Io sono Vera, di nome e di fatto!

di Robertina Robi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Cavolo lo combinata grossa!! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Questo non me lo aspettavo, Papà! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Sembra che sto andando al patibolo. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Nuove conoscenze. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Oh cacchio sono nella stessa sua compagnia. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: le uscite. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Secondo giorno. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Prima serata e già mi ubriaco?! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: AIUTO. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Mi prendo cura io di te. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Una sera con lui. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo





Ciao a tutti, io sono Vera …. Si di nome e di fatto!
Sono una ragazza abbastanza tranquilla. Ok scherzo! Non sono affatto tranquilla. Se nessuno mi lascia in pace gli rendo la vita un inferno! Come alla compagna di mio padre, da quando mia mamma se ne andata lui non ha aspettato altro che rifarsi una nuova vita, si va bene che bisogna andare avanti, ma non cosi troppo presto! L’altro giorno ne ho combinata una delle mie …. Ho nascosto tutta la biancheria alla strega (sarebbe la compagna di mio padre) sotto terra.
Lo so, ho diciotto anni ma gli scherzi sono il mio forte.
E cosi, mio padre mi ha messo in  castigo, ha detto che il prossimo scherzo che combino … andrò veramente fuori di casa e mi trasferisce in un College dove sono tutti severi, e si trova nella città in cui non andrei nemmeno morta …. Roma.

Alcuni dicono che è una città meravigliosa ma a me non piace!
Adoro fare shopping,spendo tantissimi soldi per qualsiasi cosa, vestiti, orecchini,braccialetti,anelli,sciarpe … qualsiasi cosa che mi ritrovo nelle mani. Mio padre mi sgrida ma io non lo ascolto nemmeno.
Dice “I soldi servono per cose utili, e tu le usi per queste minchiate?” BLA BLA E  BLA.
E  così … mi ha diminuito anche la paghetta … ma fa niente, tanto mi faccio dare i soldi dalla nonna!
 

 

 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Cavolo lo combinata grossa!! ***


 
Capitolo 1: Cavolo lo combinata grossa! 



3 settembre 2015.
È quasi finita la vacanza estiva, e io sono agguerrita come sempre.
Continuo a fare danni e mio padre mi continua a dire la stessa cosa di sempre.
Ma questa volta ….
È mattina, io mi sono svegliata presto... saranno le 12 e qualcosa, ok, io mi sveglio sempre a quest’ora e per me è presto, vado sempre a dormire alle 4 di notte.
Vado in cucina e trovo la strega che sta cucinando, una cosa sola sa fare sta donna … cucinare! 
“Buon giorno gioia!” mi dice la strega con un sorriso, che mi da molto fastidio. Io non le rispondo proprio.
Mi prendo la mia tazzina e mi verso il caffè, bevo e me ne ritorno in cameretta a decidermi cosa mettere, dopo pranzo devo
uscire con le mie amiche.
Apro il mio armadio, tra poco scoppia una bomba perché non si capisce niente. Prendo un top verde con bratelline sottili e  minigonna di jeans le indosso.
Vado in bagno, mi sciacquo la faccia mi metto un filo di trucco e alla fine vado per uscire ma mi ferma mio padre.
“Dove vai conciata cosi?” chiede mio padre con le braccia incrociate e con una faccia severa.
“Vado a fare una sfilata …” dico ironica. Dove vuole che vada? “… dai papà, non fare il rompipalle!” dico sbuffando.
“Cosi conciata non vai da nessuna parte! Sei piccola!” Sono piccola? Avete sentito??? Sono piccola? Cacchio ho diciotto anni! “Papà ho diciotto anni e non sono piccola! Cacchio! Lo sai benissimo che mi da fastidio quando mi dici cosi!”
“Tesoro, tuo padre ha ragione.” adesso s’intromette anche la strega? Ma che cavolo volete dalla mia vita? Uffa.
Mi giro e me ne vado prima che mio padre mi dice qualcos’altro.
Scendo giù e mi avvio per andare dalle mie amiche.
Arrivata … sono davanti al nostro bar, dove c’è anche il ragazzo che mi piace si chiama Igor, alto, moro e occhi azzurrissimi. Non sono l’unica che vado dietro a lui purtroppo ci sono anche le mie amiche.
Io entro e ci sono anche loro sedute al secondo tavolino, mi salutano sorridenti.
Le raggiungo. “Ehi ragazze!” le do un bacio a tutte e due e mi siedo.
“Ciao tesoro!” dice la mia amica con i capelli di color rossa rame e gli occhi verdi, si chiama Ambra.
“Ciao cucciola!” dice l’altra mia amica con i capelli biondi e gli occhi marroni. Si chiama Giorgia.
“Come state tesorine?” chiedo io sorridendo.
“Bene, tutto a posto tu?” chiede Ambra.
“Benissimo …” mi giro e vedo Igor che sta guardando dalla nostra direzione, sta sorridendo e anche io sorrido. Mi rigiro verso le mie amiche. “… avete Igor?” loro guardano infondo, c’è lui che parla e ride con il suo amico. “Mamma mia, è proprio figo quel ragazzo!” dice Ambra.
Mi rigiro, lui incrocia il mio sguardo e sorride di nuovo, io non gli tolgo gli occhi dai suoi e sorrido anche io e infine mi rigiro.
Le mie amiche non smettono di guardare e sorridono come delle deficienti.
Ok! Cambiamo discorso.
“Ragazze! Allora? Che si fa oggi?” chiedo io.
“Ah,non so … Shopping?” chiede Giorgia.
“E shopping sia!” dico io sorridendo.
Andiamo a pagare il conto …
“Vera,ci puoi pagare tu? Noi ci andiamo a dare una sistemata!” dice Ambra.
“Va bene!” mi danno i soldi e infine vanno in bagno.
Io aspetto il mio turno per pagare, ci sono ancora due persone.
“Ehi!” mi spavento e poi mi giro e lo vedo. Cacchio da vicino è ancora più carino! “Ci .. cia … ciao!” dico balbettando. Io che balbetto??? Cacchio, allora mi piace davvero il tipo!
“Vera,giusto?”
“S.. sss … si!” rispondo io, balbettando ancora di più.
“Io sono Igor!” pff  …. Già lo sapevo! Sul diario l’anno scorso lo scritto da tutte le parti il tuo nome. Meglio non confessarlo però.
Sorrido solo. “Ti posso chiedere il numero di cellulare?” ok! Vera, connetti il cervelletto … non stai per niente sognando, quindi dì qualcosa! “Ehm …” oh cacchio. “… c … ce … certo!” lui mi porge il cellulare e gli scrivo il mio numero di telefono.
“Ok! Ti faccio lo squillo cosi ci sentiamo!” dice lui sorridendo. 
“D’accordo!” lui sorride e se ne va.
Arriva il mio turno per pagare. 
“Sono 4 euro e 40!” dice la signorina.
Cosa? Cacchio non ho sentito. Prendo i soldi. “Quant’è scusi?”
“Sono 4 euro e 40 signorina!” prendo i miei 5 euro e glieli do.
Mi da il resto e lo scontrino.
Le ragazze escono dal bagno, non le dico niente fino a stasera di Igor.
Andiamo a fare shopping tutto il pomeriggio e infine rientro a casa verso le sette e mezza.
Mio padre ancora non c’è per fortuna e nemmeno la strega. Saranno a lavoro.
Mi butta a peso morto sul divano e guardo il mio cellulare,entro su whatsapp, un nuovo messaggio è Igor. Lo apro.
“Ehi ciao!”  è online.
“Ciao …”  metto la faccina sorridente. “…. come stai?”
Mandato e visualizzato. “Bene, tu? Comunque sei veramente bella. Hai due occhi meravigliosi!”  
Co..co…cosa? sto sognando? Be se è solo un sogno ditemelo.
“Grazie mille!” rispondo.
La porta d’ingresso si apre. Sono arrivati.
“Ciao amore!” dice mio padre.
“Ciao!” dico io presa a messaggiare.
“Ciao tesoro!” dice la strega, io non le rispondo. Tanto è abituata e se ne va in cucina a cucinare.
Dopo cena …
Litigato come tutte le volte con mio padre per colpa di quella strega, mi mette in castigo e quindi non posso uscire stasera, ma io me ne esco di nascosto …
Mezzanotte …
Mio padre e la strega dormono, madonna che vecchioni!
Apro la finestra della mia camera e  scendo giù piano, piano dalle scale.
La mia fortuna che nella mia stanza fuori dalla finestra c’è una scala che porta giù.
Arrivata sotto inizio a correre fino alla macchina di Ambra.
Entro …
“Parti … parti!” dico io.
“Che cosa è successo?” ah, già! È vero. Lei ancora non sa che sono in castigo.
“Mio padre mi ha messo in castigo e sono uscita di nascosto!” Ambra mi guarda sorride e scuote la testa.
“Tu sei matta!”
“No! Io sono un genio!” dico sorridendo e fiera di me stessa.
Andiamo in un locale dove mi ha invitata Igor, le mie amiche appena lo hanno saputo sono rimaste un po’ male ma infondo sono contente.
Arriviamo, e c’è già Igor con i suoi amici, lo guardo e gli vado incontro.
“Ciao!” dico tranquilla.
“Ciao..” lui si avvicina a me e mi sussurra all’orecchio “… stasera sei ancora più bella!”
Io arrossisco … e già! Io che arrossisco, e chi lo avrebbe mai detto. Cacchio che imbarazzo.
Entriamo tutti …
Le mie amiche ballano in pista, io sono con Igor nel divanetto a parlare e ad un certo punto sento una voce molto familiare. “Vera Ferrari …” alzo lo sguardo lo incrocio con quello di mio padre. Porca paletta! Mio padre!!!
“…. che cosa ci fai qui?”  e adesso cosa dico? Oddio, mio padre che mi guarda infuriato, Igor che guarda prima mio padre e poi me. Voglio sprofondare sotto terra cosi non mi vede più nessuno.
“Ehm papà …” mi alzo dal divanetto. “… ecco vedi …” Aspettate … come cavolo fa a sapere che ero qui?
“… io”
“Tu adesso vieni con me e andiamo a casa!” dice mio padre. Cavolo, lo combinata grossa! 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Questo non me lo aspettavo, Papà! ***




Capitolo 2:  Questo non me lo aspettavo, Papà! 




In macchina ….
Non so cosa dire ma purtroppo mio padre si, perché non si sta una volta zitto?
“Io non mi posso più fidare di te! Che cosa devo fare?...” metterti un scotch così non parli più?
“… io ti ho dato tante possibilità, prima fai i dispetti a Donna …”
non me la nominare proprio quella strega.
“… poi mi spendi i soldi …” be dai, non sempre.
“… mi esci di casa di nascosto! Mi vuoi dire che cosa ti sta succedendo?” Voglio solamente essere lasciata in pace! Non lo vuole capire mio padre.
“Già lo sai! Papà!”
“Ah si? Bene. Prossima settimana parti per il College!” hahahaha lo dice tanto per !


Due giorni dopo …
Mio padre arriva a casa.
“Vera …” Cacchio quando mi chiama per nome vuol dire ‘guai in vista
’ “… vieni!” lo raggiungo in cucina.
È seduto, tutto serioso, è ancora arrabbiato con me per l’altra sera … Mi siedo anche io … prende un biglietto e me lo porge.
“Un biglietto?” chiedo io, non capisco, mi comporto male e lui mi regala i viaggi?
Dovrei comportarmi male spesso.
Però poi guardo cosa c’è scritto sul biglietto.
‘Milano - Roma’ che cosa? Sono già nera dalla rabbia!
“Ro … Ro … Roma? Papà è uno scherzo?” chiedo io, sto per scoppiare dalla rabbia.
“Niente a fatto tesoro …” ma si, chiamami pure tesoro, traditore! “… vedrai che un anno lì ti troverai veramente bene!” e si certo, tanto la cretina che ci deve andare sono io.
Metto giù il biglietto e me ne scappo in camera mia, mi chiudo a chiave.

Due secondi dopo sento bussare …
“Lasciami in pace!” dico io, con le lacrime agli occhi.
“Tesoro …” di nuovo tesoro? Cavolo non lo sopporto. “… ti prego, aprimi!”
“Scordatelo!”
Non lo sento più bussare perché poi mi addormento. Mi sveglio dopo un ora e mezza, è ora di cena e ho una fame bestiale.
Vado in cucina, in silenzio, non rivolgo la parola a nessuno dei due.
Uno è traditore l’altra … non so nemmeno come chiamarla … l’unico nome che le si addice è strega.
Prendo il piatto mi metto l’insalata e la bistecca già pronta, mangio velocemente e poi me ne ritorno a letto e mi addormento di nuovo.
Purtroppo in quel college ci devo andare per forza, ma non do la vinta a mio padre per nulla al mondo. Come sono agguerrita adesso lo sarò anche li.


Passata una settimana …

Il giorno prima di partire, sono al bar con le mie amiche, io piango come una fontana. “Ragazze mi mancherete da morire!” dico piangendo.
Ambra con le lacrime agli occhi mi abbraccia.
“Anche a noi tesoro!” dice Giorgia , ha una faccia tristissima.
“Come farò senza di voi?” chiedo io, adesso mi sono un po’ calmata.
“Come faremo noi senza di te, lo shopping diventerà una cosa tristissima, la nostra pausa caffè del pomeriggio non sarà più lo stesso.” Dice Ambra.
“In classe non sarà la stessa cosa!” aggiunge Giorgia.
Scoppio a piangere di nuovo e mi abbraccino.

Ritorno a casa … Fredda come sempre … mi vado ad infilare immediatamente in camera mia e fuori dalla porta metto il cartello ‘Non invadere il mio spazio! È vietato entrare!’ mi butto nel letto e inizio a piangere di nuovo, ma dalla rabbia.

Quando mi calmo, decido di fare la valigia, la riempio di vestiti, metto il mio carinissimo tablet , il mio computer portabile e i miei libri preferiti.

Infine faccio molta fatica a chiudere la valigia, fra poco scoppia, ma per fortuna si chiude. Mi butto sul letto e crollo in un piacevole sonno.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Sembra che sto andando al patibolo. ***


Capitolo 3: Sembra che sto andando al patibolo.




È mattina presto …
Mi sveglio di colpo, stavo sognando che ero ai Caraibi e stavo prendendo il sole e poi dopo un po’ è arrivata una tempesta micidiale e cosi apro gli occhi e mi alzo spaventata e intontita.
Vado in cucina …
“Buon giorno piccola!” dice mio padre con un sorriso splendido, io non lo trovo per niente splendido, ancora non lo perdonato per quello che mi ha fatto.
Lo ignoro. Prendo la mia solita tazzina di caffè e una brioche dato che ieri sera non ho cenato, avevo un mal di stomaco atroce per la rabbia.
Mio padre si siede di fronte a me.
“Vedrai che ti piacerà il posto. Io e la mamma ….” Ah certo, per tranquillizzarmi mi dice sempre le esperienze con la mamma! Adesso non funziona affatto.
“… ci siamo innamorati di Roma!” pff … io non m’innamorerò di Roma.
Primo perché non ci voglio andare e sono obbligata e secondo perché voglio stare qui, dove ci sono le mie amiche e il ragazzo che mi piace.
Dannazione!
Finisco la colazione e senza dire nulla mi vado a preparare.
Mi metto una semplice maglia e un pantaloncino tanto lì farà caldo una cosa positiva … c’è.
“Tesoro,sei pronta?” mi chiede mio padre.
Io apro la porta della mia camera e mi trascino la valigia fino in sala.
Mio padre mi sorride, ma non dice nulla,meglio così.
Andiamo giù, la macchina di mio padre è pronta, apre il cofano e mette la mia valigia. Entriamo in macchina e siamo diretti all’aereo porto, mentre siamo in autostrada io non parla per tutto il mini viaggio, penso solamente al ‘tradimento’ che mi ha fatto mio padre,alle mie amiche e a lui, Igor che non lo sento dal giorno dell’accaduto, penso che si sia vergognato di me.
Mi piaceva sul serio quel ragazzo.
In poco tempo arrivo alla Malpensa, cavolo vorrei solo che fosse un bruttissimo sogno, ma invece è la realtà.
Saluto mio padre con freddezza.
“Ciao!” gli dico solo.
“Tesoro, se hai bisogno non esitarti a chiamare!”
“Ah si?...” adesso scoppio, non c’è la faccio più.
“… non mi devo esitare a chiamarti? Stai scherzando? Con te papà ho chiuso!”
“Ma dai tesoro …”
“Niente tesoro,papà! Credevo che ci tenevi un po’ a me! E invece ho visto in faccia la realtà!” mi giro e me ne vado.
Inizio a piangere, non volevo lasciare tutta la mia vita qui! Ho la mia famiglia, le mie amiche, la scuola che anche se mi annoio li dentro ho la compagnia adatta.
“Tesoro ma cosa stai dicendo!” dice mio padre fermandomi.
“Dico quello che vedo!”
“Ma io ti voglio bene amore mio ed è per questo che lo faccio!”
“Ma io non ci voglio andare!”
“Ma almeno provaci!”
“Provarci? Papà … ho tutto qui, li giù non ho niente!”
“Non hai niente se non ci vai …” mi abbraccia.
“… tesoro, mi fai tanto male che pensi questo di me! Io non ti farei mai del male! Mai! Sei mia figlia! Il mio più grande amore e per te farei tutto … e questo lo faccio per te! Li giù come lo chiami tu, c’è …”
“Devo andare! Ciao papà!” lo abbraccio.
Ho deciso!
A mal in cuore ci vado! Arrivo all’aereo e trovo il mio posto, mi siedo e poi dieci minuti dopo parto.
Non ci posso credere. Sembra che sto andando al patibolo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Nuove conoscenze. ***



Capitolo 4: Nuove Conoscenze.







Arrivata …
Nella città che ho sempre odiato e non so nemmeno il perché.
Sono nel pulman che mi porta direttamente al college.
Guardo  la città,  esteticamente è meravigliosa.
Arrivo  al college …
È  enorme, menomale che c’è la scritta ‘entrata’ se no mi sarei persa.
Appena entro c’è il ‘centralino’ dietro ad un enorme banco c’è una signora non troppo giovane ma ben tenuta per la sua età, magrolina, capelli biondi e raccolti con un elegante fermaglio e vestita con una giacca e un pantalone elegante.
“Mi scusi!” la signora mi guarda e mi sorride.
“Mi dica signorina!”
“Ecco, io sono nuova!”
“Mi dica il cognome!”
“Ferrari!”
“Ok,Ferrari …” cerca nell’elenco. “… eccolo qui! Ferrari Vera,giusto?”
“Si!”
“Bene, adesso chiama il mio collega che vi da una camera in cui stare! Purtroppo singole non ci sono più!” cacchio!
“Va bene!” che nervi.
Poco dopo arriva un signore, sui cinquanta anni.
“Buongiorno!”  dice il signore.
“Salve!”
“Venga, le faccia vedere la stanza!”
Lo seguo, ci rechiamo verso i corridoi, saliamo sulle scale e ci sono ancora corridoi, ci sono le porte delle stanze numerate dal numero uno , percorriamo per la dieci , la unici poi ancora su dalla venti e ci fermiamo alla ventitre. 
“Ecco qui, signorina, qui ci sono le sue chiavi, alle undici c’è una riunione sotto nella aula magna, per tutti gli studenti, non fate tardi!”
“La ringrazio! E dov’è l’aula magna?” chiedo.
“E  sotto, percorri i corridoi e in fondo c’è una grande porta sopra c’è scritto aula magna!”
“Ok,la ringrazio di nuovo!”
Il signore se ne va.
Io apro la porta ed entro.
La camera non è grandissima ma nemmeno piccola, c’è un armadio, due letti e un piccola bagno.
Apro l’armadio … è pieno di vestiti, ops ! è quello sbagliato, ma i miei occhi adocchiano subito i vestiti che sono appesi. Cavolo! Questa dovrebbe essere una ragazza miliardaria.
“Sono belli vero?” una voce di una ragazza mi fa voltare, è lì davanti alla porta d’ingresso, ha i capelli biondi e lisci lunghi fino alle spalle, gli occhi azzurri e sorride.
“I..io….ecco..” oh cacchio! Penserà che la sto derubando?
“Ma stai tranquilla …” dice avvicinandosi. “… io sono Penelope, chiamami anche Penny!”
“Io sono Vera!”
“Piacere! Siamo compagnie di stanza da oggi!” dice sorridendo e stringendomi la mano.
Decido di sorridere anche io.
Poi guarda la mia valigia.
“Be? Che aspetti a togliere la roba da li? Si stropiccerà tanto!” dice Penny.
“Si certo, adesso la tolgo, però penso che non ce la farò, perché verso le undici c’è una specie di riunione giù, anche se non ne che m’interessa molto!” ehi … mi sento a mio agio.
“Ma si, tranquilla! Allora te la metto io apposto!”
“Ti ringrazio!” dico io sorridendo.
Bene almeno una cosa positiva in questo giorno.
“Figurati …” si siede sul letto. “… allora? Come mai qui?”
Mi chiede. “Be, ecco io mi sono comportata male..” Penny inizia a ridere.
“Ti sei comportata male e ti hanno mandata qui? Io sono da tre anni in  sto posto e sono sempre la stessa! Certo all’inizio non mi trovavo bene, però poi ho scoperto che non è male! C’è ti fanno fare le lezioni quello è un obbligo ma solo di mattina, al pomeriggio puoi fare quello che vuoi e alla sera puoi uscire però c’è il copri fuoco a mezza notte, tranne al sabato e alla domenica che puoi rientrare quando vuoi!” ah, pensavo peggio … cacchio ci fanno anche uscire! Che culo!
“Ma dai! Non lo sapevo! Io pensavo che fossero duri! Ecco perché la signora giù era gentilissima!” dico io.
“Già!” ci sorridiamo.
“ E tu? Come mai qui?”
“Sono orfana! Vivevo da mia zia, soltanto che lei lavora sempre e quindi mi ha mandata qui!”
“Ah, mi… mi.. dispiace!” quando parlano di genitori che sono morti divento molto triste.
“Tranquilla …” sorride. “…. e i tuoi genitori?”
“Ecco io, ho solo mio padre e da poco la mia matrigna che non sopporto per niente! La mia mamma è morta un anno fa, di tumore!”
“Mi dispiace tantissimo!” dice Penny.
Rimaniamo un attimo in silenzio, poi suona la campanella.
“Ti conviene andare nell’aula magna!”
“Si! Vado!”
“Vai ci vediamo dopo. Intanto io penso alla tua valigia!”
“Ti ringrazio! Ma tu non vieni?” chiedo io.
“Tranquilla, le assemblee le so a memoria!” dice lei.
“Ok, allora a dopo!”
Vado giù, percorro la strada che ho fatto con il signore prima, mi reco giù  per le scale e cerco la porta grande con la scritta ‘ aula magna’ guardo in alto e vedo solo ‘aula 1’ , ‘ aula 2’ e dove cavolo è l’aula magna.
Sbuffo. Guardo in aria e ad un certo punto vado a sbattere contro un ragazzo.
“Oh. Ma vuoi guardare dove vai ?…” dice il ragazzo. Caspita quanto è bello.  “… imbranata!” ha i capelli a spazzola di color nero e la parte che mi hanno colpita di più sono gli occhi. Di un azzurro che ti fanno sciogliere. Aspetta! Mi ha detto imbranata? Come si permette sto stupido. “Ehi! Imbranata lo dici a qualcun altro!” dico io.
Lui mi fissa. Cacchio che occhi.

 
 
 
Guido
 
 
 
“Ehi amico, ci vediamo tra poco in aula magna!” dice Gabriele.
“Ma scusa dove vai tu?”
“Vado da Penny! Mi aspetta su!”
“Penny! Ancora stai amoreggiando con lei tu?” chiedo io, sbalordito.
“Be, scusa! Tu che facevi con Selvaggia?” lo guardo malissimo, quel nome non lo voglio sentire nominare. Decido di andare verso l’aula magna e non pensarci.
Mi scontro con qualcuno. Che cavolo!
“Oh, ma vuoi guardare dove vai?...”  dico alla ragazza che mi sono scontrato, ha i capelli di color castano scuro lunghi fino a metà schiena e gli occhi di color marrone.
“… imbranata!”
“Ehi! Imbranata lo dici a qualcun altro!” mi dice lei.
Io la guardo, è imbranata, ma anche bellissima!
Me ne vado,che tra poco inizia l’assemblea.

 
 
Vera
 
 
Ma guarda un po’ te, sto stupido. Imbranata a me! Cretino che non è altro.
Mi metto a cercare di nuovo l’aula senza più a pensare a quello.
Poi fermo una ragazza, ha i capelli castano chiaro e lunghi e gli occhi verdi .
“Ciao, scusa mi sai dire dov’è l’aula magna?” chiedo io, gentilmente.
“Si, ci stavo andando anche io!” dice la ragazza. Le sorrido.
“Ok!”
“Comunque io sono Livia e tu?”
“Io sono Vera!”
“Sei nuova?” mi chiede Livia.
“Si. Non so dove girarmi!”
“Tranquilla, anche io sono nuova! Ma l’importante e seguire la massa!” dice Livia.
Cavolo non ci avevo pensato!
“Hai ragione!”
Ci rechiamo nell’aula magna ci sediamo nella seconda fila.
Entrano i professori e alcuni ragazzi, uno lo già visto … ma chi è?
“Come mai qui ?” chiede Livia.
“Mio padre mi ha mandata qui! Anche se io non volevo!”
“Ah! E come mai?”
“Mi sono comportata male!”
“E che cosa hai combinato?”
“Un po’ di dispetti alla mia matrigna, che se li merita, credimi. E sono uscita di nascosto da mio padre! Allora lui mi ha beccata e adesso mi ritrovo qui. Io non ci volevo venire … ma inizio a pensare che sto meglio qui che a casa di mio padre!” Livia sorride.
“Dai, infondo non è cosi male! Ho sentito dire che qui fanno lezione solo al mattino, e alla sera se vuoi puoi uscire!”
“Già! Cosa c’è di meglio!” dico io , sorridendo.





Guido
 
 
 
Entro in aula magna, sono davanti a tutte quelle sedie, sinceramente sono a mio agio a parlare a tutte quelle persone.
Arrivano anche i prof.
Guardo nella seconda fila, c’è la ragazza che mi sono scontrato prima, sorrido. È veramente bella. Sta parlando con una ragazza, ha un aria seria e tranquilla, ma dovrebbe avere un caratteraccio quella ragazza!
“Guido iniziamo l’assemblea?” chiede il vice preside.
“Certo!”
“Allora prima parliamo noi di come si svolgono le lezioni e poi tu che sei il rappresentante del college di come si svolge il resto. Ok?”
“Va bene !”
L’assemblea inizia …
I professori iniziano a parlare dopo venti minuti di spiegazione inizio a parlare io.
“Allora, mi presento per i nuovi arrivati …” guardo la ragazza mi sta fissando, io sorrido. “… io sono Guido De Rosa, sono il rappresentate di questo college. Dopo le lezioni che adesso sapete come si svolgono ci sarà il pomeriggio libero. Potete decidere o di rimanere in stanza a studiare oppure di uscire però per uscire dovete compilare un modulo che è alla uscita. Alla sera si può uscire fino a mezza notte e il sabato e la domenica non c’è il copri fuoco …” vedo molti ragazzi con un sorriso fino alle orecchie e soprattutto ragazza.
“…. un altro argomento che è la gita, a metà anno si farà una gita di una settimana all’estero, questo è una nuova idea del preside.”
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Oh cacchio sono nella stessa sua compagnia. ***


Capitolo 5: Oh cacchio sono nella stessa sua compagnia.
 





Vera
 
 
 
L’assemblea è finita, cavolo non sapevo che quel ragazzo fosse il rappresentante del college, è così stronzo!
Vado in stanza.
Entro … e trovo Penny a letto con un ragazzo.
“Oh, cazz …” mi copro gli occhi.
“Vera …” la sento ridere, che cosa si ride? Io mi sento imbarazzata! “… non siamo nudi tranquilla!” cavolo, me lo poteva dire prima.
Si alzano dal letto.
“Comunque lui è Gabriele!” dice indicandomi il ragazzo alto con i capelli biondi e gli occhi verdi.
“Pia…pia..piacere Vera!” dico io.
“Gabriele!” dice lui sorridendo.
“Amore, vai ci vediamo oggi!” dice Penny.
“Va bene!” Gabriele da un bacio a lei e se ne va salutandoci.
“Ehm, scusa non sono riuscita a metterti a posto la roba!” dice Penny dispiaciuta.
“Stai tranquilla! La metto io!” dico io.
“Ok!”
In mezz’ora metto tutto a posto e infine scendiamo giù in mensa.
Aspettiamo la fila per prendere il mangiare.
“Oggi c’è pasta al ragù  come primo e di secondo la cotoletta con patatine!” dice Penny .
“Buono! Ma si può prendere solo il primo oppure solo il secondo?”
“Certo!”
Vedo  la ragazza che ho parlato prima all’assemblea, la saluto da lontano e le faccio segno di venire.
Si avvicina a noi.
“Ciao!” dice Livia.
“Ciao! Eri da sola?” chiedo io.
“Si!”
“Stai con noi!” dico io. Penny la guarda e sorride.
“Piacere io sono Penelope, chiamami Penny!”
“Piacere Livia!” si sorridono.
Prendiamo da mangiare e ci sediamo.
Io mi gusto la mia cotoletta con le patatine. Penny mi guarda e sorride.
“Buono?”
“Buonissimo!” lei si è presa sia il primo che il secondo, non so come fa, io mi riempio subito.
Livia si è presa solo la pasta e vedo che se la gusta molto volentieri.
“Cucinano veramente bene qui!” commenta Livia.
“Già sono d’accordo!” affermo io.
Penny sorride.
“Vuoi assaggiare la pasta?” mi chiede Penny.
“Sono piena, però due pennette le assaggio! Proprio due di numero!”
“Va bene!”
Mi mette la pasta nel piatto e un con un po’ di ragù. Lo assaggio. È squisito!
“A proposito ma da dove venite voi?” chiede Livia.
“Io sono di qui! Non si sente l’accento?” chiede Penny. Infatti l’accento romano ce la.
“Io sono di Milano!” dico io.
“E tu di dove sei?” chiede Penny a Livia.
“Io vengo dalla Sicilia!”
“Infatti, hai l’accento siciliano!” dice Penny sorridendo.
Pomeriggio …
Come hanno detto il pomeriggio è libero, anche se stamattina era un eccezione. È il primo giorno per tutti.
Sono in stanza con Penny e Livia.
“Allora! Io vado con i miei amici al bar volete venire?” chiede Penny.
“Va bene!” dice Livia.
Vediamo, io da sola qui,mi annoierei,quindi.. “Va bene, accetto anche io!” dico sorridendo.
“Ok, allora vestiamoci e andiamo!” dice Penny.
“Va bene! Allora ci vediamo di sotto! Mi vado a cambiare anche io!” dice Livia.
Livia se ne va.
Io inizio ad aprire il mio armadio, ben ordinato … stranissimo, a casa sembrava una bomba Hiroshima, ci assomigliava!
Prendo una maglietta a righe bianca e nera e un pantaloncino di jeans e le ballerine ai piedi.
Mi metto un filo di trucco e un po’ di profumo.
Penny è vestita con una maglietta rossa con i pantaloncini di color nero e le scarpe basse ai piedi, anche lei si mette un filo di trucco.
“Che bella quella maglietta!” dice Penny.
Io la guardo. “Ti piace? Lo comperata con le mie amiche due anni fa, ce le abbiamo uguali …” dico io … Ambra e Giorgia non mi hanno più cercata da ieri. Boh!
Penny sorride.
“A me piacciono i tuoi pantaloncini! Sono stupendi!” dico io.
“Ti piacciono? Quando vuoi te li presto!” dice Penny, io le sorrido.
“Grazie, anche io se vuoi poi ti presto la mia maglietta” 
“Grazie, comunque quando vuoi ti posso prestare uno dei miei vestiti, magari quando uscirai con qualche ragazzo che ti piace, a proposito di ragazzi, oggi ti faccio conoscere i miei amici, be, Gabriele già lo conosci!” già il suo fidanzato!
“Ma siete …”
“Fidanzati?”
“Si!”
“No! almeno per il momento no!” dice Penny. Aspetta non ho capito!
“Come per il momento no? ma se lo hai chiamato amore!” Penny ride.
“Si, noi ci chiamiamo amore, tesoro. Ma per il momento non siamo fidanzati!” continuo a capire.
“Ma vi piacete?”
“Si certo!”
“E allora? Che aspettate a mettervi insieme.” Dico io sorridendo.
“Poi ti spiego bene la storia!”
“Va bene!”
Andiamo giù, c’è anche Livia che è vestita con una camicetta verde chiaro e un pantaloncino di jeans chiaro e le ballerine ai piedi.
Compiliamo il modulo come ci hanno detto all’assemblea e usciamo.
Penny ci porta al bar e in tanto io guardo la bellezza della città che prima non credevo che fosse cosi bella. Sorrido. Penny mi guarda.
“Che c’è?” mi chiede Penny.
“Non credevo che fosse cosi bella questa città!”
Mi sono ricreduta.
Arriviamo al bar. Ci sediamo tutte e tre e ordiniamo il caffè.
Arrivano anche i ragazzi e lo vedo, sta ridendo con Gabriele il presunto fidanzato di Penny. Voglio morire!

 
Guido
 
Entriamo al bar, Gabriele mi sta raccontando la sua ultima cavolata che ha fatto alla professoressa, quanto è scemo.
La vedo, è li seduta che mi sta fissando ed è sbalordita. Io sorrido divertito, secondo me è destino che ci dobbiamo conoscere.
Ci avviciniamo al tavolo delle ragazze e ci sediamo anche noi.
Penny ci presenta le sue nuove amiche, anche se una già la conosco, ma non so il nome, quello è un dettaglio.
“Ragazzi lei è Livia …” la ragazza con i capelli castano chiaro e gli occhi gli occhi verdi.  Guardo il mio amico Tomas che la guarda incantato …. Sorrido scuoto la testa.
“…. e lei è Vera!” dice Penny. Io la guardo, lei incrocia il mio sguardo e poi lo abbassa velocemente, sorrido malizioso.
“Piacere io sono Guido!” dico io porgendo la mano a Livia e poi a Vera.
Mi riguarda di nuovo e fa un mezzo sorriso.
Parliamo un po’. Il mio amico Tomas non toglie lo sguardo da Livia, mi metto a ridere sotto i baffi e lui se ne accorge. “Che c’è?” chiede Tomas.
“Ti piace la ragazza?” chiedo io.
“Quale?”
“Livia!” dico io abbassa voce.
“Be , è molto carina!”
“E allora che aspetti ad avvicinarti!”
“E tu che aspetti ad avvicinarti all’altra? Sembra che te la stai mangiando con gli occhi!” mi metto a ridere. Tutti mi guardano.
“Scusate ragazzi, e che è troppo forte Tomas …” lo avvicino con il braccio.  “… non sono come te amico!” gli dico all’orecchio.
Non lo voglio ammettere che mi piace la ragazza!
 
Vera
 
È proprio di fronte a me, ogni tanto ci incrociamo con gli sguardi e ogni volta mi sento sciogliere, dio che occhi meravigliosi.
Sta parlando a bassa voce con l’altro suo amico con i capelli castani e taglio a spazzola con quelli di lui e gli occhi marroni, che non toglie lo sguardo da Livia.
Guido sembra molto divertito dalla situazione, continua a sorridere maliziosamente e a guardarmi.
Io invece mi sento svenire. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: le uscite. ***


Capitolo 6: le uscite.
 
 



 
 
Vera
 

 
 
Usciamo dal bar, tutti quanti e decidiamo di andare in giro per il centro.
Wow, è piena di negozi meravigliosi. Tally weijl, Zuiki, Zara, Pinkie … meraviglioso! Entriamo in tutti i negozi e io da tale spendacciona mi compro tanti abiti.
I ragazzi sono nel reparto uomo, comperano anche loro, soprattutto Guido , si è preso una camicia a stile grunge, larga e di colori rossa e blu. Sta da dio.
Usciamo dal negozio e andiamo ancora in giro.
Livia sta parlando e ridendo con Tomas, Penny sta giocherellando con Gabriele e io sto guardando le vetrine dei negozi che mi attirano di più.
“Da dove vieni, imbranata?” mi chiede avvicinandosi Guido con un sorisetto strafottente.
Già non lo sopporto.
“Vango da Milano …” lo guardo male, mi da fastidio che mi chiama cosi. “…. e no mi chiamare imbranata!” dico io schietta.
“Be lo sei! Vai addosso alla gente!” dice lui. “A be, allora sono imbranata se vado addosso alla gente causalmente! E poi sei tu che mi sei venuto addosso!” anche se non è vero, ma sono una orgogliosa … quindi!
“Ah si? Io sono venuto addosso a te? Non credo proprio! Però devo ammettere che sei veramente carina!” dice lui sorridendo.
Che paraculo.
“Che gentile, prima m’insulti e poi fai il carino!”
“Sto dicendo la verità!” dice lui.
 
 
Guido

 
 
 
Non sto scherzando … la trovo veramente carina! Ansi,bellissima!
“Si certo, a uno come te, meglio starci lontano!” dice lei, seria.
“Hai proprio un bel caratterino eh …” già mi piace, ma non voglio che pensa cosi di me! “… guarda che non sono uno stronzo! Dico le cose in faccia! E lo penso sul serio!” lei mi guarda e fa un mezzo sorriso. “Che sono carina o imbranata!”
“Tutte e due le cose!” veramente, più carina che imbranata.
“E io lo penso sul serio che sei uno stronzo!” dice lei, andandosene più avanti. Io sorrido.
 
Vera
 

 
Che ragazzo …. Stupido!
Però …. Quei cavolo di occhi!!!
Ritorniamo al college, io , Penny e Livia ce ne andiamo in stanza.
“Allora? Simpatici i miei amici?” ci chiede Penny.
Guido … assolutamente no!
“Veramente simpatici!” dice Livia.
“A me Guido mi sta antipatico!” dico io schietta. Penny sorride.
“Ti guarda in un modo …” in quale modo? Ci odiamo a vicenda, almeno per me e cosi. “… lo conosco bene Guido! Quando gli piace una ragazza si capisce!” sorrido. Oh cacchio! Sorrido … divento subito seria.
 
 
Guido
 

Sono in stanza con i miei amici …
Sono sdraiato sul letto, i miei amici stanno parlando di qualcosa. “Ma si scusa, stasera si può andare in quel bar chiude a mezza notte!” dice Tomas.
“Ma perché vuoi proprio uscire stasera?” chiede Gabriele.
“Cosi, scusa poi usciamo con le nuove ragazze …” ecco perché vuole uscire il fannullone.
“….  gli facciamo visitare anche la città!”
“Vuole uscire perché vuole conoscere meglio la ragazza!” intervengo io. Vado subito al sodo. Tomas sorride.
“Ma chi? Livia o Vera?” chiede Gabriele .
“Livia!” rispondo io al posto del mio amico.
“Dai aspetta che invio il messaggio a Penny!” prende il cellulare e fa il messaggio.
Io guardo Tomas sorrido e scuoto la testa. In fondo non è male uscire stasera, così ho la possibilità di stuzzicare la nuova ragazza.
“Ha detto va bene!” dice Gabriele.
“Bene!”
 
Vera

 
“Dai Vera vieni! Che fai qui tutta sola!” dice Penny.
“Sinceramente non me la sento stasera …” già ho sopportato abbastanza Guido oggi. “… sono stanchissima!” dico io.
“Ma dai Vera, non pensavo che fossi cosi scocciante!” dice Penny. Io scocciante? Hai capito poco di me, tesoro.
“Non sono scocciante!! E che proprio stasera non mi va!” dico io.
“Dai  Vera, ci divertiremo!” aggiunge Livia.
“Stasera sono proprio stanca ragazze, sul serio, e poi domani mattina mi sentirò rincoglionita!”
“Va bene, dai allora stai qui stasera!”
“Dai se volete usciamo domani che sono più riposata!” dico sorridendo, spero non con il rompipalle.
“Va bene!”
Andiamo a cenare in mensa e infine io m’infilo nel letto e mi addormento.
 
Guido

Siamo sotto io e miei amici che aspettiamo le ragazze …
Arrivano solo Penny e Livia non c’è nessuna traccia di Vera.
“E  l’altra ragazza?” chiedo io.
Penny sorride. Avrà capito che mi piace, mi conosce benissimo.
“Non viene è stanca, ha detto!”
“Ah!”
“Dai andiamo, se no si fanno già mezza notte.”
Andiamo in un piccolo locale, dove c’è musica e il bar.
Penny e Gabriele si sbaciucchiano, Livia e Tomas  ridono e scherzano, li guardo … sorrido è sempre il solito, non cambia mai.
Intanto io mi sorseggio la mia bella birretta …
Si avvicina una ragazza, con i capelli di color biondo  scuro e lunghi e gli occhi di color azzurro. La conosco fin troppo bene!
“Guido!” è la mia ex.
“Che cosa vuoi?” gli chiedo, mezzo arrabbiato. Sta stronza se ne andata con un altro e lo dovuto sapere da altre persone, non le dovrei rivolgere nemmeno la parola.
Lei si avvicina di più. “Sai mi manchi!”
“Ci dovevi pensare prima!” me ne vado. Avviso i miei amici che me ne ritorno al college.
Quando arrivo, vado direttamente in stanza mi metto nel  letto e crollo.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Secondo giorno. ***


Capitolo 7: Secondo giorno.
 
 
 
Vera
 
 
È mattina ….
Cavolo che bella dormita!!! Di solito non mi sveglio cosi presto, sono le sette e quaranta. Aspetta! Sono le sette e quaranta? Cavolo, mi devo vestire, sono in un fottuto ritardo!
Mi alzo di corsa e vado direttamente in bagno mi vesto, mi sciacquo la faccia mi pettino velocemente, il trucco lo lascio perdere tanto non devo andare a fare la sfilata.
Apro la porta del bagno e vedo in piedi Penny che mi guarda strana. “Che c’è?” chiedo io.
“Come mai fai cosi di fretta?” mi chiede lei.
“Perché sono in ritardo …” dico io. Penny scoppia a ridere.
“… e perché ridi adesso?”
“Perché adesso è l’ora della colazione, le lezioni iniziano alle otto e mezza!” cavolo, potevo dormire un dieci minuti di più.
“Ah!”
“Dai adesso lo sai, mi vado a vestire e poi andiamo giù a fare colazione!”
“Va bene!” dico sorridendo, adesso mi sono tranquillizzata.
Prendo un foglietto in mano e guardo in che classe sono. C’è scritto ‘ aula 16’ .
“Penny!”
“Si?” risponde lei dal bagno.
“Dov’è l’aula sedici?”
“Poi quando andiamo giù ti faccio vedere. Tanto dobbiamo andare insieme!”
“Ok! Meglio!”
Esce dal bagno, vestita benissimo. Ha una semplice maglia di color blu e un pantalone bianco e le scarpe da ginnastica.
Sta benissimo.
Io indosso un pantalone sportivo di color nero con scritto ‘danza’ e una maglia di color marrone a maniche corte.
Mi guarda. “Meglio che ti cambi tu!” mi dice Penny.
“Ma come? Io sono comodissima cosi!” Penny prende una camicetta bianca dal suo armadio e un jeans.
“Tieni indossa!”
“Ma …”
“Niente ma! Indossa!”
Prendo la camicetta e il jeans, vado in bagno e mi cambio.
Esco. Mi guarda, sorride. “Stai decisamente bene, adesso!” si infatti, non mi sta male. Mi fa anche un bel sedere!
Scendiamo giù, facciamo colazione e infine la tortura inizia … lezione!!!
L’aula sedici lo trovata entro e mi siedo negli ultimi bachi, cosi nessuno mi guarda che ho il cellulare in mano.
 
Guido
 
 
 
Entro nel aula sedici, la vedo, sorrido. È seduta negli ultimi banchi in fondo, sta usando il cellulare.
“Ehi imbranata!” si spaventa e nasconde il suo cellulare. Mi metto a ridere.
“Guarda che non ti frego il cellulare!”
“Pensavo che eri un professore!” dice lei ingenuamente.
Io rido di nuovo. “Vedi che sei imbranata!” lei fa una smorfia da arrabbiata.
Infine mi siedo davanti a lei.
“Proprio qui ti devi mettere?” mi chiede lei scocciata.
“Tesoro! È il mio posto questo!” non è vero il mio posto era vicino alla finestra, ed era il mio preferito, ma fa niente, ho cambiato idea!
“Si certo!”
“Non crederci piccola imbranata!” dico sorridendole.
“E non mi chiamare cosi!” dice lei infastidita.
L’aula si riempie … un ragazzino mi guarda male dovrebbe essere questo il suo posto ma io me ne infischio.
Arriva il professore d’italiano …
“Buon giorno ragazzi!” ci alziamo tutti e poi ci sediamo subito.
Mi giro, vedo lei che è ancora alzata, io inizio a ridere sotto i baffi.
“Che cosa ti ridi, scemo!” dice lei, buttandomi una pallina di carta.
La guardo malissimo. Ma scherzando in fondo. “Provaci di nuovo a buttarmi le palline di carta e vedi!”
“Non mi sfidare!” dice lei decisa, io sorrido e mi volto.
 
Vera
 
 
 
Stupido, nessuno mi deve ricattare …
Quanto è arrogante!
Il professore sta facendo l’appello …
Arriva a me “Ferrari Vera!”
“Presente!” lui si gira. “Fai Ferrari di cognome piccola imbranata?” se non si sta zitto, lo fucilo, giuro.
“Si, girati e segui la lezione!”  dico io.
“Non è ancora iniziata!” dice lui con quel sorrisetto che gli vorrei tanto cancellare!
“Tra poco inizia!”
“E tra poco mi giro allora!” dio … cosa ho fatto per meritarmi questo? Sto ragazzo si diverte proprio a stuzzicarmi, mamma mia!
Finalmente la lezione incomincia ma per mia sfortuna lui si gira di continuo e mi sorride,che cosa ha da sorridermi.
Intervallo …
Vicino alle aule ci sono le macchinette con dentro le merendine, l’intervallo dura dieci minuti.
Vado davanti alla macchinetta, digito il numero della merenda, decido di prendere una brioche al cioccolato, almeno mi tira su.
La prendo e me ne ritorno in aula, tanto non si vede nessuna traccia delle mie amiche, però arriva lui … sfortunatamente.
Guido
 
 
 
La vedo, è li al suo posto che sta mangiando la sua brioche, mi avvicino.
“Se mangi tanto cosi ingrassi lo sai?” lei mi guarda male.
“Io posso mangiare quello che voglio, tanto non ingrasso!”
“Si certo …”  dico io sorridendo. “… me ne dai un pezzo!”
“Nemmeno morta!” dice lei . Ah si? Mi alzo e prendo la brioche e me la metto tutta in bocca.
“Sei un maiale …” m’inizia a dare pugni sulle spalle.
“… stronzo!” io me la rido.
“Dai in fondo ti ho fatto anche un favore no?” mi guarda di nuovo male.
“Sei solo uno stupido!” dice lei.
Mi farò perdonare.
La lezione inizia …
Che rottura!
 
 
Vera
 
 
Che idiota! Mi ha fregato la merenda! Questa me la paga cara!
Le lezioni sono finite, me ne ritorno in stanza, apro la porta e c’è Penny,Livia, Gabriele e Tomas.
“Ciao!” mi butto nel mio letto.
“Allora come è andata la prima lezione?” mi chiede Penny, bhe, sei ore con quel rompipalle che si è messo davanti a me e in più mi ha fregato la merenda … male!
“Cosi e cosi!” dico io.
“Come mai?” mi chiede Livia.
“C’era Guido che le  ha rotto le palle.” Dice Gabriele ridendo. A quanto pare le voci girano immediatamente.
Mi alzo dal letto. “Come fate a sopportarlo?” chiedo io.
“Non ce lo chiedere, quando gli piace una ragazza rompe a tutti!” dice Tomas.
Andiamo bene, gli piaccio pure … be esteticamente anche a me, dio i suoi occhi. Sorrido.
Mi guardano … oh cacchio, ho sorriso di nuovo.
 
 
 

 
 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Prima serata e già mi ubriaco?! ***


Capitolo 8: Prima serata e già mi ubriaco?! 
 

 
 
 
 
Vera 
 
 
 
È pomeriggio io, Livia,Penny e gli altri ragazzi siamo al bar a bere il caffè.
Ho sorriso per la prima volta a Guido, si è fatto perdonare per oggi, mi ha offerto il caffè.
“Sappi che io non sono cosi stronzo!” mi dice lui all’orecchio, io lo guardo e sorrido di nuovo.
“Grazie per il caffè!” gli dico io .
Lui mi sorride. “Figurati!”
Beviamo il caffè e poi andiamo in giro.
Alla fine entriamo al college e ci cambiamo per andare a cena giù in mensa.
Io mi prendo le polpette al sugo e l’insalata, in fondo non ho una grandissima fame.
Ci andiamo a sedere e ci raggiungono i ragazzi, c’è anche Guido.
 


Guido 
 
Io e miei amici raggiungiamo le ragazze in mensa, ci sediamo con loro, io mi metto davanti a Vera che ha iniziato a mangiare. La guardo, è bella anche quando mangia.
Sorrido, lei mi guarda, si chiederà che cosa avrò da guardarla, abbassa subito lo sguardo e arrossisce, come vorrei capire cosa sta pensando in questo momento.
“Allora? Che si fa stasera?” chiede Tomas.
“Ma io direi di stare in stanza, stasera!” dice Gabriele guardando Penny.
“Ma no dai! Perché? Le ragazze devono vedere il resto di Roma!” dico io, guardando Vera.
“Be, perché non andate tu, Vera, Tomas e Livia?” chiede Gabriele.
Io la guardo, sinceramente vorrei stare solo con lei.
 


Vera 
 
Che cosa? In giro con lui? Non se ne parla!
“Allora, che ne dici tu Vera?” mi chiede Guido, mi guarda sorridendo e speranzoso che dico di si, lo guardo, quei occhi mi confondono le idee.
“Ehm … io …”
“Lei vuole!” aggiunge Penny. Traditrice! Io non ci voglio andare! Fulmino con lo sguardo Penny e mi fa segno che dopo mi spiega.
Siamo su in stanza …
“Tesoro, perdonami! Io e Gabriele volevamo stare da soli …” mi dice sorridendo. “… capisci no? soli soletti in camera … ” oh cacchio. Sbuffo. “… fallo per me!” dice lei con le mani a preghiera.
“Ok, ok! Ci vado, ma lo faccio solo per te!” dico io, lei mi sorride e mi abbraccia forte.
“Grazie, amica mia …” la conosco da due giorni e già mi chiede favori, buon segno direi ..
“… il prossimo favore lo farò io a te! Grazie tesoro!” dice sorridendo, le sorrido anche io.
“Figurati!”
 


Guido 
 
Sono in stanza e c’è anche Gabriele …
“Allora? Che fate tu e Penny stasera soli soletti?” gli dico sorridendo malizioso.
“Be, ci facciamo le coccole!” dice lui. Che femminuccia. 
“Mah, io mi vado a vestire va!” vado in bagno, mi faccio una doccia veloce e dopo mi vesto.
Indosso la camicia nuova a stile grunge e  i jeans di color blu scuro e le scarpe da ginnastica.
Mi metto il profumo e scendo giù per aspettare Tomas, arriva in due minuti, indossa una maglietta nera a maniche corte e i jeans scuri e le scarpe da ginnastica.
“Ehi amico!” dice Tomas.
“Ciao! Traccia delle ragazze?”
“Ancora niente!”
“Bhe, aspettiamo qui!” dico io.
 
 
Vera 
 
“Ma no tesoro, vestiti un pelino più elegante!” dice Penny.
Ma come? Volevo indossare un jeans e una maglia, in fondo non sto andando a sfilare.
Mi apre l’armadio … ma no tranquilla! Fai anche con comodo.
Mi prende una maglia bianca a mezze maniche ricamata con il pizzo e una gonna nera a tubino.
“Tieni mettiti questo! Hai dei bei vestiti e ti vesti come una stracciona, stasera?” che amica gentile.
Sbuffo e me ne ritorno in bagno a rivestirmi.
Alla fine esco, mi guarda e sorride. “Stai benissimo, piccola! Stasera c’entri definitivamente al cuore di Guido!” e a quel nome, inizio a sorridere senza accorge mene. Oh cacchio! Divento subito seria.
“Vado a truccarmi!”
“Va bene tesoro.”
Rientro in bagno, mi metto un filo di trucco e infine il profumo. Sono pronta per gli inferi dell’inferno. Ok cosi sono esagerata! Volevo dire per la serata più stressante della mia vita.
Bussano alla porta. Apro è Livia, è vestita con un vestitino a tubino rosso e le ballerine ai piedi argentate.
“Come siamo belle stasera!” dice Livia, guardandomi. Io le sorrido. “Grazie tesoro! Anche tu sei bella!” le dico sorridendo.
Scendiamo.



Guido 
 
 
 
“Ma quando cavolo arrivano?” mi lamento.
“Dai lo sai benissimo come sono le donne!” dice Tomas.
Si, lo so abbastanza bene, ma Vera batte tutte. Chi sa come sarà vestita.
“Arrivano!”  dice Tomas.
La vedo arrivare, dio, è ancora più bella e poi la gonna le segna tutte le sue linee perfette.
“Ciao !” dice Livia sorridendo a Tomas, lui sorride come un ebete, forse sto sorridendo anche io cosi, ma sta ragazza mi confonde.
“Ci…ci…ciao!” dice Vera .
“Ciao!”  ci guardiamo negli occhi ma lei li distoglie immediatamente, la intimorisco … forse.
“Allora dove andiamo?” chiede Tomas.
“Andiamo al bar, poi se ci viene qualche idea andiamo da qualche altra parte!” dico io.
“Ok, andiamo li!” dice Tomas.
Prendiamo la mia macchina e ci avviamo per il bar.
Io guido la macchina, vicino a me c’è Vera che è silenziosa, mi sa che si trova un pelino in imbarazzo e dietro ci sono Tomas e Livia che si bisbigliano qualcosa.
“Allora? Come ti trovi qui?” chiedo io, per spaccare un po’ quel imbarazzo.
“Ma più tosto bene!” dice lei, guardando la strada.
Io ogni tanto mi giro verso di lei e sorrido.
 



Vera 

 
 
 
Che imbarazzo! Mi continua a guardare, cavolo ogni volta che posa gli occhi su di me e mi chiede qualcosa io inizio a balbettare ed arrossire come un peperone, che cosa mi sta succedendo? Non arrossivo cosi tanto con Igor.
Siamo arrivati al bar, ci sediamo.
Io sono seduta vicino a Guido e Livia vicino a Tomas.
“Che cosa bevete?” ci chiede il cameriere, è molto alto, capelli gelati di color nero e gli occhi verdi, vestito con una maglietta nera aderente che si vedono i muscoli scolpiti e un jeans.
“Io una birra!” dice Guido. Oddio se questo beve chi ritorna a casa con lui poi?
“Anche io una birra!” dice Tomas.
Andiamo bene.
“Ma si la prendo anche io!” dice Livia.
Ma ce l’hanno tutti con me stasera?
“Io …”
“Anche per lei una birra.” M’interrompe Guido. Maledetto. Io la birra l’adoro, però mi va subito alla testa. Dannazione.
“Ok, quattro birre, arrivano subito.”
Guardo malissimo Guido, lui se ne accorge. “Che c’è?” mi chiede.
“Che c’è? Io la birra non la posso bere!” dico quasi sclerando.
“Sei astemia?” mi chiede lui.
“No, però se ne bevo soltanto un goccio vado fuori di testa!” mannaggia a me, non potevo dire una cazzata?
Scoppia a ridere, come non detto.
“Dai, non è possibile! Con la birra …” Continua a ridere, la voglia di strozzarlo è tanta.
Arrivano le birre. “… dai non dire cazzate e bevi!” ok, cavoli suoi. Vedrai più tardi, maledetto.
Inizio a bere.
 

Guido 
 
 
Che scena divertente! Vedere Vera ubriaca! Dio sto morendo dal ridere, non ho mai conosciuto nessuno che si ubriacava a un solo bicchiere o bottiglia di birra.
“Devo andare in bagno!” dice Vera, alzandosi.
Barcolla da tutte le parti. Io continuo a ridere.
“Forse è meglio che la segui in bagno, Livia!” dico io.
Livia si alza e la segue in bagno …
Ritorniamo al college.
Vera si è addormentata in macchina e io da gentiluomo la prendo in braccio e la porto fino in stanza suo, ovviamente evitando gli sguardi degli altri e soprattutto dei prof.
Busso alla porta della sua stanza si apre.
“Oh, ma che cosa è successo?” chiede Penny guardandomi che ho in braccio Vera.
“Si è ubriacata …” scoppio a ridere. “…. con la birra!”
“Con la birra?” io non smetto più di ridere.
“Si con la birra!”
“Ecco perché sta puzza!” dice Gabriele.
La porto dentro e la poggio sul suo letto. Lei si è svegliata, ha aperto gli occhi e sorride.
“Grazie mille!” mi dice, io sorrido. Magari questo se lo scorderà domani mattina, ma glielo ricorderò io.
“Ascolta, noi non abbiamo ancora finito, ti porti con te Vera?” mi chiede Gabriele. Schietto il ragazzo.
“Va bene!” io senza che mi pregasse riprendo in braccio Vera e me la porto su con me.  “Ehi,ma dove mi porti!”
“In stanza con me!” dico io.
“Come in stanza con te?” mi chiede assonnata.
“I nostri amici non hanno ancora finito, non hai sentito!”
“Ehm … no!”
Arrivato alla porta della mia stanza l’apro ed entriamo dentro, la poso nel mio letto.
“Tu dove dormi?” mi chiede.
“Nel letto di Gabriele.”
Non risponde più, si sarà addormentata.
M’infilo anche io nel letto e crollo. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: AIUTO. ***


Capitolo 9:AIUTO. 
 
 





Vera
 
 
 
Apro gli occhi, non so se sto sognando oppure no!
 Sono in una stanza diversa dalla mia, c’è un profumo da uomo.
Mi alzo dal letto, barcollo e ho un giramento di testo.
“Ehi ubriacona!” è davanti a me, sorridente.
“Ma …” che ci fa qui?
“… tu …”  non sto capendo niente, mi sento stordita … oddio, mi ha drogata!
“… che cosa ci fai qui?” chiedo io, oppure la domanda e che ci faccio qui io???
“Veramente questa è la mia stanza!” mi dice lui.
“E  come ci sono finita qui?”
“Eri ubriaca, ti ho portata nella tua stanza soltanto che Penny e Gabri stavano facendo cosacce e mi hanno chiesto se li lasciavamo da soli e cosi ti ho portato con me! Non penso che volevi assistere alle loro coccole… come dice Gabri!”
Mi viene da piangere. “Non mi ricordo niente!”
“Certo se sei una ubriacona non è colpa mia … e poi come fai a ubriacarti con un bicchiere di birra!” questo me lo ricordo, lui aveva insistito a farmi bere la birra.
“È  colpa tua!”
Si mette a ridere.
“Tu hai accettato però!” è vero alla birra non so dire di no.
“Be mi andava!”
Ride di nuovo.
Faccio per andarmene. “Aspetta..” mi prende per il braccio dolcemente mi avvicina a lui, siamo un po’ vicini per i miei gusti.
Il suo sguardo mi confonde sempre più le idee. Cavolo quanto è bello!
Mi sorride, ok adesso sono sempre più confusa.
“… non mi hai ancora detto grazie per ieri sera!” mi dice sotto voce, si avvicina ancora di più.
“Be …” riprendo il  controllo. Lo allontano.“… allora grazie!”
Me ne vado!
Chiudo la porta della sua stanza, e  faccio un sospiro di sollievo.
 



Guido
 
Sorrido tra me, questo è chiaro … è pazza di me! E questo non mi dispiace affatto!
Mi finisco di preparare e vado giù a fare colazione, prendo il caffè e la brioche , vedo i miei amici e le ragazze.
C’è anche Vera, incrocio il suo sguardo, ma lo abbassa immediatamente e arrossisce. Sorrido.
Mi siedo con loro. “Buongiorno!” sono di fronte a lei, la guardo ma lei ha lo sguardo abbassato.
“Buongiorno amico!” mi dice Gabriele.
“Ragazzi, stasera c’è una festa in un locale, è sabato quindi possiamo starci quanto vogliamo!” dice Penny.
“Basta che qualcuno non si ubriaca …” dico io, guardando Vera. “… non vorrei passare un’altra notte senza dormire!” be che ho dormito, e anche bene, ma voglio farla arrossire ancora di più.
E mi sa che è anche inferocita. Quanto mi sto divertendo.
Dopo colazione ….
“Si può sapere perché non chiudi mai quella boccia!” dice Vera. Essi è infuriata.
 
“Volevo vedere come reagivi e mi sembri anche un po’ furiosa. Ma non te la devi prendere cosi male. Non sei l’unica che ti ubriachi con un solo bicchiere di birra!”  dico sorridendo.
“Che spiritoso!  Anche se non mi ricordo nulla di ciò che ho combinato ieri, tu non lo devi andare a dire in giro. Faccio bene a non fidarmi di nessuno allora!”
“Perché ti stavi fidando di me?” le chiedo io. 
Un attimo di silenzio, mi guarda negli occhi.
“No!” se ne va.
Sorrido. 
 



Vera
 
Cretino che non è altro! E mi chiede anche se mi fido di lui! Che rabbia che mi fa venire quel ragazzo.
Rientro in stanza e mi butto nel mio letto, ho talmente mal di testa che in un secondo mi addormento.
Dopo un po’, mi sento accarezzare la fronte, apro dolcemente gli occhi, e vedo Penny.
“Tesoro, sei tutta sudata!” mi dice Penny preoccupata.
“Ho un caldo!”
“E  si vede! Dai alzati, vai a fare la doccia.”  
“Ok, ma che ore sono?” chiedo io, tutta intontita.
“Le sette.” Ecco perché mi brontola lo stomaco.
“Ok! Vado in doccia e poi andiamo a cenare!” dico io.
“Va bene.”
Vado in bagno, entro in doccia, mi lavo velocemente e esco in due minuti, mi asciugo, mi vesto e mi pettino i capelli bagnati, non so se asciugarli o no … non ho per niente voglia.
Esco dal bagno, Penny si deve ancora preparare.
“Allora? Come ti vesti stasera?” stasera? Bisogna uscire? Oh no! cavolo!
“Non lo so.. forse non vengo!” dico io.
“Dai vieni! Non ci lasciare da sole!” mi fa una faccia tenere, è incredibile sta ragazza, riesce anche a convincere un sasso.
Sorrido. “Va bene!”
“Sii …” mi abbraccia. “… allora? Come ti vesti?” mi chiede.
“Non ne ho idea. Ho tanta roba e non so mai che mettermi!”
“Tranquilla ti aiuterò io. Adesso mi vado a  vestire e dopo  cena scegliamo!”
“Va bene.”
 


Guido
 
Sono nel mio letto …
Sento il suo profumo... sorrido, oddio … sto diventando sdolcinato, no! questo non va bene.
“Ehi amico!” Gabriele esce dal bagno.
“Ehi!”
“E  quella faccia tranquilla? Da dove arriva?” mi chiede.
“Non ho nessun problema. Per questo sono tranquillo!”
“Ah …. Oppure stai uscendo con una ragazza … i tuoi occhi ti brillano!” magari.
“Ma va ...” mi alzo dal mio letto. “… sono tranquillo, per la prima volta non ho problemi!”.
Sorride, mi sa che non ci crede.. ma va bhe.
Mi lavo, mi vesto velocemente e infine scendo giù per cenare.
Prendo l’insalata con la bistecca e raggiungo gli altri, mi metto al solito posto, di fronte a me c’è Vera e non ha un cera bella stasera, mi sa che non si sente bene.
“Non ti senti bene?” chiedo io.
Lei fa no con la testa.              
“Ragazzi, stasera uscite voi, io sto con Vera.” Lei mi guarda  sbalordita.
Gabriele sorride e scuote la testa, Penny guarda Vera e poi me. Tomas e Livia sembrano perplessi.
“Che c’è? Se si sente male, almeno ci sono io, no?” dico io.
“Be, almeno sei in compagnia, Vè!” dice Gabriele, ha capito tutto, io gli sorrido.
Iniziamo a mangiare.
La guardo, più la guardo e più mi piace, sul serio. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Mi prendo cura io di te. ***


Capitolo 10: Mi prendo cura io di te.
 
 
 
 







Vera
 
 
 
Non posso credere alle mie orecchie, che cosa ha detto?
“Se ti senti male, ci sono io!” mi dice.
Ma perché è così protettore sto ragazzo nei mie confronti? Mah.
Non mi conosce un gran che .
“Ma …” m’interrompe. “Ma niente. Io resto con te.”
Se lo dice lui.
Dopo cena sono su in stanza con Penny e Livia.
Penny sta frugando nel suo armadio, Livia e seduta sulla sedia e io sono sdraiata nel mio letto.
“Come mi sta?” chiede Penny, indossa una maglietta rossa a maniche corte e un jeans.
“Sei semplice ed elegante allo stesso tempo! Stai benissimo!” dice Livia.
“Stai benissimo!” dico io sorridendo.
“Bene allora indosso questo …” poi mi guarda. “… Vera, tu ci devi dire qualcosa?” chiede Penny.
La guardo stranita. “Cosa? Non capisco!” se si tratta di Guido mi suicido, già lo devo sopportare stasera.
“Non fare la finta tonta, tra te e Guido c’è qualcosa?” ecco apposto. “Ma va. Cosa vuoi che ci sia tra me e lui? Non ci sopportiamo nemmeno!”
“A lui gli piaci, Vè, si vede ….” Inconsciamente sorrido, me ne accorgo e smetto di sorridere. “… e anche a te ti piace, soltanto che sei molto rigida e non ti vuoi lasciar andare. Fidati, dopo quello che …”  bussano alla porta. “… ti sei salvata questa volta, ma ne riparleremo!”
Io sorrido. “Ok!”
Apre la porta. C’è Guido, Gabriele e Tomas.
“Ehi ragazzi, entrate, due minuti e sono pronta.” Dice Penny andando in bagno.
“Be, io, Gabri e Livia ti possiamo aspettare giù!”
“Va bene, d’accordo!”
Mi salutano e se ne vanno. Guido viene vicino a me.
“Per stasera ho portato un po’ di film …” maratona di film.. adoro.
Sorrido. “… perché sorridi?”  non sorrido più e sgrano gli occhi.
“Che? Io sto sorridendo, ma va non è vero …” iniziamo a parlare e non finire più a dire cavolate. “… e che non mi sento bene e quando non mi sento bene sembra che sorrido.” No, questa non convince nemmeno a me.
Lui si mette a ridere. “Ok, meglio che taci! Quando se ne va Penny guardiamo i film, ho portato anche i pop corn, sempre se ti vanno!”
Arrossisco. “D’accordo.”
Mi metto sul mio letto e lui prende il dvd portatile e mette il primo film “Lo squalo”    inizio a sbadigliare.
Lui mi guarda. “Hai sonno?”
“No no, tranquillo!” ci appoggiamo tutti e due sul cuscino.
Io in due minuti crollo dal sonno e mi addormento dolcemente, sulla spalla di lui.
 








Guido
 
Il film va avanti, ma io non lo sto seguendo affatto, sono rapito da lei, dio quanto è bella.
Si è addormentata, sorrido.
Le accarezzo la guancia è morbida e calda. Lei apre gli occhi dolcemente, poi se ne accorge che è appoggiata e si stacca immediatamente.
“Che … che … successo?” mi chiede lei.
“Niente ti sei addormentata!” le dico io.
“Ah, ok!”
In due minuti si riaddormenta. Io sorrido.
La guardo ha il viso rivolto verso di me, io mi avvicino per darle un bacio, lei riapre gli occhi e mi guarda, è rimasta paralizzata, non riesce a muoversi.
Io mi avvicino ancora di più lei rimane sempre li, non ci stacchiamo gli occhi di dosso, ma in quel momento si apre la porta. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Una sera con lui. ***




Capitolo 11: Una sera con lui. 






Vera :

 
 Che cavolo stavo combinando??? Mi stava per baciare!
Non so per quanto ringrazio Penny e Gabriele.
“Ehm …” rimangono a fissarci, che imbarazzo. “… abbiamo disturbato mi sa!” dice Penny.
Cosa? “Che? Ma va,noi …”
“Perché siete già qui?” chiede Guido, non sembra molto felice di vederli.
“Be, era una noia e allora siamo ritornati!” dice Gabriele.
“Be …” meglio mandarlo in stanza sua. “… grazie per la compagnia ma adesso ho proprio bisogno di andare a dormire!” mando via lui e Gabriele.
“Buonanotte amore!” dice di fretta Penny, non riesce a sentire la risposta perché chiudo immediatamente la porta, me ne vado a letto con la speranza che non esca un interrogatorio. “Allora? Vi stavate per baciare? Vi siete innamorati?” ecco appunto.
“No, non ci siamo baciati e non siamo innamorati, ma ti ringrazio di cuore di essere venuta di fretta.” Mi rimetto giù e cerco di dormire.
 

Guido
 

 
Sono sdraiato nel letto, penso a lei, sorrido, fa sempre la parte della dura ma so che in fondo ha una dolcezza e sensibilità infinita.
Mi arriva un cuscino in faccia. “Ehi amico, a chi pensi?” lo guardo male. “Ho già capito a chi pensi …” sorride. “… sai mi succede la stessa cosa con Penny!” io lo guardo di nuovo.
“Sei innamorato di lei?” chiedo io.
“Mi sa proprio di si.”  
 
Mi metto a letto, penso sempre a lei … sorrido e dormo.
 

 
 

 
 
 
 
 
 

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