La sposa del Leviatano

di Myddr
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***



Capitolo 1
*** I ***



Partecipa al concorso The Ancient Tales.


I
 

Mi risveglio dopo chissà quanto tempo, tasto la fondina, estraggo la pistola, mi tiro a sedere con uno scatto. Ho il fiato corto, scandaglio con lo sguardo l'ambiente buio attorno a me. È notte, fuori dall'edificio diroccato un lampione piegato emette una luce intermittente e un insistente ronzio.
Mi stropiccio gli occhi e mi costringo ad alzarmi. Ogni muscolo grida vendetta, ma un passo dopo l'altro mi avvicino alla finestra del capannone. Nel buio, i palazzi ancora restati in piedi, quelli più alti, brillano sinistri alle pochi luci restate, dando l'impressione di una minaccia incombente. Beh, sono certo che loro torneranno da un momento all'altro, così come se ne sono andati.
Quando era iniziata la fine dell'umanità? Sollevo il bavero dell'impermeabile e ripercorro con la mente l'ultimo decennio. Nel 2056 la razza umana era destinata a grandi cose, a conquistare lo spazio. Si parlava di fondare decine di colonie su Marte, ormai quasi del tutto terraformato. Si parlava di clonare la specie umana per creare un'infinita e infaticabile quantità di operai che, lavorando al posto nostro, ci traghettassero in un'epoca d'oro fatta di incalcolabile ricchezza e benessere. E si discuteva su quanto tutto questo fosse etico, i nostri problemi erano soltanto decidere quanto in fretta questi cloni avrebbero dovuto acquisire lo status di “essere umano”.
Poi erano arrivati loro. Le creature delle storie antiche. Fantasmi, djinn, vampiri, demoni, mostri, tutta quella merda. Qualcuno giurò addirittura di aver visto un leviatano. Sì, proprio come quello biblico, un grande serpente che, emerso dal Pacifico, aveva trascinato sul fondo innumerevoli isole‑città. La diceria circola ancora.
Loro non ci avevano portato la magia, né avevano reso favolosa la nostra vita. Ci avevano portato la guerra, lo sterminio, la distruzione. Chi riuscì a partire per Marte si salvò... ok, forse: le comunicazioni si erano interrotte appena qualche giorno dopo, quando sulla Terra tutto si fermò. Loro avevano iniziato a fare a pezzi ogni tecnologia, ben pochi luoghi erano riusciti a conservare qualcosa: un po' di elettricità, un tablet funzionante, una lavatrice, un cacciavite sonico. E così, la stessa umanità pronta a conquistare lo spazio, era tornata con gli occhi fissi sulla punta dei piedi, arrancando per tirare a campare.
-Ti sei addormentato ancora durante il turno di guardia.- constata la voce scocciata di Rev, quella che si spaccia per mia sorella.
-No.-
-Sì. Hai i segni del cartone sulla faccia.-
Mi schiaffo una mano sul viso, massaggiando la riga che mi segna la guancia, cercando di farla scomparire. Mi da uno scappellotto, sbuffo infastidito.
-Per tua fortuna non è successo niente.-
-E cosa doveva succedere?- ironizzo facendo spallucce e ripongo nella fondina la pistola al plasma.
-Non so, scegli una puntata a caso di Supernatural e trova un'idea. Cosa poteva succedere secondo te?- cerca di darmi un'altra manata, ma la anticipo scacciando il suo braccio. Ho trent'anni e questa tizia, dieci anni più piccola di me, mi tratta come un moccioso -Ora muovi il culo, Yao deve finirti il tatuaggio magico. Così a metà rischi grosso, se incanalasse male la magia...-
-Sì, sì, un'altra puntata di Supernatural.- bofonchio strattonando l'anello della pesante botola che protegge la Cantina. Ormai la chiamiamo così. È dove viviamo, ci organizziamo, riposiamo. Una specie di casa, anche se ai più piace pensarla come un rifugio e una base. Altri invece la vedono come un letamaio, e come dargli torto?
Appena rivelo le scale, mi investe la familiare zaffata di sudore, umido, olio per motori, odore di cibo vecchio e di spezie, tanta puzza di spezie. Prima mi piacevano le spezie, passavo giorni in casa a giocare ai videogiochi mangiando cibo indiano. Ora, dopo un decennio di guerra, mi disgusta: il cuoco pakistano cucina solo quello.
Man mano che scendo, il vociare dei miei compagni d'arme si fa sempre più insistente. Qualcuno sta litigando. Sorrido leggermente, i litigi sono all'ordine del giorno, abbiamo imparato a farci gli affari nostri e ormai nessuno si impiccia più nelle questioni che non lo riguardano. È la regola alla base della convivenza con così tanti sconosciuti.
-Ti spacco le ali se lo ripeti ancora!- ruggisce un uomo corpulento, con il collo taurino e i capelli rasati.
-Prima dovresti prendermi. Piantala di darmi della puttana, riparliamone da amici.- sollevando lo sguardo noto una donna esile, con braccia alate di piume nere, zampe d'uccello al posto delle gambe e un inquietante sorriso da cui spuntano denti affilati. Seduta tranquilla su una sgangherata trave del soffitto, penzola le zampe burlandosi del suo aggressore.
-Non ci dovresti neanche stare qua, io ti chiamo come voglio.-
-Credevo che avessimo risolto la questione.- sussurro a quella che si spaccia per mia sorella.
-È un'arpia.- mi risponde sufficiente.
-E allora? Ci aiuta.- ribatto infastidito.
-Immagino che non tutti siano entusiasti come te nel vedere il covo occupato da una che spunta dritta da World of Warcraft.-
-Il problema è che lei fa parte dei nemici, in teoria.- commenta James intercettandoci prima che possiamo infilarci non visti in una porta laterale.
-Il mio professore preferito!- esclama Rev gettando le braccia al collo del nero. Gli stampa un bacio sulle labbra, lui si imbarazza, io mi schiarisco la voce: stessa prassi, ogni volta.
-Lo so che farebbe parte dei nemici, ma questo non toglie che ci ha aiutati.- gli ripeto per la centesima volta.
-Senza ancora averci spiegato il perché.- James allontana la mia finta sorella e mi fronteggia sicuro. Ricambio il suo sguardo deciso con supponenza. In guerra i vaneggiamenti degli uomini di lettere sono inutili, servono aiuti veri e raramente arrivano dai libri.
-Ascolta, lo so. Questo posto lo hai trovato tu e sei stato sempre tu a raccoglierci e mettere in piedi questa specie di comunità.- cedo e abbasso gli occhi. Gli sputerei in faccia, detesto lui e la sua paranoia, ma io, Rev e gli altri abbiamo bisogno di un posto sicuro, di un tetto sopra la testa e di due o tre pasti al giorno, anche se puzzolenti di spezie -Però...-
-Però per ora non ha fatto nulla di male.- conclude rapida mia sorella. Il professore indurisce l'espressione e la fissa incerto.
-Dove stavate andando?- eccolo che inizia con il solito terzo grado.
-Da Mr. Manhwa.-
-Da Yao.- la correggo. Mi piace quando ogni cosa ha il nome giusto, odio gli stupidi soprannomi.
-Fammi vedere.- ordina James. Con un'insolita intraprendenza per il pavido cagasotto quale è, mi afferra il braccio e fa scivolare indietro la manica dell'impermeabile.
-Dai professorino, è tutto a posto.- Rev, con tono chiocciante, cerca di intromettersi fra noi, ma lui non molla. L'avambraccio è fasciato, inizia a svolgere le bende senza che io muova un solo muscolo. Alla fine rivela la pelle e i tribali incompleti che Yao sta lentamente disegnando.
-Vi avevo chiesto di smetterla.- la voce del capo della Cantina è irritata, non mi impaurisco e sostengo lo sguardo. Ha bisogno della nostra protezione tanto quanto noi abbiamo bisogno del suo cibo.
-Funzionano, questo è tutto.- strappo il braccio dalla sua presa, mi caccio in tasca le bende e abbasso la manica.
-Non mi importa se funziona o non funziona, la magia è una cosa con cui non dovete scherzare. E visto che non posso strapparvi di dosso quella che già vi siete fatti tatuare, esigo che cerchiate di limitarne l'uso.-
-James, Izaak sta solo cercando...-
-Va bene, non è il posto per discutere.- taglia corto il nero -Andate da Yao, fra cinque minuti vi raggiungo.- promette ignorando la delusione sulla faccia di Rev.
Restiamo soli e torniamo a camminare in silenzio per il lungo corridoio, lei odia quando James mette in dubbio la fiducia che ha in me, e io odio vederla giù di morale. E adesso odio James ancora di più, merda.

 
NdA
Iniziare a scrivere una storia è un processo che richiede tante cose, non solo voglia di fare o di partecipare a un concorso. Per me è dare vita a un mondo, capirne le problematiche, scoprirne i personaggi e i problemi, ma soprattutto decidere cosa voglio raccontare. Cosa raccontare è una domanda ingannevolmente ingenua: significa decidere la trama, ma soprattutto - e questo per me è primario - decidere quali valori voglio esaltare o uccidere, quali desidero far convivere fianco a fianco e di quali, invece, farò a meno per questa storia. Non sono mai stata brava a scegliere le trame, a questo aspetto del processo creativo ci ha sempre pensato (per le grandi linee) la persona con cui collaboro (felicemente) da anni. E... beh, neanche lei sceglie le trame. Quello che facciamo è sempre più simile allo scoprirle, sia che ci stiamo occupando di un libro, che di un racconto più o meno breve - e con i racconti abbiamo ancora qualche problema, per questo abbiamo colto al volo l'opportunità di The Ancient Tales, che ci ha offerto un enorme spunto narrativo, a riprova del fatto che bastano pochi particolari per scatenare la creatività.
Questo racconto, La sposa del Leviatano, è un racconto di prime volte: prima volta per la prima persona singolare, prima volta per la narrazione sporcata dai pensieri e dai giudizi di un personaggio (di solito ci manteniamo sempre super partes e raramente ci sbilanciamo in giudizi, lasciando al lettore il compito di dare sentenze), prima volta per il tempo verbale presente (che ci ha causato non pochi impicci, portandoci a revisioni multiple e incrociate). Non è la prima volta per un concorso, per fortuna.
È capitato poche altre volte, che io e V. scrivessimo così tanto in così poco tempo. Nove capitoli, quasi cinquanta pagine... in tre giorni. In 8 ore di lavoro siamo arrivate a quasi 13'000 parole. Non so se per noi sia un record, ma so che quando ho messo l'ultimo punto dell'epilogo mi faceva male il cervello. La soddisfazione è grande, perché è quella di riuscire a comporre, in appena tre giorni, un racconto con un'ambientazione pensata e dei personaggi vividi, pur scrivendo di getto e lasciando che fossero proprio i personaggi a raccontarci, ancora una volta, la loro storia.

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Capitolo 2
*** II ***



Partecipa al concorso The Ancient Tales.


II
 

-Zitti e seduti.- no, lui no. Tutti, ma non Bull. Il nostro capo della sicurezza, un ex militare con tanti muscoli quanto cervello, irrompe nella stanza di Yao e sembra volerla colmare con tutta la sua ingombrante presenza. Bull non è un tipo con cui scherzare, perciò gli rivolgo un cenno del capo e resto in silenzio, proprio come ha chiesto.
-Scusate il ritardo, abbiamo avuto un imprevisto.- James lo segue. Fissa me e Yao, ma il vecchio orientale non da cenno di voler alzare gli occhi dal pezzo di cartone che sta scarabocchiando da un'ora buona.
-Ehilà.- Rev azzarda un sorriso e agita la lattina di birra.
-Che tipo di imprevisto?- chiedo cauto. Loro non rispondono e solo adesso noto lo straccio su cui Bull si sta pulendo le mani -Quello è sangue.- le labbra mi si piegano in una smorfia, non riesco ad impedirlo. Yao appoggia delicatamente il carboncino e si volta verso i nuovi arrivati con il solito sguardo saggio e accigliato. Al contrario di James, il tatuatore mi è sempre piaciuto: infonde tranquillità, da buoni consigli e sa stare zitto.
-Che tipo di imprevisto?- incalza l'anziano.
-Pensa ai tuoi, di problemi.- Bull gli rivolge un sorriso cattivo -Devi smetterla di tatuare la magia sulla pelle dei miei uomini.-
-Non sono un tuo uomo.- lo avrò già ripetuto cento volte.
-Tutti quelli che sanno impugnare un'arma e che stanno sotto questo tetto sono miei uomini.- l'ex militare non transige. Rev decide di bere un altro sorso di birra, trattiene a stento un commento impertinente.
-I mostri che ci hanno invaso ci hanno tolto la maggior parte della libertà, il poco che ce ne rimane lo usiamo con o senza il vostro favore.- ribatte Yao. Fagliela vedere, vecchio!
-Devi ringraziare che non ti abbiamo ancora buttato fuori, sei il più inutile qua dentro.- Bull agita un dito grosso come una salsiccia e l'aquila tatuata sul suo bicipite sembra animarsi.
-E il più avvezzo alla magia.- aggiunge il vecchio -Vi ho salvati più di una volta, quando le vostre misere armi al plasma non sono bastate a contrastare il potere di un loro incantesimo.- lo dice senza vergogna, James trema infuriato e Bull accarezza il fianco, dove tiene la pistola. La mano di Rev, con movimenti sensuali, raggiunge il pugnale incastrato nello stivale. Non abbiamo bisogno di guardarci per sapere cosa fare, siamo in attesa di decidere se finalmente potremo liberarci di quei due -Flirel lavor manir dovare.- lo sta rifacendo! Impreco sottovoce mentre Bull abbassa il cane e spara. Fra i piedi di Yao esplode una sfera di plasma, una scheggia di metallo schizza contro il muro bruciando la coscia di una bella pin up.
-Peccato.- commento mentre l'anziano scoppia a ridere quando dalle sue mani si librano una manciata di innocue farfalle multicolori. Rev appoggia la lattina e batte le mani eccitata, i due uomini fissano lividi l'orientale che, per l'ennesima volta, li ha tramutati in idioti.
-Pazzo! Sei solo un vecchio pazzo!- tuona l'ex militare.
-Prima o poi dovrai morire.- sibila James con una mano sul cuore, come gli stesse per venire un infarto -Andiamocene.-
-Cosa è successo?- ripete Yao -Qual'è il problema per cui lui si stava pulendo le mani dal sangue?- si alza e li raggiunge. È vecchio, ma i suoi movimenti sono ancora agili. Due ore di tai'chi al giorno, se arriverò ai sessanta cercherò di ricordarmene.
-Niente che ti riguardi.-
-Esci da questa discarica e prova a chiedere, se ti interessa tanto.- il professorino se ne va dalla stanza tappezzata di disegni.
-Tu, come ti chiami? Izaak? Turno di notte.- Bull ci squadra un'ultima volta e si affretta a seguire il suo padrone.
-Lo ho fatto oggi.-
-Cazzi tuoi.-
-Brutto...-
-Izaak.- mi richiama Rev appoggiandomi una mano sulla spalla. Batte un paio di colpi, chiudo gli occhi e sospiro a fondo. La porta sbatte e siamo di nuovo soli, ma la tranquillità è ormai sparita.
-Andate a vedere cosa è successo.- ci invita Yao con pazienza. Si versa un bicchiere d'acqua e, come se niente fosse accaduto, torna al suo scarabocchio.

 

-E alla fine... boh, in un qualche modo è diventata Kilia la colpevole.- Testa Bionda alza le spalle. Maledetto moccioso, mocciosa o quel che è. Nessuno sa come si chiama, perché non se lo ricorda. Nessuno sa da dove sia spuntato, quanti anni ha. Nessuno sa se è maschio o femmina, quindi lo chiamiamo Testa Bionda e parliamo di lui al maschile. Non gli dispiace, e va bene così. Mima qualcosa con le mani, gli afferro un polso e gli intimo di placarsi -Praticamente stavano litigando per le razioni di cibo, perché dicono che pure lei mangia le nostre scorte.-
-È per questo che la ha chiamata puttana?- Rev tormenta il dilatatore all'orecchio, è nervosa e poco contenta.
-Sì, ma anche perché è una arpia e una donna. E lui è un porco...-
-Non ho mai visto arpie che non siano donne, giuro.- commento gelido.
-Dove diavolo erano tutti gli altri?- Rev è sempre meno contenta, la rabbia è palpabile.
-Prima che voi due rientraste li avevano mandati in perlustrazione, Becca e Nyra stavano litigando riguardo all'esatta natura dei gallu.-
-E gli altri soldati non hanno mosso un dito, eh?- aggiunge sprezzante la mia finta sorella. Solo noi fruitori di magia sembriamo preoccuparci della vita di Kikilia e ritenere importante la sua presenza.
-Veramente sì, un paio hanno aiutato a pestarla. C'era anche Bull...-
-Quindi era il sangue di Kilia.-
-Ora dov'è?- domando cercando di decidere il da farsi.
-Sul tetto.- Testa Bionda mi tende una mano. Roteo lo sguardo, prendo la pistola e tolgo una singola carica al plasma.
-Dove esattamente?- siamo nei sotterranei di un complesso di capannoni, dire tetto è come indicare tre isolati.
-Uffa!- brontola il bambino girandosi sospettoso. Appurato che nessuno sta guardando il nostro angolo, si toglie dalla tasca un filo rosso, lo intreccia fra le mani e, soffiando nella composizione, ricrea l'immagine di Kikilia, raggomitolata sul tetto fra i capannoni B14 e G6. Rapido come la aveva operata, smonta la magia e torna a tendermi la mano. Gli lascio la carica in cambio delle informazioni e sospingo Rev.

 

Troviamo l'arpia rintanata proprio dove abbiamo visto, in una specie di nido fatto di cartone e giornali. Sta piangendo, non ci sente arrivare e, quando il mio stivale calcia un sasso, scatta terrorizzata brandendo un coltello arrugginito.
-Woha, calma!- mostro le mani disarmate e Rev le sorride gentile.
-Siete voi...- si rilassa e ripone l'arma.
-È stata una lunga giornata, eh?- commenta mia sorella andando a sedere vicino alla creatura mitologica.
-Credo che dovrò andarmene.- afferma abbattuta lasciando che Rev le sollevi il viso per iniziare a pulirlo con uno straccio. Il paio di brutti tagli guarirà presto, ma mi sento partecipe della sua vergogna per il continuo oltraggio. Vive quello che viviamo noi, ma in misura maggiore.
-Forse se ci spiegassi perché sei qui...- propone Rev.
-Perché dall'altra parte subivo le stesse cose che subisco qui. Pensate che solo perché voi ci definite esseri mitologici da noi sia tutto perfetto?- risponde con impeto, sta dicendo la verità -Sono un'arpia, e ho un'ala più piccola dell'altra.- aggiunge in un soffio.
-Davvero?- sgrano gli occhi -Mai accorto, sei figa comunque.-
-E tu a volte parli troppo.- la mia presunta sorella mi molla un calcio. Incasso e torno in silenzio, che parli lei allora.
-Sei sicura che sia tutto qua? Solo perché subivi le stesse cose? Sei sicura che non c'è altro?-
-Sì. Qui speravo di trovare l'umanità che tanto decantate.-
-Credo sia solo un concetto molto astratto.- dannata la mia linguaccia. Me la mordo, ma il danno è fatto. Gli occhi dell'arpia si inumidiscono di nuovo.
-Lo so.- mormora disperata -Però vi ho aiutati, mi sono data da fare!-
-Maledetto di uno stramaledetto covo, di uno stramaledetto Bull, di uno stramaledetto James!- sbraita a pieni polmoni la voce di qualcuno che si sta arrampicando con piedi pesanti su per la scaletta che porta ai tetti -E stramaledetto T.B. che per una misera e fottuta informazione ci ha chiesto addirittura due sigarette. Che poi, che cavolo se ne fa che neanche fuma? Damn!-
-Bloody Hell.-
-Non imprecare, solo io posso imprecare!- strepita ancora il militare moro. Appena arriva sulla lamiera del tetto, le mani tornano ad impugnare il fucile. Non lo fa per minaccia, è un riflesso condizionato che lo fa sentire sicuro.
-Bloody Hell, piantala di sbraitare.- dice Viola alle sue spalle. È lei la donna che infesta i miei sogni, e i miei incubi peggiori. Non ho mai capito se sia per i piercing, i tatuaggi, il chiodo o la cresta punk. In un'altra vita, quando ero un nerd da videogiochi, una donna del genere me la sarei sognata, ma ora le cose sono cambiate. I pantaloni mimetici, la mitraglietta sempre a portata e la ventina di pugnali che nasconde addosso sono un valore aggiunto da non sottovalutare. Se al sogno o all'incubo devo ancora deciderlo -Ohi, voi tre.- ci saluta e rivolge un cenno anche a Kikilia -Dov'è Corea?-
-Corea?- l'arpia la fissa incerta.
-Yao. La piantate di dargli soprannomi? Si chiama Yao.- so già che è inutile specificarlo -Oltretutto il nome è cinese.-
-Sì, ma sembra coreano.-
-Beh, di certo non è giapponese a giudicare quanto si incazza quando oso anche solo suggerirlo.- Bloody Hell si lascia andare ad una risata sguaiata.
-Yao... come al solito è nel suo studio a disegnare e pensare ai massimi sistemi.- rispondo con un sospiro.
-Non lo schioda neanche un pestaggio all'unica aliena che abbiamo qua?- Bloody Hell osserva l'arpia -Certo che ti hanno conciata male questa volta, eh piccola?- si accuccia battendole una mano sul capo, proprio come avrebbe fatto con un cane o un bambino.
-Non siamo alieni.- Kilia trova il coraggio di replicare -Voi ci chiamate creature mitologiche, siamo... siamo quello che siamo.-
-Sta per iniziare un discorso assurdo.- Viola getta un'occhiata all'orizzonte sempre più chiaro -Quindi, dato che non ho voglia di un discorso assurdo, che nessuno chieda delucidazioni.- intima fissando lo sguardo nero in quello scettico di Bloody Hell -Torniamo a parlare di Yao. Cosa ha intenzione di fare? Quando facciamo fuori Bull e James, e prendiamo il potere in questo posto? La situazione è sempre più folle, a noi serve la magia e serve anche essere rispettati. Vorrei dire che Bull sia la testa più vuota della Cantina, ma è soltanto il più grande stronzo che abbiamo qui e ci ammazzerà, se non lo ammazziamo prima.- sempre dritta al punto, quanto la odio.
-È un discorso che va affrontato con gli altri.- Rev cerca di tagliare corto e depistare la discussione, ma dubito ce la farà questa volta.
-T.B. è andato a chiamarli. Riunione qui, quanto prima.-
-In quanto ti guariscono?- domanda Hell il pazzo alla nostra povera arpia.
-Come a voi.- il suo tono basito lascia basiti anche noi.
-Tiè, allora ti regalo un po' di cotone emostatico.- l'incredibile atto di gentilezza di Bloody non mi sorprende, lui è fatto così: è un vero caposquadra, tranne quando si tratta di darti una sigaretta.
-Che intenzioni abbiamo? Davvero vogliamo pianificare un doppio omicidio?- a Rev la prospettiva non piace, come potrebbe? Preferirebbe salvaguardare il poco di razza umana restata, e prendere il potere con un doppio omicidio è uno schifo, ha ragione. Potrebbero sostenerti tutti, ma a distanza di quanto inizierebbero a darti dell'assassino?
-Vedremo.- le labbra tatuate di Viola si piegano in una smorfia -Io sarei favorevole.-
-Io pure.- mi trovo a dire di getto. La mia presunta sorella mi rifila l'ennesimo calcio.
-Io, invece, no.- rimbecca Bloody Hell. Si tira in piedi e tiene ben saldo il fucile -Non è che voglio imporre il mio pensiero, ma...-
-Sei il capo.- Rev alza le mani arrendevole.
-Loro hanno trovato il rifugio, loro hanno il cibo, loro decidono.- il tono di Viola è venato di rabbia -Che altre possibilità abbiamo?- scandisce facendosi sotto al nostro boss.
-Viola!- esclama Candy correndo verso di noi. Non si chiama davvero in questo modo ridicolo, ma Viola la chiama così e a ragione: boccolosi capelli castani, grandi e innocenti occhi neri e un sorriso da far venire la carie. La purezza incarnata in una ragazza che sembra una bambola, più che una persona. Ognuno di noi tenta di vestirsi in modo da non essere scambiato per uno straccione, ma lei rasenta il maniacale: neanche un capello fuori posto, non un orlo liso, gonne ampie, camicette pulite, un bel paio di orecchini che chissà dove ha trovato -Viola, mi hanno detto che sei tornata, finalmente!- scodinzola come un cane -È da ieri sera che non ci vediamo, mi sei mancata tanto.- la bacia. Già, Candy è il motivo per cui Viola non finirà mai nel mio letto. La delusione è cocente, torno a rivolgermi a Kikilia.
-Tu cosa ne pensi del prendere il potere qui? Sarebbe il modo per smettere di essere picchiata.-
-Ci credo poco. Stanno arrivando gli altri vostri amici.- ammicca verso un gruppetto di persone precedute da Testa Bionda.
Dietro al moccioso riconosco Mark, il nostro tecnico di fiducia, che parla fitto con Amber, la mulatta dedita al voodoo. Vicino a lei, Becca, l'adepta del Dragon Rouge, litiga con la nostra biblioteca ambulante, quello che si fa chiamare Nyrahim Harius e pensa di essere in una quest di D&D. Converse stinte, jeans, una logora maglietta di Casa Martell, dread rossi... un tipo tutto sommato anonimo, non fosse per la quantità di informazioni che ha portato con sé arrivando qui. Uno che nel 2056 ha letto più libri di carta che e-book, in sostanza un mostro. Tuttavia quello che mi impensierisce di più è Yao, che chiude la fila scuro in viso come raramente lo ho visto. La discussione di prima ne ha provato la pazienza, lo so, la sua ansia ora è palpabile.
A metà tragitto, Amber indica qualcosa a occidente. Anche gli altri si voltano stupiti. Mi giro anch'io insieme a Rev e Kikilia.
-No!- l'arpia emette un gridolino.
-Che cos'è?- chiedo allarmato prendendo la pistola e caricando il primo colpo.
-Maledetta di una stramaledetta maledizione.- Bloody Hell punta il fucile mettendo a fuoco il mirino telescopico.
-Nemici, non... non ho la più pallida idea di quello che potrebbero essere, ma sono nemici!-
-Eh, già... gli esseri umani non volano.- Becca scrolla il capo.
-Tecnicamente scorretto.- interviene Nyrahim.
-Non ricominciate.- intima Viola impugnando due coltelli.
-Uccelli.- annuncia il capo.
-Uccelli?- fa eco Amber.
-Vieni piccola, guarda.- Bloody passa il fucile a Kilia. La creatura si alza, lo imbraccia a fatica e osserva l'occidente.
-Uccelli? Garuda!- squittisce terrorizzata con una vocina stridula che le farei ingoiare -Controllano l'aria.-
-Vado a dare l'allarme.- Rev si alza e inizia a correre.
-Ci mancava. La nostra giornata non era già stata abbastanza lunga.- sospira il vecchio.
-Yao, vieni, torniamo di sotto.- lo invita Mark -Anche tu T.B.- il tecnico afferra il colletto dell'enorme felpa del moccioso, tirandolo indietro.
-Mark ha ragione, tornate al sicuro insieme a T.B. Anche tu Candy.- Becca si inginocchia e, con un gessetto, inizia a tracciare un sigillo.
-Ancora non vi siete messi in testa che dopo Yao è probabile sia io quella più potente?- eccola che ostenta orgoglio e fierezza. Le lancio un'occhiata scocciata, ma non fiato. Per proteggere Viola una volta la ho vista sventrare un edificio e far fluttuare una parete a sua protezione. Roba che io mi posso sognare.

 

-Controllano l'aria? Stanno distruggendo tutto!- protesto alterato gettandomi su Kikilia. Finiamo a terra, al riparo di un portello di metallo che Candy ha strappato e con cui ci sta facendo da scudo. Sento gli artigli di un garuda stridere sulla lamiera. Il suo collo è troppo lungo, la testa fa capolino da sopra il portello e l'arpia strilla terrorizzata. Non mi abbatto, prendo la mira e faccio fuoco. La carica al plasma centra l'occhio di quella bestia enorme dalle fattezze di uccello. Lancia un grido e vola verso il gruppo principale, siamo salvi per ora -Stai bene?-
-No! Come faccio a stare bene?- è agitata, mi si stringe addosso. Essere mitologico o no, non è in grado di combattere, non regge la pressione. La spingo via e la guardo severo.
-Se resti, datti da fare. Altrimenti...-
-Altrimenti cosa? I capannoni stanno crollando! Le onde d'urto arrivano anche nel sottosuolo.-
-Merda.- bofonchio mentre i garuda si riorganizzano. Tre si schierano in aria spalancando gli enormi becchi. Stanno per lanciare un nuovo attacco -Perché non lo hai detto prima? Dobbiamo avvertire gli altri. Vai tu a farlo, fa' evacuare la Cantina.-
-Non voglio...-
-Kiki, tu hai bisogno di noi e noi abbiamo bisogno di te. È il momento di rendersi utili. Vai ad avvertire Yao e Testa Bionda.-
-Ho paura...-
-Tutti abbiamo paura!- tuono infastidito. Anche io me la sto facendo sotto, ma che alternative ci sono? O combatti, o muori subito. L'arpia tira su con il naso, l'ho fatta piangere. Però si muove e questo mi ridà speranza: se sarà rapida, limiteremo i danni. Mi volto studiando il campo di battaglia -Becca! Becca, fai qualcosa!-
-Abbiamo tutto sotto controllo.- mi assicura Nyrahim continuando a tenere alto lo scudo magico con cui protegge sé stesso e l'adepta.
-Sì, sì, tutto sotto controllo.- la ragazza conclude il sigillo, appoggia le mani sul gesso, il simbolo emette scintille e si illumina di azzurro. Uno dei garuda schierati si paralizza e cade al suolo, dritto fra le mani di Viola e Rev. Gli altri due, però, lanciano il loro grido. Tutti veniamo sbalzati indietro, in alcuni punti la copertura del tetto salta, parte dei muri più deboli crolla inesorabile.
Che gran frastuono, quando sono finito gambe all'aria? Dov'è la mia pistola? La vedo metri in là, gattono per riafferrarla, pregando che nessuno dei nemici scelga me. Da quanto stiamo combattendo?
-Odiose bestiacce.- brontola Candy tendendo le mani. Una trave d'acciaio sfreccia sulla mia testa, andando a schiaffeggiare un mostro, fino a spappolargli la testa. Vengo investito dal sangue biancastro della creatura, rivolgo alla ragazza uno sguardo grato e mi metto a correre. Finalmente raggiungo Rev e Bloody Hell.
-Non stiamo riuscendo a respingerli molto bene.- dico preoccupato. Il capo resta in silenzio continuando a sparare con precisione. Pessimo segno, quando non risponde siamo davvero nella merda.
-Non troviamo Viola.- mi dice Rev agitata.
-La ho vista prima, stava facendo a pezzi un garuda... con te, no? Come hai fatto a perderla di vista?- chiedo incrociando il suo sguardo sconvolto.
-Ha attivato tutti e venti i suoi pugnali, è scesa ed è corsa in avanti, non sono riuscita...-
-Candy ci apre il culo.- commento sarcastico.
-Izaak, io non la vedo...- mi ripete tremando. Le appoggio una mano sul ginocchio, cercando di tranquillizzarla.
-Ci penso io.- non so perché lo sto dicendo, ma sono convinto che Bloody debba restare al sicuro e continuare a guarirci, e Rev... ora è troppo sconvolta, rischiamo che perda il controllo, si trasformi nella Torcia Umana e incenerisca tutto. Tasto il fianco del nostro capo, gli rubo un paio di caricatori per la pistola, riarmo, individuo il rasta e fischio in sua direzione -Nyra!- la nostra biblioteca si distrae un attimo di troppo. Un garuda sta piombando su di lui. Per fortuna Becca lo trascina a terra prima che gli artigli gli stacchino la testa. Lo sento imprecare, non riesco a trattenere una risata, ma sparo alcuni colpi per allontanare la creatura -Dobbiamo cercare Viola.- gli dico mentre si rialza ammaccato.
-Vengo anch'io.- dichiara Becca strappandosi le maniche e attivando i sigilli tatuati sulle braccia.
In breve io, lei e Nyrahim corriamo in avanti circondati dai loro scudi. Una bella protezione, i garuda che sfiorano l'ampio campo magico vengono respinti e fulminati, che forza questi due! Peccato che se continuano così rischiano la morte, è questo il prezzo che un fruitore di magia paga se esagera.
Ci affrettiamo a scendere. L'isolato circostante il complesso della Cantina è invaso da macerie, furgoni, macchine, corpi morti dei garuda già abbattuti.
-Ho visto un lampo viola dietro quel tir.- dice Nyrahim indicando il mezzo rovesciato. Io non ho visto niente, ma Becca lo segue, quindi li imito. Il fatto che da lì dietro spuntino quattro ali piumate non mi consola neanche un po'.
Arriviamo troppo tardi dall'altra parte del camion. Troviamo Viola appoggiata alla fiancata, Nyrahim impreca e Becca crolla a terra. Io quasi non riesco a respirare. Tendo la pistola davanti a me, ma non ho la forza di far fuoco, lo spettacolo è troppo orribile. Con la coppia di pugnali restati, Viola tiene a bada uno dei mostri, ma l'altro è riuscito ad aprirsi un varco nelle sue difese e la sta beccando. Ad ogni colpo, strappa un brandello di carne. A terra c'è la pozza di sangue più grande che abbia mai visto. Come può non avvertire il dolore? Come fa a non gridare? È quasi morta, ormai è oltre, e noi stiamo per fare la stessa fine.
I garuda strillano e si avventano su di noi. Alcuni sigilli di Becca esplodono, gli altri non riescono a contenere l'attacco. Ci resta solo lo scudo di Nyrahim, ma sarà sufficiente per poco.
-Izaak, vuoi aiutarmi? Izaak!- mi grida lasciando invece perdere la ragazza che si tiene le braccia. Lei per ora è fuori uso -Arretriamo e torniamo dagli altri.-
-Non ce la faremo...- balbetta l'adepta.
-Ce la faremo, non dire stronzate.- la ammonisce la biblioteca.
-Siamo isolati, ne approfitteranno per circondarci. Ne arriveranno altri...-
-Candy!- grida Nyrahim -Candy!- ripete più volte il nome, ma il rumore della battaglia è troppo forte per permettere alla donna di sentirlo. Meglio così, non voglio che si trovi ora davanti al cadavere di Viola. Dobbiamo trovare una soluzione, le urla stridule dei due garuda ne hanno attirati altri quattro -Piano, piano, piano, ci serve un piano...- mormora l'incantatore guardandosi attorno. Io sparo a quelli che si avvicinano, ma non abbiamo speranze, Becca ha ragione.
-Arretriamo verso l'edificio.- propongo come ripiego.
-Passo al gessetto rosso.-
-No.- sentenzia Nyrahim.
-Harius, siamo nella cacca! Passo al gessetto rosso.- Becca se lo toglie di tasca e, appena arriviamo alla parete, inizia a tracciare simboli.
-Ti ruba troppa energia, abbiamo bisogno di...- il rasta non riesce a finire la frase.
Un boato ci investe con tutto il suo fragore. Non riesco a capire da che parte arrivi, veniamo sbalzati metri avanti, finiamo faccia a terra. Batto il naso, dal dolore è probabile che si sia rotto.
Penso che siamo morti, ma sento grida di voci sconosciute. Voci, voci umane. Sono ordini, persone organizzate. Cerco di sollevarmi e voltare la testa, ma la vista è annebbiata dal sangue.
-Numero Tre, abbiamo ripulito la zona.-
-Siete sicuri?-
-Sì, manca solo il tetto.-
-Il tetto è libero!- grida Rev. È viva, per fortuna, mi accascio a terra cercando di riprendere fiato.

 


N.d.A.
Arrivata a questo punto, credo di essermi sinceramente innamorata di Bloody Hell. È il genere di personaggio che mi piace.
"Ah, ma lo hai inserito tu, se non piace a te..."
No, non funziona sempre e proprio così. A volte si devono inserire personaggi che non piacciono perché sono funzionali alla storia. Altre volte ci si può concedere un contentino. Nyra e Bloody sono i miei contentini... ma, beh, in fondo non avrei potuto evitare anche due personaggi del genere sulla quantità che ho introdotto in due soli capitoli! °°

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Capitolo 3
*** III ***



Partecipa al concorso The Ancient Tales.


III
 

Che casino. Mi rintano nell'angolo, mi copro la testa con le braccia. È un maledetto disastro, le cose non sono andate per niente bene. A dire il vero, sono andate anche meglio del previsto, ma ora è un casino. Gridano tutti e il mio cervello implora pietà. L'unica che non urla è l'arpia, quanta ironia. Solo che sta piangendo da più di un'ora e, qui vicino a me, i suoi singhiozzi mi stanno togliendo le forze.
Non ho mai sentito Bloody Hell gridare in questo modo contro Bull e James, né Candy mostrarsi così indisponente. Quando ha scoperto di Viola, è del tutto impazzita. Vorrei pensare di star esagerando, ma quello che sta dicendo è folle. È completamente sporca di sangue, non vuole lasciare la testa mozzata di Viola e nessuno riesce a farla smettere di sbraitare.
Ha implorato Bloody di resuscitare Viola. Di resuscitarla, capito? “Tu puoi guarire te stesso, gli altri, puoi anche resuscitare le persone, fallo con Viola allora!” glielo ha gridato in faccia prima di strappargli il fucile con la magia e rivolgerglielo contro. A nulla è valso spiegarle che se Bloody avesse fatto una cosa del genere, avrebbe dovuto scambiare la propria vita con quella di Viola. Per cosa? Per una combattente abile, ma utile quanto chiunque altro di noi? Sicuramente meno utile di Hell, visto che è grazie a lui se possiamo permetterci il lusso di venire feriti una volta di troppo e guariti l'istante dopo. A questa considerazione, Candy ha iniziato a sparare, meno male che c'erano i Profeti.
Ecco, appunto, i Profeti. Quelli con cui Bull e James stanno litigando, senza trovare sostegno in Bloody e Rev. E neanche negli altri, a dire il vero. Con la sola eccezione di Amber e Mark, ancora sospettosi, tutti noi abbiamo dato il nostro totale sostegno ai nuovi arrivati: ci hanno salvato il culo, dannazione! È sufficiente per classificarli come alleati, no?
-Calmiamoci tutti per piacere.- intima la voce di una donna severa. Numero Tre, mi pare la chiamino così.
-Tu non dai ordini qui.- ringhia Bull -Questa è casa nostra, voi dovete andarvene adesso.- le batte un dito grosso come una salsiccia proprio nel mezzo del petto, lei fissa la mano con fastidio.
-Vogliamo solo ospitalità.- dice facendo un passo indietro -Vi abbiamo aiutati, offrirci un tetto sicuro e un pasto è il minimo.-
-Voi potete rimanere, i mostri no.- ripete James per l'ennesima volta, scrutando con sospetto il vampiro arrivato insieme ai Profeti.
-Se sono io il problema, posso dormire sul furgone.- la creatura fa spallucce -Del resto ci sono i cavalli da proteggere. Numero Tre, per me non è un problema.-
-Ma per me sì.- rimbecca lei gelida. È una questione di principio, si vede. La donna altera torna a rivolgersi a Bull e James -È grazie a noi se negli ultimi giorni voi non siete stati attaccati. Ci dovete ospitalità e questo è quanto. Accoliti, portate dentro le nostre cose. Numero Dieci...- si rivolge al vampiro, soppesando le parole -Numero Dieci, occupati tu di portare dentro i cavalli.- la vedo sorridere ironica. Lui fa schioccare soddisfatto la lingua, gira i tacchi e segue gli altri Profeti.
-Questo è un affronto...- il professore ha i pugni contratti.
-Se volete potete anche provare a contrastarci.- replica pacata Numero Tre. Vedo Rev scambiare uno sguardo con Bloody.
-Basta così James.- interviene Hell appoggiandogli una mano sulla spalla. Il nero ringhia, si sottrae alla presa e se ne va con una imprecazione. Bull resta ben piantato davanti a Numero Tre -Vai anche tu, li teniamo d'occhio noi.-
-Col cavolo.- tuona l'ex militare -Sarò la tua ombra, donna.-
-Fai pure.- replica lei con tranquillità.
Mentre la tensione scema, Testa Bionda corre nel salone e strattona la giacca del nostro boss.
-Bloody, ho bisogno di te da Yao.- ansima, deve aver corso dalla stanza del vecchio, capannoni più in là, fino a dove ci troviamo noi. Alzo gli occhi e cerco di non ascoltare il mal di testa. Il naso mi si è rotto davvero, pulsa in modo orribile e respiro male.
-T.B. che c'è?- dolce Rev che ancora non ci sei arrivata. Sono sempre stato più cinico di lei, ma speravo che questa volta se ne fosse resa conto in anticipo.
-Yao...- mormora il moccioso.
-Va bene, va bene.- lo anticipa Bloody Hell -Rev, resta qui con i Profeti. Tu e Mark aiutateli a sistemarsi. Kilia, vieni con noi.-
-Mi aggiungo.- dico con voce strozzata.
-Ma...- l'arpia mi afferra una manica dell'impermeabile, senza le forze di tirarsi in piedi.
-Dai, andiamo.- la esorto tendendole una mano per aiutarla -È meglio che non resti qui con Bull.- le sussurro mentre mi affianca con il suo passo ciondolante. Non sembra convinta, ma per fortuna fa come le dico.

 

-Lasciami stare, non puoi fare niente, sono stanco.- la voce di Yao è flebile, ma non stentata. Hell dice che ha avuto un infarto e che non può fare nulla per guarirlo, solo alleviare i graffi causati dai crolli. Per il cuore, invece, niente da fare. Neanche due ore di tai'chi al giorno ti salvano dalla vecchiaia. Sospiro e mi lascio affondare nella logora poltrona nell'angolo della stanza -Ragazzo, cosa stai facendo? Vieni qua.- mi richiama. Lo guardo spaesato, non riesco a nascondere la confusione e questa volta neanche il suo sorriso sereno riesce a risollevarmi -Abbiamo un lavoro da concludere.- è stanco come non lo abbiamo mai sentito. Bloody Hell, appoggiato allo stipite, sospira profondamente.
-Yao, ascoltami... prova a restare a letto e riposarti. I tatuaggi glieli finisci domani. La cosa più importante è che tu ti rimetta.- gli dice il capo. T.B. annuisce convinto. Da quando ci ha portati qui, non ha più detto una parola, ma è restato seduto vicino al letto del tatuatore, tenendogli la mano rugosa.
-Nella mia vita ho sempre seguito la magia. So riconoscere quando è il momento di fare qualcosa, e questo è il momento di finire i tatuaggi di Izaak. Devo finirli adesso.-
Cedo e mi alzo. Mi tolgo l'impermeabile e la maglietta, e gli porto il necessario. T.B. lo ha aiutato a mettersi seduto, Bloody Hell se ne è andato senza salutare. Kikilia, spaesata come non mai, si è spostata sulla poltrona che prima occupavo io e mi fissa in cerca di sostegno. Sorrido leggermente, trascino uno sgabello davanti al letto di Yao e prendo posto, offrendogli l'avambraccio su cui stava già lavorando.

 

Devo essermi addormentato. Le candele della stanza di Yao sono quasi del tutto consumate. Eppure il tatuatore ha continuato a darsi da fare. Sposto la testa e mi guardo le braccia. Entrambe sono ricoperte di tribali neri. Ora sta lavorando sulla mia schiena, sento l'ago intinto nell'inchiostro picchiettare la pelle e bucarla.
-Vuoi mangiare?- mi chiede Kikilia. Ha smesso di piangere, ha solo gli occhi un po' arrossati.
-Che ore sono?-
-Hai dormito per ore, ormai è il tramonto. Sono andata a prendere delle lattine di fagioli, io ho già mangiato... Yao non ha voluto la sua. Ne hai una in più.-
-Che sarà bene conservare.-
-È un peccato, è già stata stornata.-
-Ora me ne basta una.- assicuro deciso. Cerco di sollevarmi per interrompere il vecchio, ma la mano di Yao mi rimette sdraiato.
-Stai giù.- intima il tatuatore.
-Yao, facciamo una pausa, così mangi e ti riposi.-
-No.-
-Non sono riuscita a convincerlo.- il tono dell'arpia tradisce la sua preoccupazione. La vedo spiegare le ali e ripiegarle con un gesto nervoso. Forse è vero, una sembra più piccola dell'altra.
-Fallo mangiare.- le ordina l'orientale continuando l'opera.
-Non posso alzarmi.- gli ricordo aspro.
-Ti imbocco.- la spontaneità con cui Kikilia vorrebbe risolvere la situazione mi disarma del tutto, sospiro, scrollo la testa e acconsento, togliendomi dalla faccia i capelli castani -Sai, anche la nostra mamma ci imboccava quando eravamo piccole.- per la prima volta la sento parlare di qualcosa appartenente al suo passato -Ma non con i cucchiai...- continua divertita. Trascina una sedia fin davanti al letto, apre una lattina e afferra una posata.
-Posso farti una domanda?- chiedo cercando di distrarmi dal pungere costante alla schiena.
-Mh-hm!-
-Le arpie sono tutte femmine?- domando masticando la prima cucchiaiata di legumi.
-Mh-hm!-
-Come fate a fare figli?-
-Ci accoppiamo con maschi di altre specie.- mi spiega solerte.
-E nascono sempre arpie?-
-Mh-hm! Dalle uova. Quando nasciamo sembriamo un po' più degli uccelli, poi con la muta perdiamo parte delle piume e guadagniamo queste.- muove le cinque dita artigliate al termine di entrambe le ali.
-Guadagnate anche qualcosa in più.- ammicco al suo seno e lei emette un gorgoglio sorpreso. Abbasso la testa sugli avambracci e mi lascio andare a una risata liberatoria.
-Non prendermi in giro!- esclama tendendomi il cucchiaio e mi sorride imbarazzata. I lividi sul suo corpo stanno diventando sempre più scuri, e io quei due li odio sempre di più. In un certo senso Kilia ha ragione: ce ne dobbiamo andare. Lei, io, Rev, tutti i magici, prima che accada qualcosa di irreparabile. Mi acciglio, l'arpia lo nota, ma sembra decidersi a continuare a sorridere.

 

-Izaak! Izaak!- mi richiama la voce di Kikilia. Mi sono addormentato di nuovo, dannazione -Izaak, svegliati.- non mi piace la tristezza che sento nella sua voce, pagherei per poter fingere di star ancora dormendo. Invece sbadiglio e mi sollevo dal letto.
Non sento più pungere la schiena, non sento più il ticchettio del martelletto. Dov'è Yao?
Mi giro verso l'arpia e la fisso incerto. Mi indica la poltrona occupata dall'orientale.
-Non respira.- ecco cosa non va, Yao non respira! Scatto in piedi e lo raggiungo. Provo a vedere se c'è battito, lo scuoto, lo chiamo, ma niente. Alla fine mi allontano dal suo corpo con un gesto di rifiuto, gironzolo per la stanza con le mani strette ai capelli, imprecando tutti gli dei di tutti i pantheon che conosco, reali o immaginari che siano.
Mi lascio andare su una sedia, senza riuscire a non sentirmi in colpa. Magari non è così, ma nel cuore ho la brutta sensazione che Yao sia morto a causa mia, per finire i miei tatuaggi. Se non si fosse affaticato...
Kikilia mi si avvicina e mi abbraccia, non dice niente. Piange in silenzio, mentre io cerco di sciogliere il nodo allo stomaco e trovare il coraggio di andare a chiamare gli altri.
Non ci riesco, non ci posso riuscire. In un giorno abbiamo perso Viola e Yao, Candy è andata fuori di testa, e James e Bull sono sempre più oppressivi.
Non ce la posso fare, è troppo. Dentro di me, come accade da dieci anni a questa parte, qualcos'altro si spezza e sprofondo, di nuovo, nel gelo e nel cinismo.
Non ce la posso fare e parte di me si rifiuta di pensare di uscire da questa stanza, ma ce la farò perché voglio sopravvivere.
-Izaak...- dice l'arpia -È meglio andare a chiamare Bloody o Rev?- si sforza di chiedermi. La abbraccio un po' più forte, sospiro e poi mi tiro in piedi.
-In genere chiameremmo T.B., ma in questo caso...- dannazione, quel moccioso voleva bene a Yao come fosse suo nonno, come facciamo a usare lui per far riunire tutti gli altri?
-Vado io se vuoi.-
-Andiamo tutti e due.- decido così, dobbiamo fare in fretta e lei in giro da sola dopo che la Cantina ha subito un attacco così duro è solo una preoccupazione in più.

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Capitolo 4
*** IV ***



Partecipa al concorso The Ancient Tales.


IV


-Damn, facciamo il punto.- interviene Bloody Hell. Ci troviamo sul tetto, al rifugio di Kikilia.
Sono passate due notti dalla morte di Yao. Ieri i Profeti se ne sono andati, con gran sollievo di James e Bull, ma T.B. aveva sentito una cosa interessante e Hell il pazzo, al tramonto, era sparito, per tornare soltanto questa mattina.
Eccoci quindi sul tetto dei capannoni, a cospirare come nostro solito. Mi caccio le mani in tasca e lo guardo.
-Non c'è nessun punto da fare, io vado con loro.- dichiara Becca sicura.
-E io la seguo. Loro sono organizzati, hanno la conoscenza che serve e possono fornirci strumenti migliori per sopravvivere e più armi per combattere i mostri. Equipaggiamento di livello epico per tutti, non vi fa gola?- aggiunge Nyrahim scambiando un assenso con l'adepta. Prima litigano, poi si danno ragione: sempre così, sempre insopportabili.
-Ho ancora qualche dubbio su questi Profeti.- mormora Amber.
-Anche io.- commenta Mark togliendosi gli occhiali tenuti insieme con del meraviglioso nastro adesivo verde -Per esistere, esistono. Ho intercettato qualche comunicazione e, come detto da Nyra, sono parecchio organizzati e ben equipaggiati. Quando si sono sistemati qui, mi è sembrato di intravedere un cannone al plasma, ma non ne sono sicuro.- si affretta ad aggiungere.
-Allora qual'è il problema?-
-Il problema è che sembra la classica manna dal cielo.- sbotta Candy scoccando a Bloody uno sguardo infuriato.
-Beh, tu sei sempre stata una ottimista, no? Che è successo tutto d'un tratto?- il capo cerca di sdrammatizzare, ma gli riesce male. La ragazza si incazza ancora di più.
-Cosa è successo? Cosa è successo!- stride facendo ritrarre Kilia -Perché dovrei essere ottimista ora? Viola è morta, tu non hai voluto fare niente...-
-Non di nuovo.- intima Rev -Candy, ti prego, ti è già stata spiegata ogni cosa più di una volta.-
-Ma nessuno mi ha ancora spiegato perché è dovuta morire proprio lei.-
-Se vuoi facciamo una divinazione.- replica Nyrahim con disinteresse. Becca gli da una gomitata e lui alza gli occhi al cielo -Ero serio.-
-Cosa me ne faccio di una divinazione?- continua infuriata la bambola -Credete davvero che risponderanno alla mia domanda? Io ho bisogno di lei, non di carte o risposte!-
-Allora se non vuoi risposte, non fare domande.- sibila il rasta. Stiamo perdendo tempo e lui odia quando perdiamo tempo per queste scemenze. Ha ragione, ma è ancora più cinico di me.
-Ti ammazzo.- sussurra Candy con il fiato corto -Ti chiudo la bocca per sempre, giuro.-
-Giuri su cosa? Dei in cui non credi più? Wow. Magari su Viola?- Nyrahim ha detto la parola di troppo e Candy gli si scaglia contro. Per fortuna non ha attinto alla magia, ma solo alla ben esigua forza fisica che possiede. La nostra biblioteca barcolla indietro, ma lo afferro al volo per un braccio, mentre Rev trattiene la ragazza.
-La vogliamo finire di litigare?- il tono di Bloody è arrabbiato -Candy, tutti, tutti!, siamo dispiaciuti per la perdita di Viola. Sai da quanto la conoscevo? Un'eternità, da ben prima che arrivassi tu. Siamo cresciuti insieme, eravamo vicini di casa, siamo andati nella stessa scuola e ci siamo arruolati insieme. Le volevo bene, non hai l'esclusiva sul dispiacere per la sua morte. Ma il mondo esiste ancora.- la sua voce è sempre più alta -Ed è un mondo di merda, maledizione di una stramaledizione!- ora sta proprio sbraitando, neanche gli avessimo fottuto un intero pacchetto di sigarette -Quindi vedi di darti una calmata e collaborare. E tu, Harius, chiudi la fogna, una volta tanto!--Ho solo dato un...- non finisce la frase. Becca gli ha mollato una gomitata nello stomaco così forte da piegarlo.
-Gliela chiudo io.- assicura l'adepta del Dragon Rouge con un sorrisetto sarcastico.
-Dove eravamo rimasti? Per l'ennesima volta, maledizione.- tuona il capo.
-Anche a me piacerebbe andarmene fuori dalle palle.- non potevo essere più chiaro.
-Io li raggiungo senz'altro.- sussurra Kikilia. I Profeti trattano un vampiro come uno di loro, lei spera faranno lo stesso con un'arpia.
-A quanto stiamo?-
-Becca e io, Kikilia, Izaak... T.B.?- chiede Nyrahim.
-Seguo Bloody.- risponde il moccioso. Ottima decisione, ha scelto quello più responsabile cui stare attaccato.
-Rev segue Izaak.- aggiunge il rasta.
-O gli fa cambiare idea.- corregge la mia finta sorella.
-No, che dici?- perché dovrebbe farmi cambiare idea?
-Abbiamo fatto tanto per questa comunità, andarmene mi sembrerebbe voltarle le spalle. Resterebbero senza difese.-
-Ma come? Non lasciamo la sicurezza nelle mani del mitico Bull?- Mark lo odia almeno quanto me. No, forse di più. Anche lui era un nerd, io mi sono fatto i muscoli, mentre lui no. Non gli è importato di ricavarsi uno spazio a suon di botte, si è fatto bastare il cervello e la magia, il genere di cose che Bull considera poco.
-Quindi tu vieni con noi?-
-Se Amber decide di seguirvi, sì. Altrimenti resto insieme a lei.- risponde il tecnico. Tutti guardiamo la mulatta, che sembra in imbarazzo.
-Non è come sembra.- seh, come no -Di questi Profeti sappiamo pochissimo. Non ho dubbi sul fatto che si lasceranno aiutare da noi e che ci integreranno in squadra, ma ho il timore che finiremo a fare da carne da macello...-
-Quella che impersoniamo anche adesso.- risponde Bloody.
-Ma per un posto che è una specie di casa, no?-
-Anche loro hanno delle basi.- ricorda Kikilia.
-E casa è dove ci sono i tuoi amici.- aggiunge il capo, disarmandoci per l'ennesima volta.
-Senti boss, tu che dici?- domanda Amber mordendosi le labbra -Lo so che vuoi andare, ma non capisco perché tanta insistenza.-
-Io sono entrato nell'esercito per difendere le persone. Quelle che amo, ma anche quelle che non conosco. Non mi piace abbandonare gli abitanti della Cantina, ma se facciamo crescere le fila dei Profeti libereremo l'umanità molto prima.- il suo discorso è convinto e non fa una piega -L'umanità e chiunque voglia essere libero. Giusto piccola?- lascia per un attimo il fucile e indica Kikilia, a cui brillano gli occhi. L'arpia annuisce più volte, sicura e sorridente.
-Io sarei una su tanti, ma Mark sicuramente sarà un buon aiuto per i Profeti. Siamo dei vostri.- cede Amber. Becca la abbraccia, felice di non dover lasciare indietro la sua migliore amica.
-Mancano Candy e Rev.- Nyrahim continua a tirare le somme.
-Il discorso di Bloody mi piace.-Rev mi tira una gran pacca sul braccio, la guardo incredulo -Il mio fratellino non si libererà di me tanto facilmente, eh patatino?- mi stropiccia la faccia, cerco di liberarmi dalla sua mano. Maledetta falsa sorella!
-Candy?- incalza Hell.
-Dovresti venire con noi.- la invita l'adepta -Come ha detto Bloody, siamo una famiglia.- Candy scocca al rasta un'espressione eloquente. Essere “famiglia” con quello non la aggrada, è così da sempre, e ora i suoi screzi si sono concentrati anche su Bloody Hell. Credo rifiuterà.
-Ci sto, quando si parte?- chiede incrociando le braccia al petto. Una piccola parte di me avrebbe voluto liberarsi di lei e del suo nuovo cupo carattere, ma gli altri sembrano entusiasti, quindi fingo un sorriso.

 

Il tramonto è passato da un pezzo e ormai i bagagli miei e di Rev sono pronti. Mark e Amber ci hanno appena raggiunti, seguiti da Candy.
Becca ci mette di più ad arrivare e quando si avvicina notiamo la sua espressione infuriata.
-È un cretino, io lo odio, sul serio. L'Harius vuole portarsi via tutti i suoi dannati libri, andate a dirgli qualcosa! Non mi ascolta.- brontola lasciando cadere la sacca. Nyrahim Harius è un mostro, lo ho sempre saputo. Una persona che nel 2056 si ostina a leggere libri cartacei e pretende di portarseli dietro in una fuga di questo genere, è di sicuro un mostro. Sbuffo con decisione.
-Almeno ha pensato a come farlo?- chiede Rev raccogliendo i capelli castani nel berretto militare.
-Vuole rubare la moto con il carretto.- il tono di Becca è piatto. Amber ridacchia divertita.
-Non abbiamo speranza di fargli cambiare idea.- bofonchia Mark. Lui e Nyrahim sono capaci di parlare per ore di tutto e di niente, in genere di argomenti incomprensibili a noi comuni mortali. Se lui dice che non faremo cambiare idea al rasta, la situazione è grave.
-Sentite, non possiamo portarci dietro tutti quei libri.-
-Beh, nel carretto volendo ci stanno.-
-Non possiamo prendere quella moto, dai...- lascio andare le braccia lungo i fianchi e rivolgo a Becca uno sguardo avvilito, lei fa spallucce.
-Perché no?- chiede Candy disinteressata -Tanto ce ne stiamo andando.-
-Ruberemmo alla Cantina un mezzo di trasporto che potrebbe servire.- Rev si sta alterando.
-Ce ne stiamo andando, che ci importa di chi resta?- sì, Candy è proprio impazzita. Due giorni fa non avrebbe mai detto una cosa del genere.
-Se posso appoggiare la nostra biblioteca...- inizia Mark cauto -Io non penso siano del tutto inutili i suoi libri. Alcuni potrebbero non essere fra quelli posseduti dai Profeti.-
-Tu e Becca potete aiutarlo a fare una cernita? Se ne scegliete un numero contenuto, li portiamo negli zaini.- propone mia sorella.
-No.- scrollo il capo -Non sappiamo di preciso dove ci stanno aspettando, potrebbero anche essere più in là di quanto pensiamo. Tutta quella roba sulle spalle ci rallenterebbe e basta.-
-Che c'è? Cosa ti preoccupa?- il tono di Candy è velato di ironia, ma non rispondo alla provocazione.
-Mi preoccupa che quelli della Cantina ci sparino dietro appena vedranno che ce ne siamo andati.-
-A maggior ragione, l'idea di prendere quella moto non è malvagia.- sorride la ragazza. Incrocio il suo grande sguardo nero, nel quale non c'è più gentilezza, solo una notevole dose di follia. Provo un moto di ribrezzo frammisto a paura, Candy mi piace sempre di meno. Mi riprometto di ucciderla prima che diventi un problema.
-Va bene, ma quando incrociamo i Profeti la moto la lasciamo indietro, così la Cantina potrà riprenderla.- alla fine è Rev a cedere.
-Vado a dirglielo.- Mark ci lascia per correre da Nyrahim e aiutarlo.
-Becca, Amber, andate anche voi.- le esorta mia sorella -Io vado a prendere la moto.- bofonchia lasciandomi da solo con Candy e i bagagli. Faccio un cenno alla bambola di iniziare a sloggiare le sacche e raggiungiamo l'uscita.
All'esterno è ormai calato il buio. Il cortile è rischiarato soltanto dalla torcia di Bloody Hell. Lui e Kikilia sono vicini alle reti metalliche, stanno parlottando fitto. T.B. è già con loro, seduto su un barile arrugginito e non dice una parola. Due giorni che non parla, iniziamo tutti a preoccuparci.
Riferisco al capo le decisioni prese da Rev e Nyrahim, lui annuisce. Sa perfettamente che non poteva essere nessun altro se non mia sorella a rubare la moto.
In un'altra vita, Rev era una simpatica taccheggiatrice, una ladruncola di piccoli droidi e visori. Ogni tanto ci racconta di quando la sua vita si consumava fra un furto e l'altro. Contro tutte le aspettative, dice che allora stava peggio di adesso. Con l'apocalisse ha trovato una cosa che le era sempre mancata: il senso del dovere e di responsabilità, lei ci sta bene in questo nuovo ruolo.
La ho conosciuta così, come una bambinetta di strada che ha cercato di rubarmi il portafoglio e non è riuscita a staccare la catena dalla mia cintura. La ho invitata a mangiare un hamburger e le ho lasciato qualche soldo. A giorni di distanza l'ho vista derubare un tizio, i nostri sguardi si sono incrociati, ma nessuno ha detto niente.
Un paio di mesi dopo me la sono ritrovata davanti, aveva fame. Ho ordinato una pizza e la ho invitata a venire a casa mia, fregandomene delle proteste dei miei genitori. È stata la pizza più buona che ho mai mangiato nella mia vita da nerd. Le ho offerto una birra e un controller, ci siamo messi a giocare a Dark Souls e da quel momento siamo diventati amici.
Una sera dichiara che io sono suo fratello. Reprimo l'istinto di riderle in faccia e prenderla in giro, e mi sforzo di capire: sono l'unico che non la ha mai giudicata, non le ha mai imposto un aiuto o di cambiare vita. Ho guadagnato il diritto di essere la sua famiglia e, quando è iniziata l'apocalisse, si è fiondata a casa mia. Mi ha dato una pistola al plasma: è grazie a lei se sono ancora vivo. In questi dieci anni ci siamo visti cambiare, ma siamo rimasti una famiglia e questo per noi è importante. Dico in giro che è la mia finta sorella, perché così si arrabbia, ma credo che per me nessun altro sia più importante di lei.
-Arriva qualcuno.- Kikilia si appiccica a Bloody Hell e mi strappa dai ricordi. Guardo nella direzione che indica con gli artigli. Nel buio vediamo arrancare Nyrahim e Mark con i borsoni sulle spalle, seguiti da Becca e Amber.
-Siete proprio inutili, potevate darci una mano.- protesta il rasta. L'adepta non porta neanche una borsa e la mulatta giusto un paio di sacchetti. Fatico a immaginare quanti libri ci siano nei sei borsoni portati dagli uomini. È un mostro, è un mostro: me lo ripeto con sempre maggior convinzione. È un mingherlino a cui viene il fiatone dopo cento metri di corsa e ora trasporta tre borsoni di libri. Un mostro.
Ci raggiungono e Nyrahim si accascia sulla metà di bidone non occupata da T.B., Mark tira un profondo respiro. Dopo qualche momento, spunta anche Rev con la moto. Iniziavo a preoccuparmi, ma sembra che tutto sia andato bene.
Carichiamo i bagagli del rasta sul carretto e resta dello spazio per i viveri, che fortuna. Le armi, invece, le abbiamo tutte addosso. Nessuno di noi vuole separarsi anche solo da un proiettile: non siamo sicuri di cosa troveremo là fuori, di cosa strisci fra le ombre e le macerie di questa città distrutta.

 

Rev mi abbraccia talmente forte che temo mi stia per spezzare le costole. Cerco di respirare e di allontanarla, ma non molla.
-Se non sei d'accordo, trascinami avanti, non tentare di ammazzarmi.-
-No, no, va bene, va bene.- è la quarta volta che lo ripete. Porto pazienza e le batto un altro colpetto sulla schiena -Hai ragione, ma mi raccomando.-
-Sì, tranquilla.- me la stacco di dosso e le bacio la guancia. Cerca di abbracciarmi di nuovo, ma la scanso, esortandola a tornare dal gruppo, ormai decine di metri più avanti. Io mi giro e inizio a correre.
Ho percorso solo un centinaio di metri quando sento un battito d'ali. Sopra di me, Kikilia emette un grido stridulo e plana al mio fianco. Si mantiene a mezz'aria, permettendomi di continuare a correre.
-Izaak, che sta succedendo?- mi chiede preoccupata -Abbiamo dimenticato qualcosa? Commesso qualche errore? Gli altri non ti hanno visto più e...-
-Vai a chiedere a mia sorella, lei sa tutto.- non voglio che resti con me. Non so se alla Cantina già si sono accorti che abbiamo tolto le tende, ma se così fosse potremmo incontrare da un momento all'altro gli uomini di Bull e all'arpia non serve venir coinvolta in uno scontro a fuoco.
-Dimmelo tu, sono già qui.- è insistente, mi volto un istante a guardarla. I lineamenti affilati rendono ancora più grave la severità della sua voce.
-Kikilia.- mi fermo, le afferro la mano artigliata e la trascino più vicina a uno dei palazzi. Arranca per rimettersi sulle zampe e smettere di volare -Torna indietro.-
-Ma perché? Cosa vuoi fare?-
-Non me ne sto andando e non vi sto tradendo.- saranno queste le sue paure? -Vai a chiedere a mia sorella.- così non perdo altro tempo.
-Izaak.-
-Vai via!- sbotto con un gesto secco. Lei si rialza in volo e mi fissa ostinata.
-Non ho capito cosa vuoi fare, ma io vengo con te. Se vuoi impedirmelo, mi dovrai sparare.- dice con voce tremula. Teme davvero che le spari? O teme il motivo per cui io sto tornando alla Cantina? Sorrido freddo, mi rimetto a correre e lei mi segue davvero.
Durante la poca strada che ci separa dalla base le spiego ogni cosa. È d'accordo, ma pone una condizione che io accetto senza pensarci troppo.
Varchiamo la rete metallica e ci introduciamo nell'edificio che conserva la botola per accedere ai piani inferiori. La sentinella sta dormendo, nulla di sorprendente. Scendiamo e salutiamo, come facciamo sempre, le guardie che troviamo e le pochissime persone che incrociano il nostro sguardo. Non mi è più così difficile mentire, è una cosa che devi imparare a fare in un mondo come questo.
Sentiamo le voci di James e Bull arrivare da quello sgabuzzino che il professorino definisce un ufficio. In realtà è uno stanzone meno muffito di altri, arredato con una scrivania e una vecchia sedia di pelle.
-Sono insieme, per fortuna sono venuta con te.- l'arpia è nervosa, ma eccitata dal piano. Sorride complice, rivelando i denti aguzzi.
-Kilia, lascia fare a me.- la prego fermandomi davanti alla porta dell'ufficio. Prendo la pistola, controllo le cariche.
-No.- rimbecca decisa, la guardo stranito.
-Senti, non ti offendere, ma tu scappi quando c'è da combattere.-
-Voglio farlo, ecco tutto, e comunque ti servo.- gonfia il petto e arruffa le piume, e io alzo gli occhi al soffitto -Io entro e li distraggo, mi avvento su Bull e poi tu spari a James.- dispone pratica.
Senza che io possa assentire, spalanca la porta e si lancia contro l'ex militare. Sarebbe stato meglio il contrario, ma ormai...
Mi sporgo, punto la pistola contro James e sparo. Solo dopo entro nell'ufficio e mi chiudo dietro la porta.
-Lurida puttana!- sbraita Bull tenendosi una mano sul viso. Il sangue gocciola fra le dita, chissà se è riuscita a strappargli l'occhio. Lo spero.
Il soldato cerca di armarsi, ma a quanto sembra Kikilia non è stupida, gli ha sottratto le fondine. Forse gli resta un coltello. Non faccio tempo a pensarlo che l'arpia si solleva in volo, afferra Bull per le spalle e lo sbatte contro la parete, facendo tremare la stanza. L'uomo rovina a terra e io gli sparo un proiettile dritto fra gli occhi.
Mi avvicino a James. Il professorino è coriaceo, sta ancora affogando nel suo sangue. Prendo il pugnale, gli taglio la gola e concludo il lavoro. Mi pulisco alla meglio i guanti sulla sua camicia e faccio cenno all'arpia di uscire da lì.
-Siamo una bella coppia.- dichiara aprendo la porta e varcandola con il suo passo ciondolante. Vorrei sparare anche a lei, altro che bella coppia.
La Cantina è in fermento. Hanno sentito i rumori e le grida. Scegliamo i corridoi più isolati e ci nascondiamo quando qualcuno accorre nel senso inverso al nostro. Dopo quattro o cinque gallerie riemergiamo dall'ombra. Siamo nella zona dei dormitori delle persone comuni, Kikilia sa perfettamente dove dobbiamo andare. Mi confessa di averlo osservato, il porco, e di aver trovato il suo alloggio. Dice di averlo visitato spesso, senza riuscire a trovare il coraggio di entrare e dilaniarlo: se lo avesse fatto, James e Bull la avrebbero uccisa, ma ora le cose sono cambiate. È giusto si prenda la sua vendetta, nonostante quello che il porco dice in giro più di una volta ha tentato di portarsela a letto e non si contano quelle in cui la ha picchiata, aiutato dagli uomini della sicurezza. Bella sicurezza, eh? È questo che ci ha portato l'apocalisse? Umanità è solo una parola ormai, una delle più astratte.
-Entriamo e sbrigati.- le ordino impaziente.
-Se vuoi puoi restare fuori.- mormora.
-È grosso.-
-Grazie.- sorride e spalanca la porta.
Dentro è un tugurio. Lattine di fagioli vuote sparse ovunque, calze spaiate, mutande puzzolenti, riviste porno con le pagine appiccicate. Neanche da adolescente la mia camera è mai stata conciata in questo modo.
Lui, non so come si chiami, dorme su un materasso appoggiato in un angolo. Russa e copre ogni nostro rumore. Kikilia si avvicina, io le getto sguardi attenti, ma inizio a rovistare fra i cassetti e le borse, alla ricerca di armi. Se ne ha, sarò fortunato e saranno nostre.
-Sveglia! Sveglia, sveglia!- cantilena l'arpia.
-Che fai?- sibilo sgranando gli occhi -Silenziosa e rapida.- lei mi sorride di nuovo, non sono affatto sicuro mi ubbidirà.
-Sveglia!- ruggisce ignorandomi e dandogli un calcio con la sua grossa zampa. Il ventre prominente del porco tremola come una gelatina, e lo stesso fa il doppio mento quando lui scatta seduto con un grido terrorizzato. Kiki ha trasgredito a un ordine chiaro, ma la scena è impagabile -Ciao.- lo saluta amabile.
-Che cazzo ci fai nella mia stanza?- ringhia l'uomo.
-Secondo te?- ridacchia l'arpia. Lui la fissa truce ancora per un attimo e poi la sua espressione diventa languida.
-Ah, ho capito. Finalmente hai ceduto.- sta sbavando, il porco. Odio anche lui, è davvero questa l'umanità per cui vuole combattere Bloody Hell? Non provo neppure pena, mi fa solo schifo -Vediamo cosa c'è sotto queste piume.- si mette in ginocchio e le infila una mano fra le gambe. Se lei non reagisce entro dieci secondi, giuro che lo ammazzo io.
-Sì, vediamo cosa c'è sotto questa pelle.- il sorriso di Kikilia si fa più cattivo che mai. Senza che lui possa capire, gli artigli dell'arpia scattano e strappano il braccio del porco. L'uomo sta per gridare, ma Kilia gli infila l'altra mano nella gola. Il sangue gocciola, le sporca le piume. Morto sul colpo, ne sono sicuro. In quella posa pazzesca, lei si volta verso di me -Essere o non essere?- domanda come stesse reggendo un teschio. Ridacchio, mi piace quando fa così.
-Dai, andiamocene.- afferro la maglietta più pulita che riesco a trovare e gliela tiro -Leva un po' di sangue e andiamocene.- ho finito anche io, nei cassetti non c'è niente, solo un vecchio cellulare. Me lo metto in tasca pregando che Mark e la sua magia possano ripararlo e che, in futuro, ci sia di una qualche utilità.

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Capitolo 5
*** V ***



Partecipa al concorso The Ancient Tales.


V
 

-Prima avevamo base sulla costa che dava sull'Oceano Pacifico, ma a quanto pare il Leviatano si è spostato nell'Atlantico.- siamo tutti seduti attorno ad un enorme tavolo circolare insieme ai Profeti, Numero Tre ci sta aggiornando sugli ultimi avvenimenti. Di tecnologia loro ne hanno conservata parecchia, eccola comandare con mano sicura alcune mappe olografiche. In mezzo all'azzurro della distesa di acqua brilla un singolo punto rosso -Esattamente lì.- continua tranquilla, i suoi uomini annuiscono -Questo ha minato i pochi contatti residui con il Sud America.-
-Quanti esseri umani restano sulla Terra?- Rev pone la domanda che la assilla da anni.
-Che quesito interessante. Vorremmo saperlo anche noi.- Numero Tre allontana la sedia dal tavolo e accavalla una gamba, facendo segno a Numero Dieci di parlare.
-Un po' di tecnologia satellitare si è salvata, tuttavia molti si sono rifugiati nel sottosuolo, quindi dall'alto non siamo riusciti a individuarli. Squadre di Profeti battono ogni palmo di terra per trovare i superstiti.- ci spiega il vampiro -Al contempo, nemmeno la magia ci è di aiuto. Se cerchiamo esseri viventi... capite bene che i numeri esplodono. Anche il fiore in mezzo al campo è vivo.- si porta le mani sul viso, le affonda nei capelli e continua a guardarci con occhi amareggiati -Un incantesimo troppo preciso, abbatte invece ogni stima. Mediare fra tanti incantesimi poco precisi ci ha fornito delle medie, ma non sappiamo quanto siano corrette. Possiamo dirvi con sicurezza che qui a Cape Town ne restano sessantatremila circa.-
-Solo perché è la sede dei Profeti e abbiamo trascinato qui la maggior parte dei superstiti trovati.- puntualizza un Accolito tamburellando le dita sul tavolo di metallo.
-Una delle sedi dei Profeti.- lo corregge Numero Tre sorridendomi.
-Abbiamo viaggiato con voi per molto, ma ancora non ci avete spiegato cosa siete... chi siete.-
-Mr. Play by Chat, non ricominciare.- Becca ammonisce Nyrahim, deve avergli dato un nuovo soprannome. Amber ride e anche alcuni degli Accoliti, la nostra biblioteca avvampa fino alla punta delle orecchie.
-La mia domanda è lecita. Li abbiamo aiutati e anche io lo ho fatto di buon grado. Anzi, io volevo unirmi a loro, quindi sono solo che contento di essere qui, ma se devo aiutare davvero, devo sapere le cose.- in realtà ho sempre sospettato sia una specie di maniaco del controllo, ma forse mi sbaglio. Il quesito ha senso, Numero Tre non sembra stupita.
-Volete la versione lunga o quella corta?- chiede la donna con un sorrisetto beffardo. Non ho ancora capito quanto mi piaccia, e quanto invece mi irriti. La maggior parte dei miei amici risponde che vuole quella lunga, perché no... a me sarebbero bastate poche informazioni precise, ma ascolto lo stesso -L'invasione era stata annunciata.-
-Ah sì?- chiede scettica Candy.
-Sì, dal Profeta.- la donna rivolge alla bambola un invito a tacere -Non sappiamo chi fosse, che età avesse, da dove venisse. Dalla voce era una donna, dicono, ma ha poca importanza. Iniziò a contattare i più potenti esoteristi della Terra.-
-Che vennero investiti di brillanti armature.- aggiunge Mark sottovoce affossandosi nella poltrona -Si dice che i loro pugni squarcino il cielo e i loro calci fendano la terra, essi sono i sacri Saint di Atena.- Rev e Bloody lo fulminano con un'occhiata cupa, Numero Tre lo ignora per fortuna, a volte mi vergogno di avere certi amici.
-Richiamò a sé i più potenti esoteristi e li preparò all'invasione. Poi sparì, e da quel momento quegli esoteristi lavorarono per fondare un gruppo di persone, i Profeti, che potessero proteggere l'umanità.-
-E che ne diventassero le legittime guide.- aggiunse una Accolita seduta rigida. Sguardo deciso, spalle tese, mani appoggiate sulle ginocchia: un robot? Se non si rilassa, rischia di spezzarsi.
-Ireen, forse è un po' presto per parlare di questo con loro.- si affrettò a dire Numero Tre. Esoteristi nazi con manie di potere? Ci mancavano, ma al momento sembrano quelli più interessati a tenere in piedi la specie umana e, di sicuro, quelli più attrezzati per farlo. A conti fatti quelli più rassicuranti. Abbasso la testa e mi fisso le mani. Ho già esposto i miei dubbi a Bloody Hell, lui è guardingo almeno quanto me, ma per ora non faremo niente, se non carpire informazioni e, di certo, unirci a loro. Dopo la dichiarazione di intenti di Ireen nessuno di noi ha battuto ciglio, Numero Tre può così continuare -La setta era preparata, c'era solo da aspettare l'invasione e reclutare tutti gli altri. I nostri capi, i Planetari, erano ben organizzati, sapevano come sarebbero andati i primi anni. Avremmo perso tutto, i governi li avrebbero pregati di prendere i loro fondi e investirli nella sicurezza globale, e ci saremmo tutti rifugiati in Africa, come infatti è accaduto.-
-Perché non altrove?- domanda Mark serio -Perché non negli Stati Uniti o in Giappone? Sono gli ultimi due luoghi a cadere, secondo la maggior parte dei film. C'è una ragione per cui avete scelto l'Africa?- il tono si fa meno scherzoso, sta analizzando la situazione.
-Ha una elevatissima concentrazione di energia magica.- si intromette Ireen -Se foste un po' più ricettivi lo sentireste.- eccola, ci mancava un'altra Candy.
-Io lo sento, infatti.- risponde la bambola, neanche avessi invocato un suo intervento. Ci voltiamo a guardarla -Beh, lo ho sempre detto che questa terra è potente e che qui i miei incantesimi sono più forti che quando abitavo in Galles.-
-Abbiamo protetto chi dovevamo proteggere, alzato barriere intorno alle città che ci avrebbero fatto da base, ed eccoci qui, dopo dieci anni di guerra.-
-Quante altre basi ci sono?- Mark non molla, non capisco dove voglia arrivare.
-A sufficienza.- Numero Tre elude la domanda e Rev sbuffa. Bloody Hell ancora non ha parlato, dubito lo farà per ora -Se la vostra curiosità è stata appagata, passerei alle assegnazioni, visto che tutti voi avete accettato di far parte delle nostre fila.- fa un segno e Numero Dieci si alza, quasi fosse un cane obbediente. Il vampiro prende un tablet e posso immaginare stia scorrendo la lista. Rivolge uno sguardo incerto al suo capo.
-Anche il ragazzino?-
-Ho deciso che mi arruolerò anche io.- replica T.B. con sfida. Il vampiro ci guarda e gli rispondo con un gesto di resa. Ci abbiamo provato anche noi a dissuaderlo, ma non ha mollato neanche un secondo.
-Come volete. Mark e Nyrahim fra i Bastoni.- fra le menti dei Profeti si troveranno bene, ne sono sicuro.
-E Becca?- aggiunge la nostra ex biblioteca portatile. Non capisco perché non si rilassa quando riguarda quella ragazza. Che cosa potrebbe farci Becca fra i Bastoni dei Profeti?
-Ex adepta del Dragon Rouge. Ovviamente è stata inserita nelle Spade.-
-Non penso che...-
-Harius, non contestare.- Bloody Hell lo richiama per cognome, cattivo segno.
-Io e lei combattiamo in coppia.- la sua voce è irritata, Becca lo guarda supplichevole, quasi non volesse esser messa in imbarazzo.
-Sono divisioni ufficiali, nessuno vi vieta di prendervi il pomeriggio e andare ad allenarvi insieme.- il vampiro si sta alterando, appoggio la mano sulla gamba, ma non trovo la fondina. Ci hanno disarmati quando siamo arrivati qui, ricordarlo mi rende più insicuro di prima.
-Io parlo di campo di battaglia, non di allenamenti.-
-Lo stesso discorso vale per il campo di battaglia.- replica Numero Dieci fissando gelido l'Harius -So che è un cambiamento, io stesso da nemico sono passato ad amico. So cosa determinano i cambiamenti, ma almeno cercate di conoscere quello che offriamo prima di polemizzare.-
-Io non polemizzo, io metto le carte in tavola.- bofonchia il rasta, incassando un'occhiata fredda del cane di Numero Tre.
-Andiamo avanti. Nelle Spade andrà anche Amber... speriamo di poterti insegnare presto a utilizzare il voodoo senza un oggetto tramite. Sarà dura, ma ce la puoi fare.- Numero Dieci prosegue scambiando appena uno sguardo con la mulatta -Rev, puoi scegliere se seguire gli altri nelle Spade o tentare un addestramento da Denaro, la decisione è tua.- bella merda, la sta facendo scegliere fra essere un combattente o un elemento di punta della squadra. Guardo mia sorella e la vedo incerta.
-Posso sapere perché questa possibilità?-
-Se tu riuscissi a padroneggiare al meglio la magia del fuoco, saresti un membro importante, potresti addirittura aspirare a ottenere almeno il numero tre della gerarchia. Tuttavia, tu stessa ci hai detto di non essere in grado di controllarti. Se sceglierai di entrare nei Denari, l'addestramento sarà duro e probabilmente rischioso, ma se entrerai nelle Spade... sarai una qualsiasi mediocre pedina.- il vampiro arriva al punto senza pietà.
-Quanto rischioso?- Rev mi sorride e ignora il mio sguardo di ammonimento.
-Dipenderà da quanto seguirai gli insegnamenti.-
-Denaro.- risponde la mia finta sorella.
-No.- intervengo agitandomi sulla sedia. Per la prima volta dall'inizio della riunione, sento tutti gli occhi su di me -Rev, non sei obbligata a farlo...-
-Frase da film, risparmiatela.- mi fa una smorfia, non sono contento della sua scelta -Tranquillo, andrà bene.- le ultima parole famose.
-Bloody Hell, alle Spade.-
-Mi sta bene.- risponde il boss.
-Candy ai Denari. Hai una potenza di rara intensità, ma dovrai addestrarti ancora. Da te pretenderemo il meglio, puoi farcela.- Numero Dieci fa il motivatore con la bambola, vorrei vomitare.
-A che numero potrei aspirare?- la ragazza freme, si tormenta un boccolo castano.
-Al cinque.- abbiamo tutti un istante di disorientameno davanti alle parole di Numero Tre. Guardo la donna con incertezza: perché mia sorella potrebbe stare più in alto di Candy? È Candy quella che fa i numeri, non Rev. Ciò significa che Rev potrebbe diventare più forte di Yao? Stento a crederlo, e anche Candy, che sta scoccando occhiate di fuoco a mia sorella.
-Io non... capisco.- balbetta Rev cercando spiegazioni da Numero Dieci.
-Vi prego, facciamo le cose con ordine e teniamo a mente che sono stime approssimative. Vedere del potenziale in voi, non implica che sarete in grado di esprimerlo. Per ora è Candy la più forte di voi, questo è poco, ma sicuro.- sta cercando di mettere una pezza?
-Però lei può superarmi!- Candy palesa nervosismo, fatica a non alzarsi, torce l'orlo dell'abito.
-Sì.- no, il vampiro non stava cercando di mettere una pezza. La guarda severo -T.B., sarai fra le Coppe. Ci serve un divinatore di rimpiazzo per le avanguardie e ti ho visto fare miracoli.- il moccioso non risponde di nuovo, il cane prosegue l'elenco -Kikilia, sei un'arpia.- la fissa un istante, valutandola -Hai anche espresso la volontà di non combattere, ma non hai abbastanza capacità intellettive per essere un Bastone.-
-Lo so.- mormora abbattuta.
-Non vogliamo piazzarti in cucina, sarebbe uno spreco di potenziale.- Ireen arriccia le labbra in un gesto odioso, ma non ha tutti i torti. Ho visto cosa sa fare Kilia, sarebbe un vero spreco.
-Vado dove va Bloody Hell...- balbetta arrossendo.
-Sì, sta bene. Me ne occupo io.- interviene il capo.
-Spade, allora.- approva il vampiro.
Manco solo io, lo vedo fissarmi intensamente e non parlare per un lungo attimo.
-Beh?- chiedo scocciato da tanta inutile suspence.
-Tu sei il problema più grande di tutti.-
-Grazie.- entusiasmante essere definiti così.
-Izaak.- mugugna Rev rimettendomi al mio posto.
-Tu non lo sai, e nemmeno noi siamo riusciti a capire cosa fanno di preciso quei tatuaggi. Eppure tutti sostenete che sono magici. Questo è un problema.-
-Io so che Yao ci ha messo la sua vita, ma...- mi tocco la nuca, scarmiglio i capelli. Kikilia solleva esitante una mano, come volesse parlare.
-Prego.- esorta sarcastica Numero Tre.
-Io veramente qualcosa so.- sussurra incerta.
-Alza la voce, su. Sei un'arpia.- la schernisce Ireen. Al momento a me non importa né della sua voce, né del tono del robot: riservo a Kilia uno sguardo carico di astio. Se sapeva qualcosa, perché non me la ha detta? Il vampiro anticipa la mia domanda.
-Non c'è stato tempo. Nessuno me lo ha chiesto...- spiega l'arpia. Inclino il capo e assottiglio lo sguardo, non sono scuse valide, ma questo glielo dirò in un altro momento -Yao lo ha usato per... è un esperimento. Diceva che se riuscirà ad attivarli, sarà in grado di assorbire l'energia magica di noi creature mitologiche.- scende il silenzio, sono incredulo anche io -E la può usare come vuole. Lui ha detto che Izaak è una specie di accumulatore.- nessuno sembra voler parlare, lei prosegue -Può anche ricaricare gli alleati...-
-Comunque dobbiamo insegnargli ad usare quei tatuaggi.- il vampiro stringe i denti, li sento stridere, e poi allarga le labbra in un sorriso rivolto a me. Merda, un vampiro mi sta mostrando i canini, rivoglio la mia pistola al plasma -Sarà un piacere allenarti.- per me non lo sarà affatto, abbasso gli occhi -La riunione è finita, tutti liberi. Tranne te, ovviamente. Hai riposato abbastanza, iniziamo subito.- almeno il suo sorriso è sparito.


-Concentrati.- ringhia Numero Dieci.
-Se continui a colpirmi, come faccio a concentrarmi?- gli urlo contro. Non faccio tempo a parare un calcio, lo stivale mi raggiunge nelle reni ed è così forte da gettarmi a terra. Impatto contro il pavimento lucido dell'arena e stento a rialzarmi. Il dolore mi annebbia completamente il cervello, come faccio a tirare fuori la magia se neanche lo vedo muoversi?
-Pensi che i nemici aspetteranno che tu faccia i tuoi comodi prima di attaccarti?- si rimette in guardia, ma io resto a terra -Rialzati.- mi ordina, ma non obbedisco -Rialzati.- il tono si altera, continuo a non obbedire. Mi afferra per il dorso della maglietta e mi scaraventa contro una parete. Sbatto il fianco, gemo di dolore. Crollo a terra di faccia -Allora? Sono molto più forte di voi umani, posso andare avanti per molto. Ti alzi?- gli rivolgo un cenno vago, ma non riesco a rispondere. Mi manca il fiato, faccio fatica anche a pensare. Lui non si da pena a chiedermi come sto, mi afferra di nuovo, mi lancia come prima, neanche fossi un sacco di patate.
Sbam, di nuovo. A terra per la centesima volta. Annaspo, raccolgo le forze, barcollo in piedi.
-Non ce la faccio.- le gambe non mi reggono, cado sulle ginocchia.
-Va bene.- sospira Numero Dieci -Riposa. Domani passiamo alle spade.-
-Alle...? Ma io non ho mai preso in mano una spada!- solo in World of Warcraft, ma è meglio non aggiungerlo.
-Domani ne prenderai in mano una, non sei contento?- il bastardo fa il sarcastico, si china su di me e mi molla un paio di schiaffi -Quindi riposati.-
-Eh no, eh! Da moccioso non mi ci tratti.- sbotto placcandolo per la vita. Riesco a trascinarlo a terra, montargli sul petto e sferrargli un pugno. Ci riesco, ma lui scoppia a ridere come se avessi appena fatto la cosa più divertente del mondo.
-Bravo, adesso levati.- ordina dandomi uno spintone e alzandosi. Sembra soddisfatto, e io gli sfonderei il grugno, ma per ora batto in ritirata, o meglio mi accascio sul pavimento. Vedo solo ora Kikilia ridacchiare con Rev, e capisco di aver fatto un'enorme figura di merda. Si avvicinano veloci e io mi lascio andare. Devo riposare, domani dovrò cercare di non venir fatto a fette.

 

-Il mio paziente di fiducia.- mi accoglie un vecchio pieno di peli lunghi. Al contrario dell'apparenza da yeti, è umano, me lo hanno confermato più volte e inizio a crederci.
-Rimettilo in piedi alla svelta, dobbiamo continuare.- la voce di Numero Dieci freme di urgenza. Mi lascia andare sul lettino del medico come fossi un borsone, il mio corpo protesta, non so più esattamente dove mi fa male, ma tiro un sospiro di sollievo perché so che presto starò meglio.
-Non stai esagerando con lui?- domanda il dottore. Mr. Bones, un nome di comodo con cui lo chiamano tutti, in onore della sua malsana passione per Star Trek.
-Può darsi, ma mi serve che impari il più possibile quanto prima. Numero Tre non scherza... meglio che le prenda da me, piuttosto che fallire. Sai com'è lei.- io non lo so e non lo voglio sapere, e un piccolo angolo della mia mente ringrazia Numero Dieci per tanta premura. Se avesse avuto anche un bel paio di tette e meno materiale in mezzo alle gambe, lo avrei sostituito a Viola nei miei sogni e incubi.
Già, Viola. Il pensiero non mi fa più male come prima, è un buon segno, ma la sua assenza è palpabile. A volte trovo Bloody Hell a parlare da solo come se lei ci fosse ancora, sono sicuro che manca a lui più che a tutti gli altri. Anche Candy non ne parla più, come se fosse soltanto un brutto momento della sua vita. Ora si è buttata nell'addestramento, punta a diventare un Asso di Denari. Mi fa paura, Rev non la sopporta più e ormai, a mesi dal nostro arrivo a Cape Town, Candy e Bloody non si rivolgono parola. L'unica che ogni tanto tenta di scambiarci qualche chiacchiera è la dolce Amber, ma quello che ci riferisce è preoccupante.
-Fatto?- insiste Numero Dieci. Provo a muovere il braccio che mi aveva rotto. Funziona, riesco ad articolarlo e non sento più pungere alla spalla -Bene, muovi il culo.-
-Un attimo.- interviene rigido Bones -Dagli cinque minuti di riposo.-
-Cronometrati.- il vampiro mi sorride freddo.
Mi tiro a sedere, accetto l'acqua che mi porge il dottore. Osservo le bollicine della pastiglia sul fondo salire in superficie. Medicine, hanno anche le medicine. La prima volta che sono entrato nell'infermeria non volevo crederci. Erano almeno tre anni che non riuscivo a trovare neanche una pastiglia per il mal di testa, ma qui a Cape Town i Profeti hanno tutto. Estese coltivazioni, pascoli, industrie per la produzione di armi e farmaci. Chi non combatte lavora su turni di otto ore in modo che ogni cosa non si fermi mai. Si può dire tanto dei Profeti, ma non che siano disorganizzati o disumani. Fanno marciare tutti come soldatini, ma rispettano il lavoro e chi si impegna viene ricompensato. Una volta con Rev li ho definiti una specie di “nazi‑esoteristi”, ora so di avere ragione, ma meglio loro del niente assoluto. Hanno dato speranza alla razza umana e per ora tanto ci basta.
-Butta giù e muoviti, cinque minuti finiti.- mi ordina Numero Dieci. Decido che nazi‑esoteristi è più che mai calzante parlando di lui.
-Ne sono passati meno di tre.- Bones ci prova a darmi più tregua, ma il vampiro non transige. Incalza, sono costretto a bere e a seguirlo di nuovo all'arena.
-Ciao.- Kikilia ci stava aspettando nella palestra. Appena ci vede vola verso di noi -Posso parlargli un attimo?- chiede a Numero Dieci. Lui indica tre minuti con la mano e ci lascia da soli, andando dall'altra parte dello stanzone -Grazie!- stride l'arpia. Non ho mai capito perché con lei è gentile. La guardo in attesa -Scusami, scusami la franchezza. Vorrei capire come fai a non aver ancora attivato i tatuaggi.- perché mi sta facendo ora questa domanda? La devo star guardando con l'espressione più scema di sempre, visto che lei si affretta a continuare -Lo so che non è facile, ma... insomma, Yao era uno che di queste cose ci capiva e se ha scelto te un motivo ci deve essere.- si molleggia sulle zampe, non so cosa risponderle -Mi dispiace, non dovrei impicciarmi, non avrei neanche il diritto di parlare, io non ho grandi capacità. Eppure mi pare così strano, cosa c'è che non va?- bella domanda.
-Qualcosa nella mia testa?- azzardo battendomi un indice sulla tempia. La verità è che non ne ho idea e non mi ero neanche mai posto il problema in questo modo. Certo però che forse Kikilia non ha tutti i torti.
-La magia è volontà, dubito che tu voglia continuare a essere picchiato da Haydan, quindi...-
-Chi?-
-Numero Dieci.- lo indica con un artiglio. Mi volto verso il vampiro, che mi fa segno di spicciarci.
-Quindi ha anche un nome? Grande.-
-Ma non chiamarlo così, non te lo dovevo neanche dire.- scrolla il capo -Volevo solo dirti questo, vado.- mi salta al collo e mi stringe in un abbraccio da mozzare il fiato. Ricambio con un leggero imbarazzo, ma il suo gesto mi fa piacere. Mi da un bacio sulla guancia e vola via.
-Forza signorina, ricominciamo.- Numero Dieci non mi da tregua, mi lancia la spada con cui mi sto allenando da mesi. La soppeso e mi metto in guardia, ma le parole di Kikilia mi rimbombano in testa. Ormai sono diventato abbastanza bravo a contrastare gli attacchi del vampiro, ma questa volta riabbasso l'arma. Ho la sensazione che stiamo soltanto girando intorno al problema -Cosa c'è?- il suo tono è annoiato. Faticoso per una creatura millenaria come lui stare dietro a un mortale come me, di questo sono sicuro e non lo invidio affatto.
-Numero Dieci, qual è il mio problema?- vado dritto al punto.
-Uff, finalmente iniziamo a ragionare. Tuttavia, hai barato.- sorride sornione e ho quasi l'impressione che sia stato lui a suggerire all'arpia di suggerire a me. Detesto queste manipolazioni, potessi mi trasformerei in Hulk, invece ingoio e lo invito a proseguire. Va a sedersi su una panca e mi fa cenno di raggiungerlo. Ci riposiamo, che figata -Avanti, parlami.-
-Io?- non dovrebbe essere il contrario?
-Torniamo a fronteggiarci con le lame?- domanda grattandosi la nuca dove c'è il simbolo dei Profeti marchiato a fuoco. Quasi tutti i miei compagni lo hanno già, manchiamo soltanto io, Amber, Nyrahim che si rifiuta, e Kikilia che ha un piccolo problema di penne e piume.
-Parlo.- ci vuole poco a deciderlo, più restiamo seduti, meno ne prendo -Non lo so qual è il problema.-
-Oh, lo devi sapere per forza.- mi replica con la classica frase da Re Leone. “La vera domanda è chiii, sei tu?”, la frase di Rafiki mi risuona in testa. Dovevo guardarlo meno quel cartone animato.
-Mi sto cagando sotto.- alla fine lo confesso. Cerco sempre di non ricordarmene, ma è così. Tutti sembrano essere riusciti ad affrontare il cambiamento, l'evoluzione, mentre io vorrei essere ancora alla Cantina, con problemi più piccoli e gestibili del dover superare il divario di capacità fra me e l'ultimo degli Accoliti dei Profeti.
-Troppo sotto pressione? Colpa mia?- Numero Dieci che mi da la chance di dargli la colpa di qualcosa? Io non posso sfruttarla.
-Vorrei risponderti di sì.- ma mica me ne sto zitto, non c'è Rev pronta a schiaffeggiarmi -Sei stato un bastardo da quando ci siamo visti la prima volta. E intendo proprio la prima.- sorrido debole nel ricordarmi del loro intervento contro i garuda -Ma no, non è colpa tua.- sospiro e appoggio la schiena al muro gelato -La colpa è di quel bastardo di Yao.- do voce anche a questo, mi sto facendo paura. Reclino la testa sul petto e sbuffo -Non erano questi gli accordi presi con il vecchio. Doveva tatuarmi gli avambracci e basta. Volevo qualcosa di simile al fuoco di Rev, o dei fulmini... lightning is never over power.- cito spudorato, ma so che non capirà -Invece lui che fa? Mi usa come cavia, cioè potrei incanalare della magia ed esplodere.- e sa il cielo quanto non voglio finire come una macchia rossa sul muro dell'arena -Senza volermi sopravvalutare, se esplodo e porto con me metà del pianeta Terra? Magari era questo il suo piano. Niente pianeta, niente conquista. Dannazione, assorbo la magia...-
-Delle creature mitologiche.- aggiunge Numero Dieci. Mi sta guardando con serietà e, per una volta, non mi sta prendendo in giro -Secondo me ti fai troppi problemi.-
-Avere paura di morire è farsi troppi problemi? Vaffanculo.-
-Abbiamo dei meravigliosi impieghi in mezzo alla natura, se desideri.-
-Non voglio fare il vaccaro quando qui ci sono i miei amici.- e Rev, soprattutto Rev.
-L'addestramento non può durare per sempre e se non presentiamo dei risultati a breve è un guaio grosso per tutti e due. Non so se te ne sei accorto, ma sono io che ti sto schermando dall'ira di Numero Tre. Lo faccio perché potresti essere indispensabile, ma mi sta facendo pressioni e ha ragione.- sembra dispiaciuto -Se dovesse perdere la pazienza, stai certo che andremmo entrambi a fare i vaccari.- e non sarebbe una prospettiva migliore? Natura, campi, animali... meglio che combattere battaglie da cui non sappiamo mai se usciremo vivi. Ma qui ci sono i miei amici, mi ripeto per fissarmelo bene in testa. Non posso lasciarli, non dopo quello che hanno fatto per me, che la mia sorellina ha fatto per me.
-Bello, ti ci vedo con un cappello di paglia in testa.- mi schermo dietro all'ironia, ma non fa presa perché lui continua a guardarmi pacato -Senti... se li attivo e faccio un danno? Se va bene potrei uccidere noi due, ma alla peggio...-
-Meglio dell'ira di Numero Tre.- ne sembra davvero convinto.
-Inizi a mettermi davvero paura di lei.- stiro un flebile sorriso. Le sue labbra restano strette e l'espressione tesa, non sta proprio scherzando.
-Lei dovrebbe essere un Planetario.- mi rivela distogliendo lo sguardo -Ha fatto un gran casino, milioni di morti, la hanno ricacciata al terzo grado. Da lì non si schioderà mai, ma ti assicuro che alle sue direttive di errori non ce ne saranno mai più.-
-Cosa ha combinato?- azzardo la domanda, ma lui scrolla il capo. Non c'è speranza me lo dica. Capisco che in questo momento un vampiro, una creatura leggendaria, ha paura tanta quanta ne ho io. Non mi sento rassicurato, dovrò parlarne a Bloody Hell, dovremo indagare. Sapere è sempre meglio di essere ignoranti, magari in futuro riusciremo a sfruttare l'informazione -Mettiamoci al lavoro.- sospiro alla fine -Cosa devo fare?-
-Prendi una decisione. Mesi fa alla riunione hai scelto senza una vera convinzione. Ora devi essere sicuro di quello che vuoi fare. Pomeriggio libero.- non so perché, ma non mi sembra una benedizione -Incontrati e parla con chi vuoi, fai quello che vuoi. Puoi togliere i tuoi amici dai loro incarichi, se credi ti serviranno. Kikilia è libera, se la cosa ti interessa.- mi chiedo di nuovo come facciano a sapere così tante cose l'uno dell'altra, ma escludo a priori che fra loro ci sia del tenero. No, Numero Dieci, Haydan, non è esattamente il tipo ideale di quell'arpia... almeno credo, non ne sono sicuro -Mi stai ascoltando?- bofonchia il mio istruttore. Annuisco vago e lui se ne va. Sono da solo, mi prendo la testa fra le mani e ricomincio a pensare.

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Capitolo 6
*** VI ***



Partecipa al concorso The Ancient Tales.


VI


Nonostante l'ordine perentorio di Numero Tre, Numero Cinque, quella che fino all'anno scorso chiamavamo Candy, solleva la carreggiata centrale di Port Elizabeth, scagliando pezzi di cemento contro il cuore del branco di licantropi da cui stiamo proteggendo la città. Nyrahim riesce appena in tempo a parare me e Becca dalle macerie. È migliorato, molto: più rapido, più resistente e soprattutto più preciso.
Becca attiva l'enorme sigillo sul ventre. Ora la sua energia è viola scuro, quasi il livello massimo. Esulto vedendo la cupola che va a rinforzare la magia del rasta.
-Lasciateli passare!- Candy sbraita ordini, ma noi da qui non ci possiamo levare. Siamo in mezzo all'enorme strada, i licantropi ci circondano e, a meno di volare, dovremo affrontarli per forza. A lei non importa, solleva qualcosa d'altro e lo abbatte di nuovo contro di noi. L'impatto è così forte da spingere Nyrahim un metro indietro.
-Non so quanto resisterò di questo passo.- sospira abbattuto.
-Arriva la cavalleria.- sorride Becca quando un licantropo finisce fatto a pezzi da decine di corde. Amber, era ora! La voodoo‑doll corre verso di noi, rotola fra le gambe di un enorme lupo e non si preoccupa delle zampate. Finiscono contro le funi indurite dalla magia senza riuscire a raggiungerla. Ora la mia amica assomiglia a quelle bamboline che vendevano nelle fiere del fumetto, quelle tutte fatte di spago. Diciamo che assomiglia a una bambola voodoo, ecco. Gira sempre con il corpo avvolto in corde, le controlla alla perfezione, e sotto ha gli spilli. Se arriva ad usare quelli, è perché siamo in grossi guai, ma negli ultimi mesi non la ho mai vista farlo.
Con un rombo, Numero Cinque strappa tre alberi dal lato della strada e li mena come mazze contro i nemici. Uno investe in pieno Amber, impreco e sento Nyrahim fare altrettanto.
-Bloody Hell, le vuoi sparare un proiettile in fronte?- sbraita il rasta parlando con quello che, nonostante tutto, è ancora il nostro capo. Non arriva risposta e alzo il viso al cielo. Bloody sta sparando dall'enorme elicottero guidato da Mark, prego perché si decida a scendere da noi -Mi stai ascoltando? Lo so che mi ignori, ma quella sta distruggendo tutto e rischia di ammazzarci!-
A chilometri di distanza, un'enorme cupola verde sta proteggendo metà di Port Elizabeth, ma noi stiamo devastando tutto il resto a causa di un misero branco di licantropi. O meglio, la pazza in cui si è tramutata Candy sta devastando tutto il resto. Facciamo più fatica a proteggerci da lei che dai nemici. Ogni volta è così: non vuole retrocedere di un metro, non accetta neanche l'idea di poter perdere ed è pronta a sacrificarci tutti pur di diventare un Asso. Chissà quando si è messa in testa questa malsana idea. Chissà perché continua a rivaleggiare con Rev. Faccio una smorfia e decido che dovrò chiedere a Numero Dieci di insegnarmi a togliere l'energia magica anche agli umani, se mai questo mi fosse possibile.
Le corde di Amber dilaniano il gruppo di licantropi che la ha aggredita, Becca tira un sospiro di sollievo. Noto un mostro isolato e decido di uscire dalla protezione. Inizio a correre sfoderando solo le spade corte. Mi servono per proteggermi, ma il nemico è intontito e riesco a piantargliele nella schiena e saltargli addosso senza difficoltà. Mentre lui ringhia e uggiola, io attivo i tatuaggi.
È sempre un po' traumatico, anche questa volta chiudo gli occhi e trattengo la nausea. Oltre all'ondata di energia magica, attraverso il contatto penetrano dentro di me anche i suoi sentimenti. Paura, rabbia, dolore, e altre migliaia di cose che non riesco a distinguere, echi di un mondo lontano cui non voglio prestare la minima attenzione. Linee arancioni mi solcano le braccia, le dita diventano artigli che affondano nella carne del nemico per permettermi di togliergli tutta l'energia.
Il licantropo si accascia, io mi giro verso i miei amici e apro gli occhi. Emettono un lampo giallo scuro e solo con il contatto visivo riesco a trasmettere a Becca e Nyrahim nuova magia, che rafforzi gli incantesimi di protezione. Il rasta tira il fiato, l'adepta del Dragon Rouge sorride rincuorata e Amber mi corre incontro.
-Ti rimane qualcosa?- chiede con foga.
-Sì, perché?-
-Adesso le do una lezione.- dice afferrandomi la mano. Appena mi sfiora, i suoi capelli ricci e crespi hanno un guizzo, come fossero animati di vita propria. Prima li portava corti e ordinati, ma ora crescono incontrollati, donandole una bellezza selvaggia.
-Spaccale il culo.- le rispondo, pur sapendo che Rev non sarà per nulla d'accordo. Bloody Hell urla qualcosa nelle nostre trasmittenti, ma Amber lo ignora e si lancia avanti.
Sfrutto la magia da licantropo per saltare sulla parete di un palazzo. Le mani diventano zampe che strappano pezzi di parete, mi muovo agile e veloce fino ad arrivare in cima. Da qui godo di una visuale migliore.
-Ne arrivano altri, ci penso io.- ringhio, che brividi. Non mi abituerò mai a questi effetti collaterali.
Mi lancio dal palazzo, artiglio il mostro più lontano, gli rubo l'energia, ne uccido altri due. Continuo così fino a che non sono a terra tutti. Nove, un nuovo record. Me la tirerò con Haydan, merita di essere sbeffeggiato, non fa altro che stare dietro la linea del fronte a proteggere persone. Non penso davvero che lui sia inutile, ci scherzo su cercando di stemperare il suo fastidio di non essere in campo con noi. A suo tempo ha fatto di molto meglio, ma Numero Tre lo vuole sempre vicino, chissà poi perché.
Smetto di pensare e torno indietro correndo sulle quattro zampe, questo mi piace farlo. Quando Becca mi vede, da una gomitata a Nyrahim e entrambi si burlano di me.
-Finito.- annuncio rimettendomi eretto.
-Anche noi.- la voce funesta di Amber mi fa voltare in sua direzione. Le corde sono avvinghiate attorno ai capelli e alla gola di Candy, la sta trascinando sulla strada incurante di farle battere la testa contro i pezzi di asfalto. Non nascondo di starmi godendo la scena, fischio con approvazione -Non siate troppo felici, non è morta.- ed ecco che la dolce voodoo‑doll da il meglio di sé -Le ho solo rallentato il battito cardiaco.- sì, sa anche usare l'agopuntura. Capisco sempre meglio perché Mark sta con lei.
L'aria si agita, polvere e foglie vanno ovunque. L'elicottero si sta avvicinando. Atterra in sicurezza metri lontano da noi, Bloody Hell arriva di corsa. Ci studia per un attimo e lancia energia di guarigione su chi ne ha bisogno. Ora arriva la ramanzina, ne sono sicuro.
-Sull'elicottero, veloci. Numero Tre vuole parlare con Candy.- ci ordina e scopro che avrei preferito la lavata di capo.
Mi chino ed entro dal portello, Rev mi afferra per l'impermeabile e mi trascina vicino a lei. Non parla, scotta e so che ha la febbre, è uno dei tanti effetti collaterali della sua magia. Mi faccio passare una bottiglietta d'acqua e gliela svuoto sulla testa, la abbraccio e lei stira un sorriso.
-Che bello che sei così.- ha ancora la forza di prendermi in giro, per oggi non morirà -Numero Tre ci apre il culo.- aggiunge un attimo dopo, sottovoce. Appoggia il viso sul mio petto e giurerei stia singhiozzando. Faccio finta di niente, limitandomi a proteggerle la testa con le braccia e a dividerla dal resto della squadra.
-Credevo che Tre volesse parlare con me.- Amber trova il coraggio di rivolgersi a Bloody. Il nostro capo non è il più alto in grado, ma continuiamo ad ascoltarlo come fosse il nostro profeta personale. Al momento la sua faccia è una maschera impassibile e sta mordendo la sigaretta.
-Anche io credevo che avrebbe spellato te, e invece...- rivolge uno sguardo a Candy. Stesa sul pavimento dell'elicottero, Numero Cinque arranca per respirare, ma rimane svenuta -Quante ne ha combinate nell'ultimo mese?-
-Ha quasi fatto esplodere un bunker di Cape Town. In volo verso Johannesburg ha usato le pale di un elicottero per falciare dei grifoni, e solo per fortuna fra i Profeti venuti con noi si trovavano dei levitatori.- Nyrahim inizia ad elencare.
-Abbiamo avuto fortuna.- biascica Becca.
-Sì, ma ne abbiamo avuta meno a Limpopo. Vorrei non dovervi ricordare che ha devastato un treno passeggeri. Con dentro passeggeri. E solo perché era convinta che i redcap si fossero nascosti sottoterra.-
-E si sbagliava.- urla Mark dalla cabina -Io lo avevo detto che non erano lì sotto.-
-Non è colpa tua.- gli assicura Bloody Hell, su questo siamo tutti concordi e tutti annuiamo.
-Con quanto ha fatto oggi, è troppo. Ha distrutto quasi mezza città.- continua a gridare il pilota -E per cosa? Per dei licantropi che potevate affrontare anche senza di lei? No, per mettersi in mostra.-
-Numero Tre ne ha piene le palle e, maledizione, sono d'accordo.- la sintesi di Hell è precisa come sempre -Maledizione di una stramaledizione, sta facendo solo casino, sta uccidendo innocenti senza criterio. Odio questa cosa e ancora di più odio sia una mia amica, e sotto la mia responsabilità.-
-Tecnicamente la seconda cosa non è vera.- interviene il rasta. Si liscia la maglietta di Casa Martell. La ha ancora, è riuscito ad incantarla per renderla inattaccabile, quindi quasi non si deteriora -È sotto la responsabilità di Numero Tre, Numero Dieci e di Rev, se vogliamo essere precisi.-
-Magari il concetto non entra nella tua zucca vuota, ma se è una mia amica è anche una mia responsabilità.- ripete il capo. Non gli do tutti i torti, sono mesi che lo supplico di prendere provvedimenti, o di lasciare che Numero Dieci conceda a me di farlo.
-Buttiamola giù.- propone Becca. Non la ho mai sentita dire una cosa del genere, la guardo allucinato -Il problema è Viola, il problema è la morte di Viola. Gliela facciamo raggiungere e siamo tutti contenti, soprattutto lei.- Nyrahim le appoggia una mano sul ginocchio e ferma il calcio che l'adepta sta per tirare a Candy.
-Siamo stanchi e stiamo vaneggiando, calmiamoci tutti.- sospira Bloody.
-Spezzo una lancia del sole a favore dell'idea di miss Becca. Se la uccidiamo adesso, le faremo un favore.- anche il rasta ha subodorato che genere di persona sia Numero Tre.

 

-Haydan, come faccio ad assorbire l'energia magica degli umani?- chiedo a bruciapelo. Il vampiro sputa la sua birra.
-Uno, non mi chiamare per nome in pubblico. Due, non mi fare domande di questo genere in pubblico. Tre, perché ci stiamo vedendo in pubblico?- ringhia Numero Dieci.
-Uno, ci conosciamo a sufficienza perché ti possa chiamare per nome. Due, sei tu che hai voluto venire qui a prendere una birra con me. Tre, vuoi che ci vediamo in privato?- propongo fingendomi ammiccante. Rabbrividisce, e rabbrividisco anche io. Su questo siamo assolutamente d'accordo e poi restare solo nella stessa stanza con un vampiro non è una mia aspirazione. Comunque devo ringraziarlo: la battaglia a Port Elizabeth è stata difficile e, a due giorni di distanza, avevo bisogno di rilassarmi.
-Perché una domanda del genere?- abbassa la voce e si sporge verso di me, per non far sentire al resto del locale quello di cui stiamo parlando. Non che sia un pub molto frequentato dai Profeti, ma Haydan è certo che Numero Tre mi stia tenendo d'occhio.
-Non si sa mai.- replico elusivo.
-È per Numero Cinque?-
-Anche.- non ci provo neppure a mentirgli. Haydan mi scruta con il suo sguardo nero, sembra incerto e allarmato -Tanto a te non cambia niente, no? La tua magia la posso già assorbire, che ti costa aiutarmi?-
-Non sono sicuro che quei tatuaggi possano riuscirci.- afferra un tovagliolo e pulisce la chiazza di birra sul tavolo -Come speri di imparare a fare una cosa del genere? Ti serve una cavia, e non potrò essere io.-
-Bloody Hell, Becca, Nyrahim...-
-Evita Amber e Rev.- sì, mi ha appena dato un ottimo consiglio. Il potere di mia sorella è aumentato a dismisura, se lo assorbissi senza aver mai imparato a padroneggiare la magia del fuoco, probabilmente morirei carbonizzato. E per quanto riguarda Amber... non so come sia di preciso, ma fare la bambola voodoo non mi sembra una grande idea.
-Proverei con Bloody, se ci sta.- rispondo cacciandomi in bocca un'oliva ripiena. Riesco ancora a stupirmi di quanto siano buoni questi sapori. Anni di cibo indiano mi avevano davvero atrofizzato il gusto -Ho un'altra domanda però. Secondo te rischio di ucciderlo?-
-Beh...- temporeggia, beve un sorso di birra. Quando appoggia il bicchiere stringe i denti e li fa stridere, lo fa sempre quando riflette -Dovrebbe funzionare come con le creature mitologiche, non credi?- faccio spallucce -Ma rischi di debilitarlo e trovarti senza guaritore nella squadra. Numero Tre ha intenzione di farvi lavorare sodo dopo il pasticcio a Port Elizabeth.-
-Che novità.- ironizzo scrollando il capo.
-A voi sembra di affrontare un sacco di missioni, ma in realtà c'è davvero molto da fare.- Haydan è serio, gli rispondo con un sospiro. Stare fra i Profeti mi ha permesso di guardare oltre il mio orto, di capire quanto sia disperata la situazione dell'umanità ora: stiamo combattendo per ritardare la nostra fine, non per sopravvivere -Ti suggerirei Becca. È l'unica che potrebbe riprendersi l'energia se esageri.-
-È una buona idea, solo che al posto di convincere solo lei, dovrò discutere con due persone.- mangio un'altra oliva e ricambio con un sorriso sarcastico il suo sguardo confuso -Nyrahim.-
-È una piaga. Che c'è fra quei due?-
-Tu lo hai capito?- gli chiedo retorico.
-Chiaro.- solleva la birra in un finto brindisi e la scola per intero, agitando il bicchiere vuoto per richiamare una cameriera e farsene portare un altro -Servirebbe una caraffa, in puro stile americano. Non ho capito perché qui non si usa.-
Lascio che la cameriera arrivi e porti un'altra birra anche a me. Per qualche minuto mi limito ad ascoltare la musica di sottofondo. Elettronica, mi è sempre piaciuta. Mi distrae dai problemi e mi ovatta la testa a sufficienza da attutire tutto il resto. Un pensiero mi resta però ben chiaro in mente, come un cuneo piantato dritto nel mio cervello. Non so come introdurre il discorso con Haydan, non so quale reazione potrebbe avere e una parte di me ha paura che ne parli a Numero Tre, e che lei mi richiami per aver fatto una domanda di troppo. Se entri nei Profeti devi obbedire e basta, sapere il necessario e non chiedere di più. Con la mano mi tocco la nuca, percorrendo il simbolo marchiato a fuoco. Ho fatto ricrescere i capelli, ma sulle bruciature non ne sono più spuntati, quindi lì ho una specie di ridicola chiazza a forma di sigillo.
-Senti...- mi decido a riaprir bocca, ma tergiverso. Fisso la birra ed eludo lo sguardo del vampiro.
-Chiedi e basta.- sbuffa lui con l'usuale irritazione. Odia quando prendo i discorsi alla lontana.
-Senti, ma i Profeti ce l'hanno un piano a lungo termine o si tratta solo di morire il più tardi possibile?- non so neanche se voglio davvero saperlo. In risposta, Haydan scoppia a ridere a lungo e pure di gusto, con la bocca spalancata e le zanne ben in vista.
-Non ne abbiamo la più pallida idea.-
-Che?- il mio tono si smorza del tutto, l'aria stessa pare volermi strozzare.
-Non sappiamo cosa vogliono, non sappiamo da dove entrano. Senza queste informazioni, come pensi che potremmo avere un piano a lungo termine?-
-A parte prendere il controllo sul pianeta.- mi agito un po' sulla sedia. Siamo appartati in un pub quasi del tutto vuoto, ma parlo con il tono più basso possibile.
-Quello lo abbiamo già, visto che siamo gli unici a poter fornire tutto il necessario e anche qualcosa in più.- sorride tranquillo -Ad ogni modo, l'idea è più che altro dei Planetari. Alla maggior parte dei Gendarmi importa ben poco e figurati agli Accoliti. Le nostre schiere sono fatte da disperati, non da invasati. Certo, molti esoteristi, quelli che lo erano già prima di tutto questo e alcune nuove leve, sono più che contenti dell'idea di detenere il potere, ma...- fa un gesto vago con la mano, come se volesse liquidare con sufficienza questo discorso -Ma non cambierà comunque niente. Prima erano i non magici a comandare, adesso saranno i magici. Le differenze resteranno e se un'istituzione in particolare arriverà al potere, sarà lei a dettare le leggi.-
-Al potere ci sono già i Profeti, dubito che la cosa sia destinata a cambiare nei prossimi anni.- commento gelido. Haydan scrolla le spalle. A lui non importa, lo so bene. Lui le cose le guarda in scala di secoli, non di decenni: per la mente di un vampiro quanto accaduto negli ultimi anni è soltanto un breve capitolo nella lunga storia di un pianeta. Decido comunque di non mollare -Facevi parte dei nemici, qualcosa più di me la devi sapere per forza.-
-Kikilia cosa sa?-
-Haydan!- commento esasperato.
-Numero Dieci.- mi corregge severo -Kikilia cosa sa? Niente, un bel niente. Cosa ti fa pensare che io possa sapere qualcosa in più?-
-Il fatto che mi hai raccontato che appena arrivato da questa parte di universo la tua prima mossa è stata allearti con gli umani?- propongo scocciato.
-Questo perché non ero d'accordo con lui.-
-Il Leviatano.- bofonchio a denti stretti. Bevo un paio di sorsi di birra prendendo tempo per riflettere. I Planetari lo monitorano da quando è giunto da questa parte, sanno sempre dove si trova, come se fosse lui la chiave di tutto e, a quanto sembra, è così.
-La nostra è una dimensione quadruplice.- riprende il vampiro. Gli do tutta la mia attenzione, pregando perché mi dica qualcosa che non so, l'attacco della spiegazione non è male -Noi, quelle che voi chiamate creature mitologiche, siamo sparsi su quattro piani di energia differenti. Fra loro si intrecciano e sono interconnessi. A conti fatti, si tratta di una dimensione parallela alla vostra. Siamo arrivati da questa parte sfruttando alcuni punti in cui la nostra e la vostra dimensione si toccano.- questo Nyrahim e Becca lo supponevano da sempre, niente di nuovo -Ogni piano è ufficialmente dominato da un elemento, e il reggente di ogni piano è chiamato Leviatano.-
-Cosa?- questa notizia invece mi intontisce -Quindi potrebbe essere che sulla Terra si trovi più di un Leviatano?-
-No, la faccenda riguarda solo il Leviatano dell'Acqua.-
-Sei sicuro?-
-Abbastanza.- replica serio. Non è una conferma certa, ma meglio di niente. Lo esorto a proseguire -Da quello che ho sentito sussurrare, si tratta di una faccenda piuttosto personale.- gli rivolgo il gesto di continuare, sta centellinando le parole -Se devo essere onesto, mi domando cosa abbiate combinato per farlo incazzare così tanto. I Leviatani di base sono pacioni.-
-Quell'aggettivo si accorda molto poco con l'apocalisse che ha scatenato.- osservo tentando di non darmi per vinto -Se non sappiamo cosa abbiamo combinato o cosa vuole, perché nessun Profeta ha tentato di parlarci? Perché i divinatori non si sono attivati per capirlo attraverso la magia?-
-A quanto sembra la magia non può scoprire cosa vuole.-
-E ti pareva.- le mie brillanti idee sono andate in fumo.
-Inoltre, parlare con un Leviatano incazzato non è come dirlo.- questa volta la sua espressione si fa tirata. È lui a prendere un'oliva e a masticarla con lentezza -La nota positiva è che, a quanto sembra, la maggior parte delle creature leggendarie senzienti si stanno scocciando della situazione. Non è molto onorevole essere sguinzagliati come cani da caccia senza sapere di preciso cosa cercare.-
-Frena.- sollevo una mano con decisione -Se li sguinzaglia come cani per cercare qualcosa che non sanno cosa sia... come potrebbero capire di averla trovata?- la mia domanda deve essere molto sciocca, visto che si lancia in un'altra risata sguaiata. Qualche cliente ci guarda curioso e io inizio a infastidirmi. Affogo l'irritazione nella birra, fine della seconda pinta. Incrocio le braccia al petto e attendo che Haydan torni serio.
-Una volta che l'umanità è stata sterminata lui potrà uscire e cercare ciò che vuole.-
-Se quello che vuole non lo stermina prima.- considero sardonico.
-Se si tratta di un essere vivente, sarà sicuramente capace a sufficienza da non morire.- mi risponde con una smorfia supponente.
-È una scemenza.- riprendo finendo anche l'ultima oliva -Se chiedesse aiuto a noi...-
-Non sapreste da che parte partire.-
-Ma...-
-Non sapreste da che parte partire.- ripete scrollando le spalle -È un oggetto? Come lo riconoscereste? E se è un essere vivente, si sta mimetizzando. Izaak, so che il Leviatano ti sembra solo un enorme mostro primitivo, ma è il più furbo di noi.-
-Di certo non il più saggio. In una ipotetica scheda di Dungeons and Dragons, avrebbe un notevole malus alla saggezza.-
-Non ho idea di cosa tu stia dicendo, ma ok.- dice compatendomi. Mi sento uno scemo, ora parlo come il rasta di Casa Martell, che schifo -Il tuo amico, T.B., sembra piuttosto interessato alla questione.-
-Lo hai notato, eh?- impossibile non accorgersene, Testa Bionda nei primi mesi insisteva a chiedere del Leviatano e da poche settimane è riuscito ad entrare nel team di monitoraggio del mostro. Non abbiamo mai capito perché tanta apprensione: la giustifica con il fatto che sembra il più grosso e pericoloso dei nostri nemici, ma Bloody Hell sospetta ci sia qualcosa d'altro sotto. Rev è d'accordo e Mark insiste che dovremmo affrontare la questione di petto. Io ho deciso di tenermene fuori per ora. T.B. mi è sempre stato simpatico, ma da quando è morto Yao anche lui si è allontanato. Più che altro ci usa quando ha bisogno, la cosa mi da sui nervi, ma è un ragazzino e lascio stare -Dovrei fare una domanda diretta a T.B. secondo te?-
-Non so. Io volevo solo suggerirti di dirgli di smettere con questa ossessione e di piantarla di premere sul comando. Numero Tre ha già abbastanza problemi, sta iniziando ad innervosirsi troppo e non è una buona cosa.- la sua voce si vela di una percettibile paura. Non riesco a distinguere il terrore che prova verso quella donna dal timore reverenziale -Non vorrei che Numero Tre decidesse di eliminarlo dalla squadra. Sarebbe una perdita, è diventato uno dei nostri migliori divinatori e ho la certezza potrebbe dare ancora di più. Però...-
-Si frena.- concludo io con uno sbuffo. Haydan mi guarda perplesso -Credi che non me ne sia accorto? Già ai tempi della Cantina faceva meno di quello che avrebbe potuto fare.-
-Sì?- il vampiro aspetta una mia conferma, annuisco -È paradossale.- continua scrollando il capo -Si vede che per lui la magia è una cosa naturale, perché frenarsi? Forse ha un problema come quello di Rev? Non lo so, parla troppo poco, non riesco ad inquadrarlo.- ho un'idea precisa di quanto Numero Dieci ci sappia fare con le persone e i loro segreti, non è rassicurante che non riesca a comprendere il moccioso. Però temere che nasconda qualcosa mi sembra un'idea molto sciocca -Forse la domanda diretta potrebbe essere interessante per le sue reazioni.-
-Eccovi qua!- esclama la voce squillante di Kikilia. L'arpia è arrivata al nostro tavolo senza che noi, presi nella conversazione, ce ne accorgessimo. Haydan scatta in piedi per farsi abbracciare con più facilità. L'anno scorso rabbrividivo davanti a questa scena, adesso è la normalità.
-Ehilà.- la saluto lasciando che mi baci sulla guancia.
-Hanno individuato il Leviatano.- annuncia poco contenta -La sede è in totale fermento, dovreste raggiungerci.-
-Lo avevamo perso di vista?- chiedo disorientato.
-Per poco, solo da qualche giorno.- si affretta a rispondere Numero Dieci. Striscia la carta di credito sul lettore del tavolo, afferra la giacca e si affretta a seguire l'arpia fuori dal pub.
Lo raggiungo mentre sta già mettendo in moto la macchina. Kikilia prende posto davanti, a me tocca restare dietro, ma mi appoggio ai sedili per vedere le loro facce.
-T.B. sta facendo il diavolo a quattro.- ci ragguaglia la donna. Sarà perché non vede l'ora di raggiungere il Leviatano? Finalmente ci muoviamo? Anche io fremo all'idea -Non ho ben capito cosa sta succedendo, Numero Tre spinge per organizzarci e raggiungere il golfo in cui si è alloggiato, mentre T.B. non vuole muoversi.-
-Non vuole...- mi aggrappo al sedile per non scivolare a causa di una curva troppo brusca di Haydan -Come non vuole muoversi?- mi sento terribilmente frastornato, ma sono sicuro che non è colpa delle birre.
-Non vuole muoversi, non vuole contattare i Planetari e scendere in campo.- precisa Kilia -Dice che una squadra di dimensioni più piccole riuscirà a fare di meglio.-
-Ma che problemi ha lui? Neanche ci scende in campo.- ringhia Numero Dieci senza trattenere la rabbia. Un'altra curva secca e poi il rettilineo che porta dritto alla sede dei Profeti. Il vampiro spinge sull'acceleratore e si porta al centro della strada libera. È pazzo, ma ha dei buoni riflessi. Se la fortuna ci sorride, arriveremo vivi.
Haydan inchioda quando superiamo il cancello, parcheggia e ci precipitiamo fuori dalla macchina. Kikilia vola verso i piani superiori, a noi invece toccherà correre.
-Dai bimbo, prendi un po' della mia energia magica. In forma di pipistrelli facciamo prima.-
-Numero Dieci, qualche minuto non sarà...-
-Fallo.- intima snudando i canini.
-Obbedisco, signore.- appoggio una mano sulla sua schiena e assorbo magia sufficiente. Un attimo dopo siamo trasformati in una grossa nube di pipistrelli e sfrecciamo dietro all'arpia. Non mi abituerò mai alla sensazione di avere più di un corpo, decine di paia di occhi e altrettanti arti. È innaturale, mi mette a disagio e non comprendo questo eccesso di fretta.
Irrompiamo nella stanza delle riunioni mentre alcuni Accoliti e Gendarmi stanno facendo altrettanto. Solo che noi facciamo scena. Ci dividiamo in due nugoli separati di topi volanti e riprendiamo la nostra forma. Faccio più fatica di Haydan, rimetto i piedi a terra in modo più goffo. Mi aspettavo un gran casino, invece ci sono solo due persone a parlare fitto e a voce alta.
-La mia squadra è potente, possono fare quello che farebbero i Planetari, ma senza attirare attenzioni.- sta dicendo T.B. Con un moto di irritazione mi chiedo da quando ha una squadra propria.
-La tua squadra.- ironizza Numero Tre in tutta risposta, esprimendo il mio pensiero e quello che vedo stampato sulle facce di Bloody Hell e Rev. Li raggiungo e mi metto a sedere scambiando uno sguardo preoccupato con loro, Nyrahim, Becca, Mark e Amber. Ignoro Candy -Sono gli uomini di Numero Due.- si riferisce alla mia adorabile finta sorella, che ormai ha scalato la gerarchia. Il comando resta a Tre solo per cortesia, per anzianità e perché Rev non ne vuole sapere di gestire una base intera.
-Va bene allora. Gli uomini di Numero Due sono in grado di farcela da soli contro il Leviatano.- rimbecca il moccioso. Dovrebbe stare zitto -Scomodare i Planetari? Perché? A cosa serve? Non eri tu quella che voleva l'onore?- a quelle parole, nella sala il brusio aumenta. Molti mormorano parole incredule, Tre sta fremendo di rabbia. Dieci è alle sue spalle, mi chiedo chi di loro due alzerà le mani per primo -Allora prenditelo, l'onore.-
-Ragazzino, l'onore è per gli idioti.- sibila Numero Tre. È incazzata nera, al mio fianco Rev trema di paura. Appoggio la mano sulla sua e stringo, non so se per dare sostegno a lei o a me -Noi vogliamo la sicurezza.- il comandante di questa base di Profeti scandisce ogni sillaba -Dobbiamo approfittare di questa occasione d'oro.- tantissimi elevano il proprio consenso -Quindi contatteremo i Planetari e ci muoveremo in forze contro il Leviatano. Oppure, un semplice Accolito spera di contrastare la decisione dei Gendarmi di questa base? Devo ricordarti che non hai potere decisionale?-
-I miei amici si sono allenati tanto, sono pronti.- T.B. è livido almeno quanto lei, non capisco perché si stia intestardendo in questo modo assurdo. Bloody Hell accenna ad alzarsi, si risiede, e accenna ancora. Non sa neanche lui cosa c'è da fare, andiamo bene -Loro possono sconfiggere il Leviatano.- perché ne è così sicuro?
-No.- alla fine è Nyrahim quello che si alza e prende parola, scoccando un'occhiata gelida al moccioso -Chi ti da il diritto di parlare per noi? Dal momento in cui siamo entrati nei Profeti, obbediamo alle direttive del comando. Inoltre, quella che ha preso Numero Tre è la decisione migliore.- la donna addirittura lo ringrazia con un cenno.
-Rischiamo di portare al macello migliaia di persone...-
-Quindi è meglio sacrificarne nove?- tuona il rasta sbattendo le mani sul tavolo. Non lo ho mai visto così arrabbiato. Neanche Becca riesce a trattenerlo e tirarlo seduto -Fammi capire T.B., da che parte stai? Inizio a pensare che ti farebbe comodo mandare noi nove al macello, solo che non capisco per quale motivo.-
-No!- squittisce il divinatore agitato.
-E allora perché noi e non altre nove persone?- incalza il Martell. Mi sono sempre stati sul cavolo i Martell: onore, vendetta, intrigo e poi muoiono. Spero che Nyrahim non faccia questa fine, però.
-Voi potete farcela, siete una squadra affiatata.-
-Ci sono altre squadre affiatate più abili di loro e più numerose.- è Numero Dieci a muovere questo scacco, bel colpo.
-Ma nessuna...- T.B. si umetta le labbra e cerca le parole -Nessuna possiede un ladro di energia.- quindi sono io il punto? Ridacchio, andiamo sempre peggio -E una dominatrice del fuoco così...-
-Il Planetario del Sole sa fare molto meglio di Numero Due, con tutto il rispetto parlando.- commenta Tre. Si è improvvisamente freddata, sta valutando la situazione. Forse riusciremo a concludere con la scelta migliore.
-Ma Rev...-
-È il Numero Due, non un Asso, non un Planetario.- ripete la donna. La mano di mia sorella trema, mi sussurra che non sta capendo cosa T.B. voglia fare. Perché, io sì?
-C'è anche Numero Cinque.- aggiunge cercando uno sguardo di approvazione di Candy.
-È vero.- la bambola si alza in piedi. Spero si trattenga dal dire la scemenza del giorno -Noi nove potremmo davvero farcela contro il Leviatano. Numero Tre, potresti considerare l'idea...-
-Taci! Seduta.- ruggisce Numero Tre.
-Insisto.- Candy non si rimette comoda a godersi lo spettacolo.
-Raadquadrar jovur murda.- pronuncia Tre con rapidità. Non abbiamo il tempo di vedere cosa succede, Numero Cinque urla e cade a terra contorcendosi, stringendo il ventre e raggomitolandosi su sé stessa. Molti distolgono lo sguardo, un paio di ragazze si stringono l'una all'altra e cercano di trattenere i tremiti di paura.
-Lo ha fatto di nuovo.-
-Non potrà più avere figli.-
-È una donna...- nessuno osa definire Numero Tre.
Il capo della base si alza, arrivando con passi misurati al posto occupato da Candy. Con la punta dello stivale le rivolta la faccia sofferente. Io fisso davanti a me, cercando di vedere la scena solo con la coda dell'occhio.
-Alla prossima saranno le corde vocali.- la informa fissandola negli occhi -E poi le gambe.- prosegue con il tono più duro che le ho mai sentito usare -In questa base non tolleriamo insubordinazione e colpi di testa. In questa base, finché ci saremo io e Numero Due al comando, non ci saranno errori grossolani. Non ci saranno sciocche ragazzine che giocano a fare i supereroi, né mocciosi che pretendono di mandare al macello solo nove persone e lasciare che tutti gli altri guardino impotenti.- da un calcio a Candy e si dimentica di lei, tornando verso la sua poltrona -Nove persone che sono tue amiche, Accolito.- le sono improvvisamente grato per star rimettendo al suo posto T.B. -Tu mi parlavi di onore prima, o ho sentito male? Numero Sette di Spade, potresti dirci cosa ne pensi in quanto ad onore della mossa proposta dal tuo amico?- si rivolge a Bloody Hell.
-Damn.- lo sento dire sottovoce mentre si alza a fatica. Si impettisce e sistema le mani dietro la schiena. Mentirà o dirà la verità? -Penso che non ci sia onore nel sacrificio insensato, signora.-
-Non sarebbe insensato!- Testa Bionda freme e continua a protestare.
-Dovresti vergognarti, non siamo le tue pedine.- ora che si è risolto a dirlo, Bloody sembra più tranquillo di prima. Soprattutto, è freddo e distaccato, il caposquadra che ci vuole in questo momento. Rev non sarebbe mai riuscita a dire una cosa del genere.
-Grazie. La questione, comunque, era già chiusa. Ti ho ascoltato solo per gentilezza T.B., mal riposta a quanto sembra.- Numero Tre sembra stanca -Numero Due, Numero Dieci, venite con me. Numero Sette di Spade, anche tu e ti proibisco di curare Numero Cinque di Denari. Qualcuno la porti in infermeria da Mr. Bones. Un'ultima informazione, che forse non è arrivata alle orecchie dei nuovi. La punizione per i divinatori insubordinati è la lobotomia.- il resto della compagnia delle Coppe annuisce solerte. Numero Tre, soddisfatta, lascia per prima la stanza della riunione.
Rev non mi molla la mano, sono costretto ad alzarmi anche io e a seguirla, anche se non sono stato chiamato con loro. Temo una ramanzina, ma non vorrei lasciare mia sorella in questo momento. A differenza di T.B., ho compreso bene la gravità della situazione e della decisione che hanno preso.
Il comandante della base si volta e mi guarda, ma non dice niente.

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Capitolo 7
*** VII ***



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VII


È nel Golfo del Messico che si è ritirato il Leviatano. Tutti i Profeti sono confluiti in questo punto, circondando ogni angolo del golfo con un enorme campo magico e attaccando in forze. Ci siamo anche noi, appoggiati alla grossa base di New Orleans. È una fortuna non essere stati mandati né al fronte marino né a quello terrestre. Restando qui in città riusciamo a non fare niente di diverso dal solito: combattere le creature che sconfinano, perché questa città deve restare sicura come nostro ultimo baluardo, in attesa che i Planetari accumulino magia sufficiente e si sintonizzino con i divinatori per scagliarla contro il Leviatano. Solo contro di lui, è questo il piano. Mi è sembrato rischioso, ma che alternative abbiamo? Potremmo mettere fine alla guerra proprio oggi, o domani, o al massimo domani l'altro. La guerra non durerà più di un'altra settimana, l'idea ci galvanizza e, nonostante i tre giorni di combattimento ininterrotto, ognuno di noi da il meglio.
L'alba di oggi la stiamo guardando dal tetto di un vecchio edificio storico, con Numero Dieci, mia sorella Rev e gli altri. Manca soltanto T.B., perché anche Candy si è unita a noi, dandoci l'impressione di essere tornati ai vecchi tempi. Sappiamo che non è così, ma l'aggressione di Numero Tre ha quietato la sua pazzia. Per ora, perché Amber si aspetta che da un momento all'altro Numero Cinque esploda e ci sacrifichi per la sua stupida gloria. Me lo aspetto anche io, ma non mi importa: con attorno i miei amici sono felice, anche se sputiamo sangue.
Il cielo rifulge di fulmini e incantesimi. Schiere di demoni e creature solcano continuamente quegli spazi distanti. Arrivano dall'aria, dal mare, dalla terra: i mostri sono ovunque. Vicino a Cuba si è aperto un enorme vulcano che rigurgita senza sosta ifrit e balrog. I dispacci dicono che laggiù i Profeti riescono a trattenerli a stento. Stanno provando nuove magie di confinazione, ma a prezzo di vite e vite. Mi rincuora che qui le cose vadano meglio.
Tuttavia niente riesce a frenare l'inquietudine del vedere quell'enorme sagoma serpentiforme agitarsi fra il mare e il cielo, sollevare enormi ondate di acqua e ruggire con una forza tale da generare terremoti. Ce ne sono già stati così tanti che siamo dei veri folli a stare sul tetto di un edificio, ma confidiamo nelle nostre capacità. Confidiamo gli uni negli altri, negli scudi di Nyrahim, nell'agilità di Amber, nel potere di Bloody Hell. Non so perché Numero Dieci sia restato con noi, forse perché c'è anche Kikilia, ma sono contento sia qui.
-Mi spiace tanto Kiki.- Haydan la stringe. È appena arrivata la notizia del quasi totale sterminio delle sue sorelle e l'arpia sta piangendo. Il vampiro è più fortunato, visto che la gran parte dei suoi compagni si è astenuta dalla guerra, o si è ritirata dopo poco. Gente vecchia, gente stanca, gente che non ha voluto partecipare fino in fondo a questa follia -Vedrai che le superstiti non le ammazzeranno. Abbiamo approntato delle prigioni apposta.- le ali di Kikilia fremono, ma l'arpia resta stretta a Numero Dieci, senza dire niente.
-Non devi combattere per forza.- mormora Rev tesa rivolgendole un sorriso rassicurante.
-Giusto. Se vuoi puoi tornare al sicuro, piccola.- approva Bloody Hell stringendo il fucile, lo stesso che aveva alla Cantina. Non lo ha mai lasciato, lo considera un prezioso talismano che tiene Viola ancora al suo fianco. Aggiusta la risoluzione del mirino telescopico e osserva la situazione, è tranquillo, quindi non ci sono pericoli imminenti.
-No.- piagnucola Kikilia -Io vi amo tutti... voglio proteggervi.- ok, questo è un po' imbarazzante. Mi schiarisco la voce, e non sono l'unico a farlo.
-Oh, che scemi che siete!- Amber protesta sempre quando prendiamo in giro Kilia -È dolcissima, siete solo degli stronzi invidiosi.- fa una linguaccia a Nyrahim e si siede con Mark, facendo finta di capire i dati che scorrono sul suo tablet.
-Anche noi ti amiamo tutti.- risponde Haydan accarezzandole la testa per tranquillizzarla.
-Adunata!- la voce di Ireen, cristallina e metallica, spezza l'aria richiamando tutte le squadre nella città. È così chiara e diffusa che sono sicuro si senta a chilometri.
-Andiamo da Numero Tre.- ci invita Rev.
-Un attimo.- l'arpia ferma tutti. Mi giro anche io e la guardo interrogativo. Si asciuga gli occhi e ci sorride come solo lei sa fare. Si alza a mezz'aria e ci bacia tutti, tutti, sulle labbra. Restiamo storditi: è un gesto così spontaneo, inaspettato e dolce che non servono parole.

 

Un'enorme vampa di fiamme schizza al mio fianco, l'aria sfrigola e qualche scintilla si infrange sul mio impermeabile. La pelle per fortuna non prende fuoco. Lancio un grido entusiasta, il drago è morto, non aveva speranze contro Rev.
-Grande sorellina!- alzo gli occhi e grido. Ora è davvero la Torcia Umana al femminile, con il corpo del tutto ricoperto dalle fiamme e, come se non bastasse, in grado di volare.
-Grazie.- sfrigola divertita -Ci sono dei coboldi svenuti laggiù.- indica a noi restati a terra. Ci muoviamo compatti, scortati dall'enorme esoscheletro costruito e alimentato da Mark, che finalmente ha potuto unirsi a noi. Bloody Hell è arrampicato su una spalla, da lì tiene d'occhio i dintorni mentre io mi avvicino ai mostri. I tatuaggi brillano della rassicurante luce arancione e, mentre affondo gli artigli nel primo coboldo, pulsano assorbendo la magia. Faccio lo stesso con tutta la dozzina di mostriciattoli, uccidendoli uno ad uno.
Candy, a un centinaio di metri, solleva in aria un centro commerciale e lo abbatte sulla mandria di minotauri che ci sta per caricare.
-Certo che fa paura, eh? Come Magneto in Giorni di un Futuro Passato.- commenta Mark.
-Lui alza uno stadio.- precisa Numero Dieci.
-Dai, davvero ti piace quella roba?- chiede Becca incredula. Lo conoscesse come lo conosco io, si stupirebbe di più nel sapere che dipinge miniature di Warhammer... però che schifo Dungeons and Dragons, eh. Ormai il corpo dell'ex adepta del Dragon Rouge è completamente marchiato a fuoco, sa l'inferno cosa ha dovuto sopportare, ma lo spettacolo non è male: va in giro seminuda.
-Cosa facciamo ora?- domando in cerca di nuovi ordini.
-Woha.- Nyrahim mi guarda con occhi sgranati. Gli altri sogghignano. Solo in questo momento mi accorgo che ho una coda. Mi deve stare malissimo, non sono portato per fare il rettile.
-Come sei carino.- Kikilia mi svolazza intorno, ma il suo parere non conta.
-Attenta!- grida Rev. Dall'alto piomba su Kikilia, parandosi davanti a lei. L'arpia si sposta un attimo prima che un minotauro balzi su una macchina e poi addosso a loro. Passa attraverso mia sorella, ormai composta da puro fuoco, e si brucia il pelo. Lancia un muggito portentoso, ma non riesce a caricarci. L'armatura di Mark lo afferra per una zampa e lo solleva, permettendo ad Amber di avvinghiarlo con le sue corde. Finisce spappolato e torniamo a preoccuparci di altro.
Non abbiamo il tempo di riorganizzarci. Un globo di luce nera piomba in mezzo a noi. Veniamo investiti da un'onda di energia scura che ci acceca. Non vediamo niente, le voci sono ovattate, tutto sembra andare al rallentatore.
Sono arrivate le fate, questa non ci voleva. Le classiche rappresentazioni degli esseri fatati hanno poco a che vedere con la realtà. Le fate usano il loro aspetto delicato solo per trarre in inganno gli esseri umani. In verità hanno la pelle grigia e cadente, occhi neri come pozzi oscuri, capelli crespi e di un verdognolo malato, e si nutrono di paura e disperazione. Sono emanazioni del caos, le più grandi stronze della mitologia.
L'arpia grida e Mark utilizza il metallo del suo mecha per far rimbombare il suono e spezzare la sfera nera. La magia delle fate tremola e si infrange come cristallo. Quando torno a vedere, scambio uno sguardo d'intesa con Kilia. Salto, lei mi afferra e mi lancia contro una fata. Ancora a mezz'aria, riesco a dare una codata ad un'altra, mentre il mio peso abbatte il bersaglio.
Le infilo le dita nel petto e lascio che la magia scorra dentro e fuori da me. Quella dei coboldi la ho già lanciata agli altri. Assorbo tutto quello che riesco e attacco. Un incantesimo dopo l'altro mi apro la strada fra le fila nemiche, le macerie, le magie, le illusioni. Non riesco a distinguere cosa è vero e cosa no, vengo ferito continuamente, la stanchezza si impossessa della mia mente, ma mi impongo di resistere. Ogni tanto sento che Bloody Hell riesce a raggiungermi con un incantesimo di guarigione, ma non è sufficiente a ridarmi lucidità.
-Un regalino.- Haydan mi circonda sotto forma di nebbia. Ansimo, ma mi sforzo di assorbire la sua magia.
Anche io mi tramuto in bruma, è una strana sensazione andare alla deriva fra un corpo e l'altro senza riuscire a toccare niente, ma posso insinuarmi in ogni orifizio e assorbire fino in fondo il potere della maggior parte delle fate rimaste. Le sento cadere una ad una, mi fermo solo quando sono tutte a terra.
Trovo un posto tranquillo e mi ritrasformo. Le gambe mi reggono molto meglio di prima, i tatuaggi ora brillano di arancione cupo. Riprendo fiato e scopro che Mark e Becca stanno sterminando gli ultimi mostri, alcuni serpenti alati che non hanno difficoltà ad uccidere.
-Rev?- chiedo a Numero Dieci. Anche il vampiro riprende forma umana, le gambe faticano a reggerlo, ma lo sostengo io. Indica il cielo.
-Dal mare è uscito un kraken. Numero Due e Numero Cinque sono state richieste in supporto.-
-Non mi piace.- mia sorella insieme a Candy a combattere un kraken in supporto a una squadra che non ce la fa da sola? No, no e poi no.
-Andiamo allora.-
-Non ti reggi in piedi.- gli ricordo severo.
-Allora accumulatore, diventa un trasformatore.- ha abbastanza energia per fare lo spiritoso, sono tentato dal lasciarlo qui con Nyrahim e Becca. Invece lo ricarico e per un attimo i suoi occhi brillano di rosso. È un lampo breve, svanisce subito, ma sono certo di averlo visto -Andiamo.- ordina tornando in forma di pipistrelli. Con decine di voci, ordina a Mark e Bloody Hell di coprirci le spalle.
Imito la sua forma e volo dietro a lui, mentre Nyrahim, Becca e Amber ci seguono come retrovie.
Arriviamo sulla costa trovandola completamente devastata. Il mare si è mangiato la terraferma, il suolo è molle e pastoso come fango.
-Attenti alle sabbie mobili.- annuncia Kikilia accogliendoci in battaglia.
-E tu che ci fai qui?- chiedo riprendendo l'aspetto umano.
-Aiuto.-
-È rischioso.- le dico passando ignorato. Fa spallucce, si alza in volo e si avventa su un kappa, stritolandolo con gli artigli. Mi fa sempre piacere essere ascoltato.
-Rapporto.- Numero Dieci interroga Ireen che, indietro rispetto agli altri Accoliti, sta organizzando la battaglia.
-Squadra persa.- odio il tono piatto con cui da certi annunci -Per questo ho chiamato Numero Due e Numero Cinque, erano le più vicine.-
Come in risposta alla sua affermazione, forzata dalla magia di Candy, un'intera collina si stacca con un rombo, finendo dritta fra i tentacoli del kraken. È uno spettacolo insolito vedere una ventina di lunghe propaggini arrancare per far emergere una creatura enorme.
La quantità di terra riesce a tenere occupato il mostro, permettendo a Rev e Candy di arretrare. Siamo tutti riuniti, di nuovo.
-Non ce la faccio più.- Numero Cinque cade in ginocchio e mi guarda supplichevole.
-Anche io sono un po'...- a Rev non piace molto chiedermi energia, teme che prima o poi io ne dia troppa e non riesca più ad aprire gli occhi.
-È ok.- rispondo ad entrambe -Sarà un po' strana questa volta. Minotauri, fate, coboldi e Haydan.-
-Numero Dieci.- cantilena il vampiro ammonendomi.
-Lui.- replico afferrando le mani delle ragazze. L'energia fluisce da me a loro, le fiamme di Rev tornano turbinanti, ma il pallore di Candy non diminuisce.
-Faccio ritirare Numero Cinque e chiedo altri rinforzi.- dice Ireen.
-No, lui è mio.- Candy non molla neanche questa volta, che stupida -Rev, ho bisogno che mi prosciughi parte del golfo.-
-Nessun problema, se è per poco.- noi ci guardiamo confusi, ma loro sembrano intendersela.
-Bene.- si allontanano, Rev in volo e Candy a piedi. Dopo una ventina di metri, la bambola si gira e torna a sorriderci come faceva quando eravamo alla Cantina. Ha di nuovo quell'odiosa espressione luminosa -Amici, vi voglio bene.- è un secolo che non lo dice, sento una stretta al cuore e qualcosa mi consiglia di regalarle ancora qualche stilla di magia. Lascio che si infonda in lei come una luce giallognola, ammicca grata in mia direzione.
-Cosa vuole fare?- chiede agitato Nyrahim -Che cosa ha intenzione di fare?- il maniaco del controllo scrolla Numero Dieci per le spalle.
-Che ne so?- replica il vampiro togliendoselo di dosso.
-Riattivo gli scudi. Per sicurezza, sì... per sicurezza.- bofonchia tornando a piantare picchetti nel terreno. Gli è più facile appoggiandosi all'energia del pianeta, non ho dubbio alcuno che a noi non succederà niente, ma temo per la vita di Rev. Quella di Candy, lo ho capito, è ormai persa.
Rev si trasforma in un piccolo sole. Brilla così tanto che siamo costretti a distogliere lo sguardo. Tende le mani e lancia due raggi di fuoco nel golfo. L'acqua inizia ad evaporare, la nebbia ci impedisce di vedere bene. Distinguo quasi solo sagome, tutto è grigio e appare distante. Poi la terra trema. Non riesco a mantenere l'equilibrio e mi trovo catapultato sul suolo ormai arido.
Alla fine vediamo il kraken, un mostro orribile, alto dozzine di metri. Riesco a contare una quarantina di tentacoli e a distinguere il suo viscido occhio nero. Intorno gli brulicano milioni di altre creature, è uno spettacolo disgustoso.
Candy grida con tutto il fiato che ha in corpo. È un urlo disperato, accompagnato da un'esplosione di potere. La terra trema di nuovo, più forte, sempre più forte. Sotto al mostro si apre una rete di crepe, vediamo pezzi di suolo sollevarsi e ricadere a centinaia di metri di distanza. Alcuni frammenti si schiantano sullo scudo dell'Harius. Non capisco cosa stia succedendo finché non vedo della lava eruttare dal cratere e lambire il kraken. Non ci voglio credere, la bocca mi si è asciugata.
Un altro urlo di Candy e la crepa diventa una voragine di metri e metri. La nebbia si colora di rosso, sembra di stare all'inferno. Il mostro stride, si scioglie. Cerca di aggrapparsi alla costa, ma la terra affonda con lui nell'enorme bocca creata dalla bambola.
Mi dico che è tutto finito, ma non è così. Candy urla ancora, e la terra si richiude. Non riesco a pensare, né a muovere un muscolo. Forse sono in stato di shock. Non può essere ancora viva.
-Numero Cinque deceduta.- annuncia Ireen al nostro quartier generale -Con onore.- aggiunge con una delicatezza che non le ho mai sentito usare.
-Siamo dei mostri.- mormora Becca -Come abbiamo potuto arrivare a tanto?- la sua amarezza è quella di tutti noi, di un gruppo di superstiti, di amici, che avrebbe voluto soltanto restare nella sua Cantina sicura a giocare agli eroi proteggendo degli esseri umani da due stupidi idioti. James e Bull non erano niente, in confronto a quello che abbiamo passato con i Profeti. Sembrano passati secoli.
-Mark, afferra Rev.- ordina Numero Dieci senza darsi per vinto. Mi chiedo perché deve afferrarla. Alzo lo sguardo e la vedo precipitare. No. Non anche lei, no. Eppure non riesco ad alzare un dito.
Al contrario, il mecha balza in aria, la prende al volo e atterra a qualche metro di distanza, facendo gemere il suolo. Per un istante, mi invade la paura di un nuovo terremoto e di una nuova esplosione del potere di Candy, ma non ci sono grida e tutto sta tornando alla normalità.
-Tranquillo, è solo svenuta.- la voodoo‑doll mi appoggia le mani sulle spalle e cerca di farmi alzare, ma non ce la faccio. È il mio primo crollo durante una battaglia, non riesco a tornare alla realtà.
-I Planetari sono pronti.- riferisce Ireen -Zona di sicurezza a cinquecento metri dall'obiettivo. Siamo al sicuro anche qui.-
Non abbiamo il tempo di esultare o di capacitarci che tutto sta per finire.
-Vi consiglio di stare attenti, sarà uno spettacolo che non rivedrete mai più.- aggiunge l'Accolita inginocchiandosi in preghiera, rivolgendo le sue parole ai Planetari e all'Unico Profeta, come fossero divinità. Visto quello che è stata in grado di fare Candy, visto il potere sprigionato da mia sorella, forse i Planetari sono davvero degli dei. O forse sono solo dei mostri peggiori di noi...
Undici figure si librano nel cielo di New Orleans. Lunghissime tuniche, ognuna di un colore diverso, fluttuano nell'aria. Sembrano sfere di energia, non persone, e diventano sempre più grosse, sempre più grosse. I fili di magia con cui sono attaccati ai divinatori sono centinaia. Arrivano ad ogni Profeta e poi si dirigono verso il Leviatano.
Dove l'orizzonte è occupato dalle spire dell'enorme serpente, il cielo brilla di mille colori.
Ho il cuore in subbuglio e più paura di quanta ne ho mai provata.
Poi la sentiamo.
È la sua voce, ci scuote nel profondo.
Dice una sola parola.
Parliamo.

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Capitolo 8
*** VIII ***



Partecipa al concorso The Ancient Tales.


VII

Nessuno si sarebbe mai aspettato che il Leviatano avesse anche una forma umanoide, a parte le creature mitologiche. Numero Dieci e Kikilia non sono affatto stupiti di vedere un uomo anziano, abbigliato degli stessi colori della livrea del Leviatano, attraversare con passo regale le due ali di Profeti raccolti nel cortile della parzialmente distrutta base di New Orleans. Lo scortano soltanto due nereidi armate di tridente. Non ci teme, ostenta la sua sicurezza.
Minuti dopo la fine della parata, siamo tutti indistintamente raccolti nell'unica enorme sala restata ancora in piedi.
-Devo essere onesto, sono mortificato per i danni arrecati.- il Leviatano inizia davvero con queste parole. Qualcuno lo insulta, ma la maggior parte di noi sono troppo attoniti e spossati per dire alcunché. Distinguo mia sorella, metri avanti, appena sotto la pedana che accoglie i Planetari e Numero Tre -Non vi preoccupate, siete tutti perdonati per il tradimento.- aggiunge rivolto alle creature mitologiche.
-Pacione.- mi bisbiglia Numero Dieci, non posso che dargli ragione. Difficile far collimare l'immagine del Leviatano con quella del vecchio uomo dall'aria bonaria che ora ci parla come fossimo suoi nipoti.
-Auspico che, da questo momento in poi, tutto possa tornare come prima, in pace. Se la cosa finirà oggi, sarà mia premura darvi tutto l'aiuto possibile a ricostruire il vostro mondo.- buona idea, dopo che lo hai distrutto.
-Stronzo.- commento a denti stretti. Pacione o no, cerco di ricordarmi che è lui il nemico.
-Possessivo.- mi corregge Haydan.
-Come possiamo far finir la guerra oggi?- domanda il Planetario di Urano. Lui e i suoi compagni sono tesi, e nel complesso tutti i Profeti, me incluso, sono pronti a scagliarsi contro il mostro. Perché il Leviatano sta rischiando così tanto?
-Vorrei mi deste la mia sposa.-
La sua risposta scatena il caos.
-Merda.- ringhia Haydan.
-Allora era vero, era sparita?- Kikilia si sporge verso il vampiro. Lo stesso brusio si solleva anche fra le altre creature mitologiche nostre alleate, ma neppure i Profeti stanno indietro con le parole. I mormorii si sollevano alti e insistenti.
-È una stronzata.- dice Nyrahim.
-O no?- propone Mark.
-No, era sparita.- insiste l'arpia -Non è la sua sposa, avrebbe dovuto esserlo, era solo la sua promessa.-
-Mi sento preso per il culo.- insiste il rasta.
-Non posso credere che si sia rifugiata qui, stupida mocciosa.- sibila Numero Dieci. Lui da peso alle parole del Leviatano, ma io continuo ad essere scettico riguardo tutto questo.
-La tua sposa?- irrompe possente la voce del Planetario di Marte -Noi non abbiamo la tua sposa.-
-Si nasconde fra di voi e finalmente sono riuscito a vedere sotto quali sembianze.-
-Senza offesa, ma perché non ci sei riuscito prima?- interroga Numero Tre. Dritta al punto, bene così.
-È solo per uno scherzo del destino se ci sono riuscito ora.- sta sorridendo amabile, è chiaro che lui si diverte -È uno dei fili con cui vi siete collegati a me.-
-Merda.- Haydan mi tira una gomitata.
-Sei pazzo?- gli chiedo sentendo le costole bruciare.
-Muovi il culo.- mi intima -Kiki, con me.-
-Sì.- risponde lei facendo segno anche agli altri di seguirci.
Mentre il Leviatano continua a parlare con i Planetari, noi sgattaioliamo fuori dalla sala.
-Sei impazzito?- gli chiede Nyrahim con tono venato di rabbia.
-Almeno lascia che si spieghi.- brontola Becca -Comunque, sul serio, ma sei andato fuori di testa? Numero Tre ci spella.-
-Chi manca?- ci domanda Haydan.
-Merda.- Mark si agita e si schiaffa le mani sul viso -Non può essere, Haydan, ti prego...-
-Numero Dieci.- il vampiro non demorde -Chi manca?-
-T.B.- il tono del rasta è funereo -Lo ammazzo.-
-No, no, ragazzi, che costa state dicendo?- interviene Amber con apprensione.
-T.B. è la sposa.- dico io con sicurezza. Mi viene in mente Kill Bill, anche in quel caso la sposa era la più insidiosa di tutte.
-Ogni pezzo è al suo posto ora.- commenta Becca amareggiata. Un tonfo ci fa voltare, Bloody Hell ha tirato un pugno al muro. Ammutoliamo davanti alla sua furia. È la prima volta che perde il controllo, neanche davanti alle scemenze fatte da Candy ha mai alzato le mani.
-Fortuna che non c'è Rev...- sussurro passandomi le mani sul viso. Cerco di pensare, e di farlo in fretta, ma temo che la situazione precipiterà da un momento all'altro. Io non so cosa voglio fare, cerco di decidere se per T.B. sarebbe più dura la morte, o la consegna al Leviatano -Andiamo con ordine, facciamo le domande giuste. Perché è scappata?-
-Non voleva sposarlo.- replica Kikilia.
-Perché? Per quale stramaledetto motivo?- tuona Bloody Hell accendendosi una sigaretta.
-Ohooo.- stride l'arpia -A quanto sembra perché lui è vecchio.- non ci prova neanche a fare dell'ironia.
-Pedofilia?-
-No. Da noi le cose funzionano un po' diverse.- la voce di Haydan assume toni di protesta -Quando un Leviatano è troppo vecchio, sceglie una sposa o uno sposo con cui accoppiarsi. Il nuovo compagno diventerà il nuovo Leviatano. Non ha senso che lo scelga fra la popolazione già anziana.- il discorso è lineare, non fa una piega. Quindi ha ragione e sta dicendo la verità -Non c'era altra scelta, doveva essere lei, tutto qua. È abbastanza potente da riuscire a controllare l'energia del Leviatano che, ricordo a te e dico agli altri, ha il compito di reggere l'equilibrio di un intero piano energetico.-
-Cosa facciamo?- chiede Mark aggiustandosi gli occhiali.
-Trovo T.B. e glielo consegno. Ho voluto farvi uscire giusto per correttezza, per dirvelo, perché siamo amici.- il vampiro parla veloce, ha fretta.
-Ti accompagno.- dico di getto.
-Col cazzo, veniamo anche noi.- Bloody Hell si ricompone, schiaccia il mozzicone di sigaretta sotto l'anfibio -Muoversi, truppa.-

 

-No, non voglio! È vecchio. Io voglio vivere la mia vita, non voglio diventare un Leviatano!- sbraita T.B. contro di noi.
-Così sei venuta sulla nostra Terra, ti sei nascosta e te ne sei fottuta quando è arrivato paparino con l'esercito al completo.- replica Bloody Hell tenendola sotto tiro da dietro lo scudo di Nyrahim. Continuo a chiedermi come faccia Testa Bionda ad essere la sposa del Leviatano: a me sembra soltanto un moccioso, maschio per giunta, senza alcuna vera peculiarità. Haydan però ci ha messo in guardia dal suo potere e di lui mi fido... al contrario di T.B.
-Io vi ho preparati. Io ho messo insieme i Profeti, vi ho dato l'opportunità di sapere in anticipo e di proteggervi.- insiste T.B. sulla difensiva.
-Li hai messi insieme e poi te ne sei fregata.- Bloody sputa in sua direzione.
-Brava, vuoi gli applausi?- anche Becca è incazzata nera. I sigilli che le coprono la pelle mandano lampi viola e neri. Sono tutti attivi, aspetta soltanto un ordine per attaccare T.B.
-Perché avrei dovuto restare con loro? Io li ho avvertiti.- ha un'espressione disinteressata che prenderei a pugni. Ora capisco che quello che un tempo scambiavo per un tentativo di nascondere il dolore, è in realtà soltanto menefreghismo -E comunque, dato che voi umani dopo dieci anni non siete stati in grado di tenere testa al Leviatano e ai suoi figli, sono giunta in vostro soccorso. Non ero anche io fra le fila dei Profeti?-
-Bloody, per me le chiacchiere si chiudono qui.- Nyrahim appoggia una mano sul braccio del capo.
-Non mi sono solo unita ai Profeti. È grazie a me che lui ha quel potere, dovrebbe usarlo per distruggere il Leviatano, non per tergiversare.- sta indicando me. Per un secondo non capisco, poi l'ira mi invade -Il mio piano era perfetto. Prendi uno qualsiasi, tatualo con il potere di succhiare l'energia e mandalo contro il Leviatano, il vecchio è morto e io continuo a vivere la mia vita. Ma si sono messi in mezzo i Planetari, maledetta me quando ho creato i Profeti.- il ragazzino incrocia le braccia e ci guarda supponente.
-Puttana.- Amber non resiste. Fa vorticare le corde e salta fuori dallo scudo, scagliandosi sulla sposa. Con un semplice gesto T.B. la respinge e la scaglia oltre la porta. Becca attiva tutta la sua magia. Lei e Nyrahim massimizzano lo scudo, poi la ex adepta del Dragon Rouge lo piega nel tentativo di imprigionare il vero mostro. La sfera nera si avvolge attorno alla sposa.
-Ottimo lavoro.- si compiace Haydan -Kiki.-
-Sì, vado a chiamare tutti.- l'arpia vola via.
Poi la sfera nera esplode, investendoci con un'onda cui resistiamo soltanto io, Bloody e Haydan. Mark, Becca e Nyrahim vengono sbalzati indietro. Lancio un'occhiata alle mie spalle. Il tecnico ha sbattuto la testa contro il muro, c'è una grossa chiazza di sangue. Gli altri due sono a terra immobili. Amber si trascina fino a loro.
-Sono morti... Mark!-
È il mio turno di perdere il controllo. Non ce la faccio. Per causa di T.B. abbiamo perso prima Viola, poi Candy e ora Mark, Nyrahim e Becca. Mia sorella è diventata un mostro, io sono stato usato come cavia. Bloody Hell è stato distrutto dall'interno, costretto a sostenerci quando avrebbe solo voluto morire. No, non ce la faccio.
Mi scaglio contro la sposa. I tatuaggi sono già attivi, appena sfioro lo scudo con cui si sta proteggendo lo assorbo. Ho il tempo di vedere la sua espressione sgomenta, poi la sbatto contro il muro. Le mollo un pugno e affondo gli artigli nel suo ventre, strappando fuori le interiora.
Bloody Hell la finisce con un proiettile ben piazzato.

 

-Vi avevo chiesto di restituirmela ed è morta.- la voce del Leviatano è alterata, vaga gli occhi da me agli altri responsabili del massacro. Siamo davanti a lui in prima linea, sotto lo sguardo di tutti i Profeti e dei Planetari.
-Padre...- Haydan muove un passo avanti, ma un gesto della creatura lo convince a fermarsi -L'oltraggio è enorme, tuttavia la sposa ci ha attaccati.-
-Dovevate restituirmela.- risponde il nemico dandogli una carezza paterna. Sorride flebile e passa oltre. Kikilia trema come una foglia, lui la abbraccia gentile -Non chiedevo altro che la restituzione di ciò che era mio.- aggiunge affranto allontanandosi da noi. Ci guarda di nuovo, uno per uno.
Tengo gli occhi fissi sulla punta dei miei stivali. Siamo stati degli idioti, è tutta colpa nostra... colpa mia, ma lo rifarei. Loro sono morti, T.B. meritava di pagare con la vita.
I Profeti, persino i Planetari non sanno più cosa dire.
-Ci rivediamo in guerra.- il Leviatano non ci attacca in questo momento. Potrebbe sterminarci, ma non lo fa. Si allontana con il suo cadenzato passo regale verso la porta, la varca e sparisce alla nostra vista.
Io tremo, cado in ginocchio. Urlo, piango. Voglio morire.

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Capitolo 9
*** IX ***



IX


Mi risveglio dopo chissà quanto tempo, tasto il fodero, accenno ad estrarre la spada e apro gli occhi di colpo. Ho il fiato corto, scandaglio con lo sguardo l'ambiente intorno a me. È pieno giorno, fuori dall'edificio un albero fa filtrare la limpida luce del sole.
Mi stropiccio gli occhi e mi costringo ad alzarmi. Ogni muscolo è rilassato, mi sento riposato anche se ho dormito su una sedia di legno. Un passo dopo l'altro mi avvicino alla finestra della mia reggia. Alla luce del giorno, i palazzi alti che mi circondano, in controluce danno l'idea di una minaccia incombente. Eppure cosa dovrei temere? Queste preoccupazioni appartengono al passato, non c'è più niente di cui avere paura.
Tuttavia mi sono svegliato agitato, devo aver fatto un incubo. Ho vissuto di nuovo quel giorno, lo so.
-Izaak, ti sei addormentato ancora sulla sedia.- mia sorella, in tutta la sua maestà, entra nella mia stanza fissandomi con i suoi occhi di brace. Ha imparato a padroneggiare la magia del fuoco così bene, da poter diventare un ifrit. Dietro a lei, Bloody Hell e Amber mi salutano con un sorriso. Sono contento che qui ci siano anche loro, l'eternità mi sembra meno lunga.
-No, non mi sono addormentato sulla sedia.- cerco di mentire.
-Hai i segni dell'intarsio sulla guancia.- ridacchia Kikilia arrivando in compagnia di Haydan. Ora non mi chiedo più se fra di loro c'è qualcosa, a quanto sembra sono solo amici, anche se continua a essere strano.
-Che tristezza. Il grande Leviatano che si addormenta sulla sedia.- il vampiro, Numero Dieci, Haydan, non ha mai perso l'abitudine di prendermi in giro -A quando la bava incrostata sul mento?-
-Dato che non ho chiesto io di diventarlo, potrò farlo come mi pare?- replico strappando una risata a Bloody e Amber.
-Ma certo patatino, puoi fare quello che vuoi.- sogghigna mia sorella scompigliandomi i capelli. Scaccio la sua mano bollente e roteo annoiato lo sguardo. Non perderà mai l'abitudine di trattarmi da moccioso.
-A cosa devo questa riunione?- allungando il braccio sul tavolo, pesco un frutto dal cesto. So i loro nomi per istinto, è una sensazione strana non aver bisogno di farsi domande sulle cose che ci circondano. La conoscenza è intuitiva, sento ogni elemento di questo piano interconnesso a me. Percepisco ogni singola energia, posso mettermi in ascolto dei cuori di ogni creatura e distinguerne i sentimenti. Provo un affetto incondizionato e strano per ogni cosa, ma questo altera irrimediabilmente il mio umore: se mi lascio sopraffare dai sentimenti degli altri, posso passare dalla gioia all'ira nell'arco di secondi.
-Mi stai ascoltando?- Rev mi da una manata. Dalla mia espressione vacua capisce che non ho sentito una parola -Hell, diglielo tu, con te non può perdersi nei pensieri. Ti deve ascoltare per forza, sei il nostro boss.- è bello continuare a non avere il comando di niente. A lui, invece, la direzione della guardia di palazzo non dispiace per niente e tutto funziona a meraviglia.
-Selina ha chiesto un nuovo contatto con te.-
-Numero Tre.- corregge Haydan -Scusate, Selina.- scrolla il capo. Cerca di perdere questa abitudine, ma ci riesce a fatica. Magari fra qualche secolo tornerà normale.
-Vuole convincerti a tutti i costi ad aprire almeno uno stramaledetto portale.- mi informa Bloody con un sospiro -Per me è un'idea maledetta in partenza.-
-A favore di chi?- chiedo io.
-Cosa?-
-A favore di chi tenere aperto il portale?- preciso guardandoli -Immagino lo vogliano a New Orleans, esatto?- Rev e Amber annuiscono -A loro favore, quindi.-
-Non sei d'accordo.- nota Kikilia con la solita perspicacia.
-Non adesso, ora non ne vedo la necessità. Anzi, sarebbe solo un rischio. Devono ricostruire la Terra, rinforzare il loro potere e poi ne potremo riparlare.- con la fine della guerra, i Profeti avevano deciso di non lasciare il comando. Questo era giusto: loro avevano difeso il proprio mondo con efficacia e giustizia, loro avevano il diritto di guidarlo. Tuttavia, non riesco a togliermi di dosso l'idea che, presto o tardi, anche loro si corromperanno cercando di sfruttare il contatto con me, Rev e gli altri per avere un potere ancora maggiore -Incontrerò comunque Selina.-
-Preparo il passaggio allora.- la voce di Becca risuona distante. In breve si condensa la sua pallida apparenza di fantasma. Ci siamo abituati ai suoi ingressi scenici, non ci spaventiamo più. Sappiamo che lei ci guarda sempre, la cosa in realtà è rassicurante visto che ha conservato il potere che aveva da viva. Anche Nyrahim è tornato come spettro, ma non ci ha mai spiegato se sia per Becca o per noi. Infesta la grande biblioteca e da lì non può uscire, chissà poi per quale motivo.
Di Mark, Candy e Viola invece non c'è traccia. Neanche come Leviatano sono stato in grado di fare qualcosa per loro, se non sperare che possano riposare in pace e reincarnarsi in situazioni più felici di quelle affrontate nell'ultima vita. T.B. e Yao hanno provato a ripresentarsi sotto altra forma, ma li abbiamo rinchiusi e io ho annullato le loro esistenze contravvenendo a circa una dozzina di regole. Lo rifarei.

 

-Becca, che problema c'è?- chiedo agitato vedendo che il passaggio non si apre.
-Attendi ancora un attimo.- sento soltanto la sua voce fumosa.
Davanti a me, Rev e Haydan non si condensa l'usuale vortice multicolore che dovrebbe accompagnarci sulla terra. Mia sorella mi guarda incerta, il vampiro resta fiducioso con le braccia conserte.
Probabilmente dall'altra parte, sulla Terra, i Profeti hanno pasticciato parecchio. Mi chiedo come sarà l'energia quando ci arriveremo, se dovrò aiutarli ad assestarla di nuovo e su che scala: la prima volta era solo New Orleans, ma l'ultima ho dovuto risistemare il campo magico di mezza Louisiana. Ormai il potere è accentrato solo in quello stato, dove i Profeti hanno ottenuto la vittoria definitiva sui mostri. O meglio, dove io ho ottenuto la vittoria definitiva sul Leviatano e ne ho assorbito il potere, di fatto succedendogli. Non era calcolato, ed è l'unica cosa che non rifarei visto quante responsabilità e difficoltà ha comportato.
Tuttavia i Planetari stavano morendo come mosche, Accoliti e Gendarmi non riuscivano né a sostenerli, né a far loro da scudo. Hanno ricreato l'incantesimo usato la prima volta contro il Leviatano, ma lui lo conosceva già. Quando ha visto la disposizione, li ha attaccati subito, falciandone le fila. È stato in quel momento che mi sono lanciato avanti insieme a Rev. Mia sorella mi ha dato il tempo sufficiente per affondare gli artigli fra le squame del mostro e, consapevole di quanto T.B. e Yao mi avevano fatto e perché, sono riuscito a prosciugare l'energia della creatura. Tutto è finito in un lampo bianco e verde e, così come erano venute, le creature mitologiche sono battute in ritirata.
Quando Haydan e Kikilia si sono inchinati chiamandomi “padre”, avrei voluto morire. Il vampiro ha spiegato ogni cosa, e vissero tutti felici e contenti. Tranne noi, che ci siamo presi il compito di continuare a vegliare, fra mille difficoltà, sia sul piano che ora è mio che sulla Terra devastata. Sento ancora forte e saldo il legame con quel mondo, anche se non gli appartengo più, e continuo a considerare gli umani come miei simili, anche se siamo cose molto diverse ormai. Molto, molto diverse. Non so ancora quali siano i miei pieni poteri e mi spaventa l'idea di scoprirlo, prego di non doverlo fare mai. Haydan dice che, per ora, è una buona cosa, ma che prima o poi potrei trovarmi nella necessità di dar fondo alla mia nuova, scintillante magia. Mi prende in giro e scherza per sollevarmi, ma so che ha ragione.
-Grazie agli Dei sei qui!- esclama Selina affrettandosi verso di noi, capisco che Becca è riuscita a spostarci. Ci abbraccia lieta, si è un po' sciolta da quando la guerra è finita. È ancora la donna severa di prima, ma meno incazzata con il mondo e soprattutto con sé stessa.
Mi guardo intorno: nella grande sala di comando, invasa da schermi e cristalli, non c'è nessuno, se non lei e Ireen. Il robot non si è sciolto, invece, continua ad avere una postura rigida, lo sguardo impassibile e la stessa parlantina di Mr. Spock.
-Questioni contingenti hanno causato l'inabissamento della Florida.- ci informa Ireen con tranquillità. Che un pompelmo sprofondi in un secchio d'acqua, o la Florida nel Golfo del Messico a lei la differenza importa poco -Desideriamo il vostro aiuto.-
-Abbiamo bisogno del vostro aiuto.- corregge Selina sistemando le mani dietro la schiena.
-Contingenti?- chiede Haydan scrutando la donna.
-Contingenti.- assicura Numero Tre. Sta mentendo, lo capisco dal fatto che evita il mio sguardo.
-Va bene.- concedo senza porre altri quesiti. So bene quali siano le questioni contingenti di cui ha parlato Ireen, ma ciò che importa davvero è aiutare le creature viventi, quelle per cui in realtà ho sempre combattuto. Con il tempo, ho imparato ad essere più sincero con me stesso e meno cinico. Questo mi ha fatto capire che anche quando il mio unico obiettivo era sopravvivere, in realtà combattevo per me e per gli altri, perché senza di loro non avrebbe avuto senso vivere.
 



Avrei molte cose da dire sulle scelte stilistiche, lessicali, sulla costruzione dei personaggi, della storia, del mondo. In realtà, potrei ridurre tutto a un "è stato puro caso, ho iniziato a scrivere e...". E la storia è venuta da sé. Insieme è arrivato però un corposo lavoro di editing, non solo meccanico, ma soprattutto stilistico. Una storia in prima persona, non è come una in terza persona. Ci si possono concedere piccole licenze, colloquialità, una struttura morfologica più immediata, ma la correttezza non deve essere sacrificata. È complicato capire dove sia il limite da non superare nella scelta delle forme gergali, dove la ripetizione non è più accettabile (e, in una qualche misura, nella prima persona con ambientazione Urban Fantasy, è leggermente meno fastidiosa che in un testo in terza e High Fantasy - soprattutto se la ripetizione è costituita da un nome). La cosa più complessa di tutte è, però, non far fare a tutti i personaggi la stessa cosa. Il rischio più grande (lo ho trovato ancora maggiore che nella terza persona) è di caratterizzare ogni personaggio con gli stessi gesti, siano una grattata di naso o braccia incrociate. No, con un pov di questo genere non è possibile farlo, sarebbe troppo.
Arrivo alla fine con parecchia malinconia. Mi è piaciuto scrivere questa storia, avevo (avevamo) davvero bisogno di staccare dalla solita routine del "prendi un capitolo, correggilo", "leggi quel racconto di quell'autore, prendi nota degli errori, stila uno specchietto". C'era la necessità di lavorare con la fantasia in modo creativo, applicato, non solo sulla revisione dei testi. Poter staccare dal lavoro di correzione per mettere mano alla tastiera e dar vita ad una cosa così è una di quelle soddisfazioni che ti lasciano il sorriso ben appiccicato sulle labbra.
Chissà cosa dirò di questa storia fra un anno! Chissà come la rivedrò! Se troverò errori che mi sono sfuggiti, modi migliori di dire una certa cosa.
Quello che di certo non cambierò per nessuna ragione sono i personaggi, e il messaggio. Per una volta, in una mia (nostra, grazie V!) storia la morale non è solo combattere fino alla fine, ma soprattutto combattere per gli altri fino alla fine. Non è un grosso cambio, ma Izaak è uno dei pochi personaggi che ho creato che sappiano riconoscere il valore del sacrificio senza arrendevolezza. Questo lo rende importante.

 

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