L'anatema che non perdona

di Stashina
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** Il ricordo ***
Capitolo 3: *** Binario 9 e 3/4 ***
Capitolo 4: *** Sala comune ***
Capitolo 4: *** AVVISO - WATTPAD ***
Capitolo 5: *** Concorso ***



Capitolo 2
*** Il ricordo ***


"Abertforth, fai in fretta, vieni!" urlo fra la folla. Aberforth, il fratello di Albus Silente, il preside di Hogwarts, mi sta accompagnando a Dragon Halley e,come suo solito, rimane sempre indietro, schiacciato da tutte quelle persone, maghi e non, che stanno andando a comprare bacchette, uniformi, pentoloni e tutto quello che serve per incominciare un nuovo anno scolastico. Purtroppo io non rientro in questa categoria :non posso andare ad Hogwarts anche se non so ancora il perché ed ogni volta che provo a chiederlo a Sirius o a Tonks, loro cambiano argomento o mi ripetono sempre la stessa frase "Sei ancora troppo piccola per capire". Io non sono piccola, ho già 11 anni e mi reputo una bambina molto intelligente. 
"Aspettami, Vicky ,non correre così veloce, stai spingendo tutti !" Amo venire a Dragon Halley e quando sono qui niente mi ferma più. Mi posiziono davanti al negozio di vestiti di Dorotea e inizio a scrutare le vetrine sognando di comprare un'uniforme come fanno tutti i bambini della mia età. 
"Eccomi, tu entra qui e ritira gli indumenti che abbiamo ordinato la scorsa settimana, tieni questi galeoni e mi raccomando non fare danni, io sono nel negozio di fronte a comprare qualche ingrediente per le mie pozioni, ci vediamo qui fuori fra 10 minuti".
Entro nel negozio e subito mi arriva alle narici un profumo di lavanda, lo stesso che usano per profumare i vestiti. La bottega non è molto ampia : e' un' unica grande stanza, calda, illuminata da una grossa candela. Ci sono attorno scaffali di diversa grandezza, pieni zeppi di abiti, divise e coloratissimi accessori . A sinistra della porta d'ingresso ci sono due camerini, chiusi da tende di colore blu. Al cinguettio dell'allodola, che avverte dell'ingresso nella bottega, da sotto il bancone ecco spuntare un naso, non un semplice naso, ma un grande, grandissimo naso. Subito dietro il naso arrivano anche una facciona sorridente e una grande quantità' di capelli rossi, spettinati. La faccia mi guarda e finalmente vedo i piccoli occhi della strega, appollaiati sopra il naso, occhi simpatici!
"Ciao piccola, sei venuta per ritirare i tuoi abiti? Accomodati pure su quella poltrona, finisco di servire questo ragazzo e te li porto subito". Dalla voce non sembra una strega, ma una vecchia zia un po' pazzerella. Intanto dietro le sue spalle, appollaiati tra le sciarpe, tre gatti con gli occhi gialli spiano sospettosi. 
La strega Dorotea è una persona gentilissima, specialmente con i bambini : mi ricordo che ,quando ero più piccola, mi offriva sempre le caramelle tutti i gusti più uno.
"Grazie mille Dorotea, si' sì sono venuta per quello, allora ti aspetto qui".
Mentre mi siedo sulla poltrona noto che di fianco a me, uno dei camerini è rimasto aperto e dentro c'e' un bambino ,all'incirca della mia età. Ha i capelli biondi, pettinati all'indietro e gli occhi sono di un blu intenso. Sta provando la divisa di Hogwarts. Lo sto fissando e lui, dopo avermi fatto l'occhiolino dallo specchio, mi rivolge la parola. Io trasalgo perché mi ha sorpresa ad osservarlo.
"Anche tu sei qui per l'uniforme di scuola?" Mi chiede quel ragazzo. Il tono è' amichevole, ma la sua faccia non mi ispira molta fiducia.
"No, sono solo venuta a ritirare dei vestiti. Io non ci posso andare a Hogwarts". Mi fissa a lungo. Penso che il dispiacere per non poter frequentare la Scuola si avverta nel mio tono di voce.
"Ah, mi dispiace, ci tieni davvero cosi' tanto ?! ? Ma d'altronde chi non vorrebbe essere un mago?"
"Ma io sono un mago! È solo che vogliono che io studi a casa, non chiedermi il motivo, non saprei risponderti"
La sua espressione, d'un tratto si fa seria e poi dispiaciuta.
"Peccato, mi sarebbe piaciuto conoscerti meglio, e ,perché no, avremmo potuto magari essere nella stessa Casa... "
Non ho mai avuto amici della mia età, ho solo sempre frequentato le persone della mia famiglia adottiva, e nonostante il ragazzo non mi ispiri simpatia immediata, anche io mi sento triste al pensiero che forse non lo rivedrò più, ma all'improvviso la curiosità ha il sopravvento. 
"E tu in che Casa vorresti entrare?" Io so dove sarei andata se mai avessi potuto frequentare la scuola: Grifondoro. E' la casa della mia famiglia e sono certa che mio fratello Harry, quest'anno ci entrerà' , ma non voglio pensare a lui ora, mi rovinerei la giornata, l'argomento mi rattrista troppo. Harry... Ho solo un vago e sbiadito ricordo di lui ,ma so che avrei fatto qualunque cosa pur di saperlo al sicuro e non nascondo che il mio desiderio più grande e' di poterlo rivedere, un giorno.
"Ovviamente Serpeverde : è la Casa migliore, è la Casa dei grandi, e' la Casa della mia famiglia di purosangue!" La sua risposta, per un attimo, mi fa girare la testa, ma chi è questo bambino? Da quando ho memoria mi hanno sempre insegnato che le persone malvagie e da evitare erano i Serpeverde, e anche la mia poca esperienza mi ha portato a questa opinione, ma nonostante tutto, non riesco a staccare lo sguardo dal bambino biondo che mi sta di fronte. 
"Allora Draco ti va bene l'uniforme? O è troppo lunga?"
Per fortuna Dorotea entra nella stanza, interrompendoci, altrimenti non avrei saputo come rispondere.
"Si', può andare, anche se ci hai messo anni prima di modificarla! 
Si', dovevo immaginarlo che sarebbe diventato un Serpeverde, ha un tono di voce arrogante e tratta le persone con sufficienza,.... Ma non si è comportato così con me! 
"E a te Vicky, ecco i tuoi vestiti".
Dopo aver consegnato a Dorotea 10 galeoni per gli abiti mi avvio verso la porta, ma prima di uscire rivolgo un altro sguardo a quel ragazzo che in così poco tempo ha suscitato in me un'emozione nuova.
"Va beh, allora ci vediamo Draco, è stato un piacere"
"Il piacere è stato mio,Vicky, spero di rivederti presto" E sfodera il più bel sorriso che io abbia mai visto. Un sentimento di tristezza e di malinconia mi invadono, ma non ho neanche il tempo di girarmi che davanti a me si staglia un uomo alto e massiccio, dai lunghi capelli biondi e con uno sguardo che avrebbe terrorizzato addirittura un centauro, ma non spaventa me. Quell'uomo lo conosco bene, e' Lucius Malfoy. 
"Bene bene bene, chi si rivede, la piccola Vicky, che ci fai qui tutta sola? Non sai che i pericoli sono sempre dietro l'angolo?!"
"Papà, tu la conosci?" Non ci posso credere, Draco e' il figlio di Lucius? Come ho fatto a non capirlo prima, e' molto simile al padre e, sicuramente , quello sguardo cupo lo ha ereditato da lui. Sento le gambe molli e la testa girare, ma per la seconda volta, in poco tempo, qualcuno arriva a salvare la situazione.
"Lucius lasciala stare. Andiamo a casa ,Vicky, si è fatto tardi e Dragon Halley si sta popolando di brutte persone".
Non lascio neanche il tempo a Lucius, di controbattere, riprendo subito il controllo e mi dirigo velocemente alla porta,vicino ad Abertforth e prima di chiudermela alle spalle rivolgo un ultimo sguardo a quel ragazzo che, neanche il tempo di allontanarmi mi manca già.

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Capitolo 3
*** Binario 9 e 3/4 ***


Mi sveglio di soprassalto spalancando i miei grandi occhi celesti, era solo un sogno, solo un ricordo. Ora però ho la testa che mi gira, era molto tempo che non ripensavo a quel bambino, ed erano passati già 5 anni dall'ultima volta che lo avevo incontrato nel negozio della strega Dorotea. All'inizio mi era mancato, mi ero recata diverse volte a Diagon Halley prima che lui iniziasse la scuola con la speranza di vederlo ma nulla. Sapevo dove abitava, la casa dei Malfoy era temuta e famosa e ovviamente io non potevo nemmeno parlarne, ed è per questo che negli anni parlai raramente di Draco alla mia famiglia anche perché più il tempo passava più i conflitti con Lucius e il signore Oscuro aumentarono e quindi dovetti mettere da parte il mio affetto nei suoi confronti. Un sentimento d'ansia e il respiro affannato però, mi riportano alla realtà e a pormi la domanda che ora, più di tutte, mi preme: che ore sono? La mia camera è ancora tutta buia, le tende colorate coprono ancora le finestre e da dietro di esse intravedo un piccolo spiraglio di luce. L'ordine si è trasferito in una piccola casetta situata nella periferia di Londra, in aperta campagna, così da non dare nell'occhio ai Babbani nel caso, qualche magia di troppo, attirasse la loro attenzione. 
Amo vivere qui, la casa è molto accogliente e ho una camera è un bagno tutto mio, il giardino inoltre, è abbastanza grande per poter giocare a quiddich quando più ci pare, qui possiamo essere noi stessi, senza mai nasconderci. Una luce abbagliante mi acceca la vista e sento, vicino a me, la voce di Tonks urlare " Vickyyyyy, svegliati dormigliona, sono le 8, fra 1 ora il treno parte e tu non ti sei neanche alzata dal letto, la colazione è pronta"
Le 8, solo un ora mi separa dal binario 9 3/4, non sono pronta! 
"Sono sveglia, sono sveglia, e comunque non faccio colazione, non ho proprio fame...." Era vero, erano giorni ormai che, per colpa dell'ansia, avevo un buco allo stomaco, sarei andata finalmente a Hogwarts, ma non come studentessa, ma come aiuto insegnante di una nuova materia, Attacco contro le arti oscure. Silente ci aveva dato il consenso per formare un nuovo corso, con i tempi che corrono, non basta più solo sapersi difendere! Una parte di me non vede l'ora di varcare quelle porte, rivedere finalmente mio fratello e poter stare con lui ogni volta che ne sentivo il bisogno, frequentare anche io le aule e camminare per i corridoi che un tempo avevano caratterizzato la vita dei miei genitori e di tutta la mia famiglia. Ma dall'altra parte, il terrore di non essere accettata e perdonata da Harry era così forte da togliermi il respiro, se non mi volesse vedere? Se lo scoprire di avere una sorella adesso fosse troppo scioccante per lui da non voler avere niente a che fare con me? Mille dubbi e paura attanagliano la mia mente, sarei stata circondata da ragazzi e ragazze della mia età, più piccoli e più grandi, ma se non fossi stata capace a farmi degli amici? Devo scacciarmi questi pensieri dalla testa, non posso iniziare così l'anno scolastico o sarei morta prima di arrivare al treno.
"Devi mangiare qualcosa o non avrai le forze! E comunque vai a vestirti, la tua divisa e nel primo cassetto, mi raccomando fai in fretta tesoro" 
Finalmente trovo le forze per alzarmi dal letto e dirigermi verso lo specchio vicino all'armadio: ho le occhiaie, gli occhi segnati e la faccia scavata, si può vedere benissimo che sono notti che non dormo ma grazie alla magia, in un battito di bacchetta riesco a eliminare tutte queste imperfezioni da sonno dal mio viso. Ora ho la faccia più rilassata ma sulla fronte, a sinistra, una cicatrice a forma di saetta non può essere cancellata da un incantesimo, l'unica cosa che posso fare è coprirla con i miei capelli rossastri, accuratamente tagliati in modo tale da avere un ciuffo che mi ricade sopra la fronte. Vado in bagno a lavarmi sperando che una bella doccia calda possa rilassare i miei muscoli tesi ma così non accade, più passa il tempo e più sono stressata, ma cerco di fare uno sforzo e di non pensarci e dopo aver asciugato i miei lunghi capelli indosso per la prima volta nella mia vita la divisa di Hogwarts. Dopo aver fatto il nodo alla cravatta mi riposizionare davanti allo specchio, il colletto della camicia bianca si intravede sotto al pullover nero e la gonna lascia scoperte una piccola parte di ginocchia e infine ai piedi indosso delle all star basse nere. Mi infilo come ultimo tocco il mantello nero aperto sul davanti. Metto la bacchetta all'interno di una tasca presente nella divisa e mi dirigo verso la cucina, pronta per la passa porta. 
"Sei uguale a tua madre..."
A quelle parole mi giro di scatto e vedo, difronte a me, Lupin, ha gli occhi lucidi e mi guarda con un sorriso malinconico. So quanto ci tenesse ai miei genitori e sentirmi dire che gli assomiglio mi riempie il cuore di gioia e non posso trattenermi, gli vado incontro e lo abbraccio. Da quando vivo con loro Lupin non mi ha mai fatto mancare nulla, è stato come un padre per me, mi ha insegnato a giocare a quiddich e ogni notte mi raccontava una storia per farmi addormentare. Mi ha sempre cercato di proteggermi, pure da se stesso. 
"Ho paura" mi viene di istinto dirglielo, con loro posso essere me stessa, non mi vergogno e mi confido sempre.
"Non devi averne, vedrai che andrà tutto bene, è un ragazzo molto intelligente, ti capirà!" 
Forse per il fatto che mi fido di lui, ma le parole di Lupin mi tranquillizzano all'istante e mi diedero molta più energia che una semplice colazione. 
Ci avviamo tutti insieme, Lupin, Tonks, Moody ed io verso la passa porta che ci avrebbe direttamente portati nel primo vagone del treno diretto alla Scuola. Una volta questa casa era abitata da molte più persone ma nel corso degli anni sempre meno l'hanno popolata.
"Forza ragazzi che gli altri ci stanno già aspettando, prendete un respiro profondo e aggrappatevi a questa bottiglia di burro birra".


In un secondo eccomi sul treno, mi guardo intorno, sono circondata da altri professori e prefetti seduti sui sedili del vagone, Moody mi prende il baule e lo posiziona insieme agli altri in un reparto apposta li vicino. Non riesco a muovermi, so cosa staranno pensando le persone "È la figlia di Lily e James Potter", mi guardano con aria stupita, e non posso dargli torto. 
"Ciao Vicky come stai?" È Piton che parla, mi hanno raccomandato di non dargli troppe confidenze, ha un certo ruolo nella scuola e io non posso fargli saltare la copertura, qualunque fosse, ma io non riesco proprio a non considerarlo, ho passato con lui gran parte della mia infanzia, se per me Lupin è come un padre, Severus e comunque una figura fondamentale nella mia vita. Tutte le pozioni che so fare e molte magie che ho imparato è merito suo. Vedo come si comporta con le altre persone, altezzoso, arrogante e distaccato ma con me è diverso, è sempre stato gentile e premuroso, non mi addormento mai senza il suo bacio della buona notte.
"Ciao Severus, se ti dicessi che sto bene sarebbe solo una bugia..." Ma anche se avessi mentito lui lo avrebbe scoperto subito, ormai mi conosce e mi capisce sempre.
"Fai bene ad aver paura!"
Non so se mi abituerò mai a questo tono freddo e staccato ma so che è soltanto una recita, lui non è cattivo...almeno con me! 
Mi siedo in una delle poltroncine accanto a un ragazzo alto, magro dai capelli ricci e rossi, si può vedere bene che la sua toga e di seconda mano come i suoi libri ma la povertà non è mai stato un problema per me, anzi, le persone umili hanno sempre caratterizzato la mia vita è con loro mi sono sempre trovata bene e ,soprattutto, senza i soldi ereditati dei miei genitori, a quest'ora, di sicuro non sarei qui.
Noto che mi sta fissando con un aria incuriosita, e decido di alleviare i suoi dubbi.
"Ciao, piacere Vicky, tu sei un prefetto giusto?"
Mi sembra che la sua faccia abbia cambiato più volte colore nel giro di pochi istanti e quando inizia a parlare, le sue parole escono come un getto d'acqua freddissimo
"Sono Percy Weasley, so chi sei, hai combattuto TuSaicChi innumerevoli volte, sei un mito per il mondo dei maghi, è stato dura non far scoprire niente a Harry. Ah Harry, lui sta bene, credo!" Riprende fiato, mentre parlava non ha mai respirato e tutte quelle informazioni mi hanno un po scombussolata, non voglio essere riconosciuta come la paladina della giustizia, colei che ha sempre tenuto a bada Voldemort, ma solo come Vicky Potter, ma l'unica cosa che riesco a dire e che mi accorgo di aver ascoltato con più attenzione durante la sua confessione è stato il nome di Harry.
"Parla di Harry ti prego!"
"Scoprirai quello che vuoi sapere riguardante tuo fratello appena arriviamo ad Hogwarts, da Harry stesso, ora non rovinarti il viaggio con stupidi pensieri, e rilassati!"
Piton con aria grave aveva ascoltato la nostra breve conversazione e aveva deciso di mettere un punto a tutto questo. Io non volevo far cadere il discorso così ma se Severus riteneva più appropriato fare ciò io dovevo assecondarlo e quindi, per tutto il resto del tragitto, rimasi in silenzio a guardare fuori dal finestrino ad immaginare finalmente di ritrovare la mia vera famiglia.

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Capitolo 4
*** Sala comune ***


"Ecco Hogwarts, siamo arrivati" quelle parole mi fecero trasalire e subito iniziai ad agitarmi sul sedile, quello che da tempo temevo ma che desideravo anche nello stesso tempo stava per accadere, fra poco sarei entrata anche io a far parte della grande Scuola di magia e stregoneria di tutti i tempi. Il treno si ferma e centinaia di ragazzini di diverse età e aspetto escono dai propri vagoni e chiacchierando allegri si direzionano verso le carrozze, tranne quelli del primo anno che, accompagnati da Rubeus Hagrid si dirigono verso le barche come da tradizione. Fra la folla c'e sicuramente anche Harry e questo mi terrorizza e emoziona allo stesso tempo, cerco di vederlo ma con tutta quella gente, vedo soltanto volti sconosciuti che sorridono ai propri amici, posso cogliere bene l'eccitazione di ognuno di loro nel tornare a scuola e nel rincontrare le persone amate.
Percy con un gesto della mano mi saluta e si affretta a raggiungere la sua casa per condurre i rispettivi studenti alla Scuola. Io invece rimango inchiodata sul vagone, non so cosa fare o cosa dire, so che noi, nuovo professori, dobbiamo raggiungere per ultimi la sala comune per farci vedere e conoscere da tutte le persone presenti e questo mi spaventa a morte ma non si può fare altrimenti, quindi prendo coraggio e, seguendo gli altri, scendo dal treno e raggiungo l'ultima carrozza che ci sta aspettando. Ho sempre amato le creature magiche, e quindi prima di salire a bordo mi fermo ad accarezzare i thestral che trainano la carrozza. 
"Forza cara, non perdere tempo, dobbiamo andare, ci stanno aspettando tutti!" Tonks mi incita a muovermi, ma dal suo tono di voce traspare preoccupazione nei miei confronti, non voglio che qualcuno tema per me ma so che la mia agitazione è evidentissima e la parte egoista di me è contenta che qualcuno, in qualche modo, provi le mie stesse emozioni. Non posso indugiare oltre e quindi salgo sulla carrozza nonostante le mie gambe tremanti e prego che nulla vada storto.


"Vi chiedo solo un attimo la vostra attenzione, ora, entreranno i vostri nuovi professori di attacco contro le arti oscure, sono tutti Auror competentissimi e vi aiuteranno molto, durante quest'anno, a imparare cio che serve per affrontare un vero scontro fra maghi!"
Sento riecheggiare la voce di Albus silente nel corridoio, dalla sala comune, è arrivato il momento, riesco a tenere a stento le lacrime che mi stanno annebbiando la vista e riesco a malapena a fare un respiro profondo che le gigantesche porte di legno si apre è un ondata di luce ci travolge. Inizia a dirigersi verso Albus e il tavolo dei professori Moody, seguito da Kingsley Shacklebolt, Lupin e Tonks e infine arriva il mio turno. Mi gira la testa e mi tremano le gambe ma con una grande quantità di coraggio inizio a camminare all'interno della grande sala. Lo so per certo che tutti gli occhi sono puntati su di me, posso sentire ed immaginare cosa mormorano i ragazzi vedendomi, ma io non riesco a ricambiare lo sguardo, il mio viso è rivolto altrove, guardo davanti a me e riesco ad intravedere Silente che sorride a tutti noi. Me la sono sempre fatta descrivere com'era la Sala Comune ma mai avrei immaginato che fosse così bella è accogliente. È composta da 4 tavoli lunghissimi paralleli fra di loro, e intorno ad essi centinaia di ragazzi sono seduti, in fondo alla stanza un tavolo disposto orizzontalmente accoglie i professori e la sala è illuminata da centinaia, ma che dico, migliaia di candele volanti ed il soffitto è uguale a un celo stellato. So che mi sto concentrando sul posto che mi circonda solo per distrarre la mia mente da tutti quei volti rivolti verso di me e con mio grande stupore riesco nell'intento. 
"Benvenuta Vicky, sono contento di averti qui con noi" Silente ha avuto, su di me, sempre un grande potere, quello di calmarmi e farmi sentire a mio agio e io, per ringraziarlo, lo abbraccio e mi dirigo silenziosamente a sedere dietro alla grande tavolata addebita per i professori. Prima di accomodarmi sento Hagrid alzarsi spostando rumorosamente tutta la tavola e facendo rovesciare tutti i calici, mi rivolge un grande sorriso e mi fa accomodare sulla mia sedia e infine si risiede sulla sua e sposta grezzamente il tavolo rovesciando ancora una volta piatti e bicchieri.
"Ciao Hagrid, grazie mille" gli rivolgo il sorriso migliore che in quel momento riesco a fare ma so che lui mi capisce e se lo fa bastare. 
"Allora? Come si si sente a far parte della scuola di Hogwarts?" Piton accanto a me cerca di distrarmi e adesso, che riesce a nascondersi, mi rivolge un sorriso di incoraggiamento.
Ho la gola secca e quindi decido di rispondergli solo con un cenno del capo, mi sento tutti i nervi tesi, il corpo rigido e il respiro corto, in una parola: sono terrorizzata. 
"Bene, ora li avete visti e avrete sicuramente l'occasione di conoscerli meglio e di ascoltare le loro presentazioni una volta a lezione, e ora, si mangia!" Albus con un battito di mani fa apparire tutto il cibo che una persona possa desiderare su tutti e 5 i tavoli e io gli e ne sono grato perché così, moltissime persone, al posto che guardarmi, si fanno prendere da tutte quelle delizie e chiacchierando fra di loro iniziano a mangiare, ma non io. Dirigo il mio sguardo sulla tavolata dei Grfondoro e subito incrocio il mio sguardo con due occhi azzurri uguali ai miei. Il ragazzo in questione però, ha i capelli neri e porta un paio di occhiali rotondi, è Harry. Lo riconosco subito perché è uguale a mio padre, nostro padre. Ma non ho neanche il tempo di guardarlo con attenzione che lui subito si volta mostrandomi solo la schiena. Un ondata di panico mi rinvade il corpo, quello che più temevo si era realizzato, mio fratello, sicuramente, non vuole avere nulla a che fare con me, avevo messo più e più volte in considerazione questa ipotesi ma non si è mai completamente preparati. Vorrei urlare, piangere e scappare lontano, non dovevo venire qui, non c'è niente e nessuno che in questo momento possa aiutarmi ma in vita mia, non mi sono sbagliata tanto: due occhi di un blu intenso mi stavanno fissando. Non mi sono resa conto che il mio sguardo si è rivolto sulla tavolata dei Serpeverde e i miei occhi hanno incrociato quelli di un ragazzo alto e magro, dai capelli biondi platino che, in parte, gli ricadono sulla fronte, è cambiato, cresciuto, ma lo avrei riconosciuto ovunque: Draco Malfoy. La gola è ancora più asciutta di prima e mi rendo conto che ho smesso di respirare quando i miei polmoni iniziano a bruciare in cerca di ossigeno. È bello, bello quanto pericoloso. Non dovrei dargli attenzioni, anzi, dovrei proprio evitarlo, ho già mille problemi, aggiungerne un altro non mi farebbe certo bene ma non riesco proprio a staccare lo sguardo da lui. 
"Draco? Draco ci sei? Non mangi?" Pansy Parkinson, con voce stridula cerca di attirare l'attenzione di Draco.
"Cosa? No, in questo posto mi fa tutto schifo!" È proprio uguale a suo padre, scorbutico, arrogante e maleducato ma non posso non pensare alla prima volta che gli ho parlato, con me era l'opposto, gentile, educato... Non posso permettermi di avere distrazioni, gli starò alla larga, da lui non posso trovare niente di buono, ne sono sicura. 
La serata continua senza intoppi, il cappello parlante ha appena finito di smistare i ragazzi del primo anno nelle loro rispettive case che una sensazione di curiosità mi invade, in che casa sarei andata io? Ho sempre dato per scontato che sarei finita nei Grifondoro, ma se non fosse così? Ho fatto 30, facciamo 31. Mi alzo in piedi, sotto gli occhi di tutti e mi dirigo verso lo sgabello dove è posto il cappello parlante, guardo la Mecgranit e lei mi risponde con un cenno del capo, prende il cappello, io mi siedo e me lo posiziona in testa. Sento dentro la mia testa riecheggiare una voce che mi dice solo un unica frase " mi sono lasciato convincere già una volta, non compierò lo stesso errore" e neanche il tempo di rispondere sento che urla, in tutta la sala una sola parola "Serpeverde". Spalancò gli occhi, non ci posso credere, la tavola de Serpeverde inizia a urlare e ad applaudire alzandosi in piedi, io invece tremando, mi dirigo a testa bassa nel mio posto a sedere dietro al tavolo, maledicendomi a bassa voce. 
"Cosa volevi dimostrare? Perché lo hai fatto?" Piton mi rimprovera e capisco, dal suo tono di voce, che è nervoso quanto me.
"Ero solo ....curiosa" non vedo l'ora che questa cena finisca, solo per andare in camera e seppellirmi sotto i cuscini ma prima di iniziare un altra sezione di insulti nei miei confronti, sento distintamente la voce di Malfoy che, rivolgendosi a Goyle esclama "certo che è tosta" con il più bel sorriso che io abbia mai visto.

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Capitolo 4
*** AVVISO - WATTPAD ***


Ciao a tutti ragazziiiii, volevo solo informarvi che la storia di Vicky Potter la sto continuando sul l'app wattpad! Se volete cercarmi li mi chiamo MartaLilyPotter e la storia si chiama «l'anatema che non perdona». Se invece preferite che la continui anche qui scrivetemelo nei commenti o come messaggio personale :) Grazie a tutti dell'attenzione, un bacio 😘😘

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Capitolo 5
*** Concorso ***


Ciao ragazzi, ripeto, sto scrivendo la mia storia di Harry Potter su wattpad, e sto facendo anche un concorso con iscrizioni aperte sempre sulla saga di Harry pooter, chi fosse interessato mi contatti o qui o su wattpad, grazie per l'attenzione :)

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