The Runner

di Moonlight_Shadow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Survival Test ***
Capitolo 2: *** La partenza ***



Capitolo 1
*** Survival Test ***


“Un survival”

 

Ancora non riusciva a crederci. Ricordava solo di aver spalancato gli occhi e di essersi girata verso il suo allenatore, per poi sputargli addosso una valanga di insulti e frasi sconnesse. Si maledisse ancora mentalmente per aver perso le staffe, cosa che le aveva fatto guadagnare una notte in “reclusione”. Si sentiva sola, frustrata ed annoiata. Lasciò correre lo sguardo lungo le pareti della mansarda, cercando di non soffermarsi sulle innumerevoli tele di ragno che adornavano il basso soffitto spiovente della stanza. L’odore di quel luogo la infastidiva, la faceva sentire come un animale in trappola, aumentando ancor di più la sua irrequietudine. 

Il brontolio sordo del suo stomaco contribuì a ricordarle quanta fame avesse, dato che la “reclusione” includeva anche il digiuno. Scalciò via un cuscino che si trovava sul pavimento accanto a lei, cercando di non pensare a cosa la stava aspettando: quella maledetta prova di sopravvivenza. Imprecò sottovoce, rimpiangendo amaramente di aver contribuito all’evidente deviazione mentale del suo allenatore. Era stata lei infatti, con altri suoi compagni di squadra, ad introdurlo a libri quali “The Hunger Games” o “The Maze Runner”, che avevano probabilmente ispirato questa sua malsana idea di sottoporre tutti gli atleti a questo fantomatico “survival”.

 

Un rumore stridulo proveniente dalla finestrella sul tetto la strappò dai suoi pensieri, facendo sì che si girasse per vedere chi fosse l’intruso

 

-Hey, prigioniera - la chiamò un ragazzo dai capelli castani e le lentiggini- ti va di aspettare l’alba assieme qua fuori?

 

Sorrise involontariamente, alzandosi da terra per poi raggiungere la finestrella ed arrampicarsi sul tetto, aiutata dal ragazzo.

 

-Grazie -mormorò appena, sedendosi accanto a lui sulle tegole e lasciando che il proprio sguardo si perdesse nel buio della notte -sei pronto per domani Harry?

 

Il ragazzo scosse la testa, senza perdere il sorriso - Questa cosa del “survival” è una grandissima cazzata. Non capisco proprio perché Michael abbia ideato una cosa del genere..siamo atleti, non partecipanti di un reality. -sbuffò appena guardandola- Di buono c’è che saremo assieme.

 

Già.. penso che l’obbiettivo sia di testare le nostre capacità di resistenza e vedere se siamo in grado di lavorare assieme superando il nostro istinto di competere fino alla morte - ridacchiò divertita, poggiando la testa sulla spalla del compagno - Supereremo anche questa, vedrai.

 

Il ragazzo annuì impercettibilmente, continuando in silenzio a fissare il buio dinnanzi a loro.

 

 

 

L’alba arrivò prima del previsto, e i due si separarono, dandosi appuntamento una mezz’ora dopo per gli ultimi preparativi. Sarebbe stata una delle prove impegnative che avessero mai affrontato: un percorso in mezzo alla natura più selvaggia, in piccoli gruppi, che avrebbero dovuto completare nel minor tempo possibile. La durata stimata della prova, considerato un passo di marcia sostenuto e una corsa per alcuni tratti, era di cinque giorni. Cinque giorni cui avrebbero dovuto cavarsela completamente da soli, muniti solo di un walkie-talkie, pochi utensili, un sacco a pelo, una borraccia, e cibo per i primi due o tre giorni, a loro scelta.

 

“Sono Mia Aryndell, sono un’atleta e so di poter superare questa prova”

 

Si ripeté mentalmente più volte mentre si dirigeva verso lo spiazzo erboso dove già la attendeva il resto della squadra. Mia sapeva che il tracciato non sarebbe stato battuto, e che per viaggiare leggeri avrebbero optato per il minor numero di provviste possibili, cercando di procurarsi il cibo per la cena nei dintorni dei luoghi dove avrebbero passato le notti.

 

 

La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e si concentrò sulla prova imminente: la sua squadra era composta da cinque persone, che fortunatamente conosceva da un bel po’ di tempo. Nonostante fossero avversari dalla notte dei tempi, una profonda e sincera amicizia esisteva tra loro al di fuori delle competizioni.  C’era Thomas, alto, dai capelli scuri e gli occhi azzurri, che conosceva da quand’erano bambini e con cui si era allenata per tutta la vita. Praticamente un fratello. C’era Camille, la francesina con cui aveva tanto litigato quando si erano incontrate, anni addietro, prima di scoprire di essere tanto simili da diventare migliori amiche. La vide salutarla con un sorriso, gli occhioni da cerbiatta che brillavano dall’eccitazione pre competizione. Spostò lo sguardo su Lucas,  inginocchiato accanto ad uno degli zaini che tentava disperatamente di chiudere, imprecando tra i denti in tedesco, mentre i primi raggi di sole illuminavano il suo viso spigoloso ed i capelli biondi.

Mia si morse il labbro, divertita dal comportamento del compagno, per poi girarsi verso l’ultima persona che mancava all’appello: Harry. Il ragazzo le rivolse il solito sorriso strafottente, passandosi una mano tra i capelli castano ramati. La guardava con un misto di affetto e spiritosaggine, ed i suoi occhi blu risaltavano sul viso lentigginoso. ‘Partners in crime’, così venivano descritti: dal primo momento in cui si erano incontrati infatti, i due avevano stabilito un legame incredibile, tanto da non separarsi mai, nemmeno quando si cacciavano nei guai.

 

Loro cinque. La squadra. La sua squadra, i suoi amici..la sua famiglia. Sarebbero usciti vincenti ancora una volta, se lo sentiva. Insieme.

 

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Capitolo 2
*** La partenza ***


Lo spiacevole fischio di qualche altoparlante fece girare tutti i presenti verso la linea di partenza, mentre una voce nasale leggeva ad alta voce l’ordine di partenza, invitando poi le prime squadre elencate ad avvicinarsi. Loro, nemmeno ad aspettarselo, erano i primi. Mia sentì Thomas sbuffare mentre si caricava lo zaino in spalla, per poi dirigersi assieme agli altri verso la linea di partenza, dove il loro allenatore li aspettava, con un sorriso ebete stampato sul volto. Evidentemente quello stupido survival doveva intrigarlo parecchio, considerato anche quanto si era dato da fare per organizzarlo.

 

- Allora ragazzi, qual è la vostra strategia? -chiese Michael, guardandoli uno ad uno negli occhi, cercando di assumere un’aria semi professionale, o quanto meno di non assomigliare ad un bambino di cinque anni all’entrata di un parco divertimenti - Voglio proprio sentire come avete pensato di affrontare la prova

 

Mia sperò con tutto il cuore che qualcuno prendesse la parola, evitandole così di dover discorrere con la persona che soltanto il giorno prima aveva definito un “emerito imbecille con le facoltà intellettive di un protozoo”. La gomitata nelle costole, per niente delicata, rifilatale da Lucas le fece capire che sarebbe toccato a lei esporre la loro strategia. Alzando gli occhi al cielo, estrasse dalla tasca laterale dello zaino che aveva in spalle la mappa che avevano ricevuto in dotazione, e la aprì di malagrazia, sistemandola in modo che Michael potesse vedere il tracciato evidenziato e le tempistiche annotate.

 

- Abbiamo diviso la distanza in tratti di uguale distanza, che potrà variare sensibilmente dal terzo giorno in poi, a prescindere dalle nostre energie -disse con tono deciso, indicando poi un tratto montuoso sulla cartina- Alterneremo la corsa ad un passo sostenuto, tranne in questo pezzo, dato che secondo i nostri calcoli raggiungeremo il costone roccioso nelle ore più calde della giornata, e la corsa sotto il sole su terreni impervi non è particolarmente consigliata. Abbiamo razionato cibo ed acqua per i primi due o tre giorni, poi ci organizzeremo a turni per procurarcene. Secondo i nostri calcoli, dovremmo essere di ritorno nel pomeriggio del quarto giorno.

 

Michael annuì distrattamente, impegnato ad estrarre dalla tasca dei jeans una fascia rossa, che porse, con discreta sorpresa della diretta interessata, a Mia.

 

 

Mi aspetto che li guidi al massimo delle tue capacità, capitano. Anche se per me rimani sempre una iena. - aggiunse, strizzandole l’occhio con fare di complicità.

 

Mia annuì in risposta, rivolgendogli quel sorrisetto malefico made-in-Aryndell che le aveva procurato l’appellativo di “iena”, per poi voltarsi a guardare i propri compagni, mentre si infilava la fascia al braccio. 

 

- Non ti preoccupare Mike, torneremo sani e salvi..a meno che le tue intenzioni non fossero quelle di farci fuori con questo survival -ridacchiò Thomas, gli occhi azzurri che brillavano nella luce del mattino.

 

Prima che l’allenatore potesse rispondere a tono, la voce nasale dello speaker ordinò alla squadra di prepararsi alla partenza, annunciando l’inizio del countdown. 

Non servivano parole, né cenni particolari. Come se stessero seguendo un copione recitato decine di volte, Michael si fece da parte, ed i cinque si allinearono lungo la linea di partenza, le mani pronte ad attivare i cronometri sui loro polsi, ascoltando il countdown.

 

5…4…3…2…1…

 

“Via”

 

Mia scattò in avanti, sentendo la solita scarica di adrenalina pervaderla, iniziando a percorrere, assieme ai suoi compagni, la distesa erbosa che li separava dall’inizio del bosco, e di conseguenza dal sentiero che avrebbero percorso per quasi un giorno e mezzo. Il survival era ufficialmente cominciato.

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