Quelle cose rare

di secsihug
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo uno ***
Capitolo 3: *** capitolo due ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Avete presente la sensazione che si prova al suono dell’ultima campanella dell’ultimo giorno di scuola? L’entusiasmo dell’inizio dell’estate? La felicità nello scartare i regali il giorno del proprio compleanno o di natale? Quando la persona che vi piace vi bacia? Quando le persone più improbabili vi fanno gli auguri per il vostro compleanno? E ora passiamo alle cose negative, l’odio che sale verso qualcuno che vi scantona a terra durante una partita importante? La collera verso vostra madre che urla di risistemare la vostra camera? Vostro padre che si lamenta dei caricabatterie buttati ovunque dentro casa? Il dolore che provate quando la persona che vi piace ci prova con un’altra? Ecco com’è la vita, alterna momenti di felicità ad altri di dolore, ma ci può essere qualcosa che vada semplicemente “normale” non bene e neanche male, ma semplicemente vada. La vita è come un fiume, si sa che percorrerà sempre la stessa strada, ma a volte potrà inondare le paludi vicine o essere in secca, oppure arrivati alla foce si ramificherà ed ogni molecola o perché trascinata da una forza esterna o per sua volontà prenderà la sua destinazione.
Grace non aveva un buon rapporto con il suo vicino di casa, si conoscevano da sempre e da sempre si odiavano. A tre anni le aveva staccato il braccio della sua bambola preferita, a sei anni le aveva spezzato tutte le matite e sapeva quanto ci tenesse, a dieci anni era riuscito a metterla contro tutte le sue amiche. Come poteva non odiarlo? Grace non era da meno, gliene aveva combinate di cotte e di crude anche lei, lo aveva fatto lasciare con un paio di ragazze, gli aveva rubato la bici, gli aveva bucato tutti palloni pur sapendo quanto ci tenesse. Era inevitabile uno sguardo fulminante quando si incontravano. Nonostante tutto ciò le loro madri, amiche da troppo tempo, si ostinavano a farli giocare e passare del tempo ancora insieme. A Grace dava davvero fastidio quel ragazzo, per di più era il migliore amico di suo fratello Nash e avevano frequentato tutte le scuole insieme. Ora avevano diciannove anni e fortunatamente per Grace era arrivato il momento di non andare tutte le mattine a scuola con quei due che si stavano preparando per entrare al college. Proprio non riuscivano ad andare d’accordo Grace e Cameron,  Grace ci aveva provato in un’infinità di modi, anche solo per non far dispiacere il fratello delle loro continue ostilità, ma niente lui non voleva proprio saperne. Non sa né come e né quando Grace smise di provarci, tutti i suoi tentativi erano stati vani e per di più doveva continuare a sopportarlo a casa, al bar, ovunque era lei di sicuro avreste potuto trovare anche lui. Erano entrambi convinti che queste casualità non fossero accidentali ma volute da tutti e due, nell’ultimo periodo le cose sembravano andare meglio, ma non bene, la tensione si leggeva ancora nei loro occhi i giovedì sera quando i loro genitori uscivano insieme e i ragazzi, come sempre, erano  costretti a starsene in casa a trascorrere del tempo insieme. Grace doveva ammettere che le sarebbe dispiaciuto se Cameron e Nash avessero chiuso i battenti, è difficile da spiegare, ma non ritrovarselo più tra i piedi sarebbe stato molto strano dopo tutti questi anni e ci sarebbe rimasta male nel vedere il fratello senza il suo compagno di avventure. Ne avevano combinate davvero di tutte i colori quei due e tra loro c’era un’affinità che non poteva esistere tra nessun altro sulla Terra. Erano migliori amici a tre anni quando giocavano con le carte dei Pokemon, a sei anni il primo giorno di scuola con gli zaini più grandi di loro, a nove con la prima cotta, a tredici quando scelsero lo stesso liceo, a quindici durante la loro prima “scopata”, a sedici con la maggiore età e la patente; erano migliori amici quando litigavano e si insultavano, quando erano fidanzati, quando si incazzavano, quando si rispondevano male, quando qualcuno provava a dividerli, quando non si vedevano (cioè mai perché passavano l’intera vita insieme, andavano anche in vacanza insieme ormai), e quando non avevano niente da dire non era imbarazzante guardarsi e starsene buoni. Erano esattamente compagni di vita, quello che non aveva uno lo possedeva l’altro per controbilanciare i loro caratteri, erano due pezzi di puzzle che si univano perfettamente e si incollavano con la colla più forte e resistente, l’amicizia, quella vera, quella solida e indistruttibile,  in modo da non potersi dividere mai.
Meno male c’era Sierra che nonostante fosse più grande di tutti loro teneva compagnia a Grace durante quei giovedì monotoni. Sierra era la sorella di Cameron, il vicino di caso altezzoso, uno dei ragazzi più popolare della scuola insieme ai suoi amici Nash, Matthew, Taylor, Carter, Jack, Jack, Aaron, Shawn e Hayes. 

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Capitolo 2
*** capitolo uno ***


Quei giovedì sera passavano abbastanza veloci, Grace e Sierra se ne stavano in cucina a guardare la televisione tra una chiacchiera e un’altra mentre Nash, Hayes (l’altro fratello di Grace, di diciotto anni), Will(aveva ventidue anni ed era il fratello maggiore della famiglia Grier) e Cameron se ne stavano in soggiorno a giocare alla play o a registrare degli stupidi video invitando a casa anche gli altri loro amici.
Fu uno di quei consueti giovedì sera che Grace ebbe l’occasione di approfondire la sua conoscenza con Taylor, che quella notte sarebbe rimasto a dormire lì, erano sempre stati amici ma non  avevano mai avuto l’occasione di trascorrere così tanto tempo insieme. Sierra ne aveva approfittato per avere un appuntamento con il suo ragazzo e Grace fu costretta dai fratelli a non andare a rinchiudersi in camera sua ma a rimanere con il gruppo a prendere parte alle azioni infantili che compievano.
“perché c’è anche Grace?” chiese infastidito Cameron dalla presenza di Grace. Hayes lo squadrò.
“me ne vado” fece per andarsene Grace ma Cameron l’afferrò per la vita e avvicinò la bocca al suo orecchio sussurrandole “no dai, pensavo fossi da Victoria” con una voce calma e soave.
Victoria era la migliore amica di Grace e passavano quasi tutte le giornate insieme e il non vederle insieme era abbastanza preoccupante.
“vedi perché!” disse Grace voltandosi verso Nash riferendosi alla precedente richiesta incessante da parte di Nash e Hayes a passare la serata con loro. Si allontanò e si sedette sul divano.
“Cameron non è cattivo, è fatto così, ma noi gli vogliamo bene lo stesso” disse Taylor poco dopo  mentre si gettava sul divano di fianco a Grace.
“voi sì, io no” ribatté stupita da quell’affermazione, ma anche dal vedere Taylor al suo lato.
“non prendertela, deve solo mettersi in mostra e comandare”
“lo so” fece spallucce “come se non lo conoscessi” si girarono entrambi ad osservarlo dall’altra parte della stanza che parlava a telefono con qualcuno.
“com’è iniziata questa disputa tra voi due? “ chiese Taylor facendo distogliere lo sguardo di Grace dalla figura di Cameron.
“non so di preciso, so che non siamo mai andati tanto d’accordo, quando ero piccola lo vedevo come un bambino che si voleva impossessare dei miei fratelli, ed era così, stavano sempre insieme e questo vizio si è protratto negli anni, è così tutt’ora”
“ma non lo fa con cattiveria, è un bravo ragazzo, sai quanto ama piacere alle ragazze, sei l’unica che non se l’è cagato mai da questo punto di vista” sfoggiò un sorrisone.
“non credo non andiamo d’accordo per questo motivo” rise Grace.
“beh magari un giorno finirete insieme, non credi?” continuò Taylor ridendo.
“non siamo in un film, questa è vita vera e dall’odio non nasce l’amore, massimo amicizia!” filosofò Grace.
Continuarono a parlare a lungo fino a che Matthew non li interruppe “venite con noi? Andiamo a prendere un gelato!”  Taylor si voltò verso Grace “vieni anche tu?” scosse la testa.
“rimango con lei” urlò Taylor a Matthew che stava chiudendo la porta dietro di sé. 

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Capitolo 3
*** capitolo due ***


“potevi andare con loro” disse dolcemente Grace.
“non preoccuparti, non volevo restassi da sola in casa a quest’ora” la rassicurò guardandola negli occhi.
“a momenti sarebbero arrivati mamma e papà”
“era un pretesto per rimanere un po’ da solo con te” le sorrise.
Grace si addormentò sulla spalla di Taylor e al risveglio si ritrovò nel letto e al suo fianco quel magnifico ragazzo che l’aveva portata in camera qualche ora prima. L’orologio segnava le 7.05, doveva alzarsi o avrebbe fatto tardi a scuola, lo fece a malincuore era così perfetto rimanere al caldo sotto le coperte con Taylor che l’abbracciava. Prima di uscire diede un piccolo bacio sulla morbida guancia di Taylor e gli sussurrò un “grazie” che lui sentì perché strascicò con la voce impastata dal sonno qualcosa che suonava tipo un “di niente”.
 
“sto facendo pensieri sconci su vostra sorella” disse Taylor malizioso fissando Grace che stava uscendo di casa per andare a scuola e riferendosi a Nash e Hayes . Quest’ultimo gli tirò un pugno scherzoso sulla spalla e ghignò un “e dai!” da fratello geloso.
“ su Grace?” iniziò a ridere Cameron come se non fosse abbastanza chiaro ciò che aveva detto Taylor.
“cosa ha mia sorella che non va?” sbottò alquanto infastidito Nash a Cameron che si beccò uno sguardo fulminante da parte di Taylor.
“Nash dai, lo sai com’è il nostro rapporto, non c’è bisogno che ti arrabbi!” era fantastico come appena Nash alzava un po’ la voce Cameron faceva di tutto per farlo calmare, ci teneva troppo e il solo fatto di vederlo adirato con lui lo metteva di malumore.“io stavo pensando di provarci con Victoria” continuò.
“ma che battute di merda, già stai con lei!” disse Carter.
“ecco un altro fratello geloso” obiettò Hayes cingendogli le spalle con un braccio.
“ma provarci con qualche ragazza a cui non tengo così tanto?” ironizzò Nash. “Matthew andiamo via da questi porci” continuò prendendo sotto braccio scherzosamente Matthew e risero tutti insieme.
“Nash, dove vai? Non fare il geloso” urlò Cameron, Nash che si stava avviando verso la porta con Matthew si girò e farfugliando un “non sono geloso”  fece una linguaccia.
 “Ho dormito con lei stanotte” ammise Taylor.
“tu cosa? Stai scherzando?” si beccò come risposta da Hayes in coro con Nash che stava tornando nella direzione di Cameron e Taylor con il viso infuocato per la gelosia.
“meno male che non eri geloso” canticchiò Cameron.
“si lo sono” disse velocemente sperando che il messaggio arrivasse a tutti ma senza dare troppo nell’occhio.
“nelle mani di Taylor è al sicuro” si intromise anche Matthew alla conversazione.
“guai a te se la fai soffrire!” lo avvisò Hayes con tono amichevole per poi sorridere entrambi.
“ahia Taylor! Occhio che tu ne hai tre di fratelli contro e anche il padre, non so quanto ti convenga, io almeno ho solo Carter!” esclamò Cameron provocando le risate di tutti e con l’intenzione di prendere in giro Carter. Alla fine Nash e Hayes seppur un minimo gelosi non erano contro Taylor, egli era un ragazzo quasi perfetto, non uno  che ci provava con tutte ma solo se le interessava profondamente davvero qualcuna.

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