A Strange World

di Ipox_017
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I folletti del vento ***
Capitolo 2: *** Un'idea da suicidio ***
Capitolo 3: *** Vacanza dagli zii ***
Capitolo 4: *** Situazione impossibile ***
Capitolo 5: *** Il ritorno ***
Capitolo 6: *** Non era un sogno ***
Capitolo 7: *** Gelosia e odio ***
Capitolo 8: *** Soluzioni e nuovi litigi ***
Capitolo 9: *** Il primo volo ***
Capitolo 10: *** Un caso risolto ***
Capitolo 11: *** Tentazioni e tradimenti ***
Capitolo 12: *** Mai e per sempre ***
Capitolo 13: *** La fine di tutto ***
Capitolo 14: *** Il posto di Connie ***



Capitolo 1
*** I folletti del vento ***


Allora questa è la quinta, se non sesta volta che provo a pubblicare questo benedettissimo capitolo, ma non si vedono mai i dialoghi. Speriamo che adesso vada meglio. 
Buongiorno :D. Allora sono una semplice ragazza con la pazienza di un geco che ama leggere. Da due annetti ho iniziato anche a scirvere storie fine a se stesse, quindi mai pubblicate. Quando ho scoperto EFP ho quindi pensato di pubblicarne una qui per questo eccomi qua. Sono anche un'amante dei film Disney e DreamWorks. Ho visto sia Dragon Trainer che Dragon Trainer 2 e mi sono innamorata (davvero gran bel film). Così mi è venuta questa ideuccia che spero vi piaccia. Se ve gusta por favor lasciate una recensione.
Buona lettura ;)


Connie non sopporta il suo mondo. In questi ultimi quattordici anni, da quando ha preso conoscenza, non ha fatto altro che imparare ad odiarlo. Tutto, senza esclusione di isole sperdute e luoghi dimenticati da Dio. Lo trova noioso, corrotto, pieno di gente inutile che smette di vivere solo per sopravvivere. Lei è una ragazza molto riservata, che dalla mattina alla sera sta davanti al computer o alla televisione, non esce mai, tranne ovviamente quando deve andare a scuola. Ma adesso ci sono le vacanze estive. Molte volte ha desiderato che la sua vita fosse uno di quei tanti film che ha visto. Vorrebbe essere un’eroina, una strega, una fata, un animale mistico. Vorrebbe combattere al fianco di valorosi guerrieri, compiere magie straordinarie. Cadere per poi rialzarsi più forte. Invece è solo una semplice ragazza di diciannove anni, senza patente, senza un ragazzo, con criceto per amico e con dei piedi così tondi che se cade non riuscirebbe ad alzarsi proprio. La cosa che le dava più fastidio era che tutte le persone del mondo, oh almeno tutte quelle che conosceva, riuscivano a trovare il loro posto nel mondo, mentre lei no. Lei si sentiva a disagio continuamente, sempre fuori luogo in tutte le occasioni, e già erano poche. La cosa era straziante per lei. In più la sua famiglia non era poi la migliore al mondo, anzi. I suoi genitori sono spariti dalla sua vita quando aveva solo tre anni, lasciandola vivere con sua nonna e tornando sei anni dopo con il pretesto che lei li vada a salutare dopo averla praticamente abbandonata. E poi anche se sono tornati, per Connie non sembra proprio, sembrano più assenti di prima invece. Come se non bastasse poi decisero di avere altri due figli così per abbandonare anche loro e scaricarli alla ragazza. E per dare il colpo di grazia, alla povera Connie ci pensa la vita sociale. Che poi nel suo caso è meglio dire asociale. Per tutti gli anni del liceo se n’è stata in un angolino con i suoi libri, il suo mp3, i suoi occhialoni neri e le felpe coprenti. Cercando di rendersi invisibile agli occhi scrutatori della classe, ai commenti offensivi delle sue compagne snob, e dalle prese in giro dei suoi compagni odiosi. Più volte è capitato che i professori si lamentassero con i suoi genitori perché non era sociale con gli altri e perché non partecipava a nessuna attività extrascolastica, gita o gruppo di studio. Alcune volte avrebbe voluto urlare ai professori di farsi gli affari propri. Secondo lei era solo una povera sfigata con una vita pietosa. “La vita è una lotta alla sopravvivenza, se perdi l’occasione per trovare il tuo posto nel mondo finisce che sei fregato, a meno che non cambi mondo o dimensione attraversando un portale magico”, diceva sempre. E aveva ragione.
 
Connie era sdraiata sul divano con il suo cellulare tra le mani e le cuffiette nelle orecchie. Mentre ascoltava la musica ad occhi chiusi si immaginava, come sempre, il suo mondo magico. Persone strane, animali fantastici. A volte inseriva anche i personaggi dei suoi film preferiti e immaginava di vivere un’avventura d’azione con loro, diventando a volte la loro sorella, a volte la loro migliore amica, oppure il loro fidato aiutante. Insomma se c’era qualcosa che sapeva davvero fare molto bene, era viaggiare con la fantasia.
Non appena finisce la canzone, e di conseguenza l’avventura che stava sognando, apre gli occhi e si mette seduta.
Il bagno chiama, pensa.
Così si alza, attorciglia le cuffiette attorno al cellulare e lo lascia sul divano. Grave errore il suo perché i suoi fratelli, Frenchy e Terrence, due gemelli, non aspettavano che questo. Le due piccole pesti nacquero dieci anni fa quando Connie ne aveva nove. Lei li vuole un mondo di bene e anche loro a lei, ma sono ancora piccoli, testardi e i peggiori combina guai di tutta la città. Gli piace fare scherzi, a volte di pessimo gusto, e molto spesso i vicini si sono lamentati. Ora come ora se i due gemelli ne combinano qualcun’altra rischiano di finire al collegio. Ma finché hanno Connie, non gli succederà niente. Lei è la loro protettrice. Ma non è stato sempre così, quando i gemelli erano più piccoli, e quindi combinavano il doppio dei danni, la maggior parte erano rivolti a Connie. Così la ragazza piano piano si costruì una guida per sopravvivere ad essi.
Regola numero uno: non avere mai una sveglia normale, tenere quella del cellulare. Una volta, quando Connie aveva quindici anni aveva una sveglia di quelle antiche, con quel suono fastidioso ma decorata con farfalline e fiori. L’aveva puntata per il primo giorno di scuola alle sette. La sveglia suona e lei tutta elettrizzata si prepara. Quando scende in cucina si accorge che non c’è ancora nessuno, così urla chiamando sua madre, che scende guardandola stranita e preoccupata.
<< Connie cosa stai facendo? >>
<< Mamma sbrigati non voglio arrivare tardi il primo giorno di scuola >>
<< Tesoro sono le quattro e mezza di notte >>
Ecco perché non bisogna usare una sveglia normale, tenere quella del cellulare e assicurarsi di conseguenza che abbia un codice di blocco.
Regola numero due: chiudere sempre la porta del bagno e della stanza da letto.
La ragazza stava facendo la doccia, all’improvviso sente la porta aprirsi.
<< Il bagno è occupato per chi non l’abbia capito >> disse. Il problema è che i gemelli l’avevano capito fin troppo bene. Entrarono e le presero l’asciugamano e i vestiti. Così quella povera ragazza quando uscì si ritrovò ad usare il tappeto per coprirsi e raggiungere la sua stanza. Mentre un’altra volta i gemelli entrarono in camera sua proprio mentre era in intimo e fu così che capirono che l’uomo era diverso dalla donna.
Regola numero tre: tenere oggetti personali di grande valore, tra cui specialmente il cellulare, fuori dalla portata dei gemelli. Potrebbe costarti la faccia un paio di volte.
Regola numero quattro: Cambiare la password di ogni tuo aggeggio elettronico ogni settimana, i gemelli sono ovunque e sempre e potrebbero vederla senza che tu te ne accorga, in più è meglio che sia molto lunga.
Regola numero cinque: mangiare a tavola il più lontano da loro. Potrebbero sputarti nel piatto o nel bicchiere o peggio scaccolarcisi sopra.
Regola numero sei: quando si dorme ritirarsi nella propria stanza e chiudere la porta a chiave se non ci si vuole ritrovare dei baffo e degli occhiali fatto con il pennarello o una maschera di panna creata dalla tua stessa mano.
Regola numero sette: mai dare il permesso ai gemelli di giocare con Rogers, il criceto di Connie, gli farebbero degli esperimenti e farlo morire. Chiudere la gabbia con un lucchetto di ferro.
 
Terrence aspetta che la sorella chiude la porta del bagno, dopodiché da il segnale a Frenchy che da dietro il divano veloce afferra il cellulare e raggiunge Terrence. Ridacchiano e scappano via per il corridoio.
Quando la ragazza esce, passandosi una mano fra i capelli e accorgendosi che il cellulare non c’è più sorride divertita.
<< Oh ma dove avrò messo il mio cellulare? Ero convinta di averlo lasciato qui. Che ci siano i folletti del vento a prenderlo? >> comincia a recitare e i gemelli, nascosti dietro alla porta del corridoio che da sul salone, continuano a ridacchiare.
Sono sicuri che Connie non li troverà mai e invece, subito dopo la porta si chiude e urlando e ridendo cercano di scappare via. Connie li lascia andare, si diverte a giocare con loro. Inizia a inseguirli ridendo a sua volta. I gemelli si passando continuamente il cellulare, stando attenti a non farlo cadere.
<< Appena vi prendo vi mangio tutti! >> urla lei imitando la voce di un troll.
Frenchy lascia il cellulare a Terrence e corre in camera a prendere le pistole finte. Ne passa una a suo fratello che nel frattempo gli passa nuovamente il cellulare, e iniziano a simulare con la bocca il suono degli spari.
<< Jack! Aggira il mostro da dietro! >> urla Terrence a Frenchy che obbedisce.
Connie è in mezzo al salone, Terrence dietro alla poltrona e Frenchy dietro ad un mobile.
<< Simon! Al mio tre spariamo nelle gambe, facciamo crollare il mostro >> dice Frenchy posando il cellulare che aveva in mano. Il gioco era cambiato, il cellulare non aveva alcun valore. Ormai avevano avuto quello che volevano, cioè il gioco.
<< Uno! Due! Tre! >> urla Frenchy.
<< Fuoco! >> Terrence.
Iniziano a “sparare” e Connie inizia a saltellare come se dei veri proiettili la stessero colpendo. Poi si butta in ginocchio e finge di morire.
<< Si! Abbiamo vinto compare Jack! >>
<< Si compare Simon, abbiamo vinto anche questa battaglia >>
Entrambi si mettono in piedi vicino alla sorella sorridendo vittoriosi. Frenchy si abbassa guardando Connie da più vicino.
<< Rrraaaa! Ti ho preso! Adesso ti mangio tutto! >> urla la ragazza afferrandolo velocemente e iniziando a fargli il solletico mentre il fratello urla e si dimena. L’altro in piedi ride come un matto.
<< Ahahah. Dai adesso basta >> dice Connie lasciando andare il fratello che però rimane seduto in mezzo alle sue gambe. Terrence lo raggiunge e lei li abbraccia.
Respira affaticata, diciannove anni si sentono anche se non sono tanti.
<< Connie? Chi sono i folletti del vento? >> chiede Terrence con quella sua vocina.
<> dice toccandogli il naso con il dito facendolo ridere.
<< Non è vero, non esistono i folletti del vento te li sei inventati >> dice Frenchy incrociando le braccia.
<< Si che esistono! Sono ovunque, ma noi non possiamo vederli. Vengono da un mondo magico il cui nome è un  segreto. Purtroppo sono in pochi quelli che possono vederli >>
<< Chi li può vedere? >> chiede Terrence.
<< Solo chi sa sognare >> risponde lei.
Gli passa una mano sulla fronte levando alcuni capelli ribelli dal suo piccolo volto.
Quante volte aveva sognato di tornare bambina per poter vivere nell’innocenza e nella fantasia un’altra volta. Ma le cose sono cambiate, si cresce e l’unica speranza che c’è per non perdere di vista se stessi e diventare dei semplici individui uguale a tutti gli altri, è continuare ad essere dei bambini dentro. Cosa che Connie faceva molto spesso.   
<< Ho avuto una bellissima idea. Chi ha voglia di cinema? >> chiede.
<< Io! >> urlano insieme.
<< Ma aspetta. Tu non sai guidare! >> dice Frenchy.
<< Usate un po’ di immaginazione >> dice lei alzandosi.
Sposta il tavolino e al suo posto, proprio di fronte al televisore ci mette il divano. Poi va in cucina e i gemelli la seguono.
Lei gli mostra un pacco di pop corn.
<< Siii! >> urla Frenchy.
<< Andate a scegliere che film guardare >> dice lei mentre inizia a cucinare. Non se lo fanno ripetere due volte e corrono via.
Una volta finito di preparar i pop corn li mette in una ciotola mischiandoli con il sale e poi va in salone spegnendo la luce.
I gemelli hanno già messo il film e stavano aspettando Connie per avviarlo. Lei si mette nel mezzo fra tutti e due a gambe incrociate con la ciotola in mezzo alle gambe.
Terrene avvia il film e in casa cala il silenzio rotto solo dalle voci della tv.
 
Guarda a destra dove c’è Frenchy e a sinistra dove c’è Terrence. Entrambi stanno dormendo con addosso alcuni pop corn schiacciati. Ridacchiando in silenzio si alza, va in cucina per posare la ciotola nel lavandino e poi torna in salone. Prende Terrence in braccio, con un po’ di fatica lo porta a letto mettendogli il pigiama. Stessa cosa fa con Frenchy. Poi risistema tutto il manicomio creato con i pop corn e rimette apposto il divano e il tavolino. Prende il cellulare dal mobile in cui suo fratello lo aveva lasciato e guarda l’orario. È l’una e diciassette minuti. Lo mette nella tasca posteriore dei jeans e torna di nuovo in cucina per riempire un bicchiere d’acqua. Mentre beve si appoggia al davanzale della finestra guardando fuori e in pochi secondi si ritrova i fantasticare. Basta un solo minuto di silenzio che il suo cervello si estrania dalla realtà.
Ad un certo punto sente la porta d’ingresso aprirsi. Lascia il bicchiere sul bancone e va a vedere. Sono i suoi genitori che ridono mentre entrano e chiudono la porta.
<< Oh ciao tesoro. Sei ancora sveglia?   >> le chiede sua madre.
<< No sono sonnambula >> ribatte lei scocciata. “Che razza di domanda era?”
<< A quanto pare qualcuno è di mal umore…di nuovo >> dice suo padre lanciando un’occhiata a sua moglie che annuisce.
<< I gemelli dove sono? >> le chiede sua madre evitando di farla rispondere al padre.
<< A letto >>
<< Di già? Che metodo hai adottato stavolta? >> chiede ancora la signora.
<< Pop corn e film. E adesso scusatemi vado a letto anch’io. Sono stanca e badare a quei due non è per niente facile >> dice Connie camminando verso la sua stanza.
<< Lo sappiamo >> dice suo padre sospirando.
<< Oh ma davvero? >>
<< Connie, non ricominciare >>
<< Non ho cominciato io per la cronaca >>
<< Quando smetterai di rinfacciarcelo? Abbiamo sbagliato lo sappiamo, ma cerca di capire >> dice suo padre.
<< Cerca di capire? No, non cerco di capire. Dovevate pensarci diciannove anni fa. Adesso è troppo tardi. Dite di provarci ma dove e quando? Siete sempre fuori. Dite anche di aver sbagliato con me ma lo state continuando a fare con Frenchy e Terrence. L’estate è cominciata da un pezzo ormai e mai, neanche per un weekend siete stati a casa! >> sputò con rabbia e ribrezzo guardandoli trucemente. Li odiava. Non perché non c’erano mai, ma perché stavano facendo la stessa cosa che avevano fatto a lei ai suoi fratelli e non voleva che loro soffrissero come lei. Nessuno dovrebbe mai.
I suoi genitori non dicono niente sapendo che ha ragione. Si guardando dispiaciuti e imbarazzati.
<< Buona notte >> dice alla fine andandosene. Si cambia indossando il pigiama e si mette a letto. Guarda per un po’ il soffitto. “Ho ragione. Non mi pento di una sola parola che gli ho detto” pensa. Poi si addormenta. 

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Capitolo 2
*** Un'idea da suicidio ***


Ehm...si lo so ho messo il primo capitolo tipo...due minuti fa quindi vi chiederete perché ne ho messo un'altro semplice. Perché penso che mettendo solo il primo capitolo la gente non si interessi perché per leggere il prossimo dovrà aspettare e invece no. Li pubblicherò tutti fin dove sono arrivata. :D



<< Sssh! Non fare rumore sennò si sveglia! >> sentì Connie in un sussurro.
<< Scusa…oh ecco fatto >>
<< Frenchy, Terrence, se apro gli occhi e scopro che ne avete fatta un’altra delle vostre chiamo il troll delle montagne di ghiaccio >> dice tenendo gli occhi  chiusi.
Loro corrono fuori urlando e ridendo e per poco Terrence non cade a terra. La ragazza sbuffa e si gira dal fianco a pancia in su. Apre gli occhi sbattendoli più volte e sbadiglia. Prende gli occhiali neri dal comodino e li indossa, poi si gir a guardare la sua stanza. Sembrava tutto normale.
<< Di sicuro avranno provato di nuovo ad aprire la gabbia di Rogers >> dice tra sé e sé.
Scosta il leggero lenzuolo e si alza. Si stiracchia allungando le braccia prima a destra e poi a sinistre ed esce sbadigliando di nuovo. Si dirige in cucina a passo strascicato. Sente delle voci oltre a quelle dei gemelli e pensa che sia la tv. Una volta varcata la porta vede che non era la tv ma sua madre che era impegnata a cucinare le uova strapazzate.
<< Ehm…che stai facendo? >> dice lei rimanendo dov’è.
<< Oh buongiorno tesoro. Sto cucinando le uova e il bacon, ne vuoi? >>
<< Ma non dovresti essere a lavoro oggi? È mercoledì >> dice Connie sorpresa.
Ma da quando i suoi genitori erano tornati da quel lungo viaggio aveva visto sua madre di mattina, neanche la domenica e nei giorni di vacanza.
<< No, oggi io e tuo padre abbiamo deciso di rimanere a casa >>
<< Papà è a casa pure? >> dice ancora più sconcertata di prima.
<< Si è fuori che lavora un po’ in giardino >> risponde lei tranquilla senza notare lo stupore della figlia.
<< Allora ne vuoi o no? >> indica le uova e la pancetta guardando Connie.
<< Ehm…si. Solo uova però >> dice avvicinandosi alla sedia e sedendosi.
<< Non mangi pancetta? >>
<< Non mangio maiale mamma >> dice lei alzando gli occhi al cielo.
<< Oh…okay>>
<< Vedo che mi conosci bene >> dice lei mentre iniziava a stuzzicare le uova strapazzate con la forchetta.
<< Frenchy smettila di rubarmi le uova! >> urla Terrence.
<< Ma se me le hai prese  pure tu! >> urla l’altro.
<< Frenchy Terrence basta! Mangiate senza litigare. Ce n’è ancora se ne volete >> dice la donna andando di nuovo verso i fornelli.
Connie osserva ogni suo movimento cercando di capire dove stava la fregatura in tutto ciò. Dopo un po' torna sulle uova e nello stesso momento dalla porta sul retro che dava al giardino posteriore, entra suo padre che pimpante si dirige verso di loro.
<< Buongiorno a tutti >> dice raggiungendo il lavello per lavarsi le mani.
Connie alza gli occhi al cielo. "Ma chi vogliono prendere in giro."
<< Perché siete rimasti oggi? >> chiede veloce. Non le torna il fatto che abbiamo saltato il lavoro. Praticamente gli rinfaccia il fatto che l'abbiano abbandonata da quando sono tornati. Che gli sia venuto il lampo di genio proprio ieri sera? Era una cosa impossibile secondo lei. E forse era proprio così.
<< Abbiamo messo da parte un bel po' di ferie in questi anni. Noi andiamo in vacanza ad agosto e ancora siamo a metà luglio. Quindi abbiamo chiesto al nostro capo se potevamo andare in vacanza già da subito così da stare più tempo con voi e lui con felicità ci ha detto che potevamo dato che abbiamo fatto un gran lavoro da quando lavoriamo con lui >> spiega il signor Spice tutto contento mettendo un braccio intorno a le spalle di sua moglie che gli sorride.
<< Per questo abbiamo deciso di andare a passare due settimane dalla zia Margaret >> dice sua madre e per poco Connie non si affoga con le uova.
<< Cosa?! >> urla.
<< Si dato che non la vediamo da più di tre mesi e noi ci dobbiamo tenere il più lontano possibile dal lavoro e dallo stress abbiamo pensato di stare da lei.
Che ne dite? Non è una fantastica idea? >> dice il marito della donna guardando la ragazza.
<< Certo. Come no un'idea... >>

<< ...da suicido! >> 
urla non appena la ragazza è in camera sua.
<< In vacanza andiamo! Certo dalla zia Margaret a meno di 60 chilometri da casa nostra! Roba che potevo andarci anche da sola con l'autobus! Gran bella idea papà! Davvero! >> dice da sola facendo avanti e indietro per la sua stanza.
Si butta a capofitto sul letto con un braccio sugli occhi. 
"Questo è un incubo", pensa.
Sente, quasi subito il verso di Rogers così guarda la gabbia. Il piccolo criceto bianco e nero la guarda dalle sbarre della sua piccola tana. Muove il nasino da un lato e dall'altro e la cosa fa intenerire la ragazza che si alza e gli va incontro.
<< Che c'è Rogers? Hai fame piccolino? >> gli chiede come se lui potrebbe risponderle.
Guarda se ha cibo e in effetti la ciotolina all'interno della gabbia è vuota. La riempie e lo guarda mentre si riempi la bocca di semi di girasole.
<< Meglio se vado a fare una passeggiata >> dice tra sé.
Così si avvicina al cassettone e apre uno dei tanti cassetti trovandoci al suo interno una lucertola.
Verde, viscida con la lingua nera e la coda mozzata. 
<< Ragazzi! >> 

 

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Capitolo 3
*** Vacanza dagli zii ***


 



"Questa è l'idea più stupida e inutile che io abbia mai sentito in vita mia!" 
Connie prende il borsone con tutte le cose che le serviranno per le prossime due settimane. Guarda la sua stanza un'ultima volta e raggiunge sua madre alla porta d'ingresso.
Le lancia un'occhiataccia e va verso la macchina dove già, da almeno dieci minuti la stavano aspettando i suoi fratelli e suo padre. La signora Spice chiude la porta di casa e inserisce l'allarme, poi con una corsetta raggiunge l'auto e monta su.
<< Siamo tutti pronti? >> chiede sorridendo ai suoi figli.
<< Si! >> dicono insieme Frenchy e Terrence mente la ragazza incrocia le braccia.
Non le faceva rabbia il fatto che stiano provando sul serio a passare del tempo con loro, ma se dovevano fare una vacanza si aspettava come minimo  di visitare qualche città europea. Invece si ritrovava a dover stare da sua zia. 
<< Connie perché sei arrabbiata? >> le chiede Frenchy che era seduto vicino a lui. 
Lei gli sorrise e gli mette un braccio intorno alle spalle.
<< No, non sono arrabbiata >> 
Lui le sorride a sua volta e si accoccola su di essa che lo abbraccia. 
Guarda verso lo specchietto retrovisore dove suo padre la sta guardando. In quel momento il
 signor Spice è davvero orgoglioso di sua figlia e vorrebbe dirglielo, ma si limita a far partire l'auto mentre sua figlia distoglie lo sguardo e si mette a guardare fuori dal finestrino.
In meno di due ore sono già nel quartiere dove abita la  zia di Connie. Frenchy e Terrence non la smettono di saltare sul sedile. Sono molto contenti di essere lì mentre, al contrario loro Connie vorrebbe essere da tutt'altra parte. 
Il quartiere è poco più distante dalla città vera e propria. Non ci sono molte case e negozi, ma tutto sommato non si sta male. La casa della signora Howells era quella più isolata di tutte, questo perché era davvero grande e contava un giardino non molto piccolo. La casa era costruita tutta in mattoni bianchi con il tetto di quel classico color arancione. Davanti alla casa c’è uno spiazzo dove i signori Howells tengono le due macchine e il motorino del figlio. Dietro alla casa invece c’è il giardino e oltre quest’ultimo, c’è un fitto boschetto.
Il signor Spice posteggia la macchina vicino a quelle della cognata nello spiazzo. Non ha nemmeno il tempo di spegnere l’auto che i gemelli sono già schizzati fuori e insieme a loro la signora Spice.
Connie si gira a guardare la scena. “È tutto così ridicolo.”
<< Connie…senti noi ci stiamo provando. Per davvero. Quindi per favore cerca di essere felice della nostra decisione. Infondo è per voi tutto questo >>
<< Per loro papà. Lo state facendo per Frenchy e Terrence. Non per me. A me non importa più >> dice la ragazza scendendo dall’auto. Il signor Spice annuisce tra sé e sé poi raggiunge tutta la famiglia.
La zia Margaret è una donna pienotta, alta, capelli biondi e occhi azzurri. Un viso dolce e gioioso 365 giorni l’anno. Adora Connie e i suoi fratelli, ma specialmente Connie che la vedeva più spesso dato che sua nonna abitava poco più lontano dalla casa della donna.
Non appena la vede l’abbraccio forte facendole mancare l’aria per un momento.
<< Tesoro della zia! Quanto mi sei mancata! Ma guarda come sei cresciuta! Ti sei fatta proprio una bella donnina! >> dice osservandola e la ragazza diventa rossa. Non le erano mai piaciuti i troppi complimenti.
<< Ciao zia >> si limita a dire e velocemente va a salutare suo zio. Un uomo anch’esso alto e imbustato, ma con i colori totalmente diversi rispetto alla moglie. Capelli ed occhi scuri.
<< Ciao zio >>
<< Ciao Conne, come stai? >> dice dandole un bacio sulla guancia.
<< Tutto bene grazie e t… >> non ha il tempo di finire che suo cugino, Nathan la prende dalla spala e la gira verso di lui. Suo cugino è davvero un bel ragazzo, alto, magro ma non troppo, capelli castani e occhi azzurri. “Nathan sei proprio bello, peccato che la bellezza non compensa l’intelligenza.”
<< Che fa non saluti più il tuo cuginetto? >> dice aprendo le braccia.
<< Ciao Nathan >> dice la ragazza annoiata.
<< Oh andiamo ammettilo che ti sono mancato >> dice mettendole un braccio intorno alle spalle.
Lei si scansa e lo guarda male.
<< Aaah! Ho capito…tempo di mestruazioni eh? >> dice beffardo.
<< Cosa sono le mestruazioni? >> chiede Terrence guardando Nathan.
<< Sono delle cose che han… >>
<< Ma fai sul serio? >> chiede la ragazza sconvolta andando a tappare le orecchie al bambino.
<< Prima o poi lo saprà quindi… >>
<< Quindi un corno! Va via Terrence, avanti non ascoltarlo >> il bambino corre via.
Il ragazzo fa spallucce.
<< Avanti forza entriamo in casa >> dice la signora Howells con la voce civettuola.
La madre della ragazza la segue a ruota mentre chiacchierano, stessa casa fanno il padre di Nathan e il signor Spice mentre i gemelli correndo li superano e all’ultimo il ragazzo e Connie dietro di lui.
<< Ehm… Nathan per favore fa vedere a Connie e ai tuoi cugini le loro stanze >> dice la zia.
<< Si mamma, venite >> dice iniziando a salire le scale. I gemelli portano i loro zaini con dentro i loro giocattoli, mentre Connie si porta dietro la sua piccola valigia.
<< Vuoi una mano donzella? >> chiede il ragazzo mentre fa passare avanti gemelli.
<< No grazie, ce la faccio da sola >>
<< Sei sempre la solita scettica e testarda >> dice alzando gli occhi al cielo.
La ragazza gli fa la linguaccia da dietro e poi finisce di salire le scale.
<< Perfetto ragazzi, questa è la vostra camera >> dice Nathan mostrando a Frenchy e Terrence la loro stanza. Loro entrano urlando felici mentre Connie va verso la sua sapendo già qual è dato che ogni volta che andava dalla zia Margaret le davano sempre quella. Entra e lascia la valigia in un angolo poi posa la borsa e il cellulare sul mobile. Osserva la stanza che sembra non essere cambiata di una virgola. Si avvicina al letto a baldacchino e tocca le morbide lenzuola. Si gira ma subito qualcuno la spinge e quel qualcuno e suo cugino che le si mette di sopra e le blocca i polsi con le mani. Si avvicina ad un palmo dal suo naso e punta i suoi occhi in quelli di Connie.
<< Ascoltami molto bene “cara cuginetta”, qui sono io che detto legge essendo casa mia chiaro? Se non obbedisci sarò costretto ad essere cattivo e sarebbe un peccato >> dice guardandola. La ragazza abbassa lo sguardo vedendo che la sua maglietta si è alzata fin sotto al suo seno. Nathan sorride malizioso e lei si dimena.
Lui si alza lasciandola ed esce chiudendo la porta.
<< Vaffan…Rrrh! Ti odio Nathan! >> urla la ragazza.
Si ributta all’indietro sul letto.
Lei e suo cugino non avevano mai avuto un buon rapporto. Fino a qualche anno fa lui la prendeva sempre in giro per il fatto di essere una sfigata e le faceva scherzi stupidi e orribili. Il ragazzo di fatto, si divertiva sempre quando c’era Connie dato che la torturava.
Dopo un paio di minuti si alzò, si sistemò la maglietta e si fece una coda alta. Poi prese il cellulare e scese. << Ah Connie eccoti qua. Per favore apparecchi la tavola, stiamo per mangiare >>
<< Si zia, vado >> dice la ragazza raggiungendo la cucina sospirando.
 
Sono all’incirca le nove e mezza di sera. I ragazzi sono sul divano e guardano la televisione mentre le due donne sono in cucina a chiacchierare e i due uomini stanno tranquillamente fumando una sigaretta in giardino.
Connie si è annoiata già da un pezzo a guardare la tv. Essendo una ragazza iperattiva le da fastidio stare più di un’ora ferma, così si alza e si dirige in cucina.
Si ferma davanti alla porta socchiusa sentendo le voci della madre e della zia.
<< Hai avuto notizie? >> chiede la madre della ragazza.
<< No. La polizia è venuta un mese fa circa dicendomi che ancora non avevano trovato uno straccio di traccia >> risponde la zia sedendosi su una delle tante sedie.
<< Ma come è potuta sparire così? >>
<< Non lo so…fatto sta che nessuno l’ha più vista. Hanno già controllato in casa se magari c’era qualche indizio, ma niente. Non ha lasciato niente >> 
<< Mi manca tantissimo. Spero almeno che sia riuscita a trovare quello che cercava e che ora stia bene >> dice la signora Spice calando la testa triste.
La signora Roods, la madre della signora Spice e della zia Margaret, nonché nonna di Connie è scomparsa tre anni fa. La ragazza ci rimase molto male, ma conosceva la storia della nonna e pensò che era per essa che era andata via. Valary, questo è il suo nome, a diciassette anni conobbe un ragazzo, Bryan. Era bellissimo e ben presto si innamorò di lui. Ebbero un rapporto un anno dopo e lei rimase incinta. Lui quando lo seppe scappò via lasciando la ragazza a crescere da sola Margaret, la sua prima figlia. Poi, quattro anni dopo Bryan tornò scusandosi con Valary e dicendole che voleva conoscere la sua bambina. Lei glielo concesse. Erano di nuovo una famiglia. Due anni dopo la donna rimase di nuovo incinta e l’uomo l’abbandonò di nuovo. A quel punto Valary decise che non gli avrebbe dato mai più un’opportunità. Crebbe le due figlie da sola con l’aiuto della madre. La bisnonna di Connie che morì insieme al marito in un incendio. L’unica cosa che portò un po’ di luce nella vita di Valary Roods fu Connie. La crebbe come sua terza figlia, perché infondo questo era per lei.
Connie si allontana dalla porta avviandosi verso le scale. Nathan la guarda mentre se ne va, poi torna a guardare la tv.
La ragazza raggiunge la sua stanza e si chiude al suo interno. Si sdraia sul letto e nel cellulare cerca la registrazione di una canzone. La canzone che sua nonna le cantava per farla addormentare. Era una canzone che parlava di due futuri sposi. Valary le diceva sempre che l’avrebbe cantata con l’uomo dei suoi sogni, il suo vero amore.
La canzone cominciò e piano piano Connie si addormenta. 

 

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Capitolo 4
*** Situazione impossibile ***



Buon pomeriggio! Ho appena finito di scrivere il quarto capitolo ed eccolo qua. Se vi siete chiesti, come io so, che cosa c'entra Dragon Trainer in questa storia ecco a voi la risposta. Spero che il capitolo vi piaccia. Alla prossima! ;)
Buona lettura :D

 

 
Connie è sveglia, ma non apre subito gli occhi. Sbatte le palpebre cercando di abituarsi alla leggera luce che entra dalle persiane in parte aperte e che illumina la stanza quanto basta per poter vedere di tutto i colori. Il suo braccio destro è vicino al suo petto mentre quello sinistro è appoggiato con il gomito sul cuscino. Muove quest’ultimo sentendo contemporaneamente un rumore metallico. 
Suo zio fin da piccolo ha sempre aiutato la gente, gli piaceva fare qualcosa per il bene dell’umanità. Così quando crebbe decise di fare il poliziotto, e proprio in questo momento, Connie ha le manette legate al polso che di conseguenza sono legate al letto. 
“Nathan” pensa subito. 
Ringhia e si mette seduta muovendo il braccio sperando che per qualche ragione le manette siano aperte o chiuse male. Ma niente, suo cugino quando si tratta di scherzi non è mai distratto. Fa un verso di disperazione, poi urla il suo nome.
<< Nathan! Vieni quaaa! >> 
Mentre aspetta che suo cugino arrivi continua a muovere il braccio e poi indossa gli occhiali. Aveva avuto un pessimo risveglio. 
Ad un certo punto la porta si apre rivelando suo cugino che faceva saltare su e giù la chiave delle manette. Con un ghigno si avvicina alla cugina. 
<< Mi hai chiamato? >> dice sempre con il ghigno stampato il faccia. 
<< Levami queste cose! Ora! >> urla la ragazza ad un palmo dalla sua faccia. Lui ride e si siede vicino a lei. Connie continua a guardarlo aspettando impaziente che la liberi. Lui si rigira la chiave nella mano guardando a terra. La ragazza alza gli occhi al cielo e cerca di prenderla, ma lui scansa la mano. 
<< Ah ah ragazza cattiva, non si fa >>
<< Dammi. Quella. Chiave >> dice scandendo bene le parole e guardandolo furente. 
Lui scuote la testa e si avvicina al suo orecchio. 
<< Solo se tu mi farai da serva per le prossime due settimane >>
<< Cosa?! Mai! >> 
<< Okay allora passa una buona giornata, ciao >> dice il ragazzo alzandosi, poi esce e chiude la porta. 
<< No aspetta! Nathan! Vieni qua! Nathan! >> 
La ragazza sbuffa sapendo che lui in realtà è dietro alla porta e sta ridendo come un matto. Dopo un po’ il ragazzo si affaccia dalla porta e sorride. 
<< Si cuginetta? >>
<< Vieni qui forza >> 
Lui obbedisce e si avvicina. 
<< Allora? Accetti? >> 
Connie si morde il labbro cercando una soluzione che non trova. Poi annuisce di mala voglia. 
<< Bene >> 
Nathan la libera e prende le manette. 
<< Ci vediamo di sotto, schiava >> 
Lei gli tira un calcio al lato della coscia in alto. Lui se la massaggia con la mano mente fa una smorfia di dolore. 
<< Niente male come calcio >> poi esce zoppicando, anche se era tutta scena. 
La ragazza si alza dal letto massaggiandosi il polso. Si prepara con lentezza indossando un paio di jeans, una maglietta grigia molto larga, si pettina i capelli e indossa un cappello di cotone nero. Mette le scarpe, delle air force bianche, e scende mettendo nella tasca dei jeans il cellulare. 
<< Buongiorno tesoro, dormito bene? >> le chiede Margaret passando con una ciotola di frutta. 
<> 
<< Davvero perché? >> 
“Che le dico? Mica posso dirle che suo figlio mi ha incatenato al letto.”
<< Mal di collo >> dice massaggiandosi quest’ultimo con la mano. 
Lei annuisce e poi si dirige fuori in giardino dove ci sono tutti. Connie alza gli occhi al cielo e va in cucina prendendo un po’ di succo di arancia. Poi raggiunge gli altri fuori per gustare i deliziosi biscotti che sua zia aveva preparato. 
<< Volete fare un bel gioco? >> chiede Nathan a Frenchy e a Terrence. I bambini annuiscono con vigore sorridendo. 
<< Vi va di giocare a nascondino nel boschetto? >>
<< Sii! Connie, giochi con noi? >> chiede Frenchy tirando da un braccio la sorella. 
<< No Frenchy, oggi non me la sento proprio >> risponde lei e il bambino diventa triste. 
<< Perché? >> chiede Terrence. 
<< Perché un troll della Spagna mi ha fatto arrabbiare stamattina >> dice guardando Nathan che ride e scuote la testa. 
<< Che cos’è un troll della Spagna? >> chiede Frenchy. 
<< Il troll della Spagna è come ogni altro troll, con i denti gialli, niente capelli, grosso, ma più basso e con i piedi più grandi. Gli piace infastidire la gente di mattina, così da farla alzare male. Secondo te perché mamma e papà si lamentano del mal di schiena? Sono i troll che li pungono con grosse lame >>
<< La dovresti smettere di riempire il loro cervello di queste cavolate >> dice il ragazzo. 
Lei sospira e gli lancia una brutta occhiata. 
<< Meglio che riempirlo delle TUE cavolate >> ribatte. 
<< Connie, allora giochi con noi? >> dice Terrence avvicinandosi. Entrambi le fanno gli occhi dolci a cui lei non sa resistere. 
<< Oh e va bene! Andiamo >> dice alzandosi. 
Prende il cellulare che aveva posato sul tavolo e segue suo cugino e i suoi fratelli. 
<< Comincio io a contare, okay? >> chiede Nathan mentre loro annuiscono. Sia avvicina ad un albero e inizia.
<< Uno, due, tre… >> 
Frenchy, Terrence e Connie iniziano a correre nel boschetto. Dopo un po’ la ragazza perde di vista i gemelli, ma continua a correre. 
Si ferma solo quando è sicura di essere abbastanza lontana. Inizia a camminare mentre tenta di calmare il respiro affaticato. Si guarda un po’ intorno cercando un buon nascondiglio.
“Sull’albero? No poi per scendere ci metto troppo. Dietro a quella roccia! Ma mi si vede. Meglio andare più avanti, magari trovo qualcosa.”
Mentre cammina tiene lo sguardo basso, quando lo alza si ritrova davanti a circa sette metri con sorpresa una parete di roccia che brilla leggermente al sole. Sposta un ramo di un albero che le ostruiva la vista rivelando un’apertura a forma di triangolo logorato. Era abbastanza grande affinché ci passasse. 
“Posso nascondermi lì” pensa. 
Entra all’interno dell’apertura congratulandosi con se stessa per il nascondiglio. Ad un certo punto sente come se una pietra cade producendo un rumore che la fa spaventare. Si gira veloce facendo luce con il cellulare. 
Con sorpresa si accorge che la piccola “caverna” continua in un corridoio stretto. Curiosa com’è lo percorre ritrovandosi in una stanza con al centro un piccolo lago la cui acqua riflette nel soffitto della caverna facendo una leggera luce. Attorno al laghetto ci sono alcune piante e fiori selvatici. All’improvviso le si secca la gola. Pensa che sia stata colpa della corsa, così si inginocchia davanti al laghetto e mette il cellulare nella tasca posteriore. Mette le mani a coppa e si china per prendere un po’ d’acqua. Ma le ginocchia non reggono e lei cade in avanti pensando di toccare il fondo di esso. Invece lo attraversa del tutto mentre si lascia scappare un urlo.   
Cade giù continuando ad urlare. Attorno a lei è tutto buio e non riesce a vedere niente. Cerca di aggrapparsi a qualcosa, ma con scarsi risultati. 
Poi vede una luce, piccola che si appresta a crescere, bianca e luminosa che quasi l’acceca. Istintivamente si mette le mani davanti e poi è di nuovo tutto buio. 
 
La testa le gira forte, così tanto che è costretta a mettersi una mano su di essa. Piano piano il giramento si fa sempre meno insistente e così decide di aprire gli occhi. È in una stanza. Il soffitto è fatto di paglia e ramoscelli, dei cornicioni che si collegano ad alcune colonne che sono sparse nella camera, sia  il pavimento che le pareti sono in legno. Il letto in cui è sdraiata è abbastanza comodo. Non troppo morbido e nemmeno troppo duro. Addosso ha una coperta di lana e il cuscino non è un vero cuscino, è una pelliccia nera puzzolente. Connie si mette seduta osservando meglio la stanza. Ci sono altri letti come suoi ognuno a poca distanza da un altro, e c’è anche un camino acceso, ecco perché quell’odore di legna bruciata nell’aria. Tocca il suo viso cercando gli occhiali, ma non li ha. Eppure riesce a vedere benissimo.
“Come è possibile?”  
In un piccolo tavolino basso quanto il letto c’è il suo cappello. Lo indossa e velocemente si alza sentendo però un forte dolore alla spalla. Ci appoggia una mano sopra, ma è costretta a levarla subito perché le fa male. Scosta la maglietta e vede che c’è una fascia. Capisce che è solo un grosso livido per il fatto che la fascia non lo ricopre del tutto. 
Sistema la maglietta e si avvia verso alla porta, anch’essa in legno, aprendola da una strana maniglia in ferro. 
Non appena la apre un raggio di sole le copre gli occhi e lei è costretta a sua volta a coprirlo con la mano. Quando fa alcuni passi in avanti il raggio non l’acceca più così abbassa il braccio e si guarda intorno. Tanta gente tutta vestita molto simile con pellicce, cinghie, elmi con due grandi corna ai lati e due pesanti scarponi stanno trasportando carretti, secchi, pacchi. Alcuni si accorgono di Connie che continua a guardarsi intorno stranita e curiosa, ma nessuno si ferma a parlarle, anzi, accelerano il passo sorpassandola, alcuni la spingono pure. Oltre alla gente ci sono anche molte abitazioni sparse in vari livelli di terra. 
Connie è confusa e vuole a tutti i costi delle risposte. 
<< Ehm mi scusi…scusi posso…signore! Mi può spieg…senta…Oh ma insomma! C’è qualcuno che mi da un po’ retta?! >> 
Nessuno è disposto a parlare con lei. Sbuffa rumorosamente. 
“Pazienza.” 
Si gira e solo in questo momento si accorge che questo strano villaggio è costruito su delle rocce che cadono a strapiombo sul mare grigio. Si avvicina al bordo col l’intenzione di guardare di sotto, ma all’improvviso un animale, enorme, con la pelle rossa e due grandi ali la sfiora mentre vola in alto e subito dopo di lui molti altri di varie forme, dimensioni e colori. Non sono semplici volatili di una grandezza spropositata, erano draghi. Connie è spaventata, sorpresa, e l’unica cosa che riesce ad uscire dalla sua bocca è un urlo acuto e forte. Comincia a correre il più veloce che può. Il drago è dietro di lei e ruggisce spaventandola ancora di più. Continua a correre senza riuscire a chiedere aiuto. A causa, però della sua goffezza inciampa e cade a terra. Il drago l’ha raggiunta e l’unica cosa che fa è continuare ad urlare. Poi un altro drago, più piccolo, ma di poco, si para davanti a lei ruggendo a sua volta all’altro. La ragazza riesce a vedere qualcosa o meglio qualcuno sopra il drago dalle squame nere. Vede che i due draghi stanno in qualche modo comunicando tra di loro, ne approfitta allora per alzarsi e correre via verso la foresta mentre qualche persona le urla di fermarsi, ma lei non le ascolta. Corre scostando rami, saltando rocce, inciampa qualche volta ma continua. Il fiato alterato, le gambe stanche. Sente che c’è qualcuno dietro di lei, così va più veloce ma inutilmente. Il drago di prima l’ha raggiunta puntando su di lei che rallenta e si gira per poi essere bloccata tra le zampe anteriori della creatura piantate saldamente sul terreno. Urla di nuovo e si para il viso con le mani mentre il drago ruggisce avvicinando il muso e odorandola. Sta immobile cercando di respirare piano evitando di fare qualsiasi movimento brusco. 
“Stai calma, stai calma, stai calma…” si ripete in mente. 
Apre due dita per vedere il drago. Ha due grandi occhi verdi smeraldo con la pupilla ridotta in due fessure verticali. Due piccole narici e quelle che sembrano delle orecchie al bordo della testa. Nuove il naso su e giù inalando il profumo e il sudore della ragazza. 
<< Sdentato, piano bello. Allontanati >> sente dire Connie. Il drago allontana il muso e piano piano anche tutto il corpo indietreggiando di qualche metro e poi sedendosi. Lei si mette sui gomiti e indietreggia pure. Sposta lo sguardo dal drago al suo cavaliere. È alto con una semplice armatura e varie cinghie. In testa un elmo diverso da quello degli altri. Gli ricopre tutta la faccia lasciando solo due incavi per gli occhi, per metà di ferro e per metà di pelle. 
In più gli manca dal piede a metà polpaccio da una gamba e al suo posto c’è uno strano aggeggio di ferro. 
“Ma chi è questo monco?”
Come se lui abbia sentito i suoi pensieri, si sfila l’elmo rivelando un ragazzo dai capelli abbastanza lunghi e lisci, anche se erano scompigliati, e dagli occhi verdi. Si mette l’elmo sotto il braccio e si avvicina inginocchiandosi davanti alla ragazza che si allontana di più. 
<< Ehy, guarda che non mordo mica >> dice ridacchiando. 
Ora che è più vicino Connie può notare che ha una leggera barbetta e a destra del mento una cicatrice. 
<< Io sono Hiccup e lui è Sdentato. Tu chi sei invece? >>
Passano un po’ di secondi prima che Connie decide di rispondere. 
<< Mi chiamo Connie >> dice con la voce tremolante. 
<< Bene >> dice alzandosi per poi offrirle la mano. 
Lei non si fida di lui, uno perché è amico di un drago, due perché è strano. Tutti lo sono lì. 
Senza il suo aiuto si mette in piedi guardando ancora il drago che adesso ha le pupille più allargate. 
<< Bello, vieni qui >> dice rivolto al drago che scodinzolando si avvicina facendosi dare una carezza. 
<< Lui è Sdentato. Sdentato Connie. Connie Sdentato >>
La ragazza e il drago si guardano intensamente. Lei è un po’ intimorita, ma nonostante questo decidere di sorridere alla creatura. 
<< C-ciao… >> 
Sdentato fa un salto e le corre vicino, lei butta un urletto e si copre la faccia facendo sorridere il ragazzo. È un suo vizio. Ma lui non le vuole fare niente, anzi. Si strofina su di lei cercando delle carezze. 
Lei piano piano avvicina la mano e gli accarezza la testa. Le sue squame sono lisce e dure al tatto. 
Connie sorride rendendosi conto di quanto sia tenero quell’animale. Poi guarda il ragazzo. 
<< Come ci sono finita qui? Che posto è? >> chiede mentre con la mano libera indica tutto attorno a sé. 
<< Sei a Berk, il mio villaggio. Cioè in realtà adesso siamo più lontani. Corri veloce sai? >> 
Connie ridacchia abbassando lo sguardo. 
<< Sdentato vieni, è di ritornare >> 
La creatura si allontana e raggiunge il ragazzo aspettando che monta. 
<< No bello, andiamo a piedi. È meglio >> 
Iniziano a camminare. Sdentato va avanti ma il ragazzo di ferma per guardare Connie. 
<< Che fai? Non vieni? >>
<< Io…non penso di aver fatto una buona impressione al villaggio. E poi devo ritornare a casa >> 
<< Se vuoi ritornare a casa è meglio che prima ti dia una ripulita, non pensi? >> dice lui indicandola. 
La ragazza si guarda. I suoi vestiti sono tutti sporchi dalla vita in giù, così come le maniche. I jeans sono strappati da una gamba all’altezza del ginocchio. 
“In fondo non ha tutti i torti.”
<< Uff! E va bene. Andiamo >> dice raggiungendolo. 
“Che situazione impossibile.”




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Capitolo 5
*** Il ritorno ***



Ciao! Eccomi qua con un nuovo capitolo! Sono stata veloce ammettetelo :3
Vedo se per domani ne posso postare un altro, ma non vi assicuro niente ah XD
Spero che vi piaccia come gli altri, sempre se vi sono piaciuti. Alla prossima!
Buona lettura :D


Connie, quello strano ragazzo e il drago stanno camminando verso Berk, il villaggio. Ormai sono arrivati, manca davvero poco.
“Oddio! Come si chiama? Ivuk, Ilud, Icuf…Caspita”
<< Senti…per caso tu c’eri quando…sono arrivata qui? >> chiede guardando a terra attenta a dove mettere i piedi così da evitare figuracce.
<< Si perché? >>
<< Avete trovato per caso degli occhiali? >>
<< Dei cosa?>>
“Ma è serio?”
<< Degli occhiali. Sai quelle due lenti messi in mezzo ad una struttura…no? >>
<< Non so di cosa tu stia parlando davvero >>
La ragazza alza gli occhi al cielo.
<< Eccoci qua >> dice il ragazzo superandola e raggiungendo il drago davanti. Al contrario di loro lei diminuisce la velocità.
<< Hiccup! Sei tornato! >>
<< Il capo è tornato! >> urla qualcuno e la folla grida e applaude.
<< Hiccup, tutto bene? >> gli chiede una donna magra, anch’essa castana con i capelli lunghissimi legati in varie trecce collegate tra di loro.
<< Si mamma, tutto bene >>
“Wow! Wow! Wow! Stiamo tutti calmi. Uno si chiama Hiccup, meglio che non lo scordi. Due è il capo di questo villaggio di matti vestiti come se fossimo nel medioevo. Tre quella è sua madre?!”
La donna gli accarezza la guancia. È più o meno alta quanto lui.
Si gira verso Connie e nel momento stesso cala il silenzio. La donna guarda poi il figlio confusa. Lui le sorride e raggiunge la ragazza.
<< Popolo di Berk! Vi presento Connie…Com’è che fai di cognome? >>
<< Spice >>
<< Connie Spice! >>
La gente si lancia qualche sguardo, poi alcuni applaudono, altri fischiano, altri ancora esultano.
La ragazza si copre il viso diventando rossa.
“Oddio. Vi prego fateli smettere! Che imbarazzo.”
La donna, che a quanto pare è la madre di Hiccup, le si avvicina.
<< Ciao. Benvenuta, io sono Valka >>
<< Piacere signora >>
<< Chiamami solo Valka. Vieni meglio che vai a darti una ripulita >> la prende per le spalle mentre il figlio sorride ad entrambe e la conduce verso una della case. Questa era molto più in alto, sembrava quasi distaccata da tutto il villaggio.
Valka apre la porta e fa accomodare Connie che non la smette di guardarsi intorno. È tutto così strano e nuovo ai suoi occhi quel posto.
<< Di qua >> dice la donna conducendola in una stanza più piccola. Al centro c’è una vasca scolpita un po’ male in pietra già riempita di acqua. Connie la tocca, è tiepida. Accanto ad essa c’è uno sgabello su cui Valka mette degli abiti puliti presi da un armadio di legno e all’angolo c’è una specie di lavandino. La stanza è poco illuminata. Ci sono solo quattro grandi candele appese una in ogni parete della stanza.
<< Appena sei pronta raggiungici a quel grande edificio lì… >> dice Valka indicandole un punto fuori dalla piccola finestra che dava sul villaggio. La ragazza si avvicina e annuisce.
<< Bene >>
La donna si avvia verso la porta ed esce chiudendola subito dopo.
Connie guarda ancora un po’ fuori dalla finestra.
“È un posto troppo strano. Con della gente troppo strana, con degli animali troppo strani. In conclusione o l’acqua del laghetto contiene droga o questa non me la spiego.”
Decide di muoversi, così si avvicina alla vasca ed inizia a spogliarsi piegando i vestiti e mettendoli tutti a terra, tanto ormai erano sporchi. Si lega i capelli blu con un elastico e si immerge nell’acqua. Leva via tutto lo sporco da ogni parte del suo corpo. Si sciacqua la faccia e poi esce avvolgendosi in un grande panno di cotone messo in cima a tutti gli altri vestiti. Quando è asciutta si veste.
“Ma cosa diavolo è...?”
Chiede vedendo una striscia rettangolare lunga più o meno due metri di cotone.
<< Ehm…bah penso sia un…reggiseno? >>
Se lo avvolge intorno al seno schiacciando.
“ Si così anche la seconda che ho scompare.”
Lo appunta facendo un nodo con le due estremità. Poi passa alle mutandine. Una specie di culottes più lunghe legate con dei laccetti di pelle ai lati. Non sono molto comode, ma meglio di niente.
Poi indossa dei pantaloni, tutti di pelle legandoli con dei lacci che sono al lato dei fianchi. Stringe e li lega. Sono molto aderenti, quasi come i jeans che portava. Poi c’è una casacca con le maniche corte e larghe che le arrivano a metà braccio di quello che sembra cotone di un giallino scolorito abbastanza stretta, ma non troppo, e poi un gilè-corpetto che si lega davanti fino a sotto al seno con dietro un enorme cappuccio di pelliccia morbida, bianca e beige. Si slega i capelli facendoli andare davanti e a piedi scalzi raggiunge la porta uscendo. Per poco non cade a causa delle scarpe che deve indossare. Due stivaloni della stessa pelliccia del cappuccio con attorno dei lacci spessi. Li indossa e li stringe con quest’ultimi. Poi esce. Con stupore vede che fuori è già calato il buio. Vede alcuni bambini che corrono verso il capannone che le aveva indicato Valka, così si appresta a raggiungerlo. Non appena ce l’ha davanti lo osserva. È molto alto così come la porta. Lo spinge a fatica dato la sua poca forza il peso dell’anta. Quando entra poi si appresta a richiuderlo. Si pulisce le mani e si gira.
“Oh caspiterina…”
La stanza è enorme, solo di un piano. Ci sono varie colonne molto grosse e dei tavoli con delle panchine sparsi ovunque. Un tavolo al centro più grande dove c’è seduto Hiccup che si alza.
Tutti i presenti, sia uomini che draghi la fissano.
<< Ehm…salve…si ecco…io >> balbetta imbarazzata.
<< Connie Spice! >> urla il ragazzo.
Lei lo guarda stando ferma dov’è con le mani unite davanti al ventre.
<< Il mio popolo ti da il benvenuto a Berk! >>
“Si ho capito, però adesso stai calmo.”
Di nuovo come poco prima tutti iniziano a fare confusione e con loro anche i draghi. Lei a passo lento si avvicina mentre della musica riempie l’aria, gli uomini bevono, urlano ridono, mangiano.
<< Pensavo che non ti stessero quei vestiti. Sei minuta in confronto a noi >> dice la donna seduta allo stesso tavolo del ragazzo.
<< Già… >> dice la ragazza sedendosi.
<< Allora sei tu quella nuova >> dice ad un certo punto qualcuno alle sue spalle.
Connie si gira ritrovandosi davanti un gruppetto di ragazzi. Quello che ha parlato è il primo. È alto anche lui, pieno di muscoli, i capelli scuri e gli occhi chiari, dei baffetti e della barba leggera. In testa come tutti ha un elmo.
La squadra da capo a piedi mentre cinge con il braccio una ragazza anch’essa alta. Bionda, bella, ma con il viso un po’ troppo lungo. I capelli sono legati in due lunghe trecce. Dietro di loro altri due ragazzi, uno di loro le assomiglia molto e ha i capelli a rasta mentre l’altro è grosso, ma sempre biondo.
“Viva la fantasia” pensa la ragazza guardandoli.
<< Connie ti presento Moccicoso, Testa di tufo e Testa bruta e Gambe di pesce >> dice Hiccup mentre lei li guarda.
<< Piacere ragazzi >> risponde lei sorridendogli.
<< Venite, sedetevi >> dice il ragazzo e loro non se lo fanno ripetere. Vicino a lei si siede il ragazzo grasso, Gambe di pesce, davanti invece Moccicoso e la sua ragazza mentre l’alto ragazzo si siede di fronte ad Hiccup, vicino a Valka che si alza.
<< Vado a vedere se Mordof è arrivato >> dice congedandosi. Il figlio annuisce.
<< Allora com’è andata oggi? >> chiede poi ai suoi amici. Connie si stringe nelle spalle. Il ragazzo di fianco a lei le sorride e lei ricambia imbarazzata.
<< Io e Gambe di pesce siamo riusciti ad addestrare quelle due morti sussurranti e un gronchio >> dice il ragazzo moro.
<< Io ho provato con quel grugno zoppo, ma niente da fare. È troppo cocciuto >> si lamenta il ragazzo biondo di fronte ad Hiccup.
<< Ci vado a dare un’occhiata io domani, tranquillo >> dice il ragazzo.
<< Ehy…ma che colore strano che hanno i tuoi capelli >> dice quella ragazza osservando i capelli di Connie.
<< Si ehm… >>
<< Ma sei nata così? >> chiede ancora sporgendosi un po’ di più.
<< No, no li ho colorati. Il mio vero colore è questo >> dice indicandosi le sopracciglia.
<< E come li hai colorati? >> chiede ancora.
<< Sono…andata dal parrucchiere? >>
“Ma mi prendono in giro?”
<< Ma che ti interessa? Li ha colorati punto. Non fare sempre l’impicciona! >> le dice il ragazzo che le assomiglia.
<< Ehy! Lei può chiedere tutto quello che vuole capito? Fatti tu i fatti tuoi >> la difende il suo ragazzo.
<< Già >> dice lei sostenendolo.
<< Vuoi che ti faccia un occhio nero? >> ribatte il ragazzo.
Hiccup guarda Connie e sospira scuotendo la testa facendo ridere la ragazza mentre gli altri si continuano a lanciare battibecchi.
<< Ehy ragazzi…c’è Astrid >> dice Gambe di pesce guardando dietro ai due fidanzati.
<< Ciao Astrid, com’è andata oggi? >>
<< Benissimo >> dice lei poggiando un’ascia sulle spalle. Li guarda tutti soffermandosi su Connie e piano piano il suo sorriso compiaciuto svanisce. Connie guarda Astrid.
“È davvero una bella ragazza” pensa.
 Capelli, ovviamente biondi, gli occhi azzurri, alta e magra. Agli occhi della ragazza sembra forte e sicura di sé. 
<< Astrid lei è… >>
<< Lo so chi è. È quella strana che sbuca dai tronchi degli alberi >>
<< Cosa? Tronchi degli alberi? >>
<< Non gliel’hai ancora detto Hic? >> chiede la bionda al ragazzo.
<< Glielo avrei detto >> dice lui guardandola severo.
<< Mi vuoi spiegare come diavolo sono finita qui? >> chiede Connie a Hiccup che sospira.
<< Un dei nostri ti ha visto cadere dal tronco di un albero poco fuori dal villaggio. È un albero praticamente abbattuto con un grosso incavo, abbastanza grande affinché ci passasse una persona >>
<<  Ma non è possibile. Sono caduta in un laghetto, che senso ha il tronco dall’albero >>
<< Dove sei caduta? >> chiede il biondo di fianco a lei.
<< Prima che mi svegliassi qui ero vicino ad un laghetto e stavo cercando di bere. Poi però sono scivolata e quando mi sono risvegliata ero qui. Non ha senso. A dire la verità niente a senso. Io non dovrei nemmeno essere qui. Non so chi siete, che intenzioni avete. Siete vestiti tutti in modo strano, vi comportate in modo strano. Sembra quasi che venite…da un’altra epoca >>
<< Ehy guarda che sei tu quella strana qui. Compari all’improvviso nel nostro mondo >> dice Testa bruta.
<< Devo chiamar…aspettate! Il mio cellulare! Dov’è il mio cellulare?! >>
<< Il tuo cosa? >> chiede Moccicoso.
<< Oh andiamo adesso mi dite che non sapete cos’è un cellulare? >>
<< Ma di che stai parlando? >> chiede quella ragazza, Astrid.
“Ma non è possibile! Che razza di presa in giro è questa?! Com’è che…”
<< Aspettate…in che anno siamo? >> chiede Connie alzando le mani al cielo.
<< Perché? >> chiede Testa di tufo.
<< In che anno siamo? Che anno è? >> continua alzando la voce.
<< Stai calma. Siamo nell’undicesimo secolo >> risponde Astrid.
Connie sbarra gli occhi. Hiccup la guarda preoccupato, all’improvviso la ragazza è sbiancata e ha paura che possa svenire.
“Non. È. Possibile.”
Connie è uscita di corsa dal grande capannone. È vicino al bordo della rocca a strapiombo e fa avanti e indietro cercando di calmarsi. Le pare una cosa impossibile. Come può essere che sia l’undicesimo secolo? Che sia tornata indietro nel tempo? “No, è una cosa impossibile”, pensa ripetutamente.
<< Connie >> la chiamano. È Hiccup, che seguito da Sdentato l’ha raggiunta.
<< Perché sei scappata? >> chiede, il drago preoccupato quanto lui.
<< Perché sono scappata?! Basta con questa presa in giro! Voglio tornare a casa mia! >>
<< Mi spieghi cosa c’è che non va? >>
<< Cosa c’è che non va? Prima trovo un laghetto in una grotta nel bosco a cavolo, poi ci cado dentro, mi risveglio in un posto in cui cavalcano i draghi e li tengono come animaletti di compagnia. Non trovo né i miei occhiali, né il mio cellullare e mi dicono che siamo nell’undicesimo secolo! E tu mi chiedi cosa c’è che non va?! Bene tesoro, non va un corno! >> dice istericamente. Hiccup e Sdentato sono spaventati dalla ragazza. Si guardano e il drago gli fa cenno verso Connie con la testa.
<< Senti…Connie. È stata una giornata pesante per te. Va a riposarti, vedrai che domani andrà meglio >>
<< Forse non mi hai capito. Io torno a casa mia. Dimmi dov’è questo…albero da cui sono spuntata >>
Il ragazzo guarda Connie e poi Sdentato. Fa spallucce a quest’ultimo e poi comincia a camminare mentre sia la ragazza che la creatura lo seguono. Si addentrano di nuovo nella foresta e non molto dopo si fermano. Connie guarda oltre il ragazzo. Vede un albero con le radici piantate saldamente nel terreno ricoperte di piante e muschio. Dopo le radici c’è un’apertura simile a quella che Connie ha visto nella roccia. Il tronco però non è verso l’alto, ma di lato come se fosse sdraiato. Non ha chioma e l’altra estremità è piantata anch’essa nel terreno.
<< Okay >> la ragazza si avvicina e guarda al suo interno ma non vede niente. C’è buio sia dentro che fuori, dato che è sera.
<< Sdentato, puoi farmi un po’ di luce per favore? >>
Il drago guarda Hiccup come per chiedere il permesso. Il ragazzo annuisce così lui si fa avanti e apre la bocca producendo un piccolo fuoco circondato da luce blu che riesce a mantenere dentro la bocca.
<< Grazie >> risponde la ragazza entrando la testa nell’incavo.
<< Guarda che non c’è niente. Ci abbiamo già visto non… >>
<< Vedo qualcosa! >> esclama la ragazza felice.
Hiccup e Sdentato si guardano.
“Com’è possibile? Ho controllato con Sdentato e i miei uomini quando è arrivata la ragazza e non c’era niente. È possibile che non abbia visto bene?” pensa il ragazzo stranito.
<< Che cos’è? >> chiede avvicinandosi.
<< Non saprei…sembra una pietra. È appuntita e bianca >>
<< Non ho mai visto una cosa del genere. Sicura che non mi puoi dire altro? >>
<< Ehm…emana luce…però è strana sembra che la puoi raccogliere >>
 << No Connie, non la… >>
Hiccup non riesce a finire la frase che la ragazza, a causa della bellezza di essa, l’ha già sfiorata con le dita. Come se viene tirata da dentro il tronco scompare e Hiccup non fa in tempo a prenderla.
Connie sente il vento sulla sua faccia, i capelli al vento. È di nuovo in quel tunnel buio ma stavolta lo sta risalendo. Vede la luce della caverna e sorride. Un flash bianco. Apre gli occhi. È in ginocchio, il laghetto alle sue spalle. Sorride e si guarda. Ha i suoi vestiti ma sono puliti, gli occhiali. Si tocca la tasca posteriore. Il cellulare c’è. Sospira e si gira per guardare il laghetto.
<< Non ci posso credere. Ce l’ho fatta! >> urla salterellando come un’idiota. Corre fuori dalla caverna si guarda intorno. C’è ancora luce.
<< Vista Connie! >> esclama qualcuno. È suo cugino che ha già cominciato a correre.
Lo insegue correndo a più non posso. È piena di energie e corre ridendo. Supera il ragazzo che si sorprende della sua velocità e arriva a toccare l’albero in cui aveva contato.
<< Libera! Ahah! >>
<< Ma…si può sapere…come hai fatto? >>
<< Corro veloce io >> dice sorridendogli maliziosa.
Lui ricambia. Per un momento sembra che siano tornati amici, ma subito Nathan rovina tutto.
<< Bello lo strappo dei tuoi jeans, è di moda? >> dice indicandole il ginocchio.
Lei li guarda corrucciando la fronte.
“ Ma come…?”
<< Nathan! Su coraggio rientrate! >> urla Margaret.
I gemelli superano i due ragazzi ridendo mentre Nathan li segue. Connie rimane dov’è per un po’. Poi confusa e pensierosa li segue. 

[PS: vi avverto non sapendo il tempo in cui è ambientato Dragon Trainer allora attraverso delle ricerche ho decido di inserire il XI secolo come avete visto. Se per caso siete a conoscenza nel vero tempo della storia per favore ditemelo XD perché non mi piacciono le cose fatte così a caso, sono molto puntigliosa io. Grazie :)]

 

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Capitolo 6
*** Non era un sogno ***



Ce l'ho fatta! Sono un genio è inutile :3 Dopo questo voglio un premio nobel! Ahahah XD
Scherzi a parte, non credevo di riuscire a finirlo entro oggi questo capitolo però...eccolo qua. Seee! 
Spero vi piaccia anche se sinceramente non penso sia...vabbé niente.
Buona lettura :)
<< Allora, vi siete divertiti? >> chiede la signora Spice accarezzando la testa ai due gemelli.
<< Si >> risponde Terrence.
Margaret e suo marito fanno avanti e indietro portando teglie, ciotole e quant’altro riempiendo ad ogni viaggio la tavola un po’ di più. Nathan è seduto di fronte a Connie che continua a contemplare lo strappo dei suoi jeans passandoci sopra le dita e suo padre sta parlando al telefono. 
“Come è possibile? Che quel laghetto sia una specie di portale?”
<< Connie… >>
“Che io sia andata in un mondo parallelo? Era davvero reale tutto quello che ho visto? “
<< Connie… >>
“Oppure è stata colpa della mia immaginazione? Il viaggio, lo stress, il fatto che ancora mia nonna non si trova, il brutto risveglio. Hanno causato questo sogno, questo miraggio?”
<< Connie! >>
Scuote la testa destandosi da quel momento di trans e guarda sua madre.
<< Che hai tesoro? Sei sciupata. Non ti senti bene? >> le chiede.
<< No…no sto benissimo. Tranquilla >> le sorride rassicurandola. Nathan la fissa e per un po’ lei fa lo stesso, ma poi sposta lo sguardo.
Dopo pranzo Connie si chiude in camera sua, a chiave. Legge ormai da un paio d’ore e sono le cinque. Il libro sta finendo, mancano gli ultimi dieci capitoli. È un libro che gli ha prestato suo zio, ma lo trova interessante. Si intitola ‘Fahrenheit 451.’
Finisce la pagina e lo chiude lasciandolo vicino al cuscino. Si gira a pancia in su e si copre gli occhi con il braccio.
<< Non ha senso. Era tutto così reale. Il ragazzo, il capanno, il drago. Sto diventando pazza. Magari sono caduta e mi sono semplicemente strappata i jeans. Si deve essere così per forza. Sono svenuta e i jeans si sono strappati. Poi ho sognato quel posto >> dice sussurrando.
Bussano alla porta ma lei non risponde. Proprio in quel momento non vuole essere disturbata. Continuano a bussare.
<< Chi è? >> chiede scocciata. Nessuna risposta, continuano a bussare.
<< Chi è?! >> urla sta volta.
Ancora niente. Bussano.
<< Mmmm…che palle >> dice alzandosi e raggiungendo la porta.
<< Si può sapere ch… >> non finisce la frase che suo cugino entra e corre verso il letto buttandocisi di sopra.
<< Nathan! Esci subito dalla mia stanza! >>
<< Ti ricordo che questa è casa mia >>
<< Appunto per questo, hai la tua stanza usala  no? >>
<< Non mi va >>
<< Bene allora la uso io >> dice facendo per uscire.
 << È chiusa a chiave, mi dispiace >>
Lei rientra e chiude con forza la porta. Si mette le mani sui fianchi e guarda suo cugino male.
Lui la guarda a sua volta, dalla testa ai piedi e viceversa.
<< Certo che non hai quasi per niente il corpo da donna >> dice spostando lo sguardo sul soffitto.
<< Scusami? >> dice Connie indignata.
<< Non hai tette, la vita è troppo stretta, le spalle piccole. L’unica cosa che ti salva sono i fianchi, un po’ più rotondetti e il culo che bene o male c’è >>
<< Brutto pezzo di mer… >> dice correndo verso di lui.
Inizia a dargli schiaffi e pugni, o meglio ci prova.
Lui ride e le blocca con le mani grandi i polsi.
<< Smettila dai. Hai la forza di un gerbillo. Così ti stanchi solo >>
<< Non mi interessa! Prima chiedimi scusa! >>
<< No >>
La ragazza ricomincia più forte, senza mai riuscendo a prenderlo.
Quando si stanca si lascia andare sul letto sedendosi. Si passa una mano sulla fronte. Ha sudato un po’ per fare in quel modo.
<< E poi sei sempre la solita secchiona e sfigata con gli occhialoni. Non mi sorprende che tu non abbia il ragazzo >>
“Ahia…questo fa male.”
Abbassa lo sguardo sulle sue mani giunte sulle gambe incrociate. Si osserva le unghie abbastanza lunghe e limate. Le viene da piangere. Suo cugino è crudele. Non sa cosa significa. Lui è sempre circondato da ragazze e amici. Lei invece non ha mai avuto nessuno.
<< Mi chiedo come facciano i tuoi amici a stare con te davvero >> continua lui ridendo.
<< Me lo spieghi? >> le chiede guardandola sempre con quello stupido sorrisetto.
<< Semplice…non ne ho >>
Nathan si accorge che la ragazza ha gli occhi lucidi e le sue labbra si muovono continuamente e nervosamente. Si mette sui gomiti e si gira di lato.
<< Connie… >>
<< No… vaffanculo >> sussurra alzandosi ed uscendo dalla stanza.
Nathan rimane lì impassibile. Per la prima volta si sente in colpa per aver detto qualcosa di cattivo a sua cugina. 
Connie si dirige in bagno con l’intenzione di farsi una bella doccia rilassante. Si spoglia e si appunta i capelli e aspetta che l’acqua diventi abbastanza calda. Quando entra tira la tendina e lascia che l’acqua le bagni tutto il corpo. Si sente le gambe pesanti e a volte fanno male.
Ma perché? Oltre alla gara con suo cugino non ha corso più. O no?
Si insapona inalando il profumo del bagno schiuma alla vaniglia e chiude gli occhi mente si passa una mano intorno al collo. Quando finisce esce e si avvolge nell’enorme accappatoio bianco. Indossò le ciabatine di spugna abbiate ad essa ed esce dirigendosi in camera sua sperando che suo cugino se ne sia andato.
Come se Dio avesse ascoltato le sue preghiere, il ragazzo non c’è più. Si veste indossando una tuta e una felpa per casa e dei pesanti calzettoni. Poi torna in bagno posando l’accappatoio e le ciabatte e scende.
<< Connie! Connie! >> urlano i gemelli correndole vicino.
<< Che c’è ragazzi? >> chiede lei.
<< Facciamo il cinema? Ti prego! >> dice Frenchy.
<< Ma non lo so se la zia ha i pop corn >>
<< Andiamo a vedere! Ti prego! >>
La ragazza sospira.
<< Va bene, andiamo >>
Si dirigono in cucina e Connie apre uno sportello.
<< No mi dispiace, non ne ha >>
Si gira a vedere i suoi fratelli che si sono rintristiti. Le si strinse il cuore così si avvicina  a loro.
<< Volete che vi racconti una bella storia? >> gli chiede e loro annuiscono.
<< Bene allora dopo cena riunione nella vostra stanza >>
 
Finito di mangiare i gemelli corsero in camera loro per indossare il pigiama e farsi trovare già sotto le coperte da Connie. La ragazza finito di aiutare la zia a sparecchiare si dirige verso le scale.
<< Connie…senti io… >> sua cugino Nathan era sbucato dal nulla. Era imbarazzato o e le mani gli sudavano.
<< Io penso di aver esagerato oggi >>
<< Ah pensi. Nathan l’ho detto prima e te lo ripeto. Vaffanculo. Hai detto quello che pensi e o sappiamo entrambi. Me lo ripeti dalla prima media. E non venirmi a raccontare che ti si è stretto il cuore a vedermi in lacrime >> dice per poi salire.
<< Sai che c’è? Non ti chiedo scusa. Eh si! Sei solo una sfigata! >> le dice.
Lei non gli risponde continua a salire le scale mostrandogli solo il dito medio.
<< Allora, eccomi qua >> dice la ragazza sedendosi sul letto.
<< Di che parla questa storia? >> chiede Frenchy grattandosi la guancia.
<< Questa storia parla di…un ragazzo. Un ragazzo che durante l’estate è andato con la sua famigli in vacanza dai parenti… >>
<< Come noi! >> dice Terrence.
<< Esatto. Un giorno il ragazzo si avventura in un bosco lì vicino. Era annoiato e cercava qualcosa da fare. Non aveva fratelli o sorelle e sua cugina era già grande e lavorava. Ad un certo punto vede una piccola caverna scavata nella roccia di una montagna. Incuriosito ci entra e la cosa strana è che al suo interno c’è un laghetto. Si inginocchia e ci guarda dentro. Poi come se qualcuno lo avesse spinto cade e lo attraversa! Quando si risveglia si ritrova in un posto strano, un piccolo villaggio con poche case e poca gente. Cerca di comunicare con loro ma nessuno gli da retta. Poi ad un certo punto un drago spunta dietro di lui che spaventato inizia a correre >>
<< Com’era il drago? >> chiede Frenchy.
La ragazza ci pensa un po’ su mentre nella mente girano le immagini del drago che l’ha attaccata la stessa mattina, a meno che non sia stato un sogno.
<< È rosso, grande, zampe grandi dita e grossi artigli neri, mentre le zampe di fronte sono direttamente attaccate alle ali grandi, sulla testa ha quattro corni e un muso lungo con i denti inferiori che gli sbucano dalla mascella anche a bocca chiusa. Il suo ruggito fa gelare il sangue del ragazzo che inciampa. Poi spunta un altro drago nero, più piccolo che riesce però a tenere testa alla grande bestia rossa… >>
<< Di che razza sono i draghi? >> chiede Terrence.
<< Non saprei… dovrò chiedere al ragazzo. Ora la parte migliore. Il ragazzo ne approfitta e scappa nel bosco ma il drago nero lo raggiunge  e lo blocca al terreno. Lo squadra mentre il ragazzo vede che sopra di esso c’è un cavaliere. Quest’ultimo allontana il drago e scende rivelandosi. Era anche lui un ragazzo, alto…capelli castani…senza una gamba. Lo aiuta a rialzarsi e lo invita a tornare al villaggio. Ma il ragazzo risponde che deve tornare a casa, che lo staranno cercando. Così l’altro ragazzo lo accompagna vicino ad un albero con la stessa apertura della caverna. E gli dice “da qui potrai tornare a casa”. Il ragazzo lo ringrazia e lo attraversa così ritorna a casa e felice va a raccontare ai suoi genitori dell’avventura >>
<< Che bella storia >> dice Frenchy.
<< Come si chiama il ragazzo che trova la caverna? >>
<< Terrence,  si chiama Terrence >> il bambino sorride.
<< E il cavaliere? >> chiede Frenchy.
<< Il cavaliere si chiama Frenchy. Adesso basta dormite >>
Connie si alza dal letto, bacia le fronti dei suoi fratelli ed esce andando nella sua stanza.
Indossa il pigiama, mette sotto carica il cellulare e si mette sotto le coperte. Pensa alla strana giornata. È confusa, non sa cosa pensare.
“È stato solo un sogno, oppure tutto quello che ho visto, fatto, toccato era vero?”
E con questa domanda si addormentò. 
 
Connie si è svegliata e nella sua mente c’è un solo ed unico pensiero. Doveva tornare in quella caverna. Doveva sapere per certo se era un sogno o tutto vero. Così dopo aver mangiato qualcosa al volo sale in camera sua e indossa un paio di leggings blu corti, una semplice maglietta e si fa la coda. Indossa le scarpe da ginnastica e si mette le cuffiette nelle orecchie.
<< Vado a fare una corsa >> annuncia ai parenti per poi correre verso il boschetto. Tutti si guardano straniti mentre Nathan allunga il collo per vederla andare via.
 Corre veloce come una scheggia raggiungendo quasi subito la strana apertura nella roccia. Si guarda attorno sperando che nessuno l’abbia seguita. Poi si sfila le cuffiette e le attorciglia su se stesse. Entra e arriva davanti al laghetto. Va a mettere il cellulare all’angolo, ma prima di posarlo guarda l’orario, 11:38.
Si avvicina all’acqua e la guarda. Sospira e chiude si occhi. Quando li riapre pensa “Forza.”
Si tuffa ed ecco che accade di nuovo. Di nuovo nel tunnel buio e di nuovo la luce bianca che si fa sempre più grande.
“Stavolta non svengo.”
Tiene gli occhi aperti. Proprio quando la luce è vicinissima c’è un flash. Apre gli occhi. È in piedi, dietro di lei c’è quel tronco strano, è vestita con i vestiti che le hanno dato il giorno prima e gli occhiali sono spariti di nuovo.
<< Non ci posso credere! Era tutto vero! È tutto vero! Oh…che figata! >> dice andando avanti e indietro passandosi una mano fra i capelli.
Sente delle voci in lontananza e qualche ruggito. Sorride ampiamente e corre verso il vociare di Berk.
Appena arriva si guarda attorno, anche se l’aveva fatto il giorno prima. Un drago ruggisce per chiamarla e quando lei lo guarda sorride. È Sdentato, che le corre incontro e lei fa lo stesso.
<< Sdentato! Ciao bello! >> dice abbracciandolo e accarezzandolo.
Il drago sorride senza  mostrare i denti e lei lo sguarda stranita.
<< Ma i tuoi denti… >>
<< Ha i denti ritratti >> dice qualcuno ed entrambi si girano. È Hiccup che appoggiato alla gamba buona con le  braccia incrociate la guarda senza lasciar trapelare le sue emozioni. Ma in realtà è molto felice di rivederla. Vuole parlare con lei e farle delle domande e la stessa cosa Connie.
<< Sei tornata, perché? >> dice avvicinandosi pian piano.
<< Volevo, anzi, dovevo sapere se questo posto esisteva per davvero o era stata la mia fantasia a crearlo >>
<< Per quanto ne so io sono in carne ed ossa…si anche un po’ in ferro >> dice guardando la gamba facendo ridere la ragazza.
<< Come te la sei rotta? >> chiede.
<< Te lo dirò a patto che tu risponda anche alle mie domande…e decida di visitare Berk in mia compagnia >>
<< Mmmh…l’idea mi piace >>
<< Questa, come hai visto ieri, è il posto in cui tutti ci riuniamo per discutere  di un cambiamento, dei problemi, delle nuove idee o semplicemente per festeggiare >>
<< Cosa festeggiavate ieri? >> chiede la ragazza.
<< Il mio ritorno, ho fatto un lungo viaggio, oh e naturalmente il tuo arrivo >>
La ragazza arrossì leggermente senza dire niente.
<< Come mai hai fatto un lungo viaggio? Dove sei andato? >>
<< Quattro giorni conseguitivi al mese vado in esplorazione per…sperare di trovare un’altra furia buia >>
<< Furia buia? >>
<< Sdentato è l’unica furia buia a Berk e nelle vicinanze, devo andare più in là se ne voglio trovarne qualcun’altra >>
La ragazza annuisce. Ha capito che il ragazzo è preoccupato per il suo amico. Ha paura che resti da solo.
<< Fammi vedere qualcos’altro >> dice lei per distrarlo.
<< Di qua >> dice Hiccup facendo strada.
<< Qui abbiamo le stalle dei draghi, e qui mangiano e bevono >>
C’è un enorme struttura costruita tutta in metallo e lì vicino dei mangiatori e grandi contenitori di acqua.
<< Wow! Tutto questo è pazzesco! Ma come li trovate i draghi? >>
<< Abbiamo gli scopritori, sono quelli che ogni giorno vanno in giro per trovare altri draghi. Magari quelli feriti. Ma a volte ce n’è qualcuno che viene di sua spontanea volontà >>
<< E poi che ci fate? Acquistano subito la fiducia in voi? >>
<< Ahahah no. Per niente. Prima li addestriamo >>
Dice il ragazzo. È stupito dal fatto che Connie sia così interessata. Per farlo capire agli abitanti di Berk c’è ne voluto, invece lei ha così larghe vedute. Accetta tutto con una naturalezza incredibile. Come se tutto questo fosse normale. E anche se ora lo è Hiccup si rende conto che in realtà non lo è del tutto. Nelle altre parti del mondo molto probabilmente se ci sono draghi ancora li combattono.
<< Vieni ti faccio vedere >> dice prendendola dal polso e guidandola verso la terza struttura più grande a Berk. Esattamente al centro, sembra uno stadio.
<< Qui ci lavorano gli addestratori, sono quelli che addestrano i draghi e… >>
<< Ma che ci fa lei qui? Non era andata via? >> dice Moccicoso spuntando con Gambe di pesce e Testa di tufo.
Hiccup sta per rispondere, ma Connie lo batte nel tempo.
<< Beh si, ma sono tornata. Problemi? >> dice convinta.
Il ragazzo è sconcertato. Sorride ammirando la ragazza.
<< A quanto pare Connie ci verrà a fare visita spesso >> dice lui guardando i suoi amici.
<< Ma Hiccup ne sei sicuro? >> dice Gambe di pesce.
<< Si Pesce, sono sicuro >>
<< Voi siete addestratori? >> chiede la ragazza.
<< Si, i migliori addestratori di Berk >> dice Testa di tufo.
<< Wow! E come fate? >> dice Connie correndogli incontro. Loro fanno un passo indietro.
È così elettrizzata dal fatto che questo posto esiste davvero che non riesce a calmarsi.
“È pazzesca, davvero.” Pensa Hiccup sorridendo a quella scena. 
<< Se vuoi davvero sapere come fanno è meglio che parli con me >> dice un uomo entrando da una porta. Era alto e molto imbustato. La voce ferma. I capelli lunghi fino alle spalle e la barba folta con tre piccole treccioline. Entrambi sono per la maggior parte bianchi ormai. Gli occhi grandi e scuri.
<< E tu…chi sei? >> chiede Connie.
<< Io sono Mordof. L’allenatore di quei bambocci laggiù >> dice indicando i ragazzi fatti piccoli piccoli.
<< Mordof come andiamo? >> chiede Hiccup avvicinandosi. Anche lui era più basso dell’omone.
<< Ho finito di addestrare un taglia boschi e un incubo orrendo. Stavo per iniziare con quel grugno zoppo >>
<< Bene, allora ti lasciamo lavorare >>
<< Aspetta! >> dice Connie fermandolo per un braccio.
Hiccup la guarda stranito.
<< Voglio vedere come lo addestra, posso? >>
<< Beh… >> inizia.
<< Perché no? Così impara qualcosa sui draghi nel frattempo >>
Connie sorride ad Hiccup.
<< Okay ma niente mosse avventate >> dice guardandola severo. Lei annuisce.
Poco dopo sono messi al sicuro dietro alla parete di un’entrata. Hiccup è pronto ad abbassare la parete di metallo in caso Connie fosse in pericolo. Le lancia uno sguardo di traverso dato che è accanto a lui. Lei sta sorridendo e balla sola sola al posto.
<< Pronto Pesce? >> chiede Mordof al ragazzo in alto pronto per aprire la gabbia.
<< Via! >>
Gambe di pesce apre e un drago non tanto grande entra correndo. Ha le zampe anteriori piccole mentre quelle posteriori sono grandi. Ha un solo corno sul muso e un ventaglio alla fine della testa. Il suo colore di pelle e rosso. Ruggisce mentre Mordof cattura la sua attenzione.
<< Vieni da papino >> il drago carica.
Lui lo ferma con le mani, le braccia sono forti e si può vedere dalle braccia nonostante sia vecchio.
Lo sblocca e lo spinge via. Corre verso lo scudo mentre il drago si riprende. Apre la bocca e Connie vede una luce. Il fuoco.
Mordof si copre con lo scudo mentre il grugno zoppo inizia a sparare colpi.
“Uno, due, tre, quattro, cinque…” conta Mordof mentre si protegge con lo scudo. La fronte imperlata di sudore.
<< Perché non reagisce? >> chiede Connie guardando Hiccup.
<< Sta aspettando che finisce i colpi >>
<< Ma come fate a sapere quando finisce? >>
<< Abbiamo un libro dei draghi in cui ci scriviamo tutto quello che sappiamo>>
<< Avete un libro dei draghi? >> chiede, la bocca quasi a terra.
<< Si certo >> sorride soddisfatto vedendo la sua faccia.
Tornano a guardare Mordof.
Ad un certo punto il drago si ferma.
<< Quanti Mordof? >> chiede Testa di tufo.
<< Dodici >>
<< Aspetta. Sei sicuro? I grugni zoppi ne hanno… >> dice Gambe di pesce ma non finisce la frase che il grugno zoppo spara l’ultimo colpo e colpisce lo scudo tenuto male da Mordof. Gli vola via dalle mani e sia lui che lo scudo cadono a terra. Connie si copre la bocca spalancata con le mani.
Il drago sta per correre verso di lui. Lo scudo troppo lontano non ce la farà mai ma nonostante questo vuole ancora combattere.
Connie corruccia le sopracciglia ed entra nella rena.
<< Ma che fai?! >> urla Hiccup.
Inutile la ragazza è già entrata e corre verso Mordof parandocisi di fronte.
<< Fermo! >> dice allargando le braccia.
Il drago si ferma e si avvicina ruggendole in faccia. È spaventata a morte ma non si sposta. È coraggiosa.
Il drago piega la testa di lato e la sua pelle diventa gialla.
<< Basta… >> sussurra lei.
Cala piano le braccia ai fianchi. Tutti sono sconcertati. Hiccup la osserva.
Il drago ha le pupille dilatate. Annusa la ragazza e poi fissa l suo sguardo nei suoi occhi chiari. Connie non batte ciglio.
Poi lentamente e con calma alza la mano. Il drago la vede ma non fa nulla. La ragazza l’avvicina sempre di più al muso della creatura.
<< Ma sei bellissimo, lo sai? >> dice e il drago avvicina la testa. La ragazza lo accarezza con gentilezza e sorride.
<< Come ha fatto? >> chiede Moccicoso sgranando gli occhi. Lui non ce l’avrebbe mai avuto il coraggio di fare una cosa simile, ma non l’avrebbe mai detto. Hiccup entra nell’arena e corre verso di loro.
<< Ma come…? Tu…Ti rendi conto dei rischi che… >>
<< Beh sono ancora viva no? >> dice Connie continuando ad accarezzare il drago.
<< Io ne ho conosciute di ragazze coraggiose, ma Odino mio! Tu sei proprio pazza da legare! >> dice Mordof massaggiandosi la fronte dove c’è un piccolo taglio.
Non lo dice, ma le ricorda una sua cara amica.
<< È davvero stupendo >> dice guardando il drago.
<< Vedo che particolarmente affezionato a te >> dice il ragazzo.
<< Già, peccato che lo ha già richiesto un vichingo. È giovane e bello, un po’ stupido ma siamo tutti così qui. Se voi questo drago puoi sempre decidere di fare coppia con lui >> dice Mordof ridendo. Hiccup corruccia le sopracciglia.
“Cosa?! Coppia?! Non se ne parla! Single sono single voglio rimanere.” Pensa Connie.
<< Grazie ma sto bene così >> dice e Hiccup la guarda ridacchiando.
<< Meglio andare ora >> dice.
<< Okay. Ciao bello. Arrivederci ragazzi >> dice seguendo Hiccup fuori da lì.
<< Beh le cose più importanti te le ho fatte vedere >>
<< E la tua casa? >>
<<È quella lassù, in cima >> dice il ragazzo indicandogliela. Connie la conosce già è la casa i cui Valka, sua madre le ha dato i vestiti puliti.
<< Ah si. L’ho già vista. È davvero grande >>
<< Si, la casa più grande è quella del capo >> dice mettendo le mani sui fianchi pavoneggiandosi.
<< Se se. Fa lo sbruffone >> dice la ragazza facendolo ridere.  
<< Hiccup! Eccoti qui! Tutti si stanno chiedendo dove tu sia finito! >>
dice un uomo. Alto quanto il ragazzo, calvo con un elmo in testa, due lunghi baffi intrecciati biondi, una gamba di legno e un uncino di ferro al posto della mano.
<< Ei Capitano Uncino come va? >> dice Connie. Ridacchia vedendo la sua faccia stranita.
“È ovvio che non sanno chi è Capitano Uncino.”
<< Scaracchio ti presento Connie >> dice Hiccup mettendo una mano sulle spalle di Connie.
<< Piacere Connie. Adesso fila a fare il capo! Ha bisogno di te la tua gente >> dice l’uomo dando un calcio nel sedere ad Hiccup che fece un saltello.
<< Si si. Ho capito >>
La ragazza ride e lo guarda mentre parla con alcune persone.
<< Allora come ti trovi qui? >> chiede Scaracchio.
<< Davvero bene. Qui è tutto così fantastico. Niente è come da noi >>
<< Sono felice che ti piaccia questo posto. I nostri antenati ne hanno visto di tutte i clori per costruire questo villaggio >>
<< In effetti è messo in una posizione particolare >>
<< Puoi dirlo forte >>
Restano per un paio di minuti a guardare Hiccup mentre sistema vari oggetti che gli porgono le persone messe in fila. Lancia un’occhiata ad entrambi e li saluta, lei fa lo stesso ma Scaracchio no.
<< E muoviti! Ahahah >>
<< Come è potuto diventare capo così giovane? >>
Scaracchio divenne serio tutto d’un colpo.
<< Ho detto…qualcosa che non va? >> chiede Connie spaventa e dispiaciuta.
<< Diciamo che è ancora un tasto dolente >>
<< Non si preoccupi >>
Scaracchio le sorrise.
<< Rimani per cena? >>
<< No devo andare. Si sarà fatto tardi >>
<< Torni domani? >> chiede mentre lei si allontana.
<< Si, credo proprio di si >>
Saluta Scaracchio e corre verso lo strano tronco. Entra e tocca la pietra bianca. Eccola di nuovo nella caverna. La prima cosa che fa è guardare l’orario.
<< Cosa?! Le 12? Ma sono stata via per tre ore com’è possibile? >>
Si alza mettendo il cellulare in tasca e veloce torna a casa. Ci avrebbe pensato dopo.
 

 

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Capitolo 7
*** Gelosia e odio ***



Ecco il settimo capitolo appena finito (come al solito) se ci sono errori perdonatemi. Li rileggo sempre ma qualcosa mi sfugge sempre. 
Scusate anche se è un po' corto ma mi sentivo che doveva finire in quel momento, non so se mi spiego XD
Basta non ho più niente da dire, alla prossima.
Buona lettura :)


Connie si è svegliata presto questa mattina. Sono le otto e mezza è già si sta vestendo. Indossa gli stessi vestiti di del giorno prima, tanto non la utilizzati praticamente per niente. Scende al piano di sotto. Nessuno si è svegliato ancora così ne approfitta per prepararsi la colazione. La consumerà durante la strada. Prende il pacco di biscotti e ne prende un mucchietto mettendoli in un tovagliolo. Poi posa il pacco ed esce.
Canticchia in mente una canzone mentre si avvicina sempre di più verso la caverna. Finisce i biscotti e subito dopo entra posando il tovagliolo sporco insieme al cellulare nell’angolo, ma prima controlla l’orario, 9:03. Si pulisce la bocca con il dorso della mano e si lancia attraverso il laghetto.
Non appena arriva, come sempre con quei vestiti, va subito verso Berk.
Si avvia verso la fabbrica di Scaracchio pensando di trovare Hiccup, e invece c’è soltanto il vecchio che sistema.
<< Ciao Scaracchio, come stai? >> chiede sorridendo all’uomo.
<< O ciao Connie. Tutto bene e vedo che anche tu sei in forma >>
<< Si abbastanza. Hai visto Hiccup? >>
<< Oggi è andato con gli esploratori. Mi dispiace dovrai aspettare stasera >>
<< Non credo di poter restare fino a stasera >> dice la ragazza storcendo il naso.
<< Perché no? Alle 19 mancano solo quattro ore >>
<< Scusa ma che ore sono? >> chiede stranita.
<< Le 15, a proposito, hai già pranzato? >>
“ Le 15? Ma io sono arrivata alle 9. È evidente che anche il tempo dal mio mondo a questo è diverso.”
<< Si tranquillo >> decide di rispondere. I biscotti l’hanno riempita abbastanza.
<< Bene. Ora se non ti dispiace è meglio che torni a lavoro. Le selle e le armi non si costruiscono da sole. Dico bene? >>
La ragazza sorride. Anche lei vuole dare un mano. Deve aspettare comunque il ragazzo quindi può perfettamente impegnare il tempo aiutando.
<< Scaracchio ti posso aiutare in qualche modo? >>
<< Ehm…no mi dispiace. Queste armi e queste selle pesano troppo per te. Tu sei gracile rispetto a noi vichinghi. Però se vuoi darti da fare puoi chiedere a Mordof di aiutarti a trovare un passatempo. Io sono troppo occupato >>
<< Oh. Va bene, dove lo trovo? >>
<< Penso che sia all’arena >>
<< Perfetto. Grazie Scaracchio! >> urla la ragazza mentre si allontana.
<< Di niente ragazzina >> dice il vecchio guardandola andare via. Scuote la testa sorridendo e torna  a lavoro.
Connie correndo raggiunge l’arena. La guarda per un po’ e poi entra. All’inizio è un po’ persa ma poi si ricorda la strada che ha fatto ieri con Hiccup e riesce ad arrivare nell’area dove addestrano i draghi.
Sente delle voci che già conosce, sono gli amici di Hiccup.
<< Ei ragazzi >> dice correndo verso di loro.
<< Come va? >>
<< Tutto bene e tu? >> chiede Gambe di pesce. A Connie sembra il più gentile e socievole.
<< Ci romperai le scatole tutti i giorni adesso? >> chiede Moccicoso mentre Tufo ride.
<< Sentite io non ho niente contro di voi. Vengo qui perché questo posto mi piace e perché mi state simpatici. Ma non voglio disturbarvi. Quindi se vi do fastidio me ne vado >> fa per andarsene.
<< Oh andiamo Moccicoso. È anche carina. Un’amica in più non ci rovina mica >> dice Gambe di pesce.
<< Si ha ragione lui >> dice Tufo.
<< Oh e va bene! Connie! >> la chiama il moro.
La ragazza si gira e lui le fa segno di avvicinarsi.
Lei sorride ampiamente e corre verso di loro.
<< Grazie Gambe di pesce >> gli dice e il ragazzo le sorride.
<< Dicci un po’ che ci fai qui? >> chiede Tufo.
<< Sto cercando qualcosa da fare il tempo che torna Hiccup con Sdentato >>
<< Ti ha mandato Scaracchio vero? >> chiede Mordof uscendo da un corridoio.
<< Si, mi ha detto che tu puoi trovarmi qualcosa da fare >>
<< Mmm…il solito. Beh con il tuo fisico non è che puoi fare chi sa quali lavori. Sistemare le armi nell’armeria richiede muscoli e tu non ne hai. Costruire case pure. Scaracchio ti avrà detto che con lui non ci puoi lavorare. L’unica cosa che ti rimane è aiutare le donne a lavare il bucato… >>
<< Basta che faccio qualcosa anche se sinceramente lavare i mutandoni di qualcun altro non mi alletta proprio >> dice facendo ridere i tre ragazzi con le lacrime.
<< Oppure, date le tue capacità a te stessa sconosciute di calmare i draghi puoi lavorare qui con noi >> dice Mordof.
<< Davvero posso? >> chiede la ragazza. Gli occhi che le brillano.
L’omone annuisce.
<< Si perché no? >>
“O mio Dio non ci posso credere! Allenerò i draghi!” pensa su di giri.
<< Gambe di pesce aiuta la nostra amica a impararsi i nomi e le caratteristiche di tutti i draghi. Il libro è di là >>
<< Okay Mordof, vieni Connie >> dice il ragazzone.
La ragazza lo segue e attraversando un corridoio arrivano in una stanza. Non molto grande. C’è un tavolo con due panchine ai lati, varie candele accese che fanno luce quanto basta e una piccola libreria. Pesce prende un libro e si siede facendo segno alla ragazza di fare lo stesso.
<< Allora questo è il nostro manuale dei draghi. Qui ci sono scritti tutti i tipi di draghi che conosciamo fin ora e che si trovano in questa zona. Li abbiamo divisi in varie classi. La prima è la classe Stoker. Di questa classe fanno parte il Grugno Zoppo, l’Incubo Orrendo, Mangia-Fiamme, Morte Rossa, Terribile Terrore e il Typhoomerang. Allora quale vuoi che ti spieghi per primo? >> chiede Gambe di pesce.
<< i piaccio tanto i draghi, vero? >> chiede la ragazza. Mezzo sorriso sulle labbra.
<< Si davvero molto. Sono pazzeschi! >>
<< Okay ehm…il Mangia-Fiamme? >> dice non proprio convinta.
<< Beh il Mangia-Fiamme non è un drago particolarmente pericoloso. Si muovono in gruppo, stanno nelle grotte buie, e mooolto intelligente. Hanno paura del fuoco, tranne la regina. Il loro istinto naturale è la protezione per questo il loro veleno è debole>>
<< Wow! Carino >> dice la ragazza guardando le immagini del drago disegnato.
<< Questi cosa sono? >> chiede vedendo una tabella con dei numeri.
<< Sono le statistiche e le devi sapere tutte di ogni drago >>
<< Serio? >> chiede la ragazza aprendo la bocca.
<< Si. Io le so tutte a memoria >> dice alzando la testa fiero.
<< Apposto. Allora attacco 16, corazza 15, fuoc… >>
<< Ah ah ah. Nono questo lo devi fare da sola. Ti porti il libro, possibilmente senza perderlo però mi raccomando. E te li impari tutti >>
<< Oh va bene >>
<< Prossimo drago >>
<< Terribile Terrore? >>
<< Il Terribile Terrore è un drago molto piccolo, ma non vuol die che non sia pericoloso. Anzi. La cosa più importante che devi sapere è che quando sputa fuoco emette un sibilo. Se lo senti vuol dire che è molto vicino e la sua intenzione è di farti del male. Perciò stai molto attenta >>
<< Ehm…Grugno Zoppo >>
<< Il grugno Zoppo è quello di ieri che sei riuscita a fermare chissà con quale trucco. Cambiano colore a seconda dell’umore, rosso arrabbiato, giallo contenti, viola curiosi >>
<< Incubo Orrendo >>
<< Gli Incubi Orrendi sono simili a dei serpenti non hanno le zampe posteriori e quindi praticamente strisciano. Usano le corna sulla testa per combattere e si possono dare fuoco >>
<< Wow! Non vorrei mai cavalcare uno di questi. Che mi dici invece della Morte Rossa? >>
<< La Morte Rossa… >> dice Pesce mentre prende la pagina che riguarda la creatura. Connie vede le dimensioni e spalanca gli occhi.
“Dio mio…è gigantesco.”
<< …non caccia, sta sempre nella tana e si fa portare il cibo dagli altri draghi. Se uno dei draghi non porta abbastanza cibo se lo mangia >>
<< Hai mai visto una Morte Rossa in vita tua? >>
<< Certo, e se è per questo l’ho pure combattuta >>
<< Davvero? >>
<< Si. Cinque anni fa insieme ai miei amici e a Hic. È stato lui ha sconfiggerlo certo, ma noi l’abbiamo aiutato >>
<< Hiccup ha combattuto contro questa bestia? Ed è ancora vivo? >>
<< Si si, ci ha rimesso una gamba, ma si è guadagnato il rispetto di Berk >>
“Ecco perché la gamba di ferro.”
<< ma non ti preoccupare, ha combattuto con un drago peggiore della Morte Rossa >>
<< Sul serio? E quale? >>
<< Ne parleremo più avanti. Adesso ti spiego l’ultimo della classe Stoker. Riprenderemo domani >>
<< Okay >>
<< Il Typhoomerang attaccano girando su se stessi. Lasciano la terra bruciata, ma fertile. Infatti molti agricoltori da noi li usano per i campi soprattutto >>
<< Sono davvero incredibili >>
<< E aspetta di vedere gli altri. Per adesso ci fermiamo qui. Domani vedremo se sai tutte le statistiche di questa classe >>
I Due ragazzi escono dalla stanza. Connie porta tra le braccia il libro dei draghi. Non pesa mica  poco per lei.
<< Allora ti ha annoiato abbastanza? >> chiede Moccicoso con una faccia antipatica mentre Pesce lo guarda male.
<< No, anzi mi sono proprio divertita >> dice la ragazza. Moccicoso spalanca gli occhi e Gambe di pesce sorride compiaciuto.
<< Ragazzi! Sono arrivati gli esploratori >> dice Testa di tufo correndo verso di loro.
<< Andate io vi raggiungo subito >> dice Mordof mentre pulisce un attrezzo.
“Spunta sempre dal nulla quello.”
Correndo il gruppetto di ragazzi raggiunge l’aria aperta. Nel grande spiazzo vuoto sono atterrati tre ragazzi, tra cui Hiccup, Astid e bruta, e due uomini più grandi.
Connie corre verso di loro e gli altri la seguono a ruota.
<< Ciao Connie, come stai? >> chiede Hiccup.
<< Ma ciao Sdentato, come va bello? >> chiede la ragazza a drago ignorando completamente il ragazzo che alza gli occhi al cielo.
“Guarda che Sdentato ci sa fare più di me.”
La ragazzo lo accarezza con una mano, dato che l’altra tiene il libro. Gli altri ragazzi stanno parlando con Astrid che mentre risponde non la smette di fissare la ragazza, e Moccicoso e bruta si stanno baciando appassionatamente.
<< Come mai hai il libro dei draghi in mano? >> chiede Hiccup corrucciando la fronte e indicandolo.
<< Diciamo che ho trovato un lavoro mentre ti aspettavo tornare >>
<< Stavi aspettando me? >> chiede il ragazzo. Stranamente queste parole lo rendono felice.
<< È vietato aspettare un amico? >> chiede la ragazza.
Sdentato va dietro Hiccup e lo spinge più vicino alla ragazza. Arrossisce per via della vicinanza e si gratta la nuca mentre guarda il suo migliore amico sorridergli.
Ad un certo punto un rumore metallico riempie l’aria, sembra una campana e suona per due volte per un paio di secondi.
<< Che cos’è?? >> chiede Connie.
<< Il nostro orologio >>
<< Accidenti è già passata un’ora >> sussurra la ragazza.
All’improvviso il gruppetto di fianco a loro smette di parlare. I due ragazzi si girano a vedere cos’è successo. Astrid a passo pesante si sta allontanando, il pugno stretto forte intorno al manico della sua ascia.
È irritata dalla presenza di Connie, non la vuole qui. E soprattutto non la vuole vicino ad Hiccup.
“Lui è mio.”
Ma d’altronde si sa che Astrid è una ragazza molto competitiva.
 
<> dice Hiccup a Connie.
Sono davanti al “tronco magico” e la ragazza è pronta a tornare a casa.
<< Ma di cosa? Anzi grazie a te per avermi aiutato ad imparare quelle statistiche >> il ragazzo le sorride e lei ricambia.
“È davvero bell…Connie! Smettila!”
<< Ci vediamo domani, ciao Hic >>
La ragazza si gira velocemente ed entra nell’apertura.
Hiccup la guarda e non appena sparisce istintivamente guarda il celo e in quel momento si accorge che una luce, piccola ma evidente a attraversato il celo verso le stelle. 
<< Su andiamo Sdentato >> dice.
Sale sul drago che si innalza, con il pedale regola l’amico. Non va subito a Berk. Vola tra le nuvole basse, l’aria gelida della notte. Fa qualche giravolta e qualche picchiata. Poi va in alto, molto, si sgancia dalla creatura e si lancia aprendo le “sue ali”.
In quest’anno le ha migliorate. Adesso può tenere le braccia libere dato che le ali sono autonome montate sulla sua schiena dentro ad un capsulino. Basta premere un bottone e loro escono fuori, e in più come con Sdentato le regola in base alle manovre.
 
<< Vieni bello >> dice il ragazzo guidando il drago verso la mangiatoia.
Si sistema l’armatura mentre  il drago si nutre di qualche pesce.
<< Perché le hai permesso di restare? >> chiede una voce. Una voce femminile. Una voce che Hiccup conosce molto bene.
<< Perché si. È una decisione mia. Sono il capo >> dice lui rispondendole con una voce severa e autoritaria.
<< Un capo ahah…ma chi vuoi far ridere?! Un capo non avrebbe permesso ad un estraneo di restare! Magari sta organizzando un attacco contro di noi! Come fai a spiegarti che è così brava con i draghi? Perché non è la prima volta che li vede! Fa solo finta di non saperne niente >>
Hiccup pensa alle parole di Astrid.
“no non è possibile.”
<< Senti puoi giudicarmi quanto ti pare… >> dice e si avvicina alla ragazza che non si sposta. Adesso i loro visi sono a due centimetri di distanza. Astrid avrebbe l’istinto di baciarlo ma non lo fa Non vuole cedere.
<< …ma lascia stare Connie >> detto questo il ragazzo si allontana e il drago lo segue in silenzio.
Astrid lo guarda andare via. Il suo cuore batte veloce.
“Tu sei mio.”

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Capitolo 8
*** Soluzioni e nuovi litigi ***



Okay ecco qui un'altro capitolo. Vi avverto ho usato un riferimento al film "Rapunzel" non uccidetemi per questo. In più Astrid è molto...antipatica, non uccidetemi nemmeno per questo. Tranquille mi farò perdonare perché ho in mente di fare una raccolta di one-shot su Hiccstrid :)
Intanto spero che questo capitolo vi piaccia. 
Buona lettura :)

<< Buongiorno gente >> dice Connie pimpante sedendosi vicino a Terrence. Ci scompiglia i capelli e lui ride.
<< Oggi siamo particolarmente allegre. Cosa è successo? >> chiede sua madre guardandola maliziosa.
<< Niente, cosa è successo? Sono solo…di buon umore >> dice la ragazza mentre si prepara un toast con burro e marmellata.
<< Una volta ogni tanto >> dice il padre e la ragazza gli fa la linguaccia. Lui ride.
<< A quanto pare questo posto fa bene a Connie. È un peccato che tra una settimana dovrete andarvene >>
dice la zia mentre si siede a tavola. Il sorriso di Connie si spegne.
<< È già passata una settimana? >> chiede.
<< Si purtroppo, ma se vuoi fermarti di più non c’è problema >> dice suo zio.
<< Sarà una gioia >> dice sarcastico Nathan.
<< Quanto sei simpatico >>
Si fanno le boccacce facendo ridere i due bambini mentre i genitori divertiti sorridono e alzano lo sguardo al cielo.
<< Vabbè io vado a fare una passeggiata. Ci vediamo più tardi >>
<< Cerca di non tornare tardi e magari non scomparire la mattina >>
<< Che adesso vi preoccupate? >> dice. Cala il silenzio. La ragazza scuote la testa e va via.
Correndo raggiunge la caverna. Sorride solo nel vederla. Come sempre Guarda l’orario 9, 34.
Entra e come sempre cala giù nel laghetto.
Fa particolarmente caldo oggi a Berk. Il sole è alto e nessuna nuvola lo minaccia. Connie sente un rumore e si gira con uno scatto. Era solo un animale che è scappato. Si sistema i vestiti e si avvia verso berk.
Subito avvista il gruppetto dei suoi amici. C’è anche Astrid.
Si avvicina, ma ad ogni passo che fa rallenta. Solo ora nota che qualcosa non va. Moccicoso e Bruta stanno litigando, e anche forte. Le loro urla si sentono chiare. Al lato di Moccicoso ci sono Hiccup e Pesce che guarda la scena preoccupato, mentre dal lato di Bruta Astrid con e braccia incrociate e il peso su un fianco e Tufo che ride. Hiccup scuote la testa e non appena la solleva e vede Connie un largo sorriso si fa strada nel suo viso, stessa cosa per Connie. 
Entrambi vanno incontro l’uno all’altro.
<< Ciao, finalmente sei arrivata >>
<< Mi spieghi che sta succedendo? >> chiede guardando oltre la sua spalla ridendo.
<< Soliti problemi di coppia. Credo che tu capisca >>
<< Ehm…non proprio però okay >>
“ Insomma sono single da una vita, non è che ci capisco qualcosa. Forse proprio niente.”
<< Va bene adesso basta, andate tutti a lavorare! Parlerete dei vostri problemi personali più tardi >>
<< Io non ci parlo proprio più con quello stupido >> sputa Bruta.
<< Senti chi parla! Non è che tu sia proprio un genio, “tesoro” >>
<< Vieni qui brutto… >>
<< Ho detto basta! A lavoro! Anche voi due laggiù! >> dice Scaracchio indicandoli.
<< Ci vediamo più tardi >> dice Hiccup correndo verso il vecchio.
<< Connie! Vieni! >> la chiama Pesce.
Lei lo raggiunge e insieme agli altri vanno verso l’arena mentre Astrid e Bruta se ne vanno da un’altra parte.
<< Ma cosa è successo? >> chiede la ragazza a Gambe di pesce.
<< Sai com’è…Moccicoso e Bruta hanno un carattere forte e quando si vengono a scontrare è difficile farli calmare >> dice il ragazzo robusto.
<< Te lo spiego io, praticamente Moccicoso non le ha dato il solito mazzo di fori della domenica, e lei se l’è presa >> dice Tufo sempre divertito.
“Accidenti che problema serio per una litigata”, pensa Connie in modo sarcastico.
<< Allora siete pronti? >>chiede Mordof una volta che i ragazzi furono al centro dell’arena.
<< Oggi vi faccio alcune domande sulle statistiche dei draghi >> dice l’uomo guardando Connie.
<< Mordof ti ricordo che Connie sa solo quelli della classe Stoik >> dice Pesce.
<< Va bene comunque tranquillo, allora…Tufo dimmi le statistiche di uno…Scalderone >>
<< Attacco 10, velocità 6, corazza 7, fuoco 14, limiti colpi…ehm…16? >>
<< Tu vai avanti >>
<< Veleno 10, furtività 10 >>
<< La corazza è di 6 e i colpi sono 14 >> dice Mordof guardandolo male.
<< Oh Accidenti! >>
<< Ogni tanto è meglio che ripassate le statistiche >>
<< Gambe di pesce, dimmi le statistiche di un Dente Brivido >>
<< Attacco 10, velocità 14, corazza 11, fuoco 12, colpi 6, potenza mandibolare 7, furtività 8 >>
<< Molto bene… Connie. Terribile Terrore >>
<< Attacco 8, velocità 10, corazza 6, fuoco 12, colpi10, veleno 12, morso 2 >>
Mordof annuisce e lei sorride.
<< Moccicoso…Snaptrapper >>
<< Attacco 10, velocità 4, corazza 6, foco 4, colpi 5, veleno 18, morso 7 per ogni testa, furtività 15 per ogni testa >>
<< Bene a parte i colpi che sono 4, non 5 >>
Moccicoso ringhia e a Connie sembra un cane.
<< Bene allora, Pesce, tu e Connie continuate con i draghi. Tufo oggi tocca a te. Addestra un Gronkiaccio >>
 
Connie ha insistito tanto con Gambe di pesce affinché gli spiegasse oltre la classe Boulder anche quella Tracker. Lui le ha detto che poi non si sarebbe ricordata le statistiche bene, ma se c’è una cosa che Connie sa è di avere una buona memoria.
Arrivata l’ora sono usciti tutti, Tufo con una benda sulla coscia e qualche ustione.
<< Quel drago era proprio un testardo assurdo >>
<< Come te >> dice Moccicoso.
<< Che ore sono? >> chiede  Connie.
<< Quasi le diciassette >> dice Pesce.
<< Ragazzi eccovi qua, avete finito con Mordof? >> ci chiede Valka.
<< Si >> risponde la ragazza.
<< Bene allora datemi una mano per sistemare la nuova locanda >> dice spingendoli verso una donna paffuta con i capelli appuntati sopra alla testa. Ad ognuno di loro dice cosa fare. Così i ragazzi si dividono. Gambe di pesce deve occuparsi dei carichi più pesanti insieme a Scaracchio, Moccicoso e Tufo invece con i carichi medi, a Connie la donna l’ha squadrata bene per poi mandarla ai carichi “leggeri” dove c’erano solo bambini che variavano dai sei ai dieci anni più o meno.
<< Ma dove l’ha mandata a Connie? >> chiede Valka alla donna.
<< Ai carichi leggeri, quella ragazza non riuscirebbe a sollevare una cassa dei medi nemmeno con una settimana di allenamento. È troppo debole e si vede ad occhio >>
<< Non è un vichingo, questo è ovvio >> dice Valka.
La donna sbuffa e ridacchia mentre Valka si allontana.
Hiccup arriva con Sdentato poco dopo, smonta e si leva l’elmo con un movimento veloce sistemandosi poi i capelli.
<< Hiccup! >> esclama Valka andandoci in contro.
<< Mamma, che state…facendo? >>
<< Sistemiamo la bottega rinnovata, sai dopo quell’incidente con la Grande bestia selvaggia >>
<< Ah si capito >> si gira e solo in quel momento si accorge di Connie che ride e gioca con i bambini mentre trasporta alcuni sacchi.
Hiccup la guarda e in quel momento pensa che sia davvero bella.
Valka si accorge di come la guarda e sorride.
<< Vuoi…darci una mano? >> gli chiede.
<< Ehm…si…si perché no? >>
Sdentato si allontana. Lui posa l’elmo e inizia a dare una mano per i carichi medi. Anche lui non è mai stato uno molto muscoloso anche se da quando è cresciuto il suo corpo è diventato quello di un uomo. Non di un vichingo vero e proprio ma di un uomo per certo.
Mentre tutti sono impegnati a sistemare degli uomini sconosciuti a Connie si mettono a suonare per ordine di Valka così che si possono distrarre un po’ mentre lavorano.
(Clicca per la musica)
(Un consiglio andate un pochino più lente mentre leggete sennò vi sballa tutto. Ma non troppo!)
Connie ama la musica e subito si lascia andare. Mentre trasporta, casse, scatoli, sacchi e botti leggere ondeggia di tanto in tanto. La gente non ci fa caso e continua a fare tranquillamente quello che sta facendo. Alza lo sguardo e vede che Moccicoso e Bruta si stanno guardando, ancora arrabbiati l’uno con l’altra. Lui corruccia la fronte e mette le mani sopra i fianchi, lei incrocia le braccia e alza la testa per non guardarlo più, come per fargli capire che è indignata per il fatto dei fiori. Anche se li conosce da poco le dispiace. Così le viene un’idea. È un’idea strana, e sa che all’inizio la prenderanno tutti per matta. Ma non le importa dato che il suo obbiettivo è quello di far fare pace ai due ragazzi, Allora lascia tutto quello che sta facendo e si allontana dai bambini, che non se ne accorgono, stranamente. Inizia a ballare al centro e piano piano tira in ballo alcune persone. Prima un uomo. Poi una donna che di conseguenza si tira dietro altre cinque persone, poi un bambino, e un’altra donna. Iniziano tutti a ballare e gli altri si fermano guardando la scena, sorridono e battono le mani mentre alcuni si uniscono a loro. Poi Connie esce un attimo dal gruppo e prende Moccicoso e Bruta facendogli fare coppia mentre se ne formano delle altre. Connie balla sola e a volte chiude gli occhi. Moccicoso e Bruta adesso stanno ballando e sembra che si siano dimenticati del loro litigio.
Scaracchio di lato batte la gamba monca a terra e il braccio su un barile.
Hiccup guarda la scena e non appena vede Connie sorride. Lo fa sempre involontariamente e automaticamente. La guarda e sorride.
<< È una ragazza davvero speciale Hiccup >> gli dice sua madre all’orecchio.
Lui si gira a guardarla.
<< Già >> sussurra.
Continuano a ballare, ora si sono formati due cerchi uno piccolo al centro e uno grande che circonda quello piccolo. Fanno qualche mossa e poi si scambiano, uno passa sopra e uno sotto. Connie ride mentre tutto il mondo introno a lei sta girando. La gente è felice, batte le mani facendo mosse a lei sconosciute, ma non le importa. La canzone sta finendo e se ne rende conto.
“Uno, due…”
Salta proprio quando finisce.
Tutti ridono e battono le mani. Connie guarda la coppietta. Bruta sorride a Moccicoso e lo abbraccia. Lui la prende e la bacia.
“Missione compiuta” pensa Connie sorridendo.
<< Certo che sei sempre piena di sorprese tu >> dice Hiccup avvicinandosi alla ragazza.
<< Ho solo fatto una prova e sono sorpresa quanto te che sia riuscita >> dice e entrambi gardano la cippietta.
<< Ci voleva un’idea di Connie per far fare pace a quei due >> dice Tufo con Pesce mentre si avvicinano.
<< Ma per favore, avrebbero fatto pace comuqnue, domani o dopodomani sarebbero tornati più appiccicati di prima >> dice Astrid.
Connie sa che Astrid non la vede di buon occhio, sospira e alza le spalle.
<< Ho solo fatto quello che ritenevo giusto >>
<< La vuoi smettere? Fai sempre quella innocente che aiuta gli altri con gli occhi dolci e ti aspetti che tutti siano d’accordo. Questo non è il tuo mondo è ora che ti abitui a non essere più speciale degli altri >>  
Qui la ragazza non ci ha visto più.
<< Non sai niente di me. Se ti azzardi a fare riferimento alla mia vita e al mio mondo e di cosa passo lassù te ne pentirai >>
Astrid ride.
<< Ma per favore, fra te e me sappiamo benissimo chi vince. Sono più forte >>
<< La forza non batte l’intelligenza >>
Detto questo Connie si allontana andando verso il tronco.
<< Quando pensi di smetterla? >> dice Hiccup.
<< Quando se ne andrà >> risponde la ragazza andandosene.
Lui sospira e scuote l testa.
“ Accidenti a te Astrid.”

 
 

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Capitolo 9
*** Il primo volo ***



Ma buonaseraaa! Non so se ve ne siete accorti ma oggi è venerdì 17...iella più totale -.-. Mi sveglio e sbatto il mignolo, il FOTTUTO MIGNOLO nel comodino, mi faccio un taglio di 20 cm sulla spalla e provo a farmi la ceretta ma mi rimane la striscia incollata alla gamba. Ora io, voglio sapere perché cazzo la sfiga non se ne sta a casa sua o in una spiaggia a bersi un cocktail sotto al sole alle Hawaii. Voglio dire! Invece di rompermi le palle. 
Una cosa positiva almeno c'è, ho aggiornato, quindi prima che scrivi qualche altra cacchiata...
Buona lettura :)
Ieri Connie è andata a letto tardi. I suoi zii hanno invitato dei vecchi amici che conoscevano anche i suoi genitori, e tra risate, lunghe chiacchierate, e qualche bicchiere di vino sotto le stelle, si sono fatte su e giù le due.
 
Connie si sveglia. Apre gli occhi impastati dal sonno e sbadiglia contro il cuscino. Si gira stropicciandosi gli occhi. Non ha più sonno, ma non si vuole alzare. Il letto è troppo comodo.
Passano dieci minuti circa, così decide di alzarsi.
<< Cazzzzz…spiterina! Sono le 12 passate! >> dice sorpresa guardando l’orario sul suo display.
Si passa una mano fra i capelli. Poi si tocca la schiena sentendo la maglietta attaccata alla sua pelle.
<< Accidenti quanto ho sudato stanotte, meglio che vado a farmi una doccia >> dice toccandosi il collo ancora umidiccio. Si prepara i vestiti puliti e si dirige in bagno. Chiude la porta a chiave, per evitare che si ripetano brutti episodi, ed entra dentro la doccia. Mentre si insapona i capelli canta la canzone di sua nonna. Poi passa al corpo. Quando finisce esce, si asciuga addosso e si veste. Poi raggiunge la sua stanza di nuovo per asciugarsi anche i capelli. Si mette le scarpe e scende. Mentre è sulle scale guarda l’orario 12:53.
Lo mette nella tasca posteriore dei pantaloncini e raggiunge la sua famiglia fuori.
<< Oh ci siamo alzate finalmente! >> dice suo zio.
“Ma che ti frega? Se voglio dormire fino alle dodici dormo fino alle dodici” pensa Connie e per un secondo ha pensato di dirglielo, ma si è limitata a sorridere.
<< Una ragazza pigra è mia cugina >>
<< Sta parlando quello attivo >>
<< Voi due dovete sempre litigare? >> chiede la signora Spice.
<< Se mi provoca rispondo, lo sai come sono >> dice sedendosi del dondolo in mezzo ai gemelli.
<< Ma la zia? >> chiede poco dopo la ragazza.
<< Sta di là in cucina. Ha espressamente ordinato che nessuno deve entrare in cucina se non lo dice lei >>
<< E se io avessi sete? >>
<< Morirai disidratata mi dispiace >> dice Nathan.
<< Il problema che a te non te ne fregherebbe niente >> ribatte la ragazza.
<< Per la prima volta sono d’accordo con te >>
<< Voi due invece di sbranarvi di battutacce perché non apparecchiate la tavola? >> dice il signor Spice.
I due ragazzi sbuffano e si danno da fare.
 
<< Oh mio Dio. Margaret dovresti aprire un ristorante a New York. Ti faresti i miliardi >> dice lo zio della ragazza bevendo un sorso di birra.
<< Si certo >> dice la donna.
Connie guarda l’orario, sono le due meno un quarto. È tardi.
<< Se non vi dispiace io mi alzo >> dice lei alzandosi.
<< Dove vai? >> chiede sua madre.
<< A fare una passeggiata. Devo pur smaltire tutto quello che ho mangiato >>
<< Siccome ingrassi. Dai rimani con noi >> dice la zia.
<< Torno fra un po’ non ci metto tanto, lo giuro. Ciao! >> dice allontanandosi velocemente.
Nathan la guarda andare via. Il suo sguardo indugia un pochino di troppo sul fondo schiena. Sorride mentre gli vengono in mente cose sconce.
“Bel sedere, “cuginetta.”
 
<< Ah alla fine sei venuta! Pensavamo che oggi non venissi >> dice Tufo vedendo Connie.
<< Si scusate. Ho dormito un po’ di più oggi >> risponde la ragazza.
<< Ma che state facendo? >> chiede notando nelle loro mani delle botti che sembrano molto pesanti.
<< Ogni sera a turno gli abitanti portano le botti di vino nella mensa, e stasera è toccata a noi >> spiega Pesce.
<< Non vedo l’ora di finire. Bruta mi sta aspettando >> dice Moccicoso.
<< Mi farete morire di diabete un giorno voi due >> dice Tufo facendo una boccaccia.
<< Ehi voi! Muovetevi a portare quelle botti! >> urla Scaracchio.
<< Arriviamo! >> dice Pesce.
 Con un po’ di fatica i ragazzi portano le grandi botti verso l’enorme edificio. Scaracchio gli dice qualcosa e poi si avvicina alla ragazza.
<< Oh ciao Connie >>
<< Ciao Scaracchio >>
<< Scommetto che vuoi sapere dov’è Hiccup vero? >>
<< Beh se me lo dici te ne sarei grata >> dice la ragazza sorridendo. Arrossisce un po’.
<< È in giro con Sdentato, ma dovrebbe tornare a momenti >>
<< Okay allora lo aspetto lì >> dice la ragazza indicando una piccola montagnetta lì vicino.
Scaracchio annuisce e lei si allontana.
<< Quei due starebbero davvero bene insieme >> dice a voce alta.
<< Vero? Lo penso anche io >>
<< Oh! Valka, ciao >> dice il vecchio girandosi spaventato.
“Un altro colpo così e ci rimango secco.”
<< Vieni, dammi una mano con il cibo >> dice la donna avviandosi e lui la segue zoppicando leggermente.
 
Ormai è da un po’ che Connie aspetta Hiccup. È seduta sul bordo della collinetta e guarda il tramonto. L’orologio è già suonato indicando le otto.
<< Ehi Connie! Come va? >>
La ragazza si spaventa mentre davanti a lei Sdentato vola e in groppa a lui c’è Hiccup con il suo elmo.
Se lo toglie e le sorride.
<< Ti ho spaventato? >> chiede il ragazzo divertito dall’espressione della ragazza.
<< Si cavolo! >> dice ridendo e il ragazzo con lei.
<< Dove sei stato? >>
<< A fare un giro. Ogni tanto mi piace sperimentare pazzie con questa bestiolina. Vero amico? >> chiede accarezzandogli sotto il mento mentre il drago fa un verso di assenso. Butta l’elmo vicino alla ragazza, l’avrebbe recuperato più tardi.
Hiccup nota che la ragazza guarda il drago con desiderio, come se gli stesse chiedendo di fare un volo.
<< Vuoi…provare a fare un giro? >>
<< Posso? >>
Lui annuisce e alla ragazza le se illuminano gli occhi.
<< Ho sempre voluto volare >> dice.
<< Vieni qui…attenta >> dice aiutandola a salire. Le prende una mano e una scarica di brividi gli percorre la schiena, ma non ci fa caso. Conne sale su Sdentato e si siede dietro Hiccup allacciando le braccia alla sua vita.
<< Tieniti forte >> sussurra con la gola secca.
Lei annuisce. Ha un sorriso radioso sul volto.
<< Andiamo Sdentato, facciamola divertire >>
Il drago scuote la testa e parte. Va lento e dolcemente va giù e su.
Il vento muove i capelli della ragazza che guarda tutto quello che la circonda. Sfiorano un grande masso e lei ha il riflesso di scansarsi ma poi torna subito dritta. Il tramonto è stupendo, un misto di rosa, giallo e arancione e l’indaco sopra. Sembra quasi un quadro.
<< Andiamo su >> dice il ragazzo al drago. Iniziano a prendere quota, sorpassano le nuvole e fanno una giravolta lentamente. Connie guarda il mondo a testa in giù. Quando tornano dritti sorride.
<< È stupendo >> dice appoggiando la guancia sulla spalla del ragazzo. Hiccup sorride soddisfatto. Guarda Berk mentre ci passano davanti.
<< lo so…ehi vuoi vedere una cosa? >> le chiede.
<< Si okay >>
Lui si sgancia da Sdentato mentre vanno in mare aperto così da non esserci rocce o altro. La ragazza si mette indietro mentre il ragazzo si alza. Si gira verso di lei in equilibrio.
<< Prendi le redini >>
<< Cosa? >> chiede lei.
<< Su coraggio >>
Titubante lei lo fa e poi guarda dritto negli occhi il ragazzo.
“Quanto è bello,” pensa, ma se ne vergogna subito.
<< Prendimi >> dice lui. Lei spalanca gli occhi mentre lui si lascia cadere.
<< Hiccup! >> urla allungando un braccio come per prenderlo. 
Lo guarda farsi piccolo piccolo. Poi ad un certo punto lui apre le braccia e prende quota arrivando poco più sotto di loro. Lei nota che con le mani tiene due tele che sono incollate ai pantaloni. Sembrano ali e infondo è a quello che servono.
<< Whoohooo! >> urla mentre lei ride ancora sorpresa.
<< Andiamo bello >> dice, il drago batte le ali una volta raggiungendo la stessa altezza dell’amico.
<< La vedi quel pedale di lato? >> chiede il ragazzo. Lei si piega.
<< Si >>
<< Ecco, schiaccialo due volte >> le lo fa.
<< Bene. Adesso stammi dietro >>
Lei si posiziona con il drago dietro.
“Accidenti! Non è facile!”
<< Ora Sdentato! >> dice il ragazzo e il drago fa fuoco facendolo alzare e andare più veloce.
<< Whoooohooo! >> fa di nuovo lui.
Continuano così per un po’. Ma Sdentato finisce i colpi.
<< Bello, adesso! >>
Il drago cerca di comunicare con lui. È preoccupato e Connie lo nota.
<< Ehm…Hiccup…mi sa che ha finito i colpi >>
<< Oh cavolo! >> urla il ragazzo mentre perde quota rapidamente.
<< Hiccup! >> urla lei.
<< Forza Sdentato! >> dice poi alla creatura.
Il drago riduce gli occhi in due fessure e veloce cerca di raggiungere il suo amico.
<< Il pedale! >> grida Hiccup mentre cade.
Lei lo preme la il drago cade. Allora lo preme un’altra volta. Stavolta ci siamo. Raggiungono il ragazzo e lo afferrano. Ma ora stanno cadendo tutti e tre.
<< Che devo fare?! >> chiede Connie. Ha paura, ma cerca di rimanere lucida e attiva.
Lui si posiziona dietro di lei. Lei sposta il piede permettendo a quello monco del ragazzo di posizionarsi sul pedale che preme subito. Cinge la vita della ragazza e prende le redini, ma essendo attaccate alla sella come due manubri la schiaccia un po’, ma lei non ci fa caso. In quel momento pensa solo a sopravvivere. La testa del ragazzo è vicino al suo collo e la cosa la fa rabbrividire.
Riprendono quota all’improvviso e alla ragazza viene un vuoto d’aria. Adesso sono tranquilli e vanno dritto verso il tramonto che ormai sta finendo. Scoppia a ridere istericamente insieme al ragazzo. Si guardano. Lei si appoggia con la schiena al suo petto, la testa sulla sua spalla. Hiccup può sentire il suo profumo e in quel momento gli viene voglia di baciarla, ma si trattiene.
<< Wow! Certo che sei un pazzo >>
“Già pazzo di te.”
<< Si diciamo che sono un po’ spericolato >> Ridono.
<< A me sta bene >> dice chiudendo gli occhi. Si sente al sicuro vicino a lui. Gli vuole bene, e molto probabilmente non come amico.
Hiccup la guarda. Pensa sia bellissima in tutto e per tutto, anche nelle sue stranezze, come i capelli blu. Gli piace il suo carattere, la sua risata, come guarda il mondo che la circonda, come guarda lui. Gli piace e non ci può fare nulla.
Adocchia un’isola con una montagna dalla punta piana con qualche albero sopra.
<< Portaci là bello >> dice al drago che obbedisce.
 
<< Dimmi qualcosa di te >> dice Hiccup guardando Connie che sta giocherellando con l’erba sotto le sue gambe.
<< Cosa vuoi sapere? >>
<< Beh innanzi tutto com’è il tuo mondo, cosa è diverso da noi >>
<< Oh ci sono tante cose diverse >>
Iniziano a parlare, Connie gli parla di come sono costruite le case, della sua città, di cosa sono gli occhiali, di cos’è un cellulare, di come si vive lì.
<< Wow! Sembra bellissimo >>
<< Per te si, ma per me è tutto tremendamente noioso >>
<< E invece la tua famiglia? >>
<< Non è che vado matta per la mia famiglia…i miei genitori non ci sono mai e io mi prendo cura dei mie fratelli, gli voglio un mondo di bene, anche se mi fanno arrabbiare alle volte. Mia nonna è sparita due anni fa, mio nonno non l’ho mai conosciuto. I miei zii li vedo una volta ogni mille mai e io e mio cugino ci odiamo…quindi…diciamo che non è la solita famiglia felice >>
<< Mio padre è morto un anno fa, in guerra contro un pazzo che voleva formare un esercito di draghi >>
<< Mi dispiace…posso chiederti come..? >>
<< Ti sembrerà strano…è stato Sdentato, ma non l’ha fatto apposta…era sotto il controllo dell’alfa >> Connie annuisce anche se capisce la metà di quello che le sta dicendo.
<< E poi cosa è successo? >>
<< L’ho rivendicato e Sdentato è diventato l’alfa sfidando la grande bestia selvaggia. Sono cresciuto per venti anni solo con lui, mia madre l’ho incontrata solo l’anno scorso, tutti credevano che era stata uccisa dai draghi. Ma in realtà lei se ne prendeva cura di tutti  >>
<< È una cosa di famiglia allora >>
<< Ahahah si >>
(Clicca per la canzone)
Calò il silenzio. Connie si morde il labbro e Hiccup guarda un punto fisso imbarazzato.
Dopo un po’ il ragazzo si stiracchia e si alza.
<< Meglio tornare, si è fatto già buio >>
<< Si, hai ragione >> dice lei alzandosi a sua volta.
Hiccup sale su Sdentato e poiaAiuta Connie. Non sa se mettere le sue braccia intorno alla vita del ragazzo, prima le era venuto spontaneo, ma per qualche ragione adesso no.
Allora Hiccup gliele prende e le allaccia lui stesso attorno a sé. Lei è rincuorata e si appoggia alla sua schiena. Partono e si dirigono a Berk.   
Il drago atterra, lui scende per primo e prendendo per i fianchi Connie la fa scendere. Sapeva che lei ne era capace, ma ne aveva voglia. Quando scende però lei finisce molto vicino al suo viso. Appoggia la sua fronte a quella della ragazza e le fissa le labbra. Poi sale e incrocia i suoi occhi azzurri con quelle lunghe ciglia. È il momento adatto per baciarla e lo sa. Anche Connie se lo sente. E lì che tiene gli occhi socchiusi. Le loro labbra sono molto vicine, ma proprio mentre Hiccup si era deciso a baciarla, gli abitanti vicino al grande edificio lo chiamano. Lui serra gli occhi e si allontana.
<< Scusa >> dice.
<< No no, tranquillo. Vai >>
Il ragazzo fa per andarsene, ma si ferma e si rigira verso Connie lasciandole un lungo bacio sulla guancia. Poi le sorride e se ne. Sdentato le lecca la mano, lei sorride e gli fa una carezza. Poi il drago raggiunge Hiccup.
Lei lo guarda andare via finché non diventa un puntino indistinto tra la piccola folla di persone. A quel punto, Astrid, che per tutto il tempo, da quando Sdentato è atterrato con in groppa i due ragazzi li ha spiati, decide di andare verso di lei. Le braccia incrociate, sul viso un’espressione dura.
<< E brava la nostra Connie, che ti sei innamorata di lui? >>
<< Astrid! Cosa ci fai tu qui? >> chiede la ragazza sorpresa.
<< Sono passata di qua per caso e ho visto tutta la scenetta >>
<< Aah…t-tu…h-hai…>> balbetta diventando tutta rossa.
<< Ascoltami bene, se tu ti avvicini di nuovo a lui io ti spezzo le gambe >>
<< Ma cosa vuoi? Perché ce l’hai con me? >>
<< Tu pensa a quello che ti ho detto >> dice lei puntandole un dito al petto.
Connie la guarda andare via.
“Brutta antipatica rompi cogli…”
<< Connie >> la chiamano. Lei si gira di scatto trovandosi di fronte Valka che le sorride dolcemente.
“O cielo, ti prego dimmi che tu non c’eri cinque minuti fa!”
<< Ho visto che parlavi con Astrid >> dice. Ma in realtà ha visto anche la scena con il figlio, ma non vuole dire niente per non metterla a disagio.
<< Beh non è che abbiamo parlato proprio…ma senti mi spieghi perché ce l’ha tanto con me? >>
<< Vieni >> dice la donna mettendole un braccio intorno alle spalle. Stavano facendo la strada che Connie faceva per tornare a casa.
<< Devi sapere che fino all’anno scorso Hiccup e Astrid stavano insieme… >>
Connie ebbe un colpo al cuore.
“Loro due…stavano insieme?”
<< …Hiccup le chiese di sposarlo, lei accettò ma un mese prima del matrimonio venne a scoprire che lei lo tradiva con un altro ragazzo. Lui per amore verso Astrid non la bandì, ma al ragazzo si >>
<< Ah… >>
<< Però a quanto pare lei è ancora interessata, peccato però che lui adesso è interessato a qualcun’altra >> dice sorridendo alla ragazza.
<< Ah…ehm…si…ecco io… >>
Valka l’abbraccia.
<< Grazie per aver dato di nuovo l’amore a mio foglio, credevo che sarebbe rimasto solo >>
Connie sorride anche se è imbarazzatissima.
La donna si allontana da lei.
<< Adesso è meglio che vai, la tua famiglia si starà preoccupando >>
<< Che ore sono? >> chiede lei corrucciando la fronte.
<< Le dieci passate >>
<< Oh si…meglio che vada >>
Entra nell’incavatura del tronco ed ecco che si ritrova nella caverna. Si guarda intorno e si alza prendendo poi il suo cellulare messo all’angolo.
“Grazie per aver dato di nuovo l’amore a mio figlio” ripensa alle parole di Valka e sorridete ritorna a casa.
“Di nulla.”

 
 

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Capitolo 10
*** Un caso risolto ***



Buona sera a tutti :) Scusate se ci ho messo un po' più del solito, ma questo capitolo lo volevo scrivere bene, perché contiene una delle parti più importanti della storia quindi...
Spero che vi piaccia e vi faccia commuovere eheheh XD Da quando ho iniziato a scrivere questa storia devo ammettere che solo ora mi sono  interamente immedesimana in Connie ed ho potuto sentire veramente quello che sentiva lei.
Detto questo io vi lascio ;*
Buona lettura :D
Stamattina Connie è stata costretta ad uscire con la sua famiglia. Hanno visitato un po’ la cittadina, dato che il signor Spice non se la ricordava tanto bene e poi hanno mangiato in un ristorante.
Finalmente verso alle due e mezza circa sono tornati a casa. Connie si è sciacquata un po’ il viso e il collo, dato che aveva sudato e poi scende. Si guarda in giro per vedere se c’è qualcuno. Quando vede che la via è libera va verso la porta del retro.
<< Dove vai? >>
<< Nathan! Ehm…io…ma che ti interessa? >> chiede la ragazza.
<< Da quando sei qui non fai altro che uscire di nascosto, te ne stai sempre un’ora o più fuori nel bosco. Ti vedi con qualcuno? >> chiede avvicinandosi incrociando le braccia al petto.
<< Si certo ho trovato un albero davvero attraente sai? No! Ma che dici. È solo che dove sto io non c’è un boschetto e a me piace tanto la natura quindi…e poi mi annoio a stare a casa >>
<< Mmmm…non mi convinci per niente Spice >>
<< Beh cavoli tuoi, io so di averti detto la verità quindi…ciao ciao >> detto questo esce velocemente dalla porta sul retro. Corre il più veloce che può avendo paura di essere seguita da suo cugino.
E in effetti è così. Nathan la sta seguendo, le corre dietro. Ma lei è più veloce. Lo semina e si nasconde dietro ad un albero piuttosto grosso. Lo spia vedendo che è confuso. Arrabbiato si allontana tornando indietro.
Sospira sollevata e va verso la caverna sempre correndo.
Lascia il cellulare e gli occhiali all’angolo e si sistema i capelli dietro all’orecchie. Poi si immerge nel laghetto.
Ormai è buio a Berk. Gli abitanti hanno finito di mangiare. Connie si dirige al grande capannone sapendo che molto probabilmente sono tutti la. Ma mentre cammina sente delle voci avvicinarsi.
<< Ragazzi! >> saluta vedendo che sono i suoi amici, c’è anche Astrid.
<< Oh ciao Connie >> dice gambe di pesce.
<< Ciao! >> esclama Hiccup sorridendo, come sempre.
<< Che fate? >> chiede la ragazza.
<< Andiamo alla torre a parlare un po’, vieni? >> chiede Tufo.
<< Perché no? >>
Moccicoso e Bruta fanno strada, dietro di loro Pesce e Tufo e poi Hiccup. Connie rimane un po’ indietro con Astrid, vuole parlarle.
<< Senti Astrid…riguardo a ieri…Io non ho nulla contro di te e vorrei che per te fosse lo stesso. Non voglio che tu sia mia nemica perché scommetto che sei una persona fantastica e io ti vorrei conoscere per…. >> non finisce di parlare che la ragazza la blocca con una mano.
<< Ti sembra che sono stupida? Lo so cosa vuoi fare. Pensi che diventando amiche io ti lasci Hiccup tutto per te? Beh scordatelo >>
<< Ma la vuoi smettere! Qui non si parla di Hiccup! Sto solo cercando di conoscerti e di farti vedere che non sono ostile per te >>
<< Per te non si parla di Hiccup, ma per me si. Stagli. lontano >>
La sorpassa e la ragazza lascia andare un verso di frustrazione.
“Ogni tentativo di diventar sua amica è inutile!”
Raggiunge alla fine i suoi amici, escluso Astrid ovviamente. Salgono delle scale a chiocciola che portano alla fine di questa torretta dove ci sono delle panchine a giro e un piccolo focolare al centro.
Hiccup lo accende con la sua strana arma e tutti si siedono. Moccicoso e Bruta ovviamente vicini, vicino a lui Gambe di pesce e Astrid e vicino Bruta invece Connie e a seguire Hiccup e Tufo.
Iniziano a parlare un po’ di tutto, qualcuno fa delle domande riguardo al mondo di Connie e lei riguardo al loro.
Ad un certo punto Connie sente un prurito nella gamba, i alza i pantaloni sono un pochino e si gratta. Bruta l’ha guardata per tutto il tempo notando con la luce del fuoco che non aveva peli.
<< Hai la pelle liscissima >> dice toccandogli quella parte di carne scoperta.
Tutti si girano a guardarle.
<< Ehm…grazie >>
<< Ma a te non ti crescono i peli? >>
<< Certo >>
<< E allora come mai non ne hai? >>
<< Faccio la ceretta >>
<< E che cos’è? >> chiede Astrid.
Stupita che la ragazza sia interessata ad una cosa che ha detto continua.
<< La ceretta si fa con una cera e delle strisce di cotone, di lino o di seta. Si mette la cera e poi si applica sopra la striscia e poi tiri >> spiega mentre si risistema il pantalone all’interno dello stivale.
<< Me la faresti? >> chiede Bruta con gli occhi sognanti.
<< Perché no? >>
<< E da dove la prendi la cera? >> chiede Moccicoso.
<< La faccio io. Non avendo tempo di andare dall’estetista lo faccio da sola a casa >>
<< L’estecosa? >> chiede Tufo.
<< Estetista, è la ragazza, o ragazzo che si occupa della bellezza esterna di una persona. Sopracciglia, unghia, ceretta… >>
<< Quando me la puoi fare? >> chiede Bruta.
<< Anche domani. Però ascoltami bene, fa male la prima volta >>
<< Io adoro il dolore >> dice lei serrando un pugno. Connie deglutisce automaticamente.
<< Beata te >>
 
Oggi Connie si è svegliata molto presto. Alle otto era già davanti al pozzo. Ha fatto colazione con un cornetto della zia e poi si è buttata nel laghetto. Ha attraversato quel pezzetto di bosco ed è arrivata subito a Berk.
<< Connie! >> urla Bruta correndo verso di lei.
Era entusiasta all’idea della ceretta.
<< Andiamo? >> chiede la ragazza e Connie annuisce. Si dirigono in una casa, Bruta entra e seguita da Connie che non appena vede che ci sono tutti gli altri ragazzi, tra cui anche Astrid, ne rimane sorpresa.
<< Ehm ciao? Cosa ci fate voi qui? >>
<< Vediamo come fai la ceretta a Bruta no? >> dice Tufo.
<< Si però è una cosa un po’…personale no? Cioè…Bruta tu sai che ti devi spogliare affinché io ti faccia la ceretta vero? >>
<< Si certo, ma non mi vergogno, sono la mia migliore amica, il mio ragazzo, mio fratello e loro…si beh possono restare >> dice indicando Pesce e Hiccup.
<< Okay >> dice in un sussurro la ragazza.
<< Cosa ti serve? >>
<< Avete una bilancia? >> chiede Connie.
<< Ehm si…si si >>
Bruta la prende. È una di quelle antiche bilance con i due piattini ma senza quella specie di orologio che ti indica esattamente i grammi. 
<< Bene… allora mi serve, zucchero, limoni e miele >>
<< Accidenti io non ho il miele! >> Dice bruta.
<< Ce l’ho io a casa mia >> dice Astrid.
<< Potresti andare a prenderlo? >> chiede Connie titubante.
Lei annuisce ed esce.
Bruta prende un sacco pieni di limoni e lo passa a Connie che ne prende quattro belli grossi.
<< Mi servono due ciotole per favore >> dice a Bruta che le va a prendere. I ragazzi la guardano mentre lei taglia i limoni con il coltello che Bruta le ha dato.
Hiccup si alza e si mette vicino a lei curioso di vedere cosa fa.
I nervi della ragazza all’improvviso si tendono. Quando la guarda si sente sempre sotto esame. Spreme i limoni uno per uno in una delle ciotole.
<< La bilancia la puoi posare andrò ad occhio >>
<< Sei sicura? >> chiede Moccicoso.
<< L’ho fatta un sacco di volte, ormai le so le dosi >>
Prende poi il sacchetto di zucchero e lo versa nell’altra ciotola.
<< Uhm…un po’ di più >> dice aggiungendone ancora.
Hiccup l’osserva mentre fa tutto con concentrazione. Le mani dietro la schiena e la testa leggermente piegata di lato. Sorride quando la ragazza gli lancia un’occhiata scocciata.
Astrid torna e vedendo Hiccup vicino a Connie la fa infuriare, ma cerca di calmarsi. Pensa che non è decoroso fare una sceneggiata davanti a tutti.
Appoggia il barattolo di miele sul tavolo con forza e si siede in una sedia incontrando lo sguardo di Connie per un attimo.
<< Okay adesso serve una pentola da mettere sul fuoco >>
Bruta accende il fuoco e sopra ci mette una pentola di dimensioni abbastanza normali. La ragazza ci mette lo zucchero e il limone girando con un mestolo.
<< Avete delle coperte di cotone? >> chiede mentre aggiunge il miele e torna a girare.
<< Si! Vado a prendere quelle vecchie! >> dice Bruta correndo al piano di sopra della casa.
Il tempo che il composto si cucina Connie taglia con un coltello delle strisce di cotone. Le mette di lato su un piccolo tavolino che avvicina al tavolo da pranzo. Dato che Bruta le ha dato due grandi lenzuoli di cui solo uno lo ha usato per le strisce, l’altro l’ha usato per ricoprire il tavolo.
Prese il composto dalla pentola e lo versa in una terza bacinella.
<< Okay dobbiamo aspettare che si raffreddi >>
<< E io che devo fare? >> chiede Bruta.
<< Appena te lo dico io ti levi i pantaloni e ti sdrai sul tavolo >>
<< Oh va bene >>
<< Tesoro…pensi davvero che sia una buona idea? >> le chiede Moccicoso mettendole una mano sulla spalla.
<< Certo! Voglio la pelle liscia come Connie! >>
Hiccup, Moccicoso e Bruta guardano la ragazza che arrossisce.
<< C-credo che sia pronta >> balbetta mentre si avvicina al ciotola con la cera.
“Con questo freddo si raffredda tutto subito” pensa mentre la mescola con una specie di spatolina.
Bruta si toglie i pantaloni mostrando le gambe slanciate e magre, i peli si intravedono solo in contro luce, ma in realtà lei è bionda. Non ne avrebbe nemmeno il bisogno.
<< Vado? >> chiede lei. Bruta annuisce.
Inizia dalla caviglia mettendo una generosa porzione di cera in verticale.  
<< È appiccicosa e calda >> dice Bruta facendo una faccia schifata.
<< È cera >> risponde Connie.
<< Okay adesso tiro, pronta? >>
<< Vai! >>
<< Uno, due…tre! >> al tre tira.
Tutti guardano Bruta la sua espressione dice “dolore”.
<< Okay in effetti fa un po’ male, ma niente che non possa sopportare >>
<< Bruta ti prego! Si ragionevole, non sei costretta >> dice Moccicoso raggiungendola.
<< Lo so! Ma guarda qui! Ho la pelle liscissima! Connie continua dai >>
La ragazza continua fino all’apice della coscia, in tutte e due le gambe, davanti e dietro.
<< Okay, ho finito >>
<< Oh wow! Grazie! Adesso ho la pelle come la tua >> dice passando la mano su tutte e due le gambe.
Lei sorride.
<< Qui è rimasta cera te la lasco in caso vuoi…non so riutilizzarla. In tal caso basta metterla un po’ sul fuoco e appena si è sciolta tutta la puoi riutilizzare >>
<< Grazie Connie >>
<< Di niente >>
Hiccup si alza e raggiunge Connie prendendole la mano. Lei guarda quel contatto e poi i suoi occhi.
<< Stasera rimani? Facciamo il falò all’aperto. È divertente >>
<< Si…credo che vengo. Però devo tornare a casa adesso >>
<< Perfetto! Basta che stasera ti vedo…cioè! Ehm… >> imbarazzato si allontana e si gratta la nuca.
Lei ridacchia, gli piace il suo carattere. Timido al punto giusto.
<< Ragazzi ci vediamo stasera. Ciao! >>
<< A stasera >> rispondono in coro tutti mentre Astrid fissa Hiccup. Quando Connie chiude la porta lui scuote la testa ridendo. Poi guarda Astrid notando il modo in cui la guarda. Si fissano per un po’. Poi il ragazzo si congeda uscendo dalla casa.
Va verso la fabbrica di scaracchio, è ora di lavorare un po’.
<< Oh eccoti qua! Si può sapere dove sei stato? >> chiede il vecchio mentre lavora davanti al fuoco, la sua voce è soffocata dalla maschera di protezione.
<< A casa di Bruta >> risponde semplicemente il ragazzo mentre gira per la stanza prendendo gli oggetti che gli servono.
<< A casa di Bruta?! Sei impazzito? E se Mocci…>>
<< A casa di Bruta, con tutti gli altri e Connie >>
<< Ooooh! Ho capito >>
<< L’ho invitata al falò di stasera. Ha detto che verrà >>
<< Tu però non mi sembri tanto convinto eh? >>
<< No, non è per quello. Io mi fido di lei solo che…non lo so…mi preoccupa Astrid >>
<< Che cosa c’entra Astrid ora? >> chiede il vecchio togliendosi la maschera di protezione e girandosi verso il ragazzo.
<< Da quando Connie è qui non fa altro che trattarla male, mi fissa spesso e nel suo sguardo vedo delusione e rabbia >> dice sedendosi a gambe aperte su una sedia.
<< Non sarai ancora innamorato di lei, vero ragazzo? >>
<< Se me lo avessi chiesto due settimane fa ti avrei rispondo probabilmente di si, ma adesso…con Connie…c’è solo lei >> si alza e si dirige alla finestra.
<< Beh allora diglielo no? >>
<< Cosa? >> si gira a guardarlo.
<< Che l’ami! Certo non è un vichingo, ma sei tu il capo. Chiedile di rimanere con noi per sempre! >>
<< Non penso che accetterà mai. Ha una vita fuori Berk >>
Scaracchio fa spallucce.
<< Al cuor non si comanda Hiccup, ricordalo >>
A Berk sono già le nove passate e ancora nessuna traccia di Connie. Tutti dopo la cena hanno organizzato il falò al centro del villaggio, nel grande spiazzo.
Diversi tronchi e sedie sono messi in cerchio a casaccio e al centro in un cerchio c’è il fuoco che scoppietta vivace, e un grande spazio per ballare e per i musicisti che sono già posizionati. Le botti di vino dietro ai posti dove sedersi.
(Clicca per la musica)

I musicisti iniziano a suonare e tutti gli uomini si apprestano ad invitare le donne. Moccicoso e Bruta in un angolo parlano e ridono con due brocche di vino nelle mani.
Pesce sta con una ragazza, mora e più o meno delle stesse sue dimensioni. Di sicuro le sta parlando dei draghi, ma comunque lei sembra interessata.
Tufo è con Scaracchio che parla senza sosta e Astrid è  seduta con due ragazzi che la circondano. È annoiata dalle loro moine, a lei interessa solo un ragazzo.
Hiccup è seduto dall’altro lato da solo. In mano una brocca di vino che fissa e di tanto in tanto prende un sorso.
“Ma dove sei finita?” si chiese alzando un attimo lo sguardo per vedere la gente divertita che ride e socializza.
Ad un certo punto vede due mani che gli coprono gli occhi. Non le riconosce subito, così alza la testa emettendo un verso di sorpresa.
<< Chi sono? >> fa la ragazza con una voce buffa.
Lui sorride, lascia il boccale sul tronco, si alza e si gira ad abbracciarla. Era lei, che in quel momento rideva. Gli lascia un bacio sulla guancia quando lui si stacca. In quel momento Hiccup pensa di poter toccare il cielo con un dito.
<< Come mai ci hai messo così tanto? >> le chiede poi.
<< Ho discusso un po’ con i miei genitori, niente di che tranquillo >>
In quel momento la musica si fa più vivace e le persone iniziano a ballare ridendo, molto probabilmente più sotto effetto dell’alcol che di altro.
<< Vuoi ballare? >> gli chiede il ragazzo. Lei annuisce sorridendo.
“O Dio non ci credo!” pensa Connie emozionata.
Hiccup le da il braccio, lei lo afferra e si dirigono verso il grande spazio libero dove già molti ballavano.
<< Io non so i passi >> dice Connie, sul suo volto un’espressione di dispiacere. Gli avrebbe pestato i piedi.
<< Tranquilla. Segui me >> dice lui.
Iniziano a ballare. All’inizio Connie è impacciata, ma poi si lascia andare. Hiccup teneva una mano sulla vita della ragazza, una che cingeva la sua mano destra mentre quelle sinistra i Connie stava sulla sua spalla. Giravano in quella posizione, avanti e indietro, destra sinistra, poi lui si stacca e le fa fare una giravolta, lei ride. Di nuovo come prima, stavolta la prende dai fianchi e la sposta.
Continuano senza mai fermarsi, sono stanchi, ma quel semplice contatto li rende euforici. Astrid invece non è per niente contenta, se ne sta seduta a braccia e gambe incrociate. E guarda la scena con un’espressione neutra sul viso.
<< Astrid forza! Non fare quella faccia, è una festa >>
Le dice Valka che non appena vede il figlio ballare con Connie sorride radiosa.
Finalmente Scaracchio lascia stare il povero Tufo. Il vecchio si alza e va a prendere un altro boccare di vino. Vicino a lui c’è Mordof e non perde tempo ad attaccare a parlare anche con lui, ma l’omone è solo contento della compagnia dell’amico.
Connie e Hiccup continuano ancora a ballare, uno tiene fisso lo sguardo sugli occhi dell’altra in quella danza di malizia e divertimento. Le mani costantemente intrecciate, mai che si staccano per prendere un po’ d’aria, e iniziano a sudare, ma non importa. Quella mano sul fianco della ragazza che ogni tanto scivola per via dei movimenti veloci, ma che lui si appresta a salire subito su. Non vuole essere spacciato, non lo era mai stato, non era un comportamento da lui. La ragazza è felice per questo. È felice per aver trovato questo posto, per aver trovato degli amici, per aver provato per la prima volta il sentimento dell’amore vero. Ma sapeva che tutto questo sarebbe finito tra qualche giorno, ma in quel momento non ci voleva pensare. In quel momento voleva divertirsi. Ancora due giravolte, ancora risate. Giravo più veloci e tutto il mondo intono a loro diventa solo un mucchio di colori e forme incomprese. Connie ride e porta in dietro la testa. Hiccup la guarda, il suo cuore batte forte. Dei pensieri confusi, delle parole, dei pensieri. Tutto quello che vorrebbe dirle, che vorrebbe fare, tutto si concentra nel suo cervello e lo fa impazzire non avere il coraggio di dirle niente di tutto ciò, o di fare alcunché. Purtroppo la musica finisce e insieme ad essa quella splendida magia.
Si fermano di botto. La testa della ragazza gira e se la tiene con una mano facendo una faccia buffa. Lui ride.
<< Vuoi bere del vino? >>
<< Non l’ho mai bevuto, però okay >>
Il ragazzo la porta fino ad una delle botti rovesciate. Si fa dare una brocca più piccola, che poi per Connie tanto piccola non era, e la riempie. Poi la porge alla ragazza che la pende e beve un sorso. Tossisce un po’, il vino è morto forte.
<< Accidenti! >> 
<< Vieni >> dice Hiccup prendendola da un gomito e portandola verso un tronco.
 
<< E poi una morta urlante mi ha aggredito, ma Sdentato è molto più veloce di qualsiasi altro drago conosca. Ha deviato e io mi sono salvato >>
<< Hai vissuto un sacco di avventure in confronto a me. Finora la mia più grande sfida è stato cucinare delle melanzane fritte. Non sai quanto fa paura l’olio quando schizza >> ridono insieme. Ormai tutti sono seduti, chi chiacchera, chi beve, alcuni sonnecchiano e i ragazzi si coccolano.
(Clicca per la canzone 2)
Una donna di alza andando a riempire il boccale. Mordof si alza e inizia a fischiare una canzone.
<< Oh questa mi piace un sacco >> esclama Scaracchio seduto vicino ad Hiccup e tutti si girano verso l’omone che cammina arrivando di fronte ad una staccionata e ci si appoggia guardando il cielo.
<< Ricordi la nostra canzone Val? >> dice guardando il cielo.
<< Per ogni mar navigherò…ma non avrò paura… >>
A quel punto Connie si blocca e guarda Mordof. Quella, era la canzone di sua nonna.
<< …se tu mi sposerai. Nel sole sai, nel freddo mai, mi imp… >>
<< Mi impedirà il ritorno! Oh…scusa >> lo interrompe Scaracchio, ma Connie non ci fa caso. È ancora bloccata.
<< …se mi prometterai il tuo cuor…e amore… >> non continua e abbassa la testa.
<< E amore per l’eternità >> dice Connie senza rendersene conto. Mordof la guarda stupito. Lei si alza.
<< Amata mia o mio tesor tu cerchi di stupirmi. Parole non ti serviranno ti basterà abbracciarmi >> Mordof ride. Iniziano a ballare.
<< Anelli d’or ti porterò ti canterò poesie. Da tutto ti proteggerò se tu vorrai sposarmi! >>
<< Anelli d’or non servono non voglio le poesie, le mani tue desidero… >>
<< Da stringer tra le mie! >>
Insieme.
<< Ti abbraccerò, ti bacerò e danzerò per sempre!... >>
<> dice il vecchio prendendolo e ballando con lui.
<< Per ogni mar navigherò ma non avrò paura! Le onde io cavalcherò se tu mi sposerai! >>
La ragazza e il vecchio ridono insieme mentre si guardano negli occhi.
<< Come…conosci questa canzone? >> gli choede Connie.
<< La mia migliore amica, nonché amore me la insegnò >>
<< Valary? Valary Roods? >> Mordof annuisce.
<< È mia nonna! Valary è mia nonna! >> dice la ragazza e lui spalanca gli occhi e l’abbraccia.
<< Oh Odino mio! >>
Connie scoppia a piangere ma la cosa strana è che nel frattempo ride. Ride perché si è resa conto che lei, come sua nonna ha trovato questo posto, e per lei è come se l’ha ritrovata.
<< L’abbiamo data per dispersa due anni fa, abbiamo pensato che se n’era andata chissà dove e invece era qui! Qui a due passi da noi! Ora dov’è? >> chiede guardando dritto negli occhi l’omone il cui sorriso svanisce. Le asciuga una lacrima.
<< Lei è…morta Connie…un anno e mezzo fa di cause puramente naturali >>
Il mondo le crolla addosso anche se lei se lo aspettava.
<< L’avete sotterrata? >> lui annuisce.
<< Voglio vedere la sua tomba, per favore >>
Mordof si allontana e prende un pezzo di legno dandogli fuoco. Poi le fa un cenno con la testa e si incammina. Con lei tutti gli abitanti.
Hiccup le sta dietro. Le mette una mano sulla spalla, lei si gira e gli sorride anche se quel sorriso trasmetteva tutto tranne che felicità e serenità. Dopo un po’ si fermano davanti ad un piccolo cancello di legno. Lui lo apre ed entra dirigendosi verso una della tante tombe. Intagliato sempre in legno c’è la statua della signora Roods in miniatura, con un grosso sorriso e sopra una corona di fiori intrecciati freschi.
<< Vengo qui ogni settimana per lei. È stata l’unica che è riuscita a farmi provare un emozione così forte >>
Connie si inginocchia vicino al cumulo di terra, anch’esso circondato di fiori. Passa le dita sulla statua e sorride. Le lacrime iniziano a risalire e poi scendono rigandole le guance candide.
<< Nonna…sono io…Connie. Finalmente ti ho trovata, mi sei mancata tanto…ho trovato questo posto, è fantastico ed ho incontrato delle persone favolose, ho incontrato Mordof e…finalmente anche l’amore, forse l’hai conosciuto, si chiama Hiccup. Mi manchi nonna…spero che adesso sei pace e che tutti i tuoi rimorsi ti abbiano abbandonata. Ti voglio bene nonna >>
dice tutto questo in sussurro così leggero che nessuno riesce a sentirla. Poi scoppia a piangere, i singhiozzi la smuovono e lei tenta di fermare le lacrime. Si asciuga con il dorso della mano gli occhi. Hiccup non ce la fa più, vederla in quel modo lo distrugge. La raggiunge e l’abbraccia, stessa cosa poco dopo la fa Mordof.
<< Ho amato tua nonna come mai ho amato qualcuno, e sono felice che tu sia qui. Mi ricordi lei >>
Connie è felice per le parole di Mordof. Ha ritrovato sua nonna e la sua vita sembra aver avuto una svolta fatale. 

 

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Capitolo 11
*** Tentazioni e tradimenti ***



Buon pomeriggio :) Allora questo capitolo è...triste ve lo dico subito così che voi possiate prepararvi psicologicamente. 
AVVERTENZE: nel capitolo che andrete a leggere ci saranno parte non adatte ai minori. Se leggi questo contenuto sappi che sei responsabile delle tue azioni.  
Buona lettura:)
<< Ho passato una bellissima giornata con te Hic. Grazie >>
<< Non c’è di che, ehi senti…comunque non era male quel tuo tiro con il coltello, dico davvero >>
Connie ride pensando a quel momento della giornata.
<< Ma se ho rischiato di amputargli un braccio a quel poveretto. Ahahah >>
<< Resta il fatto che l’hai colpito no? >>
Tra i due ragazzi cala il silenzio. Lei incrocia le braccia. Sente un po’ freddo.
<< Meglio che adesso vada, mi staranno aspettando lassù >>
<< D’accordo vai >>
<< A domani >> la ragazza gli lascia un bacio sulla guancia e si dirige al solito tronco.
Hiccup la guarda sparire tra la vegetazione, poi si dirige al casolare dove a quest’ora stanno mangiando.
 
È il quarto boccale di vino quella sera. A Hiccup gira un po’ la testa, è un po’ brillo anche se lo regge bene l’alcol. In fondo è un vichingo. Astrid invece si è data alla pazza gioia. Ha bevuto molto. Stava ballando in mezzo alla grande sala con molti altri tra cui Bruta. Hiccup la guarda e lei inizia subito a ballare sensualmente. Vuole attirarlo nella sua ragnatela. Adesso o mai più. Lui le sorride sornione. L’effetto del vino sale sempre di più.
Moccicoso raggiunge presto Bruta che abbandona l’amica per andare dal ragazzo. Astrid allarga le braccia guardandola. Hiccup ride. Lei scuote la testa e raggiunge il ragazzo.
<< è pazzesco! Per un ragazzo mi abbandona così, che amica è? >>
<< Un’amica innamorata >> risponde il ragazzo.
Scoppiano a ridere.
<< Bella serata >> dice lei.
<< Già >>
<< C’è troppo caldo qui dentro, vuoi andare fuori? >> gli chiede.
Lui annuisce bevendo un ultimo sorso di vino e segue la ragazza fuori.
Non appena esce Astrid sente la differenza di temperatura, da un caldo tremendo ad un freddo gelido.
<< Molto meglio >> dice girandosi verso Hiccup.
<< A proposito oggi hai dimenticato l’ascia nell’arena, l’ho presa io. Vuoi che te la do ora? Perché suppongo che domani te la scordi >>
<< Uhm okay >> risponde semplicemente lui.
Astrid fa strada andando verso casa, lui le sta dietro.
Entrano in casa e salgono al piano di sopra dove c’è la stanza della ragazza.
<< Eccola lì >> dice indicandogliela all’angolo vicino ad un tavolo.
<< Oh grazie non dov… >> non lo lascia completare che gli si lancia addosso. Attacca le sue labbra a quelle del ragazzo baciandolo avidamente. Hiccup all’inizio è confuso, poi arrabbiato. L’allontana e la guarda severo.
<< Cosa stai facendo? >>
<< Perché? >>
<< Io e te non stiamo più insieme, ricordi >>
<< Oh insomma Hic! Vuoi rinfacciarmelo per tutta la vita? Ho sbagliato d’accordo! Ero in un momento di debolezza ed ho ceduto. Ma credimi se ti dico che per nemmeno un secondo da quel giorno ad oggi, io non mi sia pentita di quello che ho fatto >>
<< Astrid cosa…? >>
La ragazza emette un verso di frustrazione e si appoggia al tavolo passandosi una mano fra i capelli chiari.
<< Sono ancora innamorata di te Hic >> dice con un sussurro. Gli occhi pieni di dolore e di vergogna.
Hiccup spalanca i suoi verdi smeraldo e la guarda.
“Cosa? Lei…è-è…”
<< Senti lo so che ti piace Connie, l’ho capito e giuro che non ti chiederò più niente dopo stanotte, ma ti prego, ti prego passala con me >> dice lei avvicinandosi e sfiorandogli il viso con le mani fredde. Quel contatto fa rabbrividire il ragazzo.
<< Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? >>
<< Si e so che è una pazzia, ma ti prego >>
Astrid lo guarda con un desiderio retrocesso per anni e che ora era emerso tutto in una volta.
Avvicina il viso a quello di Hiccup e appoggia le sue labbra sulle sue. Lui sa che è sbagliato. Ma l’alcol ha fatto effetto arrivando al cervello e offuscando ogni briciolo di ragione.
La prende dai fianchi e la spinge verso il tavolo iniziando a baciarla con più foga. Lei gli mette le braccia intorno al collo tirandogli di poco i capelli. Hiccup inizia a toglierle la casacca, il cappuccio di pelliccia, la gonna. La spoglia completamente e stessa cosa fa lei. L’eccitazione sale in entrambi come una bestia famelica. Lei aspettava da tanto questo momento, lui non sapeva che lo voleva.  
Si stende sopra di lei che apre le gambe. Nonostante Astrid sia alta, lui la sovrasta lo stesso. Entra con un movimento veloce ed Astrid si lascia sfuggire un gemito tra un misto di dolore e piacere. Allaccia le sue gambe magre alla vita del ragazzo che spinge con movimenti veloci e sicuri. Gli ansimi del ragazzo e i gemiti forti della ragazza riempiono la stanza.
Astrid è felice, ha ottenuto quello che voleva. Hiccup è in estasi, ma mentre sotto di lui c’è la sua ex fidanzata, lui si immagina il viso angelico di Connie.
 
Connie ha appena finito di lavare i piatti come sua zia le ha chiesto gentilmente di fare. La ragazza odiava lavare i piatti, ma dato quella fantastica giornata passata a Berk avrebbe anche pulito tutta la casa.
Si asciuga le mani in un panno da cucina che piega e appoggia sul bancone. Si dirige verso le scale. In casa erano rimasti solo lei i suoi fratelli e Nathan, dato che i suoi genitori con i suoi zii erano usciti in città. I gemelli erano il salone a guardare il solito cartone delle 19: 30.
Cammina per il corridoio fischiettando, poi la porta della stanza di suo cugino si apre rivelando il ragazzo.
<< Hai finito? >>
<< Si, e se non ti dispiace adesso me ne vado in camera mia >>
<< Aspetta devo darti una cosa che mi ha dato Margaret >>
Lei sbuffa e raggiunge il ragazzo sulla soglia della porta.
<< Nessuno ti vieta di entrare >>
<< Nathan dammi questa cosa e basta >>
<< Okay >>
La afferra per le braccia e la fa entrare mentre un calcio chiude la porta.
<< Nathan! Che cosa fai?! >> urla la ragazza divincolandosi dalla stretta del ragazzo.
<< Carina questa collana, dove l’hai presa? >> dice guardando la collana della ragazza, la collana che le aveva regalato sua nonna qualche mese prima della sua scomparsa.
<< Lasciami! >> urla.
Lui la gira e inizia a baciarla, mentre lei cerca disperatamente di allontanarlo. Lui la prende e la butta sul letto iniziando a slacciarsi i pantaloni.
<< No…no! NO! >> urla lei cercando di rotolare giù dal letto ma lui la tiene ferma.
Le slaccia anche a lei i pantaloni e con una mano inizia a toccarla mentre lei si divincola.
<< Andiamo Connie fai la brava >> dice lui con voce roca.
Lei riesce a liberare una gamba e con questa gli tira un calcio in pieno petto facendo cadere il ragazzo. Veloce si alza ed esce dalla stanza. Corre veloce, scende le scale ed esce dalla porta sul retro andando verso la caverna. 
Una volta arrivata al suo interno si ferma. Scoppia a piangere e si inginocchia mettendo la testa sulle braccia incrociate.
Quando si calma un po’ si alza e si sistema i pantaloni, poi si avvicina al laghetto e si immerge.
 
Hiccup è seduto sul letto, dietro di lui Astrid dorme coperta dalle coperte di pelliccia e cotone. Lui ha i gomiti poggiati sulle ginocchia. Si passa le mani sul viso.
“Odino mio. Cosa ho fatto?” pensa frustrato. Si sente uno schifo in quel momento. Ha tradito Connie, anche se non erano fidanzati, ma si vedeva l’interessamento della ragazza riguardo ai suoi confronti. Si alza e si abbottona i pantaloni già indossati. Fuori sta piovendo, non è strano qui a Berk.
Stava per mettersi la casacca, ma sente il suo nome gridato da una voce femminile. La voce di Connie. Indossa veloce gli scarponi ed esce.
(Clicca per la musica)
Connie è fuori, bagnata che piange. Lo vede e corre subito verso di lui abbracciandolo e appoggiando il viso bagnato sul torso nudo del ragazzo. Lui la stringe forte e appoggia la guancia sulla sua testa.
<< Calmati, dimmi cosa è successo >> le sussurra.
La pioggia forte sbatte contro i loro corpi. Ma loro non sentono niente, né il freddo, né il bagnato.
<< Mio cugino…Nathan…v-voleva violentarmi…Hiccup ti prego…voglio rimare qui… >> dice tra un singhiozzo e l’altro.
Hiccup è arrabbiato. Il solo pensiero che qualcuno abbia voluto toccarla quando lei era sua, esclusivamente sua, lo portava alla pazzia. Avrebbe voluto avere quel ragazzo tra le mani per conficcargli un’ascia nel petto. Ma adesso quello che importava era proteggere Connie.
Si sente la porta della casa che hanno alle spalle aprirsi. Astrid avvolta in una delle coperte si affaccia.
<< Hiccup? >> chiama. Si blocca vedendo che il ragazzo sta abbracciando Connie. Connie la guarda a lungo, poi sposta lo sguardo su Hiccup che spaventato ricambia lo sguardo.
<< Hiccup… >> sussurra allontanandosi. Le braccia inerti lungo i fianchi. Astrid e il ragazzo la guardano mentre gli occhi si gonfiano di nuovo e nuove lacrime rigano il suo viso.
<< Che cosa hai fatto?! >> urla in preda alla disperazione, alla delusione, al dolore.
Non riesce a pensare niente, solo ad un parola “odio”.
Si era innamorata di lui e pensava lo stesso di Hiccup, invece l’ha tradita con un’altra. Con la ragazza che gli ha spezzato il cuore. È ricaduto in quella trappola.
<< Connie ti prego… >> dice allungando la mano verso di lei.
Connie scappa corre verso il tronco ma non sa che Hiccup la sta seguendo in groppa a Sdentato.
(fine canzone: bloccarla se si vuole)
Sdentato atterra poco più lontano di lei che cade a terra.
<< Stammi lontano! >> urla cercando di rialzarsi. Lui scende dal drago e la blocca tra le sue braccia. Si butta a terra trascinando anche lei con lui. Connie si divincola. Non vuole avere nessun contatto con lui. Nessuno dopo quello che ha fatto.
<< Lasciami stare! >>
<< Connie ti prego! Lasci che ti spieghi! >>
<< No! Mi hai tradito! Io mi fidavo ti te! Stronzo! >>
<< Connie basta! >>
Lei si blocca, stanca. Si rende conto che è inutile, che lui è più forte.
Piange come una bambina sul petto del ragazzo.
<< Tu sei stato il primo…non mi sono mai innamorata di nessun altro prima di te…in tutte le tue imperfezioni io ti amo, e pensavo che tu amavi me >>
<< Ma è così piccola >>
<< No! Bugiardo! Se mi amavi veramente non andavi con Astrid! >>
< Oh Ti prego Connie! Lascia che ti spieghi! >>
<< No, non voglio sentire niente. Voglio solo andarmene >>
<< Promettimi che domani torni >> dice Hiccup bloccandola dai polsi.
<< Come puoi pensare che io torno qui dopo tutto questo? >>
<< Ti prego, giurami che torni. O non ti lascio andare >>
Passano un paio di secondi.
<< Va bene >>
Lui la molla, lei si alza. Lo guarda. Il vento sposta i suoi capelli e un’ultima lacrima scende seguendo le altre.
Hiccup la vede andare via. Poi lui stesso si lascia andare in un pianto liberatorio. 

 

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Capitolo 12
*** Mai e per sempre ***



Okay lo ammetto questo non è il mio capitolo migliore ma dovevo assolutamente postare qualcosa. 
Vi avverto io oggi stesso parto, non ci sarò per una settimana e siccome non sono qui in Italia non credo che riuscirò a postare, ma ci proverò lo stesso. Un'altra cosa la storia sta finendo. Naturalemtne io non pensavo di fare un libro di 60 capitoli, ma una storiella così per divertirmi e dare libero sfogo alla fantasia. Per adesso però godetevi questo capitolo. 
Buona lettura a presto :)
Hiccup apre gli occhi. È in camera sua, i capelli ancora umidi per la pioggia della notte scorsa. Si mette seduto e si passa una mano sulla fronte.
<< Sono stato un idiota >> si dice.
Si mette seduto e si inizia a vestire. Quando scende al piano di sotto trova sua madre.
<< Ciao tesoro, fai colazione? >>
<< No, non ho fame >> esce e si dirige alla fabbrica di Scaracchio per iniziare il suo lavoro.
“Devo distrarmi il più possibile”, pensa camminando a passo spedito.
<< Buongiorno ragazzo >> lo saluta il vecchio una volta entrato.
<< Ciao Scaracchio >>
<< Ci sono due selle da trasporto, una da tiro, e tre o quattro da guerra. Non mi ricordo, vado a controllare >>
<< Perfetto >> dice il ragazzo anche se non è stato per niente attento.
<< Ho fatto una da tiro ieri, quindi ti rimane solo quella della signora…ma mi stai ascoltando ragazzo? >>
<< Uhm…si… >>
<< Hiccup >> lo rimprovera. Sa che non è la verità.
Il ragazzo sospira.
<< E va bene, no >>
<< Che cos’hai? Hai una brutta cera >>
Hiccup a quel punto si lascia cadere a peso morto su una sedia, una mano sul viso e l’altra su una gamba.
<< Ho combinato un casino Scaracchio, un vero casino >> dice seguito poi da un verso di frustrazione.
<< Ho il presentimento che c’entri qualcosa quella strana ragazzina vero? >> chiede sedendosi di fronte a lui.
<< Su forza racconta >> dice incitandolo.
<< Ieri alla festa penso di aver bevuto fin troppo…e c-c’ era  Astrid che ballava. Mi ha detto che mi doveva dare l’ascia che avevo dimenticato all’arena ieri, ma poi… >>
<< Hiccup? Non avrai… >>
<< Si…è questo il problema. Connie è arrivata e ha visto Astrid in quelle condizioni vicino alla porta, che mi chiamava. È scappata l’ho inseguita e le ho fatto promettere di tornare ma… no  penso proprio che lo farà >>
<< Ti posso fare una domanda? Perché l’hai fatto? >>
<< Ma non lo so…mi sono lasciato trasportare, ero molto probabilmente mezzo ubriaco…il problema è che…mentre c’era Astrid con me, io non facevo altro che immaginare Connie, la vedevo, vedevo il suo viso >>
<< è facile ragazzo, sei innamorato di lei >>
<< Questo lo sapevo, solo… come faccio a rimediare? >>
<< Va da lei scusati, dille che l’ami. Vivete per sempre felici e contenti come quelle favolette idiote. Cerca di rimediare al tuo errore, o Odino non ti perdonerà mai >>
Il ragazzo annuisce fissando poi un punto a terra.
“Lo farò”.
 
Connie non ha dormito questa notte, l’ha passata tutto il tempo a piangere, a pensare e ripensare a tutto ciò che  è successo. Si è chiusa in camera sua. Non ha mangiato e i suoi parenti sono molto preoccupati. Lei gli ha chiesto più volte se potevano andarsene prima, non avrebbe rispettato la promessa. Non sarebbe tornata a Berk. Mai più.
Guarda l’orologio sul telefono. 15:22. Ormai a Berk è sera, se non notte.
Ad un certo punto, quando fu del tutto sicura che non ci sarebbe andata, sente una voce. Che chiama il suo nome. Non era la voce di sua madre, de di sua zia, ne di chiunque altro. Era una voce più angelica, che trascinava un eco gelido facendo venire i brividi alla ragazza. Era la voce di sua nonna.
<< Connie…Connie… >>
La ragazza si alza guardandosi attorno stranita.
<< Nonna? Sei tu? >> chiede, ma naturalmente non ebbe risposta. Ad un certo punto la finestra si spalanca e una folata di vento passa da dietro Connie verso quest’ultima. E la voce si fa sempre più sfumata. Connie si appresta a vestirsi mettendo una felpona e un paio di leggings.
Non potendo uscire dalla porta sul retro decide di uscire dalla finestra dove c’è una piccola scaletta di emergenza. Una volta arrivata corre verso la voce che si fa più chiara ad ogni metro che fa. Arriva alla caverna e si ferma.
<< Nonna? >> chiama non sentendo più la voce.
<< Connie >> eccola di nuovo. Viene dalla caverna. Entra titubante e si inginocchia davanti al laghetto. Non fa niente, guarda l’acqua e scuote la testa.
<< Non posso, non… >> non finisce che la frase che  dietro di lei qualcuno la spinge e lei cade.
 
<< Hiccup ti prego! >> urla Astrid attaccandosi al braccio del ragazzo che si scansa subito.
<< No Astrid! L’ho persa! L’ho persa per colpa tua! Per la mia debolezza! Lasciami stare! Non può funzionare! >> urla a sua volta guardandola.
<< Ma perché no? Lei non fa parte del nostro mondo! Io si! Io rimarrò per sempre qua! Invece non sappiamo nemmeno se torna oggi! >>
<< Io mi fido di lei! Me l’ha promesso…tornerà >>
<< Hiccup… >>
<< Basta Astrid, è finita >>
Il ragazzo si allontana lasciando la bionda lì in piedi, distrutta e ferita dal suo rifiuto. Arriva allo strano tronco e si siede. All’improvviso sente un rumore dietro di lui e si gira di scatto, non c’è nessuno. Sente un urlo e quando si rigira si trova davanti Connie, che in ginocchio subito si alza e fa un passo in dietro. Lui sorride. Si alza e l’abbraccia.
<< Connie! Ti ho aspettato tutto il giorno! Credevo che non ti avrei mai più rivista >>
<< Hiccup… >>
Lui si stacca e la guarda dritto negli occhi. Nonostante tutto quello che ha fatto, lei non può soffocare quel sentimento così intenso che prova nei suoi confronti. Si sente così male ma anche così bene in sua compagnia e si perde nei suoi occhi verdi in quel momento pieni di dispiacere.
<< Mi dispiace Connie, lo so che quello che ho fatto è stato un errore a cui non si potrebbe mai rimediare, ma ti prego scusami…io non voglio perderti, tu sei la persona più importante della mia vita >>
Connie sorride, quelle parole sono dette con una tale sincerità che a Connie le si scioglie il cuore.
Gli mette una mano sulla guancia notando gli occhi lucidi. Lo abbraccia forte e lui sorride ricambiando l’abbraccio.
<< Sia chiaro, se succede un’altra volta una cosa del genere, ti amputo l’altra gamba >> lo minaccia ma con voce sempre calma e bassa.
<< Me ne ricorderò >> dice lui.
Ridono senza staccarsi. Quando si allontanano lui la prende per mano e si avviano verso Berk.
 
<< Connie, eccoti qua! >> urla Scaracchio aprendo le braccia e ridendo.
<< Ciao Scaracchio >> dice la ragazza sorridendogli.
<< La porto all’isola del drago, voglio farle vedere come… >> non continua e fa un gesto. Scaracchio ride e annuisce.
<< Bella idea ragazzo, ma cerca di muoverti. Hai ancora tanto lavoro da fare >>
Hiccup alza gli occhi al cielo.
Prende per mano la ragazza e con un fischio chiama Sdentato.
<< Ciao bello! >> dice la ragazza accarezzandolo. Lui la lecca e lei fa un verso di disgusto ridendo subito dopo.
<< Milady >> dice il ragazzo una volta salito porgendole la mano.
Lei l’afferra e lui la solleva facendola posizionare davanti a lui, con sorpresa della ragazza.
<< Ma… >>
<< Sssh…prendi le redini >>
Lei obbedisce e si piega leggermente in avanti. Lui posiziona il piede su quello strano pedale e lo preme una volta. Poi mette le mani su quelle di Connie e piano piano si alzano si allontanano.
 
<< Wow! È davvero stupendo, non smetterò mai di dirlo >> dice lei e Hiccup le sorride compiaciuto.
Lei gli tira uno schiaffetto sul braccio e poi ridono.
Arrivano finalmente in un’isola con pochi alberi, rocce e tantissimi draghi divisi. Diversi esemplari per ogni specie messi ognuno in un preciso spazio.
<< Cosa vengono a fare qui i draghi? >> chiede Connie.
Il ragazzo alza l dito indice. Poi si avvicina ad un drago e lo accarezza. Fa segno alla ragazza di avvicinarsi e lei lo fa.
Si inginocchiano vicino alla creatura che poco dopo emette tre uova. Il drago era uno Scioglitutto.
Con il muso spinge le uova verso il suo petto e le coccola.
<< Fanno le uova? >>
<< Ogni anno i nostri draghi ci abbandonano per andare a covare le uova. Una volta che i cuccioli sono nati tornano e siamo sempre di più. Ma comunque molti altri draghi muoiono di vecchiaia, malattie incurabili, quindi più o meno rimaniamo quel numero. Per ogni umano un drago >>
<< Che bello…guarda! >> esclama lei indicando le uova che iniziano a tremare e a brillare.
<< Meglio se ci allontaniamo >> dice Hiccup alzandosi.
<< Perché? >>
Lui la prende e l’allontana in tempo prima che un uovo esplode.
<< Le uova esplodo?! >> dice sorpresa e spaventata pensando a come sarebbe finita se non si sarebbe spostata.
<< Si ahahah >>
<< Hiccup è davvero stupendo il tuo mondo. La magia che c’è qui è unica >>
Hiccup non risponde e ripensa alle parole di Scaracchio.
<< Accidenti! Si è fatto tardi, devo ritornare >> dice la ragazza.
<< Si…meglio che torniamo indietro >> salgono su Sdentato e volano verso casa.
Devo dirglielo…domani.”

 

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Capitolo 13
*** La fine di tutto ***



Ciao! Sono tornata dopo una luuuunga settimana di mare a Tenerife (se non sapete dove si trovi cercatelo perché non sarei in grado di spiegarvelo XD) in cui mi sono divertita molto. Se qualcuno vuole andare in vacanza la prossima estate gliela consiglio, davvero. Ero intenzionata a pubblicare il capitolo ieri sapendo che arrivavo in tardo pomeriggio, MA! Il mio aereo ha ritardato di 8 ore! E sono arrivata a Catania alle due di notte -.-" o.o! 
Ma non fa niente, anzi ho riletto il capitolo e l'ho corretto, anche se penso di aver lasciato comunque errori, come al solito mio. Comuque! Spero che il capitolo vi piaccia! 
Buona lettura :)

Connie è seduta sul divano insieme ai suoi fratelli e il più lontano possibile da Nathan. Quel pomeriggio era tornata con un gran sorriso, tutta contenta e felice, così allegra da canticchiare a voce bassa. Sembrava che tutta quella tristezza, che l’aveva consumata per un giorno e una notte intera, fosse svanita. Anche se non glielo avrebbe mai chiesto, Nathan è molto curioso di saperlo. La fissa osservandola, come se la risposta fosse scritta sui suoi occhi sognanti, o sul quell’accenno di sorriso. La ragazza se ne accorge e infastidita gli lancia un’occhiata per dirgli di smetterla. Lui distoglie gli occhi e torna a guardare la tv, ormai senza più interesse. Poco dopo si alza e si dirige in camera sua sbattendo la porta. Connie lo sente e guarda il soffitto facendo una faccia stranita. Si chiese cos’abbia Nathan, ma dopo quello che le ha fatto aveva deciso di non rivolgergli più la parola.
<< Connie, che cos’ha Nathan? >> chiede Frenchy.
<< Non lo so, perché? >>
<< È da due giorni che non si fa vedere la mattina. Sparisce. Proprio come te >>
Alla ragazza le venne un tuffo al cuore.
“Non mi starà mica pedinando per vedere dove vado, vero? “
<< A si? E non ti dice dove va? >> le chiede, la voce leggermente tremante.
Il bambino scuote la testa.
La ragazza si alza e corre su per le scale arrivando subito alla stanza del cugino. Bussa con forza ricevendo una risposta dal ragazzo. 
<< Chiunque sia lasciami in pace >> sente la ragazza, la voce soffocata oltre la porta.
<< Nathan apri questa cazzo di porta! >>
La porta si apre rivelando il ragazzo che la guarda senza un’espressione precisa. Connie gli arriva al petto, essendo bassa e lo deve guardare tenendo la testa alta, ma nonostante questo ha sempre la forza di spingerlo e chiudere la porta alle sue spalle.
<< Ehi! Ma che…? >>
<< Frenchy mi ha detto che te ne vai in giro per il bosco la mattina. Perché? Cosa cerchi? >>
<< Potrei farti la stessa domanda. Da quando sei qui sparisci ogni mattina e non ti fai vedere per un’ora o due. Poi torni e hai sempre un gran sorriso, sei così felice da far schifo. Dove te ne vai? Stai con un ragazzo? >>
<< Quindi mi pedini è così? Mi segui per vedere dove vado? >> urla la ragazza incredula.
Il ragazzo non risponde e abbassa per un secondo gli occhi.
<< Chi tace acconsente. Mi fai schifo. Dove vado e con chi sono sono fatti miei, capito? >>
<< Che adesso fai la dura? Lo sappiamo tutti e due che non è da te, che in realtà sei debole >>
<< Ti sto solo avvisando Nathan. Se vengo a sapere che mi segui ancora passerai seri guai >>
<< E sentiamo cosa hai intenzione di fare? Picchiarmi? >> dice sorridendo sornione. Stessa cosa fa la ragazza.
<< Se continui a seguirmi racconterò a tutti quello che hai provato a fare. Ti farò cadere quel bel faccino nel fango, così che i tuoi genitori si possano rendere conto di che figlio hanno >>
Una meteora di paura attraversa lo sguardo del ragazzo facendo affievolire quel sorriso fasullo.
<< Come vuoi tu. Ma svegliati Connie, tu non vivi qui. Ben presto te ne andrai e qualsiasi posto e persona tu stia frequentando non farà più parte della tua vita >>
<< Cosa vuoi dire? >> chiede la ragazza.
<< Tra due giorni tu e la tua bella famigliola partite per tornare in quel buco di casa, e chiunque tu abbia conosciuto si sentirà abbandonato e presto ti dimenticherà >>
Uno sparo. Una bomba lanciata. Un sonoro “boom” che rimbomba nella testa della ragazza. Uno squarcio nel petto, un vuoto. Una mancanza ancora non avvenuta. Aveva ragione. Nathan aveva ragione. Tutte le persone che aveva conosciuto. Scaracchio, Tufo, Bruta, Moccicoso, Pesce, Hiccup, Sdentato, Mordof, Valka…Astrid. Si sarebbero dimenticati di lei. Berk si sarebbe dimenticata di lei. E lei di loro. Sarebbe stato solo un sogno, vero, reale, ma un sogno. Cosa ne sarebbe stato di Hiccup? Non si sarebbe mai più fidato di nessuna ragazza. Sarebbe stato ferito per la seconda volta. Per sempre con una delusione, e chi l’avrebbe creata? Lei. Sarebbe restato solo, per sempre.
Lentamente esce dalla stanza sotto lo sguardo freddo e malvagio del cugino che con ansia aspettava di rimanere da solo.
Scende piano le scale. Gradino dopo gradino. Arriva alla porta sul retro ed esce. Si ferma e alza la testa fissando il bosco. Il suo rifugio segreto, il rifugio che un tempo era di sua nonna e adesso, per ben due settimane era stato il suo. Sorride pensando a tutti i bei ricordi che attraversano la sua mente come un film.
Se ne sarebbe andata, questo è vero. Ma prima avrebbe detto la verità, avrebbe parlato con quel ragazzo con una gamba sola e gli occhi luminosi.
Adesso corre. Veloce, agile schiva i rami, salta le rocce, le pozzanghere di fango. Arriva allo squarcio della caverna e si blocca. Accarezza quei bordi appuntiti. Solo in quel momento si accorge di quanto sia fredda quella superficie. Fredda, ma secca. Entra arrivando davanti al piccolo laghetto. Si inginocchia sforando l’acqua limpida. Sorride e si immerge. In solito bagliore di luce bianca e poi eccola lì, tra la fresca vegetazione di Berk. Cammina veloce e spostando un ultimo grosso ramo può vedere le case, la gente, i draghi e l’inizio di un meraviglioso tramonto.  Si ferma mentre si guarda attorno cercando una sola persona.
All’improvviso i suoi piedi non toccano più terra. Si lascia scappare un urletto di sorpresa mentre tenta di vedere chi è. Ma chi potrà mai essere?
<< Eccoti qua! Pensavo non venissi oggi >>
<< Come potrei non venirti a trovare >> dice lei mentre Hiccup l’appoggia delicatamente a terra.
<< Ti va di vedere il tramonto in quel bel nostro posticino appartato? >>
<< Mmh perché no? >>
 
<< Accidenti! Com’è che solo qui riesco a vedere questi tramonti stupendi? >>
<< Perché questa è Berk >>
<< Ahahah! Già, hai ragione >>
(Clicca per canzone)
Cala il silenzio. I due si lanciano una lunga occhiata di imbarazzo per poi guardare altrove.
Connie guarda ancora il cielo pieno di quei sgargianti colori, una mandria di uccelli vola canticchiando. Disegnano un cerchio e poi svanendo. Il vento soffia leggero accarezzando il viso dei giovani e scompigliando leggermente i capelli.
“Adesso o mai più Connie. Diglielo. Diglielo!” pensa. Guarda Hiccup e poi le parole le vengono spontanee.
<< Per ogni mar navigherò…ma non avrò paura… >>
Il ragazzo si gira e la guarda sorpreso mentre lei continua a fissare il tramonto.
<<…se tu mi sposerai. Nel sole sai nel freddo mai, mi impedirà il ritorno… >>
Connie si alza e con lei anche Hiccup. Lo prende per mano e lo guarda dritto negli occhi sperando di riuscire a fargli comprendere il suo sentimento d’amore.
<< …amata mia oh mio tesor, tu cerchi di stupirmi. Parole non ti serviranno ti basterà abbracciarmi… >>
Hiccup sorride e inizia a ballare trascinando con se Connie che allegra continua a cantare. Saltellano, girano. Lui la stringe e poi la lascia andare facendole fare una giravolta. Girano e girano. Ridono. Un’altra giravolta e intanto Sdentato dietro di loro muove la testa facendo penzolare la lingua. Hiccup è felice che lei stia cantando quella canzone. Ha capito. Lei lo ama e lui pure.
<< …lalalalalalala! Lalalalala… >>
<< Ti abbraccerò, ti bacerò e danzerò per sempre! Con te felice io sarò non smettere di amarmi! Per ogni mar navigherò ma non avrò paura le onde io cavalcherò se tu mi sposerai! >>
Hiccup la prende e la alza. Lei ride e lo guarda. Poi piano piano la fa scendere. I due si fissano sorridendo come idioti. Sanno cosa sta per succedere e sono impazienti, ma nonostante questo non si muovono. Poi il ragazzo avvicina il suo viso verso quello della ragazza che si alza leggermente sulle punte dato l’altezza di lui. Le loro labbra si sfiorano e poi un gesto veloce Hiccup solleva Connie baciandola appassionatamente. Le bocche gli fanno male a causa della pressione, i loro denti sbattono e le loro lingue si muovono in una danza di sensuale. Sdentato dietro di loro si copre gli occhi con le zampe simulando un sorriso. È imbarazzato ma contento per il suo migliore amico.
Una volta che i due hanno finito Connie lo abbraccia mettendo il viso nell’incavo del suo collo.
<< Ti prego dimmi che non te ne andrai mai >> sussurra il ragazzo. Connie sbarra gli occhi e si allontana leggermente tenendo sempre le braccia legate intorno al suo collo.  
<< Hiccup io… >> dice guardando giù.
<< Cosa? >> chiede lui cercando il suo sguardo.
<< Io…non posso restare. Tu sai che odio il mio mondo, quindi la cosa più sensata sarebbe rimanere qui…con te… >>
<< Ma? >> chiede lui. La guarda d’un tratto in modo freddo. Connie si allontana del tutto.
<< Ma ho delle responsabilità. I miei fratelli hanno bisogno di me. Non posso abbandonarli, resterebbero soli, proprio come lo sono stata io>>
Lui scoppia a ridere passandosi una mano tra i capelli.
<< Non ci posso credere…credevo che stavolta avevo trovato quella giusta…credevo che tu…mi amassi >>
Lei si avvicina afferrandolo per le braccia.
<< Ma è così! Io ti amo! Ti amo da impazzire! Ma ti prego, ti prego cerca di capire. Tornerò, te lo giuro >>
<< Al diavolo le tue promesse! Pensavo che tu fossi diversa! Diversa da tutte…diversa da “lei”. E invece…sei uguale >>
Una lacrima scivolò sul viso candido della ragazza che chiuse gli occhi.
<< Hiccup… >>
Il ragazzo non la fece finire. Si diresse verso Sdentato e ci salì in groppa volando via.
Connie si lasciò andare cadendo in ginocchio, facendo scorrere le lacrime come un fiume in piena.
L’aveva perso, per sempre. 

 

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Capitolo 14
*** Il posto di Connie ***



Buonasera :) Non speravo di pubblicare così velocemente, ma le idee sono arrivate e non potevo di certo chiudergli la porta in faccia no? Oky sto sclerando, capitemi. Voglio solo dirvi grazie per chi ha letto questa storia, chi la leggerà, chi ha recensito sempre dandomi la forza e volontà di continuare, perché lo ammetto sarei stata capace di non finirla. Lo so che è corta, ma era una cosa tanto per, non pensavo nemmeno di arrivare a 14 capitoli, e invece io stessa mi sono emozionata nel scriverla e nel rileggerla. Grazie per tutto. Ma tranquille non sarà la fine. Ho sempre quella piccola idea e poi ce ne saranno tante altre. Per ora godetevi quest'ultimo capitolo. 
Buona lettura :)

Hiccup era seduto in uno dei tanti tavoli della grande sala, ormai vuota. Era tardi, quasi le tre di notte, tra le mani un boccale di birra che sorseggiava mentre mille pensieri gli passavano per la mente mentre la fiamma di una candela bruciava facendo sciogliere goccia per goccia la cera. Esattamente faceva pensieri su Connie. Si sentiva distrutto, triste, arrabbiato, dispiaciuto per quello che le aveva detto…per averla paragonata ad Astrid. Beve un altro sorso di birra e sbatte il boccale sul tavolo facendo strabordare un po’ il liquido giallastro che finisce sulla sua mano. Sospira e appoggia la testa sul suo braccio.
<< Qualcuno è nervoso o sbaglio? >> sente dire. Era Valka che si avvicinava lentamente con le braccia incrociate. Gli sorrise e si sedette di fronte al ragazzo che si fissava le mani.
<< Cosa è successo Hic? >> dice guardandolo con gli occhi dolci e preoccupati.
<< Ho combinato un casino madre…Connie… >> dice gesticolando. Si ferma e fissa il vuoto.
<< L’ho vista correre via, stava…piangendo. Cosa ti ha detto esattamente? >>
<< Madre io la amo, la amo con tutto me stesso, e anche lei mi ha detto di amarmi…mi ha cantato quella canzone, l’ho baciata…il bacio più bello della mia vita…ma poi…mi ha detto che non sarebbe potuta restare, che aveva delle responsabilità nel suo mondo, che non sarebbe più tornata qui…a Berk e io, sono frustrato perché non capisco! Ha detto di amarmi, ma allora perché scappi? Perché mi abbandoni?! >>
La madre lo guarda triste e dispiaciuta, sa che per lui non è facile come non lo è stato per lei.
<< Hiccup ascolta…si dice sempre che se ami una persona bisogna lasciarla andare. Tu nonostante questo la ami ancora nonostante il tuo rimorso no? Lei se ne andata perché è troppo buona, perché sa che il suo mondo ha bisogno di lei >>
<< Ma diceva sempre che odiava i suo mondo e che sarebbe rimasta qui volentieri se avesse potuto…ha promesso di tornare, ma… >>
<< E tu non ti fidi della sua parola? >>
Hiccup guarda Valka a lungo. Fissa i suoi occhi così simili ai suoi. Li abbassa sul boccale e stessa cosa fa Valka.
<< Non lo so >>
 
<< Grazie per l’ospitalità Margaret >> dice la signora Spice abbracciando la sorella.
<< Grazie a te per esser venuta. La prossima volta venite entro il prossimo anno >>
<< Sicuramente >>
<< Ciao ragazzi. Fate i bravi e non fate arrabbiare i vostri genitori >>
La famiglia Spice si avvia verso la macchina. Entrano e si allacciano le cinture. Poi il signor Spice accende e si avvia. Connie è appoggiata al finestrino. Le cuffiette nelle orecchie e gli occhi gonfi e rossi con le lacrime sempre pronte a scendere.
<< Beh è stata una bella vacanza no? >> chiede la signora Spice girandosi a guardare i figli.
<< Connie va tutto bene? >>
<< Uhm? Si…si sto bene >> risponde la ragazza asciugandosi le lacrime in fretta per poi tornare nella sua posizione.
“Ti prego Hiccup…perdonami.”
 
Quel pomeriggio quando finalmente arrivarono a casa, Connie sentì dentro di lei una strana emozione. Non era tristezza, non era né rabbia né delusione. Era una stranezza che le fece venire paura. Quella casa, la sua casa in cui passò ben diciannove anni, ad un certo punto non riusciva più a riconoscerla. Sapeva benissimo dove fosse il bagno, o la sua stanza. Ma non si sentiva più appartenente a quel luogo. Raggiunse allora la sua camera trascinandosi dietro la sua valigia. Niente. Ancora quella sensazione che la confondeva.
<< Vi preparo la merenda bambini? >> disse sua madre dal corridoio.
<< Sii! >> urlarono i bambini entusiasti correndo verso la madre per abbracciarla.
Connie vide quella scena come se fosse un estranea, come se fosse il pubblico che stava guardando un film dove una madre abbracciava i figli.
<< Tu vuoi qualcosa Connie? >> chiese allora la donna vedendo la figlia che li fissava.
<< No mamma, grazie >>
Lei annuì e chiuse la porta della stanza, chiudendo a sua volta Connie nel suo silenzio e nel suo dolore.
Si stese sul letto e singhiozzando si addormentò.
(Clicca pe la canzone)
Una luce bianca, molto simile a quella della caverna, sfuma rivelando una stanza. Connie si guarda attorno, quel luogo lo conosce molto bene. È il salotto della casa di sua nonna. Si gira trovandovi seduta sul comodo mobile la donna. In dosso aveva uno dei suoi tanti vestiti a fiori, i capelli grigi acconciato per bene e un grosso sorriso sulle labbra. Allarga le braccia e la ragazza non perde tempo e ci si lancia piangendo.
<< Nonna…oh nonna! Ho fatto un casino! L’ho perso, l’ho perso per sempre! >>
<< Oh tesoro, ma non è vero. Lo sappiamo entrambe >>
<< Cosa? >> chiede la ragazza allontanandosi quel poco per guardare meglio l’anziana.
<< Tu sai cosa devi fare. Sai qual è il tuo posto, e non è certo questo >>
Connie abbassa gli occhi.
<< Pensa a te per una volta Connie, o te ne pentirai >>
La ragazza apre gli occhi. Le mani unite in grembo, una gamba stesa e l’altra piegata verso l’esterno.
Nessun rumore si sente oltre la sua porta, guarda così l’ora, 2:45. Si mette seduta e si strofina gli occhi ripensando al sogno fatto.
“ E se non era un sogno? E se veramente mia nonna mi avesse indicato cosa dovevo fare? Non posso rimanere qui, non è questo il mio posto.”
Così si alza si spoglia e indossa un leggings comodo e una semplice felpa. Non prende più niente. Né il cellulare, né una valigia. Non sarebbe servito. Piano esce dalla sua stanza e va verso quella dei suoi genitori. Sul comodino della madre lascia una lettera, scritta velocemente a penna. Poi va dai suoi fratelli. Adesso è davanti ai loro letti e li guarda sorridendo.
Si inginocchia lentamente in mezzo a loro sussurrando.
<< Scusate ragazzi, sapete che vi voglio un mondo di bene, ma devo andare. Ricordatevi di me, vi amo con tutto il mio cuore >>
Lascia ad ognuno di loro un bacio sulla fronte ed esce. Prende dei soldi dal portafoglio di suo padre e corre verso la prima fermata dei taxi.
<< Dove la porto signorina? >> chiede l’uomo una volta salita e chiusa la portiera.
Data la via il tassista parte e a Connie involontariamente le viene di sorridere.
La strada è lunga ma incredibilmente affascinante di notte con le luci dei lampioni e delle poche macchine che sfrecciano verso chissà quale meta.
<< Ecco qui. Sono 35$ >> dice l’uomo fermandosi e tendendo la mano.
<< Tenga il resto >> dice la ragazza dandoglieli tutti.
Una volta che il taxi si allontana la ragazza inizia a camminare. Scavalca il muretto dei suoi zii e attraversa il giardino dirigendosi al boschetto. Cammina piano e insicura, c’è troppo buio e solo in quel momento pensa che portarsi anche una torcia non sarebbe stato male.
Con un p’ di fortuna raggiunge la caverna. Entra e come sempre si inginocchia davanti all’acqua limpida.
<< Saluto questo mondo per andare in un altro. E non mi pento di questa mia decisione >> dice fissando l’acqua. Poi si immerge.
A Berk è mattina presto. L’aria è fresca e gli uccellini cantano allegri passando davanti agli occhi chiari della ragazza. Sospira e chiude gli occhi. Sente le prime voci e i primi ruggiti, così corre, corre e corre raggiungendo il piccolo spiazzo.
Il silenzio riempie le bocche di tutti mentre fissano Connie proprio come il primo giorno. Scaracchio curioso del rumore inesistente si affaccia dalla sua fabbrica rimanendo stupito di quello che i suoi occhi vedono. Poi entra velocemente e da una sberletta sul braccio di Hiccup che per distrarsi da un dolore che presto finirà ma ancora lui non lo sa, lavora con concentrazione.
<< Ahi! Che vuoi? >> chiede al vecchio che sorridente gli indica con la testa fuori. Lui si alza e va a guardare. Sbarra gli occhi, le labbra gli si schiudono e lentamente, con le gambe improvvisamente pesanti e il cuore che batte rapidamente, si avvicina.
<< Sei tornata…ma perché? >>
<< Perché ti amo Hiccup, ti amo da impazzire >>
In quel momento i due giovani vanno l’uno incontro a l’altra e si baciano e la folla creatasi attorno a loro scoppia in urla di gioia e applausi.
<< Per tutta la vita ho cercato il mio posto nel mio mondo, e solo ora mi rendo conto che il mio vero posto è questo, come mia nonna resterò qui…per sempre >> gli dice all’orecchio mentre si abbracciano.
<< A questo punto… >> dice il ragazzo inginocchiandosi.
<< Connie Spice, stravagante ragazza che ha sconvolto il mio cuore…vuoi sposarmi? >>
<< Oooooh! >> fa la gente sorpresa almeno quanto Connie.
<< O Dio si! Certo che si! >>

(Clicca per la canzone 2)

 La signora Spice si è alzata presto questa mattina. È andata a controllare la figlia che la sera prima non aveva cenato, ma quando non la vede a letto si preoccupa. La cerca per tutta la casa e quando capisce che la ragazza non c’è  va a svegliare il marito. È  lì pronta a svegliarlo e dirgli di chiamare la polizia quando nota un foglio piegato sul comodino. Corre a prenderlo sperando che è un messaggio di Connie che le diceva che era qui vicino, che era uscita prendere le sue broche preferite al supermercato affianco come sempre e che sarebbe tornata presto, ma non fu così.
Con le mani tremanti la apre e legge.
“Cara mamma,
so che in questo momento sei preoccupata per me, e so anche che chiamerai la polizia, ma ascoltami. Da quando sono nata sapevi che non sarebbe stato facile avermi come figlia, sapevi del mio carattere difficile e del mio disagio per il mondo. Non ti sto punendo per non esserci stata quando ne avevo bisogno, anche se non ho fatto altro che rinfacciarvelo a te e a papà fino a due settimane fa, in realtà io vi ho perdonato già da molto tempo. Volevo solo farvi sentire il mio rimorso perché ne avevo bisogno pensando che fosse giusto, e solo ora mi rendo conto di aver sbagliato. Non chiederti dove sono, come sto, che cosa farò. Sappi solo che sto bene e che me la caverò. Ti chiedo solo di dire a Frenchy e a Terrence che gli voglio bene e che mi dispiace di averli abbandonati. Stagli vicino, non lasciarli mai. Questa è la vostra opportunità per rimediare al vostro sbaglio. Raccontagli le mie storie pazze e digli di non smettere mai di sognare perché, adesso ne ho la prova. La magia esiste. Dì a papà che gli voglio bene e che spero che riceverà quella promozione che tanto aspetta e per cui ha lavorato fine a tarda notte. Dì alla zia Margaret di tagliarsi i capelli e che deve mettere più sale nei suoi involtini al forno. Dì allo zio di fare un po’ di dieta che non gli farebbe male e dagli un bacio ad entrambi da parte mia. Dì a Nathan che, nonostante la gravità delle sue azioni, lo perdono per quello che ha fatto e che deve crescere se non vuole rimanere solo. Non farti domande capirà. Ed infine a te, mamma, ti prometto che cercherò di fare del mio meglio per renderti orgogliosa di me. Ti voglio bene, addio. Oh! Ehm…tranquilla…la nonna sta bene.”

 

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