Amore e rispetto

di alida
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Infanzia ***
Capitolo 2: *** Verde e oro ***
Capitolo 3: *** Realtà e illusione. ***



Capitolo 1
*** Infanzia ***


Ogni giorno era sempre la stessa storia. La sveglia di Severus suonava alle 6:30 perché Tobias, il padre, non permetteva che il bambino se ne stesse a letto a poltrire mentre lui doveva alzarsi per andare a lavoro, a faticare per una moglie strega ed un figlio che solo Dio sapeva cosa era e cosa sarebbe diventato.

La casa era piccola e i rumori trapassavano i muri di cartongesso. Severus si svegliava sempre prima delle 6:30, quando iniziava a sentire le molle del materasso che cigolavano nella stanza accanto alla sua.

Si alzava facendo molta attenzione. Sapeva di non dover fare rumore e in bagno bisognava sbrigarsi. Avevano uno scaldabagno di 15 litri e per 3 persone, in inverno, era davvero poca acqua. A lui non ne restava mai e così, ogni mattina, si lavava a pezzi con l’acqua gelida. Faccia, ascelle, intimo e piedi. Poi si vestiva velocemente per scaldarsi un po’ dentro quei maglioni slabbrati e vecchi.

La colazione era un tormento. Niente, neanche una briciola di pane doveva cadere sulla tovaglia, altrimenti Tobias gli avrebbe portato via anche il resto della fetta, accusandolo di essere un ingrato e di buttar via il mangiare.

Una volta che il padre usciva per andare a lavoro, il piccolo Severus poteva rilassarsi con la mamma.

Eileen era una maga, apparteneva ad una famiglia purosangue che non aveva gradito il suo matrimonio con un babbano. Era stata diseredata e si era ritrovata ad essere completamente dipendente dal marito, considerato che lei non trovava lavoro nel mondo babbano e che il marito le aveva imposto di non tornare nel mondo magico.

“Era una mamma brava” pensava Severus. Gli aveva insegnato tante cose, forse tutte quelle che sapeva. Gli aveva insegnato a scrivere, a leggere, a fare tanti disegni e spesso quando Tobias non c’era gli raccontava le favole di un certo Beda, che a Severus piacevano tanto.

Le mattine e i pomeriggi trascorrevano tranquilli ma la sera era sempre un pericolo. Quando Tobias tornava, tutto doveva essere in ordine: la cena già preparata, la casa in ordine, il bambino già in pigiama per coricarsi subito dopo aver mangiato. Se, malauguratamente, Tobias riteneva che qualcosa non andasse bene, allora sarebbero cominciate le urla tra lui e la moglie, alle quali spesso seguivano gli insulti e le botte.

In quelle occasioni Eileen e Severus non avrebbero mangiato perché  colpevoli di aver, deliberatamente, provocato un uomo stanco che chiedeva solo un po’ di rispetto.

Rispetto era una parola che risuonava sempre nelle orecchie del piccolo Severus.

Rispetto, se cadeva a terra qualcosa

Rispetto, se si sporcava i vestiti

Rispetto, se non ringraziava

Rispetto, se non ascoltava

Rispetto, se non ubbidiva

Rispetto, dopo uno schiaffo

Rispetto, dopo le sculacciate

Rispetto, dopo le cinghiate

Rispetto, dopo le docce fredde.

Rispetto era una parola che odiava. Preferiva, come tutti i bambini, la parola “amore” che la mamma gli diceva sempre.

Amore, se disegnava

Amore, se accarezzava

Amore, se sorrideva

Amore, mentre il ghiaccio era premuto su un livido

Amore, mentre un asciugamano tiepido gli leniva le ferite

Amore, mentre le coperte lo avvolgevano, riscaldandolo

Amore, quando la sofferenza si spartiva in due.

Una sera Tobias, rientrando, esagerò oltre modo. La minestra non era calda al punto giusto. Si alzò di scatto e tirando Eileen per i capelli, la portò in camera da letto, dove sotto gli occhi di Severus, abusò di lei, ridendo. Quando ebbe finito uscì dalla stanza, chiudendoli dentro.

Severus si buttò tra le braccia della mamma e aspettò che smettesse di piangere e singhiozzare. Quando Eileen si fu riperesa un po’, il bambino la guardò e gli chiese:

-Mamma, che cosa è l’amore?-

-L’amore è quel sentimento per il quale si sopporta tutto-.

Il bambino chiese ancora: -Mamma, che cosa è il rispetto?-

-Il rispetto è quel sentimento per il quale  si accetta tutto-.

Il bambino fece una faccia strana a mostrare che non aveva capito. Allora Eileen mise le sue mani ancora tremanti sul viso di Severus e chiarì:

-Accetta gli altri per quello che sono, amali nonostante tutto!-.

 

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Ciao, sono tornata. Cosa volete che vi dica, mi stavo addormentando vicino al caminetto e mi è venuta in mente questa idea. Questo è il primo di tre capitoli. Spero abbiate la pazienza di seguirmi. Come al solito, i commenti sono graditi.

Ciao, Alida

 

 

 

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Capitolo 2
*** Verde e oro ***


Questa è la fase dell'adolescenza. Sev ha bisogno di sentire amore attorno a se, ma per lui l'amore e il rispetto sono due cose separate perchè la madre sembrava rispettare il marito ma non amarlo e il padre sembrava amare la moglie ma non la rispettava. Imparerà che amore e rispetto vanno di pari passo, ma ancora ingannerà se stesso credendo di trovare amore e rispetto in chi invece vuole solo usarlo.

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Verde e oro.

Verde era l’erba del prato sul quale da bambino giocava con Lily e verdi erano gli occhi della sua amica. Verde lo stemma sulla sua divisa, verde l’invidia, che anche se non lo avrebbe mai ammesso, gli lacerava l’anima. Oro era la gloria che avrebbe raggiunto, oro la sua conoscenza della magia, oro il rispetto che avrebbe ottenuto.

Severus era diventato un ragazzo alto, magro, con il naso un po’ lungo forse, e dei bellissimi capelli neri e lisci. Ma c’era chi non sapeva apprezzare la bellezza. Quei quattro grifondoro lo prendevano in giro chiamandolo Untuosus o Mocciosus, ma lui non si vergognava dei suoi capelli, erano belli e uguali a quella di sua madre.

Aveva pochi amici. I Serpeverde non si lasciavano mai andare a smancerie e scherzi, cui lui, peraltro, non era abituato. Tutti avevano un solo obiettivo: primeggiare. Essere i primi significava essere i migliori e ottenere il rispetto.

Il rispetto per il quale tutto si accetta. E, infatti, era stato accettato anche lui, benché il padre fosse un babbano e la madre disconosciuta dai parenti. Lui era il miglior pozionista che Serpeverde avesse mai avuto da tanto tempo, era il migliore ed era rispettato.

Studiava senza sosta, senza pause, senza Quidditch, senza riserve. Alle volte studiava in biblioteca, ma lì c’era sempre il rischio di essere disturbati e così si trasferiva nella sala comune della sua casa oppure nella sua camera. Scriveva a lungo e per ripetere si sdraiava nel letto e tirava le tende del baldacchino. Era il primo a svegliarsi e l’ultimo a coricarsi.

Con i suoi compagni si era lasciato ammaliare dai grandi progetti di un certo Tom Riddle, progetti di potere. Quel mago apprezzava le doti di Severus, che si esplicavano non solo nelle pozioni ma anche negli incantesimi che il giovane serpeverde migliorava e talvolta inventava.

Ma Severus non poteva vantarsi davanti a tutti per questo apprezzamento e per le sue scoperte. Quella che il suo gruppo praticava era magia nera. Una branchia della magia che non tutti i maghi approvavano. Nonostante questo, il ragazzo andava avanti, gli bastava il rispetto che Riddle gli concedeva.

Per l’amore, invece, non c’era posto. Anche se c’era Lily, la giovane grifondoro che gli stava vicino e da sempre gli dimostrava il suo affetto. Ma quello di Severus per Lily non era semplice affetto, era amore.

L’amore per il quale tutto si sopporta. Lo amava certo, anche se era una grifondoro, anche se aveva incominciato a simpatizzare con quegli scalmanati che non smettevano di provocarlo e umiliarlo. Anche se spesso la vedeva sorridere e chiacchierare con quel Remus Lupin che era un tipo strano, sempre malato e chissà come sempre nei periodi di luna piena. Anche se i genitori della ragazza erano babbani. Sopportava e sperava che anche lei, prima o poi lo ricambiasse.

Si chiedeva spesso se Lily fosse in grado di sopportare  i suoi amici e le loro ambizioni, i suoi silenzi, le sue debolezze e i suoi difetti. Se lo avrebbe amato così com’era o se avrebbe cercato di cambiarlo. Se lo avrebbe accettato così com’era , se  lo avrebbe  rispettato.

In quelle sere, nelle quali questi pensieri lo sfinivano, iniziava a farsi l’idea che amore e rispetto non fossero sentimenti da tenere separati.

La conferma di questa idea l’ebbe un pomeriggio. Quegli stupidi grifondoro ancora una volta lo avevano preso di mira e Lily era intervenuta in sua difesa ma lui l’aveva respinta chiamandola “Sporca Mezzosangue”.

Da quel momento Lily non aveva più voluto saperne niente di lui, avevano avuto soltanto un breve scambio di battute.

-Scusami, te ne prego. Mi è scappato, non voleva chiamarti così!-.

-Non ci sono scuse. Nessuno dovrebbe essere chiamato così!-

-Lily,  perdonami. Lo prometto non succederà più-.

-Perché non mi lasci in pace e te ne ritorni dai tuoi compagni!-.

-Lily, perdonami. Io ti amo-.

-Non è vero, sei un bugiardo. Se mi amassi, non mi avresti ferito-.

-Te lo giuro. Ti amo, e solo che alle volte non riesco ad accettare che i tuoi genitori siano…-

-Siano babbani? E tuo padre allora?-

-Non voglio parlare di Tobias-.

-Tu non mi rispetti, Severus. Dici di amarmi ma non mi rispetti! Non ti hanno insegnato che non può esserci amore dove non c’è rispetto? Che una persona che non ti rispetta in realtà non ti ama?-.

E così, Lily, se ne andò senza mai più tornare indietro.

Non poteva immaginare che a Severus avevano insegnato che l’amore e il rispetto erano due sentimenti separati. E Severus imparò la nuova lezione nel modo più triste possibile. E questo spianò la sua strada verso il buio.

Non poteva esserci amore, dove non c’era rispetto e siccome non era riuscito a rispettare l’unica persona che, dopo sua madre, avesse amato, allora per lui non poteva esserci amore.

Tuttavia, qualcuno lo rispettava e perciò si convinse con tutte le sue forze che  ciò che il suo gruppo gli dava in qualche modo doveva pur sempre essere una forma d’amore.

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Come sto andando? Poca azione ma più riflessione. Spero di non risultare noiosa. 

Ringrazio tutti i miei lettori. 

Ringrazio Pervinca Potter 97 e 

               BlueViper 

per le recensioni. 

Ringrazio Pervinca Potter 97 per aver inserito la ff tra i suoi preferiti.

A domani, Alida

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Capitolo 3
*** Realtà e illusione. ***


Un giorno guardando il suo viso riflesso nel lago nero Severus si rese conto che la sua anima era diventata più oscura del lago. Quegli occhi neri e quei capelli lisci, che  tanto aveva amato quando li aveva conosciuti in sua madre, in lui sembravano perdere la loro bellezza. 

Era quello che succedeva quando si diventava marci dentro! Così pensava Severus. Non sarebbe più riuscito a guardarsi allo specchio! Il suo volto sarebbe invecchiato e poi sarebbe morto con lui. Nessuno avrebbe tenuto dentro il proprio cuore il ricordo del suo viso.

Alle volte, quando sentiva la mancanza di sua madre, Severus chiudeva gli occhi e rivedeva la faccia della donna. Poi riaprendoli, per un istante, quel pensiero si fissava nell’aria. Ma il suo viso sarebbe svanito per sempre, aveva iniziato a svanire la prima volta che l’aveva coperto con quella maledetta maschera.

Tuttavia Severus aveva ancora una speranza, l’ultima. Il suo padrone, che lo aveva marchiato col fuoco, lo rispettava. Lo aveva sempre fatto sentire forte, importante e sicuramente avrebbe capito e gli sarebbe venuto incontro. Era vero, spesso l’oscuro signore era crudele anche con i suoi servi , ma solo perché voleva essere rispettato. E Severus capiva.

E invece, la sua speranza crollò. Nelle sue orecchie rimasero le risate di Voldemort mentre gli negava la sua comprensione e rifiutava la richiesta del suo adepto di lasciare in vita Lily Potter. Quelle risate gli riportarono alla memoria le risate che il suo “padrone” babbano aveva vomitato la notte in cui sua madre gli insegnò cosa erano il rispetto e l’amore.

E capì. Lui aveva rispettato sempre il suo padrone e lo aveva accettato com’era, e in un certo senso lo aveva amato, nonostante tutto. Ma il signore oscuro non rispettava nessuno e non amava nessuno. Un’amara risata rimbombò nell’aria mentre Severus alzava lo sguardo verso il cielo.

Non c’era amore, dove non c’era rispetto, e lui si era illuso. Era stato un ingenuo, finanche uno stupido, come aveva fatto! Aveva confuso il rispetto con la sottomissione e il desiderio di ricevere amore con il desiderio di avere qualcuno cui darlo.

Era diventato debole nei confronti dei malvagi, come  sua madre con suo padre.

Era diventato malvagio nei confronti dei deboli, come suo padre con sua madre.

Adesso voleva diventare Severus Piton, non più un servo ma padrone di se stesso, solo Severus.

Il cielo era limpido e non fu difficile vedere la cima della Torre di Astronomia nella sua vecchia scuola, forse fra quelle mura avrebbe trovato aiuto, conforto e salvezza.

Silente lo ricevette e ascoltò. Fecero il possibile ma tutto fu vano. Severus era cambiato ma questo non era servito a niente. Lily non c’era più, di lei rimanevano i ricordi e il suo bambino. Quel bambino che aveva sconfitto l’oscuro signore! Un bambino! Era bastato così poco! Dove era adesso il grande mago oscuro? Chissà. Perso nel suo odio e sconfitto dalla sua incapacità di amare e rispettare.

Severus  si sentiva completamente solo. Non c’erano amici al suo fianco, solo gli sguardi sospettosi e pieni di odio della gente. Anche lui, ora, provava odio e disprezzo per i mangiamorte e per l’oscuro signore. E per se stesso.

La morte, solo la morte gli avrebbe potuto dare un po’ di sollievo. Quando credette di aver trovato un modo per dimenticare ciò che era stato, gli arrivò una richiesta da parte di Silente. Se avesse voluto, avrebbe potuto redimersi proteggendo Harry, il figlio di Lily.

Una richiesta e non un ordine.

Una richiesta di aiuto.

Una richiesta di sostegno.

Una richiesta per salvare la vita di un bambino.

Una richiesta per redimere l’anima di un uomo.

Una richiesta per suggellare l’inizio di un’amicizia.

Una richiesta per imparare a dare amore.

Una richiesta per imparare a ricevere amore.

Una richiesta che non s’impone, rispettandoti.

Una richiesta che Severus avrebbe accettato, rispettando.

Quel vecchio preside, l’unico di cui il signore oscuro aveva paura, gli tese la mano, e dopo che Severus gliela ebbe stretta, la sollevò per accarezzargli dolcemente i capelli.

Passarono gli anni mentre il marchio nero sbiadiva nel braccio di Severus, senza però scomparire mai. Il professore di pozioni non aveva amici. La sua posizione era rimasta ambigua agli occhi del mondo magico, per volere suo e accondiscendenza di Silente.

Arrivò Harry ad Hogwarts e come ogni anno arrivò il ballo di fine anno. Tutte le ragazze sarebbero volute andarci col sopravvissuto, pensò Severus. Invece con chi si presentò Harry? Con Ronald Weasley!

Piton uscì dalla Sala grande, che per l’occasione era stata adibita a pista da ballo, per sorseggiare in tranquillità un po’ di liquore. Trovò Harry che guardava gli ospiti dei quadri mentre sorridevano e brindavano.

-Come mai un giovane grifondoro va al ballo di fine anno con un suo compagno invece che con una compagna?- chiese con tono sarcastico il professore.

-Io non ho la ragazza, in caso non se ne sia accorto. E poi non sono venuto con un compagno! Siamo solo arrivati contemporaneamente- rispose acido il ragazzo.

-Gradirei un po’ di rispetto, Potter-

-E io avrei gradito che ……………..mi avesse detto si- disse Harry sottovoce, ma Piton sentì ugualmente.

-Prima di invitare una ragazza al ballo, dovresti imparare cosa è l’amore-

-Si certo. Amore, rispetto ma lei cosa ne sa?-replicò scocciato il ragazzo.

-So che il rispetto è quel sentimento per il quale tutto si accetta e l’amore quel sentimento per il quale tutto si sopporta. Che bisogna accettare gli altri come sono e amarli nonostante tutto. Che non c’è rispetto dove non c’è amore. Che se vuoi amare una persona è giusto che la ami ma non ti devi far ingannare dal tuo cuore e ricordare sempre che chi non ti rispetta non merita il tuo amore. E che, infine, solo chi ti lascia libero, merita il tuo rispetto e il tuo amore, e solo chi ti lascia libero, può darti il rispetto e l’amore più sinceri-

-E a lei chi glielo ha insegnato?-.

-La vita, Harry. Chi altro?-

Harry lo ascoltò ma non riuscì a cogliere il significato pieno del discorso e riflettendo sulle parole del suo professore rispose: -Si, avrò modo di impararlo anch’io- e poi se ne andò.

Severus Piton continuò a bere e mentre il liquore gli riscaldava il corpo e lo invadeva, riempendo i vuoti della sua anima, tra sé e sé pensò: -Ti auguro di impararlo dalle mie parole, Harry, ti bastino solo le mie parole-.

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Okey. Sono arrivata alla fine della trilogia. Severus ha imparato diverse cose sull'amore e sul rispetto ma ovviamente, come ciascuno di noi, ha capito tanto ma non sa ancora tutto. Se si sanno cogliere gli insegnamenti della vita, non c'è giorno che non ci sia qualcosa da imparare. (Bella frase! L'avrei potuta inserire in un'altra ff!)

Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa piccola ff,
Ringrazio Thiliol che ha inserito la ff tra i preferiti e ha recensito.
Ringrazio Pan_Tere 94 che si è inserita nel gruppo dei recensori.

Spero di scrivere al più presto qualcosa di nuovo.

A presto, Alida

 

 

 

 

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