Le cronache delle mille e una pizza

di bobolettereacasoo467
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diario di Zayra ***
Capitolo 2: *** Gustav O'Gelat ***



Capitolo 1
*** Diario di Zayra ***


Diario di Zayra

ventritreesimo giorno del mese dello Zenit, anno della Luna


Caro diario,

oggi mia madre mi ha regalato te e ho deciso di scrivere tutte le mie avventure.
  Io sono Zayra, ho 17 anni e vivo nella città Alagor, situata proprio di fianco alle Grandi Rovine. Alagor, nella lingua dei miei antenati, vuol dire "terra dei mille prodigi", ma ancora non ho capito cosa vuol dire esattamente.
  Siccome oggi non è successo nulla di particolare da raccontarti, parlerò del mio migliore amico Nomadù.
  Ci conosciamo da quando eravamo molto piccoli, credo che avessi 4 anni quando l'ho incontrato la prima volta, ricordo ancora quel giorno...
  Ero nella Foresta Cieca, che si trova al confine della mia Terra, in cui andavo per allenarmi con la mia spada di legno (mi sentivo proprio un grande guerriero!).
  Era un giorno molto luminoso, ma tra gli alberi non filtravano i raggi del sole e a causa di quel buio non mi accorsi dell'attacco improvviso che mi arrivava. Fui quasi colpita da una freccia (una freccia vera!!!), che s'impigliò nel mio mantello. Iniziai a piangere per lo spavento e sentii dei passi che si avvicinavano. Liberai il mio mantello dalla freccia e corsi a perdifiato senza meta, tra cespugli, alberi e rovi.
  Quando fui sicura di non sentire più quei rumori sospetti, mi fermai e cercai di ritrovare il senso dell'orientamento, ma non mi ero mai inoltrata fino a quel punto, quindi non sapevo dove andare, realizzai di essermi persa e scoppiai di nuovo in lacrime.
  Non so quanto tempo passai lì ferma così, ma non mi accorsi della presenza di un ragazzino alle mie spalle.
  «Ti sei fatta male?» fu l'unica cosa che sentii, e mi girai allarmata.
  «No.» risposi io, sulla difensiva, asciugandomi di nascosto le lacrime «stavo solo cercando il mio fungo preferito»
  «Se vuoi ti aiuto a cercarlo» disse il misterioso estraneo, tra le risate, «dimmi solo se ti sei fatta male.»
  «Come vedi sto benissimo, ma chi ti credi di essere per rivolgerti così a me?»
  «Scusami se ti ho colpita con quella freccia prima, non ti avevo visto» e così dicendo mi scompigliò i capelli.
  «Guarda che non sono una bambina, non puoi trattarmi così! Io sono la principessa!»
  «Allora mi scusi vostra altezza» e mi fece un profondo inchino, ma non mi accorsi della vena d'ironia in quel gesto e nel suo sguardo «sono stato maleducato, non mi sono presentato, io sono Nomadù della città di Alagor, posso sapere il suo nome, principessa?».
  Era la prima volta che qualcuno, al di fuori dei miei servitori, mi trattava davvero come una principessa, mi sentii profondamente lusingata e quel bambino dai capelli castani un po' arruffati e il viso paffuto iniziò a piacermi «io sono Zayra» dissi, in tono altezzoso, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
  Avevo già capito che da lì saremmo diventati inseparabili.
  Anni dopo ci ritrovavamo ancora in quella foresta a duellare con delle spade di legno (ne ho fatta costruire una anche per lui!) e tutt'ora amiamo tornarci tra un'immersione subacquea e un giro "sotto copertura" al Mercato locale per costruire case sugli alberi e mandare avanti la nostra tradizione del gioco "Scacco Pazzo".
È un gioco che abbiamo inventato noi, ispirandoci a quello degli scacchi unito alle nostre passioni: abbiamo costruito con il legno di due alberi diversi delle statue con la forma delle dieci pedine più importanti degli scacchi (ci abbiamo messo mesi per farle tutte!) e si gioca come se fosse un campo di battaglia e loro il nostro esercito... Costruiamo trappole, abbiamo a disposizione le nostre amate spade di legno e arco e frecce senza punta, ma che lasciano macchie di colore, in modo che non si può imbrogliare (Nomadù ha tentato di imbrogliarmi troppe volte!!!)... Nascondiamo tutte le statue in giro per la Foresta e una volta preparato il campo di battaglia si passa all'azione: bisogna ostacolare l'altro nella ricerca delle statue, usando le trappole, ma anche la spada e il primo che le colpisce tutte con una freccia colorata fa "Scacco Pazzo" e vince.
  Sai, diario, sono ancora sporca di vernice verde (quella di Nomadù), provengo proprio da una di quelle battaglie! I miei genitori odiano vedermi tornare in queste condizioni: in fin dei conti, sono una principessa, quasi in età da marito, e dovrei occuparmi d'altro, ma non voglio lasciar perdere il mio migliore (nonché unico, vero) amico.
  Ti starai chiedendo perché, alla tenera età di 7 anni (solo perché è più grande di me, crede di potermi trattare come se fossi un suo pari, e non una principessa...) andasse in giro con arco e frecce veri. Te lo spiego io: esistono i Liberus, dei grandi uccelli con le ali di colori cangianti, usati per cavalcare, come vengono usati i cavalli sulla Terra (mio padre mi ha parlato spesso della terra, il suo migliore amico veniva da lì... Mi ha raccontato storie magiche, ma non mi ha mai voluto portare con lui quando ci andava...) e il padre di Nomadù, così come tutti gli uomini della sua famiglia, faceva parte della Fazione dei Cacciatori che hanno la mansione di catturarli. Gli aveva promesso che, se si fosse allenato abbastanza, sarebbe entrato a farne parte, così stava cercando di catturarne uno da solo (ovviamente non ci riuscì, ma ancora oggi è convinto che se non mi avesse incontrata ci sarebbe riuscito).
  Ormai è notte, ti scriverò appena avrò novità interessanti.
  Buonanotte, Diario.
  Oh mio Dio, c'è qualcosa lì fuori! Brilla! Vado a vedere... Ti racconterò tutto più tardi.

  
  ZayraƸ

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Capitolo 2
*** Gustav O'Gelat ***



  Zayra prese la sua spada di legno e si calò velocemente dalla finestra, aggrappandosi all'albero di ciliegio che cresceva proprio lì vicino.
  Si avvicinò di soppiatto a quella luce che vedeva brillare dalla sua stanza, tenendo stretta l'arma, nascondendosi di tanto in tanto dietro l'albero di turno o acquattandosi sotto un cespuglio.
  Arrivata a pochi metri di distanza dall'oggetto misterioso, si nascose ad osservarlo e a pensare alla strategia da usare: capì di trovarsi davanti ad un oggetto alieno, una specie di navicella spaziale molto arretrata, dalla forma d'uovo sodo.
  L'oggetto non le sembrava minaccioso, così andò a bussare «ehi, di casa! Si può?» chiese a voce alta, rivolgendosi a chi poteva trovarsi all'interno. Nessuno rispose.
  Provò a bussare ancora e ancora, finalmente la porta si aprì e tutto ciò che vide fu una luce bianca, tanto fumo e una figura nera all'interno «vengo in pace!» esordì la figura indefinita.
  «Chi sei?» domandò Zayra
  «Gustav O'Gelat, del pianeta Freezer. Con chi ho l'onore di parlare?» s'inchinò, togliendosi lo strano copricapo a forma di cono gelato.
  «Zayra, principessa di Alagor, della Dinastia Ƹ. Cosa vi porta qui?»
  «Chiedo venia, mia principessa, per la maleducazione. In ogni caso, ero in viaggio verso il Pianeta Terra per vendere le mie armi, sono, infatti, un mercante...»
  «Un mercante d'armi in viaggio verso la Terra? Posso vedere le armi che vendi? Sono appassionata! Sei già stato sulla Terra? E, dimmi, com'è? È davvero così come dicono? E i terrestri? Sono davvero così buffi?» interruppe Zayra, tutto d'un fiato.
  «Per prima cosa- disse lui soffocando una risata- Le mostrerei volentieri le mie armi, ma sono nella navicella e se mi trovo qui è perché ha smesso di rispondermi ai comandi ed ora non ci si può più entrare; in secondo luogo, non sono mai stato sulla terra prima d'ora, questa è una delle prime consegne che mi sono state commissionate, ma sarebbe un piacere per me andarci con la Principessa più affascinante che i miei viaggi mi abbiano permesso di incontrare...»
  Zayra si limitò ad arrossire, non sapendo come rispondere, non essendosi mai trovata in una situazione del genere; si sentì tuttavia profondamente lusingata e uno strano brivido le corse sulla schiena.
  «Mi permetta di dirle che è bellissima anche quando arrossisce» sorrise mentre lo diceva e a Zayra sembrò che nessun sorriso fosse mai stato così brillante.
  «Dammi pure del Tu- rispose lei, riacquistando la voce e giocando con una ciocca di capelli tra le dita -e dimmi, dove passerai la notte, ora?»
  «Non saprei dirti, siccome imprevisti come questo non capitano tutti i giorni... non posso dormire nella navicella oppure spostarla, credo che andrò a cercarmi un posto per la notte...»
  «Ho un'idea migliore!- lo interruppe Zayra, entusiasta -Perché non resti nel mio palazzo stanotte? Abbiamo tante stanze per gli ospiti, te ne farò preparare una e domani troveremo insieme un modo per aggiustare la navicella!»
  «Non posso davvero accettare, anche se è un'offerta così generosa, una persona del mio rango non può essere ammessa a Palazzo...»
  «Non preoccuparti, non so come funzioni da te, ma qui siamo molto ospitali, puoi restare quanto vuoi, ne parlerò domattina con i miei genitori.»
  Gustav accettò, ringraziando la Principessa ed entrarono nel Palazzo.

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