That night

di serClizia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** That night ***
Capitolo 2: *** Another Life ***



Capitolo 1
*** That night ***


Fandom: Broadchurch
Pairing: Hardy/Miller
Prompt: Ne ho uniti due: ‘Hardy sa essere gentile quando vuole’ e ‘Baci nel cuore della notte’
Note: ambientata nell’alberghino dove si sono fermati nella seconda stagione, a Sandbrook, dove hanno per sbaglio un letto matrimoniale.

Prompts ricevuti durante il drabble event del gruppo Facebook We Are Out For Prompts


A luce spenta è tutto più strano.
‘Siamo adulti, perdio.’ Ellie se lo ripete, mentre giace a pancia in su, eppure… è sempre strano.
Sente la presenza dall’altra parte del letto pesante e significativa, come un mattone sul setto nasale.
“Se vuoi, dormo sul pavimento.”
“Cosa? No, non essere idiota.”
“Allora smettila di agitarti.”
“Ma se sono immobile!”
Quando Hardy si volta a guardarla, il ciuffo gli cade sull’occhio. “Ti sento muovere anche se stai ferma.”
“Hai appena detto una cosa che non ha assolutamente senso.”
Hardy sospira, girando completamente il corpo e le coperte con lui, accomodandoglisi di fronte.
“Sei nervosa. Va bene, è normale.”
“Non sono nervosa,” Ellie si impunta, stringendo ancora di più le lenzuola al petto sotto lo sguardo del suo capo.
“Ok. Perché sei rigida come uno stoccafisso, allora?”
“Prima dici che mi agito, poi che sono rigida, deciditi.”
Alec sospira ancora. “Sai cosa voglio dire.”
Certo che lo sa, sta contemplando di trasformarsi in statua pur di non muoversi, per paura di toccare anche solo con un mignolo una qualsiasi parte del corpo di Alec - cioè di Hardy, il capo.
È una cosa stupida, e minuscola, eppure gigantesca, come una enorme linea rossa accecante da non sorpassare.
“Non… non voglio toccarti.”
“Lo sospettavo,” lo sguardo di Alec si fa più gentile. “Per questo ripeto la domanda, se vuoi dormo sul pavimento.”
“No, certo che no sono solo un po’ così poi mi passa,” Ellie spara tutto velocemente, prima lo dice prima possono finire questa imbarazzante conversazione.
Alec Hardy rimane per un attimo in silenzio.
Allunga un braccio e glielo fa ricadere pesantemente addosso, schiacciandole le spalle.
“Cosa diavolo stai facendo?!”
“Ci siamo toccati. Fine dell’imbarazzo. Puoi smetterla, ora.”
“Staccati. Ora!”
“Oh, sta’ zitta, Miller.”
Con uno schiocco di mandibola chiude la bocca, le mani le fanno male da tanto sta stringendo la coperta.
Alec chiude gli occhi, strofina un po’ la guancia sul cuscino. Lo stronzo si sta addormentando.
“Buonanotte, Miller.”
“Notte…”

Ellie si sveglia di colpo.
Ci sono dei gemiti nella stanza, e registra in un nanosecondo che è Alec, che sta avendo un incubo e che la sta stringendo, tanto forte da farle male, da svegliarla.
“Ehi…”, lo chiama.
Alec si agita sul cuscino, un’espressione sofferente.
“Ehi!” Lo scuote per una spalla con forza, Alec spalanca gli occhi, i capelli appiccicati sulla fronte.
Boccheggia, ed Ellie non riesce a capire se ha gli occhi completamente neri solo per il buio o per le pupille completamente dilatate.
Non sa se chiedergli se va tutto bene. Non è mai stato uno espansivo, su quello che gli capita, o che prova.
Lo guarda deglutire, in silenzio.
“Scusa,” riesce a dirle dopo un po’. “Speravo che non capitasse, stasera.”
“Succede spesso?”
Hardy alza le spalle, si strofina la fronte, ancora cercando di calmarsi.
Sarà perché è notte fonda, sarà perché prima è stato lui a rassicurarla, Ellie allunga una mano, gli accarezza i capelli come farebbe a Tom se lo avesse trovato agitato e spaventato dopo un incubo.
“Cosa diavolo stai facendo?!”
“Oh, sta’ zitto, Hardy.”
Per un secondo cade il silenzio, poi si mettono a ridere come due ragazzini. È strano, è un momento intimo ma non eccessivo, niente di cui aver paura. Sembra quasi familiare.
Alec si rilassa, si riaccomoda tra le lenzuola, Ellie lo prende come un invito a continuare quelle lente carezze.
Alla fine Hardy è un po’ come un bambino. Con la barba. E i vestiti sdruciti. Magro, ma solido. Con gli occhi caldi… Ellie interrompe il filo di pensieri, che dal sonno le stavano scappando un po’ di mano.
Solo che Alec li riacchiappa, perché magari li ha sentiti, e si sporge a premere le labbra sulle sue. Un contatto leggero, tentativo. Ellie inspira un soffio d’aria tra i denti, serra gli occhi fortissimo. Non vuole vedere l’espressione di Alec in quel momento. Ha paura di leggerci troppo, che cambi tutto, che sconvolga quel poco di mondo che si è ricostruita con tanta fatica in questi mesi.
Quando non succede altro, li riapre.
Si ritrova davanti un ciuffo di capelli ribelli. Alec si è riaddormentato.

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Capitolo 2
*** Another Life ***


Non metto i prompt per non spoilerare, ma sì, come avrete capito è sempre presa da un Drabble Event.
WARNING: sono imparanoiatissima che siano OOC. Fatemi pure sapere che ne pensate.


“Miller…”
Ellie sospira, ancora non crede che Alec continui a chiamarla così dopo che sono andati a vivere insieme. Si sistema Freddie sul fianco.
“Cosa.”
“Il caffè…”
Ellie torna sui suoi passi, si sporge oltre lo stipite per guardare Alec seduto in cucina che fissa intensamente la sua tazzina. “Cosa! Se non ti piace, te lo rifai da solo.”
Alec alza lo sguardo, sembra un cucciolo spaventato – Ellie non capisce cosa diavolo gli prende – e le allunga la tazzina.
È quando ci guarda dentro che capisce. Perché nel caffè che gli ha appena dato non c’è il cucchiaino con cui pensava di aver girato lo zucchero – un cucchiaino e mezzo, è così che lo prende – ma c’è il familiare stick del test di gravidanza. Bianco e blu. Con un più sopra, che vuol dire positivo, e vuol dire anche che ha buttato il cucchiaino nell’immondizia sotto al lavandino.
“Ah,” dice semplicemente prima di volatilizzarsi di nuovo. “Buttalo nel cestino. C’è altro caffè nella macchinetta se vuoi. A stasera!”
Alec non risponde, ed Ellie arriva sana e salva fino alla porta, alla macchina, e al lavoro.

Quanto torna a casa, non si aspetta niente di che.
A dire il vero si è già scordata tutto, come ha voluto da mettere da parte ogni cosa legata a quello stramaledetto stick.
Alec è seduto sul divano, la trattiene quando si china a posargli un bacio sulle labbra – una di quelle abitudini di coppia che prendi dopo un po’, una di quelle che mai avrebbe pensato di prendere con uno come il detective Alec Hardy.
“Penso che ne dovremmo parlare.”
“Di cosa?”
Freddie le pesa in braccio, il tragitto sportello della macchina-portone comincia ad essere faticoso.
Alec la fulmina con lo sguardo. “Non essere ridicola, lo sai di cosa.”
In un botto le torna la memoria, lo scambio cucchiaino-stick della malora. Si maledice.
“Fammi mettere Freddie a letto.”
Alec finalmente le lascia il polso con un cenno di assenso.
Quando torna al piano di sotto (di una casa che assomiglia quasi alla sua ultima dimora, quella che condivideva con un pazzo psicopatico pedofilo mentre adesso è incinta del figlio del Detective locale. Buffa la vita, no?), Alec la sta ancora aspettando, le mani giunte tra le ginocchia.
Ellie stropiccia un po’ la tracolla della borsa.
Come si incomincia una conversazione che non vuoi incominciare?
Molla tutto sulla poltrona e gli siede di fianco.
“È positivo.”
Una cosa che si può dire di Alec – e una delle cose che apprezza – è che va dritto al punto, conciso.
“Già.”
“È il primo?”
“Sì.”
Alec sospira, si gratta la testa. “Allora potrebbe non voler dire niente.”
“Potrebbe.”
La realtà è che Ellie è stata incinta due volte, e sa benissimo come ci si sente. Sa i cosiddetti sintomi, per questo ha fatto il test. Ma era già piuttosto sicura del risultato prima che apparisse quella maledetta crocetta blu. Non bastava essere un caso umano per la cittadina, doveva anche rimanere incinta da vecchia. Con un figlio adolescente, l’altro ancora così piccolo…
“Vuoi sposarmi?”
Ellie si gira velocemente a guardarlo, non si aspettava di dover abbandonare la contemplazione del tappeto per questo.
“Cosa?!”
“Vuoi sposarmi?”
“No!”
Alec increspa le labbra. “No? Così?”
Ellie scatta in piedi. “No! E non voglio che mi sposi per… per questo!”
Dio, non riesce a credere all’assurdità della situazione. Sarà la ex di un assassino, ma non verrà sposata per pena, perché è rimasta incinta. Non ha mica 15 anni, maledizione!
Alec la segue, alzandosi dal divano, le ginocchia che gli scricchiolano. “Per cosa pensi che te l’abbia chiesto? Per divertimento?”
È arrabbiato, Ellie lo sa. E vede anche che si sta trattenendo, cosa che non ha mai fatto prima. Bene, hanno appena iniziato e già cambia atteggiamento solo perché è incinta. Come se fosse fragile!
“Non me ne frega un cazzo del perché, se è no è no!”
“Gesù ti odio a volte,” Alec butta lì a occhi chiusi. Ellie dovrebbe sentirsi offesa, in realtà la sua versione scontrosa è quella che le è più familiare, e quella di cui si è innamorata, quindi…
“Beh, il sentimento è reciproco.”
Fa un bel sospiro, il detective citato per aver risolto sia i casi di Broadchurch che di Sandbrook, improvvisamente il più popolare d’Inghilterra, e le prende le mani. “Non lo sto chiedendo per quello che pensi, non è il ’52.”
“Bene, mi fa piacere che abbiamo risolto questa questione.”
Alec le da’ una stretta ai polsi, come un surrogato del solito ‘sta’ zitta’.
“E non volevo litigare perché…”, deglutisce. “Te lo sto chiedendo sul serio.”
“Ellie…” Il bastardo ha la sfacciataggine di piegarsi su un ginocchio. “Vuoi sposarmi?”
Ellie usa il gomito per scacciare una lacrima ribelle che le scende per la guancia, ma non abbandona l’espressione accigliata.
“Sì, idiota.”


Note finali:
il titolo è chiaramente un riferimento alla nuova vita che condividono insieme, come all'altra vita che Ellie porta in grembo. Sono o non sono una volpe, a scegliere i titoli?

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