Unstoppable Love

di The Ghostface
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mi chiamo Paloma ***
Capitolo 2: *** Nel covo delle Tempeste ***
Capitolo 3: *** La camera ***
Capitolo 4: *** Avrai sempre un bagliore di speranza ***
Capitolo 5: *** Una storia di cattivi ***
Capitolo 6: *** Lacrime di tristezza... e di gioia ***
Capitolo 7: *** Una fine o un inizio? ***
Capitolo 8: *** L'amore supera tutti i problemi ***
Capitolo 9: *** Non sono Ulisse ***
Capitolo 10: *** A cena coi miei ***
Capitolo 11: *** Bel reggiseno ***
Capitolo 12: *** Tu mi piaci ***
Capitolo 13: *** Uscita romantica...l'invito... ***
Capitolo 14: *** Io, te e mille bolle ***
Capitolo 15: *** Sabbie d'oro e Cristalli del domani ***
Capitolo 16: *** Solo io e te ***
Capitolo 17: *** Solo io e te e un paio di scocciatori... ***
Capitolo 18: *** Unica è la morte ***
Capitolo 19: *** Malattia ***
Capitolo 20: *** Ricatto ***
Capitolo 21: *** La Regina della Notte ***
Capitolo 22: *** La Grotta dei Ricordi ***
Capitolo 23: *** Ogni promessa è debito ***
Capitolo 24: *** Sono lesbica ***
Capitolo 25: *** In azione! ***
Capitolo 26: *** Frate Chewbecca ***
Capitolo 27: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 28: *** Doppia coppia ***
Capitolo 29: *** La prima volta! ***
Capitolo 30: *** Non ci lasceremo mai ***
Capitolo 31: *** Confessioni pt 1 ***
Capitolo 32: *** Confessioni pt 2 ***
Capitolo 33: *** Confessioni pt 3 ***
Capitolo 34: *** Risvegli ***
Capitolo 35: *** Gelosia ***
Capitolo 36: *** L'apparenza inganna ***
Capitolo 37: *** Il più grande errore della mia vita ***
Capitolo 38: *** Cos'è successo? ***
Capitolo 39: *** Lasciatemi morire da sola ***
Capitolo 40: *** Al di fuori di me ***
Capitolo 41: *** Stai bluffando ***
Capitolo 42: *** Giulietta e Romea ***
Capitolo 43: *** In viaggio ***
Capitolo 44: *** Vecchi nemici, nuovi alleati ***
Capitolo 45: *** La Corte dei Miracoli ***
Capitolo 46: *** Fou de love ***
Capitolo 47: *** Insieme per sempre ***
Capitolo 48: *** Riconciliazione ***
Capitolo 49: *** Anniversario ***
Capitolo 50: *** L'unione fa... ***
Capitolo 51: *** Unstoppable Love...for ever ***



Capitolo 1
*** Mi chiamo Paloma ***


CAPITOLO 1- Mi chiamo Paloma.
 
Quando l’ho conosciuta mi era sembrata del tutto diversa.
Allora faceva parte di un gruppo di criminali noto come  “Five Storms”
Il gruppo era capitanato da Shakewave una ragazza astuta e capace di modificare la materia a livello particellare.
Ed era formato da: Ninja Nero; esperto combattente, conoscitore di arti marziali di ogni genere e delle tecniche d’occultamento, non aveva poteri ma era senz’altro il membro più pericoloso.
Lui e Robin non perdevano occasione per sfidarsi.
C’era poi lo Sparviere, un italo-americano genio dell’informatica e dell’elettronica in grado di hackerare qualsiasi file, inoltre possiede una tuta che gli permette di volare, potenziava riflessi e abilità fisiche, di lanciar raggi caloriferi e un casco che aumenta la vista a livello esponenziale, da non sottovalutare poi i terribili artigli bionici.
Yeti è l’anello mancante tra l’uomo e la scimmia, questi tre metri d’altezza per una tonnellata di muscoli e peli faceva spesso coppia con lo Sparviere, Yeti ha un cervello incredibilmente sviluppato, pesa oltre 5 kg e riesce ad utilizzarlo al 60%, ha un modo di pensare elettronico, è in grado di costruire praticamente di tutto e spesso assemblava le invenzioni dello Sparviere.
E poi c’era lei…
Ricordo la prima volta  ci siamo incontrate.
Erano arrivati da poco a Jump City ma si erano già fatti un nome, era la decima rapina di grosso calibro che riuscivano ad attuare senza che riuscissimo neanche a vederli.
Visto che non riuscivamo a prenderli li tendemmo una trappola, un macrochip contenete informazioni importantissime, dall’enorme valore, avrebbe fatto da esca.
Abboccarono.
Ma loro non sono i tipi da farsi prendere alla sprovvista.
Reagirono fulmineamente al nostro attacco, era la prima volta che ci scontravamo…fu una disfatta.
Nei sotterranei dov’era custodito il chip si svolse il nostro primo scontro.
Ricordo perfettamente con quanto impeto si difendevano, Robin fu messo fuori gioco da Ninja Nero, BB ostacolato delle dimensioni ridotte del luogo non riusciva a trovare un animale in grado di contrastare la brutalità dello yeti e niente sembrava resistere alle terribili onde d’urto della leader, ricordo perfettamente la potenza di quelle onde soniche, nessuno avrebbe resistito a una scarica continua di tale potenza.
Cyborg venne letteralmente smembrato da una di esse, per fortuna ha parecchi pezzi di ricambio.
Erano in netto vantaggio e riuscirono ad impossessarsi del chip.
Si diedero alla ritirata solo quando un ingente numero di agenti speciali venne a darci man forte. 
Sparviere riuscì ad aprire una via di fuga coi suoi laser, nelle fogne che passavano sotto il  sotterraneo blindato, fuggirono tutti e cinque, noi li inseguimmo ma presto ci trovammo davanti a un bivio.
Ci dovemmo separare.
Avanzavo con Stella nelle tenebre del posto, procedevo innanzi con cautela, illuminata dalla luce verde dei globi energetici della mia amica, accadde tutto in un attimo.
L’immensa mano di Yeti, sbucata da dietro l’angolo, mi stritolò come se fossi di gomma.
Sentii le costole spezzarsi sotto la terribile presa, soffocai un grido, prima ancora che potessi capire cosa accadeva il fuorilegge mi scagliò come se non avessi peso in una cisterna sotterranea per poi avventarsi contro Stella Rubia dimenticandosi di me.
In realtà non si era scordato, solo che sapeva che in quella cisterna qualcosa si sarebbe occupata di me.
Una forza prodigiosa mi tirò giù.
Trascinandomi veloce tra i condotti dell’acqua, presi parecchie botte urtando in quel risucchio forsennato contro le pareti metalliche dei condotti, sbucammo in un’altra cisterna, lì la presa mi lasciò.
Emersi appena in tempo per prender fiato.
L’acqua mi arrivava alla vita, era freddo e buio, l’avvertivo muoversi nell’acqua.
Si muoveva rapidissima senza mai emergere dalle acque torbide.
Tentai di attaccarla ma invano, era troppo svelta e anche lei era un’esperta conoscitrice delle arti magiche, due tipologie di magie diverse, la magia di Azarath e l’antica magia del mare, entrambe molto potenti e in quello scontro si equivalevano.
Ma lei aveva altre difese, il suo canto ipnotico non funzionava su di me, ma possedeva ugualmente una forza sovrumana, denti affilati, lunghi artigli retrattili, e la coda squamosa poteva sostituire perfettamente una frusta.
Sapevo di essere in svantaggio.
Mi balzò alle spalle buttandomi sott’acqua, mi divincolai, scalciai e colpii il corpo aggraziato con quanta forza avevo, riuscii a riemergere e a prender fiato, ma lei mi sferrò una violenta codata lanciandomi contro la parete metallica della cisterna.
Cercai di rialzarmi dolorante.
In meno di un secondo mi era di nuovo addosso, era emersa per buona parte reggendosi sulla coda da pesce, ringhiando metteva in mostra i denti aguzzi, una mano palmata mi afferrò per la gola, inchiodandomi alla parete, l’altra sollevata in aria, i lunghi artigli sfoderati pronti a colpire.
Ancora non so come accade ma le luci d’emergenza si accesero, forse qualcuno degli altri aveva danneggiato l’impianto di sicurezza, fatto sta che la luce rossa illuminò l’ambiente… e potemmo vederci in volto.
La guardai negli occhi, grandi occhi vitrei color dell’abisso da cui proveniva, occhi bellissimi, tutto il suo viso era incantevole, ingiustamente bello per una criminale, la legge del “kalòs kaì aghatòs” non è poi così vera.
Restai ferma a guardarla, la pelle colore dell’aurora, l’esile collo aggraziato munito di branchie, i lunghi capelli rosso rame bagnati che le cadevano sulla schiena nuda e sui seni floridi, coperti solo da un reggiseno nero impermeabile con ricamata sopra una “S” dorata, il corpo era di una giovane ragazza ma era splendido e perfettamente formato, come una statua di Michelangelo.
Ci guardammo entrambe negli occhi, per quello che parve essere un tempo interminabile, mi sentivo annaspare nel blu dei suoi occhi, lei non distoglieva lo sguardo dalle mie iridi viola, come incantata.
Infine mormorò –Non posso farlo- gli artigli si ritrassero nelle dita sottili, perfette.
Sentii la presa sul mio collo allentarsi fino a sparire del tutto, mi fissava senza trattenermi in alcun modo.
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio, avrei potuto colpirla con un colpo sicuro.
Non lo feci.
Le sue dita palmate scivolarono sulla mia pelle accarezzandomi il volto con delicatezza.
-Hai degli occhi bellissimi- mi disse dolcemente quasi con tristezza, il suo canto ipnotico funziona solo sui maschi, ma la sua voce è comunque soave, calda, sembra che intoni una melodia semplicemente parlando.
Ne restai rapita.
Ricordo che arrossii, mi sentivo imbarazzata da quelle parole, da quel suo comportamento innaturale, restammo a fissarci in silenzio, l’una negli occhi dell’altra.
Infine non potei fare a meno di rispondere, più che altro per cortesia, e dirle…
-G-grazie, anche i tuoi sono davvero belli-
Lei si limitò a sorridermi mostrando i piccoli denti aguzzi e di un candore innaturale, sembrano denti di squalo, ma più piccoli di quelli umani.
Ritrasse la mano dal mio volto, e inspiegabilmente ne sentii la mancanza
-Tu sei Corvina, vero?-
-S-sì, tu chi sei?- risposi esitante.
-Mi chiamano Sirena, ma il mio vero nome è Paloma- Rispose dolcemente.
Perché mi rivelava la sua identità segreta?
Per quanto possa essere segreta l’identità di una ragazza mezza pesce.
Non riuscii a frenare le parole -Perché ti sei fermata?-
-Sei troppo bella perché io possa ferirti…- il sorriso mutò in un espressione dispiaciuta.
-…Mi dispiace per quello che ho fatto, ecco prendi la refurtiva- e mi porse la borsa che le pendeva dal collo.
-Vorrei fare di più, ma non posso tradire i miei compagni né costituirmi, perdonami-
Rimasi senza parole mentre mi tendeva la borsa.
-Coraggio, prendila-
Infine l’afferrai e lei tornò a sorridere, uno dei suoi sorrisi deliziosi.
-San Gennà! Sirena! Sirena presto! Devi portarci via! Apri il portale le cose stanno precipitando!-
La voce dello Sparviere proveniva da un condotto vicino.
-Devo andare- mormorò tristemente, e s’immerse nell’acqua sollevando schizzi con la coda verde acceso.
Riemerse fino ai “polpacci”, ossia circa a metà della coda, all’imboccatura del condotto da cui proveniva la voce.
Scostandosi i capelli fulvi dal volto disse sorridente.
-Arrivederci- e scomparve nel acqua.
Calò il silenzio.
Restai immobile con la borsa col chip stretta al petto.
Non riuscivo a capire cos’era successo
Non capivo perché si era comportata in quel modo, perché pareva così strana, perché insisteva a non volermi fare del male, e soprattutto non capivo perché mi sentivo amareggiata dalla sua scomparsa.
 
 
Salve a tutti cari lettori, questo era il primo di una lunga serie di capitoli che a essere sincero non sono dei veri e propri one-shoot diciamo che vanno a piccoli gruppi tra loro.
So bene che i nuovi personaggi fanno fatica ad essere accettati e per questo vi annuncio che i Five Storms servono solo per l’introduzione, ma basta con gli spoiler.
Era da l’anno scorso che avevo pronta questa storia ma ero indeciso se pubblicarla o no, giudicherete poi voi, la dedico alla mia prof di greco che mi ha rotto le scatole per sei mesi sulle sirene nell’epica facendo nascere quest’aborto.
Se non vi piacerà, cosa mooolttooo probabile le maledizioni indirizzatele a lei, grazie.
 
Ghostface.

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Capitolo 2
*** Nel covo delle Tempeste ***


CAPITOLO 2 –Nel covo delle Tempeste.
 
Da allora noi e i Five Storms ci scontrammo molte altre volte, appresi i loro nomi e i loro poteri, scoprii che Sirena, o  Paloma, aveva anche la capacità di mutare da ragazza  mezza-pesce a ragazza mezza-uccello, le braccia diventavano ali dalle spalle in giù, la coda si divideva in gambe lunghe e seducenti da ragazza che però terminavano in piedi muniti d‘artigli da rapace, e gli occhi, i suoi splendidi occhi di mare diventavano del colore del cielo limpido in primavera, un azzurro purissimo e la vista le diveniva acuta come quella del falco.
Quando si trasformava addosso aveva solo dei pantaloncini estremamente corti per coprirle la zona sopra le gambe, da ragazza, e il reggiseno nero che usava anche in forma marina.
Ma sia in forma marina che in forma alata era sempre bellissima, una bellezza senza pari, più bella di Stella Rubia, che pure è splendida, più bella delle attrici più seducenti e delle modelle più famose.
Le ali o la coda sembravano perfettamente normali in quella incantevole visione, neppure si notavano.
Cercai di evitarla negli scontri e di non rimanere isolata con lei, ma sentivo che, dentro, una parte di me voleva che accadesse di nuovo, voleva che io e lei ci rincontrassimo.
L’occasione avvenne poche settimane dopo.
Io, BB, Stella e Robin eravamo su una barca a perlustrare le vicinanze della costa cercando un eventuale covo dei Five Storms, Cyborg era rimasto alla torre a riparare il T-sub, pronto intervenire in caso di emergenza; tra l’altro Cyborg non ha mai amato l’acqua.
Li avevamo cercati dovunque in città ma non c’era stato modo di trovarli, inutile seguirli, perché scappavano sempre teletrasportandosi chissà dove grazie alla magia di Sirena.
Così pensammo di controllare le piccole isole nei dintorni della costa.
Il mare sembrava calmo e tranquillo ma tutto a un tratto si scatenò una violentissima burrasca, che in poco tempo mandò in pezzi la nave, era di una potenza inaudita il che era molto strano vista la vicinanza alla riva.
BB si trasformò in una balena per salvarci, Robin e Stella riuscirono a saltargli in bocca, ma io fui travolta dalle onde.
Un muro d’acqua mi trascinò a fondo con potenza devastante, sentii l’acqua entrarmi nei polmoni.
Persi i sensi.
 
Quando ripresi conoscenza mi accorsi di trovarmi distesa sul bagnasciuga di un’isoletta poco più grande della nostra, strizzai gli occhi e la luce del sole mi ferì, infine mi accorsi di non essere sola.
Sopra di me si trovava Sirena, si reggeva con le braccia sottili ma forti, era in forma marina.
-Ti sei svegliata! Meno male per un attimo ho temuto il peggio- 
Tossii cercando di rispondere.
-D-Dove sono?-
-Sei al sicuro – rispose sorridente.
-Sono tanto felice di rivederti fuori dal campo di battaglia, Corvina -esclamò mettendosi seduta al mio fianco, io mi tirai su mettendomi a sedere come lei.
- Stavo nuotando quando ti ho vista annaspare, non credevo ai miei occhi quando ti ho vista finire sotto, così ti ho salvata e portata qui-
Mi chiesi dove fosse “Qui” mi guardai intorno ma tutto il mare era avvolto dalla nebbia, non si intravvedeva nulla oltre la coltre.
Sirena si distese sul fianco mezza spiaggiata guardandomi sorridente.
-Non preoccuparti, sei in un posto sicuro, ho chiamato Yeti perché venga ad aiutarti, sarà qui a momenti, Shakewave, Sparviere e Ninja sono fuori casa, ma basteremo io e lui a prenderci cura di te-
-Aspetta…vuoi dire che mi hai portata nel vostro covo?-
Le si mise un dito sul mento con aria di falsa ingenuità.
-B’è più che un covo è una villa dotata di tutti i comfort che si possano desiderare, ma se vuoi ti ributto in mezzo al mare-
Non ci capivo più niente.
In quel momento all’orizzonte spuntò Yeti che si avvicinava correndo, in pochi passi ci aveva già raggiunto.
-Caspita! C’è davvero un naufrago stavolta! Presto portiamola dentro!-
-Guarda che mi sono sbagliata solo due volte!- ribattè lei indispettita.
-Tre- fece quello.
Io li guardai stupefatta.
Mi stavano aiutando?
-Come stai?- disse lo yeti dal pelo scuro.
-Lei è ferita!- disse Sirena indicandomi.
Solo allora mi resi conto che la coscia mi sanguinava copiosamente.
-Portala in casa, io passo dal condotto sotterraneo-
Veloce la sirena si spinse in acqua scomparendo sotto la cresta delle onde.
-Andiamo- il gigante mi sollevò come niente, le grandi mani con artigli spaventosi che più volte mi aveva colpito senza esitazione ora mi soccorreva con delicatezza.
Il quattro balzi ci trovammo dall’altra parte dell’isola davanti a quella che sembrava una villa ma circondata da mura e torrette difensive.
Senza neanche aprire il cancello la bestia superò a barricata con un balzo, segno che era fatta per tenere gli altri fuori e non loro dentro.
Mi portò in infermeria, Sirena sbucò da una vasca sul pavimento poco dopo, con in mano un libro rilegato.
-Ti prego Pa! Non farlo, è meglio affidarsi alla medicina- commentò Yeti.
-La mia magia è più che affidabile- rispose stizzita tirandosi fuori dalla vasca, si avvicinò in precario equilibrio al lettino dove ero distesa, imponendo la mano palmata sulla mia ferita.
Pronunciò alcune formule sconosciute persino a me, frutto dell’antichissima saggezza del mare.
In breve la ferita si rigenerò completamente.
Mi sorrise dolcemente come quella volta nella cisterna.
Un po’esitante chiese –V-va meglio?-
Ero sempre più incredula, non capivo nulla di quello che stava accadendo.
-Perché mi state aiutando? Io sono una Teen Titan sono una vostra nemica, non capisco-
Il volto dei due si fece cupo, Sirena parlò con un sorriso falso che era velato di profonda tristezza.
-Presto non ci sarà più motivo di essere nemici…i Five Storms si stanno sciogliendo.
Shakewave e Ninja Nero ci hanno raccontato della loro relazione, e hanno intenzione di andare a vivere da soli, Yeti ha scoperto una nuova vocazione, ha deciso di farsi monaco.-
-Ho letto qualche tempo fa la vita di San Francesco d’Assisi, e ne sono rimasto affascinato, voglio redimermi dalla mia vita di peccati, ho già trovato un posto in un monastero in cui starò fino al mio ordinamento a frate-
-Sparviere è l’unico che ha intenzione di proseguire la sua carriera da fuorilegge solista, io ancora non so che farò…come vedi non c’è motivo di farti del male Corvina, non hai nulla da temere, e poi è una delle nostre regole, non si uccide nessuno-
-Mi state prendendo in giro?-
-No. Raccontalo ai tuoi amici, nel giro di poco noi scompariremo, oggi solo Shakewave, Ninja e Sparviere sono andati a “lavoro” io mi rifiuto di prendere  di nuovo parte a certe azioni e Sirena…-
-Ho le mie ragioni per non sentirmela di andare- concluse infastidita la rossa.
Yeti tornò alla carica con fare amichevole.
- B’è immagino che tu abbia voglia di tornare a casa tua, manchi da un po’ e i tuoi amici si staranno preoccupando-
-S-sì, in effetti vorrei tornare-
-Posso riaccompagnarti a casa con una barca, ma ci vorrà un po’ per sistemarla è quella di riserva-
Sorrise mostrando le lunghe zanne sporgenti.
-Bene così  potremmo restare un po’ insieme- commentò tutta allegra la ragazza pesce.
L’idea di restare sola con quella ragazza così strana mi inquietava un po’.
-Vado a preparare la barca allora- commentò lo Yeti, si chinò scompigliando i capelli fulvi della sirena e dandole un bacio in fronte.
-Mi mancherai piccola- si tirò su in tutta la sua altezza e uscì dalla sala.
 
Io restavo interdetta.
Sirena si appoggiò coi gomiti sul fianco del letto guardandomi come incantata, si accorse che la fissavo interrogativa e disse un po’ imbarazzata, con una voce smielata.
-Vuoi qualcosa? Cielo è vero! Sei tutta bagnata. Aspetta un secondo torno subito con degli asciugamani e uno dei vestiti di Shaky, te ne darei uno dei miei ma non penso che ti andrebbero bene, ho solo magliette e pochi pantaloncini, non mi servono molto-
Senza darmi il tempo di rispondere si era già immersa nella sua vasca.
 
Aspettai alcuni minuti, e la vidi riapparire dalla porta, seduta su una specie di “sedia a rotelle”, con in grembo un vestito e due asciugamani.
-Ecco dovrebbe essere della tua misura- mi parlava come se fosse la più vecchia delle mie amiche.
Io a stento  mi ricordavo il nome.
-Grazie…- dissi con un filo di voce.
Feci per spogliarmi quando mi accorsi che lei era ancora li.
-Ti dispiace?- dissi.
-No- rispose tranquillamente.
Poi si tirò una pacca sulla fronte.
-Giusto devi cambiarti! Scusa e che ho la testa un po’ tra le nuvole!-
Uscì spingendosi sulla carrozzina.
Chiudendo la porta.
Finalmente ero sola.
Pensai subito di scappare aprendo un portale, ma qualcosa mi trattenne, presi a guardare il tomo che sirena aveva lasciato nella sala.
-Magie e Sortilegi della Strega dell’Acquitrino, trattato primo: pozioni di guarigione, elisir benefici, magie curative e filtri d’amore- Il titolo era inciso in dodici lingue diverse.
Sfogliai le pagine ingiallite ma erano scritte in caratteri che ignoravo.
Peccato.
Toc toc.
La voce di Sirena –Corvina, ci sei?-
-Solo un minuto- mentii.
Ero indecisa se scappare o rimanere, in fondo non sembrava cattiva ed era interessante come persona, decisi infine di trattenermi.
-Posso entrare?-
-Se proprio devi…mi vergogno a farmi vedere così-
Sirena rientrò nell’Infermeria guardandomi ammaliata.
-Stai benissimo!- commentò dopo un silenzio contemplante.
Era un vestito leggero a maniche corte di un blu mare, arrivava fino alla coscia dove terminava col pizzo, scollato sul petto, indosso avevo anche due jeans bianchi che facevano a pugni con l’abitino.
-Sei davvero bellissima, splendida-
-G-grazie…- commentai incerta.
-Ti serve qualcosa? Vuoi del latte? Del succo? Una cioccolata calda? Preferisci da mangiare o magari vuoi chiamare i Titans per avvisarli che stai bene?-
-Ecco, vorrei chiamare i miei amici-
-Vieni ti porto nella sala comunicazioni-
Uscì spingendosi sulla sedia, lungo il corridoio notai che sia affaticava molto.
-Emh…vuoi che ti spinga io?-
-No tranquilla, ce la faccio…ecco se solo potessi spostarmi quella specie di collare dietro la schiena sul collo mi faresti un grande piacere-
Ubbidii.
Lei se lo sistemò sulle branchie, e il collarino si riempì d’acqua.
-Una boccata d’ossigeno- commentò soddisfatta.
-Io sono anfibia, i miei polmoni respirano anche l’aria, ma ho bisogno di idratare costantemente il mio corpo-
-Posso chiederti una cosa Sirena?-
-Chiamami pure Paloma, Corvina. Cosa vuoi sapere?-
-Se puoi farti crescere le gambe da ragazza e le ali, perché ti sposti su una sedia a rotelle?-
-In realtà questo è il mio vero aspetto, riesco a mutarmi in una “sirena greca*” grazie a un incantesimo che mi sono fatta, non mi crea problemi ma preferisco restar quello che sono, quando posso, c’è un labirinto di condotti acquatici qui sotto in cui mi sposto, ma non tutto può andare sott’acqua, come i vestiti, così Yeti mi ha costruito questa seggiola per spostarmi nella casa, adattandola ai miei “bisogni”-
-Scusa se te lo chiedo…ma tu e Yeti siete solo amici oppure…-
Lei non sembrava affatto imbarazzata dalla domanda, scoppiò in una risata allegra e coinvolgente tanto quanto squillante e vivace, che mi spinse ad un sorriso appena accennato.
-Siamo molto più che amici- rispose infine.
-Oh, e lui ti lascerà per seguire la sua vocazione spirituale?-
-Purtroppo si, deve seguire il suo cuore- commentò tristemente.
Non sapevo che dire, e dissi la cosa più ovvia.
-Mi dispiace, sembrate una bella coppia-
Lei sollevò lo sguardo sorpresa, mi fissò negli occhi e esplose in una risata fragorosa fino a farsi lacrimare gli occhi, poco mancava che si sbilanciasse e cadesse al suolo.
Si asciugò le lacrime sorridendo.
-Cos’hai capito? Non avrai pensato davvero che io stessi insieme a “Chewbecca”? No, io e Yeti siamo molto legati da un affetto paterno, lui mi ha cresciuta quando ho lasciato gli abissi per esplorare il mondo della superficie, non sembra ma è molto più vecchio di noi, avrà minimo sessant’anni-
-Gliene avrai dati venti- sorrisi.
-Li porta bene, io, Ninja e Shaky abbiamo tutti sedici anni, Sparviere invece diciotto-
-Anche noi siamo molto giovani, io, Robin e Stella abbiamo quindici anni, BB quattordici e Cyborg diciassette-
-I “Teen Titans” sono giovani? Non lo avrei mai detto- fece sarcastica.
Non sapevo se sorriderle o indispettirmi, ma data la situazione non mi sembrava il caso di fare la scontrosa.
-Io considero Yeti come un padre adottivo, e mi farà soffrire molto quando se ne andrà, ma sarà felice e questo mi consola, comunque non potrei mai vederlo come un fidanzato, troppo pelo- Sorrise scherzosa.
Poi lisciandosi i capelli continuò un più seria guardando in basso.
-A dire la verità non riuscirei a vedermi al fianco di nessun’uomo…- mi fissò negli occhi
- Vedi in realtà…a me piacciono le donne-  disse con un sorriso imbarazzato.
Rimasi ammutolita…tutti quei sorrisi, quei complimenti, le fulgide carezze… e se avesse voluto…
-La cosa ti ha sconvolto, vero? Succede a molti. Strana la vita…coi miei poteri potrei avere qualsiasi uomo ai miei piedi (doveva dire “alle mie pinne” ma sarebbe stato  brutto N.d.A.), ma per ironia mi piacciono le donne che sono immuni ai miei incanti, e allora chi vorrebbe stare con una come me, una per metà bestia-
-Q-quindi sei lesbica?- domandai.
Lei mi guardò accennando un sorriso sulle labbra rosse e sottili.
-Si lo sono, e non me ne vergogno, non c’è motivo di farlo- poi abbassò lo sguardo – Ti da fastidio, vero? Che mi interessi a te, intendo…- aveva un tono di voce tra il triste e il deluso.
-No, affatto- mi affrettai a rassicurala –Ma vorrei sapere se ultimamente io ti interessavo…in quel senso-
-Sì…no…a dire il vero non lo so, ma qualcosa dentro di me mi spingeva a cercarti, non so se per interesse o attrazione, forse mi piaci o forse ti ammiro e vorrei esserti amica, di preciso non lo so, se la cosa ti crea problemi, dimmelo pure, ormai ci sono abituata, non ho molte amiche-amiche a causa dei miei “appetiti sessuali”-
-Senti, io non ho nulla contro le lesbiche, ma non sono in cerca di una relazione, tu sei una ragazza fantastica e non hai nulla che non vada, sono io che non cerco “avventure”, specialmente di questo genere- le dico chiaramente.
Il suo volto s’illuminò.
-Quindi non ti disturba?-
-Mi disturba di più il fatto che sei una criminale- rispondo.
Inavvertitamente lei mi abbraccia, stringendomi con forza a se.
-Grazie, non hai idea di cosa significa per me, sono sempre stata sola-
-Invece lo so- le dico divincolandomi dall’abbraccio soffocante.
-Che vuoi dire?-
-Per anni ho avuto paura di mostrarmi per ciò che sono, e tutt’ora non mi piace aprirmi-
-Tutto qui? Io sono mezza pesce e probabilmente condannata a restare sola per la vita, la mia unica famiglia si sta sfaldando e per giunta sono ricercata-
Ribattei alzando la voce per farle capire che anche gli altri hanno i loro problemi.
-Io non riesco ad accettarmi, ad essere in pace con me stessa sono in continua lotta interiore senza mai avere pace e se non medito almeno due ore al giorno rischio di fare del male alle persone che amo!-
-Io sono stata allevata da Ursula, la strega del mare, non ho mai conosciuto i miei genitori e tutto ciò che gli umani mi hanno dato è stato odio e diffidenza! hai idea di cosa significhi?- rispose a tono, alla mia provocazione.
-Io sono la figlia di Trigon! È scritto che porterò la fine del mondo e cerco di sottrarmi al mio destino con terribili sacrifici e mettendo i pericolo i miei cari!-
Ci fissammo negli occhi con la fronte aggrottata poi pian piano ci sorridemmo a vicenda.
-Diciamo che siamo entrambe incasinate- concluse lei sorridendo.
-Sì, lo siamo decisamente-
Arrivammo in uno stanzone ricolmo di apparecchiature di ogni tipo.
-Da cui puoi contattare chiunque in qualsiasi parte del globo senza venire rintracciata, vuoi restare da sola?-
-No tranquilla, devo solo dirgli che sto bene-
Si udì un violento scoppio.
-Dannazione!- la voce di Yeti.
- E che mi trattengo un po’- aggiunsi.
-Pronto Robin?-
-Corvina! Grazie al cielo sei viva!! Sono ore che ti cerchiamo! Dove sei?! Stai bene?! Sei ferita?! Il tuo comunicatore segna il fondo del mare-
-Non ti sto chiamando col comunicatore, sono nella casa dei Five Storms loro mi hanno salvata e presto mi riporteranno a casa-
-Sei in ostaggio?!-
-No, sta tranquillo. Hanno abbandonato l’attività criminale, si stanno sciogliendo-
-Sicura di stare bene?-
-Sta tranquillo, sarò lì in mezz’ora al massimo-
-Corvina puoi dirci le tue coordinate? Verremo subito da te e arresteremo quei ladri-
-Robin! Come puoi chiedermi una cosa simile! Loro mi hanno salvata e poi ti ho detto che hanno rinunciato alla malavita- 
-E se stessero mentendo?-
-Fidati, lo capirei, ciao-
-Aspetta Corvina…-
Ma chiusi la chiamata.
-Saranno felici di sapere che stai bene-
-Sì, ma Robin si preoccupa troppo, so badare a me stessa-
La voce di Yeti tuonò più forte di prima.
-Hey Ariel, mi porteresti la cassetta degli attrezzi molto velocemente?-
-Arrivo subito Chewbecca!-
-Non chiamarmi così!-
-E tu piantala di chiamarmi Ariel!-
Poi si rivolse a me.
-Scusa ci metto un attimo, se intanto vuoi mangiare qualcosa la cucina è in fondo al corridoi di fianco al salone, oppure puoi andare in camera mia, è la terza porta a destra, quella con disegnata sopra una sirenetta ovviamente-
Poi Paloma scese dalla sedia, afferrò una cassetta di metallo da sotto un mobile.
E si spinse in un’altra vasca che sbucava dal pavimento.
Incerta sul da farsi decisi di andare nella sua stanza, più che altro per curiosità.
Trovai la porta ed entrai.

 * Per chi non lo sapesse, nell’antica Grecia le sirene erano immaginate donne metà uccello, come le arpie, solo nel medioevo le sirene divennero per metà donne e per metà pesce.
 
E ve lo dico subito, non abituatevi a questi aggiornamenti flash, servono solo per l’introduzione.

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Capitolo 3
*** La camera ***


CAPITOLO 3 –La camera.
 
La stanza sembrava il misto tra l’antro di una strega e la camera di una adolescente.
Il pavimento tutto era ricoperto da una moquette rosa assorbente, da un lato della stanza c’era una vasca a bordo basso ricolma d’acqua limpida, dall’atra un grosso materasso ad acqua a due piazze, con un enorme cuscino azzurro e numerosi cuscini scarlatti più piccoli a forma si cuore, su un cuscino era ricamato un verso di Catullo.
 
“Ille si fas par esse deo videtur.                           
est superare divos.
Sedens adversus identidem
te spectat et audit
dulce ridentem
misero quod omnis
eripit sensus mihi...
Sed meo core vox nec habet ”
 
(Mi pare un dio quello che siede accanto a te.
Anche più di un dio,siede guardandoti e ascoltandoti.
Occhi negli occhi, dolcemente tu ridi...
Ed io mi sento morire, se ti guardo io,
ma al mio cuore la voce manca... )
 
<<le piace la poesia>> pensai.
Sulle mensole s’ammassavano in disordine libri di narrativa, tarocchi magici, un numero spropositato di peluche, pergamene e antichi libri di magia, cosmetici, antiche collane e amuleti e foto raffiguranti Sirena coi suoi compagni in momenti di svago, su un mobiletto in un angolo era sistemato un grosso acquario con pesci tropicali  dai vivaci colori, in tutta la stanza erano sparsi alla rinfusa pile di magliette, zaini, fogli scritti e pantaloncini, l’armadio era enorme occupava tutta una parete.
Un cassetto era mezzo aperto, traboccante di reggiseni di ogni forma e colore infilati alla rinfusa, anche quello nero con la “S”del nostro primo incontro.
Feci un passo verso il letto inciampando in una sfera di cristallo incastonata nel corallo coperta da una maglietta degli ACDC.
Aperto a metà sul letto c’era l’Orlando Furioso, su uno scaffale si vedeva la collezione di fumetti italiani di Dylan Dog che pendeva pericolosamente sul computer.
E sul cuscino c’era un libretto che non poteva mancare a una come lei ...“La Sirenetta” di Andersen.
L’unico angolo in ordine era una scrivania isolata dal resto della stanza, colma di filtri, barattoli, pozioni, alambicchi, provette, elisir e ingredienti magici, alcuni anche molto ricercati, come la polvere di ragnatela lunare.
Raccolsi da terra un foglio tutto pasticciato, aveva una calligrafia che cambiava da dolce e aggraziata a calcata, quasi volesse incidere le parole, o qualcos’altro…
lessi le parole.
 
“ Dobbiamo essere come il mare, che quando si infrange sugli scogli, trova sempre la forza di riprovarci”
 
Un’altra frase era scritta sotto.
 
“Adesso chiudi
gli occhi forte
ascoltami
respira piano
posso ancora proteggerti…
chiudi gli occhi
guarda dentro di te e capirai…
che sei bella anche così,
vestita di lividi”
 
E ancora.
 
“Ti seguirò ovunque anche nel deserto,
dovessi anche camminare nelle tenebre o nel fuoco
so che le sue fiamme non mi ferirebbero, tu mi ami,
tu sei con me, il nostro amore vince tutto.
Un amore inarrestabile.
Non lasciarmi sola, ti prego.
Sei la mia Stella Polare.
Ho bisogno di vedere la tua luce.
Di sentire il tuo calore e il tuo profumo.
Di vedere tuoi capelli sparsi sul cuscino.
Ho bisogno di te che sempre mi rassicuri,
che sempre mi fai felice…”
 
Voltai il foglio e trovai altre frasi, altre poesie.
Poesie d’amore, di speranza, di rabbia…tutte tristi
Una che mi colpì particolarmente s’intitolava “ Come la pioggia”
 
“I nostri desideri sono come la pioggia,
tanti, piccoli, brevi, passeggeri,
troppo semplici per esistere nel mondo moderno,
come la pioggia si schiantano sulla dura scorza della realtà, sull’asfalto della nostre vite,
infrangendosi…
ma dai resti dei nostri sogni infranti,
nascono pozze di speranza,
desinate a restare e ad accrescersi sotto la pioggia continua dei nostri sogni.
Io aspetto la pioggia perché non voglio piangere da sola,
Ma voglio unire le mie lacrime di dolore a quelle del cielo.
Migliaia di farfalle che piangono tra le nuvole per farmi sapere che non sono sola,
ma che da qualche parte c’è qualcuno che può capirmi, che può amarmi.
Ci deve essere, lo sento…ho bisogno di lei”
 
Guardai gli altri fogli disseminati alla rinfusa sul pavimento, sulle mensole, tra le pagine dei libri.
Tutti contenevano poesie tristi e malinconiche, e tutti erano bagnati da lacrime.
Sentii il rumore dell’acqua che si scuoteva, mi voltai lasciando cadere i fogli appena in tempo per vedere la testa di Sirena emergere dalla vasca.
-Scusa il disordine, non sono abituata ad avere ospiti-
-Ho visto stanze messe peggio- risposi pensando a BB.
-In mezz’ora la barca sarà pronta a partire, c’è stato un problema col motore ma Yeti è in grado di aggiustarlo, sarò nei pasticci quando non ci sarà più lui ad aggiustare tutto-
-Ho visto che ti interessi di magia e letteratura…-
Pensai fosse meglio non dirle che avevo letto le sue poesie, così personali.
-Mi interesso anche di pittura, adoro dipingere con l’acquarello e disegnare a matita, vuoi vedere uno dei miei disegni?-
-Magari…- dissi con voce chiusa, ma mi interessavano decisamente di più quei numerosi tomi sulle magie della Strega dell’Acquitrino.
<<se solo sapessi leggerli>>
Uscì dalla vasca con un salto atterrando sul letto, tirò fuori da sotto un cuscino una cartellina e me la porse.
La aprii.
Vi trovai disegni di ogni tipo.
Persone in riva al lago, animali, creature fantastiche, pezzi dei più famosi romanzi illustrati da lei, come il duello tra Achille e Ettore, Moby Dick, la battaglia del fosso di Helm…
In fondo trovai anche alcuni disegni colorati di Batman, che vegliava su Ghotam city sotto la pioggia, di Yeti, di Shakewave, dei suoi amici che posavano insieme con smorfie disumane.
-Non hai idea di quanto ci ho messo a farli star fermi- Sorrise.
C’era un ritratto del Joker che ghignava maligno, preso da una delle molteplici foto del pazzo, un disegno davvero ben fatto, era riuscita a cogliere il bagliore di pazzia negli occhi dell’uomo,  mi terrorizzava.
Un altro era un disegno satirico del Pinguino…mi chiedo in che occasione l’abbia incontrato…
L’ultimo disegno era infilato in una busta di plastica affinché non si rovinasse, raffigurava una ragazza nuda distesa sul letto.
Me lo tolse dalle mani.
-No. Questo è personale-
Lo fissò e lo strinse al petto.
-Lei chi è?-
Mi guardò coi profondi occhi blu in cui stavano affiorando le lacrime.
-Lei…lei era una mia vecchia fiamma, la più cara…l’unica che avessi veramente amato, L’unica che non potrò mai scordare.
Si chiamava Katy.
Lei era cieca, ci amavamo ma il destino ci ha giocato un brutto scherzo, lei è morta, investita da un’auto sotto i miei occhi, non ho potuto fare nulla per salvarla- mormorò tutto d’un fiato, iniziò a piangere silenziosamente.
Restai in silenzio.
-Scusa- disse tra i singhiozzi – Ma da quando Katy è morta, mi sento sempre così sola-
Cercai di dire qualcosa per consolarla, non riuscivo a vederla piangere, metteva troppa tristezza il suo volto bellissimo solcato da lacrime argentee.
-Riusciresti a farmi un ritratto?- le dissi infine per cambiare argomento.
-C-cosa?- rispose asciugandosi le lacrime.
-Volevo sapere se eri in grado di farmi un ritratto a matita in questo tempo, anche semplice-
-Certo… volentieri-rispose timidamente cercando di soffocare i vecchi ricordi.
Prese una tavola su cui disegnare e una matita, appoggiandosi sulla propria coda.
-Resta ferma. Ti dispiace fare un sorriso per favore?- disse con gli occhi ancora un po’ arrossati.
In realtà mi dispiaceva, ma non volevo mortificarla, così accennai un sorrisetto simile a quello della Monnalisa.
Non potevo vedere cosa faceva, ma la matita pareva danzare sulla carta.
Quand’ebbe finito il disegno me lo porse.
Io non ho mai pensato di essere bella, ma in quel disegno sembravo una dea, era un primo piano della mia faccia, scendeva sul collo e sfumava le spalle come se uscissi dalla nebbia.
Sembrava che stessi guardando in alto, con una luce sul volto, le ombreggiature erano spettacolari, sembrava quasi una foto.
-Ho davvero degli occhi così belli?-
-Non puoi immaginarti quanto, foto e ritratti non possono rendere l’idea, nemmeno il riflesso li ritrae del tutto-
-Grazie…-
-E di cosa? Corvina, prima che tu vada vorrei darti una cosa-
Si rigettò nella vasca e riemerse con una collana.
Un sottile filo d’argento passava in mezzo a un unico ciondolo di corallo scarlatto lavorato a forma di conchiglia affusolata con una perla color del latte incastonata al centro, alcune sporgenze di corallo uscivano rivolte verso l’esterno dalla conchiglia intrappolando le gocce cristallizzate d’acqua scintillante.
-È un potente amuleto che mi diede Ursula, lo conservavo nei condotti insieme alle cose a cui tengo di più, è in grado di allontanare le influenze maligne di ogni genere, e si dice che conservi in se una parte dei ricordi e delle emozioni di ogni suo proprietario, così avrai un  po’ di me sempre con te, quando lo indossi nessuna forza occulta può vincerti, se lo lasci in casa invece protegge tutti coloro che la abitano, prendilo-
-No, davvero Sir…Paloma è un dono troppo grande, ci siamo appena conosciute, non vorrai davvero separatene… per me?-
-Ti prego accettalo, significa molto per me, è un dono dell’ospitalità, tu sei stata mia ospite e questo simboleggia che d’ora in poi saremo sempre in buoni rapporti, e poi se tuo padre è Trigon ne avrai bisogno-
Cercai ancora di rifiutare ma lei insisteva con una faccia angelica, infine cedetti.
-Io però non ho niente da darti…-
-Mi basta averti rivi…ehm…parlato, è stato davvero bello trascorrere questo tempo con te-
-Vale anche per me-
Restammo tutte e due in silenzio, lei appoggiata coi gomiti sul letto, io seduta con le gambe di lato sul letto, ci guardavamo negli occhi senza bisogno di parlare, blu e viola, abbinamento perfetto.
Yeti irruppe nella sala.
-Quando vuoi siamo pronti a partire- annunciò.
Guardai ancora il volto rasserenato di Sirena.
-Allora è meglio se io vado adesso, ho detto che sarei stata lì in mezz’ora ma oramai sono in ritardo di un’ora-
-Ciao- mi saluto lei allegra, ma nei suoi occhi vedevo una striscia di malinconia.
-Tu non vieni con noi Pa?-domandò Yeti.
-Preferisco di no-
-Allora noi partiamo, torno presto-
-Ciao- ci salutò ancora.
Presi il disegno e l’amuleto.
-Arrivederci- le dissi sulla soglia.

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Capitolo 4
*** Avrai sempre un bagliore di speranza ***


CAPITOLO 4- Avrai sempre un bagliore di speranza
 
La barca procedeva svelta e silenziosa nel banco di nebbia.
-Come fai a guidare in questa nebbia?-
-Lasciatelo dire ragazza, i sensi umani fanno schifo, riesco orientarmi qui dentro, e poi la nebbia è un incantesimo di Sirena che manda fuori rotta le navi e in tilt gli strumenti, così che tutti la evitino e nessuno finisca sulla nostra isola-
Rispose lui.
-Quindi davvero i Five Storms si scioglieranno?-
-Temo di sì, e allora saranno dolori per tutti noi, ci siamo molto legati, ma abbiamo idee e progetti diversi, gli altri se la caveranno, il mio più grande dubbio è per Sirena, non so che farà senza di me…ma devo lasciarla, o non imparerà mai a cavarsela da sé, io non ci sarò per sempre e ormai è grande abbastanza per farsi una vita sua-
Non so perché lo feci, ma glielo chiesi.
-Che puoi dirmi di lei?-
Non sembrò turbato dalla domanda, come non l’avesse sentita.
-Che vuoi che ti dica, è una ragazza come tante, allegra, vivace, felice di vivere, generosa, forse fin troppo sensibile, e un po’ strana, ma una brava ragazza tutto sommato.
Le piace l’arte in generale, pittura, scultura, poesia, musica, in particolare il canto, dovresti sentire come canta l’Aria della Regina della Notte quando si fa il bagno con la schiuma he he una delizia per le orecchie-
Continuò –Mangia un po’ troppo forse per una normale sedicenne, ma smaltisce nuotando, ha un fisico perfetto, frutto di anni passati a nuotare ogni giorno- sorrise.
-Non l’ho mai vista indossare abiti pesanti, mai, se h freddo si rintana sott’acqua o s’avolge nelle coperte, non vuole neppure un golfino, le piace far vedere la carne, molta carne intendo, a volte mi sembra priva di ogni pudore, d'altronde va sempre in missione con indosso solo un bikini scuro e, a volte, dei pantaloncini aderenti. È ossessionata dall’igiene orale, adora la camomilla, e spesso la sento piangere la notte, sono l’unico che sembra accorgersene, ma lei non vuole mai parlarne-
-Credi che sia legato a quella ragazza, Katy?-
-Te ne ha parlato vero? Povera Pa, non meritava di soffrire così tanto, certo non è una santa, ma quella storia l’ha distrutta, anche se è successo anni fa, ora sembra averla superata, penso che sia legato alla necessità d’affetto, ha bisogno di qualcuno che senta di aver bisogno di lei, e credo che separandoci lei abbia pensato di essere… “superflua” a tutti noi-
-Tu dici?-
-Io dico solo che Sirena è molto più profonda e sensibile di quanto dimostri, e non credo saprò mai quello che pensa o prova veramente, ma sono sicuro che se qualcosa la turbasse nel profondo me lo direbbe, è sincera, questo sì, sincera e fiera di sé, non ha mai nascosto quello che era… e anche la nostra accoglienza sarebbe stata “meno garbata”, se lei non avesse insistito tanto in tuo favore…-
Osservai lo yeti pensierosa, lui e Sirena erano due persone colte, interessanti e tutto sommato buone mi chiesi come avevano fatto a diventare dei criminali.
-Ecco la tua torre- disse indicando la T-tower illuminata nella sera.
-Ti dispiace se ti lascio un po’ in là, dal porto, non vorrei farmi vedere troppo-
-Tranquillo- risposi soprapensiero fissando la prua della nave. 
Scesi alla banchina più esterna.
-Grazie di tutto, salutami Sirena quando torni…e a proposito, voi siete delle persone buone in fondo, come avete fatto a diventare dei criminali?-
Lui sorrise rimettendo in moto l’imbarcazione.
-Questa è una lunga storia, che magari ti racconterà un’altro giorno un’altra persona- e partì allontanandosi rapidamente.
Feci solo pochi passi sul pontile quando udii la voce dolce e suadente di Sirena chiamarmi.
-Corvina, sono qui sotto-
Mi affacciai da pontile e la vidi che mi guardava con la testa fuor d’acqua.
-Ci ho messo un po’ a raggiungervi- aggiunse affaticata.
-Che ci fai qui?- le domandai.
Lei sorrise imbarazzata e le gote le si tinsero di rosso.
-Mi chiedevo, se questo sabato eri libera, s-se ti andava di venire al cinema con me, danno la prima de “Lo Hobbit, la desolazione di Smaug”, io adoro i fantasy, ammetto che sono un po’ nerd, quindi se ti andava…-
Io continuai a guardarla mentre agitava inquietamente la punta dell’indice nell’acqua.
-Tranquilla non ci sto provando con te, era solo per …legare- precisò.
-Sarei felice di venire, anche a me piace molto Tolkien e anche tu inizi a starmi simpatica-
Le risposi.
-Davvero accetti? È fantastico! Il film inizia alle otto di sera, ti aspetterò lì in incognito!-
-D’accordo, ma ti ricordo che io sono una super eroina, e non posso sapere quando colpirà il nemico di turno, potrebbe capitare che non possa venire o che debba andarmene nel bel mezzo della serata, lo capisci vero?-
-Certo, ognuno ha i suoi impegni, è normale che tu dia la precedenza ai più importanti- sorrise.
-Allora ci vediamo sabato?-
-Salvo imprevisti, ci sarò- le risposi.
-A presto allora!- esclamò felice guizzando nelle onde sottraendosi alla vista.
<< Cosa mi sta succedendo? Perché mi sto affezionando così a lei? Che ci stia provando con me? Non vorrei farla soffrire, ma non credo di essere una tipa da avere una storia con una donna, dopotutto non ne ho mai avuta una neanche con un uomo. Forse sono io ad essere attratta da lei? Non capisco cosa provo…>> questi pensieri mi affliggevano la mente mentre tornavo casa.
 
Tornata alla Torre mi dovetti subire una pesante ramanzina da parte di Robin e compagni, ma gli altri si rallegrarono quando seppero che i Five Storms avevano intenzione di sciogliersi, solo Robin era convinto che fosse un trucco.
E dopo le prediche e le ammonizioni fui assalita da domande e curiosità di Stella e BB ma restai molto vaga, inutile dire che tacqui sul disegno, l’amuleto ovviamente l’invito al cinema.
Una volta in camera incorniciai il mio ritratto davanti al mio letto in modo che lo guardassi alzandomi la mattina e leggessi le dedica che mi aveva scritto a fianco.
 
“Non importa cosa dicano di te, non importa quale sia il tuo destino, tu avrai sempre una scelta, anche nei momenti bui riuscirai a trovare un bagliore di speranza”
 
P.s. Mi sono dimenticato di avvisare che la storia è ambientata dopo il film Trouble in Tokyo ma prima della 4° stagione. e quando ho scritto questo capitolo lo Hobbit 2 era appena uscito.           Ghostface

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Capitolo 5
*** Una storia di cattivi ***


CAPITOLO 5 – una storia di cattivi…
 
 I giorni erano passati veloci, e in un batte d’occhio giunse il sabato, pensai fino all’ultimo se non declinare l’invito e dire che ero impegnata a salvare Jump city, ma alla fine decisi di andare.
-Cyborg puoi darmi un passaggio al cinema?-
-Vai al cinema Corvina?-
-Sì oggi c’è la prima de Lo Hobbit 2-
BB s’intromise.
-Forte! Ti va di vederlo insieme?-
-Non ci penso neanche- risposi fredda.
BB è un mio caro amico, ma é troppo infantile, rumoroso e invadente, non lo avrei mai retto per due ore di seguito, e poi dovevo vedermi con una persona.
-Eddai Corvina stai sempre da sola, un po’ di compagnia ti farebbe bene-
-Ho detto di no, BB. Poi tu non sai neanche di cosa parla e mi disturberesti tutto il film per sapere chi sono i personaggi-
-Che colpa ne ho io se i nomi sono impronunciabili-
-Non è vero…Gandalf, Bilbo, Gollum, Smaug, Thorin, Fili, Kili, Ori, Nori, Balin, Dwalin, Gloin…-
-Come non detto, sarà per un’altra volta- concluse il mutaforma allontanandosi.
-Allora puoi?-
-Certo, ti porto subito-
Scesi dall’auto davanti al cinema.
-Fammi uno squillo quando vuoi che venga a prenderti, ok?-
-Va bene-
Ci salutammo e aspettai che l’auto si fosse allontanata per avvicinarmi al cinema.
Trassi un sospiro, era successo tutto così in fretta, ma quella ragazza era travolgente, in meno di un mese mi aveva già convinta ad andare al cinema con lei, era una record, BB ci provava da anni inutilmente, non volevo dargli false speranze, tra me e lui non avrebbe mai funzionato, avevo capito che gli piacevo molto, ma non ricambiavo il sentimento.
Infine eccomi giunta a questo momento…
Sì va in scena.
(( e da questo momento la narrazione prosegue in temo reale, al presente  N.d.A.))
Avanzo verso l’entrata e la vedo.
Le mani palmate in tasca, una giacchetta di pelle nera e una maglietta rosa scollata con un piccolo ciondolo d’argento al collo.
La coda abilmente camuffata e coperta da un panno, che avrebbe dovuto coprirle le gambe all’apparenza, mi aspettava davanti all’entrata sulla sedia a rotelle.
-Ciao Corvina, sei puntualissima!-
 -Ciao Paloma, hai avuto problemi?-
-Nulla che un po’ d’arguzia non sappia risolvere- dice lisciandosi la coperta sui fianchi, sorridendo maliziosa.
-Entriamo?-
-Certo, ma non è che potresti spingermi? Sai le mie mani…-
-Tranquilla, ci penso io-
Per tutto il film ci siamo godute lo spettacolo in silenzio, vicine ma senza bisogno di parlare o commentare, solo quando sembrava finita per Thorin Sirena mi stringe la mano, senza accorgersene, solo quando il nano fu fuori pericolo lei allenta la presa e si accorge di tenermi la mano.
Lei la ritira di scatto, volgendo il volto dall’latra parte, imbarazzata.
Poi lentamente si volta nuovamente verso di me, e io resto a guardarla.
Ci guardiamo negli occhi sorprese, lei è più alta di me, ma non di troppo, quel silenzio imbarazzato viene presto infranto dalle nostre risate sommesse, siamo davvero buffe.
Il film finisce e io la accompagno fuori.
 
-Hai visto quando hanno inquadrato la moglie di Gloin e i piccolo Gimli? Erano troppo divertenti! Per non parlare si Smaug, è il drago più bello che abbia mai visto in un film, e spaventoso e spettacolare, semplicemente fantastico! Ma una cosa che non capisco sono  gli elfi. Che cavolo c’entrano con la storia?! E poi quanto è antipatico Legolas? Odioso, lui e il padre. Guarda, l’unico elfa che si salva è Tauriel-
Commenta mentre usciamo dalla sala.
-Ti piace, vero?- le dico.
-Dai, non scherzare su queste cose- fa lei.
-Portami lì dietro ho voglia di muovermi un po’- mi dice indicando una palazzina in costruzione, è tarda notte e non c’è nessuno, non vedo perché no.
Siamo sole e al buio, lei si sfila di dosso la coperta agitando le pinne per aria e calandosi il respiratore sulle branchie.
-Molto meglio, grazie per essere venuta-
-È stata una bella serata- rispondo.
-Qual è il tuo film preferito?- mi chiede ad un certo punto.
-“Wicked Scary” senza dubbio, mi ha spaventata a morte-
-Anch’io l’ho visto. Non ho dormito per una settimana-
-E il tuo qual è?-
-Indovina…-
-Secondo me… “La Sirenetta”- dico certa della sua risposta.
-Urg! Non l’ho mai sopportato, molto bello il libro ma il film… è così “Disneyano”. Il mio film preferito è 300-
-300?-
-Già, ho pianto come una fontana quando l’ho visto la prima volta. Non sono mai stata molto attenta nelle lezioni di storia, e non ricordavo che Leonida moriva…- sorride lei.
Restiamo a fissarci in silenzio, imbarazzate.
-Paloma posso chiederti una cosa?-
-Certo parla pure- dice lei sfilandosi anche la giacca in cerca di qualcosa nelle tasche.
Probabilmente cercava di abbassare la tensione.
-E da un po’ che me lo chiedo, ma non trovo risposta…com’è che una ragazza gentile e buona come te è diventata una ladra e una criminale?-
Lei diventa di colpo seria.
Smette di smanettare nell’abito e mi fissa negli occhi.
-Devi sapere Corvina che dietro la vita di un cattivo, c’è sempre una storia di cattivi.
Io sono stata abbandonata da bambina, non so neanche il perché, la Strega del Mare mi ha cresciuta come una figlia, ma non per questo come una figlia amata, mi insegnò il potere della magia, ma non s’interessò mai dei miei sentimenti, era cattiva, e io ero piccola, crebbi con quell’esempio, per me divenne normale approfittare degli altri per i miei scopi.
Quando le dissi che volevo andarmene nel mondo di superficie, mi salutò calorosamente, ma non versò una lacrima per la sua piccola che partiva per un mondo sconosciuto e a lei avverso, né si fece più sentire-
-Passai un buon lasso di tempo a vagabondare, ovunque cercavo di stanziarmi, venivo sempre scacciata in malo modo a causa della mia diversità, oppure c’era sempre qualcuno che cercava di approfittare della mia inesperienza.
Fu difficile tirare avanti, conobbi fame e freddo in quel periodo buio, più volte pensai di tornare negli abissi da Ursula, ma non sapevo se mi avrebbe ripreso con sé.
Mi ero stabilita in una palude, vivevo sola e allo stato più selvatico di me stessa, un giorno qualcuno s’addentro nella palude, fino al mio “nido” e fu lì che Yeti mi trovò, lui era come me, un reietto della società che nessuno voleva, viveva solo nei boschi, mi prese con se, mi diede da mangiare, da vestire, si prese cura di me con una tenerezza a me sconosciuta, avrò avuto dodici anni, mi fece una cultura, mi insegnò le arti e la scrittura e tutto quello che so.
Un giorno vedemmo un gruppo di persone che stavano aggredendo una ragazza, che poi scoprimmo essere Shakewave, anch’essa vittima della sua “diversità”.
L’aiutammo e lei ci portò nella sua attività, lei era una ladra, ma rubava solo per vivere, era molto temuta perché non era ancora in grado di controllare del tutto il suo potere, e ha visto quanto possa essere distruttivo, non le era facile integrarsi.
Decidemmo di unirci a lei come banda di briganti per vivere, non ci fermavamo mai a lungo in un posto, poi un giorno incontrammo un altro ladro che aveva preso di mira il nostro stesso obbiettivo, era Ninja Nero, all’inizio eravamo rivali poi diventammo amici, lui ci convinse che fosse giusto derubare la società corrotta, e imparammo a goderci il frutto delle nostre scorrerie senza accontentarci del necessario, l’ultimo acquisto della squadra fu Sparviere, un tipo avido ma simpatico e grande oratore, così da persone che rubavano per vivere divenimmo ladri che vivono per rubare, nel vero senso della parola, ci cacciavamo in imprese disperate solo per l’ebbrezza che ci dava infrangere la legge.
Quando vieni allevata da una persona cattiva, quando coloro che erano considerati buoni ti trattano come spazzatura, quando la necessità ti spinge al crimine e quando i criminali sono l’unica famiglia che hai, impari a diventare come loro per sopravvivere-
-Mi dispiace che tu abbia dovuto passarne tante, ma tu non sei cattiva, sei una ragazza fantastica,  puoi ancora cambiare-
-Lo pensi davvero? Credi davvero che io sia fantastica e che abbia una seconda possibilità-
Le si illumina il viso.
Ammetto che è una mossa prevedibile, ma come dire di no a quel faccino speranzoso?
Annuisco.
-Forse hai ragione, ho sempre visto lo sciogliersi del gruppo come una fine, ma forse dovevo vederlo come un nuovo inizio-
-Sono certa che con un po’ di aiuto e buona volontà potresti diventare anche tu una eroina, ne hai tutte le capacità…conta pure sul mio aiuto-
Lei mi abbraccia forte a se.
-Grazie sei una vera amica, sei tanto buona, come vorrei essere come te-
-Non dirlo mai, tu sei fantastica così come sei, capito?-
Lei mi libera dalla stretta sorridendomi, io la ricambio.
Ci guardiamo negli occhi, in silenzio, lei si arricchisce delle ametiste dei miei occhi, io mi disseto agli abissi dei suoi.
È fragile, non pensavo di poterlo dire, ma la vedo così delicata che vorrei metterla sottovetro…vorrei tenerla al sicuro.

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Capitolo 6
*** Lacrime di tristezza... e di gioia ***


CAPITOLO 6- lacrime di tristezza… e di gioia
 
Nei giorni seguenti ho pensato spesso a Paloma, vorrei parlare con lei, ma non ho modo di contattarla, inizio a preoccuparmi, e da tempo che non si vede in giro nessun membro dei Five Storms.
Poi una sera, verso il tramonto, mentre sono fuori a meditare sul tetto vedo una sagoma scura salire su uno scoglio in lontananza e restare immobile.
Incuriosita volo verso di essa, a poca distanza la riconosco, è lei.
Ha il volto racchiuso tra le braccia, si appoggia sulla coda come se fossero ginocchia, piange, sento i suoi singhiozzi.
E questo mi fa male.
Atterro silenziosa alle sue spalle, lei non si accorge di nulla.
Mi avvicino e le metto una mano sulla spalla scoperta.
Lei sobbalza spaventata voltandosi verso di me, ma appena mi vede si tranquillizza.
- Paloma, che succede?- le dico sedendomi di fianco a lei.
-È successo Corvina, è successo alla fine. I miei amici si separano. La mia unica famiglia si divide…Shakewave  e Ninja Nero se ne andranno insieme chissà dove, Sparviere volerà in Europa, Yeti nel suo monastero io invece…non ho nessuno, non so cosa farò, non so dove andrò.
Tornerò ad a essere sola e odiata da tutti, nessuno mi vorrà più parlare…sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, ma non mi sono preparata, gli altri hanno già trovato che fare delle loro vite, io invece ho buttato via la mia…non sono pronta per questo…non sono pronta…- mi dice singhiozzando violentemente col volto nascosto tra le mani.
Non so quale istinto mi spinge, forse mi fa tenerezza, forse un po’ la comprendo ma stavolta sono io ad abbracciarla.
-Tranquilla, andrà tutto bene, sei sconvolta perché le persone a cui tieni partono per strade diverse tutte assieme, è normale, ma tu non sarai più sola, ci sono io adesso-
Lei scoppiò in una crisi di pianto ancora più violenta della prima.
Getta la testa tra le mie braccia in cerca di conforto.
-Brava, sfogati. Ne hai bisogno, tira fuori tutto- le dico dolcemente mentre la accarezzo il volto e la schiena.
-Questo scoglio è dove vengo a piangere quando sono triste, perché solo qui le mie lacrime sembrano piccole al confronto dell’oceano- mi dice tra i singhiozzi.
-Posso dire di aver riempito una buona parte dell’oceano in questi giorni… Corvina non voglio essere sola, non voglio più esserlo…mai più-
Non so perché…ma mi piace; cioè mi dispiace vederla soffrire, ma stare così insieme a lei fa nascere in me delle sensazioni che non avevo mai provato prima.
Dopo un po’ lei si calma, le asciugo le lacrime dal viso sorridendole apertamente.
-Sai una volta una saggia persona disse “ Dobbiamo essere come il mare, che quando si infrange sugli scogli, trova sempre la forza di riprovarci”-
Lei mi guardò sorpresa.
-Questa…l’ho scritta io-
-Lo so, ho letto alcuni fogli delle tue poesie nella tua stanza, sono bellissime… e tristi, rispecchiano la tua anima, vero? Per questo piangi quando le scrivi, e il tuo tratto si fa violento-
Lei mi guardò negli occhi fissandomi a lungo e in silenzio, io ricambio l’intensità del suo sguardo, vedo nei suoi occhi la sua tristezza, i suoi dubbi e le incertezze, poi tutto ad un tratto le sue labbra scattano in avanti, appoggiandosi sulle mie.
Resto allibita, sconcertata, paralizzata.
In un attimo mi rendo conto che mi sta baciando, anzi che ci stiamo baciando.
Lento le sue labbra umide e morbide incollarsi sulle mie, sento la sua lingua bussare contro i miei denti per chiedere di entrare e incontrare la mia.
Dopo un attimo di esitazione la lascio entrare.
Il bacio è lungo e travolgente.
È il mio primo bacio!! E l’ho dato a una sirena!
Non so se esserne felice o spaventata o disgustata…ma per ora mi godo semplicemente il momento, lei ha delle labbra morbissime, è molto brava con la lingua…assaporo fino in fondo il mio primo vero bacio.
Infine le nostre lingue si separano.
-Era da tanto che volevo farlo- dice spostandosi i capelli ramati dietro l’orecchio.
-N-non sono sicura di questo, come faccio a sapere che è la cosa giusta per me?- le sussurro.
-Gli uomini ti soddisfano?- mi risponde a bassa voce.
-Non ho mai pensato agli uomini…né alle donne-
-Allora dimmi se ti piace- e torna a baciarmi, con più focosa passione di prima stringendomi a se, passandomi le mani tra i capelli corti e accarezzandomi il viso e il collo.
Chiudo gli occhi assieme a lei, cingendola con le braccia.
-Ti è piaciuto?-
-Non lo so…-
-Ti è dispiaciuto?-
-No…-
Resto in silenzio per un po’ sento il viso infiammarsi poi rispondo…
-Sì, mi è piaciuto-
-Allora penso che anche tu sia lesbica-
Le accarezzo il viso.
-E se ti sbagliassi? Dopotutto è solo un bacio…- ma sapevo benissimo che aveva ragione, ecco perché non ero mai stata minimamente interessata ai ragazzi della mia squadra.
Ecco perché mi sento così strana e così bene con lei.
Ecco perché penso così spesso a Paloma, ogni cosa mi sembra parlare di lei.
-C’è un solo modo per scoprirlo…- risponde.
Per la terza volta le nostre bocche si uniscono, le lingue si incrociano, ci abbracciamo a vicenda stringendo i nostri corpi l’uno contro l’altro in un unico dolce amplesso.
Ci separiamo solo quando il bisogno d’aria si fa impellente.
-Non smettere- le dico, lei sorride e riprendiamo a baciarci con avidità, ad accarezzarci il corpo a vicenda a saziare i primi dei nostri desideri a lungo celati a noi stesse, mi bacia il collo, e discende lungo la schiena con le mani, fino ai glutei sodi che afferra dolcemente, ma con fermezza.
Le mie mani si perdono sulla vasta pianura della sua schiena vellutata accarezzandola dolcemente.
La notte scende veloce.
Siamo ancora a baciarci, io avvinghiata con le gambe alla sua coda, le braccia di entrambe si perdono tra i capelli e la carne dell’altra.
-Vieni con me- le dico interrompendo il nostro desiderio reciproco prima che sfociasse nell’ “eccesso”.
-C-Cosa?-
-Hai detto di non saper cosa fare, vieni con me, diventa una Teen Titans, avrai una nuova vita, una nuova famiglia che ti ama, e potremo stare insieme-
-Non so se…se mi vorranno-
-Vedrai, ti accetteranno-
-Dopo tutto quello che ho fatto?-
-Abbiamo perdonato chi ne ha fatte di peggio, non è mai troppo tardi per cambiare-
-Credi davvero che possa farcela?-
-Ne sono sicura, io sarò con te-
-Me lo prometti?-
-Te lo prometto…a costo di lasciare Jump city se non ti prendono!- scherzo.
-Grazie…- mi sussurra all’orecchio abbracciandomi calorosamente.
-Corvina io…io credo di amarti, ti penso sempre, ti sogno, ti desidero… sì sono sicura, io ti amo- mi dice infine con gli occhi che brillano.
Resto ferma, interdetta, certo me lo aspettavo, ma quella dichiarazione fa comunque effetto, mi sento mancare l’aria, il cuore mi batte a cento all’ora, non ce la faccio più, quanto avevo desiderato sentirmelo dire.
Mi commuovo, nessuno me lo aveva mai detto con sincerità…
L’abbraccio con le lacrime agli occhi.
-Anch’io ti amo, ti amo alla follia!- le dico stringendola più forte che posso.
Credo di essermi lasciata travolgere dagli eventi, amore è un po’ un parolone…sì ho decisamente esagerato e lo so perfettamente, ma anch’io sono una ragazza…volevo provare a essere una delle fanciulle innamorate che si vedono nei film almeno una volta nella vita.
Mi ricompongo asciugandomi le lacrime di gioia sulle guance rosse d’imbarazzo -Tieni, così ci terremo in contatto, e fammi sapere cosa decidi-
Le porgo il Comunicatore Titans.
-Rispondi solo alle mie chiamate, d’accordo?-
Lei prende guarda sorridendo.
-Ora è meglio se torno… è la mia ultima serata in famiglia e non voglio sprecarla-
Ci diamo un ultimo bacio d’addio.
Un po’ incerta le chiedo, prima che si rigetti nelle onde, col volto rosso fuoco.
-Allora…siamo “fidanzate”?-
Lei sorride dolcemente guardandomi, mi mette un dito sulla bocca e dice con voce soave che ammalia la mente.
-Non c’è bisogno di dirlo…l’abbiamo capito entrambe-
E si lascia scivolare tra i flutti guizzando a intervalli fuori dall’acqua.
-Pensa alla mia offerta, sappi che è sempre valida!- e grido mentre si allontana.
Si ferma voltandosi verso di me –Lo farò- risponde semplicemente; ma quelle uniche tre sillabe per me hanno un significato che non potrei esprimere neanche con mille parole.
 
 
Questo capitolo distrugge anche quell’ultima minuscola fiammella di speranza che avevate che non l’avessi fatto.
Ma so che ormai c’eravate già arrivati tutti voi, miei cari lettori (e so anche ora non sarete più miei lettori).
Sì, l’ho fatto. Ho scritto una fiction in cui Corvina si mette con una sirena.
Perché mi piacciono i Titans e a forza di lavorarci sopra mi è venuta una fissa per le sirene!
So cosa state pensando, e lo penso anch’io.
State pensando: “ Ghostface…ma quanto stai male?”
(leggere con una risata di rassegnazione) ha ha ha…questa cosa è malata…ma cosa mi sono fumato per sognare sta’ roba?
B’è anche se da questo capitolo in poi io stesso sarò l’unico in tutto il sito a visitare la mia f.f., anche se così mi sono giocato il mio buon nome di autore faticosamente guadagnato con “Ghostface/Revenge” bisogna dire che…qualcuno doveva pur farlo.
Dannazione, qualcuno doveva fare una storia d’amore tra una sirena e una mezzo demone!
E posso dire con tutta sicurezza di aver scritto la storia d’amore più assurda di tutto il sito! (finora…)
 
 
    
Ghostface.

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Capitolo 7
*** Una fine o un inizio? ***


CAPITOLO 7- Una fine o un inizio?
 
-Dove sei stata?-
-Ero andata in cerca di un posto tranquillo per meditare-
L’occhio attento del ragazzo meraviglia mi squadra investigativo.
-Sei bagnata, cos’è successo?-
-Ero su uno scoglio e sono scivolata in acqua, e non sono riuscita ad asciugarmi del tutto.
A proposito, ho perso il mio comunicatore, me ne serve un’ altro-
-È già il secondo che perdi-
-Che vuoi che ti dica, non ho avuto fortuna col liquido elemento ultimamente-
Continua a guardarmi, sente che gli nascondo qualcosa, ma non capisce di che si tratta.
-Va bene, chiedine un altro a Cyborg-
Entro nel corridoio allontanandomi da Robin, credo che mi terrà d’occhio per un po’, lo fa sempre quando crede che uno di noi nasconda qualcosa.
Lui però si sente libero di fare il misterioso quanto gli pare.
Cerco di raggiungere la mia camera prima di…
-Hey Corvina!-
<< troppo tardi>>
Mi fermo sulla soglia e senza voltarmi rispondo al fastidioso individuo color pistacchio.
-Sì ?- domando con voce cinica e distaccata.
-È da un po’ che ti cerco, devi esprimere il tuo voto per il film di stasera, abbiamo raggiunto la parità tra un film romantico e uno d’azione, da quando Stella e Robin stanno insieme, l’unica speranza di vedere un bel film è allearsi con Cyborg, dai cosa scegli?...azione?-
-Senti BB, non credo che oggi guarderò un film, voglio restare un po’ da sola-
Lui mi afferra per il mantello trascinandomi verso il salone centrale.
-BB ho davvero bisogno di restare per conto mio!-
-No, cara mia. Non se ne parla neanche che tu passi la serata chiusa in camera tua con quei libri ammuffiti-
-I libri sono un ottimo modo di passare le serate!- ribatto.
-Non quanto un bel film d’azione però!-
Mi fa sedere sul divano insieme agli altri.
-Bene…io voto per il romantico- rispondo con un sorrisetto beffardo.
Sul volto del verde si dipinge una smorfia di delusione.
-Ma…ma tu odi i film romantici! Pensavo avresti scelto l’azione-
-Odio di più te. Piuttosto che farti felice mi guardo l’intera saga di Twilight-
-Adesso esageri, non puoi odiarmi così tanto- risponde lui con tono di scherno.
Così volente o nolente restai a guardare la tv coi miei amici, ma la mia testa era da tutt’altra parte, troppe cose mi erano successe in troppo poco tempo.
Mi accorsi che BB mi si era avvicinato parecchio durante il film…e presa dei miei pensieri noto solo ora il suo braccio che mi circonda le spalle.
Mi chiedo come reagirà quando scoprirà la mia storia con Sirena…
 
…………………………………………
 
-Paloma eccoti! Senti, sappiamo che stai soffrendo molto, ma devi capire che ormai non possiamo più restare uniti-
Le disse il Ninja Nero quando la vide rientrare.
-Lo so…e vi capisco a te e a tutti gli altri, avevo solo bisogno di schiarirmi le idee-
-Dai vieni a tavola con noi, sarebbe un peccato sprecare il tempo che ci rimane- lei lo seguì.
Erano tutti seduti attorno alla Tavola Rotonda, un tavolo in realtà ovale dove un tmepo davano annunci, tenevano le riunioni e organizzavano i loro colpi.
-Allora ragazzi, questa è la fine- iniziò Yeti.
-L’avventura è stata bella finché è durata- disse Shakewave cercando di trattenere le lacrime.
Calò il silenzio.
-Ragazzi non posso crederci che sta succedendo, pensavo che questo giorno non sarebbe arrivato mai, mi mancherete tutti- aggiunse Sparviere tutto d’un fiato.
-Dove andrai tu ?- gli chiese la ragazza dai capelli ramati.
-Avevo intenzione di andare a Barcellona, ma ora penso che resterò in America, forse la Florida, ho una villetta a schiera ereditata da mio zio laggiù -
-Io e John andremo invece in Canada, partiamo domani pomeriggio, abbiamo trovato una buona sistemazione in montagna e abbiamo intenzione di iniziare una vita da “persone normali” con la nostra parte di bottino possiamo ritiraci a vita privata per sempre- sorrise triste Shackwave abbracciando il ragazzo mascherato che le accarezzava i lunghi capelli corvini.
-La mia parte voglio che sia elargita ai poveri della città- proclamò Yeti.
-Il cammino verso la redenzione è lungo e faticoso, ma bisogna intraprenderlo finché siamo ancora in tempo, Gesù insegna che non c’è peccato che non possa essere perdonato e non c’è peccatore che non possa trovare posto in paradiso, ma sarei felice se qualcuno di voi volesse intraprendere questo cammino con me…-lanciò un occhiata allo Sparviere che intendeva proseguire la sua promettente carriera di furfante.
-Non ci provare Chewbecca, non attacca- disse amaramente Sparviere lisciandosi i corti baffi.
-Tentar non nuoce, io partirò tra due giorni per il mio monastero, un eremo sperduto in mezzo alle mie amate montagne, vi scrivo come trovarlo, sappiate che sarete sempre i benvenuti, sia per restare che come visitatori-
-E tu Sirena che progetti hai?-
-Io non ho pensato nulla di definito, ma pensavo di restare qua-
-Sono contento per te, puoi tenerti la casa- sorrise il baffuto.
-Perché hai deciso di restare?- gli domando la ragazza dai capelli neri.
Lei abbassò lo sguardo sorridendo.
-Ecco io... ho trovato una…-
-Davvero? E chi è? La conosciamo?- esclamò di colpo  Shakewave.
-Diciamo di sì- ammise con un sorrisetto imbarazzato.
-Dai Pa, dicci chi è. Vogliamo sapere con chi ti lasciamo- aggiunse il Ninja.
-Sono in buone mani…lei è…Corvina, la maga dei Teen Titans-
Gli altri restarono a bocca aperta…tranne uno.
-Siete sorpresi, vero?-
-Un po’ – Ammise Shakewave.
-Diciamo che non mi aspettavo una Teen Titans, comunque io avrei puntato la rossa. È sexy-  commentò il Ninja Nero, guadagnandosi una gomitata dalla fidanzata.
-No, ho notato che lei ti interessava. E sono felice che lei ti ricambi- sorrise Yeti, che conosceva la sua bambina.
-Eccome se sono sorpreso!! Pensavo che Corvina avesse un debole per me!
Invece è dell’altra sponda, sto perdendo il mio occhio…- esclamò Sparviere scioccato.
-A tuo avviso tutte hanno un debole per te. Io, Shaky, Corvina, la ragazza delle pizze…mi ricordo ancora quando hai persino provato a sedurmi piuttosto…“esplicitamente”- ribattè la sirenetta.
-E se tu avessi accettato di farlo con me, anche solo una notte, di certo ora non correresti dietro alle donne- fece quello.
-Quando è successo?- domandò la leader.
-Proprio stasera, ma era da un po’ che ci frequentavamo di sfuggita-
-E…lei ci sta?-
-Che domanda cretina, Sparviere! È ovvio che ci sta!- lo rimproverò la capo gruppo.
-Suvvia Shaky, non era così scontato- disse il ragazzo in nero.
-Ma questo vuol dire che dovrai abbandonare la criminalità-
-Lo so, ma sono disposta a farlo senza indugi-
-Sei rimasto solo tu Sparviere sulla via della perdizione…- fece il gigante peloso tamburellando le dita.
-Te l’ho detto Yeti, non attacca-
I cinque amici si guardarono l’un l’altro in silenzio.
Poi esplosero tutti in un grande abbraccio.
Sirena si lasciò andare al pianto, e anche Shakewave che ci teneva tanto a sembrare forte, scoppiò in lacrime.
Sparviere aveva il respiro pesante.
-Sii forte, dimostra che sei un vero uomo…- si diceva tra sé e sé.
-Piantala di fare l’idiota per una volta- gli disse Ninja Nero tirandogli una pacca.
-Grazie amico, mi ci voleva…San Gennà dammi la forza…-rispose, tirò un sospiro e…
-Ragazzi mi mancherete tutti da morire!- le lacrime iniziarono a solcare il volto da sotto l’elmo a forma di becco d’uccello.
-Promettiamo di incontrarci di nuovo qui ragazzi, in questa sala, tra un anno. Promettiamo di ritrovarci per raccontarci le nostre vite d’accordo?- propose tirando su col naso.
-Andata – risposero insieme gli altri.
- Non buttate via i nostri comunicatori, potremo restare sempre in contatto così- aggiunse il ninja.
-Ragazzi, vi prometto che tra un anno, quando ci rincontreremo, sarò diventato il ladro più ricco d’America – disse Sparviere asciugandosi gli occhi.
-E io tra un anno convincerò Sparviere a farsi frate con me- aggiunse Yeti con gli occhi lucidi.
-Visto che ci ritroveremo qui, mi impegnerò a far durare la mia relazione, così potrò presentarvi Corvina- disse Sirena tra i singhiozzi.
-E io vi prometto che tra un anno in questa sala porteremo nostro figlio!- proclamò Ninja Nero, ricevendo un’occhiataccia dalla sua donna.
-Calma i bollenti spiriti! Semmai, e dico semmai perché non è detto, prima c’è il matrimonio-
-Siete tutti invitati!- rispose lui sorridendo e beccandosi uno scapaccione.
-Ragazzi, non vediamola come la fine di tutto, ma l’inizio di quattro nuove avventure-
Concluse Yeti.
-Dite che ci sta un’ultima canzone, come quando ci eravamo appena conosciuti?- disse Shakewave asciugandosi gli occhi.
-Lasciatemi prendere la chitarra- rispose Sparviere.
- Che canzone facciamo?-
-B’è “la Tempesta” mi sembra d’obbligo- rispose Ninja Nero.
-Paloma inizia tu-
-No, davvero ragazzi…io non me al sento-
-Aventi non fare la preziosa, hai al voce più bella di tutti- ribadì lo Sparviere accordando la vecchia chitarra.
-D’accordo…io inizio, ma voi mi seguite…dopotutto siamo tutti parte delle Tempeste-
-E sempre lo saremo- sorrise lo yeti.
Il ragazzo italoamericano iniziò ad arpeggiare il ritmo armonioso della canzone, Paloma si schiarì la gola e cantò meglio di quanto avesse mai fatto, cantò con la voce e con il cuore, affinché ne restasse il ricordo perenne nella mente dei suoi amici, che si separavano, il ricordo del bene profondo che aveva per tutti loro.
 
- Non c'è più vento per noi 
tempo non ci sarà 
per noi che allora cantavamo 
con voci così chiare 
Non c'è più tempo per noi 
vento non ci sarà 
per noi che abbiamo navigato quel mare così nero 
Ma se la vita è tempesta, tempesta allora sarà. 

Non c'è più vento per noi 
tempo non ci sarà 
per noi che stelle cercavamo sotto quel cielo scuro. 
Si alzerà il vento per noi 
tempo per noi sarà 
il nostro viaggio, la guida,la mano del destino 
ma se la vita è tempesta, tempesta allora sarà 

Un vento poi soffierà dentro le nostre vele 
qual è la rotta giusta solo il Signore lo sa 
Un vento poi si alzerà dentro le nostre vele 
perché la rotta giusta solo il Signore la sa. 

Non c'è più vento per noi 
tempo non è per noi 
che nella notte senza luce misuravamo il mare. 
Ma se la vita è tempesta, tempesta allora sarà. 

Un vento poi soffierà dentro le nostre vele 
qual è la rotta giusta solo il Signore lo sa 
Un vento poi si alzerà dentro le nostre vele 
perché la rotta giusta solo il Signore la sa. 

Ma se la vita è tempesta, tempesta allora sarà-
Il canto fu seguito da un’altra serie di sinceri singhiozzi di tristezza e gioia.
-Alziamo il bicchiere per quest’ultima volta…e non pensiamola come una triste fine, ma come quattro gioiosi inizi!- sorrise Yeti stappando la bottiglia.
-Un brindisi allora. A Noi!- ribatté  Sparviere stappando la bottiglia.
-A noi!!-
 
…………………………………………
 
 
p.s. Ok, lo ammetto. La canzone “La Tempesta” è esclusivamente a scopo propagandistico (infatti stona). Branduardi for ever!!
 
P.s.s. e con questo capitolo finisce l’introduzione e terminano gli aggiornamenti flash, mi spiace. 
    
Ghostface.

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Capitolo 8
*** L'amore supera tutti i problemi ***


CAPITOLO 8- L’amore supera tutti i problemi
 
Sono inquieta, non so come affrontare la cosa, è passato un giorno da quando io e lei ci siamo baciate, so che sarà addolorata per la separazione dei suoi, ma devo parlarle.
Mi sono chiusa in camera e accendo il comunicatore.
<<La chiamo oppure è meglio aspettare che lei si senta pronta?>> 
Mi tornarono in mente le parole di Yeti sul bisogno di Sirena di sentirsi amata.
La chiamo.
Il comunicatore squilla un paio di volte poi risponde.
Sullo schermo appare il volto di Sirena; lei ha un sorriso forzato sulle labbra, ma si vede bene che ha il viso segnato dalle lacrime egli occhi arrossati dal lungo pianto.
-C-Ciao Corvina-
-Ciao Paloma, senti riguardo a quello che è successo tra noi quella sera…ho bisogno di parlarti a quattr’occhi, è importante-
-Oh certo- lei si fa di colpo seria.
-Posso indicarti come arrivare alla mia isola, vieni pure, gli altri sono già partiti tutti, ci sono solo io, dammi il tempo di sciogliere l’incantesimo delle nebbie e potrai arrivare tranquillamente-
-D’accordo-
Salgo le scale veloce fino ad arrivare sul tetto della torre.
Dopo poco all’orizzonte, dove poco prima non c’era che l’acqua, appare come un miraggio un isolotto.
<<È quello>>mi dico.
Senza dir niente a nessuno parto in volo verso di lei.
Atterro sulla sabbia, lei mi sta aspettando sotto la veranda della villa.
-Che bello rivederti- mi saluta falsamente allegra.
-Dovrei parlarti-
-Vieni andiamo nella mia stanza-
Nella camera ora regna indiscusso il caos sovrano e assoluto, alcune mensole sono state del tutto scaravoltate al suolo, ci sono segni d’artigli sull’armadio, cuscini brutalmente squartati e tutte le foto di lei e i suoi amici sono sparse sul pavimento, insieme a grossi album.
-He he…è stato un brutto periodo- si giustifica.
-Fa niente, senti devo dirti una cosa, riguardo a quello che è successo tra noi…-
Lei si issa dalla vasca in cui era sbucata e si siede sul letto mentre io le parlo in piedi, il suo volto s’intristisce.
-Vedi Paloma, noi non possiamo andare avanti…-
Lei mi zittisce.
-Tranquilla, non fa niente, ho capito, ti eri lasciata travolgere dagli eventi, ma in realtà io non ti piaccio, per te non sono nulla più di una amica, vero?
Sii sincera ti prego, mentirmi non servirebbe che a peggiorare le cose, se vuoi che la finiamo basta dirlo, come vedi sono abituata a essere lasciata da un giorno all’atro.
Guarda questa casa, due giorni fa pullulava di vita e ora ci sono solo io, se anche tu vuoi uscire dalla mia vita, fa pure. Io ti capisco-
Mi dice tristemente mentre le lacrime le salgono agli occhi, le mani incrociate sul ventre e gli occhi bassi sul pavimento.
È così triste…così indifesa...non permetterò che soffra ancora.
Io prendo l’iniziativa.
La bacio buttandomi sopra di lei, entrambe finiamo distese sul letto.
-Non hai capito niente-
Le dico accarezzandole il viso armonioso.
-Non voglio lasciarti, ho pensato molto a noi in questi due giorni, e mi sono resa conto di provare dei sentimenti profondi, ossessivi e bellissimi nei tuoi confronti, ti amo Paloma, hai capito? Ti amo!-
-Ti ho amata da quando mi hai parlato in quella cisterna, ma non lo avevo capito-
Lei è stesa sotto di me e mi dice con voce bassa e seducente.
-Allora perché non può funzionare? è perché sono una criminale? È perché sono legata ad Ursula? È per il sesso? Perché?-
-Non mi importa cosa sei e ci ti ha cresciuta, quanto al sesso ci penseremo al momento debito, voglio dire che la nostra relazione non può restare segreta.
I miei amici si stanno insospettendo, e prima o poi la nostra storia verrà a galla.
E vorrei che fossi io a dirlo a loro anziché loro a sorprenderci insieme, volevo chiederti se eri d’accordo a rivelarti ai Titans?-
Lei mi abbracciò stringendomi a se.
-Grazie agli abissi! Pensavo che ci fosse un problema tra noi-
Dice prima di baciarmi sulla bocca con avidità.
-Aspetta, prima devi rispondermi- le dico.
-Io…non sono sicura che sia il momento giusto, sono ancora un po’ scossa.
Se possiamo aspettare, magari una o due settimane, allora credo che sarei disposta-
-Due settimane vanno bene. Verrò a farti visita ad ogni occasione, non riesco a stare lontana da te, ma penso sia meglio se non ti fai notare in questi giorni-
-Giusto. Ah! Prima che mi dimentichi, ho messo sul bordo della piscina interna tutto quello che avevo rubato qui a Jump city, puoi riportarlo ai proprietari, e solo un segno per dimostrarti che sono cambiata, non sarò più una ladra, te lo prometto-
-Allora vuoi essere una Teen Titans?-
-Penso che prima sarebbe meglio se mi conoscessero come persona, io avevo in mente di diventare cantante lirica ma anche eroina va bene- Sorride con quel suo sorriso smagliante, sotto il labbro superiore si vedono spuntare i dentini aguzzi e scintillanti.
Resto con lei per ore, ci baciamo, ci divertiamo, la consolo per la perdita subita, fino a farle tornare un sorriso sincero.
-Ora devo andare, sei la ragazza più bella che abbia mai visto, al tuo confronto la luna e le stelle si spengono, sei la luce nelle tenebre e il calore della mia vita-
-Non hai mai avuto una relazione, vero?- sorride maliziosa.
Arrossisco -…infatti, si nota?-
-Sappi Corvina, che non è obbligatorio, stare tutto il tempo a fissarsi negli occhi dicendosi frasi d’amore, basta stare bene insieme, qualunque cosa si faccia, basta non aver paura di mostrarsi per quello che si è alla persona amata, basta non aver paura di venire giudicati, basta avere piena fiducia nell’altro…è poi c’è anche spazio per le frasi sdolcinate e i baci alla francese- dice sorridendo.
-Ti aspetterò con impazienza-
-Vedrai che tornerò presto- le dico sciogliendomi dal suo abbraccio.
-Ti amo- sussurro al suo orecchio prima di andarmene.
-Io ti lenza!- esclama appena sono sulla soglia.
-Come?- domando incerta.
-Al negozio di pesca erano finiti gli “ami” così ho preso una “lenza”- sorride divertita.
Oh cielo.
Peggio di BB.

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Capitolo 9
*** Non sono Ulisse ***


CAPITOLO  9- Non  sono Ulisse
 
Nelle tre settimane che seguirono andai da lei quasi ogni giorno, lei mi faceva sentire davvero felice, soddisfatta della mia vita, quando ci lasciavamo sentivo subito la sua mancanza, maledicevo ogni impegno che mi impedisse di andare da lei, qualsiasi cosa facessi con lei mi appagava nel cuore.
Con lei passavo tutto il tempo senza preoccupazioni, giocavamo insieme, nuotavamo nel mare, lei mi insegnava le dottrine più semplici e curiose della saggezza del mare e io le mostravo ciò che avevo appreso dal drago Malchior, la aiutavo a risistemare la casa rimasta mezza vuota, un paio di volte abbiamo anche cenato insieme, e sempre, sempre siamo finite a limonare, in acqua, sul letto, sul divano, in piscina, sulla sabbia, sul tavolo, sul pavimento, senza mai spingerci oltre però, solo una volta l’ho sorpresa nuotare senza reggiseno in piscina, ma lei non si è accorta subito che la guardavo.
Con lei sto davvero bene.
 
Mi preparo per andare a farle visita quando vengo bloccata dai miei amici.
-Dove vai?-
-Vado a meditare su un isolotto disabitato, come sempre-
-Com’è allora che ti vediamo sempre meditare anche a casa? Le tue due ore non bastano più?-
-Cosa vorresti insinuare BB?-
Robin interviene –Non ti stiamo accusando di nulla, e solo che ultimamente esci sempre più spesso, stai via delle ore e quando torni non dici niente a nessuno, sei diventata più allegra ma anche più distratta, hai sempre la testa tra le nuvole, noi ci stiamo preoccupando per te-
-Potete stare tranquilli allora, non vado in nessun posto pericoloso e non mi sono cacciata nei guai-
-Non è che stai prendendo degli stupefacenti, vero?-
-Cyborg! Come puoi pensare una cosa simile!-
-Allora dicci cosa vai a fare ogni giorno, è qualcosa di imbarazzante o personale? Siamo i tuoi amici, non ti giudichiamo e ti vogliamo bene Corvina, di noi puoi fidarti- mi implora Stella.
Sospiro arrendendomi alle richieste.
-B’è prima o poi l’avreste scoperto lo stesso…ma avevo intenzione di dirvelo a breve-
-Parla pure- insiste Robin.
-Ebbene, in questi giorni mi sono vista con una persona speciale…-
-Spiegati meglio-
-Ma dai, so che avete capito…-
-No Corvina, di che parli?- fa Stella ingenuamente.
Sospiro rassegnata -Ho una relazione segreta da circa tre settimane-
Lo stupore è generale.
Dopo un’interminabile momento di silenzio, Robin riesce a recuperare la parola, mi sorride.
-E ce lo tenevi nascosto perché…-
-Me ne vergognavo- ammetto.
-Ma mia cara amica! Non c’è niente di cui vergognarsi nell’amore! È una cosa fantastica!-
Dice Stella stritolandomi in un abbraccio.
-Non vi sentite offesi?-
-E perché dovremmo? Quando ce lo presenti?- dice Robin sollevato.
-Presto spero, ma ora vorrei andare, mi sta aspettando-
-Certo va pure, e dato che ci sei invitalo a cena, siamo curiosi di conoscerlo!- esclama Cyborg lasciandomi passare.
<<ormai è fatta, come disse Cesare “Alea jacta est” non si torna indietro>> penso mentre volo verso l’isola di Sirena.
 
-Hey BB tutto bene?-
-Certo Cyborg…come no- rispose il verde ma era decisamente triste.
-Dai, dimmi che succede- insistette il mezzo robot.
-Niente. E solo che mi sento un po’ deluso, in tutti questi anni l’ho colmata di attenzioni e pensavo di iniziare a piacerle, ora invece scopro che va con un altro…mi sento un po’ preso in giro…-
-BB lei ti vuole bene, ma non in quel senso, tu sei come un fratello per lei, ma devi accettare le cose e lasciarla andare-
-Mi sa che hai ragione- il ragazzo mogio si mise le mai in tasca a e si allontanò nel corridoio. 
 
-Finalmente, pensavo che non arrivasti più!- trilla lei felice di rivedermi.
-Ecco Pa, è successa una cosa…-
-Cosa? Dimmi tutto Corvy-Corvy-
-Primo: lo sai che non mi piacciono i nomignoli.
 Secondo: i miei amici ci hanno scoperte, ho confessato della relazione e loro si sono mostrati entusiasti- dico un po’imbarazzata.
-Ma è fantastico!- Esulta.
-Aspetta a dirlo, non sanno ancora di che tipo di relazione si tratta né con chi è quindi le loro opinioni potrebbero cambiare, comunque ti hanno invitato a cena per domani sera, se vuoi posso inventare una scusa e riusciremo a scamparla ancora per un po’…-
-No, rimandare il problema non lo risolverà.
Oggi quando torni a casa, dì loro come stanno le cose, se poi mi accetteranno non ci saranno problemi, se invece non si fidano…gli dimostrerò che si sbagliano-
-D’accordo-
-È meglio se torni a casa prima, avranno più tempo a disposizione per pensarci-
Sospiro un po’ delusa – Va bene, però non perdiamo altro tempo, visto che ne abbiamo poco-
-Tutto quello che vuoi. Andiamo a nuotare?-
-Per me va più che bene. Qualsiasi cosa mi sembra bellissima se sei con me-
-Smettila, mi fai arrossire- infatti le guance di Paloma erano diventante dello stesso colore dei suoi capelli.
-Vuoi che ti porti un pezzo sopra del bikini? Purtroppo io non ho né i pezzi di sotto, né costumi a pezzo unico, sai non è che mi servano-
-Fa lo stesso, vorrà dire che terrò le mutande, ma devo ricordarmi di portarne qui uno dei miei-
Poco dopo eravamo entrambe in acqua, lei era totalmente a suo agio, come biasimarla, io invece non sono mai stata portata per il nuoto, più che altro annaspavo cercando di non andare sotto.
-Vuoi una pinna?- mi porge il braccio.
-No, ce la faccio-
-Non fare l’orgogliosa, spesso mi aiuti sulla terra, ora che sei nel mare fatti aiutare te-
-Dammi solo le lezioni essenziali però-
-Va bene, tu colpisci l’acqua troppo violentemente, usa le braccia come dei remi, e le gambe devono stare dritte sfiorandosi tra loro quando le batti, e soprattutto non aver paura di andare sotto, i tuoi polmoni sono come dei galleggianti, li svuoti, emergi, li riempi e torni sotto-
Provo ma sprofondo subito a fondo e tocca a Paloma ripescami.
-Facciamo che mi porti a riva?- le dico sorridente con l’acqua alla gola.
-Lo faccio solo perché c’hai un impegno importante, ma sappi che se vuoi che la cosa continui devi imparare a nuotare- mi dice prendendomi sotto le braccia da dietro.
-Prendi fiato-
Subito dopo ci troviamo immerse nelle profondità marine.
Nuota velocissima, la coda guizza veloce tra i flutti colpendo l’acqua con forti pinnate.
Ho bisogno d’aria e dobbiamo riemergere.
Le batto la mano sulla spalla per dirle che sto per cedere.
Lei sale subito in superficie, ormai mancano dieci metri alla riva e posso farcela da me.
Mi stendo sulla sabbia dorata.
-L’acqua non è proprio il mio elemento- le dico.
Lei si stende al  mio fianco sollevando spruzzi freschi con la coda.
-E a me non piace la terra- risponde sorridente.
-Ma abbiamo sempre l’aria, quella va ben a tutte e due- aggiungo.
Lei resta in silenzio a guardare il cielo.
-Alla fine si trova sempre un modo per stare bene insieme, vedrai che andrà tutto bene-
-Lo spero, lo spero davvero tanto-
Restiamo distese ad asciugarci al sole, lei continua a bagnarsi con la coda di tanto in tanto, io resto fuori dalla portata dell’acqua, mi sono messa una potente protezione solare per evitare di abbronzarmi, mi piace la mia pelle pallida.
Anche lei non ama troppo stare sotto i raggi del sole, specie in forma marina, ma è bello star lì senza far niente, aspettare, parlare del più e del meno, essere vicine, sentire l’una la presenza dell’altra.
Lei si avvicina fino ad appoggiarsi sul mio petto con le braccia conserte.
-Penso che dovresti andare da loro-
-Dovresti smetterla di pensare, è un brutto vizio- sorrido.
-Dai, parlo sul serio-insiste dolcemente.
-Non mi va adesso, restiamo ancora un po’ insieme-
-No, tu hai un compito da svolgere, io dei lavori da finire in casa e poi ormai sei bella asciutta, perfino i capelli-
-Vieni a nuoto o vuoi che ti passi a prendere?-
-Mi serve qualcuno che mi porti la mia sedia con respiratore, e se vengo a nuoto mi bagno i capelli, e allora non si asciugheranno mai più-
-Potresti venire in volo, non avresti nemmeno bisogno della carrozzina- propongo io.
-Non chiamarla “carrozzina” è una particolare sedia studiata appositamente per consentirmi di muovermi autonomamente sulla terra ferma-
-Così è molto più complicato-
-Pensavo ti piacessero le cose complicate- dice passandomi la mano palmata e morbida sulla guancia.
-Non sarebbe bello se venissi in forma alata- continua.
-Perché? Non sarà ancora quella faccenda del “voglio che mi vedano per come sono realmente”? è solo per comodità-
-Quella ragione innanzi tutto, poi parlando di comodità, non è esattamente la cosa più comoda ed educata mangiare con i piedi-
-Giusto, l’avevo dimenticato-
-Dai, rivestiti e va da loro- mi dice infine spostandosi di lato.
Mi alzo e m’incammino verso il salone dove ho lasciato, mantello e il body nero.
 Appena cambiata esco verso di lei, che ancora mi aspetta mezza stesa sulla spiaggia.
Le do un sonoro bacio sulla guancia.
-Come tutto qui?-
-Cosa ti aspettavi?-
-Qualcosina di più…-
L’afferro per la vita portando i suoi occhi pari ai miei.
Ci guardiamo negli occhi per pochi ma interminabili secondi.
Lei mi prende la testa tra le mani e ci scambiamo un lungo e intenso bacio.
-Ora devo proprio andare, vorranno sapere tutto-
-Eh…Corvina non dir loro proprio tutto tutto, tralascia magari i pianti, le frasi amorose esagerate e quell'episodio in piscina, d’accordo?- mi dice sorridendo con quegli occhi innocenti da bambina, colore dell’abisso.
-A presto allora-
-Avvisami sull'esito della tua “chiacchierata”-
-Contaci-
Rimango a guardarla per un po’ prima di decidermi a partire, così strana, così diversa, così delicata eppure sento di non poterne più fare a meno.
 
<Oh Azar…non mi sembra vero…mi sono innamorata di una sirena!>
Le mie emozioni si intromettono tra i miei pensieri.
Amore <E con ciò? L’amore è cieco, tesoro!>
Tristezza<Lei è così carina con noi…anche se sa che orrore nascondiamo…>
Coraggio<Dico le avete guardato la scollatura?? Io mi ci fiondo!>
Logica<Siamo ragionevoli per una volta. È una criminale, una nemica dei Teen Titans, e poi è femmina ed è una sirena. Non può essere quella giusta per noi. Non abbiamo nulla in comune. Corvina, ti sta traendo inganno! Non farti travolgere dagli eventi!>
Sorrido mentre sento il coro di voci delle emozioni sbeffeggiare Logica.
<Mi spiace Logica…> le dico
<Ma…> protesta lei.
<Non sono Ulisse> gli scandisco in faccia, e l’emozione quattrocchi capisce che è inutile insistere.
Le altre invece gioiscono della mia decisione...a parte una, è da tempo che non sento la voce della Corvina Rossa...non ho idea di dove si sia cacciata Rabbia.
 
Entro nella Torre e, come mi aspettavo, li trovo tutti e quattro ad attendermi bramosi di sapere di più sulla mia relazione.
-Allora…?-fa Stella svolazzandomi intorno.
-Allora cosa?- rispondo.
-Dai dici chi è, ti prego Corvina, muoio dalla curiosità!-
-Non so se è il caso…- rispondo un po’ imbarazzata, nascondendomi nel mantello.
-È Slade?- azzarda Robin.
-Cosa?! Certo che no! come ti salta in mente una cosa del genere!!??-
-Allora non vedo il problema Corvina. Suvvia siamo i tuoi amici, prima o poi dovrai presentarcelo-
-No…poi che vi importa?-
-Diccelo…per favore-
Dopo molte e molte altre preghiere cedo.
-Va bene, va bene, vi dirò chi è-
-Lui è senz’altro fortunato- esclama Stella.
-Lei. Si tratta di una lei- dico mentre le guance mi vanno a fuoco .
-Una lei?- mormora Stella incuriosita, mentre gli altri sono in preda allo stupore.
-S-sei l-lesbica?- biascica BB dopo un lungo imbarazzante silenzio di incredulità e sorpresa.
-La cosa ti crea problemi?!- gli rispondo ringhiando dura.
-A-Affatto, solo che non me lo aspettavo, ecco- s’affretta a  risponde sbiancando davanti ai miei occhi che brillano di rosso.
-Chi mi dice cos’è una “lesbica”?- chiede Stella.
-Una lesbica è una donna omosessuale, ovvero che è attratta dal suo stesso sesso- le risponde Cyborg.
-Quindi a te non piacciono i ragazzi ma le ragazze?- mi chiede Stella.
-Sì è così, neanche io ci credevo quando l’ho scoperto ma è così.
Sono attratta da una donna.
Che c’è di male in questo?!- dico spazientita.
-Non c’è assolutamente niente di male Corvina, è solo che siamo abbastanza sorpresi- mi dice Robin mettendomi una mano sulla spalla.
-Ma va tutto bene, per noi sei sempre la solita Corvina, la nostra amica, e ti vogliamo bene-
Accenno un sorriso alle parole del leader.
-Dai, adesso che è tutto chiarito, ci vuoi dire chi è la fortunata?-
Lo guardo negli occhi, pensavo l’avrebbero presa peggio.
-Mi sono innamorata di…di Sirena dei Five Storms – ammetto sussurrando appena le parole.
-C-cosa?! Di Sirena? Ma è una criminale!-
-Non più Robin, te lo assicuro, è cambiata-
-Ma Corvina ti rendi conto? E se fosse un trucco?- mi dice BB.
-Se volevano sedurre uno di noi avrebbero potuto farlo con te, con Robin, o Cyborg, il canto di Sirena ha effetto su tutti i maschi…ma non sulle femmine.
Perché allora tentare con me? Se nemmeno io sapevo che mi piacevano le donne?-
-E…lei ti ama?-
-Me lo ha confessato tre settimane fa, da allora me lo ha sempre dimostrato-
Robin continua con lo sguardo fisso e cupo.
-E tu la ami?-
-Sì…almeno penso, ma la amo più di quanto abbia mai amato qualcuno in quel modo-
-Ma è ricercata- insiste il ragazzo mascherato.
-Garantisco io per lei, mi assumo ogni responsabilità-
-Ti rendi conto di cosa stai dicendo?-
-E tu ti rendi conto che anch’io sono una persona?! Che anch’io ho dei sentimenti?! Quello che provo verso Sirena è qualcosa di bellissimo, e io non posso ignorarlo!! Per chi mi hai preso!? Per una macchina insensibile?! Non sono Ulisse, io, non so resisterle!-
-Corvina, non so se è il caso che tu la riveda…- mi dice prendendomi le spalle.
A queste parole sento le lacrime salirmi sugli occhi, io non avevo mai pianto con loro, ma questa volta non riesco a trattenermi.
Con uno strattone mi libero dalla sua presa e gli urlo in faccia con quanto fiato ho in gola.
-B’è COSA CONTI DI FARE?! OPPORTI ALLA NOSTRA RELAZIONE?! SAPPI CHE IO LA AMO, LA AMO CAPISCI! Come tu ami Stella e forse anche di più! E non c’è niente che tu possa dire o fare per separaci. NIENTE!-
-Corvina calmati, mi dispiace non volevo dire così-
Lui mi viene incontro stringendomi in un abbraccio al quale mi abbandono dopo un attimo di riluttanza.
-Non importa con chi starai, noi ti vorremmo sempre bene Corvina-
-Lo so, scusami- gli rispondo asciugandomi le lacrime.
-Se tu credi che lei sia davvero cambiata a noi va bene, sul serio Corvina c’era davvero bisogno di fare tante storie?-
-Grazie, sapevo che avreste accettato la mia… “fidanzata”, almeno lo speravo.
Ora vorrei andare un po’ a riposare-
-Certo va pure- mi risponde sciogliendomi dalle sue braccia forti e muscolose.
Prima di scomparire dietro la soglia della mia camera mi rivolgo a loro un’ultima volta.
-A proposito, l’ho invitata a cena domani-
 
Robin si voltò verso il resto della squadra non appena al porta si richiuse.
-Che ne pensate-
-Non c’è da fidarsi- disse BB indispettito.
-Secondo me Corvina è sincera, ma dubito di quella mezza sardina. Temo che la farà soffrire illudendola- rispose Cyborg.
-Io non ho ancora ben chiaro il concetto di omosessuale- commentò la rossa  confusa.
-B’è, ormai è fatta, domani verrà qui. Non perdiamola d’occhio neanche una volta e non lasciatela mai, e dico MAI, da sola. Questa storia dei Five Storms che piantano tutto in asso e guarda caso una di loro si mette con Corvina , e finisce con l’entrare indisturbata nella Torre… non mi convince affatto-

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Capitolo 10
*** A cena coi miei ***


CAPITOLO 10 – A cena coi miei
 
La sera seguente siamo tutti all’opera, Cyborg si sarebbe occupato del cibo, Stella e BB riordinavano la Torre da cima a fondo e io cercavo di convincere Robin a indossare qualcosa di carino per l’occasione.
-Dai, è molto importante per me, tutti gli altri si sono già cambiati; ti sto implorando e sai che non lo faccio tutti i giorni-
-No, non se ne parla neanche-
-Starai benissimo, l’ha scelto Stella dicendo che ti sarebbe piaciuto-
-Ump! E va bene ma solo perché altrimenti Stella me lo farà indossare alla festa di Natale-
Robin afferra la camicia bianca e i pantaloni neri attillati, e finalmente si decide a sfilarsi il costume di dosso.
Esco dalla stanza.
-Cyborg ha preparato il T-sub?-
-Corvina se sto cucinando come faccio a preparati il T-sub?-
-E io come faccio a raggiungerla?-
-Esci fuori e noleggi una barca-
-Uff!- esco sbuffando, mi dirigo sul molo in cerca di un battello.
<<Le otto e mezza! maledizione sono in ritardo>>
Finalmente riesco ad ottenere una barca e a partire verso l’isola.
La vedo sulla spiaggia che guarda il cielo, chissà da quanto mi sta aspettando.
-Non è un buon inizio come primo appuntamento- mi dice quando mi vede.
-Non è così facile manovrare questo coso- rispondo.
-E tecnicamente non è un vero e proprio appuntamento romantico visto che siamo in sei- aggiungo.
-Come vuoi, mi dai una mano a tirare su la seggiola?-
-Azarath Metrion Zinthos- sedia e sirena si sollevano all’improvviso da terra posandosi sul ponte della barca.
-Non farlo mai più!- -mi sgrida spaventata appena atterra, con la dita serrate in una presa ferrea attorno ai braccioli.
 -E dammi un bacio, mi sei mancata come l’acqua nelle branchie- ci veniamo incontro ma lei mi dice di fermarmi poco prima di raggiungerla.
-Che c’è?-
-E che sei bellissima così, il tuo volto, i tuoi occhi…quel vestito e questo tramonto si sposano perfettamente, lasciati ammirare, potrei saziarmi solo di questa visione-
In effetti mi sono fatta bella per l’occasione, ho messo un po’ di ombretto e un abito blu lungo fino alle ginocchia, scollato leggermente, ma non troppo, sul petto, …così solo per “eccitarla”…l’abito non ha maniche così ho una giacca nera aperta per coprire le braccia e le spalle, ovviamente al collo mi pende il suo amuleto di corallo.
-Tu sei molto più bella di me-
Un giubbotto di pelle nera da pseudo-motociclista è appoggiato sulle spalle quasi come una mantella, ha indosso una camicetta rosa aderente, che non lascia dubbi sulla natura degli abbondanti seni della ragazza, la camicia è ricoperta di ricami e ghirigori di un rosa più acceso come se qualcuno avesse attaccato un abito di pizzo sulla camicetta, una sottile catenina d’oro azzurro le circonda l’esile collo.
Non si sarà messa chissà che ma quella anche con uno straccio indosso sembra sempre essere in passerella.
La coda è coperta da un telo variopinto che ritrae trai disegni numerosi pesci e creature marine.
-Hai deciso di portarmi a cena o vuoi mangiarmi subito?- mi dice quando si accorge che sono rimasta incantata da lei.
-S-subito…ehm…cioè adesso metto in moto- rispondo arrossendo un poco.
Sbarchiamo sul pontile e io l’accompagno alla torre per la via più lunga e panoramica, vogliamo restare un po’ per conto nostro, ma sappiamo entrambe di non poter mancare.
-Sei incantevole Corvina, davvero non so come ho fatto ad aspettare tanto per dichiarami a te, ma a dire il vero temevo che tu fossi etero-
-Ti dirò, lo pensavo anch’io, ma ho scoperto di amare solo te-
-Adulatrice-
Arriviamo ai piedi della Torre, entriamo nell’atrio e la spingo verso l’ascensore, lei non ama essere spinta sulla sedia, lo permette solo a me, si fida di me.
 
-Sei pronta?- le dico dentro l’ascensore poco prima che le porte si aprano.
Lei fa un grosso respiro per calmarsi, vedo l’acqua nel collare riempirsi violentemente di bolle, è agitata.
-Sì, andiamo, come disse un grande uomo* “ Prima si fa, meglio si sta”-
Le porte dell’ascensore si aprono.
Entriamo nell’anticamera.
Le porte automatiche del salone si spalancano davanti a noi, aprendoci la strada verso le facce enigmatiche dei miei amici.
Hanno promesso di comportarsi bene, ma non so se tutti manterranno la promessa con lei.
Appena entrate nessuno fiata per qualche istante.
Paloma pensa di dovere essere lei a rompere il ghiaccio, dopotutto è lei “l’intrusa”.
-Ciao, che piacere rivedervi in un’occasione così felice, sono davvero contenta di essere qui-
Dice con una voce ammaliante che scalda il cuore, ma anche un po’ esitante, e sfodera il suo sorriso più innocente.
Il saluto non tarda ad essere calorosamente ricambiato da Stella Rubia.
-Anche per me è bellissimo rivederti senza scontrarci! Sei riuscita a fare l’impossibile, sapessi com’è cambiata Corvina da quando ti conosce!-
E abbraccia fin tropo calorosamente la ragazza sulla sedia a rotelle.
Paloma si ritrova schiena e braccia stritolate dalla presa adamantina di Stella.
-Ti assicuro…uff…che non era mia intenzione, a me Corvina piace così com’è- si giustifica cercando di liberarsi dalla morsa.
-Benvenuta alla Torre- le dice Robin tendendole la mano, lei ricambia la stretta sorridente.
-Hey sei tutta bagnata, vuoi qualcosa per asciugarti?-
-No, e che ho bisogno di tenermi idratata la pelle. Nulla di che-
-Colpa mia, mi sono scordata di avvisarvi- dico tirandomi un pacca sulla fronte.
-Certo che è strana la vita! Neanche un mese fa non mi sarei mai aspettato che potesse accadere ora invece…eccoci qua!- commenta Cyborg facendosi avanti.
-Tu sei Cyborg, vero? Scusa è che non sono mai stata portata per i nomi, guarda il mio, insomma “Sirena” non mi sono neanche sforzata-
-Che vuoi che sia, anche il mio rende piuttosto l’idea, ora scusa un secondo ma devo volare in cucina prima che la cena bruci-
Infatti nell’aria si stava espandendo un odore poco rassicurante.
-Allora…com’è successo?- azzarda BB.
-Com’è successo cosa?- chiede Paloma.
Già mi aspetto una domanda del cavolo che rovinerà la serata.
-B’è  insomma…l’incidente-
Lei corruccia la fronte –Quale incidente? Ti riferisci a me e Corvina?-
-No, no- si giustifica subito lui -Dicevo a come sei finita sulla sedia a rotelle, poche settimane fa ti muovevi senza problemi e ora invece…-
Lei si mette a ridere, una risata allegra e squillante.
Meno male mi aspettavo qualcosa di veramente imbarazzante.
-Credo che tu abbia preso un granchio BB, non sono paralizzata- Togliendosi il panno alza la coda per aria –Sono su questa sedia solo per spostarmi sulla terra-
-Ma se puoi fati crescere gambe e ali perché rimani con la coda da pesce?-
-Diciamo che ho le mie buone ragioni per restare così- risponde con un sorriso.
Mi devo assentare un attimo per andare in bagno e quando torno mi trovo davanti una scena inaspettata.
Paloma sta parlando ai miei amici con tono triste e serio.
Tutti e la squadrano diffidenti, eccetto Stella, troppo confusa sulla situazione per prendere una parte.
<<beata ingenuità aliena…>>
È di spalle e non può vedermi, mi nascondo dietro la porta per ascoltare.
-Sentite Titans, so di non starvi simpatica ma vi chiedo cortesemente di smetterla di fingervi miei amici, sono lesbica non stupida, l’ho capito che non vi fidate di me, che mi considerate ancora una criminale e che forse non riuscirò mai a farvi cambiare idea, ma io amo Corvina ed è inevitabile che più questa storia andrà avanti più dovremmo incrociare le nostre strade, non vi chiedo di essere miei amici, non vi chiedo di assecondarmi, l’unica cosa che vi chiedo è il rispetto.
Rispetto di me come persona con sentimenti ed emozioni, non vi chiedo altro;  poi potrete anche odiarmi, ma pure tra nemici c’è un rispetto reciproco.
Io ho rispetto di voi e di quello che fate, e sono davvero convinta che sia una cosa giusta; non giudicatemi se ho fatto quello che ho fatto, a volte la vita porta in dei vicoli ciechi, ho fatto le mie scelte e molte le ho sbagliate, ma sappiate che spesso ho dovuto scegliere tra il male e il male minore, non è facile integrarsi in un mondo che non ti appartiene quando sei sola, e io lo sono stata per molto tempo, i Five Storms sono stati l’unica famiglia che ho mai avuto, è comprensibile che non volessi separarmene anche se per restare con loro sono dovuta diventare una fuorilegge.
Quindi se avete qualcosa da dirmi, vi prego, calatevi queste maschere di falsa cortesia e fatelo apertamente-
Inaspettatamente sento provenire un rumore di applausi dal salone, mi affaccio furtiva per vedere l’accaduto.
Le espressioni mutano in facce sorridenti, quasi commosse.
Robin è dritto davanti al ei che batta le mani adagio ma senza ironia.
Che mi abbiano notata? No, è impossibile.
-P-Perché stai applaudendo?- chiede Paloma che non capisce la bizzarra reazione.
Robin le si avvicina.
-Ti applaudo perché lo meriti. È vero, noi non ti volevamo qui, a parte Stella, non riuscivamo a vederti come un’amica per noi eri una rivale, ma dopo questa dimostrazione, in cui ci ha detto ciò che veramente pensi e ciò che provi per Corvina non potevamo restare impassibili.
Non conosciamo la tua storia, ma anche tu devi aver avuto le tue “brutte giornate” per fare quelle cose, ma può succedere a tutti, anch’io ho tradito la mia squadra una volta, e non me lo perdonerò mai.
Voglio che tu sappia, e parlo a nome di tutti i Titans, che noi siamo felici di averti qui e che ci fidiamo di te, tutti hanno diritto a una seconda possibilità-
-S-Sei Sincero?- risponde lei con voce incerta e gli occhi lucidi.
Lo è, io lo conosco Robin, non stava mentendo.
-Sì, lo sono-
A questo punto Paloma non poté più trattenere le lacrime, strinse in un abbraccio il ragazzo di fronte a lei mentre le lacrime di gioia le rigavano il viso.
-Grazie, grazie infinite, è bellissimo per me sapere che mi avete accettata, non potrò mai ripagarvi-
-Tu sei la cosa migliore per Corvina, ti chiediamo solo di farla felice-
-Stanne certo, è una promessa- rispose lei asciugandosi le lacrime.
Decido di far la mia comparsa.
-Cos’è successo qui?- domando entrando nella sala come se fossi all’oscuro di tutto.
-Niente, niente. È che mi hanno raccontato una storia davvero divertente- dice lei sorridendo col fazzoletto sulle guance.
-Bene, che stiamo aspettando allora. A tavola!-
Esclama Cyborg che non vede l’ora di mostrare a tutti le sue doti di cuoco.
Sirena siede a capo tavola, io al suo fianco, Robin e la sua ragazza sono di fronte a me, mentre BB è  dall’altro capo del tavolo, e il posto libero di fianco a me è per Cyborg .
Senza indugio il mezzo robot serve i piatti di spaghetti, uno dei suoi piatti preferiti in assoluto.
-Cos’è?- domanda Paloma sollevando uno spaghetto con la forchetta.
-Non hai mai mangiato gli spaghetti?-
-No, non mi sembra che contengano carne umana, sapete sono antropofaga- dice in tutta tranquillità, con un sorriso che mostra la fila superiore di denti aguzzi.
Non riesco a credere alle mie orecchie, siamo tutti senza parole, sconvolti dalla notizia.
-Stavo scherzando, non ho mai mangiato carne umana, ho solo morso qualcuno.
Non avrete davvero pensato che fossi cannibale?- dice arrotolando gli spaghetti con disinvoltura.
Traiamo un sospiro di sollievo.
-Me l’avevi proprio data a bere!- esclama Cyborg.
-Sei sempre così giocherellona?- chiede BB.
-A volte so esserlo anche di più- risponde lanciandomi una occhiata maliziosa.
Per la prima parte della cena tutto procede a meraviglia, ci chiedono come è scoccata la scintilla tra noi, lei si fa raccontare da Stella invece come è riuscita a conquistare Robin e tutto procede senza troppe domande “imbarazzanti”.
I problemi iniziano col secondo.
Cyborg porta in tavola una abbondante porzione di salmone che taglia in pezzi.
Sono scandalizzata!
-Cyborg! Del pesce?!-
Lui mi guarda interdetto poi esclama.
-Scemo che sono! Mi dispiace tanto mi ero scordato che tu sei…-
-Non dispiacerti, adoro il salmone!-
La guardo stupita –Davvero ti piace il pesce? Pensavo che visto la cod..il tuo…corpo…-
-Non mi sembra che voi umani vi facciate tanti scrupoli coi mammiferi, io adoro il sapore delicato del pesce- 
-Visto Corvina, lei sa apprezzare la buona cucina- mi risponde Cyborg con tono orgoglioso.
-Io preferisco la mia bistecca di tofu, qualcuno ne vuole?- dice BB offrendone, ma nessuno è talmente pazzo da accettare l’offerta.
La conversazione continua prendendo però una diversa piega…
-…E così Shakewave e Ninja Nero si sono ritirati a vita privata e Yeti è andato in un monastero sulle Montagne Rocciose per seguire la sua vocazione- conclude Paloma tristemente, dopo aver raccontato ai miei amici cos’era stato dei Five Storms.
-E tu cosa conti di fare adesso?- domanda Cyborg.
-Pensavo di trovare lavoro come cantante lirica, dicono che ho una bella voce-
-Eccome…- sospira Robin ricevendo una gomitata da Stella.
-Anche se qualcuno mi aveva consigliato un altro tipo di “impiego”, ma devo ancora pensarci- Dice mentre mi guarda con un sorriso velato.
-Quindi vi siete sciolti davvero?- dice Robin, nascondendo il buon umore per la notizia.
-Sì. È successo pochi giorni fa, ancora non mi sembra vero, ne abbiamo passate così tante insieme-
Sospira Sirena afflitta.
-B’è non tutto il male vien per nuocere- risponde BB dal lato opposto del tavolo.
-Prego?- risponde lei abbastanza turbata.
-Insomma, se la tua banda di ladri non si fosse sciolta ora tu non saresti qui tra questa bella gente-
-Sappi che tutti i miei amici erano persone fantastiche, forse non proprio dei santi, ma tutti ottimi amici- ribatte infastidita.
-Voglio dire, prima eri costretta a scappare e nasconderti, ora puoi stare tranquillante allo scoperto, anziché rintanarti chissà dove con quella marmaglia, non è meglio?-
Gli lancio un’occhiataccia.
-BB!-
-Ti pregherei di smetterla- risponde lei con la faccia scura.
-Certo, certo la smetto…ma davvero tu sei una persona fantastica, sul serio: sei simpatica, bella, intelligente e piena di risorse, come hai fatto a finire con certa feccia criminale?-
È la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Lei batte il pugno sul tavolo aggrottando la fronte.
-Non osare dire mai più qualcosa contro i miei amici! Tu non li conosci! Sono gli unici che si siano presi cura di me quando ero sola in questo mondo senza volere nulla in cambio, non accusarli perché loro non sono qui e non possono difendersi!- gli urla infuriata.
-Erano dei fuorilegge, e alcuni lo sono ancora, cos’ hanno da giustificare? Sono colpevoli e basta- risponde lui con sufficienza.
-Adesso basta!-
Si alza dalla sedia reggendosi sulle braccia, poi solleva la mano indicando coi lunghi artigli ricurvi sfoderati.
BB rimasto sorpreso dalla reazione non sa come reagire.
Pronuncia una formula magica scandendo bene le parole.
 
- Belugas e Bruga, venite o venti del mar!
Larinxis, Glauxidius e Max, Laringitis, la voce a me!
Flotsam, Jetsam, ora è mia!-
 
In un attimo nella sala si leva un vento fortissimo che scompiglia i rossi capelli della sirena.
Poi cessa di colpo senza aver causato apparentemente alcun danno.
-Adesso prova a ribattere!- dice spavalda rivolta al verde.
BB prova a dire qualcosa ma si accorge di non riuscir ad emettere un suono.
-Cosa gli hai fatto!- esclama Robin alzandosi da tavola come un ciclone.
-Nulla di che, una semplice fattura, un sortilegio elementare, gli ho tolto la voce, ha dimostrarlo di non farne buon uso, ora ulula insieme alle altre voci esiliate nel vento del Nord-  Rispose tutta tranquilla rimettendosi seduta a guardarsi gli artigli smaltati.
-Ritira subito l’incantesimo!- sbraita Robin.
-Perché dovrei? Per sentire ancora insultare le persone a cui tengo di più?!-
-Cerchiamo di calmarci tutti- interviene Cyborg.
-Cyborg ha ragione- mi avvicino alla sirena ancora imbronciata.
-Pa, so che sei arrabbiata, non è colpa tua, nessuno ti sta accusando, è stato BB a provocarti, ma ti prego, spezza il sortilegio prima che la situazione degeneri, fallo per me-le sussurro dolcemente.
Lei resta in silenzio guardando i presenti con occhi truci, poi infine cede.
-Va bene, ma lo faccio solo per te e a condizione che si scusi con me-
Chiude gli occhi concentrandosi.
 
-O voce raminga ascolta il mio richiamo
Torna dal tuo esilio per quanto sia lontano -
 
Poi con uno schiocco di dita spezza l’incanto.
-La mia voce! Posso parlare! Evviva! Ho di nuovo la mia bellissima voce!-esclama il mutaforma al settimo cielo.
-Allora usala per scusarti- gli dico affiancando la mia piccola sirenetta.
-Scusarmi?!  È lei che deve scusarsi! Mi ha maledetto!-
A queste parole Sirena mette mano alle ruote e si allontana dal tavolo.
-Credo che sia meglio che io vada, scusate se ho rovinato la serata, ma non mi pento di niente, è stato bello prima che quel cafone lo rovinasse-
-Paloma aspetta!-
Le vado dietro, ma prima non manco di guardare BB con odio -Complimenti!-sibilo inviperita.
-Lo capite o no, che qui sono io la vittima?-
-No BB, stavolta hai esagerato- risponde Cyborg.
-Si può sapere che ti è preso?!- lo incalza Robin.
Poi non riesco più a distinguere le voci mentre scendo le scale più veloce che posso.
-Paloma! Ti prego ascoltami, fermati Paloma!-
Riesco a vederla davanti al portone principale.
Lei si volta verso di me.
-Mi dispiace aver rovinato la serata coi tuoi amici, ma non ho potuto restare zitta davanti a quelle cattiverie che diceva-
-Non è colpa tua, anche gli altri lo pensano. L’abbiamo visto tutti, gli hai detto di fermarsi e lui ha continuato, nessuno ce l’ha con te, ti prego, torna su con me-
-Io ti voglio bene Corvina, più di quanto tu possa immaginare, ma di tornare in quella sala non me la sento proprio, scusa.
Non me lo chiedere…-
-Aspetta, almeno sali in camera mia, parliamone per favore-
-Va bene, lo farò, ma tu stai approfittando del mio amore- mi dice.
Risaliamo su.
 
*Il “grand’uomo” in questione è Tallahasse di “benvenuti a Zombieland”

Ho postato questoc apitolo priam del previsto per festeggiare i 100 lettori!      Ghostface

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Capitolo 11
*** Bel reggiseno ***


CAPITOLO 11- Bel reggiseno

Passiamo nei corridoi evitando il salone dove BB sta subendo una dura ramanzina.
-Perché l’hai fatto? Stava andando tutto a meraviglia!-
-Non lo mica fatto apposta, sai!-
-Sì che l’hai fatto apposta!-
-Non mi fido di lei!-
-Sei solo geloso!-
Entriamo nella mia stanza e le voci cessano.
-Stenditi sul letto, dobbiamo parlare-
Lei si stende per il lungo sul mio letto, io l’affianco, insieme restiamo ferme a guardare il soffitto nero.
-Sei arrabbiata con me, vero?-
-No Pa, non sono arrabbiata, non con te; ma non capisco perché BB si è comportato così… non è da lui-
-Mi sembra chiaro, io sono una fuorilegge, e come tale devo essere trattata-
Mi stendo sul fianco guardandola.
-Non dirlo neanche per scherzo. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata e non ti cambierei neppure un capello-
Lei si volta verso di me e mi accarezza dolcemente la guancia fino al collo, per poi passarmi le dita tra i capelli.
-Davvero?-
-Davvero-
-Ma io che ho fatto per meritare una come te? – mi dice dolcemente facendo tornare il sorriso sul suo volto, senza aggiungere altro ci baciamo, a lungo e intensamente, con avidità e desiderio a lungo represso.
Presa dalla frenesia le apro la camicetta lasciandola con indosso solo il bel reggiseno di pizzo nero.
Affondo il volto tra i suoi seni stringendola con voglia possessiva, respiro l’odore della sua pelle profumata, così morbida, sento la sua coda fendere l’aria per l’eccitazione, sfregandosi con le mie cosce, inizio a baciarla prima sul volto, lei mi stringe forte al nuca, ansimando, mi infila le dita tra i capelli, scendo adagio sul collo fino ad arrivare al punto in cui le morbide colline del suo petto si attaccano alle clavicole.
Le accarezzo i seni sentendo la pelle vellutata e la stoffa morbida del reggiseno di pizzo mentre li percorro con le dita…sono così soffici e caldi, toccarli scatena in me una sensazione fantastica…
In quel momento qualcuno bussa alla porta, e dobbiamo fermare il nostro impeto.
-Presto rivestiti!-esclamo sollevandomi di scatto da lei.
Sirena fa quello che può per rimettersi la camicia e sistemarsi la folta chioma scompigliata 
nel poco tempo a disposizione.
Apro la porta a metà della metà e mi trovo davanti BB.
-Ah. Sei tu. Che vuoi?- gli dico con uno sguardo duro.
-Volevo solo scusarmi per come mi sono comportato, sono stato un vero idiota-
-Questo lo so, ma non è con me che devi scusarti-
Sirena appare alle mie spalle.
-Ciao BB- dice senza troppo entusiasmo.
-Sei ancora qui?-domanda incredulo.
-La cosa ti turba?-
-No, anzi. Volevo farti le mie scuse per come mi sono comportato, non so cosa mi è preso, non sono così di solito, ti chiedo scusa e mi rimangio tutto quello che ho detto sui tuoi compagni, hai ragione io non li conosco abbastanza per giudicarli- 
-Corvina ti dispiace?- mi dice dolcemente Paloma.
-No, tranquilla- mi chiudo dentro la stanza. 
Sento ugualmente cosa si dicono appoggiando l’orecchio alla porta.
-Accetto le tue scuse…e ti faccio le mie, ti sei comportato da cafone, ma questo non giustifica un maleficio, ho perso le staffe ma i miei amici sono un argomento su cui sono ancora molto suscettibile-
-Non posso immaginare cos’hai passato, se i Teen Titans si sciogliessero non saprei proprio come reagirei, non deve esser stato facile per te- dice lui serio, una volta tanto.
-No, per niente. Ma ho trovato Corvina, e questo mi rende felice-
-Già… tu hai lei- il tono di BB diventa più cupo.
-Se ve la sentite, noi siamo di là, ok- aggiunge il mutaforma.
-Ok- non posso vederlo ma m’immagino perfettamente la scena che sta succedendo, BB è fermo con lo sguardo a terra e lei gli dà un bacio sulla guancia, sono sicura che lo ha fatto.
Smack!
Infatti…
-Grazie per essere venuto a scusarti di tua spontanea volontà-
-Grazie a te- borbotta lui arrossendo.
-Non ti montare la testa ora-
Sento i passi del mutaforma che si allontana.
La porta si apre.
E io mi ritrovo con l’orecchio appoggiato sul vuoto davanti a Paloma.
-Corvina! Stavi origliando?!-
-No, affatto-
 -Bugiarda-
-È molto bello quello che hai detto a BB, ti sei dimostrata molto dolce e l’hai perdonato-
-In verità non sono una che ama tenere il broncio, sopporto bene e perdono quasi subito questi sgarbi-
-Allora…vuoi che li raggiungiamo o vuoi finire quello che abbiamo cominciato?- le dico speranzosa.
-Scegli tu-
-Io vorrei continuare, quanto lo vorrei, ma credo che sia meglio andare di là e dimostrargli che l’abbiamo perdonato sul serio, e gustarci poi con calma in futuro il nostro amore…a poco a poco-
-Sai sempre come convincere una donna a fare quello che vuoi- mi  risponde con un rapido bacio sulle labbra.
-Il tempo di rendermi presentabile e li raggiungiamo-
-Io intanto ti precedo- rispondo lisciandomi il vestito stropicciato.
-A proposito…-aggiungo -Bel reggiseno-

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Capitolo 12
*** Tu mi piaci ***


CAPITOLO 12- Tu mi piaci
 
-Dov’è Paloma?-
-Si è andata a dare una rinfrescata in bagno, si sentiva la pelle secca-
-Sei molto arrabbiata con noi?-
-No, Robin, non sono arrabbiata, o almeno lo ero, e anche molto, ma se lei ha perdonato BB in un batter d’occhio, io posso perdonare voi, no?-
-E bello sapere che abbiamo fatto pace-
Cyborg entra reggendo in mano una vaschetta di gelato.
-Che ne direste di una bella partita a “Elements” e del  gelato per chiudere in bellezza?-
-Anche voi conoscete “Elements”?- esclama Paloma che è appena entrata nel salone.
-Ci giocavo sempre coi miei amici, mi ricordo che Yeti era imbattibile, sentiva l’odore del bluff lontano un miglio era impossibile ingannarlo-
-Bene allora è deciso!-
-Per me niente dolce, devo mantenere la linea- dice la sirena declinando cortesemente la coppetta.
-Ma se hai un fisico da urlo, non ti succederà niente se per una volta ti lasci andare- insito io.
-Io adoro il gelato, veramente, ma non mi tentare che poi non mi trattengo, sono…un po’ golosa-
-Faccio allora una coppetta in due?- propongo.
-B’è immagino di poter fare uno strappo alla regola, ne ho infrante tante…-
 
Così ci raduniamo tutti intorno al tavolo iniziando a giocare.
-Sei mai finita in prigione Paloma?- chiede Cyborg mettendo giù la carta del Fuoco.
-Una volta, un carcere per non-umani ma non ci sono rimasta molto, avevo un buon avvocato, è stata davvero una brutta esperienza: in cella le condizioni igieniche neanche esistevano, spesso venivo picchiata dagli agenti perché mi lamentavo del freddo, o se dicevo che il cibo era andato a male, e spesso lo era, me lo spalmavano in faccia lasciandomi digiuna per tutto il giorno.
Non essendo i non-umani così numerosi non c’è differenza tra maschi e femmine e quando poi mi lamentavo dalla guardia perché i carcerati mi toccavano, prima mi faceva veder le stelle a suon di manganello, e poi mi palpava a sua volta e se facevo rumore mi strappava le penne; tutti mi palpavano il culo e le tette, detenuti e guardie, col tempo imparai che era meglio sopportare in silenzio, poi la doccia era solo un getto acqua gelata sparato sulla pelle nuda ad altissima potenza, e le celle dei cubi di appena due metri per lato, non potevo neanche spiegare le ali, ma il peggio era soprattutto un detenuto che mi spaventava più degli altri, cioè tutti lì mi facevano paura, io ero solo un ragazzina finita lì per furto, ma lui, lui mi terrorizzava.
Casualmente era anche il mio vicino di cella, un pazzo di nome Ghostface senza scrupoli né morale, un folle con una personale e crudele filosofia:
 “ se la mia vita non ha valore, perché dovrebbe averne quella degli altri?”
Diceva che era lì solo perché non sapevano come ucciderlo e che era sopravvissuto a ben sedici condanne a morte e che sarebbe uscito per “farsi ricordare da tutti”, ma la cosa che mi terrorizzava davvero di lui…erano gli occhi. Tutta la sua faccia sembrava di un pallore cadaverico ma quegli occhi…Occhi da morto, color del ghiaccio. Non ho avuto rimpianti a lasciare quel posto.
Metto giù il Temporale-
-Anch’io sono finito in carcere per poco, poi sono evaso. È successo a Tokyo, il capo della polizia era un criminale e siamo riusciti a smascherarlo.
Rispondo col Vento- racconta Robin.
-Io passo-
La serata prosegue tranquilla fino a tarda notte.
-Aww… credo che per me sia ora di andare- dice Paloma.
-Di già? Resta ancora un po’- insisto.
-Ma tesoro, sono le due di notte-
-Hi hi “tesoro”- sghignazza Cyborg.
-Sei solo invidioso perché a te nessuno ti chiama così-
-Brava diglielo!-
-Ok, per discolparmi ti riaccompagno a casa Sirena d’accordo- risponde il mezzo-robot.
-Non mi porti tu?- mi dice perplessa.
-No. Corvina deve fare un paio di chiacchiere con noi- interviene Robin.
-Va bene, allora io vado- senza il benché minimo pudore mi dà un bacione sulla guancia.
-A presto, è stata una bella serata, tutto sommato, arrivederci-
Cyborg e Sirena escono dal salone dirigendosi verso l’ascensore.
 
-Di che volevi parlami Robin?-
-Di niente, volevo solo complimentarmi per il tuo buon gusto, avevi ragione è una ragazza incantevole, bella, intelligente, colta e di buon cuore se Stella dovesse rinsavire e accorgersi dell’idiozia che ha fatto prendendomi come fidanzato, saprei a chi rivolgermi- poi mi si avvicina all’orecchio.
-E non credere che mi sia sfuggita la sfumatura del tuo ombretto sulla sua scollatura-
Arrossisco di colpo.
-Allora, cosa ne pensate di Paloma?-
-Io mi sono già espresso- dice il ragazzo mascherato.
-Io credo che starebbe bene insieme ad Acqualad forse dovremmo presentarli-
-Stella credo che tu non abbia ben chiaro il concetto dell’omosessualità, in pratica quello che tu provi per Robin, io lo provo per Paloma. Capito ora?-
-Ma tu sei una femmina e lei pure…quindi voi due…-  la faccia di Stella diventa color dei suoi capelli.
-Direi che ha capito… e tu BB cosa ne pensi della ragazza di Corvina?-
Ma il mutaforma non c’era.
-Dov’è BB?-
-Sarà andato a letto e penso che dovremmo tutti imitarlo- dice il leader.
-Buona notte Robin, buonanotte “tesoro”-
- ’Notte Stella- risponde Robin.
-Mi sono guadagnata un soprannome a vita, vero? –
-Sì. L’hai fatto “tesoruccia”- mi dice prima di incamminarsi verso la sua camera.
Anch’io esco dal salone, ma non per andare nella mia stanza, sono certa che BB non è a letto, e so dove trovarlo.
Salgo sul tetto e  lo trovo rannicchiato in un angolino a guardare la luna. 
-È bellissima, vero?- gli dico sedendomi al suo fianco.
-Corvina, che ci fai qui? Pensavo fossi giù con Paloma-
-Lei è andata via…vuoi parlare?-
-No…sì-
-Perché l’hai aggredita in quel modo BB? Non è da te-
-Ti ho detto che non so cosa mi è preso-
-Sicuro che non si tratti di gelosia?-
-C-Come?-
-Non credere che non me ne sia accorta.
Non è la prima volta che balzi su per difendermi e proteggermi-
-Forse hai ragione…era gelosia, e che lei era così perfetta e volevo farla sfigurare-
-Ottenendo l’effetto contrario. Io apprezzo questa tua premura, ma devi capire che io la amo, la amo davvero BB- gli dico fissandolo nei grandi occhi lucidi.
-E cosa diresti se anche io ti dovessi dire che mi piaci? Che mi piaci tanto?- mi domanda dopo parecchi minuti di silenzio.
Mi fermo guardarlo di nuovo.
Lo guardo.
Vedo nel profondo dei suoi occhi la passione che lo anima e la profonda tristezza che sta scavando il suo cuore.
Rimango colpita più da quella visione che dalle parole dette poco prima dal mutaforma.
-Sei serio?- gli domando.
-Anche troppo. Questa cosa mi tocca davvero a fondo, e…e non ce la faccio più. Devo sapere se significo qualcosa per te-
Resto a fissarlo in silenzio.
-Devo piacerti davvero molto…-
-Mi piaci più di ogni altra cosa…e vorrei sapere se io ti piaccio almeno un po’…chi sono per te? cosa provi per me?-
-BB…mi dispiace davvero. Ma tra noi…non può funzionare, e non ho mai voluto darti speranze che si sarebbero infrante. Io tengo molto a te, e chissà, magari una volta avrebbe funzionato…ma adesso…non posso.
Adesso per me c’è solo Paloma, finalmente ho capito chi sono veramente, non posso tornare indietro.
Per me tu sei come un fratello. Il più caro e intimo. Però non potrai mai essere di più. Lo capisci vero?-
-Sì, lo capisco…-risponde quello afflitto, volgendo il capo dall’altro lato.
-Non ho mai voluto farti soffrire, non è colpa mia se sono lesbica-
-Già…senti, non è che in realtà sei bisex? Potremmo fare un mese io e uno Paloma- aggiunge con falso tono scherzoso per celare la tristezza.
Mi lascio sfuggire un sorrisetto comprensivo e gli accarezzo la testa dolcemente.
-Mi dispiace tanto-
-Non importa Corvina, anche se tu fossi libera, non sarebbe possibile far iniziare una relazione con le nostre diverse “aspettative sessuali” almeno mi spiego il perché non t’interessavi a me. Mi basta saperti felice-
-Non disperare BB, sei un ragazzo dolce premuroso, e devo ammetterlo a volte anche divertente; vedrai che troverai quella giusta- lo abbraccio teneramente prima di scendere in camera mia lasciandolo solo a guardare la luna.
 
Per quanti non lo avessero notato…è iniziato Alive!

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Capitolo 13
*** Uscita romantica...l'invito... ***


CAPITOLO 13 – Uscita romantica…l’invito…
 
-Pronto, sei tu Pa?-
-Ciao Corvina, che bello averti trovata subito, ho pensato che effettivamente noi stiamo insieme da tre settimane ma non ci siamo ancora prese una serata tutta per noi, qualcosa di tranquillo, ma di romantico, perché la nostra relazione è fatta soprattutto di sentimenti e ahimè è poco carnale…- aggiunge ironica.
- Ecco mi chiedevo se…ti andava una di queste sere di uscire insieme e trascorrere la classica serata romantica da film, se non ti dà fastidio essere vista in giro con una donna, s’intende-
-Paloma, non potrei mai vergognarmi di te, certo che sarei d’accordo a passare una serata romantica con te, non ne ho mai avuta una ma sembra molto bella, se mercoledì sera sei libera io non ho impegni-
-Allora va bene, niente cinema né teatro o altro, solo io e te, nessun programma a distrarci, per mercoledì ci impegniamo ad essere smielate fino a farci cariare i denti, d’accordo? Amore e romanticismo a tutto spiano, occhiate seducenti, imboccarsi a vicenda, baci alla francese…cose del genere, allora ti va?-
-Vedi Pa, non è esattamente il mio stile…-
-Daaaaaaaaaiiiiiiiiii-
-Uff…ma credo che per te e solo per una sera potrei anche farlo, chissà che poi non mi piaccia…ma solo una volta-
-Evviva! Allora appuntamento fissato per le otto e mezza di mercoledì, vengo a prenderti io alla Torre, ok?-
-Ok, ci vediamo presto, un bacione-
-Mille baci anche a te-
Chiudo il comunicatore.
<<sono cambiata!>> infatti non mi riconosco più; avanti “un bacione” questa non sono io,
mercoledì voglio lasciarmi andare al romanticismo smielato, ma da giovedì devo impegnarmi a tornare me stessa.
Promettitelo Corvina, devi ritrovarti, devi tornare la Corvina che conosci, innamorata ma quella che conosci.
 
Mercoledì mattina voglio fare una sorpresa a Paloma.
Entro in casa sua la mattina presto sperando di trovarla addormentata, ma nel suo letto non c’è.
Neanche nella piscina, né nel salone o in cucina quand’ecco che sento dei rumori provenire dalla palestra, è la sua voce la riconosco, sta ansimando affannata.
-Sì!- esclama di colpo.
Subito mi balena in mente un pensiero che tento di scacciare ma inutilmente.
-Ancora! Più forte, più forte!- esulta.
Veloce ma in silenzio i dirigo verso la palestra temendo di trovarla con un “altra”.
Ma posso tranquillizzarmi quando la vedo, è appesa agli anelli mentre si dondola con la sola forza delle braccia.
<<stupida che sono, ansimava per la fatica! Cosa vado a pensare>>
Compie un giro a 360°.
-Sì, un altro. E vado a dieci-
Poi si accorge di me, sorride e si lascia cadere sul materassone.
-Ciao raggio di luna, che ci fai qui così presto?-
-Non cominciamo adesso con le smancerie, risparmiale per stasera, ero venuta a vedere se dormivi, volevo farti una sorpresa… ho chiesto la “giornata libera” e salvo emergenze me l’hanno concessa, a patto che torni a casa entro la mezzanotte. Domani è il mio turno di pattuglia-
-Corvina è fantastico! Normalmente sarei ancora lunga distesa ma oggi mi sono svegliata presto per fare ginnastica, ora che non sono più in “servizio” ho bisogno di un allenamento constante per non perdere la forma, e poi devo smaltire le sette coppette di gelato dell’altra sera, te l’ho detto che non mi controllo…-
Aggiunge sollevandosi sulle parallele in equilibrio, la coda e ritta all’insù le braccia sostengono in corpo.
-In effetti ti sei un po’ lasciata andare ieri sera-
-Sono una ragazza golosa- risponde scendendo dall’attrezzo ginnico.
-E anche sudata- afferra una bottiglietta d’acqua bevendone avidamente il contenuto e versandosi addosso il resto dell’acqua che dalla testa scese a bagnarli la canotta bianca rendendola trasparente.
Arrossisco imbarazzata, ma anche eccitata.
Lei lo nota.
Mi guarda sorridendo –Ti piacciono, vero?- dice sollevandosi i seni verso di me.
-P-Per forza, a chi non piacerebbero?-   
Rispondo evasiva, come se mi stesse accusando di qualcosa.
-Vuoi fare un po’ di esercizio con me?-
-…magari a torso nudo?- aggiunge maliziosa.
La guardo, le braccia scoperte, le labbra sottili che dipingono un sorriso, gli occhi grandi e profondi, i capelli lunghi ramati, setosi e bagnati, e la canottiera fradicia aderente che non lascia proprio nulla all’immaginazione.
-Meglio di no, o potrei non controllarmi io-
-Allora va pure di là, il tempo di un paio di sollevamenti e ti raggiungo subito-
Sono sul divano da un po’ quando finalmente la vedo arrivare, una volta tanto in forma alata.
Le piume fulve partono appena dopo le spalle, la testa, il corpo e le gambe, gambe lisce e kilometriche, sono da ragazza, anzi da dea, semplicemente splendide, ovviamente anche i glutei e quello che c’è in mezzo sono da donna.
<<Risolti i problemi di letto>> mi dico squadrandola rapita.
Le caviglie sono sottili e aggraziate, da sotto le caviglie la morbida pelle vellutata lascia posto a quella dei piedi, bei piedini aggraziati ma dotati di lunghe dita prensili da rapace e di artigli ricurvi simili a quelli delle aquile.
-Scusa tanto, ma devo farmi un bagno, puzzo da far schifo- mi dice calandosi davanti a me i pantaloncini restando con addosso solo la maglietta umida e le mutandine sottili.
-M-meglio se vai in bagno allora- le dico rossa come un pomodoro.
Lei  mi guarda suadente.
-Sicura di non voler venire con me? Potrebbe servirmi una mano per insaponare “certe parti”-
-No…grazie, magari un'altra volta?-
-Peccato, io sono in bagno ora…se vuoi raggiungermi-
Lei entra nella sala da bagno, si muove molto bene coi piedi prensili, non sembra avere problemi ad aprire porte, sfogliare libri, aprire flaconi, scrivere, dipingere e persino truccarsi il viso e mangiare con le posate.
Sento il rumore dell’acqua riempire la vasca.
Dopo poco sento la sua melodiosa voce, incantevole delizia delle orecchie, quando la ascolti ogni altra voce, persino quella della donna più seducente sembra il gracchiare stridulo di una cornacchia.
Insomma lei si mette a cantare a piena voce l’Aria della Regina della Notte di Mozart.
Yeti mi aveva detto che lo fa sempre quando fa il bagno con le bolle.
Me l’immagino immersa nell’acqua profumata, senza neanche un velo coperta solo da una marea di bolle rosee che escono dall’acqua…
Sembra di ascoltare un coro angelico, la voce così armoniosa sostituisce un intero orchestra sinfonico e molto, molto più.
Non resisto, vado da lei.

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Capitolo 14
*** Io, te e mille bolle ***


CAPITOLO 14-Io, te e mille bolle
 
Lei è distesa nell’acqua calda coperta interamente da schiuma rosa, con la punta della coda che spunta fuori dalla barriera di bolle, appoggiata al bordo di schiena con le braccia che sporgono dal bordo, la testa e i seni fuor d’acqua.
Ha gli occhi chiusi mentre canta la melodia.
Ma li apre appena sente il rumore della porta chiudersi dietro di me.
Sorride mentre si abbassa un po’ celando sotto un mare di schiuma le tette color pesca.
-Sei venuta…qui c’è del posto-
-N-non stiamo accelerando un po’ i tempi?-
-Sei tu che sei entrata…-
-Giusto…meglio se esco…-
-Adesso, tra due giorni, tra tre mesi…che differenza fa? Saremo sempre io, te e un mare di bolle profumate-insiste.
-Meglio non affrettare le cose, non trovi?- cerco di stare sulla difensiva.
-Non mi sembravi così incerta quella sera in camera tua-
-Io…-
Lei mi afferra un braccio.
-Tu muori dalla voglia…coraggio, o vieni tu o ti trascino io, non possiamo vivere solo di baci-
-Non mi sento pronta, non voglio-
 Mi tira verso di se, le dita palmate risalgono fino alla fibbia del mantello sfilandola.
Lei fa con voce suadente –Dopo tutto far un bagno nude non vuol dire far l’amore-
La sento mentre cala la lampo del body abbassandolo.
-Se proprio non vuoi nuda mi accontento delle tette- dice con un sorriso malizioso.
Infine a forza di carezze e moine mi lascio convincere da quella dolce creatura.
Mi sfilo il reggiseno, mi guardo il petto candido come la neve, è bello, sodo e neanche tanto piccolo, non sembra però reggere il confronto col suo.
-Dai vieni qui- fa lei invitandomi a entrare nella vasca.
Infilo le gambe nel vascone affondando fino a mezza coscia.
Lei s’infila in mezzo alle mie gambe facendomi sedere sul suo ventre.
-Baciami-
Io acconsento baciandola sulla bocca, un bacio lungo e intenso seguito da molti altri.
Restiamo così a lungo, io mi appoggio al fondo con le ginocchia, lei è stesa con la pancia sotto di me, ci baciamo a pelo d’acqua con gli occhi chiusi e dolcemente lei inizia  a massaggiarmi ed accarezzarmi la schiena per il lungo fermandosi poco prima delle natiche.
Di rimando anch’io inizio ad accarezzarla con la scusa di insaponarla lei sorride lasciandomi fare.
Ad un certo punto mi accorgo che le sue dita sono passate sotto il sottile lembo di stoffa bagnata delle mutande e iniziano a sfilarle lentamente.
-No…- le sussurro mentre ormai la stoffa è scesa sotto il culmine delle bianche colline dei glutei.
-È bello…-risponde lei con una voce smielata.
-Un’altra volta…ti prego- le dico guardandola negli occhi.
Lei interrompe i suoi progetti.
-Va bene…- dice baciandomi con dolcezza, sento il suo sapore dolce sulle mie labbra.
Un sapore che desidero ardentemente assaporare ogni minuto.  
Lei mi guarda intrigante, ma colgo una punta di delusione nel suo sguardo, ci teneva a farlo.
-Lo faremo, te lo prometto. Ma non oggi- le dico stringendole delicatamente il viso tra le mani.
Restiamo abbracciate tra noi, appoggio la testa sui suoi seni, morbidi come cuscini, lei mi accarezza dolcemente la testa e la schiena.
È così delicata…
Restiamo così tranquille a goderci la compagnia reciproca, finché l’acqua inizia a freddarsi
Usciamo avvolte nei morbidi accappatoi bianchi, grossi e caldi, e visto che la carrozzina è da tutt’altra parte della casa, Sirena è costretta a mutarsi per non inondare il pavimento.
Andiamo ad asciugarci i capelli e, per chi le ha, le piume.
Poco dopo lei è in cucina mentre io mi asciugo i capelli sul divano.
-Hai qualche preferenza sul cibo? Io sono una carnivora convinta, quindi non fare complimenti a chiedere pesce o pollo-
-Basta che non debba cucinare io, non ci so fare ai fornelli ma se devo scegliere vorrei delle cialde-
-A pranzo?-
-Non ti va? Posso cambiare-
-Non è un problema- mi sorride.
-Saresti così gentile da portarmi la sedia? Non che non l’abbia mai fatto, ma è scomodo cucinare con questi- dice sporgendo la gamba in modo sensuale dalla cucina, una gamba perfetta ma i piedi artigliati stonano parecchio con la sua femminilità, nonostante abbia smaltato le unghie di rosso.
-Vado a cercarla-
Al mio ritorno trovo tutto già apparecchiato lei è ancora dietro alla cottura.
-Sei stata svelta- le faccio notare.
-Magia- risponde lei ridacchiando mentre un piatto si leva in volo posizionarsi a capo tavola.
-La magia non dovrebbe essere usata per certe cose-
-Sembri Ursula, quando mi rimproverava perché facevo pulire agli oggetti-
-Mi hai appena paragonato alla Strega del Mare?- gli dico con tono scherzoso.
-La somiglianza c’è- ribatte lei ridendo.
Mi incammino verso il bagno in cerca dei miei vestiti, senza trovarli.
-Pa, hai visto i miei vestiti?-
-Li ho fatti asciugare e piegare, sono sulla poltroncina- risponde lei.
Si affaccia appena prima che mi cali l’accappatoio.
-Ma che fai?-
-Mi sto cambiando. Perché?-
-Non mangiamo in vestaglia?-
-Ho paura di sporcartela-
-Non ti preoccupare, non è che di solito li usi gli accappatoi, se non l’hai notato sono mezza pesce-
-Ora sei solo un’oca intera- ribatto.
-Tu sì che sai conquistare una donna a parole.
Dai mangiamo in accappatoio, siamo rimaste tutta mattina nude nella stessa vasca, che vuoi che sia.
E poi così e molto più eccitante, potrei leccarti via lo sciroppo se ti cade sulle tette…anzi potremmo mangiare nude poi ricoprirci di…-
-Non ci pensare neanche, capito?- la interrompo guardandola storto.
-Davvero?- sorride invitante calandosi la vestaglia dal petto-Ancora convinta di non volere il piatto più caldo e piccante della tua vita??-
-Copriti, spudorata! – le rinfaccio.
-Va bene, va bene, era solo un’idea. Comunque le cialde sono quasi pronte, vieni a sederti-sbuffa; più per lo smacco di aver fallito la seduzione che per le aspettative deluse.
Iniziamo a mangiare una di fronte all’altra, lei si è finalmente ritrasformata nella su forma preferita, quella marina.
Afferra una striscia di bacon assieme alle cialde mangiandolo in un sol boccone.
-Carne con cialde? BB direbbe che stai commettendo un omicidio-
-Non posso farci niente, adoro il sapore della morte- si giustifica con un sorrisetto innocente.
Paloma ha davvero una passione per il gelato, il freezer ne è pieno e sul tavolo ci sono già tre vaschette diverse.
<<ghiottona>>
La guardo negli occhi intensamente.
-Sei bellissima, non trovo altro modo di descriverti, semplicemente perfetta-
-Tu esageri Corvina, è l’amore che ti fa parlare così, oppure questo posto fantastico, io non sono affatto perfetta -dice guardandosi intorno.
-Questo è il nostro personale “nido d’amore” …in attesa che lo diventi il mio letto…-aggiunge.
-Aspetta e spera. In effetti ti sei davvero sistemata bene, isolotto privato, villa con ogni comfort, la casa in riva al mare, la fonte naturale nel bosco qui dietro, piscine e vasche a non finire- le dico sorridendo.
-Ecco perché non mi va di venire nei Teen Titans, dovremmo rinunciare al nostro piccolo angolo di paradiso dove stare in intimità, per andare in quella Torre affollata. Dove nella tua amata Torre potremmo mangiare in accappatoio?-
Lei si versa intenzionalmente un po’ di sciroppo su un seno mezzo scoperto.
-Ops! Lo sciroppo. Mi aiuti a pulirmi?-dice con voce calda e occhioni da seduttrice.
-Non ci provare- le dico.
-Uffì- sbotta mentre si ripulisce col tovagliolo.
Mi limito a guardarla divertita addentando una ciliegia.
Ascolto l’infrangersi delle onde e lo stormire dei gabbiani, gli unici abitanti del luogo oltre noi, fuori splende il sole ed è una giornata incantevole in un posto incantevole.
-Dopo potremmo andare a fare un passeggiata in riva al mare, però vestite anche se non ci vede nessuno-le propongo.
-Sarebbe fantastico. Ottima idea-
-Comunque hai ragione a non voler lasciare questo posto, è stupendo. E poi la T-Tower è veramente troppo affollata per fare certe cose, ma potemmo sempre venire qui quando vogliamo stare per conto nostro, no? La cosa più bella di questo posto è che nessuno lo conosce, niente chiasso, niente musica fastidiosa, niente scocciatori…-
Ding dong.
-S-sbaglio, ho qualcuno ha appena suona al campanello?- dico stupefatta.
Lei mette il broncio.
-A dire il vero c’è uno scocciatore, è da circa due settimane che rompe…-
Si stringe l’accappatoio sul petto infastidita.
-Resta lì ci penso io-
Esce zampettando davanti alla veranda.
-Ancora tu? Si può sapere che vuoi?-
Mi affaccio alla finestra per vedere la scena e non credo ai miei occhi.
Acqualad!
Acqualad con in mano un mazzo di fiori marini e le guance rosse.
Proprio quell’Acqualad.
E pensare che una volta avevo una cotta per lui.
-I-Io volevo invitarti a uscire con me…se ti va-
-Senti, tu sei un ragazzo davvero gentile, e sono sicura che farai strage di cuori tra le donne, ma devi capire che io sono impegnata-
-Solo una cena, niente di serio, te lo prometto. Solo per conoscerci…sai vista la nostra affinità col mare…-
-Se tu fossi il mio ragazzo e io andassi a cena con un altro come la prenderesti?-
-Non troppo bene…- risponde afflitto.
-Mi dispiace, so che sembriamo fatti l’uno per l’altra, ma fidati se ti dico che tra noi non può funzionare- dice accarezzandolo con le penne fulve.
Lui si ritira avvilito tra le onde.
Sirena torna a tavola.
-Mi ha vista sdraiata sul fondo del mare una volta e da allora non mi ha più lasciata in pace.
Se continua così sarò costretta a fargli un sortilegio-
-Non essere dura con lui, è un mio amico e mi ha salvato la vita una volta-
-Allora vedrò di ringraziarlo se si rifarà vivo…prima di esiliarlo nel Limbo- conclude lei.
-Mi spiace fare questo effetto ai ragazzi, sono troppo bella e s’innamorano, ma io non potrò mai ricambiarli, sapessi, quando andavo in spiaggia coi miei amici sembrava che tutti i maschietti avessero una pistola nel costume-
-Non ne dubito, ma tu sei mia, giusto?-sorrido.
-Siamo possessive eh? Comunque ti tradisco con Stella- dice ridacchiando.
-Lei non ha occhi che per Robin-
-Deve avere delle buone “doti” per attrarla così tanto he he-
-Non scendere nel volgare! Non sono fatti nostri quello che fanno loro-
-Non ti ricordavo così noiosa-
-Dai che ti aiuto a sparecchiare- dico io alzandomi.
-Lascia faccio io- insiste lei.
-Encanta!-
Tutte le stoviglie vanno depositarsi per magia nel lavello iniziando a lavarsi da sé.
-Ti ho già detto cosa ne penso-
-Tu dici tante cose interessanti, purtroppo devo scordarne  qualcuna-
-Vado a vestirmi, tu vieni in carrozzina o con le tue belle gambette?-
-Visto che e ruote ci rallenterebbero sulla sabbia, penso che verrò a piedi-
Inizio a rivestirmi, e mentre sono chiana ad allacciarmi una scarpa alzo gli occhi e vedo Paloma in piedi nell’accappatoio davanti a me.
-Mi aiuti a indossarle?- dice con occhi supplichevoli porgendomi le mutandine di pizzo rosa quasi trasparenti sulla punta dell’ala.
-Non mi tentare, sai farlo da te-rispondo abbassando lo sguardo.
-Hey sono un cattiva ragazza, no? Ti va di sculacciarmi per benino? Mi piacerebbe molto essere punita…-
-No, ma se vuoi posso darti un bacio-
-Lo vorrei tanto- fa lei tutta contenta come una bimba con un leccalecca gigante.
-Allora sbrigati a vestirti, perché ti aspetto fuori- le dico passandole di fianco, vero la porta.
-Aspetta! Non vale, tu eri già pronta!-

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Capitolo 15
*** Sabbie d'oro e Cristalli del domani ***


CAPITOLO 15- Sabbia d’oro e Cristalli del domani

Poco dopo siamo entrambe a passeggiare per la spiaggia, ad altezza naturale lei è più alta di me, poco più di Stella, ma è quasi sempre in forma marina, perciò seduta o sdraiata.
-È così bello che ancora non ci credo- sospira lei guardando il mare, sedendosi sulla sabbia calda.
-A cosa ti riferisci?- le chiedo sedendomi al suo fianco.
-A noi, io ti ho amata dal primo istante in cui ti ho vista, amore-amore intendo, come un colpo di fulmine-
-Sembra strano ma può succedere- rispondo io.
-Può succedere anche che due persone, tra l’altro dello stesso sesso, che erano nemiche si ritrovino a limonare nude in una vasca da bagno dopo solo un mese?-
Resto in silenzio.
-La nostra relazione è troppo strana e svelta per essere normale, ci deve essere qualcuno lassù a cui stiamo simpatiche- dice guardando il cielo.
((L’hai detto piccola  N.d.A. ))
Senza distogliere lo sguardo dall’azzurro immacolato del cielo continua a parlare.
-Yeti mi diceva sempre che il paradiso è fatto per chi ha sofferto in questa vita, io ho molto sofferto, ma ho anche fatto soffrire, e per molto tempo ho avuto paura di non essere ammessa in paradiso, poi mi hanno detto che Dio è troppo tenero per lasciare fuori un musetto come il mio dal suo regno, e allora mi sono messa l’animo in pace, perché so che Lui è buono, fin troppo…- lei mi guarda.
-Tu credi in Dio?-
-Più o meno, una sorta… è difficile da spiegare, magari un’altra volta. Ti va di rientrare?-
-Sì, ho la sabbia persino sotto gli artigli-
-Urg…che brutta espressione-
-Scusa. Corvina…mi porti in braccio?-
-Cosa?-
-Avevamo detto di essere romantiche, no? Mi porti in braccio fino a casa?-
-Ma non ce la faccio, sei troppo pesante-
-Stai insinuando che sono grassa?- dice lei guardandomi turpe.
-No, sto solo dicendo…- mi alzo.
-…Che hai un bel culo abbondante- e gli tiro una pacca sul sedere, iniziando a correre.
-Questa me la paghi!- dice scattando all’inseguimento.
-Ti prendo, hai le gambe corte, Corvina!-
-Non cantar vittoria! Non mi hai ancora acciuffata-
Mi raggiunge stringendomi la vita con le ali ampie.
Cadiamo a terra rotolando tra la sabbia.
-Prendi questo e questo- dice colpendomi in viso con le penne morbide.
Le tiro una manciata di sabbia in testa.
-Strega! La sabbia nei capelli non vale! Ora te la sei cercata-
Si appoggia sulla mia schiena impedendomi di rialzarmi e inizia a farmi il solletico sotto le ascelle con le penne.
-Ghiri, ghiri, ghiri…-
Mi trattengo più che posso.
-Non soffri il solletico?- mi chiede dopo un po’ di sforzi inutili.
-Lo soffro, ma ho imparato a nascondere le mie emozioni e reazioni!-esclamo rivoltando la situazione.
Lei non sopporta quanto me, dopo neanche tre secondi si sta già spanciando dalle risate, divincolandosi per scappare alle mie dita scalciando come un cavallo.
Continuo a farle il solletico fino a farle lacrimare gli occhi.
-Mi arrendo!...ha ha…ti prego smettila …bwha ha…me la fai fare addosso così!-
Nella confusione però mi colpisce involontariamente il fianco col piede da rapace, gli artigli mi colpiscono sul costato di striscio ma facendomi dei tagli lunghi da cui esce il sangue scarlatto.
-Ah!- urlo più per la sorpresa che per il dolore.
Lei si alza da terra avvicinandosi a me preoccupata.
-Oh cos’ho fatto! Mi dispiace tantissimo Corvina, non volevo farti male te lo giuro, non l’ho fatto apposta, davvero, è stato un incidente-
-Tranquilla, è solo un graffio, so che non volevi- mi premo la ferita sul fianco, ma il sangue non accenna a fermarsi.
-Ti porto subito a casa- gli stessi artigli che pochi secondi fa mi avevano ferito ora mi afferrano per le spalle con inaspettata delicatezza.
Paloma mi trasporta in volo fino nella sua stanza dove la finestra è rimasta aperta.
-Ecco stenditi sul letto- tornata in forma marina si mette a rovistare sulla libreria scaravoltando libri, oggetti e volumi d’ogni genere fino a trovare una fialetta con uno strano fluido color argento.
-Questo è un unguento della guarigione, basta applicarlo sulla ferita per guarirla all’istante-
Mi aiuta a sfilarmi il body cercando di non toccare la parte ferita.
Appena la ferita è scoperta Paloma ci spalma sopra l’unguento magico con abbondanza , in pochi secondi la ferita è completamente rigenerata, non sento neanche il dolore per la botta ricevuta o la debolezza per il sangue perso.
-Formidabile, non ho mai visto nessun incantesimo curativo fare un lavoro migliore, cos’è quella pozione?-
-È un estratto distillato dalle lacrime della Fenice, mischiato con polvere di ragnatela lunare per conferirgli una composizione più viscosa per essere meglio spalmabile, cura qualsiasi male, anche il veleno più potente, da qualche parte ho una boccetta con autentiche lacrime di Fenice, se ingerite possono sanare pure i dolori sentimentali-
-Come te le sei procurate le lacrime di Fenice? Le ho cercate a lungo nei Mercati della Notte, ma inutilmente ormai nessuno sa più dove trovarle-
-Non dovrei dirtelo, ma c’è un isolotto poco più grande di questa casa nel mezzo del pacifico dove ancora vive la Fenice, è noto solo alla Strega del Mare l’esatta angolazione, è un isola magica e si sposta in continuazione, è stata Ursula che me le ha date il giorno della mia partenza, per lenire i dolori che avrei incontrato-
Mi guardo in torno.
-Ma è vero che parli con gli spiriti e i diavoli?- domando.
-Con gli spiriti sì…a volte qualche diavolo-
-Certo che possiedi un numero incredibile di ingredienti rarissimi, sai utilizzarli? –
-Alcuni sì, ma per la maggior parte devo ancora consultare i rotoli mistici-
-Se vuoi ti do una mano a fare un po’ d’ordine-
-Lascia perdere, me ne occupo poi io-
-No, davvero, non mi dispiace e poi è pieno di antichi scritti interessanti- dico sollevando da terra un libro dai caratteri sconosciuti.
-Che rune sono queste?- le domando.
-Non sono rune, è un ideogramma delle civiltà sommerse, è quasi impossibile che uno della superficie lo conosca, la lingua si è distaccata millenni fa-
-Dovremmo confrontare i nostri libri e amuleti un giorno, tu sei conoscenza dell’antica magia degli abissi, io sono esperta della magia celeste, potremmo imparare molto l’una dall’altra-
-Unire l’utile al dilettevole-
-Esatto, ad esempio, mi insegni a leggere la sfera di cristallo?- dico sollevandola da sotto un cumulo di magliette.
-Certo, è molto semplice. Basta concentrarsi su una persona, soffiare sulla sfera una manciata di polvere lunare, e lei ti rivelerà fatti del futuro di una persona, ma non è mai esplicita spesso si compie la predizione cercando di evitarla, e bisogna saperle interpretare, una volta ho visto nel futuro di Sparviere delle fiamme divampanti per giorni è rimasto terrorizzato dalla più piccola scintilla finché a causa di questa sua paura ha mandato in fumo un importante affare con dei russi interessati alle sue invenzioni belliche. “lei ha bruciato le tappe ma dopo la sua intollerabile prestazione ha mandato tutto in fumo, lei è fuori dal gioco, ha bruciato il suo futuro” testuali parole del russo, capisci a cosa si riferivano le fiamme?- 
-Quindi bisogna riuscire a cogliere i significati celati?-
-Ho un volume che spiega le principali rivelazioni della sfera-
Sono molo incuriosita dall’arte della divinazione di cui conosco poco.
-Posso provare a leggerti il futuro?-
-Preferirei di no. So per esperienza che è meglio non conoscere troppo ciò che ci aspetta-
-Allora provo a leggere il mio- insisto.
-E va bene, ma solo una volta poi basta. In quel sacchetto di pelle c’e della polvere lunare, ne basta un pizzico, soffia sulla sfera e poi concentrati su te, tendi la mano sul cristallo  e lei ti invierà le visioni senza bisogno di guardare.
Ma non prolungare la cosa, usare la divinazione su se stessi può essere rischioso- 
Faccio come mi dice, penso intensamente finché non inizio a distinguere le varie figure…
Vedo me…sono vestita da sposa…di fonte a qualcuno davanti all’altare ma non riesco a distinguere i suoi tratti…
La mia mente s’immerge nelle profondità abissali scendo negli abissi, incontrando pesci assurdi, incontrando Ursula, il Leviatano fino a giungere alla dimora di Chtulhu e oltre.
Infine vedo il fuoco, un fuoco terribile che divora tutto, le fiamme si espandono dalla mia camera per divorare l’intero pianeta…Trigon!-
Mi riscuoto terrorizzata.
-Ti avevo avvista, ma ricorda, sono solo vaghe visioni che hanno molte interpretazioni- 
-Q-Quando vedo qualcosa…c’è modo di evitarlo? Di cambiare il futuro visto nella sfera? Di impedirlo?-
-Non penso, ma anche se fosse non c’è modo di evitare che succeda, cercando di fermarlo non faremmo che avverare l’evento stesso. A proposito che hai visto?-
-Prima c’ero io…ero vestita da sposa, in chiesa, un sacco di gente era al mio matrimonio…ma non sono riuscita a distinguere nulla del consorte…-
-Allora ho speranza- si limita a dire con un sorriso-
-Poi ho sognato di affondare nel mare sempre più fino agli abissi più profondi-
Lei mi guarda pensierosa.
-C’era anche Chtulhu?-
Annuisco.
-Quando compare il Grande Antico è segno di un grande cambiamento, spesso legato al passaggio dalla vita alla morte…o viceversa. Di più non so-
-Meglio così – commento.
-E poi che altro? La sfera invia di solito tre visioni-
Forse dovrei dirglielo…
Ormai le ho confessato di essere la figlia di Trigon, però lei non sa niente della profezia sulla mia nascita, nessuno lo sa né lo deve sapere…non voglio coinvolgerla.
-Ho visto…- mi guardo intorno cercando una qualsiasi ispirazione.
L’occhio mi cade su un libro appoggiato su un ripiano.
-…Tarzan!-
-Tarzan?- chiede lei poco convinta.
-Esattamente…che significa?-
-Significa che stai mentendo. Ma se non vuoi dirmelo avrai le tue ragioni, e penso sia meglio se la finiamo qui- mi dice seria.
-Hai ragione, non avrei dovuto guardare nella sfera…-
-Ti ho detto che è meglio ignorare il nostro futuro e goderci il tempo che ci è concesso, e a proposito di tempo, penso sia ora di dedicarne un po’ all’abbigliamento per stasera- dice tornando allegra per rassicurarmi.
-S-sì…penso sia meglio…- ma sento che continuerò a restare turbata dalle visioni per diverso tempo.

Salita sulla sua sedia mi porta a un salone mezzo vuoto, con decine di abiti appesi alle pareti.
-Era il laboratorio di Sparviere, ora il mio guardaroba, dai facciamo un po’ di prove – 
dice afferrando gli abiti più sfarzosi e colorati.
Passiamo buona parte del pomeriggio a discutere litigare ed accapigliarci sui vestiti da indossare, lei vuole qualcosa di scollato, eccitante e colorato, io preferirei qualcosa di scuro magari lungo fino alle ginocchia e che non lasci vedere troppa carne.
Ma nonostante le accese discussioni la mia mente è ancora sulla visione avuta sulla persona al mio matrimonio, so che è improbabile…ma se fosse Paloma?

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Capitolo 16
*** Solo io e te ***


CAPITOLO 16- Solo io e te
 
-Senti Corvina, non mi importa se dici che è ridicolo, abbiamo le tette? Mettiamole in mostra! La scollatura serve a questo, vedrai tutti i ragazzi ci sbaveranno dietro-
-Ma se sei lesbica cosa ti importa di far colpo sui maschi?-
-È questione di principio, sono una seduttrice-
-Se no proviamo ad andare con queste canotte?- dice mostrandomi un paio di magliette dai colori fosforescenti e smaglianti che basterebbero a coprirci appena i seni viste le dimensioni microscopiche.
-Dai, le abbiniamo a dei pantaloncini ed è perfetto!- aggiunge sorridendo.
-Per favore, sembreremmo delle prostitute, il locale è il più elegante di Jump city.
Io propongo questo lungo abito blu, è abbastanza bello, comodo ed elegante-
-Tu indossi solo cose blu!- sbotta lei seccata.
-E s’intona coi tuoi bellissimi occhi- aggiungo.
-Questa sì che è un’idea! Corvina vestiamoci intonate col colore degli occhi dell’altra! Dai sarà bellissimo! Ti prego, ti prego, ti prego!!-
Fa lei con una vocetta e uno sguardo da bambina, talmente dolce che mio malgrado acconsento.
Finalmente viene la sera.
Ho cercato dappertutto un abito abbastanza “riservato” ma alla fine devo declinare sull’abito blu.
Un po’ ha fatica riesco a indossarlo, non sono pratica di queste cose.
-C-Come sto?- domando imbarazzata.
Lei mi  guarda da capo a piedi con gli occhi sgranati.
È un abito blu notte a pezzo unico, senza maniche e con le spalle scoperte, c’è  una scollatura immensa sui seni, coperti solo da una fascia di tessuto che passa dietro il collo e regge tutta la parte superiore dell’abito. La schiena è mezza nuda, sotto le scapole il vestito si riunisce  diventando un po’ stretto, scende aderente lungo i fianchi, terminando in una gonna che arriva alle ginocchia, porto lunghi guanti neri alti fino a mezzo bicipite per coprire le braccia scoperte, indosso la collana di corallo, anche se il rosso vivo del monile stona con l’abito scuro, ormai è una specie di simbolo.
-Sei incantevole, non trovo altre parole per esprimermi-
Mi dice affascinata.
-Aspetta un momento!- mi viene dietro il vestito.
-Ti farò un’acconciatura fantastica- la lascio fare, e poco dopo ha finito.
-Per essere perfetta ti mancano solo un paio d’orecchini e scarpe col tacco a spillo- dice speranzosa.
-No e no, non ho intenzione di farmi bucare le orecchie, e non so andare sui tacchi, passami uno specchio piuttosto-
Mi guardo riflessa, è un acconciatura semplice ma fa il suo effetto, i capelli sono racchiusi dietro la testa con un nastro nero che cade dietro, semplice ma bello.
Mi prendo la briga di attaccare la spilla/comunicatore al vestito, non si sa mai, l’attacco sopra la scollatura unendo tra loro le due fasce di stoffa blu che li coprono per nascondere alla vista quanto più possibile.
Sento la lampo sulla schiena abbassarsi.
-Paloma che stai facendo?-
-Niente, niente e che pensavo che  saresti stata meglio con la schiena più scoperta-
-Tira su – mi limito a dirle.
-Uffì. Però il mio vestito me lo gestisco io, scendi che voglio farti un sorpresa-
 
Aspetto da diverso tempo che si prepari
-Sei pronta, Pa? Abbiamo prenotato al ristorante e non possiamo fare tardi-
Lei scende le scale del piano superiore discendendo con molto stile, non calza scarpe, perché vuole venire in forma marina, ma per ora ha ancora ali e penne.
Ha indosso un abitino davvero discutibile, bello ma molto “ristretto” è color indaco, più tendente al lilla che al viola dei miei occhi.
L’abito e tenuto su solo dai seni, spalle e braccia sono del tutto scoperte, una scollatura spaventosa, permette di vedere quasi metà del seno scoperto, l’abito stretto sul petto per evitare di perderlo, scende fino alle caviglie in modo uniforme, ma a coprire il ventre a solo dei ricami di pizzo, che lascia intravvedere buona parte del corpo roseo, da sotto i seni fino all’ombelico.
Una fascia rosa le avvolge il petto fissata con un bel fiocco a lato.
La schiena è quasi interamente nuda, il vestito è tenuto insieme da una sottile reticella purpurea, la stoffa si unifica appena sotto l’inizio del solco delle natiche, comunque troppo in basso per evitare di mostrare ai curiosi più del dovuto.
-Sei mezza nuda- le faccio notare.
-Sono anche mezza pesce se è per questo- risponde lei sedendosi sulla sedia a rotelle, mutandosi in forma ittica –E poi ho un bel corpo, no?-
-Ti si vede tutto il sedere!- la rimprovero.
-Non è vero! E poi non fingere che non ti piaccia-
Ribatte sistemandosi la coda ripiegata in due sotto la lunga gonna.
-Mettiti un po’ di rossetto Corvina sembrerai molto più bella- mi consiglia mentre si mette la matita sugli occhi.
-Pensavo di piacerti come sono-
-E mi piaci te lo assicuro, ma ogni tanto devi provare qualcosa di nuovo, no?-
-Sto per avere un’incontro romantico, con una sirena, a cui ho promesso di essere smielata con addosso un abito che neanche mi piace, ma è il meglio che ho trovato, mi sembra di aver fatto abbastanza-
-Dai, una passata di rossetto color blu scuro, un po’ di ombretto, magari lo smalto e saresti una fata!-
-No, no e poi no. Non lo farò mai!-
Usciamo dalla villa mezz’ora dopo, alla fine è riuscita ad averla vinta sul rossetto color notte, ma solo su quello, mi sono legata al collo la collana che mi ha dato il giorno in cui mi ha salvata, la tengo sempre con me.
-Uffì! Corvina mi aiuti a infilare i guanti fatti su misura? Con le dita palmate non è facile-
-Va bene, se tu smettessi di spingerti da te e lasciassi fare a me, non ti si sfilerebbero così spesso- le tiro su i lunghi guanti fino al gomito. Mi chino sul suo volto sorridendole, prendo un giglio dal giardino infilandoglielo tra i capelli.
-Ora sei incantevole come una principessa-
-Sul serio?-chiede arrossendo timidamente.
-Lo giuro, e quell’abito ti copre perfettamente la coda così non devi indossare il tuo panno.
Ricorda se te lo chiedono tu sei paralitica dalla vita in giù-
Lei annuisce.
-Eh…Corvina, come arriviamo a riva? Non ho più la barca ricordi?-
-Mi hai preso per una sprovveduta?- Accendo il comunicatore sulla spilla –Siamo pronte-
Pochi minuti dopo da sott’acqua emerge il T-sub con Cyborg a pilotarlo.
-Ragazze siete uno schianto, si capisce che non siete etero perché qualsiasi uomo vi avrebbe già buttato su un letto, e parlo anche a nome mio-
-Farò finta di vederlo come un complimento Cyborg- rispondo sarcastica.
-Non ascoltarla, è carino da parte tua accompagnarci-
-Non è che abbia avuto molta scelta, Sirena-
-Sirena è il mio vecchio nome di battaglia, ora sono Paloma e basta-
-Scusi signorina Paloma posso permettermi di aiutarla salire a bordo?- con galanteria accennando un piccolo inchino.
-Posso farce da sola, ma credo sia meglio calarsi nel personaggio della ragazzina paralitica, quindi fa pure-
Io che sono già dentro al T-sub assisto alla scena.
-Tieni le mani a posto con la mia ragazza, Cyborg!- gli urlo.
-Corvina, dobbiamo parlare delle tue manie di possesso, io non sono la “tua ragazza” sono io a voler stare con te non tu ad avermi comprata, mi dà fastidio essere considerata una proprietà-
-Le gattine si graffiano- commenta divertito il mezzo robot.
-Cuccia- rispondo colpendolo con una sberla sulla testa.
Cyborg ci porta davanti al molo, lì scendiamo per farcela a piedi.
 
Il ristorante è un posto elegante, l’ha messo su un italiano squattrinato qualche anno fa, ora è il locale più rinomato di tutta Jump city.
Abbiamo faticato a prenotare per tempo, ma contano di farsi una buona pubblicità sapendo che un Titan veniva a cena da loro, così ci hanno fornito un tavolo un po’ appartato, ma non troppo, devo essere in vista.
-Adoro la cucina italiana!- dice appena entriamo nel locale.
-Io ho mangiato solo la pizza e gli spaghetti di quel paese-
-Tesoro, l’Italia è la regina incontrastata della cucina!- e aggiunge -Ti piace? È qui che Ninja Nero si è dichiarato a Shakewave, cosa avrei dato per assistere alla scena-
-Ti mancano molto?-
-Ogni giorno- ammette rattristata.
-Ora però ci sono io, non pensiamo alle preoccupazioni e godiamoci la serata-
Lei fa affiorare un dolce sorriso sul suo viso.
-Hai ragione, il vino lo preferisci bianco o rosso?-
-Non siamo un po’ giovani per il vino? Siamo minorenni-
-Ti sembro una che rispetta le regole?- dice maliziosa, e sfoderando gli occhioni dolci…
-Solo una bottiglia, ti preeegoo…poi oggi è un occasione speciale, che ne diresti di un bel rosso toscano?-
-Ok, ok. Scegli tu, a me va bene tutto, piuttosto cosa mi consigli da prendere?-
-Sei in vena di carne, pesce o pasta?-
Ci penso un po’ su, non ho mai mangiato un granché di pasta, ma dicono che gli italiani siano maestri nel farla.
-Penso che prenderò della pasta –
-Allora se fossi in te prenderei magari della carbonara, oppure la matriciana, anche le linguine allo scoglio sono deliziose, e la pasta col pesto e i tortellini oppure i cappelletti in brodo per non parlare delle lasagne e…-
-Ti ho chiesto un consiglio non di leggermi il menù-
-Facciamo così, io prendo un piatto e tu un altro poi ce li scambiamo, d’accordo?-
-Va bene, scegli tu, mi fido-
-Ora pensiamo al secondo- dice aprendo la lista dei piatti.
-Qualcosa di leggero-
-Non se ne parla neanche, ho voglia di affondare i denti in qualcosa di succoso, lasciati andare per una sera-
-No, penso che mi basterà un insalata mista, o un filetto di pesce, senza offesa-
-E chi si offende- risponde lei senza neanche alzare lo sguardo, ma non manca di tirarmi una codata sotto il tavolo.
Aspettiamo che venga qualcuno, ma il locale è pieno e i camerieri molto indaffarati.
Sirena si spazientisce.
Appena passa un giovane cameriere vicino al tavolo si sbraccia, chiamandolo con la sua voce cantilenante a cui nessun uomo può resistere.
-Scusi cameriere, io e la mia amica siamo qui da tanto di quel tempo che mi chiedevo se sarebbe così gentile da prenderci l’ordine- aggiunge alla richiesta uno sbattito di ciglia sugli occhioni blu.
-Certamente!- risponde quello rosso in volto.
-Allora prendiamo una porzione di lasagne e una di cappelletti in brodo, poi un filetto di salmone leggero per la mia amica e una fiorentina alta tre dita per me e una bottiglia di rosso toscano del ‘98, per cortesia-
-Provvedo subito! Farò in modo che abbiano la precedenza- risponde quello con fare cavalleresco.
-Che uomo gentile- risponde lei con un sorriso.
Il cameriere si sta allontanando quando lei lo richiama un secondo.
-Dimenticavo, la carne…mi piace al sangue-
Lui si affretta verso le cucine.
Mi guarda e scoppia in una risata contagiosa.
-Non dovresti usare così i tuoi poteri- la rimprovero allegramente.
-Ho altri programmi per la serata piuttosto che restare qui tutta la notte, e poi stiamo parlando di uomini, basta un sorriso, una voce accomodante e una buona scollatura, e chiunque può riuscirci anche senza il canto ipnotico- aggiunge ridacchiando.
-Hai intenzione di tenerti nascosta per sempre?- le domando mentre aspettiamo
-Certo che no. Aspetterò l’esito della mia prima a teatro, poi mi mostrerò come mamma mi ha fatta-
-Nuda?- dico maliziosa.
-Intendo con la coda, sciocchina. Sempre dietro a certe  cose; tu e i tuoi amici garantirete per me, vero?-
-Ho già convinto gli altri ad assumersi la responsabilità, la città ci deve più di un favore, penso che acconsentiranno ad affidarci la tua custodia-
-Mi sono ricordata che devo darti una cosa- aggiunge tirando fuori da in mezzo ai seni cinque biglietti per l’opera.
-Volevo che li trovassi quando mi avresti spogliata, ma oggi sei un po’ restia a lasciarti andare, perciò te li do ora. Sono i biglietti per il “Flauto Magico” in cui recito-
Le prendo le mani sul tavolo.
-Ti hanno scritturata!-
-Sì, con doppio ruolo! Tamina e la Regina della Notte-
-È fantastico! Sono entusiasta per te! verrò senz’altro al concerto-
-Finalmente potrò fare il mio assolo a teatro, ho sempre sognato di farlo-
-Sono sicura che li incanterai tutti-
Lei risponde con sorrisetto maligno.
-Questo è poco ma sicuro-
-Non vorrai usare il tuo potere, vero?-
-E perché no? Sfrutto le mie qualità- ribatte lei con sufficienza.
-Tu hai una voce fantastica, non hai alcun bisogno di imbrogliare-
-Corvina…sono mezza pesce, devo assolutamente far sì che siano pazzi di me-
-Canta e basta, fallo per me- le chiedo con aria supplichevole.
Lei resta guardarmi.
-Non fare quella faccia…- dice coprendosi il viso con la mano.
Mi basta far tremare il labbro inferiore e incurvare le sopraciglia assumendo un’aria afflitta per farla cedere.
-E va bene. Te lo prometto, non incanterò il pubblico. Uffì tra tante ragazze proprio di una sbirra mi dovevo innamorare- sbuffa incrociando le braccia con fare infantile, lo assume sempre quando le faccio uno sgarbo di poco conto.
Non posso fare ameno di trattenere una risatina.
-Perché ridi ora?- mi chiede incuriosita.
-E che sei davvero buffa quando ti arrabbi, il modo in cui aggrotti la fronte, lo sguardo offeso, per non parlare del modo in cui storci la bocca o incroci le braccia, fai ridere; sembri una bambina indispettita, specie quando esclami “Uffì” con quel tono, sei davvero tenera- intanto la imito.
-Non sono tenera! È il mio modo di fare l’offesa!- fa lei rimettendosi nella medesima posizione.
Io ricomincio a sghignazzare in silenzio.
Il cameriere ci porta quanto ordinato, ci ha impiegato relativamente poco rispetto agli altri clienti.
-C’è un modo particolare di mangiare le Lasagne? Uno strato per volta?- chiedo trovandomi davanti il piatto fumante.
-Certo che no! Si mangiano tutte insieme, dai provale- insiste.
Così assaggio un pezzo della pietanza.
-È squisito!- esclamo mentre il sapore mi esplode in bocca.
-Non ho mai incontrato qualcuno a cui non piacessero le lasagne, ora assaggia questo-
Mi porge il cucchiaio con dentro alcuni involtini di pasta ripieni di carne, li mangio senza troppa esitazione.
-Davvero buoni, cosa hai detto che sono?-
-Si chiamano “Cappelletti” la leggenda vuole che l’inventore abbia avuto una visione della dea Venere e sia rimasto affascinato dal suo ombelico e l’ha ritratto nella forma di questa pasta-
-Scommetto che se avesse visto te sarebbero ancora più buoni- dico sorridendole suadente.
-Sei davvero dolcissima-
-Me lo dai un bacio?- chiedo col tono di chi sa già di ottenere ciò che vuole.
-Sei crudele, Corvina- dice lei senza distogliere lo sguardo dai miei occhi.
-Perché, ti vergogni?- le dico con tono di sfida.
-Bacio donne in pubblico da prima che tu sapessi come nascono i bambini…
ma così infrangerai subito le speranze di quel bel ragazzo-
-Quale ragazzo?- lei ne indica uno con discrezione, noto che ha gli occhi incollati su di me.
-Vuoi ancora il bacio?- mi dice ammaliante.
Arrossendo leggermente –No, non me la sento se mi fissano-
Poi per rassicurarla aggiungo –Non che mi vergogni di te, ma è proprio che certe cose posso farle in pubblico ma se nessuno è concentrato su di noi, se qualcuno mi fissa mi viene un blocco-
-Va bene, posso aspettare quando saremo sole, ma lo voglio con gli interessi-
La serata prende la tanto desiderata piega romantica, allontanati a dovere fan e scocciatori possiamo dedicarci a una bellissima cenetta a lume di candela.
Paloma è splendida con quel vestito e i lunghi capelli sciolti sulla schiena, mi accarezza più volte il viso, mi sussurra frasi dolci, e ci imbocchiamo pure a vicenda…
<<chissà se anche Robin e Stella si comportano così da soli…Robin non ce lo vedo proprio a fare il tenerone>>
 
((F.I.A.R.A. =Fastidiosa Interruzione dell’Autore per Rompere l’Atmosfera.
Autore -Pft…te invece ti ci vedon tutti a far la cenetta romantica con la sirenetta, eh?-
Corvina- Ehi, sei tu che scrivi quest’aborto, io seguo il copione!!-
Autore -Touchè …-))
 
Parliamo a lungo, tutte cose davvero sdolcinate, mi si stanno cariando i denti a forza di frasi zuccherine, lei sembra così naturale disinvolta, io invece faccio una fatica enorme, certo la amo e la trovo fantastica, ma non saprei come altro esprimerlo, e mi trovo costretta rimuginare per trovare frasi ad effetto come “tutte le stelle della notte non bastano a offuscare lo splendore dei tuoi occhi” oppure “se bastasse a farti sorridere non esiterei a condannare questo e altri mille mondi a bruciare per l’eternità”
<<in quel momento pensavo a papà>>
-Sento che il mio cuore ti chiama, ti desidera come l’aria nei polmoni, urla dentro di me “Paloma, Paloma” e io non posso ignorarlo, ti amo più della vita stessa-
Lei mi ascolta attentamente poi sorride accarezzandomi il volto.
-Sei davvero dolcissima a fare questo per me. Ma tu non sei così, e io ti amo per come sei, perciò al diavolo la promessa, puoi smettere di fare la romanticona, non è il tuo forte. Voglio la mia dama di ghiaccio. E poi guarda che lo so che quella frase è tratta dal Cyrano de Bergerach-
-Quanto ho aspettato queste parole!- dico come risvegliata da un sonno profondo.
Le prendo le mani nelle mie e la guardo dritta negli occhi fissando il mio riflesso in essi.
-Non mi riconoscevo più. Voglio che tu sappia, Paloma, che io ti amo alla follia, per te farei di tutto, ma non ho altro modo per dirtelo se non così, non sono brava con le parole e le poesie perciò non ti faccio poemi d’amore o non ti sussurro dolci parole e non ti invio messaggi che scaldano il cuore, ma sappi che ti penso ogni giorno, ogni istante, non te la prendere se sembro trascurarti, perdonami perché la verità e che non trovo un modo migliore di esprimere quello che provo per te se non così, vorrei dimostrarti meglio quanto ti amo ma al mio cuore manca la voce –
-Lo sempre saputo- dice lei con le lacrime agli occhi per la commozione.
-Non ti metterai a piangere ora?-
-Non piango- dice mascherando la voce con un tono decisamente falso, passandosi la mano sugli occhi umidi.
-Ho solo qualcosa negli occhi-
-Paloma lo vuoi ancora quel bacio?- le chiedo avvicinando il mio viso al suo.
-Il ragazzo è andato in bagno…- si limita a dire.
Senza bisogno di altro le nostre bocche si uniscono in una dolce prova d’amore, le nostre lingue danzanti suggellano il patto che ci lega, gli occhi si chiudono, rapita dal momento le passo un mano tra i rossi capelli, finché lei non si sottrae a me.
Apro gli occhi, e mi trovo davanti il cameriere allibito.
-Grazie mille- dice Paloma prendendo dal ragazzo pietrificato i piatti come se fosse la cosa più naturale del mondo, io arrossisco come un pomodoro, coprendo il viso in direzione di lui con una mano.
-B’è? Non ha mai visto due lesbiche?- dice allegra lei al cameriere che si riscuote allontanandosi visibilmente deluso.
-Uomini- commenta –Basta fargli gli occhioni dolci una volta che ti considerano già loro, per questo mi piacciono le donne, sono sensibili ai tuoi sentimenti-
Inizia ad affettare la carne con grande garbo, mangiandone un pezzetto alla volta con molta calma.
La cosa mi lascia perplessa, di solito s’avventa sul cibo con immenso appetito, e adora affondare i denti nella carne per strapparla a morsi, a tavola non usa mai il coltello.
Scelta etica.
“il Signore ci ha dato i denti, usiamoli.
 i denti sono i coltelli di Dio, e non ne esistono di migliori” risponde sempre quando la rimprovero per come mangia.
Paloma non usa mai i coltelli, strappa il cibo a morsi, inchiodandolo sul piatto con la forchetta… “per scelta etica” a sentire lei “ per maleducazione” secondo me.
-Pensavi che non sapessi come comportarmi a tavola? Ho partecipato anch’io a cene importanti, cosa credi? Che i criminali non diano mai ricevimenti? Il Pinguino ci tiene all’etichetta- mi dice con tono canzonatorio quando s’accorge della mia perplessità.
Eccome se credevo che non sapesse le buone maniere! Ieri ad esempio si è fatta fuori due chili di gelato e salmone come “spuntino di mezzodì” senza neanche curarsi di rimettere a posto quello che prendeva.
-No, affatto- rispondo evasiva concentrandomi sul mio piatto.
<<Yeti non ha esagerato, mangia per quattro>>
-Bevi un po’ di questo, non l’hai ancora toccato- dice riempiendomi il bicchiere di vino scuro.
-Non posso annacquarlo un po’ ? Sembra forte-
-È forte! Lo bevo da tutta la sera, ed è per questo che non puoi annacquarlo-
-Almeno una di noi farebbe bene a restare sobria- le faccio notare.
-Io lo reggo bene il vino, non ti preoccupare, mica rischi di restare incinta se poi facciamo l’amore da ubriache- insite.
Così bevo dal calice, più che altro per zittirla, quando ci si mette sa essere davvero fastidiosa, e per la cronaca lo fa ogni volta che vuole convincermi a fare qualcosa.
Mi trattengo nel bere per tutta la serata lei invece si scola cinque bicchieri di fila.
Finta la cena usciamo dal locale, fuori è buio e soffia una leggera brezza estiva.
-Andiamo al parco, voglio prender un po’ d’aria- mi dice strattonandomi per il vestito.
Sotto il cielo notturno di Jump city, mi sto godendo il mio primo appuntamento romantico, al solo pensiero che sta succedendo mi emoziono tutta.
Non pensavo che sarei mai riuscita ad averne uno.
Spingo la sedia a rotelle per i viottoli che s’inoltrano nel prato erboso.
-Non è una notte fantastica, Corvina?-
-Sì, è magnifica-
-Non certo quanto voi signorine…-

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Capitolo 17
*** Solo io e te e un paio di scocciatori... ***


CAPITOLO 17 –Solo io e te e un paio di scocciatori
 
Ci voltiamo all’udire la voce estranea, il ragazzo del ristorante è alle nostre spalle con un suo amico, la camicia bianca fuori da i pantaloni e la giacca scura sbottonata.
Penso che abbia bevuto un po’.
-Due così belle ragazze non dovrebbero andare in giro da sole la sera, girano brutti tizi, capaci di prendersela con certi gigli- dice facendo allusione alla mia pelle nivea.
-Sappiamo difenderci da sole- dico con sentita freddezza.
-Anche la tua amica? Senza offesa, non vorremmo che vi capitasse qualcosa di brutto-
-E chi si offende- Dice Paloma facendo le spallucce.
-Corvina mi porti sotto le giostre?-
-Non mi sembra il caso- le rispondo seria accennando col capo ai due individui.
-Allora ci vado da me- e si spinge sulle ruote fino ad arrivare sotto le sbarre per la ginnastica nel parco.
Controvoglia la seguo, e i due ragazzi a loro volta ci seguono, predatori.
Paloma afferra la con le mani e si issa portando i seni sopra la sbarra.
-Uno…Due…Tre…- inizia a fare dei sollevamenti alla sbarra sollevandosi ogni volta fino allo sterno.
-Secondo te quanti ne fa la rossa?- dice il ragazzo all’amico.
-La poveretta è paralizzata, non può far leva, non più di quindici -risponde l’altro.
-Hei, io ho un nome sapete? Mi chiamo Paloma- risponde mentre conta.
-Piacere. Io sono Tony- dice il primo che mi aveva puntato.
-E io Andrew-
-Io e il mio amico pensavamo che forse vorreste un po’ di compagnia…-
-Pensare è un brutto vizio, dovreste smettere- risponde la sirenetta.
Io resto in silenzio a guardare la mia ragazza che fa i sollevamenti, ho paura che non riesca a tenere la coda ripiegata sotto la lunga gonna e si tradisca.
-Dai Paloma, adesso smettila-
-Uff…87…88…non ti presenti?...89…90…-
-Giusto, tu chi sei, un angelo? Sembra che la luna ti abbia baciato la pelle sai?- inizia Tony.
-Non sei il primo a dirmelo, io sono Corvina- dico gentilmente, ma spero solo che questi due seccatori se ne vadano.
-Tu sei una Teen Titans! Forte, potresti darmi il numero di Stella Rubia? Ho un paio di amici che la vorrebbero conoscer…-
-Andrew! Non è educato parlare di un’altra donna in presenza di due così belle dame. Perché una così famosa eroina si trova qui?-
-Ho fatto una cena con una mia…amica- rispondo distogliendo lo sguardo.
-Più di un amica!- esclama quella.
-148…149…150!- Paloma si adagia sulla sedia un po’ affaticata ma soddisfatta.
-Ora prova tu biondino, tu che puoi far leva- dice sarcastica a Andrew.
-Le mie scuse.  Visto che siete così ben preparate che ne direste di scortarci fino a casa?-
Faccio cenno a Sirena che vorrei stare sola con lei, mente loro sono distratti.
Lei mi risponde di non preoccuparmi.
-Se volete possiamo scortarvi sani e salvi a casa vostra…ma non aspettatevi altro- Mi abbassa tirandomi per la spalla e dandomi un intenso bacio sulle labbra davanti ai due ragazzi allibiti.
-S-scusate, non avevamo capito che eravate quel genere di “amiche”- dice Tony imbarazzato.
-Fa niente, è stato un piacere parlare con voi- dice Paloma perfettamente a suo agio.
-Allora, vi lasciamo per conto vostro…-azzarda Andrew finito nel pallone.
-Sarebbe carino, è un incontro romantico- aggiungo mettendo le mie mani sulle spalle della sirenetta.
-Allora è stato un piacere- dicono congedandosi imbarazzati.
-Ciao bel biondino- Paloma saluta il ragazzo che ci provava con lei.
Appena si sono allontanati scoppiamo a ridere.
-Hai visto le loro facce quando ci siamo baciate? Corvina dovremmo farlo più spesso, è troppo divertente, e con questi siamo a tre cuori spezzati in una serata- sghignazza lei.
-Sei veramente una s…-
-…Simpaticona- completa lei senza lasciarmi finire la frase.
Restiamo a goderci la serata in un posticino appartato.
Mi siedo sopra di lei e iniziamo a baciarci al chiaro di luna, andiamo avanti per un po’ accarezzandoci a vicenda senza mai staccare le labbra finché lei non mi chiede di scendere.
-Ho bisogno di un po’ d’acqua, sono disidratata dopo quello sforzo-
-Così impari a pavoneggiarti- le dico rimproverandola.
Lei pompa il bicipite –Ehi se avessi questi muscoli ti vanteresti anche tu, sollevo 100kg con un braccio-
-Tutto merito della tu mutazione…-
-Non sono una mutante, ma una sirena-
-E sei anche bellissima…- concludo tornado a limonare con lei.
Ma dopo qualche bacio lei mi fa cenno di smettere.
-Ho bisogno d’acqua. Sul retro della sedia c’è una valvola, la gireresti per favore?-
La giro e dai braccioli iniziano a partire degli irrigatori d’acqua che mi bagnano il vestito.
-Avevo davvero bisogno di bagnarmi la pelle, stava diventando secca-
-Guarda! Mi hai bagnata tutta!-esclamo indispettita.
-Un po’ d’acqua non ha mai ucciso nessuno- commenta calandosi il respiratore sulle branchie, poi aggiunge con falsa ingenuità –A parte quei poveracci del Titanic-
Andiamo sul molo a gustarci un gelato e ad ammirare la bellezza della luna riflessa sul mare.
-Vuoi fare un giro sulla ruota panoramica-
-Mi piacerebbe…Hic...molto-
-Troppo vino?- le dico beffarda.
-Ti ho detto che lo reggo, però potresti spingermi fino alla ruota-
 
Saliamo in cima quando i fuochi d’artificio partono.
-Sono fantastici! Ma perché li lanciano? Oggi non c’è nessuna festa- mi domanda Sirena perplessa.
-Indovina- rispondo con un sorrisetto complice.
Lei strabuzza gli occhi –S-Sei stata tu?...nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me- dice con le lacrime agli occhi.
-Sei fantastica! Ma come hai fatto?- esclama abbracciandomi stretta.
-Vuoi che una nella mia posizione non conosca nessuno al municipio? Non sarò brava con le parole, ma ho altri modi per esprimere quello che provo per te-
Illuminate solo dai lampi colorati dei fuochi artificiali ci scambiamo un lungo e romantico bacio che dura finché non torniamo a terra.
-È stata una serata splendida- dico mentre la spingo lungo il lido sabbioso, lei resta in silenzio, e io continuo a parlare.
-Tu sei splendida, davvero. Mi hai fatto provare cose che non avevo mai provato prima, e non mi riferisco alla cucina italiana, intendo l’amore.
Sarò sincera, quando abbiamo cominciato, non pensavo che tra noi potesse funzionare, eravamo così diverse, e invece eccoci qui, il mio primo appuntamento, è un esperienza fantastica, mi scioglie il cuore e vorrei che questa sera non finisse mai, vorrei stare sempre con te, mi fai sentire unica, speciale, apprezzata…amata, e chissà un giorno, quando sarà il momento…- ripenso alla visione avuta dalla sfera di cristallo,
-Vorrei sposarti- mi correggo –Beh intendevo essere una coppia di fatto…- 
Lei non muove un muscolo.
-Ho esagerato?- dico con un tono d’ironia.
Lei ancora non reagisce.
-Paloma tutto bene?-
Non risponde.
Smetto di spingere e la guardo in volto preoccupata, ma mi tranquillizzo subito…dorme.
<<eccola quella che regge il vino>>
Cerco di svegliarla dolcemente ma lei è fuori gioco.
Così mi rassegno a vedere il mio appuntamento romantico interrotto prima del previsto.
-Pronto Cyborg? Sono Corvina-
-Tutto bene piccioncine?-risponde una vocetta in falsetto.
-Smettila. Ho bisogno che tu ci riporti a casa, siamo al lido “Rosa di Mare” vicino alla roccia erosa dall’acqua-
-Di già? Sono solo le undici… aspetta un momento, ho capito! Lei ti ha preparato un “dessert” in camera sua, vero?- dice con voce idiota.
-Niente di tutto ciò, e il fatto che tu mi pensi a letto con lei mi inquieta un po’.
C’è stato un imprevisto-
-Che tipo di imprevisto?-
-Sette bicchieri di vino rosso toscano dell’ 98, è crollata-
-Va bene, vengo a prendervi, mi spiace per il tuo appuntamento-
-Non preoccuparti, è stato davvero bello-
-Passo e  chiudo-
Mi inginocchio vicino a lei che dorme profondamente.
-Bel modo per troncare la serata- dico sarcastica.
-Almeno non ha sentito la parte del matrimonio, chissà cosa mi è preso-
Poco dopo arriva Cyborg con la T-car.
-Come la portiamo a casa sua?-
-Non la portiamo. Non conosco il codice d’accesso al portone, perciò la ospiteremo noi-
Il mezzo robot mi aiuta a caricarla in auto.
-Dove pensi di metterla? Nella vasca?-
-Non fare lo scemo, la metteremo sul mio letto-
Cyborg sfodera un sorriso ebete -Immagino che tu le farai compagnia he he-
-E guadagnarmi le vostre risate e “doppi sensi” per tutto il mese? No grazie, io dormirò con Stella-
Rispondo con sufficienza.
-Non diventerà gelosa?-
-Zitto e guida, che ne sai tu dell’amore-
-A dire il vero domenica esco con Bumblebee. Ho un’idea! Potremmo fare un’uscita a sei, io e Bumblebee, tu e Paloma, Robin e Stella, che ne dici?-
-Dico che se Bumblebee ha invitato te, vuol dire che vuol stare sola con te. Raccontami cosa avrete combinato di piccante, d’accordo?-

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Capitolo 18
*** Unica è la morte ***


CAPITOLO 18- Unica è la Morte

Quando entriamo gli altri sono ancora in piedi.
-Ragazzi, l’avete ammazzata?- scherza BB quando ci vede arrivare.
-Si è ubriacata, perciò oggi dorme qui- mi limito rispondere.
Cyborg la adagia nella mia stanza, mi premuro di toglierle il vestito per non stropicciarlo, e a fatica riesco a farle indossare la maglia di uno dei miei pigiami.
Esco dalla sala dandole un bacio sulla fronte, lei sussulta nel sonno.
Poi mi presento in pigiama, con un cuscino in mano da Stella.
-Grazie per avermi ospitata- 
-Siamo amiche Corvina, ci mancherebbe! Poi ho un letto grande- risponde mentre si infila l’ennesimo bigodino fra i capelli.
Si siede sul letto con me.
-Corvina, me lo faresti un piacere?-
-Dimmi pure Stella-
-Raccontami tutto!- esclama eccitata.
-Veramente sono un po’ stanca…-
-Ti prego, sono la tua migliore amica, raccontami di lei, di voi, ti supplico!-
Mi prendo le ginocchia al petto.
-Va bene, ma solo perché sei tu- rispondo sorridendo, in realtà sono felice di parlarne con qualcuno.
-Lei è dolcissima, tenera e, benché non lo voglia ammettere, molto sensibile, si commuove davvero spesso, so che l’hai vista arrabbiata ma non succede quasi mai, a volte s’indispettisce e fa l’offesa ma non è mai seria, vedessi che faccino irresistibile ha quando si offende, è docile come un agnellino.
Ancora non so cosa ci veda in me, ma di certo va pazza per i miei occhi…e le tette, i seni sono sempre la prima cosa che guarda nelle ragazze, è un po’…hai capito,no?... “libidinosa”
E poi è così attenta ai miei sentimenti, così delicata e aggraziata, neanche fossi di cristallo, come se avesse paura di rompermi dicendo qualcosa che potrebbe ferirmi, tiene il mio punto di vista talmente in considerazione da ridurre il suo quasi a zero, è così tenera e premurosa…oltre che molto colta e poi è una ragazza così interessante.
Adora l’arte, ed è bravissima a dipingere, sa scrivere delle poesie strappalacrime e poi hai visto i suoi occhi, sembrano fondali abissali, non riesco a distogliere lo sguardo da essi; certo è un po’ pettegola e spudorata, ha un gusto nel vestire che mostra troppa carne per i miei standard, non che questo mi dispiaccia, senza considerare che a tavola sembra di avere un cinghiale, ma se vuole sa essere educata.
Ma soprattutto ha una voce che t’incanta, sembra miele sciolto, e te ne accorgi baciandola, oh come bacia lei non lo fa nessuno, è divina, morbida, dolce e profumata… senti il suo sapore fino in fondo alla gola sembra di mangiare le ali di un angelo-
-L’hai già vista nuda?- 
-Sì oggi abbiamo fatto il bagno nude, ma non dirlo a nessuno, la pelle é vellutata e profumata, i capelli lisci e setosi come una cascata d’oro rosso sulla sua testa, ha dei seni perfetti…così sodi, morbidi e invitanti, non faccio che sognare quelle tette da fata che mi fanno sbavar …-
Mi accorgo che Stella mi guarda perplessa. 
-Che c’è? A me piacciono queste cose-
Dopo una lunga chiacchierata tra donne ci mettiamo a dormire.
Ma dopo poco un rumore spaventoso mi sveglia di soprassalto.
Mi volto verso Stella per svegliarla, ma mi accorgo che è lei a fare quei versi.
La bella principessina di Tamaran infatti russa in maniera improponibile, mi rigiro nel letto cercando prender sonno, inutilmente. 
Dopo ore passate a rovinarmi l’udito e a esasperare il mio cervello, lascio la stanza sconfitta, decisa a tornare nella mia stanza per dormire, non ho altra scelta, il divano lo occupa BB, addormentato davanti alla tv, e io in camera sua non ci metto piede, Cyborg non ha letti, e se andassi da Robin?... meglio di no.
Io sono lesbica, lui etero, ma con Stella… è meglio non invadere il suo territorio.
Entro in silenzio nella mia stanza, Sirena è lì che dorme come un angioletto.
Senza far rumore stendo al suolo delle coperte come materasso improvvisato accanto al letto e mi ci stendo sopra coprendomi con un grosso piumone decisa  a farmi un bel sonno.
Ma nonostante le buone intenzioni non riesco a riaddormentarmi. 
Guardo la sveglia, sono le due di notte.
<<e domattina sono pure di pattuglia>> mi agito sotto le coperte, cerco di leggere un libro, m a è tutto inutile.
-Perché non dormo!- esclamo infine -Sono stanca ma non riesco a chiudere occhio-
-Forse sei troppo nervosa- sussurra dolcemente una voce alle mie spalle, mi volto e vedo i suoi grandi occhi socchiusi splendere al buio.
-Scusa, ti ho svegliata-
-Mi hai anche ospitata, siamo pari- dice lei con voce dolce e calda mantenendo un tono basso e rassicurante. 
Incrocia le mani e ci appoggia sopra la testa per vedermi meglio.
-Vuoi che ti faccia posto?-
-Meglio di no, se domattina ci trovassero nello steso letto ci saremmo condannate da noi-
-Vuoi che ti canti una ninnananna? Dice accarezzandomi il viso con un dito.
-Possiamo provare…- è bello che non possa vedermi arrossire nel buio - La conosci la Serie dei Numeri?-
-Un’altra estimatrice di Angelo…non lo sapevo-
Risponde lei con un sorriso, gli occhi sono mezzi chiusi, anche lei casca dal sonno, ma inizia a cantare con voce bassa delicata che mi fa sentire coccolata e in un torpore simile al grembo materno, inizia il canto senza smettere di accarezzarmi il volto e il collo con un dito.

 –E tu bella bimba, Corvy mia dolce
Dimmi cosa vuoi che io ti canti?-

Rispondo al ritmo lento della ninnananna, chiudendo gli occhi lasciandomi trasportare dal dolce suono della sua voce.

-Cantami dei numeri la serie,
sino a che io oggi non la impari-

Lei riprende il suo canto armonioso.

-Unica è la Morte,
niente oltre, e niente di più…
e 2 i buoi legati al carro,
e sono 3 le parti del mondo.
4 le pietre di Merlino, 
che affilano le spade degli eroi
Unica è la Morte,
niente oltre e niente di più…
E sul cammino che il tempo fa,
5 fin’ora sono le età.
E sono 6 le erbe che
Nel calderone il nano mescolerà…la la la la la la  
E 7 sono i soli, e 7 le lune;
8 sono i fuochi accesi a Maggio;
attorno alla fontana sono 9
 le fanciulle che danzano alla luna.
Unica è la Morte, 
niente oltre e niente di più.
E 10 vascelli sono venuti 
portandoci la guerra da lontano;
11 guerrieri sono tornati 
quand’erano 300 a partire.
Unica è la Morte, 
niente oltre e niente di più.
E sul cammino che il tempo fa,
cinque finora sono le età.
E sono 12 i mesi che 
giorno per giorno da sempre segnando van…la la la la la la la là,
e 12 ancora sono i segni
 che tu poi leggere nel cielo,
guerra tra di loro han dichiarato.
Questa che ti canto, sarà la fine.
Unica è la Morte, 
niente oltre e niente di più.
E allora la tromba suonerà,
avremo fuoco e tuoni,
pioggia e vento,
la serie dei numeri è finita,
per noi lo sai che non c’è serie.
Unica è la Morte…
E 2 i buoi,
e 3 le parti,
e 4 le pietre,
5 le età,
e 6 le erbe
7 sono i soli,
 7 le lune,
8 sono i fuochi,
e 9 le fanciulle,
ma 10 vascelli,
e 11 guerrieri,
e12 segni,
e 12 mesi.
Unica la Morte…
da sempre madre del dolore-

Con l’ultimo verso riesco finalmente a sprofondare in un sonno ristoratore.
Felice e contenta che lei sia con me.
Sogno l’abisso…sogno di sprofondare fino a trovarmi davanti alla sacra città dei Signori del Caos, e assieme a lui mi aspetta il Gufo Cosmico…
È un brutto presagio…
Il Gufo Cosmico indica che è un sogno premonitore, proprio come la visione della sfera...non so che significhi, ma non è un buon segno.
Sento tornarmi in testa il ritornello…unica è la Morte…

-Corvina…su tesoro alzati, è mattina-
Mi sveglio stropicciandomi gli occhi.
-Ben svegliata, hai dormito bene?-
-Per quel che ho dormito…- rispondo stiracchiandomi.
<<mi sento uno straccio>>
Lei invece sembra fresca come una rosa.
<<se non altro regge il dopo sbronza>>
-Hai già fatto colazione?-
-No, aspettavo te, e a quanto ho sentito c’è gente fuori dalla porta che aspetta noi-
-Perfetto…-
Mormoro afferrando il mantello.
-Senti, facciamo una furbata…- le dico nell’orecchio il mio piano.

-Sicura che sia lì, Stella?-
-Nel mio letto non c’è, dove vuoi che sia?- 
-Forse sono già uscite- azzarda BB.
-Io mi sono svegliato per primo e non ho visto andar via nessuno- risponde Cyborg.
-Che ne direste di lasciarle in pace e di smetterla di fare i bambini?- li rimprovera Robin.
I quattro si dirigono in cucina…
-Ciao ragazzi-
-Buon giorno a tutti-
Restano stupefatti a vederci lì sedute con una tazza di tisana in mano.
Lei mi dà un bacio sulla guancia.
-Questa tisana è squisita, come sai che mi piace?-
-Ho le mie fonti…-sogghigno.
-C-come avete fatto a passare senza essere viste?-
Domanda BB che non ci capisce più nulla. 
-Credi che due streghe del nostro livello non abbiano i loro mezzi- rispondo beffarda alla sua domanda.
-Abbiamo volato- risponde sirena schietta indicando la finestra aperta con la coda, mentre sorseggia la bevanda.
<<addio al fattore mistero>>
-Oggi sei di pattuglia tu Corvina- mi fa notare Robin.
-Lo so, lo so, il tempo di bere la tisana e vado-
-Anch’io tolgo il disturbo- aggiunge un po’ imbarazzata Sirena.
-No, tranquilla nessun disturbo- dice Cyborg.
-Davvero non posso fermarmi, ho le prove da fare per lo spettacolo e poi ho indosso solo quest’abito da sera-
-Quale spettacolo?- domanda Stella.
-Il Flauto Magico di Mozart, siete tutti invitati- risponde lei con un sorriso.
-Vuoi che ti porti a casa?- domanda Cyborg.
-No, grazie. Posso fare da me- risponde mutandosi in forma alata.
-Sei davvero uno schianto- dice Robin guardandola bene, e guadagna dosi una gomitata da Stella ingelosita.
-Grazie, sei gentile…allora io vado, un buon giorno a tutti, e grazie per la fantastica serata tesoro- dice dandomi un bacio in fronte, arrossisco perché tutti gli mi stanno guardando.
-Aleabus Jactantes!- esclama disegnando un cerchio per aria con l’ala.
Un portale si apre al centro della sala.
-Allora hai sempre potuto venire quando volevi!- esclama Cyborg che ne aveva passate tante a trasportarci da isola a isola.
-Anche a me piace l’idea della “fuga romantica”- ribatte lei sparendo nel portale che si chiude alle sue spalle.
-Io vado a pattugliare- dico cercando di sottrarmi alla situazione.
-Sicura di essere in forma, non hai dormito troppo poco con la tua “amichetta”?-
Risponde sogghignando il mezzo robot.
-Non è successo nulla!- gli ringhio in faccia prima di andare sul tetto della Torre per iniziare la pattuglia aerea.

ammettetelo...il titolo vi ha fatto prendere un colpo.
era un falso allarme...per ora.

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Capitolo 19
*** Malattia ***


CAPITOLO 19- Malattia
 
-Corvina! Attenta a Iella!-
Gli Hive Five ci stanno attaccando.
Beep- beep
Il comunicatore segnala una chiamata di Sirena.
-Paloma, non è il momento-
-Corvina…non mi sento tanto bene… ho bisogno di aiuto-
-Adesso proprio non posso sono sotto attacco, vengo appena ho finito, cerca di resister…AA!-
 
<<dannata strega dai capelli rosa>>
Mi sanguina il naso e non riesco e fermare l’emorragia.
-Mi hai rotto il naso, maledetta!- le dico mentre i poliziotti la portano via.
-Si vede che sono fuori allenamento, cercavo di spezzarti i denti!- risponde lei.
 
<<che male>>
Mi fisso davanti allo specchio col grosso cerotto sul naso.
<<spero non mi resti il segno, non vorrei restar sfigurata in una scaramuccia contro gli Hive Five, chissà se Paloma può prestarmi il suo unguento curativ…Paloma!>>
 
Arrivo a casa sua più svelta che posso, mi sono scordata di lei, sono passate due ore da quando mia ha chiamata.
-Paloma! Paloma! Sono io, sono qui. Dove sei?-
Nessuna risposta, sento solo un fievole lamento.
Ecco! Un lampo magico colorato provenire dal corridoio superiore.
Salgo le scale e la vedo.
È stesa a terra, di un pallore mortuale, la faccia è circondata da una pozza di vomito che le impiastriccia i capelli ramati, riesce appena a sollevare la testa guardandomi con occhi spenti.
È disidratata!
-Acqua…- mormora appena, prima di riappoggiare la testa al suolo.
Subito le rovescio addosso un bicchiere d’acqua, lei trae un respiro a pieni polmoni come se poco prima stesse per soffocare.
-Ti porto subito alla T-Tower, ti prego scusami, sarei dovuta venire subito, maledizione…-
 
- Sicuro che stia bene?-
-Tranquilla Corvina, è solo un intossicazione alimentare, ma con un paio di lavande gastriche sarà come nuova. Il vero rischio lo ha corso rimettendo gran parte dei suoi liquidi, il suo organismo ha bisogno di molta più acqua del nostro.- risponde il mezzo robot.
-Dici che è meglio chiamare un medico o un veterinario?-domanda BB.
-Un medico, che domande! Stiamo parlando di una persona!-gli rinfaccio scioccata dalla domanda idiota.
-Credo che per alcuni giorni farebbe meglio a stare molto tranquilla- aggiunge Cyborg.
-Non può tornare a casa, non ha nessuno. Robin possiamo ospitarla finché non si riprende?-supplico il mio leader.
-Non lo so Corvina, dove potrebbe stare?-
-Nella vasca, ha bisogno d’acqua. Ti prego… non posso lasciarla adesso che ha bisogno di me-
-E se andassi tu da lei?- propone quello.
-Anche la squadra ha bisogno di me-
-Mmm…e va bene, ma qualcosa mi dice che ci darà problemi-
-Ti assicuro che non succederà-
 
Entro nel bagno, lei è immersa nell’acqua calda.
È ancora molto pallida e da un giorno che non fa che rimettere, finalmente sembra non avere più nulla nello stomaco.
La osservo, la testa sporge fuori dall’acqua fino al naso, la coda che pende inerte dal bordo opposto, ha un colorito verdognolo e non sembra affatto a suo agio.
-C-Corvina…?-
-Ciao Pa, mi hai fatto prendere un colpo, pensavo ti fosse successo qualcosa di grave, ma Cyborg dice che presto starai meglio-
-Questa vasca è troppo piccola- si lamenta.
-È l’unica che abbiamo, noi non ci nuotiamo dentro; hai avuto un’intossicazione alimentare,  si può sapere cos’hai mangiato?-
-Non ricordo…mi sembra solo un frullato-
-Sei allergica a qualche cibo?-
-Sì, non posso mangiare le noci-
-Pensi che ce ne fossero lì dentro?- chiedo accarezzandole la testolina dal bordo vasca.
-Ancora acqua calda- dice con una vocetta da bimba malata.
Cerca di prendere tempo.
È così infantile a volte.
Apro il rubinetto –Rispondi. C’erano delle noci?-
-No. Sono sicura, l’ho fatto io-
-Allora cosa c’era dentro?- dico dolcemente.
-Prometti di non sgridarmi?-
-Uff…va bene, non ti sgriderò-
-Ho frullato circa due chili di bacon, uova e formaggio fritti…-
-ALLA FACCIA!!! Potevi farti scoppiare il fegato! Ti sta sol bene la lavanda gastrica!- esclamo allibita.
-Mmhh…lo sapevo che mi avresti sgridata…non la voglio fare la lavanda gastrica-  si lamenta mettendo la testa sott’acqua.
-E invece ne farai due, hai tutto l’intestino otturato, così impari ghiottona!-
-La lavanda gastrica nooo…- piagnucola.
-Preferisci un clistere?- le dico stufa dei suoi capricci.
-Mangerò le prugne, digli di non chiamare il medico-
-Ma che prugne; ci vorrà ben altro per rimetterti in piedi!-
-Non la voglio fare, sono una sirena che ne sa lui di come funziona il mio corpo?- continua a ripetere con la sua vocetta da bimba.
-Paloma, smettila di fare la capricciosa adesso! Non sei una bambina, sei una ragazza e devi pensare a quello che fai!- la rimprovero.
-Ecco lo sapevo! Ti sei arrabbiata, adesso mi sgridi, e poi io sto male anche dentro oltre che fuori!-
Sbuffo, non posso vederla triste quando si comporta come una piccola bambina frignona.
-Ok, la smetto di sgridarti, datti una ripulita ai capelli che tra poco arriva il medico-
-No, digli di non venire! Se mi ami mandalo via-
-Perché non vuoi il dottore?-
-Perchè…i medici…- sussurra con le guance rosse d’imbarazzo.
-…mi fanno paura-
Sorrido divertita.
-Non hai nulla da temere dai dottori-
-Ti toccano tutta, fanno strani esami, ti propinano medicine dal sapore orrendo, non fanno che borbottare parole più strane dell’elfico e poi…la lavanda gastrica…mi vergogno, e faccio pure la figura della golosa-
-È inutile che ti lamenti, te la sei cercata e poi tu sei golosa, anzi ingorda-
Lei mugugna contrariata rigirandosi nell’acqua.
 
Arriva il medico con l’infermiera, non credono a quello che stanno per fare.
 
-No, aiuto! Mi stanno torturando! Vi prego aiuto! Lasciatemi! Nooo!!-
Paloma non fa che urlare ma è troppo debole per opporre resistenza, però riesce a infradiciare me e Cyborg che la teniamo ferma oltre al dottore e all’infermiera, infine riusciamo a infilarle il tubo dentro.
-Grazie mille, ora potete andare- ci dice il dottore.
-Tu sta tranquilla, presto sarà tutto finito- le dico guardando il suo sguardo sbarrato all’idea di essere lasciata sola col medico.
Chiudo la porta.
 
-Senz’altro una paziente difficile, mi ha morso due volte, a sono riuscito a svuotarle buona parte dell’intestino, dovrò tornare tra tre giorni per la seconda lavanda gastrica e alcuni esami intestinali. Datele da mangiare solo verdura come cavoli e verza bolliti o frullati, magari una purga aiuterebbe, e dannazione, ditele di non mordere più o sarò costretto a bloccarle la mascella-
Dice il medico massaggiandosi due dita fasciate.
-Ci scusi per il disturbo Dottor Errius-
-Di niente, è stato un onore, e un onere, lavorare per i Teen Titans-
 
-Era così terribile?- le domando seduta sul bordo della vasca.
-Mi hanno messo un tubo giù per la gola- risponde visibilmente contrariata.
-B’è tu l’hai morso-
-Due volte, e lo rifarei! Se prova a sfiorarmi di nuovo gli stacco un dito!-
-Sono quasi le nove, te la senti di mangiare qualcosa?-
-Bleha! Mi avete appena tirato fuori dalla gola tutto quello che avevo dentro, sì ho fame, ma non voglio mangiare nulla-
-Povera la mia piccola sirenetta col sederino otturato-
-Hey!-
-È vero, no?-
-È anche imbarazzante!! Poi è anche vero che te ne stai per mezz’ora con le gambe aperte a farti infilare dentro chissà cosa dal ginecologo, io però non lo sventolo a quattro venti-
-Perché, tu non vai dal ginecologo?-
-No, non ci vado- risponde impettita.
-Fai male, dovresti fare dei controlli medici-
-Uno: ho paura dei dottori, Due: non mi va che un uomo si metta maneggiare tra le  mie gambe e Terzo: io sono una sirena, il mio corpo è diverso, loro non ne sanno nulla-
-Rischi di diventare sterile-
-Lo diceva sempre anche Shakewave. Sai che tragedia. Nel caso te lo fossi scordata sono lesbica, i figli non sono nel mio futuro, e anche se decidessi di averne sarebbe la mia partner a dover partorire-
-Ah, quindi toccherebbe a me?!- ribatto.
-No, io non voglio figli- risponde molto semplicemente.
-Vado a prendere un libro da leggere, vuoi qualcosa anche tu?-
-Vorrei un cuscino, qui è scomodo e magari un libro con le figure-
-Con le figure?-
-Adoro le illustrazioni- sorride.
Toc toc
-Chi è?-
-Non so come dirvelo ragazze, ma io dovrei andare in bagno!-
-Questo è il bagno della Torre! Non ci avevo pensato!- mi tiro una pacca sulla fronte. 
-Intanto vai in quello in camera di Robin, penserò a una soluzione- rispondo al mutaforma.
 
Il giorno dopo ho trovato la soluzione, il bagno di Robin è momentanea mente bagno pubblico.
Semplice.
Ma sono certa che Robin si vendicherà…
 
-Ciao piccola, come ti senti oggi?-
-Come vuoi che mi senta, il corpo duole ma l’animo è forte, però ho fame!-
-Lo sospettavo, ti ho preparato qualcosa di buono-
-Cos’è? Una torta?-
-No, il dottore ha detto niente cibi dolci e grassi, ti ho preparato un bel frullato di crusca-
Lei annusa schifata il liquido.
-Blea! Non mi và il cibo verde. Voglio un frullato di bacon e formaggio-
-È stato proprio un frullato di bacon e formaggio a ridurti così, bevi!-
-No, voglio la ciccia!-
-Ho detto bevi!-
-NO!- risponde ficcando la testa sott’acqua.
-Smettila di fare i capricci!-
Lei risponde spruzzandomi l’acqua in viso.
-Allora te la sei cercata!- l’afferro per le spalle cercando di tirarla fuori.
-No, lasciami!-
-Bevi quel dannatissimo frullato!-
-Non voglio!-
-O lo bevi tu o te lo faccio bere io a costo di iniettartelo nelle vene!!-
Con uno strattone lei  mi fa cadere dentro la vasca.
Lei è al mio fianco e mi guarda sorridendo beffarda mentre io sono completamente bagnata.
Respiro profondamente e adagio cercando di calmarmi.
-Va bene, se non vuoi la crusca vedrò darti qualcosa di leggero, come il prosciutto-
-Con le buone maniere si ottiene tutto- risponde chiudendo gli occhi e lasciandosi scivolare nella vasca.
Adesso ti faccio vedere io le “buone maniere”!
-Prima però me lo dai un bacio?- le domando dolcemente.
Lei emerge appiccicandomi le labbra sulle mie, e io ricambio il gesto sputandole in gola il frullato con cui mi ero riempita la guance mentre non guardava.
-PUAH! Che schifo! Non so se era peggio il sapore della crusca o sapere che me l’hai sputata in bocca! Che schifo! Che orrore! Arg!! Sei disgustosa!-
-Non farla tanto lunga, sappiamo entrambe che quella lingua si è infilata in posti ben peggiori-
Lei incrocia le braccia mettendo il muso.
-Non mi ami più come una volta-
-In un modo o nell’altro dovevi berla- mi limito a rispondere.
-Antipatica- sbuffa lei, ma in fondo in fondo è divertita, si mette sempre a fare la bambina capricciosa quando le và di essere pregata…e un po’ sgridata.
 
Tornò il medico, stavolta Sirena fu davvero esasperante: cacciava urla terribili, si agitava, si contorceva, sgusciava per cercare di sottrarsi all’operazione… ma il peggio venne quando finita la lavanda gastrica il medico ci incaricò, perché lui non voleva più saperne di quella furia isterica, di farle assumere una certa medicina…
E quando ci riuscii non mi parlò per tutto il giorno…
 
La faccia di Paloma era coperta fino al collo dalle lenzuola candide, gli occhi azzurri e vispi ci fissavano con odio, le sottili sopracciglia aggrottate, le spalle incurvate la facevano sprofondare nel letto, le penne arruffate indicavano l’evidente malcontento, le gambe erano avvinghiate tra loro, serrate in modo ferreo sotto le coperte, col terrore di cosa sarebbe successo se le avesse riaperte.
-Vi odio tutti-
-Mi dispiace ma…-
-Non vi perdonerò mai-
-Cerca di capire…-
- Grrr…La supposta mi avete dato! Maledetti, la supposta! E pure grossa!-
-L’abbiamo fatto solo per il tuo bene- le dico dolcemente.
-Mi avete profanata- borbotta imbronciata.
Adesso è arrabbiata ma presto le passerà.
Almeno spero…

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Capitolo 20
*** Ricatto ***


CAPITOLO 20- Ricatto
 
Dopo quell’episodio passano alcune settimane d’inferno, non riesco mai a vedere Paloma,  impegnata come sono a combattere la malavita che da quando si sono sciolti i Five Storms, che si erano presi la briga di liberarsi della concorrenza, sembra essere incrementata, specialmente i criminali di strada come Mumbo Jumbo, Control Freak, Jhonny il rancido, e quelli che sono criminali per profitto.
Ma anche i cattivi per vocazione tornano a farsi sentire, sventiamo un piano malefico della Falena e, non ne abbiamo la certezza però, sembra che Slade sia tornato in circolazione dopo essere sparito con Terra.
Ma finalmente arriva il gran giorno, la sera della prima del Flauto Magico.
La chiamo.
-Ciao Paloma, sono Corvina, sei emozionata? So che ultimamente sono stata un po’ impegnata ma ti prometto che stasera ci sarò-
-Lo spero tanto, certo che potresti anche sforzarti di chiamarmi in qualche modo più tenero, tipo “amore mio” o “luce dei miei occhi” magari “mio sole e mie stelle” sarebbe molto più romantico-
-Sai che non amo i nomignoli, neanche “Corvy” o “tesoro”-
-Ma tu sei un tesoro, un tesoro di ragazza, sei il mio tesoro- risponde trillando.
-Ho trovato il tuo nomignolo amoroso…Gollum-
-Sai essere davvero antipatica quando ti ci metti, forse dovremmo finirla qui!- risponde indispettita.
-Scusa “picci picci” mi perdoni “mia luna”, vero che lo fai “zuccherina chiocciolina pucci-pu”?- le dico ironica.
-Pronto Corvina? Dev’essere caduta la linea per un momento ho sentito qualcuno realmente innamorato dall’altro capo del telefono-
-Ma tu sai che io ti amo, vero?- rispondo quasi ridendo.
-E tu sai che ogni giorno senza di te è come una pugnalata al cuore, e ogni giorno con te fatico sempre di più a non gettarti a terra coprirti di baci ogni millimetro di pelle dalle orecchie alle dita dei piedi? Che non so come faccio a trattenermi dal fare una doccia di fiori con te?-
-Adesso basta, mi metti in imbarazzo-
-E tu mi ecciti- risponde con tono di chi a voglia.
-Ne riparliamo; che mi dici dello spettacolo?-
-Il direttore è stato gentilissimo a procurarsi l’attrezzatura necessaria per permettermi di muovermi liberamente in scena. Gli ho parlato della mia intenzione di rivelarmi a fine spettacolo, lui ha acconsentito, primo: perché è certo che con la mia voce sarà un successone, secondo: perché lavoro solo a queste condizioni, terzo: perché come prima volta mi sono offerta di cantare gratis.
Lo ho assicurato che voi garantirete per me, lo farete giusto? O rischio la galera-
-E te la meriteresti! Ma se ti sbattono dentro non potrò più vederti, perciò sta tranquilla, nessuno ti toccherà-
-Grazie , sei un tesoro, vorrei tanto che tu fossi qui, sai sono stesa sul letto e non ho altro che una vestaglia aperta addosso, vorrei sfiorare il tuo corpo apollineo, quanto vorrei che tu fossi qui ad accarezzarmi, a baciarmi, ad amarmi…-
-Davvero adesso smettila; ora mi stai eccitando tu-
-Scommetto che sei avvampata sopra…e bagnata sotto- aggiunge maliziosa.
-Dimmi solo a che ora c’è da venire in teatro- taglio corto.
-Ad una condizione- dice con tono beffardo.
-Sentiamo-
-Voglio che tu mi prometta che domattina, tu verrai a casa mia e…-
-E cosa?- dico un po’ spazientita-
-E posi nuda per me-
-C-cosa?!- rispondo imbarazzata.
-Voglio farti un ritratto distesa nuda sul mio letto, così avrò di che consolarmi quando sei impegnata col “lavoro”. Ritraggo nude tutte le mie fidanzate, ma tu devi essere perfetta su una tela ad olio-
-Dai non scherzare, Paloma!-
-Non sto scherzando o me lo prometti o io non ti dico l’orario-
-Guarda che ci rimetti tu se io non vengo-
-Non mi inganni. Se vuoi sapere a che ora venire a teatro posa nuda per me; prendere o lasciare-
Mezza imbarazzata, mezza esasperata…un poco compiaciuta rispondo.
-E va bene, accetto ma solo perché tanto mi hai già vista mezza nuda…e perché ti amo-
-Inizia alle 8:30, sii puntuale- aggiunge prima di chiudere la chiamata.


le cose iniziano a farsi..." interessanti"

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Capitolo 21
*** La Regina della Notte ***


CAPITOLO 21- La Regina della Notte
 
Arriva la sera.
-Cerca di stare composto BB!- lo rimprovero.
-E aggiustati lo smoking, è una serata importante, vi ho detto cosa succede dopo lo spettacolo-
-Ma questo vestito è così scomodo!- si lamenta il mutaforma.
-BB ha ragione, è proprio necessario?- fa notare Robin.
-Non ti ci mettere anche tu, e ringrazia Azar che ti lascio tenere la maschera, sembrate un branco di bambini, Stella è l’unica disposta a vestirsi un po’ elegante- continuo a lamentarmi mentre mi aggiusto il vestito da sera blu che uso per l’occasione.
-Andrà tutto bene Corvina, tranquillizzati-
-La mia ragazza rischia di venire arrestata! No, non sono tranquilla. Piuttosto sei sicuro che la scagioneranno?-
-Il capo della polizia me l’ha assicurato, non rischia niente, se accetta di pagare una multa e di scusarsi pubblicamente, visto che ha restituito tutto-
-Lo sai vero che se le chiedono dei suoi compagni non collaborerà, vero?-
-Dille che se glielo chiedono sono partiti tutti per il Messico abbandonandola-
Cyborg entra nella stanza.
-Possiamo andare? Sono le 8:15 e questo vestito mi sta uccidendo- commenta il mezzo robot allargandosi il colletto della camicia.
-Neanche a me piace indossare quest’abito, ma Paloma ci tiene tanto, perciò zitto- lo rimprovero.
-Corvina…- inizia BB –Non è che oggi hai saltato le tue due ore di meditazione?-
-Sì perche? Si nota?! Non importa, partiamo!- ringhio ammutolendo tutti.
 
Entriamo nel teatro, i posti sono riservati sul palco principale, si gode di un’ottima vista da lì; mi dispiace che non mi abbiano fatto entrare in camerino, volevo augurarle buona fortuna, anche se si dice porti male farlo con gli attori.
Si apre il sipario.
Paloma entra in scena alla fine del primo atto, fa la sua comparsa nei panni della Regina della Notte.
È incantevole, un lungo abito nero il cui strascico è attaccato al sipario stesso per dar l’impressione che nasca dallo sfondo, con lunghe piume a spiovente intorno alle maniche, una corona stellata le cinge il capo, una collana a più giri sul collo evidenzia maggiormente il pallore del viso, i lunghi capelli rossi sono tinti di nero e raccolti sopra la testa, oranti da spille argentee.
Dovrebbe essere in forma ittica perché le mani sono in bella vista, eppure durante la sua scena la vedo muoversi in posizione eretta sul palco senza difficoltà.
La spettacolo è entusiasmante, la sua voce cattura l’attenzione di tutti, persino di BB che avrei giurato sui sarebbe addormentato subito, e poco ci mancava se non fosse entrata in scena la Regina.
Dopo la sua apparizione il sipario si abbassa, lei compare anche nella scena seguente, nel ruolo di Tamina, non sembra neanche la stessa ragazza, anziché l’abito delle tenebre ha un umile vestito bianco, i capelli biondi, tenuti all’indietro da un cerchietto dorato, una collana con  un diamante a forma di luna sul petto e la sua pelle è tornata del color pesca naturale.
Il tono solenne della Regina e sparito, si sente la grazia, la delicatezza e il timore della fanciulla rapita solo grazie alla sua voce, il pubblico è rapito dalla sue perfette esecuzioni dei brani, li ha imparati tutti a memoria e in lingua originale.
Ma la meraviglia raggiunge il culmine solo quando lei può finalmente cantare liberamente il suo pezzo forte, si è allenata moltissimo per essere al massimo durante l’opera e finalmente inizia, il sipario si alza le luci diventano blu, e una nebbia sale dal palco, la Regina della Notte torna in sala, seduta su un tetro trono di speroni di ghiaccio argentati, si alza di scatto appena inizia la musica, il costume è pressoché identico salvo che un velo di pizzo nero le copre il viso, e sulla schiena ha un lungo mantello di penne nere.
Il tono è duro, feroce come può esserlo quello di una madre tradita dall’unica figlia.
La voce rimbalza nitida nell’acustica del teatro inchiodando le persone alle poltrone.
 
Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen,
Tod und Verzweiflung flammet um mich her!
Fühlt nicht durch dich Sarastro Todesschmerzen,
So bist du meine Tochter nimmermehr.
Verstossen sei auf ewig,
Verlassen sei auf ewig,
Zertrümmert sei'n auf ewig
Alle Bande der Natur
Wenn nicht durch dich Sarastro wird erblassen!
Hört, Rachegötter, hört der Mutter Schwur!
La vendetta dell'inferno ribolle nel mio cuore,
morte e disperazione fiammeggiano intorno a me!
Se tramite te Sarastro non patirà le pene della morte,
non sarai mai più mia figlia
Ripudiata sii per sempre,
Abbandonata sii per sempre,
Distrutti siano per sempre
Tutti i legami della Natura
Se Sarastro non impallidirà tramite te!
Ascoltate, dèi della vendetta, ascoltate il giuramento di una madre!
 
L’apice è raggiunto però solamente quando inizia la complicatissima serie di grida che differenziano il particolare brano, rendendolo uno dei più difficili da eseguire, la tonalità è talmente acuta, che il pomello di cristallo del palco si crepa, nel mezzo dell’ esecuzione il mantello piumato si apre rivelandosi due ali di corvo, Sirena viene sollevata per aria da due corde abilmente camuffate senza interrompere il suo canto, l’espressione dura di rabbia e frustrazione sembra rivolgersi a tutti i presenti nel teatro, due lacrime le rigano il volto diafano alla seconda serie di melodie, io stessa, che pure molte volte l’avevo sentita cantare ne rimango rapita.
Per il resto dei Titans non è diverso, sembra che non esista nulla oltre lei tanto è stupefacente il suo canto ammaliante.
Infine quando il sipario cala sulla oscura sovrana, il pubblico non riesce trattenere gli applausi, e benché l’opera non si finita il chiasso è spaventoso, anche io stessa do un buon contributo applaudendo, seppure evitando le acclamazioni, non che non le meriti ma non sono nel mio stile.
Lo spettacolo riesce a riprende solo quando il pubblico si è sfogato, ma tutti sanno che ormai il meglio è passato.
L’opera giunge al termine, dopo un numero spropositato di applausi viene il momento in cui si presentavano i commedianti.
Il sangue mi si gela nelle vene.
I ruoli vengono presentati uno ad uno, Sarastro, Tamino, Papageno, Papagena, Il Sultano… ma la beniamina del pubblico è ovviamente l’ultima.
Paloma sale sul palco.
Il direttore annuncia a gran voce –Ora dolce ragazza che ci ha incantati con la sua splendida voce…-
Si leva un boato d’acclamazione nella platea.
Mi copro gli occhi con una mano, lasciando però una fessura tra le dita da cui sbirciare.
-Andrà tutto bene- mi rassicura Cyborg notandomi turbata.
Il direttore riprese fiato, l’opera era stato un successo clamoroso, il suo teatro ne avrebbe certamente guadagnato, ma se il pubblico non avesse gradito l’identità del suo astro nascente, anche il teatro avrebbe potuto risentirne.
-…Senza ulteriore indugio la signorina Paloma Harris nel ruolo di Tamina e della Regina della Notte-
Applausi a non finire travolgono la sirenetta.
La poverina si avvicina al microfono con un sorriso imbarazzato, le guance sono rosse per il disagio.
-Grazie, grazie…siete davvero troppo buoni…-dice umilmente al microfono.
Gli applausi però non accennano a fermarsi.
Dopo aver a lungo richiesto il silenzio riesce finalmente a venire ascoltata.
-Vi ringrazio per il vostro appoggio, ma io non merito tutto questo…-
Una voce dalla platea.
-Non è vero! Sei stata incredibile!-
-Sul serio, certo ho una bella voce e vi ringrazio ancore e soprattutto vi chiedo…perdono-
Umilmente si avvicina ancora di più, l’espressione sul volto sembra la raffigurazione stessa del pentimento.
-Io non sono sempre stata una brava persona, c’è stato un periodo buio della mia vita, in cui ho perseguitato questa città…infatti il mio nome è Paloma Harris, ma molti di voi mi conoscono col nome in codice di “Sirena” io sono un ex-membro dei Five Storms, la banda criminale che fino a tre mesi fa terrorizzava Jump city-
Detto questo si sfila con un gesto quella che sembra una gonna a spiovente, rivelando la coda dalle ampie pinne, un impalcatura a rotelle la sosteneva per la vita consentendole di muoversi in posizione retta.
Lo stupore generale invade il teatro.
Ovunque si odono esclamazioni di sorpresa e anche qualche frase poco cordiale.
Sirena ancor più a disagio di prima continua il suo discorso con aria afflitta.
-Vi chiedo scusa per tutto quello che ho fatto, per favore perdonatemi, pagherò per le mie azioni, ve l’assicuro, ho già restituito tutto quello che avevo sottratto e posso giurare di non aver mai fatto del male ad alcun civile.
Voi non conoscete la mia storia, vi chiedo perciò di non giudicarmi per quello che ho fatto, sono pentita e cerco di ricominciare una vita onesta, ma per farlo vorrei innanzi tutto avere il vostro perdono. Grazie per avermi ascoltata-
Così conclude il discorso, ne aveva preparato uno molto migliore, ma quelle parole le erano uscite dal cuore.
Il mormorio si scatena nel teatro.
-Perdoniamola, si è chiaramente pentita-
-No! Deve pagare per i delitti che ha commesso con la galera, la legge è uguale per tutti-
-Cosa ne vuol sapere lei di cos’è giusto ho sbagliato!-
-Esatto, non sappiamo quante ne abbia dovute passare quella poveretta-
-Se ben ricordo se la passava bene coi suoi amici mostri a spese nostre!-
In poco tempo il caos s’impossessa del locale.
Il capo della polizia anch’esso a teatro, sale sul palco.
-Silenzio! Silenzio ho detto! O vi denuncio tutti per offesa a un pubblico ufficiale!-
A rilento il commissario riesce a ottenere l’attenzione generale.
-Questa ragazza ha commesso molti crimini e meriterebbe di finire in prigione…-
Paloma mi lancia uno sguardo disperato.
-Robin! Fa qualcosa!- dico strattonando il ragazzo.
-Tranquilla, tra me e il commissario c’è un accordo- risponde lui.
Il capo della polizia riprese a parlare.
-Tuttavia lei si è costituita di sua iniziativa, ha restituito la refurtiva, non ha effettivamente fatto male a nessuno e vi ha pure chiesto perdono…penso che si potrebbe optare per una pena più leggera-
-Stia zitto lei! Non è un giudice, non può decidere la pena della ragazza!-
Il caos sta per ripartire da capo, quando Robin fa un cenno a Stella.
Lei lo solleva portandolo sul palcoscenico.
Davanti all’apparizione tutti ammutoliscono.
-Sentite cittadini, io sono Robin l’eroe che ha tanta volte difeso questa città, io e il mio team abbiamo assistito alla scena e dopo averne parlato, e ci impegniamo a garantire per Paloma, ci assumiamo ogni responsabilità delle sue azioni, a patto che cadano tutte le accuse su di lei.
Non dimenticate che siamo noi quelli che si sono ripetutamente scontrati con lei ei suoi compagni, perciò credo che siamo quelli che posso dire di conoscerla meglio, e sappiamo a cosa andiamo incontro- 
La folla ricomincia a mormorare.
-È Robin, non ci consiglierebbe mai male-
-Non ne ha l’autorità-
-Perché tu si signor “boia”?-
Io, BB e Cyborg raggiungiamo gli altri sul palco.
-Ascoltate! Noi abbiamo sempre rischiato le nostre vite per salvarvi, quando avremmo potuto usare i nostri poteri per i nostri comodi.
Ora Paloma si è accorta di aver sbagliato e vuole rimediare, perdonatela! Vi dico perdonatela o parola mia, la prossima volta che Kardia vuole rapire i vostri figli ve la vedrete da soli, noi non siamo tenuti a salvarvi!-
Dico queste dure parole al pubblico sperando di indurli alla ragione.
Il commissario riprese la parola.
-Sentite, voi mi avete scelto per mantenere l’ordine, pertanto data l’autorità di cui sono investito vi propongo una scelta. Se volete che la qui presente Paloma paghi una multa salata, e sia affidata alla custodia dei Teen Titans, e sbattuta in carcere al primo reato commesso, ma lasciata libera e perdonata spostatevi a destra del palco.
Se preferite che la raga…la siren…che lei subisca un regolare processo allora restate seduti, questa è una democrazia e voi siete il popolo, a voi la scelta!-
Per un momento che sembra interminabile nessuno si muove, nessuno fiata, tutti si cambiano sguardi interdetti.
Poi una piccola parte di persone si sposta verso la destra.
-Ringrazio quelle persone che hanno fiducia in me, ma ubbidisco alla legge- tese le mani verso il commissario.
-Mi arresti…- disse a bassa voce, una lacrima le solcava il viso.
-No! Ci dev’essere un altro modo, Robin…- insisto incurante delle persone che mi guardano.
-Ho le mani legate…- mi dice tristemente.
Allora la folla commossa e forse un po’ intimorita all’idea del nostro “sciopero” si alza in piedi spostandosi verso l’ala destra, solo in pochi gruppi restano seduti.
Sono stupefatta, l’hanno perdonata.
-In questo caso, proclamo tutte le accuse cadute a furor di popolo, signorina lei dovrà pagare un’ingente multa per i suoi delitti, e la sua pedina penale non tollera un altro reato, sappia che al primo delitto può considerarsi in galera, ed è affidata alla custodia dei Teen Titans, avrà bisogno della loro autorizzazione per uscire dalla città, ma lei può considerarsi libera- conclude sorridente il commissario.
-Non ci credo!- esclamo sorridendo e rattenendo le lacrime di gioia, già me la immaginavo in prigione.
Paloma non trattiene le lacrime, e felice come una pasqua parla al pubblico commosso.
-Grazie! Grazie infinite. Non deluderò la vostra fiducia, ve lo prometto farò tutto il possibile per rimediare ai miei errori, grazie a tutti voi che mi avete scagionata, e rispetto molto coloro che si sono opposti per il loro senso di giustizia, vi ringrazio ancora-
Il sipario cala sopra di noi tra gli applausi generali.
Poco dopo siamo nel camerino di Sirena.
-Sono libera…ancora non ci credo- non fa che ripetere lei entusiasta.
-È tutto vero- proclama Robin soddisfatto, benché la sua idea fosse stata un fiasco totale, contava solo sulla stima che le persone hanno di lui.
-L’importante e che tu sei con me!- le dico abbracciandola.
Mi stacco da lei imbarazzata.
-Con tutta quella tensione non riuscivo più a trattenermi…- dico per trovare una scusa.
-Lo immaginavo. Cambiando argomento…come sono andata? Dite che mi assumeranno?-
-Puoi giurarci, il pubblico era a dir poco estasiato, l’unico lato negativo e che dopo le tue scene gli altri cantanti sembravano ragliare- risponde BB.
-Che ne direste di festeggiare cantando l’inno della vittoria tamariano?-
-E se invece andassimo al Luna Park?- si affretta a proporre Cyborg ben conscio del pericolo che si correva a far cantare Stella.
-Approvo!-
-Anch’io-
-Idem come sopra- rispondiamo quasi istintivamente.
-Posso suggerirvi di fare un cambio d’abito? Siete vestiti come ad un funerale-
Ridacchia la sirenetta.
-Ci siamo messi in ghingheri per te- le rispondo.
-Non era necessario, non bado a certe sciocchezze- lei, infatti, era vestita molto casual.
Mi arrivano un certo numero di occhiatacce.
 sulla sedia era appoggiato il suo solito panno ricamato per coprire la coda.
-Questo non mi serve più!- esulta lanciandolo per aria.
 
Buon anno a tutti!
p.s Volevo postare un capitolo su capodanno, ma quello che ho scritto a riguardo viene più avanti in ordine cronologico, perciò...

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Capitolo 22
*** La Grotta dei Ricordi ***


CAPITOLO 22- La grotta dei ricordi                                     
 
Dopo esserci cambiati andiamo a festeggiare alle fiera sul molo.
Ma com’è prevedibile i nostri differenti gusti ci separano ben presto.
BB e Cyborg sono andati alle autoscontro.
Stella e Robin alla loro attrazione preferita, la ruota panoramica, l’unico posto di tutta Jump city dove si potesse vedere il fievole bagliore riflesso da Tamaran, il pianeta natale di Stella.
Noi stiamo un po’ in giro a gironzolare, io la spingo per le stradine, lei tutta felice agita la coda come se l’avesse appena ritrovata dopo averla persa.
La gente si volta ancora  guardarla ma lei non ci fa caso minimamente, domani i giornali annunceranno senz’altro il suo rilascio.
Camminando verso la Torre arriviamo fino a un vicolo nascosto dove avevo preparato un sorpresa per lei…svelta ci entro lasciandola indietro
Appena mi raggiunge rimane con la bocca aperta, si trova davanti un’enorme mazzo di papaveri rossi e blu, più grande di un intero cespuglio.
-Buona “scagionazione” Pa- sorrido guardandola.
Lei è senza parole…prende i fiori affondandoci il naso dentro per annusarne al’aroma.
Mi guarda quasi commossa.
-Che dolcina che sei…i papaveri…sapevi quanto ci tenevo, ormai non ci speravo più…-
-Non potrei mai dimenticarmi di te, volevo darteli al tuo debutto, ma non mi hanno lasciato entrare, spero non ti sia offesa- rispondo arrossendo.
-All’inizio ho pensato, per un attimo solo però, che non te ne fossi ricordata…-
-Sciocchina- le sorrido.
Lei fissa i grandi fiori variopinti.
-Che bei colori. Come hai trovato i papaveri blu?-
-Magia. Ho scelto i tuoi fiori preferiti-
-Lo sai che i papaveri son alti alti alti…
e tu sei piccolina, e tu sei piccolina.
Lo sai che i papaveri son alti alti alti…
Ti amo mia Corvina… che cosa ci vuoi far…- sorride dandomi un bacio.
-Il rosso è come i tuoi capelli, come la passione che arde tra noi e il blu è come i tuoi occhi, come il mare che ti piace tanto…-
Lei mi da un grande bacio sulle labbra, tirandomi a sé.
Appena ci separiamo vedo che anche lei è arrossita.
-Ti vendi solo per un mazzo di fiori?- dico sarcastica.
-No di certo. A te mi darei gratis, anzi sarei disposta a pagare.
Avrei voluto che tu mi baciassi da quando ti vidi in quella cisterna, ero già pronta allora.
Sei in assoluto la cosa a cui tengo di più, sei l’unica ragione che mi spinge ad alzarmi la mattina e a continuare questa vita…senza di te non so come farei…-
Che tenera, è così fragile.
-E poi sarei io la “dolcina”. Io ti amo Paloma, e ti prometto che non ti lascerò mai mai, non sarai mai più sola, io sarò qui per te e per sempre-
Dico abbracciandola.
Passeggiamo fianco a fianco fino a tornare al molo dove restiamo travolte dalla massa confusionaria.
Tirandola da parte in un attimo di tregua riesco a parlarle in privato.
-Pa, non mi sembri molto allegra. Ti vedo annoiata. Cosa vorresti fare?- le domando.
-Vorrei essere da tutt’altra parte- mi confessa infine.
-Non stravedo per i Luna Park, ci venivo sempre coi miei amici…allora nessuno osava guardarmi storto…ma ora è diverso mi portano alla memoria solo tristezza, io voglio bene ai Titans, ma non li sento vicini a me…non li vedo come la mia famiglia, sono la tua e noi non siamo sorelle-
-Mi dispiace, vuoi che ti porti a casa?-
-Si grazie, vorrei anche farti vedere una cosa…- stranamente non c’è nel suo tono quella solita punta di malizia, non credo che intendesse fare un doppio-senso.
 
Lasciamo gli altri a divertirsi, noi ci rechiamo alla villa sulla spiaggia.
Giusto il tempo di riposarci dieci minuti e subito mi trascina di nuovo in spiaggia.
La luna è bellissima.
-Vieni- dice immergendosi in uno specchio d’acqua esterno.
Un po’ diffidente la seguo.
Percorriamo un canale sotterraneo che sfocia in una grotta sottomarina.
-Questa è la Sala dei Ricordi- mi dice accendendo una fiaccola sul muro.
La luce rischiara la stanza, un bacino d’acqua limpida è al centro della grotta, una mensola con strane polveri è l’unico mobile della stanza, l’intera parete rocciosa è incastonata di gemme variopinte che riflettono in raggi multicolori la luce del fuoco.
Sono senza parole.
Mutandosi esce dall’acqua.
-È qui che conservo tutti i momenti più belli della mia vita- continua lei.
Lei cammina verso il bacino, lisciandosi le penne arruffate.
La seguo.
-Nessuno a parte te sa della sua esistenza, nemmeno Yeti o Ursula, neppure Katy lo sapeva, sei la prima che entra nel mio Sancta Sactorum-
Afferra un vasetto dalla mensola, prendendo una manciata di cenere.
-Queste sono le polveri del fuoco che bruciò l’antica Roma, hanno una particolare proprietà, permettono di far rivivere i ricordi passati come se fossero appena successi, stesse emozioni, stesse sensazioni, tutto uguale.
Ma non puoi cambiare nulla, il ricordo sarà sempre uguale.-
-Ci vuole una magia molo potente per questo- commento cercando di non far capire troppo il mio interesse.
-Esattamente, io trasferisco una copia dei miei ricordi in questo bacino, a me resta il ricordo normale, e può svanire col tempo, ma in questo bacino resta perennemente la copia indelebile, a patto che nulla di mortale contamini l’acqua.
Basta versarci le ceneri di Roma per poterli rivivere-
Dice lasciando cadere una manciata di cenere nell’acqua.
Vengo avvolta dalla nebbia, mi ritrovo sullo scoglio dove ci siamo date il nostro primo bacio, è proprio quel ricordo, solo che lo vedo dal punto di vista di lei, sento il suo amore verso di me, la sua tristezza e l’incertezza, non posso interagire è la magia a muovermi come Sirena nel ricordo, mi bacio con me stessa del ricordo, sento la gioia che provava lei, infine il ricordo finisce.
-Incredibile-
-Esatto, chi conosce questo posto mi ha praticamente in pugno, mi sto dando a te, spero che non ne approfitterai, vero?-
-Non temere, non potrei mai farlo-
Lei sorride rasserenata.
-Paloma, come fai a trasferire e a scegliere i tuoi ricordi?-
-Occorre pronunciare la formula di rito, “Praesti moneo digi toorium” e guardare nel centro dell’acqua, il ricordo si trasferisce da se, e non può più venire rimosso a meno che non si distrugga l’intero bacino. Per vederli devi toccare il centro dell’acqua con una penna d’immortale, di Fenice.
Lei prende una penna colore del fuoco dalla mensola toccandone con la punta il mezzo del bacino, si genera un gorgo e migliaia di figurine appaiono all’interno per poi uscire e  iniziare a girare tutto intorno a noi, le osservo, la vedo insieme a Ursula apprendere la magia, la vedo giocare coi suoi amici, la vedo dipingere, la vedo piangere, la vedo cantare sotto la doccia, la vedo nuda abbracciata a Katy, la vedo nelle tante battaglie sostenute coi suoi compagni…e in fine vedo anche i nostri ricordi, il primo incontro, quando mi ha salvato, il bagno insieme, il primo bacio…tutto.
-Questi sono i ricordi, in ordine cronologico, ho trasferito solo quelli belli, ma anche alcuni tristi, bisogna afferrare con la penna quello che si vuole rivivere e metterlo nell’acqua, senza toccarlo.
Afferrando un ricordo di lei e i Five Storm lo trascina al centro del gorgo e tutto svanisce in un istante.
Poi tutto torna come hai visto, si mette la cenere e si rivive il momento, che resta al centro finché non lo cambi, il nostro primo bacio era lì da un paio di settimane…adoro quel momento-
Resto ferma a guardare tutto quello che succede, avevo sentito di simili incantesimi, e avevo provato a realizzarli, ma mi mancavano i mezzi.
-Vuoi vedere un ricordo?- mi propone passandomi la penna di Fenice.
-No, questi sono i tuoi ricordi, è bellissimo che tu mi abbia portato qui, vuol dire davvero che ti fidi, ma non era necessario, sappi che io non verrò mai a curiosare tra i tuoi ricordi, te lo giuro- le do un bacio sulla bocca stringendola a me.
-Ero sicura di potermi fidare di te- dice commossa.
-Sei davvero troppo tenera se basta così poco a farti piangere-
-Non piango- risponde tirando sul col nasino, passandosi una mano sugli occhi per togliersi le lacrime che affioravano e facendo l’offesa per non cedere alla commozione.
-Dai torniamo su- le dico accarezzandole il volto.
Emergiamo dall’acqua all’esterno, è buio fuori.
-Guarda che bella la luna- esclama fissandola.
-Sì davvero splendida-
Il disco celeste è leggermente coperto da qualche nuvoletta, ma splende in maniera incredibile di luce argentata.
Mi trascina dove l’acqua è più bassa.
Lei può stare in piedi sulla coda e io non affondo di troppo.
-Balliamo?-
-Cosa?-
-Dai, è bello- sorride con degli occhi incantevoli.
-Non so ballare…-
-Ci riesco io che ho la coda, non è difficile, lasciati trasportare…-
Mi prende le mani iniziando a muoversi come strema grazia, conducendomi come se fossi una marionetta priva di forza e volontà.
Senza che dica niente mi bacia, poi torna a fissarmi sorridendo velata.
Dalla sua bocca escono delle bellissime note che ti scaldano il cuore
 
-Pazzo il mondo pieno d'amarezza
intrappolata come un pesce in una lenza
rimasta appesa all’amo per un labbro insanguinato
ho resistito poi il mio cuore è sprofondato
Ma tu m’hai ritrovata,
col fiato mi hai scaldata,
e poi mi hai liberata...

Caro il mio amore sprecherò il tuo nome
 sui muri di un quartiere, sul vetro di un portone
com'è lunga questa strada
nascosta sotto i fari,
sarà come credevi,
sarà quel che aspettavi...

Caro il mio amore sarai mai consumato
da questo sguardo triste che un giorno hai ricambiato,
era nel fresco di una sera
sul ciglio dell'estate
ricordi che risate... –
 
-Ma che stia cantando?- sorrido.
-Niente, improvviso. Dai segui la mai voce, canta con me-
Un po’ imbarazzata mi lascio convincere e inizio a imitarla.
 
- Caro il mio amore mi stringi che fai male
Non voglio più sapere, non voglio mai imparare
ho tutto quello che mi serve,
i tuoi capelli sul cuscino,
vederti da vicino...
 
Nel giro delle danze perdiamo l’equilibro finendo in acqua , ci rialziamo ridendo della nostra goffaggine, eppure nessuna delle due è di stazza imponente.
-Ora penso che farei meglio ad andare a casa, quando si è un eroe non si può dormire fino a tardi- le dico.
-Sì forse è meglio…però domani vieni! Ricordati la promessa-
-A proposito, se lo fai perché ti manco, non potresti rivivere qualche bel ricordo di noi due piuttosto che farmi un ritratto?-
-Corvina, non si può vivere nel passato- sorride lei.
-Devo proprio?...- le chiedo mogia.
-Sì, l’hai promesso- risponde lei felice.
-Ti prego…-
-Io ti prego…- risponde lei.
-Uff…e va bene, leviamoci il pensiero- cedo alle sue moine.
-Grazie, grazie, grazie- trilla abbracciandomi a se.
-E mi raccomando…sii puntuale-
Lei resta sulla spiaggia finché può vedermi, poi rientra…
Cosa non farei per lei…mi ha davvero cambiata, in meglio però.
(Petra Magoni “pazzo il mondo”)
 
 

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Capitolo 23
*** Ogni promessa è debito ***


CAPITOLO 23- ogni promessa è debito
 
Arrivo in ritardo al mio “appuntamento” con Paloma.
I codici d’accesso sono disattivati, supero la recinzione, che si chiude alle mie spalle, entro nella casa e non vedo nessuno.
Sento la sua voce.
-Sei in ritardo. Sono qui nel salone vuoto, spogliati e raggiungimi, o rischio di non finirlo in tempo e allora dovrai ritornare-
Mi spoglio del top nero rassegnata al mio destino, slaccio il reggiseno, sfilo le mutandine e avanzo verso salone vuoto, ossia la vecchia camera occupata da Yeti, immensa, ora del tutto vuota.
Nuda e depilata, faccio un respiro ed entro nella stanza illuminata dalla luce che entra dalle immense finestre a specchio, ci trovo dentro un divanetto, una tela coi colori e…Paloma seduta su uno sgabello alto con addosso solo un abitino rosa a pezzo unico di seta trasparente.
-Stenditi pure sul divanetto- dice con un sorriso innocente.
-Perché sei vestita così “intima”?-
-Non è facile posare nudi, lo so perché l’ho fatto, era per metterti più a tuo agio- risponde serena.
-Se vuoi mi spoglio così non sarai imbarazzata…-aggiunge maliziosa.
-No…resta pure vestita e inizia a dipingere…una cosa veloce, ok?-
-Mi piacerebbe, ma se tieni gli occhi incollati su di me il quadro non rende, cerca di assumere una posa un po’ sensuale- risponde ironica per come la guardo…occhiate predatrici.
Distogliendo lo sguardo dall’incantevole visione accavallo le gambe l’una sull’altra, una mano appoggiata sul seno l’altra dietro la testa.
-Molto bene, ma china un po’ il mento e inclina di più la coscia-
Col volto rosso assumo la posizione richiesta.
-Splendida, perfetta, ora resta ferma-
Inizia lo schizzo con la matita, poi in poco tempo passa ai colori, cambia pennello in continuazione, mi guarda di continuo e io mi sento sempre più imbarazzata, cerco di concentrarmi sulle sue nudità, nascoste appena da un sottilissimo telo che non copre assolutamente nulla, per smettere di arrossire, i seni sono rosei e abbondanti, alti, sodi e sicuramente morbidi.
La schiena discende lineare fino ai glutei tondi e perfetti, appena sotto quelle invitanti colline inizia la coda da pesce, dal davanti si vede il corpo perfettamente formato e armonioso fino all’inguine, lì inizia la coda squamosa, ma morbida, poco prima di dove una ragazza avrebbe…b’è lo sappiamo tutti com’è fatta una sirena.
È svelta e aggraziata nei movimenti, il pennello sembra danzare sulla tela, aspetto immobile per un ora nel più completo silenzio.
Poi lei mi parla.
-Ho finito il volto e il corpo, ora sono alle gambe, se vuoi possiamo parlare, e apri di più le cosce, mi sono accorta che le hai richiuse-
Obbedisco contro voglia.
-Perché devo posare proprio nuda? Non andava bene inintimissimo? Ora se qualcuno entra in camera tua si troverà una tela di 60 X 120cm di me nuda che metto in mostra le mie parti femminili-
-Chi vuoi che entri nella mia stanza a parte noi- sbotta lei.
-Comunque, se può farti piacere, potrei appenderlo da qualche altra parte, forse nel bagno, o magari proprio sul letto e lanciarci un incantesimo d’occultamento, così in non-maghi non lo vedrebbero, ti va?-
-Ho già acconsentito a posare nuda, e devo anche vedermi appesa a un muro? Non puoi intanarlo da qualche parte e lasciarlo nascosto?-
-Perché fare un dipinto se poi devo nasconderlo? Tanto vale chiederti di spogliarti dal vivo, che almeno sei tu, un quadro va esposto se no perde il suo senso- dice con tono scherzoso.
-Non lo farai vedere a nessuno, vero?-
-Al massimo a qualche amico, o critico d’arte che poi lo esporrà in un museo- risponde con ironia.
-Se scopro che qualcuno l’ha visto faccio un macello!-
-Come ti pare, ma smettila di dimenarti-
-Sono immobile- protesto.
-Non è vero, stai muovendo la caviglia-
Mi sono lasciata prendere dal discorso e ho iniziato ad agitare il piede come mio solito quando mi annoio.
-Scusa-
-Tranquilla, non è facile restare immobile per un’ora e tre quarti, nuda per giunta, ma ho quasi finito, mi mancano i piedi-
-Allora posso coprirmi?-
-Perché? È un bel vedere- risponde con un sorriso.
Aspetto ancora pazientemente.
-Ecco! Ho finito, vieni a vedere-
Rapida indosso al biancheria intima nera e vado da lei, così ansiosa di mostrarmi la sua opera.
Guardo il dipinto sulla tela, la pelle lucida, il corpo snello e aggraziato, i seni sodi e le gambe lunghe e armoniose, gli occhi profondi  e le labbra dipingono un sorriso enigmatico che ero sicura di non avere.
-Sono senza parole, io però non sono così bella. Non sono affatto bella-
-E chi te l’ha detto?-ribatte scioccata.
-B’è nessuno si è mai interessato a me in tutti questi anni, mentre Stella, Terra, Bumble Bee e le atre eroine avevano già degli spasimanti, persino Iella che pure è cattiva-
-È una scemenza! Io ti vengo dietro e per te non sono nessuno? La verità e che tu sei difficile da capire, per questo gli uomini declinano su qualcosa di più facile, tu sei complicata ma a me piaci così, non per niente sono femmina- aggiunse con un sorrisetto.
-Comunque per la cronaca tu hai un corpo bellissimo, d’altronde non fai che esercizio fisico ogni giorno, non hai cicatrici o deformità, e i tuoi occhi mi affascinano sempre più… come hai potuto pensare di essere brutta? Sei incantevole- conclude con una carezza.
-Ma non sono così bella, mi hai idealizzato in quel dipinto-
-A dire il vero ti ho fatta più brutta del reale, questo dipinto, che dici stupendo, serve a ricordarmi di te perciò lo fatto meno bello dell’originale, così quando ti rivedo dal vivo ti trovo ancora più bella-
-Lo pensi davvero? Davvero sono bella come questo ritratto?- le dico andandole vicino.
-Lo sei molto di più. Non ti fidi? Preferisci una foto?-
-No, mi fido di te. Certo che sono venuta davvero bene, mi piace come sei riuscita a rendere il grigio perla della mia pelle, sembra così reale, e anche i capelli sono bellissimi-
-A me non piace come ti ho fatto gli occhi per quanto mi sforzi non riesco a disegnarli in modo che mi soddisfino, mancano di quella cosa che rende così speciali i tuoi, ma non so cos’è e poi il colore è troppo spento. Uffi!-sbuffa frustrata dall’insuccesso artistico.
Guardo attentamente l’iride viola del dipinto.
-In effetti l’occhio non ti è venuto benissimo- commento.
-Hai capito “Michelangelo”?! Fattelo te un ritratto se sei capace- risponde scherzando colpendomi il naso con la punta del pennello macchiata di viola.
-Hey!-
A sua volta colpisce il suo nasino col colore.
-Ora siamo pari, contenta?-
-Meglio che taccia. Vado a rivestirmi -
-Aspetta un secondo, siediti sul divano-
-Perché?-
-Tu fallo-
Mi stendo sul divano e lei mi raggiunge balzando dallo sgabello con inaspettata agilità.
Prima di darmi il tempo di reagire mi appiccica le sue labbra sulle mie.
Adoro baciarla, ha un sapore dolcissimo, perciò non mi sottraggo all’amplesso.
E vero, siamo entrambe semi nude, poi lei è distesa su di me, e ci stiamo baciando senza ritegno, ma non si può dire che stiamo effettivamente facendo l’amore…giusto?
Mentre ci baciamo chiudo gli occhi lasciandomi trasportare dall’estasi.
Non appena le palpebre si chiudono sento qualcosa accarezzarmi in mezzo alle cosce.
-Paloma, non penso sia una buona idea-
-Non è niente di che…sarò delicata-
-Io….haw…- non riesco a proseguire, è la prima volta in tutta la mia vita che vengo toccata lì.
Le sue dita mi accarezzano con delicatezza.
-Mmhh…è bello, ma ora ferma…ti prego- ma lei continua incessantemente la sua operazione, sento che il piacere sta giungendo al massimo.
-Non è così male, vero?- sorride lei vedendo come ansimo.
-E può essere ancora meglio…- avvicina il viso alle mie cosce.
Istintivamente l’afferro per le spalle tirandola su fino a guardarla negli occhi.
-No. Paloma mi è piaciuto quello che mi hai fatto, non posso negarlo, ma per oggi non andiamo oltre-
-Tu non hai idea di quanto sia bello con la lingua…-
-Forse un giorno me lo farai provare, ma non oggi, non me la sento è un grande balzo per me, ti assicuro che un giorno faremo l’amore, e lo faremo davvero bene. Ma non oggi…non sono pronta…ti prego…- le dico guardandola negli occhi.
La voglia che poco fa la animava viene repressa e scacciata, mi prende le mani nelle sue.
-Va bene…aspetterò quando sarai pronta- conclude con un sorriso dolce.
Ci abbracciamo l’un l’altra.
-Grazie per aver aspettato- le sussurro ad un orecchio.
-Grazie a te perché sei qui- mi risponde.
 
Mi sono rivestita, Paloma è andata un attimo in bagno, passando per il salotto noto sul ripiano della televisione una custodia di un DVD…un DVD molto particolare…
Pochi minuti dopo la vedo emergere da un condotto sotterraneo, è smagliante, ma io la guardo truce col film in mano.
-Che cos’è questo?- chiedo inquisitrice puntandogli il disco sotto il naso.
Il sorriso si muta in una smorfia d’imbarazzo.
Silenzio.
-Allora?!-
-È un…p-porno…per lesbiche- balbetta lei rossa in viso.
-Lo so che cos’è! Ma che ci fa qui!?-
Lei distoglie lo sguardo.
-D-dove l’hai tr-trovato?-
-Proprio qui, davanti alla tv!-
-Ero certa di averlo nascosto…-
-Questo non migliora la tua situazione! Allora cos’hai da dire?-
-T-ti va di guardarlo insieme?-
-COSA!?-
-Scherzavo. Io…io non so che dire…s-sono umana anch’io…si fa per dire…cioè ho anch’io i miei vizi…ieri sera ho messo su quel video per “divertirmi”…-
-Ti sei toccata dopo una serata romantica con me!?-
-È stato proprio questo a rendermi vogliosa…- si giustifica sentendosi condannata.
Sbuffo irritata, poi cerco di riprendere la calma –Non mi dà fastidio che tu ti tocchi…è normale. Quello che non mi piace è che tu lo faccia davanti a roba di questo tipo! –
-Non è nulla di illegale- s’affretta a giustificarsi.
-Ci sono ragazze legate ovunque!- replico io –È questo che sognavi di farmi? Immobilizzarmi e giocare col mio corpo senza alcun rispetto!? Allora, è così?!-
-NO! Te lo giuro!- esclama lei, gli occhioni blu stanno diventando umidi di pianto-Non ti farei mai una cosa del genere… h-ho preso questo film proprio perché ritrae quello che non avrei mai il coraggio di fare… non ho mai neppure pensato di prenderti un bacio senza il tuo consenso, ti prego Corvina…credimi-
Io la guardo impassibile.
-Vuoi il mio perdono?-
-Sì. Ma non credo di aver fatto nulla di sbagliato…- risponde asciugandosi le lacrime, ma restando ferma come al solito nelle sue scelte etiche e morali.
In fondo mi piace anche perché difende le sue opinioni…
-Quanta altra pornografia hai in casa?-
-Altri due dischi…e qualche rivista…- ammette umiliata con lo sguardo basso.
-Roba di questo genere?-
-No-
-Voglio che tu li distrugga tutti, ora davanti a me. Una prova che tieni più a me che a quelle donnine lì. Subito-
Rimane piuttosto intimorita dal modo duro in cui la guardo.
Esegue tutto senza esitazione, strappa e spezza a mani nude e poi incenerisce il tutto con una saetta magica.
-Ora mi perdoni?- chiede col faccino da gattina bastonata.
le sorrido abbracciandola –Ti avevo perdonata quando hai ammesso di essere una pornoflia, anziché inventare scuse-
-Non sono una pornofila!- ribatte indispettita –Sono adolescente. Scommetto che anche tu lo fai-
-Sbagliato. Io non mi sono mai “manus-turbata”. Hai perso la scommessa e ora devi pagare- sorrido io.
-Che cosa?-
-Un bacio- rispondo d’un fiato attaccando le mie labbra sulle sue, penetrandola con la lingua, affondando le mie mani nei suoi capelli, la bacio con voga e desiderio.
Lei è ancora tutta scossa quando mi separo da lei.
-Wow…se questo è l’effetto che ti fa distruggerò qualsiasi cosa vorrai!- esclama col cuore che le batte a mille.
-Ora io devo andare, mi aspettano alla T-Tower…e la prossima volta che ti senti accaldata,  ricordati del mio quadro- sorrido salutandola.
-Lo farò senz’altro-
 
 
 
Lo ammetto, questo è un capitolo decisamente piccante e un po’ spinto….ma suvvia, è questo che la gente vuole: violenza, mistero, sesso e amore.
Cose che guarda caso compaiono tutte nel Trono di Spade…e poi si chiedono perché ha successo…
 
 Ghostface

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Capitolo 24
*** Sono lesbica ***


CAPITOLO 24- Sono lesbica
 
Sono passati alcuni giorni dal nostro incontro, e io non ho potuto vederla se non quando è stata dichiarata pubblicamente scagionata dal sindaco.
Ora è perfettamente libera di compiere i suoi incarichi da libera cittadina integrata nella società.
È tarda sera, fuori piove, una vera e propria tempesta mi separa da lei.
L’inverno è alle porte, o per citare la mia serie tv preferita… “L’Inverno sta arrivando”, sono passati circa sei mesi dal nostro primo bacio.
Sono appoggiata al tavolo sorseggiando la mia tisana, che anche a lei piace tanto, guardando fuori dalla finestra in direzione dell’isola.
-Pensi a lei?-chiede Cyborg amichevolmente sedendosi al mio fianco, non mi ero accorta fosse entrato nella sala.
-Che c’è di strano? L’ultima volta che siamo state un po’ per conto nostro è stato due settimane fa, mi manca-
-È normale, Corvina-
-No, non è normale. Non è normale che a una donna piaccia un’altra donna, non è affatto normale.
Così come non è normale uccidere i propri simili o devastare il proprio pianeta o che qualcuno si creda superiore ad un altro solo per il colore della pelle o che ci sia chi ha tutto e chi ha niente…
L’uomo non è normale.
Tuttavia neanche noi siamo normali, perciò ci sta.
Cyborg, tu sei mio amico, vero?-gli domando guardandolo in quel freddo occhio bionico rosso acceso e in quello organico, profondo e rassicurante, lo specchio dell’indole amichevole del mio gigante di cioccolato.
Lui mi guarda un po’ preoccupato.
-Certo Corvina-
-Sei sincero con me?-
-Sì, è ovvio-
-Allora dimmi veramente cos’hai provato quando hai scoperto che sono lesbica-
-…- resta senza parole.
-Ti prego Cyborg, devo sapere. Ho guadagnato una ragazza, ma non voglio perdere i miei amici-
Lui ride sommessamente –Corvina, noi non potremmo mai abbandonarti, per nessuna ragione tanto meno per una così sciocca-
-Dimmi come ti sei sentito- insisto.
-Sinceramente, all’inizio ero sorpreso, più scioccato che altro. Certo non me lo aspettavo.
Ammetto che in un secondo momento me la sono pure presa, insomma io ti ho sempre vista come la futura ragazza di BB, e scopro che invece vai a letto con una nostra ex-nemica-
-Non ci sono ancora andata a letto- puntualizzo.
-Intendo dire che ci sono rimasto davvero male, ma non quanto BB-
-Non volevo farlo soffrire, ma io non potevo ricambiarlo. Ho cercato di non dargli mai false speranze…ma non è servito-
-Tranquilla, un po’ a fatica è riuscito a digerire la cosa, ha la pelle più dura di quanto non sembri il piccoletto, comunque dopo questo momento di rabbia e delusione, ho elaborato che non è certo colpa tua se ti piacciono le donne e che in fondo non c’è nulla di male in questo, così ho accettato la tua scelta col cuor leggero-
-Davvero ti sei sentito così?-
-Tutto vero-
-Sono felice che non siate arrabbiati con me-
-Corvina, tutti noi ti vogliamo bene come e più di prima, avere un’amante non vuol dire che tradisci la tua famiglia, certo sei un po’ più allegra e distratta, e talvolta arrivi in ritardo all’allenamento, ma nulla che non facciano Stella e Robin a loro volta…e detto tra noi: trovo l’idea di due donne che fanno l’amore terribilmente eccitante- aggiunge sorridendo.
-A proposito della tua amichetta, Sire…cioè Paloma è un abile combattente, potrebbe unirsi a noi, se ne parliamo con gli altri potremmo guadagnare un buon acquisto per la squadra, voi potreste stare sempre insieme, no?-
-Ho già cercato di convincerla a diventare una Teen Titans, ma lei non vuole saperne, non se la sente di ricominciare, è ancora troppo legata ai suoi vecchia amici, anche se ora vive sola, io sono l’unica persona con cui si sente a suo agio, vorrei che si integrasse di più con voi-
-Già…sarebbe bello- conclude –Tu insisti però!-
Suona l’allarme.
Ci precipitiamo davanti al computer maggiore.
-L’Hive Five- ringhia Robin.
-Possibile che non possano starsene a casa loro neanche con questo tempaccio!- esclama BB che detesta la pioggia.
-Teen Titans go!- 

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Capitolo 25
*** In azione! ***


CAPITOLO 25 –In azione!
 
Li raggiungiamo subito, hanno assaltato la banca.
-Possibile che siano già evasi? il sistema fa proprio schifo!- esclama BB.
-Arrivano quelle teste molli dei Teen Titans!- esclama Gizmo.
-Mammut e io li tratteniamo, Gizmo tu e Billy datevi alla fuga col malloppo, dannazione! Proprio oggi Nigthowl e See-more dovevano ammalarsi?- impreca Iella.
Billy separatosi in diversi doppioni si separa per diverse vie.
Gizmo si lancia alla fuga volando via col Jet-pac.
-BB, Corvina, prendeteli, noi ci occupiamo di loro- urla Robin.
-Io prendo i Billy- dice il mutaforma.
BB si tramuta in ghepardo e si lancia all’inseguimento del primo dei Billy Numerous.
Parto a caccia del geniale bambino sorvolo la città in cerca di un segno di lui.
La pioggia mi limita la visuale ma riesco scorgerlo ugualmente.
Mi fiondo su di lui.
-Azarath Metrion Zinthos!- l’artiglio di tenebra si chiude sul ladro, ma mi accorgo tardi che si tratta di un ologramma, non faccio in tempo a reagire che quel demonietto mi attacca alle spalle, vengo colpita dal suo raggio elettrico e precipito al suolo.
-Facevi meglio a restare in biblioteca “mozzarella” ora non potrai andare da nessuna parte- ghigna puntandomi contro il fucile laser.
Sto cercando di creare  una barriera difensiva, ma prima ancor che apra bocca un’ombra nera, fulminea come il pensiero ghermisce il bambinetto sulla schiena.
-AAA!!! Toglietemelo, Toglietemelo!- urla spaventato mentre la figura nera gli squarcia lo zaino elettrico sulla schiena facendolo a pezzi violentemente, il piccolo genio prova a scappare, ma si trova inchiodato al suolo da una zampa robusta e da lunghi artigli ricurvi.
-Paloma!- esclamo quando la vedo.
È proprio lei, in reggiseno e pantaloncini neri nonostante il clima rigido, il suo capo vestiario da battaglia; mi torna alla mente il nostro primo incontro nella cisterna.
-Sono in servizio Corvy, chiamami Sirena- risponde lisciandosi le penne fulve.
-TU! Ti riconosco sei una di quei caccolosi che ci hanno fregato tutto il lavoro tempo fa! Com’è che vi chiamavate? C’era anche il cugino di Iella, l’unica ragione per cui non vi abbiamo spezzati in due!…-
-Si chiamano i Five Storms moccioso!- ribatte lei.
-Grazie per avermi salvata-
-Te la saresti sicuramente cavata, e poi non credere che mi faccia scaricare tanto facilmente, ci vorrà ben più della tua morte per farmi desistere-
-Aspetta voi due…state insieme?-
Sirena si piega col volto davanti a Gizmo.
-Non è vero e poi non sono affari tuoi poppante-
-Se avessi il mio zaino ti farei vedere io chi è il poppante testa di merluzzo, ti piace prendertela con me ora che sono disarmato!-
Lei mostra la fila di denti aguzzi.
-Sai cos’altro mi piace? La carne tenera! Rrarr!-
-AAA! Vuole mangiarmi!-
-Perché no?- rispondo per spaventarlo.
-Cosa?! Tu non puoi lasciare che lo faccia! Sei un’eroina- mi implora.
-Giusto…facciamo che io mi volto dall’altro lato e tu mi chiami quando hai finito-
I denti aguzzi si avvicinano alla faccia del genietto mentre io mi volto.
-Aspetta! Posso aiutarvi! Vi dirò dove trovare il nostro covo ma non mangiarmi!-
-Calmati Sirena, sentiamo che ha da dire-
-Uffì, mi rovinate sempre il divertimento tu e i tuoi amici-
-Allora? Dov’è la vostra base?-
-Alla vecchia fabbrica abbandonata in periferia, non ci va mai nessuno-
-Io chiamo Robin per avvisarlo, tu preoccupati che lui non scappi-
Dopo aver appeso il pupo ad un lampione, spicchiamo in volo verso la fabbrica.
-Dicevi sul serio quando hai detto che non stiamo insieme?- le domando.
-Certo che no! Ma se lo scoprono i nostri nemici potrebbe essere usato contro di noi, e per la cronaca, non lo avrei mangiato-
-Hai detto “nostri”? vuoi dire che vuoi entrare nei Teen Titans?-
-No, ero di passaggio, aspetto una persona e ti ho vista cadere nella trappola, così per occupare il tempo ho deciso di salvarti e magari darvi una mano- sorride.
-È già qualcosa, accidenti, non riesco a tenere gli occhi aperti con questa bufera!-
-Io ci vedo, ascolta la mia voce e seguimi-
Guidata dalla sua voce arriviamo alla vecchia fabbrica, guardando dalle finestra scopriamo che è piena delle refurtive dei loro colpi e di Billy, un vero esercito.
-Non possiamo farcela da sole, Robin ha detto che hanno sconfitto Iella e Mammut e stanno arrivando-
-Potrebbe essere tardi! Guarda!-
I Billy troppo numerosi avevano catturato BB.
-Ho un’idea, appena sono fuori tu corri al penitenziario e falli chiudere nelle celle, io libero BB, avvisa i Titans di raggiungerti-
Mi dice scendendo aggraziatamente davanti alla porta.
-Paloma, che vuoi fare!?-
Lei incurante bussa alla porta.
Uno dei Numeros si affaccia dalla porta trovandosi a pochi centimetri dalle sue bocce.
-Ciao bel moretto…mi hanno detto che il famoso Billy Numeros era bello ma tu sei splendido-
-Ciaooo piccola, non ci siamo già visti? Non hai freddo a star lì con solo quelle mutande?- 
-Quante domande…non ho mai avuto la fortuna d’incontrarti, ma ho tanto sentito parlare di te…- <> -… e n effetti trovo che qui faccia un po’ freddo, ti va se andiamo a scaldarci un po’ solo io e te?-
Fa con tono malizioso.
-Ragazza, io valgo per cento!-
-Non starai esagerando?- dice tra una risatina e l’latra.
-Tu dici?- lo sciocco la fa entrare nel capannone.
-Uao! Non pensavo che potessi moltiplicarti così tanto!-
-Tesoro, Billy Numeros non ha limiti-
-C’è ne abbastanza per soddisfare un harem…ma io sono molto più esigente- dice con uno sbattito di ciglia.
I Billy restano vittima del suo fascino e la poveretta si trova circondata da centinaia di mani desiderose.
-Fermi! Uno alla volta!- esclama alzandosi in piedi su una sedia.
-Comincio io!-
-No, io-
-No, io!-
-Io!-
-Scegli me!-
-No! Io sono meglio!-
-Calma ragazzi, facciamo così, il primo che supererà una piccola prova sarà il primo a “scaldarsi” con me d’accordo?-
-Dicci che dobbiamo fare!-
Ora la mia bella sirenetta sfodera la sua arma più micidiale, il canto ipnotico a cui nessun uomo può resistere.
 
-Amor, amor..
Va fuori e portami del gelso il fior…
Che in una cella del carcere troverai,
portalo a me e mi avrai…-
 
L’intera orda si precipita verso il penitenziario in cerca del fiore.
-Idioti- commenta.
-Si sono lasciati fregare da un paio di tette, una voce accomodante e uno sbattito ciglia lunghe-
-Paloma! Aiutami! Sono io, BB!-
-Eccomi!- cerca di liberare il mutaforma dal campo di forze, ma inutilmente.
-Uff…forse ci riuscirà Cyborg…- dice dopo un po’ di sforzi inutili.
 -Ti porto via così come sei- afferra tra gli artigli il generatore del campo di forze portandolo verso la Torre.
 
Torniamo alla T-Tower dopo aver assicurato alla giustizia gli Hive Five, è tarda notte entriamo nel salone bagnati fradici e stanchi, desiderosi solo di un bel bagno caldo e un letto soffice.
Ma troviamo una scena tutt’altro che riposane entrati nel salone.
BB è richiuso in una bolla d’energia con un piccolo cubo blindato sopra.
Sirena in forma ittica sta picchiando con inaudita violenza il generatore cercando di aprirlo a suon di martellate, tutt’intorno sono sparsi decine degli attrezzi di Cyborg.
-Riprova a romperlo col trapano!- le dice il ragazzo intrappolato.
-Ti ho detto che non serve a niente, è la terza punta che si piega inutilmente, fammi provare con la forza bruta-
-Sbrigati! Devo fare pipì!-
-Ugh! Non ci tenevo a saperlo-
-B’è ora lo sai, quindi svelta!-
Finalmente si accorgono di noi.
-Cyborg! Meno male. Liberami da qui!-
-Sì provaci tu, io non ci sono riuscita e già non lo sopporto più- dice Paloma guardando storto BB.
-Da quanto tempo siete qui?-
-Che ore sono?- domanda la sirena.
-È mezzanotte ora-
-Mezzanotte! Arriva adesso!- il tempo di farsi crescer le ali ed è già pronta a spiccare il volo.
-Aspetta, dove vai?- le chiedo preoccupata.
-Non posso spiegarti ora, sono già in ritardo, ma ti dico poi- e parte nel mezzo della tempesta per un’ignota destinazione.
-Ok, BB veniamo a noi- dice Cyborg preparando la sega al plasma per forzare il generatore blindato.
Dopo un’ora di inutile accanimento anche Cyborg cede all’evidenza.
-Basta! Mi arrendo! Le ho provate tutte ma questo coso non vuole aprirsi!- urla furioso.
Svegliando me, Stella e BB che ci eravamo addormentati.
Squilla il comunicatore, Robin risponde.
-Pronto? Siete riusciti a liberare BB?-
-Ah sei tu Paloma. No, è tutto inutile-
-Non è detto, ho qui una persona che può aiutarvi, ora siamo a casa mia, ma possiamo venire subito-
-Se puoi aiutare BB sei la benvenuta- si limita a rispondere il leader.
Così poco dopo Sirena e il suo ospite tornano alla Torre, e il misterioso individuo si rivela a noi.
 

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Capitolo 26
*** Frate Chewbecca ***


CAPITOLO 26- Frate Chewbecca
 
Una enorme veste di saio che lo copre fino ai piedi, questo è l’unico cambiamento che ha subito il vecchio mentore di Sirena.
-Yeti!- esclamiamo quando lo vediamo entrare piegato a causa della sua altezza.
-Non eri andato su un eremo da qualche parte per le montagne?-
-L’ho fatto ora sono chiamato Fra Chewbecca, quel nome ha ora molti significati per me-
- Come può aiutarmi un frate?- domanda BB.
-Prima di essere frate ti ricordo che ero, e sono tutt’ora esperto di elettronica, fammi dare un’occhiata- lo yeti solleva il generatore e BB per aria osservandoli prima di scoppiare a ridere.
–Ecco dov’era finito!- esclama.
-È impazzito!- commenta BB che viene sballottato di qua e di là dentro la sfera d’energia.
-Perché ridi Yeti?- domanda perplessa Sirena.
-Guardalo bene Pa, non ti ricorda niente?-
Paloma osserva attentamente il generatore.
-No, non mi ricorda nulla-
-Lo credo, non ti sei mai interessata delle invenzioni di Sparviere, vedete Titans, questo è un campo di forze a combinazione inventato da Sparviere, io stesso l’ho costruito, quello sbadatone l’ha perso in volo e non l’ha più trovato. 
Deve averlo raccolto Gizmo-
-Sapevo che quel piccoletto non poteva creare qualcosa che mi tenesse testa!- esulta Cyborg rasserenato.
-La parte esterna è in Vibranium, un metallo in grado di assorbire gli urti senza danno e di immagazzinare l’energia dei colpi ricevuti per rendersi ancora più forte, è quasi impossibile aprirlo se non si dispone di una lama di Adamantio o di una capacità di scomporre le molecole, come Shakewave-
-Non importa! Sai come aprirlo?!- urla BB che sta per esplodere.
-Facilissimo, non a caso la forma è cubica, bisogna trovare la corretta combinazione come un cubo di Rubik, per disattivarlo-
-Ma ci vorranno anni!- geme il verde.
Con pochi giri di dita la complicata combinazione viene subito risolta, e BB è finalmente
 libero.
-Ancora sicuro che un frate non possa aiutare?-
-Non più! Ma ora devo andare in bagno!- e si slancia verso il bagno.
-Tieni, un regalo- dice lanciando il cubo a Cyborg.
-Com’è che sei tornato a Jump city?-
-Ho deciso di fare visita tutti i miei vecchi amici, sono già stato su in Canada da Ninja e Shakewave se la passano bene lassù in montagna, entrambi hanno appeso il costume al chiodo,  vogliono dedicarsi alla bella vita col frutto delle loro fatiche, inutile dire che non mi hanno ascoltato quando ho cercato di dissuaderli, ma è stato davvero bello ritrovarli, poi sono passato da Paloma, la mia preferita, e tra pochi giorni dovrò essere a Tallahassee per trovare Sparviere-
-Come? Ti fermi solo pochi giorni? Ma io ho tante cose da dirti, ti prego resta  un po’ di più- lo implora Paloma con gli occhioni afflitti.
-Credimi, vorrei farlo, ma Sparviere è nomade, si sposta in continuazione, solo Ninja sa intercettarlo, mi ha detto che venerdì sarà alla capitale e allora se sarò lì sarà lui a trovarmi, capisci che se manco l’appuntamento non potrò più incontrarlo-
-Sì…lo capisco-
Mi sento triste per Paloma, ci teneva tanto a stare un po’ con Yeti.
Passiamo un po’ di tempo a interrogarlo sulla sua vita da frate, poi stanchi decidiamo di andare a letto, permettendo anche ai due poveretti di tornare a casa loro.
 
Arrivo di prima mattina a far visita a Paloma.
La trovo già a bisticciare con Yeti.
-Sta fermo ammasso di peli, ci penso io, poi tu sei mi ospite-
-Non se ne parla, me ne occupo io. Tu non sei capace-
-Fermo!- rispose lei aggrappandosi con entrambe le braccia al polso dello yeti.
-Posso aiutare?- domando appena li vedo.
-Meno male! Corvina aiutami a bloccarlo! Mi sono svegliata stamattina e lui era già in piedi a riparare tutto quello che non funzionava, a pulire e cucinare, digli di riposarsi!-
-Non puoi far tutto da sola Pa, la casa è un disastro, lascia che ti aiuti, non sei mai stata pratica di queste cose-ribatte il francescano.
-Non vi vedete da sei mesi e non avete nulla di meglio da fare che litigare su chi deve lavare i piatti?-
I due bizzarri personaggi si guardano negli occhi perplessi.
-Ha ragione- dice il frate.
-Lo penso anch’io- ammette lei.
-Quindi voi due state ancora insieme?- domanda dopo un attimo di silenzio.
-Sì. La nostra relazione va a gonfie vele!- trilla la sirena compiaciuta.
-Immagino che il tuo ordine disapprovi l’omosessualità, giusto?-
-La mia vocazione mi dice di amare tutte le creature del Signore, anche voi due piccolette- dice scompigliando la chioma ramata di Paloma.
<>
-Dai, raccontatemi di voi, liberamente, non sono io a dover giudicare e poi sarei un bell’ipocrita considerando quello che ho combinato io- sfodera un sorriso a sessantaquattro denti, ovviamente tutte grosse zanne.
-Corvina è davvero speciale, mi fa sentire davvero importante per lei, pensa che viene sempre lei qui da me-
-A proposito Pa, mi chiedevo se, visto che ora non ei più ricercata, ti andasse di incontrarci anche magari in città-
Senza badarmi lei continua a parlare.
-E poi ha un ottimo tempismo per rovinare tutto quello che dico su di lei, è intelligente, colta, parlare con lei è sempre piacevole, e so che a te non piace ma anche lei è pratica di stregoneria, quando vuole sa essere romantica e divertente, e pure dolce ma non ama dimostrarlo apertamente, e poi l’hai guardata bene negli occhi? Sono splendidi due ametiste incastonate nella Luna.
Capisce i miei bisogni, apprezza molto la mia arte, e tu sai quanto io ci tenga…le ho fatto un ritratto, vuoi vederlo?-
Le tiro uno scappellotto sulla nuca.
-Ahi!-
-No. Non lo vuole vedere- rispondo senza ammettere contraddizioni.
-Ti ha fatto un disegno nuda- dice lui con sufficienza.
-Lo fa a tutte-
-Non è vero, stavolta è un dipinto- precisa lei.
-E poi non è vero che lo faccio a tutte-
-Sì che è vero- le rinfacci alo yeti.
-E io che pensavo di essere la tua preferita- dico con falso fastidio.
-Come hai notato questa “rosa bianca” ha anche le sue spine- ribatte.
-Spiegati meglio- la incalzo.
-Vediamo…sei sempre seria, sorridi un po’ la vita è bella,  e sei dura, non ti ho mai vista piangere, né per un film romantico né per un momento toccante della nostra vita-
-Non sono io a essere dura, sei tu che sei tenera, troppo tenera-
-Pfui! E poi sei sempre così timida, non ti lasci mai andare, mai una volta che ti si possa spogliar…- le tappo la bocca.
-Questi sono particolari che non riguardano gli altri- le dico seria.
Lei si toglie la mano dalla bocca.
-Yeti non è un “altro” è il mio miglior amico, lui sa tutto quello che combino-
-Possibile che tu non fai altro che bisticciare con chi ti vuole bene?- s’intromette lo Yeti rivolgendosi alla giovane sirenetta.
-Uffì, sempre colpa mia- fa l’offesa.
-Precisamente. E sei troppo carina quando ti indispettisci- dico non riuscendo a trattenere una risatina.
-Glielo dicevo sempre anch’io, quel musetto arrabbiato non può far sentire in colpa nessuno-
-Antipatici, per voi sono ancora una bambina- risponde lei storcendo la bocca.
-Ma tu sei la mia bambina- risponde lo yeti sollevandola e appoggiandosela sulle ginocchia.
L’abbraccia.
-Mi sei mancata tanto piccola mia-
-Anche tu, non importa quanto starai lontano, io sarò sempre la tua piccola sirenetta- dice ricambiando l’abbraccio sull’orlo della commozione.
-Tenerona, son solo 6 mesi- sussurro a me stessa.
-Peccato che tu sia così piccola, Ninja e Shaky mi hanno dato un regalo per te, ma è roba da grandi- dice tirando fuori dal cappuccio del saio un pacco sollevandolo in alto, troppo in alto per lei.
-No, no! Sono grande, sono grande!- esclama.
-Tieni- gli porge il pacco.
Lei lo apre curiosa e resta ammutolita.
Dentro c’è la sua faccia su una tessera di un puzzle.
-Eccola…quanto lo cercata…-
-Te l’aveva presa Ninja per dispetto, poi l’aveva persa e l’ha ritrovata nel trasloco, so bene cosa significa per te-
-Yeti…mi porteresti il quadro? È al solito posto-
Il vecchio esce dalla sala.
-Non capisco, come sei finita su un puzzle?-
-Una volta, tempo fa, avevamo deciso di farci un ricordo di noi, abbiamo fatto un puzzle di 5000 pezzi, io ho fatto il disegno, Sparviere ha progettato un complicato modo per risolverlo, Ninja ha tagliato i pezzi, Yeti ha trasferito le immagini sui pezzi e Shakewave ha pensato alla confezione.
Erano cinque disegni diversi di noi, ognuno ne ha preso uno, ci siamo detti di non aprirli se non in caso di emergenza, quando ci saremmo sciolti, ma io non ho aspettato, l’ho aperto pochi giorni dopo, l’abbiamo montato insieme, ma mi sono accorta che mancava il pezzo in cui si vedeva la mia faccia, l’ho cercato per settimane ma inutilmente, e mi sono rassegnata a incorniciar il quadro senza la mia faccia, era stato Ninja a togliere il pezzo, quello spirito di patata-
Yeti torna con un enorme quadro, dentro c’è un puzzle che li rappresenta in un grosso abbraccio collettivo, ora capisco veramente che erano molto più di un gruppo di ladri, erano una vera e propria famiglia…c’è un punto vuoto sul collo di Paloma.
Lei sfila la cornice e dopo anni di ritardo finalmente, può mettere il suo volto assieme a quello dei suoi amici.
Ora inizia a piangere.
La stringo a me accarezzandole la testa.
Lei è davvero molto sensibile, sopporta bene il dolore fisico, ma quello emotivo proprio non lo regge.
-Ci tenevi molto vero?-
-Sì…ogni mattina alzandomi lo guardavo, e non trovavo mai la mia faccia insieme a quella degli altri…quanto mi mancano tutti, anche quell’antipatico di Sparviere coi sui stupidi scherzi mi manca…Yeti, cosa ci è successo? Perché ci siamo divisi?- chiede senza staccarsi da me.
-Siamo cresciuti, tu troppo sensibile per continuare, io troppo confuso, Ninja e Shaky hanno dato la precedenza al loro rapporto, Sparviere ha fatto del suo meglio per tenerci uniti, ma non c’è riuscito…era inevitabile, mi dispiace-
-Ok, ok sto bene…-dice tirando su col nasino.
-È stata solo una crisi di nostalgia, nulla di più-
L’accarezzo dolcemente, -Non hai nulla da vergognarti se vuoi bene ai tuoi amici-
-Hai ragione tu, sono troppo sensibile-
-Devi esserlo, io sono così dura e fredda che devi essere tenera e focosa anche per me-
-Sono contento di vedere che hai trovato qualcuna in grado di prendersi cura di te, riprenderò il mio viaggio più tranquillo; Corvina cosa pensi di Paloma? Lei ha già detto di te ma tu no-
Vengo colta alla sprovvista.
-Preferirei di no, non sono una grande oratrice-
Sniff…sniff…
-Stai bluffando, ne sento l’odore.
Tu sai benissimo cosa dire di lei ma sei una tipa riservata e non mi conosci abbastanza per aprirti, giusto?-
-Giusto…spero che tu non ti offenda, ma non riuscirei a dirti di più delle classiche frasi che si dicono di una buona persona, ma io trovo Paloma fantastica e sono certa di amarla, ti basti sapere questo-
Non facciamo in tempo a dir nient’altro che suona il comunicatore.
-Devo andare!- dico subito precipitandomi fuori.
-Aspetta! Domani accompagno Yeti nel bosco, se vuoi puoi venire…-
-Mi dispiace ma penso che avrò da lavorare-
 
(CAPITOLO 26 ½ - Gelosa? No, ingabbiata.)
 
È troppo piccolo per essere un capitolo a sé, ma non c’entra col 26, così ho fatto un appendice.    Ghostface
 
-Oggi non vai dalla tua amata?-
-No Robin, è in giro per il bosco con lo yeti-
-Non sarai gelosa, vero?-
-Forse solo un poco, ma in verità credo sia meglio lasciarli da soli, ieri mi sono sentita estranea, non conoscevo gli episodi della loro vita di cui parlavano, dev’essere così che si sente lei quando è in mezzo a noi, una che non ha niente da spartire, si sente di troppo, sa di non fare parte di noi…-
-Mi dispiace che lei si senta così, se posso fare qualcosa chiedi pure…-
-Io un’idea ce l’avrei!-
-Stella!!- esclamiamo all’unisono, girandoci verso l’aliena che fluttua dietro di noi.
-Da quanto tempo eri lì?-  domando.
-Abbastanza da capire la situazione, sabato io e Robin avevamo in programma un appuntamento, potremmo trasformarlo in un appuntamento a quattro per integrarla-
-Non so se è una buona idea, immagino che vorreste stare un po’ per conto vostro-
-Tranquilla, non disturberete affatto- insiste la rossa afferrando il braccio del ragazzo che non era pienamente d’accordo con lei, ma non osava ribattere.
-No, Stella non c’è bisogno…-
-Sì che c’è bisogno! La farà diventare più partecipe. Allora ci incontriamo qui alle otto per andare poi in un bel posticino, dille venire pure vestita casual, non è il caso di agghindarsi!-
-Ma… non so neanche se può-
-Niente “ma”, vedrai che può e se non può dille che non tollero un rifiuto-
-Robin tu che dici?-
-Dico solo di non tirarmi in ballo in questa storia- dice allontanandosi.
-Allora è andata!- conclude l’aliena svolazzando via.
<>

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Capitolo 27
*** Una nuova famiglia ***


 
CAPITOLO 28- Una nuova famiglia
 
Il giorno seguente Yeti deve ripartire, Paloma è distrutta.
-C-corvina, sono io, volevo dirti che vorrei stare un po’ da sola oggi, non venire per favore-
È tutto quello che dice prima di chiudere la comunicazione, ma il pomeriggio ricevo un’altra sua chiamata.
-Corvina…snif…puoi venire?-
-Certo, arrivo-
Dal tono non sembrava passarsela bene, la separazione così rapida l’ha certamente toccata.
La trovo sul stesa sul letto, gli occhi rossi e il cuscino è umido di pianto.
-Corvina…- sussurra appena.
Non mi si addice ma capisco di dover assumere il ruolo della madre premurosa.
La stringo forte tra le braccia, proprio come quella volta sullo scoglio.
Lei ricomincia a piangere.
-Mi dispiace…ma sapevi che sarebbe successo, ora è un giramondo, non può fermarsi, ora è felice…-
-Ma io no…- dice tra i singhiozzi- Prima avevo una famiglia ma non l’amore ed ero triste ora ho il tuo amore, ma solo quello, non ho nessun’altro che mi voglia bene…-
-Non è vero, lo sai- dico accarezzandole la testa.
-I tuoi amici ti vogliono bene anche se sono lontani, io ti amo più della mia vita, e anche i Titans ti vogliono bene-
-Io mi sento così sola, questa casa è così vuota e fredda, troppo grande per una sola persona…ho bisogno di qualcuno Corvina…ne ho bisogno-
-Sfogati pure, amore mio-
-Hai detto… “amore mio”?- mi chiede sollevando il faccino armonioso, tirando su col nasino.
-Sì, è quello che sei. Ora piangi pure che ti fa bene tirare fuori tutto-
Lei mi stringe forte a se.
-Sei…sigh…così buona con me…-
Dopo che si è calmata cerco di parlarle.
-Paloma, mi dispiace tantissimo per quello che stai passando…-
-P-puoi chiamarmi ancora “amore”? mi fa sentire meglio…- mi dice asciugandosi gli occhi.
Le sorrido dolcemente dandole un bacio sulla guancia vellutata.
-Amore mio, so che sei molto legata a loro, ma i Five Storms appartengono al passato, e l’hai detto tu stessa, non si può vivere nel passato. Vieni con me, non come un’eroina vieni come verrebbe una fidanzata, potresti trovare una nuova famiglia, saresti sempre con noi, non sarai mai più sola…te lo prometto-
-No…loro sono la tua famiglia, loro amano te…io sono di troppo…-
-Non devi dirlo, tu sei il pilastro portante della mia vita, e piaci anche ai miei amici, loro vorrebbero che tu fossi più legata a noi, i questo modo non siete costretti a contendermi, potremmo essere una grande famiglia felice, avresti nuovi amici su cui contare…Paloma pensaci, non puoi andare avanti così, chiusa nel tuo guscio sperando che le cose si sistemino da sé, devi uscire prima o poi-
-Pensi sul serio che mi accetterebbero?-
-Non sei la prima ragazza che accogliamo, anche se spero che tu non sia come Terra, sono certa che ti vorranno tra di noi-
-Non credo sia vero- mormora con gli occhi bassi.
-Sì, invece. Pensa che Stella e Robin vorrebbero che ci unissimo a loro per un doppio appuntamento, ci terrebbero molto che tu venissi, per legare-
Mi guarda fissa negli occhi.
-Tu vuoi andarci?-
Mento –Mi piacerebbe…- ci ripenso –Anche se preferirei che fossimo da sole, ma è bene che tu impari almeno un po’a conoscerli…e poi ho già detto che andavamo- aggiungo con un sorriso velato.
-Bene, allora verrò- conclude.
-Corvina, stanotte non ho chiuso occhio…lo so che è un po’ infantile ma volevo chiederti se…mi staresti vicina finché non mi addormento?-
-Tutto quello che vuoi, piccola mia-
Mi stendo accanto a lei sul letto.
-Vuoi dell’acqua? Hai pianto molto-
-No, sto bene…-
Chiude gli occhi adagiando il corpo lateralmente cercando di riposare, la stringo a me da dietro coccolandola dolcemente per farla stare a suo agio.
-Non devi essere triste, tu sei la luce della mia vita, la stella che mi orienta nel cielo notturno, io vivo solo se sei con me, se sei triste tu lo sono anch’io-
Mi alzo solo quando sono certa che si sia addormentata, le preparo una tazza della sua tisana preferita che le lascio sul comò.
Silenziosa esco dalla villa per tornare alla Torre.
È così sensibile, a volte non sono sicura di riuscire sempre a capirla di essere adatta a lei, forse potrei farla soffrire perché non comprendo i suoi bisogni e desideri…e questo mi preoccupa.
 

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Capitolo 28
*** Doppia coppia ***


CAPITOLO 29 – Doppia coppia
 
-È quasi ora di andare, sicura di averle detto l’orario, giusto?- insiste Stella preoccupata di arrivare in ritardo.
-Glielo detto tre volte, e anche che ci incontravamo sotto la Torre, vedrai che arriverà presto-
Ding dong.
-Corvina aveva ragione, Stella. Deve essere lei- Robin va ad aprire.
-Pronto? C’è nessuno? Sono in ritardo?- la voce di Paloma esce squillante dal citofono.
-Scendiamo subito- rispondo.
Robin si rivolge un’ultima volta a Cyborg e BB.
-Allora, torneremo entro l’una, abbiamo i comunicatori, per ogni evenienza non esitate a chiamarci- avvicinandosi all’orecchio dei due –Anche se i tratta di un topo d’appartamento, vi prego chiamate, non ho alcuna intenzione di sorbirmi questa serata-
Poi ricomponendosi.
-Potete chiamare gli amici, a patto che io li conosca, Cyborg puoi pure invitare BumbleBee, ma non voglio ragazze squillo, come l’ultima volta, cosa penserebbe la gente? E soprattutto niente, e dico NIENTE festa pazza! Chiaro?-
-Cristallino- rispose il verde strizzando l’occhio al mezzo robot.
 
Scendiamo giù e la incontriamo, seduta sulla sua sedia, con indosso una bella camicetta bianca, e una collanina d’argento le pende sul petto, per la prima volta non ha scollature.
La coda invece è libera da ogni copertura, solo un golfino legato in vita perché la temperatura inizia a diventare più rigida, che tra l’altro serve a coprirle la parte superiore delle natiche.
-Stella, Corvina siete splendide!- trilla appena ci vede.
In realtà mi sono solo data un po’ di trucco assieme a Stella.
Di per se io sono vestita abbastanza semplicemente: io ho un vestito a pezzo unico, senza maniche né spalle, tenuto su dai seni, mi arriva fino alle ginocchia e ha un taglio che risale lungo la coscia per agevolar ei movimenti, più ovviamente il mio inseparabile mantello, non porto né collane, né anelli, né orecchini anzi li trovo molto fastidiosi; pure Stella per una volta non ha voluto “esagerare”, indossando il suo splendido abito da sera rosso fiamma,  e con esagerare intendo che non si è infilata dei fiori trai capelli ma per il resto è…come dire…incantevole come solo Stella sa esserlo.
Sorvoliamo sulle scarpe che indosso, le solite di sempre che sono un pungo negli occhi con quel vestito, giusto Stella ha le scarpe col tacco alto, lei che sa usarle.
-No, non è vero, è solo un po’ di mascara- risponde l’aliena.
-Anche tu in borghese?- domanda a Robin in abiti civili.
-In realtà ho la maschera, ma a Stella non piace che venga in costume “ attira le sciacquette”  secondo lei-
-Ormai neanche un anello le terrebbe lontane- risponde l’aliena.
Robin impallidisce alla parola “anello”, non possiamo fare a meno di scambiarci un’occhiata d’intesa io e Paloma.
-Forza, andiamo nel garage-insiste lui per cambiare argomento.
-Cyborg ti lascia le chiavi della T-car? Non promette nulla di buono. Vuole che stiamo fuori- commento mentre Robin accende l’auto.
-Mi fido di loro- si limita a rispondere.
Spera disperatamente che qualcosa interrompa la serata, al punto da lasciare Bb e Cyborg soli per tutta la notte.
 
Il locale è un bel posto, intimo e carino, ci prendiamo un tavolo appartato per stare per i fatti nostri.
-Sicura di voler prendere un’intera costata di maiale?-
-Tranquillo, sono di buon appetito- risponde sorridente la sirena al ragazzo, mostrando la doppia fila di denti aguzzi.
-Che bello non dovermi più nascondere!- esclama schioccandomi un bacio sulla guancia.
-Non sarebbe stato possibile se non fosse stato per te, Corvina…-aggiunge.
-Dai Paloma, ne abbiamo parlato…-
-Sì, sì ricordo: niente tenerezze in pubblico- sbotta lei.
-Questo è il bello di un’ uscita  quattro, si possono fare le tenerezze in pubblico- risponde l’aliena mettendosi a limonare col ragazzo.
-Allooora?- domanda lei desiderosa.
-Solo un bacetto- rispondo senza guardarla negli occhi.
Ci lasciamo andare, incollando le lingue finché l’aria non ci manca, solo allora ci stacchiamo.
-Wow, avevo detto un “bacetto”- sorrido.
-Era uno, no?- sorride quella.
Iniziamo a parlare tra noi di cose romantiche e meno.
-Davvero le hai fatto un ritratto?- domanda Robin.
-Sì, ed è pure venuto bene, potreste passare a vederlo un giorno così mi direte cosa ne pensate-
-Non se ne parla neanche!- intervengo.
-Ma tesoro, e quella storia delle tenerezze in pubblico? Sono certa che entrambi hanno visto cose ben più espl…-
-No! Zitta! Non dire un’altra parola! E smettila di tirare in ballo sempre quello stupido dipinto!-
-Mi spiace, la modella è timida- conclude rassegnata “l’artista”.
-Mi piacerebbe che tu ne facessi uno a me e al mio passerottino ciccio-cicciolino- sospira l’aliena.
-Stella! L’appellativo non dovevi dirlo-
-Penso che il mio soprannome a vita andrà in disuso, vero passerottino?- dico con tono beffardo.
-E va bene, nessuno ti chiamerà più “tesoruccia” se tieni la bocca chiusa sul mio conto-
-Sarei felice di ritrarvi, siete davvero una coppia fantastica-  Sirena continua il discorso con Stella, ignorando me e Robin.
-Anche tu e Corvina, l’hai davvero  migliorata, da quando è con te non è più scontrosa come un ariete-
-Hey Stella! Io sono qui! E poi sarà meglio che voi due siate solo amiche, Paloma sappi che ti tengo d’occhio- l’avviso con sarcasmo.
-Corvina io ho occhi solo per te- dice abbracciandomi.
-E io non potrei amare nessun’altro al di fuori del mio prode cavaliere- aggiunge Stella Rubia carezzando Robin con diverse moine.
-Sempre al tuo servizio mia dama- risponde lui.
-Allora proseguirai la tua carriera da cantante lirica?-
-Forse sì, forse no…certo attualmente guadagno bene e sono costantemente richiesta, anche se cinque assegni sono andati per la multa, ma ho anche bisogno di trovare il tempo per dedicarmi alla mia dolce metà-
-Perché allora non entri nei Teen Titans?-
-Corvina, non insistere-
-No, ha ragione, potreste stare insieme e chissà…magari diverremmo una nuova famiglia per te, o almeno tu saresti un grande aiuto per la squadra, sei stata bravissima contro l’Hive Five e poi conosci il modus operandi dei criminali e…-
-Robin! pensi sempre al lavoro- lo rimprovera Stella.
-Scusa se mi preoccupo per la sorte della città-
-Non dargli ascolto Paloma, tu sei la ben venuta, ma come amica e non come “grande aiuto contro il crimine” mi sei simpatica, e non è che con Corvina ci si possa sentire sempre a proprio agio, se mi capisci…non sa mai come fare ad aiutarmi coi vestiti, il trucco o l’acconciatura, mi servirebbe qualcuna con un po’ di cultura-
-Mi sento onorata, ma non so se è il caso, tengo molto alla mia autonomia, e non vorrei mai che il gruppo si sfaldasse per colpa mia-
-Non credo che succederà, anzi se resti per conto tu, prima o poi dovrò scegliere io con chi stare-
-Dai, te lo chiediamo in tre- insiste Stella.
-Vi prometto che ci penserò e ve lo farò sapere appena deciso-
-Cioè mai…- commento.
-Dovresti venire più spesso alla Torre, è un piacere parlare con te- dice Robin.
-Ci son già venuta, perché non venite voi a casa mia? Almeno eviterei di usare questa ferraglia a rotelle. Basta che mi avvisiate prima, nel caso stessi facendo un qualche sabba satanico…o dovessi staccare dalla parete un certo quadro- risponde con un sorriso.
Dopo un altro po’  di chiacchiere decidiamo di far e un gioco, il gioco del “mai” in pratica tutti si riempiono il bicchiere di vino e uno dice una cosa che non ha mai fatto, se qualcuno dei presenti l’ha fatto deve vuotare il bicchiere e tornare a riempirlo.
L’unica regola è essere leali.
-Allora…comincio io- dice Stella.
-Vediamo, non ho mai... rubato nulla-
-Però così non vale- sorride Paloma essendo la sola a vuotare il bicchiere.
-Veramente anche io l’ho fatto, ma non di mia spontanea volontà- aggiunge Robin che  beve solo mezzo.
-Tocca a me…non ho mai ucciso nessuno- dice la sirenetta.
-Domanda. Gli uomini fatti coi colori contano?- fa Robin.
-Certo, anzi direi che valgono doppio!-
-Allora mi tocca- risponde vuotando il bicchiere.
-Ora tocca a me… non ho mai avuto esperienze omosessuali-
-Come sei originale- ribatto bevendomi il mio bicchiere insieme a Paloma.
-Tocca a te, Corvina-
-Io non ho mai…non sono mai finta in prigione-
Stavolta tutti e tre bevono i loro bicchieri di vino.
-Tengo a precisare che i Gordaniani mi hanno imprigionato senza una buona ragione- dice l’aliena.
-Abbiamo bevuto tutti. Tocca di nuovo a Corvina-
-Io non ho mai visto un porno-
Paloma si guarda intorno.
-Nemmeno tu Robin? Non è possibile, tutti i maschi guardano i porno!-
-A me piace farle dal vivo le cose per adulti- sorride il ragazzo.
-Branco di santarellini…- borbotta lei bevendo l’ennesimo bicchiere.
-Sei tu che sei una sporcacciona-ribatto io.
-Non è vero…è normale a quest’età- protesta lei.
-Lasciamo perdere, dai Stella è il tuo turno-
-Non l’ho mia fatto in un auto-
Solo Robin beve stavolta.
-Lei chi era?- chiede Paloma.
-Una ragazza di Gotham city…l’abbiamo fatto nella Bat-mobile potete immaginare quanto si sia infuriato Batman -
-A me non mi ci hai mai portato nella Bat-mobile- fa Stella offesa.
-Cerca di capire…-
-Prima che cominciate a litigare- interrompe al sirenetta –Finiamo il gioco inizio a divertirmi-
-Va bene ragazze, però è l’ultima mance stiamo bevendo un po’ troppo. Vediamo…non ho mai…mostrato nudità in pubblico-
Sia Paloma che Stella bevvero il loro bicchiere.
-Quand’è successo?- chiedo sorpresa.
-Mi si è slacciato il reggiseno durante un colpo…- dice Paloma tutto d’un fiato, la poveretta è mezza ubriaca.
-E io pensavo che in spiaggia si andasse nudi per nuotare…-ammette Stella.
-…Era la mia prima volta…- si giustifica.
-Dai Paloma tocca a te-
-Io non ho mai…sbirciato nello spogliatoio degli uomini-
-Lo credo- dico sollevando il bicchiere.
Gli altri mi guardano sorpresi.
-Sia chiaro che stavo indagando su una persona, non sono una guardona…come certe persone- m’affretto a precisare.
-Bene ora l’ultimo colpo tocca me…io non ho mai…-
Guardo in quegli splendidi occhi d’abisso di Paloma e subito trovo la cosa perfetta da dire.
La guardo dritta nelle pupille e dico.
-Non ho mai trovato qualcuno di più fantastico di te…-
Lei beve il suo bicchiere.
-Io sì…tu, Corvina- e mi appiccica le sue labbra sulle mie in un appassionato e focoso bacio che sembra interminabile, oh Azar ! Quanto vorrei che lo fosse!
Il suo sapore squisito…le sue labbra morbide…la pelle tenera e profumata…la sua lingua che solletica la mia e lei ha un sapore… aaaawwww…cavoli che sensazione!!!
 
-Oh Che tenere…- sospira l’aliena, poi l’occhio le cade sul bicchiere del suo ragazzo ancora pieno.
-B’è? Tu non bevi?!-
Lui sembra riscuotersi da una trance.
-…cosa? Ah sì! Certo, certo- s’affretta a vuotare il calice, poi le prende delicatamente la testa.
-Lo sai che non ho occhi che per te…-
A loro volta le loro bocche si uniscono mettendosi a far da coro alle nostre già in azione da un po’.
 
La serata passa in un baleno, sono circa le undici e mezza quando ci dirigiamo verso casa.
-Vi và una passeggiata sulla spiaggia?- propone Paloma.
-D’accordo, voi andate pure intanto, io faccio un salto alla Torre per rassettarmi il vestito, Robin mi aiuti?- aggiunge con un sorrisetto.
-Certo, e intanto ne approfitto per controllare che BB e Cyborg non abbiano distrutto nulla, poi vi raggiungiamo, questione di dieci minuti- risponde quello con un po’ troppo entusiasmo…
Scendiamo sul lido sabbioso al chiaro di luna, mentre la T-car si dirige verso la Torre.
-Avevi ragione Corvina, è stata davvero una bella serata-
-Adoro guardare la luna, è splendida-
-A me ricorda la tua pelle, ed è luminosa come il tuo sorriso, che affiora troppo poco spesso sulle tue labbra- non manca di farmi notare.
Iniziamo a camminare lungo la spiaggia, l’acqua bagna i miei piedi ora scalzi.
-Facciamo una nuotata?-
-Ma non abbiamo il costume-le faccio notare.
-Nuotiamo nude- risponde semplicemente.
-Qui non siamo su un’isola deserta, qualcuno ci vedrebbe e poi non dimenticare che tra poco arrivano Robin e Stella-
-Va bene, sarà per un’altra volta-
Poi mi prende una mano appoggiandola sulla camicetta leggera all’altezza dei seni.
Io non mi ribello.
-Cosa senti- mi domanda.
-S-sono soffici e caldi, toccarli è una bella sensazione, e posso sentire il battito del tuo cuore- rispondo dolcemente.
-Vuoi sentire qualcosa di più caldo?- mi dice maliziosa.
-Meglio di no-
-Dai…-insiste.
-Non qui, non ora…aspettiamo-
-Tu vuoi sempre aspettare, io ho voglia adesso, chi vuoi che ci trovi-
-Più tardi,  in camera mia, promesso. Intanto un bel gelato potrebbe raffreddare i bollenti spiriti?-
-Oh Corvina, sai che non resisto al gelato- dice compiaciuta.
-D’accordo, prima il dolce freddo e poi…quello caldo, tranquilla non mi riferisco al sesso, solo a coccolarci un pochettino-
-Va bene, le coccole vanno bene-
-Però insisto per offrire io il gelato, come lo vuoi?-
-Solo panna per me-
-Bene, tornerò i un batter d’occhio, intanto guarda se vedi Stella e Robin-
Spingendosi sulla sedia si allontana verso la città a due passi da noi, mi guardo intorno ma non c’è traccia dell’altra coppietta.
<< Ormai e passato un quarto d’ora, ma forse hanno avuto dei problemi con BB e Cyborg e poi noi siamo andate piuttosto avanti, saranno qui a minuti>>
Aspetto un po’ ma non compaiono né Sirena né Stella e Robin.
<<Ne approfitto per meditare, oggi ho avuto poco tempo>>
Inizio a levitare concentrandomi per rilassare la mente e aver tutto sotto controllo.
-Azarath Metrion Zinthos… Azarath Metrion Zinthos…-
-Stai sempre a meditare tu?- la voce di Paloma, scherza, ma il tono è triste
-Mi aiuta a sopportarti- rispondo con sarcasmo.
-…Già, fai bene- risponde mentre il sorriso le si spegne in volto, ha un aria decisamente mogia.
La guardo avvicinarsi e inizio a chiedermi il perché di tale reazione, non certo per la mia battuta, non se l’è mai presa.
-Hey e il gelato?- dico per cercare di risollevarla, adora il gelato.
-Non mi hanno neanche lasciato entrare- mormora con lo sguardo basso.
-Cosa?- 
-Hanno detto di non voler aver nulla a che fare con un mostro come me, né volevano i soldi che avevo certamente rubato a gente onesta…e magari quell’uomo porta pure la moglie a sentirmi a teatro- è decisamente triste per quello che le è successo, pensava di essersi integrata, ma capisce che per gli uomini sarà sempre e solo una reietta, un mostro.
-Se tu non mi accompagnassi sono certa che mi scaccerebbero pure dalle strade-
-Paloma…è assurdo! È…- non riesco a credere a quello che mi ha detto.
Come si può essere così spregevoli da cacciar via qualcuno solo perché è diverso?
-Ti sbagli Corvina…è perfettamente umano. C’è sempre stato il razzismo nel mondo, il diverso è sempre visto come una minaccia, e a quanto pare ora tocca a me essere lo scarto della società-
È visibilmente afflitta, ma non vuole cedere per così poco, vuole dimostrare a se stessa che quelle persone non sono riuscite a ferirla, vuole essere forte.
-Adesso gli faccio vedere io, come osano comportarsi così! Sei una ragazza incantevole non devi permettere che ti trattino come uno zerbino-
-No. Non andare Corvina non è necessario…-
-Sì, invece voglio davvero dirgliene quattro!-
-Yeti mi ha insegnato che la cosa migliore è perdonare chi ti fa un torto-
-Perdonare non vuol dire subire in silenzio, io vado lì-
-Ti prego…resta con me- mi dice afferrandomi il polso, con occhi imploranti a cui non so resistere…
-D’accordo, chiuderò un occhio…per stavolta. Torniamo indietro devo sbollire l’arrabbiatura-
Torniamo indietro parlando tra noi, e presto dimentichiamo entrambe il brutto episodio, restiamo sotto la luce della luna, sedute sulla sabbia a baciarci appassionatamente e molto a lungo.
-Cavoli, sei focosa!- mi dice dopo aver ripreso fiato.
-Sei tu che mi ecciti- rispondo.
-Però, è passata un’ora da quando ci siamo separati ma di Robin e Stella neanche l’ombra-
-Pensi che gli sia successo qualcosa?- domanda la sirenetta preoccupata.
-Non penso che sia nulla di grave, ma è meglio tornare alla Torre adesso-
Quando arriviamo ai piedi della costruzione mi rendo conto che qualcosa non và.
I sistemi di difesa sono tutti disattivati, e buona parte delle luci spente, solo in alcune stanze vediamo le finestre illuminate.
-Inizio a preoccuparmi, meglio se aspetti qui Paloma- le dico per proteggerla.
-Col cavolo che ti lascio andare da sola, anch’io so menar le mani ricordi? Vi sconfiggevamo sempre- gli occhi le brillano nella notte e istintivamente sfodera gli artigli ricurvi dalle dita.
-Bene, andiamo-
Saliamo nell’ascensore, il silenzio è totale non sentiamo nulla provenire da sopra.
Ci avviciniamo alla porta del salone.
-Non so cosa ci aspetta lì dietro, sei pronta?-
Fasci azzurri di magia le guizzano lungo le braccia.
-Sono pronta-
Apro la porta pronta ad attaccare.
Non ce né bisogno.
Infatti nessuno in quella sala è in condizioni di farci del male.
Il divano e rovesciato, tutti i mobili scaravoltati, rotoli di carta igienica ricoprono il pavimento, ovunque cartoni di pizza e bottiglie vuote, CD musicali lasciati a casaccio e i corpi ammassati e ridicolmente vestiti dei nostri amici.
Faccio l’appello dei corpi dei caduti.
-BB, Cyborg, Màs e Minòs, Hot Spot, Acqualad, Speedy, Mega gnu, Bumblebee, Fulmine e Tuono, ci sono tutti…più qualche ragazza di troppo-
-Cos’è successo qui?- domanda lei spaventata.
-Festa pazza- mi limito a rispondere.
-Non preoccuparti Pa, l’ultima volta era molto peggio, avevano sfondato tre pareti e appeso BB all’asta della bandiera per le mutande-
-Sì, ma dove sono Robin e Stella?-
-Non lo so- rispondo pensierosa.
<<Dove si saranno cacciati? Normalmente Robin gli avrebbe fatto una testa così visto questo casino>>
-Ah!- sentiamo un grido provenire dal corridoio.
-Stella!- rapida mi dirigo verso il luogo da dove proveniva la voce.
Guardo il nome scritto sulla porta di metallo “Robin”.
-Forse non dovremmo entrare- dice Sirena alle mie spalle.
Esito un minuto.
-Aaargh! ti prego questo no!- ancora la sua voce.
-Qualcosa non va, tieniti pronta a coprirmi- le dico.
-Ok, apri-
Faccio un respiro spalancando di colpo l’uscio.
Rimango sbigottita davanti a quello che vedo.
 

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Capitolo 29
*** La prima volta! ***


CAPITOLO 30 –La prima volta
 
Stanno facendo l’amore!
-Ahio! Piano Robin, Non così forte!- dice lei con lo sguardo chino sul materasso.
Poi alza gli occhi, accorgendosi di noi, che siamo rimaste a bocca aperta.
-AAAAAAAA!- urla rossa di vergogna coprendosi con una coperta.
Anche Robin si è subito accorto di noi appena abbiamo aperto l’uscio.
-Via di qua!- grida.
Chiudo subito la porta.
Appoggiando le mani come un imbuto contro la porta dico a gran voce perché i due amanti possano udirmi.
-S-scusate, non volevo interrompere, non pensavo che steste facendo quella cosa. Mi dispiace, voi continuate pure adesso noi ce ne andiamo-
La voce arrabbiata del leader risponde dall’interno.
-Ok, ok…adesso smammate e non fatevi più sentire per almeno mezz’ora, chiaro?!-
Ci allontaniamo dalla porta.
-Ecco cosa intendeva con “vado a rassettarmi un minuto”- dice Paloma trattenendo una risata.
-Me ne sono accorta- rispondo rossa in volto.
-Casa tua è un campo di battaglia, e con quei due che… si “rassettano” non credo che staremo tranquille, andiamo da me?-
-Meglio- rispondo spingendola nell’ascensore.
Poco dopo siamo entrambe nella sua stanza.
-Che vergogna, non avremmo dovuto aprire quella porta-
-Io te lo avevo detto, Corvy cara, poveretti gli abbiamo interrotti sul più bello, Stella sembrava sul punto di impazzire di piacere…-
-…Già, così sembra…- rispondo imbarazzata.
-Non si direbbe che le facesse poi così male, vero?-
Mi limito ad annuire, slegandomi il mantello che mi soffoca sedendomi sul materasso.
-Anzi, da come gridava sembrava che vedesse le luci del paradiso…-
-C-cosa vorresti dire?- chiedo intimidita mentre si avvicina gattonando sul letto.
-Dico solo che Robin ci sa fare…- una mano di lei mi apre la lampo del vestito calandomelo fino alla vita.
Mi bacia appassionatamente sulla bocca.
-…Ma io sono meglio- mi bacia il collo e senza smettere discende passano in mezzo ai seni fino all’ombelico.
-Moltoo meglio…sai si dice che farlo con un’altra donna sia più agevole per una verginella-
-Non so se…- borbotto a fatica trattenendo il focoso desiderio che nasce in me, mentre lei inizia a toccarmi e accarezzarmi.
Torna a baciarmi sulla bocca, passando il dorso della mano in mezzo alle gambe.
-Sei eccitata?- domanda maliziosa guardandomi.
-Te la senti di coccolarci un po’ nude? Non siamo obbligate a farlo stasera, solo per divertirci un pochettino- propone lei sbottonandosi la camicetta.
Io la osservo…é bella, molto bella e poco vestita, il mio sguardo cade dagli occhi al viso arrossato e dal viso alla scollatura sui seni sodi.
Non resisto, è da quando a cena si è versata addosso l’acqua per sbaglio che mi sono eccitata, sapete cosa succede quando una camicetta bianca si bagna su un bel paio di tette, no?
Desidero prenderla con tutta me stessa, lei è lì invitante e siamo sole.
<<controllati>> mi dico ma poi…l’istinto predatore scatta in me.
<<al diavolo, non resisto più! Non posso vivere solo di fantasie erotiche! Lei mi desidera, io la voglio, ho deciso, passo all’azione!>>
La butto sul letto aprendole la camicetta bianca, indossa il reggiseno di pizzo che mi piace tanto.
-Paloma, facciamolo! Qui e ora! Sono eccitata e vogliosa -
Lei non mi risponde ma si avventa desiderosa di me sulle mie labbra mentre le sue dita scivolano sulla mia schiena abbassando ulteriormente la lampo del vestito sfilandolo del tutto dalle gambe.
Le tolgo il reggiseno affondando il viso nei seni floridi.
-Quanto ho aspettato questo momento Corvina, non sai da quanto ti desidero…-
Mi sfilo gli ultimi indumenti restando completamente nuda davanti a lei, mi stringe forte a se.
-Uh! Continua. Prendimi! Sono pronta, finalmente-le sussurro eccitata.
Lei prosegue mentre continuiamo a baciarci.
-Aspetta. Solo un secondo-
Mi alzo da lei perplessa per la richiesta.
La vedo mutarsi da ittica ad alata, lei mi guarda ammaliante.
-Ora puoi divertirti anche tu-
Iniziamo a far l’amore in modo dolce e delicato, sono ancora vergine e lei è molto attenta a non farmi male, adiamo avanti a lungo, molto a lungo, finché…
-Sei pronta?- mi dice dolcemente baciandomi l’ombelico.
-Sì…-
-Ti farà un po’ male-
-Non importa…tu fallo-
Cerco di rilassarmi, Paloma sta per sverginarmi e mi ha raccomandato di stare calma o mi farà molto più male…solo che non ci riesco, sono così tesa…
-AAAAAAAAAAAAAAHHHHHH-
Che male! Che dolore! Mi sembra che mi abbiano squarciato in due, ha! Come se mi avessero infilato dentro un tizzone incandescente, mi viene da piangere…fa…fa malissimo…
Bhe…se devo essere sincera non era poi la fine del mondo, anzi il dolore era più che sopportabile, specie perché lei è stata molto…delicata con me…
Va bene, va bene, lo ammetto: ho fatto un po’ di scena per ricevere più coccole.
E funziona!!
-Sssst- mi fa lei dolcemente all’orecchio.
-Sei stata bravissima, adesso non pensare al dolore…e ora godi!-
Sento il suo calore, le sue penne scarlatte solleticarmi e accarezzarmi la pelle, il suo sudore mischiarsi al mio…la sento nel pieno del piacere stringermi spasmodicamente, non l’ho mai vista così felice, grida e ride di piacere in continuazione.
Mi bacia, mi morde, mi lecca.
Lentamente il piacere supera il dolore annebbiandolo.
Dopo aver soddisfatto ogni genere di desiderio represso e fantasia erotica ci lasciamo andare l’una sul’altra sudate, esauste ma felici.
Molto felici.
 
Pochi minuti dopo lei è già addormentata e, viste le cose che ha fatto, lo credo che sia sfinita.
Si stringe a me con entrambe le mani, con la testa delicatamente appoggiata sulla mia spalla, il leggero lenzuolo rosa ci avvolge, la sua coda calda e morbida mi avvinghia la gamba sinistra, il lunghi capelli ramati, tutti arruffati e scarmigliati sono sparsi sul cuscino e una ciocca le cade davanti agli occhi chiusi, sulla bocca è dipinto un sorriso di pura serenità, non pensavo che una ricercata potesse essere così dolce, sensibile, delicata, tenera e affascinate…eppure…eppure ci sono andata a letto.
È stata la mia prima volta e, chi l’avrebbe detto, l’ho fatto con una donna, anzi una vera a propria sirena…ed è stato fantastico!!
-Wow…davvero entusiasmante- sospiro soddisfatta guardando il soffitto.
<<Dolcina di giorno, tigre sotto le lenzuola>> penso.
Non mi ero mai sentita meglio di così.
Ho sfogato tutto il desiderio e le emozioni represse in una sola volta.
Il suo respiro caldo e regolare sulla pelle nuda mi fa tornare dal mio viaggio mentale al lettone ad acqua dove riposo al suo fianco, mi sento molto stanca…-Haaaww…-
Mi passo una mano sulla fronte sudata e torna a guardarla.
La sua incantevole pelle color pesca, scostandole delicatamente la ciocca da davanti al viso le accarezzo le guance con dolcezza.
Lei muove inconsciamente il musetto strofinandolo sulla mia pelle, mugugna compiaciuta riconoscendo il mio tocco anche da addormentata.
Non posso fare a meno di sorridere a guardarla così bella e tranquilla, sembra che non abbia alcuna preoccupazione al mondo, quasi vorrei farle una foto.
Le do un leggero bacio sulle labbra prima di abbandonarmi a mia volta al dolce sonno ristoratore…
-Ti amo…- le sussurro all’orecchio prima d’addormentarmi.
 
-Ben svegliata- mi saluta porgendomi una tisana.
Paloma è sveglia da un po’, si è già cambiata, mi sorride con un sorriso smagliante e gli occhi luminosi.
Io sono distesa sul letto dove abbiamo consumato il nostro desiderio la notte prima, mi accorgo di essere ancora nuda, stringendo le ginocchia la petto mi copro con le lenzuola, mentre prendo la tazza di tisana.
Fuori il sole è abbagliante
-Quanto ho dormito?- domando sorseggiando l’infuso.
-Sono le tre del pomeriggio, circa dodici ore- risponde sedendosi accanto a me, circondandomi la vita con le dita palmate.
-Dodici ore?!- domando stupita, io sono molto mattiniera.
-Eri molto stanca, d’altronde ieri abbiamo fatto l’amore per due ore filate, non è da tutti.  Sorridi, hai ufficialmente perso la verginità!-
-Due ore? Sul serio?-
-Forse abbiamo speso troppo tempo in eccitanti preliminari, oppure fa parte della tua natura di mezzo-demone…ma per essere la tua prima volta, non riuscivo davvero a farti venire.
È stata dura, ma nel caso non te lo ricordassi ti è piaciuto da morire, urlavi di piacere-
La sua mano scivola da una spalla al viso accarezzandolo.
-E a me è piaciuto vederti godere in quel modo, sapere che ero io la fonte del tuo piacere…-
Paloma si lascia cadere lunga distesa sul comodo letto, anch’io la imito.
Siamo stese di fianco, con le teste sorrette dal braccio a divorarci con gli occhi i nostri corpi l’un l’altra e a perderci a vicenda in essi.
-Ricordo, è stato bellissimo- rispondo con un sorriso.
-A chi lo dici…da quanto tempo sognavo di far l’amore con te…ti meriti un bel 10 e lode. Come stanno le zone la sotto?-domanda indicandomi lì con un dito.
-Doloranti, ma sono ancora eccitata, mi sei piaciuta tantissimo- 
-Non ti ho fatto troppo male, vero?-
-Per poco non mi uccidevi!- sorrido sarcastica.
-Esagerata- sbuffa divertita.
-Scherzi a parte…sei stata davvero molto delicata…e dolce. Grazie Paloma…- la bacio teneramente sulle labbra.
-Ti amo Corvina- sussurra lei appena ci separiamo, per poi tornare a baciarmi –Anch’io ti amo Paloma…-
Passiamo quaranta minuti buoni a baciarci e chiacchierare della notte passata e delle reciproche prestazioni a letto.
-Te la senti di fare il secondo round?- domanda maliziosa la mia piccola sirenetta, agguantandomi vogliosa la natica.
Ma l’occhio mi cade sulla sveglia elettronica…quasi le quattro!
Le sorrido e le do un rapido bacino, poi a malincuore trovo la forza di alzarmi dal caldo lettone di Paloma, afferrando  le mutandine, stiracchiandomi, e cercando dove possa essersi infilato il mio reggiseno.
 -Non vorrai andartene…suvvia, facciamo di nuovo l’amore!-fa lei rotolando giocosamente sul materasso, afferrandomi il polso e tirandolo a sé, è ancora piena di desiderio per me.
-Paloma…io vorrei tornare a far l’amore con te, sei incredibile sotto le lenzuola, ma devo andare alla Torre, i criminali non si fermano solo perché sono a letto con la mia fidanzata- dico iniziando a rivestirmi.
-Dai… solo mezz’oretta- insiste.
-Sei insaziabile! Lo vorrei tanto, oh quanto lo vorrei, ma proprio non posso, manco da ore e non ho neanche detto dove andavo-
Mi rivesto in fretta e furia, e pettinandomi i capelli scompigliati e le chiedo per curiosità.
-Paloma…davvero riesco a soddisfarti? Non lo dici solo per assecondarmi, vero?. Io voglio che anche tu tragga piacere da questo non sono certa di essere brava…è la mia prima volta e ho paura di aver sbagliato qualcosa.
-Certo che sono sincera! sarai anche inesperta, ma mi piaci tanto tanto tanto quando ti lasci prendere la mano…sei molto brava-
-Ieri sera sei stata fantastica, ma ora devo proprio andare- dico salutandola con un bacio.
-Allora a presto Corvina…- mi saluta un po’ mogia e con riluttanza
-Ti aspetto, già mi manchi -aggiunge subito dopo sorridendo maliziosa.
-Non vedo l’ora di tornare- rispondo uscendo dalla stanza.
-Ah Corvy cara un’ ultima cosa…- si avvina a me dandomi un lungo bacio la sua lingua entra nella mia bocca attorcigliandosi con la mia, lo scambio di salive provoca in me un gusto fantastico.
-…Non farmi aspettare troppo- dice appena separiamo le labbra.
-Non preoccuparti- sussurro baciandola ancora.
Dividiamo le nostre lingue solo quando il bisogno d’aria si fa impellente.
-Tornerò appena posso- dico sorridente mentre scendo le scale.
-Ci conto- risponde lei guardandomi andare via.
-A presto!- esco dalla stanza da letto, dov’è lei, precipitandomi fuori, consapevole di essermi guadagnata una bella punizione per essere tornata così tardi.
Ma non importa.
Mi sento al settimo cielo, anzi all’ottavo! Non avevo mai provato una tale goduria, dopo aver fatto l’amore con lei mi sento leggera, sollevata, senza nessuna preoccupazione, libera da tutti gli affanni che sempre mi perseguitano, col cuore traboccante di felicità, così allegra che vorrei cantare…è fantastico sentirsi così, amo Paloma con tutta me stessa.
 
 
Il momento che tutti stavate aspettando è arrivato. Vi ho fatto aspettare 30 capitoli ma è successo: Paloma e Corvina hanno fatto l’amore.
Adesso ne vedremo delle belle…
 
Ghostface

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Capitolo 30
*** Non ci lasceremo mai ***


CAPITOLO 31– Noi non ci lasceremo mai
 
E da quella magica notte in cui abbiamo unito i nostri corpi in un unico dolce amplesso tutto è andato a meraviglia…è così tenera con me.
È così…così…
 
-Ciaaoo amorina…-
Sento la dolce voce di lei, la voce di Paloma ha un suono suadente, che mi riscalda dentro, è delicata come il profumo del pane appena sfornato, la voce calda e rassicurante che tutti vorremmo sentire quando ci svegliamo.
La voce umana non si avvicina nemmeno lontanamente alla melodia emessa dalla mia dolce piccola saffica sirena.
Un suono di cui non potrei mai stancarmi, che mi delizia le orecchie, e che ho la fortuna di ascoltare tutti i giorni.
Mi volto verso la direzione da cui proviene il suono angelico.
Apro lentamente gli occhi e la vedo.
È stesa accanto a me, mi accarezza dolcemente i capelli.
I suoi capelli ramati sono tutti scarmigliati e spettinati, il lenzuolo azzurro che le copre il petto passando sotto le ascelle, la pelle morbida e invitante di un fantastico color pesca rosa, sul collo appena sotto le branchie c’è ancora il segno del succhiotto che le ho fatto ieri notte, mentre facevamo l’amore, un sorriso ammaliante sulle labbra che non esprime altro che una quiete pura e assoluta, così dolce e accomodante che ci si perde dentro.
È bellissima.
I suoi grandi occhioni blu sono fissi su di me, le lunghe ciglia sbattono appena apro le palpebre, non dico nulla, mi limito a sorriderle senza neanche sollevare la testa dal cuscino.
La sua mano mi scosta i corti capelli viola scompigliati accarezzandomi amorevolmente la guancia, le sue dita sono talmente delicate che è come se a sfiorarmi fosse un petalo di papavero.
-Su sveglia è mattina…sorgi e risplendi pulcina-
Sbadiglio mugugnando compiaciuta per le dolci carezze ricevute sulla schiena ancora nuda.
-Non chiamarmi “pulcina”…- borbotto affondando la testa nel cuscino; mi sento così bene che neppure l’arrivo di Trigon potrebbe convincermi ad alzarmi dal mio nido d’amore.
-Preferisci “lingua mannara”? Perché da come la usavi mi sembrava che ti piacesse ieri sera, che ne dici di farmi riprovare i tuoi “morsi”- risponde ammaliante, massaggiandomi la schiena con una mano, come se cercasse di spalmare una pomata inesistente su di me.
-“Pulcina” va bene…- le sorrido dolcemente.
Lei si gira supina stiracchiandosi, si mette seduta e mentre si passa le mani tra i capelli, rivela il florido seno coperto da un leggero reggiseno bianco orlato di seta pizzata, quasi trasparente, le cui spallucce sono entrambe calate.
La coperta lascia vedere il sederino invitate, quel poco di umano che c’è prima che la coda inizi a metà gluteo.
<<bello…>> penso leccandomi le labbra.
-Coraggio amore, in piedi…-
-Sai Pa, devo ammettere che quando mi parli così, dopo il sesso, esser chiamata “amore” mi piace proprio tanto tanto…- anch’io mi stendo supina, ma non accenno a volermi alzare e rivestire, sto troppo bene nel torpore del lettone che conserva ancora parte del calore dei nostri copri uniti nell’estasi dell’amplesso erotico.
-Basta parlare di nomignoli, andiamo a far colazione- insiste lei.
-Vai tu,  io resto qui…sono così comoda, come in un nido-
-Hai voglia di coccole?-
Fa lei gattonando alla meglio verso di me maliziosa, sa che non sono una tipa “coccolina” e non perde mai l’occasione per godersi certi momenti.
-Voglio solo sentirti su di me, abbracciami e restiamo sotto le coperte…mi piace stringerti, sei morbida e calda…-
-Io però ho voglia di fare certe “cosine birichine”-
-Dai, no…sono stanca, riposa con me, chiacchieriamo un po’…-insisto.
-Tu puoi restare passiva, faccio tutto io, e poi restiamo qui a parlare come ti piace tanto fare- sorride dolcemente – Ti si scioglie sempre la lingua dopo il sesso…e anche prima- aggiunge lanciandomi un’occhiata complice.
-E va bene…facciamo come vuoi tu- le dico con un sorrisetto a mia volta, rigirandomi sul letto ad acqua.
-Oh Corvina, non sai le cose che farò al tuo corpo!...sigaretta?- mi propone.
-No, non fumo. E neanche tu dovresti-
-Io non fumo, fa male. Tengo sempre un pacchetto di sigarette nel cassetto per le mie amanti, a molte piace farsi un tiro dopo aver fatto l’amore, e poi penso che te ne saresti accorta se io fumassi-  mi risponde appoggiando il pacchetto nel mobiletto.
Lei inizia a slacciarmi il reggiseno, poi mi fa voltare sfilandomelo di dosso e ammirandomi rapita.
-Allora, che vuoi farmi?-
-Per prima cosa ti voglio divorare la faccia di baci, poi scendere adagio verso il collo, fare una tappa sui tuoi seni così belli- aggiunge mettendoci sopra le mani- E dopo scendere fino all’ombelico, leccartelo bene a modo e continuare ancora più giù, e baciarti fino a farti guaire di piacere-
-Che bello…e poi?-
-E poi voglio massaggiarti quei bei piedini, solleticarli per farti ridere, voglio baciarli e lavare ogni ditino…con la lingua-
-Che sporcacciona…continua, mi sto eccitando- chiudo gli occhi godendomi il programma che presto sperimenterò.
-Sfregherò il mio corpo contro le tue gambe, e tra le tue cosce strofinandoti coi mie capelli, le mie braccia, il mio ventre, anche con le tette e le chiappette se sarà necessario, in modo che mi implorerai di finire quando l’eccitazione ti sarà giunta al massimo, ma io non ti accontenterò, no voglio prolungare il piacere, accarezzandoti, baciandoti, toccandoti e leccandoti in tutto il corpo e infine quando con le lacrime agli occhi mi supplicherai di darti il colpo di grazia, perché non ti lascerò usare le tue belle manine, quando ti sentirai impazzire per il piacere e il dolore di non poterlo soddisfare, solo allora, mi deciderò a darti sollievo e ristoro, solo dopo che avrai pianto, sudato e implorato, ma non ti farà male, solo tanto tanto tanto piacere…troppo-
-Sì, mi piace già…- rispondo io che non vedo l’ora che inizi.
-E quando avrò finito, ti coprirò gli occhi con le tue stesse mutandine, e così bendata dovrai indovinare dove si appoggerà la mia lingua sul tuo corpo, ovviamente zone erogene, se indovini, vinci un bacio dove vuoi, se sbagli… penitenza-
-Sembri proprio un’esperta…anzi una bella puttanella…-
-Hey!-
-Non ho detto che è una cattiva cosa…- sogghigno.
-…però voglio anche un succhiotto, come quello che ti ho fatto io- aggiungo.
-E dove lo vuoi?- mi chiede solleticandomi la pancia con un ditino aggraziato.
-Me lo fari sulla chiappa sinistra, sotto il mio tatuaggio-
-Va bene, forse forse te ne farò due…-
Lei appoggia le sue labbra sulle mie, iniziando il dolce gioco che aveva preannunciato, mandandomi letteralmente in estasi.
 
-AAHWW!! Ti prego, basta!…Paloma falla finita! Non resisto….AWHH!! sto per esplodere!-
Non la vedo, mi ha coperto gli occhi con le mie mutandine nere prima di quanto aveva promesso, ma la sento, eccome se la sento!
Il mio copro freme a ogni suo bacio, mi ha legato i polsi e le caviglie al letto perché non interrompessi il gioco in nessun modo, così cieca e immobilizzata sono totalmente in balia dei giochetti della sirenetta che si diverte da matti.
Io stessa rischio di impazzire di piacere se continua a comportarsi così su di me.
Paloma ha ragione, non mi sta facendo male, ma l’eccitazione e tale che non poterla soddisfare è quasi un dolore.
-Ti prego, ti prego…ti imploro…io non ce la faccio più!!-
Lei mi solleva le mutandine dal volto, è sorridente come una bimba con un nuovo giocattolo.
-Ummm…sudata, sei sudata…stai fremendo, mi hai implorato…però, gli occhi sono solo lucidi…mi dispiace, niente lacrime, sai che vuol dire?-
La stoffa nera torna ad abbassarsi su di me, togliendomi la vista.
-NO! basta, ti prego…ora basta, devo sfogarmi…mi sento scoppiare!-
Sento la sua morbida bocca su tutto il corpo, dal collo alle dita dei piedi, sento le sue dita sfiorarmi i punti caldi del mio corpo senza mai però soffermarsi abbastanza.
-AARRGG- urlò mentre lei insensibile alle mie suppliche continua a divertirsi.
Sento le calde lacrime solcarmi le guance, scivolare sotto le mutandine e asciugarsi sul cuscino.
-Guarda! Paloma guarda! Sto piangendo! Sto piangendo! Ora per favore smettila! Ti imploro…-
-Già! Sono riuscita a farti piangere di piacere- proclama trionfante smettendo di stuzzicarmi.
Ansimo stremata –Sì…adesso finiscimi…-
-No- sento la sua vocetta squillante da sotto il tessuto nero delle mutandine.
-Come “no”!?-
-Ho mentito, voglio continuare questo giochetto, è divertente!-
-NO! tu devi soddisfarmi, me lo hai promesso, ho la pelle che mi si strappa tanto sono tesa! Ora tu mi soddisfi del tutto o io…-
-Va bene, va bene, dopotutto te l’ho promesso…ma prima ti faccio il succhiotto, su girati…-
Obbedisco girandomi di schiena, dopo che mi ha slegato le caviglie, sicura che quella sarà l’ultima “dolce tortura” prima di essere finalmente soddisfatta come desidero.
 
Dopo aver ricevuto non uno ma ben tre succhiotti, aver patito ancora per un po’ le sue dita sul mio corpo sovreccitato e aver perso il gioco della “lingua cieca” vengo infine completamente soddisfatta e slegata e mi posso sfilare le mutande dalla testa.
Il gioco si è prolungato parecchio, io non ho fatto nulla se non star sdraiata, ma sono sudata, spossata e boccheggiante sul letto.
-Ti è piaciuto?-
-Molto…troppo…- ansimo riprendendo fiato.
Lei si stende accanto a me, restiamo ferme a fissare il soffitto, mezze nude e mezzo vestite, coperte dal leggero lenzuolo di lino sulle gambe (e la coda), stiamo sempre così, una accanto all’altra a fissare il soffitto quando pensiamo in sintonia.
-Sono stata brava?-
-Sei stata impareggiabile…e crudele-
Lei sghignazza, senza distogliere lo sguardo dal nulla sopra di lei – Così impari a non svegliarti quando ti chiamo…volevo dirti grazie per avermi lasciata divertire, non ti ho dato troppo fastidio, vero?-
-No, mi è piaciuto, sei delicata, ma se non mi avessi legata la cosa sarebbe finita molto prima, poco ma sicuro…comunque la prossima volta facciamo i miei “giochetti”-
-D’accordo, sarai tu a condurre i giochi.
Sono contenta che ti sia piaciuto, ti dispiace se ogni tanto lo rifaccio?-
-Io non mi tiro certo indietro, ma tu non strafare, sia come sono le mie emozioni…-
-Sei proprio bizzarra- dice lei sospirando con falsa rassegnazione.
-Disse la ragazza con la coda da pesce a cui piace palpare le altre donne…-
-Sai bene che non mi limito a palpare…- sorride maliziosa.
-Già, tu preferisci seviziare le tue amanti-
-Bum! Seviziare è un termine troppo forte, faccio alcuni “giochetti da bambine grandi”- replica lei.
-Ma noi siamo ancora piccole…non avere fretta di crescere, che poi non si torna più indietro-
-Hai ragione Corvina, d’ora in poi, niente più sesso, solo tè con le bambole-
-Guarda che ci soffri di più te-ribatto ben consapevole che ormai è dipendente della mie carezze.
-Lo so, tu sei fatta di ghiaccio, ma io ho bisogno di calore sulla pelle…del tuo calore.
Ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me, che qualcuno mi rassicuri, qualcuno che mi dica “ti amo” col cuore, qualcuno che mi tenga stretta la notte, anzi, qualcuna…e tu sei quella “qualcuna” Corvina, tu e nessun’altra –
-…Per ora- aggiungo con un sorrisetto.
-Che vuoi dire?- fa lei con falso tono d’offesa.
-Che ti pianto e mi sposo un bel maschione- rispondo tirandole un cuscino addosso.
-Sgualdrina!- esclama lei saltandomi addosso e poco dopo ci troviamo a rotolare sul materassone ridendo come due sceme intente a fare una falsa lotta.
Dopo esserci azzuffate siamo stanche, sudate e sdraiate l’una sull’altra.
Lei è su di me, appoggia la bella testolina sulla mia spalla stringendosi a me senza dire una parola, il gesto parla da sé.
Passiamo alcuni minuti in quella posizione, immobili con gli occhi chiusi, a scaldarci a vicenda, a sentire l’una il caldo respiro dell’altra sulla pelle nuda, a contare l’una ogni battito del cuore dell’altra…questo è amore per me, Paloma è amore per me…
-Promettimi che non ci lasceremo mai, Corvina- mi bisbiglia all’orecchio con una vocina così…oh…indescrivibile.
-Te lo prometto, Paloma. Io starò sempre con te, sei la mai vita non potrei mai farcela se tu te ne andassi…-
-Davvero?-
-Sì, noi non ci lasceremo mai, mai e poi mai…te lo giuro-
-Mai…- ripete lei guardandomi con uno sguardo serio, profondo che esprime tutto il suo bisogno d’affetto, la sua tristezza celata nell’animo e il suo amore per me, è così penetrante da leggermi il cuore.
Io le sorrido stringendola ancora di più su di me.
-Mai- 

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Capitolo 31
*** Confessioni pt 1 ***


CAPITOLO 32 –Confessioni pt 1

Stella e Paloma andavano d’accordo, certo non avevano un vero e proprio rapporto d’amicizia ma a nessuna dispiaceva la compagnia dell’altra.
E poi avevano un grande punto in comune, un punto che sia a Robin che a Corvina mancava…la passione per lo shopping!!

Quando i tempi lo permettevano le due ragazze passavano ore e ore e ore  al centro commerciale, senza i loro amati a dar fastidio.
Per la somma gioia dei rispettivi fidanzati, che si risparmiavano una simile tortura psicologica.
E quando finalmente si decidevano a tornare a casa cariche della roba più disparata e inutile e senza neanche un centesimo rimasto nel portafogli…passavano ore e ore e ore e ore e ore …insomma molto tempo a provarsi e riprovarsi tutto quello che avevano comprato.
Per la somma tristezza dei rispettivi fidanzati, a cui toccava dare un parere su tutto.
E visto che le taglie erano molto simili… meglio sorvolare su scambi e abbinamenti di scarpe, vestiti e gioielli.

Fu proprio grazie allo shopping e a una fatalità che Paloma e Stella divennero intime amiche…

Le due ragazze erano appena tornate da una giornata di spese folli.
-Ecco, questi sono gli ultimi due pacchetti- disse la sirenetta caricando le buste nell’ascensore della Torre.
-Grazie per avermi accompagnata-
-Di nulla Stella, avevo proprio bisogno di “qualcosina” di nuovo nel guardaroba-
-Vieni su?-
-Ma sì, ne approfitto per salutare Corvina, mai una volta che si degni di unirsi a noi…-
Dandosi un’aggiustata alle penne Paloma salì a sua volta nell’ascensore.
-Non per dire qualcosa di male contro di lei, ma è più probabile che andiamo a far shopping con uno Xixploriax che con Corvina!- l’aliena scoppiò in una risata allegra e squillante.
La sirenetta la imitò con una risatina falsa e forzata.
<<non l’ho capita…>> pensò Paloma interrogandosi su cosa effettivamente fosse uno Xixploriax.

Ma a volte il destino mette il suo zampino nella vita di tutti i giorni…uno zampino verde.
 
-AH AH!- esclamò BB davanti al mega computer della Ops Main Room.
-Dopo aver disconnesso tutte quelle inutili password, i programmi di difesa, gli antivirus, e essermi collegato alla centrale elettrica cittadina, sono riuscito a accumulare abbastanza energia per scaricare il nuovo, eccitantissimo, fantastico, inedito…e anche illegale…numero del videogioco “scimmie da battaglia 7” !!!-

((F.I.A.R.A: Me - l’esperienza non ti ha insegnato nulla, tsk tsk…-
vedi episodio 4 terza stagione, “Crash” ))

-Non mi resta che attivare la riserva d’energia per le emergenze e iniziare il download-
La mano del mutaforma si avvicinava alla leva rossa che permetteva di accedere al generatore d’emergenza, su cui era attaccato ben in vista un biglietto che diceva “Giù le mani BB!!”  e proprio in quel momento l’ascensore era a metà del suo tragitto.

La leva si abbassò.
Lo schermò del computer s’illuminò di colpo al punto da abbagliare  il ragazzo verde, e appena un attimo dopo l’intera città cadde in un totale black-out.
Tutte le cose elettroniche della città si bloccarono, dalle porte automatiche ai citofoni.
Compresi gli ascensori.
-Ops…- 


-Cosa succede?!- domandò Paloma colta di sorpresa dall’improvviso blocco dell’ascensore.
-Dev’essere saltata la luce. In caso di un calo di corrente tutte le porte automatiche della Torre si sigillano, compreso l’intero ascensore-
-Cosa?! Ora che facciamo-
-Nulla, possiamo solo avvisare gli altri che siamo qui col comunicatore, e aspettare che ripristinino la corrente e ci tirino fuori di qui-
-Questo lo dici tu!-
La sirena iniziò a sferrare una serie di colpi violentissimi contro la parete dell’ ascensore.
-Ferma! Se si potesse sfondare l’avrei già fatto io. Le saracinesche sono in lega di vibranio, non riuscirai a forzarlo, rischi piuttosto di spezzare il cavo che ci regge e farci spappolare. Siediti e sta calma, non ci vorrà più di un paio d’ore, e qui c’è aria a sufficienza per due giorni.
In effetti l’ascensore era davvero spazioso, poteva starci una persona comodamente sdraiata.
Passò un po’ di tempo nel silenzio.
Poi Paloma iniziò a fare qualche giochetto magico per passare il tempo e tirar su di morale l’aliena, illuminò l’ascensore con un piccolo globo azzurro che levitava nel mezzo per riuscire almeno a vedere qualcosa.
Stella Rubia avvisò Robin della loro situazione e aspettò in silenzio.
-Uffì che noia, ma quanto ci vuole?-
-Secondo il mio comunicatore è passata appena mezz’ora- rispose Stella seduta con la schiena appoggiata alla parete.
-Vorrei almeno essere qui con Corvina, niente contro di te sia chiaro, ma con lei saprei come rendere più “divertente” l’attesa, se mi capisci- disse la sirenetta con tono ironico sedendosi di fianco a Stella lisciandosi la coda da pesce, infatti si era mutata in forma ittica per star più a suo agio, i lunghi capelli ramati, molto simili a quelli di Stella, ma leggermente più biondi le cadevano lungo la schiena.
Quelle parole lasciarono un forte dubbio nella mente dell’aliena.
La sua mentalità diversa le impediva di percepire la possibilità di vedere la sua amica Corvina andare a letto con un’altra donna proprio come lei faceva con Robin, era inconcepibile per la su testa, tra la sua gente sarebbe considerato del tutto innaturale.
<<Perché andare a letto con qualcuno che non potrà mai darti dei figli? A che scopo far l’amore se non puoi procreare?>> si chiese l’aliena.
(È da sottintendere che Robin non concordava con la visione tamaraniana dello scopo del sesso, ma guai a dirlo a Stella)
-Com’è essere lesbica?- domandò per schiarirsi i pensieri.
-Sinceramente, mi fa sentire una favola, alcuni dicono che sono diversa, e invece sono solo me stessa, sono pronta a gridarlo al mondo “ A me piacciono le donne, sono una ragazza che vuole andare a letto con altre donne!” sono così e non me ne vergogno, come non mi vergogno della mia coda, mi sembrerebbe stupido vergognarmi solo perché amo un’altra ragazza, ciò non vuol dire che perdo la testa per tutte sia ben chiaro, ci sono molte lesbiche nel mondo e fin troppe si nascondono, io sono felice di esserlo, non mi cambierei con nessuna-
Stella la guardò intensamente e a lungo.
I suoi socchi verdi incrociarono quelli blu mare di lei che guardava fissa davanti  a sè.
Ammirava quella ragazza così diversa e così fiera di esserlo, Stella aveva sempre cercato di integrarsi per non sembrare mai “diversa” dagli altri, ricordava bene la paura che aveva avuto durante la sua metamorfosi di non essere più “accettata”.
-Paloma posso farti una domanda un po’ imbarazzante?-
-Dipende dal tipo di domanda- risponde senza scomporsi.
-È di carattere sessuale, su Tamaran è inconcepibile l’idea di accoppiarsi fra membri dello stesso sesso…per noi non ha senso accoppiarsi senza poter procreare-
Lei non era turbata da questo –Chiedi pure, non vedo perché non dovrei vergognarmi di ciò che sono-
Rossa sulle gote Stella chiese a bassa voce, benché fossero sole –Com’è?-
-È bello, non so se meglio che con un uomo perché non ho mai provato, ma è bello...tra donne è molto…delicato, sensibile…lento…stupendo, fidati di me… e se non ti fidi, conosco alcune ragazze che sarebbero liete di farti provare-
-No, mi basta il fidanzato che ho già- risponde l’aliena.
-Non mi hai mai raccontato del vostro primo bacio-
-Sì che l’ho fatto, la prima sera che sei venuta a cena alla Torre-
-Ma Corvina mi ha detto che c’è stato un altro primo “bacio”-
-Ah sì, ho capito. Mi dispiace deluderti, ma non è una storia molto romantica-
-Raccontala lo stesso, sono curiosa- insistette la sirena.
-Tu sai che sono stata venduta come schiava ai Gordaniani per garantire la pace a Tamaran, vero?
E ricordi quando ti abbiamo raccontato come si sono formati i Teen Titans?-
La sirenetta annuì.
-Ebbene, ero appena evasa dalla navette dei Gordaniani, nella fuga mi sono precipitata sul primo pianeta che ho trovato, la Terra, lì ho incontrato Robin e tutti gli altri, il nostro primo approccio non fu dei migliori.
Inizia a distruggere qualsiasi cosa cercando di sfasciare le manette, e loro, credendolo un attacco hanno risposto attaccandomi a loro volta.
Solo Corvina si rese conto che non volevo far male a nessuno ma cercavo solo di liberarmi, così mi aiutarono, e appena fui libera la prima cosa che feci fu baciare Robin-
-Era un semplice bacio di gratitudine?-
-Ancor meno. Semplicemente la mia razza può assimilare un linguaggio tramite contatto labiale, l’ho baciato solo per apprendere l’inglese.
Poi sono arrivati i miei carcerieri ecc… sai già come va a finire. Tutto qui, te l’ho detto che non è molto romantico. Per me il mio primo bacio resterà per sempre quello a Tokyo-
Sospirò con aria sognate rivivendo il bel ricordo.

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Capitolo 32
*** Confessioni pt 2 ***


CAPITOLO 33-confessioni pt 2
 
-Corvina ti ha mai raccontato il nostro primo bacio?-
-No, lei non parla mai dei fatti suoi-
-La solita Corvina…- disse pazientemente Paloma scuotendo la testa.
-Allora?-
-Allora cosa?-
-Non me lo racconti?-
-Dipende…- sghignazzò la sirena con falsa indecisione.
-Tu che mi dai in cambio?-
-Ti lascio tutta d’un pezzo- ribattè a tono Stella.
-Mi sembra un buon affare.
Allora i Five Storms si erano appena sciolti; io ero distrutta, avevo il mondo che mi cadeva addosso tutto d’un colpo.
Quando sono triste vado sempre a piangere su uno scoglio, spesso Corvina mi raggiunge per consolarmi, ma allora è stato solamente un caso. 
Quello scoglio lo puoi vedere dalla Torre, lei mi ha vista salirci sopra e incuriosita mi ha raggiunto.
Ero disperata, avevo la vista annebbiata e non mi accorsi di lei finché non mi arrivò dietro.
Era lì di sua spontanea volontà ed era preoccupata per me.
Un po’ a fatica le raccontai tutto, e lei dolcemente mi consolò, mi abbracciò forte tenendomi stretta a sé.
Io era innamorata di lei già da un po’, pensavo sempre a lei, la vedevo nei riflessi, la sognavo… un po’ spinta dalla crisi emotiva, un po’ dal desiderio di essere così vicine, mi dissi che quello era il momento buono per dichiarami.
E se non mi avesse voluta…almeno l’avrei baciata una volta.
Così mi buttai.
Ti dirò, appena le mie labbra si sono toccate con le sue ero certa di aver fatto la più grossa cazzata della mia vita.
Ma poi lei ha ricambiato in pieno il gesto, dopo appena un attimo di esitazione, non ha detto nulla, non mi ha respinta, ha solo attaccato di più la sua bocca alla mia, mi ha stretta forte e non ci siamo separate finché abbiamo avuto acqua…volevo dire aria nei polmoni.
Siamo rimaste così col vento salato che ci scompigliava i capelli e gli schizzi delle onde a bagnarci…è stato bellissimo, quasi mi si fermò il cuore.
Ma anche dopo il bacio Corvina restava incerta, così ho dovuto ripetere l’azione altre due volte per dimostrarle quanto le piacesse…- sorrise maliziosa la sirenetta.
-Sissignora, di tutte le cose che le lascio fare al mio corpo, e gliene lascio fare parecchie, la sua preferita è senz’altro baciarmi, dice che ho delle labbra morbide come panna montata, che il mio alito sa di menta fresca, che sentire la mia saliva la fa fremere dall’eccitazione, e quello che dice sulla mia lingua poi…hi hi-
Stella stava per aggiungere qualcosa ma Paloma riprese subito il discorso.
-Tutte le mie fidanzate hanno sempre detto che sono bravissima a baciare, che molte sono state sedotte completamente solo quando la mia bocca si è posata sulla loro, e modestamente ritengo che abbiano pienamente ragione- concluse con una puntina d’orgoglio.
Stella non aveva gradito molto quello spudorato auto-elogio.
-B’è nessuno si è mai lamentato di me- ribattè l’aliena.
-Nessuno si lamenterebbe mai di un bacio da una ragazza carina come te, ma ciò non vuol dire che tu sia brava, io non voglio insinuare nulla ma per farlo bene ci vuole una vera e propria arte… arte in cui, modestamente, sono maestra-
-Pfui! Ma davvero?! Dici questo solo perché non hai mai baciato Robin, se Corvina arriva al settimo cielo con te, lui mi fa toccare stelle solo con le labbra-
-Che cosa vorresti dire?- disse la sirenetta storcendo il nasino.
-Che tu sei una sbruffona e che lui è molto più bravo- proclamò Stella indispettita.
-Ma per favore, ho visto come ti bacia, è grezzo come un orso-
-Non è vero è delicato come un fiore-
-Ths! E io ci credo- ribattè sarcastica.
-Fai così perché sai che è vero- disse beffarda Stella puntandole il dito contro.
-No. non è vero- rispose Paloma con una linguaccia.
-Sì, invece-
-No!-
-È ovvio come la morte!-
-NO!-
-Allora provalo…- disse maliziosa l’aliena.
-C-cosa?- rispose Paloma interdetta.
-Provalo. Appiccica le tue labbra sulle mie, e così io farò da giudice-
-E chi mi assicura che non sarai “di parte” ?- fece Paloma restia a lasciarsi andare.
-Non ti fidi di me?- sorrise Stella.
L’aliena amava Robin con tutto il suo cuore, ma non poteva non riconoscere che la sirenetta era davvero attraente… e che aveva gonfiato un po’ troppo le doti del suo fidanzato, e se Paloma non aveva mentito sulle sue non le sarebbe affatto dispiaciuto provare.
-Non penso che dovremmo…Robin e Corvina…-
-Loro non lo sapranno mai, suvvia è solo un bacetto tra amiche, non dirmi che non lo hai mai fatto…-
In effetti Paloma aveva un lungo passato di serate passate a limonare con Shakewave per allenarla a “serate speciali” col Ninja Nero.
-Va bene, preparati a far schioccare le labbra- rispose infine Paloma.
Le due ragazze avvicinarono lentamente i volti, chiusero gli occhi e si baciarono.
Ma le labbra schioccarono davvero poco.
Si sfiorarono appena, era un bacetto durato meno di un secondo, Paloma aveva appoggiato le labbra su quelle di Stella e le aveva subito ritirate, appena inumidite da quelle dell’aliena.
Più che un bacio era stata una semplice “beccatina”.
-Come tutto qui? L’ho appena sentito- disse Stella scioccata.
-Scusa Stella…ma non mi sembra giusto nei confronti di Corvina-
-Proprio tu parli di ciò che è giusto? Sbaglio o eri una ladra?-
-Ero. Sono cambiata-
-Pfui… Ho ricevuto baci migliori a cinque anni da mia sorella, ed erano baci sulla guancia- sbuffò incrociando le braccia.
Quella battuta colpì Paloma nel suo orgoglio di seduttrice.
-Ah, è così?-
Afferrando il viso di Stella con entrambe le mani, con le dita che passavano tra i capelli rossi, le si slanciò addosso di peso finendole sopra, le loro bocca si incrociarono alla perfezione, la lingua di Paloma entrò diretta in bocca a Stella; l’aliena fu colta di sorpresa ma appena si rese conto di cosa stava accadendo ricambiò in pieno l’ardore del gesto.
Eccome se le labbra schioccarono stavolta, il bacio fu spettacolare.
Le bocche si unirono, le labbra si sfregarono, i respiri si incrociarono le salive si mischiarono e le lingue stavano una attorcigliata alla’altra.
Quel bacio sembrò durare un eternità, nessuna delle due accennava a voler smettere per prima, rimasero l’una sull’altra finché non furono costrette dall’impellente bisogno d’aria a separarsi.
-Allora, che ne pensi?- disse Paloma beffarda e sensuale allo stesso tempo sistemandosi i capelli ramati scompigliati.
Stella si rimise seduta, gli occhi spalancati, le guance rosse, i capelli spettinati e un sorriso idiota sulle labbra.
Le era piaciuto da matti.
-Wow!...è stato epico. Devo ammetterlo, superi Robin 18 a 1, non ho mai provato nulla di simile… fantastico -
-Non ti gasare, sono già impegnata- sorrise la sirenetta.
-Guarda che non provo niente per te, ho solo detto che baci bene, X’hal, baci dannatamente bene. Devi insegnarmi-
-Forse un giorno…- rispose la sirenetta beffarda.
-Credo sia meglio non dirlo né a Robin, né tantomeno a Corvina-
-Tu prendi le cose troppo sul serio, ci siamo solo baciate, e nulla più. Comunque da me non uscirà una sillaba, quello che è successo qui dentro resterà qui dentro-
-Meglio così. Comunque non te la prendere, bacio meglio del tuo ragazzo, ma scommetto che lui ti fa certe cose che preferisci di gran lunga a un bacio, vero?-
-Non posso darti torto, quando è di buon umore è così…grrr- fece Stella maliziosa.
-Ne abbiamo fatte di tutti i colori-
-Lui com’è?-
-Non è facile dirlo, è delicato e sa farti salire il desiderio fino alle stelle, perde un sacco di tempo nei preliminari, non passa mai direttamente “al sodo”, al punto che quando sto per impazzire di piacere lo imploro con le lacrime agli occhi di finire, o potrebbe proseguire il suo gioco all’infinito-
-Tecnica interessante la “dolce totura”, l’ho provata anch’io…-
-E dimmi, Pa, Corvina com’è a letto? Ti confesserò che ho pensato fosse frigida-
-Lei frigida?! Ah ah ah… da come urla si capisce che gode da impazzire-
-Dai, racconta-
-Lei…lei è possessiva, vuole sempre fare il “maschio” ma se può renderla felice a me va bene, poi è così morbida, adoro toccare la sua pelle, stringerla a me… dopo aver fatto l’amore mi piace appoggiare la testa sui suoi seni e ascoltare il battito del suo cuore, non è mai accelerato, il mio batte all’impazzata ma il suo è calmo e regolare, mi piace saperla così rilassata, ne ha davvero bisogno di rilassarsi la mia piccola Corvy… e poi hai visto che gambe? Mi fa sbavare ogni volta che si piega, per non parlare poi del sedere… sa che mi eccito tantissimo quando la guardo in intimissimo, e se ne approfitta! Dovresti vedere che assortimento di mutandine usa quando siamo sole…- 
-E di carattere? Insomma, io la conosco, ma Corvina ha mille e uno volti, quale mostra con te?-
-Adesso non ci crederai e mi prenderai in giro… ma è così dolcina con me-
-Corvina?- ripetè scettica.
La sirenetta annuì.
-Una volta, è venuta a casa mia con due vestiti fatti solo con petali di papavero, il mio fiore preferito, li aveva intrecciati con un filo di ragnatela per mesi e proprio lei ha insistito perché li indossassimo per tutto il giorno. È stato davvero bello…almeno finché non si è alzato il vento.
Oppure per il mio compleanno mi ha regalato una scultura di cioccolato di se stessa, a grandezza naturale, e indovina un po’? lei era il ripieno! Si era fatta ricoprire di cioccolata per me, c’è mancato poco che soffocasse nonostante respirasse tramite una cannuccia-
-No, è impossibile, non ci credo-
-E questo perché non c’eri quella volta che si è travestita da sirena sul mio letto, mi aspettava lì con indosso solo un coda finta, una collana di fiori indosso e un’altra in mano per me-
-Che tenere… la prossima volta fa qualche foto e mostramela, non riesco a immaginarmi Corvina così zuccherina-
-E Robin? Ti fa mai delle sorprese?-
-Non molte…è sempre ossessionato dal lavoro, ma quando le fa, le fa con stile, aww… mi si scioglie il cuore.
Se non fosse stato per quell’antipatico di Batman…grrr. È colpa sua se Robin è così poco comunicativo, vorrei averlo qui per…-
-Per prenderle di santa ragione, perché vincerebbe lui, vincerebbe di brutto- completò la frase Paloma.
-Sicura? Dopotutto è solo un uomo con qualche aggeggio strano, per me vinco io-
-Ma per favore, se è bastato Robin a mettervi tutti K.O. E poi…lui è Batman! Batman! Io l’ho visto come pesta i cattivi, non hai chance contro di lui-
-Certo che ne hai viste di cose-
-Il bello della vita da girovaga, ma tornando al tuo bel “passerottino”…raccontami qualcosa-
-Robin…è delicato, veramente molto delicato, una cosa che adoro è quando mi fa i massaggi con l’olio, mi riduce alla consistenza di un budino…
Un giorno, per la precisione il nostro primo anniversario dopo che avevamo…ehm…fatto l’amore per la prima volta, ha cosparso il mio letto di petali di rosa, un’altra volta mi ha fatto una serenata così romantica, ha preso lezioni di chitarra solo per me, ha pure addestrato un pappagallo per recitarmi delle poesie d’amore… e una cosa che non è molto carina da dire ma che mi rende felice è che è gelosissimo.
Guai a guardarmi mentre sono in spiaggia in bikini, ringhia più forte di un Grufglob-
Stella Rubia sospirò.
-E poi c’è quella volta in cui mi mancava terribilmente Tamaran, ho pianto tutto il giorno, ma la sera mi ha costretta a vestirmi elegante e a uscire con lui e non ci crederai mai…ma aveva ricreato nel parco la copia esatta del mio pianeta, sembrava veramente di essere su Tamaran… non l’ho mai baciato più forte che in quel momento, è così dolce-
-Siete davvero una coppia fantastica- sorrise Paloma.
-Anche tu e Corvina-
-Grazie-
 

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Capitolo 33
*** Confessioni pt 3 ***


CAPITOLO 34- Confessioni pt 3
 
-Stella, le cose che ti ho detto sono molto personali…promettimi che terrai il segreto-
-Lo giuro su X’hal, e mi aspetto lo stesso trattamento per quello che ti ho detto io-
-Stanne certa, questo discorso resterà sigillato in questa camera blindata-
Le due ragazze si abbracciarono felici di essersi tolte un peso dal cuore.
Poi Stella Rubia cercò di cambiare discorso, tirando in ballo la pima cosa che le passò per la mente.
-Come fai ad avere dei capelli così belli? Io non riesco mai a essere soddisfatta dei miei-
-Sai , vivendo quasi costantemente in acqua li tengo sempre molto puliti, poi il trucco che uso per tenerli un po’ smossi e vaporosi è riscaldare la spazzola prima di passarmela tra i capelli ancora bagnati-
L’aliena annuì, avrebbe provato alla prima occasione.
-Quanto credi che ci voglia per tirarci fuori?-
-Ormai credo che debbano solo reimpostare  il sistema saltato, ma non ho idea di quanto ci metteranno-
-Io mi annoio-sbuffò la sirenetta accasciata contro la parete
-Facciamo un gioco!- trillò Stella tutta eccitata.
-Che gioco?-
-Il gioco delle verità, ci facciamo delle domande e bisogna rispondere sinceramente-
-Mi sembra una stupidata-
-No, è divertente. Suvvia cosa ti costa?-
-E va bene…proviamo-acconsentì infine l’altra, cedendo all’insistente amica.
-Comincio io!- esclamò l’aliena.
-Allora… hai mai picchiato Corvina?-
-Intendi prima che ci mettessimo insieme? Quando ero ancora nei Five Storms?-
-No, intendo da quando vi siete messe insieme-
-B’è…mai seriamente. Ogni tanto la sculaccio ma a lei piace e poi c’è stato un episodio in cui l’ho graffiata per sbaglio…ma se devo essere sincera è più lei che fa la “cattiva” con me, sempre per gioco intendiamoci, ma ci son state un paio di volte in cui mi ha frustato il sederino con una cintura…mi ha bruciato per giorni-
-Interessante, da lei proprio non me lo aspettavo…tocca a te-
-Hai mai preso delle droghe?-
-Me le hanno fatte assumere, ma mai di mia spontanea volontà- rispose Stella molto pacata.
Non era interessata certo agli stupefacenti, a lei bastava guardarsi intorno e scoprire le meraviglie che la circondavano per entrare in estasi, al contrario i narcotizzanti somministratile dai Gordaniani l’aveva sempre fatta star male.
- Quante donne ti sei portata a letto?- domandò l’aliena molto incuriosita dall’argomento a lei sconosciuto dell’omosessualità.
-Quattro in tutto-
-Non male per una così giovane-
-Che ci vuoi fare, sono splendida-
-E fanfarona-
-Giusto. E tu? Hai provato solo Robin?-le chiese la giovane dagli occhi blu mare.
-C’è stato un momento in cui avevamo rotto e per vendicarmi c’ho provato con BB…insomma ero veramente furiosa, avevo scoperto che conservava ancora delle foto di Stella Nera! “Per l’identificazione dell’iride e il riconoscimento criminale” a sentir lui- dicendo ciò Stella imitò con voce roca Robin facendo con l’indice e il medio di ambo le mani delle virgolette virtuali – Ma io mi chiedo…primo. Perché tenerle nascoste sotto il letto? Secondo: perché in forma cartacea e non digitale? E terzo: perché c***o le foto la ritraevano i reggiseno e mutandine e nient’altro!? Anzi in una era solo in tanga nero!! E sorvolo riguardo le pose che aveva assunto mia sorella, altro che “scatti segreti”!
Pensavo che portarmi il suo caro amico nel mio letto sarebbe stata un’equa vendetta tuttavia prima che succedesse “l’irrimediabile” quel tenero adorabile sciocco di Robin ha saputo farsi perdonare, comunque sì, sono ancora a uno. Tocca a me-
Stella la guardò piena di malizia.
-Ti piaccio?-
-I-in che senso?- borbottò Paloma arrossendo.
-Se fossi libera vorresti provarci con me?-
-M-ma tu sei etero…-
-Rispondi-
-Ammetto che ti trovo…eccitante- disse la sirenetta rossa in viso – E più di una volta ho pensato di spogliarti prima di mettermi con Corvina… che posso dire? Sei sexy-
Stella la fissò dritta nelle pupille con quei penetranti smeraldi verdi che erano i suoi occhi, scavando nell’intimità dei segreti più privati dell’animo di Paloma.
-E va bene lo ammetto! Ho cercato, più volte, di convincere Corvina a chiederti di fare una cosa a tre con noi per spassarcela tra donne, ma lei è gelosa e si è sempre rifiutata, ecco l’ho detto! Volevo portarvi a letto entrambe in un colpo solo e scopare come una dannata per tutta la notte!- confessò piena d’imbarazzo.
Al contrario di quanto sia spettava Stella Rubia non fu né scandalizzata né arrabbiata ma anzi scoppiò in un allegra risata.
-Hai una cotta per me! Hai una cotta per me!- la canzonò.
-Invece tu hai mai avuto pensieri “inappropriati” con una donna?-ribatté quella sperando di metterla in difficoltà ma senza riuscirci.
-L’unica donna che ho visto nuda è stata mia sorella, e non ho mai avuto alcun pensiero “inappropriato” con lei. No, non l’ho mai vista come un opzione possibile-
-Davvero?-
-B’è in effetti certe ragazze sono veramente molto carine, ma solo come giudizio fisico. Su Tamaran non esiste l’omosessualità. Proprio non mi è mai passata per la mente.
Piuttosto tu lo faresti con un uomo?-
-Neanche a pensarci Stella, mai. Mi disgustano. Voglio dire non che non riesca a tollerare gli uomini, io ho diversi amici maschi a cui voglio molto bene, ma l’idea di andare a letto con un uomo proprio mi provoca ribrezzo, una sensazione di schifo inspiegabile, quella lunga asta carnosa che entra in me, forzandomi nell’interno per poi riversare il suo puzzolente sperma appiccicoso…brrr anche no, grazie-
-Io invece penso che lo farei l’amore con una donna, più che altro per curiosità-rispose l’aliena –Ma questo non vuol dire che lo farò con te o Corvina, specialmente con corvina: mi vergognerei troppo, lei mi conosce così a fondo che non penso che ce la farei a mostrarle questo lato di me-
-B’è se un giorno romperai con Robin, e ti andrà di provare ho diverse “amiche” che sarebbero entusiaste di una come te, io invece ho già trovato la mia. Quindi sexy o non sexy sei fuori dalla mia lista ormai, sono una fedele alla partner, io-
Stella rimase turbata da quella risposta, specie riguardo la parte delle “amiche”, sapere che delle donne si facevano fantasie erotiche su di lei l’aveva lasciata alquanto spiazzata, si limitò a fare un falso sorriso imbarazzato dicendo uno sforzato -Lo terrò a mente…-
-Ora dimmi però, qual è la cosa più umiliante cheti è successa?- chiese l’aliena.
-B’è…non lo so… c’è stata quella volta che mi si è slacciato il reggiseno durante un colpo… quella in cui sono rimasta chiusa nel gabinetto degli uomini, oppure quando ho abboccato all’amo di un pesatore e mi ha tirata su come un pesce…ma ora che ci penso credo che sia quando mi ero ritirata nel mio covo personale dopo un colpo, io e i ragazzi ci eravamo separati per ritrovarci poi tra un mese con la refurtiva, ammetto di essere stata un po’ superficiale e non mi accorsi degli agenti che mi avevano pedinato fino a lì, pronti ad incastrarmi non appena avute le prove.
Non sapendo di essere stata seguita e che gli  sbirri mi stavano filmando per incriminarmi, ho iniziato a fare i comodi miei. Mi sono sbafata una confezione di gelato tutta d’un fiato, mi sono spogliata e ho fatto la doccia e poi mi sono messa ad asciugare sul letto circondata dai gioielli della refurtiva, così per fare un po’ la regina circondata di preziosi, e una vota lì ho iniziato a…a…-
-A fare cosa?- insistette Stella Rubia.
-A masturbarmi  guardando un film porno-disse tutto d’un fiato e con un fil di voce la sirenetta voltando lo sguardo.
-E nemmeno uno dei più “raccomandabili”- aggiunse vergognandosi terribilmente di questo suo così forte lato libidinoso.
-Davvero…e ti hanno filmata?-
-Sì… hanno ripreso tutto: sia il video che guardavo sia quello che …ehm… “facevo”
-Non ci credo…-
-Sì. E quel che è peggio è che il video è stato proiettato in tribunale, davanti al giudice, alla giuria, ai giornalisti e tutto il resto come prova per il processo, perché era l’unico filmato in cui mi si vedeva con la refurtiva…e si vedeva bene anche cosa facevo…non mi sono mai vergognata tanto… ero più rossa dei mie capelli, per tutta la durata del processo ho tenuto la faccia nascosta tra le mani e non sono riuscita a dire una parola, neanche sotto interrogatorio…e mi hanno arrestata-
Paloma trasse un sospiro, ripensando a quel brutto episodio della sua vita, così breve eppure intensa.
-Alla replica del processo invece ho subito confessato tutto pur di non far proiettare quel video e sono finita in gattabuia-
-Poveretta…-
-B’è ormai è acqua passata, chissà se gli agenti hanno ancora una copia di quel filmato… ma dimmi Stella, qual è la cosa più “birichina” tu e mascherina avete fatto sotto le coperte?-
L’aliena rispose imbarazzata –B’è ecco…c’è stata quella volta che lui mi ha chiesto di fargli…-
-Siii?- insistette Paloma lieta di aver finalmente la sua vendetta.
-Ecco io sapevo che sulla Terra fosse diffuso il sesso orale…e anche quello anale…e che certi uomini trovassero tale zona molto erogena…ma non pensavo che le tre cose potessero essere combinate in un colpo solo. Mi sono sentita veramente a disagio. Non sapevo come muovermi, come fare, ero nel caos totale…ma una volta provato e ricevuto in cambio il medesimo trattamento, leggermente incrementato con l’aggiunta di un…chiamiamolo “gadget” mi sono resa conto di quanto quella sensazione fosse eccitante e d appagante allo stesso tempo.
E tu invece? Tu e Corvina avete mai fatto qualcosa che non entrasse esattamente negli schemi? Raccontami di quando ha usato la cinghia, dai…-
-Da dove cominciare….- tentennò Paloma -Devo ammettere che quel giorno, la serata “schiava-padrona” me l’ero proprio andata a cercare ma non pensavo che sarebbe finita così, tutto è successo per colpa di…-
 
Il gioco proseguì con domande sempre più piccanti e private che per motivi di pubblico decoro è meglio omettere…
(grazie tante regolamento e censura critica)
 
Passarono le ore più veloci di quanto si potesse immaginare tra confessioni sessuali, domande imbarazzanti riguardo la loro vita privata e sui loro amori passati e attuali.
Finalmente si udì un rumore,
-L’ascensore riprende a salire!- esclamò Sirena.
 
-Dai, quanto ci vuole?!- sbotto stufa di aspettare, tamburellando il piede a terra spazientita.
-Vuoi farlo tu?-  mi risponde sgarbato Cyborg.
-Il vibranio è molto resistente anche ai laser, devo raggiungere una certa intensità di calore prolungato per riuscire a fonderlo, ma ci sono quasi-
Sono quattro ore che Cyborg punta la sua sega al plasma contro l’ascensore in vibranio rinforzato, per fortuna delle ragazze al suo interno, il cabinotto è areato da condotti d’aria.-Di chi è stata l’idea di blindare l’ascensore, dico io?!- borbotta il mezzo robot ormai esaurito in fatto di nervi –Cioè quando mia ci potrebbe servire un ascensore blindato?! Quando Gradinik, la malvagia scala a chiocciola, attaccherà la Torre?!-
Dopo un’altra mezz’ora finalmente la saracinesca si stacca.
-Alla buon’ora! Non sono mai stata imprigionata da criminale e mi tocca da eroina- commenta vivamente Paloma non appena liberata da quello sgabuzzino mobile.
-A dire il vero mi hai raccontato che ti hanno sbattuto dentro una volta, quando ti hanno beccata al centro commerciale, ti eri chiusa dentro lo spogliatoio per sbaglio e non riuscivi più a uscire, un guardone si è accorto della tua coda è ha dato l’allarme e ti hanno arrestata, poi Sparviere ti ha tirata fuori di galera- sorrido io rammentandole il buffo aneddoto.
-Non c’è bisogno che lo sappiano tutti- sbotta infastidita dalla figuraccia resa pubblica.
-Sei andata al centro commerciale da ricercata?- dice BB sghignazzando ironico.
-C’erano dei vestiti troppo belli per non andarci!- si giustifica lei.
-State bene?- domanda Robin, appena arrivato di corsa dalla Ops Mains Room, riabbracciando la sua fidanzata.
-Tranquillo, non l’ho toccata- risponde la sirenetta.
-Meglio per te. Sono gelosa- dico stingendola a me con forza.
Sento la sua pelle vellutata  e morbida premere contro il mio corpo…
-Hai avuto paura?-le domando, sperando in un sì per aver occasione di “rassicurarla” a modo nostro.
-Per niente, anzi, a fatto piacere parlare un po’ con Stella-
-Vi siete divertite?-
-Diciamo che abbiamo imparato molte più cose l’una sull’altra…e anche su un altro paio di persone- risponde Paloma lanciando un sorriso complice a Stella che subito lo ricambia ridacchiando.
Da quel momento Stella e Paloma diventarono molto più intime, seppure mai quanto gli ormoni della sirenetta avrebbero voluto.
 
 
P.s. Non seguite i consigli di Paloma sui capelli, li ho appena inventati e non mi assumo responsabilità per risultati “poco soddisfacenti”
Ghostface

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Capitolo 34
*** Risvegli ***


CAPITOLO 35- Risvegli
 
La riservatezza in un rapporto di coppia, per me, è tutto.
Non sono mai stata la tipa a cui piace sventolare in giro propri i fatti di cuore e i miei amici rispettano le distanze (più per paura più che per gentilezza)…il problema e che Paloma lo è eccome.
L’unica volta che me la portai a letto in casa mia per poco non morii di vergogna il mattino seguente.
 
Circa cinque mesi dopo la “prima volta”…
 
È mattina presto; sto sorseggiando tranquillamente la mia tisana alle erbe, comodamente seduta sul divano, gli altri Titans stanno facendo una colazione abbondante; ma lei non si è ancora svegliata.
Sono circa le 9 e mezza quando la figura barcollante di Paloma arriva nella Ops Main Rooms.
-B-buon giorno a tutti…- riesce appena a mormorare prima di appoggiare la testa sul tavolo, chiudere gli occhi, sbadigliare e infine cadere in coma.
I suoi bellissimi occhi color cielo sono arrossati per la notte insonne, i capelli di rame sono ridotti  a un groviglio spettinato e le penne fulve, tutte arruffate, la rendono simile a un pulcino appena uscito dall’uovo.
Come al solito il suo senso del pudore è ridotto al minimo, quella spudorata è venuta a tavola in intimissimo, b’è di solito sta sempre in bikini…ma cavoli! Davanti ai miei amici…che imbarazzo.
Lei non è per niente a disagio per il suo ridotto abbigliamento, anzi penso che se non fosse stato per i Titans  sarebbe venuta a tavola del tutto nuda, o più probabilmente non si sarebbe alzata affatto.
Ieri sera, dopo essere rimaste fuori fino a tardi, l’ho fatta salire in casa per darsi una rinfrescata, e visto che gli altri già dormivano, e noi eravamo vogliose e un po’ brille le ho “gentilmente offerto” di stare nel mio letto e b’è…abbiamo passato la notte insieme.
Una notte molto agitata.
Tuttavia mentre lei è impresentabile, io sono perfettamente vestita, pettinata, riposata, vispa e fresca come una rosa.
-Notte impegnativa?- sghignazza Cyborg vedendo la sirenetta in quello stato.
-Eccome…- risponde quella senza nemmeno aprire gli occhi.
-La più impegnativa di tutta la sua vita- aggiungo con un sorrisetto.
-Puoi giurarci…chi mi fa un caffè?- chiede Paloma.
-Quindi vi siete divertite parecchio ieri notte?- domanda Robin malizioso.
-Sono ancora spossata e tutta indolenzita- si limita a biascicare la sirenetta.
-Sai, non mi risulta che ti fossi lamentata. Comunque, se ti fa quest’effetto, non ti farò mai più certe cose così “impegnative”-
-No! mi è piaciuto molto…ho solo bisogno di una pausa per riprendermi un attimo. La parte migliore è stata quando mi hai…-
-Paloma, possiamo cambiare argomento? Non siamo sole- la interrompo.
-Di notte una pantera, di giorno un’angioletta- si limita a commentare.
Stella le mette davanti al viso una tazza di pseudo-tè tamariano –Questo ti rimetterà in sesto il corpo e ti rilasserà la mente- sorride l’aliena.
Paloma apre gli occhi e mi fissa.
-Non è giusto…tu sei bellissima-
-Pensavo che tu mi trovassi sempre bellissima-
-Sì, ma ora io sembro un’arpia, tu sei splendida…-
-Ti avevo detto di dormire di più, ma tu hai voluto proseguire. Tu vuoi sempre strafare-
Lei mugugna qualcosa contrariata.
-Corvy cara, ho ancora le gambe indolenzite, non riesco ad alzare le zampe né a riunire le cosce per mutarmi, non dopo quello che abbiamo fatto…non è che mi imboccheresti?-
-Usa questa- dico porgendole una cannuccia –E dato che ci sei vatti a rivestire, sei mezza nuda, svergognata!-
-Oh, a noi non dà alcun fastidio- ribatte BB fissando il sedere tondo della mai ragazza, coperto solo dalle sottili mutandine di pizzo.
-Maiale!- esclamo.
Lui, per tutta risposta, si muta nell’animale in questione grugnendo rumorosamente.
-Davvero Corvina, Paloma è una favola anche così; ragazza sei una bomba sexy!- aggiunge Cyborg tra le risa.
-Che caro- si limita rispondere la sirenetta.
Resto indispettita dai commenti dei ragazzi; ma è proprio perché sono ragazzi nel pieno di una crisi ormonale che si comportano così.
Certo, anch’io la trovo terribilmente eccitante e pure i miei di ormoni lavorano per quattro, ma dannazione! Io so controllarmi.
A loro basta vedere un po’ di curve invitanti e subito il cervello si sposta dalla testa ai pantaloni…uomini.
-Suvvia Corvina, sta tranquilla. Lo sai che mi piace che i ragazzi mi facciano i complimenti sul mio fisico- sorride Paloma lisciandosi le penne.
-A me no!- ringhia Stella lanciando un’occhiataccia a Robin, il cui sguardo, Che non poteva vedere poiché protetto dalla maschera, era convinta fosse posato sul sottile tanga della sirenetta anziché sui suoi occhi color smeraldo.
Ovviamente questo non sfugge al ragazzo meraviglia, che per la cronaca stava effettivamente guardando delle curve…ma quelle di Stella, non poteva desiderare altra donna, aliena o sirena che fosse.
-Che c’è, Stella? Non ti fidi di me?- sorride lui andando darle un bacio.
Ma lei è ancora nervosa, mai invadere il suo territorio in fatto di cuore.
-A me basta che tu abbai fiducia nella convinta scelta sessuale di Paloma, lei gli uomini nudi non li può nemmeno vedere- dico per tranquillizzare l’aliena.
-E c’ho provato, ma mi fanno un tale schifo...brrr…orrore. Senza offesa ragazzi…tu invece, senza veli, devi essere uno spettacolo, Stellina- aggiunge Paloma.
La guardo male e mi rendo conto che lei ha approfittato della discussione per restare in mutande.
-Vatti a rivestire, spudorata!- le dico tirandole una sonora pacca sul sedere.
-Ahi! Uffì adesso vado…non si può nemmeno avere un po’ d’intimità reciproca in questa torre?- borbotta mentre, ancheggiando sinuosa, si dirige verso la mia stanza; seguita dallo sguardo mio e dei tre ragazzi.
SCIAFF!!
-AHO!!- esclama Robin.
-Ma che ho fatto, Stella?- domanda premendosi la mano sulla guancia arrossata dal ceffone.
Lei sbuffa inviperita e se ne và a testa alta, camminando a grandi falcate.
-Dai, ti prego Stella…tesoro…non fare così…parliamone…- fa Robin andandole dietro, incerto se riuscirà a farsi perdonare.
Intanto che i due amici se la ridono delle disavventure del leader e della sua fidanzata, io ne approfitto per raggiungere la mia di “fidanzata”
 
La mia sirenetta è stesa sul letto, non dorme ma sembra in catalessi.
-Sei ancora in mutande- le dico dolcemente, sedendomi al suo fianco mentre le accarezzo la testolina appoggiata sul cuscino.
Quando fa così ha voglia di coccole. 
-Sonno…-mormora.
-Sonno e coccole, scommetto che non desideri altro. Sai che hai fatto un bel casino di là? Non dovresti andare in giro così…ehm… “areata” quando non siamo sole.
-Quando ero coi Five Storm stavo sempre in topless, in casa e anche fuori e nessuno si lamentava, e poi a te piace soltanto vedermi così.
Se sono bella non è colpa mia…e comunque si dice “confusione” non “casino”-
-Non vorrai darmi lezioni di galateo proprio tu, che manco sai allacciar una scarpa-
-Non ho mai avuto bisogno di imparare. E lo so che ti brucia il fatto che, se voglio, so essere più educata di te…e forse anche più colta-
-Nel caso tu non l’abbai notato non sono esattamente la persona più gentile del mondo.
E per quanto riguarda chi è la più secchiona…io le so allacciare le scarpe- dico teneramente passandole le dita tra i capelli.
Lei mi guarda negli occhi e sorride a sua volta un sorriso dolce come e più del miele.
-Corvina, secondo me tu sei come un rovo che avvolge una rosa, dura e pericolosa fuori e bellissima dentro…oltre che fuori, anche i rovi hanno il loro fascino-
-Smettila di fare la filosofa, e cerca di indossare qualcosa mentre ti pettino- le dico facendola sedere a sua volta.
A fatica cerca di infilarsi la maglietta celeste, intanto tento di ordinarle i capelli arruffati sulla nuca con una spazzolata.
-Come hai fatto a ridurti così in una notte?-
-Ti ricordo che è colpa tua…uffì! Mi aiuti?- fa lei.
Non so se avete mai provato a fa rindossare una maglietta per giunta attillata a una ragazza dal petto “abbondante” e con delle immense ali, non è facile.
In un batter di ciglio lei risolve il problema tornando pinnuta e riuscendo finalmente a indossare la t-shirt.
-Guarda un po’, pasticciona. Hai strappato di nuovo gli slip- dico sollevando quel che resta dell’indumento, strappato in due quando le gambe sono diventate una grossa coda.
-È il quinto che conci così…-
-Sai che tragedia Corvy cara. Dovrò andare a fare shopping di nuovo, sono mortificata…- risponde con aria di scherno.
-Ali o pinne per te i vestiti sono sempre un problema…-
-Non è vero. Faccio sempre da sola. È la prima volta che ti chiedo aiuto per indossare qualcosa, visto come mi hai ridotta coi tuoi “giochetti tranquilli”-
-B’è hai cominciato tu a farmi le dolci torture, ricordi?* mi hai provocato, una giusta vendetta-
E riguardo ai vestiti c’è stata quella volta che mi hai chiesto di infilarti gli slip, ricordi? Avevamo fatto il nostro primo bagno insieme-
-Come dimenticarlo…e ricordo pure che ti sei rifiutata senza tanti complimenti- fa impettita.
Io le do un bacio sulle guance rosee accarezzandole il collo, appoggiando la testa sulla sua spalla.
-Che posso dire? Ero giovane e sciocca- dico dolcemente guardandola negli occhi.
I suoi splendidi occhi blu.
Lei mi fissa a sua volta con la testa sul cuscino.
Io inizio ad accarezzarle il ventre piatto da sotto la maglia.
-Mmmm…- fa lei compiaciuta.
Continuo per un altro po’ e lei continua a godersi il massaggino, poi cerco di rialzarmi e tornare dai Titans, ma lei mi afferra teneramente il polso, e m’implora con quella sua vocina da bambina irresistibile.
-No…ancora grattini sul pancino…-
-Cosa sei ? Una gattina?-
-Meoww….Dai resta qui ancora un po’… resta con me…-
Le sorrido, non so dirle di no, e lei se ne approfitta.
Mi stendo accanto a lei e restiamo a fissare il soffitto.
-Hai mai pensato a cosa sarebbe successo se quella volta nella cisterna la luce non si fosse accesa e io ti avessi colpita?-
-Probabilmente mi avresti accecata e sfigurata, noi non saremmo mai diventate amiche e poi fidanzate, e saremmo rimaste entrambe infelici…ma la storia non si fa né coi se né coi ma…tu non mi hai colpita, noi ci siamo innamorate e ora siamo qui, a farci i grattini sulla pancia, non importa cosa sarebbe accaduto se…perché non è accaduto-
Restiamo in silenzio a fissare il soffitto e a pensare.
-Tu ami, Corvina?- chiede ad un certo punto.
-Ma certo-
-Ma intendo amore-amore…- insiste.
-Che vuoi dire con “amore-amore”?-
-Che tu non riusciresti a fare a meno di me, che se me ne andassi il tuo cuore si spezzerebbe e non potrebbe mai ricucirsi, che tu metteresti la mia felicità davanti alla tua, che, ad esempio, se io mi innamorassi di un’altra tu mi lasceresti andare perché sarei più felice con lei anche se questo di ucciderebbe dentro…-
-Stai cercando di scaricarmi?-
-No, certo no! Non potrei mai sostituirti…è perché quello che io sento per te è amore-amore. Non posso fare a meno di vederti tutti i giorni, di sentire la tua voce e il tuo calore…non posso fare a meno di te-
Sniff…ok,ok so che è terribilmente banale, ma io amo quella sirenetta e voi non avete certo avuto un infanzia dura come la mia, nessuno mi ha mai detto seriamente “ti amo”…
Mi sento le lacrime affiorare sugli cocchi, nessuno mi aveva mai detto queste cose.
L’abbraccio forte mentre una piccola lacrima mi solca la guancia asciugandosi sul suo corpo.
-Anch’io ti amo-amo!- esclamo di cuore.
Lei ricambia l’abbracciatona.
-Restiamo insieme per sempre, me lo prometti?- le dico guardandola negli occhi d’abisso.
-Per sempre- fa le dandomi un profondo e sensuale bacio sulle labbra.
 
-Hai visto Corvina?- chiese Robin.
-È da due ore che è chiusa in camera-
-Meglio andare a controllare-
Robin aprì la porta, e per volere del fato, interruppe le due fanciulle che da due ore non avevano smesso di baciarsi in continuazione.
Si udì un'unica frase –*%&$££”#!!!! SE TIENI ALLA VITA…( censura) -
Seguito da un grido di dolore.
Dopodiché nessuno infastidì le streghe fino all’ora di pranzo.
Robin si premeva la bistecca sul viso.
-Amico, ti fa ancora male?- chiese Cyborg.
-Indovina…- ribattè inviperito mostrando l’impronta rossa della suola di Corvina attraversargli la faccia.
 
*Vedi capitolo 31 –non ci lasceremo mai-

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Capitolo 35
*** Gelosia ***


CAPITOLO 36- Gelosia.
 
Questa ff è una tale noia…sentiamo qualche bell’urlo!
 
Stiamo insieme circa due anni e mezzo, il tempo è volato, l’estate di due anni fa ci siamo messe insieme con quel bacio e ora è di nuovo inverno, da allora non ha più rivisto nessun membro dei Five Storms, e a volte piange perché tiene molto a loro, io cerco sempre di consolarla come posso; ne abbiamo passata tante insieme, e lei ha iniziato a attaccarsi di più ai Teen Titans iniziando frequentare maggiormente la Torre, ha conosciuto anche dei nostri amici e abbiamo così  tante uscite romantiche da riempirci un libro, siamo piene di bei ricordi che ci legano, quanto a litigi…non ne abbiamo mai fatto uno serio, la maggior parte delle volte sono io che critico i suoi modi troppo espliciti nel mangiare e nel vestire o lei che si offende perché non prendo mai l’iniziativa o perché a letto sono poco “sperimentale” mentre le si definisce “innovativa” e si lamenta dicendo che non tengo  lei, quanto si sbaglia… e anche se spesso le nostre uscite romantiche finivano con due corpi sudati sotto una coperta, il rapporto extrasessuale procedeva sempre più, eravamo molto intime, sapevamo tutto l’una dell’altra, ci rivelavamo le nostre confidenze più personali, ci coccolavamo, ci prendevamo cura l’una dell’altra nei momenti tristi, ci conoscevamo a fondo, o almeno lei lo pensava…
 
Non mi sarei mai aspettata di poter essere così crudele come quella volta…
 
Una ragazza dai lunghi capelli mori bussò alla porta della villa di Paloma, portava con sé due valige fatte in fretta e furia, gli abiti stropicciati e i capelli spettinati, gli occhi arrossati, il viso segnato da un lungo pianto aveva ancora il mascara che le colava sulle guance…
 
-Shakewave!!- esclamò la sirenetta.
Paloma non credeva ai suoi occhi, quasi non riconosceva in quella figura piccola, fragile, sconvolta e bisognosa la stessa ragazza forte, carismatica e decisa che tante volte li aveva guidati in imprese impossibili.
-Ora sono solo Samantha…- mormorò con fil di voce.
-Hai un aspetto orribile…che ti è successo-
Disse la rossa accarezzandole il viso.
Lei tirò su col naso.
-P-posso fermarmi un po’ da te?-
-Certo! Entra tesoro, questa è casa tua, raccontami tutto- disse facendola accomodare sul divano.
La ragazza si prese la testa tra le mani ricominciando a piangere
-… io…io e John abbiamo litigato…c-ci siamo lasciati…- tornò a piangere più rumorosamente.
-NO! eravate una coppia così affiatata. Com’è successo?-
-Perdonami…ma non ce la faccio a rivivere il momento…proprio non posso…- la sirenetta abbracciò teneramente l’amica.
-Su, su… ora mi occuperò io di te, puoi restare quanto vuoi, finché lui non tornerà, non può vivere senza di te, lo sai. Sei una ragazza splendida e nessuno potrebbe starti lontano. Vedrai tutto si risolverà…ho quello che ci vuole per lenire il dolore…coccole,  un po’ di alcool e gelato, tanto gelato-
Poco dopo erano stese sul letto di Paloma.
A terra, oltre al solito disordine, c’erano tre vaschette di gelato ripulite, che però la sirena golosa non aveva toccato.
Shakewave o come preferiva, da quando aveva lasciato il crimine, Samantha era stesa sul letto, addosso aveva una leggera maglietta e i pantaloncini che aveva la sera del giorno prima in cui se n’era andata da casa.
Stringeva in un braccio la quarta vaschetta di gelato, piangeva mentre continuava a infilarsi in bocca cucchiaiate su cucchiaiate del dolce per lenire il dolore, ma esso sembrava inattaccabile.
Intanto l’amica le massaggiava dolcemente le spalle per rilassarla, era praticamente circondata dalle decine di peluche di Paloma, orde di orsetti, delfini, pinguini, trichechi, maialini… che a scatti abbracciava o picchiava tra le crisi di pianto.
-E…e così ci siamo messi a litigare…lui è sempre fissato con l’onore…voleva vendicarsi di Speedy…io gli ho detto di restare con me…ma lui non mi ha ascoltato…e sono scappata…mi manca tanto…io lo amo- dice tra le lacrime.
-Povera Sam, perché siamo destinate a soffrire così? Quanto mi dispiace…io ti capisco…lo sai cos’ho passato quando è morta Katy…-
Lei annuì.
-Mi ricordo ancora quando ci siamo baciati la prima volta…- singhiozzò la mora.
-Ci eravamo appena incontrati, non mi ricordo come, ma durante lo scontro siamo finiti io e lui appesi a una corda sul vuoto, lui mi puntava un pugnale sulla schiena mentre si reggeva al cavo, io con un braccio gli circondavo il collo reggendomi a lui, con una lama di rasoio tra le dita, pronta a sgozzarlo, e minacciavo di tagliare la fune con la sua stessa spada…quella maledetta spada non fa che ricordargli il passato e portarlo via da me…
Non so perché lo fece…ma in quel momento, con la pioggia che ci bagnava, i nostri volti a pochi centimetri di distanza…mi baciò.
E lui, approfittando del mio disorientamento, fuggì… poi è diventato uno di noi…ci siamo amati da lontano per anni, finché non si è fatto avanti…oh Paloma…-
-Sta tranquilla, sistemeremo tutto…-
<<Se solo ricordassi dove ho infilato quelle lacrime di Fenice…leniscono anche i dolori di cuore>> pensò Paloma tra sé e sé.
-Ho tanta paura…-piangeva la ex-ladra dai capelli neri.
-Penserò a tutto io…adesso perché non mandi giù un bicchierino di vino e ti fai un riposino? Da quanto non dormi?-
-S-sì hai ragione…- disse avvinghiandosi al corpo dell’amica.
-Ti prego…resta al mio fianco…-
-Certo, io ci sarò sempre per te- rispose la sirena accarezzandole la testa.
Samantha era la sua più cara amica.
Una volta, all’inizio della loro avventura nei Five Storms, ci aveva pure provato con lei, si erano anche baciate, però il cuore della ragazza l’aveva portata altrove, ma nonostante la delusione amorosa erano rimaste intime amiche e legate più di prima.
Quando Samantha si fu addormentata, Paloma strisciò via in silenzio.
Era preoccupata e non sapeva come fare ad aiutare l’amica ma un modo doveva trovarlo.
Suonò il campanello.
<<Maledizione! Non ho avvertito Corvina! Non posso farmi vedere con una ricercata…>>
La sirenetta inserì la password nella serratura elettronica chiudendo la porta automatica della sua stanza ermeticamente.
-Paloma? ci sei?- chiese la voce da fuori.
-Certo, dammi un minuto!- rispose lanciandosi in un condotto sotterraneo e sbucando pochi secondi dopo davanti alla porta.
 
Finalmente si decide ad aprirmi.
-Alla buon ora!- le dico.
-Scusa, sai ero sotto la doccia, e mi stavo insaponando…-
Lei sapeva che arrivavo a minuti.
Sta mentendo palesemente.
-E tu avresti fatto la doccia senza di me?- non le credo.
-…b’è oggi non avevo molta voglia di farlo in due, volevo…rilassarmi- fa evasiva.
No, non le credo decisamente.
-Ma per favore! Tu non sai resistere al bagno in due, so cosa stavi facendo…-
-Ti posso spiegare- sbianca.
Allora nasconde veramente qualcosa…scomodo per una ladra non saper mentire.
-Credevi che non mi sarei accorta che hai la mano sporca di panna? Ti stavi ingozzando di gelato, vero?-
Lei tira un sospiro sollevata.
-Sì, è vero. Mi hai beccata-
-Sai che ti fa male, ingorda!-
Ha confessato subito e con fin troppa leggerezza…la cosa mi puzza non poco.
E troppa puzza non va bene.
-Dai non farmi la predica, lo sai sono una bambina golosa- dice spingendomi in casa.
Noto subito le grosse valige nel salotto.
-Vai da qualche parte?-
-Ecco…- inizia imbarazzata.
-Siediti- fa seria.
Io obbedisco.
-Devo dirti una cosa, avrei dovuto farlo prima, ma cerca di capire…mi sono lasciata prendere dalla situazione-
-Vuoi dirmi cosa succede?- domando, turbata da quei giri di parole.
-Ok…ma prima però devi promettermi che non lo dirai a nessuno, e che soprattutto non ti arrabbierai-
-…va bene- rispondo incerta se preoccuparmi.
-Vedi Corvina io…-
In quel momento sento dei passi provenire dal piano superiore.
Volto la faccia in direzione del suono e la vedo.
Quel viso stravolto tipico di chi ha appena dormito, la maglietta intima dalla cui generosa scollatura si intravvede la spalluccia calata del reggiseno e i pantaloncini stropicciati, e la bocca sporca di gelato…alla panna.
Shakewave!!
Sento le lacrime salirmi agli occhi.
Il dolore mi lacera il cuore come mille pugnali avvelenati.
Torno a fissarla in quegli occhi d’abisso, con uno sguardo che neppure io saprei descrivere se non con una parola…affranto.
-S-se volevi piantarmi…p-potevi almeno avere la decenza di aspettare che ci fossimo lasciate prima di andare a letto con un’altra- dico alzandomi piangendo.
-No, aspetta! Corvina cos’hai capito?! NO!- mi afferra le spalle con forza obbligandomi guardarla.
-Io non ti farei mai una cosa del genere, MAI…io ti amo, amo solo te…- dice dolce appoggiando teneramente la testa sui miei seni, stringendomi in un forte abbraccio, dal quale mi divincolo violentemente, liberandomi dalla sua stretta amorosa.
Il dolore lascia il posto alla rabbia
-E allora lei che ci fa qui?!! E perché mi hai mentito prima?!-ringhio accusatrice.
-Shakewave sta attraversando un brutto periodo…è venuta a stare da me per un po’.
Ti ho mentito perché non volevo che tu lo scoprissi così-
-Perché non me lo hai semplicemente detto?!-
-Non volevo che tu sapessi che davo asilo ad una ricercata, se le autorità lo scoprissero sarei subito arrestata… non posso finire di nuovo in prigione, non lo sopporterei- dice con gli occhi bassi.
Come si fa a stare arrabbiati davanti a un faccino simile?
Mi nasce un piccolo sorriso sul viso.
-Pensavi davvero che ti avrei tradita?- dico accarezzandole i capelli ramati.
-B’è…non si sa mai cosa aspettarsi da voi “buoni”- risponde sorridendo lievemente anche lei.
La ragazza dai lunghi capelli scuri che ha assistito a tutta la scena dalle scale, pulendosi le labbra scende al pian terreno.
-Ciao. Tu sei Corvina, vero? Noi ci conosciamo solo di vista, sono Samantha- dice imbarazzata e con la voce tremante.
La squadro da cima a fondo: lunghe gambe lisce, una terza di seno (più fornita di me), il sedere alto e sodo, lunghi capelli setosi, occhi luminosi, corpo snello e aggraziato, dita sottili, labbra rosse e guance rosee.
<<Ha tutti i requisiti fisici per essere una minaccia, senza considerare che è molto amica di Paloma e che è in un brutto periodo, perciò facilmente influenzabile…MALEDIZIONE!!!>>
Cerco di scacciare le voci della gelosia dalla mia testa e rispondo, con falsa cordialità, al saluto.
-C-ciaaaooo-
-Mi dispiace aver creato tutto ’sto casino…e solo che…non è che me la passi molto bene al momento- dice massaggiandosi il gomito con l’altra mano, senza guardami in viso, si vede che è a disagio.
-Che ti è successo?-
-Ecco…- mormora con lo sguardo basso.
-Lei e il suo ragazzo si sono lasciati- interrompe seria la sirenetta.
-Mi dispiace-
<< “oh povera stella, quanto mi dispiace…gne gne gne” sa tanto di scusa. Grr…se prova a toccare Paloma, io…>>
-N-non importa…-fa lei, con gli occhi lucidi la falsa noncuranza le viene proprio da cani.
Paloma mi tira in disparte.
-Amore, credo che tu abbia capito che questa è una giornata…un po’ così; ha bisogno di un’amica ora più che mai-
-Sì…capisco. Vuoi restare un po’ con lei, vero?-
Lei annuisce.
-Lo immaginavo- dico col cuore pesante.
-Non ti dispiace?-
-NO, No. Per niente, anzi fai bene ad aiutarla-
-Grazie Corvina, sei un tesoro! È un situazione particolare e ci tenevo a sapere il tuo parere-
-Tranquilla…penso sia meglio se adesso torno alla Torre, allora-da una parte non vorrei lasciarle sole, dall’altra non vedo l’ora di dileguarmi.
Lei mi circonda il collo con le braccia.
-Su fammi un sorriso…- dice dolcemente forzandomi un sorriso con le dita.
-Non sei gelosa, vero? È solo un’amica- fa un po’ preoccupata.
-Gelosa, io? No, so che voi siete solo amiche e mi fido di te. Su, va da lei- rispondo sorridendole.
-Grazie Corvina, sei un tesoro- mi saluta con un bacio.
Un bacio, sì…ma sulla guancia.
 
<<Suvvia Paloma ti è fedele, sta semplicemente consolando un’amica…nulla di che.
Anche tu l’hai fatto più volte>>
<<Già, ma alla fine tu ci sei andata a letto con la ragazza che consolavi>>
<<Non ti devi preoccupare, andrà tutto per il meglio…>>
<<Infatti…quelle due sono una coppia perfetta, staranno benissimo insieme…>>
Cerco di ignorare le voci discordanti nella mia testa, appena torno a casa mi chiudo in camera.
Ho bisogno di rilassarmi, di distendere la mente, sono giorni che non medito un po’.
-Azarath Metrion Zinthos-
………………………………………………………………………….
 
La gelato-terapia proseguiva sul divano del salotto.
-…come farò…come farò…- si struggeva Shakewave con gli occhi che le lacrimavano.
Paloma la stringeva forte a sé.
-Vedrai, troveremo una soluzione, e poi dovunque si sia cacciato vedrai che riuscirà a cavarsela- disse con un bacio in fronte.
-No…no…lo arresteranno, non è più allenato, non riuscirà a fuggire…e io non lo vedrò mai più…lui e il suo maledettissimo onore!-
-Te la senti di raccontarmi cos’è esattamente successo?-
Samantha non la stava ascoltando.
-Piango…piango sempre quando lui va via…aveva promesso di smettere, ma ogni mese deve fare “l’ultimo lavoro” e se ne va…e mi lascia sola in quel letto freddo e troppo grande…-
-Povera cucciolotta mia…- disse la sirenetta accarezzandole la testa.
-…sei così buona…- singhiozzò l’altra abbracciandola mentre scoppia nuovamente in una crisi di pianto ancora più intensa di prima.
-Vedrai sistemerò tutto io…te lo prometto. Ma tu devi dirmi cos’è successo-
-V-va bene…ora ti racconto…-
 
***
-John dove vai?- chiese Shakewave appena tornata dalla spesa, vedendo fidanzato che si stava vestendo della sua vecchia divisa da ninja.
-A Steel city. Ho un lavoro da fare-
-Cosa?-
-Vendetta-
-Vendetta? Che vuoi dire con “vendetta”?!- chiese la ragazza stupita.
Il ragazzo sospirò.
-Speravo di andarmene prima che tu tornassi dal paese…ma dato che sei qui è giusto che tu sappia…Speedy, quell’ “eroe”, ha violentato mia cugina, Iella; Sparviere ne ha le prove.
Le telecamere di sicurezza hanno ripreso tutto e lui le ha criptate.
Io non posso far finta di niente-
-Non puoi andare, ti arresteranno! Coi tuoi precedenti ti daranno l’ergastolo o peggio!-
-Devo fare quello che ritengo giusto!-
-No! Non è più compito tuo! Altra gente si prende cura di lei ora, tu devi pensare a me, non puoi lasciarmi sola ogni volta!-
-Ne va dell’onore-
La ragazza iniziò a piangere in silenzio.
-Tu e il tuo onore non fate altro che farmi soffrire!
Non puoi partire sempre e lasciarmi così, a piangere perché non so se tornerai.
Lo vuoi capire che tu sei bravo, ma prima o poi troverai qualcuno più bravo! E allora…non oso pensarci.
Se ti beccano finirai in carcere per non so quanti anni…forse persino sulla sedia elettrica, ti rendi conto!!
Avevi promesso di smettere…io ti amo John, come puoi farmi soffrire così? Ti prego, se è vero che mi ami, resta con me-
-Samantha sai che ti amo; ma ti prego, non farmi scegliere tra la mia donna e i miei ideali…non sono sicuro che vinceresti-
Quelle parole così fredde la lasciarono inerme, basita.
-No…non puoi pensarlo veramente…-
-Non ti ho mai mentito- rispose infilando la katana nera nel fodero.
-Se…se esci da quella porta…- disse mentre le tremavano le labbra.
-Non mi troverai al tuo ritorno…-
-Ho fatto la mia scelta- rispose lui chiudendosi la porta dietro mentre usciva dalla casa.
Senza dire altro, Shakewave corse via in lacrime.
Ninja Nero partì per Steel city, col cuore pesante.
 
***
-Ora sai tutto…- concluse Shakewave
-Speedy ha violentato Iella?-
-Sì…pensavo fosse solo una voce, ma ha abusato di lei in una camera blindata dove erano rimasti chiusi durante un combattimento…Sparviere, che è sempre in contatto con i super criminali, ha divulgato al notizia…ma chi vuoi che creda a due fuorilegge?... così John ha deciso di farsi una giustizia privata…- si mise le mani sul volto -…condannando così il nostro amore…cosa possiamo fare?-
Paloma la continuava ad accarezzare dolcemente.
-Io penserò qualcosa… tu potresti farti un bel bagno caldo e andare a stenderti un po’ sul letto. Hai bisogno di riposo-
-Come posso riposarmi in un simile momento!!??-
-In questo stato non risolverai nulla-
-Ma…-
-Su, dammi retta-
-D-d’accordo…ora vado…- disse tristemente alzandosi e camminando verso il bagno come chi cammina verso la forca.
Appena la porta fu chiusa Paloma si lasciò andare sul divano.
<<E adesso che faccio? Come faccio a farli tornare insieme?...mi sono cacciata nei guai con le mie pinne…>>
 
 
 
 
Ok, di veri urli qui non ce n’erano ma non tarderanno ad arrivare fidatevi.
Beh un minimo sulle spine devo tenervi, no?
 
The Ghostface

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Capitolo 36
*** L'apparenza inganna ***


CAPITOLO 37- L’apparenza inganna
 
Sono ore ormai che fisso immobile il mare dalla finestra.
<<Paloma mi ama…Paloma mi è fedele…Paloma mi ama molto…Paloma mi è molto fedele…Paloma sta con un’altra…>>
-Ma che sto pensando!!? Andrà tutto bene…-
Mi dico, anzi mi urlo, per rassicurarmi.
Ma non funziona.
-Corvina va tutto bene?-
-Sì, Robin. Sta tranquillo-
-Perché oggi sei tornata così presto? Di solito ti fermi di più da Paloma- il suo tono lascia trasparire la sua indole investigativa, il mio perspicace amico ha già capito che qualcosa non va tra me e la mia sirenetta.
Non mi resta che sperare che lasci perdere.
-Lei non stava molto bene…-
-Neanche tu sembri essere al massimo. Vuoi parlarne?-
-Si vede lontano miglio che c’è qualcosa che ti turba- continua il leader.
-Sto bene così!- rispondo scontrosa dirigendomi verso la mia stanza.
Mi sono chiusa dentro a meditare, ma la mia mente vola a intervalli alla villa sul mare…non riesco a non pensarci, mi accorgo che ho… paura.
Paura di quello che potrebbero fare da sole…paura di quello che potrei fare io se non trovo una conferma a tutto ciò.
Ho paura di impazzire.
Bussano.
-Corvina sono io, Stella Rubia. Posso entrare?-
-Che c’è?- chiedo scostando appena la porta, facendo apparire solo mezzo viso incappucciato dalla fessura aperta nell’uscio.
-Ti ricordi quando il Re delle Marionette ci scambiò di corpo?-
-A-ah- dico annuendo.
-In quell’occasione ci aprimmo l’un l’altra e diventammo…amiche amiche.
Mi chiedevo se ti andava di, insomma…parlare un po’-
-Ti manda Robin, vero?-
-Sì…e no. Anch’io sono preoccupata per te, sento che qualcosa ti consuma da dentro, ti prego parliamone, forse posso aiutarti-
Sospiro.
Stupida e amichevole aliena.
-E va bene. Ma che resti tra noi, chiaro?!-
-Cristallino- sorride l’aliena.
La faccio entrare nella mia stanza.
-Vedi…Paloma ospiterà in casa sua un cara amica per qualche giorno…e io non me la sento di intromettermi…-
-Quindi Paloma è con un’altra donna per alcuni giorni…secondo me, sei solo gelosa-
-Non sono gelosa!!-
Lei mi guarda con degli occhi che mi penetrano l’animo.
-B’è forse solo un po’…- mormoro.
-Allora è tutto a posto! Non ti devi preoccupare minimamente, amica mia! Non ti tradirebbe mai- esclama sollevata, tanto non è lei ad avere la relazione a rischio.
Vorrei vederla a sapere Robin solo soletto con Stella Nera!
-Questo lo so, ma…-
-Suvvia, non pensarci e tirati su di morale!-
-Certo Stella…lo farò senz’altro. Grazie del consiglio-
-Sono sempre disposta ad aiutare una amica!- trilla fluttuando fuori dalla mia stanza.
Appena la porta si chiude.
-Coraggio BB puoi uscire, so che sei qui-
Una piccola ape verde sbuca fuori da dietro un mobile.
-Come sapevi che ero lì?- dice il ragazzo sedendosi accanto a me.
-Intuito femminile. Sei qui per farmi parlare anche tu?-
-No. sono qui per ascoltare-
-È più o meno la stessa cosa-
-No, è diverso. Io non faccio domande, sei tu ad aprirti…se vuoi-
Sospiro rassegnata, qui la privacy non sanno nemmeno cos’è -B’è…c’è sempre una prima volta, no?-
Lui sorride.
-Quello che ti dico è una cosa che non dovrà mai sapere nessuno oltre noi, me lo giuri?-
-Lo giuro-
-Allora…ricordi Shakewave, vero?-
-Chi se la scorda quella… astuta, cattiva, sagace e soprattutto terribilmente sexy…quelle gambe chilometriche e che poppe che ha…- dice con tono scherzoso.
-Questo è il punto. Quella ragazza “terribilmente sexy” è tornata oggi, con gambe e tette, per stare a casa di Paloma per qualche giorno, si è lasciata da poco col suo ragazzo, e questo anziché rassicurarmi mi fa pensare al fatto che ora è facilmente abbordabile…e io sono consumata dalla gelosia.
Cioè, mi fido di Paloma, ma quando le ho viste lì sul divano, una di fianco all’altra con gelato e martini, a parlare delle tante cose che le legavano…la mia fiducia ha vacillato.
Insomma, loro si conoscono da sempre, lei è più carina di me, più divertente e soprattutto più “disposta”. Ho paura che a forza di coccole consolatorie, di bei ricordi e di martini…finisca come temo: che vadano a letto.
Fosse poi solo l’amplesso carnale… ciò che davvero mi impensierisce e che si ritrovino l’una nell’altra dopo aver fatto l’amore.
Ho paura che Paloma capisca che non sono perfetta, che forse Shakewave è più adatta di me…
BB io ho paura che mi lasci,  non voglio perderla…non lo sopporterei- mormoro con un fil di voce e gli occhi lucidi di pianto.
-Lo vuoi un vero consiglio?- mi dice dopo un po’ il verde.
-Ne ho un disperato bisogno…-ammetto con la voce rotta.
-Star qui a romperti la testa non servirà a nulla, puoi farti scoppiare il cranio senza ottenere risultati. C’è solo una cosa da fare. Va da lei-
-Non so se…oh, ma chi prendo in giro. In verità, ho paura di quello che potrei trovare-
-Ti fidi di lei, vero?-
-Ciecamente. Ciò non toglie che non riesco a non pensarci…-
-A mio avviso non c’è altro da fare. Và lì di nascosto e vedrai che andrà tutto benone-
-Tu dici?-
-Chi sarebbe così sciocco da preferire qualcun’altra a te?- sorride lui.
-Grazie. Hai ragione. Sei davvero un amico prezioso, il più caro che ho- metto le mie mani nelle sue, quasi senza accorgermene.
-Di niente, sempre a disposizione-
Dice dandomi un bacio sulla guancia.
Arrossisco.
-P-perché?-
-Perché sei sconvolta- mi dice guardandomi negli occhi.
Poi mi bacia sulla bocca.
Mi prende alla sprovvista, proprio non so come fare, come comportarmi…così lascio che si prenda quel bacio, che si goda quel momento che chissà da quanto tempo desiderava e ricambio il suo gioco di lingua, assecondandolo.
Quando dopo, diversi minuti, le nostre bocche si separano divento rossa come un pomodoro.
-E-e…e questo invece?-
-Perché volevo farlo da tanto tempo. Allora…sentito niente?-
-Mi dispiace BB, ma sai come sono adesso-
-Già…a te piacciono le donne ora-
Annuisco.
-Ma a me è piaciuto lo stesso- sorride alzandosi.
-E che resti tra noi- dice uscendo con un triste sorriso sul volto, improvvisamente è così maturo e sensibile.
Mi dispiace vederlo soffrire così…
 
Sono circa le sei del mattino quando mi decido a uscire e a dirigermi alla villa.
La prima cosa che controllo è ovviamente la sua stanza, ma la tenda è tirata davanti alle finestre.
-Azarath Metrion Zinthos -mormoro a bassa voce per non farmi notare.
Le tende rosa si aprono lentamente…e quello che vedo mi fa lacrimare gli occhi e sanguinare il cuore.
Lei è lì…quella maledetta sgualdrina!!
Dorme serena, è nuda, avvolta appena nell’ accappatoio, lo stesso usato da me quel giorno in cui facemmo il bagno insieme…sorride con quel suo muso da strega ammaliatrice!!
<<Puttana!!>>
Ma quello che davvero mi fa piangere…è che la sua mano è chiusa sul reggiseno nero di Paloma…lo stesso reggiseno di pizzo che aveva quando facemmo l’amore per la prima volta, il mio preferito, che ora indossa solo per le occasioni speciali…non posso credere che l’abbia fatto…mi ha tradita…mi ha tradita!!
<<Perché…perché??!!!>>
Paloma non si vede in giro, né dentro al casa, <<Si è nascosta la codarda, non ha nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia!!!>> non riesco a sopportare quella vista, scappo, non so ancora dove ma ho bisogno di stare da sola…e piangere.
 
-Corvina!!!...Corvina!!! dove sei Corvina?? Rispondi!!-
La voce di Cyborg.
Non rispondo, mi faccio più piccola per non essere vista.
Ma è tutto inutile, la mia temperatura corporea non sfugge al suo occhio bionico a visione termica, entra nella scura caverna in cui mi ero rintanata, nel core della foresta.
-Corvina…cos’è successo? Sono due giorni che non dai tue notizie, ti stiamo cercando disperatamente- esclama non appena mi vede.
-Che ci fai in questa grotta? Perché sei così lontano da casa? Ma tu stai piangendo…-
-Cyborg…ti prego, lasciami sola…-
-Corvina…dimmi che cos’hai- dice dolcemente chinandosi ad accarezzare la mia testa.
-Io…io…non…uuaaawww- scoppiò in lacrime gettandomi tra le braccia bioniche del ragazzo dalla pelle scura in cerca di conforto.
Piango violentemente, gridando di dolore e lo prendo pure a pugni sul petto metallico, lui non ci fa caso, mi stringe forte per rassicurarmi.
-Stai calma…va tutto bene, ora ci sono io…-
-Lei…lei…dopo tutto quello che ho fatto…lei mia ha tradita!!!-
-Chi?-
-Paloma mi ha tradita!!...con quella puttana di Shakewave!! Quella strega me l’ha strappata via!!…me l’ha strappata via…la odio!!-
-No, non può essere…- dice stringendomi la testa al petto, mi lascio andare stringendolo in un abbraccio disperato.
-…l’ha fatto…senza rimorso né pudore…mi ha mentito e mi ha tradita…-
-Mi dispiace tanto, Corvina-
Non rispondo mentre cerco di fermare i singhiozzi.
Lui mi solleva da terra portandomi in braccio fuori dalla grotta, un antro buio freddo e scuro; situato sulle montagne fuori città, dove ero andata a nascondermi come per fuggire dal dolore…e a piangere, da quando ho visto quella maledetta sul letto che fu il mio nido d’amore non ho fatto altro che piangere in quell’angusta spelonca per due giorni.
77 alberi circostanti sono esplosi in quel lasso di tempo a causa della mia disperazione.
Dev’essere così che mi hanno trovata.
-Andiamo a casa…- dice con voce rassicurante.
-V-va bene…-
 
Resto sdraiata sul letto, aggrappata al cuscino, piangendo in silenzio.
Per un altro giorno mi chiudo dentro senza voler vedere nessuno.
Sento Stella entrare nella mia stanza in silenzio.
-Ti prego…lasciami sola…- mormorò.
-Amica Corvina, stai attraversando un brutto momento…ma prova a parlarle, magari tutto si spiegherà. Sono sicura che si è trattato di un equivoc…-
-NO! l’ho vista con miei occhi…mi fa quasi più male il fatto che non me lo abbia detto…mentirmi così freddamente è stato come tradirmi due volte- la mia voce è ancora più roca, strozzata dal groppo alla gola che ho.
-Ti prego amica mia, ascoltami io…-
Una chiamata dal comunicatore.
Non rispondo, sento però ugualmente la voce dall’altro capo.
-Pronto, Corvina? Ci sei? Sono io Paloma- dice con voce allegra e squillante.
-Volevo chiederti se ti andava di venire da me, in questi giorni non ti sei fatta sentire, non è che sei malata? Vuoi che venga io?…spero tu mi senta, io ti aspetto sempre! Non farmi aspettare troppo però, pulcina, ho tanta voglia di te… Un bacio amoruccio mio! Se vieni qui te ne do tanti altri…-
Quelle parole mi fanno salire la rabbia dentro il corpo, la sento crescere, quasi mi sento esplodere!
-VADO DA LEI!!!- Dico a denti stretti alzandomi di scatto.
Distruggo con la mia telecinesi l’intero mobile di fianco a me.
Le lampadine di tutta la Torre saltano e le mie tende si squarciano di colpo.
L’uscio non si apre, sono io che lo accartoccio direttamente come un foglio di carta.
Sì, sono incazzata nera.
L’aliena rossa è allibita da questo mio comportamento -Aspetta Corvina…-
-STELLA!! Non ti intromettere!- dico con sguardo di fuoco.
Quattro occhi di fuoco per la precisione.
L’aliena resta paralizzata e intimorita.
Non volo…non questa volta.


E qui giungono le dolenti note...ahi ahi

Ghostface

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Capitolo 37
*** Il più grande errore della mia vita ***


CAPITOLO 38- Il più grande errore della mia vita
 
Paloma mi ha chiamata, sono certa che mi abbia tradita tre giorni fa, andrò da lei per dirgliene quattro.
Apro il portale e attraversandolo mi trovo nel grosso salone.
Non c’è nessuno.
Mi metto a cercare in giro qualsiasi traccia di lei.
Ma trovo solo il vecchio comunicatore dei Five Storms di Paloma.
Lo prendo nascondendolo nel body.
Passo nel salotto interno e vedo di fronte a me Paloma, tranquillamente seduta sul divano, sorseggiare una tisana.
-Ah! Sei già qui!- dice con un sorriso mentre si allunga verso di me desiderosa di un bacio.
La spingo indietro.
-Dimmi il perché…voglio solo sapere il perché…non ti piacevo più? Ero noiosa? Si è spenta la scintilla? Non ti soddisfavo a letto? Ti spaventava la mia natura? Voglio solo sapere il perché…-
-Il perché di cosa?-
 -Lo sai benissimo!- urlo stringendo le mani a pungo facendo sbiancare le nocche.
-Ma che ti prende?- chiede sorpresa.
-Dov’è lei?!!- ringhio.
-Chi?-
-Quella puttana di Shakewave!! La voglio distruggere!!-
-Ma che stai dicendo?!-
-DOV’È LEI!!??-
-S-Samantha è andata via…- balbetta spaventata.
-Allora è per questo che mi hai chiamata, vero?! La tua nuova fiamma se ne andata e ora vuoi tornare da me? Cosa sono per te? Una bambola da usare a tuo piacere? Non puoi fare di me ciò che preferisci!!-
-Cosa?! Quale fiamma?-
-Non mentire, ti prego…è quasi peggio del gesto in sé- dico distogliendo lo sguardo da lei.
-Che vuoi dire?!-
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso.
-Guarda che lo so che ci sei stata a letto!!! È inutile che neghi l’evidenza, so che te la sei scopata!! Ti sei divertita con lei proprio come hai fatto con me!! Cosa sono?! Un giocattolo?! Ho visto quella strega che dormiva nuda sul tuo letto tre giorni fa!!-
-Che stia dicendo? Io tre giorni fa non ero nemmeno a Jump city. Sono andata a parlare con Ninja affinché tornasse da lei- Paloma si difende prontamente, ma è una bugiarda! Avrà architettato una scusa  ma io non ci casco.
-Io l’ho vista!!-
-Appunto! Tu hai visto solo lei! Io non c’ero. Samantha è rimasta sola in casa tutto il giorno, si sarà addormentata dopo il bagno-
-Stringeva tra le mani il tuo reggiseno!! Sgualdrina infedele!! Io mi fidavo ti te e tu mi ripaghi col tradimento…cagna!!!-
-Glielo avevo prestato! Io non ti ho mai tradita, te lo giuro!- la le giustificazioni giungono mute alle mie orecchie sorde.
-Cagna!-
-Corvina, amore mio, ti prego  ascoltami…-
-Cagna!!-
-Amore per me ci sei solo tu, come puoi pensare che ti tradisca? Sei la mia cerbiattina…la mia stella polare: senza di te sono smarrita-
-Cagna che non sei altro!!-
- Ora smettila! Io non ti ho mai tradita con nessuna!!E non darmi più della cagna!-
-Sei una fottutissima zoccola! Una lucciola! Una sgualdrina!!!- sbraito rossa in volto e con voce roca dalle urla.
-Basta adesso, queste parole mi fanno male-
-Troia!!-
A questo punto anche Paloma supera il suo limite di sopportazione.
-Taci! Sei solo una bisbetica frigida e gelosa! Non hai alcuna fiducia nelle mie parole! Per te non valgo niente! Meriteresti che io ti tradissi razza di strega demente gotico-complessata!!!-
 
Fu come un riflesso istintivo, gli occhi mi brillarono di una luce rossa e maligna, la rabbia prese il sopravvento, mi lasciai guidare dalla piccola parte di me soggetta a Trigon.
La mano si strinse a pungo.
Il braccio si alzò all’altezza del mio viso.
Il colpo partì preciso e potente.
Poco dopo Paloma era stesa a terra coprendosi con una mano il naso, che sanguinava copiosamente senza accennare a smettere.
-M-mi hai rotto il naso…- biascicò dolorante e incredula.
L’avevo picchiata sul serio…ma questo non placò la mia ira.
-Ti sei divertita con lei, vero?-
La colpii ancora sul volto.
-AAhh! –
Cosa stavo facendo? Quella non ero io!!
Era come vedere un film dentro la mia mente, non ero in me, vedevo me stessa colpire Paloma e per quanto lottassi, per quanto gridassi e implorassi non riuscivo a fermare al cieca furia del mio alter-ego demoniaco.
Incrocia solo una volta lo sguardo di quell’altra me che aggrediva al mia fidanzata, quello che vidi in quegli occhi rossi come le fiamme dell’inferno mi terrorizzò.
Era pura  ferocia.
Ferocia che si sarebbe sfogata sulla mia sirenetta.
Tu sia dannato, Trigon!
 
Paloma si mise le mani sul viso per proteggersi, ma lasciò il corpo scoperto.
La presi calci nel ventre molle, sempre più forte, senza pietà per le sue urla, i gemiti e le suppliche di smetterla.
-Scommetto che gemevi così anche con lei! Puttana!!-
-Ti supplico…smettila- diceva piangendo.
-Come tu hai smesso d’amarmi? Anzi, non mi hai mai amato! Scommetto che per te sono solo un oggetto da scopare!!-
Presa una sedia gli la tirai sulla schiena facendola strillare.
Paloma cercò di rialzarsi dal pavimento e l’oggetto avvolto d’energia nera tornò ad abbattersi sul suo corpo, ancora e ancora, ogni volta Paloma cadeva a terra gridando di dolore e ad un certo punto non tentò più di alzarsi, subendo direttamente i colpi.
Continuai finche la sua schiena vellutata e armoniosa non fu ridotta un cencio sanguinante; continuai finché la sedia non si spezzò.
-…io ti ho sempre amata…- mormorò senza più fiato in gola, con rivoli di sangue che le uscivano dalla bocca.
Era lì supplice, stesa a terra, ferita e sanguinate, le lacrime si mischiavano al rosso fluido sul pavimento ma non era abbastanza.
Come ultimo crudele gesto di follia sollevai la gamba sul suo torace, lei era sdraiata di lato e mi fissava incredula e terrorizzata.
<<Perché non si difende? SA DI ESSERE DALLA PARTE DE TORTO!!!>>
Questo pensiero mi spinse a compiere l’atto con estrema violenza.
Le calai con forza il piede sul torace, con tutte le mie energie, le costole si piegarono sotto il mio peso, sentii un sordo rumore di ossa spezzate.
-AAAHHH!!!- un grido intenso e soffocato mentre i polmoni le venivano compressi nella gabbia toracica.
-Ahw…Ahw cpff…Ahw…-ansimava non riuscendo a respirare.
Mi allontanai fissandola.
Aveva un occhio pesto, il viso tumefatto, il labbro spaccato, la schiena martoriata piena di taglie e lividi, era piegata in due sul ventre dolorante, e il fianco del torace dove l’avevo colpita aveva un orribile colore viola.
Ma volli umiliarla ancora di più.
Afferrai un coltello e sedendomi sulla sua schiena, poggiando il peso sulle ossa fratturate le tirai indietro la testa con forza, afferrandola per la folta chioma ramata.
Presi a strappare a tagliare tutti i lunghi capelli setosi, tanto curati, lei piangeva urlando disperatamente, ma io mi fermai solo quanto tutta la folta capigliatura di cui andava molto fiera non fu ridotta a un piumino spennacchiato di corti capelli arruffati che le ricopriva la testa a chiazze, appena ebbi finito, le sbattei violentemente la testa contro il pavimento, poi mi alzai dal suo corpo.
Ero ancora furente, i quattro occhi rossi esprimevano solo desiderio di distruzione.
Vedere quella ragazza, che prima non avrei sfiorato con un fiore, ridotta così non mi faceva nessun effetto.
<<Se l’è meritato!!...anzi merita di peggio!! Falle male!!>> gridava la rabbia dentro di me…e veniva ascoltata.
Sollevai una mano avvolta in una fiamma di magia nera…
Squillò il comunicatore dei Five Stroms, lo presi.
-Guarda…è la tua zoccola che ti ha inviato un messaggio, peccato è di due giorni fa, quando ancora ti divertivi a chiavarla alle mie spalle!! Sentiamo che dice quella s*****a,  prima che ti ficchi il manico della scopa su per il culo!-
Partì il messaggio vocale risalente alla notte in Paloma era tornata da Steel city.
 
«Pa? Questo coso è acceso? Non ricordo più come funziona...forse non mi stai ascoltando, probabilmente sarai con la tua fidanzata a quest’ora della notte, e ti auguro che sia così è una ragazza incantevole e spero possa renderti felice come lo sono io ora, te ne sei andata presto e non abbiamo avuto modo di salutarci ma volevo dirti…grazie, questa notte hai salvato tre vite. La mia prima di tutto…volevo che tu sapessi che senza di te io e John non saremmo mai tornati insieme, sei una cara amica…e…e volevo solo dirti questo: grazie…grazie di cuore, ti voglio bene…e sempre te ne vorrò. Ciao»
 
Quelle parole polverizzarono la mia rabbia e gelosia lasciando posto a una profonda disperazione e un senso di colpa opprimente, alto fino alle stelle e profondo fino all’inferno.
-Che…Che cos’ho fatto…- dissi come risvegliata da una trance.
Gli occhi tonarono a essere color ametista ricolmi di lacrime.
-P-Pa…io…- riuscii appena a pronunciare con la voce tremante e le lacrime agli occhi.
Lei sollevo la testa guardandomi con disprezzo con l’unico occhio buono.
-Vattene via…- mormorò tra i  singhiozzi.
-Vattene e non tornare mai più…-
-Ti prego…io…non…-
-VATTENE VIA!!- strillò con voce rauca tornando a piangere disperatamente sul pavimento.
Non sapendo cosa fare, come reagire, come sopportare quella vista e sapere che ero stata io a farlo…scappai.
Volsi le spalle e corsi più veloce che potei, corsi fino all’acqua, cadendoci dentro, annaspavo mentre avanzavo cercando di soffocare il dolore, di lavare via quell’orribile delitto, solo quando non riuscii più a toccar terra coi piedi mi sollevai in volo piangendo disperatamente per il mio gesto disumano…le mie lacrime si mischiavano all’oceano.
Paloma aveva ragione…sembrano così piccole…ma mi sembra di piangere fiele.
 
Lo so, capitolo breve ma…cavoli!
E c’è chi dice che Revenge è una storia violenta…
 
The Ghostface

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Capitolo 38
*** Cos'è successo? ***


CAPITOLO 39- Cos’è successo?
 
«Pa? Questo coso è acceso? Non ricordo più come funziona...forse non mi stai ascoltando, probabilmente sarai con la tua fidanzata a quest’ora della notte, e ti auguro che sia così è una ragazza incantevole e spero possa renderti felice come lo sono io ora, te ne sei andata presto e non abbiamo avuto modo di salutarci ma volevo dirti…grazie, questa notte hai salvato tre vite. La mia prima di tutto…volevo che tu sapessi che senza di te io e John non saremmo mai tornati insieme, sei una cara amica…e…e volevo solo dirti questo: grazie…grazie di cuore, ti voglio bene…e sempre te ne vorrò. Ciao»
 
Sono passati non so quanti giorni da quando l’ho selvaggiamente aggredita…non riesco a trovar pace, né la merito!
Il cuore mi sta bruciando, il cranio sta scoppiando, il mio sangue è come veleno per me.
La vita è come supplizio senza tregua.
Quello che ho fatto mi ronza senza pace nella testa, sono giorni che non riesco ad avere un pensiero lucido, ho la testa in rivolta, mi sembra di impazzire!
Solo il sonno e l’incoscienza forniscono un minimo di ristoro, ma vengo tormenta dagli incubi, e poi sono giorni che non dormo, né mangio, riposo, medito o tutto il resto.
Piango e basta.
<<Bastarda! Lei ti amava e tu…bastarda!!>>
Sono chiusa nella mia stanza ad ascoltare quella registrazione centinaia di volte al giorno, piangendo senza tregua.
Ormai la so a memoria, e questo mi peggiora solo le cose perché me la ripeto mentalmente anche quando non la ascolto.
Ho rovinato tutto…tutto!
Mi sono giocata l’amore della mia vita…e ho perso!
-Cos’ho fatto…cos’ho fatto…sono un miserabile verme…-
Darei qualsiasi cosa per sapere cos’è successo quella sera.
 
***
 
Paloma fece un respiro per calmarsi e andò a parlare con l’amica intenta a lasciarsi cullare nell’enorme vasca.
Shakewave aveva veramente bisogno di un bel bagno caldo e rilassante, erano ore che stava a mollo nell’acqua stracolma di schiuma profumata, coccolandosi nel dolce abbraccio liquido.
Tutto d’un tratto però, Paloma entrò nella stanza senza tanti complimenti, non che le dispiacesse il bel fisico dell’amica messo a nudo, oggettivamente parlando doveva riconoscere che aveva un davanzale davvero allettante, più di quello (comunque ben dotato) di Corvina.
-Non dovresti essere qui, scommetto che Corvina è gelosa di vederci così intime- disse la ragazza mora coprendosi le nudità con la schiuma.
-Ma noi siamo così intime, ci siamo anche baciate una volta- rispose Paloma, sedendosi a sul bordo della vasca.
-No, mi hai baciata- la corresse lei -E non mi è piaciuto-
-Va b’è, a me sì. Sei sexy e hai le labbra morbide come marshmallow. Comunque non mi sembra ti lamentassi quelle sere passate sul mio letto a limonare- rispose quella furbesca, ben memore dei baci scambiati con Sam, una pratica che per quanto priva di sentimento non le dispiaceva affatto.
-Lo facevo solo per allenarmi, tu eri già esperta, ma io non ne sapevo niente, allora ero una verginella alle prime armi- si giustificò – È importante fare un prima buona impressione con la bocca ai ragazzi… e John adorava il mio sapore…- aggiunse con gli occhi velati di lacrime al ricordo del misterioso fidanzato.
-Devi ammettere però che ci so fare con a baciare- disse la rossa con un sorriso malinconico.
-Te lo concedo…sei davvero brava- risponde lei un po’ rasserenata.
-E poi sono certa che Corvina non s’arrabbierà se mi fermo a dirti due parole-
-Cosa vuoi chiedermi?-
-Sei proprio sicura di voler tornare con John? Ma proprio sicura sicura?- le chiese fissandola seria, dritta negli occhi.
-Pagherei con la mia stessa vita per poter passare un altro giorno con lui…- pianse in silenzio.
-Su, su, asciuga quelle lacrime, non riesco a vederti triste e poi…non è il momento di disperarsi- sorrise la sirenetta passando un fazzoletto sul viso dell’amica.
-Facciamo così, io devo andare in un certo posto, tu puoi restare qui e far quello che ti pare, questa è casa tua, ma l’importante è che domani notte tu sia a casa tua, quella in Canada,  e sul tuo letto- si raccomandò la strega abissale.
-Perché? Ti sono di peso?-
-No, no… ma tu devi fidarti di me. Io non farò in tempo a tornare per vederti partire, ma devi promettermi che lo farai. Promettimelo in nome della nostra amicizia-
-T-te lo prometto- disse la ragazza un po’ incerta e titubante.
-Brava, ricordati che è necessario che tu ci sia-
-Perché?-
-Capirai tutto quando ti sveglierai il giorno dopo-
-Va bene…se lo dici tu- per quanto Sam si sforzasse non riusciva a venire a capo del ragionamento, eppure lei era una sveglia, era Paloma invece ad essere la distrattona del gruppo.
-Ti voglio bene Sam, ricordati che ci sarò sempre per te- disse dandole un bacio sulla guancia.
Samantha arrossì lievemente abbracciandola.
-Anch’io ti voglio bene Pa-
La sirenetta si staccò dall’abbraccio.
-B’è ora devo proprio andare, ricordati quello che devi fare e che ti voglio un mondo di bene.
Ciao amica mia, credo che per un po’ non ci vedremo-
-Aspetta! Dov’è che vai?-le chiese Shakewave sempre più smarrita.
-A Steel city. È lì che hanno sede i Titans Est, no? Mi aspetta un bella nuotata e dovrò anche sbrigarmi se voglio arrivare prima di John-
-Ma…- Paloma non le lasciò finire la frase che era già in un condotto sotterraneo che sfociava nel mare, aveva una missione da compiere.
 
Era tarda notte quando giunse, aveva viaggiato tutto il giorno per arrivare lì, e altrettanto tempo avrebbe impiegato per il ritorno.
Ma doveva fare quello che andava fatto.
E lo sapeva.
Lo sapevano entrambi.
 
Lo stesso pensiero per due persone diverse nello stesso luogo, con sue scopi diversi, portarne a termine uno, avrebbe annientato l’altro.
 
Quella notte una figura vestita di nero si erigeva davanti alla T-Tower dei Titans Est sotto la pioggia.
Il congegno fornitogli da Sparviere avrebbe disattivato i sistemi di sicurezza della Torre per mezz’ora.
Aveva tutto il tempo necessario per colpire e sparire prima che si svegliassero.
La lunga lama nera di Dead-line, la katana avvelenata, luccicò del riflesso della luna.
Avrebbe vendicato sua cugina, avrebbe ucciso Speedy.
Ma dopo averlo ucciso sarebbe tornato un latitante, avrebbe dovuto nascondersi, forse separarsi dalla sua amata Samantha per proteggerla, senza sapere se mai l’avrebbe rincontrata.
<<ma finché lo cerco io, il latitante è lui>>
Il macchinario brillò di luce rossa.
Era il momento di colpire.
Non era sicuro di come sarebbe stato, i Five Storm non uccidevano, lui in quella situazione si sentì come alla prima notte d’amore: vergine.
Fece un respiro per calmarsi, avrebbe bevuto la sua prima vita.
Dopotutto col sesso non era andata così male.
-Credi davvero che sia la cosa giusta?-
Si voltò.
Una figura usciva dall’acqua, aveva attraversato lo stretto a nuoto.
I capelli ramati bagnati le cadevano sul viso, ansimava per la fatica del viaggio, doveva aver nuotato ininterrottamente per tutto il giorno.
-Paloma, vattene via-
-No, devo salvare una vita- disse lei avvicinandosi, trascinandosi con le braccia a riva.
-Vuoi salvare Speedy? Lo sai cosa ha fatto? Ha violentato Iella! Ancora non riesco a crederci… lui è peggio di noi!-
-Infatti, ma non sono qui per salvare Speedy, non è compito mio. Di lui se ne occuperanno  Bumblebee e i Titans Est. Sanno quello che ha fatto.
Sono qui per salvare la tua di vita- rispose lisciandosi i capelli con molta calma.
-È  mia cugina…-
-Questo non la aiuterà a superare la violenza subita-
-Ma l’onore sarà lavato-
-L’onore… pfui! Cos’è l’onore rispetto alla donna che ami? Cos’è quell’inutile senso d’orgoglio rispetto alle sue labbra sulle tue? Vale forse più di sentire il suo respiro al tuo fianco ogni mattina? Sarà l’onore a tenerti al caldo la notte? Ad abbracciarti la sera? Può sostituire l’amore che provi per lei? Le sue dita sulla tua pelle? Il suo profumo e il suo sapore? Allora può farlo?!! Io non credo…-
-Tu capiti sempre a sproposito- disse abbassando lo sguardo.
-Lo so. John ascoltami, siamo amici da anni non ti consiglierei mai male, se tu lo uccidi, dovrai dire addio alla tua vita, dire addio a Samantha e tu la ami…-
-Certo! La amo più della mia stessa vita…e l’ho fatta soffrire tanto-
-È la vita, mio caro. Non possiamo sceglierla, noi possiamo solo decidere come vivere il tempo che ci è concesso.
Potresti entrare in quella Torre, uccidere Speedy e non risolvere nulla.
Iella non supererà lo schok solo perché è morto lo stupratore, in compenso è probabile che provocherai la fine dei Titans Est, e il collasso di Steel city che cadrà in mano ai criminali.
E diventare il primo della lista tra i ricercati dei Titans…e non credere che la tua casetta in montagna ti proteggerà a lungo…
Oppure potresti tornare a casa, fare l’amore con la tua donna e dormire sereno; perché lui non la passerà liscia, fidati, Bumblebee sa cos’ha fatto, lo disprezza per questo e lo colpirà, ferisce più la lingua della spada, se lo ammazzi avrà finito di soffrire, se la sua amica lo tormenterà per tutta la vita ricordandogli che verme in realtà sia non avrà pace.
Scegli tu John io non ti tratterrò.
Potrei farlo con la forza, con la magia, o con la sola mia voce…ma non lo farò.
Pensa alle cose che hanno davvero valore nella tua vita e agisci di conseguenza, sei ancora in tempo per ucciderlo…o per andartene via pulito.
Spetta solo a te decidere-
Il Ninja Nero restò in silenzio.
 
Avanzava in silenzio lungo il corridoio, furtivo come un gatto s’introdusse nella camera, la cui porta socchiusa lasciava intravvedere una figura assopita distesa sul letto, con la faccia sul cuscino.
La lama nera uscì dal fodero in un completo silenzio.
Non sarebbe stato facile, ma a volte un uomo deva comportarsi in modo tale.
Lui si tolse la maschera voleva che nulla si ponesse tra i loro sguardi…
Entrò di soppiatto avvicinandosi più silenzioso di un fiocco di neve alla persona, delicatamente svegliò la figura…non voleva che dormisse, doveva vederlo…fissarlo negli occhi e sapere chi e perché era lì.
Prese un respiro e lo fece…
 
-Sam, perdonami sono un idiota- disse inginocchiandosi a fianco del letto.
Non è mai facile farlo ma solo un vero uomo sa riconoscere quando chiedere scusa.
La ragazza, che non dormiva affatto, stava piangendo sul cuscino, udita la sua voce si voltò e un sorriso le dipinse il viso.
- John! Sei tornato!-
-Scusami piccola. Non esiste ideale o onore che valga più ti te-
-Sapevo che non potevi pensarlo davvero. Non l’hai ucciso?-
-No. Potevo, ma una vecchia amica mia ha ricordato che le cose più importanti hanno la precedenza-
Detto questo lanciò la spada fuori dalla finestra.
-Stavolta ho chiuso sul serio-
La ragazza gli saltò addosso buttandolo sul letto mentre lo divorava di baci bagnandogli il volto con le sue stesse lacrime di gioia.
I due ragazzi consumarono il loro amore sul letto matrimoniale.
Quando il ragazzo esausto s’addormentò dopo aver fatto l’amore con la sua amata, la ragazza, sudata e ansimante col cuore che le batteva a mille, tirò fuori dal cassetto il comunicatore dei Five Storms.
-Pa?Questo coso è acceso? Non ricordo più come funziona...forse non mi stai ascoltando, probabilmente sarai con la tua fidanzata a quest’ora della notte, e ti auguro che sia così è una ragazza incantevole, e spero possa renderti felice come io lo sono ora, te ne sei andata presto e non abbiamo avuto modo di salutarci ma volevo dirti…grazie, questa notte hai salvato tre vite. La mia prima di tutto…volevo che tu sapessi che senza di te io e John non saremmo mai tornati insieme, sei una cara amica…e…e volevo solo dirti questo: grazie…grazie di cuore, ti voglio bene e sempre te ne vorrò. Ciao- disse quasi piangendo di felicità.
 
***
<<Se solo potessi sapere…forse aggiusterei tutto, ma è impossibile!!! Sono un mostro…>>
 

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Capitolo 39
*** Lasciatemi morire da sola ***


CAPITOLO 40- Lasciatemi morire da sola
 
Mi sembra che non mi parli da secoli, l’ho chiamata ma lei ha risposto solo la prima volta, mi ha coperto di insulti spregevoli e ha riattaccato prima che potessi pronunciare una sillaba, da allora non lo più sentita, quelle parole le meritavo tutte e anche di più, ma bruciavano ugualmente come fuoco.
Sono andata da lei per scusarmi ma non mi ha nemmeno voluta vedere, mi sento malissimo, tutto perde interesse nella mia vita e la squadra ne risente, non voglio più mangiare, non riesco a dormire e ho perso i miei poteri, sono troppo sconvolta emotivamente per utilizzarli, non riesco neppure a sollevare un bicchier con la telecinesi tanto mi manca, mi manca la sua voce, le sue carezze, il suo modo di fare, la sua dolcezza i suoi baci, il suo profumo…senza Paloma niente ha più senso.
Come ho potuto farle quello che ho fatto.
Senza di lei…non sono niente.
 
Una voce oltre la porta.
-Corvina, non puoi andare avanti così-
-Lasciami in pace!-
BB insiste.
-Sei chiusa in camera da due settimane-
-Voglio stare sola- dico tra i singhiozzi.
-Stai piangendo?-
-Sì, sto piangendo!!-
Loro non sanno niente, pensano solo che abbiamo rotto.
BB entra nella stanza.
Sono stesa sul letto, la faccia premuta contro il cuscino.
-Vattene via!-
Si siede accanto a me, accarezzandomi la testa.
-Corvina, mi dispiace che vi siate lasciate, ma sono cose che succedono, la gente si lascia in continuazione, Paloma non capisce quanto su sia speciale-
-No! Non è affatto vero! È colpa mia! MIA! Lei era perfetta, io ho causato tutto questo se mi fossi controllata, se avessi aspettato, se le avessi creduto…questo non sarebbe successo e io avrei ancora la mia Paloma-  ricomincio a versar lacrime.
-Cosa le hai fatto?-
-Io…io…non posso dirtelo…-
-Non importa, posso fare qualcosa per te?-
-Lasciami sola, per tutta la vita. Merito di restare sola-
Lui sospira afflitto, non mi aveva mai vista in quello stato.
-Anzi, puoi fare una cosa per me…-
-Chiedi pure, qualsiasi cosa-
-Chiama Slade o chi ti pare dei nostri nemici, chiunque abbia tempo…voglio morire-
-Corvina non dirai sul serio-
-Chiunque purché mi uccida in modo lento e doloroso-
-Stai delirando…-
-HO DETTO CHE VOGLIO MORIRE!!!- gli urlo addosso sollevando la faccia dal cuscino.
Lui non s’intimorisce e mi abbraccia.
-BB…mi manca tanto…io la amo, e se lei mi odia non riesco a vivere…lei mi disprezza…-
-Sono settimane che non tocchi cibo, te la senti di mangiare qualcosa?-
-Chiodi e veleno. È quello che mi merito, anzi devo morire di fame, forse allora avrò sofferto abbastanza-
-Corvina tu stai male, hai bisogno di mangiare qualcosa, ti sentirai meglio-
-NO! Non voglio-
-Ragazzi, venite ad aiutarmi-
I miei amici entrano nella stanza, sono tristi per me.
-Sta delirando, vuole uccidersi, Stella dalle da mangiare-
Inizio a divincolarmi, ma il digiuno mi ha indebolita.
-NO! Lasciatemi! Voi non sapete com’è andata! Io merito tutto ciò e molto peggio! Vi prego, andatevene! Dimenticatemi! Odiatemi! Disprezzatemi!...voglio solo morire sola…lasciatemi morire sola!!!-
Mi tengono ferma mentre Stella mi imbocca a forza, continuano finché non mi fanno trangugiare tutta la zuppa, allora smettono di trattenermi.
Mi ripulisco la bocca con la manica.
-Maledetti…- mormoro guardandoli male.
-E no! Ora basta però!-
-BB non insistere…- dice Cyborg trattenendo l’amico.
-No, Cyborg. Deve ascoltarmi- il mutaforma mi solleva il mento guardandomi negli occhi.
-Ascoltami bene Corvina! Tu hai fatto un idiozia, non vuoi dirci cos’è? Non importa.
Sta di fatto che lei ti ha lasciato per questo, ma tu la ami ancora, e anche lei probabilmente ti ama.
Ma non si fida di te, b’è standotene qui a piangere non risolverai nulla! Va la fuori e dimostrale quanto la ami!-
Lo osservo le lacrime smettono di rigarmi il volto.
Ma poco dopo ritorno a piangere disperatamente, inconsolabile.
-È tutto inutile…- mormoro tra i singhiozzi.
Lui si spazientisce e mi tira uno schiaffo.
La guancia mi brucia terribilmente, non mi aveva mai picchiata.
-Riprenditi! Questa non è la Corvina che conosco! Torna in te!-
Il respiro si fa più regolare.
Mi asciugo le lacrime dagli occhi.
-Hai ragione BB …grazie-
Lui sorride.
-Ti ho solo dato una sberla, nei film funziona-
Mi alzo in piedi.
-Avete ragione, devo farmi perdonare…ma come?-
-Se tu ci dicessi perché ti ha lasciata forse potremmo aiutarti- insiste Robin
-Vi ho detto che non posso, non capireste è una cosa tra me e Paloma-
-B’è se noi non lo capiremmo forse può aiutarti uno che la conosce molto bene- mi dice il verde.
-Frate Chewbecca!- esclamo.
-Devo trovarlo!-
-No, sarà lui a venire da te- sorride Cyborg.
-Come?-
Stella mi stringe a se.
-Corvina, noi eravamo molto preoccupati per te, non parli, non mangi, non reagisci, l’abbiamo contattato alcuni giorni fa sperando che potesse aiutarti, arriverà domani-
-E io fino a domani che faccio?-
-Potresti farti una doccia e cambiarti magari è da quando ti ha lasciata che non ti lavi-
dice BB.
Mi guardo per la prima volta dopo tanti giorni.
Ho un aspetto orribile, i capelli sono stropicciati, gli occhi rossi, le guance rigate dalle lacrime, il mio vestito e sporco di lacrime, sudore e di minestra.
-In effetti mi sono un po’ trascurata-
-Se ti presenti in quello stato Paloma non ti riprenderà mai con sé-
-Giusto, vado a farmi un lungo bagno caldo-
Dico uscendo barcollante dalla mia stanza, sono ancora debole e ho le gambe rattrappite dopo una settimana passata a letto.
La luce mi ferisce gli occhi, sono stata per una settimana chiusa al buio e il passaggio immediato mi disorienta.
Cado a terra.
-Vuoi che ti aiuti?- domanda Stella.
-No, ce la faccio-
Avanzo ancora verso il bagno ma inciampo sul gradino.
-No che non ce la fai, lascia che ti aiuti-
Non rispondo.
Stella chiude la porta del bagno.
-Voi cercate di farle una tisana che la rinforzi un po’- si raccomanda coi ragazzi.
-Ora da brava sta calma- mi dice mentre mi spoglia.
-Posso lavarmi da me!- rispondo allontanandomi in modo brusco.
Mi spoglio entrando nella vasca, apro l’acqua calda lasciandomi ricoprire dal liquido.
Ho bisogno d’aria.
Tiro fuori la testa.
In breve le palpebre mi diventano pesanti, ho sonno, non dormo da molto tempo.
Sprofondo nella vasca fino al naso.
-Povera amica mia…- mormora l’aliena afferrando la spugna.
Inizia a strofinarmi i capelli con pazienza materna.
-Smettila Stella, voglio dormire, e non merito il tuo aiuto-
-Ma sta un po’ zitta!- ribatte iniziando a sfregare la spugna sulla schiena.
Sono troppo intontita per reagire, mi lascio lavare.
Con pazienza e tenacia Stella mi strofina ogni angolo del corpo, schiena, testa, braccia, gambe, petto, collo, volto, ventre…insieme alla sozzura mi sembra che mi che mi tolga di dosso la stanchezza e debolezza, dopo quel lungo bagno caldo mi sento rinata.
-Mi passi l’accappatoio?-
L’aliena me lo porge poi si volta dall’altro lato mentre lo indosso.
Usciamo fuori, mi sembra di tornare alla vita, ma sono ancora debole nel fisico e il dolore del cuore è più vivo che mai.
-Tieni ti abbiamo fatto una tisana- dice BB porgendomela.
Mi metto seduta sul divano, gli altri sono in piedi guardarmi.
-Grazie, davvero grazie a tutti…ma non merito tante attenzioni, sono un essere spregevole-
Dico ricominciando a piangere.
-Ancora questa storia. Lo vuoi capire o no che la vita è ingiusta? Dici di non meritare aiuto, e forse è vero, ma lo avrai comunque- dice BB asciugandomi gli occhi.
-Bevi un po’ di questo infuso, ti aiuterà a rilassarti- mi porge la tazza, inizio a sorseggiare adagio il liquido caldo che è una manna per il mio corpo martoriato.
-Vuoi leggere qualcosa? Guardare la tv? Hai fame?-
-No, sono solo stanca vorrei dormire-
Mi alzo tornado verso il mio letto, mi stendo su di esso chiudendo gli occhi, voglio partire per il regno dei sogni, dove il dolore sparisce…voglio perdermi nel dolce oblio di Ipnos, il sonno…fratello della Morte.
Ci sono andata vicina almeno.
 
Poco dopo Stella viene a controllare che l’amica dorma serena.
Per la prima volta dopo molti giorni la vede finalmente riposare tranquilla, nulla turba il suo sonno.
Delicatamente l’aliena le sfila di dosso l’accappatoio bagnato, poi la copre con le lenzuola maternamente.
Le accarezza il viso.
-Povera Corvina, mi dispiace che tu debba patire tanto…vedrai tutto si risolverà- sussurra all’orecchio della maga uscendo poi dalla stanza in assoluto silenzio.
 
Mi alzo più riposata, erano giorni che non dormivo, la sveglia segna che ho dormito almeno sedici ore.
Mi riscuoto dalla torpore del sonno, e i ricordi mi ritornano in testa, il dolore è lacerante e ancor più il senso d’impotenza che mi divora, non so proprio cosa fare.
Esco dalla camera avvolta nel mantello e nella più cupa disperazione, avanzo trascinandomi alla parete desidero solo smettere di soffrire e so che il tempo non lenirà il dolore.
No, i ricordi sono troppi e troppo vividi per venire offuscati.
Non mi rimane che riuscire a farmi perdonare o…la morte.
No, il suicidio non è una scelta.
Lo diceva sempre anche Paloma “non c’è nessun problema così grave da dover ricorrere alla propria morte” io riuscirò a riconquistarla.
-Ciao Corvina, ben svegliata- una voce calda e amichevole mi saluta appena metto piede nel salone.
L’enorme massa di peli scuri è seduta affianco ai Titans.
-Y-Yeti, sei già qui?-
-Se vuoi vado via- risponde lui allegro.
-No, no…resta- da quando si è fatto frate è diventato molto più allegro, io invece mi sento spiritosa come un cadavere decomposto.
Cioè non molto.
Suona l’allarme.
-È Mumbo Jumbo!-
-Presto andiamo!-
-Arrivo…- dico dirigendo mi insieme al resto della squadra.
-Tu no, Corvina- dice il leader sbarrandomi la strada.
-Ma…posso aiutare, si tratta di magia-
-Non in questo stato, sei troppo sconvolta per usare i tuoi poteri.
Resta qui, e fatti una chiacchierata con fra Chewbecca-
Mio malgrado li vedo andare in missione, limitandomi ad osservarli dalla vetrata del salone.
-Non è una vita facile quella del supereroe, sbaglio?-
-Non sbagli…- mi limito a rispondere.
-Corvina, i tuoi amici sono molto preoccupati per te, mi hanno detto che il tuo rapporto con Paloma non è dei migliori, te la senti di parlarne?-
Resto con lo sguardo fisso sul mare, faccio un respiro per incoraggiarmi.
-Io e Paloma ci siamo lasciate, dopo così tanto tempo di perfetta armonia, ci siamo lasciate…-
-Tu ne sei uscita distrutta, eppure qualcosa mi dice che, se conosco bene Paloma, e la conosco molto bene, lei non avrebbe voluto lasciarti-
-Infatti, lei mi ama ancora, o almeno credo, io però la amo ancora di più e non riesco a vivere lontano da lei. Lei non avrebbe mai voluto giungere fino a questo punto, è colpa mia, io l’ho spinta oltre il limite, lei mi amava più di quanto credessi, e io ne ho approfittato pur senza saperlo finché non ho esagerato e lei non ha mi retto più, mi ha scacciata, ma per il suo bene avrebbe dovuto farlo molto prima…-
-Cos’hai fatto, Corvina?-
-Non posso dirtelo…me ne vergogno troppo- dico mentre sento le lacrime salirmi agli occhi al ricordo di quello che ho fatto.
-Puoi parlare liberamente con me, non lo dirò a nessuno, né ti giudicherò male, io stesso ne ho fatte di cose terribili, atti di cui mi pento ogni giorno, ma il passato non si può cambiare, devi imparare a conviverci, e tenerti tutto dentro non ti aiuterà-
Ho il respiro affannato per trattenere le lacrime.
-L-l’ho picchiata a sangue- dico tutto d’un fiato coprendomi il volto con le mani, inizio a piangere in silenzio.
-Com’è possibile? Pochi mesi fa mi aveva scritto che il vostro rapporto andava a gonfie vele-
-Infatti, non c’era nulla che non andasse in noi come coppia, il problema e che io sono una s*****a insensibile, non ho capito quando lei mi amasse, vittima della gelosia ho immagazzinato sempre più rancore anche quando non c’era ragione, mi sono sfogata su di lei con la forza, sia fisicamente che moralmente.
Ho distrutto il nostro rapporto di fiducia in un solo istante, mi sono pentita terribilmente di averlo fatto, mi sono maledetta mille volte, ho implorato il suo perdono non passa giorno che non cerchi di chiamarla, che non scruti il mare sperando di rivederla, andrei sotto casa sua a supplicarla, ma riattivato l’incantesimo delle nebbie e non ne uscirei viva da lì-
Lui sorride dolcemente.
-Ora che so come stanno le cose, vorrei andare a parlare con Paloma, mi chiarirò le idee-
Si alza dirigendosi verso la porta.
-Aspetta! Non puoi aiutarmi? Darmi qualche consiglio? Dirmi cosa fare? Ti prego…-
-Non temere, tornerò, presto ma voglio vedere la situazione con due punti di vista ben definiti-
-Vai già da lei?-
-Perché aspettare? Qui non si risolve niente-
-E…e io che faccio?- domando guardandolo implorante. 
-Fossi in te, cercherei di distendere la mente, se sei stressata non riesci a ragionare con lucidità-
Esce dalla sala lasciandomi sola.
<<Distendere la mente…>>
 

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Capitolo 40
*** Al di fuori di me ***


CAPITOLO 41- Al di fuori di me
 
-Azarath Metrion Zinthos-
Corvina ripeteva quelle parole decine e decine di volte nella sua giornata quotidiana,
ma in quell’occasione le pronunciò con un’energia diversa e più intensa, aveva bisogno di scoprire cosa stava succedendo dentro di sé.
- Azarath Metrion Zinthos-
- Azarath Metrion Zinthos-
A forza di ripetere il mantra infine si ritrovò in se stessa.
Su un piccolo isolotto di roccia levitante, con decine di corvi dagli occhi rossi a fissarla famelici, alberi neri e contorti la circondavano…tutto sembrava particolarmente più tetro…
Ad un tratto un ramo ricurvo scattò in avanti avvolgendole il polso.
Le sottili radici nere sbucarono dal terreno immobilizzandole le gambe, avvinghiandosi dolorosamente fino al polpaccio, i corvi si sollevarono in volo abbattendosi su di lei con ferocia, con l’unico braccio libero cercò di creare un scudo d’energia che la proteggesse dagli artigli e dai becchi affilati, almeno nella sua testa i suoi poteri funzionavano.
Un disco nero troncò il ramo che la immobilizzava, la maga tornò a scacciare i demoniaci uccelli con entrambe le mani.
Infine quando tutto lo stormo fu ridotto a una poltiglia nera e maleodorante Corvina cadde al suolo sfinita, un dolore terribile la colse perché i piedi ancora avvinghiati dalla radici e non si piegarono, si sfregarono col legno spinato quando scivolò all’indietro.
Rimase a fissare il cielo rossonero, incurante del dolore e delle ferite, solo stanca…troppo stanca per reagire.
-Cosa succede? Perché la mia mente si sta ribellando a me?-
-È in corso una rivoluzione- disse una voce tetra e cavernosa alle sue spalle.
La Corvina Rossa, la Rabbia la fissava ghignando da sotto il cappuccio.
-TU!- ringhiò la maga sforzandosi invano di rialzarsi.
-Calma, io sono la tua unica alleata qui dentro, le altre emozioni non hanno gradito come hai trattato la tua amichetta, io invece ti faccio i miei complimenti, sei stata davvero brava, io le avrei aperto anche la gola ma tu in fondo sei una principiante… papà sarebbe così fiero di noi -
-Quello che ho fatto è stato solo un lampo di follia, non ero io a fare quelle atrocità eri tu a manovrarmi! Non si ripeterà, io non cederò mai più a te, sappilo! Mai più!!-
-Preferisci dare ascolto a quelle rammollite?-
-Sì, io non voglio avere nulla a che fare con te!-
-Sai benissimo che il nostro destino ci lega, noi siamo la Gemma, io e te e nessun’altro, non c’è posto per le altre emozioni, tanto meno per Amore, sai benissimo a cosa sei destinata…- sorrise malevola mentre gli occhi rossi s’illuminavano del potere maligno di Trigon.
-NO! non succederà!-
-Sai che è inevitabile, la profezia si sta avverando, la data è sempre più vicina… non puoi bloccare il tempo Corvina, non per sempre, primo o poi compirai gli anni…e lui arriverà e per la Terra sarà scoccato l’ultimo giorno.-
L’emozione tacque alcuni secondi, dando la possibilità alla pura del suo destino di radicarsi saldamente nel cuore della giovane mezzo demone.
Riprese a parlare con voce leggermente meno roca -Comunque le altre stanno arrivando a occuparsi di te, ti avrei aiutata, ma purtroppo non vuoi più saperne di me…- rise sarcastica, altre radici avvolsero le braccia e il corpo della maga inchiodandola al suolo e immobilizzandola.
Solo la testa e le amni sporgevano da quell’armatura di rovi che l’avvolgeva stretta fino a farle sanguinare la carne.
-LIBERAMI!!- gridò verso Rabbia con quanto fiato aveva in gola.
-Ma non sono stata io…è opera di Amore, è lei a capo della rivolta…buona fortuna- ghignò sparendo nell’aria.
-Eccola!!-
-L’abbiamo trovata! Sapevo che non poteva ignorarci ancora a lungo!!-
-Ora è nostra!!-
Corvina si ritrovò circondata da tutte le sue emozioni.
-Adesso la pagherà!- esclamò Coraggio assestandole una pedata nello stomaco.
-AH!-
-Ferma, il capo ha il diritto di iniziare- fece Logica.
Avvolta nel suo mantello lilla, Amore giunse in mezzo al cerchio.
-Lasciatela andare, non può fare più nulla-
Le radici la sciolsero.
-Perché fate tutto ciò!- ringhiò la maga rialzandosi, tenendosi la meno premuta sul ventre.
-Perché siamo stufe di te! ci maltratti, ci segreghi, ci opprimi…è tempo di cambiare-
-Non potete! Voi siete solo una parte di me!-
 -Una parte autonoma adesso! Noi siamo dentro la tua testa…ma al di fuori di te-
 -E cosa vorreste fare?-
-Rivendicare la nostra indipendenza. Nessun’altro controlla le sue emozioni, perché tu sì? Vogliamo fartela pagare per quello che hai fatto a tutte noi, ferendo in quel modo Paloma tu ci hai devastate, ci hai straziate e smembrate, è tempo di ricambiare-
-Ma per favore!- esclamò al maga, con un solo gesto tutte le emozioni caddero a terra colpite da un fulmine nero che le tramortì, tutte eccetto una.
-Potete sbraitare quanto volete, ma siete ugualmente succubi al mio volere, io non sono come gli altri, voi mi appartenete! Tutte voi!-
-Ti sbagli, io no. L’amore non si controlla-
Disse Amore gelida fissandola a pochi centimetri dal suo viso.
Si guardarono a lungo leggendo l’una l’ostilità dell’altra.
Amore non se la passava certo bene, il volto era spento, lo sguardo triste, i capelli spettinati, gli occhi arrossati dalle lacrime, il respiro pensante, il corpo smagrito fino all’osso, il mantello consumato…soffriva.
Poi Corvina s’accorse delle lacrime che rigavano il volto spento dell’emozione.
-Perché lo hai fatto?- chiese la maga per nulla raddolcita.
-Tu mi hai ferita per prima…-
-Ferita?! È colpa tua quello che è successo! Tu mi hai accecato la ragione con l’amore, non riuscivo a sopportare che lei potesse condividerlo con un’altra, è tutta colpa tua!! Tu che non sai tenere a bada il tuo potere hai scatenato questa tragedia, Stupida!! Stupida!!-
-Non darmi una colpa che non ho- disse l’emozione.
-Tutto questo è solo colpa tua!! Il fatto che io l’abbia aggredita è colpa tua! Il fatto che ci siamo separate è colpa tua! Tua e di nessun’altro!! Dannatissima emozione!! Io non ti ho mai voluta!-
-Tu mi confondi con la Rabbia…e con te stessa- disse quella con le lacrime che le colavano il viso, il tono era fredda e accusatorio.
-TU ti sbagli! Non capisci che è colpa tua è basta?!-
Corvina stava perdendo le staffe, ma Amore non si scomponeva, ora però piangeva rumorosamente.
-Tu…tu non capisci…- singhiozzò Amore, era la più devastata dal fatto.
-Per anni mi hai oppressa e schiacciata, quando finalmente mi hai lasciata uscire ti sei sentita felice come mai prima d’ora, poi tu, e ripeto tu perché io non centro con quello che hai fatto, tu hai rovinato tutto, hai distrutto tutto, io soffro ancora più di te, non ho mai un attimo di pace, io la rivoglio, ho bisogno di lei e tu me l’hai portata via…-
-Non volevo, io la amo…-
-Entrambe la amiamo, ma in modi diversi, e ora lei ci odia e se tu soffri per questo io ci sto morendo!...io sto morendo! E tu cerchi anche di sopprimere quel poco che resta di me…perché mi odi Corvina? Prima mi fai uscire, tutto va bene, abbasso la guardia un attimo e mi fai crollare il mondo addosso e in un secondo mi segreghi nel più profondo dei meandri del tuo animo contorto, immersa nelle tenebre della mente, lontana dalla luce, ma visto che il dolore che provo è così grande da toccarti anche nel profondo, ora cerchi di estirparmi d tutto accusandomi di una colpa che non ho!
Tu mi odi, tu odi essere felice, hai sempre bisogno di qualcosa che ti rovini la vita, come nostro padre. Tu odi l’amore!-
Il respiro della maga si fece pesante.
-Sta zitta! Sta zitta! Se tu non ci fossi ora sarebbe tutto perfetto! Sì, ti odio e vorrei non averti mai conosciuta, dannata emozione!... ma l’ho fatto e ora non posso più fare a meno dell’amore, del suo amore…non osare mai più dire che l’ho fatto apposta, non so cosa mi è preso ma io non le avrei mai fatto male!-
-B’è ultime notizie, l’hai fatto- disse fredda Logica rialzandosi a fatica.
-E ora che intendi fare?- disse Felicità, che non era affatto felice.
-Io…io rimedierò-
-E come?-
-Non lo so…ancora non lo so…-
-Sei pazza, non hai nessuna possibilità con lei dopo quello che hai fatto, è una follia solo tentarlo!!- esclamò Logica piangendo a sua volta.
-Lo so, è una follia, ma l’amore non si ferma davanti alle certezze. Io però non posso farcela da sola, non senza di voi…- disse Corvina.
-Non posso farcela senza di te…- concluse tendendo la mano ad Amore.
-Ma se tu mi aiuti…se voi mi aiutate…possiamo farcela, insieme abbiamo scacciato Trigon da qui, unite possiamo farcela…se mi aiuterete potremmo forse tornare come prima, ma dovremmo fare pace e rischiare il tutto per tutto…ci state?-
Amore era immobile.
Tutte le altre emozioni la fissavano in cerca di una risposta.
-Sai che soffrirai per questa via più di quanto tu abbia mai sofferto prima, vero?- chiese Amore.
-Sì, e se starete con me, soffrirete a vostra volta, ma avremo una possibilità…una speranza- 
Ci fu un lungo silenzio, poi l’emozione si asciugò gli occhi.
Sorrise dolce.
-Tentiamo…- strinse la mano a Corvina, per poi abbracciarla forte
Piangeva ancora, ma sorrideva.
-Noi siamo con te…- disse l’emozione abbracciandola, mentre un pallido colore tornava ad animarle le guance scarne.
-Riportala da me- le sussurrò all’orecchio.
-Lo farò, mi giocherò tutto pur di riuscirci!-
Con un sorriso generale le emozioni si fusero attorno a lei, ultima anche Amore entrò in lei, aveva finalmente fatto pace con se stessa, ora poteva forse riuscire a ricongiungersi con Paloma, la Corvina Bianca era tornata in lei!
 
Corvina aprì gli occhi.
Era tutta sudata si era trovata bloccata nella sua mente, le emozioni le avevano impedito il ritorno, ma ora erano dalla sua parte…tuttavia c’era ancora un’impresa da compiere.
Non era certa di farcela, ma avrebbe tentato di tutto.
S’avvolse nel mantello color notte e aspettò.
Cosa aspettasse di preciso non lo sapeva neppure lei.
Forse aspettava di essere interrotta, o che Yeti tornasse, o che qualcuno attaccasse la città, o che Paloma la chiamasse.
Di una sola cosa era certa…il suo era un amore inarrestabile.

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Capitolo 41
*** Stai bluffando ***


CAPITOLO 42- Stai bluffando
 
Lo yeti approdò sull’isola avvolta nella nebbia mistica.
Solo il suo olfatto era abbastanza fine da permettergli di navigare in quel mare buio evitando gli scogli e i terribili gorghi.
Scavalcò il muro con un balzo come faceva abitualmente e bussò alla porta della villa.
-Chi è? Non importa. Non ci sono per nessuno, andate via!-
-Nemmeno per me, Ariel?-
La porta si aprì Paloma guardò fuori stupita.
Un’abbondante dose di estratto di lacrime di fenice aveva rimesso a nuovo il corpicino martoriato della sirenetta, i capelli invece restavano un’inguardabile spazzola rizza color rame che Paloma si sforzava di tener un minimo ordinati.
-Yeti?- domandò incredula…non poteva essere davvero lui… che avesse riportato anche un trauma cerebrale?
-In pelo e zanne. Posso entrare?-
-Certo, che bello rivederti, e che triste che tu sia capitato ora-
-Stavi facendo qualcosa?-
-No, ma è un brutto periodo- sospirò la ragazza, tornado a immergersi nella vasca all’ingresso.
-Che hai fatto ai capelli?-
-…B’è un “taglio audace” per così dire…fa parte del “brutto periodo”-
-Centra Corvina, vero?-
La sirenetta si voltò di colpo all’udire quel nome.
-C-come lo sai?-
-L’ho incontrata-
-E…come sta?-
-Era mezza morta all’ospedale-
-Cosa?! È successo qualcosa di brutto in un loro missione?!- esclamò visibilmente preoccupata.
Lo yeti colse la reazione come un buon segno.
-Non proprio, a quanto mi hanno detto i Titans da settimane si rifiuta i reagire alla vita, non fa che piangere e colpirsi da sola, si è tagliata i polsi, ma l’hanno salvata in tempo.
Poi hanno dovuto immobilizzarla, e nutrirla a forza con delle flebo per evitare che si lasciasse morire di stenti, si è in quello stato da quando l’hai lasciata.
Lei era intontita dai sedativi, dai sonniferi e stremata dal digiuno ma è riuscita a supplicarmi di parlare con te, ha bisogno di te per vivere…Paloma, vuoi raccontarmi cos’è successo? Neanche tre settimane fa mi inviasti una lettera in cui dicevi che tutto andava per il meglio-
-Andiamo in sala, è una lunga storia- rispose quella immergendosi nel condotto sotterraneo.
Riemerse nell’ampia vasca del salone, di fronte al frate.
Il pavimento era cosparso di vaschette di gelato del tutto ripulite e diverse bottiglie di vino vuote erano al suolo, la tappezzeria e i mobili coperti dei segni lasciati dagli artigli, era evidente che non se la passava bene neanche lei, chissà da quanto tempo non si curava della casa.
-Raccontami, sono un tuo amico e voglio solo il meglio per te- disse mettendosi a sedere e passandole la grossa mano tra i capelli a spazzola.
Lei sospirò tristemente.
-È successo tutto non molto tempo fa, il nostro rapporto era idilliaco, ci amavamo profondamente e entrambe avevamo piena fiducia l’una nell’altra…poi un giorno, avevo appena fatto ricongiungere Samantha e John, io desideravo stare un po’ da sola con Corvina, stare insieme io e lei: un film, una coperta, una ciotola di pop-corn…farci un po’ di coccole…e qualcosa di più…così lo chiamata da me, ero totalmente tranquilla, non mi aspettavo certo che qualcosa potesse farmi del male in quella situazione, invece è stata proprio lei, la persona di cui mi fidavo di più al mondo, a cui avrei affidato la mia stessa vita a cuor leggero.
Corvina mi ha accusata dia verla tradita con Sam, ma io non ho fatto nulla, le sono sempre rimasta fedele come e più di Penelope, ma lei non mi ha creduto, mi ha insultata, mi ha picchiata con…con una sedia, mi ha spezzato le costole e strappato i capelli, mi ha pugnalato una pinna e probabilmente mi avrebbe seviziata se non si fosse fermata.
Mi ha letteralmente sfondato il torace, l’ho scacciata via dicendole che non volevo più rivederla, chi non avrebbe reagito cosi?Ma lei è tornata continuamente a chiedermi scusa e a implorarmi di perdonarla.
Ho rialzato il muro di nebbia per tenerla lontano, continua  chiamarmi almeno sessanta volte la giorno, lo fa da settimane-
-E non pensi che si sia davvero pentita?-
-Forse l’ha fatto, ma non voglio più avere nulla a che fare con lei, orai la scintilla si è spenta-
Yeti inspirò profondamente.
Fiutò l’aria con attenzione.
La guardò negli occhi sorridendo dolcemente
-Stai bluffando-
-Lo so…- mormorò triste la sirenetta.
-Nonostante tutto io la amo ancora, soffro a stare lontana da lei, ma non mi fido più, mi ha massacrata di botte, senza neppure ascoltare le mie ragioni, penso che riuscirei a riprenderla con me, se riuscisse dimostrarmi quanto tenga a me, a dimostrarmi che è cambiata, che è disposta a tutto pur di tornare con me, se lo facesse, credo che riuscirei a tornare con lei. Ma ora no…non ce la farei-
-Sei proprio strana, la ami e la tieni lontano, ti chiede perdono e la scacci e vuoi che le ti dimostri che tiene a te, ma ti rifiuti di vederla, come può fare allora? Così fai soffrire entrambe- le fece notare il bestione dal cuore buono.
-Io…io non so come può fare, non le sarà facile, ma se tiene a me dovrà  superare anche questo ostacolo-
-Ma tu la ami ancora, e lei pure…non puoi seguire gli insegnamenti del Signore e perdonare chi ti fa un torto? Porgere l’altra guancia?-
-L’altra guancia era più livida della prima quando aveva finito con me. Perdonami tu, ma…non penso di farcela, non senza avere nulla in cambio, non dopo quello che ha fatto, non senza avere la prova concreta che mi ama alla follia, mi dispiace. Io non sono una santa, non riesco a perdonare e dimenticare…-
-E cosa dovrebbe fare?-
-Che ne so. Strisciare nuda sui carboni ardenti, anzi sui tizzoni incandescenti, potrebbe bastare…-
-Ammettilo, tu sarai felice solo con lei, vuoi sacrificare la tua felicità per un brutto episodio? Pensa a quanti ne avete di belli, pensa a quanto lei ti ama...perché tu la ami?-
-Ma certo che la amo, ma lei non lo saprà-
Concluse triste la timida ragazza.
Lo yeti, la sollevò dall’acqua abbracciandola.
-Credo che tu abbia ragione, piccola mia…ma non meriti di soffrire così tanto e così giovane…-
Lei strinse il volto attorno al collo peloso dell’amico, iniziando a piangere.
-Yeti…mi manca tanto, mi manca terribilmente…il mio cuore la vuole, ha bisogno di lei…ma la mia testa mi dice di tenerla lontano, di non perdonarla…non so cosa fare…cuore e cervello combattono all’ultimo sangue dentro di me. Io vorrei smettere di amarla ma non so come…non so come-
-Va tutto bene, troveremo una soluzione- rispose accarezzandole dolcemente la testolina con le mani enormi.
Yeti restò a parlare con lei e a consolarla per ore e ore senza mai accennare alla sua idea di risolvere la situazione da sé.
-Ora devo andare-
-Cosa?! No! Ti prego resta con me! Ho bisogno di te, ora! Non lasciarmi sola in questo momento, non ho nessuno adesso!!- lo implorò Paloma afferrandolo per la gamba.
Lui si chinò sull’esile figura accarezzandole il volto con un dito.
-Piccola mia, non ti lascerai mai da sola in un momento del genere, ho solo un lavoretto da sistemare, non sono venuto da solo, devo avvisare i miei compagni che mi tratterrò a Jump city, ti prometto che domani tornerò qui, per non lasciarti più finché non avremmo risolto questa storia-
-Non andrai mica ad avvisare Corvina, vero? Deve capirlo da sola!-
-Anche volendo non potrei, l’hanno portata in un’altra città per alcuni esami e ci resterà per alcuni giorni-
-Mi dispiace che patisca tanto, ma ha esagerato! Se lo merita!-
-Ti capisco, non è facile perdonare chi ci tradisce…vedrai, domattina sarò qui-
Frate Chewbecca salutò l’amica e tornò all’isola Titans più veloce che poté.
Salì le scale facendo una rampa a passo entrando di corsa nella Ops main Room con un’idea ben infissa nella mente.

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Capitolo 42
*** Giulietta e Romea ***


CAPITOLO 43 –Giulietta e Romea
 
Sento una voce chiamarmi dal salone, sento anche il vociare confuso miei amici.
 
Esco definitivamente dalla trans meditativa.
La porta della mia camera si spalanca.
Yeti e i Titans si affacciano sull’uscio.
-Corvina, è fatta!- sorride il pelosone.
-Cosa vuoi dire? Mi ha perdonata?!-
-Non proprio ma ho la chiave per far sì che succeda!-
Poco dopo siamo tutti riuniti sul divano ad ascoltare la storia di Yeti.
-Quindi il trucco è fare qualcosa di abbastanza folle e abbastanza romantico da stupirla, in modo che sappia che tu la ami ancora-
-Sei sicuro che ti abbia detto così?- chiede Cyborg.
-Sicuro come la morte-
-Grazie fra Chewbecca, ora però bisogna escogitare qualcosa di adatto…aiutatemi vi prego!!-
Dico rivolta ai miei compagni.
Il barlume di speranza mi riavvia tutto il corpo in un baleno, c’è un modo per tornare assieme a lei e non me lo lascerò scappare. Era da tempo che non mi sentivo così viva!
-Contaci, hai tutto il nostro appoggio- risponde il leader a nome di tutti.
Passiamo le ore a scervellarci ma non troviamo nulla di davvero buono.
-Perché non le regali un cucciolo? Mi avevi detto che adora i pulcini- propone Stella coccolando Silkie.
-Siamo seri, non servirebbe a nulla- rispondo.
-E poi tutti amano i pulcini- aggiunge Cyborg.
-Potresti farti un operazione chirurgica che ti sostituisca le gambe con una coda da pesce!-
-BB, non dire assurdità!- risponde Robin per me.
-Piuttosto, cos’è che Paloma adora? Dovremmo pensare a come colpirla-
-Vediamo se ricordo bene..le piace la pittura, il canto, la letteratura, il cibo, la magia e i suoi vecchi amici più di tutto…- dico pensando a cos’altro potrebbe interessarla.
-Ho trovato! Una torta gigante con te dentro in bikini che salti fuori appena prova a tagliarla!-
Esclama Cyborg.
-Primo: lei si avventerebbe sulla torta come una tigre, secondo: deve essere una cosa romantica, non una festa di addio al celibato!-ribatto io.
-C’è chi trova soluzioni e chi evidenzia problemi…- sbuffa Cyborg incrociando le braccia.
-Eureka!-espongo la mia idea ai presenti.
 
-Mi servirà l’aiuto di tutti-
-Anche dei Five Storms al completo- specifico.
-È necessario che ci siamo anche noi?- domanda Yeti, preoccupato.
-Soprattutto voi, gli mancate terribilmente, dovrai dirmi come trovare Ninja Nero, Shakewave e Sparviere, sono certa che non si rifiuteranno-
Tutti sono abbastanza perplessi, due secondi fa sembravo una condannata a morte e ora sto organizzando una serata coi fiocchi per farmi perdonare, pimpante di vitalità, la speranza riaccesa mi ha dato nuova forza, sono pronta a tutto.
-Non stai un po’ esagerando?- domanda Robin.
-Fidati, non sto affatto esagerando…Yeti dimmi come trovare i tuoi ex-compagni-
-Shakewave e Ninja Nero vivono insieme in un villaggio sperduto sui monti del Canada  di nome Springfield, ma di primavera c’è davvero poco, poi ora siamo nell’inverno, non ti sarà facile raggiungerlo-
-E Sparviere? Come posso trovarlo?-
-Non puoi, è un criminale, si nasconde. Si muove in tutta la Florida, solo Ninja sa come rintracciarlo, trova Shakewave e trovi lui, trova lui e trovi Sparviere, di più non so. Ma attenta Sparviere è cambiato, ora gioca sul serio-
Lo abbraccio con vigore-Grazie, grazie mille partirò domani stesso, anzi oggi!-
-Frena l’impeto! Non penserai davvero di farlo da sola- dice Robin.
-Il tuo amico ha ragione, io ti accompagnerei, ma domani devo andare da Paloma, farò il modo che non sospetti nulla-
-Ti scorterò io, è mia responsabilità- dice Robin.
-No, non puoi abbandonare Jump city, con me fuori gioco i cattivi sono avvantaggiati, C’è bisogno di te qui- rispondo.
-Corvina ha ragione, la accompagnerò io- dice BB.
-Ripensandoci Robin, non è che tu serva a molto qui…-
-Sarcasmo, sei in via di guarigione- sorride il verde.
-BB, è un viaggio pericoloso, non so come reagiranno i Five Storms, potrebbero non essere molto cordiali con noi, sicuro di voler venire?-gli chiedo fissandolo negli occhi.
-Con il tuo stato d’animo confusionario avrai bisogno di qualcuno che possa difenderti, certo che vengo!- risponde il mutaforma –Ma sia chiaro che si parte domani, non prima-
Li guardo tutti mi stanno aiutando anche se sono io ad aver sbagliato, non mi ero mai accorta di quanto mi volessero bene, pure BB che prima era innamorato di me ora è disposto ad aiutarmi a ricostruire il mio rapporto con un’altra.
Non mi trattengo.
Abbraccio forte la muscolosa schiena di BB stringendolo forte a me.
-Grazie, grazie di cuore a tutti-
-Non fare così Corvina, per te faremmo qualunque cosa- risponde Robin.
-Inizia l’operazione “Giulietta e Romea”- esclama Cyborg.

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Capitolo 43
*** In viaggio ***


CAPITOLO 44 –In viaggio
 
Il giorno dopo Yeti parte all’alba per raggiungere Paloma e assicurasi che resti chiusa in casa tutto il giorno.
Io e BB siamo pronti poco dopo.
-Non me la graffiare, e guida piano , e se quando torni la mia “bambina” ha qualcosa che non va ti smonto pezzo per pezzo e ti rimonto al contrario capito testa d’insalata?!-
-Tranquillo Cyborg, non è la prima volta che guido-
-Ma è la prima volta che guidi un tale bolide, trattalo con delicatezza, Corvina assicurati che non la distrugga- la implorò il mezzo robot coi lucciconi agli occhi.
-Lo farò. Ora possiamo partire?-
-Sei impaziente?-
-Eccome, dobbiamo fare tutta l’America, dal Canada alla Florida e non so come faremo a fare in tempo-
Stella mi si avvicina.
-Andrà tutto bene, amica mia- dice abbracciandomi
-Ciao ragazzi- saluta BB accendendo la macchina.
-Ciao, buona fortuna!- rispondo in coro.
-Se sopravvivo al viaggio sarò fortunata-
Partiamo a cento all’ora passando per il condotto sotterraneo che sfocia nella super strada che attraversa Jump city puntando verso il fratello maggiore dello Zio Sam, il Canada.
 
Il viaggio prosegue spedito, ogni giorno siamo più vicini alla meta, a parte qualche piccolo inconveniente come: gomma forata nel deserto, restare a corto di carburante, esserci quasi persi mezza dozzina di volte, esserci completamente persi una dozzina di volte, esserci trovati nel mezzo di un rally, aver rotto il parabrezza, aver forato la gomma di scorta corazzata, aver partecipato a un rodeo di autoscontro, aver fatto tre incidenti poco gravi e aver preso quindici multe per eccesso di velocità e guida spericolata.
Siamo sulla superstrada, manca poco al confine, finalmente…
Uuueeee…uuueeeee….
Una sirena della polizia, ultimamente le sirene non fanno altro che mettermi nei guai.
-Siamo fregati!- esclama BB.
-Perché?-
-Ho superato ancora il limite, con i precedenti episodi mi ritireranno la patente seduta stante-
-E farebbero davvero bene! Sei andato più vicino tu in tre giorni a fare quello che i nostri nemici provano a fare da anni, ammazzarci-
Lui abbassa le orecchie mogio.
-Ma io non so guidare, perciò dobbiamo inventarci qualcosa- concludo
-Ho trovato! Fingiti incinta, avremmo il permesso di andare oltre il limite-
-Cosa?! E come?-
-Presto infilati il mantello nel body, sembrerà che stai per partorire-
Mugugnando inizio a infilarmi il mantello dentro il vestito.
-Non guardare!- gli dico ringhiando.
<<spero che Paloma si renda conto di quanto tenga a lei>>
Appena riesco a rendere la forma sotto il vestito, BB accosta.
-Stai al gioco-
Il poliziotto si avvicina all’auto.
-Ebbene? Superavate di almeno venti chilometri orari il limite massimo-
-Scusi agente, mia moglie sta per partorire- risponde Il ragazzo.
-Aah- stringo i denti.
-Sua moglie…e gli anelli? Perche siete senza fede?-
-B’è noi non siamo proprio sposati-sposati, è più un “inconveniente”… ma manca poco alle nozze-
-Muoviti, non ce la faccio più!-
L’agente sta per aggiungere qualcosa, ma lo zittisco spazientita.
-Senta lei! Sto per essere aperta in due da questo bambino, quindi si sbrighi a fare quello che deve fare! Aah! Cielo!sta per nascere, sbrigati!-
-Potete andare, ma sventolate un drappo bianco dal finestrino- risponde tornando alla volante.
BB riparte a tutto gas.
-Ottima interpretazione!- esclama lui quando ci allontaniamo.
-Nessuno deve saperlo mai! Chiaro?-
 
Infine all’imbrunire del giorno, arriviamo in vista del cartello Springfield.
Una cittadina piccola e isolata sulle Montagne Rocciose, tuttavia vicina al confine con gli U.S.A. lì l’inverno si fa sentire bene, anche se è iniziato da poco.
Mezzo metro di neve ricopre la terra.
-Per fortuna ci siamo portati dei vestiti invernali in valigia!-
-Ormai è troppo buio per metterci alla ricerca di quei due, inizieremo domani, cerchiamo un albergo in cui dormire, e magari chiedere informazioni-
-Agli ordini Corvina!-
 
-Sei sicura che li troveremo qui?-
-Era l’unico indirizzo che Yeti conosceva con certezza, Sparviere si sposta in tutta la florida continuamente, solo Ninja può rintracciarlo, se vogliamo trovare Sparviere dobbiamo prima trovare quei due-
-Lo so, ma è già il terzo bar che controlliamo-
-In paese hanno detto che una coppia si è stabilita da poco in una baita isolata, e corrispondono alla descrizione, devono essere da qualche parte-
-Corvina è un impresa disperata-
-Non ho mai detto che sarebbe stato facile quando ti ho chiesto di venire con me, sono degli ex-criminali, sanno nascondersi-
-Non saremmo qui a congelare se tu non avessi fatto arrabbiare Paloma in quel modo, a proposito si può sapere che le hai fatto?-
Mi limito a lanciargli un’occhiata di ghiaccio.
-Come non detto-
Entriamo nel bar, di Ninja e Shakewave nessuna traccia, quando sentiamo una voce provenire da una stanza sul retro.
Siamo sulla soglia della sala quando vediamo un omone litigare vivamente con un ragazzo.
-Di un po’ ragazzino cerchi guai?-
-Senti non voglio farti del male, quindi chiedile scusa è siamo pari- ribatte il ragazzo indicando una giovane seduta di fianco a lui.
La riconosco subito.
Shakewave.

Scusate per il capitolo cortino, il prossimo sarà più interessante, vedrete.

Ghostface.

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Capitolo 44
*** Vecchi nemici, nuovi alleati ***


 
CAPITOLO 45- Vecchi nemici, nuovi alleati
 
Ho trovato Shakewave ma chi sia realmente il ragazzo…non ne sono certa, Ninja aveva sempre indosso una maschera che gli copriva il volto, e io devo andare sul sicuro.
-John smettila, non ne vale la pena- dice lei fermando il bisticcio.
Il ragazzo si rimette seduto -Ti  andata bene- mugugna imbronciato.
-Ah! Guardate, il bambino si fa mettere i piedi in testa da una donna- esclama l’omone.
-Se tu sapessi di cosa è capace avresti paura solo a guardarla. Comunque io almeno c’è l’ho una donna, una donna e i capelli- risponde passandosi le dita tra i lunghi capelli sciolti e lucenti,  facendo allusione alla calvizie dell’uomo.
-Che hai detto?!-
-La verità, nient’altro che la verità-
-Ora te la sei cercata!- risponde l’uomo tirando un pugno verso il ragazzo, ma quello fulmineo lo evita assestandone uno a sua volta sul naso dell’uomo che tramortito cade a terra.
-Hey qual è il tuo problema?!- gli ringhiano addosso i compagni dell’uomo alzandosi per spalleggiare l’amico, un branco di cagnacci schiumanti.
-Vuoi una mano, tesoro?- dice la ragazza senza alzare gli occhi dal cioccolato caldo.
-No, ogni tanto devo tenermi in allenamento-
I tipi gli si fanno incontro minacciosi, ma quei cagnoni non sanno di trovarsi davanti a un’agile e letale pantera.
-Forse dovremmo intervenire- mi sussurra all’orecchio BB.
-Se è lui, saprà cavarsela. Altrimenti interverremo, per ora restiamo nell’ombra-
-Ok gente, mi sono lasciato prendere la mano col vostro amico, ma l’avete visto tutti, ha tirato una pacca sul sedere alla mia ragazza, e poi ha cominciato lui. Non possiamo risolvere tutto con una bella bevuta? Offro io- il ragazzo si fa avanti tra i bruti, cercando di calmare le acque…Ninja Nero non lo avrebbe mai fatto, anzi è uno che adora provocare la gente.
Comunque, l’offerta non sembra venire accettata.
-No? Bene! Come volete!- si scatena la rissa.
Sono in sei uomini grandi grossi e cattivi contro un ragazzo, ma non un ragazzo qualsiasi.
Para tutti i colpi che gli tirano rimandandoli al mittente, riesce a mandarne due al tappeto con due mosse, un doppio salto mortale e assesta un doppio calcio sul viso del terzo, un altro gli si avventa contro, ma con un’abile giro di mani lo scaglia contro i suoi compari che ancora si reggono in piedi, l’ultimo rimasto è travolto da una scarica di pugni al ventre e mandato k.o. da un calcio rotante che lo spedisce addosso ai suoi degni colleghi già lunghi distesi.
In meno di trenta secondi i sei attaccabrighe erano ridotti un cumulo accatastato di gattini gementi.
Ma alle spalle del ragazzo il primo energumeno si rialza afferrando un coltellaccio da cacciatore che aveva nel cinturone.
-La sedia! Tiragli la sedia!- esclama la ragazza per nulla preoccupata, anzi divertita.
L’uomo non fa in tempo a rialzarsi che torna steso al suolo.
Colpito sulla testa da una sedia tiratagli dal ragazzo che lo lascia privo di sensi.
Il giovane capellone sbuffa annoiato con ancora in mano lo schienale della sedia, andata in frantumi -Sam, qui l’aria si fa un po’ calda. Andiamo in un altro locale?-
-Arrivo- risponde lei allegramente prendendo le giacche dalle sedie.
I due escono passando davanti a noi, lui le circonda le spalle con un braccio e lei appoggia teneramente il visetto ovale su quel petto muscoloso, tranquilli e beati come se non fosse accaduto nulla.
-Permesso- dice lui senza riconoscerci.
-Questo è per il cioccolato. Ha già, dei tipi se le son date di santa ragione nell’altra sala, io chiamerei i mounties- dice al proprietario pagandolo.
Escono abbracciati tra loro dal locale, noi li seguiamo.
Sembra che non abbiano un solo pensiero per la testa se non divertirsi.
Chi potrebbe pensare che quei due teneri innamorati fossero pericolosi criminali ?
 
Si fermano su un tavolino esterno di una tavola calda, nonostante il freddo pungente.
E iniziano a parlare tra loro, devono essere tipi solitari per vivere isolati in mezzo ai monti, sembra che a entrambi basti la compagnia reciproca per essere a proprio agio.
Amici e amanti…un po’ come io e Paloma…
-Non era necessario malmenarli tutti- lo rimprovera teneramente Shakewave.
-Io ho cercato di risolverla a parole e poi l’ho fatto per difendere il tuo onore-
-Tu e l’onore… sempre a far guai-
-Ti ha toccato il sedere, scusa tanto ma…-
-Io ringrazio il cielo che ci sia ancora qualcuno che voglia toccarmi il sedere- esclama lei interrompendolo.
-Ma che dici, sei più bella che mai, e poi hai me, e non potrei mai lasciarti…né te né il tuo bel sedere- sorride tirandole una pacca.
-Che dolce, quindi non te la sei presa perché sono ingrassata?- domanda sbattendo le lunghe ciglia sinuose.
-Ingrassata? Sei esile come un fuscello -
-Sul serio, ho messo su tre etti da quando abbiamo “smesso”-
-C’è in effetti un’altra “attività” che ripetuta due o tre volte potrebbe farti sudare abbastanza, sai…-
Lei risponde con sorrisetto malizioso, e i due si scambiano un bacio.
Non c’è momento peggiore per interromperli… non ha caso BB ha deciso proprio ora di farsi avanti.
Rassegnata, anch’io li raggiungo.
Il mutaforma si avvicina imbacuccato al ragazzo dai lunghi capelli castani.
-Scusa, sei tu John Boutler?-
Lui si volta.
-Ci conosciamo?-
BB continua – John Boutler alias Ninja Nero?-
L’espressione sul volto dei ragazzi cambia notevolmente. Da incuriosita a seria…e poco ospitale.
-Chi lo vuole sapere?- domanda la ragazza al fianco di lui.
Ora mi unisco al mio amico.
Il cappuccio mi copre il volto e lei non mi riconosce.
-Abbiamo un lavoro da proporti- dico sedendomi con loro.
-Mi dispiace non faccio più certe cose-
-È molto importante- insisto.
-Non hai sentito! È fuori dal giro!!- dice aggressiva la ragazza dai capelli neri, sbattendo il palmo sul tavolo.
-Samantha Bluewhale? Meglio nota come Shakewave- le dico fissandola da sotto il mio copricapo.
Lei resta ammutolita.
-Chi siete?- domanda lui scuro in volto.
-Non è questo il punto, abbiamo bisogno che veniate con noi- non ho certo intenzione di mollare la presa, ora che ce l’ho.
-Senti, io non so chi tu sia, ma lascia Sam fuori da questa storia, se non le create problemi e a lavoro finito ve ne andate per sempre accetto l’incarico- dice quello puntandomi il dito a un soffio dal naso.
-No, John!-esclama lei, con voce tanto sorpresa quanto triste.
-Non si tratta di questo, si tratta di una vostra amica, Paloma- li interrompo.
Detto questo mi tolgo il cappuccio dal volto, anche BB si leva berretta e sciarpa.
-Corvina!- Esclama lei.
-Voi…eravate nei Teen Titans, se non sbaglio…- dice il ragazzo guardandoci male.
-Non sbagli, io sono Corvina e lui e BB. Siamo qui per chiedervi aiuto, è importante per Paloma-
Loro si guardano negli occhi.
-Corvina…- mormora pensierosa -Venite, ne parleremo a casa nostra- conclude Shakewave alzandosi.
 
La casa è una grande baita che ricorda molto quelle svizzere e italiane, entriamo, all’interno c’è un bel calduccio, l’ideale per chi è stato tutto il giorno tra la neve.
-Seguitemi- dice Shakewave aprendo una porticina nascosta sotto la moquette del sottoscala.
Entriamo in una grande sala sotterranea, del tutto illuminata a neon, dentro c’è un tavolo con un enorme schermo piatto sopra, alle pareti, rivestite di lucido metallo, sono appese decine di trofei delle loro imprese, e foto coi loro compagni, poi in due teche in un angolo, vedo i loro vecchi costumi, la tuta flessibile e corazzata da ninja, ornata della maschera e dei bracciali lamati, assieme ad essa sono contenute nella teca anche la katana nera: Dead-line, i pugnali-sai e le stelle ninja esplosive.
L’abito di Shakewave è un abito viola scuro, scollato in modo che collo e spalle siano del tutto scoperti, l’abito è stretto sul petto da una spilla viola sopra i seni, il tessuto arriva fino a mezza coscia.
Una mantella frastagliata ad “ala di pipistrello” le cada sui seni dalla scollatura, circondando la parte iniziale dell’abito, dietro poi la mantella diventa un vero e proprio mantello nero lungo fino alle caviglie. 
L’abito è senza delle vere e proprie maniche, ma sono fatte di rete nera, che scende per tutto il braccio, infilandosi come guanti, ma lasciando le dita libere, sopra di questa ci sono due bracciali argentei con una pietra lilla incastonata sopra, intonata con gli occhi della ragazza, una cintura sottile come un filo d’argento circonda ripetutamente la vita del manichino.
Il manichino calza degli stivali neri alti fino al ginocchio, bordati di blu e con una grande suola alta.
Che look… appariscente.
-Cosa volete da noi? Cosa c’entra Paloma ?- domanda la ragazza visibilmente infastidita.
Ci scruta da dietro un freddo tavolo di metallo, dondolandosi sulla sedia.
Anch’io la osservo dritta negli occhi, tutto sommato devo riconoscere che è bella, molto bella, ha un volto armonioso, perfettamente proporzionato, labbra sottili, lunghi capelli corvini tenuti indietro da una fascia azzurra, legati in fondo con un nastro viola e una carnagione chiara ma non troppo.
Ma quello che davvero mi colpisce sono i suoi occhi, occhi grandi, leggermente affusolati nonostante non sia dell’est, le ciglia sono lunghe e ricurve all’insù.
L’iride, più grossa del normale, è lilla acceso, per certi versi simile alla mia ma molto più chiara, e la pupilla è trasversale come quella dei gatti.
Non me n’ero mai accorta.
-Capperi che accoglienza!- ribatte BB.
-Nel caso non lo avessi notato non siamo molto felici di vedervi- risponde il Ninja Nero tagliente.
-John, dobbiamo almeno ascoltarli-
-No! Noi non gli dobbiamo proprio niente-
-Non badategli- dice guardandoci.
Il mio sguardo si posa silenzioso sul ragazzo appoggiato al muro in disparte.
Fissa la parete davanti a lui, i capelli castani gli arrivano fino alle spalle, ha una barbetta corta e incolta che gli circonda solo il limitare del viso per poi unirsi a dei corti baffi che gli ricoprono il labbro superiore.
Occhi scuri e un naso leggermente aquilino, ma quasi non si nota; il viso ha i tipici tratti somatici canadesi e un accento francese.
Si limita ad ascoltare…è inquieto.
Si accorge che lo fisso e ricambia lo sguardo serio.
-Tu. Tu hai detto che sei Corvina, se non sbaglio Paloma aveva detto l’ultima sera di aver trovato qualcuna tra i Teen Titans eri tu, giusto? O Stella Rubia?- fa lui dopo un periodo di silenzio.
-Ero io- rispondo pacata.
-Ma ci siamo lasciate, non perché non ci amassimo più, al contrario ora entrambe soffriamo molto per il distacco, infatti lei mi ama ancora ne ho la conferma…ma ho fatto un’idiozia, una grandissima idiozia, e l’ho spinta a lasciarmi, non posso darle torto.
Però separate non riusciamo a vivere, la passione ci consuma da dentro e tornare insieme è l’unico modo per placarla.
Purtroppo lei non si fida più di me, si rifiuta di parlarmi o incontrarmi.
Così ho pensato di fare un gesto talmente grande, pazzo, romantico e fuori dal mio stile per dimostrarle che mi dispiace davvero, che mi manca e che ho un disperato bisogno di lei.
Ma per farlo mi servono i Five Storms al completo-
-Si può sapere cosa le hai fatto?- domanda il ninja.
-Preferirei non parlarne...-
-Ti pareva. Delitto con mistero- si limita a commentare.
-E quale sarebbe questa tua “idea”- domanda la ragazza scontrosa all’idea che avessi fatto soffrire l’artefice della sua felicità.
Espongo il mio progetto ai due ragazzi che ascoltano attenti.
-Mi sembra una follia, anzi una vera inutile cazzata. Non funzionerà mai-
-Taci John! Tu sei solo un maschio insensibile, non puoi vedere la cosa dal nostro punto di vista, tu non capisci l’universo femminile, la nostra spiccata sensibilità si contrappone al tuo grezzo materialismo maschilista- lo rimprovera la fidanzata.
Poi si rivolge a me con tono molto più comprensivo, tutta la sua antipatia sembra svanita nel nulla, sembra quasi commossa.
Possibile che ogni criminale in gonnella che conosco finisca col rivelarsi una ragazza normale, incompresa, tenera, con sogni e desideri come i miei?
-Penso che sia un’idea dolcissima, davvero molto romantica, sono sicura che se riuscirà bene lei ti perdonerà qualsiasi cosa tu le abbia fatto. Conosco bene Paloma, e anche se lei non lo ammetterebbe mai, è una molto sensibile a certe manifestazioni d’amore, certamente ti perdonerà, hai tutto il nostro appoggio. È il minimo che possiamo fare… vero, John ?!- le ultime due parole sono pronunciate in modo piuttosto aggressivo.
-Il minimo che possiamo fare è NIENTE. Non dimenticarlo- replica quello.
-Prova a ripeterlo!- ringhia lei  afferrando il ninja per il bavero della maglia, tutto il corpo aggraziato di lei stava vibrando minacciosamente.
-Va bene, va bene- l’ammansisce quello venendo mollato da quella stretta d’acciaio -Se vuoi entrare in questa storia andremo a complicarci la vita. Ma tu resti a casa-
-Cosa!?- esclama lei allibita –Cosa credi? che siamo ancora nel Medioevo?!-
-Io agivo mascherato laggiù, ma tu sempre a volto scoperto, potrebbero riconoscerti-
-Non mi spaventa certo questo, sia chiaro che io vengo! Paloma è una mia grandissima amica, mi ha aiutato durante la nostra crisi e sta certo che non la lascio sola-
<<Chissà se lei e Paloma in passato…No. è assurdo…oppure…>>
Sento il bisogno di cambiare discorso prima che sfoci una litigata.
-A proposito, mi hanno detto che tu sei l’unico in grado di rintracciare lo Sparviere…-
-Infatti è così-
-Allora va a farti i tuoi giri mentali e trovalo, io intanto vado di sopra a pensare alle valige, dici che staremo via due settimane?- fa Shakewave.
-Ehm….- domando imbarazzata -So che vi sto chiedendo già molto, ma…dovreste venire in costume-
Loro mi fissano negli occhi, poi si guardano in silenzio a vicenda.
Poi dopo alcuni secondi di assoluto silenzio, il ragazzo parla con un sorrisetto beffardo dipinto sulle labbra.
-Ci potrebbero beccare, ci aspetterebbe la prigione…ce la facciamo, scommetto-
-Due turni del bucato che invece, no?- risponde lei con la stessa espressione.
-Andata!- poi si rivolge a noi –Non c’è problema-
-Ammesso che io ci entri ancora- borbotta la ragazza guardando preoccupata l’abitino.
-Sam, sei una sventola da dieci e lode, non devi preoccuparti- risponde lui.
-Ora però salite su insieme a Sam, non potete vedere come rintracciare lo Sparviere-
La ragazza sale le scale e noi la seguiamo.
-Scusa tanto Shakewave…- domanda il verde mentre attendiamo in salotto.
BB non è esattamente a suo agio, ci sono teste di cervi, lupi e cinghiali impagliati ovunque.
-Ormai mi chiamano tutti Samantha- risponde lei.
-Ok, Samantha. Ma perche il tuo fidanzato ha come nome di battaglia “Ninja Nero” ?- domando BB incuriosito.
-B’è… è un ninja e, quando è visibile, è vestito di nero-
-Tutto qui? Se si vestisse di rosa sarebbe il Ninja Rosa?-
-Lui si veste solo di nero, fa fico, ed è così bello quando si veste di scuro. Il rosa non rende l’idea. E poi tutti i nomi delle Tempeste sono piuttosto scontati: Yeti è uno yeti, Sirena è una sirena, Sparviere si veste da rapace e io mi chiamo “Onda d’urto” e sai bene il motivo-
Mentre BB e Shakewave discutono vivamente se effettivamente sia più fico averlo o no il mantello, io ne approfitto per chiamare a casa Cyborg.
-Cyborg a che punto sei?-
-Non è facile Corvina, ma ci sto lavorando… -
-Concentrati. So che ce la farai, conto su di te, d’accordo? Scusa ora devo lasciarti-
-Ok, buona fortuna!-
Cyborg ha tra le mani un compito importante e delicato, ma mi fido di lui.
 
 
Era da un po’ che non aggiornavo questa storia!
Tengo a precisare che essendo io un maschio insensibile, grezzo e materialista sto facendo una fatica boia immaginarmi i sentimenti di Corvina e co.
Scusate se non rendo l’idea, chiedo perdono allo spiccato senso emotivo femminile ma so che il popolo “masculo” mi capisce.
 
Tengo a precisare anche che nessuna sedia è stata maltratta nella realizzazione di questo capitolo.
 
Ghostface

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Capitolo 45
*** La Corte dei Miracoli ***


CAPITOLO 46 –La corte dei miracoli
 
-Trovato! La prossima tappa di Sparviere sarà la capitale della Florida- esclama Ninja Nero.
-Non sai dov’è ora?- gli chiedo.
-Adesso è a Miami, ma non lo raggiungeremmo mai in tempo-
-Lo dici tu- rispondo –Venite fuori con me-
-Azarath Metrion Zinthos!-
Il portale dimensionale si spalanca davanti a noi.
-Corvina sicura che sia una buona idea? Insomma i tuoi poteri…-
-Ce la faccio BB, tenetevi per mano ed entrate svelti!-
Ma il mio amico aveva ragione, sono ancora troppo debole per reggere correttamente il portale e durante il viaggio BB e Ninja si separano, così la catena è rotta e Ninja e Shakewave finiscono trasportati  da tutt’altra parte.
Atterriamo in un corridoio buio.
-BB! Ti avevo chiesto solo di non mollarlo per il viaggio ma tu l’hai fatto! Cazzo! Uan cosa ti avevo chiesto, una! Ora li abbiamo persi! Che facciamo adesso?!- gli urlo contro.
-B’è potremmo…- inizia lui prima di essere interrotto.
-Potreste alzare le zampe e non fare scherzi-
Lo stivale munito di artigli bionici si abbatte sulla schiena di BB inchiodandolo al suolo.
-Una mossa e ti strappo il cuore-
Ci voltiamo entrambi e lo vediamo, ci punta contro i suoi raggi caloriferi, porta ancora la vecchia tuta, assieme a lui altri trenta ragazzi, tutti vestiti di nero, la sua banda con cui saccheggia l’intera Florida.
Sparviere.
-Bene bene bene chi abbiamo qui?-
-Spie!- urla un ragazzo alle sue spalle.
-No, ragazzi loro non sono spie qualsiasi, sono niente poco di meno di BB e Corvina due membri dei Teen Titans, li ho ripetutamente sconfitti in passato…-
<<sbruffone, era il primo a svignarsela>>
-Non siamo spie!- ringhia BB.
Lo colpisce in volto con il pugno corazzato dell’armatura.
-Non interrompetemi!- esclama con voce acuta –Non lo sopporto!-
Veniamo imbavagliati dai suoi scagnozzi.
-Siete stati bravi a trovare il nostro nascondiglio, siete stati i primi a riuscirci, purtroppo non vivrete per raccontarlo…
 
-Ti è capitato di udire in giro
di un luogo che è il covo dei ladri e ancor più
è la Corte dei Miracoli dove ogni cosa è possibile
e voi siete qua
chi vivo ne uscirà
forse parlerà
mentre i morti no!
e il segreto di noi porterete con voi,
abbiamo un metodo che non fallisce
ed è un po’ come dire
è finita per voi!
Perché dei Miracoli questa è la Corte
ma il vero miracolo è uscire di qua-
 
Ci portano all’interno di una stanza dopo averci legati, facendoci sporgere su un profondissimo pozzo nero.
 
-Qua la giustizia è veloce,
 io sono avvocato e anche giudice
faccio da me
noi preferiamo saltare il processo
perché la sentenza diverte di più.
Dopo vagliato ogni prova noi...-

-Io obietterei!- si ode una vocetta femminile, Shakewave.

-Non si può!!-

-Perché no?-

-Zitta!!!- urla Sparviere, che non capisce chi osa interromperlo.

-Oh accidenti...-

-è l'innocenza dei crimini
certo il peggiore che c’è
su accoppiamoli e via! –
 
-Fermo!-
Tutti si voltano verso destra.
Shakewave e Ninja Nero.
-Scusate il ritardo, eravamo qualche centinaio di metri più in là-
-Shaky, Ninja…voi qui? Non ci posso credere...San Gennà troppo bbuono!! - esclama quello commosso.
-Esattamente, vedo che ti ricordi di noi ma non della prima regola delle Tempeste: noi non uccidiamo. Da te proprio non me lo aspettavo Cecco- fa la ragazza inquisitrice.
-Aspetta Sam, non è come sembra- si giustifica lui.
-Volevi ucciderli!-
-Era un bluff, solo per spaventare chi scopre il mio “circolo” e loro sono i primi.
Non ho mai ammazzato nessuno, lo giuro!-
-Lasciali andare - dice Ninja Nero, cupo in volto come mai l’avevo visto prima.
-Chi sei tu per darci ordini, vuoi che li conciamo per le feste capo?-interviene uno degli sgherri alle spalle del criminale.
Sparviere si limita a sbuffare facendo spallucce–Tu provaci…vedrai cosa ti succede-
Il ragazzo non fa neanche in tempo a rispondere che un onda d’urto lo stampa contro il muro.
-Qualcun altro?- fa la ragazza vibrando aggressiva–Sparite bambini, devo parlar con il “Capo”-
Ogni passo della ragazza fa vibrare la terra, tutto attorno a lei sembra perdere consistenza, compreso il coraggio dei criminali che seguendo il consiglio se la svignano.
Shakewave si avvicina a Sparviere afferrandolo per i baffi, che l’elmo lascia scoperti, e tirandolo a se.
-AAAH!! Fa male!-
-Ora testa di legno ascolta la proposta dei Titans- gli ordina l’ex-leader dei Five Storms, comunque autoritaria come un tempo.
-Mi sembra di essere tornato indietro di anni, non mi tiravi per i baffi da quanto ti ho versato in testa la pasta al formaggio-
-Ho sempre adorato il tuo spirito di patata, Cecco. Ha già se lo rifai ti scompongo a livello molecolare, ma prima ti polverizzo le palle- risponde quella sorridente, un sorriso agghiacciante a dir poco, lasciando andare l’amico.
-Allora che c’è?-domanda lui risistemandosi i mustacchi.
Inizio a raccontare l’antifona, lui mi ascolta attentamente.
-Lo farò, vi aiuterò per due motivi.
Uno: voglio bene alla sirenetta.
Due:…-
Si slancia addosso ai suoi vecchi compagni, abbracciandoli.
-Mi mancate tanto ragazzi. Quegli incapaci non sanno fare un tubo. Sarà così bello ritrovarsi tutti insieme!-
Smack! Pciù!
Smack! Pciù!
Sparviere sciocca due baci sulle guance a ognuno dei suoi vecchi amici.
-Dì pure che ti mancavano le mie tette!- dice la ragazza stritolata dall’abbraccio fin troppo “caloroso”.
-Cosa?!- dice il ninja fissando turpe l’italiano.
-Non so di cosa sta parlando- ribatte lui staccandosi subito.
-Prima quando hai cantato avevi improvvisato?- domando allo Sparviere.
-A dire il vero avevo il pezzo pronto dall’anno scorso ma non c’è mai stata occasione di usarlo, sapete sono uno show-man, ma uno show-man prudente.
Faccio un sacco di entrate in scena teatrali, e non parliamo delle uscite poi… non c’è colpo che riesca senza una buona performance, l’apparire per me conta quanto il bottino in sè-
-Quindi tu sei un cantante?-
-No. Io sono ladro di professione, il migliore!- ribatte quello scioccato, quasi ferito nell’orgoglio –cioè tutti i giornali parlano di me! I re dei ladri mi chiamano, non sono uno strimpellatore!-
-Dannazione!- esclama BB interrompendo il discorso, introducendone uno completamente diverso.
-Ho lasciato in Canada la T-car, Cyborg mi ucciderà!-
-Piuttosto, come facciamo ad arrivare a Jump city senza la macchina? Questo è il problema…non penso di riuscire ad aprire un nuovo portale- dico io.
-Facile si vola- dice Sparviere.
-E come? Ha altre tute? – domanda Ninja.
-Mai sentito parlare dell’aereo? Attualmente sto cercando un volo per Jump city su internet, eccolo qua!- dice premendo qualcosa sulla visiera luminosa del casco.
-Allora il volo parte tra un’ora. Prenoto i posti. Tu e Shaky di fianco, vero John? Prenotati!-
-Sei svelto!- esclama BB.
-Piccolo puffo avariato, io sono la velocità. Questa tuta è progettata per infiltrarsi in qualsiasi satellite in orbita, e per connettersi alla rete ovunque e ad altissima velocità, posso hackerare tutti i file del Pentagono in meno di mezz’ora. Quarantacinque minuti se in tv c’è Adventure Time. Persino la vostra Torre può essere disattivata da questo gioiellino. È la punta di diamante del high-tech-
-Non chiamarmi “Puffo avariato” e poi non sei tanto più grande di me sai?- ribatte BB infastidito.
-Sei noioso- risponde quello.
-Io…io…io noioso!?-
-Tu, tu, tu noioso-
-Ora ti faccio vedere io!-
-Fatti sotto “eroe”-
-Calmati- dico fermando il mio amico, che borbotta parole poco gentili a denti stretti.
-Piuttosto, Sparviere tu non suonavi la chitarra?- dice Shakewave. 
-Lo faccio ancora, volete che la porto?-
-Visto il progetto sarebbe utile. Ma non ti azzardare a fare quelle canzonacce da gondoliere! Manco sei veneto e mi hai rovinato la mia prima uscita romantica con quel dannato strumento- risponde la ragazza truce.
-No problema pupa. Vado a prenderla. Piuttosto, perché non dimentichi quell’episodio passato volevo solo essere gentile, nel mio paese nun cè stà ninda de più romantico de nà gita in gondola cul gondoliere cà canta canzone d’ammore-
Con un lampo abbagliante dei reattori caloriferi, sparisce nel labirinto di corridoi sotterranei.
-È stato facile da convincere- sorride la ragazza dai capelli corvini.
-Già per poco non ci ammazzava- risponde BB.
-E uno a cui non piace perder tempo. Non sopporta i tempi morti-
-L’avevo intuito- mi limito a commentare.
Quasi non si capisce quello che dice tanto parla veloce, già mischia l’inglese al dialetto e poi si mangia le parole.
Sembra che abbia adrenalina nella vene invece che sangue.
Un lampo rosso e Sparviere è di nuovo tra noi.
-Eccomi tornato, più veloce del pensiero! Di certo più di quello di BB-
(il quale digrigna i denti sopportando in silenzio)
Esclama tornado da un altro condotto brandendo una chitarra che ha visto tempi migliori.
-B’è, l’importante e che tu sappia suonare, sei arruolato, puoi portare la chitarra-
 
Ps. Il “bbuono” è voluto così per calcare l’accento napoletano, non è un errore di battitura, così come “l’ammore”.
 
Chiedo scusa ma per Alive dovrete attendere ancora un po’ : Giugno è tutt’altro che vacanziero per me.
So che un capitolo di U.L non vale uno con Ghostface ma per il momento dovrete accontentarvi di questa fic  (scritta tre anni fa, tra l’altro) aggiornerò il prima possibile, scusatemi ancora.
 
Ghostface
 

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Capitolo 46
*** Fou de love ***


CAPITOLO 47- Fuo de love.
                            (cos’è l’amore?)
 
 
Fuori fa un freddo cane, ma sono uscita ugualmente col mio normale costume, non porto neanche il mantello.
-Sicura di volerlo fare stasera? Fuori nevica ti verrà un accidente- dice lo Yeti fissando il cielo dalla vetrata.
-Appunto, aggiungo tormenta a tormento. Stella hai i ceci grossi congelati?-
-Sì, ma non ti sembra un po’ eccessivo?-
-Per niente, voi copritevi pure, io sola devo soffrire per quello che ho fatto-
-Speriamo che non soffi troppo il vento o la voce si dispererà nell’aria- fa notare Sparviere.
-Vedrai che ci riusciremo, il banco di nebbia magica tiene fuori le tempeste, ricordi?- risponde Shakewave.
-Vi ricordate la vostra parte?-
-Per l’ultima volta Corvina le sappiamo tutti a memoria quelle quattro strofe- risponde BB esasperato.
-Intercettare ogni programma radio d’America, questa è un’esagerazione! Sicuramente ci beccheremo una multa con 4 zeri come minimo per quello che stiamo per fare - borbotta il mezzo robot intento ad mettere in funzione un bizzarro macchinario che ci permetterà di offuscare ogni altro programma radiofonico e di trasmettere in tutti gli U.S.A. il nostro messaggio.
-Fa lo stesso- rispondo –Pago io- lo sguardo dolcemente abbracciando il mio fratellone, ancora chino sui cavi.
-grazie infinite Cyborg-
-Di niente- sorride lui scompigliandomi i capelli.
Ho progettato a lungo questo giorno, ho fatto prove su prove, so il testo a memoria, ma mi sento terribilmente a disagio, lo faccio solo per Paloma.
 
-Queste si che si chiamano poppe!- la sirenetta se ne stava stravaccata sul divano, un braccio sorreggeva una rivista pornografica davanti al viso, l’altro ciondolava privo di vita oltre il bordo del sofà tenendo tra le dita il collo di una bottiglia di birra, la terza quella sera.
Il posacenere era pieno di mozziconi.
Paloma non aveva mai fumato prima di allora, aveva cominciato dopo che si era lasciata con Corvina, per superare il dolore, così come aveva cominciato a bere e ripreso le sue sconsiderate abitudini alimentari e a guardare porno.
Ma nulla serviva a scacciare quel senso di vuoto che l’opprimeva, tutto era grigio attorno a lei.
Continuò a tenere gli occhi fissi sui prosperosi seni della pornostar stampata per il lungo sulla rivista, ma non le faceva nessun effetto, cercava di convincersi da sola che la cosa la eccitasse come un tempo ma non era così.
-Guarda che tette stupende, sono molto meglio di quelle di Corvina, che sciattona che era, piatta come la bonaccia…mi chiedo come ho fatto a stare con lei- bevve un altro sorso di birra.
-Già…era piatta…e brutta…e acida…una racchia…-
<<Allora com’e che non posso fare a meno di pensare a lei?>>
In uno scatto d’ira gettò la bottiglia ancora mezza piena contro il muro, quella esplose andando in frantumi lanciando ovunque schegge di vetro e schizzi di birra.
-Cazzo!- imprecò sfogando con odio il suo dolore- Corvina non avrà avuto delle tette come stà troia…ma era stupenda…- si sorprese a singhiozzare al pensiero della sua ex, stropicciò il giornaletto erotico e lo picchiò contro il divano.
-Perché non riesco a dimenticarla!?-
Suonò il telefono.
Paloma cercò di darsi un minimo di contegno, almeno nel tono della voce e rispose quasi fosse una timida bambina che aveva appena smesso di piangere –Pronto?-
-Paloma sono io, Yeti! Fammi un favore, devo restare fuori casa ancora per un po’ ma ora stanno intervistando Papa Francesco in radio, sintonizzati sulla rete 611 e registrami l’intervista, ok? scusa devo andare, ci vediamo!-
Non aveva speso una parola per chiederle come stava, la sirenetta i sentì a dir poco indignata, l’amico peloso sapeva ben cosa stava passando ma sembrava non interessarsene più di tanto.
Le aveva riattaccato il telefono in faccia senza darle il tempo di spiccicare una sillaba.
Paloma sbuffò frustrata.
-Uffì…come fa una a masturbarsi col Papa che le parla sotto?- disse accartocciando definitivamente la rivista e accendendo la radio.
Non fu facile per lei sintonizzarsi, non usava praticamente mai la radio, usava sempre il computer, ma ce la fece dopo qualche tentativo.
Si capovolse sul divano, la coda sollevata per aria e la testa penzolante oltre il bordo del sofà.
Allungò la mano verso il pacchetto di sigarette gettato a terra e ne tirò fuori una, l’ultima rimasta, con un sospiro amareggiato se la portò alla bocca e l’accese.
-Bene…sentiamoci questo sermone- si disse soffiando una nuvoletta di fumo dalle branchie sul collo.
-Abemus Notitiam!- esclamò un voce alla radio con falsa solennità.
Confusa la sirenetta guardò la radio, nonostante fosse completamente inutile visto che era solo da ascoltare, storse un po’ il visetto dubbiosa.
<<Strano…per un attimo mi è sembrata la voce di Cecco…>>
-Esattamente, siore e siori, una notizia sensazionale!- questa era un’altra voce, molto più chiara a e scandita della precedente.
All’udirla Paloma cadde letteralmente dal divano, lasciando la sigaretta sulla moquette con assoluta noncuranza.
Incredula si trascinò con le braccia davanti alla radiolina, appoggiata su un mobiletto afianco del divano.
-John??- mormorò incredula.
-Non provate a cambiare stazione perché tanto siamo su ogni frequenza d’America!!-
La sirenetta strabuzzò gli occhi allibita e credette di essere impazzita –Questa era la voce di Sam! La riconoscerei tra mille!-
Si prese la fronte tra le dita di una mano, reggendosi al mobiletto con l’altra –Ma che sto dicendo? Devo essere ubriaca fradicia…oppure in un coma etilico. È impossibile che si tratti di loro-
Come se l’avessero udita, dall’altro lato una voce a lei ancor più familiare delle altre si fece udire –E abbiamo un messaggio per Paloma Harris, la nostra cara sirenetta a cui vogliamo un oceano di bene- quel tono greve e raspante, quella pronuncia gutturale...non poteva essere altri che Yeti!
La ragazza s’infilò il mignolò nell’orecchio per assicurarsi di non averle otturate…no, erano perfettamente pulite.
Si diede un pizzicotto sulle pinne e ne sentì fin troppo bene il dolore…era sveglia e non stava sognando.
Shakewave riprese la parola –Ascolta bene, Paloma, questo  messaggio te lo manda Corvina-
-Che è molto dispiaciuta per quello che ha fatto. Pensa che per farsi perdonare ci ha radunato da ogni angolo degli U.S.A.- aggiunse il fidanzato di lei.
-E del Canada- precisò sempre al microfono l’ex-leader dei Five Storms, allegra come se fosse a un vero programma radiofonico.
-Sul serio- s’intromise la squillante voce dell’italiano –Per poco non l’ammazzavo-
-Sta zitto tu!- lo rimbeccò Samantha –Come segno del suo pentimento lei ti regala questa bellissima esibizione d’amore, sperando che tu possa trovare al forza nel tuo dolce cuore di perdonarla, qualsiasi cosa lei ti abbia fatto.
Ti vogliamo bene, Paloma!-
La voce del Ninja nero tornò a farsi udire -E ora che tutta l’America sta ascoltando vogliamo farti sapere che la tua dolce Corvy -Corvy è qui con noi e ha una cosa da dirti…-
-Aspetta! La interruppe Sparviere –Mi si è spezzata una corda!-
-Allora ne faremo a meno!- replicò seccata Samantha –Avanti, Corvina. tocca a te!-
Le venne un groppo alla gola e il cuore inizio a batterle a mille quando sentì la cose roca e imbarazzata della mezzo-demone provenire leggermente gracchiante dall’apparecchio.
Ce la mise tutta per rendere più nitido il suono e ascoltarla meglio.
Al colmo dell’attenzione Paloma, che non sapeva più cosa pensare, era decisa a non perdersi neppure una sillaba di quello che la sua ex le avrebbe detto.
Se quello era un’allucinazione da alcool voleva viverla tutta.
-Ciao Paloma…s-sono io, Corvina. So che mi odi…e fai bene, anch’io mi odio…ma tu mi ami anche…io non posso amarmi, non posso giustificarmi, non dopo quello che ti ho fatto.
Perdonami, sono un mostro e tu lo sai…sai cosa si cela dentro di me…ma io ti amo Paloma.
Ti amo!!
E par fartelo sapere ho intercettato ogni stazione radio d’America, probabilmente mi arresteranno per questo ma non prima che io e i Five Storms, i tuoi amici che sono qui con me ti diciamo che…siamo in onda!!-
E accadde l’ultima cosa che la sirenetta lesbica si sarebbe aspettata da una ragazza come Corvina, e lei la conosceva bene la maga, non riusciva a credere alle sue orecchie.
Stava cantando!!
In tutto il tempo in cui erano state insieme non era mai riuscita a farla cantare per quanto si fosse sforzata, nè con le promesse di una “sostanziosa” ricompensa nè con le minacce di uno sciopero amoroso.
<<Sì…è sicuramente un coma etilico…ma mi piace>>
-Siamo in onda!!- ripeterono in coro le Quattro Tempeste.
 
- Siamo in onda per comunicare la Bellezza dell’Amore che vive in noi…Oh…oh…oh…
Come un’onda l’Amore ci circonda, sintonizza il cuore sulla Felicità !-
 
La voce di Corvina tornò a farsi udire più chiara che mai.
 
-Io ci sono, tu ci sei,
sempre insieme siamo noi.
Come è bello vivere così:
condividere i pensieri, le speranze e le emozioni;
abbracciarci e accarezzarci, poi baciarci e perdonarci.
È l’Amore! E il bello è proprio qui !
 
Siamo in onda per comunicare la Bellezza dell’Amore che vive in noi…Oh…oh…oh…
Come un’onda l’Amore ci circonda, sintonizza il cuore sulla Felicità !
 
Prova ad ascoltare un po’,
nel silenzio scoprirai
la sua voce parla proprio te!
Trova la frequenza giusta,
che fa battere il tuo cuore.
È l’Amore!  E nel mio petto batte già !!!
 
Siamo in onda per comunicare la Bellezza dell’Amore che vive in noi…Oh…oh…oh…
Come un’onda l’Amore ci circonda, sintonizza il cuore sulla Felicità !
 
Io ti amo sempre più,
non posso star senza di te!
Su, torniamo insieme, dai,
Non ci lasceremo mai!
Alza ancora un po’ il volume, voglio sentire la tua voce,
voglio cantare insieme a te, annunciare a tutti che…..
 
Siamo in onda per comunicare la Bellezza dell’Amore che vive in noi…Oh…oh…oh…
Come un’onda l’Amore ci circonda, sintonizza il cuore sulla Felicità !
 
La musica cessò e rimase solo una voce del coro che accompagnava il ritornello.
-Ti amo Paloma, e sempre ti amerò. Per sempre tua…Corvina-
Poi tutte quelle voci svanirono e al posto del bel messaggio musicale si sentì solo un brusio disturbato.
La sirenetta spense la radio più stranita che mai.
Era successo davvero?
I suoi amici avevano davvero intercettato la radio nazionale affinché Corvina potesse cantarle in diretta una canzone d’amore.
Non sapeva più cosa pensare…solitamente quando era confusa mille pensieri le si accavallavano nella testa…ma stavolta…stavolta non c’era niente.
Non riusciva proprio a focalizzare nulla, per quanto si sforzasse nella sua mente c’era solo il vuoto.
Dentro sé vedeva come un enorme salone senza confini, tutto bianco abbagliante, senza niente dentro, e nel salone così…vago…indistinto…vuoto c’era solo un rumore…un eco lontano che rimbalzava tra le immani pareti di una geometria inumana, un’architetture indescrivibile…non c’era nulla di mortale con cui paragonarla.
La voce era fievole e non le giungeva mai per intero alle orecchie…ma quel nome…quell’unica cosa a cui riuscisse a pensare in quel momento…era per lei inconfondibile.
-…Co…- mormorava la voce astrale con tono assente e quasi muto.
-…Ina…-
-…Rvi…
-…Corv…-
-..Vin…-
-…A….-
-Corvina- disse la sirenetta davanti all’apparecchio radiofonico, senza neppure rendersene conto, persa all’interno della sua psiche.
Non seppe neppure dirsi quanto forte l’aveva pronunciato, né se l’aveva pronunciato realmente o se l’era solo sognato.
Anima e corpo erano due cose separate in quel momento.
Il suo corpo era lì avanti al mobiletto nel salotto del secondo piano ma la sua mente vagava chissà dove dentro di sé….e il suo amore?
Quello dov’era?
Prima che potesse trovare la risposta in sé un assordante barrito la riportò alla realtà con un grido di terrore.
Paloma sobbalzò cacciando un urlo di spavento mentre il suo corpo e il suo “io” tornavano una cosa sola e la sua mente si faceva caotica e chiassosa, come se tutti i pensieri non partoriti in quel lasso di tempo di “auto proiezione astrale” si fossero radunati assieme e avessero aspettato che tornasse in sé per prorompere e riversarsi il lei come una diga che crolla affollandole la mente.
Ruggendo come una tigre si diresse alla finestra che dava sulla facciata, da dove era provenuto quello fragoroso frastuono elefantino.
Spalancò le finestre e ringhiò verso chiunque ci fosse la fuori.
 
-Ok, chi è quel “simpaticone” che non ha niente di meglio da fare che scassare i coglioni a una povera ragazza a quest’ora della notte?!- sbraita Paloma affacciandosi dalla finestra.
<<Non è cambiata affatto per quanto riguarda  il turbarle il “sacro riposo”>>
Si accendono le luci, il fascio azzurro mi illumina.
-Tu…- borbotta acida e scontrosa -Dovevo sospettarlo. Chi altri poteva essere se non la più grande faccia tosta del mondo? come hai fatto a superare la muraglia di nebbia?-
Mi costringo ad ignorare quella parole poco amichevoli, è provata quanto me dal distacco e non si fida…la capisco e la giustifico.
Ho giurato a me stessa che qualsiasi cosa mi dirà stanotte, qualsiasi offesa possa rivolgermi, per sferzante e dolorosa che sia io non glie ne farò colpa, non importa quanto la sua lingua possa ferirmi, e può ferirmi molto a fondo, io sopporterò senza rancore.
-Paloma, Sono qui per chiederti perdono, al freddo e alle intemperie, inginocchiata sui ceci e sui vetri rotti, a congelare per te, e non sono venuta da sola-
Il fascio più debole giallo illumina i due gruppi.
-Ho portato la tua vecchia famiglia…e quella nuova-così dicendo le presento con le mani le già note facce dei Five Storms e dei Teen Titans.
Lei è senza parole.
-Ninja…Shaky…Sparviere… voi qui…-
Guarda Yeti.
-Tu lo sapevi, vero?-
-Li ho portati io qui, colpa mia. Ma chi è senza peccato scagli la prima pietra- sorride quello.
-Sono felice di rivedervi, amici miei. Ma sappi che non basterà a farti perdonare, Corvina!-
-Lo so, e so che sei arrabbiata e fai benissimo ad esserlo, non ho nulla da rimproverarti, al contrario sono io che mi sono resa conto di aver ingiustamente dubitato di te, ti chiedo scusa, so di non meritare la tua compassione ma è inutile negarlo a noi stesse, noi ci amiamo ancora, sono qui come supplice a chiederti perdono perché nonostante quel brutto episodio, ne abbiamo molti altri bellissimi che ci legano, prometto di rispettarti per sempre d’ora fino alla mia morte e anche dopo se necessario, io ti amo, ed è per questo che sono qui a fare questa cosa così folle.
ti prego perdonami…senza di te non vivo-
-Io…- mormora lei incerta.
Non le do il tempo di tentennare ulteriormente.
-Io e te siamo così diverse, Paloma. Lo siamo sempre state e non so come tu abbia fatto ad amarmi fino ad ora, sarà perché gli opposti si attraggono suppongo…quello vorrei dirti è che io ti amo al punto da lasciarti libera e che sarò felice qualsiasi cosa tu sceglierai perché so che tu sarai felice.
Se il tuo cuore gioirà con me o con un'altra donna…io gioirò per te, con te.
Perché se tu sei felice è impossibile che non lo sia anch’io…
Vorrei dirti che l’Amore è mettere la felicità degli altri prima di se stessi- faccio un sospiro amareggiato –Io vorrei tanto poterti dire queste cose…ma sarebbero solo menzogne.
E ci sono state troppe incomprensioni tra di noi.
Perdonami ti prego…ma io ti amo e ho imparato molto sull’Amore.
L’Amore è prepotente, è avido, è egoista: quando vuole qualcosa se la prende e basta, non chiede a nessuno.
Vuole tutto per sé e poco gli interessa se per ottenere ciò che desidera deve sottrarlo a qualcun’altro.
Diciamo che l’Amore è cieco ma in realtà ci vede benissimo, sceglie sempre i bersagli più difficili e che maggior mente ci faranno soffrire, non è cieco ma senza volto infatti non guarda in faccia nessuno e ti colpisce alle spalle, può provenire da chiunque senza che tu lo sappia.
L’Amore è muto e furtivo, ti si avvicina in silenzio e si rivela con devastante fragore quando ormai è troppo tardi per sfuggirgli.
L’Amore è bugiardo e sleale: usa trucchi infami e arguti stratagemmi per arrivare al suo obbiettivo, non disdegna gli inganni, il furto d’amore, l’eliminazione del concorrente…ciò che conta per lui è vincere e nulla più.
L’Amore è duro, è forte e resistente al punto che non puoi sperare di batterlo, di scacciarlo da te, una volta che ti ha invaso sai che ti conquisterà e ogni tentativo di opporti a lui sarà vano, perché sappiamo benissimo che non si può sconfiggere l’Amore.
Non c’è modo di vincerlo.
L’Amore è tenace: non molla la sua preda anche quando ogni possibilità è perduta, ed è vendicativo perché chiunque non riesce a soddisfare i suoi desideri deve sopportare le più atroci tra le torture, le pene d’amore, quel dolore che ti opprime dentro che non ti dà mai tregua, che non c’è modo di lenire se non con il tempo…ma spesso capita che il nostro corpo e la nostra mente non resistano a questi supplizi abbastanza a lungo…e allora soffriamo e ogni giorno è peggiore del precedente, soffriamo al punto che alcuni sono spinti a cercare la libertà dal dolore nell’unica forza che può fornirgliela: la Morte.
L’Amore è crudele, spietato, impulsivo e impaziente: ti sprona in modi più sadici di un gatto a nove code, illudendoti con sogni di felicità, è un ingannatore senza pari, l’Amore, ti fa fare cose orribili e magnifiche.
Se non gli porti ciò che vuole ti punirà con atroci sofferenze.
Se proverai a ignorarlo lui ti assillerà sempre di più finché non ti sarà impossibile far finta che non esista.
Se proverai a combatterlo di distruggerà.
Se proverai a servirlo ti umilierà, ti farà penare, ti farà soffrire, farà emergere un lato di te che neppure sospettavi di avere, metterai un altro davanti a te, perché lo amerai.
Prova a dare un assaggio della persona amata all’Amore e lui ne vorrà sempre di più, insaziabile, se gli dai un dito si prenderà tutto il corpo, e lo spirito finché non ci sarà solo lui ad occupare tutto ciò che è in te.
L’Amore è menefreghista…se ne infischia di quello che proviamo, di ciò che vogliamo o pensiamo, si preoccupa solo di se stesso….è capace di farti vivere le sensazione più stupende, i sentimenti più intensi e profondi e poi…più nulla.
Da un giorno all’altro sparisce, se ne va perché si è stancato e pianta tutto in asso senza salutare, senza avvisare, senza rimorso.
Ti usa come un fazzoletto e poi ti butta via, dimenticandosi di te…e tu rimani lì a chiederti dove hai sbagliato, in cosa hai fallito, cosa hai fatto per meritare tutto questo….resti immerso nel dolore a chiederti “perché?”
Domande a cui potrai dare una, nessuna o centomila risposte…e nessuna farà cambiare le cose.
L’Amore è sadico perché non c’è altro modo per definire chi ti fa stare così bene per poi farti stare così male al punto da desiderare di non aver mai provato la felicità precedente.
È come un magnifico castello di carte, per quanto imponente possa sembrare basta un soffio e tutto crolla.
Sai cos’è che odio di più dell’Amore? È che non riesco più a farne a meno.
È come un droga che ti consuma ma a cui non puoi più rinunciare, un’assuefante sensazione da cui è impossibile disintossicarsi.
Per l’Amore noi siamo solo cani: ci addomestica con dolci bocconcini di felicità, ti fa provare sensazioni meravigliose stringendoci tra le sue braccia, ci va sentire veramente vivi se seguiamo i suoi consigli…al punto che per noi diventa la colonna portante della vita…
Ma se poi ci abbandona…proprio come dei cani, iniziamo a vedere tutto grigio, diventiamo incapaci di cavarcela da soli, randagi, senza pace, per noi resta solo il dolore, che va sempre a braccetto con l’Amore.
E per quanto malediciamo il suo nome, per quanto giuriamo a noi stessi che non cadremo più nelle sue trappole….sappiamo benissimo che torneremo a cercarlo alla prima occasione perché è l nostro padrone…perché noi, tutti noi, amiamo l’Amore.
Il mio cuore è sottomesso a questo crudele signore…io non posso disobbedirgli…è  per questo che non ti dirò quelle belle parole di prima…se tu mi lasci…io soffrirò come mai rima d’ora.
Se andrai con un’altra e sarai felice con lei…io la odierò come non ho mai odiato nessuno e maledirò il tuo e il suo nome.
Se mi dimenticherai io tornerò ancora e ancora a bussare a questa porta finché non potrai più  ignorarmi.
Se mi odierai…io ti amerò ancora di più finché il mio amore non soffocherà il tuo odio e tu tornerai da me.
Questo perché ti amo e l’Amore vince ogni cosa.-
Faccio un grande respiro, le ho aperto il mio cuore, le ho dato in mano tutta me stessa… prego Azar e spero che non mi rifiuterà.
-Ti imploro Paloma ti supplico…perdonami, sono cambiata, riprendimi con te-
Urlo con le lacrime che mi scorrono sul viso.
Lei è incerta.
Tentenna.
-Entrate dentro o resterete assiderati- dice infine.
Un sorriso mi l’illumina il volto.
Dicendole ciò che realmente pensavo sono riuscita a far breccia nel suo cuore!
Mi alzo muovendo il primo dolorante passo verso la porta della villa.
-Tu no Corvina, tu tornatene a casa. Non ti perdono-
Chiude violentemente le imposte.
Il sorriso muore subito e inizio a piangere.
-Mi dispiace, pensavo ti avrebbe perdonata- dice Yeti chinandosi su di me.
-Vuoi che torniamo a casa?- Chiede Robin cercando di consolarmi.
Tiro su col naso.
Avevo sofferto troppo per arrendermi, mi ero spinta troppo oltre per tornare indietro.
-Tu e gli altri entrate pure tanto passerete lì la notte, perché io resto qua fuori finché non mi perdonerà, diglielo da parte mia, e dille che sono terribilmente dispiaciuta per quello che le ho fatto, che sono solo un’idiota e sono disperata al punto da restare qua fuori per lei tutta la notte-
-Sicura?- fa lui.
-Sono sicura-
Mi lasciano con estrema riluttanza uno dopo l’altro chiudendosi nella villa.
Passano le ore mai io continuo a supplicare a squarciagola.
-Ascoltami Paloma amore mio, so che mi senti, ho bisogno di te, senza di te nulla a più senso se non ci sei tu a sostenermi nel cammino, sono disperata, e ti amo alla follia non posso vivere senza di te perciò sono qui, se tu mi scappi…io ti vengo a cercare-
Lei non sia affaccia nemmeno ma non  mi lascio scoraggiare.
-Scusami Paloma, ti supplico perdonami, il gelo che mi ghiaccia le lacrime e i ceci e i vetri che mi tagliano la carne non sono niente confronto al dolore che provo, che proviamo, nel cuore…fammi tornare con te, concedimi una seconda possibilità, io ti amo, ti AMO!...ho bisogno di te come io ho bisogno dell’aria e come tu dell’acqua-
Ma neanche questa preghiera la smuove, io continuo instancabile la mia opera.
“Se non per amore ti aprirà affinché tu smetta di importunarlo” così dice il Vangelo.
 
All’interno della casa di Paloma le cose non erano certo più tranquille che nel mezzo della bufera.
-Dovesti perdonarla, si è quasi fatta ammazzare per te. Ci sono andato vicino tanto così…- disse Sparviere all’amica mezza pesce, avvicinando l’indice e il pollice quasi a sfiorarli.
-Dovrei, ma non lo farò- rispose lei.
-Le si sono congelate le lacrime, e le gambe iniziano a sanguinarle è li fuori da cinque ore- le fece notare Ninja Nero guardando dalla finestra nel buio.
-Suvvia, che ti ha fato di così grave?!- domandò BB che non sopportava più la situazione.
-Fai meglio a non saperlo, fidati- replicò quella piena di rancore per la violenza subita, indifferente alle suppliche della sua ex-amante.
-Almeno falla entrare o congelerà- insisté Robin preoccupato più che mai per la maga.
<<Questa è una battaglia che non può vincere con le sue forze>> pensò il leader dei Titans <<Se Sirena non la riaccoglie tra le sue braccia si lascerà morire, lo sento!>>
Paloma ricambiò l’espressione affranta sul viso di Robin con una smorfia crudele
-La poverina  freddo…le darò qualcosa con cui scaldarsi- rispose turpe in volto.
 
Ho appena finito di supplicarla ancora una volta, quando lei si affaccia.
-Senti, Corvina se hai freddo…puoi scaldarti con questo!-
Getta qualcosa di grosso e rettangolare dalla finestra.
È in fiamme!!
L’oggetto mi cade a mezzo metro di distanza.
Lo guardo e mi si spezza il cuore: è la tela che aveva dipinto con tanta fatica e tanto amore di cui andava molto fiera.
Le fiamme lo stavano consumando ormai si vedeva chiaramente solo la mia faccia ma in poco tempo anche quella fu ridotta in cenere.
Un tempo lo detestavo, ma ora veder bruciare quel dipinto per cui mi sono tanto imbarazzata mi uccide in silenzio.
E pensare che non ne ho mai fatto neppure una copia.
Dopo questa scena mi abbandono a un lungo pianto disperato, inconsolabile.
-Vattene via!- urla.
-Non voglio vederti mai più!-
-Ti supplico Paloma…se c’è qualcosa, qualsiasi cosa che mi farebbe perdonare ai tuoi occhi...dimmelo ti prego. Farò qualsiasi cosa vorrai!-
-L’unica cosa che vorrei da te è poterti smembrare coi denti e le mani, sapere  tuoi occhi bevuti dai cani!-
-No…non puoi dirlo sul serio…so che in fondo provi ancora qualcosa per me!!- rispondo mentre il vento mi prende a schiaffi la faccia fino a tagliarmi le guance.
-Solo odio…e paura. Stammi lontana, di questa situazione devi esser grata solo alla tua rabbia sfrenata, sei come tuo padre.
Da parte mia non ho mai fatto nulla che meritasse il tuo odio, non ti ho mi tradita, mai maltrattata, non ti ho mai mentito né ti ho insultata, non ho mai osato colpirti nemmeno con lo stelo di un fiore; dannazione! Non ti ho mai neppure chiesto di farlo da dietro!! … e sai quanto mi ecciti l’anale.
Non ho rimpianti…non ho rimorsi, se non averti amata- mormora trattenendo le lacrime, è afflitta ma il viso resta asciutto.
Chiude la finestra rifiutandosi di parlarmi oltre.
-Io non posso lasciarti Paloma, resterò qui finché avrò forza!- rispondo con quanto fiato ho in gola mentre il vento implacabile, insensibile al mio dolore, continua a sferzarmi il volto.
Sirena s’infilò in uno dei suoi condotti per sbucare nella sua stanza, soffriva anche lei per quello che ha fatto, molto più di quanto non desse a vedere, ma soffriva ancor maggiormente a sentire Corvina supplicare in quel modo, credeva di essere riuscita a zittirla, ma i suoi singhiozzi si udivano ugualmente.
-Taci! Sta zitta…mi fai male- urla tappandosi le orecchie mentre le lacrime bagnano il cuscino.
I singulti della maga e della sirena si mescolarono tra gli ululati della tempesta che infuriava sull’isola stregata.
Non riuscendo ad addormentarsi la sirenetta scende nel salone vuoto, gli altri eroi e criminali dormivano ormai da un po’ sparsi qua e là.
Avevano tutti cercato di convincerla per ore e ore, ma inutilmente.
Una sola figura si erigeva dritta in mezzo alla sala.
Frate Chewbecca.
-Non hai sonno?-
-Sai è bello essere tornato qui, non trova spesso una casa così grande e comoda-
-Che stai facendo?-
-Sto pregando-
-Perché torniamo insieme?-
-No, Iddio c’ha donato il libero arbitrio nella sua immensa bontà e fin troppo vasta fiducia, convinto che impareremo a fare sempre la cosa giusta da fare. E nonostante i millenni di delusioni ancora ci spera.
Se il vostro amore ha ancora una speranza….quella è una decisione che spetta solo a voi.
Prego affinché sopravviva alla notte-
-È ancora là fuori?-
-Paloma non fare la finta tonta, la senti bene quanto me, è li che piange, geme e ti supplica.
Sai prima sono andato da lei, le avevo portato del cibo e visto che non vuole entrare qualcosa di pesante per coprirsi…ha rifiutato tutto, non mangerà non dormirà né si riposerà finché non la perdonerai-
-Vuole ricattarmi? Spera che presa dalla commozione io non la lasci morire?-
-No. vuole dimostrarti che si fida di te. Ti offre la sua stessa vita, con una sola tua parola puoi porre fine al suo tormento. E sappi che lei non ha pensato di morire nemmeno una volta: è sicura che tu la salverai. Perché la ami-
-Sai Yeti, da quando ti sei fatto frate sei diventato davvero un gran bugiardo…-
-A volte una piccola bugia può fare molto più della verità-
Paloma sospira afflitta, cercando inutilmente di non pensare alla persona là fuori, nella neve per lei…ma non ci riesce.
-Che fine ha fatto BB?-
-È lì fuori a vegliarla, lei non gli permette di aiutarla ma lui continua ad osservarla, a controllare che stia bene…sai pesciolina, inizio a credere che tu non sia l’unica ad avere un debole per la maghetta- disse il caritatevole uomo delle nevi con un sorriso bonario sul volto ferino.
 
Passano due giorni, e io resisto al dolore alla fame, al freddo e alla stanchezza.
I tentativi di dissuadermi dal mio folle intento sono vani, sia con le parole che con la forza, non permetto a nessuno di avvicinarsi a me, solo lei può.
La vedo.
È sempre a guardarmi da dietro la finestra, io resisto e la guardo disperata, ho smesso di piangere solo perché non ho più lacrime.
Lei continua ancora.
Ad un tratto si affaccia urlando –Smettila! Tu parli d’amore ma ti ricordi cosa mi hai fatto?! Dopo quel giorno non sono riuscita ad alzarmi per tre giorni, sono rimasta immersa nel mio stesso sangue per tre giorni!! Se non avessi pronunciato degli incantesimi di guarigione sarei rimasta dissanguata!!Non ti perdonerò mai! MAI!!!!!Vattene via!!-
È infuriata ma il solco lasciato sulle guance rosee dalle numerose lacrime è evidente anche se lei è al secondo piano della casa e io inginocchiata a terra.
<<Azar…non mi sento più le gambe…>>
-Non lo farò. Non ho nulla da perdere. La mia vita non ha più senso senza di te, io resto qui.
Ti prego Paloma, io ti amo, perdonami, riprendimi con te, non ti farò mai più del male in nessun modo-
-Una volta mi fidavo di te, ti avrei affidato la mia vita…ora non più-
-Io però mi fido ancora, e ti affido la mia di vita!- ribatto - Io non cederò, non posso lasciarti andare Paloma!...ti amo-
 
È mezzanotte del terzo giorno.
-Basta! Non la lascerò morire così!- esclamò BB deciso a portare dentro a forza l’amica.
-Non servirebbe a niente, ti respingerebbe con le sue bande magiche, come tutte le altre volte, la faresti solo stancare di più…non possiamo che aspettare- disse Robin con lo sguardo sbarrato al pensiero di Corvina che si lascia morire.
Lui è il leader, lui è il responsabile di tutti i suoi compagni di squadra…ed ora più impotente che mai mentre una sua carissima amica soffre e spera rischiando la vita.
Si sente lo stomaco attorcigliato, anche lui è digiuno da giorni, incapace di non preoccuparsi per la strega.
Quante volte aveva provato a intervenire, in tutti i modi, quante volte era stato respinto, senza aver avuto neppure la possibilità di parlarle.
Stella Rubia si rivolge a Paloma- Come puoi essere così spietata!? Come puoi!?-
-Non vedi come soffre?!- aggiunse Shakewave che stentava a credere all’ostinato rifiuto della sirenetta.
Quello spettacolo offerto dalla mezzo-demone non lasciava intoccate nemmeno lei.
-Voi non sapete la storia per intero!- rispose fredda senza guardarle.
-Allora diccela! Facci capire!! E se non vuoi almeno abbi pietà di lei!! Non vuoi davvero perdonarla? sono tre giorni che ti prega incessantemente. Vuoi vederla morire di stenti?!- disse Stella tra i singhiozzi, non sopportava di vedere la sua amica del cuore ridotta così.
Anche lei non fa che piangere per la maga.
Paloma  guardò fuori dalla finestra…Corvina era lì...in ginocchio e le labbra screpolate e piene di tagli dovuti al gelo si muovevano appena, gli occhi erano rossi, quasi chiusi…ad un certo punto, improvvisamente vacillò e senza preavviso stramazzò al suolo.
In quel momento la sirenetta sentì qualcosa smuoversi dentro…le si attorcigliò lo stomaco, le venne un tuffo al cuore e un groppo alla gola e si sentì mancare a sua volta.
Poi la paura di averla perduta prese il sopravvento.
 
Fuori la neve cade incessante, i ceci e i vetri aguzzi mi stanno facendo sanguinare le gambe senza che le ferite abbiano il tempo di chiudersi,  ho paura di beccarmi un’infezione, ma resto al mio posto… inizia ad albeggiare.
Trovo la forza sufficiente per un’ultima parola, la vedo appoggiata contro il vetro… mi guarda.
Mi sento debole e sono molto stanca, ma faccio un respiro e continuo a costo di sgolarmi, ho quasi perso la voce ma continuo più forte che posso.
Mi sento male, sono stremata, il digiuno, il freddo, il dolore fisico e morale, e la stanchezza mi hanno sfiancata… mi sento venir meno.
Cado a terra lunga distesa non ho più la forza di resistere.
-Perdonami…- riesco sussurrare appena con un fil di voce che suona stridulo.
Chiudo gli occhi e tutto diventa buio…
-Corvina!-
Una voce…la sua voce!!
Non ho più fiato per parlare ma usando le mie ultime energie mi costringo ad aprire gli occhi.
La fioca luce del mattino è abbagliante come il sole di ferragosto allo zenit, mi ferisce le iridi irritate ma non batto ciglio.
 
La vedo sbucare da un condotto esterno mi si avvicina in tutta fretta abbracciandomi, io sono gelida…lei è calda.
Io sono inguardabile, smagrita, smorta, fetida, segnata delle fatiche, lei è splendida, le sono ricresciuti i lunghi capelli smossi color rame, grazie a chissà quale incantesimo.
Profuma come la primavera…
Mi regge delicatamente la testa, sorridendo tra le lacrime.
-Ti perdono Corvina, scusa se ti ho fatto aspettare tanto, io ti amo…- la sua voce è dolce come il miele, delizia le mie orecchie congelate dall’inverno.
Riesco ad accarezzarla in volto.
-T-ti amo anch’io Paloma…-
-Ti prego, torniamo insieme e restiamolo per sempre- singhiozza coprendomi il viso di caldi baci d’affetto che mi risvegliano i sensi intorpiditi e ravvivano la carne assiderata.
-S-sei sicura?-
-No…sono Paloma- risponde con un sorriso.
Ricambio il sorriso, con tutto il mio cuore, con tutta me stessa…. e poi la tenebra mi avvolge.
Perdo i sensi.
<<Colpa della freddura>>
 
 
 
Ok, so di essere in ritardo di mesi riguardo l’aggiornamento di questa storia e chiedo umilmente venia, inveite pure quanto vi pare contro di me, me lo merito.
Purtroppo, preso com’ero da Alive, che è quasi finito, mi sono letteralmente dimenticato che c’era questa ff in corso.
Ringrazio Alucard17 che me l’ha ricordata.
Episodi simili non si ripeteranno, promesso.
Chiedo ancora scusa e che ho un sacco di roba per la testa.
 
p.s. “Cos’è l’amore” non è la traduzione di “fou de love” è un titolo “supplementare”
 
 
Ghostface.

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Capitolo 47
*** Insieme per sempre ***


CAPITOLO 48-  Insieme per sempre
 
Mi risveglio nel letto dell’infermeria.
Lei è china su di me, non dorme…mi guarda e basta.
-Grazie agli abissi ti sei svegliata!-
-Paloma…io volev coff…- dico con una voce roca e fievole.
-Stai un po’ zitta e calma, hai dormito per due giorni, sei ridotta uno straccio.
Devi riposare, hai la trachea super infiammata a star lì fuori a supplicare a squarciagola per tutto quel tempo.
Sei proprio scema.
Ti sei anche presa un’infezione ad entrambe le gambe a star in mezzo alla neve e alla ghiaia con tutti quei tagli, hai rischiato di perderne una, ma chi te l’ha fatto fare?-
-Tu…ma soprattutto io- rispondo sorridendo.
-Se continui così finirai col consumarmi tutto il distillato di lacrime di Fenice…- sospira togliendo delicatamente le bende sulle gambe martoriate per spalmarci sopra l’unguento curativo.
Sono veramente ridotte male: violacee, gonfie e piene di pus…bleha!
Penso che una sia anche in cancrena.
Avrei preferito l’amputazione!
Per fortuna la mia sirenetta sa come curarmi  e così delicata che non mi fa neppure male mentre mi cosparge le ferite con il distillato magico.
In men che non si dica guariscono per incanto, tornando belle lisce e perlacee…in effetti ora che me le guardo con attenzione posso dire senza vanità che sono davvero belle.
Il suo tono di rimprovero muta in uno estremamente dolce.
-Sono felice che tu sia qui- dice dandomi un bacio sulla fronte.
-Allora…coff coff…mi hai perdonato davvero…-
-Certo che l’ho fatto, tesoro- dice accarezzandomi la testa.
-Ora però smettila di parlare, l’hai fatto fin troppo ultimamente, te la senti di mangiare qualcosa?-
Mi porge un vassoio con sopra una minestra.
Ma non faccio in tempo a portare il cucchiaio alla bocca che sento la voce di BB.
-Paloma aprici! Ti sei chiusa lì dentro da ore, vogliamo vedere Corvina…guarda che butto giù la porta-
-Non rompere! Lei sta ancora dormendo, vi chiamo appena si sveglia!-
Il  ragazzo se ne va blaterando qualcosa.
-Sono preoccupati per te, ma dopo tanta lontananza avevo voglia di stare un po’ solo io e te-
Mi limito a farle un sorriso complice.
-Certo non sarà aggiungere altro appoggia delicatamente le sue labbra sulle mie, è così morbida al tatto, il suo profumo è inebriante, vorrei gettarmi su di lei come un opossum nel nettare e probabilmente anche lei lo vorrebbe, ma preferisce andarci piano per non sforzarmi, solo le nostre bocche si toccano ma è comunque una sensazione stupenda!
La sua lingua è così brava nel dar piacere, ricordo che spesso prima di fare l’amore ci perdevamo in dolci preliminari come accarezzarci tutto il corpo, e coprirci l’un l’altra di baci, mi faceva toccare il cielo con un dito baciandomi sulla pancia piatta, mentre mi accarezzava il retro delle cosce fino al ginocchio.
Non vedo l’ora di tornare a far petting con lei.
Il gioco delle lingue procede indisturbato e travolgente, sempre più assuefante eppure più andiamo avanti più voglio la sua lingua nella mia bocca a rivestirmi l’interno delle guance della sua saliva umida e calda, ad accarezzarmi il palato, ad intrecciarsi con la mia…cavoli, se fossi brava solo la metà di lei a baciare penso che potrei raggiungere l’orgasmo completamente vestita!
Quanto mi era mancato quel morbido tocco sulle mie labbra…quante volte l’avevo invocato in sogno…Paloma, ti amo.
È strano come una cosa apparentemente così …beh schifosa come infilare la propria lingua nell’apparato masticatorio di un altro sia in realtà una cosa così meravigliosa.
Siamo proprio strani noi umani (e mezzi-demoni e sirene).
Adagio le nostre labbra si separano, non penso di aver mai avuto un’espressione più angelica e soddisfatta di quella che assunsi in quel momento.
Tutto era durato solo pochi minuti, quel gesto d’amore sconfinato che mi sembrava durare all’infinto era stato solo un bacio, neppure il più bello che ho ricevuto…un bacio e nulla più.
E allora cos’era che lo rendeva così speciale ai miei occhi e soprattutto al resto di me?
Ah sì; era l’amore…
-Ora rilassati, vado ad avvisare i tuoi amici che sei sveglia- si lascia scivolare giù dalla sedia entrando nel pozzo sotterraneo che collega le stanze.
Mi sforzo di mandar giù alcuni cucchiai di minestra benché abbia un nodo allo stomaco e non voglia cancellare dalla mia bocca il dolce sapore della mia Paloma.
La porta si spalanca di colpo, disintegrando quella piccola oasi di pace in cui mi ero rifugiata.
-Corvina!- trilla Stella fiondandosi su di me, con un abbraccio soffocante.
-Ho avuto tanta paura per te, non fare mai più una cosa simile! Sparviere diceva che avrebbero dovuto tagliarti le ginocchia! Ma ora stai bene, mia carissima-issima-issima amica!!! Gaudio e tripudio a tutti noi!!-
-Anch’io sono felice di rivederti Stella- mormoro con voce cavernosa.
-Te la sei vista brutta, sai?- dice Cyborg raggiungendo il mio capezzale.
-Tranquillo non lo farò più, non ce ne sarà bisogno-
-Per un attimo ho temuto il peggio Corvina, perché non ci hai permesso di intervenire?-
-Non avrebbe reso…coff coff coff…l’idea- rispondo ironica al leader.
-Inizia a rispondere a tono, sta guarendo- sorride lui.
Mentre sono circondata dalle attenzioni della mia fidanzata e dei miei amici noto che il ragazzo verde mi guarda in disparte.
-E tu…BB, non sei felice di vedermi ancora viva e tutta d’un pezzo?- gli chiedo cercando di essere accomodante, ma quella voce roca che ho non rende affatto il mio stato d’animo allegro.
Lui sembra riscuotersi da una specie di trance.
-Certo, ma ero sicuro fin da subito che te la saresti cavata, non mi sono mai preoccupato, sei troppo forte per farti battere da un po’ di neve- sorride avvicinandosi.
-BB…c’è qualcosa che vuoi dirmi?-
-Sì…ma non ora-
-Vi dispiace lasciarci soli un momento?- domando agli altri, che devono essere spinti fuori uno ad uno dai Five Storms, letteralmente, è dovuto venire lo yeti per staccare a forza la sirenetta dalla sbarra del letto.
Assieme alla sbarra.
-Finalmente soli- sospira il mutaforma.
Noto con al coda dell’occhio una minuscola increspatura nell’acqua.
Tiro uno dei guanciali nei condotti acquatici di Sirena beccandola in testa, la sirenetta fa subito retromarcia dopo essere stata scoperta.
-Adesso lo siamo per davvero- gli sorrido di cuore.
-Io…volevo dirti che…ho avuto tanta paura per te Corvina, tantissima, se ti fosse successo qualcosa non so che avrei fatto…perché…perché…perché…-
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio sulla bocca.
Lui è sorpreso, poi chiude gli occhi e si lascia trascinare dalla passione.
Non è una sensazione intensa come baciare la persona amata né lui è esperto e abile quanto Paloma…ma devo ammettere che non è male.
Non mi è dispiaciuto farlo.
-Perché tu mi ami ancora- finisco la frase per lui.
-Sì, non posso dimenticarti-
-E io non posso amarti, mi dispiace- gli rispondo accarezzandogli il viso con tenerezza.
-…quel bacio…-
-Era perché ti voglio bene- sussurro abbracciandolo –E vorrei vederti felice-
-Non posso ambire a nulla di più, vero?- sospira mentre le braccia gli cadono lungo i fianchi.
-Vero. Ma tu avrai sempre un posto nel mio cuore. -
Lui fa un sorriso triste.
-Sai, voi ragazze pensate che sia un modo carino per scaricare qualcuno, ma non lo è. È umiliante finire nella “friendzone”-
-BB mi dispiace, ma noi non potremmo stare insieme…siamo diversi capisci?- dico seria guardandolo negli occhi…mi dispiace per lui ma non lo ricambio, poi ho appena riconquistato Paloma…come potrei insomma…aahh…è difficile da spiegare il disguido interiore delle mie emozioni!!
-Lo capisco…ma se mai dovessi cambiare idea, io ci sarò sempre per te- mi da un delicato bacio sulla guancia, morbido e piacevole.
Poi esce dalla sala in silenzio con le orecchie basse.
È così cambiato in questi ultimi tempi, è maturato molto…chissà, magari se fosse sempre stato così tra noi poteva anche esserci una speranza.
Non lo rividi per tutto il giorno.

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Capitolo 48
*** Riconciliazione ***


CAPITOLO 49- Riconciliazione
 
Questa sera devo vedermi con Paloma, è la prima serata d’intimità che ci prendiamo dall’ “incidente”…o come la chiamo dentro di me “aggressione”.
Ancora non riesco a credere a quello che ho fatto.
Mi sento un mostro, uno schifo…ma lei mi ha perdonata, mi ha ripreso con sé, è davvero buona, la persona più buona e tenera che abbia mai incontrato.
Fin troppo buona, e spesso questo le crea problemi.
È come una tenera bambina in guerra, ossia fuori posto.
 
Arrivo in casa sua.
È una giornata importante, mi sono fatta bella per l’occasione, orecchini, rossetto blu scuro, pantaloni attillati neri, lingerie rossa molto osé e camicetta scura scollata, di quelle che le piacciono tanto a lei.
La collana di corallo, quella famosa del nostro primo incontro, mi pende sul petto, in bella vista ra le colline innevate dei miei seni per metà nudi.
In mano ho un enorme mazzo di papaveri rossi, una scatola di cioccolatini, tutti bianchi, quelli di cui è ghiotta, e in viso ho stampato il mio sorriso più sincero.
<<Cosa non si fa per amore…?>> penso prima di suonare.
Dopo pochi secondi la porta si apre.
È lei, ha un sorrisetto forzato sulle labbra…non sembra entusiasta di vedermi.
-Ciao- dice semplicemente, poi inizia a far retromarcia sulla sedia a rotelle.
-Ciao? Tutto qui? È così che saluti la tua “pulcina”?- sorrido io abbracciandola e ricoprendole la faccia di baci, desiderosa di essere ricambiata, ma inaspettatamente lei mi allontana con le braccia.
-No. Adesso non ne ho voglia…più tardi-
E detto questo si allontana verso il salone.
Io resto interdetta.
Non aveva mai rifiutato le smancerie anzi, mi pregava sempre di essere più coccolina con lei, più romantica e dolce.
-Ok…- rispondo un po’ delusa dopo essermi ripresa dalla sorpresa.
Sono arrivata lì che erano le otto e mezza, subito dopo cena, ora solo le undici, abbiamo passato tutto il tempo davanti alla TV, stese sui lati opposti del divano, l’unico contatto avuto sono state le mie gambe che ogni tanto si sfioravano casualmente con le sue pinne.
Lei non ha nemmeno toccato i cioccolatini e i papaveri sono tutti mosci perché non sono stati messi in un vaso, sono ancora sul tavolo dove li ho appoggiati quando sono entrata.
Lei è restia, distante, annoiata…provo di tutto per attaccar discorso ma lei mi chiede con falsa dolcezza di fare silenzio perché ha mal di testa o che non riesce a seguire il film, che tanto avevamo già visto insieme un sacco di volte.
La conosciamo a memoria la Vita di Adele.
Appena la proiezione è finita mi gioco l’ultima carta per cercare di farla sorridere almeno una volta di cuore, e non quei falsi sorrisi velati di tristezza, amari come il cioccolato fondente, che mi rifila da tutta la sera.
-Ehi Pa, ieri sono andata al centro commerciale, sai mi serviva qualche articolo di biancheria nuovo…ti va di vedere come mi sta? Si tratta di vera lingerie, seta rossa, quella ti piace tanto…- sorrido maliziosa.
-Sono sicura che ti calza a pennello- dice lei senza enfasi.
-Davvero non vuoi vedermi in intimo?- esclamo stupita.
-Ti ho vista tante di quelle volte…stasera sono stanca. Ho avuto molti impegni-
-E se facessi uno spogliarello tutto per te? Ti era piaciuto tanto al tuo compleanno-
-Scusa Corvina…- inizia sbadigliando in modo palesemente fasullo – Ma penso che andrò a letto, prendi pure quello che vuoi dal frigo e ricordati di chiudere la porta quando vai via-
E detto questo s’infila fin troppo rapida in uno dei suoi condotti subacquei per sbucare in camera sua senza darmi il tempo di ribattere.
Ok, so di essere io dalla parte del torto, ma almeno io provo a ricucire questo rapporto, lei aumenta solo le distanze, non ho rischiato l’amputazione sotto la neve per questo pseudo-rapporto a distanza.
Salgo le scale fino in camera sua.
Sono disposta a lottare per riavere la mia sirenetta tenerella.
Apro adagio la porta, lei è stesa sul letto con indosso una maglietta larga e stropicciata, probabilmente ci dorme da giorni ha gli occhi lucidi, io la conosco, è chiaro che sta piangendo in silenzio.
-Aww…- sospiro afflitta.
Non riesco a vederla così triste.
Entro nel più completo silenzio.
-Ehilà, come sta la mia sirenetta preferita?- dico dolcemente sedendomi sul letto.
Inizio ad accarezzarle i capelli bagnati con delicatezza.
-Corvina…ti ho detto che voglio andare a letto…- fa lei girandosi dall’altro lato, dandomi le spalle.
-E io voglio venirci con te-dico sensuale, infilandole una mano dentro la maglietta, accarezzandole la pancia piatta e morbida.
Ha sempre amato i grattini sul pancino.
-No…sono stanca…-
Mi stendo dietro di lei, con una mano le circondo il petto, con l’altra le continuo a massaggiare l’ombelico, intanto le bacio dolcemente il collo.
Le palpo il seno destro da sopra la maglia con la mano libera.
-Avanti… so che vuoi farlo…coraggio, è l’ideale per abbassare la tensione-
-Non mi va...per favore…- è poco convinta, ma anche se arrabbiata e restia a cedere si sta comunque eccitando.
Il sesso è sesso.
-Su, su…via questa maglietta- e adagio inizio a sfilargliela, e lei mi lascia fare opponendo una minima resistenza.
Sotto non porta reggiseno è completamente nuda.
-Ora tocca a me… te la senti di spogliarmi con i denti?- sorrido mentre mi calo dalle spalle la camicetta già sbottonata.
-S-sì…-risponde esitante.
Io mi giro per lasciare mi tolga il reggiseno slacciandolo coi denti, non è la prima volta che lo fa,
Ma inavvertitamente, per la prima volta, anziché le sue morbide labbra sulla pelle sento i dentini aguzzi chiudersi sulla mia schiena.
-AH! Mi hai morsicata!- esclamo più per la sorpresa che per il dolore.
-Scusa! scusa…non volevo! Perdonami!!- fa lei intimorita, ritraendosi di scatto, come se si aspettasse chissà quale terribile castigo.
Mi guarda intimorita con la coda raccolta al petto, tutta tremante.
E questa sua reazione spaventata mi fa star male.
Ha paura di me.
Adagio allungo la mano, lei istintivamente chiude gli occhi, ma io la accarezzo teneramente sulla guancia.
-Paloma…quello che ti ho fatto…quello che è successo…non si ripeterà mai più. Io non ero in me…è stato Trigon, mio padre…o almeno la parte di lui che è dentro di me…non ti farò mai più del male, te lo giuro…ma ti prego…non respingermi…non ce la faccio più, ho bisogno dite, di sentirti di nuovo…mia…e io voglio essere tua-
-Ma io non ti respingo…-
-Sì invece, è da tutta la sera che avverto le tue inibizioni, sono empatica, ricordi?-
Lei abbassa la testa, coprendosi il seno con le braccia incrociate.
-La verità è che provo pudore a stare con te, mi vergogno di aprirmi di nuovo…quando l’ho fatto mi hai ferita…anche l’idea di far sesso con te non mi attira, e stare qui...nuda con te che mi guardi…non mi eccita, mi fa sentire imbarazzata…so che tu non sei cattiva, so che mi ami…ma nel profondo non riesco a dimenticare quello che è successo-
-È davvero così che ti senti?-domando mentre la vista mi diventa lievemente appannata.
-Sì- ammette senza guardarmi.
-Oh Paloma…- dico con le lacrime agli occhi stringendola a me più forte che mai…dopo un po’ anche lei ricambia l’abbraccio.
-Mi dispiace…mi dispiace tantissimo…- solo ora me ne rendo conto…sto piangendo, stiamo piangendo entrambe, l’una sulla spalla dell’altra.
-Io farò qualsiasi cosa per farti felice, qualsiasi…dimmi cosa vuoi, fallo adesso e lo avrai-
-Corvina… non è necessario…ho solo bisogno di tempo-
-Io però non posso più aspettare, ho bisogno di sentirti sulla mia pelle, ho bisogno di baciarti, di accarezzare i tuoi capelli sul cuscino, ho bisogno di sentire la tua voce e vedere i tuoi bellissimi occhi, voglio di nuovo le tue mani su di me, le tue labbra sulle mie, voglio il tuo respiro sul collo e la tua coda avvinghiata alle mie gambe…non posso più farne a meno, ti prego…-
E per la prima volta in tutta la serata mi fa un sorrisetto sincero…si è commossa.
-B’è…dicono che il sesso aiuti a parlare… sai qualcuno mi ha detto che abbassa la tensione- vuole fare un tentativo! Mi dà una speranza!
Inizia rigirando un dito sulle coperte, senza guardarmi negli occhi…mi tiene sulle spine di proposito.
Una pungente rivincita.
-Ma se vuoi eccitarmi… ti costerà…- ammonisce.
-Qualsiasi cosa!!- esclamo io.
Lei mi fa cenno di avvicinarmi, io accosto l’orecchi alla sua bocca.
Mi sussurra una proposta che non mi sarei mai aspettata da una come lei.
-D-devo proprio?- domando imbarazzatissima.
 Lei annuisce.
-Ma proprio bendata? E poi non credo di essere abbastanza “elastica” per una cosa simile… ho un certo limite di apertura…-
-Io ci sono riuscita- dice lei.
-dove l’hai imparata questa cosa?-
-Internet-
Deglutisco nervosamente mentre lei torna a spiegarmi le posizioni da assumere e le cose da…diciamo…fare.
-Ma sei sicura che sia possibile farlo tutto insieme? Cioè quella cosa da fare con i pugni chiusi…e l’oggetto in questione mi sembra troppo grosso, non so neanche se ce l’hai in casa…e poi….il clistere? Perché mi vuoi umiliare così?-
-Prendere o lasciare- si limita a rispondere guardandosi le unghie.
-Dopo questo non potrò sedermi per settimane…- sospiro rassegnata.
Rossa in viso mi denudo del tutto per accontentare il suo umiliante, perverso, erotico, doloroso, probabilmente illegale,  e molto eccitante desiderio, mentre lei mi  guarda rapita…sono sicura che era da molto tempo che desiderava vedermi fare una cosa del genere.
 
((F.I.A.R.A.: Me- a causa del bollino arancione non siamo autorizzati a scendere nei dettagli di cosa frulla nella mente perversa di quella sirenetta. Ci scusiamo per il disagio.
Sì amici lettori, è proprio quello che state pensando voi in questo momento-
Corvina –Mente perversa? È una cosa da film porno vietato ai 40!!-
Paloma- Non mi sembra ti fossi lamentata-
Me- Ragazze, qui sono io che comando. Tornate ai vostri posti che si entra in scena tra 3, 2,1 …-))
 
Un’ora e mezza dopo siamo entrambe nude sotto le lenzuola, sudate, spossate e sorridenti.
- Il miglior sesso della mia vita- proclamo guardando il soffitto.
Lei si volta sul lato guardandomi sorridente e sensuale –Il miglior sesso della tua vita finora…- ghigna passandomi un dito sul seno fino a tormentarne il capezzolo.
-È costato buona parte della mia dignità…ma ne è valsa la pena per riavere la mia focosa pesciolina-
-Te l’ho detto che il sesso aiuta a comunicare meglio…mi sei mancata “pulcina”- sorride lei schioccandomi un bacione sulla guancia completamente appagata –E poi non era così terribile la mia condizione, ero così arrapata a guardarti- e ridacchia divertita lisciandosi i lunghi capelli ramati.
-Ti fa tanto male il tuo culetto?-mi chiede palpandomi la chiappa destra.
-No, non più da quando mi hai fatto quel “massaggino”…era così arrapante tu sei così delicata…meow!- lei sghignazza abbracciandomi più forte.
-Se ti è piaciuto tanto vedermi realizzare la tua fantasia sono disposta a rifarlo ogni volta se vuoi- sorriso baciandola sulle labbra.
-Non esageriamo, non reggeresti…giusto al mio compleanno, Natale e il 4 luglio-risponde scherzosamente.
Le do un bacio sulla guancia e poi uno molto più intenso e passionale sulla bocca, che lei ricambia con una voga tale da togliermi il respiro.
-Ci siamo riconciliate?- chiedo timidamente.
-Tu che dici?-
-Non facevi che ridere mentre io ti… ehm… “accontentavo”-
-La risata è il rimedio naturale per tutti i mali… e se non fossi stata bendata ti saresti accorta che non mi limitavo a ridere- sorride dandomi un altro bacione.
-Ma se vuoi essere la fidanzata migliore del mondo…mi porti a far colazione fuori-aggiunge accarezzandomi i capelli.
-E puoi ordinare tutte le paste che vuoi, pago io, e ti prometto che non ti do della golosa-
-Promesso? Guarda che non mi controllo coi dolci- ribatte maliziosa.
-Promesso-
-Allora apri quelle gambe…dammi ancora un assaggino di te e poi penseremo allo stomaco…ora devo soddisfare qualcosa più in basso con qualcosa di più dolce dei bignè - sorride salendomi sopra e iniziando a baciarmi con voracità su tutto il collo.
-Sono tua…-

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Capitolo 49
*** Anniversario ***


CAPITOLO 50- Anniversario
 
Da quel momento mi assicurai che non si sentisse mai minimamente a disagio, facevo qualsiasi cosa per compiacerla in tutti i modi, lei all’inizio si mostrava un po’ restia e chiusa ma poco tempo dopo era sempre più aperta e solare, come se non l’avessi mai aggredita.
Passammo in perfetta armonia il resto dell’anno…e l’estate arrivò in un lampo, così in un batter d’occhio mi ritrovai il 15 Giugno…il nostro anniversario!!
Un’occasione da non perdere!
 
La guardo, sta dormendo, lei dorme sempre nuda.
È così serena e tenera….e sexy.
L’accarezzo dolcemente.
-Svegliati amore…su pigrona è ora di alzarsi-
Lei mugugna contrariata stropicciandosi gli occhi.
-C-Corvina? Che ci fai tu qui?- mi sono infiltrata a casa sua per festeggiarla.
-Ti ho fatto una sorpresa…oggi è un giorno speciale. La festa di due ragazze innamorate….-
Rispondo baciandola.
-…Buon anniversario-
È ancora un po’ basita per il fatto di avermi trovata inginocchiata di fianco a lei, ma come le nostre labbra si toccano subito si riscuote piena di fervore.
-Te ne sei ricordata…- mi mormora felice all’orecchio mentre si attacca al mio collo con entrambe le braccia, tirandomi a sè.
Io annuisco.
-Sniff…sniff…cos’è questo odorino?-
-Mentre dormivi ho pensato alla colazione…-
-Tu?- chiede titubante ben memore delle mie scarse doti culinarie.
Le ho fatto la torta di compleanno qualche mese fa… poi l’ho portata dal dottor Errius, che a malincuore, le ha fatto un’altra lavanda gastrica.
-Tranquilla, l’ho comprata strada facendo, adesso scendi, passeremo una giornata fantastica-
-Ma sono ancora nuda- mi fa notare stringendosi il lenzuolo al petto
-Come se non ti avessi mai vista così-le strizzo l’occhio maliziosa e senza aspettare risposta glielo calo fino all’ombelico, guardando quel suo seno così prospero e invitante, vorrei saltarle addosso di già -…mi fai eccitare in un modo…- dico quasi sovrappensiero.
Lei se la gode, le piace attizzare quella scintilla di desiderio in me.
Sollevando con la telecinesi una delle tante magliette buttate al suolo gliela lancio in faccia.
-Ma non è questo il momento! Abbiamo tutto il giorno da goderci!-
Così sbuffando divertita indossa la canotta rosa acceso, aderente e molto scollata…
Ve lo state chiedendo? Sì, l’ho scelta apposta.
-Andiamo- dico prendendola per la mano –Vedrai quante leccornie ci attendono-
Potrebbe mutarsi e scendere le scale con le sue gambette, oppure passare in cucina per un condotto sotterraneo, ma invece la sollevo portandola in braccio come una dolce coppietta di sposini novelli.
-Ma cosa fai?- domanda divertita.
Oggi voglio che tutto sia perfetto, per lei…per noi.
-Uff…mi alleno per la notte di nozze…uff… Mi spieghi perché mai una sirena deve avere una stanza al secondo piano?! – rispondo scendendo a fatica i gradini con la vena del collo che pulsa- Oh, Azar! devi fare qualcosa per la tua coda, è pesantissima! -
-Mpt! Tutti muscoli- risponde storcendo il nasino.
A fatica, e dopo essere inciampata due volte, riesco a portarla in cucina.
La tavola è imbandita di tutti i suoi piatti preferiti.
-Hai trovato pure le ali di pollo al pistacchio! Cosa ho fatto per meritare una come te?- esclama con l’acquolina in bocca non appena si siede.
La guardo con occhi teneri, occhi che neppure lei è abituata a vedere sul mio viso -Mi hai fatto sentire davvero felice…grazie Paloma…amore mio- mi riscuoto un attimo da quel momento di eccessiva tenerezza- Ehm…vuoi un po’ di cialde a forma di cuore?- le porgo il piatto straripante, che tengo ad altezza petto con entrambe le mani.
-Adoro le cialde…- sorride maliziosa, anche se non sono esattamente le cialde quello che sta guardando…
Paloma è veramente una golosona, nonostante le ripeta all’infinito che così finirà dilaniata da Cerbero lei continua indisturbata a mangiare ciò che più la aggrada e oggi ancor più del solito, perché sa che non mi metterò a farle la predica.
Lei si dedica soprattutto alla carne e al dolce, le ho posto sotto il naso il suo punto debole per eccellenza, cialde con sciroppo c’acero e bignè alla crema  il tutto circondato da gelato con pure la ciliegina sopra ...non sa resistere.
E io non so resistere a vederla così contenta.
Senza che se ne accorga mi abbasso la lampo del body nero, sexy, aderente e comodo…il vestito ideale.
Ma ora come ora il reggiseno di lingerie nera è tutto quello che mi copre.
-Ops lo sciroppo…- dico versandomene un po’ sui seni.
Lei mi guarda interrogativa.
-Lo fai solo per me, vero?-
-B’è…sì. Per te farei di tutto. E poi mi piace quando mi lecchi, e mi piace ancora di più vederti felice, e so cosa ti fa felice. Allora, non vuoi realizzare questa tua vecchia fantasia??-
Lei sorride avvicinandosi a me vogliosa.
Infilando sapientemente la lingua dentro la coppetta del reggiseno, tra la stoffa e la carne, fino a lambire la punta della mia tetta destra con quella della sua lingua, risale adagio adagio fino alla clavicola, lappando via tutto lo sciroppo…ma questo non le basta.
Golosa e lussuriosa….
Inizia a baciarmi il seno, poco sopra il pizzo, mi sta facendo un vero e proprio succhiotto alle tette e mi fa impazzire vederglielo fare, quasi quanto sentirmelo.
Anche se i capezzoli e parte del seno sono coperti dalla lingerie lei inizia subito a massaggiarli da sopra la stoffa con una mano, accrescendo oltremisura la mia voglia di lei.
-Vuoi far l’amore?- mi chiede dopo aver finito di giocare con la lingua sul mio petto, avendomi ripulita alla perfezione, e anche oltre –Perché io sono già accaldata sopra e bagnata sotto…-
A fatica devo respingere quel delizioso invito, diciamo che faccio un investimento per un futuro molto prossimo…la voglio al massimo dell’eccitazione stanotte, per la sua sorpresa.
-No, basta così per adesso, lasciamo accrescere il nostro desiderio fino a stasera, lì ci sfogheremo con grande stile-
Ci rivestiamo per passare un po’ di tempo in città.
Lei vuole andare a vedere un bel film romantico sulle lesbiche che ha vinto il premio come miglior film al raduno del Gay Pride dove siamo state ad Aprile, e dopo un paio d’ore di sbaciucchi in sala ci siamo godute una gran proiezione horror.
Io almeno, lei aveva sempre gli occhi chiusi e il viso nascosto dietro la pinna caudale.
<<B’è? Dopotutto anch’io merito un piccolo premio, è difficile per me essere così tenerella, difficilissimo, (stavo per far piangere un bambino seduto dietro di noi perché m’infastidiva) e poi era la prima di Wicked Scary II ! >>
Andiamo insieme a pranzo, il nostro bel ristorantino italiano.
Lo so che non è corretto presentarsi lì di colpo senza prenotazione visto che è sempre molto gettonato e non ci sono mai tavoli liberi, ma chi oserebbe rifiutare un posto a un Titans?
Specie se due settimane fa abbiamo salvato il locale da un incendio provocato dal Dottor Luce.
Quindi, in barba a chi aveva prenotato, ci mettiamo in un bel tavolo per due ben appartato, e lì mi diverto ad infilarle in bocca bocconcini di cibo con la telecinesi, giochetto che lei ricambia sollevando a mezz’aria gli gnocchetti  con un semplice incantesimo e indirizzandomeli in bocca.
Questa volta però le impedisco di andarci pesante col vino, deve essere vispa per stanotte.
Ci stiamo gustando un bel gelato al parco, c’è un sole abbagliante ma tira un bel venticello che rinfresca l’ambiente e la calura estiva quasi non si sente.
Mi piace sentire il frusciare della delicata brezza tra le foglie verdi degli alberi sopra di noi.
Abbiamo ancora il pomeriggio libero.
-E adesso cosa ti va di fare?- le domando togliendole con un dito la puntina di panna rimastale sul naso.
Lei arrossisce un po’-..naaa tanto non ti piacerebbe, lo so-
-Come fai a saperlo se non mi dici cos’è?- replico io incuriosita.
-Lo so. Ti conosco-
-Suvvia, dimmelo!-
-Ok…- si gira i pollici guardando verso l’alto –Ecco pensavo che forse potevamo andare…al Karaoke?-
Subito arricciò le labbra e la  guardo con occhi ridotti a cupe e sottili fessure da cui traspare freddezza
 –Neanche morta!-
-Daaaii…- tipico di Paloma, sfodera sempre gli occhioni al secondo tentativo, ma io volto il capo per non cadere in quelle due voragini di tenerezza e pucciosità a cui non so resistere.
Basta una sbirciata per sprofondarci dentro.
-…Hai cantato alla radio nazionale per me, ti preeeegooo….-
-Mai!!-
-Ti prego…-
-No! Non se ne parla nemmeno, ho già fatto la cosplay con te al Jump City Comix. Per quest’anno hai esaurito il bonus “facciamo svergognare Corvina”-
-Eri bellissima come “neko-maki, pussy pussy, pretty pretty micio-girl  manga fan 3° edizione bianco/nero, acqua e fuoco, α e ω, sopra e sotto, due con, tre senza, Giro d’Italia, nippo-kitten love special” tra l’altro nel formato limitato “rame, bronzo, argento, oro, platino, tungsteno e chi più ne ha più ne metta ”- ribatte incrociando altezzosa le braccia
 – Visto? Lo sapevo io che avresti rifiutato! Non sei capace di fare un piccolo sacrifico nemmeno il giorno del mio anniversario!-
<< È tutto il giorno che faccio sacrifici per te!>>
-È anche il mio anniversario ti ricordo, non devi essere la sola a goderselo- rispondo con una linguaccia, ma proprio perché è un giorno così speciale non ho voglia di litigare, e allora mi faccio più mite, appoggiando la testa sulle sue spalle –Per favore questo no. Farò però qualsiasi altra cosa mi chiederai…-
-Discoteca?-
-Facciamo biblioteca-
-Puha! Neanche viva- ribatte lei con disgusto.
Anche se in realtà adora leggere, vuole solo farmi un dispetto.
-Fai decidere a me per una volta, Paloma, non monopolizzare la festa!-
-Mi sembrava che eri troppo servizievole oggi, la sveglia soave, la colazione, il mio film preferito, i cioccolatini a forma di cuore dopo il cinema, le tette…- sospira accomodante -Allora cos’hai in mente? È eccitante?-
-Pensavo alla ruota panoramica…-
-Un classico… mi piace!-
 
((F.I.A.R.A. : Me –Un classico? Un classico??!! Vorrai dire un cliché!! Che autore fiappo che sono…non valgo una benemerita cippa-
Paloma- Non è vero, sei originale-
Me-Lo dici solo perché io ti costringo a farlo…sigh- ))
 
Saliamo sul palchetto mobile della giostra appena ci alziamo sopra i tre metri iniziamo a baciarci ogni bacio è lungo, le nostre lingue danzano tra loro nel dolce amplesso.
È quasi automatico, abbiamo gli occhi chiusi, non ci serve guardare per trovare la bocca dell’altra, le prendo il viso tra le mani, le labbra si separano solo per prender aria, distaccandosi di pochissimo, appena lo spazio sufficiente, i baci così concatenati sembrano formare un unico enorme bacio senza fine, ma anche in questi brevi distacchi le nostre lingue non si separano, restano avvinghiate tra loro, leccandosi a vicenda toccandosi con le punte, mischiando le loro saporite salive assieme, lo sfregarsi della lingua dell’altra nei nostri palati e sulle umide pareti interne delle guance ci provoca una sensazione travolgete, mi soddisfa e mi eccita al contempo, le sue labbra morbide e umide di me mi mandano in paradiso ogni volta che mi toccano, sento che potrei non smettere mai quel dolce amplesso, potrei andare avanti all’infinito senza mai essere sazia di lei e mai lo sarò.
Non le separiamo finché non siamo in cima, da lì si ammira tutta la città, anche la sua isola in lontananza.
<< Ma che schifo! Il pezzo delle lingue te lo potevi risparmiare!>>
Dannate emozioni autonome.
 
Ma siamo troppo occupate per aprire anche solo gli occhi.
Agisco d’istinto, senza staccarmi da lei appoggio una mano sulla ringhiera di sicurezza, un fascio di magia nera avvolge la giostra rompendone il motore, restiamo bloccate là in cima.
Che peccato…
Paloma si accorge che qualcosa non và.
-Perché ci siamo fermati secondo te?-
-Boh, magia?- sorrido maliziosa.
-Sei stata tu-esclama incredula…io non faccio queste cose, è più il suo modus operandi.
-Adesso non vorrai farmi la predica proprio te-
-Non c’è nulla da rimproverare- risponde circondandomi il collo con le braccia, troppo presa dall’incredibile lucentezza dei suoi occhi d’abisso , la forma ittica è senz’altro la migliore per limonare meglio.
 
Approfittando del guasto continuiamo a baciarci, nonostante il coro di voci dei passeggeri che si lamentano, non ci facciamo caso.
Siamo proprio sulla sommità della ruota, da lì nessuno ci può vedere in nessun modo, decidiamo di continuare il nostro amplesso a torso nudo, sfilandoci le maglie.
È così bella e morbida.
Adoro affondare le dita in quei cuscini soffici eppure sodi che ha sul petto…mi viene l’impulso di morderle il capezzolo.
Dopo un’oretta il guasto è riparato e la ruota riprende il suo giro, ci affrettiamo a indossare le magliette, ma ci accorgiamo di essercele scambiate.
Lei ha indosso la mia maglia blu notte a maniche lunghe, le sta un po’ stretta perché è più grossa di torace, più muscolosa e i seni sono più grandi.
Io invece ho la sua canotta scollata rosa acceso, mi sta leggermente larga ma è molto simile alla mia misura, perché a lei piacciono i vestiti aderenti, mi sembra un pugno negli occhi solo a guardarla.
Una canotta davvero inguardabile per i miei gusti vorrei riprendere la mia maglia ma ormai non siamo più in cima e siamo visibili ad altre coppiette perciò non si può fare a cambio, per il resto della giornata stiamo in giro con gli abiti scambiati, almeno ho il mantello per coprire quell’obbrobrio.
Uff…cosa non si fa per amore…?
 
Il pomeriggio è ancora lungo e lei molto molto molto molto molto insistente…e nel bagno di una stazione si dimostra anche molto molto molto molto molto “persuasiva”… così dopo aver ricevuto un bel servizietto dalla sua morbida boccuccia…l’accompagno al karaoke.
Ma di questo non ho intenzione di parlare!
Basti sapere che ero travestita per non farmi riconoscere e che l’unica canzone che ho accettato di cantare è stata “All the bearded ladies” dei The Beards, e poi ho fatto solo il ritornello e solo con lei che mi accompagnava e con una voglia e un impegno che stava sotto i tacchi.
E quando dal pubblico mi hanno fischiato mentre applaudivano Paloma..be’ ho fatto un “casino” e ora non sono più la benvenuta al karaoke.
Meglio così, non dovrò tornarci.
 
Verso le nove torniamo alla Torre, dopo una romantica cenetta a lume di candela col suo piatto preferito. Le linguine allo scoglio.
Nonostante trattenesse a stento la bava si è comportata in modo molto educato e passionale.
-Perché non c’è nessuno?-domanda guardandosi intorno appena entra nella Ops Mains Room.
-Non torneranno prima i mezza notte-
-Perché siamo tornate così presto? Stiamo fuori fino a tardi, daaaiii….- continua a piagnucolare.
-Perché qui possiamo fare tante belle cosette che non si possono far fuori…- sorrido maliziosa.
Subito la mia voluttuosa sirenetta cambia punto di vista, ricambiando il sorriso sensuale-Così mi fai eccitare-
-Credo sia venuto il momento dello scambio dei regali…- inizio ma lei subito mi interrompe senza darmi il tempo di continuare.
-Comincio io!- si mette a frugare nella borsetta e da lì tira fuori un pacchetto rettangolare lungo circa ventiquattro centimetri, largo e fondo sei,  tutto ben impacchettato col fiocco sopra.
-Dai aprilo!- esclama tutta emozionata con un sorrisone sul viso mentre scodinzola a destra e a manca.
Mi limito a ruotare gli occhi ed accontentarla almeno la zittisco.
-Va bene, va bene…- a volte credo che la mia ragazza sia in realtà una gran bambinona!
Ma quando scarto il regalo mi rendo conto che è tutt’altro che un’innocente bimbetta.
Arrossisco violentemente.
-D-dimmi che non è vero…- borbotto imbarazzata.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto- sorride lei.
-Come ti è saltato in mente di regalarmi una cosa simile?- il mio tono non è arrabbiato solo incredulo.
-Suvvia, col mio ci siamo divertite tanto… L’ho comprato allo stesso sexy shop. Un pensierino per consolarti quando sono lontana. Basta chiudere gli occhi e pensare a me…il resto è spontaneo-
Mi passò una mano sul viso più rosso dei suoi capelli, indecisa se ridere o piangere.
Non posso credere che mi abbia regalato una cosa del genere!
-Paloma…cielo, dovrò nasconderlo davvero bene….se uno della Torre lo trova…- dico imbarazzatissima appoggiando al mio fianco il giocattolo.
-Quindi non ti piace?- fa lei mogia mogia con gli occhi bassi.
Non posso vederla triste, non in questo giorno.
-Ma no, era tanto per dire. Mi piace tanto e…- lei mi guarda aspettando che dica quella frase, non vorrei farlo ma provateci voi a deludere le aspettative del vostro partner il giorno del vostro anniversario!
Glielo si legge negli occhi: non desidera altro che sentirsi dire di aver fatto una buona scelta.
-…e penso che lo userò molto, assieme a te però- concludo alla fine, sforzando un dolce ghigno, la bizzarra parodia di un sorriso.
-Oh lo sapevo!- trilla tutta felice abbracciandomi –Nessuna ragazza dovrebbe restare senza il suo personale vibratore!!- 
Le do un bacetto sulla guancia.
-Cosa devo fare con te…?- sorrido compatendola teneramente.
-Ora tocca a me ma per avere il tuo regalo devi aspettare buona buona qui per un po’- sorrido alzandomi dal divano.
-Sai che sono curiosa-insiste lei avvicinandosi –Di cosa si tratta?-
-È una sorpresa, ma non è ancora pronta- le rispondo prima di scomparire nel corridoio.
-Non te ne sari dimenticata?-
-No di certo! Tu aspetta finché non ti chiamo- la mia voce risponde riecheggiante nel corridoio vuoto a quell’insinuazione offensiva per la mia memoria.
-Uffì, tu però sbrigati!-
Entro nella mia stanza per completare il mio “progetto”.
 
-Ok, Paloma adesso puoi venire, sono nella mia stanza-
-E meno male! È passata più di mezz’ora! Non è un modo molto romantico per passare l’anniversario!- sbotta infastidita  entrando nella stanza.
-Corvina, dove sei?-
 
Entro nella stanza…è tutto buio.
Non mi piace la sua stanza, è così tetra e tutte quelle strane sculture inquietanti non rallegrano l’ambiente.
Mi mette a disagio.
La chiamo ancora e stavolta ottengo una risposta, non orale ma visiva
Eccola!
Corvina sbuca fuori dall’ombra con indosso solo un sottilissimo paio di mutandine e il reggiseno nero di lingerie pizzata…e non è sola!!
Dietro di lei c’è un’alta ragazza, completamente nuda se non fosse per il grembiulino bianco, sexy che la copre dai seni a metà coscia, lascia davvero pochissimo all’immaginazione, le curve generose di lei traspariscono evidenti sotto il tessuto.
Mi basta un’occhiata per capire che è senza reggiseno.
I lunghi capelli neri sono tirati indietro d auna fascetta  azzurra sul viso ha un sorrisetto cattivello moooltooo promettente e gli occhi leggermente affusolati, dall’iride lilla e con la pupilla felina, mi lanciano un’occhiata maliziosa e arrapante di chi muore dalla voglia di sculacciarmi…
Incredula mi stropiccio gli occhi convita che si tratti di un’allucinazione  ma Corvina e l’altra sono ancora lì.
-Buon anniversario, Paloma- sorride Corvy-Corvy.
-Goditi il tuo regalo- ghigna l’altra strizzandomi l’occhio prima di tirarsi una sonora pacca sulla chiappa nuda.
Non posso crederci –S-Shakewave!-

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Capitolo 50
*** L'unione fa... ***


CAPITOLO  51- L’unione fa….
 
Il capitolo presenta forti contenuti erotici
 
Samantha scese dall’autobus che l’aveva portata in centro dall’aereoporto.
Quando Corvina le aveva fatto quella proposta non aveva saputo dire di no e dopo averne parlato col fidanzato, il quale si era dimostrato tutt’altro che geloso anzi era eccitato come un mandrillo,  aveva preso il primo aereo utile ed era partita per Jump City.
Su richiesta aveva indossato il suo vecchio costume e l’inseparabile fascetta per capelli azzurrra.
L’appuntamento era per le nove alla pizzeria in  centro.
La ragazza non faticò ad orientarsi, conosceva bene la città, quando fu sotto il locale guardò il telefono per sapere l’ora.
-Uff…- sbuffò –Sono solo le otto-
Poi uno promettente odorino le stuzzicò le narici.
-Dato che ci sono e non ho neppure pranzato…- si disse facendo spallucce –…mi faccio una pizza mentre aspetto, al diavolo la dieta!-
Ed entrò nel locale.
Poco dopo era seduta su un tavolo esterno a gustarsi la sua pizza preferita: la capricciosa che rispecchiava in pieno il suo carattere peperino.
-Non sarà buona come quella che ho preso a Napoli…- commentò leccandosi le dita filanti di mozzarella –…ma non è certo da buttare!- passandosi la lingua sulle labbra sottili tese la mano verso un’altra fetta della mezza pizza rimastale quando….la sua testa calò sul cartone più veloce delle dita.
Una mano forte e decisa alle sue spalle le aveva spinto la faccia sulla mozzarella fumante, imbrattandole tutto il viso.
Shakewave si rimise a sedere di scatto gonfiando il petto d’indignazione, iniziò a vibrare di rabbia al punto che tutto il tavolo barcollò come in un terremoto.
Ruotò lentamente il viso digrignando i denti con una faccia da chiodi e uno sguardo assassino –Chiunque tu sia non hai idea di quanto sei morto!!-
Chiuse il pungo e si girò di scatto pronta a scatenare una delle sue terribili onde d’urto contro qualunque persona avesse osato tanto ma si fermò di scatto quando vide chi le aveva spinto la testa sulla pizza.
-Robin?!- chiese confusa inarcando il sopracciglio.
Il leader dei Titans torreggiava su di lei con le braccia conserte
-Shakewave- ghignò l’eroe –Tornata in città?-
-Non ti sfugge nulla. Ci sei arrivato da solo o ti hanno aiutato?- ribatté lei sarcastica e pungente, come suo solito.
Lui assunse la posizione da combattimento –Allora, lo facciamo con le buone o con le cattive?-
-Ho sempre avuto un debole per le cattive, ma sai…sono fidanzata ora- replicò alludendo al doppio senso della frase detta dal leader dei Titans.
Si fece di colpo più seria, anzi infastidita.
-Che cazzo ti è preso, mascherina? Pensavo che dopo l’ultima volta fossimo diventati…insomma, amici-
Robin assottigliò gli occhi.
-L’ultima volta ho chiuso un occhio perché Corvina era disperata, ma tu ora sei tornata a Jump City dove sei ricercata per furto e aggressione, questa è la mia giurisdizione perciò evita di complicare le cose e arrenditi-
-Ok-  la ragazza fece spallucce e alzò entrambe le mani, senza nemmeno pensarci troppo.
Robin strabuzzò gli occhi-C-cosa?-
-Mi arrendo. Ammanettami-
Lui continuò a fissarla perplesso, non gli era mai successo prima che un criminale si arrendesse senza combattere.
-V-Va bene…- disse mentre le ammanettava i polsi dietro la schiena.
L’afferrò saldamente per un braccio e la trascinò fuori dal locale.
Quando uscirono imboccò la strada che andava verso Est.
-Ehi, mascherina!- lo richiamo Shakewave –Guarda che la T-Tower è dall’altra parte-
-Noi non andiamo alla T-Tower, ti sto portando nel carcere per super-umani- replicò lui continuando a spingerla avanti.
Samantha si volse all’indietro guardandolo stranita
-Ma allora non stavi scherzando! Mi porterai davvero in prigione?-
-Devo. È il mio compito- rispose lui distaccato.
-E io che pensavo volessi giocare a “perquisirmi”.
Ma visto che non sei in vena di divertirti….- i polsi della mutante iniziarono  a vibrare freneticamente - Queste manette non mi servono più…- le mani passarono attraverso al metallo come se fosse fatto d’aria, facendo vibrare le particelle sue e delle manette Shakewave era riuscita a liberarsi senza problemi.
Si voltò verso di lui con le manette agganciate a un dito –Quando puoi ridurre la consistenza  dei solidi a quella di un gas questi giocattoli non sono un problema-
Lasciò cadere le manette e s’avvicinò minacciosa mentre i polsi tornavano a vibrare in modo inquietante.
Robin arretrò assumendo la posizione d’attacco, sfoderando la sua asta telescopica.
-Non è per questo che sono tornata a Jump City, ma non vedo perchè non possa divertirmi con le amiche e darti una bella lezione al contempo!- protese il pungo in avanti e Robin venne sbalzato vi da una potente onda d’urto che lo fece ricadere venti metri più in là.
Robin non si rialzò e lei s’avvicinò trionfante finché non gli mise un piede sul petto.
-Ti ricordavo più tosto, mascherina. Ma in fondo ti ho preso a calci in culo tante di quelle volte che potrei anche sbagliarm…- non riuscita finire la frase che cacciò un grido di sorpresa –EEEK!!-
Robin, sapendo di essere in svantaggio in uno scontro a distanza l’aveva lasciata avvicinare, poi afferrandole la gamba con entrambe le mani l’aveva sbattuta a terra.
Gli rotolò sopra inchiodandole le spalle al suolo con le braccia.
-Ti ho presa!-
Sam ringhiò rabbiosa –Uomini, tutti uguali: mai fidarsi!-
E detto questo tirò una ginocchiata  nel mezzo del cavallo dell’eroe il quale la lasciò andare gemendo di dolore.
-In tanti anni non avevi mai ricevuto un colpo basso? Prima regola dell’eroe maschio: sempre indossare una conchiglia- lo canzonò l’ex-criminale rimettendosi in piedi.
Cercò di colpirlo con un pugno energizzato ma lui la costrinse ad arretrare tempestandola con una pioggia di birdarang.
Shakewave fu abile ad evitare i colpi ma quando il ragazzo meraviglia e tirò un fumogeno si ritrovò priva di riferimenti, immersa nella nebbia.
-Esci fuori, vigliacco!-
E Robin uscì, piombò davanti a lei mulinando l’asta, prima che Shakewave avesse anche solo il tempo di reagire lui le assestò un colpo al basso ventre che la spedì contro la vetrina del negozio alle loro spalle, lasciandola accasciata tra i manichini.
Lei sollevò la testa con la vena del collo che pulsava per la rabbia verso il suo avversario, in piedi, davanti a lei.
Alcuni capelli corvini le cadevano sugli occhi infuriati e la bocca era una smorfia digrignate.
Ora sì che era incazzata.
–Ti conviene sparire subito, mascherina!- lo ammonì senza nemmeno stare a rialzarsi.
-Perché se no?- replicò lui.
-Mi arrabbio-
Robin la guardò strafottente - È  incredibile il numero di  cattivi che riesco a far uscire dai gangheri-
-Non ti piacerò arrabbiata…- continuò Samantha sempre più accigliata.
-Non mi piaci già adesso, perché dovrebbe essere diverso?- replicò Robin stringendo la presa attorno al bastone.
Shakewave lo guardo dritto negli occhi -Perché quando mi arrabbio vibro…- ogni cellula del suo corpo iniziò a vibrare nervosamente -E la gente se la fa sotto quando vibro!!-
Strappò un birdarang conficcato nella coscia di un manichino caduto quando lei ci aveva sbattuto contro.
Lo tenne sul palmo della mano e aumentò l’intensità di vibrazione finchè quello non si dissolse tra le sue dita.
- Visto?- disse rivolta al leader -Ora lo ho scomposto in particelle…-
Robin corrucciò la fronte.
-Ora a livello molecolare …- prese a vibrare ancora più intensamente.
-E adesso in atomi…- alzò lo sguardo dal palmo al viso dell’eroe- Lo sai cosa succede quando si divide un atomo? Allora devo continuare o te ne vai da te?-
Robin tentennò alcuni secondi poi sorrise puntandole contro l’estremità della sua asta.
-Stai bluffando, Shakewave. Ho approfondito molto i tuoi poteri e l’invulnerabilità non è tra questi.
Potrai anche provocare un’esplosione nucleare ma non puoi sopravviverci.
Né tu né Paloma, la quale si trova nel raggio d’azione di un ipotetica esplosione-
Shakewave lo guardò ancora più infuriata.
Il ragazzo era sveglio.
E presto sarebbe stato anche coperto di lividi.
Robin sollevò l’asta e lei fece per contrattaccare con un onda d’urto quando una barriera di magia nera li separò.
-Basta!- tuonò Corvina apparsa lì con un portale.
-Corvina! Meno male!- esclamarono i due all’unisono.
-Presto aiutami a catturarla!- esclamò il leader.
-Avanti- fece la criminale incrociando le braccia–Dille che sei tu ad avermi chiamata qui-
Robin guardò la sua compagna di squadra incredulo –Cosa?-
-È vero- ammise Corvina arrossendo –Le ho chiesto io di venire-
-Perché?!- insistette lui.
-Ho…ho bisogno di lei per un progetto, anzi siamo già in ritardo- atterrò a terra aiutando la ragazza dai capelli neri a rialzarsi.
Robin assisteva incredulo a ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi.
-M-ma…-
Corvina aprì un portale in cui cacciò dentro Samantha con uno spintone e lo liquidò con un sorriso falso.
-Scusa, ma dobbiamo proprio andare- disse entrando a sua volta nel portale che subito si richiuse alle sue spalle lasciando volutamente il ragazzo con un palmo di naso.
 
-Complimenti per la delicatezza!- esclamò Shakewave stizzita, una volta teletrasportata nella camera di Corvina, dove era inciampata in un tomo bianco e rovinata  a terra.
-Scusa- fece la maga apparendo alle sue spalle –Avrei dovuto venire prima ma Paloma mi ha trattenuta. Robin ti ha fatto male?-
Lei si massaggiò il ventre, dove l’asta l’aveva colpita –Mi verrà un livido ma sopravvivrò-
-Bene, sbrighiamoci a preparaci, sono già le nove e venti!-
 
E così io e Shakewave ci preparammo per la serata preparata appositamente per Paloma e facemmo la nostra comparsa davanti a lei, che ci guarda sbigottita stropicciandosi gli occhi.
-S-Shakewave! – esclama incredula.
-In carne e tette- trilla la ragazza di fianco a me.
-M-ma che ci fai tu qui?- domanda incredula la sirenetta.
Stavolta sono io a risponderle –Fa parte del tuo regalo- sorrido io –Ho organizzato una cosa a tre per festeggiare e Samantha ha gentilmente accettato di partecipare. Noi siamo il tuo regalo, Paloma: una notte di sesso sfrenato, divertiti pure senza ritegno, questa è la notte in cui puoi realizzare le tue fantasie più proibite-
Paloma resta a fissarci imbambolata –Non posso crederci…- mormora mentre un sorriso imbarazzato le appare sul visetto arrossato –Avete fatto tutto questo per me?-
-Aspetta che sia mattina per ringraziarci- sorrido sedendomi sul lettone  a due piazze.
Shakewave mi raggiunge dall’altro lato, accavallando le gambe, lasciando una visuale più ricca e “colorita” del suo fondoschiena liscio e depilato.
-Che aspetti a raggiungerci?- ghigna tamburellando le dita sul materasso –Coraggio, Pa, vieni a godere. L’unione fa l’orgasmo!-
la sirenetta non se lo fa ripetere e si fionda subito sul letto mettendosi in mezzo a noi.
-Ragazze, siete le migliori amiche che una lesbica possa avere!- esclama stringendoci entrambe con forza.
 
Subito io e Sam allunghiamo le mani sul copro formoso della sirenetta, troppo vestito per i nostri gusti, le sfiliamo un indumento dopo l’altro con provocante sensualità fino a lasciarle indosso solo le mutandine già zuppe di umori.
La costringiamo a stare sdraiata mentre le nostre bocche si attaccano all’unisono ai suoi seni, dedicandoci con passione a tormentarle un capezzolo a testa con lingua, labbra e denti.
 
Mi attizza i sensi sentire la lingua sfregarsi contro pelle turgida delle punte purpuree di quelle eccitanti colline soffici che sono i suoi seni, così profumati e saporiti.
In men che non si dica mi sembra di star succhiando un chiodo tanto il capezzolo diventa rigido, una conferma che Paloma si sta godendo il trattamento.
Guardo le guance incavate di Shakewave mentre a sua volta gioca con il seno destro di Paloma.
Poco prima lo leccava con la lingua di fuori, senza appoggiare le labbra, poi a preso a fagocitarne la punta  che ora la tiene imprigionato tra le labbra arricciate, facendo un forte risucchio con la bocca per farla soffrire un poco.
Sembra proprio che Sam goda nel sottoporre Sirena alle sue dolci torture ma forse lo fa con tutti i suoi amanti.
Shakewave solleva la testa e sposta i suoi occhi su quelli di Paloma –Credimi…- dice con voce sensuale -…stasera ti farò guaire di piacere- poi le sue labbra si appoggiano su quelle della sirenetta, che con occhi socchiusi ricambia il bacio passando le dita tra i capelli neri e setosi della sua amica, stringendola a se mentre continuano il loro eccitante gioco.
È un bacio “scoperto”, le loro lingue si toccano l’un l’altra fuori dalla bocca, si mordicchiano le labbra a vicenda, si leccano la bocca e i denti e ancora intrecciano le lingue l’una con l’altra,  senza il pudore delle guance a nasconderle.
Io posso vedere tutto e incredibilmente inizio a sentirmi a disagio, essere lì quasi nuda a succhiare il seno di Paloma mentre Shakewave si dedicava all’altro non mi metteva in soggezione, anzi mi eccitava...ma vederle baciarsi…questo mi fa un altro effetto che non mi piace per nulla
La cosa mi da troppo fastidio perché io resti ferma a guardare.
Appoggio una mano sulla spalla nuda della mora.
Lei interrompe il gioco di lingue con la sirenetta e si volta verso di me, interrogativa; Paloma la imita.
-Sam, Paloma…- iniziò arrossendo -…p-potreste non baciarvi?-
Le due rimangono a fissarmi un po’ interdette poi, la mia dolce fidanzata si alza sui gomiti –Ti mette a disagio, vero?- dice comprensiva.
Io annuisco.
-È normale- fa lei accarezzandomi i capelli –Ti da fastidio che io e Sam andiamo oltre il semplice amplesso erotico…-
-Sì- ammetto massaggiandomi il gomito –Un bacio è una cosa diversa…è qualcosa di intenso e profondo, qualcosa di più di un gesto carnale…un bacio significa “amore”- guardo Sam che continua a fissarmi stralunata –Ti sarei grata se lasciassi baciare Paloma solo a me-
Lei sorride divertita –Gelosa?- non mi scolla quello sguardo cattivello da dosso –Vorrà dire che non la bacerò più. È  tutta tua ma tu…dovrai essere mia-
Quella frase non promette nulla di buono.
Si volta verso Paloma -  Com’è da dietro?- domanda.
Paloma mi guarda e ghigna –Vergine-
-Allora ci divertiremo a deflorarla insieme…ma più tardi- aggiunge –Adesso ho voglia di fare un gioco…-
E con un gesto della mano si scioglie il grembiulino dal collo, restando completamente nuda.
Spronate da quella visione io e Paloma ci stendiamo di lato, una con la faccia davanti al pube dell’altra e ci caliamo le mutandine a vicenda usando i denti, inalo completamente i suoi odori mentre il mio nasino le sfiora la carne umida bollente in mezzo alle gambe, assaporo sulle labbra tutta la sua eccitazione di cui sono intrise le mutandine e so che lei sta provano lo stesso mentre mi solletica il ciuffetto di peli viola che tengo sulla mia femminilità.
-Allora non ti tingi i capelli- sghignazza Sam togliendomi il reggiseno mentre sono impegnata.
Quando ho finito mi metto seduta reggendo ancora le mutandine rosse di Paloma tra i denti e la proprietaria, dopo aver lanciato un sorriso complice all’amica, me le spinge tutte in bocca con un dito.
Io la lascio fare mentre le coperte sotto di me si fanno più umide.
-Stenditi qui- dice Sam indicando le sue ginocchia piegate a 90à, è appoggiata col sedere sul letto e i piedi sul pavimento.
Obbedisco sdraiandomi con la pancia piatta sulle sue cosce, ho il sedere in alto e sento lo sguardo di entrambe fisso sulle mie parti intime ora ben esposte.
Sciaff!
Sento con dolore  il primo schiaffo abbattersi sul mio gluteo.
Sciaff! Sciaff!
Shakewave mi sta sculacciando e Paloma sghignazza vedendomi così trattata, le mutandone in bocca mi impediscono di protestare e gridare come vorrei, non fanno uscire altro che gemiti soffusi.
Sciaff! Sciaff!
Cerco di dibattermi ma Sam mi tiene ferma sulle ginocchia e continua a darmi pacche sul sedere sempre più forte, Paloma non muove un dito per aiutarmi, la eccita troppo vermi in quella posizione,
il mio culetto grigio perla è presto ridotto a una mela rossa, Shakewave fa vibrare la mano aperta con cui mi sculaccia e il dolore si fa ancora più pungente quando mi colpisce, non ce la faccio più!
Sento le lacrime salirmi agli occhi e umettarmi le guance mentre i miei gridolini di dolore sono ammutoliti dalle mutandine di seta rossa, fradice di umori e saliva.
-Basta così Sam, ti sei divertita abbastanza-
Al comando della sirenetta la mora lascia la presa e smette di colpirmi.
Io mi raddrizzo sputando le mutandine e fissandola inviperita mentre mi massaggio entrambi i glutei infiammati.
Ci vuole qualche minuto prima che Paloma mi convinca a tornare a letto con loro.
Mi sforzo di ricacciare indietro le lacrime mentre la mia fidanzata mi fa un delicato massaggio al sedere
 –Non pensavo che..sniff-  tiro su col naso –…fossi quel tipo di persona-
-Avresti dovuto informati- ribatte Sam incrociando le braccia- Se il mio partner non geme non mi eccito. Sono fatta così-
Per rabbonire gli animi e darmi un attimo di tregua scegliamo di fare qualcosa di più rilassante ma ugualmente eccitante.
-Dadi erotici- sorrido mostrando una coppia di dadi rossi con scritte nere alle altre due.
Ne prendo uno tra le dita –In questo qui c’è scritta una parte del corpo- prendo l’altro –In quest’altro un’azione da compiere. Questi sono fatti apposta per le donne.
Il gioco è facile, si tira a turno, si sceglie chi subisce, e si esegue il comando del dado. Non ci si tira indietro-
-Bene, poiché Samantha è così in vena di dominare, propongo che sia lei a subire i nostri tiri per il primo turno-
Samantha arriccia il le labbra e guarda accigliata l’amica dai capelli rossi, ha ancora indosso la fascia.
-Approvo- 
Così con due voti a favore Sam viene eletta “succube” del primo giro.
Comincio io, agito i dadi nel palmo e tiro.
-Palpare…occhi?- solo a me poteva capitare una simile coppia.
-Questa…era una prova- borbotto passando i dadi a Paloma.
Ma lei non se la passa meglio di me –Leccare i capelli? Io passo!-
-Ma chi è quel disperato che in un dado erotico scrive occhi e capelli?- esclama incredula.
Shakewave prende i dadi ghignate.
-Ora tocca a me! Preparati Pa, sei tu la mia preda-
Anche lei tira.
-Mordere…naso?-  sbuffa stizzita prendendo i dadi in una mano –Al diavolo!- esclama facendo vibrare il pugno e quando lo riapre dei dadi non resta nulla, o meglio ne restano solo gli atomi sparpagliati nella mia camera.
-Passiamo a qualcosa di più interessante…- prendo il mio vibratore in una mano avvicinandolo alle cosce della mia sirenetta –Credo sia giunto il momento di inaugurare il mio regalo…-
Paloma sgrana gli occhioni eccitata alzando per aria il sederino, con tutte le penne arruffata per il desiderio.
L’occhio le cade su Shakewave a mani vuote.
-E il tuo vibratore dov’è?- domanda aspettandosi una piacevole risposta.
-Tesoro…-sorride lei mostrandole una mano che freme –Io sono un vibratore vivente…-
Apre le mani sui seni di Paloma, scuotendoli come panna montata mentre io mi gettò tra le cosce della sirenetta, bramosa di assaggiare il suo dolce frutto succoso, le mie labbra si attaccano subito alle sue di labbra….quelle inferiori però!
Quello che seguì fu soltanto il primo di una lunghissima serie di intensi orgasmi

L’orologio della sveglia indicava le due di notte.
Eravamo tutte e tre abbracciate, sudatissime, esauste e appagate come non mai.
-Wow…- mormora Shakewave sulla destra del letto –Ho fatto sesso con una mezzo-demone e una sirena. È stato epico!!
Ma mi chiedevo, visto che ho scopato Paloma, e lei ha scopato me, in entrambe le sue forme….questo fa di me una specie di zoofila?-
Paloma, in mezzo ai nostri corpi si mette seduta tirando una pacca giocosa all’amica-Guarda che non sono mica un animale!- protesta e anch’io sento il bisogno di intervenire nella conversazione.
-Tecnicamente parlando non essendo noi né vegetali, né funghi, né minerali siamo tutte e tre animali.
Ed essendo zoofilo colui che pratica attività sessuali con animali, questo semplice sillogismo aristotelico dimostra che tutte le persone sono in realtà  zoofile-
-E dimostra anche che tu sei una pervertita!- aggiunge Samantha alzandosi barcollante dal letto.
Fatica a stare in piedi e lo credo dopo quello che le abbiam fatto!
-Disse quella che si è fatta fottere da tre falli di gomma…contemporaneamente- ribatto mettendola a tacere, in fatto di prestazioni le è stata ben più sconcia di me.
-Ora devo proprio andare, il mio volo parte tra mezz’ora…- inizia a raccattare la sua roba poi va in bagno a darsi una rifrescata e poco dopo è di nuovo qui intenta a rivestirsi.
-Mi apri un portale, Corvina?-
-Non ce la faccio…dovrai fartela a piedi-
-Ma sono io a non farcela a piedi…- piagnucola la mora –Non riesco manco a chiuder le gambe!-
Io e Paloma sghignazziamo memori del motivo di tale impedimento  e ci rigiriamo sotto le coperte.
-Siete due stronze- dice uscendo dalla porta, diretta all’uscita della T-Tower.
Ma prima di scomparire oltre la soglia si affaccia un’ultima volta –Chiamatemi la prossima volta che vi va di fare un’orgia lesbo, ok?-
-Tranquilla- rispondo io –Dopo stanotte non potremmo mai dimenticarci di te, sai come far godere, te lo concedo-
 E con un saluto l’ex-criminale barcolla via, portandosi dietro le mutandine mie e di Paloma come souvenir.
Finalemente io e la mia amata restiamo sole.
-Allora…- inizio girandomi di lato ad osservare quel suo seducente corpo ittico –Ti è piaciuta la sorpresa?-
 
Una volta uscita dai portoni della T-Tower, pedinata da Robin il quale avrebbe sottoposto Corvina a un intenso interrogatorio il giorno seguente, Samantha fece un grande respiro , inalando l’aria fredda della notte che la riscosse dal torpore dei corpi che ancora pervadeva il suo.
-Aww…- sospirò stiracchiandosi sul marciapiede deserto, mentre si dirigeva all’aereoporto col culetto che le doleva ad ogni passo.
-Devi stare attenta, girano brutti tipi di notte- Ninja Nero comparve alle sue spalle.
-Noi due per esempio- sorrise Shakewave baciandolo sulla bocca.
-Ti sei divertito a osservare tutto o avresti preferito restare a casa davanti alla partita?-
John la baciò nuovamente sulla bocca –Non sono mai stato più felice di essere un ninja invisibile silenzioso come un’ombra. È stata la cosa più eccitante che abbia mai visto!
Tu, Paloma…e poi Corvina! Wow…come avrei voluto filmarvi mentre facevate tutte quelle cose strane…quelle posizioni lì…non mi aspettavo che Paloma fosse così elastica né che tu godessi tanto nel leccare certe parti del corpo…e quando avete inculato Corvina prima Paloma poi te? Cavoli quella è stata la mia parte preferita, lo sverginamento più eccitante della storia!! È stato….wooooow!!- esclamò.
-Grazie per avermi fatto assistere- disse stringendola a sé.
-Grazie per avermi fatto partecipare- rispose lei ricambiando l’abbraccio.
-A proposito…- aggiunse il ragazzo –Primo. La prossima volta mi unisco a voi, lesbiche o meno, e secondo….vedi a forza di guardare…ecco…- accostò le labbra all’orecchio della fidanzata –Ho un disperato bisogno di venire!-
Shakewave lo guardò malevola più che mai –Che peccato…- disse facendo l’innocentina –Io sono già soddisfatta-
Il sorriso morì in gola al giovane.
-Stai scherzando vero?-
-Dopo quell’orgia? Affatto! Mi spiace- accelerò il passo sulla strada silenziosa e lui le corse dietro.
-Dai Sam torna qui! Non puoi dire sul serio…e io come faccio?!-
Lei si voltò facendo una smorfia -Hai le mani no? Arrangiati!-
Lui rimase paralizzato, gli occhi riflettevano incredulità,  la bocca era spalancata e le braccia cascanti.
-Non è la stessa cosa!- esclamò affrettandosi ad andarle dietro- Non è affatto la stessa cosa!...ti prego, Sam, solo un lavoretto di bocca…-
La discussione si perse nei rumori della notte.
 
Io e Paloma siamo rimaste sole nel letto a coccolarci e sbaciucchiarci, con molta calma, entrambe siamo sfinite per quella maratona di sesso durata ore.
Mentre ci accarezziamo a vicenda commentiamo le reciproche prestazioni a letto e ci divertiamo alle spalle di Samantha che non c’è.
-Sai..- inizia Paloma con fare riflessivo -Penso che dovremo procuraci uno strap-on… mi ha fato godere davvero molto, sia quando lo usavo sia quando eravate voi a penetrarmi…è così eccitante-
All’udire certe parole mi nasce un sorriso e senza aggiungere altro infilo una mano sotto il letto ed estraggo un pacchetto tutto colorato.
Glielo  lo porgo.
-Cos’è?-
-Il tuo regalo-
-Pensavo fossi tu il mio regalo- sorride Sirena.
-Non volevo fare la figura della spilorcia. Su aprilo- insisto.
Lei afferra il pacchetto e lo strappa in una mossa.
Le sue gote diventano dello stesso colore dei suoi capelli.
La guardo divertita.
 – E poi sarei io la “pervertita”- sorride dandomi un bacio sulla guancia –Grazie, Corvy. Era proprio quello che volevo-
Le faccio un’espressione di falsa innocenza –Che vuoi che ti dica, Pa. Quel sexy shop è molto frequentato…ma visto che avevi già un giocattolo tutto tuo… ne ho preso uno da usare in due. Ti va di inaugurarlo?- domando strizzandole l’occhio.
-Domani…adesso e per il resto della serata saremo noi le protagoniste, niente giocattoli- e detto questo appoggia la confezione ancora sigillata dello strap-on sul comò, per dedicarsi alla sua amata Corvina con tutta se stessa.
<< Vieni, Paloma. La tua Corvy-Corvy ti aspetta.>>
 
Stese sul letto iniziamo a far l’amore in modo dolce e lento guidato dalla passione più che dal desiderio, ci perdiamo in lunghi baci e assurdi abbracci che ci fanno sentire l’una il calore dell’altra, appoggio la testa sui suoni seni e sento il battito del suo cuore.
Impieghiamo circa mezz’ora di preliminari prima che una delle due infili un solo dito nell’altra, continuiamo anche durante il sesso toccandoci quasi con sacrale riverenza solo io e lei…nient’altro.
Non ci lasciamo prendere dai folli desideri della carne, ci amiamo allo stesso modo con lentezza e armonia per far salire il piacere e la passione che ci lega, senza padrona e senza serva, due ragazze che condividono lo stesso unico e profondo amore…
Per la prima volta abbiamo davvero fatto “l’amore” prima appagavamo solo il desiderio comune dei nostri corpi, ma in questa magica notte io e lei siamo diventate una sola cosa nel corpo e nello spirito raggiungendo all’unisono l’apice del piacere.
Eravamo un’unica entità, indivisibile.
Non mi sono mai sentita così bene come quando lei mi accarezza il corpo… in questo istante…

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Capitolo 51
*** Unstoppable Love...for ever ***


CAPITOLO 52- Unstoppable love for ever…
 
La prima luce del giorno filtra dalle tapparelle abbassate ferendomi gli occhi, sono ancora abbracciata alla mia amata sirenetta, delicatamente mi separo da lei, mantenendo però una mano sotto la sua testa per sentirla vicino a me.
Mi metto a fissare il soffitto nella penombra della stanza.
Penso.
Penso a tutto quello che mi è successo da quando la conosco…quante ne abbiamo passate…
Abbiamo riso, scherzato, giocato, pianto, ci siamo consolate, e ci siamo insultate, abbiamo litigato e ci siamo riunite…abbiamo combattuto fianco a fianco e ci siamo prese cura l’una dell’altra, abbiamo appreso i segreti della magia e le nostre stesse intimità, ci siamo amate fino allo stremo…ma la sensazione più bella da quando la conosco…sarà per sempre il primo bacio sullo scoglio mentre il sole tramontava e l’acqua ci bagnava…
Torno guardarla mentre dorme, il respiro calmo e regolare, il sorriso appena accennato sul volto, i capelli scompigliati e arruffati.
È così bella…così dolce…come ho potuto farle del male?
Appoggio delicatamente la testa sul suo petto per sentire il battito del suo cuore…il suo cuore batte per me, e il mio per lei, senza l’una neanche l’altra sopravvivrebbe, ne sono certa.
Non ho mai creduto al mito degli Androgeni eppure ora come non mai mi sento davvero completa.
Davvero felice…
<<Assurdo. Felice, io? Sola, reietta, destinata a un infame destino a cui mio padre mi ha condannata…eppure ho trovato l’amore in un’altra donna, una che mi capisce, che mi ama, che mi fa sentire apprezzata, che ha davvero bisogno di me…non la lascerò mai più.>>
Ripenso alle visoni che ho ricevuto dalla sfera…il fuoco di Trigon che arderà il mondo… ma questo lo sapevo già…e troverò un modo per combatterlo, per impedirlo, devo farlo per la Terra, per i miei amici e per Paloma.
L’abisso infinito…quello si è già avverato, sono sprofondata nell’abisso della cieca violenza del Signore del Caos, ho devastato il mio unico spiraglio di felicità in una vita generata per far soffrire, ma nonostante tutte le angherie che le avevo fatto, alla fine, Paloma mi ha perdonata e mi ha ripescato dal buio portandomi con sé alla luce dell’amore.
Il matrimonio…b’è per quello c’è ancora tempo, ma sono impaziente di sapere chi sarà il mio o la mia sposo/a, uomo o donna? Umano o non? Buono o cattivo? Quanti dubbi mi affiggono, ma so che quando quel giorno verrà allora sarò felice per sempre…
<<O almeno per un po’, spero>>
Mentre penso queste cose mi stendo su Paloma ancora assopita iniziando a baciarla sulle labbra, sul viso, sugli occhi, sul collo, sui seni, sulle guance, dappertutto mentre lacrime di gioia mi solcano il viso…la amo... LA AMO!!!
Come se mi avesse letto nel pensiero la sirenetta si sveglia mentre le mie labbra sono sulle sue, mi tira a sé passandomi le mani tra i capelli, mentre le nostre lingue si incrociano nel dolce amplesso rappresentato dal bacio, ci baciamo per almeno mezz’ora senza dirci una parola…non c’è ne bisogno.
-Ti amo…- dico con la voce che mi trema con le lacrime che mi rigano gli occhi…so che è banale ma non esiste modo migliore per esprimere quello che provo, se non quella piccola, semplice e profonda parola…Amore.
Lei sente le lacrime risalirle gli occhi, e si lascia andare i singhiozzi di commozione, io la stringo a me in un lungo dolce e fortissimo abbraccio.
Infine le mi guarda con i suo grossi occhioni color dell’abisso, ancora lucidi e con un sorriso di felicità sul viso, trattiene a stento le lacrime.
Fissandomi con uno sguardo pieno d’amore, mi accarezza dolcemente il viso, sento la sua coda avvinghiarsi al mio corpo spoglio sotto le coperte, per tirarmi a se.
Si passa una mano sul volto per scacciare il pianto.
-Corvina…- fa con una voce soave e dolce da far cariare i denti.
-Sì?-
-Vuoi sposarmi?-
Resto sbigottita.
-C-come?!-
-A diciott’anni intendo…mi vuoi sposare? Adesso è legale il matrimonio gay e io vorrei tanto diventare tua moglie…-
-Io…io…-
 Resto interdetta, che fare?
<<Se dico di sì vorrà farlo appena possibile, e io non voglio>>
<<Se dico di no le spezzo il cuore…>>
<<La amo, ma voglio anche godermi la vita da giovane scapola…che cosa farebbe lei al posto mio?>>
Sorrido perché ho trovato la soluzione, la stessa tecnica usata da lei alla mia richiesta di entrare nei Teen Titans, temporeggiare.
<<E sia! Emuliamo il console Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore>>
-Allora?-
-Sì…voglio sposarti…- dico baciandola tornado a piangere di gioia…<<è lei la sposa della visone…lo sento è lei!!>>
 
((F.I.A.R.A.: Me- L’avevan capito tutti, Capitan Ovvio-
Corvina- Sai che sei veramente fastidioso? E se non sai creare suspance non è colpa mia!-))
 
Il suo viso sprizza di gioia pura a quelle parole anche lei piange di felicità stringendomi fino a farmi male.
-Sì, sì, sì, sììììììììììì…saremo unite per sempre…ci sposeremo…vivremo insieme felici e non ci lasceremo mai mai MAI!!!!- esulta tra i singhiozzi
-Sarà bellissimo…Sì, Paloma io voglio sposarti…ma tra dieci anni- aggiungo sorridendo.
Il sorriso le muore su viso, mi osserva sbigottita e delusa al contempo.
-D-dieci anni? Ma ne avremo 26, non è un po’ troppo da spettare? Perché tanto tempo? Noi ci amiamo così tanto…-
-Facciamo sette?- rilancio.
-Corvina, amoruccio mio, lo sai che il sette è il mio numero preferito…- sorride tornando a stendersi su di me vogliosa.
-E a me piace il 23. Ma voglio un anello con diamante- sorrido scherzosa abbandonandomi  alla passione amorosa.
-Lo ruberò solo per te-
Risponde felice prima di incollarsi al mio corpo desideroso d’affetto e calore.
Consumiamo felici il nostro desiderio, consce del grande impegno che ci siamo prese e decise più che mai ad affrontarlo e a portarlo a termine.
Appena abbiamo finito di far l’amore per l’ennesima volta, lei crolla esausta, io invece mi riposo su di lei usando i seni morbidi come cuscini per la mia testa, stringendola forte a me, sentendo il suo calore, il suo profumo..il suo cuore che batte.
La amo.
<<Bene! Ho sette anni di tempo per trovare una scusa. Ma fino ad allora o tutto il tempo per pensare seriamente a un’eventuale matrimonio, comunque sia l’importante è che ora siamo insieme. Io la amo e sempre la amerò, staremo unite e lo saremo per sempre nel bene e nel male, non importa quanti errori faremo, quanto faticheremo e quante avversità incontreremo noi resisteremo a tutto, perché anche se siamo così diverse, così strane e discordanti siamo legate dall’amore più forte che esista, il nostro è un amore inarrestabile…
Unstoppable lovefor ever…>>
 
Fine.
 
Per quanti di voi si siano fatti una strana idea di me leggendo “Ghostface”, “Revenge” e “Alive” e ora hanno letto “Unstoppable Love”…b’è lieto di aver confermato la pessima opinione che avevate di me!
Perdonatemi..
Vorrei ringraziare tutti gli audaci lettori che sono giunti fin qui, grazie mie prodi cavalieri delle parole, non vi hanno spaventato tutti questi capitoli e siete giunti alla fine: GRAZIE!
Paloma e Corvina si sposeranno? Voi che dite?
Chissà cosa gli riserverà il futuro…
 
 
 
Ghostface

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