso terrestre e poi uscire con lui.
Aveva continuato a mangiare imperturbabile per non farsi accorgere del suo interesse ma solo il suo ferreo autocontrollo gli aveva impedito di prendere a pugni quel babbeo di Yamcha.
Vedendo che per quella sera non riusciva a combinare granché con i suoi allenamenti, spense il generatore e uscì dalla stanza per andare a dormire.
“Accidenti! Ma che diavolo mi prende? Dovrei pensare solo ad allenarmi per superare Kakaroth e non al corpo di quell’insulsa femmina!”
Vegeta, nel corso della sua vita, non aveva avuto molte donne, solo alcune delle prostitute che Freezer teneva per soddisfare se stesso e i suoi guerrieri e con cui il principe era andato ogni tanto.
Nappa e Radditz, invece, le frequentavano abitualmente oltre a violentare le donne dei pianeti che conquistavano prima di ucciderle.
Vegeta, invece, uccideva tutti senza pietà ma non aveva mai violentato nessuno.
Il suo cuore era intriso dalla malvagità che Freezer vi aveva istillato e ciò il che giovane aveva desiderato era diventare sempre più forte per poter un giorno sconfiggere il crudele alieno a cui era costretto ad obbedire e a prendere il suo posto come padrone dell’universo.
Il suo sogno, però, era stato infranto da Kakaroth, un guerriero d’infimo livello che fino a poco tempo prima non sapeva neanche di essere un saiyan.
Kakaroth era riuscito a trasformarsi nel leggendario guerriero dorato e a battere colui che aveva schiavizzato la sua gente per parecchi anni, usurpando un ruolo che sarebbe spettato a lui, il principe dei saiyan.
A Vegeta ora non importava più diventare il padrone dell’universo ma dimostrare a Kakaroth chi era il saiyan più forte dello spazio.
Era solo questo ciò a cui avrebbe dovuto pensare, allora perché, nonostante si sforzasse, non riusciva a scacciare dalla sua mente quella donna?


Trascorse una settimana dall’uscita a cena di Bulma e Yamcha e la ragazza appariva mogia e triste e, con sorpresa, non rispondeva neppure più alle offese di Vegeta.
Da tempo aveva capito di non amare più Yamcha, ma non aveva voluto affrontare con lui l’argomento perché aveva temuto di rimanere sola.
Tuttavia la scoperta del suo tradimento, l’aveva spinta a prendere in mano la situazione e a lasciarlo.
Certo, lei si era sentita offesa dal suo tradimento, ma più che il suo cuore era stato il suo orgoglio di donna ad essere calpestato.
Comunque, non era questo a farla apparire l’ombra di se stessa ma il pensiero di un amore che stava crescendo nel suo cuore ogni giorno di più.
Un amore per un uomo appartenente ad un’altra razza, ad un altro mondo, che non avrebbe mai potuto ricambiarla perché nel suo cuore non c’era posto per quel sentimento ma solo per l’odio e il rancore.
Bulma soffriva al pensiero che Vegeta non l’avrebbe mai stretta fra le sue braccia mentre lei non desiderava altro che essere sua.


“Accidenti, non c’è più gusto a provocarla se lei non reagisce e ha quell’espressione da zombie! Si può sapere che diavolo è preso a quella donna?” chiese Vegeta alla signora Briefs al termine della cena, notando Bulma lasciare la cucina senza aver detto una parola.
“Oh, poverina, è triste perché lei e Yamcha si sono lasciati dopo che lui l’ha tradita. Credo che la mia bambina abbia bisogno di un uomo innamorato e fedele al suo fianco” disse la signora Briefs lanciando un’occhiata significativa al guerriero.
Vegeta, con una scrollata di spalle, lasciò la cucina per andarsi ad allenare nella stanza gravitazionale.
Tuttavia non riusciva a concentrarsi perché pensava a Bulma e al suo visino triste.
Come se il suo corpo fosse mosso da volontà propria, uscì dalla stanza e tornò in casa.
Si fermò davanti alla camera di Bulma e stava già per entrare ma si bloccò.
“Che diavolo mi prende?”
Stava già per allontanarsi quando sentì Bulma piangere.
Senza ulteriore indugio, aprì la porta ed entrò nella camera dove vide Bulma piangere abbracciata al cuscino.
Vegeta si sedette sul letto accanto a lei e Bulma si buttò nelle sue braccia.
Per un attimo Vegeta rimase incerto su cosa fare giacché nessuno era mai andato da lui in cerca di conforto poi pian piano le sue braccia strinsero l’esile corpo della ragazza.
“Ehi, non è il caso di piangere! Starai molto meglio senza quell’idiota! Lui non era degno di te!”
Bulma, che aveva appoggiato la testa sulla sua spalla, alzò lo sguardo sorpresa, poiché non si sarebbe mai aspettata che dicesse una cosa simile.
“Tu pensi che io pianga per lui quando, invece, è il pensiero di non poterti avere che fa uscire dai miei occhi tutte le mie lacrime! Oh Vegeta, amore mio, se tu sapessi quanto ti desidero!” pensò Bulma.
Vegeta osservò il suo bellissimo viso bagnato dalle lacrime e non seppe resistere alla tentazione. Accostò le sue labbra al viso di lei e le diede piccoli baci sulle guance finché non si accostò alla sua bocca.
Fu un bacio carico di passione ardente che risvegliò in entrambi il desiderio di toccarsi sempre più intimamente.
I due giovani si tolsero i pochi indumenti che indossavano ammirando a vicenda i loro corpi.
Vegeta, con una mano tremante, le accarezzò il seno per poi lasciare il posto alle sue labbra per baciarle i capezzoli, che non aspettavano altro, e sentì con soddisfazione i gemiti di piacere della sua compagna.
Bulma si sentiva tanto felice poiché, finalmente, si trovava fra le braccia del suo amato guerriero che le stava dando un piacere di cui nemmeno nei suoi sogni più arditi lo avrebbe ritenuto capace.
Bulma tentò di ricambiarlo come meglio poté e con gioia si accorse che il suo principe godeva alle sue carezze.
Dopo un ardente notte di passione, si addormentarono all’alba l’uno fra le braccia dell’altra.
Bulma, prima di chiudere gli occhi, lanciò un’occhiata al suo principe e sorrise.
Sapeva che forse al suo risveglio Vegeta si sarebbe pentito di ciò che avevano fatto dicendole, magari, che aveva sentito il bisogno di fare sesso e lei era la prima donna a disposizione ma, in fondo al suo cuore, Bulma sapeva che non era così.
Era stato molto delicato e attento a non farle male, per cui non poteva credere che avesse voluto fare del semplice sesso con una donna di cui non gli importava niente.
Vegeta sicuramente l’avrebbe negato, ma Bulma era certa che lui l’amasse.
Lei era una ragazza forte e coraggiosa, abituata a stare in mezzo ai pericoli, e avrebbe ascoltato e ribattuto ai suoi insulti aspettando con pazienza che Vegeta si arrendesse all’amore che li univa.
Forse ci sarebbe voluto molto tempo prima che ciò accadesse, ma Bulma avrebbe aspettato visto che la posta in gioco era ottenere il suo vero amore.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO UNDICI ***


UNDICESIMO CAPITOLO



Quando al mattino Bulma si svegliò, cercò accanto a sé il corpo di Vegeta, ma il suo posto era vuoto.
Aspettò un po’ guardandosi attorno ma lui, com’era ovvio, non era andato a prepararle la colazione, bensì si stava già allenando da alcune ore.
Bulma si sentiva strana, anche se Vegeta non era lì, lei sentiva che qualcosa li legava ora e credeva che lui avesse reagito così per imbarazzo e orgoglio.
Passarono alcuni giorni e loro due non si scambiarono neanche una parola perché Vegeta faceva di tutto per evitarla, allora lei, stufa, andò dal saiyan per chiedergli spiegazioni.
“Vieni fuori, Vegeta, devo parlarti. Muoviti!” urlò la ragazza.
“Calmati, donna, cos’hai da sbraitare in quel modo, ti sono forse mancato?” ribatté lui uscendo dalla stanza con un sorrisetto sarcastico stampato in faccia.
“Brutto maiale troglodita, ma con chi credi di avere a che fare? Mi sono presa cura di te giorno e notte quando sei stato male poi ti sei infilato nel mio letto, abbiamo l’amore e ora ti nascondi? Perché non vuoi ammettere che provi qualcosa per me? Io ti piaccio!”
“Cos’hai bevuto oggi a colazione? Tu non mi piaci affatto! Io ti ho solo usato per sfogare i miei istinti, dovresti essere contenta che ho scelto te, sai sui pianeti dove sono stato facevano la fila per un’occasione del genere!”
“Ehi bello, io non sono mica una puttana! E comunque smettila perché la dolcezza che hai usato con me veniva dal tuo cuore e non dalla tua lussuria! Di questo sono più che certa.”
“Ascolta Bulma, è stato un momento così, una debolezza fisica. Non credevo reagissi in questo modo, però, da come vedo, la cosa ti è piaciuta per cui, pur di non vederti in questo stato vedrò se potrò accontentarti ancora. Ora, però, devo allenarmi, ci vediamo più tardi.”
Bulma rimase senza parole, non capiva il motivo per cui si ostinasse ancora a nascondere i suoi sentimenti quando apparivano evidenti ma sperava che al loro prossimo incontro si sarebbero riavvicinati.


Quella sera stessa Bulma era in camera sua che sta riordinando le idee quando Vegeta entrò chiudendo subito la porta a chiave.
Lui notò il suo stupore ma non le diede il tempo di parlare, le serrò le labbra con un bacio e la fece nuovamente sua.
Anche se il cervello di Bulma si ribellava, il suo cuore voleva che quel momento non finisse più e alla fine non poté far altro che accettare.
Questi episodi si ripeterono quasi ogni notte ma Bulma aveva rinunciato ad ottenere qualcosa di più da lui perché sperava che lui prima o poi capisse ciò che li univa e si decidesse ad aprirle il suo cuore.


UN MESE DOPO
“Vegeta, scusa se interrompo i tuoi allenamenti, ma ho bisogno di parlarti di una cosa importante” disse Bulma una mattina entrando nella stanza gravitazionale dove il saiyan si stava allenando già da alcune ore.
“Dimmi, cos’hai fatto?”
“Tu sai cos’è successo in queste notti e a quanto pare la nostra unione ha dato i suoi frutti…” iniziò a dire lei un po’ a disagio.
“Cerca di essere più chiara, non ti capisco.”
“Ho fatto un test di gravidanza ed è positivo.”
“E allora?” disse lui con tono imperturbabile.
“Sono incinta, Vegeta, e questo è tutto ciò che sai dire?” gli chiese la ragazza stupita della sua compostezza.
“Ascoltami bene, io non voglio saperne di marmocchi! Non farmi storie perché non mi sembrava di averti costretto a fare nulla, anzi ti sei divertita parecchio, per cui arrangiati!”
“Ma si tratta di nostro figlio, come puoi dire così? E’ frutto delle nostre passioni!” ribatté lei, incapace di credere a ciò che gli aveva appena sentito dire.
“Se lo vuoi sbrigatela da sola, io mi sono rotto delle tue moine per cui ora me ne vado. Andrò nello spazio dove potrò pensare solo ai miei allenamenti e a Kakaroth. Addio, donna!”


Vegeta partì immediatamente con la navicella spaziale mentre Bulma lo guardava allontanarsi.
Le parole che le aveva rivolto erano state forti ma nel suo tono di voce non c’era stata quella sua solita sicurezza per cui, anche se ferita, Bulma capiva che la fuga del suo amore era dovuta alla paura di assumersi delle responsabilità con lei e il bambino che avevano concepito.
Lontano nello spazio Vegeta cercava di concentrarsi sul suo rivale ma ogni volta rivedeva davanti agli occhi quel viso dolce farsi triste.
Si sentiva un verme per come l’aveva trattata, era la prima volta che si sentiva così per aver trattato male qualcuno.
Gli dispiaceva ma non poteva ammettere di provare qualcosa per quella ragazza, sarebbe andato contro la sua natura di saiyan.
Continuava, però, a desiderarla e al pensiero che nel suo grembo stava crescendo la sua creatura impazziva.
Anche Bulma era triste, questo lieto evento invece di farli avvicinare come aveva sperato scoprendo di essere incinta, li aveva allontanati di più ma in cuor suo sapeva che Vegeta si era spaventato dall’evolversi del loro rapporto e che l’amava.
Forse questo distacco era un periodo di riflessione ma lei era certa che prima o poi il suo principe sarebbe tornato e le avrebbe dichiarato apertamente il suo amore.
Era solo questione di tempo e lei avrebbe cercato di aspettarlo con pazienza mentre nel suo grembo sarebbe cresciuto il frutto del loro amore.


SEI MESI DOPO
“Ciao Bulma, tua madre mi ha detto che eri qui” disse Yamcha raggiungendo la ragazza nel salotto.
“Ciao Yamcha, che ci fai tu qui?” chiese lei sorpresa di rivederlo dopo tanto tempo.
“Sono mesi che non ti fai più sentire così sono passato a… ma non posso credere ai miei occhi: hai problemi di dieta non è vero?” chiese Yamcha spalancando gli occhi quando vide l’enorme pancione della ragazza.
“No, sono incinta!” rispose lei seccata dalla sua stupidità.
“Cosa? E chi è il padre? Tu con me non hai mai voluto fare nulla…”
“E’ Vegeta.”
“Bulma, ma ti sei bevuta il cervello? Come hai potuto andare a letto con quello scimmione? Scommetto che l’hai fatto per ripicca, non è così? Non ti è andata giù la storia del mio tradimento così hai voluto vendicarti e hai scelto lui sapendo della nostra antipatia reciproca. Mi hai deluso, non ti facevo così superficiale! Potevate almeno stare attenti, guarda in che stato sei! E lui? Dov’è l’approfittatore? Non ci ha pensato su due volte a provarci dopo la nostra rottura, eh?”
“Le cose non stanno affatto così! La mia vita non è affar tuo per cui ora vattene. Non ho bisogno né delle tue prediche né del tuo aiuto, la cosa non ti riguarda! Non farti più vedere e non offendere più il padre di mio figlio!” ribatté Bulma infuriata indicandogli la porta.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO DODICI ***


DODICESIMO CAPITOLO



Gli ultimi due mesi della gravidanza trascorsero velocemente e un giorno Bulma ebbe le doglie così i suoi genitori l’accompagnarono di corsa all’ospedale.
Fu un parto piuttosto lungo e doloroso e la povera Bulma non faceva altro che invocare il nome del suo amore, anche se sapeva che lui era ancora molto lontano e non sarebbe tornato tanto presto.
Finalmente, dopo parecchie ore, Bulma riuscì a far nascere la sua creatura, un maschietto sano e forte, che annunciò la sua presenza con sonori vagiti.
“Oh, mio dio!” gridò l’infermiera che aveva preso in braccio il piccolo.
“Che cosa c’è?” chiese Bulma preoccupata al pensiero che ci fosse qualcosa che non andava nel suo bambino.
“Ha una coda, una lunga coda pelosa simile a quella delle scimmie!” disse l’infermiera scioccata.
“Ah, è solo quello! Non si preoccupi, non è niente di strano, è una cosa di famiglia. La prego, ora mi faccia vedere il mio bambino.”
Bulma sapeva che il piccolo avrebbe potuto avere la coda visto che era il figlio di Vegeta, perciò non ne era rimasta troppo sorpresa quando gliel’avevano detto, ma decise di rimuovergliela.
Il vecchio Supremo aveva deciso di ricreare nuovamente la luna ora che Goku, Gohan e Vegeta avevano perso la coda e non rischiavano più di trasformarsi in enormi scimmioni nelle notti di luna piena e lei non voleva certo che il suo piccolo per errore diventasse un mostro sanguinario pronto a distruggere tutto e tutti.
“Ciao Trunks, io sono la tua mamma” disse Bulma sorridendo al bambino appena glielo misero fra le braccia.
Il piccolo aprì gli occhi sentendo la sua voce e lei vide che erano azzurri come i suoi ma il loro taglio era indubbiamente quello del padre.
Gli accarezzo i pochi capelli viola, ereditati da nonno Briefs, e lo studiò attentamente sentendosi stringere il cuore notando che, malgrado i suoi colori, Trunks senza alcun dubbio somigliava in maniera impressionante al padre.
“Oh Vegeta, stupido scimmione, perché non torni? Io e nostro figlio abbiamo bisogno di te!”


Vegeta, intanto, proseguiva il suo allenamento nello spazio e si sentiva frustrato perché, nonostante i suoi sforzi, non riusciva a trasformarsi in super saiyan.
Si allenava ad un ritmo massacrante perché non voleva pensare a Bulma, la sola donna che fosse riuscita a scalfire la corazza che aveva eretto attorno al suo cuore, la sola che lo avesse accettato liberamente e non per costrizione.
“No basta, devo smetterla di pensare a lei. Io sono il principe dei saiyan, l’odio è ciò che ha sempre pervaso la mia vita. Non posso amare nessuno, io sono un guerriero e devo pensare solo a riscattare il mio onore battendo quell’idiota di Kakaroth.”
Questi erano i pensieri che affollavano la sua mente che proprio non riusciva a scacciare nonostante i suoi sforzi.
Un giorno, però, mentre si stava allenando su un pianeta deserto, si accorse che una pioggia di meteoriti stava per investirlo.
Lui s’impegnò con tutte le sue forze e riuscì a distruggerli quasi tutti ma, proprio quando ormai era certo di essere scampato al pericolo, apparve un meteorite gigantesco.
Vegeta cercò di distruggerlo ma la sua forza non era sufficiente.
“No, non posso morire qui! Io devo tornare sulla Terra per battere Kakaroth” pensò Vegeta cercando di raccogliere tutta l’energia di cui ancora disponeva mentre il meteorite si avvicinava sempre più.
“Io devo tornare dalla mia donna!” gridò Vegeta mentre sprigionava un’energia spropositata riducendo in mille pezzi il meteorite.
Finalmente, dopo mesi di frustrazioni, era riuscito a trasformarsi in super saiyan.
Vegeta, ancora incredulo, rientrò nella navicella spaziale e si guardò allo specchio dove vide se stesso biondo con gli occhi verdi.
“Ce l’ho fatta! Ora posso tornare sulla Terra, non dovrebbe mancare molto alla comparsa di quei robot. Dopo che avrò sistemato quella ferraglia potrò vendicarmi di Kakaroth” pensò Vegeta soddisfatto.
Si avviò ai comandi e impostò le coordinate della Terra poi tornò ad allenarsi.
Sentiva scorrere nel suo corpo una forza enorme e si sentiva orgoglioso di se stesso per averla ottenuta non volendo, però, soffermarsi sul modo in cui c’era riuscito.
Nel momento in cui il meteorite stava per colpirlo, infatti, la sua mente era stata attraversata dalle immagini di Bulma e del suo periodo trascorso con lei per questo aveva gridato: “Devo tornare dalla mia donna!”
Non voleva ammetterlo neppure con se stesso, ma il pensiero che se fosse morto e non l’avrebbe più rivista, aveva fatto nascere in lui una disperazione lacerante che aveva risvegliato il suo potere nascosto, il potere del super saiyan.
“Ora che finalmente ho ottenuto il potere del super saiyan potrò battere Kakaroth dimostrandogli che sono io il guerriero più potente dell’universo, tutto il resto non conta.”


La navicella atterrò con un tonfo nel giardino della Capsule Corporation in piena notte.
Vegeta entrò in casa e si diresse verso la sua stanza.
Era contento di essere arrivato di notte così non avrebbe dovuto sorbirsi i Briefs, soprattutto quell’oca bionda che lo infastidiva con le stupidaggini che diceva.
Vegeta rimase sorpreso quando, dopo aver aperto la porta, vide che la stanza era completamente diversa da come l’aveva lasciata.
Vicino alla finestra c’era un lettino, la tappezzeria era stata completamente cambiata con decorazioni infantili e alla parete era stata messa una mensola piena di peluche.
Per un attimo Vegeta pensò di aver sbagliato stanza, poi entrò e si avvicinò al lettino dove vide un bimbo con i capelli viola dormire pacificamente.
Vegeta, senza quasi rendersene conto lo accarezzò sulla piccola guancia morbida.
Il bambino poco dopo aprì gli occhi e Vegeta si ritrovò a fissare due gemme azzurre.
Il piccolo fissò lo sconosciuto con sguardo curioso poi iniziò a piangere reclamando il suo pasto.
“Arrivo, tesoro” disse Bulma poco dopo entrando nella stanza dove con sorpresa vide Vegeta accanto al lettino di Trunks.
I due si fissarono per un lungo istante poi Bulma lo abbracciò.
Vegeta, però, si ritrasse subito mettendosi ad una certa distanza da lei.
“Sono contento che tu sia tornato. Hai visto quanto è bello nostro figlio? L’ho chiamato Trunks, spero ti piaccia questo nome” chiese Bulma, cercando di nascondere la delusione nel veder respinto il suo abbraccio.
“Allora sei riuscito a trasformarti in super saiyan?” gli chiese, sperando che questa volta le rispondesse.
“Naturalmente donna, ne dubitavi, forse? Non dimenticarti che io sono il potente principe dei saiyan.”
“Sì, certo, hai ragione, ma io sono solo una stupida terrestre, come dici sempre tu, quindi, come posso sapere certe cose?”
Vegeta rimase sorpreso dal suo tono rassegnato, così diverso dai suoi soliti modi aggressivi.
Il piccolo Trunks, con i suoi strilli, riportò l’attenzione su di sé.
Bulma lo prese in braccio e si sedette sulla poltrona situata in un angolo della stanza e senza badare alla presenza di Vegeta si aprì la camicia da notte e offrì il seno a Trunks che vi si attaccò iniziando a succhiare con avidità.
“Che cosa stai facendo?” le chiese Vegeta sorpreso.
“Come che cosa sto facendo? Sto allattando nostro figlio, non vedi?”
Dalla sua espressione incredula, Bulma capì che Vegeta non aveva mai visto una donna allattare il proprio bambino. I saiyan erano un popolo di guerrieri e probabilmente le donne lasciavano che fossero i loro schiavi ad occuparsene e appena rimessosi dal parto partivano di nuovo alla conquista di altri pianeti.
“Sai, tuo figlio è proprio un mangione come te e ben presto mi toccherà iniziare a dargli il latte artificiale per contenere il suo enorme appetito.”
Vegeta ascoltava in silenzio le sue parole, mentre un sentimento a lui sconosciuto pervadeva il suo animo guardando la giovane donna allattare il loro bambino.
“Davvero? Beh, con quei colori ridicoli non sembra neanche un saiyan. Non mi somiglia per niente” disse Vegeta con tono sprezzante per sopprimere il calore che stava iniziando a diffondersi nel suo animo.
“Ti sbagli, Vegeta. A parte i suoi colori, Trunks è identico a te” lo contraddisse Bulma.
Lui non disse niente e si voltò, deciso ad andarsene.
“Aspetta! Dove vai?”
“Non sono affari tuoi, donna. Comunque, domani sarò sul campo di battaglia pronto ad affrontare i cyborg.”
“Ma stanotte puoi rimanere qui.”
“No, non ne ho bisogno. Qui non c’è più posto per me visto che hai dato la mia stanza al moccioso e francamente non me ne importa niente.”
“Vegeta, aspetta” lo chiamò Bulma ma lui se n’era già andato.
“Tuo padre è proprio uno sciocco, non trovi piccolino? Non ha capito che ti ho messo in questa stanza perché era la più vicina alla mia e che lui poteva stare con me, che nel mio letto c’è posto solo per lui” disse Bulma guardando con affetto il piccolo Trunks.
Un’ombra di rammarico scese sul suo volto al pensiero che Vegeta se n’era andato di nuovo, ma lei la scacciò con forza ricordando la tenerezza che era apparsa nel suo sguardo mentre lei allattava Trunks.
“Quando il pericolo dei cyborg sarà passato, tuo padre tornerà da noi, piccolino, te lo giuro. Trunks, domani andremo sul campo di battaglia a vedere quanto è diventato forte il tuo papà, cosa ne dici tesoro?”
Trunks, per tutta risposta, sorrise e lei lo strinse a sé, ridendo.


Goku, Gohan, Junior e Crili giunsero sull’isola dove il ragazzo del futuro aveva annunciato che sarebbero comparsi i cyborg.
I quattro, al loro arrivo, videro che ad attenderli c’erano Yamcha, Tensing e Bulma.
“Bulma, cosa sei venuta a fare? E’ pericoloso” disse Goku, preoccupato per l’amica.
“Sono venuta qui per vedere i cyborg. Non ti preoccupare, appena li avrò visti tornerò a casa.”
“Io sono molto più sorpreso di vedere quello che hai in braccio invece di vedere te” disse Crili osservando il bambino di pochi mesi che Bulma teneva stretta al seno.
“Così tu e Yamcha finalmente vi siete sposati” disse Gohan.
“No, lui non è mio figlio. Io e Bulma ci siamo lasciati parecchi mesi fa. La cosa che, però, vi lascerà senza parole sarà scoprire l’identità del padre” disse Yamcha con tono amaro.
Goku, intanto, si avvicinò a Bulma e accarezzando il bambino disse: “Mi sa tanto che il tuo paparino è Vegeta, non è vero Trunks?”
“Ma come fai a saperlo? Io non avevo detto niente a nessuno per farvi una sorpresa!” disse Bulma stupita.
“Beh ecco, mi sembrava che somigliasse a Vegeta così ho tirato a indovinare” disse Goku ridendo come uno sciocco.
“Ma se hai indovinato anche il suo nome!”
“Davvero? Vuoi vedere che senza accorgermene ho acquisito un potere speciale?”
Goku si sentiva sempre più in imbarazzo giacché non sapeva più che scuse inventare, non volendo rompere la promessa fatta a Future Trunks.
Per fortuna Junior spostò l’attenzione su di sé, tirandolo fuori dall’imbarazzante situazione.
“A proposito di Vegeta, qualcuno di voi sa dov’è?”
“Ora non so dove sia perché non stiamo più insieme, ma sono certa che verrà. Si è allenato molto per questa battaglia e non è il tipo che si tira indietro” disse Bulma con orgoglio.
“Sì, hai ragione. Prima o poi arriverà” disse Goku.


Crili e Gohan, dopo aver superato lo shock nello scoprire che Trunks era il figlio di Vegeta, intrattenevano il piccolo facendogli delle facce buffe, mentre il tempo scorreva inesorabilmente senza che i cyborg facessero la loro comparsa.
Ad un trattò arrivò Jirobay, che era stato incaricato da Balzar di portar loro i fagioli magici, poi ripartì con il suo piccolo aereo che, però, venne colpito facendo finire il pavido grassone in acqua.
“Devono averlo attaccato i cyborg, ma perché non abbiamo percepito la loro aura?” chiese Crili.
“Sono dei robot, quindi non hanno aura, per questo non possiamo avvertire la loro presenza” disse Gohan.
“Già, hai ragione. Siamo stati degli sciocchi a non pensarci prima. Propongo, quindi, che ci dividiamo e andiamo a cercarli prima che facciano del male alle persone presenti nella città dell’isola. Tu, Gohan, vai a recuperare Jirobay” disse Goku.
“Mi raccomando, Bulma, tu resta qui nascosta. Non vorrei che capitasse qualcosa di spiacevole a te e al tuo bel bambino” aggiunse Goku.
“Sì, non ti preoccupare.”
Gohan andò a recuperare Jirobay e lo riportò fra le rocce dove c’era Bulma, mentre gli altri si aggirarono per la città scrutando ogni persona presente per scoprire i cyborg.
Yamcha fu il primo ad imbattersi nei due robot.
Uno era grasso e sembrava un enorme bambolotto e l’altro aveva l’aspetto di un vecchio.
C19 e C20, così si chiamavano i due cyborg, attaccarono il guerriero e gli assorbirono quasi tutta l’energia.
I suoi compagni, sentendo l’aura di Yamcha ridursi al lumicino, si precipitarono in suo aiuto.
“Crili, portalo al sicuro poi dagli uno dei fagioli magici” disse Goku.
Il piccolo guerriero pelato eseguì la richiesta del compagno portando Yamcha dove si trovavano Bulma, Gohan e Jirobay, mentre Goku, Junior e Tensing rimasero a fronteggiare i cyborg.
“Andiamo a combattere da un’altra parte, qui c’è troppa gente” disse Goku, osservando la gente che camminava per la strada, ignara del pericolo.
“D’accordo anche se non ne vedo la necessità” disse C19, mentre con un colpo solo distrusse gran parte della città.
“Bastardo!”
“Perché ti scaldi tanto?” In fondo sei stato tu a lamentarti perché c’era troppa gente!” ribatté il cyborg.
“Me la pagherai, maledetto!” disse Goku, pronto ad attaccare il grasso androide.
“Goku, stai calmo. E’ meglio cominciare a combattere in un luogo deserto per evitare altri danni” disse Junior.
Goku capì che l’amico aveva ragione così volò lontano dalla città seguito dai compagni e dai nemici.


Yamcha, nel frattempo, grazie al fagiolo magico, si riprese.
“Papà e gli altri si stanno spostando. Avranno deciso di andare a combattere in un luogo deserto” disse Gohan.
“Presto, dobbiamo raggiungerli. Devo dire a Goku di stare attento perché quei cyborg sono in grado di assorbire l’energia degli avversari dal palmo delle mani” disse Yamcha.
Yamcha, Crili e Gohan, quindi, partirono per raggiungere gli altri sul nuovo campo di battaglia.
“Yamcha, come stai?” chiese Goku appena i tre li raggiunsero.
“I fagioli magici come sempre sono miracolosi, amico mio. Ascolta Goku, cerca di stare attento mentre combatti, mi raccomando. Quei robot sono in grado di assorbire l’energia degli avversari con il palmo delle mani” lo mise in guardia Yamcha.
“Sì, d’accordo.”
Goku si trasformò in super saiyan e iniziò a combattere contro C19, ma ben presto il giovane guerriero si ritrovò privo d’energia e non riuscì più a reggere la trasformazione.
Crili gli diede uno dei fagioli magici ma fu tutto inutile.
“La malattia al cuore l’ha colpito. Per questo motivo i fagioli magici non possono guarirlo” disse Gohan, guardando preoccupato il suo adorato padre soffrire.
“Oh no, bisogna dargli subito la medicina che gli ha portato il ragazzo del futuro” disse Junior.
“Purtroppo è a casa. In questi mesi non l’ha mai presa perché stava bene” disse Gohan.
“Dobbiamo assolutamente portarlo a casa e dargli la medicina” disse Crili.
C19, intanto, infieriva sul povero Goku che continuava a tenersi una mano sul cuore, sopraffatto dal dolore. Ad un tratto videro che C19 veniva scagliato contro una roccia a parecchi metri di distanza.
“Nessuno può uccidere Kakaroth a parte me, tanto meno un pezzo di ferraglia arrugginita” disse Vegeta apparendo all’improvviso.
Il principe si avvicinò a Goku e dopo averlo afferrato lo lanciò a Junior che lo prese in braccio.
“Qualcuno di voi lo riporti a casa e gli dia la medicina che gli ha portato il ragazzo del futuro. Non posso permettere che Kakaroth muoia per una malattia, devo essere io ad ucciderlo.”
“Lo porto a casa io, tanto non credo di essere di molta utilità qui” disse Yamcha che avendo sperimentato di persona la potenza dei cyborg non ci teneva a ripetere l’esperienza.
“D’accordo. Comunque, non sapendo se può essere una malattia contagiosa, prendi anche tu la medicina per precauzione” disse Junior passandogli Goku.
Yamcha, dopo aver salutato i compagni, partì alla massima velocità consentita per riportare Goku a casa.


C19, intanto, dopo essersi ripreso dal colpo a sorpresa di Vegeta, si preparò a fronteggiare il nuovo avversario.
Vegeta, però, non aveva alcun timore di lui e si trasformò in super saiyan davanti allo sguardo incredulo dei presenti.
“Anche lui è riuscito a trasformarsi? Io credevo che solo un guerriero con il cuore puro potesse riuscirci!” disse Gohan osservando Vegeta.
“Ma il mio cuore è puro. Pura malvagità” disse Vegeta con sguardo glaciale dei suoi occhi verdi di super saiyan.
Vegeta, poi, iniziò a combattere e nel giro di pochi minuti riuscì a battere l’avversario senza alcuna difficoltà.
“Maledizione, questo non ci voleva! Dalle informazioni che avevo raccolto, non doveva essere così forte! Non sono assolutamente in grado di batterlo, devo tornare al mio laboratorio e pensare subito a un piano” pensò C20 guardando i resti del compagno.
Con uno scatto fulmineo, il cyborg scappò correndo velocemente fra le rocce.
“Maledizione è fuggito! Presto Crili, dammi un fagiolo magico” gridò Vegeta.
Crili, però, appariva titubante ad eseguire la richiesta.
Era, infatti, rimasto impressionato dalla grande potenza acquisita dal saiyan che sembrava di gran lunga superiore a quella di Goku e temeva che il malvagio guerriero volesse ucciderli.
“Crili, dagli il fagiolo” disse Junior e il piccolo guerriero, sia pur con riluttanza, obbedì.
“Era ora” disse Vegeta afferrando il fagiolo al volo e ingoiandolo.
“Voi pivelli potete tornarvene a casa. Ci penserò io a sistemare quel cyborg” disse Vegeta con tono spavaldo prima di lanciarsi all’inseguimento di C20.
“Che razza di sbruffone! Io mi sono allenato tanto per questa battaglia e non me ne andrò finché non ne avrò visto la conclusione” disse Tensing.
Gli altri si dichiararono d’accordo e partirono all’inseguimento di C20 e Vegeta.



Trunks si guardò intorno, notando che una parte della città sull’isola era stata distrutta, ma che non c’era traccia né nei cyborg né dei suoi amici. Usando la sua massima concentrazione, avvertì le aure dei guerrieri a diversi chilometri di distanza, allora partì per raggiungerli.
Bulma, notando il ragazzo sfrecciarle davanti, lo riconobbe, e capì che stava andando a raggiungere gli altri guerrieri così decise di seguirlo.
“Jirobay, quello è il ragazzo del futuro, presto seguiamolo così ritroveremo gli altri” disse Bulma salendo sul suo piccolo jet.
“Ma dico, sei matta? Io non ho alcuna intenzione di andarmi a cacciare nei guai! Per poco non morivo prima, quando hanno abbattuto il mio aereo!” protestò il ciccione. Bulma era molto preoccupata per Vegeta e, malgrado il pericolo, aveva bisogno di vedere con i suoi occhi che il suo amore stava bene.



C20, nel frattempo, si nascondeva fra le rocce riuscendo a sfuggire ai suoi inseguitori.
A parte Vegeta, gli altri non gli sembravano particolarmente forti, così decise di sottrarre la loro energia per essere in grado di affrontare i il saiyan.
Attaccò, quindi, Junior, cogliendolo di sorpresa.
Il namecciano, però, riuscì a comunicare telepaticamente con Gohan e il bambino corse in suo aiuto venendo, poi, raggiunto anche dagli altri.
Crili diede subito un fagiolo magico a Junior che si riprese velocemente.
“Lascialo a me, Vegeta. Voglio essere io ad affrontarlo, tu non t’intromettere” disse Junior che voleva dimostrare di essere un guerriero forte quanto il saiyan.
“D’accordo. A me non interessa se crepi, ma cerca di non farti sottrarre altra energia” disse Vegeta.
C20 si sentì più sicuro di se stesso visto che Vegeta non aveva intenzione d’intervenire così si preparò ad affrontare Junior.
Il namecciano, però si dimostrò fortissimo e infierì con tutta la sua forza contro di lui non lasciandogli il tempo di fare alcuna mossa.
“Cosa aspetti a finirlo? Se non ti decidi, provvederò io” disse Vegeta.
“Non ho bisogno del tuo aiuto. Inoltre, non devi preoccuparti, io sono il figlio di Al Satan, la parte malvagia che parecchi anni fa si separò dal Supremo, perciò non sono generoso come Goku nei confronti degli avversari” disse Junior.
Junior stava preparandosi a dare il colpo di grazia all’avversario quando arrivò Trunks.
“Che cosa ci fai qui, Trunks?” chiese Junior.
Vegeta rimase sorpreso dalle parole di Junior.
“Trunks. Lui si chiama Trunks, ha lo stesso nome di mio figlio. Quel ragazzo viene dal futuro e sa trasformarsi in super saiyan, ma allora lui è…” pensò Vegeta scioccato, non riuscendo a distogliere gli occhi dal nuovo venuto.
“Chi è quello? Voi stavate combattendo contro il cyborg sbagliato!” disse Trunks.
Sentendo le sue parole, gli altri guerrieri lo guardarono sorpresi.
“Come sarebbe a dire che questo non è il cyborg di cui ci avevi parlato? Allora chi è?” gli chiese Vegeta in tono rabbioso per nascondere al suo animo la sorpresa che aveva provato nello scoprire che quel ragazzo in realtà era suo figlio.
Trunks, però, non sapeva cosa rispondere perché non aveva la minima idea di cosa potesse essere successo.



“Oh guarda, finalmente li abbiamo raggiunti!” disse Bulma.
“Uno dei cyborg è ancora vivo! Presto fermati, non voglio correre rischi!” disse Jirobay.
“Ma di cosa ti preoccupi? I nostri amici lo hanno circondato, perciò non corriamo alcun pericolo!”
“Se ti avvicini ancora di un metro scaravento il pupo fuori dal finestrino” la minacciò Jirobay.
“Fai pure ma poi te la dovrai vedere con suo padre. Tu sai che Trunks è il figlio di Vegeta, non è vero?”
“Che cosa? Questo marmocchio è figlio tuo e di quel Vegeta?” chiese Jirabay incredulo.
“Presto, cosa aspetti? Accelera no” disse il grassone temendo le ire del saiyan se avesse disobbedito alla sua compagna.
“Bravo, così mi piaci” approvò Bulma sorridendo.
Man mano che si avvicinavano al luogo dello scontro, Bulma vide più nitidamente il cyborg e rimase a bocca aperta quando lo riconobbe.
La giovane donna, però, non ebbe il tempo di dire niente perché il cyborg lanciò una sfera energetica contro il jet.
Bulma perse il controllo dell’apparecchio che iniziò a precipitare. C20 aveva attaccato il jet per avere un diversivo e potersi dare alla fuga, avendo capito di non essere in grado di battere gli avversari.
“Presto arriveranno C17 e C18 e per voi sarà la fine” li minacciò il cyborg prima di correre via come una scheggia.
“Bulma, stai bene?” le chiesero Gohan e Crili raggiungendo l’amica.
“Sì, è tutto a posto. E’ stato lui a salvarmi” rispose la ragazza indicando Trunks.
“Grazie, se io e il mio bambino siamo salvi è tutto merito tuo” disse Bulma grata dell’intervento del ragazzo, ma in cuor suo delusa che non fosse stato Vegeta a correre a salvare lei e il loro piccolo.
Il ragazzo le rivolse un debole sorriso poi i suoi occhi azzurri diventarono di ghiaccio mentre si posavano su Vegeta.
Lo raggiunse e si portò davanti a lui, infuriato.
“Si può sapere perché non sei corso a salvarli?”
“Salvare chi?” chiese Vegeta sorpreso.
“Come chi? Bulma e il bambino! Se non sbaglio è figlio tuo!”
“Sì, è mio figlio ma non ha alcuna importanza per me. Ora levati di torno, moccioso mezzosangue, non posso permettere che quell’ammasso di ferraglia mi sfugga” disse Vegeta con tono gelido ferendo il povero ragazzo con il suo atteggiamento crudele.
Per un attimo, quando aveva visto quel cyborg attaccare il jet di Bulma, il suo cuore si era fermato.
Stava quasi per correre da lei, nonostante non volesse più averci niente a che fare, perché non poteva permettere che la sola donna che lo avesse amato davvero e il loro bambino morissero, ma aveva visto il ragazzo precipitarsi in loro soccorso così aveva lasciato che fosse lui a salvarli, riportando la sua preoccupazione sulla ricerca del cyborgo fuggitivo.
Essendo certo che Bulma e il bambino stavano bene, non aveva più pensato a loro e aveva detto al ragazzo che non gli importava niente.
Lui era un saiyan cresciuto nell’odio, non poteva provare amore per nessuno, quindi, era meglio che quel ragazzino se ne rendesse conto subito.
Lui non voleva l’amore di nessuno, tanto meno di un figlio venuto da un’altra dimensione.



Bulma, intanto, dopo essersi ripresa dallo spavento, ripensò al cyborg che li aveva attaccati e disse a Crili e Gohan che secondo lei era il dottor Gero in persona.
Crili, allora, chiamò gli altri e Bulma ripeté anche a loro la sua ipotesi.
“Sono certa che quello era il dottor Gero. L’ho visto una volta in una rivista scientifica di mio padre e sono sicura che fosse lui.”
“Che cosa? Ma non è possibile!” gridò Vegeta.
“Non so il motivo preciso, ma la storia è andata avanti in modo diverso da come la conoscevo io. Con il mio viaggio nel tempo, devo aver modificato il corso degli eventi” disse Trunks dopo aver riflettuto sulla presenza del dottor Gero e sulla malattia di Goku, scoppiata in ritardo rispetto al suo pronostico.
“Descrivici C17 e C18, non possiamo permetterci di affrontare di nuovo gli avversari sbagliati” disse Junior.
“Sì, hai ragione. C17 è un ragazzo con lunghi capelli scuri e porta un foulard attorno al collo, mentre c18 è una ragazza con dei bellissimi capelli biondi. Entrambi portano gli orecchini rotondi e hanno lo sguardo di ghiaccio” disse Future Trunks.
Il piccolo Trunks, intanto, iniziò a piangere sentendo le urla di suo padre.
“Vegeta, stai lontano da mio figlio! Con la tua faccia spaventosa lo fai piangere e basta” lo rimproverò Bulma facendo ridere Crili e Gohan all’espressione oltraggiata di Vegeta.
“Non ti preoccupare, tesoro, ci pensero io a proteggerti da quel brutto cattivone di tuo padre” disse Bulma cullando Trunks nel tentativo di calmarlo.
“Bulma, dove si trova il laboratorio del dottor Gero?” chiese Vegeta poco dopo.
“Dovrebbe trovarsi nascosto nelle montagne vicino alla Città Del Nord.”
“Ormai non riusciremo più a raggiungerlo. Sarà arrivato da un pezzo al suo laboratorio” disse Crili.
“Non credo. Qualcuno di voi l’ha visto volar via per caso? No, di sicuro starà scappando a piedi nascondendosi fra le rocce per non farsi trovare” disse Vegeta e gli altri, dopo averci riflettuto, si trovarono a condividere la sua opinione.
“Ho capito il tuo piano. Vuoi raggiungere il laboratorio prima di lui e distruggere C17 e C18 prima che essi vengano attivati, non è vero?” chiese Junior.
“Niente affatto! Io voglio affrontare quei due cyborg e distruggerli con le mie mani!”
Vegeta stava già per partire ma Trunks gli si parò davanti.
“No, aspetta. Secondo me è meglio fare come dice Junior.”
“Niente affatto. Io non sono un vigliacco e intendo combattere contro quegli ammassi di ferraglia.”
“No, senza l’aiuto di Goku non possiamo farcela contro di loro” disse Trunks.
“L’aiuto di Goku non ci serve. Anch’io sono un super saiyan, anzi sono il principe dei saiyan, quindi sono una spanna sopra di lui. Ora togliti di mezzo” disse lui con tono sprezzante.
Vegeta andò via a tutta velocità mentre una grande rabbia lo pervadeva.
“Stupido moccioso mezzosangue, come puoi preferire quel guerriero d’infimo livello a me, il principe dei saiyan, tuo padre?”
“Vegeta è diventato fortissimo, forse potrebbe farcela a battere i due cyborg” disse Junior.
“No, non c’è la farà. Anch’io sono in grado di trasformarmi in super saiyan ma quei robot sono al di sopra del mio livello. Ho deciso di andare con lui, l’idea non mi piace, ma non posso permettere che mio padre venga ucciso” disse Trunks prima di mettersi all’inseguimento di Vegeta che aveva capito avesse scoperto la sua identità dal modo in cui aveva guardato lui e il piccolo fra le braccia di Bulma.
“Ha detto mio padre?” Ma cosa significa?” chiese Bulma incredula.
“E’ inutile ormai continuare a nasconderlo. Quel ragazzo si chiama Trunks e tu e Vegeta siete i suoi genitori. In altre parole, è quello l’aspetto che il tuo bambino avrà fra qualche anno” disse Junior.
Tutti rimasero di sasso sentendo le sue parole, soprattutto la povera Bulma che iniziò ad osservare minuziosamente il piccolo.
“Ora è tutto chiaro. E’ così forte e può trasformarsi in super saiyan perché è il figlio di Vegeta” disse Crili.
“Wow, piccolo mio, sono fiera di te! Diventerai un ragazzo bellissimo e avrai tutte le donne ai tuoi piedi!” disse Bulma compiaciuta, dopo aver finalmente assimilato la notizia.
Poco dopo Junior, Tensing e Crili decisero di cercare anch’essi il laboratorio del dottor Gero, nella speranza di trovarlo prima di Vegeta, mentre Gohan fu incaricato di riportare a casa Jirobay, Bulma e il bambino.
Mentre Gohan volava nella direzione opposta a quella presa dai compagni, Bulma non faceva altro che pensare a Vegeta e Trunks.
“Vi prego, tornate a casa sani e salvi. Io vi amo troppo per perdere i due uomini più importanti della mia vita.”

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Capitolo 13
*** CAPITOLO TREDICI ***


TREDICESIMO CAPITOLO



Nonostante i guerrieri cercassero accuratamente il laboratorio del dottor Gero, quest’ultimo vi arrivò prima di loro ma non sospettava che ad attenderlo ci fosse una sorpresa.
I due cyborg, infatti, si era risvegliati perché il timer aveva scaduto il tempo e ora guardavano colui che il aveva creati con i loro occhi di ghiaccio.
“Molto bene vi siete svegliati! Adesso, però, c’è del lavoro da fare per voi, dovete andare là fuori e uccidere quegli stupidi umani!”
“Mi dispiace Gero, ma non abbiamo intenzione di eseguire i tuoi piani, abbiamo scoperto tutto!” disse C18.
“Cosa stai dicendo? Cosa avete scoperto?”
“Fai finta di niente dottorino?” disse C17 afferrando Gero per il collo.
“Mentre tu eri fuori noi ci stavamo caricando come avevi programmato ma hai fatto più tardi del previsto per cui abbiamo curiosato un po’ in giro fra le tue scartoffie e abbiamo scoperto la verità. Io e C18 eravamo degli umani ma tu ci hai trasformati in robot!” aggiunse C17.
“E allora? Io vi ho resi più forti, vi ho dato il potere! Ora voi siete esseri superiori e diventerete i conquistatori del mondo!”
“Non attacca! Tu ci vuoi usare per i tuoi scopi! A noi il lavoro sporco per poi scaricarci a opera finita. Beh, non andrà così perché io e mio fratello abbiamo deciso di essere liberi” disse C18.
“Cosa stai dicendo, biondina?”
“Non mancare di rispetto a mia sorella! Presto, C18, libera C16 che ce ne andiamo!”
“No, non lo fate, lui non è completo, non sapete cosa state facendo! C17 non stringere, voi avete bisogno di me…”
“Ora non più” gli rispose C17 soffocandolo.


“Ti ho trovato, Gero! E voi chi siete?” urlò Vegeta entrando nel laboratorio qualche minuto dopo.
“Ehi, morettino, non esagerare con le parole! Chi sei tu che ti intrufoli a casa degli altri?” rispose C18 guardando con i suoi occhi di ghiaccio.
“Moccioso, levati dai piedi o ti disintegro!” proseguì C17.
“Ma davvero? Devi solo provarci stupido robot!”
“Voi siete i miei fratelli?” chiese C16 che nel frattempo si era risvegliato.
“Devo dire che non sei molto carino, almeno con noi il dottor Gero ha migliorato i suoi gusti!”
“Già fratellino, che ne dici però se facciamo un giretto almeno ci cambiamo questi abiti squallidi” disse C18.
“Ho capito, voi siete C17 e C18, i due cyborg costruiti da Gero per distruggere la Terra! Beh, vi è andata male perché avete davanti a voi il principe dei saiyan che vi distruggerà con un colpo solo.”
“Ma l’avete sentito? Levati di torno, noi siamo più forti di te per cui è inutile perdere tempo. Allora C16, vieni con noi a fare un giretto in città?”
“No, io sono stato creato per un obiettivo: devo uccidere Goku, per cui parto subito per cercarlo.” “Chi è Goku?” chiesero C17 e C18.
“Kakaroth è il mio nemico e solo io lo ucciderò! Ora vi sistemerò con …”
Vegeta non riuscì a terminare la frase perché C17 gli lanciò un forte colpo che lo tramortì poi, dopo aver deriso il saiyan, partì con C16 e C18 alla ricerca di Goku.
Pochi istanti dopo Vegeta si risvegliò, era colmo di rabbia e si sentiva profondamente umiliato per cui senza perdere tempo si rialzò e li seguì.
“Ehi amici, avete visto? Ci sono tre ragazzi che stanno sfrecciando nel cielo e dietro di loro c’è Vegeta. Presto seguiamoli, forse sono i cyborg di Gero” urlò Junior agli altri che lo seguirono immediatamente.
Solo Future Trunks, che durante la ricerca aveva perso le tracce del padre e si era riunito agli altri, si attardò perché fece nascondere Bulma e il piccolo Trunks fra le rocce.
La donna, infatti, mentre Gohan la riaccompagnava a casa, non aveva fatto altro che preoccuparsi di Vegeta e Trunks così aveva chiesto al bambino di riportarla dai guerrieri poi il piccolo saiyan se n’era andato con Jirobay.
“Fermatevi! Credete forse di avermi ucciso? Deve ammettere di avervi sottovalutato ma non vi temo, io sono il principe dei saiyan! Combattete se avete coraggio!” gridò Vegeta.
“Fermati C16, facciamo una sosta per sgranchirci un po’ le ossa” disse C17.
“No, io devo trovare Goku per cui vi aspetto qui, fate in fretta” ribatté C16.
“Ci penso io fratellino, quel moretto inizia a starmi antipatico anche se fisicamente non è male.”
“Ti batterò in un secondo, non faccio differenze con le donne!”


C18 iniziò a battersi con Vegeta che incontrò più difficoltà del previsto.
Nel frattempo arrivarono anche Junior, Tensing, Crili e Trunks.
Mentre Vegeta si stava battendo con la ragazza, Junior si fece avanti con C17 ma, nonostante la sua potenza, il namecciano finì presto al suolo privo di forze.
Tensing si offrì al suo posto ma anche lui ebbe la stessa sorte.
Trunks cercò di aiutare il padre ma quest’ultimo, invece di unire le forze, si ostinava a voler farcela da solo, non potendo accettare di essere battuto da una donna.
Intanto C16 stava aspettando, ammirando la natura nell’attesa di ripartire.
Crili, invece, era impalato dalla paura, quei due robot aveva una forza mostruosa, ma ciò che lui non riusciva a concepire era come una tenera creatura così carina come C18 potesse essere così crudele.


“Adesso basta, brutta mocciosa, te la farò pagare” disse Vegeta raccogliendo tutta la sua energia per fronteggiare la donna robot e preparandosi a scagliare un colpo micidiale.
“No, papà, non farlo! Non sei in grado di batterla, rinuncia!” urlò Future Trunks a Vegeta.
La testardaggine di Vegeta era, però, superiore a qualsiasi cosa per cui tentò l’impossibile.
Come il giovane gli aveva annunciato poco prima, finì in un fallimento e venne scaraventato al suolo con un braccio spezzato che gli impedì di proseguire lo scontro.
“Mi dispiace! Sei così carino che ti risparmio la vita, non riesco a divertirmi con esseri così inferiori!” disse C18 ridendo all’espressione oltraggiata del saiyan.
“Ci rivedremo, te lo giuro!” gridò Vegeta.
“Forse nei tuoi incubi, quando ti ricorderai di come ti abbiamo umiliato! Ora andiamo, voglio vedere che faccia ha questo Goku. C16, C18, andiamo!” disse C17.
I tre cyborg si allontanarono sotto lo sguardo sconfitto dei guerrieri che erano tutti allo stremo delle forze tranne Crili che era bloccato dalla paura.


“Amici, scusatemi se non sono intervenuto ma visto come sono andate le cose il mio aiuto non avrebbe fatto differenza. Per fortuna ho i fagioli magici per farvi rimettere in sesto ma c’è un grande problema. Quei tre stanno cercando Goku per cui dobbiamo prendere tempo fino a quando non sarà guarito. Lui è la nostra unica speranza” disse Crili distribuendo i fagioli.
“Ehi papà, come ti senti? Ti avevo detto di non sfidarli, non sei in grado di batterli da solo, abbiamo bisogno di Goku…” iniziò a dire Trunks.
“Io non ho bisogno di nessuno! Troverò quei tre e li distruggerò a qualsiasi costo!” ribattè Vegeta scappando via dopo avergli lanciato un’occhiataccia.
“Non rimanerci male, Trunks, purtroppo Vegeta è così. Essere stato battuto da una donna per uno orgoglioso come lui è dura da accettare” disse Junior notando lo sguardo triste del ragazzo.
“Grazie, Junior. So quanto lui ci tiene a dimostrare di essere il migliore ma a volte dovrebbe capire che l’aiuto dei propri compagni è fondamentale! Comunque, ora dobbiamo pensare a Goku.”
“Ora io vado dal Supremo, se ci ricongiungeremo diventeremo un essere fortissimo. Spero di convincerlo, senza Goku è l’unica possibilità che abbiamo. Nel frattempo, però, dobbiamo proteggere il nostro amico e trovare un posto dove nasconderlo almeno per ora” disse Junior.
“Che ne dite di portare Goku sull’isola di Genio? E’ un luogo isolato e intanto lì noi altri potremmo allenarci. Almeno abbiamo un piccolo vantaggio su quei tre visto che non sanno dov’è l’isola e non conoscono i problemi di salute di Goku per cui dobbiamo sperare che la medicina faccia effetto prima che arrivino quei tre” disse Crili.
“Giusto Crili. Tu e Trunks porterete Goku da Genio, mentre Junior si recherà dal Supremo. Io tornerò a casa mia per allenarmi, ho bisogno di molta concentrazione e di stare solo, ma se avrete bisogno sarò subito da voi!” disse Tensing. I quattro amici si divisero per eseguire i loro compiti, erano molto preoccupati ma anche fiduciosi che Goku si sarebbe risvegliato, il problema era quando.


Bulma, intanto, aspettava nascosta fra le rocce l’arrivo di un viso conosciuto mentre cullava amorevolmente fra le braccia il suo bambino.
Era nervosissima, suo figlio e il suo amore erano ormai lontani da un bel po’ e lei non riusciva ad attendere senza sapere cosa fosse successo.
“Oh, piccolo mio, non piangere! Speriamo che vengano presto a riprenderci, io non ce la faccio più a stare qui, la prossima volta non riusciranno a tenermi in disparte. Speriamo solo che ce la facciano contro quei terribili cyborg!”

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Capitolo 14
*** CAPITOLO QUATTORDICI ***


QUATTORDICESIMO CAPITOLO


Trunks andò a recuperare sua madre e il piccolo se stesso.
“Ciao tesoro, allora com’è andata?” gli chiese lei appena lo vide.
Il ragazzo le raccontò l’esito disastroso dello scontro con i cyborg e lei non poté fare a meno di chiedergli notizie di Vegeta.
“Dopo essersi ripreso grazie al fagiolo magico se n’è andato. E’ stato ferito nell’orgoglio per la sconfitta subita a causa di una donna e non vuole l’aiuto di nessuno.”
Bulma notò lo sguardo triste del ragazzo e lo abbracciò.
Sapeva cosa provava perché anche lei soffriva per il rifiuto di Vegeta.
Il cuore della giovane donna si era stretto in una morsa quando Gero l’aveva attaccata e lui non si era mosso per salvare lei e il loro bimbo.
Se non fosse stato per Trunks loro sarebbero morti ma Bulma non poteva accettare che a Vegeta non importasse niente di lei e del loro figlio.
Quando lo sconforto l’assaliva, si aggrappava ai ricordi delle poche notti trascorse fra le sue braccia in cui lui l’aveva amata con dolcezza e passione.
Allora la speranza tornava ad invaderla e raccontava al suo bimbo quanto forte e coraggioso fosse il suo papà e che una volta che il pericolo dei cyborg fosse passato lui sarebbe tornato da loro.
“Vieni mamma, andiamo a casa ora. Crili è già andato a prendere Goku per portarlo al sicuro” disse Trunks.
Il ragazzo stava già per ripartire ma inaspettatamente iniziò a piangere, non riuscendo a trattenere le lacrime.
“Perché mi rifiuta? Io sono venuto qui soprattutto perché volevo conoscerlo, perché volevo dare al me stesso di questa dimensione un padre. Io che se anche riusciremo a battere i cyborg le cose nel mio mondo non cambieranno, ma almeno in questa dimensione lui non morirà. Io voglio che questo Trunks abbia un padre” disse il ragazzo guardando il bimbo fra le braccia di Bulma.
“Oh, tesoro mio, non fare così, ti prego. Vedrai che tutto si risolverà per il meglio” disse Bulma.
Trunks osservò la ragazza vedendo in lei il riflesso di sua madre, una donna coraggiosa che lo aveva cresciuto in mezzo ai pericoli; colei che aveva costruito la macchina del tempo perché suo figlio creasse un mondo di pace dove lei avrebbe potuto vivere serenamente con i suoi amici e l’uomo che amava, perduti troppo presto a causa di un tragico destino.
Sì, lui sarebbe stato forte e non avrebbe sprecato il sogno di sua madre.
Almeno in questa dimensione avrebbe battuto i cyborg e suo padre non sarebbe morto, costi quel che costi.


Crili, intanto, andò a casa di Goku e spiegò la situazione a Chichi, Yamcha e Gohan che era tornato da poco dopo aver riaccompagnato Jirobay alla torre di Balzar.
Goku stava ancora molto male così usarono uno dei mezzi di trasporto della Capsule Corporation per portarlo all’isola di Genio.
Bulma, nel frattempo, poco dopo essere giunta a casa, ricevette una chiamata da un cliente della Capsule Corporation che viveva a Ginger Town e che le raccontò di aver trovato nei boschi vicino alla cittadina uno strano oggetto con il loro marchio e di cui voleva sapere di cosa si trattasse e per questo motivo le aveva mandato un fax con la fotografia.
Bulma rimase sorpresa quando vide l’oggetto poiché si trattava della macchina del tempo di Trunks.
Lei e il ragazzo, allora, decisero di andare a controllare personalmente.
Appena giunsero sul posto, videro che in effetti si trattata della macchina del tempo di Trunks che, però, appariva molto malandata come si trovasse abbandonata in quel luogo da parecchio tempo.
“Com’è possibile? La mia macchina del tempo si trova al sicuro nella capsula ma dev’essere la stessa visto che tu nella mia epoca avevi a malapena i mezzi per costruirne una!” disse Trunks.
“Beh, è davvero un mistero. Prova a controllare il suo interno per vedere se c’è qualche indizio.”
Trunks, allora, entrò dentro la macchina e vide un grosso guscio sul sedile e controllando i dati sul dislay vide che la data di partenza era tre anni dopo nella sua dimensione e l’arrivo era quattro anni prima in questa, cioè l’anno precedente il suo arrivo nel passato.
Bulma e Trunks erano perplessi da questa scoperta e i loro dubbi aumentarono quando, poco distante dal luogo in cui si trovavano, videro la pelle di un grosso animale sconosciuto.
“Sicuramente avrà subito una metamorfosi e questo è ciò che rimane del suo aspetto primario. Chissà di che animale si trattava e soprattutto se centra qualcosa sul mistero della macchina del tempo?” si chiese Bulma parlando ad alta voce.
Neanche Trunks sapeva spiegarsi quel mistero ma ben presto lui e la madre avrebbero avuto una risposta ai loro quesiti.


Qualche giorno dopo nella cittadina di Ginger Town i suoi abitanti iniziarono a sparire misteriosamente e il telegiornale diede un grande risalto alla notizia.
Trunks aveva informato anche gli altri guerrieri del mistero della macchina del tempo e insieme a Crili e Tensing decise di andare a controllare a Ginger Town credendo che i due avvenimenti fossero collegati.
Junior, intanto, essendosi ricongiunto con il Supremo aveva ottenuto la sua forza e le sue conoscenze e sapeva già cosa stava succedendo a Ginger Town così si era recato là per affrontare l’orrenda creatura che stava mettendo a soqquadro la cittadina.
La cosa sorprendente era il fatto che la creatura racchiudeva in sé l’aura di Goku, Vegeta, Junior, Freezer e i guerrieri terrestri e sapeva usare le loro tecniche.
Senza indugio, Junior iniziò a combattere contro di lui quando vide che quell’essere tramite la coda assorbiva la linfa vitale delle persone fino a farle sparire.
La creatura era molto forte ma Junior, con l’assimilazione del Supremo, aveva aumentato notevolmente i poteri però finse di essere spacciato per farsi confessare la sua identità.
“Complimenti, sei davvero molto forte. Ti prego, prima di uccidermi, dimmi chi sei e come fai a possedere l’aura di tutti i più potenti guerrieri apparsi sulla Terra.”
“D’accordo, tanto stai per crepare quindi non credo che ci sia nulla di male a rivelarti la mia identità. Io sono Cell, uno dei cyborg del dottor Gero e vengo dal futuro. Il dottor Gero mi ha creato usando le cellule dei migliori guerrieri apparsi sulla Terra. Queste cellule venivano prelevate da piccoli insetti robot durante i combattimenti ma voi non vi siete mai accorti di loro. Lo scopo del dottor Gero era creare l’Essere Perfetto con cui distruggere Goku e dominare il mondo e il dottore aveva messo tutti i dati nel computer. C17 e C18 uccisero il dottor Gero ma il computer proseguì la mia creazione così, quando fui pronto, lasciai il laboratorio. Per diventare completo, però, avevo bisogno di assorbire C17 e C18 ma non riuscì a trovarli da nessuna parte poiché Trunks era riuscito ad eliminarli. Quando scoprì che quel ragazzo possedeva una macchina del tempo, decisi di usarla per giungere in un’altra epoca in cui i due cyborg non fossero ancora stati distrutti così uccisi Trunks e salì sulla macchina dopo essere regredito alla fase primordiale per potervi entrare e partì arrivando in quest’epoca dove lui aveva già impostato la data di arrivo.”
Junior rimase sorpreso da quel racconto ma al momento non poteva ragionarci su poiché Cell lo attaccò.
Il mostro, ben presto, si accorse della potenza di Junior e capendo che al momento era superiore alla sua, decise di fuggire.
Cell doveva assolutamente assorbire C17 e C18 se voleva diventare l’Essere Perfetto, ma per farlo aveva bisogno di assimilare altra energia per questo doveva prima aumentare la sua potenza assorbendo altri esseri umani.
Cell, allora, iniziò ad attaccare altre città creando il panico fra la gente.


Vegeta aveva raggiunto un luogo isolato fra le montagne e se ne stava seduto per terra a rimuginare su ciò che era accaduto.
“Io sono il grande principe dei saiyan, come ho potuto farmi battere così facilmente da quella stupida donna di latta? E come osa, quell’idiota di un moccioso, dire che senza Kakaroth non posso farcela? Io non ho bisogno di nessuno e ben presto quel ragazzino e quegli altri suoi amici idioti lo capiranno.”
Le sue riflessioni furono interrotte quando avvertì la sua aura e quella degli altri provenire da un’unica persona.
“Che diamine sta succedendo? Devo andare subito a vedere”
Vegeta, quindi, senza indugio si diresse verso Ginger Town.
Quando arrivò a destinazione trovò Junior, Tensing, Crili e Trunks riuniti in una piazza deserta della cittadina.
Junior raccontò ai compagni ciò che aveva scoperto su Cell.
“Attualmente quel mostro non è al di sopra della nostra portata ma se riuscisse ad assorbire i due cyborg la situazione sarebbe molto diversa. Diventerebbe l’Essere Perfetto, quindi, dobbiamo assolutamente eliminarlo prima che li trovi” disse Junior.
“Io sono il grande Vegeta e nessuno può battermi.”
Gli altri lo guardarono dubbiosi, pensando che la sua superbia non aveva limiti.
Era stato battuto pochi giorni prima da C18 e aveva ancora la presunzione di darsi tante arie?
“Oh, non c’è motivo che mi guardiate così, moscerini, sono certo di riuscire a battere i tre cyborg e quel Cell. Per un super saiyan che trascende il suo limite niente è impossibile” disse Vegeta con tono sicuro prima di andarsene nuovamente.
Gli altri lo osservarono perplessi, non capendo di cosa stesse parlando, poi riportarono la loro attenzione sul da farsi.
Junior e Tensing decisero di andare a cercare Cell mentre Trunks e Crili si recarono al laboratorio sotterraneo del dottor Gero per distruggerlo.
Appena giunti al laboratorio, Trunks e Crili si guardarono intorno e trovarono i progetti dei cyborg e decisero di portarli a Bulma affinché il studiasse e trovasse un loro eventuale punto debole.
Mentre si stavano dirigendo verso la Capsule Corporation, però, Trunks si fermò.
“Crili, ti dispiacerebbe proseguire da solo?”
“Sì, non c’è problema, ma tu dove devi andare?”
“Ho pensato a ciò che ha detto mio padre. Secondo lui un super saiyan è in grado di superare il suo limite e quindi vorrei provare a farcela allenandomi insieme a lui.”
“Ma credi che Vegeta te lo permetterà? Non vorrei offenderti perché so che gli vuoi molto bene, ma tuo padre non è una persona socievole.”
“Sì, lo so, ma non è neanche uno stupido. Papà all’inizio non vorrai avermi tra i piedi ma riflettendoci capirà che è più proficuo allenarsi in coppia piuttosto che singolarmente.”
“D’accordo, fai come vuoi.”
I due amici, quindi, si separarono andando in due direzioni opposte.


I tre cyborg, intanto, proseguivano il loro viaggio alla ricerca di Goku.
Giunsero a casa sua, nelle montagne del Paoz, ma non lo trovarono.
C18 si mise a frugare negli armadi ma nessuno dei vestiti di Chichi era di suo gusto così’ li buttò per terra con indifferenza.
“Accidenti, quel Goku non c’è! Tu sai dove potrebbe trovarsi C16?” chiese C17.
“Potrebbe trovarsi in due posti, all’isola di Genio o alla Capsule Corporation.”
“Qual è il posto più vicino?”
“L’isola di Genio.”
“Ok, prima andremo là e se non c’è faremo una visitina alla Capsule Corporation.”
I tre cyborg, quindi, ripartirono con destinazione l’isola di Genio.


Crili giunse alla Capsule Corporation e diede a Bulma i progetti dei cyborg del dottor Gero e le raccontò la storia di Cell.
“Dove sono Vegeta e Trunks?” gli chiese Bulma che era preoccupata per l’uomo che amava e il loro figlio.
“Vegeta ha detto che vuole allenarsi per superare il limite del super saiyan e Trunks è andato a raggiungerlo perché vuole allenarsi con lui. Povero ragazzo, ha perso il padre quando era ancora in fasce e farebbe qualsiasi cosa per ricevere un po’ d’attenzioni da lui! E’ proprio una tragedia che un ragazzo così buono si ritrovi per padre un demonio come Vegeta.”
“Smettila Crili, tu parli sempre a sproposito” lo sgridò Bulma lanciandogli un’occhiataccia.
“Scusami Bulma, io non immaginavo che tu…oh, insomma, ora devo proprio andare. Ciao.”
Crili se ne andò in fretta e furia, non volendo guardare ulteriormente l’infelicità che aveva intravisto negli occhi di Bulma.
Lei era sempre stata una ragazza forte, con un caratterino infiammabile e non si sarebbe mai aspettato di vederla struggersi per amore di un essere crudele come Vegeta che l’aveva abbandonata incinta.
Crili era convinto che se anche Bulma avesse provato qualcosa per Vegeta nel periodo in cui erano stati insieme, quel sentimento si fosse estinto con il suo abbandono, ma evidentemente non era così visto il modo in cui si era arrabbiata sentendo parlare male di lui.
“Povera Bulma, fra tutte le disgrazie che dovevano capitarle questa è la peggiore. Innamorarsi di quel mostro malvagio è la cosa più orribile che potesse succederle.”
Bulma, intanto, andò nella camera del piccolo Trunks e lo prese in braccio.
Il bimbo la guardava con i suoi penetranti occhi azzurri.
Al di là del colore, aveva lo stesso sguardo un po’ truce di suo padre.
“Vegeta, ti prego, non rifiutare nostro figlio. Lui ha bisogno di te, l’unica cosa che vuole è il tuo amore.”


Trascorsero altri tre giorni e Junior e Tensing, a cui si erano aggregati Crili e Yamcha, non riuscirono a trovare Cell poiché il cyborg era in grado di azzerrare la sua aura.
Il mostro, ormai, aveva assorbito l’energia di parecchie persone ed era pronto ad affrontare C17 e C18 per assorbirli, quindi, partì alla loro ricerca.
Trunks, nel frattempo, aveva raggiunto Vegeta ma lui non volle allenarsi con il figlio.
“Non ho tempo da perdere con te, moccioso, io devo allenarmi.”
“Ti prego, papà, alleniamoci insieme.”
Vegeta, però, non lo degnò neanche di uno sguardo ferendo i sentimenti del povero ragazzo.
In mezzo a tante situazioni negative accadde, però, qualcosa di piacevole.
Goku, finalmente, grazie alla medicina di Trunks, si riprese con grande gioia dei suoi amici.
“Oh Goku, sono così felice che ora tu stia meglio. Ero tanto preoccupata per te, amore mio” disse Chichi abbracciando il marito.
Goku le rivolse il suo solito sorriso un po’ sciocco poi la strinse a sé e la baciò.
Dopo i primi momenti di euforia per la guarigione di Goku, i suoi amici gli raccontarono cosa era successo nei giorni precedenti.
“C’è una sola cosa che posso fare, cioè andare ad allenarmi nella Stanza Dello Spirito E Del Tempo che si trova nel palazzo del Supremo. Un giorno nel mondo reale equivale ad un anno trascorso là dentro e, quindi, è il posto ideale per allenarmi avendo poco tempo a disposizione. Chichi, se non ti dispiace, vorrei portare Gohan con me poiché credo che il suo aiuto sarà fondamentale nella battaglia conclusiva contro i cyborg.”
“Tanto lo porteresti con te comunque anche se io mi opponessi. D’accordo Goku, puoi portare Gohan con te, ma promettimi che questa sarà l’ultima volta. Il nostro bambino deve diventare uno studioso.”
“Sì, te lo prometto. Quando avremo battuto i cyborg, Gohan potrà dedicarsi ai suoi libri.”
“Credo che chiederò a Vegeta e Trunks di venire ad allenarsi con noi. Sono molto forti e avremo bisogno di loro nello scontro finale.” aggiunse Goku.
Il guerriero, poi, prese per mano il figlio e usando il teletrasporto si recò nel luogo dove si trovavano Vegeta e Trunks.
“Ciao a tutti” disse Goku.
“Oh Goku, sono contento che tu sia guarito” disse Trunks.
“Che diamine ci fai qui Kakaroth?” chiese Vegeta con il suo solito tono ostile.
“Vegeta, sono venuto a chiederti di venire ad allenarti al palazzo del Supremo. Là c’è una Stanza Speciale in cui un anno corrisponde ad un giorno nel mondo reale.”
“Lo sai, Kakaroth, che il mio obiettivo finale è ucciderti, non è vero?”
Goku lo osservò attentamente e capì che nonostante non volesse ammetterlo neppure con se stesso lui era cambiato.
La sua malvagità originaria si era molto attenuata dalla prima volta che era venuto sulla Terra e Goku sospettava che il cambiamento fosse opera di una certa scienziata con i capelli azzurri.
Certo, Vegeta non voleva accettarlo, ma si era innamorato di Bulma anche se stava combattendo questo sentimento con tutte le sue forze.
Goku sperava che alla fine Vegeta perdesse la sua battaglia con il suo orgoglio e tornasse da Bulma e dal loro bimbo per formare una famiglia.
Il suo cambiamento, sia pur lento, era già in corso e Goku era convinto che in realtà Vegeta non fosse più interessato ad ucciderlo ma solo a batterlo anche se lui naturalmente avrebbe negato se glielo avesse chiesto.
“Ma non potrai farlo se ci saranno ancora i cyborg. Io ho bisogno del tuo aiuto per batterli perciò ti chiedo di allearci temporaneamente per sconfiggere dei nemici comuni. Appena sistemata questa faccenda potremo batterci, ci stai?”
“D’accordo Kakaroth, ma dopo che avrò disintegrato quella ferraglia sarà il tuo turno.”
I quattro saiyan, quindi, andarono al palazzo del Supremo che ora era gestito temporaneamente da Popo da quando il vecchio namecciano si era riunito a Junior.
Per poter usare al meglio la Stanza Speciale era, però, necessario entrare due alla volta così iniziarono Vegeta e Trunks, mentre Goku e Gohan si sarebbero allenati il giorno successivo.
Appena la porta si chiuse alle loro spalle, Trunks si guardò intorno sconcertato.
Oltre la stanza dotata di ogni comfort, infatti, c’era un illimitato spazio bianco dove la temperatura, a seconda dei punti, era torrida o gelida.
Trunks si sentiva preoccupato al pensiero di trascorrere un anno là dentro insieme a suo padre che continuava ad ignorarlo.
Vide che Vegeta si era si era diretto nello spazio bianco e aveva iniziato ad allenarsi.
Mettendo da parte le sue preoccupazioni, Trunks decise di raggiungerlo e dimostrargli ciò che valeva.


Nel frattempo i tre cyborg raggiunsero l’isola di Genio e Junior decise di affrontarli perché non disturbassero l’allenamento di Goku e degli altri saiyan.
Si recò con loro in un’altra isola e iniziò a combattere contro C17.
Junior aveva aumentato molto la sua forza grazie all’unione con il Supremo e ora era perfettamente in grado di tener testa al cyborg.
C17 si stava divertendo molto nello scontro trovandosi davanti un valido avversario, ma i due furono interrotti dall’arrivo di Cell.
“Bene, finalmente vi ho trovati, ragazzi.”
“E tu chi saresti, brutto lucertolone?” chiese C17.
“Io sono Cell, l’ultimo cyborg del geniale dottor Gero, e per diventare l’Essere Perfetto devo assorbire te e la tua bella sorellina.”
“Che cosa? Tu non farai proprio niente mostro!”
“Presto, scappate. Se riuscisse ad assorbirvi succederebbe una catastrofe” disse Junior.
“Stai calmo, Muso Verde. Non sarà certo questo brutto lucertolone a mettere KO il potentissimo C17. Dopo che mi sarò occupato di lui potremo proseguire il nostro scontro” ribatté C17 con un tono superbo molto simile a quello di un certo principe dei saiyan.
C17 iniziò a combattere ma Cell si dimostrò un avversario molto più forte di ciò che si era aspettato.
Junior tentò di aiutare C17 ma alla fine Cell, cogliendo di sorpresa il giovane cyborg, riuscì ad assorbirlo.
Cell, grazie a C17, aumentò di molto i suoi poteri e Junior non riusciva più a tenergli testa.
Cell ridusse in fin di vita il povero namecciano, mentre Tensing, che li aveva raggiunti sull’isola, decise di tenere a bada il mostro per dare agli altri due cyborg il tempo di scappare.
C16, però, era intervenuto nello scontro nel tentativo di fermare il mostro ed era stato seriamente danneggiato.
“Scappa C18, se quel mostro riuscisse ad assorbire anche te saremo in guai seri” disse C16.
“No, io non ti lascio. Verrai anche tu con me” disse lei.
In quei pochi giorni C18 si era affezionata a quel cyborg silenzioso che amava la natura.
C16 era un robot a tutti gli effetti, non c’era niente di umano in lui, tuttavia C18 gli si era affezionata come se fosse un vero fratello come C17.
I due, sia pur con fatica a causa dei danni subiti da C16, riuscirono ad andarsene.
Goku, poco dopo, si recò sull’isola dove Tensing stava per essere ucciso da Cell per salvare lui e Junior.
“Tu sei Goku, non è vero?” chiese Cell.
“Sì, sono Goku. Per il momento io e i miei amici non siamo in grado di batterti ma presto saremo pronti ad affrontarti, Cell.”
“Ma davvero? Io non ci conterei troppo se fossi in te. Sono già molto forte così ma appena avrò assorbito anche C18 sarò invincibile. L’Essere Perfetto che nessuno sarà mai in grado di eguagliare.”
“Questo lo vedremo, Cell” disse Goku prima di teletrasportarsi al palazzo del Supremo con Junior e Tensing che si ripresero grazie ai fagioli magici.


Mentre nel mondo reale succedeva tutto questo, nella Stanza Speciale dove il tempo trascorreva più velocemente, Vegeta e Trunks si dedicavano ai loro allenamenti.
Il ragazzo aveva tentato più volte di avvicinare suo padre ma Vegeta lo allontanava sempre da sé sgarbatamente.
Trunks ne soffriva molto ma continuava ad allenarsi perché sperava che se gli avesse dimostrato di essere un degno guerriero saiyan, lui alla fine lo avrebbe accettato.
Durante gli estenuanti allenamenti, Trunks si accorse di essere diventato più forte di suo padre ma tentò in tutti i modi di nasconderglielo.
L’orgoglio di Vegeta avrebbe subito una scossa notevole se avesse scoperto di essere stato superato da suo figlio, ma il ragazzo era contento di essere diventato così forte perché con i suoi poteri avrebbe potuto proteggere suo padre se si fosse trovato in pericolo.
Lui non avrebbe mai permesso che il suo amato papà morisse anche in questa dimensione perché voleva che l’altro se stesso avesse una vera famiglia e non dovesse crescere in un inferno come era successo a lui.


Vegeta, durante il lungo periodo trascorso nella Stanza Speciale non faceva altro che allenarsi, a parte le piccole pause per mangiare e dormire.
Durante le poche ore di sonno, il più delle volte sognava di combattere contro Goku ma in certi momenti i ricordi del periodo trascorso con la bella terrestre apparivano nella sua mente, come le notti di amore appassionato passate fra le sue braccia ma anche la tenera scena in cui lei allattava il loro bambino.
Vegeta si arrabbiava con se stesso per questi ricordi che non riusciva a scacciare dalla sua mente nonostante i suoi sforzi.
La presenza di Trunks, che era la versione adulta del loro figlio, non l’aiutava di certo.
Vegeta cercava con tutte le sue forze di allontanarlo perché non voleva legami né con lui né con la donna con cui lo aveva generato, tuttavia una strana morsa gli attanagliava il cuore quando notava il suo sguardo triste ogni volta che lo trattava male.
Nel suo sguardo non rivedeva forse il se stesso rimasto orfano e solo con Freezer come suo nuovo padre?
Aveva solo cinque anni quando il suo pianeta era esploso e lui si era ritrovato a vivere con Freezer, un mostro crudele e spietato che gli aveva riempito il corpo di cicatrici tutte le volte in cui non gli obbediva.
Era un bambino cresciuto e educato nell’odio che segretamente avrebbe voluto ricevere un briciolo d’affetto da qualcuno.
Crescendo aveva sepolto in fondo al suo animo questi desideri e l’odio e la sete di potere erano aumentati in lui trasformandolo in un assassino senza cuore, facendolo diventare il degno figlioccio di Freezer.
Perché non riusciva a dimostrare un po’ d’amore a suo figlio?
Davvero non era capace di amare nessuno?


Bulma decise di recarsi al palazzo del Supremo.
Genio l’aveva informata del risveglio di Goku e della decisione di allenarsi nella Stanza Speciale e lei voleva rendersi utile.
Aveva progettato un telecomando per disattivare C17 e C18 e lo aveva consegnato a Crili perché lo utilizzasse per distruggere i due cyborg prima che venissero assorbiti da Cell.
Inoltre, aveva creato delle tute speciali su modello di quelle saiyan che erano ideali per combattere.
Aveva deciso di portarle direttamente al palazzo del Supremo perché voleva rivedere Vegeta e Trunks.
Appena Bulma giunse al palazzo, i due saiyan uscirono dalla Stanza Speciale.
Goku tentò di capire se l’allenamento si era concluso nel modo sperato, ma Vegeta tenne la bocca chiusa e lanciò un’occhiataccia a Trunks che aveva iniziato a rispondere alla domanda del guerriero.
Cogliendo lo sguardo del padre, il ragazzo si azzittì immediatamente.
Entrambi avevano i vestiti a brandelli ma ciò che colpì Bulma fu il cambiamento di Trunks.
Infatti, i suoi capelli si erano allungati molto, il fisico irrobustito ed era cresciuto anche in altezza.
“Oh, mio dio, Trunks, come sei cresciuto!”
“Beh ecco, malgrado qui sia passato solo un giorno, là dentro corrisponde ad un anno ed è per questo che sono più grande.”
Bulma passò lo sguardo su Vegeta che appariva identico a prima visto che era un uomo adulto.
“Cosa sei venuta a fare qui?” le chiese lui sgarbatamente.
“Ho portato delle nuove tute da combattimento e, notando come siete ridotti, penso proprio di aver fatto bene, brutto scimmione” rispose la ragazza cercando di non risentirsi troppo per i suoi modi sgarbati.
Vegeta non disse niente ma prese la nuova tuta che lei gli aveva portato e andò in bagno ad indossarla.
Pochi minuti dopo il saiyan era pulito e in ordine e lasciò il suo posto a Trunks perché anche lui si cambiasse.
“Vegeta, ti prego, stai attento. Io non voglio che tu muoia” gli disse Bulma dopo averlo raggiunto nel corridoio.
“Sistemerò i cyborg e Cell in men che non si dica. Non devi dubitare delle capacità del principe dei saiyan, donna” disse Vegeta allontanandosi.
Bulma, però, lo rincorse e lo abbracciò.
“Per me tu sei il più forte, mio principe, e sono certa che vincerai.”
Vegeta, come spinto da una forza misteriosa la strinse a sé e la baciò appassionatamente e lei lo ricambiò con pari ardore.
Prima che Vegeta partisse, i loro occhi s’incontrarono per un istante poi lui se ne andò ad affrontare la sua nuova sfida. Bulma lo vide sparire all’orizzonte e si sentì un po’ preoccupata per la sua imminente battaglia ma fiduciosa in lui e nel loro avvenire.
Infatti, quando i loro occhi si erano incontrati per quel breve istante, Bulma aveva visto il suo inespresso amore per lei e ciò le aveva rafforzato nel cuore la speranza di un futuro insieme al suo adorato principe.

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Capitolo 15
*** CAPITOLO QUINDICI ***


QUINDICESIMO CAPITOLO



“Fermati, brutto moscone! Finalmente ti ho trovato e voglio battermi con te, Cell!” disse Vegeta quando raggiunse il terribile cyborg.
“Tu sei Vegeta, non è vero? Beh, se conosci il mio nome dovresti anche sapere quanto io sia forte e non sai che sbaglio hai fatto mettendoti contro di me, ti schiaccerò in un battito d’ali.”
“Questo lo vedremo.”
Vegeta e Cell iniziarono a combattere duramente mentre arrivò sul luogo anche Trunks che guardò con stupore come il padre avesse aumentato la sua potenza dopo l’allenamento speciale.
Questa volta Trunks fece un’espressione di soddisfazione perché si accorse che Cell era in difficoltà e questa sarebbe stata per suo padre un’occasione per riscattarsi.
“Vegeta è più forte del previsto, non so se riuscirò a batterlo per cui devo giocare d’astuzia” pensò Cell.
“Allora moscone, vedo che hai il fiato corto! Ormai la tua fine è vicina perché io ti distruggerò, parola del principe dei saiyan.”
“Non ti sembra di essere un po’ troppo presuntuoso, principe? Io ancora non ho mostrato tutta la mia forza.”
“Ma cosa stai dicendo? Io sono il guerriero più forte dell’universo ed è per questo che ti eliminerò!”
“Papà, non ascoltarlo, finiscilo subito!” urlò Trunks.
“Ne sei proprio sicuro, Vegeta? Io non sono ancora completo, per questo tu hai più risorse di me, ma se io potessi completare la mia trasformazione tutto sarebbe diverso!” ribattè Cell.
“Ma davvero? E cosa dovresti fare per essere completo?” chiese Vegeta.
“No, papà, non dargli retta. Fallo fuori ora!”
“Basta Trunks, stai zitto! Io sono più forte di lui in qualsiasi cosa possa trasformarsi e non mi farò certo spaventare!”
“Allora mi permetterai di trovare C18? Dopo che l’avrò assorbita diventerò l’Essere Perfetto e nessuno potrà uccidermi! Sarò il padrone del mondo perché nessuno potrà più eguagliarmi! Devi solo consentirmi di trovare quella donna robot e poi ti ridurrò in polvere! Ci stai o hai paura del confronto?”
“Papà, non devi accettare! Dobbiamo liberarci di lui prima che sia troppo tardi! Per una volta non fare il testardo e dammi retta o sarò costretto ad intervenire io stesso per impedire questa pazzia!”
“Adesso basta, Trunks. Io sono il principe dei saiyan e se l’ho sconfitto ora ci riuscirò anche dopo per cui non ho paura di fargli assorbire la mocciosa!” inveì Vegeta al figlio scaraventandogli contro un potente colpo.
“Io non te lo permetterò” replicò Trunks.
Padre e figlio iniziarono a combattere come se fossero stati due nemici e naturalmente Cell ne approfittò per allontanarsi e andare a cercare C18.


“Ecco, finalmente li ho trovati! Mi nasconderò qui dietro così non mi vedranno mentre userò il telecomando fatto da Bulma per disattivare C18” disse fra sé Crili quando vide C16 e C18.
Crili tirò fuori dalla tasca il telecomando, appoggiò il dito sul pulsante rosso poi osservò la biondina.
“Come sei bella! Hai un viso così angelico e dolce che io non sopporto il pensiero di doverti uccidere! Che compito ingrato, io proprio non posso! Non posso distruggerti perché mi piaci, quando ti guardo mi perdo nei tuoi occhi azzurri…so che sei una minaccia per noi ma deve esserci un’altra soluzione! Non ci riesco! Io…io credo di provare qualcosa per te e penso che in fondo al tuo cuore tu sia un’anima gentile…perdonatemi amici ma non lo farò!”
Crili gettò a terra il telecomando e lo calpestò con rabbia trattenendo le lacrime.
“Per fortuna sono riuscito a scappare se no non ce l’avrei fatta! Adesso devo solo recuperare le forze…ma quella…sì! La fortuna mi ha assistito, quella è C18! Ora devo avvicinarmi lentamente senza farmi vedere così la sorprenderò.”
C18 stava facendo riposare C16 che era ancora in condizioni precarie mentre Crili stava distruggendo il telecomando per cui nessuno dei tre si accorse che Cell era a pochi passi dalla sua preda.
“Ciao biondina! Finalmente ti ho trovato!”
“Ahahah!” urlò C18 attirando l’attenzione di Crili che, però, non ebbe la forza di muoversi.
C18 non ebbe né il tempo né la forza di scappare perché Cell le si scagliò addosso e l’assorbì.
“No, C18!” urlò Crili uscendo allo scoperto.


“Oh no! Senti quest’aura così potente? Dev’essere Cell che ha assorbito C18: Ora per colpa tua siamo in un mare di guai!” disse Trunks interrompendo la lite con il padre.
“Molto bene, ora potrò portare a termine la mia opera! Tu e tutti gli altri vi rimangerete quello che mi avete detto dopo la mia trionfale vittoria” disse Vegeta prima di sfrecciare nel cielo per andare nel luogo in cui si trovava Cell venendo seguito da un preoccupatissimo Trunks.


“Hai completato la tua trasformazione, ora devi batterti! Questa volta non ci saranno più scuse per tirarti indietro, ora dovrai vedertela con me, allora sei pronto?” chiese Vegeta appena raggiunse il cyborg.
Cell non gli rispose, ma sul suo viso comparve un ghigno che preoccupò ulteriormente Trunks che era appena arrivato.
Vegeta e Cell ripresero la loro battaglia ma non fu affatto facile per il saiyan tenergli testa, non credeva che un pezzo di latta potesse rinvigorire così tanto quel mostro perciò alla fine, nonostante i suoi sforzi, fu massacrato dal robot.
Vegeta cadde a terra privo di sensi e Trunks si sentì chiamato in causa perché, nonostante suo padre avesse quel terribile carattere, ci teneva molto a lui , così si presentò davanti a Cell per sostituirlo.
Trunks era più forte del padre per cui sperava di avere qualche possibilità in più di lui.
“Crili, porta mio padre al sicuro e dagli un fagiolo magico, io cercherò di sconfiggere questo mostro.”
“Ma Trunks, non hai visto come ha conciato Vegeta?”
“Lo so, ma al momento nessuno può fare altro. Ciao amico.”
Crili si allontanò a malincuore pensando come da un uomo tanto egoista ed orgoglioso fosse potuto nascere un ragazzo così altruista che ora stava mettendo a rischio la sua vita per tutti loro.
“Ti voglio fare una proposta. Sei un giovane che combatte molto bene ma non sei presuntuoso come quel Vegeta per cui ti risparmio la vita” disse Cell dopo aver combattuto contro Trunks dimostrando subito di essergli superiore.
“Cosa vuoi in cambio?” chiese Trunks sorpreso.
“Fra dieci giorni avvierò un torneo di arti marziali a cui potrà partecipare chiunque. Se però nessuno mi sconfiggerà allora ucciderò tutti i terrestri, cosa ne dici?”
“Stai forse dicendo che sei pronto a vedertela con chiunque si proponga?”
“Sì, avete dieci giorni di tempo per prepararvi al Cell Game. Se, però, nessuno si presenterà mi considererò automaticamente il vincitore. Buona fortuna
Cell se ne andò così Trunks si avviò alla Capsule Corporation decidendo, dopo un po’ di esitazione data il suo odio per i cyborg, di portarsi dietro anche C16 che voleva essere riparato per aiutarli nel Cell Game.
Alla Capsule Corporation c’erano tutti, tranne Goku e Gohan che ci stavano ancora allenando, e rimasero sorpresi quando Trunks raccontò loro le ultime novità.
“La colpa è tua Vegeta perché ti sei ostinato a credere di essere il più forte. Ce l’avevi in pugno, lo potevi eliminare ma non hai voluto farlo! Io a volte non ti capisco, perché metti a repentaglio la vita di tutti per apparire il migliore quando nessuno te lo chiede?” chiese Junior infuriatissimo.
“Perché io sono un saiyan e sono stato abituato ad affrontare ogni pericolo senza timore!”
“Ma anche Goku, Gohan e Trunks sono dei saiyan eppure non sono così incoscienti!” intervenne Tensing.
“Forse perché sono più deboli e meno coraggiosi essendo cresciuti in uno stupido pianeta come la Terra” ribatté Vegeta.
“No, non è questo! Il fatto è che tu non ti fidi mai di nessuno, sei sempre in competizione con il mondo intero e non ti rendi conto che qui siamo tutti amici e ci teniamo a te, mentre tu pensi solo a te stesso e al tuo orgoglio! Pensi mai che se un giorno sarai in difficoltà forse sarai solo?” ribatté Junior.
“Amici, forse Vegeta ha sbagliato ma anch’io sono in parte responsabile. Se avessi disattivato C18 ora non saremmo in questo pasticcio! E’ solo che io…”
“Crili, non devi sentirti in colpa. Al tuo posto chiunque si sarebbe spaventato! Cell vi ha colti di sorpresa per cui, in preda al panico, ti sei fatto sfuggire il telecomando. Non devi stare male per questo. Se comunque Vegeta l’avesse eliminato prima…” intervenne Chichi.
“Già! Qui l’unico responsabile è Vegeta! E’ sempre lui che combina i casini! Fa i comodi suoi, va e viene a suo piacimento e lascia risolvere agli altri i problemi che lui crea!” disse Yamcha.
“Adesso basta, Yamcha! E’ la gelosia che ti fa parlare! Tu, che stai qui ad infierire su di lui, che cos’hai fatto? Niente! Vegeta ha sbagliato, ma ormai non serve a nessuno recriminare. Avete dieci giorni per allenarvi in vista del Cell Game per cui basta con le prediche!” urlò Bulma.


Vegeta uscì in giardino, colpito dalle parole di Bulma.
Era una strana donna, nonostante lui la trattasse male lo difendeva e il saiyan non riusciva a capire come mai ci tenesse a lui così tanto.
Anche il fiero principe ci teneva molto a lei solo che non era ancora pronto ad ammetterlo.
Poco dopo arrivarono anche Goku e Gohan che appresero del futuro torneo.
“Scusa Goku, come mai sei così rilassato? La notizia non ti preoccupa?” chiese Crili.
“No! Io sono sicuro che vinceremo. La Stanza Speciale aiuta molto per cui dovremo sfruttarla bene in questi dieci giorni e avremo delle grosse soddisfazioni. Direi che ora potete andarci voi visto che io e Gohan siamo appena tornati, intano io andrò su Neo Namek perché c’è bisogno di un nuovo Supremo.”


Goku fu accolto molto gioiosamente su Neo Namek e quando chiese chi volesse diventare il nuovo Supremo, Dende fu molto lieto di accettare perché aveva molta voglia di rivedere i suoi amici.
Lui e Goku partirono e si recarono subito al palazzo del Supremo.
“Ora che io sono il nuovo Supremo le sfere del drago sono state riattivate ma c’è una novità. Ora Shenron è molto più forte per cui potrà realizzare tre desideri anziché uno.”
“E’ una bellissima notizia, io direi di usarne subito uno per riportare in vita le vittime di Cell, gli altri due li useremo all’occorrenza!” disse Goku.
“D’accordo, è davvero una splendida idea, Goku” approvò Dende.


DIECI GIORNI DOPO
Gli allenamenti erano stati duri ma Goku era molto fiducioso della loro rivincita quindi si presentarono tutti insieme nel luogo del Cell Game dove il loro nemico li stava attendendo.
“Molto bene, vedo che siete più di quelli che credevo! Ci sarà da divertirsi, chi vuole essere il primo?” chiese Cell.
“Io. Mi presento, sono mister Satan, il campione di arti marziali. Nessuno è mai riuscito a battermi per cui colgo questa nuova opportunità per mostrarvi la mia supremazia! Possiamo iniziare!” disse una voce sconosciuta.
Mister Satan era un uomo buffo che nonostante il suo fisico palestrato era incapace di far male a una mosca.
Aveva “costruito” una certa notorietà in questo sport ma tutto dovuto al caso e alla fortuna, infatti, non era assolutamente in grado di competere con un mostro simile.
Infatti, bastò che Cell si avvicinasse a lui per farlo fuggire terrorizzato.
“Se vi spaventate solo a guardarmi vi consiglio di tornarvene a casa perché io ho voglia di divertirmi un po’” disse Cell annoiato.
“E io anche. Ho sentito molto parlare della tua forza per cui vorrei vedere di persona se ciò che mi ha detto è vero!” disse Goku.
“Ti accontento subito, Goku.”
“Non vedo l’ora di cominciare” ribatté il saiyan.
Cell era molto colpito dalla sicurezza di Goku e quando cominciarono a battersi capì il perché: Il suo avversario era decisamente molto forte e veloce e riusciva a rispondere bene ad ogni suo colpo.
Lo scontro andò avanti per un bel po’ poi successe una colpo di scena inaspettato che sorprese tutti.
“Cell devo dirti che sei un avversario molto forte e combattere con te è stato un vero onore perché mi hai spinto ad impegnarmi molto solo che io non sono in grado di batterti. Lascio il posto a mio figlio Gohan, se sei d’accordo.”
“Per me un avversario vale l’altro, tanto alla fine sarò io a vincere!”
Tutti guardarono Goku con stupore, nessuno aveva il coraggio di chiedergli il motivo di quel gesto, solo Junior, che ormai si era affezionato a Gohan come se fosse suo figlio, si decise a parlare.
“Goku, tu hai sempre avuto la mia approvazione ma questa volta non riesco a capirti. Come puoi voler mettere a repentaglio la vita di quel ragazzino? Tu sai bene quanto lui odi combattere, perché vuoi che affronti Cell?”
“Perché lui è l’unico che può farcela! Nella Stanza Speciale ha fatto molti progressi ed ora è persino più forte di me per cui dovete essere fiduciosi, so quello che faccio!”
“Spero che tu abbia ragione altrimenti non te lo perdonerò mai, Goku!”

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Capitolo 16
*** CAPITOLO SEDICI ***


SEDICESIMO CAPITOLO



Gohan iniziò a combattere contro Cell ma inizialmente il cyborg sembrava molto più potente del ragazzino.
Gli altri guerrieri assistevano allo scontro e Junior era preoccupato per il suo giovane amico e avrebbe voluto prendere a pugni Goku per lo sguardo sereno che continuava a mostrare.
“Goku, come hai potuto farlo? Sai benissimo che Gohan non ama affatto combattere! E’ sempre stato un bambino pacifico che si è trovato suo malgrado ad affrontare situazioni più grandi di lui. Cosa credi che stia pensando in questo momento mentre Cell lo sta massacrando di botte? Non ti sarà certo grato, anzi, penserà che a suo padre non importa niente se viene ucciso da quel mostro! Francamente non mi sarei mai aspettato che ti comportassi così, Goku. E’ un comportamento alla Vegeta, quindi tu e lui siete più simili di quanto immaginassi.”
Goku rimase turbato dalle parole di Junior, lui era certo che Gohan sarebbe stato in grado di battere l’androide, ma non si era soffermato a riflettere su ciò che suo figlio avrebbe potuto pensare venendo mandato in campo a cuor leggero, così decise di tornare a combattere.
“Vieni via, Gohan, lascia che lo affronti io.”
“No, papà. Ho capito perché mi hai mandato al tuo posto e vedrai che non ti deluderò.”
“Moccioso, forse dovresti dar retta al tuo paparino. Finora non mi sei sembrato un granché” disse Cell ridendo.
“Cell, tu non hai ancora visto niente! Io non amo combattere, ma quando mi arrabbio scaturisce in me una forza straordinaria e nessuno è in grado di battermi” spiegò Gohan.
“Davvero? Mi piacerebbe proprio vedere questa tua forza straordinaria, ragazzino.”
Cell ricominciò a combattere ma vedendo che lui non reagiva decise di cambiare tattica.
Creò sette piccole copie di se stesso, i Cell Junior, e li mandò a combattere contro Goku e gli altri.
I Cell Junior erano piccoli ma potentissimi e i guerrieri, a parte Vegeta e Trunks, non riuscivano a tenerli a bada, neppure Goku perché aveva perso parecchia energia nello scontro con Cell.
Cell vide gli occhi di Gohan lampeggiare per la rabbia e capendo che mancava poco per veder scaturire la sua forza distrusse C16 era accorso per aiutare il bambino.
“Me la pagherai, mostro!” gridò Gohan.
Il ragazzino distrusse i Cell Junior nel giro di pochi istanti poi si preparò ad affrontare Cell.
Ora la situazione si era ribaltata e Gohan era notevolmente più forte di Cell che colpiva senza pietà. Cell non riusciva a reagire e ricevendo un colpo particolarmente violento sputò fuori C18.
“Guardate, ora non è più l’Essere Perfetto!” disse Trunks stupito.
“Già, ora Cell è molto debole. Penso che sia il momento che Gohan gli dia il colpo di grazia” disse Junior.
Goku si trovò d’accordo e chiese al figlio di distruggere il mostro.
“Non così in fretta, papà. Voglio riservargli una lenta e dolorosa agonia per fargli pagare tutto il male che ha fatto” rispose Gohan, sorprendendo gli altri guerrieri per il suo tono freddo.
Evidentemente l’ebbrezza del potere si era impadronita di lui e non gli permetteva di smettere di combattere fino a quando non avesse fatto a pezzi l’avversario.
Goku era preoccupato temendo che qualcosa andasse storto e, infatti, qualcosa di terribile stava per succedere.
“Moccioso, non hai ancora vinto. Nel mio corpo, come in quello di tutti i cyborg del dottor Gero del resto, è presente una bomba che ora ho autoinnescato e fra pochi istanti la Terra esploderà.”
Cell iniziò a gonfiarsi sotto lo sguardo sconcertato dei presenti.
Erano tutti disperati non sapendo cosa fare ma Goku si fece avanti e rivolgendo un triste sorriso al figlio e agli amici disse: “Mi dispiace, ma non sono riuscito a trovare un’altra soluzione. Addio a tutti. Gohan, sono orgoglioso di te, occupati della mamma e dille che mi dispiace di averla fatta soffrire.”
“No papà, aspetta” gridò Gohan, ma era troppo tardi.
Goku, usando il teletrasporto, era andato con Cell sul pianeta di re Kaio.
Poco dopo i guerrieri non riuscirono più a percepire l’aura di Goku e capirono che era morto. Il generoso guerriero si era sacrificato ancora una volta per la salvezza della Terra.
Gli altri erano rimasti ammutoliti, non riuscendo a capacitarsi di ciò che era appena successo.
Il senso di colpa faceva piangere disperatamente il povero Gohan che si riteneva responsabile per la morte del suo amato padre.
“Non piangere, Gohan. Tuo padre è orgoglioso di te e non ti biasima per quello che è successo. Ora andiamo a casa” disse Junior.
Gohan, sia pur con riluttanza, decise di seguire il suo maestro, ma né lui né gli altri fecero in tempo ad allontanarsi perché Cell riapparve e uccise Trunks.
“Siete sorpresi di rivedermi, non è vero? Beh, vi confesso che lo sono anch’io! Ho scoperto, infatti, che se non viene danneggiato il mio nucleo centrale posso rigenerarmi all’infinito diventando sempre più forte ed è per questo motivo che ho di nuovo l’aspetto dell’Essere Perfetto nonostante C18 non sia più nel mio corpo.”
“Bene Cell, sono contento che tu sia tornato così potrò vendicare mio padre” disse Gohan preparandosi alla battaglia decisiva contro il cyborg.
Vegeta era rimasto scosso da ciò che era successo negli ultimi minuti e guardava Yamcha sorreggere il corpo senza vita di Trunks.
Suo figlio era morto, quel ragazzo generoso che era venuto da un’altra dimensione per salvarli, per conoscere suo padre, ora non c’era più.
Quel povero ragazzo, che aveva desiderato l’affetto di un padre crudele e insensibile, ora in terra in un lago di sangue.
La rabbia e la disperazione s’impadronirono di Vegeta e senza esitazione attaccò Cell.
“Me la pagherai per aver ucciso mio figlio.”
Vegeta lo attaccava con tutte le sue forze ma la potenza di Cell era infinitamente superiore alla sua e con una sola mossa il cyborg lo mandò al tappeto.
“Cosa credi di fare contro di me, moscerino? Mi hai stancato, ti manderò nell’al di là a trovare il tuo amico Goku.”
Cell stava per dare il colpo di grazia a Vegeta ma Gohan s’intromise e riuscì a salvare il principe da una morte certa.
Gohan, poi, sia pur ferito ad un braccio e con le forze dimezzate, ricominciò a combattere.
Junior, Crili, Tensing e Yamcha cercarono di aiutarlo ma la loro potenza non era sufficiente.
“Coraggio, figlio mio, sono certo che ce la farai” si sentì dire dalla voce di Goku che proveniva dal paradiso.
Vegeta, intanto, vedendo tutti impegnarsi ad aiutare Gohan, decise di dare anche lui il suo contributo.
Vegeta attaccò Cell e il cyborg si distrasse dal suo colpo inaspettato così Gohan riuscì finalmente a sconfiggerlo distruggendo anche il suo nucleo centrale.
“Bravo Gohan, ce l’hai fatta” disse Junior.
“Senza il vostro aiuto non ci sarei mai riuscito, amici.”
“Ora andiamo al palazzo del Supremo così Dende ti curerà tutte quelle ferite.”
“Sì, va bene.”
A parte Vegeta, gli altri se ne andarono rimanendo un po’ sorpresi dall’insistenza di Crili di portare con loro anche C18.
Appena giunsero al palazzo, Dende curò le ferite di Gohan con il suo potere curativo poi invocò Shenron perché resuscitasse le ultime vittime di Cell.
Naturalmente Trunks tornò in vita, mentre Goku no perché era già stato resuscitato in passato dopo la battaglia contro Radditz.
“Potremmo andare su Neo Namek a prendere le sfere di Polunga che può resuscitare le persone più volte” propose Crili.
Gli altri si dichiararono d’accordo ma una voce li fermò.
“Grazie per la vostra premura, amici, ma preferisco rimanere dove mi trovo per evitare altri attacchi al pianeta per causa mia.”
“Ma papà, io ho bisogno di te” protestò Gohan.
“No, figliolo, ormai sei grande e in grado di cavartela da solo. Io, comunque, ti sarò sempre vicino. Addio.”
Erano tutti dispiaciuti per la decisione di Goku ma dovettero rispettare la sua volontà.



C18 si guardò intorno sorpresa, non riuscendo a capire dove si trovasse poiché l’ultima cosa che ricordava era l’attacco di Cell quando l’aveva assorbita.
“Dove sono?” chiese C18 riconoscendo i guerrieri.
“Questo è il palazzo del Supremo. Non devi preoccuparti, nessuno ti farà più del male perché Cell è stato distrutto da Gohan” disse Crili.
C18 lo guardò sorpresa ma non le uscì di bocca nessuna parola di ringraziamento e se ne andò.
Crili la guardò con tristezza poi la sua attenzione venne riportata su Shenron che voleva sapere qual era il loro terzo desiderio.
“Ti prego, Shenron, trasforma C17 e C18 in esseri umani” chiese Crili.
“Mi dispiace, ma questo va oltre i miei poteri.”
“Almeno puoi togliere l’esplosivo che il dottor Gero ha inserito nei loro corpi?” insistette il piccolo guerriero pelato.
“Sì, questo lo posso fare.”
Dopo aver esaudito il desiderio, Shenron scomparve e le sette sfere, tramutate temporaneamente in sassi, si sparpagliarono per il pianeta.
“Crili, ti sei innamorato di C18?” chiese Gohan sorprendendo tutti i presenti.
Non ci fu bisogno che l’altro rispondesse poiché il suo rossore era eloquente.
“Complimenti, amico, la tua biondina è veramente una bellezza mozzafiato malgrado il suo cuore di ghiaccio” commentò Yamcha.
“Già e non ho alcuna speranza di conquistarla” disse Crili con tono abbattuto.
C18 aveva sentito tutto ciò che era stato detto negli ultimi minuti perché non si era allontanata di molto e strani sentimenti si agitarono nel suo cuore.
Lei non ricordava niente del suo passato di essere umano poiché Gero aveva cancellato tutti i suoi ricordi installandole dei microchip nel cervello ma la gentilezza del piccolo guerriero pelato l’aveva commossa.
Ora, però, non aveva tempo di pensarci, doveva ritrovare il suo gemello, poi avrebbe deciso come trascorrere il futuro.



Vegeta si era allontanato dal campo di battaglia mentre la consapevolezza di aver fallito ancora una volta gli assaliva la mente.
Era una nullità poiché non era riuscito a battere il cyborg e a vendicare suo figlio.
Sentiva di nuovo l’aura di Trunks ma questo non bastava a consolarlo del suo nuovo fallimento.
Da quando Goku era diventato super saiyan su Namek, aveva sempre cercato di raggiungerlo ma mai c’era riuscito perché ogni volta che lo faceva l’altro guerriero aumentava di nuovo il suo potere.
Ora che Goku era morto, Vegeta sentiva di aver perso il suo scopo nella vita.
Che senso avrebbe avuto continuare ad allenarsi se il suo rivale non c’era più?
Se non avrebbe mai avuto la possibilità di dimostrargli di essere il più forte?
Ora la Terra avrebbe avuto un nuovo protettore, Gohan, ma Vegeta non ci teneva a misurarsi con lui.
Kakaroth era il solo che considerasse suo rivale e con la sua morte si sentiva perduto.



“Coraggio mamma, fatti forza. Papà si è sacrificato per il bene dell’umanità” disse Gohan abbracciando la madre.
Chichi piangeva disperatamente, non riuscendo a smettere.
Gohan le aveva dato poco prima la terribile notizia e lei si era sentiva crollare il mondo addosso.
Perché lui voleva abbandonarla ancora una volta?
Perché sceglieva il paradiso a una vita con lei, Gohan e il piccolo che pochi giorni prima si era accorta di aspettare?
Forse lui non l’amava a sufficienza?
“Non devi essere triste, Chichi, io veglierò sempre su di voi e forse un giorno potrò tornare. Addio, mia amata” sentì dire dalla voce di Goku.
Chichi si fece forza e si asciugò le lacrime.
Sentiva ancora un peso opprimerle il petto, ma lei era una donna forte e sarebbe riuscita a superare le difficoltà grazie all’appoggio del suo giovane ometto e dell’angelo che dal paradiso vegliava su tutti loro.



Trunks atterrò nel giardino della Capsule Corporation e Bulma gli corse incontro.
“Come stai, tesoro?”
“Bene, mamma. Cell mi aveva ucciso ma le sfere del drago mi hanno resuscitato. Goku si è sacrificato nel tentativo di fermare il cyborg ma ha rifiutato di essere riportato in vita con le sfere namecciane perché vuole evitare che altri nemici attacchino il pianeta a causa sua” spiegò Trunks.
Bulma si sentì addolorata alla notizia della morte dell’amico che era quasi un fratello per lei e pianse.
“Dov’è tuo padre? Sta bene?” chiese lei con ansia poco dopo.
“Non so dove sia andato al termine della battaglia ma mi hanno raccontato che si è scagliato contro Cell, incurante del pericolo, quando il cyborg mi ha ucciso.”
Bulma osservò il ragazzo e vide la felicità brillare nei suoi occhi poiché aveva avuto la prova dell’affetto di suo padre.
“Mamma, domani partirò per tornare nella mia epoca. Sono diventato molto più forte da quando sono venuto qui e sono certo di riuscire a battere i due cyborg e a riportare la pace anche nel mio mondo.”
“Sì, certo. Mi dispiace, però, che tu parta perché sentirò molto la tua mancanza.”
“Ma io sarò sempre accanto a te perché sono lo stesso bimbo che ora sta dormendo nel suo lettino. Il mio viaggio nel tempo ha avuto successo perché questo mondo è in pace e l’altro me stesso potrà crescere in un luogo sereno. Vorrei tanto che papà gli stesse accanto.”
“Tesoro, tu sai quanto io lo amo e farò il possibile perché rimanga con me e il bambino. Lui ci ama entrambi e spero che finalmente si decida ad ammetterlo con se stesso” disse Bulma ricordando il modo in cui Vegeta l’aveva guardata quando lo aveva difeso dalle accuse di Yamcha.



Il giorno successivo Chichi e i guerrieri si radunarono nel giardino della Capsule Corporation per salutare Trunks.
Tutti gli strinsero le mani e gli diedero affettuose pacche sulle spalle mentre Bulma lo abbracciò e baciò facendogli molte raccomandazioni.
Trunks salutò tutti i presenti e, mentre stava per salire sulla macchina del tempo, vide suo padre appoggiato ad un albero.
Vegeta gli fece un cenno di saluto poi gli rivolse un debole sorriso.
“Ti voglio bene, papà” disse il ragazzo.
Vegeta non disse una parola ma il suo sguardo d’affetto valse per Trunks più di mille parole.
Dopo aver lanciato un’ultima occhiata al padre, Trunks salì sulla sua macchina del tempo e azionò il pulsante di partenza.
Il ragazzo del futuro pochi istanti dopo sparì in un lampo di luce per tornare nel mondo a cui apparteneva lasciando un dolce ricordo a chi lo aveva conosciuto.



Bulma aveva salutato i suoi amici che erano venuti a dare l’addio a Trunks poi si voltò dove aveva visto Vegeta ma lui era sparito.
La giovane donna fece un lungo sospiro poi tornò in casa a dar da mangiare al piccolo Trunks.
Un caldo pomeriggio di due mesi dopo, Bulma si trovava in giardino con Trunks.
Il piccolo era molto precoce per via del sangue alieno che scorreva nelle sue vene e a nove mesi riusciva a stare in piedi da solo e a muovere qualche passo incerto.
Bulma era in bikini a prendere il sole sulla sdraio mentre il bimbo giocava ai suoi piedi.
La giovane donna chiuse gli occhi per un momento e quando li riaprì si accorse con sgomento che il piccolo era sparito.
“Trunks, tesoro, dove sei?” iniziò a chiamarlo a gran voce mentre lo cercava dappertutto.
Si fermò, sgranando gli occhi dalla sorpresa, quando lo vide avvicinarsi ad un albero a cui stava appoggiato Vegeta.
Trunks ad un tratto inciampò e cadde a terra.
Il piccolo, però, non pianse e si rialzò subito fissando il padre con i suoi occhi così simili ai suoi.
Trunks, muovendo qualche altro passo, si avvicinò a Vegeta e gli tese le braccine perché lo prendesse in braccio.
Vegeta osservò il piccolo e avrebbe voluto allontanarsi perché un guerriero saiyan non deve provare affetto per nessuno, ma dalla morte di Goku qualcosa in lui si era spezzato.
Rivedeva in quel bambino il Trunks adolescente, venuto dal futuro per ottenere, almeno in questa dimensione, l’amore di un padre e anche il Vegeta bambino, che sognava di avere da qualcuno un po’ d’affetto e di non essere considerato solo una macchina da guerra.
Vegeta si riscosse da quelle immagini e osservò il viso del bimbo farsi triste perché lui lo rifiutava.
Il principe, allora, coprì la breve distanza che lo separava dal bambino e lo prese in braccio.
Rimase sorpreso dalla forza di quelle braccine strette al suo collo.
Vegeta poco dopo si accorse della presenza di Bulma e arrossì per l’imbarazzo di essere stato colto in un momento di tenerezza.
“Vegeta, sono contenta che tu sia tornato a casa. Resterai, non è vero?” gli chiese dopo che lui le ebbe dato un bambino.
“Non lo so. Con la morte di Kakaroth ho perso il mio scopo nella vita e non voglio più combattere. Che senso avrebbe allenarmi senza avere più la possibilità di superare il mio rivale?”
Bulma si sentì stringere il cuore dall’amarezza del suo tono e s’impose di farlo ragionare.
“Vegeta, io sono molto triste per la morte di Goku che era quasi un fratello per me e so che, malgrado la tua ostinazione a negarlo, tu hai smesso di odiarlo da molto tempo. Goku era una persona importante per tutti ma tu non sei rimasto solo. Hai me e nostro figlio che ti amiamo sinceramente malgrado i tuoi difetti. Il piccolo Trunks ha bisogno di te, non voglio vedere la tristezza nei suoi occhi che caratterizza l’altro se stesso perché non ha un padre accanto. Non ti piacerebbe allenarlo quando sarà un po’ più grande e farlo diventare un potente guerriero?”
“Cosa mi stai chiedendo esattamente, Bulma?”
La giovane donna sostenne senza timore lo sguardo dei suoi penetranti occhi scuri e decise di esprimergli il suo più grande desiderio.
“Vorrei che ci sposassimo per formare una vera famiglia. Io ho sofferto molto quando mi hai abbandonato incinta e non vorrei che tu un giorno te ne andassi via di nuovo perché questa volta non sarei solo io a soffrirne ma anche Trunks.”
“Cosa ti fa credere che un matrimonio cambierebbe le cose?”
“Non mi faccio illusioni, Vegeta, ma ti conosco abbastanza da sapere che se tu accettassi un legame non mi abbandoneresti, o al massimo lo faresti temporaneamente per brevi tempi.”
“D’accordo Bulma, ti sposerò” acconsentì Vegeta dopo parecchi minuti d’imbarazzante silenzio.
Bulma rimase sorpresa poiché si era aspettava di dover insistere molto prima che lui accettasse e con gli occhi che le brillavano per l’emozione, appoggiò Trunks in terra e abbracciò il suo uomo.
“Sono così felice, Vegeta!” disse Bulma dopo avergli dato un bacio.
La giovane donna poi riprese Trunks in braccio, corse in casa e iniziò subito i preparativi perché voleva sposarsi entro pochi giorni nel timore che Vegeta cambiasse idea.



Nei giorni seguenti alla Capsule Corporation ci fu un gran fermento e Bulma diresse i preparativi di nozze come una generalessa e tutti le obbedivano senza batter ciglio.
Vegeta, intanto, se ne stava in una stanza a riflettere sulla sua decisione.
Con la morte di Kakaroth avrebbe potuto decidere di lasciare la Terra invece aveva accettato di legarsi a quella donna e al figlio che le aveva dato.
Lo aveva fatto perché si era innamorato di lei e ora che non aveva più l’ossessione del suo rivale poteva ammetterlo con se stesso e provare a costruirsi una nuova esistenza accanto alla sola persona che lo avesse accettato per quello che era.
Finalmente, dopo quindici giorni di preparativi, alla Capsule Corporation venne celebrato in forma privata il matrimonio di Bulma e Vegeta.
La sposa era bellissima nel suo lungo abito bianco e con i capelli legati ma anche lo sposo, con l’elegante completo che lo avevano obbligato ad indossare e il suo viso maschio e virile, non era da meno.
Formavano proprio una bellissima coppia e la signora Briefs ne era entusiasta.
Ci fu un momento d’imbarazzo quando furono chiesti gli anelli e Bulma si accorse di essersi dimenticata di acquistarli.
Sua madre, però, le venne subito in soccorso prestandole il suo anello e quello del marito così la cerimonia poté proseguire senza altri intoppi.
“Vi dichiaro marito e moglie, ora puoi baciare la sposa” disse il prete.
Vegeta guardò Bulma con imbarazzo per lunghi istanti poiché, non conoscendo le abitudini terrestri, non si sarebbe mai aspettato di doverla baciare in pubblico e non sapeva proprio come comportarsi.
“Accidenti! Avrei dovuto immaginarmelo che lui non mi avrebbe mai baciato davanti a tutti gli altri essendo un guerriero duro e orgoglioso. Beh, pazienza, l’importante è che alla fine abbia acconsentito a sposarmi e che ora sia mio marito” pensò Bulma anche se in fondo al cuore avrebbe desiderato quel bacio che era il culmine della cerimonia nuziale.
Il prete, intanto, li guardava, non riuscendo a comprendere il motivo per cui non si fossero ancora baciati.
Bulma, dopo aver fatto un sospiro di rassegnazione, stava già per spostarsi, certa che Vegeta non l’avrebbe mai baciata, ma si sentì afferrare ad un polso e attirare contro di lui.
I loro occhi si scrutarono per un lungo istante poi la bocca di Vegeta si posò sulla sua per darle un bacio appassionato che la giovane donna ricambiò con il medesimo ardore, mentre il dottor Briefs immortalava la scena con la macchina fotografica e i presenti, a parte Yamcha, applaudirono con entusiasmo.



Yamcha se ne stava in disparte con il viso imbronciato mentre tutti gli altri si congratularono con la coppia.
Lui era ancora innamorato di Bulma e rimpiangeva il suo momento di follia che lo aveva portato a tradirla con Miky, una ragazza che cambiava partner ogni settimana.
Yamcha era convinto che fosse stato a causa del suo tradimento se Bulma si era buttata fra le braccia di Vegeta e ciò aveva portato alla nascita di Trunks.
“Yamcha, non potresti almeno fingere di essere felice per loro?” gli chiese Chichi avvicinandosi al giovane uomo.
“Come potrei fingere? Questo matrimonio è solo una pazzia e Bulma non farà che soffrire accanto a quel mostro. Lei, malgrado la sua intelligenza superiore alla media, agisce sempre d’impulso, cacciandosi nelle situazioni peggiori ma questa volta ha superato il limite! So che Bulma si è gettata nelle sue braccia a causa mia, ma avrebbe potuto lasciarlo perdere e tornare da me dopo. Lei sa bene che insieme saremmo stati felici e avrei voluto bene a Trunks come se fosse mio figlio.”
“Yamcha, tu sei più ingenuo di quanto pensassi se non ti sei accorto che Bulma è profondamente innamorata di Vegeta. Quel saiyan l’ha fatta soffrire molto ma anche maturare perché lei ha perso le sue frivolezze di gioventù. Certo, non sarà mai una donna dedicata alla casa come me, ma il diventare madre l’ha fatta crescere e capire che ora ha qualcuno che ha bisogno di lei e non può più essere egoista come prima. Bulma ha un carattere molto forte e tu non saresti mai stato in grado di tenerle testa, solo Vegeta ci riesce. Quei due si completano a vicenda.”
“Non lo credo, Chichi. Forse Bulma con la maternità è maturata ma Vegeta la farà solo soffrire perché lui non è capace di amare nessuno.”
“Questa discussione non ci porterà da nessuna parte ma voglio solo dirti che con la morte di Goku ora riesco a vedere le cose da un altro punto di vista. Io ho sempre detestato Vegeta quanto te, o forse di più, visto che ha cercato di uccidere mio marito e mio figlio, ma sono certa che ora lui è cambiato. Che tu lo possa accettare o no, lui è innamorato di Bulma ed è l’unico uomo che potrà renderla felice” disse Chichi prima di andare a chiamare Gohan per tornare a casa.
Yamcha rimase sconcertato dalle sue parole ma non voleva accettarle.
Era certo che Vegeta prima o poi avrebbe lasciato Bulma, allora lui sarebbe stato pronto a consolarla e a riprenderla fra le sue braccia.
In fondo si trattava solo di aspettare e lui era una persona molto paziente.



Diverse ore dopo, quando tutti gli ospiti se ne furono andati e la casa fu rimessa in ordine, Bulma e Vegeta andarono nella stanza della ragazza che d’ora in poi sarebbe stata la loro camera.
Erano stati cambiati i mobili e ora un enorme letto matrimoniale occupava una buona parte della stanza.
Bulma, dopo essere andata a dare un’occhiata al piccolo Trunks che dormiva tranquillamente nel suo lettino, nella stanza che un tempo aveva occupato Vegeta, indossò una camicia da notte seducente poi tornò in camera dove il suo neo marito l’aspettava già a letto.
Si stese accanto a lui e lo baciò.
Il focoso Vegeta la strinse a sé e nell’impeto della passione le strappò la bella camicia.
Bulma non se ne rammaricò poiché, essendo ricchissima, poteva comprarsene quante ne desiderava e inoltre non voleva rovinare il momento sgridandolo per una sciocchezza simile.
Vegeta la baciò e l’accarezzò con ardore, cercando di contenere la sua forza perché mai al mondo si sarebbe perdonato se avesse fatto del male alla sua donna.
Per entrambi fu stupendo come ricordavano e Bulma, non riuscendo a contenersi, gli disse: “Ti amo tanto, Vegeta.”
Vedendo che lui la fissava senza risponderle, Bulma ne soffrì ma cercò di nasconderlo.
Sapeva che Vegeta non era il tipo da esternare i propri sentimenti perciò doveva accontentarsi di vederli riflessi nei suoi occhi.
In fondo ora era tornato da lei e da Trunks come aveva sempre sperato ed era certa che questa volta sarebbe rimasto con loro perciò non doveva sognare l’impossibile.
Bulma, quindi, dopo avergli dato un bacio, si girò dall’altra parte per dormire ma lui, inaspettatamente, le toccò una spalla e la costrinse a guardarlo.
“Bulma, anch’io ti amo” disse Vegeta arrossendo per l’imbarazzo.
“Sei la sola che io abbia mai amato. Nella mia vita io ho sempre perso tutto: il mio pianeta, mio padre e il mio popolo. Tu e Trunks siete le sole persone che mi siano rimaste, ti prego non smettere mai di amarmi” le disse, poi, imbarazzato dalla confessione che le aveva fatto, distolse lo sguardo.
Per lui non era mai stato facile esprimere i propri sentimenti a parte l’odio e aveva fatto un enorme sforzo ora per riuscirci, pensando che, se voleva iniziare una nuova vita accanto alla sua compagna, era giusto che lei sapesse cosa c’era nel suo cuore.
Bulma gli gettò le braccia al collo e con gli occhi lucidi di lacrime disse. “Amore mio, non potrei mai smettere di amarti perché sei il principe che ho atteso da quando avevo sedici anni.”
Bulma era raggiante dalla felicità poiché, dopo mesi di sofferenza, il suo uomo era tornato da lei e nonostante i litigi che sicuramente avrebbero avuto a causa dei loro caratteri aggressivi, era certa che l’amore che provavano l’uno per l’altra li avrebbe sempre tenuti uniti.

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Capitolo 17
*** CAPITOLO DICIASSETTE ***


DICIASSETTESIMO CAPITOLO



SEI ANNI DOPO


“E vai, oggi inizierò a frequentare l’Orange Star! Finalmente potrò andare in una scuola vera e fare nuove amicizie! Iuppi.”
Gohan non stava più nella pelle, era riuscito a convincere la madre a farlo studiare in una vera scuola, invece di farlo con lei e il ragazzo non vedeva l’ora.
D'altronde lo studio lo appassionava molto, a differenza del padre, e questo rincuorava un po’ Chichi che rimetteva le sue speranze in questo figlio, poiché il secondogenito Goten era molto simile al padre sia come fisionomia che come comportamento.
“Buongiorno a tutti” disse Gohan entrando nella sua aula e sedendosi in prima fila come un secchione!
“Ciao, tu sei nuovo vero? Io sono Mirko e loro sono i miei migliori amici, Tom e Hilary.”
“Io, invece, mi chiamo Gohan. Questo è il primo anno che vengo a scuola perché ho sempre avuto lezioni private ma…non vedo l’ora che arrivi il professore, ho così tanta voglia d’imparare cose nuove!”
“Tu sei proprio un secchione! Non so se piacerai alla nostra Videl!” dissero i tre nuovi compagni.
“Chi è Videl?” chiese Gohan.
“Videl è la nostra capoclasse. Lei è la figlia del grande mister Satan, colui che ci ha salvati dal crudele Cell, e lei come suo padre si prodiga a mantenere l’ordine in città. Ha una squadra di aiutanti a sua disposizione e spesso viene chiamata anche durante le lezioni per catturare i malviventi. E’ davvero in gamba! Se in questa città non ci fossero lei e suo padre saremmo rovinati!” gli spiegò Hilary.
“Già” disse ironicamente Gohan sapendo che invece gli autori della salvezza del mondo erano lui e suo padre che addirittura si era sacrificato per l’umanità.
“Eccola, te la presento” disse Mirko a Gohan.
“Questa è la nostra Videl. Videl, lui è Gohan, uno nuovo.”
“Ciao Gohan, piacere di conoscerti. Vedi di comportarti bene se no dovrai vedertela con me!” disse una grintosa moretta dai grandi occhi blu.
“Oh, non preoccuparti. Io sono un pezzo di pane!”
“Infatti hai la faccia da stoccafisso!”
Il professore poco dopo arrivò così finirono le chiacchiere.
Verso la fine delle lezioni Videl si assentò per una delle sue imprese e Gohan decise di seguirla di nascosto per aiutarla perché se era come il padre non aveva molte speranze!
Invece, il ragazzo notò che Videl era coraggiosa e s’impegnava molto a difendere la sua città.
Per un attimo Gohan pensò d’intervenire poi si rese conto che lei era in grado di cavarsela, in fondo si trattava solo di uno scippo a una vecchietta e poi come poteva farlo?
Infatti, se l’avesse aiutata, lei avrebbe scoperto la sua natura saiyan!
Ci voleva un’idea geniale per cui Gohan si recò da Bulma che come sempre trovò un’ottima soluzione!
“Ecco qua, Gohan, con questo orologio non desterai sospetti. Ti basterà premere questo pulsante, così…ed ecco che sarai mascherato! Con questo casco nessuno ti riconoscerà! Quest’altro tasto serve per tornare normale. Allora, cosa ne pensi…Great Saiyaman?”
“E’ davvero fantastico, grazie Bulma, non so proprio come avrei fatto senza di te!”
“Di nulla! Vuoi fare merenda con noi?”
“Con voi chi?”
“Ma come chi? Me, Trunks e Vegeta! Noi dividiamo sempre i pasti insieme! Allora ci stai?”
“Grazie, ma mia madre mi sta aspettando e sai com’è apprensiva! Comunque, vedo che sei in ottima compagnia con i tuoi due uomini!”
“Già. Trunks e Vegeta sono molto affiatati, si allenano insieme ma non si dimenticano mai di me per cui sono molto felice. Comunque, quando vuoi sei il benvenuto. Ciao Gohan e salutami Chichi.” Era davvero una bella trovata! Così un giorno ideò un falso pericolo e poiché sospettava di Gohan lo seguì e come immaginava lo scoprì mentre si stava trasformando, lasciandolo di sasso.
“Ti ho scoperto finalmente! Proprio come immaginavo! Di giorno fai l’innocente ragazzo saputello mentre all’occorrenza compari dal nulla a ficcare il naso nei miei affari! Adesso hai finito di metterti in mostra, Gohan!”
“Ma io non volevo mettermi in mostra, volevo solo darti una mano” si difese il ragazzo.
“Solo perché sono una femmina non vuol dire che io non sia in grado di badare a questa città!”
“Io non volevo offenderti, è la verità!”
“Molto bene, allora visto che ti credi così forte ti sfido!”
“Ti prego, Videl, risolviamo la cosa in modo amichevole. Tu fai finta di non avermi visto e ritorniamo amici come prima.”
“No. Se non vuoi che riveli a tutta la tua vera identità tu dovrai partecipare al prossimo torneo di arti marziali e se io ti batterò tu non dovrai più aiutarmi a sorvegliare la città. Che ne dici?”
“Ma è un ricatto!”
“Lo so! Allora cosa decidi di fare?”
“Sono costretto ad accettare anche contro la mia volontà.”
“Allora allenati perché io ti batterò.”


Gohan si sentiva davvero sconsolato così si recò da Bulma per spiegarle la situazione poiché al torneo, a causa del regolamento, non avrebbe potuto indossare il casco.
“Gohan, penso che tu debba provare questi. Con questa bandana e gli occhiali da sole neri non sei riconoscibile. Guardati” disse Bulma conducendolo davanti allo specchio.
“Ahahah, come sei ridicolo! Gohan, ma che ci fai vestito da pagliaccio?” Come sei ridicolo!” disse Trunks arrivando in quel momento insieme al padre.
“So che non sono il massimo ma devo partecipare ad un torneo e non voglio che qualcuno mi riconosca. Sai, ora che vado a scuola potrei mettermi in situazioni imbarazzanti!”
“C’è un torneo? E tu parteciperai?” disse Vegeta.
“Ma come credi di superarlo se sono sei anni che non ti alleni! Vorrà dire che m’iscriverò anch’io, voglio metterti al tappeto questa volta!”
“Ciao a tutti!” sentirono dire all’improvviso da una voce a loro nota.
“Ehi papà, sei proprio tu?” gridò Gohan, incredulo di risentire la voce del padre dopo sei anni.
“Già. Stavo ascoltando la vostra conversazione e ho saputo del torneo e che tu e Vegeta vi parteciperete. Siccome mi è stato concesso di poter tornare per un giorno sulla Terra, ho deciso di esserci anch’io. Se c’è Vegeta io non posso mancare, anche se solo per un giorno. Sarà come ai vecchi tempi, non è così, Vegeta?”
“Sono felice, Kakaroth, quando c’è la possibilità di battersi con te è sempre una gioia! Ora mi allenerò ancora di più e vedremo chi vincerà!”
“Beh, ora devo lasciarvi, ci vediamo il giorno del torneo. Ciao Bulma e Trunks. Gohan, vedi di allenarti e non studiare soltanto. Salutami la mamma, a presto.”
“Ma chi ha parlato? E come mai conosce il mio nome? Ehi papà…ma dove vai? Mamma, mi dici…boh, aspetterò questo torneo poi vedrò chi è questo Kakaroth!”


Gohan era super emozionato così decise di andare ad avvisare tutti della lieta notizia.
Prima andò sull’isola di Genio dove vivevano anche Crili e C18 che si erano sposati e avevano avuto una bimba di nome Marron.
L’amico d’infanzia di Goku si commosse poi decise di partecipare anche lui insieme alla moglie.
Quando Gohan giunse al palazzo del Supremo anche Junior prese la stessa decisione, poi tornò a casa dalla madre a cui raccontò per due o tre volte di seguito tutto ciò che Goku aveva detto.
“Finalmente potrò riabbracciare il mio Goku! Non vedo l’ora! Dovrò preparargli dei bei pranzetti perché là chissà che schifezze gli danno! E tu, piccolo Goten, finalmente vedrai il tuo papà! Non sto nella pelle!”
Chichi era talmente euforica che per una volta era contenta che il figlio combattesse e Gohan si sentì fiero di se stesso.

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Capitolo 18
*** CAPITOLO DICIOTTO ***


DICIOTTESIMO CAPITOLO



Nei giorni successivi i guerrieri si allenarono assiduamente per prepararsi al torneo.
Gohan si allenò con il fratellino e con sorpresa si accorse che il piccolo Goten era capace di trasformarsi in super saiyan.
“Wow Goten, sei già capace di trasformarti!”
“Che c’è di strano? Anche Trunks lo sa fare e ci divertiamo un sacco a combattere!”
Gohan era sbalordito dalla scoperta ma quando Goten gli disse che non era capace di volare rimase spiazzato.
Come era possibile che fosse in grado di trasformarsi nel guerriero leggendario ma non sapesse fare una cosa così semplice come volare?
“Non ti preoccupare, Goten, te lo insegnerò io” disse Gohan, dispiaciuto dal suo sguardo vergognoso.
Goten, sentendo le parole del fratello, ritrovò subito il buon umore e promise d’impegnarsi seriamente.
Il piccolo desiderava a tutti i costi partecipare al torneo di arti marziali insieme a Gohan per dimostrare la sua bravura al suo sconosciuto padre che finalmente avrebbe incontrato.
“Ora torniamo a casa, Goten. Sto morendo di fare! Riprenderemo gli allenamenti nel pomeriggio” disse Gohan.
“D’accordo, fratellone.”
I due fratelli tornarono a casa e Gohan rimase sorpreso trovando Videl ad attenderlo.
“Ciao Videl, è un piacere rivederti! Cosa ci fai qui?”
“E’ da un po’ di giorni che manchi da scuola così ho chiesto in segreteria il tuo indirizzo. Allora parteciperai al torneo, non è vero?”
“Sì, certo. Sono rimasto a casa proprio per avere più tempo per allenarmi.”
“Bene. Ascolta, se per te non è un problema, vorrei chiederti se puoi insegnarmi a volare.”
“Sì, certo” rispose il ragazzo.


Nelle due settimane seguenti Videl si recò tutti i giorni a casa di Gohan e lui con pazienza insegnò alla ragazza e a Goten a volare.
Naturalmente il piccolo Goten imparò molto in fretta mentre per Videl fu più difficile ma lei non si rassegnò e impegnandosi a fondo riuscì ad imparare a volare.
Gohan ammirava la sua tenacia e inevitabilmente iniziò a sentirsi attratto dalla bella e grintosa ragazza.
Anche Videl provava attrazione per il bel coetaneo, simpatico, timido e gentile ma era certa che il suo protettivo padre non avrebbe mai approvato che frequentasse un ragazzo più debole di lui, il grande campione del mondo.
Videl, naturalmente, non era a conoscenza di tutte le frottole raccontate da mister Satan ed era convinta che fosse un potente guerriero, l’eroe che aveva battuto Cell e salvato il mondo.
Gohan avrebbe voluto raccontarle la verità ma sapeva di non poterlo fare perché non voleva sconvolgerla.
“Grazie di tutto, Gohan. Sono contenta che siamo diventati amici. Ci rivedremo al torneo dove spero che potremo fare un bell’incontro” disse Videl l’ultimo giorno che si allenarono insieme.
“Sì, d’accordo.”


Nel frattempo alla Capsule Corporation Vegeta trascorreva gran parte del suo tempo nella stanza gravitazionale ad allenarsi.
Ormai mancavano solo tre giorni al torneo e lui voleva essere nella sua forma migliore per poter battere Goku.
Spesso anche Trunks andava ad allenarsi con lui ma Vegeta, che ora utilizzava una gravità altissima per sostenere allenamenti più duri, si era accorto che il piccolo faticava a reggervi in piedi.
“Esci subito dalla stanza, Trunks. La gravità è troppo alta per te” disse Vegeta preoccupato.
“Ancora un attimo, papà. Goten mi ha detto che parteciperà al torneo di arti marziali, quindi, ho intenzione d’iscrivermi anch’io.”
Vegeta sorrise sentendolo parlare in quel modo perché gli ricordava se stesso quando era piccolo.
“Accidenti! Non riesco neanche a reggermi in piedi! Mi trasformerò in super saiyan” disse Trunks.
Il bambino, davanti ad uno sbalordito Vegeta, si trasformò nel leggendario guerriero dorato.
Vegeta era rimasto senza parole a fissare il figlio, non riuscendo a credere che a sette anni Trunks fosse riuscito a trasformarsi senza neanche dover seguire un allenamento speciale.
“Trunks, anche il fratellino di Gohan riesce a trasformarsi?”
“Sì, certo. Insieme ci divertiamo molto a combattere.”
Vegeta era sempre più sorpreso nell’apprendere che i due bambini erano riusciti a trasformarsi senza alcun problema ad una così tenera età, mentre lui ci aveva messo parecchio tempo seguendo allenamenti durissimi ed estenuanti.
“Avanti, battiti con me” disse Vegeta poco dopo.
“Che cosa? Ma papà, non mi sono ancora scaldato!” protestò Trunks.
“Il riscaldamento lo farai adesso. Se riesci a darmi un pugno in faccia ti porterò al parco giochi.”
“Davvero? Wow!”
Trunks, davanti alla prospettiva di passare il pomeriggio al parco giochi, attaccò senza indugio il padre ma Vegeta fu lesto a schivarlo e con un poderoso pugno lo mise al tappeto.
“Ma non dovevi rispondere!” piagnucolò il bambino.
“Non mi sembra di averti detto che non valeva rispondere, o sbaglio? Comunque, smettila di piagnucolare come una femminuccia! Ti porterò lo stesso al parco giochi.”
Trunks sorrise felicissimo.
Adorava quel suo padre forte e severo ed era felice quando trascorreva del tempo in sua compagnia anche se si trattava di allenamenti.
Per lui, quindi, era una piacevole novità poter trascorrere un pomeriggio diverso dal solito in compagnia del suo adorato papà.


Qualche ora dopo Trunks corse dalla madre che era nel laboratorio intenta ad esaminare dei progetti dei nuovi prodotti che la Capsule Corporation avrebbe lanciato sul mercato nei mesi successivi.
“Mamma, io e papà andiamo al parco giochi.”
“Che cosa? Credo di non aver capito bene, tesoro.”
“Ho detto che io e papà andiamo al parco giochi.”
Bulma era sorpresa non riuscendo a credere che Vegeta avesse deciso di passare del tempo con Trunks al di fuori della stanza gravitazionale.
“Moccioso, allora sei pronto?” chiese Vegeta entrando nel laboratorio un paio di minuti dopo.
“Sì, papà. Mamma, perché non vieni con noi?”
“Veramente avrei molte cose da fare” rispose Bulma anche se le sarebbe piaciuto passare del tempo con i suoi due uomini.
“Avanti donna, non farti pregare” le disse Vegeta.
“Va bene, verrò” acconsentì lei infine.
Poco dopo, mentre si trovavano al parco giochi, Bulma si guardò intorno felice perché per la prima volta si sentiva come una donna con una famiglia normale, con un bambino pestifero e adorabile e un marito affascinante.
Era molto felice accanto a Vegeta che era un compagno focoso e appassionato ma al di fuori della camera da letto lo vedeva poco visto che il saiyan trascorreva quasi tutta la giornata nella stanza gravitazionale.
Era, quindi, stata ben lieta di accantonare il lavoro per poter trascorrere un pomeriggio di relax con l’amato marito e il loro bambino.
“Mamma, posso andare a prendere un gelato?” chiese Trunks un paio d’ore dopo mentre i genitori si era seduti su una panchina.
“Sì, certo. Prendilo anche per noi, tesoro.”
Mentre Trunks correva dal gelataio, Bulma guardò Vegeta.
“Stai pensando al torneo?”
“Sì, ma non per coloro che vi prenderanno parte. Solo Kakaroth m’interessa. In questi anni mi sono allenato tanto, anche se non avevo più la prospettiva d’incontrarlo, e ora che finalmente me lo ritroverò davanti non vedo l’ora di cominciare a combattere per dimostrargli che sono io il numero uno.”
“Sono certa che vincerai, amore. Io sarò là a fare il tifo per te e so che non mi deluderai.”
Vegeta si voltò a guardarla leggendo nei suoi occhi azzurri tutto l’amore e la fiducia che la moglie nutriva per lui.
Bulma era la sola persona che lo capisse e lo appoggiasse sempre e malgrado la sua perplessità nel costruirsi una famiglia si sentiva felice di averlo fatto avendo accanto a sé la sua bella scienziata e il loro piccolo guerriero anche se a volte sentiva un vago rimpianto per aver abbandonato le sue origini di guerriero spietato.
Vegeta rivolse alla moglie uno dei suoi rari sorrisi gentili e le accarezzò una guancia ma poco dopo l’idillio fu interrotto dall’arrivo di Trunks con delle enormi coppe di gelato che furono divorate con voracità.


Tre giorni dopo i guerrieri e loro amici si recarono all’isola dove si sarebbe svolto il torneo.
Goku li avrebbe raggiunti là e Chichi, naturalmente, era la più emozionata all’idea di rivederlo dopo sei anni.
“Ciao a tutti “ disse Goku poco dopo comparendo davanti ai suoi amici e familiari.
Chichi e Gohan corsero ad abbracciarlo commossi mentre il piccolo Goten, intimidito, si nascose dietro le gambe della madre a sbirciare il suo sconosciuto papà.
Poco dopo Goku lo notò e rivolse un sorriso al suo piccolo sosia in miniatura.
“Ciao” disse Goku ma il bambino rimase aggrappato alla gonna di Chichi.
“Su caro, vai a salutare papà” lo incoraggiò sua madre.
Goten esitò ancora qualche istante poi, notando il sorriso gentile dell’uomo, corse ad abbracciarlo.
“Ciao papà.”
“Ciao piccolino. Sei davvero un bel bambino e sono felice di poterti finalmente conoscere.”
Passarono alcuni minuti così, con Goku che tenendo in braccio il figlio salutava gli amici e si faceva raccontare cosa avevano fatto negli ultimi sei anni.
Non fu sorpreso dell’apprendere del matrimonio di Bulma e Vegeta.
Ancor prima di morire nello scontro con Cell, si era accorto che la coppia si amava ed era felice che Vegeta avesse infine accettato il sentimento che lo univa alla bella scienziata e avesse deciso di restare con lei e Trunks formando una famiglia.
Quello che aveva sorpreso Goku fu la scoperta dell’unione di Crili e l’altera e fredda C18.
I due sembravano proprio una strana coppia ma dovevano essere felici insieme visto che avevano una bambina di quattro anni.
Goku fece le congratulazioni all’amico poi, con lui e gli altri, corse ad iscriversi al torneo.


Trunks e Goten, con disappunto, furono inseriti nella categoria under 15 data la loro giovanissima età.
I due bambini, però, non ne erano affatto contenti perché avrebbero preferito gareggiare con gli adulti invece che con quei mocciosi mollicci.
Bulma, Chichi, Genio, Oolong, Yamcha, Puar, Juma e la piccola Marron andarono sugli spalti per fare il tifo per i loro amici.
I partecipanti di quell’edizione erano tantissimi e per scegliere i finalisti utilizzarono un Punching Ball che misurava la potenza dei concorrenti.
Mister Satan era il campione del mondo, quindi, avrebbe acceduto automaticamente alle finali ma gli fu chiesto di colpire il Punching Ball così attraverso il suo punteggio avrebbero scelto gli altri finalisti.
Buona parte dei concorrenti ottenne punteggi bassissimi e sconsolati se ne andarono non potendo accedere alle finali.
Tutti i presenti rimasero sorpresi quando Goku, Crili, C18 e Junior ottennero punteggi molto più alti di quello di mister Satan e diverse persone , poi, fuggirono quando Vegeta con un pugno distrusse il Punching Ball.
“Oh, mio dio, non c’è speranza contro quel tipo” disse uno dei concorrenti correndo a ritirarsi venendo imitato da molti altri.
Il punching Ball poco dopo venne sostituito ma le selezioni proseguirono a rilento perché la nuova macchina era difettosa così il tecnico doveva controllarla ogni due minuti.
Il girone degli Under 15, invece, non aveva selezioni e stava per avere inizio.
“Ehi Vegeta, che ne diresti se andassimo a vedere Trunks e Goten?” chiese Goku.
“D’accordo. E’ sempre meglio che restare qui a guardare queste sciocche selezioni.”
Goku, Vegeta, Crili, C18 e Junior andarono sugli spalti a vedere i combattimenti dei bambini mentre Gohan e Videl erano ancora in fila ad aspettare di poter partecipare alle selezioni.


I bambini non erano granché e i guerrieri si annoiavano guardando quelle zuffe da mocciosi, attendendo ansiosamente di vedere uno scontro fra Goten e Trunks.
Fra gli spalti, seduta vicino a Bulma e Chichi, c’era una signora grassa e antipatica che si vantava della bravura dei suoi due figli.
“Idasa e Ikose sono due campioni. Chissà quale dei miei due figli vincerà il torneo?”
Grande, quindi, fu la sua rabbia quando i due ragazzini furono battuti in un sol colpo da Goten e Trunks che erano molto più piccoli di loro e se ne andò stizzita mentre Bulma e Chichi erano orgogliose dei loro bambini.
Finalmente, dopo un paio d’ore, si giunse alla finale fra Goten e Trunks.
I due bambini erano entrambi combattenti eccezionali avendo ereditato le capacità paterne e tutti erano ansiosi di vedere chi avrebbe vinto il primo premio.
Goten e Trunks erano molto amici fin da piccolissimi e avevano passato molto tempo insieme, accumulati dal loro sangue mezzo alieno che li rendeva diversi dai bambini normali.
Ora, trovandosi l’uno contro l’altro in una gara ufficiale, erano decisi a dare il meglio di sé con lealtà, senza dimenticare, però, che la cosa più importante era la loro amicizia.
Tutto lo stadio li applaudiva calorosamente mentre Goku rimase sorpreso quando vide che i due bambini sapevano già trasformarsi in super saiyan.
Alla fine fu Trunks a vincere grazie ad un colpo energetico che mandò Goten fuori dal ring.
Vegeta era molto compiaciuto dall’abilità di Trunks ed era motivo di grande soddisfazione per lui averlo visto battere il figlio del suo rivale.
“Tuo figlio è bravo, non c’è che dire, ma non dimenticarti che Trunks è il figlio del principe dei saiyan” disse Vegeta con orgoglio.
Goku sorrise notando lo sguardo fiero di Vegeta.
A lui non era dispiaciuto più di tanto che Goten avesse perso.
In fondo il bambino aveva appena sei anni e avrebbe avuto tutto il tempo di migliorarsi diventando un forte guerriero.
Ciò che, però, faceva piacere a Goku era l’orgoglio che Vegeta provava per il figlio.
Certo, Vegeta non sarebbe mai stato un uomo apertamente affettuoso come lui ma dalla sua prima venuta sulla Terra, pieno d’odio e rancore, era cambiato parecchio e suo malgrado era passato dalla parte dei “buoni”.
“Che ne dite se andassimo a mangiare qualcosa?” propose Crili.
Gli altri si trovarono d’accordo e si recarono al bar ristorante del torneo dove furono raggiunti da Gohan e Videl che nel frattempo avevano passato le selezioni.
Gohan presentò Videl al padre e agli amici e subito Crili fece dei commenti.
“Gohan, complimenti. La tua brunetta è un vero schianto, siete una bella coppia.”
“Piantala, Crili. Io e Videl siamo solo amici” ribatté Gohan arrossendo imbarazzato.
“Gohan, ho ordinato qualcosa anche per te” disse Goku cambiando argomento per togliere il figlio dall’imbarazzo. “Grazie, papà.”
Videl sgranò gli occhi dalla sorpresa quando poco dopo notò le enormi quantità di cibo che mangiavano Goku, Gohan e Vegeta.
“Voi saiyan siete proprio dei pozzi senza fondo!” commentò Crili. Crili, però, non aggiunse una parola notando l’occhiataccia che gli rivolse Gohan che non voleva assolutamente che l’amica scoprisse che erano alieni.
Al termine dell’abbondante pasto, Goku e i compagni si avviarono per raggiungere la pedana dove il cronista, i giudici e gli altri finalisti erano riuniti.
All’improvviso si pararono davanti ai guerrieri due strani individui.
“Salve, tu sei Goku, non è vero? Ho sentito tanto parlare di te ed è un vero piacere conoscerti. Posso stringerti la mano?” chiese l’uomo più basso e mingherlino.
“Sì, certo” acconsentì Goku avvertendo una grande forza nell’altro quando gli strinse la mano.
“Quello che ho sentito dire sul tuo conto è vero. Spero di poterti incontrare sul ring. Ci vediamo dopo” disse l’uomo allontanandosi con il suo silenzioso compagno.
“Secondo te, chi era?” chiese Junior.
“Non ne ho idea ma ora so che ci sono concorrenti alla nostra altezza a questo torneo” rispose Goku con espressione insolitamente seria.


“Ehi Goten, non ti piacerebbe combattere contro gli adulti? Il nostro torneo era così noioso con quelle pappemolle!” disse Trunks all’amico mentre si facevano una doccia negli spogliatoi.
“Già, hai ragione, ma sai bene che i giudici non ci permetterebbero mai di combattere perché sarebbe contro il regolamento.”
“Forse ufficialmente no, ma se noi prendessimo il costume di quel tipo potremmo combattere senza che nessuno ci riconosca” disse Trunks indicando Mighty Mask, il guerriero mascherato giunto in finale.
Goten era un po’ titubante, ma la voglia di combattere contro gli adulti prevalse, così decise di seguire il suo inseparabile amico.
I due bambini, quindi, colpirono l’uomo per farlo svenire poi lo spogliarono e stando l’uno sulle spalle dell’altro indossarono il costume.
Goten e Trunks, poco dopo, con il costume di Mighty Mask, raggiunsero la pedana dove stavano per estrarre le coppie finaliste.
Goku e compagni badarono poco al buffo guerriero mascherato, non immaginando che sotto il costume si nascondessero i due bambini, perché erano intenti a guardare i misteriosi individui che li avevano avvicinati prima.
I concorrenti venivano man mano chiamati per estrarre dall’urna i numeri che venivano assegnati.
Junior doveva battersi contro Shin, il tizio che prima li aveva avvicinati mentre Gohan come avversario aveva Kibith, l’amico di Shin.
Crili, invece, tirò un sospiro di sollievo quando scoprì che il suo avversario era Punter, uno sbruffone grande e grosso ma buono a nulla.
Il piccolo guerriero, infatti, aveva temuto di doversi subito scontrare con uno dei suoi compagni che erano certamente più forti di lui e che perciò lo avrebbero battuto subito. Br> Vegeta rivolse a Goku uno dei suoi sorrisetto di superiorità quando scoprì che si sarebbero battuti al primo incontro.
“Finalmente, Kakaroth, è giunto il momento che attendevo da anni” disse Vegeta che era deciso a dimostrare all’altro saiyan di essere più forte di lui.
Goku ricambiò il suo sorriso e anch’esso non vedeva l’ora di battersi con il suo rivale per eccellenza.


Poco prima dell’inizio degli incontri del girone degli adulti vennero esposti i nomi dei finalisti e, sebbene nessuno dei loro amici avesse mai dubitato che i difensori della Terra giungessero in finale, rimasero sorpresi dal fatto che Goku e Vegeta dovessero scontrarsi al primo turno.
“Il mio Goku non solo vincerà il primo premio ma il torneo. E’ un vero peccato che Goten abbia perso ma mio marito vincerà senz’altro visto che è il guerriero più forte dell’universo” disse Chichi.
“Ti sbagli, Chichi. Sarà Vegeta a vincere come ha fatto Trunks. Si è allenato tantissimo in tutti questi anni con l’attrezzatura speciale che gli ho costruito io perciò non ho dubbi che sarà il mio uomo ad ottenere il primo premio” ribatté Bulma sicurissima e fiduciosa nelle capacità dell’amato marito.
Le due donne iniziarono a litigare poiché ciascuna di loro era convinta della vittoria del proprio consorte, ignare che ben presto avrebbero avuto qualcosa di ben più grave di cui preoccuparsi che non uno sciocco torneo di arti marziali.

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Capitolo 19
*** CAPITOLO DICIANNOVE ***


DICIANNOVESIMO CAPITOLO



“Cari amici, finalmente è ora del primo incontro. I primi partecipanti sono Crili e Punter che stanno scambiandosi dei colpi potenti. Dubito, date le dimensioni di Punter, che questo piccoletto…ma è invece è proprio Crili a vincere questo incontro e passare al turno successivo. Ora tocca a Junior e Shin” disse il cronista.
“Io mi ritiro” disse Junior poco dopo essere salito sul ring insieme al suo avversario, sorprendendo i suoi amici con tale decisione.
“Signore e signori, c’è una novità. Il concorrente Junior ha deciso di ritirarsi, quindi Shin passa direttamente al turno successivo. Si preparino Videl e Spopovich per il prossimo incontro.”

“Ma Junior, perché non hai combattuto? Non ha da te tirarti indietro da una sfida e non posso credere che tu abbia avuto paura del tuo rivale” disse Goku.
“Scusa Goku, , ma non posso dirti il motivo, almeno non in questo momento. Comunque sia, quel tipo è molto forte ed è veramente temibile.”
“Ma allora lo conosci?”
“Sì, ma non di persona.”
“Uh?” pronunciò Goku grattandosi la testa mentre Junior si allontanava.

“Papà, papà, corri presto!” lo chiamò Gohan allarmato.
“Che sta succedendo, Gohan?”
“Videl sta terribilmente male, quel tipo gliene sta dando di santa ragione. Non so se ce la farà a riprendersi, per cui vorrei che tu andassi a prendere i fagioli magici. Sei l’unico in grado di farlo in pochi secondi, per favore papà” lo supplicò il figlio che era preoccupatissimo per la ragazza di cui ormai si era reso conto di essere innamorato.
“E’ davvero conciata male! Corro subito…ma Gohan non è che ti sei preso una cotta per lei?”
“Muoviti, papà!” insistetté Gohan e suo padre allora finalmente si decise ad usare il teletrasporto.
Goku tornò subito dopo con i preziosi fagioli magici e Videl riuscì a riprendere le forze come se nulla fosse successo.

“Ed ora, amici, dopo questo inanspettato massacro della figlia del potente mister Satan, passiamo ad un altro incontro: Kibith contro Great Saiyaman che a giudicare dal suo costume è piuttosto buffo” disse il cronista proseguendo a presentare i vari incontri.
“Ehi, Great Saiyman, io so chi sei in realtà” disse Kibith all’avversario quando raggiunsero il ring.
“Uh? Co…come?” balbettò Gohan stupito. “Ok! Hai ragione, mi trasformerò se ci tieni tanto!”
“Signori, ma cos’è questa luce accecante? Proviene dal concorrente mascherato! Ma cosa sta accadendo…Spopovich e Yamu sono saliti sul ring e stanno attaccando il ragazzo!”
Il cronista cercava di narrare quegli attimi dove si vedeva poco a causa della grande luce di Gohan ma Goku aveva visto nelle mani di Spopovich e Yamu uno strano contenitore con il quale gli stava assorbendo l’energia.
Lui cercò d’intervenire ma Kaioshin lo immobilizzò.
“Cosa mi sta succedendo? Non riesco nemmeno ad aprire la bocca! Se solo riuscissi a liberarmi gliela farei vedere io a quei tipi che stanno approfittando di mio figlio. E questo Kaioshin chi è in realtà? Cosa vuole da me?” pensò Goku tentando invano di opporsi.
“Per colpa sua quei due hanno ferito mio figlio. Si può sapere chi è lei e cosa vuole da noi?” urlò Goku poco dopo.
“Io in realtà sono Kaioshin il Superiore, una divinità. Ti ho immobilizzato perché volevo verificare i tuoi poteri, avevo saputo che quei due sarebbero venuti qua perché hanno in mente un piano losco così volevo saperne di più sul tuo conto. Goku, ti chiedo di aiutarmi con i tuoi amici a sventare un immane pericolo che potrebbe coinvolgere non solo la Terra ma l’intero universo. Allora, ci stai?”
“Bastava dirlo subito! Prima, però dobbiamo curare Gohan” disse Goku guardando il figlio a terra privo di forze.
“A lui ci penserò io. Con i miei poteri curativi si riprenderà velocemente, intanto voi andate” disse Kibith.
Goku, Crili e Junior si prepararono a partire con Kaioshin ma qualcuno li fermò.
“Un momento, Kakaroth! Non puoi andartene proprio ora! Io e te abbiamo un incontro in sospeso” urlò Vegeta infuriato.
“Lo so ma questa missione è davvero molto importante. Vieni con noi, ci sarai utile e ti prometto che prima di tornare nell’al di là ci batteremo insieme. Lo sai che mantengo sempre le mie promesse!” disse Goku.
“E va bene, verrò anch’io. Non vedo l’ora di metterti al tappeto, Kakaroth!”
I cinque uomini si allontanarono dal torneo e quando Gohan si riprese, si unì alla compagnia insieme a Kibith e tutti si prepararono ad impedire la nuova ed imminente catastrofe.

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Capitolo 20
*** CAPITOLO VENTI ***


VENTESIMO CAPITOLO



“Kaioshin, ci potrebbe raccontare qualcosa riguardo a ciò che stiamo per affrontare?” chiese Goku.
“Naturalmente. Ragazzi, molti secoli fa esisteva un mago di nome Bibidi che aveva creato una creatura fortissima e malvagia di nome Majin Bu che distrusse innumerevoli pianeti e popolazioni. Oltre a me c’erano altre divinità Kaioshin che controllavano ogni galassia ma furono uccise dal mostro e io fui l’unico che mi salvai. Bibidi, non riuscendo più a tenere sotto controllo la sua creatura, la rinchiuse in una sfera che poi fu sepolta da qualche parte sulla Terra e io, poco dopo, uccisi il mago. Purtroppo, però, ho scoperto che il mago aveva un figlio, Babidi, dotato dei suoi stessi poteri e malvagio come lui e che ha intenzione di utilizzare Majin Bu per conquistare l’universo. Per fare uscire il mostro dalla sfera, però, ha bisogno di molta energia e per questo quei due, che sono al servizio di Babidi, hanno attaccato Gohan allo stadio. Noi dobbiamo assolutamente impedire il risveglio di Majin Bu altrimenti sarà una catastrofe. Lo so che tutti voi siete guerrieri molto potenti, ma credetemi Majin Bu è al di là della vostra portata!”
Tutti avevano ascoltato con attenzione le sue parole e si dichiararono pronti ad aiutarlo.
Vegeta, però, a differenza dei compagni era molto infastidito dalla faccenda e non credeva affatto che questo Majin Bu fosse così forte.
Per lui si trattava soltanto di uno spiacevole imprevisto che ritardava il suo scontro con Kakaroth, il suo rivale di sempre.
Il gruppo seguiva, mantenendosi a distanza, Spopovich e Yamu e quando i due si fermarono davanti ad un’astronave si nascosero fra le rocce per non farsi scoprire.
Dall’astronave uscirono due individui, un nanerottolo e un tipo alto e muscoloso.
Kaioshin e Kibith impallidirono quando videro il secondo individuo.
“Oh, mio dio, ma quello è Darbula, il Signore Degli Inferi!” esclamò Kibith.
“E questo rende ancora più difficile la nostra missione?” chiese Goku.
“Sì, perché Darbula è il guerriero più potente dell’altra dimensione! Babidi l’ha reso suo schiavo grazie ai suoi poteri magici e gli fa fare tutto ciò che vuole, esattamente come ha fatto con Spopovich e Yamu. Babidi, però, è in grado di controllare solo le persone malvagie, aumentandone in maniera impressionante la loro potenza.”


Mentre Kaioshin spiegava tutto ciò ai compagni, Babidi uccise Spopovich e Yamu ritenendo di non aver più bisogno di loro.
“Darbula, quegli sciocchi credono che non ci siamo accorti di loro, sistemali ma lascia in vita quei tre dotati di quella grande energia che servirà per risvegliare Majin Bu oltre, naturalmente a Kaioshin, che devo uccidere di persona per vendicare mio padre.”
“Sarà fatto, mio signore.”
Babidi rientrò nell’astronave mentre Darbula attaccò Kibith e lo uccise.
Usando la sua saliva, poi, tramutò in pietra Junior e Crili.
“Vi consiglio di andarvene, signori, perché non riuscirete mai a battermi” disse Darbula ridendo prima di rientrare nell’astronave.
“Kaioshin, non esiste un modo per far tornare normali i nostri amici?” chiese Goku.
“L’unico modo è uccidendo Darbula” rispose lui.
“Bene, allora cosa aspettiamo, papà? Andiamo ad affrontare quel mostro, presto” disse Gohan.
“Mi hai tolto le parole di bocca, figliolo!”
“No, aspettate! E’ una trappola! Per quale motivo credete che Darbula non vi abbia attaccato? Prima di agire dobbiamo elaborare un piano!” protestò Kaioshin.
Goku e Gohan, però non lo ascoltarono ed entrarono nell’astronave.
“I saiyan sono guerrieri impulsivi”disse Vegeta prima di seguire i compagni.
Kaioshin, malgrado fosse sicuro che sarebbero caduti in trappola, decise di seguire i tre saiyan poiché era stato lui a coinvolgerli in quella faccenda ed era suo dovere aiutarli.


Allo stadio, intanto, la folla rumoreggiava per la sospensione del torneo a causa dell’abbandono di molti concorrenti.
Mister Satan, allora, propose ai giudici un incontro sul ring dei cinque concorrenti rimasti dove al termine sarebbe stato decretato il vincitore ed essi si dichiararono d’accordo.
I cinque salirono sul ring ma due furono sbattuti fuori immediatamente da C18 e Mighty Mask, cioè Trunks e Goten.
La donna cyborg e il guerriero mascherato si affrontarono ignorando mister Satan.
I due concorrenti erano eccezionali e il pubblico li seguiva con entusiasmo.
Ben presto, però, si scoprì chi si nascondeva sotto il costume di Mighty Mask così i due bambini furono squalificati.
Mister Satan era spaventatissimo avendo capito di non essere assolutamente in grado di battere quella donna dal fisico mozzafiato e gli occhi di ghiaccio.
“Ascolta, ti lascerò vincere in cambio di diecimila zeni” propose C18.
“Che cosa? Ma è una cifra enorme!” esclamò l’uomo.
“Cinquemila zeni sono il premio per il vincitore e dovresti aggiungere di tasca tua solo l’altra metà. Se perderai, il tuo pubblico rimarrà molto deluso e ti volterà le spalle. Allora, cosa decidi?”
Per qualche istante mister Satan pensò a quello che sarebbe successo se avesse perso e capì che non poteva assolutamente permettersi di farlo altrimenti sarebbe di nuovo piombato nell’anonimato che aveva prima di appropriarsi ingiustamente del ruolo di salvatore dell’umanità contro il malvagio Cell.
“D’accordo, accetto.”
C18, quindi, finse di finire fuori dal ring per un colpo di Satan che in tal modo venne riconfermato campione.


Trunks e Goten, intanto, si allontanarono dallo stadio per non farsi sgridare dalle loro mamme per la bravata di partecipare di nascosto al torneo degli adulti, e incontrarono Videl.
“Ciao Videl, tu sai dove sono andati mio padre, mio fratello e gli altri?” chiese Goten.
“Di preciso non lo so, ma da ciò che ho capito dovevano affrontare un nuovo nemico” rispose la ragazza che avendo visto Gohan trasformarsi aveva finalmente capito chi aveva in realtà battuto Cell sei anni prima.
I due bambini, incuriositi, decisero di raggiungere gli altri seguendo la loro aura e si allontanarono a tutta velocità lasciando esterrefatta Videl.


Appena Goku, Gohan, Vegeta e Kaioshin si trovarono all’interno dell’astronave di Babidi, le porte si richiusero alle loro spalle e comparve Pui Pui, uno dei guerrieri al servizio del mago.
“Questa astronave è composta da vari piani e il mago Babidi si trova nel livello più basso. Per raggiungerlo dovrete affrontare i suoi guerrieri, ma per vostra sfortuna non ce la farete mai avendo me come primo avversario. Avanti, fatevi sotto tutti insieme.”
Sotto lo sguardo stupito di Pui Pui e Kaioshin, però, i tre saiyan iniziarono a giocare a carta, sasso e forbici per stabilire chi fra loro avrebbe combattuto per primo.
“A quanto pare, belli, ho vinto io” disse Vegeta dieci minuti dopo.
“Non dirmi che hai intenzione di affrontarlo da solo, spero! Babidi ha al suo servizio dei guerrieri molto potenti e non è il caso di sottovalutarlo” disse Kaioshin.
“Certo che lo affronterò da solo! Per quel pivello, io basto e avanzo!” ribatté Vegeta con tono spavaldo.
“Si rilassi, Kaioshin, vedrà che nel giro di pochi minuti Vegeta ci leverà di torno questo seccatore!”disse Goku.
Kaioshin aveva seri dubbi ma ben presto vide che Goku aveva ragione.
Vegeta riuscì a sconfiggere Pui Pui in brevissimo tempo senza doversi neppure trasformare in super saiyan nonostante Babidi, con la sua magia li avesse trasportati su Zun, il pianeta d’origine del suo guerriero.
Al termine dello scontro, furono riportati sull’astronave e ai loro piedi si aprì un passaggio così poterono accedere il secondo livello dell’astronave, venendo a trovarsi in una stanza identica alla precedente.
Goku affrontò Yakon, il secondo avversario.
Costui era più forte di Pui Pui ma trasformandosi in super saiyan Goku riuscì a sconfiggerlo piuttosto facilmente.
Kaioshin era esterrefatto dalla facilità con cui Goku e Vegeta avevano sconfitto i loro avversari e li seguì al terzo livello, incapace di spiccicare parola.


“Oh, mio dio, Darbula, hai visto come sono forti quelli? Credo proprio che li abbiamo sottovalutati” disse Babidi preoccupato.
“Non devi preoccuparti, Babidi. Ora andrò io ad affrontarli e li sistemerò una volta per tutte.”
“Sei sicuro di farcela, Darbula? Se anche tu venissi sconfitto, sarebbe la fine.”
“Non ti preoccupare, nessuno può battere il Signore Degli Inferi.”
Goku, Gohan, Vegeta e Kaioshin, intanto, si trovavano al terzo livello dell’astronave da più di mezz’ora e stavano cominciando ad innervosirsi perché non si era ancora presentato nessuno.
Rimasero dunque sorpresi quando videro apparire Darbula in persona.
“Avanti, fatevi sotto tutti insieme.”
“Niente affatto! Sarò solo io il tuo avversario” disse Gohan.
“Che cosa? No, Gohan, non ce la farai mai contro di lui da solo!” disse Kaioshin.
“Papà e Vegeta hanno affrontato singolarmente i loro avversari perciò lo farò anch’io” ribatté il ragazzo.
Gohan, quindi, iniziò a combattere contro Darbula ma i due avversari erano allo stesso livello e nessuno riusciva a prevalere.
Vegeta seguiva lo scontro innervosito.
“Accidenti, Gohan era molto più forte quando era un bambino! In questi anni non si è allenato per niente ed è peggiorato parecchio. Mi sono veramente stufato, ci penserò io a sistemare Darbula.”
“No, lascia che se ne occupi Gohan. E’ peggiorato, è vero, ma sono certo che alla fine vincerà” disse Goku.
Ad un tratto, sotto lo sguardo sbalordito dei presenti, Darbula si allontanò.
“Dove scappi, vigliacco? Il nostro incontro non si è ancora concluso!” protestò Gohan.
“Me ne vado solo perché mi sono reso conto che non è più necessario combattere. Fra poco ci penserà il guerriero più adatto a sbarazzarsi di tutti voi” disse Darbula mentre se ne andava.


“Darbula, si può sapere perché hai lasciato il combattimento a metà? Non dirmi che avevi paura di perdere!” chiese Babidi appena il Signore Degli Inferi lo raggiunse.
“Certo che no, Babidi! Ma ho scoperto che fra loro c’è un guerriero con l’animo malvagio che potresti facilmente assoggettare con i tuoi poteri. Se si ammazzassero fra loro raccoglieremo molto più velocemente l’energia di cui abbiamo bisogno per risvegliare il potente Majin Bu, non trovi?”
“E’ davvero un’idea eccellente, Darbula! Ma prima fammi controllare con la sfera magica cosa stanno facendo quei tizi.”


“Sei davvero un rammollito, Gohan! Quando eri piccolo eri molto più forte. Ora, invece, sei un disonore per i saiyan! Come pensi di poter salvare Junior e Crili, debole come sei?” lo sgridò Vegeta con tono aspro.
“Vegeta, non devi essere così duro con lui, in fondo ha fatto del suo meglio e non ha perso! E’ Darbula che alla fine si è tirato indietro” disse Goku, difendendo il figlio.
“Lascia stare, papà. Vegeta ha ragione. Se fossi stato più forte a quest’ora avrei già battuto Darbula e liberato Junior e Crili dal suo incantesimo.”
“Ragazzi, ora è inutile discutere di questo, piuttosto mi chiedo chi possa essere il guerriero a cui si riferiva Darbula” disse Kaioshin.
Gli altri tre rimasero in silenzio non sapendo proprio di chi stesse parlando Darbula mentre Kaioshin aveva un brutto presentimento.
Purtroppo i suoi sospetti ebbero conferma qualche istante dopo quando Vegeta iniziò ad avere dei dolori lancinanti alla testa e a sprigionare un’enorme quantità d’energia.
“Vegeta, Babidi sta usando la sua magia su di te. Cerca di mantenere la calma e a pensare a cose positive così il mago fallirà.”
“E’ facile per lei parlare” gridò Vegeta mentre Goku e Gohan assistevano alla scena non sapendo come fare ad aiutare l’amico.
Vegeta continuava a gridare mentre la sua energia aumentava sempre più.
“Ma cosa sta succedendo?” chiese Goku.
“Babidi lo sta assoggettando con la sua magia. Vi ricordate che prima vi avevo detto che il mago riesce a controllare solo le persone malvagie? Darbula ha capito che Vegeta non ha il cuore puro e l’ha detto a Babidi così il mago approfitterà di questo per farvi combattere l’uno contro l’altro e assorbire la vostra energia per risvegliare Majin Bu.”
Goku ascoltò stupefatto le parole di Kaioshin, incapace di credere che ciò fosse vero.
Tuttavia dovette arrendersi all’evidenza quando vide lo sguardo crudele di Vegeta e gli sembrò di essre tornato indietro nel tempo a quando diversi anni prima il principe dei saiyan era giunto sulla Terra con oscuri propositi.
Il saiyan, inoltre, aveva gli occhi cerchiati di nero e una M disegnata sulla fronte come tutti i guerrieri assoggettati alla magia di Babidi.
“Bene, ora che il guerriero è in mio potere lo farò combattere contro di voi. Vi porterò in un luogo affollato così ci divertiremo di più” disse Babidi.
Pochi istanti dopo Goku, Gohan, Vegeta e Kaioshin si ritrovarono nuovamente allo stadio mentre stavano premiando mister Satan.
“Beh, mi dispiace ma siete tornati tardi. Ormai il torneo si è concluso” disse mister Satan azzittendosi, però, all’istante appena incontrò lo sguardo infuriato di Vegeta.
“Vegeta, avanti, inizia ad uccidere qualcuno” ordinò Babidi.
“Stai zitto, l’unica cosa che m’interessa è battere Kakaroth.”
Babidi rimase sorpreso dalla sua risposta che gli fece capire che il saiyan non era pienamente sotto il suo controllo mentale.
Di questo fatto, però, non si preoccupò più di tanto poiché l’unica cosa che gli interessava era raccogliere l’energia per risvegliare Majin Bu.
“Kakaroth, coraggio, combatti. Sono anni che aspetto di regolare i conti con te. Se ti tirerai indietro, giuro che inizierò ad uccidere tutte le persone presenti allo stadio finché non ti deciderai a batterti contro di me.”
Vedendo che Goku non reagiva, Vegeta diede atto alla sua minaccia lanciando una sfera che distrusse una parte dello stadio.
“Vegeta, come hai potuto farlo?” chiese Goku incredulo.
“Allora, ti decidi?” chiese Vegeta lanciando a sorpresa un’altra sfera.
La gente iniziò a fuggire dallo stadio terrorizzata mentre Bulma, sugli spalti con i suoi amici, osservava stupefatta suo marito comportarsi in quel modo.
“No, non può essere lui! Quello non è il mio Vegeta!” disse la donna prima di svenire davanti all’orrore a cui stava assistendo.
Goku, avendo capito che non c’era modo di evitare lo scontro con Vegeta chiese a Babidi di portarli in un luogo deserto.
“No, non puoi farlo. Non capisci che è proprio ciò che vuole Babidi?” chiese Kaioshin.
“Mi dispiace, Kaioshin, ma non posso fare altrimenti.”
Babidi, quindi, trasportò i quattro in un luogo deserto.
“Visto che il vostro scontro è inevitabile, nel frattempo io e Gohan cercheremo di fermare Babidi e Darbula prima che facciano uscire Majin Bu dalla sfera” disse Kaioshin.
“Presto Vegeta, fermali” ordinò Babidi.
“No, ti ho già detto che non m’interessano gli altri. L’unica cosa che voglio è battere Kakaroth” rispose Vegeta alla voce di Babidi che rimbombava nella sua testa.
“E’ incredibile! Mai nessuno è riuscito ad opporsi al controllo mentale di Babidi” disse Kaioshin mentre si allontava con Gohan.


Goku e Vegeta iniziarono a combattere con accanimento ma nessuno riusciva a prevalere sull’altro.
“Nell’al di là mi sono allenato tanto ma tu devi esserti allenato molto più di me per essere diventato così forte” disse Goku.
“E’ vero, mi sono allenato molto, ma tu sei un talento nato e vedendoti combattere con Yakon ho capito che i tuoi poteri erano ancora superiori ai miei perciò, dopo averci riflettuto, ho preso una decisione.”
“Ti sei lasciato stregare a posta da Babidi, non è così? Come hai potuto abbassarti a desiderare un potere fasullo, orgoglioso come sei?”
Vegeta distolse lo sguardo dal suo avversario per un attimo e puntò gli occhi verso il cielo perdendosi nei ricordi del suo passato.
“Io vivendo qui sulla Terra mi stavo trasformando in una cretura gentile senza neppure rendermene conto. Ho accettato persino di avere una famiglia e la cosa iniziava anche a piacermi. In questo modo, però stavo rinnegando le mie origini di guerriero spietato e senza scrupoli e sentivo in me l’inquietudine di tornare il saiyan di un tempo. Ora, grazie a Babidi, mi sento molto meglio.”
“Sul serio, Vegeta? Beh, io non ti credo. Cosa penseranno di te Bulma e Trunks? Non posso credere che di loro non t’importi più nulla”
“Stai zitto! Ora smettila di parlare, voglio solo combattere e distruggerti una volta per tutte!” disse Vegeta con tono feroce, desideroso di mettere a tacere la sua coscienza che si stava risvegliando sentendo parlare della sua donna e del suo moccioso.
I due continuarono ad infliggersi colpi su colpi e le energie che perdevano confluivano nella sfera di Majin Bu.


Gohan e Kaioshin, quando giunsero all’ultimo livello dell’astronave, videro che la sfera stava per aprirsi e non riuscirono ad impedire il risveglio di Majin Bu.
Costui era un grasso mostro rosa dall’apparenza sciocca e innocua ma Kaioshin mise in guardia Gohan di non giudicarlo dalle apparenze.
“Babidi, stando nella sfera tutti questi secoli Majin Bu deve essersi rimbambito. Lascia che mi sbarazzi di lui prima che ci dia dei grattacapi” disse Darbula osservando il mostro rosa che li guardava con un’ espressione idiota.
“Non ti azzardare! Majin Bu è la creatura ideata da mio padre e non permetterò a nessuno di toccarlo” ribatté Babidi.
Darbula, però, non gli diede ascolto e attaccò il mostro rosa che, però, lo spedì al tappeto in pochi istanti ferendolo gravemente.
“Bravissimo Majin Bu, sei fantastico!” gridò Babidi entusiasta.
“Ora attacca e distruggi quei due” aggiunse il mago indicando Gohan e Kaioshin.
Gohan provò a contrastare il mostro ma esso lo colpì, allora, per salvare il ragazzo, Kaioshin usò i suoi poteri per mandarlo lontano da lì.
Darbula, nel frattempo, sia pur ferito gravemente, provò a riattaccare il mostro ma Majin Bu, usando i suoi suoi poteri, lo trasformò in un biscotto al cioccolato e lo mangiò.
“Ho ancora fame” disse Majin Bu.
“Allora perché non ti mangi anche Kaioshin? Scommetto che è molto saporito!” dusse Babidi ridendo.


Goten e Trunks, giunti da pochi minuti, avevano osservato increduli le statue di Junior e Crili poi avevano visto Darbula venir tramuto in un biscotto ed essre mangiato da Majin Bu.
I due bambini rimasero sorpresi quando videro Junior e Crili tornare normali.
“Siamo tornati normali?” chiese Crili incredulo.
“Qualcuno deve aver ucciso Darbula. Ragazzi, cosa sta succedendo? Dove sono gli altri?” chiese Junior.
“Non lo sappiamo. Siamo appena arrivati” rispose Trunks.
Junior sgranò gli occhi sorpreso quando vide Majin Bu.
“Dannazione! Majin Bu è uscito dalla sfera e Kaioshin è in pericolo!” esclamò Junior vedendo il mostro rosa avvicinarsi pericolosamente a Kaioshin.


“Vegeta la senti anche tu questa potente aura? Majin Bu è uscito dalla sfera!” disse Goku arrestandosi mentre stava per colpire il suo avversario.
“E allora? Noi siamo fortissimi, Kakaroth e non possiamo certo temere quel mostro!”
“No, Vegeta, non è il caso di sottovalutarlo. Quel mostro è molto pericoloso e si è risvegliato grazie ai nostri poteri.”
“Cosa vuoi che me ne importi? L’unica cosa che m’interessa è combattere contro di te!”
“A Bulma e Trunks non pensi? Quel mostro potrebbe far loro del male.”
“E va bene, Kakaroth, tanto sarebbe inutile continuare a batterci visto che non sei concentrato.”
“Grazie Vegeta, lo sapevo che quel perfido mago non poteva averti assoggettato completamente. Grazie ai fagioli magici che mi sono rimasti recupereremo le forze e sono certo che saremo in grado di battere Majin Bu” disse Goku.
Vegeta, però, quando il compagno gli voltò le spalle lo colpì facendolo svenire.
“A quanto pare sei vulnerabile anche tu se vieni colto di sorpresa. Kakaroth, tu rimarrai qui a riposarti mentre di quel mostro me ne occuperò io. E’ colpa mia se Majin Bu si è risvegliato e sarò io a sistemarlo a costo della mia vita.”
Con una grande determinazione e senso di colpa, Vegeta si preparò ad affrontare il terribile mostro rosa.
Quando Majin Bu stava per colpire Kaioshin, si sentì un gran botto che distrusse l’astronave di Babidi.
“Come hai osato distruggere la mia astronave, Vegeta?” chiese Babidi infuriato riconoscendo il guerriero appena il polverone causato dall’esplosione si diradò.
“Non avevo tempo da perdere con i convenevoli e dovevo fare in fretta prima che venisse ucciso qualcun altro oltre a Gohan. Quel ridicolo ciccione rosa sarebbe Majin Bu?”
“Babidi, posso sistemarlo?” chiese il mostro infuriato per le parole offensive del saiyan.
“Naturalmente. Non so proprio che farmene di uno come lui che non segue mai i miei ordini.”
Vegeta iniziò a combattere contro Majin Bu e al principio riuscì a tenergli testa ma ben presto il mostro fece vedere le sue reali potenzialità unite al fatto di essere immortale.
Vegeta le prese di santa ragione e Trunks, incapace di assistere al massacro di suo padre, corse ad aiutarlo nonostante Junior cercasse d’impedirglielo.
Goten seguì l’amico e i due bambini liberarono Vegeta dalla presa del mostro mentre Junior ferì gravemente Babidi.
“Papà, come ti senti? Rispondimi ti prego.”
Vegeta a fatica si riprese e dopo qualche istante di stordimento mise a fuoco i due bambini che lo guardavano preoccupati.
“Andatevene via di qui, ragazzi, con quel mostro voglio vedermela da solo.”
“Ma papà noi siamo forti e tutti e tre insieme riusciremo a sconfiggerlo facilmente, non è vero Goten?”
“Sì, certo. Quel brutto ciccione lo stendiamo in un minuto.”
Vegeta rivolse un triste sorriso ai due bambini, consapevole che c’era solo un modo per fermare il mostro.
“Trunks, se non ricordo male, figliolo, ti ho abbracciato pochissime volte da quando sei nato. Vieni qui e lascia che lo faccia ora” disse Vegeta avvicinandosi al bambino.
Trunks, sia pur sorpreso dall’insolito comportamento del padre, si lasciò abbracciare.
“Com’è strano, non lo riconosco. Comunque sia, anche se la maggior parte del tempo è burbero e severo, è sempre il mio papà ed io gli voglio tanto bene” pensò Trunks appoggiandosi al solido torace del padre.
“Figlio mio, perdonami, non sono stato un buon padre e non sono mai riuscito ad esprimere a pieno i miei sentimenti per te ma ti ho sempre voluto bene fin da quando ti ho visto per la prima volta prendere il latte dal seno di tua madre, malgrado non volessi ammetterlo neppure con me stesso” pensò Vegeta accarezzando i soffici capelli viola del bambino.
“Trunks, tu devi prenderti cura di tua madre. Perdonami per quello che sto per fare, figlio mio, ma non c’è altra soluzione” disse Vegeta colpendolo poco dopo allo stomaco per farlo svenire.
“Vegeta, perché l’hai colpito? Sei cattivo!” gridò Goten strattonandolo.
Vegeta, però, non gli diede il tempo di aggiungere altro perché lo colpì a sorpresa facendo svenire anche lui.
Vegeta sapeva che era l’unico modo per impedire ai due bambini di seguirlo, poi, vedendo Junior raggiungerlo, glieli affidò.
“Portali al sicuro, presto, con Majin Bu combatterò da solo.”
“Sì, d’accordo.”
“Un’ultima cosa. Dimmi, quando morirò potrò rincontrare Kakaroth nell’al di là?”
“Sarò sincero con te, Vegeta. No, non lo rincontrerai mai più. Goku è una persona buona e generosa, destinata al paradiso, mentre tu hai stroncato troppe vite innocenti e verrai mandato all’inferno a scontare i tuoi peccati. Laggiù la tua anima verrà purificata e fra molti anni tornerai in vita in un nuovo corpo senza più ricordi di chi sei stato in precedenza.”
Vegeta non disse niente anche se il suo sguardo malinconico valeva più di mille parole.
“Grazie, Junior. Ora vai via, presto.”
Junior dopo avergli rivolto un ultimo saluto si allontanò con i due bambini e disse a Crili di seguirlo.


Vegeta, senza più voltarsi indietro, riportò lo sguardo su Majin Bu e gli disse in tono sprezzante: “Ora so come fare per distruggerti. Fra poco non rimarrà più nulla di te.”
Vegeta raccolse tutta l’energia che aveva in corpo e la fece esplodere per distruggere il mostro.
“Addio Bulma, amore mio, anche se te l’ho detto poche volte tu sai che ti amo. Addio Trunks, mio piccolo e coraggioso guerriero. Io sono orgoglioso di te e so che ti prenderai cura di tua madre al posto mio.”
Mentre i ricordi delle persone che amava di più al mondo gli affollavano la mente, la sua vita si spegneva con le energie che lo abbandonavano finché non si ritrovò nel buio più completo.


Bulma e i suoi amici, intanto, stavano cercando le sfere del drago per resuscitare le persone uccise da Vegeta allo stadio.
La giovane donna aveva lasciato la guida dell’aereo a Yamcha perché era ancora sconvolta da ciò che era successo.
Non riusciva a darsi pace ripensando allo sguardo crudele di Vegeta e alla facilità con cui aveva ucciso quei poveri innocenti.
“Perché avrà combinato quel disastro allo stadio? Non sembrava neanche più lui, il mio amato Vegeta. Possibile che sia tornato ad essere il malvagio principe dei saiyan che era quando è giunto sulla Terra tanti anni fa? No, mi rifiuto di crederlo, il mio Vegeta è molto cambiato in questi anni. L’amore mio e di Trunks l’hanno reso umano.”
Ad un tratto l’aereo si ritrovò in mezzo ad una turbolenza che causò un certo disagio a bordo perché Yamcha non riusciva a riprendere il controllo del mezzo dato che i motori andarono in avaria.
C18, grazie al suo sangue freddo, prese in mano la situazione e fece atterrare l’aereo su un isolotto.
Bulma, intanto, avvertì un dolore improvviso al cuore e capì che qualcosa di terribile doveva essere accaduto al suo amore.
“Vegeta, amore mio, cosa ti è successo?”


Dopo aver superato quel momento drammatico in cui rischiarono di precipitare, Bulma e i suoi amici ripresero la ricerca delle sette sfere magiche e grazie al Dragon Radar, creato dalla geniale scienziata, riuscirono in breve tempo a recuperarle tutte e si prepararono ad evocare Shenron.


Junior, dopo aver sentito l’enorme esplosione, tornò indietro e vide che di Vegeta non era rimasto più nulla.
Il namecciano rimase per un istante in rispettoso silenzio, colpito dal gesto estremo dello spietato saiyan che aveva dato la sua vita per salvarli dal pericoloso mostro.
Era consapevole che probabilmente non lo aveva fatto per lui o per i terrestri ma solo per Bulma e Trunks, la sua famiglia, le uniche persone che il suo cuore nero era riuscito ad amare, ma il risultato non cambiava in nessun modo.
Junior si riprese dalle sue riflessioni quando vide i pezzi di Majin Bu ricomporsi.
Il mostro, poi, guarì anche Babidi in fin di vita e insieme a lui partì per compiere altre stragi sul pianeta.
“Oh, mio dio, quel mostro è riuscito a rigenerarsi! Il sacrificio di Vegeta, allora, non è servito a niente!” gridò Junior scappando via.
Raggiunse Crili, a cui aveva affidato i due bambini, e dopo avergli raccontato ciò che aveva visto, andò con lui al palazzo del Supremo.


Goku, nel frattempo, finalmente si riprese e dopo qualche attimo di stordimento, ricordò cos’era successo.
“Accidenti a quel testone! Scommetto che è andato a combattere da solo! Non riesco più a percepire la sua aura mentre quella di Majin Bu è più forte che mai. Devo assolutamente farmi raccontare cosa è successo” pensò Goku, poi, usando il teletrasporto, si recò al palazzo del Supremo.
“Goku, allora tu stai bene! Ero così preoccupato!” disse Crili vedendosi comparire davanti l’amico.
“Sto bene per modo di dire, Crili. Lo sai bene che sono morto! Ragazzi, raccontatemi cosa è successo.”
Junior raccontò a Goku del sacrificio di Vegeta e della probabile morte di Gohan di cui non si percepiva più l’aura.
“Goku, ci penserai tu a sistemare quel mostro, non è vero?” chiese Crili speranzoso.
“Mi dispiace, ma non credo proprio di essere in grado di farlo. La potenza mia e di Vegeta era pressoché identica e se non c’è riuscito lui, io non credo di poter fare molto di più” rispose Goku.
“Se solo Vegeta e Gohan fossero ancora vivi, avrei potuto usare la fusione. E’ una tecnica che ho imparato nell’al di là ma non ho mai potuto usarla perché non c’erano altri saiyan. Per farla occorre che due guerrieri abbiano potenza e caratteristiche fisiche molto simili. Tramite la fusione i due guerrieri danno vita ad un nuovo combattente fortissimo, quindi, se io avessi potuto farlo con Gohan o Vegeta, sono certo che avremmo potuto battere facilmente quel mostro.”
Tutti rimasero in silenzio per alcuni minuti riflettendo sulle parole di Goku poi, con sorpresa, fu Popo ad intromettersi.
“Non potrebbero utilizzare Goten e Trunks la fusione? Hanno caratteristiche fisiche e potenziali molto simili.”
“Già, hai ragione, Popo! Sei un genio! Io insegnerò ai bambini finchè non scadrà il mio tempo a disposizione sulla Terra poi ci penserai tu, Junior, a proseguire gli allenamenti, d’accordo?”
“Ok, Goku” acconsentì il namecciano.
Mentre prendevano questa decisione, videro il cielo oscurarsi e capirono che qualcuno aveva evocato il drago Shenron.
“Oh, no! Se le sfere vengono utilizzate adesso non si potranno più usare per un anno mentre potrebbero esserci utili per lo scontro finale fra i bambini e Majin Bu” disse Dende.
“Deve essere stata Bulma ad evocare il drago per resuscitare le vittime che Vegeta ha fatto allo stadio. Andrò a fermarla” disse Goku.
Utilizzando il teletrasporto, il saiyan giunse alla Capsule Corporation dove Bulma, però, aveva già espresso il primo desiderio chiedendo al drago di resuscitare tutte le persone buone morte quel giorno , sia che fossero state uccise da Vegeta che da altri.
Goku, allora, dopo essersi mentalmente consultato con Dende, congedò il drago che era in attesa di un altro desiderio da realizzare e portò tutti i suoi amici al palazzo del Supremo dove si apprestò a raccontar loro ciò che era successo.


Kibith, tornato in vita grazie al desiderio di Bulma, andò a cercare Kaioshin e lo trovò in fin di vita non lontano dal luogo in cui c’era stato lo scontro fra Majin Bu e Vegeta e lo curò grazie ai suoi poteri magici.
Kaioshin, una volta ripresosi, decise di cercare Gohan e appena lo trovò decise di portarlo con sé nel suo pianeta.
“Ma Kaioshin, a nessuno è permesso di recarsi sul nostro pianeta, neanche alle altre divinità” protestò Kibith quando il suo signore gli espose la sua decisione.
“Non possiamo formalizzarci per una stupida regola, Kibith! Questo ragazzo è più che degno di venire sul nostro pianeta. Io ho visto la sua forza e sono certo che se si allenasse con la leggendaria spada Z riuscirebbe a distruggere Majin Bu e a salvare l’universo.”
Kibith era scettico a tal riguardo ma non fece altre obiezioni e con Kaioshin e Gohan, ancora svenuto, si recò nel loro pianeta divino.


“Dove sono Gohan e Goten?” chiese Chichi guardandosi intorno e notando l’assenza dei figli.
“E di Vegeta e Trunks sapete qualcosa?” chiese Bulma.
Goku aveva temuto questa domanda per tutto il tempo e facendosi forza si decise a rispondere.
“Goten e Trunks stanno bene e ora stanno riposando in una delle stanze del palazzo mentre Vegeta e Gohan sono morti per colpa di Majin Bu.”
Tutti i presenti rimasero pietrificati sentendo le sue parole e in particolare due donne e una ragazzina scoppiarono in un pianto a dirotto.
Chichi, poco dopo, svenne e sarebbe caduta a terra se suo padre non fosse stato accanto a lei a sorreggerla.
Videl era disperata al pensiero che Gohan, il suo dolce e gentile compagno di scuola, il primo ragazzo per cui il suo cuore di adolescente aveva iniziato a palpitare, non ci fosse più, anche se qualcosa nel suo intimo le diceva che lui era ancora vivo.
La più angosciata era Bulma le cui urla e pianti riecheggiavano per tutto il palazzo.
“No, non può essere vero! Vegeta, il mio Vegeta!”
In quell’istante Bulma ricordò la fitta al cuore provata sull’aereo e capì che lui era morto in quel momento.
Il suo amato marito era morto e lei avrebbe voluto seguirlo anche all’inferno a cui sicuramente era stato destinato a causa delle stragi che aveva compiuto nel corso della sua esistenza ma per il momento doveva dimostrarsi forte poiché Trunks era ancora piccolo e aveva bisogno di lei.
Per ora il bambino dormiva tranquillo, ignaro di ciò che era accaduto a Vegeta, ma Bulma sapeva che nonostante Trunks fosse uno fra i guerrieri più forti del pianeta avrebbe versato tutte le sue lacrime per aver perso il suo amato papà.

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Capitolo 21
*** CAPITOLO VENTUNO ***


VENTUNESIMO CAPITOLO



“Ehi piccolini, avvicinatevi. Voi siete ancora troppo ingenui per capire gli animi crudeli dei nostir nemici, ma dovete essere forti per quello che sto per dirvi” disse Goku appena Goten e Trunks si svegliarono.
“Di che cosa si tratta, papà?” chiese Goten.
“Purtroppo tu e Trunks avete perso una persona molto cara che rappresenta per voi un punto di riferimento. Si tratta di Gohan e Vegeta…”
“Cosa?” urlarono i due bambini in coro con gli occhi lucidi.
“Purtroppo è così. Io non sono molto bravo a dare le brutte notizie ma ora non ho molto tempo ancora da passare con voi e ho bisogno del vostro aiuto. Vedete, Vegeta e Gohan non ci sono più perché si sono sacrificati per combattere Majin Bu per cui anche se siete addolorati per loro dovete esserne fieri solo che il loro gesto non è servito perciò ora gli unici saiyan rimasti siete voi due e dovrete affrontare quel mostro. Sono sicuro che potrete farcela, io vi aiuterò fino al termine fino al termine di questa giornata poi mi sostituirà Junior. Dovrete imparare una tecnica chiamata Fusione che consiste in questo: dovrete assumere questa posizione entrambi e diventerete un’unica persona fortissima con le caratteristiche miste di voi due” spiegò Goku.
“Io sono pronto, vendicherò la morte di mio padre” disse Trunks con fierezza.
“Trunks, devi però capire che è importate essere ben concentrati e fare le mosse giuste, un piccolo particolare sbagliato e voi vi trasformerete in un guerriero non forte ma con altre qualità. Inoltre, l’effetto della trasformazione ha la durata di soli trenta minuti, per cui dovrete sfruttarli al massimo. Allora, iniziamo?”
“Sì, papà, però non si può fare proprio nulla per Gohan e Vegeta? Tu ormai te ne andrai e io sarò solo con la mamma, con chi mi allenerò? Anche Trunks sarà solo…”
“Purtroppo dobbiamo pensare prima a sconfiggere Majin Bu, solo allora con le sfere del drago che Bulma ha trovato potrete fare qualcosa quindi alleniamoci.”


Nonostante i vari suggerimenti di Goku, per i due bambini non fu facile imparare la nuova tecnica anche perché le loro teste erano poco concentrate.
Pensavano ai loro “uomini di casa” che ora non c’erano più e nonostante fossero due saiyan per loro era molto difficile impietrire il loro cuore e trattenere le lacrime.
Goten e Trunks non parlavano ma i loro sguardi esprimevano tutto il loro dolore.
Nel frattempo, però, Majin Bu non perdeva tempo e, stanco di prendere ordini, trasformò Babidi in un biscotto e lo mangiò poi si diresse verso la città per fare altre provviste per il suo stomaco.
“Ragazzi, vedo che siete in gamba, Gohan e Vegeta sarebbero fieri di voi. Adesso io devo andare ma dall’altra parte tiferemo per voi e vi sosterremo con la nostra forza per cui siate coraggiosi. Prima di andarmene, però, ho una cosa da mostrarvi: che ne dite?” chiese Goku subendo una nuova trasformazione in cui i capelli biondi di super saiyan si allungarono a dismisura e gli sparirono le sopracciglia.
“Goku, ma come ti sei trasformato? Non sembri neanche più! Hai un’aura fortissima!” disse Junior allibito.
“Già. Mi sono allenato molto e sono riuscito a raggiungere il terzo livello del super saiyan, solo che non posso usare i miei poteri contro quel mostro perché è una trasformazione che consuma parecchia energia e riesco a reggerla per pochissimi minuti. Goten, Trunks, conto su voi due. Allenatevi sodo e anche voi sarete in grado di farla, avete buone possibilità" A presto, vi lascio in buone mani!”


Goku partì per l’al di là mentre Junior faceva allenare i due bambini.
Quando vi arrivò, cercò subito Gohan ma con rammarico non lo trovò.
Era impossibile che uno buono come lui fosse finito all’inferno, infatti, scoprì che Gohan era vivo ed era finito sul pianeta dei Kaioshin, per cui decise di raggiungerlo con il teletrasporto.
“Ehi Gohan, ma allora sei vivo! Goten e la mamma sono molto tristi perché ti credevano morto” disse Goku appena vide il suo primogenito.
“Papà, ma cosa ci fai qui?”
“Il mio tempo sulla Terra era scaduto e sono tornato nell’al di là dove ho scoperto che tu ti trovavi qui. Prima di andarmene, però, ho avuto modo d’insegnare a Goten e Trunks qualche trucchetto e sono molto bravi. Se tu non continuerai ad allenarti presto saranno più forti di te, perciò cerca di tirar fuori la grinta!”
“Ci proverò, papà!”


Gohan continuò ad allenarsi con la spada Z che gli aveva dato Kaioshin, ma improvvisamente si spezzò a metà e ne uscì uno strano vecchietto.
“E lei chi è?” chiese Gohan sorpreso.
“Io sono un dio, mi chiamo Kaioshin il Sommo e sono molto potente. Ero rinchiuso in quella spada da talmente tanto tempo che l’unica cosa che voglio è vedere una donna! Cosa darei per averne una…”
“Ehi papà, questo Sommo non ti ricorda qualcuno?”
“Già e penso anche di sapere a chi stai pensando!”
“Ascoltatemi bene voi due: io nonostante tutto ho seguito tutti gli avvenimenti di questo e di altri mondi così so dei vostri problemi con quel Majin Bu. Vi propongo uno scambio, io ho il potere di far emergere da una persona la sua potenza nascosta e la userò con te, Gohan, se mi porterete una bella fanciulla che mi baci…”
“Accettiamo! La faremo baciare dalla nostra amica Bulma…” intervenne Goku.
“Quel miss tutto cervello con i capelli azzurri? Beh, è una gran bella ragazza! D’accordo, portatela qui” replicò il Sommo con la bava alla bocca.
“Gliela porteremo solo se veramente può fare ciò che ci ha promesso. Chi ci garantisce che poi farà emergere la potenza di Gohan?”
“Uffa, va bene, ma perché dovrei fidarmi di voi?” chiese il Sommo dubbioso.
“Avanti, sa benissimo che noi abbiamo solo da perderci! Se stiamo mentendo ci punira, non è un dio? Ha poteri immensi per farcela pagare…” cercò di convincerlo Goku.
“Allora lavorerò su tuo figlio, tu intanto vai dalla fanciulla ad avvisarla che presto conoscerà un gran bell’uomo bello come un dio!”
“Vi lascio lavorare! Gohan, non preoccuparti, Bulma accetterà. L’ha già fatto una volta, non ti ricordi che te l’avevo raccontato?” disse Goku ricordando al figlio quel lontano giorno di parecchi anni prima, quando lui non era ancora nato, in cui la donna aveva chiesto ad Oolong di assumere il suo aspetto e lasciarsi baciare e palpeggiare dal quel vecchio maniaco di Genio.


Nel frattempo al palazzo del Supremo gli allenamenti continuavano, i due bambini si fusero nel nuovo guerriero, Gotenks, che era molto forte ma anche molto presuntuoso, probabilmente perché si era intensificato il desiderio di vendetta dei due bambin divenendo un sentimento negativo.
Infatti, Gotenks affrontò Majin Bu ma venne messo KO in pochissimi secondi poiché era stato troppo frettoloso di andare a combattere.
“Ma perché vi siete precipitati da quel mostro? Ancora non avete imparato a coordinare le vostre menti, se non resterete concentrati non farete altro che sprecare energie e se Majin Bu vi distruggerà chi salverà il mondo da lui?”
“Scusaci, Junior, ma non ci avevamo pensato!” disse Trunks.
“Ci riproveremo impegnandoci di più” continuò Goten.
Soddisfatto di aver battuto un altro rivale, Majin Bu si fermò in una città dove iniziò a trasformare tutti in biscotti per cibarsi tralasciando solo un giovane cucciolo di cane che risparmiò per avere un amico.
Il mostro disseminava il terrore fra la gente che spaventata a morte urlava il nome di mister Satan affinché li salvasse nuovamente da un altro pericolo.
Il finto eroe era molto spaventato ma doveva fare qualcosa per non perdere la sua fama allora si avvicinò al mostro parlandogli in modo gentile ed educato riuscì a farselo amico e a convincerlo a non uccidere più le persone.
“Bravo, ecco così. Porta a spasso il tuo cucciolo e sia tu che noi tutti vivremo tranquilli” pensò mister Satan felice della riuscita della sua impresa.
Mister Satan era fiero del suo successo e se ne stava vantando, non accorgendosi che uno stupido teppista sparò al cucciolo ferendolo gravemente.
Majin Bu, con i suoi poteri riuscì a guarire il cagnolino ma questo increscioso episodio provocò un fatto incredibile.
Il mostro arrabbiato e addolorato si sdoppiò in due personalità, una malvagia e una buona e quest’ultima venne inghiottita dall’altra originando un nuovo essere veramente cattivo.


“Sento un’aura potente provenire da quella parte, voglio proprio vedere di chi si tratta” pensò il nuovo potentissimo Majin Bu.
Majin Bu si diresse verso il palazzo del Supremo, decisissimo a battersi contro Gotenks che grazie all’allenamento era migliorato ulteriormente.
Quando vi arrivò erano tutti terrorizzati alla vista delle nuove sembianze del mostro, tranne Gotenks che non aveva perso la sua spavalderia.
Junior decise di farli combattere nella Stanza Speciale perché, nel caso Gotenks non ce la facesse, lui avrebbe distrutto l’uscita imprigionando per sempre il mostro nell’altra dimensione.
I due guerrieri iniziarono ben presto a combattere scambiandosi colpi su colpi poi Gotenks ebbe l’idea di fingersi privo di tecniche per attaccare l’avversario all’improvviso ma fu una finta rischiosa perché Junior intervenne disturggendo l’uscita per intrappolarvi il mostro.
Il tentativo, però, risultò vano; Majin Bu ne uscì e trasformò in biscotti tutti coloro che erano presenti al palazzo e li divorò.
Intanto, Junior e Gotenks riuscirono anche loro ad uscire da quella stanza più arrabbiati che mai.
Il piccolo Gotenks, appena capì che il mostro aveva mangiato tutti i suoi amici si avvicinò a Majin Bu, desideroso di vendicarsi ma, proprio mentre poteva avvenire una svolta positiva, il tempo della fusione terminò e i due bambini si trovarono in una situazione pericolosa.
Majin Bu stava per assaporarsi una nuova vittoria ma non aveva previsto un nuovo eroe.
Gohan, infatti, corse a salvare il fratellino e il suo amichetto poiché, grazie al rito di Kaioshin il Sommo, la sua potenza era aumentata notevolmente e ora si sentiva invincibile e pronto a fare giustizia.

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Capitolo 22
*** CAPITOLO VENTIDUE ***


VENTIDUESIMO CAPITOLO


Gohan iniziò a combattere contro Majin Bu e il ragazzo apparve da subito molto più forte del terribile mostro rosa, tanto che costui alla fine scappò.
Gohan tentò di rintracciarlo ma non ci riuscì poiché il mostro aveva azzerato l’aura e si era nascosto ma il ragazzo era certo che prima o poi si sarebbe rifatto vivo.
“Wow, Gohan, sei diventato davvero fortissimo! Ma dov’eri stato? Noi tutti credevamo fossi morto!” disse Goten felicissimo del ritorno dell’amato fratello maggiore.
Gohan raccontò brevemente del suo allenamento nel pianeta dei Kaioshin e del modo in cui aveva ottenuto la sua nuova forza.
“Dobbiamo stare in guardia, sono certo che presto quel mostro ritornerà all’attacco” disse Gohan poco dopo.
“Sì, certo. Comunque con la morte di Dende sono sparite anche le sfere e anche se distruggiamo Majin Bu non avremo lo stesso la possibilità di resuscitare i nostri amici” disse Trunks con tono affranto al pensiero di non rivedere più i genitori.
“No, credo che Dende sia ancora vivo. Avverto ancora la sua aura” disse Gohan.
“Hai ragione, l’avverto anch’io, dev’essere riuscito a scappare mentre Majin bu divorava tutti gli altri. Andiamo a raggiungerlo, presto” disse Junior. I quattro guerrieri, quindi, si diressero velocemente verso la direzione da cui proveniva l’aura di Dende.
Strada facendo incontrarono mister Satan e decisero di portarlo con loro.
“Che cosa? La mia Videl è morta?” chiese il pover uomo incredulo quando gli comunicarono ciò che era successo a sua figlia e agli altri.
Gohan non ebbe più tempo di spiegare niente perché Majin Bu riapparve in scena.
“Ehi mocciosi, avanti riutilizzate la vostra fusione che ho voglia di concludere lo scontro con voi” disse Majin Bu rivolgendosi ai due bambini.
“Che centrano loro? Il tuo avversario sono io” disse Gohan deciso a proteggere il fratellino e il suo amichetto.
“Dopo arriverà il tuo turno, ragazzo, ma prima devo farla finita con loro. Allora, mocciosi? Non ditemi che avete paura!”
Sentendosi sfidati, Trunks e Goten acconsentirono subito e senza indugio utilizzarono la fusione da cui ricrearono Gotenks.
Il ragazzino si mise in posizione di attaccò ma ciò che avvenne nel giro dei brevi istanti successivi lasciò di sasso Gohan, Dende e mister Satan.
Majin Bu, infatti, usando un’altra delle sue tecniche era riuscito ad assorbire nel suo corpo Gotenks e Junior diventando potentissimo.
“Ah ah, ragazzo, ora sono molto più forte di te e riuscirò sicuramente a batterti” disse Majin Bu apprestandosi a combattere di nuovo contro Gohan.
Gohan si era accorto che ora Majin Bu era più forte di lui ma non poteva assolutamente tirarsi indietro poiché non c’era nessun altro che potesse aiutarlo.


Goku, dal pianeta dei Kaioshin, stava seguendo lo scontro attraverso una sfera di cristallo ed era molto preoccupato per il figlio che ora le stava prendendo di santa ragione da Majin Bu.
“Presto Goku, vai ad aiutare tuo figlio” gli disse Kaioshin il Sommo.
“Vorrei farlo ma non posso. Io sono morto e non posso più tornare nel mondo dei vivi.”
“Sì che lo potrai fare se darò io la mia vita per te” disse il vecchietto sorprendendolo.
All’improvviso l’aureola sopra la testa di Goku sparì mentre apparve su Kaioshin il Sommo dimostrando che il saiyan era tornato in vita.
“La ringrazio, signore. E’ stato davvero un gesto generoso da parte sua” disse Goku commosso dal gesto generoso che aveva compiuto colui che in un primo momento aveva giudicato solo un vecchio maniaco.
“Non ti preoccupare, la salvezza dell’universo è molto più importante. Tieni questi orecchini, il loro effetto è identico alla fusione ma non c’è bisogno di fare nessuna specie di balletto per creare un nuovo guerriero.”
Vedendo che Goku appariva dubbioso chiese a Kaioshin il Superiore e a Kibith, che avevano gli stessi tipi di orecchini, di dargli una dimostrazione togliendosene uno dall’orecchio opposto a quello del compagno.
I due furono subito attratti come calamite l’uno verso l’altro e ricoperti da una luce accecante che quando si attenuò mostrò il nuovo guerriero che aveva qualcosa di entrambe le persone da cui aveva tratto origine.
“Wow, mi sento fortissimo” disse Kaioshin il Superiore, la cui personalità era prevalente nel nuovo essere.
“Quanto dura questa fusione?” chiese Goku.
“E’ permanente. Non potrete mai più tornare in due” rispose Kaioshin il Sommo facendo impallidire il suo discendente con tale affermazione.
Goku, pur non essendo molto contento della notizia pensando al dopo Majin Bu, decise senza indugio di prendere con sé gli orecchini magici e di usarli con Gohan per porre fine una volta per tutte a quell’incubo perciò partì subito con il teletrasporto.


“Hai capito bene, Baba? Tu lo riaccompagnerai subito sulla Terra” disse re Yammer, la divinità che decideva se i morti erano destinati all’inferno o al paradiso, rivolgendosi alla vecchietta.
“D’accordo, signore, anche se non sono pienamente convinta che si tratti di una buona idea” rispose Baba azzittendosi di colpo quando il guerriero con l’aria truce li raggiunse.
“Che cosa vuole da me? Perché mi ha mandato a chiamare?”
“Beh, Vegeta, come ti sarai reso conto, tu, a differenza di altri, hai ancora il tuo corpo. Avevo deciso di lasciartelo in caso di emergenza e ora posso constatare di aver compiuto la scelta giusta. Ho deciso di rimandarti temporaneamente sulla Terra ad aiutare Gohan che è in grande difficoltà contro Majin Bu.”
Vegeta, sentendo nominare il mostro rosa, s’irrigidì visibilmente e si sentì invadere da una grande rabbia.
Aveva fatto di tutto per eliminarlo, sacrificando persino la sua stessa vita nella speranza di salvare la sua famiglia per poi scoprire che il suo sacrificio era stato inutile visto che quel mostro si era ricomposto subito dopo.
Avrebbe tanto voluto avere una rivincita e re Yammer gliene stava offrendo la possibilità ma, obiettivamente, non era affatto certo di riuscire ad ottenere un risultato migliore rispetto all’altra volta.
“D’accordo, andrò ad aiutare Gohan anche se non so quanto potrà essere utile il mio contributo contro quel mostro” disse Vegeta prima di seguire Baba lungo il percorso per tornare nel regno dei vivi.


Goku, grazie al suo teletrasporto, raggiunse velocemente il luogo dello scontro fra Gohan e Majin Bu.
“Papà, cosa ci fai qui?” chiese il ragazzo sorpreso di rivederlo.
“Non c’è tempo per parlare ora. Presto, prendi quest’orecchino e mettilo al lobo destro” disse Goku lanciandogli il piccolo oggetto.
Gohan, però, non riuscì ad afferrarlo e l’orecchino s’incastrò fra le rocce.
“Gohan, cerca di recuperarlo, presto. Io, intanto, terrò a bada Majin Bu.”
Goku iniziò a combattere contro il mostro che improvvisamente diventò più debole perché si era nel frattempo esaurita la fusione di Goten e Trunks essendo trascorsi più di trenta minuti.
Majin Bu, vedendosi nei guai, decise di assorbire Gohan.
“Ora sono più forte di prima e non ho neanche più il problema del limite di tempo” disse Majin Bu soddisfatto della nuova potenza acquisita assorbendo Gohan.
Goku, intanto, ritrovò l’orecchino ma non sapeva proprio più come comportarsi.
Da solo era certo di non riuscire a battere il mostro che aveva assorbito tutti gli altri guerrieri più forti diventando potentissimo.
Si guardò intorno notando che oltre a lui e a Majin Bu c’erano Dende e mister Satan ma non avrebbe certo ottenuto dei grandi risultati usando la fusione con uno di loro, anzi forse sarebbe divenuto addirittura più debole.
Ad un tratto, però, avvertì molto in lontananza l’aura di un noto guerriero saiyan.
Per un attimo rimase incredulo, poi, finalmente convinto che fosse proprio lui, lo raggiunse con il teletrasporto.
“Non mi sfuggirai, maledetto” gridò Majin Bu inseguendolo.


“Vegeta, allora è vero, sei proprio tu!” esclamò Goku raggiungendo il guerriero che era appena tornato sulla Terra con Baba.
“Cosa ci fai qui, Kakaroth?” chiese Vegeta sorpreso di rivederlo.
“Goku, sbaglio o non hai più l’aureola? Come hai fatto a tornare in vita?” chiese Baba osservandolo attentamente.
“Mi dispiace, ma ora non ho il tempo di dare delle spiegazioni. Baba, ti conviene andartene subito perché Majin Bu sta arrivando qui a gran velocità.”
Senza dargli il tempo di aggiungere altro, la vecchia fuggì a gambe levate augurando buona fortuna ai due guerrieri.
“Sono proprio contento che re Yammer ti abbia lasciato il corpo e rimandato sulla Terra, ha preso la decisione più saggia. Presto, prendi questo orecchino e infilalo al lobo destro.”
“Perché dovrei farlo?” chiese Vegeta guardingo.
“Grazie ad esso noi ci uniremo dando vita ad un nuovo potentissimo guerriero che riuscirà a battere quel mostro. Forza, mettitelo subito, Vegeta.”
“No, non lo farò. Non ho nessuna voglia di unirmi ad un ipocrita come te. Ho capito, sai, che sei in grado di trasformarti in super saiyan di terzo livello e che quindi mi hai preso in giro durante il nostro scontro trattenendo la tua forza” disse Vegeta infuriato.
“Scusami, ma devi credermi, non si tratta di niente di speciale! Il super saiyan di terzo livello fa consumare molta energia e sono in grado di reggere la trasformazione solo per qualche minuto. Per favore, Vegeta, per una volta metti da parte il disprezzo che provi per me e indossa questo orecchino, non abbiamo tempo da perdere” lo supplicò Goku.
“No, non lo farò mai” ribatté Vegeta testardamente.
Majin Bu, intanto, li raggiunse ed iniziò ad attaccarli.
I due saiyan tentarono in tutti i modi di contrastarlo senza, però, ottenere nessun risultato soddisfacente.
“No, così non va. In questo modo non tarderà molto a far fuori anche noi e a far saltare in aria la Terra.”
“Non m’importa.”
“Non essere il solito testardo, Vegeta! Davvero non t’importa nulla? Quel mostro si è mangiato tutti i nostri amici, compresa la tua Bulma e ha assorbito Junior e i nostri figli” rivelò Goku.
Vegeta rimase impietrito sentendo le parole di Goku, non potendo credere a ciò che era successo alla sua amata compagna e al loro moccioso che lui non era stato in grado di proteggere.
Decise che li avrebbe vendicati a qualunque costo, persino accettando di unire il suo corpo a quello del suo storico rivale.
“Avanti, Kakaroth, passami quell’arnese, forza.”
Goku lo guardò piacevolmente sorpreso dal fatto che si fosse finalmente convinto ad accettare la fusione con gli orecchini.
Era bastato rivelargli il destino di Bulma e Trunks per convincerlo e ciò dimostrava quanto lo spietato saiyan amasse la moglie e il figlio.
“Grazie, Vegeta. Ah, dimenticavo. Una volta che ci saremo uniti con gli orecchini non potremo mai più tornare in due.”
“Che cosa? Ma guarda che furbetto! Ti ringrazio per avermelo detto all’ultimo minuto” disse Vegeta con tono sarcastico.
Il saiyan non ebbe il tempo di aggiungere altro poiché, appena ebbe indossato l’orecchino, come una calamita venne attratto verso il corpo di Goku.
Una luce accecante li avvolse poi al posto dei due guerrieri ne comparve uno nuovo con aspetto e lineamenti misti di Goku e Vegeta.
“Preparati ad andare all’inferno, Majin Bu. Io, il grande Vegeku, ti batterò in men che non si dica.”
“Ah sì? Adesso lo vedremo, sbruffone.”
I due guerrieri iniziarono a combattere e ben presto Majin Bu si accorse della grande potenza del suo avversario che riusciva a stento ad attaccare.
Quando, però, Vegeku si trasformò in super saiyan, Majin Bu si trovò in netto svantaggio non riuscendo più a tenergli testa.
Lo trasformò persino in una caramella ma, con sua sorpresa, la forza di Vegeku era rimasta immutata e, anzi, per il mostro era ancora più difficile colpirlo visto che era diventato un oggetto minuscolo così fu costretto a farlo tornare normale.
Majin Bu ormai aveva capito che il suo avversario era molto più forte di lui perciò per vincere non gli restava altro che assorbirlo come aveva fatto con tutti gli altri.
Vegeku contava proprio su questo e qualche istante prima che Majin Bu lo assorbisse si coprì con una barriera protettiva.
Il geniale guerriero fu assorbito ma grazie alla sua barriera riuscì a rimanere se stesso senza confondersi con le cellule del mostro.
Appena disattivò la sua barriera, inaspettatamente, la fusione si sciolse e Goku e Vegeta si guardarono sorpresi.
“Ma com’è possibile? Kaioshin il Sommo mi aveva assicurato che la fusione tramite gli orecchini sarebbe stata permanente.”
“Già, mi ricordo che me lo avevi detto. La fusione deve essersi sciolta per il fetore che c’è qui dentro. Siamo stati veramente fortunati” disse Vegeta togliendosi l’orecchino e rompendolo.
“No! Perché l’hai fatto? Così non potremo più unirci!” protestò Goku.
“Non ho più alcuna intenzione di unirmi a te! Su, adesso sbrighiamoci a cercare gli altri e a liberarli, così potremo uscire al più presto da questo postaccio” ribatté Vegeta incamminandosi senza lasciare a Goku il tempo di dire niente.


I due saiyan iniziarono a vagare nello stomaco di Majin Bu e durante la loro ricerca dovettero sfuggire a degli strani animaletti verdi che assorbivano il cibo ingerito dal mostro per trasformarlo in energia per il suo organismo.
S’imbatterono anche in dei vermi giganteschi, la cui funzione non era ben definita.
“Che schifo! Io detesto le cose che strisciano!” disse Vegeta con la faccia divenuta verdognola mentre si metteva una mano sulla bocca per trattenere il vomito.
Goku lo guardò incredulo, trattenendosi dal ridergli in faccia per la sua espressione quasi comica.
“Allora anche il fiero e orgoglioso principe dei saiyan ha un punto debole! Certo che non mi sarei mai aspettato che avesse una fobia per gli animali che strisciano!” pensò Goku sorridendo.
“Scusate, avete visto dei tizi che ci somigliano passare da queste parti?” chiese Goku poco dopo ai vermi.
“Sì, ce n’era anche uno tutto verde. Sono andati da quella parte” rispose uno dei vermi indicando in alto.
Goku e Vegeta, allora, seguirono la direzione che gli era stata indicata e si ritrovarono nel cervello di Majin Bu.
Finalmente, dopo aver dovuto affrontare la proiezione dei loro compagni creata dai pensieri di Majin Bu, Goku e Vegeta riuscirono a ritrovare Junior e i ragazzi e li liberarono.
“Guarda là, Kakaroth” disse Vegeta indicando verso una parete.
“Che cosa? Non posso crederci, quello è il primo Majin Bu che abbiamo affrontato! Cosa ne dici? Proviamo a staccare anche lui?”
“Sì, d’accordo.”
Proprio quando stavano per avvicinarsi al primo Majin Bu, sentirono una voce che li raggelò.
“Come avete osato liberare le mie prede?”
“Che cosa? Non posso crederci, Majn Bu è capace di entrare nel suo corpo!” esclamò Goku.
“Proprio così. Le mie capacità sono infinite e ora me la pagherete cara.”
“Accidenti Vegeta, se non avessi rotto l’orecchino avremmo potuto unirci un’altra volta mentre ora a causa tua siamo veramente nei guai.”
“Bene, bene, quindi non potete più unirvi. Ah ah, allora sarà uno scherzo battervi.”
“Kakaroth, sei veramente un idiota! C’era proprio bisogno che ti mettessi ad urlare come uno straccivendolo?” chiese Vegeta lanciando un’occhiataccia al compagno.
Non ci fu altro tempo per parlare perché Majin Bu li attaccò.
I due saiyan riuscivano a fare ben poco contro di lui perché, trovandosi dentro al suo corpo, erano come piccoli insetti al suo confronto.
Accorgendosi che il mostro tentava ad ogni costo di difendere il primo Majin Bu dai loro colpi, Vegeta si preparò a staccarlo dal suo corpo.
“No, fermati! Se stacchi la mia metà io non sarò più me stesso!” disse Majin Bu spaventatissimo.
“La tua reazione è peggiore di quella che mi sarei aspettato” disse Vegeta staccando senza indugio il primo Majin Bu dal corpo a cui era legato.
Il mostro iniziò a lanciare delle urla lancinanti e le sue cellule si spostarono velocemente.
Goku e Vegeta approfittarono del momento per fuggire insieme ai compagni che erano ancora svenuti.
“Hai visto? Si è rimpicciolito un po’. Adesso dovremmo essere in grado di batterlo anche senza la fusione” disse Goku indicando Majin Bu e Vegeta fece un sorrisetto soddisfatto.


“Oh, mio dio, è tornato al suo aspetto originario!” disse Kaioshin il Superiore impallidendo visibilmente quando notò il nuovo aspetto di Majin Bu.
“Che cosa significa? Esigo subito una spiegazione” disse Kaioshin il Sommo.
“Questo è il vero Majin Bu, il mostro che era stato creato dal mago Bibidi. Quando noi Kaioshin lo attaccammo ne assorbì uno assumendo l’aspetto del Majin Bu grassottello e diventando un po’ meno malvagio. Ora, però, è regredito tornando ad essere puramente malvagio come lo aveva creato Bibidi e sarà più difficile per i due saiyan riuscire a sconfiggerlo” raccontò Kaioshin il Superiore e sembrava che avesse ragione poiché Majin Bu lanciò un’enorme sfera d’energia che avrebbe distrutto la Terra entro pochissimo tempo.
“Oh, mio dio, presto Vegeta, fuggiamo con il teletrasporto” disse Goku.
Il guerriero afferrò Dende e mister Satan mentre stava dirigendosi dove avevano lasciato Junior e i ragazzi.
Goku, però, con l’angoscia di avere pochi secondi a disposizione non riusciva a teletrasportarsi.
Fortunatamente venne ad aiutarlo Kaioshin il Superiore che senza indugio teletrasportò lui, Vegeta, Dende e mister Satan sul suo pianeta un attimo prima che la Terra esplodesse non facendo, però, in tempo a salvare Junior e i ragazzi che morirono nell’esplosione.
“Kakaroth, come hai potuto preferire quei due buoni a nulla a Trunks e gli altri?” chiese Vegeta adirato per la morte del figlio sapendo che se Goku non avesse perso tempo a raccogliere Dende e mister Satan avrebbero raggiunto i compagni quando Kaioshin il Superiore era giunto in loro aiuto.
Goku non sapeva cosa rispondergli per il gran senso di colpa che lo opprimeva.
Il povero mister Satan, intanto, si guardava intorno spaesato pensando che tutto ciò fosse solo un sogno, mentre gli altri osservavano dalla sfera di cristallo Majin Bu spostarsi su vari pianeti e distruggerli senza indugio.
“Ragazzi, credo proprio che stia cercando voi e continuerà a distruggere tutto finché non riuscirà a trovarvi” disse Kaioshin il Sommo.
Goku e Vegeta osservarono le varie mosse di Majin Bu provando un odio feroce contro di lui che aveva ucciso le persone che amavano e distrutto anche l’ultima speranza di farli tornare in vita visto che le sfere del drago erano sparite con l’esplosione della Terra.
“Potremo sistemare tutto grazie alle sfere del drago namecciane. Basterà che ci rechiamo su Neo Namek e il Capo dei Saggi ce le darà senza esitazioni” disse Dende poco dopo.
“Già, ma il tuo pianeta è molto lontano da qui e non sono certo di riuscire a raggiungerlo con il mio teletrasporto e non abbiamo neanche delle navicelle spaziali” disse Goku.
“Scusate, io non so cosa siano queste sfere del drago o a cosa servano ma ho la facoltà di teletrasportarmi in qualsiasi pianeta, anche il più lontano nell’universo, perciò potete contare su di me” disse Kaioshin il Superiore.
“Bene, allora adesso non ci resta che battere Majin Bu poi faremo tornare tutto alla normalità” disse Vegeta soddisfatto.
“Aspettate un attimo! Non potete usare le sfere del drago per nessun motivo. Esiste una legge per cui solo ai namecciani è concesso usarle per questioni riguardanti il loro pianeta e non per altri popoli” intervenne Kaioshin il Sommo.
“Non è il caso di essere così pignoli! Facciamo così, se lei ci darà il permesso di usare le sfere, io le porterò la foto di una bellissima donna nuda” disse Goku.
“Davvero? Ok, per questa volta farò uno strappo alla regola e vi concederò di usare le sfere del drago. Basta che però la promessa venga mantenuta visto che quando ho aumentato la forza di Gohan non ho avuto il bacio che mi avevate promesso da quella bellezza mozzafiato con il cervello fino. La sua foto la esigo, capito?”
“Sì, certo. Non ne dubiti, signore.”
“Kakaroth, spero vivamente che la bellissima donna a cui ti riferisci non sia Bulma” disse Vegeta con il tarlo del dubbio che lo aveva sfiorato appena il compagno aveva fatto la sua promessa al vecchio pervertito.
Notando l’espressione di Goku, Vegeta capì di aver indovinato e s’infuriò.
“Mascalzone! Bulma è mia moglie, te ne sei scordato? Stai lontano da lei, ha capito bene? Dagli una foto di Chichi, al vecchio porco!”
“Ma Vegeta, lo sai che Chichi non è bella come Bulma! In fondo era un complimento!” cercò di giustificarsi Goku.
Il loro battibecco venne interrotto da Kaioshin il Superiore che, continuando a guardare nella sfera, vide che Majin Bu proseguiva la sua opera di distruzione.
“Kakaroth, incrementiamo la nostra aura per farci trovare così combatteremo qui. Kaioshin, Dende, appena Majin Bu arriva voi andate a nascondervi in un posto sicuro” disse Vegeta.
“Sì, d’accordo.”
Goku e Vegeta aumentarono la loro aura e Majin Bu, avvertendoli, li raggiunse subito.
I due saiyan fecero la conta per decidere chi avrebbe combattuto per primo e toccò a Goku che senza indugio si trasformò in super saiyan di terzo livello e iniziò lo scontro con Majin Bu.


Vegeta assistette allo scontro che vedeva i due avversari pressoché alla pari e per la prima volta capì di non odiare più Kakaroth.
“Sei proprio un guerriero straordinario, Kakaroth. Chi se lo sarebbe mai aspettato da un saiyan di infimo livello, inviato da piccolo in un pianeta abitato da persone deboli come i terrestri? Grazie a te ho capito che l’amore è un punto di forza, non di debolezza. Il desiderio di proteggere le persone che ami ti permette di sviluppare una forza inimmaginabile ed è questa la tua abilità che ti fa migliorare, insieme al desiderio di misurarti con avversari sempre più forti. Forza Kakaroth, sei tu il numero uno della galassia” pensò Vegeta senza più traccia di gelosia per la superiorità dell’altro guerriero.
“Cosa aspetti a finirlo, Kakaroth? Ora che sei super saiyan di terzo livello dovresti farcela senza problemi.”
“Vorrei farlo ma non è così facile come sembra. Il super saiyan di terzo livello fa consumare molto energia ed io avrei bisogno di qualche minuto per raccoglierne dell’altra.”
“Lo stai dicendo per me? Per non farmi sentire inutile sapendo che non sono in grado di competere con Majin Bu?” chiese Vegeta.
“Ma no, che stai dicendo? Ho veramente bisogno di qualche minuto di tempo per accumulare l’energia per dargli il colpo di grazia.”
“D’accordo. Tu, allora, inizia mentre io cercherò di tenere occupato Majin Bu.”
“Vegeta, mi raccomando, stai attento.”
Vegeta andò ad affrontare Majin Bu ma il terribile mostro rosa era molto più forte di lui e il principe le prese di santa ragione mentre tentava coraggiosamente di tenerlo lontano da Goku.
Goku, intanto, cercava di accumulare energia e non riusciva a spiegarsi il motivo per cui, invece, continuava a perderne fino addirittura a non riuscire più a reggere la trasformazione in super saiyan.
Majin Bu, nel frattempo, fu costretto ad espellere dal suo corpo l’altro se stesso perché costui si era affezionato a mister Satan che era lì presente e si rifiutava di fargli del male.
I due Majin Bu, inaspettatamente, cominciarono a combattere l’uno contro l’altro mentre Vegeta, allo stremo delle forze, ne approfittò per raggiungere Goku.
“Ma si può sapere cosa ti è successo? Invece d’incrementare la tua energia non sei più nemmeno super saiyan!”
“Mi dispiace, Vegeta, ma neanch’io so spiegarmene il motivo. Il super saiyan di terzo livello mi ha prosciugato le forze.”
Vegeta riportò la sua attenzione sullo scontro fra i due Majin Bu e si accorse subito che quello buono che aveva fatto amicizia con mister Satan era decisamente più debole dell’altro e che non avrebbe retto ancora per molto tempo così il geniale saiyan pensò in fretta ad un piano.
“Kaioshin, Dende, presto recatevi suo Neo Namek a recuperare le sfere del drago. Ho due desideri da chiedere a Polunga” disse Vegeta.
“Ma Vegeta, che cos’hai in mente?” chiese Dende che non era affatto certo di potersi fidare di lui considerando il suo terribile passato di guerriero malvagio.
“Non c’è tempo per le spiegazioni. Presto, andate su Neo Namek” ribatté Vegeta spazientito.
“Fate come dice Vegeta. Sono certo che ha in mente un piano per battere Majin Bu” disse Goku che non aveva capito cosa aveva in mente il compagno ma era certo di potersi fidare di lui.
I Kaioshin e Dende, allora, senza ulteriori indugi si recarono su Neo Namek dove i namecciani li accolsero con cortesia e diedero subito loro le sfere magiche.
“Vegeta, le sfere sono già a nostra disposizione” disse Dende comunicando telepaticamente con il saiyan.
“Ok, allora invocate subito Polunga e come primo desiderio chiedetegli di ripristinare la Terra e come secondo di far resuscitare tutti coloro che sono stati uccisi dal giorno della comparsa di Babidi eccetto i malvagi.”
Dende provò un attimo di panico per la seconda richiesta visto che Polunga poteva resuscitare solo una persona alla volta ma il Capo dei Saggi lo rassicurò dicendo di aver potenziato i poteri del drago dopo la faccenda di Freezer così poté proseguire ad esporre i desideri di Vegeta senza problemi.
“Vegeta, perché non hai chiesto semplicemente che venissero resuscitate le vittime di Majin Bu?” chiese Goku.
“Sei uno sciocco, Kakaroth! In questo modo sarebbero tornati in vita anche Babidi e Darbula, creandoci altri grattacapi ed inoltre volevo far resuscitare le vittime che ho fatto allo stadio” rispose Vegeta ricordando con rimorso la strage che aveva compiuto.
Polunga, intanto, dopo aver ripristinato la Terra, resuscitò tutte le persone buone morte dall’arrivo di Babidi sul pianeta.
“Vegeta, non hai più l’aureola! Questo significa che sei tornato in vita, quindi, Polunga non ti ha considerato cattivo” disse Goku, sorridendo quando notò l’imbarazzo del principe che proprio non aveva pensato che il drago lo avrebbe resuscitato insieme agli altri.
“Presto, Kakaroth, preparati. Userai l’energia sferica che raccoglierai dai terrestri tornati in vita per eliminare Majin Bu” disse Vegeta poco dopo quando Dende lo avvertì che Polunga aveva resuscitato tutti quanti.
“Wow Vegeta, questa sì che è un’idea geniale!” commentò Goku a cui non era proprio venuto in mente di utilizzare quella potente arma come colpo finale per distruggere il potente nemico.
Vegeta, poi, tramite re Kaio, comunicò con i terrestri chiedendo loro di alzare le braccia verso il cielo affinché un guerriero coraggioso che stava affrontando Majin Bu per la loro salvezza riuscisse ad annientare il terribile mostro.


Al palazzo del Supremo tutti si guardarono sorpresi perché l’ultima cosa che ricordavano era di essere stati mangiati da Majin Bu.
Ad un tratto sentirono la voce di Vegeta e senza indugio alzarono le braccia verso il cielo avendo capito che serviva la loro energia per formare l’Energia Sferica.
Bulma pianse commossa riconoscendo la voce del marito e sperò che quell’incubo finisse al più presto per poterlo riabbracciare insieme al loro figlio che appena tornato insieme a Junior, Gohan e Goten.
Oltre ai loro amici, però, nessun altro offriva a Goku la sua energia non fidandosi di Vegeta.
Anche Goku fece un appello ai terrestri mentre Vegeta cercò di tenere occupato Majin Bu ma neanche lui riuscì ad ottenere granché.
Solo mister Satan, che finalmente aveva capito che non era un sogno, riuscì ad ottenere la collaborazione dei terrestri che osannando il nome del loro eroe alzarono senza timori le braccia in alto.
Goku, finalmente, riuscì a creare una sfera enorme e stava per lanciarla quando si accorse che Vegeta era a terra accanto a Majin Bu.
“Vegeta, spostati o rimarrai coinvolto.”
Il saiyan, però, non aveva più la forza di alzarsi per i colpi ricevuti dal mostro e disse: “Non preoccuparti per me, lancia subito quella sfera. Coraggio, Kakaroth.”
Goku, però, non riusciva a decidersi perché non voleva uccidere Vegeta che da tanto tempo considerava un amico nonostante il modo in cui lui lo aveva sempre trattato.
Inaspettatamente, però, intervennero mister Satan e il Majin Bu buono che portarono Vegeta al sicuro così Goku poté lanciare la sfera.
Majin Bu riuscì a resistere con tenacia al suo attaccò poiché Goku aveva esaurito l’energia e non aveva la forza di lanciare la sfera.
Dende, allora, usò il terzo desiderio per chiedere a Polunga di dare a Goku un po’ d’energia così il saiyan riuscì ad imprimere più forza alla gigantesca sfera che disintegrò il malvagio Majin Bu.
Goku, un attimo prima che il mostro venisse travolto dalla sfera, desiderò inconsciamente che rinascesse buono per potersi scontrare di nuovo con lui in futuro e qualche anno più tardi avrebbe scoperto che la sua richiesta era stata ascoltata all’incontro con Ub, la reincarnazione benigna del terribile Majin Bu.


Ora che finalmente il mostro era stato annientato, Goku e Vegeta, rimessi in sesto da Dende, poterono tornare sulla Terra.
Mister Satan, che si era affezionato al Majin Bu buono, supplicò che lo risparmiassero e loro accettarono anche se Vegeta non era affatto convinto che si trattasse di una buona idea.
Appena arrivarono al palazzo del Supremo, i loro familiari corsero ad abbracciarli con entusiasmo.
Chichi era felicissima quando il marito le disse di essere tornato in vita e di avere intenzione di tornare a casa con lei e i loro figli.
Trunks corse ad abbracciare il suo papà, felicissimo del suo ritorno mentre Bulma lo guardava, fiera ed orgogliosa di come il suo uomo si era comportato contro il mostro.
Rimase perplessa quando notò che lui cercava di evitare il suo sguardo appena lo abbracciò e lo attribuì al fatto che non volesse farsi vedere dagli altri lasciarsi andare in smancerie per non perdere la sua reputazione da duro.


Al ritorno a casa, però, dopo che Trunks e i suoi genitori andarono a dormire e loro due rimasero soli, Bulma si accorse che lui cercava ancora di evitarla.
“Tesoro, che cos’hai? Sei più taciturno del solito!” disse Bulma quando andarono nella loro stanza.
“Bulma, tu non sai cos’ho fatto.”
“Di cosa stai parlando? Io so solo che sei stato un eroe e che il tuo contributo è stato fondamentale contro Majn Bu.”
“E’ stata colpa se quel mostro è uscito dalla sfera in cui era sigillato e sono stato io a compiere una strage al torneo” rivelò lui, incapace di guardarla mentre il rimorso delle sue ultime azioni lo perseguitava.
“Sì, lo so. Anch’io mi trovavo allo stadio, non ricordi? Goku poi mi ha raccontato tutto il resto” disse Bulma abbracciandolo.
“E mi ami ancora dopo tutto ciò che ho fatto?” chiese lui incredulo.
“Sì, certo. Come puoi dubitarne? Tu sei tutta la mia vita e ho sentito una fitta al cuore quando sei morto e ho sofferto talmente quando Goku me l’hai detto che avrei voluto morire anch’io per raggiungerti nell’al di là. Inoltre, tu hai pagato i tuoi peccati sacrificandoti contro quel mostro e aiutando Goku nella battaglia finale.”
Vegeta la strinse a sé affondando il viso nei suoi soffici capelli azzurri, pensando ancora una volta a quanto fosse stato fortunato ad avere trovato quella donna stupenda, che lo capiva e perdonava sempre e voleva dirglielo.
“Bulma, io…” iniziò a dire lui ma fu interrotto quando sua moglie gli posò una mano sulla bocca impedendogli di continuare.
“Sì, lo so, amore mio. Andiamo a letto e cerchiamo di dimenticare questa brutta avventura, cosa ne dici?” disse lei baciandogli dolcemente una guancia.
Bulma poi lo prese per mano e lo condusse nel loro letto dove avevano sempre risolto i loro disaccordi amandosi con tutta l’anima.
La donna aveva sofferto quando aveva visto il marito uccidere tutti quegli innocenti e aveva addirittura stentato a riconoscerlo, temendo che fosse ritornato ad essere il malvagio saiyan di un tempo e non più il suo amato compagno.
Ora, però, aveva capito che si era trattata di un’ultima debolezza del saiyan, l’ultima sua azione malvagia prima di staccarsi definitivamente dal suo passato di assassino spaziale.
Vegeta ora non era più un essere malvagio, con il suo eroico sacrificio e l’aiuto prestato a Goku nello scontro finale lo aveva dimostrato, altrimenti Polunga non lo avrebbe fatto tornare in vita alla richiesta di resuscitare solo i buoni.
“Principessa, tu sei l’unica persona che mi ha sempre capito e donato tutta te stessa senza mai avere niente in cambio” disse Vegeta stendendosi sul letto.
“Non è vero, Vegeta. Tu mi hai dato la cosa più preziosa della mia vita, Trunks, il nostro meraviglioso bambino. Amore mio, il nostro adorato moccioso sta crescendo e ora vorrei che avessimo un altro bambino” confessò Bulma appoggiandosi alla spalla dell’uomo.
“Perché no? Il mondo potrebbe aver bisogno di un altro mezzo saiyan” disse Vegeta spostandosi per farle appoggiare la schiena sul materasso e mettendosi sopra di lei.
“Questa notte, moglie mia, concepiremo un nuovo membro della famiglia reale dei saiyan a costo di doverci impiegare fino all’alba per ottenerlo.”
“E’ una prospettiva che mi alletta molto. Avanti, mio principe, io sto aspettando solo te il nuovo figlio che mi hai promesso.”
Vegeta non se lo fece ripetere due volte e con la delicatezza che le aveva sempre dimostrato nei loro momenti d’intimità baciò e accarezzò con ardore sempre più crescente il suo corpo statuario mentre lei lo ricambiava facendolo impazzire con le sue mani delicate che vagavano sui suoi muscoli guizzanti.
“Ti amo tanto, mio Vegeta” disse Bulma prima di addormentarsi.
“Anch’io, principessa dei saiyan” ribatté lui baciandole con tenerezza una ciocca dei suoi lucenti capelli azzurri per poi addormentarsi a sua volta.


Nove mesi dopo quella notte meravigliosa nacque Bra, la figlia di Bulma e Vegeta, concepita dall’amore della bellissima e testarda scienziata e dell’affascinante e orgoglioso principe dei saiyan e che con la sua nascita consolidò l’unione della stupenda e improbabile coppia, dimostrando che il malvagio guerriero venuto sulla Terra con oscuri propositi alla fine era stato vinto, non da un rivale più forte, ma dalla magia dell’amore di una stupenda terrestre dai capelli di cielo.


F I N E

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