Teen Titans Holiday

di StellaRubia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Imprevisto ***
Capitolo 2: *** Una notte a San Pietroburgo ***
Capitolo 3: *** L'alloggio ***



Capitolo 1
*** Imprevisto ***


  Luglio 4 a. m. Aeroporto di Jump City

 - Robin, ci vuoi dire perché ci hai buttato giù dal letto alle 4 del mattino e ci hai portati qui? - chiese Cyborg prima di fare un sonoro sbadiglio.
 - Perché ho visto quanto vi siete impegnati in questi giorni e ho pensato che non sarebbe stata una cattiva idea fare una vacanza – disse Robin con una scrollata di spalle, come se come se preparare 5 valigie in piena notte e buttare giù i propri amici dai loro letti fosse una cosa normale.
 - Non hai paura che accada qualcosa mentre noi non ci siamo? - chiese Corvina.
 - Tranquilli, in questo momento i Titans Est dovrebbero essere quasi arrivati alla torre, ci penseranno loro -
 - Dove andiamo? - chiese Stella emozionata all'idea di partire.
 - A Parigi! - disse Robin felice del fatto che almeno Stella sembrasse emozionata di partire – ci vogliono sette ore per arrivare, ne potete approfittare per dormire. Ho prenotato un lussuosissimo hotel a cinque stelle vicino alla Torre Eifelle. C'è anche la piscina -
Stella allargò il suo sorriso, quella vacanza sarebbe stata fantastica, ne era certa. Robin afferrò i biglietti per l'aereo e controllò a quale gate si dovevano presentare: il B1.
 - Robin – chiamò il mezzo robot – dimmi che siamo quasi arrivati: ho sonno, fame, sete e BB pesa più di quello che sembra – disse sistemandosi meglio l'amico sulla spalla, con le braccia e le gambe a penzoloni nel vuoto e la bocca semiaperta dalla quale usciva un continuo russare molto fastidioso.
 - Resisti ancora un po', siamo quasi arrivati -

Dieci ore dopo…

 - Si avvisano i signori passeggeri che l'aereo è giunto a destinazione – annunciò il pilota.
 - Finalmente – disse Cyborg stiracchiandosi – l'aereo ha fatto ben tre ore di ritardo -
 - Già, e pensare che non ci hanno neanche avvertiti durante il volo. Ora prendiamo un taxi e andiamo in Hotel, così disfiamo i bagagli. Dovrebbero essere le otto di sera, adesso -
 - Robin, perché gli altri passeggeri sono così pallidi? - chiese Stella guardandosi intorno.
 - Ehi, dove sono le valigie? - chiese BB.
 - Le ho imbarcate, ma tu dormivi. Ora le andiamo a prendere -
 - Perché in quel cartello ci sono delle scritte così strane? - chiese l'aliena, nuovamente confusa.
Il leader si voltò e notò un grande cartello con i caratteri grandi e rossi: добро пожаповать. A quella vista aggrottò le sopracciglia, confuso.
 - Non lo so… - disse Robin confuso – Questo è il B1, no? -
 - Si, ma sul biglietto c'è scritto B11!- disse Corvina indicando il numero sul biglietto.
 - Abbiamo sbagliato aereo! - disse Cyborg adirato.
 - Ci basterà prendere altri biglietti per tornare a casa – disse Stella, positiva come sempre.
Allora Robin si mise una mano sul viso, soffocando una serie di imprecazioni.
 - Il mio portafogli è nella mia valigia – disse il ragazzo – e la mia valigia è a Parigi! -
 - Forse non siamo così lontani – disse BB – a proposito, dove siamo? -
 - In Russia – disse Corvina guardando un cartello, questa volta scritto in inglese – a San Pietroburgo -
Tutti i Titans si voltarono contemporaneamente verso il loro leader, il quale guardava prima il pavimento e poi il soffitto cercando di evitare i loro sguardi...

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Capitolo 2
*** Una notte a San Pietroburgo ***


Due ore dopo…

 - Non posso crederci – borbottava Robin sedendosi su un marciapiedi – i Teen Titans, dei supereroi, ridotti a dormire per strada – disse sistemandosi il mantello a mo' di coperta.
 - Ho chiamato Bumble Bee – disse Cyborg che oltre ad avere cannoni, aveva anche un cellulare incorporato – dice che ci ha prenotato un volo di rientro. Oggi è sabato, giusto? -
 - Sì -
 - Bene, il volo è mercoledì all'alba -
 - Meglio di niente – disse Stella stringendosi tra le braccia in cerca di un po' di riparo dal freddo.
 - Non puoi portarci tu? - chiese BB rivolto alla maga.
 - No, il viaggio è troppo lungo, con molta fatica riuscirei a teletrasportare solo me, ma che riesca a portarvi tutti è impossibile -
 - Dai, ormai il volo è prenotato – disse Stella – ci basta resistere per cinque giorni  e domani troveremo un posto migliore per dormire -
 - Ben detto – disse Cyborg sedendosi accanto agli amici.
I cinque avevano girato per la città a lungo in cerca di un riparo per la notte, ma era parso chiaro a tutti fin dall'inizio che si sarebbero ritrovati a dormire su uno sporco e freddo marciapiedi. Si erano fermati vicino ad una chiesa, era un edificio bellissimo, sembrava uscito da un libro di fiabe.
 - Robin, come hai detto che si chiama questa chiesa? - chiese Stella al leader.
 - Chiesa del salvatore sul sangue versato – rispose.
 - Ne sei sicuro? - chiese BB – io ricordo di averti sentito dire che si chiamava “chiesa del piangitore sul viaggio rovinato” -
 - Dai, quante volte ancora mi dovrò scusare prima che mi perdoniate? Ormai l'avrò fatto qualche centinaio di volte -
 - Se arriviamo a mille forse possiamo considerare l'idea. Secondo te come si dovrebbe sentire una persona ad addormentarsi sul proprio letto e svegliarsi su un aereo diretto chissà dove? Oggi c'era il nuovo episodio del mio programma preferito e per colpa tua lo perderò! -
 -  Vivrò con il rimorso – si disse Robin sarcastico tra sé e sé.
 - Dai BB, guarda il lato positivo – disse Stella.
 - Cioè? -
 - Quando lo troverò te lo dirò -
 - Ti pareva… -
 - Dai ora è il caso di dormire – disse il leader – domani ci inventeremo qualcosa – concluse sbadigliando.
Cinque minuti dopo stavano tutti dormendo, tutti tranne Stella, la quale aveva sentito dei rumori e si era messa seduta, con lo sguardo puntato su una folla di gente, tutti radunati attorno a… era difficile capire cosa fosse dato che tutti quegli uomini impedivano la visuale all'aliena. Quando una donna si spostò, la ragazza poté finalmente vedere ciò che tutti stavano ammirando: un bambino. Doveva avere al massimo nove anni, aveva i capelli biondi e delle cuffie per non congelarsi le orecchie, gli occhi erano celesti ed erano puntati sul suo violino, che stava suonando con tanta maestria da sembrare un musicista esperto.
La ragazza si guardò intorno e scorse, vicino a dei cassonetti, un vecchio microfono rovinato e senza batterie e una chitarra anch'essa di vecchia data, scordata e a cui mancava una corda.
La ragazza si avvicinò silenziosa a Cyborg e, trovata la sua torcia incorporata, la aprì togliendole le batterie. Poi si avvicinò ad un gattino verde, acciambellato su una felpa. Lo scosse leggermente e quello aprì gli occhi assonnato.
 - Ho trovato il lato positivo – disse l'aliena sorridendo.

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Capitolo 3
*** L'alloggio ***


  Erano le 7 quando i Teen Titans si svegliarono. L'aria era fredda e pungente e in giro non c'erano molte persone. Robin si alzò stiracchiandosi e lo stesso fecero Corvina e Cyborg.
 - Allora, torniamo a cercare un posto per questa notte? - chiese Robin – magari una casa abbandonata o qualcosa di simile -
 - Sì, ma prima ci toccherà svegliare quei due – disse Corvina accennando a BB e Stella, entrambi ancora profondamente addormentati.
 - Sono proprio due pigroni – disse il mezzo robot accovacciandosi accanto a BB – BB, sveglia – disse scuotendolo leggermente – BB – riprovò con più forza – BB! - urlò, ma l'amico ancora non si era svegliato – wow, è preoccupante. Di solito si comporta in questo modo solo quando facciamo le maratone notturne ai videogame. Forse sta male -
Proprio in quel momento passò per la via un uomo con un carrettino con le castagne, le mele caramellate e le pannocchie ancora fumanti. L'odore giunse fino alle narici del muta forma, che, inalando quell'odore, aprì istantaneamente gli occhi alzandosi di scatto.
 - O forse a solo fame – disse Cyborg vedendolo.
BB e Stella, la quale si era alzata al seguito del ragazzo nel sentire quell'odore, si avvicinarono al carrettino senza esitazioni.
 - Dove andate? - chiese Robin – non vi ricordate che siamo al verde? -
I due però non gli diedero retta e procedettero. I tre Titans li guardarono aggrottando le sopracciglia e rimasero sbalorditi quando li videro tirare fuori un mucchietto di banconote e comprare cinque pannocchie. I due si riavvicinarono e porsero la colazione agli amici con così tanta naturalezza che sembrava quasi una cosa normale.
 - E quelli dove li avete presi? - chiese Robin quando riacquistò l'uso della parola.
 - Non ditemi che avete svaligiato una banca!? - disse Cyborg guardando a bocca aperta le banconote che BB si rigirava tra le mani.
 - No, cosa vai a pensare? Semplicemente abbiamo i nostri metodi – disse BB sorridendo, per nulla intenzionato a rivelare quali fossero questi suoi metodi.
 - Vi siete esibiti per strada? - chiese Corvina vedendo la chitarra e il microfono a pochi passi da loro.
 - Ci hai smascherati… - ammise BB timoroso di una possibile reazione isterica da parte del leader.
 - Robin, hai sempre avuto quel tic all'occhio? - chiese Cyborg preoccupato.
 - Già, è parecchio inquietante – disse BB – dovresti farlo vedere ad un medico -
 - Voi… voi vi… vi siete esibiti per strada… - disse Robin allibito – i Teen Titans ridotti a suonare per strada per due soldi… -
 - Non due soldi – lo corresse BB – 20000 soldi -
 - 20000!? - chiese Cyborg sbalordito.
 - Sì, ma in America equivalgono più o meno a 300 dollari -
 - Wow – disse Cyborg – mi insegni a suonare? -
 - No, questa pazzia deve finire – dichiarò Robin – nessuno si esibirà. Mai più -
 - Ma ci servono i soldi – disse Cyborg – e dai, sii ragionevole -
 - No, la mia decisione è stata presa – ribatté incrociando le braccia.
 - Daaaaai, per favooooore – disse Stella sbattendo le ciglia.
 - No –
 - Ti preeego – disse lei avvicinandosi con un espressione degna del Gatto con gli Stivali di Shrek.
 - Io… no… e va bene – si arrese infine.
 - Sì!!! - esclamò lei stritolandolo e stampandogli un bacio sulla guancia – dai, BB, andiamo! Anche tu, Cyborg! -
 - È così imbarazzante – disse il leader alla vista dei tre Titans alle prese con una canzone.
 - Ammettilo, ti piacerebbe andare lì a cantare con loro disse Corvina ancora intenta a mangiare la sua pannocchia.
 - No… perché dovrei? - chiese lui, ma il suo tono era fin troppo incerto.
 - È inutile mentire con me, so cosa frulla nella tua testa -
 - Ehi, ne avevamo già parlato: non si curiosa nelle menti degli altri! - 
La maga alzò le spalle con noncuranza continuando a mangiare.
 - Potrei modificare il tuo aspetto e renderti irriconoscibile -
 - … no -
 - Hai esitato -
 - Non è vero! -
 - Fa come ti pare -
Passò qualche secondo prima che il leader proferisse nuovamente parola.
 - Come… come mi trasformeresti? -
La maga sorrise mentre con la telecinesi buttava i resti della pannocchia in un cestino.
 - Ti potrei fare i capelli più lungi e darti altri vestiti -
 - Cosa hanno questi che non va? -
 - Se non lo capisci da solo, nessuna risposta sarà quella giusta -
 - Dai, fai quello che devi fare -
 - Azarath Metrion Zintos! -
Robin si avvicinò ad una pozzanghera e si specchiò.
 - Wow, sono irriconoscibile -
 - Non c'è di che – disse lei porgendogli un microfono.
 - Tu non vieni? -
 - Scherzi, vero? Il giorno che mi riuscirai a convincermi ad unirmi alla vostra band improvvisata, BB sarà uno scienziato e ci spiegherà qualcosa sugli atomi -
 - Ho capito – disse lui abbottonandosi la sua nuova camicia a scacchi – io vado – disse allora correndo verso gli altri -
- Robin ha ragione. È davvero imbarazzante guardarli – si disse la ragazza mentre con la magia faceva comparire un suo libro direttamente dalla sua libreria a Jump City.

3 ore dopo…

 - Non posso crederci! - esclamò Robin rigirandosi un mazzetto di banconote tra le mani – con tutti questi soldi non avremo problemi a mangiare fino a mercoledì -
 - Vedi che non era così male? - chise BB sedendosi sul marciapiede – wow, le miei dita sembrano divise in due -
 - Forse non dovresti suonare per così tanto tempo la chitarra – disse Cyborg.
 - Dov'è Stella? - chiese il leader guardandosi intorno.
 - Eccola, sta parlando con quel tipo – disse Cyborg.
Pochi istanti dopo, Stella corse loro incontro con un largo sorriso stampato in faccia.
 - Ottime notizie! - esclamò – quel ragazzo – disse indicando la persona con sui stava parlando prima – si chiama Ivan. Mi ha detto che da quando le sue sorelle si sono trasferite a Mosca, ha una camera inutilizzata. A lui servono soldi e a noi un posto riparato dove dormire. Anche perché per questa notte è previsto un temporale. Si accontenta di 2000 rubli a notte -
 - È fantastico – disse Robin – ma toglimi una curiosità: come hai fatto a capire cosa ti dice… no, aspetta, non me lo dire: ho capito – disse mentre le guance dell'aliena si coloravano di rosso.
 - Mi ha dato il suo indirizzo, ci possiamo presentare da lui questa sera -
 - Stella, sei sicura che ci possiamo fidare? - chiese Corvina – non ti hanno mai detto che non si da confidenza agli sconosciuti? -
 - Dai, non essere così pessimista. Siamo pur sempre i Teen Titans – disse BB – questo Ivan non può essere peggiore di tutti i cattivi che abbiamo affrontato -
 - BB ha ragione – disse Robin - … wow… è strano dire questa frase -
 - Ah. Ah. Ah – disse il muta forma – molto spiritoso.
 - Comunque stavo dicendo che è vero ciò che hai detto. Se Ivan si rivelerà un cattivo soggetto, troverà pane per i suoi denti -

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