Rainbows - L'estate piu' varia della storia

di Spiritromba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perdute opportunita' (dove la storia ha inizio) ***
Capitolo 2: *** Bordeaux ***
Capitolo 3: *** Vermiglio ***
Capitolo 4: *** Arancio ***



Capitolo 1
*** Perdute opportunita' (dove la storia ha inizio) ***


STORIA INTERATTIVA

 

Per cominciare, qui sotto vi ho sistemato un bell’elenchino di caratteri che caratterizzeranno il vostro simpatico (o forse no) personaggino.

Non dovete fare altro che: uno, scegliere uno dei caratteri elencati sotto. Due, scrivere una recenisione dove mi scriverete un paio di cosette (sesso e carattere scelto del personaggio). Una volta che avrete eseguito questi due geniali passaggi, il personaggio sara’ vostro. Poi, appena avrete del tempo disponibile (naturalmente non dopo due o quattro secoli) potrete tranquillamente mandarmi un messaggio privato con la scheda del personaggio gia’ compilata e con le seguenti caratteristiche:

 

Nome e cognome:

Sesso:

Carattere:

Eta’: {compresa tra i 12 e i 15 anni}

Aspetto fisico:

Orientamento sessuale: {etero, gay, lesbica, pansessuale}

Comportamento: {ATTENZIONE: non e’ la stessa cosa del carattere ma come verra’ applicato al vostro personaggio. ESEMPIO: Carattere: scontroso. Comportamento: ama picchiare i piu’ deboli, starsene da solo per ore, ecc.}

Interessi/hobby:

Gli piace:

Odia:

Abbigliamento tipico: {se ce l’ha}

Soprannome: {se ce l’ha}

Animali: {se ce li ha}

Il suo oggetto portafortuna/preferito: {se ce l’ha. Ad esempio una collana o un anello o una sorpresina dell’uovo di pasqua che porta sempre con se}

Amici: {casella da compilare solo se vi siete accordati tramite messaggi con un altro autore di un altro personaggio sul loro rapporto}

Interessi amorosi: {casella da compilare solo se vi siete accordati tramite messaggi con un altro autore di un altro personaggio sul loro rapporto}

Nucleo familiare: {solo se volete assolutamente metterlo. I personaggi che vi inserirete potrebbero apparire durante la storia anche se con un ruolo molto marginale}

 

ATTENZIONE: NON MANDATEMI LA SCHEDA-PERSONAGGIO NELLA RECENSIONE. NELLA RECENSIONE DOVETE SOLO SCRIVERE SESSO E CARATTERE DEL PERSONAGGIO.

 

 

E ora cominciamo coi caratteri:

 

1)nerd/secchione

2)creativo

3)lettore occupato

4)musicista occupato

5)insonne/amante delle feste/sempre eccitato (prendete come esempio Pinkie Pie) occupato

6)timido/fifone

7)scontroso

8)amante dell’occulto (un idea? Si porta sempre una kit per sedute spiritiche portatile dietro) occupato

9)temerario/sportivo/impulsivo occupato

10)dolce/gentile/disponibile

11)sbadato/goloso (quest’ultimo potrebbe fare amicizia con il creativo)

12)invidioso/polemico/velenoso

 

ATTENZIONE: NON POTETE SCEGLIERE DUE CARATTERI

ATTENZIONE: IN CASO NON MI MANDASTE UN MESSAGGIO PERSONALE CON LE AMICIZIE DEL VOSTRO PERSONAGGIO (TRA I VARI OC) LE SCEGLIERO’ PERSONALMENTE

 

Infine, qui vi metto i posti ancora disponibili dei caratteri e dei rispettivi personaggi:

 

DISPONIBILI: 7/12 {}

 

OCCUPATI: 5/12 {lettore, musicista, festaiola, sportivo, amante occulto}

 

E ora, VIA alla storia!

 

Un’altra fantastica estate, ecco cosa sarebbe stata quella: rompersi le scatole fino a morire con gli amici della nonna (riesco gia’ a sentire gli: “AAAH! Come sei cresciuta! Ma lo sai che ti ho visto quand’eri una cosina cosi’?!”) e una sfida mortale a tenere i due gemellini della signora Wilson, la migliore amica di mia madre.

Inutile dire che in centinaia mi avevano invitata per passare con loro delle vacanze da sballo, quando mia madre mi aveva eliminato a tempo di record tutti i meravigliosi viaggi e divertimenti di Las Vegas, Tokyo, Monte Carlo, montagne strascoscese che andarci in sci era una favola, terme che ti facevano uscire da imperatore, case che si dicevano stregate con annessi cimiteri, eccetera eccetera. Era andata cosi’: mia madre aveva cominciato 

uno di quei discorsi tremendi dove diceva di aver sempre ragione (morale della storia), piagnucolando: “Melly, ma lo sai che ai nonni piace tanto, tanto, tanto averti li’ con loro? E poi avrai tutto il tempo di farti i compiti e giocare con quegli amorini dei gemellini Wilson! Inoltre non avresti tempo per fare nulla in quei posti cosi’ pericolosi che torneresti peggio di Dante Alighieri immerso nell’acido!” naturalmente, anche se le avevo spiegato tutte le mie infallibili ragioni, non ammise discussioni. “Domani partirai per Montescassato, non ti sembra un nome cosi’ allettante? Quel posto sembra un presepe tant’e’ pittoresco!” se lei chiamava pittoresco e allettante un cumulo di baracche scassate (da cui il nome) potevo anche impiccarmi.

E ora vi chiederete: ma che fine avra’ fatto, povera quattordicenne nel regno degli sfigati? La risposta e’ semplice: zia Cynthia.

Se c’e’ una persona che adoro e’ lei: e’ l’unica che mi comprende nel mondo di matti in cui sono cresciuta e non ha esitato ad intervenire per salvarmi dalle fauci del mostro degli sfigati. Ha chiamato mia madre in quello stesso momento con una notizia bomba; aveva trovato un campo estivo aperto la bellezza degli interi Giugno, Luglio e Agosto, un campeggio frequentato da ragazzi della mia eta’ che proponeva agli iscritti un mucchio di attivita’ stupende come: sedute spiritiche, recite, escursioni notturne nel bosco, gioco dell’assassino di notte, visita alla spiaggia vicina e al lunapark e molte altre cose. Ero felicissima anche che mia madre avesse accettato, seppur a malincuore, di mandarmi a questo campo estivo.

E non sapevo cosa mi sarei realmente trovata davanti.

 

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Capitolo 2
*** Bordeaux ***


E cosi’ e’ iniziato il mio primo giorno di vacanza VERA al Campo Estivo. Come vi ho gia’ detto, non avevo la minima idea di cosa ci fosse, in realta’, in quel posto. Ma ora ritorniamo al giorno della mia partenza...

 

 

Bordeaux

 

D’un tratto sentii il telefono squillare nel corridoio, e subito dopo mamma rispondere in fretta e furia. Io ero ancora a letto, capelli scompigliati, borse sotto gli occhi perche’ la sera prima ero stata eccitatissima e non avevo minimamente dormito, pigiama tutto spiegazzato e nulla, nulla di precedentemente preparato per andare al Campo. 

“Tesoro? Su, forza, esci da quel mucchio di coperte insudorate e cominica a farti la valigia, che tua zia sta per venire a prenderti!” sbuffai e presi le prime cose che mi capitavano in mano per poi buttarle in un enorme zaino mimetico che non ricordavo mi fosse mai servito per qualcosa. Per fortuna l’unica cosa che scelsi con cura furono i miei vestiti. Eh, gia’, vi sarebbe piaciuto arrivare al vostro primo Campo Estivo con addosso un completo da lavandaia? Senz’altro vi avrebbero chiesto “Ehi, dove te lo sei procurato quello?”, ma di certo non avreste fatto una gran bella prima impressione...

Quando salii in macchina sembravo un militare che partiva in missione, visto anche il modo strappalacrime in cui mi saluto’ mia madre, tanto che zia Cynthia mi chiese: “Uh-uh, ma li’ si gioca anche a paintball?” e io risposi: 

“Sto partendo in missione, mia cara, potrebbe anche essere l’ultima volta che ci vediamo!”

~ * ~

Mentre l’auto azzurra si avvicinava sempre di piu’ alla tanto sospirata meta estiva, cominciai a sentire una strana angoscia. Le gambe mi tremavano leggermente, le mani strette sulle ginocchia, e una strana forza gravitazionale che mi attirava sempre di piu’ al sedile. E se ci fossero quelle persone che non perdevano l’occasione di prenderti in giro? Se mi avessero preso di mira? Se l’estate l’avrei passata chiusa in camera per paura loro? E se...

Tanto mi stava scoppiando la testa dai “se” che non mi ero accorta che la macchina aveva gia’ parcheggiato e la zia era gia’ uscita dalla porta. 

“Mels, stai bene? Ti vedo un po’ depressa...” dato che in quel momento avevo paura di sembrare un dissennatore assonnato davanti a tutti, cercai di togliermi l’ansia di dosso. Anche se rimaneva sempre attorno a me, come un alone scuro che mi vorticava attorno.

“Ehi, ciao!!” mi voltai subito in direzione della voce, per vedere una ragazza alta e dai capelli biondo cenere con lo statush rosa stringermi vigorosamente la mano. “Io sono Hope! Tu?” 

“Mi chiamo Melissa, ma se vuoi chiamami pure Mels” risposi un po’ imbarazzata. “Sei appena arrivata, giusto? Ma non ti preoccupare, tanto qua di amici ce ne faremo a palate!” e subito mi guido’ in corsa verso il centro di un prato ben rasato e circondato da anigiosperme e conifere che si estendevano a perdita d’occhio. C’era una specie di cerchio per accendere fuochi, e tutt’intorno altre due ragazze sedute su dei massi. Mi sedetti sul primo che trovavo e mi guardai attorno: proprio accanto a me c’era una ragazza di circa la mia eta’ dai capelli molto scuri, gli occhi verdi con addosso una canotta bianca e una gonna nera che mi guardava con aria misteriosa e interrogativa. “Ma sei fidanzata?” mi chiese facendomi sobbalzare. “No...perche’?” lei si alzo’ e mugugno’: “Oh nulla, solo per chiedere.” 

Ero ancora a bocca aperta dietro a quella ragazza, quando Hope e un’altra ragazza mi sussurrarono all’orecchio “Lei-sa-di-teee!” 

~*~

Ad un certo punto chiamarono dentro una grossa villetta dalle pareti rosse me, Hope e Alicia (si’, cosi’ si chiamava l’altra ragazza, migliore amica di Hope) per venire a conoscere gli altri ragazzi. Arrivammo in un piccolo salottino con le tende ricamate dove Jake, l’organizzatore del Campo, ci avrebbe spiegato le regole necessarie alla nostra “sopravvivenza”. Senza di nuovo accorgemene, ero finita vicino ad un ragazzo dallo sguardo maligno ma dal fisico di quelli che si impiegano come pazzi nello sport. “Ehi Nutkins vacci piano!” sentii la voce di Hope dall’altra parte della stanza. “Perche’, hai qualcosa in contrario se osservo una nuova arrivata?” non sembrava molto in vena di discutere con Hope. “Ti credi tanto bravo con gli sport da poter fare quello che vuoi? Be’, allora ti aspetto domani per una gara di skateboard!” lo sportivo sorrise, combattivo “Bene, affare fatto, voglio proprio vedere chi vincera’!” esclamo’ stringendo la mano di Hope. “Io voglio farvi da colonna sonora!” disse con orgoglio Alicia, alzando in aria la sua chitarra. L’indomani avrei proprio voluto vedere chi avrebbe vinto. 

~*~

Subito dopo le regole, Jake ci sistemo’ nei nostri alloggi, uno per le ragazze e uno per i ragazzi. Nella nostra, che era con le pareti verniciate di rosa, ci mettemmo a fare le presentazioni. “Io sono Kotori Kirishima, vengo dal giappone e adoro i videogiochi e le cose pupazzose!” disse una ragazza dai capelli corti e neri e gli occhi a mandorla che dormiva sul letto sopra il mio.

“Bleah” sputo’ una ragazza totalmente vestita di nero e con un look a dir poco  Gotico. “Ah, si’ tu come ti chiamavi? Elana?” chiese Kotori smarrita alla ragazza gotica. “Elena Normatt. E penso che tu sia un po’ troppo superficiale.” la corresse fredda. Mentre le due si stavano squadrando in mo-

do a dir poco antipatico, la ragazza soprannominata “Lei-sa-di-te” e seduta sulla sua grossa valigia nera chiese “Scusatemi tanto, ma credevo che qui fossimo sette femmine, io ne vedo solo sei.” la risposta le fu data dal rombo di una lussuosa macchina argentata. Subito, tutte e sei corremmo spedite verso l’autovettura, mentre Elena continuava con quei suoi discorsi: “Nah, per me sei erano gia’ troppe, figuriamoci sette...” ed era indecisa sul tornare dentro o meno, quando dalla macchina usci’ una ragazza. 

Era vestita con un prendisole azzurro, dei cortissimi jeans arrotolati sulla coscia, e un paio di sandali bordeaux. I capelli rosso fragola erano sovrastati da un piccolo cappellino di paglia dalla fascia viola brillantinato. Poi, la macchina se ne ando’ come se nulla fosse successo. “Ehm...ciaoo...” provarono a fare Alicia, Hope e Kotori. “Levatevi di mezzo. Devo sistemare la mia roba.” rispose velenosamente la nuova arrivata.

~*~

“Io da quella sto alla larga, non voglio che influenzi la mia allegria!” disse Hope davanti al fuoco, indignata. Erano le otto e mezza di sera e ci eravamo tutti seduti attorno al fuoco per cenare a mo’ di campeggio. L’unica che provava piacere a stare con la nuova arrivata era Elena, anche se a volte l’altra tendeva a isolarsi a lungo dietro agli alloggi femminili facendo chissa’ cosa. 

Kotori si era messa a parlare con un ragazzo di nome Henry a parlare di videogiochi e cose tenere, ma anche di torte, cosa per cui Henry andava matto. Infatti portava sempre addosso un grembiule da cucina a strisce viola con sopra disegnate delle ciliegie. In quel momento, pero’, parlavano dei kawaii, di cui Kotori gli faceva vedere alcune foto sul suo nuovo smartphone.

Alicia, invece, insegnava qualche nota a Xavier, un ragazzo dai capelli neri avvolto in una larga felpa col cappuccio. Notai che stava ritraendo piu’ volte Alicia sul suo block-notes nell’atto di suonare la chitarra. Li vedevo proprio bene insieme. Hope ci provava con Kendall, il ragazzo sportivo, ma anche se Kendall mi era da sempre sembrato cotto di Hope, non rivolgeva in quel momento una particolare attenzione alla ragazza. 

Il ragazzo di nome Dylan Jane se ne stava da solo con un libro posato sulle gambe, in un angolino in disparte del cerchio di pietre attorno al fuoco.

Infine c’erano altri due ragazzi che non avevo visto prima che parlavano animatamente di fiori: uno era molto alto e magro, dai capelli biondo cenere  e una sciarpa a coprirgli la bocca, l’altro era piuttosto basso, con i capelli neri, e sembrava molto timido. Pero’ sembrava sentirsi a suo agio in quella situazione. 

D’un tratto Alicia, rivolgendosi a Hope, le chiese: “Ehi, aspetta, io ti ho gia’ visto da qualche parte...si’, sulla copertina di un giornale di Gossip con Harry Styles, il cantante degli One Direction!” 

“Ah, io ce l’ho vista anche piu’ di una volta con la band al completo.” aggiunse “Lei-sa-di-te” mentre rileggeva il libro terzo della Divina Commedia.

“Be’, si’, perche’ Harry e’ mio fratello!” Elena sputo’ la sua bibita non appena 

senti’ quella frase. “CoSa...?” Hope non si arrese: “Non e’ mica uno scherzo, io di cognome mi chiamo Styles, andate a vederlo sull’anagrafe! Se volete quando mi verranno a prendere vi faro’ fare degli autografi, anche se e’ un tantino impegnato negli ultimi mesi...” 

E questo era solo l’inizio, perche’ quell’estate se ne sarebbero viste delle belle!

 

TO BE CONTINUED...

Angolo Autrice: Ciao a tutti! Finalmente sono riuscita ad iniziare la storia, e mi scuso tanto con voi se i vostri OC non si sono visti molto all’azione! Vi propongo di fare una votazione di voi lettori per decidere cosa faranno i nostri personaggi nel prossimo capitolo! Oggi la scelta tra le attivita’ (che mi dovrete comunicare tramite recensione) sara’ tra: 1) Partita di pallavolo in spiaggia;

Gioco dell’assassino in casa; 3) Gara di torte in faccia.

Per ora e’ tutto,Ciao!!
Spiry

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Capitolo 3
*** Vermiglio ***


Il primo giorno passo’ in un soffio, un battito di ciglia. Dovendo trascorrere solo due settimane al campo, mi resi conto che ne rimanevano solo altri tredici da trascorrere! Ma il secondo giorno fu ancora piu’ movimentato del primo...

 

 

Vermiglio

 

 

Quella mattina, invece, mi svegliai sendondo uno strano tepore ai piedi. Aprii un occhio, poi l’altro, e mi accorsi che sul pavimento del dormitorio femminile era tracciato un pentacolo perfetto, alle cui estremita’ si trovavano le rispettive cinque candele accese. E davanti a quell’improvvisata seduta spiritica, c’era Lei-sa-di-te.

“Ma che stai facendo?!” per tutta rispota, lei si alzo’ bruscamente spegnendo le candele. “Nulla di particolare, ero solo convinta che in te si fosse rifugiata una delle cinque parti dell’anima morta di Aristotele. Vado a cercare funghi.”  

e, detto questo, usci’ immediatamente dalla stanza. Io restai li’ impalata per qualche minuto, fino a quando non mi resi conto che tutti, maschi compresi, se n’erano andati a fare colazione. 

Corsi all’impazzata verso la casa, e...sbam! ...andai a sbattere su qualcosa di molto duro. Caddi dolorosamente a terra massaggiandomi il naso sanguinante e riuscendo a malapena a scorgere la figura della persona contro chi avevo sbattuto. Speravo solo che non fosse Kendall Nutkins, o quella mattinata ne avrei viste delle belle...”Oh per tutti i gelati del mondo!! SCUSAMI!” e in un batti baleno mi trovai davanti Henry con le mani nei capelli. “Non e’ niente, tranquillo!” esclamai alzandomi e camminando verso la cucina, anche se non ci vedevo piu’ tanto bene e mi sembrava di star camminando su un materasso ad acqua. 

“Mels?” chiese Kotori uscendo da una porta, probabilmente il salotto. Poi, guardandomi bene, si mise a gridare come una pazza e a lanciarmi addosso la prima cosa che le capitasse in mano. “MALEDETTO ZOMBIE!” urlo’ scagliandosi contro di me. “BASTA!” a quel punto, caddi a terra con un tonfo non sapendo se fossi viva o morta...ma gli zombie morivano? “E’ possibile fare una colazione in pace, PER UNA VOLTA?! Sono tre ore che giocate a prendere!” era la ragazza dai capelli rosso fragola ad aver parlato, elegante come sempre. Elena, invece, non faceva altro che guardare me e Kotori in cagnesco continuando a mangiare i suoi biscotti. Hope e Kendall sghingazzavano sotto i baffi, mentre Alicia ci guardava allarmata. Dylan leg-

geva per conto suo un libro come se nulla fosse successo, e Xavier cercava di rassicurare Alicia, dicendo: “tranquilla, guarda che gli zombie veri sono molto peggio!”. Jake si riprese presto dallo shock di vedermi in quello stato, e mi diede subito qualcosa con cui disinfettare il mio schifoso naso. Solo per colpa di quell’insulso arto, avevo appena vissuto la mattina piu’movimentata dell’universo! Da non credere. 

Quando mi sedetti a tavola, Kotori si scuso, dispiaciuta, dicendo che mi aveva scambiato con uno zombie vero (in effetti da uno zombie a me non c’era tutta questa gran distanza). Solo quando tutti avevano quasi finito, mi accorsi che non avevo ancora visto da nessuna parte gli ultimi due ragazzi che parlavano di fiori la sera prima. Quando osai chiederlo, Jake mi rispose: “Non saprei, forse stanno dormendo...non potresti andarli a chiamare tu, Mels?” e cosi’, dovetti avventurarmi di nuovo nel meraviglioso mondo dell’erba innaffiata di rugiada, messa li’ appositamente per infradiciare le estremita’ del tuo povero pigiama. Ma quando arrivai al portico della villa, mi fermai di scatto: i due stavano seduti tranquillamente su di un tronco, appoggiati l’uno all’altro, il piu’ grande che cingeva le spalle al piu’ piccolo. Parlavano insieme, a volte con lunghi silenzi, altre con risa o sguardi, ed erano la coppia piu’ perfetta che avessi mai visto. 

Quando mi chiesero dove fossero al mio ritorno, dissi solo che stavano ancora dormendo ed erano parecchio stanchi. Mi sembrava un’ingiustizia interromperli in quel momento.

Ah, gia’, voi ancora non sapete ancora niente sulle regole del campo, percio’ ve le riassumero’ brevemente:

1 I maschi non possono entrare nel dormitorio delle femmine e viceversa;

2 La colazione si fa alle 9:00, il pranzo alle 13:00, e la cena alle 20:00;

3 Nessuno si puo’ allontanare dal Campo, delimitato dal perimetro boscoso, senza che nessuno gliel’abbia detto;

4 E’ tassativamente vietata qualsiasi forma di violenza nel Campo;

5 Ripulire i bagni e riordinare i dormitori periodicamente;

6 Si possono portare apparecchiature elettroniche, ma non possono essere utilizzate per piu’ di trenta minuti (e questa regola a Kotori non era piaciuta affatto).

Certo, non erano niente di speciale, ma in fondo le regole non sono mai particolarmente originali. Giusto? 

Per un attimo mi sembro’ che la stanza fosse insolitamente vuota. Ma, dopotutto, era meglio focalizzarmi sui biscotti al cioccolato che stavo ingurgitando come un cannibale. Poi, mi accorsi che la stanza era davvero vuota e che ero l’ultima ad essere rimasta in cucina (quest’ultima stava cominciando a diventare leggermente sinistra).

Mi precipitai fuori dove li vidi tutti accampati li’ seduti sull’erba bagnata, facendo incitamenti manco fossero allo stadio. Quasi tutte le femmine dice-

vano: “VAI HOPE! SIAMO TUTTE CON TEE!” mentre i maschi gridavano come forsennati: “VAI KENDALL! SPACCA TUTTO!”. Sinceramente, speravo che non si spaccasse niente o con quel ragazzo sarebbe giunto il finimondo.

Peccatto che ancora non avevo capito he diavolo stesse succedendo li’, percio’ mi avvicinai a Dylan che, come al solito, se ne stava accovacciato su un sasso con un libro in mano. “Ehm...” chiesi. “...per caso sai cosa sta succedendo qui? Sembra che lo stadio abbia cambiato sede...” lui mi guardo’, incredulo, e poi disse: “Ma come, non te lo ricordi? Oggi c’e’ la famosa gara di skateboard tra Hope e Kendall!” diventai una pianta di peperoni vivente a quella frase. “Ergh...in effetti un pesce rosso si ricorda piu’ cose, ma sai...” mi bloccai non appena vidi il libro che stava leggendo, un libro che avevo visto diverse volte in libreria, ma che non avevo mai adocchiato prima d’ora. “Cosa stai leggendo?” chiesi, curiosa. “Questo non te lo dimenticherai, vero?” scherzo’ lui tra il frastuono. Feci segno di no con la testa. “Si chiama ‘Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo’. In realta’ l’ho gia’ letto, ma mi piace talmente tanto che lo rileggo continuamente. Anche perche’ questo libro e’ un regalo che mi ha fatto mio padre, prima di morire.” sorrise tra se’ e se’ malinconicamente. Anche io piegai le labbra, ad una storia cosi’ triste. 

Venimmo interrotti un attimo dopo da Alicia (e dai suoi capelli rosa), che esclamo’: “Ah, ma da quand’e’ che ti sto cercando?! Ho pensato addirittura che ti avesse mangiata un orso!” rabbrividii, guardando verso il bosco. “Perche’, ci sono orsi nelle vicinanze?” lei fece spallucce. “Ah, chi lo sa?”

*

Hope e Kendall stavano per iniziare la sfida: avrebbero dovuto attraversare la  strada asfaltata, saltare l’ostacolo (alias il cassonetto) e tornare indietro fino alla Casa. Sembrava che entrambi avessero preso la gara un po’ troppo sul serio, poiche’ stavano sudando come pazzi e guardavano la casa come se fosse un miraggio. Si strinsero la mano con un ghigno, e si misero sulla linea di partenza, ognuno con il proprio skateboard in mano, quello di Hope arancione fluo e quello di Kendall rosso fiammante, ovvero, vermiglio.

“Appena vi diro’ via, dovrete incominciare la gara.” disse Jake con voce ferma. “Uno...”

“...due...”

“...tre....” 

“...VIA!” gridammo tutti insieme, e i concorrenti fecero uno scatto pazzesco partendo quasi paralleli. Sfrecciarono, per la strada asfaltata, fino all’ostacolo.  Hope si libro’ in aria con una leggerezza che non avevo mai visto, mentre Kendall fece un semplice salto che rischio’ di rovesciare il bidone. Poi, corsero sull’erba bagnata e d’un tratto non vidi piu’ la mia amica. Kendall era quasi arrivato al traguardo, un ghigno gia’ gli si era dipindo in faccia, fino a quando Hope non gli atterro’ davanti al naso, proprio davanti al portico: aveva 

perso la sfida. 

Un urlo esplose tra noi ragazze, e l’ultima cosa che vidi fu Kendall che stringeva i pugni per la sconfitta.

*

La giornata era trascorsa molto velocemente. Per tutto il giorno, Kotori aveva quasi costretto Xavier a disegnare un gattino versione chibi, quando lui non desiderava nient’altro di ritrarre Alicia, che non sembrava essersi accorta delle attenzioni del ragazzo. Cosa ne era unscito fuori? Alicia versione chibi. Un disegno piu’ unico che raro. 

Henry aveva provato a fare una torta di sardina fritta e banane e sembrava voler prendere Dylan come cavia (anche se quest’ultimo non lo desiderava molto). A quel punto, Kendall intervenne con un: “Ehi, perche’ non gli fai una torta a forma di libro, Mr. Ciliegia?” per tutta risposta, Dylan gli lancio’ una sardina fritta in faccia. Elena si era infilata gli auricolari e non sembrava voler avere contatti con gli esseri umani, tranne che con Lorraine (la nuova arrivata della sera prima) anche se se ne andava a fare chissa’ cosa fuori come al solito. Infine, Lei-sa-di-te se ne stava sempre sulle sue, tranne che portare continuamente funghi in casa dicendo che fossero maledetti, e che se Henry li metteva nella torta ne sarebbe uscito fuori un demone che li avrebbe portati nell’aldila’. Lui non ci credeva, naturalmente. Ma, chissa’, magari cio’ che diceva poteva essere anche vero...in ogni caso, preferivamo non farlo.

*

“Ora, giocheremo al gioco dell’assassino in casa.” fuori pioveva, avevamo appena finito la cena, ed erano le nove e mezza di sera. Mi chiedevo come fosse potuto venire in mente a Jake di farci fare un gioco simile in quella sera cosi’ sinistra. “Due di voi sono gia’ stati scelti come assassini questo pomeriggio. Gli altri sono le vittime. All’inizio del gioco verrete divisi a coppie e messi in una diversa parte della Casa. Non vi potete staccare dal vostro compagno fino alla fine del gioco, poiche’ avrete i polsi legati assieme. Dopo cinque minuti gli assassini arriveranno in pista partendo dalla soffitta, per capire il loro ruolo vi bastera’ notare che gli assassini hanno delle maschere orrende e le vittime no. In piu’, essi possono staccarsi dal proprio compagno e inseguirvi in giro per la casa, prendendovi e portandovi nel loro covo che solo loro conoscono. Il gioco termina non appena le vittime rimanenti non riescono ad uscire di casa.” disse Jake. “Domande?” nessuno disse nulla.

“Bene, ora formate le coppie.” non fui abbastanza veloce che tutti si erano abbinati gia’ da soli: Alicia e Xavier, Hope e Kendall, Dylan e Lei-sa-di-te, Kotori ed Henry, Lorraine ed Elena, i due ragazzi che parlavano di fiori. Visto che ero abbastanza indecisa, chiesi a Jake: “Ehm, siamo in tredici, io che faccio?” lui rise e mi mise con i due ragazzi. Tirai un sospiro di sollievo, credendo che mi stesse per mettere con le due “simpaticone”. 

Poi, prese dello spago e lego’ le coppie ad un polso, in modo che non si po-

tessero separare. Naturalemtne al nostro terzetto lego’ entrambi i polsi al ragazzo in mezzo, quello piu’ basso. E come tocco finale, lego’ una benda nera attorno agli occhi di tutti, portandoci in salotto. Inutile nominare il numero di capitomboli che facemmo entrando nella stanza. 

Quando ci fummo seduti, il ragazzo all’altra estremita’ del mio gruppo prese la parola: “Ma come facciamo a capire chi e’ l’assassino se e’ bendato e legato come noi? Anzi, chi sono.” sentii Lei-sa-di-te sbuffare dall’altro lato della stanza “Ma e’ logico, no?! Quando Jake li portera’ in soffitta li lberera’ da tutto, comprese queste catene” sbotto’ probabilemtne indicando lo spago con cui era legata a Dylan. 

“Ssssh! State zitti mentre siete qua!” sussurro’ Jake venendo a prendere la prossima coppia predestinata. Mi accorsi che il ragazzo legato a me tremava da capo a piedi. “Stai bene?” chiesi, ma venni zittita subito da Lei-sa-di-te.

Il silenzio veniva interrotto a tratti da Elena che diceva di non aver alcuna voglia di giocare, Kotori che esclamava cose tipo: “Quando inizia?” e il ragazzo accanto a me che rantolava. 

Qualche minuto dopo ci accorgemmo di essere rimasti solo noi. Comiciai a tremare anch’io con la paura di ritrovarmi k’assassino davanti, fino a quando Jake non ci trascino’ chissa’ dove. Poi ci slego’ la benda dagli occhi e spari’. 

Mi alzai da terra insieme agli altri due: ci trovavamo in uno spazio angusto, chiuso, e polveroso. “Oh no...io soffro di claustrofobia!” mormoro’ il ragazzo alla mia destra. “Be’, che ne dite di aprire la porta?” dissi avvicinandomi verso la maniglia. “Gia’, giusto, tanto ancora gli assassini non sono entrati in scena!” cosi’ uscimmo in un corridoio buio che terminava con delle scale. “Ehi, ma dove ci troviamo? Qui sembra di essere abbastanza in alto, dalla soffitta ci separano poche rampe...io direi di scendere al piu’ presto sotto prima che quelli ci becchino.” annuii. “Come vi chiamate?” chiesi. “Io mi chiamo Gil, lui e’ Edo. Tu?” disse quello alto con i capelli chiari, indicando quello basso e moro. “Melissa.” risposi. “Davvero? La Melissa e’ una pianta che abbiamo in giardino, mia madre la venera letteralmente. E’ un bel nome, complimenti.” disse Gil. Arrossii, cercando di scendere le scale.

Dopo qualche ruzzolamento in tre, riuscimmo a fare la prima rampa. La tensione aumentava mentre passavano i minuti, fino a quando non sentimmo uno scricchiolio provenire da sopra: gli assassini erano arrivati. Mi lanciai di sotto con un grido, facendo cadere i miei compagni, fino ad arrivare al piano terra. Ci rialzammo, sfiancati. Nell’aria si sentiva qualcosa di strano.

“Ehm, ma perche’ non si sente piu’ alcun rumore?” chiese Gil. Ci accorgemmo con orrore che quello era vero. E la porta davanti alla rampa si apri’, molto lentamente. Oh, no. Dissi tra me e me. Ci beccheranno...

Sbam! Mi arrivo’ addosso qualcosa che mando’ tutti e tre contro il sottoscala. 

“Cosa?” chiesi intontita. Guardai davanti a me e vidi Elena, con la faccia piu’ spaventata che mai rannicchiata con noi nel cunicolo, mettendosi un dito sul-

le labbra. Neanche un’attrice avrebbe recitato una parte simile cosi’ bene.

L’assassino sali’ le scale. Un passo, due...e dov’era il tre? Si e’ fermato. 

Sentii mugolare un: “No...” di Edo, rannicchiato sul petto di Gil. 

E poi, una voce a me conosciuta, sussurro’: “Siete cadute nella mia tela, stupide mosche...”

 

ANGOLO AUTRICE: Spero di non essere uccisa con questo ritardo ^^”

Mandatemi pure in qualsiasi Arena, Fossa dei Leoni che riuscite a trovare!

Il gioco dell’assassino continuera’ nel prossimo capitolo, che cerchero’ di iniziare in fretta, spero comunque che questa volta abbiate visto un po’ di piu’ i vostri OC all’azione, la loro reazione al gioco dell’assassino sara’ molto piu’ chiara nel prossimo aggiornamento. Non perite, per favore!! 

Ho messo le regole del Campo per richiesta di Bambi Loo, non soffermatevi troppo se non ci vedete qualcosa di fondamentale perche’ non ho una grande esperienza con campeggi, campi, ecc.

Ringrazio infinitasmente tutti voi, ovvero meme_97, Bambi Loo, MrsTommo02, GiulyDirectioner2002, popcornandlove, iloveariana, chiaraHazza2002, Sf_bng, Mrs_Jackson_98, e...penso siate tutte XD

Alla prossima!

Ps: il demone che dovrebbe apparire dalla torta e' questo XD: http://avas-demon.wikia.com/wiki/Pedri_Nanezgani

Spiry

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Capitolo 4
*** Arancio ***


Penso di essermi fermata ad un punto alquanto critico...be’, forse sono una delle 8.234.589.153 persone che lo fanno costantemente al mondo...be’, torniamo in un polveroso sottoscala, con sopra chi ci voleva morti e con sotto delle vere e proprie mosche in ragnatela...

 

 

Arancio

 

SBAM! Feci appena in tempo a spostarmi prima che il corpo dell’assassino cadesse inerme al suolo, rischiando di murarmi li’ dentro per i prossimi cinquant’anni. 

Subito dopo sentii quyalcuno che mi tirava violentemente verso il corridoio e in un attimo la vista del sottoscala spari’, sostituendosi a quella della cucina. Mi alzai rapidamente dalle fredde mattonelle bianche oper ritrovarmi faccia a faccia con -quasi non ci credevo che fosse stata lei a salvarci- Elena Normatt. 

“CoSa...?” chiesi facendo la faccia di uno stoccafisso scioccato. La sua, invece, sembrava piu’ quella di un gladiatore preoccupato, con il trucco nero e cupo che le cerchiava gli occhi e le guance che avevano perso il solito color rosa da lei detestato. 

“Non imitarmi quando mi accorgo che una qui presente persona ha una relazione con un cantante del gruppo che odio”, disse con voce fredda e piatta. Sembrava ci avesse messo tutti nel congelatore talmente era ghiacciata...

“Ehi, be’, non so come dirtelo, ma ti ringrazio per averci salvata” mormorai come una stupida. Lei non rispose e si volto’ dall’altra parte. “Voi umane siete proprio una palla al piede” sbotto’. Solo in quel momento mi accorsi di una cosa: mi voltai verso Edo e mi accorsi che stava tremando fissandosi il polso destro. “Cosa c’e’?” chiesi avvicinandomi lentamente a lui. E poi lo vidi. 

Gil non c’era piu’.

 

*

Era da cinque minuti che tutti ce ne stavamo seduti in cucina senza sapere minimamente cosa fare. L’assassino, o meglio, gli assassini non si erano piu’ fatti vedere dopo la faccenda del sottoscala. 

Poco prima avevo scoperto l’oggetto con cui era stato colpito il nostro inseguitore, notando il piede scalzo di Elena: la sua scarpa. Il che mi faceva pensare il peggio per colui che era stato colpito, essendo cosparse di borchie e con una zeppa altissima senza dubbio piuttosto dura. 

Cio’ che mi riscosse dai miei pensieri fu la voce di Xavier, naturalmente anco-

ra attaccato ad Alicia, sistematosi in pieidi davanti al tavolo. 

“Ragazzi, non possiamo starcene qui con le mani in mano, dobbiamo trovare un modo per farla pagare a quei due che si sono portati via i nostri compagn-” venne bruscamente interrotto da una Lorraine che si guardava le unghie: “...questo e’ l’incitamento piu’ banale che abbia mai sentito in vita mia” disse con un tono di voce che, anche se calmo, avrebbe fatto perdere la pazienza al piu’ tranquillo dei professori. Infatti, l’espressione di Xavier cambio’ immediatamente da decisa alla modalita’ “incavolato nerissimo”. 

“Senti, non so cosa tu voglia fare, ma se la tua idea e’ di startene qui seduta a pensare quanto sia esiliarante prendersi gioco dei propri compagni di Campo, dico che tu te ne potresti restare qui con i piedi incollati al pavimento per una mezza era!” grido’ a denti stretti. Alicia gli mise una mano sulla spalla con fare conciliatorio, e lui subito si calmo’. 

“A parte che di esiliarante l’unica cosa che c’e’ qui e’ la giapponesina-nerd-fissata (ed esiliarante e’ una parola grossa), poi se qualcuno di voi vuole incominciare a fare qualcosa, be’, si mobiliti. E io, viste le vostre ancora piu’ fantastiche proposte senza sonoro non ho alcuna intenzione di farne parte.”

detto questo, si alzo’ rapidamente dalla sua sedia e si diresse verso la porta.

Cerco’ di aprirla, una, due, tre volte. Niente, non si apriva. 

“Stai cercando queste?” mi voltai verso Kendall: fissava Lorraine con sguardo malizioso e teneva in bilico le chiavi della cucina sull’indice destro. Lei lo guardo’ in cagnesco. “Non c’e’ bisogno che tu faccia quella faccina arrabbiata, tesoro” ora a guardarlo in cagnesco era anche Hope, “E comunque se te ne vuoi uscire a telefonare alle tue care uniche amichette sei fuori strada; la porta principale e’ chiusa a chiave. Sarebbe utile che tu ci aiutassi a trovarla se non vuoi che il tuo cellulare non faccia un bel viaggetto nel cesso assieme al tuo diario.”

A quelle parole Lorraine divento’ verde. 

“Collaborero’”, disse.

*

“Bene, quindi noi dodici, ovvero io, Hope, Kendall, Alicia, Kotori, Lorraine, Henry, Melissa, Edo ed Elena siamo gli unici rimasti. Su questo foglio ci sono tutti i nomi dei partecipanti di cui quelli che non sono con noi gia’ cancellati. Per me gli assassini devono essere Dylan e Vanessa essendo gli unici a non essersi fatti vivi fino ad ora. Comunque, ho un piano”, molti di noi si scambiarono sguardi preoccupati ai nomi dei presunti assassini, prima che Xavier continuasse il suo annuncio, “Gli assassini sono messi nel gioco per fare la figura degli antagonisti, gia’, ma soprattutto per spaventarci, no?”

“Bravo, hai scoperto l’acqua calda.” disse Lorraine, subito bloccata dallo sguardo intimidatorio di Kendall. “Percio’ che ne dite se diventassimo noi coloro che devono spaventarli? Mentre qualcuno va a cercare la chiave in giro per la casa, noialtri ce ne stiamo qui nella nostra ‘fortezza’ (alias la cuci-

na) a far andare un po’ fuori di senno quei due. Avete qualche proposta del modo in cui li faremo impazzire?” chiese Xavier. In mezzo al gruppo, si alzo’ timidamente la mano lentigginosa di Henry, “Io avrei delle torte conservate di nascosto nei cassetti qui intorno...io e Jake volevamo utilizzarle per fare una battaglia di torte, ma essendo immangiabili penso che meritino una morte piu’ dignitosa finendo in faccia a chiunque siano i nostri inseguitori”, moprmoro’ timidamente. “Perfetto! Con le armi siamo gia’ a buon punto, avete qualcos’altro?” questa volta fu Kotori ad alzare la mano: “Ho portato una decina di nerf di The Walking Dead, un paio della Marvel e altri cinque sulle cose pupazzose!” esclamo’ tirando fuori una cassa con sopra appiccicati un migliaio di adesivi. 

Alla fine, ne venne fuori questo: Lorraine e Xavier sarebbero andati in giro per la casa a cercare la chiave, mentre i rimanenti sarebbero rimasti in un area pressocche’ circondante la cucina e comprendente il salotto e un bagno. 

Non appena si sarebbero colti dei segnali della vicinanza degli assassini, sarebbe partita una zaffata di Heavy Metal ad alto volume, piu’ canzoni piene di bassi e strilli che avrebbero gestito Alicia ed Elena. Gli altri si sarebbero messi in diverse postazioni con tanto di nerf caricati di limonata extra-acid e orzata di Elena (Hope, Kendall, Kotori), e torte immangiabili (io, Edo, Henry), allo scopo di “intrattenere” gli assassini nel caso si fossero presentati. Inoltre Kotori aveva sintonizzato i nostri cellulari in qualche vario modo e distribuiti nella casa. Appena avrebbero captato un qualunque rumore vicino a loro, avrebbero cominciato ad emettere versi grotteschi e paurosi che avrebbero condotto i poveretti verso la ‘fortezza’ delle vittime. Be’, se vittime si potevano  ancora chiamare, ora. 

*

“Dimmi una cosa...”  chiesi ad Henry mentre attendevamo le nuove vittime del gioco dietro al tavolo della cucina. “...a che gusto sono quelle torte?” 

Lui sghignazzo’, “Un paio sono alla banana e acciughe, una al cavolo, al cioccolato e ai broccoli, un’altra al cetriolo, al limone e alla panna con sopra le scaglie di trota...insomma, robe cosi’”, disse sorridendo tra se’ e se’.

SSSSH!” lo zitti’ bruscamente Elena leggendo un libro sui misteri. Sembrava che avesse preso fin troppo sul serio quel gioco, essendo passata dal disinteresse totale alla combattivita’ piu’ assoluta. 

Edo era meno terrorizzato di prima, anche se tremava ancora. Sembrava che Gil gli mancasse molto. Alicia non aveva granche’ da parlare con Elena, poiche’ quest’ultima la zittiva continuamente. Lei, invece, avvertiva molto la mancanza di Xavier. 

Tic Toc Tic Toc ...m’immobilizai. C’era qualcuno che camminava in punta di piedi in corridoio. Anche gli altri sembravano essersene accorti, a giudicare dalle loro espressioni preoccupate. Elena sollevo’ tre dita della mano. 

“Tre...” Edo strinse i lembi della maglietta di Henry piu’ forte che poteva.

“...due...” 

“...uno...” presi la torta alla banana e acciughe, pronta a scagliarla a chiunque avesse attraversato il corridoio. 

“ADDOSSO!” grido’ Elena.

“SFONDIAMO I CIELI CON I NOSTRI NERF!” urlo’ Kotori.

Una pioggia di torte e una cascata di orzata e limonata si addossarono sulla persona nel corridoio, seguite da una serie di note velocissime su chitarra elettrica e le esclamazioni dei cantanti. “AMMAZZIAMOLI!!” gridai.

“BASTA, BASTA! PER ZEUS, BASTA!” ci fermammo tutti, e la torta all’arancia e broccoli mi cadde dalle mani spiaccicandosi a terra con un indegnoso split.

Dal corridoio spunto’ Dylan, paonazzo, bagnato e ‘tortato’ fino al midollo. 

“MA CHE STATE FACENDO, SI PUO’ SAPERE?!” grido’. 

“Ma quindi tu non sei l’assassino!” esclamo’ Alicia scandalizzata. “E noi che avevamo programmato tutto cosi’ bene...” 

“Be’, avete scoperto che il vostro piano funziona! No, io e Vanessa non siamo affatto gli assassini, posso giurarlo su tutti i libri fantasy che abbia mai letto!” ci guardammo tra di noi con aria confusa. Cominciavo a non provare piu’ tanta confidenza con tutti coloro che mi circondavano. “L’assassino dev’essere uno di voi. Lei non e’ di certo, e’ solo rimasta di sopra a cercare la chiave in soffitta. E...ma perche’ nessuno di voi e’ in coppia?” in effetti ormai tutti si erano slegati lo spago daio polsi, me compresa. Tanto, ormai, che diavolo di senso aveva?

*

Terrore, ecco cos’era caduto su di noi. E incapacita’ di riorganizzarci. Gia’, perche’ ora cosa potevamo fare se ognuno di noi poteva essere l’assassino?

Dylan era stato aiutato da Alicia a togliersi di dosso tutta quella glassa, pan di spagna e bagnato che aveva addosso, e ora non sembrava piu’ una torta ambulante, anche se la somiglianza rimaneva.

Eravamo di nuovo in cucina, tutti staccati da tutti e diffidenti perfino delle proprie scarpe. D’un tratto sentimmo un rumore: proveniva da sopra, ed erano delle grida d’aiuto, insieme alle assi che scricchiolavano e ai versi emessi dai cellulari. Alicia fu la prima a parlare: 

Andiamo a prenderci la chiave”.

*

I piccoli rumori ad ogni passo della nostra comitiva erano agghiaccianti. Senza contare che erano quasi le dieci di sera e nessun altro rumore era piu’ uscito dalla soffitta. 

Ognuno di noi si era portato un nerf in mano ‘per prevenzione’, ed eravamo arrivati al terzo piano quando Dylan si blocco’. Ando’ cautamente verso una porta alla nostra destra, con i nostri occhi puntati su ogni suo minimo movimento. Poi la apri’. Dentro non c’era nulla, tranne che un grosso pentacolo disegnato perfettamente sul pavimento con una candela su ogni 

suo vertice. “Questa e’ la stanza dove ho lasciato Vanessa. All’inizio ho insistito che venisse con me, ma lei e’ stata irremovibile. Diceva che loro l’avrebbero aiutata a trovare la chiave” mormoro’, gli occhi persi nel vuoto.

“Ma loro chi?” chiesi istintivamente. Lui si limito’ a scuotere la testa. “Non ne ho idea”. 

Dopodiche’ decidemmo di dividerci: Dylan e Alicia avrebbero cercato Lorraine, Xavier e Vanessa, mentre noialtri saremmo restati in quella ‘simpatica’ stanza, stando bene all’erta. 

Erano passati circa venti minuti, quando Elena, Kotori ed Henry decisero di andare a vedere dove fossero finiti gli ultimi andati via. “Ragazzi, ci stiamo decimando...” disse Hope stringendo la mano di Kendall. Ora erano le dieci e mezza. E nella stanza eravamo rimasti solo loro due, io ed Edo. Gli altri non accennavano a comparire. 

*

Prima sentimmo delle grida, poi dei passi frenetici sulle scale. Pochi secondi dopo la porta si spalanco’, facendo uscire una Kotori terrorizzata e con gli occhiali che le pendevano da un orecchio. “Elena ed Henry sono scomparsi! Ho sentito delle grida ed era tutto buio, poi ho trovato le scale e sono scesa qui da voi.” Edo mugolo’ un “Lo sapevo”, e Kendall scatto’ in piedi. 

“Basta, saliamo sopra. Prima o poi si dovra’ capire dove diavolo sono finiti” disse con decisione uscendo. Noi lo seguimmo a ruota. 

Ora eravamo in soffitta e non c’era anima viva li’ dentro. “State calmi, e cercate quel maledetto aggeggio” sussurro’ lo sportivo riferendosi alla tanto sospirata chiave. Hope vide un bagliore provenire dalla finestra. “Cosa diavolo...” mormoro’ prima di accorgersi di aver appena trovato cio’ che tutti stavano cercando; la chiave era appesa ad un ramo esile dell’albero vicino alla finestra “ECCOLA!” grido’ afferrandola e correndo verso la porta. 

SBAM! Hope sbatte’ violentamente una nasata contro il buio. La porta era chiusa.

*

Si sentivano passettini dappertutto, e una marea di colpi concitati. Eravamo paralizzati dalla paura, con Hope svenuta e a terra, la chiave ancora scomparsa e i versi dei cellulari che non accennavano a smettere neanche un po’. Esprimi il tuo ultimo desiderio! Mi dissi cercando di essere un minimo ironica in quella situazione. Poi vidi una maschera orripilante alla luce della Luna che ci scrutava e veniva verso di noi. Kotori si lancio’ addosso alla figura, strappandogliela dal volto.

Konichiwa mia cara Elina Normett!” ghigno’ sbagliando il nome e cominciando a spruzzare d’orzata il corsetto dell’assassina. “Avevo sempre pensato che fossi tu!” 

Qualcuno mi si butto’ addosso, rendendomi conto di chi fosse la seconda antagonista della serata. Cercai di rialzarmi, ma venni colpita con un pugno e 

poi brutalmente trascinata verso il loro covo. SBAM! Dopo quell’altro colpo sentii mollare la presa sulle mie caviglie e un “Penso che il water sara’ contento di ospitare il tuo inutile diario” probabilmente di Kendall. 

“VIA DI QUI!” grido’ Kotori correndo all’impazzata verso le scale. Mi alzai malamente e inciampai un paio di volte prima di poter raggiungere le scale, che non mi risparmiarono una decina di sbucciature in tutto il corpo. 

In pochi secondi ci ritrovammo tutti e cinque, con Hope in braccio a Kendall e un Edo uscito dall’Inferno che se non era ancora svenuto lo stava per fare, davanti alla porta di casa. 

“APRI, DANNAZZIONE, APRI!” mi grido’ il ragazzo piu’ grande lanciandomi le chiavi in mano. L’oggetto mi scivolo’ un paio di volte dalle mani prima di entrare nella serratura. Tra gli ‘APRI!’ di Kendall, i rumori provenienti da sopra e Kotori che sparava orzata al buio la porta sembrava quasi non volersi aprire. Scivolai in avanti e caddi sul prato, sentendo la rugiada accarezzarmi le guance. Eravamo fuori. 

*

Cosa successe dopo? Be’, in breve, Jake ando’ a ‘liberare’ tutte le vittime catturate. Non potete neanche immaginare cosa ci fu non appena ci riunimmo con loro: Xavier chiedeva ad Alicia “Stai bene?” ogni due secondi, Kotori spruzzava gli ultimi arrivati fino a renderli fradici fino al midollo, Henry dichiaro’ di voler andare a pulire personalmente da cima a fondo il dolce disastro in cucina e dare la buona notte alle poche torte rimaste, Dylan fece un interrogatorio vero e proprio a Vanessa sui vari avvenimenti, dicendo che voleva scrivere un libro su tutto cio’ che era successo, Lorraine era andata a cercare il suo diario, trovandolo miracolosamente intatto, Elena sbuffava continuamente un “E ti pareva che perdevamo”, ed Edo e Gil erano andati nel dormitorio mano nella mano. Kendall non aveva voluto mollare Hope neanche quando lei l’aveva minacciato di non rivolgergli piu’ la parola per il resto della vacanza. Qualcuno diceva addirittura di averlo visto baciarla prima  di andare a dormire. Io? Be’, semplicemente me ne andai a dormire con la maglietta zuppa di orzata, dopo la nottata piu’ eccitante che avessi mai vissuto.

 

ANGOLO AUTRICE: Ritornata! Evviva, sono riuscita a scriverlo, finalmente. Spero che la ghigliottina non mi attenda dopo un aggiornamento cosi’ tardo, soprattutto sviluppatosi da un punto cosi’ cruciale(?)

Anyway, vi amo :)

Spiry

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