ZOmbieland

di Fantasia_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Zombieland l'inizio ***
Capitolo 2: *** ZOmbieland 2 ***
Capitolo 3: *** la fine del viaggio ***



Capitolo 1
*** Zombieland l'inizio ***


   Zombieland:


- Finalmente è finita la scuola- disse sbadiglisndo tra se e se Sonia mentre era distesaa sul sul suo letto matrimoniale. Selene, una ragazza di 17 anni stava, dopo essersi alzata, guardando fuori dall'unica finestra 

di camera sua; dalla sua finestra si riusciva a vedere solamente il giardino sottostante e la casa accanto oltre al bellissimo sole che splendeva in alto nel cielo. Quella era una bellissima giornata di sole caldo e 

Selene come faceva sempre quando trovava la tapparella su l'abbassava tornando poi a distendersi sul letto; lei non sapeva però che le sue belle giornate sarebbero finite di li a poco. 
-Alzati che siamo in ritardo- le urlò sua madre poco dopo ricordandole che stava per ricominciare quello che lei chiamava Inferno. Quel giorno Selene sapeva che sarebbe partita per una vacanza in campeggio 

e anche se non aveva per niente voglia di andarci alla fine si alzò e si preparò. Durante le molte ore di tragitto che le aspettavano lei decise di ammazzare il tempo leggendo un libro, ascoltando la musica e 

guardandosi film horror ma quando furono quasi arrivate sua madre le disse -vedrai che ti divertirai-; sua figlia non la stava ascoltando in quel momento, era troppo impegnata ad ascoltarsi la musica e a 

guardree fuori dal finestrino. Quando arrivarono erano le 18; Selene era scesa dalla macchina con i suoi bagagli e si era avviata verso lo squallido edificio. Selene era vestita con una maglia scollata color beige, 

portava dei leggin color nero pece e degli stivali da cowboy in color bianco osso caratterizzati da un piccolo tacco, decisamente inadatta a quel posto deserto e dismesso. Non appena entrò non trovò altro che 

un mucchio di letti accatastati vicini aventi per ognuno una o due borse sotto di essi; le pareti erano tutte rovinate e per terra c'erano dei graffi di unghie e macchie di sangue di varie dimensioni. Selene pensò di 

essere capitata in un film dell'orrore ma fu solamente quando uscì all'aperto che notò la scritta Zombieland nascosta dietro un cespuglio. Sua madre aveva preferito non dirle che l'aveva portata in un campeggio 

a tema zombie; non voleva rovinarle la sorpresa. Selene dato che non trovava nessuno in quello stupido campeggio decise di andare verso il lago che si trovava li vicino; non appena arrivò si sedette e si rimise 

la musica nelle orecchie. Il tempo passava e ancora non aveva visto nessuno quando da dietro le spalle della ragazza comparve uno zombie: era finto ma lei questo ancora non lo sapeva. Silenziosamente le si 

avvicinò da dietro e non appena le mise una mano sulla spalla lei gliela prese e lo spinse con tutta la sua forza nel lago; da subito si spostò una cuffia poi si avvicinò lentamente per vedere chi o che cosa fosse. 

Non appena il mal capitato riuscì ad alzarsi e a uscire le disse -cavolo, hai una forza micidiale ragazza- -ma sei pazzo a fare una cosa del genere?! potevo farti del male- gli urlò contro lei -è un campeggio a 

tema zombie, che cosa ti aspettavi che ti venissi in contro e ti dicessi ciao?- -aspetta cosa?!- gli chiese lei poco dopo stupefatta -che c'è, non lo sapevi?- -diamine no, sono apppena arrivata- -beh allora 

benvenuta a Zombieland- lei lo squadrò male ma poi lo seguì; lui finché aspettavano che gli altri arrivassero le fece vedere il suo letto e le spiegò tutto, le spiegò di come ci si alzava a qualunque ora e di come si 

facessero giochi a qualunque ora del giorno e della sera ma soprattutto l'avvertì di non entrare mai di notte fonda nella foresta -perché ci sono degli esseri cattivi che mi possono mangiare?- le disse lei 

scherzando -a parte gli scherzi, no davvero, non ci entrare, ci sono veramente degli esseri pericolosi li dentro e si chiamano animali- poi lei andò a farsi una doccia e a cambiarsi per mettere qualcosa di più 

comodo. Selene non credeva molto a ciò che diceva sugli animali nel bosco, dato che sapeva molto bene grazie a internet che in quella zona non ce n'erano più stati da anni a causa di una malattia, così quella 

stessa sera sgattaiolo vestita in colori militari e scarponi via dal campo per inoltrarsi nel fitto bosco.

Stava camminando oramai da ore nella fitta vegetazione e non era ancora riuscita a scoprire nulla sul perchè non volessero che si inoltrassero li ma dopo poco che fece altri due tre passi sentì da molto lontano 

dei brusii; decise allora di avvicinarsi il più possibile senza fare rumore per capirne di più e scoprì che quel campeggio nascondeva di più in esso. Selene riuscì a vedere dei macchinari e degli scienzati che 

facevano avanti e indietro trasportando cani, uccelli e pesci; lei naturalmente non ci capì molto se non che facevano esperimenti su di loro. La ragazza vide che li immergevano in una vasca di melma nera, come 

quella cui si trovava davanti lei. -State attenti!- stava urlando uno di loro agli altri; successivamente si spostò, assieme a un addetto, verso il nascondiglio di Selene, allontanandosi così dagli altri lavoratori; lei 

non appena lo vide prese fiato e si buttò dentro la pozza nera. -Perché questa pozza non è attiva?- chiese notando che non emetteva bolle come le altre - riscaldatela e fatelo in fretta, deve arrivare sui 200 

gradi- -si signore- disse uno di loro correndo a prendere una pompa; erano passati oramai vari minuti da quando Selene si era nascosta e ancora non era uscita da li, stava iniziando a soffocare quando sentì 

che chiunque le si era avvicinato si era deciso ad allontanarsi. In quel prciso istante la ragazza uscì con la testa per riprendere fiato; nel farlo non si era fatta notare ma pochi minuti dopo dovette ritornare sotto a 

causa del ritorno di quell'altro con la pompa. -Devo trovare un modo per uscire di qui o morirò bruciata- pensò finchè l'uomo immergeva il tubo e aspettava tranquillamente li accanto; passarono alcuni minuti, 

la melma era diventata calda per Selene, iniziò a bruciarle inizialmente sulla testa e sulla gola poi sulle braccia e poi sul resto del corpo. Avrebbe voluto gridare, dimenarsi per il bruciore ma non si mosse ne aprì 

bocca; resistette a lungo sotto quella melma nera finché non iniziò a finire l'aria. -Hanry!- chiamò una voce da fuori -si- rispose - -ti vuole Dan-che cos'avrà adesso- disse seccato mentre si allontanava. Non 

appena Selene sentì dei tonfi riuscì con la testa: la sua intuizione era giusta, lui si era allontanato. Uscì subito senza farsi notare poi corse dritta verso il campo base lasciandosi dietro le sue orme e una puzza 

incredibile di bruciato. Quando tornò era ricoperta di nero e presentava qualche bruciatura qua e la così, finché tutti erano al lago decise di entrare di soppiatto nell'edificio. 

-Ah!- stava urlando una ragazza da dentro le camere; tutti rientrarono così a controllare cosa stesse succedendo e trovarono Selene avvolta in un melma nera puzzolente mentre aveva le mani sulle spalle di 

Josephine, una ragazzina di appena 12 anni. -Selene - disse Jonny riconoscendo la compagna di classe -hai rovinato il trucco- le rispose lei come scusa - si può sapere cosa sta succedendo?- chiese un 

animatore ma non appena si avvicinò alle ragazze esclamò -o mio dio, ma che cos'è questa puzza!- - colpa mia- disse Selene alzando le mani -spero tu abbia un ottima spiegazione per questo- gli disse di 

rimando Andy.

Selene era nell'ufficio di Dan, le avevano impartito di aspettarlo seduta su di una sedia dopo essersi tolta la maggior parte della melma appiccicosa e puzzolente che aveva addosso;  quando entrò era infuriato. 

Dan portava degli occhiali, era calvo e snello, portava una  camicia a quadri color giallo canarino con dei pantaloni color marrone e delle scarpe molto eleganti color nero; lei lo riconobbe subito: era colui che 

aveva dato l'ordine di riscaldare la vasca. -Volevo solo spaventarla, così mi sono ricoperta di questa melma puzzolente, me l'ha passata un mio vecchio amico anni fa ma io l'ho migliorata- lui d'apprima la 

osservò poi prese a dirle -beh ci sei riuscita- poi si alzò, chiamò la segretaria Mary e le disse sottovoce - assegni qualcuno alla ragazza e mi avvisi se ci sono cambiamenti- ; lui aveva capito tutto e Selene se 

n'era accorta, ora avrebbe dovuto prestare molta più attenzione a ciò che sarebbe successo.

Passarono alcune settimane e Selene decise di restarsene tranquilla: sapeva che era tenuta sempre sotto controllo sia di giorno che di notte da qualcuno.  
L'ultimo giorno della 17 settimana Selene decise di tornare a controllare un'altra volta così di mattina dopo essersi alzata e vestita mentre tutti andavano in bagno fece finta di stare male e disse -vado in bagno, 

non mi sento molto bene- -vedi di non metterci tanto - le rispose Susi, una delle animatrici che la seguivano -invece credo che ci metterò parecchio- poi scappò velocemente in bagno e non appena chiuse la 

porta la bloccò con uno stuzzicadenti che aveva preso giorni prima; subito dopo sgattaiolò fuori dall'unica piccola finestrella che c'era.
Non appena fu fuori corse dritta verso il bosco senza mai fermarsi. Ci mise un po' a ritrovare la strada e il posto dell'ultima volta e non appena ci riuscì notò che il posto era vuoto; le pozze erano state svuotate 

e i macchinari scomparsi. Non era rimasto più nulla e fu solo grazie al rumore di alcuni animali che lei riuscì a trovare la porta di un edificio; essa era ricoperta dalla vegetazione e controllata da due telecamere. 

Selene controllò subito se ci fosse una seconda via d'entrata ma l'unico buco che trovò era una finestrella. La ragazza entrò e subito dopo si ritrovò davanti ad alcune bestie; a prima vista sembravano dei cani 

ma non lo erano più. Lei controllò con gli occhi se ci fosse una via di uscita ma per sua sfortuna era dall'altra parte della stanza. Dovette passare in mezzo a quelle bestie che si muovevano annusando e 

sbavando di qua e di la così coraggiosamente e lentamente si avviò; era quasi arrivata ed era andato tutto miracolosamente bene finché a due passi dal buco d'uscita una di quelle bestie non griò la sua enorme 

testa. Selene mentre vide l'animale spostarsi stette ferma ed evitò di respirare; lui le stava girando in torno da minuti, come se non riuscisse a trovarla. Il cane stava sbavando e a Selene questo non piacque 

tanto; sembrava tutto tranquillo e così decise di spostarsi. Fece tutto tranquillamente, aveva ancora del tempo ma all'ultimo toccò per sbaglio con la gamba la bocca dell'essere attirando così la sua attenzione; 

-bleah- riuscì solo a dire schifata mentre lui abbaiava sparando saliva ovunque. Selene decise all'ora di correre verso l'uscita ma quando ci fu davanti la scoprì chiusa; era di nuovo in trappola e ora non aveva 

scampo, era bloccata davanti a quel coso che continuava a far rumore poi capì: il rumore. Si spostò dietro la piccola porta attirando il cane; stava abbaiando da un po' e finalmente qualche secondo dopo la 

fessura venne aperta. Quella che prima era un piccola fessura si era trasformata ora in una grande porta; essa rimase aperta fin tanto che, quell'unica persona che per caso passava di li, tentò di far tacere quel 

rumore fastidioso. Selene colse l'occasione per andarsene e uscì chiudendo l'uomo dentro; venne sbranato poco dopo e l'unica cosa che si sentì furono delle grida che echeggiarono per tutto il corridoio cui le 

ora si trovava davanti. 

Nel frattempo al campo, Susi si era insospettita nel non rivedere la ragazza uscire così incominciò a bussare contro di essa e a chiamare -Selene?- senza aver alcuna risposta; tutti avevano da tempo finito di 

fare colazione ed erano fuori a giocare in acqua quando uno di loro disse urlando eccitato - guardate, un cane!- -non è possibile - fu la risposta di un altro; eppure un cane c'era ed era tutto sporco di sangue. 

Era un cucciolo di rot vailer, all'apparenza era così carino e molti si avvicinarono a lui circondandolo di coccole e affetto; non tutti però si fidarono e impauriti da ciò si allontanarono portando con se gli amici. 

Dopo poco che alcuni ragazzi/e si erano rintanati in camera da letto, in cui prima avevano mangiato, il cane addentò uno di loro e gli staccò due dita; tutti coloro che prima gli erano attorno scapparono via 

senza voltarsi. Il cane poco dopo mollò le dita sull'erba e iniziò a rincorrere tutti uno alla volta; ad alcuni staccò un braccio o un piede mentre altri se la cavarono solo con qualche graffio. Alcuni si erano rifugiati 

su di un tetto mentre altri in acqua finendo successivamente per sparire misteriosamente sotto di essa. Jonny, che era assieme al gruppo che prima si era rifugiato nel vecchio edificio, vide tutto quanto; bloccò 

subito la porta con due letti e qualche comodino. Susi in tanto aveva appena capito che qualcosa nel bagno non quadrava, non le importava di cosa succedesse fuori, le avevano dato il compito di sorvegliare la 

ragazza e sapeva che cosa le sarebbe successo se l'avesse persa; da subito tentò di aprire la porta inutilmente poi, con un calcio la sfondò mostrando in fine la stanza vuota. Nel campeggio si era diffuso il 

panico mentre alcuni degli animatori compreso Dan erano spariti per questioni più urgenti.

Selene, nonostante avesse combinato un casino, andò ad esplorare il posto; non sapeva che nel momento in cui aveva chiuso la porta, l'uomo aveva cercato di scappare rompendo in fine accidentalmente la 

finestra da cui lei era entrata liberando così le bestie. Selene non sapeva dove stava andando a causa degli infiniti incroci e cunicoli che incontrava; andava a caso e finì così per sbucare in molte sale. Fin che 

andava notò che tutto era tapezzato di bianco tranne i contorni delle porte che avevano un trafiletto nero sul bordo.  La prima stanza in cui si trovò fu la sala da pranzo: era interamente di bianco e spatté più 

volte contro i tavoli e le sedie che erano posti in essa, la seconda fu la sala per l'allenamento: era diversamente da tutto ciò che aveva visto sino ad ora all'aria aperta; essa aveva un finto prato verde che in 

alcuni punti era segnato da delle macchie di sangue. Sparsi in essa vi erano delle attrezzature per allenarsi come per esempio i sacchi da box. Infine Selene si ritrovò nelle camere da letto: erano diversamente 

tappezzate con disegni o foto sul muro; ce ne fu una in particolare che lei guardò. Essa aveva sul muro vari disegni di One piece e Naruto in bianco e nero. Le stanze erano comuni, avevano tre letti a castello 

uno sopra l'altro incastrati in un angolo e vicini ad altri che erano piazzati a pochi centimetri; nel complesso sembrava il dormitorio del vecchio edificio. Passò avanti e dopo molti metri riuscì a scorgere una 

stanza su cui era scritto SPOGLIATOIO; entrò e trovò curiosando tra i vari armadietti dei jeans corti e una felpa nera. Quando uscì indosssava le sue all star con stampata sopra la bandiera dell'America, i 

jeans corti, la felpa sotto cui sotto portava il suo reggiseno di pizzo bianco e dei piccoli guanti neri da gangstar. Più avanti la ragazza trovò la sala controllo; si fermò di colpo perché sentì che dentro c'erano 

delle voci - non vedo l'ora di uscire di qui- disse uno di loro -già, qua è insopportabile, il cibo è uno schifo- -Al qui tutto è uno schifo tranne le belle ragazze che vengono addestrate qua-  gli rispose un suo 

collega ridendo mentre si alzava dalla sedia - io vado a prendere una boccata d'aria, qualcuno vuole venire?- aggiunse in fine -si certo una boccata d'aria, come no, dai fai in fretta- gli rispose Al subito mentre 

altri ridevano; Selene si era nascosta dentro uno stretto armadietto che era appostato non molto lontano mentre sentiva l'uomo avvicinarsi sempre di più; non fiatò ne si mosse da li quando si ritrovò l'uomo 

davanti. Lei, pochi istanti dopo, notò un buco sulla porta, le arrivava all'altezza delle mutande ma non si interessò molto ad esso; riuscì a notare che colui che si trovava di fronte era un uomo sulla ventina, era 

molto bello e muscoloso, aveva dei capelli marroni corti e portava un etichetta sopra la divisa da lavoro con su scritto Dalton. Nel mentre lui prese dalla tasca una busta di plastica, si sbottonò i pantaloni e se la 

infilò come fosse un profilattico; in seguito si appoggiò al buco. Selene per sua fortuna era ignorante su queste cose perciò stesse ferma e zitta mentre lui si faceva una sega su di lei. Dalton non sospettava 

neanche lontanamente  che dentro ci fosse la ragazza, era troppo preso nel fare altro. Selene da prima sentì qualcosa entrare nella piccola fessura, poi se la sentì addosso. Dalton aveva incominciato dopo 

qualche minuto a spingere con forza e a eccitarsi mentre si rilassava e si godeva il momento; d'altro canto la ragazza si stava eccitando sempre di più. Passarono dei minuti memorabili per la ragazza, che 

provava quell'emozione per la prima volta. Quando tutto fu finito l'uomo si tolse la busta, si riallacciò i pantaloni e tornò con calma nella stanza di prima ma prima che potesse rientrare Selene uscì e lo stese; era 

ancora un po' eccitata quando entrò nella sala controllo e stese tutti quanti. Subito si guardò intorno: la stanza era molto piccola ed era caratterizzata da tre sedie davanti a dei monitor. Successivament la sua 

attenione si spostò su di una cartina che era appena sul muro; la prese e andò a cercare la sala Armeria. 

Nel frattempo nel vecchio edificio i ragazzi avevano trascorso ore senza fare rumore ne provando ad avvicinarsi alla porta; poco dopo Susi, che non aveva attirato l'attenzione fino ad ora, prese una radio da 

sotto la maglietta  e la accese, pochi minuti dopo disse- Charli qui Yiuston- tutti si misero a ridere mentre lei ritentava più volte; passò molto tempo prima che una voce urlò - Yiuston qui Charlie, inizia la fase 

1- -la fase 1? ma quella era in caso- -si, si sono tramutati e hanno preso il laboratorio, non so se hanno preso l'intero campo base, molti sono radunati quì- -o mio dio Charlie non ti muovere, vengo subito da 

te- -no, prendi la ragazza e vattene, un aereo arriverà e vi porterà via domani all'alba- -Charlie, non ce la faremo mai in tempo- -faremo? ci sono dei sopravvissuti- -si- -bene, allora farai meglio a sbrigarti, non 

ti faranno andare via senza di lei- -ricevuto. Passo e chiudo- poi la conversazione finì. -E adesso?- chiese Eleonora -adesso andiamo a cercare la vostra amica- -ma non sappiamo da dove cercare- disse Max 

aggiungendo -potrebbe essere ovunque- -la vostra amica ha pensato bene di avviarsi verso l'edificio cui è morto il mio capo Dan- -non vorrai andare la- -si, se volete potete rimanere qua se preferite ma... non 

assicuro il mio ritorno dopo- gli altri deglutirono all'idea ma poi chiesero -qual'è la strada?- -molto bene; allora questo è il piano: prendiamo le armi, prendiamo la vostra amica e usciamo fuori tutto chiaro?- -si- 

-sappiate che non sarà una passeggiata- poi Jonny, Eleonora e alcuni altri diedero una mano a spostare i mobili posati davanti la porta. Non appena la porta fu libera uscirono fuori trovando un'orda di zombie 

davanti a se; essi camminavano o strisciavano come imbambolati. -Cazzo- disse Susi richiudendo immediatamente la porta - e adesso?- chiese Alice -non appena aprirò la porta avrete due secondi esatti per 

correre verso il bosco- -e se qualcosa ci attacca?- chiese Paul -fate come quando goiocavamo con gli altri- ; esso coinsisteva nel spaccare la colonna vertebrale o sparare in testa anche se quando giovano era 

solo per finta. Non appena aprì la porta tutti fecero come aveva stabilito Susi ma non appena furono quasi tutti arrivati Paul venne preso da un gruppo di zombie che erano sbucati dal nulla prendendolo e 

sbranandolo -Paul!- urlò Sirya -non ti fermare!- le urlò Susi. Quando furono ben lontani trovarono due secondi per piangere la perdita tranne Susi che non provava ne tristezza ne rimorso. Dopo qualche 

minuto disse -dobbiamo proseguire- -lasciale almeno un po' di tempo- le rispose Jonny -tempo?!- rispose lei diventando subito isterica - abbiamo 24 ore per prendere la vostra amica e salvarci il culo e tu mi 

chiedi del tempo?! avrai modo di farlo non appena saremo su quell'aereo- poi fece alzare tutti e li condusse verso l'edificio bianco. Quando arrivarono erano trascorse due ore; Alice notò che una finestra era 

rotta e disse -quel cane deve essere uscito da qua- ma non ebbe risposta, Susi era troppo impegnata a mettersi davanti le telecamere per farsi aprire la porta. Ci volle qualche minuto ma riuscirono ad entrare; 

successivamente guidò il gruppo verso l'armeria. Mentre oltrepassavano qualche incrocio e imboccavano stradine all'interno del campo base Sirya chiese -cosa stavate facendo qua di così tanto importante- 

-niente che ti riguardi- -e come mai la storia del campeggio? cos'era un diversivo?- -si- rispose secca Susi. Quando finalmente riuscirono ad arrivare davanti la stanza trovarono la porta aperta indice che 

qualcuno era passato precedentemente. Susi entrò facendo attenzione che non ci fosse nessuno poi prese delle borse e facendosi aiutare dagli altri le riempì con pistole e munizioni. -cercate di non sprecare i 

colpi- avvertì gli altri prima di proseguire; sapeva che Alice e Sirya avevano una pessima mira. Nel proseguire dovettero uccidere molti zombie e dovettero tornare indietro e cambiare srada molte volte senza  

trovare mai Selene. Durante una delle loro piccole pause ebbero modo di vedere le fasi della trasformazione di quell'epidemia scoppiata; essa partiva da un morso, poi la "malattia" si propagava  pian piano e in 

pochi minuti ti ritrovavi come uno di loro. Gli zombie non erano come se li aspettavano, erano normali principalmente solo con un colorito della pelle più sul grigio scuro e una voglia incontrollabile di mangiare 

carne umana. Più si avvicinavano all'uscita e più rimanevano senza pallottole; ancora non c'era stato nessun segno di Selene. Erano quasi arrivati all'infermeria  quando un orda di zombie li circondò; spararono 

più volte ma vedendo che ne arrivavano altri Susi disse - risparmiate i colpi e entrate-. Susi li stava proteggendo mentre loro entravano veloci all'interno dell'infermeria quando ad un certo punto finì i colpi; da 

subito gli piombarono addosso gli zombie che la morsero più volte mentre ricaricava e Max venne preso e mangiato sul luogo mentre ancora era vivo. Susi oramai si dava per spacciata quando un colpo la 

salvò uccidendo degli zombie che le erano davanti. -Vai!- urlò Selene a Susi mentre si liberava la strada; quando furono tutti entrati la porta venne chiusa; ci volle l'aiuto di tutti per farlo ma alla fine ci 

riuscirono. Sirya, Eleonora e Jonny si sedettero a riposare mentre Susi e Selene ricaricavano le loro pistole. -Dobbiamo prepararci, fra poco la sfonderanno- -dobbiamo solo tenerli a bada finché non arriverà 

l'elicottero- -elicottero, quale elicottero?- -Dan ne ha chiamato uno e tu sarai il nostro biglietto di andata- ma poco dopo aver sentito quelle parole Selene le puntò la pistola contro dicendole - non finirò come 

quelle povere bestie-. Gli zombie stavano sfondando la porta e loro stavano perdendo del tempo prezioso. I minuti passavano, la ragazza aveva ancora puntata la pistola contro quando ad un certo punto 

cadde a terra; -è infetta- disse Selene mettendo via la pistola -dobbiamo andarcene- aggiunse Sirya -la grata sopra di voi e ora muovetevi- -come fai a sapere se non moriremo passando per di li- -non lo so- 

fu la risposte dell'amica che incominciò subito a spostare quanti più mobili possibili per guadagnare tempo mentre loro salivano su per quell'uscita; non ci misero molto però a sfondare la porta nonostante ci 

fossero gli armadi davanti. Tutti riuscirono a salire in tempo e a salvarsi mentre gli zombie riempivano la stanza. Successivamente Selene passò davanti gli altri e disse -seguitemi- ; li condusse a un livello più in 

su, su delle scale che portavano al tetto. Esse non erano poi così libere e al piccolo gruppo toccò correre. Era quasi l'alba quando uscirono dalla porta che conduceva sul tetto. Gli zombie erano alla fine riusciti 

ad uscire e arrivavano uno dopo l'altro, senza asciar tregua ai poveri soppravvissuti. L'elicottero era in arrivo e loro stavano iniziando a finire le pallottole così Selene decise di ricorrere al corpo a corpo mentre 

Jonny le copriva le spalle. Sirya e Eleonora fecero del loro meglio per attirare l'attenzione del pilota che dopo qualche minuto riuscì a vederle. Il pilota aveva bisogno di tempo per riuscire ad arrivare, tempo 

che i superstiti non avevano. Selene aveva compreso che non ce l'avrebbero mai fatta così si rivolse ai suoi amici e disse - mi dispiace- svanendo poi tra tutti i nemici mentre menava fendenti e colpi da tutte le 

parti. -No!- furono le grida di Jonny mentre le due ragazze cadevano inginocchiate piangendo e urlando dalla tristezza e dalla disperazione; pochi minuti dopo l'elicottero si avvicinò a loro più che poté. 

Eleonora e Sirya vennero caricate con forza a bordo mentre Jonny continuava a sparare e a correre. -La ragazza- chiese lui -si è sacrificata per noi - gli rispose Jonny mentre il pilota iniziava a partire. Non 

appena si distaccò si sentì uno sparo. Da subito non si vide nulla se non gli zombie che avanzavano ma poco dopo davanti loro si notò una persona: era Selene. Miracolosamente era riuscita a soppravvivere e 

a non diventare il pasto di quegli esseri. -Corri!- le urlarono gli amici mentre l'elicottero si allontanava sempre di più -corri !- le dissero. Lei sembrava non farcela ma un attimo dopo che fu sul bordo del tetto 

saltò afferrando miracolosamente la mano di Jonny che si era esposto nel vederla. La ragazza rimase sospesa nel vuoto per qualche secondo, poi si tirò su. Non appena fu in salvo le due amiche 

l'abbracciarono successivamente Jonny la baciò. Selene rimase stupita dall'azione del giovane che fino a qualche mese fa la prendeva in giro fra i banchi di scuola. 

Erano passati molti anni da quel giorno e Selene e i soppravvissuti si erano ritrovati in un bar a festeggiare un altro anno di vita. 
Selene a differenza dei suoi amici e del suo fidanzato era vestita esattamente come allora; stava sorseggiando una coca cola quando improvvisamente agguantò Eleonora per la gola, la fece sbattere contro un 

muro e allontanò gli altri due. In un secondo la ragazza era cambiata; nei suoi occhi Jonny poteva notare un cerchio di luce attorno alla pupilla e i denti appuntiti che le erano cresciuti ai lati dei denti; sembrava 

più un vmpiro che uno zombie ma capirono subito che si era trasformata. Tentarono subito di salvare Eleonora estraendo la pistola ma prima che potessero sparare il colpo vennero tramortiti da due militari. 

Sirya urlò nel vedere l'amica essere sbranata davanti ai suoi occhi; era una scena disgustosa. I due che prima avevano fermato Sirya e Jonny stava ora affrettandosi a stordire Selene. Dovettero impiegare molti 

più uomini ma alla fine riuscirono a strapparla dal corpo inerme della vecchia amica; dopo di che sparirono e di loro non se ne seppe più nulla.

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Capitolo 2
*** ZOmbieland 2 ***


Erano passati decenni da quando Selene si era trasformata diventando come loro: uno zombie; il mondo, durante la sua assenza, sembrava essere tornato tranquillo, ma non normale: dopo quel giorno, gli zombie si erano diffusi come la peste. Il virus invece di rimanere contenuto in un certo perimetro si era espanso in tutto il mondo; solo in pochi si salvarono: i più forti e i più furbi.

 Selene era stata rinchiusa in una sala apposita per fare esperimenti; che poi fossero per trovare una cura o per diffondere la malattia dipendeva dagli scienziati. I suoi amici, in passato, avevano preferito la gabbia, piuttosto che la morte, per lei; facendo così, però, li avevano autorizzati a farle qualunque cosa, come molti esperimenti dolorosi e altri meno. A differenza degli altri, Selene, aveva reagito al virus in uno strano e singolare modo: sembrava essere ancora in parte umana, ma a volte capitava che il suo nuovo istinto le dicesse di uccidere; col tempo, però, imparò a controllarlo. Doveva farlo: per se e per l'umanità. Col tempo la fecero andare più volte in missione per riportare del sangue infetto o per aiutare la gente; in questo non falliva mai. Con le spade infoderate, la pistola posta sul fianco e l'altra, di scorta, nel retro dei pantaloni, scese dall'aereo e passò a testa alta fra tutti quei soldati, per poi ripartire verso un'altro posto. Col passare degli anni, lei,aveva definito la sua "diversità" un miracolo e non un problema o una malattia da eliminare; finalmente non era più incatenata ad una finta realtà e non doveva più adattarsi o cercare di sopravvivere. Finalmente si sentiva viva; per la prima volta in vita sua. Fuori, quello che una volta era il mondo dominato dalla vita e dall'ordine, ora era dominato dalla morte e dal caos; Selene, quando scese, si mimetizzò con il polverone che di solito si alzava e scomparve.

-Così è questo il mondo reale- disse sconcertata Sirya mentre guardava i numerosi soldati fare avanti e indietro dalla porta principale -Si- rispose secco un soldato che stava facendo loro la guardia; poi aggiunse -è meglio se ora rientrate nelle vostre camere; è pericoloso qui fuori-. Quando Selene tornò, era ricoperta di sangue, una delle sue spade in mano mentre penzolava vicino al suo corpo; non appena la videro, i suoi amici le corsero incontro. Lei non li degnò nemmeno di uno sguardo e proseguì oltre chiedendo gli aggiornamenti; dopo un po', Sirya chiese fermandosi assieme agli altri -quanto altro tempo passerà, prima che tu ci rivolga di nuovo la parola?!-. Lei non rispose nemmeno; riportò alla mente solo il dolore e le sofferenze patite durante il suo "trattamento" li.
La sua mente, tornò al presente, solamente quando sentì uno strano rumore; dopo aver visto molti sldati che andavano verso una direzione, lasciò perdere tutto e si avviò anche lei. Percorse l'intero corridoio che le si presentava davanti; quando arrivo alla fine, non trovò nessuno. Nel frattempo, i suoi vecchi amici, l'avevano raggiunta. -Fate silenzio- ordinò la ragazza sottovoce al gruppetto chiassoso che continuava a chiederle cosa ci fosse che non andava; poco dopo alzò la voce e ripeté -fate silenzio dannazione!-. Improvvisamente, un soldato urlante venne scagliato fuori dall'acqua; morì spiaccicato contro la parete. Lei, dopo aver capito,tentò di estrarre subito la spada, ma subito dopo accantonò l'idea per spostarsi sul lato destro per schivare un tentacolo. Scapparono tutti indietro urlando e attirando così l'attenzione della bestia. Selene, tirò fuori la pistola da dietro i pantaloni e incominciò a sparare; stava cercando di abbattere i soldati trasformati. Quando la carica fu quasi finita incominciò a tirare fuori la spada e a tagliare teste; circondata dall'enorme gruppo di soldati che continuavano a comparire, dovette spostarsi per poter conficcare la spada nell'enorme tentacolo. Doveva fare come al suo solito, tutto da sola. Poco dopo, mentre tentò di estrarre l'ultima lama che le era rimasta, venne presa per un piede e trascinata sott'acqua. La spada cadde e rimase in parte coperta dall'acqua; passarono alcuni minuti e Selene, non era ancora tornata su. Oramai era morta; qualche minuto dopo, invece, qualcosa fuoriuscì. Mentre tornava a riva, poco dopo, emerse una testa: enorme e brutta; in parte ustionata da delle bolle. I denti canini e affilati si mostravano ai lati assieme alla lunga lingua serpentina che usciva; poco dopo, la bocca imbarcò acqua e prese a scendere a poco a poco. Gli altri rimasero disgustati nel vedere ciò: dovettero voltarsi per non vomitare. Poco dopo, Selene riportò tutti indietro, dopo di che, chiuse le varie porte per isolare il posto ed evitare altre perdite inutili. Non appena furono fuori, immise una password e poi se ne andò; Sirya la guardò e poco dopo le chiese scettica -intendi sul serio andartene così? non hai paura che qualcuno possa aprire la porta?- lei si fermò e si voltò, poi le rispose -si, e no: non ho paura che qualcuno la apra; non è il primo mostro che rinchiudiamo qui- poi si voltò di nuovo e si incamminò verso la sua stanza per riposarsi almeno due minuti, ma poco dopo risuonò un nuovo l'allarme: qualche mostro doveva essere uscito dal proprio isolamento. -Mai un attimo di tregua- disse sbuffando; poco dopo, chiese al primo soldato li vicino - qual'é il numero della cella? - - la n° 8- -dannazione- disse; poco dopo si avviò verso la cella imprecando e dicendo su, chiedendosi perché mai nessuno si metteva le mani nelle proprie tasche. -Non possiamo sapere di cosa si tratta, vero?- -per la 100 volta:no- -perché non possiamo sapere anche noi?!- protestò Jonny, uno dei ragazzi del gruppo -chiedetelo alla vostra amica; non le ho fatte io le regole qui- -possiamo almeno sapere quanti di quei cosi si trovano rinchiusi qui?- chiese Eleonora; il soldato fece spallucce.
Nel frattempo, da un'altra parte, Selene stava cacciando il mostro scomparso; questo le diede molte rogne. Non era infatti semplice da catturare: era stato denominato da tutti the little devil a causa della sua piccola statura e della sua incredibile assomiglianza con il diavolo; questo per Selene,però, non era altro che una fastidiosissima seccatura. Grazie all'aiuto dato dai soldati, Selene, riuscì a intrappolarlo nella sala centrale e semplificando di molto il lavoro; dopo tre tentativi inutili, riuscì a catturarlo e a rimetterlo nella sua gabbia. Questo scalciò molto mentre veniva ributtato nella sua gabbia; poco prima di andarsene, però, lei, gli ferì una gamba per evitare altri problemi. Ne aveva abbastanza per quel giorno.

Quando arrivò sera non si unì a mangiare a tavola; aveva dei lavori da fare: in realtà, voleva starsene un poco da sola. Passò alcuni minuti a guardarsi intorno e a girovagare; non voleva che nessuno la seguisse. Dopo un po', si convinse che la via era libera; dovette camminare un po', prima di arrivare.
Davanti a se, si presentava una vecchia e rattoppata casetta; non era molto spaziosa, ma a lei bastava. Non appena fu abbastanza vicina, due cani incatenati corsero fuori abbaiando ferocemente; questi non erano cattivi. Lei, li aveva trovati durante una delle sue tante spedizioni quando erano ancora in fasce, e dopo averci pensato tanto su, aveva deciso di portarli con se e di allevarli; col tempo, avevano instaurato con loro un bel rapporto. Dopo aver passato loro una mano sulla testa e avergli tirato fuori un po' di carne da mangiare, entrò dentro e si lasciò cadere su quello che era il letto; chiuse gli occhi e riposò un po'. All'interno di quel piccolo posto retto da poche solide pareti di ferro: c'era un materasso messo in un angolo su cui era stata poggiata una vecchia coperta, una televisione collegata ad una play station con una 20ina di giochi posti uno sopra l'altro, un paio di computer riposti su di un mobile assieme alla moltitudine di film che aveva riposto in ordine alfabetico uno vicino all'altro; vicino al letto, era stato appoggiato in parte un carica batterie solare a cui collegava ogni cosa per farla funzionare. Con l'andare degli anni, Selene, era riuscita a modificarlo per far si che andasse persino con la luce lunare; questa passava ogni tanto da un piccolo pertugio. Nel suo complesso era una casa piccola, ma accogliente; non mancava nulla. Pochi minuti dopo, riaprì gli occhi, guardò il soffitto e pensò ai giorni passati. Mentre la notte passava, riportò alla mente i primi giorni di perlustrazione; ricordò la felicità che la pervase nel poter finalmente uscire da quella gabbia dalle pareti più grandi...

 Era giorno quando mise piede in città; stette in massima allerta. Per prima cosa, andò in cerca di armi, cibo e molte altre cose importanti; quando fu quasi sera prese la sua borsa e partì per ritornare. Vagò per molto, prima di riuscire a ritrovare l'elicottero; mentre ritornava, ebbe modo di vedere l'enorme deserto esteso che si ergeva nel buio di quella notte. Era facile perdersi li. Nei giorni seguenti, ebbe modo di scoprire una piccola radura; impossibile da trovare e lontana da tutto. Per lei era perfetta.
Più volte usciva, più tempo poteva trascorrere in quel posto, così, un giorno, pensò di costruirci una piccola casa; ci mise un bel po' e dovette trascurare per un po' i suoi doveri, ma alla fine, il risultato fu migliore di quello che si aspettasse. Col tempo, aveva radunato li tutte le sue cose; passando la maggior parte del suo tempo lontana da quel mondo in rovina. Il mattino seguente, si ripresentava alla base per ricevere le nuove coordinate per la missione.

Dopo aver appurato che non sarebbe riuscita a dormire, prese da uno scaffale una vecchia scatola fonda arrugginita e ne tirò fuori un pacchetto impolverato di Winston blu assieme ad un vecchio accendino; successivamente, andò a sedersi fuori, fra i suoi due cuccioli che dormivano beati sotto la luna, e rimase li: a fumare ascoltandosi la musica negli auricolari.
 Durante il tragitto di ritorno, il mattino seguente, dopo molte miglia, ebbe modo di sentire i ringhi, i passi e gli urli dei mostri che uscivano sotto il cocente sole del mattino; lei, da lontano, li osservava silenziosa, poi tirava dritto. Quando tornò era mezzo giorno; alla base tutti i suoi amici erano preoccupati. Per tutti gli altri era oramai normale il fatto che tornasse all'ora che più preferisse; successivamente prese un panino, lo mise in bocca e si avviò verso il laboratorio. -Novità?- chiese agli scienziati che stavano trafficando con alcuni arnesi -no- -la fuori?- chiese di rimando -continuano a sbranarsi fra di loro- rispose lei mentre finiva di masticare -se continuano così ci semplificheranno il lavoro cazzo- annunciò in fine il medico con un sorrisetto sulla bocca; Selene, però, non ne era convinta. Rimase immobile a guardare finché lui finiva il centesimo test, sul corpo totalmente sedato, dello zombie: stava tentando inutilmente un'altro modo per ucciderlo. -Lo sai che basta cavargli il cuore per ucciderlo, vero?-disse dopo aver sospirato di noia; successivamente, lei, glielo strappò senza tante cerimonie e glielo lanciò in mano. L'uomo fu costretto a prenderlo al volo, quasi fosse una palla da baseball; la guardò prima con disapprovazione, poi con tristezza, in fine le disse dopo aver sospirato - sai meglio di me che non c'è cura- -solo perché non volete trovarla, non vuol dire che non esista- finì di dire lei sulla difensiva; purtroppo, lei non poteva farci nulla. Appoggiata ad una parete, ripensò al passato.

Durante i primi giorni dell'attacco, lei, aveva dovuto assistere i medici sotto l'ordine ufficiale del direttore; aveva dovuto eseguire gli ordini nonostante fosse contraria a tutto ciò. Molta gente andò a rifugiarsi li da loro; diedero loro una bella ospitalità. Trattati comodamente, finirono per essere presi e tirati fuori dai loro letti per divenire poi cavie da laboratorio: lei stessa aveva dovuto prendere donne e bambini e tenerli fermi mentre i medici tramite siringhe iniettavano loro il sangue infetto da uno dei tanti corpi portati dal mondo di fuori; da prima vennero decimati, poi sterminati. Per anni avevano ingannato povera gente che voleva solamente rifugio e sicurezza.

Quella sera, la passò di nuovo al suo rifugio; con la mente offuscata dai suoi pensieri, non tené conto delle procedure di sicurezza che seguiva di solito. Senza rendersene conto, la stavano seguendo; quando arrivò, subito, i cani presero a ringhiare, mostrando il pelo irto e scompigliato. I due cani, ora, avevano cambiato aspetto: avevano delle brutte cicatrici aperte sulla testa, i bulbi oculari bianchi e i denti giallognoli.
Improvvisamente, Selene, si ritrovò davanti Jonny; subito richiamò con un fischio i suoi cuccioli. Jonny non si sentì comunque tranquillo con la presenza dei due cani zombie; dopo averlo fatto entrare in casa e aver chiuso la porta, prese una bottiglia di alcool abbastanza forte e gli offrì da bere. I due rimasero a fissarsi per tutto il tempo; lei era semi nascosta dal buio; si aspettava una spiegazione da lui. Jonny fu più che altro preoccupato dal rumore dei cani fuori, più che da lei; dopo aver finito di bere il bicchiere, crollò esausto sul suo letto. Lei alla fine, non poté far altro che coprirlo e stendersi al suo fianco; c'era un motivo se non era concesso agli umani di andare al suo antro nascosto: durante la sera, senza che nessuno se ne accorgesse, i mostri avevano fiutato l'odore del ragazzo e si erano diretti, disperati ed affamati, verso di lui; Jonny, la mattina seguente, venne riportato alla base con la testa coperta: non voleva li conducesse fino a li. Per precauzione, prima di andarsene, prese alcune fiale di sangue infetto che aveva rubato al laboratorio in caso di emergenza, ruppe il contenuto; e lo sparse tutto intorno; in fine, mise dentro i cani. Dopo che Jonny venne riportato dagli altri del gruppo, loro, lo riabbracciarono in lacrime; Selene, invece, si avviò verso l'elicottero per tornare indietro. Si fece lasciare come al solito per strada; successivamente, corse al suo nascondiglio il più in fretta possibile.
 Non appena arrivò, aprì la porta per vedere se i suoi due cuccioli fossero ancora vivi; loro, non appena la videro, guairono e le saltarono addosso leccandola tutta. Lei, dopo avergli fatto qualche carezza e averli rassicurati, tirò fuori due borse enormi e raggruppò tutte le armi che riuscì a trovare; in fine, spostò tutte le sue cose sui piani superiori per far spazio ai due animali. Prima di andare, si accertò che loro fossero al sicuro e che avessero tutto il necessario; prima di uscire definitivamente, andò un ultima volta da loro, gli passò le mani fra le orecchie e sussurrò loro qualcosa. Non appena ebbe finito, prese le borse e chiuse a chiave la porta; in fine, sparse le ultime fiale davanti la porta. Quando tentò di chiamare l'elicottero, quello non venne a prenderla; capì che era successo qualcosa. Senza perdere tempo, si incamminò verso la base; ricordava la strada a memoria.
Quando arrivò finalmente alla base e ne fu all'interno, tutti rimasero in silenzio a fissarla; guardando il monitor, si poté vedere che gli zombie si stavano muovendo e lo stavano facendo nella loro direzione. Nessuno voleva crederci; si chiedevano tutti come fosse successo. Selene, non poter far altro che passarsi una mano sopra la bocca e poi sopra i capelli; annuì, poi prese da dietro la sua pistola di riserva e la puntò contro Jonny. In quel momento, il panico si diffuse nella stanza; lei rimase ferma con la pistola davanti a se per alcuni minuti; il dito sul grilletto ed una vita davanti a se. Dopo un po', abbassò l'arma e la rimise al suo posto; successivamente, incominciò a dare ordini a tutti. Mentre gli amici si ricongiungevano a lui abbracciandolo mentre controllavano che non avesse nessun graffio, lui le chiese -perché mi hai risparmiato?- -da morto non mi servi a nulla- fu l'unica risposta mentre prendeva in mano le cartine del posto circostante ed elaborava un piano. Quella sera, nessuno riposò: chiusero ogni entrata e uscita, spostarono le armi dalle torrette sino alle finestre più vicine in modo da non dover uscire, vennero distribuiti armi e caricatori e instituiti i cambi di guardia, i pasti vennero razionati, l'acqua pure e nel tempo libero che rimaneva, vennero instituiti dei combattimenti; persino i suoi vecchi amici, furono costretti a partecipare. Ogni persona disponibile doveva aiutare per il bene della sopravvivenza di tutti; riguardo agli strani esperimenti che si conducevano: vennero tutti eliminati a mani nude da Selene. Non voleva sprecare munizioni, ne tempo; non appena ebbe finito, organizzò una piccola squadra per sorvegliarli e controllare che il loro unico lavoro si concentrasse nel trovare una cura a tutta questa pazzia. Il tempo oramai stringeva e l'orda di zombie era sempre più vicina; l'inevitabile scontro, avrebbe chiarito quali delle due specie avrebbe avuto la meglio.  

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Capitolo 3
*** la fine del viaggio ***


Zombieland 3:

Tramite un cannocchiale, Selene, poté vedere come gli zombie avessero oltrepassato il suo rifugio, erano poco più a metà dalla meta: la loro base; nel frattempo, tutti erano in movimento per prepararsi all'inevitabile guerra. Con la sigaretta ferma in bocca e il cannocchiale fermo nelle sue mani, capì la gravità di ciò che aveva fatto; se solo lo avesse riportato indietro, tutto quello non sarebbe successo. Che stupida che era stata.
Quando tutti ebbero finito di mettersi ai propri posti era notte fonda; oramai era questione di minuti.
Dopo aver isolato il posto, in quattro medie fessure che fungevano da finestre, vennero appostati i lanciafiamme e delle mitragliatrici a grosso calibro; Selene rimase li con loro per capitanare meglio la situazione.
A pochi metri dalla porta principale, rinforzata per il massiccio attacco, il resto degli uomini si godevano gli ultimi attimi di vita giocando a carte, fumandosi un'ultima sigaretta o bevendo wiskey; ogniuno faceva a modo suo.
Le ore passarono e la maggior parte dei soldati si addormentò; solo Selene rimase sveglia a osservare la landa desolata che le si mostrava davanti e l'infinito cielo stellato.
Quando fu quasi l'alba, qualcosa fece irrigidire Selene; a occhio nudo, lontano, poté vedere una piccola massa colorata che si avvicinava sempre più. Lei si girò dietro di se, ad osservare tutti quegli uomini radunati sul gelido pavimento mentre dormivano tranquillamente felici e beati; -non ce la faremo, non è vero?- chiese improvvisamente a voce bassa un giovane ragazzo -non lo so- gli rispose lei tornando a guardare fuori con il binocolo.
 
Quando la prima orda incominciò a sbattere sulla grande porta principale, tutti si svegliarono di soprassalto; qualcuno voleva già incominciare a sparare dalle finestre, ma Selene glielo sconsigliò vivamente. Nei giorni successivi, razionarono ogni cosa e fecero dei turni per sorvegliarli; in caso di allarme, tutti sarebbero stati pronti.
Col passare dei giorni, i soldati, diventarono più stressati; non sapevano mai se ce l'avrebbero fatta. L'unica calma era Selene; questo faceva innervosire molto tutti.
Una sera, mentre tutti dormivano, qualcuno sparò con i lanciafiamme; come sentì l'odore della carne bruciata, Selene, si alzò e si precipitò a vedere chi fosse stato così stupido da disobbedirle. Quando arrivò, gli zombie erano a pochi metri dalle uniche via d'entrata; per pura sfortuna, il lanciafiamme si era inceppato.
In mutande, con solo una maglia a coprirla, tirò fuori la pistola che portava sempre con se da dietro la schiena e incominciò a sparare contro i nemici; purtroppo, dovettero battere in ritirata.
Improvvisamente, la porta principale cedette sotto il loro incessante spingere; disorganizzati e colti di sorpresa, vennero decimati, quasi estinti.
Mentre continuava a sparare per difendere ciò che rimaneva, negli occhi di Selene, si scatenò il panico; tutti quei corpi che urlavano di dolore, che si dimenavano per tentare inutilmente la fuga le ricordarono i primi giorni in cui tutto incominciò. Nonostante ciò, riuscì a portare al sicuro tutti quelli rimasti; erano in uno spazio più ristretto e con meno risorse, ma almeno erano salvi.
Resistettero più che poterono dentro quel luogo angusto; la paura incominciò lentamente a impiantarsi in tutti loro. Selene dette una mano a distribuire gli ultimi viveri che possedevano, poi, infuriata a morte, prese un paio di caricatori, sorpassò qualche porta infuriata e li abbandonò al loro destino; uno di loro, vedendola, la seguì sperando di farla ragionare. -Selene!- chiamò più volte, mentre lei sparava per farsi strada -Selene!- richiamò -a che scopo aiutarvi se poi non rispettate neanche una semplice regola- disse mentre soffocava uno zombie; improvvisamente, ne sbucò fuori uno correndo come un pazzo. Lei gli sparò mentre ancora teneva l'altro. -Selene; ti prego- lo implorò disperato lui; dopo alcuni minuti a fissarlo in silenzio, sbuffò e decise di tornare indietro con lui.
-Moriremo o lotteremo?- stava urlando qualcuno sperando di riattivare gli animi -smettila, darai loro solo false speranze- disse Selene rientrando -disse colei che ci stava abbandonando al nostro destino- -meglio voi che me- rispose in fine Selene ricaricando la propria pistola; dopo un po' che tutti la fissavano male, lei disse -con un solo caricatore, io sono riuscita ad arrivare quasi all'entrata; tu per farlo ne avresti usati almeno quattro.. morendo magari, quindi, come ti stavo dicendo: smettila di dar loro false speranze; se volete avere una speranza, dovete prepararvi per affrontarli qui- poi mise in canna un colpo e puntò davanti a se con un occhio chiuso.
Sapendo che probabilmente non ce l'avrebbero fatta, un cadetto, chiese a Selene di poter ascoltare una canzone; esaudendo il suo ultimo desiderio, si tolse le cuffie per la prima volta e alzò il volume.
Una canzone triste e malinconica, che segnava loro la fine, si riversò per tutta la stanza; quando tutti furono pronti, si misero su di un'unica fila, davanti ai trasparenti e fragili vetri. Con la musica che ancora risuonava la propria triste canzone, i proiettili ed i caricatori, furono svuotati in pochi minuti; finì tutto in pochi istanti.
Fra i migliaia di corpi, solamente il suo non venne toccato; quando si rianimò, Selene, si risvegliò coperta di sangue. Rimase li dov'era a piangere, soffocando i singhiozzi; improvvisamente, urlò dal dolore. Non poteva credere che era successo un'altra volta, come da piccola, come quando era tutto iniziato; quando finalmente riuscì ad alzarsi, prese ciò che era rimasto e si avviò fuori. Dell'orda di zombie non c'era più traccia; erano rimasti solo gli avanzi ed il sangue.   
Dopo quel giorno, il mondo rimase nelle loro mani; a quanto pare, il tempo per gli esseri umani era finito.
Selene, dopo quel giorno, tornò alla sua capanna; i due suoi amici non ce l'avevano fatta. Con uno zaino, raccolse le poche cose che non erano andate distrutte e partì; non sapeva bene dove andare, ne che cosa stava cercando, sapeva solo di dover andare. Sapeva che quando sarebbe stato ora di fermarsi, l'avrebbe fatto.
 
Qualche anno dopo...
La terra sembrava esser tornata alla normalità; gli zombie si stavano pian piano estinguendo e la razza umana, sembrava esser tornata al suo vecchio splendore. Un giorno, un ragazzino, mentre vagava assieme a suo padre e sua madre, trovò i resti di una vecchia capanna in acciaio; incuriosito, gli si avvicinò. Fra le tante macerie, trovò una videocamera; aveva le batterie oramai scariche. Guardando il video, inizialmente, si vide una ragazzina felice che giocava con la propria famiglia, poi, improvvisamente, la registrazione cambiò -sapevo che un giorno la mia vita sarebbe cambiata, ma non credo fino a questo punto, ne in questo modo; in questi giorni, ho avuto modo di riflettere su tutto ciò che è successo, su tutti coloro che sono morti e su tutti coloro che hanno deciso di cadere per una ragione. Non so dove sono diretta, se mi fermerò mai, ma una cosa però si: fermerò tutto questo e quando sarà il momento, tornerò dai miei cari, tornerò a casa- quando quella finì, la videocamera si spense definitivamente; il bambino tornò indietro portandosela dietro; non sapeva se sarebbe riuscito a farla funzionare ancora, ma sapeva che ciò che c'era stato inciso sopra era importante.
Chissà, magari era ancora viva o magari, Selene, era tornata a casa dai suoi cari, proprio come aveva detto nel filmato; nessuno poteva saperlo per certo.
Quando il ragazzino giunse di nuovo al villaggio, andò al mercato a chiedere se qualcuno per caso sapeva aiutarlo con quello strano aggeggio; stranamente, si scontrò con una donna. Era alta e molto bella, avvolta in abiti strani e caldi; coperta da un cappuccio, si offrì di dargli una mano. Quando ebbe finito, gli diede una dolce carezza sui capelli e gli sorrise; lui corse via poco dopo senza nemmeno riconoscerla: era lei, era Selene. 

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