Storie di tre vite qualunque. di Ludwig10 (/viewuser.php?uid=148087)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1. Felicia ***
Capitolo 3: *** 2. Aiden ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Ciao a tutti.
Questa mia storia originale parte dal volere raccontare la storia di
tre adolescenti, Felicia, Aiden e Josh. Ognuno diverso dall'altro, tre
storie separate l'una dall'altra, ma che trattano lo stesso argomento:
la difficoltà di essere un adolescente.
Felicia è una ragazza che ama troppo, che si ripromette di
non farlo più perché finisce sempre con lo stare
male, ma che continua a ricaderci ogni volta. Ha un grande cuore, ed
una grande ingenuità.
Aiden è il ragazzo gay che non accetta di esserlo. Odia se
stesso, non capisce che gli succede, e non vuole ammetterlo.
Josh è anche lui gay, ma lo ha accettato e le persone lo
sanno. Ha un carattere difficile, gli piacciono le risse, e vuole
essere trattato come un etero "alpha" verrebbe trattato.
Direte: ma il ragazzo etero? La ragazza lesbica? Beh in futuro, se
questa cosa andrà bene, potrei anche parlarne. Ma ora sento
di dover trattare solo di loro tre.
Spero che li amerete come li amo io. Con i loro difetti, imperfezioni,
ma anche grandi cuori. Ricordando che sono prima di tutto umani.
Ogni capitolo pubblicato tratterà di uno di loro (Felicia,
Aiden e Josh in ordine), e sarà raccontato in prima persona,
con ognuno un tono e linguaggio diverso, secondo ciò che
richiede il personaggio.
Questo è un esperimento che tenevo a fare. Spero vi
piacerà.
E' essenziale che commentiate, mi serve capire cosa ne pensate. E anche
per spronarmi a pubblicare.
Grazie a tutti.
:)
Prologo.
Un anziano è seduto al parco. Ormai ci
va da anni, dà da mangiare agli uccelli, osserva le persone,
le cose che accadono intorno a lui. La vita è questo, un
susseguirsi di azioni uguali o, raramente, sempre stupefacenti. Lui si
ricorda ancora cosa significa vivere. Il dono più grande che
gli sia mai stato dato è la possibilità di vivere,
provare emozioni, piacevoli o dolorose che siano.
Questo ormai gli manca. Non sentirà più il
brivido di nuove emozioni, ormai è vecchio e sente che gli
rimane poco. Ma non è pentito della sua giovinezza, ha fatto
molte cose, l'ha vissute più di tanti altri ragazzetti che
vede passare per il parco, che invece la sprecano. Perché
non tutti sanno usarla, per molti è incomprensibile come
vada sfruttata e solo un libretto di istruzioni riuscirebbe ad
aiutarli. Ma non ce ne vengono dati, neanche un copione, nulla.
Ciò che ci è dato è la testimonianza
di altri, o solo il nostro buonsenso, ma soprattutto il nostro instinto.
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Capitolo 2 *** 1. Felicia ***
CAST:
(Aprite il link sotto per vedere la foto, anche se
conoscete l'attore, sono state scelte in base all'età degli
attori in esse e in base all'espressione)
Felicia May:
Sophie Turner
Amy
Cox: Ashley Rickards
Bill
Novak: Milo Ventimiglia
Arthut
May: Michael Ontkean
Chapter 1 -
Felicia.
Tanto
più mi ritrovavo a fissare Bill Novak, tanto più
mi rendevo conto di essere un'idiota senza cervello.
Consiglio: mai fare patti con se stessi. Non abbiamo abbastanza
considerazione di noi stessi per rispettarli.
L'anno scorso appena mi lasciai con Oliver, il mio fidanzato storico,
mi sono ripromessa di non affezionarmi mai più, di non
lasciare che nessuno potesse più entrare nel mio cuore e
distruggerlo. Per questa ragione, non capisco come possa trovarmi ora a
fissare quest'altro ragazzo, capendo ogni giorno che passa quanto mi
sta cominciando a piacere. E più lo fisso, più mi
piace, più lo odio, più mi odio. Più
lo voglio.
Il mio psicologo dice che secondo lui sono più che altro
innamorata dell'idea dell'amore. Non ho idea di che cosa intenda, sono
sincera. Forse che tendo a innamorarmi perché è
un qualcosa che mi fa stare bene, è la mia dipendenza.
Però devo essere anche una masochista perché
tutto questo non finisce mai bene.
Mai, Felicia, mai.
Mentre ero assorta nei miei pensieri Bill Novak, che non ha idea della
mia esistenza, se n'era andato. Così mi rendo conto che
è inutile continuare a far finta di cercare qualcosa nella
borsa per rimanere ancora in corridoio, ed entro in classe.
"Stavo pensando..." esordisco, mentre scrivo il nome "Bill" nel sugo
della pasta, più e più volte perché
ogni volta che finisco svanisce, e senza rendermene conto.
"Cosa stavolta?" dice Amy.
Amy. E' forse la mia migliore amica, o l'unica amica che ho, mettetela
come volete. Ti dice come stanno le cose senza problemi, te le sputa in
faccia, in un occhio, e non chiede nemmeno scusa. Per questo mi piace.
"Bill Novak. Lo conosci?"
Sospira.
"No".
"Allora conosci qualcuno che lo conosce?"
Sospira di nuovo.
"Non so se ti sia sfuggito ma non conosco molte persone" dice, mentre
gioca con la pasta nel suo piatto. Le ricorda il vomito della sua
sorellina piccola, me lo ha confidato in altre occasioni.
"Più di me sicuro"
"Non ci vuole molto, anche il ragazzo che ogni tanto si intrufola in
questa scuola ma non è iscritto ne conosce di più"
"Aspetta, chi?"
"Uno. Ogni tanto viene qua ma non è iscritto. Non so
perché lo faccia, ma si è fatto degli amici"
Ci tengo a dirvi che il tono di Amy mentre parla è sempre lo
stesso: piatto e annoiato. Un po' come la sua faccia.
"Tu sei amica di Sarah, no? Lei conoscerà qualcuno che
conosce qualcuno... vabbè hai capito"
Sospira.
"Senti Felicia, non faresti prima a conoscere te qualcuno che conosce
qualcuno? So che non riusciresti mai a fare il primo passo con questo
Kodak-"
"Novak"
"Fa lo stesso" dice. "Quindi, non fai prima a spianarti la strada da
sola?"
"Mi stai dicendo che dovrei cominciare a conoscere altre persone solo
per usarle per riuscire ad arrivare a Bill?"
Amy poggia la forchetta, ha finito di giocare con il cibo. Lo guarda
disgustata, poi sposta il piatto a un metro di distanza da lei.
"Già. Se vuoi posso conoscere altre persone insieme a te"
Conoscere altre persone. Non sono molto brava in questo. Ma per uno
come Bill Novak posso anche provarci.
"Mi aiuteresti??"
"Come vuoi"
"Amy, ti adoro"
Sorride.
"Anche io, lo sai"
"Per prima cosa" dice Amy all'uscita, mentre si dirige verso la fermata
dell'autobus.
"Dobbiamo capire chi frequenta in questa scuola. Stalkeralo su
Facebook, poi fammi sapere i nomi"
Arrivo a casa, e mio padre non è ancora tornato dal lavoro.
Mi strafogo. Sapete, quando una persona mangia ma nessuno la vede, non
ingrassa. Sono le persone che ti guardano mentre ingurgiti carboidrati
che te li fanno assorbire. Mentre pensano "Oh mio Dio, ma quanto sta
mangiando?" e tu li guardi e capisci il loro sguardo, e nella tua testa
passa solamente la parola "Grasso grasso grasso grasso grasso quanto
sono grassa". E' quello il momento in cui ti freghi. Ma se mangi senza
che qualcuno ti guarda, aggiri il sistema.
O almeno così si dice.
Finito, vado in camera e accendo il computer. Poi mi faccio una doccia,
per forza in quest'ordine perché il mio computer ci mette 20
minuti buoni ad avviarsi. Tipo che in una gara fra lui e una lumaca,
vincerebbe la lumaca. E una tartaruga. Una che passava da quelle parti
e nemmeno sapeva di star partecipando alla competizione. Ho dato anche
un nome al mio computer: pezza la lentezza.
Mi siedo alla scrivania, e vado su Facebook. Digito "Bill Novak".
0 amici in comune. Che sorpresa.
Ha il profilo pubblico. Dio benedica il profilo pubblico.
Sulla bacheca compaiono molte foto in cui è taggato, insieme
ai soliti amici con cui lo vedo a scuola. Devo conoscere gli amici dei
suoi amici. Clicco sul profilo di alcuni di loro, di Colin Farrell
(come l'attore, sì), Thomas Ferguson, Zacky Johnson. Vedo
quali altre amicizie hanno.
Mi appunto dei nomi:
Jimmy Olson
Trevor Fallon
Hannah Eccleston
Timothy Silver
Perfetto. Domani li porto ad Amy.
Torno quindi sul profilo di Bill. Comincio a guardarmi un po' di foto
sue, e noto con piacere che non ci sono foto con ragazze. Grazie, dio
dei single.
Mio padre apre la porta. Chiudo facebook, apro una pagina a cavolo. Lui
si avvicina e mi bacia sulla fronte.
"Ciao Felicia, com'è andata oggi?"
"Tutto bene, nella norma"
Mio padre mi guarda intensamente.
"Cos'era quel sorriso che avevi quando sono entrato?"
Merda.
"Cosa? Quale sorriso? Ah quel sorriso? Niente stavo guardando il video
di un gattino che giocava con un peluche. Sai quanto mi piacciono i
gattini. Vuoi vederlo?"
So già qual è la sua risposta, lui odia i gatti
da quando Gaston, il gatto della sua vicina dove abitava quando era
piccolo, gli tese un agguato mentre saliva le scale e lui
scivolò e rotolò per due rampe. 6 punti di sutura.
Mio padre fa una faccia disgustata.
"Ugh, i gatti"
Guarda male lo schermo, mi guarda, mi sorride e se ne va a preparare la
cena.
Mia madre è morta due anni fa, da allora vivo solo con mio
padre, la persona migliore di sempre. Non mi fa mai mancare nulla, mi
dà tutto il bene che tiene dentro di sè, e credo
anche di più per colmare quello che mia madre non
può più darmi ormai. E questo lo sfinisce, ha
sempre una faccia così stanca. Ma felice. Questo
è l'importante, che ogni nostra azione, per quanto difficile
o stancante, ci porti alla felicità.
Rimetto Facebook, il profilo di Bill, e lo osservo.
"Vedi di non spezzarmi il cuore."
Appena vedo Amy, corro verso di lei.
"AMY, HO QUEI NOMI"
"Felicia, sono le 8 del mattino. Sebbene ammiri il fatto che tu riesca
ad essere felice ad un orario così mostruoso, non sperare
che riesca a condividerlo, O ad accettarlo. Ci vediamo dopo scuola, non
pranzo qui."
Mi prende la lista dalle mani
"Intanto ci do un'occhiata"
Amy ha un carattere difficile, ma mi vuole bene. Per questo non me la
prendo mai con lei, anche quando ha queste uscite.
"Okay", dico, "Solito bar, solita ora"
Sorrido, e vado in classe.
Mi sorride anche lei.
Passo davanti al bar, Amy è già arrivata.
Puntuale come sempre. Entro, e mi siedo al suo tavolo. La cameriera
arriva, dà a Amy il frullato, e mi chiede cosa voglio
ordinare. Ordino un cappuccino.
"Allora, che mi dici?"
"Jimmy Olson è un coglione e Hannah Eccleston una puttana.
Bocciati" dice secca e con una voce piatta, come ce l'ha di solito.
"Mentre Trevor e Timothy sono più... tranquilli. Ci si
può lavorare"
Sono senza parole.
"Come diamine fai a sapere sempre tutto di tutti, e soprattutto in
così poco tempo? Non hai nemmeno tanti amici. Come me del
resto, ma io non conosco mai niente di nessuno"
"Sono convincente immagino"
"Un giorno mi dirai come fai"
Ride.
"E' un segreto che mi porterò nella tomba, mi spiace"
"Dovrò comprarmi una pala a quanto pare"
"Comunque" Amy torna al discorso "Trevor solitamente passa molto tempo
alle macchinette del terzo piano, a quanto pare c'è una
ragazza che gli piace che sta lì. Io il martedì
ho lezione in quel piano. Vienimi a trovare, andiamo alle macchinette,
e vediamo che riusciamo a combinare"
Aveva parlato talmente veloce che ero a malapena riuscita a capire cosa
stava cercando di dirmi. Ma ormai c'ero abituata: quando si tratta di
queste cose stile Sherlock e Watson in azione, si fomenta talmente che
parte per la tangente.
"Va... bene?"
"Certo che va bene"
"Aspetta oggi è giovedì... mi stai dicendo che
dovrò aspettare tutti questi giorni? Ma in quanto tempo
credi riuscirò a incontrare Bill?"
Amy posa il bicchiere, ci pensa su qualche secondo.
"Vediamo... su per giù un mese stando ai miei calcoli"
Un mese.
Uno, stupidissimo, mese. Il mese più lungo della mia vita.
Il mese più odioso della mia vita.
Mio caro, lunghissimo, estenuante mese. A noi due.
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Capitolo 3 *** 2. Aiden ***
CAST:
(Aprite il link sotto per vedere la foto, anche se
conoscete l'attore, sono state scelte in base all'età degli
attori in esse e in base all'espressione)
Aiden:
Trent Garrett
Josh:
Douglas Booth
Tara:
Ashley Benson
Trevor:
Chad Michael Murray
Brian:
Matt Lanter
2.
Aiden.
Le
7.00 del mattino. Dal letto, riesco a vedere il cielo che sta
cominciando a schiarirsi.
Mi giro. Vicino a me c'è Tara, la mia scopamica. O quello
che è.
Intanto so solo che devo andare in bagno, non mi sento bene. Entro, e
chiudo la porta. Mi osservo allo specchio, sento un nodo allo stomaco
che mi fa star male. Il problema è che non ne capisco la
ragione, e questa storia va avanti ormai da un po'.
Cosa sto facendo con la mia vita? C'è qualcosa di sbagliato
che mi impedisce di fare qualsiasi cosa. Sapere di cosa si tratta
sarebbe meglio però, ed è in momenti come questo
che mi rendo conto che conosco così poco di me stesso, o
meglio, nascondo così
tanto a me stesso. A volte sento come se qualcosa volesse uscire da me,
ma io la soffocassi. Ma soffocando questa cosa, soffoco anche me stesso.
*Toc toc*
"Aiden, sei la dentro?"
Tara si è svegliata, che gioia.
"Sì, esco subito"
Tiro lo sciacquone, ed apro la porta. Lei sta la davanti. Le do un
bacio sulla fronte.
"Mi vesto e vado" dice lei.
"Tranquilla, tanto anche io devo fare una cosa"
Sono in biblioteca, non so nemmeno perché, so solo che
è un luogo che mi rilassa. Soprattutto quando c'è
Josh. Lui ha un tale effetto calmante su di me, che non riesco a
spiegarlo...
Prendo Il Ritratto di
Dorian Gray, mi siedo e continuo a leggerlo da dove lo
avevo lasciato.
Dopo 20 minuti, arriva Josh.
"Finalmente ti sei deciso a seguire qualche mio consiglio"
Mi sbuca da dietro le spalle.
"Finalmente? Io seguo sempre i tuoi consigli, sei tu che non segui i
miei"
"Non da quando mi hai raccomandato The
Notebook"
In realtà non ho mai letto quel libro, ho solo visto il
film, ma quando mi aveva consigliato il primo libro, La Metamorfosi di
Kafka, mi aveva colto alla sprovvista e avendo visto il film il giorno
prima ed essendomi piaciuto, glielo avevo consigliato, rendendomi conto
solo dopo aver letto Kafka di ciò che era successo.
"Oh bè quello... E' stata colpa di Ryan Gosling"
"Ryan Gosling?"
"Sì, avevo visto da poco il film e lui mi aveva
così colpito che ci ho pensato per più giorni..."
Mi interrompo. Josh mi osserva.
Ma che cazzo sto dicendo.
"...perché lo invidiavo, non sai quanto, io amo Rachel
McAdams. Tutte le fortune quel bastardo"
Fanculo Aiden.
Josh comincia a ridere.
"Devo quindi ringraziare Gosling per avermi fatto sprecare quelle ore
della mia vita a leggerlo"
"Dai, non è così terribile"
"No forse così tanto no dai, ti prendevo in giro"
Mi sorride.
Mi sento meglio.
Mi sento strano.
"Devo andare a mettere a posto un po' di cose ora, tu continua pure la
tua lettura"
Fa per andarsene.
"I fiori del male"
gli dico.
Lui si gira.
"E' una raccolta di poesie di Baudelaire"
Sorride.
"Ti farò sapere"
Esco dalla biblioteca, devo accompagnare mia madre dal dentista e lei
in questo periodo non ha la macchina. E riflettere.
Cosa è appena successo?
"Fa caldo qua dentro, non possiamo abbassare i finestrini?"
Li abbasso, solo perché me lo chiede lei. Non sopporto
sentire il rumore che viene da fuori.
"Oggi è proprio una bella giornata" dice.
"Già"
Si gira, e mi fissa per un po'.
"Aiden, ma tu sei felice?"
Mi prende alla sprovvista.
"Cosa?"
"Sono tua madre, ogni tanto ti osservo e... ho notato un po' di
malinconia nel tuo volto. Eppure mi dici sempre di stare bene. Volevo
sapere se fosse realmente così"
Mia madre, la donna più acuta, sensibile, e buona d iquesto
mondo. Una domanda del genere non dovrebbe nemmeno sorprendermi da
parte sua, e invece lo fa. Forse perché sono stato scoperto,
e non volevo che accadesse?
Non lo so nemmeno io.
"Ma sì che sono felice"
"A me non sembra" dice, preoccupata.
Mi giro a guardarla.
"Mamma, sto bene. Te lo giuro"
Fa un mezzo sorriso. Siamo arrivati dal dentista. Mi accosto.
"Sicura che papà ti passa a prendere?"
"Sì, tranquillo"
"Allora ciao"
"Aspetterò quando sarai pronto"
La guardo confuso.
"Spero che per allora me lo dirai"
Mi sorride, e scende.
Lei sente che prima o poi io capirò cosa mi sta succedendo.
Bello sapere che c'è qualcuno al mondo che ci crede, anche
se è solo una persona.
Sono sdraiato sulla sabbia. E' notte. C'è un'atmosfera
onirica.
Qualcuno è seduto vicino a me. Non riesco a vederlo bene in
volto.
Dopo un po', si piega su di me e mi bacia. Continuo a non vedere bene
di chi si tratta, ma è piacevole.
Il bacio più piacevole di sempre. Come se baciassi qualcuno
per la prima volta.
Ad un certo punto, avvicina le labbra al mio orecchio, e sussurra
qualcosa.
"Aiden..."
Riconosco il tono di voce. E' maschile.
Mi sveglio di colpo.
Fanculo, oggi non è proprio giornata.
Mi ero addormentato sul divano. Vedo l'orologio, sono le 14.00. E sono
in ritardo per incontrarmi con i miei amici, perfetto.
Mi trovo in piscina con Mike, Trevor e Brian, Lauren e la mia "amica",
Tara.
Dio solo sa quanto non avessi voglia di venire qua oggi. Non per loro,
gli voglio bene. E' che oggi, ripeto, non è proprio giornata.
"Tra una settimana ricomincia la scuola" dice Mike.
"Fanculo Mike" dice Trevor, mentre si accende una sigaretta.
"Guarda che quest'anno non ti passo mica io gli appunti, mi sono
scocciato"
"Mike non fare il bastardo"
"Hai cominciato tu"
"Siete entrambi dei gran bastardi" Brian si intromette.
"Ehi" dice Trevor "queste cose me le può dire solo Aiden
perché è il mio migliore amico, non è
vero Aiden?"
Si sporge a guardarmi.
"Certo, gran bastardo" dico, mentre alzo il mio bicchiere di Cocacola
in suo onore.
"Ecco vedi, con lui non posso prendermela"
"Certo" dico "altrimenti chi ti farebbe imbucare a tutte le feste
più fighe"
"Sei un bastardo Aiden" dice Trevor, e mi lancia una ciabatta. Io rido.
Lauren e Tara tornano dal bar.
"Abbiamo una domanda da farvi" dice Lauren.
"Spara" fa Trevor.
"Questo costume" indica quello di Tara "lo indossa meglio lei o quella
lì?" e indica una dall'altro lato della piscina.
Sapevamo tutti che risposta dare.
"Tara" diciamo, in coro. Lei sorride, trionfante. Poi si gira verso di
me, e si siede sul mio lettino.
"Sei sincero quando lo dici?" mi chiede.
"Assolutamente sì" le dico, e sorrido.
Mi sorride, mi dà un bacio sulla guancia, e va a farsi un
bagno con Lauren, seguite da Mike.
"Senti un po'" dice Trevor "tu e Tara fate ancora quelle cose?"
"Yep"
"Che culo fratello" dice Trevor. Brian ascolta in silenzio.
Sono davvero così fortunato?
"Ma" continua Trevor "stai attento, che quella è innamorata
di te"
La Cocacola mi va di traverso. Comincio a tossire.
"Cosa??" dico, fra un colpo di tosse e l'altro.
"Non che la cosa cambi nulla, volevo solo fartelo notare per dirti di
fare attenzione, altrimenti addio sesso"
Cambia tutto in realtà. Davvero tutto.
Come posso continuare sapendo che dall'altra parte ci sono sentimenti
reali che vengono messi in gioco?
Non sono quel tipo di persona. Non lo sono. O forse sì?
E' da un po' che me lo domando: chi sono diventato, chi sono io ora?
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