A Secret To Protect

di Steffa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una solita mattina di caccia ***
Capitolo 2: *** Tra profezie ed obblighi ***
Capitolo 3: *** Galeotto fu il libro.... ***



Capitolo 1
*** Una solita mattina di caccia ***


A Secret To Protect


Una solita mattina di caccia



Il sole filtrava tra le fronde degli alberi in fasci di tende luminose che giungevano sino al terreno irregolare, decorate dalle miriadi di piccoli insetti e granelli di polvere che vi danzavano all'interno.
Fortunamente la mattinata si stava rivelando meno afosa del previsto, grazie a qualche sporadica brezza fresca che riusciva a divincolarsi tra i tronchi del bosco.
Merlin si mosse un poco impacciato, rischiando di inciampare nell'ennesima radice nascosta dal morbido sottobosco, il tutto solamente perchè quella dannata attrezzatura da caccia del principe gli impediva anche di vedere dove stesse mettendo i piedi.
"Merlin, se eviti di fare tutto questo fracasso, forse riuscirai a non avvertire tutti gli animali del bosco della nostra presenza." lo ribeccò prontamente Arthur che camminava qualche passo avanti a lui.
Certo, facile parlare per lui, che si portava appresso soltanto la balestra con la freccia incoccata.
Non doveva trasportare anche una faretra piena di dardi, la lancia, la spada in caso di necessità improvvisa, la sacca con qualche provvista da consumare a metà mattinata e l'acqua nelle borracce, senza dimenticare la sacca che invece ospitava una coppia di conigli che non erano scampati alla mira del biondo.
Il giovane mago avrebbe apprezzato la presenza di un altro paio di braccia sul suo corpo e per un momento si domandò se un qualche incantesimo non sarebbe servito a riguardo, ma cacciò quell'allettante idea, ritenendo che sarebbe sembrato tremendamente sospetto con due paia di braccia.
"Non è colpa mia, sire, ma sembra che la vostra attrezzatura stia portando in giro me, invece del contrario." si lamentò quindi, in assenza di altro di più utile.
Arthur si voltò per lanciargli un'occhiata critica, scuotendo il capo.
Quel giorno aveva deciso di andare a caccia senza il suo seguito di cavalieri e aveva soltanto buttato giù dal letto il suo servo all'alba, non avrebbe potuto portare l'attrezzatura, lui che era il principe di Camelot!
"Ci fermiamo per un po'. Tanto avrai fatto fuggire tutta la selvaggina con le tue lamentele da fanciulletta."
Stringendo un poco gli occhi per ricambiare lo sguardo del futuro re di Camelot, Merlin fece cadere rumorosamente a terra tutto il peso che trasportava, in una velata provocazione ai suoi danni.
"Peccato, vi impedisco di uccidere altre bestie." rispose, lasciandosi cadere con un sospiro di sollievo ai piedi di un albero.
Arthur sedette poco lontano da lui.
"Le bestie che uccido vanno a rifocillare le mense di Camelot." gli tenne presente con tono saccente e pieno di sé.
"Lo so perfettamente... Ma non lo trovo giusto..." borbottò il mago, guandando nell'intorno imbarazzato prima di prendere la borsa contenente qualche pezzo di pane, formaggio e frutta fresca.
Ne porse una generosa dose al principe, che inarcò un sopracciglio e cominciò a mangiare, fingendo indifferenza prima di mangiare.
"Tu non mangi?"
Merlin scosse il capo con convinzione.
"No, dopo aver visto quelle povere bestie infilzate dalle vostre frecce, mi è passato l'appetito."
Il biondo rise per schernirlo, aprendo la bocca per rispondere, quando un fruscio attirò l'attenzione di entrambi.
Non vi fu bisogno di un cenno del principe perchè Merlin gli passasse la sua spada, infatti non appena voltò il capo verso il mago, allungando la mano per dargli l'ordine, l'elsa era già poggiata sul suo palmo.
Sorrise leggermente, compiaciuto, in fondo quel valletto imbranato e donnicciola non era così impedito come si poteva pensare.
Riportò però rapidamente l'attenzione verso la macchia di arbusti dalla quale era provenuto il rumore, probabilmente si trattava di qualche animaletto spaventato, meglio però non rischiare e tenersi pronti ad ogni evenienza.
Merlin vide il giovane principe muoversi verso i cespugli, attento ad ogni suo movimento, anche se in fondo non si sarebbe dovuto preoccupare, dopotutto si trattava pur sempre di Arthur Pendragon, futuro re di Camelot...
Ecco, appunto, doveva prestare attenzione proprio per quello.
Eppure, nonostante quei suoi pensieri, ciò che avvenne fu troppo rapido perchè riuscisse a seguirne gli eventi.
Altri fruscii più rumorosi, un verso acuto dell'animale che schizzava fuori dal nascondiglio nella sua maestosità, riuscendo a far spostare dalla sua posizione anche Arthur, superandolo in corsa, non prima però di ricevere un colpo di taglio dal giovane che tentò di fermarlo.
E fu così che Merlin si ritrovò all'improvviso schiacciato contro il tronco dell'albero ai piedi del quale s'era accucciato, davanti a sé incrociò gli occhi spaventati di un grosso cervo e nella spalla sinistra un dolore lancinante, dovuto alla punta acuminata di un corno che s'era conficcata nella carne, impedendogli di reagire.
Un verso strozzato di dolore gli sfuggì dalle labbra mentre l'animale in preda alla furia dell'istinto di sopravvivenza, dava spinte sempre più profonde per infilzarlo, proprio come loro avrebbero voluto fare con lui.
"Merlin!" fu il richiamo di Arthur che si lanciò in suo soccorso.
Ma non dovette far nulla il principe, senza nemmeno rendersene conto il mago stava biascicando parole di una lingua antica come il mondo, parole che si sarebbero potute confondere con i rumori del bosco stesso mentre i suoi occhi divenivano del colore dell'oro colato.
"Frierish sharus frintes sal."
Se un qualche osservatore avesse assistito alla scena, avrebbe visto il cervo smettere d'un tratto la sua carica violenta, i suoi piccoli occhi spaventati parvero perdere ogni paura mentre lentamente s'allontanava, lasciando libero il giovane mago che s'accasciò a terra e quindi come se nulla fosse accaduto, l'animale fuggì velocemente nel folto degli alberi.
E in effetti uno spettatore v'era, Arthur stesso aveva bloccato il suo attacco quando aveva visto la reazione del cervo.
Ma che diamine era accaduto?
Non riusciva a trovare una soluzione razionale ad un tale comportamento e dire che lui ne aveva visti di cervi.
Fu però un lamento del suo servo a ridestarlo da quei pensieri.
Merlin stava stringendosi la spalla sinistra con la man dritta, il viso contratto in una smorfia mentre si mordeva il labbro inferiore per evitarsi di emettere altri gemiti.
Arthur si fiondò sul moro, l'espressione preoccupata celata da un'altra irata.
"Dannazione, non sei nemmeno in grado di non farti infilzare da un cervo infuriato?" gli domandò, scostandogli la mano per controllare al ferita.
"Di solito... Non mi batto... Con cervi... Infuriati." mormorò il mago in risposta, stringendo gli occhi al tocco del principe.
Faceva dannatamente male ed il dolore gli invadeva il corpo in pulsazioni che dalla ferita si spandevano sino al cervello al ritmo del battito accelerato del suo cuore.
"Tutte scuse." borbottò Arthur, aiutandolo poi ad alzarsi e facendogli mettere il braccio sano attorno alle sue spalle.
"Che... Che fate?" domandò il moro stupito ed ingenuo.
"Cosa vuoi che faccia, idiota? Ti porto da Gaius, la ferita è profonda, anche se non pericolosa, per lo meno finchè non si infetta." spiegò il biondo incamminandosi verso la vicina Camelot.
"Questo mi tranquillizza." fu il ribeccare del mago, sarcastico nonostante il dolore, mentre sentiva il sangue caldo imbrattargli la veste.
Arthur con la mano che non doveva sorreggere il corpo del servo, prese il proprio fazzoletto dalla tasca, premendolo poi sulla ferita per fermare almeno in parte l'emorragia.
Quello stupido ed imbranato d'un valletto doveva sempre finire nei guai... E farlo preoccupare.
Di rimando Merlin non protestò al dolore causatogli dal fare dell'altro, mentre appoggiava gran parte del suo esiguo peso su di lui, che lo guidava rapido verso la città.
Si fidava di Arthur e sapendosi sotto la sua protezione, nemmeno la preoccupazione per la ferita lo disturbava più di tanto.
Per lo meno ringraziava il fato per non aver fatto accorgere il principe delle parole che aveva pronunciato per manipolare la mente del cervo, la magia in quel frangente aveva preso il sopravvento, guidata dalla voglia di continuare i suoi giorni, anche se nei panni del servo di un principino asino.
"Cosa è accaduto, Merlin?" gli chiese d'un tratto Arthur, mentre le porte delle mura della città si mostravano ai loro occhi.
Il moro sobbalzò lievemente, abbassando lo sguardo sul terreno, continuando ad avanzare a fatica, fortunatamente quei gesti furono accumunabili alla ferita ricevuta, così che il principe non si insospettì.
"Era una bestia spaventata, non sapeva quel che faceva." buttò lì in risposta il moro, le forze stavano scemando velocemente e doveva far sempre più affidamento alle braccia di Arthur che lo sorreggevano forti.
Stava perdendo decisamente troppo sangue e per fortuna Arthur lasciò cadere l'argomento quando un paio di guardie corsero loro incontro.
"Sire!"
"Oh, finalmente. Portatel da Gaius, subito." ordinò autoritario, passandolo tra le loro braccia e guardandosi la veste. "Dovevi proprio sanguinarmi sulle vesti...?" borbottò lanciando un'occhiata al mago.
Lo vide mentre apriva bocca per ribattere, ma, divenuto troppo debole, si accasciò su se stesso, sorretto prontamente da una delle guardie.
Il viso era pallido e sudato, mostrava la sofferenza che doveva provare.
"Che aspettate idioti?" sbraitò quindi Arthur, al che i due scattarono all'istante, sollevando il giovane mago e portandolo dal medico di corte.

Non era passato troppo tempo ed il principe, dopo essersi lavato ed aver indossato vesti pulite, stava camminando nervosamente avanti ed indietro per il corridoio davanti alla porta dello studio di Gaius.
Per una volta aveva lasciato da parte quel suo modo di fare altero e distaccato, preferendo vedere di persona come stesse quel suo stolto valletto, piuttosto che attendere che qualcuno lo informasse.
Eppure Gaius, pur con il suo solito rispetto, gli aveva proibito categoricamente di entrare nel suo studio, gli aveva detto di dover operare Merlin e di necessitare della massima concentrazione e di silenzio.
Era ben visibile la sua preoccupazione, in fondo Merlin era come un figlio per lui e vederlo in quelle condizioni non ci poteva tranquillizzare facilmente.
Gaius nel frattempo stava immergendo una pezza bianca in una bacinella d'acqua fredda, per posarla poi sulla fronte madida di sudore del giovane mago.
Non era stato semplice tenere fuori il futuro re di Camelot, ma ringraziò le sue capacità di convincimento, mentre ascoltava le parole sussurrate con fatica dal ragazzo.
Parole di cui lui conosceva la provenienza ed alle quali non poteva opporre alcuna resistenza.
Un tenue bagliore scaturiva dalla ferita alla spalla sinistra, Gaius s'era sorpreso non poco nel notare come, grazie a quelle formule magiche, Merlin stesse poco per volta ricomponendo i tessuti del muscolo.
Nella sua incoscienza il giovane stava rimendiando da sé al proprio corpo e se mai qualcuno l'avesse scoperto in quel momento, non osò neppure pensare a quello che gli avrebbe potuto fare Uther.
Di certo in quel momento il vecchio medico non poteva impedirgli di usare i suoi poteri, più che altro non sapeva che cosa sarebbe accaduto se avesse provato ad interrompere il flusso dell'incantesimo.
Qualche scatto febbrile del corpo del moro accompagnava quel continuo mormorio che rassomigliava ad un antico canto, anzi, probabilmente lo era.
Il tempo continuava a scorrere, mentre la ferita diveniva sempre meno profonda, Gaius ritenne che con quel ritmo sarebbero bastati pochi minuti e la pelle sarebbe tornata candida come dal principio.
Stava ancora stupendosi dell'enorme dono del ragazzo, quando violenti colpi all'uscio non lo distrassero dai suoi pensieri.
"Gaius! Dannazione, quanto ci vuole?"
Arthur, se ne era completamente dimenticato.
"Ancora un poco di pazienza, sire." rispose, affrettandosi a raccogliere delle bende pulite.
Cominciò quindi ad avvolgerlo attorno al petto del ragazzo, evitando movimenti bruschi per paura delle conseguenze, nascondendo così il bagliore della magia.
Come si sarebbe dovuto aspettare, la porta fu aperta ed il principe entrò nella stanza con espressione contrariata.
"E' una vita che sono la fuori ad aspettare." si lamentò, lanciando un'occhiata al servo.
Gaius terminò velocemente di avvolgere la spalla nelle bende, fortunatamente la luce dorata dell'incantesimo non traspariva dalla stoffa, anche se il giovane mago ancora mormorava parole a fior di labbra.
"Perdonatemi, ho impiegato più tempo del previsto per ricucire i lembi della ferita." si giustificò con deferenza, prendendo di nuovo la pezza dalla fronte del moro per bagnarla e passarla sul viso arrossato.
"Cosa sta dicendo?" domandò il principe, calmo dopo quell'attimo di nervosismo.
Il medico scosse il capo con non curanza.
"E' salita la febbre, sono parole senza senso dette nel delirio."
Il biondo annuì leggermente, guandandosi intorno come se si sentisse a disagio.
"In ogni caso non ero preoccupato, semplicemente volevo sapere se avrei dovuto cercare un nuovo valletto, al posto di questo incapace." parve volersi giustificare per i suoi modi.
Il vecchio sorrise leggermente.
"Credo che una volta che la febbre sarà scesa, gli basterà un poco di riposo e poi potrà tornare al suo dovere." lo informò, zittendosi nel momento in cui anche Merlin serrò le labbra, probabilmente l'incantesimo era completato ed il medico si domandò quante energie avesse speso per metterlo in pratica.
Arthur non sembrò prestarci attenzione, infatti si voltò allontanandosi velocemente verso l'uscio.
"Passerò domani a vedere se si sarà svegliato, ho giusto bisogno che mi lucidi l'armatura." borbottò un momento prima di svanire all'esterno.




Angolino dell'autrice
Salve a tutti! ^^
Waaa... Mi sto imbarcando in troppe fic.... O.o
Si, sono una pazzoide, lo so... Ma non ho saputo resistere, l'idea ha iniziato a ronzarmi nella testa e non avrei proprio potuto cacciarla come se nulla fosse...
Sarebbe stato un aborto in piena regola... -.-
Quindi, eccomi qui, perchè non risparmio nemmeno questa povera sezione... XD
La mia primissima fic riguardante Merlin (è finita la prima serie!!! Noooooo.... ç_ç), ovviamente sarà una bella A/M e chi altri se no? *w*
Beh, spero che come primo capitolo vi sia piaciuto ed interessato, ovviamente siamo solo all'inizio, lasciatemi un commentino, sono ben accette critiche, commenti e suggerimenti! ^^
Kiss

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Capitolo 2
*** Tra profezie ed obblighi ***


A Secret To Protect


Tra profezie ed obblighi



Stava tentando di abbracciare tutto ciò che gli si presentava dinnanzi in un solo sguardo, Merlin non voleva dimenticare nulla di quello che incredibilmente stava osservando.
Si sarebbe stropicciato gli occhi con le mani, se solo le avesse avute.
Difficile da spiegare, sostanza incorporea che fluttuava in un cielo di tempi differenti da quelli a lui conosciuti, eppure sempre uguale.
Certo, sapeva chi fosse, il proprio nome e se si sforzava, poteva distinguere in parte i contorni del proprio corpo, traslucido sotto ai raggi di un sole splendente.
Ma non aveva una volontà alla quale aggrapparsi, era come se qualcuno guidasse i suoi occhi, il suo movimento mentre scendeva sempre più verso quella fiorente città che "viveva" sotto di lui.
Come non riconoscerla, come non rendersi conto che si trattava proprio di Camelot, la stessa che era divenuta la sua casa, diversa però.
Quale fosse quell'elemento che la distinguesse tanto, non se lo seppe spiegare, o forse neppure tentò di spiegarselo.
Le persone svolgevano i propri compiti e lavori come sempre avevano fatto, il calzolaio, l'amaiolo, il fabbro, lo scudiero.
Ed ecco che tutto scorre velocemente finchè si ritrovò nel castello, la sala del trono.
Chissà come, sapeva che sul regale seggio non vi avrebbe trovato la figura di Uther.
Anche se già vedeva chi ne deteneva il posto per diritto e dovere, non volle osservare direttamente, mentre quasi nell'animo sentì il frusciare sonoro di ali membranose nell'aria, lieve sghignazzare divertito del drago, di quel drago.
- Ancora rinchiuso... -
Si ritrovò a pensare, come se fosse del tutto nella norma udire tali sensazioni, quasi come se quelle ali che si stendevano possenti, accompagnate dal tintinnare sempre presente delle catene, facessero parte del suo corpo.
- Osserva bene, giovane mago, a pochi è concesso questo lusso. -
Che cos'era, un ordine o un consiglio?
Quella dannata lucertola, nascondeva qualcosa, come sempre del resto.
Ma non era tempo per pensieri del genere, anzi il suo tempo stava scadendo.
Come facesse a saperlo...
Beh, non aveva importanza, non mentre finalmente si decideva a guardare realmente chi sedesse davanti a lui.
Si stupì nel constatare che la sala del trono traboccasse di persone, come non le avesse viste prima non si rivelò un reale problema per lui.
E lo vide, Arthur, sebbene il suo viso fosse segnato dalle rughe dell'età, sebbene il suo corpo fosse appesantito dallo scorrere degli anni, chissà quanti.
Il suo portamento sempre regale, sempre come se il suo onore traboccasse dai pori della pelle, lo sguardo nonostante tutto ancora limpido e sicuro di sé.
La gente gli rivolgeva occhiate rispettose - ma mai sottomesse -, ammirate, rincuorate, fiduciose e mille altri sentimenti impossibili da elencare.
Poco distante, nemmeno due passi dallo schienale del seggio del re, una figura ammantata, il cappuccio a coprirle il volto, una presenza possente alla sola vista che vegliava sul suo signore, chi avrebbe potuto osare un qualche danno a discapito del re, nel veder chi lo proteggeva?
La figura misteriosa alzò di poco il volto, quel che bastava per liberare le iridi blu come il mare, per incontrare quelle identiche del giovane mago, che si ritrovò ad indugiare sul suo stesso viso.
Un poco invecchiato, certo, ma non come quello di Arthur - Magia -.
- Divertente poter osservare senza essere visti, lo ricordo bene. -
La sua - o la propria? - voce rimbombò nella sala, nella mente del giovane Merlin, che si ritrovò a sorridere.
- Puoi indugiare quanto vuoi, futuro, passato, presente. Che sia invenzione o meno, dipende da te scoprirlo, io posso solo donarti la mia benedizione, chissà che questo non sia il tuo reale futuro... -


Aveva dormito, Merlin, nei tre giorni successivi, ininterrottamente, tra le cure premurose di Gaius che all'alba dell'ultimo giorno cominciava a preoccuparsi seriamente per il giovane che non accennava affatto a volersi destare.
Spesso vegliava al suo capezzale Gwen, con attenzioni amorevoli e fiduciose.
A volte un borbottante principe faceva il suo ingresso nella stanza e tutte le volte il suo sguardo pareva scurirsi nel non notare differenze di reazioni nel giovane costretto a letto.
"Gaius, perchè non si sveglia?" domandò quel terzo giorno di sonno, poggiato contro la parete opposta della stanza, le braccia incrociate al petto.
Il vecchio mentore osservò il suo protetto, che alla vista si presentava sano: viso colorito, espressione rilassata, temperatura nella norma, dunque perchè non si svegliava?
Temeva di conoscere in parte la risposta a quella domanda, ma non avrebbe potuto esporla al principe.
Probabilmente l'uso dell'incantesimo di cura aveva prosciugato ogni sua energia e di conseguenza quella stessa magia l'aveva indotto in quel riposo forzato per recuperare la propria forza senza rischi.
Ma in tutto quel tempo trascorso, avrebbe oramai dovuto terminare il recupero, quindi stava iniziando a domandarsi se sarebbe riuscito a svegliarsi.
"Con la sua corporatura fragile, la ferita e la febbre, è rimasto debilitato più di quanto credessi." giustificò invece il tutto a voce alta.
"Lo sapevo che è una donnicciola, ma sono tre giorni." ribattè ancora il biondo.
E Merlin intanto dormiva, sognava e dormiva.
Vedeva luoghi, persone, fatti.
Vedeva il passato, il presente e chissà, forse anche il futuro.
Udiva voci, discorsi, risate, preghiere, promesse e speranze.
Vagava per lande sconosciute, per sentieri familiari, corpo inconsistente in mezzo al tutto.
Sognò finchè non si stufò, preferendo tornare alla realtà, decisamente meno caotica, o per lo meno più divertente.
Gli mancavano molte cose del proprio presente, i rimproveri di Gaius, le parole sconfusionate ma sempre amorevoli di Gwen, le frecciatine velenose ma amichevoli di Arthur.
Passare inosservato nel bel mezzo di una battaglia, di un banchetto, di una fiera paesana...
No, decisamente non era divertente.
Corrugò un poco la fronte, i rumori della realtà erano molto più nitidi e le voci di Arthur e Gaius quasi gli ferirono le orecchie, riportandolo del tutto nel proprio corpo.
Mugugnò un verso contrariato, aprendo lentamente prima un occhio e poi facendo seguire l'altro, sbattendo più volte le palpebre per abituarsi alla luce del giorno più intensa di come la ricordasse che filtrava dalla finestra.
Gli altri due si zittirono posando i loro sguardi su di lui, sguardi che vennero ricambiati con un'innocente espressione dubbiosa, che cosa avevano da guardare?
Il giovane mago aprì le labbra per parlare, ma non riuscì a far uscire nessun suono, tentando quindi di tirarsi su a sedere, senza compiere ulteriori movimenti.
Si sentiva bene, certo, anche se aveva una sorta di spossatezza nelle membra che gli pareva strana, come alla fine di un lungo viaggio.
Corrucciò un poco l'espressione, sentendosi a disagio sotto gli sguardi indagatori dei due che parevano non perdersi neanche un batter di ciglia da parte del moro.
Tentò nuovamente di parlare e questa volta gli riuscì solamente un verso strozzato, aveva la gola secca ed un impellente bisogno d'acqua.
Di questo parve rendersene conto Gaius, infatti s'affrettò a passargli tra le mani un calice ricolmo del fresco liquido, che fu fatto svanire in un istante dal giovane mago assetato.
A quel punto si sentiva decisamente meglio e dopo aver sospirato profondamente, come per riprendere fiato, rivolse ad entrambi un sorriso, uno di quelli spontanei e sinceri che solamente lui era in grado di far spuntare su quel viso così innocente.
"Buongiorno." parlò finalmente, facendo seguire il saluto da un largo sbadiglio.
Arthur, che per tutto il tempo se ne era rimasto fermo nella sua posizione contro il muro e con l'espressione appena pronunciata in un broncio, strinse la mascella assottigliando gli occhi.
Tre giorni di nulla totale, tre giorni in cui non sapeva se si sarebbe mai risvegliato, se avesse rivisto quegli occhi blu come il mare, tre giorni in cui non era nemmeno andato a caccia... Ed al risveglio se ne veniva fuori con un "buongiorno"?
Il principe era indeciso sul da farsi: non sapeva se avesse dovuto cominciare ad urlare in faccia a quel servo incapace quanto idiota fosse, oppure mollarlo lì, senza dire nulla, premeditanto qualche atroce vendetta.
Già, perchè per quei tre giorni s'era dovuto cercare un altro valletto che l'aiutasse nel vestirsi ed in quelle piccole faccende alle quali aveva sempre pensato Merlin e tutto gli era sembrato terribilmente sbagliato.
Nessun altro avrebbe dovuto assicurargli le fibbie dell'armatura, nessun altro avrebbe dovuto lucidare il suo elmo, affilare la sua spada, strigliare il suo cavallo, posare le sue mani sul suo corpo...
Ecco, stava delirando, probabilmente era un male infetto che gli aveva trasmesso quel servo incapace.
Nel frattempo lo osservava mentre allontanava Gaius con un'espressione schifata, poichè il medico di corte stava tentando di fargli ingerire una qualche pozione maleodorante.
Il biondo non potè fare a meno di notare come Merlin muovesse alla perfezione entrambe le braccia, senza sforzi o difficoltà, possibile che sia guarito sino a tal punto da non sentire più dolore?
Ripensando ai giorni precedenti, non aveva mai assistito alle medicazioni di Gaius, od al cambio delle bende, nonostante le sue visite non fossero mai state durante orari precisi.
Sarebbe allora stato il caso di considerare le cure di Gaius miracolose.
Fu durante questi suoi pensieri sconnessi che il mago posò finalmene lo sguardo su di lui, probabilmente attirato dal suo accigliato silenzio.
Uno scambio di sguardi breve, con le labbra del moro incurvate in un sorriso naturale, ma un momento dopo, senza alcun preavviso, Arthur gli voltò le spalle per lasciare la stanza, seguito dagli occhi ch'erano divenuti interdetti del mago che tentò di fermarlo inutilmente.
"Sire."
Nemmeno il tempo di pronunciare la parola, che già il principe era sparito.
Merlin restò quindi a fissare l'uscio della sua camera, che cosa era successo a quel principe?
Probabilmente un'altra delle sue crisi isteriche perchè non era riuscito a catturare un cinghiale particolarmente grosso, o forse perchè non aveva lucidato a dovere l'armatura?
Si strinse nelle spalle, dedicando la propria attenzione a Gaius, il quale aveva rinunciato a dargli la sua pozione, avendo constato che in fondo sembrava in salute realmente.
"Come ti senti?" gli chiese infatti, inarcando un sopracciglio con sguardo critico.
Il giovane si stiracchiò, allungando le braccia e le gambe, sciogliendo i muscoli rimasti intorpiditi dall'immobilità troppo prolungata.
"Decisamente bene..." mugugnò, nascondendo dietro una mano uno sbadiglio, mentre i ricordi della mattina di caccia tornavano un poco confusi.
Portò rapidamente la mano a toccare la spalla sinistra, tastando la pelle, senza trovare alcuna ferita o cicatrice.
"Ma..." cominciò confuso, osservando il medico per trovare una soluzione.
"Ah, non guardare me, hai fatto tutto da solo." borbottò lui in risposta scuotendo il capo.
"Magia?" una domanda retorica, ovviamente, conosceva già la risposta e sorrise divertito. "Degno del migliore dei maghi." si lodò da sé.
Gaius gli lanciò i vestiti che gli ricaddero sulla testa, impedendogli la vista.
"Certo, grande mago." disse ironico. "Ora alzati e vai a fare il tuo dovere." fu il suo ribeccare pronto, lasciandolo poi solo per tornare alle sue erbe.

Mezzora più tardi il giovane mago riusciva, un poco barcollante, a percorrere i lunghi corridoi del castello diretto verso le stanza del principe.
Si sentiva ancora il corpo un poco intorpidito ed i pensieri volavano spesso e volentieri dove più preferivano, indugiando su qualche immagine onirica di cui non ricordava nemmeno il significato.
Quando finalmente giunse innanzi alle porte degli appartamenti di Arthur, si ritrovò talmente immerso nei propri pensieri, che nemmeno si rese conto di aver alzato distrattamente la mano, mormorando un ordine, facendo poi aprire la porta docilmente, senza ch'emettesse alcun cigolio.
Avanzò quindi all'interno e si accorse del suo gesto solo quando il danno era già compiuto.
Lanciò immediatamente uno sguardo allarmato alla ricerca di un paio di occhi spauriti o forse irati, ma trovò soltanto la larga schiena del principe che stava osservando la vita di Camelot da una delle finestre ai lati del letto.
Non seppe se ringraziare il fato, la sua buona stella o la religione antica, ma si rese conto che se avesse voluto mantenere il capo attaccato al proprio corpo, avrebbe dovuto prestare più attenzione a ciò che faceva.
Maledicendosi ancora mentalmente, compì un paio di passi verso il centro della stanza, occupato dal tavolo in legno.
"Sire." parlò solamente, gli sembrava strano che il biondo non si fosse già voltato per rivolgergli una delle sue battute velenose, certo che lo avesse sentito entrare.
Arthur, però, non si voltò, sembrando troppo impegnato ad osservare l'esterno per prestargli attenzione.
Merlin cominciava a sentirsi un poco a disagio, non capiva il motivo per il quale non si girasse a guardarlo, era decisamente troppo calmo.
Sapeva che avrebbe dovuto fare o dire qualcosa.
In fondo, se non fosse stato per Arthur, sarebbe morto dissanguato nel bosco, indi per cui, doveva ringraziarlo per lo meno, chissà che quel malumore non gli passasse.
"Sire... Ecco, io... Grazie." balbettò con voce insicura, ma abbastanza alta perchè la udisse.
Si sentiva a disagio ed accennò un lieve sorriso per stemperare la tensione che aleggiava nella stanza, anche se l'unica cosa che gli veniva concessa dal principe era sempre e solo la sua schiena.
Poi, finalmente, si voltò, con lentezza, quasi come se volesse mettere alla prova la sua pazienza.
Incrociò il suo sguardo, quelle iridi blu che lo scrutavano come per sondarlo nel profondo.
Non avrebbe voluto, il giovane mago, ma sentì le gote scaldarsi poco per volta, mentre il sangue gli affluiva verso il viso, arrossandolo lievemente ed in maniera delicata.
Si domandò quali pensieri potessero passare nella mente del principe mentre aspettava una sua qualche reazione, una qualsiasi, spostando di tanto in tanto il peso del corpo da una gamba all'altra, fose segno di nervosismo.
Da parte sua, Arthur, osservava ogni minimo particolare del servo, la preoccupazione che aveva provato in quei giorni, e che a quanto pareva era stata inutile, era finalmente svanita, sotituita da una sorta di voglia di ripicca.
Già, perchè non sopportava il fatto d'esser sembrato così impotente nel dover aspettare che il tempo facesse il suo corso.
Non sopportava neppure l'aver dovuto sostituire il suo valletto con un altro temporaneo, se proprio doveva trovare altri motivi.
Lui era un uomo d'azione, restarsene con le mani in mano a vegliare per tre notti consecutive su quello stupido servo che se la dormiva alla grande, era stato come un affronto per lui, per la sua posizione e la sua persona.
Alla vista di presentava in perfetta salute, Merlin, anche se l'espressione pareva ancora assonnata, le guance ora colorate da un dolce rossore che incatenò lo sguardo del biondo.
"Vedo che stai bene... La spalla è guarita?" domandò quindi, avvicinandosi finalmente all'altro.
Istintivamente, il moro, portò la mano alla spalla sinistra, ben consapevole che sotto quelle candide bende che l'avvolgevano per celare le apparenze, non vi era nulla, se non la pelle liscia.
"Le cure di Gaius fanno miracoli..." commentò quindi, ridacchiando nervosamente, restando poi immobile quando il principe gli si fermò dinnanzi, vicino, talmente vicino che avrebbe potuto tentare di contare le sfumature delle sue iridi alla luce del sole.
Arthur annuì lentamente, quasi come se fosse sovrappensiero, poi un sorrisetto impudente gli si disegnò sul viso e Merlin sapeva bene che quell'espressione non voleva significare nulla di buono.
"Bene, perchè in questi tre giorni le stalle non si sono pulite da sole, l'armatura non si è lucidata, i pavimenti non si sono spazzati, la spada non si è affilata ed i cavalli non si sono strigliati da soli." espose tutto d'un fiato, allargando il sorriso che divenne in quel momento compiaciuto, in risposta all'espressione sconcertata del moro.
Merlin aveva aperto le labbra per la sorpresa, di certo non bella, che gli aveva riservato il principe, ma si vide costretto a capitolare in silenzio alle richieste ed ai doveri che gli spettavano.
Si lasciò sfuggire solamente un verso lamentoso, prima di volgere le spalle e lasciare la stanza, chiedendosi da quale lavoro fosse meglio cominciare, ritenendo poi che in fondo non cambiava molto, dato che a fine giornata sarebbe stato ritrovato morto di stanchezza in un angolo del castello.




Angolino dell'autrice
Ed ecco a voi il secondo capitolo!! ^^
Wow, che bello, sembra proprio che vi sia piaciuto l'inizio della mia ficciola!! Sono commossa!! ç_ç
Chissà se Arthur sta sospettando qualcosa sul nostro maghetto dai grandi occhioni blu, oppure è talmente preso da altri pensieri, da non essersi reso conto di nulla?
Questo ed altro nel prossimo capitolo! (sembra quasi la pubblicità di una scadente serie a puntate televisiva... -.-)
Beh, ma non attendiamo oltre, passo subito a ringraziarvi personalmente!

§ Sammy Malfoy §
Ciao! Grazie mille per la recensione e ti assicuro che ne combineremo delle belle con i capitoli che verranno! Spero che anche questo chappo ti sia piaciuto! ^^

§ Taila §
Ti ringrazio per gli apprezzamenti!! *w*
Eheh... Arthur lo vedo un po' come nel bel mezzo tra l'essere sveglio e intuitivo... E l'essere con due belle fette di prosciutto sugli occhi...
Chissà se sta già sospettando qualcosa... u.u Niente spoiler, giusto perchè sono sadica... XD

§ Toru85 §
Ecco il nuovo capitolo, spero che continui ad interessarti!! ^^

§ _BellaBlack_ §
Gnaaaaaaaa.... Tesoro!!! *gongola felice con tante stelline scintillanti intorno*
Lo sai che tu mi stai viziando con le tue recensioni, vero? Mi fai montare la testa!! XD
Ok, a parte gli scherzi, sono felicissimamente felice che ti piaccia anche questa storia! ^^
Di già che ci sono ti ringrazio infinitamente per la recensione a Inside My Mind!!! *_*
E per quanto riguarda un seguito sul punto di vista di Roy, ho già cominciato a lavorarci!!! u.u'
Per ora ti ringrazio ancora tanto, spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! Kissoli!

§ _Fruscio_di_Anime_ §
Waaaa!! Ma che bello il tuo nick!!! *w*
Ok, mi calmo... Cavoli, mi fai arrossire se dici addirittura che è perfetta.... >////<
Non avrei mai sperato di riuscire veramente a caratterizzare per bene i personaggi e ovviamente farò il possibile per mantenerli nell'IC, dato che non mi piace quando si cade per sbaglio nell'OOC.
Quindi ti sarei immensamente grata se mai accadesse uno strafalcione con i personaggi, di avvertirmi! XD
Per quanto riguarda i sorrisi di Merlin, sarà fatto, lo farò sorridere il più possibile!! ^^
Credo anche io che sia troppo carino quando lo fa, quindi non mi è proprio un peso farlo! XD

§ bacinaru §
Oddei, addirittura che scrivo da dio, mi pare esagerato... *gongola felice* Ma accetto ben volentieri i complimenti... Il mio ego ne sarà felice!! XD
Ti ringrazio dunque per la recensione, sperando che la storia continui a piacerti!! *_*

Ovviamente ringrazio anche chi ha inserito la storia tra i preferiti:
§ bacinaru §
§ bury_chan §
§ chocolate_starfish §
§ gre §
§ sihu §
§ Taila §

§ Thief Alchemist §
§ Toru85 §
§ Valentine §
§ victoriaanguisette §

Grazie anche a chi ha solamente letto, come al solito commenti, suggerimenti e critiche sono ben accolti! XD
Sperando che il capitolo sia stato di vostro gradimento, vi rimando al prossimo!
Kiss

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Capitolo 3
*** Galeotto fu il libro.... ***


A Secret To Protect


Galeotto fu il libro....



I raggi del sole filtravano obliquamente dalla finestrella della stanza adibita a rastrelleria, come se fossero un delicato velo di colore arancione che ricopriva ogni oggetto che andava a sfiorare, una sorta di saluto prima del calare della sera.
Probabilmente al di fuori di quelle quattro mura, un fresco venticello allietava i bottegai che terminavano la loro giornata lavorativa, intenti a ritornare nelle proprie abitazioni per una cena calda.
Merlin, invece, si sentiva soffocare, mentre sudato trascinava due degli scudi del principe verso un tavolo, dovendoli in seguito lucidare a specchio.
Era per motivi del genere che amava la magia, più per avere la spalla come nuova che per altro, altrimenti non sarebbe mai riuscito a trasportare tutto quel peso e non avrebbe mai rischiato di venire scoperto nel bel mezzo di un incantesimo lungo i corridoi del castello.
Già, perchè si era dovuto trascinare quei due scudi per tutto quanto il maniero, avendoli trovati dopo un'estenuante ricerca in un angolo del giardino.
Lo aveva anche sfiorato la malsana idea che quell'asino reale di Arthur li avesse nascosti di proposito, giusto per farlo dannare un poco, come se tutti i compiti che gli aveva assegnato non fossero abbastanza.
Borbottò qualche impropero a mezza voce, andando a chiudere per bene la cigolante porta della rastrelleria, lanciando prima una rapida occhiata ai lati del corridoio per constatare che la via libera rimanesse tale.
Con un'espressione soddisfatta in volto, illuminata da un sorriso, andò a sedere direttamente sul tavolo non del tutto ingombro, le gambe penzoloni, afferrando poi un libro che si era portato appresso per ingannare il tempo.
Aprì il volume rilegato in pelle, mentre con fare distaccato mormorò qualche parola antica ed all'istante un paio di stracci si mossero assieme agli scudi, che si ritrovarono a mezz'aria mentre venivano lucidati da mani invisibili.
"Ah, questa è vita..." mormorò il giovane con un sospiro di sollievo, cominciando a leggere qualche riga del romanzo.
Il tempo passò velocemente, tra il frusciare degli stracci sulla superficie degli scudi e quello della carta delle pagine del libro che aveva catturato del tutto l'attenzione di Merlin.
Era un racconto avvincente, cavalieri, dame in pericolo, maghi buoni e cattivi, amori segreti, stava letteralmente divorando la storia pagina per pagina, a tal punto assorto nella lettura, da non rendersi conto dello scurirsi del cielo, in fondo i candelabri alle pareti gli permettevano una buona illuminazione.
Furono dei passi lungo il corridoio a destare in parte, inconsciamente, l'attenzione del giovane mago, eppure non staccava ancora lo sguardo dalla pagina, il cavaliere stava per confessare il proprio amore alla dama del suo cuore e se ciò fosse avvenuto, avrebbero dovuto lottare contro il padre di lei e l'intera corte, certamente non avrebbe lasciato la lettura proprio in quel punto.
Il cigolio della porta che veniva sospinta, però, lo colse del tutto impreparato, mentre lanciava uno sguardo in tralice agli scudi che bellamente svolazzavano a mezz'aria come tempo prima, perfettamente lucidi e splendenti.
Un momento prima che una testa bionda s'affacciasse all'uscio, Merlin interruppe l'icantesimo, facendo schiantare le protezioni sul terreno in un fragoroso e fastidioso rumore di metallo, che rimbombò all'interno della stanza per qualche istante, mentre la porta veniva aperta del tutto, lasciando spazio ad un adirato Arthur.
"Merlin, che diavolo fai?" gli urlò contro indispettito.
Il giovane mago abbandonò il libro che ancora stringeva tra le mani, sul tavolo, balzando giù dalla sua postazione e boccheggiando un paio di volte nel tentativo di trovare una risposta sensata.
"Io... Io... Ho provato a... A trasportare gli scudi, ma... Pesavano troppo." buttò lì la confessione fasulla, sperando con tutto se stesso che quell'asino gli credesse.
Il principe incrociò le braccia al petto, squadrandolo sospettoso, corrucciando un poco le labbra come in un'espressione imbronciata.
"Sei un idiota, lo sai vero?" gli domandò retorico, richiudendo la porta alle sue spalle e compiendo poi un paio di passi nella sua direzione.
Osservò quindi attentamente il suo valletto, la fronte lucida di un sottile strato di sudore, probabilmente per la calura delle quattro mura, i capelli scompigliati come al solito, le labbra rosse semi dischiuse nel respiro che faceva alzare ed abbassare quasi impercettibilmente il suo petto, gli occhi come due pozze d'acqua profonda e limpida nel contempo.
"Se mi dici che sei rimasto sino ad ora a lucidare quegli scudi, non ti crederò." continuò quindi il biondo, inarcando un sopracciglio con fare scettico.
Era quasi tutta la giornata che non l'aveva più tra i piedi a gironzolare nel risistemare le stanze e raccattare le sue vesti dagli angoli più disparati e la cosa non gli stava per nulla bene.
"E invece è così, forse perchè qualcuno ha lasciato questi stupidi ammassi ferrosi in un angolo remoto del giardino." rispose sarcastico il moro, incrociando le braccia al petto a sua volta ed imrbonciandosi vistosamente.
Dopo tutta la fatica della giornata, non sapeva far altro che trovare da ridire, invece di esser per una volta soddisfatto dei suoi servigi.
"Stai insinuando che io abbia lasciato volontariamente là gli scudi?" domandò di rimando il principe.
"No, sto solo dicendo che ho impiegato secoli a trovarli e che quindi sono rimasto impegnato sino ad ora." mentì in parte il moro, scostando lo sguardo di poco poichè sapeva che se avesse fissato Arthur negli occhi, non sarebbe stato in grado di mentire, anche se in fondo era per il suo bene.
"Certo, quindi quel libro si stava leggendo da solo." ironizzò ancora l'altro, indicando il volume ancora aperto sul tavolo e compiendo poi uno scatto per afferrarlo prima che il giovane mago potesse impedirglielo.
"Dunque, dunque, vediamo con che cosa si allieta il mio valletto invece di compiere il suo dovere..." borbottò quindi, leggendo qualche riga della pagina che si trovava di fronte.
"Ma se vi ho detto che ho lucidato gli scudi..." si lamentò il moro, arricciando un poco il naso in una smorfia, osservando poi l'espressione del principe che leggeva dal suo libro.
Da parte sua, Arthur, trovò subito interessanti le poche parole che aveva letto, non avrebbe mai immaginato che quel tonto d'un servo si dilettasse in simili letture, quindi, ignorando le ultime parole di Merlin, s'accostò al tavolo, poggiandosi lieve e continuando a leggere.
"Non avrei mai immaginato..." mormorò il biondo, mentre un sorriso sghembo gli si disegnava in volto, quel solito sorrisetto che non poteva presagire nulla di buono per Merlin, anche senza le capacita precognitive di un veggente.
"Ehi, Merlin, vieni un po' qui." lo chiamò il biondo e nonostante il tono fosse tranquillo, l'altro sapeva che non poteva esser altro che un ordine, se non si fosse avvicinato, lo avrebbe certamente ripetuto con più convinzione.
Con pochi passi svogliati, s'accostò al principe, inclinando un poco il capo verso una spalla nel studiarne l'espressione, come per tentare di capire che cosa gli passasse per la mente.
Con un gesto della mano, Arthur gli fece cenno d'avvicinarsi ancora e di guardare una pagina del libro, forse per fargli leggere un passaggio particolare o chissà per che altro.
Con un lieve sospiro, il mago obbedì, spalla a spalla con il principe, si chinò di poco per poter leggere la riga indicata dall'indice dell'altro.
Al movimento del moro, il sorriso sul volto di Arthur s'accentuò, soddisfatto, mentre ispirava un poco più profondamente nel sentire l'odore di erbe che sempre accompagnava il suo valletto e che lo caratterizzava da chiunque altro.
Si rammaricò solamente di non poter vedere il mutamento d'espressione di Merlin mano a mano che proseguiva nella lettura, certamente non si aspettava un simile risvolto nella trama della storia che stava leggendo.
Il giovane mago, infatti, si tirò su di scatto, mentre le gote gli si coloravano d'un delicato color rosato e gli occhi nervosi si spostavano in continuazione da un punto all'altro della stanza, evitando d'incontrare quelli celesti del principe ed anche di soffermarsi troppo a lungo su un oggetto o su un muro.
"Beh, che ti prende ora? Non credevo ti piacessero letture di questo genere..." lo incalzò allora Arthur, sghignazzando soddisfatto e punzecchiandolo al fianco con un gomito.
"Io... Io non sapevo che avrebbero fatto... Quello..." borbottò imbarazzato in risposta, arrossendo ulteriormente.
"Oh, suvvia, non essere così pudico... Dopotutto sono un cavaliere ed una dama, è la natura che fa il suo corso." rincarò la dose, muovendosi lentamente per accostarsi ancora di più al moretto, gesto che passò inosservato a quello, impegnato com'era a mantenere la calma e a non divenire rosso come un pomodoro maturo. "Sai... Mi sono sempre chiesto come saresti stato, vestito con una delle vesti di Morgana..."
Furono un bisbiglio quelle parole, sussurrate all'orecchio del mago, che sobbalzò sorpreso per la vicinanza dell'altro e per il significato di ciò che nascondevano.
Aveva colto alla perfezione l'allussione del principe e tentò di deglutire a vuoto un paio di volte, prima di riuscire a rispondere.
"Mi state scambiando per una delle vostre cortigiane?" domandò nervoso, mentre il respiro del biondo s'infrangeva nel suo orecchio, facendogli partire dei brividi che gli percorrevano tutta la schiena.
"No, direi che tu sei più... Intrigante." rispose prontamente il principe, accostando infine le labbra al lobo dell'orecchio del giovane, carezzandolo leggermente prima di morderlo lievemente, facendo seguire anche un tocco con la lingua.
Il gesto fu talmente inaspettato per Merlin, che sussultò, preso di sorpresa e non potè far altro che emettere un lieve squittio che gli sfuggì dalla gola, se per lo spavento o per il piacere, impossibile dirlo, eppure il giovane mago sentiva un nodo allo stomaco che mano a mano andava a sciogliersi, disperdendo un pacato calore che pareva volerlo cullare.
Arthur intanto aveva abbandonato nuovamente il volume sul tavolo affianco a lui, dedicandosi poi al collo niveo del moro, scostando con una mano la bandana che sempre lo copriva, decisamente fastidiosa in quell'istante.
Lasciò sulla pelle una rovente scia di baci umidi e strisce di saliva con la lingua, mordicchiandolo di tanto in tanto, lasciando segni rossi e ricevendo in risposta a quelle attenzioni dei sospiri trattenuti, mentre il respiro dell'altro diveniva un poco più velocizzato.
Merlin non sapeva che cosa stesse succedendo, probabilmente avrebbe dovuto scostarsi bruscamente dal biondo, guardandolo scandalizzato per poi lasciare la stanza e far finta di nulla, invece se ne restava immobile, in balia di quelle labbra bollenti, di quelle mani che s'erano posate sui suoi fianchi per stringerlo al corpo dell'altro.
Fu istintivo il gesto di allacciare le braccia al collo del principe, tirando indietro la testa per lasciare maggior spazio alle sue attenzioni, la mente spersa in chissà quale meandro, incapace di controllare le reazioni del suo corpo.
Arthur strinse ancora di più il gracile corpo del moretto contro il proprio, cingendogli completamente la vita e risalendo poi lentamente con le labbra il profilo del collo e della mandibola, finchè non giunse all'angolo delle labbra, che leccò con studiata lentezza e leggerezza, come per chiedere il permesso d'entrare.
A quella richiesta, Merlin non potè che concedere la propria approvazione, schiudendo le labbra per lasciar passare la lingua bollente del biondo che s'intrufolò curiosa e sensuale, esplorando il palato e poi coinvolgendo quella del moro in una tenera lotta.
I primi approcci furono timidi ed insicuri da parte del giovane mago, quindi, sotto la guida esperta e sicura del principe, cedette sempre più alle sensazioni che stava provando, assecondando i movimenti della sua lingua, tramutando quel dolce sfiorarsi in un bacio passionale che sembrava volerli divorare entrambi.
Era decisamente troppo e la sua mente forse se ne rese conto, solamente, però, quando con un movimento deciso del bacino il biondo lo fece sfiorare con quello di Merlin, che emise un lamento di piacere, il quale rimase intrappolato tra le loro labbra.
Ma che diavolo stava accadendo?
Lui e il principe?
No, decisamente era qualcosa di sbagliato, quelle sensazioni erano sbagliate, quel calore era sbagliato, tutto quanto lo era.
Un unico grande errore che avrebbe potuto pagare caro.
Strinse le palpebre per qualche istante, riaprendo poi di scatto gli occhi, slacciando la presa attorno al collo del biondo, per poggiargli le mani sul petto e far leva per allontanarlo.
Vi riuscì dopo un tentativo fallito, spostando poi il capo di lato per evitare che le labbra fameliche di Arthur si riappropiassero delle sue.
Merlin boccheggiò senza saper cosa dire, cosa fare, semplicemente riprese fiato, mentre decine di pensieri gli percorrevano la mente: se Uther fosse venuto a conoscenza di una situazione del genere, lo avrebbe spedito alla ghigliottina senza esitazioni, ne era certo.
"Merlin." la voce calda e sensuale, resa un poco roca dal tono basso e pieno di desiderio di Arthur lo riscosse da possibili fini che gli sarebbero costate quelle attenzioni.
Scosse il capo, incapace di comprendere realmente cosa era accaduto, lo aveva veramente scambiato per una delle cortigiane con le quali si divertiva a passare qualche notte di passione, era stato uno sbaglio dettato da un desiderio passeggero, ne era certo.
Quella certezza però gli causò un forte dolore all'altezza del cuore.
Continuò a scuotere il capo, sempre con più convinzione, spingendo ancora di più Arthur lontano da sé, liberandosi la via per sgusciare dalle sue braccia.
Si mosse nervosamente verso la porta, fermandosi solamente per recuperare gli scudi e sistemarli negli appositi spazi al lato del muro, come se compiere un gesto abituale, avrebbe potuto cancellare quella marea di sentimenti che lo stavano sommergendo.
Fatto ciò, aprì senza indugio l'uscio, e lasciò la stanza, mormorando un flebile "E' tutto sbagliato.", prima di allontanarsi in corsa lungo il corridoio.
Da parte sua, Arthur non potè far altro che restarsene immobile, gli occhi sbarrati e la bocca leggermente aperta per la sorpresa, nonchè un certo fastidio al di sotto della cintura, dove i pantaloni erano divenuti un po' troppo stretti, ma a quanto pareva, quel fastidio non sarebbe stato soddisfatto.
Sbattè ancora un paio di volte le palbebre, come aspettandosi che da un momento all'altro, quello stupido valletto rientrasse dalla porta per continuare quella loro "discussione", invece non accadde nulla del genere.
Si passò una mano tra i capelli biondi con un pesante sospiro, scuotendo un poco il capo.
Se l'era cavata per quella volta, ma la prossima non l'avrebbe passata liscia, quello era poco ma sicuro.

Inciampò diverse volte durante la sua corsa, senza sapere minimamente quale fosse la sua meta, semplicemente si lasciava trasportare dalle sue stesse gambe tremolanti, una mano stretta nella maglia all'altezza del cuore, come se quel gesto avesse potuto far rallentare quel battito impazzito che lo stava consumando letteralmente.
Si fermò solamente quando riconobbe il pesante portone che rinchiudeva al di là le scale che conducevano ai sotterranei del castello e più precisamente, alla grotta del drago, se si fosse seguita la giusta strada.
Senza riflettere oltre, si fiondò a rotta di collo lungo gli scalini, afferrando la prima torcia che aveva trovato, per evitare per lo meno dei ruzzoloni che gli sarebbero costati l'osso del collo.
Con il fiato corto ed il petto che s'alzava ed abbassava velocemente, raggiunse lo sperone di roccia che s'affacciava nella caverna, del drago non v'era traccia apparente.
"Ehi!" urlò per richiamarlo, lanciando sguardi rapidi a destra ed a sinistra.
Una risata, roca e profonda, gli rimbombò sin nelle viscere, mentre il tintinnio delle catene accompagnava il frusciare delle ali nell'aria ed in un attimo, l'enorme bestia s'appolloiò su uno spuntone di roccia, abbassando il muso per osservarlo, quella che non poteva che essere una scintilla di divertimento negli occhi.
"Qualcosa non va, Merlin?" domandò ironico.
Il giovane mago digrignò i denti sull'orlo di una crisi di nervi, frustando l'aria con un gesto secco della mano.
"Come se tu non lo sapessi!" rispose nervoso.
"Oh, è successo alla fine..." commentò allora il drago, assumendo un tono sapiente e profondo, decisamente una presa in giro ai danni del giovane.
"Come sarebbe a dire? Tu sapevi che sarebbe successo? E che cosa significavano allora le due facce di una maledetta medaglia, il destino e tutto il resto?" lo incalzò ancora il moro.
Un'altra risata riscosse le pareti della caverna.
"Le due facce della stessa medaglia si completano a vicenda, separate non hanno alcun senso, unite possono tutto." affermò il drago muovendo un poco il capo.
"Vuol dire che dovrei rischiare di farmi tagliare la testa per il destino?" continuò ad interrogarlo.
"Nessuno ti costringe, anche se il destino ha già scelto la tua strada, ciò che provi proviene soltanto da te." continuò la bestia, ignorando quasi del tutto la domanda che gli era stata posta.
Il moro non seppe più che cos'altro dire, s'era trovato spiazzato di fronte a quelle parole, perchè in fondo lui qualcosa l'aveva provato al contatto con quelle labbra.
Non ebbe modo di riflettere più a lungo, poichè il drago spiegò le ali con uno schiocco rumoroso, ridacchiando ancora divertito.
"Fai la scelta più giusta, giovane Merlin." lo ammonì un momento prima di spiccare il volo.
"No, aspetta, voglio delle risposte!" tentò di fermarlo il giovane.
"Non sono io quello a cui devi porre le domande." ribattè quello, poi più nulla.
Merlin si ritrovò solo, la mente sempre più colma di pensieri.
Si chiese se non fosse stato meglio continuare a vagare nel mondo dei sogni per l'eternità, piuttosto che ritrovarsi in situazioni simili.




Angolino dell'autrice
Eccomi di ritorno con il nuovo capitolo!
Chiedo prima di tutto scusa a chi segue se impiego un po' di tempo tra un aggiornamento e l'altro, ma tra la scuola (e la prossimità della maturità) ed il fatto di non poter sempre utilizzare il pc, mi trovo a corto di momenti per poter trascrivere su tastiera i capitoli che sono già belli pronti su carta... -.-
Ma passiamo alle cose serie... *ghigna malefica*
Adoro quando il lucertolone (il drago, non pensate male... u.u') XD fa dannare Merlin con i suoi enigmi, quindi non ho potuto far altro che metterlo...
Beh, come si nota dal titolo del capitolo, ho copiato spudoratamente una citazione di Dante "Galeotto fu il libro e chi lo scrisse", riferendosi alla storia di Lancillotto e Ginevra, letta da Paolo e Francesca, motivo per il quale si sono innamorati e sono finiti all'inferno eccetera eccetera...
Per chi vuole informazioni, una piccola paginetta di Wikipedia che spiega il tutto semplicemente: Galeotto fu il libro
Non ho saputo resistere alla tentazione di riutilizzare tale scusa per avvicinare i due piccioncini, ma siccome sarebbe stato alquando difficile far leggere loro la storia d'amore tra Ginevra e Lancillotto (ovvio, ancora non era successo... u.u) ho deciso di non descrivere nei particolari il romanzo (sospetto anche che a quei tempi non ne esistessero molti... Boh... O.o Perdonate l'ignoranza... -.-).
In questo capitolo si son letti più che altro i pensieri di Merlin, nel prossimo si potrà capire invece il punto di vista di Arthur e del perchè del suo gesto avventato (vorrai dire del perchè mi è saltato praticamente addosso... -.- nd Merlin) (Si, appunto quello! XD nd me)
In ogni caso, spero di non aver fatto un capitolo troppo storto... XD
Passiamo però alle recensioni che mi diverto si più! ^^

§ Toru85 §
Bwhahaha... Si, ho fatto agire Arthur!!! XD Non sono riuscita a tenerli lontani per troppo tempo, ma il bello deve ancora venire.... Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! ^^

§ bacinaru §
Waaaa... Sono felice di essere riuscita a farti capire ciò che provavano quei due tontoloni!! ^^
Sono davvero felice che ti piaccia il mio modo di scrivere e gongolo contenta nei tuoi complimenti (Che egocentrica... -.- nd Merlin) (Zitto, complessato mago da quattro soldi... >_> nd me)
Dimmi che ne pensi di questo capitolo!!! XD

§ Taila §
Sono contenta che ti sia piaciuto come ho gestito i sentimenti di Arthur, siceramente è un bel po' complessato quel ragazzo, anche se tra lui e Merlin, non so chi sia il peggiore... XD
Beh, a quanto pare Merlin l'ha di nuovo scampata come nulla fosse, senza farsi scoprire, in fondo Arthur aveva altro a cui pensare.... XD
Ma d'ora in poi la situazione si movimenterà decisamente e non ci sarà da annoiarsi! ^^
Grazie per l'apprezzamento! ^^

§ _BellaBlack_ §
Ciao Tesoro!! *abbraccia* Nu, non picchiarti per il ritardo, me non si arrabbia, tranquilla! XD
Mmmm, sai che ti dico? Secondo me Arthur è proprio scemo di suo....
Porella Nimueh, ci ha provato con la sua magia, ma è il massimo che è riuscita a fare... XD
Apprezzo anche la tua censura sul commento dell'attore... *incomincia a sbavare all'idea*
Ehm.... *si ricompone*
Ahah, cercherò di non essere troppo sadica con questi due, anche perchè gli occhioni teneri di Merlin mi mettono troppa tenerezza per scatenare tutta la mia malignità! XD
In fondo un assaggino l'ho dato in questo capitolo, no? Ti è piaciuto?
Fammi sapere!!! *_* Ti voglio bene!!! ^^

Oh, e i preferiti continuano ad aumentare!! XD Che bello!!
Ringrazio quindi: AleLuna78, bacinaru, bury_chan, chocolate_starfish, gaya91, gre, sihu, Taila, Thief Alchemist, Toru85, Valentine e victoriaanguisette

Concludo dicendo come sempre che commenti, critiche e consigli sono sempre i benvenuti! ^^
Alla prossima!!
Kiss

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