Lost on Mars

di Shan_live_to_run
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Treno ***
Capitolo 2: *** LETO ***
Capitolo 3: *** C'è sempre una prima volta ***
Capitolo 4: *** Non sai mai cosa troverai dietro l'angolo ***
Capitolo 5: *** Verdetto ***
Capitolo 6: *** Ansia ***



Capitolo 1
*** Il Treno ***


Il treno gli dava quel senso di pace che mancava ai suoi soliti viaggi e che gli impediva di goderseli per bene; non era facile viaggiare in incognito ma era sicuro che da quelle parti non sarebbe stato notato, era una zona di piccoli paesi, su un treno pieno di gente che si spostava frenetica per raggiungere la città. Il paesaggio scivolava fuori dal finestrino: campi, montagne, casette, gli piaceva viaggiare infatti amava il suo lavoro anche per questo.
Voleva passare quel giorno in modo diverso, lontano dalle solite ragazze e folle adulanti che lo attorniavano; il treno si fermò in una stazione e salì la consueta massa di pendolari, lavoratori e studenti affannati, tutti presero posto nei sedili liberi e, di fronte a lui dall'altra parte del passaggio, una ragazza, una studentessa a giudicare dallo zaino, che catturò la sua attenzione. Si era ripromesso di lasciar stare per quel giorno ma era più forte di lui: un jeans, una maglia e una felpa, lunghi capelli castani, scombinati, che stava legando in malo modo, occhi grigi e lineamenti pieni. Lei non lo vide ma quando tirò fuori il cellulare lui notò subito la triad scarabocchiata sulla custodia dall'aria vissuta. Prese un paio di cuffie e musica nelle orecchie si mise anche lei a guardare il paesaggio fuori dal finestrino, lui non sapeva se essere offeso o sollevato per non essere stato riconosciuto... però continuava a guardarla. Prese un libro e cominciò ad aprire lo zaino e frugare, prese la crema per le mani e poi richiuse, dopo pochi secondi riarmeggiava con la cerniera per prendere la bottiglia per bere, non stava ferma un secondo! Gli ricordava qualcuno... poi tirò fuori dallo zaino due biscotti e un succo di frutta e lui continuava a guardarla come rapito dai gesti che faceva, anche dal movimento di quelle belle guance rosee velate di qualche lentiggine. Quando cominciò a bere poi non riuscì a staccare gli occhi dalla sua bocca e desiderò ardentemente avere quelle labbra! Si costrinse a voltarsi e distogliere lo sguardo, ma fece un gesto così brusco che gli cadde il telefono sotto il sedile e dovette tribulare un po' per recuperarlo; tutto quel trambusto aveva attirato l'attenzione della ragazza che però vide solo la schiena di un uomo chino a recuperare qualcosa sotto al sedile, e anche se al fondo della schiena c'era un sedere decisamente ben fatto non stette a dar troppo peso a quello che stava succedendo e riprese a fare le sue cose.
Lui, ricompostosi, si costrinse a guardare a fuori e distogliere l'attenzione dalla ragazza, ma era inevitabile, ogni tanto le lanciava qualche occhiata, una volta gli parve pure di legger sul suo labiale “up in the air” mentre canticchiava; ma lo sapeva, quando si metteva in testa una ragazza doveva averla.
Non sapeva quanto tempo fosse passato ma lei si stava preparando per scendere, giacca, sciarpa e zaino in spalla e si avviò verso la porta; stava per scendere, le porte si aprirono e lui ci mise un secondo a decidere di scendere da quel treno, perchè se non lo avesse fatto probabilmente non l'avrebbe mai più trovata.

Si trovò in una stazione con poca gente, e con il favore del buio decise di agire: si avvicinò alla ragazza toccandole una spalla –Scusa.. - lei si tolse una cuffia e si girò, ci mise un attimo a mettere a fuoco data la scarsa luce, ma quando lo fece rimase impietrita a fissare l'uomo che le stava davanti -Ma.. ma.. tu sei..- l'uomo sorrise lievemente – Si, sono io.. e tu sei.. -
- Amy....-
- Ah, piacere Amy, ma o volevo dire che sei davvero bella.... -
A quelle parole la poveretta arrossì all'istante, ma poi lo guardò con espressione dubbia visto che lui si stava avvicinando un po' troppo per i suoi gusti..
Successe tutto in un attimo: lui si avvicinò con uno scatto e fu attaccata a lei e prima che potesse capire cosa succedesse lui l'aveva spinta dietro la siepe che costeggiava il binario, le fu addosso, la guardò intensamente con profondi occhi azzurri, le accarezzò le labbra per poi avventarsi in un bacio di quelli che tolgono il fiato!
Poteva essere tutto perfetto, se si tralascia il fatto che lei tentava di liberarsi in tutti i modi e quando ci riuscì tentò di scappare ma lui la fermò -Ascoltami, non dire niente a nessuno. Sarà il nostro segreto, ok?- Tutta quella situazione era assurda ma lei non sapeva che replicare così rimase lì a fissare la sua immacolata bellezza senza dire una parola. Lui le fece un occhiolino e se ne andò, tornando da dove era arrivato lasciandola lì, sola, a pensare a quello che era appena successo, non del tutto convinta che fosse reale.

E adesso?









Hola todos :3 Eccomi con un'altra storia, ormai sono lanciata! Spero apprezziate, almeno lo sforzo data la scarsa esperienza! Fatemi sapere, a presto <3

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Capitolo 2
*** LETO ***


Dopo essere rimasta lì qualche minuto si riprese dallo shock per quello che era appena successo e decise di correre dietro quel' individuo per dirgli qualcosa, anche se ancora non sapeva esattamente cosa. Lo vide al binario opposto che aspettava il treno – Ehy Bart! - gli urlò, e lui si girò con espressione prima sorpresa che divenne quasi divertita quando la vide, però non le rispose. - DICO A TE!- ma ancora nessuna risposta. Questa cosa la stava facendo arrabbiare, essere famoso non gli dava il diritto di comportarsi come gli pareva, lei non era un giocattolo!

Il treno stava arrivando e lui ancora la ignorava – Non mi importa chi sei, io... io... Non mi puoi fare quello che hai fatto! Non te la faccio passare! - ma lui era salito sul treno e lei non era nemmeno essere sicura di essere stata sentita, ma poi si affacciò al finestrino – Vieni venerdì per il Meeting – disse solo questo e poi il treno partì.

Ancora una volta rimase da sola come una stupida, lì sul binario, ma siccome non aveva senso stare ancora la in piedi come un palo fece che tornare a casa dove la aspettava la sua amica – Amy sei tu?? Sei arrivata giusto in tempo, ho appena sfornato le lasagne! Dobbiamo festeggiare sta sera! - ma non la calcolò. Andò di filato in camera, posò la borsa e si diresse verso il bagno - Vado a fare una doccia Tati– disse solo, poi sotto il piacevole getto di acqua calda rifletté su quello che era successo.

 

“Davvero quello era Jared Leto? Lo stesso Jared Leto frontman dei Thirty Seconds To Mars? Gli stessi Thirty Seconds To Mars al cui concerto sarei dovuta andare quel venerdì? Lo stesso concerto per cui Tati non era riuscita a comprare il meet che tanto voleva e che io avevo ottenuto per una purissima botta di culo, completamente gratis? COME lo avrei detto a Tati?! Ovvio, nell'unico modo possibile: in modo diretto e senza girarci attorno”

 

Si sedette a tavola, il profumo delle lasagne appena sfornate risvegliò il suo stomaco, il che le ricordò che aveva tanta di quella fame che avrebbe potuto mangiare anche le gambe del tavolo. - Amy cosa c'è? Hai un'aria strana.. -

- Niente è tutto ok tranquilla- disse Amy con un lieve sorriso – piuttosto, cosa si festeggia? -

Non era molto convinta ma l'eccitazione per l'altra cosa era troppa quindi cedette – Ebbene oggi mi hanno chiamato dallo studio: finalmente la demo del rimo cd è pronta! Ti rendi conto?? il nostro primo cd! - ok quella era decisamente una bella notizia, quindi lasciò da parte Leto per festeggiare l'evento con Tati e le sue fantastiche lasagne!

Mezza telia di lasagne, e una fetta di torta, dopo erano sedute sul divano, ciascuna con un gatto in braccio ascoltando il loro Cd, risultato di molto lavoro; Amy stava ancora rimunginando e Tati questa volta non lasciò correre – Allora, mi vuoi dire cos'hai sta sera? Sei stranamente silenziosa, non è da te parlare così poco e mangiare una sola fetta di torta! -

era giunto il momento della verità e doveva raccontarle quello che era successo.

- Oggi mi è successa una cosa DAVVERO strana, quindi stai pure seduta perchè nemmeno io ancora ci credo!

le raccontò tutto, e più andava avanti con la storia più la sua bocca si apriva tanto era incredula. Alla fine della storia Tati non disse niente, sembrava vegetare in una sorta di stato catatonico indecifrabile – Tati? Tatiana?? - si era arrabbiata forse?? Non avrebbe voluto mai e poi rovinare il loro rapporto, dovevano condividere una carriera, erano legate da un profondo patto di amicizia prima di tutto, dal giorno in cui si erano conosciute non avevano mai smesso di sognare la meta comune a cui entrambe tendevamo, la musica. Non poteva rovinare tutto per un Leto!

Poi al''improvviso saltò dal divano come una molla, lanciando il gatto a terra e urlando come una pazza – MA TI RENDI CONTO?? E' L'OCCASIONE DELLA NOSTRA VITA! - si trovò un attimo spiazzata da quella reazione, che davvero non si sarebbe mai aspettata – se tu hai l'occasione di incontrarli potrai dar loro il nostro cd! Non sarebbe fantastico se lo ascoltassero?? chissà potresti chiedergli qualche dritta, qualche consiglio, farti consigliare un posto di fiducia dove andare a cercare un contratto discografico sicuro a LA! Dopotutto... tu lo potresti sempre “persuadere” diciamo – aveva uno sguardo determinato, di furbizia, con una scintilla di determinazione che non aveva mai visto. Aveva perfettamente capito di cosa stava parlando, ma davvero eravamo disposte a “ricattare” Jared Leto? Era davvero possibile?

- Non lo so Tati, non possiamo ricattare Jaed.. -

- Ma non è un vero e proprio ricatto! Sicuramente non vorrà rischiare che tu possa spifferare la cosa in giro, magari rendendola più grande di quello che non è, e sicuramente ti vorrà comprare in qualche modo. Bene, il nostro, il tuo prezzo, sarà un piccolo aiuto nella giungla musicale di Los Angeles.

 

Non era una brutta idea, certo, andava un attimo rivista nei particolari, perchè sicuramente non voleva ricattare una persona come lui, tanto meno una delle persone che più stimava da tutta la vita! Certo, il piano di Tati sembrava un tantino visionario e filmesco, ma con le dovute modifiche poteva anche funzionare....

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Capitolo 3
*** C'è sempre una prima volta ***


- Ahahahahahah- la risata di Shannon e Tomo arrivò all'unisono alle orecchie di Jared, non poco indispettito dal fatto che i due si tessero prendendo gioco di lui in modo così plateale  – E così volevi fare il duro invece la ragazzina ti ha fregato! Ahahaha - continuò Shannon mentre Tomo non smetteva di ridere; Emma dal canto suo non aveva fatto una piega, anzi, la cosa non la faceva affatto ridere – Quanti soldi le vuoi dare? Così li preparo – una situazione del genere si poteva superare solo in quel modo, veloce, indolore, soprattutto indenni. - Niente soldi, me la sbrigherò io - rispose lui in un tono serio, di quelli che non ammettono replica, spiazzando tutti, compreso Tomo che per tutto il tempo non aveva smesso di ridere. 
Detto questo se ne andò per rinchiudersi nella sua camera d'albergo e non uscirne fino al giorno dopo, lasciando tutti gli altri a guardarsi l'un l'altro con un enorme punto interrogativo in testa.

“Non so ancora come affronterò la cosa , ma di certo non voglio ricorrere ai soldi come se fossi un malavitoso che compra il favore di qualcuno! E poi nessuno, e dico NESSUNO, soprattutto donna si è mai rivolta a me osando tanto, insomma dopo tutto sono o non sono JARED LETO, da sempre preceduto dalla fama della mia indiscussa bellezza per cui migliaia di donne farebbero carte false, anche solo per averne un assaggio!?! Eppure lei, quella ragazzina, di cui non so assolutamente nulla, tanto meno l'età ma è un dettaglio trascurabile, lei ha osato rispondermi in quel modo, urlare con me come se fossi un venditore ambulante a cui si ordina un hot dog! Se proprio non ne dovessi venire a capo in altro modo, dopo un confronto civile faccia a faccia, gli potrei sempre dare davvero qualcosa per cui dover mantenere il silenzio... dopotutto ci sarebbe molto materiale sui cui lavorare!” 
Finì di fare queste ultime considerazioni con un sorriso sghembo stampato in faccia che non prometteva nulla di buono, ma lì, nella solitudine della sua camera tutto gli era concesso: nessuno a giudicare il suo solito modo di fare da adolescente in crisi che pensa con gli ormoni e non con il cervello che tutti gli criticavano tanto.


Sul treno che la portava dal paesino dove abitava a Torino, Amy ripensava a tutta quella situazione così apparentemente surreale, al piano escogitato da Tati a cui lei aveva accettato di partecipare, condizione fondamentale perchè questo potesse riuscire e tutto le sembrava come in un sogno tanto da chiedersi se davvero non fosse tutto frutto della sua immaginazione, se quando si fosse presentata all'appuntamento (se così si può dire) con Jared in realtà non ci sarebbe poi stato nessuno perchè era tutto solo nella sua testa.

Mentre si stava arrovellando il cervello con quei pensieri la voce ella sua amica la riportò tra i presenti – Non ti preoccupare! Lo so a cosa stai pensando, ma stai tranquilla che sicuramente la spuntiamo, abbiamo organizzato un piano praticamente infallibile e tu sei la persona giusta per portarlo avanti - facile detto da chi deve solo starsene in coda a conquistare un buon posto per il concerto! 
Informatasi su internet su dove si svolgessero i famosi M&G si recò al posto che le era stato indicato, le era stato anche detto che i meet si sarebbero svolti dopo lo show, quindi a quel punto la domanda veniva spontanea: perchè Jared l'aveva “convocata” alle tre del pomeriggio? E cosa ancora più importante, perchè lei stava andando a un appuntamento a cui probabilmente non sarebbe venuto nessuno invece di fare la fila per prendere il posto per lo show?!; ma il vuoto che trovò quando arrivò a destinazione non era di certo incoraggiante anzi, serviva solo di più a convincerla che davvero si era immaginata il tutto e lei era lì solo a perdere il suo tempo..

 

Jared le aveva dato una descrizione abbastanza precisa della ragazza che doveva cercare quindi Emma non fece molta fatica a riconoscerla quando la vide vagare nel parcheggio antistante ai cancelli del palazzetto con arai decisamente spaesata, non che ci fossero poi molte altre persone oltre lei lì. Fu decisamente sorpresa quando non vide la solita chioma bionda, seno stritolato in una canotta striminzita con scollatura ben in vista e minishorts: fluenti capelli castani con dei riflessi rossicci leggermente mossi, occhi azzurri e leggerissime lentiggini sparse sul volto dalla pelle perfettamente liscia; abbastanza alta, era vestita con dei semplici leggins a fantasia tribale e una canotta bianca con una zebra, che a Emma ricordò molto Up in the Air. 
Le si avvicinò e richiamò la sua attenzione con un tocco sulla spalla – Ciao1 Tu devi essere l'appuntamento di Jared – disse sperando che la ragazza parlasse abbastanza inglese da poterla capire decentemente – Ma tu sei Emma! Oh cavolo! - si sentì rispondere in un perfetto inglese con accento inglese. Sorrise lievemente per quell'eccesso di euforia nei suoi confronti, cosa che non capitava spesso – Si sono io, vieni con me che ti porto dal "grande capo" –La condusse attraverso i cancelli e poi attraverso una porta entrarono nel palazzetto dove ovunque c'erano persone indaffarate a preparare l'imminente show, dopo un giro attraverso quello che sembrava essere un labirinto di corridoi Amy lesse su una porta “Tomo” poi “Shannon” e infine si fermarono davanti alla successiva. - Aspetta qui un attimo- detto questo Emma entrò da quella porta per annunciare l'arrivo dell'ospite atteso da Jared.

Amy stava li fuori, con il cuore in gola, più agitata di quello che avrebbe voluto essere, maledicendosi per aver reagito così e per essersi infilata in quella situazione decisamente scomoda! Era così immersa nei suoi pensieri che a malapena si accorse del ragazzo alto, moro, dagli occhi vispi che le passò accanto sorridendo: Stevie?! 
Ma non ebbe tempo di pensarci perchè la porta si aprì e ne uscì Emma – Prego adesso puoi entrare, ti sta aspettando. A dopo!- il momento era arrivato, cercò di raccogliere la concentrazione per non collassare e di montare su la faccia tosta che aveva avuto il giorno prima quando aveva praticamente respinto no degli uomini più lunatici, imprevedibili e belli che conoscesse innescando il meccanismo che l'aveva portata a quel momento.

- Ci si rivede – disse una voce dal fondo della stanza non appena la porta si richiuse alla spalle di Amy.

Letteralmente stravaccato su una poltroncina, in tutta la sua statuaria bellezza, in jeans neri attillatissimi e a torso nudo, lasciando scoperta la sua pelle, perfettamente bianca e liscia







Rieccomi! spero che ci sia ancora qualcuno a seguire la mia storiella e spero che possiate continuare ad apprezzare anche se non vi garantisco un aggiornamento regolare... Purtroppo scrivere alcuni capitoli si sta rivelando più complicato di quelo che pensavo, spero mi possiate capire.
Sono ansiosa di sapere cosa ne pensate :3 a presto!

 

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Capitolo 4
*** Non sai mai cosa troverai dietro l'angolo ***


Appoggiata con la schiena alla porta del camerino con un'espressione da perfetta ebete dipinta sul volto stavo guardando il soggetto dall'altra parte della stanza, che, ovviamente, se la rideva sotto i baffi ben conscio dell'effetto che provocava in praticamente qualunque essere vivente. Per fortuna ebbi la presenza di spirito di rinsavire, almeno un po' quasi subito perchè di certo non ero lì per caso.
Cercai un modo diretto per affrontare la questione senza metterci troppo tempo – dopotutto avevo una fila per un concerto da fare, non potevo certo perdere tempo – quindi appena ripreso l'equilibrio sulle mie gambe fui la prima a parlare:

“Allora Jared, dimmi tutto” a quelle parole lui mi rimandò uno sguardo penetrante, uno dei suoi mirati a provocare reazioni funeste a cloro che ne venivano raggiunti, poi con un tono divertito disse “ ti propongo un accordo...” nel mentre si alzò lentamente dalla sedia, mostrandosi in tutta la sua dannatamente perfetta figura, che aveva un impatto emotivo non indifferente “ tu farai la brava ragazzina, non andrai a raccontare balle in giro, in cambio io finisco quello che ho iniziato l'altra volta” mentre diceva quelle parole si era già avvicinato, sempre fissandomi con sguardo penetrante di chi la sapeva lunga, poggiando delicatamente una mano sul mio viso accarezzandolo con il pollice. 

Rimasi un attimo interdetta e stordita da quel contatto inaspettato, dopotutto era Jared Leto! Il mio idolo di sempre, oggetto di fantasie di ogni tipo, caste e non, e adesso me lo trovavo a cinque centimetri dal volto! Ancora una volta, fortunatamente, riuscii a riprendermi e svincolarmi dal quella presa, ricordando quale era il mio piano e nonostante l'offerta decisamente allettante che mi aveva appena fatto mi costrinsi a rifiutare pesando al bene superiore a cui puntavo: “ E' così che risolvi sempre i tuoi problemi? Un po' di moine, qualche sguardo lascivo e le persone ti cadono ai piedi? Beh sappi che ci stai provando con la persona sbagliata caro Leto” 
La mia reazione doveva averlo colto di sorpresa perchè si allontanò con uno sguardo perplesso: sicuramente non era la risposta che si sarebbe aspettato. Però non era uno stupido “ Bene signorinella.. quale sarebbe la tua proposta?” si era allontanato e mi stava guardando in modo intenso ma curioso, aveva capito che avevo qualcosa in mente. Presi tutto il mio coraggio per non soccombere durante la trattativa e inziai a esporre le mie condizioni:

“Mi spiace deluderti ma il mio prezzo è ben altro Jared. Non mi faccio comprare in questo modo, se da te avessi voluto quello a quest'ora non sarei qua, ti pare? No, quello che voglio è altro: insegnami. Portami con te e insegnami come farmi strada nel mondo della musica, aiutami a migliorarmi. Non ti sto chiedendo nulla di materiale, lavorerò e avrò delle mie entrate e sarò autonoma, non sarò un peso per te in questo senso, però ho un sogno e voglio fare di tutto per inseguirlo e chi meglio di te mi può capire e aiutare?”

Quando finii di parlare Jared aveva un'espressione sul volto che parlava da sola, probabilmente perchè una richiesta del genere era l'ultima cosa che si aspettasse di sentire. “Mmh... interessante” stava misurando la stanza a passi, probabilmente riflettendo sul da farsi, pensando se davvero potevo essere una minaccia se non fosse sceso a patti con me, infatti non finii di pensare questa cosa che lo sentii parlare dall'altra parte della stanza “e se io non avessi intenzione di scendere a patti con te... cosa succederebbe?” disse dando un'inflessione decisamente sarcastica all'ultima parte della frase. 
Io sapevo che sarebbe arrivata quella domanda, infatti avevo già pronta la mia arma di ricatto – per quanto continuasse a non andarmi del tutto a genio questo metodo di ottenere le cose -  e dissi con molta calma “Beh in tal caso sappi che mia zia lavora in un giornale, non grande, ma se volesse potrebbe contattare le persone giuste, quelle a cui potrei regalare una bella storia sul famoso Jared Leto, lanciandoti in mezzo a una bufera, perchè si sa che le 'brutte notizie' girano molto velocemente. A te la scelta caro Leto.”
Girato com'era potevo chiaramente vedere ogni muscolo della sua schiena irrigidirsi, quando si voltò aveva la mascella contratta dalla preoccupazione e lo sgomento, i suoi occhi celavano quasi incredulità. Forse non aspettava una cosa del genere da una come me.

“E come so che non stai inventando tutto??” disse tutto d'un fiato con una punta di rabbia “Non puoi. Ma vuoi davvero rischiare?” sapevo che aveva in ballo troppe cose nella sua carriera per poter rischiare un qualunque tipo di scandalo, seppure minimo.

Stava per ribattere quando venimmo interrotti da qualcuno che aveva bussato alla porta, era Emma: “Jared è quasi ora!” urlò da dietro la porta senza nemmeno entrare “si va bene arrivo!” la sentii subito dopo correre via, sicuramente presa da un milione di cose da fare. Ancora una volta presi il coraggio di parlare e dissi “Vedo che per te è ora di andare, lo sarebbe anche per me, la mia amica è fuori a fare la fila e dovrei andare... sai...” lui era ancora girato, non si muoveva, non parlava, pensai forse di avere un po' esagerato, anzi, mi stupii che non avesse ancora chiamato la security per farmi sbattere fuori! Poi improvvisamente si avvicinò, ma non a me, alla porta, la aprì e chiamò Emma a gran voce e quando arrivò le disse “Prendile i dati e dalle due pass” poi rivolto a me “vedi di farti trovare qua in giro dopo il concerto, perchè il nostro discorso non è ancora finito. Chiama la tua amica, non si dica che Jared Leto non è una persona gentile con i fans”.

Mi lasciò semplicemente fuori dalla porta, con Emma che mi portò con sé per fare quello che le aveva detto Jared, io intanto chiamai Tati per dirle di raggiungere il cancello da cui ero entrata io prima e quando arrivò Emma ci diede i pass dicendoci che potevamo girare ma eravamo caldamente invitate a non stare in mezzo ai piedi perchè mancava poco al concerto e noi avremmo potuto vederlo dal side stage.
Tati mi rivolse uno sguardo interrogativo, ma tagliai corto dicendo che le avrei spiegato dopo. Non volevo parlare davanti a Emma, non perchè non volevo sapesse, tanto in qualunque caso lo avrebbe saputo da Jared, ma perchè alla fine dei fatti odiavo quello che avevo messo in scena, quel ricatto. 

Ovviamente stare dietro le quinte prima di uno Show era la cosa più bella che potessi immaginare! Giravamo per osservare ogni cosa, due chiacchiere qua e la con qualcuno che ci dava un po' di attenzione.. poi li sentimmo. Erano loro, perchè le loro voci io e Tati le avremmo riconosciute tra un milione, quindi ci avvicinammo con circospezione al punto da cui provenivano e da lontano li vedemmo che stavano parlando con alcuni membri dello staff. Jared mi lanciò un'occhiata, incuriositi Shannon e Tomo lo seguirono a ruota per poi rivolgergli uno sguardo interrogativo. Non facemmo in tempo nemmeno a pensare di poterci avvicinare che venimmo richiamate da Emma che ci invitò a raggiungere il side stage con le gli altri dal momento che lo show stava per iniziare.
Quando fummo al nostro posto, mancava ancora un pochino prima che iniziassero a suonare, quindi sfruttai quel momento per raccontare a Tati l'incontro con Jared non senza che lei mostrasse svariate reazioni emotive al solo pensiero di quello che mi era successo. Ma non fece in tempo a elaborare una risposta perchè la base partì e il concerto iniziò. 










Grazie a tutti coloro che hanno ancora la pazienza di stare qui a leggere la mia storia, questo mio aggiornare in modo scostante non credo cambierà però mi sto impegnando davvero per cercare di regolarizzare la c
Spero almeno di aver fatto un discreto lavoro con questo capitolo :)

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Capitolo 5
*** Verdetto ***


Non lo avrei mai pensato ma io e Tati riuscimmo a goderci davvero quel concerto. Il problema era più mio che suo in effetti, ma vedere il concerto dal side stage era stata una cosa pazzesca e anche se non li vedevamo troppo in faccia mentre si esibivano potevo comunque ritenermi soddisfatta della visuale che avevamo avuto durante tutto lo show che, ovviamente, era stato meraviglioso come sempre e stare li così vicino a loro mi aveva dato una scarica di adrenalina ancora maggiore del solito! Sapevo per certo che qualunque cosa fosse mai successa non avrei mai smesso di amare loro e la loro musica perchè quello che mi davano era troppo e troppo importante per potervi mai rinunciare.

 

Finito il concerto però, mi ricordai che avevo ancora un conto in sospeso con Jared e improvvisamente mi sentii davvero inquieta, forse anche per il leggero senso di colpa che ancora aleggiava in me per il brutto tiro che, mio malgrado, avevo tirato prima al mio idolo.

Finito tutto lo show un uomo della security si avvicinò a noi per farci andare via inseme agli altri ragazzi che erano sul palco, fortunatamente Emma lo vide in tempo per fermarlo e ci riportò dietro le quinte, quindi cercammo un angolo dove non avremmo potuto disturbare troppo dal momento che il lavoro la dietro era ancora più frenetico di prima per smontare tutto per caricare i camion.

 

Quando fummo tranquille nel nostro angolo Tati cominciò a guardarmi in modo eloquente, senza che però io capissi "allora? Mi vuoi raccontare cosa è successo prima e come ci siamo ritrovate dei pass al collo e a guardare il concerto side stage?" avevo completamente dimenticato che non le avevo ancora racontato la mia avventura nel camerino di Jared – detta così può sembrare quasi ambigua come cosa!- "Ah già scusami!" così le feci un riassunto dell' incontro del pomeriggio. Mentre raccontavo lei espresse benissimo e senza remore tutte le emozioni che io mi ero imposta di controllare in quei momenti e quando finii di parlare pensavo sarebbe rimasta incantata a vita vista l'espressione incredula che aveva! "Quindi adesso stai aspettando che ti dia una risposta...." disse quando si riprese, qualche minuto dopo. Io annuii solamente con un movimento della testa.

 

Stavamo guardandoci intorno già da un quarto d'ora, quando Tati improvvisamente si alzò "Scusa Amy ma per me è gia tardi, devo andare. Sai che domani mattina lavoro... Tanto non ti serve di certo il mio aiuto" mi disse lanciandomi uno sguardo d'intesa, per rimando le diedi un colpo alla spalla " Ma smettila! Dai ci vediamo domani, penso che dormirai già quando arriverò a casa" la salutai con un piccolo abbraccio e poi la guardai farsi spazio tra la moltitudine di gente che correva da ogni parte per scendere dalla parte del palco e raggiungere l'uscita normale inseme agli ultimi spettatori che si erano attardati.

 

Rimasi li ancora quasi venti minuti dopodichè cominciai a credere che si fosse dimenticato di me quindi feci per alzarmi e andarmene dalla stessa parte da cui era andata via Tati: uscii dal back stage e spuntai sul palco per scendere da li e raggiungere un'uscita. Ero appena saltata giù dal palco quando sentii una voce dietro di me

"Già te ne vai? Non è carino lasciare i discorsi in sospeso, non te lo hanno mai detto?" mi girai solo per vedere un Jared fresco di doccia, capelli acora bagnati, guardarmi dalla sua postazione sul palco. Mi costrinsi a chiudere la bocca e trattenere la bava davanti a quella visione perchè avevo ancora il mio "ruolo" da portare avanti in quella discussione e di certo non gli volevo dare una soddisfazione del genere!

" E a te non hanno insegnato che non si fa aspettare una signora? Soprattuto da sola, in un luogo sconosciuto con il rischio che venga portata via in una custodia per una chitarra insieme agli altri strumenti " dissi in tono finto offeso che gli fece fare un mezzo sorriso divertito "Disse la ragazza venuta per ricattare la rock star" ma a quella risposta feci un piccolo sobbalzo sentendomi piccata. "La rock star che non riesce a..."

"Ok ok ok! Basta così, non ho tempo adesso per discutere... veniamo al punto" assottigliai lo sguardo con le braccia incrociate in attesa che continuasse a parlare "ho pensato a quello che mi hai detto... sono convinto che sia un prezzo fin troppo alto per lo scherzetto innocente dell'altro giorno" a quelle parole non potei fare a meno di indignarmi e stavo per ribattere ma mi bloccò alzando un dito ma "alla fine non mi costa poi molto quindi ho deciso di accettare le tue condizioni. Ma" fece una breve pausa che mi fece trattenere la gioia che stava già per esplodere dentro di me "aggiungo una mia condizione: la cosa durerà un anno a partire dal giorno in cui arriverai a Los Angeles. Scaduto l'anno di tempo non sarà più affar mio quello che ne sarà di te" ok, effettivamente non avevo assolutamente pensato al fattore tempo, però direi che poteva andare bene anche come aveva detto lui. Feci un sorriso compiaciuto, non volevo mostrare la gioia che in realtà mi stava esplodendo dentro come i fuochi d'artificio, non volevo dargli questa soddisfazione. "va bene, un anno sarà sufficiente, tanto come ti ho già detto non graveremo su di te in alcun modo, noi staremo per i fatti nostri per il tempo che non sarà lavorativo"

"Noi?" mi fece eco, stava per andarsene ma si bloccò.

"Si. Noi. Non lavoro da sola, faccio parte di un du quindi verrà con me anche la mia amica" alzò un sopracciglio valutando bevemente la cosa "Ok" disse poi "Tanto a me non cambia nulla. Però dovrai aspettare che finisca il tour, mi metterò io in contatto con te quando sarò tornato e potrai raggiungermi, tanto hai lasciato i tuoi dati a Emma...." non stavo riuscendo a realizzare, di conseguenza non riuscii a rispondere. Mi guardò ancora con uno sguardo divertito, forse per la mia espressione che in quel momento non doveva esssere esattamente intelligente "Ci si sente. Amelia...." disse con un sorriso furbetto poi si girò e se ne andò lasciandomi li da sola, di nuovo. Ma cos'era un'abitudine?? Sbuffai per quella cosa riprendendomi dal mio stato leggermente catatonico per poi avviarmi a mia volta verso la strada del ritorno.

 

Un momento, mi aveva chiamata Amelia! Come aveva fatto? Nessuno che avesse cara la pelle mi chiamava in quel modo! Mi girai con la domanda in canna e con intenzioni poco gentili ma lui non c'era già più.

Questa me la sarei segnata Leto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo so, avevo detto che avrei pubblicato più regolarmente.. ma puntualmente questo non mi riesce! Spero che alla fine rimanga qualcuno a leggere quello che scrivo.. se ci siete fatemelo sapere :3

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Capitolo 6
*** Ansia ***


- Buongiorno mattiniera!

-  Oh ciao Tati!

- Come mai già in piedi alle 7 del mattino? Non ti ho sentita rientrare ieri sera.. va tutto bene?- mi chiese la mia amica riservandomi uno sguardo uno sguardo vagamente indagatore

- Si certo! Anzi, ho delle cose da dirti

- Hai visto Jared ieri sera??- mi chiese alzando involontariamente la voce di un ottava, ma questo bastò a perforarmi un timpano.

Sedute a far colazione le raccontai di quello che mi aveva detto Jared la sera prima, ma non ruscii a finire di raccontare perchè appena dissi che Jared aveva accettato cominciò a saltellare per la casa gridando come una bambina a cui hanno appena regalato la sua bambola preferita, ma d'altro canto anche io ero ancora così eccitata all'idea che non potei fare altro che unirmi a lei nel saltare e urlare per casa!

 

Da quel giorno il tempo sembrava passare inesorabilmente lento.. Sempre così quando si aspetta qualcosa di importante! Non ebbi più contatti con Jared o con chiunque altro vicino a lui, però li seguivo nel loro tour informandomi su tutto quello che succedeva.
Io e Tati continuavamo a lavorare sulla nostra musica: ci avrebbe atteso un periodo non facile e per non farci trovare impreparate stavamo portandoci avanti il più possibile con il lavoro sui nostri pezzi. Ogni giornata libera la passavamo nella nostra piccola sala prove, ricavata insonorizzando e attrezzando, più o meno adeguatamente, la cantina di casa di Tati.

Si perché, pur abitando da sole, il nostro alloggio era al piano terra della casetta bifamiliare della sua famiglia: Tati aveva un fratello problematico a cui badare da sola con il padre e per quel motivo non si poteva allontanare. Sua madre era davvero un angelo me la ricordavo bene: mi trattò come fossi sua figlia accogliendomi in casa senza esitare un attimo quando rimasi orfana, tuttavia il destino sa essere davvero inclemente e così Dio decise di riprendersi uno dei fiori piu belli del suo creato: morì poco dopo aver dato alla luce Luca, il fratellino di Tatiana . Ma nessuno si era mai perso d'animo in quella famiglia!
Nonostante ciò, quella formidabile persona che era la mia amica, riusciva a stare dietro a tutto e così, dopo la soddisfazione del nostro CD, ci eravamo messe a lavorare ancora più seriamente per raggiungere il livello successivo e parte di quel lavoro si sarebbe svolta oltre oceano, nella Città degli Angeli.
Però con il passare dei mesi l'attesa si faceva snervante, a volte mi veniva da pensare che Jared mi avesse solo presa in giro, che in realtà si fosse dimenticato della parola data e che non ci avrebbe mai chiamate. O semplicemente che mi ero immaginata tutto, in un sogno.
 

"Si qui va tutto bene, Luca sta bene. Tu fai attenzione, mi raccomando. Ci sentiamo domani papà"

Taaati sei in casa??- strillai entrando nel nostro appartamento senza però ottenere risposta, in compenso sentii a sua volta lei strillare per le scale – Sono al piano di sopra! Vieni su!-

Quando entrai la trovai intenta preparare la cena – Mio padre è andato via per lavoro e starà via almeno tre settimane, dovremo stare qui sopra per non lasciare Luca da solo -

- Ah si va bene non c'è problema..-

- Però tu ne hai uno, vero? - mi rispose la mia amica con tono indagatore. Sospirai – Ma no, nulla di grave sono solo stanca -

- Stai davvero cercando di convincere in questo blando modo qualcuno che ti conosce da tutta la vita? - a quelle parole sorrisi: era vero, lei mi conosceva come il palmo della sua mano e non le potevo nascondere nulla – Il fatto è che siamo a Ottobre inoltrato e non ho ancora saputo nulla da Jared o Emma o chiunque altro... e la cosa mi sta snervando! Se mi fossi immaginata tutto?? Se Jared mi avesse semplicemente presa in giro?? -

- Secondo me dovresti solo cercare di calmarti, infondo Jared era stato convinto dal tuo discorsetto no? Però se questo può farti star meglio possiamo contattarlo in qualche modo e ricordargli il suo "dovere"

- Ma certo! Possiamo mandare una mail a Emma! Di certo lei saprà di tutta questa storia visto che è la sua assistente!

 

Mangiarono cena ma senza tornare sul discorso, decisero che l'indomani ci avrebbero poi pensato a cosa scrivere, ma per quel giorno erano entrambe stanche e un giorno in più o meno a quel punto non avrebbe fatto la differenza; siccome la sveglia per il lavoro la mattina seguente le avrebbe comunque buttate giù alle sei andarono a dormire presto.

Quando la sveglia suonò Amy pensò che non era ancora pronta ad alzarsi, ma come poté constatare non era stata la sveglia ma il suo telefono che stava suonando facendo per altro un gran casino, come le stava facendo notare Tati, non proprio contenta di essere svegliata a quell'ora di notte così Amy rispose: - Non so chi tu sia, ma spero che sia questione di vita o di morte per rompere a quest'ora di notte!- e avrebbe continuato con altre parole ben poco gentili se la voce dall'altro capo del telefono non avesse detto – Amelia?- che in quel preciso istante si bloccò come una statua di sale, sotto gli occhi della sua amica che, ormai sveglia, la guardava interrogativa. - Amy, mi chiamo Amy per l'amor del cielo!- disse ostentando finta durezza nella voce per non far crollare la maschera che ormai si era creata, ma il suo interlocutore non ci fece caso e continuò a parlare – Ho pensato di chiamarti per essere sicuro di spiegarti bene quello che ti sto per dire: tra qualche settimana settimana noi finiremo il tour e torneremo a Los Angeles, ma mi devi concedere almeno il tempo di riprendermi e dato che decido io, io ho deciso che il 6 di gennaio dovrai trovarti a Los Angeles – Amy non ebbe il tempo di pensare gran che da ribattere, farfugliò qualcosa ma dall'altro capo del telefono la voce continuò – E non ti preoccupare per il volo, ha pensato a tutto Emma che ti farà avere i dettagli della prenotazione.. dopotutto capisco che per te non sarebbe stato facile rimediare un volo per l'america con così poco preavviso. Qualche domanda? -

- Io.. io.. non...-

- Senti, non ho tempo da perdere, ti contatterà Emma, questo è tutto. Ciao Amelia – e chiuse la chiamata. Amy mise giù il telefono con un'espressione vagamente allucinata - Allora? Quale pazzo squilibrato ti chiama alle 2 di notte??-

-Jared Leto.

 

 

 

Salve a tutti! Se qualcuno ancora è rimasto a seguire la mia storia, ma spero di si! Abbiate fede, continuerò a pubblicare e spero di riuscire a farlo in modo più regolare possibile! Nel frattempo non mi abbandonate, anzi se avete qualcosa da dire sono felice di sapere le opinioni ;)

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