Ruby & Sapphire: Il futuro

di ChrysTheElf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Il peso del mantello ***
Capitolo 2: *** II. Calore ***
Capitolo 3: *** III. Il gruppo al completo ***
Capitolo 4: *** IV. Nostalgia di un duello ***
Capitolo 5: *** V. Presagi di battaglia ***
Capitolo 6: *** VI. Ogni soluzione porta con sé un nuovo problema ***
Capitolo 7: *** VII Parte 1. Il punto di partenza ***
Capitolo 8: *** VII Parte 2. Nei guai ***
Capitolo 9: *** VIII. Comunicazioni importanti ***
Capitolo 10: *** VeroVIII. Ritrattazioni, scommesse e complicazioni ***
Capitolo 11: *** IX Parte 1. Incontri di rabbia ***
Capitolo 12: *** IX Parte 2. Avventati? ***
Capitolo 13: *** X Parte 1. Speranze ***



Capitolo 1
*** I. Il peso del mantello ***


Ruby scrutava l’orizzonte dalla finestra di camera sua. Una lacrima scendeva lungo la sua guancia mentre i ricordi lo stavano assalendo. Il pesante mantello fluttuava nel vento, rendendo ancora più solida la sua presenza. Il Mantello del Campione. Com’era finito in tutto questo?
Ricordava ancora il girono preciso in cui aveva compreso che le Gare Pokémon non bastavano più. Lui sentiva di aver bisogno di andare oltre, raggiungere nuovi limiti e superarli. Così aveva sfidato Sapphire in un amichevole.
La ragazza, conoscendo bene la sua forza, sembrò per un attimo preoccupata, per poi rispondergli “Ah! Ho battuto tutte e 8 le palestre di Hoenn senza problemi, figurati se perdo con un coordinatore effemminato che per di più odia combattere!” Ruby l’adorava quando faceva così. Non era affatto femminile, ma trasmetteva una sicurezza, una voglia di impegnarsi e di dare il massimo che non poteva non contagiarti. Ma Ruby era troppo forte anche per lei, e anche se a fatica riuscì a batterla. Lei non aveva dato il massimo, certo, ma fu ugualmente una sconfitta bruciante. Per lei.
Per Ruby invece fu solo lo stimolo decisivo a lasciare le gare per dedicarsi alle sfide. Partecipò alla Lega e la vinse, per poi sconfiggere anche i Superquattro ed il suo maestro Adriano. Non risparmiò neppure Rocco quando lo incontrò a Verdeazzupoli, sebbene quella fosse stata una battaglia eccezionale.
Resosi conto che il titolo di Campione non faceva per lui, lo abbandonò solo due giorni dopo, per poter viaggiare libero per Hoenn, come un tempo. Anzi, con qualcosa di diverso da un tempo.
Da quanto non vedeva più Sapphire? Un mese? Due? Dopo che l’ebbe sconfitta alla semifinale del torneo della Lega Pokémon, lei gli disse che non poteva restare con lui, e decise di andare ad allenarsi alle Cascate Meteora.  In seguito lui non ebbe mai tempo di andarla a salutare, perché Adriano, a cui aveva ceduto il mantello era stato chiamato a Sinnoh, e lui era stato costretto a prendere il suo posto.
Ora vedeva la bellissima Iridopoli scintillare sotto di lui nel chiarore del tramonto, mentre ripensava a quel che era successo. Non era giusto. Lui non avrebbe mai voluto rimanere bloccato lì, in quella prigione che gli allenatori vedevano come un sogno lontano. Non lo meritava, c’erano altri che avrebbero meritato quel titolo più di lui: Rocco che l’aveva ceduto, Adriano che si era dovuto assentare, ma nessuno più di Sapphire. Lei sognava di farcela da quando aveva 10 anni e aveva vinto tutte le medaglie della regione. Ma non partecipò al Torneo della Lega fino a quando non vi partecipò anche Ruby. E proprio da lui venne sconfitta. Il destino sapeva essere proprio bastardo se ci si metteva d’impegno!
Bussarono alla porta.
-Avanti.
Entrò un tizio vestito in modo a dir poco singolare: ai piedi un paio di mocassini, e a tracolla una chitarra elettrica. Una Fender Stratocaster. Roba da professionisti. La cosa che chiunque avrebbe notato per prima, però, era un’assurda capigliatura, una cresta rossa a forma di fiamma. Il classico stereotipo del punk, per capirci.
-Ciao Ruby.
-Oh, ciao Fosco! Entra pure- Quei due erano diventati amici dopo che Ruby aveva assunto il titolo di Campione. Con Frida o con Drake non parlava molto, ma con Fosco ed Ester era un’altra storia. Ester era giovane e gentile con tutti, era difficile per Ruby non trovarsi bene con una come lei. Fosco, invece, era un po’ come un fratello maggiore che sapeva sempre consigliarti le scelte giuste perché in vita le aveva sbagliate tutte quante. Bastava fare il contrario di quel che aveva fatto lui.
-Stavi pensando?
-Sì.- Rispose il ragazzo, cupo -Ogni tanto mi faccio ancora prendere dai ricordi. Soprattutto da Sapphire.
-Ecco, appunto! Da quant’è che non la vedi?- La domanda peggiore che potesse fare. Naturalmente se ne accorse subito dopo averla detta.
-Tranquillo, Fosco- Gli disse Ruby notando la faccia mortificata dell’amico -Io... io è da troppo che non la vedo. Sento di essere cambiato, e... sento che da quando lei è andata alle Cascate Meteora sto cambiando ancora di più.
-Alle Cascate, eh? Forse è con Rocco quindi- Rifletté Fosco.
-Cosa? Ma allora forse è con lui che si sta allenando!- “E brava Sapphire!” pensò “Non riesci proprio a mandarla giù, eh?”
-Ah, sì, era proprio di questo che volevo parlarti. Da domani potrai salutarla! E’ appena tornato Adriano.


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Capitolo 2
*** II. Calore ***


Ormai stavano per incontrarsi di nuovo, era evidente. Si chiese se fosse pronta. Naturalmente la risposta era no, ma la nostalgia e la voglia di lui superavano perfino la sua paura di non essere all’altezza.
Lui non aveva mai voluto umiliarla, non era mai stato arrogante e probabilmente non lo sarebbe mai nemmeno diventato, ma lei si era comunque sentita umiliata, dopo quella sconfitta. Lei, lei che fino a poco prima era la più forte, aveva perso. Per Ruby era stata una vittoria sofferta, ma questo non riusciva a consolarla. Quel dolore, quella umiliazione... ma non c’era solo questo.
Il peggio è che lei sapeva già che sarebbe successo. Ruby in passato era cambiato proprio a causa sua, a causa della paura che lei aveva provato nel vedere la sua furia e la sua ferocia. Era cambiato per lei. Ma dopo averla salvata da Groudon e Kyogre, era diventato evidente che non sarebbe più riuscito a sfuggire alla sua vera natura ancora a lungo. Un lupo non può diventare all’improvviso agnellino. Sentito inconsciamente saldato il suo debito verso di lei, non poteva più resistere al richiamo delle lotte.
Ruby era sempre stato così. Ora era solo tornato ad esserlo.
 
Un’alba senza vita. Iridopoli era sempre così, una bella città ma senza abitanti, salvo quei quattro o cinque allenatori che di quando in quando tentavano di attraversare la Via Vittoria. Ma ora la stava lasciando.
Aveva parlato la sera prima con il suo maestro Adriano, e quella mattina era deciso ad incontrare di nuovo Sapphire. Per qualche strana ragione, però, non stava andando verso le Cascate Meteora. Il suo istinto lo stava guidando verso il Monte Camino. Non poteva essere solo un caso.
Rifletté sui suoi viaggi per Hoenn durante il tragitto in groppa a Swellow. Lui avrebbe sempre voluto girare quella regione per intero, ma tra le Gare, la possibile fine del mondo, la famiglia ed in seguito il titolo di Campione, non ne aveva mai avuto la possibilità. E non l’aveva neppure ora.
Il Monte Camino non sembrava avere nulla d’insolito, a prima vista. Ma una volta atterrato si accorse che nulla era come avrebbe dovuto, bastava osservare il comportamento dei pokémon: i Machop se ne stavano rintanati nelle loro tane tremanti di paura, i Numel si muovevano aggressivi per tutta la montagna. Esattamente il contrario di come doveva essere.
Non avendo mai visitato la montagna, decise di dare un’occhiata al cratere vulcanico. L’aria era fredda a causa della cenere che copriva il cielo continuamente, ma arrivato in prossimità della cima, cominciò a sentire un caldo soffocante. Un po’ troppo per un vulcano che solo qualche anno prima era stato prossimo allo spegnimento.
Arrivò sul limite del cratere e guardò giù. Una macchia rossa luminosa bolliva sotto di lui, trasmettendogli tutta la forza vera della terra. Rocce fuse dalla temperatura di quasi quattromila gradi, molto più devastante di qualsiasi mossa pokémon. Nemmeno Lavasbuffo o Mamgaclisma avrebbero mai potuto raggiungere un calore del genere.
-Ciao - Disse -Quanto tempo.- Non aveva bisogno di girarsi. E, soprattutto, gli mancava il coraggio per farlo.
-Ciao, Ruby - Quella voce, così triste e così malinconica. Quella voce che sognava da mesi. Non riuscì più a resistere, si girò di scatto dietro di sé. E la vide, la vide di nuovo, finalmente.
Se il calore non l’avesse proibito, probabilmente avrebbe pianto. Era ancora la ragazza di prima, ma al contempo sembrava diversa. Più matura, ma anche più serena, come se non avesse più nulla al mondo che la potesse buttar giù.
 
Com’era cambiato. Sia lei che Rocco erano che l’avrebbero incontrato lì. Il suo istinto non era forte quanto quello di Sapphire, ma anche Ruby poteva percepire queste cose. Il loro legame ormai era troppo forte.
Ormai pareva quasi un adulto, era più forte, ma sembrava aver perso la spensieratezza che sembrava sempre avere. Aveva il buio nei suoi occhi, come se in questi mesi avesse sentito su di sé un dolore troppo grande. Il peso dell’essere il campione, e lei non era mai nemmeno stata presente per aiutarlo. Si sentiva in colpa.
-Salve Ruby!- Almeno Rocco sembrava allegro. In effetti con lui non si può mai dire, visto che era riuscito a sembrare allegro anche al suo migliore amico quando in realtà sapeva di stare per morire.
-Oh, ciao Rocco! Allora Fosco aveva ragione, Sapphire si è allenata veramente insieme a te - Voleva apparire tranquillo. Ma non ne era mai stato capace, e si vedeva. Era quasi buffa la scena.
-Già. In un certo senso, però, è stato istruttivo anche per me. Comunque, ora, prima che tu e Sapphire vi saltiate addosso, e si vede che state per farlo, credo sia il caso di parlare.


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Capitolo 3
*** III. Il gruppo al completo ***


Chiedo scusa a tutti per averci messo così tanto a postare il nuovo capitolo, e spero che restiate comunque soddisfatti del risultato. Voglio ringraziare inoltre a ShadowMewtwo99 e Nodi per le loro recensioni, e auguro a tutti una buona lettura.

Il concetto che Rocco aveva di “parlare” era più o meno: “Anche se voi non lo sapete, il mondo sta per finire. Come scongiuriamo il pericolo?”
Particolare? Sapphire ci era abituata. Ruby un po’ meno, ma in fondo aveva esperienza di queste cose. Avrebbe preferito stare un po’ da solo con Sapphire, ma se il suo istinto l’aveva guidato sul Monte Camino un motivo doveva esserci. Hoenn era di nuovo in pericolo.
Però, d’altro canto, era possibile che toccasse sempre a loro salvarla? No, seriamente, e quando fossero morti cosa ca*** sarebbe successo a quella regione? Ma vabbeh, per ora tanto valeva salvarla e non pensarci.
Ruby aveva proposto di discuterne in tranquillità al Centro Pokémon di Cuordilava, ma Rocco non era d’accordo.
-Siamo troppo potenti e troppo famosi- Aveva detto -Già da soli attireremmo l’attenzione, ma in gruppo... non voglio neppure pensarci- Dopotutto aveva ragione. Come sempre. Quanto era tosto quel tipo!
-Ok- gli aveva risposto, per poi aggiungere -Aspetta, mi è venuta in mente una cosa!
Rocco l’aveva guardato incuriosito. Fosse stato un fumetto, gli sarebbe uscito un punto interrogativo sulla testa. -C’è qualcun altro a cui dobbiamo chiedere aiuto.
 
Nella Palestra di Petalipoli, gli allenamenti procedevano a pieno regime.
-Gallade! Psicotaglio!- Stava ordinando un ragazzo dai capelli verdi. Il suo pokémon, una figura slanciata verde e bianca con delle lame sulle braccia si scagliò contro al proprio avversario, una specie di orso molto peloso con un naso gigantesco.
Il suo allenatore, un uomo sulla quarantina dal fisico in forma e dall’aria di chi, nella vita, avesse già combattuto più battaglie di quante fosse disposto ad affrontarne, non reagì. Rimase immobile, gli occhi chiusi, fino a che il suo pokémon non venne colpito. A quel punto aprì gli occhi, ordinando:
-Slaking, afferralo!- Con una rapidità insospettabile vista la mole, il pokémon fece quanto gli era stato chiesto: bloccò Gallade cingendo le braccia dietro la sua schiena, incurante delle ferite procurategli dal colpo.
-AEROASSALTO!- Impossibile schivare un colpo del genere da quella distanza, persino per un pokémon veloce come Gallade.
Ma non era abbastanza. Gallade si rialzò, pronto a continuare.
-Ci sei Gallade? Allora vai con Breccia!- Il ragazzo dai capelli verdi aveva deciso di approfittare dell’abilità Pigrone di Slaking per poterlo sfondare di colpi. Una tattica sensata, ma dopo un paio di colpi, il pokémon avversario fu già pronto a reagire. E Gallade era troppo vicino per controbattere.
-Slaking, chiudiamo. Gigaimpatto!-  Un botto. Fumo. Gallade era a terra.
E così, aveva perso di nuovo. Nulla di strano, per carità, ma ogni tanto gli sarebbe anche piaciuto spuntarla.
-Bravo, Lino.
-Suona falso dopo una vittoria del genere, Norman -  Certi complimenti non li sopportava. Sapeva che il suo maestro credeva davvero in quanto aveva detto, ma a che serve un complimento se alla fine perdi comunque? Che merito aveva?
-Ma no, dai. Sei stato bravissimo Lino!
Quella voce. Lui. Il suo migliore amico, la persona che gli aveva donato quello che era stato il suo primo pokémon. E ora era lì.
-Ruby!- Esclamò euforico -Cosa ci fai qui? Ti credevo alla Lega! Che bello rivederti!
Ok, forse un abbraccio non era il modo più indicato per salutare il proprio rivale nonché mentore nonché Campione in carica della Lega, ma... che diamine, dopo tutto il tempo in cui non si erano visti! Poteva anche starci, magari!
-Calma, Lino. Anch’io sono felice di vederti, ma, come dire... abbiamo una certa urgenza.
E in quel momento si accorse che qualcun altro era entrato in Palestra assieme a Ruby. E capì che quella non poteva essere solo una visita di cortesia.
-Ciao Norman- Disse Rocco -Possiamo prendere in prestito il tuo allievo?
 
Quei ragazzi! Nel vederli insieme sentì qualcosa alla bocca dello stomaco. Gli era affezionato. A tutti loro. Si sentiva un po’ come fosse il loro fratello maggiore: tutti loro erano già in grado di cavarsela da soli, ma avevano ancora bisogno di una figura che li guidasse. Era contento che Ruby l’avesse riportato in vita, quella notte.
Ma anche se era affezionato a tutti loro e riponeva in loro una fiducia smisurata, non poteva ancora rivelar loro tutta la verità. Il Presidente glielo aveva vietato, e anche se Rocco era un tipo tutto a modo suo,  nemmeno lui poteva ignorare un divieto del Presidente in persona.
Si limitò ad avvertire i ragazzi del ritorno del Team Idro e del Team Magma, di una cosa misteriosa chiamata Archeorisveglio che sembrava essere la loro arma segreta, e delle catastrofi che sarebbero sicuro accadute se non li avessero fermati. Neppure lui conosceva tutti i dettagli, e questo era il loro problema più grande.
Nessuno dei tre ragazzi prese bene la notizia: Sapphire, che già pure sospettava qualcosa essendosi allenata con lui, si infuriò; Lino divenne serio, segno che comunque allenarsi con Norman gli aveva insegnato ad affrontare le difficoltà; ma fu Ruby che lo sconvolse più di tutti: si era scurito in volto, per poi pronunciare una frase che mai avrebbe previsto “Avrei dovuto ucciderli, quella notte” aveva commentato, a voce abbastanza alta perché Lino e Sapphire lo sentissero. Si scusò subito per quella frase, e sembrava sincero, ma Rocco non poté fare a meno di notare quanto fosse cambiato dal solare undicenne di cinque anni prima. Già allora aveva un lato più cupo, ma adesso era diventato più maturo, più forte, ma insieme a quello ancora più tetro e lunatico.
Quei ragazzi! Quei ragazzi a cui voleva così bene! Quei ragazzi che ora erano cambiati. Quei ragazzi che ora erano l’unica speranza di Hoenn, e forse, del mondo.

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Capitolo 4
*** IV. Nostalgia di un duello ***


Tramonto. Ora di cena. Sapphire stava arrivando dietro di lui, mentre contemplava il laghetto in parte alla Palestra, con il suo fido Zuzu lì vicino che sguazzava nell’acqua. Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dalle parole della ragazza.
-Hey- Lo chiamò -Devo parlarti.
Sapeva già cosa voleva dirgli. Ma si arrischiò ugualmente a chiederglielo -Di cosa?
-Di quello che hai detto oggi pomeriggio- Ecco. Appunto. -Il tuo commento sulla tua scelta di quel giorno.
Non le rispose. Non sapeva cosa dirle, e comunque nulla avrebbe cambiato il suo stato d’animo. Era delusa, oltre che arrabbiata.
-Sei cambiato- Gli disse dopo aver capito che lui non aveva niente da dire -Non sei più come prima.
No! Questo no! Ruby iniziò improvvisamente ad arrabbiarsi. Non era giusto! Non dopo quello che aveva passato!
-Ah sì? Davvero? Beh, ti stupisce la cosa? Piuttosto, riconosci le tue responsabilità! Non ho fatto tutto da solo! Parte della colpa è stata anche tua! Tu mi hai abbandonato, dopo quell’amichevole!- Fece una pausa. Si sentiva in colpa, triste, ma non aveva finito -Io lo sapevo già!- Urlò con le lacrime agli occhi -Sapevo che prima o poi la mia natura avrebbe preso il sopravvento, sapevo che non sarei riuscito a resistere in eterno! Per questo ti volevo vicina, perché speravo che con te in parte sarei riuscito a controllarmi! Ma sono cambiato!-  Tutto il suo impeto si spense -E io... non l’avrei mai voluto. Non avrei voluto diventare come sono adesso.
Sapphire fece qualche passo indietro, con le lacrime agli occhi, ma rimase lì. Ruby la superò e si diresse a casa di Lino per la cena, la ragazza che lo fissava con un’espressione indecifrabile.
 
Si sentiva in colpa per quanto successo quel pomeriggio. Non poteva sapere quel che Ruby aveva passato, quanto si era odiato da solo per come stava diventando, quanto avrebbe voluto averla accanto.
Era troppo. Ormai aveva capito che quella notte non poteva dormire, quindi andò a farsi un giro per Petalipoli. Svegliò Blaziken facendola uscire dalla pokéball e, anche se questo sembrava averlo messo di malumore, il pokémon la seguì.
Ma Ruby era lì, eccolo, lì di fronte alla Palestra! Tra il milione di pensieri che le attraversò la testa, capì di dovergli parlare, anche se non se la sentiva.
-Oggi è la seconda volta che mi arrivi alle spalle- Non proprio quel che si definisce un saluto cordiale, ma probabilmente era ancora di pessimo umore.
-Neanche tu riesci a dormire, eh?
-In realtà... ho avuto un incubo.
Un incubo? Improvvisamente Sapphire sentì il bisogno di confortarlo, così, senza un vero motivo.
-Che tipo di incubo?
-E’ sempre lo stesso, da quando abbiamo salvato il mondo. Magari non lo sogno per due settimane, a volte anche per un mese, così mi illudo che sia sparito. Ma naturalmente no. E ritorna, insistente, e ogni volta mi spaventa come se fosse la prima.
Si interruppe. Lei lo incitò ad andare avanti.
-All’inizio ci siamo tu ed io, siamo bambini. E c’è Salamance. Sì, è proprio come quella volta, ma il finale è diverso: Salamance mi scaraventa di lato e se la prende con te, e io non posso far altro che assistere alla tua morte. Sono immobile- Una pausa -Ma quando abbassa gli artigli su di te, la scena cambia. Rivivo la morte di Rossella, e non appena viene sepolta dalle rocce compare Groudon. Mi scaglia via e a quel punto...- Un'altra pausa, il terrore che traspare dalla sua voce -Assisto alla morte di mio padre.
Il suo volto si fece cupo. Non poteva biasimarlo. Se ne rendeva conto solo allora. Anche lei aveva incubi ricorrenti, ma la sofferenza che aveva provato non era nemmeno paragonabile a quella di Ruby, che in un sol colpo aveva perso il padre e un’amica. Celebi aveva riportato tutto come prima, ma certe ferite non possono essere cancellate facilmente. Un eroe, sì. Ma a che prezzo?
-Sei preoccupato perché sai che potrebbe succedere di nuovo?
Uno sguardo. Pieno di sofferenza al punto che la ragazza non osò andare avanti. Ma le ricordò che anche lei doveva parlargli.
-Scusa per oggi pomeriggio. Non volevo accusarti così, senza prima pensare alle mie colpe.
-No, non fa nulla- Sembrava così giù di corda, così sconfortato che all’improvviso si sentì protettiva nei suoi confronti -E’ colpa mia. Non avrei dovuto arrabbiarmi così. E poi avevi ragione. Già sono tormentato da quella notte, ma se addirittura li avessi uccisi... non credo che ora sarei ancora sano di mente.
Seguì una lunga pausa. “Buffo” pensò Sapphire “Non ci vediamo da mesi e già abbiamo esaurito gli argomenti di conversazione?”
-Hey, senti. Che ne dici di una sfida?- Propose ad un tratto Ruby, abbozzando un sorriso.
-Cosa?!- Esclamò Sapphire sbalordita -Ma come... Adesso?!? E se svegliassimo qualcuno?
-Che importa? Non sei ansiosa di una rivincita?- La stuzzicò col suo solito sorrisetto da provocatore.
-Ah, è così? D’accordo, allora! Zuzu contro Toro, immagino?
-Sei sicura?- Ruby parve sorpreso -Saresti in svantaggio.
-Paura?
-No, no. - Si arrese -Va bene, allora! Zuzu!- Lanciò in aria la sfera rossa e bianca, da cui uscì, perfettamente sveglio, il suo fido pokémon Fangopesce.
-Ottimo! E’ l’occasione giusta per mostrarti i risultati del mio allenamento con Rocco.
-Basta chiacchiere! Zuzu, Fanghiglia!
Blaziken venne investita da un’ondata di acqua e fango. Ruby già iniziava ad esultare, ma una volta che l’onda fu calata, scoprì che non c’erano pokémon  sotto di essa.
-Cosa...?
-Stramontante!- Il pokémon di Sapphire emerse appena davanti a Zuzu, colpendolo in pieno con un uppercut in faccia. Swampert barcollò per due passi, ma passato quell’attimo parve quasi illeso.
-Fossa, eh...?- Commentò il Campione -Mi hai stupito! Ma hai sbagliato i tuoi calcoli...!
Sapphire assunse un’espressione sorpresa, prima di guardarsi intorno freneticamente, alla ricerca di qualcosa che le facesse capire quale fosse stato il suo errore. Poi vide Blaziken e sussultò.
-Non ci credo!
-Proprio così! Zuzu, Idropompa!
Le zampe di Toro erano bloccate nella melma, residuo del precedente attacco del Pokémon Fangopesce. Era praticamente immobilizzata, a meno che...
-Calciardente!- Gridò l’allenatrice. Sarà stata la forza della disperazione, ma le fiamme sprigionate dalle zampe di Blaziken riuscirono a solidificare appena in tempo il terreno, permettendogli così di fare attrito e schivare, quasi per miracolo, l’attacco nemico.
-Che te ne pare?- Esultò baldanzosa Sapphire.
-Che ancora ti basi troppo sull’istinto- Fu la risposta secca del ragazzo.
Zuzu aveva infatti approfittato della distrazione dell’avversaria per gettarsi nel laghetto a fianco della Palestra. Ne uscì cavalcando con Surf un’onda di proporzioni ciclopiche, che investì in pieno il Pokémon di fuoco. Quando riemerse, Toro era semisvenuta e boccheggiante, non certo nelle condizioni di combattere oltre.
-E’ così è finita anche questa...- Mormorò Sapphire. Non poteva nascondere di essere rimasta delusa, ma andava bene. Era partita in svantaggio, ma non si era battuta male. Per ora bastava. Richiamò il pokémon, e l’altro la imitò.
-Eh già. E adesso?- Ruby sembrava molto più allegro rispetto a quando avevano iniziato il discorso -Che si fa, torniamo a letto?
-No, guarda, pensavo di andare a scalare il Monte Pira- Rispose sarcastica la ragazza -Che altro vorresti fare?
-Nello stesso letto?- Insinuò il coordinatore con aria innocente.
-Ora non ti allargare troppo!



 

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Capitolo 5
*** V. Presagi di battaglia ***


La notte porta consiglio? Non sempre, a quanto sembra, o almeno per lui non era stato così.
Sì, era contento che Ruby l’avesse cercato per chiedergli di unirsi al gruppo, ma... cosa doveva fare di preciso? Insomma, il Team Magma, il Team Idro, l’Archeorisveglio -qualunque cosa fosse- e poi? Tra l’altro, gli era stato detto che Max e Ivan erano morti. Ivan aveva ucciso il rivale e poi era defunto combattendo contro i Dexholders. Com’è possibile che ora si scopra che sono ancora vivi? Che qualcuno li avesse... risuscitati? Ma no, era impossibile!
“Basta pensare a quello!” Si disse “Pensa piuttosto a come renderti utile!”
-Ciao Lino- Lo salutò Rocco.
-Ciao Rocco. Stai andando a fare colazione?
Aveva una faccia sciupata, esausta. Conoscendolo, era probabile che avesse passato tutta la notte a pianificare, a discutere con il Presidente dell’Associazione Pokémon e -perché no?- anche a parlare al telefono con Adriano, che non vedeva da mesi.
Si sedette a tavola insieme a Rocco, dato che Ruby e Sapphire erano ancora a letto. La cosa non  lo stupiva: li aveva sentiti quella notte, mentre uscivano, anche se non sapeva quando fossero rientrati (si era addormentato nel frattempo).
-Allora, Rocco? Qual è il tuo piano?
-Non ne sono sicuro, ma io penso che prima di tutto dovremmo dirigerci a Ceneride. Credo che nella Grotta dei Tempi ci sia ancora qualcosa in grado di aiutarci.
Non era molto elaborato, ma sembrava avere -quasi- un senso. All’improvviso a Lino venne in mente una domanda:-Rocco, ora che ci penso... perché tu continui a venire con noi? Insomma, avresti potuto chiedere ad Adriano, o ai Superquattro, o a qualcun altro.
Rocco sorrise. Anche lui si era posto quella domanda, e sapeva esattamente cosa rispondere.
-Ti rispondo con un’altra domanda. Tu credi che se Hoenn fosse stata in pericolo, Ruby e Sapphire non sarebbero intervenuti? Che tu non saresti intervenuto?
No, non lo credeva. Glielo si leggeva in faccia.
-No, penso. E vedi, il fatto è che ho visto di persona quanto siete migliorati: Ruby mi ha sconfitto, Sapphire che io stesso ho allenato è ormai al mio livello, e tu sei allievo di Norman, l’Inseguitore Della Forza. Ma siete ancora giovani. Non prenderlo come un insulto, ma avete ancora bisogno di una figura di riferimento. So di cosa siete capaci. Ma conosco anche i vostri limiti, e se c’è una capacità che a tutti e tre manca, è quella di saper ragionare a lungo termine, mi capisci?
Non del tutto. Era un po’ difficile: Rocco li stava sottovalutando, o li riteneva già in grado di fare da soli? Era confuso, ma decise di non starci troppo a pensare. Non a stomaco vuoto.
 
Ruby e Sapphire mangiarono in fretta, così prima di mezzogiorno furono già tutti e quattro pronti a partire. Si diressero a Ceneride come previsto, viaggiando sul dorso di Metagross di Rocco. Quest’ultimo rimase concentrato su un punto fisso all’orizzonte per tutta la durata del viaggio. Non parlò, si limitò ad ascoltare i discorsi dei tre ragazzi. Loro preferirono non parlare del ritorno dei due Team, preferendo argomenti più allegri, tipo musica, film, eccetera. Ma si sentiva che erano preoccupati. “E ci mancherebbe!” Pensò Rocco “Sia mai che questi mi crepano perché la prendono troppo alla leggera!”
Non fu un viaggio troppo lungo. Un paio d’ore circa e raggiunsero l’obbiettivo. Rodolfo era davanti al centro pokémon ad aspettarli, accompagnato dal suo Kingdra.
-Buongiorno, signor Rodolfo.- Salutò Rocco.
-Gran Maestro!- Esclamò Ruby -E’ un piacere rivederti!
-Ma tu sei... Rodolfo! Quello dell’Isola Miraggio!- Intervenne Sapphire -Sei ancora Capopalestra! Come stai?
Il Maestro rise. -Ah! E’ un piacere anche per me rivedervi, miei cari ragazzi. Però - Si fece più serio -Non credo abbiamo molto tempo da perdere in convenevoli.
Entrati nella Palestra, ritenuta all’unanimità il posto più sicuro per parlare, Rodolfo proseguì col discorso che, manco a dirlo, si faceva più cupo parola dopo parola.
-La Grotta dei Tempi freme, negli ultimi giorni. Sento chiaramente una forza che tenta di uscirvi, ma non riesco a capire di cosa si tratti. E’ come... un qualcosa di antico, qualcosa che mi richiama dalle viscere della terra. O dagli abissi del mare...
I tre ragazzi rabbrividirono. Da come gliel’aveva descritta Rodolfo, questa sensazione non poteva che provare quanto il risveglio dei due Leggendari potesse essere vicino.
-Non preoccupatevi. Forse abbiamo ancora del tempo, e finché è così, non voglio disperare. Vi dico solo che potrebbe accadere qualcosa di tragico. E sarà ben diverso dall’altra volta.
-Diverso? Diverso in cosa?- Domandò Sapphire, spaventata e confusa allo stesso tempo.
-Non  saprei dirlo con certezza, ma... cinque anni fa i Leggendari si sono svegliati nel Rifugio Magma del Monte Camino e nell’Antro Abissale, ora invece... E’ come se tutta la loro forza fosse concentrata qui, in questo posto. Non mi fa presagire nulla di buono.
-Ma... Rodolfo- Lo interruppe Ruby cambiando argomento -Come possono centrare Max e Ivan in tutto questo? Sempre che si tratti veramente di loro.
-Non lo so con esattezza. Ma Kyogre e Groudon non possono stare per risvegliarsi da soli, c’è bisogno di qualcuno che agisca dall’esterno. E c’è bisogno di un oggetto, un oggetto molto potente per scatenare tutta quella forza.
-Non è possibile!- Saltò su Sapphire -Non possono aver trafugato nuovamente la sfera rossa e la sfera blu! Rodolfo, hai provato a chiamare i nonnini?!
-Sì, li ho chiamati- Rispose questo, cupo -E mi è stato risposto che le due sfere siano ancora al proprio posto. Ed è per questo che mi è nato il sospetto che...
-Esista qualcosa di ancora più potente- Concluse Rocco, cupo e misterioso insieme -Qualcosa che vada oltre la capacità di risvegliare una forza della natura. Qualcosa in grado forse di riportare il mondo al suo stato primigenio.
-No!- Esclamò Ruby terrorizzato -Non voglio tornare a vivere in una distesa di acqua e lava! Ma ci pensate che schifo sarebbe, senza più neanche le Arene delle Virtù?!
Lino gli mollò un pugno nello stomaco per farlo tacere. Soltanto Ruby era in grado di rovinare tutta un’atmosfera apocalittica con una sola minchiata.
-Ragazzi- Riprese Rocco -Il motivo per cui vi ho chiesto aiuto non è solo per fermare i due Leggendari. Innanzitutto, dobbiamo scoprire cos’è che ne sta causando il risveglio. E in secondo luogo...- Fece una pausa -Fare tutto il possibile per impedirlo.
-Ma... e se non ci riuscissimo?- Domandò Lino con voce tremante.
-Dobbiamo. Ricordate quanto accaduto al loro ultimo risveglio?
Tutti rabbrividirono al sopraggiungere dei ricordi della grande battaglia di cinque anni prima.
-Sappiate che non sarà nemmeno paragonabile a quanto potrebbe accadere stavolta. I poteri dei due Leggendari... saranno pressoché inarrestabili.
 
Ancora non capiva perché Lino avesse insistito tanto per venire con lui. In fin dei conti, sarebbero potuti morirci, lassù. Sempre che le cose fossero andate bene.
-Lino- Si voltò, osservandolo mentre entrambi cavalcavano i loro pokémon volanti -Perché hai deciso di seguirmi?
-Perché volevo rivedere la Torre- Rispose questo -E un po’ perché volevo esserti d’aiuto.
-Beh, grazie. In effetti potrebbe farmi comodo l’aiuto di qualcuno che ci è già stato.
Atterrarono sulla cima della Torre dei Cieli. Lino richiamò Flygon nella pokéball, e lo stesso fece Ruby con Swellow dopo avergli lanciato una pokémella rossa in segno di ringraziamento.
-E’ strano- Commentò Lino -L’atmosfera è letteralmente diversa rispetto all’ultima volta. E... non sento la sua presenza.
-Merda!- Imprecò Ruby -Temevo che non l’avremmo trovato. Possibile che sia ancora nella Ozonosfera, dopo cinque anni?!
-Ho paura di sì, a questo punto. Ma in fin dei conti, Rocco ci aveva mandati qui solo per raccogliere delle informazioni che potessero tornarci utili, non certo per catturare Rayquaza.
-Già, ma avrei preferito comunque...
-E così- Li interruppe una voce, profonda e intensa -Il serpentone è fuori di casa, eh?!
I due ragazzi si voltarono di scatto. Ruby riconobbe subito chi aveva di fronte, nonostante fossero passati tutti quegli anni. L’uniforme rossa, il volto squadrato, i lunghi capelli neri. Era rimasto uguale a cinque anni fa. L’unica cosa diversa erano i due pokémon attorno a lui: un Banette ed un Claydol.
-Ottavio! Che ci fai qui? Non che non mi aspettassi un tuo coinvolgimento, ma... ero sicuro che voleste risvegliare Groudon, come l’altra volta.
-Risvegliare?- Rispose il Magmatenente facendo un verso di scherno -Il termine esatto sarebbe Archeorisvegliare, e poi chi ti dice che si tratti ancora di Groudon? E comunque cercavo il serpentone solo per assicurarmi che non venisse di nuovo a dare fastidio.
-Archeorisvegliare? Anche Rocco ce ne ha parlato! Che vuoi dire? E quel commento su Groudon....- Intervenne Lino confuso.
-Non sono fatti tuoi, bimbo. Comunque- Cambiò discorso -a questo punto mi sa che non mi rimane molto da fare qui, se il bestione non si fa vivo.
Si voltò e fece per tornare in groppa al suo Swellow per andarsene chissà dove, ma venne bloccato da Ruby.
-Fermo!- Gli urlò questi -Non provare ad andartene. Prima voglio sapere alcune cose da te. Primo: Max è ancora vivo? Secondo: cosa sarebbe questo ”Archeorisveglio”? E terzo...-
-Terzo: non sono tenuto a farti sapere nulla! Arrivederci amico!
Si aggrappò alle zampe di Swellow e insieme saltarono dal parapetto della Torre dei Cieli, e iniziarono a fluttuare diretti chissà dove. Lino fece uscire Flygon dalla pokéball e si mosse come intenzionato a seguirli, ma venne trattenuto dall’amico, e dai due pokémon che sembravano intenzionati a combattere.
-E va bene!- Esclamò Ruby con un ghigno -A quanto sembra ha catturato questi pokémon direttamente qui, per questo non gli importa l’esito dello scontro. Ma poco importa, Nana!
Mightyena uscì dalla pokéball in posizione di battaglia. Saggia scelta: affrontando un pokémon Spettro ed uno Psico, un tipo Buio come lui sarebbe stato sicuramente avvantaggiato. Del canto suo, Lino decise di usare proprio Flygon, dal momento che si trovava già in campo.
-Sarà una battaglia facile- Pronosticò il ragazzo dai capelli verdi.
Banette sembrò offendersi per quella sottostima. Attaccò Flygon con un potente Palla Ombra, che lo mandò a schiantarsi contro il parapetto della torre.
Ruby reagì all’istante: Nana attaccò lanciò un attacco Bullo su Claydol, che iniziò a barcollare in stato di Confusione.
-Lino! Approfittane!
Non se lo fece ripetere due volte: Flygon si scagliò su Banette con Dragartigli, ferendolo e lanciandolo contro il suo compagno.
I due si sbilanciarono e caddero, e Nana ne approfittò per colpire di nuovo Banette con Codacciaio.
Ma nel frattempo anche lo stordito Claydol sembrò pronto ad attaccare e fece partire un Geloraggio diretto verso il pokémon di Ruby. Questo, semplicemente sorrise.
Nana si abbassò di colpo, venendo colpita solo di striscio sulla schiena -un po’ per la mira del pokémon confuso un po’ per merito dei riflessi- e l’attacco proseguì la sua traiettoria. Che puntava né più né meno che verso Banette!
Ruby aveva infatti approfittato della Confusione e di Codacciaio per far sì che Nana si trovasse proprio in mezzo ai due nemici, così che uno avesse colpito l’altro col primo attacco fuori misura.
Banette svenne, e in 2 vs 1 fu persino troppo facile sconfiggere il già Confuso Claydol: uno Sgranocchio, un Alacciaio, e anche questo andò giù come un birillo. La battaglia era finita.
-Ce l’abbiamo fatta- Sospirò Lino -Ora puoi dirmi perché non volevi che seguissi Ottavio? Avremmo potuto scoprire la loro base!
-No- Rispose il Campione -E’ di sicuro una trappola. Hai visto che direzione ha preso, no?
-Verso Est- Confermò l’allievo di Norman -Ma questo che...?
-Che cosa c’è da quella parte?
Lino si illuminò improvvisamente e si chiese come mai non ci fosse arrivato subito anche lui.
-Iridopoli...
-L’isola della Lega Pokémon- Confermò il ragazzo dagli occhi rossi -Dubito fortemente che la loro base possa trovarsi lì vicino. E anche se così fosse...- Estrasse il PokéNav -Non saremo noi ad occuparcene.


*Angolo dell'autore:
Voglio ringraziare Nodi e ShadowMewtwo99 per le loro recensioni e per il supporto che mi danno; inoltre spero, con questo capitolo di essere finalmente riuscito a rimediare al problema della mia brevità. Recensite, e ci vediamo al prossimo capitolo!*

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Capitolo 6
*** VI. Ogni soluzione porta con sé un nuovo problema ***


Ruby: Una curiosità... ti ricordi che devi aggiornare non è vero?
Io: Cosa? Ma l'ho fatto giusto... oh, porca troia...!


Cominciava a dubitare del suo sesto senso. Era da quando erano entrati in quella caverna che non smetteva di mandargli il segnale di “pericolo imminente”, eppure fino ad allora non era ancora successo nulla. Ma ovviamente la situazione non poteva che degenerare.
Rudi purtroppo non aveva potuto accompagnarli personalmente, previo impegni legati alla Palestra, e così erano rimasti solo lui e Sapphire, come durante il periodo del loro recente allenamento.
-Mi stupisce che tu non abbia voluto andare con Ruby, sai?
-Anche a me. Ma in fondo anche Lino aveva diritto di passare un po’ di tempo con il suo migliore amico.
Brava ragazza. Era affezionata al suo fidanzato, ma sapeva anche lasciarlo ai suoi amici. Ce n’erano poche come lei.
Ma al momento era meglio concentrarsi su altro. Delle iscrizioni che la prima volta non aveva capito. Qualcosa che ora, però, sarebbe stato essenziale. L’ultima sala della Grotta Pietrosa si stendeva, enorme e antica di fronte a lui. Sulle pareti laterali, degli antichi graffiti ritraevano due pokémon antichi intenti a controllare la natura. Sulla sinistra, una specie di dinosauro faceva eruttare i vulcani e tremare il terreno: Groudon. Sulla destra, un cetaceo con pinne simili ad ali scatenava maree accompagnate da piogge torrenziali: Kyogre. Entrambi, però, sembravano diversi rispetto a com’erano apparsi cinque anni prima. Ma ciò che di più inquietante c’era in quella sala era chi vi si trovava dentro: una ragazzina sui dodici anni al massimo, con i capelli corti e neri che dava loro le spalle, coperte da un pesante mantello bianco sporco.
-Belle, vero?- Domandò loro con voce ferma.
-Sì- Rispose Sapphire senza pensare. Subito dopo si rese conto di un particolare:-Ma... tu chi saresti?
Un Whismur zampettò giù dalle spalle della ragazza e si avvicinò a Sapphire, avvinghiandosi alla sua gamba.
-No, Siryl, torna qui- Chiamò dolcemente la misteriosa ragazza  girandosi verso di loro -Non dare fastidio a questi due.
Il Pokémon tornò saltellando dalla padrona e Sapphire la fissò per un momento, studiandone ogni dettaglio. Aveva gli occhi scuri quanto i capelli e portava degli shorts e una maglietta che sembravano tanto pratici quanto fighi. Una strana spirale azzurra era agganciata alla gamba destra e sotto gli stivali non portava calzini. Cosa azzardata, visto che nella grotta ci saranno stati quindici gradi al massimo.
-D’accordo...- Commentò la ragazza dagli occhi del ghiaccio -Ora vuoi rispondere alla mia domanda?
-Mi chiamo Lyris. Contenta ora? Adesso rispondi tu ad una mia domanda: che ci fate qui?
-Questa era la stessa cosa che volevamo chiedere noi a te- S’intromise Rocco -Comunque, potrai non crederci, ma Groudon e Kyogre potrebbero essere prossimi al risveglio, e stavolta potrebbe essere ancora peggio di cinque anni fa, ma noi stiamo cercando di impedirlo. Ecco che ci facciamo qui.
-No, non potrebbe- Rispose la ragazza -Sarà sicuramente molto peggio. Ma dubito che voi comprendiate appieno il significato di queste incisioni.
-Perché, tu sì?- Le chiese. Il tono arrogante nella sua voce lo stava facendo innervosire.
-Certo. Mai sentito parlare dell’Archeorisveglio? Oh, che domande! Immagino di no, ovviamente. Ma forse è meglio così. Credetemi, meno cose saprete meno danni potrete fare.
-Hey, mocciosetta!- Intervenne Sapphire incavolata -Chi credi che abbia salvato Hoenn l’ultima volta, eh?! Abbassa le arie se non sai chi ti trovi di fronte!
-Oh, siete stati voi? Chiedo perdono, devo ammettere che avete fatto un lavoro discreto. Ma stavolta è meglio che lasciate campo libero a qualcuno che ne sa più di voi- Il tono non sembrava intenzionalmente irritante. Sembrava che avesse davvero semplicemente a cuore le loro vite. Ma Sapphire non sopportava che le si parlasse in questo modo.
-Come osi...!?- Imprecò la mora a denti stretti, resistendo a stento alla tentazione di mollarle un pugno nelle gengive.
-Sapphire, lascia stare- La trattenne Rocco -Non cercare la rissa. Non mi va di avere indirettamente una bambina sulla coscienza.
-Mi dispiace avervi offesi, ma purtroppo è così che stanno le cose- Si scusò la ragazza superandoli diretta verso l’uscita -I due leggendari stanno per raggiungere l’apice del loro potere. C’è un solo modo per fermarli, e io sono l’unica a conoscerlo.
Rocco la seguì con lo sguardo. Non gli piaceva l’arroganza di quella ragazzina, ma per qualche motivo, temeva che avesse ragione.
 
-Curioso...- Stava rimuginando Ruby -Anche Ottavio ci ha parlato di questo “Archeorisveglio”. Tu sai cos’è di preciso?
Rocco scosse la testa -No, o almeno non del tutto. Da quel che ho potuto capire è uno stato evoluto di Groudon e Kyogre, in cui la loro potenza si accresce a dismisura. Ma non so come sia possibile di preciso attivarlo o, peggio ancora, controllarlo.
Restarono tutti in silenzio. Se nemmeno Rocco aveva le idee chiare su quanto stava accadendo, c’era davvero da preoccuparsi. Oltretutto, chi era quella ragazza che lui e Sapphire avevano incontrato? Era una nemica? O forse un’amica? Cosa cercava? Da dove veniva?! No, troppe domande, troppe!
-Rocco, che facciamo?- Chiese Lino.
-Non lo so, ragazzi. La soluzione più ovvia sarebbe cercare il Team Idro e il Team Magma e sgominarli prima che succeda l’irreparabile. Ma non ho idea di come trovarli.
-E quel che è peggio...- Ragionò Sapphire -Stavolta non c’è Rayquaza dalla nostra parte.
-Ho capito.
Tutti si voltarono a guardare Ruby, sorpresi dalla calma con cui aveva formulato il commento.
-Hai capito cosa?- Domandò Rocco.
-Ehm, sì... diciamo che non sono sicuro di aver capito... è più un’ipotesi, diciamo così...- Rispose imbarazzato il ragazzo.
-Parla!- Lo incalzò il figlio del presidente della Devon.
-Ok. Ho ragionato sulle parole di Ottavio su Groudon e su quanto ci ha detto Rodolfo sulla Grotta dei Tempi, e a quel punto mi sono chiesto: e se fosse la stessa persona che vuole risvegliare sia Kyogre che Groudon?
-Cosa?!- Sapphire parve sbalordita -Ma non ha senso! Quei due poteri sono uno diametralmente opposto all’altro! Chi mai farebbe la pazzia di usarli insieme?! E a che scopo, poi?!
-Non ne ho idea- Intervenne Lino -Però, in qualche modo... fila, il ragionamento di Ruby. Anch’io ho sentito le parole di Ottavio, e mi sono interrogato su cosa potessero voler dire, senza trovarci un senso. Questa potrebbe essere una spiegazione, per quanto non capisca a cosa ci porta.
-Allora faremo così- Li interruppe Rocco -Voi continuerete le indagini su Team Magma e Team Idro.
-E tu che farai?
-Io mi occuperò dell’altro nostro problema. Non dimenticatevi di Lyris.
 
Niente. Non un’informazione, non uno straccio d’indizio, nulla che potesse ricondurlo alla vera identità di Lyris. Abiti completamente sconosciuti, che mai aveva visto, dei suoi pokémon conosceva solo Whismur, e a parte il nome non aveva alcun dato su di lei. Ma era piuttosto sicuro che non avesse mentito a lui e Sapphire, e quello che gli aveva rivelato doveva essere il suo vero nome.
L’unica cosa che poteva distinguerla -eccetto il mantello, ma Rocco era piuttosto sicuro che non andasse normalmente in giro con quello- era la spirale attaccata alla gamba. L’ex Campione guardò la spilla attaccata alla sua camicia e non ebbe dubbi: la loro funzione era la stessa, non importa che fossero attaccate ad un vestito piuttosto che alla gamba; in entrambi i casi si trattava di oggetti in grado di sprigionare il potere di un pokémon permettendogli di Megaevolvere.
Nemmeno il suo istinto sapeva guidarlo nella ricerca, ma c’è un vantaggio ad essere Rocco Petri, ex Campione della Lega Pokémon, viaggiatore, esploratore, e figlio del presidente della Devon S.p.a.: la sua rete di conoscenti e di informatori era ormai talmente ramificata che sarebbero bastate un paio di telefonate e, se Lyris esisteva, avrebbe scoperto chi fosse e dove fosse in quel momento.
Nel frattempo, lui aveva un ulteriore compito da portare a termine. Avrebbe dovuto farlo prima, ma non l’aveva ritenuto necessario, si era detto “Lo farò quando questa faccenda sarà finita”. Ma vista la piega che gli eventi stavano prendendo, questa faccenda sarebbe potuta non finire mai senza che lui svolgesse anche questa missione.

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Capitolo 7
*** VII Parte 1. Il punto di partenza ***


Il fatto che già prima non avessero idea di dove cercare i due Team non li aiutava certo, ora che il numero di obiettivi era sceso a uno. E, non sapendo nemmeno a cosa Team Magma e Team Idro puntassero non c’era neanche la possibilità di intercettarli lungo il loro percorso: insomma, non sapevano assolutamente che pesci prendere. E si ritrovarono così, stanchi e senza idee, in un Centro Pokémon di Ciclamipoli, dopo aver setacciato minuziosamente quella città e Porto Selcepoli.
-Nulla. Nulla di nulla! Com’è possibile che non riusciamo neanche a farci un’idea della loro posizione?!- Sbottò Sapphire picchiando i pugni sul tavolo. Qualche cliente del caffè del Centro Pokémon si voltò sorpreso ad osservare il trio, ma i più fecero caso alla scena.
-Beh, sai com’è, se la chiamano “Base Segreta” immagino che ci sia un motivo- Le rispose Ruby senza scomporsi -Dubito che troveremo un’insegna luminosa con scritto “Covo del Team Magma”, da qualche parte.
-Ma la cosa strana- Intervenne Lino -E’ che non hanno fatto nessuna mossa. Pensateci: se hanno bisogno di un oggetto che gli dia in qualche modo il potere di risvegliare Kyogre e Groudon... perché nessuno li ha visti in azione? Non ha alcun senso!
-Esatto!- Confermò la ragazza -Ruby, ricordi cinque anni fa? Non avevamo neppure bisogno di cercare i due Team per trovarli, li trovavamo naturalmente durante il nostro viaggio! Eppure, stavolta...!- Lasciò la frase in sospeso. Sembrava veramente demoralizzata, e Ruby, dopo un attimo di dubbio, la baciò per darle fiducia, mentre un imbarazzato Lino assisteva alla scena, incapace di distogliere lo sguardo.
-Coraggio!- Intimò il ragazzo dagli occhi rossi da vero capitano -Attualmente siamo in una situazione di stallo, ma se rimaniamo così significa che neanche loro si stanno muovendo! Dovrebbe essere una bu....-
Tacque improvvisamente. Un’ombra scura gli attraversò il volto. Lino si spaventò -Ruby... che ti prende?
-No...! Mi sono sbagliato...! No, è così, non c’è dubbio!
-Ruby... che ne dici di spiegarti?- Domandò Sapphire, anch’ella preoccupata per il comportamento del fidanzato.
-Non siamo in stallo. Loro stanno già facendo la loro mossa, ne sono sicuro! Se non ne abbiamo sentito parlare dev’essere perché c’è sotto qualcosa di più grave! Loro... stanno sicuramente minacciando chi sa perché non parli! Così non va bene, non va bene! Quei bastardi! Ci stanno prendendo per il culo! Loro continuano ad agire nell’ombra, coperti dalla paura che incutono alla gente!
-Che stai dicendo?!- Lo interruppe nuovamente Lino alzandosi di scatto. Voleva sentir parlare chiaro, ora che era finalmente emersa una pista da seguire.
-Pensateci:non abbiamo neanche la minima informazione su dove potrebbero trovarsi i nostri nemici. E questo, malgrado tutto, è un gran punto di partenza. Se nessuno si è fatto sfuggire nulla è perché su tutti coloro che sono a conoscenza del segreto incombe una pesante minaccia. Ma pensate che questo sia possibile, se si trovassero in una grande città come Ferrugipoli o Ciclamipoli, o in una zona di villeggiatura trafficata come Porto Selcepoli? Chiaramente no! Allora, il posto deve essere necessariamente isolato e con contatti scarsi o nulli con l’esterno. E di cosa potrebbe trattarsi, a questo punto?
-Potrebbe essere una montagna- Rispose Lino, con un’espressione seria in volto -Ma abbiamo già visitato il Monte Camino, e il Monte Pira è da escludersi per via di tutti coloro che ogni giorno visitano il cimitero. Quindi, esclusa questa ipotesi, non resta che...
-Un’isola!- Esclamò Sapphire concludendo il ragionamento -E visto che Verdeazzupoli è costantemente sorvegliata da Tell e Pat, a Ceneride siamo già stati, e Iridopoli è di fatto la casa dei Superquattro, rimane solo...
-Esatto. Orocea.
 
-Papà.
Rocco entrò con calma nella stanza, salutando suo padre. Era contento di poterlo rivedere, dopo la lunga assenza da Ferrugipoli -dovuta al suo hobby di speleologo, all’allenamento di Vera e alla minaccia di Team Idro e Team Magma- la sede della Devon S.p.a., lo studio del genitore, i quadri appesi alle pareti, e la familiare scrivania in mogano cosparsa di appunti e documenti da firmare. Ma, al contempo, lo rattristava sapere che sarebbe stato come sempre un “mordi e fuggi” di qualche minuto, prima che il dovere lo chiamasse nuovamente altrove.
-Ciao Rocco! Che bello rivederti!- Lo salutò con entusiasmo il presidente della Devon, che fece quasi per abbracciarlo prima di osservare più attentamente il suo volto e accorgersi che qualcosa lo turbava. Gli domandò con malinconia: -Non sei qui neanche stavolta per restare, vero?
-Già- Rispose semplicemente il figlio -Papà, sappi che non ho molto tempo. Hoenn potrebbe essere di nuovo in pericolo, sono qui per vedere se il lavoro sulle pietre è concluso.
Il vecchio si stupì per un attimo -Ma come? Avevo capito che ti servissero solo per un regalo. Una cosa da farsi con tutta calma.
-Purtroppo le cose sono cambiate. Ora non ho tempo per dilungarmi in dettagli, ma sappi che potrebbero servirmi nell’immediato. Falle preparare il prima possibile, puoi? Grazie.
Detto questo, si voltò rapidamente per andarsene, ma il padre lo fermò.
-Aspetta! Ho detto che non era previsto che ti servissero, non che non sono pronte!- Rocco si girò indietro, e il suo volto parve illuminarsi -Beh? Che c’è da guardarmi così? Dai, sono tuo papà, ti conosco. Non avevo dubbi che ti sarebbero servite prime del previsto, così ho fatto costruire gli accessori non appena me l’hai chiesto!
-Dici sul serio? -Rocco sembrò quasi sul punto di commuoversi per la premura del genitore. Mai si sarebbe aspettato che questi fosse arrivato a tanto per lui -Grazie, papà. Grazie! E... dove sono ora le Pietrechiave?

 
Nota dell’Autore: Chiedo scusa per la lunga assenza e per l’estrema brevità del capitolo, ma il fatto è che il prossimo (già pronto, che uscirà domani come avrete capito dal titolo) è davvero molto, molto lungo e complesso, perciò dividerli mi è sembrata la scelta migliore onde non confondervi troppo. Perdonatemi, non smettere di seguire per questo, eh?!

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Capitolo 8
*** VII Parte 2. Nei guai ***


Seduto su una poltrona, Ruby giocherellava nervosamente col dischetto comprato il giorno prima in un altro Centro Pokémon. Si percepiva che non vedeva l’ora di agire, di buttarsi nella mischia, ma durante il tragitto tra Ciclamipoli ed Orocea erano inaspettatamente incappati in uno stormo di Wingull e Pelipper, e ora avevano preso una pausa per consentire all’infermiera Joy locale di rimettere in sesto i loro pokémon.
-Credevo l’avessi già usata- Osservò Lino distrattamente.
-Certo. Ho fatto imparare Battiterra a Swampert non appena ne ho avuto l’occasione. E’ solo che non ho avuto il tempo di buttarla- Rispose il ragazzo senza smettere di far ruotare il CD attorno all’indice.
-Hai paura che ti sarà necessario?- Intervenne Sapphire con un velo di preoccupazione.
-Ne sono sicuro.- Dopo questa risposta, Ruby fece una breve pausa, per poi continuare sorridendo -Sapete, in fondo questa situazione mi piace!
-Ti ricorda i vecchi tempi?- Chiese Lino, anche lui coll’abbozzo di un sorriso. Evidentemente anche a lui era passato per la testa un pensiero del genere.
-Sì. E poi, se devo essere onesto, sono contento di aver qualcosa da fare. Qualcosa di importante! Qualcosa che mi metta alla prova!
-Chiedo scusa, ragazzi- Intervenne l’Infermiera Joy -I vostri pokémon si sono ripresi. Grazie per l’attesa!
 
Beh, senza dubbio il panorama subacqueo era uno spettacolo. Sapphire lo osservava affascinata, sul dorso del tanto fido Relo, che già una volta l’aveva condotta negli abissi marini. Timidi Chinchou facevano capolino da dietro folti mucchi di alghe, mentre i più spavaldi Lanturn non si facevano problemi a scorrazzare davanti a lei illuminando lo scenario tutto attorno; banchi di Huntail e Gorebyss si rincorrevano o si annidavano in grotte e caverne, al contrario dei Relicanth che, ovviamente, non facevano altro che poltrire beatamente.
-E’ bellissimo, non sei d’accordo?- Le domandò piano Ruby, la voce distorta dal respiratore.
-Sì- Confermò lei -E’ così... poetico...
-E’ così... romantico...!- Continuò lui.
-Ehm, scusate!- Intervenne Lino rovinando l’atmosfera -Se volete restare da soli posso anche andarmene, non vi preoccupate!
I due, presi dall’imbarazzo, tornarono a concentrarsi sulla strada da seguire. E fu un bene, perché davanti a loro era comparso un muro: una parete rocciosa immensa, impossibile da aggirare, visto dove si trovavano.
-E adesso?- Chiese Ruby.
-Che domande! Capolinea! Si sale!
 
Emersero in un opprimente spazio quadrangolare definito da muri di roccia lungo i quattro lati e sul tetto. Sapphire capì subito di non trovarsi nella leggendaria Sala Incisa: Rocco le aveva raccontato di quel posto, ed era abbastanza sicura che non avesse menzionato enormi porte metalliche e illuminazione elettrica sul soffitto.
-Ci siamo- Disse Lino -Il loro covo.
-Ma va’?- Rispose Sapphire -E io che pensavo fosse una gelateria! Avevo così voglia di un bel cono alla fragola...
Lino mise il broncio, ma Ruby, che non aveva prestato particolare importanza alla conversazione, si avvicinò con cautela alla porta.
-Com’è possibile? Non una serratura, non un codice... niente di niente. Puzza di bruciato!
-Che hai detto?- Domandò Lino confuso -Ma... se non ha una serratura vuol dire che dev’essere sempre aperta! No, non farebbero mai una cosa del genere per semplice sbadataggine, è sicuramente una trappola!
Ruby si fece pensieroso, e Sapphire tentò di scrutarne il volto, sperando con tutto il cuore che non avesse in mente quel che temeva. E invece lo aveva in mente.
-Vado io da solo.
-Cosa?! Ma sei impazzito?! Che ti dice il cervello?!- Saltò su Sapphire.
-Se è una trappola non riusciranno a prenderci tutti quanti. E poi non ti preoccupare, resterò in vista, e se non scatterà nessun allarme vi farò cenno di entrare. Andrà tutto bene, vedrai.
Sapphire non fu per niente rassicurata da quella spiegazione,e lo stesso si poteva dire di Lino in parte a lei. Entrambi, anzi, perfino Ruby stesso sapeva che un milione di cose sarebbero potute andare storte. Ma non c’erano soluzioni migliori, per il momento, o se ce n’erano, nessuno le aveva proposte.
Una volta ottenuto il consenso, il ragazzo dagli occhi scarlatti ordinò a Swampert di forzare l’apertura delle ante metalliche, che si distanziarono lentamente fra loro con un cigolio.
La mora lo osservò fare qualche passo, muovendosi con circospezione, aspettandosi un attacco da un momento all’altro. Ma, per i primi metri, non accadde nulla. Ruby stava quindi per abbassare la guardia, ma un passo in più e accadde l’irreparabile: una sirena d’allarme iniziò a suonare, scuotendo tutta la grotta, ora illuminata di rosso e facendo sobbalzare i tre ragazzi; e, quel che peggio, il portone metallico si chiuse di scatto.
Sapphire fece appena in tempo a sentire l’ordine urlato dal suo ragazzo: “Scappate!”, e d’istinto afferrò Lino per il bavero della camicia e rimontò in groppa a Relo, che per precauzione non era stato richiamato nella pokéball.
Non ebbe tempo di pensare a cosa sarebbe potuto succedere a Ruby, né a quanto fosse inconsciamente già in ansia per lui. No, in quel momento il suo cervello le stava trasmettendo un solo pensiero: “Mettiti in salvo”.
 
Sperò con tutto il cuore che Lino e Sapphire avessero recepito il suo messaggio e fossero riusciti a scappare e mettersi al sicuro in qualche modo. Purtroppo non aveva modo né tempo per verificarlo.
-Un topo in trappola- Lo schernì una voce profonda quanto familiare, mentre una figura imponente emergeva dalla penombra dinanzi a lui -Solo che i topi non ci cascano così facilmente.
-Hai poco da fare lo spiritoso, Ottavio- Ribatté Ruby, acido -Fossi in te, tremerei di paura nel trovarmi il Campione di Hoenn in casa dopo averlo fatto innervosire. Senza contare che stavolta non puoi fuggire come hai fatto alla Torre dei Cieli.
-Hai ragione, non posso fuggire. Direi che non mi resta che combattere!
Il Magmatenente lanciò in aria una pokéball, da cui uscì, forte e fiero, il suo fido Weezing, avvolto da una minacciosa quanto pestilenziale nube di gas.
-Vedo che un po’ di strategia ce l’hai- Osservò Ruby coprendosi bocca e naso con la maglietta -Sai che se avessi scelto Camerupt non avrei avuto problemi a sfruttare il duplice vantaggio di tipi di Zuzu e hai deciso di ovviare al problema usando Weezing, che per di più è immune agli attacchi di tipo Terra per via della sua abilità. Ma hai fatto un po’ male i tuoi conti: io non ho bisogno del vantaggio di Tipo, per sconfiggerti!
Detto questo, scagliò una delle pokéball appese alla sua cintura, da cui apparve, in tutta la sua grazia, Kiki, la sua storica e adorata Delcatty.
-Non mi stai prendendo sul serio- Commentò Ottavio -Poco male, vedrò di farmene una ragione. Weezing, Vortexpalla!
Ruby, che non si aspettava una mossa fisica da un pokémon come Weezing, non fece in tempo ad impartire ordini a Delcatty, che riuscì ad essere colpita solo di striscio per puro istinto di conservazione.
-Che te ne pare?!
-L’ho sentito appena!- Il tono di Ruby non era meno arrogante di quello del suo avversario -Kiki, Ritorno!
Un lampo, un impatto, e Weezing finì contro il muro con un grosso livido sulla faccia più grossa. Ma questo era servito più a farlo arrabbiare che a mandarlo al tappeto.
-Weezing, rialzati!- Chiamò il Magmatenente -Colpisci quel gattino insignificante con Fangobomba!
-Ottavio, credevo che avessi imparato a non sottovalutarmi- Commentò l’avversario con calma        -Codacciaio!
Delcatty sfruttò la sua coda, resa temporaneamente immune al veleno, per deviare il colpo e quindi non subire danni. Dopodiché fece forza su di essa per avvicinarsi di slancio al nemico e portarsi direttamente a tiro per un attacco fisico.
-Cozzata Zen. - La tranquillità con cui Ruby pronunciò il nome della mossa era sufficiente per capire come sarebbe finito lo scontro. Weezing si schiantò a terra con violenza, e non fu in grado di rialzarsi, l’allenatore che lo fissava con gli occhi sgranati.
-Ora capisci perché non mi batterete mai?- Chiese il ragazzo con tono di superiorità -A questo punto parla: voglio sapere esattamente cosa state architettando.
-Weezing...- Mormorò il colosso del Team Magma -Weezing... TU! Bastardo! Pagherai anche questa!
Lo caricò con furia, una mossa che Ruby non si aspettava, e che non seppe mai se andò a segno. Perché quando Ottavio fu ad un paio di metri di distanza da lui, sentì un improvviso formicolio al collo, e tutti i suoi muscoli si irrigidirono. Perse i sensi.
 
Non sapeva di preciso cosa fosse successo a Ruby, ma al momento non era quello il problema più grande: al momento bisognava pensare a come fuggire da lì sani e salvi, lui e Sapphire.
Stavano infatti per riemergere, sicuri di essere seguiti, quando si accorsero che degli agenti del Team Idro erano in superficie ad attenderli: evidentemente, dovevano essere sempre stati lì in zona abilmente nascosti o camuffati per impedirgli la fuga, e loro arrivando non si erano accorti di nulla.
-Che facciamo?- Chiese a Sapphire, completamente nel panico.
-Non ne ho idea!- Rispose questa, confusa quanto lui -Ho paura che non ci lascino molte alternative.
Fece per mettere mano alla cintura delle pokéball, ma Lino la interruppe: -Sei impazzita?! Pensi davvero di poter combattere contro tutti loro?! Non ce la faremo mai!
La ragazza lo guardò seccata -Se vedi alternative migl-... -
-Mi dispiace- Li interruppe una voce familiare -Ma penso proprio che il ragazzo abbia ragione. Ci vuole un piano migliore.
Sapphire e Lino si voltarono all’unisono. Chi aveva parlato li aveva seguiti dal Rifugio Magma lungo tutto il percorso sottomarino, e li guardava con aria sorniona. Le espressioni dei due ragazzi passarono dallo stupito allo spaventato, all’inquieto.
-Tu...!

 

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Capitolo 9
*** VIII. Comunicazioni importanti ***


Ragazzi, ciao a tutti.
Mi dispiace. Sappiate solo che mi dispiace. Mi dispiace avervi fatto aspettare tutto questo tempo per poi ricevere solo questa notizia. Una brutta notizia, per me, ma temo -anzi, spero- anche per voi.
Ci ho messo davvero molto a decidere, soprattutto visto che nella mia mente la storia era già completa, e sul computer avevo già scritto i prossimi 1-2 capitoli ma, come avrete ormai capito, io mi fermo qui.
Ma ho visto troppe storie lasciate in sospeso senza motivo, quindi ho deciso di avvisarvi tutti quanti: questa è stata la mia decisione dopo lo scorso capitolo, in cui un mio caro lettore mi ha fatto capire che stavo facendo un mezzo disastro. E' meglio così, preferisco di gran lunga essere fermato che andare avanti a scrivere col rischio di far uscire una porcheria.
Ma questo non sarà un addio: ho ancora intenzione di scrivere, non mi fermerò qui! Solo che... non scriverò più del mio caro Ruby e della sua Sapphire. Non questa storia, almeno.
Quindi... che aggiungere? Ci rivediamo al prossimo aggiornamento! Solo... non qui ;)

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Capitolo 10
*** VeroVIII. Ritrattazioni, scommesse e complicazioni ***


MakaMiku, Nodi.
Grazie.
Nodi, tu ben due volte in due capitoli mi hai fatto capire di essere sull'orlo della stronzata. Non ho parole per ringraziarti.
MakaMiku, tu sei stata la prima a chiedermi di non mollare tutto e di continuare con questa storia a cui, davvero, tengo molto anch'io.
Grazie, grazie a tutti e due.
Farò del mio meglio per non deludere la vostra fiducia, lo prometto.



Tenebra.
Luce.
Un gran dolore alla testa, ma l’aveva già messo in conto. Faceva parte del piano, dopotutto. Una volta recuperato il senso dell’equilibrio, iniziò a guardarsi intorno per cercare di capire dove si trovasse, e osservando il pavimento e le pareti di legna fresca della stanza e gli stuoini di frasche su cui avevano dormito lei e Lino, sospettò di essere in una capanna. Una di quelle capanne da film che fanno molto isola deserta, preferibilmente costruite sugli alberi e abitate da un vecchio sciamano.
Ok, passi per il vecchio sciamano, ma guardandosi intorno si rese conto di essere veramente sugli alberi, e provò come un moto di nostalgia per la sua vecchia dimora nei pressi di Albanova, quella costruita da lei ai tempi in cui ancora girava coperta solo di foglie. Chissà se ricordava ancora bene come un tempo la tecnica giusta per saltare da un ramo all’altro senza sfracellarsi al suolo.
Si affacciò con la testa fuori dalla porta del monolocale silvestre e vide il loro ospite tornare, trasportato in volo da un Crobat. O meglio, la loro ospite.
Rossella si adagiò sul corto ballatoio della casa sull’albero e fece rientrate il suo Pokémon Pipistrello nella Pokéball. Sapphire la osservò, questa volta senza il filtro dell’acqua ad ingannarla: era ancora più bella di un tempo, era più alta, più slanciata, più elegante; davvero un fisico perfetto. I capelli corvini erano tagliati sempre alla stessa lunghezza, un po’ più lunghi dei suoi, di modo che arrivassero fino alle spalle. Teneva ancora in bocca la sua immancabile gomma, ma il dettaglio più particolare, quello più insolito per Sapphire, era la tenuta: niente più divisa del Team Magma, una comunissima maglietta arancione col la faccia sorridente di uno Snorlax ed un comunissimo paio di shorts in jeans. Una ragazza perfettamente normale e comune, avrebbe potuto essere la sua compagna di banco come la sua vicina di casa a guardarla così. Ironia della sorte: c’era un che di strano nel pensare certe cose di una ragazza che un tempo era stata sua nemica, ma in fondo era vero. Chiunque poteva essere buono come malvagio, è impossibile giudicare basandosi sull’apparenza.
-Il verdino ancora dorme?- Domandò con fare saccente mentre gonfiava una bolla -Su, sveglialo, devo parlarvi.
Mentre si accingeva ad eseguire l’ordine (per quanto riceverne non la entusiasmasse affatto), la ragazza ripensò a come l’ex -ma forse non troppo- Magmatenente era riuscita a tirarli fuori da una situazione disperata.
«Lasciate fare a me» aveva detto, e poi aveva orchestrato un piano tanto rischioso quanto geniale: aveva deciso di tramortirli e trasportarli per conto suo in un posto sicuro, sfruttando la sua posizione all’interno del Team Magma per far sì che gli sgherri che li attendevano in superficie non facessero domande. Naturalmente, era impossibile andarsene da lì portando due prigionieri, avrebbero indubbiamente scelto l’insubordinazione pur di non farla andare via con Lino e Sapphire -ok la fiducia nel capo, ma gli agenti del Team Idro non erano certo tonti, avrebbero sicuramente sentito puzza di bruciato-, quindi decise di giocare d’astuzia: riemerse in superficie con i prigionieri (tramortiti) decretando la missione compiuta, poi finse, in loro presenza, una comunicazione all’interfono. Recitò magistralmente la parte che aveva studiato a mente, e convinse i subordinati che Ruby era in qualche modo riuscito a sfuggire a Ottavio e c’era bisogno che loro lo intrattenessero per impedirgli di scappare.
Quando tutti si precipitarono verso la base, convinti che la Tenente sarebbe venuta con loro, questa chiamò Crobat fuori dalla Pokéball e invertì la rotta portando in volo con sé i ragazzi.
E ora si trovavano tutti e tre lì, nel Bosco Petalo, a due passi da Ferrugipoli, a cercare di fare chiarezza su quanto accaduto nell’ultima settimana.
Sapphire svegliò quindi l’amico e, subito Rossella iniziò a spiegare, senza convenevoli.
-Molto bene, è tempo che anche voi sappiate cosa sta succedendo. Anzitutto: dove siamo in questo momento? Beh, ora ci troviamo in una casetta sugli alberi di Bosco Petalo, un rifugio sicuro che mi ero preparata in attesa proprio di un momento come questo. Nessuno del Team Magma né del Team Idro ne sa nulla, perciò ci metteranno un po’ a trovarci, sempre ammesso che abbiano il tempo e l’intenzione di farlo. La seconda cosa che immagino vi starete chiedendo è: perché vi sto aiutando a costo di disertare e venire etichettata e ricercata come traditrice?
-Già- Rispose Lino, ancora un po’ confuso da quella spiegazione arrivata tutta d’un colpo, oltre che dai postumi della botta in testa -Non riesco proprio a capire cosa te ne venga in tasca. Non ti sarebbe stato più facile consegnarci ai tuoi compagni sfruttando la nostra ingenuità nel fidarci di te?
-Beh, per questo la risposta è più complicata, ma dovete anzitutto partire da un presupposto: loro non erano miei compagni. Io non ho mai condiviso quello che stavano facendo.
Sapphire rimase basita.
-Che vuol dire? Tu... non eri dalla loro parte?
-No. Ho finto di esserlo così da poterli frenare dall’interno. Come una spia, anche se non avevo nessuno a cui riferire le informazione che ottenevo. Quanto al perché l’ho fatto... beh, Ruby tanto tempo fa mi ha aperto gli occhi. Era lui quello nel giusto e noi quelli nel torto, esattamente come ora. Non potevo permettere che Kyogre e Groudon si risvegliassero ancora e distruggessero il mondo. Dovevo fare tutto quanto in mio potere per impedirlo.
-Aspetta, aspetta!- La fermò Lino, tutto scombussolato -Kyogre e Groudon? Allora il Team Idro e il Team Magma si sono alleati davvero?!
-Sì, purtroppo è così.
-Ma perché?! Che senso può avere una cosa del genere?!
Rossella abbassò lo sguardo -E’ una... scommessa.
-Che genere di scommessa?
-Beh... dovete sapere che, dopo la morte di Max e Ivan, Team Idro e Team Magma sono stati rifondati, con a capo rispettivamente Alan e Mack. E’ in quell’occasione che io mi sono riunita al gruppo con le intenzioni che vi ho già detto. E poi hanno deciso un’alleanza, per un motivo molto semplice: se agendo separati erano stati sconfitti, erano certi che cooperando avrebbero potuto risvegliare Groudon e Kyogre e sfruttare la loro forza per eliminare tutti coloro che avessero tentato di opporsi. Dopodiché, i due leggendari avrebbero potuto scontrarsi e decretare il più forte.
-Ma... ma non ha senso! Rischiavano di perdere tutto!
-Dimentichi che ognuno dei due era convinto di stare dalla parte del più forte. Così come Mack era certo del trionfo di Groudon, Alan non aveva dubbi sulla vittoria di Kyogre. Ma, chiunque di loro vinca, noi perdiamo. E con noi intendo l’umanità intera.
Sapphire e Lino rimasero senza parole. Dopotutto cosa c’era da aggiungere ad una storia così complessa e malata? Che Alan e Mack erano due pazzi furiosi? Bella scoperta! Che stando così le cose e senza nemmeno più Ruby ad aiutarli erano pressoché fottuti? Anche questo era ovvio! Ma, a proposito di Ruby...
-E ora veniamo al nocciolo di tutto questo malsano piano: Ruby.- Aggiunse mestamente la Magmatenente.
La ragazza dagli occhi blu ebbe un tuffo al cuore a sentirne il nome -Che gli hanno fatto? Ne sai qualcosa?!
-E’ ancora vivo, su questo non ho dubbi.
Una risposta che lasciò i due allenatori più giovani a metà tra il sollevato e lo scioccato. Guardarono Rossella con gli occhi sgranati, pendenti dalle sue labbra per conoscere la sorte del ragazzo.
-Sapphire, lui e te siete le ultime incognite dell’equazione. Per loro sarebbe stato certo molto facile uccidere Ruby ora e sbarazzarsi di un nemico, ma se da una parte voi siete i nemici che più temono in assoluto, dall’altra siete gli unici che hanno saputo controllare la Sfera Rossa e la Sfera Blu senza venire soggiogati dal loro potere.
L’allenatrice restava muta, senza sapere cosa rispondere,e lo stesso faceva anche Lino. Cosa voleva dire? Che il Team Magma e il Team Idro, ora uniti, volevano usare Ruby per controllare le Sfere, o ciò che ne faceva le veci questa volta? Come potevano anche solo pensare una cosa del genere? Lui non li avrebbe mai aiutati! Oppure... no, era diverso da cinque anni fa, si era incupito molto, ma non era possibile che fosse cambiato fino a quel punto! Ma allora cosa volevano farne di lui?!
-Io... non so in che modo pensino di poter sfruttare tutto ciò- Confessò Rossella, quasi leggendole nel pensiero -Non conosco tutti i dettagli, Mack non ha voluto rivelarli né a me né a Ottavio, ma di una cosa sono certa: avere Ruby non gli basta.
I due ragazzi sollevarono lo sguardo, colpiti da quelle parole.
-Che vuoi dire?- Chiese Lino.
-Che le Gemme, perché stavolta di Gemme si tratta, sono due, ma Ruby è uno solo: il loro piano originale prevedeva che lui usasse la Gemma Rossa e io la Gemma Blu, ma ora che ho disertato avranno bisogno di qualcuno che prenda il mio posto. Certo, c’è sempre la possibilità che Alan o Ada si assumano il rischio in prima persona, pur di non ritardare sulla tabella di marcia, ma non credo siano in grado di resistere banalmente agli effetti della Gemma.
-Aspetta, aspetta- La interruppe il verdino sempre più nel panico -Le Gemme? Di che stai parlando?!?
-Si tratta di due pietre. Due pietre antichissime, molto di più addirittura rispetto alle Sfere. Consentiranno -almeno secondo Mack- ai due leggendari di ritornare al loro stadio primigenio e scatenare tutta la loro forza. Quello che immagino abbiate conosciuto con il nome di “Archeorisveglio”. E se mai questo dovesse avvenire, credetemi, sarebbe infinitamente peggio rispetto a cinque anni fa. Ed è per questo- Proseguì, alzando insieme la voce e la testa -Che io ho deciso che avrei fatto qualsiasi cosa per fermarli! E, per questo, conto anche su di voi!
-Ma certo!- Rispose il ragazzo con rinnovata passione -Faremo tutto il possibile, vedrai!
Sapphire invece se ne restò muta, senza proferire parola. Sapere Ruby nelle loro mani, e ancora di più sapere che stavano tentando di usarlo per obbligarlo a commettere qualcosa di tanto distruttivo l’aveva scossa profondamente. E lei era scappata così, lasciandolo in balìa di un gruppo di criminali il cui obiettivo era palesemente la distruzione del mondo, più che la sua conquista. Perché se anche fossero stati tanto folli da credere ciecamente negli ideali di miglioramento del mondo attraverso il potere dei Pokémon leggendari, gli stessi ideali in cui a un tempo avevano creduto anche Max e Ivan, non v’era dubbio che il risultato sarebbe stato comunque la distruzione di qualsiasi cosa esistente su questa terra. E Ruby ne sarebbe stato il diretto colpevole.
Era troppo.
-Allora?- Le domandò Rossella innervosita, interrompendo il filo dei suoi pensieri -Di’ qualcosa! Vuoi salvare il mondo anche tu o no?!
Ma la ragazza non disse nulla. Si limitò ad annuire impercettibilmente con un cenno del capo e poi uscì di fuori nel bosco. Rossella e Lino fecero per inseguirla, ma non appena si affacciarono sul ballatoio, lei era già sparita tra i rami degli alberi del Bosco Petalo.
 
“Ok. Tame non mi ha mai deluso e non vedo perché dovrebbe farlo adesso, ma... che ci dovrebbe fare lei qui?” Pensava fra sé e sé Rocco osservando l’imponente facciata del Centro Spaziale di Verdeazzupoli. Alla fine, decise che gliel’avrebbe chiesto di persona una volta incontrata, insieme ad un sacco di altre domande che avrebbe dovuto farle.
Lyris... non era riuscito a raccogliere praticamente nulla su di lei. L’unica cosa che sapeva è che era stata vista un paio di volte nei pressi di Brunifoglia, e nulla più. E ora, senza alcun motivo, dopo aver visitato la Grotta Pietrosa, eccola che compariva a Verdeazzupoli. Dalle stelle alle stalle, praticamente.
Appena entrato si fece dare indicazioni da Thomas -un giovane scienziato con cui aveva stretto amicizia durante i suoi lunghi soggiorni a Verdeazzupoli- circa una ragazza con i capelli corvini e una spirale attaccata alla gamba, e Thomas apparve sorpreso a quella richiesta.
-Curioso che tu me lo chieda, Rocco! Sì, è arrivata proprio un attimo fa, anche l’ho già vista a Verdeazzupoli l’altro ieri, per la prima volta. Non è del posto e non mi sembra una semplice turista, ma fatto sta che dopo aver girovagato come una furia per tutto il centro ha chiesto che le venisse indicato l’ufficio del capo. Ma è amica tua? Perché se è così, faresti bene a dirle di darsi una calmata!
-Grazie Thomas, non mancherò di farglielo presente, non appena la vedo!- Rispose rapidamente Rocco, mentre già schizzava a sua volta verso l’ufficio del direttore del centro.
 
All’interno dell’ufficio, una ragazza discuteva animatamente col direttore.
-Vi ho detto che è pericoloso! Fareste bene a cominciare subito a monitorarlo e a preparare un’arma, un... qualcosa che ci permetta di sbarazzarcene!
-Ma andiamo, ragazzina! Figurati se è veramente così! Mi ci gioco la divisa che non c’è nulla di cui preoccuparci.
-Ma perché non vuoi capire?!?- Sbottò infuriata Lyris, ignorando anche la consuetudine secondo cui bisognerebbe dare del “lei” alle persone più autorevoli -Se non agiamo subito...!
Lo sbattere violento di una porta la interruppe bruscamente.
-Ma allora lo indossi sempre il mantello...



Ah, nel caso ve lo steste chiedendo, il 'Tame' dell'inizio del secondo paragrafo è l'informatore di Rocco. Giusto per non fare confusione.

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Capitolo 11
*** IX Parte 1. Incontri di rabbia ***


Il primo passo da fare era abbastanza ovvio, o almeno così pareva a Lino. Perché se avesse sentito Sapphire, non aveva dubbi che lei gli avrebbe detto di andare subito a liberare Ruby spaccando tutto. Ma per fortuna -si fa per dire- la ragazza stava ancora vagando per il bosco, appesa qua e là ai rami degli alberi.
-Chi stai chiamando?- Gli domandò Rossella alla vista del MultiNav del ragazzo.
-Rocco- Le rispose questo con tranquillità -Non crederai che possiamo farcela in tre da soli?
-Hai intenzione di raccontargli tutto?
-Ovvio. Che c’è, non ti fidi di lui?- Disse Lino, per poi punzecchiarla un po’ -Ho forse fai solo fatica ad ammettere la tua redenzione e non vuoi che qualcun altro lo venga a sapere?
-Ma figurati!- Ribatté Rossella. Ma dall’espressione, sembrava che almeno un po’ Lino l’avesse punta sul vivo.
 Ma amor proprio a parte, Lino non sentì obiezioni, quindi scorse velocemente la rubrica alla ricerca del contatto “Il tipo tosto”, e pigiò sul pulsante di chiamata. Aspettò una manciata di secondi, intrattenuto dal tuuu... tuuu... che segnalava l’inoltro della telefonata, finché una voce familiare rispose dall’altro capo del filo.
-Pronto! Lino, sei tu? Meno male che hai chiamato! Hai qualcosa da comunicare? Io onestamente sì, ho un sacco di cose da dirvi, e nessuna di queste è una buona notizia.
-Cosa? In che senso?- Chiese Lino, dimenticandosi per un attimo quel che aveva lui da raccontare.
-Ho trovato Lyris, e... beh, come dire... ora so che il Team Magma e il Team Idro non sono il nostro unico problema, anzi, probabilmente non sono nemmeno il nostro problema più grande! Vedi, ora sono qui a Verdeazzupoli, al Centro Spaziale, e ho appena scoperto che...-
-Wo, wo, frena! Che vuol dire che ci sono altri problemi?! Non è possibile! Non abbiamo neanche più Ruby! Che sta succedendo?!
-COSA?! Ruby?! Che gli è successo?! In che senso «non l’ho abbiamo neanche più»?- Lo interruppe questa volta l’ex Campione.
-Beh, è successo che noi abbiamo cercato di...- Lino si fermò, sgranando gli occhi guardando il cenno di Rossella, che gli chiedeva a gesti di poter parlare con Rocco. Non ne capì il perché, ma decise comunque di passarle il MultiNav. La ragazza lo accostò all’orecchio.
-Lino? Lino? Ci sei ancora?! Rispond-...
-Hey, calmati. - Gli rispose una voce femminile -Non è il caso di agitarsi così tanto, abbiamo già abbastanza problemi.
-Ma... ma tu chi sei? Che è successo a Lino? Cosa vuoi?!- Se uno in gamba come Rocco stava perdendo così facilmente il suo autocontrollo, doveva aver scoperto qualcosa che l’aveva davvero messo in ansia.
-Tranquillo, sono un’amica di Lino, mi chiamo Rossella. Può darsi che questo nome ti faccia ricordare qualcosa, visto che un tempo facevo parte delle 3 Fiamme. Ma ora non è più così, sono dalla vostra parte, e ho il sospetto che abbiamo un sacco di cose da raccontarci.
-Rossella... mi ricordo vagamente di te. Ruby mi ha detto qualcosa sul tuo conto, e... sì, penso di potermi fidare.- Rocco tirò un sospiro di sollievo -Lino e Sapphire sono con te, quindi?- Domandò poi.
-Sì, sono qui. Dimmi quando e dove ci possiamo incontrare, perché qui c’è bisogno di scambiarci qualche informazione. E anche di organizzare un piano, temo.
-Se non vi crea problemi, vorrei che veniste tutti qui a Verdeazzupoli.- Rispose il ragazzo -Certe cose potrete capirle solo guardando con i vostri occhi. Quanto al quando, se mi passi il gioco di parole, io direi il prima possibile. Anche subito, se ce la fate.
-D’accordo. Allora ci si vede!- Concluse in leggerezza Rossella mettendo giù all’improvviso e gonfiando una bolla di chewin-gum.
-Lino- Continuò poi rivolgendosi al ragazzo e lanciandogli il dispositivo -Prepara i bagagli e vai a raccattare Sapphire. Si va a Verdeazzupoli.
 
Non ricordava che aprire gli occhi fosse così faticoso. Appena ci riuscì, si ritrovò in un luogo totalmente sconosciuto: una stanza bianco asettico del tutto vuota, fatta eccezione per un comodino appena in parte al letto dov’era sdraiato, e una finestra alla parete di sinistra. Dei cavi erano collegati al suo braccio sinistro.
”Mi stanno drogando?” pensò “Mi rifiuto!”. Strappò i fili e un dolore lancinante percorse il suo corpo. “Non importa, non voglio che mi sedino. Preferisco essere cosciente di qualunque cosa succeda.” Nobile, senza dubbio. Purtroppo, però, i suoi propositi andarono a farsi friggere quando svenne cinque minuti dopo.
 
Un meteorite. Un meteorite stava per precipitare su Hoenn. Come se non avessero già abbastanza problemi! Né lui né Sapphire si erano minimamente espressi in merito, ma dopotutto cosa c’era da dire? Erano allenatori, a meno che il meteorite non accettasse una sfida a Pokémon -cosa ragionevolmente impossibile-, non potevano fare proprio nulla!
-Quindi...- Si arrischiò infine a chiedere a Lyris -Tu hai una qualche idea su come impedire la collisione... vero?
-Ne ho una, sì- Rispose questa. Teneva le braccia conserte e il volto abbassato sul tavolo. D’improvviso alzò lo sguardo, trafiggendolo con quei micidiali occhi neri -Ma non ti piacerà. Rocco mi ha raccontato di quanto accaduto cinque anni fa, e se non sbaglio sei stato tu a risvegliare Rayquaza, giusto?
-Sì, io insieme al mio maestro, Norman. Anche se alla fine è stato solo lui a controllarlo.
-Perfetto. Allora, visto che sei già esperto, sarai proprio tu ad aiutarmi. Rayquaza è la nostra unica speranza, e potrei aver bisogno di una mano per tenerlo a bada.
-No, un attimo!- La interruppe il ragazzo, confuso -Sono stato alla Torre dei Cieli pochi giorni fa, e Rayquaza non c’era! Dev’essere ancora nella ozono-...!
-So dov’è. - Lo fermò bruscamente la ragazza -Ma so anche come richiamarlo. E, credimi, o fai come dico io o siamo tutti spacciati.
Quel tonò lo innervosì parecchio. Non sopportava di farsi dare ordini da una ragazza probabilmente più piccola di lui, e men che meno sopportava l’arroganza. Si guardò intorno, aspettandosi l’appoggio di Sapphire, o Rocco, o Rossella. Invece, nessuno disse niente. Sembravano tutti decisi -oppure rassegnati- che la cosa migliore fosse affidarsi completamente alla fanciulla.
-Farò come dici tu- Cedette infine -Ma chi mi garantisce che funzionerà?
-Ti racconterò tutto nei dettagli strada facendo. - Rispose tranquillamente Lyris -Tanto, da qui alla Torre dei Cieli c’è sicuramente tempo. Ma ora, da quel che ho capito, c’è un altro problema.
-Il mio ragazzo. - Rispose Sapphire e fu una sorpresa sentirla parlare: fino ad allora non aveva aperto bocca. -Rocco, che facciamo? Come possiamo salvarlo?
-Ho l’impressione che Lyris si stesse riferendo al Team Idro e al Team Magma, ma tanto ormai le due cose sono collegate...- Disse il giovane Petri -Comunque non so. Far breccia di nuovo nel loro rifugio mi sembra poco fattibile...
-Confermo- Intervenne Rossella -L’ultima volta vi hanno lasciato entrare per il semplice fatto che gli servivate. Ora temo che avranno sigillato definitivamente l’entrata, e nessuno potrà più fare irruzione.
-E allora?!?- Sbottò Sapphire, alzandosi in piedi e facendo trasalire tutti quanti. Gli avventori del Café del Centro Spaziale si voltarono verso il loro tavolo, quasi spaventati -Che vuol dire questo? Che non potrà più tornare indietro?! Te lo scordi!
-Sapphire, calmati- Cercò di placarla Lino -Nessuno sta dicendo questo, ma...
-D’accordo!- Lo interruppe -Allora andrò a prenderlo da sola!
Detto (no, anzi, urlato) questo, girò sui tacchi e si diresse verso la porta a passo di carica. Lino avrebbe giurato di aver visto una lacrima scorrerle lungo la guancia. Rocco e Rossella si mossero di corsa per inseguirla, e Lino rimase solo al tavolo con Lyris, imperturbabile come al solito.
-Allora...- Le disse, dopo una pausa imbarazzante, ancora un po’ scosso -Andiamo anche noi?



Piccola Nota: La consegna delle Pietrechiave è avvenuta off-screen. Ho dovuto fare una scelta su cosa riportare e cosa lasciare sottinteso per ovvie ragioni di lunghezza, soprattutto visto e considerato che questa è solo la parte 1 del capitolo.

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Capitolo 12
*** IX Parte 2. Avventati? ***


Eh sì. E' passato qualche secolo dall'ultimo aggiornamento, vero? Eppure ci sono ancora, state tranquilli! Ho avuto qualche casino con la scuola, il calcio, un dibattito, gite, non gite, eccetera eccetera, ma ora sono tornato! Quanto durerà? Non molto, temo, ma dicono che la speranza sia sempre l'ultima a morire: quindi non disperato, forse un giorno tornerò a pubblicare con regolarità!
Fino ad allora: seguite, recensite, e al prossimo capitolo (uao, era da una vita che non lo scrivevo)!


-Allora fermami se ci riesci!- Aveva urlato Sapphire, prima di lanciare in aria la pokéball.
“Davvero?” Domandò Rocco a se stesso “Sto davvero arrivando a questo?”. Lo intristiva terribilmente l’idea di dover combattere contro la sua allieva pur di impedirle di salvare il suo ragazzo. Era un lavoro sporco, ma qualcuno doveva pur farlo.
Vedendo che Rossella non accennava ad intervenire, anche lui estrasse una pokéball e la scagliò in aria. Ne uscì Claydol.
-Claydol, eh? Avrei dovuto aspettarmelo. - Commentò Sapphire -Dopotutto era l’unico tuo pokémon in grado di sconfiggere Toro.
Il duello si stava svolgendo su un’isoletta a metà strada fra Ceneride e Orocea, dove Rocco era riuscito a inchiodare Sapphire sotto un cielo che lasciava presagire un nubifragio, dopo un inseguimento iniziato a Verdeazzupoli. Il motivo di tutto ciò? La ragazza non si decideva a ragionare e Rocco voleva impedirle di fare pazzie. In tutto questo, Rossella se ne stava in disparte ad osservare come stesse assistendo ad una rappresentazione teatrale.
-Apri le danze letteralmente, Toro! Danzaspada!
Blaziken fece qualche passo accennando una sorta di balletto, per poi fermarsi sul posto ed osservare Claydol con sguardo truce.
-Calciardente! Ora!
Il pokémon scattò rapidamente in avanti, fingendo di mirare alla testa di Claydol. Questi si abbassò d’istinto, e la gamba del pokémon lo scavalcò, ma Toro fece una piroetta completa su se stesso e lo andò quindi a colpire ugualmente lanciandolo lontano.
“Aggressiva come sempre...” Commentò fra sé e sé Rocco “Ma saperlo in anticipo potrà tornarmi molto utile.”
-Claydol, in velocità non la battiamo di sicuro! Chiuditi in difesa con Riflesso!
Il pokémon non se lo fece ripetere ed eresse subito una barriera luminosa apparentemente infrangibile.
-Non credere che basti! Stramontante!
Blaziken si lanciò di nuovo all’attacco a testa bassa, e Claydol non reagì minimamente. Incassò il colpo senza danni, protetto anche da Riflesso appena usato e poi, sotto comando dell’allenatore, scatenò un Geoforza che però l’avversario non ebbe problemi a scansare con un salto. Come previsto, stallo perfetto.
Il pokémon di Rocco, con una rapidità insospettabile, si piazzò proprio sopra la testa di quello di Sapphire, approfittando del poco tempo in cui questi avrebbe dovuto riprendersi dalla schivata appena effettuata, e iniziò a caricare Extrasenso.
“Cosa sta facendo?” Iniziò a domandarsi la ragazza “Per quale motivo è venuto così vicino? E’ in piena portata dei colpi di Toro! No, merda, non ho tempo per pensare o mi spazzerà via!” -Toro, Calciardente!
Sia Rocco che Claydol, naturalmente, avevano previsto il colpo, e il pokémon si scansò quel tanto che bastava per non perdere la concentrazione ed eseguire la strategia. Il suo piazzamento a distanza ravvicinata, ma soprattutto sopra Blaziken era infatti, ovviamente, voluto: in quel momento infatti il sole fece capolino dalle nuvole -come previsto da Rocco-, e quando il pokémon  Argilla si scansò, quello di Sapphire si ritrovò momentaneamente abbagliato; il suo colpo andò a vuoto, e rimase inerme. Solo per un istante, ma fu più che sufficiente.
-Extrasenso!
Toro si ritrovò scaraventato a diversi metri di distanza da una forza invisibile, finendo proprio addosso alla sua padrona. Non ancora K.O., tentò comunque di rialzarsi, ma si ritrovò bloccato da un muro luminoso.
-Ancora Riflesso, eh?- Domandò Sapphire infastidita.
-Proprio così. Rassegnati, non uscirai da lì dentro. Avrei preferito fermarti con il dialogo, ma visto che non mi hai lasciato scelta...
-Ti odio...!- Gli rispose con scarsa convinzione. A Rocco parve che già stesse cominciando a riflettere un po’ più a mente fredda sull’accaduto. Dopotutto, finché stava lì dentro non le restava molto altro da fare.
-Non preoccuparti, troveremo il modo per liberare Ruby; nessuno di noi qui può sopportare l’idea che venga usato per dare il via a una catastrofe. Ma d’altra parte non puoi certo lanciarti all’attacco a testa bassa, non andresti da nessuna parte!
-Ah sì?! E tu, invece? Tu ce l’hai un piano?- Gli chiese a quel punto con aria di scherno.
Rocco non rispose. No, non l’aveva.
 
Il tempo volgeva al brutto. Erano stati costretti a fermarsi a Ceneride, e non sapevano neppure dove fossero i loro amici. O “alleati”, come li chiamava Lyris. Con un cielo così plumbeo e coperto, avvicinarsi in volo al tetto della torre poteva essere quantomeno rischioso, se non addirittura un suicidio: avrebbe potuto scatenarsi un temporale, e Lino non era disposto a rischiare che Flygon venisse colpito da un fulmine e precipitassero tutti e due in mare.
-Non capisci- Gli disse Lyris appoggiando le sue poche cose sul letto della stanza che avevano preso per quella notte. La locanda in cui stavano alloggiando era poco più che una topaia, ma nessuno dei due si era portato molti soldi: il ragazzo aveva appena lasciato gran parte dei suoi risparmi ai genitori, quanto alla ragazzina... beh, lei sembrava quasi che si nutrisse di semplice aria e che i suoi vestiti non si sporcassero mai. -Ogni attimo che perdiamo potrebbe essere fatale!
-Andiamo, non farne un dramma!- Le rispose -Il meteorite dovrebbe cadere dopodomani, giusto? Siamo a solo due ore dalla Torre dei Cieli, faremo ben più che a tempo! E poi ormai siamo qui, è un po’ tardi per ricominciare a discuterne.
Effettivamente ne avevano parlato parecchio poco prima di atterrare - o meglio, Lino aveva parlato: lei si era limitata ad esprimere il suo dissenso a monosillabi-, quindi la corvina lasciò cadere l’argomento. Lino le fu grato, perché aveva un bel po’ di domande da farle.
-Allora, parlando d’altro...- Cominciò -Tu ti chiami Lyris, giusto?
Lei annuì, squadrandolo senza capire la domanda.
-Ma questo è tutto ciò che so di te. Da dove vieni? Non ce l’hai un cognome, una famiglia... insomma, chi sei?
Lyris lo guardò freddamente. Non disse nulla. Lino s’innervosì.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua o è un modo educato per dirmi di farmi i cazzi miei? Va bene, cambiamo domanda- Puntò il dito verso la gamba della ragazza -E’ vero quello che ha detto Rocco di quella spirale? Che quell’oggetto, così come il Pendente che mi ha regalato è in grado di portare i pokémon ad un nuovo livello? E se è così, come funziona? Sai, con Sapphire è tutto il resto non è più riuscito a spiegarmelo...
A quella domanda, gli occhi di lei sembrarono accendersi per un attimo, segno che l’argomento, in qualche modo, la riguardava, ma quella luce si spense quasi subito. Però... chissà che non avesse voglia di parlarne.
-Allora? Ne sai qualcosa?- Insistette il ragazzo, stavolta in modo più educato -Me lo puoi raccontare?
Forse rabbonita dal tono, forse per pietà del ragazzo, Lyris raccontò. Parlò per diversi minuti, insegnandogli come un pokémon sia in grado di megaevolversi solo a patto di avere un saldo legame con il proprio allenatore e possedere una Megapietra. L’allenatore doveva inoltre possedere una Pietrachiave -nel suo caso, il Megagambale- che facesse da tramite tra lui e la Megapietra, in modo da veicolare al pokémon le sue emozioni e sensazioni, così che questi li trasformasse in energia e raggiungesse un nuovo livello. Lino l’ascoltò attentamente tenendo gli occhi fissi sulle sue labbra, sorpreso del fatto che potesse essere così loquace, ma al contempo affascinato dal suo modo di parlare. Non distolse lo sguardo fin quando la ragazza non ebbe finito, e dopo un breve attimo di silenzio assoluto, si accorse di avere la bocca aperta.
-Beh, che c’è? Sei rimasto a bocca aperta?
Il modo di parlare di Lyris era sempre lo stesso, ma il tono era completamente diverso da prima: non c’era scherno nella sua voce, che dopo quel breve monologo sembrava essersi addolcita, anche se di poco. Lino se ne accorse e le rispose con garbo:
-Sì... cioè, no! E’ solo che mi sono stupito nel sentirti parlare così tanto. Sei sempre stata taciturna fino ad adesso, e quindi...
-“Sempre stata taciturna”! Come se ci conoscessimo da chissà quanto tempo! So parlare anch’io, come vedi. E so mentire.
-Eh?- Domandò il ragazzo, preso in contropiede -A cosa ti riferisci? Guarda che io non ti ho mica mentito!
-No, tu no. Infatti sono io ad aver mentito a te sulla megaevoluzione. C’è un piccolo particolare che non ti ho detto...- Abbassò lo sguardo -ma non credo che potrò mai dirtelo.
Lino fece per ribattere, ma la ragazza appoggiò la testa di lato sul cuscino e chiuse gli occhi. La conversazione era finita.
 
Il giorno dopo, i due ripresero il viaggio verso la torre di buon mattino. Lino era ridotto a uno straccio: era rimasto sveglio quasi tutta la notte a vegliare sul riposo della compagna nel timore di un improvviso attacco nemico (che alla fine non era arrivato), e -anche se si vergognava ad ammetterlo- ne approfittò anche per osservarla mentre dormiva. Quegli occhi, quelle labbra, quelle t...
-Hey, sei sveglio o che cosa?!
Si riscosse all’improvviso.
-Eh? Eh, ah, sì, sono sveglio! Tutto a posto, tutto regolare!
-Meglio così, perché qua la situazione si prospetta complicata- Continuò Lyris, indicando in avanti.
Seguendo la direzione puntata dal suo indice, Lino si accorse per la prima volta del mare di nuvole temporalesche che circondavano la Torre. Un lampo le attraversò, e lui rabbrividì per un attimo.
-Uhm... sì, decisamente. Questo dev’essere il temporale di ieri. Potrebbe essere pericoloso atterrare direttamente sulla cima della Torre, tu che dici?
-Ho paura che tu abbia ragione- Rispose lei dopo un attimo di pausa, e lasciando stupefatto il suo interlocutore -Potrebbe essere un rischio attraversare quella coltre di fulmini in volo, un rischio che non possiamo correre. Sì, è meglio ritardare di poco la missione, piuttosto che comprometterla definitivamente per un’avventatezza.
Lino rimase colpito da tanta concessività, soprattutto ripensando al dialogo avvenuto giusto il giorno prima. Ma non fece commenti per paura di farle cambiare idea per ripicca, e si limitò ad atterrare insieme col suo Flygon nel momento in cui anche lei fece digradare man mano Salamance.
-Ci siamo?- Le domandò una volta a terra.
-No, non ancora. Ora dobbiamo salire.


 

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Capitolo 13
*** X Parte 1. Speranze ***


Ehi ragazzi! Ma ciao! Sembrano passati mille anni! Forse perché in effetti è più o meno così... -.-"
Scusatemi, sono imperdonabile, lo so, ma d'estate sono persino più impegnato che durante l'anno e tra oratorio, vacanze e amici in casa non avevo proprio avuto tempo. >_<
CErcherò di recuperare dalle prossime settimane, perché la prossima sarò di nuovo via da casa e non potrò concludere un bel nulla. Scusatemi tutti >_<


Incubi. Incoscienza. Dolore. E, finalmente, di nuovo veglia. La prima cosa che notò furono le flebo, ancora attaccate al suo braccio sinistro. Qualcuno gliele aveva rimesse nel sonno, probabilmente.
“In che lingua devo farglielo capire? Questa roba non la voglio!” Di nuovo si strappò i fili dal braccio, e constatò con piacere che questa volta non c’era stata la scarica di dolore. I casi sono due, o stavolta gli avevano iniettato delle dosi davvero pesanti, o cominciava a stare meglio. Poiché non si sentiva troppo stordito, decise di dar fiducia alla seconda ipotesi.
Decise di alzarsi, malgrado tutto il mondo si mise a girare non appena passò semplicemente da sdraiato a seduto. Ignorò le vertigini e il mal di testa e scese dal letto. Grave errore.
Le sue gambe, addormentate per i giorni passati sul letto, e la sua testa, intontita dalla botta e dagli antidolorifici, lo schiantarono a terra, faccia sul pavimento.
Il viso pulsava, e il suo corpo non sembrava dargli ascolto, ma in un modo o nell’altro riuscì a rimettersi in piedi. Non lo faceva per lui. Lo faceva per gli altri.
Doveva vederli, poco importavano i rischi. Anzitutto doveva recuperare la sua squadra e i suoi vestiti, poi il PokéNav per informare gli altri che stava bene. Lino il suo migliore amico, Sapphire la sua ragazza, e Rocco a cui si sentiva in qualche modo molto legato. Avevano qualcosa in comune, anche se non sapeva cosa.
Fortunatamente, i corridoi erano deserti. Meglio evitare di dover stendere dei dottori, o peggio, dei soldati Passando, riuscì a notare quello che cercava oltre alla sua roba: un calendario. Che segnava il 6 di giugno.
 
Erano passati due giorni. Ruby non sapeva neppure se esserne triste o felice: aveva temuto di peggio, ma i suoi amici erano rimasti per due giorni senza sue notizie. Dov’erano adesso? Lo stavano cercando? Erano salvi? E poi, cos’era successo mentre lui era fuori gioco?
Un sommesso rumore di passi lo ridestò dai suoi pensieri; qualcuno stava arrivando, e lui non aveva ancora ritrovato i suoi compagni, gli unici che potessero proteggerlo. Tornò nella sua camera il più velocemente possibile, per quanto il suo fisico malconcio gli consentisse. Era quasi sicuro che lo scalpiccio che aveva udito provenisse da un corridoio laterale, quindi era probabile che, chiunque stesse arrivando, non avesse fatto a tempo a svoltare l’angolo e vederlo.
Eppure i passi erano sempre più vicini. Il ritmo si era mantenuto costante, ma il volume si era senza dubbio alzato. Una fitta alla tempia, tanto improvvisa quanto forte. Si appoggiò al letto, cercando di tenersi in piedi facendo forza sulle braccia. Una seconda fitta. Le ginocchia cedettero, e lui cadde faccia in avanti sul materasso.
“No... perché... cosa?”
-Ben svegliato.- Una voce alle sue spalle lo fece trasalire. Cercò di girare la testa, ma il dolore era troppo forte, e la vista gli si stava facendo sfocata.
-Ho paura che ti abbiamo dato degli antidolorifici troppo forti. Sono sicuro che se avessi  avuto il pieno controllo delle tue facoltà ti saresti accorto subito della telecamera di sorveglianza. Non che avresti potuto farci nulla comunque.
“Telecamera...? Già... che sciocco...”
-Beh, a giudicare da come ti tieni la testa fra le mani, direi che il progetto è andato a buon fine. Non ti preoccupare, finirà presto.
E presto finì. Non ebbe quasi il tempo di concludere la frase, che il dolore alla testa di Ruby svanì. Il ragazzo svenne.
 
-Adesso che si fa?
Sapphire aveva accettato di farsi condurre a Iridopoli dove, su suggerimento di Rocco, avevano chiesto aiuto ai Superquattro e ad Adriano. Quest’ultimo in particolare era ora seduto accanto a lei e rimuginava su quanto gli avevano raccontato; era tornato a Hoenn da quattro giorni e adesso scopriva che il suo allievo era stato rapito, e la ragazza di questi si era alleata con un il suo più vecchio amico ed una ex-nemica per scongiurare una duplice crisi planetaria.
-Bella domanda.- Rispose mestamente Drake -Almeno, cinque anni fa avevamo quasi un’idea precisa dei piani dei nostri avversari e potevamo usare i Regi come contromisura.
-Peccato che ora questa opzione non risulti fattibile- Concluse Rocco -I Regi sembrano essere spariti, o almeno questo è quanto ne so io. E, quel che peggio, anche se potessimo impiegarli, non potremmo fermare contemporaneamente lo scontro tra Kyogre e Groudon e la caduta del meteorite.
-A tal proposito, Rocco...- Lo interruppe Adriano -I Regi, beh, non credo che potremo farci affidamento; sono andato a Sinnoh a Sinnoh proprio per questo, dopotutto.
-Sul serio?!? Era davvero come pensavamo?
Adriano prese un secondo di pausa prima di rispondere, riflettendo attentamente su come dargli la notizia.
-Credo di sì- Rispose, infine -I tre Regi sembrano essersi semplicemente spostati, piuttosto che spariti; a tal proposito, ho individuato alcuni luoghi potenzialmente adatti per essere diventati i loro nuovi rifugi, ma fossi in te non ci farei  affidamento, come ti ho già detto: innanzitutto, non posso essere del tutto sicuro che si trovino dove penso, e in secondo luogo, il che è molto più importante, non riusciremo di certo a recuperarli e trasportarli qui in tempo.
-Merda!- Imprecò Rocco a denti stretti -Allora siamo fregati! Non c’è niente che possiamo fare! Possiamo solo contare che Lino e Lyris riescano a portare Rayquaza dalla nostra parte, ma se Groudon e Kyogre si svegliano prima...!
-Non succederà. - Lo interruppe Sapphire
Tutti si voltarono stupefatti a guardarla, e lei proseguì -Ho fiducia in Ruby. Vedrete, riuscirà almeno a guadagnare tempo per impedire la catastrofe. E poi... - Continuò, riluttante -Io un piano ce l’ho.
Un campanello di allarme scattò nella testa di Rocco al suono di queste parole -Stai scherzando?!?- Sbottò -Non puoi-...!
-Le Gemme sono due: Blu e Rossa. Questo significa che hanno bisogno di due persone.

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