Un giorno guardando il suo
viso riflesso nel lago nero
Severus si rese conto che la sua anima era diventata più
oscura del lago.
Quegli occhi neri e quei capelli lisci, che
tanto aveva amato quando li aveva conosciuti in sua madre,
in lui
sembravano perdere la loro bellezza.
Era quello che succedeva
quando si diventava marci dentro!
Così pensava Severus. Non sarebbe più riuscito a
guardarsi allo specchio! Il
suo volto sarebbe invecchiato e poi sarebbe morto con lui. Nessuno
avrebbe
tenuto dentro il proprio cuore il ricordo del suo viso.
Alle volte, quando sentiva
la mancanza di sua madre, Severus
chiudeva gli occhi e rivedeva la faccia della donna. Poi riaprendoli,
per un
istante, quel pensiero si fissava nell’aria. Ma il suo viso
sarebbe svanito per
sempre, aveva iniziato a svanire la prima volta che l’aveva
coperto con quella
maledetta maschera.
Tuttavia Severus aveva
ancora una speranza, l’ultima. Il suo
padrone, che lo aveva marchiato col fuoco, lo rispettava. Lo aveva
sempre fatto
sentire forte, importante e sicuramente avrebbe capito e gli sarebbe
venuto
incontro. Era vero, spesso l’oscuro signore era crudele anche
con i suoi servi
, ma solo perché voleva essere rispettato. E Severus capiva.
E invece, la sua speranza
crollò. Nelle sue orecchie rimasero
le risate di Voldemort mentre gli negava la sua comprensione e
rifiutava la
richiesta del suo adepto di lasciare in vita Lily Potter. Quelle risate
gli
riportarono alla memoria le risate che il suo
“padrone” babbano aveva vomitato
la notte in cui sua madre gli insegnò cosa erano il rispetto
e l’amore.
E capì. Lui
aveva rispettato sempre il suo padrone e lo
aveva accettato com’era, e in un certo senso lo aveva amato,
nonostante tutto.
Ma il signore oscuro non rispettava nessuno e non amava nessuno.
Un’amara
risata rimbombò nell’aria mentre Severus alzava lo
sguardo verso il cielo.
Non c’era amore,
dove non c’era rispetto, e lui si era
illuso. Era stato un ingenuo, finanche uno stupido, come aveva fatto!
Aveva
confuso il rispetto con la sottomissione e il desiderio di ricevere
amore con
il desiderio di avere qualcuno cui darlo.
Era diventato debole nei
confronti dei malvagi, come sua
madre con suo padre.
Era diventato malvagio nei
confronti dei deboli, come suo
padre con sua madre.
Adesso voleva diventare
Severus Piton, non più un servo ma
padrone di se stesso, solo Severus.
Il cielo era limpido e non
fu difficile vedere la cima della
Torre di Astronomia nella sua vecchia scuola, forse fra quelle mura
avrebbe
trovato aiuto, conforto e salvezza.
Silente lo ricevette e
ascoltò. Fecero il possibile ma tutto
fu vano. Severus era cambiato ma questo non era servito a niente. Lily
non
c’era più, di lei rimanevano i ricordi e il suo
bambino. Quel bambino che aveva
sconfitto l’oscuro signore! Un bambino! Era bastato
così poco! Dove era adesso
il grande mago oscuro? Chissà. Perso nel suo odio e
sconfitto dalla sua
incapacità di amare e rispettare.
Severus
si sentiva
completamente solo. Non c’erano amici al suo fianco, solo gli
sguardi
sospettosi e pieni di odio della gente. Anche lui, ora, provava odio e
disprezzo per i mangiamorte e per l’oscuro signore. E per se
stesso.
La morte, solo la morte
gli avrebbe potuto dare un po’ di
sollievo. Quando credette di aver trovato un modo per dimenticare
ciò che era
stato, gli arrivò una richiesta da parte di Silente. Se
avesse voluto, avrebbe
potuto redimersi proteggendo Harry, il figlio di Lily.
Una richiesta e non un
ordine.
Una richiesta di aiuto.
Una richiesta di sostegno.
Una richiesta per salvare
la vita di un bambino.
Una richiesta per redimere
l’anima di un uomo.
Una richiesta per
suggellare l’inizio di un’amicizia.
Una richiesta per imparare
a dare amore.
Una richiesta per imparare
a ricevere amore.
Una richiesta che non
s’impone, rispettandoti.
Una richiesta che Severus
avrebbe accettato, rispettando.
Quel vecchio preside,
l’unico di cui il signore oscuro aveva
paura, gli tese la mano, e dopo che Severus gliela ebbe stretta, la
sollevò per
accarezzargli dolcemente i capelli.
Passarono gli anni mentre
il marchio nero sbiadiva nel
braccio di Severus, senza però scomparire mai. Il professore
di pozioni non
aveva amici. La sua posizione era rimasta ambigua agli occhi del mondo
magico,
per volere suo e accondiscendenza di Silente.
Arrivò Harry ad
Hogwarts e come ogni anno arrivò il ballo di
fine anno. Tutte le ragazze sarebbero volute andarci col sopravvissuto,
pensò
Severus. Invece con chi si presentò Harry? Con Ronald
Weasley!
Piton uscì
dalla Sala grande, che per l’occasione era stata
adibita a pista da ballo, per sorseggiare in tranquillità un
po’ di liquore. Trovò
Harry che guardava gli ospiti dei quadri mentre sorridevano e
brindavano.
-Come mai un giovane
grifondoro va al ballo di fine anno con
un suo compagno invece che con una compagna?- chiese con tono
sarcastico il professore.
-Io non ho la ragazza, in
caso non se ne sia accorto. E poi
non sono venuto con un compagno! Siamo solo arrivati
contemporaneamente-
rispose acido il ragazzo.
-Gradirei un po’
di rispetto, Potter-
-E io avrei gradito che
……………..mi avesse
detto si- disse
Harry sottovoce, ma Piton sentì ugualmente.
-Prima di invitare una
ragazza al ballo, dovresti imparare
cosa è l’amore-
-Si certo. Amore, rispetto
ma lei cosa ne sa?-replicò
scocciato il ragazzo.
-So che il rispetto
è quel sentimento per il quale tutto si
accetta e l’amore quel sentimento per il quale tutto si
sopporta. Che bisogna
accettare gli altri come sono e amarli nonostante tutto. Che non
c’è rispetto
dove non c’è amore. Che se vuoi amare una persona
è giusto che la ami ma non ti
devi far ingannare dal tuo cuore e ricordare sempre che chi non ti
rispetta non
merita il tuo amore. E che, infine, solo chi ti lascia libero, merita
il tuo
rispetto e il tuo amore, e solo chi ti lascia libero, può
darti il rispetto e
l’amore più sinceri-
-E a lei chi glielo ha
insegnato?-.
-La vita, Harry. Chi
altro?-
Harry lo
ascoltò ma non riuscì a cogliere il significato
pieno del discorso e riflettendo sulle parole del suo professore
rispose: -Si,
avrò modo di impararlo anch’io- e poi se ne
andò.
Severus Piton
continuò a bere e mentre
il liquore gli riscaldava il corpo e lo invadeva, riempendo i vuoti
della sua anima, tra sé e sé pensò:
-Ti auguro di
impararlo dalle mie parole, Harry, ti
bastino solo le mie parole-.
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Okey. Sono arrivata alla
fine della trilogia.
Severus ha imparato diverse cose sull'amore e sul rispetto ma
ovviamente, come ciascuno di noi, ha capito tanto ma non sa ancora
tutto. Se si sanno cogliere gli insegnamenti della vita, non
c'è
giorno che non ci sia qualcosa da imparare. (Bella frase! L'avrei
potuta inserire in un'altra ff!)
Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa piccola ff,
Ringrazio Thiliol che ha inserito la ff tra i preferiti e ha recensito.
Ringrazio Pan_Tere 94 che si è inserita nel gruppo dei
recensori.
Spero di
scrivere al più presto qualcosa di nuovo.
A presto, Alida
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