bastano solo 3 incontri per cambiati la vita di StellinA003 (/viewuser.php?uid=826053)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una nuiva amica, 1ºincontro ***
Capitolo 2: *** turbamenti- 2 e 3 cap. uniti ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** hanabi ***
Capitolo 6: *** assassinio- prima parte ***
Capitolo 1 *** una nuiva amica, 1ºincontro ***
Una ragazza dai capelli ramati dopo ben 7 anni fuori patria ritorna finalmente a Tokyo.Lei è un’attrice molto famosa anche fuori Tokyo e per questo ha dovuto allontanarsi molte, tante di quelle volte dai suoi carissimi amici.Sin da piccola lei lavorava ad un programma televisivo dal nome de “il giocattolo dei bambini” che tutt’ora frequenta raramente. -Sana! Sana! Sana!--dove mi trovo?---Che cosa? No aspett…a- -Noooooo-Un incubo, è stato solo un incubo, che mi tormenta ormai da 1 anno ormai, un… incubo.Dà un occhiata alla sveglia accanto al suo letto e nota che sono ancora le 4.42, ancora.Ripensava al sogno, a quel sogno che costantemente la tormentava, sempre.Che cosa significavano quelle parole, cosa?Ancora con il sogno nella mente Sana non si accorse che erano già le 7.45 e quando vide l’ora si alzò di fretta pensando che non ci doveva pensare e doveva sbrigarsi se non voleva arrivare in ritardo il suo primo giorno di scuola nella sua nuova scuola, la “Teitan”, nuovi amici, nuovi prof., nuovi “oh… ma quella è Sana Kurata, l’attrice”, tutto completamente nuovo.[oh ma stai ancora pensando? Non vedi che si sono fatte già le 8.03]-Aaaaaaaah devo sbrigarmi altrimenti arriverò davvero tardi!- urlò come solo lei sapeva fare.Si andò a fare una doccia veloce, mise velocemente la nuova divisa della scuola che secondo lei era veramente bella, si applicò un po’ di mascara, un lucidalabbra alla fragola e un profumo dall’odore di vaniglia, il suo preferito. Scese giù in salotto dove c’era la signora Kurata che stava sorseggiando una tazza di caffè bollente e come vide la figlia già sveglia sputò tutto [pensate che faccia poverina].-S…s…s…sa…sasa…na, s…s…se…i, pro..pr..o…tu--mamma ma si può sapere perchè tutti quanti in questa casa quando me vedono sveglia fanno delle facce che mi fanno sentire un mostro in piena regola?--ma Sana, per me, Sagami e la signora Shimura ci spaventiamo vedendoti che per una volta in vita tua ti alzi presto--sì, ma non è mica la fine del mondo--oh bhè… se lo dici tu…--bene allora io scappo, ciao-Stava per aprire la porta quando la sua bella e adorabile mammina come una donzella su un cavallo che fa salire il suo principe [non sarebbe il contrario?] [zitta e non mi disturbare NdSANA] stavamo? Ah sì, mi prende, mi trascina sul cavallo… he cioè sulla macchina rossa e mi porta a tavola dicendo –mangia cara, la colazione è il pasto più importante della giornata- uffa, però sembra invitante.Mangia tutto in un sol boccone e si affretta ad andare immediatamente a scuola. Ciao! Io mi chiamo Sana Kurata e sono un’ attrice di grande successo.7 anni fa sono partita a New York e sono stata più del previsto ignorando completamente le chiamate, le lettere e le e-mail dei miei amici che, più di chiunque altro vi hanno ferito, profondamente.Vebbè, adesso passiamo di nuovo a me. Ho 16 anni, sono molto solare e allegra, faccio facilmente amicizia con qualcuno per questo non credo di avere dei problemi in questa nuova scuola anche se un po’ d’agitazione ce l’ho.Bhè adesso sarà meglio che corra ancora la campanella SUONAAAA. -anf…anf…anf… che corsa!-Fortunatamente per la nostra Sana la campanella non è ancora suonata e si dirige nella scuola per cercare la presidenza.Cammina a vuoto finchè non incontra una bellissima ragazza dai capelli castani, gli occhi marroni e un viso dai lineamenti delicati con delle labbra rosee grazie a quel lucidalabbra rosa, un leggero filo di trucco ed un fisico niente male, molto carina, magari ci troviamo in classe insieme e potremmo diventare anche amiche.Mi avvicino piano piano e le dico-ehm… scusami…-Lei si girà e mi dice-si?--mi potresti dire dove si trova la presidenza, sono nuova e non conosco molto bene la scuola, anzi, non la conosco per niente-Lei mi sorride in modo gentile e mi risponde-ma certo, in fondo al corridoio, gira a sinistra, cammina dritto e l’ultima porta è la presidenza--grazie mille- -buon giorno--buon giorno--senta signor preside, io sono nuova di questa scuola e…--tu devi essere la signorina Kurata, giusto?--esattamente e…- quando vede il preside che fino ad allora era girato dalla parte opposta alla sua faccia per poco non li viene un colpo, il preside su con la vita-Ma… ma--oh oh oh, vedo che mi hai riconosciuto, esattamente, sono proprio io-Sana era immobile, non diceva una parola.-Avanti piccola, su con la vita hahahaha-Sana era rimasta di sasso-le…le…LEIIII--esattamente, da quanto non ci vediamo hahahahah--no, non ci credo ma co…- le parole le morirono in gola quando vide l’ora sull’orologio-oh noooo! Ma è tardissimo, preside dov’è la mia classe?!- urlò Sana a piena voce-la 2°B--oh la ringrazio- Disse Sana allontanandosi mentre il preside urlava-TORNA A TROVARMI PRESTO SANA-Oh si, come no. -buongiorno- disse educatamente il professore entrando nella classe 2°B-Volevo presentarvi una nuova compagna che molti di voi forse la conosceranno, entra pure-e allora Sana entra nella classe un po’ intimidita, a lei non è mai piaciuto a stare al centro dell’attenzione e per qualcuno sembrerebbe strano dato che una star è SEMPRE al centro dell’attenzione e Sana come immaginava, o meglio, temeva, tutti gli occhi erano puntati su di lei e fra tutta quella massa notò che c’era anche la ragazza gentile che le aveva dato le indicazioni per raggiungere la stanza del -se così si potrebbe chiamare- preside.-Ciao a tutti, io sono Sana Kurata, ho 16 anni e sono ritornata qui a Tokyo dopo ben 7 anni, spero di far amicizia con tutti voi e spero mi tratterete come la Sana ragazza e non la Sana attrice- non so cosa mi è preso così all’improvviso ma non volevo essere delusa nuovamente, non di nuovo, non lo sopporterei.-Signorina Kurata, prego, si sieda accanto alla signorina Mori, in quel posto laggiù vuoto.Quando mi avvicinai notai che era il banco accanto a quello della ragazza di stamattina, le sorrisi, lei ricambiò ed io mi sedetti. Finalmente tra una lezione e un’altra arrivò l’ora della ricreazione e finalmente potevo parlare un po’ con la ragazza accanto a me senza ricevere occhiataccie da parte dei professori già il primo giorno, anche se non avevo paura di andare dal preside -dato com’è e soprattutto chi è- ma comunque non volevo guadagnarmi una cattiva reputazione.-Ciao, io sono Ran, Ran Mori- Che bel nome, mi è già molto simpatica, sento che diventeremo grandissime amiche.-Io come avrai sentito sono Sana Kurata…--Sì, lo so chi sei, a casa mia sei come una venerazione specialmente da parte di mio padre*-Io prima mi rattristo ma poi sfodero il mio più bel sorriso -Sono contenta--Avanti, chi vuoi prendere in giro, ho capito che non sei affatto felice di saperlo-Io la guardò spalancando gli occhi, ma come aveva fatto?-su, non fare quella faccia, quando ti sei presentata alla classe ti sei lasciata sfuggire che non volevi essere trattata come la Sana attrice ma la Sana ragazza, stavo solo scherzando comunque è vero che sei come una venerazione per la mia famiglia-E mi fece un grandissimo sorriso.In quel momento arrivò un’altra ragazza con i capelli castano molto chiaro e a caschetto.-oh ciao Sonoko- sento dire da Ran-Sana lei è Sonoko, Sonoko lei è…--Sana, la famosissima attrice, ho visto tutti i tuoi film, ma adesso non parliamo della carriera piuttosto perché non ci parli un po’ di te, della tua famiglia-Questa ragazza quando voleva era peggio di me nel parlare e finalmente… ho trovato le vere amiche e magari posso comunicare come una ragazza a tutti quanti, senza dover essere sempre al centro dell’attenzione… |
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Capitolo 2 *** turbamenti- 2 e 3 cap. uniti ***
-papà! Sono a casa- urla Ran non appena si ritrova sulla soglia della porta di casa.
-ciao Ran!- rispondono in coro Kogoro e il piccolo Conan,
chi è Conan? È un semplice “bambino” delle elementari che a causa di alcuni problemi con la sua famiglia, ci è stato chiesto dal dottor Hiroshi Agasa di tenerlo per un po’ a casa nostra ma poi quel “un pò” si è trasformato in molto tempo, non che a me dispiaccia, anzi.
-Ran! Che fai ancora lì! Entra e prepara il pranzo- mi riporta subito mio padre alla realtà…
-Ma è possibile che non mi dai neanche il tempo di rientrare!?- urlo furibonda.
-avanti! Su, prepara il pranzo!-
-uffa! E va bene!-
Stavo per andare in cucina quando mi ricordo di una cosa
-papà!?-
-mmmh?-
-indovina oggi chi ho conosciuto!-
-sai che non mi piacciono gli indovinelli- dice sempre con aria annoiata e in quel momento Ran pensa alla faccia di suo padre dopo che gli avrà dato la notizia.
Ran fa un piccolo sorrisetto e dice con aria sognante
-Sana, Sana Kurata, la famosissima attrice…-
-cosaaaa?- urla mio padre preso dall’euforia…
-Come? Quando? Dove? Con c…-
Ran non gli da neanche il tempo di finire che gli dice
-ma avanti! Una domanda alla volta comunque l’ho conosciuta a scuola, è una nuova studentessa della “Teitan” e sta in classe con me-
-quando me la fai conoscere? Quando, quando, quando?-
Non cambierà mai! *pensa Ran*
-le ho parlato anche un po’ di te e lei mi ha detto che non è molto interessata ai detective e ai misteri però quando era a New York e la madre le portava alcune riviste di Tokyo nella maggior parte di essi apparivi tu papà e lei mi ha detto che era molto curiosa di conoscerti e…-
-Davvero? E quando viene a farci visita?- urla ancora
-ma insomma! Fammi finire- urlo in preda ad una crisi isterica e vedendo che finalmente se ne era rimasto un po’ zitto continuo -e non vede l’ora anche di conoscere te Conan…-
-Me?-
-Sì, proprio te.
Le ho parlato molto anche di te e lei curiosa mi ha detto “non vedo l’ora di incontrare anche lui!” e quando mi ha chiesto se poteva conoscervi io le ho risposto che domani, dopo la scuola poteva venire e lei mi ha detto che non c’erano problemi-
Kogoro esultò dalla gioia come non mai e iniziò a cantare e bere champagne
-Su papà! Sai che quella roba non fa bene e adesso dobbiamo pranzare!-
-ah ah ah oh no cara! Io esco, vado a festeggiare uh uh-
Ma come si può essere così felici solamente per una star?! Certo! Sicuramente non capita tutti i giorni questa opportunità ma non credo che sia un motivo valido per avere una reazione del genere.
Ran sospira e Conan che fino a quel momento era stato zitto disse
-Siamo sicuri che vuole venire fino a qui solo per incontrarci e soprattutto così in fretta? Senza neanche conoscerti bene? Insomma!
Ciò che voglio dirti è che mi sembra strano che una persona decida di andare a casa di una sconosciuta, senza neanche conoscerla! Poi parliamo anche di una star! Corre molti rischi e anche della più dolce e carina non dovrebbe fidarsi-
-Bhè sì! Non nego che tu abbia perfettamente ragione ma sai, noi non siamo sconosciute, io per lei non sono una sconosciuta, noi siamo amiche, lo siamo diventate molto presto ed io in qualche modo mi sento già legata a lei.
Ovviamente non so se per lei è lo stesso ma… io sento che , anche per lei è così.
Non so dirtelo con assoluta certezza ma io penso sia così-
Conan rimase senza parole dalla determinazione che la ragazza metteva nel dire quelle parole.
Sapeva che Ran era una ragazza molto saggia ma non così certa, determinata, non l’aveva mai vista in quei panni.
-oh!- era l’unica cosa che in quel momento riuscì a dire Conan.
Ran gli fece un piccolo sorriso e senza dire nient’altro si alzò dal comodo divano, salì le scale che portavano in camera sua e con molti pensieri per la testa si addormentò cullata fra le braccia di Morfeo sentendo prima di addormentarsi due piccole manine che l’accarezzavano il viso.
***POV SANA***uscita da scuola
-Mamma sono tornata!-
-Oh bentornata figliola! Come è andato il
tuo primo giorno di scuola nella nuova scuola? Ti sei trovata bene? Hai trovato nuovi amici?-
-Mamma calmati! Una domanda alla volta!- risi io
-comunque sì, mi sono trovata molto bene nella mia nuova scuola , è stato davvero un giorno fantastico e ho trovato due nuove amiche fantastiche- aggiunse poi Sana
-Sono contenta per te figliola e dimmi… come si chiamano?- domandò Misako
-una si chiama Sonoko, una ragazza davvero simpatica, molto ricca e fissata con i ragazzi anche se ne ha già uno, Makoto kyogoku, campione in karate e la seconda Ran, una ragazza davvero dolce, che mi comprende sempre in tutto, figlia del famoso detective Kogoro Mori, l’uomo che appariva sempre nelle riviste giapponesi, ricordi?
In qualche modo io mi sono legata in maniera particolare a quelle ragazze, particolarmente Ran-
Misako la guardò in modo dolce e curioso e disse
-sono molto felice per te figliola-
. Misako suggerì a Sana di andare a parlare nella sua stanza e dopo aver pranzato andarono un pò in giro fino all'ora di cena. -come vola il tempo figliola- -Già- Una volta arrivate a casa Sana le disse -Sai Mama! Domani andrò a casa di quel famoso detective- La madre senza dire niente riguardo alla frase detta da sua figlia disse -adesso vai a dormire altrimenti domani farai sul serio tardi a scuola-
Sana sorrise debolmente e disse -agli ordini capo!-
Anche Sana, come Ran, si addormentò con mille pensieri per la testa
***************
Il giorno dopo Sana si svegliò bruscamente sempre con lo stesso incubo che veramente, la stava spaventando, e non poco.
Erano le 6.07 e Sana, come ormai faceva sempre, si alzò contrariata dal suo comodo letto e si diresse verso il bagno.
Si fece la sua doccia mattutina e si mise la divisa scolastica, si applicò il solito lucidalabbra alla fragola, il solito eyeliner, il solito mascara e il suo solito profumo alla vaniglia.
Quel giorno decise di sciogliersi i capelli e farseli un po’ ondulati.
Si guardò allo specchio un’ultima volta e disse fra sé e sé
-Pronta!-
Diede un’ultima occhiata all’orologio, le 6.40, giusto in tempo per fare una normale colazione.
Poi scese giù nel salone dove ormai tutti si erano abituati a vederla sveglia di primo mattino.
Rei come la vide disse le solite parole di ogni giorno strofinandosi gli occhiali -Sei proprio tu o sto sognando?- *opss mi correggo… Quasi Tutti*
-Avanti Rei! Perché fai sempre la stessa faccia di quando sono in ritardo anche quando sono puntuale?- Lo rimproverò
-Ma ma ma… mi devi capire-
-Si si! Okay-
In quel momento arrivò la signora Shimura con un’abbondante colazione in un vassoio.
C’era praticamente di tutto, brioches, latte o cappuccino, alghe nori, tomagoyaki, il natto e un cornetto alla crema*.
Dopo aver mangiato tutto con appetito si prepara la cartella e con calma si dirige verso la porta per andare a scuola.
-Sana!- la chiama Rei
-Vuoi un passaggio?-
-No! Voglio fare due passi, grazie-.
Si chiude la porta alle spalle ed esce.
***POV RAN***
-Aaaah- sbadiglia Ran appena sveglia.
Fa per alzarsi che sente un corpicino caldo addosso a lei.
-Conan!?- disse ancora mezza addormentata con uno sguardo confuso.
Quando riacquista un po’ di lucidità fa un piccolo sorriso, quanto gli ricordava Shinichi! Senza fare movimenti bruschi o rumori che potrebbero svegliarlo si alza e controlla l’ora, le 6.32.
Meglio che mi sbrighi altrimenti non mi muovo più dal letto.
Si dirige verso il bagno, si lava, si mette la solita divisa che ormai conosce come il suo palmo della mano, un eyeliner nero, un mascara del medesimo colore, il suo immancabile lucidalabbra alla ciliegia ma un po’ più chiaro rispetto al colore del frutto stesso e un profumo alla vaniglia.
Quel profumo lo adorava perché era di una flagranza dolce e travolgente (lo stesso di Sana).
Dopo che ebbe finito diede un’ultima occhiata al piccolo Conan e andò a fare colazione.
Dopo aver mangiato tutto prese la sua cartella e uscì salutando suo padre che era ancora preso dall’euforia
-Eh mi raccomando! Tu e Sana dopo che uscite da scuola venite immediatamente qui-.
Neanche la conosce e già si prende la briga di chiamarla per nome? Non cambierà mai, sul serio!...
-Sì, sì! Non ti preoccupare-
Ed esco senza sentir risposta.
Mentre percorro metà strada vedo spuntare da dietro l’angolo Sana.
Io corro verso di lei e la chiamo
-SANAAA!-
Sana subito si gira verso di me e appena mi vede anche lei corre verso di me.
-CIAO RANNN!- urla
Io sorrido e appena ci raggiungiamo iniziamo a conversare fino a quando non arriviamo a scuola.
Quello che mi lega a lei è come un legame fraterno, non so spiegare il motivo ma mi sento come quando mi sento con mia madre o mio padre.
È come se noi due siamo legate da una profonda amicizia fraterna.
***POV SANA***
Appena io e Ran entriamo in classe ci sediamo al nostro posto e iniziamo a conversare su varie cose, ci facciamo domande sulla nostra vita privata, la famiglia…
All’improvviso arriva Sonoko che mi abbraccia e si unisce alle nostre chiacchiere.
Con loro mi sento a mio agio, loro per me sono le prime vere amiche, quelle che si interessano di me e non dei miei soldi.
Dopo quel pensiero mi rattrististo ma cerco di non darlo a vedere, dopotutto sono una brava attrice.
In quel momento Sana si rese conto di quanto la sua vitalità e allegria si fosse spenta da quel giorno che aveva perso tutto, anche le amiche più care di cui si fidava.
Di quanto utilizzasse spesso quella maschera che con il tempo si era formata in lei.
A distrarla dai suoi pensieri furono Ran e Sonoko che domandarono
-Hey Sana?! Stai bene?-
-Sì sì non preoccupatevi- nascondo la mia tristezza dietro un finto sorriso, non ho voglia di parlare del passato ma dall’espressione di Ran capisco che devo proprio dare spiegazioni anche se non voglio.
Come se qualcuno lassù mi ha benedetto vedo il prof. Di Matematica che entra e saluta tutti quanti mentre Ran mi sussurra
-Tu, io, poi parliamo-
Io le accenno un piccolo sorriso sincero e annuisco con la testa.
***POV RAN***
In questi due giorni ho capito che c’è qualcosa che a Sana turba e fa soffrire, deduco che questa sua sofferenza provenga dal passato.
Più tardi mi racconterà tutto.
-Non ti sembra stano che una persona decida di andare a casa di una sconosciuta senza neanche conoscerla? Poi parliamo di una star! Corre molti rischi e neanche della più dolce e carina dovrebbe fidarsi-
Le parole di Conan continuano a turbarmi, potrebbe avere torto ma… potrebbe avere ragione, ma… che cosa nascondi? Che dovrà chiede qualcosa a mio padre?
Non capisco, è strano, il suo comportamento è strano, molto strano.
Angolo autrice:
ed eccomi con questo nuovo capitolo.
Chissà cosa nasconde Sana!
Ringrazio le recensioni precedenti e spero che recensiate anche questo capitolo dandomi un vostro parere, positivo o negativo che sia lo accetto comunque.
Bacioni grandi a tutti quanti
StellinA
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Capitolo 3 *** capitolo 3 ***
La prima ora finì in modo tranquillo, con alcune occhiatine di Ran a Sana che non accennava a parlare.
Venne la professoressa di Giapponese e continuammo la lezione.
Sana ma che ti prende? Perché fai così?
Ho notato che appena un momento è diventata nuovamente triste.
Io sono preoccupata per lei ma se non vuole parlare non la posso costringere, assolutamente ma… dai non importa, devo scoprire cosa la turba e arriverò in fondo a questa storia, a tutti i costi, volente o nolente.
-Mori?... Signorina Mori?-
La professoressa mi riporta immediatamente alla realtà.
-ehm?! Si?-
-non ha capito ciò che le ho appena detto? Legga sul suo libro la pagina 189-
-ah si! Il libro il libro, eccolo! Pagina 178, 183, 187, ah ecco pagina 189… Allora…-
***POV SANA***
Ran era sovrappensiero, me ne sono accorta!
Starà pensando al mio comportamento strano, starà pensando ai miei turbamenti e so che dopo la scuola dovrò parlarne ma la domanda che mi pongo è “ce la farò a raccontare tutto, da quello che mi è successo al presente?-
Non so, forse sì forse no!
DRIIIIINNNNN
La campanella porta i piedi di Sana sulla Terra.
Ecco è arrivato il fatidico momento della verità… o bugia?
Tutti si preparano per ritornare a casa ed io, Ran e Sonoko facciamo la strada insieme, ieri ho avvisato mamma che sarei stata a casa di Ran e quindi di non preoccuparsi se non rientro presto.
Sono molto curiosa di conoscere più Conan, il piccoletto che Kogoro in persona perché a dire la verità mi interessa più il piccolo.
Da come Ran lo ha descritto è molto intelligente e da quando lui è arrivato nella sua famiglia il detective Mori ha molta fama, suggerisce sempre qualcosa di interessante che guarda caso risolve in un batter d’occhio il mistero e quando il detective si addormenta lui non c’è e solo quando non parla o ha risolto il mistero ritorna.
Quel ragazzino mi incuriosisce più di Mori.
-Hei Sana adesso stai meglio?- domanda Sonoko
- sì ma non era niente-
- mi fa piacere- mi fa un sorriso ed io ricambio.
Iniziamo come sempre a parlare del più e del meno quando arriviamo a casa di Sonoko
-Bhe ragazze! Mi dispiace non poter venire con voi ma oggi Makoto viene qui a Tokyo-
-Non preoccuparti- diciamo All’unisono io e Ran.
Vediamo Sonoko entrare nel grande portone di casa sua e sparire dietro di esso
-Bene!- inizia Rana
-Adesso siamo sole e mi puoi dire cosa ti turba.
Perché vuoi incontrare mio padre?-
***POV CONAN***
-Così tu credi che quell’attrice tiene qualcosa da nascondere?- mi dice Ai, la ex-scienziata che ha prodotto l’APTX nel laboratorio di una delle basi dell’organizzazione degli uomini in nero e poi ingerita da lei stessa
-Esattamente!-
-E questo cosa c’entra con l’organizzazione?-
-Sarà uno di quei casi senza importanza per noi-
-Mmmh! Il mio intuito dice che qualcosa c’entrerà-
-Per una volta metti da parte il tuo intuito che non servirà a molto, non sappiamo neanche se veramente ha un caso da chiedere, ti potresti essere sbagliato-
-Forse, oggi lo scoprirò-
-Hei ragazzi di che parlate?- entra il Dottor Agasa in stanza
-Di un caso-
-Di che si tratta?-
Io inizio a spiegargli tutto e appena finisco mi domanda
-e tu credi che c’entri qualcosa con l’organizzazione?-
-Non lo so! Ma ho questo strano presentimento!-
-Avanti Shinichi! Ti sarai sbagliato.
Non puoi pensare che solo perché di punto in bianco venga a casa tua ci sarà un caso da risolvere e soprattutto che c’entri qualcosa con l’organizzazione-
-Sì, forse avete ragione voi-
Dice Conan indicando con la testa Ai e il Dottor Agasa
-Bene io adesso vado a casa, Ran e la sua amica saranno già arrivate-
Conan si stava avviando verso casa ma decide di andare verso la strada più breve, il parco.
Gira verso il parco e vede Ran e Kurata sedute su una panchina.
Quest’ultima si stava torturando le mani e Ran la incoraggiava a dire non so cosa.
Mi nascondo e cerco di ascoltare bene ciò che stanno dicendo.
-Avanti Sana! Io mi preoccupo per te! -
-Non ne vedo motivo- Dice Sana smettendo di torturarsi le mani e finalmente alzando lo sguardo per guardarla negli occhi
-ma- ma come? Io voglio aiutarti, voglio cercare di comprenderti! Noi siamo amiche e tra di noi non dovrebbero esserci segreti-
Sana allora diventa pensierosa e dopo un paio di secondi decide a dire
-Ran.. io…-
-Sana io non voglio costringerti a parlare, se non me lo vuoi dire, se non ne vuoi parlare non importa, quando ne sarai capace io ci sarò sempre per ascoltati e se sarà necessario anche consolarti-
Si stava alzando dalla panchina quando una mano l’afferra il polso
-Ran va bene! Ti dirò la verità, quello che mi tormenta e mi sta succedendo-
Prende un respiro profondo e inizia a raccontare
-Io, tanto tempo fa ero più allegra, vivace e piena di gioia di vivere, amavo la vita.
Alle elementari mi feci molti amici, Tsu, il mio ex-migliore amico, Aya, la mia ex-migliore amica, fidanzata del mio ex-migliore amico, Fuka, Mami, Misaki, Gomi e Hisae…
Inizialmente andavamo molto d’accordo ed io con loro distraevo la mia mente e i miei pensieri non pensando più alla malattia che mi diagnosticarono, il cancro…-
A quelle parole sia Conan che Ran sussultarono e quest’ultima domandò preoccupata
-Ma poi sei riuscita a superarlo no?-
-Fammi finire…
Loro mi facevano sentire viva, rinata.
Io anche all’epoca facevo l’attrice e questo mi ha aiutato a inventare la scusa del film in America.
Lì stavano le giuste cure per potermi curare, mamma mi ha detto di dire loro della malattia e io le mentii dicendo che glielo avevo detto.
A loro invece dissi che mi avevano proposto una richiesta di lavoro e che sarei stata fuori solo 7-8 mesi, non volevo farli preoccupare
Quando loro mi chiesero l’ora e la data della partenza così mi venivano a salutare dissi che la settimana prossima, alle 11.00 dovevo partire invece la partenza era prevista per quel giorno stesso.
Quando ritornai a casa presi le valigie, già pronte dalla sera prima e con Rei e mamma mi diressi all’aeroporto.
Quando arrivai lì in America mi arrivarono molte chiamate da parte dei miei amici alle quali non risposi neanche ad una.
Passò un anno lì, fra cure e medicine, andai in una scuola Americana ma mi isolai da tutti, mia madre disse al preside a inizio anno della mia malattia quindi anche con molte assenze mi promossero, ovviamente chiedevo sempre al professore appunti.
Finalmente dopo 3 anni guarii dalla malattia e decisi di chiamare i miei amici.
Chiamai Aya per prima e quando rispose la salutai calorosamente ma lei aveva con me un atteggiamento di ghiaccio quando quelle parole vennero per me come lame profonde al petto “Hahaha vai via! Sparisci per 3 anni senza rispondere alle chiamate e veniamo a sapere da tua madre che hai il cancro, noi quelle malate come te non le vogliamo”, le sue parole erano fredde e distaccate, peggio del dolore che ho dovuto sopportare, alla fine capii, loro stavano con me solo per i soldi, solo per quello-
-Ecco perché hai detto quelle parole in classe quando ti sei presentata!-
-Sì esattamente! Adesso umiliami anche tu! Dimmi che sono stata una malata e che sei diversa dagli altri, dillo su, di-llo!- singhiozzò Sana
Ran le sorrise e l’abbracciò forte
-No! Non ti escluderei mai.
L’amicizia che provo per te è davvero forte, io ti voglio molto bene, e poi hai ragione! Tu sei diversa dagli altri, sei speciale, unica!
Quando si vuole davvero bene a qualcuno, si va oltre le diversità-
Anche Ran a quel punto scoppia a piangere per la commozione
-Gr-grazie- singhiozza ancora Sana
Dopo che si sono staccate da quell’abbraccio che sembrava interminabile e aver ripreso lucidità Ran domandò a Sana
-Sana ma c’è un motivo preciso se vuoi venire a casa mia?-
-Bhe ecco, a dire la verità sì!-
A quel punto Conan spalancò le orecchie
-2 settimane fa insieme alla posta sono arrivate anche lettere per me e mi minacciavano di morte e dicevano di raggiungere un posto.
Io all’inizio non ci detti molto peso finchè non arrivarono anche foto, io che mangiavo, che dormivo, mentre andavo a scuola, con te e Sonoko… ed io mi spaventai molto, non sapevo che fare e nel gruzzolo di tutte quelle foto notai che accanto a esse c’era sempre un orologio e un corvo nero…-
Orologio? Corvo nero?
Per Conan non servivano altre parole
***POV SANA***
Glielo detto! Mi sono sfogata e non mi ha esclusa.
Ho vissuto con questa paura per ben 4 anni, dopo la chiamata con Aya.
Paura di non trovare più amici.
Paura che mi umilino ancora, altri.
Paura di illudermi sull’amicizia.
Paura di fidarmi di chi mi circonda.
Per questo mi sono isolata per molti anni dagli altri,
ho cercato in tutti i modi di non affezionarmi ma poi ho incontrato Ran che mi ha dato un’altra speranza nel cuore, nel posto dove solo i veri amici possono entrare,
nel posto che ho sigillato rendendomi fredda agli occhi degli 4altri per ormai troppo tempo.
A volte penso che Ran, anche se ci conosciamo da pochissimo tempo, la vedo come una sorella che è pronta ad aiutarmi in tutto, confortandomi e facendomi dimenticare il passato che ho dovuto subire, dandomi sempre consiglia che mi portano sulla dritta via.
-Allora andiamo subito da mio padre, vedrai che risolverà il caso-
Mi riporta Ran sulla Terra
-Ah, si-
ran mi sta davanti ed io la seguo in silenzio immergendomi ancora una volta nei miei pensieri.
Una volta arrivati davanti all’abitazione un po’ mi sale l’agitazione perché in una delle lettere è menzionato che non deve assolutamente consultare la polizia o un detective.
Ran dopo un mio accenno del capo su e giù apre la porta dicendo
-Sono a casa!-
All’ improvviso un uomo di mezza età, vestito elegante con una rosa in bocca appare dinanzi a noi, il detective Kogoro Mori
-Benvenuta all’agenzia investigativa Mori- mi dice elegantemente
-G-grazie-
Saliamo nel salone e mi fa accomodare sul divano, seguito da Ran e un bambino, suppongo il “Famoso Conan” di cui Ran ne parla tanto, e noto che questo mi fissa.
Ran prende la parola imbarazzata
-E dai papà, lasciala parlare, ha una cosa da dirti, un caso-
-Mmm? Quindi sei venuta per un caso?!-
-Bhe ecco… in un certo senso… sì
-Bene, ti ascolto-
-Ecco… da giorni a casa mia arrivano delle lettere senza il nome di chi ha spedito esse e mi minacciavano di morte se non andavo in un posto che a me ancora è incomprensibile.
- Capisco! –
- Ma papà allora sarà il caso di indagare –
- Certamente! –
- Bene! La ringrazio davvero tanto –
- Indagherò su queste lettere e quando scoprirò qualcosa t’informerò –
- D’accordo e per favore non cerchi di parlare ad altri di questa situazione soprattutto non parli che sono venuta qui –
Kogoro un po’ titubante pensa
E adesso che faccio? Non posso dirle che sono già andato ieri a spiattellarlo in giro
FLASH BACK
Dopo la notizia che Sana Kurata verrà domani a casa mia vado subito all’ippodromo e a dirlo agli altri
-Ciao ragazzi!-
-Kogoro!- urlano tutti felici che sia venuto
-Come va la vita? A me un incanto! Sana Kurata domani viene a casa mia! Hahahahaha-
-Sul serio? E dicci! Ce la fai conoscere?- domanda uno di loro
-Certamente! Quando posso ve la presenterò!-
-Kogoro che dici!? Adesso vuoi farti una partitina con noi?-
-SIIII!!-
FINE FLASH BACK
-Non preoccuparti! Sarò muto come un pesce-
-Bene! Senti Ran perché non mi presenti in modo più adeguato
la tua famiglia?-
-Certamente! Allora ricapitolando lui è mio padre Kogoro Mori, investigatore privato ma anni prima era un poliziotto, lavorava molto spesso con l’ispettore Megure e lui è Conan, il bambino di cui ti ho parlato tanto!-
Sana fa un piccolo sorriso e dice
-l’ho riconosciuto! Sei un ottimo detective sai!?
Oh e faccio anche a lei i miei complimenti signor Kogoro-
Kogoro ride scioccamente e un po’ imbarazzato.
Sana si rivolge nuovamente verso Conan e dice
-Sai! Ho saputo che sei un fan di Sherlock Holmes e Conan Doyle-
-Si è vero!-
-Bene, io non sono affatto portata per quei generi e un mio amico mi ha regalato un libro di Conan Doyle, si chiama “Il Taccuino Di Sherlock Holmes e dato che non mi piacciono tanto i gialli avevo già deciso di darlo ad un fanatico di Holmes e Doyle e quando Ran mi ha parlato di te ho deciso di portare il libro con me, lo vuoi?-
Conan con gli occhi a stelline
-Certo certo certo! Lo voglio lo voglio lo voglio!-
Sana sorride e prende il libro
-Ecco piccolo! Tutto tuo-
-Grazie mille signorina!-
-Di niente-
Poi si volta verso Ran e dice
-Bhe Ran io adesso vado, ho un sacco di cose da fare-
-D’accordo ci vediamo domani a scuola!-
-Okay! Ci vediamo Kogoro e Conan!-
-Contaci!- urla Kogoro mentre Conan è impegnato a leggere le pagine del libro.
***POV RAN***
Sana deve aver patito molto poverina!
È stata rifiutata dalle sue amiche e si è isolalata dal mondo per molto tempo
-RANNNN!- urla papà
-mmmh?!-
-Prepara qualcosa da mangiare! Ho fame-
-Ma perché una volta tanto non ti alzi tu e ti prepari te qualcosa da mangiare-
-E daaaaaiiiiiii!-
-Riesci sempre a convincermi-
Vado in cucina e preparo il pranzo a papà poi vado un attimo in camera mia e vedo Conan sul letto a leggere ancora il libro che Sana gli ha regalato.
-Hei ancora a leggere!-
-mh mh!- indica Conan con la bocca in senso di acconsento
-Okay!-
Conan stava per parlare quando sentono all’improvviso uno sparo.
-COSA è SUCCESSO!?-
***POV SANA***
Stavo camminando verso il parco tra i miei pensieri quando uno sparo proveniente proprio dalla mia posizione attuale mi distrae, la paura prende il sopravvento e rimango paralizzata.
Sento grida e spari che si fanno sempre più forti e insistenti quando all’improvviso… NIENTE.
Mi faccio coraggio e m’incammino verso la “scena del crimine” ma non ci riesco perché una mano forte mi stringe il polso facendomi rabbrividire e girare la testa all’istante verso chi mi ha bloccata.
Era un ragazzo… un bellissimo ragazzo, biondo, alto, occhi color ambra, fisico moooolto muscoloso, capelli biondi ed… espressione di ghiaccio… BRRR.
-C- che vuoi! Lasciami il polso! Mi fai male-
-Oddio sta tranquilla non ti faccio niente però non strillare!-
-Okay! Prima dimmi… come ti chiami?
-Akito… Akito Hayama- fa lui con voce glaciale che promette guai in vista.
Il classico tipo bello e dannato
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Capitolo 4 *** capitolo 4 ***
***POV AKITO***
Waaa ma che bella ragazza!
- E tu come ti chiami?-
-Sana, Sana Kurata-
Mmmm?! Kurata?
Poi lei aggiunge -Allora? Che ci facciamo ancora qui!? Andiamo a vedere cosa è successo, era il rumore di uno sparo se non sbaglio-
-Ma no! Devi esserti sbagliata-
Akito in lontananza sente delle voci e così prende Sana per il polso e dice - Vieni con me-
E la trascina in un posto isolato tra gli imprechi della ragazza.
-Hei dove mi stai portando!-
-Zitta e cammina-
Arrivano in un posto isolato, senza anima viva e si siedono su due sedie che hanno trovato per caso.
-Tu sei Sana Kurata?-
-Sì sono io perché?-
-Niente, tu hai saputo il mio nome, io adesso so il tuo-
-Ok!-
Restiamo per un non so quanto di tempo in silenzio finche non sento un rumore.
Giro di scatto la testa ma non vedo nessuno.
-Dove stavi andando?- mi domanda all’improvviso Akito
-Io? Ero andata a casa di una mia amica-
-Mmmh… ok!-
Sana guarda l’orologio e notando che si è fatto molto tardi dice per scampare da quella situazione
-Io adesso vado, si è fatto tardi-
-Ti accompagno?-
-No, non ce n’è bisogno!-
E se ne va lasciando Akito solo
***POV GIN***
-Allora Gin! L’ha trovata?-
-Non lo so Vodka! Rum* deve ancora chiamare e spero per lui che l’abbia trovata-
Non sente la risposta del suo compagno Vodka che sente uno squillo di telefono, è Rum.
-Allora? L’hai trovata?-
-Sì-
Gin fa un ghigno
-Bene, ti aspetto nel luogo programmato-
Chiude la chiamata e senza distogliere lo sguardo dalla strada dice
-È fatta-
Entrambi fanno un ghigno malefico per poi sfrecciare fra le luci dei lampione nella notte.
***POV RAN***
-Conan! Quello era uno sparo-
-Sì!-
I due si dirigono in fretta da Kogoro che stava già iniziando a correre verso la porta.
Ran lo chiama per raggiungerlo
-Papà!-
Il detective rallenta il passo e si gira verso le figura della figlia mentre Conan era già sfrecciato verso il luogo del delitto, il parco.
Ran e Kogoro lo raggiungono dopo un paio di minuti e trovoìano Conan che si guarda intorno con occhio attento e serio finchè non si ferma su qualcosa, una grossa pozza di sangue.
Ran e Kogoro vanno a controllare e quest’ultimo allontano Conan con un pugno dicendogli -Sta lontano da qui! Queste non sono cose che un bambino dovrebbe vedere e tu Ran!...- disse indicandola
-…stai attenta a non farlo scappare chiaro?-
-C-certo-.
Ma che gli è preso così all’improvviso?.
-Conan secondo te cosa gli è preso a papà?-
-Non ne ho la più pallida idea-
Ran si fa pensierosa e Conan nel frattempo sgattaiola via verso la pozza di sangue per cercare indizi.
Mmmh… chissà cosa gli è preso a papà.
Perché si è comportato così? Certo non ha mai sopportato che Conan intralciasse il suo lavoro ma oggi è stato piuttosto freddo, e pensare che ha appena incontrato l’attrice dei suoi sogni…. Bhà.
Mmh? Ma Conan dov’è?
Si guarda intorno per cercare di trovarlo e quando lo vede gli si avvicina dicendo
-Quante volte ti devo dire che non devi allontanarti eh Con…?-
Non fa in tempo a finire la frase che dalla sua bocca anziché uscire il nome per intero di Conan gli esce un urlo con acuti davvero forti
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-
Un uomo giaceva a terra senza vita, ricoperto interamente di sangue e appena si vedeva il un cappotto molto lungo nero.
Inquietante… davvero molto molto inquietante.
***POV CONAN***
“Quest’uomo potrebbe far parte dell’organizzazione.
È completamente vestito di nero ma non ne posso esserne sicuro dato che oltre al colore nero non so come altro riconoscerli quindi non posso dire che si tratta di un membro dell’organizzazione ma domani ne parlerò con Ai”
-Ran!- la chiama il detective Kogoro
-Chiama immediatamente la polizia-
-C-certo-
Ran si allontana e va a chiamare la polizia che dopo pochi minuti arriva e l’ispettore Megure domanda
-Che cosa è successo?-
-Ispettore Megure, finalmente! Mio padre sta già indagando sul caso, lui le spiegherà tutti i dettagli-
-Grazie Ran-
Ran seguita a ruota dall’ispettore Megure, Miwako Sato e Wataru Takagi si dirige verso il detective Kogoro e Conan.
Ran dice a Conan -Conan dai andiamo, queste cose un bambino non le dovrebbe vedere-
-Ma Ran-neechan, io ormai sono abituato a vedere queste cose-
-Non dovresti comunque vederli-
-Ti prego Ran-neechan, voglio stare con lo zietto Kogoro-
-E-e va bene-
Ma che bambino normale vorrebbe vedere scene simili?
-Allora detective Mouri, ci può spiegare cosa è accaduto?-
-Certamente.
Allora io e la mia famiglia stavamo tranquillamente all’agenzia e all’improvviso abbiamo udito uno sparo che proveniva sicuramente dal parco.
Io, Ran e Conan ci siamo diretti qui e abbiamo iniziato a esaminare il posto finchè non abbiamo visto una pozza di sangue e più in là abbiamo trovato il corpo di quest’uomo senza vita.
non ho toccato il corpo quindi non abbiamo schiacciato prove fondamentali-
-Capisco, allora sarà meglio esaminare il corpo-
Conan intanto è ancora preso a cercare nuovi indizi lontano dagli occhi di Kogoro che se lo avrebbe visto chissà cosa gli avrebbe fatto.
Cercando non trovò niente sfortunatamente e allora si mise ad ascoltare la conversazione trai i poliziotti, l’ispettore Megure e Kogoro.
-Kogoro abbiamo fatto esaminare dalla scienza il corpo e abbiamo trovato polvere da sparo ma neanche un’impronta che ci apra una via sulla strada del colpevole-
-Ma almeno possiamo riconoscere il corpo, sappiamo l’identità della vittima?-
-Sì! Si chiama Haruo Mizu, 32 anni.
Abbiamo mandato degli agenti ad indagare e abbiamo scoperto solo questo, non abbiamo molti dati-
-Quindi oltre al nome e all’età non sappiamo nient’altro-
-Esattamente-
Conan pensa
“In questo modo non posso giungere ad una conclusione ma farò tutto il possibile per scoprirlo.”
-Allora dovremmo fare ricerche più approfondite su quello che sappiamo- S’intromette Conan.
Kogoro sferra un pugno a Conan rimproverando Ran
-Ran! Smettila di disobbedire ai miei ordini.
Quando ti dico che questo moccioso non deve stare tra i piedi non ci deve stare!-
-Scusa papà ma sai che Conan è molto curioso e non mi ascolta e…-
-Allora portalo a casa!-
-E-e va bene…- poi indica Conan e a tono ironico dice
-Andiamo Conan, oggi papà ha iniziato la giornata col piede sbagliato-
Conan per non far avere altre colpe a Ran decide di affermare
-Sì andiamo-
Conan e Ran si dirigono verso l’agenzia e quest’ultima prende la parola
-Conan! Secondo te cosa gli è preso a papà?
Non lo riconosco più-
-Non ne ho idea.
Da quando quell’attrice, Kurata, se ne è andata si comportava in modo euforico e adesso si comporta in modo più… adulto-
-In effetti papà è sempre stato un giocherellone, anche durante il lavoro ma oggi da sveglio faceva tesi e ipotesi interessanti, che cosa gli sarà preso?-
-Esatto! Al momento non so che cosa pensare-
-Neanch’io-
Nel frattempo arrivarono davanti all’agenzia ed entrarono.
Andarono nella stanza di Ran e Conan riprese a leggere il suo libro mentre Ran guardava fuori dalla finestra.
Quest’ultima si soffermò su una fotografia, lei e Shinichi a “tropicolandia” vicino alla fontana.
Una lacrima le rigò il viso, invisibile.
Ripensava ai bei giorni, alle risate e ai problemi che insieme hanno risolto.
Quante sono state le lacrime che Conan le asciugava durante le notti insonne?
Tante, troppe.
E adesso quella piccola lacrima di mancanza invisibile che si stava trasformando in un pianto silenzioso non l’avrebbe fermata nessuno, neanche colui che le ha asciugato le altre.
Stava girata ancora verso la finestra e vedeva le sue lacrime posizionarsi velocemente sull’asfalto della strada, formando cerchietti di acqua.
Iniziò a piovere e le lacrime di Ran si mescolarono con la pioggia che si fece via via sempre più prepotente, così come il dolore che Ran stava provando dentro di sé.
“Shinichi ma dove sei?!
Non ti fai mai vivo, se ti chiamo sei vago, quando ritorni giusto qualche volta non parliamo, ti occupi dei tuoi stupidi casi e poi sparisci dicendomi che tornerai.
Adesso mi chiedo che cosa sto facendo qui, a disperarmi quando tu non mi capisci neanche quando torni.
Sei un bravissimo detective ma quando si tratta di scoprire cosa nasconde il cuore della tua migliore amica non riesci mai a capire e ti tiri indietro.
Adesso tu starai pensando ad uno dei tuoi stupidi casi e ovviamente per me non hai mai tempo.
Capisco che il lavoro è importante ma sparire così all’improvviso, poi tornare dopo due mesi, risolvere un caso in modo veloce e andarsene senza neanche avermi un po’ parlato, di come stavi, quando tornerai, già, me lo chiedo spesso, quando tornerai? Tu me lo dici sempre per telefono ma subito qualcosa ti spinge ad attaccare.
Perché?
Perché, l’unica domanda che adesso mi frulla per la testa.”
***POV CONAN***
Sto cercando di leggere questo libro ma non ci riesco.
Non riesco neanche a pensare al caso di oggi, penso solo a Ran.
Di quanto la vita sia ingiusta con me e lei,
del perché tutto deve sempre essere così difficile e complicato.
A volte penso che non riuscirò mai a tornare un diciassettenne, di tornare alla mia vita di sempre, di tornare ai miei vecchi amici, a Ran. Certo ho l’appoggio di Ai che è una scienziata e per di più un ex-membro dell’organizzazione ma questo non mi basta.
Non mi bastano i forse, io voglio certezze.
Non mi basta restare accanto a Ran come un bambino, io voglio stare con lei alla luce del sole, senza problemi, senza dover sopportare le lacrime e la sua voce rotta dal dolore per la mia assenza.
A volte mi viene voglia di raccontarle tutto, di non farla più soffrire, di dirle che io starò sempre con lei e non la lascerò mai sola ma poi la ragione mi dice che non devo assolutamente farlo perché la metterei solo in pericolo e questa è l’ultima cosa che voglio.
Non sarà mai lo stesso.
Conan poi va da Ran e le dice con un sorriso forzato
-Ran, Ran entra dentro e chiudi la finestra, ti prenderai un malanno-
-N-non m’importa-
-Ma, ma tu stai piangendo-
-N-no Conan, non ti preoccupare, non sto piangendo, è-è solo che la pioggia mi ha bagnato il viso e sembrano lacrime ma non è così-
-Avanti Ran, non mentire, ormai ti capisco abbastanza e so anche la causa delle lacrime che tu dici di non avere, Shinichi giusto?-
-BASTA BASTA BASTA! SHINICHI SHINICHI SHINICHI, NON ESISTE SOLO LUI AL MONDO, POSSO AVERE QUALUNQUE PROBLEMA, NON DEVE PER FORZA ESSERE LUI LA CAUSA- urla in preda alle lacrime e al dolore, non sopportava più quella situazione.
Scappò via lasciando Conan senza parole e lo sguardo basso.
Conan aveva ragione, la causa delle sue lacrime era Shinichi ma non voleva fare preoccupare Conan, non voleva che lui la consolasse come sempre, voleva restare sola, voleva superare la cosa da sola, voleva imparare a rialzarsi senza nessuno accanto perché già una volta si era appoggiata a Shinichi e adesso? Adesso Shinichi dov’è? In giro per il mondo con i suoi casi.
Ha imparato che deve riuscire a rinascere da sola, rialzarsi e andare avanti tutta sola perché prima o poi le persone ti lasciano e si portano via i momenti felici, le risate, i pianti, le consolazioni… e a te lasciano un grande vuoto nel cuore che nessun altro può colmare tranne la persone che ti ha lasciata.
Shinichi diceva sempre che sarebbe tornato ma questa situazione andava avanti da ben 10 mesi, non una, due settimane, ma ben 10 mesi.
10 mesi di dolore e preoccupazione.
10 mesi di rimpianti.
Ho rimpianto di averlo lasciato andare quel giorno a tropicolandia,
ho rimpianto tutte le lacrime versate per lui, goccia per goccia, sì
perché ho capito che non ne valeva la pena piangere se neanche poteva vedermi così distrutta e senza più speranze ma in fondo è meglio così.
Ho rimpianto di non essere stata forte, per me stessa e per le persone che mi circondavano, che mi volevano aiutare, Sonoko, Mamma, Papà, Masumi… Conan.
Ho rimpianto tutte le volte che si presentava ad un caso e l’ho lasciato andare nuivamnete, commettendo sempre lo stesso sbaglio.
Ho sbagliato tutto, per 10 mesi, ho fatto uno sbaglio dietro l’altro.
Conan nel frattempo rifletteva.
Nella sua mente non esistevano più casi ma solo Ran, le sue lacrime, le sue urla, la sua disperazione.
Nella sua voce si sentiva bene il tono della disperazione e Conan si malediva per questo.
Non avrebbe mai voluto farla piangere e soffrire ma guarda caso ogni notte la sentiva piangere e singhiozzare e fra le lacrime ripeteva il mio nome e iniziava a tremare, a chiudersi più in se stessa.
Quando Sonoko le faceva visita lei la mandava via malamente dicendo che voleva stare sola e che non dovevano disturbarla.
Io qualche volta riuscivo a farla sfogare e tranquillizzare ripetendo che sarei tornato e poi mi chiedevo se volevo convincere lei o me.
Davvero sarei tornato?
Non lo so neanche io.
Maledico la mia curiosità che fino ad adesso mi ha portato solo guai.
Certo, porto nelle famiglie la felicità e tranquillità ma a me? A me chi mi ridà la felicità e tranquillità che avevo prima di 10 mesi fa?
Ai mi dice di avere pazienza ma io non ci riesco.
Per lei è facile dirlo dato che non ha nessuno, non ha familiari, non ha amici stretti, non ha un ragazzo di cui è innamorata.
Vuole solo che quella gente marcisca in carcere per tutto quello che aveva fatto ma lei è tranquilla, tanto non ha idea di cosa significa mantenere qualcosa d’importante alla persona che ami dove ne risente proprio la sua felicità quando in realtà vorresti il contrario.
Una piccola lacrima gli rigò il viso.
Si sentiva male, molto male.
Adesso voleva solo donare un po’ di felicità a Ran, voleva dirle tutta la verità escludendo Ai, non va a raccontare cose su altri in loro assenza.
Si dirige con passo un po’ tremolante da Ran, in bagno.
Bussa lentamente alla porta e Ran con voce rotta dai singhiozzi dice
-N-on C-ci so-no p-per –n-ne-ssuno-
-R-Ran! Avanti apri, voglio solo parlarti-
-NO!...- -…VATTENE-
-Avanti Ran, per favore, esci. Lo sai che non mi piace quando stai male-
Ran da dietro la porta sussulta e non volendo fare lo stesso sbaglio domanda
-Conan!-
-Si?-
-Tu- tu mi vuoi bene veramente?-
-Si che ti voglio bene, più di qualunque altro-
-Allora… allora va via, quando uscirò ti prego di non farmi domande-
-Ma…-
-Fallo se davvero mi vuoi bene come dici-
Conan abbassa lo sguardo e senza dire una parola se ne va
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Capitolo 5 *** hanabi ***
***POV SANA***
Mi ritiro subito in casa, saluto mamma e mi dirigo a passo svelto verso la mia camera.
Chissà chi era quel bellissimo ragazzo biondo, Akito, ma mi pare di averlo già visto, bho, forse mi sbaglio. Più mi guardo allo specchio, più mi dico che non ritroverò mai più quelle emozioni forti che provavo molto prima di 7 anni fa.
Non sono più quella vivace ragazzina dalle buffe codine,
non sarò più la ragazzina che aiuta sempre tutti,
certo con Ran mi sono saputa sfogare, ho lasciato che nel mio cuore entrasse ma ho ancora paura.
Paura di essere nuovamente abbandonata dalla persona di cui mi sono fidata.
-TOC TOC- Sana sente bussare alla porta della sua camera.
-Sana, Sana sono io- dice la voce di mia madre che oggi mi sembra molto seria, cosa molto strana e rara
-D’accordo entra pure-
Mamma entra e lentamente si avvicina al mio letto, si siede e dopo un paio di minuti inizia a parlare
-Sana, sei andata da quel detective?-
-Sì mamma perché me lo chiedi? Già ieri te ne ho parlato-
-Oh n-niente, pura curiosità…-
-…e dimmi, come ti è sembrato?-
-Ma mamma! Che domande sono?-
lei che fino a quel momento aveva tenuto la testa bassa quando la rialza ciò che vedo mi fa seriamente preoccupare, mamma stava piangendo lacrime di dolore.
Il mio sguardo era molto preoccupato e mi chiesi cosa potesse essere successo
-Ma-mamma, stai bene? Che cosa è succ…-
Non faccio in tempo a finire la frase che lei esce correndo dalla stanza in lacrime.
Sono molto preoccupata.
Forse avrò detto qualcosa di sbagliato, che cosa ho fatto, ho fatto piangere mamma.
Che persona adesso sono? Faccio piangere le persone che amo senza neanche rendermene conto.
Che cosa mi sta succedendo? Sono davvero una persona così pessima?
7 anni fa avrei affrontato la situazione andandole a parlare ma quando mi rinchiusi in me stessa diventai triste e mi sentivo colpevole di tutto, di non essere perfetta, mi maledicevo per essere nata, per aver causato tanto dolore e subire tutte quelle pugnalate, la mia vita ormai era uno schifo, non avevo nessuno se non mi madre che oggi l’ho fatta soffrire per chissà quale motivo a me ignoto e il mio manager Rei che considero come un padre certo ma che per i miei capricci non è più un manager, non volevo più lavorare nel mondo della televisione e del cinema e nonostante le sue suppliche io ho rifiutato urlando “Basta Rei, tu non sei mio padre e non puoi comandarmi, della mia vita ne faccio quello che voglio” solo dopo averlo fatto soffrire mi sono resa conto del dolore che gli avevo causato, le parole che gli avevo detto non erano vere, io lui lo consideravo un padre, anche in quel caso ho fatto soffrire una persona che mi voleva bene e mi sentivo, mi sento e mi sentirò uno schifo per tutto quello che hanno patito per colpa mia.
Chissà perché mamma mi ha fatta nascere*
Agli occhi di tutti gli altri sembro una persona molto solare e simpatica ma in realtà non sono più la ragazza di una volta, adesso mi pento di essere nata, quando sto sola do libero sfogo a tutti i miei problemi e colpe e nessuno lo sa, neanche i miei famigliari.
Mi sento un completo schifo.
Inizio a piangere , perché tutto questo proprio a me? Perché
Decido di fare una passeggiata anche se ormai è già molto tardi ma non m’importa.
Mamma, Rei e la signora Shimura staranno sicuramente nelle loro camere.
Esco da quella casa di cui ormai sentivo molto spesso la presenza dei sensi di colpa e vado verso il gazebo, uno dei miei posti preferiti.
Mi siedo su una panchina sotto un lampione dove le stelle sembrano infinite, ed inizio a piangere, a sfogare tutto il mio dolore.
Guardando il cielo vede una stella meno luminosa delle altre e dà voce ai suoi pensieri
-Io sono proprio come quella stella, piccola piccola circondata da tutto il mondo che la condanna.
Non è giusto-
-Tu invece sei la stella più luminosa che conosco-
Mi spavento, riconosco la voce, Akito
-Oh, cia-ciao, mi hai spaventata-
-non preoccuparti, sono io-
Sana in tono ironico
-Per questo mi preoccupo-
-Mh?-
-Hahahah scherzo, siediti su- quel ragazzo già le aveva fatto dimenticare tutti i suoi problemi.
-Perché prima hai detto quelle cose?-
Sana facendo finta di niente dice -Eh?! Quali cose?-
-Non mentirmi Kurata!-
-E va bene, hai vinto, ho detto quelle cose e… ma…ma a te che importa!-
-Oh niente, pura curiosità, se non vuoi parlare fa niente-
-Ecco bravo! Non t’impicciare-
Akito se ne sta zitto e anche lui inizia a guardare le stelle poi Sana dice
-Che ci fai sveglio e in giro da solo a quest’ora?-
-Potrei farti la stessa domanda e poi…- dice con tono più ironico -…Non sono fatti tuoi-
-Uffaaaaaa!-
La ragazza inizia a imprecare mentre Akito ride sotto i baffi, gli era simpatica quella buffa ragazzina dai capelli rossi.
-Hei!-
Akito si gira dalla parte di Sana
-Si?-
-Ti posso chiamare… Aki?-
Akito un po’ sussulta poi dopo un tempo che sembrava infinito dice
-Sì-
Sana sorride e dice -Bene Aki adesso vado a casa, è molto tardi e parlare con te mi ha fatta sentire meglio-
-Allora ti accompagno-
Sana lo guarda un po’ titubante e Akito con tono da finto offeso dice
-Ehiiii guarda che non ti faccio niente-
-Ahahahah dai scherzo, certo che puoi accompagnarmi-
Akito fa uno dei suoi sorrisi rari, si alza e prendendola a braccetto dice -Allora andiamo principessina-
-Che galante! Hahahah-
-hehehe, lo so-
-Che vanitoso che sei!-
Poi all’improvviso cade un silenzio pensante e imbarazzante.
Dopo pochi minuti arrivano a casa Kurata e Akito la saluta con un bacio a guancia.
-Allora ci vediamo in giro- dice Sana -Certo! Ci vediamo… in strada-
E se ne va.
Sana rientra con molta lentezza in casa per non farsi sentire e in punta di piedi sale molto piano per le scale.
Appena varca la soglia della porta fa un sospiro di sollievo per non essere stata scoperta ma i pensieri le morirono quando anche sua madre varcò la porta.
Quest’ultima la guarda con severità e tristezza e dice
-Allora!? Dove sei andata a quest’ora della notte?-
-Ma da nessuna parte! Sono sempre stata qui!-
-Sana, per favore! Non mentire, ti ho appena vista con quel ragazzo e stavi rientrando, chi era? Il tuo ragazzo?-
Le guance di Sana diventano di un rosso fuoco ed inizia a balbettare
-Ma- ma- MA CHE DICI? No-non è vero, non siamo fidanzati.
È-è-è solo un… un amico, l’ho conosciuto oggi-
-E già siete diventati amici?-
-bhe, amici, che parola! Diciamo che siamo dei quasi-amici, lui mi fa sentire a mio agio, mi fa ridere e… e mi fa dimenticare i miei problemi-
-Quindi ti sei legata a lui-
-In un certo senso… Sì-
La madre sorride e Sana sospettosa dice
-HEIII, CHE COSA STAI PENSANDO?
IO NON TI PERMETTO DI PENSARE QUELLO CHE STAI PENSANDO-
-Ma io non sto pensando assolutamente niente-
-Mmmmh-
-Comunque, passando al discorso di prima… che ci facevi fuori
A quest’ora?-
-I-io… che ci facevo? N-niente, non riuscivo a dormire e sono uscita a fare due passi-
-A quest’ora?-
-Bhe sì, che c’è di male?-
Misako sa che Sana sta mentendo, lo sa, ma per non fare discussione con lei decide di cedere
-D’accordo, se lo dici tu-
Sana la guarda negli occhi e legge la delusione.
E adesso che le prende?
Perché fa così?
Si vede lontano un miglio che è delusa dalla sua stessa figlia.
Perché devo essere cosi una pessima persona per le persone che mi vogliono bene, perché?
-Mamma-
-Dimmi Sana-
-Tu… sei fiera di me?-
Misako sgrana gli occhi -Ma certo Sana, tu mi rendi orgogliosa ogni giorno.
Tu sei una forza della natura, hai superato la tua malattia con la forza interiore, hai creduto in te stessa ed io sono molto fiera di avere una figlia… una figlia come te.
Tu mi hai dato nella vita una nuova speranza-
-No, non è vero.
Adesso, quando hai fatto finta di credermi quando ho detto che sono andata a fare due passi ho letto nei tuoi occhi solo delusione.
In realtà io non sono così forte come dici, ogni notte mi maledico di essere nata…- Misako abbassa la testa, si sente in colpa
-…mi sento sempre in colpa per come tratto male sempre tutti, per come la vita mi ha tolto in un lampo la vivacità e positività che avevo molto tempo fa-
-Sana, io ti voglio molto bene e non puoi pensare che tu sia stata per me una delusione, anzi.
Tu nella mia vita sei apparsa come un uragano, mi hai ridato la speranza di ritornare a vivere.
È grazie a te che ho imparato cose che dalla vita senza una figlia non si potevano capire.
Tu sei stata il più bel regalo che la vita mi ha potuto dare-
-Mamma, anch’io ti voglio molto bene.
Non vorrei mai perderti- dice Sana singhiozzando
-Neanch’io Sana, neanch’io- dice Misako in un sussurro con la testa abbassata.
Nel frattempo un’altra persona ha ascoltato tutto e adesso camminava verso la strada deserta illuminata dai lampioni nella notte.
Quella notte Misako e Sana dormirono insieme unite in un abbraccio felici ma nella testa di Misako viaggiava ancora un senso di colpa, forse il più grande che abbia mai avuto.
- "Mamma, ti voglio bene, adesso mi sento più leggera.
Non ci saranno più segreti tra noi" –
- "Sana, anche se adesso tu ti sei tolta un peso dal cuore, io ho ancora il senso di colpa per non averti detto ancora la verità, tu non sei la mia vera figlia e ho sempre la paura che tu non mi possa perdonare e i tuoi veri genitori ti vengano a prendere, ho una grande paura di perderti" –
***POV RAN***
È da ore che sono rinchiusa in questo bagno, mi sento così sola, così vuota.
Dentro di me sento un macigno che non mi fa respirare.
In questo momento sento che il mio è un corpo senz’anima.
Sento le lacrime che ancora scorrono lungo il mio viso fino ad arrivare per terra.
Perché tutto deve sempre essere così difficile?
Perché proprio il giorno in cui ero decisa a dichiararti i miei sentimenti te ne sei andato lasciandomi sola? A questo punto non so neanche se ritornerai più.
Ma perché devo soffrire così tanto?
Basta, devo essere forte, devo far finta che non se ne sia andato, che ritornerà molto presto, molto… presto.
Si alza da terra e con un po’ d’indecisione apre lentamente la porta, Conan se ne è andato già da un pezzo e lei quando non lo vede tira un sospiro di sollievo, quel bambino le ricordava tremendamente Shinichi.
Vado in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare dato che non ho mangiato per molto tempo.
In casa non c’era nessuno, papà era ancora preso con il caso di quel tizio, Haruo e Conan non era in casa, fortunatamente.
Appena finito di mangiare Ran decide di andare a prendere una boccata d’aria fresca.
Gira per le vetrine dei negozi giusto per dare qualche occhiata
-Ran? Sei tu?-
Appena si gira vede Sonoko con un sacco di buste di magazzini diversi, sempre la solita.
-Oh ciao Sonoko, sei tu.
Bhe sì, stavo andando a fare due passi-
Sonoko conoscendo bene l’amica sa che ha un problema che si chiama Shinichi ma non le dice nulla, non vuole causarle altro dolore, quando vorrà si aprirà da sola.
-D’accordo, io invece stavo facendo compere-
-Lo vedo- e ride.
-Andiamo a fare un giro?-
-Certo-
Insieme camminarono a vuoto fino a quando Sonoko dice a Ran -Ran vuoi venire con me in un posto?-
-Dove?-
- È un segreto-
Ran fa un sorriso e la segue.
-Su corri, altrimenti non arriviamo in tempo!-
-Sì sì, ti seguo-
Una volta arrivati eravamo con il fiatone
-Piuttosto lontano eh Sonoko?-
-zitta di lamentarti che fra poco rimarrai estasiata-
Camminiamo per qualche minuto e arriviamo dinanzi ad un’isola.
Stava un sacco di gente, tutta vestita in yukata*.
Chi stava seduta su tappetini srotolati sull’erba chi invece in piedi guardando il cielo.
Faccio anch’io come quest’ultimi e all’improvviso un enorme suono rimbomba verso il cielo.
Ero rimasta estasiata, centinaia e centinaia di hanabi** stavano riempiendo il cielo.
A quel punto Sonoko mi trascina lungo la riva dell’isola.
-RAN SU AVANTI! TOGLITI LE SCARPE!-
Io la guardo e dopo pochi secondi rido -VA BENE!!-
Ci togliamo le scarpe e andiamo più vicino alla riva bagnandoci i piedi.
Io riporto la mia attenzione sul cielo e dopo pochi secondi ricomincia lo spettacolo, bianco, arancio, giallo, blu, verde, rosso… riempiono il cielo colorando oltre ad esso anche l’acqua sotto i nostri piedi.
Tantissime barche lanciano altri hanabi creando questa volta una pioggia di colori magnifica.
Il santuario di Itsukushima si trova al centro dell’isola dando più meraviglia al paesaggio.
Dopo molti altri minuti la festa finisce ed io guardo Sonoko che ancora è rimasta con il sorriso sulle labbra guardando il cielo.
Io l’abbraccio e dico
-Grazie grazie grazie GRAZIE AMICA MIA, TI VOGLIO TANTO BENE-
-Prego, ti è piaciuto lo spettacolo?-
-Certo! È stato davvero stupendo, ho scattato una foto come ricordo, guarda-
E le mostra la fotografia sul cellulare.
Sonoko ride e dice
-Bene adesso vieni, la nostra limousine ci sta aspettando per un altro giro mozzafiato amica mia!-
Io rimango interdetta poi le faccio un sorriso sincero e l’abbraccio più forte di prima
-Grazie, tu ci sei sempre per me-
Ran fa cadere una lacrima di commozione mista a tristezza.
-Su avanti! Non piangere.
Abbiamo appena visto uno spettacolo che dà l’idea della gioia e tu ti metti a piangere? No no, tu adesso smetti di piangere e andiamo con la limousine di mio padre verso la spiaggia che sta qui vicino e andiamo a fare un giro in barca, ci stai?-
Ran sorride ancora e urla -SIIIIII!-
*YUKATA= Lo yukata è un indumento estivo Giapponese.
Viene indossato principalmente durante gli spettacoli pirotecnici, alle feste bonodori ed altri eventi estivi.
Lo yukata è un tipo molto informale di kimono.
** HANABI= fuochi d’artifici - tempio di Itsukushima (più giù c'è "tempio di itsukushima, quelli sono i fuochi d'artificio che hanno visto Ran e Sonoko) http://www.giapponizzati.com/2014/03/25/migliori-hanabi-del-giappone/
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Capitolo 6 *** assassinio- prima parte ***
assassinio- prima parte
Dopo un paio d’ore squilla il cellulare di Ran, è suo padre
-Ran, si può sapere dove sei?- questa volta stranamente non urla e Ran è ancora più sospettosa sul comportamento del padre risponde -Scusa papà se non ti ho avvisato ma sto con Sonoko e suo padre-
-Dove?-
-Stiamo un po’ lontani da Tokyo ma non troppo-
-Bene, se sei con un adulto fidato ti lascio stare con Sonoko e essendo tardi fatti accompagnare fino a casa-
-D’accordo papà-
Riattacca e guarda Sonoko in modo stranita
-Allora? Chi è?-
-Mio padre-
-Oh allora ti avrà gridato subito di tornare-
-No, al contrario, si è comportato in modo… più freddo, distaccato-
-Davvero? Che strano –
-Già, oggi ha incontrato l’attrice dei suoi sogni, Sana e poi si è comportato in modo più freddo e adulto, sembra che sia vuoto-
-Secondo te cosa potrebbe avere?-
-Non saprei, non so cosa pensare-
- Che guaio-
-Eh già- dice Ran con tono preoccupato
-Su avanti non preoccuparti, tuo padre non avrà niente-
-Va bene, ci voglio credere-
-Bene, adesso ti accompagno a casa-
-Va bene-
Sonoko guarda il padre
-Papà! Puoi portare Ran a casa?-
-Certo figliola-
Appena arrivata davanti all’agenzia Mouri Ran scende dalla limousine e ringrazia Sonoko per la bella giornata e il padre per averla riaccompagnata gentilmente a casa.
Rientra in casa e nota suo padre seduto sulla sua sedia che legge dei fogli appoggiati sulla scrivania, Ran immagina che siano quelli del caso di oggi. Guardo intorno e non vedo Conan e così domando -Papà!-
-Sì Ran?-
-Dov’è Conan?-
-Ha chiamato il Dr. Agasa e ha detto che dorme da lui-
-Ah…capisco-
-Bene adesso che sei più tranquilla vai su che io devo cercare qualcosa di utile per il caso di oggi-
-Va-va bene-
E va su nella sua camera addormentandosi con molti problemi per la testa.
***POV CONAN***
-Allora? Conosci quest’uomo?-
Conan stava parlando con Ai su Haruo Mizu, l’uomo che è stato ucciso.
Aveva fatto una foto di nascosto alla vittima per farla vedere ad Ai anche se Conan non era del tutto partecipe perché in fondo alla mente stava anche il pensiero per Ran che lo stava tormentando.
-Non riesco a vederlo bene perché è ricoperto interamente di sangue e non vedo proprio bene la sua faccia però ha dei lineamenti famigliari-
-Quindi potrebbe essere un membro dell’organizzazione?-
-Non ne sono assolutamente convinta ma…Sì, potrebbe essere una possibilità-
-Se potrebbe far parte dell’organizzazione riusciremo a cavarne informazioni?-
-Non saprei Conan, dipende anche dal ruolo che aveva questa persona nell’organizzazione-
-Quindi dovremmo aspettare?-
-Sì-
-Ancora? Basta, io non ce la faccio più, non posso più aspettare-
Ai girata dice
-Non puoi…- poi si gira verso Conan -O non vuoi?-
-Ecco… Ai, io non riesco più a vivere con questo corpo.
Oggi Ran è stata davvero male, non l’hai vista com’era stata, non l’avevo mai vista così, era… distrutta, ci ero stato davvero male-
-Conan, io capisco che vuoi ritornare alla tua vita normale ma non posso farci niente, per creare l’antidoto definitivo dobbiamo arrivare fino in fondo, dobbiamo trovare la stessa pillola che hai ingerito quel giorno al parco divertimenti e senza quella non posso fare niente-
-Si lo so, lo so-
-Bene allora smettila di dirmi che non hai più pazienza perché non servirà a niente-
-Va bene la smetterò comunque facciamo delle ricerche su questo Haruo Mizu –
-Bene, allora passami il computer, inizierò già da adesso-
Conan prende il computer e glielo passa -Ecco tieni-
Ai accende il suo PC e dice a Conan
-Oltre al nome e all’età non sai nient’altro?-
-No-
-Quindi prima che tu ti possa illudere di sapere chissà cosa ti dico che con soli pochissimi dati come questi non riuscirò a fare molto, comunque tu domattina vai a casa di Kogoro e la tua amata e cerca di capire qualcosa-
-Bene, io vado dal dr Agasa, devo dirgli una cosa-
-Va bene vai!-
-Dr Agasa!-
-Si Shinichi?-
-Non avrebbe da darmi qualcos’altro dei suoi aggeggi? Sono molto utili in questo corpo-
-Mmmmh! Vorresti qualcosa in particolare?-
-No, più che altro vorrei come dei potenziamenti, per spiegarmi meglio, voglio le stesse cose che mi ha dato però con qualcosa di più rispetto all’altro-
-Quindi dammi quelli che hai già così faccio delle piccole modifiche-
-Ecco tieni!-
-Bene allora entro domani sera vienili a prendere-
- Ok!-
-Conan, stasera dormirai qui?-
-Sì, ho avuto una discussione con Ran per lo stesso motivo di sempre e per il momento non voglio vederla-
-Capisco-
-Comunque domattina devo andare a casa di Ran anche se non voglio, devo scoprire nuove cose sul signor Mizu-
-Quel uomo che è stato ucciso oggi? Quello che sospetti faceva parte dell’organizzazione?-
-Esattamente-
-Adesso però vai a riposarti ok? Altrimenti domani non sarai in ottima forma-
-Certo dottore, adesso vado, buona notte-
-Buonanotte Shinichi-
***POV AI***
Sono ancora qui a trovare delle informazioni su Haruo anche se in realtà so già chi è.
So anche che non riesco a parlare del passato per questo farò delle finte ricerche non troppo larghe per non far scoprire proprio tutto a Conan, solo lo stretto necessario.
Quando Conan mi ha mostrato la foto di Haruo interamente coperto di sangue non sono riuscita a trattenere un sussulto anche se Conan non se ne è accorto.
Alla fine quei bastardi lo hanno ammazzato, hanno scoperto tutto.
Lui per me è stato come un padre, quel padre che non ho mai potuto avere con me sempre. Dopo aver scritto cose che sono inutili alla ricerca che Conan vuole fare decido di riposare un po’.
Dopo un tempo che per Ai sembrava molto breve si sveglia e dopo essersi ripresa completamente si alza e si va a lavare.
“Cosa devo fare? Sono davvero indecisa su cosa fare.
Da una parte voglio aiutare Conan ma dall’altra non voglio risvegliare fantasmi del passato, che mi porteranno solo dolori anche se quando ho visto quella foto ha risvegliato comunque ricordi in me, per questo sono indecisa, molto indecisa.”
Dopo essermi lavata decido di andare a fare colazione dove stranamente non trovo Conan ma solo il Dr Agasa.
-Buongiorno Dottor Agasa, dov’è Conan? Non è da lui svegliarsi così tardi-
-No Ai, Conan se ne è andato già da un pezzo, ha detto che andava a casa di Ran per fare delle ricerche sul signor Mizu Haruo-
-Ah, capisco-
-E tu? Scoperto niente su quel uomo?-
-Qualcosa ma non tanto, giusto qual cosina ma non chissà cosa-
-Quindi non puoi aiutare tanto Conan. Cosa hai scoperto?-
-Il suo lavoro e l’indirizzo di casa sua-
-L’indirizzo potrebbe essere utile non trovi?-
-Non saprei… Speriamo-
-Già…Speriamo-
-Comunque adesso devo uscire, vado a fare una passeggiata-
-Ti turba per caso qualcosa?-
-Mmmh, ma no!-
-Avanti non mentirmi, ormai ti conosco, per me sei come una figlia e lentamente sono riuscita a capire il tuo modo di essere.
Ho capito che ogni volta che vuoi fare una passeggiata devi riflettere su qualcosa quindi stai su un filo.
Non sai cosa fare, ti va di sfogarti?-
-Ma no, no! Ho solo voglio di fare una passeggiata giusto per prendere una boccata d’aria, oggi è una bella giornata-
-Va bene, se lo dici tu-
-Okay! Adesso vado così rientro prima di pranzo-
-Va bene, ci vediamo più tardi-
-Certo, a presto-
Ai si trova a fare un giro verso il parco, lo stesso dove era stato trovato morto Haruo.
Più il là vede i Detective Boys, Ayumi, Genta e Mitsuiko.
Ai si avvicina e saluta i tre bambini
-Ciao ragazzi!-
-Ciao Ai- dicono i tre bambini in coro felici di vederla.
-Che cosa fate?-
-Stiamo facendo un giro- dice Mitsuiko.
Poi Ayumi domanda -Hai visto Conan per caso?-
-No, immagino che sia a casa di Ran-
-Che dite allora di andarlo a chiamare?-
- Fate come volete- Dice Ai
-Bene, allora andiamo tutti all’agenzia di Kogoro –
Dicono i tre bambini in coro.
Ai si dirige tra le chiacchiere dei bambini che cercano sempre di parlarle all’agenzia Mouri e Genta suona il campanello.
Ran va ad aprire con il sorriso sulle labbra
“Non sembra poi tanto distrutta”
Ran appena li vede dice -Piccoli! Ciao, come state?-
-Ciao Ran- dicono cordialmente Genta, Ayumi e Mitsuiko
-C’è Conan?-
-Sì, oggi è ritornato dalla casa del Dr Agasa-
-Ce lo puoi per favore andare a chiamare?-
-Certamente piccoli-
Dopo alcuni minuti scende dalle scale Conan che come li vede sbuffa sonoramente così che Genta lo minaccia dicendo -Che cosa c’è Conan? Perché sbuffi eh? Sei così scocciato di vederci?-
-Ma no, no come potrei essere scocciato dalla vostra visita?!- dice Conan in modo sarcastico
Ayumi poi per rompere il litigio tra i due propone
-Che dite di andarci a fare una bella passeggiata tutti insieme?-
Ai in quel momento pensa
“Ecco così non posso più riflettere in santa pace”
-D’accordo ragazzi adesso vengo- dice Conan per poi ritornare indietro e andare a mettere le sue ormai semplici scarpe.
Poi ritorna dai suoi amici e dice -Bene, adesso possiamo andare-
Anche Conan in quel momento pensa
“Ecco, ci mancava solo questa, in questo modo non posso svolgere ricerche adeguate. Poi devo assolutamente chiedere ad Ai se ha scoperto qualcosa riguardo Mizu.
Accidenti! Ma perché Ai gli ha detto che ero all’agenzia?”
-Andiamo al parco?- propone Mitsuiko
-Sì!- rispondono in coro Ayumi e Genta. Poi Mitsuiko si gira verso Ai e Conan e dice loro
-E voi? Siete d’accordo?-
-Sì- diciamo all’unisono io e Conan
-Bene allora incamminiamoci già-
***POV SANA***
Il giorno dopo mi sveglio e appena vedo che la mamma è ancora lì con me sorrido.
Sono felice che non mi abbia lasciata sola.
Adesso mi sento meglio, mi sento proprio come mi sentivo 8 anni fa, felice con tutto il mondo e non sento più il senso di colpa che mi attanagliava l’anima.
Non mi sento più in colpa con me stessa.
Prima pensavo che l’errore ero io ma adesso ho capito che l’errore è stato quello di aver portato dentro di me sempre il senso di colpa per ben 7 anni, 7 lunghissimi anni.
Nei miei pensieri non mi accorsi di due occhi che mi guardavano con tenerezza. Solo dopo che una mano mi accarezzò dolcemente il viso mi girai verso la persona che aveva fatto quel gesto d’affetto. Quando vidi mia madre le sorrisi, un sorriso dolce, un sorriso che non facevo da molto tempo, un sorriso che nasceva dal cuore, qual cuore che da ieri aveva ripreso a battere con amore.
-Buon giorno mamma!-
-Buon giorno figliola!-
-Ti… ti senti meglio?-
-Certo Sana, mi sento… in pace con il mondo-
-Anch’io, mi sento proprio come mi sentivo 7 anni fa, benissimo, da oggi staremo molto più spesso insieme-
-Certo figlia mia-
-Che dici se oggi andiamo a fare un po’ di Shopping insieme?-
-SIII! Tu non lo sai ma io amo lo Shopping solo che da quando ho saputo che non potevo…. Ehm volevo dire che da quando ho saputo della tua nascita mi sono completamente dedicata a te-
-Ah si? Bene allora vuol dire che oggi stesso andremo a fare Shopping e tu non ti comprerai assolutamente uno di quei kimono, voglio vederti in altre vesti-
-E va bene figliola ma solo per oggi-
-Certo mamma-
-Bene allora figliola, andiamoci a preparare per la nostra giornata-
-Sì, andiamo-
Misako le fa il solletico e Sana ride
-Hahhhahahhahaha ma- hahaha- mamma b-haha-bas-hahaha-basta ti pre-haahaha go-
Misako smette e ride anche lei
-Hahahhah, non ti vedevo ridere così tanto da molti anni-
-Già-
Entrambe si alzano dal letto e ognuna va in un bagno diverso e si preparano per la loro giornata.
Sana si sente felice come non mai.
Misako si sente allo stesso modo solo che ha ancora un senso di colpa molto grande.
Quest’ultima si toglie il kimono e si mette un pantalone molto carino con qualche perla qua e là e una maglia semplice bianca con la scritta nera “女性が自分自身であることによって強化されます*”.
Sana invece ha deciso di indossare un vestito verde acqua con una collana nera, delle all star nere per essere più sportivi e dei bracciali neri. Poi si mette un profumo alla vaniglia, un mascara, un lucidalabbra rosso all’odore di fragola e una linea di eye-liner.
Esce trovando di sua grande sorpresa sua madre vestita in modo semplice e con i capelli sciolti, sembrava una donna diversa ma allo stesso tempo bellissima.
-W-Wooow mamma! Sei…Fantastica-
-Tu dici figlia mia?-
-Ma certo, sei stupenda-
Si fanno un sorriso di complicità e all’unisono dicono
-SHOPPING! STIAMO ARRIVANDO!-
-Mamma! Che dici di comprarti questo?- domanda Sana alla madre Misako indicandole un collant bianco con una maglia con su scritto “Paris”.
-Che ne dici invece di comprarmi questo?- domanda Misako a Sana indicandole un kimono blu notte
-Mamma! Mi avevi detto che non avremmo pensato ai Kimono-
-Ma mi dici quelle robe quando le indosso?- disse indicando i vestiti che Sana aveva in mano
-Domani?-
-Figlia mia, ti ricordo che mi hai detto solo un giorno vestita normale-
-Ma-ma questo è sleale, stai così bene vestita in questo modo-
-E va bene lo compro ma compro anche il kimono-
-Bene, adesso andiamo a pagare-
-E tu? Non hai comprato niente per te?-
-Ma certo che sì, eccoli!- disse Sana indicando un mucchio di vestiti, gonne, pantaloncini e magliette.
Misako sbarra gli occhi ma dice solamente
-Su avanti andiamo a pagare-
Sana e Misako vanno a pagare e dopo si dirigono sfinite a casa.
Sana decide di andare a fare una passeggiata così dice alla madre
-Mamma, adesso vado a fare una passeggiata-
-Vai pure figliola anche se non so come fai a sopportare il caldo-
Sana ride ed esce.
Mentre cammina vede Conan ed altri suoi amici
-HEI CONAN!!- urla Sana da lontano.
Conan si gira e vede Sana che si avvicina
-Ciao Sana-
I bambini che erano presi a parlare tra di loro si girano verso la nuova arrivata e Ayumi dopo dice con ammirazione
-MA.. MA… MA TU SEI QUELLA FAMOSA ATTRICE-
Sana ride e dice -Proprio io, con chi ho il piacere di parlare?-
-Io mi chiamo Ayumi Yoshida, loro sono i miei amici Conan Edogawa, Genta Kojima , Mitsuiko Tsuburaya e Ai Habara, noi siamo…-
Poi tutti insieme tranne Ai e Conan dicono -LA SQUADRA DEI GIOVANI DETECTIVE-
Sana fa un sorriso e dice
-è un vero piacere incontrarvi giovani detective-
Poi Sana nota degli agenti di polizia vicino al parco e domanda
-Sapete cosa è successo? Vedo degli agenti di polizia-
Conan s’intromette
-È impossibile che tu non abbia sentito niente ieri sera-
-Cosa avrei dovuto sentire?-
-Uno sparo, è successo appena pochi minuti che tu te ne sia andata ed è impossibile non averlo sentito-
-Oh, allora non mi ero sbagliata-
-In che senso?-
-Io ieri stavo passando dal parco per fare prima ma poi ho sentito il rumore di uno sparo, mi stavo dirigendo verso il luogo ma poi Akito mi ha fermata dicendomi che mi ero sbagliata-
-Akito e chi sarebbe?-
-Io- dice una terza voce che ha ascoltato tutta la conversazione.
-Oh, Akito! Ma… ma tu mi segui! Cosa sei una specie di paparazzo-amico?-
-No, non ti sto seguendo! Semplicemente mi sono trovato di passaggio e quando ho udito il mio nome sono intervenuto, niente di più-
- Oh bhe, se lo dici tu! -
Conan s’intromette
-Tu chi sei?-
-Un amico di Kurata-
-Okay-
Conan poi vede Takagi che correva velocemente verso l’ispettore Megure che stava ancora indagando sul caso del signor Mizu e dice
-Ehi! Takagi-Kun!-
Quest’ultimo si gira dalla parte del bambino e lo saluta
-Ciao Conan-
Conan a sua volta si avvicina al poliziotto seguito dai 4 bambini e da Sana e Akito.
-Come mai stavi correndo dall’ispettore Megure? Ci sono nuove informazioni sul caso del signor Mizu Haruo?-
-No, per il momento no, c’è stato un delitto, la vittima si chiama Kazuko Nakagawa. Il delitto è avvenuto tra le 6.00 e le 7.00 di questa mattina, abbiamo trovato un nuovo sospetto, si chiama Miura Amane-
-Ti possiamo dare una mano?-
Lo sguardo di Takagi era un po’ titubante, poi si decide e dice
-Va bene, basta che non intralciate il lavoro-
Akito e Sana intanto pensano
Quest’uomo è per caso impazzito? Vuole mettere sulle indagini dei bambini? Bhe, io li seguo
-Possiamo venire anche noi?- domanda Sana
Takagi con sguardo di chi ormai non può fare più niente dice
-Okay, basta che non vi fate scoprire dall’ispettore Megure altrimenti si arrabbia con me-
-Ma certo! Non si preoccupi-
Takagi con una gocciolina in testa pensa
Certo certo! Come no
Tutti quanti si dirigono verso la casa del signor Nakagawa e quando entrano Conan si fiondò subito vicino al corpo per trovare tracce che potrebbero incastrare il colpevole.
I detective Boys erano tranquilli ormai abituati ai giri di omicidi mentre Sana strillava e Akito rimaneva impassibile alla scena che si stava ponendo davanti agli occhi.
<< AKITOOO! BRR, NON HO MAI VISTO UN CADAVERE >>
<< Facci l’abitudine mia cara >>
<< Guarda che le persone non muoiono ogni giorno >>
<< Vai con i marmocchi e ne troverai >>
<< Hei tu! Per caso vuoi dirci che portiamo sfortuna? >> s’intromette Genta.
<< Esattamente! >>
<< Ma che insolente! >>
Akito alza le spalle
<< Pensala come vuoi, non mi metto a litigare con dei marmocchi >>
<< Noi non siamo dei marmocchi >>
<< Su smettetela! >> li riprende Takagi.
<< Takagi! Che ci fanno tutte queste persone qui? >>
<< Oh ciao Sato! I ragazzi hanno insistito che venissero con noi e… >>
<< Tu non hai saputo dire di no, ma ti rendi conto che se ti scopre l’ispettore finisci nei guai vero? >>
<< Purtroppo sì >>
<< Allora se ci tieni proprio a questo lavoro cerca di mandarli via altrimenti falli rimanere ma che non s’impiccino nel nostro lavoro e soprattutto che l’ispettore Megure non li scopra, e parlo anche di quei due ragazzi lì infondo >>
<< Sì Sato >>
Nel frattempo anche i sospettati arrivano
<< Bene, ci spiegate perché siamo qui? >>
Disse uno di loro
<< Per informarvi che il signor Nakagawa è deceduto e voi siete i principali sospettati >>
<< E per quale motivo lo saremmo scusate? >>
<< Iniziando da lei signorina, è sospettata perché doveva una grossa cifra di denaro al signor Nakagawa e lei non poteva pagare ma la vittima la ricattava di far perdere lavoro a sua madre che lavorava nella sua agenzia >>
<< E allora? Comunque io non l’ho ucciso >>
<< Questo si potrà dire una volta scoperto l’assassino, lei rimane per adesso una probabile colpevole così come gli altri >>
Sato allora prende il suo block-notes degli appunti e dice
<< Allora, abbiamo 3 sospetti,
la signorina Miiko Amashi, 27 anni, sospettata perché la sua famiglia è andata in rovina a causa della vittima che gli ha tolto il lavoro e a causa di ciò, la signora Sakiko Amashi, madre della sospettata, si è ammalata gravemente.
La signora Tamami Nobi, 31’ anni sospettata perché su quanto abbiamo investigato, suo marito Benkei Nobi ha dovuto subire dei ricatti dalla vittima portandolo al suicidio.
Poi abbiamo la signora Amane, che come abbiamo detto, è sospettata perché doveva una grossa cifra di denaro al signor Nakagawa e lei non poteva pagare ma la vittima la ricattava di far perdere lavoro a sua madre che lavorava nella sua agenzia.
E infine abbiamo la signora Saori Nanami 29 anni, aveva un bambino di 3 anni, Ikemoto, morto 2 anni fa a causa di un incidente >>
Quest’ultima appellata s’intromette
<< Non vedo cosa possa centrare con la morte di Nakagawa >>
<< Semplicemente perché facendo accurate ricerche abbiamo scoperto che la causa della morte di suo figlio è stato proprio la vittima e abbiamo pensato di aggiungerla ai sospettati perché forse lo sapeva già >>
<< Ma io non lo sapevo, solo adesso me lo avete detto e sono anche sorpresa perché io e Nakagawa eravamo amici sin dal liceo, ci conoscevamo da tanto e ancora non riesco a crederci che abbia fatto una cosa del genere proprio a me >>
<< Tempo al tempo signora, presto scopriremo tutto >>
La signora se ne sta zitta e tra i suoi pensieri si mette in un angolo dove stavano anche gli altri sospettati.
Conan iniziò ad investigare trovando un filo di lana blu.
Lo prese con dei guanti e glieli diede all’agente Takagi.
<< Takagi-Kun! Ho trovato questo filo di lana vicino alla poco più in là dal corpo della vittima, potrebbe essere una prova non crede? >>
<< Bravo Conan-Kun, potrebbe essere del colpevole >>
Ma che razza di bambino è?
Pensa Sana che stava guardando tutta la scena.
Quest’ultima poi chiede dove si trova il bagno all’agente Sato
<< Mi scusi! >>
<< Si? Mi dica >>
<< Mi può indicare il bagno? >>
<< Certo, svolta il corridoio, seconda porta >>
<< La ringrazio >>
<< Di niente >>
Sana va in bagno così come il colpevole per togliere di mezzo le prove.
Sana una volta in bagno inizia a sistemarsi i capelli e a metà coda nota che sotto il lavandino c’era un oggetto molto particolare che non aveva mai visto.
Che cosa sarà mai?
Il colpevole che fino a quell’attimo fa stava aspettando che Sana uscisse quando vide l’oggetto in mano alla ragazza iniziò a sudare freddo.
Oh no! Sono nei guai, devo farla fuori altrimenti quella ragazzina mi compromette tutto il piano…
SPIEGAZIONI
*女性が自分自身であることによって強化されます (LA SCRITTA SULLA MAGLIETTA DI Misako) = una donna si valorizza per quello che è (un po’ lunghina non credete XD)
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