bastano solo 3 incontri per cambiati la vita

di StellinA003
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una nuiva amica, 1ºincontro ***
Capitolo 2: *** turbamenti- 2 e 3 cap. uniti ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** hanabi ***
Capitolo 6: *** assassinio- prima parte ***



Capitolo 1
*** una nuiva amica, 1ºincontro ***


Una ragazza dai capelli ramati dopo ben 7 anni fuori patria ritorna finalmente a Tokyo.Lei è un’attrice molto famosa anche fuori Tokyo e per questo ha dovuto allontanarsi molte, tante di quelle volte dai suoi carissimi amici.Sin da piccola lei lavorava ad un programma televisivo dal nome de “il giocattolo dei bambini” che tutt’ora frequenta raramente. -Sana! Sana! Sana!--dove mi trovo?---Che cosa? No aspett…a-  -Noooooo-Un incubo, è stato solo un incubo, che mi tormenta ormai da 1 anno ormai,  un… incubo.Dà un occhiata alla sveglia accanto al suo letto e nota che sono ancora le 4.42,   ancora.Ripensava al sogno, a quel sogno che costantemente la tormentava, sempre.Che cosa significavano quelle parole, cosa?Ancora con il sogno nella mente Sana non si accorse che erano già le 7.45 e quando vide l’ora si alzò di fretta pensando che non ci doveva pensare e doveva sbrigarsi se non voleva arrivare in ritardo il suo primo giorno di scuola nella sua nuova scuola, la “Teitan”, nuovi amici, nuovi prof., nuovi   “oh… ma quella è Sana Kurata, l’attrice”, tutto completamente nuovo.[oh ma stai    ancora pensando? Non vedi che si sono   fatte già   le  8.03]-Aaaaaaaah devo sbrigarmi altrimenti arriverò davvero tardi!-  urlò come solo lei sapeva   fare.Si andò  a   fare   una  doccia  veloce,  mise   velocemente   la   nuova   divisa della   scuola  che   secondo   lei   era      veramente  bella, si   applicò   un po’   di mascara,   un  lucidalabbra   alla fragola    e  un   profumo  dall’odore   di vaniglia,   il suo   preferito.  Scese    giù in salotto dove  c’era la signora Kurata che  stava    sorseggiando una   tazza di caffè   bollente e   come vide la   figlia  già sveglia    sputò tutto   [pensate che faccia poverina].-S…s…s…sa…sasa…na,   s…s…se…i,  pro..pr..o…tu--mamma ma si può  sapere   perchè tutti quanti in questa     casa   quando me   vedono sveglia    fanno delle   facce che  mi   fanno sentire un  mostro in   piena regola?--ma Sana, per   me,  Sagami e   la signora  Shimura   ci spaventiamo vedendoti   che  per una   volta in vita   tua  ti alzi presto--sì, ma   non è mica   la     fine del   mondo--oh  bhè… se lo dici tu…--bene allora io   scappo,  ciao-Stava     per aprire   la    porta quando   la sua bella e    adorabile   mammina   come    una  donzella su   un cavallo   che fa salire   il suo principe  [non sarebbe   il contrario?] [zitta e   non mi  disturbare  NdSANA]  stavamo?  Ah sì,  mi prende,   mi trascina   sul cavallo…   he cioè   sulla macchina   rossa   e mi porta    a tavola   dicendo –mangia cara,   la colazione  è il pasto più   importante   della giornata-  uffa,   però  sembra invitante.Mangia   tutto in un  sol boccone   e   si  affretta ad   andare  immediatamente a      scuola. Ciao!  Io mi chiamo Sana  Kurata e sono un’   attrice  di grande   successo.7 anni fa  sono partita   a  New York e  sono  stata più  del previsto    ignorando  completamente  le chiamate, le lettere   e le  e-mail   dei miei   amici   che,   più di chiunque   altro   vi  hanno ferito,  profondamente.Vebbè,  adesso  passiamo di nuovo a me. Ho  16 anni,   sono  molto solare   e allegra,  faccio facilmente  amicizia  con qualcuno   per questo  non credo  di avere dei problemi  in questa   nuova  scuola   anche se   un po’   d’agitazione ce  l’ho.Bhè  adesso   sarà  meglio   che   corra   ancora  la campanella   SUONAAAA. -anf…anf…anf…  che corsa!-Fortunatamente   per la nostra   Sana la   campanella   non è   ancora   suonata   e  si dirige nella   scuola  per  cercare   la presidenza.Cammina   a vuoto  finchè   non   incontra   una    bellissima    ragazza   dai capelli   castani,  gli  occhi marroni   e  un  viso  dai   lineamenti  delicati   con delle   labbra   rosee   grazie   a quel   lucidalabbra    rosa,   un  leggero   filo   di trucco  ed   un   fisico  niente   male,  molto carina,     magari   ci troviamo in  classe    insieme   e  potremmo    diventare   anche  amiche.Mi   avvicino   piano piano  e  le dico-ehm… scusami…-Lei   si girà   e   mi dice-si?--mi potresti   dire dove   si trova     la presidenza,  sono   nuova  e   non  conosco  molto bene    la scuola,  anzi,  non    la conosco    per niente-Lei   mi sorride   in modo    gentile  e mi  risponde-ma   certo,   in fondo   al corridoio,   gira   a sinistra,  cammina   dritto e   l’ultima   porta   è la presidenza--grazie   mille- -buon  giorno--buon giorno--senta  signor   preside,   io sono   nuova  di questa   scuola   e…--tu  devi  essere la   signorina   Kurata,  giusto?--esattamente e…-   quando   vede  il preside   che   fino  ad   allora   era girato  dalla parte   opposta   alla sua    faccia   per  poco    non li viene   un colpo,  il preside   su con   la vita-Ma… ma--oh oh oh,  vedo   che mi hai   riconosciuto,     esattamente,   sono proprio io-Sana   era   immobile,  non diceva   una parola.-Avanti  piccola, su  con la vita   hahahaha-Sana   era   rimasta di sasso-le…le…LEIIII--esattamente,   da quanto  non  ci  vediamo  hahahahah--no,  non ci credo ma  co…-   le parole   le   morirono   in gola   quando    vide   l’ora   sull’orologio-oh  noooo!   Ma è   tardissimo,   preside   dov’è   la mia    classe?!-   urlò  Sana   a piena   voce-la  2°B--oh  la ringrazio- Disse  Sana      allontanandosi   mentre   il   preside   urlava-TORNA   A TROVARMI   PRESTO      SANA-Oh  si,  come no. -buongiorno-   disse   educatamente  il professore     entrando nella classe  2°B-Volevo   presentarvi   una     nuova compagna   che molti  di voi forse    la conosceranno,  entra pure-e   allora Sana   entra   nella classe   un po’  intimidita,  a lei   non è mai   piaciuto  a stare  al centro dell’attenzione  e per qualcuno  sembrerebbe strano dato   che una   star  è  SEMPRE  al centro dell’attenzione   e Sana   come  immaginava,  o meglio, temeva,  tutti gli   occhi erano   puntati su di lei e   fra tutta  quella   massa  notò  che c’era   anche la ragazza   gentile che   le   aveva dato  le indicazioni    per   raggiungere   la  stanza   del  -se così  si potrebbe chiamare-  preside.-Ciao  a tutti,   io sono  Sana  Kurata,  ho 16  anni   e   sono ritornata   qui a Tokyo   dopo  ben  7 anni,  spero di  far amicizia   con tutti voi   e    spero  mi tratterete  come la  Sana  ragazza  e non la Sana  attrice-   non so   cosa mi   è preso  così  all’improvviso ma non volevo   essere delusa   nuovamente, non  di nuovo,  non lo sopporterei.-Signorina  Kurata, prego,  si sieda  accanto  alla signorina  Mori,  in quel posto  laggiù  vuoto.Quando  mi avvicinai   notai   che   era il   banco  accanto   a quello   della ragazza   di stamattina,  le  sorrisi,  lei  ricambiò   ed io    mi sedetti. Finalmente    tra   una lezione   e  un’altra   arrivò  l’ora   della   ricreazione  e  finalmente   potevo  parlare  un po’   con la   ragazza   accanto  a me   senza   ricevere   occhiataccie   da parte   dei professori  già  il primo giorno,  anche se   non avevo  paura   di andare   dal preside  -dato  com’è  e soprattutto  chi è-   ma  comunque    non volevo   guadagnarmi  una     cattiva reputazione.-Ciao,  io sono  Ran,  Ran  Mori- Che   bel  nome,   mi è  già molto simpatica,   sento che   diventeremo   grandissime   amiche.-Io  come   avrai sentito  sono Sana Kurata…--Sì,  lo so  chi  sei, a   casa mia   sei  come una venerazione   specialmente da parte   di mio padre*-Io   prima  mi rattristo  ma poi    sfodero   il mio più   bel sorriso  -Sono contenta--Avanti,  chi   vuoi   prendere in giro,    ho capito che   non  sei   affatto felice di  saperlo-Io   la guardò  spalancando    gli occhi,  ma come   aveva fatto?-su,  non fare   quella faccia,   quando  ti sei presentata   alla classe   ti sei   lasciata  sfuggire  che    non volevi   essere trattata   come la Sana   attrice   ma la Sana   ragazza,  stavo  solo  scherzando  comunque   è   vero che   sei come   una venerazione  per   la mia  famiglia-E  mi fece   un grandissimo  sorriso.In  quel momento  arrivò   un’altra   ragazza   con  i capelli  castano  molto   chiaro  e   a   caschetto.-oh ciao   Sonoko- sento   dire   da Ran-Sana   lei   è  Sonoko,  Sonoko   lei   è…--Sana,   la famosissima   attrice,  ho  visto  tutti i tuoi    film,   ma  adesso non parliamo  della   carriera   piuttosto   perché  non ci   parli   un po’  di te,  della tua  famiglia-Questa   ragazza   quando   voleva   era peggio   di me   nel  parlare   e   finalmente…  ho   trovato   le vere    amiche  e magari   posso   comunicare   come   una ragazza      a  tutti quanti,   senza   dover   essere   sempre al centro   dell’attenzione…  

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Capitolo 2
*** turbamenti- 2 e 3 cap. uniti ***


-papà! Sono a casa-   urla  Ran  non appena  si ritrova  sulla soglia   della porta   di casa.
-ciao Ran!-  rispondono   in coro  Kogoro  e il  piccolo   Conan,
chi  è Conan? È un   semplice  “bambino”  delle   elementari  che a    causa  di alcuni  problemi   con la    sua   famiglia,   ci    è stato   chiesto   dal   dottor   Hiroshi  Agasa   di    tenerlo  per   un   po’  a casa   nostra   ma poi   quel “un pò”  si   è  trasformato  in molto   tempo,   non  che a   me   dispiaccia, anzi.
-Ran! Che   fai   ancora   lì!   Entra   e prepara  il pranzo-   mi riporta   subito  mio padre  alla   realtà…
-Ma   è possibile    che non  mi dai   neanche   il tempo   di   rientrare!?-  urlo   furibonda.
-avanti! Su,  prepara  il  pranzo!-
-uffa!  E va  bene!-
Stavo  per    andare  in cucina   quando   mi ricordo    di una    cosa
-papà!?-
-mmmh?-
-indovina  oggi    chi ho   conosciuto!-
-sai  che non   mi piacciono  gli indovinelli-   dice   sempre  con  aria   annoiata     e  in quel   momento  Ran   pensa   alla faccia  di suo    padre   dopo  che gli   avrà  dato   la   notizia.
Ran   fa un   piccolo  sorrisetto  e  dice   con  aria  sognante
-Sana, Sana   Kurata,   la famosissima   attrice…-
-cosaaaa?-   urla   mio    padre  preso  dall’euforia…
-Come?  Quando?  Dove? Con   c…-
Ran   non gli  da neanche  il tempo   di finire   che gli  dice
-ma   avanti!   Una domanda  alla volta  comunque   l’ho  conosciuta   a scuola,   è  una   nuova  studentessa  della   “Teitan”   e sta  in classe   con me-
-quando  me la  fai  conoscere?   Quando,  quando,    quando?-
Non   cambierà   mai!    *pensa Ran*
-le   ho parlato   anche un   po’  di te   e  lei  mi ha   detto  che non   è   molto  interessata   ai detective  e ai misteri   però   quando   era   a New York  e la   madre   le portava  alcune   riviste   di Tokyo   nella   maggior parte   di essi   apparivi  tu papà   e lei mi   ha   detto  che  era molto   curiosa   di conoscerti   e…-
-Davvero?   E  quando  viene   a farci visita?-  urla   ancora
-ma  insomma!  Fammi  finire-   urlo  in preda   ad una   crisi  isterica  e   vedendo  che   finalmente  se ne   era   rimasto   un  po’   zitto   continuo   -e   non  vede   l’ora   anche di   conoscere  te Conan…-  
-Me?- 
-Sì,   proprio  te. 
Le  ho parlato   molto  anche  di te   e  lei   curiosa   mi ha   detto   “non  vedo  l’ora  di incontrare   anche  lui!”   e   quando  mi ha   chiesto  se poteva   conoscervi  io le   ho  risposto  che domani,   dopo la    scuola   poteva   venire   e lei  mi ha detto che non c’erano problemi-
Kogoro   esultò   dalla gioia   come   non mai   e   iniziò  a cantare   e bere   champagne
-Su  papà!   Sai  che  quella  roba non  fa  bene   e  adesso  dobbiamo   pranzare!-
-ah ah ah oh  no   cara!   Io  esco,   vado  a festeggiare  uh uh-
Ma   come si   può  essere   così   felici  solamente  per una   star?!   Certo! Sicuramente non   capita   tutti   i  giorni   questa   opportunità   ma   non  credo   che sia    un   motivo   valido   per   avere  una  reazione del   genere.
Ran   sospira   e  Conan  che fino   a quel  momento   era  stato  zitto  disse
-Siamo    sicuri che   vuole  venire  fino a  qui  solo per   incontrarci   e  soprattutto   così  in fretta?   Senza   neanche   conoscerti    bene?   Insomma!
Ciò  che voglio   dirti   è  che mi   sembra   strano   che una  persona  decida   di andare   a casa  di una   sconosciuta,   senza   neanche  conoscerla!   Poi   parliamo   anche  di una   star!   Corre    molti  rischi   e  anche   della più  dolce   e carina   non dovrebbe fidarsi-
-Bhè   sì!   Non   nego  che   tu   abbia  perfettamente   ragione ma   sai,     noi  non siamo   sconosciute,   io per lei non   sono    una sconosciuta,  noi    siamo amiche,   lo siamo   diventate   molto  presto   ed   io  in qualche modo   mi sento   già   legata   a lei.
Ovviamente   non so   se per   lei   è lo stesso   ma…    io sento  che ,   anche  per lei   è così.
Non   so   dirtelo   con assoluta   certezza ma  io  penso  sia così-
Conan  rimase   senza parole   dalla   determinazione   che la   ragazza   metteva   nel dire   quelle   parole.
Sapeva   che  Ran   era   una  ragazza   molto   saggia   ma non  così   certa,   determinata,   non  l’aveva   mai   vista   in  quei  panni.
-oh!-   era   l’unica   cosa   che in  quel   momento  riuscì   a dire Conan.
Ran   gli fece   un   piccolo   sorriso   e  senza   dire   nient’altro   si   alzò   dal   comodo   divano,   salì  le scale   che portavano   in camera   sua   e  con   molti   pensieri   per la   testa   si   addormentò   cullata   fra le   braccia di   Morfeo  sentendo  prima   di  addormentarsi   due   piccole   manine   che   l’accarezzavano   il viso.
 
 
               ***POV     SANA***uscita   da scuola
-Mamma   sono   tornata!-
-Oh  bentornata   figliola!   Come  è   andato il
tuo  primo   giorno  di scuola   nella   nuova  scuola?   Ti  sei trovata   bene?   Hai   trovato  nuovi   amici?-
-Mamma   calmati!  Una   domanda  alla   volta!-   risi   io
-comunque   sì,  mi sono  trovata   molto  bene   nella   mia nuova   scuola ,   è stato  davvero   un giorno   fantastico   e ho  trovato  due   nuove   amiche  fantastiche-   aggiunse   poi  Sana
-Sono   contenta  per   te figliola   e dimmi…   come   si   chiamano?-   domandò  Misako  
-una  si   chiama   Sonoko,   una ragazza    davvero  simpatica,   molto   ricca   e fissata   con   i ragazzi   anche   se ne   ha  già  uno,  Makoto kyogoku,   campione   in   karate   e   la seconda   Ran,   una   ragazza   davvero  dolce,   che   mi comprende   sempre   in tutto,   figlia   del   famoso  detective   Kogoro  Mori,   l’uomo   che   appariva   sempre   nelle   riviste   giapponesi,   ricordi?
In   qualche   modo  io  mi sono  legata   in maniera   particolare   a quelle    ragazze,   particolarmente   Ran-
Misako   la guardò   in modo   dolce   e  curioso  e   disse
-sono   molto   felice per   te   figliola-
. Misako suggerì a Sana di andare a parlare nella sua stanza e dopo aver pranzato andarono un pò in giro fino all'ora di cena. -come vola il tempo figliola- -Già- Una volta arrivate a casa Sana le disse -Sai Mama! Domani andrò a casa di quel famoso detective- La madre senza dire niente riguardo alla frase detta da sua figlia disse    -adesso   vai   a dormire   altrimenti  domani   farai  sul   serio   tardi  a scuola-
Sana   sorrise debolmente  e disse  -agli   ordini  capo!- 
Anche   Sana,   come  Ran,   si   addormentò con mille pensieri per la testa
                                              
                                     
 
                    ***************
 
Il giorno dopo Sana  si svegliò    bruscamente   sempre   con   lo       stesso incubo   che    veramente,   la   stava   spaventando,   e   non  poco.
Erano le   6.07  e   Sana,   come   ormai  faceva   sempre,    si          alzò  contrariata dal   suo   comodo   letto   e   si  diresse   verso  il bagno.
Si   fece   la sua   doccia      mattutina   e   si   mise   la   divisa   scolastica,   si  applicò   il  solito   lucidalabbra    alla      fragola,  il   solito   eyeliner,   il   solito   mascara      e   il  suo   solito   profumo   alla    vaniglia.
Quel   giorno   decise   di   sciogliersi   i   capelli  e   farseli   un  po’   ondulati.
Si   guardò  allo   specchio  un’ultima   volta   e   disse   fra   sé e   sé
-Pronta!-
Diede   un’ultima   occhiata   all’orologio,  le  6.40,   giusto  in tempo   per   fare   una   normale   colazione.
Poi  scese     giù   nel   salone   dove  ormai  tutti  si   erano   abituati   a   vederla   sveglia   di  primo   mattino.
Rei   come     la   vide    disse    le   solite    parole     di   ogni  giorno   strofinandosi   gli  occhiali     -Sei   proprio   tu   o   sto   sognando?-   *opss   mi correggo…   Quasi   Tutti*
-Avanti  Rei!   Perché  fai sempre          la    stessa   faccia   di   quando   sono  in ritardo   anche   quando  sono   puntuale?-    Lo   rimproverò
-Ma ma ma…  mi   devi  capire-
-Si   si!  Okay-
In   quel  momento      arrivò      la   signora   Shimura   con      un’abbondante   colazione   in  un vassoio.
C’era   praticamente   di tutto,  brioches,  latte o  cappuccino,  alghe nori,  tomagoyaki,  il  natto e  un   cornetto  alla   crema*.
Dopo   aver     mangiato   tutto con    appetito      si    prepara    la cartella  e   con   calma     si   dirige     verso la porta   per   andare a   scuola.
-Sana!-   la   chiama   Rei
-Vuoi un   passaggio?-
-No!  Voglio  fare   due passi,   grazie-.
Si   chiude   la porta     alle   spalle  ed  esce.
 
               ***POV RAN***
-Aaaah-   sbadiglia   Ran   appena    sveglia.
Fa   per     alzarsi   che  sente    un corpicino   caldo   addosso   a   lei.
-Conan!?-  disse   ancora    mezza   addormentata   con   uno  sguardo   confuso.
Quando   riacquista    un   po’     di lucidità  fa   un   piccolo   sorriso, quanto  gli ricordava  Shinichi!     Senza    fare   movimenti   bruschi  o rumori  che potrebbero   svegliarlo     si   alza   e   controlla   l’ora,  le      6.32.
Meglio che   mi  sbrighi   altrimenti   non  mi muovo   più  dal  letto.
Si   dirige   verso il  bagno,   si   lava,  si   mette   la solita   divisa   che ormai  conosce   come  il suo   palmo  della   mano,  un   eyeliner   nero,   un   mascara   del  medesimo  colore,   il   suo   immancabile    lucidalabbra   alla   ciliegia   ma   un po’  più  chiaro    rispetto   al colore   del  frutto  stesso   e   un   profumo   alla vaniglia.
Quel  profumo   lo  adorava   perché  era   di   una flagranza  dolce   e   travolgente (lo stesso   di  Sana).
Dopo   che   ebbe   finito  diede   un’ultima   occhiata   al piccolo   Conan  e    andò   a       fare   colazione.
Dopo   aver     mangiato  tutto  prese   la   sua cartella   e   uscì  salutando   suo   padre   che   era     ancora   preso   dall’euforia
-Eh   mi raccomando!   Tu e    Sana   dopo   che   uscite   da    scuola    venite   immediatamente    qui-.
Neanche    la   conosce   e   già   si prende   la   briga   di chiamarla   per   nome?   Non   cambierà   mai,   sul serio!...
-Sì,  sì!  Non    ti preoccupare-
Ed   esco   senza   sentir   risposta.
Mentre    percorro   metà   strada   vedo   spuntare   da dietro     l’angolo    Sana.
Io   corro    verso  di   lei   e la chiamo
-SANAAA!-
Sana   subito     si gira    verso   di me   e    appena   mi   vede   anche   lei  corre  verso di   me.
-CIAO RANNN!-   urla
Io   sorrido     e     appena    ci   raggiungiamo   iniziamo   a  conversare   fino   a   quando   non   arriviamo   a   scuola.
Quello    che   mi   lega     a lei   è   come   un   legame    fraterno,   non   so   spiegare    il motivo   ma   mi  sento       come   quando   mi   sento   con   mia   madre   o mio   padre.
È come   se    noi         due   siamo    legate   da una   profonda    amicizia    fraterna.
 
 
              ***POV SANA***
Appena   io   e   Ran    entriamo   in    classe    ci   sediamo   al  nostro     posto   e   iniziamo    a conversare   su       varie   cose,   ci   facciamo     domande   sulla    nostra   vita    privata,   la    famiglia…
All’improvviso   arriva    Sonoko  che    mi   abbraccia   e    si unisce   alle          nostre      chiacchiere.
Con   loro       mi    sento         a mio   agio,  loro   per     me   sono    le   prime    vere   amiche,    quelle   che   si   interessano  di me   e      non    dei miei   soldi.
Dopo   quel    pensiero    mi   rattrististo   ma   cerco   di    non  darlo   a   vedere,   dopotutto  sono         una   brava   attrice.
In     quel   momento   Sana    si rese   conto    di   quanto     la  sua     vitalità  e   allegria   si   fosse     spenta   da quel   giorno   che   aveva   perso   tutto,  anche   le amiche   più  care         di       cui si   fidava.
Di   quanto    utilizzasse    spesso   quella   maschera       che   con      il tempo   si         era   formata    in   lei.
A   distrarla   dai   suoi   pensieri   furono   Ran   e   Sonoko   che    domandarono
-Hey   Sana?!   Stai   bene?-
-Sì sì    non   preoccupatevi-   nascondo   la      mia   tristezza    dietro    un   finto   sorriso,   non   ho    voglia   di parlare   del    passato     ma      dall’espressione    di   Ran    capisco   che   devo   proprio   dare   spiegazioni   anche   se non   voglio.
Come    se       qualcuno   lassù   mi ha    benedetto   vedo   il  prof.   Di  Matematica   che   entra   e   saluta    tutti   quanti   mentre   Ran   mi     sussurra   
-Tu,   io,   poi   parliamo-
Io   le   accenno un    piccolo   sorriso   sincero      e   annuisco   con   la testa.
 
                 ***POV  RAN***
In   questi    due   giorni ho    capito     che   c’è  qualcosa   che   a   Sana   turba          e   fa soffrire,     deduco   che    questa   sua   sofferenza    provenga   dal   passato.
Più   tardi     mi   racconterà  tutto.
 
 
-Non  ti sembra   stano   che   una  persona   decida   di andare   a  casa   di una   sconosciuta senza neanche    conoscerla?  Poi parliamo di   una   star!   Corre   molti   rischi   e    neanche   della   più     dolce     e carina   dovrebbe     fidarsi-
 
 
Le  parole   di Conan    continuano   a   turbarmi, potrebbe avere torto ma…   potrebbe   avere    ragione,  ma…   che   cosa   nascondi?     Che   dovrà   chiede      qualcosa   a   mio   padre?  
Non   capisco,   è    strano,     il      suo   comportamento   è   strano,   molto   strano.
 
 
Angolo autrice:
ed   eccomi  con  questo   nuovo  capitolo.
Chissà   cosa    nasconde   Sana!
Ringrazio   le recensioni   precedenti   e   spero   che recensiate    anche   questo  capitolo  dandomi   un  vostro  parere,  positivo o   negativo   che   sia   lo accetto   comunque.
Bacioni   grandi a tutti   quanti
 
StellinA
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


 
La prima ora   finì  in modo   tranquillo,  con   alcune   occhiatine   di   Ran   a Sana    che  non   accennava    a  parlare.
Venne    la   professoressa    di   Giapponese    e  continuammo   la lezione.
 
Sana ma   che   ti prende?   Perché  fai così?
Ho notato  che      appena     un   momento   è   diventata   nuovamente   triste.
Io   sono   preoccupata per   lei   ma    se  non  vuole    parlare non             la   posso  costringere,   assolutamente  ma…   dai  non importa,   devo   scoprire   cosa      la  turba   e   arriverò   in fondo   a questa   storia,  a   tutti   i costi,   volente     o nolente.
 
 
-Mori?...  Signorina  Mori?-
La   professoressa  mi   riporta   immediatamente alla   realtà.
-ehm?!  Si?-
-non  ha capito  ciò  che le   ho appena   detto?   Legga   sul  suo  libro  la pagina  189-
-ah   si!   Il libro  il libro, eccolo!   Pagina  178, 183, 187,   ah   ecco   pagina   189…   Allora…-
 
 
                          ***POV   SANA***
 Ran  era   sovrappensiero,   me ne   sono   accorta!
Starà   pensando   al mio     comportamento   strano,  starà   pensando  ai miei   turbamenti     e   so   che dopo   la   scuola    dovrò  parlarne   ma    la   domanda     che   mi   pongo   è   “ce la   farò     a   raccontare   tutto,   da      quello  che   mi  è   successo    al   presente?-
Non  so,  forse   sì   forse  no!
 
DRIIIIINNNNN
 
La  campanella   porta    i piedi   di   Sana   sulla    Terra.
 
Ecco   è   arrivato     il   fatidico  momento   della    verità…    o   bugia?
 
Tutti   si  preparano    per   ritornare      a casa        ed   io,  Ran   e   Sonoko   facciamo   la strada   insieme,   ieri   ho  avvisato   mamma   che   sarei        stata   a casa   di   Ran    e   quindi  di    non            preoccuparsi    se   non   rientro  presto.
 
 
Sono molto   curiosa   di   conoscere   più   Conan,   il piccoletto   che    Kogoro   in persona   perché   a   dire   la verità   mi   interessa    più   il   piccolo.
Da   come    Ran  lo    ha descritto   è molto   intelligente      e   da quando lui      è arrivato   nella   sua famiglia    il    detective   Mori   ha   molta   fama,   suggerisce    sempre  qualcosa   di   interessante    che    guarda caso    risolve    in  un   batter   d’occhio   il mistero    e    quando   il   detective   si   addormenta   lui   non  c’è   e   solo   quando   non   parla    o       ha   risolto   il mistero    ritorna.
Quel   ragazzino        mi   incuriosisce   più    di  Mori.
 
     -Hei   Sana    adesso     stai  meglio?-   domanda   Sonoko
    - sì   ma   non    era   niente-
    - mi   fa    piacere-   mi   fa un   sorriso    ed   io ricambio.
    Iniziamo   come sempre    a   parlare   del  più e   del meno   quando   arriviamo   a   casa    di   Sonoko
-Bhe   ragazze!   Mi   dispiace   non poter   venire       con  voi   ma   oggi  Makoto   viene   qui   a   Tokyo-
-Non  preoccuparti-   diciamo    All’unisono   io   e   Ran.
Vediamo    Sonoko  entrare nel          grande   portone     di  casa   sua   e sparire   dietro   di  esso
-Bene!-   inizia    Rana
-Adesso    siamo  sole     e mi   puoi    dire           cosa ti      turba.
Perché  vuoi       incontrare     mio padre?-
 
 
                              ***POV CONAN***
-Così  tu credi    che   quell’attrice   tiene    qualcosa   da nascondere?-  mi   dice   Ai,  la   ex-scienziata   che   ha prodotto   l’APTX   nel   laboratorio   di una    delle   basi   dell’organizzazione   degli  uomini  in     nero    e   poi ingerita   da        lei   stessa
-Esattamente!-
-E   questo   cosa         c’entra     con  l’organizzazione?-
-Sarà     uno     di quei      casi         senza   importanza   per noi-
-Mmmh!   Il  mio  intuito   dice     che   qualcosa   c’entrerà-
-Per   una     volta      metti  da   parte    il  tuo intuito    che   non   servirà a   molto,   non   sappiamo neanche   se    veramente     ha un   caso  da   chiedere,   ti  potresti       essere   sbagliato-
-Forse,   oggi     lo   scoprirò-
-Hei   ragazzi    di che   parlate?-     entra   il   Dottor   Agasa   in  stanza
-Di   un   caso-
-Di  che   si tratta?-
Io   inizio     a   spiegargli    tutto    e   appena   finisco mi   domanda
-e   tu credi    che   c’entri  qualcosa   con    l’organizzazione?-
-Non  lo   so!   Ma   ho questo     strano   presentimento!-
-Avanti   Shinichi!     Ti   sarai   sbagliato.
  Non   puoi    pensare       che       solo perché   di punto    in bianco   venga   a  casa    tua      ci   sarà  un caso      da   risolvere      e  soprattutto  che c’entri   qualcosa   con           l’organizzazione-
-Sì,   forse     avete   ragione  voi-
Dice   Conan  indicando   con la   testa    Ai   e   il   Dottor   Agasa
-Bene   io   adesso vado      a      casa,      Ran   e la   sua   amica    saranno   già  arrivate-
 
Conan    si   stava   avviando   verso casa      ma    decide   di   andare    verso  la   strada   più   breve,  il parco.
Gira   verso il   parco        e   vede      Ran   e    Kurata       sedute   su una   panchina.
Quest’ultima  si      stava   torturando    le mani      e   Ran    la  incoraggiava   a   dire   non so   cosa.
Mi   nascondo       e   cerco di   ascoltare   bene   ciò  che    stanno dicendo.
-Avanti   Sana!   Io mi   preoccupo     per te!  -
-Non   ne vedo    motivo-          Dice   Sana smettendo    di       torturarsi le  mani   e   finalmente     alzando  lo   sguardo   per     guardarla   negli   occhi
-ma-  ma come?   Io  voglio aiutarti,     voglio       cercare   di   comprenderti!   Noi   siamo   amiche  e tra                   di  noi non   dovrebbero   esserci  segreti-
Sana   allora    diventa    pensierosa     e        dopo   un   paio di       secondi   decide    a    dire
-Ran..  io…-
-Sana   io non   voglio   costringerti     a  parlare,   se non   me lo   vuoi   dire,     se  non   ne vuoi   parlare   non   importa,     quando    ne   sarai   capace   io   ci   sarò   sempre   per   ascoltati   e   se     sarà   necessario   anche     consolarti-
  Si   stava    alzando      dalla   panchina quando una     mano                   l’afferra    il   polso
-Ran    va bene!   Ti   dirò    la verità,   quello     che     mi tormenta      e   mi   sta    succedendo-
Prende     un  respiro   profondo   e inizia    a   raccontare
-Io,  tanto          tempo fa        ero   più   allegra,   vivace   e piena   di gioia    di   vivere,   amavo     la   vita.
Alle    elementari       mi feci    molti   amici,     Tsu, il   mio  ex-migliore   amico,      Aya,   la mia    ex-migliore   amica,    fidanzata   del mio   ex-migliore   amico,     Fuka,   Mami,    Misaki,     Gomi e   Hisae…
Inizialmente    andavamo  molto    d’accordo    ed    io  con    loro   distraevo    la mia mente e  i miei pensieri    non   pensando   più        alla    malattia   che      mi   diagnosticarono,   il   cancro…-
A   quelle     parole    sia      Conan   che      Ran   sussultarono       e   quest’ultima    domandò   preoccupata
-Ma   poi        sei  riuscita   a superarlo  no?-
-Fammi    finire…
Loro   mi  facevano     sentire   viva,    rinata.
Io   anche     all’epoca   facevo     l’attrice   e questo mi   ha   aiutato   a   inventare   la scusa   del film    in  America.
Lì   stavano         le   giuste   cure   per potermi    curare,   mamma    mi   ha detto    di  dire      loro   della malattia     e  io   le mentii   dicendo   che glielo   avevo  detto.
A   loro   invece   dissi    che mi   avevano   proposto     una   richiesta   di lavoro   e che   sarei   stata   fuori    solo   7-8  mesi,  non volevo   farli  preoccupare
Quando    loro     mi chiesero    l’ora  e   la data    della    partenza    così   mi venivano    a   salutare   dissi   che    la   settimana   prossima,   alle   11.00      dovevo   partire     invece   la partenza   era   prevista    per     quel   giorno       stesso.
Quando   ritornai    a  casa    presi  le valigie,   già    pronte   dalla   sera   prima   e   con   Rei   e   mamma    mi   diressi      all’aeroporto.
Quando   arrivai    lì   in America    mi        arrivarono       molte   chiamate   da parte    dei   miei   amici   alle   quali     non   risposi   neanche   ad   una.
Passò   un   anno   lì,   fra   cure       e  medicine,   andai   in  una     scuola   Americana     ma   mi isolai   da   tutti,   mia   madre    disse   al   preside      a   inizio  anno       della mia    malattia    quindi     anche   con molte       assenze  mi    promossero,       ovviamente    chiedevo   sempre   al professore    appunti.
Finalmente    dopo       3   anni         guarii dalla    malattia         e    decisi   di   chiamare   i miei   amici.
Chiamai   Aya   per      prima             e   quando     rispose   la     salutai   calorosamente     ma         lei   aveva   con me   un atteggiamento    di  ghiaccio       quando    quelle   parole    vennero   per      me   come    lame   profonde    al petto    “Hahaha    vai    via!   Sparisci    per     3   anni      senza   rispondere   alle chiamate    e      veniamo   a   sapere   da  tua   madre   che hai   il  cancro,    noi     quelle malate    come    te   non        le vogliamo”,       le   sue   parole   erano    fredde    e   distaccate,       peggio   del dolore         che   ho dovuto    sopportare,    alla   fine   capii,    loro    stavano     con me    solo   per i      soldi,   solo   per   quello-
-Ecco     perché   hai detto     quelle   parole   in   classe    quando     ti   sei    presentata!-
-Sì   esattamente!    Adesso    umiliami   anche     tu!       Dimmi   che sono        stata     una   malata   e che   sei   diversa      dagli        altri,   dillo   su,   di-llo!-    singhiozzò   Sana
Ran   le   sorrise   e   l’abbracciò   forte
-No!   Non    ti  escluderei  mai.
L’amicizia   che     provo   per   te    è           davvero  forte,      io   ti    voglio   molto   bene,   e   poi   hai   ragione!    Tu   sei   diversa  dagli   altri,    sei   speciale,   unica!
Quando   si    vuole  davvero  bene a     qualcuno,     si   va   oltre   le   diversità-
Anche    Ran  a quel    punto   scoppia     a  piangere    per la   commozione
-Gr-grazie-     singhiozza   ancora    Sana
Dopo    che   si sono        staccate   da   quell’abbraccio   che sembrava   interminabile      e    aver   ripreso   lucidità   Ran   domandò      a    Sana
-Sana    ma   c’è  un    motivo    preciso    se   vuoi    venire     a  casa  mia?-
-Bhe   ecco,   a   dire   la verità    sì!-
A   quel     punto            Conan    spalancò   le  orecchie
-2  settimane    fa insieme    alla posta   sono   arrivate       anche lettere    per   me      e   mi minacciavano      di morte  e   dicevano  di   raggiungere   un posto.
Io   all’inizio   non ci   detti    molto peso    finchè       non   arrivarono   anche   foto,   io che   mangiavo,   che dormivo,    mentre   andavo   a  scuola,   con   te  e    Sonoko…      ed      io   mi spaventai    molto,   non  sapevo     che  fare      e   nel  gruzzolo   di   tutte   quelle    foto   notai   che    accanto   a   esse   c’era   sempre    un   orologio      e   un   corvo   nero…-
 
  Orologio?   Corvo  nero?
Per    Conan   non  servivano   altre   parole
 
 
                   ***POV SANA***
Glielo detto!  Mi   sono sfogata        e   non mi    ha esclusa.
Ho   vissuto   con   questa   paura   per   ben 4   anni,   dopo   la   chiamata   con  Aya.
Paura   di     non trovare   più   amici.
Paura   che mi   umilino   ancora,   altri.
Paura   di   illudermi    sull’amicizia.
Paura   di   fidarmi   di chi   mi   circonda.
Per   questo  mi sono    isolata   per molti    anni    dagli    altri,
ho   cercato in   tutti        i modi   di non   affezionarmi   ma   poi   ho  incontrato   Ran   che      mi ha    dato  un’altra   speranza     nel   cuore,   nel   posto   dove   solo  i veri   amici  possono  entrare,
nel   posto        che   ho   sigillato   rendendomi   fredda   agli   occhi   degli   4altri   per    ormai  troppo tempo.
A    volte   penso che    Ran,   anche   se   ci  conosciamo   da pochissimo   tempo,    la   vedo   come  una   sorella   che     è  pronta  ad aiutarmi      in tutto,   confortandomi   e   facendomi   dimenticare      il   passato   che  ho   dovuto  subire,   dandomi   sempre  consiglia      che mi   portano  sulla  dritta via.
-Allora   andiamo   subito   da mio   padre,   vedrai     che risolverà   il   caso-
Mi   riporta    Ran   sulla    Terra
-Ah,   si-
ran   mi   sta    davanti  ed io    la   seguo    in   silenzio     immergendomi  ancora   una   volta   nei miei   pensieri.
Una    volta    arrivati davanti        all’abitazione   un  po’   mi sale    l’agitazione     perché   in  una delle   lettere     è menzionato       che    non  deve   assolutamente    consultare  la    polizia   o   un   detective.
Ran   dopo      un   mio  accenno del      capo   su   e   giù   apre   la porta    dicendo
-Sono  a   casa!-
All’  improvviso   un uomo    di   mezza   età,   vestito  elegante    con una     rosa  in bocca     appare   dinanzi  a  noi,  il   detective   Kogoro   Mori
-Benvenuta    all’agenzia   investigativa   Mori-   mi    dice elegantemente
-G-grazie-
Saliamo   nel     salone   e  mi   fa accomodare     sul   divano,    seguito   da   Ran   e    un   bambino,    suppongo   il   “Famoso Conan”  di   cui Ran    ne   parla   tanto,   e   noto     che questo    mi    fissa.
Ran    prende     la parola   imbarazzata 
-E   dai   papà,    lasciala    parlare,   ha   una cosa    da   dirti,   un   caso-
-Mmm?  Quindi    sei     venuta      per   un   caso?!-
-Bhe    ecco…   in  un certo   senso…   sì
-Bene,   ti     ascolto-
-Ecco…  da   giorni    a  casa     mia   arrivano   delle   lettere    senza  il nome   di chi   ha spedito   esse   e   mi minacciavano   di morte     se   non   andavo   in  un posto   che a   me   ancora    è incomprensibile.
 
  • Capisco! –
  • Ma papà  allora     sarà  il caso di   indagare –
  • Certamente! –
  • Bene!   La   ringrazio   davvero    tanto –
  • Indagherò   su queste   lettere e    quando    scoprirò   qualcosa  t’informerò –
  • D’accordo   e per   favore     non   cerchi  di parlare   ad  altri  di questa   situazione   soprattutto   non  parli  che sono   venuta  qui –
Kogoro  un    po’   titubante     pensa 
 
 
 
E  adesso     che faccio?    Non posso   dirle   che sono    già   andato  ieri   a    spiattellarlo    in   giro
 
FLASH BACK   
 
Dopo   la notizia   che   Sana Kurata   verrà   domani a   casa   mia     vado   subito   all’ippodromo   e    a dirlo   agli   altri
-Ciao   ragazzi!-
-Kogoro!-   urlano   tutti      felici  che sia   venuto
-Come  va la vita?   A   me un   incanto! Sana   Kurata   domani       viene   a casa    mia!  Hahahahaha-
-Sul   serio?   E    dicci!   Ce la    fai   conoscere?-   domanda   uno    di loro
-Certamente!     Quando   posso     ve la   presenterò!-
-Kogoro   che   dici!?   Adesso     vuoi   farti una    partitina   con  noi?-
-SIIII!!-
 
FINE   FLASH BACK
 
 
-Non  preoccuparti!   Sarò   muto   come un   pesce-
-Bene!   Senti   Ran  perché    non mi    presenti    in  modo   più   adeguato  
la    tua   famiglia?-
-Certamente!   Allora    ricapitolando  lui   è mio   padre   Kogoro   Mori,   investigatore   privato   ma   anni prima   era  un poliziotto,    lavorava    molto  spesso  con l’ispettore   Megure      e  lui    è    Conan,   il   bambino   di cui   ti   ho parlato    tanto!-
Sana   fa un   piccolo   sorriso  e dice
-l’ho   riconosciuto!   Sei   un   ottimo     detective   sai!?   
Oh    e   faccio   anche a   lei  i miei    complimenti   signor  Kogoro-
Kogoro   ride     scioccamente   e un   po’   imbarazzato.
Sana   si    rivolge   nuovamente   verso    Conan   e dice
-Sai!    Ho   saputo  che sei    un   fan   di    Sherlock   Holmes   e  Conan   Doyle-
-Si   è vero!-
-Bene,   io  non   sono  affatto   portata   per   quei   generi   e un   mio   amico mi ha regalato  un  libro di   Conan   Doyle,   si   chiama   “Il Taccuino Di  Sherlock Holmes  e     dato   che  non mi   piacciono   tanto i   gialli    avevo   già   deciso di   darlo   ad   un  fanatico   di   Holmes  e    Doyle   e   quando    Ran   mi   ha parlato   di   te   ho  deciso   di  portare   il libro   con me,   lo   vuoi?-
Conan   con  gli occhi   a   stelline
-Certo   certo   certo!   Lo  voglio  lo voglio lo  voglio!-
Sana   sorride   e   prende   il   libro  
-Ecco   piccolo!    Tutto  tuo-
-Grazie   mille signorina!-
-Di   niente-
 Poi   si   volta   verso  Ran     e           dice
-Bhe   Ran     io adesso    vado,   ho   un sacco   di    cose da fare-
-D’accordo   ci vediamo    domani   a scuola!-
-Okay!   Ci  vediamo   Kogoro  e   Conan!-
-Contaci!-   urla  Kogoro   mentre   Conan   è  impegnato   a   leggere   le   pagine   del   libro.
                 ***POV    RAN***
Sana   deve    aver  patito  molto poverina! 
È   stata    rifiutata   dalle     sue amiche    e   si  è isolalata   dal mondo   per molto   tempo
-RANNNN!-  urla   papà
-mmmh?!-
-Prepara   qualcosa da    mangiare!   Ho fame-
-Ma   perché  una volta   tanto   non ti   alzi   tu  e   ti  prepari   te   qualcosa  da mangiare-
-E   daaaaaiiiiiii!-
-Riesci   sempre     a  convincermi-
Vado    in   cucina  e   preparo   il   pranzo   a   papà  poi    vado  un  attimo in      camera  mia   e vedo   Conan   sul   letto  a  leggere     ancora   il  libro  che   Sana   gli     ha regalato.
-Hei   ancora    a   leggere!-
-mh mh!-    indica   Conan   con la   bocca     in   senso  di   acconsento
-Okay!-
Conan   stava   per parlare    quando   sentono   all’improvviso    uno   sparo.
-COSA  è   SUCCESSO!?-
 
                           ***POV   SANA***
Stavo   camminando    verso    il   parco   tra    i  miei    pensieri  quando    uno   sparo   proveniente   proprio  dalla   mia    posizione   attuale    mi   distrae,   la   paura   prende il   sopravvento         e   rimango    paralizzata.
Sento   grida    e   spari   che si   fanno   sempre   più   forti  e insistenti   quando   all’improvviso…   NIENTE.
Mi    faccio   coraggio    e  m’incammino   verso  la   “scena   del  crimine”  ma   non  ci riesco   perché   una   mano   forte   mi stringe  il   polso   facendomi   rabbrividire    e   girare   la  testa   all’istante   verso    chi  mi ha   bloccata.
Era   un  ragazzo…   un   bellissimo   ragazzo,    biondo,   alto,   occhi   color   ambra,   fisico   moooolto   muscoloso,   capelli  biondi  ed…   espressione      di ghiaccio…    BRRR.
-C- che   vuoi!   Lasciami  il  polso!   Mi   fai  male-
-Oddio   sta  tranquilla   non   ti faccio   niente   però    non   strillare!-
-Okay!   Prima  dimmi…    come   ti chiami?
-Akito…   Akito   Hayama-   fa   lui   con  voce       glaciale   che   promette   guai   in   vista.
Il  classico   tipo  bello e   dannato
 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


     ***POV AKITO***
Waaa ma che   bella     ragazza!
- E tu come   ti chiami?-
-Sana,   Sana   Kurata-
Mmmm?!  Kurata?
Poi   lei   aggiunge   -Allora?   Che  ci facciamo   ancora   qui!?   Andiamo   a vedere   cosa  è successo,   era il   rumore   di uno   sparo  se non  sbaglio-
-Ma    no!   Devi  esserti   sbagliata-
Akito   in  lontananza   sente   delle   voci  e   così   prende   Sana per   il polso   e   dice  - Vieni con  me-
E   la  trascina   in un    posto   isolato   tra   gli imprechi   della  ragazza.
-Hei   dove   mi stai  portando!-
-Zitta   e   cammina-
Arrivano   in un   posto  isolato,  senza  anima   viva   e  si   siedono   su due   sedie   che   hanno  trovato  per caso.
-Tu  sei  Sana   Kurata?-
-Sì  sono   io perché?-
-Niente,  tu  hai saputo il   mio nome,   io  adesso  so il    tuo-
-Ok!-
Restiamo  per  un  non   so quanto  di tempo  in   silenzio   finche  non  sento   un  rumore.
Giro  di  scatto  la testa    ma  non vedo   nessuno.
-Dove   stavi   andando?-   mi  domanda   all’improvviso  Akito
-Io?  Ero   andata  a casa   di una   mia   amica-
-Mmmh…  ok!-
Sana   guarda   l’orologio e   notando  che   si è   fatto  molto  tardi   dice   per  scampare    da   quella   situazione
-Io  adesso vado,   si   è  fatto  tardi-
-Ti  accompagno?-
-No,   non   ce n’è   bisogno!-
E  se   ne va   lasciando  Akito   solo
 
                         ***POV  GIN***
-Allora   Gin!   L’ha    trovata?-
-Non  lo  so Vodka!   Rum*   deve   ancora      chiamare  e  spero per   lui   che  l’abbia   trovata-
Non  sente  la risposta  del suo compagno   Vodka  che   sente  uno squillo  di telefono,  è  Rum.
-Allora?   L’hai   trovata?-
-Sì-
Gin  fa  un ghigno 
-Bene,  ti  aspetto   nel   luogo   programmato-
Chiude   la chiamata    e   senza  distogliere   lo   sguardo  dalla   strada  dice
  -È fatta-
Entrambi    fanno un    ghigno  malefico  per   poi  sfrecciare    fra   le   luci  dei   lampione   nella notte.
 
                 
 
                   ***POV  RAN***
-Conan!    Quello  era uno    sparo-
-Sì!-
I   due si   dirigono   in  fretta    da   Kogoro  che    stava    già  iniziando   a  correre   verso  la    porta.
Ran  lo chiama   per   raggiungerlo
-Papà!-
Il   detective   rallenta   il  passo     e   si  gira   verso   le   figura   della   figlia   mentre   Conan   era  già   sfrecciato    verso   il   luogo    del   delitto,  il parco.
Ran    e   Kogoro  lo  raggiungono    dopo  un paio    di minuti   e   trovoìano   Conan   che  si   guarda   intorno  con   occhio  attento   e serio    finchè   non   si ferma   su    qualcosa,   una   grossa   pozza   di sangue.
Ran    e   Kogoro   vanno  a    controllare     e    quest’ultimo   allontano   Conan   con un   pugno  dicendogli       -Sta   lontano  da qui!   Queste   non   sono cose che  un    bambino    dovrebbe    vedere    e   tu   Ran!...-   disse   indicandola
-…stai   attenta   a non   farlo    scappare  chiaro?-
-C-certo-.
Ma    che gli    è preso    così  all’improvviso?.
-Conan   secondo  te cosa   gli   è preso   a   papà?-
-Non   ne ho   la   più   pallida   idea-
Ran   si  fa  pensierosa   e  Conan   nel  frattempo   sgattaiola     via  verso  la  pozza   di sangue   per   cercare    indizi.
Mmmh…    chissà   cosa   gli  è preso  a  papà.
Perché   si  è   comportato   così?    Certo   non   ha   mai   sopportato   che   Conan   intralciasse    il suo   lavoro   ma    oggi   è   stato  piuttosto   freddo,    e   pensare   che ha     appena   incontrato   l’attrice   dei suoi   sogni….    Bhà.
Mmh?   Ma   Conan   dov’è?
Si   guarda   intorno    per   cercare   di  trovarlo   e   quando  lo  vede   gli si   avvicina   dicendo
-Quante   volte      ti devo dire che    non devi   allontanarti   eh    Con…?-
Non  fa in    tempo   a   finire  la     frase   che  dalla   sua   bocca    anziché   uscire  il nome   per   intero   di   Conan    gli  esce   un  urlo    con   acuti  davvero  forti
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-
Un   uomo  giaceva   a   terra    senza   vita,    ricoperto   interamente   di   sangue   e   appena   si vedeva      il    un  cappotto   molto  lungo   nero.
Inquietante…  davvero   molto molto   inquietante.
 
 
 
 
                                 ***POV CONAN***
“Quest’uomo   potrebbe far    parte dell’organizzazione.
È   completamente   vestito  di nero ma non ne posso esserne    sicuro  dato che  oltre al colore    nero non so come altro  riconoscerli  quindi non   posso   dire   che si   tratta di  un   membro dell’organizzazione ma domani ne parlerò con Ai”
 
-Ran!-   la   chiama  il detective Kogoro
-Chiama immediatamente   la   polizia-
-C-certo-
Ran  si allontana   e va   a   chiamare  la  polizia che    dopo   pochi minuti   arriva   e   l’ispettore   Megure   domanda
-Che   cosa   è successo?-
-Ispettore   Megure,  finalmente!   Mio   padre   sta   già  indagando  sul caso,   lui le   spiegherà   tutti  i   dettagli-
-Grazie   Ran-
Ran seguita   a   ruota  dall’ispettore   Megure,  Miwako Sato   e    Wataru Takagi      si  dirige  verso il detective  Kogoro e   Conan.
Ran  dice  a Conan     -Conan   dai andiamo,  queste   cose  un bambino   non le   dovrebbe    vedere-
-Ma  Ran-neechan,   io  ormai   sono   abituato a  vedere   queste cose-
-Non   dovresti  comunque   vederli-
-Ti prego  Ran-neechan,  voglio  stare  con lo   zietto  Kogoro-
-E-e   va  bene-
 
Ma  che   bambino  normale  vorrebbe  vedere    scene  simili?
 
 
 
-Allora  detective  Mouri,   ci  può  spiegare   cosa   è  accaduto?-
-Certamente.
Allora  io  e la  mia  famiglia   stavamo  tranquillamente   all’agenzia  e  all’improvviso  abbiamo   udito   uno   sparo   che  proveniva   sicuramente   dal parco.
Io,  Ran   e   Conan   ci  siamo   diretti   qui   e   abbiamo  iniziato    a  esaminare  il  posto  finchè  non   abbiamo  visto  una   pozza    di   sangue   e   più in   là   abbiamo   trovato  il   corpo   di   quest’uomo    senza   vita.
non  ho              toccato  il corpo    quindi   non  abbiamo   schiacciato   prove   fondamentali-
-Capisco,   allora   sarà  meglio   esaminare   il corpo-
Conan intanto   è ancora  preso  a cercare  nuovi  indizi  lontano dagli  occhi  di  Kogoro   che  se lo  avrebbe    visto  chissà  cosa  gli avrebbe   fatto.
Cercando   non  trovò  niente   sfortunatamente e   allora   si mise   ad   ascoltare    la  conversazione   trai  i  poliziotti,  l’ispettore   Megure  e  Kogoro.
-Kogoro  abbiamo   fatto  esaminare   dalla   scienza  il  corpo  e   abbiamo   trovato   polvere  da   sparo ma    neanche   un’impronta  che   ci  apra  una via   sulla  strada   del   colpevole-
-Ma  almeno  possiamo  riconoscere  il  corpo,  sappiamo  l’identità  della  vittima?-
-Sì! Si  chiama Haruo Mizu,  32 anni.
Abbiamo   mandato  degli  agenti   ad indagare  e   abbiamo  scoperto   solo  questo,  non  abbiamo  molti  dati-
-Quindi  oltre   al nome   e   all’età  non   sappiamo  nient’altro-
-Esattamente-
Conan  pensa
 
“In questo  modo non  posso giungere ad una conclusione ma farò tutto il possibile  per scoprirlo.”
 
-Allora  dovremmo   fare  ricerche   più  approfondite   su  quello  che  sappiamo-   S’intromette   Conan.
Kogoro sferra   un pugno   a  Conan   rimproverando  Ran
-Ran!   Smettila   di   disobbedire  ai miei   ordini.
Quando  ti   dico che   questo  moccioso   non  deve  stare   tra  i  piedi   non  ci  deve stare!-
-Scusa  papà  ma   sai   che   Conan  è   molto curioso   e  non mi  ascolta  e…-
-Allora portalo a casa!-
-E-e  va bene…-  poi   indica  Conan e a tono ironico dice
-Andiamo  Conan,   oggi  papà ha  iniziato  la  giornata   col piede   sbagliato-
Conan   per non   far  avere   altre   colpe   a  Ran   decide   di   affermare
-Sì   andiamo-
 
Conan   e   Ran si   dirigono  verso  l’agenzia   e   quest’ultima  prende la  parola
-Conan!   Secondo  te cosa   gli  è  preso   a  papà?
Non  lo  riconosco più-
-Non ne  ho idea.
Da  quando  quell’attrice,  Kurata,   se  ne  è andata   si   comportava  in  modo   euforico   e   adesso  si comporta   in modo   più…        adulto-
-In  effetti  papà  è  sempre  stato  un  giocherellone,  anche   durante   il lavoro   ma   oggi   da  sveglio   faceva   tesi e   ipotesi   interessanti,  che  cosa   gli  sarà preso?-
-Esatto!  Al momento  non   so   che  cosa  pensare-
-Neanch’io-
Nel  frattempo   arrivarono  davanti    all’agenzia   ed  entrarono.
Andarono   nella   stanza  di   Ran  e  Conan riprese  a   leggere   il  suo  libro   mentre  Ran   guardava   fuori   dalla  finestra.
Quest’ultima   si   soffermò  su  una   fotografia,   lei   e   Shinichi  a “tropicolandia”  vicino  alla   fontana.
Una  lacrima  le rigò  il  viso,  invisibile.
Ripensava   ai    bei  giorni,   alle   risate  e   ai  problemi   che   insieme   hanno   risolto.
Quante   sono   state   le  lacrime   che   Conan  le   asciugava  durante le   notti  insonne?
Tante,  troppe.
E   adesso   quella   piccola   lacrima   di   mancanza   invisibile   che   si  stava   trasformando  in  un pianto   silenzioso   non   l’avrebbe   fermata  nessuno,   neanche  colui  che   le  ha   asciugato   le   altre.
Stava   girata   ancora  verso la  finestra   e  vedeva  le   sue  lacrime  posizionarsi velocemente   sull’asfalto  della  strada, formando  cerchietti  di  acqua.
  Iniziò   a  piovere   e  le  lacrime  di   Ran  si mescolarono   con  la  pioggia  che   si  fece  via via sempre  più  prepotente,  così  come   il dolore  che   Ran  stava  provando   dentro  di   sé.
 
 
“Shinichi  ma  dove  sei?!
Non ti   fai mai   vivo,  se  ti chiamo  sei vago,   quando  ritorni giusto qualche   volta  non  parliamo,   ti  occupi   dei tuoi stupidi casi e  poi  sparisci  dicendomi  che   tornerai.
Adesso mi  chiedo che  cosa  sto facendo qui,   a  disperarmi  quando tu non mi  capisci  neanche  quando torni.
Sei  un  bravissimo  detective ma   quando  si tratta   di scoprire  cosa   nasconde  il  cuore  della  tua  migliore  amica   non riesci mai  a   capire  e  ti tiri indietro.
Adesso  tu  starai  pensando   ad   uno  dei  tuoi  stupidi casi  e  ovviamente  per me  non hai mai  tempo.
Capisco  che  il lavoro  è  importante ma   sparire  così  all’improvviso,  poi tornare   dopo   due  mesi,  risolvere  un  caso  in modo  veloce   e   andarsene  senza  neanche  avermi  un   po’  parlato,  di  come  stavi,   quando  tornerai,  già,  me  lo chiedo  spesso,  quando  tornerai?  Tu  me  lo  dici sempre  per telefono   ma  subito  qualcosa  ti  spinge  ad   attaccare.
Perché?
Perché,  l’unica  domanda   che  adesso mi  frulla  per  la  testa.”
 
 
 
                                                    ***POV CONAN***
 
Sto  cercando   di leggere   questo libro  ma non  ci  riesco.
Non riesco   neanche   a  pensare  al caso  di  oggi,  penso  solo  a   Ran.
Di   quanto  la   vita  sia ingiusta  con  me e lei,
del perché  tutto  deve  sempre   essere   così   difficile   e complicato.
A  volte   penso  che   non   riuscirò  mai  a  tornare   un  diciassettenne,  di  tornare   alla   mia vita   di sempre,  di  tornare   ai  miei  vecchi   amici,   a   Ran.  Certo   ho  l’appoggio   di  Ai  che  è  una   scienziata    e  per  di più   un  ex-membro  dell’organizzazione   ma   questo  non mi   basta.
Non  mi  bastano   i    forse,  io  voglio   certezze.
Non   mi  basta  restare   accanto   a  Ran  come  un  bambino,  io  voglio  stare  con  lei  alla  luce  del sole,   senza   problemi,  senza  dover  sopportare   le  lacrime   e  la  sua   voce   rotta   dal   dolore  per  la mia   assenza.
A  volte  mi  viene   voglia   di   raccontarle   tutto,  di  non   farla  più   soffrire,   di  dirle  che io   starò    sempre  con lei  e  non  la  lascerò  mai  sola  ma  poi  la   ragione   mi dice   che non   devo   assolutamente  farlo   perché  la metterei   solo  in pericolo   e   questa   è   l’ultima   cosa   che voglio.
Non  sarà  mai lo  stesso.
 
 
Conan  poi   va  da  Ran  e  le dice  con   un   sorriso  forzato
-Ran,   Ran  entra  dentro   e  chiudi  la finestra,   ti   prenderai  un malanno-
-N-non  m’importa-
-Ma,  ma  tu stai   piangendo-
-N-no  Conan,  non  ti preoccupare,  non  sto  piangendo,   è-è  solo   che    la  pioggia  mi ha    bagnato  il viso  e   sembrano  lacrime   ma   non  è  così-
-Avanti   Ran,  non  mentire,  ormai  ti   capisco   abbastanza  e so  anche la   causa   delle  lacrime  che tu   dici  di non   avere,   Shinichi  giusto?-
-BASTA BASTA BASTA!   SHINICHI SHINICHI SHINICHI,   NON  ESISTE  SOLO  LUI AL   MONDO,   POSSO  AVERE   QUALUNQUE   PROBLEMA,  NON   DEVE  PER  FORZA   ESSERE   LUI  LA   CAUSA-   urla   in  preda  alle  lacrime  e al  dolore,   non   sopportava  più   quella   situazione.
Scappò  via  lasciando  Conan   senza  parole  e lo   sguardo  basso.
Conan  aveva  ragione,  la causa  delle   sue   lacrime  era   Shinichi ma    non   voleva   fare   preoccupare   Conan,  non  voleva   che lui    la  consolasse   come   sempre,  voleva   restare   sola,  voleva   superare   la  cosa  da  sola,  voleva   imparare   a   rialzarsi    senza   nessuno   accanto   perché  già  una  volta   si era    appoggiata   a   Shinichi  e adesso?  Adesso  Shinichi  dov’è?  In  giro  per  il mondo   con  i   suoi  casi.
Ha  imparato  che  deve   riuscire   a   rinascere   da  sola,   rialzarsi  e   andare   avanti   tutta  sola    perché  prima  o poi le  persone  ti lasciano  e  si  portano  via  i   momenti  felici,  le   risate,  i pianti,   le  consolazioni…  e   a  te lasciano   un  grande   vuoto   nel  cuore   che   nessun  altro   può  colmare  tranne  la persone   che   ti ha  lasciata.
Shinichi   diceva   sempre  che sarebbe  tornato  ma  questa   situazione   andava   avanti  da  ben  10 mesi,  non  una,  due   settimane,   ma  ben  10 mesi.
10   mesi  di dolore   e  preoccupazione.
10  mesi  di  rimpianti.
Ho  rimpianto   di  averlo  lasciato   andare  quel  giorno   a   tropicolandia, 
ho  rimpianto  tutte  le  lacrime  versate  per lui,  goccia  per  goccia,  sì
perché  ho  capito   che  non ne  valeva   la pena  piangere  se   neanche   poteva  vedermi   così  distrutta  e   senza  più   speranze  ma  in fondo   è   meglio  così.
Ho  rimpianto  di  non  essere   stata   forte,   per  me  stessa  e   per   le  persone  che mi  circondavano,  che  mi volevano   aiutare,   Sonoko,  Mamma, Papà,  Masumi…   Conan.
Ho   rimpianto   tutte  le volte   che   si  presentava   ad  un  caso  e   l’ho  lasciato  andare  nuivamnete,  commettendo   sempre lo  stesso  sbaglio.
Ho   sbagliato   tutto,   per   10 mesi,  ho   fatto  uno  sbaglio  dietro   l’altro.
 
 
Conan   nel  frattempo   rifletteva.
Nella  sua   mente  non  esistevano  più   casi  ma  solo   Ran,    le  sue  lacrime, le  sue  urla,   la  sua   disperazione.
Nella  sua voce   si   sentiva  bene  il   tono   della  disperazione  e   Conan   si  malediva  per   questo.
Non  avrebbe   mai  voluto   farla   piangere  e   soffrire ma   guarda  caso  ogni  notte  la  sentiva  piangere  e   singhiozzare  e   fra   le  lacrime   ripeteva  il   mio  nome   e   iniziava  a  tremare,  a   chiudersi  più  in  se   stessa.
Quando  Sonoko  le faceva   visita   lei   la  mandava  via   malamente  dicendo  che voleva  stare  sola    e  che  non   dovevano  disturbarla.
Io   qualche  volta  riuscivo  a   farla   sfogare   e  tranquillizzare   ripetendo  che   sarei  tornato    e  poi  mi  chiedevo   se  volevo  convincere  lei  o   me.
Davvero    sarei  tornato?
Non  lo   so  neanche io.
Maledico   la  mia    curiosità  che   fino   ad   adesso  mi ha  portato  solo   guai.
Certo,  porto   nelle   famiglie  la  felicità  e   tranquillità  ma  a  me?   A  me  chi   mi   ridà  la felicità  e  tranquillità  che   avevo   prima  di   10 mesi  fa?
Ai   mi  dice  di  avere  pazienza  ma   io  non  ci   riesco.
Per  lei   è  facile  dirlo  dato    che   non  ha    nessuno,  non  ha   familiari,  non  ha   amici   stretti,  non   ha   un   ragazzo  di  cui  è  innamorata.
Vuole   solo  che   quella   gente   marcisca  in   carcere  per  tutto  quello   che  aveva  fatto  ma  lei    è  tranquilla,  tanto   non  ha  idea   di  cosa  significa  mantenere   qualcosa   d’importante   alla  persona  che ami   dove  ne  risente   proprio  la   sua  felicità  quando  in  realtà   vorresti  il  contrario.
 
Una  piccola  lacrima   gli  rigò  il viso.
Si  sentiva  male,  molto   male.
Adesso  voleva solo   donare  un  po’  di  felicità  a  Ran,   voleva   dirle  tutta  la  verità  escludendo  Ai,  non  va  a  raccontare   cose   su  altri  in  loro   assenza.
Si   dirige  con   passo   un  po’   tremolante   da   Ran,  in   bagno.
Bussa  lentamente   alla  porta    e  Ran  con  voce   rotta dai singhiozzi dice
-N-on  C-ci  so-no  p-per –n-ne-ssuno-
-R-Ran!   Avanti   apri,  voglio  solo  parlarti-
-NO!...-         -…VATTENE-
-Avanti  Ran,  per  favore,   esci. Lo sai  che  non mi  piace  quando  stai  male-
Ran    da   dietro  la  porta   sussulta   e  non  volendo  fare  lo  stesso   sbaglio   domanda
-Conan!-
-Si?-
-Tu- tu mi vuoi bene veramente?-
-Si  che  ti voglio bene, più  di qualunque  altro-
-Allora…   allora   va  via,   quando  uscirò   ti   prego   di   non  farmi   domande-
-Ma…-
-Fallo  se   davvero  mi  vuoi bene    come   dici-
Conan    abbassa lo sguardo e  senza   dire  una  parola  se ne   va
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Capitolo 5
*** hanabi ***


 
                             ***POV SANA***
Mi ritiro  subito  in casa,   saluto   mamma   e    mi  dirigo   a  passo  svelto  verso  la mia  camera.
Chissà   chi  era quel   bellissimo   ragazzo  biondo, Akito,  ma  mi   pare  di   averlo   già   visto, bho,  forse   mi  sbaglio.   Più   mi  guardo   allo  specchio,   più  mi dico che   non  ritroverò  mai  più  quelle  emozioni  forti  che  provavo   molto  prima  di  7  anni  fa.
Non  sono  più  quella  vivace  ragazzina  dalle   buffe   codine,
non  sarò  più  la   ragazzina  che  aiuta  sempre  tutti,
certo  con  Ran  mi  sono  saputa  sfogare, ho   lasciato  che  nel mio  cuore  entrasse    ma  ho  ancora   paura.
Paura   di  essere  nuovamente  abbandonata  dalla persona   di   cui mi  sono  fidata.
-TOC TOC-    Sana   sente  bussare  alla  porta   della  sua camera.
-Sana,  Sana  sono  io-   dice  la  voce  di  mia  madre  che  oggi  mi  sembra  molto  seria,  cosa  molto   strana  e  rara
-D’accordo   entra  pure-
Mamma   entra   e   lentamente   si avvicina   al  mio  letto,  si  siede  e   dopo  un  paio  di  minuti  inizia   a  parlare
-Sana,   sei  andata   da  quel  detective?-
-Sì  mamma  perché  me  lo chiedi?   Già  ieri  te ne   ho parlato-
-Oh n-niente,   pura  curiosità…-
-…e  dimmi,  come  ti  è sembrato?-
-Ma  mamma!   Che  domande  sono?-
lei  che  fino  a  quel momento  aveva  tenuto  la  testa  bassa  quando  la rialza   ciò  che  vedo mi  fa  seriamente  preoccupare,   mamma   stava   piangendo  lacrime  di   dolore.
Il mio  sguardo   era  molto  preoccupato   e   mi  chiesi  cosa   potesse  essere  successo
-Ma-mamma,  stai  bene?  Che  cosa  è  succ…-
Non  faccio  in  tempo  a finire  la frase  che   lei     esce  correndo  dalla  stanza in lacrime.
Sono   molto  preoccupata.
Forse  avrò  detto  qualcosa  di  sbagliato,  che  cosa   ho  fatto,  ho  fatto  piangere  mamma.
Che  persona   adesso  sono?   Faccio  piangere  le   persone  che amo  senza  neanche  rendermene  conto.
Che  cosa  mi sta   succedendo?   Sono  davvero  una  persona   così   pessima?
7  anni  fa  avrei   affrontato  la situazione   andandole  a parlare  ma   quando  mi  rinchiusi  in me stessa  diventai   triste  e   mi  sentivo  colpevole   di  tutto,  di non   essere   perfetta,  mi   maledicevo  per    essere  nata,  per  aver  causato  tanto  dolore   e   subire   tutte  quelle   pugnalate,   la  mia  vita  ormai  era  uno schifo,  non avevo nessuno  se  non mi    madre   che  oggi  l’ho  fatta   soffrire  per  chissà  quale  motivo   a me  ignoto  e  il  mio  manager  Rei   che   considero   come  un padre  certo   ma  che  per  i miei  capricci   non  è  più  un manager,  non volevo   più   lavorare   nel  mondo  della  televisione  e  del cinema  e   nonostante   le  sue   suppliche   io  ho  rifiutato   urlando   “Basta  Rei,  tu  non   sei mio  padre  e non  puoi  comandarmi,   della   mia  vita  ne faccio   quello   che  voglio”   solo   dopo   averlo  fatto  soffrire  mi   sono  resa  conto  del   dolore  che  gli avevo  causato,   le  parole  che gli   avevo  detto  non  erano  vere,  io  lui   lo consideravo  un  padre,   anche  in  quel   caso  ho    fatto  soffrire  una   persona  che  mi   voleva  bene   e   mi  sentivo,  mi  sento   e  mi sentirò  uno  schifo  per  tutto   quello  che  hanno  patito  per  colpa  mia.
Chissà  perché  mamma  mi ha  fatta  nascere*
Agli  occhi   di  tutti  gli  altri  sembro  una  persona  molto  solare  e  simpatica  ma  in  realtà   non  sono  più  la ragazza  di una volta,   adesso   mi   pento  di  essere   nata,   quando  sto  sola  do   libero  sfogo   a  tutti  i  miei  problemi   e  colpe  e  nessuno  lo  sa,  neanche i  miei  famigliari.
Mi  sento   un  completo  schifo.
Inizio  a  piangere ,  perché  tutto  questo  proprio a me?   Perché
Decido  di fare  una  passeggiata  anche  se ormai   è  già  molto   tardi  ma non  m’importa.
Mamma,  Rei e  la  signora   Shimura    staranno  sicuramente   nelle  loro  camere.
Esco   da   quella  casa   di   cui  ormai  sentivo  molto   spesso  la  presenza  dei   sensi  di   colpa   e   vado  verso   il  gazebo,  uno   dei  miei posti   preferiti.
Mi  siedo  su   una panchina sotto un lampione    dove  le  stelle   sembrano   infinite,      ed  inizio   a  piangere,   a   sfogare  tutto  il mio  dolore.
Guardando  il   cielo   vede  una   stella   meno   luminosa  delle   altre   e   dà   voce   ai   suoi   pensieri
-Io  sono   proprio   come  quella  stella,  piccola  piccola   circondata  da  tutto  il mondo  che  la condanna.
Non  è  giusto-
-Tu  invece   sei la  stella  più  luminosa   che  conosco-
Mi   spavento,   riconosco   la  voce,  Akito
-Oh,  cia-ciao,  mi   hai  spaventata-
-non  preoccuparti,   sono  io-
Sana  in  tono   ironico
-Per  questo  mi   preoccupo-
-Mh?-
-Hahahah  scherzo,   siediti  su-   quel   ragazzo   già   le  aveva   fatto   dimenticare   tutti  i  suoi   problemi.
-Perché  prima  hai detto   quelle  cose?-
Sana   facendo  finta  di niente   dice   -Eh?! Quali  cose?-
-Non  mentirmi  Kurata!-
-E va  bene,   hai  vinto,   ho  detto  quelle   cose  e…   ma…ma  a  te  che importa!-
-Oh  niente,   pura   curiosità,  se  non   vuoi  parlare   fa  niente-
-Ecco  bravo!  Non   t’impicciare-
Akito   se ne   sta    zitto  e  anche  lui  inizia   a   guardare  le stelle  poi   Sana   dice
-Che  ci fai   sveglio  e  in  giro  da solo   a   quest’ora?-
-Potrei   farti  la stessa   domanda  e   poi…-   dice  con   tono  più  ironico  -…Non  sono    fatti  tuoi-
-Uffaaaaaa!-
La  ragazza   inizia  a  imprecare  mentre   Akito   ride  sotto  i baffi,   gli   era  simpatica   quella  buffa  ragazzina   dai   capelli   rossi.
 
 
-Hei!-
Akito   si gira  dalla parte di Sana  
-Si?-
-Ti   posso   chiamare…   Aki?-
Akito  un  po’  sussulta  poi   dopo  un tempo  che sembrava   infinito   dice
-Sì-
Sana   sorride  e  dice   -Bene  Aki  adesso vado   a  casa,   è   molto  tardi e  parlare con  te mi ha  fatta sentire meglio-
-Allora  ti accompagno-
Sana  lo guarda  un  po’  titubante   e   Akito  con  tono   da finto   offeso  dice
-Ehiiii   guarda   che non  ti    faccio  niente-
-Ahahahah  dai  scherzo,   certo  che  puoi  accompagnarmi-
Akito   fa  uno  dei suoi   sorrisi  rari,   si  alza  e   prendendola  a  braccetto  dice   -Allora   andiamo   principessina-
-Che   galante!   Hahahah-
-hehehe,  lo  so-
-Che   vanitoso  che  sei!-
Poi  all’improvviso  cade  un   silenzio   pensante  e  imbarazzante.
Dopo   pochi minuti   arrivano a   casa   Kurata  e   Akito   la  saluta  con  un  bacio a  guancia.
-Allora   ci  vediamo  in giro-  dice  Sana       -Certo!   Ci  vediamo… in  strada-
E  se   ne va.
Sana   rientra  con   molta  lentezza  in  casa  per non  farsi   sentire  e  in   punta  di piedi  sale  molto piano   per le   scale.
Appena   varca  la  soglia  della   porta    fa  un  sospiro  di  sollievo    per  non  essere   stata   scoperta  ma   i  pensieri   le morirono  quando   anche  sua   madre  varcò   la  porta.
Quest’ultima  la guarda   con   severità  e   tristezza  e dice
-Allora!?  Dove  sei  andata  a  quest’ora   della  notte?-
-Ma  da nessuna   parte!  Sono  sempre  stata  qui!-
-Sana,  per  favore!   Non  mentire,  ti  ho appena   vista  con  quel   ragazzo  e  stavi  rientrando,   chi  era?  Il  tuo  ragazzo?-
Le   guance   di Sana  diventano  di un  rosso   fuoco    ed  inizia  a  balbettare
-Ma- ma- MA CHE DICI? No-non   è  vero,  non  siamo  fidanzati.
È-è-è  solo  un…  un amico,   l’ho   conosciuto  oggi-
-E  già   siete  diventati  amici?-
-bhe,  amici,  che  parola!    Diciamo   che  siamo  dei   quasi-amici,  lui mi  fa  sentire  a mio  agio,  mi fa  ridere   e…  e  mi fa   dimenticare i  miei  problemi-
-Quindi  ti  sei legata   a  lui-
-In  un certo  senso… Sì-
La  madre  sorride   e  Sana   sospettosa  dice
-HEIII,  CHE   COSA   STAI   PENSANDO?
IO  NON  TI PERMETTO   DI  PENSARE  QUELLO CHE  STAI   PENSANDO-
-Ma  io  non sto  pensando  assolutamente  niente-
-Mmmmh-
-Comunque,  passando  al  discorso  di   prima…   che  ci facevi   fuori
  A  quest’ora?-
-I-io…  che  ci facevo?  N-niente,  non  riuscivo   a   dormire   e  sono  uscita  a fare  due  passi-
-A  quest’ora?-
-Bhe  sì,  che   c’è  di male?-
Misako  sa  che Sana sta mentendo,  lo  sa,  ma  per non   fare   discussione  con lei  decide  di   cedere
-D’accordo,  se lo   dici  tu-
Sana  la  guarda   negli  occhi  e  legge   la  delusione.
 
E  adesso  che le  prende?
Perché fa così?
Si   vede  lontano  un miglio   che   è  delusa  dalla   sua  stessa   figlia.
Perché   devo  essere  cosi   una   pessima  persona  per le persone che mi   vogliono   bene,  perché?
 
 
-Mamma-
-Dimmi  Sana-
-Tu…  sei  fiera  di me?-
Misako   sgrana  gli  occhi     -Ma   certo   Sana,  tu  mi rendi  orgogliosa ogni giorno.
Tu    sei   una  forza  della natura,  hai  superato  la  tua malattia  con   la  forza  interiore,  hai  creduto  in te stessa   ed  io  sono   molto  fiera  di avere   una  figlia…   una  figlia   come te.
Tu  mi hai   dato   nella vita   una   nuova  speranza-
-No,  non è vero.
Adesso,  quando  hai  fatto  finta   di credermi   quando  ho  detto  che sono   andata  a fare   due  passi   ho  letto  nei tuoi  occhi   solo   delusione.
In  realtà   io non  sono  così  forte   come dici,   ogni  notte  mi maledico   di  essere  nata…-  Misako  abbassa   la  testa,  si  sente  in  colpa
-…mi  sento   sempre  in colpa  per   come    tratto  male   sempre  tutti,   per  come  la vita   mi ha   tolto    in  un   lampo la   vivacità  e   positività  che avevo  molto  tempo  fa-
-Sana,  io   ti  voglio   molto   bene e  non  puoi  pensare  che   tu  sia   stata   per me  una   delusione,  anzi.
Tu   nella  mia  vita  sei  apparsa  come  un  uragano,   mi  hai   ridato  la   speranza  di  ritornare   a  vivere.
È   grazie a  te  che  ho   imparato  cose  che  dalla  vita   senza  una  figlia  non  si  potevano    capire.
Tu      sei  stata  il  più  bel  regalo  che  la vita  mi ha  potuto dare-
-Mamma,  anch’io   ti voglio  molto bene.
Non  vorrei  mai perderti-   dice  Sana   singhiozzando
-Neanch’io Sana,   neanch’io-   dice   Misako in  un  sussurro con  la   testa  abbassata.
Nel  frattempo   un’altra  persona   ha  ascoltato  tutto  e    adesso   camminava  verso     la  strada   deserta  illuminata  dai  lampioni  nella notte.
Quella  notte   Misako e  Sana    dormirono insieme  unite   in  un  abbraccio  felici  ma  nella   testa   di   Misako    viaggiava  ancora   un  senso  di  colpa,  forse  il  più   grande  che  abbia  mai avuto.
 
 
- "Mamma,  ti  voglio bene,  adesso  mi  sento   più  leggera.
Non  ci  saranno  più  segreti   tra  noi" –
- "Sana,  anche   se  adesso  tu   ti  sei  tolta  un  peso dal cuore,   io   ho  ancora   il  senso  di colpa   per  non   averti  detto  ancora  la verità,  tu  non  sei la  mia   vera   figlia   e   ho  sempre la  paura  che tu  non  mi possa  perdonare   e   i  tuoi  veri  genitori   ti  vengano  a  prendere,   ho  una   grande  paura  di  perderti" –
 
 
                                                        ***POV RAN***
 
È   da  ore   che sono  rinchiusa  in  questo   bagno,  mi   sento   così  sola,  così  vuota.
Dentro   di  me  sento un   macigno   che   non   mi fa   respirare.
In  questo  momento   sento   che   il  mio    è  un  corpo  senz’anima.
Sento   le  lacrime   che   ancora   scorrono  lungo   il  mio viso  fino   ad  arrivare  per     terra.
Perché  tutto   deve  sempre  essere  così  difficile?
Perché   proprio   il  giorno  in  cui   ero  decisa   a    dichiararti  i  miei  sentimenti  te  ne   sei andato  lasciandomi    sola?   A   questo punto non so neanche  se   ritornerai  più.
 
 
Ma  perché   devo   soffrire  così  tanto?
Basta,   devo   essere  forte,   devo  far   finta  che non   se  ne sia   andato,   che     ritornerà  molto   presto,   molto… presto.
 
Si   alza  da   terra   e   con  un      po’    d’indecisione  apre  lentamente  la  porta,  Conan   se  ne   è  andato   già   da  un  pezzo  e  lei   quando  non   lo  vede  tira  un   sospiro  di  sollievo,   quel   bambino  le ricordava    tremendamente   Shinichi.
Vado  in  cucina  per  prepararmi  qualcosa  da   mangiare  dato  che  non   ho mangiato   per molto   tempo.
In  casa  non   c’era  nessuno,   papà   era   ancora  preso  con   il   caso  di   quel  tizio,  Haruo   e   Conan   non  era  in  casa,  fortunatamente.
Appena  finito   di mangiare   Ran    decide   di   andare  a  prendere  una  boccata   d’aria  fresca.
Gira   per  le   vetrine   dei negozi   giusto  per  dare   qualche   occhiata
-Ran?   Sei   tu?-
Appena   si  gira  vede   Sonoko   con  un  sacco  di  buste   di  magazzini   diversi,  sempre   la  solita.
-Oh  ciao   Sonoko,  sei  tu.
Bhe   sì,   stavo   andando   a   fare   due  passi-
Sonoko   conoscendo    bene   l’amica   sa   che  ha  un  problema   che   si  chiama   Shinichi   ma   non  le   dice   nulla,  non  vuole   causarle   altro  dolore,    quando   vorrà   si   aprirà   da  sola.
-D’accordo,   io   invece   stavo   facendo   compere-
-Lo  vedo-   e   ride.
-Andiamo  a  fare  un  giro?-
-Certo-
Insieme   camminarono   a   vuoto   fino  a  quando  Sonoko   dice   a  Ran  -Ran vuoi    venire   con  me  in  un  posto?-

-Dove?-
- È    un   segreto-
Ran   fa  un  sorriso   e  la  segue.
-Su  corri,  altrimenti  non  arriviamo   in  tempo!-
-Sì  sì,  ti  seguo-
Una   volta   arrivati  eravamo  con il   fiatone
-Piuttosto   lontano  eh   Sonoko?-
-zitta   di  lamentarti   che  fra  poco    rimarrai   estasiata-
Camminiamo  per   qualche  minuto  e   arriviamo   dinanzi   ad   un’isola.
Stava  un   sacco   di   gente, tutta  vestita  in    yukata*.
Chi   stava   seduta   su  tappetini   srotolati  sull’erba  chi   invece   in   piedi   guardando   il  cielo.
Faccio   anch’io   come   quest’ultimi   e   all’improvviso   un    enorme    suono   rimbomba   verso  il  cielo.
Ero   rimasta  estasiata,    centinaia  e centinaia   di   hanabi** stavano   riempiendo  il   cielo.
A   quel  punto   Sonoko   mi  trascina   lungo   la   riva   dell’isola.
-RAN SU AVANTI!   TOGLITI   LE SCARPE!-
Io la   guardo   e   dopo   pochi  secondi  rido  -VA BENE!!-
Ci   togliamo   le  scarpe   e   andiamo  più   vicino   alla   riva   bagnandoci  i  piedi.
Io   riporto  la  mia   attenzione   sul   cielo   e  dopo   pochi    secondi   ricomincia  lo   spettacolo,    bianco,  arancio,  giallo, blu,  verde,  rosso…   riempiono   il   cielo    colorando   oltre   ad  esso   anche  l’acqua  sotto   i   nostri   piedi.
Tantissime   barche  lanciano   altri   hanabi   creando   questa   volta   una   pioggia   di     colori   magnifica.
Il   santuario   di   Itsukushima      si   trova   al  centro   dell’isola  dando   più    meraviglia   al  paesaggio.
Dopo   molti   altri  minuti     la   festa   finisce   ed   io   guardo   Sonoko   che   ancora  è  rimasta  con  il   sorriso   sulle  labbra   guardando   il   cielo.
Io   l’abbraccio   e   dico
-Grazie grazie  grazie  GRAZIE  AMICA MIA,   TI  VOGLIO   TANTO   BENE-
-Prego,  ti   è  piaciuto   lo  spettacolo?-
-Certo!   È  stato   davvero  stupendo,   ho   scattato  una   foto   come   ricordo,   guarda-
E  le  mostra  la   fotografia  sul   cellulare.
Sonoko   ride   e  dice
-Bene  adesso   vieni,   la   nostra  limousine  ci   sta  aspettando  per  un   altro  giro   mozzafiato   amica mia!-
Io   rimango  interdetta   poi   le  faccio  un  sorriso   sincero  e   l’abbraccio   più   forte  di  prima
-Grazie,   tu   ci  sei  sempre  per  me-
Ran  fa  cadere   una  lacrima    di  commozione  mista  a  tristezza.
-Su  avanti!  Non   piangere.
Abbiamo   appena   visto   uno   spettacolo   che   dà   l’idea   della  gioia  e   tu ti   metti   a  piangere?  No no,   tu   adesso   smetti  di piangere    e   andiamo  con  la  limousine   di  mio   padre verso    la  spiaggia   che  sta   qui   vicino  e andiamo   a  fare  un  giro  in  barca,   ci  stai?-
Ran  sorride   ancora  e  urla  -SIIIIII!-
 
 
 
*YUKATA=   Lo yukata è un  indumento  estivo   Giapponese.
Viene indossato principalmente   durante   gli   spettacoli pirotecnici,   alle   feste   bonodori   ed   altri  eventi  estivi.
Lo  yukata  è   un  tipo  molto   informale  di  kimono.
 
** HANABI=   fuochi     d’artifici -  tempio di Itsukushima (più giù c'è "tempio di itsukushima, quelli sono i fuochi d'artificio che hanno visto  Ran e Sonoko)          http://www.giapponizzati.com/2014/03/25/migliori-hanabi-del-giappone/ 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** assassinio- prima parte ***


                 assassinio- prima parte
 
 
Dopo   un  paio   d’ore   squilla   il  cellulare   di  Ran,   è  suo  padre
-Ran,  si  può   sapere  dove  sei?-         questa  volta   stranamente  non  urla   e   Ran   è  ancora   più   sospettosa   sul   comportamento  del padre   risponde    -Scusa  papà   se  non  ti  ho   avvisato   ma  sto   con  Sonoko   e   suo  padre-
-Dove?-
-Stiamo   un   po’  lontani   da  Tokyo  ma  non  troppo-
-Bene,  se   sei  con un   adulto   fidato  ti   lascio  stare   con  Sonoko    e     essendo   tardi    fatti  accompagnare  fino  a  casa-
-D’accordo  papà-
Riattacca     e   guarda   Sonoko   in   modo  stranita
-Allora? Chi  è?-
-Mio  padre-
-Oh   allora   ti   avrà  gridato  subito   di   tornare-
-No,  al  contrario,   si  è   comportato  in  modo… più  freddo,   distaccato-
-Davvero?   Che   strano –
-Già,  oggi      ha  incontrato   l’attrice  dei   suoi   sogni,  Sana  e  poi   si  è  comportato   in  modo  più  freddo  e   adulto,  sembra  che    sia  vuoto-
-Secondo  te cosa   potrebbe  avere?-
-Non  saprei,  non   so  cosa  pensare-
- Che  guaio-
-Eh  già-  dice  Ran  con  tono   preoccupato
-Su  avanti non  preoccuparti,  tuo   padre   non   avrà   niente-
-Va  bene,   ci  voglio   credere-
-Bene,  adesso  ti   accompagno  a  casa-
-Va bene-
Sonoko   guarda  il padre
-Papà!  Puoi   portare   Ran   a  casa?-
-Certo  figliola-
Appena  arrivata     davanti  all’agenzia  Mouri   Ran   scende  dalla  limousine  e   ringrazia   Sonoko  per la  bella   giornata  e    il   padre   per   averla  riaccompagnata  gentilmente   a  casa.
Rientra   in  casa  e   nota   suo  padre   seduto   sulla   sua   sedia  che   legge  dei fogli  appoggiati  sulla   scrivania,   Ran  immagina   che   siano  quelli   del  caso   di  oggi.  Guardo   intorno   e   non   vedo  Conan   e  così   domando  -Papà!-  
-Sì Ran?-
-Dov’è Conan?-
-Ha  chiamato  il   Dr. Agasa  e   ha   detto   che   dorme  da  lui-
-Ah…capisco-
-Bene  adesso che  sei più   tranquilla   vai  su che  io   devo   cercare   qualcosa  di  utile   per  il   caso  di  oggi-
-Va-va   bene-
E   va  su  nella   sua   camera   addormentandosi  con molti   problemi  per la testa.
 
 
 
                            ***POV CONAN***
 
-Allora?  Conosci  quest’uomo?- 
Conan   stava   parlando  con  Ai   su  Haruo  Mizu,       l’uomo    che   è  stato   ucciso.
Aveva   fatto   una     foto   di  nascosto  alla   vittima  per  farla   vedere   ad  Ai  anche   se   Conan  non  era  del tutto   partecipe  perché  in  fondo  alla  mente  stava  anche  il  pensiero  per  Ran  che   lo  stava   tormentando.
-Non   riesco   a  vederlo   bene   perché   è  ricoperto  interamente  di  sangue  e non  vedo   proprio  bene  la  sua faccia      però   ha  dei  lineamenti   famigliari-
-Quindi   potrebbe   essere  un membro  dell’organizzazione?-
-Non  ne   sono  assolutamente   convinta  ma…Sì,  potrebbe   essere  una  possibilità-
-Se  potrebbe  far  parte  dell’organizzazione   riusciremo   a  cavarne   informazioni?-
-Non  saprei  Conan,   dipende  anche  dal  ruolo  che  aveva   questa   persona   nell’organizzazione-
-Quindi   dovremmo  aspettare?-
-Sì-
-Ancora?  Basta,  io  non  ce la   faccio  più,  non   posso  più  aspettare-
Ai   girata  dice
-Non  puoi…-   poi  si  gira   verso  Conan     -O  non   vuoi?-
-Ecco…  Ai,  io non   riesco  più   a  vivere  con  questo  corpo.
Oggi   Ran  è  stata   davvero  male,   non  l’hai  vista  com’era stata,  non   l’avevo  mai   vista   così,  era…   distrutta,  ci  ero  stato   davvero  male-
-Conan,  io  capisco  che  vuoi  ritornare  alla  tua vita normale ma  non   posso  farci  niente,  per  creare  l’antidoto   definitivo      dobbiamo  arrivare   fino  in fondo,   dobbiamo trovare   la  stessa   pillola  che  hai  ingerito   quel  giorno  al  parco  divertimenti   e   senza  quella  non  posso  fare  niente-
-Si lo so,  lo so-
-Bene allora smettila  di   dirmi che  non   hai più pazienza     perché   non  servirà    a  niente-
-Va bene    la  smetterò  comunque  facciamo   delle  ricerche  su  questo   Haruo  Mizu –
-Bene,  allora  passami  il  computer,   inizierò  già  da adesso-
Conan  prende il  computer   e  glielo  passa    -Ecco  tieni-
Ai  accende  il   suo  PC  e  dice  a   Conan
-Oltre  al nome  e  all’età non  sai   nient’altro?-
-No-
-Quindi  prima   che tu   ti  possa  illudere  di  sapere  chissà  cosa   ti  dico  che  con  soli   pochissimi  dati   come  questi  non    riuscirò  a  fare  molto,  comunque   tu  domattina  vai  a   casa   di  Kogoro  e  la  tua  amata   e  cerca  di  capire  qualcosa-
-Bene,  io  vado   dal   dr  Agasa,  devo  dirgli  una cosa-
-Va  bene vai!-
 
 
-Dr  Agasa!-
-Si  Shinichi?-
-Non    avrebbe   da darmi   qualcos’altro  dei   suoi  aggeggi?  Sono  molto  utili   in  questo corpo-
-Mmmmh!  Vorresti   qualcosa   in  particolare?-
-No,  più  che  altro  vorrei  come   dei    potenziamenti,  per   spiegarmi  meglio,  voglio    le  stesse  cose  che  mi   ha  dato   però  con  qualcosa  di  più  rispetto   all’altro-
-Quindi  dammi   quelli che  hai  già così  faccio  delle  piccole     modifiche-
-Ecco tieni!-
-Bene   allora   entro  domani  sera   vienili   a  prendere-
- Ok!-
-Conan,   stasera   dormirai   qui?-
-Sì,   ho  avuto  una   discussione  con  Ran per lo   stesso   motivo  di  sempre  e   per  il  momento   non  voglio   vederla-
-Capisco-
-Comunque  domattina  devo  andare   a  casa   di   Ran  anche  se non  voglio,  devo     scoprire   nuove  cose  sul   signor  Mizu-
-Quel uomo   che   è  stato   ucciso   oggi?  Quello   che  sospetti  faceva  parte  dell’organizzazione?-
-Esattamente-
-Adesso  però  vai       a   riposarti  ok?  Altrimenti  domani   non  sarai   in  ottima   forma-
-Certo  dottore,   adesso  vado,   buona  notte-
-Buonanotte    Shinichi-
 
 
                                 
                                         ***POV AI***
 
Sono   ancora  qui  a   trovare  delle   informazioni  su   Haruo   anche  se  in  realtà  so   già   chi   è.
So  anche   che  non  riesco   a  parlare  del  passato   per  questo   farò  delle  finte   ricerche    non  troppo  larghe  per  non   far  scoprire  proprio  tutto  a  Conan,  solo   lo  stretto   necessario.
Quando   Conan  mi  ha  mostrato   la   foto  di  Haruo   interamente   coperto   di  sangue  non  sono   riuscita   a  trattenere   un  sussulto  anche   se   Conan  non  se  ne  è   accorto.
Alla    fine  quei  bastardi   lo   hanno   ammazzato,  hanno  scoperto  tutto.
Lui   per  me  è  stato  come  un  padre,   quel  padre  che  non   ho   mai  potuto   avere  con  me  sempre.  Dopo    aver  scritto   cose  che  sono   inutili  alla  ricerca  che   Conan  vuole  fare   decido   di  riposare  un   po’.
Dopo   un  tempo    che  per  Ai  sembrava  molto  breve   si   sveglia   e   dopo  essersi  ripresa   completamente   si  alza  e   si   va  a  lavare.
 
 
“Cosa  devo     fare?    Sono  davvero  indecisa  su cosa  fare.
Da  una  parte  voglio  aiutare   Conan  ma   dall’altra  non  voglio   risvegliare   fantasmi  del  passato,  che  mi   porteranno   solo  dolori  anche   se   quando  ho   visto   quella  foto   ha  risvegliato comunque     ricordi  in   me,  per  questo   sono indecisa,   molto   indecisa.”
 
 
 
Dopo    essermi  lavata   decido   di   andare   a  fare  colazione   dove   stranamente  non   trovo   Conan  ma   solo   il   Dr  Agasa.
-Buongiorno   Dottor  Agasa,   dov’è   Conan?  Non  è  da lui   svegliarsi     così  tardi-
-No  Ai,   Conan  se  ne  è     andato  già  da  un  pezzo,  ha  detto   che  andava a   casa   di   Ran  per   fare   delle  ricerche   sul  signor  Mizu   Haruo-
-Ah,  capisco-
-E  tu?   Scoperto   niente   su   quel uomo?-
-Qualcosa  ma  non  tanto,  giusto   qual cosina  ma  non   chissà   cosa-
-Quindi  non    puoi aiutare    tanto  Conan.   Cosa   hai  scoperto?-
-Il  suo  lavoro   e  l’indirizzo  di   casa  sua-
-L’indirizzo   potrebbe  essere  utile    non  trovi?-
-Non  saprei…  Speriamo-
-Già…Speriamo-
-Comunque   adesso    devo  uscire,   vado   a  fare  una  passeggiata-
-Ti  turba  per  caso  qualcosa?-
-Mmmh,  ma  no!-
-Avanti  non   mentirmi,  ormai  ti   conosco,  per  me sei  come  una  figlia  e  lentamente  sono    riuscita  a  capire    il    tuo   modo  di   essere.
Ho  capito   che   ogni  volta  che   vuoi   fare  una  passeggiata   devi   riflettere   su  qualcosa  quindi stai      su   un  filo.
Non  sai  cosa  fare,  ti  va   di   sfogarti?-
-Ma  no, no!   Ho  solo   voglio  di  fare  una  passeggiata     giusto  per   prendere  una  boccata    d’aria,  oggi  è  una  bella  giornata-
-Va  bene,  se   lo   dici  tu-
-Okay!  Adesso  vado    così  rientro  prima  di  pranzo-
-Va  bene,   ci  vediamo  più   tardi-
-Certo,   a  presto-
 
Ai   si  trova  a fare  un  giro verso   il   parco,  lo  stesso  dove  era  stato   trovato   morto   Haruo.
Più  il  là  vede   i    Detective Boys,   Ayumi,  Genta  e   Mitsuiko.
Ai   si  avvicina  e   saluta  i  tre  bambini
-Ciao   ragazzi!-
-Ciao  Ai-  dicono  i  tre  bambini in  coro  felici   di  vederla.
-Che  cosa   fate?-
-Stiamo  facendo  un  giro-  dice  Mitsuiko.
Poi   Ayumi  domanda   -Hai   visto    Conan  per  caso?-
-No,  immagino  che  sia      a   casa  di  Ran-
-Che  dite  allora  di   andarlo  a  chiamare?-
- Fate  come  volete-   Dice  Ai
-Bene,  allora  andiamo   tutti  all’agenzia  di   Kogoro –
Dicono     i  tre   bambini   in  coro.
Ai si dirige tra le chiacchiere     dei  bambini  che  cercano  sempre  di  parlarle  all’agenzia  Mouri  e   Genta      suona  il   campanello.
Ran  va  ad  aprire   con  il   sorriso   sulle  labbra
 
 
“Non  sembra  poi  tanto  distrutta”
 
 
Ran  appena  li vede   dice        -Piccoli!  Ciao,  come  state?-
-Ciao  Ran-  dicono  cordialmente   Genta,  Ayumi e   Mitsuiko
-C’è  Conan?-
-Sì,  oggi   è  ritornato   dalla  casa  del   Dr   Agasa-
-Ce lo   puoi   per favore     andare  a  chiamare?-
-Certamente  piccoli-
Dopo   alcuni  minuti  scende   dalle  scale  Conan  che  come  li  vede     sbuffa   sonoramente  così  che  Genta  lo  minaccia  dicendo    -Che   cosa   c’è  Conan?  Perché   sbuffi  eh?   Sei  così  scocciato  di  vederci?-
-Ma  no, no  come  potrei   essere   scocciato  dalla  vostra  visita?!-   dice  Conan  in  modo  sarcastico
Ayumi  poi  per  rompere   il  litigio  tra   i  due  propone
-Che  dite  di  andarci  a  fare  una   bella  passeggiata   tutti  insieme?-
Ai  in  quel  momento  pensa
 
 
“Ecco  così  non posso   più   riflettere  in  santa  pace”
 
 
-D’accordo  ragazzi  adesso  vengo-  dice  Conan   per  poi  ritornare  indietro  e  andare  a   mettere    le  sue  ormai  semplici  scarpe.
Poi  ritorna  dai  suoi   amici  e   dice     -Bene,   adesso  possiamo  andare-
Anche   Conan  in  quel  momento  pensa
 
 
“Ecco,  ci  mancava  solo questa,   in   questo  modo non   posso   svolgere   ricerche  adeguate.  Poi  devo  assolutamente   chiedere   ad   Ai  se  ha  scoperto qualcosa  riguardo  Mizu.
Accidenti!  Ma  perché   Ai   gli  ha detto  che  ero  all’agenzia?”
 
 
-Andiamo  al  parco?-  propone   Mitsuiko
-Sì!-  rispondono   in   coro   Ayumi e    Genta.   Poi   Mitsuiko  si  gira  verso    Ai  e  Conan   e  dice  loro
-E voi?   Siete  d’accordo?-
-Sì-  diciamo all’unisono io e   Conan
-Bene  allora  incamminiamoci  già-
 
 
                                           ***POV SANA***
 
Il   giorno  dopo  mi  sveglio       e   appena  vedo  che  la  mamma  è  ancora   lì  con  me    sorrido.
Sono  felice   che   non mi  abbia  lasciata  sola.
Adesso   mi  sento  meglio,  mi  sento  proprio  come   mi  sentivo   8  anni  fa,  felice   con  tutto  il  mondo   e  non   sento più  il   senso  di  colpa  che  mi  attanagliava   l’anima.
Non  mi  sento  più  in  colpa  con  me  stessa.
Prima  pensavo  che  l’errore  ero  io ma  adesso   ho  capito  che  l’errore  è   stato  quello   di  aver   portato  dentro  di me  sempre il    senso  di  colpa  per   ben  7  anni,  7   lunghissimi  anni.
Nei  miei  pensieri  non  mi  accorsi  di   due  occhi   che  mi  guardavano  con  tenerezza.    Solo  dopo   che  una  mano   mi  accarezzò  dolcemente  il  viso   mi  girai   verso   la  persona  che   aveva   fatto  quel  gesto  d’affetto.  Quando   vidi  mia  madre  le  sorrisi,  un  sorriso  dolce,   un  sorriso  che  non  facevo  da  molto  tempo,  un  sorriso  che   nasceva  dal  cuore,   qual  cuore  che   da  ieri  aveva   ripreso  a  battere   con amore.
 
-Buon  giorno  mamma!-
-Buon  giorno figliola!-
-Ti…  ti  senti   meglio?-
-Certo  Sana,  mi  sento…  in  pace  con  il  mondo-
-Anch’io,  mi  sento   proprio  come  mi  sentivo  7  anni  fa,  benissimo,   da  oggi  staremo  molto  più  spesso     insieme-
-Certo  figlia  mia-
-Che  dici  se  oggi  andiamo  a    fare un  po’ di  Shopping    insieme?-
-SIII!   Tu  non  lo  sai     ma  io    amo  lo  Shopping  solo  che  da  quando  ho  saputo  che  non  potevo….   Ehm  volevo  dire  che  da  quando  ho  saputo  della  tua   nascita   mi  sono  completamente  dedicata  a te-
-Ah  si?  Bene  allora  vuol   dire  che    oggi  stesso  andremo    a  fare  Shopping  e  tu   non   ti   comprerai  assolutamente  uno  di  quei  kimono,  voglio  vederti   in  altre  vesti-
-E  va bene   figliola  ma  solo  per  oggi-
-Certo  mamma-
-Bene  allora  figliola,  andiamoci  a  preparare  per  la  nostra  giornata-
-Sì,  andiamo-
Misako   le  fa   il  solletico  e  Sana   ride
-Hahhhahahhahaha   ma-  hahaha-  mamma  b-haha-bas-hahaha-basta  ti  pre-haahaha  go-
Misako   smette  e  ride  anche   lei
-Hahahhah,  non  ti vedevo  ridere  così  tanto  da  molti  anni-
-Già-
Entrambe  si  alzano  dal  letto   e   ognuna  va in  un  bagno  diverso   e   si  preparano   per  la  loro   giornata.
Sana   si  sente  felice  come  non  mai.
Misako   si  sente  allo  stesso  modo  solo  che  ha   ancora  un  senso   di  colpa   molto  grande.
Quest’ultima  si   toglie  il   kimono  e  si    mette   un  pantalone  molto  carino  con  qualche  perla  qua  e  là  e  una   maglia   semplice  bianca  con  la   scritta  nera   “女性が自分自身であることによって強化されます*”.
Sana  invece   ha  deciso  di  indossare  un   vestito  verde  acqua  con  una  collana   nera,  delle   all star  nere  per  essere  più  sportivi  e   dei  bracciali   neri.    Poi  si  mette  un   profumo  alla  vaniglia,  un  mascara,  un  lucidalabbra  rosso all’odore  di  fragola  e  una  linea  di  eye-liner.
Esce  trovando   di   sua    grande  sorpresa  sua  madre  vestita  in  modo  semplice  e  con  i  capelli   sciolti,   sembrava  una  donna  diversa  ma  allo  stesso  tempo  bellissima.
-W-Wooow  mamma!  Sei…Fantastica-
-Tu  dici  figlia  mia?-
-Ma  certo,  sei  stupenda-
Si  fanno  un  sorriso  di  complicità  e  all’unisono  dicono
-SHOPPING!  STIAMO ARRIVANDO!-
 
 
-Mamma!  Che  dici  di  comprarti  questo?-  domanda   Sana  alla  madre  Misako   indicandole  un   collant bianco  con  una   maglia   con  su  scritto    “Paris”.
-Che  ne dici   invece  di  comprarmi   questo?-  domanda  Misako   a  Sana  indicandole  un  kimono   blu  notte      
-Mamma!   Mi  avevi  detto  che non  avremmo  pensato  ai  Kimono-
-Ma  mi  dici  quelle  robe   quando  le  indosso?-  disse  indicando  i   vestiti  che  Sana   aveva  in  mano
-Domani?-
-Figlia  mia,  ti  ricordo  che  mi  hai  detto  solo  un  giorno  vestita  normale-
-Ma-ma  questo   è  sleale,  stai   così bene  vestita in questo  modo-
-E  va  bene  lo   compro  ma  compro  anche  il  kimono-
-Bene,  adesso   andiamo   a   pagare-
-E  tu?  Non  hai  comprato  niente  per te?-
-Ma  certo  che  sì,   eccoli!-   disse  Sana  indicando    un   mucchio   di  vestiti,  gonne,  pantaloncini e    magliette.
Misako  sbarra   gli  occhi  ma  dice  solamente
-Su  avanti  andiamo  a  pagare-
 
Sana   e  Misako   vanno     a  pagare   e   dopo  si  dirigono   sfinite   a  casa.
Sana  decide  di  andare   a  fare  una  passeggiata  così  dice  alla  madre
-Mamma,  adesso  vado a    fare  una  passeggiata-
-Vai  pure   figliola   anche  se non  so  come  fai  a  sopportare  il  caldo-
Sana  ride  ed  esce.
Mentre   cammina   vede  Conan  ed  altri   suoi  amici
-HEI CONAN!!-  urla  Sana  da  lontano.
Conan    si  gira  e  vede   Sana  che   si  avvicina
-Ciao   Sana-
I  bambini  che    erano   presi  a  parlare  tra  di  loro  si    girano  verso la  nuova  arrivata   e   Ayumi  dopo  dice   con  ammirazione
-MA.. MA…  MA TU  SEI  QUELLA   FAMOSA  ATTRICE-
Sana   ride  e  dice   -Proprio   io,  con  chi  ho il   piacere   di  parlare?-
-Io  mi  chiamo  Ayumi  Yoshida,  loro   sono  i  miei   amici  Conan  Edogawa,  Genta  Kojima ,  Mitsuiko Tsuburaya e  Ai   Habara,   noi  siamo…-
Poi   tutti   insieme  tranne  Ai  e  Conan  dicono  -LA SQUADRA   DEI  GIOVANI   DETECTIVE-
Sana   fa  un  sorriso  e  dice  
-è un  vero  piacere  incontrarvi   giovani  detective-
  Poi Sana   nota   degli  agenti  di  polizia  vicino   al  parco  e  domanda
-Sapete  cosa  è   successo?  Vedo   degli  agenti  di  polizia-
Conan  s’intromette  
-È  impossibile  che  tu  non  abbia   sentito  niente  ieri  sera-
-Cosa  avrei  dovuto    sentire?-
-Uno sparo,   è  successo  appena  pochi  minuti  che  tu  te ne  sia  andata  ed  è  impossibile  non  averlo  sentito-
-Oh,  allora   non  mi  ero   sbagliata-
-In  che  senso?-
-Io  ieri  stavo passando dal parco per fare prima  ma  poi  ho  sentito   il  rumore  di  uno  sparo,  mi   stavo   dirigendo   verso  il  luogo  ma  poi  Akito   mi  ha  fermata  dicendomi  che  mi  ero    sbagliata-
-Akito  e  chi  sarebbe?-
-Io-   dice  una  terza   voce   che  ha  ascoltato  tutta   la   conversazione.
 


-Oh,  Akito! Ma…  ma  tu  mi  segui!  Cosa   sei  una   specie  di  paparazzo-amico?-
-No,  non  ti  sto  seguendo!   Semplicemente    mi   sono  trovato   di  passaggio  e   quando   ho  udito  il   mio  nome  sono  intervenuto,  niente  di  più-
- Oh bhe,  se  lo  dici  tu! -
Conan   s’intromette
-Tu chi   sei?-
-Un amico   di  Kurata-
-Okay-
Conan   poi  vede   Takagi che  correva   velocemente  verso  l’ispettore   Megure  che  stava   ancora   indagando  sul   caso  del  signor  Mizu  e   dice
-Ehi!  Takagi-Kun!-
Quest’ultimo   si  gira  dalla  parte  del  bambino  e  lo  saluta
-Ciao  Conan-
Conan  a   sua   volta  si  avvicina  al   poliziotto  seguito   dai   4   bambini  e   da  Sana  e   Akito.
-Come  mai   stavi  correndo  dall’ispettore   Megure?  Ci   sono nuove  informazioni   sul  caso  del   signor  Mizu Haruo?-
-No,  per  il momento  no,  c’è  stato  un  delitto,  la  vittima   si  chiama  Kazuko Nakagawa.   Il   delitto  è  avvenuto  tra  le 6.00  e  le  7.00  di questa  mattina,  abbiamo  trovato  un  nuovo  sospetto,  si  chiama  Miura    Amane-
-Ti possiamo   dare   una  mano?-
Lo   sguardo   di  Takagi  era  un   po’  titubante,  poi   si  decide  e   dice
-Va  bene,  basta  che  non  intralciate  il  lavoro-
 
Akito e Sana  intanto pensano
 
Quest’uomo   è  per  caso  impazzito?  Vuole   mettere  sulle  indagini  dei  bambini?  Bhe,  io  li  seguo
 
-Possiamo  venire   anche  noi?-   domanda   Sana
Takagi    con  sguardo  di  chi  ormai   non può   fare  più  niente  dice
-Okay,  basta   che  non  vi   fate  scoprire  dall’ispettore   Megure  altrimenti si  arrabbia  con  me-
-Ma certo! Non  si  preoccupi-
Takagi con   una   gocciolina   in  testa  pensa
 
Certo certo!  Come no
 
Tutti   quanti   si  dirigono  verso la  casa  del  signor  Nakagawa   e  quando  entrano  Conan  si  fiondò  subito   vicino  al  corpo  per  trovare   tracce  che  potrebbero  incastrare  il  colpevole.
I  detective  Boys erano  tranquilli  ormai   abituati  ai  giri  di  omicidi  mentre  Sana   strillava  e           Akito  rimaneva  impassibile  alla  scena che  si  stava  ponendo  davanti  agli  occhi.
<< AKITOOO! BRR, NON   HO  MAI  VISTO UN   CADAVERE >>
<< Facci   l’abitudine  mia  cara >>
<< Guarda   che   le  persone   non  muoiono  ogni  giorno >>
<< Vai  con  i  marmocchi  e  ne  troverai >>
<< Hei tu!  Per  caso  vuoi  dirci  che  portiamo  sfortuna? >>  s’intromette Genta.
<< Esattamente! >>
<< Ma  che  insolente! >>
Akito  alza  le  spalle
<< Pensala  come  vuoi,  non  mi  metto a  litigare  con  dei  marmocchi >>
<< Noi  non  siamo  dei  marmocchi >>
<< Su smettetela! >>  li   riprende  Takagi.
<< Takagi!  Che  ci  fanno  tutte  queste  persone  qui? >>
<< Oh  ciao  Sato!  I  ragazzi   hanno  insistito  che  venissero  con  noi  e… >>
<< Tu   non  hai  saputo  dire  di no,  ma  ti  rendi   conto  che  se   ti   scopre  l’ispettore  finisci  nei   guai  vero? >>
<< Purtroppo  sì >>
<< Allora  se  ci  tieni  proprio  a   questo  lavoro   cerca  di  mandarli  via  altrimenti  falli   rimanere   ma  che  non   s’impiccino   nel  nostro  lavoro e  soprattutto  che  l’ispettore Megure   non  li  scopra,  e  parlo  anche  di  quei  due ragazzi   lì  infondo >>
<< Sì  Sato >>
Nel  frattempo  anche   i  sospettati   arrivano 
<< Bene,  ci  spiegate  perché  siamo qui? >>
Disse  uno  di  loro
<< Per  informarvi  che  il  signor  Nakagawa è  deceduto  e  voi   siete  i  principali  sospettati >>
<< E  per   quale  motivo   lo  saremmo  scusate? >>
<< Iniziando  da  lei  signorina,  è  sospettata  perché  doveva  una  grossa   cifra  di   denaro  al  signor  Nakagawa  e  lei  non  poteva  pagare ma   la  vittima  la  ricattava  di  far   perdere  lavoro  a  sua  madre  che  lavorava  nella  sua  agenzia >>
<< E  allora?  Comunque  io  non  l’ho   ucciso >>
<< Questo  si  potrà  dire  una   volta   scoperto  l’assassino,  lei  rimane  per  adesso  una  probabile   colpevole  così  come  gli  altri  >>
Sato  allora   prende  il  suo  block-notes   degli  appunti   e  dice
<< Allora,  abbiamo  3  sospetti,
 la signorina Miiko  Amashi, 27 anni, sospettata   perché  la  sua   famiglia  è  andata  in  rovina  a  causa  della  vittima  che  gli   ha  tolto  il  lavoro  e  a  causa   di  ciò,  la  signora  Sakiko   Amashi,  madre  della   sospettata,  si  è  ammalata  gravemente.
La  signora  Tamami  Nobi, 31’ anni   sospettata  perché  su   quanto  abbiamo  investigato,  suo  marito  Benkei  Nobi  ha   dovuto  subire  dei  ricatti   dalla  vittima  portandolo  al  suicidio.
Poi   abbiamo   la   signora  Amane,  che  come  abbiamo  detto,  è  sospettata perché  doveva  una  grossa   cifra  di   denaro  al  signor  Nakagawa  e  lei  non  poteva  pagare ma   la  vittima  la  ricattava  di  far   perdere  lavoro  a  sua  madre  che  lavorava  nella  sua  agenzia.
E infine  abbiamo  la  signora  Saori Nanami   29  anni,  aveva  un  bambino   di  3  anni, Ikemoto,  morto  2  anni  fa   a  causa di  un  incidente >>
Quest’ultima  appellata  s’intromette
<< Non  vedo  cosa  possa   centrare  con  la  morte  di   Nakagawa >>
<< Semplicemente  perché  facendo  accurate   ricerche  abbiamo  scoperto  che  la  causa  della  morte  di  suo  figlio  è  stato  proprio   la  vittima  e  abbiamo  pensato  di  aggiungerla  ai  sospettati  perché  forse  lo  sapeva  già >>
<< Ma  io  non  lo  sapevo,  solo adesso   me  lo   avete   detto  e   sono  anche  sorpresa   perché  io  e   Nakagawa   eravamo  amici   sin  dal  liceo,  ci  conoscevamo  da  tanto  e  ancora  non  riesco   a    crederci  che  abbia  fatto  una cosa  del  genere  proprio   a  me >>
<<  Tempo al tempo   signora,  presto  scopriremo  tutto >>
La   signora  se  ne  sta   zitta  e  tra  i  suoi  pensieri  si  mette  in  un   angolo  dove  stavano  anche  gli  altri  sospettati.
Conan   iniziò  ad  investigare   trovando  un   filo  di  lana   blu.
Lo   prese  con  dei  guanti   e   glieli  diede  all’agente   Takagi.
<< Takagi-Kun!  Ho  trovato  questo  filo  di  lana  vicino  alla  poco  più  in  là dal  corpo  della  vittima,  potrebbe  essere  una  prova  non  crede? >>
<< Bravo  Conan-Kun, potrebbe   essere   del  colpevole >>
 
Ma  che  razza  di bambino  è?
 
Pensa  Sana  che  stava  guardando tutta  la  scena.
Quest’ultima  poi  chiede   dove  si  trova  il  bagno  all’agente  Sato
<< Mi  scusi! >>
<< Si?  Mi  dica >>
<< Mi  può  indicare   il  bagno? >>
<< Certo,  svolta  il  corridoio,  seconda  porta >>
<< La   ringrazio >>
<< Di  niente >>
Sana    va  in  bagno  così   come  il  colpevole  per   togliere   di  mezzo  le  prove.
Sana   una  volta  in  bagno  inizia  a  sistemarsi  i  capelli e   a  metà  coda  nota  che   sotto  il   lavandino  c’era  un  oggetto  molto  particolare  che  non  aveva  mai  visto.
 
Che  cosa  sarà  mai?
 
Il colpevole  che  fino  a  quell’attimo  fa  stava  aspettando  che  Sana    uscisse  quando  vide  l’oggetto  in  mano   alla  ragazza   iniziò  a  sudare   freddo.
 
Oh no!   Sono   nei  guai,  devo   farla  fuori  altrimenti   quella  ragazzina  mi  compromette  tutto  il  piano…
 
 
 
 
SPIEGAZIONI
 

 
*女性が自分自身であることによって強化されます (LA SCRITTA SULLA MAGLIETTA  DI Misako) = una donna si valorizza per quello che è  (un  po’ lunghina non credete XD)
 

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