An explosive combination

di Vavi_14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Camminare sull'acqua! ***
Capitolo 2: *** Déjà-vu ***
Capitolo 3: *** Potere oculare ***
Capitolo 4: *** Rivelazione! ***
Capitolo 5: *** "Tale padre..." ***
Capitolo 6: *** La nuova tecnica ***
Capitolo 7: *** Responsabilità ***
Capitolo 8: *** Riunione ***
Capitolo 9: *** Buon compleanno Sensei! [Special] ***
Capitolo 10: *** Coordinazione! ***
Capitolo 11: *** Un avversario inaspettato ***
Capitolo 12: *** Questione di punti di vista ***
Capitolo 13: *** Non arrenderti ***
Capitolo 14: *** Il nuovo arrivato! [Special] ***
Capitolo 15: *** Dall'Ichiraku! ***
Capitolo 16: *** Incontri ***
Capitolo 17: *** Traguardi ***
Capitolo 18: *** Missione ***
Capitolo 19: *** Il grande Nekomata (parte prima) ***
Capitolo 20: *** Il grande Nekomata (parte seconda) ***
Capitolo 21: *** Chiarimenti ***
Capitolo 22: *** Yawaraka-Te ***
Capitolo 23: *** Risvolti inattesi ***
Capitolo 24: *** Piccoli segreti ***
Capitolo 25: *** Sogni ***
Capitolo 26: *** Di padri stalker e amici traditori [Special] ***
Capitolo 27: *** Illusioni ***
Capitolo 28: *** Una nuova avventura ***
Capitolo 29: *** Crescita ***
Capitolo 30: *** Gli ultimi saluti ***
Capitolo 31: *** Ci vediamo quando torno [Special] ***
Capitolo 32: *** La Squadra ANBU ***
Capitolo 33: *** Conversazioni notturne ***
Capitolo 34: *** Primi ostacoli ***
Capitolo 35: *** Preludio ***
Capitolo 36: *** In campo ***
Capitolo 37: *** Essere ninja ***
Capitolo 38: *** Conversazioni notturne - Il Ritorno ***
Capitolo 39: *** Bentornato! ***
Capitolo 40: *** Popeye no eigo ***
Capitolo 41: *** Sakè [Special] ***
Capitolo 42: *** Un allenamento fuori dal comune ***
Capitolo 43: *** Maledetta adolescenza! ***
Capitolo 44: *** Poteri sopiti ***
Capitolo 45: *** Fiducia ***
Capitolo 46: *** L'unione fa la forza ***
Capitolo 47: *** L'ultima prova ***
Capitolo 48: *** Occhio a quei due! ***
Capitolo 49: *** Dubbi ***
Capitolo 50: *** Father and Son ***
Capitolo 51: *** Decisioni ***
Capitolo 52: *** A presto, Boruto! ***



Capitolo 1
*** Camminare sull'acqua! ***


Capitolo 1
Camminare sull'acqua!







“Camminare sull'acqua?” domandò Boruto, mentre sul suo volto arrossato prendeva forma un'espressione incredula.
Si erano allenati tutto il giorno senza fare pause e adesso quel sadico del suo maestro si divertiva anche a prenderlo in giro con proposte assurde.
“Non ho voglia di ripeterlo per l'ennesima volta” sospirò Sasuke, ormai stanco della cocciutaggine di Boruto.
“Te l'ho detto, basterà richiamare il chakra e concentrarlo sulla pianta dei piedi. Solo provando riuscirai a trovare l'equilibrio necessario per non affondare.”
“A- affondare? - sbottò il ragazzino, paonazzo- ma io non so nuotare!”
Il moro incrociò le braccia e Boruto vide chiaramente un sorriso beffardo fare capolino dal ciuffo nero che gli copriva parte del volto.
“Splendido - dichiarò soddisfatto – dunque hai un buon motivo per impegnarti al massimo. Se farai come ti ho spiegato non correrai alcun pericolo.”
Dagli occhi di Boruto traspariva rabbia, stanchezza e disperazione. Non poteva credere che gli stesse davvero chiedendo una cosa del genere, per giunta dopo un'intensa sessione di allenamenti.
Rimase per un po' a guardare il suo maestro, nella speranza di convincerlo a desistere, ma lo sguardo del moro era fermo nella più totale indifferenza.
Boruto strinse i pugni e voltò le spalle a Sasuke per rivolgere la sua attenzione al corso d'acqua che scorreva a pochi metri da loro. Il fondo era visibilmente alto e la corrente faceva muovere le acque in modo poco invitante.
“E va bene – concesse, puntando un dito contro il moro – se questa è una sfida non mi tirerò certo indietro. Ma ti avverto: se dovessi affogare mio padre ti farà a pezzi con le sue mani. E questo posso garantirtelo.”
L'altro sbuffò. “Non ho paura di Naruto, mocciosetto. E ora muoviti. Fai come ti ho detto, o affogherai. Tutto dipende da te.”
Boruto gli lanciò un'ultima occhiata di fuoco, dopodiché chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi sul chakra che scorreva all'interno del suo corpo. Seguì alla lettera le istruzione del maestro e, con titubanza, fece un passo avanti. Una goccia di sudore gli solcò una guancia e dovette deglutire due o tre volte prima di decidersi ad entrare. Mosse un piede, poi l'altro. Il suo cuore batteva all'impazzata e quando riaprì gli occhi quasi gli venne un colpo alla vista di ciò che era appena successo: contro ogni sua più rosea aspettativa, ci era riuscito. Si guardò i piedi e li vide in perfetto equilibrio sull'acqua; poteva scorgere gli scogli sul fondale ed alcuni pesci guizzargli attorno.
“Ce l'ho fatta!” gridò a pieni polmoni, voltandosi a guardare Sasuke.
Lui non fece una piega.
“Incredibile, al primo tentativo! Dì la verità Sasuke-sensei, sono o non sono un fenomeno?” continuò, saltellando da una parte all'altra.
“Farai meglio a restare concentrato, Boruto.”
“Eh, cosa?!”
Ma prima che potesse rendersi conto di ciò che Sasuke aveva appena detto, la quantità di chakra accumulata finì per destabilizzarsi e Boruto precipitò improvvisamente in acqua. Proprio quando sentì anche la testa sprofondare del tutto una mano lo riacciuffò al volo e con uno scatto fulmineo lo portò a riva.
Tossì e sputacchiò acqua ovunque, respirando affannosamente.
“Ma allora non volevi davvero farmi affogare...” sussurrò, guardando il suo maestro con aria speranzosa. “Dì la verità, temevi lo scontro con mio padre.”
“E sta un po' zitto, moccioso. Oppure in quel fiume ti ci affogo davvero.”
Il ragazzino mise le mani avanti in segno di discolpa.
“In ogni caso, per oggi può bastare – aggiunse Sasuke, aiutandolo a rialzarsi – non resisteresti un minuto di più.”
“Ehi! - esclamò lui, offeso – guarda che se voglio posso continuare fino a stase-” le parole si affievolirono lentamente ed il corpo di Boruto ricadde senza forze sul braccio di Sasuke, che con un gesto netto se lo caricò in spalla e si incamminò verso casa.
“Sei proprio come tuo padre – gli sussurrò, guardando il sorriso beato che si apriva sul volto esausto del bambino – rimarreste senza un briciolo di chakra pur di continuare ad allenarvi. La vostra stupidità un giorno segnerà la vostra rovina.”
Poi sospirò, e nel tornare a scrutare quell'espressione così familiare, anche suo suo volto si aprì un debole, ma questa volta sincero, sorriso.










****
Ciao a tutti!
Per questo primo capitolo direi che le note rompiscatole sono necessarie!
Innanzitutto ringrazio coloro che mi hanno incoraggiato nella continuazione di questa pazza impresa!
Come spero avrete capito dall'introduzione (volutamente “ironica”) la raccolta si propone di ritrarre piccoli squarci di vita quotidiana in cui un Sasuke ormai trentenne cerca di star dietro al suo nuovo esuberante allievo: niente meno che Boruto Uzumaki!
Spero di suscitare il vostro interesse e di riuscire a strapparvi almeno un sorriso! :)
Ho messo la dicitura “un po' tutti” poiché nella raccolta appariranno anche altri personaggi, ma per ora non mi sento di specificare quali, dunque mi sono limitata ad inserire i due protagonisti.
In teoria vuole essere una raccolta di flashfic, ma ovviamente, come volevasi dimostrare, non sono riuscita a rispettare il limite neanche nella prima fic....che vergogna XD
Perciò credo di alternare flash a one, cercando di non creare troppo disordine!
Mi farebbe molto piacere ricevere la vostra opinione, sopratutto se deciderete di seguirmi.
Ve ne sarei infinitamente grata! :)
Per quanto riguarda gli aggiornamenti non so ancora se ci sarà una data fissa, per adesso credo di contare più sull'ispirazione del momento.

PS. Ho leggermente modificato l'intestazione del capitolo e sono riuscita ad inserire l'immagine :) L'autrice è Min Tosu, ringrazio una lettrice per avermelo fatto presente :)

A presto e grazie di cuore per essere passati di qui!

Vavi

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Capitolo 2
*** Déjà-vu ***


Capitolo 2
Déjà vu





Boruto fece la sua comparsa trionfale al campo di allenamento con un lunghissimo e rumoroso sbadiglio.
“Ma perché quest'alzataccia? - biascicò grattandosi il fondo schiena senza un minimo di ritegno – per una volta che non ci sono le lezioni in Accademia e potevo dormire...”
Sasuke fece finta di starlo a sentire, mentre il suo sguardo era rivolto altrove, poco più in là delle prime fronde che delimitavano il bosco alla periferia di Konoha.
“Non ho neanche fatto colazione – continuò Boruto, massaggiandosi lo stomaco – e tutto per essere qui in tempo. Ehi, mi stai ascoltando?”
Se c'era una cosa che l'Uzumaki non sopportava era proprio il fatto di essere ignorato.
“Esci fuori” disse Sasuke per tutta risposta, continuando a guardare alle spalle del ragazzino.
Boruto si voltò piuttosto irritato, ma la sua espressione cambiò notevolmente quando vide sbucare dai cespugli una chioma viola a caschetto a lui fin troppo familiare.
“Himawari! - esclamò, andandole incontro – si può sapere che diavolo ci fai qui?!”
La bimba fece qualche timido passo verso il fratello e gli rivolse un'occhiata dispiaciuta.
“Onii-san...non volevo disturbarti. E' che...ultimamente non hai mai tempo per giocare con me, dici sempre che hai da fare, che devi uscire, e allora volevo vedere-” si fermò e abbassò lo sguardo.
Boruto sbuffò. “Accidenti Hima-chan, ma che cosa ti salta in mente? La mamma sarà preoccupata, devi tornare subito a casa.”
Lei annuì convinta, anche se dai suoi grandi occhi chiari trasparì una nota di delusione.
Sasuke rimase in disparte ad osservare la scena. Per qualche strano motivo non riuscì a dire niente; quei gesti, quelle parole che aveva appena udito, gli riportavano alla mente sensazioni spiacevoli, ricordi che avrebbe voluto dimenticare.
“Avanti piccola, ti prometto che la prossima volta troverò un po' di tempo per giocare con te”
Il maggiore si chinò sulle ginocchia e accarezzò il capo alla sorella.
No” esordì una voce, dietro di lui. Boruto si voltò e trovò il suo maestro a pochi centimetri da loro.
“Per oggi sospendiamo l'allenamento” continuò, più serio che mai.
Il biondo spalancò gli occhi, incredulo.
“Che cosa?! Stai scherzando, vero Sasuke-sensei?!”
“Ti sembro un tipo che scherza?”
Boruto fu tentato di rispondere, ma capì che la domanda doveva avere un che di retorico.
“Mi sono ricordato di avere un impegno importante che non posso rimandare. Ci vedremo domani, stessa ora.”
“No aspetta, non puoi liquidarmi così! Sensei!!”
Sasuke si congedò con un cenno della mano, per poi sparire in una nuvola di fumo qualche secondo dopo.
Non avrebbe permesso che quella scena si fosse ripetuta nello stesso modo, con il medesimo finale. Sapeva quanto faceva male, anche lui era stato un fratello minore. Anche lui aveva ricevuto tante promesse, la maggior parte delle quali non mantenute.
Perciò, adesso, avrebbe iniziato lui a cambiare le cose. Niente allenamenti, quella mattina.
Boruto avrebbe potuto giocare con la sua sorellina.








****


Una flash in tutti i sensi, a poche ore dalla prima pubblicazione XD
Ho pensato di inserire il titolo di ogni capitolo in cima alla pagina, così da rendere il tutto più ordinato. Perdonate eventuali errori di impaginazione, sto ancora combattendo con l'HTML e spero di riuscire presto ad ottenere un buon risultato.
Intanto sono riuscita ad inserire la fanart nel capitolo precedente, sto facendo passi avanti! :)

Un saluto e alla prossima,

Vavi







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Capitolo 3
*** Potere oculare ***


Capitolo 3
Potere oculare





“Avanti Senseeeeiii! Ti preeegoooo!”
Sasuke tentò con tutto se stesso di ignorare l'espressione sdolcinata che aveva sfoderato il suo allievo giusto prima di iniziare ad allenarsi. Quel pomeriggio Boruto era arrivato con un solo obiettivo per la testa, un'idea malsana che aveva manifestato dopo appena tre settimane dal loro primo allenamento insieme.
“Non ho tempo per star dietro alle tue isterie Boruto, perciò sarà meglio che inizi subito con gli esercizi di manipolazione del chakra. Se continui così non sarai neanche in grado di fare una dannata moltiplicazione del corpo.”
Le orecchie del piccolo Uzumaki non riuscirono a captare nemmeno metà del discorso e Sasuke fu costretto a distogliere lo sguardo da quell'espressione melensa che aveva finito per dargli il voltastomaco.
“Un attimo, un secondo. Mezzo secondo. Un millisecondo.”
L'Uchiha cercò di mantenere la calma.
“Ti ho già detto di no. Non vedrai il Rinnegan né ora, né mai.”
“E lo Sharingan?” continuò il bambino.
“Figuriamoci. Perché dovrei attivare lo Sharingan con uno come te?”
 Bingo!
Negli occhi di Boruto scattò un guizzo di gioia e, dopo essersi sfregato le mani l'una con l'altra, alzò il solito indice strafottente e lo puntò dritto verso Sasuke.
“D'accordo Sensei, hai vinto. Ecco cosa faremo oggi: – il moro si trattenne dal mollargli un pugno in testa; da quando in qua si prendeva anche la libertà di decidere come organizzare gli allenamenti? - io cercherò di batterti in duello fino a costringerti ad usare lo Sharingan. E poi, quando ti avrò battuto, sarai costretto a mostrarmi anche il Rinnegan. Ci stai?”
Sasuke alzò un sopracciglio e diede l'addio definitivo all'ultimo neurone che sperava vagasse ancora per la testa di Boruto.
“Non ci riusciresti neanche con cento anni di allenamento, marmocchio.”
“Sta a vedere”
Il biondo partì senza preavviso, lanciandosi in un combattimento corpo a corpo. Tentò di colpire con tutta la forza che aveva, ma Sasuke deviò ogni suo colpo utilizzando solo il braccio destro.
“Che diavolo stai combinando, si può sapere?”
Come al solito stava attaccando senza un minimo di strategia, riducendo così le possibilità di mandare a segno un colpo allo zero percento.
“E così vorresti vedere lo Sharingan? - ripeté Sasuke, bloccando un calcio che Boruto aveva tirato contando solo sul'appoggio delle mani – ma non farmi ridere.”
Il bambino sollevò la gamba libera e tentò un ultimo attacco; stavolta l'Uchiha non ebbe neanche bisogno di bloccarlo, poiché la traiettoria del calcio sembrò totalmente inesatta. Sul volto di entrambi si aprì un ghigno di soddisfazione, ma per due motivi nettamente differenti. Ben presto l'espressione di Sasuke cambiò, e tutto divenne chiaro: quel colpo così mal direzionato era servito soltanto a produrre un getto d'aria diretto verso il suo volto. Aveva sentito chiaramente il ciuffo di capelli sollevarsi e riabbassarsi subito dopo. Si allontanò di scatto e lo stesso fece Boruto.
“L'ho visto! L'ho visto!” urlò a squarciagola il biondo, correndo in circolo attorno a Sasuke.
“Ci sei cascato in pieno, sei troppo vecchio per prevedere questi scherzi! Bastava convincerti che stavo combattendo e invece volevo solo alzarti quel dannato ciuffo!” rise di gusto continuando a zampettare, mentre Sasuke cercava di contenere la rabbia respirando a pieni polmoni.
“Dannato moccioso. Questa me la paghi.”
Boruto prese la rincorsa e gli saltò sulla schiena, avvinghiando le braccia attorno al suo collo.
“Ammettilo, sono molto più furbo di te!” ghignò, stringendo la presa.
“Ma che stai facendo? Lasciami! Scendi subito!”
“Un giorno mi mostrerai come funziona quell'occhio?! Eh, per favore?!”
Sasuke cercò di allentare la stretta del bambino.
“Se non mi lasci immediatamente giuro che lo testerò su di te, Boruto!”
Lui rise di nuovo, ma questa volta obbedì e tornò con i piedi per terra.
Sapeva quando smettere di tirare la corda. E sapeva anche che, prima o poi, avrebbe avuto sul serio la possibilità di ammirare quegli occhi dal potere straordinario.
Doveva solo diventare più forte.
Giurò a se stesso che avrebbe investito cuore, anima e corpo per riuscirci.










****

Mh, vediamo. Come potrei definire questa? Una one-flash? Flash-shot? Non lo so neanch'io, abbiate pazienza! XD
Un pò nonsense, ma spero possiate apprezzarla nella sua semplicità!
Prima di congedarmi ringrazio di cuore tutti coloro che hanno recensito i precedenti capitoli, i lettori che hanno inserito la raccolta nelle seguite/preferite/ricordate ed anche quelli silenziosi. Il vostro supporto per me è essenziale perciò davvero, grazie di cuore! :)
A presto,
Vavi

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Capitolo 4
*** Rivelazione! ***


Capitolo 4
Rivelazione!





In quel caldo mezzogiorno d'estate Sasuke decise di rintanarsi in un fresco locale del centro, permettendosi un pasto con i suoi cibi preferiti. Sakura doveva rimanere in ospedale fino a sera, mentre Sarada, subito dopo le lezioni, sarebbe andata a studiare da una compagna di classe.
Insomma, aveva un intero pomeriggio a sua disposizione.
Guardò impaziente la cameriera che gli porgeva un invitante vassoio colmo di onigiri, ma non fece in tempo a portarne uno alla bocca che un grido assordante raggiunse le sue orecchie facendolo sobbalzare.
“Senseeeii!”
Chiuse gli occhi e sospirò. Era finito l'idillio.
“Sensei!” continuò la voce, sempre più vicina.
La testa bionda lo aveva raggiunto e si era accomodata al suo tavolo, proprio nel posto di fronte.
Sasuke cercò di tornare al suo pasto, ma fu un vano tentativo.
“Stavo leggendo un libro e ho scoperto che-”
“Ah, sai leggere?”
Boruto arricciò il naso e continuò, ignorando le frecciatine del maestro.
Dicevo, ho appena scoperto che i ninja possono controllare anche due elementi contemporaneamente!”
L'altro alzò un sopracciglio e fece per addentare una polpetta di riso, quando scorse una piccola mano addentrarsi nel suo piatto e sottrargli uno dei suoi preziosi onigiri. Prima che potesse fulminare Boruto con i peggiori improperi, quello ricominciò a parlare, sputacchiando chicchi di riso ovunque.
“Perciò mi sono detto, oltre all'alterazione delle proprietà del vento, potrei possederne anche qualcun'altra, giusto? ” alzò gli occhi verso il suo maestro, cercando un segno di approvazione.
Ma l'unica cosa che lesse negli occhi dell'Uchiha fu rabbia.
Come aveva osato derubarlo dei suoi amati onigiri? Come aveva osato infrangere quell'attimo di pace che era riuscito a ritagliare solo per se stesso?
“Ehi Sensei, non è che ti sarai bevuto qualche bicchiere di troppo? Mi sembri un po' su di-”
Boruto!” ringhiò l'altro, sbattendo un pugno sul tavolo.
Il biondo inghiottì un boccone troppo grosso e ammutolì.
“Sorvolando sul fatto che nessuno ti ha dato il permesso di sederti al mio tavolo e mangiare al mio piatto – prese un respiro, poi continuò – solo i Jounin di livello avanzato possono padroneggiare più di un elemento. Nel tuo caso non vale neanche la pena parlarne” bevve un sorso d'acqua e cercò di controllare il nervosismo.
Boruto poggiò un gomito sul tavolo e fece per agguantare un altro onigiri, ma questa volta venne fulminato da uno sguardo di Sasuke che lo convinse a rinunciare.
“Questo non è vero, Sensei – disse poi, reggendosi il mento con i palmi delle mani – lo so che tu potevi usare sia l'arte del fuoco che quella del fulmine, alla mia età.”
Sasuke sospirò. “L'arte del fuoco è una peculiarità che posseggono tutti i discendenti del Clan Uchiha. E' un caso diverso.”
Boruto si grattò la nuca, non molto convinto.
“Come si fa a scoprire se si hanno due elementi, Sensei?”
La pazienza di Sasuke era già arrivata al limite. Fece segno alla cameriera di portargli il conto.
“Ti ho già detto che sarebbe un tentativo inutile.”
“Ma dai, che ti costa farmi provare?! Ti prego!” cantilenò il bambino, salendo con un piede sulla sedia. Sasuke gettò un'occhiata in giro per vedere quanti sguardi indiscreti era riuscito a guadagnarsi negli ultimi dieci minuti.
Sbuffò in modo rumoroso e tirò fuori dal mantello il solito quadratino di carta sensibile al chakra.
“Mano sinistra” disse atono, ammollandolo con poca grazia al suo allievo.
Boruto obbedì e si concentrò per dirigere il flusso verso i palmi delle dita.
Quello che successe pochi secondi dopo rischiò di far strozzare Sasuke con un sorso di sakè; una fine decisamente poco decorosa per l'ultimo degli Uchiha.
Il foglietto si era completamente incenerito ed il cuore di Boruto aveva iniziato a battere all'impazzata per quella nuova rivelazione.
“Che...che significa, sensei?” chiese a voce bassa, quasi timoroso della risposta.
Sasuke spostò lo sguardo più volte dal bambino al foglietto e viceversa, incapace di accettare ciò che era appena successo.
I Kami non potevano avergli fatto uno scherzo di così cattivo gusto.
“Allora Sensei?! - insisté Boruto, alzando la voce – che è successo? Perché ha preso fuoco? Vuol dire forse che-”
Finalmente il moro sembrò destarsi dallo stato di trance in cui era piombato.
“- possiedi anche l'alterazione delle proprietà del fuoco” biascicò, stentando a credere alle sue stesse parole.
 Come immaginava, sul volto di Boruto si aprì un sorriso a trecentosessantacinque denti e il suddetto scattò in piedi facendo rovesciare il bicchiere con tutto il suo contenuto.
“Questa sì che è una notizia, Sensei! Dannazione, ma ci pensi?! Vento e fuoco insieme! Non potevo desiderare di meglio! Già immagino quali tecniche imbattibili potrò realizzare!”
Il moro si massaggiò le tempie. In effetti non gli era mai capitato di avere a che fare con due alterazioni delle proprietà che fossero così legate tra loro. Ma sarebbe stato meglio non alimentare l'entusiasmo del bambino, altrimenti gli starebbe stato appiccicato per tutto il pomeriggio.
“Da domani inizieremo a lavorarci su” dichiarò stancamente, attirando finalmente l'attenzione del biondo, troppo occupato a complimentarsi con se stesso per il traguardo ottenuto.
“Davvero?! - sbottò lui, chinandosi verso Sasuke – non vedo l'ora!”
“Ma solo se sparisci immediatamente dalla mia vista.”
Boruto, dopo un primo attimo di stupore, decise di farlo contento. Era troppo felice per riuscire a farsi rovinare la giornata da quel burbero di Sasuke.
Salutò facendo ampi gesti con le braccia e si dileguò.
Il moro, finalmente rimasto solo, lasciò andare la schiena sulla sedia.
E quello era solo l'inizio.








****

Hola!
Allora, piccola parentesi. Questa OS è stata scritta sulla scia di “Un giorno ti supererò” (altra OS pubblicata da me in precedenza), nella quale Boruto scopre di avere l'elemento del vento, proprio come suo padre, e qui ho voluto dargli un'ulteriore alterazione delle proprietà del chakra, ovvero quella del fuoco.
Dunque vento nella mano destra e fuoco nella mano sinistra.
Ovviamente questa è una mia personale interpretazione del personaggio e visto che di lui sappiamo molto poco mi sono permessa di prendermi qualche libertà in più! :P
Ora la faccenda si fa più intricata per il povero Sasuke, che di certo non si aspettava un tale risvolto. Vedremo come riuscirà a cavarsela ;)

PS. Di recente sto aggiornando molto velocemente, dato che in questo periodo non ho lezione (anche se dovrei studiare per la sessione invernale, ma questi sono dettagli XD). Mi rendo conto che sia un pò caotico trovare un capitolo "quando capita" a scadenza random. Spero di riuscire a trovare presto un equilibrio.

Un saluto e al prossimo aggiornamento,

Vavi

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Capitolo 5
*** "Tale padre..." ***


Capitolo 5
“Tale padre...”





Il sole caldo di mezzogiorno splendeva sul Villaggio della Foglia.
Boruto se ne stava spaparanzato sul banco dell'Accademia a studiare attentamente la schiena del compagno che gli sedeva davanti. Udì qualcosa a proposito di una verifica che ci sarebbe stata di lì a poco, ma era troppo stanco per riuscire a captare la data e l'argomento d'esame.
Al suono della campanella il biondo scattò in piedi come una molla, afferrò la sua sacca con i libri e si avviò verso l'uscita, con il solo obiettivo di tornare a casa, buttarsi sul letto ed entrare in letargo fino all'estate successiva.
Ma ad interrompere il suo fantastico piano fu un vociare sommesso che proveniva da un angolo del corridoio, quello antistante la scalinata che conduceva all'entrata principale.
Vide un gruppetto di tre ragazzi accerchiare qualcuno in modo asfissiante; si nascose dietro una colonna e cercò di sbirciare cosa stava succedendo.
“Allora, hai capito o no, quattrocchi?” disse il più alto con voce strafottente, sporgendo il corpo in avanti.
“Levati immediatamente, o te ne pentirai” rispose una vocina ovattata, dal timbro femminile.
Colui che doveva essere il capo scoppiò in una fragorosa risata e, nel giro di un secondo, anche i suoi due sostenitori lo seguirono a ruota.
“Cos'è che vorresti farmi, razza di pulce? Sei solo una bambina insignificante, sei la vergogna del tuo Clan. Perciò se non ti decidi a passarci il compito di venerdì, giuro che te la faremo pagare.”
Boruto si guardò intorno, ma non sembrava esserci nessuno nei paraggi.
“Non mi fai paura, razza di pallone gonfiato. Non vi lascerò copiare neanche se me lo chiederete in ginocchio.”
A quelle parole il più grande preparò un destro che la piccola era già pronta ad incassare, ma il compagno che gli stava di fianco lo fermò in tempo, suggerendogli che non era il caso di ingaggiare una rissa proprio vicino al cortile della scuola.
Il ragazzo alto e piazzato sbuffò, tornando a schernire la bambina.
“Stammi a sentire, Insalata-baka. Il fatto che tu appartenga al Clan Uchiha non ti da il diritto di considerarti superiore agli altri. Lo sappiamo tutti che l'unica cosa che sai fare bene è studiare. Non vuoi mai combattere, te ne stai sempre per i fatti tuoi peggio di un lupo solitario. Sei esattamente come quello psicopatico di tuo padre – a quest'affermazione anche gli altri compagni annuirono – pensate che il mondo giri intorno a voi, ma in realtà non siete niente di niente. Tu e quell'altro Uchiha valete meno di zero. E poi-”
Di sicuro, se non fosse stato scaraventato lontano da un pugno ben assestato in faccia, il ragazzo in questione avrebbe continuato a blaterare fino a consumare le corde vocali.
Sarada si premette una mano sulla bocca, incapace di reagire. Gli altri due guardarono il bambino in piedi di fronte a loro.
Il braccio destro gli tremava ed aveva le nocche della mano ancora arrossate.
“Chiudi quella boccaccia, razza di imbecille patentato!” esclamò digrignando i denti e brandendo ancora il pugno a mezz'aria. “Prova di nuovo a parlare male di Sasuke-sensei o a dare fastidio a Sarada-chan e giuro che ti cambio i connotati.”
“Sa-Sasuke-sensei?! -balbettò quello più gracile, aggrappandosi all'amico -vuoi dire che lui è il tuo...”
Boruto rispose con uno sguardo infuriato che li fece correre a recuperare il terzo compagno del gruppo per poi sparire il più in fretta possibile.
Non appena li vide svoltare l'angolo di un palazzo il biondo cominciò a saltellare a destra e a sinistra, sventolando la mano per aria nel vano tentativo di far passare il dolore.
“Accidenti, accidenti! Aveva la testa dura quell'idiota!”
“Perché l'hai fatto?” domandò Sarada a bruciapelo.
Lui sobbalzò, quasi come se si fosse dimenticato della sua presenza.
“Perché l'ho fatto?! Beh perché...ma che domanda è, scusa? Quello ha parlato male del mio maestro, era giusto che gli dessi una lezione. E poi non sopporto che un branco di bulli ti dia fastidio. Siamo amici, no? E gli amici si aiutano a vicenda”
Lei rimase a guardarlo per un tempo indefinito. Sistemò la montatura degli occhiali e abbassò lo sguardo.
“Beh, nessuno ha chiesto il tuo aiuto. So cavarmela benissimo da sola” sussurrò le parole una dopo l'altra e senza dargli il tempo di replicare scappò via con i libri stretti al petto, il volto basso a coprire il leggero rossore delle sue guance.
Boruto tentò di afferrarla per un braccio, ma rimase con la mano penzoloni a guardarla mentre si allontanava.
Possibile che dovevano sparire sempre in quel modo? Ma che aveva fatto di male?
Sospirò e si portò entrambe le braccia dietro la nuca.
“Che vuoi farci – si disse tra sè e sè - tale padre...”





“...tale figlia”.








****
Piccola parentesi dall'allenamento con la comparsa di Sarada :)
Ho ipotizzato che lei e Sakura fossero già a conoscenza della strana alleanza Sasuke/Boruto.
In fin dei conti l'unico ad esserne ancora all'oscuro è il povero Naruto (e Hinata, che però mi sembra abbastanza perspicace da poterlo intuire da sola )...ma non passerà molto tempo prima che la notizia venga alla luce!

Ps. Spero che il diminuire delle recensioni non sia dovuto a qualche mia mancanza o peggioramento nel proseguire la raccolta...se così fosse non esitate a farmelo sapere, sono qui anche per migliorare!

Un saluto e alla prossima,
 
Vavi

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Capitolo 6
*** La nuova tecnica ***


Capitolo 6
La nuova tecnica








Boruto alzò lo sguardo per scrutare il cielo; una goccia d'acqua gli solleticò il naso e gli impose di tornare concentrato su ciò che stava facendo.
Le gambe piegate, le dita pronte per effettuare i sigilli, avrebbe provato di nuovo, l'ennesimo tentativo.
Sasuke rimase a guardarlo da lontano, mentre tentava di far scorrere il chakra attorno a sè, come a tracciare un'enorme circonferenza nella quale lui stesso segnava il centro. L'aggiunta dell'elemento vento avrebbe dato vita ad un potente uragano che l'Uzumaki, con un gesto della mano, avrebbe poi dovuto propagare come un'enorme onda d'urto. Ma ogni volta che tentava di amplificarne la portata perdeva il controllo della forma e il flusso di chakra si dilagava con un rumorosa esplosione, facendo tremare gli arbusti vicini.
“Fai roteare il chakra attorno a te, Boruto. Mantieni la forma circolare quando applichi l'alterazione del vento, o non riuscirai più a tenerlo sotto controllo.”
Il ragazzino sbuffò, affondando entrambe le mani nei vispi capelli biondi.
“Come farò ad aggiungere il fuoco se a mala pena riesco a controllare il vento?! Questa tecnica è impossibile, Sensei! Stai solo cercando di farmi impazzire!”
Questa volta sembrava demoralizzato sul serio e neanche lo sguardo severo di Sasuke servì a fargli cambiare idea.
“Ma non potevi insegnarmi il Rasengan? Di sicuro sarebbe stato più facile e poi conoscevo già qualche trucco per impararlo...” piombò a sedere sull'erba fresca, scrutando la linea bianca che Sasuke aveva tracciato attorno a lui per aiutarlo nell'allenamento.
Un uragano infuocato che avrebbe devastato qualunque cosa avesse trovato nel suo campo d'azione in un raggio di sei chilometri; era questa la tecnica che Sasuke gli aveva ordinato di portare a termine.
Boruto sospirò affranto. Non era facile né a dirsi, né a farsi.
“Il Rasengan, dici?” ripeté Sasuke, con un soffio di voce.
Il tono beffardo che aveva usato riuscì a destare l'attenzione di Boruto. “Per quanto ancora hai intenzione di vivere all'ombra di tuo padre eh, moccioso?”
Il bambino socchiuse gli occhi, per poi abbassare il capo. Quelle parole avevano pienamente colto nel segno.
“Alzati immediatamente, Uzumaki! Voglio vedere un uragano come si deve, e voglio vederlo adesso!”
Con Boruto non servivano mezze misure e le richieste imperative di Sasuke erano l'unico modo per convincerlo a proseguire. Balzò in piedi più carico che mai con le nocche dei pugni strette fino a tagliarsi i palmi. Sollevò le mani di scatto e richiamò il chakra: questa volta non avrebbe fallito.
La colonna d'aria si propagò tutto intorno a lui e, prima che potesse rendersene conto, scorse l'Uchiha sfrecciargli accanto, pronto ad osservare la tecnica dall'interno.
Le vesti e i capelli di entrambi vennero attirati dalla forza di gravità che le spingeva verso l'alto.
Quando Boruto sembrava aver raggiunto il massimo della potenza, Sasuke decise di mettere in atto il suo personale incoraggiamento; nel momento in cui il bambino allargò le braccia per far propagare l'uragano, l'altro lo incendiò con una palla di fuoco, provocando una fiamma mai vista prima. Si coprirono naso e bocca per non inspirare il fumo e, dopo aver lanciato un'occhiata all'ingente quantità di alberi che avevano incenerito con quella tecnica, il più piccolo dei due guardò il più grande con occhi colmi di ammirazione, orgoglio e, soprattutto, voglia di rimettersi in gioco.
“E' stato davvero...fantastico” voleva urlarlo, ma per l'emozione gli uscì come un sussurro.
L'Uchiha sorrise e si allontanò, tornando al suo posto.

Presto avrebbe realizzato quella tecnica da solo, si sarebbe costruito una nuova identità.
Non più “il bambino pestifero del Villaggio della Foglia”, non più “il figlio del grande Settimo Hokage”.
Sarebbe diventato un ninja unico, il migliore della sua epoca.
Boruto Uzumaki.
Ora sentiva di potercela fare.







****


Lo so, non ditemelo. Sono proprio una frana a descrivere tecniche ninja ma che volete farci, mi piace troppo anche questa parte dell'allenamento!
Spero siate riusciti a capire più o meno che genere di tecnica avevo in mente, in caso contrario non esitate a chiedere e cercherò di spiegarvelo nella maniera più chiara possibile.
Boruto, adesso, ha imparato ad usare il vento, con ben tre anni di anticipo rispetto al padre. Stando a quanto diceva Kakashi, sarebbero necessari anni e anni di allenamento per raggiungere un simile risultato, ma non dimentichiamoci che Sasuke è riuscito a controllare il fulmine in appena qualche mese, poco prima della selezione dei Chunin. Perciò mi sono detta, perchè non potrebbe riuscirci anche Boruto?
Tuttavia la tecnica è incompleta, poichè in ultimo ci ha pensato Sasuke ad aggiungere il fuoco ;)

In chiusura volevo di nuovo ringraziarvi tutti, ma questa volta in modo diretto.
Ringrazio Nede, Greywolf, fovy006, Robin chan, misterchidori, Abytheirs, kry333 e Brokeback91 per aver recensito i precedenti capitoli, flyikary19, Junjou_blackOkami, mercurytime, moment 4 life e xvy per aver inserito la raccolta tra le preferite, Greywolf per averla inserita nelle ricordate e Abytheris, Bimbetta_, fovy006, Inuki Namikaze, Kahle, kry003, Kushina Namikaze e schweppes11 per averla inserita tra le seguite.
Spero di non aver scordato nessuno!
Siete tantissimi e io non so davvero come ringraziarvi! Non sapete quanto questo mi renda felice! :')

Ps. La fanart è stata postata da Usuratonkachi_:3 su Zerochan. Mi ha colpito l'espressione determinata di Boruto e non ho potuto fare a meno di inserirla, anche se qui sembra un pochino più grande rispetto a come l'ho immaginato nella raccolta (ovvero tredicenne).

Scusate, le note sono venute quasi più lunghe del capitolo, quindi ora vi lascio! XD

Un saluto e al possimo aggiornamento,

Vavi

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Capitolo 7
*** Responsabilità ***


Capitolo 7
Responsabilità





Sentiva la testa scoppiare, i muscoli delle braccia pulsare come se stessero prendendo fuoco.
Usò le poche forze che gli rimanevano per sollevare le palpebre, lentamente, quasi intimorito da ciò che di lì a poco sarebbe comparso dinanzi a lui.
Vide una parete bianca e scarna, con una lampadina a neon appesa nel centro. Spostò lo sguardo in basso, dove incontrò una finestra socchiusa, sul cui davanzale era stato poggiato un vaso con dei fiori.
“Finalmente ti sei svegliato”
Scattò seduto al suono di quella voce così vicina. Si voltò a guardare colui che aveva parlato.
“Sensei?! Che è successo? Perché siamo in ospedale? Quanto ho dormito?! Rispondi!”
Sputò le domande una dopo l'altra peggio di una mitragliatrice provocando il disappunto di Sasuke che sbuffò esasperato, sistemandosi meglio sulla sedia scomoda che gli avevano fornito le infermiere.
“Sei qui solo da qualche ora, perciò datti una calmata.” iniziò, invitandolo a sdraiarsi con un gesto della mano.
Boruto tirò un sospiro di sollievo e gettò un'occhiata al suo braccio fasciato, notando anche diverse bruciature sul resto del corpo.
“Questa volta abbiamo esagerato. Forse non sei ancora pronto per quella tecnica.”
“Cosa?! Ma che dici! Sono prontissimo invece!” sbottò l'altro gettando via la coperte e tentando di rimettersi in piedi.
“Portami via da qui, possiamo ricominciare anche subito...ahi!” Si tenne il punto dolorante con la mano ancora sana, stringendo i denti per sopportare il dolore.
“Non riuscirò mai a comprendere fino in fondo l'amore per il masochismo di voi Uzumaki” commentò Sasuke, sospirando.
“In ogni caso, non puoi uscire prima di due settimane e non credo che Sakura voglia fare delle eccezioni.”
Boruto grugnì qualcosa che assomigliava a un “che palle” e tornò svogliatamente sotto il lenzuolo, tirandoselo fino al naso.
“Adesso scusa ma ho alcune cose da fare – esordì l'Uchiha, alzandosi – tornerò stasera.”
L'espressione crucciata del bambino mutò in un lieve sorriso. Allora, sotto sotto, il Sensei aveva a cuore la salute del suo allievo preferito.
“Ah, dimenticavo – aggiunse, sulla soglia della porta – Naruto sarà qui fra poco”
Stavolta fu il terrore ad avere il sopravvento sul povero Boruto.
“Come?! Non è possibile! Lui non sa niente e non deve sapere! Né della tecnica, né dei nostri allenamenti! Ti prego Sensei, aiutami a fuggire!” esclamò in un rantolo disperato.
Sasuke alzò le spalle. “Non è un mio problema, moccioso. Ormai sei grande, è ora che inizi a prenderti la responsabilità delle tue scelte.”
“Sì, ma non puoi abbandonarmi così! Per favore!”
Parole al vento, dato che il suddetto era già scomparso dalla circolazione.
Boruto strabuzzò gli occhi e si trattenne dal tirare un pugno alle sbarre del letto, onde evitare ulteriori danni.





“Dannato Uchiha!
Fu l'ultimo grido liberatorio che le infermiere udirono riecheggiare nel corridoio.










****

Ciao a tutti!
Causa maledetta influenza non so se riuscirò a mantenere questa velocità negli aggiornamenti :(
Le idee ci sono e l'ispirazione pure, mancano solo forza e voglia di metterle per iscritto! XD
In ogni caso spero di riprendermi nel giro di qualche giorno e quindi tornare presto a pubblicare.


Un saluto,

Vavi

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Capitolo 8
*** Riunione ***


Capitolo 8
Riunione





Salì le scale con passo lento, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Era da tempo ormai che non entrava lì dentro ed ogni volta quelle mura gli trasmettevano una strana sensazione, specialmente ora che al loro interno vi passava il suo tempo Naruto Uzumaki.
“Da quando in qua l'Hokage manda a chiamare per motivi così futili?” chiese a mò di saluto, una volta raggiunta la stanza al piano superiore.
Trovò il biondo a scrutare il paesaggio fuori dalla finestra, ignorando completamente la pila di documenti che giacevano sulla sua scrivania.
“Oh, vedo che stai lavorando” aggiunse il moro, con una nota di sarcasmo nella voce.
“E tu sei più logorroico del solito, Sasuke” disse finalmente Naruto, degnandolo delle sue attenzioni. “Noto con piacere che la compagnia di mio figlio ha i suoi lati positivi”
Nel dirlo sorrise appena, mentre tornava alla sua comoda poltrona rossa.
Sasuke alzò un sopracciglio e non nascose la sua reticenza nel parlare di quell'argomento.
“Dunque mi hai convocato per farmi la predica, dico bene?” domandò scocciato, mentre adocchiava i piedi di Naruto farsi largo tra i fogli delle missioni che avrebbe dovuto esaminare.
L'altro rise di gusto, grattandosi la nuca.
“Ah no, mi sono stancato di farti le prediche. Ormai ne avrai abbastanza anche tu, immagino.”
Sasuke rimase zitto, sondando il terreno. Dove voleva andare a parare?
“Volevo solo chiederti di andarci piano con lui. Ha preso quest'allenamento sul serio, a volte salta anche i pasti pur di arrivare puntuale.”
“Una ciotola di ramen in meno non farà che depurargli l'intestino”
“Ehi! - sbottò Naruto, sventolando un dito per aria – guarda che Hinata-chan non cucina solo ramen, che tu ci creda o no!”
L'Uchiha alzò gli occhi al cielo, per poi tornare a guardarlo.
“D'accordo, c'è altro? Anche io avrei una famiglia da cui tornare”
“Oh, ma sentilo! - lo sbeffeggiò Naruto, incrociando le braccia - Il padre modello del secolo!”
Sasuke trattenne a stento la voglia di fracassargli il cranio in un colpo solo.
D'altronde era pur sempre l'Hokage, si sarebbe procurato non poche rogne facendolo fuori.
“Un'altra cosa – sussurrò Naruto, con una mano ad attutire il suono della voce – si può sapere che diavolo di tecnica gli stai insegnando? Quel birbante non ha proferito neanche una parola!”
Il moro abbassò il capo e fece per raggiungere la porta.
“Niente da fare. Se lui non ha parlato, non lo farò neanch'io. Si tratta di una sua tecnica ed ha libero arbitrio in merito.”
Naruto si alzò e fissò incredulo il sorriso beffardo stampato sulla faccia di Sasuke.
“Maledetti, vi state alleando alle mie spalle!” esclamò, sbattendo un pugno sul tavolo.
L'altro si allontanò, sempre più divertito.
“Buona serata, signor Hokage!” rispose con tono altisonante, prima che la sua sagoma svanisse nell'oscurità.










****

Vi avevo avvertito di un possibile ritardo a causa dell'influenza e invece eccomi qui, in super-anticipo rispetto alle altre volte (vi starete chiedendo se ho una vita sociale).
La verità è che l'essere malaticcia mi ha impedito di studiare, ma ovviamente non di continuare questa raccolta. XD
E quindi  ecco il fantomatico capitolo che stavate aspettando(?). Dite la verità, ve lo immaginavate così? Alla fine ho deciso di precludervi la conversazione diretta Boruto/Naruto, per darvene un assaggio nel “dopo”, quando ad interagire sono direttamente Sasuke e Naruto.
La verità è che mi piace troppo creare scambi di battute tra questi due, perciò non ho resistito.

Credo, purtroppo, che in qualità di Hokage, Naruto non potrà mai stare dietro a suo figlio tanto quanto vorrebbe, quindi chi meglio del suo migliore amico/rivale come nuovo Sensei? Un po' di gelosia ci sarà sempre, ma l'Uzumaki ha apprezzato senza fare troppe storie, rimanendo però all'oscuro della misteriosa tecnica che Boruto sta imparando, almeno fino a quando questa non verrà completata.
Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se magari lo immaginavate diversamente.
Un saluto e al prossimo aggiornamento, che dovrebbe arrivare nel week-end! (escluse botte di matto come quella di oggi o imprevisti improvvisi).

A presto,


Vavi

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Capitolo 9
*** Buon compleanno Sensei! [Special] ***


Capitolo 9
Buon compleanno Sensei! [Special]





“E quello che cosa sarebbe?”
Sasuke guardò schifato lo strano oggetto che il suo minuto allievo teneva fra le mani.
Perché non potevano iniziare l'allenamento e basta? Ogni giorno Boruto se ne usciva con qualche scusa per ritardare le lezioni e ormai l'Uchiha cominciava ad averne abbastanza.
“Indovina!” esclamò il bambino, non smettendo di sorridere.
Sasuke sbuffò. “Avanti moccioso, sono stufo di perdere tempo con te. E poi non mi piacciono gli indovinelli.”
“E va bene, va bene – concesse Boruto – è un regalo per il tuo compleanno!”
Ci mancò poco che a Sasuke non venne un infarto. Quella mattina, quando si era alzato, aveva lasciato Sakura e Sarada ancora assopite, perciò nessuna delle due aveva avuto il tempo di ricordargli che giorno fosse quello. Sentì Boruto tirarlo per il mantello.
“Avanti Sensei! Buon compleanno! Accetta il mio regalo!”
Per la prima volta il bambino riuscì a captare una sottile punta di imbarazzo nello sguardo severo del suo maestro. Lo aveva colto alla sprovvista, tanto più che ormai da molto tempo non festeggiava quella ricorrenza. A dire la verità lo aveva sempre considerato un giorno come un altro, senza un particolare valore.
“E' una torta!” continuò Boruto, vedendo che l'Uchiha non accennava a voler uscire dalla catalessi che lo aveva avvolto.
“Non...non mi piacciono i dolci” fu l'unica cosa che Sasuke riuscì a proferire subito dopo, mentre scrutava con circospezione quel pacchetto viola mal confezionato.
“Lo so! - trillò allegro Boruto – infatti è una torta salata. Ci sono perlopiù verdure all'interno, vedrai che ti piacerà! Ammetto di essermi fatto aiutare da mamma per cucinarla, ma ti garantisco che ci ho messo del mio!”
Era talmente felice di quel suo piccolo successo culinario che quasi stava saltellando dalla gioia.
Sasuke afferrò incerto il motivo di tanto entusiasmo, per poi sistemarlo all'interno della tracolla che era solito portare in spalla.
“Grazie, Boruto” disse poi, destando lo stupore del bambino.
Poche volte lo aveva sentito pronunciare quella semplice parola, tanto più in modo autentico e sincero.
Grazie.
“Però la mangeremo insieme a pranzo, d'accordo?” chiese il bambino trotterellando per stare dietro a Sasuke, già in marcia alla volta del campo d'allenamento.
Lui sorrise e gli scompigliò i capelli.
Se farai il bravo.”








****

Ciao a tutti!
Piccolo capitolo "special", consideratelo un pò come un extra che non rientra nella successione temporale della storia! :)
Spero vi possa piacere, un saluto e buon week end!

A presto,


Vavi

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Capitolo 10
*** Coordinazione! ***


Capitolo 10
Coordinazione!





Correva, correva, senza prendere fiato. Segnava la strada con i sandali usurati, alzava polvere sui passanti senza curarsene. Era in ritardo. Era terribilmente in ritardo.
E guarda caso il suo maestro aveva stabilito un'unica regola per gli allenamenti: quella di arrivare puntuale.
Si asciugò il sudore sulla fronte e superò i cancelli di Konoha per imboccare la via secondaria, quella che lo avrebbe guidato sino alla radura dove lo aspettava Sasuke.
Eppure, quel giorno, neanche una sfuriata del maestro sarebbe riuscita a fargli cambiare umore. Sorrise, mentre mordeva l'ultimo pezzo di frittella che Hinata gli aveva messo tra i denti prima di vederlo schizzar via fuori dalla porta.
Non poteva immaginare una simile reazione da parte di suo padre. Dapprima aveva visto il suo volto preoccupato trasformarsi in un'espressione inebetita.
“Intendi quel Sasuke Uchiha?!” aveva domandato quando Boruto, dopo un attento lavoro mentale, si era deciso a svelargli l'arcano.
Il bambino aveva avuto quasi paura nel confermare.
“Papà...quanti Sasuke Uchiha esistono in tutte le Terre ninja?”
E in quel momento Naruto si era sentito un totale idiota.
“Ma perché non me l'hai detto subito?” aveva poi chiesto il padre.
Mai come in quel momento Boruto aveva provato vergogna, per averglielo tenuto nascosto tutto quel tempo e forse anche per aver preferito Sasuke a lui. Neanche il sorriso rassicurante che Naruto gli aveva rivolto subito dopo, riuscì a convincerlo che non stava facendo niente di sbagliato.
“Va bene – gli aveva detto, accarezzandogli il capo – adesso è meglio che riposi, ne riparleremo più tardi.” si era alzato e gli aveva scoccato un bacio sulla fronte.
“Papà!”
Non voleva lasciarlo andare via così. “Sei...arrabbiato?”
L'altro aveva atteso un momento, prima di voltarsi a guardare il figlio.
E poi, finalmente, quelle parole.
“No. Sono fiero di te, Boruto”


“Quarantacinque minuti e venti secondi di ritardo”
I pensieri del bambino vennero interrotti bruscamente dalla voce adirata di Sasuke.
Boruto arrivò con una frenata che lo fece sbilanciare e cadere a faccia avanti. Si alzò di scatto, si pulì i vestiti in fretta e furia e mormorò delle scuse incomprensibili. Poi si sbilanciò di nuovo per mancanza di fiato e questa volta si aggrappò al mantello di Sasuke per evitare di finire a terra un'altra volta.
Pessima idea.
L'Uchiha si liberò in malo modo dalla stretta di Boruto e fece qualche passo indietro.
“Domani verrai con quarantacinque minuti e venti secondi di anticipo.”
L'altro lo guardò come se avesse appena annunciato la fine del mondo.
“No, non puoi chiedermi questo Sensei! Almeno la colazione, quella devi lasciarmela fare!” più che una richiesta sembrava decisamente un piagnisteo.
“Smettila di lamentarti e drizza quella schiena. Pensavo di iniziare ad introdurti l'arte del fuoco, ma dato che la tua goffaggine sembra aumentare in modo esponenziale, vorrà dire che dedicheremo parte dell'allenamento a migliorare la coordinazione.”
“Coordinazione?” ripeté Boruto a pappagallo, senza capire.
“Esatto, e per farlo...”
Lasciò la frase a metà per frugare dentro al mantello. Ne tirò fuori un arnese che sventolò soddisfatto davanti all'espressione incredula del suo allievo.
“...imparerai ad usare la katana








****
Un piccolo flashback sulla conversazione avuta con il padre, sotto forma di ricordo, mentre Boruto si sta recando al campo d'allenamento.
Dite la verità,  riuscite ad immaginare un Uzumaki maneggiare la katana? Farò del mio meglio per farlo sembrare reale, promesso! ;)


Un saluto e a presto,

Vavi

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Capitolo 11
*** Un avversario inaspettato ***


Capitolo 11
Un avversario inaspettato





Fissò quella sagoma che gli si parava dinanzi, ancora incredulo, mentre stringeva con entrambe le mani un lungo bastone di legno. Cercò lo sguardo del maestro il quale, con fare noncurante, si accingeva a presentargli il suo nuovo avversario.
“In questo allenamento – cominciò, frapponendosi tra i due combattenti – tu dovrai solamente provare a difenderti dai suoi colpi, Boruto. Nient'altro.”
Il bambino alzò un sopracciglio, facendo una smorfia.
“Ma perché proprio contro Sarada-chan?”
Ancora non riusciva a credere che in piedi di fronte ai suoi occhi stava una gracile bambina con tanto di gonna bianca e maglioncino rosa. Anche lei aveva un bastone per le mani e al di là dei suoi occhiali brillava una determinazione che fece trasalire perfino il piccolo Uzumaki.
“Io non picchio le donne” si limitò a protestare Boruto, sempre meno convinto di ciò che Sasuke gli stava proponendo.
L'Uchiha si lasciò scappare un breve ghigno strafottente.
“Non c'è pericolo, Boruto. Piuttosto, cerca di parare almeno un fendente, se non vuoi tornare in ospedale.”
“Cosa?!”
Lo stupore del bambino fu tanto che neanche si accorse del colpo che Sarada gli sferrò a pochi centimetri dal fianco destro. Cercò malamente di proteggersi con il suo bastone, respingendola, ma la piccola fu più veloce e in un lampo apparve al lato opposto, scaraventandolo a terra con un attacco preciso e d'effetto.
Boruto si alzò riacciuffando malamente la sua arma improvvisata e, senza pensarci due volte, si gettò correndo contro Sarada. Lei non si scompose e schivò il suo colpo maldestro, picchiando il bastone direttamente sulla schiena dell'Uzumaki, che precipitò di nuovo a terra, questa volta in modo definitivo.
Sasuke fece segno alla figlia di allontanarsi e lei obbedì senza proferire parola.
“Mi pare di averti detto di parare gli attacchi, non di sferrarli” si piegò all'altezza del suo allievo e lo sollevò per un braccio.
Boruto aveva stampata sul volto un'espressione piuttosto avvilita.
“Ma come fa ad essere così forte? - si lamentò, cercando di non farsi sentire dalla bambina – eppure i suoi colpi non sono granché.”
“Perché lei è precisa, coordinata ed equilibrata. Tutte qualità che a te mancano, Uzumaki. Non sempre nei combattimenti vince la forza fisica, ricordatelo.”
Indietreggiò di qualche passo per lasciare libero il campo di battaglia.
“Fino a quando non avrai sconfitto Sarada, non potrai vedere neanche l'ombra di una katana. E ora datti da fare.”
L'altro lanciò uno sguardo supplichevole alla bambina.
“Per favore, non parlarne con nessuno, ok?”
Lei si lasciò scappare un sorriso divertito e annuì, di nuovo pronta a rimettersi in pista.







****

Eh sì, la strada è lunga prima di imparare ad usare un'arma come la katana. E il buon Sasuke ha deciso di iniziare l'allenamento con un piccolo aiuto da parte della sua promogenita. ;)
Povero ragazzo, un Uchiha ancora si sopporta, ma due insieme? XD

A presto,


Vavi

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Capitolo 12
*** Questione di punti di vista ***


Capitolo 12
Questione di punti di vista

 

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“Per favore Sensei, dammi solo una possibilità!”
Era stufo di prostrarsi ogni volta per ottenere qualche piccolo favore, ma Sasuke aveva la testa più dura di una roccia e l'unico modo per convincerlo era quello di ammorbarlo fino alla nausea. Oppure ferirlo sull'orgoglio, a seconda delle situazioni.
L'Uchiha scrociò le braccia ma non si mosse dalla sua posizione.
“Ormai me la cavo abbastanza – continuò Boruto, mostrando il bastone di legno la cui punta si era quasi consumata del tutto – è ora che mi batta contro un avversario più forte di me.”

Gli allenamenti con Sarada lo avevano toccato nel profondo e, per quanto i due fossero legati da una sincera amicizia, aveva giurato a se stesso che non si sarebbe mai e poi mai lasciato sconfiggere da lei un'altra volta. Con questo obiettivo ben impresso nella mente era riuscito ad ottenere risultati strabilianti, anche se il maestro continuava a reputarlo, almeno nel campo della coordinazione, inferiore alla figlia.
Non che facesse delle preferenze eh, per carità.

Sasuke si avvicinò ed afferrò di malavoglia l'altro bastone che Boruto gli stava porgendo.
“Non ne trarrai alcun insegnamento, almeno non ora.”
Il bambino si mise in posizione, ignorando le raccomandazioni del maestro.
“Voglio provarci”
Prese un respiro profondo, rielaborò mentalmente ogni mossa che aveva imparato a fare e pensò brevemente ad una strategia d'attacco. Gli allenamenti per la coordinazione lo avevano aiutato a migliorare anche le capacità di analisi, perciò dentro di sé sentiva di essere finalmente pronto a competere con lui.
 Bastò una frazione di secondo per mandare in frantumi tutte le sue convinzioni.
 Quando si avvicinò a Sasuke fece appena in tempo a sollevare l'arnese che l'altro, senza muovere alcun muscolo ad eccezione del braccio destro, glielo fece volar via con uno scatto fulmineo. Boruto rimase a bocca aperta mentre seguiva la traiettoria del bastone, che precipitò a diversi metri da lì, proprio davanti al cancello d'ingresso per il campo. Fu allora che notò il profilo di una sagoma familiare, leggermente nascosta dalle fronde degli alberi.
 Strinse gli occhi a fessura e poi, finalmente, lo riconobbe.

“Certo che non ti facevo così stronzo, eh Sasuke.”

Naruto si fece avanti senza esitare, rifilando uno sguardo eloquente al migliore amico.
“Papà! - esclamò il bambino, sorpreso – ma da quant'è che sei lì?”
“Da quando abbiamo iniziato, Boruto” lo precedette Sasuke, scocciato da quell'intrusione improvvisa.
Il biondo si avvicinò al figlio e gli pose una  mano sulla spalla.
“Non è vero, saranno appena cinque minuti. Mi sono fermato giusto il tempo di dare un'occhiata” replicò guardando Boruto.
Sasuke alzò un sopracciglio. “Stavi spiando.”
“Non stavo spiando! – si difese subito l'altro – sono solo di passaggio, tutto qui. E poi ho tutto il diritto di preoccuparmi per lui, ricordati che è mio figlio.”
“Non mi importa di chi è figlio, adesso è mio allievo, fattene una ragione.”
Boruto, nel frattempo, continuava a spostare lo sguardo dall'uno all'altro, senza riuscire ad inserirsi nella conversazione.
Naruto sfoggiò un'espressione imbronciata, seguita da un breve sbuffo.
“Sei fortunato, perché adesso non ho proprio tempo di rimanere a discutere con te.”
Sasuke rispose con uno sguardo di falso dispiacere.
“Bene, quindi, se non ti dispiace, ora tornerei al mio allenamento.”
L'Uzumaki gli lanciò un'occhiataccia e, dopo aver scompigliato i capelli al figlio, gli si avvicinò con fare superiore.
E' o non è un fenomeno?” sussurrò all'orecchio dell'Uchiha, sfoderando un sorriso beffardo.
L'altro sbuffò. “Non mi scocciare”
E con questo il settimo Hokage poté ritenersi soddisfatto tanto da lasciare il campo d'allenamento così come lo aveva raggiunto, con un gran senso di appagamento nell'animo.







****
Un grazie ENORME a Nede per avermi aiutato nell'inserire questa benedetta fanart! (la cui autrice è sempre Min Tosu, quella dell'immagine nel primo capitolo!)Senza di te non ne sarei mai venuta a capo!^^
Tutto ciò per ricordare che quei due, nonostante tutto, litigate e bacchibecchi vari, rimarranno per sempre migliori amici! ^^


A presto,


Vavi

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Capitolo 13
*** Non arrenderti ***


Capitolo 13
Non arrenderti





Scrutò l'acqua cristallina che si infrangeva sulle assi di legno al ritmo della brezza serale. Poteva scorgere il sole abbassarsi lungo la linea dell'orizzonte e per un attimo chiuse gli occhi, privandosi di quella vista mozzafiato.
Deglutì, trattenendo un gemito di dolore. Aveva la gola in fiamme e percepì numerose interferenze nel flusso di chakra che gli attraversava le vene. Era esausto, aveva provato e riprovato fino allo stremo, ma dalla sua bocca aveva visto fuoriuscire solo una misera scintilla, niente più.
“Quel dannato foglietto non funziona. Non so usare l'arte del fuoco” lo disse con sdegno, abbandonando il corpo sulle ginocchia, mentre rivolgeva di nuovo le iridi azzurre verso il tramonto.
Sasuke, prima dietro di lui, lo raggiunse al bordo del pontile.
“Il rivelatore di chakra non sbaglia mai.”
Usò un tono fermo ma tranquillo. “Devi solo continuare a prova-”
“Accidenti Sensei, è quasi un mese che ci provo e non sono riuscito a creare neanche l'ombra di una palla di fuoco!” lo buttò fuori tutto d'un fiato, senza permettere a Sasuke di terminare il discorso. L'Uchiha rimase a guardarlo per un po', dopodiché si sedette accanto a lui, lasciando andare le gambe a sfiorare la superficie dell'acqua.
Boruto lo guardò stupito, ma poco dopo il suo sguardo si spense di nuovo.
“Non diventerò mai forte come papà....o come te. Sarà Himawari ad ereditare il Byakugan, me lo sento. Mentre io, che cosa avrò ottenuto? Una modesta abilità nel maneggiare un dannato bastone di legno e una tecnica incompleta. Sarò lo zimbello della fami-”
“Finiscila”
Sasuke aveva parlato senza neanche voltarsi a guardarlo, ma il suo tono di voce era più alto del solito e convinse Boruto a non aggiungere altro.
“Non piangerti addosso, non è da te.” questa volta lo scrutò con la coda dell'occhio. “I perdenti parlano a quel modo” aggiunse, con intento provocatorio.
“Beh, allora forse sono un perdente.”
Sperava di non sentirgli mai pronunciare quelle parole, ma un po' se l'aspettava.
Si alzò facendo leva su un ginocchio e fece dietrofront.
“D'accordo, se stanno così le cose allora il nostro allenamento finisce qui.”
Boruto si voltò di scatto e in un attimo era in piedi anche lui. “Cosa? Ma che dici, Sensei?”
Sasuke cominciò ad allontanarsi.
“Io non insegno ai perdenti.” lo sentì sussurrare a fior di labbra.
L'altro strinse i pugni e, dopo un attimo di esitazione, si mosse per raggiungerlo.
“Aspetta! Non puoi liquidarmi così! Che razza di maestro sei, eh?”
In un baleno si sentì quasi sollevare da terra per il colletto della felpa e trovò l'Uchiha a pochi centimetri dal suo volto.
“E tu che razza di allievo sei, Boruto? - gli domandò con la sua stessa delusione negli occhi – dopo tutto il percorso che hai fatto per arrivare fin qui, come puoi definirti un perdente? Come puoi rinunciare al tuo sogno così facilmente?”
“I-io...”
“Calpestare tutto ciò che hai costruito finora. Smettere di credere in te stesso. Questo vuol dire essere un perdente.”lo lasciò andare e si incamminò per la via del ritorno, lasciandolo a testa bassa, con un groppo alla gola che minacciava di farlo esplodere da un momento all'altro.
Boruto osservò il maestro mentre si allontanava, trattenendo gli impulsi nervosi che gli intimavano di seguirlo. Rimase qualche minuto ad ascoltare il flebile suono delle onde, mentre sentiva sopraggiungere una sensazione di leggerezza, che lo avvolse fino alla punta dei capelli.
Strofinò le nocche delle mani sugli occhi, per asciugare due piccole lacrime che minacciavano di rigargli le guance.
Aveva dato tutto in quegli ultimi mesi, aveva trovato un scopo e si era impegnato con tutto se stesso per provare a raggiungerlo. Sapeva che non esistevano scorciatoie, sapeva di aver scelto la via più ripida, ma non avrebbe mai smesso di credere nelle sue capacità, nè avrebbe permesso ad un momento di debolezza di interrompere il suo percorso.
Si voltò un'ultima volta ad osservare il sole, ormai dormiente nell'immensa distesa azzurra.
 

 

“Grazie, Sensei.”

 





****

 

Salve a tutti cari lettori!
Vi rubo solo due minuti per dirvi che ieri, purtroppo, mentre cercavo di inserire una fanart nel capitolo precedente, il programma che di solito uso per editare (NVU) ha smesso di funzionare. Non so perché ma ora il sito non mi legge più il codice html generato da NVU e la pagina appare completamente vuota. Spero di risolvere il problema, anche perché con l'editor di Efp (che sto usando adesso) non riesco ad inserire fanart. :(
Se qualche anima pia conosce la fonte del problema mi illumini, gliene sarei profondamente grata!

Passando al capitolo, questa volta ho scelto di ritrarre un momento di debolezza, dopotutto il piccolo Uzumaki è pur sempre un bambino e Sasuke, seppur con la sua solita mancanza di tatto, ha  provato a convincerlo che si sbagliava, che non è affatto un perdente, che deve tenere duro fino all'ultimo se vuole diventare un bravo ninja!
Non arrenderti Boruto-chan! Noi siamo con te! :)

Grazie come sempre per aver letto fino a qui e alla prossima!


Vavi

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Capitolo 14
*** Il nuovo arrivato! [Special] ***


Capitolo 14
Il nuovo arrivato! [Special]





Un brivido di freddo gli percorse la schiena e lo fece sussultare.
Pioveva a dirotto quella sera e Boruto se ne stava in piedi davanti alla porta di un'abitazione, nella speranza che i proprietari si decidessero ad aprire.
Gettò un'occhiata all'interno della felpa, controllando se la creaturina che vi giaceva stesse bene.

“Boruto-chan!- esclamò una voce femminile – ma che fai lì impalato? Presto, vieni dentro!”

Il bambino non se lo fece ripetere due volte e sorpassò la donna, ritirandosi nel calduccio del soggiorno.
Sakura schizzò in camera per recuperare un asciugamano pulito, che poco dopo strofinò con premura sui capelli biondi di Boruto.
“Non dovresti andare a zonzo con questo tempo, potresti ammalarti – lo rimproverò con fare materno – e comunque Sarada non c'è oggi, sta aiutando un compagno di classe con i compiti.”
Boruto cercò di divincolarsi da tutte quelle attenzioni e scosse la testa.
“Non sono venuto per lei, volevo vedere il Sensei.”
La ragazza alzò un sopracciglio. “Sasuke-kun?” domandò, perplessa, e qualche secondo dopo il suddetto si presentò alle loro viste, mostrando di aver udito tutta la conversazione.
“Ma si può sapere che vuoi?” domandò con fare stanco, squadrando il suo allievo.
Sakura non parve molto contenta del tono di voce che aveva usato.
“Non dovresti essere così sgarbato, Sasuke-kun”.
Prima che l'Uchiha potesse accogliere l'affermazione della ragazza con uno sbuffo, Boruto mostrò a entrambi il motivo di quella visita; un'amabile e minuscolo gattino, che muoveva le zampe ed emetteva lievi miagolii tentando di liberarsi dalla stretta maldestra del bambino.
Sakura accolse quella visione con un gridolino isterico, mentre Sasuke non riuscì a spiccare parola.
“Vedete, l'ho trovato che vagava per le strade di Konoha tutto solo e così ho pensato di salvarlo” spiegò, stringendolo al petto. Gli grattò la testolina e sorrise.
“La mamma non me l'avrebbe lasciato tenere, non abbiamo abbastanza spazio in casa. Così ho pensato che-”
“Non se ne parla neanche” esordì l'Uchiha, categorico.
Ma Sakura, nel frattempo, era già stata stregata dalla dolcezza di quel cucciolo e parve non sentire neanche le parole che Sasuke aveva proferito.
“E' dolcissimo!” esclamò, carezzandogli il dorso. “Così tenero...”
“Non penserai mica di tenerlo?” gli domandò retorico l'altro, piuttosto alterato.
Lei alzò le spalle e sorrise. “Beh, che c'è di male? E poi a te piacciono i gatti, no?”
Lui lanciò la prima vera occhiata all'animaletto da quando Boruto lo aveva portato in casa. Se ne stava aggrappato alle felpa del bimbo, con il muso nascosto tra le zampe. Era talmente piccolo da poter entrare tutto in una mano, sembrava molto spaventato.
Attese qualche secondo prima di allungare incerto una mano verso il suo allievo. Sentì le orecchie del gattino abbassarsi e il corpicino vibrare leggermente al tocco dei suoi polpastrelli.
Stava facendo le fusa.
Quando si accorse che entrambi i presenti lo stavano osservando divertiti, ritrasse immediatamente il braccio, cercando di ricomporsi.
“E dov'è che vorresti metterlo?” chiese a Sakura, tentando di rompere quel silenzio imbarazzante che si era creato.
Boruto si trattenne per non ridere.
“Beh potrebbe stare in camera di Sarada, sono sicura che impazzirebbe all'idea.”
L'Uzumaki annuì vistosamente, confermando le parole di Sakura, dopodiché ammollò la bestiolina al suo maestro, che la acchiappò sotto il dorso non troppo convinto.
“Ah, dimenticavo. L'ho chiamato Sakè.” aggiunse il bambino, prima di abbassare la maniglia della porta per svanire di nuovo nella pioggia.
Sasuke unì le dita della mano a conca, per permettere al gattino di accovacciarsi sul suo palmo.
“Che razza di nome sarebbe?”
Sakura ridacchiò. “E' molto carino, Boruto-chan. Hai fatto bene a portarlo qui. Sasuke-kun ha un debole per i gatti!”
“E la vuoi smettere?!” sbottò l'interessato, scoccandole un'occhiata infastidita.
Boruto rise di nuovo e fece l'occhiolino a Sakura.
“Ci vediamo presto Sensei, prenditi cura di Sakè!” detto questo salutò con un cenno della mano e fuggì via più festoso che mai.









****
Ciao a tutti!
Altro capitolo special, lo sapevo che alla fine ci avrei preso gusto! XD
Qui incontriamo un Sasuke amante dei gatti, visione molto gettonata sopratutto sul fandom di Naruto. Non so se sia dovuto al fatto che i gatti ninja proteggano una fortezza del Clan Uchiha, oppure ad una sorta di associazione con il doppiatore del personaggio che, a quanto so, ama molto i felini.
Comunque, alla fine neanche l'Uchiha ha saputo resistere alla dolcezza del gattino abbandonato!
Ah, per la cronaca, Sakè è uno dei nomi che io darei al mio gatto - negli ultimi mesi ho cercato disperatamente qualcuno che regali una cucciolata, ma ad oggi ancora niente!

Spero vi sia piaciuta, ci sentiamo presto!


Vavi



 

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Capitolo 15
*** Dall'Ichiraku! ***


Capitolo 15
Dall'Ichiraku!





Quasi non riusciva a credere che dall'interno del suo stomaco era appena schizzata fuori una fiamma rosso vivo dalla forma tondeggiante, questa volta anche di dimensioni discrete.
Cercò di urlare dalla gioia e per poco non si strozzò a causa dell'enorme sforzo che la sua gola era stata costretta a sopportare per tanto tempo.
Sasuke si congratulò con lui, dopotutto erano mesi che si allenava duramente per raggiungere quel risultato. Ora però sarebbe arrivata la parte difficile, ovvero la fase in cui il bambino avrebbe dovuto unire l'alterazione del fuoco a quella del vento.
“Quest'operazione richiede una grande concentrazione, Boruto” si raccomandò Sasuke, cercando di porre un freno all'entusiasmo del suo allievo. “Dovrai trovare il giusto equilibrio per-”
“Sciocchezze!” sbottò l'altro, con fare allegro.
Sasuke sospirò. L'aveva di nuovo interrotto. Era proprio un brutto vizio.
“Ho già trovato un modo alternativo per velocizzare i tempi”
“Non esiste un modo alternativo” lo rimproverò l'altro, ma quello era già corso qualche metro più in là, pronto a sfoggiare la sua nuova tecnica.
L'Uchiha scosse la testa e si allontanò, tanto era inutile discutere con lui, quando si metteva in testa qualcosa niente e nessuno sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
Rimase in allerta, osservando con attenzioni i sigilli delle mani del suo allievo. Quando si rese conto di ciò che voleva fare si passò una mano sul volto e le parole che uscirono dalla bocca di Boruto subito dopo non fecero altro che confermare i suoi timori.

“Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo!”

Sospirò. “Lo sapevo. Non c'è speranza”
Il bambino generò un solo clone, al quale fece soffiare la palla di fuoco, mentre l'originale creava l'uragano. La tecnica che ne scaturì ebbe un impatto devastante su tutto il terreno che li circondava, esattamente come quando era stato Sasuke ad aiutarlo nella realizzazione.

Ma adesso era diverso, ce l'aveva fatta da solo. Beh, più o meno.

Boruto aprì le braccia al cielo e saltò sulla schiena della sua copia. “Grande! Ci siamo riusciti!”
“D'accordo, per adesso può andare” si limitò a commentare Sasuke, avvicinandosi a lui. “Ma voglio che continui a lavorare sul coordinamento dei due elementi, prima o poi dovrai riuscirci senza clone”
Boruto sciolse la tecnica e gli rivolse un gran sorriso. “Va bene, va bene. Ma ora dobbiamo festeggiare Sensei, dopotutto è un bel traguardo! Che ne dici di andare all'Ichiraku?”
“All'Ichiraku?” domandò Sasuke piuttosto interdetto, mentre il bambino aveva già iniziato a tirarlo per una manica in direzione del Villaggio.
“A-aspetta, io non mangio quella roba.”
“Ma va – lo sbeffeggiò Boruto, tirando dritto – scommetto che non hai mai assaggiato il ramen dell'Ichiraku, vero?”
“No ma...”
“Niente ma! Per oggi farai un eccezione, sono o non sono il tuo allievo?”
Tra una chiacchiera e un'altra giunsero al chiosco senza neanche accorgersene e Sasuke si fermò di scatto non appena scorse la scritta in giapponese che sovrastava i tavoli in legno.
“Ho detto di no”
“E invece sì. Dai Sensei, facciamo che pago io, ok? Muoviti!” con un ultimo strattone lo convinse a sedersi su uno sgabello e, prima che l'Uchiha potesse sbraitargli contro, un signore dall'aria giuliva gli sorrise in modo fin troppo melenso.
“Ma guarda un po' chi si vede! Il giovane Uzumaki assieme ad Uchiha senior!”

Ah ecco, dunque era così che adesso lo chiamavano al Villaggio.
E che diamine, aveva a mala pena trent'anni, cos'era tutta quella formalità?

“Vi porto due ciotole?” continuò, questa volta rivolgendosi a Boruto.
Lui annuì festoso. “Bollenti e piene fino all'orlo, per favore!”
L'uomo gridò qualcosa al retrobottega e schizzò anche lui in cucina. Dopo appena cinque minuti tornò con entrambe le mani occupate e poggiò le due pietanze davanti ai clienti, come sempre orgoglioso del risultato ottenuto.
“Fa un profumo delizioso!” trillò Boruto inalando fino all'ultima particella.
Teuchi annuì. “E lo è anche il sapore! Avanti, mangiate, Buon appetito!”
Sasuke continuava a guardare la sua ciotola come se fosse un candelotto di dinamite. Non poteva trangugiare quella roba, sentiva lo stomaco in subbuglio al solo pensiero. Non gli era mai piaciuta particolarmente come pietanza e poi, a dirla tutta, da quando conosceva Naruto gli era diventata ancora più avversa.

Però il profumo era davvero buono, questo doveva ammetterlo.

“Ma che stai aspettando, Sensei? Mangia!” esclamò Boruto, masticando una forchettata di tagliolini.
Sasuke lo guardò incerto, dopodiché afferrò le sue bacchette e si decise ad assaggiare.
Gli occhi dell'allievo e del signore dietro al bancone erano entrambi puntati su di lui. Tutte quelle attenzioni lo facevano innervosire.
“Ebbene?” domandò Teuchi, curioso quasi quanto il bambino.
Sasuke si schiarì la voce. “E'...meglio di altri che ho mangiato”
Beh, non che si fosse sforzato più di tanto, ma Boruto potè ritenersi più che soddisfatto e dopo essersi complimentato con l'uomo saltò giù dallo sgabello, pronto ad andare.
“Ehi Sensei, tu continua pure a mangiare, ma io mi sono ricordato di dover aiutare mamma con delle faccende, perciò ci vediamo domani!”
L'altro puntò un piede a terra, posando le bacchette.
“Ma che vai dicendo, Boruto? Torna immediatamente qui!”
Si accorse di aver urlato perché due o tre passanti si erano girati in contemporanea nella sua direzione. Strinse un pugno sul tavolo e tentò di rintracciare la sagoma del suo allievo tra la confusione del centro.
“Maledetto moccioso” sussurrò tra i denti e, voltandosi dal lato opposto, trovò di nuovo il simpatico faccione di Teuchi che lo scrutava con un sorriso sornione stampato in faccia.

“Lo paghi tu il conto?”

 






****

Buonasera a tutti!
Sono stata indecisa fino all'ultimo se pubblicare questo capitolo o meno. Di solito mi tengo avanti di almeno uno o due capitoli rispetto alla pubblicazione, ma questo ce l'avevo pronto nel PC e non ce la facevo ad aspettare fino a martedì! Dovevo per forza condividerlo con voi! XD
E quindi eccovi questo ulteriore “delirio”, con un Sasuke eccezionalmente coinvolto in un pranzo all'Ichiraku e il nostro Boruto che finalmente ha completato la sua tecnica (anche se con un piccolo aiutino!).

 

Vi auguro un buon fine settimana, a presto!

 

Vavi

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Capitolo 16
*** Incontri ***


Capitolo 16
Incontri





Si scostò dalla staccionata in ferro che delimitava il campo d'allenamento e alzò il volto per guardare l'inclinazione del sole, oramai al di sotto la linea del mezzogiorno.
Era quasi un'ora che lo stava aspettando e, per quanto il suo allievo non fosse proprio un orologio svizzero, quel ritardo esagerato era insolito persino per lui. Aspettò un'altra mezz'ora, dopodiché decise di allontanarsi per andare a cercare Boruto; doveva per forza essere successo qualcosa se così di punto in bianco decideva di saltare l'allenamento.
Camminò a passo svelto sulla strada sterrata che conduceva al Villaggio, ma prima di varcare il cancello gettò un'occhiata alle sue spalle e, fermatosi un attimo a riflettere, decise di tornare indietro.
Avrebbe fatto una piccola deviazione.
Il cimitero di Konoha si trovava a pochi metri dall'entrata principale, nel verde di una vasta pianura. Come di consueto lo trovò quasi deserto, ad eccezione di una sagoma che distava qualche metro da lui. Assottigliò lo sguardo per capire di chi si trattasse, ma i raggi del sole gli impedirono di mettere a fuoco i contorni.

Si fermò davanti a tre lastre di pietra con inciso frontalmente il ventaglio del Clan Uchiha. Non era sua consuetudine portare dei fiori, in genere era Sakura ad occuparsi di quelle “sottigliezze”.
 


Mikoto Uchiha        Fugaku Uchiha       Itachi Uchiha
 


Rileggeva quei nomi in sequenza finendo quasi sempre per soffermarsi sull'ultimo. Era passato molto tempo ormai, ma una parte di sé stentava ancora a convincersi di aver accettato quel lutto.

Alzò di nuovo lo sguardo e scorse la sagoma di prima muovere qualche passo verso di lui. Adesso poteva vederla meglio, si trattava sicuramente di una donna. I riflessi violacei che le illuminavano la folta chioma e l'andamento timido non lasciavano spazio a fraintendimenti, poteva essere solamente Hinata Hyūga.
La vide fermarsi a pochi metri da lui con le mani giunte in grembo. I loro sguardi si incrociarono una volta ma lei non proseguì oltre, probabilmente le sembrava irrispettoso invadere gli spazi altrui.
Sasuke lanciò un'ultima occhiata alle lapidi dei suoi famigliari, per poi allontanarsi in direzione della ragazza.

“Ciao” disse lei, quando ormai entrambi potevano guardarsi in viso.
Sasuke rispose con un cenno della testa.
“Non è un bel posto per incontrarsi” continuò Hinata, tristemente.
“Già”
Tra i due calò il silenzio, fino a quando l'Uchiha si decise a riprendere in mano la situazione.
“Stavo per rientrare al Villaggio. Boruto non si è presentato all'allenamento.”
“Oh! - esclamò lei, con fare dispiaciuto – dev'essere per quanto è accaduto oggi all'Accademia.”
Sasuke alzò un sopracciglio. “L'assegnazione ai Team?”
“Esatto – confermò lei, annuendo – è capitato assieme a Sarada-chan, lo sai?” continuò, questa volta con fare allegro.
Lui la guardò e sorrise lievemente in segno di conferma.
“Konohamaru sarà un ottimo insegnante, ma Boruto-chan è un po' giù di morale.”
Sasuke rimase zitto, in attesa che continuasse.
“Vedi, lui crede di non farcela a portare a termine le missioni e contemporaneamente sostenere un allenamento assieme a te.”
Questa volta l'Uchiha assunse un'espressione seria.
“Ce la farà.” dichiarò con voce ferma, destando la sorpresa di Hinata.
Lei gli sorrise di nuovo e annuì. “Perché non ci parli? Gli farebbe bene sentirselo dire.”
Sasuke negò col capo. “Non oggi. Sarà meglio lasciarlo ai suoi pensieri. Puoi dirgli di presentarsi domani alla solita ora, sono sicuro che verrà.” nel dirlo le riservò un'occhiata rassicurante, che la ragazza accolse stringendosi nelle spalle.
“Vorrai scusarmi, ma adesso devo andare – aggiunse poi, abbassando il capo – sai, volevo ringraziarti Sasuke-kun. Per tutto quello che stai facendo per mio figlio. Sappi che lo apprezzo molto. E...ovviamente anche Naruto-kun la pensa come me.”
“Lo so” confermò lui, ricambiando lo sguardo. “A presto, Hinata”
Lei lo salutò con un cenno della mano e si allontanò, accompagnata dalla flebile brezza primaverile.








****

Buonsalve cari lettori!
In questa flash (ho superato il limite di 150 parole, ma voi me la passate lo stesso, vero? ) vi propongo una conversazione tra due personaggi che raramente (anzi, diciamo mai) abbiamo visto interagire tra loro: Hinata e Sasuke. Dalla bella Hyuga veniamo a sapere che Boruto è stato assegnato ad un Team assieme a Sarada (l'altro elemento è ancora da definire - inizialmente avevo pensato a Inojin, ma poi mi sono ricordata che non è fattibile per via dell'inseparabile trio Ino/Shika/Cho). Dunque, vi ricordo, Sasuke è un maestro in via “ufficiosa”, poiché l'Accademia ha assegnato i tre studenti al Jounin Konohamaru (come a suo tempo fu per il Team 7 con Kakashi).
Ora Boruto dovrà cercare di svolgere il suo nuovo incarico coniugando missioni e allenamenti con l'Uchiha, ed è stato proprio questo a provocare in lui un momento di sconforto.
Ma noi sappiamo che quella peste bionda ha forza da vendere ed anche Sasuke sembra pensare postivo!

Ps. Non credo di approfondire il lavoro che Boruto farà assieme al sul Team, semplicemente perché la raccolta è incentrata sul rapporto con Sasuke, dunque non me ne vogliate, però volevo darvi questa informazione perché mi sembrava importante ai fini della storia!

Pps. Spero di aver mantenuto l'IC dei due personaggi...è stata dura! :S

Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, altrimenti grazie comunque per aver letto anche questo capitolo, siete fantastici! :)

 

A presto,


Vavi

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Capitolo 17
*** Traguardi ***


Capitolo 17
Traguardi





Pomeriggio particolarmente silenzioso al Villaggio della Foglia.
La temperatura rasentava i trentacinque gradi e per le strade del centro camminavano solo i più temerari ed i ninja di ritorno dalle missioni.
Poco più in là, prima degli arbusti che segnavano l'inizio del bosco, un adulto e un bambino continuavano a combattere ignorando l'umidità dell'aria e brandendo con convinzione due lunghi bastoni in legno.
I colpi si susseguivano uno dopo l'altro, senza sosta, quasi a seguire un melodico ticchettìo.
Attacco, difesa, schivata, attacco, difesa, schivata, fino a quando uno dei due sferrò la mossa decisiva, portando in svantaggio l'altro. Si trattava di un bambino biondo dai grandi occhi azzurri.

“Finalmente!” ghignò Boruto, mantenendo la presa sulla sua arma.

Sasuke parò un attacco laterale molto veloce, che richiese più forza muscolare del previsto.
Oltre a questo, il suo occhio destro brillava di un profondo color cremisi.
Lo Sharingan era stato attivato.

“Te lo riconosco – disse, respingendo il bastone del suo allievo - stai migliorando molto”

Boruto si allontanò e poggiò le mani sulle ginocchia per riprendere fiato, dopodiché crollò a terra stremato, divaricando braccia e gambe.
“Era una vita che aspettavo questo momento, Sensei – chiuse gli occhi ed inspirò profondamente – adesso potrò usare la katana?”
Sasuke posò il suo bastone a terra e lo affiancò, puntandogli un dito contro.
“Sì, ma scordati di avere la Kusanagi
“Ma come?! - sbottò Boruto rialzandosi di scatto – e allora a cosa è servito tutto questo?”
Sasuke scosse la testa.
“Davvero pensavi che ti avrei dato la mia katana? - lo canzonò, con fare sarcastico – ma non scherziamo.”
Il bambino sfoggiò un finto broncio e incrociò le braccia in segno di protesta. Sapeva benissimo che non avrebbe mai ottenuto la leggendaria arma del suo maestro, ma almeno sperava in qualcosa di più accessibile a lui. E infatti, poco dopo, Sasuke enunciò il verdetto finale.
“C'è una fortezza nel quartiere Uchiha, una sorta di arsenale, e sono ancora i gatti ninja a tenerla sotto controllo. Non dovrei avere problemi a trattare con loro.”
Boruto spalancò gli occhi e balzò in piedi, riservando al suo maestro uno sguardo entusiasta.
“Vuoi dire che mi permetterai di scegliere una katana...dall'arsenale riservato al Clan Uchiha?!” aveva pregato di poter maneggiare un'arma il prima possibile, ma mai si sarebbe aspettato un tale risvolto.
Sasuke chinò la testa e osservò quella zazzera bionda che fremeva per ottenere una conferma.
“Esatto”
Prima che potesse reagire in alcun modo, Boruto gli si gettò addosso stringendogli i fianchi con tutta la forza che aveva.
“E' grandioso, Sensei! Grazie!”
L'Uchiha afferrò il bambino per le spalle, cercando di toglierselo di dosso.
“Ho capito, ma adesso levati” protestò, rifiutando quel contatto fisico che raramente sopportava.
Boruto si permise di stritolarlo ancora un po', dopodiché mollò la presa, onde evitare di scatenare la furia del Rinnegan proprio in quel giorno così importante.







****
Buonsalve a tutti cari lettori!
Non sapendo se domani mi era possibile caricare il capitolo, ho deciso di farlo oggi.
Come sempre spero tanto vi piaccia, auguro a tutti un buon fine settimana e a presto!



Vavi

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Capitolo 18
*** Missione ***


Capitolo 18
Missione

 

 

“E perché dovrei andarci io?”
Lo chiese svogliatamente, sapendo che tanto non avrebbe avuto molta scelta.
“Hai decine di Jounin esperti a tua disposizione” rincarò, tentando di farlo desistere dal suo intento.
Naruto gli lanciò un'occhiata eloquente. “Ma non quanto te.”
“Ah, adesso passiamo alle lusinghe?” lo rimproverò l'Uchiha, già stufo di quella conversazione.
Il biondo lasciò andare il gomito sul tavolo.
“Avanti Teme non farla lunga, che ti costa per una volta? - agguantò due rotoli che teneva nel cassetto della scrivania e glieli sventolò davanti – sono informazioni di massima importanza e poi a Suna ormai ti conoscono, porterai a termine la missione in meno di un pomeriggio!”.

Sasuke sospirò, rassegnato. Che senso aveva cercare di sviare l'incarico se poi quel tonto del suo amico gli teneva il muso per una settimana intera? Tanto valeva accontentarlo e farla finita.

“Hai provato a chiedere a Shikamaru? - un ultimo tentativo, non si poteva mai sapere – lui ha un motivo in più per raggiungere il Villaggio della Sabbia”
Naruto sogghignò e si alzò facendo leva sul bordo della scrivania.
“Se ti riferisci a Temari, è venuta a stare a Konoha per un po' di tempo. Mi sorprende che tu non lo sappia.”
Il moro si chiuse nelle spalle, a lui non sembrava poi così strano, d'altronde non è che avesse chissà quale tipo di rapporto con il Nara e sua moglie.
“Allora è fatta” concluse Naruto ammollandogli i rotoli. “Grazie” aggiunse, questa volta sorridendogli in modo sincero.
Lui scostò lo sguardo e si avviò alla porta.
“Non c'è di che” borbottò con tono sarcastico, per poi richiudersela alle spalle.


Decise di prendere il sentiero più lungo e procedere a passo lento almeno per la prima parte del tragitto. Avrebbe impiegato qualche ora più del previsto, ma se queste informazioni erano davvero così importanti sarebbe stato meglio evitare di saltare sugli arbusti e rendersi così molto più visibile ai ninja nemici.
Non aveva percorso neanche due chilometri che un rumore sospetto lo fece voltare di scatto. Guardò furtivo in tutte le direzioni e strinse la presa sul manico della katana.
Eppure era stato attento, non gli sembrava di aver sentito qualcuno che lo seguisse, ma ora che si era fermato riusciva a percepirlo, forte e chiaro; un tipo di chakra che ormai conosceva come le sue tasche, sarebbe stato impossibile confonderlo.

“Vieni fuori, Boruto. Subito

Quella frase così imperativa spaventò il bambino, che si decise a scendere dal ramo sul quale era rimasto in bilico per più di due minuti.
Balzò a terra piegando le ginocchia proprio davanti al maestro.
“Beh, però sono stato bravo, no? Ci hai messo un po' per accorgerti che ti stavo seguendo...”
“Si può sapere che diavolo ci fai qui?” stavolta Sasuke non sembrava proprio in vena di scherzare e Boruto afferrò al volo la gravità della situazione.
“Ecco, ho sentito la conversazione fra te e papà e così...ho pensato che sarebbe stato emozionante prendere parte ad una missione diversa dal solito, una vera.”
“Emozionante?” ripeté Sasuke, che proprio non riusciva a capire.
Boruto annuì timidamente. “Infondo papà ha detto che si tratta solo di un pomeriggio”
L'altro sbuffò e riprese a camminare.
“A tuo padre piace sognare, Boruto. Non sarò di ritorno prima di due giorni, e tu – aggiunse, bloccando il bambino sul tempo – tornerai immediatamente al Villaggio”.
“Ma ora sono più forte – esclamò Boruto – posso farcela! Perché non mi lasci provare?!”
“Ogni cosa a suo tempo” concluse Sasuke, deciso. “E ora fai come ti ho detto.”
Quando usava quel tono autoritario non c'era alcuna possibilità di avere la meglio.
Il bambino gli lanciò un'ultima occhiata, prima di incamminarsi nella direzione opposta a quella del suo maestro.
“Ah, moccioso – riprese d'un tratto Sasuke, guardandolo con la coda dell'occhio – quando tornerò andremo alla Fortezza Uchiha per scegliere una katana. Vedi di farti trovare pronto, non la daranno certo al primo che capita.”
Il biondo spalancò gli occhi e lesse quella provocazione come un invito a continuare gli allenamenti anche in sua assenza. Di certo non l'avrebbe deluso, desiderava quell'arma più di ogni altra cosa.
“Contaci, Sensei! Buon Viaggio!” gridò, prima di correre al Villaggio pronto per dare di nuovo il meglio di sé.










****
Buonsalve cari lettori!
Dal prossimo capitolo tornerò a trattare "la scelta" della katana e lo farò in più di una flash, dunque preparatevi a un pò d'azione! XD
Con la speranza che abbiate apprezzato,

a presto,


Vavi

 

 

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Capitolo 19
*** Il grande Nekomata (parte prima) ***


Capitolo 19
Il grande Nekomata (parte prima)

 

 

Da quando erano entrati in quella caverna, Boruto non faceva altro che guardarsi attorno con fare spaventato, cercando di mantenere il passo per stare vicino al maestro. Era buio, freddo, ed il soffitto gocciolava umidità sulle loro teste. Il biondo si coprì il capo con entrambe le mani e sbuffò.
“Uffa, ma quanto manca?”
“Sta zitto e cammina” lo liquidò Sasuke, di qualche passo avanti a lui.

Dopo centinaia di metri percorsi in quell'ambiente così ostile, il paesaggio cambiò e dinanzi a loro si aprì un cunicolo stretto con le pareti in cemento. La temperatura cominciò ad alzarsi lentamente e il corpo di Boruto smise di rabbrividire. Pian piano iniziarono ad intravedere dei corridoi secondari e delle stanze con la porta blindata. Sasuke procedeva sicuro, senza proferir parola, sino a quando la comparsa improvvisa di una sagoma scura lo fece indietreggiare. Boruto si nascose dietro lui; tutto in quel posto gli metteva soggezione, d'altronde sapeva di non essere il benvenuto.

“Sasuke-chan – ghignò il gatto dall'enorme stazza che si ergeva dinanzi a loro – qual buon vento?”

Aveva usato un suffisso confidenziale, ma nei suoi occhi gialli si poteva leggere un'aria furbetta ed impertinente che impose all'Uchiha di non abbassare la guardia.

“Ho bisogno di una katana, venerabile Nekomata” disse lui senza troppi preamboli, mostrando all'animale una busta ricolma di erba gatta.

Il gattone ghignò sotto i baffi. “Pensi che quella ti basti per ottenerla? Non credere che l'avermi sconfitto in passato ti dia il permesso di fare come vuoi. Qui dentro sono ancora io che comando”

Sasuke attivò lo Sharingan e tra i due si susseguirono una serie di occhiate piene d'odio, fino a quando il Boss dei gatti si decise a lasciar perdere.

“Per chi sarebbe questa katana?” chiese svogliatamente, incrociando le zampe.

L'Uchiha si sposto di lato e lasciò intravedere la sagoma del piccolo Boruto, ancora tremendamente spaventato da tutta quella situazione. Il gatto fece un balzo verso di lui e cominciò a giragli attorno, annusandogli le vesti. Boruto rimase immobile, lanciando segnali di aiuto al suo maestro, il quale però non sembrava voler intervenire.
Nekomata si allontanò e si rivolse nuovamente a Sasuke.

“Perché dovrei dare un'arma del Clan Uchiha al mocciosetto? Posso capire se si trattasse di un tuo discendente, ma in questo caso..”
“Garantisco io per lui” lo fermò subito Sasuke.

Boruto guardò il suo maestro con aria interrogativa.
Stava davvero sfidando quel gattaccio solo per permettergli di avere una katana? Spostò le iridi azzurre su Nekomata, aspettando la risposta.

“Suppongo di non avere molta scelta – sbuffò il gatto, sguainando la katana che fino a quel momento aveva tenuto nel fodero – ti sfido a duello, giovane apprendista. Se mi sconfiggerai potrai avere un'arma della fortezza Uchiha”

Il bambino si voltò di scatto verso il suo maestro. Scosse la testa a destra e a sinistra, non era pronto per quello scontro, ma Sasuke non fece una piega, sfoderò anche lui la Kusanagi e la porse a Boruto.
“Avanti, puoi farcela. Non mi aspettavo un simile risvolto, ma cerca di mantenere la calma.”
L'Uzumaki deglutì e finalmente trovò la forza per replicare.
“M-ma Sensei! Io..non potrò mai batterlo, insomma..lui è il Boss dei gatti ninja, è troppo forte per-”
Si sentì stringere le spalla da una presa sicura. Sasuke si chinò un poco per guardarlo negli occhi.
“Credi in te stesso, Boruto. Se fossi in pericolo di vita – scoccò un'occhiata al gatto, che nel frattempo stava sogghignando in modo spaventoso – io interverrò per fermarlo. Intesi?”
Il bambino annuì deciso, anche se non era ancora del tutto convinto.
Si allontanò dal maestro, posizionandosi davanti a Nekomata.
Piegò le ginocchia ed afferrò l'arma con entrambe le mani.

Erano pronti. Il combattimento stava per iniziare.





 

 



 

****

Tattarataaa! *
strombazzamenti vari*
Ebbene sì, sono di nuovo qui! Questa settimana mi sono portata avanti con la stesura dei capitoli, perciò sono riuscita a pubblicarne uno in più; l'ultimo sarà quello che uscirà sabato, ovvero dopodomani. Sarei mooooolto felice se mi rendeste partecipe delle impressioni che avete avuto, visto che per la prima volta ci spostiamo dal campo di allenamento per andare a conoscere il “Boss” dei gatti ninja, Nekomata (il personaggio non l'ho inventato io, mi sembra appaia in qualche episodio filler).
Sebbene nel manga questi gatti siano apparsi poco o niente, a me è sembrato che Sasuke sia stato sempre molto prudente con loro, cercando di non inimicarseli.
Ho immaginato che Boruto potesse sentirsi sotto pressione, dato che sta per affrontare il suo primo vero combattimento con un estraneo. Tra l'altro il fatto di trovarsi in una Fortezza del Clan Uchiha lo fa sentire “indesiderato” e gli fa perdere momentaneamente il coraggio in sé stesso.
Ma è proprio qui che interviene Sasuke, altrimenti a cosa servono i Sensei? :)

Staremo a vedere cosa combinerà il nostro Uzumaki!

Ps. Ho diviso il combattimento in due parti, illudendomi di riuscire a rispettare il limite per la flash, ma come al solito ho sgarrato. E vabbeh!
So che siete comprensivi, quindi mi perdonerete, vero? ^^


 


A presto,

Vavi

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Capitolo 20
*** Il grande Nekomata (parte seconda) ***


Capitolo 20
Il grande Nekomata (parte seconda)

 


Il cuore gli martellava nel petto come se stesse per squarciarlo in due. Era successo tutto così in fretta, non si sarebbe mai sognato di dover affrontare proprio Nekomata in persona.
Deglutì, ma la saliva sembrava essersi prosciugata completamente e la gola cominciò a bruciargli.

Perché aveva così tanta paura? Perché i nervi delle gambe minacciavano di crollare da un momento all'altro? A cosa erano serviti tutti quei mesi di allenamento?

Era diventato improvvisamente un vigliacco?

“Boruto!” esclamò Sasuke, facendolo sobbalzare. Si girò verso il maestro e nel suo sguardo fermo trovò quella sicurezza che gli era venuta meno.
Strinse con più forza la katana, pronto ad attaccare, ma il gatto fu più veloce e non fece neanche in tempo a chiedersi come diavolo riuscisse a tenere un'arma incastrata nelle zampe, che quello gli era balzato addosso, piantandogli un fendente proprio sopra alla testa. Riuscì a pararlo per un pelo e respinse l'animale diversi metri lontano da lui, indietreggiando a sua volta.

“Concentrati!” lo incitò di nuovo Sasuke.

Boruto annuì in modo nervoso e tornò a scrutare il suo avversario. Era scattante, tremendamente veloce e la forza dei suoi colpi andava molto al di là di quanto si sarebbe aspettato da un gattaccio di medie dimensioni. Socchiuse gli occhi e cercò di pensare ad una strategia; se avesse potuto usare i cloni sarebbe stato tutto più semplice, ma Nekomata aveva stabilito come unica regola di non utilizzare il chakra per nessun motivo. Sarebbe stato un equo scontro tra spadaccini.

Anche stavolta lo vide avanzare per primo, ma non si fece trovare impreparato; restituì i colpi con fare sicuro, cercando di dosare la forza per mantenere saldo l'equilibrio sulle gambe e regolare la coordinazione delle braccia.
Non si muoveva più alla rinfusa, ora aveva il pieno controllo del suo corpo.
Nekomata si spostava da un lato ad un altro con grande maestria, saltava sui muri e sfruttava la spinta delle zampe posteriori per infondere più potenza nei colpi, ma Boruto non aveva nessuna intenzione di mollare e per tutto il tempo in cui le loro spade si scontrarono rimase concentrato sul suo obiettivo.
Sasuke restò in disparte a seguire ogni singolo movimento con lo Sharingan. Troppo occupato a studiare le mosse del suo allievo, non si accorse che Nekomata teneva in serbo per Boruto una pessima sorpresa; proprio nell'esatto momento in cui, finalmente, stava per essere colpito in pieno dalla lama della Kusanagi, il gatto spalancò gli occhi all'improvviso e la sua pupilla si assottigliò fino quasi a scomparire. Sasuke vide il bambino immobilizzarsi, la katana piombare a terra con un gran tonfo, così come le ginocchia di Boruto subito dopo.
In un lampo si scagliò contro Nekomata, spingendolo contro il muro.
“Si può sapere che ti è saltato in mente, razza di bugiardo incapace?!”
Premette la sua mano destra sulla giugulare del gatto, che iniziò a miagolare in modo spaventoso, cercando di graffiargli il braccio.
“L-lasciami!” farfugliò, respirando a fatica.
“Se non era permesso usare il chakra, allora perché hai appena lanciato un'illusione sul mio allievo? Vuoi forse morire?!” gli domandò, rinforzando la stretta sul collo di Nekomata.
“I-io...”
“Hai temuto per te stesso e così non sei stato in grado di rispettare le regole. Ti avrebbe sconfitto, se non lo avessi fermato in qualche modo.”
Nekomata allungò le zampe posteriori e le strinse attorno al braccio di Sasuke, per poi affondare gli artigli nella carne. Lui lo scaraventò su una parete vicina, facendogli perdere conoscenza.
Si voltò indietro e corse subito verso Boruto, che giaceva a terra con gli occhi sbarrati e la bocca semichiusa. Se lo caricò in spalla con un po' di fatica a sfrecciò via senza guardarsi indietro.
Doveva assolutamente portarlo in ospedale, non c'era un secondo da perdere.

Era colpa sua se Boruto si trovava di nuovo in pericolo.
Era colpa sua se non era stato capace di spezzare l'illusione.
Perché non gliel'aveva insegnato? Perché non aveva mai pensato di farlo?

.
Corse più veloce, ignorando il vento fastidioso che gli annebbiava la vista.

Con quale faccia si sarebbe presentato davanti a Naruto?

Digrignò i denti. Il tempo stringeva.











****

Buonsalve carissimi!
Un pò mi dispiace lasciarvi con questo capitolo, ma era necessario pubblicare entrambi prima del week-end.
Sasuke si sente inevitabilmente responsabile per quello che è successo e, oltre a Boruto, il suo pensiero va al suo migliore amico, visto che è già la seconda volta che il piccolo Uzumaki finisce in ospedale. Cosa succederà al nostro giovane ninja? Come reagirà Sasuke? Ma sopratutto, ci sarà di nuovo un confronto con Naruto?
Con questi interrogativi mi dileguo, augurando a tutti un buon week end e ringraziandovi, come sempre, per il supporto che non mi fate mai mancare. :)

Un saluto,


Vavi

 

 

 

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Capitolo 21
*** Chiarimenti ***


Capitolo 21
Chiarimenti





Anche se ora era Sakura a gestire l'ospedale di Konoha, non poteva negare di aver sempre odiato quel posto. Detestava l'odore nauseante dei medicinali, la pressione insistente degli infermieri, la presenza spesso non richiesta di amici o conoscenti che spuntavano come funghi anche fuori l'orario di visita.
Ma a tormentarlo, questa volta, era il fatto di averci portato qualcun altro, le cui sorti ancora incerte giacevano nelle mani dell'equipe medica di Konoha.
L'aveva vista con il suo Sharingan, non era stata un'illusione molto potente, ma Boruto non aveva avuto idea di come contrastarla e l'impatto su di lui doveva essere stato devastante.

Guardava davanti a sé, in un punto fisso al centro della parete, cercando di ignorare il respiro irregolare del suo migliore amico, che sedeva a pochi centimetri da lui assieme ad Hinata.
Voleva andar via da lì, si sentiva di troppo e i sensi di colpa lo stavano divorando dall'interno, togliendogli anche quella poca voglia di comunicare che raramente dimostrava.
A complicare le cose, poi, ci si era messo anche Naruto, visto che dal momento in cui era stato chiamato in ospedale non l'aveva degnato neanche di uno sguardo, limitandosi ad aspettare il verdetto di Sakura nel più assoluto silenzio.

Quando la videro uscire dalla stanza, Naruto e Hinata si alzarono insieme, avvicinandosi, mentre Sasuke rimase al suo posto, aguzzando l'udito per non perdersi neanche una parola.
“Non c'è da preoccuparsi – cominciò lei, tranquilla – non ho rilevato alcun danno permanente, tuttavia ha avuto uno shock improvviso ed è possibile che non si svegli per qualche giorno. Deve riposare, per ora lo nutriremo con le flebo ed è importante che recuperi al massimo le sue forze prima di alzarsi dal letto. Stategli vicino.”
La ragazza abbracciò Sakura di slancio, mentre Naruto si limitò a sospirare, passandosi una mano sul volto. Strinse a sua volta Hinata, per poi tornare a sedersi accanto a Sasuke, il quale non riuscì a nascondere un sospiro di sollievo per la buona notizia.
Il moro vide Sakura sorridergli debolmente, mentre continuava a rassicurare Hinata sulle condizioni del piccolo Boruto. Cercò di ricambiare ma non vi riuscì, poiché da quando era entrato lì dentro sentiva una tensione insostenibile aleggiare tra lui e l'Uzumaki.
Era solo questione di tempo prima che uno dei due si fosse deciso ad affrontare l'altro.

“Davvero pensi che lui sia come te?”

Era stato Naruto a parlare. Sasuke continuò a rivolgere lo sguardo altrove; sapeva che non era finita, sapeva che non glie l'avrebbe fatta passare, non stavolta.
Lo spavento era stato troppo per tutti quanti.

“Credi ancora di poterlo forgiare a tua immagine e somiglianza? Lui non è un Uchiha.”
“Lo so benissimo” rispose questa volta Sasuke, indispettito.
“Cosa pensi che sia mio figlio, una specie di macchina da combattimento? Credevo che col tempo saresti riuscito a capirlo, ma evidentemente non è stato così”

Di solito non sopportava che qualcuno lo rimproverasse o gli dicesse cos'era giusto e sbagliato fare. Eppure non riuscì a replicare, questa volta.

Naruto si voltò a guardarlo, negli occhi una leggera nota di tristezza mascherata da evidente collera.

“Accidenti Teme, ma che cavolo ti è saltato in mente?! - esclamò, dando finalmente sfogo alle sue preoccupazioni – sarebbe potuta finire male, come hai potuto pensare di portarlo con te a-”

“Ho sbagliato”lo interruppe l'altro, senza riuscire a trattenersi.
“Ma tu dovresti smetterla di sottovalutare Boruto, una volta tanto.” aggiunse poco dopo, voltandosi anche lui a guardarlo.

“Io non lo sto sottovalutando. Sto solo dicendo che dovresti rivedere i tuoi metodi d'insegnamento”

Sasuke gli lanciò uno sguardo di disapprovazione. “Tu limitati a fare il padre. Non ho bisogno dei tuoi consigli”

“Invece mi sembra proprio che la situazione ti sia sfuggita di mano”

Il moro ammutolì, confermando con il silenzio l'affermazione dell'amico.

“Senti – riprese poi, abbassando il capo – io...sto facendo del mio meglio”

Naruto non rispose. Infondo lo sapeva, ormai si conoscevano da tanti anni, e anche se l'Uchiha si ostinava a voler fare il pezzo di ghiaccio, non era difficile intuire che tutta quella situazione aveva segnato anche lui e che, con il passare del tempo, si era affezionato a Boruto più di quanto fosse stato pronto ad ammettere.

“D'accordo - concesse l'Uzumaki, passandosi una mano nei capelli – per ora accertiamoci che Boruto guarisca in fretta. Il resto si vedrà.”

Sasuke riuscì a scorgere i lineamenti del volto di Naruto rilassarsi e, come per riflesso, anche i suoi fecero lo stesso. Poi sentì un chakra caldo avvolgergli il braccio e, spostando lo sguardo, si accorse che Sakura era in piedi davanti a lui, intenta a curargli una ferita profonda.

“Stai sanguinando, Sasuke-kun.” mormorò, mantenendo fissa l'attenzione su ciò che stava facendo.

Nell'esatto momento in cui anche Naruto e Hinata si voltarono a guardarli, Sasuke balzò in piedi, come se si fosse ricordato all'improvviso di una cosa importante.

“Devo andare” disse solo, allontanandosi senza degnarsi di salutare nessuno.

Sakura tentò di chiamarlo, ma la voce assordante di Naruto la precedette.

“Che?! Dove?! Ehi, Teme! Aspetta!”

L'Uchiha varcò la porta dell'ospedale intruppando due o tre pazienti, beccandosi qualche insulto e numerose occhiatacce dalle altre infermiere, per poi sparire definitivamente dalla vista di tutti i presenti.












****

Buongiorno a tutti cari lettori!
Oggi vorrei approfittare di questo “spazietto” per proporvi un sondaggio.
In una recensione al precedente capitolo, LadyN mi ha consigliato di usare il carattere Georgia, perché più pulito e piacevole da vedere. Dunque, vorrei chiedere direttamente a voi se preferite che io provi a cambiarlo (dico “provi” per due motivi: il primo è che non so cosa ne uscirebbe fuori, visto che ormai una buona parte della Raccolta è stata scritta con un altro carattere e non ho davvero tempo per modificarla tutta, e il secondo è che ho già tentato altre volte a cambiare carattere con l'editor di EFP...ma ovviamente non ci sono riuscita - la solita imbranata XD), oppure no.

So che è una domanda noiosa e rompiscatole, ma in una storia è importante anche questo!

PS. Ovviamente fatemi sapere anche (e soprattutto!) come vi è sembrato il capitolo! XD So che lo attendevate (?), quindi spero tanto di aver soddisfatto le vostre aspettative. Stavolta però non mi pronuncio, lascio a voi libera interpretazione! :)


A presto,

 

Vavi

 

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Capitolo 22
*** Yawaraka-Te ***


Capitolo 22
Yawaraka-Te





Cercò di infilare il fodero della katana sotto il lungo mantello nero, ma non era poi così semplice nascondere due armi nella stessa veste. Entrò in ospedale guardandosi in giro furtivamente e quasi sobbalzò quando vide una ragazza dai capelli rosa camminare nella sua direzione.

Che diamine, non aveva avuto il turno di mattina?
Avesse azzeccato mezza volta gli orari di lavoro di Sakura, ma neanche per sbaglio.

“Sasuke-kun! - esclamò lei, mal celando lo stupore – che ci fai qui? L'orario di visita è finito da-” si fermò quando vide l'indice di Sasuke avvicinarsi alle sue labbra, intimandole di fare silenzio.
Il moro gettò un'occhiata nei dintorni per accertarsi di non aver attirato troppo l'attenzione, dopodiché tornò a rivolgersi a Sakura.

“Boruto si è svegliato?”

Lei sorrise ed annuì. “Qualche ora fa. Naruto, Hinata ed Himawari sono andati via proprio...ehi!”
Neanche stavolta l'aveva lasciata finire, tirando dritto verso la camera in cui era stato ricoverato il suo allievo. Aprì la porta facendo il minor rumore possibile e se la richiuse alle spalle con la stessa premura.

“Ehilà!” lo salutò una voce flebile, dalla brandina accanto alla finestra.

Sasuke rispose con un cenno della testa e si andò a sedere proprio accanto a Boruto.

“Come ti senti?”

Il biondo stirò le braccia, per poi spalancare le fauci in uno sbadiglio annoiato.

“Che palle! - sbottò, in tono sconsolato – non fate altro che chiedermi come mi sento, per una volta possiamo cambiare argomento?”

Sasuke non se lo fece ripetere due volte e colse l'occasione per sfoggiare lo splendido regalo che aveva in serbo per lui.
Posò il fodero della katana sul bordo del lettino e si godette per qualche secondo l'espressione stralunata del suo allievo, al quale per poco non uscirono gli occhi fuori dalle orbite.
Boruto si rizzò a sedere, provocandosi un giramento di testa che placò nell'immediato pigiando le dita sulle tempie.
Per tutti i Kami e questa che sarebbe?!” domandò a Sasuke col fiato mozzato.
Lui sfoderò un sorriso sghembo.
“La tua katana, naturalmente.”

Boruto sentì il cuore perdere un battito. “La...la mia...stai dicendo sul serio? Insomma..come...l'hai rubata?!?” sbottò dopo averci riflettuto un poco.
“Non dire scemenze – lo riprese Sasuke, tornando serio – se quel buono a nulla di Nekomata non ti avesse fermato con un'illusione, a quest'ora l'avresti sconfitto. Ho recuperato ciò che ti spetta per diritto, solo che mi sono preso la libertà di sceglierla al posto tuo.”

L'Uzumaki annuì, ma non era sicuro di aver sentito proprio tutto. La sua attenzione era stata completamente rapita da quell'arma che giaceva a pochi centimetri da lui. Il manico bianco e nero era stato realizzato con una stoffa molto pregiata e le decorazioni incise sul fodero la rendevano una katana davvero unica.

“Si chiama Yawaraka-Te” spiegò Sasuke, guadagnando finalmente lo sguardo del suo allievo.
“Vuoi dire la katana leggendaria fabbricata da Masamune-sama in persona?! Pensavo si trattasse solo di una leggenda!” esclamò l'altro, incredulo.
L'Uchiha scosse la testa. “Sai cosa si dice di quest'arma?”
Boruto ne accarezzò il dorso, afferrò il manico e testò la comodità dell'impugnatura.
Una katana dalle lame simili alle stelle del cielo notturno, che non avrebbe mai tagliato niente di immeritevole, nemmeno il vento.” sussurrò lentamente, sfoderandola.
Sasuke lo fermò con un gesto della mano; sarebbe stato meglio evitare di sguainare lame affilate all'interno di un ospedale.
“Davvero posso tenerla?” chiese speranzoso, per accertarsi che non si trattasse di un sogno.
Sasuke annuì. “Nekomata si è limitato a farmi qualche minaccia, ma con me non si azzarderà più di tanto.” lo rassicurò. “Vedi di trattarla bene” si raccomandò poi, notando l'euforia con la quale Boruto se l'era accostata al petto, neanche fosse stata un orsetto di Peluche.
“Bene, benissimo! Ti prometto che sarò degno di maneggiare quest'arma, Sensei! Anche tu un giorno diventerai fiero di me!” gli sorrise a trentadue denti mentre batteva sul cuore il pugno sinistro per suggellare la promessa.

Sasuke non disse niente, ma si limitò a ricambiare quel sorriso contagioso.

Un giorno? Che sciocchezza. Era già fiero di lui.








****


Ma ciaaaooo carissimi!!
Dunque, adesso avete capito dov'era fuggito Sasuke in fretta e furia? A regolare i conti con Nekomata, ovviamente, ed a recuperare ciò per cui si erano recati lì. Infondo, come afferma lui stesso, Boruto avrebbe di sicuro vinto l'incontro se il gatto non avesse barato, perciò l'Uchiha ha ritenuto giusto portare al suo allievo il tanto agognato premio: una splendida katana!
Per quanto riguarda la storia dell'arma, l'ho presa direttamente da una delle tante leggende giapponesi; se siete interessati vi basterà cercarne il nome per poterne sapere di più! La descrizione che Boruto ne fa sono parole dello stesso fabbro che l'ha realizzata e mi è sembrata una katana perfettamente calzante con la personalità del nostro Uzumaki!
Detto questo, spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto!  (per il prossimo ho in mente una cosina un po' speciale ^^)
Un saluto a tutti e noi ci risentiamo la prossima settimana! Buon week end! :)

 

Come sempre grazie di cuore, senza di voi non sarei mai arrivata fino qui! :D
 

A presto,

 


Vavi

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** Risvolti inattesi ***


Capitolo 23
Risvolti inattesi
 

 

 

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“Era...era un posto buio”
Boruto chiuse la finestra della sua stanza, come se fosse stata l'aria mattutina a farlo rabbrividire. In realtà bastava anche solo il ricordo di quell'illusione a fargli venire la pelle d'oca, ma Sasuke lo aveva obbligato a raccontargli per filo e per segno cosa aveva visto, nella speranza di invogliarlo ad imparare a contrastare i poteri oculari.
“Faceva freddo...c'erano delle sagome, alte e...spaventose.”
Si sedette sulla brandina mantenendo lo sguardo basso.
“Per favore Sensei, non ho voglia di parlarne”
“Ti dicevano qualcosa?” lo incalzò l'altro, piegando il busto verso di lui.
Non era nella sua natura indagare i sentimenti altrui, ma lo ritenne necessario per preparare Boruto al nuovo allenamento che stava per introdurgli.
Il biondo alzò lentamente lo sguardo, per poi incrociare l'iride scura di Sasuke, seduto di fronte a lui.
Sospirò, si vedeva che provava disagio nel raccontarlo.
“Mi dicevano che ero un buono a nulla, un vigliacco. Che non ero degno di stare lì dentro perché non diventerò mai nessuno e...” si bloccò e le parole gli morirono in bocca.
Guardò Sasuke supplichevole, nella speranza che la smettesse di torturarlo facendogli ricordare quella brutta esperienza.
“Stammi a sentire, Boruto – iniziò l'Uchiha, calmo – i genjutsu fanno leva sulle debolezze dell'animo umano, esplorano le paure più recondite di chi ne è vittima per ritorcergliele contro. Mi segui fin qui?”
Il biondo annuì.
“Stiamo parlando di uno dei poteri più devastanti che esistono. Le illusioni non provocano danni visibili, ma agiscono qui – disse, indicandosi la tempia – e qui” terminò abbassando la mano all'altezza del cuore.
Boruto continuò ad osservarlo, incapace di reagire.
“Se gli lasci avere il sopravvento, sei finito.”
Sentì un fremito di paura attraversargli la spina dorsale; il suo maestro non sapeva proprio usare mezze misure quando si trattava di arti ninja.
“Tuttavia – continuò Sasuke, alzandosi – esistono molti modi per contrastarle. E, in qualità di tuo insegnante, è mio dovere far si che tu li sappia utilizzare”
“Cosa?!” esclamò Boruto, seguendo l'altro con lo sguardo. “Non vorrai mica dire che-”
“Ci andrò piano con te, non preoccuparti. Ma almeno dovrai arrivare a saper sciogliere le illusioni più semplici, non puoi farti trovare di nuovo impreparato.”
“Scordatelo Sensei, non voglio mai più rivivere quell'inferno! - esclamò, aggrappandosi al lenzuolo con entrambe le mani – è assurdo!”
“Pensi che ai ninja lì fuori importi qualcosa di quello che vuoi, razza di incosciente?!” gli rispose a tono Sasuke, facendolo ammutolire. Poi si avvicinò alla porta e ne abbassò la maniglia, deciso ad avere la meglio in quella discussione.
“Quando uscirai da qui inizieremo con l'allenamento. Finché sarai sotto la mia responsabilità farai quello che dico io”
Boruto non trovò le parole per rispondere e non poté far altro che guardarlo mentre si richiudeva la porta alle spalle, lasciandolo di nuovo solo.


Era talmente scosso da ciò che aveva detto poco prima al suo allievo, che neanche si accorse di una sagoma piccola e minuta seduta sulla panchina subito fuori dalla stanza.
Dovette sbattere le palpebre due o tre volte per accertarsi che non si trattasse solo della sua immaginazione.
“Himawari...-disse, rivolgendosi alla bambina- che ci fai qui da sola? Dove sono-”
“Mamma e papà stanno parlando con Sakura-san” lo precedette lei, alzando un ditino in direzione dei genitori. Sasuke scoccò un'occhiata ai due ragazzi distanti qualche metro da loro e rispose con un cenno della testa quando Naruto alzò una mano per salutarlo.
Tornò a rivolgersi ad Himawari e si accorse che la bambina si era appostata proprio vicino alle sue gambe e lo osservava con la testa rivolta verso l'alto.
“Sasuke-san...” iniziò, un po' intimidita.
Gli fece segno con una manina di abbassarsi e lui, dopo un primo attimo di esitazione, decise di accontentarla.
“Non è colpa tua, Sasuke-san – iniziò lei, avvicinandosi al suo orecchio – onii-san è un bravo ninja, ma certe cose possono succedere, questo lo so anche io”
Lui le rivolse un'occhiata stralunata, ma la lasciò continuare.
“Papà non è arrabbiato con te e neanche la mamma – parve abbassare il capo e arrossire appena, prima di riprendere a parlare – e io volevo tanto dirti grazie per quello che stai facendo per lui. Onii-san ti vuole bene, quindi te ne voglio anche io” prima che Sasuke potesse realizzare quello che stava per accadere, la piccola Himawari gli stampò un fugace bacio sulla guancia e subito dopo corse via a rifugiarsi tra le braccia della madre.
Il moro rimase per qualche secondo inginocchiato a terra senza sapere bene cosa fare, fino a quando un'occhiata divertita di un'infermiera che passava di lì lo convinse a ricomporsi.
L'ultima cosa che udì prima di lasciare nuovamente l'ospedale fu la risata sommessa di Naruto, che di sicuro non avrebbe perso occasione per prenderlo in giro ad oltranza data la reazione che aveva avuto poco prima, decisamente poco consona ad un Uchiha di tutto rispetto come lui.
 

Ma glie l'avrebbe fatta pagare prima o poi, di questo era assolutamente sicuro.











****

Buongiorno a tutti!
Dunque, in questo capitolo scopriamo che Sasuke ha intenzione di sottoporre il suo allievo ad un duro allenamento per imparare a gestire i genjutsu...e chi meglio di lui potrebbe farlo? Ma Boruto non sembra poi molto convinto, perciò vedremo come reagirà una volta uscito dall'ospedale...
E poi, la scena finale! Scusate se l'immagine è un pò fuorviante, visto che non appare Sarada, ma è stata proprio quella fanart ad ispirarmi per scrivere le ultime righe. Era una cosa troppo dolciosa, non ce l'ho fatta a resistere! :3 (l'autrice è sempre la stratosferica Min Tosu!)
Spero tanto vi sia piaciuta e, il prossimo capitolo, se tutto va bene, dovrebbe arrivare tra venerdì e sabato. Fra parentesi, sarà l'ultimo "ambientato" in ospedale.
Detto questo vi saluto e vi mando un abbraccio!



A presto,




Vavi

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** Piccoli segreti ***


Capitolo 23
Piccoli segreti

 

 


Sakura sfilò con cura l'ago a farfalla dal braccio di Boruto, vi passò un cotone imbevuto di disinfettante e concluse il tutto applicandovi sopra un cerotto.
“Ecco fatto – disse, soddisfatta – da oggi potrai ricominciare a mangiare.”
Il biondo fece roteare il braccio tenendosi la spalla con una mano, dopodiché rivolse a Sakura un sorriso di ringraziamento, con il quale pensava di poter celare l'evidente preoccupazione che ormai gli attanagliava lo stomaco da parecchi giorni. Sakura lo scrutò per qualche secondo e concluse che se si fosse assentata per cinque minuti non sarebbe stata la fine del mondo; prese posto sulla brandina accanto a lui e cercò di invogliarlo a parlare passandogli dolcemente una mano tra i ciuffi biondi.
“Il tuo chakra è molto instabile, Boruto-chan. C'è qualcosa che ti preoccupa?”
Lui scosse la testa in segno di diniego, ma evitò di guardarla negli occhi. Anche sua madre, poco prima, le aveva rivolto la stessa identica domanda; non c'era scampo, l'istinto materno vinceva su tutto.
“Uno stato d'animo instabile non farà altro che rallentare la guarigione – continuò lei, mantenendo un tono di voce rassicurante - c'entra qualcosa Sasuke-kun, vero?”
Boruto fece guizzare le iridi azzurre su di lei, per poi tornare subito dopo a tormentare il lembo del lenzuolo che gli copriva le ginocchia. Sospirò lentamente, come se esternare quelle preoccupazioni costituisse per lui un enorme sforzo di volontà.
“Si tratta del nuovo allenamento”
Sul volto di Sakura non apparve alcun segno di stupore. “Ne ha parlato anche con me, sai. Prima di venire qui a comunicartelo.”
L'interesse di Boruto cominciò a salire e il suo sguardo si fece più attento.
“Ci ha pensato e ripensato a lungo, a volte neanche dormiva, tanto era indeciso sul da farsi. Lui ci tiene a te, Boruto, e l'ultima cosa che desidera è quella di mettere a repentaglio la tua incolumità”
Il biondo non staccò un attimo gli occhi da lei.
“Non sai quanto abbia risentito dell'incidente che ti è accaduto nella fortezza Uchiha. Era intrattabile in quei giorni, solo Sarada riusciva a parlare con lui senza rischiare di scatenare il finimondo”

Il bambino riuscì a percepire come ciò che era successo avesse coinvolto anche lei in prima persona ed ora si sentiva tremendamente in colpa per aver fatto preoccupare tutti a quel modo. Si guardò i palmi delle mani e li chiuse a pugno. Dopotutto la responsabilità era stata anche sua, visto che si era fatto trovare impreparato su un'arte tanto importante come il genjutsu. Eppure all'Accademia il maestro Shino dedicava intere lezioni a trattare l'argomento, ma lui, ovviamente, aveva pensato bene di farsi gli affari propri, ritenendolo inutile ai fini dei suoi obiettivi. Il Fato, per contro, aveva voluto che si ritrovasse sotto la guida di un eccellente manipolatore delle arti illusorie e che, proprio a causa di queste, ora giaceva dentro un letto d'ospedale, incapace perfino di mangiare una minestra senza avere la nausea.

Sakura parve cogliere la tensione animare i suoi muscoli e gli strinse una spalla con delicatezza, facendolo sussultare.
“Sei perfettamente in grado di affrontare quell'allenamento, Boruto. E' normale che tu abbia paura, ti riterrei uno sciocco se così non fosse. Ma credimi, puoi fidarti ciecamente di Sasuke-kun.” la vide stringersi nelle spalle e colse di nuovo un sorriso lieve ad incurvarle le labbra.
Questa volta anche lui riuscì a lasciarsi andare e annuì vigorosamente con il capo.
“Grazie, Sakura-san. Darò il meglio di me, te lo garantisco.”
Lei si alzò soddisfatta e gli pizzicò una guancia con due dita.
“Non parlare a Sasuke-kun della nostra piccola conversazione, intesi? Lo sai com'è fatto...”
Boruto confermò con un pollice alzato, mentre tentava invano di massaggiarsi la gota destra per far passare il dolore.

 

 





 

****

Ciao a tutti carissimi!
Un capitoletto senza troppe pretese, un po' “di transizione” oserei dire. Volevo far parlare Boruto direttamente con Sakura, visto che lei è sicuramente una delle persone più vicine a Sasuke.
Spero tanto possiate apprezzarlo nonostante la sua semplicità. :)


 

Alla prossima settimana e buon week end!

 

Vavi

 

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Capitolo 25
*** Sogni ***


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Capitolo 24
Sogni





 

 

 

A Nede





 

 

 

Boruto guardò il suo maestro per l'ennesima volta, nella speranza che si decidesse a spiegargli come mai stavano percorrendo il perimetro del Villaggio da circa mezz'ora ormai.

“Camminare ti farà bene” disse lui, quasi leggendogli nel pensiero.
Il biondo arricciò il naso.
“Io sto già bene, Sensei. Possiamo iniziare l'allenamento, sono pronto adesso!”
“Non ancora”
Lo sbuffo di Boruto uscì quasi come un grugnito. A cos'era servito il training mentale al quale aveva sottoposto la sua mente per prepararsi al meglio, se poi tutto quello che facevano era passeggiare nei dintorni di Konoha?
Portò le braccia dietro la nuca e aumentò il passo per eguagliare l'andamento del maestro.
Una brezza leggera smosse le loro vesti, segnando l'inizio della sera.
“Già che ci siamo, visto che non vuoi allenarmi, almeno possiamo parlare.”

Sapeva che uno dei passatempi preferiti di Sasuke era proprio quello di camminare in lungo e in largo, fino a sentire le gambe cedere sotto il peso del corpo. Anche a lui non dispiaceva muoversi, soprattutto a seguito del lungo periodo di degenza in ospedale, ma stare pure in silenzio ad osservare il paesaggio beh, quello sì che gli pesava.

“E di cosa vorresti parlare?”
Boruto si girò a guardarlo, spiazzato. Non pensava che avesse davvero preso in considerazione la sua proposta anche perché, col passare del tempo, aveva iniziato ad accettare quella sua indole poco incline alle conversazioni.
Alzò il capo a guardare le prime stelle che cominciavano a fare capolino dietro la fitta coltre di nubi. Ormai aveva lanciato il sasso, tanto valeva continuare fino infondo.
“Tempo fa ti ho confessato che il mio più grande sogno è quello di superare mio padre. Perciò è da un po' di tempo che mi chiedo...qual'era il tuo sogno, Sensei?”

Sasuke continuò a guardare avanti, senza fermarsi. Conosceva bene il suo allievo e sapeva che prima o poi sarebbe uscito fuori un discorso simile, dopotutto lui non gli aveva mai raccontato nulla di sé. Ripensando alla sua adolescenza, in realtà, faceva fatica a definire “sogni” i traguardi che si era proposto di raggiungere; lui aveva sempre preferito parlare di “ambizioni”.
Ma se si sforzava un po' di più, se guardava nel profondo del suo animo, viaggiando indietro negli anni, riusciva a intravedere quel piccolo barlume di luce, quella lieve speranza che anche lui aveva riposto in un sogno.

Cambiò direzione senza dire niente e Boruto fu costretto a seguirlo. Quando ormai tutti i lampioni di Konoha avevano gettato il loro barlume sul sentiero, giunsero dinanzi a un edificio imponente, abbandonato da molti anni e un po' diroccato, che sorgeva proprio nel mezzo di un piazzale.
Sasuke si fermò, inducendo anche il suo allievo a fare lo stesso.
“Sai dove ci troviamo?”
Boruto gettò un'occhiata nei dintorni, per poi fermare le iridi su un enorme raffigurazione che primeggiava proprio in cima al muro anteriore del palazzo.
Una stella a cinque punte, al cui interno era stato disegnato lo stemma degli Uchiha.
“Questa è l'ex centrale di Polizia del Villaggio – rispose il ragazzo, cautamente – è stata chiusa quando...”
Quando il Clan Uchiha fu sterminato, avrebbe voluto dire, ma invece si fermò. Suo padre gli aveva raccontato molte cose sulla tragedia di quella notte e, anche se moriva dalla voglia di sapere di più, non aveva mai osato tirar fuori l'argomento quando era assieme a Sasuke. Lo aveva archiviato come una specie di tabù, almeno momentaneamente.
“Esatto – confermò l'altro, interrompendo i suoi pensieri – la centrale aveva il compito di garantire l'ordine e la disciplina all'interno delle mura. Mio padre ne era il capitano.”
Boruto annuì in silenzio, non voleva interromperlo.
“Sognavo anche io di farne parte, di meritare un posto nella Squadra. Volevo aiutare il mio Clan a rendersi utile, a fare qualcosa per il Villaggio”
Il biondo non seppe cosa rispondere. Sarebbe stato sciocco chiedergli il perché non aveva continuato a rincorrere quel desiderio, visto che sapeva esattamente cosa era successo dopo.
Sentì come una morsa allo stomaco tormentargli le viscere e provò un senso di indescrivibile tristezza.
Perchè il destino era stato così crudele?

Con quale diritto aveva potuto togliere al maestro la possibilità di realizzare il suo sogno?
“Non crucciarti tanto, Boruto” esordì l'Uchiha, facendolo sobbalzare.
Tra la luce flebile dei raggi lunari riuscì a scorgere un sorriso amaro sulle labbra di Sasuke.
“Quel che è fatto è fatto” aggiunse, invitandolo a non rimuginare oltre sul passato del suo Clan. Sarebbe stato troppo doloroso per un bambino cercare di capire, di venirne a capo. Anche lui, dopo tanti anni, non era ancora riuscito a farsene una ragione. Preferiva portare il dolore solo sulle proprie spalle, piuttosto che dividerlo con qualcun altro.
“Ora che ci penso – riprese, incamminandosi sulla via del ritorno – non ne avevo parlato con nessuno prima d'ora, a parte mio fratello. Neanche tuo padre lo sa. Non che ciò abbia importanza, comunque...”
“Certo che ce l'ha!” sbottò Boruto, che ormai non riusciva più a trattenersi.
Si era fermato in mezzo alla strada, con le braccia aperte e i palmi rivolti verso il cielo.
“Questo era il tuo sogno, Sensei, e anche se adesso le cose sono cambiate, devi smetterla di sminuirlo come se non fosse importante.”
Sasuke lo guardò di sottecchi. “Perché non lo è”
“Ma un tempo lo consideravi come tale ed è questo che conta.”
Questa volta il moro si fermò e lo guardò dritto negli occhi, prima di pronunciare la frase che avrebbe segnato la conclusione di quella chiacchierata.
“Io ho smesso di sognare, Boruto. Da molto tempo ormai.”
Aveva sperato con tutto se stesso di non sentirgli dire quelle parole, ma non si lasciò sopraffare dalla rabbia. Lo raggiunse con un balzo e gli afferrò un lembo del mantello nero.
“Ma io no, invece! E non ti permetterò di rinunciare così facilmente”
Sasuke si liberò dalla sua presa e si lasciò scappare un lieve sospiro.
“Anche tuo padre pretendeva di poter decidere per la mia vita”
Ma io non sono mio padre, accidenti!” urlò il ragazzo, più furioso che mai. “Vedrai, Sensei, io-”
“D'accordo, adesso basta – lo interruppe Sasuke, con un cenno della mano – direi che ti sei riposato abbastanza in questi giorni. Da domani si inizia l'allenamento e scordati di poltrire come hai fatto ultimamente”
“Ehi, cosa-”
“Sarà meglio che tu ti faccia una bella dormita stasera. Domani ti aspetto alle sei al solito posto.”
“Alle sei?!” Boruto rimase con la bocca spalancata, mentre le braccia gli ricadevano inermi lungo i fianchi. Aveva quasi dimenticato l'assurdità di quegli orari.
Come al solito lo lasciò imbambolato come un ebete, ma questa volta, prima di vedere il suo maestro sparire, Boruto riuscì a cogliere una nota di malinconia animare il suo sguardo ed il sorriso che gli rivolse nel salutarlo gli fece pensare che, infondo, ma proprio infondo, quella piccola confessione lo avesse fatto sentire bene.

 







 

****

Ciao carissimi e ben ritrovati!
Come avrete sicuramente notato, quest'oggi, assieme al capitolo, vi presento anche un bellissimo banner realizzato volontariamente dalla mia fedelissima lettrice Zia Nede! Per ringraziarla dello splendido gesto vorrei dedicarle questo capitolo, anche se non sarà comunque sufficiente a ripagare la gentilezza e il sostegno che mi dimostra ogni volta! :')

Spero tanto che la mini- one (inutile spacciarla per flash, tanto non ci crede nessuno XD) vi sia piaciuta e colgo l'occasione per ringraziare anche tutti coloro che hanno inserito la storia tra le varie categorie e i lettori che spendono un po' del loro tempo per recensire; non avrei mai immaginato che questa Raccolta potesse avere un tale seguito, ne sono davvero onorata!
Mi impegnerò con tutta me stessa per non deludere le vostre aspettative! E sappiate, non smetterò mai di dirlo, che ogni vostro pensiero, commento o critica che sia, sarà sempre ben accetta! :3

PS. Piccola anticipazione: il prossimo capitolo sarà uno Special con Sarada, dopodiché tornerò di nuovo a trattare gli allenamenti, visto che ho lasciato un po' di questioni in sospeso.


A presto!

 

Vavi

 

 

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Capitolo 26
*** Di padri stalker e amici traditori [Special] ***


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Capitolo 26
Di padri stalker e amici traditori [Special]





 

La calura estiva si abbatteva con prepotenza sulle teste degli studenti appena usciti dalle lezioni, ma neanche il caldo torrido di fine Luglio riusciva a farli desistere dal rimanere fuori in giardino a chiacchierare ancora un po', prima di dover tornare alle rispettive case.

“Sembra passata una vita da quando anche noi studiavamo qui” sussurrò Boruto, poggiandosi con la schiena al muretto di pietra e lanciando un'occhiata alla ragazzina in piedi di fianco a lui. Sarada assaporò per qualche secondo il vento fresco che penetrava dalle lunghe fronde del salice sotto il quale si erano rifugiati per sfuggire ai raggi solari. Da lì potevano avere una visuale completa dell'Accademia e del cortile antistante ad essa.
“Neanche un anno, Boruto” precisò lei, in un bisbiglio che il biondo fece quasi fatica a percepire.


Si appostò sul tetto di una casa lì vicina, trovando nascondiglio sicuro dietro all'enorme chioma del salice. Riusciva a intravedere poco e niente a causa del fitto fogliame, ma poté distinguere ugualmente due sagome. Una, ne era certo, si trattava sicuramente di sua figlia.
Sasuke sbuffò ripensando alle innumerevoli suppliche che Sakura gli aveva rivolto qualche minuto prima per convincerlo ad andare a cercarla. Suvvia, Sarada era pur sempre una ragazzina di quattordici anni, nessuno la obbligava a tornare a casa subito dopo aver terminato una missione. Giusto?


“Beh, un po' mi mancano le lezioni del Sensei Shino” continuò Boruto accennando ad un sorriso.
L'altra sbuffò. “Ma se non facevi altro che sonnecchiare sul banco? E poi ero io a doverti passare tutti gli appunti.”
“Aaaahhh, ma quanto la fai lunga! Intanto ora sono diventato un ninja più bravo di te!” sentenziò il biondo con un bel ghigno di soddisfazione stampato in faccia.
Sarada parve rizzare le spalle e si sistemò la montatura degli occhiali con fare superiore.
“Questo è ancora da vedere, Uzumaki”


Ormai non aveva più dubbi su chi fosse il misterioso interlocutore di sua figlia. Le parole dei due ragazzi gli giungevano ovattate, ma non tardò a riconoscere quel tono di voce squillante, sicuro e un po' fastidioso del suo esuberante allievo.
Fece qualche passo in avanti e scostò un ramo per riuscire a vedere meglio.
Non c'era da preoccuparsi, sarebbe potuto tornare a casa e riferire a Sakura che sua figlia si era fermata assieme al compagno di squadra per conferire di questioni legate alla missione appena svolta. Perché era sicuramente di questo che stavano parlando...vero?
All'improvviso non ne era poi così sicuro. Decise di avvicinarsi ancora un po'.


Boruto si lasciò scappare una breve risata per poi dare un pugnetto amichevole sulla spalla di Sarada, la quale gli lanciò uno sguardo d'odio che il biondo ignorò spudoratamente.
“Ma va, Sarada-chan, riconosco che il tuo standard di potenza supera di gran lunga quello delle altre ragazze della tua età, però...”
Lei si finse offesa, ma sulle sue guance comparve un leggero rossore che Boruto non si fece sfuggire.
“...io rimango comunque il più forte tra i due, cara piccola Uchiha!”
“Non chiamarmi piccola Uchiha!” sbotto lei, sempre più rossa in viso.
Boruto scoppiò di nuovo a ridere, mentre la ragazza avrebbe desiderato sparire all'istante dalla circolazione. Quel biondino possedeva l'abilità innata di mandarla costantemente su tutte le furie, ma non riusciva a spiegarsi il perché, la maggior parte delle volte, non era in grado di rispondergli a tono come faceva con chi si prendeva gioco di lei.


Ma di che diavolo stavano blaterando? A giudicare dai movimenti e dalle loro espressioni non sembrava di certo una questione legata a motivi professionali. Gettò un'occhiata sporgendosi in avanti e meditò seriamente di appostarsi su un ramo dell'albero per poter vedere meglio.
Non che gli interessasse l'argomento della conversazione eh, per carità, ma ormai aveva fatto tutta quella strada per arrivare fin lì, tanto valeva completare l'opera in bellezza.


Boruto guardò Sarada con la coda dell'occhio, ma questa volta la sua espressione mutò in un sorriso rassicurante.
“Non ti sarai mica offesa, Sarada-chan?” chiese tranquillamente, mettendo su una faccia da angioletto.
Lei si affrettò a scuotere il capo. “Figuriamoci, oramai sei come un libro aperto, Boruto. Ogni tua battuta è diventata prevedibile”
Lui ridacchiò. “Già, forse hai ragione. Allora sarà meglio che mi dia da fare per convincerti del contrario”
Detto questo si staccò dal muretto e, tenendo entrambe le mani in tasca, piegò il busto verso Sarada schioccandogli un bacio sulla guancia. Lei spalancò i grandi occhi neri senza riuscire a muovere nessun altro muscolo.


“Ma si può sapere che stai facendo?”
Sasuke sobbalzò, voltandosi di scatto nella direzione da cui proveniva la voce. Per poco non rischiò di scivolare giù dal tetto e per lo spavento ruppe anche il ramo del salice al quale era aggrappato.
Naruto lottò fortemente contro se stesso per non scoppiare a ridere; era pur sempre l'Hokage, doveva mantenere un certo contegno.
“Naruto, che-”
“Che cosa ci faccio qui? - lo precedette l'Uzumaki, con un sopracciglio alzato – beh, ritengo che un bravo Hokage debba scendere qualche volta dal piedistallo per andare a visitare il suo amato Villaggio, dico bene, Sasuke?”
Il moro aprì la bocca per replicare ma la richiuse subito dopo, a corto di parole.
“Tu, piuttosto, che diavolo ci fai appollaiato sul ramo di un albero come un avvoltoio?”
Sasuke parve finalmente rendersi conto della situazione e con uno scatto deciso raggiunse Naruto sul tetto di una casa lì accanto.
“Ero solo venuto ad accertarmi che mia figlia stesse bene – rispose mantenendo un tono di voce calmo – Sakura era preoccupata per lei.”
Naruto chiuse gli occhi e scosse la testa. “Certo, adesso diamo la colpa a Sakura-chan. Ti ho visto benissimo che li stavi spiando”
Al quel punto una lampadina si accese nella mente dell'Uchiha e subito dopo l'immagine che aveva visto poco prima si fece più nitida davanti ai suoi occhi.
“Tuo figlio! - sbottò all'improvviso, destando la sorpresa di Naruto – Ha appena baciato mia figlia!”
Ed enfatizzò la parola baciato con fare piuttosto iracondo.
“Baciato?!” sbottò l'altro di rimando, decisamente allibito. Era riuscito a scorgere le sagome dei due ragazzini, ma dalla postazione in cui si trovava non ne aveva potuto captare i movimenti.
Sasuke sembrava piuttosto interdetto da quella faccenda e Naruto immaginò che avrebbe sfogato tutta la sua collera su di lui. Come sempre del resto.
Eppure, a rifletterci bene, non sembrava poi una cosa così tremenda.
“Intendi un bacio...bacio?” chiese il biondo, con cautela.
Di certo non era una buona idea tergiversare di simili argomenti con Sasuke Uchiha e Naruto arrivò a capirlo quando l'occhio destro del suo amico si tinse di un rosso cremisi piuttosto minaccioso.
“Oh avanti, Teme – provò a convincerlo, mettendo le mani avanti – si sarà trattato di un innocuo bacetto sulla guancia, vero?”
L'occhio sinistro del moro, quello coperto dal ciuffo, si mosse impercettibilmente in uno scatto nervoso al suono della parola “bacetto” e, subito dopo, si assottigliò con aria di sfida all'aggettivo “innocuo”.
“Non ci vedo niente di male!” continuò Naruto, prendendo atto che il suo amico non era momentaneamente in grado di intendere e di volere.
“Quel dannato moccioso – sbottò Sasuke, per tutta risposta - lo farò allenare fino allo stremo, si pentirà di-”
Un fruscìo sospetto fece voltare entrambi nella stessa direzione. Prima che potesse fare alcunché, Sasuke sentì qualcuno piombargli addosso a tutta velocità e solo quando riuscì ad afferrarlo per le spalle si rese conto che quel corpicino minuto apparteneva a sua figlia Sarada.
Si affrettò a recuperarle gli occhiali, caduti a pochi centimetri da loro e, con una rapida occhiata alle sue spalle, si accorse che Naruto se l'era squagliata alla grande. Razza di traditore.
“Papà! - esclamò lei, afferrando la montatura dalle mani del padre – non ti avevo visto...ma che ci fai qui?” chiese con un certo imbarazzo, mentre ancora stava cercando di metabolizzare ciò che era successo poco prima.
Sasuke si schiarì la voce e maledì mentalmente il suo amico per averlo lasciato da solo a gestire quella situazione. “Stavo solo-”
“Non fa niente – lo fermò lei, afferrandolo per il polso – andiamo a casa adesso, la mamma sarà preoccupata.”
Accidenti, che sbadato! Da quando era lì aveva perso completamente la concezione del tempo.
Assecondò i movimenti di sua figlia e decise di non entrare in merito alla questione “Boruto”, almeno per il tragitto fino a casa.
“Tua madre farà una bella ramanzina a tutti e due” sospirò, seguendo Sarada da un tetto a un altro.
Lei si girò a guardarlo e sorrise.
“Già”










 

****

Buonsalve a tutti!
Direi che questo Special si commenta da solo, so che rasenta il demenziale ma, abbiate pietà, era un po' che non ne scrivevo uno! XD
Per quanto riguarda la questione “Boruto e Sarada”, in realtà io non li vedo ancora come una coppia, perciò prendete il gesto dell'Uzumaki come una manifestazione d'affetto e nulla più. Almeno per ora ;)

PS. La reazione di Sarada al bacio non l'ho riportata per intero...magari ne farò un accenno in seguito ;)

Nella speranza che questo delirio vi sia piaciuto, auguro a tutti un buon week end e a presto!


 

Vavi

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Capitolo 27
*** Illusioni ***


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Capitolo 27
Illusioni


 



“RILASCIO!”
Boruto unì l'indice e il medio di entrambe le mani a formare un sigillo e, nell'istante successivo, la tecnica illusoria di Sasuke si dissolse nell'aria, lasciandogli solo una strana sensazione di stordimento.
Il moro disattivò lo Sharingan, deciso a lasciare al suo allievo un po' di respiro.
“Va bene, per ora ci siamo. Ma non c'è bisogno di urlare Boruto, ci sento benissimo.”
“Non è colpa mia! - replicò il biondo, sconsolato – è solo che mi innervosisco quando mi ritrovo intrappolato in quelle dannate illusioni ed ho sempre paura di non farcela a uscirne -ttebasa!”
La comparsa dell'intercalare tipico della famiglia Uzumaki costituiva un campanello d'allarme: lo stato di tensione di quell'allenamento aveva raggiunto livelli difficilmente sopportabili anche per un temerario come Boruto.
“Siamo solo all'inizio, mi pare di avertelo già detto. Qualsiasi ninja portato per le arti illusorie sarebbe in grado di generare e sciogliere questo tipo di genjutsu. Il nostro obiettivo è quello di portarti a contrastare illusioni create dal secondo livello dello Sharingan, ovvero il Mangekyou.”
“Il nostro obiettivo?! - sbottò Boruto, paonazzo - e quand'è che pensavi di dirmelo, Sensei? Hai fatto tutto da solo, dattebasa!”
Sasuke chiuse gli occhi e inalò quanta più aria pulita i suoi polmoni riuscivano a contenere.
“Sarei grato se cercassi di controllare il linguaggio, Boruto. Il suono di quella parola è raccapricciante”
“Dattebasa! Dattebasa! Dattebasaaaaa!!”
Il biondo piombò seduto a gambe incrociate, come era solito fare quando necessitava di un po' di riposo. Sasuke lottò contro se stesso per non mostrargli subito di cos'era capace il suo Sharingan, ma poi convenne che per quel giorno, forse, lo aveva pressato anche troppo.
“Che senso ha tutto questo, Sensei? Tu sei l'unico in grado di generare illusioni con il Mangekyou, gli altri poteri oculari al confronto sono spazzatura. Me la caverò benissimo anche con una preparazione di base”
“Se ci tieni a diventare forte dovresti puntare sempre in alto, Boruto. E anche se fallisci, almeno non avrai il rimpianto di non averci provato”
Il ragazzino soppesò per un attimo le parole del maestro, concordando che in effetti non aveva tutti i torti. Poi, come spesso accadeva quando ormai il suo cervello aveva iniziato a dare i numeri, se ne uscì con una richiesta alquanto insolita.
“Senti, Sensei – iniziò, ignorando lo sguardo truce di Sasuke, che già aveva fiutato guai in vista – ma perché non utilizzi quel potere per creare qualcosa di bello, invece che dolore e sofferenza?”
Il moro si immobilizzò sul posto. Ma che diavolerie stava farneticando?
“Non so, qualcosa che faccia stare bene le persone, come un'enorme, immensa, saporita ciotola di ramen formato gigante!!” e il tutto venne accompagnato maestosamente da un brontolio sinistro dello stomaco di Boruto.
Sasuke, per tutta risposta, si passò stancamente la mano sul viso.
“Una ciotola di ramen grande quanto questo campo di allenamento – e continuava imperterrito – dove poter fare il bagno tra i tagliolini e la carne di maiale! Immagina che Paradiso!”
Il moro scosse la testa, cercando di cacciar via quell'immagine dalla sua mente.
“Solo uno stupido userebbe il proprio potere oculare su se stesso, a meno che non sia strettamente necessario”
“Beh, in questo momento io necessito fortemente di una ciotola di Ramen, quindi Sensei, se non vuoi farla apparire con una delle tue illusioni, vorrà dire che andrò da Teuchi a prenderne una, che a te piaccia o meno”.
Era balzato in piedi, con entrambe le mani poggiate sui fianchi, intenzionato a ricevere solo risposte positive. Sasuke, sebbene non fosse ancora del tutto soddisfatto dei risultati ottenuti da quell'allenamento, finì per cedere alla richiesta dell'allievo, più per insofferenza ai suoi piagnistei infiniti che per altro.
“Domani mattina riprenderemo l'esercitazione e cerca di venire puntuale per una volta!”
“Ma perché domani? - chiese Boruto, un po' deluso – guarda che dopo pranzo possiamo continuare, ho solo bisogno di riempirmi lo stomaco!”
“Non se ne parla neanche, vorrei evitare di assistere al rigetto di ramen in quantità industriali. Già di per sé quel cibo è vomitevole.”
“Ma...”
“La questione è chiusa. E poi ho alcune faccende da sbrigare...”
“Come no – sbottò il biondo con fare da chi la sa lunga – dillo apertamente se vuoi tornare a casa da Sakura-san, non c'è mica niente di male, io non mi offendo”
Ma il sorriso beffardo che aveva stampato in faccia morì qualche secondo dopo, quando si rese conto dell'espressione omicida dipinta sul volto del suo maestro.
“E tu dillo apertamente se vuoi morire giovane, Boruto, non ho problemi ad accontentarti”
“D'aaaaccordo Sensei, ora devo proprio andare, ci si vede domani-ttebasa!”
E con fare goffamente disinvolto gli diede le spalle, per poi cominciare ad allontanarsi più in fretta che poteva.









 

****
Buongiorno carissimi!
Con questo capitoletto diamo di nuovo il via agli allenamenti. Stavolta non ho molto da dire (per vostra fortuna XD), dunque vi lascio augurandovi un buon proseguimento di settimana! :)

A presto,



Vavi

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Capitolo 28
*** Una nuova avventura ***


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Capitolo 28
Una nuova avventura








Una scintilla segnò l'ennesima collisione tra le due lame.

Non più il ticchettìo sommesso del legno; ora erano gli stridii dell'acciaio a permeare l'atmosfera attorno a loro. Le katane si incontravano decise, seguendo il movimento del polso dei due spadaccini. L'uno con entrambe le mani strette attorno all'impugnatura, svelto e preciso negli affondi ma ancora inesperto, l'altro con occhio vigile ed allenato a pararne gli attacchi e a guidarlo per una presa più sicura dell'arma.

“Solleva quella katana, Boruto, devi mirare ai punti vitali” esordì Sasuke, mentre respingeva facilmente un fendente diretto alle sue ginocchia.
“Accidenti! - esclamò l'altro, alzando le braccia – pesa tantissimo!” provò a direzionare il colpo verso la spalla del maestro, ma quello ne percepì facilmente la traiettoria e lo respinse in anticipo.
“Sarà meglio che ti spedisca qualche giorno in allenamento da Rock Lee”
Boruto spalancò gli occhi, terrorizzato.
“Non ci pensare proprio, Sensei! Quello è tutto matto, ho sentito che ai suoi allievi fa fare cento volte il giro del Villaggio in equilibrio sulle ma-”
Parò un colpo di Sasuke a pochi centimetri dal viso, respingendo la Kusanagi con tutta la forza che aveva. Il volto del suo maestro, così come la lama della  katana, gli erano tremendamente vicini.
“Ti servirà per rafforzare i muscoli delle braccia – continuò, costringendolo ad indietreggiare – persino Sarada è in grado di resistermi”
A quelle parole Boruto si lasciò scappare uno sbuffo inferocito e partì all'attacco più gasato di prima. Questa volta scagliò un fendente lateralmente, sperando di sfruttare un punto cieco e, con sua estrema sorpresa, sentì chiaramente il rumore di qualcosa che si strappava al tocco della sua lama. Si scansò velocemente da Sasuke e notò un sottile rivolo di sangue scivolare sullo specchio tagliente della sua Yawaraka-Te. Non fece in tempo ad esultare per averlo colpito che i nervi del suo corpo si irrigidirono all'istante, provocando una paralisi completa degli arti.
La katana gli sfuggì delle mani e precipitò a terra con un gran tonfo.

“Non...non dirmelo. Sono caduto in un'illusione” roteò le pupille a destra e a sinistra, notando che gli alberi attorno a lui stavano scomparendo uno ad uno, lasciando gradualmente il posto ad un ambiente desolato, sui toni del rosso, dove anche l'aria cominciava a farsi pesante e risultava difficile perfino respirare.

Non devi mai abbassare la guardia.

Boruto riconobbe la voce del suo maestro, ma non seppe spiegarsi da dove proveniva. Era diversa, come ovattata, senza contare che gli rimbombava nelle orecchie ad altissimo volume.
“Do...dove sei, Sensei?”

Concentrati, prova ad uscirne.

Il biondo strizzò gli occhi, provò a sollevare le mani per portarsele alle orecchie, ma non vi riuscì. Quel suono era talmente forte che temeva gli avrebbe spaccato i timpani da un momento all'altro.

Respirò piano, cercando di far luce sulla situazione. Nei giorni precedenti aveva affrontato un duro allenamento per raggiungere il pieno controllo della propria psiche. Abbassò le palpebre e cercò di riportare alla mente i consigli del maestro.

Hai libero arbitrio sul tuo corpo. E' solo un'illusione. Puoi reagire, devi solo volerlo.

Lentamente il suo braccio destro cominciò ad abbassarsi verso la sacca porta armi. Sentiva una forte pressione respingerlo nella direzione opposta, ma decise di non demordere e riuscì ad afferrare malamente un kunai che racchiuse tra le nocche tremanti.

Devi sventarla senza l'aiuto delle armi, Boruto!

Di nuovo quella voce, di nuovo quella fitta di dolore lancinante nell'orecchio.

“No, basta!” esclamò cercando di sovrastare Sasuke e subito dopo infilzò la punta del kunai direttamente nella coscia destra.

In quell'esatto momento tutto tornò normale, il campo d'allenamento apparve nitido davanti ai suoi occhi, così come la sagoma del maestro in piedi davanti a lui. Sentì l'arma penetrargli nella carne e, una volta accertatosi di aver sciolto l'illusione, gettò il kunai lontano, cadendo in ginocchio mentre cercava di limitare la fuoriuscita di sangue dal taglio che si era provocato.
Vide Sasuke sospirare.
“Dovevi provare a scioglierla con la sola forza della mente, Boruto. Non puoi continuare a pugnalarti da solo”
Stava per rinfoderare la katana, convinto che l'allenamento fosse concluso, ma si accorse troppo tardi che l'espressione sofferente di Boruto era mutata in un ghigno di soddisfazione.
“Non credere che sia finita”
Il biondo si alzò di scatto e, ignorando il dolore alla gamba, agguantò il manico della katana con la mano ancora insanguinata, per poi avventarsi contro Sasuke.
L'altro sguainò la sua arma appena in tempo per parare il colpo, ma solo grazie all'aiuto dello Sharingan. Boruto sorrise alla vista di quell'occhio.
“Ti sto dando da fare eh, Sensei”
Sasuke lo respinse malamente, tranciando di netto il lembo inferiore della maglietta che indossava.
Boruto guardò il pezzo di stoffa svolazzare dietro di lui e riservò al maestro un'occhiata imbronciata.
“Ehi, questa me l'ha regalata mia madre!” sbottò adirato, aggrappandosi con una mano alla maglia.
L'Uchiha parve sogghignare di nascosto. “Sei tu che volevi fare sul serio”
Boruto non si lasciò spaventare e, con il solito sorriso strafottente, caricò un fendente alzando al massimo le braccia. Ciò che successe subito dopo lo lasciò di stucco; proprio mentre stava per abbassare la katana e sferrare il colpo, la sagoma del suo maestro scomparve all'improvviso. Non ebbe neanche il tempo di chiedersi come caspita ci era riuscito, che sentì una presa sicura afferrarlo da dietro e scaraventarlo a terra. Quando riaprì gli occhi scorse la punta della Kusanagi minacciare l'integrità del suo naso e un Sasuke piuttosto soddisfatto squadrarlo dall'alto con aria fiera.
“Co...come diavolo hai fatto? - balbettò, con la saliva ridotta a zero – tu...sei sparito, io...ti avrei visto, non avresti mai potuto eguagliare la-”
“Velocità della luce?” completò Sasuke, rinfoderando la Kusanagi. “Eccome se posso”
Boruto seguì lo sguardo del suo maestro, che si posò su un pezzo di stoffa nero adagiato a terra proprio dietro di lui. Fu allora che capì.
Hai usato il Rinnegan!” lo urlò talmente forte che dopo tossicchiò due o tre volte prima di riuscire a parlare di nuovo.
“Ti sei sostituito con il pezzo di maglietta che mi hai tagliato usandolo come oggetto di trasferimento-spazio temporale!” era talmente entusiasta quando lo diceva che quasi sembrava fosse stato lui a fare quella mossa.
“E così ti sono apparso alle spalle senza preavviso”
Boruto annuì, sempre più incredulo. “Finalmente ti sei deciso ad usarlo, accidenti!” tirò un lungo sospiro e piombò a terra sfinito.
“Non prenderci l'abitudine – lo riprese subito Sasuke – è solo che mi si era presentata l'occasione giusta, tutto qui.”

Il biondo continuò a sorridere beato, gioendo silenziosamente per lo scontro appena avvenuto. Non ne era uscito vincitore, ma infondo che importava. Aveva costretto il maestro ad usare entrambe le arti oculari, era riuscito a sventare l'illusione, in un modo o nell'altro, ed ormai riusciva a padroneggiare discretamente la sua Yawaraka-Te. Mancava un po' di forza nei muscoli delle braccia, ma a quello avrebbe provveduto con un allenamento intensivo di qualche settimana.
Adagiò il capo nell'erba fresca, chiudendo gli occhi, per poi alzare entrambi i pugni verso il cielo.
Sasuke rimase a guardarlo per un istante ed anche lui si lasciò scappare un sorriso di soddisfazione. Dopotutto era stato davvero bravo.

“Bene, penso sia arrivato il momento, Boruto” esordì poi, svegliando l'Uzumaki dai suoi pensieri.
Lui voltò la testa in direzione del maestro, ma rimase sdraiato a terra. “Il momento per cosa?”
“Hai tre giorni liberi a partire da oggi. Poi prepara uno zaino con lo stretto indispensabile, qualche arma e alcune provviste. Partiamo per una missione
Boruto scattò in piedi nel giro di mezzo secondo, i due occhi azzurri spalancati nella più totale incredulità.
“Una missione?! Ma intendi...una missione vera?! Di quelle pericolose?! Solo noi due, Sensei?!”
Sasuke annuì. “Sarà un po' diversa da quelle che normalmente svolgi con il maestro Konohamaru. Ti spiegherò i dettagli strada facendo”
Yatta! Si parte!”
“Boruto” lo riprese Sasuke, con tono fermo. Il ragazzino ammutolì e cercò di frenare l'entusiasmo per prestare attenzione alle parole del maestro.
“Ho detto che partiamo fra tre giorni, non adesso. E poi – gli strinse una spalla e, dopo un attimo di esitazione, continuò – prometti di stare a riposo fino al momento della partenza.”
“Cosa?”
“E' necessario che tu sia al massimo delle forze. Mi hai capito bene?”
L'Uzumaki annuì con ampi cenni della testa.
“Promesso, Sensei. Allora io vado...devo dirlo alla mamma! A papà! A Hima-chan e-”
“Alt!” lo fermò di nuovo Sasuke, costringendolo a rallentare la camminata. “Prima passi in Ospedale per farti medicare quel taglio” disse, indicando la ferita che Boruto aveva sulla gamba.
“Oh, me ne ero proprio scordato. Non mi fa tanto male, posso passarci più tar-”
“Ci vai adesso
L'Uzumaki alzò gli occhi al cielo, riprendendo il sentiero per tornare al Villaggio.
“Va bene, va bene. Ti preoccupi sempre troppo, Sensei” esclamò a mò di saluto, alzando un braccio.
Sasuke fece subito marcia indietro. “Non voglio che tu mi sia d'intralcio nella missione, tutto qui.”
Boruto ridacchiò sottovoce e, con passo lento ma sicuro, imboccò il viale che lo avrebbe condotto a Konoha. La notizia della missione lo aveva investito con la stessa velocità di un treno in corsa; sentiva il cuore battere forte, il chakra scorrergli nel sistema circolatorio con più foga del normale, l'adrenalina raggiungere livelli stratosferici. Quella era la sua occasione per mostrare a Sasuke di cosa era veramente capace. E di certo non se la sarebbe lasciata sfuggire.











****
Hola chicos!
Oggi sono di frettissima, quindi non vi tengo più di tanto. Spero che l'idea di una missione insieme vi piaccia, forse dovrò prendermi un pò più di tempo rispetto al previsto per organizzare il tutto. Vorrei fosse qualcosa di avvincente, originale, che non ricordi troppo il viaggio di Naruto e Jiraya, per intenderci. :)

Auguro a tutti un buon week end e una buona Pasqua!
A presto! :)



Vavi

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Capitolo 29
*** Crescita ***


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Capitolo 29
Crescita






“Papà...mi hai sentito?”
Boruto lasciò andare la sua tazza di tè mattutino per rivolgere al padre tutte le sue attenzioni. Era seduto proprio di fronte a lui e lo vide chiudere gli occhi per un secondo, mentre assaporava la fragranza delle frittelle che Hinata aveva cucinato apposta per loro.
Il ragazzo drizzò la schiena e si schiarì la voce, intenzionato ad ottenere una risposta.
“Ho appena detto che fra due giorni partirò con il Sensei per una missione! Sarà diversa dal solito, forse anche pericolosa e-”
Si fermò quando Naruto smise di masticare e gli riservò uno dei suoi splendidi sorrisi rassicuranti.
“Sono sicuro che farai del tuo meglio, figliolo – esordì, alzandosi e scompigliando i capelli a Boruto - ora scusatemi ma devo andare. Come al solito sono in ritardo.”
Agguantò distrattamente il mantello che aveva lasciato sulla sedia, stampò un bacio sulle labbra di Hinata, uno sulla guancia di sua figlia ed uscì di casa  più veloce di un fulmine.

“Davvero partirai, Onii-san?”

La vocina della piccola Himawari costrinse il maggiore a togliersi dalla faccia l'espressione di estremo stupore che la reazione del padre gli aveva provocato. Come minimo pensava che gli avrebbe urlato contro, che si sarebbe opposto o che avrebbe lanciato chissà quali improperi contro il suo migliore amico. Invece aveva accolto il tutto con un sorriso, per giunta sincero, e poi era sparito del giro di mezzo secondo.

“Sì, Hima-chan – replicò, riprendendo il suo tè - ma sarà solo per qualche giorno, non preoccuparti”
Hinata accarezzò il capo della bambina, la quale non nascose uno sguardo preoccupato al solo pensiero di sapere il suo fratellone lontano da casa.
“Domani ti aiuterò a preparare l'occorrente per il viaggio” disse poi a Boruto, sorridendogli dolcemente.
Lui meditò ancora un poco su quello che era appena successo, dopodiché annuì, ricambiando il sorriso.
“Grazie, mamma”

 


Qualche giorno prima, alla magione dell'Hokage.

“E così vorresti portarlo con te in una missione, dico bene?”
Sasuke sbuffò e fu costretto a distogliere di nuovo lo sguardo da Naruto; vederlo camminare avanti e indietro in continuazione gli aveva fatto venire la nausea.
“E' la centesima volta che lo ripeti e se non ti sbrighi a decidere giuro che lo porterò con me senza dirti dove siamo diretti.”
Finalmente il biondo si fermò, poggiandosi con la mano al bordo della scrivania.
“In effetti pensavo avessi preferito fare di testa tua...” borbottò, tormentandosi i capelli dietro la nuca.
Il moro maledì se stesso per aver avuto quell'idea e tentò nuovamente di spiegargli il motivo di quel gesto.
“Lo avrei preferito sì, di gran lunga, Naruto – rispose, con una nota di fastidio della voce – ma ho pensato che se fossi stato tu ad assegnarci una missione, almeno non mi avresti scocciato più di tanto.”
L'Uzumaki si sedette al tavolo ed iniziò a rovistare tra le scartoffie che teneva ordinate nel primo cassetto.
“D'accordo, d'accordo hai fatto bene a venire. A che livello vuoi che vi assegni?” chiese in modo distratto, tirando fuori due o tre cartelle.
“A”
“Ma sei impazzito?!” sbottò subito l'altro, sparpagliando sul tavolo tutto ciò che aveva zelantemente messo in ordine qualche giorno prima.
“Le missioni A sono solo per Jounin, Sasuke, ormai dovresti saperlo...”
“Ti ho dato la possibilità di scegliere la missione, non il grado”
Naruto rimase a guardarlo con la bocca aperta, incerto se scaraventarlo fuori dalla stanza oppure no. A fermarlo fu il ricordo della conversazione avuta tempo prima in ospedale, quando lui gli aveva promesso di non intromettersi più nei suoi allenamenti, né tanto meno di criticare il suo modo di insegnare. Riponeva in Sasuke la sua massima fiducia e sarebbe stato un'ulteriore colpo basso mostrargli erroneamente che dubitava di lui.
L'unica cosa che lo tormentava era l'incolumità di suo figlio, niente di più.

“Non avrei mai deciso di portarlo con me se non lo avessi ritenuto pronto a farlo”

Non seppe cosa rispondergli, eppure, in cuor suo, sentiva di poter credere fermamente in quelle parole. Suo figlio ora era un vero ninja, aveva concluso l'Accademia con voti discreti, era stato assegnato ad un Team tutto suo, era cresciuto, aveva affinato tecniche formidabili e, con la guida di Sasuke, aveva raggiunto un livello difficilmente paragonabile a quello di ninja della sua stessa età. Vietargli di partire per quella missione sarebbe stata solo un'egoistica privazione da parte sua.

“Bee ha bisogno di aiuto al Villaggio della Nebbia – cominciò, un po' titubante – non è una missione vera e propria in realtà, ma ultimamente ci sono stati dei disordini interni ed il Raikage ha richiesto l'appoggio di Konoha. Andrete assieme a quelli della Squadra Speciale. Non è niente di serio, ma meglio stare all'erta.”
Sasuke annuì con un breve cenno del capo.
“Sarà meglio che tu non faccia trapelare niente quando sei con Boruto, altrimenti potrebbe pensare che lo controlli. Ha bisogno anche dei suoi spazi, perciò fingi di non sapere della missione”
Naruto non nascose un'espressione divertita.
“Sta cominciando ad assomigliarti, sai. Un pochino..”
“Ma figurati – replicò l'altro, un po' scocciato da quel paragone – gli Uzumaki rimangono tali per tutta la vita” concluse, lanciandogli uno sguardo eloquente.
Naruto rispose allo sguardo facendogli capire che era un bene che lui fosse rimasto tale fino alla fine, visto che poi, in un modo o nell'altro, era riuscito a riportarlo a casa.
“Ehi Teme...non ti ho mai ringraziato  per quello che stai facendo con mio figlio, vero?”
“Ci ha già pensato tua moglie – replicò l'altro in modo sbrigativo, mentre si avviava all'uscita– e comunque non ce n'è bisogno, Dobe”
Naruto sorrise nel sentire che il suo amico rispondeva ancora a quell'appellativo che erano soliti usare da piccoli e, poco prima di vederlo chiudersi la porta alle spalle, scorse anche sul suo volto austero un'espressione di leggero divertimento misto a nostalgia.









****
Ciao carissimi!
Spero tanto abbiate passato delle buone feste! Io ultimamente non ho avuto un attimo libero, perciò non so se riuscirò a pubblicare di sabato questa settimana. :(
Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto! :) Come avrete capito in questa missione c'è anche lo zampino di Naruto. Il nostro Uchiha non se l'è sentita di portar via Boruto per i fatti propri e così ha chiesto consiglio all'amico...in qualche modo ha voluto includerlo nelle sue scelte, insomma.
Penso ci sarà ancora un altro capitolo prima della partenza, poi passerò alla missione vera e propria!
Grazie di aver letto anche stavolta, vi lascio un abbraccio e a presto!


Vavi


 

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Capitolo 30
*** Gli ultimi saluti ***


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Capitolo 30
Gli ultimi saluti







“Hai con te le provviste, tesoro?”
“Sì, le ho appena messe nello zaino, mamma” rispose Boruto, caricandosi a tracolla la sua katana.
Hinata sollevò il borsone del figlio per un manico e glielo passò, aiutandolo ad issare sulle spalle anche quello.
“E' molto leggero, Boruto-chan, sei sicuro di aver portato tutto ciò che ti serve?”
Il biondo annuì, voltandosi a guardarla. “Il Sensei ha detto di preparare solo lo stretto necessario, altrimenti mi sarebbe d'intralcio durante il cammino”
Hinata sorrise e gli prese il viso fra le mani.
“Hai ragione, fa buon viaggio e stai attento” si raccomandò, scoccandogli un bacio sulla fronte al quale Boruto cercò di sottrarsi.

“Onii-san!”

In quello stesso momento anche Himawari aveva fatto il suo ingresso in cucina, saltellando giuliva con qualcosa ben stretto fra le mani.
“Questo è per te, onii-san!” esclamò con una voce cristallina che ricordava tanto il timbro di sua madre.
Boruto afferrò cautamente il piccolo oggetto che la sorella gli stava porgendo con tanto entusiasmo.
“E' un amuleto – spiegò lei, congiungendo i palmi e alzando le spalle – l'ho fatto ieri pomeriggio apposta per te. Mettilo in tasca e non perderlo. Ti porterà fortuna!”
Il biondo studiò con interesse il lavoro certosino che nascondeva quel talismano, le cui corde intrecciate in modo del tutto particolare sembravano in realtà essere semplici canne di bambù. Conscio che si sarebbe sciupato non appena avrebbe messo piede fuori dal Villaggio, ringraziò comunque la sorella per il pensiero e si beccò un altro bacio sulla guancia, al quale reagì con un mezzo sbuffo infastidito.

Ma il quadro non fu completo sin quando, in via del tutto eccezionale, anche il grande Settimo Hokage si unì agli ultimi saluti.
“Papà! - esclamò Boruto, non appena lo vide entrare dalla porta – ma che cavolo ci fai qui? Dovresti essere a lavoro!”
Naruto si lasciò scappare una breve risata, adesso era lui a ricevere le ramanzine da suo figlio, e non viceversa.
“Cinque minuti per salutarti me li concedi, oppure no?”
Hinata si congedò accarezzando il capo al ragazzo e portando con sé la piccola Himawari.

Naruto si avvicinò a lui, tanto da poter intravedere negli occhi del figlio le stesse sfumature di azzurro che coloravano i suoi.
“E'...solo una missione, papà. Non c'era bisogno di disturbarsi” commentò Boruto, un po' in imbarazzo.
Il padre gli afferrò le braccia, costringendolo ad alzare lo sguardo.
“So di non essere stato molto presente, Boruto, ma non ti azzardare mai più ad usare quella parola. Non esiste che un genitore si disturbi per il proprio figlio. Sono qui, adesso, perché è la cosa che desidero di più in questo momento. Ci siamo capiti?”
Il ragazzo annuì debolmente, accennando ad un sorriso. Poi tornò serio e sospirò.
“Papà...”
Naruto lo lasciò andare, ma rimase proteso verso di lui, in ascolto.
“E se non dovessi farcela? Insomma...se questa missione fosse troppo per me?”
“Niente è impossibile, Boruto. Basta solo volerlo. Tu sei un grande ninja, e un po' mi ferisce nell'orgoglio ammettere che quel bastardo del tuo maestro è davvero il meglio a cui un giovane allievo possa aspirare.”
Il ragazzo lo guardò, un po' stupito.
“Il meglio dopo tuo padre, ovvio” si impegnò a precisare poco dopo, dandogli una pacca sulla spalla.
Boruto annuì e accarezzò il lembo che teneva la katana stretta al suo petto.
“Grazie, papà. Ora credo di dover-”
Non riuscì a terminare ciò che stava dicendo a causa di due possenti braccia che lo strinsero al petto in modo affettuoso.
“Papà...ma che fai...lasciami andare!” cercò di divincolarsi, resistendo invano alla forza di Naruto.
L'altro obbedì ridacchiando di gusto, mentre le due donne della famiglia osservavano da lontano la scenetta esilarante.
Naruto si finse offeso e si avvicinò alla moglie additando il ragazzo. “Tuo figlio sta diventando scorbutico come Sasuke”
Lei sorrise carezzandogli un braccio. “Sta solo crescendo, Naruto-kun” gli spiegò con gentilezza.
Lui continuò a mantenere uno sguardo stralunato, fino a quando Boruto varcò la soglia di casa, voltandosi un'ultima volta a salutare la sua famiglia prima di quel lungo e strabiliante viaggio.











****

Buonsalve carissimi!
Per il capitolo 30, tondo tondo, avrei voluto inserire uno Special, ma alla fine gli eventi hanno preso una piega differente, perciò vi presento l'ultimo capitolo prima della partenza! La prossima settimana dovrò prendermi un pò di tempo per articolare bene la missione, perciò non garantisco la solita pubblicazione di martedì/mercoledì e venerdì/sabato. Spero vogliate scusarmi, ma vorrei che tutto fosse ben organizzato e non lasciato al caso. Dunque vi auguro come sempre un buon fine settimana e vi ringrazio di cuore per essere sempre così numerosi, anche se non direttamente nelle recensioni, è un immenso piacere vedervi seguire questa Raccolta! :)


A presto,


Vavi

 

 

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Capitolo 31
*** Ci vediamo quando torno [Special] ***


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Capitolo 31
Ci vediamo quando torno [Special]



 



 

“Com'è andata, Sasuke-kun?”
“Ha avuto di che lamentarsi, ovviamente”
Lei ridacchiò, scostandosi un ciuffo rosa dietro l'orecchio.
“Lo sai com'è fatto, dopotutto è suo figlio, no? Scommetto che anche tu avresti avuto la stessa reazione se si fosse trattato di Sarada”
Lui si irrigidì, guardandola torvo.
“Pensi forse che non ci abbia riflettuto abbastanza? So quello che faccio!”

Gli passò una mano nei capelli corvini, lasciandogli una carezza che lo aiutò ad allentare la tensione.
“Non ho mai dubitato di te, Sasuke-kun. Fai quello che ritieni più giusto” sussurrò, con un sorriso.
"Ma vedi di non esagerare - aggiunse poi, tornando seria - non ho intenzione di assistere ad un altro siparietto tra te e quel Baka"
Lui annuì debolmente, inarcando appena un angolo della bocca, e gli lasciò un flebile bacio sulla fronte.
“Grazie, Sakura. Ci vediamo quando torno”

 

 

 






 

****

Tattarataaa! Aggiornamento a sorpresa! :3
Stasera non so che mi è preso e ho voluto scrivere questa drabble – Special.
In realtà io non sono una fan di questo pairing, eppure mi è sembrato giusto dedicare anche a loro un piccolo squarcio nella Raccolta, visto che comunque si basa sugli avvenimenti del capitolo settecento.
Spero che alle appassionate del SasuSaku sia piaciuta (magari anche a chi non lo è, ma non lo pretendo, ovviamente), non è niente di speciale, ma comunque ci terrei a non aver combinato un pasticcio facendo interagire questi due! :P
Detto questo vi auguro una Buonanotte (visto che è ora!) e, se tutto va bene, ci si risente mercoledì. Non contateci troppo però, in questi giorni sono davvero super impegnata. :(
D'accordo adesso vado davvero. Le note sono venute più lunghe del capitolo XD


A presto!

 

Vavi

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Capitolo 32
*** La Squadra ANBU ***


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Capitolo 32
La Squadra ANBU






“Quella non è l'espressione che dovrebbe avere un ninja quando sta per affrontare una missione di livello A”

Le parole del maestro gli entrarono da un orecchio per poi uscire dall'altro, senza sfiorarlo minimamente. Era così contento di poter finalmente mettere in pratica ciò per cui aveva faticato tanto a lungo, che gli angoli della sua bocca non volevano smettere di arricciarsi in un sorriso pieno di gioia e soddisfazione.

“Vorresti dire che dovrei assumere quell'aria costantemente imbronciata come te, Sensei?” nel dirlo si leccò il palmo della mano per poi spiaccicarsi un ciuffo biondo sull'occhio sinistro, in un pessimo tentativo di imitare Sasuke. Incrociò le braccia e inarcò le sopracciglia per assumere un'aria austera.

“Smettila di fare il cretino e cerca di concentrarti” si limitò a commentare l'altro, mentre saltava sul ramo di un albero a velocità sostenuta.

Boruto ridacchiò e smise di scimmiottare il maestro per accelerare il passo. “Sono ore che corriamo senza fermarci...e di ninja nemici neanche l'ombra.”

Adocchiò un membro dei reparti ANBU sfrecciargli vicino, fare un lieve cenno di assenso a Sasuke per poi rallentare l'andatura, tornando a coprir loro le spalle.

“Pensi che potrei entrare a far parte della Squadra Speciale, Sensei?”

Il maestro si voltò a guardarlo con un'espressione piuttosto contrariata a marcargli i lineamenti del viso.

“Ma che diavolo ti viene in mente?” borbottò per tutta risposta, cercando di sviare l'argomento.

Boruto alzò le spalle e guardò la fitta coltre di alberi davanti a sé.

“Infondo loro sono tra i ninja più esperti del Villaggio. E poi hanno una katana in dotazione...ormai anche io sono un'abile spadaccino. Potrei fare la mia parte!”

Ecco, adesso ci mancava solo la Squadra degli ANBU a tormentare l'animo del suo allievo.
Sasuke assottigliò le palpebre, incerto su cosa rispondergli. Avrebbe voluto replicare che a quei ninja erano assegnati gli incarichi più ostici che potessero esistere, che venivano allenati duramente fino allo stremo e che gli veniva insegnato ad uccidere senza ritegno.
Riusciva ancora a ricordarsi la discussione avuta con Naruto molto tempo addietro; l'Uzumaki  avrebbe voluto eliminare del tutto quel reparto, cercare una soluzione alternativa. Anche Sasuke, in un primo momento, avrebbe voluto appoggiarlo nella scelta. Dopotutto pure suo fratello era entrato a farne parte e non avrebbe mai scordato cosa era stato costretto a fare per il bene del Villaggio.
Ma poi ci aveva riflettuto ed era arrivato alla conclusione che sarebbe stato inutile fare gli ipocriti; le missioni suicide, quelle “sporche”, quelle che nessuno avrebbe voluto fare, sarebbero continuate ad esistere, perciò il Villaggio necessitava anche di persone pronte a sacrificare la propria identità per difenderlo.

“Non è un mestiere adatto ad uno come te” si limitò a rispondere, intenzionato a chiudere la questione.

“Uno come me?” replicò Boruto, perplesso.

Uno a cui piace sognare.
Uno a cui piace ridere, gioire, scherzare, vivere al massimo giorno per giorno.

Perché vuoi annullare la tua identità, Boruto?

Perché vuoi macchiarti le mani di sangue a tutti i costi?

“Fermiamoci – disse ad alta voce, ignorando la domanda dell'allievo – passeremo la notte in una radura. Riprendiamo il viaggio domani mattina.”

 

 

 

 

 



 

****

Buongiorno a tutti! :)
Questa settimana torno a postare di mercoledì e sabato, se tutto va bene!
Dunque, il viaggio è appena iniziato e già Boruto comincia a tormentare Sasuke con idee strane, quali quella di voler entrare a far parte della Squadra Speciale. Come sappiamo il biondino non ha nessuna intenzione di diventare Hokage e, per ora, l'unico obiettivo che si è preposto consiste nel voler superare suo padre. In un primo momento sembrerebbe che Boruto sia totalmente inadatto per essere un ANBU; in realtà io penso che la vicinanza con Sasuke gli abbia fatto vedere le cose in modo diverso, portandolo a sviluppare un particolare interesse per il combattimento che va al di là del raggiungimento del suo obiettivo. L'Uchiha, comunque, è piuttosto contrariato, ma per ora si tratta solo di una proposta buttata lì e niente di più...o almeno così pensa lui. ;)
Non vi anticipo niente perché nel prossimo capitolo, che si svolgerà sempre “in viaggio”, Boruto tornerà nuovamente sulla questione.
Detto questo spero tanto che la flash vi piaccia e auguro a tutti una buona giornata!



 

Vavi

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Capitolo 33
*** Conversazioni notturne ***


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Capitolo 33
Conversazioni notturne

 





“Sensei..?”

Boruto si rigirò nel suo sacco a pelo, scoccando un'occhiata in direzione dell'albero su cui era adagiato Sasuke. Aveva la schiena poggiata al tronco e un gomito in equilibrio sul ginocchio destro. Teneva gli occhi chiusi ma dal respiro non sembrava stesse dormendo.

“Sensei..?” provò di nuovo il biondo, trasformando il sussurro in un gracchio rauco.

L'Uchiha socchiuse un occhio, quello lasciato libero dal ciuffo, ma non si mosse.

“Che vuoi? - domandò a voce bassa – perché sei ancora sveglio?”

“E tu perché sei ancora sveglio?”

“Sfido a dormire con qualcuno che ti chiama in continuazione”

“Guarda che ti ho visto, non stavi dormendo. Non dirmi che facevi la guardia? Abbiamo dieci ninja specializzati in pattuglia” gli ricordò, con un mezzo sorriso.

Sasuke sospirò, per poi tornare a chiudere gli occhi.
“Sempre meglio essere prudenti” poggiò la testa a l'albero e finse di riposare, sperando che Boruto si decidesse una volta per tutte a lasciarlo in pace.

“Comunque non scherzavo prima, quando dicevo che mi piacerebbe entrare negli ANBU”

Come non detto.

“Neanche io scherzavo quando dicevo che non fa per te” lo rimbeccò Sasuke, stancamente.

Boruto si rizzò sui gomiti. “Non puoi saperlo questo, Sensei!” stava per aggiungere altro ma si zittì all'istante, voltando la testa in direzione di un lieve fruscio che udì a pochi centimetri da loro. Anche Sasuke era in ascolto ed entrambi si rilassarono solo quando la comparsa di un docile scoiattolo svelò loro l'arcano.

“Ottimi riflessi” si complimentò Sasuke, sperando una lusinga servisse a farlo distrarre da quella conversazione sulla Squadra Speciale.

“Non cambiare discorso, non sono stupido”

Forse l'aveva sottovalutato. Pensò che la sua presenza gli avesse sicuramente giovato da questo punto di vista. Modestie a parte.

“Se ci tieni così tanto puoi andare a parlare con Kakashi – disse allora, sperando che una volta ascoltate le testimonianze del maestro, Boruto si decidesse a cambiare idea – lui ha trascorso molti anni nella Squadra Speciale”

“E' vero! - esclamò l'altro, come se si fosse appena ricordato di quel particolare – ed era sotto il comando di tuo fratello, dico bene?”

Attese qualche secondo, prima di rispondere. Gli faceva male ogni volta, e non poteva continuare a negarlo, eppure non trovava giusto né opportuno mostrare quella debolezza al suo allievo.

Dopotutto Itachi era stato pur sempre un ninja del Villaggio della Foglia. Uno dei migliori.

Guardò la sagoma di Boruto nell'oscurità e annuì lievemente.

Il biondo trattenne a stento la voglia di bombardarlo con i suoi interrogativi. Ora che erano entrati nell'argomento avrebbe voluto chiedergli mille cose su di lui.

“Ha davvero preso il comando della Squadra a tredici anni?”
Giurò a se stesso che non avrebbe più fatto alcuna domanda, ma almeno qualche conferma voleva averla.

Anche questa volta Sasuke annuì. “Già”

Boruto lo conosceva da tempo ormai, ed anche se aveva visto raramente qualche emozione dipingersi sul volto del maestro, gli bastava ascoltare le inclinazioni della sua voce per capire che non era il caso di continuare a parlarne. Magari un giorno glie l'avrebbe raccontato lui stesso.

“Accidenti...- ridacchiò il ragazzo, grattandosi nervosamente la nuca, con un gesto molto simile a quello di suo padre -..allora io sono già troppo vecchio per entrare a farne parte. Un anno e mezzo fa sapevo a mala pena moltiplicarmi”

“Non fare paragoni, Boruto.”

Il biondo alzò un sopracciglio. Da come gliel'aveva detto sembrava proprio si trattasse di un rimprovero.

“Non andrai da nessuna parte facendo paragoni con mio fratello – ripeté – lui era semplicemente..diverso
Avrebbe voluto dire mille altre cose, ma alla fine “diverso” fu l'unica parola che pronunciò.

“Hai ragione – concordò Boruto, infilandosi di nuovo nel suo sacco a pelo – dopotutto io sono solo me stesso” si disse fra sè e sè, tirando le coperte fino al naso.

Te stesso basta e avanza” sentì sussurrare dal suo maestro, prima di addormentarsi definitivamente.










****

Ma ciao carissimi!! ^^
Eccoci qui con un Sasuke e un Boruto poco inclini a prendere sonno! XD
Il nostro biondino insiste sulla questione della Squadra Speciale ed alla fine arriva ad affermare che infondo lui “è solo se stesso” e quindi può aspirare a ben poco (se paragonato a ninja quali Itachi Uchiha). Sasuke gli suggerisce di andare a fare una chiacchierata con Kakashi e spera che questo basti a fargli cambiare idea. Alla fine lo rimprovera per il paragone con suo fratello, rimbeccandolo che “essere se stessi” basta e avanza, perché è proprio questo ciò che conta, rimanere ciò che si è fino alla fine, senza tentare di imitare qualcun altro.
Detto questo, spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto! Auguro un buon week end a tutti voi e ci si risente con il prossimo aggiornamento, che dovrebbe arrivare tra martedì e mercoledì.

Un saluto!

Ps. Se vi piace l'idea avevo pensato di inserire questo genere di capitoli (“chiacchierate notturne”) qualche altra volta durante la missione! Fatemi sapere :)


Vavi

 

 

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Capitolo 34
*** Primi ostacoli ***


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Capitolo 34
Primi ostacoli

 





I primi raggi del sole cominciarono a penetrare tra i rami, segnando l'inizio di una nuova giornata.
Sasuke aprì gli occhi e si lasciò scaldare un altro po' dalla luce mattutina, mentre guardava di sottecchi il suo allievo, che si era appena allontanato dal gruppo in punta di piedi.
Sorrise e lo lasciò fare.

 

“Quanti sono?”

“Cinque o sei della Squadra Speciale di Konoha, quel ninja dal mantello nero e...aspetta...non c'era pure un ragazzino biondo?”

“Ma sì, quel mocciosetto dall'aria un po' stupida si sarà allontanato per andare al bagno. Avanti, lanciamo i fumogeni, ci appropriamo di armi e viveri e ce la diamo a gambe. Intesi?”

“Senti, ma quel ninja con i capelli neri mi pare di averlo già visto da qualche parte...a te no?”

“Chi se ne importa, non dobbiamo mica combattere. E poi non fare il vigliacco, questo trucco è basilare ma funziona sempre, lo sai. Allora al mio tre. Uno...due...”

 


“E chi sarebbe il mocciosetto dall'aria un po' stupida?”

I due ninja sobbalzarono e girarono il volto in direzione della voce appena udita. Attenti a mantenersi nascosti dietro ai cespugli, scorsero una sagoma oscurata dalle foglie, la cui ombra li investiva in pieno.

“Allora? - continuò il ragazzo biondo, incrociando le braccia – sto aspettando una risposta”

Entrambi gli uomini si scambiarono un'occhiata decisamente allibita, incerti se darsela a gambe o avventarsi su quel ninja che, ai loro occhi, non sembrava poi tanto forte.

“Ma bravo, e così ci hai scoperti – iniziò uno, con aria strafottente – meglio che tu non ti dia tante arie, mocciosetto, perché tra meno di un secondo sarai a terra ad implorare pietà, mentre noi ruberemo tutto ciò che avete”

Boruto si alzò in piedi sul ramo e con un balzo raggiunse gli altri ninja.

“Ah sì? Io non credo proprio”

Le mani si mossero velocemente in una sequenza di sigilli che conosceva bene, dopodichè inspirò quanta più aria poteva e la rigettò fuori sotto forma di palla di fuoco, investendo in pieno gli altri due che, colti alla sprovvista, fecero appena in tempo a scansarsi e ad evitare di ustionarsi tutto il corpo. Ma neanche stavolta erano riusciti a farla franca; la velocità di Boruto superava di gran lunga la loro e, in men che non si dica, gli era già dietro le spalle, pronto a sfoderare la sua katana.
Entrambi si voltarono, ma la velocità di reazione dei loro muscoli non eguagliava quella dei loro riflessi e Boruto riuscì a ferirli nello stesso momento con un solo fendente ben posizionato.
I ninja caddero a terra, tenendosi fa le mani le caviglie insanguinate.
Ora non potevano più sfuggire.

“Ben vi sta” borbottò il biondo, riponendo la sua arma nel fodero. “Ve la siete andata a cercare”

“Boruto!”

Si sentì chiamare da una voce familiare e poco dopo vide Sasuke correre verso di lui.

“Tutto apposto?” si accertò, lanciando un'occhiata ai due uomini stesi a terra.

“Benissimo – replicò svelto il biondo, cercando di sovrastare le lamentele dei feriti – erano delle mezze calzette. Mi ci è voluto mezzo secondo a stenderli”

L'Uchiha sorpassò il suo allievo per andare a verificare di persona le condizioni in cui vertevano i loro assalitori. Si chinò per ispezionare le ferite, dopodiché fece un cenno con la mano ad un ninja della Squadra Speciale e lo incaricò di portarli subito al Villaggio. Probabilmente si trattava di due semplici banditi, ma sarebbe stato meglio interrogarli per accertarsi che non avessero udito nulla riguardo alla missione che stavano per intraprendere. Dopotutto si trattava di una collaborazione segreta che la Nuvola aveva chiesto a Konoha in via eccezionale.

“D'accordo allora, sarà meglio incamminarsi”

Boruto piantò le mani sui fianchi e lo seguì con lo sguardo mentre faceva dietrofront per riprendere il cammino.

“Ma insomma, ho appena battuto i miei primi avversari, potresti pure darmi qualche incoraggiamento!”gli urlò incavolato, guadagnandosi un'occhiataccia dagli altri ninja alleati, che di certo non desideravano essere scoperti per colpa delle urla isteriche del ragazzino.

Sasuke si voltò il minimo indispensabile per farsi sentire.

“L'hai detto tu che erano delle mezze calzette no?”

Boruto corse per raggiungerlo, ancora contrariato. “Sì ma-”

“Allora non c'è bisogno di scaldarsi tanto. Ne riparleremo quando affronterai degli avversari come si deve”

In realtà, dalle divise che portavano, Sasuke dedusse che i gli stranieri dovevano appartenere almeno al grado di Chuunin e, a giudicare dalle armi, sembravano possedere una certa esperienza in battaglia, seppur specializzati nel saccheggio, piuttosto che nei combattimenti.

L'altro aprì la bocca ma la richiuse subito dopo, frenando gli insulti che avrebbe voluto tirargli.

“Sei ingiusto, Sensei!” concluse, mettendo su un broncio da bambino offeso.

Sasuke sorrise approfittando del lungo ciuffo che gli copriva parte della faccia, per poi affondare una mano nei capelli biondi di Boruto, scompigliandoglieli con fin troppa enfasi.

Sei stato bravo.

 

 

 






****

Buongiorno carissimi! (si fa per dire, io sto ancora dormendo! XD)
Oggi pubblicazione mattutina – ultimamente non trovo tempo per fare nulla, accidenti -.-.
Ciancio alle bande, veniamo al capitolo.
Finalmente un po' d'azione e Boruto ha la possibilità di agire in prima persona, sbaragliando i due ninja nemici che avrebbero voluto attaccare il gruppo per derubarlo (con scarsi risultati mi sa, visto la pessima fine che hanno fatto combattendo contro “il più debole” XD).  Comunque Sasuke ci informa che i banditi sono dei Chuunin abbastanza esperti, perciò il nostro Uzumaki ha fatto un buon lavoro – a suo parere poco apprezzato dal maestro, visto che l'Uchiha, in un primo momento, non si espone più di tanto. Ma basta quella scompigliata affettuosa per far capire al biondino che invece ha tutto il suo appoggio! :)
Vorrei dirvi che la prossima pubblicazione sarà di sabato, ma davvero non lo so. Spero di farcela, anche se non garantisco. La scorsa settimana è stata devastante.

Un saluto a tutti voi e grazie, grazie, grazie per aver continuato a supportare questa Raccolta! Siete fantastici! *.*


A presto!


Vavi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** Preludio ***


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Capitolo 35
Preludio

 

 

 

Mancavano ormai poche ore di cammino per giungere al Villaggio della Nuvola, ma le sorprese non erano ancora finite. Fu Sasuke, come sempre, a captare dei rumori sospetti a qualche metro di distanza dal gruppo; il trambusto si amplificava ad ogni passo che facevano ed urla di rabbia risuonavano assieme a stridii di metallo e tremori del terreno.

Sembrava che di lì a poco si sarebbe scatenata una catastrofe.

L'Uchiha fece segno alla Squadra di fermarsi ed intimò a Boruto di rimanere dietro di lui.

“L'Hokage mi ha avvertito che alcuni ninja disertori hanno provocato scalpore anche al di fuori del Villaggio – disse a voce alta, in modo che tutti potessero sentirlo – perciò preparatevi a combattere.”

I ninja alleati strinsero al petto i propri armamenti e fecero per ripartire, quando Sasuke riprese a parlare.

“Vi ricordo che abbiamo l'ordine di fermarli e niente di più. Solo i ninja della Nuvola hanno il permesso di uccidere i traditori. Limitiamoci a fare il nostro dovere

Detto questo partì con slancio alla volta della battaglia, accertandosi che il suo allievo riuscisse a tenere il passo. Pensava di dovergli dire qualcosa, infondo stavano per affrontare il loro primo vero scontro da quando avevano lasciato Konoha, e nello sguardo di Boruto riuscì a percepire una preoccupazione non indifferente. Mentre soppesava le parole più opportune a quella situazione, sentì una forte energia propagarsi dal corpo dell'Uzumaki ed intuì che stava richiamando il chakra per essere pronto a sfoderare la sua tecnica speciale.

“Usala solo se strettamente necessario” lo riprese Sasuke, accantonando il discorso incoraggiante che avrebbe voluto fargli.

Boruto annuì, senza perdere la concentrazione.

“La maggior parte dei ninja del Villaggio della Nuvola usa l'arte del fulmine, quindi sono più avvantaggiato di te, Sensei. Il fulmine crolla sotto la potenza del vento” e nel dirlo si lasciò scappare anche un sorriso di soddisfazione.

Sasuke rallentò il passo, sfiorando il manico della katana. Erano molto vicini.

“Ti sei informato, vedo” commentò con tono volutamente sorpreso.

Boruto fece spallucce.

“Sarebbe da idioti affrontare una missione di Livello A senza essere preparati a dovere.”

 

Ciò che apparve poco dopo dinanzi ai loro occhi fu un'orribile visione per tutti quanti: decine e decine di ninja combattevano al massimo delle proprie forze l'uno contro l'altro, senza alcun tipo di freno, distruggendo completamente il bosco che li circondava.

“Accidenti, come riconosciamo i traditori?!” sbottò il biondo, guardandosi confusamente in giro.

Sasuke diede una rapida occhiata per analizzare la situazione.

“Sono quelli senza il copri-fronte, Boruto. Voialtri – disse poi, rivolgendosi agli ANBU - dividetevi e attaccate lateralmente, non si aspettano l'arrivo di Forze Alleate. Sfrutteremo l'effetto sorpresa”

Aspettò che tutti i membri della Squadra avessero eseguito l'ordine, dopodiché si voltò per rivolgersi un'ultima volta al suo allievo.

“Tu mi coprirai le spalle, siamo intesi?”

Boruto sollevò le iridi azzurre per incrociare quelle scure del maestro.“Puoi contarci”














****
Buongiorno a tutti cari e care!
Oggi vi lascio con un capitolo di transizione, una sorta di preparazione alla battaglia, che invece potrete leggere nel prossimo. Il combattimento sarà un pochino più lungo dei soliti capitoli che scrivo (almeno compenserà questo, che invece è più corto :P)...spero tanto vi possa piacere!
Intanto auguro un buon week end a tutti e noi ci sentiamo mercoledì! ^^

Un saluto,


Vavi

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Capitolo 36
*** In campo ***


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Capitolo 36
In campo

 

 

 

Si addentrarono nella mischia, seguendo gli alleati che attaccavano da destra. Videro i ninja della Nuvola accorgersi di loro e tirare un silente sospiro di sollievo. Bastava guardarsi in giro per capire che la situazione stava loro sfuggendo di mano e senza un aiuto concreto sarebbero rimasti sempre allo stesso punto, rischiando di morire in massa per lo sfinimento.

Boruto rimase a pochi metri dal maestro, con la katana ben stretta nelle mani. Vide gli avversari piombare a terra una dopo l'altro, senza che Sasuke avesse mosso un solo dito. Scosse la testa, pensando che la sua presenza sarebbe stata pressoché inutile in quella battaglia; ma come per smentire le sue parole, un ninja si avventò direttamente su di lui, lanciandogli una carta bomba a velocità disumana. Fu costretto ad allontanarsi da Sasuke per schivarla e in quel momento si trovò accerchiato da tre avversari intenti a sferrargli contro una tecnica acquatica. Purtroppo non aveva alcuna possibilità di sventarla usando il fuoco o il vento, ma le sue abilità di spadaccino erano talmente migliorate che riuscì a fermarli tutti prima che completassero i sigilli.
Uno di loro cadde all'indietro, coprendosi il viso sfregiato, mentre gli altri due riuscirono ad evitare il colpo.
“Razza di bastardi!” sbottò il biondo, correndo all'inseguimento dei ninja che gli erano sfuggiti.
Fortunatamente Sasuke si accorse di ciò che stava accadendo e richiamò Boruto affinché tornasse al suo fianco.
“Non comportarti da ragazzino immaturo” lo rimproverò, non appena lo vide arrivare trafelato e col fiatone. “Non ha senso inseguire i propri assalitori in una situazione del genere, devi restarmi vicino e-”
Non terminò la frase poiché vide arrivare una lama fulminante proprio verso di lui. La fermò infondendo anch'egli il chakra del fulmine nella sua katana, provocando un boato pazzesco che sembrava voler annunciare l'arrivo di un temporale. Boruto si coprì le orecchie istintivamente e si allontanò di qualche passo quando vide molteplici scosse elettriche propagarsi attorno ai due ninja. Il chakra di Sasuke era più stabile e potente, ma il nemico sembrava avere una forza sovrumana e nessuna delle due lame pareva avere la meglio sull'altra.

Il biondo si aggrappò ad un ramo, osservando ciò che stava accadendo. Sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ma temeva per l'incolumità del suo maestro. Questa volta il fuoco non gli sarebbe stato d'aiuto, ma il vento poteva essere l'unico modo per riuscire a sventarla. Quando usava l'Uragano, l'unico a rimanere illeso era lui, visto che la tecnica consisteva nel propagare il chakra del vento lungo una circonferenza invisibile, per poi estenderlo a tutto ciò che si trovava nel raggio di dieci chilometri. Solitamente Sasuke trovava il modo per mettersi al riparo, ma in quel momento era troppo preso dalla battaglia per pensare a come fare.

“Boruto!” si sentì scuotere dai propri pensieri e tornò ad osservare il maestro, ancora incastrato in quello scontro di lame. Sapeva che, se avesse voluto, avrebbe potuto fare una strage con l'utilizzo del Rinnegan, ma l'Hokage era stato chiaro: fermare i ninja disertori, non ucciderli. A quello ci avrebbe pensato la Nuvola, qualora lo avesse ritenuto necessario.
“Che stai aspettando?!” riprese Sasuke, facendolo sobbalzare. “Usa quella dannata tecnica!!”
“Ma...Sensei! Rimarreste coinvolti anche voi se...”
“Usala, adesso!”
Non era più una richiesta, era un ordine. Aprì le braccia e richiamò quanto più chakra possibile, provocando un turbine di vento tutto attorno a lui. Gli alberi cominciarono a piegarsi, la terra alzò un polverone che diminuì la visibilità generale e i ninja che si trovavano nelle vicinanze furono costretti ad allontanarsi o ad aggrapparsi a qualcosa per non volare via.
Lanciò un'occhiata a Sasuke e lo vide scostarsi con uno scatto dal suo avversario: era il momento.
Amplificò l'uragano sollevando le mani al cielo, in modo che si alzasse da terra e lo ricoprisse completamente.
“AH!”
Aprì nuovamente le braccia e fece schizzar via il turbine di vento. Non riuscì a vedere niente, si piegò sulle ginocchia per attutire il contraccolpo e si riparò gli occhi con due mani per non rischiare di danneggiarli. Sentì una scheggia di legno lacerargli il braccio destro, ma non osò alzare la testa finché quel turbine d'aria non si fosse calmato.

“Bel lavoro”
Fu la voce di Sasuke a convincerlo che poteva alzarsi.
Nonostante i numerosi graffi che aveva su tutto il corpo,fu sollevato nel vedere che almeno il suo maestro ne era uscito incolume. Ora che poteva ragionarci con più calma, pensò che aveva sicuramente fatto uso del trasferimento spazio-temporale. Si era preoccupato senza motivo.
“Gli altri come stanno?” chiese, gemendo un poco per il dolore al braccio.
“Erano stati informati sulle caratteristiche della tua tecnica, perciò nessuno ha avuto problemi nel mettersi al riparo. Al contrario sembra che i traditori ne siano rimasti spiazzati e molti di loro sono a terra feriti o in stato di incoscienza.”
Mentre parlava non nascose l'estrema soddisfazione per quel risultato raggiunto da Boruto.
“A ore sei stanno ancora combattendo, ma non hanno più bisogno del nostro aiuto. Dobbiamo proseguire alla volta del Villaggio”
Boruto strappò coi denti il lembo della benda che aveva appena usato per fasciarsi il braccio e lo annodò con l'altro capo, impedendo così al sangue di fuoriuscire.
Stava per rispondergli che era pronto ad andare, quando percepì un chakra nemico alle sue spalle. Preso com'era a medicarsi la ferita non aveva fatto caso ad un traditore che aveva scampato l'attacco, svista che lo rilegò in netta posizione di svantaggio. Lo vide chiaramente balzare in aria per gettarsi su di lui, ma non avrebbe mai fatto in tempo a contrattaccare. Antepose le braccia al viso per evitare colpi fatali e in quell'esatto momento udì un tonfo sordo, percependo qualcosa di caldo bagnargli le vesti. Aprì gli occhi per vedere cos'era successo e la scena che gli si parò davanti lo lasciò senza respiro.
Il ninja nemico era a terra, trafitto sotto la spalla dalla katana di un membro della Squadra ANBU, mentre Sasuke era ancora dinanzi a lui con la Kusanagi alzata, senza aver potuto fare niente.
Boruto si posò istintivamente una mano sul cuore, cercando di frenarne il battito impazzito.
Si avvicinò per guardare la faccia del suo assalitore e la situazione non fece altro che peggiorare; si trattava di un ragazzo giovane dai capelli castani, forse ancora minorenne. Il respiro stentato comunicò loro che stava cercando di lottare per sopravvivere, ma il colpo al cuore gli aveva provocato un'emorragia copiosa e il colorito della sua pelle stava scomparendo lentamente.

Ma che diavolo ti viene in mente?!” sbottò Sasuke, rivolto al membro della Squadra che era intervenuto. “Mi sembrava di essere stato chiaro quando ho detto che dovevamo solo fermarli!”
Avrebbe voluto portar via Boruto, trascinarlo lontano da quello spettacolo terrificante, ma la rabbia  gli ribolliva in corpo come una pentola a pressione.
“Ricercato numero quindici nella lista nera del Villaggio della Nuvola” replicò meccanicamente l'altro.
Sasuke non riusciva a seguirlo.
“Criminale di livello S riconosciuto al livello Nazionale.” disse ancora, ma vedendo che l'Uchiha non accennava a volerlo lasciar andare, decise di parlare chiaro.
“Ho appena ucciso un ninja che ha cercato di far fuori il figlio dell'Hokage. Suddetto ninja fa parte della lista di criminali che la Nuvola-”
“Non me ne frega niente di questa stramaledetta lista nera! - sbottò Sasuke, con fare iracondo – Noi non abbiamo il permesso di uccidere nessuno, se non per legittima difesa. Il tuo intervento è stato totalmente fuori luogo, avrei potuto fermare quel ragazzino senza ucciderlo, non c'era bisogno che intervenissi!”
“Ho solo fatto un favore alla Nuvola”
Il ninja si sentì sollevare dalla collottola e per un secondo fu inghiottito dall'oscurità a causa del contatto visivo con lo Sharingan di Sasuke.

“Nessuno te l'ha chiesto, idiota che non sei altro. La prossima volta rimani al tuo posto” lo scaraventò a terra, ordinandogli di proseguire alla volta del Villaggio della Nuvola senza azzardarsi mai più a disobbedire.

Poi, finalmente, la sua attenzione tornò a Boruto. Lo vide chino accanto al ninja traditore, intento a scostargli i capelli da volto ormai cadaverico, mentre con l'altra mano cercava di fermare il sangue che continuava a fuoriuscire dalla ferita.
“Dobbiamo andare” disse Sasuke, in un sussurro.
I muscoli del corpo di Boruto tremavano in modo impercettibile. “No...noi...dobbiamo aiutarlo. E' solo...un ragazzo”
Sasuke lo afferrò per un braccio e cercò di tirarlo via. Stava per dirgli che aiutare un ninja traditore sarebbe stato contro la legge, ma infondo come avrebbe potuto fargli una tale ramanzina?  Infondo lui stesso, molti anni addietro, aveva tradito il suo Villaggio, eppure c'era stato qualcuno che non aveva mai rinunciato a cercare di riportarlo sulla retta via, qualcuno che era andato contro tutti e tutto, fregandosene delle regole dei ninja.
“Non lo conosci nemmeno – esordì, cercando di appigliarsi a quell'unica motivazione – e poi ha quasi cercato di ucciderti. Non possiamo fare niente Boruto, noi-”
Si bloccò notando due grandi lacrime impigliarsi nelle ciglia bionde del suo allievo.
“Non è colpa sua, glie l'avranno ordinato...non posso credere che...”
Sasuke stavolta lo strattonò più forte e lo costrinse a seguirlo nella corsa, senza essere in grado di aggiungere altro.

 

 

 




 

 

****

Buon pomeriggio a tutti voi, cari lettori.
Come avevo preannunciato, in questo capitolo entriamo nel vivo della battaglia; Boruto partecipa in prima persona per sbaragliare i nemici attraverso l'utilizzo della sua tecnica, anche se incompleta (quella completa infatti prevede sia l'arte del vento che quella del fuoco). Tutto sembra procedere bene, fino a quando un errore da parte di un membro della Squadra ANBU finirà per mettere in crisi il nostro Uzumaki. Nel capitolo successivo vorrei focalizzarmi maggiormente sulle emozioni di Boruto e, ovviamente su come Sasuke tenterà di gestire la situazione.

PS. Lo so che lo avete notato, lo so, è impossibile non vedere quel BANNER meraviglioso! Tutta opera della mia carissima Nede, che ringrazio di cuore per questo capolavoro. A dire la verità avrei voluto inserirlo più in là, una volta terminata la missione, ma ovviamente non ce l'ho fatta a resistere e così ve l'ho mostrato subito! :3 Anche perché, diciamocelo, è anche un modo per riprendermi dal primo capitolo ( e forse anche l'ultimo, se continua così XD) che ho letto del Naruto Gaiden. In merito a questo spendo solo due parole: qualunque cosa succeda io proseguirò per la mia strada, cercando di non farmi influenzare, anche perché la piega che stanno prendendo gli eventi non mi piace affatto. Detto questo chiudo qui la faccenda e la smetto di stressarvi!

Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, noi ci risentiamo sabato, se tutto va bene! ^^


Vavi

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Capitolo 37
*** Essere ninja ***


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Capitolo 37
Essere ninja


 



Solo quando le mura del Villaggio apparvero al di là di una fitta coltre di particelle di vapore, Sasuke si rese conto che non aveva mollato il braccio del suo allievo per tutto il tragitto. Boruto se n'era stato in silenzio con la testa bassa, lasciandosi trascinare quasi passivamente. Lo guardò con la coda dell'occhio e fece segno ai compagni di andare avanti, mentre lui si arrestò all'improvviso, afferrò il suo allievo per un polso e lo condusse a terra, facendolo adagiare accanto al tronco di un albero.
“Perché ci siamo fermati?” chiese il biondo stancamente, sollevando lo sguardo verso Sasuke.
L'altro rispose senza troppa enfasi. “Abbiamo ricevuto un avviso che la rivolta intestina è stata quasi completamente repressa. La maggior parte del lavoro andava fatto fuori dalle mura, non abbiamo fretta”
Boruto sospirò e si lasciò cadere a terra, poggiando i gomiti sulle ginocchia. Sasuke lo vide mentre si passava una mano tra i capelli e preferì rimanere in silenzio fino a quando lui si fosse deciso a parlarne spontaneamente.
“C'è una sorgente a ore due, saranno cento metri” disse solo, accorgendosi che il ragazzo continuava a fissare le proprie mani ancora sporche di sangue.
“Ti aspetterò qui.”
Boruto alzò lo sguardo, annuì lievemente e si incamminò nella direzione indicatagli da Sasuke.


Strofinò le mani una con l'altra per poi sciacquare anche il viso in quel getto refrigerante. Si tolse la felpa nera, macchiata, e si fermò un attimo sulla riva del torrente ad osservare il lento scorrere dell'acqua che si infrangeva sulla superficie rocciosa. Sospirò udendo il cinguettio di qualche uccello, imponendo al suo cuore di rallentare il battito.
Si sentiva in colpa per ciò che era successo. Se fosse stato più attento magari si sarebbe accorto di quel ninja traditore ed avrebbe potuto occuparsene lui stesso, senza coinvolgere Sasuke o la squadra ANBU. Si diede dello stupido per essersi mostrato così vulnerabile, così dannatamente debole davanti al maestro, incapace di fare qualunque cosa dinanzi quel corpo senza vita. Eppure, ripensandoci, non riusciva ad odiarsi per aver reagito in quel modo, non riusciva ad avercela davvero con se stesso, perché infondo sapeva che lui era fatto così e non sarebbe mai potuto cambiare per diventare qualcun altro. L'esperienza fortifica, aveva udito da qualche parte, eppure in quel momento faceva fatica a credere che un giorno sarebbe riuscito ad accettare una situazione del genere. Scosse la testa, premendosi le tempie.

Dannazione, sono o non sono un ninja? Devo reagire, non posso mollare proprio adesso.


Scorse la sagoma di Boruto avvicinarsi a passo lento, un raggio di sole gli illuminava lo sguardo, forse più rilassato rispetto a prima. Gli occhi ancora arrossati lo guardavano per chiedergli comprensione e perdono. Prima che potesse aprir bocca però, fu Sasuke a parlare.
“Mi dispiace” gli disse in un sussurro, senza abbassare lo sguardo.
Boruto inarcò le sopracciglia. “Ti...ti dispiace? Ma, Sensei non è stata colpa tua, sono io che-”
“I membri della Squadra Speciale erano sotto la mia responsabilità” replicò l'altro, sicuro.
“Sì ma-”
“Non doveva succedere”
Boruto scosse la testa, facendo un passo verso di lui.
“Sono stato un imbecille Sensei, non ho prestato attenzione a chi mi stava attorno e poi non avrei mai dovuto reagire così...-  si guardò i sandali usurati e sospirò – non è degno di un ninja”
Questa volta lo sguardo di Sasuke si assottigliò, facendosi più duro.
“Stammi a sentire, Boruto – esordì, guadagnando la piena attenzione del biondo – non ho la presunzione per stabilire cosa sia veramente degno di un ninja e cosa no. Nessuno dovrebbe averla. Ciò che è successo oggi non è l'eccezione e tu lo sai.”
Boruto annuì.
“Essere ninja implica saper affrontare qualsiasi situazione e saper reagire per andare avanti.”
L'altro sospirò, lui di certo non ne era stato capace in quell'occasione. Nell'attimo successivo si sentì afferrare per una spalla da Sasuke e se lo ritrovò chino a guardarlo negli occhi, uno sguardo che molti temevano, uno sguardo che invece lui considerava come un'ancora di salvezza.
“Ma essere ninja significa anche non arrendersi, Boruto. Sbagliare, continuare a provare...sbagliare di nuovo finché non ci si riesce.”
Aveva lottato, aveva viaggiato, ucciso e sofferto, prima di arrivare ad una tale conclusione. Aveva accettato i suoi sbagli, le sue colpe, cercando di reagire per continuare ad andare avanti.
“Ognuno è quello che è, Boruto – aggiunse poi, tornando dritto – devi imparare ad apprezzare te stesso, senza cercare di cambiare per compiacere gli altri o per essere migliore. Diventa consapevole di quali sono le tue abilità, ma sopratutto, riconosci i tuoi limiti, accettali e impara a superarli. Solo così potrai diventare un grande ninja”
Il biondo si affrettò a strofinare un braccio sulle palpebre, sperando che Sasuke non si fosse accorto della sua ennesima debolezza.
“Grazie, Sensei” gli rispose più sereno, con quel solito sorriso che emanava buonumore.
Sasuke si limitò a sospirare, per poi fargli segno di seguirlo.
“Tale padre, tale figlio. Anche lui stava sempre lì a piagnucolare...”
“Ma... EHI!” Boruto chiuse i pugni, offeso, e tentò di acchiapparlo per il mantello prima che saltasse su un arbusto.
Lo raggiunse con un balzo e fece per urlargli contro, ma ancora una volta venne fermato dalla solita affettuosa scompigliata di capelli, al quale seguì il solito sorriso sghembo di Sasuke che lo fece sbuffare come un bambino, per poi indurlo a ricambiare subito dopo.













****

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Buongiorno carissimi e buon sabato!
A seguito di questi ultimi capitoli, sotto consiglio di Nede, ho preferito cambiare il raiting da verde a giallo. Tuttavia con il successivo si conclude questa parentesi un po' “angst” che mi sono permessa di fare e che spero non vi abbia turbati! (sono una grande amante di questo genere). Qui abbiamo un Boruto ancora scosso ma che, grazie alle parole di Sasuke, riesce a proseguire con uno spirito diverso. I confronti tra i due non sono ancora finiti, penso ci sarà un altro capitolo della serie “chiacchierate notturne” prima del termine della missione. Volevo spendere due parole per ringraziare di cuore ognuno di voi; coloro che mi seguono in silenzio, quelli che hanno inserito la storia tra le varie categorie e infine chi dedica un po' del suo tempo a lasciare una recensione, sappiate che per me è una gioia immensa. Questa Raccolta nasce e si sviluppa giorno dopo giorno anche e soprattutto grazie al supporto che mi date, alla carica che mi infondete con le vostre parole, consigli, critiche e complimenti. Perciò non smetterò mai di ringraziarvi! ^^

Ps. Ho trovato un aspetto positivo del Naruto Gaiden: ora avrò molte più immagini anche “ufficiali” di Boruto e Sasuke assieme. Belli loro! :3

A presto,


Vavi

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Capitolo 38
*** Conversazioni notturne - Il Ritorno ***


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Capitolo 38
Conversazioni notturne – Il Ritorno



 


Quando giunsero all'entrata del Villaggio, trovarono l'intera Squadra ANBU a discutere con il Raikage gli ultimi dettagli dello scontro ingaggiato fuori dalle mura. Le acque sembravano essersi calmate e così, dopo essersi rifocillati a dovere su esplicito invito di Darui, sarebbero potuti ripartire alla volta della Foglia. Sasuke si limitò a mostrare qualche cenno del capo in segno di rispetto ed a riportare il minimo indispensabile per quanto riguardava la missione; dopo l'incidente avuto con Killer Bee, lui e il nuovo Raikage non si erano mai guardati di buon occhio. A dire la verità l'Uchiha sapeva bene di non andare molto a genio alla Nuvola, nemmeno in periodo di pace, per questo rifiutò gentilmente la proposta di Darui, invitando però gli altri membri della Squadra, qualora avessero voluto, a beneficiare delle prelibatezze offerte dal Raikage.
Boruto, dal canto suo, non se lo fece ripetere due volte ed ingurgitò quanto più cibo riuscì senza fare troppe preferenze tra le varie pietanze. Il maestro rimase a guardarlo in disparte con un'espressione alquanto schifata dipinta in volto, ma evitò di commentare perché infondo sapeva che dopo un consistente uso di chakra il suo allievo necessitava di recuperare le forze.
Lui non toccò neanche l'ombra di quel cibo fritto e bisunto, preferendo fermarsi ad un chiosco di onigiri proprio vicino ai cancelli del Villaggio, comprandone una porzione da portare con sé durante il viaggio.
“Ehi Sensei, ma che sei a dieta?” domandò Boruto mentre si incamminavano sulla via del ritorno, massaggiandosi lo stomaco ormai sul punto di esplodere.
Sasuke sistemò la busta nella tracolla. “Io preferisco mangiare sano”


Fece buio tardi e l'Uchiha, in un primo momento, pensò che fosse opportuno proseguire anche durante la notte, in modo da accorciare i tempi del ritorno. Poi però guardo Boruto e non tardò molto ad accorgersi che quella mangiata non era stata affatto sufficiente per farlo riprendere dallo scontro, così accordò il permesso di fermarsi a dormire in una radura, per poi riprendere il cammino la mattina presto.

Nonostante avesse usato una ridotta quantità di chakra, anche lui si sentiva stanco e spossato, senza che riuscisse a comprendere quale fosse la causa. Forse era stata la faccenda del ninja traditore, o forse era semplicemente preoccupato per Boruto, in ogni caso decise di chiudere gli occhi e provare a dormire, magari l'indomani avrebbe affrontato la giornata con uno spirito diverso.
Ma neanche a farlo apposta..

“Sensei!”

Di nuovo quel sibilo fastidioso nelle orecchie.

“Dormi?”

Sasuke si lasciò scappare un sospiro di rassegnazione. “Sì”

Boruto sbuffò e smise di guardare il cielo sopra di sé per scrutarlo.
“Allora stai parlando nel sonno...sei sonnambulo?”

L'altro replicò senza aprire gli occhi “Può darsi”

Il biondo sbuffò di nuovo, per poi frugare nella sua sacca delle armi, afferrare uno shuriken e lanciarlo dritto verso il volto di Sasuke. L'altro alzò la mano e lo fermò facendolo roteare attorno al dito, senza neanche degnarsi di aprire gli occhi.

“Però anche mentre dormi hai degli ottimi riflessi, Sensei”

Questa volta Sasuke lo guardò torvo. “Finiscila”

Boruto sghignazzò appena, per poi tornare a stendersi a pancia all'aria.

“Volevo solo dirti che ho pensato alla faccenda degli ANBU” riprese dopo un minuto silenzio.

Sasuke non replicò, ma Boruto sapeva di aver finalmente attirato la sua attenzione.

“E' un tipo di vita che mi incuriosisce...avere sempre l'adrenalina a mille, sprezzanti del pericolo...qualcosa che si discosta da ciò che farebbe un semplice ninja in tempo di pace.”

L'altro sospirò, infondo aveva immaginato fosse quello il motivo, visto che il suo allievo doveva sempre distinguersi dalla massa, essere diverso, fare la differenza.

“Però mi rendo conto che entrare nella Squadra significa tanto altro, porta a compromessi che non so se sono disposto ad accettare.”

Si sollevò sui gomiti e si rivolse a Sasuke. “Io non voglio cambiare, Sensei. Se fossi stato qualcun altro, se avessi avuto un altro carattere, allora forse avrei provato, ma per come sono ora, io...lo so, sono discorsi senza senso – l'Uchiha continuò a guardarlo, pensando che invece non erano affatto privi di senso – ma credo di non poterlo fare. Non sono disposto a rinunciare a me stesso per questa cosa. Sembra egoista infondo...lo so che loro rischiano la vita, che lo fanno per il Villaggio e tutto il resto ma-”
Si bloccò pensando di aver parlato troppo. Sospirò e si mise a sedere, passandosi una mano tra i capelli biondi.

“Tu che dici Sensei? Sto svalvolando?”

Sasuke colse nella sua espressione imbarazzata una nota di disagio per aver esternato direttamente così tante emozioni, per aver parlato di scelte sul suo futuro del quale poi si era pentito subito dopo, per essersi mostrato debole e indeciso, insomma, per tutto quello che gli aveva fatto passare durante la missione.

“Tu devi fare ciò che ritieni giusto” esordì Sasuke, con tono solenne. “Però..quello di poco prima è stato uno dei discorsi più sensati che tu abbia mai fatto”

Boruto smise di fissarsi le punte dei piedi e si lasciò sfuggire un sorriso che sapeva di sincera gratitudine. Fece per sdraiarsi di nuovo e Sasuke trattenne un sospiro di sollievo, archiviando definitivamente, almeno nella sua testa, l'insidiosa questione degli ANBU.
Chiuse gli occhi, sperando fosse la volta buona, ma ovviamente si sbagliava e dopo appena dieci minuti quella voce sommessa arrivò di nuovo.

“Ehi, Sensei...?”

Stavolta lo sguardo di Sasuke era decisamente meno comprensivo.

“Dannazione Boruto, che problema hai? Ti manca Il bacio della buonanotte?” sbottò, sperando che bastasse per metterlo a tacere.

Cosa?! NO! Io-”

“E allora sta zitto e lasciami dormire.”

“Stavo solo pensando – continuò l'altro, ignorando le strane supposizioni del maestro – che Sarada-chan non mi avrebbe mai permesso di entrare negli ANBU. L'ultima volta che gliel'ho accennato mi ha quasi spaccato il setto nasale” ridacchiò nervosamente, accarezzandosi la nuca.

Sasuke alzò gli occhi al cielo e lasciò andare la testa all'indietro, sul tronco di un albero.

E così il suo allievo temeva più la piccola Sarada che il grande Sasuke Uchiha.

Abbandonò le palpebre e sospirò. Avrebbe dovuto riappropriarsi della sua autorità. E anche in fretta.












****

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Buonsalve cari lettori!
Oggi capitolo anticipato al martedì, poichè domani non mi è possibile pubblicare.
Altra "chiacchierata notturna", durante la quale Boruto sembra finalmente aver preso una decisione per quanto riguarda gli ANBU e Sasuke, ovviamente, non può far altro che esserne felice, anche se l'aveva comunque già inutito dall'atteggiamento del suo allievo. Qui abbiamo un Sasuke piuttosto irascibile direi, incline a fare battute di dubbia comicità e preoccupato per la perdita di autorità che gli sembra di aver subito. E beh, infondo lo sappiamo tutti, il nostro Uchiha è famoso per i settordicimila problemi che si pone ogni volta per qualsiasi cosa. Relax, Sasuke-sensei! XD
Ecco, dopo questa mi dileguo. Un buon proseguimento di settimana a tutti!


A presto! ^^




Vavi

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Capitolo 39
*** Bentornato! ***


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Capitolo 39
Bentornato!






Rimase con le spalle al muro e lo sguardo basso, mentre aspettava fuori dalla stanza che suo padre finisse di parlare con un Jounin della Sabbia. Sasuke, in piedi davanti a lui, lo scrutava ormai da un po' di tempo e, quando lo vide tormentarsi i capelli per l'ennesima volta, decise di intervenire.
“Ma si può sapere che hai?”
Boruto alzò le spalle. A volte preferiva il Sasuke schivo e riservato che fingeva di non vederlo.
“Sbrigati a parlare” lo rimbeccò ancora il maestro, con tono severo.
Il biondo sospirò e finalmente lo guardò negli occhi. “Non dirai a mio padre di quello che è successo con il ninja ricercato, vero? Non occorre specificare che mi ha attaccato, basterà riferire che è stato colpito per sbaglio...”
“Spero tu stia scherzando”
Non era neanche una domanda retorica, ma un'affermazione che non ammetteva alcun tipo di replica. “I rapporti sulle missioni richiedono un resoconto dettagliato e preciso di ciò che è accaduto. Omettere qualcosa o peggio, mentire, è considerato come un grave crimine nei confronti dell'Hokage. Ma cosa ti hanno insegnato all'Accademia?”
Boruto sbuffò, incrociando le braccia.
“E comunque io non aprirò bocca – continuò Sasuke – sarai tu a fare rapporto”
“Cosa?! Io?” sbottò l'altro, staccando le spalle dal muro. “Ma sei impazzito Sensei?! E cosa vuoi che gli dica?! Senti papà, per colpa della mia stupidità ho lasciato ammazzare un ninja minorenne e non sono stato in grado di fare nulla per le successive dodici ore?! Che sono un buono a nulla e che dovrebbe assegnarmi di nuovo alle missioni di babysitteraggio?!
Questa volta aveva urlato, le orecchie tinte di rosso e i pugni chiusi a trattenere la rabbia.
Sasuke fece per ribattere, quando la sua attenzione si spostò alle spalle dell'allievo, dove una sagoma aveva appena fatto la sua comparsa. Boruto si voltò e per poco non gli venne un colpo.

“Papà!! - sbottò, col fiato corto – non eri con quel..quel...da quanto tempo sei dietro di me?!”
Naruto gli mise una mano sulla spalla come a volerlo tranquillizzare.
“Da quanto basta per capire che hai molto da raccontarmi”
Boruto deglutì, cercando nel sorriso rassicurante di suo padre la forza per continuare a parlare. Entrò in stanza seguito da Sasuke ed osservò suo padre sedersi sopra la scrivania in legno, poggiando i gomiti sulle ginocchia. Comprese che stava cercando di metterlo a proprio agio, ma prima che potesse iniziare il rapporto, lui lo vinse sul tempo.

Come state?”

Boruto spalancò la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo. Non si aspettava una richiesta così informale, sebbene quell'uomo lì davanti fosse prima di tutto suo padre, e poi il Settimo Hokage.
Sasuke, invece, alzò gli occhi al cielo. “Stiamo bene, possiamo procedere?”
L'altro gli lanciò un'occhiataccia. “Vorrei sentirlo anche da mio figlio” replicò e questa volta il suo tono si era fatto più duro.
“E' tutto apposto papà” si sbrigò a rispondere Boruto, chiudendosi nelle spalle. “Davvero”
Lo sguardo di Naruto si fece più rilassato e di riflesso lasciò andare le braccia all'indietro, poggiando il peso sui palmi delle mani.
“Puoi procedere allora” disse poi, scendendo dalla scrivania per andarsi a sedere sulla poltrona rossa.
Il ragazzino si schiarì la voce ed annuì.
“I ninja traditori che si trovavano fuori dalle mura sono stati fermati. C'è stata una sola uccisione da parte di un membro della Squadra Speciale...” deglutì di nuovo, sapeva che a quel punto si sarebbe bloccato. “Riguarda un ninja ricercato di livello S che ha attentato alla mia vita.”
Naruto non smise di guardare suo figlio, con la fronte corrucciata e le dita intrecciate. Si passò una mano sulla fronte per poi spostare le iridi azzurre su Sasuke.
“Nonostante sia infinitamente grato a questo ninja per averti salvato, Boruto, io sono obbligato a chiederlo: esisteva una concreta possibilità di evitare questa uccisione?”
Il moro non se lo fece ripetere due volte.
“Se me ne fossi occupato io a quest'ora quel criminale sarebbe ancora vivo ed anche tuo figlio. Spettava alla Nuvola il compito di occuparsene, non ai ninja della Foglia.”
Naruto non poté far altro che concordare con l'amico. Infondo lui stesso aveva rimuginato tante volte sulla possibilità di sciogliere la Squadra Speciale, ma poi i disagi che ne sarebbero seguiti avrebbero superato di gran lunga i benefici, e questo non avrebbe di certo giovato agli abitanti del Villaggio.
“Allora sarò costretto a convocare quel ninja” mormorò alzandosi di nuovo.
“Ma, papà! - esclamò Boruto, facendo un passo verso di lui – non puoi punirlo per avermi salvato la vita! La colpa è solo mia, se fossi stato più attento avrei potuto fermare quel criminale da solo, io-”
“Su questo non c'è dubbio, Boruto” lo bloccò il biondo, piazzandosi davanti a lui. “Vorrà dire che varrà come lezione per la prossima volta che affronterai una missione del genere.” gli scompigliò i capelli per cercare di stemperare la tensione.
“E comunque ho detto solo di volerlo convocare. Ci faremo una chiacchierata e poi deciderò il da farsi” concluse, guardando anche Sasuke. “Per me potete andare”
Entrambi chinarono il capo e si avviarono verso l'uscita.
“Ah, Boruto-chan. Sarà meglio che tu vada a salutare tua madre e tua sorella - disse Naruto, quando li vide varcare la soglia della porta - Hima-chan non ha fatto altro che chiedere di te dalla mattina alla sera” aggiunse, sorridendogli.
Il cuore del giovane Uzumaki fece un balzo e finalmente sentì il suo stomaco snodarsi, come se in quel momento avesse potuto iniziare a respirare davvero.
“Certo” rispose con il pollice alzato in aria, mentre ricominciava a sentirsi di nuovo a casa.

 

 

 

 

 

 





****

Buonsalve carissimi e buon sabato a tutti!
Con questo capitolo si chiude la piccola parentesi “angst” alla quale vi ho sottoposti ultimamente, dato che i successivi saranno decisamente più leggeri – nel prossimo avremmo anche uno special guest: Sarada Uchiha! Spero tanto vi faccia piacere! :)

Grazie a tutti e voi e alla prossima settimana!

 

Besitos!^^

 

 

Vavi

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Capitolo 40
*** Popeye no eigo ***


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Capitolo 40
Popeye no eigo






Sarada finì compostamente di mangiare la porzione di riso che aveva tra le mani, sorridendo timidamente a suo padre, il quale se ne stava in piedi a guardarli, con la schiena poggiata al tronco di un albero. Era stata un'idea di Boruto quella di invitare anche lei, sua storica compagna di Team, per festeggiare il ritorno dalla missione.
E poi non capitava mica tutti i giorni di poter pranzare con i soldi del Sensei!

“Ah, che mangiata!” esclamò il biondo, gettando la vaschetta di plastica all'aria, per poi piombare a terra con il capo poggiato sugli avambracci. A dire la verità si era già rimpinzato abbastanza la sera prima, quando Hinata aveva preparato una ricca cenetta al fine di accogliere come meglio poteva il successo del primogenito.
“E adesso che si fa, Sensei?” domandò Boruto, tenendosi lo stomaco con una mano.
Era passato appena un giorno dal rientro al Villaggio e già smaniava per tornare in pista.
Sarada sistemò la montatura degli occhiali e si portò le ginocchia al petto.
“Potresti sempre preparare l'esame per diventare Chuunin, Boruto. Ormai sei l'ultimo del nostro anno che-”
“Aaaahhh non me ne importa niente di quello stupido esame! - sbottò l'altro, sbattendo i piedi – mio padre è ancora un Genin ed anche il tuo.” replicò, a sua discolpa, guardando Sasuke di sottecchi.
Sarada sospirò. “Tuo padre è il Settimo Hokage, testone. E comunque questa non è una giustificazione. La verità è che sei uno scansafatiche”
“Io?! Scansafatiche?! - esclamò l'altro, rizzandosi a sedere – ma se ho appena affrontato una missione di altissimo livello, mentre tu te ne stavi beata in panciolle!”
Sarada strinse i pugni. “Io mi stavo allenando, razza di idiota!”
“Se come no”

“Avete finito?”

La voce di Sasuke arrivò chiara alle orecchie di entrambi e fece cadere all'istante il più assoluto silenzio. Sarada abbassò gli occhi, vergognandosi di aver cominciato di nuovo a litigare come quando erano bambini, mentre Boruto si limitò a voltare il capo dall'altro lato, incrociando le braccia.
“Darò io qualcosa da fare ad entrambi” esordì, facendo cadere la discussione di poco prima. “Sarete una settimana sotto la guida di Rock Lee, che vi aiuterà a rinforzare i muscoli e le articolazioni”
Sarada lo guardò sconvolta, mentre Boruto scattò in piedi, incredulo. “Ma che vai dicendo, Sensei?! Pensavo stessi scherzando l'altra volta...davvero vuoi affibbiarci a Lee-san?”
“Ma io che c'entro?” chiese flebilmente la ragazzina, sconsolata, mentre Boruto si tirava su una manica per mettere in mostra i bicipiti – a detta sua – già ben sviluppati.
“Ti propongo un compromesso, Sensei!“ aggiunse, avvicinandosi al tronco di un albero piuttosto ampio, mozzato in due qualche mese prima dalla tecnica dell'Uragano Infuocato. “Se io e Sarada-chan riusciremo a batterti in una sfida a braccio di ferro, allora non faremo quello stupido allenamento. Se invece sarai tu a vincere ci andremo senza discutere. Che te ne pare?” domandò, piantando il gomito sul tronco in attesa che il maestro accettasse.
“Ma Boruto – sussurrò la ragazza, avvicinandosi – due contro uno è ingiusto”
Il biondo scoppiò a ridere. “Non dire sciocchezze, noi abbiamo ancora molto da imparare e da soli non possiamo competere contro di lui.”
Il moro ci pensò su, dapprima restio a favoreggiare l'atteggiamento oppositivo del suo allievo. Poi però gli venne in mente che una bella sconfitta non gli avrebbe poi fatto così male, anzi, gli sarebbe valsa da lezione per eventuali occasioni future.
“D'accordo –accordò alla fine – ma sbrighiamoci” sapeva perfettamente  quale sarebbe stato l'esito di quella stupida sfida, perciò desiderava soltanto zittire il suo allievo per poi spedirlo ad allenarsi.
Piantò il gomito sul tronco, afferrando saldamente la mano del biondo, ancora troppo minuta per poter ricambiare quella stretta. Sarada guardò i due, incerta sul da farsi.

Ma insomma, avrebbe dovuto davvero partecipare a quella ridicola gara di braccio di ferro? Abbassarsi a tanto solo per dover saltare un allenamento? Sicuramente non gioiva all'idea di dover camminare sulle mani per tutta Konoha, anzi l'idea le faceva ribrezzo, ma di certo non trovava quella sfida tanto più sensata.

“Ma che stai aspettando?” esclamò Boruto, che intanto aveva già iniziato a spingere dal lato opposto per cercare di atterrare il braccio del maestro che invece, nonostante l'enorme sforzo dell'allievo, rimaneva dritto e immobile nella sua posizione.
Il biondo fece arretrare una gamba per guadagnare più forza, ma non ottenne nessun risultato. Si asciugò il sudore con la mano libera e strinse i denti.
“Sarada-chan! Aiutami!”
La ragazzina spostò lo sguardo da Boruto al padre una decina di volte, fino a quando decise che valeva la pena tentare. Concentrò una modesta quantità di chakra nella mano destra e si fiondò ad aiutare il compagno, dandogli man forte. Con la spinta di entrambi la mano di Sasuke scese di qualche centimetro ed il legno sotto i loro gomiti iniziò a scricchiolare.
Boruto si lasciò scappare un urlo di gioia. “Dai Sarada-chan! Manca poco!” berciò, più euforico che mai.
Lei lo imbruttì per avergli stordito un orecchio, ma continuò a fare pressione, guadagnandosi uno sguardo di approvazione dal padre.
“Niente male” riconobbe Sasuke, accennando ad un sorriso. “Ma ci vorrà ben altro per battermi” detto ciò i due ragazzini sentirono le loro mani tornare dritte al punto di partenza.
“Cosa?!” sbottò Boruto, a corto di fiato.
Ormai avevano raggiunto il limite massimo della sopportazione e, proprio quando stavano per rinunciare, sentirono una terza mano avvolgere le loro, una presa salda e sicura che portò il braccio di Sasuke a piegarsi completamente fino a toccare la superficie opposta del tronco. Aveva perso.

“Vittoria!!” urlò una voce dietro di loro, alzando le mani al cielo.
Sasuke guardò l'ospite indesiderato con non poco astio.
“NARUTO! Che diamine ci fai qui?! Nessuno ti ha chiamato!”
Ma nel frattempo il biondo aveva già battuto il cinque con suo figlio e con Sarada la quale, un po' intimidita, evitò di guardare suo padre negli occhi dopo quella sconfitta così poco leale.
“Non so cosa avevate messo in gioco, ma hanno vinto i marmocchi!” sentenziò Naruto, scompigliando i capelli del figlio, che in quel momento aveva occhi solo per lui.
“Non credo proprio” replicò Sasuke, stroncando tutto l'entusiasmo del suo allievo. “Andranno a fare l'allenamento che gli ho ordinato senza fiatare.”
Boruto lasciò andare la braccia sui fianchi, arreso. “Però non è giusto”
Sarada lo acchiappò per il colletto della felpa e lo costrinse a seguirla.
“Andiamo razza di scansafatiche, sarà meglio prepararsi a dovere. E comunque è tutta colpa tua, come sempre.” non mancò di fargli notare, mentre entrambi si allontanavano per tornare al Villaggio.
 

I due ninja, rimasti soli, si scambiarono qualche occhiata enigmatica, fino a quando l'aria divertita di Naruto convinse anche il moro a non prenderla troppo sul serio.
“Rivincita?” chiese Naruto, dopo un po'.
E Sasuke, finalmente, gli sorrise. “Puoi giurarci”














****
Image and video hosting by TinyPic Buonsalve a tutti!
Dunque, come penso avrete intuito, il titolo è una traduzione giapponese (spero esatta, l'ho ricercata sul web) del nostro "Braccio di Ferro", sfida con la quale Boruto pensa ingenuamente di poter battere il maestro. E invece, nonostante l'intervento del Settimo, gli toccherà comunque una bella settimana di fatiche con Lee-sensei!
Non mi dilungo più di tanto perchè sto poco bene e per lo stesso motivo non so dirvi quando riuscirò a postare il prossimo capitolo, considerando che ho anche un esame alle porte. Spero intanto che questo vi sia piaciuto! ^^

Grazie di cuore a tutti coloro che continuano a seguirmi ed anche ai nuovi arrivati! :)


Un saluto,



Vavi

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Capitolo 41
*** Sakè [Special] ***


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Capitolo 41
Sakè [Special]
 



 



Non poteva crederci.
Quei cinque minuti di anticipo che aveva guadagnato ingurgitando la colazione in un lampo gli avevano permesso di assistere ad una scena del tutto insolita.
Se ne stava appostato accanto alla finestra di casa Uchiha, attendendo che Sarada lo raggiungesse per recarsi assieme a lei al campo d'allenamento prediletto da Rock Lee, quando il suo sguardo si posò su una sagoma imponente seduta sui tatami del soggiorno. I capelli neri, la casacca scura e quella mano grande tesa a sorreggere una pergamena con chissà quale diavolerie scritte sopra, gli suggerirono immediatamente che doveva trattarsi del suo maestro. Le sopracciglia erano leggermente inarcate e lo sguardo concentrato ad interpretare quelle scritte; tutto nella norma se non fosse stato per una sottile coda pelosa dai toni arancioni che di tanto in tanto gli accarezzava il volto oscurandogli la visuale. Solo allora lui interrompeva la lettura per sfiorare il dorso dell'animale e grattargli dietro le orecchie, afferrandolo subito dopo sotto la pancia per farlo accoccolare accanto a lui. A quel punto il gatto si prendeva ancora un'ultima libertà, preferendo al freddo pavimento le gambe di Sasuke, sulle quali si acciambellava con delle sonore fusa.

“Sakè! - si lasciò scappare Boruto, che ormai osservava il tutto a pochi centimetri dal vetro – e meno male che non lo voleva prendere!" sghignazzò, coprendosi la bocca con una mano. Poi sentì un miagolio sinistro e vide il micio scattare in direzione della finestra, al ché si abbassò più in fretta che poteva, sperando che il maestro non si fosse accorto di lui.

Quando si sentì tirare per un orecchio le sue speranze divennero vane.

“Cosa stavi facendo sotto la mia finestra eh, moccioso?” chiese il moro voltandolo dalla sua parte, mentre Sakè era saltato giù per strusciarsi ai piedi del ragazzino.
“Oh Sensei! Ecco io stavo solo...aspettando-”
“Boruto!”
Entrambi videro Sarada uscire dalla porta principale e lanciare loro un'occhiata tra il perplesso e l'esasperato.
“Che succede adesso?” borbottò, avvicinandosi di mala voglia. “Muoviti Boruto, o faremo tardi”
Il biondo cercò di divincolarsi dalla presa del maestro, massaggiandosi la cartilagine dolorante. Lanciò un'occhiataccia a Sasuke, mentre riservò una carezza affettuosa a quel gattino che aveva trovato due anni addietro.
“Sakura-san aveva ragione” proclamò con aria di superiorità, per poi invitare Sarada a seguirlo, lasciando volutamente il maestro a domandarsi che cosa diavolo stessero complottando tutti alle sue spalle.











****
Buongiorno carissimi!
Questo week-end vi lascio con una breve flash della sere "Special", per la quale devo ringraziare Greywolf e una sua vecchia recensione che mi ha ispirato a scriverla! :3
Qui rivediamo il micino Sakè, che Boruto aveva deliberatamente "affibiato" al suo Sensei senza troppi problemi - a quanto pare con risultati inaspettati, visto che l'Uchiha sembra apprezzare parecchio la sua compagnia! ^^
Il prossimo mercoledì temo di non riuscire a pubblicare per via di un esame, comunque cerchercò di farmi viva al più presto!

Grazie di cuore a tutti a voi! ^^

Vavi

 

 

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Capitolo 42
*** Un allenamento fuori dal comune ***


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Capitolo 42
Un allenamento fuori dal comune

 

 



 

“Ricordami di uccidere tuo padre quando finiamo l'allenamento”
Boruto fece flettere le braccia per la duecentesima volta, finché non crollò con tutto il peso a terra, stremato. Sarada, vicino a lui, cercò di proseguire la serie di flessioni, ignorando i dolori lancinanti ai muscoli ed il sudore che le appiccicava i capelli al volto.
“Ehi, voi due!” si sentirono appellare da Rock Lee, mentre li raggiungeva con un balzo.
“Non ditemi che siete sta già stanchi?! - esclamò, con le mani sui fianchi – Andiamo ragazzi, non vorrete mica essere surclassati dagli allievi più piccoli?”
Entrambi voltarono il capo alla loro sinistra e appurarono che gli altri ragazzini avevano già iniziato a camminare sulle mani, facendo il giro attorno a un tronco di quercia.
Sarada si mise a sedere, ormai anche lei era esausta. Si passò una mano sulla fronte e sospirò.
“Voi non siete umani” ammise, guardando Lee da sopra la montatura degli occhiali.
Il moro scoppiò in una sonora risata, scompigliandole i capelli.
“E' tutta questione di abitudine mia cara. Però sono sicuro che se aveste indossato la mia calzamaglia verde tutto vi sarebbe risultato più semplice!”
Boruto fece una smorfia di disgusto e scosse la testa per cacciar via l'immagine di lui e la sua compagna di Team vestiti come due ranocchie ambulanti, dopodiché si alzò in piedi, invitando anche Sarada a fare lo stesso.
“Io un giorno diventerò più forte di mio padre – esordì, guardando il maestro con determinazione – figuriamoci se mi lascio intimidire da un allenamento come questo!” stavolta il suo tono era diventato più strafottente e Rock Lee si lasciò sfuggire un sorriso di soddisfazione.
“So bene chi è il tuo maestro, Boruto-chan – rispose serio – e sono sicuro che entrambi diventerete due grandi ninja" aggiunse, guardando anche Sarada. "Ma ora siete sotto le mie direttive, quindi desidero vedere con i miei occhi di che pasta siete fatti!”
Sarada squadrò la sagoma snella e atletica di Lee, mentre attendeva un po' timorosa il prossimo esercizio che aveva in serbo per loro.
“Dunque – esordì, strofinandosi le mani – ciò che sto per proporvi prevede una gran forza nelle gambe e nelle braccia, nonché una certa dose di complicità con il vostro compagno.”
“Dose di complicità?” ripeté il biondo, incredulo.
Lee annuì. “Boruto, tu dovrai portare Sarada sulle spalle per tutto il perimetro del Villaggio fino a ritornare qui. Ovviamente dovrai farlo di corsa, perché io terrò il tempo con il cronometro. Se ci impiegherai troppo, come penitenza, sarà Sarada a doverti portare a cavalcioni.”
“Che cosa?!?” urlarono entrambi, sull'orlo di una crisi di nervi.
Sarada sistemò la montatura degli occhiali in modo nervoso. “Io...dovrei portare Boruto?”
Rock Lee annuì giulivo. “Ma solo se lui non riuscirà a superare la prima prova.”
Il biondo si mise le mani tra i capelli, rabbrividendo all'idea.
“E' già abbastanza imbarazzante la prima richiesta ma...farsi vedere da tutti sulle spalle di una ragazza?! MAI!” espresse i pensieri ad alta voce e, senza perdere tempo, caricò Sarada sulla schiena.
Lei lo rimproverò per la poca finezza con cui l'aveva afferrata e poi, dopo un primo attimo di esitazione, gli avvolse le braccia attorno al collo.
“Vedi di fare in fretta” gli sussurrò in un orecchio, mentre il biondo aveva già tirato un piede all'indietro per prendere la rincorsa.
Al “VIA!” di Rock Lee, l'Uzumaki scattò come un fulmine e nel giro di qualche secondo era già arrivato alle porte del Villaggio. Sarada gli afferrò saldamente la felpa con una mano, mentre con l'altra cercò di non far volar via gli occhiali. Mentre sfrecciavano per le strade di Konoha si beccarono parecchie occhiate incuriosite e qualche commento ironico arrivò alle loro orecchie, provocando il disappunto di Boruto che aumentò ancora la velocità di corsa.
“Accidenti!” Sarada rinforzò la presa con entrambe le mani e si tenne ben stretta alla sua schiena. “Speriamo non ci veda qualche conoscente...”
Ma neanche a farlo apposta, non appena passarono davanti alla magione dell'Hokage, lì trovarono tutti e quattro lì, all'inizio della scalinata; Hinata si portò una mano alla bocca, nascondendo un risolino, Sakura si voltò di scatto non appena Naruto lanciò un pugno in aria gridando “Vai così!”, mentre Sasuke si limitò ad osservali con gli occhi di fuori.
“Ma che diavolo state combinando?” cercò di chiedere loro, prima che Boruto fosse ormai troppo lontano per sentirli.
Sarada nascose il capo tra i capelli biondi dell'Uzumaki, rossa in faccia per la vergogna. “Dannazione, perché sono tutti insieme? “ sussurrò, più a sé stessa che a Boruto.
L'altro sbuffo esasperato. “E' tutta colpa tua, Sensei!” lo sentirono urlare, poco prima di vederlo svoltare l'angolo e sparire dietro al chiosco di Takoyaki.

 

 





 



 

 

****
Image and video hosting by TinyPic Buongiorno a tutti e buon sabato! :)
Chiedo scusa ma mercoledì non mi è stato possibile pubblicare a causa di impegni universitari, perciò questa settimana avrete solo un capitolo.
Spero che questa mia interpretazione di "una giornata assieme a Rock Lee" vi piaccia! Non so ancora se rimarrò qualche altro capitolo su di lui oppure proseguirò oltre...questo week end ci penserò!
Non c'entra nulla ma ho una domanda per gli autori che mi seguono: anche a voi l'editor di EFP sta dando problemi? Immagino di no, perchè di solito sono sempre io la solita imbranata. Il fatto è che non mi fa più copiare il testo da Word e ora sono dovuta tornare ad usare NVU, che detesto! T_T
Comunque a parte questo io vi auguro come sempre un buon week end e noi ci sentiamo settimana prossima! ^^

Un saluto,

 

Vavi

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Capitolo 43
*** Maledetta adolescenza! ***


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Capitolo 43
Maledetta adolescenza!

 

 

 

 

 

L'uno davanti all'altro, lo sguardo dell'allievo perso chissà dove tra gli arbusti della foresta, quello del maestro fisso a studiare l'espressione enigmatica del biondo. Erano fermi in quella posizione da più di dieci minuti e nessuno di loro sembrava volersi distogliere dai proprio pensieri, fino a quando Boruto, dopo aver sbuffato sonoramente, si decise ad incrociare le sue pupille con quelle del moro.

“Tu stai ridendo” sussurrò con un filo di voce, mentre scrutava incredulo l'insolito ghigno stampato sulla faccia di Sasuke.
“Non sto ridendo” replicò l'altro, alzando le spalle. “Trovo solo che tutta questa situazione sia...alquanto esilarante.”
“Esilarante?!?” sbottò Boruto, arrossendo dal mento sino alla punta dei capelli. “TU mi hai umiliato davanti a tutti!”
Questa volta Sasuke alzò un sopracciglio. “Io?”
“Sì tu! - esplose l'allievo, puntandogli un dito contro – mi hai costretto a fare quello stupido allenamento pur sapendo a cosa andavo incontro!” una vena cominciò a pulsargli sul collo e Sasuke comprese che forse non era il caso di tirare troppo la corda. Lo vide alzare gli occhi e i palmi delle mani al cielo, per poi lasciarsi ricadere sull'erba fresca del campo. Poggiò i gomiti sulle ginocchia e affondò le dita tra i capelli, sospirando.
“Vorrei vedere se ci fossi stato tu al mio posto.” piagnucolò, senza alzare la testa.
Sasuke si prese qualche minuto per riflettere, dopodiché si sedette a terra accanto a lui. “Io non l'avrei mai fatto” disse semplicemente, con tono calmo e pacato.
Boruto sollevò il capo e lo guardò con la bocca aperta, per poi tirargli un pugno su una spalla dal quale Sasuke non si difese. “Sei un bastardo, Sensei!” sbottò il biondo, voltandosi dalla parte opposta.

In un'altra occasione l'Uchiha lo avrebbe sicuramente rimproverato per l'uso di parole scurrili verso il proprio maestro e, soprattutto, avrebbe fermato quel destro prima che arrivasse a segno, restituendoglielo due volte più potente. Ma non in quel momento, perché infondo non poteva biasimare Boruto per quello che era stato costretto a subire, anzi, era fiero di lui per il fatto che non si fosse tirato indietro neanche davanti ad una richiesta così stramba come quella di Rock Lee.

Allungò un braccio per scompigliargli i capelli, ma il biondo percepì l'arrivo di quel gesto e si sottrasse incassando il capo tra i gomiti.
“E' stata la cosa più imbarazzante che io abbia mai fatto in vita mia” continuò a lamentarsi, con la voce ovattata.
Sasuke dovette trattenersi per cercare di mantenere una certa compostezza. “Avanti, non è la fine del mondo”
Boruto questa volta si girò di scatto e lo guardò. “Sì che lo è! E poi c'era anche Sarada, insomma-” si bloccò di colpo e tornò di nuovo a chiudersi in se stesso, ma Sasuke lo afferrò per una spalla prima che potesse voltarsi.
“Quindi è mia figlia il problema?” domandò, scrutandolo da cima a fondo.
Boruto agitò le mani davanti a sé. “N-no, lei non c'entra, cioè non volevo coinvolgerla, noi siamo amici da tanto e non mi andava che assistesse alla mia ridicola esibizione in mezzo al Villaggio... insomma hai capito-ttebasa!” scostò lo sguardo altrove, ma la presa di Sasuke non gli permise di muoversi neanche di un millimetro.

“Sicuro che siete solo amici?”

Boruto, dapprima congelato da quella richiesta, riuscì a liberarsi con uno strattone e si alzò all'impiedi.
“Sì sì, siamo solo amici, se proprio ci tieni a saperlo – farfugliò, in modo piuttosto nervoso – e ora smettila di punzecchiarmi, mi sono proprio stufato! Oggi non ho voglia di allenarmi con te, perciò lasciami in pace! Me ne torno a casa!” aveva urlato di nuovo e se n'era andato sbattendo prepotentemente i piedi.

Sasuke rimase ad osservarlo mente si allontanava, senza fare nulla. Quando ormai la sagoma di Boruto era quasi completamente scomparsa dal suo campo visivo si alzò, scrollò il mantello dal terriccio che vi si era posato e si lasciò andare ad un lungo e intenso sospiro.

Accidenti, lo preferivo quando era un marmocchio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

****
Image and video hosting by TinyPic Buongiorno a tutti!
Oggi vi propongo un Sasuke alle prese con un Boruto piuttosto ferito nell'orgoglio per quanto appena successo con Rock Lee. Di certo l'Uchiha non è la persona migliore per cercare di placarlo, perciò sceglie di lasciarlo sfogare senza forzarlo ad allenarsi. Speriamo gli passi presto! ;)

Volevo annunciarvi che stiamo per entrare nella “fase finale” della Raccolta. Con questo non intendo ovviamente che finirà tra poco; non so bene quanti capitoli ancora scriverò, potrebbero essere dieci o molti di più, però comincerò ad avviarmi, pian piano, verso la conclusione. 
Insomma non disperate, ci terremo compagnia vicendevolmente ancora per un po'! ^^ (soprattutto se ritarderò a postare i capitoli, vista la sessione d'esame imminente! XD)

Mando un saluto a tutti voi e ringrazio di cuore chi ha deciso di seguirmi in quest'avventura. Siete fantastici! *.*

Alla prossima,


Vavi

 

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Capitolo 44
*** Poteri sopiti ***


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Capitolo 44
Poteri sopiti

 

 

 

 


“Sensei non guardarmi a quel modo. Mi metti a disagio

Boruto scrutò con circospezione il suo maestro, cercando di capire il perché se ne stesse impalato davanti a lui invece di cominciare con l'allenamento. Quella mattina era anche riuscito ad arrivare puntuale e gli orari in cui si alzava non gli sembravano più così assurdi dopo aver faticato sotto la guida di Lee. Avrebbe preferito saltare già dal letto all'alba, piuttosto che tornare a camminare sulle mani in mezzo a quel branco di scimmie impazzite.

“E' ora che inizi ad usare il chakra della Volpe, Boruto”

Il biondo si destò dai propri pensieri sobbalzando. “Il chakra di che?! Ma sei fuori?” sbottò istintivamente, mentre pensava che il Sensei avesse alzato un po' troppo il gomito la sera prima.

“Dunque non ti sei accorto di niente” affermò l'Uchiha, facendolo sentire l'idiota della situazione.

Boruto inarcò le sopracciglia, aprì la bocca, si passò una mano tra i ciuffi biondi e la richiuse. “Ma stai scherzando?” faceva fatica a credere che il maestro stesse davvero parlando sul serio.

Sasuke sospirò affranto, gli anni passavano e quell'Uzumaki rimaneva sempre lo stesso sbadato con la testa fra le nuvole. Sempre più simile a suo padre, insomma.

“E' da un po' che ti osservo, Boruto. Ho capito subito che il tuo chakra non era come tutti gli altri, ha sempre sprigionato una potenza fuori dal comune. Tuo padre richiamava un tipo di chakra rosso attingendolo dalla volpe e questo accadeva quando era particolarmente sotto pressione o quando lui stesso ne faceva richiesta al demone. Ma nel tuo caso, visto che hai solo una porzione di chakra nel tuo corpo, come avresti fatto ad attivarlo?”

Boruto cercò di stargli dietro ma faceva fatica a credere alle sue parole. Non si era mai accorto di avere in sé qualcosa di speciale, di diverso dagli altri.

“Ho prestato attenzione durante gli allenamenti, ma non ho trovato alcun nesso tra l'attivazione del chakra del demone e stati d'animo particolari. Non si attiva quando sei triste o arrabbiato. Non si attiva quando sei felice o quando sei in pericolo di vita. Eppure c'è, lo sento, ed anche tuo padre me l'ha confermato.”

Il biondo lo guardò incredulo. “Mio padre sa di tutta questa storia e non mi ha mai detto niente?”

Sasuke annuì senza troppa enfasi. “Dal momento in cui mi ha riconosciuto come tuo maestro ha lasciato a me la maggior parte del lavoro.”

Il ragazzo si passò due mani sul volto, per poi massaggiare le tempie con gli indici.
“Ma allora Sensei, se davvero ho una parte del chakra del demone, come diavolo lo attivo?”

Sasuke sorrise appena. “Rimane un solo modo”

Estrasse un kunai dalla sacca sulla coscia e fece un taglio netto sul braccio di Boruto. Il biondo indietreggiò, coprendosi la ferita con una mano.
“Ehi, Sensei! Mi hai fatto male!”

“La funzione del chakra che possiedi è esclusivamente quella di difenderti da attacchi esterni – continuò, ignorandolo – Naruto può usarlo per diversi scopi, ma non avendo il demone all'interno del tuo corpo questo è l'unico che a te è concesso. Come va il taglio?”

“MALE! - berciò il biondo, temendo che Sasuke fosse definitivamente uscito di senno – perché diavolo mi hai colpito? Guarda! Sta ancora sanguinando!”

Il moro tirò fuori una garza bianca e gliela passò. “La mia teoria è che l'attivazione di quel chakra sia collegata alle sinapsi del tuo cervello”

Boruto sbuffò, fasciandosi il braccio. “In parole semplici?”

“Ti basterà pensare di voler respingere quel kunai ed automaticamente l'arma non ti ferirà”

L'altro sollevò la testa, sull'orlo di una crisi isterica. “E' la cosa più assurda che io abbia mai sentito”

Sasuke si scostò da lui, estraendo la katana dal fodero. La posizionò dritto davanti a sé e guardò il suo allievo con aria seria.
“Ora io cercherò di tagliarti il braccio, Boruto. Tu dovrai opporti con il pensiero a quest'azione e la mia katana non dovrebbe ferirti.”

“Cosa? Ma sei pazzo?! E se non funzionasse?” 

Sasuke sbuffò. “Funzionerà. Fidati di me”

L'Uzumaki alzò titubante il braccio destro, mentre un senso di terrore cominciava a fargli tremare le gambe. Era una follia, non aveva mai sentito di un potere del genere.
Vide Sasuke sollevare l'arma e poi, di scatto, abbassarla con la lama diretta verso di lui. Chiuse gli occhi e concentrò tutte le sue attenzioni su quel braccio. Fu un attimo, un secondo in cui i pensieri convogliarono verso quel dannato desiderio: non essere tagliato. In quello stesso momento sentì una forte energia circondargli il corpo e rivestirlo come se si trattasse di una pellicola protettiva. Percepì qualcosa urtargli il braccio, gli fece male, ma quando aprì gli occhi l'arto era ancora lì, intatto.
La katana era stata respinta e tutto ciò che gli aveva provocato era uno spesso segno rosso attorno al gomito, niente di più.

Sasuke rinfonderò la sua arma, gli scompigliò i capelli ed iniziò ad allontanarsi alla volta del Villaggio. "Da domani inizieremo a lavorarci su. Bravo, Boruto

Il biondo lo guardò, incapace di replicare. Non seppe dire se il suo stupore fosse dovuto a quella scoperta strabiliante, oppure al fatto che Sasuke, per la prima volta, si fosse congratulato con lui. Di certo non avrebbe dimenticato quella giornata tanto facilmente.

 

 








****

Buon sabato a tutti e ben ritrovati!

Oggi vi propongo un'ulteriore svolta negli allenamenti di Boruto, ovvero la scoperta di possere una parte del chakra della volpe e di poterlo attivare solo attraverso "la volontà". So che come idea è un pò "fantasiosa", ma mi piaceva che avesse qualcosa di diverso. Se avete dubbi non esitate a chiedere e comunque apporfondirò il discorso anche nei captioli che verranno. Con la speranza che vi sia piaciuto, auguro a tutti un buon week end!

Un saluto,

 


Vavi

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Capitolo 45
*** Fiducia ***


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Capitolo 45
Fiducia


 




Sasuke riservò un'occhiata infastidita all'amico seduto proprio di fronte a lui. Per un momento, quando Shikamaru si era presentato a casa sua dicendogli che l'Hokage richiedeva la sua presenza nell'immediato, era stato quasi tentato di mandarlo al diavolo e ignorare gli ordini. Poi però aveva pensato al finimondo che ne sarebbe seguito e così, onde evitare di rovinarsi la giornata, aveva deciso di obbedire.

“Io e te dobbiamo parlare” esordì Naruto incrociando le mani sulla scrivania.

“Non lo avrei mai detto”

Il biondo ignorò la frecciatina e cercò di mantenere la calma.

“Spiegami perché Boruto non fa altro che reperire oggetti taglienti per casa con i quali si diverte a tagliuzzarsi le braccia” scandì ogni parola lentamente, in modo che il messaggio arrivasse forte e chiaro. 

Shikamaru guardò l'Hokage piuttosto allibito, mentre cercava di capire il senso di quella strana discussione.

Sasuke sospirò, trattenendo una battutaccia che gli avrebbe procurato sicuramente un biglietto di sola andata per una missione in qualche paesino sperduto delle Terre ninja.

“Questi utensili lo feriscono?” domandò noncurante, ben sapendo quale fosse la risposta.

Naruto esitò, prima di replicare. “Non sempre. Ma non è questo il punto”

“Invece sì. Perché non ti limiti ad accettare il mio modo di fare e basta?”

“Hinata è preoccupata” esordì l'altro, non riuscendo a nascondere una nota di apprensione nella voce “Forse è troppo presto per insegnargli ad usare quel potere. Boruto non riesce ancora a capire-”

“No, sei tu che non riesci a capire, Naruto – lo interruppe il moro, guadagnandosi lo sguardo curioso di Shikamaru – o non vuoi accettarlo, ancora non mi è chiaro. Tuo figlio non è più il bambino dispettoso di un tempo, quello che faceva di tutto pur di attirare la tua attenzione. Lui ora sa cavarsela da solo ed è perfettamente in grado di gestire il chakra del demone. È ora che tu te ne faccia una ragione”

Naruto ruppe il contatto visivo, abbassando lo sguardo. Dopotutto era inutile nascondere i suoi veri sentimenti davanti a Sasuke; ormai si conoscevano da così tanto tempo che ogni singolo pensiero o preoccupazione si palesava davanti agli occhi dell'altro in modo nitido ed inequivocabile. Sapeva che suo figlio stava crescendo, non solo come ninja, ma liberarlo da quell'ala protettiva in cui lo aveva avvolto diveniva ogni giorno un'impresa più ardua.

“Ti è davvero così difficile avere fiducia in me?”

Questa volta alzò le iridi verso Sasuke e colse in quella domanda una punta di delusione.

“Io mi fido di te - rispose, sicuro – ma cerca anche di metterti nei miei panni.”

L'Uchiha studiò un poco l'espressione del suo amico per poi giungere a una decisione.

“Tre giorni – dichiarò alzando le dita – e Boruto sarà in grado di padroneggiare quella tecnica. Poi dovrai finirla di dubitare di me una volta per tutte.”

Naruto inarcò le sopracciglia, spiazzato. “Ma è disumano!”

“Tu non sei proprio la persona giusta per venirmi a parlare di obiettivi disumani, Dobe

Finalmente riuscì a scorgere i lineamenti del volto del suo amico distendersi in un debole sorriso.

“Beh, neanche tu sembri il tipo da voler fare promesse, se è per questo”

Sasuke si lasciò scappare un “Tzk” che segnò la fine di quella conversazione. 

Shikamaru lanciò uno sguardo divertito a Naruto; ogni volta che assisteva ai loro siparietti, per un attimo, si dimenticava di avere la carica di consigliere e tornava ad essere soltanto loro amico.

“Ah, un'altra cosa – aggiunse Sasuke, prima di uscire dalla stanza – dì a tuo figlio che se si azzarda di nuovo ad esercitarsi da solo senza il mio permesso lo metterò alle dipendenze di Rock Lee

Naruto annuì, ridacchiando. “Grazie, Teme” alzò la mano in segno di saluto e vide Sasuke fare lo stesso, per poi congedarsi.












****
Buongiorno miei cari!
Oggi pubblicazione anticipata per farmi perdonare del ritardo! Purtroppo è un periodo pieno e non riesco più a scrivere due capitoli a settimana come facevo prima. Spero di recuperare al più presto! Un buon week end a tutti voi e GRAZIE di cuore per il seguito state dando a questa storia! *.*

A presto!


Vavi

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Capitolo 46
*** L'unione fa la forza ***


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Capitolo 46
L'unione fa la forza

 

 

 

 

 

L'ultima volta che Sarada aveva preso parte ad uno dei suoi allenamenti, si era trovato costretto a combattere contro di lei usando una ridicola spada di legno, mentre il maestro non aveva fatto altro che elogiare le qualità della ragazzina e sottolineare quanto lui, al contrario, fosse totalmente negato nell'uso della katana.
Molte cose erano cambiate da quel giorno, eppure la presenza della Piccola Uchiha proprio lì, accanto a Sasuke, non gli faceva presagire nulla di buono.

“Le ho chiesto di aiutarti” cominciò il maestro, anticipando la lista di insulti che Boruto stava per tirargli dietro.
Sarada, dal canto suo, sembrava tutt'altro che entusiasta di trovarsi in quel posto. Incrociò le braccia e guardò il suo compagno come se la colpa di tutta quella situazione fosse soltanto sua.
“E in che modo dovrebbe essermi d'aiuto?” domandò il biondo, alzando un sopracciglio.
Sasuke lasciò che fosse sua figlia a parlare.
“Ti curerò le ferite in modo che tu possa continuare ad allenarti senza fare pause” spiegò, mantenendo un'espressione seria. Era chiaro che il ruolo di crocerossina non le piaceva affatto ed aveva acconsentito soltanto per compiacere suo padre.
“Posso cavarmela anche senza di lei” borbottò l'altro, alzando le spalle e voltandosi dal lato opposto, intenzionato a riscaldare i muscoli prima di cominciare.
“Se vuoi morire fai pure, idiota” rispose Sarada con tono offeso facendo dietrofront, ma una mano di Sasuke le intimò di fermarsi e, con un breve gesto, le fece capire che ci avrebbe pensato lui.

“Boruto – disse calmò, avvicinandosi al suo allievo – mi pare di averti già detto quanto tempo abbiamo per ultimare la tecnica”
Il biondo piegò un ginocchio mantenendo stesa l'altra gamba e vi fece pressione con una mano.
“Tre giorni” rispose sicuro, senza guardarlo. “Ce la faremo”
“No se non farai come ti dico io” lo rimproverò Sasuke, che stava già iniziando ad averne abbastanza.
Si massaggiò le tempie con l'indice e il pollice, quando sentì sua figlia chiamarlo da dietro. Squadrò Boruto un'ultima volta, meditando di dirgliene quattro per l'atteggiamento ostile che stava mostrando, e raggiunse Sarada che li osservava qualche metro più lontano.
Sembrava volesse dirgli qualcosa, ma quando le fu vicino la ragazza non riuscì ad aprir bocca. I suoi grandi occhi neri, nascosti dietro la solita montatura rossa, gli trasmisero un senso di sdegno e delusione.
“Sarada...-cominciò lui, stringendole una spalla – lo so che ti sto chiedendo tanto, ma non pensare che il tuo ruolo in questo allenamento sia soltanto secondario. L'apporto di un ninja medico è necessario affinché Boruto riesca a completare la tecnica. Allo stesso modo sarà un'occasione preziosa che potrai sfruttare per migliorare le tue capacità.”
La ragazza assottigliò lo sguardo, cercando di comprendere e accettare quelle parole. Era difficile tentare di convincersi che non fosse lì solo ed esclusivamente in funzione del suo compagno. Gli voleva bene e desiderava per lui solo il meglio, ma anche lei voleva essere riconosciuta per il suo valore e non relegata al ruolo di una semplice “aiutante”.

“Se te l'ho chiesto è perché sei l'unica di cui io mi fidi davvero, oltre a Sakura”

Osservò lo sguardo profondo di suo padre e seppe che non c'era ombra di menzogna nelle sue parole.
“Va bene, papà – acconsentì, cercando di sorridere – ma come convinciamo l'idiota?” aggiunse, indicando con un gesto del mento la sagoma di Boruto.
“Basterà mostrargli come stanno le cose. Tu rimani qui” detto questo tornò di nuovo dal suo allievo e gli intimò di prendere posizione così che avrebbero potuto cominciare ad esercitarsi.

“Ricorda, ogni volta che vedi arrivare un colpo cerca di concentrati affinché non ti ferisca. Riponi il kunai e limitati a difenderti”
Boruto obbedì e si mise in posizione, aspettando la prima mossa del maestro.
Uno shuriken arrivò a velocità sostenuta, sfiorandogli la coscia destra; riuscì a prevederne la traiettoria con esattezza, mentre il suo cervello lavorava affinché il chakra del demone lo proteggesse.
Nel momento in cui sentì la lama arrivare, una patina arancione rivestì la gamba, respingendo il colpo.
“Hai visto!” ululò Boruto, alzando un pollice in aria. “E' andata bene!”
Sasuke non fece una piega e questa volta lanciò due shuriken, uno verso la sua spalla destra, l'altro verso la sinistra. Boruto riuscì di nuovo ad identificarne la direzione, eppure uno dei due dischi di metallo gli aprì un taglio superficiale nella pelle, mentre l'altro non lo ferì minimamente.
“Il chakra si è raggruppato solo da una parte – constatò Sasuke, osservando l'alone arancione che scompariva lentamente – questo è un problema se dovrai parare attacchi provenienti da direzioni diverse.”
Stavolta lanciò sei shuriken in modo che prendessero traiettorie opposte e Boruto riuscì a parare solo quelli che lo colpirono nell'area destra del corpo.
Il biondo arrancò, coprendosi la parte lesa. “Se non altro ho esteso la patina di chakra dal fianco alla gamba, Sensei”
Sasuke annuì, estraendo la katana. “Vediamo se la potenza dei colpi determina qualche cambiamento”
Boruto antepose le braccia al volto e parò il fendente concentrando le energie sugli avambracci. Anche questa volta, come la prima, l'arma non lo tagliò, ma poco dopo sulla parte colpita si allargò un livido grande e violaceo.
Il secondo fendente invece lo colpì su un fianco, lacerandogli la maglietta e con essa anche la pelle.
“Maledizione!” esclamò Boruto, piegandosi in due. “Il braccio mi fa troppo male, non sono riuscito a concentrarmi” biascicò, cercando di premere sulla ferita per fermare il sangue.
Sasuke rinfonderò la katana e sospirò.
“La patina di chakra è troppo sottile, per questo continui a sentire dolore “si girò a guardare sua figlia e, con un'espressione incoraggiante, la invitò ad unirsi a loro. Lei camminò verso Boruto senza fiatare e, dopo aver richiamato il chakra sui palmi delle mani, cominciò a curargli le ferite più gravi.
“Non serve” borbottò lui, cercando di scansarsi, ma ben presto una sensazione di benessere lo invase, provocando la distensione dei muscoli e, lentamente, la scomparsa di ogni singolo taglio. Rimase immobile a guardarla, stupito dell'attenzione che riponeva nel svolgere quel compito.

“Caspita” disse solo, quando lei ebbe finito. “Come hai fatto ad imparare così in fretta?”
Lei alzò le spalle, cercando di nascondere il leggero imbarazzo che quel complimento le aveva provocato. “Ho avuto un'ottima maestra” rispose solo, lanciando un'occhiata al padre.
Sasuke annuì impercettibilmente e le riservò un mezzo sorriso.
“Grazie, Sarada-chan – borbottò il biondo, distendendo le braccia – e scusa per prima
Lei prese le distanze, posizionandosi dietro a Sasuke. Alzò gli occhi al cielo ma parve più rilassata.
“Farai meglio ad impegnarti, Boruto. Non ho intenzione di sprecare tutto il mio tempo con te”
Il biondo si tolse la felpa e la gettò a un lato, per poi scrocchiarsi le dita e piegare le gambe, volgendo lo sguardo a Sasuke.
“Sono pronto. Ricominciamo”

 











***
Buenos dias!
Dopo diverso tempo torno a pubblicare di mercoledì! ^^
Dunque, spero che l'allenamento vi sia piaciuto e che siate riusciti ad immedesimarvi almeno un pochino nei panni di Sarada, visto che per lei non è stato facile accettare di partecipare. Comunque la giovane Uchiha sa che il padre riconosce il suo valore perciò, anche se il tutto è stato fatto in funzione di Boruto, alla fine ha messo a disposizione le sue abilità mediche. Dedicherò almeno un altro capitolo agli allenamenti, ma non so se pubblicherò questo sabato, oppure direttamente la prossima settimana.
Grazie di tutto e a presto! ^^


Vavi

 

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Capitolo 47
*** L'ultima prova ***


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Capitolo 47
L'ultima prova

 

 

 

 


Se non fosse stato per il sole che spariva dietro l'orizzonte, nessuno di loro si sarebbe accorto del tempo che avevano trascorso ad allenarsi.
La mente di Boruto lavorava costantemente, senza permettersi pause; un colpo dopo l'altro rinforzava la patina di chakra, sino a farla divenire spessa ed abbastanza ampia da coprire un intero lato del corpo.

Parò un calcio potente che Sasuke gli sferrò all'altezza del volto, mentre incassò un destro alla bocca dello stomaco senza però subire danni. Nell'ultimo attacco Sasuke sfoderò la Kusanagi, scagliando un fendente diretto all'incavo del collo, che Boruto riuscì a fermare senza utilizzare la sua katana. Una volta ricoperta di chakra la mano sinistra, la utilizzò per afferrare la lama che minacciava di tagliarlo e la scagliò a diversi metri da loro, lasciando Sasuke completamente disarmato. Non gli diede il tempo di elaborare la situazione e partì attaccandolo lateralmente. Il moro riuscì a prevedere la mossa con lo Sharingan, ma il suo corpo non avrebbe fatto in tempo a deviare il colpo, perciò utilizzò il Rinnegan per trasferirsi alle spalle del suo allievo, per poi lacerargli entrambi i polpacci con un kunai. Boruto finì con le ginocchia a terra, gemendo dal dolore.

“Merda, un'altra volta!” imprecò, sbattendo un pugno sull'erba fresca.

Sarada corse nella sua direzione e cercò di rimediare alla ferita come meglio poteva. Mentre infondeva il chakra che avrebbe permesso la rigenerazione delle cellule, Sasuke la vide nascondere una smorfia sofferente, mal camuffata dall'oscurità che ormai aveva iniziato ad avvolgerli.

“Non riesci a stare dietro al Rinnegan” constatò l'Uchiha, avvicinandosi a entrambi.
Boruto sbuffò, tormentandosi i ciuffi biondi. “Eppure la protezione è quasi completa, i punti scoperti sono davvero pochissimi, Sensei.”
Sasuke si chinò accanto a loro. “Uno dei quali può metterti fuori gioco, se non presti la dovuta cautela” gli fece notare, alludendo al colpo ricevuto poco prima.
Ignorò il lamento sommesso del biondo e rivolse uno sguardo ricco di apprensione a sua figlia.
“Fammi vedere le mani” disse solo, con tono autoritario.
Sarada alzò il volto, senza però fermare la medicazione. “Papà...- sussurrò flebilmente, accennando un sorriso – sto bene, credimi”
Lui non si fece abbindolare ed interruppe bruscamente l'operazione per accettarsi dello stato in cui verteva Sarada. Le ispezionò entrambi i palmi, mentre lei cercava invano di sottrarsi, fino a quando anche Boruto poté accorgersi di quanto la situazione stesse degenerando.
“Ha le mani completamente ustionate!” esclamò il ragazzo, guardando Sasuke terrorizzato.
Il maestro riservò alla figlia un'occhiata di rimprovero. 
“Perché non mi hai detto che avevi bisogno di fermarti?” le chiese di getto, dandosi mentalmente dello stupido per non essersene accorto prima.
Lei si liberò dalla presa del padre ed accostò entrambi le mani al petto, imbarazzata dagli sguardi inquisitori di maestro e allievo.
“Perché ho accettato di aiutarti – replicò, questa volta guardandolo negli occhi – e se ti avessi chiesto di fare pause sarei stata solo d'intralcio per voi.”
Spostò lo sguardo alla sua sinistra e vide le iridi azzurre di Boruto oscurarsi dietro un alone di sincero dispiacere. Prima che potesse aggiungere altro, il ragazzo biondo le afferrò entrambe le mani, chiudendole nelle sue, ignorando la presenza di Sasuke a pochi centimetri da loro.
“Sarada-chan – le disse, senza mollare la presa – non voglio che tu prosegua oltre. Hai già fatto abbastanza per me, non posso chiederti altro”
“Ma Boruto! - replicò lei, spostando il busto in avanti – io sono qui per-”
“Tu hai già fatto abbastanza - ripete lui, lasciandola delicatamente – ed io non voglio che qualcuno si faccia male per colpa mia. Da questo momento proseguirò da solo.”
Si alzò facendo leva su un ginocchio e si allontanò di qualche metro inspirando l'aria della sera, preparandosi per una nuova serie di attacchi.
La ragazza si massaggiò le dita e guardò suo padre come se avesse appena ricevuto una dura sconfitta.
“Ha ragione Boruto. Mi dispiace, non ho prestato la dovuta attenzione”
“Eri concentrato sull'allenamento, non potevi-”
“Smettila di giustificarmi solo perché sono tuo padre” esordì lui, alzandosi e rivolgendo lo sguardo altrove. “Vai a casa, Sarada” aggiunse poi, chiudendo e riaprendo le palpebre. 
Lei lo affiancò, alzando la testa per incrociare quell'iride nera che lasciava scoperta, così simile alla sua.
“Se non posso intervenire, almeno voglio assistere. Resterò fino alla fine e tu non puoi impedirmelo.”
Sasuke, dapprima perplesso, le posò una mano sul capo ed annuì lievemente. “Come vuoi”

 

Boruto osservò la sagoma del maestro, rischiarata soltanto da un flebile raggio di luna. Non c'era più tempo, sapeva che quello sarebbe stato lo scontro decisivo. Mancavano una manciata di ore al sorgere del sole e la tecnica non era ancora stata ultimata.
Chiuse un occhio, sussultando, mentre cercava di attutire il dolore pulsante che gli tormentava ogni singola parte del corpo. Tagli visibili non ne aveva quasi più, grazie al contributo di Sarada, ma il suo fisico era estremamente provato e quasi faticava a reggersi ancora sulle gambe.

Sasuke iniziò senza dargli tregua, concentrando gli attacchi nei punti in cui il chakra del demone non riusciva ad arrivare; più i colpi giungevano contemporaneamente, più la patina arancione faticava a proteggerlo, rischiando di lasciare scoperte alcune aree. Boruto, troppo esausto per usare qualsiasi tecnica, cercò di difendersi facendo sfoggio delle abilità di taijutsu imparate dallo stesso Sasuke, riuscendo ad eguagliare e prevedere quasi tutte le sue mosse. La lama della Kusanagi non lo scalfì quasi mai, eppure l'energia cominciava ad esaurirsi e la barriera protettiva si assottigliava ogni ora di più, così come la speranza di riuscire a completare quella prova.

Mentre sentiva la saliva ridursi a zero ed i polmoni espandersi più lentamente per prendere aria, lo sguardo gli ricadde sul volto del maestro, così vicino al suo da poter leggere ogni singola ruga d'espressione. Vide due gocce di sudore rigargli la fronte ed un alone violaceo espandersi subito sotto gli occhi, a testimoniare tutta la stanchezza patita in quei giorni. 

Si accasciò a terra per una ferita al tallone, provocando lo spavento di Sarada, che portò entrambe le mani alla bocca e fece qualche passo verso di loro. Il biondo strinse i denti e si rialzò, ignorando il sangue che gli colava sul piede, per attaccare ancora, per dimostrare che non stava cedendo.
Sentiva le forze abbandonarlo, eppure giurò a se stesso che non avrebbe mai lasciato quel campo fintanto che era ancora cosciente. Così, mentre una lacrima dettata dal dolore e dalla stanchezza sfuggiva al suo controllo, la sua attenzione andò a Sarada, allo sguardo tremendamente preoccupato con cui lo scrutava, a quella braccia esili ma forti che lo avevano sorretto, curato ed incoraggiato durante gli ultimi tre giorni, senza lasciare mai che si scoraggiasse o che perdesse la voglia di continuare. Sorrise appena, mentre parava un altro fendente aiutandosi con il chakra protettivo, per poi tornare con le iridi a concentrarsi su Sasuke. Sapeva che il maestro aveva riposto in lui la massima fiducia e l'ultima cosa che desiderava era proprio fallire in quella dimostrazione di forza e sangue freddo. Non aveva dimenticato quando, durante le poche ore in cui aveva concesso a lui e Sarada di dormire, Sasuke era rimasto a vegliare su di loro, rinunciando al riposo, al cibo, a qualsiasi cosa che avesse potuto distrarlo da ciò che stava facendo. 

Gli aveva dato tutto, tutto ciò che un allievo avrebbe potuto pretendere dal suo maestro. 

Tossì prepotentemente, quando ricevette l'ennesimo pugno sullo stomaco. Era al limite, sentiva che sarebbe crollato da un momento all'altro. Eppure non lo fece. Perché aveva preso un impegno, tanto tempo addietro, quando aveva promesso a se stesso di superare suo padre in abilità. Doveva farlo per il suo sogno, perché arrendersi avrebbe significato retrocedere al punto di partenza. Doveva farlo per Sarada, per la fermezza che aveva mostrato nel cercare di aiutarlo, anche se le era costato lacrime e fatica. Doveva farlo per Sasuke, perché nulla sembrava mai abbastanza per ripagare tutti quegli anni che aveva speso a sopportarlo, ad istruirlo, a sorreggerlo quando credeva di non potercela fare, a sgridarlo quando ne combinava una delle sue.

Di nuovo quel colpo diretto, preciso, direzionato ai polpacci. Questa volta però, il flusso di pensieri lo invase come un fiume in piena e la forza di volontà divenne talmente potente da far attivare il chakra in modo automatico. Prima che la lama lo colpisse, un fascio di luce arancione rischiarò l'area circostante come un flash, per poi avvolgere Boruto in una barriera invalicabile, estesa ad ogni singolo centimetro di pelle, senza più alcun punto debole. Il ragazzo sentì l'adrenalina salire a mille, i vestiti strapparsi in balia della pressione del chakra ed un'energia nuova invadergli il corpo. Per un attimo si sentì invincibile, come se potesse respingere anche la più potente delle tecniche, ma durò pochi secondi, perché la patina arancione scomparve all'improvviso, portando con sé anche quella poca forza che gli era rimasta.
Sasuke si fiondò verso di lui assieme a Sarada, afferrandolo prima che toccasse terra.
La ragazza attivò di nuovo il chakra medico, ma fu costretta ad interromperlo a causa di una fitta lacerante ai fasci nervosi del braccio destro.
“Lo portiamo da Sakura” esordì Sasuke, caricandoselo in spalla. “Tu non puoi aiutarlo in quelle condizioni.”
“Ce...ce l'ho fatta...” mormorò il ragazzo, con un filo di voce.
Il moro partì alla volta del Villaggio, seguito da sua figlia, che per un attimo afferrò la mano di Boruto e gli sorrise dolcemente.
“Sì, ce l'hai fatta” confermò, carezzandogli i ciuffi biondi.
Lo vide sorridere beato e gli sembrò un bambinone troppo cresciuto.
“Ora sei pronto, Boruto” si intromise Sasuke, accelerando il passo.
L'altro inarcò le sopracciglia, ma continuò a farsi trasportare dal maestro. “Pronto per cosa?” domandò, provocando anche la curiosità di Sarada.

“Per affrontare tuo padre”

 

 

 

 

 

 

 





 

****

Buongiorno mieri cari! ^^

Anche questa settimana non ho avuto un attimo di tempo per scrivere; la sessione estiva divampa e i libri da studiare crescono a dismisura :S. Purtroppo sono riuscita a completare soltanto un capitolo, che però si presenta un tantino più lungo rispetto ai soliti. Non è stato facile da scrivere, lo ammetto, perciò spero tanto che possiate apprezzarlo. Vi ricordo, inoltre, che ci stiamo avvicinando alla fine della storia. So di averlo già detto ma sempre meglio ricordarlo, onde evitare di arrivare impreparati XD. Il tutto avverrà, ovviamente, nel modo più naturale possibile in base al corso degli eventi. 

Detto questo auguro un buon proseguimento di settimana a tutti voi e alla prossima! :)

 

 

 

Vavi

 

 

 

 

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Capitolo 48
*** Occhio a quei due! ***


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Capitolo 48
Occhio a quei due!

 

 

 

 

Quando riaprì gli occhi, attorno a sé vide solo oscurità. Sbatté le palpebre, cercando di mettere a fuoco i contorni, e se non fosse stato per l'indolenzimento ai muscoli che si espandeva lungo tutto il corpo, avrebbe giurato si fosse trattato solo di un sogno.

Fece leva sui gomiti cercando di mettersi a sedere e, proprio in quel momento, si accorse che cinque dita affusolate giacevano intrecciate alle sue, in una morsa che non accennava a volersi sciogliere. Finalmente la vide, con il capo poggiato al muro, seduta proprio accanto a lui su una poltrona di vimini, Sarada pareva dormire un sonno agitato; d'improvviso anche i mobili della stanza cominciarono a schiarirsi alla flebile luce del sole che filtrava dalla serranda e ben presto comprese che era stato portato a casa del suo maestro.

“Sarada...” sussurrò, scuotendo la ragazza per una spalla.
Lei inarcò le sopracciglia e si strofinò gli occhi con aria stanca. Per un attimo sembrò ancora immersa nel suo mondo, ma non appena si rese conto che il suo compagno di squadra la stava fissando in modo insistente balzò sulla sedia, ritirando immediatamente la mano.
“Boruto! - esclamò, un'ottava sopra il suo normale timbro di voce – mi hai spaventata...” cercò di giustificarsi, mentre sistemava nervosamente la montatura degli occhiali.
“Come no, hai fatto una faccia!” sbottò quello, scoppiando a ridere, mentre tossicchiava qua e là smaltendo le fatiche appena compiute.
La ragazza si alzò di scatto, sbuffando appena. “Come ti senti?” chiese poi con tono più tranquillo, mentre apriva la finestra per far entrare un po' d'aria fresca.
Boruto mosse braccia e gambe, ponderando l'entità del danno. “Mi fa male tutto” ammise, massaggiandosi una spalla. “Ma non importa – aggiunse poi, cercando il suo sguardo – è un prezzo adeguato al risultato ottenuto” le sorrise sinceramente, ma non vide sul volto di Sarada la stessa soddisfazione.
“Tu come stai, invece?” chiese subito dopo, quando la vide tornare a sedersi accanto al letto.
Lei alzò le spalle. “A parte qualche bruciatura alle mani, direi benone.” replicò cercando di sembrare convinta, mentre il suo sguardo basso e distante tradiva tutt'altro stato d'animo.
Boruto le sollevò il mento con due dita, invitandola ad incrociare i suoi occhi.
“Tu non me la racconti giusta, piccola Uchiha
Sarada si divincolò, fingendosi offesa per quel soprannome che non aveva mai sopportato, ma ben presto le iridi scure tornarono a fissare il bordo del letto, incapaci di sostenere quelle azzurre e indagatrici del suo compagno.
“Se fossi stata più competente, forse non saresti ridotto a quel modo”
“EHI! - sbottò l'altro, incrociando le braccia – guarda che sto bene, dammi qualche ora e torno nuovo di zecca. Dopodiché andrò dritto da mio padre e -”
“Tu non andrai da nessuna parte, Boruto Uzumaki” urlò la ragazza, alzandosi in piedi “Almeno finché non sarai guarito” aggiunse poi, scrutandolo con aria minacciosa.
“E chi me lo impedisce, sentiamo? Pensi di riuscire a fermarmi?” chiese lui con tono canzonatorio, mentre la guardava divertito.
Tzk. Ma se neanche riesci ad alzarti dal letto. Mi basterebbe mollarti un pugno in testa per metterti fuori gioco.”
Boruto rise in maniera beffarda. “Non lo faresti mai” ma il sorriso gli morì in bocca quando percepì il chakra della ragazza confluire verso il braccio e le nocche chiudersi a pugno.
“Scommettiamo?” la sentì esclamare, mentre vide quel destro caricare proprio verso la sua faccia.
Gli ci volle poco per bloccarla prima che riuscisse a colpirlo, ma invece di lasciarla andare la tirò verso di sé, costringendola a fermarsi a pochi centimetri dal suo volto.
“Lasciami subito, Boruto!” protestò lei, cercando di liberarsi da quella presa ferrea.
“No, se non la smetti di avercela con te stessa, dannazione!” urlò l'altro di rimando, provocando lo stupore di Sarada, che smise di divincolarsi, incapace di rispondere.
“Tu hai fatto il possibile ed io te ne sarò sempre grato. Sono pronto a sopportare qualsiasi fatica, se questo vuol dire essere ad un passo dalla realizzazione del mio sogno.”
“Ma io-”
“Niente ma, Sarada - questa volta l'aveva chiamata per nome, segno che faceva sul serio – hai svolto il tuo compito al massimo delle tue possibilità. E' vero che un ninja deve saper riconoscere i propri limiti, ma è importante che riesca anche a valorizzarsi per ciò che è in grado di fare. Sii fiera di te stessa, per una volta.

La ragazza sbatté le palpebre, incredula. Aveva sempre invidiato la determinazione con la quale il suo compagno affrontava ogni ostacolo che gli si parava davanti, senza mai sottovalutare le proprie capacità, con l'unico scopo di riuscire sempre a fare meglio. Ci aveva provato in tutti i modi, perché anche lei voleva sentirsi forte, eppure quando si imbatteva in un fallimento, la sua autostima crollava vertiginosamente, facendole credere di non essere mai all'altezza.

Boruto le lasciò il polso, ma i loro volti rimasero vicini, incatenati in uno scambio di sguardi che sapeva di gratitudine.

 

“Ho forse interrotto qualcosa?”

Il tono sarcastico di Sasuke giunse alle loro orecchie come il suono di un gong, facendoli improvvisamente rinsavire. Sarada balzò all'indietro, allontanandosi dal bordo del letto, mentre Boruto raddrizzò la schiena, mordendosi un labbro per celare un gemito di dolore.
“Sensei! - esclamò, nel modo più naturale possibile – noi stavamo...lei stava solo...io, ecco...”
La ragazza si portò una ciocca corvina dietro l'orecchio, mentre desiderava con tutta se stessa che quella poca oscurità ancora presente nella stanza la inghiottisse seduta stante.
Il biondo si grattò nervosamente la nuca, a corto di parole, provocando un lungo sospiro da parte di Sasuke, che alla fine decise di non domandare oltre, almeno per il momento.

“Vedo che stai meglio” si limitò a constatare, lanciandogli un'occhiata eloquente.
Boruto annuì vigorosamente, cercando di mantenere quel poco contegno che gli era rimasto.
“Due giorni e sarò come nuovo” replicò con decisione, ben sapendo che tanto non sarebbe riuscito a svignarsela prima del tempo. 

Quando le due donne di casa Uchiha si impuntavano su qualcosa, sapevano essere davvero diaboliche.

“Bene, perché sto per andare a parlare con Naruto”
Sasuke lo guardò, come se fosse in attesa di una sua risposta, che però non arrivò. 
“Ciò che io penso non è sufficiente, Boruto – si decise allora a chiarire, prima di lasciare la stanza – perciò ho il dovere di chiedertelo...ti senti pronto per affrontare tuo padre?”
Sarada vide il biondo inarcare le sopracciglia in un'espressione contratta ed afferrare due lembi del lenzuolo con entrambe le mani. 
“So perfettamente cosa mi aspetta, Sensei. Conosco mio padre, così come le sue tecniche di combattimento. Eppure sento di doverci provare, sento che è questo il mio momento. Forse non andrà come avevo previsto, eppure, dentro di me, qualcosa mi dice di dover cogliere l'attimo, altrimenti potrei pentirmene. Forse è solo ciò in cui voglio credere ma non importa, ormai ci sono dentro e andrò fino in fondo.”
Aveva parlato senza smettere di guardarlo negli occhi, con una tale sicurezza che anche la più frivola delle motivazioni sarebbe sembrata inoppugnabile.

Sasuke chinò lievemente il capo in un cenno d'assenso e vide quel suo stesso sorriso di soddisfazione dipingersi sul volto del suo allievo.


*


Agguantò il mantello nero con fare distratto, si fermò sulla soglia della cucina per lasciare che Sakura posasse le labbra sulla sua guancia e fece per uscire, quando si ricordò improvvisamente di una questione importante.

“Ah, Sakura...” sussurrò, tornando indietro di qualche passo.
“Sì, Sasuke-kun?” domandò lei, interrompendo per un attimo la preparazione del pranzo.
Lui parve esitare un poco, prima di continuare. “Tieni d'occhio quei due mentre sono via”
Negli occhi verdi di lei vide comparire un cipiglio perplesso. “E perché?” chiese con noncuranza, lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso divertito.
Lo sguardo di Sasuke si fece sfuggevole e subito dopo lo vide sparire di nuovo verso la porta.
“Non si sa mai” rispose, poco prima di chiudersela alle spalle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

****

Buongiorno a tutti!
Lo so, molti di voi vorrebbero tirarmi addosso qualcosa; mi sono fatta prendere la mano con questi due e così non ho resistito a dedicare loro un altro capitolo! :3 (Con Sasuke-papà-geloso annesso!). Prometto che dal prossimo cercherà di tornare “seria” ma abbiate pietà, la sessione estiva mi sta assorbendo completamente ed ogni tanto è piacevole poter scrivere anche capitoli del genere.
Vi ringrazio per le splendide parole che mi riservate ogni volta, sono per me un'inesauribile fonte di autostima! :) Ovviamente la mia gratitudine va anche a coloro che leggono in silenzio, ma che in ogni caso continuano a seguirmi.


A presto! ^^

 

Vavi

 

 

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Capitolo 49
*** Dubbi ***


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Capitolo 49
Dubbi



 

 

Solo, in quella stanza ormai così familiare, con la luce del tramonto ad allungare le ombre, Naruto sentì il bisogno di interrompere ciò che stava facendo, per riflettere sulle parole udite dal suo migliore amico qualche ora prima.

Tuo figlio vuole battersi con te”

Le aveva proferite con quella solita diplomazia che a volte gli invidiava, squadrandolo come se una risposta negativa non fosse stata tollerata. Dallo sguardo assottigliato e dalla postura composta, capì che si trattava di una proposta ufficiale e non di una semplice sfida come quelle che facevano in passato. A Naruto bastò quel silenzio che Sasuke non accennava a voler interrompere, per comprendere che quel confronto era ciò che suo figlio desiderava più di ogni altra cosa.

Eppure, quando quella certezza prese possesso di lui, sentì come una morsa allo stomaco aggrovigliagli le viscere, e fu come se suo figlio stesse improvvisamente sfuggendo dal suo controllo. Ora che erano giunti al capolinea, si sentì tremendamente in colpa per non aver indagato abbastanza sul tipo di allenamento che Boruto aveva affrontato.

Quali progressi aveva fatto nel corso degli anni? Che tipo di tecniche straordinarie aveva appreso e che stile di combattimento aveva assimilato? Ci pensò su, ponderando le risposte, e si accorse che effettivamente non aveva mai visto suo figlio combattere davvero. Se provava ad immaginarlo sul campo d'allenamento, non riusciva a figurarsi i suoi movimenti, né le sue tecniche d'attacco. Aveva cercato di rimanere fuori il più possibile, per permettere a Sasuke di avere libero arbitrio; ora però aveva come la sensazione di essere stato escluso da una parte importante della vita di suo figlio.

“Cos'è, hai paura che vinca?”

Lo aveva poi risvegliato Sasuke, con quel solito sorriso sghembo a movimentarne i lineamenti composti. Alla fine aveva annuito senza troppi preamboli e il moro aveva compreso che in quel momento necessitava di rimanere da solo per metabolizzare quella notizia, così se n'era andato con un saluto sbrigativo, raccomandandogli di prepararsi a dovere.

Alzò lo sguardo verso l'orizzonte, rimanendo quasi accecato dal bagliore del sole, che ancora non accennava a voler scomparire, quando una sagoma snella e dalle forme ben delineate si stagliò proprio dinanzi a lui, facendolo sobbalzare.
“Hinata!” esclamò, andandole incontro. “Come mai sei qui? Ho quasi finito, devo solo -”
“Sasuke mi ha detto che avevi bisogno di me” rispose lei calma, afferrandogli una mano con delicatezza.
Naruto la guardò piuttosto perplesso.
“E' venuto a casa per dirmi che volevi vedermi, Naruto” ripeté lei, senza smettere di sorridere.
Lui continuò a scrutarla allibito, mentre cercava di capire cosa fosse passato per la testa del suo migliore amico.
Lei delineò con un dito l'espressione corrucciata che gli rigava la fronte, per poi carezzargli una guancia cercando di tranquillizzarlo. “C'è qualcosa che ti tormenta” gli sussurrò piano, mentre lui iniziava a rilassarsi, cullato da quel tocco leggero.
Sospirò, abbassando lo sguardo. “A quanto pare Boruto vuole sfidarmi in un combattimento...e stavolta fa sul serio”
Hinata gli passò una mano tra i capelli. “Beh, ma ce lo aspettavamo no? Dopotutto Boruto ora è un ninja a tutti gli effetti e trovo sia normale che voglia mostrarti di cos'è capace”
Naruto la guardò ed annuì, non ancora del tutto convinto.“Ma come dovrei comportarmi? Insomma dovrei trattenermi o..”
“Tu che cosa vorresti se fossi al suo posto, Naruto? Vorresti avere di fronte un avversario che si trattiene oppure che ti consideri alla pari?”
Il biondo esitò, prima di rispondere. “Alla pari, in effetti. Ma non posso combattere al massimo della potenza”
“Solo osservandolo potrai valutare come muoverti. Tu sei un ninja eccezionale, Naruto, sono certa che saprai cosa fare. Sii solo te stesso e tutto andrà bene
Quella voce così soave ma determinata, aveva sempre il potere di calmarlo e di dirigerlo sulla giusta via.
Finalmente anche lui poté ricambiare il sorriso, per poi baciarla sulla fronte e stringerla a sé.
“Grazie, Hinata”

 

 

 

 




 

****

Buongiorno carissimi!

Dunque, eccoci arrivati al capitolo che precede lo scontro. Probabilmente il prossimo sarà quello decisivo (a meno che non decida di inserirne un altro prima), quindi mi prenderò un po' di tempo per organizzarlo nel migliore dei modi. Qui ho voluto dedicare un momento a Naruto e Hinata; il biondo, giunti a questo punto, è incerto su come dovrebbe comportarsi ed una serie di dubbi lo assalgono dopo aver parlato con Sasuke. L'amico, accortosi del disagio dell'Hokage, chiede a Hinata di andare da lui, pensando che possa essergli di conforto. Ed infatti, così è stato! :)

Un capitolo senza troppe pretese insomma, ma ci tenevo comunque a scriverlo.

GRAZIE a tutti voi che mi state seguendo fino alla fine! ^^

 

 

 

Vavi

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Capitolo 50
*** Father and Son ***


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Capitolo 50
Father and Son
 

 

 

 

Non ricordava quasi più quanto tempo era passato dalla prima volta che suo figlio lo aveva sfidato apertamente in quel modo, con le braccia incrociate al petto ed il mento alzato ad ostentare una sicurezza che ormai gli apparteneva. In quelle iridi azzurre che lui stesso gli aveva donato non c'era più alcun segno di rabbia o rimorso, solo una forte determinazione e voglia di mettersi alla prova.
«Naruto Uzumaki» furono le prime parole che udì pronunciare dalla bocca di Boruto.
Alzò un sopracciglio e si sentì strano ad essere chiamato in quel modo proprio da lui.
«Settimo Hokage di Konoha» continuò l'altro, ignorando l'espressione di perplessità che si andava delineando sul volto del padre.
Poi lo vide rilassare i muscoli facciali. «Papà...- aggiunse quindi, e assieme a quel coraggio dirompente emerse, nella sua voce, anche una sottile nota di nostalgia – ti sfido in un combattimento ad armi pari» alzò il braccio destro e chiuse la mano a pugno. «Accetti?»
Naruto si avvicinò lentamente, sul volto un'espressione divertita, fermandosi a pochi metri di distanza da lui. «Quali sono le regole?»
A quel punto vide gli angoli delle labbra di Boruto piegarsi all'insù in un ghignò che somigliava tanto – troppo – a quello di Sasuke.
«Nessuna regola» dichiarò fiero, gustandosi la reazione del padre.
Il biondo gettò uno sguardo a Sasuke, in piedi accanto ad un albero poco lontano da lì, si lasciò andare ad un sospiro silente e poi, finalmente, emise il verdetto finale.
Un pugno più grande toccò quello di Boruto. «Accetto»


«D'accordo allora – esordì l'Hokage – iniziamo» un attimo e attorno agli occhi di Naruto apparve un alone rossastro che annunciava l'attivazione della Modalità Eremitica. Prima di tutto avrebbe testato la velocità di Boruto e le sue strategie d'attacco, per poi decidere quali tecniche sarebbe stato più opportuno usare in quel combattimento. Qualche secondo di disattenzione gli costò lo svantaggio della seconda mossa; il piede del ragazzo era proprio lì, a pochi centimetri dal suo volto, e riuscì a bloccarlo con la mano poco prima che il colpo andasse a segno. Boruto però fu svelto e riuscì a liberarsi dalla presa del padre capovolgendosi all'indietro, una mossa che gli permise di arretrare e sfoderare la sua preziosissima Yawaraka-Te, con la quale si scagliò nuovamente su Naruto. La lama della katana cozzò con quella più piccola del kunai, governato dall'abile mano di un ninja che ormai considerava quelle armi alla stregua di una protesi del suo corpo.
Naruto osservò ogni singolo movimento del figlio, scrutò la calibrazione degli affondi e l'equilibrio con il quale Boruto bilanciava potenza e coordinazione. Per un attimo, mentre si apprestava a parare l'ennesimo colpo, ebbe come la sensazione di aver già affrontato quel combattimento, quasi si trattasse di un déjà vu. Poi finalmente se ne rese conto; l'eleganza e la precisione di quei fendenti diretti a mettere alle strette l'avversario, il volteggiare deciso della katana e l'avanzare sicuro dei piedi, quasi come fosse una danza, rispecchiavano in tutto e per tutto lo stile di combattimento di Sasuke.
Nello scagliare l'ultimo fendente Boruto ebbe la meglio e riuscì a colpire la mano con cui suo padre maneggiava il kunai; il taglio che si aprì sulla pelle costrinse Naruto a lasciare la presa dell'arma, ma non gli impedì di girare su se stesso per poi scagliare un calcio alla katana del figlio, che volò via atterrando sull'erba con un gran tonfo.
Il ragazzo arretrò massaggiandosi il polso, quasi sicuramente lussato.


Naruto si allontanò a sua volta, approfittandone per riflettere su quanto era appena successo.
«Come hai acquisito una simile prontezza di riflessi?» chiese, osservando il figlio mentre tentava di fasciarsi la mano con una garza improvvisata.
A quel punto giurò di aver sentito un «Tzk» provenire dalla bocca di Sasuke e la risposta che gli fornì Boruto subito dopo non fece altro che rinforzare l'atteggiamento di superiorità del suo migliore amico.
«Non scordarti che mi sono allenato con un possessore del Rinnegan» disse infatti, mentre recuperava un ramoscello trovato lì accanto che sperava lo aiutasse a mantenere dritto il polso.
«Il Rinnegan?! - berciò Naruto, gettando un'occhiata di disapprovazione a Sasuke – vuoi dire che hai usato quel potere oculare durante gli allenamenti?! Santi Kami, ma che diavolo..?»
«Sbaglio o Boruto ha appena eguagliato la tua velocità in Modalità Eremitica?»
Quella brutta abitudine di rispondere alle domande con un altro interrogativo era una delle prerogative che più odiava di Sasuke, ma questa volta rimase con la bocca aperta senza riuscire a spiccicare parola, guadagnandosi un sorriso soddisfatto sia dall'allievo che dal maestro.
«Hai bisogno di qualche altro minuto per riprenderti, papà?» aveva esordito Boruto, incrociando le braccia.
Naruto alzò un sopracciglio, piuttosto interdetto. «Ma che sfacciataggine!» si lamentò leggermente divertito, mentre scorse Sasuke alzare le mani in segno di discolpa come per dire che, almeno per quell'aspetto del carattere di Boruto, lui non c'entrava assolutamente niente.
«Beh, se sei pronto allora...» scattò verso suo padre correndo a zig zag per evitare i kunai che questo gli lanciava e si riappropriò della katana, con la quale decise di iniziare la successiva serie di colpi. Balzò in aria per aumentare la portata del fendente, ma stavolta Naruto decise di schivare il colpo e, facendo leva sulla spalla del figlio, lo superò con un salto arrivandogli alle spalle; questa volta avrebbe cambiato strategia, anche se non era ancora del tutto convinto che suo figlio sarebbe riuscito a tenergli testa. Un'enorme scarica di energia costrinse Boruto a voltarsi di scatto e quasi sbiancò nel scorgere due enormi braccia dotate di artigli librarsi verso l'alto e governare con maestria due mini Rasen - Shuriken.
Spalancò le palpebre incredulo, ma bastò un monito di Sasuke per farlo rinsavire.
«Avanti, usa quella tecnica! Muoviti!»
Il biondo annuì nervosamente e, con l'unica mano che aveva libera, compose i sigilli necessari a generare l'Uragano, che si espanse attorno a lui ricoprendolo da cima a fondo. Con un gesto della mano sinistra lo direzionò nell'esatta traiettoria dei Rasen Shuriken e così le due tecniche, con un boato simile a quello di un tuono, cozzarono l'una con l'altra, provocando un turbine di vento che spazzò via ogni cosa si trovasse nei dintorni. Decine di alberi vennero tagliati di netto, schegge di legno volarono ovunque ferendo entrambi i combattenti.
Sasuke cercò di sfuggire alla tormenta, spostandosi dietro al suo allievo.
«Boruto!» esclamò, cercando di sovrastare il rumore del vento e di vedere attraverso i ciuffi neri che gli svolazzavano sul viso. «Devi controllarlo se vuoi avere la meglio su tuo padre!»
Il biondo afferrò saldamente il tronco di un albero per non volare via e gettò un'occhiata a quella colonna d'aria che girava vorticosamente su se stessa a pochi metri da loro. Sapeva bene che, a differenza della tecnica di Naruto, l'Uragano poteva essere manovrato dal suo utilizzatore anche dopo essere stato lanciato, modificandone sia la traiettoria che la portata.
Guardò un'ultima volta il maestro, dopodiché recuperò dalla sacca porta armi ciò che rimaneva della garza improvvisata, la girò attorno al tronco e se la legò in vita, facendo aderire la schiena all'albero. Non appena ebbe acquisito stabilità, tese entrambe le mani avanti e chiuse gli occhi, cercando di richiamare a sé il chakra del vento affinché rispondesse ai suoi comandi. Nell'attimo successivo si sentì investire da una pressione fortissima che minacciava di schiacciargli il petto, impedendogli di respirare. Urlò cercando di resistere per riprendere il controllo della tecnica e con suo grande sollievo percepì l'Uragano procedere leggermente in avanti, verso Naruto. A quel punto slegò il laccio dall'albero, liberandosi, mentre inspirava cercando di inalare quanta più aria possibile i suoi polmoni riuscissero a sopportare. Sasuke comprese che aveva intenzione di completare la tecnica e si trasferì lontano, onde evitare di rimanere coinvolto. Boruto gonfiò il petto e con un unico, potente soffio, creò una palla di fuoco di dimensioni abissali che scagliò direttamente sul turbine di vento, provocando una sonora esplosione. Si accucciò su se stesso rimanendo aggrappato all'albero, sperando che quel calore insopportabile non lo investisse in pieno. Non sapeva se quella tecnica avesse davvero avuto effetto su suo padre o meno, ma quando alzò il capo per controllare la situazione, ricevette un'immediata risposta ai suoi interrogativi.
«Accidenti a te, marmocchio» lo sentì mormorare, poco prima di scorgere il suo braccio ustionato ed una coda di chakra giallo puntare dritto verso di lui. Nell'anteporre le braccia al volto riuscì a percepire l'espressione incerta quanto preoccupata di suo padre, che non lo aveva abbandonato un attimo dall'inizio del combattimento.
Il colpo arrivò forte e deciso, scaraventandolo lontano. Si chiuse a riccio per diminuire l'impatto con i pochi tronchi rimasti in piedi, sentì le ossa scricchiolare in modo raccapricciante e decine di schegge sfiorargli la pelle.
Chiuse gli occhi, sperando che finisse il prima possibile.

Naruto e Sasuke scattarono nello stesso momento non appena si resero conto dell'effetto dell'ultimo colpo, ma il moro si fermò all'improvviso nel vedere un bagliore arancione farsi sempre più luminoso.
«Aspetta!- esclamò, indicando un punto lontano - Lui sta-»
«Che cosa dovrei aspettare, Teme?! - replicò l'altro, continuando a correre – se fosse ferito gravemente io...»
«Ti ho detto di fidarti di me, Naruto
L'urlo di Sasuke venne seguito dall'evocazione di un braccio del Susanoo che lo afferrò saldamente impedendogli di proseguire.
«Devi lasciar crescere tuo figlio! Lui può farcela anche senza di te!»
Il biondo cercò di divincolarsi. «Ma che dici?»
«Guarda tu stesso!»
Solo a quel punto Naruto si decise a seguire l'indice di Sasuke, riuscendo finalmente a scorgere quella luminescenza che sembrava rischiarare la zona circostante come fosse un sole artificiale. Vide la sagoma di Boruto delinearsi a poco a poco, mentre procedeva verso di loro con andamento sicuro. Sentì la mano del Susanoo allentare la presa, per poi dissolversi nel nulla subito dopo.
«Ce l'hai fatta davvero» fu l'unica cosa che riuscì a dire mentre contemplava quel potere enorme scaturire da ogni cellula del corpo di suo figlio. Sorrise debolmente, asciugando con il dorso della mano un piccolo segno di commozione che gli aveva solcato la guancia destra.
«Non è questo il momento per i sentimentalismi» esordì Boruto, cercando di non lasciarsi trasportare dall'emozione del momento. «Abbiamo uno scontro da concludere»
Naruto annuì, scuotendo la testa a destra e a sinistra per tornare in sé, poi rivolse lo sguardo al moro, che ricambiò l'occhiata con un ghigno soddisfatto.
«L'avevo detto a Hinata che stavi diventando scorbutico come Sasuke»

Nella serie di colpi che seguirono, Boruto fece sfoggio di tutte le mosse di taijutsu che aveva diligentemente imparato dal suo maestro, dimostrandosi così il più abile ninja della sua generazione nel combattimento corpo a corpo. Ogni destro che Naruto respingeva, bruciava come carboni ardenti, in quanto la barriera arancione che ricopriva il ragazzo aveva non solo la funzione di proteggerlo, ma anche di allontanare chiunque si fosse scagliato contro di lui, sfruttando l'enorme concentrazione di chakra per ustionare l'avversario. Boruto caricò l'ennesimo pugno, ma prima che Naruto potesse difendersi, l'alone arancione scomparve all'improvviso, proprio come era successo durante l'ultimo allenamento, e il biondo ricadde inerme tra le braccia del padre, che lo afferrò al volo per poi finire con le ginocchia a terra e adagiargli il capo sulle sue gambe.


«Boruto!» una voce acuta e ansimante giunse alle sue orecchie e ben presto riconobbe la sagoma di Sarada, mentre correva superando Sasuke per andare ad aiutare l'ex compagno di squadra. Si chinò accanto a Naruto e, senza dire una parola, tirò su le maniche della maglia per iniziare a ripristinare l'energia nel corpo del ragazzo.
«Sarada-chan – sussurrò il biondo, osservando la meticolosità con la quale si accingeva a compiere l'operazione – da quanto tempo sei qui?»
Lei rispose senza distogliere l'attenzione da quello che stava facendo. «Dall'inizio, Settimo»
Poi il suo cuore sobbalzò, udendo quel timbro così familiare che un poco temeva ma che, allo stesso tempo, aveva imparato a fronteggiare.
«Ti avevo detto di restare a casa»
Sasuke aveva parlato con tono freddo, impassibile, attendendo che sua figlia gli fornisse una ragione valida per non infuriarsi.
«E io ti avevo detto che sarei venuta lo stesso» replicò lei facendosi coraggio, continuando però ad  eludere lo sguardo del padre.
Il moro evitò di rimproverarle la sfacciataggine della risposta e preferì avere chiarimenti in merito alla dinamica della situazione. «Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro ieri sera. Dov'era Sakura quando tu-»
«Mamma mi ha dato il permesso di venire» lo interruppe Sarada. «Ha detto che...-inspirò a fondo, prima di continuare – ha detto che forse ti saresti arrabbiato, ma che poi avresti capito»
Naruto alzò un sopracciglio, preferendo non inserirsi nel merito della conversazione.
«Ecco, ho finito» aggiunse poi, disattivando il chakra medico. «Sarà meglio che lo portiate in ospedale per dei controlli. In ogni caso ha solo bisogno di recuperare le forze» concluse, lanciando un'ultima occhiata al petto di Boruto, che lentamente cominciava ad alzarsi ed abbassarsi in modo regolare.
Naruto annuì e le sorrise. «Ti ringrazio Sarada-chan. Un giorno diventerai un ninja medico eccezionale, proprio come tua madre»
Lei rispose ricambiando il sorriso ed arrossendo un poco, per poi avvicinarsi al padre ed alzarsi sulle punte in modo da parlargli senza farsi sentire.
«Andiamo a casa papà. L'Hokage vorrà rimanere da solo con suo figlio. Parlerai dopo con Boruto»
Sasuke si sentì afferrare un polso e le riservò un'occhiata non del tutto convinta, ancora alterato per la disubbidienza di poco prima. Poi però guardò Naruto e lo vide annuire lievemente con il capo, per poi tornare a rivolgere tutte le sue attenzioni a Boruto.
«D'accordo» concesse, seguendo la figlia sulla via del ritorno.

 

*
 

Quando Boruto aprì gli occhi, la prima cosa che vide furono le iridi azzurre di suo padre che lo osservavano dall'alto e percepì una carezza tra i ciuffi biondi impregnati di sudore. Sentiva la testa pesare come un macigno, i muscoli del corpo di nuovo intorpiditi gli impedivano di muoversi. Chiuse le palpebre in una smorfia di dolore.
«Cinque minuti» biascicò, sentendo la gola bruciare. «Sono riuscito a mantenere la barriera per cinque minuti»
Naruto sorrise appena. «Sei un'incosciente. Tu e quell'idiota del tuo maestro»
«Dov'è il sensei?» chiese l'altro, accorgendosi che Sasuke non si trovava nei dintorni.
«È andato a casa assieme a Sarada. Ci raggiungerà in ospedale»
«Sarada è stata qui?» domandò Boruto, tossendo a causa di un innalzamento del tono di voce.
Il padre annuì, poggiandogli una mano sulla spalla. «Ti ha reso di nuovo cosciente – spiegò, aiutandolo a mettersi seduto – e lo ha fatto in brevissimo tempo»
«È la migliore nelle arti mediche» ammise il ragazzo, sorridendo appena.
Naruto non si lasciò sfuggire quell'espressione beata sul volto del figlio, ma preferì rimandare la conversazione ad un momento più opportuno. Boruto rimase in silenzio per un po', ascoltando i rumori che provenivano dalla foresta ed osservando la coltre di fumo salire sempre più in alto nel cielo.
«Non sono riuscito a batterti» sussurrò tristemente, lasciando che la brezza serale gli rinfrescasse la pelle.
Naruto lasciò una mano a sorreggere la schiena del figlio, mentre con l'altra gli girò lentamente il volto in modo che lo guardasse dritto negli occhi.
«Conoscevi l'esito di questo combattimento, Boruto. Sapevi come sarebbe finita, eppure non hai rinunciato, hai investito tutto te stesso senza mai smettere di credere nelle tue possibilità. È stata questa la tua più grande conquista ed è ora che tu sia fiero dei tuoi risultati. Esattamente come lo sono io»
Nelle sopracciglia corrugate il ragazzo lesse l'estrema serietà del padre nel pronunciare quelle parole, ma nel luccichio che gli attraversava le iridi comprese quanta gioia provasse nell'avere finalmente indietro non soltanto suo figlio, ma un abilissimo ninja dal potenziale talento.
«Un giorno, prima o poi, tu e io ci scontreremo di nuovo, Boruto» dichiarò il biondo, guardando lontano, verso l'orizzonte. «E forse quel giorno dovrò iniziare a temere per la mia stessa vita» confessò massaggiandosi la nuca e provocando una breve risata da parte di suo figlio, una risata che gli scaldò il cuore. Si avvicinò a lui per aiutarlo a mettersi in piedi, ma il ragazzo sfruttò quella vicinanza per stringergli le braccia al collo come non faceva da molto tempo.
Naruto si bloccò all'istante, dapprima sorpreso per quel gesto, per poi ricambiare con la stessa foga l'abbraccio del figlio.
«Ti voglio bene, Boruto» sussurrò al suo orecchio, senza riuscire a smettere di sorridere.
Il più piccolo dei due si strinse nelle spalle, chiudendo gli occhi. «Anche io, papà»

 






















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Buon pomeriggio a tutti miei cari!
Dopo secoli(?) di assenza a causa della maledetta sessione estiva eccomi qua con il fatidico capitolo! Vi dirò la verità, non sono sicura di aver dato davvero il meglio di me questa volta, forse perchè ero in ansia per via delle aspettative che nutrivate nei miei confronti. A peggiorare le cose ci si è messa la sfiga nera che come sempre mi perseguita. Pensate che ieri sera avevo finalmente ultimato la stesura del capitolo, dopo due giorni in cui ci lavoravo su, e per uno stupido errore dettato dalla stanchezza me lo sono ritrovato cancellato per intero, puff, sparito. Non sto qui a spiegarvi com'è successo, la verità è che sono un'idiota super sbadata, ecco tutto. Potete immaginare la crisi isterica che ne è seguita, avrei voluto scoppiare a piangere ma ho evitato dato che era l'una di notte. Così mi sono messa a riscriverlo da capo, per poi finirlo questa mattina. Non so se a voi è mai successo, ma ho come l'impressione che questo sia venuto come una brutta copia del primo. Quando lo scrivevo non riuscivo a provare le stesse sensazioni, è stato davvero demotivante. Ma forse si tratta solo di una mia impressione e spero vivamente che a voi arrivi tutto ciò che ho voluto comunicare.
Altra cosa, se riesco ad attenermi alla scaletta, il prossimo capitolo sarà il penultimo e consisterà in una breve flash che vi darà qualche indizio sulla fine della storia.
Fatemi sapere come vi è sembrato, vi ringrazio per la pazienza con la quale sopportate i miei scleri e per l'entusiasmo che dimostrate nelle vostre splendide recensioni. Senza di voi, e intendo chiunque abbia letto ed apprezzato questa storia, indipendentemente dal lasciare il proprio pensiero, non sarei mai arrivata a questo punto. Mi riservo al capitolo finale per ringraziarvi come si deve, anche perché oggi devo ancora sbollire l'incavolatura per il capitolo e finirei per sparare solo cavolate. XD

Un bacio e a presto!


Vavi

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Capitolo 51
*** Decisioni ***


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Capitolo 51
Decisioni

 

 

 

 

 

«Sei sicuro?»
Una domanda di cui già conosceva la risposta.
«Ho appena dato la mia disponibilità davanti a tutti i Kage, e tu mi chiedi se sono sicuro?»
Naruto si fermò per un attimo a riflettere, nascondendo il volto dietro le dita incrociate.
«Se solo potessi accompagnarti, io-»
«Ma non puoi – tagliò corto il moro, stizzito – o forse devo ricordarti per le centesima volta quali compiti richiede il tuo ruolo?»
Un sospiro, lungo un'eternità.
«Sono l'unico a poter intraprendere questa missione, Naruto, non c'è neanche bisogno che te lo dica.
È una questione che mi riguarda da vicino, perciò è giusto che vada da solo»
Uno scambio di sguardi consapevoli, un breve cenno della testa da parte del biondo ed un'espressione eloquente sul volto del moro.
«So a cosa stai pensando, ma non è necessario che tu ti preoccupi per loro. Per qualche tempo se la caveranno benissimo anche senza di me»
«Certo, ne sono sicuro» si affrettò a confermare Naruto, anche se la tristezza nei suoi occhi lasciava intendere tutt'altra opinione.
«Comunque ci terremo in contatto tramite gli uccelli viaggiatori. Voglio che tu mi metta al corrente di ogni tuo spostamento»
Sasuke alzò un sopracciglio.
«E non fare quella faccia. Andrai da solo, ma anche io sono pienamente responsabile di questa missione»
«Come vuoi» disse l'altro, alzando le spalle.
Si avviò alla porta, senza voltarsi indietro. «Partirò domani, alle prime luci dell'alba» annunciò, abbassando la maniglia.
«Parlerò io con Boruto» fu l'ultima cosa che gli sentì dire.

 

 














 

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Ma ciao! ^^
Oggi pubblicazione-sorpresa, voglio farmi perdonare per il ritardo del capitolo precedente. Essendo una flash sono riuscita ad anticipare, mentre per l'ultimo capitolo non so ancora quanto impiegherò.
Lascio a voi libera interpretazione, senza dilungarmi troppo. Tutto ovviamente verrà spiegato nel prossimo! ;)

Un buon proseguimento di settimana e a presto!

Ps. Come farò a mettere la spunta su Completa? T_T

 

Vavi

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Capitolo 52
*** A presto, Boruto! ***


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Capitolo 52
A presto, Boruto!


 

 


 

Terminò di lucidare anche l'ultima arma che avrebbe portato con sé, per poi sistemarla al suo posto nella sacca che teneva legata alla coscia sinistra. Controllò di sfuggita se la tracolla contenesse tutto il necessario per il lungo viaggio che lo aspettava; l'indomani sarebbe partito alle prime luci dell'alba, perciò volevo accertarsi di aver sistemato ogni cosa, onde evitare di perdere ulteriore tempo prezioso che avrebbe dovuto dedicare alla missione.
Si passò stancamente una mano sul volto e nel riaprire le palpebre lo sguardo gli ricadde su quella foto di famiglia che primeggiava in cima al mobile del soggiorno. Aveva sempre detestato apparire in fotografia, ma sua moglie e sua figlia lo avevano assillato a tal punto che alla fine si era deciso ad acconsentire, più per disperazione che per altro. Eppure, mentre ne afferrava la cornice per guardarla da vicino, quel piccolo e apparentemente semplice oggetto fu capace di rievocare una miriade di ricordi. Bei ricordi, dopotutto. Si lasciò scappare un mezzo sorriso e fece per riporla al suo posto, quando sentì qualcuno bussare alla porta.
Era in ritardo. Come al solito.
«Entra» disse, allontanandosi dal mobile per accogliere l'ospite che aveva appena fatto il suo ingresso in casa.
«Sei solo, Sensei?»
La voce di Boruto gli arrivò dalla cucina, dove probabilmente il biondo stava curiosando per cercare le due donne di casa Uchiha.
«Sì – rispose Sasuke, facendogli segno di raggiungerlo nel salone principale – Sarada e Sakura sono in ospedale, torneranno fra qualche ora»
L'Uzumaki annuì e seguì il maestro, prendendo posto sui tatami accanto alla porta-finestra che dava sul giardino. Si sedette in modo stravaccato, con le gambe incrociate, e solo allora notò la borsa viola di Sasuke abbandonata sui cuscini del divano, stranamente più gonfia del solito.
Cercò di mantenere la calma.
«Stai partendo?» gli domandò, seguendolo con lo sguardo mentre cercava di infilarci dentro anche qualche vestito di ricambio.
Sasuke annuì. «È per questo che ti ho chiesto di venire»
Una brutta sensazione alla bocca dello stomaco gli suggerì che il maestro stava per affrontare una questione seria, probabilmente qualcosa che non sarebbe stato di suo gradimento.
«Si tratta di una missione?» chiese Boruto, usando un tono di voce fermo, per quanto gli era possibile. Sarebbe stato inutile giungere a conclusioni affrettate senza prima aver ascoltato ciò che Sasuke aveva da dirgli.
«Non posso spiegarti nel dettaglio, solo alcuni ninja scelti sono stati messi al corrente della situazione. Dovremmo mantenere il segreto almeno finché non faremo un po' di luce sulla faccenda»
Boruto lo scrutò dubbioso, ancora incerto su come replicare.
«Ti basterà sapere che il Villaggio potrebbe essere nuovamente in pericolo»
A quelle parole il biondo trasalì, sentendo il proprio cuore accelerare i battiti.
«Sei stato scelto da mio padre oppure ti sei proposto da solo?» lo chiese senza pensarci troppo, come se rimanere zitto lo facesse soltanto agitare di più.
«Entrambi, in realtà – rispose il moro, sedendosi finalmente di fronte a lui – potrebbe esserci Orochimaru di mezzo, perciò è opportuno che vada io»
«O-Orochimaru?!» balbettò il biondo, scacciando dalla mente tutte quelle dicerie orribili che aveva sentito sul fantomatico ninja dall'aspetto di un serpente. Dopo aver represso un brivido di terrore tornò a guardare il maestro, conscio che tutto quel girare attorno alla questione non avrebbe giovato a nessuno dei due.
«Quanto starai via?» fece un lungo sospiro, senza nascondere il timore che aveva nel sentire la risposta.
Sasuke questa volta alzò le spalle. «Non lo so» ammise, un po' teso «potrebbe trattarsi di due mesi, un anno o anche di più»
Boruto corrugò la fronte e spalancò la bocca per dire qualcosa, ma quando vide la sua stessa preoccupazione negli occhi del maestro decise di lasciar perdere.
Non doveva essere facile neanche per lui.
«Vorrà dire che mi eserciterò da solo, per il tempo che starai via» cercò di sorridere, convincendosi che sarebbe andato tutto bene. «E poi quando tornerai, riprenderemo con gli allename-»
«Non ci sarà più nessun allenamento, Boruto»
Sasuke lo aveva interrotto senza alcuna esitazione, non gli piaceva l'idea di dargli quella notizia poco prima della partenza, avrebbe voluto farlo con calma, in un altro momento, ma il tempo stringeva e Boruto doveva sapere.
«Non con me, almeno» rettificò, rilassando il tono di voce.
Vide il biondo spalancare gli occhi ed inarcare le sopracciglia come se gli fosse stato detto qualcosa in una lingua che non conosceva. «Che..che significa?»
Lo stupore crebbe quando vide Sasuke sedersi sulle proprie ginocchia, a pochi centimetri da lui, e stringergli una spalla con presa sicura, quasi avesse paura che potesse fuggire da un momento all'altro.
«Boruto – iniziò, cercando di parlare in modo tranquillo – io ti ho insegnato tutto quello che sapevo. Ogni tecnica, ogni movimento, ogni conoscenza che avevo in mio possesso te l'ho tramandata»
Il ragazzo scosse la testa d'istinto. «Ma che...»
«Non ho la presunzione di potermi considerare il tuo unico maestro, – riprese il moro, chiudendo e riaprendo gli occhi – mi ritengo soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto fino ad oggi, dei traguardi che hai conquistato, degli obiettivi che ti eri preposto e dell'impegno che hai dimostrato nel volerli raggiungere»
Il biondo aveva ancora la fronte corrugata e sembrava non seguirlo. Teneva le iridi fisse su Sasuke e non osava chiudere le palpebre, forse per paura che quella debolezza che gli aveva inumidito gli occhi si palesasse davanti al maestro.
«Ammetto però che in quanto a disciplina sei un emerito disastro, Boruto, non so quanti insegnanti sarebbero disposti a chiudere un occhio sui tuoi ritardi»
«Ed io non so quanti allievi sarebbero disposti a rispettare i tuoi orari disumani, Sensei» gli aveva risposto Boruto con una punta d'astio, lasciando che due lacrime scivolassero libere sino a bagnare le punte dei ciuffi biondi più lunghi.
Sasuke gli mostrò quel sorriso sghembo che ormai conosceva bene.
«Troverai altre persone per la tua strada ed ognuna di esse avrà qualcosa da insegnarti, così come tu avrai qualcosa da insegnare loro. È così che funziona. Io ti ho seguito fino a dove mi era possibile, adesso sta a te decidere quale via percorrere»
«Ma io voglio continuare ad allenarmi con te»
«Potrai farlo, se vorrai – lo rassicurò Sasuke, poggiandogli una mano sul capo – ma ci scontreremo da ninja alla pari, non più come maestro e allievo»
Il biondo annuì asciugandosi gli occhi. «Dovevi insegnarmi il Mille Falchi» lo rimproverò, dandogli una spinta per scostarlo da sé. «E non guardarmi così – aggiunse, notando l'espressione contrariata di Sasuke – ormai non sono più il tuo allievo, posso fare ciò che voglio» dichiarò alzandosi in piedi, la voce ancora scossa dalle lacrime di poco prima.
«Non hai il chakra del fulmine, Boruto» gli ricordò il moro sospirando, mentre lo vide finalmente accennare ad un lieve sorriso. Si alzò anche lui e cercò di tornare serio.
«Tuo padre ha detto che ti seguirà negli allenamenti, per quanto potrà. Ti aiuterà a gestire e controllare meglio il potere della Volpe»
«Dici davvero?!» sbottò l'altro, risollevandosi un poco.
Sasuke annuì. «Ma non aspettarti che sia presente tanto quanto lo sono stato io. Lui ha altri incarichi da portare a termine e in ogni caso ora sei perfettamente in grado di autogestirti, dico bene?»
Boruto annuì vigorosamente, mostrando di non aver perso la voglia di continuare a migliorarsi. A quel punto sentì la mano destra del maestro dietro la nuca, per poi ritrovarsi con la guancia schiacciata sul suo mantello nero. Rimase immobile, sorpreso dal fatto che fosse stato lui a prendere l'iniziativa, ma poi percepì la stessa emozione che provò ad abbracciare il padre e così, senza pensarci troppo, gli strinse entrambe le braccia attorno alla vita, ricambiando quel gesto affettuoso che Sasuke gli aveva quasi sempre negato.
«Grazie per tutto» sussurrò, allontanandosi poco dopo. «Non dimenticherò quello che hai fatto per me»
Sasuke si limitò a dargli due buffetti sulla guancia, per poi invitarlo a tornare a casa, visto che si stava avvicinando l'ora di cena. Boruto annuì e ridacchiò dopo aver cercato di coprire il brontolio del suo stomaco.
«Ah, prima che tu vada» lo fermò il moro, ricordandosene appena in tempo «voglio sapere che intenzioni hai con mia figlia»
Il biondo si bloccò sul posto, come se qualcuno lo avesse pietrificato, chiudendo persino gli occhi per attutire quella specie di colpo basso.
«In...in che senso?» domandò innocentemente, voltandosi quasi a rallentatore per incrociare lo sguardo severo di Sasuke.
«Nell'unico senso possibile» ribatté il moro, per niente in vena di scherzare.
Boruto prese un bel respiro e decise di chiarire le cose una volta per tutte.
«Siamo amici da tanto tempo ormai e le voglio bene come fosse mia sorella. Però beh..lei, ecco...mi interessa anche come...come ragazza. Non so se-»
«Ho capito» tagliò corto Sasuke, facendolo sobbalzare. «Te la affido per tutto il tempo che starò via. Sakura sa come gestirla, ma a te potrebbe dare più ascolto, se davvero stanno così le cose. Non lasciare che le venga fatto del male, per nessun motivo
Boruto rimase a  bocca spalancata per la seconda volta nello stesso pomeriggio. Probabilmente si aspettava una qualche catastrofe imminente, non di certo quella richiesta così diretta.
«Pensi di farcela?» lo incalzò ancora Sasuke, alzando un sopracciglio.
Il biondo si ricompose grattandosi nervosamente la nuca. «C-certo Sensei, puoi contare su di me. Nessuno le torcerà un capello finché ci sarò io con lei»
L'altro parve finalmente soddisfatto e Boruto tentò di nuovo di abbassare la maniglia della porta, ma anche stavolta venne fermato dall'ennesima raccomandazione di Sasuke.
«Un'altra cosa, Uzumaki» lo appellò di nuovo, stavolta con tono minaccioso «vedi di tenere le mani apposto. Sono stato chiaro?»
Il biondo deglutì rumorosamente ed alzò i palmi in segno di discolpa, un po' deluso; per un attimo aveva creduto che quella richiesta costituisse una specie di permesso che lo autorizzava a frequentare Sarada apertamente. Ma a quanto pare era totalmente fuori strada.
«D'accordo, ora vai» accordò Sasuke, il cui sguardo basso tradiva un'espressione malinconica.
Boruto gli fece un cenno con la testa, ma ora che lo aveva lasciato libero quasi avrebbe voluto auto invitarsi a cena per trascorrere un altro po' di tempo assieme a lui. Tanto Sakura lo avrebbe accolto sicuramente a braccia aperte e lo stesso poteva dire di Sarada. Ma qualche secondo dopo alzò le spalle e rise tra sé e sé, rimproverandosi per quelle idee malsane che gli balenavano per la testa; sicuramente il maestro avrebbe voluto restare solo con sua moglie e sua figlia, prima di partire per un viaggio così lungo. Di certo l'ex allievo rompiscatole sarebbe stato l'ultimo dei suoi pensieri.

«Buon viaggio, Sensei» avrebbe continuato a chiamarlo così, che a lui piacesse o meno.
Un ultimo saluto, prima di varcare la soglia. «A presto, Boruto»





















 

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Ma salve miei cari lettori! T_T
E così siamo giunti alla fine di questa raccolta. Qualcuno mi lapiderà per aver pubblicato  il capitolo oggi, senza preavviso e in anticipo per giunta. Ammetto che stavolta sono le note d'autore a mettermi in crisi...vorrei dire tante di quelle cose che alla fine, ne sono sicura, mi dimenticherò quasi tutto. Chi mi segue dall'inizio sa che questa raccolta è stata preceduta da una flash ed una OS, che mi sono servite per introdurre e sviluppare meglio questa idea...ed è solo grazie ad alcuni lettori che sono arrivata a concepire una storia completa su questi due personaggi, Sasuke e Boruto. L'idea è nata da alcune fanart che ho visto su siti giapponesi, nelle quali  loro due venivano ritratti insieme; inizialmente mi veniva da ridere perchè non riuscivo a trovare qualcosa su cui potessero andare d'accordo. Dopo poco però ho avuto "l'illuminazione": perchè non farli diventare maestro e allievo? E così è iniziata quest'avventura un pò stravagante tra un Uzumaki e un Uchiha.
Ammetto di aver avuto un pò di difficolta all'inizio, perchè temevo di creare una brutta copia del legame tra Naruto e Jiraya, o peggio tra Naruto e Sasuke. Poi però il legame ha preso vita propria, dando vita a qualcosa di unico e si è sviluppato capitolo dopo capitolo seguendo la crescita del protagonista. Alcuni di voi sapranno che a breve uscirà in Giappone "Boruto The Movie", nel quale vedremo il primogenito di casa Uzumaki alle prese con il suo nuovo insegnante: Sasuke, per l'appunto. Inutile dirvi il mio stupore nell'apprendere questa notizia...ho subito pensato che sarebbe stato fantastico vederlo e rivivere, in un certo senso, ciò che avevo scritto. Poi ovviamente gli spoiler hanno smontato il mio entusiasmo, anche se aspetterò prima di dare un giudizio (figuratevi che devo ancora vedere The Last, quindi chissà quando lo farò con questo! -.-). Io spero soltanto che, qualora vedrete il film, penserete un pochino a questa raccolta, se è riuscita davvero a trasmettervi qualcosa. Personalmente da voi ho avuto tanto, da ogni singolo lettore che ha seguito questa raccolta, che l'ha inserita nelle storie ricordate o preferite, oppure che è stato presente leggendola in silenzio. Un ringraziamento speciale devo farlo, permettetemelo, nei confronti di coloro che si sono fermati a recensire, chi un solo capitolo, chi alcuni, chi invece mi ha seguito dall'inizio alla fine. E fra questi lettori ce ne sono alcuni a cui devo molto; non serve scrivere i nomi, immagino che loro lo sappiano. Mi hanno aiutato, dagli aspetti tecnici fino a quelli più propriamente legati alla storia; ci siamo confrontati, arricchiti a vicenda, e dietro molti di loro ho scoperto anche degli autori fenomenali che continuerò a seguire.
Quindi niente, vi dico un ultimo ed enorme GRAZIE e spero di potervi ritrovare in qualche altra mia storia!

Un abbraccio!

 

Vavi

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