Cop Drama - Captain Charming Hood

di HollyMaster
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Prologo ***






Prologo




-Sono sicuro che lo troveremo!- Rispose fiducioso il Capitano sorridendo ai due grandi occhi verdi che si trovava davanti.

-Ehi, Killian, hai finito con la denuncia di scomparsa?- Esclamò dall’altro lato del piccolo ufficio dello sceriffo David mentre sistemava le carte sparse sulla sua scrivania.

Da quando erano riusciti a far tornare la Dark Emma la Salvatrice che era sempre stata e che sempre avrebbe dovuto essere, portando nuovamente un equilibrio, Storybrooke si era trasformata in una normale cittadina del Maine. Per quanto normale potesse essere una città popolata dai personaggi delle fiabe. Ogni giorno qualche vecchia faida si riaccendeva riportando a galla l’astio del passato che non era stato risolto nella Foresta Incantata o si trovava a dover affrontare poteri, credenze o magie che derivavano da mondi diversi. E i cittadini di Storybrooke spesso non erano comprensivi e capaci ad adeguarsi come David aveva sperato. Così aveva assunto Robin, utile per seguire le tracce e pronto ad usare la sua mentalità da ladro per catturare i criminali, e Killian, perché se doveva stare al fianco di sua figlia, allora voleva tenerlo d’occhio da vicino.
I due si erano rilevati molto più utili di quando lui stesso volesse ammettere, anche se anche loro avrebbero avuto bisogno di qualche aiuto. Magari nessuno li aveva rapinati o minacciati di trasformali in ranocchi se non avessero abbassato il prezzo delle lasagne come era successo quella mattina a Granny, ma in famiglia nessuno aveva ancora trovato il “Lieto Fine” che si aspettavano.
Nonostante tutto, dopo una dura giornata di lavoro, come era stata quella, David non vedeva l’ora di tornare nell’appartamentino che divideva con Mary Margaret e il piccolo Neal e starsene con loro.
-Sì, abbiamo appena finito.- Rispose Killian per poi stringere la mano alla ragazza che la stava davanti, salutandola: -Se dovessimo avere qualunque notizia le faremo sapere, signorina Esmeralda.-
Robin alzò finalmente la testa dal cassetto dei documenti che stava risistemando dopo aver inserito l’ultimo arresto di Will Scarlett.
–Siete pronti?- Chiese prima di riporre la cartella del ladro, dove aveva aggiunto del suo rilascio avvenuto il giorno prima.
David aspettò che i suoi colleghi uscissero dalla porta per poi spegnere la luce dell’ufficio e seguirli fuori dall’edificio. -Ragazzi, ci vediamo domani mattina.-
-Buona serata amici.- Li salutò Hook allontanandosi verso il porto dove aveva affittato una piccola casetta con Emma e Henry, che si fermava da loro sempre più spesso dato che Regina non voleva lasciare Robin nelle grinfie di Zelena e l’appartamento di lui, al limitare del bosco, era troppo piccolo per poter ospitare anche Henry.

***


David non fece in tempo ad entrare dalla porta di casa che Mary Margaret cominciò a riempierlo di domande senza ascoltare minimamente le risposte che comunque non avrebbe avuto la possibilità di formulare, per la velocità con cui lei continuava a chiedere curiosamente qualunque cosa fosse successa all’ufficio.
-Avete rilasciato Will Scarlett?-
-Hai sentito con Robin come va con Zelena? Oh povera Regina.-
-Ho sentito che Granny è stata minacciata. Sta bene adesso?-
-Hai tentato di avvicinarti a Hook? Pensavo che non l’avrei mai detto ma è davvero un gentiluomo per nostra figlia.-
David sorrise scuotendo la testa, prima di sedersi al tavolo, già prontamente apparecchiato, per cenare quello che sua moglie gli aveva amorevolmente cucinato.
Quei giorni erano stati difficili anche per lei. Aveva deciso di non tornare ad insegnare a scuola e stare vicino a Neal, dato che non aveva avuto quella possibilità con Emma, ma si annoiava chiusa tra quelle quattro mura, in quel piccolo appartamentino. E così confidava in lui per tutta l’avventura e l’azione e non appena varcava la porta lo riempiva di domande.
E a lui piaceva.
Sorrideva e durante la cena le raccontava ogni cosa nei minimi dettagli, rispondendo a tutte le sue più curiose domande.

***


-Potete evitare di farlo davanti a me!- Esclamò Henry uscendo dalla sua camera e incontrando la madre e Killian mentre si scambiavano un affettuoso bacio di bentornato.
Nonostante tutto quello che avevano passato Henry non aveva ancora del tutto digerito il pirata, o meglio, non aveva ancora accettato la morte del padre.
Hook si allontanò da Emma grattandosi l’orecchio con la mano sana, come faceva tutte le volte che era imbarazzato mentre le sue guance si coloravano di un debole colorito rossastro.
-Henry, smetti di fare così.- Lo rimproverò la bionda sospirando.
Odiava come si stava comportando in quel periodo Henry con Killian che stava provando in tutti i modi di farsi accettare dal ragazzino, che prontamente continuava ad allontanarlo.
-Dai sediamoci. Ho preparato qualcosina.- Esclamò Emma provando a calmare gli animi dei due che continuavano a scambiarsi sguardi di sfida, mentre si sedeva attorno al tavolo già preparato per la cena.
-Tu hai preparato la cena? Sicura che non vuoi avvelenarci?- Alzò le sopracciglia il Capitano rivolgendosi alla Salvatrice, scettico.
-Sono sicura che quella che usa i veleni della famiglia sia Regina.- Lo apostrofò lei incrociando le braccia davanti al petto, fingendo di essere arrabbiata, nonostante fosse a conoscenza che le sue pessime abilità culinarie avevano già portato una volta la cucina a prendere fuoco.
-Siete imbarazzanti!- Esclamò Henry interrompendo lo sguardo che i due si stavano scambiando.
Killian sospirò rumorosamente prima di prendere posto al tavolo al fianco della bionda, aspettando che anche il ragazzino si accomodasse.
-Ma seriamente hai cucinato tu?- Chiese leggermente preoccupato tenendo a mezz’aria la forchetta, come se non avesse il coraggio di avvicinarla allo stufato che fumava caldo davanti al suo viso.
Emma sospirò guardandolo e scuotendo la testa: -Ho scaldato un piatto preparato da Granny.- Ammise infine con un sorriso imbarazzato.
-Ok, allora possiamo mangiare.- La derise il pirata portando lo sguardo su Henry che sorrise complice alla sua battuta. Ogni volta che il ragazzino rideva ad una sua esclamazione o lo supportava in qualche decisione pensava di essere finalmente riuscito a vincerlo. Per questo il sorriso sulle labbra del pirata si allargò ancora di più.
-Vi da fastidio se rimango a dormire qui stasera…?- Chiese sottovoce Henry dopo aver masticato il suo stufato, che essendo stato preparato da Granny, si era rivelato decisamente più buono e saporito di come se lo era aspettato quando gli era stato presentato come un piatto preparato dalla madre.
-Assolutamente si.- Affermò Hook, che non aveva alcun problema a vederlo in casa, anzi ogni volta che era con loro gli sembrava di essersi finalmente riuscito a costruire il lieto fine che desiderava.
-E potrei dormire con la mamma?- Aggiunse Henry ottenendo così su di se lo sguardo furioso del pirata.
Killian sapeva che l’unico motivo per cui il ragazzino si comportava così era per sfidarlo, per tenerlo costantemente in una posizione in cui poteva facilmente giocare con lui e uscirne sempre vincitore.
-Certo…- Mugugnò Hook in un sospiro alzando le spalle, come se non gli interessasse davvero passare la notte da solo, senza poter abbracciare la sua Emma, mentre Henry gli sorrideva sghembo e vittorioso dall’altra parte del tavolo.

***


Al tavolo della piccola cucina era seduto Roland che continuava ad abbuffarsi di quella buonissima torta di mele che Regina gli aveva amorevolmente preparato.
Avevano deciso di trasferirsi sul limitare del bosco e lasciare la grande casa in città.
Lei aveva avuto bisogno di ricominciare.
Nuova Regina, nuova famiglia, anche se solo un po’ allargata, e, di conseguenza, nuova casa. L’unica cosa che era rimasta come prima era il suo lavoro, non aveva abbandonato il suo ruolo da sindaco, anche se ora era accompagnata, per occasioni speciali, da Emma, che erano riusciti, non senza sforzi, a far tornare la giusta Salvatrice che quella città necessitava di invocare ogni tanto, per combattere qualche mostro uscito da qualche parola di inchiostro.
-Ne vorrei ancora un pochino…- Azzardò il piccolo seduto sulla alta sedia di legno, guardando il padre, accoccolato sul divano con Regina, dopo una lunga giornata di lavoro.
Robin portò lo sguardo all’altezza di quello del figlio e alzò un sopracciglio, continuando a fissare il bambino.
-Per favore.- Aggiunse quello allargando gli occhi scuri in attesa di una risposta.
-Certo che si.- Si intromise Regina, che sapeva che Robin non gli avrebbe dato il permesso. Per tutta risposta Roland sorrise felice e afferrò un'altra fetta di torta che addentò entusiasta mentre Robin le rivolse uno sguardo truce, aggrottando le sopracciglia.
-Ti perdono solo perché so quanto siano buone le tue torte.- La rimproverò l’ex ladro prima di accoglierla fra le sue braccia. La esta di Regina si appoggiava perfettamente al petto di lui, che si alzava e si abbassava al ritmo dei suoi respiri profondi.
In quel silenzio, quasi perfetto, qualcuno bussò alla porta del piccolo appartamento. Con una somiglianza inverosimile ad un cucciolo di lepre, Roland alzò di scatto la testa, abituato ad essere colui che, in casi come quelli, avrebbe dovuto far accomodare gli ospiti, che molto spesso portavano qualche regalo per lui, ma solo dopo il consenso dei genitori ai quale rivolse il suo dolce sguardo.
Da quando avevano fatto bere a Roland la pozione per liberarlo di tutti i ricordi che aveva di Marion a New York, sia Robin che Regina erano stati molto apprensivi con lui. Si spaventavano facilmente, temevano si potesse fare male, molto più del normale, ma soprattutto temevano che i ricordi gli tornassero all’improvviso.
I due se ne erano presto accorti e stavano cercando in tutti i modi di lasciarlo vivere più libero, senza stargli col fiato sul collo tutto il tempo.
-Vai pure tu.- Approvò Robin scambiando un veloce sguardo col figlio prima che quello saltasse giù dalla sedia, precipitandosi verso la porta per aprirla.  
-Vi sono mancata?- Una voce troppo familiare si fece sentire dalla porta.
-Non troppo.- Rispose seccata Regina lasciando le braccia di Robin per alzarsi dal divano. Stare vicino a lui quando condivideva la stanza con Zelena le era quasi impossibile, e nonostante tutto, lui la capiva.
-Dovresti essere grata del tempo che ti lascio sola col futuro padre di mio figlio.- Non perdeva occasione per ricordarlo a entrambi.
-E ho portato questo al piccolo Roland.- Aggiunse piegando le ginocchia per abbassarsi e raggiungere l’altezza del bambino, porgendogli una vaschetta di gelato tenendo ben salda l’altra mano sulla pancia gonfia.
-Sì! Gelato!- Esultò Roland abbracciando la strega.
-Guarda papà! Gelato!- Ripetè saltellano e mostrando quel prelibato dolce a tutto il resto della famiglia.
-Ho visto Roland. Vai pure al tavolo e prendine qualche cucchiaio.- Gli sorrise tristemente Robin. Odiava dirlo, ma sembrava davvero che Zelena tenesse a quella strana famiglia che stava nascendo fra di loro.
Non aveva provato ad uccidere Regina, non ancora almeno, ed era molto premurosa e gentile nei riguardi di Roland.
-Il gelato c’è anche per voi.- Aggiunse lei, rialzandosi.
-Quindi ora dovremmo metterci a mangiare gelato felicemente, come fossimo i Charming?- Chiese disgustata Regina.
-Che tu lo voglia o no, siamo una famiglia, sis.-







L’angolo di Holly:
Salve :)
Questa idea nasce principalmente perché quei tre insieme mi fanno sbellicare dalle risate e vederli in giro per Storybrooke insieme cercando di combattere il crimine mentre battibeccano e si danno consigli sulla vita famigliare mi sembrava una visione perfetta.
Questo è il prologo e quindi principalmente ho presentato i personaggi già nel prossimo capitolo cominceranno ad arrivare dei nuovi misteri ed il trio dovrà iniziare a lavorare seriamente per risolverli, senza lasciare da parte le varie famiglie, e l’amicizia tra di loro.
Spero l’idea possa piacervi. Se vi va fatemi sapere con una piccola recensione che mi farebbe veramente felice :)
Alla prossima,
HollyMaster


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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


 

 

Capitolo I

Quello in cui arriva un vero caso

 

 

 

La notte non l’aveva mai spaventata.

Specialmente se era da sola.

Anzi, preferiva quando nessuno era nei dintorni.

Come quella notte. Il buio l’avvolgeva e amava sentirsi cosi.

Sola ma in compagnia del silenzio. Ruby avrebbe voluto sentirsi sempre così.

La luna che, di norma tanto temeva, brillava alta sopra la sua testa mostrando solamente un piccolissimo spicchio della sua interezza.

Il silenzio era tutto ciò che poteva udire oltre al suono dei suoi tacchi sull'asfalto del marciapiede. Presto avrebbe raggiunto il porto e sedendosi su una panchina avrebbe osservato l'orizzonte pensando al suo futuro e tentando di immaginarlo.

Forse un giorno avrebbe trovato qualcuno perfetto per lei, qualcuno che non avrebbe finito per mangiare come era successo con tutti i suoi ragazzi precedenti.

I lampioni illuminavano a tratti il percorso che le si parava davanti.

La ragazza si fermò di scatto sentendo un rumore dietro di lei rompere quel perfetto silenzio. Si voltò lentamente aspettandosi di trovare un altro abitante della notte, come lei, ma fu sorpresa quando tutto quello che vide fu il percorso male illuminato che lei stessa aveva appena percorso.

Ricominciò a camminare ormai convinta di aver solamente immaginato quel suono quando ne sentì un altro. Si voltò nuovamente, questa volta di scatto e i suoi occhi si sgranarono per la sorpresa di ciò che videro. Cercò di indietreggiare di qualche passo, incespicando nelle sue stesse gambe e cadendo rovinosamente a terra per colpa dei tacchi alti.

Una figura di quello che doveva essere un uomo, ma che somigliava di più ad un mostro, con le braccia tozze e muscolose, le si stagliava davanti. La luce alle spalle della creatura rendeva impossibile per Ruby vedere qualcosa che non fosse la sua forma nera in controluce distintamente.

Spaventata strisciò indietro per allontanarsi da quella figura.

Il suo respiro era corto per la paura ma poteva sentire che anche quello della creatura era spezzato e spaventato quanto il suo.

Doveva solo spaventarlo ancora.

-Posso trasformarmi in un lupo, sai?- Urlò la ragazza, per essere sicura che la sentisse distintamente, anche se di certo mezza Storybrooke l'aveva probabilmente sentita.

Un rumore poco lontano la fece sobbalzare. Senza nemmeno volerlo girò la testa in direzione del suono per scorgere soltanto dell'altro nero e fitto buio, come quello che la circondava.

Tornò con gli occhi sulla figura nera, ma era sparita lasciando altro buio al suo posto.

 

***

 

Killian era seduto sulla comoda sedia di David che, stranamente, non si era ancora presentato nell'ufficio nonostante fosse ormai passato l'orario.

-Pensi gli sia successo qualcosa?- Chiese il pirata al collega che, con la testa poggiata sulla scrivania in legno, aveva chiuso gli occhi, probabilmente stanco, mentre aspettavano il Principe.

-Ti preoccupi troppo Hook. Calmati, il tuo fidanzatino entrerà presto da quella porta.- Lo derise Robin facendo comparire un sorriso sul suo volto, ancora poggiato sulla dura superfice della scrivania.

-È il padre di Emma, per forza che mi preoccupo!- Rispose indispettito il Capitano.

-E sono calmissimo.- Aggiunse accomodandosi meglio sulla sedia e alzando le gambe, in modo che i suoi stivali potessero adagiarsi sulla scrivania.

-Lo sai che se quando entra ti vede sulla Sua poltrona potrebbe cacciarti da qui, vero?- Disse Robin senza alzare minimamente le palpebre.

-Ho avuto problemi più gravi con lui.- Rispose Hook ricordando il vecchi tempi, quando aveva appena iniziato ad avvicinarsi ad Emma e la famiglia di lei lo detestava.

-Fatteli sparire i problemi Pirata. Abbiamo cose più importanti a cui pensare.- David entrò nella stanza a passo svelto.

Il suo viso riportava un'espressione preoccupata.

Era sicuramente successo qualcosa quella notte.

Robin alzò la testa di scatto cercando gli occhi del collega per capire cosa fosse successo. -Non è come la volta scorsa, vero?- Chiese ricordando l'episodio di poche settimane prima, quando David era corso nell'ufficio parlando di un grande problema che si era rivelato essere la scelta del miglior omogenizzato per il piccolo Neal, con tanto di degustazione,  che era toccata al povero Capitano che aveva quasi vomitato nell'intento di digerire quello al merluzzo, facendo poi promettere ai compagni che non avrebbero rivelato nulla a Emma.

-No, non è come la volta scorsa.- Rispose David sospirando. È vero, aveva avuto bisogno dei ragazzi per Neal. Gli scocciava ammetterlo ma entrambi avevano più esperienza di lui in fatto di bambini; uno col figlio e l'altro col giovane Neal. Mentre lui non aveva potuto crescere Emma e quindi ogni cosa era nuova col piccolo, specialmente in un mondo cosi diverso dalla Foresta Incantata.

-Hanno attaccato Ruby stanotte.- Aggiunse per sottolineare la gravità della situazione e allontanare il pensiero del non essere un buon padre per Neal, che lo perseguitava negli ultimi tempi.

-Sta bene?- Chiesero all'unisono i due colleghi, improvvisamente preoccupati.

-Si, lei sta bene.- Li rassicurò il Principe.

-Tu parlerai con lei, mentre io e il pirata andremo sul luogo.- Aggiunse subito dopo.

-Volete starvene da soli, capisco.- Scherzò Robin alzandosi dalla sedia e avvicinandosi alla porta, pronto per uscire.

-Voglio tenermelo vicino...- Sospirò nuovamente David seguendo Robin fuori dall'ufficio.

-Tieni vicino gli amici e ancora più vicino i nemici.- Aggiunse posando gli occhi socchiusi su Killian che li stava raggiungendo.

 

***

 

-Eri seduto sulla mia sedia?- Chiese il Principe mentre ormai vicini al luogo dell'avvistamento della strana creatura rallentavano il passo.

-Forse...- Rispose vago Killian. Sapeva quanto David odiasse chi utilizzava quella che definiva la SUA poltrona personale, e non voleva aggiungere altra ostilità nei suoi confronti oltre a quella che già provava da quando aveva portato via Emma di casa. Il Principe aveva sempre detestato la relazione tra la figlia e il Capitano ma quando lei aveva deciso di trasferirsi in un appartamento sul porto insieme al compagno, il rancore nei confronti di Hook era lentamente riaffiorato.

I due si guardarono intorno.

I lampioni spenti, distanti qualche metro l'uno dall'altro, li guardavano dall'alto. La strada era vuota da entrambi i lati. Non un negozio, non un'abitazione. Nulla.

-Sicuramente nessuno ha visto nulla.- Affermò il Pirata dopo un breve sguardo al nulla che li circondava.

Il silenzio regnava padrone. Erano gli unici due esseri viventi nel raggio di diversi metri, se non kilometri.

Killian era abituato a quel silenzio, a quella sensazione di solitudine che lo avvolgeva tutti i giorni quando rientrava dal lavoro per raggiungere la piccola casa sul porto.

-Quello che è successo a Ruby poteva succedere a Emma.- Disse David lasciando che i suoi pensieri fluissero fuori dalle sue labbra. Hook condivideva in pieno quelle idee, aveva immaginato la sua Emma, attaccata e spaventata da una creatura che era riuscita ad intimorire una ragazza chr poteva trasformarsi in un lupo mannaro.

Cosa avrebbe potuto fare a lei?

Il Capitano si sorprese a ridere a quella domanda. -Lei lo avrebbe affrontato. La mia Swan non ha paura di niente.- Aggiunse ad alta voce per spiegare il suo sorriso al collega.

-Mia...- Sussurrò sbuffando David.

-Vedi qualcosa?- Aggiunse poi a voce più alta mentre continuava a guardarsi intorno alla disperata ricerca di indizi.

-Oltre a degli altissimi lampioni e una strada deserta, solo te, amico.- Killian spalancò le braccia con un sorriso sghembo mostrando al Principe la desolazione che li circondava. Dopodiché tirò fuori la sua fiaschetta e tracannò un grande sorso di rum.

David lo guardò aggrottando le sopracciglia e stava per aprire la bocca quando il collega lo fermò. -Ne vuoi un goccio?- Gli chiese porgendogli il contenitore del dolce e caldo liquore.

-Sei in servizio. Non puoi bere in servizio.- Lo rimproverò l'altro.

-Era un no?- Chiese Hook grattandosi l'orecchio con la mano buona mentre si allontanavano da quel luogo.

 

***

 

Robin aspettava che Ruby fosse pronta a rispondere alle sue domande.

Era seduta alla scrivania dell'ufficio dato che la sala per gli interrogatori era stracolma di scatoloni e vecchi libri di fiabe che si erano rilevati utili l'anno prima nel censimento dell'intera Storybrooke. Avevano capito chi era arrivato dalla Foresta Incantata con la maledizione, chi era giunto nella piccola cittadine nel Maine dopo, e chi ancora non era apparso, in modo che, se qualcuno di nuovo fosse apparso sarebbe bastato consultare quei file. Ormai però erano semplicemente buttati lì, dentro scatoloni pieni di polvere, disordinati e mai utilizzati.

Ruby aveva chiesto qualche minuto prima di cominciare a raccontare. Era strano vedere una persona come lei sconvolta a quel punto da solo un incontro, se l'avesse realmente attaccata probabilmente non avrebbe avuto il coraggio di raccontarlo.

Robin ne approfittò per scrivere un messaggio a Zelena, che aiutata da Roland, aveva imparato ad utilizzare il cellulare e ora non faceva altro che scrivergli nei momenti meno opportuni.

 

Robin: "Ho un interrogatorio adesso. Non disturbarmi!"

 

L'avvisò lui riponendo poi il cellulare nella tasca della giacca.

-Cominciamo?- Chiese avvicinandosi alla ragazza e sedendosi di fronte a lei mentre Ruby annuiva con la nuca.

-Allora comincia dall'inizio e racconta tutto quello che è successo, nei dettagli, se li ricordi.- Le spiegò lui prime che lei iniziasse.

Le aveva raccontato di dove stese andando, di come il buio e il silenzio regnassero sovrani, di come non si aspettasse di vedere nessuno.

Di come avesse sentito un rumore ma nessuno fosse lì per averlo provocato.

-E improvvisamente è apparso!- Ricordò lei.

Esattamente come nel racconto di Ruby una vibrazione improvvisa seguita a ruota da un'altra, provenienti dalla sua tasca fecero sobbalzare Robin.

 

Zelena: "Non potrei mai. Ti aspetto a casa. Hai delle preferenze per la cena?"

 

Regina: "Giornata pesante. Ceniamo insieme?"

 

Robin sospirò dopo aver guardato lo schermo del cellulare.

-Mmmh... Vai pure avanti, cosa è successo dopo?- Chiese senza ascoltare troppo la ragazza, intento a rispondere.

 

Robin: "Interrogatorio ricordi? La prima cosa che vedi nel frigo andrà bene."

 

Robin: "Scusami ma sono un tantino impegnato adesso. Ti chiamo più tardi."

 

-...Ed era spaventoso!- Concluse Ruby con gli occhi sgranati al ricordo della sera prima.

-Chi era spaventoso?- Chiese Robin confuso.

-La creatura che ti ho appena descritto.- Rispose lei in un sospiro scocciato.

-Certamente...- Robin finse di aver capito di cosa stesse parlando la ragazza.

-Ti farò parlare Belle, magari può trovare qualcuno che corrisponde alla tua descrizione in uno dei suoi libri.- Aggiunse poi calandosi nella parte di sceriffo, quale, effettivamente, era.

-Vai avanti. Cosa è successo dopo?- Concluse Robin.

-Ero spaventata e quindi ho cercato di fare spaventare anche lui, mi sembrava avesse paura per qualche strano motivo, e quindi ho...- La mente di Robin smise di percepire le parole di Ruby quando la tasca della sua giacca vibrò nuovamente.

 

Zelena: "Scusami se ho provato ad essere gentile. Non provare ad invitare quella parassita di mia sorella stasera a cena!"

 

Regina: "Aspetto la tua chiamata. Ti amo."

 

Robin sospirò, non riusciva più ad avere a che fare con entrambe, cosi diverse e infondo cosi uguali. La situazione non era delle migliori ma dovevano uscirne in qualche modo. E più il tempo passava più non era sicuro che ce l'avrebbero fatta.

 

Robin: "Ne parliamo dopo."

 

Robin: "Ti amo anche io."

 

L'ex ladro alzò gli occhi trovandosi la sedia di fronte vuota. Ruby se ne era andata e lui non se ne era neanche accorto. Avrebbe comunque chiamato Belle e le avrebbe detto di cercare qualcuno che corrispondesse all'identikit.

E poi avrebbe risolto la situazione.

Doveva riuscirci.

 

 

 

 

 

 

L'angolo di Holly

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Finalmente siamo entrati nel vivo del mistero. Non ho ben capito se questa storia è più drama, humor o appunto incentrata sul mistero, diciamo che è un grande insieme.

Per il fatto dei messaggi tra Robin, Zelena e Regina magari non sono scritti al meglio, ma ad essere sinceri non ho mai scritto una storia in cui fossero involti degli sms, spero quindi si riesca a capire qualcosina…

Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere :)

HollyMaster

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Capitolo II

Quello in cui si accende la gelosia





David stava tentando di calmare Mary Margaret come meglio poteva, senza grandi risultati però.

-Vedrai che arriverà tra poco.- L'aveva rassicurata nuovamente anche se era il primo ad essersi accorto del ritardo di Belle.

Da quando Rumple era congelato in quella specie di coma in cui lo aveva messo l'Apprendista, la ragazza non lasciava mai il suo capezzale. Aveva cominciato da poco ad allontanarsi, ma solo per andare a fare da baby-sitter a Neal e solo dopo che Mary Margaret l'aveva assicurata che non avrebbe avuto bisogno di lei per più di due volte a settimana. Stranamente si sentiva responsabile per quello che era successo al marito, per il suo cuore nero, nonostante lei fosse stata l'unica ad aver visto del buono in lui, della luce, nonostante tutta quell'oscurità.

Ormai non parlava neanche più con Will, anche se lui non si dava per vinto e continuava ad invitarla a fare passeggiate con lui nei boschi, e qualche volta riusciva anche a convincerla portandola a fare piccoli picnic.

Ma mai prima di allora la ragazza si era presentata in ritardo ad un appuntamento di lavoro come quello.

-Forse sarebbe meglio chiamarla...- Provò a consigliare Mary Margaret con un Neal sorridente in braccio.

David annuì afferrando il telefono e componendo il numero di Belle.

-Sta suonando!- Esclamò in risposta allo sguardo irrequieto della moglie.

-Pronto Belle, tutto bene?- Chiese infine quando sentì rispondere dall'altra parte.

-David?- Domandò una voce maschile.

-Robin?!- Si stupì il Principe riconoscendo la voce dell'ex ladro.

-Belle è lì?- Aggiunse subito dopo.

-No, c'è soltanto il suo telefono...- Sospirò l'uomo dall'altra parte del telefono lasciando il discorso a metà.

-Vai a controllare nel retro. Rumple è... - Cominciò David ma presto venne interrotto dalla voce del collega.

-Rumple è ancora qui. Ma nessuna traccia di Belle.- Disse con il respiro leggermente affannato, dovuto probabilmente alla corsa che aveva fatto per raggiungere il letto dove l'ex Signore Oscuro era adagiato, ancora senza sensi.

-Forse è con Will e si è dimenticata di avvertirci.- Provò a ipotizzare Mary Margaret poco convinta.

-Ci vediamo davanti a casa tua Robin. Cominceremo a cercare da lì.- Ordinò al collega per poi chiudere la chiamata e infilare il telefono nella tasca dei pantaloni.

-Mi dispiace.- Aggiunse guardando la moglie. Avevano progettato quell'uscita diurna da soli da un pò e lui sapeva che Mary Margaret non aspettava altro.

-Tranquillo, il dovere ti chiama!- Lo rassicurò lei sorridendogli.

David prese con una mano la sua nuca e l'avvicinò alle sue labbra, stampandole un dolce bacio sulla fronte. Si piegò poi sul piccolo Neal baciandogli una manina paffuta.

-Ci vediamo dopo.- Aggiunse mentre si dirigeva alla porta dell'appartamento per raggiungere Robin.


***


-Certo, voi andate a controllare. Rimango io qui in ufficio.- Disse Killian prima di chiudere la chiamata e riporre il telefono bianco dell'ufficio dello sceriffo sulla scrivania.

-Sembra che Belle sia scomparsa. Forse doveva vedersi con Will e l'ha tenuto nascosto, quindi tuo padre e Robin andranno a controllare.- Aggiunse poi rivolgendosi ad Emma che era seduta sulla poltrona di Charming, dato che, ovviamente, a lei era concesso.

Spesso quando Henry era a scuola i due si vedevano al lavoro per essere sicuri che il ragazzino non arrivasse a casa in anticipo per qualche sciopero e li trovasse in atteggiamenti che lui trovava poco consoni e che, come li descriveva lui: "potevano bloccargli la crescita". E lui voleva crescere ancora di qualche centimetro, almeno.

-Quindi siamo da soli per un altro pò di tempo?- Chiese in risposta lei con un sguardo malizioso diretto sulle labbra di lui.

-Aye.- Disse lui con voce roca avvicinandosi a quella poltrona a lui proibita e a colei che la abitava. -E questa volta non mi farò incastrare.- Aggiunse poggiando la mano buona e l'uncino sui braccioli imbottiti per poi piegarsi sulla donna.

Emma lo guardò con sguardo interrogativo al quale Hook rispose semplicemente con un: -Netfilx.-

Non aveva ancora digerito la volta in cui Emma lo aveva presentato al famoso Netfilx. Hook si era lasciato convincere e si era trovato parecchio d'accordo all'idea quando lei gli aveva detto di stendersi sul divano e le si era posizionata tra le braccia. Ma poi Netfilx si era acceso, come per magia, ed Emma aveva preferito parlare con delle persone che neanche l'ascoltavano dentro il televisore più che con lui.

-Questa volta niente Netfilx.- Le sussurrò lei sulle labbra, mentre entrambi si sporgevano lentamente per raggiungere l'altro.

Il suono del telefono li bloccò entrambi.

-Potresti lasciarlo suonare.- Ipotizzò lei alzando un sopracciglio, cercando di imitare lo sguardo malizioso di lui.

-E tu saresti la Salvatrice?!- Chiese Killian con un tono ironico mentre, a fatica, si alzava e, allontanandosi da lei, andava a rispondere. Amava quando era lei a volerlo e a proporgli di evitare i suoi doveri da poliziotto per stare con lei. Ma sapeva anche che non poteva farlo, non se voleva mantenere una certa calma con Charming, che già era stata spezzata, tra l'incidente della poltrona e quello del rum.

-Si?- Rispose continuando a sorridere sornione alla ragazza sperando di poter presto tornare a torturare le sue labbra.

-Ah, una denuncia... Certo.- Aggiunse poco dopo congelando quel sorriso e diventando improvvisamente serio.

-Sono subito lì, August.- Concluse sputando il nome di Pinocchio tra i denti, come se fosse ricoperto di veleno radioattivo.

-Tutto bene?- Chiese lei, avvicinandosi a lui con uno sguardo preoccupato.

-Dei ladri sono entrati a casa di Marco e August. Niente di importante, ma dovrei andare a dare un'occhiata. Ci vediamo stasera.- Le disse afferrando la sua giacca rossa e porgendogliela.

-Sicuro che vuoi andare da solo. Una volta lavoravo qui anche io, so come si fa.- Disse lei infilando la giacca. Lo sguardo di lui non la convinceva.

-Di certo tu non vieni.- Le rispose secco alzando un sopracciglio.

-Ci sarà anche August.- Aggiunse poi, dando una spiegazione allo sguardo interrogativo di lei.

-Se non ti conoscessimo meglio direi che sei geloso.- Lo beffeggiò lei mentre uscivano insieme dall'ufficio.


***


-Grazie per avermi accompagnato.- Il Principe si rivolse a Robin che gli passeggiava al fianco.

-Pensavo volessi tenerti Hook vicino, non me.- Esclamò lui di rimando con un piccolo sorriso sulle labbra. Sapeva che quei due avevano una storia particolare alle spalle; probabilmente si sarebbero piaciuti se non fosse stato per il fatto che condividevano, in modo molto possessivo, l'amore per Emma. Uno era il padre della Salvatrice, un Principe che aveva sempre messo il bene degli altri davanti al proprio. E l'altro un Pirata, che aveva in corso una specie di interminabile vendetta contro l’ex Signore Oscuro, che aveva ucciso la moglie dopo che lei era scappata col Pirata. Per qualche periodo aveva addirittura fatto da “padre” al piccolo Neal, primo amore di Emma. Robin doveva ammettere che le relazioni in quella città lo lasciavano ogni giorno più perplesso. E grazie alla collana magica di Zelena, presto anche lui sarebbe stato immischiato in quella strana famiglia.

-Non sarai geloso.- Gli rispose sorridendo il Principe mentre superavano un albero dal tronco ricoperto di muschio verde.

-Forse ci sarebbero meno problemi a frequentare Killian...- Uscì dalle labbra dell'ex ladro.

-Va così male a casa?- Chiese David corrucciando le sopracciglia, visivamente preoccupato. -Sai anche io sono stato in una situazione simile; diviso tra il cuore e l'onore.- Aggiunse ricordando i tempi in cui aveva dovuto lottare per l'amore Mary Margaret e il volere di Re George, sia nella Foresta Incantata che nella piccola cittadina del Maine.

-E come hai fatto a scegliere?- Domandò Robin; aveva bisogno di sapere. Lui aveva sempre seguito il suo codice d'onore, anche quando aveva scoperto che Marion era sopravvissuta. Era per lei che aveva lasciato Storybrooke, per seguire il suo stupido codice, senza il quale, malgrado tutto, si sentiva privo di identità, non più lui.

Per quelle sue regole, che infondo lo definivano come persona, aveva lasciato Regina, e sempre per non rovinate la propria integrità non aveva voluto abbandonare Zelena, ora che portava in grembo suo figlio.

-Lo sapevo.- Rispose il Principe con un sorriso nostalgico sulle labbra.

-Tutto qui.- Aggiunse subito dopo.
Camminavano nel bosco ormai da qualche minuto e presto davanti a loro si sarebbe stagliata la piccola casetta di Will, il primo posto dove chiunque avrebbe cercato Belle, dopo non averla trovata in biblioteca. Nonostante suo marito fosse in una specie di coma, l'unico modo che aveva trovato per allontanarsi da quel letto d'ospedale, oltre ai libri che l'accompagnavano anche al capezzale dell'uomo che amava, era stato quello di riavvicinarsi al vecchio amico.

-So che non aiuta molto, ma sono sicuro che infondo anche tu sai cosa è meglio per te e per loro.- Riprese il discorso David sorridendo fiducioso al collega.

-Guarda! E' Will!- Esclamò Robin allungando il braccio verso la casetta, indicando il ladro che usciva furtivamente dalla porta.

-Fermati!- Aggiunse David urlando al ragazzo che, per tutta risposta, cominciò a correre diretto al cuore del bosco, dove gli alberi si facevano fitti.

-Sta scappando!- Dichiarò il Principe, facendo notare ciò che già era palese.

-Tu prova a raggiungerlo tagliando per quella parte! Io lo inseguo!- Urlò Robin mentre già partito all'inseguimento seguiva la figura di Will con gli occhi per non lasciarselo scappare.

Correva senza una vera e propria meta, semplicemente cercava di fargli perdere le proprie tracce, ma non ci sarebbe riuscito.

Superato un grande albero, svoltò velocemente a destra, sperando che lui non lo vedesse, ma gli occhi di Robin non lasciavano la sua figura. L'erba verde, fresca e leggermente bagnata dalla brina perenne, portata dall'umidità, facevano scivolare imprudentemente il suolo di gomma delle scarpe di Robin. L'ex ladro sperò che anche il suo … avesse quel problema, e che, preso dalla foga della fuga non se ne accorgesse e finisse per cadere, rendendo più facile raggiungerlo.

Robin corse verso il grande albero e girò velocemente a destra, stando attento a non scivolare. Non appena curvò, qualcosa lo colpì violentemente e si ritrovò a terra.

Alzò la testa che doleva massaggiandola con una mano per trovarsi di fronte David, steso a terra che si sfregava il petto cercando di attenuare la fitta che sentiva.

-Lo abbiamo perso.- Lo informò il Principe, rendendo nuovamente noto ciò che era chiaro e palese ad entrambi.

-Si l'ho notato.- Sospirò Robin.







L'angolo di Holly

Ciao :)
Prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo con cui sta uscendo questo capitolo, ma ultimamente tra esami e impegni personali non ho avuto neanche un minuto per accendere il pc e mettermi a scrivere come si deve. Volevo ringraziare tutti quelli che hanno inserito questa ff nei preferiti/ricordati/seguiti, grazie mille. Ma volevo ringraziare ancora di più chi ha recensito.

Il titolo del capitolo “Quello in cui si accende la gelosia” si ispira sia alla gelosia di Hook verso August, sia a quella “finta” di Robin nei confronti dei due colleghi.

Nel prossimo capitolo incontreremo August, e vedremo il suo incontro con Killian, spero che la cosa vi intrighi...

Ovviamente quando David parla della divisione tra amore e onore si riferisce, rispettivamente, a Mary Margaret e a Kathryn.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, il mistero si infittisce. Lasciate una recensione per farmi sapere cosa vi è piaciuto, cosa no, se avete idea di cosa stia succedendo a Storybrooke e se sapete chi c'è dietro ;)
A presto,

HollyMaster

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***





Capitolo III
Quello in cui i rapimenti continuano




 

-Bella giacca.- Lo salutò August aprendogli la porta e spostandosi di lato facendogli segno di entrare. -Fidati io ne so di giacche di pelle.- Continuò mentre Hook varcava la soglia della piccola casa che l'ex burattino divideva con il padre falegname. -Una volta ero io quello che la portava a Storybrooke.- Concluse poi.
Killian portò lo sguardo scettico su di lui. Era palese che nessuno dei due volesse trovarsi in quella situazione, eppure non potevano evitarlo. Hook erageloso, e sebbene non lo volesse ammettere, non poteva nasconderlo.
-Senti, se questa è tutta una metafora per Emma, smettiamola subito, okay?- Se dovevano affrontare la questione era meglio farlo subito, senza mezzi termini.
-Peccato, io speravo di poter creare con te il Club dei Ragazzi con la Giacca.- Continuò imperterrito Pinocchio stampandosi un brillante sorriso sulle labbra, al quale, per tutta risposta, Killian sospiro rumorosamente. Avrebbe voluto parlarne subito, o le indagini sarebbero state deviate dalla loro emotività ma, evidentemente, non la pensavano allo stesso modo.
-Cercavo di fare conversazione, tutto qui.- Esclamò August alzando le braccia e mostrando i palmi delle mani, come per scusarsi.
-Quindi cosa hanno portato via?- Chiese il Pirata portando, per la prima volta, la conversazione sul reale motivo per il quale si trovava lì.
La chiamata alla stazione di polizia, il furto e, di conseguenza, le indagini che era andato ad iniziare.
-Solo legno. Del gran legno. Tutte le assi già levigate da mio padre sono ancora al loro posto, hanno preso solamente i tronchi non ancora lavorati. E un coltellino.- Gli rispose serio August mentre, dopo avergli fatto segno di seguirlo, si spostava verso il garage, dove il padre aveva messo insieme un piccolo banco di lavoro completo di tutti gli attrezzi che gli sarebbero potuti servire per intagliare un qualunque oggetto.
-Strano...- Commentò Hook guardandosi intorno. Nulla sembrava essere stato toccato. Se non glielo avessero detto non si sarebbe nemmeno accorto che lì c'era stato un furto.
La cosa che più lo sorprendeva era però il bottino del ladro. Non aveva tentato di rubare nient’altro, era chiaro dalla scena del crimine, ma cosa se ne facesse di del legno sarebbe rimasto un mistero che non sarebbe stato risolto con facilità. Ne era certo.
-Succedono diverse cose strane qui a Storybrooke.- Ribadì August portando lo sguardo dal tavolo di lavoro spoglio del padre al Pirata.
-La Salvatrice che vive con Capitan Uncino, parecchio strano, giusto?- Non sapeva per quale motivo, ma lo sguardo di Pinocchio addosso lo faceva sentire giudicato dai suoi occhi, dalla sua profonda amicizia con Emma, dal legame che li teneva uniti, sebbene fossero stati lontani per anni interi.
Non si sentiva inferiore, sapeva di poter essere tutto ciò di cui lei aveva bisogno. Farlo capire ai suoi genitori, alla cittadina intera, a lui stesso, però, era stato estremamente faticoso e August era lì solo per ricordargli che non tutti ancora credevano nel loro amore.
-Anche che un Pirata sia entrato nel corpo della polizia non è una cosa che succede tutti i giorni, eppure qui è successo.- Palesò l'ex burattino facendo sospirare il Capitano che si sentiva sempre più indesiderato.
-E non è la cosa più strana.- Aggiunse con una scrollata di spalle. -Io sono stato trasformato da adulto a bambino ormai una decina di volte.- Concluse con un sorriso sulle labbra che, come fosse una brutta influenza si appiccicò a Killian, piegando la sua bocca.
-Attento che non succeda più.- Lo avvertì il Pirata prima di avviarsi verso la porta scorrevole del garage che, essendo spalancata, dava sul vialetto di pietra che portava al marciapiede.
-O non ti entrerà più la giacca.- Aggiunse mentre si allontanava.

 
***

Robin entrò nella biblioteca silenziosa e si avvicinò al computer che si trovava dietro alla scrivania dove di solito si trovava Belle, intenta a smistare qualche nuovo libro o a leggerne qualcuno di nuovo.
Fortunatamente nessuno aveva mai provato ad entrare in quel comptuer e quindi nessuno aveva mai pensato di dotarlo di nessuna password di sicurezza.
Per questo fu facile accenderlo e accedere a tutte le cartelle del dekstop. Per la maggior parte riportavano qualche ordine di nuovi libri per la biblioteca o l'elenco di tutti i cittadini di Storybrooke e quale volume avessero in casa in quel momento. Cose utili per il buon funzionamento della libreria.
Ma niente che potesse aiutare Robin ad identificare la creatura che aveva aggredito Ruby.
Sullo schermo compariva una piccola cartella, chiamata "Identikit", ma l'interno era completamente vuoto. Era sparita prima di poterli aiutare.
Ma Robin era sicuro che l'avrebbero ritrovata presto e a quel punto sarebbero riusciti ad arrivare al mostro di cui gli aveva parlato Cappuccetto Rosso e fare in modo che non terrorizzasse mai nessun'altro in città.

 
***

Tutta Storybrooke sapeva che erano alla ricerca di Will.
E Storybrooke era una cittadina piccola, piena di pettegolezzi e passaparola.
Per questo quel pomeriggio una chiamata anonima giunse all'ufficio dello Sceriffo, avvisando i tre uomini che lavoravano lì che il ladruncolo che cercavano era stato avvistato poco lontano dallo studio dove Archie aveva cominciato ad esercitare la sua professione.
Dopo la trasformazione della Salvatrice nella Dark Emma, molti abitati della piccola cittadina del Maine erano stati colpiti da maledizioni, e che fosse direttamente o indirettamente, avevano avuto bisogno dei servigi del Grillo Parlante per uscire illesi da quel periodo di instabilità involontaria.
I tre decisero di divedersi, nuovamente. Hook e Charming sarebbero andati a controllare sul posto, chiedendo ai passanti e agli abitanti delle case vicine, mentre Robin sarebbe tornato in biblioteca per controllare a che punto Belle era stata rapita al suo lavoro di completare l'identikit dell'attentatore di Ruby.
David parcheggiò il suo pick up a lato della strada, proprio davanti all'ufficio di Archie che, stranamente, dato l'orario, stava chiudendo l'ufficio.
-Pochi clienti oggi?- Si interessò gentilmente il Principe accostando la portiera del mezzo.
-No, anzi...- Iniziò a spiegare lo psicologo. -Ho dovuto mandarli tutti a casa. Non trovo più Pongo. Non si è mai allontanato così tanto da solo, penso che qualcuno l'abbia portato via, ma non so chi potrebbe esserne capace.- Continuò informando i due. In effetti Pongo non si era mai allontanato dal suo padrone, non volontariamente, a meno che non fosse Herny a richiamarlo, con una pallina in mano, pronto a giocare con lui. -Non dopo Crudelia, almeno.- Precisò poi.
I due colleghi si scambiarono un veloce sguardo con la sicurezza di essersi immediatamente intesi.
Doveva essere la stessa persona che aveva fatto rapito Belle, e, in quel preciso momento, tutti gli indizi, pochi e vani che fossero, puntavano a Will.
-Non capisco il movente di questi rapimenti.- Disse Hook una volta che Archie, dopo aver educatamente salutato, si fu allontanato.
-Potrebbe aver agito per follia d'amore e aver preso Pongo per fare un regalo a Belle e convincerla a stare con lui...- Tentò David mentre si incamminavano verso la casa più vicina per richiedere ulteriori informazioni.
-Bastava comparle un libro per convincerla.- Palesò il Pirata con una scrollata di spalle.
-E poi Pongo non si sarebbe mai allontanato. E Crudelia è morta, nessuno può avere la sua strana polverina verde.- Aggiunse in risposta allo sguardo indagatore del Principe.
-Infatti li ha rapiti entrambi!- Ribadì David appoggiando uno scarpone sul portico di una casetta di legno verde che si trovava al fianco dello studio del Grillo Parlante.
-Allora non capisco il nesso...- Continuò imperterrito Killian. -Rapisce cani e belle ragazze?- Chiese ironico alzando un sopracciglio mentre il Principe bussava alla portone.
-Ehi! Tu stai con Emma!- Lo avvertì David mentre Hook pensava che doveva seriamente cominciare a controllarsi di più quando andava in giro con il collega, se non voleva che sulla sua scrivania nell'ufficio fosse utilizzata la sua testa al posto del fermacarte.
***

David sedeva sulla sua amata poltrona mentre i due colleghi vagavano per l'ufficio cercando di pensare ad una qualche soluzione, una conessione che li avrebbe in qualche modo portati all'arresto di Will, a ritrovare Belle o a capire chi fosse la strana creatura che aveva cominciato a tormentare gliincubi di Ruby.
In quel preciso momento, mentre era quasi possibile percepire il rumore delle menti dei tre uomini che lavoravano per arrivare alla verità, che entrò di corsa il Dottor Whale.
Era visivamente sconvolto. Sudato, per una probabile corsa.
Era palesemente sorpreso, e non in senso positivo, lo si poteva capire dal suo sguardo sgranato e spaventato, sebbene quegli occhi avessero assistito ad alcuni degli eventi più raccapriccianti di cui l'uomo avesse mai avuto memoria. Aveva ricomposto suo fratello, lo aveva aperto davanti a lui, su un tavolo operatorio, e aveva sostituito i suoi organi con quelli di cadaveri.
Eppure sembrava, dal suo viso, che avesse visto qualcosa di nuovo, qualcosa che lo aveva colpito.
-Dottore...- Lo salutò con tono pieno di astio il Principe che non lo aveva ancora perdonato per quello che era successo tra lui e Mary Margaret durante la maledizione di Regina.
Il Dottor Whale appoggiò le mani sulle ginocchia cercando di riprendere a respirare normalmente prima di aprire la bocca e parlare.







L'angolo di Holly
Salve a tutti :)
Il mistero si infittisce e sembra non ci sia un solo cittadino a Storybrooke immune ad esserne vittima.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, se credete che Will sia responsabile di qualcosa e le vostre ipotesi su dove siano Pongo e Belle, se sono insieme o meno. Chi ha rubato il legno ad August e cosa vuole farne o se avete idea del perchè Whale sia così sconvolto. Insomma sono supercuriosa! Fatemi sapere con una recensioncina, mi farebbe piacere :)
Un abbraccione a tutti e alla prossima,

HollyMaster

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