Il Gioco Del Destino

di Cat_Writer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO UNO - Un 'Incontro Speciale ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO DUE - Ritrovarsi ***
Capitolo 4: *** AVVISO ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO TRE- UN POMERIGGIO A TROPICALAND ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO QUATTRO- RICORDI ED EMOZIONI ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO CINQUE- MISTERI SVELATI ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO SEI - CONFRONTO .. E NUOVI ARRIVI ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO SETTE- FIDARSI O MENO? ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO OTTO - SENTIMENTI RIVELATI ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO NOVE- INDAGINI E PARTENZA ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO DIECI- LA VERITA'- Parte Uno ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO UNDICI- LA VERITA'- Parte Due ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO DODICI- GIU' LA MASCHERA Parte Uno ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO TREDICI- GIU' LA MASCHERA - Parte Due- ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO QUATTORDICI- Insieme + EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***



 

                                                     ___ IL GIOCO DEL DESTINO ___


 

                                                                PROLOGO

 

Ci si può innamorare di qualcuno in pochi mesi?

Lo si può far diventare la propria ancora di salvezza?

Un anno fa, non so esattamente cosa avrei risposto, so solo che, se queste domande mi venissero poste adesso vi risponderei solo con due lettere: si.

 

In poco tempo, lui è diventato essenziale, è stato un amico, anzi, il mio migliore amico.

Quello che ti fa sorridere anche quando tutto va male,

quello a cui non riesci a nascondere le proprie emozioni, perché per lui che ti conosce bene, sei un libro aperto.

 

Non mi sono accorta quando tutto è cambiato, quando io sono cambiata. Ho iniziato a vederlo per davvero.

Quando non c'era mi mancava come l'aria, lo cercavo tra la gente sperando di incontrarlo per caso.

Arrossivo sotto i suoi occhi blu come l'oceano che mi scrutavano, sondandomi l'anima.

Non so come, ma riuscii anche a non dar a vedere quello che provavo per lui.

Credevo fosse tutto perfetto, stavo per dirgli l'èffetto che mi faceva, stavo per confessargli che il cuore quando lui era nei paraggi, batteva così forte che avevo quasi paura che lo sentisse.

Ed invece...

 

Mi aveva mentito, e con lui mio padre ed Heiji..

Lo odiai. Mi odiai.

E mi odiai, perché in realtà non riuscivo ad odiarlo veramente, lo amavo, lo amavo troppo.

Se ripenso a tutto questo oggi, sorrido. Il destino si è messo a giocare con la mia vita, ma in fondo lo devo ringraziare..


 

Angolo Autrice:

Salve! ^_^

Eh si, sono tornata e con una una storia..

So, di aver ancora “ OLTRE L'INFINITO” in corso

purtroppo però non riesco ad andare avanti..

Questa storia, è stata la prima che ho scritto molto tempo

fa, insieme ad una mia amica..

Sarebbe completa, si e no 16 capitoli,escluso il prologo e forse qualche extra. Però devo fare una revisione totale,

e migliorare alcune parti.

Come vedrete su i personaggi saranno un po' fuori dal loro schema (ooc) ^.^

La trama è stata creata dalla mia amica :)

Lo sviluppo degli eventi invece è mio.

Che altro dire.. aggiornerò una volta a settimana ( impegni permettendo)

Alla Prossima...

                                                   Cristal

 

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO UNO - Un 'Incontro Speciale ***


          ___ IL GIOCO DEL DESTINO ___



 

        CAPITOLO UNO – Un' Incontro Speciale

 

 

Quella mattina Ran era in ritardo.

Prese velocemente la cartella e scese la prima rampa di scale, fermandosi davanti la porta dell'ufficio di suo padre. Bussò, e sentendo la risposta del padre aprii.

Suo padre era Kogoro Mouri un ex poliziotto e adesso detective privato.

“- Papà, io vado sono in ritardo ci vediamo più tardi -” disse con voce dolce.

“- Certo tesoro, buona giornata e.. stai attenta -” rispose lui

guardandola come solo un padre può guardare una figlia.

 

Ran vide uno strano lampo nei suoi occhi, stava per aprire bocca, ma gli occhi si posarono sul quadrante dell'orologio appeso al muro, sgrano gli occhi color lillà, e con un ultimo saluto si precipitò fuori.


Camminava a passo svelto, zigzagando un po' fra la gente.
La mattina era tutto un po' caotico, gente in carriera,chi faceva consegne, chi doveva andare al mercato, i ragazzi del liceo, chi correva per non arrivar tardi all'università, e c'erano molti bambini mano nella mano con la loro mamma.
A quel pensiero, s'intristì.

Mamma.

Lei la mamma, purtroppo, non c'è l'aveva più.

Un'incidente gliela portò via.

Un camionista ubriaco la travolse, morì sul colpo.

 

Si chiamava Eri Kisaki era un avvocato, anzi no, era soprannominata “ La Regina Del Foro”.

Amava il suo lavoro, e amava la sua famiglia.

E Ran aveva solo sei anni quando accadde...

 

FLASHBACK

 

- Papà, quando arriva la mamma?-” chiese impaziente la bambina sbuffando.

Kogoro alzò lo sguardo verso quella bambina, che era il ritratto suo e di sua moglie.

- Tesoro porta pazienza. Magari sarà rimasta imbottigliata nel traffico -” rispose calmo richiudendo il giornale che stava leggendo poco prima.

 

Il suono del campanello distrasse la bambina dal rispondere al padre. Saltò entusiasta dal divano, correndo in direzione della porta, ignorando i rimproveri del padre.

- Mamma, mamma!-” urlò contenta mentre apriva la porta.

Il sorriso le si smorzò in viso quando vide un uomo sconosciuto guardarla con compassione.

Sentii dietro di lei la presenza del padre, voltò lo sguardo verso di lui, non lo aveva mai visto così serio. C'era un silenzio innaturale, sentiva le orecchie fischiare e il suo cuore battere ritmicamente con fervore dentro lei.

Aveva una brutta sensazione.

 

- Tesoro vai nella tua stanza.-” il tono usato da Kogoro era serio, piatto e a tratti duro.

Lo guardò con timore ma eseguii l'ordine docilmente.

Ma si sa, i bambini di natura hanno un indole curiosa e Ran non era da meno. Si nascose dietro il telaio della porta ad alcuni metri di distanza, tese le orecchie e restò ad ascoltare.

 

- Lei è il Signor Kogoro Mouri, marito della Signora Eri Kisaki?-”

- Si sono io -”

- Mi dispiace che lei venga informato così, ma sua moglie è stata coinvolta in un incidente sulla statale. L'impatto è stato frontale, benché, chi ha investito sua moglie percorreva controsenso la strada. Oltretutto il conducente dell'altra auto era in stato di ebbrezza. Nonostante l'intervento dei soccorsi sia stato tempestivo, sua moglie non c'è l'ha fatta.-”

Le parole del poliziotto penetrarono duramente in Kogoro e Ran. Ma ebbero reazioni differenti :

 

Il primo, era immobile, gli occhi persi nel vuoto, il viso pallido ed i pugni stretti talmente forti da far sbiancare le nocche.

Sentiva nella sua testa le parole di quel uomo ripetersi all'infinito, non voleva credere che Eri.. la sua Eri, non c'era più.

 

La piccola Ran nascosta lì vicino, al suono di quelle parole sgranò i suoi occhi color lillà, ormai colmi di lacrime, e corse verso quel uomo.

- No, non è vero! Sei un bugiardo, la mia mamma non..non -”

singhiozzi violenti spezzarono quella frase piena di dolore, scosse la testolina facendo ondeggiare i suoi capelli color cioccolata.

 

Guardò il padre che in quel momento era immobile, non parlava, non la guardava.

Vide l'uomo sconosciuto accovacciarsi vicino a lei arrivando così alla sua altezza. Era dispiaciuto per quella bambina, le fece una carezza sul capo, non parlò di altro rimase lì in silenzio, perché in quel momento sapeva che le parole avrebbero solo fatto ancor più male..

 

 

                                                                          ~ ~ ~ ~ ~

 

 

 

Due giorni dopo fu celebrato il funerale, Kogoro era diventato apatico, non mangiava e non dormiva. Per lui il mondo aveva

smesso di girare, non riusciva a vedere che c'era anche qualcun altro che soffriva oltre a lui, che aveva bisogno di lui.

Entrambi dovevano diventare la forza dell'altro.

 

Molti sguardi si posarono su una bambina con un vestitino nero semplice; nessun bambino avrebbe dovuto avere quel viso pallido e smunto, gli occhi rossi e gonfi dai continui pianti e perennemente spenti e tristi. Nessun bambino avrebbe dovuto soffrire così tanto.

Da quel momento passarono giorni, che divennero settimane, trasformandosi in mesi..

 

Ormai erano passati tre mesi dall'incidente, Kogoro i primi tempi lavorava senza sosta arrestando tutti quelli che, come colui che uccise mia madre, guidassero ubriachi.

Purtroppo però neanche il lavoro che tempo prima amava gli dava pace, iniziò così ad evitare di andare a lavoro: una, due, tre volte, sino a smettere del tutto.

Iniziò a bere, perché l'alcool seppur non essendo la giusta soluzione lo aiutava a dimenticare il dolore e la sensazione di vuoto che Eri gli aveva lasciato addosso.

 

Ran non sorrideva, i suoi occhi erano sempre tristi perché si rendeva conto che oltre ad aver perso la madre, stava perdendo pian piano anche il padre.

Anche se era piccola si rendeva conto che il padre, ormai, si stava auto distruggendo. Si sentiva abbandonata.

Da tre mesi a questa parte aspettava come sempre quel bacio della buona notte che oramai non riceveva più. Aspettò, ed aspettò, ma il suo papà non venne.

E mentre chiudeva gli occhi una lacrima le solcava il viso..

 

Come ogni sera di quei tre mesi, il suo incubo tornava a tormentare il suo riposo tra le braccia di Morfeo.

Vedeva la sua mamma e voleva raggiungerla, corse, corse a per di fiato ma l'Uomo Nero era più veloce e in attimo risucchiò Eri nel buio. Ed ecco che il vide il suo papà, lo chiamava a gran voce, ma lui non l'ascoltava e voltandosi di spalle si allontanava sempre più abbandonandola mentre l'Uomo Nero la risucchiava nel suo mondo tetro fatto di disperazione, solitudine,dolore e buio..

 

Si svegliò urlando spaventata e tremando, Kogoro la raggiunse preoccupato e le si sedette accanto.

Ran guardò il suo papà con gli occhi pieni di lacrime e senza pensarci lo abbracciò stretto.

- Papà, non lasciarmi anche tu, ti prego -” singhiozzava disperata.

Quelle parole colpirono Kogoro al cuore, si rese conto di quanto egoista era stato, la sua bambina adesso aveva solo lui..

- Perdonami bambina, mi dispiace tanto. Non ti lascio rimango con te, sempre-” sussurrò dolcemente cullandola.

 

Rimasero abbracciati quella notte, dove per la prima volta dopo tre mesi Kogoro pianse per la scomparsa della sua amata Eri. Quell'abbraccio racchiudeva in sé la forza per andare avanti..

 

FINE FLASHBACK

 

 

Ancora persa in quei pensieri e camminando con sguardo un po' basso, non si accorse di aver urtato qualcuno.

Alzò lo sguardo e si perse ad ammirare due occhi blu oceano. I capelli corvini scompigliati,con alcune ciocche che gli ricadevano sul viso, le gambe fasciate strettamente dai jeans blu notte, il busto coperto da una camicia bianca e un giubbino nero. Era perfetto.

Arrossì di botto,e capì di essersi incantata soltanto dopo aver visto il sorriso divertito sul volto di quel ragazzo.

Scosse la testa debolmente per riprendersi.

 

“- Scusami, ero sopra pensiero non ti ho visto -” si scusò velocemente.

 

“- non preoccuparti -” rispose lo sconosciuto con voce gentile.

 

“persino la sua voce mi incanta, accidenti” pensò Ran

 

“- oh.. ehm.. io vado, ciao -” balbettò rossa d'imbarazzo, e farfugliando le ultime parole si preparò a scansarlo.

 

Gli passò accanto, e sentì una presa calda sul braccio.

Era una presa salda e decisa, ma allo stesso tempo dolce e delicata.. il suo cuore cominciò a battere forte.

Sentì nitidamente il profumo di quel ragazzo: menta e muschio.

 

“- Scusami, mi sono trasferito da poco qui in città e non riesco ad orientarmi molto bene, dovrei andare al Liceo Teitan sapresti indicarmi la strada?-” la sua voce provocò in Ran emozioni contrastanti, chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Quando li riaprì, si scontrò nuovamente con quel blu intenso che erano i suoi occhi.

 

“- Si, certo.. s-se vuoi puoi.. fare la strada in-insieme a me..io sono diretta lì -” parlò esitante, mentre il rossore sulle gote si intensificava.

Lui sorrise gentile.

 

“ ma che mi succede?” pensò nuovamente Ran

 

“- Ti ringrazio molto -” parlò nuovamente sorridendo

 

“- di nulla -” sussurrò lei imbarazzata

 

Allentò la presa sul suo braccio fino al renderla inesistente,

Ran fù colta da un senso di vuoto improvviso e rimase un po' turbata.

 

“- Non mi sono neanche presentato – cominciò lui nuovamente, attirando lo sguardo di Ran su di sé – mi chiamo Shinichi Kudo -” concluse porgendogli la mano.

 

“- Io sono Ran, Ran Mouri -” lo imitò lei ricambiando la stretta.

 

Entrambi a quel contatto fremettero, mentre furono pervasi da mille brividi, che entrambi attribuirono al fresco di quella giornata.

 

 

Angolo Autrice:

 

Eccoci qui, al primo vero capitolo della storia!

So di essere in ritardo ma ho avuto dei problemi..

Sorry “^^”

Ringrazio di vero cuore i ragazzi/e che hanno recensito e chi ha letto silenziosamente.. ^.^

Come vedete qui assistiamo all'incontro tra Ran e Shinichi, viene anche raccontato un pezzo del passato di Ran... e della morte di Eri.

 

Diciamo che la sua morte non era in programma ecco, è stata un'aggiunta nella revisione del primo capitolo precedentemente scritto.

Ad ogni modo spero vi sia piaciuto questo capitolo.. ^_^

 

Oggi inizio la revisione- modifica del secondo capitolo, avevo detto nel prologo che i capitoli sono 16.. potrebbe esserci qualche variazione in proposito..

Bene, vi aspetto al prossimo capitolo de “ IL GIOCO DEL DESTINO”

 

Alla Prossima

                                                                      Cristal

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO DUE - Ritrovarsi ***


                                           IL GIOCO DEL DESTINO

 

                                                     Capitolo due - Ritrovarsi

 

 

 

Erano ormai davanti i cancelli del Liceo Teitan, Ran scorse la figura della sua amica Kazuha Toyama che, sorridente la salutava con la mano.

Inconsciamente a quel gesto sorrise, Kazuha era una ragazza allegra e piena di vitalità, e anche molto bella.

Aveva dei luminosi occhi verdi, e lunghi capelli castani che portava legati con con un nastro color senape.

Accanto a lei c'era anche Heiji Hattori, suo amico d'infanzia e ragazzo per cui Kazuha ha una cotta.

 

Heiji era un ragazzo dalla carnagione ambrata, capelli castano scuro e occhi verdi. Ha una passione per i romanzi gialli, sin da piccolo, e vuole fare il detective.

Beh, in realtà è già abbastanza famoso qui, ed è molto richiesto. Viene da Osaka, così come Kazuha. Entrambe le loro famiglie si trasferirono qui a Tokio per lavoro.

 

 

“- Ehi Ran, buon giorno -” esclamò Kazuha contenta

“- Buon giorno anche a te -” rispose cordiale Ran

 

Ran notò lo sguardo dell'amica posarsi alle sue spalle, si girò anche lei e vide Shinichi guardare Heiji intensamente, sguardo che veniva ampiamente ricambiato.

Si sentì un po' in colpa, aveva dimenticato la presenza di Shinichi, allora cercò di rimediare.

 

“- Heiji, Kazuha, lui è Shinichi Kudo. Shinichi,loro sono Heiji Hattori, e Kazuha Toyama, i miei amici. Shinichi si è trasferito qui da poco e mi aveva chiesto di indicargli la stada, così lo accompagnato. -” spiegò Ran con un sorriso.

Heiji e Shinichi fecero uno strano sorriso, come se entrambi avessero trovato qualcosa di interesante. Nè Kazuha, né Ran lo capirono.

La campana suonò, Shinichi fece un saluto e un cenno del capo ai tre, iniziando ad andare all'interno dell'edificio.

Heiji poco dopo lo seguì, lasciando le due ragazze indietro.

 

Sia Ran che Kazuha,camminarono assorte nei loro pensieri, finché..

 

“- Ran, io quel ragazzo credo di averlo visto da qualche parte -” parlò Kazuha con aria pensierosa

 

“- Non è possibile Kazu, Shinichi si è trasferito da poco -” replicò Ran

 

Kazuha però non era del tutto convinta, entrarono in aula e presero i propri posti, la professoressa Ayumi, insegnante di inglese arrivò poco dopo.

 

“- Ragazzi, buon giorno! Prima di iniziare la lezione vorrei informarvi che, da oggi, avrete un nuovo compagno – parlò la professoressa, e rivolgendosi alla porta continuò – prego entra pure -”

 

Tutti gli sguardi erano puntati sulla porta, il cuore di Ran invece fece una capriola mentre un rossore faceva capolino sulle guance.

 

“ non ci credo, non può essere lui ” pensò Ran

 

Dalla porta entrò proprio colui che aspettava, fiero e sicuro arrivò fino alla cattedra, sul suo viso aleggiava un sorriso divertito, irresistibile. In molte sospirarono e lo guardavano adoranti.

 

Lo sguardo di Shinichi viaggiò un pò su tutta la classe, posandosi poi su Ran, che arrossì dopo che lui le ebbe fatto l'occhiolino.

Il suo sguardo blu si posò anche su Kazuha ed infine su Heiji. E lo stesso sorriso di sfida di poco prima tornò sul suo volto.

 

“- Mi chiamo Shinichi Kudo, vengo da Osaka e da oggi sarò un vostro nuovo compagno -” concluse lui

 

La professoressa Ayumi gli indicò il suo posto: accanto ad Heiji. Iniziò così la lezione.

 

 

                                                                                                      § § § § §

 

 

La campanella segno la fine delle lezioni per quel giorno, Ran e Kazuha uscirono fuori trovando già Heiji e Shinichi ad aspettarle. Kazuha avverte la sensazione di aver già visto da qualche parte Shinichi.

Quel sorriso sicuro di se e sprezzante.

Quei capelli color pece scompigliati.

Quegli occhi blu oceano.

Ed in quel momento capii.

 

"- Conan-" esclamò allargando gli occhi e sorridendo nella consapevolezza di aver capito.

Heiji, Shinichi e Ran avevano tre espressioni differenti in viso :

il primo era seccato di essere stato interrotto,

il secondo era divertito e la terza confusa.

Kazuha si voltò verso una Ran palesemente confusa e si apprestò a spiegarle la storia.

 

"- Vedi, prima che ci trasferissimo qui, io e Heiji eravamo soliti andare a giocare al parco con la palla. Quel giorno il pallone andò molto lontano da dove eravamo entrambi e litigammo su chi dovesse andare, ed alla fine andai io. Quando

recuperai la palla e stavo per tornare indietro dei bambini più grandi iniziarono a fare i prepotenti con me ma poi arrivò Shinichi, aveva la stessa età di Heiji, e aveva un portamento sicuro di se e sotto braccio portava un libro. Non ricordo bene

cosa disse ma mi aiutò e poi arrivò Heiji e gli raccontai tutto, da quel giorno ci siamo incontrati spesso, beh, fino a che non siamo andati via-"finì Kazuha sorridendo al ricordo.

 

"- Però questo non capisco cosa centri con 'Conan'-" chiese Ran guardando Kazuha.

A rispondere però non fù quest'ultima ma Shinichi che adesso la scrutava con quei occhi magnetici.

 

"- Fin da bambino ho sempre amato i romanzi gialli, e quel giorno avevo con me uno dei miei libri preferiti scritti da Sir Arthur Conan Doyle. Da qui nasce Conan-" concluse Shinichi sorridendo divertito e facendo un occhiolino a Ran che arrossì vistosamente.

 

Ran non capiva come Shinichi potesse farla sentire in quel modo, quando quegli occhi blu oceano la guardavano, sentiva il corpo tendersi e fremere, e le viscere dello stomaco accartocciarsi fra loro.

Lui era così...così, non trovava la parola adatta che racchiudesse l'essenza di Shinichi.

E mentre Ran era persa nei suoi pensieri, la conversazione continuava.

 

"- Allora Shinichi, sei riuscito a realizzare

il tuo sogno? Ovvero fare il detective?-" chiese Kazuha impaziente, attirando così su di se il mal contento di Heiji.

 

"- Non ti sembra di essere invadente, rompiscatole?-" la rimbeccò Heiji guardandola.

 

"- Io rompiscatole? Ma come ti permetti baro-" replicò Kazuha fulminandolo con un solo sguardo.

 

Beh, quello che ne seguì dopo fu uno dei loro soliti battibecchi senza fine.

 

Ran ritornata alla realtà, vide quei due litigare e scosse la testa divertita e incontro lo sguardo blu di Shinichi, come lei divertito.

 

I loro sguardi si incontrarono solo per un attimo, ma fu sufficiente ad entrambi per sentire il proprio corpo riempirsi di elettricità. Distolsero lo sguardo puntandolo in direzioni opposte.

Cosa era stato? fu il pensiero di entrambi, a cui però nemmeno stavolta seppero dare risposta.

 

All'improvviso Ran si ricordò del suo impegno e salutando i ragazzi si allontanò, non vedendo un paio d'occhio seguirla

minuziosamente, man mano che si allontanava.

 

 

 

                                                                                            § § § § § § § §

 

 

 

Arrivò davanti il negozio e respirò a pieni polmoni, aprii la porta ed entrò.

 

"- Ran, cara, come stai?-" chiese con voce materna la proprietaria.

 

"- Signora Midori, bene grazie. E lei?-" chiese cordialmente di rimando Ran

 

"- Bene cara, aspetta qui che vado a prenderti i fiori-" disse la Signora per poi sparire dietro la tendina azzurra.

 

La Signora Midori, era la proprietaria di questo negozio di fiori. Conosceva Ran sin da bambina, ed e qui che lei comprava i fiori per sua madre Eri.

Anche Kogoro veniva qui a comprare dei fiori da portare a sua moglie. Lui le comprava dei girasoli, o delle rose gialle e bianche, Ran invece le comprava sempre dei tulipani rossi.

Ran si riscosse sentendo la donna rientrare.

 

"-Ecco a te cara, sono già accorciati-" disse la Signora sorridendo e porgendole il mazzo.

 

E dopo aver pagato esalutato Midori, Ran prese i fiori e s'incamminò verso la sua meta, il cimitero.

 

                                                                                                 ¤ ¤ ¤ ¤

 

Arrivò dinanzi i cancelli, e come al solito sentì una stretta al petto, un dolore che sapeva di perdita e tristezza.

Cammino un paio di metri e giunse di fronte alla lapide.

Quest'ultima era di marmo bianco, con piccole venature grigio-nere. Su essa era

scritto a chiare lettere dorate:

 

  Eri Kisaki 
nata il 12-07-1975
morta il 20-12-2014
Moglie e Madre amata.

 

La foto era stata scelta da Ran, ed aveva scelto una foto dove la madre portava i capelli, di solito sempre raccolti in uno chignon o in una coda, sciolti che le ricadevano sulle spalle e sul seno. Ma Ran non l'aveva scelta per quello, lei l'aveva scelta per il sorriso.

 

Perché Eri in quella foto aveva su sorriso dolcissimo, non potevi fare a meno di sentire un calore nel petto quando guardavi quel sorriso.

Sistemò i fiori nei vasi, già pieni di altri fiori, fra cui quelli di Kogoro, e fece quello che ormai era un abitudine.

Parlare con la madre.

 

Si, lei le parlava, era un modo per sentirla vicino e potrà sembrare assurdo o addirittura da stupidi parlare da soli, per di più in un cimitero, ma onestamente a Ran non importava di cosa ne pensavano gli altri, perché quello era un modo come un altro, di avere o perlomeno sentire

meno la sensazione di incompletezza che si portava dentro.

 

E poi quando parlava con Eri, quando metteva a nudo ed esprimeva ad alta voce tutto ciò che sentiva, era come se un macigno le si fosse disintegrato dentro rendendola meno pesante e più..leggera.

 

"- Ciao mamma, ti ho portato i tulipani rossi, sai credo che proverò a cambiare fiore magari ti sarai anche stancata di ricevere sempre gli stessi. A quanto vedo, deve essere venuto anche papà. Sai sono un po preoccupata per lui, lo vedo stanco e preoccupato e non so come aiutarlo mamma. Magari sarà il lavoro che lo stanca o che lo preoccupa, e spero sia solo questo. In ogni caso non abbandonarlo, rimani accanto a lui e veglialo da lassù.-" si interrompe Ran, accarezzando dolcemente il volto fotografato della madre.

 

"- A scuola va tutto bene, mantengo la solita media di voti, anche se a volte i compiti a sorpresa o le interrogazioni sono un po duri e pesanti.-" dice ridendo un po divertita da quelle considerazioni.

 

"- E poi, c'è un'altra cosa..sai oggi ho conosciuto, beh, proprio conosciuto no, diciamo che ci sono andata contro ecco..Si chiama Shinichi Kudo ed è un ragazzo davvero molto..non so come definirlo mamma. Sai cosa mi ha colpito di più? I suoi occhi, sono color oceano, anzi sono molto più belli e profondi, e quando ti guarda, ti ipnotizza quasi. Ha un'aria così sicura di se, e sai un'altra cosa? E' un mio nuovo compagno di classe. Mi sento molto..confusa, si confusa e la parola giusta ed e come se dentro di me regnasse il caos. Un caos di emozioni che se devo essere sincera, un po mi spaventa. Come può, un ragazzo che conosco si e no da qualche ora e con cui ho scambiato due parole in croce, farmi tutto ciò e confondere me stessa sino a questo punto?-" chiede Ran alla fine, sperando di risolvere, o almeno di capire qualcosa.

 

Guarda la foto di Eri e vedendo quel sorriso, sorride anche lei.

 

“Come vorrei averti qui con me, mamma. Come vorrei che mi aiutassi a capirmi.” Pensa Ran, dolcemente.

 

E così, dopo aver salutato Eri, s'incammina lentamente sulla via del ritorno, fra il caos delle sue emozioni.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

Salve :)

eccoci qui con questo secondo capitolo.

Allora prima di tutto come vedrete ho cambiato nick name.

 

Da: Cristal Mouri a Cat_Writer

Finalmente dopo tanto tempo è arrivato il capitolo.

Purtroppo però il problema del mio pc non è risolto, perché può ricapitare nuovamente.

Spero resista ancora un po'..

Volevo dire GRAZIE a chi ha commentato il mio avviso avendo pazienza ed è per questo che mal grado tutto continuerò a scrivere.

Spero di non deludere l'attesa con questo capitolo, e volevo informarvi che il terzo è a metà e che forse lo troverete on-line prima di capodanno.

Non do una data certa, perchè non voglio deludere nessuno, ma spero di tornare presto nuovamente.

Fatemi sapere cosa e come vi sembra questo capitolo.

 

 

Auguro a tutti voi un felice e sereno Natale.

 

Alla Prossima.

 

Cat _Writer

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Capitolo 4
*** AVVISO ***


Salve Ragazzi, questo é il primo avviso che metto nelle mie storie.. Volevo scusarmi per il ritardo e la non pubblicazione del capitolo. Il mio computer ha dei problemi e non avendone un altro a disposizione non so come aggiornare.. Il capitolo sarebbe pronto ma purtroppo non so come pubblicare.. Volevo chiedere scusa perché sono tremendamente dispiaciuta :-\ Sto scrivendo questo avviso da cellulare e scusate ma non posso usare l'HTML.. Volevo anche dire che questo avviso non lo sto usando per portare la storia in prima pagina ma per chiedere SCUSA a chi attende.. L'avviso sarà tolto quando aggiornerô, e spero che accada presto.. Inoltre spero che quando aggiornerô nuovamente e proseguiró con la storia di non perdere i miei lettori.. Ovviamente mi dispiaceró di ció ma capiró perché anke io prima di essere scrittrice sono soprattutto lettrice :) Alla prossima e spero non sia troppo lontana :) Un bacio Cristal :-* Ps: forse cambieró nickname :) quindi se troverete le mie storie sotto nome autore diversi non preoccupatevi sono io :)

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Capitolo 5
*** CAPITOLO TRE- UN POMERIGGIO A TROPICALAND ***


           IL GIOCO DEL DESTINO

 

CAPITOLO TRE - UN POMERIGGIO A TROPICALAND

 

Il suono fastidioso e acuto della sveglia si propaga nella camera, ridestando una dormiente Ran dal caldo abbraccio di Morfeo.

Inizia a preparsarsi facendo una
doccia e vestendosi per poi fare colazione con Kogoro.

Dopo aver lavato i denti e salutato il padre esce di casa per andare al Liceo Teitan.
 

Come la mattina precedente tira una brezza fredda capace di far rabbrividire e Ran si stringe ancor di più nel suo caldo cappotto.

 

'Mamma mia, che freddo' pensò Ran rabbrividendo nuovamente.

 

D'un tratto si scontra con qualcosa. No, decisamente non era 'qualcosa' ma qualcuno.

E quel qualcuno lei lo conosceva.

Eccome.


 

"- Shinichi -" disse Ran stupita.

 

"- Gia, proprio io! Sembra che sia destino incontrarci, o meglio, scontrarci in questo modo-" ribattè sorridendo fra il divertito e il malizioso schiacciandole

l'occhiolino.


 

Ran diventò paonazza tanto era rossa, quel modo di fare di Shinichi la metteva a disagio, perchè non sapeva come comportarsi e cosa dire.

 

"- Che ne dici di fare la strada insieme già che ci siamo-" la voce calda di Shinichi la fece sussultare ma annuì concorde.

 

Tra di loro regnava il silenzio, ma non un silenzio teso, era un silenzio trabnquillo, sapeva di complicità.

 

' Ma cosa vado a pensare!' sbottò Ran nella sua testa, arrossendo a quei pensieri.


 

Ma Ran, immersa tra i suoi sproloqui mentali, non si accorse che Shinichi la osservava con la coda dell'occhio, sorridendo divertito e alle volte intenerito
 

da quelle espressioni e dal rossore sul suo viso.


 

                                                                                     ¤ ¤ ~ ¤ ¤



 

"-Ran, Shinichi!-" urla Kazuha vedendo i suoi amici avvicinarsi.

 

"-Kazuha, Heiji, buongiorno-" saluta Ran di rimando, sorridendo sinceramente.

 

I quattro s'incamminano parlando fra loro quando Kazuha attirò l'attenzione dei tre.

 

"-Ragazzi che ne dite di andare al LunaPark che hanno appena aperto?-".

 

"- Stai parlando di TropicaLand?-"chiese Ran guardando l'amica.

 

"- Si esatto proprio quello! Potremmo andare sabato dato che la scuola è chiusa per dei lavori. Allora?-" concluse guardando i tre con un sorriso.

 

Shinichi e Heiji si guardarono, facendo spallucce.

 

"-Per me va bene-" rispose Shinichi, mentre Heiji annuiva concorde.

 

"-E tu, Ran?-" chiese Kazuha guardando l'amica.

 

Quest'ultima sentì tre paia d'occhi puntati su di lei e deglutii.

 

"-Oh..ehm,si certo-" rispose annuendo velocemente.

 

Aveva visto lo sguardo gelante di Kazuha quando stava per rifiutare, e misteriosamente ci aveva ripensato.

 

"-Bene, siamo d'accordo-" finii, chiudendo l'argomento e sentendo la campanella suonare, segnando così l'inizio delle lezioni.


 

                                                                                        § § § § § § §


 

SABATO ORE 11:00

 

Ran era già arrivata, e per quel giorno aveva indossato un maglione blu elettrico e un paio di jeans chiari, ai piedi portava dei semplici stivali bassi.

Niente trucco, non le piaceva usarlo ma lo metteva solo quando era stettamente necessario.

 

"- Ciao Ran-" la salutò Shinichi che era appena arrivato, rivolgendole un sorriso.

 

Anche lui come lei aveva optato per dei blu jeans, una felpa nera e delle converse.

 

"-Non sono ancora arrivati Heiji e Kazuha?-" chiese il detective guardandosi intorno.

 

"- No, adesso provo a chiamare Kazuha-" rispose Ran prendendo il cellulare e digitando il numero.

 

TUUUU. Uno squillo.

TUUUUU. Due squilli.

TUUUUUU. Tre squilli.

 

"- Pronto Ran-" rispose al terzo squillo Kazuha.
 

"- Io e Shinichi siamo già qui a TropicaLand, aspettiamo voi-"le disse la mora.

 

"- Oh, Ran non credo che possiamo raggiungervi, abbiamo avuto un contrattempo-" le disse con tono dispiaciuto.

 

"- Contrattempo?!?-" chiese confusa Ran, attirando lo sguardo curioso di Shinichi.

 

"- Quando stavamo per partire abbiamo sentito un urlo e siamo accorsi, il marito della donna è stato trovato assassinato, e appena arrivato

l'Ispettore Megure ed Heiji è stato
assorbito dalle indagini-" spiegò Kazuha.

 

"- Allora adesso noi vi ragg..-" Ran non fece in tempo a finire che Kazuha la interruppe.

 

"- No, no Ran, non se ne parla. Adesso tu e Shinichi andate al lunapark, vi divertite e basta-" concluse Kazuha perentoria.

 

"- Ma..-" e fu nuovamente interrotta.

 

"-Niente ma, divertitevi-" concluse ridendo e interrompendo la conversazione.

 

Ran ripose il cellulare in tasca e dopo guardò Shinichi che aveva un espressione curiosa.

 

"- Non vengono, hanno avuto un contrattempo-" spiegò Ran al detective.


 

'Siamo soli. Io e Shinichi, passeremo una giornata insieme' pensò Ran.

 

Arrossì a quel pensiero, e distolse lo sguardo.

 

"- Allora, andiamo?-" chiese Shinichi guardandola intensamente.

 

"-Si, certo-" rispose, dopo un attimo d'esitazione.

 

S'incamminarono e dopo aver fatto la fila all'ingresso, entrarono.

 

"-Wow, è bellissimo-" esclamò Ran sorridendo.

 

Shinichi sorrise di rimando vedendo Ran felice. Ma non poteva lasciarsi coinvolgere,c'era troppo in ballo.

 

"- Si, è davvero bello. Da dove vuoi iniziare?-" le chiese sorridendo.

 

"- Oh, ehm..non saprei-" rispose leggermente a disagio Ran.

 

Erano così tante le cose da vedere, che non sapeva da dove iniziare. Shinichi sembrò capire e sorrise dolcemente, facendo un gesto inaspettato per

entrambi.

Le prese la mano, stringendo cautamente la presa. Ran sgranò gli occhi a quel gesto e lo

guardò sbalortita, mentre il cuore pompava velocemente.



 

Shinichi invece guardava intensamente le loro mani, era stupito lui stesso da quel suo gesto.

Era qualcosa di troppo intimo che lui non poteva permettersi di fare. Ma aspettò una reazione da parte di Ran. Quest'ultima guardò Shinichi e sorrise.

Shinichi la guardò, ma internamente le fù grato per non esser sfuggita via da quel tocco, perchè anche se era difficile ammetterlo, quel contatto fra loro,

per
quanto 'pericoloso' era piacevole.

 

"- Allora anche tu sei un detective-" Ran lo riscose da quei pensieri, e lui mentalmente la ringraziò di nuovo.

 

Iniziarono a camminare, continuando a tenersi per mano e se, ad occhi esterni potevano sembrare una coppia, sia Ran che Shinichi sapevano che quel

gesto
rappresentava solo la nascita di qualcosa di importante: la fiducia.

 

"- Vorrei diventare lo Sherlock Holmes del terzo millennio-" rispose Shinichi alla precedente affermazione di Ran.

 

"- E tu? Cosa vorresti fare alla fine del liceo?-" le chiese di rimando.

 

"- Vorrei diventare un avvocato, come lo era mia madre-" rispose distogliendo lo sguardo dal volto del detective.

 

"- Mio padre è uno scrittore di gialli, credo di aver preso da lui la passione per quel genere. Mentre mia madre è un ex attrice-" cambiò argomento

intuendo il
disagio che aveva colto la giovane nel parlare della madre.

 

E continuarono a parlare e a conoscersi, il colore preferito, il cibo preferito, oramai l'imbarazzo di essere soli e praticamente sconosciuti stava svanendo,

lasciando i
due in una bolla fatta di complicità e divertimento.


 

                                                                                            ~ ¤ ¤ ~



 

Visitarono "L'Isola Antica", "L'Isola dell'Avventura e del Vulcano" e "L'Isola dei Misteri e delle Illusioni".

'Il Treno dei Misteri' faceva parte di quest'ultima, così sia Shinichi che Ran si misero in fila per salirci.

Appena ebbero pagato i biglietti, si sedettero in prima fila abbassando la barra nera di protezione.

La giostra iniziò a partire lentamente per arrivare in cima, da lassù riuscivano a vedere almeno un quarto delle attrazioni presenti al luna park.
 

Ran ebbe timore per un attimo e strinse in cerca di sicurezza la mano di Shinichi, che la guardò stupito per il gesto.

E la giostra partì, intorno a loro urla di gioia e panico riecheggiavano nell'aria.


 

                                                                                            ~ ¤ ~



 

"- Salve, mi servirebbero un 44 e un 38-" disse cordialmente Shinichi al ragazzo dietro al banco.

Erano nella pista di
pattinaggio.
 

Il ragazzo si allontanò dal banco per prendere le calzature richieste.
 

Lo sguardo di Ran era fisso su Shinichi, che sembrava così sicuro di sè.

Peccato però ci fosse un piccolo, minuscolo problema.

Lei non sapeva pattinare.

Era completamente negata e aveva paura di cosa avrebbe pensato Shinichi di lei.

 

"- Ecco a voi, buon divertimento-" la voce del ragazzo la distolse dai suoi pensieri facendola ripiombare nella realtà.

 

Shinichi ringraziò e prendendo i pattini si avviò verso le panchine, seguito da Ran.

Indossò i pattini velocemente, guardando la ragazza con la coda dell'occhio i suoi movimenti.

Ran seguiva passo passo ogni sua mossa.

 

"vuoi vedere che..." pensò Shinichi sorridendo divertito.

 

Si avviarono verso la pista già popolata da coppiette e ragazzini di ogni età. Shinichi avanzò sicuro e mentre Ran rimaneva aggrppata a bordo pista lui

iniziò un paio di giri di riscaldamento.

 

"E' davvero bravissimo" pensò Ran guardando Shinichi muoversi agile e sicuro di sè sulle lame sottili.

 

Shinichi si avvicinò a Ran e le porse la

mano. Di nuovo.

 

"- Coraggio, adesso tocca a te! Non ti farò cadere promesso. Fidati-" le disse guardando intensamente quei occhi azzurro-lillà così dolci e timorosi.

 

Ran afferrò la mano tersa di Shinichi e la strinse forte.

 

"- Mi fido-"disse sorridendo, era sincera.

 

Ran anche se conosceva Shinichi da poco più di una settimana, sapeva di potersi fidare di lui.

 

Era qualcosa che andava oltre, sentiva per lui qualcosa di..strano. Quando provò a fare un passo, si sbilanciò in avanti, fortunatamente Shinichi la tenne

stretta per la vita.

E se da un lato era felice della sua vicinanza, dall'altro era incerta.

Era così appiccicata a Shinichi che era in grado di sentire il suo odore.

Un odore così buono e così..suo.

Sapeva di sole, di erba appena tagliata, sapeva di tranquillità e sicurezza.

Sapeva di Shinichi.

Poteva sentire il calore della sua pelle, la consistenza dei suoi muscoli.
 

Arrossì come un pomodoro maturo a quei pensieri così...dettagliati.
 

Si staccò di botto e arretrò perdendo il già precario equilibrio finendo con sedere sul

ghiacchio. Shinichi preso alla sprovvista non riuscì a prenderla.

 

“- Ti sei fatta male?-” le chiese gentile tendendole la mano.
 

Ran l’afferrò e con lentezza si tirò sù, cercando di restare in equilibrio.

 

“- Sto bene, solo che..non so pattinare-” rispose lei con un fil di voce evitando lo sguardo del giovane.

 

Aveva paura del suo giudizio, di essere guardata con scherno e derisione.

Sentii la mano di Shinichi girarle il viso sino a guardarlo negli occhi.

Sentiva lo sguardo del detective su di sè, la studiava, scrutandola nel profondo scavalcava quel muro e le arrivava dentro, il suo sguardo scorreva come

lava rovente
nel sangue infiammandola, fino alla sua anima, arrivando al cuore che maledetto, batteva fuorioso scuotendole le membra facendole vibrare.

 

“- Ran, il non saper pattinare non è un problema posso aiutarti ad impare se vuoi-” ledisse sorridendole dolcemente.

 

“- Davvero mi insegneresti?-” chiese stupita.

 

“- Certo. Dai, vieni-” la prese per mano e l’avvicinò a sè sentendo il suo dolce profumo, tremò per un istante ma decise di calmarsi prendendo un respiro

profondo.

 

Ran sentì distintamente il petto caldo di Shinichi, aderire dietro di lei. Il respiro caldo del detective le sfiorò l’orecchio facendola rabbrividire.

 

“- Per prima cosa, devi mantenere dritto il baricentro. Concentra lo sguardo su un punto davanti a te e lascia che sia il tuo corpo a trovare l’equilibrio -” le

sussurro
tutto ciò all’orecchio, lasciandosi cullare dal suono roco e sensuale della sua voce.

 

“- Porta le braccia in fuori appena sotto al livello delle spalle, piega leggermente le ginocchia ed inclinati in avanti..ecco brava-” le disse guidandola nei

movimenti
e allontanandosi di pochi centimetri.

 

All’inizio barcollò leggermente ma dopo un paio di tentativi riuscì a tenersi in equlibrio sciogliendosi e camminando abituandosi alle lame sottili.

Passarono così il pomeriggio, Shinichi pazientemente le spiegava e le imparava a pattinare, Ran che ascoltava e sorrideva dei progressi fatti.


 

                                                                                        ~~~ § ~~~



 

Era già pomeriggio inoltrato, e il sole stava per tramontare tingendo l’azzurro del cielo di un color arancio-rosato-porpora.

Ran si era divertita così
tanto con Shinichi che le dispiacveva che la giornata fosse già finita.

 

“- Adesso cosa vuoi fare?-” la voce di Shinichi la fece tornare alla realtà e sorrise.

 

“- Beh, ci sarebbe ancora una giostra chen mi piacerebbe fare-” disse titubante indicando l’enorme struttura davanti a loro: la ruota panoramica.

 

Shinichi sorrise accondiscindente e andarono a fare i biglietti. Salirono e si accomodarono l’uno di fronte all’altra mentre la giostra lentamente

partiva salendo poco per volta, nel abitacolo regnava il silenzio interrotto solo dai loro respiri tranquilli.

Il cielo era già candeggiato di rosa e arancione, illuminavano con i loro sgargianti quanto tenui colori i loro visi.

Shinichi guardava la ragazza che aveva di fronte, si era divertito con lei, le era piaciuto vederla ridere divertita, insegnarle a pattinare, tenerla per mano..

 

Lei è così diversa.

Così pura.

Lei si fidava di lui, e lui...

Scosse la testa infastidito, non poteva lasciarsi andare era ‘contro le regole’.


 

Ran guardava il paesaggio incantata e tutta la giornata le ripassò davanti come un film.

Sorrise.

Lo conosceva si e no da una settimana, ma lui la faceva sentire imbarazzata quando la guardava, arrossiva quando lui le sorrideva e il suo cuore batteva

così forte
da far male.

Non riusciva a smettere di pensarlo, e inevitabilmente sorrise.

Di nuovo.


 

“- Perchè sorridi?-” le chiese Shinichi.

 

Ran arrossì di botto per essere stata presa in castagna.
 

“- Beh, mi sono diverita molto oggi-” rispose sincera.

 

“- Anche io, molto-” le disse sorridendo divertito e facendole l’occhiolino.

 

La giostra si fermò di botto e il controllore aprii lo sportello della carrozza, nessuno dei due si era accorta che erano tornati giù e che il giro era finito.


 

                                                                                  ~~~ ¤¤ ~~~



 

Uscirono dal lunapark e Shinichi decise di accompagnare Ran a casa, che dopo varie proteste accettò.

Il tragitto era stato silenzioso ma tranquillo, erano arrivati sotto l’agenzia investigativa e notarono li pronti per suonare Heiji e Kazuha.

 

“- Heiji, Kazuha -” li richiamò Ran facendo girare i diretti interessati.

 

“- Ran, Shinichi eccovi stavo per suonare-” disse sorridendo.

 

“- Che ne dite di cenare qui già che ci siete se non avete impegni ovvio-” disse Ran guardando i tre che annuirono concordi.

 

Salirono in casa e entrarono togliendo poi giacche e cappotti.

 

“- Adesso chiamo mio padre e lo avviso-” disse Ran prendendo il cordless.

 

“- Eravamo venuti per questo Ran, l’Ispettore Megure ha coinvolto anche tuo padre nell’indagine di oggi e adesso è in centrale per il verbale-” le

comunicò Heiji.


 

Ran allora rimise al suo posto il cordless e con Kazuha iniziarono a preparare la cena per loro quattro.

 

                                                                                        ~~~ ~~~



 

Kazuha tartassò Ran di domande più o meno imbarazzanti dove Ran arrossiva e borbottava e Kazuha rideva divertita.

Prepararono dei manicaretti italiani come la pasta al sugo e basilico, la carne grigliata e per contorno una semplice insalata verde con radicchio e

pomodorini.
La cena era pronta in tavola, tutto era pronto ed apparecchiato e Ran andò in salotto a chiamare Heiji e Shinichi, da quando erano arrivati

avevano iniziato a
parlare di casi e omicidi vari sotto lo sguardo rassegnato di Kazuha e quello divertito di Ran.
 

I due non si accorsero che Ran era lì, e quando stava per chiamarli sentii uno strascico della loro conversazione..

 

“- Ci sono novità sul caso?-” chiese Heiji.

 

“- No, nessuna. Da quando sono qui non ho notato nulla di insolito intorno a lei-” rispose serio Shinichi.

 

“- Forse ha lasciato perdere o forse sta studiando la sua prossima mossa-” ribattè Heiji con altrettanta serietà.

 

“- Lo credo anch’io dobbiamo tenere gli occhi aperti, domani ne parlerò con Kogoro-” concluse infine sospirando stanco.

 

D’untratto Shinichi aprì gli occhi e rimase di sasso vedendo Ran e sperò fosse arrivata adesso.

Ran vide lo sgomento di Shinichi e si sentì in imbarazzo per aver origliato, decise di far finta di niente ed entrò, anche Heiji ebbe la stessa reazione di

Shinichi e
questo la stranì, ma decise di lasciar perdere, per ora.

 

“- Ragazzi è pronta la cena-” disse e vide tirare ad entrambi un sospiro di sollievo.

 

Cenarono e scherzarono per tutta la serata godendosi quella tranquillità.



 

                                         ANGOLO AUTRICE

 

Salve ragazzi >_<

lo so sono in SUPER ritardo e mi

dispiace..

mi hanno smantellato il pc: il monitor

non funzionava, il mouse non

funzionava, l’hard disk è andato ed io

avevo perso tutti i dati..

Lo so vi ho deluso e vi capisco >~<

non so se mi seguirete, se

commenterete, oramai non sono più

sicura di essere una ‘brava autrice’..

Continuerò a scrivere i capitoli poichè

voglio completare la storia, non sò

quando metterò il quarto capitolo, farò

del mio meglio, questo ve lo prometto.

Vi chiedo solo continuate a seguirmi,

siete voi che con i vostri commenti mi

aiutate a non mollare <3

 

Cat_Writer

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Capitolo 6
*** CAPITOLO QUATTRO- RICORDI ED EMOZIONI ***


                              IL GIOCO DEL DESTINO

 

CAPITOLO QUATTRO: RICORDI ED EMOZIONI

 

 

Settembre.

Ottobre.

Novembre.

Dicembre.

Gennaio.

 

Erano passati cinque mesi da quel sette settembre, il giorno in cui Shinichi arrivò nelle vite di Heiji, Kazuha e Ran.
Sia lui che Heiji diventarono una squadra, le loro menti unite riuscivano, sotto lo sguardo sbalordito della polizia data la loro giovane età, a risolvere anche il più intricato dei casi.

Mentre con Ran instaurò un legame speciale, diventarono amici, ma con il passare dei mesi anche quel
sentimento si trasformò in qualcosa di più, ma nessuno dei due aveva il coraggio di confessarlo ad alta voce.

 

Avevano iniziato un passo per volta dopo quel pomeriggio a TropicaLand ad uscire sempre più spesso da soli, a
prendere una cioccolata calda, a fare semplicemente una passeggiata al parco e parlavano, entrambi poco per
volta scoprivano una parte di sè.

Ran era sopraffatta da Shinichi, aveva capito di provare qualcosa per lui dopo aver parlato con Kazuha e adesso
entrambe si ritrovavano nella medesima situazione, ovvero innamorate di due detective maniaci di gialli.


 

Sentiva lo stomaco contratto, le gambe molli e il cuore tamburellarle dentro lo sterno per non parlare poi del
rossore sulle gote ogni qual volta lui le sorrideva o semplicemente la guardava con quei suoi occhi blu, talmente

profondi ed ammalianti da potersi perdere. Per Shinichi era lo stesso, sapeva di star commettendo un errore ne
era consapevole ma era troppo tardi oramai era assuefatto da lei.

Dai suoi occhi azzurro-lilla, così puri ed innocenti.

Dal suo sorriso, così dolce e gentile.

 

Sempre pronta a farsi carico delle pene altrui, sempre disponibile verso il prossimo.

Così bella acqua e sapone, senza trucco, perchè lei non ne aveva bisogno. E sapeva di non essere il solo a
vedere Ran in quel modo. Sapeva e vedeva come la guardassero ammirati i compagni di scuola dai primini sino ai
ragazzi dell’ultimo anno. Ogni qual volta cercava di ignorare quel peso sullo stomaco e sul cuore, quando vedeva
uno di loro avvicinarsi a lei e invitarla ad uscire.

 

La vedeva arrossire imbarazzata, e lui non poteva che intenerirsi, e declinare l’invito con gentilezza e garbo. In
quell’istante tirava mentalmente un sospiro di sollievo e scrutava malamente il tizio in questione sotto lo

sguardo divertito di Heiji.

E adesso Ran quel sette gennaio aveva preso in mano il suo coraggio pronta a parlare con Shinichi, e così con il
cuore in gola palpitante gli inviò un messaggio:

 

Ti aspetto al bar ‘ChibyChibi’

di fronte al centro commerciale.

Ti devo parlare.

Ran.

 

 

Rilesse velocemente e inviò, aspettando con ansia la risposta. Pochi secondi dopo le arrivò la conferma e con lo

stomaco in subbuglio si sedette al tavolino.

Quindici e quarantacinque.

L’ansia la divorava, i minuti le sembravano ore mentre guardava con insistenza l’orologio da polso.

Quindici e quarantasette.

Sospirò e decise di calmarsi, oramai era tardi per tirarsi indietro e a questo proposito non poteva non pensare a
ciò che era stata la causa della sua decisione.

Arrossì violentemente e si morse il labbro nervosa.

 

FLASHBACK DUE SETTIMANE PRIMA

 

Era il 23 dicembre, meno un giorno alla viglia di natale, Ran avrebbe passato il natale con il padre da un amico di
quest’ultimo mentre Kazuha e Heiji sarebbero tornati nel Kansai ad Osaka per passare le feste con amici e parenti.

Shinichi invece sarebbe partito per Los Angeles dove avrebbe passato il natale con i genitori, come era di giusto.

Quest’oggi infatti Ran e Shinichi sarebbero andati a cercare un regalo per Kogoro, l’unico per cui Ran non aveva

preso ancora nulla. A Kazuha aveva comprato ultimo Cd della sua band preferita gli ‘Adventure Boy’, ed aveva

ricevuto in cambio un set per dipingere. Ad Heiji aveva preso un set sciarpa e capello, mentre quest'ultimo le

aveva regalato la sciarpa dei 'Tokio Spirits'. E per Shinichi, beh per lui la scelta era stata ardua non volendo

cadere nel banale. Optò per l’ultimo romanzo giallo uscito in quei giorni e autografato dall autore stesso.

Ricevendo in cambio una prima edizione di 'Orgoglio e Pregiudizio' romanzo della mitica Jane Austen.

 

Ma purtroppo per suo padre non aveva trovato nessuna cosa che andasse bene.

Voleva renderlo felice regalandogli qualcosa di speciale.

 

-Ehi Ran!Eccomi-” volse la testa a sinistra e vide arrivare Shinichi che la salutò con un cenno ed un sorriso

ampiamente ricambiato.

 

Indossava un jeans nero e stretto accompagnato da converse nere e rosse, una felpa bianca e sopra un giubbino

nero.

 

Quanto è bello” pensò Ran arrossendo sotto lo sguardo curioso di Shinichi.

 

-Allora hai in mente qualcosa per tuo padre?-” le chiese lui.

 

-Non so, vorrei che fosse speciale-” rispose scoraggiata.

 

- Beh, potresti regalargli un orologio e personalizzarlo un pò!-” continuò lui guardandola.

 

Ran si fermò di botto e sorrise entusiasta, non ci aveva minimamente pensato.

Così animata e felice per aver trovato qualcosa di speciale trascinò Shinichi in gioielleria e scelse un modello

semplice in acciaio e rifiniture in oro e cinturino di cuoio marrone scuro.

Chiese anche se avrebbero potuto incidere sul retro del quadrante, il commesso sorrise e affermò con un cenno

del capo. Ran sotto lo sguardo sereno di Shinichi disse al commeso cosa incidere:

 

Al mio eroe, al mio papà,

il migliore che avessi

potuto desiderare.

Ti voglio bene..




 

E lo pensava veramente Ran, lui era il suo punto fermo e senza di lui non sarebbe diventata la ragazza che era

adesso. L’orologio sarebbe stato pronto per domattina, così sorridendo uscirono dal negozio alle cinque e mezzo,

ma fuori sembrava fosse già notte. Il cielo era minacciosamente scuro, pieno di nuvoloni neri e grigi e il vento che

tirava era gelido.

 

-Shinichi, non sarebbe meglio comprare un ombrello? A giudicare dal cielo tra poco dovrebbe piovere-” disse Ran

incerta osservando quel ammasso di nuvole minacciose.

 

- Ma no che dici non ce ne sarà bisogno-” rispose con nochalance facendo spallucce e camminando.

 

- E da quando hai questa certezza di grazia?-” chiese Ran scettica alzando un sopracciglio.

 

- Mia cara Watson, io sono un grande detective, lo Sherlock Holmes del terzo millennio-” rispose con grande

spavalderia.

 

- Anche modesto vedo-” concluse lei ridendo divertita, prima che una goccia le colpisse la guancia.

 

Ne caddero altre, una dopo l’altra diventando un acquazzone in piena regola.

 

-E adesso caro Sherlock -meteorologo fallito-Holmes?-” chiese Ran guardandolo mentre cercava di coprirsi il

capo.

 

Lui la guardò e sorrise prendendola per mano.

 

- E adesso... corriamo-” disse divertito, iniziando quella folle quanto divertente corsa sotto la pioggia, zigzagando

fra la gente che li guardava fra il divertito e il curioso.



 

                                                                ~~ ¤ ~~



 

Arrivarono davanti l’Agenzia Investigativa fradici e con il fiatone, i vestiti aderivano come una seconda pelle.

 

- Cosa dicevi prima?-” chiese scettica mentre riprendeva fiato.

 

- Anche i migliori, a volte, sbagliano-” rispose scrollando le spalle mentre riprendeva fiato.

 

- Si certo, basta crederci eh!-” rise divertita mentre apriva il portone per entrare in casa.




 

Shinichi percorreva con lo sguardo la figura di Ran davanti a lui. Perché nonostante i capelli le si erano appiccicati

bagnati sul viso, e le guance arrossate sia per la corsa sia per il gelo, lui la trovava bellissima.

Lui, una persona razionale si ritrovava in balia di emozioni in contrasto tra loro.

Il punto era proprio quello, quando era con lei non riusciva a restare lucido. La sua razionalità andava a farsi

benedire. Sherlock Holmes ripeteva sempre:

 

-L’amore è un’emozione, e tutto ciò che è

emozione contrasta con la fredda logica

che io pongo al di sopra di tutto-*



 

E per quanto idolatrasse Holmes, non era d’accordo.

 

-Shinichi, ti ho portato un asciugamano per i capelli e una tuta di mio padre così potrai togliere i vestiti bagnati per

farli asciugare-” Ran lo riscosse da quei pensieri.

 

Vide che anche lei si era cambiata sostituendo i pantaloni marroni e il maglioncino panna con una tuta azzurra e

blu molto semplice. Prese il cambio e andò al bagno.

 

Vide Shinichi allontanarsi verso il bagno, e mentre aspettava il suo ritorno prese un plaid abbastanza grande e

accese la stufetta per riscaldare l’ambiente.

 

Continuò a strofinare la salvietta contro i capelli per asciugarli per bene, e inconsapevolmente sorrise ripensando a

quella corsa sotto la pioggia.

Non si era mai sentita più felice di così, Shinichi la faceva sentire bene.

 

Già, Shinichi” pensò sospirando.

 

Quei mesi erano volati dal suo arrivo, e sapeva di provare qualcosa di forte per lui. Lui

l’attraeva, non solo fisicamente.

Era dolce con lei, la conosceva più di chiunque altro forse persino meglio di Kazuha.

 

Come può Shinichi provare qualcosa per me, lui mi considera solo la sua migliore amica.. nient’altro” pensò Ran

sconsolata.

 

Aveva paura di ammettere ciò che provava non voleva perderlo..

 

-Eccomi-” la riscosse la voce di Shinichi.

Ran vide Shinichi entrare con indosso la tuta di Kogoro, mentre si frizionava con un asciugamano i capelli corvini

ancora umidi di pioggia.

 

- Ti sta.. bene la tuta-” disse Ran arrossendo e voltando lo sguardo al pavimento pur di non incontrare gli occhi di

Shinichi.

 

Quest’ultimo la guardava sorridendo intenerito da quel rossore e compiaciuto dell’effetto che aveva su di lei.

 

-Grazie, comunque sta venendo giù in vero temporale-” rispose Shinichi guardando verso la finestra.



 

Ran seguì lo sguardo del detective e constatò quanto avesse ragione, la pioggia era impetuosa e il vento ululava

contro le imposte producendo un continuo sibilo.

 

-Che ne dici di una buona cioccolata calda?-” chiese ad un certo punto Ran sorridendo.

 

-Volentieri, grazie-”

 

Dieci minuti dopo Ran stava trasportando un vassoio con le due tazze di cioccolata già pronta.

 

-Ecco la cioccolata!-” esclamò contenta, mentre si avvicinava al divano.

 

Era a pochi centimetri da Shinichi quando un lampo illuminò il cielo nero ed il soggiorno.

Quest’ultimo fu seguito da un forte tuono, che fece sussultare Ran.

 

Ran odiava i temporali, odiava i lampi, e odiava sopratutto il rombo del tuono che seguiva.

Shinichi si accorse del sussultare di Ran e la guardò attentamente.

 

-Va tutto bene?-” le chiese Shinichi.

 

- S-si, certo tutto bene-” rispose Ran.

 

Iniziarono a gustare la cioccolata lentamente, assaporandone ogni più piccola sfumatura.

Quel gusto dolce-amaro ti inondava il palato, il calore della bevanda che scendeva giù nella gola riscaldandoti.

 

Il cioccolato era piacere per i sensi. Parlarono del più e del meno, finendo così la bevanda e quando posarono le

tazze un nuovo tuono ruppe quel momento di tranquillità.

 

La luce saltò facendoli rimanere al buio.

 

Ran si aggrappò al braccio di Shinichi,oltre ad aver paura dei temporali, nutriva anche un certo timore per il buio.

 

-Credo si sia staccato il contatore, Ran sai dirmi dove si trova-” chiese Shinichi.

 

-Si trova al piano inferiore, all’interno dell’ufficio di mio padre-” rispose Ran non staccandosi da lui.

 

Shinichi cercò di alzarsi ma Ran presa dal panico rafforzò la presa, il detective la guardò preoccupato.

 

-Ran stai bene? Che succede?-” le chiese il detective.

 

-E-ecco io..-” farfugliò Ran.

 

- Vado e torno promesso-” le rispose Shinichi dolcemente.

 

- Non lasciarmi qui da sola, per di più al buio-”

 

- Torno subito tu non muoverti-” le rispose sorridendo.

 

Stava per andare quando un altro tuono più forte degli altri squarciò il cielo illuminandolo. Ran saltò in aria dallo

spavento e, senza rendersene conto, tirò a sè Shinichi che non aspettandoselo perse l’equilibrio cadendole

addosso.

Erano vicini.

Tremendamente vicini.

 

Ran era completamente distesa sul divano, mentre Shinichi le era sopra sovrastandola. Era come se il tempo in

torno a loro avesse smesso di scorrere.

Nessuno dei due si mosse, nessuno dei due voleva interrompere quel momento. Il detective riusciva a sentire il

profumo di fragola che emanavano i suoi capelli, avvertiva l’odore di rosa che le profumava la pelle, sentiva il

calore del suo corpo.

Si sentiva incendiare ogni fibra del suo essere, deglutiva in cerca d’ossigeno, ed incontrò i suoi occhi più luminosi

che mai.

 

Ran avvertiva il corpo caldo del detective su di sè, avvertiva il suo odore,forte e penetrante.

Sentiva i muscoli delle gambe contro di sè ed avvertiva le sue braccia intrappolarla, e se doveva essere sincera

avrebbe voluto rimanervi per sempre. Alzò lo sguardo e lo incatenò a quello del detective.

 

Blu contro azzurro-lilla.

 

Un miscuglio di emozioni e sensazioni volteggiava intorno a loro saturandone l’ambiente.

I respiri si mescolarono fra loro.

I battiti dei loro cuori erano impazziti, confondendosi fra loro dando vita ad un solo, unico ed impazzito ritmo.

 

TUTUM TUTUM TUTUM TUTUM.

 

Semplicemente decisero di lasciarsi andare,chiudendo gli occhi e schiudendo impercettibilmente le labbra.

I loro nasi si sfiorarono dolcemente accarezzandosi spezzando così la regolarità dei loro respiri.

Mancava talmente poco, un piccolo movimento e le loro labbra si sarebbero unite.
 

Ma in quel momento tornò la luce e i due come se avessero preso la scossa aprirono gli occhi di scatto

guardandosi, ma distogliendolo in fretta.

Si allontanarono mettendo più distanza possibile tra loro.

 

Da quel momento regnò il silenzio fra loro e dopo pochi minuti Shinichi si rivestì incurante del temporale è andò

via. Ran rimase li in silenzio a sfiorare le sue labbra.

 

FINE FLASHBACK

 

“- Ehi Ran, è molto che aspetti?-” la voce di Shinichi la ridestò da quel ricordo bellissimo qual’era il loro primo

-quasi- bacio.

 

“- Oh e-ehm..no, non è da molto-” rispose con un fil di voce.

 

“-Come sono andate le feste?-” le chiese.

 

“-Tutto bene,tu?-”

 

“-Bene direi-”

 

“-Io ti ho chiesto di venire, perchè.. volevo parlarti-” cominciò incerta sospirando.

 

“-Ti acolto-” disse nascondendo un pò di preoccupazione.

 

Ran prese un bel respiro per calmare il suo cuore che -traditore- batteva imperterrito sul petto.

 

“-Ecco, io..cioè noi..ci conosciamo da quattro mesi, e volevo..-” continuò torcendosi le mani per il nervoso.

 

“-Volevi..?-” la spronò lui.

 

“-Volevo dirti, che io..io, sono..-” cercò dim continuare ma fù interrotta da urla di terrore, rumore di bicchieri e piatti

rotti..e di spari.








 

*= citazione dal romanzo di Arthur Conan Doyle ‘Il Segno Dei Quattro’


 


 

                                                                                                                         ANGOLO AUTRICE:


 

Salve *_*

ecco qui un altro capitolozzo!

Iniziamo con il bacio, o meglio il ‘quasi

bacio’ eheh non potevo farli baciare

adesso.. troppo semplice no?!?

Per non parlare della dichiarazione di Ran,

voglio rendere il percorso in salita e con

qualche prova da superare :)

E gli sparii?

Ahahah xD chissà che cosa accadrà!

Voglio ringraziare come sempre chi legge,

chi commenta e dirvi: GRAZIE DI CUORE..

Fatemi sapere cosa ne pensate :)

vi aspetto al prossimo aggiornamento :)

Che non so quando avverrà di preciso visto che da mercoledì 25 febbraio avrò lezione dalle 14 alle 20 :-/

Farò del mio meglio ;-)

 

UN KISS


 

 

                                                                                                                                            Cat_Writer

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Capitolo 7
*** CAPITOLO CINQUE- MISTERI SVELATI ***


                                           IL GIOCO DEL DESTINO

                                      CAPITOLO CINQUE: 
MISTERI
SVELATI




 
Urla, spari si susseguivano per tutto il locale incutendo terrore.
Shinichi con scatto deciso abbracciò Ran proteggendola mentre quest’ultima ad occhi serrati si tappava
le orecchie con le mani per attutire quel frastuono assordante.

“-Fermi tutti! Non muovetevi-” disse l’uomo con voce cavernosa puntando una Revolver contro una donna anziana.

Indossava un pantalone e un dolcevita nero, ed il volto coperto da un passamontagna dove si intravedevano gli
occhi piccoli e la bocca secca e screpolata.

“-Tu, prendi l’incasso. E tu, tieni d’occhio la strada-” continuò l’uomo.

Alcuni bambini piangevano cullati dall’abbraccio protettivo dei genitori.La paura serpeggiava in quel piccolo bar.

“-Shinichi, che facciamo?-” chiese sottovoce guardandolo.

“-Sta calma Ran, ci sono io con te-” le disse sorridendole, mentre pensava ad un modo per uscire da quella situazione.

“Devo cercare di distrarli in qualche modo” pensò il detective mettendo in moto il suo cervello.

“-Muoviti a prendere i soldi vecchio!-” disse l’atro rapinatore rivolgendosi all’anziano proprietario del locale, che
lentamente metteva i soldi guadagnati in una piccola busta.

Si avvertiva il suono delle sirene delle auto della polizia sempre più vicino.

“-Accidenti capo! Stanno arrivando-” parlò il tizio che era a guardia della porta.

“-Ho finito capo-” disse invece l’altro brandendo la sua arma contro la barista e il proprietario.

“-Non credevo sarebbero arrivitati così in fretta, accidenti-” sputò fra i denti arrabbiato quello
che sembrava essere il capo di quella banda.

“-Non possiamo stare qui!-” continuò uno dei due intimorito.

“-Lo so, state calmi-” disse scrutando i volti dei presenti.

Un’idea gli era balenata in testa, e sorrise maleficamente. Quello che serviva loro era un ‘passpartout’.

La polizia aveva circondato il locale tenendo sotto tiro i tre rapinatori.
I pianti dei bambini erano diventati insistenti, ed i genitori cercavano di calmarli il più possibile.

“-Adesso basta. Le conviene farli smetterre signora, o lo farò io ma a modo mio-” ringhiò arrabbiato il capo.

E per dimostrare che faceva sul serio puntò la pistola al cielo e sparò. Il suono rimbombò per tutto il locale
facendo urlare di terrore gli ostaggi, e creando il panico fra gli agenti di polizia già pronti a fare fuoco.

“-Adesso uno di voi verrà con noi senza fare storie, o si ritroverà una pallottola in fronte. E’ charo?-” continuò il capo
con voce falsamente dolce e carezzevole.

Si avvicinò lentamente scrutando uno per uno chi sarebbe stato il suo lasciapassare.
Shinichi strinse Ran portandola dietro di sè lentamente.
Ma il movimento fù notato dal capo dei rapinatori che sadico si avvicinò ai due.

“-Ma chi abbiamo qui?-” disse parandovisi davanti e sfidando il detective con lo sguardo.

“-Trovata-” continuò all’improvviso scaraventando Shinichi lontano da Ran.

“-Shinichi-” urlò preoccupata, ma l’uomo la trattenne per il braccio strattonandola verso sè.

“-Lasciala andare-” urlò Shinichi. Si rialzò velocemente e balzò in avanti verso i due.

“-Non fare un passo o l’ammazzo davanti ai tuoi occhi-” disse sprezzante il rapinatore che vedendo lo
slancio del ragazzo prese Ran e la portò davanti a sè.

Ran era spaventata, sentiva il braccio di quell’uomo tenerla stretta, sentiva la canna della pistola sulla tempia.
Deglutì mentre il cuore le scoppiava nel petto ed il panico le inondasse ogni fibra della sua anima.
Shinichi era immobilizzato, si sentiva impotente. Non sapeva come aiutarla, non riusciva a restare lucido e ragionare.
Non riusciva a non pensare allo sguardo terrorizzato di lei.

Quello accadde dopo in una manciata di secondi fù incredibile.

Due uomini coraggiosi si avventarono contro i due rapinatori ingaggiando così una lotta corpo a corpo e disarmandoli.
Il capo distratto allentò la presa su Ran e Shinichi ne approfittò spingendo via Ran dando un calcio alla mano dell uomo
per fargli perdere la presa sulla Revolver. La polizia fece irruzione all’interno del bar e ammanettò i tre rapinatori
di cui si scoprì l’identità.
Ran appena tutto fù finito ed i tre arrestati andò verso Shinichi e lo abbracciò forte piangendo.

“-Ho avuto così paura Shinichi-” disse con voce rotta.

“-Ne ho avuta anch’io Ran-” ammise stringendola forte a sè.

Andarono al commissariato per deporre, mentre l’ispettore Megure informò Kogoro che accorse immediatamente.
Kogoro portò entrambi i ragazzi a casa propria, e lì trovarono anche Heiji e Kazuha preoccupati per loro.


§ § ¤ § §


“-Oh tesoro, non sai la paura che ho provato-” disse Kogoro abbracciando stretta la figlia.

La consapevolezza di essere arrivato a perderla per sempre come con Eri lo destabilizzò. E capì che avrebbe
dovuto dirle la verità.

“-Sono qui, papà e sto bene-” rispose Ran staccandosi un pò dall’abbraccio del padre per poterlo guardare negli occhi e
rasscurarlo.

Kogoro sorrise mesto e le accarezzò con amore una guancia.
Alzò lo sguardo e vide le iridi blu di Shinichi scrutarlo, leggeva nello sguardo del giovane detective un velo di tristezza
mista a rassegnazione.
Aveva capito.

“-Tesoro, dobbiamo parlare-” disse serio Kogoro.

Ran capì che c’era qualcosa che non andava e avvertì uno strano presentimento, quasi una brutta
sensazione.
Annuì e Kogoro sospirò sedendosi sul divano di fronte la figlia.
Anche Heiji come Shinichi capii e con un cenno del capo verso il detective Kogoro
trascinò via Kazuha.
Adesso la casa era avvolta da un inquietante silenzio, Ran si mosse nervosa e guardò il padre alzarsi e prendere due
buste una bianca e una gialla entrambe molto grandi.

“-Oltre sei mesi fà, ricevetti una ‘lettera’ minatoria e non ci detti molto peso classificandola come la classica lettera..-”
inziò a raccontare sotto lo sguardo di Ran.

“-Ma non fù così..ne ricevetti altre, sempre più frequenti e minacciose e..iniziai a prendere sotto gamba la questione. Fui
affiancato da un paio di agenti e le lettere sembravano essere finite, ma poi..arrivarono anche delle foto. Mie foto.
Io che andavo a lavoro, che risolvevo dei casi, che compravo le sigarette..-” raccontò contrito mostrando lettere e foto.

Ran sgranò gli occhi inorridita da tutto ciò ed esortò il padre a continuare.

“-Iniziammo ad indagare ma ogni volta che scoprivamo qualcosa..- parlò stringendo i pugni – Poi tutto cambiò quando ricevetti
l’ultima lettera-” finii lucubre.

“-Cosa diceva l’ultima lettera papà?-” domandò Ran con il cuore in gola, avvertendo nuovamente quella sgradevole
sensazione.

“-L’ultima lettera risalente a quattro mesi e mezzo fà..minacciava non me ma..te. Insieme alla lettera arrivarono anche
delle foto dove tu eri il soggetto principale-” rispose alla domanda Kogoro.

Ran vide le altre foto e aprì le labbra in un muto urlo. Le lacrime iniziarono a solcarle il viso, lasciò cadere le foto come in preda
ad una scossa, svolse lo sguardo verso il padre anch’esso con gli occhi lucidi pregni dello stesso dolore della figlia.

“-Continuai ad indagare mentre ti tenevo d’occhio, ma sapevo di non poter fare tutto da solo. Non volevo dirtelo per non
spaventarti e non volevo che vedessi la scorta e ti sentissi in gabbia-” parlò passandosi una mano sul viso e
stropicciandosi gli occhi stanchi.

“-Così pensai a qualcuno che potesse tenerti d’occhio senza destare sospetti, qualcuno di cui ti saresti..fidata-”
continuò.

Ran sgranò gli occhi sentendo il cuore perdere dei battiti mentre il respiro accellerava.

“No, non può essere...” pensò Ran.

“- Contattai Shinichi sotto consiglio di Megure. Gli spiegai la situazione ed accettò l’incarico trasferendosi qui-” finii
Kogoro guardando la figlia.

Ran aveva lo sguardo fisso nel vuoto solo poche parole le riecheggiavano nelle orecchie.
Incarico.
Menzogne.
Shinichi.


Kogoro abbracciò Ran cullandola, stringendola, rassicurandola.

“-Perdonami tesoro, non volevo mentirti..io volevo solo proteggerti e farti stare tranquilla invece di vivere nel terrore che
qualcuno senza nome o volto ti potesse far del male. Ti prego Ran, non odiarmi-” sussurrò con fil di voce all’orecchio di sua
figlia.

Ran pianse ancor di più stringendosi in quell abbraccio che sapeva di amore, di casa e di famiglia.

“-No papà, come potrei odiarti? Tu mi volevi solo proteggere, volevi che vivessi la mia vita tranquilla ed io..’sei il mio
eroe’*, lo sarai sempre e per sempre qualsiasi cosa accada-” rispose Ran guardando il padre negli occhi e
abbracciandolo ancora.

Rimasero in quella posizione forse per ore ma non stancarono.

“-Adesso vado a dormire sono parecchio stanca, è stata una giornata..pesante-” disse Ran.

“-Certo tesoro vai, e buonanotte-” le rispose dolcemente.

Ran andò in camera e non appena chiuse la porta si lasciò scivolare in terra.
Piegò le ginocchia sino al petto ed incrociandovi sopra le braccia vi appogiò sopra la testa.
Pianse tanto, troppo. Sentiva gli occhi gonfi, ed erano certamente parecchio arrosati ma non leimportava,
sentiva un forte dolore al petto.
Una voragine che si stava espandendo a macchia d’olio.

“Per tutti questi mesi..mi hai solo mentito” pensò amaramente.

E lei che stava per rivelargli i suoi sentimenti..


Stupida, stupida, stupida.
Si ripeteva questa parola come una mantra. Non riusciva a concepire, a metabolizzare tutte le informazioni che il padre
e aveva dato. Sentiva un peso comprimerle il petto togliendole il respiro, si sentiva tradita, ferita, delusa..
Credeva di contare qualcosa per lui, di essere in qualche modo importante.. ed invece..era solo uno dei tanti casi che
doveva risolvere. Era solo questo.
Un caso.

~~ § ¤ § ~~



“-Sono qui caro detective Kogoro, a pochi passi da te. Ti dustruggerò. Voglio vederti soffrire.
E tu, mi aiuterai mia dolce Ran-” continuò scoccando uno sguardo carico d’odio al detective e a sua figlia.

Vendetta. Ecco cosa desiderava con tutta l’anima.

 

ANGOLO AUTRICE


Salve eccomi qui con il quinto capitolo de “ Il Gioco del Destino”.
Adesso sappiamo del perché Shinichi si sia trasferito a Tokio da Osaka..

So di non aver risposto alle recensioni del precedente capitolo ma, ero sprovvista di connessione internet ..
Le vostre parole mi hanno dato una gioia immensa e spero di non avervi deluso.
E' un pò banale, lo ammetto, ma ho voluto lasciare immutata la trama, diciamo per rispetto alla " ME STESSA"
di anni fà..
Spero vi piaccia e vi chiedo di lasciarmi un vostro parere :) ne sarei felice davvero.
A presto, al prossimo capitolo..
Un bacio..


Cat_Writer

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Capitolo 8
*** CAPITOLO SEI - CONFRONTO .. E NUOVI ARRIVI ***


                                IL GIOCO DEL DESTINO

CAPITOLO SEI - CONFRONTI...E NUOVI ARRIVI!

Erano passati alcuni giorni dalla rapina al bar ‘ChibyChibi’, Ran non vedeva Shinichi
da quel giorno. Il detective la chiamava ogni giorno e le mandava molti messaggi fra i quali:

“Come stai?”
“Dobbiamo parlare”
“Ti prego rispondi”


Ogni qualvolta li leggeva ricominciava a piangere, sentiva un nodo alla gola ed un
dolore insopportabile al petto, lì dove vi dimorava il suo cuore. O quello che ne
rimaneva perchè lo sentiva rotto in mille pezzi e non sapeva come fare per
rimetterli insieme.
Oggi lunedì nove gennaio ricominciavano le lezioni. Come al solito si preparò
indossando un jeans chiaro, converse rosse e felpa rossa e bianca totalmente
semplice.
Si legò i capelli in una coda alta. Si guardò allo specchio e quello che vide
fù: viso pallido, occhiaie scure e per finire occhi arrossati e gonfi, ma soprattutto
spenti.
Salutando il padre con un bacio in guancia uscì.
Durante la strada verso la Teitan High sperò vivamente di non incontrare
Shinichi.
Non era pronta per affrontarlo da sola.
Non era pronta e basta.
Per questa volta la fortuna fù dalla sua e non vide Shinichi neanche di striscio.
Purtroppo però nonostante fosse sollevata non potè non esserne anche delusa.
Il suo cervello non riusciva a pensare di riuscire a guardarlo ancora.
Ma il cuore..Oh il cuore invece urlava il suo nome.
Scosse la testa, zittì con decisione il suo cuore traditore e continuò a camminare.

                    ~ ¤ § ¤ ~

Come sempre il liceo brulicava di voci e ragazzi dove chi più e chi meno era
contento di tornare.Vi erano diversi gruppi dove si rideva, si spettegolava, ed il chiacchericcio si
diffondeva sempre di più. Ran vide una figura vicina ai cancelli molto familiare.
Era Kazuha.
Ma sembrava..diversa.
Triste.

“-Buongiorno Kazu-” la salutò Ran sorridendole.

“-Buongiorno a te-” rispose sorridendo debolmente.

Rimasero in silenzio per alcuni minuti, ed era così illogico.
Erano amiche da anni, eppure adesso sembravano due estranee.

“-C’è qualcosa che non và?-” chiese Ran cautamente.

“-Nulla..io..niente-” farfugliò Kazuha facendo un sorriso tirato verso l’amica.

“-Kazu, noi siamo amiche da tanto e..io voglio dirti che per te ci sono e sarò
sempre qualunque cosa accada voglio che tu possa contare su di me-” disse Ran
prendendo la mano di Kazuha fra le sue.

“-Lo so Ran- iniziò sorridendo e stringendo la presa -ecco io..ho litigato con
Heiji..pesantemente-” finii perdendo il sorriso.

“-Lui,cioè anche lui sapeva di..Shinichi-” riprese Kazuha guardando l’amica.

“-Ah. Ehm..io..mi dispiace che abbiate litigato a causa mia-” rispose Ran amara.

“-Non dirlo neanche per scherzo capito.-” sbottò l’amica guardandola.

“-Forza entramo che sono le otto e quindici-” continuò Kazuha.
Ran annuì concorde, e insieme si avviarono verso la loro l’aula
preparandosi ad una noiosissima lezione di matematica.

                         ¤¤ ¤¤

Le lezioni quel giorno volarono. Ran cercò in tutti i modi di ignorare
Shinichi, sentiva quello sguardo blu su di sè.
Si sentiva bruciare sotto quelle iridi color dell’oceano, la tentazione di girarsi e
ricambiare il suo sguardo era tanta ma veniva frenata dalla sua mente che le
ricordava quanto male le stava causando. Shinichi la guardava, seguiva con lo
sguardo ogni più piccolo gesto, Dio solo sa quanto avrebbe voluto parlarle, guardarla
negli occhi e dirle ciò che provava. Sapeva e vedeva quanta sofferenza
provava e lui si odiava per questo. Non era il solo purtroppo ad essere giù di
morale, anche Heiji lo era.
Anch’esso infatti fissava pensieroso Kazuha con la quale aveva pesantemente
litigato due giorni prima..

FlashBack

“-Mi spieghi che succede?-”chiese Kazuha una volta andati via da casa del detective
Kogoro insieme a Shinichi, che a sua volta li aveva lasciati soli.

“-Shinichi è qui perchè deve occuparsi di un caso..per conto di Kogoro.-” rispose
spiccio preoccupato per l’amico.

“-Di che caso stai parlando?-” chiese confusa.

Heiji sospirò e le raccontò ogni cosa.
Vedeva l’espressione preoccupata di Kazuha diventar via via più arrabbiata.

“-Perchè non me lo hai detto?” chiese arrabbiata.

“-Si tratta di lavoro e..-” cercò di continuare lui.

“-No. Si tratta di Ran. Una nostra amica-” chiarì lei guardandolo truce.

“-Anche Shinichi lo è-” ribattè lui ostile.

“-Shinichi le ha mentito Heiji.-”

“-Lo ha fatto per una giusta causa.-”

“-Avresti potuto dirmelo però-” disse delusa.

“-Se, così lo avresti spiattellato a Ran-” continuò sprezzante.

“-Mi credi così superficiale? Beh allora non hai mai capito niente di me-” disse
amara trattenendo le lacrime.
E se ne andò, lasciandolo solo con un peso considerevole dentro.

FINE FLASHBACK

Sospirò guardandola giocare con sguardo assente con una matita, vide Shinichi
osservare Ran come faceva lui. Erano messi proprio male pensò sconsolato.

                              ~ ~ o ~ ~

La campanella segnò la fine dell’ultima ora e Shinichi vide Ran salutare
frettolosamente Kazuha e correre via.

“Non ti lascio scappare” pensò correndole dietro.

Il detective iniziò a fare lo slarom fra i studenti che uscivano dalle aule. La vide
dirigersi verso il cortile e la seguì.

“-Ran! Femati, dobbiamo parlare-” le urlò dietro mentre la giovane accellerava il
passo.

Ran sentiva il cuore battere fuoriso e la testa che le urlava di andar via da lui.
Sentii la sua voce e strinse i pugni conficcandosi le unghie nei palmi delle
mani.

“-Ran-” esclamò Shinichi agguantandole entrambe le braccia.

Entrambi furono pervasi da una scossa ma la ignorarono.
Cercò di divincolarsi ma senza successo, lui la teneva stretta ma senza farle male.

“-Ran..-” cercò di parlarle lui.

“-Lasciami-” esclamò testarda lei.

“-No. Dobbiamo parlare-” le disse deciso scrutandola.

“-Non ho nulla da dirti-” continuò ignorandolo.


“-Allora sarò io a parlare-” la guardò serio mentre lei smetteva pian piano di
divincolarsi da lui, ma non mollò comunque la presa.

Ran evitò di guardarlo e si arrese. Lo sentii sospirare stanco.


“-Quando tuo padre mi contattò non ci pensai molto ad accettare una volta che mi
ebbe spiegato la situazione. Mi fece vedere le foto, le lettere e iniziai ad
indagare e nel momento in cui cominciai smisero di arrivare le minaccie. Allora
iniziai a “incontrarti per caso” e..-” spiegò con tono grave e sottolineò le ultime
parole stranamente.

Ran collegò quelle parole con i loro primi ‘fortuiti’ incontri e sgranò gli occhi.

“-Anche quelli erano una menzogna allora?-” chiese con occhi lucidi e delusi,
liberandosi con una spinta forte da quella presa che le provocava dolore.
Non dolore fisico, ma nell’anima e nel cuore.

“-Non te lo detto perché non potevo. Lo avevo promesso a Kogoro.-”

“-Volevo proteggerti Ran..-” continuò il detective cercando di avvicinarsi, mentre
Ran si allontanava guardandolo delusa.

Ran lo guardò negli occhi con rabbia. Non ne poteva più di sentire quelle parole
che alle sue orecchie erano false e inutili.
“-Adesso basta-” il suo tono era notevolmente alto, Shinichi si interruppe
vedendo nei suoi occhi tanta rabbia e altrettanto dolore.

“-Era tutto una bugia. Ogni ‘incontro’, ogni gesto, ogni sorriso. Tutto falso. Mi sono
fidata di te raccontandoti dei miei sogni, dell’incidente di mia madre e di quello che
ho provato-” la sua voce era rotta mentre le lacrime le bagnavano il viso.
Shinichi si odiò a vederla in quello stato.

“Perdonami, perdonami di amarti e di avertelo lasciato capire * ” pensò
sospirando.

“-Mi hai mentito guardandomi negli occhi-” disse amara guardandolo.

“-Ran, ti prego..-” cercò di dirle.

“-Stammi lontano Shinichi. Non voglio avere a che fare con te, sei un bugiardo.
Ti detesto-” disse aspra sentendosi morire ad occhi parola.

“Ti amo” pensò subito dopo piangendo e andando via da lui.

Shinichi non la seguì, non stavolta piochè quelle parole lo avevano bloccato
rimbombabogli in testa e riecheggiandogli nelle orecchie.

                       ~~ o O o ~~

Da quel nove gennaio era passata un’ altra pesante settimana. Era lunedì sedici
gennaio. Dal confronto fra Ran e Shinichi le cose sembravano essere peggiorate. Ran
trattava Shinichi freddamente, non lo guardava mai negli occhi ed evitava il più
possibile di rivolgergli la parola. Quest’ultimo invece non si arrendeva
cercando in ogni modo di sfiorarla e parlarle, ‘casualmente’ si intende.
Ma non era per niente semplice riconquistare la sua fiducia.

Purtroppo però anche per Heiji e Kazuha le cose non andavano bene. Entrambi si
evitavano e l’orgoglio ferito di entrambi padroneggiava la situazione.

“-Bonjour ragazzi -” salutò la professoressa di francese.

“-Bonjour-” risposero in coro gli alunni.

“-Bien, prima di iniziare la lezione volevo dirvi che avremo con noi un nuovo
alunno-” disse sorridendo.

Un vociferare si levò dalla classe curiosa di sapere di più.

“-Calmez-vous*, il vostro nuovo compagno a diciotto anni. Si, è più grande di voi di
un anno. Purtroppo ha perso l’anno scolastico per problemi di salute e
personali, viene da New York ma ha origini giapponesi. Forza entra-” spiegò alla
classe con tono calmo per poi indicare la porta con la mano.

Con lentezza questa si aprì e lentamente entrò un ragazzo alto e slanciato, dalla
carnagione dorata, capelli biondo grano ed occhi color pece.
Le ragazze della classe rimasero abbagliate dal nuovo arrivato, mentre i
ragazzi socchiusero gli occhi contrariati.

“-Vieni pure e presentati-” chiese la professoressa Claire.

“-Salve mi chaimo Akira Nishimoto, e sono il vostro nuovo compagno-” si presentò il
nuovo arrivato con voce roca e sensuale.

Akira guardò attentamente i suoi compagni e quandò vide Ran lo sguardo si
illuminò per un istante.
Le sorrise con i suoi denti bianchissimi e Ran avvertì una strana sensazione.

“-Bien Akira, vai pure a sedere dietro a..Mouri-” concluse sorridendo per poi
accomodarsi alla cattedra.

Ran sussultò, Shinichi scoccò un occhiataccia al nuovo arrivato, ed Akira
sorrise.

“-Ciao-” mormorò Akira passandole accanto e sorridendo enigmatico.

Ran sussultò e strinse la presa sulla biro che aveva in mano.




....NoTeS....

*= citazione di William Shakespeare
*= Calmatevi



 
ANGOLO AUTRICE

Eccomi qui con un altro chapter.. ^.^
che spero vi piaccia..
Abbiamo il confronto Ran contro Shin, la
lite di Kazuha ed Heiji, ed un nuovo
arrivatoooooo ^^ ...
Mmm chissà chissà :) ahah xD
Grazie di cuore a tutti <3 siete importanti
per me e lo è anche il vostro parere.
Senza di voi ed il vostro sostegno e
supporto non sarei arrivata fin qui. :-)
Ringrazio chi legge in silenzio,
chi inserisce la storia fra
le seguite, preferite e ricordate..
Ma SOPRATUTTO chi commenta ogni capitolo..
Grazie. grazie..
GRAZIEEE :)
Per finire vi auguro
BUONA PASQUA E PASQUETTA !!!

Alla Prossima :)

Cat_Writer

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Capitolo 9
*** CAPITOLO SETTE- FIDARSI O MENO? ***


                                 IL GIOCO DEL DESTINO

 

CAPITOLO SETTE- FIDARSI O MENO?

 

La lezione di francese proseguiva tranquillamente e mentre la professoressa leggeva alcuni brani Shinichi osservava con malcelata curiosità e un pizzico di acidità Akira.

Provava qualcosa di indefinito verso Akira, antipatia a pelle la definiva il detective ma Heiji sapeva che non era ‘solo’ quello.

 

“La gelosia:che brutta bestia” pensò sogghignando.

 

“-Quel tipo non mi piace-” sussurrò Shinichi verso Heiji.

 

Era serio, tremendamente serio. Heiji non parve dare peso alle sue parole.

 

“-Dici così perchè sei geloso-” rispose non curante facendo spallucce.

 

“-Non dire sciocchezze-” sbottò sottovoce.

 

“-Ah no?Lo hai fulminato sin da quando le ha sorriso e le ha detto ‘ciao’-” continuò il detective di Osaka.

 

“-Finiscila. Lo dico per lei magari..-” provò a continuare.

 

“-Si certo-” osservò Heiji ghignando e facendo scuotere la testa al detective dell’est.

 

Akira invece, si accorse di essere osservato dai due detective e sorrise.

 

¤§¤ ~ oOo ~ ¤§¤

 

Ran trovava Akira simpatico. Lo aveva visto avvicinarsi a lei e Kazuha e presentarsi, ed aveva raccontato un po di se e l’aveva fatta ridere.

Ben due volte.

Aveva una voce roca, bella si, ma non quanto quella di..

No.

Non doveva pensare a lui.

Ma era dannatamente difficile.

La campanella segnò la fine delle lezioni e tutti o quasi erano già fuori dall’aula.

 

“-Ran, io vado ti chiamo più tardi-” esclamò Kazuha sorridendo e abbracciandola.

 

“-Certo Kazu, a dopo-” rispose ricambiando il sorriso e l’abbraccio.

 

Le dispiaceva che ancora Heiji e Kazuha non si parlassero. Si sentiva un po in colpa.

Sospirò.

Finii di preparare la borsa ma quando stava per uscire venne fermata da una voce.

 

“-Ran, apetta-”

 

“-Akira, ciao-” rispose cordiale.

 

“-Avevo una domanda da porti-” le disse.

 

“-Dimmi, ti ascolto-” rispose iniziando a camminare verso l’uscita.

 

“-Volevo chiederti dato che sono un po indietro con il programma studio di quest’anno se potresti darmi una mano-” le chiese fissandola intensamente.

 

“-Oh..ehm, non so-” rispose arrossendo.

 

“-Certo, scusa, magari avrai altri impegni-” buttò lì a caso.

 

“-No..ehm..non è per questo, solo che non so di essere adatta-” rispose sentendosi in colpa.

 

“-Sono sicuro che sarai..fantastica-” sorrise strano.

 

“-Ok-okey, va bene-” rispose in fine.

 

“-Bene, ci vediamo domani in biblioteca alle quindici-” rispose Akira.

 

E la lasciò li ferma, da sola.

 

¤ OoO ¤

 

Dalla richiesta di Akira passarono altri due giorni, dove lui e Ran si incontravano in biblioteca e passavano interi pomeriggi
a
studiare. Ran si stava irrimediabilmente avvicinando ad Akira.

Shinichi purtroppo non era riuscito a parlarle, ed ogni qualvolta ci provava c’era sempre qualcuno o qualcosa che si metteva in mezzo.

La pazienza di Shinichi era agli sgoccioli.

E la goccia che fece traboccare il vaso fu quella mattina, quando vide Ran entrare in classe con Akira.

Lei rideva.

Rideva con qualcuno che non era lui. E questa consapevolezza fece male.

La morsa che avvolgeva il suo cuore si faceva via via più stretta. Strinse in pugni le mani, le strinse così tanto da far sbiancare le nocche.

Le prime tre ore volarono fra ginnastica, inglese e letteratura.

Il detective dell'Est decise che le avrebbe parlato adesso. La raggiunse e trattene per il polso.
 

“-Ran, ti posso parlare?-” chiese stringendo la presa leggermente.

 

“-Dimmi-” cercò di essere il più fredda possibile, e cercando invece di ignorare il battito forsennato del suo cuore.

 

Non riusciva a smettere di pensarlo, nonostante tutto era sempre nei suoi pensieri, nei suoi sogni, nel suo cuore, nella sua testa.

Ovunque.

Tutto sapeva di lui. Sempre.

 

“Amami o Odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami sarò nel tuo cuore. Se mi odi sarò sempre nella tua mente* ” mai frase le era sembrata più vera.

 

Gli aveva detto di odiarlo quando in realtà lo amava più di se stessa.

 

“-So che l’ultima volta che abbiamo parlato non è andata..esattamente..bene. Ma volevo parlarti di Akira-” disse deciso.

 

“-Akira?Cosa centra lui?-” chiese confusa, non capendo.

 

“-Ran, credo dovresti stargli alla larga è un tipo..strano. Non mi fido di lui-” continuò lui guardandola serio.

 

“-Ma sei impazzito per caso?Come puoi giudicarlo senza conoscerlo?-” chiese sgranando gli occhi.
 

“-Ran, ascolta..-” provò a convincerla il detective.

 

“No, ho già sentito abbastanza. Tu parli di fiducia a me? Tu, che mi hai mentito guardandomi giorno per giorno negli occhi. Tu, parli a me di fiducia?-” parlò con

tono amaro guardandolo.

 

“-E’ diverso Ran, questo non centra con noi, io voglio solo..-” cercò di spiegarle ignorando quel dolore sordo che avvertiva al cuore dopo le parole taglienti di lei.

 

“-No. Non puoi permetterti di venire qui e dirmi di chi devo o meno fidarmi, non lo tollero e soprattutto da te. Sei un bugiardo, un’ipocrita. Come credi possa fidarmi di te?-” sussurrò lei con voce intrisa di dolore.

 

Le parole di Ran gli entrarono dentro con la forza di mille lame. Lo ferirono e lo distrussero.

L’aveva persa.

La guardò piangere con il viso girato verso destra ad evitare il suo sguardo.

E sospirando andò via.

Lo sapeva, era consapevole di averlo nuovamente ferito e sentii di nuovo il suo cuore piangere e gridare di raggiungerlo e baciarlo, e abbracciarlo sussurrandogli quanto l’amava.

Ma stette immobile, soffocò un singhiozzo mordendosi fortemente il labbro inferiore sino a sentire il sapore salato e ferroso del sangue.

Poco lontano però, nascosto agli occhi dei due, una terza persona aveva assistito alla lite.

E adesso dopo aver visto come era finita, sorrise con espressione divertita.

 

“Uno scocciatore in meno” pensò.

 

¤ O ¤

 

Quando Ran tornò dalla pausa pranzo aveva gli occhi rossi e gonfi, sintomo che aveva pianto e Kazuha se ne accorse subito. Stappò l’angolo di un foglio e scrisse velocemente il messaggio e lo tirò a Ran.

Sentii un fruscio sul banco ed abbassando lo sguardo vide un pezzo di carta accartocciato, lo aprii lentamente e riconobbe la calligrafia di Kazuha.

 

-Perchè hai pianto? Che è successo?- lesse velocemente.

 

Prese la penna è rispose e dopo aver accartocciato il foglietto lo rilanciò all’amica.

 

-Ho litigato con Shinichi, gli ho detto molto cose brutte. Non le penso affatto- Kazuha lesse la risposta e s’intristì, e quando stava per rispondere notò una macchia.

Era una lacrima.

 

~~O~~

 

Ed anche l’ultima ora di quella infernale giornata scolastica era appena finita. Ran iniziò velocemente a preparare la sua borsa, voleva andare via e subito.

Salutò Kazuha velocemente promettendo di chiamarla più tardi.

Sorrise debolmente per la preoccupazione dell’amica, senza di lei si sarebbe sentita molto sola e persa.

Era quasi arrivata all’uscita quando Akira la richiamò venendole incontro con il sorriso.

 

“-Ehi Ran, ti va di pranzare insieme?-” chiese sempre sorridendo.

 

Si sentiva a disagio sotto quello sguardo, era talmente difficile distinguere la pupilla.

 

“-Ah, ehm..non so-” rispose evasiva, lei voleva solo arrivare a casa e mettersi a letto con le cuffie alle orecchie e un libro sotto il naso.

 

“-Dai su, così dopo andiamo in biblioteca-” continuò trascinandola mentre lei cercava di protestare, ma alla fine si arrese.

 

§ § ¤ § §

 

Pranzarono ed arrivarono in biblioteca per le quindici e trenta. Iniziarono a ripetere letteratura giapponese.

Ran era distratta e più volte Akira la riprese.

 

“-Ran, che ti succede? Sei triste-” disse posando la matita sul tavolo voltandosi a guardarla.

 

“-Nulla, davvero-” mentii lei, non volendo raccontare di lei e Shinichi.

 

“-Va bene-” rispose non contento ricominciando a studiare.

 

Ran sospirò e fece un sorriso tirato continuando a studiare.

 

 

 

 

 

*= citazione presa da William Shakespeare.

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

SALVE :)

Mi scuso per questo abnorme ritardo >_<

Non so davvero come farmi perdonare poiché non ci sono “ mi dispiace” che tengano..

Spero che questo capitolo in qualche modo possa in parte scusarmi, però vi dico che in questo lasso di tempo mi sono portata avanti con la stesura dei capitoli, e non dovrete aspettare molto per il prossimo..

Spero che, nonostante i mesi d'attesa, non mi abbandoniate, poiché siete voi lettori che con le vostre recensioni e letture silenziose mi riempite il cuore di gioia.. <3

Voglio omaggiare i miei lettori così dedicando a voi questo capitolo :

 

I Recensori:

 

ran1412

Sissydc01

shinichi e ran amore

happily ever after

Ranchan2805

ExecutionKla

MC1119

Ella1412

venusx

Lunaby

giuly_kudo

ShinChan26

 

GRAZIE RAGAZZI!!

 

Fra le Seguite di :

 

ANIME 14

Ella1412

fefefe96

happily ever after

Lunaby

MC1119

ran1412

Ranchan2805

Ranechan

Swharoski

 

GRAZIE!!!

 

Fra i Preferiti di :

 

Giuni_chan

ilary07

iononcresco18_Sere

ran1412

Ranchan2805

ShinichiKudo89

Swharoski

 

GRAZIE!!!

 

Fra le Ricordate di :

giuly_kudo

ran1412

 

GRAZIE!!!

 

E per ultimo ringrazio i lettori silenziosi che aumentano giorno per giorno..

GRAZIE..

 

Alla Prossima!!!!

 

 

 

 

Cat_Writer

 

 

Spoiler Titolo Capitolo Otto:

-Sentimenti Rivelati-

 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO OTTO - SENTIMENTI RIVELATI ***


                                                                              IL GIOCO DEL DESTINO
 

 
                                                                      CAPITOLO OTTO: SENTIMENTI RIVELATI


Quella mattina come sempre Kazuha aspettava Ran davanti ai cancelli della Teitan High.
Ma Ran, non era ancora arrivata nonostante fossero già le otto e venti circa. Tirò fuori il cellulare dalla
tasca e vide un messaggio:

 
“Non ho sentito la sveglia, scusami..
Arriverò in ritardo non aspettarmi.
Baci, Ran”

Scosse la testa divertita e rispose:
 
“Tranquilla ;) Ran.
Baci, Kazuha”


Rimise il cellulare in tasca preparandosi ad entrare ma una voce che lei conosceva benissimo la fermò.

“- Kazuha, dobbiamo parlare -” Heiji.

 
Lo evitava dal giorno della rapina al bar, non riusciva a dimenticare le parole che le aveva rivolto. Aveva
sentito un dolore al petto ed aveva avvertito il suo cuore accartocciarsi su se stesso.
Mai, mai nella sua vita avrebbe creduto di provare qualcosa di simile ed il fatto che fosse stato colui che
amava a farle così male l'aveva turbata.
Una piccola parte di sé ha sempre creduto di non essere abbastanza per Heiji.
Lui che era così colto e dotato di un'intelligenza fuori dal comune, così bello ed avvolto in quell'aria di
mistero che intrigava chiunque gli stesse accanto uomo o donna che fosse.
Mentre lei era una ragazza comune, non aveva nulla che potesse essere considerato speciale.
Ma aveva accantonato il più delle volte quei pensieri, rinchiudendoli con forza nella sua testa non
permettendo loro di invadere quei momenti che passava con lui.
Ma quella sera, quando lui le aveva fatto capire cosa pensava di lei quei pensieri sono esplosi e ritornati
a galla con forza.

“- Kazuha -” la richiamò lui facendola tornare alla realtà.

“- Non c'è niente di cui parlare -” rispose piatta evitando il suo sguardo e camminando oltre
superandolo di qualche centimetro.

Ma Heiji non demorse.
Non avrebbe commesso due volte lo stesso errore, non l'avrebbe lasciata andare.
Non stavolta.
La trattenne saldamente per il polso e la tirò verso sé portandola a pochi centimetri di distanza dal suo volto.
Heiji sentì il suo dolce profumo arrivare alle narici, elettrizzandolo.
Sapeva di vaniglia.
Capii quanto gli fosse mancato quel profumo, quanto gli fosse mancata lei.
Si era sentito solo, incompleto, vuoto.
E adesso.. che la sentiva così vicina si sentiva bene.
Lei lo faceva stare bene.

“- Invece sì. Avrei dovuto parlarti di quello che stava succedendo, mi sentivo diviso in due. Da una parte
c'era la voglia di dirti tutto, ma dall'altra c'era la paura. Paura di saperti in pericolo, non volevo coinvolgerti
in qualcosa di pericoloso, ma alla fine dei conti nulla è andato come doveva -” disse con decisione e
sincerità guardandola negli occhi.

Aveva ascoltato ogni singola parola lei, gli credeva una parte di sé e lo capiva. Ma l altro lato di sé era
ferito e sfiduciato e questo Heiji parve capirlo e decide di continuare a parlare.

“- Non ti ho mai creduto superficiale. Mai. Anzi, metti il cuore in tutto ciò che fai e ti carichi dei problemi
altrui aiutandoli. Ero preoccupato e non collegavo il cervello alla bocca, ti ho ferito e me ne rendo conto
ma da orgoglioso quale sono non ti ho fermata, ne ti ho parlato il giorno dopo per chiarire. Mi sono dato
dell'idiota non una ma dieci volte. Non so se mi credi o meno, e ti capisco se non..-” continuò a sproloquiare,
ma non poté finire il discorso poiché Kazuha lo interruppe.

O meglio la mano di Kazuha, che adesso si trovava adagiata sulle labbra di Heiji, lo interruppe.
Il detective sgranò gli occhi stupito ed imbarazzato.

“- Ti credo. -”

Quelle due parole uscite dalla bocca della ragazza fecero alleggerire il cuore del detective.
Kazuha capii di avere l'attenzione del ragazzo e tolse lentamente la mano dalle sue labbra, dove fino a
due secondi fa aveva avvertito il calore del suo respiro e la morbidezza di quelle labbra sulla sua pelle.

“- Credevo non ti fidassi me -” parlò con tono sommesso.

“- Cosa? No. Mi fido te più di quanto mi fidi di me stesso -” sbottò prendendole il viso tra le mani.

Kazuha sgranò gli occhi incredula per quell'ammissione per niente velata del detective.

“- Ascoltami, tu sei..importante per me, lo sei sempre stata, è in questi giorni mi sono sentito come..vuoto,
perché avvertivo la tua assenza. Ti vedevo da lontano con quello sguardo spento e ferito e mi sentivo..male
perché ero io a farti stare così. Adesso mi sento..-”

“- ..completo-” finii lei in un sussurro.

“- si-” ammise lui.

“-Perché stavi così male Heiji?-” domandò bisognosa di sapere.

“- Perché..sei la mia migliore amica.-”

E' la delusione si fece largo in lei.

“Ma che mi aspettavo” pensò amara.

E allora decise..

“- Sai cosa ho provato io invece?-” domandò ma continuò senza attendere una vera risposta.

..di buttarsi.

“- Ho sentito un forte dolore al petto, così forte che ho creduto di morire. Mi sono sentita sola e fragile,
ho avvertito il peso della tua assenza come massi che cadevano su di me, sentivo di essere a pochi passi
dal baratro o forse c'ero già. Volevo urlare, piangere ma dovevo resistere poiché se lo avessi fatto so
che sarei caduta a pezzi. Non sono così forte sai? Perché quando si tratta di te non lo sono mai. Mi sento
inadeguata e stupida, hai il potere di mandarmi nel pallone. Sei capace di farmi toccare Paradiso e
Inferno solo guardandomi. Sei come un puzzle, ci vuole molta pazienza per riuscire a capirti,ma non
cambierei niente di te perché sei perfetto così. Perfetto per me. E sai perché, detective? Perché sono
totalmente innamorata di te -” finii sorridendo nervosa e sentendo il cuore scoppiare.

Sentiva ogni fibra del suo essere contratta nell'attesa. Avvertiva il frenetico scorrere del sangue nelle
vene ed il battito irregolare del cuore. Ogni battito scandiva il silenzio che aleggiava intorno a loro.

TUTUM. TUTUM. TUTUM. TUTUM.

“- Nemmeno io so cosa aspettarmi da te. Mi confondi, mi stupisci ogni volta. Sei complicata, maniaca
dell'ordine, hai paura degli horror e mi costringi a guardare quei melensi polpettoni diabetici. Mi rubi
sempre i pop corn dalla ciotola e rubi con il cucchiaio la mia parte di gelato preferito. Sei una frana nel ballo
e stonata nel canto, ti dimentichi spesso dove metti le cose e le perdi. Sei imperfetta e piena di difetti ad
occhi estranei, ma sei perfetta per me. Ti amo anch'io, baka -” rispose sorridendo dolce per poi baciarla.

Non appena le loro labbra si incontrarono una scarica li colpì. Le passò un braccio intorno la vita per
stringerla a sé e con l'altra mano le accarezzò la nuca avvicinandola ancora di più.
Erano fuoco, passione, desiderio.
Quel bacio prima incerto era diventato via via un fuoco, ardeva e bruciava.
Baci. Morsi. Sospiri.
Erano tempesta, elettricità.

Kazuha strinse i suoi capelli tra le dita tirandoli poco per non fargli male. E si baciarono per minuti o forse
ore poiché lo scorrere del tempo aveva perso importanza per loro.
Si separano solo per carenza d'ossigeno e si guardarono.
Guance rosee, occhi lucidi e liquidi, e labbra arrossate e gonfie.
Nulla ai loro occhi era mai sembrato tanto bello.
Erano loro.
Perfettamente Imperfetti.

 
♥ ♦ ♥ ♦ ♥ ♦ ♥

Ran quella mattina non aveva sentito la sveglia, e quando se ne accorse erano le otto passate, così
inviò all'amica un messaggio di scuse e si andò a preparare. Non indossò nulla di appariscente o
complicato. Non né aveva ne voglia ne tempo. Fece colazione velocemente e si avviò. Arrivò a metà della
seconda ora e dopo aver consegnato la giustificazione firmata da Kogoro all'insegnante
presente in classe andò a posto. La professoressa riprese ad interrogare quei poveri sfortunati vicino la
cattedra e Ran prese a scrutare i vari compagni di classe: alcuni leggevano silenziosamente, altri
ascoltavano gli interrogati con attenzione, quando finì per incontrare lo sguardo dell'amica.

Quest'ultima guardava sognante e con le gote arrossate Heiji, il quale parlottolava con Shinichi.
Vide Shinichi sorridere furbo e ridacchiare scuotendo la testa.
Tornò a guardare l'amica e vide che c'era qualcosa di diverso. Era più felice. E attribuì la contentezza
dell'amica al detective del Kansai.
Prese la matita dall'astuccio e puntellò il gomito di Kazuha, che ripresasi dal suo stato di trance sorrise e
guardò l'amica.

“- Ti devo parlare -” le mimò Kazuha mentre Ran mosse il capo per assentire.

§ § §


La pausa ricreativa era iniziata si e no da cinque minuti circa e Ran ascoltava il racconto di Kazuha
nella classe vuota.

“-..è mi ha baciata! E' stato bellissimo-” finii Kazuha con un sorriso da orecchio a orecchio.

“- Sono davvero felice per te-” rispose sorridendo Ran, e lo era davvero.

“- Senti, perché non provi a parlare con Shinichi magari riuscite a chiarirvi-” le propose Kazuha incerta.

“- Io non se..mi vorrà ascoltare dopo..l'ultima volta-” rispose amara.

“- Devi provare amica mia, se vuoi risolvere la situazione devi parlargli.-”

“- Ci proverò.-”


¤ §§§ ¤


Dopo la loro conversazione Ran non aveva fatto altro che guardare Shinichi sentendo ogni volta il cuore
battere come un forsennato. Il detective se ne era accorto ed ogni volta che Ran incrociava i suoi meravigliosi
occhi blu, lui le voltava lo sguardo. E Ran soffriva, trattenendo a stento le lacrime e stringendo la biro fra le mani.
La campanella segnò la fine delle lezioni e gli studenti lasciavano allegramente quelle mura felici di tornare a
casa, Ran decise che era il momento giusto e vedendo che lui stava già andando via lo fermò.

“- Shinichi-” cominciò incerta, ma lui fece finta di non sentire, la ignorò.

Ran inghiottendo quel boccone amaro lo raggiunse in pochi passi e lo richiamò trattenendolo per il braccio.

“- Shinichi, aspetta.-”

Lui si voltò e la inchiodò con lo sguardo facendole gelare il sangue nelle vene.
Freddo. Distaccato.
La guardava come si guardano gli estranei, o peggio.
E lei si sentì morire.

“- Shinichi..io volevo..-” cercò di parlare ma fù interrotta da lui.

“- Non ho tempo da perdere, Ho da fare -” rispose freddo, scostandosi da lei.

“- Io..-”

“-Ran-” non era stato Shinichi a parlare, ma Akira che adesso se ne stava davanti la porta.

“- Ran, dobbiamo andare-” continuò l'ultimo arrivato.

Ran passò lo sguardo da l'uno all'altro, voleva parlare con il detective e scusarsi, voleva..

Sentii una presa estranea sul braccio, era Akira che la stava portando verso l'uscita della classe.

“Forse è meglio così” pensò amara guardando per l'ultima volta Shinichi, prima di seguire Akira.

~ o O o ~

Vide la porta davanti a sé chiudersi, Shinichi strinse i pugni.
Doveva fare in fretta. Doveva scoprire chi era.
Doveva indagare.


 
Angolo Autrice
Salve!
Ecco qui un altro capitolozzo :) che spero vi piaccia
Beh, il titolo già diceva molto eh ^^
Non ho molto da dire su questo capitolo a parte
HeijixKazuhaForEver *^* ahaah
Grazie a chi legge, recensisce, chi mette GdD ( Gioco
del Destino ) fra le seguite, preferite e ricordate..
Inoltre volevo avvisarvi prima che il prossimo capitolo arriverà tra il 19 o giù di lì,
poichè non ho più connesione e questi sono gli sgoccioli..
il prossimo capitolo e già pronto, tranquille ;)
Inoltre vorrei sapere se nel prossimo capitolo vi và di vedere come è Akira
in realtà!!
Per finire...
GRAZIE
per le bellissime recensioniiiii *_*
Kawaiii <3

Un bacione

Cat_Writer

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Capitolo 11
*** CAPITOLO NOVE- INDAGINI E PARTENZA ***


                                       IL GIOCO DEL DESTINO


                                                                                                     

                                              Image and video hosting by TinyPic>

 
 

                                CAPITOLO NOVE - Indagini e Partenza -

 

Dedicato a BlackLapis

 

 

Shinichi corse al commissariato e si mise a trafficarecon l'archivio informatico della polizia tra varie cartellee nominativi.

Fù cosi che Heiji lo trovò, e Shinichi gli parlò dei suoi dubbi. Heiji l'ascoltava attento e iniziò ad aiutarlo, la prima ora non portò a nulla.

E quando entrambi stavano per arrendersi, si accorsero di un dettaglio, un documento era stato modificato di recente.


La data di modifica risaliva a circa tre settimane prima, ovvero una settimana prima che Akira si presentasse come loro nuovo compagno di classe.

Sorrisero furbi, ora sapevano da dove iniziare.

Dall'anagrafe.

 

~ O o O ~

 

Come tutti gli altri pomeriggi Ran e Akira si erano recati in biblioteca per il consueto pomeriggio recupero – studio.

La ragazza non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo poco prima in classe con Shinichi.

I suoi occhi freddi e distaccati, il suo volto serio e la sua voce priva di sentimenti.

Era colpa sua, se lo
ripeteva in continuazione perché se non gli avesse detto quelle cose cosi cattive non lo avrebbe feritosino a quel punto.
Forse avrebbe potuto sistemare le
cose e..No!

E' finita.

Semplicemente finita e doveva farsene una ragione, avrebbe dovuto dimenticare. Anzi, meglio dire che non è mai iniziata per davvero.

Fissa il libro ma in realtà non lo vede per davvero, le parole perdono significato, si confondono e si sfocano.

 

“Non devo piangere” pensa cercando di ricacciarle indietro.

 

Troppo immersa nei suoi pensieri non si accorge che Akira la fissa sorridendo.

Non si accorge che lui abbandona la biro nera sul quaderno aperto e si avvicina a lei.

E quando lo fa è tardi, lui e ad un passo dal suo viso totalmente piegato verso lei.

Ran sgrana gli occhi e arretra istintivamente, o almeno ci prova. Akira le ha bloccato i polsi con una sola mano, li stringe e li spinge verso il basso.

Con la mano libera le tiene la nuca impedendole di muoversi.

Mentre si avvicinava sempre di più sentiva il suo calore ed il suo profumo, si sentiva in trappola.

E' tutto sbagliato.

Questo le urlava il cuore.

I loro nasi si sfiorano. Sente il suo respiro, vede quei occhi neri come corvi guardarla.

Neri e non blu.

Quel profumo non è il suo.

Quei occhi non sono suoi.

Quelle labbra non sono sue.

Semplicemente Akira non è Shinichi.

 

“-No..-”

 

Non sa come e con quale forza si libera dalla presa e si allontana. Non sa se l'ha solo sussurrato o lo ha

gridato quel “no” prima. L'unica cosa che sa e che nessuno sarà mai Shinichi.

Mai.

 

Ω ∞ ∞ Ω

 

I due detective arrivarono all'anagrafe e consegnando l'apposito permesso firmato dall'Ispettore Megure si diressero agli archivi,

iniziando così la ricerca.
Cominciarono dalle date e scelsero tutti i nati del 1996 e prendendo solo chi di cognome faceva “Nishimoto”,

centotrentasei cartelle furono il risultato. Si divisero il lavoro a metà e iniziarono a cercare.

 

“- Bingo -” esclamò Heiji mezz'ora dopo prendendo la cartella.

 

“- L'hai trovato?-” chiese il detective dell'est raggiungendo l'amico.

 

“- Guarda. Il foglio è stato rilasciato dall'anagrafe americana tre settimane fà, e questa è la ricevuta

della raccomandata mandata da Tokyo quando sono stati spediti i documenti in America la prima volta,

ovvero dodici anni fa. Mentre questa, è la ricevuta di tre settimane prima mandata dall'America all'anagrafe

di Tokyo, dove il diretto interessato ha preso il cognome di sua madre -” spiego Heiji serio.

 

“- Quindi se il nuovo documento con il nuovo cognome è qui, quell'originale deve essere in America -” ragionò Shinichi.

 

“- Se fosse così, Shinichi, l'anagrafe non avrebbe dovuto avvisare la polizia?-”

“- Il punto è, che, proprio perché si tratta di un ragazzo
che nessuno ha controllato scrupolosamente.-”

 

Ω ∞ ∞ Ω

 

Il gesto di Ran fece stizzire Akira, che come lei si era alzato. Strinse i pugni e la seguì prendendola per le

braccia e spingendola contro il muro. Strinse la presa sulla sua pelle,a Ran scappò un

piccolo gemito di dolore e paura. Perché lei era davvero spaventata adesso.

Akira era furioso e stizzito.

 

Come poteva quella ragazzina dirgli di no..

 

“- Akira, mi stai facendo male -” disse spaventata la ragazza.

 

Quelle parole parvero far tornare in se Akira che smise di stringerle le braccia e la lasciò. Non si

allontanò però da lei e le rimase vicino. Ran cercava di controllare il tremore delle gambe ed il battito furioso del cuore.

 

“- Non c'e fretta -” le sussurrò roco all'orecchio facendola rabbrividire.

 

Si allontanò sorridendo e prendendo le sue cose se ne andò lasciandola sola. Ran si portò la mano al petto. Tremava.

Si lasciò scivolare fino a terra e qualcosa di caldo e umido le rigò la guancia.

Piangeva, e non riusciva a fermarsi.

Shinichi.

 

₪ ₪ ₪

 

Heiji e Shinichi uscirono dall'anagrafe, il prossimo passo da fare era controllare i documenti mandati allaTeitan High.

Erano le sedici e trenta e oggi la scuola
rimaneva aperta per il consiglio studentesco eassemblea docenti.

Senza dare nell'occhio entrarono
nell'ufficio del preside e cercarono fra i vari documenti.

Lo trovarono subito, il fascicolo con i dati.

Conteneva: la domanda di iscrizione, il nulla osta dalla vecchia scuola, le copie delle pagelle più uno schemaùdel programma

di studio e vari crediti ottenuti.

 

“- Hai notato i voti ed il programma di studio?-” disse il detective dell'ovest mostrandoli a Shinichi.

 

“- Perché chiedere a Ran una mano quando i tuoi voti raggiungono il massimo, e sei più avanti con il nostro

programma studi?-” chiese a nessuno in particolare Shinichi.

 

“- Beh, c'è un solo modo per scoprirlo..-” disse Shinichi con aria furba.

 

“-Mh?-”

 

“- Andare alla fonte: in America -” continuò il detective dell'est.

 

“- Cosa?-” chiese Heiji strabuzzando gli occhi.

 

“- Eh non fare quella faccia da merluzzo Hattori! E' l'unico modo per scoprire la verità su quel tipo-”

 

“- Allora ti accompagno -”

 

“- Non se ne parla -”

 

“- Perché?-” chiese Heiji stizzito.

 

“- Primo daremmo nell'occhio, e secondo se andiamo entrambi chi lo tiene d'occhio il tipo?-” rispose Shinichi.

 

“Scoprirò la verita, Nishimoto. America sto arrivando” pensò Shinichi deciso.


 ♦ ∞ ♦
 

Ran pensava e ripensava a quello che era successo ieri pomeriggio con Akira. Non voleva ancora crederci.

Aveva avuto paura. Tanta. E avrebbe voluto Shinichi accanto a se.

Oggi Akira era assente, e Ran non poté non provare sollievo. Le lezioni furono come sempre noiose :

inglese, matematica, letteratura, fisica e scienze. Quando suonò l'ultima campanella gli studenti

sospirarono di sollievo, la classe si svuotò presto e Kazuha le fece l'occhiolino lasciandola – nuovamente

– sola con Shinichi. Ma questa volta avrebbero parlato.

Respirò profondamente una, due, dieci volte e prendendo in mano il coraggio lo chiamò.

 

“- Shinichi – lui si voltò e la spronò a continuare – volevo scusarmi per le brutte parole che ti ho rivolto al nostro ultimo incontro,

non penso neanche una di
quelle parole -” disse sincera.

 

“- Non importa, tranquilla. -”

 

“- Importa invece, importa a me. E voglio che tu lo sappia-” disse non riuscendo a trattenere una lacrima.

 

“- Lo so già Ran, non piangere -” le confessa sorridendo e spazzando via quella lacrima.

 

₪ ₪ ₪ ₪

 

“- I passeggeri del volo BT97307J sono pregati di raggiungere il Gate 4 per l'imbarco -” la voce metallica si espandeva per tutto l'aeroporto di Tokyo.

 

“- E' il mio volo, devo andare. Mi raccomando -” disse Shinichi serio.

 

“- Tranquillo -” rispose Heiji allo stesso modo.

 

≈ ≈ ≈

 

“- E quindi non gli hai detto ciò che provi?-” disse Kazuha.

 

“- Shh..non urlare -” la rimbeccò Ran rossa come un pomodoro.

 

“- Beh vorra dire che lo farai oggi -” continuò decisa Kazuha.

 

“- Oh..insomma Kazuha, non..-” non continuò la frase poiché il suo sguardo fu catturato da una figura che

lentamente si stava avvicinando a loro.

Akira.

 

Ran sentì un brivido scendere lungo la colonna vertebrale, strinse la presa sul braccio di Kazuha attirando su di se lo sguardo stranito di quest'ultima.

 

“- Ran..-” ripetè l'amica, ma ella non rispondeva.

 

“-Buongiorno Ran -” la salutò sorridendo Akira, e sorpassandola per entrare.

 

Ran trattenne il respiro finché non fu del tutto sicura che di Akira non ci fosse traccia.

 

“-Ran, ma che succede?-” il tono preoccupato dell'amica la riscosse e lasciandole il braccio la guardò.

 

“- Io..-” cerco di spiegare, ma venne interrotta dall'arrivo del detective dell'ovest che le salutò calorosamente.

 

Ran notò subito qualcosa di stonato. Heiji era solo. Senti l'aria mancarle ma schiarendosi la voce parlò.

 

“- Heiji dov'é Shinichi?-”

 

Il detective focalizzò l'attenzione su Ran, lo steso fece Kazuha che come l'amica notò solo adesso la mancanza del detective dell'est.

 

“- Shinichi è partito questa mattina per Los Angeles, è andato dai suoi genitori -” il tono serio e deciso di Heiji fece sussultare le due.

 

Ran sgranò gli occhi sentendo il respiro fermarsi in gola.

 

“- Partito.. -” sussurrò con voce rotta.

 

E' andato via. Shinichi è andato via..” pensava sentendo un dolore al petto.

Mormorò uno “scusate” ai suoi amici e corse verso scuola, aveva bisogno di stare sola.

₪₪₪

 

Kazuha stava per seguirla, ma Heiji la trattenne per il polso, sotto lo sguardo stupito della ragazza.

 

ANGOLO AUTRICE

 

Salve :)

Da adesso le cose si complicano per i nostri cari

protagonisti.

Akira nasconde qualcosa e Shinichi vuole scoprire

cosa.
Spero che l'immgine vi piaccia ^^",

lo so non è un gran che!!

sorry >_<

 

Attenzione: tutto ciò che ho scritto per quanto

riguarda la parte dell'anagrafe Tokyo/America è

frutto della mia mente contorta ^^

Prendetela come “Licenza Narrativa” o giù di li..

Grazie a chi legge :)

Grazie a chi recensisce :)

Grazie ai lettori silenziosi :)

Grazie a chi mette la storia fra : Preferite, Ricordate,

Seguite.

A presto, un abbraccio...
 

Cat_Writer

                                          
 
 

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Capitolo 12
*** CAPITOLO DIECI- LA VERITA'- Parte Uno ***


                                                 IL GIOCO DEL DESTINO


 
                                                                             CAPITOLO DIECI
                                   


 
                                                                         - La Verità:Parte Uno -



 
 
Davanti il liceo Teitan un ragazzo dalla pelle ambrata e una ragazza con la coda di cavallo discutevano animatamente.
 
“- Perché mi hai fermato? Devo andare da Ran!-” esclamò adirata la ragazza.

 
“- Kazuha, calmati. Adesso ti spiego..-” parlò risoluto e con aria seria, e non appena Kazuha si calmò Heiji le lasciò il braccio.

 
₪₪ ₪ ₪₪

 
La campanella non era ancora suonata per questo Ran si era barricata in bagno a piangere. Non riusciva
a crederci. Non voleva.
Shinichi se ne era andato senza una parola, l'aveva esclusa dalla sua vita, non la riteneva importante e lei ne soffriva.
Shinichi..
Non riusciva a capire il perché e si sentiva così sola e vuota senza di lui.
Lo amava, lo amava così tanto. Avrebbe voluto rivelargli ciò che provava, credeva di avere tempo non
sapendo però che il tempo stesso era contro di lei. Avrebbe voluto fermarlo e pregarlo di non lasciarla.
Mi manchi, come manca l'acqua all'oceano.
Poiché d'ora in avanti non potrò più specchiarmi in quel blu che erano i tuoi occhi.
Mi manchi, Shinichi.
Uscì dal bagno con gli occhi arrossati, entrò in classe non guardando nessuno dei suoi compagni ed
evitando lo sguardo dei suoi amici. Il professore di chimica Miku Toshìo entrò e con aria seria salutò i
ragazzi, che educatamente si alzarono e ricambiarono, poi diede loro la notizia:
 
“- Il vostro compagno Kudo Shinichi resterà assente sino a data da destinarsi, poiché ha lasciato il Giappone
per motivi familiari -” alcuni ragazzi
mormorarono, altri semplicemente rimasero zitti.
Solo
quattro ragazzi palesarono le loro emozioni: Il detective dell'ovest mantenne l'aria seria, Kazuha
s'intristì, Ran irrigidì le spalle ingoiando le lacrime, ed Akira..semplicemente sorrise.
 
₪₪ ₪ ₪₪

 
Era atterrato da poco a Detroit, una città degli Stati Uniti d'America capoluogo della Contea di Wyane
principale centro dello stato del Michigan*. Shinichi stanco delle sedici ore** di volo si diresse, dopo aver
passato il check in ed aver aspettato il bagaglio, in un Bed & Breakfast in centro. In un inglese perfetto
Shinichi si fece dare il numero della stanza, ovvero la seicentoventuno***, e una guida turistica del posto.
Così dopo aver riposato ed essersi rifocillato a dovere iniziò a lavorare.
Prese un taxi che lo condusse davanti all'anagrafe, che sarebbe stata la prima tappa.
Ringraziò e pagò il tassista e si diresse all'entrata.
L'ambiente era accogliente e luminoso, alla sua destra vi erano alcune sedie bianche, con decisione si
diresse al banco informazioni. Lì vi era una donna sulla quarantina intenta a firmarealcuni fogli, la receptionista
si accorse del detective e
lo guardò.
 
“- Hello, can I help you*?-” domandò la donna cordiale.

 
“- I'm a detective and I come from Tokyo, I wanted to look at the original of this document, it is possible*?-”
chiese mostrando la foto scattata a Tokyo prima di partire.
 
“- Mmm..are private data, wait a moment*-” il tono dubbioso della donna era comprensibile, ma aspettò con
pazienza dal momento che si era allontanata dal
banco.

 
“- Keep, this is not what changed from Tokyo*-” disse la donna non appena tornò al banco e porgendo il
documento sopracitato.

 
Shinichi lo scrutò con fare indagatore.

 
“- I can explain why the names of the parents lack the Tokyo document*?-” chiese il detective alla donna.

 
“- It certainly. Was a guy who told me not to write about, and I respect his privacy*-” spiegò semplicemente.


Shinichi annuì, serio e iniziò a formulare alcune ipotesi al riguardo.

 
“Perché modificare questi documenti e cambiare cognome? E perché proprio quello di sua madre?” si interrogò mentalmente.

 
“- Thank you, goodbye*-” disse mentre le restituiva il foglio.
 
“- Goodbye*-” ricambiò la donna prendendo il foglio e sorridendo cordialmente.

 
Uscito dall'edificio Shinichi pensava a quel documento, ma soprattutto ad un nome che lo aveva maggiormente colpito.
 
Takaìro Yoshina, il padre di Akira.

 
₪₪ ₪ ₪₪

 
Prese un taxi e si diresse al liceo che frequentava Akira prima che si trasferisse.
Liceo Statale “Jacopone da Todi”*.
Le lezioni erano già finite e molti ragazzi erano già pronti ad incamminarsi verso casa. Shinichi si
avvicinò ad un gruppo di quattro ragazzi.

 
“- Hi guys, I can a few questions?*-” domandò con tono formale, i raazzi si girarono ed uno di loro prese
parola.

 
“- Yes, sure*-” rispose cortese il ragazzo dai rossi capelli.

 
“- Do you by change, certain Akira Nishimoto?*-”

 
“- No, no one by that name*-” rispose scuotendo la testa il giovane.

 
“- And Akira Yoshina?*-” ripeté il detective non soddisfatto.

 
“- I know him. It was a classmate of mine, that the moved about a month and half ago*-” rispose scrollando le spalle.

 
“- And, what was it like?*-” continuò Shinichi.

 
“- It was weird. He hated everyone, a loner and a few words, the first class. Do not know him well, I only
know that it is orphaned of father and later also lost her mother*-” continuò il ragazzo.

 
“- He had other relatives?*-” domandò ancora il detective dell'est.

 
“- Is an uncle, the brother of this father.*-”

 
“- And you know where he lives?*-”

 
“- No. As I said dis not know him well, but, it was rumored that it was party*-” rispose nuovamente il ragazzo.

 
“- Party for where?*-” domandò colpito Shinichi.

 
“- Tokyo -” rispose semplicemente il ragazzo. Shinichi a quel punto fu fulminato da una consapevolezza.

 
“ Vuoi vedere che..” pensò fulmineo.

 
“- Thank you guys*-” esclamò il detective salutando i ragazzi.

 
“- Nothing*-” rispose il ragazzo dai capelli rossi.


 
Shinichi iniziò a camminare per raggiungere la sua prossima meta : un Internet Point.

 
₪₪ ₪ ₪₪


 
Intanto a Tokyo...
 
Kazuha doveva parlare con Ran immediatamente, doveva dirle la verità, anche se lei stessa non riusciva
a crederci.

 
Flash Back

 
“- Come? Shinichi è partito per indagare su Akira?-” sbottò incredula Kazuha di fronte al detective del Kansai.
 
“- Shh, non urlare. Abbiamo scoperto delle cose e adesso Shinichi vuole andare a fondo -” continuò serio Heiji.

 
“- Perché non parlarne con Ran, sta ricommettendo lo stesso errore -” disse Kazuha affranta.

 
“- Primo: ha provato a metterla in guarda ma non ha voluto ascoltarlo, e secondo: non si deve insospettire.
Dobbiamo comportarci esattamente come prima. -”

 
“- E adesso?-” chiese la ragazza.

 
“- Adesso..aspettiamo notizie di Shinichi-” rispose il detective.

 
Fine Flash Back

 
No, non poteva mettere a rischio Heiji e Shinichi. Avrebbe cercato di tenere Akira sott'occhio e lontano da Ran.
La campanella era appena suonata e la classe si stava lentamente svuotando, Ran uscì velocemente
così come Akira. Kazuha li stava per seguire, chiamando a squarciagola l'amica ma Heiji la bloccò.
 
“- Ehi, ma che fai? Non dobbiamo lasciarla sola -” gli ricordò la ragazza incenerendolo con lo sguardo.

 
“- Ricordi? Dobbiamo comportarci normalmente -” le ricordo serio. Kazuha annuì, sapeva che lui aveva
ragione ma era anche preoccupata per Ran.

 
₪₪ ₪ ₪

 
Ran era quasi giunta al cancello quando Akira la raggiunse.
 
“- Ran?-” la chiamò lui.

 
“- Si, cosa c'è Akira -” cercò di essere cordiale ma il ricordo del loro ultimo incontro le provocò i brividi.

 
“- Quindi niente più ripetizioni, eh?-” chiese canzonatorio.

 
“- Ehm..io non..-”

 
“- Tranquilla dolce Ran, oramai, sono arrivato dove volevo -” sorrise divertito guardandola soddisfatto.
 
“- Ah..ehm, okey-” rispose internamente sollevata ma con un brutto presentimento.

 
“- A presto, Ran -” la salutò lasciandola lì.

 
Ran rabbrividì, sentendo in bocca un retro gusto amaro.

 
“- Ran eccoti -” la voce di Kazuha la fece voltare, era un misto fra preoccupazione e sollievo, ma in quel
momento non se ne curò felice di poter alleviare quell'oppressione che l'avvolgeva.

 
₪₪ ₪ ₪₪

 
Detroit, ore 15:17 Internet Point

 
Shinichi dopo aver pagato si sedette su uno dei terminali, pronto a verificare i suoi dubbi. E nella
pagina del motore di ricerca digitò: Takaìro Yoshina. Sorrise furbo, aveva finalmente capito.

 
₪₪ ₪ ₪₪




Note Capitolo

*= Detroit si trova davvero in America, per essere precisi America del Nord, fonte Wikipedia.
**= Ad essere sincera, non sò quante siano le ore di volo fra Tokyo e Dtroit, prendetela come
licenza narrativa.
***= Credo ricordate tutti questo numero ^^", il numero dell'episodio Jap dove Shinichi si dichiara a
Ran, sullo sfondo del Big Ben di Londra..

*= Il liceo esisiste veramente, e si trova davvero a Detroit.



 
TRADUZIONI – ANAGRAFE -

 
*= Salve posso aiutarla?
*= Sono un detective e vengo da Tokyo, volevo
guardare di questo documento è possibile?
*= Mm..sono dati privati, aspetta un momento.
*= Tenga, questo è quello non modificato da Tokyo.
*= Mi può spiegare perché i nomi dei genitori
mancano nel documento di Tokyo?
*= Certamente. E' stato un ragazzo che mi ha detto di
non scrivere nulla ed io rispetto la sua privacy.
*= La ringrazio, arrivederci.
*= Arrivederci.

 
TRADUZIONI – LICEO-

 
*= Salve ragazzi vi posso fare qualche domanda?
*= Si, certo.
*= Conoscete per caso, un certo Akira Nishimoto?
*= No, nessuno con quel cognome.
*= E Akira Yoshina?
*= Si che lo conosco. Era un mio compagno di classe,
che si è trasferito circa un mese e mezzo fa.
*= E che tipo era?
*= Era strano. Odiava tutti, un tipo solitario e di poche
parole, il primo della classe. Non lo conoscevo bene,
so solo che è rimasto orfano di padre, e dopo ha
perso anche la madre.
*= Aveva altri parenti?
*= Si uno zio, il fratello di suo padre.
*= E sapete dove abita?
*= No. Come ho già detto non lo conoscevo bene, ma
si vociferava che fosse partito.
*= Partito per dove?
*= Tokyio.
*= Grazie ragazzi.
*= Di nulla.

 
Angolo Autrice

 
Salve, ecco qui un nuovo capitolo! Si scoprono molte
cose, e altri misteri sono in agguato... ^^
La storia è arrivata al punto cruciale, chissà cosa
accadrà adesso? E cosa scoprirà Shinichi sul padre di
Akira?
Misterooo aahahah e per risolverlo dovete stare
incollati allo schermooo :3
GRAZIE per le Splendide recensioni <3
GRAZIE a chi ha aggiunto la storia alle Preferite,
Seguite e Ricordate <3
GRAZIE a chi silenziosamente legge questa storia <3
 
Alla prossima ;)

Cat_Writer

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Capitolo 13
*** CAPITOLO UNDICI- LA VERITA'- Parte Due ***


IL GIOCO DEL DESTINO

CAPITOLO UNDICI


– La Verità : Parte Due -


Il giovane detective dell'est leggeva con minuzioso interesse l'articolo appena trovato, riportando testuali parole:
 

“ Arrestato narcotrafficante giapponese,
Takaìro Yoshina quarantatré anni
ex impiegato con moglie e un figlio.
L'uomo è stato colto in flagrante
dalla polizia del distretto di Beika.
L'uomo faceva anche parte del
Clan Mamoro..”


Shinichi continuò a leggere l'articolo con allegate le foto dell'uomo e dei suoi complici.
Iniziò a capire e cercò di collegare i pezzi trovati finora, mancava ancora la parte più importante però..
Cercò altre notizie, quando una lo colpì notevolmente:


 

“ Ucciso il prigioniero Takaìro Yoshina,
arrestato il 12 dicembre del 2003 e ucciso
in data 17 febbraio 2004.
Sembra sia stato picchiato selvaggiamente
da un altro prigioniero sconosciuti i motivi
della rissa.
Il medico del penitenziario ha dichiarato
verbalmente che il prigioniero dopo
essere stato picchiato sia caduto a terra
ed abbia picchiato il cranio
in modo violento, provocando la
morte immediata
.”


Il detective scrutò attentamente l'articolo e prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans compose il numero di Heiji.
TUUU
TUTUUUU
TUTUUUU

“- Pronto?-” rispose la voce del detective dell'ovest.

“- Hattori. -”

“- Shinichi, stavo proprio per chiamarti. Novità?-” chiese il detective dalla pelle ambrata.

“- Si, ho trovato un paio di cose interessanti riguardanti il nostro 'amico' -” rispose Shinichi
iniziando a raccontare quello che aveva scoperto sino ad ora.

Heiji ascoltava attento ed interveniva se non collegava qualche passaggio o anticipava
l'amico capendo esattamente dove voleva andare a parare Shinichi.

“- Ho bisogno di un favore, Hattori. Devi cercare nell'archivio della centrale di polizia
di Beika, notizie su Takaìro Yoshina. Tutto, chi si occupava dell'indagine, chi ha scritto il
verbale e chi lo ha arrestato. E mi fai avere tutto per e-mail, nel frattempo io cercherò
notizie su questo zio -” spiegò Shinichi calmo e serio.

“- Sarà fatto, riceverai tutto il prima possibile -”

Dopo di che ci fu un interminabile silenzio, interrotto solo da Shinichi.

“- Come sta..lei ?-”

“- Non bene, ha pianto e..beh, credo sia rimasta abbastanza male -” rispose Heiji a
disagio, si sentiva lievemente in colpa ma sapeva di non poter dire nulla.

“- Capisco..-” rispose semplicemente Shinichi.

Hattori capiva dal tono di voce che Kudo si sentiva in colpa, e sapeva di non poter fare
nulla per alleviare la sofferenza dei suoi amici.

“- Ci sentiamo, Hattori -” parlò nuovamente Shinichi, Heiji non fece nemmeno in tempo a
rispondere che il detective dell'est aveva già riagganciato.

Shinichi chiuse gli occhi e si rilassò sullo schienale della sedia girevole.

“ Perdonami Ran ” pensò amaramente.


₪ ₪ ₪ ₪ ₪ ₪


Detroit, 24 gennaio 2015 ore 19:39


Erano passati due giorni e non aveva ancora ricevuto l'e-mail da parte di Hattori su ciò che aveva richiesto.
Nel frattempo non era rimasto con le mani in mano ed aveva scoperto infine il quartiere dove abitavano
Akira e lo zio. Aveva chiesto informazioni ai condomini abitanti nella medesima palazzina ma aveva
ottenuto molto poco, ovvero:
Lo zio di Akira era un uomo sulla cinquantina capelli brizzolati e statura media.
Si chiama Kendo Yoshina, impiegato in banca, nessuna moglie o figli. Nient'altro.

Sentì il cellulare vibrare e vide finalmente l'icona tanto aspettata, la piccola bustina
bianca lampeggiava sul piccolo schermo.
Senza aspettare molto l'aprì e lesse velocemente il contenuto.
Sgranò gli occhi e deglutii un paio di volte.

“Non è possibile..”

Chiamò Hattori velocemente.

“- Siamo nei guai -” rispose velocemente Heiji che come Shinichi collegò velocemente il tutto.

“ Hattori, prenderò il primo volo disponibile, tu intanto..-” spiegò velocemente il suo piano
ad Heiji cercando di mantenere il suo solito sangue freddo.

₪ ₪ ₪ ₪ ₪ ₪

Tokyo, 25 gennaio 2015 ore 08:03

Ran stava davanti al cancello della Teitan High, aspettando come al solito i suoi amici.
Erano passati cinque giorni dalla partenza di Shinichi, non riusciva ancora a crederci.
Una parte di lei sperava di vederlo entrare in classe e scusarsi del ritardo. Ed ogni volta
che la porta dell'aula si apriva nel mezzo della lezione sentiva un tuffo al cuore, che si
trasformava purtroppo in amarezza e delusione, quando vedeva un viso che non era il suo.
In quei giorni era andata a trovare Eri al cimitero, le portava dei fiori e stava lì per ore
a parlare, il soggetto era sempre e solo uno : Shinichi.
Parlare con la madre la liberava di quel peso ma non funzionava spesso. Sapeva di far
preoccupare anche Kogoro, e si dispiaceva ancora di più. Anche il padre aveva saputo,
tramite Heiji, che Shinichi era partito. Se ne era dispiaciuto, ed aveva stretto la figlia in un
dolce abbraccio, voleva che Ran sentisse la sua presenza.
Sospirò pesantemente.

“- Ran -” la chiamò allegramente Kazuha.

Ran alzò lo sguardo e vide Heiji e Kazuha dirigersi nella sua direzione.

“- Buongiorno Kazuha, Heiji -” salutò entrambi sorridendo.

“- Buongiorno -” ricambiarono entrambi.

Ran guardò attentamente Heji e lo vide teso e preoccupato.

“- Heiji, va tutto bene?-”

“- Si certo, perché lo chiedi?-” rispose.

“- Ti ho visto preoccupato e pensavo che ti fosse successo qualcosa, o..- si bloccò di
botto sgranando gli occhi azzurro lilla.

“-..o..?-” chiese Heiji stranito.

“- E' successo qualcosa a Shinichi?-” chiese con foga.

“- Sta tranquilla Ran, Shinichi sta bene -” le rispose sorridendo e tranquillizzandola.

Ran sospirò di sollievo, ed insieme entrarono nel grande ed immenso edificio che era la
Teitan High.

₪ ₪ ₪ ₪ ₪ ₪

La classe era piena di ragazzi in attesa della professoressa d'inglese.
Anche Akira era presente. Ran e Kazuha iniziarono a parlare tra loro di
cose strettamente femminili, mentre Heiji era dietro di loro.
Successe tutto in un secondo.
Heiji cadde in modo buffo urtando Ran, quest'ultima e Kazuha lo guardarono in
modo strano. Heiji rise nervosamente e si scusò con l'amica, che gli sorrise
rassicurante.

“- Ma che combini, testone?-” lo riprese la neo fidanzata, guardandolo truce.

“- Testone a chi?-” chiese offeso, restituendole l'occhiata ostile.

“- A te -” rispose lei.

“- Qui l'unica testa vuota sei tu -” la riprese lui.

“- No, tu. -”

“- No, tu. -”

Continuarono quel loro siparietto per un po', l'intera classe rideva, mentre Ran scuoteva
la testa divertita.

“Non cambieranno mai” pensò guardandoli.

₪ ₪ ₪ ₪ ₪ ₪

Erano andati quasi tutti via, la campanella era suonata da una decina di minuti o poco
più. Ran finì di sistemare la cartella e uscì dall'aula. Era rimasta con Kazuha che alle
otto di quella sera avrebbero trascorso una serata di sole ragazze, pizza, film e pop corn.
Era in cortile quando si sentì chiamare.
Era Akira. Ignorò quel brivido, e si girò.

“- Akira, cosa ci fai ancora qui?-” chiese insicura.

“- Volevo parlarti -” rispose sorridendo in quel modo strano.

“- Ah..si, e di cosa?-” chiese sentendo il cuore battere in modo agitato.

“- Non qui, vieni con me -” spiegò furtivo, e senza darle il tempo di rispondere la portò
nella parte posteriore del liceo, il cortile adibito a parcheggio dove vi erano le auto degli
insegnati. Ma in quel momento,ce ne era una soltanto.

“- Allora, cosa volevi dirmi -” chiese infine cercando di calmare quella sensazione di
ansia e panico che cresceva sempre più.

“- Finalmente è arrivato il grande giorno, mia dolce Ran -” iniziò ad avvicinarsi lentamente
con quel sorriso che fece solo tremare Ran.

“- Di cosa stai parlando?-” chiese indietreggiando sempre più.

“- Ho aspettato più di sei mesi, e ho preparato tutto alla perfezione-” continuò
ignorandola e continuando ad avanzare verso di lei.

Ran sentì dietro di sé il muro che le impedì di allontanarsi, lui le era arrivato di fronte e
sorrideva. Aveva paura, dentro di lei sentiva una voce gridare : “scappa”.
Prese coraggio e gli diede una ginocchiata in basso, Akira si accasciò dolorante e lei iniziò
a correre. Ma non fece molti passi, poiché lui la raggiunse infuriato e la bloccò.
Stava per gridare ma lui, fulmineo, le mise un fazzoletto sul viso, coprendole naso
e bocca. Sentii le forze venir meno, le figure divennero sfocate e gli occhi pesanti..poi il
buio.

₪ ₪ ₪ ₪ ₪ ₪

Casa Toyama ore 19: 30

Kazuha era preoccupata, il telefono di Ran era staccato e Kogoro non l'aveva nè vista
né sentita. Sentiva le lacrime scorrere sul viso, Heiji l'abbracciò e la rassicurò. Anche il detective
dell'ovest era preoccupato nonostante il piano. Il cellulare di Heiji squillò.

“- Hattori, sono io. Sono appena arrivato all'aeroporto. Come va lì?-” chiese spiccio.

“- Male. Ran è sparita ed il cellulare è staccato, ha agito prima del previsto. -”

“- Dannazione. Sono già sul taxi, ci vediamo in centrale, intanto partiamo con il piano b. -”

“- Ricevuto. -” rispose prontamente Heiji prendendo sotto braccio il casco è uscendo di casa.

“- Aspetta, vengo con te -” s'impuntò Kazuha.

“- Non se ne parla, è pericoloso -” scosse la testa.

“- Heiji. Ran è mia amica e se c'è qualcosa che posso fare per aiutarla lo farò -” continuò
determinata.

“- E va bene, ma farai come dico, intesi?-” si arrese passandole il casco.

“- Intesi -” annuì facendo un piccolo sorriso.

E partirono verso la centrale di polizia di Beika.

₪ ₪ ₪ ₪ ₪ ₪


 

ANGOLO AUTRICE

Salve :)
ecco qui un altro bel (?) capitolo ^^
I misteri stanno per essere svelati..
Secondo voi qual'è il piano di Shinichi?
E cosa vuole Akira da Ran?
Domande che nei prossimi capitoli avranno
risposte ;)
Grazie mille di vero cuore a chi legge e
recensisce
<3
Grazie mille di vero cuore a chi ha inserito la
storia tra : Seguite, Preferite, Ricordate
<3
Grazie mille di vero cuore a chi
semplicemente legge in silenzio
<3
Siete unici :) senza di voi questa storia non
sarebbe arrivata sino a qui *-
*
Alla prossima :-*

Cat_Writer

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Capitolo 14
*** CAPITOLO DODICI- GIU' LA MASCHERA Parte Uno ***


                                                                         IL GIOCO DEL DESTINO
                                                                   CAPITOLO DODICI

                                                                       - Giù La Maschera Parte Uno -

 

Aprii lentamente gli occhi, li strinse leggermente per mettere a fuoco gli oggetti davanti a sé.
Una fitta lancinante al capo la colpì. Gemette. Provò a toccarsi la testa con la mano ma non le fu
possibile. Stranita abbassò lo sguardo e sgranò gli occhi appena vide delle corde legarle i piedi
ed altre legarle le mani dietro la schiena.

“- Ma cosa..-” sussurrò intimorita.

Poi tutto le tornò in mente e ricordò.

“- Akira -” mormorò infine.

“- Vedo che ti sei svegliata, angelo -” parlò una voce proveniente dall'angolo più buio della
stanza. Era Akira, che, adesso, dopo aver fatto un paio di passi le era di fronte.

“- Slegami immediatamente, Akira. Che cosa vuoi da me?-” disse agitandosi.
Era spaventato il suo tono di voce, sentiva la paura scorrerle nel sangue.

“- Non serve a nulla agitarsi, mia dolce Ran -” le sussurrò lascivo.

Una lacrima le solcò il viso, non poteva crederci. Era un incubo.
Solo un maledetto incubo. Strinse gli occhi, non voleva guardarlo.
Akira sorrise divertito, avrebbe avuto la sua vendetta, niente lo avrebbe fermato.

“Lui deve pagare” pensò con odio.

Si avvicinò a Ran e le prese il mento stringendolo violentemente sino a farla gemere di dolore.

“- Apri gli occhi Ran -” le disse serio, lei di risposta li serrò ancora di più.

“- Aprili, adesso -” le gridò con rabbia stringendo la presa sulla sua pelle arrossandola del tutto.

Ran mugolò e pianse, infine si arrese e aprì gli occhi azzurro-lilla e lo guardò con odio, rabbia e
paura. Akira sorrise, si sarebbe divertito un mondo.

“- Brava, angelo -” le lasciò il mento che oramai le pulsava e provò ad accarezzarle il viso.

Ran, si scansò terrorizzata e disgustata, Akira rise a quella reazione.

“- Che cosa vuoi da me?-” sussurrò stanca e spaventata.

“- Da te, proprio niente angelo. Tu sei l'esca -” rispose lui scrollando le spalle.

“- L'esca?-” sussurrò sgranando gli occhi.

“- Si, l'esca che attirerà il pesce più grande -” sussurrò con sguardo folle.

“ No, non è possibile..” pensò sgranando gli occhi.

Akira la guardò e quando vide il terrore puro nei suoi occhi sorrise sadico.

“- Vedo che hai capito di chi parlo, angelo. -”


₪₪ ₪₪


Dopo aver indicato velocemente al tassista il posto esatto, strinse i pugni fino a far sbiancare
le nocche. Digitò velocemente un messaggio e lo inviò.

“ Ran, sto arrivando.”


₪₪ ₪₪


Heiji e Kazuha arrivarono in centrale e, dopo aver chiamato Kogoro e l'ispettore Megure,
si chiusero nell'ufficio di quest'ultimo.

“- Hattori, si può sapere che succede? Perché ci hai convocati qui?-” domandò lecitamente
l'ispettore Megure.

Prima che potesse rispondere il bip del suo cellulare lo avvisò dell'arrivo di un nuovo
messaggio. Lo lesse velocemente e sbiancò.

“Piano cambiato.
Spiega tu agli altri tutto e portali a quest'indirizzo.
Io vado da lei e cercherò di
guadagnare tempo.
Kudo.”


“- Maledizione -” imprecò nervosamente.

“- Heiji, che succede?-” chiese Kazuha spaventata e strattonandolo per il giubbotto.

“- Dobbiamo raggiungere Shinichi e Ran, non c'è molto tempo. -”

“- Cosa c'entra mia figlia, Heiji?-” domandò Kogoro.

Heiji riassunse tutto quello che avevano scoperto, mentre Megure e Kogoro sbiancavano sempre
più.

“- Agente Chiba, lei e gli altri andate ad arrestare il signor Kendo Yoshina prima che
si dia alla fuga.  Agente Takagi, agente Sato, voi venite con me -” ordinò serio l'ispettore
Megure.

Non c'era tempo da perdere.


₪₪ ₪₪


Sentiva gli avvertimenti di Shinichi urlare nella sua testa, e lei da stupida non gli aveva creduto.
Pianse lacrime amare, sentendo il senso di colpa opprimerle il cuore.

“ Oh Shinichi, perdonami per non averti creduto ” pensò amaramente.

Vedeva Akira lucidare in modo maniacale la sua pistola, mentre lei cercava, senza dare
nell'occhio di allentare le corde. Senza risultato alcuno però. Appena vide Akira interrompere
il suo lavoro siimmobilizzò trattenendo il respiro. Lo vide posare la pistola e avvicinarsi a lei,
con passo lento e sguardo lascivo. Nel suo sguardo riusciva a vedere una luce pericolosa ed
il suo sorriso nascondeva le sue reali intenzioni.

“- Adesso angelo, ci divertiamo un po'. -”


₪₪ ₪₪


Shinichi era da poco giunto nel luogo dove quel pazzo teneva Ran.
Si trattava di un magazzino abbandonato nella periferia di Tokyo, circondato da una piccola
boscaglia e qualche palo della luce.

“- Ran, resisti -” mormorò.


₪₪ ₪₪

Vide Akira avvicinarsi e slegarle la corda legata alla vita, adesso poteva alzarsi dalla sedia.

“- Perché mi hai slegato?-” mormorò spaventata.

“- Te l'ho detto, adesso ci divertiamo angelo -” e con un movimento fulmineo le strinse le braccia.

Ran gemette di dolore e cercò di divincolarsi dalla sua presa che le provocava disgusto e
paura. Akira rideva di una risata folle.

La sbatté al muro e la schiacciò contro il suo corpo. Annusò il suo profumo immergendo il
naso fra il collo e la spalla.

“- Sei mia, angelo. Solo mia -” sussurrò folle baciando quell'anfratto di pelle dove prima vi era
il suo naso.

Erano baci lascivi, umidi, viscidi. E Ran si sentiva morire, e piangeva.

“- No, ti prego lasciami. Non voglio, no, no -” poche parole sussurrate fra le lacrime, mentre
cercava di sottrarsi al quel tocco.

Shinichi..

Le baciò il viso torturandola, mentre lei provava a scanzarsi.

Shinichi..

“- Angelo, sei mia -” le sussurrò all'orecchio facendola rabbrividire e chiudere gli occhi.

Shinichi, ti prego..

Akira le prese il mento e lo strinse avvicinandosi alle labbra della ragazza..
Un rumore lo bloccò, un tonfo per essere precisi e velocemente si allontanò da Ran prese la
pistola e si avvicinò alla porta.

“- Se provi a scappare angelo, te la faccio pagare -” le disse minaccioso.

Ran deglutì terrorizzata e annuì mentre vide Akira uscire e chiudere la porta.

Ran si accasciò sulla sedia come una marionetta a cui avevano tagliato i fili. Il cuore le batteva
furioso e la paura la immobilizzava, pregò Dio, che Akira non tornasse. Non voleva immaginare
quello che sarebbe successo se quel rumore non lo avesse distratto. E non voleva immaginare
nemmeno ciò che sarebbe successo al suo ritorno. Pianse lacrime amare, che una per volta
le inumidivano il viso stanco e provato.

₪₪ ₪₪


Shinichi vide Akira uscire dal magazzino armato di pistola.

“ Il mio piano ha funzionato ” pensò nascondendosi mentre lo osservava esaminare
la boscaglia.

Lentamente e senza fare rumore giunse davanti al magazzino, la cui porta era sprangata.
Si preparò ad aprirla.

₪₪ ₪₪

Ran sentì un rumore alla porta e spaventata si allontanò facendo un paio di passi indietro.
La porta si aprì, e Ran tremò. Sgranò gli occhi e pianse, era lì.
Lui era lì.

“- Shinichi -” mormorò con un filo di voce, incerta se fosse un'allucinazione o meno.

Lui la guardò e la vide stravolta, aveva polsi e caviglie arrossati per le corde troppo strette, il
mento arrossato e un po' livido. Occhi rossi e gonfi, viso stanco e pallido.Si avvicinò e l'abbracciò
circondandola con il proprio calore. L'avvolse e la strinse a sé, sentendola tremare.
Si allontanò leggermente e le accarezzò il viso, poi iniziò a slegarle i polsi e le caviglie.

“- Dobbiamo andare, Ran -” sussurrò il detective dell'est, Ran annuì mentre si massaggiava i polsi dolenti.

Uscirono dalla porta lentamente tenendosi per mano, ma non riuscirono a fare che un paio di passi.

“- Fermi o sparo -” lì bloccò una voce dietro di loro.

Akira puntava la pistola sulle loro schiene, lentamente i due si girarono e lo guardarono nei
occhi.

“- Non è carino andare via durante una festa -” mormorò canzonatorio avvicinandosi a loro.


₪₪ ₪₪

 

Angolo Autrice
Bentrovati :)
Akira non è proprio uno stinco di santo ^^
chi già lo sopportava a mala pena adesso lo
detesta proprio =/ ahahah xD
Chi sarà il lui di cui Akira si vuole vendicare?
Cosa accadrà adesso che Ran e Shinichi sono
soli con lui?
Nel prossimo capitolo verranno districati tutti i
nodi del pettine! =)
Voglio anche dirvi che il prossimo capitolo sarà il
penultimo :) e già siamo giunti alla fine di questa
storia... =')
Grazie a tutti per aver recensito, seguito,
ricordato, preferito “Il Gioco Del Destino” <3
Grazie a chi ha semplicemente letto questa storia
<3
Senza di voi non sarei mai arrivata qui!!!
GRAZIE DI VERO CUORE
Alla Prossima :-*

Cat_Writer

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Capitolo 15
*** CAPITOLO TREDICI- GIU' LA MASCHERA - Parte Due- ***


IL GIOCO DEL DESTINO

CAPITOLO DODICI


- Giù la Maschera - Parte Due -

Akira, li aveva costretti a rientrare nel magazzino, puntando loro una pistola. Ran si strinse a
Shinichi intimorita, quest'ultimo rafforzò la presa attorno la vita stringendola ancora di più al suo
corpo e facendole sentire il suo calore familiare accompagnato dal suo profumo.

“- Pensavo di essermi liberato di te, sai?-” ruppe il silenzio Akira con tono tranquillo e pacato.

“- Sono un detective, non è facile liberarsi di me -” rispose il sopracitato detective mantenendo il
suo invidiabile sangue freddo.

“- Io farò un'eccezione -” rispose irritato il biondo, riservando al giovane detective uno sguardo
carico d'odio.

“- Lo vedremo -” rispose semplicemente Shinichi, con sorrisino di scherno e sfida a contornargli il
viso.

“- Come ci hai trovati?-” chiese Akira.

“- Te lo già detto, sono un detective ed ho fiuto nel trovare i criminali -” rispose nuovamente
calmo e pacato.

“- Non fare lo spiritoso e rispondi alla mia domanda -” replicò adirato puntando la pistola
dinanzi a loro.

“- Sistema GPS -” sorrise Shinichi all'espressione stupita di Akira.

“- Cosa?-” chiese infatti il ragazzo.

“- Sapevo che avresti compiuto un gesto sconsiderato verso Ran, così ho inserito un
piccolo sistema GPS, e ti ho localizzato -” rispose serio, scrutandolo come faceva con i criminali
che aveva davanti quando risolveva un caso.

“- Pensavi davvero che nessuno avrebbe scoperto nulla? Che avresti compiuto la tua
vendetta tranquillamente? Beh, sbagliavi. Non hai considerato me, sottovalutandomi, e hai
ignorato gli errori che hai fatto -” replicò Shinichi duro.

Akira rimase senza parole con occhi sbarrati, strinse con forza la pistola, le nocche divennero
bianche.

“ Quel detective ficcanaso ha capito tutto..” pensò con odio.

Inaspettatamente però il biondo rise. Rise sguaiatamente rasentando la follia.

“- Bravo, i miei complimenti detective. E cosa avrei sbagliato?-” chiese dopo aver finito di
ridere, battendo le mani per complimentarsi della sua deduzione, alquanto brillante.

Shinichi stette zitto stringendo la presa su Ran, doveva resistere e se tutto fosse andato nel
verso giusto si sarebbero salvati.

“- Allora, non parli? Cosa c'è il gatto ti ha mangiato la lingua?-” chiese derisorio.

Shinichi mantenne il silenzio, doveva solo aspettare che..

Due spari lacerarono l'aria. Il biondo aveva sparato al soffitto.

La pazienza di Akira era al limite, troppo arrabbiato non si accorse che Shinichi sorrise
impercettibilmente.

“- Allora ti decidi o no? La prossima volta non mirerò al soffitto, sappilo -” disse scontroso il
biondo.

“- D'accordo, se ci tieni tanto -” replicò calmo il detective.

“- Comincio dicendo che non mi sono mai fidato di te e che non ti ho mai trovato molto simpatico-”
iniziò beffardamente il detective dell'est.

“- Lo stesso vale per me, non credere -” replicò Akira, ma Shinichi non vi badò molto e continuò..

“- Avevo un brutto presentimento, così ho cercato di avvertire Ran, ma senza successo..-” fu
interrotto dalla risata derisoria di Akira.

“- Oh si, bello spettacolo davvero. Mi sono divertito un sacco sapete?-” chiese a nessuno in
particolare continuò a ridacchiare come una iena.

“- Ci hai spiati?-” intervenne Ran a quel punto con tono carico di rabbia.

“- Uh, che parolone Ran. Devo ammettere che hai grinta angelo, sopratutto quando lo hai
insultato-” continuò Akira.

Shinichi si trattene dal saltargli a dosso, per lo sguardo che il biondo aveva riservato a Ran.
Pieno di lussuria e malizia.

“- Iniziai a fare le mie ricerche, partendo dall'anagrafe. E indovina un po'? Il foglio
anagrafico legato alla tua nascita era stato modificato. E quando chiesi l'originale mi dissero
che era in America. -”

Akira smise di ridere e lo osservò con odio.

“- Sapevo che avevi cambiato cognome, utilizzando quello di tua madre e non quello di
tuo padre. Avevi fatto sparire ogni traccia dei nomi dei tuoi genitori, ma hai dimenticato il foglio
originale in America, o forse dovrei dire a Detroit?-” continuò Shinichi scrutando il volto di
Akira farsi paonazzo.

“- Non contento andai al liceo Teitan, per cercare i tuoi fascicoli studenteschi e indovina cosa
trovo? Il tuo piano di studio è molto avanti rispetto a quello del nostro anno, è mi sono
chiesto: perché avrebbe dovuto chiedere a Ran di aiutarlo? Volevi semplicemente avvicinarti a lei
senza destare sospetti, volevi ottenere la sua fiducia in modo da agire e compiere questa
vendetta che porti avanti da oltre due anni -” concluse Shinichi serio.

Akira tremava di rabbia, quel detective aveva capito tutto. Aveva programmato tutto nei minimi
dettagli e quello stupido aveva rovinato ogni cosa!

“- Il modo migliore per saperne di più era andare a Detroit. Così partì e mi recai immediatamente
all'anagrafe. Il foglio presentava i dati originali e i nomi dei tuoi genitori: tua madre Aoko Nishimoto
e tuo padre Takairo Yoshina. All'inizio nessuno dei due nomi mi colpì, solo dopo esser uscito
dall'anagrafe quello di tuo padre iniziò a suonarmi familiare ed avevo ragione..-”

“- Ricercai su internet il nome di tuo padre e un paio di articoli attirarono la mia attenzione, quello
che annunciava il suo arresto e quello che annunciava la sua morte-” concluse Shinichi.

Akira gridò, in quel grido erano rinchiusi la rabbia, il dolore, l'odio.

“-Sta zitto!-” urlò prendendo a calci la sedia dove poco minuti prima vi era seduta Ran.

La ragazza impaurita per lo scatto d'ira del biondo si appoggiò al petto del detective.
Sentiva il cuore di Shinichi battere furioso e solo allora si accorse che nonostante sembrava
sicuro di sé, era in verità teso e allerta.

“- Tu mi hai chiesto di sapere ed ora mi ascolti. Iniziai a rimuginare su tutta quella storia e
chiamai Hattori chiedendogli notizie su Takairo Yoshina, andai anche al tuo vecchio liceo
ottenendo varie informazioni su di te e su tuo zio Kendo Yoshina, il tuo complice che agiva qui da
Tokyo mentre tu eri ancora a Detroit-” spiegò il detective, sotto lo sguardo stupito di Akira.

“- Appena ricevetti l'e-mail di Hattori capii tutto-” disse infine.

Akira applaudì nuovamente con scherno.

“- Ma bravo, hai capito tutto -” disse solamente.

“- Tale padre, tale figlio -” continuò Shinichi.

“- Non nominare mio padre -” urlò imbestialito.

“- Tuo padre era un criminale, faceva parte di un clan mafioso e spacciava droga, Akira. Lui ha
fatto il suo lavoro, pensi che la vendetta te lo riporterà indietro?-” cercò di farlo ragionare il
detective.

Ma il biondo non volle sentire ragioni.

“- Mio padre amava la sua famiglia, amava me e mia madre ed era pronto a morire per salvarla.
Lui era pronto a tutto per noi. Ma poi..è arrivato il padre di quella stupida ragazzina e lo ha portato
via, e dopo poco più di due mesi lo hanno ammazzato -” parlò con odio e rancore, guardò Ran come
se fosse stata la colpevole di tutto.

Ella si ritrasse impaurita, Shinichi la strinse per rassicurarla.

“- Mio padre è stato ucciso, è morto. Se quel poliziotto non lo avesse arrestato lui sarebbe
ancora vivo. Mia madre sarebbe ancora viva -” urlò a pieni polmoni piangendo.

“- Mia madre tre mesi dopo la morte di mio padre si uccise, non era in grado di sopportare tutta
quella sofferenza. A sette anni ero orfano di entrambi i genitori, eri piccolo e non capivo. Così
con mio zio mi trasferì a Detroit per i prossimi dodici anni rimasi lì. A sedici anni cercai di capire
come morirono i miei e grazie a varie ricerche e il racconto di mio zio, meditai la mia vendetta. Mi
dissi, perché non fare provare al caro Mouri Kogoro lo stesso dolore che provai io..-” parlava
a ruota libera, con lo sguardo assente e perso nel vuoto.

“-..chiesi a mio zio di aiutarmi, anche lui odiava il caro Kogoro, decise così di trasferirsi
nuovamente a Tokyo, e sotto mie istruzioni iniziò dopo aver pedinato il detective, a spedire le
lettere minatorie. Il piano prevedeva solo l'eliminazione di Kogoro, ma poi..mio zio mi parlò
di sua figlia, ed è lì che nacque l'idea. Se avessi ucciso la sua adorata figlioletta, lui avrebbe
sofferto come me. Se poi sapesse che la colpa era la sua, sarebbe impazzito. Mio zio, iniziò a
pedinare la ragazzina e spedì al detective quelle lettere e foto. Gli chiesi di non fare altro, di
lasciare le acque tranquillizzarsi, e che ci avrei pensato io-” spiegò con voce incolore, come se
lui non fosse realmente lì con loro.

Ran provò pena per Akira, aveva sofferto tanto nella sua vita. Non voleva di certo giustificarlo, no
questo no, ma, nessuno dovrebbe vivere tutto questo.
Nessuno dovrebbe annullare la sua vita e vivere di vendetta e d'odio.
Poiché queste emozioni ti corrodono l'anima, il corpo, la mente e il cuore. Sono un veleno
mortale, ti inaridiscono e spengono quella luce che la vita ti dona. Muori giorno per giorno e
perdi te stesso, rimani imprigionato perdendo ciò che la vita ti potrebbe offrire.

“- La vendetta non è la soluzione Akira, sei ancora in tempo. Puoi ancora tornare indietro e e
scegliere, non commettere uno sbaglio, non rovinarti la vita sei ancora un ragazzo -” le parole
di Shinichi erano serie ma sincere e il detective sperava che il ragazzo biondo l'ascoltasse.

Akira fu colpito da ciò che il detective aveva appena detto, forse aveva ragione. Forse aveva
sbagliato tutto e aveva sacrificato gli anni dell'adolescenza dietro qualcosa di troppo grande.
Forse..
Il rumore delle sirene della polizia si espanse nell'aria forte e chiaro, confondendo i tre ragazzi.
Akira fu preso dal panico, e tutto accadde in un secondo.
Un colpo di pistola partì.

“- NO -” un urlo di dolore lacerò l'aria.




 
ANGOLO AUTRICE

Salve =D
ecco qui il penultimo capitolo
di questa storia..
Ed ecco qui tutta la verità..
cosa ve ne pare?
Banale? Orribile? Passabile?
Sono super ansiosa >_<
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo
piango T_T
Mi mancherà questa storia...
Voglio ringraziare tutti coloro che leggono,
recensiscono,
seguono, preferiscono,
e ricordano questa storia!!!
GRAZIE!!!
Un abbraccio, alla prossima :-*

Ps: risponderò alle recensioni del capitolo precedente adesso :)



Cat_Writer

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Capitolo 16
*** CAPITOLO QUATTORDICI- Insieme + EPILOGO ***


IL GIOCO DEL DESTINO



CAPITOLO TREDICI – INSIEME




- NO -” un urlo di dolore lacerò l'aria.


Sangue, c'era sangue ovunque, le sue mani erano lorde di quel liquido scarlatto e denso, ed il suo odore ferroso si espanse in tutto il magazzino.

Akira guardò impanicato tutto quel sangue, lui non voleva.


- Io..non volevo..io..-” farfugliò infatti, in preda ai sensi di colpa.


Ma lo sguardo di lei, era terrorizzato e pieno di dolore e paura.


Ran, con gli occhi gonfi di lacrime guardò Shinichi. Il viso era pallido, un velo di sudore gli ricopriva la fronte ed il collo, ed il sangue gli macchiava la candida camicia.


-No, ti prego no, Shinichi. Rispondimi, guardami..-” erano queste le parole che riusciva a sussurrargli.

Le sirene della polizia si udirono forte e chiaro e la voce dell'Ispettore Megure giunse a loro.


- Akira Yoshìna, la dichiaro in arresto per rapimento, esca fuori, l'edificio è circondato. Non ha via di scampo. -”


Ma Akira non sentiva, era entrato in stato catatonico. Lo sguardo era perso nel vuoto, perse la presa sulla pistola che, con un tonfo, cadde sul pavimento.


La porta del magazzino venne buttata giù da un paio di poliziotti che puntarono la pistola sul biondo ragazzo e, con abile mossa lo ammanettarono con le mani dietro la schiena.


L'Ispettore Megure, Kogoro, Heiji e Kazuha entrarono nel magazzino, cercando con lo sguardo i due ragazzi.

Il primo che li vide fu Heiji, che perse il sorriso dopo aver visto il sangue.

Corse da Ran chiamandola più volte e chiedendole cosa fosse successo, ma l'unica cosa che disse fu:


- Shinichi, salvalo. -”


Heiji ordinò a Kazuha di chiamare immediatamente un ambulanza, mentre lui controllava la ferita del detective dell'est.

Gli sbottonò velocemente la camicia, ed i suoi occhi si focalizzarono sul suo addome, lì vi era il foro del proiettile, che, a quanto sembrava non era ancora uscito.

Soffocò una maledizione fra i denti e guardò l'amico.

Faceva fatica a respirare, aveva gli occhi chiusi e il viso contratto in una smorfia di dolore.

Prese il polso di Shinichi e gli controllò la frequenza cardiaca. Erano più lenti del normale, ma c'erano, ciò significava che stava lottando.


- Forza non mollare amico, non provare a giocarmi qualche brutto tiro, eh?-” gli disse con gli occhi lucidi.


La sirena dell'ambulanza era finalmente arrivata e due paramedici entrarono muniti di barella, controllarono lo stato del detective e con delicatezza lo issarono sulla barella e lo infilarono dentro l'ambulanza, pronti a partire.

Hattori senza dare il tempo a nessuno di parlare si infilò dietro con Shinichi, e partirono.

Via via il suono della sirena si faceva più flebile, sino a non udirsi più.

Ran che fino a quel momento aveva lo sguardo perso sulle sue mani sporche di sangue, alzò lo sguardo e vide suo padre davanti a sé.

Kogoro senza dire nulla abbracciò la figlia, e le accarezzò amorevolmente i capelli.


- Andiamo anche noi all'ospedale -” le sussurrò, facendola alzare da terra e sorreggendola per la vita.


Ran mosse il capo annuendo, e stancamente si lasciò portare in auto.

E mentre loro partivano verso l'ospedale, Ran iniziò a pregare.



●●●◊●●●


Giunsero a destinazione in pochi minuti ed entrarono al Beika Hospital dirigendosi velocemente al secondo piano, Ran vide Heiji seduto in sala d'attesa e corse da lui, il detective dell'ovest udendola si alzò. Ra lo prese per le braccia e lo scosse in malo modo.


- Dov'è Shinichi?-” le lacrime scendevano nuovamente e la voce tremava.


- Lo hanno portato in sala operatoria, il proiettile era ancora dentro e devono estrarlo..-” spiegò con voce atona, guardando l'amica e passando lo sguardo anche verso gli altri che in silenzio lo fissarono.


Ran si lasciò cadere su una sedia e strinse forte le mani tra loro, Megure e Kogoro rimasero in piedi e Kazuha raggiunse Heiji e lo abbracciò. Non ci furono parole, solo silenzio, un opprimente e doloroso silenzio.


L'orologio ticchettava fastidiosamente, oramai erano passate delle ore ma ancora nessuna notizia era giunta loro. Megure aveva avvisato i genitori del giovane Kudo, e Kogoro si era f umato ben dieci sigarette e bevuto tre caffè. Heiji passeggiava nervosamente per la sala, e Ran accompagnata da Kazuha, si era andata a lavare le mani ancora sporche di sangue.


D'un tratto la porta della sala operatoria si aprì, Heiji e Ran si fiondarono su di lui e presero a fargli domande.


- Come sta dottore?-” chiesero.


Il dottore sospirò, e tolse la mascherina dal viso.


- Allora, l'operazione è stata più complicata del previsto, il proiettile non era ancora uscito e le probabilità che la ferita contraesse un'infezione erano alte, ma per fortuna siamo arrivati in tempo. Il proiettile è stato estratto, e non è stato colpito nessun organo vitale..ma..-” spiegò serio il dottore guardando tutti.


- Ma..-” chiese Ran con un nodo in gola.



- Il paziente ha perso molto sangue, e ha assoluto bisogno di una trasfusione immediata, purtroppo però il nostro ospedale ha esaurito le scorte, e chiamare la banca del sangue richiederebbe troppo tempo..-” spiegò conciso il dottore.


- Di quale gruppo sanguigno ha bisogno dottore?-” chiese Heiji.


- ABRH negativo. -”


- Posso donarlo io il sangue, è il mio stesso gruppo sanguigno-” rispose Heiji.


Heiji seguì il dottore e si fece prelevare trecentoquaranta centilitri di sangue.

Il dottore ritornò da Shinichi e effettuò la trasfusione.


- Il paziente è stato appena trasferito in camera, è ancora sotto l'effetto dell'anestesia, quindi non sveglierà subito, l'effetto durerà altre otto ore minimo. La camera è la 12 A, mi raccomando due per volta, e per la notte può rimanere solo uno di voi -” spiegò con gentilezza.


I primi ad entrare furono l'Ispettore Megure e il detective Kogoro, subito dopo seguirono Heiji e Kazuha e per ultima Ran.

Per la notte fu Ran a chiedere di poter restare e gli altri acconsentirono, così dopo aver salutato nuovamente Shinichi, salutarono anche Ran e ritornarono a casa, promettendo che domani mattina sarebbero tornati.


oo O oo


Ran sospirò e lentamente entrò in stanza.

Era una stanza normalissima, con le pareti bianche, una finestra con le tende azzurre, in fondo vi era un bagno, anch'esso bianco con le tende azzurre. Sul lato sinistro vi era una sedia, e sulla destra un comodino dove vi erano poggiati sopra una bottiglia di acqua naturale, dei bicchieri di carta, e dei tovaglioli.

Mentre nella parete di fronte al letto vi era un piccolo tavolo e due sedie, dove si poteva mangiare. L'odore di disinfettante impregnava la stanza.


Ran sospirò nuovamente e si sedette, posò lo sguardo su Shinichi e le si inumidirono gli occhi.

Lui era salvo, era vivo.

Stava bene.

Si lasciò andare silenziosamente ad un pianto liberatorio, la paura e lo stress accumulati la stavano opprimendo e non riusciva più a reggerne il peso.

Si calmò dopo qualche minuto e bevve un bel bicchiere d'acqua e si sedette nuovamente.


Prese un mano del detective la strinse piano, lo percorse lentamente con lo sguardo.

Aveva il viso rilassato, ed il colorito meno pallido, i capelli scarmigliati e di verse ciocche sul viso, con dolcezza gliele tolse utilizzando l'altra mano.

Quel contatto con la pelle del detective le mise sicurezza, né sentiva il calore, ed il profumo.

Sapeva di amarlo, ma adesso lo amò ancora di più.

E aveva paura, non di ciò che provava, ma di quanto fosse grande quell'amore.

E sapeva che quel sentimento sarebbe solo cresciuto.


- Ti amo, Shinichi -” sussurrò talmente piano che credette di averlo solo pensato.


E tenendo la mano del detective ancora stretta fra le sue si addormentò.




§§ §§



Alcuni raggi di sole facevano capolino dalla tenda, colorando la stanza di un azzurro chiarissimo.

Ci vollero alcuni minuti prima che potesse schiudere gli occhi, e quando lo fece, si dovette abituare alla luce che filtrava nella stanza.


Shinichi volse lo sguardo a destra e a sinistra, riconoscendo la camera dell'ospedale. In un primo momento fu confuso, ma subito dopo gli sovvennero alla mente i fatti precedentemente accaduti.

Si toccò lievemente l'addome e strinse i denti dal dolore.

Cercò di muoversi, ma si fermò quando notò una chioma castana vicino a lui.

Era Ran.

Ma anche un altro particolare attirò la sua attenzione. Le loro mani erano intrecciate.

Strinse la presa leggermente e sorrise.

Quel movimento però bastò a svegliarla dal sonno, e quando alzò lo sguardo si scontrò con quel blu che tanto amava.


- Shinichi -” sussurrò con voce rotta.


Senza pensarci un attimo lo abbracciò, e pianse.

Il detective rimase immobile solamente per pochi secondi dopo di che la strinse a se.

Aspirò il suo profumo come una droga, la sentiva piangere contro il suo collo e la strinse ancora di più.


- Sono qui, e sto bene -” le ripeteva in un sussurro.


- Ho avuto così paura, Shinichi. Ho creduto che tu..-” ripeteva tra le lacrime.


- Guardami, Ran -” le disse deciso, allentando di poco la presa per poterla guardare negli occhi, ma senza scioglierla del tutto.


- Va tutto bene. -”


- No che non va bene, tu hai rischiato di morire per causa mia. Se io ti avessi dato retta sin dall'inizio, non sarebbe accaduto nulla del genere e tu non sarei in ospedale. E' colpa mia, mi dispiace..-” farfugliò lei stringendo la presa sulle braccia del detective.


- Non dirlo mai più. Non è colpa tua -” le disse deciso e serio.


Le asciugò le lacrime con dolcezza e le accarezzò il viso.


- Non sopporto vederti piangere, fa stare male anche me -” le disse dolce.

- Dovrei chiamare il medico -” sussurrò lei nervosa.


- Già. -”


Ran stava per uscire, ma si girò verso il detective.


- Shinichi?-”


Lui si girò e sorrise, la vide arrossire ed evitare il suo sguardo.


- Dobbiamo parlare, Ran -” le rispose sorridendo.


Ran lo guardò e sorridendo dolcemente uscì dalla stanza.



Il dottore visitò il detective e gli assicurò che entro quattro giorni, se tutti i controlli andavano bene sarebbe potuto uscire.

Il detective quel giorno stesso ricevette la visita di Kogoro, dell'Ispettore Megure, Takagi, Sato e Chiba. Più quella di Hattori e Kazuha.


Venne anche informato della donazione di sangue di Heiji, e sorrise internamente.


Lo informarono di quello che era accaduto ad Akira: era stato portato in carcere, ma purtroppo dopo lo sparo era stato dichiarato un soggetto con infermità mentale. Poichè dopo lo sparo contro il detective dell'est, Akira in preda ai sensi di colpa impazzì. Lo zio invece, era stato condannato a vent'anni di carcere poiché la polizia aveva scoperto che vendeva sostanze illegali, e per frode contro la banca dove lavorava.


Qualche giorno dopo Shinichi ricevette anche un'altra visita totalmente inaspettata.


- Mamma, papà, che ci fate qui ?-” chiese sconvolto, vedendo entrare i due come una furia nella stanza.


- Ooooh, il mio bambino, Shin-chan -” urlò Yuyiko, stritolando il figlio.


- Mamma, mi soffochi -” farfugliò in carenza d'ossigeno.





₪ ₪






EPILOGO



Era passata già una settimana dalla sparatoria nel magazzino, e Shinichi era uscito il giorno prima dall'ospedale sotto accurate raccomandazioni del medico.

Tutti avevano ripreso la loro routine. Più o meno.

Il detective dell'est fu assalito dagli studenti del liceo Teitan al suo rientro, i ragazzi lo ammiravano e si congratulavano con lui dandogli delle amichevoli pacche sulle spalle e battendogli il “cinque”.

Le ragazze invece, starnazzavano e ridacchiavano per poi abbracciarlo congratulandosi.

Shinichi, da un lato era lusingato di questa sua..”popolarità”, ma dall'altro si sentiva oppresso dato che non era riuscito a parlare con Ran.

Quest'ultima invece sospirava e guardava Shinichi da lontano, trattenendo la voglia di gridare dall'esasperazione.

Ogni volta che provava a parlare con Shinichi, qualcuno, per lo più ragazze, li interrompevano e questa cosa la irritava oltre ogni misura.


Stava parlando con Kazuha di quello che la tormentava, quando all'improvviso venne tirata via in malo modo.

Era Shinichi.


- Ma..cosa..-” chiese confusa.


- E' da una settimana che tu ed io dobbiamo parlare, e questo è l'unico modo -” le spiegò rapido.


Stavano letteralmente fuggendo via.


Arrivarono nei pressi di un parco giochi, e si fermarono per riprendere fiato. Ran si guardava intorno, il parco era totalmente deserto a quell'ora del pomeriggio.


Si sedette su una altalena, cominciando a dondolarsi piano. Era a disagio.


Shinichi la osservava, e non poté non pensare a quanto bella fosse. Non sapeva da dove iniziare, lui non né capiva un'acca di quelle cose.

Si sedette anche lui sull'altalena e come lei iniziò a dondolarsi lentamente, portando il blu dei suoi occhi verso l'azzurro del cielo.

Prese un respiro ed iniziò.


- Non immaginavo che sarebbe successa una cosa del genere quando accettai questo caso -” iniziò lui, attirando l'attenzione di Ran.


- La razionalità è il pane di ogni buon detective che si rispetti, non c'è tempo per altre emozioni. Holmes, diceva sempre che le emozioni ed i sentimenti sono effimere. Ho sempre ammirato Sherlock Holmes, lui ha praticamente ragione su tutto. O meglio su quasi tutto.

Non sono d'accordo con lui su questo -” il suo tono sicuro e conciso colpì Ran, facendole alzare lo sguardo e fermare il dondolìo dell'altalena.


- Tu sei stata l'imprevisto che io non mi aspettavo, Ran. I tuoi modi di fare, il tuo sorriso, la tua allegria e spensieratezza, mi hanno coinvolto in qualcosa di inaspettato. -” replicò sorridendo con dolcezza.


- Poco per volta, imparando a conoscerti mi sono affezionato a te, non eri solo il “caso” che mi avevano affidato ed io avevo accettato..eri oramai per me..un'amica -” disse, cercando di nascondere dietro a quella parola più di quanto voleva dire.


Il sussulto che ebbe Ran a quella parola, la scosse dentro.

Un'amica.

Per lui era solo un amica.


Non voleva sentire nient'altro, così si alzò senza dire nulla, nascondendo le lacrime tenendo lo sguardo basso e nascosto dai capelli che le ricadevano sul viso.

Shinichi fu attirato dal rumore dell'altalena e spostando lo guardo vide Ran in pedi davanti a lui.


- Ran..-” la richiamò dolcemente.


- Non voglio sentire nient'altro -” sussurrò lei, provando ad andare via.


Shinichi si alzò di scatto e l'afferrò per il braccio, bloccandola.


- Ran, ho detto qualcosa di male? -” provò ancora lui.


- Un'amica, sono solo quello?-” sussurrò piano.


Lui sgranò gli occhi stupito e non seppe cosa rispondere, l'aveva preso in contro piede.


- Io..-” provò a rispondere lui.


- Per me non è così – disse alzando lo sguardo e fissando i suoi occhi azzurro-lilla nei occhi blu oceano del detective, - prima lo era, ma non adesso. Tu non sei un semplice amico per me ormai da molti mesi, Shinichi -” gli disse con voce accorata ed occhi lucidi.


- Mi sono innamorata di te, Shinichi. Mi sono innamorata del tuo sorriso, del tuo modo di fare, amo il profumo della tua pelle ed il suono della tua voce, amo i tuoi pregi ma sopratutto i tuoi difetti, amo ogni parte di te. E, se tu non dovessi provare lo stesso, io..-” sussurrò piano lei, ma non potè finire la frase che lui la baciò.


Si, la baciò.

Le prese il viso fra le mani e la baciò.


Il detective sospirò sentendo il calore delle labbra di Ran contro le sue, sentendo quel profumo di fragola entrargli dentro come il più potente dei veleni.

Le baciò lentamente quei petali caldi e morbidi, assaporandone il gusto, anche Ran lentamente si lasciò coinvolgere da quel bacio, e portò con lentezza le mani sulla nuca del detective, stringendolo a sé.


Il movimento di Ran spinse Shinichi a sposare una mano dal viso ed infilarla fra le ciocche scure della ragazza, avvicinandola di conseguenza.

Shinichi seguì il contorno delle labbra con la punta della lingua, e Ran istintivamente schiuse le labbra, facendo infrangere il suo respiro caldo sulla lingua del detective.

Con dolcezza le morse il labbro inferiore tirandolo e facendola mugolare, e finalmente anche le loro lingue iniziarono a danzare e conoscersi. Si cercavano, si inseguivano, dando inizio ad un dolce gioco.


Forse erano trascorse ore, giorni, non lo sapevano, quando si staccarono per mancanza di ossigeno.

I loro petti si alzavano ed abbassavano velocemente in modo irregolare, avevano i capelli scompigliati, le guance arrossate e le labbra rosse e turgide di baci.

Ed i loro occhi, avevano adesso, una luce in più.


Shinichi poggiò la fronte contro quella di Ran.


- Ti amo anch'io, Ran. -”



ANGOLO AUTRICE


Ciao a tutti!

Mi scuso per il ritardo, ma purtroppo ho avuto un lutto in famiglia ed un mio parente è in ospedale, non voglio giustificarmi così, ma mi dispiace..

non voglio annoiarvi, quindi continuiamo..

Siamo giunti finalmente all'ultimo capitolo di questa mia prima long..

Mi sento molto emozionata, perché non credevo che sarei arrivata fin qui,

il vostro supporto mi ha dato la forza necessaria per concludere la storia.

Ringrazio coloro che hanno recensito ogni capitolo, chi si è aggiunto di recente, chi

ha solo letto, e chi ha messo la storia fra le seguite ( 22 ) le ricordate ( 7 ) e le preferite ( 22 ) GRAZIE

Spero che il finale non vi abbia deluso, che la storia in se non vi abbia deluso.

Che dire, mettere “completa” mi ha dato un senso di tristezza poiché è davvero

conclusa, ma anche un senso di orgoglio..

Inoltre volevo rispondere ad una domanda che alcuni di voi mi hanno posto, ovvero:

Ci sarà un seguito?

La risposta è NO.

Ci ho pensato bene, ed ho deciso che per quanto mi piacerebbe farlo, non posso farlo.

Non sarebbe giusto, poiché la vera storia finisce così, fare un seguito senza nulla in mente rovinerebbe secondo me la storia, rendendola noiosa e monotona.

Chissà che in futuro aggiunga qualche one-shot particolare che riprenda la vita di uno, o più personaggi..

Non dico di farlo adesso, ma più avanti..

E, dopo questo lunghissimo angolo autrice, vi saluto =)

Vi mando un abbraccio ed un bacio :*

Alla prossima avventura...


Cat_Writer








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