Give me a kiss to remember

di Blood Candy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - It's just a kiss to remember ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Introduzione


Forse sono stato uno stronzo.
Forse ho sbagliato tutto.
Forse dovrei prendere il mio orgoglio e il mio egoismo ed usarli per distruggermi.
Forse lo ho già fatto.
Forse mi odio, per tutto.
 
Vai indietro a quel giorno di Febbraio.
Faceva freddo.
L’aria gelida della sera penetrava nelle ossa, sotto al giubbotto nero; stringeva persino i peli del culo.
Frank stava andando in cucina, per la cena.
Il ragazzo dai capelli neri come la pece e l’animo gentile.
Il ragazzo perfetto.
Il mio salvatore.
Giusto?
Sbagliato.
Frank era buono.
Frank aspettava che la sua vita andasse bene, perché lui era buono.
Frank era un illuso.
Si sarebbe seduto e in quel momento sarei arrivato io, pensava.
Io, sfogliando la posta e lamentandomi delle bollette.
Perché io sono piagnucoloso
Perché io sono lagnoso.
Perché io non so fare altro.
Giusto?
Forse.
Avrei chiuso distrattamente la porta con un piede e avrei posato le buste bianche sul tavolo in entrata accanto alla chiavi, pensava.
Avrei alzato lo sguardo e mi sarei trovato accanto il ragazzo perfetto (bugia), il mio salvatore (menzogna).
Avrei atteso che lui s’alzasse sulle punte e mi stampasse un bacio sulle labbra, pensava.
Perché lui era buono e io cattivo.
Perché lui era gentile e io stronzo.
E come al solito il cuore di Frank si sarebbe sciolto nel vedere i miei occhi.
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. I miei son color merda marcia.
Frank però è buono. Lui dice che sono olivastri. Lui è il mio salvatore.
Frottola. Fandonia. Falsità.
Cazzate.
I miei occhi color merda avrebbero brillato solo per lui, pensava.
Lui mi amava, diceva.
Balla.
Frank al riparo nella sua dolce casetta colma d’amore (bugia) velocizzò il passo.
Voleva che quella perfetta routine (menzogna) si ripetesse di nuovo.
Mi aspettava allora impaziente, ma io tardavo.
Perché io sono cattivo.
Perché io sono il male.
Perché io sono merda pura.
Giusto?
Giusto.
Le lancette straziavano l’aria con il loro ticchettio subdolo.
Era passato un quarto d’ora.
Avrà trovato traffico, pensava Frank, che come al solito cercava il lato positivo nelle cose.
Perché lui era il ragazzo buono.
Perché lui era il mio salvatore.
Forse mi sta preparando una sorpresa, pensava Frank.
E intanto moriva di fame, ma aspettava.
Non avrebbe mangiato da solo, perché aveva preparato il pasto per due.
Perché lui mi amava. Perché lui mi avrebbe salvato.
Frode. Ciancia.
 
Tic..Toc..Tic..Toc..
E il tempo passava.
E le lancette tintinnavano.
E il telefono taceva.
Se fossi stato in auto lo avrei chiamato, pensava il piccolo santo.
Frank era sempre il mio pensiero, pensava il Gesù Cristo della situazione.
Ma sui cristalli rotti del telefonino non compariva nessun nome.
Quei dannatissimi diamanti non s’illuminavano.
Perché per Me Frank era l’intero universo. La luce che illuminava le mie notti ed il sole che rallegrava le mie giornate. Il mio eroe.
Bugia. Menzogna. Cazzata.
Era un ombrello sotto cui ripararmi dalla pioggia. Era la mia casa.
Finzione. Illusione.
La piccola sagoma dell’angelo senz’ali rassegnato si alzò dalla sedia, e andò a mettere via i pasti diventati ormai troppo freddi per essere consumati. Povera anima (balla).
Il principe azzurro prese il suo bicchiere di vino e si diresse verso la finestra, e scenicamente avrebbe volto il suo sguardo avvilito verso le nostalgiche luci della città, cercando con i suoi occhioni verdi – e non verdi merda marcia, più verdi smeraldo trattato ed incastonato in un anello d’oro da 12 carati, comprato da Tiffany – la mia sagoma giù nella strada colma di macchine rumorose.
Provò a chiamarmi, e non risposi.
Oh, perché la mia anima è merda marcia.
Oh, povera creatura celeste.
Era passata un’ora, e il supereroe era deciso a trovarmi.
Ed allora prese la prima giacca che gli capitò in mano e s’infilò distrattamente le scarpe da ginnastica e il piccolo cavaliere si precipitò come una saetta dalle scale.
E correva il nostro eroe! Correva così veloce che le probabilità di inciampare e frantumare il suo cranio angelico erano salite oltre il 70%. Ma il principe stellare non se ne importava.
Poi i singhiozzii.
Quelli provenivano dal sottoscala, ed erano più rumorosi dei passi di Frank.
Ma il mistico salvatore dapprima neppure si avvicinò per scoprire chi li stesse producendo, tanto era impegnato nella ricerca del suo amato (frottola).
Ma l’angelico eroe, spinto dai sensi di colpa (fandonia) tornò indietro.
Ed ero io.
Il semidio della situazione si avvicinò velocemente.
Mi hai fatto preoccupare sai? Non farlo mai più, diceva, e tentava di abbracciarmi.
E io gli diedi uno schiaffo, in risposta.
Io deturpai il suo bel visino.
Io mancai di rispetto a Gesù Cristo.
 Ed allora lui, il Misericordioso, provò semplicemente ad avvicinarsi.
E io mi allontanai ancora.
Ehi, sono io, che succede?, diceva.
Gerard sono solo io, ripeteva, Frank.
Il mio salvatore. Il mio principe azzurro.
Frode. Falsità.
Ed io rimasi muto, ed andai via.
Lo lasciai solo.
Io lo stronzo, lui il gentile.
Io il cattivo, lui sempre il buono.
Non mi seguì.
Il suo sguardo di Giade luminose graziò il terreno, e si soffermò su una busta aperta.
E il nostro eroe non capì.
Poi notò: era la lettera.
Se n'era completamente scordato, poverino.
Era successo tanto tempo prima.
Preso dall'emozione dei suoi amici si era iscritto al volontariato per la guerra, per fare il soldato.
Perché non gli bastava essere il mio salvatore. Lui voleva salvare il mondo. Giusto? Non lo so.
Il povero angelo credeva che la burocrazia non avesse notato il suo nome.
Credeva di esserne sfuggito, il Supremo.
Ma ora quella lettera era là, spiegazzata a terra e bagnata di lacrime salate.
Il karma aveva funzionato male a quanto pare.
Perché lui era buono.
Perché a lui la vita sarebbe dovuta andare bene.
Bussò alla porta, non ricevette risposta.
Tentò ancora una volta. Due. Tre
Silenzio. Silenzio. Silenzio.
Tirò quindi fuori le chiavi dalla sua giacca spiegazzata, per aprire da sé.
E io ero chiuso in camera, e lui mi poteva sentire urlare.
E io potevo sentire il suo cuore trafitto da ogni lacrima che colava sulle mie guance.
E me ne fregavo, perché io sono cattivo.
Sarei uscito prima o poi, pensava Frank.
Non sarei rimasto per sempre là, pensava.
 
Ma passarono delle ore, e io non m’ero mosso.
E forse avevo fame, pensò il Supremo.
Il Santo pensò di passarmi il piatto che aveva precedentemente messo via attraverso la finestra, magari lo avrei apprezzato. Giusto? Sbagliato.
Potevo nutrirmi dello schifo della mia anima sporca, non mi serviva il cibo.
E nella notte più fonda, quando il cavaliere magico che attendeva il suo amato accanto la porta si era addormentato, io uscii dalla porta.
Ma non feci tempo a raggiungere la bottiglia d'acqua che Frank si svegliò, e decisi di lasciargli il suo attimo di gloria.
Un altro.
Lasciai nutrire il suo ego.
Di nuovo.
E mi lasciai bloccare senza far troppa resistenza.
Così nel mezzo della notte dovetti sentire scuse che non volvevo sentire e ascoltare spiegazioni che non volevo ascoltare.
E non versò neanche una lacrima il Mistico.
No, non poteva mostrarsi debole, non poteva avere paura.
La sua paura avrebbe potuto significare una qualche insicurezza, non poteva avere dubbi sulla sua sopravvivenza.
Se fosse morto, lo sapeva che Gerard non l'avrebbe mai sopportato.
Cazzate.
 
La settimana successiva passò così, io non rivolgevo parola a Frank e il Meraviglioso non mi guardava negli occhi.
Tutto era rimasto fermo a quella notte.
Ma le cose non si sistemavano.
 
E poi io, bastardo senza cuore, dopo il lungo fischio del treno, decisi di rompere il silenzio.
Ed allora un piccolo infame Ciao, un saluto senza emozioni, distrusse quel silenzio tanto romantico.
 
Perché questa è una storia d’amore.
Giusto?

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - It's just a kiss to remember ***


Capitolo 1 - It's just a kiss to remember
 

“Cara Helena,
Non ti lamentare, sei tu che m’hai dato il permesso di contattarti nel momento del bisogno.
Non m’importa se sei morta. Sinonimi: deceduta, defunta, estinta, trapassata, scomparsa, stecchita, esanime.
Scegli tu.
Sono due mesi che Frank è in guerra. Dall’altra parte del mondo. Forse mi manca, forse no. Non lo so.
Quando l’ho saputo mi sono arrabbiato. Sinonimi: rritato, adirato, stizzito, infuriato, incazzato. Scegli tu.
Non gli ho parlato per una settimana, o meno, o più. Non lo so.
Pensavo che avrebbe cambiato idea, e non lo ha fatto.
Perché lui è di parola.
Perché lui è buono.
Giusto?
Dimmelo tu. Rispondimi. Perché io non lo so più.
Da quando è partito la casa è vuota. Sinonimi: sgombra, deserta, solitaria, disabitata.
Sinonimi anche, però: libera, disponibile. Quale scegli tu, nonnina cara? Io opto per i secondi.
Io non sono legato al culo di Frank. Io sono libero.
Io sono cattivo.
Io sono stronzo.
Io sono.
Non so più cosa sono.
Ero un la persona da salvare.
Ora non sono più nulla.
Ora rincomincio. Ora costruisco Me Stesso.
Ora mando a fanculo le regole.
Non so più nulla di lui da una settimana, ad ogni modo.
Forse è ferito.
Forse è morto.
Forse sono triste.
Forse no
Sono triste perché non riesco più a scrivere testi. Neanche una parola. Il foglio è bianco.
Sinonimi: candido, latteo, niveo, immacolato, pulito, intatto. Scegli tu.
Temo che se morisse lui non piangerei. Forse ho sciupato tutte le mie lacrime per te.
A te volevo bene.
Anche a lui voglio bene. Credo. Non lo so.
La settimana scorsa Mikey mi ha trascinato in terapia, contro il mio volere.
Mi ha infastidito. Sinonimi: molestato, disturbato, incomodato, irritato, tormentato, tediato. Scegli tu.
È depressione, mi ha detto lo psicologo.
Devi prendere medicine, ha detto.
Sinonimi: droghe, stupefacenti, narcotici, allucinogeni.
Sinonimi anche, però: cose inutili, cose vane, cose superflue, cose inefficaci, cose futili.
Non funzioneranno. Non hanno mai funzionato.
Le prenderò comunque, per tranquillizzare Mikey.
E per la mia scorta personale.
Parliamo un po’ di Mikey. Sinonimi: mio fratello, tuo nipote, quattrocchi, ragazzino solitario, tipo silenzioso.
Sinonimi anche, però: persona che mi sta vicina in questo periodo, persona che cerca di aiutarmi, perso che io respingo.
Perché io sono cattivo.
Perché io sono uno stronzo.
Perché io sono.
Sta venendo su bene, è un bel ragazzo.
Certo, dovrebbe cambiare montatura di occhiali.
Certo, dovrebbe mettere su massa.
Certo, dovrebbe cambiare taglio di capelli.
Però è un bel ragazzo.
E poi è gentile, credo.
Quel tipo di gentile che attira le ragazze. O le checche.
Mi chiedo perché non ce l’abbia, una ragazza.
Mi chiedo se pure lui sia gay.
Sinonimi: omosessuale, finocchio, frocio, ciucciacazzi, recchione. Scegli tu.
O forse è solo confuso.
Dovrebbe chiarirsi, comunque. Poi potrebbe fare strage di cuori, credo. Forse.
Ma ora rispondimi: Frank è lì con te?
Ho bisogno di saperlo. Ho bisogno di fare piani.
Pensavo ad un “salti tu, salto io”.
Muore Frank, muoio io.
Perché sono dipendente da lui.
Sinonimi: vincolato, sottomesso, subordinato. Scegli tu.
Posso affermare che mi manchi. Credo. Forse sì.
Lo stronzo senza cuore.
 
Gerard ilcattivo Way.”
 

Ed ero steso sul letto.
E non piangevo (frode).
E ancora una volta ero solo.
Ed Helena era l’unica persona di cui mi fidassi.
Ed era schifosamente morta, deceduta, esanime.
Poi, senza motivo apparente, mi ritrovai a pensare a Mikey.
Il mio fratellino, piccolo docile bambino troppo magro. Sinonimi: allampanato, smilzo.
Mi sarei dovuto prendere cura di lui. Non ci ero mai riuscito.
Fallimento n° hopersoilconto.
Toc.
Toc.
Toctoc.
Toc.
Toctoctoctoctoctoc.
BUM.
BUMBUM
BUMBUMBUM.
Gerard, urlava la voce di là.
Gerard ci sei?
No. Non ci sono.
No. Vattene.
Gerard rispondi.
Io sto rispondendo. Forse non con la voce.
Gerard, stai bene?
No. Sì. Forse. Non lo so.
Gerard cazzo aprimi.
Come sei lagnoso fratellino.
Perché non ti trovi una persona che vuole essere salvata?
Io ho già Frank.
È lui quello buono. È lui l’eroe. È lui il mio salvatore.
Frottola. Fandonia. Menzogna.
Bugie.
Tanto ho la chiave.
E allora non rompere. Entra e basta.
Sentii la serratura cigolare.
Sentii i passi sulla moquette.
Sentii il respiro sul mio collo.
Sentii le braccia lunghe che si aprono dietro di me.
Penso fosse un abbraccio, credo, non so. Non mi piacciono gli abbracci.
Preso da follia, o forse semplice nostalgia ed abitudine, alzai lo sguardo.
E non era Frank.
E ci rimasi male.
E mi sentii in colpa.
Perché io sono cattivo.
Perché io sono stronzo.
Perché io sono egoista.
Perché io sono.
Perché io sono un mostro.
Ma lo giuro, accadde tutto così in fretta.
Perché io sono uno scherzo della natura.
Ma lo giuro, non era nulla di sessuale.
Perché io sono lo schifo del mondo.
Ma lo giuro, era un puro gesto d’affetto.
Perché io sono merda marcia, come i miei occhi e la mia anima.
Ma lo giuro, era solo un bacio. Un bacio per ricordare.

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